Aestrem

di Little_Sisters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue: The Comet ***
Capitolo 2: *** Chapter One ***



Capitolo 1
*** Prologue: The Comet ***


AESTREM

 
 
 
Prologue: The Comet
 
 
 
Luogo sconosciuto, 2.00 a.m.
 
 
La figura di una donna schivò velocemente gli alberi del bosco che intralciavano il suo cammino.
Sembrava alla ricerca di qualcosa, qualcosa d’importante.
Non si curò dei rami che le sferzavano il viso, lasciando dei piccoli segni rossi sulla pelle diafana.
Doveva vederla a qualunque costo.
Si fermò all’improvviso: tra due alte querce s’intravedeva una piccola radura. Perfetto.
L’ombra cambiò velocemente direzione, dirigendosi verso quel piccolo spazio illuminato dalla luce della Luna.
In mezzo alla radura, c’era solo un grande masso di pietra: vi si sedette e tirò fuori da una delle tasche del suo cappotto un binocolo.
Da quel punto aveva una visione completa del cielo.
Sfregò le mani, sperando che il freddo non le avesse intirizzite completamente.
Spostò il binocolo verso ovest e la vide: la cometa di Aestrem.
Era di un bagliore quasi accecante, completamente bianca e circondata da un misterioso alone dorato.
La sua scia era immensa e viaggiava ad una velocità esorbitante.
La donna estrasse una ricetrasmittente:«Capo, l’ho trovata.»
Una voce metallica rispose dall’altra parte della linea:
«Ottimo lavoro agente. Coordinate?»
«55°45’N 37°37’E. Direzione sud-ovest.»
«Torna alla base»
La donna mise via l’attrezzatura e s’incamminò.
Ora iniziava il lavoro vero: trovare la cometa e impadronirsene.
Scomparve tra gli alberi, lasciando come unica traccia del suo passaggio una risata glaciale.
 
 
 
 
New York City, Fifth Avenue, 6.00 p.m.
 
 
Un ragazzo uscì da una pasticceria, calandosi bene il berretto in testa.
Strinse a sé un pacchetto contenente delle ciambelle calde, probabilmente appena sfornate.
Si diresse verso il Washington Square Park, addentandone una al cioccolato.
Il sole stava calando e le ultime famiglie lasciavano il posto per tornare alle loro dimore.
Prese una delle deviazioni del sentiero che attraversava tutto il parco, quando sentì una strana presenza al di sopra della sua testa; alzò lo sguardo e vide una gigantesca cometa.
Brillava, nonostante il cielo fosse ancora illuminato e aveva un aspetto più che familiare.
Gli occhi si allargarono di stupore non appena la riconobbe.
Fece uno scatto nella direzione opposta, lasciando cadere tutte le ciambelle nell’erba.
Iniziò a correre a perdifiato per le vie della città, evitando passanti e macchine.
Quella era la cometa di Aestrem e passava ogni mille anni.
C’era una leggenda legata ad essa: si diceva che non tutti fossero in grado di vederla, ma solo pochi prescelti e questi ricevevano doni straordinari.
Il ragazzo aveva finalmente raggiunto l’edificio al quale era diretto e vi entrò velocemente, scontrandosi con tutti e tutto ciò che era sulla sua strada.
Certo, i doni erano molto speciali, ma ad un prezzo molto caro: la propria libertà.
Si ricordava benissimo di quando lui, accettando il patto, aveva perso la sua.
Ora non poteva neanche andare in giro senza il rischio di essere additato come “diverso”.
Raggiunse la porta dell’ufficio all’ultimo piano e l’aprì con veemenza.
Il cappello cadde, mostrando due grosse orecchie da cane in mezzo ai capelli arruffati.
«Capo, la cometa… E’ qui!» urlò con il poco fiato che gli rimaneva.
Una figura, seduta su di una poltrona, si girò, in modo da poterlo guardare dritto negli occhi.
«Lo so. Raduna tutti i prescelti.»

 
 
 
 
 
 
 
Angolo delle Autrici::
 
We did it, yay!
Ok, vi spiego. Prima di tutto, sono Geo e vi scrivo dalla postazione computer di Acchan perché io può.
Lei è qui seduta vicino a me e vi saluta tutti.
Acchan: Ciao!
Bene, appurato ciò, inizierei con il dire che, come scritto in descrizione, questa è una storia a OC.
Mi è venuta in mente ieri e Acchan mi ha dato una mano a sistemarla quindi lei è co-autrice.
Se non avete letto il prologo e siete saltati direttamente qui è un male perché è una parte molto importante. Quindi leggetelo, anche se non è chissà che cosa.
E’ un po’ ispirata a Maximum Ride, nel caso abbiate letto i libri.
Io ne ho letti due a caso (il terzo e il quarto) e per certi versi mi è sembrata abbastanza simile.
La trama parla di un numero ancora indefinito di OC che sono in grado di vedere la cometa di cui si è tanto parlato.
Questa loro capacità li porterà ad evolvere poteri paranormali, ma come effetto secondario c’è quello di essere modificati geneticamente -in modo permanente- ed assumere alcune sembianze e abilità di un animale e quindi non poter più vivere liberamente come prima.
Questi ragazzi saranno contattati dall’associazione Solenguard, l’unico posto sicuro per loro.
Dovranno trovare la cometa, nascosta da qualche parte sulla Terra, ma saranno ostacolati da un’organizzazione malvagia che brama il potere legato ad essa per conquistare il mondo.
I nostri eroi viaggeranno intorno al mondo e vivranno incredibili avventure.
Solo alla fine potranno decidere cosa fare della loro vita.
 
Ecco qui la scheda da compilare con molte precisazioni:
 
- niente Mary Sue/Gary Stu;
- niente prenotazioni di alcun genere;
- verranno accettati solo gli OC migliori;
- nel caso abbiate qualche idea “particolare” per il vostro OC, ovvero qualcosa (riguardo a trama e compagnia bella) in più che noi non abbiamo nominato, siamo più che disposte ad ascoltarla.
- ci piacerebbe avere un paio di uomini.

 
Nome:: (relativo alla nazionalità)
Cognome:: (idem come sopra)
Eventuale soprannome::
Sesso:: (non tutte donne, anche se sappiamo che è difficile)
Età:: (dai 14 ai 20 –necessitiamo di gente maggiorenne)
Data di nascita::
Nazionalità & Città di provenienza:: (non tutti giapponesi e americani. Irlanda e Norvegia occupate.)
Aspetto fisico + abbigliamento + immagine (se possibile):: (più dettagliato è meglio è)
Carattere:: (idem come sopra – abbiamo bisogno di un leader)
Animale con cui si fonde + cambiamenti estetici & abilità acquisite:: (furetto e lupo occupati)
Potere paranormale:: (uno o due – possibilmente utili ad un gruppo. Occupati: Tecnopatia, Visione Termica, Manipolazione Biologica, Moltiplicazione, Percezione Anime, Manipolazione Ombre.)
Ragazzo/a + relazione + Dove si sono conosciuti/conosceranno + Umano o geneticamente modificato? (nel caso specificare solo animale e potere):: (IE, IEGO ed eventuali eccezioni per CS. Accettiamo coppie het, shoujo-ai e shonen-ai. Se è mutante può unirsi al gruppo -non tutti per favore- o può far parte dell’associazione Solenguard. Può anche essere single ^.^ Occupati Minamisawa, Tenma e Suzuno inagibile(?).)
Storia + famiglia:: (possibilmente breve e non tutte da disadattati sociali)
/Solo per OC minorenni e con una situazione familiare stabile/ Come reagiscono i genitori alla partenza:: (concordano, l’OC scappa di casa, etc etc…)
Abitudini::
Tic/Fobie::
Segni particolari::
Persone con le quali va d’accordo:: (non tra i personaggi. Ci spieghiamo meglio: nella storia dovranno pur stringere amicizia con qualcuno in particolare, ma la scriviamo noi e, non essendo nella vostra testa potremmo fare qualcosa di sbagliato. Abbiamo bisogno che ci diate delle linee guida caratteriali. Esempio: è felice con le persone solari/ preferisce gente più riservata)
Altro::
Può morire -eventualmente- e danno massimo che può essergli inferto::

 
Partecipate numerosi! ♥
- Geo & Acchan

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Capitolo 2
*** Chapter One ***


 

 

 

AESTREM

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chapter One

 

 

 

 

New York City, Base Solenguard, Stanza Alfa7, 9.30 a.m.
 

 

 

 

 

 

-Avanti Sissel. Un'ultima volta, prova ancora. Concentrati su quel computer e apri la schermata di recupero dati.
-La fai facile, tu.

-Non è questione di essere facile o meno; devi imparare dalle basi per poi riuscire a difenderti controllando macchinari più complessi.-
La ventenne distolse lo sguardo assonnato dal bruno e restituì la sua attenzione al PC davanti a lei; era stravolta. E il computer non sembrava intenzionato a collaborare.
Erano ore che lei e l'italiano stavano in quella stanza, coperta da pareti ferrose e fredde, completamente buia se non fosse stato per il monitor del PC e per la misera lampadina a led sul soffitto.
“Tra poco diventerò claustrofobica, oh sì...” pensò rassegnata la donna passandosi una mano negli scompigliati capelli ricci.
Decise che altro non poteva fare se non provare ancora: doveva assolutamente uscire di lì.
E riportare alla modalità “amico” l'uomo di fianco a lei: Leonardo Cerminati.
Leonardo era un suo coetaneo italiano, fiorentino per la precisione, agente della Solenguard da poco più di un anno, e un Neo-Mutato come tutti loro.
Le analisi a cui erano stati scrupolosamente sottoposti avevano decretato che l'animale fusosi con lui era il camaleonte di Jackson. Decisamente meglio il suo furetto.
-E va bene iniziamo. Prima ce la faccio, meglio è per me.-
Sissel chiuse gli occhi. Un ticchettio iniziò a risuonare nella sua testa.
Si sarebbe potuto definire l'“effetto collaterale” del suo potere: la tecnopatia, ossia la facoltà di controllare e interagire con qualsiasi oggetto meccanico o tecnologico esistente.
All'inizio a Sissel sembrava un potere inutile: ma quando le dissero che grazie a questo avrebbe potuto controllare anche le automobili per farle partire e scaraventarle contro i nemici... beh, la Rybak aveva cambiato punto di vista.
Ovviamente non era una cosa immediata. Serviva allenamento. E per questo avevano chiamato il suddetto italiano.
Dopo qualche minuto il rumore delle ventole dell'unità centrale prese a intensificarsi, segno che il computer iniziava a lavorare. Ma lo schermo, rimaneva uguale.
I secondi passavano inesorabilmente: gocce di sudore cadevano dalla fronte della donna, e le piccole orecchie bianche come i suoi capelli mossi iniziarono a muoversi a rapidi scatti.
Si stava sforzando, forse troppo, e non sarebbe riuscita a reggere ancora a lungo.
-Non è abbastanza, siamo sempre allo stesso punto di pri-... Ma cos-?- Leonardo non riuscì a finire la frase, perché lo schermo si spense di colpo.
Nei successivi trenta secondi il monitor rimase nero.
Ma poi, improvvisamente, un rumore simile a un click fece riaprire gli occhi alla donna seduta davanti allo schermo.
L'azzurra schermata di recupero dati iniziava a riempirsi di parole, numeri e lettere apparentemente incomprensibili, ma che in realtà costituivano il cuore dell'intera macchina.
Ce l'aveva fatta. Finalmente.
Leonardo sembrava soddisfatto, e le sue squame erano sufficientemente eloquenti nell'esprimere il suo stato d'animo.
Le squame erano nate in seguito alla mutazione; partivano dal dorso e seguivano il braccio fino al gomito e cambiavano colore, come quelle di un camaleonte. Ma non a caso. Le emozioni ne determinavano la sfumatura.
Sissel trovava che fosse una cosa affascinante, ma anche, per certi versi, controproducente: se qualcuno sapeva a quale colore corrispondeva ogni sentimento, poteva capire Leonardo senza molti sforzi. Non aveva più privacy, per così dire.
-Molto bene.- sentenziò Leonardo. -Abbiamo finito. Ora puoi tornare alla tua stanza.- disse, scrivendo le ultime righe del rapporto dell'addestramento di Sissel.
-Deo gratias... Non ne potevo più.- rispose la donna abbandonandosi sullo schienale della sedia da ufficio nera.
-Oh, adesso ti metti a parlare in latino? Allora la facoltà di chimica serve a qualcosa.
-Spiritoso, Cerminati. Preferisci il norvegese?-
Sissel sembrava non poco offesa dall'insulto fatto al suo percorso di studio purtroppo interrotto dall'incidente della mutazione.
-Non volevo essere offensivo, Fiocco di Neve.-
-Tsk. Taci. E lascia stare i miei capelli. È già abbastanza frustrante di per sé, non è necessario qualcuno che me lo ricordi ogni volta. Comunque dopo hai intenzione di uscire di qua per la colazione?- disse Sissel fulminandolo con i suoi occhi azzurro ghiaccio.
Leonardo pensò che fossero abbastanza inquietanti.
-Si... Fiocco di Neve.- rispose il bruno con un sorriso sghembo che fece infuriare ancora di più la ventenne norvegese.
-Fjols (*)- rispose secca la donna, alzandosi impulsivamente dalla sedia.
La cosa che meglio riusciva a quell'uomo era sfottere. Quanto odio.
Sissel aprì la porta blindata con il solito codice personale che aveva imparato ormai a memoria e uscì da quella piccola prigione.
E allontanandosi giurò di aver sentito una flebile risata maschile proveniente dalla stanza alle sue spalle.

 

….

 

 

Quando arrivò nella sua stanza, Sissel si buttò sul letto, pensando ai suoi genitori e a suo fratello. E a suo marito Atsushi. Chissà come stavano, a Oslo.
Sissel era stata costretta ad abbandonare gli studi, e ad andare insieme alla Solenguard a New York, per far parte della squadra che avrebbe recuperato la cometa.
Era stata sottoposta ad esami decisamente strani non tanto nella procedura, quanto nell'analisi dei risultati.
I medici cercavano di capire con quali animali si erano fuse le persone, e se e quali poteri avevano sviluppato i soggetti in questione.
Lei sembrava un soggetto innocuo: animale, furetto. Potere, tecnopatia.
“Nulla di strano” dicevano loro. Ma il Capo, una donna che per adesso era senza volto e senza nome, continuava a ripetere che lei doveva obbligatoriamente far parte della squadra.
Dopo aver approfondito le ricerche sul suo potere, anche i medici furono d'accordo sul fatto di farla entrare nella squadra.
Venne assegnata nella squadra di addestramento A-56. A capo, Leonardo.
Erano caratterialmente simili e nonostante le liti e le prese in giro, i due erano diventati amici.
Anche gli altri membri della squadra erano tipi a posto. La sintonia si doveva ancora consolidare, ma in quei quindici giorni di conoscenza, la collaborazione e l'armonia erano quasi palpabili.
Una cosa impressionante, visti certi caratteri ben poco disponibili. Ma nel complesso, era una bella squadra, e non poteva che migliorare.
Sissel alla fine si addormentò pensando al marito, protetto dalla Solenguard nella filiale norvegese ad Oslo. Anche Atsushi Minamisawa era un Neo-Mutato. Ma lui per sicurezza -e anche per pressioni della moglie- era stato trattenuto al di là dell'Atlantico.

 

 

….

 

 

Una mezz'ora dopo Leonardo, arrivato alla sala da pranzo, insultò mentalmente in maniera pesante l'albina per non essere venuta.

 

 

 

-.-.-.-

 

 

 

New York City, Empire State Building, 11:48 p.m.

 

 

 

 

 

April planò dolcemente sulla cima di uno dei più importanti edifici dell'intera New York City, e richiuse le piccole ali che fino a qualche istante prima spuntavano dalla sua schiena.
Si mise frettolosamente il cappotto di panno che si era portata a dietro, per il freddo di cui tanto aveva paura. E lì si che faceva freddo.
Dopo qualche minuto il tepore dato dal panno di cui era fatto l'indumento iniziò a riscaldarla.
La bionda chiuse gli occhi e sospirò; chissà se qualcuno l'aveva vista arrivare lì, da quell'angolo buio della Fifth Avenue. Era notte fonda, l'osservatorio era stato chiuso, e lei aveva potuto volare fin lassù.
Aveva fatto attenzione, April. Non voleva che la gente la vedesse in quello stato.
Certo, in confronto ad altri suoi compagni in quanto alle mutazioni era stata decisamente molto fortunata, ma il giudizio altrui era sempre dietro l'angolo.
E ovviamente anche lo spavento dei Normali. Già, così alla Solenguard venivano chiamati gli esseri umani senza le mutazioni. Di quel gruppo faceva parte anche lei, fino a due settimane prima.
Poi la cometa. Le ali. La suo stupore. Il terrore sul viso del padre. Le lacrime della madre.
April scosse la testa, cercando di scacciare quei ricordi. Ma allo stesso tempo sentiva il bisogno di fare chiarezza sugli eventi degli ultimi giorni.
Quando quel ragazzo con le orecchie e la coda da cane suonò alla porta dei Van Der Meer, iniziò l'avventura della diciannovenne olandese nel mondo dei Neo-Mutati.
Alla bionda scappò una risata quando ripensò al povero Tenma -questo era il nome del ragazzo venuto da lei- che si trovò a dover spiegare a lei tutta la faccenda. Lo trattene per ore intere, tartassandolo di domande su ogni cosa che le passava per la testa.
In fondo, era lui ad aver detto “Chiedimi tutto ciò che vuoi, April.”. E lei lo aveva preso alla lettera.
“Una futura giornalista non si fa di certo problemi nel chiedere, no?” aveva pensato la ragazza.
Alla fine della discussione, April realizzò di non essere più sola. Altri erano come lei. E non pochi.
Decise di seguire Tenma a New York, per incontrare gli altri, e per prendere parte alla ricerca della cometa che l'avrebbe fatta tornare normale.
Stranamente, i genitori non la fermarono; ma solo perché non potevano controbattere o modificare la realtà dei fatti.
Nelle ultime due settimane aveva avuto modo di capire e stringere amicizia con i membri del gruppo. Non tutti, ma con alcuni si.
I suoi poteri erano particolari: l'attraversamento della materia, ovvero il classico “Attraversamento dei muri” -questo era quello che i medici le avevano detto-, e la creazione di buchi neri.
Non aveva ancora avuto modo di testare questa sua capacità, ma si era ripromessa di provarla presto.
Dopo quest'ultimo pensiero si alzò di scatto: sentiva un rumore di passi in avvicinamento.
Era pronta a volare via quando una voce femminile la fece sospirare di sollievo: era solo Madge.
L'aveva riconosciuta per l'ombra delle piccole orecchie da cervo che spuntavano dai capelli rossi.
-Ciao April. Ti ho spaventata? Sei pallida come un lenzuolo... Oh, sì, ti ho spaventata sul serio.- disse la rossa avvicinandosi e sgranando gli occhi verde trifoglio.
-Figurati Madge. E smettila di leggermi nel pensiero, ti prego. È snervante.- disse la bionda con tono di rassegnazione.
-Scusa.- rispose ancora la donna. Per lei era divertente utilizzare la telepatia, ma ad April dava alquanto fastidio.
Nonostante Madge fosse di un anno più grande, sembrava della stessa età di April, se non più piccola. Le due erano diventate molto amiche, in quei giorni.
Non si allenavano insieme, ma nelle pause si vedevano e chiacchieravano.
Anche se era più giusto dire che era April a parlare.
-Piuttosto, come hai fatto ad arrivare fin quassù? Io ho le ali, ma tu?- chiese la bionda con sguardo interrogativo.
-Tu voli, io salto.
-Ah... Non pensavo sapessi farne di così alti.
-Nemmeno io pensavo di riuscirci, invece le abilità del cervo sono più utili del previsto!- rispose Madge tranquillamente.
“Già” pensò April nel frattempo “Non avrei scommesso un euro sul cervo. E figuriamoci sul mio, l'usignolo cinese. Invece...” April s'immerse nei suoi pensieri, e dopo qualche minuto iniziò a parlare. Ma nessuno l'ascoltava.
Madge, nonostante avesse provato a seguire le parole dell'amica, si stese sulla pietra fredda e si mise a guardare il cielo pensando; le mancava Dublino.
E anche la sua famiglia, dopotutto. All'arrivo degli agenti della Solenguard, aveva spiegato loro la situazione, ma sapeva che non erano del tutto convinti della cosa. Stranamente erano sembrati preoccupati per lei, e le avevano chiesto di telefonare loro quando le era possibile.
Era riuscita a chiamarli a casa poche ore prima, come promesso. La rossa sentiva comunque che le sue rassicurazioni non erano sufficienti a convincerli.
Si riscosse dai suoi pensieri, e decise due cose: era ora di tornare alla Solenguard, ed era anche ora di zittire April.
-April?
-Si Madge?- rispose la bionda guardandola con i suoi grandi occhi blu.
-Torniamo a casa, forza. Se qualcuno si accorge della nostra assenza siamo nei guai. Il coprifuoco era cinque ore fa.- sentenziò la ventenne.
April si arrese, e sbuffando si trovò costretta a togliersi il cappotto per far riemergere dalla sua schiena le piccole ali.
-Allora ci vediamo giù?- chiese guardando Madge sorridendo stancamente.
-Si!- le rispose la donna ricambiando il sorriso.
Salirono sul parapetto tenendosi per mano.
Pochi secondi dopo si buttarono, e si trovarono nel bel mezzo di una folla di newyorkesi che attraversavano tranquilli la Fifth Avenue, ignari che dall'altra parte del mondo, una sconosciuta e segreta associazione di lì a poco avrebbe tentato di conquistare il mondo.

 

 

 

 

 

 

 

Luogo sconosciuto, 2:18 a.m.

 

 

 

 

 

Un uomo sulla trentina era seduto alla scrivania del suo enorme ufficio.
I capelli bianchi spiccavano sulla sedia nera.

Gli occhi di ghiaccio scrutavano la notte alla ricerca di una luce.
La luce della sua vittoria. La luce della Cometa che da un secolo la sua famiglia aspetta.
I governi si sarebbero arresi.
Lui sarebbe diventato l'assoluto dominatore.
Lui, con la cometa di Aestrem, avrebbe finalmente conquistato il mondo.
Al pensiero, la sua classica espressione glaciale si tramutò in una smorfia di compiacimento.
E una risata agghiacciante risuonò per la stanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) “Fjols” in norvegese significa “cretino”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.D.A.:

 

Buonsalve gente!
Ed eccoci qua dopo la bellezza di nove mesi a pubblicare il primo capitolo di questa storia yay!

La scuola. E ho detto tutto.
Per me, Acchan, è stato il primo anno di liceo, mi sono dovuta fare un mazzo tanto, e sono stata promossa. Ma adesso mi dedicherò a scrivere la storia c-:
Per prima cosa ringrazio il mio idiota preferito che mi ha fatto da supporto e da beta-reader.
Ti voglio bene c-:
-Teo tu no, e sai il perché è.è-
E ringrazio ancora di più la mia Shistah che mi ha incoraggiata e sostenuta nella stesura del capitolo, e nella presa di mano della storia in generale.
Lei è fantastica, è stata la beta-reader migliore di tutti (scusa Nik, lo sai che ti voglio bene.).
E poi è la Shistah ♥.
Ma ciancio alle bande (?).

 

E qui, la suddetta Shistah si scusa per aver brutalmente abbandonato la storia. Mi dispiace davvero tanto, credetemi, ma non sono riuscita a portare avanti la storia durante questi mesi e ora non ne avrei comunque il tempo, causa altri progetti importanti come l'Iniziazione alla Sacra Arte del Sarcasmo e la Lettura Approfondita del Dizionario. No, ok, mi sto concentrando sulla mia cultura letteraria prima di iniziare a scrivere la storia che sogno da tre anni.
Spero possiate comprendermi. ♥

Comunque, ho praticamente minacciato Acchan fino a che non si è decisa a prendere in mano le redini di Aestrem. Con questo voglio dire che la mente creatrice dei capitoli è lei e lei li mette per iscritto, io sono solo un umile esserino di sfondo che le corregge le virgole e gli spazi bianchi. ♥
Tutti i complimenti alla ragazza, se li merita. E magari capisce perché ho dato la storia in mano a lei e non l'ho messa all'asta. ♥
A presto, si spera.
Geo

 


Qui sotto sono riportati gli oc comparsi in questo primo capitolo di introduzione:

 

-Sissel Rybak: mia OC, e a me sola appartiene.
Animale: Furetto.

Poteri: Tecnopatia e Visione termica.

 

-Leonardo Cerminati: OC di nickampapz, e a lui solo appartiene.
Animale: Camaleonte di Jackson.

Potere: Possessione

 

-April Van Der Meer: OC di _hollie, e a lei sola appartiene.
Animale: Usignolo cinese.

Poteri: Attraversamento della materia e creazione di buchi neri.

 

-Madge Lockwood: OC di aurara, e lei sola appartiene.
Animale: Cervo.

Poteri: Telepatia e Manipolazione dell'idrogeno

 

 

Non li ho inseriti per preferenza: ho fatto dei bigliettini con scritti i nomi di tutti gli oc scelti, e ho estratto totalmente a caso.
Per la cronaca, nel prossimo capitolo verranno inseriti tutti gli altri 4 OC principali che ho scelto.

Miei adorati, ho fatto un disastro? Nel generale, gli OC e il capitolo... ho reso bene tutto?
Spero che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!

 

 

- Acchan & Geo ♥

 

 

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