Quella sorta di equilibro tra odio e amore.

di livingformyidols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piccoli incontri inaspettati. ***
Capitolo 2: *** La classica serata ***



Capitolo 1
*** Piccoli incontri inaspettati. ***


 

PROLOGO


Erano circa le otto della sera.
Dopo 14 ore di lavoro, caratterizzate da tre parti naturali e due cesarei (tra cui uno trigemellare andato bene per fortuna), andai nello spogliatoio, tolsi la solita “uniforme” da dottoressa ginecologa del Seattle Grace Hospital, indossai quella gonna nera ,che comprai due settimane fa dal negozio di abbigliamento che si trova a pochi isolati da dove abito, e la classica maglietta viola con la scollatura a V e mi diressi verso l’ascensore.
Entrai dentro e cliccai il pulsante con il numero 0.
L’atrio.
Dopo pochi secondi mi accorsi che accanto a me c’era l’unica persona al mondo che non volevo vedere in quell’ospedale poiché qualche tempo fa era la ragazza di mio marito.
Meredith.
“Salve” le dissi freddamente
“Buonasera dottoressa Shepard” mi rispose.
E restammo in silenzio in attesa che l’ascensore si fermasse e mi facesse uscire.
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E’ già ora di lasciare l’ospedale?
Quell’operazione al cervello di circa 8 ore mi aveva fatto dimenticare il calcolo del tempo.
Era stata abbastanza dura poiché non appena toccavo il tumore da rimuovere subito si aveva un’emorragia celebrale e quindi bisognava avere l’attenzione al massimo.
Per fortuna quello era stato il secondo e ultimo degli interventi neurologici di quel giorno. Appena arrivato stamattina mi trovai un uomo che si era ficcato un coltello nella testa per attirare l’attenzione di sua moglie che lo aveva mollato e quindi toccava a me curarlo.
Mi chiesi: come fanno queste persone a fare queste cose orribili tipo mettersi un coltello in testa? Quale persona matta farebbe mai questo?
Così salutai il dottor Burke, il mio grande amico e socio, e andai in atrio.
Mi sedetti su una sedia che si trovava vicino all’ingresso dell’ospedale.
Lo facevo sempre. Prima di andare via dovevo per forza sedermi in atrio e riflettere cinque minuti.
Ad un tratto mi resi conto che dall’ascensore uscirono le uniche donne che conoscevo abbastanza bene.
Una era la mia quasi ex moglie e l’altra era la mia quasi ex ragazza.
Addison e Meredith.

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Salve a tutti. Come avete notato questa è la mia prima ff che scrivo. Mi piacerebbe che la recensiate per capire quali sono i loro pregi e difetti. Grazie C:


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Capitolo 2
*** La classica serata ***


CAPITOLO 1

L’ascensore si fermò, si aprì, ed io e Meredith uscimmo per dirigerci verso l’uscita.
Ma mi accorsi, e credo se ne accorse anche lei, che Derek ci stava guardando.
“Arrivederci Dottor Shepard” disse la ragazza passandogli davanti e lanciandogli una breve occhiata.
Egli la guardò e annuì.
Stavo per salutarlo anche io, ma ad un tratto mi prese per mano e mi tirò verso di lui.
“Oddio, di sicuro mi chiederà qualcosa sui documenti del divorzio e io non ho fatto niente! “ pensai.
“Addison, stavo pensando che magari potremo andare da Joe a bere qualcosa, ti va?”
Non sapevo cosa rispondere.
Volevo dirgli di no perché in realtà non mi andava di vederlo dopo quello che gli avevo fatto in passato, ma la colpa era sua!
Peggio per lui che se ne era andato a Seattle e mi ha lasciata da sola a New York.
“Ehm….va bene” gli dissi per non farlo rimanere male.
Da notare che dovevo andare al bar di Joe vestita in un modo non abbastanza appropiato e ciò non mi andava giù. Ma decisi di tralasciare.
“Perfetto” mi disse guardandomi negli occhi.
Così si alzò, mi accarezzò la spalla e uscì dall’ospedale.
Io lo seguì.
Avrei voluto dirgli che preferivo andare nel mio appartamento per cambiare i vestiti, ma ormai era troppo tardi poiché dopo qualche minuto mi trovai davanti agli occhi la scritta “EMERALD CITY BAR”.
Eravamo arrivati al bar di Joe.
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L’ “Emerald City Bar” si trovava a pochi metri  ed era frequentato soprattutto da quelli che lavoravano all’Ospedale poiché era l’unico posto vicino in cui si poteva fare una bevuta o una chiacchierata con gli amici dopo lavoro.
Appena entrammo notai subito molta gente che conoscevo tra cui la dottoressa Bailey con suo marito, Callie con George O’Malley , il dottor Burke con Christina.
Ma vicino al bancone mi accorsi che c’erano altri specializzandi come Alex Carev, Isabelle Stephens.
Tra di loro c’era anche la ragazza con cui ho passato i 5 minuti tremendi della mia vita in ascensore.
Tra di loro c’era Meredith Grey.
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“Che dici? Ci sediamo a quel tavolo?” mi disse rivolgendo lo sguardo a quello che si trovava in fondo a destra.
“Okay, va bene” gli risposi
Così mi prese per mano e mentre ci dirigevamo verso il “nostro” tavolo, Derek salutò con un cenno della mano Joe.
“Una bottiglia di vino, grazie!” gli disse. “Offro io questa volta” affermò rivolgendosi verso di me.
Annuì e ci sedemmo lasciando che le nostre mani si separassero.
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 Questo è il secondo capitolo della mia ff dedicata a Grey's Anatomy. Spero che la recensiate e grazie a tutti quelli che hanno recensito il prologo c:

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