Resta, ti prego.

di Dynamite_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Quella porta verde piena di scritte inutile e di numeri telefonici falsi è ancora lì, dopo ben quattro anni.

E' la porta dei bagni maschili del liceo di Bournemouth, anche se tutti sanno che la maggior parte di 'graffiti' che si trovano su di essa è opera femminile.

Un ragazzo ripensa al giorno in cui è finito nell'ufficio del preside per essere piombato nel bagno delle ragazze con una telecamera in mano. Gli scappa un sorriso beffardo, ma se ne pente subito e ritorna serio, con la sua tipica espressione da diciassettenne.

Ora pensa a quella ragazza del terzo anno che gli piace tanto. A volte si siede sul sedile dietro al suo in autobus, così quando lei si alza per scendere lui le può guardare il culo.

Ha un bel culo, Caroline.

Anche lei è follemente innamorata di lui, ma fa finta di non esserlo perché in realtà ha detto alle sue amiche che è fidanzata con Pinna, uno dei ragazzi più belli della città, ormai troppo grane per il liceo.

Caroline mente, perché ha paura di non piacere alla gente.

Capelli scuri, lunghi fin sotto le spalle.

Corpo esile, da ballerina. In verità piace a tante persone, anche al ragazzo che di solito le guarda il fondoschiena.

Lui invece è un tipo tosto, si chiama Harry. Pantaloni stretti, scarpe alla moda e maglietta bianca.

Non cura molto il suo aspetto fisico, pur andando in palestra regolarmente… Tutti cercano di imitarlo, nonostante sia indifferente a questo genere di cose.

Adesso Harry è ancora lì, davanti a quella porta verde che lo separa dalla confusione generale della scuola.

Ha smesso di pensare, e fissa con attenzione una scritta particolare.

"Hazza ti amo", inciso con un pennarello nero, probabilmente uno di quelli indelebili.

L'hanno scritto a lui: Hazza è il suo soprannome.

"Io no", pensa.

Vuole fare il duro, ma muore dalla voglia di sapere chi sia l'autrice. Decide di lasciar perdere, come se non avesse visto niente, mentre un suono fastidioso lo riporta alla terribile realtà che lo circonda: l'ultima ora dell'anno scolastico è terminata, assieme all'ultimo suono della campanella.

Si gira e percorre il corridoio che lo porterà in classe.

Strana classe, la 4b.

Un'altra porta verde ed è dentro. I suoi compagni stanno ancora facendo il conto alla rovescia, non hanno sentito il famoso 'driiin'  perché facevano troppa confusione.

Tre ragazzi vanno incontro ad Harry e lo prendono per le braccia, lo portano con loro al centro della classe per farlo partecipare alla felicità generale.

Lui non ha voglia di festeggiare.

Una biondina, assieme ad una sua probabile amica, lo guarda con aria maliziosa e gli fa un sorrisino timido.

Harry ricambia, ma solo perché si sente in dovere di farlo: non vuole rovinare i primi momenti dell'estate che si preannuncia carica di sorprese per tutti, tranne che per lui.

La biondina si chiama Sophia e tutti la vedono come la ragazza facile della scuola, pessima reputazione quindi… Ma niente male, pensa Harry. La verità è che pensa la stessa cosa di tutte le ragazze 'disponibili'.

Ritorna alla realtà, e si rende conto che festeggiare è l'ultima cosa che vorrebbe fare adesso.

Esattamente undici anni fa, in questo preciso momento, Hazza ha vissuto gli attimi più brutti della sua vita. Aveva semplicemente sei anni e l'insegnante di inglese della scuola elementare in cui andava si avvicinò a lui con aria triste e piena di compassione piano piano gli annunciò la morte dei suoi genitori e di sua sorella Gemma in un incidente d'auto.

Erano di fretta, volgano venire a prendere il loro bambino che aveva finito la prima elementare.

Harry fu l'unico che si mise a piangere all'uscita di scuola, alla fine dell'anno scolastico.

La cosa più brutta è che rivive quel momento come se fosse appena successo: gli capita quasi ogni sera, quando non pensare alla sua famiglia gli risulta impossibile.

<< QUATTRO, TRE, DUE, UNO! >>

I numeri rimbombano nella stanza come se qualcuno avesse azionato il rallentatore e amplificato l'eco.

Ecco, è tutto finito.

Anche quest'anno è andato, e lui è sopravvissuto.

La scuola termina mentre dall'altra parte l'estate inizia, facendosi notare con un gran sole alto, in mezzo al cielo azzurro pastello.

Harry pensa a dove sarà la sua famiglia, a come starà, mentre i suoi compagni lo abbracciano urlando di gioia.

Loro non lo sanno.

La gente si saluta, si abbraccia, si bacia, e intanto cercano di farsi spazio per uscire al più presto da quella gabbia.

E' incredibile come cambia da un giorno all'altro la voglia di uscire da scuola.

Ieri era tutto normale, si usciva camminando tranquilli e chiacchierando, mentre oggi sembra una di quelle gare di qualche reality show, come se nel giardino della scuola ci fosse Megan Fox ad aspettare i ragazzi e Robert Pattinson le ragazze.

Incredibile.

Harry scuote la testa, e si perde pure lui tra la folla.

<< Hei Hazza! Ci vediamo a settembre amico! >>

Lui nemmeno si gira. "Chi se ne frega", pensa.

Ritrovarsi soli all'età di sei anni è brutto, è lacerante.

L'amarezza e la delusione sono state enormi.

Quella è l'età in cui il cuore è ancora tenero e ci vuole poco per distruggerti. Ma qui non parliamo di poco, parliamo di troppo per un bimbo di soli sei anni.

Harry fa il duro, è vero.

Ma solo perché ha dovuto crescere prima di tutti gli altri bambini, solo perché ha visto cos'è il dolore e vive con la paura sotto gli occhi.

"Bene", pensò.

"Ora salgo sull'autobus e mi godo gli ultimi momenti con Caroline".

Si accende una sigaretta, mantenendo lo sguardo indifferente a tutto ciò che gli sta capitando intorno, e raggiunge i suoi amici alla fermata del bus

"Buon estate anche a voi", fu il suo ultimo pensiero prima di dirigersi sull' autobus, pronto per andare a casa,

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Capitolo 2
*** 2. ***


Ormai le porte della scuola sono chiuse e tutti gli alunni del liceo di Bournemouth sono in giro a festeggiare. Tutti tranne Harry. Vestito in maniera semplice, attraversa la piazza tranquillamente.

Tutto sembra essere in festa.




I classici profumi dell'estate invadono le narici di ogni singolo passante, come se loro non sapessero ancora che il periodo più bello dell'anno è iniziato.

Alcune ragazze si girano a guardare Harry, mentre lui sembra non accorgersi di nulla.

C'è solo una cosa che attira la sua attenzione, ovvero intravede un'amica di Caroline. Vorrebbe andarle incontro e chiederle informazioni sulla sua compagna, ma si trattiene.

Anzi, la vita sembra volergli fare un regalo ed è lei ad andare da lui.

Harry ne approfitta per fermarsi e accendersi una delle sue sigarette.

Mantiene l'aria cupa e decide di sorridere quando vede la ragazza fare la stessa cosa.

Il suo è un sorriso timido, ma sincero.

"E' carina", pensò.

"Mamma, quant'è bello", fu il pensiero improvviso e fastidioso di lei.

Gli andò in contro, mantenendo il contatto visivo e sorridendo ancora più sinceramente.

« Hei ciao Hazza! »
« Ciao… Ehm, non ricordo bene il tuo nome. », bofonchiò lui.

In realtà non gli è mai interessato, ma lei cerca di non scoraggiarsi e gli porge la mano.

Ha una mano bella, morbida, con le unghie colorate.

Ad Harry piacciono molto le mani delle ragazze, è una delle prime cose che guarda.

E' contento.

« Piacere, Darcy. »
« Piacere mio! »
Sorrisero nuovamente entrambi, lui un po' meno di lei.

Darcy se ne accorse e gli chiese una sigaretta.

Fumarono assieme, ma il momento fu rovinato dalla domanda diretta di Hazza.

« Tu sei l'amica di Caroline, vero? »
"Ti pareva, tutti i ragazzi mi chiedono di lei", pensa darcy, sempre più ferita.

Ecco, ha messo il dito nella piaga, è evidente che lei era turbata dalla domanda: lui non è interessato, adesso l'ha capito bene.

"Che stronzo, mi presento e mi chiede di un'altra", "Gli uomini sono tutti uguali".

« Sì, sono io. Ma adesso devo andare… Grazie per la sigaretta e scusami se ti ho rubato del tempo!  »

Darcy dice le ultime parole con un sorriso malizioso, uno di quei sorrisi che sanno fare solo le ragazze in gamba, quelle che sanno difendersi, quelle che sanno essere stronze.

Harry sta per ribattere, ma non fa in tempo. "Bel caratterizzo, questa Darcy.", ma in un attimo si dimentica di tutto e forse non ricorda nemmeno il suo nome.

Cosa può farci, lui è fatto così.

Hazza fa un sospiro e finisce la sigaretta; la getta per terra e non si preoccupa neanche di spegnerla con il piede.

Un vecchio lì affianco pensa che sia un grande maleducato, quel ragazzino, ma non sa quanto si stia sbagliando.

Si allontana e attraversa il piazzale, seguito da Harry.

Un suono rovina la scena, ed Harry guarda il cellulare: un messaggio. Lo legge e la sua espressione diventa indecifrabile.

" Haz dove cazzo sei? Porca puttana, ti stiamo aspettando a casa da un bel pezzo! Dobbiamo partire! hai ancora dieci minuti per arrivare, Kat xx "

Lui impreca, se n'era scordato.

Il messaggio era di Katniss, la sua sorellastra minore.

Quando i genitori di Harry morirono, lui fu affidato alla sorella di suo padre, Louise, che aveva già una bella famigliola.

Louise infatti era sposata da un paio di anni con Bob Chrisley e avevano due figlie: Eleanor ed Emma, due gemelle più grandi di Harry di tre anni.

Harry si trovò subito bene in famiglia Chrisley, e poco dopo nacque un'altra bambina, Katniss, più piccola di Hazza di due anni.

In quella famiglia erano tutti bellissimi, compresi marito e moglie.

Capitava raramente che andassero in giro tutti assieme, un po' per il numero non indifferente di 'figli' e un po' anche per i danni che ogni volta procuravano alla gente.

Harry ride di questo suo pensiero, ma si accorge che in realtà non ha tutti i torti.

L'ultima volta che andò al centro commerciale di Bournemouth con tutte le sue sorelle, attirarono un sacco di sguardi curiosi e moltissima gente che si presentava, volendoli conoscere.

Dire che tutti e quattro i fratelli avrebbero potuto fare benissimo i modelli sarebbe troppo scontato.

Ad ogni modo, Harry si stava dimenticando della vacanza che i Chrisley facevano ogni estate: avevano una casa in Italia, precisamente in Sardegna e ormai andarci era quasi un obbligo.

Hazza decide quindi di tornare velocemente a casa, senza neanche rispondere al messaggio di Katniss, anche se di voglia ne aveva ben poca.

Ripercorre tutto il tragitto che aveva appena compiuto, per poi trovarsi davanti al portone di casa Chrisley dopo soli pochi minuti. Senza suonare il campanello, qualcuno gli apre la porta: è evidente che non sono felice del suo ritardo e che lo stavano aspettando da un bel po'.

Trova infatti, tutti pronti in piedi, con le valigie in mano.

 « Ehm, scusate… Corro a preparare la valigia! »
Emma, in tutto il suo splendore, lo ferma e lo avvisa dolcemente che hanno avuto il tempo di preparare anche il suo borsone e che lui deve solo preoccuparsi di portarlo di sotto, in macchina.

Harry le da un bacio veloce sulla guancia.

Casa Chrisley riesce ad essere bella anche quando tutti se ne stanno andando. E' una casa enorme, costruita su quattro piani ed è nuova di zecca, dal momento in cui Bob si da alla manutenzione regolarmente.

Economicamente sono messi bene: entrambi i suoi zii sono i proprietari della famosa casa discografica HCEinternatonal, che ha sedi praticamente in tutto il mondo… Non roba da poco, insomma.

Tutto questo spiega anche il lusso dell'avere la casa in Sardegna: se la possono permettere.

La famiglia vera di Harry era diversa, a lui manca terribilmente, ma si è abituato a tutta questa realtà e ora chiama Bob e Louise mamma e papà.

Questo piccolo dettaglio lo fa sentire protetto, lo fa sentire a casa, anche se a casa non sarà mai davvero.

« Bene, possiamo andare adesso? Perderemo il volo. »
Alle parole di Louise tutti tacciono e piano piano lasciano la grande casa.

Il viaggio fino all'aeroporto è abbastanza lungo prosegue più o meno sempre allo stesso modo: Eleanor ed Emma litigano per ogni sciocchezza, Bob è impegnato con la strada e ogni tanto deve rispondere a qualche chiamata di lavoro. "Non si può mai stare tranquilli", pensa, aggiungendo una delle sue rare imprecazioni.

Louise guarda il panorama che alla fine non è granché e fa notare ogni singolo dettaglio al marito, che non ne può più.

Harry ascolta musica dalle cuffie, pensando a Caroline. Gli mancherà, ne è certo.

Katniss invece, tranquilla fuori e leonessa dentro, legge i suoi amati libri e ogni tanto risponde a qualche messaggio delle sue amiche.

Piuttosto noioso, come inzio dell'estate.

Finalmente si arriva, dopo svariate ore di viaggio tra auto e aereo.

Prima classe, ovviamente. Bob non bada a spese, in fondo se lo può permettere.

Emma e Hazza, una vota arrivati a casa, decidono di uscire subito alla ricerca degli 'amici italiani'. Cercandoli, passano per la spiaggia, dove un altro gruppo di adolescenti sta chiacchierando allegramente vicino all'acqua.

Alcuni di loro hanno la sigaretta in mano, altri una lattina di birra. Qualcun altro invece ha entrambe le cose.

"Gioventù bruciata", pensa Harry, ma si accorge che le sue parole sono un po' fuori luogo dal momento che anche lui si comporta così.

Camminano, attirando i soliti sguardi di tutti.

Non ci fanno caso, come sempre, o almeno così sembra, ma Harry nota una ragazza.

Strano, giurerebbe che l'ha già vista da qualche parte. Arrossisce e se ne pente subito, imprecando a bassa voce.

« Altri tre mesi di merda in arrivo, Hazza. Sei pronto?» dice Emma, con una sottospecie di sorriso ironico.

Harry in risposta si accende una sigaretta, e ne passa una anche ad Emma.

« Eccome se sono pronto. » sussurra, guardando in direzione della ragazza, che ora si è accorta di Haz.

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