Io e Te : Insieme ♥

di Maumivu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10-L'altro lato della storia ***
Capitolo 11: *** 11-L'altro lato della storia ***
Capitolo 12: *** 12-L'altro lato della storia ***
Capitolo 13: *** 13-L'altro lato della storia ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Io e Te : Insieme



Lei : Eleonora, cerca di dimenticare un ragazzo che le ha fatto troppo male, lui Andrea, cerca di inserirsi nella nuova scuola, senza affezionarsi troppo alle persone, perchè sa che presto dovrà andare via di nuovo, cosa succede se due persone troppo prese dal loro passato si trovano travolte dal proprio presente,insieme!?.

Poi ci sono loro : Vittorio, un passato che torna a fare male ogni giorno, Ludovica, una ragazza pronta a tutto pur di essere sempre la migliore, Guido, Lena e Daniela, amici fidati da una vita, ma un equilibrio del genere può davvero durare per sempre?
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Stroria a due voci, la conclusione di une giornate con la febbre a 38 xD potrete perdonare il mio delirio?
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Eleonora

La classica noia da ore di lettere si era diffusa in classe, Leda accanto a me era del tutto presa a rimettersi la matita agli occhi, Guido, il ragazzo seduto nel banco dietro il mio sfogliava un fumetto distrattamente, mentre la sua ragazza Daniela si limava le unghie.
Ennesima lezione sulla poesia della fine del 1800, questa volta avevo proprio esaurito le idee, mi ero già rifatta il trucco, avevo già sfogliato riviste, limato unghie e controllato il cellulare. Quella mattina ero davvero a corto di passa tempi, quando la porta della classe venne aprta di botto.

-Buon Giorno signora Todi, ragazzi- disse un uomo sulla sessantina varcando la soglia della porta. Si trattava del nostro preside: Julian Yonku, alto non più di 1 metro e 60 , con pochi capelli bianchi, un volto tondo e due occhietti blu.
Improvvisamente tutta la classe si alzò in segno di saluto.
-Salve preside- rispose educatamente l'insegnante, posando il grosso volume di poesia sulla cattedra.
-Sono venuto, come previsto, per presentare alla classe il nuovo alunno- annunciò il preside, e, tra tuttti i miei compagni, si diffusero bisbigli di meraviglia, ovviamente, nessuno si era degnato di informarci del nuovo alunno e, ovviamente, tutti noi ci aspettavamo improvvisamente molto da lui, senza nemmeno sapere chi fosse.
-Andrea Cavatti- annunciò il preside, facendo un cenno alla porta - piò entrare adesso-
In quel momento un ragazzo alto, dai capelli ricci e neri entrò in classe, alzando una mano in un cenno di saluto.
-Andrea viene da Firenze-spiegò il preside - è il figlio di carissimi amici, sono certo che vi troverete bene con lui- proseguì.
Leda si girò dalla mia parte con un rapido movimento, mentre qualche ciocca di capelli rossi le cadeva davanti agli occhi.
-Raccomandato- bisbigliò -ma niente male..-
-Già- intervenne in quel momento Daniela, che venne all'istante fulminata da un'occhiata di fuoco di Guido.
-Andrea, perchè non prendi posto?- propose la nostra insegnate guardando il nuovo alunno.
-Qui c'è n posto, professoressa- intervenne alzando la mano Ludovica, una delle ragazze più odiose di questo mondo, dal fondo della classe.
-Grazie signorina Marì- disse il preside indcando nuovamente il posto al nuovo alunno.
Andrea divenne leggermente rosso, percorse l'intera classe fino ad arrivare al banco vuoto; Ludovica fece ondeggiare i suoi capelli biondissimi e liscissimi e spostò la sua borsetta rosa dal banco.
-Quella è un polipo- dissi io guardandola disgustata
-Non le basta essersi fatta tutti i ragazzi della classe?-chiese Leda con scarcasmo
-Ecco perchè si è fiondata sul povero Andrea, ha bisogno di carne fresca..-commentai io.
-E ti credo, saranno tre anni che esce con le stesse persone almeno una volta al mese...- inervenne Guido
-Tutti tranne te, vero amore?- chiese Daniela con un tono che non avrebbe mai acettato un no come risposta.
-Bè voi state insieme dal IV ginnasio..- fece notare Leda
-E comunque mi dispiace per Andrea, speriamo solo non si lasci mordere dalla vipera..- concluse Daniela fingendo di non sentire i commenti di Leda.
Guido, Daniela e Leda erano i miei migliori amici da sempre; Io, Giudo e Leda ci conoscevamo da quando avevamo unidici anni, eravamo sempre stati compagni di classe, inseparabili... il primo anno di liceo incotrammo Daniela, non si può dire che diventammo amiche alla prima occhiata, lei era la classica ragazza scontrosa, impulsiva e testarda, il guaio era che io e Leda lo eravamo più di lei.
Poi un giorno Guido ci confidò che era stato a casa di Daniela e che stavano insieme, io e Leda inizialmente ci rimanemmo male, ma con il tempo ci rendemmo conto che Daniela non era niente male, noi tre, insieme, ci facevamo mille risate, non lasciaavamo via di scampo a nessuno, professore o alunno che fosse. Diciamo che Guido era, ed è ancora adesso, molto più pacato di noi.
-Sapete che vi dico?! non è il assolutamente il caso che Ludovica la serpe abbia un'altra vittima, insomma solo perchè muove molto il culo e non ha problemi a togliersi le mutande, non è detto che controlli la classe... - disse improvvisamente Daniela con molta foga nella voce.
-A cosa stai pensando?- chiesi io incuriosita
-Non lo so ancora...- disse Daniela picchettando con la matita sul banco.
-Gli porteremo via Andrea!-affermò Leda -Ma non può farlo Dan...- aggiunse dopo
Guido sospirò con sollievo e baciò la fronte della sua ragazza- ti toccherà lavorare solo al piano.. - disse con scarcasmo.
-Taci Giudo, non è un gioco- rispose Daniela attenta a non alzare la voce per non fasi beccare dalla professoressa che sembrava essere intenzionata a ricominciare la sua noiosa lezione sulle poesie.
-Ovviamente-riprese Daniela-Una di voi due dovrà conquistare quel ragazzo, che poi non è affatto male, non dovrebbe essere un problema..-
-Allora Ele ci pensi tu!- intervenne Leda dandomi una leggera pacca sul braccio
-E perchè io?- chiesi avvilita - Passo fin troppo tempo a lavorare sul fronte "Vittorio"...-
-Appunto tesoro, lo facciamo per te, sarebbe ora di dimenticasre Vittorio..- concordò Daniela
-Allora è deciso..- commentò Leda entusiasta della cosa, mi voltai un attimo per guardare il nuovo venuto, ma proprio in quel momento i nostri occhi si incontrarono, nonostante li vidi da lontano e per pochi secondi i suoi occhi mi colpirono, erano di uno strano colore tra il verde e l'azzurro, del tutto impressi nei miei.
Mi voltai di scatto tornando alla discussione con le mie amiche
-Ma io non credo..- cercai di protestare, ma fu del tutto inutile, le mie amiche erano già immerse nel decidere come, dove e quando, Andrea, sarebbe diventato mio.



Andrea

Da bambino avevo sempre detestato l'idea di cambiare scuola, quando avevo dodici anni, però, mia madre e mio padre mi avevano spedito a vivere a Firenze a casa di uno zio perchè dovevano partire per lavoro.
I miei genitori erano le classiche persone poco presenti, prese dal lavoro con ogni centimetro del loro essere, facevano i ricercatori ed erano più le volte che parlavano del proprio lavoro che del m io futuro.
Ma non era mai stato un problema, certo, quando ero piccolo mi sentivo solo, ma poi nel pieno della mia adolescenza ero entusiasta all'idea di non avere i miei con il fiato sul collo per ogni cosa.
Quando mi comunicarono che sarebbero tornati a Napoli io frequentavo il terzo anno di liceo classico a Firenze, non avevo particolari amicizie o rapporti tanto stretti da provare dispiacere all'idea di cambiare aria.. in realtà a Firenze mi vedevo con una ragazza : Asia, la figlia di un amico di mio zio, stavamo insieme da quando avevo 14 anni, l'idea di trasferirmi fu, però, un sollievo, con Asia era finito da troppo tempo, ma avevo paura ad ammetterlo, se non altro per mio zio.
Mancavo da Napoli da 4 anni, la città però era esattamente come l'avevo lasciata. dire che nel mio cuore c'era sempre stato un posto speciale per questa città sarebbe falso.Avevo imparato da sempre a non attaccarmi nè ai luoghi nè alle persone, meno affetto significava meno dolore al momento della partenza.
Il mio nuovo liceo era decisamente meno pittoresco di quello che avevo lasciato, l'edificio era di un grigio spento, il cortile era leggermente troppo stretto e sempre pieno di motorini, l'interno era stato ristrutturato da poco, ma i corridoi non erano particolarmente larghi e le aule illuminate, ma andava bene così.
-Signor Cavatti- mi sapultò il preside non appena misi piede nel suo ufficio.
-Salve signor Yonku- dissi dentendogli la mano
-Allora come stanno i suoi genitori?- mi chiese
-Non male,grazie , hanno detto che passeranno presto per vederla di persona, mio zio le manda i suoi saluti.. - dissi sorridendo.
Il signor Yonku era stato compagno di scuola di mio zio, sapevo abbastanza di quest'uomo, aveva antenati in Corea, Portogallo e Germania, e tutto, nel suo aspetto, lasciava capire come lui stesso fosse il risultato di un mosaico etnico.
Sin da bambino avevo avuto questo interesse particolare per le persone, mi piaceva osservarle, si può capire molto dal taglio degli occhi, dalla loro luce, dal sorriso, da come si muovono.
-Il buon vecchio Ferdinando!come se la passa a Firenze?- domandò il preside aprendo la porta del suo ufficio e facendomi segno di uscire.
-Bene, gli affari vanno a gonfie vele- dissi, fingendo di saperne molto, quando in verità tutto ciò che avevo imparato su mio zio era che ssi trattava di uno degli uomini più ricchi di Firenze, e tanto mi bastava,
-Ne sono felice- mi disse il preside incammiandosi per il corridoio - La tua classe è la IIF, vedrai, ne sono certo, ti troverai bene, mi hanno detto che sei un ragazzo studioso e si vede che sei una persona educata, non avrei problemi!-
Soirrisi, la mia vecchia scuola era un istituto privato, andare bene era particolarmente semplice, in realtà non amavo affatto studiare, ma sapevo di non potermi permettere voti bassi.

La IIF mi era sembrata dal primo momento una bella classe, c'erano ciirca 20 alunni, la maggior parte ragazze, ne avevo viste anche un paio niente male.
Sapevo che un nuovo studente destava sempre meraviglia e interesse, ma nonostante il mio carattere potesse far pensare il contrario, non amavo stare sotto gli occhi di tutti in quel modo, sapevo di arrossire leggermente in queste occasioni.
La ragazza che si era offerta di sedersi accanto a me sembrava essere particolarmente interessata alle novità, aveva capelli lunghi e sottilissimi di un biondo quasi bianco, nonostante, forse perchè metà di Settembre, la sua pelle fosse di un colore abbastanza scuro. Mi soffermai sul taglio dei suoi occhi, una forma abbastanza banale, di un azzurro spento, ma le labbra erano carnose e morbide e il fisico perfetto.

-Ludovica- disse porgendomi una mano sottile e abbronzata
-Andrea- risposi
-Allora vieni da Firenze?- mi chiese accavallando una gamba
-Si, ma sono nato a Napoli- spiegai - ecco perchè non ho l'accento toscano- aggiunsi sapendo che sarebbe stata la sua prossima osservazione, ho sempre amato giocare d'anticipo.
-Quindi qui hai già tanti amici.. - sussurrò Ludovica
-No, in effetti i miei amici li ho lasciati che avevano 12 anni..-
-Bè è una fortuna che questo posto fosse vuoto- disse lei - Conosco quasi tutti a scuola e moltissimi locali interessanti, se ti affidi a me , in breve, sarai inserito nel circolo giusto-
Sorrise con uno sguardo accantivante, mi sforzai di non alzare gli occhi al cielo o di non sospirare, le ragazze come Ludovica le conoscevo fin troppo bene.
-Stasera perchè non vieni con me ad una festa? ci sarà mezza scuola- proseguì la ragazza visto che non aveva ottenuto la reazione sperata.
-Perchè no.. - dissi più a me stesso che alla mia compagna di banco - mi sa che ci vengo-
Vidi con la coda dell'occhio Ludovica sorride soddisfatta, ma mi voltai in fretta per non dover rispondere ai suoi sguardi, giusto il tempo di incrociare gli occhi nocciola di una ragazza poco più avanti di me, che mi scrutavano.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Eleonora

Quando suonò la campanella dell'intervallo l'intera classe si alzò sollevata, qualcuno si fiondò in cortile per arrivare al bar prima che ci fosse troppa gente, qualcun altro rimase in classe a ripetere o a cercare di entrare in contatto con il nuovo arrivato.
-Ele, quando hai intenzione di presentarti?- mi domandò Daniela sedendosi sul mio banco.
-Dan lasciami stare eh... ora non ho tempo, devo copiare la versione, devo scendere per vedere Vittorio e.. -
-Ancora con questo Vittorio?ma non sarbbe il caso di andare avanti.. e guarda un pò, un moretto niente male te ne dà l'occasione...- intervenne Leda
-Ma non capisco perchè non puoi farlo tu..- mi lamentai
-Dai sai bene che sei molto più interessante tu agli occhi dei ragazzi..-
-Ma va'..Leda non sei tu una delle ragazze più "ricercate" della scuola?- chiesi ridendo
-In effetti..- rispose Leda muovendo i capelli con fare sexy - Ma è stato deciso che sarai tu a conquistare Andrea e così sarà- aggiunse abbassando la voce
-E va bene.. vado a prensentarmi..- dissi esasperata - Ma una di voi mi copia la versione- dissi lanciando il mio quaderno di greco sul banco.
-Non ci sono problemi.. Guido amore, copia la versione alla tua amichehtta Eleonora!- disse Daniela avvicinando il quaderno al ragazzo che sbuffando iniziò a scrivere.
Andrea era seduto ancora al suo banco, Ludovica aveva cercato di convincerlo a scendere in cortile, ma era riuscito a rifiutare, un gruppo di ragazzi della classe gli si era radunato intorno, non avevo ancora mai sentito la sua voce. Parlava con un tono morbido, quasi vellutato, con estrema calma, come se stesse raccontando una favola ad un bamino, come se ogni parola dovesse avere un tocco di tenerezza.
-Ciao- dissi avvicinandomi al suo banco, facendomi largo tra due miei compagni di classe che continuavano a litigare su quale squadra fosse più forte, il Napoli o la Juve.
-Ciao!- rispose Andrea, sembrava quasi sollevato che qualcuno avesse interrotto la sua conversazione sul calcio.
-Io sono Eleonora- dissi progendo la mia mano, lui la strinse leggermente
-Andrea..- rispose.
Daniela aveva ragione, non era affatto male, aveva capelli ricci e scuri, un taglio corto, assomigliava leggermente a quello di Seth Cohen in the OC, il telefilm preferito di mia sorella più piccola.
Gli occhi erano grandi e verdi verso il centro della puplilla e sempre più azzurri all'esterno, aveva i lineamenti morbidi, naso e bocca perfettamente proporzionati.
-Allora come ti sembra questa scuola?- domandai improvvisamente a corto di argomenti
-Non male- rispose semplicemente
-Sei nato qui?- chiesi
-Si- mi rispose sorridendo, doveva esserci qualcosa che nella mia voce l'aveva divertito.
-Senti, lo so che probabilmente sono l'ennesima persona che te lo propone, ma stasera io e dei miei amici- dissi indicando Leda,Daniela e Guido seduti al mio posto - Andiamo in centro a farci un giro con altra gente, insomma.. non siamo solo noi e..- mi stavo incartando da sola e questo non andava affatto bene - se ti va di venire.. - conclusi
-Veramente ..stasera sono stato invitato ad una festa dove mi hanno detto ci sarà mezza scuola..- disse alzando le spalle come se non gli facesse nè caldo nè freddo - e anche a vedere una partita di calcio, ma detto tra di noi, io sono più un tipo da tennis- aggiunse lanciando un'occhiata divertita ai miei compagni di classe che continuavano a discutere.
- Capisco- dissi alzando le spalle.
-Senti ma perchè tu e i tuoi amici non venite all afesta?- chiese - lo so che è strano che a invitarvi sia io .. insomma sono nuovo, però sarebbe bello, almeno conosco bene i miei compagni di classe-
Rimasi per un attimo in silenzio, sapevo di che festa si trattava, l'idea di andarci non mi entusiasmava affatto.
-E' stata Ludovicva ad invitarmi- aggiunse Andrea come se si volesse giustificare
-Veniamo- dissi rapidamente, non potevo permettere a Ludovica un così grande vantaggio, a quella festa, Andrea, non doveva essere suo.
-Perfetto allora- sorrise Andrea - Adesso scendo un attimo a vedere se al bar è finito tutto- disse alzandosi.
Doveva essere almeno un metro e ottanta, non aveva un fisico molto atletico, era magro, con le spalle non troppo larghe, indossava una maglietta nera a maniche corte, un classico Jeans a vita bassa e ai piedi delle converse rosse, no, non era decisamente male.
-Mi sa che arriverai tardi- dissi sorridendo - Al bar c'è sempre la corsa - spiegai - ma tentar non nuoce..-
Andrea mi sorrise di nuovo, decisi che aveva un sorriso decisamente spettacolare - A dopo allora- disse facendo un cenno con la testa.
-A dopo- risposi prima di tornare dai miei amici.
-Allora?- chiese elettrizzata Daniela
-Stasera andiamo ad una festa- spiegai
-Una festa?- chiese Guido alzando la testa dal mio quaderno - Quale festa?-
-L'ho invitato a venire con noi stasera in giro, ma ha detto che Ludovica lo aveva invitato alla festa della scuola, deve essere la festa di Giada, quella della IIID ..-
-Ma noi odiamo Giada e quella festa..- intervenne Guido
-Stai zitto!- lo rimproverò Daniela dandogli un leggero schiaffo dietro la nuca.
-Continuaaa!- mi implorarono in coro Leda e Daniela
-E niente, mi ha chiesto se voleva andare tutti, insomma per conoscerci..e io ho accettato!- disse con naturalezza
-Ma è perfetto!- escalmò Leda con voce un pò troppo alta
-Dopo scuola andiamo insieme al negozio di mia zia - aggiunse Daniela - troviamo qualcosa di bellissimo da mettere, poi se passi da me ti faccio i capelli, Leda può truccarti e.. -
- Frena!- intervenni io esasperata - non voglio mica sembrare Ludovica a quella festa- dissi
-Tesoro tu non sembrerai mai Ludovica, devi solo superarla.. -
-Hai detto niente- dissi sbuffando e sedendomi sulla sedia - e comunque a quella festa ci sarà anche Vittorio- annunciai
-Un motivo in più per impegnarti, se ti vedrà con Andrea lo lascierai senza fiato, credimi.. - disse Daniela posandomi una mano sulla spalla
-Ragazze?- sussurrò Guido in quel momento
- Che c'è ancora?- chiese fingendo di essere seccata Leda
-Niente è solo che.. ho finito la versione!- disse alzando il quaderno in sengno di vittoria
-Chi è il mio amore geniale?- disse con una voce da bambina Daniela baciando Guido sulla bocca - Chi è ? Chi è ?-
Io e Leda ci guardammo disgustate e scoppiammo a ridere, poi tornammo ad organizzare la serata, avevamo una festa a cui pensare!

Andrea

Passai il resto della mattinata a fingere di seguire l'insegnate, a rispondere alle domande di Ludovica su Firenze, sulla mia famiglia, la mia vita.
Quando la campanella suonò alle 11 tirai un sospiro di sollievo, speravo di essere finalmente libero.
-Allora Andrea, scendiamo?- mi chiese Ludovica passandosi del lucido sulle labbra.
-No grazie,scendi tu, magari io vengo dopo!- risposi sperando che non insistesse
-Se ne sei sicuro- disse lei alzando lel spalle - a dopo - disse mandandomi un bacio e uscendo dalla classe, sotto gli sguardi imbabambolati dei ragazzi.
-Ciao...Andrea giusto?- disse in quel momento un ragazzo avvicinandosi al mio banco
Annì e porsi la mano al ragazzo, era alto, almeno 5 centimetri più d me, aveva capelli biondo cenere e occhi scuri.
-Io sono Carlo e lui è Matteo- disse indicando un ragazzetto basso alle sue spalle
Salutai anche Matteo con un rapido cenno della testa.
-Noi ci stavamo chiedendo se stasera ti va di venire a vedere la partita a casa mia - disse Carlo
-Gioca il Napoli- intervenne Matteo come se quella fosse in assoluto la motivazione principale per la quale chinque avrebbe accettato quella proposta.
-Contro la Juve - aggiunse Carlo
-Veramente ragazzi stasera non posso- dissi con naturalezza, non ho mai amato il calcio, l'idea di passare due ore a casa di una persona che nemmeno conoscevo a vedere 22 persone rincorrere un pallone non mi entusiasmava molto
-Ah- dissero delusi Matteo e Carlo
-E' un vero peccato, devi sapere che stasera Matteo perderà 20 euro- spiegò Carlo ridendo
-Abbiamo scommsso- spiegò Matteo facendosi avanti - io dico che il Napoli perderà, lui dice che a perdere sarà invece la Juve-
-Semplicemnte perchè non sono un traditore io.. non scommetto mai contro la mia squadra, non sono mica come te.. - disse alzando la voce Carlo
-Ma che c'entra, non vuol dire essere traditori.. - cercò di spiegare Matteo - E tu Andrea, non sarai mica per la Fiorentina?- chiese improvvisamente guardandomi
-Veramente io... non tifo molto, ma no , non sono per la Fiorentina- risposi.
I due ragazzi parvero molto sollevati e tornarono a discutere della partita di quella sera, riservandomi ogni tanto qualche domanda.
Cercavo una qualsiasi cosa per cambiare discorso, ma sembrava impossibile, come togliere ad un bambino la sua macchinina preferita, anche quando dorme la tiena stretta stretta; in quel momento però dai primi banchi della classe vidi arrivare una ragazza.
Era mediamente alta, magra, ma decisamente non quanto Ludovica, decisamente più "formosa", aveva capelli lisci e lunghi fino al seno , di un castano pieno di sfumature, quando fu abbastanza vicina riconobbi i suoi occhi grandi e color nocciola, era la ragazza che avevo guardato poco prima.
-Ciao- mi disse leggermente imbarazzata e facendosi largo tra Matteo e Carlo.
-Ciao!- risposi sollevato all'idea, che , finalmente potevo smettere di parlare di calcio.
-Io sono Eleonora- disse porgendomi la mano.

-Andrea..- risposi, stringendogliela.
In questa ragazza c'era qualcosa che mi colpiva, aveva un viso decisamente dolce, un nasino piccolo e leggermente all'insù, le labbra carnose e a fragolina.
-Allora come ti sembra questa scuola?- Mi chiese leggermente imbarazzata da quel leggero silenzio che si era venuto a creare, a me i silenzi non danno fastidio, dicono molto, certe volte troppo, ed è, secondo me, questo il motivo per cui la gente il odia.
-Non male- dissi .
-Sei nato qui?- chiese lei inclinando leggermente la testa, come se scrutandomi potesse leggermi in volto il luogo di nascita. Mi venne da sorridere, era la prima a farmi questa domanda, mi chiesi cosa, nel mio modo di parlare, o essere le avesse fatto intuire che ero napoletano, certo non avevo un accento toscano, ma nemmeno napoletano; forse quella ragazza sapeva osservare, proprio come me.
-Si- risposi, lei sembrò soddisfattà, e dopo un attimo di incertezza parlò di nuovo: -Senti, lo so che probabilmente sono l'ennesima persona che te lo propone, ma stasera io e dei miei amici- disse indicando tre ragazzi seduti al terzo banco vicino al muro, un ragazza dai capelli rossicci parlava animatamente con una ragazza magrolina e con il caschetto nero, mentre un ragazzo biondo e dalle spalle larghe era tutto preso dallo scrivere su un quaderno - Andiamo in centro a farci un giro con altra gente, insomma.. non siamo solo noi e..- notavo dal tono della sua voce che si stava imbarazzando, forse era colpa del mio sguardo indagatore, pensasi - se ti va di venire..
Nonostante fosse la terza proposta che ricevevo in un'ora, questa volta, rifiutare mi seccava particolarmente, questi ragazzi mi sembravano decisamente più simpatici di Ludovica, ma dirle di no voleva dire prepararsi ad essere tormentato per le prossime settimane e non era decisamente il caso
-Veramente ..stasera sono stato invitato ad una festa dove mi hanno detto ci sarà mezza scuola..- dissi - e anche a vedere una partita di calcio, ma detto tra di noi, io sono più un tipo da tennis- aggiunsi lanciando un'occhiata divertita a Matteo e Carlo che adesso stavano analizzando i punti forti della Juve e del Napoli.
- Capisco- rispose lei vangamente delusa
-Senti ma perchè tu e i tuoi amici non venite all afesta?- domandai impulsiavamente - lo so che è strano che a invitarvi sia io .. insomma sono nuovo, però sarebbe bello, almeno conosco bene i miei compagni di classe-
Speravo che accettasse se non altro volevo evitare di sembrare uno che si dà troppe arie, così mi affrettai a spiegare che alla festa ero stato invitato da Ludovica, ci sarebbe stata tutta la scuola.
Eleonora sembrò rifletterci meno di un secondo e rapidamente mi disse che sarebbe venuta
-Perfetto allora- sorrisi, ero sinceramente felice - Adesso scendo un attimo a vedere se al bar è finito tutto- dissi poi alzandomi, avevo bisogno di uscire da quella classe e farlo alla fine dell'intervallo mi sembrava l'ideale.
Eleonora mi sorrise, era davvero carina, indossava una maglietta con lo scollo a barca rosa, un jeans scuro e un paio di ballerine dello stesso colore della maglia, era semplice, semplice ma bella.
-Mi sa che arriverai tardi- disse- Al bar c'è sempre la corsa ma tentar non nuoce..- agiunse poi sorridendo, l'imbarazzo sembrava essere sparito.
- A dopo allora- dissi facendo un cenno con la testa.
-A dopo- rispose lei prima di voltarsi per tornare al suo posto.
Scesi in cortile rapidamente, cercando di evitare i miei compagnio di classe che rientravano, purtroppo Ludovica sembrava non aver alcuna intenzione di salire in classe, così la trovai seduta su uno dei motorini accanto al bar.
Parlava animatamente con un paio di ragazzi e ragazze, che, per mia sfortuna, aveva deciso di presentarmi.
-Andrea! vieni!- disse alzando una mano per farmi un cenno
-Lui è il mio nuovo compagni di banco- spiegò - Claudia è malata, ma mi sa che anche quando tornerà si troverà senza banco, lui è decisamente meglio... non trovate?- disse scherzando.
-Puoi dirlo forte - rispose una ragazza alla sua destra - io sono Marika, loro sono Federica, Giada, Daniele, Pietro e Vittorio - disse indicando il resto del gruppo.
-Andrea- mi limitai a dire cercando di sorridere.
-Andy, la festa di stasera è di Giada- spiegò Ludovica indicando una ragazza bassetta dai capelli ricci e biondi.
-Spero non sia un problema se vengo anche io - dissi con voce fin troppo educata
-Affatto...- rispose Giada guardandomi con sguardo malizioso - Più siamo e meglio è - aggiunse sorridendo
Era una strana situazione per me, va bene che non sono mai stato un brutto ragazzo, ma addirittura entrare nel "circolo giusto" così velocemente, insomma, di Ludovica si poteva dire tutto, ma non che fosse una brutta ragazza, forse insieme a Marika era decisamente la più bella della scuola e, anche se non sapevo il perchè, ero l'oggetto del suo interesse in quel momento, forse approfittarne non sarebbe stato tanto sbagliato, forse.

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Capitolo 3
*** 3 ***



Volevo ringraziare _matthew_ e Cry90 per le recensioni ^^ Grazie mille <3 e volevo specificare che in questo capitolo alcune cose sono tratte dalla mia vita xD sopratutto quando si parla di Vittorio!
Un bacione e fatemi sapere che ne pensate!



Eleonora


Io, Daniela e Leda avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli, io avevo chiamato mia madre per dire che sarebbe passata Leda da casa per prendere alcune cose perchè io pranzavo da Daniela. all'uscita di scuola, per fare presto Guido avrebbe portato in motorino Leda a casa mia, mia madre conosceva la mia amica meglio di me ormai, lei avrebbe spiegato che quella sera saremmo andate tutte a dormire a casa sua dopo essere state ad una festa, mia madre avrebbe fatto qualche storia, ma Leda avrebbe assicurato che suo padre ci sarebbe passate a prendere alle 2 massimo, cosa non del tutto esatta, perchè il padre di Leda non sarebbe affatto passato, ma ci avrebbe portato in macchina suo fratello verso le 5.
Intanto io e Daniela, con il mio motorino, saremmo passate al negozio della zia di Daniela prima che chiudesse per la pausa pranzo, dopo aver preso il vestito, cosa che si rivelò ben più lunga del previsto, dovevamo vederci con Guido e Leda sotto casa di Daniela, mangiare tutti insieme da lei, poi Leda sarebbe passata a prendere i suoi vestiti a casa, sarebbe tornata verso le sette per truccarmi, mentre Daniela mi avrebbe fatto i capelli.
Tutto questo mentre Guido avrebbe convinto i nostri amici a venire alla festa e il fratello di Leda, uno dei suoi migliori amici, a venirci a prendere.
Tutta questa organizzazione decisamente complicata era necessaria, perchè i miei genitori erano davvero poco propensi all'idea di farmi andare ad una festa di sconosciuti fino all'alba.
Ovviamente tutti i tempi erano calcolati in modo tale che io potessi farmi venire una decina di crisi sul mio vestito, che Daniela potesse rifarmi i capelli tre o quattro volte, mentre cercavamo di finire il tema per Lunedì, visto che la Domenica eravamo del tutto decise a passarla a dormire.
-Dai che sei bellissima- mi disse sorridendo Daniela dopo aver passato un pò di lacca sul mio ciuffo appena fatto.
Avevamo deciso, o sarebbe meglio dire che avevano deciso, di farmi indossare un vestito nero particolarmente aderente e scollato dietro, io non ero mai stata un tipo da tacchi, preferivo le mie comodissime ballerine, ma quella sera mi obbligarono a mettere i tacchi neri in vernice lucida di Leda, dicendo che mi facevano le gambe decisamente sexy e lunghe visto che il vestito era fin troppo corto.
-Dan, ma guarda, ci manca solo il rossetto rosso fuoco e Ludovica mi prenderà per una sua gemella- mi lamentai osservandomi allo specchio.
Daniela mi aveva arricciato i capelli alle punte, dicendo che sembravo decisamente più grande, Leda mi aveva riempito di brillantini sul petto e intorno agli occhi, dove aveva passato uno strato , a mio avviso, decisamente troppo forte di matita e ombretto.
-Smettila!- mi zittirono le mie amiche - Vedila così, stasera Vittorio crollerà ai tuoi piedi-
-Ma come mai quando vi fa comodo tutto serve per conquistare Vittorio, mentre il resto del tempo lo devo assolutamente dimenticare!?- chiesi nervosamente
-Ele! ma insomma ha 17 anni o 90 ? smettila di farti troppi problemi!- intervenne Leda guardandosi soddisfatta allo specchio.
Le mie amiche avevano indossato tutte e due un pantaloncino di jeans, Leda con un corpetto rosso e scarpe alte dello stesso colore, Daniela con un top bianco e blu e scarpe blu.
-Poi guarda come siamo belle tutte e tre?- disse Daniela abbracciandoci
-Davvero bellissime- disse una voce alle nostre spalle.
-Guidooo!- esultò Daniela vedendo il suo ragazzo vicino alla porta.
Guido non era decisamente un brutto ragazzo, quando eravamo piccoli era un pò in carne, ma adesso dopo anni di nuoto, aveva modellato il fisico, aveva spalle larghe e addominali scolpiti, occhi verdi e capelli biondi che gli andavano leggermente davanti agli occhi.
-Amore..sei una favola!- rispose lui baciando Daniela sulle labbra - Leda, Ele, siete bellissime- disse poi guardandoci.
-Allora andiamo a quesa festa!?- chiesi io
-Andiamo a conquistare il bel moretto!- disse ridendo Leda, uscendo per prima dalla porta.
La festa di Giada era in una villetta con la piscina poco fuori città, arrivarci non era particolarmente comodo, ma il padre di Leda ci accompagnò davvero.
-Sapete cosa ci siamo dimenticate?- disse dandosi una leggera botta in testa Daniela
-No cosa??- chiese allarmata Leda
-La lista!- dissi improvvisamente, capendo a cosa aveva pensato la mia amica
-Dite che ci sarà una lista?- chiese Guido
-Conoscendo Giada avrà invitato tutta la scuola, alla fine la metà della gente che ci sarà a questa festa non la conosce nemmeno.. - disse Daniela convinta
-Basterà dire che siamo amici di Ludovica..- proposi io
-Idea geniale sorella!- disse Leda battendomi il cinque.
E in effetti bastò dire che eravamo in classe con Ludovica per farci entrare, la villa era decisamente spattacolare, aveva una piscina interna e una esterna.
Gli invitati erano circa 400, ovunque ti giravi vedevi camerieri che servivano da bere o da mangiare, non era difficile capire perchè Giada fosse definita la principessa di Napoli.
-Allora il primo che vede Andrea lo dica!- disse appena entrata Leda - E adesso signori se non vi dispiace credo che quel biondino stia aspettando solo me!- aggiunse ridendo prima di scomparire tra la folla.
-Vado a dare uno guardo in giro- urlai a Guido e Daniela, la musica era decisamente troppo alta per permetterci di parlare normalmente e non mi andava di restare a fare "la candela", con Guido e Daniela non ci si sentiva mai di troppo, erano sempre pronti ad aiutarmi, spesso mettevano da parte la loro vita di coppia per me o Leda, ma capivo quando desideravano un momento per loro e quando lo desideravo anche io.

Camminando per la villa vedevo mille volti conosciuti, c'era quasi tutta la scuola, non c'era pericolo di sentirsi un imbucato, perchè in fondo lo erano un pò tutti.
-Ciao..- una voce alle mie spalle mi fece voltare improvvisamente
-Ciao..Vittorio.- dissi cercando di far finta che il mio cuore non stesse battendo troppo forte.
-Non pensavo di vederti, non sapevo che fosse una festa alle Eleonora- disse lui con un mezzo sorriso
-Io invece sapevo perfettamente che questa era una festa "alla Vittorio"- risposi con sarcasmo.
-Allora come mai sei qui?- mi chiese fingendo di non aver fatto caso alla provocazione
-Avevamo voglia di divertirci- risposi alzando le spalle, come se fosse la cosa più normale di questo mondo
-Capisco, quindi ci sono tutti?- chiese con una voce del tutto priva di interesse
-Da qualche parte ci sono Leda, Daniela e Guido, gli altri dovrebbero arrivare a breve- risospi con distacco.
Vittorio sorrise di nuovo, lasciando scivolare i suoi occhi scuri sul mio corpo, mi stava esamiando lo sapevo.
-Stai benissimo- disse facendo schioccare le labbra e bevendo un sorso dal suo bicchiere
-Grazie- risposi osservando la sua espressione ancora divertita
Quante cose erano cambiate, quanto era cambiato Vittorio negli ultimi mesi.
Io e lui ci eravamo conosciuti alle medie, i primi due anni di scuola era un ragazzino grassottello e violento, in terza media però qualcosa era cambiato, oltre ad essersi fatto davvero carino era divenato un altro.
In breve tempo eravamo diventati molto amici,si può dire che lui fosse il mio migliore amico, ma la cosa sorprendente era che piaceva in un modo o nell'altro un pò a tutti,la stessa Leda se ne era innamorata prima di fidanzanrasi con Giulio in III media.
Ma io ero rimasta particolarmente attaccata a Vittorio e dopo numerosi pianti e sofferenze ero riuscita a realizzare il mio sogno di stare con lui.
Ci eravamo messi insieme a Febbraio del IV Giannasio, lui frequentava la sezione D, eravamo stati insieme tutto il IV ginnasio, senza mai litigare, senza mai stare male. poi improvvisamente l'anno dopo qualcosa era cambiato, lui si era detto innamorato di una delle mie migliori amiche : Irene, che poi avevo scoperto essere una vera stronza.
Tra me e Vittorio era finita di brutto a metà V Ginnasio, lui e Irene erano stati insieme per un mesetto, poi lei era andata a vivere in Francia e lui l'aveva lasciata.
A quel punto Vittorio era tornato da me, io per un pò ci ero cascata, ma avevo concluso il V Ginnasio lasciandolo, in realtà continuavo, dopo tanto tempo, a provare qualcosa per lui, avevo la certezza che ormai non si trattasse più di amore, ma non potevo cancellarlo, dopo tutto lui era stato il centro del mio mondo per troppo tempo.
La vera trasformazione Vittorio l'aveva avuta durante il I liceo, aveva iniziato a frequentare il giro di Ludovica, dal ragazzo più dolce del mondo che era sempre stato, era diventato arrogante, presuntuoso, metà della scuola gli moriva dietro e lui ne era orgoglioso. Era diventato come tutti gli altri, amalgamato alla masssa.

-Ti va un bagno con me?- chiese avvicinandosi un pò
-Mai..-riposi rapidamente, la capacità di Vittorio di fingere che fosse normale la situazione tra di noi mi irritava, non capivo se fingesse di non ricordare o se davvero fosse andato avanti, senza di me.
-Come vuoi.. - rispose lui facendomi l'occhiolino e posando il bicchiere vuoto sul vassoio di un cameriere - se cambi idea io sono in piscina- disse prima di voltarsi e sparire.
La serata stava prendendo decisamente una piega poco piacevole, sapevo che il fantasma di Vittorio mi avrebbe accompagnata per molto molto tempo , ma forse le mie amiche avevano ragione , dovevo buttarmi, dovevo andare avanti. Il passato non ritorna. Insegna.

Andrea

Avevo preso appuntamento con Ludovica ed alcuni ragazzi della scuola per andare alla festa, ci avrebbe portato un tipo di scuola in macchina e saremmo tornati con lui.
Dire ai miei che sarei andato ad una festa non era stato nè difficile nè un problema.
Sembravano felici all'idea che mi sarei fatto tanti nuovi amici, e io non avevo specificato che a una festa del genere è molto probabile che bevi talmente tanto da non ricordare nemmeno come ti chiami.
Il mio armadio non era mai stato molto fornito e ad una festa del genere non sapevo bene che indossare, a Firenze frequentavo i figli degli uomini più ricchi della città ed era un'altra storia, ma per fortuna venni a sapere che Giada era ricca almeno quanto le mie vecchie compagnie, così riciclai un completo usato per la festa di Asia.
Misi una camicia blu scuro, un jeans chiaro, pensando che un minimo di sportività andava bene ed una giacca bianca.
-Andreaaaa sei bellissimo!- disse quando mi vide arrivare Ludovica, lei era semplicemente perfetta.
Indossava un vestito senza bretelle bianco, con una fascia stretta sul sedere, le gambe abbronzate erano slanciate da un paio di scapre con il tacco argentate, come il colore dei bracciali che le riempivano il braccio.
-Anche tu!- risposi sinceramente colpito e baciandola sulla guancia.
-Hai anche un buon profumo- aggiunse rimanendo un attimo ad odorare il mio collo.
-Allora andiamo?- chiese dopo poco indicando una macchina nera ferma all'angolo della strada.
Io annuii e la seguì, in macchina riconobbi alcuni dei ragazzi conosciuti durante l'intervallo, un certo Vittorio, Marika, che poi scoprii essere la ragazza del tipo al volante: Rosario, un bocciato della scuola che frequentava per la terza volta l'ultimo anno.
-Allora stasera ci sarà molta gente?- domandò una ragazza che non avevo mai visto prima seduta accanto al finestrino dall'altro lato del veicolo.
-Così pare - disse Vittorio - Ho saputo che ci sono circa 300 invitati in che significa 450 persone in tutto calcolando gli imbuicati!-
-Caspita!- dissi cercando di inserirmi nella conversazione
-E tu Andrea, che tipo sei? da festicciole riservate? o mega o party? - mi chiese Marika voltandosi dal posto accanto a Rosario.
-Sono stato ad un paio di party niente male - risposi, cercando di essere onesto al massimo - ma in genereale mi vanno bene anche le festicciole..- il che era vero, non amavo la confusione, ma non mi disturbavano i grandi party, erano talmente pieni di gente che eri del tutto libero di fare ciò che volevi.
-Insomma il nostro Andrea è un tipo versatile.. - disse Ludovica, sorridendo, visibilmente soddisfatta di quell'intervento.
-Si, così si può dire..- dissi leggermente imbarazzato, preferivo tornare a fare da contorno e non essere l'argomento principale.
-Allora Andre' come sono le ragazze a Firenze?- mi chiese tandomi una leggera gomintata Vittorio.
-Non male, davvero, molto simili alle ragazze di tuto il mondo.. - dissi con sarcasmo
-Non credo, noi napoletane dicono, siamo molto più focose.. - disse ridendo la ragazza che non conoscevo
-Al nord sono tutte fredde?- chiese Rosario accendendosi una sigaretta
-No,no.. dipende dai tipi..- diss cercando di porre fine a quella conversazione.
In realtà di ragazze toscane ne avevo frequentata una sola seriamente: Asia.
Asia non era affatto un tipo freddo, ci eravamo conosciuti durante una Domenica a pranzo a casa di mio zio, io avevo 14 anni e mezzo e lei appena due mesi in meno a me.
Ricordo che rimasi senza fiato per la sua bellezza, un bellezza ben diversa da quella di Marika o Ludovica; quando conobbi Asia lei era appena una ragazza, aveva capelli lunghissimi e liscissimi di un castano quasi mielato, li portava sempre sciolti, passandosi una mano in mezzo mentre parlava. Aveva occhi grigi bellissimi, leggermente a mandorla, perchè aveva antenati filippini, ed aveva un fisico perfetto, faceva la modella per una linea di costumi.
Ero stato davvero bene con lei, l'avevo anche amata per un periodo, poi però mi ero iniziato a stancare, era tutto troppo serio per me, a 16 anni avevo voglia di essere come tutti i miei coetanei, volevo avere avventure, volevo non sentirmi incatenato, ma sapevo quanto la nostra storia fosse importante per le nostre famiglie.
-Vedrai stasera quanto poco fredde siamo noi napoletane!- disse ridendo Ludovica e distraendomi dai miei ricordi.

La villa dove si svolgeva la festa non era affatto male, quando arrivammo c'era già tantissima gente, ci misi un pò, ma alla fine riuscì a seminare Ludovica e i suoi amici, per stare un pò tranquillo.
Della mia classe avevo incrociato poche persone, Matteo e Carlo dovevano essere rimasti a vedere la partita, perchè di loro non c'era nemmeno l'ombra.
-Andrea,vero?- mi chiese una ragazza avvicinandosi lentamente, aveva un'aria conosciuta, sapevo che era una mia nuova compagna di calsse, ma non mi sembrava di esserci presentati.
-Si!?- risposi io cercando di metterla a fuoco.
-Io sono Leda- disse con un gran sorriso - terzo banco a destra - disse per venirmi in contro
-Ah!- adesso ricordavo era una delle amiche di quella ragazza che si era presentata all'intervallo - Come va?- chiesi
-Tutto bene. ti stai divertendo?-mi chiese
-Abbastanza direi.. - risposi il più neutrale possibile.
Leda rise appena, facendo muovere i capelli rossicci e socchiudendo gli occhi verdi.
-Capisco- disse poi di nuovo seria - senti io devo tornare a cercare un mio amico, ci siamo persi di vista, ci vediamo eh!- disse poi rapidamente cercando con lo sguardo qualcuno tra la folla, prima di allontanarsi.
-A dopo..- la salutai poco convinto.
Decisi che la cosa migliore sarebbe stata andare a farmi un giro verso la piscina, se non altro avrei trovato un divanetto dove sedermi, quando per la seconda volta una voce alle mie spalle mi chiamò.
-Ciao Andrea -
Mi voltai lentamente, questa volta riconobbi la ragazza, era l'amica di Leda : Eleonora.
-Ehi ciao!- la salutai - Alla fine siete venuti- disse con stupidità, era ovvio che se la vedevo era venuta
-Alla fine si...- rispose lei sorridendo.
Era decisamente belllissima, il vestito nero le cadeva sul corpo evidenziando le sue forme, i capelli mossi la facevano sembare moto più grande e il trucco marcato ma non pesante le dava un'aria elegante.
-Stavo andando a fare un giro verso la piscina ... ti va?- le proposi indancado in direzione della piscina.
Lei sembrò riflettere su qualcosa, si morse leggermente il labbro e annuì.
Camminammo uno avanti e uno dietro senza riuscire a scambiare mezza parola per la confusione, le feci cenno di sederci su un divano vuoto.
-C'è molta gente eh?- chiesi osservando il numero decisamente impressionante di ragazzi in biancheria intima che si tuffava.
-Io non credo di conoscere nemmeno un quarto delle persone che ci sono a questa festa- commentò lei
-credo che nemmeno Giada le conosca.. - dissi divertito.
-Allora tu non ti butti?- mi chiese indicando la piscina
-Oh no, almeno non per il momento- dissi, non sono un tipo da bagno in mutande e vista la sua espressione non doveva esserlo nemmeno lei.
-Allora com'è stare seduti accanto a miss vanità?- mi domandò dopo un attimo di incertezza
-Non è così male , ma sai ci sono stato solo 4ore e in effetti un pò stanca.. - risposi
-Lo immagino, stanca un pò tutti!- disse sorridendo ma senza distogliere lo sguardo dalla vasca, un improvviso velo di tristezza le attraversò gli occhi, che lentamente puntò nei miei.
-Sai ... stavo pensando che forse un tuffo potremmo farlo.. se non si fanno a questa età quetse cose quando le facciamo?- mi domandò di getto.
rimasi leggermente sorpreso, avrei giurato che non mi avrebbe mai proposto di fare il bagno, io me lo sarei risparmiato volentieri, ma il suo ragionamento sembrava sensato. se non ora quando?
-Perchè no..- dissi alazandomi e porgendole una mano.
Eleonora guardò per un attimo la piscina, sembrò assumere un'espressione forte e decisa, poi mi diede la mano e si alzò di scatto.
-Andiamo allora.. - disse prima di avvicinarsi al bordo.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Eleonora

Ero intenta a scegliere quale antipasto provare quando Leda mi venne incontro dicendomi che aveva visto Andrea, aveva una giacca bianca e ovviamente dovevo trovarlo.
Questa situazione iniziava a divertirmi, avevo trovato che cosa fare per tutta la festa ed era già qualcosa.
Trovare Andrea fu meno difficile del previsto, notai con piacere che era senza Ludovica.
Dopo aver parlato un pò mi propose di andare verso la stanza con la piscina, inizialmente avrei preferito rifiutare, Vittorio era lì, ma fu proprio quest'improvvisa cosapevolezza a spingermi.
Ci sedemmo su un divanetto difronte alla vasca, purtroppo nonostante in acqua vi fossero una ventina di persone potevo vedere benissimo Vittorio impregnato a slacciare il reggiseno ad una ragazza che faceva di tutto tranne che evitare di restare nuda.
Sapevo che Andrea non era tipo da bagno, si vedeva dal modo in cui guardava la folla di persone semi nude genttarsi in acqua, le guardava più o meno come me.
Per un attimo vidi gli occhi di Vittorio soffermarsi sui miei, istintivamente distolsi lo sguardo e mi avvicinai anche se di poco ad Andrea. Sapevo bene che Vittorio aveva smesso di essere geloso di me, ormai la nostra era una storia morta e sepolta, almeno per lui, ma una strana idea mi piombò in testa.
Forse fargli vedere che anche io ero cambiata sarebbe sevito a qualcosa, ciò che volevo da lui non era tornare a stare insieme, volevo solo che lui si mangiasse le mani per avermi perso, volevo essere il suo tormento come lui lo era stato e forse lo era ancora per me.
-Sai ... stavo pensando che forse un tuffo potremmo farlo.. se non si fanno a questa età quetse cose quando le facciamo?- domandai di getto.
ANdrea sgarnò leggermente gli occhi, lo avevo un pò spiazzato, me ne rendevo conto, ma avevo preso una decisione, quella notte avrei fatto follie.
-Perchè no..- dissel lui dopo un momento di esitazione, porgendomi la mano per farmi alzare
In quel momento Vittorio e la ragazza senza pudore e reggiseno erano passati alla fase baci appassionati, dovevo e volevo essere libera, afferai la mano di Andrea e sorrisi.
-Andiamo allora.. - dissi prima di avvicinarmi al bordo.
Non ero mai stata una ragazza che si spogliava davanti agli altri, forse perchè quando ero più piccola ero cicciottella, ma dopo aver chiuso con Vittorio avevo deciso che sarei cambiata, avevo perso 10 kili in V ginnasio, chili che non avevo mai ripreso.
Dopo un attimo di esitazione mi abbassai il vestito rimanendo con il mio semplicissimo completo nero, mi ripromisi di comprare biancheria intima più seducente.
Sentivo Andrea dietro di me trafficare con i bottoni della camicia, lo vidi dopo poco accanto a me con i boxer neri, con gli addominali leggermente accennati, la pelle ancora abbronzata per l'estate.
-Ci buttiamo?- propose porgendomi la mano
Afferai la mano e annuì, guardando un' ultima volta Vittorio prima di fare il passo nel vuoto.
L'acqua era calda e non mi dispiaceva affatto, mi immersi un paio di volte, bagnando del tutto i capelli per i quali avevo perso tanto tempo quel pomeriggio.
Andrea accanto a me si mosse rapidamente e si posò al bordo della vasca, l'acqua gli aveva reso lucida la pelle, faceva venire voglia di toccarla, allungai leggermente una mano sfiorandogli la spalla.
-Bel tuffo- dissi sorridendo per giustificare quel delicato tocco.
Lui sorrise divertito e annuì - non è stata una cattiva idea - disse
- Mi dispiace solo per i miei vestiti, non so come li troverò - aggiunse gettando uno sguardo alla poltrona dove avevamo postato i nostri abiti e dove adesso due ragazzi si baciavano con trasporto; ma dal suo sguardo si capiva che stava scherzando, dei vestiti non gli importava niente.
-Una volta in acqua che si fa?- chiesi
Lui si guardò in torno e poi sospirò - Mi sa che abbiamo poche scelte - disse - o ci spogliamo e iniziamo a rincorrerci, o ci spruzziamo fino a sembrare due perfetti idioti, o ci baciamo con passione o ultima alternativa, ma è quella che decisamente scarterei, iniziamo a ballare come fa quel tipo nudo -
Risi divertita, avvicinandomi senza quasi rendermene conto ad Andrea - E se prendessimo qualcosa da bere?- proposi
-Buona idea.. - disse lui felice che avessi scartato l'opportunità del ballo nudi - dici che devo uscire o un cameriere me la porta una bella birretta?-
Lo guardai, per un attimo nemmeno mi resi conto che Vittorio si era avvicinanto a noi, fin quando non mi fu accanto.
-Andrea, vedo che conosci Eleonora - disse
-Stiamo in classe isieme- spiegò Andrea
-Ho sentito che volete qualcosa da bere - disse Vittorio senza dar peso alle parole di Andrea - Io e Cristina andiamo a prendere qualcosa, se volete..-
-No grazie, stiamo bene così- mi affrettai a rispondere, guardando il meno possibile Cristina che, ancora decisamente poco vestita, si aggrappava alle spalle larghe di Vittorio
-Come volte, Cristina tesoro andiamo?- chiese Vittorio, la ragaazza squittì e usciì dalla vasca, seguita da Vittorio, che con un cenno della testa salutò Andrea.
-Pensavo avessi sete..- disse Andrea con un'espressione decisamente poco convinta
-No, cioè.. si, ma non mi andava di stare con quei due.. - mi affrettai a rispondere
-Capisco- disse lui - Allora che mi racconti di te?- chiese avvicinandosi
-Ma..poco e niente, che vuoi sapere?- chiesi sollevata dal fatto che Andrea non sembrava voler approfondire il discorso "Vittorio"
-Bah .. poco e niente in effetti - disse sorridendo - Odi essere affogata? - chiese prima di immergersi sott'acqua e tirarmi per una gamba.
Quando riemergemmo ridevamo ancora come due stupidi.
-Credo di aver bevuto mezza piscina- dissi tra un colpo di tosse e l'altro
-Possibile, l'altrametà l'ho bevuta io - disse lui ridendo e passandosi una mano tra i capelli bagnati.
-Ora però , non mi dire niente, una birretta me la farei.. - disse facendo leva sulle braccia e uscendo dalla vasca.
Mi sorpresi di come rimasi per qualche istante a fissare il corpo bagnato di Andrea, aveva tutte le cose al suo posto, la mia impresa non era dunque tanto terribile..
Per fortuna un cameriere passava vicino alla vasca proprio in quel momento , così non mi toccò restare troppo da sola come una scema in mezzo all'acqua.
Andrea tornò con molto più che una birretta, giustificandosi dicendo che ci poteva venire molta sete.
Era un tipo divertente ma dovevo ancora inquadrarlo bene , un attimo sembrava la persona più sicura di sè e l'attimo dopo sembrava essere timido ed impacciato.
Bevemmo per moltissimo tempo, tra uno scherzo e l'altro, tra un tuffo, uno spruzzata di acqua negli occhi, ormai nella piscina c'era mezza festa, la musica era sempre più assordante e la festeggiata aveva gettato in acqua numerosi palloni di gomma colorati al momento della torta.
-Allora non è stata tanto male questa festa alla fine no?!- mi chiese Andrea posando la sua mano sulla mia, mentre beveva un ultimo sorso di birra.
-Non l'ho mai detto- replicai io togliendogli la bottglia dalle mani per portarla alla mia bocca.
-Te lo si legge negli occhi che non è il tuo posto - disse Andrea con serietà
-Stai dicendo che sono incredibilmente fuori luogo.. ?- chiesi senza sapere come prendere la sua affermazione
-Si..- rispose lui avvicinandosi un pò, normalmente avrei detto che ci stava provando, ma in quella situazione non sapevo nemmeno cosa stesse succedendo, eravamo solo due ragazzi che stavano stabilendo un contatto punto.
-Ma non è un' offesa- si affrettò a dire
-Ah no?- chiesi sentendo il suo respiro sempre più vicino
-Io direi più che altro che sei decisamente troppo per questa situazione- disse serio posando i suoi occhi nei miei.
-E tu Andrea come sei?- chiesi
-Io sono come te , Eleonora, sono dove sei tu.. - disse prima di socchiudere gli occhi e avvicinarsi al mio volto, annullando tutte le distanze che ci separavano.


Andrea

Ci gettammo in acqua con un rapido tuffo, Eleonora indossava un completo nero molto semplice, cercai di evitare di fissarla anche perchè non sono mai stato quel genere di ragazzo, insomma se mi trovo una tipa niente male davanti non dico che chiudo gli occhi, ma insomma, cerco di essere un signore.. Lei non sembrava particolarmente imbarazzata, si muoveva lenta in acqua, lasciandosi quasi cullare.
Dopo un attimo di imbarazzo e di indecisione sul da farsi Io ed Eleonora iniziammo a scherzare e a ridere nell'acqua tiepida della piscina, in poco tempo ero riuscito a capire molto di quella ragazza, avevo intuito che ci doveva essere qualcosa con Vittorio, si vedeva dal mondo in cui lei lo guardava, da come diventata nervosa se c'era lui nelle vicinanze, avevo notato che quando era indifficoltà si mordeve leggermente il labbro inferiore.

Onestamente non mi resi nemmeno conto di quanto tempo fosse passato fin quando la mia pelle non iniziò a spugnarsi, eravamo vicini al bordo della vasca, la mia mano era sulla sua, potevo sentirla, bagnata, sottile; senza pensarci mi trovai a guardare i suoi grandi occhi color nocciola, i capelli erano attaccati al collo per l'acqua. la sua pelle liscia era piena di goccioline e sembrava lucida sotto la luce fioca delle lampade.
Non so se per l'effetto dell'alcol o semplicemente perchè mi andava, ma in breve, brevissimo tempo, mi ero trovato a qualche centimetro da lei, stavamo parlando di quanto fossimo poco adatti a quella situazione e lei lo era davvero, troppo elegante per poter essere paragonata a Ludovica, troppo diversa per potersi confondere nella folla, decisi di dirglielo
.

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Capitolo 5
*** 5 ***




Eleonora

Quando un ragazzo decisamente poco atletico si gettò nella piscina tutti i miei sensi smisero di essere inebriati dal tocco di Andrea e mi staccai rapidamente.
Andrea mi guardò con una strana espressione, aveva ancora una bottiglia di birra in mano e in quel momento la consapevolezza che avevo bevuto decisamente troppo mi colpì.
Senza dire una parola mi voltai e uscì dalla piscina, lui non cercò di fermarmi, non mi chiamò nemmeno, rimase immobile in acqua.
Decisi che era il caso di trovare le altre, di prepararci e di andare via, visto lo stato degli invitati dovevano essere le 4, il che significava che ero stata ore in acqua con Andrea.Ore.
Riuscì a ritrovare i miei vestiti anche se con non poche difficoltà.
Rintracciare i miei amici si rivelò ben più semplice, Leda, che si era tuffata in acqua come me era seduta su una poltrona a parlare con un ragazzo che doveva avere non meno di 21 anni, Daniela e Guido si stavano baciando all'ingresso, fu davvero imbarazzante interromperli.
-Eleeee, ma che fine avevi fatto?!- mi domandò dandomi un leggero spintone Leda, segno che aveva bevuto almeno quanto me.
-Ero nella vasca- dissi - dobbiamo anedare - aggiunsi tirando la mia amica per il braccio.
-Prima dicci cos'è successo- intervenne Daniela, mentre Guido mi passava il suo pullover per coprirmi.
-Abbiamo parlato, bevuto, scherzato, è stato carino .. e mi ha baciato- dissi cercando di controllare il tono della mia voce.
-Ma è favolosooo!- dissero in coro le mie amiche prendendosi le mani e iniziando a saltare
-Come mai il tuo entusiasmo è pari a zero?- mi chiese Guido che sembrava aver conservato un minimo di luncidità.
-Avevamo bevuto troppo, e sono andata via senza dire una parola.. e... è tutto un così grande casino!- dissi passandomi una mano tra i capelli bagnati.
-Stai dicendo che lui era ubriaco e che domani non si ricorderà niente?- domandò Leda
-So dicendo che eravamo tutti e due troppo ubriachi.. e... Dio, ma sta girando tutto?!- dissi sentendo l'alcol salendomi alla gola
-Ma dai Ele, che se non sono ubriaca io non lo sei nemmeno tu- disse Leda cercando di non scoppiare a ridere, ma senza risultati.
-Ecco appunto..- intervenne Guido posando una mano sulla spalla di Leda per farla smettere. -Chiamo suo fratello- aggiunse tirando fuori il cellulare e uscendo dalla sala.
-Allora, alcol o non alcol, com'è stato?- domandò Daniela cercando di evitare Leda che aveva iniziato a girare su se stessa.
Sapevo di aver assunto un espressione fin troppo persa per poter fingere che di quel bacio non mi fosse rimasto niente, sorrisi - Bè.. bacia benissimo- dissi facendo una leggera smorfia.

Quella notte a casa di Leda facemmo a turno per andare a vomitare, per smaltire la sbornia, nei pochi momenti in cui eravamo tutte e tre lucide parlavamo di Andrea e di cosa avrei dovuto fare Lunedì a scuola, visto che non avendo nemmeno il suo numero non l'avrei sicuramente sentito prima.
-Ragazze, però alla fine ci siamo riuscite.. - disse Leda stendendosi sul pavimento dopo essere tornata per l'ennesima volta dal bagno.
-A fare cosa?- chiesi io mettendomi seduta
-A restare amiche - rispose Leda come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
-Bè, ovvio, tutto cambia tranne noi!- disse sorridendo Daniela
-Mica tutto... tu e Guido state insieme da sempre...- feci notare io
-In effetti a Dicembre facciamo quattro anni... sapete devo ammettere che ogni tanto mi manca l'idea di poter fare come voi, che ne so, tuffarmi in una piscina e baciarmi con un semi sconosciuto..-
-Ehi!- dissi pizzicandole leggermente il braccio.
-Oppure fare come Leda, uscire con un ragazzo a sera - proseguì Daniela fingendo di non notare la smorfia di Leda.
-Stai dicendo che vuoi mollarlo?- domandai dopo un momento di incertezza, era strano sentire un discorso del genere da Daniela, nonostante spesso pensassi che Guido fosse un santo, nonostante passassero giornate a litigare, Guido e Daniela erano storici, come noi tre.
-No! non ci penso proprio, io amo Guido, ma forse potremmo allentare un pò.. -
-Stai attenta che a furia di allentare lo perdi- disse Leda
-Mi sa che ci devo pensare un pò, non vorrei perderlo...- si lamentò Daniela posandosi un cuscino sulla testa -Uffa!-
Il giorno dopo ci svegliammo nel tardo pomeriggio, tutte e tre con un forte malditesta, ci misi un pò a mettere a fuoco ciò che era successo il giorno prima, quando poi tutti i ricordi tornarono al loro posto l'unica cosa che mi venne da dire fu : "O cazzo!"
-E' tornato alla mente il ricordo di qualcosa di piccante?- chiese Leda mentre si allacciava le scarpe
-Solo il bacio con Andrea e l'idea che domani mi toccherà vederlo.. - dissi con sarcasmo
-Rilassati sorella! io mi sono appena ricordata di aver lasciato il mio numero sul boxer di un tipo che avrà quasi il doppio dei nostri anni!-
-Leda!!- gridammo in coro io e Daniela fissando la nostra amica
-Come siete pensati!- sbuffò lei - è sexy! e poi giuto che i boxer li ho toccati solo per scrivere il numero!Giuro- aggiunse mettendosi una mano sul cuore.
Io e Daniela alzammo gli occhi al cielo esasperate, Leda era un caso perso e, in ogni caso, avevo ben altro a cui pensare.

Andrea

Quando un ragazzo si gettò in acqua facendo una gran confusione mi semparai improvvisamente d Eleonora, la guardai, era davvero bellissima, in quel momento mi resi conto di quello che era appena successo, la fissai leggermente incredulo, non era da me baciare una ragazza così, senza un motivo... ma alla fine serviva davvero? non bastava il fatto che lei era lì, a pochi centimetri da me con i capelli bagnati, con un leggero rossore sulla pelle!?
Improvvisamente Eleonora si voltò, forse avevo sbagliato qualcosa, perchè uscì dall'acqua e si diresse alla ricerca dei suoi vestiti.
Io non la chiamai, non ci provai nemmeno, non pensai neanche di uscire dall'acqua e seguirla,avevo paura di dover trovare qualcosa da dirle, avevo paura del silenzio.
Quando mi resi conto che ero immobile in acuqa come uno stupido decisi di uscire anche io... ma non feci in tempo a predere fiato che Ludovica mi venne vicino, muovendosi con eleganza!
-Andreaaa! ma dove ti eri cacciato?- chiese
-Ero in acuqa.. - risposi come se fosse ovvio
-Beh adesso vieni alla vera festa...- disse con entusiasmo e senza darmi il tempo di dire A mi prese per una mano e, facendosi largo tra la folla, mi condusse al piano di sopra.

La stanza in cui mi aveva trascinato Ludovica aveva un grande letto e due divanetti alle pareti.
Individuai immediatamente Marika e il suo ragazzo in un angolo, Vittorio e la ragazza della piscina, mangiavano una fetta di torta prendendola direttamente dalla bocca dell'altro.
-Andrea, vieni a sederti qui!- disse Vittorio indicandomi un posto vuoto.
-Allora sei felice di essere tornato a Napoli?- mi chiese porgendomi un bicchiere
Ero troppo storidito per rispondere, per non parlare del fatto che indossavo solo i miei boxer, così afferrai il bicchiere e bevvi un sorso senza nemmeno sapere di cosa si trattasse.
-Allora tra te e Eleonora?- mi chiese dopo un momento di silenzio Vittorio
-Eleonora chi?- intervenne Ludovica dal lato opposto del divano, come se avesse le antenne.
-Eleonora De Martini- disse Vittorio guardando Ludovica
-Cosa .. che c'è tra di voi? - domandò improvvisamente con voce acuta Ludovica
Mi faceva troppo male la testa, avevo solo voglia di gettermi sul mio letto e dormire, in più non sapevo che rispondere, cosa c'era tra me e quella ragazza!?
-Niente, abbiamo solo bevuto un sorso e ci siamo fatti quattro risate insieme..- dissi cercando di risultare naturale.
-Ah ecco.. perchè solo uno siocco andrebbe a cercare una come lei, se può avere una come me... - disse con voce sennsuale Ludovica alzandosi e sedendosi sulle mie gambe.
Vittorio e Cristina scoppiarono a ridere e tornarono a baciarsi\mangiare la torta, mentre Ludovica, prima che me ne rendessi conto, aveva iniziato a baciarmi il collo.
Per fortuna prima che potesse succedere una qualsiasi cosa Rocco ci informò che era ora di tornare e mi mandò a recuperare i miei vestiti.
Il giorno dopo mi svegliai ancora leeggermente stordito, mi ero preso un bruttissimo raffreddore e la testa continuava a farmi male. per non parlare di un forte senso di nausea che mi tormentava.
Scesi in cucina con l'intenzione di prendere un bicchiere d'acqua e, stranamente, vi trovai i miei genitori seduti a tavola.
- Andrea, alla buon'ora!- disse mia madre aalzandosi per prendere un piatto dalla mensola
-Pranzi con noi?- mi chiese posando il piatto al mio posto.
-Veramente non ho molta voglia di mangiare... - dissi passandomi una mano tra i capelli
-Ah, la festa deve essere stata un successone...- disse mio padre bevendo un sorso di vino.
-Più o meno- risposi alzando le spalle e prendendo il mio bicchiere d'acqua- io salgo in camera- aggiunsi evitando che i miei potessero fare qualche altra domanda.
A quella festa erano successe parecchie cose, avevo baciato Eleonora, Ludovica mi aveva assalito e tutto questo sotto l'effetto dell'alcol, ma era davvero solo di questo che si trattava? e se invece l'alcol c'entrasse molto poco? se quel bacio l'avessi voluto davvero? e se anche fosse stato così cosa stava pensando adesso Eleonora, ci dava peso? se ne ricordava? e sopratutto era pentita??

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Capitolo 6
*** 6 ***


Mi scuso per il ritardo, ma è successo un macello.. ho perso tutti i capitoli che avevo scritto e quindi non ho avuto modo di rileggerli.. spero perdonerete i miei .. ORRORI.. volevo anche un consiglio, il titolo della mia storia non mi piace, che ne dite cabio??
Grazie a tutti quelli che mi seguono in questa follia xD

Eleonora
Lunedì mattina arrivai a scuola in ritardo, avevo poca voglia di affrontare la giornata, di vedere Andrea e di mettere ordine nella mia testa.
Quando entrai in classe la professoressa era nel pieno della spiegazione di greco, entrai cercando di non guardare Andrea seduto nel suo banco accanto a Ludovica, ma nemmeno lui sembrava interessato a rivolgermi la minima attenzione.
-Ele! si può sapere che hai combianto! non fai mai tardi- mi sussurrò Leda quando presi posto accanto a lei
-Il motorino stamattina non ne voleva sapere di partire.. - bofonchiai
-Bè stamattina avresti potuto parlare con Andrea... -
-Posso sempre farlo all'intervallo... - suggerii
-Ti conviene, anche perchè ti sta fissando.. non ti girare!- disse rapidamente Ledagettando uno sguardo al banco di Andrea
-Pensi che mi abbia baciato solo perchè aveva bevuto?- domandai
- Non credo, da come ti sta guardando sembrerebbe che non gli dispiacerebbe replicare un paio di volte!-
-Se lo dici tu.. - sussurrai posando la testa sul banco.
-Ele, ma ti sta iniziando a piacere davvero eh?-
-No.. cioè si, boh.. lo conosco da troppo poco. .. e... - dissi cercando di mettere ordine nella mia testa
-Secondo me il tuo problema è solo uno, pensi troppo, contunui a chiederti se può piacerti, se puoi lasciarti andare, ma perchè non lo fai e basta? perchè non passi alla pratica una volta tanto, te lo meriti...- disse Leda nascondendo la bocca dietro la mano per non farsi vedere dall'insegnante
La guardai a occhi aperti, insomma era strano che Leda facesse un discorso del genere, ma aveva ragione, da quando Vittorio era cambiato io avevo continuato ad evitare ogni tipo di relazione giustificandomi con il fatto che fossi ancota ferita e che non potevo trovare nessuno se prima non lo avessi dimenticato, ma forse avevo sbagliato tutto, forse l'unica medicina era tornare a vivere.
-Hai ragione!- dissi con entusiasmo - Farò qualcosa che non è da me, oggi andrò da Andrea e gli parlarò!-
Leda mi sorrise soddisfatta - poi ridete quando dico che sono un genio... -

Le occasioni per poter parlare ad Andrea si rivelarono insesitenti poichè al momento dell'intervallo l'insegnate di Matematica ci trattenne in classe per una di quelle noiosissime prediche sull'andamento della classe; fortunatamente quando arrivò il professore di inglese ci fece andare nell'aula informatica, lasciandoci così un margine di libertà.
Avvicinarmi ad Andrea non fu affatto semplice, Ludovica non perdeva un attimo per gettergli le braccia al collo e molto spesso lui non sembrava nemmeno esserne dispiaciuto, in più non era proprio nel mio "stile" fare la prima mossa, nonostante questo decisi che sarebbe stato il caso di provare.
Andrea era seduto qualche computer più a destra del mio, aveva la testa posata sul palmo della mano e picchiettava con le dita sulla tastiera senza scrivere niente, mi avvicinai lentamente, sedendomi accanto a lui su una sedia rimasta vuota, doveva essere di Ludovica che era "scappata" in cortile.
-Noioso anche quando si tratta di computer eh?- domandai cercando di assumere un tono di noce naturale.
Andrea si mise a seedere improvvisamente dritto, girandosi di scatto verso di me, non doveva avermi sentito arrivare vista la sua reazione.
Spalncò leggermente i suoi bellissimi occhi e accennò un leggero sorriso.
-Oggi la giornata sembra essere intermianabile...- disse dopo un momento di silenzio
-Già...- Avevo pensato di riuscire a trovare qualcosa da dirgli senza difficoltà, ma ora che me lo trovavo davanti mi sembrava di essere stata una stupida.
-Allora, come stai?- chiese lui venendomi in soccorso
-Non male, ma mi sento ancora tutta la serata di ieri addosso- idiota, mi dissi un attimo dopo aver pronunciato quelle parole.
Andrea parve essere divertito, non riuscivo a capire se fosse minimamente in imbarazzo come me, forse pensava che volevo chiedergli di uscire o una cosa del genere e in effetti era quello che volevo, o meglio, era quello che speravo che facesse lui.
-E' stata una bella serata, ma decisamentre stancante- convenne lui dopo un attimo.
-De Martini, Cavatti, visto che siete tanto interessati dalla ricerca sulla civiltà inglese mi preparerete insieme un tema di due colonne su quest'argomento, per la settimana prossima- urlò improvvisamente il professore dal fondo della sala..-
Io e Andrea saltammo, sorpresi imprvvisamente dalla voce dell'insegnate.
-Che stronzo!- sussurrai cercando di nascondere un leggero sorriso che mi era comparso a mezza bocca, un tema con Andrea!? quale occasione migliore?!
Andrea alzò gli occhi al cielo e si lasciò andare morbido sulla sedia, poi posò i suoi occhi chiari nei miei, facendomi sentire un brivido insapettato dietro la schiena.
-Ci toccherà lavorare per questo tema... - disse con semplicità - Ti va bene domani dopo scuola? possiamo vedere se la biblioteca è disponibile...-
-Veramente la biblioteca della nostra scuola non può essere utilizzata dopo l'orario scolastico- spiegai
Lui sembrò pensarci un attimo, aveva un'espressione divertente, sembrava come un bambino che deve scegliere con che giocattolo giocare, poi sempre a voce bassissima, quasi in un sussurro disse- ci vediamo a casa mia se non è un problema allora?!-
Mi limitai ad annuire per evitare di finire nuovamente in punizione. Anche se non era andata come speravo avevo una specie di appuntamento con Andrea e tanto mi bastava...


Andrea
Lunedì mattina, quando arrivai nel cortile della scuola, venni accolto da Ludovica che mi gettò le braccia al collo e mi diete un bacio all'angolo della bocca.
Mi sembrava davvero assurdo, una ragazza che non conoscevo proprio mi riservata tutte queste effusioni, e la sera prima ne avevo baciata un'altra che conoscevo ancora meno, questa non era la mia vita...
-Come stai?- mi domandò Ludovica dopo essersi allontanata
-Non male..- risposi cercando un modo per salire in classe e scappare da questa situazione, era tutto troppo forzato, eccessivo.
-E' stata una bella festa ieri vero? peccato che dopo non sei rimasto con noi, Rosario ci ha portato in giro, abbiamo mangiato un cornetto al bar all'alba...-
-Sarà per la prossima volta- dissi cercando di sembrare realmente interessato
-Ci conto- rispose lei facendomi l'occhiolino - Dai, entri al bar ci sono tutti, prendiamo un caffè prima di iniziare questo dannato Lunedì - aggiunge dopo un attimo e, proprio come la sera della festa, mi trascinò per una mano fin dentro il bar.
-Ehi Andrea!- Mi salutò Vittorio non appena misi piede nel bar, stava seduto ad un tavolino in fondo, beveva un cappuccino.
-Vittorio- dissi avvicinandomi e battendogli una mano sulla spalla.
-Allora, vuoi?- chiese porgendomi un vassoio con alcuni dolci.
-No grazie, non amo mangiare la mattina- mi giustificai cercando di nascondere quel leggero senso di nausea che continuavo ad avere.
-Andrea, tesoro!- mi chiamò Ludovica sedenedosi sulle mie gambe - E' appena salita la prof! mi sa che ci tocca entrare, ho già preso una nota la settimana scorsa...- spiegò facendo una smorfia da bambina capricciosa.
-E allora saliamo.. - dissi io alzandola con un gesto rapido e uscendo dal bar.
Quando entro in classe noto immediatamente che Eleonora non c'è, eppure non mi era nemmeno sembrato di aver guardato verso il suo banco.
Quando entrai seguito da Ludovica gli sguardi di gran parte dei miei compagni di classe erano puntati su di noi, sapevo che Ludovica era il centro della ettenzioni di metà dei ragazzi della classe e non era difficile immaginare il perchè. Oltre ad essere una ragazza frizzante, incredibilmente sexy, era un mistero, un momento sembrava una bambina e il momento dopo una donna convinta.
Ci sedemmo in silenzio, senza scambiarci una sola parola, Ludovica prese dal suo zaino una matita ed un foglio e iniziò a scrivere frasi sconnesse, a fare disegnini cercando di passare il tempo, io aprii il quaderno e mi ripromisi di cercare di seguire almeno dieci minuti della lezione. Ma improvvisamente durante la lezione la porta della classe venne aprta e leggermente affannata entrò in classe Eleonora.
La vidi aprire la porta, con i capelli che le cadevano davanti agli occhi e la borsa della converse in una mano.
La professoressa fece come se niente fosse e continuò a spiegare l'argomento del giorno, e io la imitai, lasciai che i miei occhi si posassero sul quaderno aperto e non sulla ragazza che silenziosamente predeva posto.

Dopo una giornata decisamente stressante, fatta di ore di matematica che sembravano non finire mai, di sguardi riservati di nascosto ad Elenora, finalmente il professore di inglese ci diede una bella notizia: saremmo andati nell'aula informatica.
Presi posto il più lontano possibile da Ludovica, avevo solo voglia di staccare un pò da lei e da tutta quella situazione che continuava a sembrarmi assurda; ma si rivelò del tutto inutile perchè Ludovica uscì dall'aula per non rientrare fino alla fine della lezione.
Ero del tutto preso dal fissare lo schermo del mio computer quando sentì dei passi avvicinarsi alla mia sedia,non mi scomodai per vedere di chi si trattava, solo quando sentì una voce dirmi qualcosa mi girai di scatto, tornando ad avere una posizione eretta.
Elenora era accanto a me, ero sorpreso, non pensavo che mi avrebbe carcato, durante tutto il giorno l'avevo osservata, ma lei, dalla mia parte, non si era mai voltata.

-Oggi la giornata sembra essere intermianabile...- dissi dopo un attimo di silenzio rendendomi conto che era "il mio turno".
-Già...- rispose lei
-Allora, come stai?- chiesi per aiutarla, sapevo che era in imbarazzo, doveva essere nella mia stessa posizione scomoda.
-Non male, ma mi sento ancora tutta la serata di ieri addosso-
Sorrisi, era leggermente arrossita, mi divertiva, era stato del tutto inatteso quel nostro bacio che faticavo a rendermi conto che ci fosse davvero stato.
-E' stata una bella serata, ma decisamentre stancante- risposi io con sincerità.
-De Martini, Cavatti, visto che siete tanto interessati dalla ricerca sulla civiltà inglese mi preparerete insieme un tema di due colonne su quest'argomento, per la settimana prossima- urlò improvvisamente il professore dal fondo della sala..-
Ci bloccammo di scatto, la voce squillante dell'insegnate ci aveva sopresi a parlare- ci mancava solo questo- pensai
-Che stronzo!- sussurrò Eleonora cercando di coprirsi la bocca, credo, per non farsi vedere dall'insegnante.
Ioalzai gli occhi al cielo sbuffando leggermente, mi lasciai cadere sulla sedia morbida.
-Ci toccherà lavorare per questo tema... - dissi dopo un attimo - Ti va bene domani dopo scuola? possiamo vedere se la biblioteca è disponibile...- proposi rapidamente
-Veramente la biblioteca della nostra scuola non può essere utilizzata dopo l'orario scolastico- rispose lei con un tono di voce fin troppo basso.
Rimasi a fissare la parete ingiallita della stanza, dovevamo fare un tema insieme, la cosa non mi dispiaceva, ma tutto quello che volevo evitare era impicciarmi con un'altra ragazza.
- ci vediamo a casa mia se non è un problema allora?!- chiesi rendomi conto che era l'unica soluzione.
Eleonora annuì leggermente,poi la campanella suonò energicamente.
Era fatta, sarebbe venuta a casa mia, avremmo passato una giornata insieme e avrebbe conosciuto i miei genitori, cosa aveva combinato?!

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Capitolo 7
*** 7 ***


_matthew_: grazie delle recensioni!!!!!!!!!!!!!!!, sto cercando di capire anche io dove voglio arrivare e come.. ma ho paura di essere appena entrata inuna fase critica.. Uff!

BAbyDany94 : Grazie sei un tesoro <3

Eleonora

-Quindi vai a casa sua domani?- mi chiese per l'ennesima volta Leda mentre tornavamo a casa sul mio motorino.
-Si, Le', quante volte devo dirtelo?- domandai seccata
-Si può sapere perchè hai quel muso appeso allora?-
A Leda non si poteva nascondere proprio niente, nemmeno quando vai su un motorino, perchè stanne certo, ti controllerà sempre dallo specchietto.
-Niente, è solo che ho come l'impressione che gli interessi ben poco, insomma lo conosco da quanto? due giorni?! e mi sento già eccessivamente coinvolta..- sbuffai, non era semplice spiegare la mia situazione.
-Dai, tesoro, non farti venire queste paranoie, ti meriti un pò di puro svago e con lui puoi averlo. Sfrutta l'occasione- disse la mia amica stringendo a mo' di abbraccio la presa contro la mia vita.
-Devo ricordarmi di ringraziare il professor Arrico allora..- scherzai io, cercando di sdrammatizzare e di nascondere effettivamente quello che mi tormentava: La paura di amare di nuovo.

*Ricordo*
Era una mattina di Giugno di due anni prima. Ero seduta sul mio letto con l'I-pod nelle orecchie, non trovavo pace, volevo una canzone che mi cullasse prima di addormentarmi, ma tutto sembrava riportare alla mente lui, Vittorio.
Ci eravamo lasciati da poco, un ennesima lite inutile , sentivo che lo stavo perdendo e non potevo farci niente, lui stava cambiando e stava cambiando anche me.
Avevo versarto decisamente troppe larcime, le mie migliori amiche non sapevano più come conscolarmi, cosa dire o fare per farmi stare bene.
Era il periodo in cui avevo fatto una dura promessa a me stessa : non avrei amato mai più.

Martedì mattina mi alzai con la consapevolezza che quel giorno sarei dovuta andare da Andrea. Aprii l'armadio in cerca di qualcosa di decente da mettere.
Dopo essere rimasta circa 20 minuti a fissare i miei jeans scelsi di indossare il solito.
Misi una maglietta semplice azzurra con un jeans blu scuro,infilai nella mia borsa i libri di civiltà inglese, il quaderno, il mio profumo, nel caso servisse una spruzzatina.
Quando scesi in cuina era già decisamente tardi per potermi permettere anche la colazione.
-Tesoro non mangi niente? guarda che ti fa male!!- mi disse mia madre non appena mi vide avvicinare alla porta.
-No, mamma ho fatto tardi, prendo qualcosa al bar- risposi -Ah oggi non torno per pranzo devo fare una cosa per scuola , quindi dici a Lorenza di portarsi le chiavi ok ?- aggiunsi prima di chiudere la porta alle mie spalle.
Ero appena sotto casa di Leda, quando mi resi conto di aver ricevuto un messaggio, era la mia amica che mi diceva che quel giorno non sarebbe venuta a scuola perchè aveva una forte nausea, ma che pretendeva una mia telefonata per sapere dell'accaduto.
Un pò ero sollevata all'idea di poter stare seduta da sola ed evitarmi così il tormento delle mille domande di Leda almeno per un giorno.

Come sempre il cortile era pieno di studenti, quella mattina, come era accaduto poche volte, avrei fatto come promesso a mia madre, avrei messo qualcosa sotto i denti.
Così entrai nel bar con l'intenzione di prendere una tavoletta di cioccolata.
-Eleonora...- la voce vellutata di Vittorio mi colpì forte, come sempre.
-Buon giorno, Vittorio- dissi seria, voltandomi lentamente.
Vittorio era in piedi dietro di me, indossava una camicia azzurra sotto un pullover leggero bianco, era decisamente bellissimo.
-Allora anche tu stamattina perdi tempo nel bar con noi?- chiese indicandomi un tavolo accanto allo specchio infondo al bar.
-Direi proprio di no, lo sai che le tue amicizie non sono le mie da molto tempo...- risposi con voce ferma, tutta questa sicurezza mi era costata molto, era il frutto di anni di dolore.
-Non esserne così sicura- disse lui sorridendo e mostrando i suoi denti perfetti - Il ragazzo con cui facevi il bagno alla festa, Andrea, se non sbaglio, è seduto proprio lì-
Vi voltai nuovamente in direzione del tavolo che mi era stato indicato poco prima, ed effettivamente Andrea era lì, seduto accanto a Ludovica.
Per un attimo i nostri occhi si incociarono, mi fece un leggero cenno con la mano e poi tornò a parlare fitto fitto con Ludovica, che con aria molto poco seria, annuiva.
-Allora?- domandò Vittorio riporttandomi alla realtà
-Allora cosa?- chiesi io con disprezzo.
-Sai, Ele, un tempo eri molto più amabile, perchè un giorno di questi non ci vediamo? potremmo farci un giro.... qualcosa del genere... - la voce di Vittorio era ferma, sicura, fiera, fredda.
-Vittorio.. ma vaffanculo!- dissi prima di voltarmi di scatto.
Potevo immaginare l'espressione di Vittorio, stava sicuramente sorridendo soddisfatto, provocarmi era il suo divertimento, eppure c'era stato un giorno in cui le uniche cose che mi diceva erano le frasi più dolci che avessi mai sentito.
In classe presi il posto di Leda accanto al muro, stavo decisamente più comoda, ma il mio desiderio di avere un pò di pace si rivelò ben presto impossibile.
-Ele, ho saputo che Leda non sta bene - disse Daniela posando il suo zaino sul banco vuoto accanto al mio.
-Già aveva un pò di nausea- risposi io - O forse si annoiava-
-Oggi mi siedo io accanto a te - annunciò con voce allegra Daniela - Leda mi ha carinamente consigliato di non lascarti affrontare la giornata da sola, so che dovrai vedere Andrea dopo scuola-
-Ah, quindi tu mi fai da badante oggi?- ironizzai
-Andiamo Ele, è un pò la nostra scomessa questa di Andrea..-
E in effetti si trattava di questo, solo di un gioco per portarlo via da Ludovica, era comodo vederla così.
-E a Guido non dà fastidio se lo lasci da solo? - chiesi guardando il mio amico seduto dietro di me
-Gli ho detto che era il caso di essere un pò più liberi ..- sussurrò per non farsi sentire Daniela
-E come l'ha presa?- domandai cercando di dedurlo dalla sua espressione
-Male, ha pensato che volessi mollarlo o come mi piacesse un altro, così gli ho spiegato che era solo per un paio di giorni, perchè ero stressata e preferivo stare sola...-
-E' la verita?- chiesi alzando le sopracchiglia
-Si e no.. ho bisogno di stare un pò da sola, ma non perchè sono stressata, ma potrei sempre diventarlo...- rispose Daniela giocando con il suo giondolo a mezzo cuore che aveva al collo.
Il regalo del primo anno di Guido.
-Tornando a te.. - disse poi rallegrandosi improvvisaemnte - Cosa pensi di fare oggi?-
-In che senso?-
-Pensi di provarci, o di fare in modo che accada qualcosa.. ? -
-Bella domanda, in realtà vorrei solo vedere come stiamo messi...- cercai di spiegare più a me stessa che a lei - Insomma è uno sconosciuto, è come se fossi uscita con uno di quelli con cui esce Leda.. - ironizzai
-Almeno il tuo non ha 30 anni! - disse ridendo Daniela - Cerca solo di non metterti nei casini sentimentalmente, insomma se ti inizi ad impicciare lascia perdere, tanto cosa vuoi che sia una vittima in più o in meno nelle grinfie di quella serpe.. -
-Ormai credo che non si tratti più solo di questo, Dani.. - dissi osservando la porta sperando di vedervi entrare Andrea - Ludovica rappresenta tutto ciò che mi ha fatto soffrire in questo periodo, rappresenta la scelta di Vittorio.. ma non è per questo che voglio che Andrea non appartenga a quel mondo..-
- E allora perchè? - chiese la mia amica visibilmente disorientata
-Credo che con lui potrei andare avanti, credo che mi possa tenere la mente occupata, credo di potermi sciogliere- Finalmente mi stavo dando una risposta
-Stai dicendo che vuoi Andrea perchè è la tua cura per la Vittorite?-
-Sto dicendo che è la mia cura al passato- specificai e proprio in quel momento il ragazzo in questione entrò in classe. Era senza Ludovica.
Daniela mi diede una leggera gomitata e sorrise - Te la meriti questa medicina - disse prima di rattristarsi un attimo quando i suoi occhi scivolarono su Guido.

Io e Andrea non ci parlammo fino alla fine delle lezioni, tanto che arrivai a chiedermi se effettivamente dovessi andare a casa sua.
-Adesso muoviti e fatti vedere, si avvicinerà lui- mi disse Daniela una volta fuori scuola, decisi di seguire il suo consiglio e mi staccai leggermente dal resto della classe fingendo di controllare una cosa sulla bacheca annunci.
Mi accorsi che Andrea era dietro di me perchè sentii iln suo profumo leggero solleicarmi il naso, ma non mi voltai.
-Allora, tutto ok per la ricerca di oggi?- domandò lui posandomi una mano sulla spalla come per chiamarmi.
Mi voltai letamente e finsi si essere sorpresa - Oh, ciao Andrea, si per me non ci sono problemi- dissi con naturealezza.
-Ok, allora ho il motorino qui fuori, tu sei a piedi?- domandò
Ci pensai un attimo, avevo il motorino anche io nel cortile della scuola, ma se avessi detto di no mi avrebbe sicuramente portato a casa dopo, quindi decisi che per un giorno il mio adorato liberty rosa poteva restare senza di me.
-No, oggi non avevo nemmeno i soldi per il pieno...-
-Non ci sono problemi, io vivo qui vicino, arriveremo in un attimo e poi ho sepre un casco in più- mi disse sorridendo.
-Andiamo allora?- chiese poi dopo un momento di incertezza, lo guardai e abbozzai un sorriso.
-Aspetta solo un attimo, devo controllare un cosa.. - gli dissi prendendo il cellulare dalla tasca.
Scrissi un rapido messaggio a Daniela dicendole che avrei lasciato il motorino a scuola e che le avrei lasciato le chiavi in segreteria così avrebbe evitato di tornare a casa a piedi, o peggio, con Guido.
-Va tutto bene?- mi domandò Andrea, ancora in piedi accanto a me
-Eh?.. O si scusa, è solo che devo lasciare un documento per la professoressa, le avevo promeso di lasciarlo in segreteria, tu avviati fuori, arrivo subito- mi giustificai rapidamente, sentendomi una sciocca per aver pensato un piano talmente assurdo in così poco tempo e senza l'aiuto di Leda.
Andrea era appoggialto al suo motorino blu scuro accanto al cancello della scuola, gran parte dei nostri compagni di classe era già andato via.
-Eccomi scusa- lo salutai sistemando i capelli dietro l'orecchio.
-Figurati- rispose lui sorridendo e passandomi un casco nero.
Lo indossai rapidamente cercando di non guardare la mia immagine nello specchietto, sapevo che i caschi mi donavano molto poco, ma purtroppo Andrea mi guardò fin troppo bene.
-Ti dona il casco sai?- mi disse guardandomi e sorridendo
Io divenni leggermente rossa e salii sul motorino, sperando che la smettesse di guardarmi.

Casa di Andrea era davvero vicina alla scuola per cui il tempo per stare in motorino insieme fu davvero poco.
Andrea guidava con calma , spostandosi con eleganza e movimenti precisi tra le macchine.
Casa sua era davvero bella, viveva al terzo piano di un palazzo in pieno centro storico.
Quando entrammo rimasi per un attimo nell'ingresso a contemplare le parteti piene di quadri e le mensole di libri e foto; Andrea era immobile davanti a me, mi sembrava divertito ma anche spaventata da tutto questo mio osservare.
-Vuoi darmi le tue cose?- chiese allungando un braccio ed interrompendomi.
-Eh?Oh si certo, scusa - dissi porgendogli la mia giacca.
-Vieni, ti faccio vedere il resto della casa - propose Andrea facendomi cenno di seguirlo, mentre si incamminava per un largo corridoio.
La casa di Andrea era incredibilmente bella, lussuosa ma non troppo vistosa, mi ero divertita moltissimo a guardare la foto che ritraevano il mio amico da bambino, a curiosare tra i libri e i quadri.
-Se ti va di sopra c'è la mia stanza - propose Andrea indicando le scale che dalla cucina in marmo bianco portavano al pieno superiore, non sembrava particolarmente felice all'idea di mostrarmi casa sua, ma era talmente educato da farlo ugualmente con estrema cura.

La stanza di Andrea era decisamente la più interessante dell'intera casa, era grande e luminosa, con una grande finestra che dava sulla strada.
Aveva le pareti di un azzurro pastello, su una delle quattro pareti vi erano due grandi librerie piene di volumi che sembravano non essere mai stati aperi, su una seconda parete vi era invece una scrivania con un computer poratile ed un telefono.
Il resto della stanza non era particolarmente curato, c'era un letto ad una piazza e mezzo, una chitarra accanto alla scrivania ed uno stereo con numerosi CD sparsi per terra.
-Ecco la mia stanza- disse Andrea aprendo la porta
-E' strano... - dissi osservandola, ma senza entrare
-Cosa??- chiese lui decisamente incuriosito
-La tua casa è ... è così bella!- dissi sorridendo - Sembra che ci viva da sempre una famiglia... ma la tua stanza, sembra essersi fermata- aggiunsi
-Non sono certo di seguirti - dissi Andrea passandosi una mano tra i capelli scuri
-Intendo dire, la mia stanza ad esempio, conserva ancora i segni delle vecchie foto che avevo attaccato, è piena delle mie bambole in una scatola e ci sono ancora alcuni tratti di pastelli colorati dietro la scriviania.. puoi togliere tutto ciò che riguarda il tuo passato, ma una cosa come la tua stanza li conserverà comunque - conclusi soddisfattta della mia teoria
Andrea mi fissò per qualche secondo in silenzio ed iniziai a temere di averlo ferito, ma poi i suoi occhi sorrisero, seguiti dalle sue labbra.
- I miei hanno sepre viaggiato molto, io ho vissuto in questa casa a intervalli regolari di qualche anno fino ai dodici anni, poi sono stato portato a Firenze, mente loro hanno continuato a venire spesso qui, ecco perchè il resto della casa è così... così... vissuto... poi poco prima di tornare qui ho spedito tutte le mie cose e loro le hanno messe al posto di quelle vecchie, limitandosi a sostituire i libri sugli scaffali e la cesta dei giochi con la scrivania...- mi spiegò
-Quindi la tua adolescenza non l'hai affatto passata qui?- domandai
-No, a 12 anni sono andato a Firenze e sono tornato ad Agosto...però..- disse entrando nella stanza e avvicinandosi al letto.
Per un attimo non riuscii a capire cosa stesse facendo, poi rapidamente spostò il letto dalla parete e mi fece cenno di avvicinarmi.
Sul celeste della stanza compariva un piccolo disegno fatto da un bambino piccolo.
Andrea vi passò sopra le mani e sorrise guardandomi negli occhi - Me ne ero dimenticato... Lo feci con un mio amico, Pietro, giocavamo sempre insieme a fare i guerrieri, ecco il perchè delle due spade...-
-Hai più sentito Pietro?- chiesi osservando il tratto leggero con cui un Andrea più piccolo di una decina d'anni aveva fatto quel disegno, con tanto impegno
-No... solo qualche email ogni tanto, ma saranno 5 anni che non ho sue notizie, ormai non saprei nemmeno come rintracciarlo... -
Non c'era tristezza nella sua voce, ma mi stupii di come una persona potesse vivere così, senza legami...
-Che ne dici di scendere giù , mangiamo qualcosa e ci mettiamo al lavoro?- propose Andrea facendo leva sulle braccia e alzandosi dal letto .
-Direi che va benissimo - dissi sorridendo, avevo proprio voglia di passare una giornata con lui.


Andrea

Martedì mattina mi svegliai con la voglia di restare nel letto per il resto della giornata, ma troppo tardi mi resi conto che quel giorno dovevo vedermi con Eleonora per quella faccenda dell'inglese, così scesi dal letto con una forte emicrania e con poca voglia dii uscire di casa.
Mia madre e mio padre erano seduti a tavola, come sempre discutevano di lavoro.
-Oggi viene una compagna di classe qui per lavorare ad un progetto- annunciai sapendo che sarei passato inosservato.
Mia madre alzò di poco la testa, distogliendo lo sguardo da mio padre e posandolo su di me.
-Hai detto qualcosa, caro?- chiese poi con dolcezza
-Niente mamma, solo che oggi porto una persona a pranzo va bene?!- ripetei con poca voglia
-Va benissimo, dirò ad Airah di preparare qualcosa.. - disse lei, tornando a parlare con mio padre.
Uscii rapidamente di casa, avevo mangiato solo un biscotto e la morsa allo stomaco continuava a darmi fastidio, per non parlare de malditesta, così decisi di fermarmi al bar della scuola.
-Andrea, vieni siediti!- disse Ludovica non appena mi vide entrare, alzando una mano e facendomi cenno di raggiungerla, io e la mia emicrania decisamente non avevamo voglia di passare del tempo con lei.
-Ciao Ludo- dissi dandole un leggero bacio sulla guancia e sedendomi accanto a lei.
-Allora Andrea, come stai?- chiese sorridendo.
La guardai, era decisamenre bellissima, quel giorno portava i capelli legati alti, un leggero tocco di ombretto le allungava il taglio degli occhi... erano meno banali del solito.
-Mi scoppia la testa.. - dissi massaggiando la tempia.
-Capisco, ieri sera ho bevuto troppo e ancora non sto bene - rispose lei ridendo, come se ci fosse qualcosa di incredibilmente divertente
-Uh.. guarda Vittorio .. - disse improvvisamente, mi accorsi che aveva lo sguardo fisso in un punto dietro la mia schiena, verso la porta.
-Ma cosa ci fa con quella?- domandò Ludovica più a se stessa che a me, visto che non potevo nemmeno sapere di chi o cosa stesse parlando.
In quel momento mi voltai per vedere come mai Ludovica era tanto interessata, ed effettivamente Vittorio era in piedi vicino alla vetrina dei dolci e parlava con Eleonora, aveva una strana espressione in volto, quando si girò verso il nostro tavolo.
I suoi occhi color nocciola incontrarono i miei, mi faceva troppo male la testa per sorridere o per pensare ad una qualsiasi cosa, così alzai semplicemente la mano e le feci un cenno, lei ricambiò senza mutare nell'espressione.
Io tornai a fissare Ludovica, che sembrava essere maggiormente presa dal suo caffè con doppia panna che da Vittorio.
- Sai, penso proprio che oggi mi metterò le cuffie nelle orecchie per tutto il giorno, mi fa troppo male la testa..- dissi mordendo un pezzo del mio cornetto.
Lei continuò a girare il cucchiaino nel suo caffè e senza alzare lo sguardo annuì.
Mi chiesi se avesse vagamente afferrato il concetto : quel giorno non avevo alcuna intenzione di sentire le sue chiacchiere.
-Io salgo... - annunciai, alzandomi dalla mia sedia, in quel momento Ludovica mi ricordava mia madre, troppo presa da se stessa per rendersi conto di quello che succedeva intorno.
-Io preferisco restare ancora un pò qui.. ci vediamo dopo...- mi rispose lei, alzando lo sguardo e sorridendomi.
Non avrei mai capito quella ragazza, era così ... vuota certe volte.

Arrivai in classe con calma, ero in perfetto orario, molti dei miei compagni erano già seduti, notai Eleonora, quel giorno non era al suo solito posto, sedeva contro il muro e accanto a lei vi era Daniela, la ragazza di Guido, li avevo visti alla festa.
Mi ricordai ciò che avevo momentaneamente rimosso, quel giorno Elenora sarebbe venuta a casa mia. Non riuscivo proprio a capire perchè le avessi proposto una cosa del genere, non amavo portare le persone nel posto in cui vivevo, non amavo in generale stare in casa mia.. era fredda, poco vissuta e portarci qualcuno significava renderla più.. normale.
La consapevolezza che non sarei restato in quella città per molto mi faceva sembrare del tutto inutile l'idea di affezionarmi, di rendere tutto definitivo... che senso aveva mettere radici per poi doverle togliere dopo poco?

*ricordo*

Era il 3 Luglio di quella stessa estate, uscii di casa rapidamente, mio zio come sempre non c'era, presi il motorino e andai verso casa di Asia.
-Tesoro!- disse lei non appena mi vide arrivare, correndo verso di me.
La baciai leggermente sulle labbra.
-Allora cosa mi dovevi dire di tanto importante?- chiese guardandom negli occhi.
Era davvero bellissima, come sempre. I capelli lunghissimi, come la prima volta che l'avevo vista, le coprivano le spalle, indossava un top leggero, che lasciava scoperta la sua pancia piatta.
-Senti Asia io.. - stavo per fare un passo importante, dovevo dirle qualcosa che le avrebbe fatto del male e mi dispiaceva.
-Andrea, se stai per mollarmi... - disse lei senza abbassare gli occhi o il tono
-No, aspetta, non è così...- dissi posandole una mano sul braccio
-E com'è?- chiese lei togliendo la mia mano
-Mi hanno chiamato i miei, torniamo a Napoli... - dissi cercando di non lasciar intravedere le mie sensazioni - Io, devo andarmene...-
Gli occhi di Asia si fecero lucidi, si avvicinò a me.
-Quando?-
-Agosto, non so bene la data...-
Lei mi abbracciò stretto - Finisce qui è vero?-
Le accarezzai i capelli, l'amore della mia vita, la mia migliore amica, era stato tutto, ma era troppo tempo che non mi bastava più.
-Mi mancherai- le sussurrai posando la testa sulla sua. Ed era vero, ero sollevato che finisse così, che non dovessi senire il peso delle me decisioni, ero un vigliacco, ma mi sarebbe mancata, la mia certezza, il mio passato.
Dovevo partire, di nuovo, sarebbe stato così sempre, fin quando non avrei potuto divere da solo.. ma forse anche in quel momento non avrei saputo fare differentemente, ormai ero uno che lasciava le cose alle spalle, un vigliacco.

Passai la giornata come avevo detto, con la musica nelle orechcie e senza parlare con Ludovica.
Lei non sembrava essere particolrmente colpita, aveva passato le ore di Latino, Greco e Storia a mandare messaggi, a truccarsi e sbuffare.
Quando finalmente la campanella segnò la fine dell'ultima ora mi tolsi le cuffie e uscii dalla classe, ero uno degli ultimi, quando si trattava di uscire i miei compagni erano dei razzi.

-Allora Andrea come va la testa?- chiese Ludovica una volta in cortile, come se non avessi passato le ultime ore con lei
-Meglio, grazie...- dissi sorridendo forzatamente
-Noi andiamo un pò al pub, mangiamo qualcosa e facciamo un giro... ti va?-propose
-Veramente oggi devo lavorare ad un progetto...-- spiegai, felice di non dover inventare una scusa
Ludovica sbuffò, facendo una strana smorfia con la bocca e facendomi quasi ridere.
-Io vado allora... alla prossima volta!- disse girandosi rapidamente.
Cercai Eleonora tra la folla, la vidi vicino al tabellone degli annunci che cercava qualcosa con interesse, mi avvicinai lenamente.
-Allora, tutto ok per la ricerca di oggi?- Domandai posandole una mano sulla spalla.
Lei si voltò sorpresa verso di me - Oh, ciao Andrea, si per me non ci sono problemi-
disse con semplicità
-Ok, allora ho il motorino qui fuori, tu sei a piedi?-chiesi
Lei sembrò fare mente locale, come se cercasse di ricordare effettivamente se era a piedi o meno
-No, oggi non avevo nemmeno i soldi per il pieno...- disse poi facendo un largo sorriso
-Non ci sono problemi, io vivo qui vicino, arriveremo un attimo e poi ho sepre un casco in più- spiegai
-Andiamo allora?- Domandai cercando di sbloccare la situazione
-Aspetta solo un attimo, devo controllare un cosa.. - Rispose lei prendendo il cellulare dalla borsa e allontanandosi di qualche passo.
La guardai mentre scriveva qualcosa, si portò i lunghi capelli dietro l'orecchio e si morse il labbro, mi chiesi cosa stesse facendo.
-Va tutto bene?- domandai
-Eh?.. O si scusa, è solo che devo lasciare un documento per la professoressa, le avevo promeso di lasciarlo in segreteria, tu avviati fuori, arrivo subito- Risposei lei rapidamente, mi limitai ad annuire ed uscii in cortile.

-Eccomi scusa-Disse lei arrivando con passo rapido
-Figurati- Dissi estraendo un casco dal motorino.
Lei lo mise con movimenti frettolosi, il caso la faceva sembrare buffa, mi venne quasi da ridere, ma non era buffa in senso negativo, era quasi tenera
-Ti dona il casco sai?- la stuzzicai notando che sperava di non essere fissata
Eleonora arrossì e salì sul motorino con un sorriso imbarazzato sulle labbra.

Quando entrammo in casa Eleonora sgranò gli occhi, io rimasi ad osservarla, leggermente nervoso, poi, volendo interrompere quel silezio le posi in braccio offrendomi di prendere le sue cose.

Le mostrai il resto della casa, non era una cosa che mi entusiasmava, ma sapevo di doverlo fare, e poi vedere la reazione di Eleonora quando attraversavamo una delle eleganti stanze mi divertiva.
Avevo imparato che quando era imbarazzata si mordeva il labbro, che quando era entusiasta di qualcosa sorrideva e le si formava una fossetta sulla guancia.
E' proprio vero che le persone si imparano a conoscere dai piccoli gesti.
In quel momento, mentre camminvamon così, uno dietro l'altro osservando ogni stanza di casa mia, mi resi conto che era incredibile come tra di noi non ci fosse imbarazzo per quello che era successo qualche sera prima.
-Se ti va di sopra c'è la mia stanza - proposi improvvisamente, dovevamo fare una ricerca insieme e forse era il caso di iniziare e forse dopo avremmo avuto un pò di tempo per noi.
La guidai al piano di sopra, mostrandole la mia camera.
-Ecco la mia stanza- dissi aprendo la porta
-E' strano... - disse lei, con lo sguardo che esaminava ogni centimetro della mia camera
-Cosa??- chiesi senza capire di cosa parlasse
-La tua casa è ... è così bella!- rispose sorridendo - Sembra che ci viva da sempre una famiglia... ma la tua stanza, sembra essersi fermata- aggiunse poi
-Non sono certo di seguirti - dissi io, passandomi una mano tra i capelli, dove voleva arrivare?
-Intendo dire, la mia stanza ad esempio, conserva ancora i segni delle vecchie foto che avevo attaccato, è piena delle mie bambole in una scatola e ci sono ancora alcuni tratti di pastelli colorati dietro la scriviania.. puoi togliere tutto ciò che riguarda il tuo passato, ma una cosa come la tua stanza li conserverà comunque - disse tutto d'un fiato con un sorrisetto adorabile e soddisfatto dipento in volto.
Assaporai il significato delle sue parole e senza rendermene conto mi aprii in un largo sorriso, Eleonora aveva capito così tanto di me in così poco tempo.. la cosa poteva anche spaventarmi, avrei mai avuto segreti per quella ragazza?
- I miei hanno sepre viaggiato molto, io ho vissuto in questa casa a intervalli regolari di qualche anno fino ai dodici anni, poi sono stato portato a Firenze, mente loro hanno continuato a venire spesso qui, ecco perchè il resto della casa è così... così... vissuto... poi poco prima di tornare qui ho spedito tutte le mie cose e loro le hanno messe al posto di quelle vecchie, limitandosi a sostituire i libri sugli scaffali e la cesta dei giochi con la scrivania...- spiegai con naturalezza, non mi sembrava più tanto assurdo condividere un pezzo del mio passato con lei.
-Quindi la tua adolescenza non l'hai affatto passata qui?- domandò sinceramente interessata
-No, a 12 anni sono andato a Firenze e sono tornato ad Agosto...però..- mi interruppi all'improvviso, mi tornò in mente un giorno di Novembre, io ero nella mia stanza con un mio amico, e forse, quella camera conservava un pezzetto della mia infanzia.
Entrai nella mia stanza, cercando di trovare ciò che volevo, non fu difficile, ricordavo esattamente dov'era.
Spostai il materasso, scoprendo un piccolo disegno fatto quando ero piccolo sul muro, mi voltai verso Elenora che era accanto a me e le sorrisi - Me ne ero dimenticato... Lo feci con un mio amico, Pietro, giocavamo sempre insieme a fare i guerrieri, ecco il perchè delle due spade...-
Pietro era stato il mio primo migliore amico, lo ricordo perfettamente, aveva capelli ricci e biondi, due occhioni grandi e verdi, portava sempre a casa mia qualche libro o dei pennarelli per colorare; quel disegno era stato un'idea sua, io non volevo sporcare la mia stanzetta.
-Hai più sentito Pietro?-Chiese Eleonora soffermandosi sulla mia "opera d'arte"
-No... solo qualche email ogni tanto, ma saranno 5 anni che non ho sue notizie, ormai non saprei nemmeno come rintracciarlo... - le spiegai, non mi mancava Pietro, era una parte del mio passato che ricordavo con tenerezza, da quando ero andato via la prima volta era cambiato tutto, avevo lasciato le mie amicizie, ero cresciuto di botto, avevo pianto molto quando mi avevano portato a salutare Pietro, ma con il tempo avevo capito che dovevo smettere di essere un babino, ero diventato uomo.
-Che ne dici di scendere giù , mangiamo qualcosa e ci mettiamo al lavoro?- proposi ponendo fine a quella coversazione, non era il caso di vagare troppo nei ricordi .
-Direi che va benissimo - mi rispose lei sorridendo.
Osservai la sua pelle perfetta, i capelli lisci, il suo modo di sorridere, le brillavano gli occhi, era felice.
Forse io ed Eleonora potevamo iniziare a conoscerci, doventare amici, potevamo condividere qualcosa, certo, potevamo, ma ero davvero disposto a instaurare un rapporto bartendo dalla certezza che sarei andato via, presto o tardi?!




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Capitolo 8
*** 8 ***


Questo ed il prossimo capitolo saranno leggermente più brevi degli altri, sto per entrare nel vivo della storia ^^
Spero vi pacciano, in assoluto questo, tra quelli che ho già postato, è il mio preferito!
Elly692*_*

Eleonora

La giornata con Andrea trascorse velocemente, lavorammo al compito senza mai distrarci, se non per fare qualche osservazione, notai come la sua pronuncia fosse perfetta, sembrava quasi ingelese, mentre parlava gesticolando ogni tanto.
Senza rendermene conto il tema era finito e, dovevo ammetere, che un pò mi dispiaceva.
-Bene, credo che il professore non potrà lamentarsi di niente!- disse Andrea posando la penna sul tavolo e lasciandosi andare sulla sedia.
-Abbiamo fatto un lavoro perfetto!- concordai io, ripoendo ogni cosa nella mia borsa.
-Allora...sono solo le quattro- constatò Andrea guardando il cellulare -che ne dici se ci mangiamo un gelato?- propose alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al frigo.
Io mi limitai ad annuire, osservandolo.
-Abbiamo.. cacao, limone, fragola... cosa vuoi?- chiese straendo delle vaschette
-Limone e Fragola, grazie!- risposi
-Limone e fragola per la signorina in arrivooo!- disse lui scherzando, e in quel momento, mi resi conto di non averlo mai sentito così spiritoso, quasi spensierato.

Dopo qualche minuto eravamo seduti tutti e due sul terrazzo di casa sua a gustarci il nostro gelato, Andrea cioccolato e io limone e fragole.
-E' bellissimo qui- dissi osservando come quel giorno fosse quasi perfetto
-E' uno dei pochi posti che non mi stanno stretti di questa casa- disse Andrea senza guardarmi, ma continuando ad ispezionare il cielo.
-Come mai tanto "rancore" per casa tua?- domandai incuriosita
Questa volta lui si voltò dalla mia parte, posando i suoi occhi nei miei e accennando un sorriso.
-Quando sei costretto a spostarti spesso, contro il tuo volere, impari che i luoghi in cui vivi non sono mai davvero tuoi... stare in questa casa è per me come stare in una stazione, in attesa di partire di nuovo-
Rimasi stuida di come parlasse con naturalezza di qualcosa che gli doveva fare davvero male.
-Ma tra poco avrai 18 anni, potrai decidere tu se partire o meno..-
-Non è così, fidati... Quando i tuoi genitori ti portano avanti e indietro per anni e anni arrivi al punto tale che non hai più radici, quando avrò 18 anni potrò restare qui o andare a Roma, Firenze, Berlino... ma quale sarà casa mia? forse alla fine di tutto questo viaggiare non riuscirò a stare fermo...-
Posai istintivamente una mano sul braccio di Andrea, il contatto con la sua pelle mi riportò a quella sera e il mio cuore saltò un battito
-Non è così per forza Andrea, non sta scritto da nessuna parte, non è una regola, della tua vita puoi fare ciò che vuoi... se davvero vuoi restare lotta e fallo- credevo davvero in quelle parole, per me volere non è sempre potere, ma spesso, dire che qualcosa non è possibile è solo un modo per mascherare che in realtà tentare ci fa troppa paura e io ne sapevo qualcosa.
-Forse è vero quello che dici, ma ho paura di essere diventato.. un nomade- disse con un mezzo sorriso
-Forse hai avuto sempre motivi per andare via - proposi
-
O forse non ne ho mai avuto uno valido per restare - aggiunse lui .
Restammo per un attimo in silenzio, poi improvvisamente Andrea scoppiò a ridere.
Mi sentì una stupida, pensai che avesse scherzato alle mie spalle, per un attimo arrivai a pensare di aver detto qualcosa di estremamente sciocco.
Ma per fortuna Andrea si rese conto che dovevo essere molto perplessa perchè mi spiegò come mai rideva tanto.
-Hai del gelato qui..- disse sfiorandomi la punta del naso.
-Quii?- domandai io portando la mia mano sul punto che mi aveva indicato, e posandola così quasi sulla sua.
Lui annuì questa volta senza ridere, rimanendo fermo, con la mano sulla mia pelle e sotto il mio leggero tocco.
Lentamente sentì il suo respiro avvicinarsi al mio e proprio come era successo la prima volta, chiusi gli occhi e mi lasciai baciare.
Era un bacio che sapeva di fragola, limone e di cioccolato, di voglia di vivere, la mia, di provare a richiare, la sua.
Senza redermene conto eravamo distesi sul pavimento del suo grande terrazzo, le sue mani mi accarezzavano i fianchi sotto la maglietta, il suo corpo pressava leggermente il mio, facendomi sentire il suo calore.
Andrea si muoveva rapido sulle mie labbra, eppure ogni gesto sembrava morbido, studiato, perfetto.
Portai le mie mani sulle sue spalle, sulle sue guancie, gli accarezzai anche la schiena, mentre con un sussurro, lui si staccò dalle mia labbra.
Avevo paura che quel bacio dovesse finire, avevo paura di tornare a chiedermi sempre perchè invece di vivere le cose.
Ma per fortuna Andrea posò di nuovo le sue labbra sul mio collo, mentre mille brividi mi percorrevano.
Passai una mano tra i suoi capelli, lasciai che la sua bocca risalisse fino alla mia e lo baciai.
Non baciavo qualcuno così da troppo tempo, stavo baciando con il cuore e non con la testa e forse, questa volta, avrei evitato di avere paura.
Non so dire per quanto restammo in quel modo, a baciarci, a sentirci, ma improvvisamente il mio cellulare suonò, interropendoci, di nuovo.

-Scusa...- dissi alzandomi e lavendomelo da dosso, avevo le labbra gonfie, la pelle accaldata e mi sentivo bene.
Estrassi il cellulare, il nome di Leda lampeggiava sullo schermo.
-Leda.. - dissi rispondendo, mentre Andrea, ormai seduto, mi guardava.
-Ele, allora sei ancora lì?- chiese la mia amica con affanno.
-Si, perchè?- risposi
-Niente, buon segno sono le sei ... - disse lei con voce leggermente moscia
-Leda è tutto ok?- chiesi inziando ad avere paura
Lei esitò un attimo prima di rispondere - Si, tesoro , va tutto bene , divertiti e chiamami!-
Ero molto poco convinta, ma il quel momento, l'idea che potevo godermi di nuovo Andrea mi occupava la testa.
Chiusi il cellulare e lo rimisi in tasca, pregando che nessuno chiamasse più.
Andrea aveva le braccia sulle gambe, non riusvo a capire cosa volesse dire il suo sguardo e tutta la sicurezza, la voglia di fare, sparirono.
Cosa sarebbe successo adesso? Andrea era pentito? avevo troppe domande, ma una cosa era certa, ormai, non si trattava più solo di una scomessa.
-Ele, senti io... - disse dopo un momento di silenzio che sembrò durare ore - Sono stato molto bene oggi con te!-
Non sorrisi, quella sua affermazione non mi stava rallegrando, sapevo che adesso sarebbe venuta la parte del MA, la parte in cui io sto male.
-
Ma, io e te siamo quasi due... - proseguì, per la prima volta la sua voce non mi sembrava poi coì dolce.
-Estranei- conclusi io senza troppi giri di parole.
-Sì, esatto...Forse dovremmo fermarci a pensare... - propose lui con uno sguardo incerto.
Io mi alzai di scatto, lo guardai dall'alto verso il basso maledicendo il sole che lo faceva sembrare ancora più bello.
-No Andrea, fermati tu, pensa tu, io l'ho fatto per troppo tempo e adesso non ne ho proprio voglia! sai cosa succede a pensare e non agire?! succede che ti trovi senza niente fra le mani, senza un motivo per restare.- dissi con rabbia, la mia voce era estremamente dura e ferma, ma io sentivo di esplodere dentro. Avevo giocato una carta meschina e lo sapevo, ma avevo deciso che la mia vita, adesso, la controllavo IO.
Mi girai di scatto per andare via, senza dargli il tempo di replicare, luirimase per un attimo fermo, poi, mi seguì correndo.
-Aspetta- dissi fermandomi per un polso.
Io lo guardai fisso negli occhi, speravo che si rimangiasse tutto, ma Andrea era più che deciso quando diceva qualcosa, ormai l'avevo capito. Aveva Paura.
-Mi dispiace, io non volevo ferirti nè niente, solo che...-
-Non ti preoccupare, ho capito!- dissi con energia liberandomi dalla sua presa, ma cercando di sembrare meno infuriata, meno deusa.

Avevo appena avuto la conferma che a mettersi in gioco si finisce per perdere, sempre.



Andrea

Io ed Eleonora lavoravamo bene insieme, funzionavamo. Lei era precisa, ricordava tutte le regole fondamentali e iocon rapidità sapevo applicarle.
Non perdemmo molto tempo, studiammo come previsto, ma quando finimmo il nostro tema mi sembrava che fossero passati solo dieci minuti, dieci stupendi minuti.

-Bene, credo che il professore non potrà lamentarsi di niente!- dissi esaminando il foglio e rilassandomi sulla sedia.
-Abbiamo fatto un lavoro perfetto!- cincordò lei posando i libri.
-Allora...sono solo le quattro- Dissi guardando il mio Nokia sul tavolo -che ne dici se ci mangiamo un gelato?- Chiesi sperando che acettasse e stuopendomi della mia naturalezza.
Eleonora annuì , con mia grande gioa.
Ispezionai il contenuto del mio frigo, cercando quelle vaschette di gelato che mi amadre aveva preso qualche tempo fa.
-Abbiamo.. cacao, limone, fragola... cosa vuoi?- chiesi dopo un attimo estraendole
-Limone e Fragola, grazie!- rispose lei sorridendo, guardi i suoi lunghi capeli che le cadevano sulle spalle ancora abbronzate, era davvero bella.
-Limone e fragola per la signorina in arrivooo!- dissi ridendo, mi sentivo felie, senza nemmeno un motivo preciso, sentivo di stare dvvero bene.
Proposi di metterci fuori al terrazzo a mangiare, almeno c'era un pò di sole e di luce.
Ci sedemmo sul pavimento, posando le spalle contro il muro e guardando il mare. Amavo questo posto.
Dopo qualche minuto eravamo seduti tutti e due sul terrazzo di casa sua a gustarci il nostro gelato, Andrea cioccolato e io limone e fragole.
-E' bellissimo qui- Disse lei, sembrava quasi che avesse letto i miei pensieri.
-E' uno dei pochi posti che non mi stanno stretti di questa casa- Sussurrai fissando l'azzurro.
-Come mai tanto "rancore" per casa tua?- chieselei incuriosita e voltando la testa verso di me, mentre alcune ciocche di capelli le caddero davanti agli occhi.
Mi giarai anche io distogliendo lo sguardo dall'azzuro del cielo per osservare lei.
-Quando sei costretto a spostarti spesso, contro il tuo volere, impari che i luoghi in cui vivi non sono mai davvero tuoi... stare in questa casa è per me come stare in una stazione, in attesa di partire di nuovo- le confidai, non parlavo spesso del mio "dolore" in realtà non lo facevo mai.
-Ma tra poco avrai 18 anni, potrai decidere tu se partire o meno..- constatò lei
-Non è così, fidati... Quando i tuoi genitori ti portano avanti e indietro per anni e anni arrivi al punto tale che non hai più radici, quando avrò 18 anni potrò restare qui o andare a Roma, Firenze, Berlino... ma quale sarà casa mia? forse alla fine di tutto questo viaggiare non riuscirò a stare fermo...- rispsi, il perchè di tanta sincerità non lo sapevo nemmeno io....
Eleonora pasò una mano sul mio braccio, sentì il calore della sua presa, e il desiderio di non interrompere quel contatto.
-Non è così per forza Andrea, non sta scritto da nessuna parte, non è una regola, della tua vita puoi fare ciò che vuoi... se davvero vuoi restare lotta e fallo- Rispose Eleonora, nel suo discorso non c'era niente di insensato, ma non era tutto così facile.
-Forse è vero quello che dici, ma ho paura di essere diventato.. un nomade- dissi accennando un sorriso, i miei genitori avevano cercato di farmi dire queste cose tante volte, ogni partenza, ogni arrivo, affrontavano questo discorso, o meglio, lo facevano affrontare ad uno psicologo, ma il mio, era sempre stato un silenzio di rifiuto. Ma non con lei.. non ora.
-Forse hai avuto sempre motivi per andare via - disse lei.
-
O forse non ne ho mai avuto uno valido per restare - proposi io, credevo che la verità fosse quella, trovare un motivo per scappare e facile, ma trovarne uno per rimanere era ben più difficile .
Mi trovai a dire questa "verità" ad una ragazza che conoscevo ben poco, ma tra di noi non c'era stato forse già più di un contatto? non era forse la prima ragazza con cui mi aprivo da molto tempo? In quel momento non pensai al poco tempo che avevam o passatoinsieme , pensai invece a quanto fosse stato bello e mi avvicinai al suo volto.
Gli occhi color nocciola di Eleonora sembravano quasi dorati sotto il sole autunnale, era incredibilmente profondi, dolci, fieri.
Lei socchiuse gli occhi e io feci lo stesso, con cautela posai le mie labbra sulle sue e la baciai, di nuovo.
Sentivo il gusto dei nostri gelati mischiarsi, così come i nostri sospiri.
Mi lasciai scivolare sopra di lei, facendola stendere sul pavimento; le accarezzai i fianchi, sotto la maglietta, sentendo la sua pelle liscia sotto il mio tocco caldo.
Le mani di Eleonora mi acarezzavano, le sentivo percorrere le mie spalle, il mio volto, posarsi nei miei capelli.
La dolcezza di quel momento lasciò il posto ad un'improvvisa passione, le baciai dolcemente il collo, sentendola stringersi più forte.
Una sua mano si posà di nuovo sul mio braccio, mentre tornai a baciarle le labbra.
Eleonora ripondeva al bacio con il mio stesso entusiasmo, ci allontavamo di poco solo per ricongiungerci dopo poco, quasi per lottare con la paura di doverci staccare.
Poi improvvisamente sentì la sua tasca vibrare.
Non tolsi le braccia dal suo corpo, continuai a baciarla, contrariato all'idea di dover mettere fine a quel momento e di doveriniziare invece a pensare alle conseguenze.
Eleonora si mise a sedere rapiudamente, facendomi allontanare di scatto e rispose al cellulare e sussurrando una scusa.
Era Leda, la sentì dire qualcosa, ma in realtà non ascoltai, ero troppo preso dal guardare il suo profilo, i suoi capelli luminosi, i suoi occhi, le sue labbra che si muovevano.
Quando attaccò restammo per qualche momento ancora in silenzio, nessuno dei due era in grado di fare niente prima di mettere ordine nella propria testa.
Fui io il primo a farlo, ancora una volta l'idea di poter rischiare di sbagliare , di legarmi, di stare male, prese il sopravvento.
-Ele, senti io... Sono stato molto bene oggi con te!- dissi cercando mi sembrare calmo, ma l'espressione di Eleonora mi lasciò inutire che aveva capito a cosa stavo per arrivare.
-Ma, io e te siamo quasi due... - proseguì
-Estranei- concluse lei con una semplice parola
-Sì, esatto...Forse dovremmo fermarci a pensare... - Dissi, cercando di capire cosa ne pensasse...Ero stato benissimo, come non stavo da tanto, troppo tempo, ed era questo a spaventarmi, se un domani avessi dovuto dire addio a tutto ciò come era successo con Asia? Nonostante non l'amassi più come un tempo ancora oggi l'idea che qualcuno la potesse sfioreare mi faceva impazzire, non volevo sentirmi così anche per qualcun altro, non volevo andare via lasciando solo dolore.
Eleonora si alzò e si mise proprio davanti a me, io rimasi seduto, osservando il suo volto, per quanto il sole mi permettesse.
-No Andrea, fermati tu, pensa tu, io l'ho fatto per troppo tempo e adesso non ne ho proprio voglia! sai cosa succede a pensare e non agire?! succede che ti trovi senza niente fra le mani, senza un motivo per restare.-Aveva rabbia nella voce, sembrava incazzata con quello che stava succedendo più che con me, ma le sue parole mi colpirono forte. Aveva ragione, stavo chiudendo le porte a tutto e tutti, non avrei mai avuto un motivo per restare se li allontavo tutti, era davvero il mio destino allora quello di non avere nessuno ad aspettarmi, nonostante avessi girato diverse città?
Ero troppo preso dal ripensare alle sue parole per rendermi conto che Eleonora era rientrata inc asa correndo, ma quando lo realizzai, mi alzai di scatto seguendola
-Aspetta- dissi fermandola per un polso e costringendola a guardarmi
-Mi dispiace, io non volevo ferirti nè niente, solo che...- Ho paura, avrei voluto dire, Ho il terrore di avere qualcosa , perchè prima o poi la perdi.
-Non ti preoccupare, ho capito!- Disse lei liberandosi dalla mia presa, i suoi occhi erano ancora una volta troppo sincerci, mi odiava, era delusa, e stava male.
Come sempre avevo sbagliato e a pagarne non ero solo io .


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Capitolo 9
*** 9 ***


Andrea Eleonora
Dopo il bacio con Andrea le cose cambiarono radicalmente, iniziammo ad evitarci, a parlarci sempre meno, fino a non farlo del tutto.
Erano passati con estrema velocità quasi due mesi, due mesi che ogni contatto era stato eliminato.

-Ma io non riesco a capire come possa stare con quella tutto il giorno... - sbuffai una mattina osservando Andrea, che come sempre. era seduto accanto a Ludovica.
-Ma dai, lo sai che non le interessa, altrimenti ci sarebbe già stato qualcosa...- replicò Leda
-Ma per quanto ne sappiamo noi potrebbe essere successo qualcosa.. - sospirai
-Non credo, tesoro è di Ludovica che parliamo... - disse Leda facendomi un occhiolino - E comuqnue, sai come la penso- aggiunse poi fingendo di prendere appunti, mentre il professore passava tra i banchi.
Sì, lo sapevo, Leda e Daniela, non avevano fatto altro che ripetermi le loro teorie del tutto differenti.
Per Leda Andrea aveva solo paura che io non lo volessi, e , come tutti i ragazzi, aveva deciso di uscirne prima che io potessi chiudere con lui... il problema stava nel fatto che non avrei mai potuto chiudere qualcosa che non aveva avuto nemmeno un inizio.
Secondo Daniela invece Andrea aveva paura del contrario, ovvero che io volessi iniziare qualcosa di serio.
Ma le mie due amiche erano del tutto concordi nel ritenere che dovevo fare qualcosa, o dimenticarlo e andare avanti o cercare di riprendermelo.. Il guaio era che, in nessuno dei casi, sapevo come fare.

-Leda, che ne dici se stasera andiamo a bere qualcosa insieme? è da tanto che non lo facciamo.. - proposi, desiderano di trovare una via di fuga alle mie giornate.
-Tesoro, veramente non posso, i miei mi hanno incastrata stasera devo badare a mia sorella...- rispose Leda senza alzare lo sguardo dal suo foglio.
Conscevo la mia migliore amica da anni, ormai sapevo capire quando mentiva anche senza incorciare i suoi occhi, quello che non riuscivo a spiegarmi era il prechè.
Strappai un foglio dal mio blocco degli appunti e scrissi rapidamente la stessa cosa a Daniela, sperando che almeno lei potesse.
Purtroppo il foglio mi tornò con una faccina triste e con delle scuse scritte dal tratto frettoloso della mia amica.
Quella sera doveva stare con Guido e non sarebbe potuta venire al bar, mi voltai per osservarla e lei alzò le spalle, sotto lo sguardo severo di Guido che la controllava.
Le cose tra di loro erano peggiorate notevolmente, Daniela aveva detto di volersi prendere del tempo, per capire, per stare da sola, ma non era durata molto, era tornata da Guido. Lui l'aveva accolta a braccia aperte, ma con il tempo si erano resi conto che si era creata una rottura e adesso stavano faticando tutti e due per rimediare.
Tra una cosa e l'altra nell'ultimo mese ero stata con le mie amiche davvero poco tempo, Leda aveva sempre scuse per non uscire quando si trattava di andare a bere o ballare, Daniela passava le giornate con Guido, che ormai vedevo solo a scuola.
Avevo la netta impressione che la mia vita stesse prendendo una brutta piega, le uniche cose che non cambiavano mai erano le mie paure e le mie lacrime.
Ormai a quelle spese per Vittorio si erano aggiunte quelle per Andrea, mi sembrava di essere sbagliata, stavo perdendo tutto e troppo in fretta.

Quel pomeriggio, dato che avevo avuto buca dalla mie amiche, mi preparai a passare il tempo tra musica, libri e computer, non era il massimo, ma dovevo evitare di pensare.
Ero appunto occupata a leggere per la ventesima volta lo stesso capitolo, quando mia sorella entrò nella stanza cin il telefono in mano.
-Ele, c'è Leda- disse porgendomelo
-Grazie Lori...- risposi sorridendole.
Mia sorella era totalmente diversa da me in tutto e per tutto, faceva la III media, aveva lunghi capelli chiari e un fisico perfetto, che in più di un'occasione le avevo invidiato.
-Leda..- dissi rispondendo
-Ciao Ele, disturbo?- chiese la mia amica
-No, affatto.. ma è successo qualcosa? ti sento strana..- chiesi rendondomi conto che c'era qualcosa di estremamente strano
-Io...- Leda sospirò pesantemente - Ele, puoi venire a casa mia, adesso?- domandò abbassando la voce
-Certo che posso... ma stai bene?- domandai davvero spaventata
-Cerca di fare il prima possibile..- rispose lei con la voce rotta dal pianto.
Mi vennero i brividi, raramente avevo sentito la mia amica così, giusto quando si era lasciata con l'unico ragazzo che avesse mai amato davvero e quando i suoi stavano per divorziare due anni prima.
-Leda ti prego dimmiche ti succede, mi spaventi davvero... - dissi con voce tremante
-Ele.. io .. - disse con un filo di voce - Io, credo di essere incinta.-


Andrea


Sapevo perfettamente che l'aver detto quelle cose ad Eleonora avrebbe avuto delle conseguenze, avrei rovinato il nostro rapporto, avrei complicato definitivamente la possibilità di esserci amico.
Infatti, nonostante avessi cercato di avere un contatto con lei in più di un'occasione, avevamo iniziato con il non parlarci più.
Le mie giornate iniziavano ad essere tutte uguali, vivevo tutto senza il minimo interesse.
A scuola ero seduto ancora vicino a Ludovica, nonostante la sua compagna di banco "legittima" fosse tornata da un pezzo, la sera uscivo con il solito gruppo, andando sempre a ballare o nei locali. La cosa mi interessava davvero poco, ma tutto, era meglio che stare chiuso in casa.
Come sempre, di Sabato mattina, io e Ludovica eravamo inpegnati a parlare di cosa fare quella sera, o meglio, lei proponeva e io mi limitavo ad annuire.
-Andre.. allora, stasera c'è una festa... ci imbuchiamo, sarà piena di universitari e universitarie.. non i soliti poppanti!- mi disse la mia compagna di banco con uno sguardo allusivo.
-Devi venire per forza.. - disse poi a bassa voce evitando di essere beccata dal professore.
Annuì ancora, sarei andato, ma non mi andava, averi passato la serata a bere e ballare, due cose che non erano affatto tra le mie priorità.
Ogni tanto mi concedevo uno sguardo verso Eleonora, quando ero certa che nè lei nè le sue amiche guardassero dalla mia parte.
La vedevo sempre piegata in due sul quaderno a scrivere, parlava sempre meno, sembrava triste, ma non ero talmente egocentrico da ritenermi la causa.. osservando avevo imparato a notare come tra lei e le sue amiche stessa succedendo qualcosa.
-Allora ti aspetto sotto casa mia alle 23!- concluse Ludovica senza rendersi conto che nemmeno avevo ascoltato il nome del locale.
-Certo- dissi del tutto indifferente, lasciando scivolare un'ultima volta il mio sguardo sul profilo di Eleonora, che sbadigliando, tornò a guardare il suo quaderno.

Quella sera prima pdi scenderemi guardai allo specchio, avevo messo la solita camicia che piace tanto alle ragazze, il profumo che mi aveva regalato Ludovica, ma mai come in quel momento mi sentivo solo ed estraneo.
La persona che era riflessa nel vetro era diversa da quella che mi sentivo addosso, dentro.
Le labbra tese, gli occhi sicuri... non c'era niente di vero in quel riflesso.
Dentro io stavo urlando... dentro i miei occhi non erano affatto fieri, erano occhi che si mettono vergogna, che hanno paura.
Mi buttai un pò d'acqua in faccia e uscì di corsa, senza dare il tempo al mio riflesso di ingannarmi ancora, ma si sa, non si può seminare la propria ombra. Ero schiavo delle mie stesse decisioni, vittima dei miei errori. Era inutile dare la colpa ai miei, ai trasferimenti. Io ero così.

Passai a prendere Ludovica sotto casa, come ormai ogni sera da molto tempo.
Lei era bellissima come sempre, le gambe lunghe erano coperte da un misero pantaloncino argentato, sopra indossava un corpetto nero, dello stesso colore delle scarpe alte, che la facevano sembrare ancora più slanciata.
Le altre ragazze non erano da meno, ma, nonostante Marika fosse decisamente più bella di Ludovica, quella sera, perfino lei sfigurava al suo cospetto.

Come una pantera che porta la sua preda nella tana, Ludovica mi trascinò in pista. Sorrideva, mi guardava e, improvvisamente, per la prima volta, la desiderai.
Volevo quella ragazza, volevo porre fine alle sue allusioni, volevo concretizzare tutti i suoi segnali.
Ballavamo vicini, lei mi avvicinava sempre di più ,per poi allontanarsi , muovendo i lunghi capelli. E più si allontanava e più tornava vicina, era un gioco senza fine.
Avevo bevuto e anche tanto, ma non era quello il motivo per cui la tenevo così vicino a me, era inutile fingere che quella sera fosse solo colpa dell'alcol, l'avevo già fatto in precedenza.
-Sai Andrea.. io ottengo sempre quello che voglio.. - mi sussurrò all'orecchio - E oggi quello che voglio sei tu-
La guardai, completamente rapito dai suoi movimenti, dalla sua voce sensuale.
Senza sapere come in meno di un secondo le nostre labbra erano unite. Ci stavamo baciando. Era un bacio diverso da quello che avevo dato ad Eleonora, qui c'era solo passione, solo desiderio, non c'erano sentimenti, grandi o piccoli. Si trattava di attrazione, di corpi, non di anime.


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Capitolo 10
*** 10-L'altro lato della storia ***


leda e guido
L'altro lato della storia

Questi capitoli li chiamerei "l'altro lato della storia", spero che vi piacciano e grazie per le recensioni^^. Non voglio anticipare nnt, ma per un pò, non so bene quanto, Andrea ed Eleonora non si incontreranno, le loro storie proseguono, ma semplicemente non insieme.


Eleonora

Guidavo con rapidità nel traffico pomeridiano, la testa mi scoppiava, mi sembrava di vivere un incubo,mentre la voce della mia amica tornava a tormenarmi.
Ero uscita talmente velocemente di casa che non mi ero nemmeno messa una felpa e iniziavo a tremare per il freddo, o forse era solo la paura di quello a cui stavo andando in contro?
La telefonata di Leda mi aveva spiazzata, poteva aspettare un bambino e di chi poi?
Quando arrivai sotto casa della mia amica scesi dal mio motorino quasi senza fermarlo, lo lasciai sotto il suo palazzo ed entrai.
Corsi per quattro piani, sentivo il respiro mozzato in gola, un dolore atroce alla milza, quando arrivai senza fiato fuori la porta di casa sua, quasi mi accasciai a terra.
Bussai energicamente, sperando che ad aprirmi fosse la mia amica e fortunatamente fu così.
Leda aveva gli occhi confi, indossava una larga felpa nera e stringeva nelle mani il telefono.
Non appena me la trovai davanti le gettai le braccia al collo, stringendola forte.
Sentivo il suo respiro irregolare per il pianto, le sue lacrime bagnarmi il collo.
Restammo abbracciate per qualche secondo, come se non ci vedessimo da anni e non da ore.
Poi silenziosamente andammo nella sua stanza, per evitare di incontrare i suoi genitori e farci vedere in quello stato.

-Leda.. allora, come cavolo è possibile?- le chiesi chiudendomi la porta alle spalle e sedendomi sul letto accanto a lei
-Andiamo Ele lo sai come vanno queste cose... - disse lei strofinandosi gli occhi gonfi per il pianto
-No, non lo so !- replicai io - Di quanto sei in ritardo?- chiesi poi rimproverando il mio tono duro
-Di.. due mesi, quasi..- rispose lei rossa in viso
-Oh Leda...e hai fatto il test?-
-No, io ... volevo aspettare di stare con te..- disse estraendo il test dalla borsetta rosa
-Adesso ci sono io qui, qualsiasi cosa, in ogni caso..- dissi abbracciandola forte - Ma prima, devi dirmi chi potrebbe essere il padre..-
A queste parole Leda scoppiò in singhiozzi ancora più forti.
-Dai Leda, anche se non ne sei certa... due nomi sono meglio di nessuno.. - azzardai.
La mia amica era sempre stata una ragazza molto passionale, certo, non andava a letto con il primo che incontrava, ma se qualcuno le piaceva non aspettava troppo tempo.
Io e Daniela eravamo del tutto diverse, l'avevamo fatto solo con una persona, quella con cui credevamo, o forse speravamo di stare insieme per sempre. A me non era andata molto bene e forse ultimamente anche a Daniela le cose stavano prendendo una cattiva piega.
-L'ultimo ragazzo con cui sono andata a letto risale alla fine si Agosto..- disse lei ancora sconvolta - se aspetto un bambino è suo-
-Bè questo migliora le cose! - risposi sorridendo
-Affatto- rispose Leda, riuscivo a mala pena a capire cose stesse dicendo per il pianto - Ele non puoi capire chi è...-
-Leda non dirmi che.. mica è un professore?- chiesi sconvolta
Lei per un momento parve sorridere, scosse la testa vigorosamente, ma poi si rattristò di nuovo -Peggio..-
-Peggio di un professore c'è solo un parente credo... - dissi cercnado di sdrammatizzare
-Oddio Ele!- disse lei di nuovo in lacrime, stringendo forte il cuscino
Sgranai gli occhi, non poteva essere... - Leda stai dicendo di essere andata a letto con ..-
Leda alzò lo sguardo e con mio sollievo scosse la testa - No, scema, nessun parente.. solo che è .. peggio..-
Quelle lacime mi stavano facendo troppo male, sembrava un indovinello stupido per bambine, ma mai come in quel momento eravamo donne.
-Leda, dai, non può essere così terribile, vedrai che è anche un falso allarme... però devi dirmi il mome.. insomma se è peggio di un parente potrebbe essere solo il ragazzo di una tua amica e non cre..-
Mi bloccai di botto, gli occhi chiari di Leda erano fissi nei miei, le lacrime le avevano bagnato anche i capelli, sembrava tremare.
-Guido?- sussurrai terrorizzata
Non ricevetti un si, ma tutto nella mia amica mi fece capire che avevo indovinato.
Leda ormai piangeva senza controllo, faticava a respirare, io ero immobile, sconvolta.
Fissavo il muro bianco alle spalle della mia amica, senza nemmeno vederla.
Guido.Guido e Daniela. Daniela e Leda. Un figlio. La fine di tutto.



Andrea

Mi svegliai Domenica con un forte dolore alla testa che mi accompagnava ormai dopo le serate che passavo per i locali.
Ero tornato alle otto di mattina ed ero crollato ancora con i vestiti della sera precedente.
Sulla mia camicia si sentiva forte il profumo di Ludovica, mi tronò così alla mente il ricordo del suo bacio.
Del suo corpo perfetto che si muoveva a ritmo con il mio.
Istintivamente presi il cellulare dal comodino, scrissi velocemente un messaggio a Ludovica chiedendole di vederci.
Ero stato davvero bene, insapettatamente bene.
Lei era così.. così dannatamente sbagliata per me, rappresentava tutto ciò che avevo sempre evitato: la popolarità, la superficiltà, l'apparenza; ma era proprio questo che mi attraeva in lei, la consapevolezza che non c'era niente di logico, niente del mio passato in lei.
La sua risposta arrivò rapida, mi aspettava a casa sua al più presto; così scesi dal letto e andai a farmi una doccia, togliendo ogni traccia di quella notte.

Quando arrivai a casa di Ludovica rimasi stupito dalla sua bellezza, avevo passato quasi tutte le sere ad aspettarla sul motorino, ma non ero mai entrato.
Da una persona come Ludovica ci si aspetterebbe una casa grande, elegante, ordinata, ma non era affatto così.
Le pareti erano di un colore diverso per ogni stanza, i mobili non erano imponenti come mi aspettavo, ma la cosa più sorprendete era la sua famiglia, che incontrai di suggita.
I genitori di Ludovica erano di un biondo cenere, molto meno chiari di quello della figlia. Ma tutti e due, a loro modo, belli. Portavano vestiti colorati, sembravano quasi euforici per la mia presenza.
Ludovica aveva anche tre sorelle ed un fratello, cosa che non mi sarei mai aspettato, avevo sempre pensato che, come me, fosse figlia unica e che in comune avessimo la solitudine di una famiglia poco prensente.
Le sorelle di Ludovica, due gemelle di otto anni e una di 12 , erano delle piccole Ludovica, biondissime, magre, slanciate, ma del tutto differenti nel portamento. Prima di tutto portavano capelli corti e vestiti larghi e poi, sembravano non avere il minimo interesse per la moda, per i trucchi o per i ragazzi, cosa che, ne ero certo, la mia amica aveva imparato ad apprezzare già alla loro età.
Il fratellino di Ludovica invece aveva i capelli scuri e gli occhi chiari, era l'unico nella famiglia a non essere biondo, doveva avere massimo 2 anni, perchè per quei pochi minuti che passammo insieme continuò a giocare con le chiavi del mio motorino ripetendo che erano "sue".

-Scusali, sono troppo euforici quando viene una persona a casa, pensano che io in quelche modo mi vergogni di loro.. - spiegò Ludovica quando il resto della famiglia fu uscito per andare a teatro.
-E come mai?- domandai veramente interessato
-Bah.. sono così.. diversi da me, molto spesso penso di essere stata adottata- disse scherzando - insomma guarda i miei, fanno tutti e due gli artisti e questo li rende molto poco concreti... Margherita e Matilde, le due gemelle non hanno ancora capito che sarebbe il caso di far crescere i capelli di almeno 2 centimetri.. Anna Paola a 12 anni continua a vestirsi come Piero che ne ha 2... -
Restai sconvolto da queste parole e dal modo con cui erano state dette, nella voce di Ludovica non c'era un velo d'affetto per la sua famiglia, c'era quasi insofferenza.
-Io credo che le tue sorelle siano davvero carine ineve e i tuoi genitori sono due persone eccezionali.. - risposi, convinto.
-Lo dicono tutti quelli che la vedono dall'esterno, ma non sai cosa vuol dire sentirsi criticata perchè sono una "materialista", ho dovuto lottare per poter avere una stanza tutta mia a 15 anni.. -
-Hai una famiglia che ti vuole bene.. - le feci notare
-Si certo, ma forse nel modo sbagliato.. non hai notato che nemmeno mio padre si è meravigliato che un ragazzo passasse una giornata con me, da soli?- chiese
-Ti lasciano i tuoi spazi.. -
-No, semplicemente sono troppo presi dai loro spettacoli, dai loro quadri per capire, per conoscermi ... -
Quella semplice affermazione mi fece vedere per la prima volta Ludovica sotto una luce differente, davanti avevo una ragazza che aveva cercato di farsi notare, di essere qualcuno, forse eravamo simili davvero. Tutti e due ci sentivamo soli.
-Ma adesso basta parlare di loro.. - disse poi trascinandomi nella sua stanza. Avevo notato che lo faceva spesso, mi portava dove e come voleva lei.
In camera non perdemmo tempo, mi lasciai baciare come la sera precedente, questa volta ancora più coinvolto, era esattamente quello che cercavo... un bacio senza promesse.
Feci stendere Ludovica sul suo letto, sentendo il suo respiro accarezzarmi il collo, mentre mi sfilava la maglietta.

Poco prima di andare via salutai con un rapido bacio sulle labbra Ludovica sulla soglia della porta.
-Ci vediamo domani a scuola?- chiesi
-Certo.. - rispose lei, feci per voltarmi, ma la sua voce mi richiamò.
-Ah Andrea, io sono libera, non cercare di mettermi le catene... - dissi sorridendo
-Non ne ho la minima intenzione Ludovica, fidati.. - risposi, sollevato all'idea che, finalmente, potevo avere tutto ciò che cercavo.






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Capitolo 11
*** 11-L'altro lato della storia ***


Ecco gli altri due capitoli, lo so, sonp brevi, ma avevo bisogno di ispirazione.. non so nemmeno io cosa succederà a Leda, ad Andre o ad Eleonora.. xD
Un grazie infitito va a
_Laura_ , _matthew_ e BAbyDany94 : L'idea della gravidanza di Leda mi è venuta improvvisamente mentre scrivevo qualche capitolo prima, non avevo la minima idea di come far evolvere la cosa, sapevo solo che il padre doveva essere Guido.. perchè? Bè forse perchè era la persona che anche io non avrei mai detto xD o forse perchè avevo voglia di fare casino :P Vittorio sinceramente non mi è passato per la testa, ma solo perchè la povera Eleonora ne passa già di tutti i colori xD
Continuo a non avere lei idee chiare sul finale, questo è un mio difetto, scrivo senza programmare, infatti certe volte ci metto tanto tempo per buttare giù un misero capitolo. uff!
Spero che anche questa volta non vi siate annoiate.. fatemi sapere cosa ne pensate?
Ps Anche voi trovate Andrea molto contorto ? xD


L'Altro lato della storia capitolo 2

Eleonora

-Leda..- dissi cercando di tornare lucida - Come, dove, quando.. e perchè?-
Lei alzò i suoi grandi occhi chiari e li posò nei miei, vederla così mi faceva ,male, tanto , troppo. Ero combattuta, Guido era il mio migliore amico... stava con Daniela, una delle mie migliori amiche...ma Leda..Leda era la mia vita, la mia salvezza, la mia forza.
Non potevo lasciarla, ma non potevo nemmeno far stare male Daniela.
-Io..-Leda respirò pesantemente - Hai presente la festa di Maria? quella a cui non siete venute nè tu nè Daniela perchè eravate fuori?-
Mi limitai ad annuire
-Io e Guido ci siamo andati, abbiamo bevuto molto, abbiamo parlato.. come non facevamo da tempo- spiegò lei - Mi ha detto che pensava di essere stato tradito da Daniela, che aveva paura di perderla e che forse doveva chiudere la loro storia.
Abbiamo ballato tutta la notte sulla sabbia, abbiamo riso come pazzi, non ero mai stata così bene con un ragazzo senza andarci a letto.
Poi improvvisamente qualcosa è cambiato, i miei ricordi sono sfocati, so solo che c'era lui che mi baciava e io che ricambiavo. Non so dirti chi abbia iniziato o perchè. Non ricordo assultamente nulla.
La mattina dopo, quando mi ha riportata a casa dopo la festa, era anche più confuso di me, non ne abbiamo parlato nemmeno un attimo.
Quando Guido è partito per la Spagna mi sono sentita sollevata e ho iniziato a credere che non fosse successo niente, magari era solo un incubo... Vedere Daniela, sentirla parlare di lui mi uccideva, mi sentivo una stronza e sono certa di esserlo..
So già che adesso vorrai sapere se lo amavo, ma Ele, la vita non è esattamente come la tua favola, non ci sono solo principi che ami alla follia, ci sono anche ragazzi, c'è anche sesso senza impegno, senza pensiero..eppure se provassi qualcosa per lui sarebbe tutto più facile, mai come adesso mi sento proprio come Ludovica.-
Continuai a fissare la mia amica a bocca aperta, avevo mille pensieri, mille parole che mi frullavano per la testa, ma non riuscivo ad aprire bocca.
-Cosa devo fare, cosa?- chiese Leda scoppiando di nuovo in lacrime e buttandosi sul letto, sprofondando tra i cuscini
-Perchè non mi hai detto niente?- chiesi ancora scolvolta
-Perchè.. io.. speravo che non dicendo niente tutto questo sparisse ed è stato così per un pò...-
-Leda, sono due mesi che potresti essere incinta del ragazzo di una delle tue migliori amiche.. di Guido.. - sapevo di farle del male così, ma ero troppo sconvolta per lasciarmi andare a frasi dolci
-Lo so.. Speravo si trattasse di un ritardo da stress.. e poi, io.. non potevo raccontartelo.. sapevo cosa mi avresti detto.. - disse emrrgendo dai cuscini
-Non ti ho accusato di niente Le'.. - dissi cercando di autoconvincermi
-No, ma credimi, bastano i tuoi occhi.. - sussurrò lei fissandomi
Mi gettai sulla mia amica stringendola forte, aveva bisogno di me, al diavolo il resto.
-Eleonora, dimmi tu che devo fare?- chiese di nuovo tra le lacrime e facendomi tremare, non mi chiamava Eleonora da anni
-Tesoro, credo che ci sia ben poco da fare- dissi accarezzandole i capelli rossicci - Dobbiamo fare il test, devi parlare con Guido e poi.. insieme dovrete dirlo a Daniela..questo se tu dovessi essere... incinta-
-Ma come faccio? non è la paura di crescere un bambino, credimi.. io preferisco fingere di non sapere di chi sia, preferisco passare per una..insomma Ele a Guido non dirò niente!- rispose la mia amica sciogliendo l'abbraccio
-Non puoi dire sul serio.. Leda, un bambino ha bisogno di un padre, se poi hai solo 17 anni... -
- pensi che io non lo sappia? credi che io voglia rovinarmi la vita? sono stata una sciocca, ho commesso un grave errore e questa è la conseguenza-
-Non sei stato solo tu a commettere l'errore.. eravate in due!- dissi cercando di farla calmare, adoravo Guido, per me era come un fratello, ma aveva sbagliato tanto quanto Leda. In quel momento tutto mi semrbò chiaro, le assenze per strane nausee, l'assenza di alcol, di alcuni cibi..ero stata una stupida a non rendermene conto prima.
-Ma.. Daniela è..loro..insomma.. io non posso!- disse Leda coprendsosi gli occhi colmi di lacrime con le mani
-Lo affronteremo insieme, non sei e non sarai mai sola.. anzi sai che facciamo?! andiamo anche dal medico, è più sicuro del test.. possiamo farlo oggi stesso.. c'è un amico dei miei, è un dottore ed un uomo molto discreto.. -
-Grazie, Ele, se non ci fossi tu... - disse la mia amica stringendomi di nuovo forte
Non sarebbe stato semplice, ma potevamo farcela, insieme.
-Sei pronta?- chiesi estraendo il test dalla borsa, sapevo che non era affidabile del tutto, ma sicuramente era un inizio
Leda si alzò lentamente e con le mani che le tremavano prese lo scatolino.
-Tu aspettami qui..- disse - Io vado in bagno, poi vediamo insieme il risultato.. -
Mi alzai dal letto e nuovamente la strinsi forte -Andrà tutto bene...- le sussurrai all'orecchi, cercando di convincere anche me stessa.

Il tempo che aspettai Leda mi sembrò infinito, ero seduta nuovamente sul letto e fissavo le foto attaccate all'armadio.
Quanti ricordi, foto di un passato lontanissimo, foto di Leda in pannolino, Leda e i suoi primi passi.
Foto di un passato meno lontano ma più doloroso, noi due alle medie, che indossavamo due gonne uguali. Avevamo ancora il volto di due bambine ma cercavamo di essere grandi.
Altre foto, altri ricordi, altro dolore, Sempre io e Leda, l'ultimo giorno di III media, compariva anche Vittorio, i suoi lineamenti erano ancora morbidi e dolci, in quel periodo lo amavo davvero tanto, mi chiesi che fine avesse fatto quel ragazzo... esisteva ancora da qualche parte? o era morto per sempre? Accanto a Vittorio si intravedeva il sorriso sicuro di Guido, i suoi occhi grandi, le sue spalle larghe.
Continuai ad osservare l'armadio e improvvisamente sentì le lacrime arrivarmi agli occhi, quando il mio sguardo si posò su una foto.
Due anni prima, nella foto c'eravamo io, Leda, Daniela e Guido.. eravamo così felici, così diversi da adesso, pensavamo che saremmo stati amici sempre e comunque, ma forse, questa volta, era davvero troppo anche per noi.
In quel momento la porta del bagno si aprì e ne uscì Leda, mi sembrava incredibilmente stanca, quasi invecchiata di anni.
I suoi capelli sempre perfetti erano legati in una treccia disordinata ed erano attaccati al volto per le lacrime.
Aveva gli occhi rossi e stanchi, semrbava esile , quasi malata.
-Ci tocca aspettare.. - disse progendomi il test.
Le strinsi la mano , incrociando le mie dita alle sue. Prima di guardare il risultato del test un'ultima foto catturò la mia attenzione.
Leda ad appena 5 anni che cullava una bambola. Leda, che giocava ad essere madre.
.positivo.
Andrea


Dopo essere stato con Ludovica tornai a casa velocamente, avevo voglia di farmi una doccia e suonare un pò, era da tanto che non loo facevo.
La prima volta che avevo preso una chitarra in mano avevo 13 anni, a Firenze, mio zio aveva insitito perchè avessi qualche interesse oltre la scuola ed Asia.
Inizialmente avevo provato a fare sport, ma mi annoiavo immediatamente, poi ero passato alla recitazione, ma non ero mai stato interessato a farmi notare,quindi non faceva per me.
Passai tutta Domenica sera a suonare, da quando ero arrivato a Napoli, per la prima volta, mi sentivo di nuovo me stesso, in tutto e per tutto.
Era una sensazione che solo la musica sapeva darmi, solo le corde tese di una chitarra, il suo suono che mi accompagnava.
Questa sensazione svanì definitivamente la mattina dopo, quando tornai a scuola.
Come sempre entrai nel bar e presi posto accanto agli altri.
-Allora Andrea Sabato una certa Ludovica ti ha catturato.. - disse Vittorio dandomi una leggera gomitata
-Catturato..? che parolone.. - risposi poco interessato
-So bene che tipo è quella ragazza, ci sono uscito anche io diverse volte.. pensa, da quando ci sono entrato in contatto ho cambiato proprio vita, prima ero un mezzo sfigato, stavo sempre con quelli di classe tua.. De Martini e le sue amiche, insomma..-
Guardai Vittorio, sperando che il mio sguardo di disprezzo fosse colto.
-Non mi risulta che Eleonora sia una sfigata.. - aggiunsi
-Bè sicuro non è Ludovica!- rispose lui bevendo un sorso di caffè e facendomi l'occhiono.
Per una volta la pensavo come Vittorio, Ludovica non era Eleonora.

Le prime ore di lezione volarono, la professoressa aveva diviso la classe in due gruppi, uno che doveva andare a fare ricerche nell'archivio storico e uno che doveva restare in classe.
Con mio sollievo io ero nel secondo, sia Ludovica che Eleonora invece, erano nel primo.
Così per qualche ora evitai di cercare con lo sguardo gli occhi di Eleonora, di scrutarla in silenzio, o di dover ricambiare l'interesse di Ludovica.
Certo, con lei ci stavo bene, ma questo solo se si trattava di un rapporto fisico, niente sentimenti, niente impegni e niente catene,proprio come piaceva a noi.


In cortile, quando Ludovica mi venne in contro, osservai lo sguardo con cui gran parte dei ragazzi l'ammirava, ero fortunato, la volevano in tanti, ma io l'avevo. Certo, non ero particolarmente entusiasta di questo, anche perchè adesso sicuramente non sarei passato insosservato.
-Andrea! Non hai idea della rottura in quell'archivio del cavolo!- disse Ludovica prendendomi sotto braccio
-Immagino..- dissi fingendo interesse
-Senti, stavo pensando.. perchè stasera non vieni da me? i miei vanno allo spattacolo delle gemelle.. - sussurrò sensualmente nel mio orecchio
-Alle nove?- chiesi
-Alle nove- rispose lei baciandomi vicino all'orecchio e poi sulle labbra, portandomi in un attimo sulla luna.
Ma è proprio vero quello che dicono, più alto voli più male ti farai cadendo... e infatti scendere dalla luna non fu affatto piacevole.
Bastò incrociare gli occhi di Eleonora alle spalle di Ludovica, bastò così poco per farmi sentire sotto terra.


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Capitolo 12
*** 12-L'altro lato della storia ***


L'Altro lato della storia capitolo 3




Eleonora

Avevo accompagnato Leda dal medico, che aveva confermato il risultato del test, Leda aspettava un bambino e tutto coincideva. Agosto,quella notte, lei e Guido.
Ero tornata a casa talmente sconvolta che non avevo mangiato niente ed ero andata a dormire.
Avevo anche cercato di convincere Leda a dormire da lei, ma aveva detto che era meglio di no, avrebbe finto di avere la febbre e il giorno dopo non sarebbe venuta a scuola.
Con molta fatica ero riuscita a farle capire che non aveva scelta, doveva parlare con Guido e doveva farlo il giorno seguente.
Avrebbero dovuto prendere una difficile decisione, avrebbero dovuto parlare con Daniela e cercare di gestire quella che sarebbe stata sicuramente una brutta situazione.
Io avevo la testa che mi scoppiava, troppi problemi, troppe cose, sentivo che sarei scoppiata, ma il difficile doveva ancora arrivare.
Avrei dovuto vivere tra la tensione dei miei tre migliori amici, tra la gravidanza della mia migliore amica e i miei problemi.
A scuola Lunedì le cose andarono peggio del previsto, Guido quel giorno avrebbe parlato con Leda, ma ancora non sapeva niente, io cercavo di fare finta di niente, di ascoltare Daniela che mi diceva di essere più felice, perchè con Guido andava decisamente meglio.
Fingevo di non avere niente da nascondere, di essere contenta per loro. Ma dentro stavo impazzendo, non avevo fatto altro che pensare alla mia amica, alla situazione in cui si trovava.
Per fortuna la professoressa di storia venne in mio soccorso dividendo la classe in due gruppi, uno per andare all'archivio storico e uno per restare in classe.
Fui sollevata al massimo di non essere capitata con i miei amici, nonostante con me ci fosse anche Ludovica e la sua amichetta non ho cervello- e-me ne vanto.
Stramente fare ordine nell'archivio della scuola mi rilassò, non pensai a niente, catalogavo, ricercavo e ordinavano in silenzio.
Riuscii anche a chiamare Leda un paio di volte per sapere come stava, se aveva bisogno di qualcosa, ma la risposta era sempre la stessa " ho bisogno di tornare ad Agosto e non fare la puttana"
La mia giornata peggiorò notevolmente durante l'intervallo, ero riuscita ad evitare Daniela e Guido e a scedere con gli altri compagni in cortile, cosa che, da mesi, evitavo.
Il cortile era pieno di ragazzi dei primi anni, del IV e V ginnasio, quelli più grandi preferivano vedersi nella terrazza o alla fine del cortile, dove posavano le macchine.
Poi, c'era l'angolo del "gruppo di Ludovica e Vittorio", erano anni che si mettevano seduti sui motorini all'ingresso del bar. Era un posto perfetto, tutti quelli che passavano li guardavano, qualcuno li ammirava, qualcuno li invidiava e ,per fortuna, c'era anche chi li guardava disgustato.
Io ero decisamente tra quelli, da sempre, anche quando ero in IV ginnasio, non avevo mai desiderato essere una di loro, certo, avevno i ragazzi migliori, ma io stavo con Vittorio e mi bastava, avevano anche la fama, ma quella la perdi come niente, per il resto, io stavo bene comunque.
Quando Vittorio in I liceo era entrato definitivamente a far parte di quella gente avevo anche provato ad imitare Ludovica, avevo iniziato a vestire diversamente, ma per fortuna Leda, Daniela e Guido mi avevano fatto capire che non serviva a nulla.
Quel giorno però feci lo sbaglio di osservare quei motorini, forse perchè avevo voglia di vedere cosa si diceva nel mondo dei "belli e desiderati", ma sarebbe stato decisamente meglio non farlo.
Ludovica stava parlando con Andrea, quando improvvisamente gli sussurrò una cosa all'orecchio e poi lo baciò.
Andrea con mia sorpresa ricambiò, accarezzandole i capelli, quando improvvisamente aprì gli occhi, io ero lì, lo stavo fissando.
I suoi occhi chiari si spalancarono per lo stupore, i miei si socchiusero per la rabbia.
Era decisamente la conclusione migliore di una giornata pessima.
Quando tornai in classe ero talmente furiosa che non riuscii a non prendere Daniela per un braccio per raccontarle quello che avevo visto.
-Ele, non volevo dirtelo, ma Guido, oggi ha sentito Giada e le altre nel bar, che parlavano di Andrea e Ludovica..-
-Cosa dicevano?- chiesi con un filo di voce
-Niente, non stanno insieme, ma pare che stiano uscendo.. anche se conoscendo il tipo credo che saltino tutti i convenevoli.. -
-Bè..- avrei voltuo dirle che sarebbe stato meglio dirmelo prima, che non mi aveva certo una bella sorpresa, ma non era il caso, la vera sorpresa l'avrebbe avuta lei a breve. - Grazie per avermelo detto.. -
-Dai Ele, noi ci abbiamo provato, ma se va con quella davvero non ti merita-
-Pare che tutti i "miei ragazzi" non mi meritino allora... - commentai ironicamente
-Arriverà..- disse Daniela abbracciandomi - Arriverà -

Quando tornai a casa mia madre mi disse che aveva chiamato Leda per dirmi che oggi sarebbe andata da Guido.
Attesi una sua telefonata per tutto il giorno, senza riuscire ad aprire libro.
Finalmente poco prima di cena il telefono di casa squillò, ma contro ogni previsione non era Leda.
-Guido?- chiesi meravigliata quando mia sorella mi portò il telefono.
-Pronto Ele..?- la voce del mio migliore amico suonò dall'altro lato.
-Guido..-
-Senti.. so che sai tutto.. ecco io.. -parlava lentamente, aveva la voce molto bassa, doveva aver pianto anche lui, pensai.
-Si, so tutto.. -
-Domani dovremmo dirlo a Daniela e.. ecco, io penso che dopo lei sarà molto scossa, avrà bisogno di qualcuno.. tu sei l'unica che le può stare vicino; non vorrà parlarmi mai più così non le potrò spiegare..-
Un senso di tristezza mi invase, l'amava davvero senza limiti.
-Non ti preoccupare, passo a casa sua domani sera, quando avete intenzione di dirglielo?- chiesi
-Dopo scuola andremo da lei.. - ci fu una pausa, poi un silenzioso singhiozzo - Oddio Ele cosa ho fatto!-
-Guido.. capisco che sia una brutta situazione, ma devi essere forte, Daniela capirà, tu l'ami davvero!-
-Si, ma adesso non posso e non voglio lasciare Leda da sola.. - replicò lui
-Avete deciso cosa fare?- chiesi
-Credo che terremo il bambino.. è giusto così..- la sua voce era ancora molto bassa e una gran tristezza mi invase, molti non avrebbero fatto così, molti se ne sarebbero lavati le mani, ma Guido era diverso.
-Adesso Leda è a casa?- domandai
-No, i genitori l'hanno trascinata dai parenti, toccherà dirlo anche a loro.. -
-Guido.. io ci sono, per qualsiasi cosa.. - dissi cercando di fargli capire che era davvero così
-Lo so Ele, grazie, ma adesso quello che mi interessa è che tu stia vicino a Daniela.. e a Leda ovviamente..-
-Lo farò, ma questo non vuol dire che non ci sia spazio anche per te, lo sai che ti voglio bene!- dissi quasi all'orlo delle lacrime
-Te ne voglio anche io - rispose lui.
Quando attaccò scoppiai in lacrime,sicura, che quella sera, non ero l'unica.

Andrea

Come promesso alle nove ero a casa di Ludovica, continuavo a dire ai miei che andavo a casa di amici, che uscivo, che tornavo per cena ma non lo facevo mai. Tutto questo perchè speravo in una loro reazione, in un semplice segno che mi facesse capire di non essere invisibile.
Era paradossale, il mio desiderio era sempre stato quello di non farmi notare, di essere uno dei tanti, ma da quando mi ero trasferito era stato l'esatto opposto e ancora non sapevo se gioirne.
Ludovica come sempre era perfetta, indossava un pantalone nero ed una felpa rossa, portava gli occhi truccati anche in casa e i capelli le cadevano lisci e morbidi sulle spalle.
Questa volta saltammo ogni convenevole, andammo direttamente nella sua stanza. Il nostro rapporto era tutto lì.
Restai a casa sua per due ore, parlammo poco e niente, io non amavo raccontarmi e lei non mi sembrava interessata ad ascoltare.
Come la volta precedente, quando me ne andai, mi accompagnò alla porta d'ingresso e mi baciò sulle labbra.
Non ci fu bisogno di menzionare il nostro desiderio di libertà, ormai c'era un tacito accordo, nessuno avrebbe mai messo le catene all'altro.

Tornai a casa velocemente, le strade erano quasi deserte e con il motrino era facile evitare il traffico.
-Mamma, papà sono tornato!- urlai una volta arrivato, gettando il casco per terra.
-Andrea, tesoro vieni..c'è una sorpresa per te.. -disse mia madre dal salotto.
Poco convinto seguii la sua voce e la raggiunsi.
-Andrea!- disse una voce vellutata dal fondo della stanza, facendomi gelare il sangue nelle vene.
-Asia- sussurrai prima di accoglierla tra le mie braccia.

L'abbraccio con Asia mi sembrò durare ore, quando lentamente ci allontanammo la osservai negli occhi.
Era bellissima, come l'avevo lasciata, forse anche di più ora che non era mia.
-Asia.. ti trovo.. benissimo.. - dissi posando il mio sguardo sul suo corpo
-Grazie, anche tu non sei malaccio.. - dissei lei scherzando, con quell'accento toscano che tante volte avevo imitato per farla ridere.
-Asia e suo padre sono venuti qui per lavoro e per salutarci- interevenne mia madre - perchè voi due adesso non andate un pò di là a parlare, avrete molte cose da dirvi.. - propose mio padre, era sempre stato felice del mio rapporto con Asia.
-Andrea voglio vedere la tua nuova stanza!.- disse lei uscendo dal sallotto e salendo le scale
-Non è niente di che.. - risposi, ricordando le parole di Eleonora quando l'aveva vista ed il suo sorriso divertito mentre guardava il disegno dietro al letto.
Asia aprì la porta e con la sua solita camminata elegante entrò nella stanza.
-Sai cosa ci manca? una nostra foto..- disse osservando le pareti vuote.
-Provvederò- le promisi sorridendo, ero così felice di vederla.
-Allora Andrea, come stai?- mi chiese sedendosi sul letto e accavallando le lunghe gambe
-Non saprei, credo bene - risposi
-Ti conosco tnon te la cavi così, c'è qualcosa che non va?- chiese inclinando un pò il volto e posando i suoi occhi grigi nei miei
-No è solo che.. è tutto così diverso, la vita che faccio qui, insomma, non ci crederai mai ma sono stato catapultato nel mondo dei "bellissimi di scuola"- dissi ironicamente
-Proprio tu che a scuola preferivi non farti vedere troppo in cortile?- domandò lei incuriosita
-Esatto- annuii- proprio io..non so chi sono.. Asia, non lo so più -
-Andre, è normale, hai la possibilità di rincominciare, di essere un'altra persona, di fare tutto quello che non hai mai fatto.. - disse lei posando una mano sulla mia
-E tu, come stai Asia?- chiesi pronunciando il suo nome con attenzione, mi piaceva così tanto il suono che aveva.
-Bene, sto bene... però sono venuta a trovarti per un motivo in particolare.. -
-Dimmi..- dissi senza capire

Osservai i suoi tratti, i suoi occhi, le labbra, i capelli. Vederla lì nella mia stanza mi dava la prova di aver avuto un passato, di avere delle origini, della cenere da cui rinascere.
-Mio padre è stato trasferito a New York.. andrò a vivere là tra due settimane.. -disse
-E così anche tu te ne vai.. - sussurrai con un velo di malinconia
-Si, e questa volta non sarà qualche chilometro a dividerci, volevo dirtelo, volevo dirti che adesso a Firenze non ci sarò più io ad aspettarti..-
Si passò una mano tra i lunghi capelli, come faceva sempre e sorrise
-Andrea, guarda che lo so anche io... so benissimo che non ci eravamo promessi niente e che tra di noi era finita da molto tempo, ma non riuscivamo a direcelo.. E' stato meglio così, rischiavamo di rovinare dei momenti bellissimi, io ti ho amato davvero.-
-Mi dispiace che sia finita Asia.. - le dissi veramente convinto
-Già, ma questo non cancellerà mai quello che sei stato per me.. - disse lei accarezzandomi il volto - il mio primo amore..-
-Credi che ci rivederemo persto?- domandai
-Non lo so, ma prometto di scriverti..- disse sorridendo - Ti voglio bene, Andrea -
L'abbracciai proprio come quando ci eravamo dovuti dire addio qualche mese prima, respirai il suo profumo, accarezzai i suoi capelli, la strinsi forte.
-Ricordai che ti meriti di essere felice, senza mezzi termini, senza condizioni.. non scappare dalla felicità, non nasconderti dietro l'ombra di qualcosa che non sei- disse lei nel mio orecchio.
-Promettimi che la prossima volta che ci vedremo tu sarai esattamente ciò che desideri essere, promettimi che inizierai da stasera .. -
-Te lo prometto Asia, ma lo stesso vale per te - risposi sciogliendo l'abbraccio.
Lei sorrise dolcemente, poi infilò una mano nella tasca della mia felpa ed estrasse il cellulare.
-E adesso, prima di andarmene.. - disse avvicinandosi - Una foto per la tua stanza !-
Ci mettemmo in posa e scattammo una, due tre, foto. Ridemmo, parlammo, ricordammo i momenti più intensi della nostra storia, quelli più divertenti, ma anche tutte le lacrime.
Avevo la certezza di non provare più nulla per lei, ma Asia aveva il potere di farmi ricordare sempre chi ero e cosa volevo.
E adesso sapevo cosa fare.



*****


Ancora una volta grazie mille per le recensioni, davvero! Non so proprio come farei senza di voi ^^
Andrea lo trovo anche io molto incoerente, ma penso che il 90 % dei ragazzi sia così xD quindi è anche voluta la cosa :)
Ludovica è vero è meno odiosa di quello che sembra.. ma ci saranno varie sorprese..
Per quanto riguarda Leda ed Eleonora mi sono commossa scrivendo il loro discorso, ma più che mai scrivendo quello con Guido di questo capitolo .. me lo amaaaa xD
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolooo.. Grazie mille, davveroooo <3


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Capitolo 13
*** 13-L'altro lato della storia ***


L'Altro lato della storia capitolo 4

Grazie ancora per le recensioni, questo è l'ultimo capitolo in cui Andrea ed Eleonora conducono vite del tutto parallele, non vi voglio anticipare nulla però xD
Spero che anche questo vi sia piaciuto e aspetto le vostre recensioni!
Concordo con voi su Guido è un tesoroooo!! Esisterà un ragazzo così?
Grazie ancora per i commmenti! *___*


Eleonora

Martedì avrei dato qualsiasi cosa per non andare a scuola, sarebbe stata una situazione drammatica, lo sapevo.
Leda non era venuta, iniziava a rischiare di perdere l'anno per le troppe assenze.
Guido aveva lo sguardo più triste di questo mondo e cercava di tenere Daniela a distanza, che non capiva cosa stesse succedendo.
Andrea e Ludovica erano seduti sempre vicini, continuavano a parlare e l'immagine del loro bacio mi tornava alla mente in continuazione.
Non riuscivo a non pensarci, Ludovica si era presa anche Andrea, aveva vinto, come sempre.
Per fortuna anche le giornate peggiori finiscono, così, quando la campanella segnò la fine delle lezioni riuscii a tornare a casa e a prepararmi per quella sera, quando avrei dovuto affrontare Daniela.
-Ele ho paura.. tra dieci minuti Guido mi passa aa prendere e andiamo a dirle tutto.. io non credo di riuscirci.. - mi disse Leda al telefono quel pomeriggio
-Devi essere forte...ricordati che puoi contare su di me..- dissi cercando di farla calmare
-Oggi no, oggi tu starai solo con Daniela e devi promettermi che sarà così fino a quando lei avrà bisogno di te.. - disse Leda con voce nasale, di chi deve aver appena pianto.
-Io ci sarò sempre, per te, per Daniela, per Guido, per questo bambino- promisi -Quando lo dirai ai tuoi?- chiesi dopo un attimo di silenzio interrotto solo dal respiro irregolare di Leda
-Penso di farlo la settimana prossima, mio padre ora è fuori per lavoro.- spiegò lei
-Ci sarò - dissi semplicemente
-Grazie..- rispose lei - se sarà una femmina porterà il tuo nome- disse poi scherzando.
Era tipico di Leda, trovava il modo di ridere anche nei momenti peggiori, lei era semplicemente così, talmente forte da sembrare invincibile eppure così fragile da non poter andare avanti da sola.
-E' arrivato Guido.. io vado.. alle otto a casa di Daniela.. - disse Leda frettolosamente
-Ti voglio bene , ricordalo- dissi io.

Il tempo sembrò non passare mai, l'oroglogio sembrava aver deciso di rallentare appositamente per me.
Ma quando la lancetta segnò le otto meno venti avrei preferito che si fermasse del tutto.
Uscii di casa sentendo le mani che mi tremavano, avevo il cellulare con me, speravo che Daniela mi chiamasse per dire che sapeva tutto ma non le importava nulla, che andava bene anche così. Ma quella telefonata non arrivò mai.
Quando bussai alla porta di Daniela mi venne ad aprire sua madre, Giuliana, Daniela viveva solo con lei da anni e anni, da quando suo padre era andato via.
-Ciao Eleonora, che sorpresa.. Leda e Guido sono appena andati via.. - disse Giuliana
-Grazie signora Todi, lo so.. scusi se mi prensento così, ma vorrei parlare con Dani.. - dissi
-Certo, accomodati, è nella sua stanza - disse - però mi ha detto di stare male e di non voler vedere nessuno.. - disse poi guardandomi incuriosita, doveva aver capito che c'era dell'altro.
-Grazie, provo a vedere come sta allora.. - dissi cercando di non farmi leggere negli occhi tutta la paura che avevo.

Bussai alla porta della stanza di Daniela una volta, poi aprii lentamente la porta.
Daniela era stesa per terra, aveva il volto nascosto dalle mani, sparse per terra c'erano decine di foto, di lettere.
-Dani..- dissi con un filo di voce abbassandomi e accarezzandole la spalla.
Lei alzò il volto e mi gettò le braccia al collo con una rapidità tale che mi colse impreparata.
Pianse in silenzio, nessuna delle due aveva il bisogno di dire qualcosa, certe volte le parole rendono tutto più difficile.
Non so per quanto tempo le accarezzai i capelli, le spalle che si alzanvano e abbssavano per il pianto.
Poi improvvisamente lei si alzò, si mise a sedere e con una mano asciugò il votlo da ogni lacrima.
-Tu lo sapevi?- mi chiese
Scossi la testa, non sapevo cosa intedesse con lo sapevi, se sapevo della storia di Leda e Giudo o solo della gravidanza.
-Come hanno potuto?- chiese con ira - Come? il mio ragazzo da anni! la mia migliore amica!- disse quasi urlando
-Lo so Dani, lo so, ma credimi nessuno dei due ti voleva fare del male.. -
-Andiamo Eleonora, se fosse successo a te? se una tua amica fosse andata a letto con Vittorio?- chiese
Io rimasi in silenzio. Era successo.
Anni prima, Vittorio aveva chiuso come me perchè si era detto addirittura innamorato di una mia carissima amica: Irene.
Irene l'avevo conosciuta in IV ginnasio , proprio come Daniela, eravamo diventate immediatamente amiche e poi improvvisamente mi aveva pugnalato alle spalle. Lui mi aveva lasciato per lei, che non aveva mai chiesto scusa, non si era nemmeno giustificata, semplicemente ci girava mano nella mano per i corridoi, come se niente fosse.
-Scusa.- disse Daniela, evidentemente le doveva essere tornato alla mente lo stesso episodio.
-Credo che tu mi possa capire.. - disse
-Si Dani, so cosa vuol dire, ma è diverso. So che tu adesso sei tanto arrabbiata e hai ragione ad esserlo. Ma non conosco nessun ragazzo più innamorato di Guido..e Leda era completamente ubriaca, sai cosa succede quando beve troppo..-
-Non ci sono giustificazioni, dovevano dirmelo, forse li avrei perdonati, ma adesso.. adesso c'è di mezzo un bambino e anche volendo niente sarebbe più come prima.. -
-Mi dispiace Daniela, non ti meriti tutto questo.. - dssi abbracciandola.
-Mi fidavo- disse lei tra le lacrime -Io.. non so cosa devo fare.. -
-E' normale, prenditi tutto il tempo, ma cerca di capire che nemmeno per loro è una bella situazione.. stanno pagando le conseguenze dei loro errori.. -
-E io allora? che errore ho fatto?- disse lei soffocando le parole tra i singhiozzi
-Nessuno, nessuno..- dissi cullandola dolcemente - Nessuno.-
Sentivo gli occhi bruciarmi per le lacrime, ma mi sfrozavo di essere forte, dovevo farlo per tutti loro.
Quella notte dormii a casa di Daniela, in realtà nessuna delle due chiuse occhio fino all'alba, quando crollammo esauste.

Andrea

Dopo la vista di Asia mi sentivo un'altra persona o meglio, mi sentivo di nuovo me stesso.
Andai a scuola con una prospettiva del tutto diversa, volevo vedere Eleonora, volevo parlarle, volevo osservare le fossette che le comparivano quando sorrideva.
Ma ad aspettarmi in classe, quando entrai, c'era solo Ludovica che giocava con la sua penna.
-Andrea!!!! visto che bel tempo oggi!? che ne dici se andiamo a fare un giro dopo la scuola, con tutti gli altri?- propose
-Veramente Ludovica, oggi dopo scuola vorrei parlarti.. - dissi - Magari ci beviamo qualcosa, o vengo da te..-
-Mmm da me oggi non puoi, i miei non escono.. ci vediamo al solito bar? alle sette? - chiese lei sorridendo
-Al solito bar- concordai .
Il resto della mia giornata la passai ad osservare Eleonora, erano un paio di giorni che la vedevo diversa, stanca, triste.
Mi sarebbe piaciuto chiderle cosa le stava succedendo ma non ne avevo il diritto, da mesi ormai non ci parlavamo e tutto per colpa mia.
Ludovica invece continuava a parlare di una festa che stavano preparando e, tanto per cambiare, era da non perdere.

Quando tornai a casa corsi nella mia stanza, avevo deciso di fare qualcosa, di seguire il consiglio di Eleonora e Asia.
Così iniziai a scavare tra gli scatoloni, in cerca di qualcosa che potesse dare un tocco diverso alla mia stanza.
Per iniziare spostai il letto, in modo che il disegno si vedesse, poi stampai le foto con Asia e le attaccai sopra la scrivania, accanto a vecchie foto che ero riuscito a scovare.
Presi addirittura alcuni articoli di giornale che mi interessavano e poster dei miei cantanti preferiti.
Finalmente la mia stanza aveva un aspetto differente, ne ero certo, Eleonora avrebbe detto che era "viva". Mi prese uno strano desiderio di mostrargliela, di vedere i suoi occhi studiare ogni minimo dettaglio, di sentire la sua voce, i suoi commenti.
Di rivederla camminare tra quelle mura,così da avere una seconda possibilità.

Non mi resi nemmeno conto che stavo facendo tardi per l'appuntamento con Ludovica,quando guardai l'ora.
Scesi velocamente, mettendo la prima cosa che mi passò sotto mano e prendendo il motorino.
Arrivai che Ludovica ancora non c'era, un classico, si faceva sempre aspettare.
La vidi spuntare da dietro un'auto dopo qualche minuto, camminava con la testa alta, sorridendo.
-Ciao- disse baciandomi all'angolo della bocca.
-Ciao.. - risposi rimanendo immobile.
-Allora prendiamo qualcosa? - chiese
-Io preferirei prima parlare- risposi
-Va bene.. - disse lei mervagliata e con un pizzico di paura.
Camminammo per qualche minuto in silenzio, poi mi decisi a parlare.
-Senti Ludovica , lo so che tra di noi non c'è niente di.. serio- dissi scegliendo bene le parole - Ma credo che ultimamente abbiamo una certa confidenza e anche con una certa frequenza.. -
-Si, giusto- disse lei
-Io.. bè credo che sia meglio chiudere questo rapporto..non è più solo una cosa occasionale.- dissi alzando lo sguardo per incontrare quello di Ludovica.
Lei non si scompose, sorrideva ancora .
-Certo, Andrea, come prefderisci.. non so cosa tu stia insinuando,ma fidati, per me è sempre stato solo sesso -
-Non sto insinuando niente, Ludovica, ti sto dicendo che voglio smetterla-
-Come mai hai preso questa decisione?- chiese lei dopo un attimo di silenzio
-Perchè ho capito che questo non è da me .. e ho promesso che smetterò di vivere nell'ombra di qualcuno che non sono..- dissi ripetendo le parole di Asia.
- Se è quello che vuoi...-disse lei
-Senza rancore?- chiesi
-Senza rancore Andre?!a..cosa pensi? che adesso piangerò? non sai quanti ragazzi posso avere...tu sei solo uno di quello che ho ottenuto.. - disse lei guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio.
-Perchè devi essere così? perchè non puoi ammettere che il tuo è solo un modo per compensare le attenzioni che ti mancano?- chiesi gettandole in faccia tutto quello che pensavo
-Credi davvero che è di questo che si tratta? spiegami perchè in tutte le storie la cattiva deve avere sempre alle origini una grande sofferenza, perchè non può essere cattiva e basta?-
-Andiamo Ludovica tu non sei cattiva - dissi fermandomi -Ti piace dipingerti così perchè più facile... -
-E tu che ne sai? cosa ne puoi sapere tu, eh? Io amo camminare per scuola ed essere guardata , amo i sussurri dei ragazzi quando gli passo accanto o delle ragazze che si danno leggere gomitate quando mi vedono con uno dei ragazzi più belli della scuola.
Io voglio essere così, l'ho sempre voluto. Se c'è un ragazzo che mi interessa me lo prendo, ci riesco sempre, io non perdo mai.-
Guardai Ludovica e sorrisi - Forse, bè allora continua così, vedrai che a furia di vincere tanto potrai solo iniziare a perdere..-
-Andrea, non sai cosa ti stai giocando..- disse lei con voce ferma
-Io invece credo di si, se queste sono le regole, io preferisco abbandonare la partita.. - dissi voltandomi.



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Capitolo 14
*** 14 ***


Ancora una volta grazie per i vostri commenti!Da questo momento in poi le loro storie proseguono insieme.

Capitolo 14


Eleonora


Nonostante avessi dormito solo un paio d'ore, alle 7 io e Daniela eravamo sveglie e pronte per andare a scuola.
Avevo proposto alla mia amica di saltarla, così avrebbe evitato di vedere Guido e Leda, che sarebbero venuti sicuramente.
Daniela era ancora furiosa, aveva risposto che non era lei quella che si doveva nascondere, quella che si doveva vergognare.
A scuola si sedette in primo banco, così da non poter vedere nessuno oltre la professoressa.
Mi disse che era meglio se io prendevo il mio solito posto e così feci.
-Come sta?- mi chiese Leda non appena entrai in classe
-E' davvero molto incazzata - spiegai -Leda le servirà tempo- aggiunsi.
-Tu credi che non sia il caso di parlarle?- domandò Guido prendendo posto
-No, non credo ... - risposi sinceramente
-Ma..io impazzisco, non mi ha nemmeno guardato.. preferirei che mi insultasse.. -
-Ieri che ha detto?- domandai
-E' rimasta zitta, non ha fatto domande, poi è scoppiata in lacrime e ci ha urlato di andare via.. è stato tremendo- interevenne Leda
-Darei ogni cosa per non vederla così..- sussurrò Guido mentre l'insegnante entrava in classe.
Con mia estrema sorpresa e piacere notai che Ludovica era tornata a sedersi vicino alla sua amica, mentre Andrea sedeva qualche banco più avanti.
Morivo dalla voglia di sapere cosa era successo tra di loro.

Alle unidici, quando la campanella segnò l'inizio dell'intervallo, Daniela uscì rapidamente dallal classe, la seguii pensando che avesse bisogno di me.
-Dani.. ti va un cornetto?-proposi
-No.. veramente vorrei predere un pò d'aria- disse lei
-Andiamo alla terrazza??- chiesi
-Si- rispose lei precedendomi nel corridoio.
La terrazza, era appunto un vasto terrazzo al primo piano, dove gran parte dei ragazzi più grandi si incontrava.
Non avremmo potuto scegliere posto peggiore, poichè in un angolo del terrazzo c'erano proprio Leda e Guido che parlavano tra di loro.
Vidi l'espressione di Daniela farsi rigida e contratta, cercai di farla girare dal lato opposto, o addirittura di allontanarla, ma non ci fu verso.
Daniela camminò con passo spedito fino ad arrivare da Leda e Guido.
-Sei una puttana- disse qusi urlando - E tu... tu.. sei uno stronzo, non voglio vederti mai più!-
Gran parte dei ragazzi si voltò dalla loro parte, molti iniziarono a bisbigliare teorie assurde che giustificassero l'accaduto.
Io raggiunsi i miei amici, cercando di fermare Daniela, che, rossa in volto, costinuava a urlare.
-Non vi basta tutto quello che avete fatto? dovete anche parlare insieme come due innamorati?-
-Dani ti prego - disse Guido con le lacrime agli occhi e cercando di afferarle un polso.
-Non mi toccare, mi fai schifo!- rispose lei colpendolo sul braccio.
Io ero immobile, tutti gli altri ragazzi avevano smesso di parlare e si erano radunati intorno a noi.
Vidi Leda scoppiare in lacrime, tanto da arrivare a respirare con affanno.
-Per me siete come morti- riprese a urlare Daniela - Avrei perdonato tutto, ma da voi..-
-Daniela ti prego- dissi improvvisamente mettendomi tra lei e Leda.
-Non sono cose che ti riguardano Eleonora, stanne furoi- rispose lei sconvolta - E tu.. - disse poi guardando Leda negli occhi.
-Tu... come puoi giudicare Ludovica, lei in confronto a te è una signora.. sai che ti dico? dimenticati come mi chiamo e chi sono, per me tu da oggi in poi non sei mai esistita, mi dispiace solo per quella povera creatura che ti avrà come madre-
Le parole di Daniela rimbombarono nel silenzio della terrazza.
Ci fu un momento in cui nessuno respirò, restammo tutti immobili.
-Adesso basta- intervenne Guido mettendosi tra le due ragazze - Voi siete amiche, provateci.. superate tutto questo.. io credo che ci possiate riuscire..-
-Superare? voi due mi avete rovinato la vita! - disse Daniela ancora in lacrime - Dovete sparire, non voglio vedervi mai più!-
Leda si portò le mani davanti al viso, nonostante non le fossi vicno sentivo il suo affanno, per un secondo i suoi occhi verdi incontrarono i miei, poi, lentamente, lei cadde a terra, priva di forze.
-Leda!- urlai scaraventando Daniela e Guido per aria.
-Leda!- ripetei scuotendola - Daniela vai a chiamare aiuto- dissi girandomi verso la mia amica
-Ma io..-disse lei con un filo di voce
-Ti ho detto: vai!- gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
Guido prese Leda in braccio e la fece sedere sulle sue gambe.Io mi alzai cercando di fare spazio, in modo che riuscisse a respirare.

Daniela tornò dopo poco con due addetti.
-E' crollata improvvisamente, lei è.. incinta- spiegò la mia amica ancpra sconvolta
-Abbiamo chiamato un' ambulanza, portiamola giù- disse uno dei due uomini prendendo la mia amica dalle gambe di Guido.
Io scesi tra la folla, riuscendo ad arrivare in cortile giusto in tempo, feci per salire sull'ambulanza insieme a Guido, ma ci fermarono.
-Sull'ambulanza può salire solo una persona- spiegò il medico
-Ele.. - disse Guido posandomi una mano sulla spalla - E' mio figlio.. - disse
Feci un passo indietro e annuii, anche se il solo pensiero di lasciarla andare da sola mi faceva venire i brividi.
Guardai l'ambulanza allontanarsi, mentre tutto intorno a me continuavano ad affollarsi voci indistine di persone che raccontavano i fatti, cambiando sempre qualche piccolo dettaglio.
Poi improvvisamente la sua voce mi fece voltare.
-Eleonora vieni con me - disse Andrea
-Cosa?- chiesi non capendo
-Tu vieni e basta-rispose lui tirandomi per un braccio.
Ci facemmo strada tra la folla, riuscendo ad arrivare fino al cancello.
-Ascoltami, so che la stanno portando all'ospedale Pellegrini- disse - Ti ci porto io - disse avvicinandosi al motorino
-Ma .. la scuola noi..- dissi ancora confusa
-Il preside è un amico di famiglia, non farà storie.. e quello che conta adesso è la salute di Leda- disse lui serio e passandomi un casco
-Allora ti fidi di me?- chiese poi salendo sul motorino.
-Si- dissi con una leggero sorriso- Mi fido-




Andrea

Sapevo che l'aver detto quelle cose a Ludovica avrebbe avuto delle conseguenze e infatti, il giorno successivo il mio posto era stato occupato da un'altra ragazza.
Mi trovai seduto in terzo banco nella stessa fila accanto ad una certa Valeria, che, onestamente, non saprevo nemmeno che voce avesse.
Durante tutta la lezione sentivo gli occhi di Ludovica putati su di me, questo sarebbe stato il suo momento di gloria, lei mi stava dimostrando a cosa avevo rinunciato.
Quel giorno però la mia attenzione era tutta riservata ad Eleonora, avevo la certezza che fosse successo qualcosa con i suoi amici e non doveva essere una sciocchezza.
Mi ripromisi di parlarle durante l'intervallo, forse potevo ancora dimostrarle che non ero solo un ragazzino.
Non appena suonò la campanella però Eleonora uscì rapidamente dalla classe senza darmi il tempo di seguirla e venni nuovamente travolto da Ludovica.
-Ciao Andrea..- disse con aria di superiorità
-Ciao, Ludovica..- ricambiai alzando una mano in cenno di saluto
-Allora è stato interessante questo tuo primo giorno "fuori dai giochi"?- mi chiese
-Direi che è presto per dirlo.. - risposi fissando la ragazza che le era accanto. Doveva essere entusiasta del fatto che adesso poteva sedere di nuovo al suo posto.
-Fammi sapere poi.. - rispose Ludivica uscendo dalla classe e voltandosi un'ultima volta a fissarmi.
Per quanto fosse strano mi sentivo un pò perso, dopo mesi di amicizia con Ludovica avevo un gruppo e adesso mi toccava fare tutto da solo se non volevo passare le giornate in solitudine.
In teoria avrei accettato quest'opzione senza problemi, ma avevo deciso di essere felice senza mezzi termini e così doveva essere.
Decisi di girare per la scuola e mi trovai ad arrivare alla "Terrazza", dopo il cortile era la meta preferita degli studenti.
C'era davvero molta gente nonostante il tempo non permettesse più di stare all'aria aperta senza coprirsi.
Molti ragazzi fumavano in un angolo e altri invece semplicemente parlavano, scambiandosi i resoconti delle prime ore di lezione.
Fui felice di notare
che c'erano anche Eleonora e i suoi amici; mi accorsi solo dopo qualche minuto, però, che c'era qualcosa che non andava.
Molti ragazzi si erano radunati intorno ai quattro amici che litigavano furiosamente.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo e facevo fatica anche a cogliere le parole che dicevano, nonosnte le urlassero con rabbia.
Ero troppo preso dall'osservare Eleonora, lei se ne stava ferma con un'espressione spaventata, cercava di intervenire, ma la furia di Daniela la allontanava.
Mi prese un gran senso di protezione, come se dossi salvarla da tutto questo, dalla tristezza.
-Ma che sta succedendo?- chiesi ad un ragazzo alla mia destra
Lui alzò le spalle -Credo che stiano litigando perchè una ha fregato il tipo all'altra- rispose poi facendo un altro tiro di sigaretta.
-Qui ci scappa una bella rissa tra pantere!- intervenne un suo amico con un'espressione elettrizzata.
Mi decisi ad andare in suo aiuto, magari ad ascoltare cosa stava succedendo, ma improvvisamente Leda cadde a terra.
L'urlo spaventato di Eleonora fece cessare ogni bisbiglio, ogni strana teoria che ii presenti continuavano a raccontarsi.
Perfino i due ragazzi che mi erano vicini smisero di parlare della bellezza di una rissa tra ragazze.
In pochi istanti si concentrò la folla intorno alla ragazza priva di sensi, mentre qualcuno scese a chiamare aiuto.
I miei sforzi di farmi largo si rilevarono del tutto inutili, così fui costretto ad allontanarmi.
Decisi di scendere in cortile, saperando di capirne di più da qualche ausiliare.
-Andrea ma cosa sta succedendo? perchè è errivata l'ambulanza del Pellegrini?- mi chiese Vittorio non appena arrivai giù.
-Niente, una ragazza è svenuta.. - spiegai
Lui mi guardò perplesso.
-Stavano litigando Daniela, Guido, Leda ed Eleonora e..-
-Chi è svenuto?- chiese lui interrompendomi
Ero quasi certo di aver visto nei suoi occhi un'ombra di paura che svanì non appena dissi il nome.
-Leda-
In quel momento la folla di studenti scese le scale, seguendo due uomini che portavano la ragazza in braccio.
L'ambulanza era agià pronta ed i cancelli aperti.
Vidi Eleonora fare come per salire, ma tirarsi indietro quando Guido le disse qualcosa.
Vidi la sua espressione piena da paura, riuscii ad avvicinarmi, tra spintoni e gomitate dei ragazzi che la circondavano.
-Eleonora vieni con me - dissi
Lei si voltò meravigliata
-Cosa?- chiese dopo un attimo di incertezza
-Tu vieni e basta-risposi prendedola per un braccio e facendomi largo tra la folla.
La portai fino al cancello da dove era appena uscita l'ambulanza.
-Ascoltami, so che la stanno portando all'ospedale Pellegrini-dissi - Ti ci porto io -aggiunsi, sperando che non mi prendesse per un pazzo
-Ma .. la scuola noi..- disse lei voltandosi verso l'edificio
-Il preside è un amico di famiglia, non farà storie.. e quello che conta adesso è la salute di Leda- spiegai, prendendo il casco che le avevo già prestato una volta.
-Allora ti fidi di me?- chiesi posi salendo sul motorino
-Si... Mi fido- rispose lei accennando un sorriso.




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Capitolo 15
*** 15 ***


Ancora una volta grazie per quello che scrivete e anche a tutti coloro che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti. *__*
Fatemi sapere che ne pensate.. inizia a mancare poco alla fine (almeno credo xD)
Capitolo 15



Eleonora

Arrivammo all'ospedale dopo qualche minuto, chiedemmo dove era stata portava Leda e ci dissero che era ricoverata d'urgenza.
-Andrà tutto bene- disse Andrea posandomi una mano sulla spalla.
Mi voltai a guardalo, era davvero incredibile .. dopo tanto tempo ci eravamo ritrovati, e in un momento del genere.
-Leda... aspetta un bambino - dissi a bassa voce
Lui rimase immobile, non mi chiese di chi era o niente del genere. Non perse tempo in futili pettegolezzi.
-Se la caveranno -
Continuai ad aspettare con Andrea nel corridio dell'ospedale fino a quando da una sala non uscì Guido.
-Guido!- dissi correndogli incontro - Come sta?-
Lui si sfilò la maschierina, notai solo in quel momento che aveva gli occhi rossi.
-Dice il medico che ha avuto un aborto spontaneo -
-Il bambino è.. - chiesi a bassa voce
-Si.. - la voce di Guido era piena di dolore.
Lui era fatto così, nonostante questo bambino sarebbe stato solo un problema la sua perdita gli faceva davvero male.
-E Leda?- chiesi
-Lei sta bene, stanno facendo degli accertamenti ma deve restare sotto osservazione.. tra poco arriveranno i suoi e mi toccherà parlarci-
-Se vuoi posso farlo io .. - proposi
-No, Ele, devo prendermi le mie responsabilità- rispose lui
Gettai le braccia intorno al collo di Guido, lo abbraccia forte, ma una voce alle nostre spalle ci interruppe bruscamente.
-Come sta.. stanno?- chiese Daniela
Aveva ancora una strana espressione, tra il dolore, la rabbia e il senso di colpa.
Feci due passi indietro, lasciando Guido a spiegare cosa era appena accaduto , e tornai da Andrea.
-Allora?- domandò lui con aria preoccupata
Rimasi immobile, le gambe mi tremavano, avevo paura di perdere i sensi da un momento all'altro, per fortuna, quasi come se potesse leggere nei miei pensieri, Andrea mi abbracciò.
Sentivo il calore del suo maglione, l'odore del suo profumo, le sue braccia forti tenermi stretta.
-Ha perso il bambino- dissi in un singhiozzo - Ed è ancora sotto accertamenti.. -
Lui mi accarezzò i capelli, mi baciò la fronte e continuò a tenermi stretta al suo petto.
-Vedrai che starà bene, è una ragazza forte- disse con un filo di voce.
Quelle parole mi facevano sentire bene, mi sembrava che le cose dovessero andare esattamente come diceva lui, perchè non mi poteva mentire.
Lentamente sciolsi l'abbraccio con Andrea mio malgrado.
-Senti tu.. se vuoi puoi andare a casa io voglio restare qui- gli dissi guardandolo negli occhi.
-No, rimango anche io, sempre se non è un problema- rispose lui
scossi la testa, mi persi nei suoi occhi che tanto mi erano mancati.
Daniela e Guido avevano smesso di parlare da un pò, quando arrivarono i genitori di Leda.
Li vidi gesticolare nervosamente, passarsi una mano tra i capelli, sua madre scoppiò anche in lacrime e suo padre si avvicinò pericolosamente ad Guido.
Pensai di intervenire, ma per fortuna il fratello di Leda fermò il padre e lo allontanò dall'amico.
-Sono una stronza- disse Daniela avvicinandosi a me ed Andrea
-Non dire così, Dani- dissi posando una mano sulla sua spalla.
-Ha detto il medico che Eleonora è svenuta perchè è stata sottoposta d un grosso stress e questo ha compromesso la sua gravidanza, se non l'avessi attaccata in quel modo forse non avrebbe perso il bambino- disse lei scoppiando a piangere
-Non è stata colpa tua, era normale che tu fossi scossa.. - dissi cercando di consolarla.
-Adesso avranno ragione ad odiarmi, adesso il mio dolore non è nulla in confronto a loro.. - disse lei
-E' stato un incidente, perchè non parli con Leda non appena sarà possibile?- proposi
-Non so se ci riesco - disse Daniela asciungandosi gli occhi con la manica - Ma adesso perchè non vai da lui? - chiese poi facendo un cenno alle mie spalle - E' stato un tesoro a portarti qui, non sai che putiferio è sucesso a scuola, la professorella Cerì voleva sospendervi, per fortuna gran parte della classe ha protestato .. -
Mi voltai leggermente per osservare Andrea che parlava al cellulare alle mie spalle, ero davvero felice che fosse con me.



Andrea

Quando uscii da scuola accellerai, volevo cercare di fare il prima possibile, sapevo che Eleonora aveva paura e desideravolo solo aiutarla.
In generale non amavo gli ospedali, quando ero piccolo mio nonno era stato male ed ero stato costretto a passarci molto tempo.
Cercai di fare forza ad Eleonora anche se con frasi che mi suonavano scontate e banali.
Lei mi raccontò che Leda era incinta, che le paure erano due.
Non chiesi chi fosse il padre, non mi interessava in quel momento, perchè mi era chiaro che la faceva stare male.
Restammo in attesa per diverso tempo nel corridoio dell'ospedale, tutto era così triste, così bianco e spoglio.
Poi improvvisamente da una porta arrivò Guido.
Eleonora lo raggiunse quasi correndo, io rimasi immobile, non volevo essere invadente, ci sarei stato quando avrebbe avuto bisogno da me, ma non volevo sembrare opprimente.
Vidi Eleonora tornare verso di me con un'aria stravolta, avevo quasi paura che potesse crollare da un momento all'altro.
L'abbracciai, stringendola contro il mio petto, facendole sentire che io ero lì non per dovere, ma per volere.
Restammo abbracciati per un pò di tempo, mi sentivo stranamente sereno stringendola tra le mie braccia.
Mi disse che la sua amica aveva perso il bambino, la sentii tremare un pò per il dolore e un pò per la paura.
Lascia che la mia presa si facesse più forte, mentre mi perdevo nel profumo dei suoi capelli.
Poi lentamente lei si staccò, mi guardò dolcemente negli occhi, il suo era uno sguardo che non sa mentire, e quel giorno ci leggevo dentro tutta la paura..

-Senti tu.. se vuoi puoi andare a casa io voglio restare qui- mi disse
-No, rimango anche io, sempre se non è un problema- risposi, desideravo solo starle vicino.
Lei scosse la testa, facendo muovere i suoi capelli e continuando a fissarmi .
Restammo ancora qualche minuto l'uno negli occhi dell'altra, tra di noi c'era qualcosa di speciale, ci eravamo capiti immediatamente, ma avevo come l'imperssione che a tutti e due questa cosa facesse anche un pò di paura.
Io ero troppo preso dal pensiero di dover cambiare nuovamente città per poter accettare l'idea di iniziare a vivere davvero.
Per fortuna la vistia di Asia mi aveva fatto aprire gli occhi, non avevo voglia di aspettare, volevo vivere e volevo farlo nel migliore dei modi. Non sapevo perchè, ma questo in qulache modo comportava che con me ci fosse anche lei.Eleonora.
-Sono una stronza- disse improvvisamente Daniela venendo dalla nostra parte
-Non dire così, Dani- disse Eleonora distogliendo lo sguardo da me e dedicandosi all'amica.
Non volevo essere invadente, stavo iniziando a capire come erano andate le cose, Leda doveva aspettare un bambino da Guido e ovviamente questo spiegava le urla di Daniela.
Un gran senso d'affetto mi riempì il cuore, in tutta questa situazione Eleonora aveva solo il duro compito di far stare bene gli altri, di essere vicina a tutti, a prendersi cura di lei non c'era nessuno... e forse, l'avrei potuto fare io.
In quel momento mi squillò il cellulare, facendomi vibrare la giacca.
-Mamma..- dissi rispondendo
-Andrea ma cosa ti è saltato in testa? andare via da scuola durante le lezioni? ma sei impazzito! per fortuna il preside ci ha chiamato .. - La voce di mia madre risuonava quasi isterica
-Mamma sono all'ospedale, ho portato una mia amica ... c'è stato un incidente a scuola e.. - cercai di spiegare ma lei mi interruppe..
-Non mi interessa niente! - rispose lei urlando -Capisci cosa hai fatto?-
-Mamma sono stufo!- dissi io perdendo la pasienza - Ho fatto quello che mi sentivo e devi smetterla di fare la madre presente quando ti fa comodo.. non mi hai mai chiesto come stavo, se ero felice, niente. Quindi adesso smettila, tornando indietro rifarei la stessa cosa-
Dall'altro lato del telefono mia madre rimase in silenzio, immaginvano la scena, stava sgranando i suoi occhi azzurri e apriva e chiudeva la bocca, senza trovare le parole.
Non le avevo mai parlato così, un pò mi sentivo in colpa, ma dovevo dirle quello che pensavo.
-Adesso scusami ma devo andare.. - dissi - spero che tu capisca perchè l'ho fatto e anche se non ci riuscirai sappi che io sono fatto così, forse non mi conosci, forse non conosci tuo figlio.- aggiunsi attaccando il telefono.
Eleonora parlava ancora con Daniela, ma in quel momento si voltò dalla mia parte e i nostri sguardi si incrociarono di nuovo,Eleonora accennò un sorriso.
Sì, l'avrei fatto altre mille volte, quel suo sorriso ripagava di ogni rischio.

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Capitolo 16
*** 16 ***


Cavolo, da quanto tempo che non scrivo u.U volevo scusarmi ma Maggio è un mese m i c i d i a l e ... oltre al mio compleanno (yeee + 16) ho circa un compito ed un'interrogazione al giorno...e poi diciamo che il mio stato emotivo è cambiato, quindi la storia faccio fatica a scriverla sulla stessa linea, diciamo che c'entra un ragazzo... <3
Spero comunque che questo capitolo vi piaccia e che dopo tutto qursto tempo non vi siate rotti di aspettare!
Scusate gli Orrori ma non ho aveuto modo di controllare tutto per bene!

Un bacione
E.


Eleonora
Non appena Daniela si fu calmata, mi avvicinai ad Andrea, che aveva appena spento il cellulare.
-Senti, Andrea, io resto qui.. ma se tu.. se vuoi tornare a casa fai pure- gli dissi
-No..se per te non è un problema mi farebbe piacere restare.. - propose lui con mia grande sorpresa e gioia
-Io.. per me va bene- risposi leggermente imbarazzata.
Prendemmo posto di nuovo sulla panca, aspettando che qualcuno ci dicesse qualcosa, ma niente.

Il tempo passava con una lentezza spaventosa, erano ore che eravamo in quel posto e non avevamo avuto notizie, nè buone nè cattive.
Sapevo solo che Leda stava dormendo e che non potevamo vederla; i suoi genitori continuavano a camminare per la stanza, Guido e Daniela erano abbracciati un angolo, non era un buon momento per nessuno .
-Scusate- disse un medico poendo fine a quell'attesa - Sono il Dr. Fermaino... il medico di Leda-
I genitori della mia amica gli strinsero la mano, chiedendo notizie della figlia.
-Leda sta bene, ha perso il bambino a causa si uno stress eccessivo, ci sono state alcune complicazioni che non potevano essere evitate. Adesso la ragazza sta riposando, ha perso i sensi per molto tempo, quindi dovremo tenerla un paio di giorni in osservazione.. - spiegò il dottore
-Corre rischi?- chiese il fratello della mia amica
-Qualche rischio si corre sempre in questi casi, ma possiamo dire con certezza che se passerà questi due giorni in ospedale potrà tornare alla vita normale- rispose sorridendo il medico
-Grazie dottore- disse la madre di Leda stringendogli la mano.
-Adesso però vi devo chiedere il piacere di tornare a casa.. potrà restare uno di voi con Leda se vuole, ma gli altri dovranno tornare domani mattina in orario di vistita.. -
Tutti i presenti si scambiarono uno sguardo indagatore.
Gli occhi neri del fratello di Leda si posarono su Guido, che annuì e abbassò la testa.
Io osservai i genitori della mia amica che parlavano a bassa voce, avrei voluto restare io, ma era troppo presuntuosa una richiesta del genere.
-Ele, noi andiamo - disse Daniela avvicinadosi e dandomi un leggero bacio sulla guancia.
-Ciao Andrea- aggiunse poi salutando anche il ragazzo alla mia destra
Lui ricambiò con un cenno della testa ed un leggero sorriso, doveva essere abbastanza scosso, avevo come l'impressione che odiasse particolarmente gli ospedali .
-Voi che ti porto a casa?- mi chiese quando gli altri furono andati via.
-Veramente preferisco andare in posto, se non ti dispiace accompagnarmi, tanto non è lontano.. -
-Ceto- rispose sorridendo - non è affatto un problema!-
Uscimmo dall'ospedale che il cielo si era fatto scuro e iniziava a fare freddo.
-Allora dove ti porto di bello?- chiese Andrea mettendo in moto il motorino.
-Perchè non fai guidare me?- proposi - Daiii prometto che non faccio danni!- dissi cercando di fare gli occhi dolci
Andrea sorrise, rimase un attimo in silenzio e poi acconesentì.
-Però non andare veloce e fai attenzione- disse salendo.
Quando arrivai a destinazione Andrea scese dal motorino e sganciandosi il casco mi sorrise.
-E' bellissimo qui.. - disse osservando il mare
-E' un lido che gestisce un amico dei miei.. d'estate è pieno di gente, ma in questo periodo non viene mai nessuno .. -spiegai scendendo a mia volta.
-E' il posto che preferisco..- aggiunsi osservando Andrea contemplare quel luogo.
Lui rimase in silenzio per un attimo, poi sembrò tornare alla realtà e mi sorrise gentilmente.
-Bè Ele adesso ti lascio sola al tuo posto- disse con un filo di voce riavvicinandosi al suo motorino.
-Aspetta!- dissi posando una mano sul suo braccio.
Lui si voltò verso di me con uno sguardo in curiosito, non volevo farlo andare via, lo volevo con me.
-Ecco.. so che hai già fatto tanto per me oggi, ma ti andrebbe di restare qui con me?- chiesi
Andrea mi sorrise di nuovo -Mi farebbe davvero piacre- disse poi.

Ci andammo a sedere sulla sabbia fredda, ormai era sceso quasi del tutto il buio, il rumore delle onde si mischiava a quello di un leggero venticciolo che ci accarezzava i volti.
Restammo in silenzio per non so quanto tempo, ognuno perso a contemplare qualcosa in quel blu del mare, ognuno con la sua storia alle spalle, con i proprio ricordi e pensieri, ma cosa più importante, con la consapevolezza di non essere solo.
-Posso fartiuna domanda?- chiesi improvvisamente rompendo quel silenzio
Andrea si limità ad annuire energicamente.
-Cosa c'è tra te e Ludovica?- chiesi cercando di non voltarmi nella sua direzione, sapendo che mi stava guardando.
-Bè..- Andrea sospirò - Niente adesso.. ma devo dire che per quel poco che ci siamo "frequentati" mi ha fatto capire diverse cose.. -
Questa volta non voltarmi verso di lui mi fu impossibile -Davvero?- chiesi tra il meravigliato e il sarcastico
-Davvero.. non è come sembra, si Ludovica è una stronza, bellissima , presuntuosa .. e stare con lei è stato un errore, ma senza sbagliare non potremmo mai imparare.. no?- spiegò lui.
E alla mia mente tornò improvvisamente l'immagine di Vittorio e del suo sorriso mozzafiato.
-Ludovica vince sempre.. - dissi quasi più a me stessa che ad Andrea.
-Non credo...- rispose lui ancora osservando i miei tratti
-E invece sì, ti voleva e ti ha avuto e prima di te l'ha fatto con tanti, ma tanti ragazzi.. -
-Ma adesso è sola.. nessuno di quei ragazzi è rimasto.. - osservò lui e per la prima volta vidi Ludovica sotto una luce diversa : era sola.
Ritornammo ognuno nei propri pensieri, assaporando di nuovo quell'accogliente silenzio. Sono rare le persone con cui non ti senti in imbarazzo quando non hai niente da dire.
-Adesso tocca a me..- disse improvvisamente Andrea stendendosi e appoggiandosi sui gomiti.
-Cosa vuoi sapere?- chiesi io incuriosita e posizionandomi invece su un fianco.
-Cosa c'è tra te e Vittorio?- domandò rapido, senza giri di parole.
Rimasi ammutolita, sentivo il cuore battermi irregolarmente, non volevo spiegare, non volevo tornare a quei ricordi, di nuovo.
Andrea parve renderse conto e mi assicurò che se volevo potevo anche non parlare.
-Non devi dirmelo per forza, era curiosità la mia.. -
-No- dissi rapidamente era giusto che adesso fossi io a "svelarmi" - Vittorio è stato il mio primo ragazzo, il primo che ho amato, il primo per cui ho sofferto da morire, prima era un'altra persona, era totalmente diverso... stavamo bene insieme, davvero bene.. -
-Cos'è successo?- domandò con un filo di voce Andrea
-Ludovica ha vinto- dissi, ed era così', aveva voltuo anche Vittorio nel suo "giro" e l'aveva avuto - E adesso lui sembra non ricordarsi nemmeno che siamo stati "Noi" un tempo -
-Se vuoi il mio parere se lo ricorda e anche molto bene .. - disse Andrea.
Ormai la notte ci aveva avvolti del tutto, sentivo lal sua voce vellutata, ma non riuscivo a distinguere bene i suoi tratti.
-Cosa te lo fa pensare?- domandai incuorista, ma senza illudermi che potesse essere vero.
- Non gli sei indifferente, ti cerca con lo sguardo, è geloso, ha paura per te.. - rispose lui.
Sentii una strana euforia invadermi, forse Vittorio ancora ci teneva a me, forse non era tutto andato perso, ma era davvero giusto provare a tornare al passato?non sarebbe stato meglio affrontare il futuro?
-Ti è mai capitato di amare una persona a tal punto da odiarla perchè sai di non poter vivere senza di lei ?- chiesi
Andrea rimase un momento in silenzio, come per riflettere.
-Ho amato una sola volta in vita mia e non mi è successo.. -rispose.
-E' una brutta sensazione, quando sai che gli stai dando un'arma infinita, quella di distruggerti.. -
-Credimi, certe volteavrei voltuo provare anche io questa sensazione e invece ho visto il mio amore consumarsi al punto tale da svanirmi dalle mani in poco tempo.. - rispose lui.
Mi lasciai andare indietro, stendendomi accanto a lui, tenendo le mani dietro la testa e osservando il cielo stellato.
- Credo che non ci sia amore senza dolore... - dissi
-Lo credo anche io, ma vale la pena di rischiare e di soffrire.. - aggiunse Andrea.
Mi voltai per cercarlo, avevo voglia di osservare i suoi occhi, ma era tutto troppo buio.. rimanemmo nuovamente in silenzio, questa volta però, non ci vedevo niente del mio passato, nessun momento vissuto con Vittorio, nessuna lacrima, nessun sorriso. In quel cielo stellato, in quel momento, ci vedevo solo gli occhi di Andrea..
-Senti.. Eleonora io volevo.. - la sua vioce mi scosse da quei pensieri - Volevo chidederti scusa- proseguì
-Scusa di cosa?- domandai spiazzata
-Per come mi sono comportato con te a casa mia e anche in tutte le settimane dopo a scuola.. - rispose lui.
-Non devi scusarti- dissi sinceramente convinta - Sei libero di fare quello che vuoi.. - La mia non era una predica, volevo essere sincera al massimo.
-Io non credo- rispose Andrea con assoluta calma - Ti avevo detto di non essere pronto.. ti avevo fatto capire dei non volere legami, ma poi mi sono buttato tra le braccia di Ludovica, non sono stato molto coerente- spiegò.
-No, in effetti non lo sei stato affatto - risposi osservando i lineamenti del suo volto nel buio della notte.
-Ma vedi... è diverso, Ludovica non mi dava nessuna certezza, con lei non c'era niente di pianificato... non potevo nascere niente di serio, niente di vero. Con te invece...- proseuì lui
-Frena Andrea- lo interruppi bruscamente - Io non ti avevo mica chiesto di stare insieme.. - gli feci notare
-No, lo so, ma sapevo già che rischiavi di diventare indispensabile per me- rispose lui.
Avrei dato qualsiasi cosa per vedere i suoi occhi in quel momento, per leggerci dentro quelle stesse parole che mi stavano facendo battere il cuore più velocemente del solito.
-Volevo solo scusarmi, come mio solito sono scappato via, ho preferito evitare dei stare bene - concluse lui, ritornando a fissare il cielo.
Io rimasi senza parole, non sapevo che dire, avrei voltuo avere una risposta, una frase, ma non sapevo nemmeno io cosa pensare.
Feci un respiro profondo e mi stesi su un fianco, così da poter avere il mio volto vicino a quello di Andrea, sperando che anche nel buio della notte il suo sorriso potesse fare luce.
-Grazie- dissi poi semplicemente.
Lui si voltò dalla mia parte, potevo osservare le sue labbra, i suoi lineamenti.

-Grazie di cosa?- domandò
-Di avermi spiegato, di essere qui con me.. per essere rimasto al mio fianco in ospedale, per tutto-
Lentamente una mano di Andrea si posò sulla mia guancia.
Aveva un tocco caldo, nonostante il tempo, la sua mano al contatto con la mia pelle fredda mi fece sussultare.
Lentamente si spostò con le dita tra i miei capelli, accarezzandoli lentamente.
Io mi abbassai fino ad arrivare all'altezza del suo volto, adesso potevo vederlo e stavo improvvisamente bene.
Lui mi diede un leggero bacio in fronte e sorrise.
-Grazie a te per avermi permesso di starti accanto- rispose poi sussurrando.
Io posai la testa sul suo petto, mentre le sue mani giocavano ancora tra i miei capelli.
Chiusi gli occhi finalmente più serena, perdendomi sul ritmo irregolare del suo cuore, che accompagnava il mio respiro.



Andrea

In ospedale il tempo sembrava non passare mai.
Eravamo ancora tutti lì, erano passati alcuni compagni di classe e parrenti.
Erano arrivati con quel fare ansioso di chi è spevantato, ma vuole solo andarsene via. Come se stesse dovesse svolgere uno spiecevole compito.
Eleonora continuava ad avere la paura negli occhi e avrei fatto quasiasi cosa per fargliela sparire.
Per fortuna il medico posefine a quell'attesa snvervante, dicendo che Leda stava meglio ma che con lei poteva restare solo una persona, gli altri sarebbero dovuti tornare in orario di visita.
Sapevo che Eleonora sarebbe voluta restare, ma si fece da parte, capendo il dolore dei genitori e in quel momento avreisolo voluto stringerla forte forte a me.
-Voi che ti porto a casa?- domandai non appena furono andati tutti via
-Veramente preferisco andare in posto, se non ti dispiace accompagnarmi, tanto non è lontano.. - mi rispose lei con un filo di voce
-Ceto non è affatto un problema!- risposi sinceramente sollevato all'ideache mi avesse chiesto di accompagnarla
Uscimmi finalmente dall'ospedale, la notte stava prendendo il posto al giorno, faceva decisamente più freddo ed il cielòo era più scuro.
-Allora dove ti porto di bello?- domandai mettendo in moto il motorino
-Perchè non fai guidare me?- chiese improvvisamente lei, poi vedendo che la mia espressione era poco convinta provò a fare gli occhi dolci, ai quali non ho mai saputo resistere - Daiii prometto che non faccio danni!- dissi cercando di fare gli Mi ritrovai a sorriderle e fui costretto ad accettare.
Nonostante le avessi chiesto di non andare veloce, Eleonora continuava a sfrecciare rapida per la strada, quasi come se s tesse scappando da qualcosa o come se stesse correndo dietro a qualcuno. Mi dissi che forse voleva solo lasciarsi alle spalle l'ospedale, ma quando finalmente la sua corsa terminò, mi resi conto che desiderava arrivare in fretta all'arrivo e non scappare dalla partenza.
Eravamo infatti arrivati ad un lido, il mare bagnava la sabbia, non c'era nessuno, sembravamo i soli a conoscere quel posto... e mi sentivo libero.
Avevo davanti il mare che si confondeva con il buio della notte, il suo rumore mi dava un senso di pace.
-E' bellissimo qui.. - dissi rapito da quel panorama
-E' un lido che gestisce un amico dei miei.. d'estate è pieno di gente, ma in questo periodo non viene mai nessuno .. -spiegò lei
-E' il posto che preferisco..- aggiunse poi
Continuai ad osservare l'orizzonte, aveva fatto bene a correre così velocemente, era necessario essere lì prima che il buio avvolggesse tutto, prima che gli occhi non fossero più in grado di catturare niente
-Bè Ele adesso ti lascio sola al tuo posto- dissi rendendomi conto che forse aveva bisogno di stare da sola.
-Aspetta!- mi d isse lei prendendomi per un braccio.
Mi voltai lentamente, osservando le sue labbra.
Sorrisi -Mi farebbe davvero piacre- semplicemenete non desideravo altro.

Scendemmo tutti e due sulla sabbia, i capelli di Eleonora continuavano a caderle sulle spalle, accarezzati dal vento che soffiava lentamente.
Ci sedemmo vicini, ma nessuno dei due disse niente.
Mi persi di nuovo in quel panorama, il ricordo di quando ero piccolo e venivo a mare a Napoli mi tornò alla mente.
Quanto tempo era passato, quanto era più facile essere un bambino...
-Posso fartiuna domanda?- chiese improvvisamente Eleonora ponendo fine a quel silenzio
Feci cenno di sì con la testa.
-Cosa c'è tra te e Ludovica?- Domandò lei irapidamente.
Mi voltai per osservala, i suoi occhi castani continuavano a fissare un punto del mare, evitando così i miei.
-Bè..niente adesso.. ma devo dire che per quel poco che ci siamo "frequentati" mi ha fatto capire diverse cose.. - cercai di spiegare
Eleonora si voltò verso di me, con un'espressione e un tono che espirmeva tutto il suo odio nei confronti di quella ragazza.
-Davvero.. non è come sembra, si Ludovica è una stronza, bellissima , presuntuosa .. e stare con lei è stato un errore, ma senza sbagliare non potremmo mai imparare.. no?- dissi cercando di farle capire il mio pensiero.
-Ludovica vince sempre.. - disse lei con un filo di voce, di nuovo rapita dai suoi pensieri.
-Non credo...- Si sbagliava, Ludovica non vinceva affatto, che vincitore è chi non ha mai un premio?
-E invece sì, ti voleva e ti ha avuto e prima di te l'ha fatto con tanti, ma tanti ragazzi.. - rispose lei di nuovo a bassa voce
-Ma adesso è sola.. nessuno di quei ragazzi è rimasto.. - osservai io.
Mi resi conto di averle fatto capire che era vero, forse avrebbe cambiato idea su Ludovica, forse.
Restammo ancora in silenzio. Osservai le stelle che stavano riempiendo il cielo, mi tornarono alla mente gli accevimenti di quella giornata... Poi improvvisamente pensai a Vittorio, alla paura che avevo letto nei suoi occhi sicuri...
Pensavo di aver capito che tra lui ed Eleonora c'era o c'era stato qualcosa, ma non riuscivo proprio a capire come fossero andate le cose.
-Cosa c'è tra te e Vittorio?- domandai rapidamente, era il mio turno ...
Eleonora rimase in silenzio, forse avevo sbagliato, non ero nessuno per impicciarmi della sua vita.
-Non devi dirmelo per forza, era curiosità la mia.. - le dissi
-No- rispose lei, sembrò quasi prendere fiato prima di iniziare a parlare - Vittorio è stato il mio primo ragazzo, il primo che ho amato, il primo per cui ho sofferto da morire, prima era un'altra persona, era totalmente diverso... stavamo bene insieme, davvero bene.. - c'era una nota di dolore nella sua voce e mi resi conto che doveva aver significato davvero tanto..Ma non riuscivo proprio ad immaginarmi un Vittorio diverso. Per me lui era il ragazzo che camminava quasi sfilando, quello per cui tutte le ragazze sussurravano in cortile, sulla scia della sua "sfilata"
-Cos'è successo?- chiesi rendendomi conto di essere quasi geloso del suo passato
-Ludovica ha vinto- rispose lei semplicemente e mi finalmente capii da dove veniva tutto quel rancore.
Elenora continuò a parlarmi per poco di Vittorio, aveva paura che lui nemmeno si ricordasse di quello che era stato.
-Se vuoi il mio parere se lo ricorda e anche molto bene .. - le dissi, senza sapere se avevo fatto bene o meno.
-Cosa te lo fa pensare?- domandò lei
- Non gli sei indifferente, ti cerca con lo sguardo, è geloso, ha paura per te.. - risposi cercando di riassumere tutte le informazioni che possedevo, o meglio, che avevo ricavato.
Forse questo avrebbe dato ad Eleonora la speranza di poter tornare con lui e forse l'avrebbe fatto. Questo voleva dire che per me non ci sarebbe stata nessuna possibilità, nessuna rivincita, come Ludovica, avrei perso a causa dei miei errori.
-Ti è mai capitato di amare una persona a tal punto da odiarla perchè sai di non poter vivere senza di lei ?-domandò improvvisamente.
No, non mi era mai capitato, la mia vita sentimentale era stata molto diversa dalla sua.
-E' una brutta sensazione, quando sai che gli stai dando un'arma infinita, quella di distruggerti.. -
-Credimi, certe volteavrei voltuo provare anche io questa sensazione e invece ho visto il mio amore consumarsi al punto tale da svanirmi dalle mani in poco tempo.. - dissi sinceramente convinto, avrei voltuo amare davvero così intensamente, senza la paura, senza che quel sentimento svanisse in un semplice "Puf"
Eleonora si posò nella sabbia, lasciandosi cadere accanto a me.
- Credo che non ci sia amore senza dolore... - disse poi osservando il cielo.
-Lo credo anche io, ma vale la pena di rischiare e di soffrire.. - replicai io .
Eleonora si voltò dalla mia parte, feci lo stesso anche io, ma era troppo buio per poterla vedere davvero. Eppure percepivo i suoi occhi che cercavano i miei, quanto mi era mancato poterla osservare, poterle parlare, mi rendevo conto finalmente di aver sbagliato davvero con lei.
-Senti.. Eleonora io volevo.. - iniziai a parlare senza nemmeno rendermi conto di cosa avrei detto - Volevo chidederti scusa- conclusi
-Scusa di cosa?- domandò lei meravigliata
-Per come mi sono comportato con te a casa mia e anche in tutte le settimane dopo a scuola.. - risposi, quelle parole mi bruciavano in gola da troppo tempo.
-Non devi scusarti sei libero di fare quello che vuoi.. - rispose lei, con un tono che non mi permetteva di capire cosa stesse effettivamente pensando.
-Io non credo- risposi, volevo andare fino in fondo, volevo essere sincero - Ti avevo detto di non essere pronto.. ti avevo fatto capire dei non volere legami, ma poi mi sono buttato tra le braccia di Ludovica, non sono stato molto coerente- spiegai
-No, in effetti non lo sei stato affatto -rispose Eleonora.
-Ma vedi... è diverso, Ludovica non mi dava nessuna certezza, con lei non c'era niente di pianificato... non potevo nascere niente di serio, niente di vero. Con te invece...- cercaidi parlare il più chiaramente possibile, volevo dirle tutto quello che provavo ma non era mai stato il mio forte tirare tutto fuori, anzi.
-Frena Andrea- mi fermò lei rapidamente - Io non ti avevo mica chiesto di stare insieme.. -
Ed era vero, non mi aveva mai chiesto niente, eppure io avevo sempre saputo che lei non era una ragazza come tante, lei era LA ragazza...-No, lo so, ma sapevo già che rischiavi di diventare indispensabile per me-
Era scoccata dal primo momento una scintilla tra di noi ed io avevo paura che alimentandola non sarei più stato in grado di gestirla. Avevo temuto che quella ragazza dagli occhi castani che mi scrutavano pieni di curiosità potesse diventare fin troppo importante. Sapevo che se non mi fossi messo un freno sarebbe andata esattamente in quel modo, perchè bastava davvero poco, un suo sorriso , un suo sguardo, per farmi peredere il controllo...
-Volevo solo scusarmi, come mio solito sono scappato via, ho preferito evitare dei stare bene - conclusi, sperando di aver reso bene l'idea.
Eleonora rimase in silenzio, speravo che avesse capito cosa provavo, che si rendesse conto che ero sincero, che ci tenevo davvero a lei ed era questo il problema.
Lei si stese nuovamente su un fianco, eravamo molto vicini, sentivo il desiderio, quasi il bisogno di stringerla forte a me.
-Grazie- sussurrò lei, con mio grande sollievo...
Mi voltai dalla sua parte, per osservarla meglio, era davvero bella sotto la luce della luna, su quella spiaggia, era tutto perfetto.
-Grazie di cosa?- domandai
-Di avermi spiegato, di essere qui con me.. per essere rimasto al mio fianco in ospedale, per tutto-
Ero felice. Quella ragazza che conoscevo da così poco tempo mi rendeva felice, ecco, era questa la vierità, niente di più semplice. Forse era arrivato il momento di correre verso quella sensazione e non di evitarla.
Lasciai che una mia mano sfioresse la sua pelle, mi amncava quel contatto fisico, sentivo di stare bene solo così.
La mia mano passò tra i suoi capelli lisci e morbidi.
Lei si abbassò lentamente fino ad arrivare a sfiorare il mio volto con il suo, potevo finalmente vederla davvero bene, mi sembrava quasi più bella del solito
Avrei voltuo baciarla, ma mi resi conto che non sarebbe stato onesto nei suoi confronti, così le posai semplicemente le labbra sulla fronte, sentendo il suo profumo riempirmi i polmoni.
-Grazie a te per avermi permesso di starti accanto- risposi con un sussurro al suo orecchio.
Eleonora posò la testa contro il mio petto, io continuai ad accarezzarle i capelli. Non porevo vederla in volto, ma sapevo che aveva gli occhi chiusi, mi lasciai andare del tutto anche io.
Finalmente quel giorno avevo capito, la felicità era a portata di mano e non dovevo più allontanarla, la felicità, quella sera, era posata sul mio petto.





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Capitolo 17
*** 17 ***


Grazie a tutti per le recensioni!


Eleonora

Quella sera con Andrea mi fece stare davvero bene, per un momento anche il ricordo di Leda e di tutti i problemi, sembrarono sparire.
Restammo abbracciati sulla sabbia per ore e ore, per la prima volta da quando lo conoscevo sentivo di averlo vicino davvero.
Non ci baciammo, ma fu forse questo a farmi capire quanto avessi bisogno di una persona come lui nella mia vita.

-Vuoi che ti porto in ospedale??- propose Andrea, quando ormai si era fatta l'alba
-l'orario di visita inizia tra una paio d'ore... - risposi sorprenendomi di come il tempo fosse passato in fretta.
-Se vuoi posso portarti a casa, ti cambi, mangi qualcosa e vai da Leda..-
-Ci sto!- risposi sorridendo. Avevo davvero bisogno di una doccia - Però poi passiamo anche da te, non è giusto che oggi tu sia il mio autista personale -
Lui sembrò rifletterci un attimo, poi sorrise e annuì - Andiamo allora, ma sta volta, guido io!-

Arrivammo sotto casa mia in pochissimo tempo, a quell'ora della mattina, di Domenica, le strade erano del tutto libere.
-Ho detto ai miei che avrei dormito a casa di Dani- spiegai - Dovrebbero dormire anocora, quindi speriamo che sia così, e non facciamo confusione-
Aprii lentamente la porta di casa mia, facendo attenzione e non fare ruomore chiudendomela dopo alle spalle.
Andrea osservava con attenzione ogni dettaglio della mia casa, proprio come avevo fatto io con la sua.
-Scusa, ma salterei la fase del giro delle stanze.. - spiegai - E' meglio evitare-
Andrea annuì e continuò a seguirmi, fino ad arrivare nella mia stanza.
-E così è questo il tuo mondo, era vero qullo che dicevi, la tua stanza è proprio vissuta!- disse osservando le pareti colorate e piene di foto.
-E già, più che vissuta è disordinata in questo momento - dissi io cercando di rimediare posando qualche maglietta nell'armadio.
-Senti vado a prenderti qualcosa da mangiare, così hai da fare mentre mi faccio una doccia veloce.. ?! - proposi
-Va benissimo, intanto osservo ... -rispose lui senza distogliere lo sguardo dalle mie foto.
Sorrisi e uscii dalla stanza, andando in cucina velocemente. Presi un pacco di biscotti e del latte, non sapendo i gusti di Andrea presi anche del pane e del burro, con tanto di marmellata alla fragola; la sera prima non avevamo mangiato niente, e iniziavo a sentirne le conseguenze.
Con un pò di faticai riuscii ad aprire la porta della stanza senza far cadere niente.
-Spero che ti piacciano i ... - Mi bloccai prima di finire la frase.
Andrea era seduto sul mio letto accanto a mia sorella!
Non appena entrai nella stanza si voltarono dalla mia parte sorridendo, come se tutta quella situazione fosse normale.
-Ciao Ele!- disse mia sorella salutando con la mano.
-Lori, che ci fai già sveglia?- chiesi
-Oggi devo andare alla partita di tennis, tra poco mi passa a prendere la mamma di Silvia- spiegò lei - Stavo appunto venendo a cercare la mia borsa per il tennis, quando ho trovato Andrea qui!-
Chiusi la porta alle mie spalle e posai ciò che avevo in mano sul tavolino.
-E così avete fatto amicizia?- chiesi io
Andrea nnuì - Mi ha detto che sono uguale a Seth!- aggiunse poi divertito.
-Adesso sarà meglio che io vada a cercare la mia borsa, buona giornata! Ciao Andrea è stato un piacere- disse mia sorella alzandosi dal letto e venendomi in contro.
-Anche per me!- rispose Andrea facendo un cenno con la mano.
-Ciao Ele - disse questa volta a bassa voce mia sorella - E' proprio bello, molto meglio di Vittorio!- sussurrò poi, in modo che solo io potessi sentirla, poco prima di uscire dalla stanza.

-Tua sorella è proprio un bel tipo!- disse Andrea non appena restammo soli
-Già, lo è davvero! senti io vado in bagno, fai come se fossi a casa tua e se dovesse entrare un altro parente nasconditi!- risposi divertita.
In realtà l'idea di lasciare Andrea da solo nella mia stanza non mi faxceva affatto piacere. Su quelle pareti c'era tutta la mia vita, non potevo avere nessun segreto, niente. Mi stavo svelando del tutto.

Stare sotto la doccia mi rilassò completamente cercai di fare il prima possibile, non volevo far aspettare troppo Andrea e non volevo nemmeno lasciarlo a frugare nella mia vita .
Quando finalmente uscii lo trovai steso sul letto, stava sfogliando un vecchio album di foto e ogni tanto le sue labbra si aprivano il un largo sorriso.
Un' improvvisa voglia di stringermi a lui mi prese, gli avvenimenti del giorno prima mi avevano sconvolta, ma era solo grazie a lui se ero riuscita a mantenere il controllo, e adesso lui era lì, steso sul mio letto, con il mio passato tra le mani.
-Ehi..- dissi avvicinandomi al letto.
-Lo sai- disse lui voltandosi dalla mia parte con estrema serietà - Non sei proprio cambiata!-
Osservai le foto che avevano catturato la sua attenzione.
Dovevo avere massimo 4 anni, indossavo un vestitino rosa con il merletto bianco e i miei capelli erano legati in una piccola coda, trattenuti anche da due mollettine colorate.
Nella foto ridevo, avevo gli occhi spalancati e stringevo forte un pupazzo di coniglio nelle mani.
-La risata è la stessa- osservò Andrea, puntando gli occhi nei miei.
-Spalanco ancora gli occhi così tanto?- domandai ironicamente
-Amo quando lo fai...- sussurrò lui.
Sapevo di essere diventata leggermente rossa, continuai a perdermi nel suo sguardo, sentendo il cuore mancarmi di un battito, quando le sue mani sfiorarono il mio volto.
Istintivamente mi avvicinai a lui, setendo il profumo del mare mischiarsi a quello del mio bagnoschiuma.
Sentendo le sue mani calde toccare la mia pelle ancora bagnata.
Indossavo semplicemente un' accappatoio, sopra ad un pantaloncino davvero troppo corto e un top molto aderente.
Erano le uniche cose che avevo trovato nel bagno, essendomi dimenticata di portarmi i vestiti.
Le mani di Andrea percorsero il mio volto, posandosi sulle labbra socchiuse, lasciandomi senza fiato.
Mi misi a sedere sul letto, ponendo fine a quella scomoda posizione e avvicinandomi ancora di più.
Mi abbassai fino a far toccare i miei capelli il suo volto, fino a farlo sorridere per il solletico.
Fino a quando l'unica cosa che sentivo di volere era il suo bacio.
Andrea era vicinissim, le sue mani si spostarono sui miei fianchi, avvicinandomi ancora.
Chiusi gli occhi e inclinai il volto, pronta a socchiudere le labbra a contatto con le sue.
-Aspetta... - sussurrò Andrea a contatto con la mia bocca, facendomi alzare di botto e rompendo tutta quella magia.
-Cosa c'è?- chiesi ancora scombussolata
-Ho sentito un rumore..- disse lui alzandosi e mettendosi a sedere.
Rimasi in attesa, poi lo sentii anche io, mio padre si doveva essere svegliato.
-E' meglio che tu vada nel bagno, io mi vesto e poi vediamo di uscire senza farti vedere- dissi
-Va bene- disse lui sorridendo e avvicinandosi al mio volto per posare le labbra sulla mia pelle ancora fresca.

Uscire di nascosto da casa mia si rivelò molto più complicato del previso, mio padre e mia madre avevano deciso di mettersi a sistemare il salotto proprio quel giorno, così decisi di intrattenerli, mentre Andrea si avvicinava all'uscita.
Mi veniva quasi da ridere, sembrava una situazione paradossale, io dovevo intrattenerem i miei mentre un ragazzo con cui non era successo effettivamente niente quella sera, doveva uscire in punta di piedi.
Quando finalmente fummo fuori il mio palazzo scoppiammo a ridere.
-Adesso che si fa?- chiese Andrea osservando l'ora
-Andiamo a casa tua, cosi puoi cambiarti anche tu... ma forse è meglio se io aspetto giù questa volta...- proposi
-No!- rispose rapidamente lui - C'è una cosa che vorrei mostrarti- disse poi sorridendo.



Andrea

Il tempo sembrò volare, io ed Eleonora restammo abbracciati su quella spiaggia per ore e ore, eppure avrei dato qualsiasi cosa per continuare all'inifito.
Quando ormai si era fatta l'alba mi resi conto che forse era il caso di andare via, magari lei voleva vedere Leda, sapere come stava ed io volevo esserci.
-Vuoi che ti porto in ospedale??- proposi
-l'orario di visita inizia tra una paio d'ore... - rispose lei sorridendo
-Se vuoi posso portarti a casa, ti cambi, mangi qualcosa e vai da Leda..-
-Ci sto!- rispose sorridendo. - Però poi passiamo anche da te, non è giusto che oggi tu sia il mio autista personale -
Lui sembrò rifletterci un attimo, poi sorrise e annuì - Andiamo allora, ma sta volta, guido io!-

Guidai fino a casa di Eleonora, con lei che mi dava le indicazioni quasi urlando contro il vento.
-Ho detto ai miei che avrei dormito a casa di Dani- spiegò - Dovrebbero dormire anocora, quindi speriamo che sia così, e non facciamo confusione-
Concluse aprendo con calma la porta.
Mi persi nei dettagli di quella casa, era così' "Eleonora", con tutte le pareti colorate, piene di quadri, senza stanze troppo grandi, tutto così vivo.
-Scusa, ma salterei la fase del giro delle stanze.. E' meglio eivtare- mi disse
Io annuì, seguendola fino alla sua stanza.
Quando Eleonora aprì la porta rimasi piacevolmente sorpreso.
La sua stanza non era molto grande, c'era un letto ad una piazza e mezzo al centro della stanza, con coperte e cuscini rosa.
Davanti al letto, sulla parete opposta, c'era un armadio pieno di foto e di scritte colorate, sotto ad una grande finestra c'era una scrivania con un portatile bianco e tantissimi libri nella libreria .
In ogni angolo della stanz c'era qualcosa, da qualche parte un pupazzo enorme o semplicemente un cuscino.
-E così è questo il tuo mondo, era vero quello che dicevi, la tua stanza è proprio vissuta!- dissi sorridendo
-E già, più che vissuta è disordinata in questo momento - rispose lei cercando di sistemare le cose come meglio poteva, mentre io la osservavo, stranamente felice.
-Senti vado a prenderti qualcosa da mangiare, così hai da fare mentre mi faccio una doccia veloce.. ?! - propose
-Va benissimo, intanto osservo ... -risposi io, concentrandomi sulle foto che ricoprivano le pareti.
C'erano un paio di fotografia a grandezza poster, la mia attenzione la catturò una foto dove tre ragazze sorridevano.
Un aveva i capelli lisci e castani, legati in una coda alta e mostrava soddisfatta una maglietta senza bretelle tutta bianca e brillantinata, alla sua destra una ragazza con i capelli neri disordinati indossava un vestito rosso con una collana dello stesso colore e faceva uno strano gesto con le mani e una terza ragazza dai capelli boccolosi e rossastri faceva una smorfia seducente, indossando un corpetto nero e sfoderando il suo sorriso migliore.
Erano Eleonora, Daniela e Leda, dovevano aver avuto massimo 14-15 anni. Mi venne da sorridere e senza rendermene conto passai ad osservare un'altra foto.
Un gruppo di ragazzi a mare si teneva per mano, pronto a buttarsi in acqua. Questa foto era leggermente più recente.
Riconobbi molti dei volti.
C'erano Daniela e Gudio, Leda e altri quattro compagni di classe, notai anche Ludovica e Giada con un costume identico e poco distante c'era Eleonora, aveva un costume a fiori azzurri, leggermente meno magra rispetto ad ora, ma ugualmente bella.
Rimasi sorpreso di notare accanto a lei Vittorio, loro due non osservavano la macchina fotografica, ma si guardavano sorridenti.
Proprio mentre ero rapito da quella foto, sentii la porta aprirsi, convinto che si trattasse di Eleonora mi voltai .
Ma mi trovai davanti una ragazza che non avevo mai visto.
- Ciao! tu chi sei?- domandò
-Ciao..- dissi imbrazzato pensando a qualcosa da inventarmi - Io sono Andrea, un amico di tu sorella-
-Ah, sei il suo nuovo ragazzo?- domandò lei facendo l'occhiolino
-Nono.. - risposi - Sono solo un amico l'ho accompagnata a casa per portarla a trovare Leda- risposi
-Ah- disse lei quasi imabrazzata - Io comunque sono Lorenza, sua sorella- disse poi porgendomi la mano.
Ricambia, osservandola.
-Quanti anni hai?- chiesi
- 14- rispose soddisfatta.
Era davvero diversa da Eleonora, aveva capelli biondo cenere lunghi fino alle spalle con un leggero ciuffo che le copriva gli occhi verde-marroni.
Eppure nel suo sorriso c'era qualcosa che ricordava la sorella.
-Sei sicuro di non essere il suo ragazzo?- domandò Lorenza sedendosi sul letto e scrutando la mia espressione.
-Eh sì, ne sono sicuro- risposi sedendomi accanto a lei
-Peccato, sembri proprio il mio attore preferito! Sai , Seth, quello di the O.C.. - disse lei, gesticolando e lasciando muovere i capelli, proprio come feceva Eleonora.
-Non guardo molta Tv..- risposi io divertito.
Lei fece come per replicare, quando la porta si aprì.
-Ciao Ele!- disse Lorenza voltandosi e salutando con la mano
-Lori, che ci fai già sveglia?- chiese Eleonora meravigliata
-Oggi devo andare alla partita di tennis, tra poco mi passa a prendere la mamma di Silvia- spiegò lei - Stavo appunto venendo a cercare la mia borsa per il tennis, quando ho trovato Andrea qui!-
Eleonora chiuse la porta alle sue spalle e posò ciò che aveva preso da mangiare sul tavolo.
-E così avete fatto amicizia?- domandò
Io annuii - Mi ha detto che sono uguale a Seth!- .
-Adesso sarà meglio che io vada a cercare la mia borsa, buona giornata! Ciao Andrea è stato un piacere- Disse Lorenza alzandosi e andando verso la sorella.
-Anche per me!- risposi io, osservandole vicine. Eleonora era parecchio più alta, ma Lorenza aveva un fisico più slanciato, completamente diverse, eppure così simili.
-Ciao Ele - disse Lorenza a bassa voce, impedendomi quasi di sentire, sussurrando poi qualche altra cosa, prima di uscire.

-Tua sorella è proprio un bel tipo!- dissi non appena restammo soli
-Già, lo è davvero! senti io vado in bagno, fai come se fossi a casa tua e se dovesse entrare un altro parente nasconditi!- disse lei sorridendo

Così rimasi di nuovo solo, mi setesi sul letto affrenando qualcosa da magliare e aprendo un album di foto posato sul comodino.
C'era una scritta bianca " Eleonora" su una copertina rossa liscia.
Iniziai a curiosare, trovandomi per le mani frammenti della sua vita, del suo passato più remoto.
Eleonora appena nata, Eleonora e primi passi.. Fino ad arrivare ad una foto che mi face scoppiare a ridere senza nemmeno rendermene conto.
-Ehi..- disse lei entrando in quel momento nella stanza e avvicinandosi al letto.
-Lo sai... Non sei proprio cambiata!- dissi osservando la foto
Doveva avere massimo 4 anni, e rideva...
-La risata è la stessa- osservai, guardandola negli occhi
-Spalanco ancora gli occhi così tanto?- chiese lei
-Amo quando lo fai...- susurrai
Eleonora si avvicinò, sentivo il suo proumo riemprmi il respiro.
Posia le mie mani sul suo corpo, indossava solol'accappatoio, potevo intravedere un misero pantaloncino ed un top aderente da sotto.
Lei si alzò e si sedette accanto a me sul letto, vicina, dannatamente vicina.
Si abbassò fino a solleticarmi con i suoi capelli, fino a farmi perdere nel suo sguardo.
Lasciai che le mie mani si posassero sui suoi fianchi, ci avvicinammo ancora.
Socchiusi gli occhi e feci per baciarla.
-Aspetta... - sussurra imprivvisamente, a contatto con le sue labbra, maledicendo quel rumore che ci aveva interrotti.
-Cosa c'è?- chiese lei
-Ho sentito un rumore..- disssi alzandomi
-E' meglio che tu vada nel bagno, io mi vesto e poi vediamo di uscire senza farti vedere- disse
-Va bene- sorrisi, posai le labbra sulla sua pelle fresca e feci come mi aveva detto.

Riuscimmo ad uscire da casa sua con non poche difficoltà e quando arrivammo fuori, finalmente liberi dal pericolo di incontrare i suoi scoppiammo in una rumorosa risata.
-Adesso che si fa?- domandai
-Andiamo a casa tua, cosi puoi cambiarti anche tu... ma forse è meglio se io aspetto giù questa volta...- propose lei
-No!, C'è una coas che vorrei farti vedere..- dissi interrompendola.

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Capitolo 18
*** 18 ***


ele Ecco un altro capitolo! Grazie a tutti per le recensioni e per le letture ^^
Più vado avanti e più amo Guido hihih
Manca comunque davvero poco alla fiene.
Pronti?:P

Eleonora


Tornando a casa di Andrea mi vennero in mente i ricordi di quel giorno passato da lui, quando ancora non ne sapevo niente, quando non contava così tanto.
I suoi genitori non c'erano, o comunque la casa era troppo grande che non si sarebbero mai resi conto della nostra presenza.
Seguii Andrea al piano di sopra, cercando comunque di non fare rumore.
-Allora..- disse lui davanti la sua stanza - Volevo farti vedere una cosa, per dimostrarti che quello che dici mi rimane qui - disse portandosi una mano sulla testa - e qui- disse poi posandola sul cuore, facendomi sorridere ed arrossire.
Aprì lentamente la porta, facendomi capire finalmente di cosa stava parlando.
Rimasi per un momento incerta, la stanza di Andrea era completamente diversa.
Le pareti erano coperte di foto e ritagli di giornale, certo non era ancora all'altezza della mia, ma era a buon punto.
Camminai rapida verso la parte dove avevo visto il disegno fatto con il suo amichetto d'infanzia, notai che aveva spostato il letto, in modo tale che si vedesse.
Sora al letto c'era un grande poster, unn'alba d'estate, con sotto una scritta fatta con il pennarello nero "Non c'è notte tanto oscura da impedire al sole di risorgere il giorno dopo ".
-E' un regalo di Asia.. della mia ex ragazza - spiegò Andrea vedendo che osservavo la parete - Me lo regalò poco prima di partire, non avevo ancora svuotato gli scatoloni.. -
-Hai fatto un lavoro perfetto - dissi sfiorando con le mani una foto lucida attaccata accanto al letto, dove Andrea appena adolescente sorrideva timido.
-Ho preferito lasciare più spazio ai ritagli di giornale però, non amo molto le foto.. - disse
Io mi voltai, guardandolo negli occhi, avevo come l'impressione di riuscire a stendo a trattenermi dalla voglia di starci al collo, eta tremendamente tenero, tenero e bellissimo.
-Allora, mentre tu ti diverti ad osservare le pareti della mia stanza, vado a prepararmi- disse poi - Tieni chiama l'ospedale cos' sappiamo con certezza a che ora andare- concluse lanciandomi il telefono.
-Grazie- dissi semplicemente
Mentre Andrea era sotto sotto la doccia chiamai l'ospedale, anche se nessuno mi speppe dare notizie di Leda, poi mi dedicai alla sua camera.
Osservai ogni dattaglio, ogni foto, ogni ritaglio di giornale.
Gli piaceva molto Vasco Rossi, da quello che potevo notare, aveva anche scritto un pezzo di "senza parole" su una delle ante dell'armadio.
Sulla scrivania trovai una foto che doveva essere molto recente, era fatta nella stessa stanza: Andrea era con una delle ragazze più eleganti che avessi mai visto, non tanto negli abiti, quanto nel portamento.
Una strana gelosia mi invase, quella ragazza doveva essere Asia, la sua ex ... lei aveva avuto Andrea, lei l'aveva fatto innamorare.
Cercai di pensare ad altro, di evitare di concentrarmi sul suo passato, ma la cosa si rivelò complicata, quando il pensiero di Andrea svaniva, immediatamente arrivava quello di Leda e degli avvenimenti degli ultimi giorni.
Bastava poco e i miei occhi erano di nuovo colmi di lacrime.

-Ho quasi fatto- disse Andrea spuntando dalla porta -Mi puoi passare una maglietta?- domandò poi nascondendosi
-Certo, da dove la prendo?- chiesi leggermente imbarazzata
-Da quel cassetto, si esatto quello - disse lui dandomi indicazioni con i gesti
Cercai di non metterci troppo tempo, scelsi una polo rossa, stava benissimo con la giacca che eta appesa alla sedia.
-Grazie- disse lui afferando la maglietta al volo e infilandosela velocemente.
Aveva ancora i capelli leggermente bagnati e profumava intensamente.
-Allora, andiamo?- chiese sfacendomi un mezzo occhiolino
-Andiamo- dissi io accennando un sorriso, mentre il pallido ricordo di Asia scompariva.

Arrivammo in ospedale poco prima dell'orario di vista, non appena rimettemmo piede in quel luogo tornò la tristezza.
I genitori di Leda erano già lì, con alcuni parenti.
-Ciao Eleonora- disse il fratello della mia amica venendomi in contro
-Ehi - dissi dandogli un leggero bacio sulla guancia - Come sta?-
-Meglio , i medici dicono che domani mattina potrà uscire- rispose lui -Senti,Ele, so che non dovrei chiedertelo, ma...lei si è rifiutata di dirci come sono andate le cose, mamma e papà parlano già di mandarla dalla zia in Francia questo natale..-
-Lo sai che non posso driti niente, se non l'ha fatto lei ci sarà un motivo, ma devi fidarti Leda è davvero una persona speciale e non andrà da nessuna parte - risposi io, era vero, l'avrei tenuta con me costi quel che costi.
-Lo spero- rispose lui con uno sguardo malinconico - Adesso se vuoi puoi entrare ..- aggiunse poi facendomi un cenno verso la stanza in cui era ricoverata la mia amica.
Mi voltai in cerca di Andrea e lo trovai poco dietro di me che sorridendo mi fece un leggero sì con la testa.
La stanza era troppo piccola, troppo fredda e troppo bianca per i miei gusti.
Vedere Leda stesa in quel letto mi fece rabbrividire, lei, lei che aveva sempre avuto una risata per ogni situazione, lei che nemmeno se legata smetteva di correre e ballare, lei, la mia migliore amica.
-Ele..- disse lei alzando la testa e sorridendomi tristemente
-Leda!- dissi correndo verso il suo letto e gettendole le braccia al collo
Cercai di trattenere le lacrime, dovevo farlo per lei.
-Allora, come ti senti?- domandai rimproverando la stupidità della mia domanda.
-Meglio fisicamente... è strano ma... mi mancherà- disse posandosi una mano sul ventre.
La strinsi forte a me, sentendo gli occhi bruciarmi ed una lacrima codarda rigarmi il volto.
-Forse però è meglio così, non era il momento e decisamente nemmeno il padre
giusto - disse lei sorridendo.
-I medici hanno detto che presto uscirai!- le dissi con entusiasmo cercando di cambiare argomento
-Già non ne posso più, odio questo posto - disse lei osservando le pareti vuote.
-Cosa si dice là fuori?- mi chiese incuriosita.
-Bè.. un pò di novità ci sono.. - risposi io diventando leggermente rossa
-Eleonora, Eleonora, ti lascio per due giorni e hai già novità?- chiese lei divertita
Mi sentivo già meglio, la mia mano era incrociata a quella di Leda, sopra la sua pancia.
Le raccontai tutto quello che era successo e mi sembrò quasi di essere nel nostro banco a scuola, lontane da tanto dolore, da tanto freddo.
Non son di preciso quanto tempo passammo a ridere e parlare, ma sapevo di certo di stare meglio.
Ad interromperci fuuna leggera bussata alla porta, che ci fece voltare entrambe.

-Posso?- domandò timidamente Daniela aprendo la porta.
Osservai l'espressione di Leda cambiare, divenne sorpresa, poi leggermente confusa e con mio grande sollievo si aprì in un sorriso.
-Certo..- disse lei
Osservai Daniela entrare nella stanza, non la vedevo da poche ore eppure mi sembravano secoli.
Indossava una felpa nera larga ed un pantalone strappato al ginocchio di jeans, aveva l'aria di essere davvero distrutta.
-Qui Eleonora mi raccontava i suoi progressi con Andrea- disse Leda divertita
-L'ho appena visto qui fuori, è stato un tesoro a venire.. - disse Daniela prendendo posto accanto a me sul letto.
-Insomma sei cotta?-domandò Leda osservando quella che doveva essere un'espressione abbastanza sciocca che mi si era dipinta in volto.
-Temo di si... - risposi coprendomi la faccia con le mani
-Era ora!- esultarono insieme le mie amiche - Se adesso non ti butti ti ammazziamo- disse Daniela
-Certo! Lui è semplicemente perso per te- concordò Leda.
-Bè se le cose stanno cos', è meglio che vada da lui...- dissi alzandomi dal letto, osservai le mie amiche, eravamo sopravvissute a tanto insieme.
Avevamo superato le crisi in famiglia , le difficoltà a scuola e le delusioni in amore, ma mai, prima di quel momento, avevamo dovuto superare noi stesse, mai, avevamo vinto una battaglia tanto grande. Avevamo Vinto. Insieme.

Fuori la stanza di Leda trovai alcuni compagni di classe e amici, salutai velocemente i volti conosciuti.
Andrea era seduto sulla panchina della sera prima e parlava con Guido, mi avvicinai a piccoli passi, cercando di non disturbarli.
-Oi!- dissi Guido appena mi vide, alzandosi per salutarmi - Come sta?-
-Bene, adesso è con Daniela.. - dissi
- E come vanno le cose? - chiese lui quasi spaventato
-Bene, bene- dissi facendo un largo sorriso
Lui sembrò rilassarsi,si voltò in direzione della famiglia di Leda e abbassò lo sguardo.
-Sarà meglio che vada a casa, non sono molto gradito qui.. - disse poi malinconico - Ele, se la rivedi, dille che sono passato, per favore- aggiunse poi allontanandosi.
L'euforia che mi aveva invaso poco prima svanì improvvisamente.
Sentii nuovamente gli occhi farsi lucidi, vedere Guido in quel modo mi faceva stare male, avrei voluto fare qualcosa, aiutarlo..
-Passerà- disse improvvisamente Andrea al mio fianco, come se mi potesse leggere nel pensiero.
Mi voltai di scatto e senza nemmeno pensarci mi fiodai tra le sue braccia, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.
Gioia, sollievo, dolore, paura...
-Te lo prometto.. passerà- ripetè lui a contatto con i miei capelli, baciandoli leggermente.
Gioia, sollievo, dolore, paura...Amore.



Andrea


Volevo arrivare a casa velocemente per mostrare ad Eleonora come la mia stanza fosse cambiata.
Volevo farle vedere che ero pronto a mettere "radici", pronto a smettere di avere paura.
La condussi nella mia stanza, facendo attenzione a non fare troppo rumore, nonostante sapessi che i miei genitori erano troppo assenti in una cosa tanto grande, per rendersi conto che ero tornato.
-Allora..- dissi quando fummo davanti alla porta- Volevo farti vedere una cosa, per dimostrarti che quello che dici mi rimane qui - dissi portando una mano sulla testa - e qui- Posandola poi sul cuore, mentre le sue guancie si facevano leggermente più rosse.
Aprii lentamente la porta, scrutando il suo volto.
I suoi grandi occhi color nocciola si spalancarono per la meraviglia, le sue labbra si aprirono in un sorriso, mentre esplorava con lo sguardo ogni dettagli.
Corse a controllare se avevo scoperto il disegno fatto da bambino, volevo che vedesse che l'avevo fatto, che avevo preso il mio passato e l'avevo tirato fuori.
Come avevo immaginato la sua attenzione venne catturata dal poster che mi aveva regalato Asia, proprio sopra al letto.
-E' un regalo di Asi.. della mia ex ragazza - spiegai - Me lo regalò poco prima di partire, non avevo ancora svuotato gli scatoloni.. -
-Hai fatto un lavoro perfetto - disse lei osservando una mia foto di qulache anno prima
-Ho preferito lasciare più spazio ai ritagli di giornale però, non amo molto le foto.. -le feci notare
I suoi occhi si posarono nei miei e mi persi, di nuovo.
-Allora, mentre tu ti diverti ad osservare le pareti della mia stanza, vado a prepararmi- dissi poi - Tieni chiama l'ospedale cos' sappiamo con certezza a che ora andare- conclusi dandole il telefono
-Grazie- rispose lei

Sotto la doccia mi liberai finalmente della sabbia che mi portavo dietro da ore, rilassandomi .Volevo metterci meno tempo possibile, tornare da lei, ritrovarla nella mia stanza, così dannatamente perfetta , come se quello fosse il suo posto da sempre.
Mi chiesi cosa stava pensando della mia foto con Asia, se, almeno un pò, era gelosa o curiosa, se sentiva quella fitta al cuore e allo stomaco al pensiero che potessi stare con un'altra. Perchè era esattamente quello che provavo io ogni volta che mi trovavo Vittorio davanti.
Uscii dal bagno maledicendomi per non aver portato la maglietta, aprii la porta, in modo tale che mi coprisse almeno in parte.
Tutto questo pudore era quasi ridicolo, non avevo affatto vergogna a farmi vedere a petto nudo, nonostante non avessi un super fisico, ma volevo osservarla diventare rossa, quando mi passava la maglietta e quando i suoi occhi si posavano rapidamente sulla mia pelle.
Quando fui pronto uscimmo da casa, cos' come eravamo arrivati, come due fantasmi.
Mi chiesi se i miei fossero preoccupati, non li sentivo dalla sera prima. Una parte di me aveva asperato di trovarli in piedi accanto al telefono pronti ad aspettare una mia notizia, ma niente...

Tornare in ospedale riportò a galla i brutti ricordi, lo leggevo sul volto di Eleonora che mi precedeva per le stanze con il passo di chi ha fretta e scappa dalla paura.
Non appena arrivammo davanti alla stanza di Leda lei si isolò a parlare con il fratello di quest'ultima.
Rimasi in silezio, senza sentire cosa si stavano dicendo, fin quando non capii che era arrivato il momento di entrare da Leda.
Eleonota si voltò dalla mia parte e le sorrisi cercando di farle capire che c'ero, che ci sarei stato.

Mi misi a sedere nuovamente sulla panchina della sera precedente, pronto ad aspettarla , pronto ad esserci anche dopo.
-Andrea- disse una voce conosciuta distraendomi da quei pensieri, anzai il volto e rimasi sorpreso.
-Vittorio?- chiesi
-senti come sta?- domandò lui con ansia
-Non lo so, a quanto ho capito meglio... - risposi alzando le spalle, non potevo credere che lui fossi lì.
-Cosa ci fai qui?- domandò poi ritrovando lo sguardo sicuro di sempre
-Potrei farti la stessa domanda.. - gli feci notare e con mia grande soddisfazione la sua sicurezza parve vacillare per un attimo
-Quando ero piccolo Leda era una mia amica, insomma è una compagna di scuola no!?- disse con noncuranza.
-Certo- risposi
-Questo spiega perchè sei qui...- disse rispondendosi da solo
-Veramente sono venuto per accompagnare Eleonora - dissi, felice di dargli un duro colpo.
I suoi occhi scuri si posarono nei miei, pieni di superiorità, quasi di cattiveria.
-Capisco- disse semplicemente
-Io me ne vado - aggiunse poi alzandosi e senza darmi il tempo di dire niente, lasciò la stanza.

Rimasi per un attimo a fissare la parete spoglia, fino a quando non sentii altre voci farsi sempre più vicine.
Erano arrivati i compagni di scuola, alcuni volti che conoscevo, altri che avevo solo visto ogni tanto e qualcuno che non sapevo proprio chi fosse.
-Gudio!- dissi
-Ehi, ciao Andrea- rispose lui venendosi a sedere accanto a me
-Hai portato gente eh?- dissi scherzando
-Si, quando hanno saputo dell'accaduto sono corsi, praticamente- disse lui abbozzando un sorriso
-Come va?- chiesi
-Male, Daniela adesso sta andando da Leda e prego perchè vada tutto bene, mi sento triste per il bambino ma ancora più triste perchè non posso fare a meno di pensare che sia stata anche una fortuna.. -
-E' normale, hai affrontato la cosa da uomo, molte persone più adulte di te non l'avrebbero fatto e questo ti fa onore, non sei scappato davanti alle difficoltà, eri pronto a fare la scelta migliore per tutti, lasciando da parte te. Sei una delle persone più oneste che conosca- dissi con sincerità,anche se non lo conoscevo bene di persona, avevo esattamente capito che tipo era Guido.
-Grazie Andrea - disse lui accennando un sorriso - Spero solo che le cose possano tornare come prima con il tempo-
-Con Daniela come va?- domandai
-Bene, mi ha perdonato ma dice che non si fida e la capisco, per ora abbiamo lasciato in sospeso noi due.. ci siamo concentrati su Leda, deve pensare al loro rapporto prima - spiegò lui
-Ecco, parlavo di questo prima - dissi posandogli una mano sulla spalla.
-Senti Andrea, lo so che è fuori luogo ma.. tengo ad Eleonora come ad una sorella e.. -
-Non la farò stare male, promesso, voglio solo che lei sia felice- dissi sinceramente, interrompendolo .
-Lo voglio anche io - rispose sorridendo.
Proprio in quel momento dalla stanza uscì Eleonora, sembrava più rilassata, le cose dovevano essere andate bene.
Salutò distrattamente qualche amico, continuando a camminare verso di noi.
-Oi!,Come sta?- chiese Guido non appena la vide
-Bene, adesso è con Daniela.. - disse lei
- E come vanno le cose? - chiese lui quasi spaventato
-Bene, bene- rispose lei
Lui sembrò rilassarsi per un attimo poi però si voltò in direzione della famiglia di Leda e abbassò lo sguardo.
-Sarà meglio che vada a casa, non sono molto gradito qui.. - disse poi malinconico - Ele, se la rivedi, dille che sono passato, per favore- aggiunse poi allontanandosi.Improvvisamente l'espressione rilassata di Eleonora lsciò lo spazio nuovamente al dolore.
Vederla in quel modo mi faceva stare male, avrei voluto dimostrale che c'ero, ma non sapevo come fare.
-Passerà- dissi, rimproverando tanta banalità
Lei si voltò nella mi direzione e senza preavviso mi abbracciò. Ancora una volta la strinsi a me, baciandole i capelli.
-Te lo prometto.. passerà- ripetei, scacciando con forza il pensiero di Vittorio che era passato, forse avrei dovuto dirglielo, forse. Ma in quel momento avrei fatto di tutto per tenerla ancora con me.




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Capitolo 19
*** 19 ***


cdapitolo
E' la terza volta che scrivo questo capitolo, il mio computer ha pensato bene di rompersi, facendomi perdere TUTTI i dati, mi scuso per il ritardo, mancano comunque un paio di capitolo alla fine, forse tre.. :D li ho già scritti, mi manca giusto quello finale!
Recensite in tanti.. Grazie come sempre a tutti <3




Eleonora


Quando finalmente Leda fu rilasciata dall'ospedale io e Daniela iniziammo a passare gran parte del tempo con lei, spesso, saltavamo anche la scuola per poterle stare accanto, visto che lei ancora non se la sentiva di tornare.
La prima settimana passò con una lentezza sconvolgente, le cose non andavamo come avevo sperato.
I segni indelebili dell'accaduto era visibili nello sguardo e nell'espressione delle mie amiche, io cercavo di aiutarle come potevo ma non era affatto semplice e iniziava a mancarmi la mia vita, quella di qualche mese prima.
Con il tempo le cose iniziarono a migliorare, Leda passava molto tempo a casa, ma riuscivamo a convincerla ad uscire più spesso, Guido non si poteva ancora avvicinare, lui e Daniela stavamo cercando di "riprovarci", ma non era semplice.
Io passavo sempre meno tempo con Andrea, erano ormai 4 giorni che non lo vedevo.
Ogni tanto, incapace di sostenere la situazione con le mie amiche, ponevo loro mille domande su Andrea, sperando che questo potesse riportare la normalità.
Secondo Daniela dovevo assolutamente provarci, lui era cotto di me, ma troppo timido per fare nuovamente il primo passo.
Secondo Leda invece dovevo aspettare, non dovevo gettarmi in questa storia senza pensarci bene e non dovevo essere assolutamente io a fare il primo passo.
Era sconvolgente come i ruoli si fossero invertiti, era sempre stata Leda la "donna predatrice",mentre Daniela riteneva che dovessero essere gli uomini ad avvicinarsi.
Una Domenica mattina io e Daniela ci trovavamo a casa di Leda, avevamo dormito lì ed avevamo in programma un giretto per la città in mattinata, per poi andare a pranzo fuori, quando il mio cellulare vibrò sul comodino.
ERo convina che fosse una delle solite telefonate di mia madre, così lo afferrai sbuffando.
Feci giusto in tempo a leggere il nome che lampeggiava sul display : Andrea.
Sentii il cuore accellerare nel petto, respirai forte prima di rispondere, allontanandomi dalle mie amiche che mi chiedevano chi fosse.
-Pronto.. - dissi cercando di sembrare naturale
-Ele.. ciao! sono Andrea, come stai?- la sua voce dolce e vellutata mi era mancata tanto, avrei voluto che non smettesse più di parlare.
-Bene, bene , grazie.. e tu?-
-Non mi lamento.. e le altre?- domandò
-Ci stiamo provando... - mi limiai a rispondere, lanciando un rapido sguardo alle mie amiche che ridevano sedute sul letto.
-Senti avrei una proposta per te.. credo di aver avuto un'idea geniale!- disse lui con entusiasmo
-Di che si tratta?- chiesi incuriosita
-E' una sorpresa, mi piacerebbe parlartene dal vivo, è possibile o hai programmi? -
-Io, beh oggi...- l'idea di vederlo di nuovo, di avere un pò di tempo per noi mi faceva elettrizzare
- Fino a pranzo non posso liberarmi - spiegai
-E dopo? vengo dove vuoi, anche solo per dieci minuti - disse lui con voce implorante
-Vado a mangiare con le mie amiche al centro, potremmo vederci fuori scuola verso le 15.00? - chiesi sperando che andasse bene
-Mi sembra perfetto.. allora ci vediamo più tardi! salutami Dani e Leda- rispose lui, potevo immaginarlo sorridere camminando nella sua stanza
-A dopo allora - risposi io attaccando il telefono, mentre sentivo il cuore battermi ancora forte in petto.
-Allora era Andrea vero?- chiese Leda sistemandosi i capelli allo specchio
-Certo Leda, non vedo il sorrisetto da " Andrea" dipinto in volto?- disse scherzando Daniela
-Smettetela!- dissi fingendo di essere offesa - E comunque sì, era lui, oggi ci vediamo, ha detto che ha una sorpresa per me, ha parlato di una grande idea!-
-Ma è fantastico, Andrea si è svegliato!- esultò Leda alzando i pugni a mò di vittoria.
-Non hai idea di cosa potrebbe essere?- domandò Daniela
-No, per niente-. risposi io sconcertata - Ma sembrava euforico-
-Magari era una scusa per vederti - ipotizzò Daniela
-O forse vuole farti una proposta indecente- replicò Leda tra le risate.
Per un momento mi sembrò che tutto fosse tornato al suo posto, sembrava quasi che niente si fosse intromesso tra di noi, che gli ultimi avvenimenti non fossero esistiti. Inconsapevolmente Andrea mi aveva già fatto un regalo bellissimo, mi aveva regalato un pò di normalità con le mie amiche.




Andrea


I giorni dopo l'uscita di Leda dall'ospedale furono molto strani.
A scuola ormai tutti sapevano cos'era successo, molti continuavano a parlarne.
Leda, Daniela ed Eleonora avevano smesso di venire a scuola, la prima, perchè ancora non era pronta e le altre per starle accanto.
Io passavo il tempo con Guido, cercando di stargli vicino come potevo, quanto meno allontanandolo dalle voci di corridoio e dai sussurri che lo accompagnavano ogni volta che scendeva in cortile.
Ludovica e i suoi amici avevano smesso di parlarne dopo qualche giorno, a detta loro perchè non se ne poteva più, ma avevo come l'impressione che ci fosse dietro Vittorio.
Dopo la sua visita in ospedale non ci avevo quasi più parlato, ogni tanto mi chiedeva con finta non curanza se avessi novità, sapevo che il suo interesse non si limitava alla salute di Leda, ma voleva chiaramente notizie sull'assenza di Eleonora.
Era passata poco più di una settimana dall'uscita di Leda dall'ospedale e avevo visto Eleonora sì e no due volte, anche contattarla non era semplice, era sempre a casa dell'amica e non volevo essere un problema o un peso.
Eppure mi mancava incredibilmente, mi mancava la sua voce, il suo sorriso, quel modo semplice che aveva di essere così unica.
Una mattina ero arrivato a scuola con un inspolito anticipo. Mi ero diretto così al bar, dove avevo trovato Vittorio seduto, stranamente da solo, ad un tavolino.
-Ciao- avevo detto io più per educazione che per altro
-Ciao- aveva risposto lui alzando la testa dal suo caffè per accennare un cenno
-Come stai?- aveva aggiunto poi
-Bene e tu?- avevo risposto senzå nemmeno pensarci
-Me la cavo, Andrea, siediti un attimo - aveva risposto lui facendomi segno di prendere posto
MI limitai a sedermi su una sedia vuota dall'altro lato del tavolo
-Volevo parlarti - disse
-Dimmi-
-La settimana prossima ci sarà una festa, Ludovica mi ha detto di invitarti, lei è fuori con la famiglia perchè sono andati sulla neve-
Non potevo credere che si trattasse dolo di questo, una festa?!
-Ehm.. grazie Vittorio, non credo che ci sarò- risposi, facendo come per alzarmi
-Aspetta!- disse lui trattenendomi per un braccio
Mi bloccai e lo fiassai nei suoi occhi scuri.
-Ho pensato che.. forse alla festa potre venire anche Leda, cioè.. potrebbe essere un modo per farla reinserire.. - di nuovo nella sua voce c'era quel tocco di incertezza e nel suo sguardo una strana luce.
-Non credo che sia proprio l'ideale, niente di personale, ma a quella festa non ci saranno proprio i suoi più grandi amici - risposi con un tono abbstanza polemico, nonostante cercassi di evitarlo
-Capisco- rispose lui senza far tarsparire nessuna emozione, di nuovo padrone di sè.
MI lasciò andare la presa e tornò a fissare il suo caffè.
-Ci sarebbe una soluzione, forse.. - dissi improvvisamente, catturando la sua attenzione - Ma ho bisogno dedl tuo aiuto- aggiunsi
-Vai, spara- rispose lui accendendosi di una nuova speranza.

Parlare con Vittorio si rivelò meno spiacevole del previso, riuscimmo a trovare una soluzione e così pensai che era arrivato il momento di comunicare la nostra idea ad Eleonora.
Mi ero ripromesso di essere onesto e rivelare che l'idea iniziale era partita da Vittorio, ma quando sentii la sua voce al telefono mi presa una gran paura che questo potesse allontanala da me..
Riuscii a prendere un appuntamente per quel pomeriggio, finalmente potevo rivederla e passare del tempo con lei, mi ci vollero minuti e minuti per far scomparire uno strano sorriso che si era impossessato del mio viso.


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Capitolo 20
*** 20 ***



Eleonora


ALle 15.10 ero fuori scuola.
La mattinata con Leda e Daniela era andata meglio del previso e mi sentivo euforica.
Le mie amiche avevano insistito per scegliere cosa dovevo indossare, ecco perchè portavo una pantalone fin troppo aderente di Leda ed un maglione con uno scollo troppo eccessivo per il freddo ormai imminente.
Mi ero opposta all'idea di legare i capelli in una coda alta, così li avevo lasciati sciolti sulle spalle e sul seno.
Andrea era seduto sul motorino davanti all'ingresso della scuola, chiusa per la Domenica.
Quando lo vidi il mio cuore accellerò di scatto, mi ripromisi di non dimenticare di respirare prima di andargli vicino.
Lui mi sorrise da lontano e si avvicinò con la solita camminata.
-Ciao!- disse abbracciandomi energicamente
-Da quanto tempo!- risposi io ricambiando l'abbraccio
-Decisamente troppo- mi sussurrò lui nell'orecchio.
Sentii le guancie divenirmi calde e rosse e abbassai lo sguardo.
AVevo paura che con questo contatto lui potesse sentire il mio cuore che martellava senza sosta.
-Allora, dove andiamo?- chiese - devo assolutamente illustrarti la mia idea-
Per un momento mi dimenticai anche del motivo per cui ci eravamo incontrati, talmente grande era la gioia di essere con lui che non mi interessava nemmeno del perchè.
-Dove vuoi.. - risposi alzando le spalle e sorridendo.
-Allora ti porto a prendere un caffè- disse sorridendo e salendo sul motorino.
Arrivammo in breve tempo in un bar sotto casa sua, era un posto piccolo ma decisamente carino.
Ordinammo due cappuccini e ci sedemmo ad un tavolino accanto allal finestra.
-Allora, di cosa mi devi parlare? - chiesi curiosa
-Vedi.. Sabato ci sarà una festa, Ludovica ed i suoi la chiamano "Benvenuto inverno", o una cosa del genere.. sembra essere una delle feste del momento a scuola, ci saranno tutti e si terrà in una villa poco fuori città- disse lui puntando gli occhi nei miei - So bene che questa festa non ti interessa minimamente- aggiunse poi notando la mia espressione - Ma credo che la nuova versione potrebbe essere decisamente di tuo gradimento.. -
-NOn credo di aver capito.. - dissi confusa
-Penso che questa festa potrebbe essere trasformata in in un grande betornata a Leda.. un modo per farle sentire che ci siamo -disse lui con orgoglio
-Andrea.. è una bellissima idea, sei stato davvero carino a pensarci.. ma non credo che Ludovica accetterà mai - dissi
-E qui che ti sbagli, Ludovica e una certa Miranda sono le organizzatrici della festa e sono al corrente di questa nuova idea - disse lui
-Ma .. come hai fatto? - chiesi senza parole, Leda saerbbe stata entusiasta, una festa tutta per lei, avrebbe capito che non era sola, non lo sarebbe mai stata.
-Ho le amicizie giuste - si limitò a rispondere
-Dai Andre.. non dirmi che sei dovuto scendere a patti con quella vipera? - chiesi sperando che non si trattasse di questo.
Lui accennò un sorriso e scosse la testa - Questo mai-
Bevvi un sorso del mio cappuccino e sorrisi -Avanti, illustrami i dettagli .. -
-Bene.. la festa sarà Sabato sera, l'invito è stato esteso a tutta la scuola e tutti, ma proprio tutti, sanno di che si tratta... appenderemo anche uno striscione o qualcosa all'inizio.. ma mi serve il tuo aiuto per portare Leda, si tratta di una sorpresa.. -
-Certo, non sarà facile ma sono certa di poterci riuscire ... - risposi carica di entusiasmo -Ho una sola domanda.. - aggiunsi poi guardandolo
-Avanti, spara, sono pronto - rispose lui
-Perchè?- chiesi con un filo di voce
Lui sembrò pensarci un attimo - Perchè... so quanto conta per te, ma so anche cosa vuol dire avere la sensazione e la paura di essere soli, se qualcuno avesse fatto una cosa del genere per me tutte le volte che avevo questa sensazione forse adesso le cosa sarebbero diverse.. -
Mi persi nuovamente nei suoi occhi, più che mai questa volta temevo di non avere scampo.
-Grazie Andrea.. - dissi semplicemente posando una mano sulla sua e lasciando che la sua presa si facesse un pò più stretta.




Andrea

Il giorno dell'incontro con Eleonora mi preparai ad affrontare con lei il discorso, mi presa la paura che forse la mia idea non le interessasse nemmeno un pò e la genialità del piano mi sembrò svanire in un secondo.
Quando la vidi arrivare all'appuntamento tutto si fece confuso, non mi interessava più niente, volevo solo averla con me.
Era bellissima, come sempre, mi era mancata terribilmente me ne rendevo conto adesso più che mai.
Le andai in contro sorridendo
-Ciao!- dissi abbracciandoila energicamente, quasi senza controllo.
-Da quanto tempo!-rispose lei abbracciandomi a sua volta
-Decisamente troppo- le sussurrai all'orecchio, respirando il suo profumo.
-Allora, dove andiamo?- domandai- devo assolutamente illustrarti la mia idea-
-Dove vuoi.. - rispose alzando le spalle e sorridendo.
-Allora ti porto a prendere un caffè- dissi sorridendo e salendo sul motorino.
La portai nel mio bar preferito, un baretto sotto casa mia, dove si poeteva parlare con calma e bere un ottimo cappuccino.
-Allora, di cosa mi devi parlare? - chiese lei prendendo posto accanto a me
-Vedi.. Sabato ci sarà una festa, Ludovica ed i suoi la chiamano "Benvenuto inverno", o una cosa del genere.. sembra essere una delle feste del momento a scuola, ci saranno tutti e si terrà in una villa poco fuori città- dissi osservandola e pregando che l'idea non fosse stupida come iniziava a sembrarmi - So bene che questa festa non ti interessa minimamente- aggiunsi in fretta notando la cunfusione nei suoi grandi occhi nocciola - Ma credo che la nuova versione potrebbe essere decisamente di tuo gradimento.. -
-NOn credo di aver capito.. - rispose lei
-Penso che questa festa potrebbe essere trasformata in in un grande betornata a Leda.. un modo per farle sentire che ci siamo -dissi sororidendo
-Andrea.. è una bellissima idea, sei stato davvero carino a pensarci.. ma non credo che Ludovica accetterà mai - rispose lei
-E qui che ti sbagli, Ludovica e una certa Miranda sono le organizzatrici della festa e sono al corrente di questa nuova idea - replicai
-Ma .. come hai fatto? - chiese lei, dandomi la conferma che l'idea le era piaciuta
-Ho le amicizie giuste - dissi, pensando che non fosse il caso di raccontarle ogni cosa
-Dai Andre.. non dirmi che sei dovuto scendere a patti con quella vipera? - domandò lei con un tocco di ira nella voce
scossi la testa - Questo mai-
-Avanti, illustrami i dettagli .. - rispose lei tra un sorso di cappuccino e sorriso
-Bene.. la festa sarà Sabato sera, l'invito è stato esteso a tutta la scuola e tutti, ma proprio tutti, sanno di che si tratta... appenderemo anche uno striscione o qualcosa all'inizio.. ma mi serve il tuo aiuto per portare Leda, si tratta di una sorpresa.. - le dissi brevemente tutti i dettagli che avevo programmato il giorno prima con Vittorio.
-Certo, non sarà facile ma sono certa di poterci riuscire ... - rispose lei con
entusiasmo -Ho una sola domanda.. - aggiunse poi
-Avanti, spara, sono pronto -
-Perchè?- chiese con un filo di voce
Avrei voltuo dirle che in realtà l'idea non era partita da me, che io avevo solo pensato a rendere la festa in onore di Leda, ma che il pensiero iniziale era quello di Vittorio, forse avrei anche dovuto dirle che lui faceva tutto questo perchè le voleva ancora bene, avrei anche dovuto evitare di omettere il dettaglio del nostro accordo, lui avrebbe convinto Ludovica e io avrei parlato con Eleonora. Avrei dovuto fare tutto questo, ma non ci riuscii, la paura di perderla di spingerla tra le sue braccia era troppo forse - Perchè... so quanto conta per te, ma so anche cosa vuol dire avere la sensazione e la paura di essere soli, se qualcuno avesse fatto una cosa del genere per me tutte le volte che avevo questa sensazione forse adesso le cosa sarebbero diverse.. - dissi, ed era vero, questi erano i motivi che mi avevano spinto alavorare a questa idea.
ci guardammo per qualche secondo in silenzio.
-Grazie Andrea.. - disse lei posando una mano sulla mia, lasciando che io la stringessi con trasporto.

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Capitolo 21
*** 21 ***



Eleonora

Parlai del piano a Daniela che parve essere entusiasta. TRovammo un modo per portare Leda alla festa, dicendole che si trattava di un compleanno di un parente di Daniela al quale non potevamo mancare. Per fortuna la nostra amica accettò, quando venne a sapere che si trattava di un parente molto ricco e che avremmo potuto passare la serata da sole in una delle stenza della villa a parlare, senza necessariamente mischiarci alla gente.
Il Sabato arrivò prima del previso. Mi ero sentita con Andrea quasi ogni giorno ed ero anche andata a scuola più del solito. Ben presto quella della festa divenne una scusa per parlare e passare del tempo insieme.
Sabato l'appuntamento era per le 22.30 alla villa, in modo tale che tutti gli invitati sarebbero potuti arrivare prima dell'ospita d'onore.
IO e Daniela avevamo convenuti che tutto doveva essere perfetto, a partire da Leda. Così eravamo andate tutte insieme a comprare l'abito da utilizzare.
Daniela si era comprata un vestito rosso che le arrivava fino alle ginocchia, cadendo aderente su tutto il corpo.
Io ne avevo comprato uno di un blu energico che arrivava a metà coscia, con una fascia stretta sul seno.
Leda, nonostante le sue proteste, avrebbe indossato un vestito di un leggero dorato davvero cortissimi, che terminava a "palloncino", lasciando intravedere le lunghe gamb e della mia amica.
Prima della festa ci vedemmo a casa di Daniela per prepararci, ognuna di noi curò l'acconciatura il trucco delle altre, in modo tale che nessuna potesse protestare.
Alle 22.30 precise eravamo fuori allal villa.
La giornata era stata davvero stancante, io e Daniela avevamo dovuto inventare una risposta per ogni domanda di Leda sulla festa, ed eravamo a corto di inventiva ormai.
Senza contare che nelle ultime tre ore avevo ricevuto telefonate da mezza scuola che mi confermava la sua presenza.
-Eccoci qui, siamo arrivati- disse Daniela sospirando per il sollievo, finalmente Leda averebbe scoperto la verità e sarebbe stato più facile proseguire la serata.
Le auto fuori dalla villa erano tutte vuote, come da programma, tutti gli invitati si trovavano all'interno in religioso silenzio, si sentiva solo la musica provenire dalla casa e qualche risata.
-Andiamo allora? - chiesi indicando l'ingresso
-Certo, ho solo voglia di andarmi a prendere qualcosa da bere e ritirarmi a vita privata - disse Leda avvicinandosi all'ingresso.
-Prima tu..- dissi facendole largo, lei mi guardò interrogativa, doveva essere la millesima occhiata di questo tipo che mi riservava, ma forse era troppo stanca per indagare.
Non appena Leda aprì la porta della villa le luci si accesero e dal soffitto caddero mille coriandoli argentati e palloncini bianchi.
La vasta stanza in cui ci trovavamo era piena di gente, talmente tante persone che nemmeno il nostro cortile le averbbe contenute tutte.
Sul muro era appeso uno striscione dove a grandi lettera compariva il nome di Leda, seguito da un Bentornata.
Tutti i presenti tenevano in mano bandierine e cappellini con la stessa frase.
Vidi gli occhi della mia amica riempirsi di lacrime per l'emozione, si girò verso me e Daniela e ci strinse leggermente la mano, accennando un sorriso.
-Grazie!- disse a bassa voce -GRazie!- urlò poi con quano fiato aveva in gola, facendo espoldere la folla in un rumoroso boato.
Vedere Leda così felice mi feceve commuovere, si meritava un pò di gioia e forse adesso poteva averla.
In breve la folla si disperse e la festa ebbe inizio; persi di vista Daniela che si allontanò con Guido, forse era arrivato anche per loro il momento di chiarire e di stare un pò insieme.
Leda invece fu invasa da mille domande e persone, volti che non aveva mai visto, compagni di classe che chiedevano come stava, o qualche curioso che voleva sapere come stavano le cose.
Vidi Leda rispondere a tutti con un sorriso, anche alle domande meno delicate, a quelle più assurde, ma ciò che mi fece più piacere fu vederla sorridere, finalmente, tra la gente.
Cercai con lo sguardo Andrea, ma c'era troppa gente per poterlo trovare.
-Eleonora..-un tocco sulla spalla mi fece voltare lentamente
-Vittorio..- dissi con un velo di disprezzo
-Come stai?- chiese lui
-Bene, bene -risposi con distacco - tu?- domandai con altrettanto falso interesse
-Anche... bella eh la festa?- domandò lui
-Molto, mi dispiace per te e i tuoi amici che avete dovuto rinunciare ad una delle vostre feste esclusive..- risposi fissando i suoi occhi scuri
Lui accennò un sorriso - Immaginavo che non ti avesse raccontato le cose per bene.. - disse sostenendo il mio sguardo carico di disprezzo
-Di cosa parli?- chiesi senza capire
-Andrea non ti ha detto che tutto questo è merito mio vero?- domandò lui
-Tuo!?- dissi con ironia -Non farmi ridere Vittoriio... -
-Se non mi credi perchè non lo chiedi direttamente a lui?- rispose lui facendo un cenno verso Andrea che si avvicinava all'ingresso
-E' quello che farò..- risposi voltandomi, senza perdere tempo ad ascoltare la sua risposta

-Eleonora, sei bellissima..- disse Andrea non appena mi vide
-Graize- riaposi fredda -DObbiamo parlare..- aggiunsi poi
-Dimmi..- disse lui con un velo di paura nella voce
-Perchè mi hai detto che dietro tutto questo c'eri tu? perchè non mi hai detto che l'idea era stata di Vittorio?- chiesi fissandolo con uno sguardo duro
Lo vidi abbassare gli occhi e muovere nervosamente le mani intorno al suo bicchiere di vino.
-In realtà Vittorio voleva solo farvi venire alla festa, non aveva pensato di renderla in onore di Leda.. ma sì, è stato lui a renderlo possibile e ad avere la prima idea..- ammise guardandomi negli occhi.
Non potevo crederci, Vittorio.. - E tutte le tue belle parole? tutti i discorsi che hhai fatto? mi hai mentito Andrea, sei esattamente come gli altri.. - dissi piena d'odio.
-Aspetta non è come pensi... io... avevo solo paura che tu potessi ricadere tra le sue braccia...- la voce di Andrea per la prima volta mi dava quasi fastidio.
Aspettavo da un vita un segnale di cambiamento da parte di Vittorio e adesso scoprivo che Andrea me l'aveva tenuto nescosto.
-Complimenti, non hai capito niente!- dissi allontanandomi rapidamente da lui e mischiandomi tra la folla, impedendogli di ritrovarmi e rincorrermi.
Ero furiosa, Andrea mi aveva mentito, ma non era solo questo, sapeva quanto contava per me Vittorio eppure aveva taciuto.
Adesso c'era una cosa che dovevo fare, dovevo trovare Vittorio e scusarmi.
LO cercai in ogni stanza, attenta ad evitare Andrea.
Mi ero ormai arresa all'idea di poterlo trovare, quando lo vidi seduto su un divanetto.
-Ciao..- dissi avvicinandomi
-Sei venuta a scusarti?- chiese lui con il solito tono sicuro e fiero.
-Senti... possiamo.. parlare ?- domandai - in un posto silenzioso- aggiunsi, lanciando uno sguardo ad una coppietta che dava spettacolo accanto a noi.
Lui si alzò lentamente - Ok, seguimi-disse facendosi largo .
Lo seguii fino al piano di sopra, fino a giungere in una stanza vuota.
-Adesso possiamo parlare- disse lui chiudendo la porta alle nostre spalle.
Stare sola in camera con lui mi fece venire i brividi, non eravamo così vicini da tanto, troppo tempo.
-Ho parlato con Andrea, ha confermato quello che hai detto tu.. - dissi cercando di non abbassare lo sguardo.
-E..?- chiese lui con tono divertito
-Mi dispiace, scusa.. è che non credevo che potessi esserci tu dietro tutto questo, insomma, non ti facevo tipo..- mi giustificai
-Perchè pensi che io sia cattivo Eleonora?- domandò lui serio.
Sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla pelle, era sempre lo stesso.
-Non sono io a vederti cattivo, lo sai bene, non ti sei comportato benissimo con me.. dissi
-Lo ammetto, sono stato uno stronzo..- rispose con tono impassibile -Ma tutto questo l ho fatto perchè mi importa ancora di tutti voi, mi importa anora di te Ele.. - disse avvicinandosi
-Perchè hai decisodi cambiare?- chiesi con un filo di voce
-Avevo paura, volevo essere di più, sono stato uno sciocco.. - disse lui sfiorandomi la guancia- Volevo essere grande anche io, ma solo dopo mi sono reso conto che l'unico modo per esserlo era averti accanto.. -
-Avresti potuto dirmelo, chiedere scusa, tornare da me.. - dissi sentendo il cuore battere forte
-Avevo paura che tu mi dicessi di no, ti ho amata tantissimo Eleonora, non ho mai amato così..- rispose lui.
Non potevo credere alle mie orecchie, Vittorio era ad un passo da me.
-Non ti avrei mai detto di no.. - risposi sinceramente
-Ho sbagliato troppo per avere il tuo perdono, temevo che tu ti rendessi conto di meritare di più..-
-Ma adesso ho capito, adesso sono pronto a rischiare, ti rivoglio con me.. - disse lui, eliminando ogni distanza che ci separava.
Sentivo il caldo respiro di Vittorio sfiorarmi la guancia, posai una mano sul suo petto muscoloso.
-Cosa mii stai dicendo Vittorio?- chiesi a bassa voce
-Torna con me... ho bisogno di te.. -bisbigliò lui avvicinandosi ancora.
-Vittorio... adesso è..- cercai di rispondere, ma fu inutile, la sua bocca si posò sulla mia rapidamente.
Non lo baciavo da anni ormai, la sensazione che provai quando approfondì il bacio, fu sconvolgente.
Lo baciai con trasporto, incapace di respingerlo, stringendolo più forte, sentendo il suo profumo confondermi, il suo tocco caldo sciogliermi il vestito.
Lasciai che una mia mano gli sbottonasse la camcia, toccando la sua pelle liscia e calda, i suoi pettorali perfetti.
Il suo bacio scese sul mio collo, trascinandomi in un turbino di emozioni e facendomi posare sul letto.
Vittorio era sopra di me, sentivo il calore del suo petto, le sue mani si posarono sul mio collo accarezzandolo dolcemente.
Sapevo cosa stava per succedere,una parte di me lo voleva, ma sapevo che era sbagliato, sapevo che lo volevo per quello che era stato e non per ciò che era.
-Vittorio aspetta..- dissi lentamente -Aspetta- ripetei allontanandolo dal mio corpo.
Mi alzai di scatto osservandolo, per la prima volta i suoi occhi non erano sicuri e fieri come sempre, per la prima volta in quegli occhi ci ritrovai il mio passato.
-Cosa c'è?- chiese lui alzandosi a sua volta
-Non credo che sia la cosa giusta.. - dissi riallacciandomi il vestito
-Ma.. io credevo che tu.. insomma che noi.. - la sua voce tremava per l'incertezza
-Vittorio ascolta.. - dissi avvicinandomi - Sei stato la persona più importante della mia vita, ho pianto per te come non ho pianto per nessuno, sei stato il mio chiodo fisso per.. non so nemmeno io per quanto.. se fossi tornato da me qualche mese fa sicuramente sarei stata pronta a ricominciare..ma adesso.. è cambiato qualcosa- dissi
-A qualcosa a che fare con Andrea?- chiese lui
-Sì e no, sei stato il mio passato per talmente tanto tempo che ho lasciato correre il mio presente, Andrea mi ha fatto capire che c'è sempre qualcosa di nuovo, di travolgente dietro l'angolo, qualcosa che possa darti un buon motivo per lasciare andare il passato.. - risposi, era vero. Andrea mi aveva fatto capire che era necessario andare avanti, non rimanere vittime del proprio passato.
-Eleonora.. - Vittorio mi si avvicinò di nuovo - Io ti amo..- disse a bassa voce, con lo sguardo puntato per terra.
Posai una mano sulla sua guancia, posando i miei occhi nei suoi, mi resi conto solo in quel momento che erano lucidi, Vittorio era di nuovo sè stesso.
-Vittorio, per favore..- improvvisamente mi resi conto che non lo amavo più da molto tempo - Non mi conosci nemmeno più, non puoi amarmi.. -dissi accarezzandogli il volto.
-Vai da Andrea..- rispose di scatto lui, lasciando che la durezza dei suoi occhi si rimpadronisse del suo sguardo.
Rimasi in silezio per qualche secondo, incapace di replicare, di dire qualsiasi cosa.
MI avviai verso la port, voltandomi per guardarlo un'ultima volta.
-Mi dispiace per tutto.... - disse lui prima che io potessi uscire
-Anche a me- risposi sinceramente - Anche a me-
Non sapevo se stavo andando in contro ad Andrea, non sapevo se mi andava di parlargli e di perdonarlo, sapevo solo che avevo bisogno di lasciarmi alla spalle Vittorio e tutto ciò che era stato. Volevo solo essere felice.


Andrea

Ero in attesa per la festa, non vedevo l'ora di rivedere Eleonora ed avevo come l'impressione che sarebbe stata felice della riuscita della festa.
Io e Guido avevamo passato la settimana a pianificare tutto con le ragazze, affinchè lasorpresa riuscisse.
Vittorio si era dimostrato abbasanza disponibile, ma ci teneva a non avere troppi contatti con noi e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Il Sabato arrivò prima del previso e per fortuna tutto era pronto.
Mi preparai per la festa in modo tale da pater essere lì prima degli altri.
Indossavo una camicia con larghe righe azzurre e bianche, sopra un pantalone bianco e con un paio di comode scarpe da ginnastica.
Guido era euforico e ansioso almeno quanto me, poteva rivedere Daniela, Leda ed Eleonora, in assoluto le persone a cui teneva di più al mondo.
-Credo che stasera le cose andranno finalmente bene, io potrò stare con Daniela e parlare liberamente con Leda e tu ed Eleonora finalmente vi darete una mossa- disse scherzando Guido mentre con la moto mi portava alla villa.
-Lo spero- risposi io, doveva essere una serata perfetta, doveva esserlo e basta.

I preparativi alla villa procedevano bene, tutto era pronto e alle 22.00 esatte arrivarono anche gli invitati.
Spiegammo a tutti il piano, demmo le varie bandierine ed i cappelli e sistemammo anche lo striscione.
Mancava ormai poco all'arrivo delle ragazze, quando tutto fu pronto.
Fare in modo che tutti stessero al proprio posto e in silenzio si rilevò più semplice del previso, tutti sembravano davvero interessati alla motivazione che li riuniva.
-Stanno arrivando!- dissi io non appena mi arrivò un sms di Eleonora - Tutti al proprio posto e silenzio!- gridai alla folla.
NOn era mai successo che qualcuno mi stessa ad ascoltare davvero, mi sentii importante.
Quando la porta si aprì ed entrò Leda i ragazzi dal piano di sopra lasciarono cedere i coriandoli ed i palloncini, lasciandosi andare ad un rumoroso applauso.
Leda sembrava davvero felice, così come Daniela ed Eleonora.
Prima che avessi il tempo di avvicinarmi alle ragazze la folla si disperese in tutta la stanza e mi rese il compito impossibile.
Mentre cercavo Eleonora nella villa mi imbattei in alcuni ragazzi che conoscevo a scuola, alcuni che non avevo mai visto.
-Andrea, buonasera!- una voce calda e sensuale mi fece voltare
-Ludovica.. ciao!- dissi sorpreso
-Allora, bella festa vero?!- domandò lei facendo in modo che il suo vestito bianco svolazzasse, lasciando intravedere più del dovuto.
-Sì, anzi, grazie per averci permesso di fare tutto ciò- dissi
-Sai, alla fine ho pensato a quello che mi hai detto un pò di tempo fa, credo che tu avessi ragione, era la cosa giusta fare qualcosa per gli altri- rispose lei avvicinandosi
-Grazie- disse dandomi un leggero bacio sulla guancia
-Prego- risposi confuso quanto sorpreso
-Hai visto Eleonora?- domandai
-Ancora con questa Eleonora, ma cosa avrà di tanto speciale?! - chiese Ludovica con irritazione
-Sai, io credo che abbia tutto quello che tu non hai mai voluto avere.. - risposi
-E sarebbe?- chiese lei posando le mani sui fianchi
-Credo che tu lo sappia- dissi semplicemente, voltandomi per prosrguire il mio giro.
Finalmente vidi Eleonora che mi veniva incontro, era decisamente spettacolare.
-Eleonora, sei bellissima..- dissi, ed era vero, ricordavo quando l'avevo vista alla nostra prima festa insieme, c'era qualcosa di assolutamente elegante nel modo in cui la sua bellezza mi colpiva
-Graize...DObbiamo parlare..- disse lei fredda
-Dimmi..- risposi, spaventato
-Perchè mi hai detto che dietro tutto questo c'eri tu? perchè non mi hai detto che l'idea era stata di Vittorio?- chiese fissandomi.
Abbassai gli occhi, aveva scoperto tutto, ero nei guai, le avevo mentito e queste eranno gli effetti.
-In realtà Vittorio voleva solo farvi venire alla festa, non aveva pensato di renderla in onore di Leda.. ma sì, è stato lui a renderlo possibile e ad avere la prima idea..- ammisi guardandola a fatica negli occhi nocciola.
- E tutte le tue belle parole? tutti i discorsi che hhai fatto? mi hai mentito Andrea, sei esattamente come gli altri.. - era furiosa, lo vedevo dal modo in cui parlava, da come mi guardava
-Aspetta non è come pensi... io... avevo solo paura che tu potessi ricadere tra le sue braccia...-cercai di giustificarmi, sentendo che tutto si stava rompendo.
-Complimenti, non hai capito niente!- rispose lei allontanandosi senza darmi il tempo di fermarla.
Continuai a cercare Eleonora, senza sapere cose le avrei detto se l'avessi trovata, senza sapere cosa mi aspettava.
Sapevo solo che avevo bisogno di spiegarle, di dire tutto quello che provavo.
Mentre camminavo per le stanze colme di gente mi imabttei in Leda, seduta ad un tavolo, mentre beveva una birra.
-Ciao..- dissi - POsso?- chiesi poi indicando una sedia vuota
-Certo..- rispose lei sorridendo- Non ti ho ancora ringraziato per tutto questo, Dani mi ha detto che è opera tua..- disse lei
-No.. non ho fatto niente, ho solo modellato l'idea di altri..-
-Che intendi..?- chiese lei senza capire
-Vittorio.. è stato lui a mettere in mezzo questa cosa, io ho solo migliorato le sue intenzioni.. - spiegai
-Vittorio? parliamo della stessa persona?- chiese Leda
-Temo di sì..- risposi con tristezza
-Eleonora lo sa?- chiese lei
-L'ha saputo adesso..- risposi ancora più triste
-Andrea ascoltami- disse Leda prendendomi una mano - Tu le sei stato accanto in questi giorni e io lo so bene, Vittorio ha anche potuto avere una brillante idea ma se tutto questo è stato fatto è grazie a te! Non permettere che lui abbia la meglio, non permettere che la porti via di nuovo.. -
-Io..- cercai le parole ma non riuscivo a dire niente -cosa dovrei fare?-
-Vittorio sa che può riprendersi Eleonora, sa quanto lei lo abbia amato e sa anche che in tutti questi anni ha sempre desiderato che lui tornasse.. -
Quelle parole mi lasciarono senza fiato, poteva davvero riprendersela?
-Ma c'è una cosa che non sa.. - proseguì Leda - Eleonora in questi mesi è rinata, finalmente ha trovato un motivo per andare avanti, si è lasciata tutto alle spalle e questo grazie a te... adesso puoi ben più di Vittorio, non avere paura e vai da lei se provi qualcosa.. -
-Tu pensi che mi perdonerà per averle mentito?- chiesi con un filo di voce
-E' la mia migliore amica da annil, credmi se ti dico che non c'è persona migliore per starle accanto di te.. - disse Leda
-Grazie- risposi stringendole la mano - E tu come sta? intendo davvero...- domandai
-Credo bene... è solo che tutti sanno quello che è successo, sui muri c'è scritto "Bentornata" adesso mi sa che devo tornare davvero..-
-Sei una ragazza piena di vita e di forza, vedrai che ci riuscirai e per quanto possa sembrare assurdo, qui, tutti, sono pronti ad aiutarti- dissi sinceramente convinto
-LO pensi davvero?- chiese lei
-Lo so.. -
-Grazie Andrea, Ele aveva ragione a dire che sei speciale, cosa aspetti adesso.. cercala!- rispose Leda piena di carica
-Vado!- dissi nuovamente carico di speranza

Proseguii le mie ricerche chiedendo se qualcuno l'avesse via e mi toccò di nuovo incontrare Ludovica.
-Stai cercando ancora quella ragazza?- domandò lei
Annuii.
-IO so dov'è ma non creedo che ti piacerà saperlo..- rispose lei con un mezzo sorriso
-Dove?- domandai
-AL piano di sopra con Vittorio, sono soli in una stanza, io non entrerei senza bussare, anzi non entrerei affatto!- disse lei con voce maliziosa.
-GRazie, ma vado- risposi facendo per allontanarmi
-Andrea.. - disse lei tenedomi per un braccio - Se dovessi aver bisogno di qualcuno che ti tiri su di morale, io ti aspetto vicino all'ingresso, sarò quella con due bicchieri di vino in mano.. ti aspetto-
Non risposi nemmeno e corsi verso le scale, temendo per quello che avrei potuto vedere.
Cercai la stanza dove si trovavano Eleonora e Vittorio, facendo vari tentativi, sbagliandone precchi.
Finalmente fui indirizzato verso la porta giusta, alla fine del lungo corridoio.
La porta era leggermente aperta, guardai all'interno.
Vidi Vittorio steso sul letto con le mani dietro la testa e lo sguardo perso sul soffitto come se stesse guardando qualcosa di interessante.
Di Eleonora nemmeno una traccia, mi sentivo ottimista, forse non era successo niente, forse era andava via.
Eppure notai la camicia sbottonata di Vittorio e solo dopo vidi che teneva tra le mani il bracciale di Eleonora, quello da cui non si separava mai.
Forse mi sbagliavo, forse quei due erano stati insieme ed era troppo tardi.
MI ricordai in quel momento che Ludovica mi aspettava al piano di sotto, stavo per scendere da lei, per ripetere un errore fatto già in passato, quando una voce mi fece voltare.
Sorrisi.

***

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, molto più breve di questo.. fatemi sapere che ne pensate e scusate gli errori ed orrori ma davvero non ho tempo perr riguardare tutto ^^
Baci e grazie a tutti voi che mi avete sostenuta <3
Elly

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Capitolo 22
*** 22 ***


Ultimo capitolo

Ed ecco qui la fine della storia, spero che vi sia piaciuta dall'inizio alla fine ^^
Fatemi sapere che ne pensate :)
Mi scuso se alcuni capitoli non sono molto scorrevoli e se c'è qualche imperfezione, ma avendo perso tutti i dati del mio pc ho dovuto riscrivere ogni cosa diverse vuole u.u
Un grazie immenso a tutti coloro che hanno letto e commentato dall'inizio, a chi ha letto senza lasciare segno :P e a chi ha inserito questa storia tra i preferiti ^^
Un bacione e grazie di cuore <3
Elly692

Eleonora


Uscendo dalla stanza mi ero ritrovata nel corridoio della villa, non c'era molta gente su quel piano, così decisi di cercare un posto dove potessi stare da sola, volevo e dovevo pensare, riflettere e decidere.
Ripensai rapidamente a tutti gli avvenimenti degli ultimi mesi, a come le cose erano cambiate in fretta.
Feci un rapido pro e contro di tutto ciò che era successo.
Ovviamente c'era stato l'incidente di Leda, tutte le lacrime e la paura che niente potesse tornare come prima.
Ma ripensando agli ultimi tempi mi tornava alla mente solo un nome: Andrea.
Ricordai il nostro primo bacio... quello che ci eravamo detti a casa sua, a come l'avessi odiato quando era stato con Ludovica, a come invece mi era stato accanto quando ne agvevo bisogno, a come mi aveva dato la forza di chiudere per sempre una porta, quella che affacciava sul passato, che portava a Vittorio.
MI tornò alla mente una canzone i cui versi dicevano " Una porta aperta e una che non sa chiudersi", ecco come avevo vissuto fino a quel momento. Fino a quando Andrea non mi aveva dato la forza di lasciarmi tutto alle spalle.
Non sapevo bene se si trattava di amore e non m'importava nemmeno, volevo lui.
Mi resi conto solo in quel momento di essere seduta sul pavimento di una stanza, doveva trattarsi di un ripostiglio o una cosa del genere.
Mi alzai sistemandomi il vestito e i capelli come meglio potevo, pronta per andare a cercare Andrea.
Non appena uscii dalla stanza vidi Andrea di spalle accanto ad una delle porte chiuse.
Doveva essere la camera mia e di Vittorio, forse mi era venuto a cercare.
Lo vidi allontanarsi di lentamente, voltandomi le spalle.
-Andrea..- sussurrai il suo nome piano, quasi per paura che potesse sentirmi.
Lui si voltò, fu un attimo e i suoi occhi si persero nei miei, le sue labbra si aprirono in un piccolo, ma magnifico sorriso.
-Eleonora.. - disse il mio nome, facendolo sembrare fantastico.
-Cosa ci facevi qui?- domandai
-Ero.. volevo chiederti scusa e mi hanno detto che eri qui- spiegò
Rimasi in silenzio, mi chiesi cosa stesse pensando.
-Senti, so che ho sbagliato, so che avrei dovuto essere onesto. Una mattina Vittorio mki ha chiesto se potevo farvi venire a questa festa e gli ho fatto notare che, nonostante le sue intenzioni fossero ottime, non era esattamente la condizione indeale per Leda e credo nemmeno per te... .così ho solo modificato la sua idea iniziale, cercando di rendere questa festa diversa, ecco tutto.. so di essere stato uno sciocco, ma temevo che sapere la verità ti avrebbe.. sì, ecco, ti avrebbe spinta di nuovo tra le sue braccia e io.. - lo vedevo nervoso, cercava di parlare senza distogliere lo sguardo, ma si vedeva che non gli era affatto semplice.
-Basta così- dissi posandogli un dito sulle labbra - Abbiamo giocato al gatto e al topo per troppo tempo.. prima Ludovica, poi Vittorio, abbiamo solo perso tempo...- aggiunsi
-Ma tu e Vittorio..?- chiese lui con produenza.
-Certe volte c'è bisogno di sbattere la testa contro i proprio errori per poter passare oltre, stare con lui in quella stanza questa sera, mi ha fatto solo capire che nei suoi occhi del mio passato non c'è più nulla. L'ho amato, e anche molto, forse troppo, ma questo non deve impedirmi di andare oltre, di amare ancora.. - mi avvicinai ad Andrea, osservando la sua espressione
Le sue mani si posarono con delicatezza sul mio volto, accarezzandomi i lineamenti, scendendo sulla mia guancia e sistemandomi i capelli dietro l'orecchio.
-Eleonora, io voglio stare con te- disse poi ad un certo punto quando ormai i nostri volti erano vicinissimi.
-Al diavolo la paura di trasferirsi ancora? - chiesi con un mezzo sorriso
-Al diavolo la paura di essere ferita?- domandò lui con la stessa espressione
-Al diavolo il passato- dissi annuendo
-Pronta per il futuro?- chiese lui abbassandosi per baciarmi
-Solo se sei con me- dissi quasi in un sospiro
-Siamo io e te : insieme- rispose lui prima di baciarmi.

Andrea


-Andrea...- la sua vece mi fece voltare, aveva parlato a bassa voce, ma avevo l'impressione che mi sarei voltato anche se non mi avesse chiamto, perchè lei era lì.
-Eleonora...- dissi mentre sentivo il sangue scottarmi nelle vene.

-Cosa ci facevi qui?- domandò lei
-Ero.. volevo chiederti scusa e mi hanno detto che eri qui- spiegai, sentendo che era arrivato il momento di essere onesti del tutto.
Eravamo lì, uno davanti all'altro. Finalmente avevo trovato il mio motivo, quello per cui valeva la pena di restare, di non scappare, il motivo per cui avrei combattuto fino alla fine, avevo appena capito perchè restare.
-Senti, so che ho sbagliato, so che avrei dovuto essere onesto. Una mattina Vittorio mki ha chiesto se potevo farvi venire a questa festa e gli ho fatto notare che, nonostante le sue intenzioni fossero ottime, non era esattamente la condizione indeale per Leda e credo nemmeno per te... .così ho solo modificato la sua idea iniziale, cercando di rendere questa festa diversa, ecco tutto.. so di essere stato uno sciocco, ma temevo che sapere la verità ti avrebbe.. sì, ecco, ti avrebbe spinta di nuovo tra le sue braccia e io.. -dissi cercando di essere chiaro ed onesto, lottando contro la voglia di abbassare lo sguardo
-Basta così- disse lei interrompendomi e posando un dito sulle mie labbra- Abbiamo giocato al gatto e al topo per troppo tempo.. prima Ludovica, poi Vittorio, abbiamo solo perso tempo...- aggiunse, ed era vero, avevamo passato troppo tempo a scappare che non ci eravamo resi conto di correre insieme.
-Ma tu e Vittorio..?- domandai temendo di sentire la risposta sbagliata
-Certe volte c'è bisogno di sbattere la testa contro i proprio errori per poter passare oltre, stare con lui in quella stanza questa sera, mi ha fatto solo capire che nei suoi occhi del mio passato non c'è più nulla. L'ho amato, e anche molto, forse troppo, ma questo non deve impedirmi di andare oltre, di amare ancora.. - rispose lei e stranamente non mi interessò più sapere cosa era successo in quella stanza, qualsiasi cosa ci fosse stata l'aveva portata lì. ad un passo da me.
Le accarezzai il volto, sentendo finalmente che tutto era al suo posto, io e lei eravamo finalmente pronti, lo sapevo.
-Eleonora, io voglio stare con te- dissi interropendo il silenzio e dando un ultimo calcio alla paura.
-Al diavolo la paura di trasferirsi ancora? - chiese lei sorridendo appena
-Al diavolo la paura di essere ferita?- domandai a mia volta, quasi divertito
-Al diavolo il passato- rispose lei annuendo e facendomi sentire il cuore esplodere nel petto.
-Pronta per il futuro?- chiesi prima di chinarmi sul suo volto
-Solo se sei con me- rispose lei abbasando a sua volta lo sguardo sulla mia bocca e socchiudendo gli occhi.
-Siamo io e te : insieme- risposi io, schiudendo le nostre labbra in un nuovo, incredibile bacio.

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