Io e Te : Insieme ♥ di Maumivu (/viewuser.php?uid=29667)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10-L'altro lato della storia ***
Capitolo 11: *** 11-L'altro lato della storia ***
Capitolo 12: *** 12-L'altro lato della storia ***
Capitolo 13: *** 13-L'altro lato della storia ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Io e Te :
Insieme
Lei : Eleonora,
cerca di dimenticare un ragazzo che le ha fatto troppo male, lui Andrea,
cerca di inserirsi nella nuova scuola, senza affezionarsi troppo alle
persone, perchè sa che presto dovrà andare via di
nuovo,
cosa succede se due persone troppo prese dal loro passato si
trovano travolte dal proprio presente,insieme!?.
Poi ci sono loro
: Vittorio,
un passato che torna a fare male ogni giorno, Ludovica, una ragazza
pronta a tutto pur di essere sempre la migliore, Guido, Lena e Daniela,
amici fidati da una vita, ma un equilibrio del genere può
davvero durare per sempre?
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Stroria a due voci, la
conclusione di une giornate con la febbre a 38 xD potrete perdonare il
mio delirio?
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Eleonora
La classica noia
da ore di
lettere si era diffusa in classe, Leda accanto a me era del tutto presa
a rimettersi la matita agli occhi, Guido, il ragazzo seduto nel banco
dietro il mio sfogliava un fumetto distrattamente, mentre la sua
ragazza Daniela si limava le unghie.
Ennesima lezione
sulla poesia della fine del 1800, questa volta avevo
proprio esaurito le idee, mi ero già rifatta il trucco,
avevo
già sfogliato riviste, limato unghie e controllato il
cellulare.
Quella mattina ero davvero a corto di passa tempi, quando la porta
della classe venne aprta di botto.
-Buon Giorno
signora Todi, ragazzi- disse un uomo sulla sessantina
varcando la soglia della porta. Si trattava del nostro preside: Julian
Yonku, alto
non più di 1 metro e 60 , con pochi capelli
bianchi, un volto
tondo e due occhietti blu.
Improvvisamente
tutta la classe si alzò in segno di saluto.
-Salve preside-
rispose educatamente l'insegnante, posando il grosso volume di poesia
sulla cattedra.
-Sono venuto,
come previsto, per presentare alla classe il nuovo
alunno- annunciò il preside, e, tra tuttti i miei compagni,
si
diffusero bisbigli di meraviglia, ovviamente, nessuno si era degnato
di informarci del nuovo alunno e, ovviamente, tutti noi ci aspettavamo
improvvisamente molto da lui, senza nemmeno sapere chi fosse.
-Andrea Cavatti-
annunciò il preside, facendo un cenno alla porta -
piò entrare adesso-
In quel momento
un ragazzo alto, dai capelli ricci e neri entrò in classe,
alzando una mano in un cenno di saluto.
-Andrea viene da
Firenze-spiegò il preside - è il figlio
di carissimi amici, sono certo che vi troverete bene con lui-
proseguì.
Leda si
girò dalla mia parte con un rapido movimento, mentre
qualche ciocca di capelli rossi le cadeva davanti agli occhi.
-Raccomandato-
bisbigliò -ma niente male..-
-Già-
intervenne in quel momento Daniela, che venne all'istante fulminata da
un'occhiata di fuoco di Guido.
-Andrea,
perchè non prendi posto?- propose la nostra insegnate
guardando il nuovo alunno.
-Qui
c'è n posto, professoressa- intervenne alzando la mano
Ludovica, una delle ragazze più odiose di questo mondo, dal
fondo della classe.
-Grazie signorina
Marì- disse il preside indcando nuovamente il posto al nuovo
alunno.
Andrea divenne
leggermente rosso, percorse l'intera classe fino ad
arrivare al banco vuoto; Ludovica fece ondeggiare i suoi capelli
biondissimi e liscissimi e spostò la sua borsetta rosa dal
banco.
-Quella
è un polipo- dissi io guardandola disgustata
-Non le basta
essersi fatta tutti i ragazzi della classe?-chiese Leda con scarcasmo
-Ecco
perchè si è fiondata sul povero Andrea, ha
bisogno di carne fresca..-commentai io.
-E ti credo,
saranno tre anni che esce con le stesse persone almeno una volta al
mese...- inervenne Guido
-Tutti tranne te,
vero amore?- chiese Daniela con un tono che non avrebbe mai acettato un
no come risposta.
-Bè
voi state insieme dal IV ginnasio..- fece notare Leda
-E comunque mi
dispiace per Andrea, speriamo solo non si lasci mordere
dalla vipera..- concluse Daniela fingendo di non sentire i commenti di
Leda.
Guido, Daniela e
Leda erano i miei migliori amici da sempre; Io, Giudo
e Leda ci conoscevamo da quando avevamo unidici anni, eravamo sempre
stati compagni di classe, inseparabili... il primo anno di liceo
incotrammo Daniela, non si può dire che diventammo amiche
alla
prima occhiata, lei era la classica ragazza scontrosa, impulsiva e
testarda, il guaio era che io e Leda lo eravamo più di lei.
Poi un giorno
Guido ci confidò che era stato a casa di Daniela e
che stavano insieme, io e Leda inizialmente ci rimanemmo male, ma con
il tempo ci rendemmo conto che Daniela non era niente male, noi tre,
insieme, ci facevamo mille risate, non lasciaavamo via di scampo a
nessuno, professore o alunno che fosse. Diciamo che Guido era, ed
è ancora adesso, molto più pacato di noi.
-Sapete che vi
dico?! non è il assolutamente il caso che
Ludovica la serpe abbia un'altra vittima, insomma solo
perchè
muove molto il culo e non ha problemi a togliersi le mutande, non
è detto che controlli la classe... - disse improvvisamente
Daniela con molta foga nella voce.
-A cosa stai
pensando?- chiesi io incuriosita
-Non lo so
ancora...- disse Daniela picchettando con la matita sul banco.
-Gli porteremo
via Andrea!-affermò Leda -Ma non può farlo
Dan...- aggiunse dopo
Guido
sospirò con sollievo e baciò la fronte della sua
ragazza- ti toccherà lavorare solo al piano.. - disse con
scarcasmo.
-Taci Giudo, non
è un gioco- rispose Daniela attenta a non
alzare la voce per non fasi beccare dalla professoressa che sembrava
essere intenzionata a ricominciare la sua noiosa lezione sulle poesie.
-Ovviamente-riprese
Daniela-Una di voi due dovrà conquistare
quel ragazzo, che poi non è affatto male, non
dovrebbe
essere un problema..-
-Allora Ele ci
pensi tu!- intervenne Leda dandomi una leggera pacca sul braccio
-E
perchè io?- chiesi avvilita - Passo fin troppo tempo a
lavorare sul fronte "Vittorio"...-
-Appunto tesoro,
lo facciamo per te, sarebbe ora di dimenticasre Vittorio..-
concordò Daniela
-Allora
è deciso..- commentò Leda entusiasta della cosa,
mi voltai un attimo per guardare il nuovo venuto, ma proprio in quel
momento i nostri occhi si incontrarono, nonostante li vidi da lontano e
per pochi secondi i suoi occhi mi colpirono, erano di uno strano colore
tra il verde e l'azzurro, del tutto impressi nei miei.
Mi voltai di
scatto tornando alla discussione con le mie amiche
-Ma io non
credo..- cercai di protestare, ma fu del tutto inutile, le
mie amiche erano già immerse nel decidere come, dove e
quando,
Andrea, sarebbe diventato mio.
Andrea
Da bambino avevo sempre
detestato l'idea di
cambiare scuola, quando avevo dodici anni, però, mia madre e
mio
padre mi avevano spedito a vivere a Firenze a casa di uno zio
perchè dovevano partire per lavoro.
I miei genitori
erano le classiche persone poco presenti, prese dal
lavoro con ogni centimetro del loro essere, facevano i
ricercatori ed erano più le volte che parlavano del proprio
lavoro che del m io futuro.
Ma non era mai
stato un problema, certo, quando ero piccolo mi sentivo
solo, ma poi nel pieno della mia adolescenza ero entusiasta all'idea di
non avere i miei con il fiato sul collo per ogni cosa.
Quando mi
comunicarono che sarebbero tornati a Napoli io frequentavo il
terzo anno di liceo classico a Firenze, non avevo particolari amicizie
o rapporti tanto stretti da provare dispiacere all'idea di cambiare
aria.. in realtà a Firenze mi vedevo con una ragazza : Asia,
la
figlia di un amico di mio zio, stavamo insieme da quando avevo 14 anni,
l'idea di trasferirmi fu, però, un sollievo, con Asia era
finito
da troppo tempo, ma avevo paura ad ammetterlo, se non altro per mio zio.
Mancavo da Napoli
da 4 anni, la città però era
esattamente come l'avevo lasciata. dire che nel mio cuore
c'era
sempre stato un posto speciale per questa città sarebbe
falso.Avevo imparato da sempre a non attaccarmi nè ai
luoghi nè alle persone, meno affetto significava
meno
dolore al momento della partenza.
Il mio nuovo
liceo era decisamente meno pittoresco di quello che avevo
lasciato, l'edificio era di un grigio spento, il cortile era
leggermente troppo stretto e sempre pieno di motorini, l'interno era
stato ristrutturato da poco, ma i corridoi non erano particolarmente
larghi e le aule illuminate, ma andava bene così.
-Signor Cavatti-
mi sapultò il preside non appena misi piede nel suo ufficio.
-Salve signor
Yonku- dissi dentendogli la mano
-Allora come
stanno i suoi genitori?- mi chiese
-Non male,grazie
, hanno detto che passeranno presto per vederla di
persona, mio zio le manda i suoi saluti.. - dissi sorridendo.
Il signor Yonku
era stato compagno di scuola di mio zio, sapevo
abbastanza di quest'uomo, aveva antenati in Corea, Portogallo e
Germania, e tutto, nel suo aspetto, lasciava capire come lui stesso
fosse il risultato di un mosaico etnico.
Sin da bambino
avevo avuto questo interesse particolare per le persone,
mi piaceva osservarle, si può capire molto dal taglio degli
occhi, dalla loro luce, dal sorriso, da come si muovono.
-Il buon vecchio
Ferdinando!come se la passa a Firenze?- domandò
il preside aprendo la porta del suo ufficio e facendomi segno di uscire.
-Bene, gli affari
vanno a gonfie vele- dissi, fingendo di saperne
molto, quando in verità tutto ciò che avevo
imparato su
mio zio era che ssi trattava di uno degli uomini più ricchi
di
Firenze, e tanto mi bastava,
-Ne sono felice-
mi disse il preside incammiandosi per il corridoio -
La tua classe è la IIF, vedrai, ne sono certo, ti troverai
bene,
mi hanno detto che sei un ragazzo studioso e si vede che sei una
persona educata, non avrei problemi!-
Soirrisi, la mia
vecchia scuola era un istituto privato, andare bene
era particolarmente semplice, in realtà non amavo
affatto
studiare, ma sapevo di non potermi permettere voti bassi.
La IIF mi era
sembrata dal primo momento una bella classe, c'erano
ciirca 20 alunni, la maggior parte ragazze, ne avevo viste anche un
paio niente male.
Sapevo che un
nuovo studente destava sempre meraviglia e interesse, ma
nonostante il mio carattere potesse far pensare il contrario, non amavo
stare sotto gli occhi di tutti in quel modo, sapevo di arrossire
leggermente in queste occasioni.
La ragazza che si
era offerta di sedersi accanto a me sembrava essere
particolarmente interessata alle novità, aveva capelli
lunghi e
sottilissimi di un biondo quasi bianco, nonostante, forse
perchè
metà di Settembre, la sua pelle fosse di un colore
abbastanza
scuro. Mi soffermai sul taglio dei suoi occhi, una forma abbastanza
banale, di un azzurro spento, ma le labbra erano carnose e morbide e il
fisico perfetto.
-Ludovica- disse
porgendomi una mano sottile e abbronzata
-Andrea- risposi
-Allora vieni da
Firenze?- mi chiese accavallando una gamba
-Si, ma sono nato
a Napoli- spiegai - ecco perchè non ho
l'accento toscano- aggiunsi sapendo che sarebbe stata la sua prossima
osservazione, ho sempre amato giocare d'anticipo.
-Quindi qui hai
già tanti amici.. - sussurrò Ludovica
-No, in effetti i
miei amici li ho lasciati che avevano 12 anni..-
-Bè
è una fortuna che questo posto fosse vuoto-
disse lei - Conosco quasi tutti a scuola e moltissimi locali
interessanti, se ti affidi a me , in breve, sarai inserito nel circolo
giusto-
Sorrise con uno
sguardo accantivante, mi sforzai di non alzare gli
occhi al cielo o di non sospirare, le ragazze come Ludovica le
conoscevo fin troppo bene.
-Stasera
perchè non vieni con me ad una festa? ci sarà
mezza scuola- proseguì la ragazza visto che non aveva
ottenuto
la reazione sperata.
-Perchè
no.. - dissi più a me stesso che alla mia compagna di banco
- mi sa che ci vengo-
Vidi con la coda
dell'occhio Ludovica sorride soddisfatta, ma mi voltai
in fretta per non dover rispondere ai suoi sguardi, giusto il tempo di
incrociare gli occhi nocciola di una ragazza poco più avanti
di
me, che mi scrutavano.
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Capitolo 2 *** 2 ***
Eleonora
Quando
suonò la campanella dell'intervallo l'intera classe si
alzò sollevata, qualcuno si fiondò in cortile per
arrivare al bar prima che ci fosse troppa gente, qualcun altro rimase
in classe a ripetere o a cercare di entrare in contatto con il nuovo
arrivato.
-Ele, quando hai intenzione di presentarti?- mi domandò
Daniela sedendosi sul mio banco.
-Dan lasciami stare eh... ora non ho tempo, devo copiare la versione,
devo scendere per vedere Vittorio e.. -
-Ancora con questo Vittorio?ma non sarbbe il caso di andare avanti.. e
guarda un pò, un moretto niente male te ne dà
l'occasione...- intervenne Leda
-Ma non capisco perchè non puoi farlo tu..- mi lamentai
-Dai sai bene che sei molto più interessante tu agli occhi
dei ragazzi..-
-Ma va'..Leda non sei tu una delle ragazze più
"ricercate" della scuola?- chiesi ridendo
-In effetti..- rispose Leda muovendo i capelli con fare sexy - Ma
è stato deciso che sarai tu a conquistare Andrea e
così
sarà- aggiunse abbassando la voce
-E va bene.. vado a prensentarmi..- dissi esasperata - Ma una di voi mi
copia la versione- dissi lanciando il mio quaderno di greco sul banco.
-Non ci sono problemi.. Guido amore, copia la versione alla tua
amichehtta Eleonora!- disse Daniela avvicinando il quaderno al ragazzo
che sbuffando iniziò a scrivere.
Andrea era seduto ancora al suo banco, Ludovica aveva cercato di
convincerlo a scendere in cortile, ma era riuscito a rifiutare, un
gruppo di ragazzi della classe gli si era radunato intorno, non avevo
ancora mai sentito la sua voce. Parlava con un tono morbido, quasi
vellutato, con estrema calma, come se stesse raccontando una favola ad
un bamino, come se ogni parola dovesse avere un tocco di tenerezza.
-Ciao- dissi avvicinandomi al suo banco, facendomi largo tra due miei
compagni di classe che continuavano a litigare su quale squadra fosse
più forte, il Napoli o la Juve.
-Ciao!- rispose Andrea, sembrava quasi sollevato che qualcuno avesse
interrotto la sua conversazione sul calcio.
-Io sono Eleonora- dissi progendo la mia mano, lui la strinse
leggermente
-Andrea..- rispose.
Daniela aveva ragione, non era affatto male, aveva capelli ricci e
scuri, un taglio corto, assomigliava leggermente a quello di Seth Cohen
in the OC, il telefilm preferito di mia sorella più piccola.
Gli occhi erano grandi e verdi verso il centro della puplilla e sempre
più azzurri all'esterno, aveva i lineamenti morbidi, naso e
bocca perfettamente proporzionati.
-Allora come ti sembra questa scuola?- domandai improvvisamente a corto
di argomenti
-Non male- rispose semplicemente
-Sei nato qui?- chiesi
-Si- mi rispose sorridendo, doveva esserci qualcosa che nella mia voce
l'aveva divertito.
-Senti, lo so che probabilmente sono l'ennesima persona che te lo
propone, ma stasera io e dei miei amici- dissi indicando
Leda,Daniela e Guido seduti al mio posto - Andiamo in centro
a
farci un giro con altra gente, insomma.. non siamo solo noi e..- mi
stavo incartando da sola e questo non andava affatto bene - se ti va di
venire.. - conclusi
-Veramente ..stasera sono stato invitato ad una festa dove mi hanno
detto ci sarà mezza scuola..- disse alzando le spalle come
se
non gli facesse nè caldo nè freddo - e anche a
vedere una
partita di calcio, ma detto tra di noi, io sono più un tipo
da
tennis- aggiunse lanciando un'occhiata divertita ai miei compagni di
classe che continuavano a discutere.
- Capisco- dissi alzando le spalle.
-Senti ma perchè tu e i tuoi amici non venite all afesta?-
chiese - lo so che è strano che a invitarvi sia io ..
insomma
sono nuovo, però sarebbe bello, almeno conosco bene i miei
compagni di classe-
Rimasi per un attimo in silenzio, sapevo di che festa si trattava,
l'idea di andarci non mi entusiasmava affatto.
-E' stata Ludovicva ad invitarmi- aggiunse Andrea come se si volesse
giustificare
-Veniamo- dissi rapidamente, non potevo permettere a Ludovica un
così grande vantaggio, a quella festa, Andrea, non doveva
essere
suo.
-Perfetto allora- sorrise Andrea - Adesso scendo un attimo a vedere se
al bar è finito tutto- disse alzandosi.
Doveva essere almeno un metro e ottanta, non aveva un fisico molto
atletico, era magro, con le spalle non troppo larghe, indossava una
maglietta nera a maniche corte, un classico Jeans a vita bassa e ai
piedi delle converse rosse, no, non era decisamente male.
-Mi sa che arriverai tardi- dissi sorridendo - Al bar c'è
sempre la corsa - spiegai - ma tentar non nuoce..-
Andrea mi sorrise di nuovo, decisi che aveva un sorriso decisamente
spettacolare - A dopo allora- disse facendo un cenno con la testa.
-A dopo- risposi prima di tornare dai miei amici.
-Allora?- chiese elettrizzata Daniela
-Stasera andiamo ad una festa- spiegai
-Una festa?- chiese Guido alzando la testa dal mio quaderno - Quale
festa?-
-L'ho invitato a venire con noi stasera in giro, ma ha detto che
Ludovica lo aveva invitato alla festa della scuola, deve essere la
festa di Giada, quella della IIID ..-
-Ma noi odiamo Giada e quella festa..- intervenne Guido
-Stai zitto!- lo rimproverò Daniela dandogli un leggero
schiaffo dietro la nuca.
-Continuaaa!- mi implorarono in coro Leda e Daniela
-E niente, mi ha chiesto se voleva andare tutti, insomma per
conoscerci..e io ho accettato!- disse con naturalezza
-Ma è perfetto!- escalmò Leda con voce un
pò troppo alta
-Dopo scuola andiamo insieme al negozio di mia zia - aggiunse Daniela -
troviamo qualcosa di bellissimo da mettere, poi se passi da me ti
faccio i capelli, Leda può truccarti e.. -
- Frena!- intervenni io esasperata - non voglio mica sembrare Ludovica
a quella festa- dissi
-Tesoro tu non sembrerai mai Ludovica, devi solo superarla.. -
-Hai detto niente- dissi sbuffando e sedendomi sulla sedia - e comunque
a quella festa ci sarà anche Vittorio- annunciai
-Un motivo in più per impegnarti, se ti vedrà con
Andrea
lo lascierai senza fiato, credimi.. - disse Daniela posandomi una mano
sulla spalla
-Ragazze?- sussurrò Guido in quel momento
- Che c'è ancora?- chiese fingendo di essere seccata Leda
-Niente è solo che.. ho finito la versione!- disse alzando
il quaderno in sengno di vittoria
-Chi è il mio amore geniale?- disse con una voce da bambina
Daniela baciando Guido sulla bocca - Chi è ? Chi
è ?-
Io e Leda ci guardammo disgustate e scoppiammo a ridere, poi tornammo
ad organizzare la serata, avevamo una festa a cui pensare!
Andrea
Passai
il resto della mattinata a fingere di seguire l'insegnate, a rispondere
alle domande di Ludovica su Firenze, sulla mia famiglia, la mia vita.
Quando la campanella suonò alle 11 tirai un sospiro di
sollievo, speravo di essere finalmente libero.
-Allora Andrea, scendiamo?- mi chiese Ludovica passandosi del lucido
sulle labbra.
-No grazie,scendi tu, magari io vengo dopo!- risposi sperando che non
insistesse
-Se ne sei sicuro- disse lei alzando lel spalle - a dopo - disse
mandandomi un bacio e uscendo dalla classe, sotto gli sguardi
imbabambolati dei ragazzi.
-Ciao...Andrea giusto?- disse in quel momento un ragazzo avvicinandosi
al mio banco
Annì e porsi la mano al ragazzo, era alto, almeno 5
centimetri
più d me, aveva capelli biondo cenere e occhi scuri.
-Io sono Carlo e lui è Matteo- disse indicando un ragazzetto
basso alle sue spalle
Salutai anche Matteo con un rapido cenno della testa.
-Noi ci stavamo chiedendo se stasera ti va di venire a vedere la
partita a casa mia - disse Carlo
-Gioca il Napoli- intervenne Matteo come se quella fosse in assoluto la
motivazione principale per la quale chinque avrebbe accettato quella
proposta.
-Contro la Juve - aggiunse Carlo
-Veramente ragazzi stasera non posso- dissi con naturalezza, non ho mai
amato il calcio, l'idea di passare due ore a casa di una persona che
nemmeno conoscevo a vedere 22 persone rincorrere un pallone non mi
entusiasmava molto
-Ah- dissero delusi Matteo e Carlo
-E' un vero peccato, devi sapere che stasera Matteo perderà
20 euro- spiegò Carlo ridendo
-Abbiamo scommsso- spiegò Matteo facendosi avanti - io dico
che
il Napoli perderà, lui dice che a perdere sarà
invece la
Juve-
-Semplicemnte perchè non sono un traditore io.. non
scommetto
mai contro la mia squadra, non sono mica come te.. - disse
alzando la voce Carlo
-Ma che c'entra, non vuol dire essere traditori.. - cercò di
spiegare Matteo - E tu Andrea, non sarai mica per la Fiorentina?-
chiese improvvisamente guardandomi
-Veramente io... non tifo molto, ma no , non sono per la Fiorentina-
risposi.
I due ragazzi parvero molto sollevati e tornarono a discutere della
partita di quella sera, riservandomi ogni tanto qualche domanda.
Cercavo una qualsiasi cosa per cambiare discorso, ma sembrava
impossibile, come togliere ad un bambino la sua macchinina preferita,
anche quando dorme la tiena stretta stretta; in quel momento
però dai primi banchi della classe vidi arrivare una ragazza.
Era mediamente alta, magra, ma decisamente non quanto Ludovica,
decisamente più "formosa", aveva capelli lisci e
lunghi
fino al seno , di un castano pieno di sfumature, quando fu abbastanza
vicina riconobbi i suoi occhi grandi e color nocciola, era la ragazza
che avevo guardato poco prima.
-Ciao- mi disse leggermente imbarazzata e facendosi largo tra Matteo e
Carlo.
-Ciao!- risposi sollevato all'idea, che , finalmente potevo smettere di
parlare di calcio.
-Io sono Eleonora- disse porgendomi la mano.
-Andrea..- risposi, stringendogliela.
In questa ragazza c'era qualcosa che mi colpiva, aveva un viso
decisamente dolce, un nasino piccolo e leggermente all'insù,
le
labbra carnose e a fragolina.
-Allora come ti sembra questa scuola?- Mi chiese leggermente
imbarazzata da quel leggero silenzio che si era venuto a creare, a me i
silenzi non danno fastidio, dicono molto, certe volte troppo, ed
è, secondo me, questo il motivo per cui la gente
il odia.
-Non male- dissi .
-Sei nato qui?- chiese lei inclinando leggermente la testa, come se
scrutandomi potesse leggermi in volto il luogo di nascita. Mi venne da
sorridere, era la prima a farmi questa domanda, mi chiesi cosa, nel mio
modo di parlare, o essere le avesse fatto intuire che ero
napoletano,
certo non avevo un accento toscano, ma nemmeno napoletano; forse quella
ragazza sapeva osservare, proprio come me.
-Si- risposi, lei sembrò soddisfattà, e dopo un
attimo di
incertezza parlò di nuovo: -Senti,
lo so che probabilmente sono l'ennesima persona che te lo propone, ma
stasera io e dei miei amici- disse indicando tre ragazzi
seduti
al terzo banco vicino al muro, un ragazza dai capelli rossicci parlava
animatamente con una ragazza magrolina e con il caschetto nero, mentre
un ragazzo biondo e dalle spalle larghe era tutto preso dallo scrivere
su un quaderno - Andiamo in centro a farci un giro con altra
gente, insomma.. non siamo solo noi e..- notavo dal tono della sua voce
che si stava imbarazzando, forse era colpa del mio sguardo indagatore,
pensasi - se ti va di venire..
Nonostante fosse la terza proposta che ricevevo in un'ora, questa
volta, rifiutare mi seccava particolarmente, questi ragazzi mi
sembravano decisamente più simpatici di Ludovica, ma dirle
di no
voleva dire prepararsi ad essere tormentato per le prossime settimane e
non era decisamente il caso
-Veramente
..stasera sono stato invitato ad una festa dove mi hanno detto ci
sarà
mezza scuola..- dissi - e anche a vedere una partita di
calcio, ma detto tra
di noi, io sono più un tipo da tennis- aggiunsi lanciando
un'occhiata
divertita a Matteo e Carlo che adesso stavano analizzando i punti forti
della Juve e del Napoli.
- Capisco- rispose lei vangamente delusa
-Senti
ma perchè tu e i tuoi amici non venite all afesta?- domandai
impulsiavamente - lo so che
è strano che a invitarvi sia io .. insomma sono nuovo,
però sarebbe
bello, almeno conosco bene i miei compagni di classe-
Speravo che accettasse se non altro volevo evitare di sembrare uno che
si dà troppe arie, così mi affrettai a spiegare
che alla
festa ero stato invitato da Ludovica, ci sarebbe stata tutta la scuola.
Eleonora sembrò rifletterci meno di un secondo e
rapidamente mi disse che sarebbe venuta
-Perfetto allora- sorrisi, ero sinceramente felice - Adesso scendo un
attimo a vedere se al bar è finito tutto- dissi
poi
alzandomi, avevo bisogno di uscire da quella classe e farlo alla fine
dell'intervallo mi sembrava l'ideale.
Eleonora mi sorrise, era davvero carina, indossava una maglietta con lo
scollo a barca rosa, un jeans scuro e un paio di ballerine dello stesso
colore della maglia, era semplice, semplice ma bella.
-Mi sa che arriverai tardi- disse- Al bar c'è sempre la
corsa ma
tentar non nuoce..- agiunse poi sorridendo, l'imbarazzo sembrava essere
sparito.
- A dopo allora- dissi facendo un cenno con la testa.
-A dopo- rispose lei prima di voltarsi per tornare al suo posto.
Scesi in cortile rapidamente, cercando di evitare i miei compagnio di
classe che rientravano, purtroppo Ludovica sembrava non aver alcuna
intenzione di salire in classe, così la trovai seduta su uno
dei
motorini accanto al bar.
Parlava animatamente con un paio di ragazzi e ragazze, che, per mia
sfortuna, aveva deciso di presentarmi.
-Andrea! vieni!- disse alzando una mano per farmi un cenno
-Lui è il mio nuovo compagni di banco- spiegò -
Claudia
è malata, ma mi sa che anche quando tornerà si
troverà senza banco, lui è decisamente meglio...
non
trovate?- disse scherzando.
-Puoi dirlo forte - rispose una ragazza alla sua destra - io sono
Marika, loro sono Federica, Giada, Daniele, Pietro e Vittorio - disse
indicando il resto del gruppo.
-Andrea- mi limitai a dire cercando di sorridere.
-Andy, la festa di stasera è di Giada- spiegò
Ludovica indicando una ragazza bassetta dai capelli ricci e biondi.
-Spero non sia un problema se vengo anche io - dissi con voce fin
troppo educata
-Affatto...- rispose Giada guardandomi con sguardo malizioso -
Più siamo e meglio è - aggiunse sorridendo
Era una strana situazione per me, va bene che non sono mai stato un
brutto ragazzo, ma addirittura entrare nel "circolo giusto"
così
velocemente, insomma, di Ludovica si poteva dire tutto, ma non che
fosse una brutta ragazza, forse insieme a Marika era decisamente la
più bella della scuola e, anche se non sapevo il
perchè,
ero l'oggetto del suo interesse in quel momento, forse approfittarne
non sarebbe stato tanto sbagliato, forse.
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Capitolo 3 *** 3 ***
Volevo
ringraziare _matthew_ e Cry90 per le recensioni ^^ Grazie mille
<3 e volevo specificare che in questo capitolo alcune cose sono
tratte dalla mia vita xD sopratutto quando si parla di Vittorio!
Un bacione e fatemi sapere che ne pensate!
Eleonora
Io,
Daniela e Leda avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli, io
avevo chiamato mia madre per dire che sarebbe passata Leda da casa per
prendere alcune cose perchè io pranzavo da Daniela.
all'uscita
di scuola, per fare presto Guido avrebbe portato in motorino Leda a
casa mia, mia madre conosceva la mia amica meglio di me ormai, lei
avrebbe spiegato che quella sera saremmo andate tutte a dormire a casa
sua dopo essere state ad una festa, mia madre avrebbe fatto qualche
storia, ma Leda avrebbe assicurato che suo padre ci sarebbe passate a
prendere alle 2 massimo, cosa non del tutto esatta, perchè
il
padre di Leda non sarebbe affatto passato, ma ci avrebbe portato in
macchina suo fratello verso le 5.
Intanto io e Daniela, con il mio motorino, saremmo passate al negozio
della zia di Daniela prima che chiudesse per la pausa pranzo, dopo aver
preso il vestito, cosa che si rivelò ben più
lunga del
previsto, dovevamo vederci con Guido e Leda sotto casa di Daniela,
mangiare tutti insieme da lei, poi Leda sarebbe passata a prendere i
suoi vestiti a casa, sarebbe tornata verso le sette per truccarmi,
mentre Daniela mi avrebbe fatto i capelli.
Tutto questo mentre Guido avrebbe convinto i nostri amici a venire alla
festa e il fratello di Leda, uno dei suoi migliori amici, a venirci a
prendere.
Tutta questa organizzazione decisamente complicata era necessaria,
perchè i miei genitori erano davvero poco propensi all'idea
di
farmi andare ad una festa di sconosciuti fino all'alba.
Ovviamente tutti i tempi erano calcolati in modo tale che io potessi
farmi venire una decina di crisi sul mio vestito, che Daniela potesse
rifarmi i capelli tre o quattro volte, mentre cercavamo di finire il
tema per Lunedì, visto che la Domenica eravamo del tutto
decise
a passarla a dormire.
-Dai che sei bellissima- mi disse sorridendo Daniela dopo aver passato
un pò di lacca sul mio ciuffo appena fatto.
Avevamo deciso, o sarebbe meglio dire che avevano deciso, di farmi
indossare un vestito nero particolarmente aderente e scollato dietro,
io non ero mai stata un tipo da tacchi, preferivo le mie comodissime
ballerine, ma quella sera mi obbligarono a mettere i tacchi neri in
vernice lucida di Leda, dicendo che mi facevano le gambe decisamente
sexy e lunghe visto che il vestito era fin troppo corto.
-Dan, ma guarda, ci manca solo il rossetto rosso fuoco e Ludovica mi
prenderà per una sua gemella- mi lamentai osservandomi allo
specchio.
Daniela mi aveva arricciato i capelli alle punte, dicendo che sembravo
decisamente più grande, Leda mi aveva riempito di
brillantini
sul petto e intorno agli occhi, dove aveva passato uno strato , a mio
avviso, decisamente troppo forte di matita e ombretto.
-Smettila!- mi zittirono le mie amiche - Vedila così,
stasera Vittorio crollerà ai tuoi piedi-
-Ma come mai quando vi fa comodo tutto serve per conquistare
Vittorio, mentre il resto del tempo lo devo assolutamente
dimenticare!?- chiesi nervosamente
-Ele! ma insomma ha 17 anni o 90 ? smettila di farti troppi problemi!-
intervenne Leda guardandosi soddisfatta allo specchio.
Le mie amiche avevano indossato tutte e due un pantaloncino di jeans,
Leda con un corpetto rosso e scarpe alte dello stesso colore, Daniela
con un top bianco e blu e scarpe blu.
-Poi guarda come siamo belle tutte e tre?- disse Daniela abbracciandoci
-Davvero bellissime- disse una voce alle nostre spalle.
-Guidooo!- esultò Daniela vedendo il suo ragazzo vicino alla
porta.
Guido non era decisamente un brutto ragazzo, quando eravamo piccoli era
un pò in carne, ma adesso dopo anni di nuoto, aveva
modellato il
fisico, aveva spalle larghe e addominali scolpiti, occhi verdi e
capelli biondi che gli andavano leggermente davanti agli occhi.
-Amore..sei una favola!- rispose lui baciando Daniela sulle labbra -
Leda, Ele, siete bellissime- disse poi guardandoci.
-Allora andiamo a quesa festa!?- chiesi io
-Andiamo a conquistare il bel moretto!- disse ridendo Leda, uscendo per
prima dalla porta.
La festa di Giada era in una villetta con la piscina poco fuori
città, arrivarci non era particolarmente comodo, ma il padre
di
Leda ci accompagnò davvero.
-Sapete cosa ci siamo dimenticate?- disse dandosi una leggera botta in
testa Daniela
-No cosa??- chiese allarmata Leda
-La lista!- dissi improvvisamente, capendo a cosa aveva pensato la mia
amica
-Dite che ci sarà una lista?- chiese Guido
-Conoscendo Giada avrà invitato tutta la scuola, alla fine
la
metà della gente che ci sarà a questa festa non
la
conosce nemmeno.. - disse Daniela convinta
-Basterà dire che siamo amici di Ludovica..- proposi io
-Idea geniale sorella!- disse Leda battendomi il cinque.
E in effetti bastò dire che eravamo in classe con Ludovica
per
farci entrare, la villa era decisamente spattacolare, aveva una piscina
interna e una esterna.
Gli invitati erano circa 400, ovunque ti giravi vedevi camerieri che
servivano da bere o da mangiare, non era difficile capire
perchè
Giada fosse definita la principessa di Napoli.
-Allora il primo che vede Andrea lo dica!- disse appena entrata Leda -
E adesso signori se non vi dispiace credo che quel biondino stia
aspettando solo me!- aggiunse ridendo prima di scomparire tra la folla.
-Vado a dare uno guardo in giro- urlai a Guido e Daniela, la musica era
decisamente troppo alta per permetterci di parlare normalmente e non mi
andava di restare a fare "la candela", con Guido e Daniela non ci si
sentiva mai di troppo, erano sempre pronti ad aiutarmi, spesso
mettevano da parte la loro vita di coppia per me o Leda, ma capivo
quando desideravano un momento per loro e quando lo desideravo anche
io.
Camminando per la villa vedevo mille volti conosciuti, c'era quasi
tutta la scuola, non c'era pericolo di sentirsi un imbucato,
perchè in fondo lo erano un pò tutti.
-Ciao..- una voce alle mie spalle mi fece voltare improvvisamente
-Ciao..Vittorio.- dissi cercando di far finta che il mio cuore non
stesse battendo troppo forte.
-Non pensavo di vederti, non sapevo che fosse una festa alle Eleonora-
disse lui con un mezzo sorriso
-Io invece sapevo perfettamente che questa era una festa "alla
Vittorio"- risposi con sarcasmo.
-Allora come mai sei qui?- mi chiese fingendo di non aver fatto caso
alla provocazione
-Avevamo voglia di divertirci- risposi alzando le spalle, come se fosse
la cosa più normale di questo mondo
-Capisco, quindi ci sono tutti?- chiese con una voce del tutto priva di
interesse
-Da qualche parte ci sono Leda, Daniela e Guido, gli altri dovrebbero
arrivare a breve- risospi con distacco.
Vittorio sorrise di nuovo, lasciando scivolare i suoi occhi scuri sul
mio corpo, mi stava esamiando lo sapevo.
-Stai benissimo- disse facendo schioccare le labbra e bevendo un sorso
dal suo bicchiere
-Grazie- risposi osservando la sua espressione ancora divertita
Quante cose erano cambiate, quanto era cambiato Vittorio negli ultimi
mesi.
Io e lui ci eravamo conosciuti alle medie, i primi due anni di scuola
era un ragazzino grassottello e violento, in terza media
però
qualcosa era cambiato, oltre ad essersi fatto davvero carino era
divenato un altro.
In breve tempo eravamo diventati molto amici,si può dire che
lui
fosse il mio migliore amico, ma la cosa sorprendente era che piaceva in
un modo o nell'altro un pò a tutti,la stessa Leda se ne era
innamorata prima di fidanzanrasi con Giulio in III media.
Ma io ero rimasta particolarmente attaccata a Vittorio e dopo numerosi
pianti e sofferenze ero riuscita a realizzare il mio sogno di stare con
lui.
Ci eravamo messi insieme a Febbraio del IV Giannasio, lui frequentava
la sezione D, eravamo stati insieme tutto il IV ginnasio, senza mai
litigare, senza mai stare male. poi improvvisamente l'anno dopo
qualcosa era cambiato, lui si era detto innamorato di una delle mie
migliori amiche : Irene, che poi avevo scoperto essere una vera
stronza.
Tra me e Vittorio era finita di brutto a metà V
Ginnasio,
lui e Irene erano stati insieme per un mesetto, poi lei era andata a
vivere in Francia e lui l'aveva lasciata.
A quel punto Vittorio era tornato da me, io per un pò ci ero
cascata, ma avevo concluso il V Ginnasio lasciandolo, in
realtà
continuavo, dopo tanto tempo, a provare qualcosa per lui, avevo la
certezza che ormai non si trattasse più di amore, ma non
potevo
cancellarlo, dopo tutto lui era stato il centro del mio mondo per
troppo tempo.
La vera trasformazione Vittorio l'aveva avuta durante il I liceo, aveva
iniziato a frequentare il giro di Ludovica, dal ragazzo più
dolce del mondo che era sempre stato, era diventato arrogante,
presuntuoso, metà della scuola gli moriva dietro e lui ne
era
orgoglioso. Era diventato come tutti gli altri, amalgamato alla masssa.
-Ti va un bagno con me?- chiese avvicinandosi un pò
-Mai..-riposi rapidamente, la capacità di Vittorio di
fingere
che fosse normale la situazione tra di noi mi irritava, non capivo se
fingesse di non ricordare o se davvero fosse andato avanti, senza di
me.
-Come vuoi.. - rispose lui facendomi l'occhiolino e posando il
bicchiere vuoto sul vassoio di un cameriere - se cambi idea io sono in
piscina- disse prima di voltarsi e sparire.
La serata stava prendendo decisamente una piega poco piacevole, sapevo
che il fantasma di Vittorio mi avrebbe accompagnata per molto molto
tempo , ma forse le mie amiche avevano ragione , dovevo buttarmi,
dovevo andare avanti. Il passato non ritorna. Insegna.
Andrea
Avevo
preso appuntamento con Ludovica ed alcuni ragazzi della scuola
per andare alla festa, ci avrebbe portato un tipo di scuola in macchina
e saremmo tornati con lui.
Dire ai miei che sarei andato ad una festa non era stato nè
difficile nè un problema.
Sembravano felici all'idea che mi sarei fatto tanti nuovi amici, e io
non avevo specificato che a una festa del genere è molto
probabile che bevi talmente tanto da non ricordare nemmeno come ti
chiami.
Il mio armadio non era mai stato molto fornito e ad una festa del
genere non sapevo bene che indossare, a Firenze frequentavo i figli
degli uomini più ricchi della città ed era
un'altra
storia, ma per fortuna venni a sapere che Giada era ricca almeno quanto
le mie vecchie compagnie, così riciclai un completo usato
per la
festa di Asia.
Misi una camicia blu scuro, un jeans chiaro, pensando che un minimo di
sportività andava bene ed una giacca bianca.
-Andreaaaa sei bellissimo!- disse quando mi vide arrivare Ludovica, lei
era semplicemente perfetta.
Indossava un vestito senza bretelle bianco, con una fascia stretta sul
sedere, le gambe abbronzate erano slanciate da un paio di scapre con il
tacco argentate, come il colore dei bracciali che le riempivano il
braccio.
-Anche tu!- risposi sinceramente colpito e baciandola sulla guancia.
-Hai anche un buon profumo- aggiunse rimanendo un attimo ad odorare il
mio collo.
-Allora andiamo?- chiese dopo poco indicando una macchina nera ferma
all'angolo della strada.
Io annuii e la seguì, in macchina riconobbi alcuni dei
ragazzi
conosciuti durante l'intervallo, un certo Vittorio, Marika, che poi
scoprii essere la ragazza del tipo al volante: Rosario, un bocciato
della scuola che frequentava per la terza volta l'ultimo anno.
-Allora stasera ci sarà molta gente?- domandò una
ragazza
che non avevo mai visto prima seduta accanto al finestrino dall'altro
lato del veicolo.
-Così pare - disse Vittorio - Ho saputo che ci sono circa
300
invitati in che significa 450 persone in tutto calcolando gli
imbuicati!-
-Caspita!- dissi cercando di inserirmi nella conversazione
-E tu Andrea, che tipo sei? da festicciole riservate? o mega o party? -
mi chiese Marika voltandosi dal posto accanto a Rosario.
-Sono stato ad un paio di party niente male - risposi, cercando di
essere onesto al massimo - ma in genereale mi vanno bene anche le
festicciole..- il che era vero, non amavo la confusione, ma
non
mi disturbavano i grandi party, erano talmente pieni di gente che eri
del tutto libero di fare ciò che volevi.
-Insomma il nostro Andrea è un tipo versatile.. - disse
Ludovica, sorridendo, visibilmente soddisfatta di quell'intervento.
-Si, così si può dire..- dissi leggermente
imbarazzato,
preferivo tornare a fare da contorno e non essere l'argomento
principale.
-Allora Andre' come sono le ragazze a Firenze?- mi chiese tandomi una
leggera gomintata Vittorio.
-Non male, davvero, molto simili alle ragazze di tuto il mondo.. -
dissi con sarcasmo
-Non credo, noi napoletane dicono, siamo molto più focose..
- disse ridendo la ragazza che non conoscevo
-Al nord sono tutte fredde?- chiese Rosario accendendosi una sigaretta
-No,no.. dipende dai tipi..- diss cercando di porre fine a quella
conversazione.
In realtà di ragazze toscane ne avevo frequentata una sola
seriamente: Asia.
Asia non era affatto un tipo freddo, ci eravamo conosciuti durante una
Domenica a pranzo a casa di mio zio, io avevo 14 anni e mezzo
e
lei appena due mesi in meno a me.
Ricordo che rimasi senza fiato per la sua bellezza, un bellezza ben
diversa da quella di Marika o Ludovica; quando conobbi Asia lei era
appena una ragazza, aveva capelli lunghissimi e liscissimi di un
castano quasi mielato, li portava sempre sciolti, passandosi una mano
in mezzo mentre parlava. Aveva occhi grigi bellissimi, leggermente a
mandorla, perchè aveva antenati filippini, ed aveva un
fisico
perfetto, faceva la modella per una linea di costumi.
Ero stato davvero bene con lei, l'avevo anche amata per un periodo, poi
però mi ero iniziato a stancare, era tutto troppo serio per
me,
a 16 anni avevo voglia di essere come tutti i miei coetanei, volevo
avere avventure, volevo non sentirmi incatenato, ma sapevo quanto la
nostra storia fosse importante per le nostre famiglie.
-Vedrai stasera quanto poco fredde siamo noi napoletane!- disse ridendo
Ludovica e distraendomi dai miei ricordi.
La villa dove si svolgeva la festa non era affatto male, quando
arrivammo c'era già tantissima gente, ci misi un
pò, ma
alla fine riuscì a seminare Ludovica e i suoi amici, per
stare
un pò tranquillo.
Della mia classe avevo incrociato poche persone, Matteo e Carlo
dovevano essere rimasti a vedere la partita, perchè di loro
non
c'era nemmeno l'ombra.
-Andrea,vero?- mi chiese una ragazza avvicinandosi lentamente, aveva
un'aria conosciuta, sapevo che era una mia nuova compagna di calsse, ma
non mi sembrava di esserci presentati.
-Si!?- risposi io cercando di metterla a fuoco.
-Io sono Leda- disse con un gran sorriso - terzo banco a destra - disse
per venirmi in contro
-Ah!- adesso ricordavo era una delle amiche di quella ragazza che si
era presentata all'intervallo - Come va?- chiesi
-Tutto bene. ti stai divertendo?-mi chiese
-Abbastanza direi.. - risposi il più neutrale
possibile.
Leda rise appena, facendo muovere i capelli rossicci e socchiudendo gli
occhi verdi.
-Capisco- disse poi di nuovo seria - senti io devo tornare a cercare un
mio amico, ci siamo persi di vista, ci vediamo eh!- disse poi
rapidamente cercando con lo sguardo qualcuno tra la folla, prima di
allontanarsi.
-A dopo..- la salutai poco convinto.
Decisi che la cosa migliore sarebbe stata andare a farmi un giro verso
la piscina, se non altro avrei trovato un divanetto dove sedermi,
quando per la seconda volta una voce alle mie spalle mi
chiamò.
-Ciao Andrea -
Mi voltai lentamente, questa volta riconobbi la ragazza, era l'amica di
Leda : Eleonora.
-Ehi ciao!- la salutai - Alla fine siete venuti- disse con
stupidità, era ovvio che se la vedevo era venuta
-Alla fine si...- rispose lei sorridendo.
Era decisamente belllissima, il vestito nero le cadeva sul corpo
evidenziando le sue forme, i capelli mossi la facevano sembare moto
più grande e il trucco marcato ma non pesante le dava
un'aria
elegante.
-Stavo andando a fare un giro verso la piscina ... ti va?- le proposi
indancado in direzione della piscina.
Lei sembrò riflettere su qualcosa, si morse leggermente il
labbro e annuì.
Camminammo uno avanti e uno dietro senza riuscire a scambiare mezza
parola per la confusione, le feci cenno di sederci su un divano vuoto.
-C'è molta gente eh?- chiesi osservando il numero
decisamente
impressionante di ragazzi in biancheria intima che si tuffava.
-Io non credo di conoscere nemmeno un quarto delle persone che ci sono
a questa festa- commentò lei
-credo che nemmeno Giada le conosca.. - dissi divertito.
-Allora tu non ti butti?- mi chiese indicando la piscina
-Oh no, almeno non per il momento- dissi, non sono un tipo da bagno in
mutande e vista la sua espressione non doveva esserlo nemmeno lei.
-Allora com'è stare seduti accanto a miss
vanità?- mi domandò dopo un attimo di incertezza
-Non è così male , ma sai ci sono stato solo 4ore
e in effetti un pò stanca.. - risposi
-Lo immagino, stanca un pò tutti!- disse sorridendo ma senza
distogliere lo sguardo dalla vasca, un improvviso velo di tristezza le
attraversò gli occhi, che lentamente
puntò nei miei.
-Sai ... stavo pensando che forse un tuffo potremmo farlo.. se non si
fanno a questa età quetse cose quando le facciamo?- mi
domandò di getto.
rimasi leggermente sorpreso, avrei giurato che non mi avrebbe
mai
proposto di fare il bagno, io me lo sarei risparmiato volentieri, ma il
suo ragionamento sembrava sensato. se non ora quando?
-Perchè no..- dissi alazandomi e porgendole una mano.
Eleonora guardò per un attimo la piscina, sembrò
assumere
un'espressione forte e decisa, poi mi diede la mano e si
alzò
di scatto.
-Andiamo allora.. - disse prima di avvicinarsi al bordo.
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Capitolo 4 *** 4 ***
Eleonora
Ero
intenta a scegliere quale antipasto provare quando Leda mi venne
incontro dicendomi che aveva visto Andrea, aveva una giacca bianca e
ovviamente dovevo trovarlo.
Questa situazione
iniziava a divertirmi, avevo trovato che cosa fare
per tutta la festa ed era già qualcosa.
Trovare Andrea fu
meno difficile del previsto, notai con piacere che
era senza Ludovica.
Dopo aver parlato
un pò mi propose di andare verso la stanza
con
la piscina, inizialmente avrei preferito rifiutare, Vittorio era
lì, ma fu proprio quest'improvvisa cosapevolezza a spingermi.
Ci sedemmo su un
divanetto difronte alla vasca, purtroppo nonostante in
acqua vi fossero una ventina di persone potevo vedere benissimo
Vittorio impregnato a slacciare il reggiseno ad una ragazza che faceva
di tutto tranne che evitare di restare nuda.
Sapevo che Andrea
non era tipo da bagno, si vedeva dal modo in cui
guardava la folla di persone semi nude genttarsi in acqua, le guardava
più o meno come me.
Per un attimo
vidi gli occhi di Vittorio soffermarsi sui miei,
istintivamente distolsi lo sguardo e mi avvicinai anche se di poco ad
Andrea. Sapevo bene che Vittorio aveva smesso di essere geloso di me,
ormai la nostra era una storia morta e sepolta, almeno per lui, ma una
strana idea mi piombò in testa.
Forse fargli
vedere che anche io ero cambiata sarebbe sevito a
qualcosa, ciò che volevo da lui non era tornare a stare
insieme,
volevo solo che lui si mangiasse le mani per avermi perso, volevo
essere il suo tormento come lui lo era stato e forse lo era ancora per
me.
-Sai
...
stavo pensando che forse un tuffo potremmo farlo.. se non si fanno a
questa età quetse cose quando le facciamo?- domandai di
getto.
ANdrea
sgarnò leggermente gli occhi, lo avevo un
pò
spiazzato, me ne rendevo conto, ma avevo preso una decisione, quella
notte avrei fatto follie.
-Perchè
no..- dissel lui dopo un momento di esitazione,
porgendomi la mano per farmi alzare
In quel momento
Vittorio e la ragazza senza pudore e reggiseno erano
passati alla fase baci appassionati, dovevo e volevo essere libera,
afferai la mano di Andrea e sorrisi.
-Andiamo allora..
- dissi prima di avvicinarmi al bordo.
Non ero mai stata
una ragazza che si spogliava davanti agli altri,
forse perchè quando ero più piccola ero
cicciottella, ma
dopo aver chiuso con Vittorio avevo deciso che sarei cambiata, avevo
perso 10 kili in V ginnasio, chili che non avevo mai ripreso.
Dopo un attimo di
esitazione mi abbassai il vestito rimanendo con il
mio semplicissimo completo nero, mi ripromisi di comprare biancheria
intima più seducente.
Sentivo Andrea
dietro di me trafficare con i bottoni della camicia, lo
vidi dopo poco accanto a me con i boxer neri, con gli addominali
leggermente accennati, la pelle ancora abbronzata per l'estate.
-Ci buttiamo?-
propose porgendomi la mano
Afferai la mano e
annuì, guardando un' ultima volta Vittorio
prima di fare il passo nel vuoto.
L'acqua era calda
e non mi dispiaceva affatto, mi immersi un paio di
volte, bagnando del tutto i capelli per i quali avevo perso tanto tempo
quel pomeriggio.
Andrea accanto a
me si mosse rapidamente e si posò al bordo
della vasca, l'acqua gli aveva reso lucida la pelle, faceva venire
voglia di toccarla, allungai leggermente una mano sfiorandogli la
spalla.
-Bel tuffo- dissi
sorridendo per giustificare quel delicato tocco.
Lui sorrise
divertito e annuì - non è stata una
cattiva idea - disse
- Mi dispiace
solo per i miei vestiti, non so come li
troverò -
aggiunse gettando uno sguardo alla poltrona dove avevamo postato i
nostri abiti e dove adesso due ragazzi si baciavano con trasporto; ma
dal suo sguardo si capiva che stava scherzando, dei vestiti non gli
importava niente.
-Una volta in
acqua che si fa?- chiesi
Lui si
guardò in torno e poi sospirò - Mi sa che
abbiamo
poche scelte - disse - o ci spogliamo e iniziamo a rincorrerci, o ci
spruzziamo fino a sembrare due perfetti idioti, o ci baciamo con
passione o ultima alternativa, ma è quella che decisamente
scarterei, iniziamo a ballare come fa quel tipo nudo -
Risi divertita,
avvicinandomi senza quasi rendermene conto ad Andrea -
E se prendessimo qualcosa da bere?- proposi
-Buona idea.. -
disse lui felice che avessi scartato
l'opportunità del ballo nudi - dici che devo uscire o un
cameriere me la porta una bella birretta?-
Lo guardai, per
un attimo nemmeno mi resi conto che Vittorio si era
avvicinanto a noi, fin quando non mi fu accanto.
-Andrea, vedo che
conosci Eleonora - disse
-Stiamo in classe
isieme- spiegò Andrea
-Ho sentito che
volete qualcosa da bere - disse Vittorio senza dar peso
alle parole di Andrea - Io e Cristina andiamo a prendere qualcosa, se
volete..-
-No grazie,
stiamo bene così- mi affrettai a rispondere,
guardando il meno possibile Cristina che, ancora decisamente poco
vestita, si aggrappava alle spalle larghe di Vittorio
-Come volte,
Cristina tesoro andiamo?- chiese Vittorio, la ragaazza
squittì e usciì dalla vasca, seguita da Vittorio,
che con
un cenno della testa salutò Andrea.
-Pensavo avessi
sete..- disse Andrea con un'espressione decisamente
poco convinta
-No,
cioè.. si, ma non mi andava di stare con quei due.. -
mi affrettai a rispondere
-Capisco- disse
lui - Allora che mi racconti di te?- chiese
avvicinandosi
-Ma..poco e
niente, che vuoi sapere?- chiesi sollevata dal fatto che
Andrea non sembrava voler approfondire il discorso "Vittorio"
-Bah .. poco e
niente in effetti - disse sorridendo - Odi essere
affogata? - chiese prima di immergersi sott'acqua e tirarmi per una
gamba.
Quando
riemergemmo ridevamo ancora come due stupidi.
-Credo di aver
bevuto mezza piscina- dissi tra un colpo di tosse e
l'altro
-Possibile,
l'altrametà l'ho bevuta io - disse lui ridendo e
passandosi una mano tra i capelli bagnati.
-Ora
però , non mi dire niente, una birretta me la farei.. -
disse facendo leva sulle braccia e uscendo dalla vasca.
Mi sorpresi di
come rimasi per qualche istante a fissare il corpo
bagnato di Andrea, aveva tutte le cose al suo posto, la mia impresa non
era dunque tanto terribile..
Per fortuna un
cameriere passava vicino alla vasca proprio in quel
momento , così non mi toccò restare troppo da
sola come
una scema in mezzo all'acqua.
Andrea
tornò con molto più che una birretta,
giustificandosi dicendo che ci poteva venire molta sete.
Era un tipo
divertente ma dovevo ancora inquadrarlo bene , un attimo
sembrava la persona più sicura di sè e l'attimo
dopo
sembrava essere timido ed impacciato.
Bevemmo per
moltissimo tempo, tra uno scherzo e l'altro, tra un tuffo,
uno spruzzata di acqua negli occhi, ormai nella piscina c'era mezza
festa, la musica era sempre più assordante e la festeggiata
aveva gettato in acqua numerosi palloni di gomma colorati al momento
della torta.
-Allora non
è stata tanto male questa festa alla fine no?!-
mi
chiese Andrea posando la sua mano sulla mia, mentre beveva un ultimo
sorso di birra.
-Non l'ho mai
detto- replicai io togliendogli la bottglia dalle mani
per portarla alla mia bocca.
-Te lo si legge
negli occhi che non è il tuo posto - disse
Andrea con serietà
-Stai dicendo che
sono incredibilmente fuori luogo.. ?- chiesi senza
sapere come prendere la sua affermazione
-Si..- rispose
lui avvicinandosi un pò, normalmente avrei
detto
che ci stava provando, ma in quella situazione non sapevo nemmeno cosa
stesse succedendo, eravamo solo due ragazzi che stavano stabilendo un
contatto punto.
-Ma non
è un' offesa- si affrettò a dire
-Ah no?- chiesi
sentendo il suo respiro sempre più vicino
-Io direi
più che altro che sei decisamente troppo per
questa situazione- disse serio posando i suoi occhi nei miei.
-E tu Andrea come
sei?- chiesi
-Io sono come te
, Eleonora, sono dove sei tu.. - disse prima di
socchiudere gli occhi e avvicinarsi al mio volto, annullando tutte le
distanze che ci separavano.
Andrea
Ci
gettammo in acqua con un rapido tuffo, Eleonora indossava un completo
nero molto semplice, cercai di evitare di fissarla anche
perchè non
sono mai stato quel genere di ragazzo, insomma se mi trovo una tipa
niente male davanti non dico che chiudo gli occhi, ma insomma, cerco di
essere un signore.. Lei non sembrava particolarmente imbarazzata, si
muoveva lenta in acqua, lasciandosi quasi cullare.
Dopo un attimo di
imbarazzo e di indecisione sul da farsi Io
ed Eleonora iniziammo a scherzare e a ridere nell'acqua
tiepida della
piscina, in poco tempo ero riuscito a capire molto di quella ragazza,
avevo intuito che ci doveva essere qualcosa con Vittorio, si vedeva dal
mondo in cui lei lo guardava, da come diventata nervosa se c'era lui
nelle vicinanze, avevo notato che quando era indifficoltà si
mordeve
leggermente il labbro inferiore.
Onestamente non
mi resi nemmeno
conto di quanto tempo fosse passato fin quando la mia pelle non
iniziò
a spugnarsi, eravamo vicini al bordo della vasca, la mia mano era sulla
sua, potevo sentirla, bagnata, sottile; senza pensarci mi trovai a
guardare i suoi grandi occhi color nocciola, i capelli erano attaccati
al collo per l'acqua. la sua pelle liscia era piena di goccioline e
sembrava lucida sotto la luce fioca delle lampade.
Non so se per
l'effetto dell'alcol o semplicemente perchè mi andava, ma in
breve,
brevissimo tempo, mi ero trovato a qualche centimetro da lei, stavamo
parlando di quanto fossimo poco adatti a quella situazione e lei lo era
davvero, troppo elegante per poter essere paragonata a Ludovica, troppo
diversa per potersi confondere nella folla, decisi di dirglielo
.
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Capitolo 5 *** 5 ***
Eleonora
Quando un ragazzo
decisamente poco atletico si gettò nella
piscina tutti i miei sensi smisero di essere inebriati dal
tocco
di Andrea e mi staccai rapidamente.
Andrea mi guardò con una strana espressione, aveva ancora
una
bottiglia di birra in mano e in quel momento la consapevolezza che
avevo bevuto decisamente troppo mi colpì.
Senza dire una parola mi voltai e uscì dalla piscina, lui
non
cercò di fermarmi, non mi chiamò nemmeno, rimase
immobile
in acqua.
Decisi che era il caso di trovare le altre, di prepararci e di andare
via, visto lo stato degli invitati dovevano essere le 4, il che
significava che ero stata ore in acqua con Andrea.Ore.
Riuscì a ritrovare i miei vestiti anche se con non poche
difficoltà.
Rintracciare i miei amici si rivelò ben più
semplice,
Leda, che si era tuffata in acqua come me era seduta su una poltrona a
parlare con un ragazzo che doveva avere non meno di 21 anni, Daniela e
Guido si stavano baciando all'ingresso, fu davvero imbarazzante
interromperli.
-Eleeee, ma che fine avevi fatto?!- mi domandò dandomi un
leggero spintone Leda, segno che aveva bevuto almeno quanto me.
-Ero nella vasca- dissi - dobbiamo anedare - aggiunsi tirando la mia
amica per il braccio.
-Prima dicci cos'è successo- intervenne Daniela, mentre
Guido mi passava il suo pullover per coprirmi.
-Abbiamo parlato, bevuto, scherzato, è stato carino .. e mi
ha
baciato- dissi cercando di controllare il tono della mia voce.
-Ma è favolosooo!- dissero in coro le mie amiche prendendosi
le mani e iniziando a saltare
-Come mai il tuo entusiasmo è pari a zero?- mi chiese Guido
che sembrava aver conservato un minimo di luncidità.
-Avevamo bevuto troppo, e sono andata via senza dire una parola.. e...
è tutto un così grande casino!- dissi passandomi
una mano
tra i capelli bagnati.
-Stai dicendo che lui era ubriaco e che domani non si
ricorderà niente?- domandò Leda
-So dicendo che eravamo tutti e due troppo ubriachi.. e... Dio, ma sta
girando tutto?!- dissi sentendo l'alcol salendomi alla gola
-Ma dai Ele, che se non sono ubriaca io non lo sei nemmeno tu- disse
Leda cercando di non scoppiare a ridere, ma senza risultati.
-Ecco appunto..- intervenne Guido posando una mano sulla spalla di Leda
per farla smettere. -Chiamo suo fratello- aggiunse tirando fuori il
cellulare e uscendo dalla sala.
-Allora, alcol o non alcol, com'è stato?- domandò
Daniela
cercando di evitare Leda che aveva iniziato a girare su se stessa.
Sapevo di aver assunto un espressione fin troppo persa per poter
fingere che di quel bacio non mi fosse rimasto niente, sorrisi -
Bè.. bacia benissimo- dissi facendo una leggera smorfia.
Quella notte a casa di Leda facemmo a turno per andare a vomitare, per
smaltire la sbornia, nei pochi momenti in cui eravamo tutte e tre
lucide parlavamo di Andrea e di cosa avrei dovuto fare
Lunedì a
scuola, visto che non avendo nemmeno il suo numero non l'avrei
sicuramente sentito prima.
-Ragazze, però alla fine ci siamo riuscite.. - disse Leda
stendendosi sul pavimento dopo essere tornata per l'ennesima volta dal
bagno.
-A fare cosa?- chiesi io mettendomi seduta
-A restare amiche - rispose Leda come se fosse la cosa più
ovvia di questo mondo.
-Bè, ovvio, tutto cambia tranne noi!- disse sorridendo
Daniela
-Mica tutto... tu e Guido state insieme da sempre...- feci notare io
-In effetti a Dicembre facciamo quattro anni... sapete devo ammettere
che ogni tanto mi manca l'idea di poter fare come voi, che ne so,
tuffarmi in una piscina e baciarmi con un semi sconosciuto..-
-Ehi!- dissi pizzicandole leggermente il braccio.
-Oppure fare come Leda, uscire con un ragazzo a sera -
proseguì Daniela fingendo di non notare la smorfia
di Leda.
-Stai dicendo che vuoi mollarlo?- domandai dopo un momento di
incertezza, era strano sentire un discorso del genere da Daniela,
nonostante spesso pensassi che Guido fosse un santo, nonostante
passassero giornate a litigare, Guido e Daniela erano storici, come noi
tre.
-No! non ci penso proprio, io amo Guido, ma forse potremmo allentare un
pò.. -
-Stai attenta che a furia di allentare lo perdi- disse Leda
-Mi sa che ci devo pensare un pò, non vorrei perderlo...- si
lamentò Daniela posandosi un cuscino sulla testa -Uffa!-
Il giorno dopo ci svegliammo nel tardo pomeriggio, tutte e tre con un
forte malditesta, ci misi un pò a mettere a fuoco
ciò che
era successo il giorno prima, quando poi tutti i ricordi tornarono al
loro posto l'unica cosa che mi venne da dire fu : "O cazzo!"
-E' tornato alla mente il ricordo di qualcosa di piccante?- chiese Leda
mentre si allacciava le scarpe
-Solo il bacio con Andrea e l'idea che domani mi toccherà
vederlo.. - dissi con sarcasmo
-Rilassati sorella! io mi sono appena ricordata di aver lasciato il mio
numero sul boxer di un tipo che avrà quasi il doppio dei
nostri
anni!-
-Leda!!- gridammo in coro io e Daniela fissando la nostra amica
-Come siete pensati!- sbuffò lei - è sexy! e poi
giuto
che i boxer li ho toccati solo per scrivere il numero!Giuro- aggiunse
mettendosi una mano sul cuore.
Io e Daniela alzammo gli occhi al cielo esasperate, Leda era un caso
perso e, in ogni caso, avevo ben altro a cui pensare.
Andrea
Quando un ragazzo si
gettò in acqua facendo una gran confusione mi semparai
improvvisamente d Eleonora, la guardai, era davvero bellissima, in quel
momento mi resi conto di quello che era appena successo, la fissai
leggermente incredulo, non era da me baciare una ragazza
così, senza un motivo... ma alla fine serviva davvero? non
bastava il fatto che lei era lì, a pochi centimetri da me
con i capelli bagnati, con un leggero rossore sulla pelle!?
Improvvisamente Eleonora si voltò, forse avevo sbagliato
qualcosa, perchè uscì dall'acqua e si diresse
alla ricerca dei suoi vestiti.
Io non la chiamai, non ci provai nemmeno, non pensai neanche di uscire
dall'acqua e seguirla,avevo paura di dover trovare qualcosa da dirle,
avevo paura del silenzio.
Quando mi resi conto che ero immobile in acuqa come uno stupido decisi
di uscire anche io... ma non feci in tempo a predere fiato che Ludovica
mi venne vicino, muovendosi con eleganza!
-Andreaaa! ma dove ti eri cacciato?- chiese
-Ero in acuqa.. - risposi come se fosse ovvio
-Beh adesso vieni alla vera festa...- disse con entusiasmo e
senza darmi il tempo di dire A mi prese per una mano e, facendosi largo
tra la folla, mi condusse al piano di sopra.
La stanza in cui mi aveva trascinato Ludovica aveva un grande letto e
due divanetti alle pareti.
Individuai immediatamente Marika e il suo ragazzo in un angolo,
Vittorio e la ragazza della piscina, mangiavano una fetta di torta
prendendola direttamente dalla bocca dell'altro.
-Andrea, vieni a sederti qui!- disse Vittorio indicandomi un posto
vuoto.
-Allora sei felice di essere tornato a Napoli?- mi chiese porgendomi un
bicchiere
Ero troppo storidito per rispondere, per non parlare del fatto che
indossavo solo i miei boxer, così afferrai il bicchiere e
bevvi
un sorso senza nemmeno sapere di cosa si trattasse.
-Allora tra te e Eleonora?- mi chiese dopo un momento di silenzio
Vittorio
-Eleonora chi?- intervenne Ludovica dal lato opposto del divano, come
se avesse le antenne.
-Eleonora De Martini- disse Vittorio guardando Ludovica
-Cosa .. che c'è tra di voi? - domandò
improvvisamente con voce acuta Ludovica
Mi faceva troppo male la testa, avevo solo voglia di gettermi sul mio
letto e dormire, in più non sapevo che rispondere, cosa
c'era
tra me e quella ragazza!?
-Niente, abbiamo solo bevuto un sorso e ci siamo fatti quattro risate
insieme..- dissi cercando di risultare naturale.
-Ah ecco.. perchè solo uno siocco andrebbe a cercare una
come
lei, se può avere una come me... - disse con voce sennsuale
Ludovica alzandosi e sedendosi sulle mie gambe.
Vittorio e Cristina scoppiarono a ridere e tornarono a
baciarsi\mangiare la torta, mentre Ludovica, prima che me ne
rendessi conto, aveva iniziato a baciarmi il collo.
Per fortuna prima che potesse succedere una qualsiasi cosa Rocco ci
informò che era ora di tornare e mi mandò a
recuperare i
miei vestiti.
Il giorno dopo mi svegliai ancora leeggermente stordito, mi
ero
preso un bruttissimo raffreddore e la testa continuava a farmi male.
per non parlare di un forte senso di nausea che mi tormentava.
Scesi in cucina con l'intenzione di prendere un bicchiere d'acqua e,
stranamente, vi trovai i miei genitori seduti a tavola.
- Andrea, alla buon'ora!- disse mia madre aalzandosi per prendere un
piatto dalla mensola
-Pranzi con noi?- mi chiese posando il piatto al mio posto.
-Veramente non ho molta voglia di mangiare... - dissi passandomi una
mano tra i capelli
-Ah, la festa deve essere stata un successone...- disse mio padre
bevendo un sorso di vino.
-Più o meno- risposi alzando le spalle e prendendo il mio
bicchiere d'acqua- io salgo in camera- aggiunsi evitando che i miei
potessero fare qualche altra domanda.
A quella festa erano successe parecchie cose, avevo baciato Eleonora,
Ludovica mi aveva assalito e tutto questo sotto l'effetto dell'alcol,
ma era davvero solo di questo che si trattava? e se invece l'alcol
c'entrasse molto poco? se quel bacio l'avessi voluto davvero? e se
anche fosse stato così cosa stava pensando adesso Eleonora,
ci
dava peso? se ne ricordava? e sopratutto era pentita??
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Capitolo 6 *** 6 ***
Mi
scuso per il ritardo, ma è successo un macello.. ho perso
tutti i
capitoli che avevo scritto e quindi non ho avuto modo di rileggerli..
spero perdonerete i miei .. ORRORI.. volevo anche un consiglio, il
titolo della mia storia non mi piace, che ne dite cabio??
Grazie a tutti quelli che
mi seguono in questa follia xD
Eleonora
Lunedì
mattina arrivai a scuola in ritardo, avevo poca voglia di
affrontare la giornata, di vedere Andrea e di mettere ordine nella mia
testa.
Quando entrai in classe la professoressa era nel pieno della
spiegazione di greco, entrai cercando di non guardare Andrea seduto nel
suo banco accanto a Ludovica, ma nemmeno lui sembrava interessato a
rivolgermi la minima attenzione.
-Ele! si può sapere che hai combianto! non fai mai tardi- mi
sussurrò Leda quando presi posto accanto a lei
-Il motorino stamattina non ne voleva sapere di partire.. - bofonchiai
-Bè stamattina avresti potuto parlare con Andrea... -
-Posso sempre farlo all'intervallo... - suggerii
-Ti conviene, anche perchè ti sta fissando.. non ti girare!-
disse rapidamente Ledagettando uno sguardo al banco di Andrea
-Pensi che mi abbia baciato solo perchè aveva bevuto?-
domandai
- Non credo, da come ti sta guardando sembrerebbe che non gli
dispiacerebbe replicare un paio di volte!-
-Se lo dici tu.. - sussurrai posando la testa sul banco.
-Ele, ma ti sta iniziando a piacere davvero eh?-
-No.. cioè si, boh.. lo conosco da troppo poco. .. e... -
dissi cercando di mettere ordine nella mia testa
-Secondo me il tuo problema è solo uno, pensi troppo,
contunui a
chiederti se può piacerti, se puoi lasciarti andare, ma
perchè non lo fai e basta? perchè non passi alla
pratica
una volta tanto, te lo meriti...- disse Leda nascondendo la bocca
dietro la mano per non farsi vedere dall'insegnante
La guardai a occhi aperti, insomma era strano che Leda facesse un
discorso del genere, ma aveva ragione, da quando Vittorio era cambiato
io avevo continuato ad evitare ogni tipo di relazione giustificandomi
con il fatto che fossi ancota ferita e che non potevo trovare nessuno
se prima non lo avessi dimenticato, ma forse avevo sbagliato tutto,
forse l'unica medicina era tornare a vivere.
-Hai ragione!- dissi con entusiasmo - Farò qualcosa che non
è da me, oggi andrò da Andrea e gli
parlarò!-
Leda mi sorrise soddisfatta - poi ridete quando dico che sono un
genio... -
Le occasioni per poter parlare ad Andrea si rivelarono insesitenti
poichè al momento dell'intervallo l'insegnate di Matematica
ci
trattenne in classe per una di quelle noiosissime prediche
sull'andamento della classe; fortunatamente quando arrivò il
professore di inglese ci fece andare nell'aula informatica, lasciandoci
così un margine di libertà.
Avvicinarmi ad Andrea non fu affatto semplice, Ludovica non perdeva un
attimo per gettergli le braccia al collo e molto spesso lui non
sembrava nemmeno esserne dispiaciuto, in più non era proprio
nel
mio "stile" fare la prima mossa, nonostante questo decisi che sarebbe
stato il caso di provare.
Andrea era seduto qualche computer più a destra del mio,
aveva
la testa posata sul palmo della mano e picchiettava con le dita sulla
tastiera senza scrivere niente, mi avvicinai lentamente, sedendomi
accanto a lui su una sedia rimasta vuota, doveva essere di Ludovica che
era "scappata" in cortile.
-Noioso anche quando si tratta di computer eh?- domandai cercando di
assumere un tono di noce naturale.
Andrea si mise a seedere improvvisamente dritto, girandosi di scatto
verso di me, non doveva avermi sentito arrivare vista la sua reazione.
Spalncò leggermente i suoi bellissimi occhi e
accennò un leggero sorriso.
-Oggi la giornata sembra essere intermianabile...- disse dopo un
momento di silenzio
-Già...- Avevo pensato di riuscire a trovare qualcosa da
dirgli
senza difficoltà, ma ora che me lo trovavo davanti mi
sembrava
di essere stata una stupida.
-Allora, come stai?- chiese lui venendomi in soccorso
-Non male, ma mi sento ancora tutta la serata di ieri addosso- idiota, mi dissi un
attimo dopo aver pronunciato quelle parole.
Andrea parve essere divertito, non riuscivo a capire se fosse
minimamente in imbarazzo come me, forse pensava che volevo chiedergli
di uscire o una cosa del genere e in effetti era quello che volevo, o
meglio, era quello che speravo che facesse lui.
-E' stata una bella serata, ma decisamentre stancante- convenne lui
dopo un attimo.
-De Martini, Cavatti, visto che siete tanto interessati dalla ricerca
sulla civiltà inglese mi preparerete insieme un tema di due
colonne su quest'argomento, per la settimana prossima- urlò
improvvisamente il professore dal fondo della sala..-
Io e Andrea saltammo, sorpresi imprvvisamente dalla voce dell'insegnate.
-Che stronzo!- sussurrai cercando di nascondere un leggero sorriso che
mi era comparso a mezza bocca, un tema con Andrea!? quale occasione
migliore?!
Andrea alzò gli occhi al cielo e si lasciò andare
morbido
sulla sedia, poi posò i suoi occhi chiari nei miei,
facendomi
sentire un brivido insapettato dietro la schiena.
-Ci toccherà lavorare per questo tema... - disse con
semplicità - Ti va bene domani dopo scuola? possiamo vedere
se
la biblioteca è disponibile...-
-Veramente la biblioteca della nostra scuola non può essere
utilizzata dopo l'orario scolastico- spiegai
Lui sembrò pensarci un attimo, aveva un'espressione
divertente,
sembrava come un bambino che deve scegliere con che giocattolo giocare,
poi sempre a voce bassissima, quasi in un sussurro disse- ci vediamo a
casa mia se non è un problema allora?!-
Mi limitai ad annuire per evitare di finire nuovamente in punizione.
Anche se non era andata come speravo avevo una specie di appuntamento
con Andrea e tanto mi bastava...
Andrea
Lunedì mattina,
quando arrivai nel cortile della scuola, venni
accolto da Ludovica che mi gettò le braccia al collo e mi
diete
un bacio all'angolo della bocca.
Mi sembrava davvero
assurdo, una ragazza che non conoscevo proprio
mi riservata tutte queste effusioni, e la sera prima ne avevo
baciata un'altra che conoscevo ancora meno, questa non era la mia
vita...
-Come stai?- mi
domandò Ludovica dopo essersi allontanata
-Non male..- risposi
cercando un modo per salire in classe e scappare da questa situazione,
era tutto troppo forzato, eccessivo.
-E' stata una bella
festa ieri vero? peccato che dopo non sei rimasto
con noi, Rosario ci ha portato in giro, abbiamo mangiato un cornetto al
bar all'alba...-
-Sarà per
la prossima volta- dissi cercando di sembrare realmente interessato
-Ci conto- rispose
lei facendomi l'occhiolino - Dai, entri al bar ci
sono tutti, prendiamo un caffè prima di iniziare questo
dannato
Lunedì - aggiunge dopo un attimo e, proprio come la sera
della
festa, mi trascinò per una mano fin dentro il bar.
-Ehi Andrea!- Mi
salutò Vittorio non appena misi piede nel bar,
stava seduto ad un tavolino in fondo, beveva un cappuccino.
-Vittorio- dissi
avvicinandomi e battendogli una mano sulla spalla.
-Allora, vuoi?-
chiese porgendomi un vassoio con alcuni dolci.
-No grazie, non amo
mangiare la mattina- mi giustificai cercando di
nascondere quel leggero senso di nausea che continuavo ad avere.
-Andrea, tesoro!- mi
chiamò Ludovica sedenedosi sulle mie gambe
- E' appena salita la prof! mi sa che ci tocca entrare, ho
già
preso una nota la settimana scorsa...- spiegò facendo una
smorfia da bambina capricciosa.
-E allora saliamo..
- dissi io alzandola con un gesto rapido e uscendo dal bar.
Quando entro in
classe noto immediatamente che Eleonora non c'è,
eppure non mi era nemmeno sembrato di aver guardato verso il suo banco.
Quando entrai
seguito da Ludovica gli sguardi di gran parte dei miei
compagni di classe erano puntati su di noi, sapevo che Ludovica era il
centro della ettenzioni di metà dei ragazzi della classe e
non
era difficile immaginare il perchè. Oltre ad essere una
ragazza
frizzante, incredibilmente sexy, era un mistero, un momento sembrava
una bambina e il momento dopo una donna convinta.
Ci sedemmo in
silenzio, senza scambiarci una sola parola, Ludovica
prese dal suo zaino una matita ed un foglio e iniziò a
scrivere
frasi sconnesse, a fare disegnini cercando di passare il tempo, io
aprii il quaderno e mi ripromisi di cercare di seguire almeno dieci
minuti della lezione. Ma improvvisamente durante la lezione la porta
della classe venne aprta e leggermente affannata entrò in
classe
Eleonora.
La vidi aprire la
porta, con i capelli che le cadevano davanti agli occhi e la borsa
della converse in una mano.
La professoressa
fece come se niente fosse e continuò a spiegare
l'argomento del giorno, e io la imitai, lasciai che i miei occhi si
posassero sul quaderno aperto e non sulla ragazza che silenziosamente
predeva posto.
Dopo una giornata
decisamente stressante, fatta di ore di matematica
che sembravano non finire mai, di sguardi riservati di nascosto ad
Elenora, finalmente il professore di inglese ci diede una bella
notizia: saremmo andati nell'aula informatica.
Presi posto il
più lontano possibile da Ludovica, avevo solo
voglia di staccare un pò da lei e da tutta quella situazione
che
continuava a sembrarmi assurda; ma si rivelò del tutto
inutile
perchè Ludovica uscì dall'aula per non rientrare
fino
alla fine della lezione.
Ero del tutto preso
dal fissare lo schermo del mio computer quando
sentì dei passi avvicinarsi alla mia sedia,non mi scomodai
per
vedere di chi si trattava, solo quando sentì una voce dirmi
qualcosa mi girai di scatto, tornando ad avere una posizione eretta.
Elenora era accanto
a me, ero sorpreso, non pensavo che mi avrebbe
carcato, durante tutto il giorno l'avevo osservata, ma lei, dalla mia
parte, non si era mai voltata.
-Oggi la giornata
sembra essere intermianabile...- dissi dopo un attimo di silenzio
rendendomi conto che era "il mio turno".
-Già...-
rispose lei
-Allora, come stai?-
chiesi per aiutarla, sapevo che era in imbarazzo, doveva
essere nella mia stessa posizione scomoda.
-Non male, ma mi
sento ancora tutta la serata di ieri addosso-
Sorrisi, era
leggermente arrossita, mi divertiva, era stato del tutto
inatteso quel nostro bacio che faticavo a rendermi conto che ci fosse
davvero stato.
-E' stata una bella
serata, ma decisamentre stancante- risposi io con sincerità.
-De
Martini, Cavatti, visto che siete tanto interessati dalla ricerca sulla
civiltà inglese mi preparerete insieme un tema di due
colonne su
quest'argomento, per la settimana prossima- urlò
improvvisamente il
professore dal fondo della sala..-
Ci bloccammo di
scatto, la voce squillante dell'insegnate ci aveva sopresi a parlare-
ci mancava solo questo- pensai
-Che
stronzo!- sussurrò Eleonora cercando di coprirsi la bocca,
credo, per non farsi vedere dall'insegnante.
Ioalzai gli occhi al
cielo sbuffando leggermente, mi lasciai cadere sulla sedia morbida.
-Ci
toccherà lavorare per
questo tema... - dissi dopo un attimo - Ti va bene domani dopo scuola?
possiamo vedere se la biblioteca è disponibile...- proposi
rapidamente
-Veramente la
biblioteca della nostra scuola non può essere
utilizzata dopo l'orario scolastico- rispose lei con un tono di voce
fin troppo basso.
Rimasi a fissare la
parete ingiallita della stanza, dovevamo fare un
tema insieme, la cosa non mi dispiaceva, ma tutto quello che volevo
evitare era impicciarmi con un'altra ragazza.
- ci vediamo a casa
mia se non è un problema allora?!- chiesi rendomi conto che
era l'unica soluzione.
Eleonora
annuì leggermente,poi la campanella suonò
energicamente.
Era
fatta, sarebbe venuta a casa mia, avremmo passato una
giornata insieme e avrebbe conosciuto i miei genitori, cosa aveva
combinato?!
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Capitolo 7 *** 7 ***
_matthew_:
grazie delle recensioni!!!!!!!!!!!!!!!, sto cercando di capire anche io
dove voglio arrivare e come.. ma ho paura di essere appena entrata
inuna fase critica.. Uff!
BAbyDany94
: Grazie sei un tesoro
<3
Eleonora
-Quindi vai a casa sua
domani?- mi chiese per l'ennesima volta Leda mentre tornavamo a casa
sul mio motorino.
-Si, Le', quante
volte devo dirtelo?- domandai seccata
-Si può
sapere perchè hai quel muso appeso allora?-
A Leda non si poteva
nascondere proprio niente, nemmeno quando vai su
un motorino, perchè stanne certo, ti controllerà
sempre
dallo specchietto.
-Niente,
è solo che ho come l'impressione che gli interessi ben
poco, insomma lo conosco da quanto? due giorni?! e mi sento
già
eccessivamente coinvolta..- sbuffai, non era semplice spiegare la mia
situazione.
-Dai, tesoro, non
farti venire queste paranoie, ti meriti un pò
di puro svago e con lui puoi averlo. Sfrutta l'occasione- disse la mia
amica stringendo a mo' di abbraccio la presa contro la mia vita.
-Devo ricordarmi di
ringraziare il professor Arrico allora..- scherzai
io, cercando di sdrammatizzare e di nascondere effettivamente quello
che mi tormentava: La paura di amare di nuovo.
*Ricordo*
Era una mattina di Giugno di due anni prima. Ero seduta sul mio letto
con l'I-pod nelle orecchie, non trovavo pace, volevo una canzone che mi
cullasse prima di addormentarmi, ma tutto sembrava riportare alla mente
lui, Vittorio.
Ci eravamo lasciati da poco, un ennesima lite inutile , sentivo che lo
stavo perdendo e non potevo farci niente, lui stava cambiando e stava
cambiando anche me.
Avevo versarto decisamente troppe larcime, le mie migliori amiche non
sapevano più come conscolarmi, cosa dire o fare per farmi
stare
bene.
Era il periodo in cui avevo fatto una dura promessa a me stessa : non
avrei amato mai più.
Martedì
mattina mi alzai con la consapevolezza che quel
giorno sarei dovuta andare da Andrea. Aprii l'armadio in cerca di
qualcosa di decente da mettere.
Dopo essere rimasta
circa 20 minuti a fissare i miei jeans scelsi di indossare il solito.
Misi una maglietta
semplice azzurra con un jeans blu scuro,infilai
nella mia borsa i libri di civiltà inglese, il quaderno, il
mio
profumo, nel caso servisse una spruzzatina.
Quando scesi in
cuina era già decisamente tardi per potermi permettere anche
la colazione.
-Tesoro non mangi
niente? guarda che ti fa male!!- mi disse mia madre non appena mi vide
avvicinare alla porta.
-No, mamma ho fatto
tardi, prendo qualcosa al bar- risposi -Ah oggi non
torno per pranzo devo fare una cosa per scuola , quindi dici a
Lorenza
di portarsi le chiavi ok ?- aggiunsi prima di chiudere la porta alle
mie spalle.
Ero appena sotto
casa di Leda, quando mi resi conto di aver ricevuto un
messaggio, era la mia amica che mi diceva che quel giorno non sarebbe
venuta a scuola perchè aveva una forte nausea, ma che
pretendeva
una mia telefonata per sapere dell'accaduto.
Un pò ero
sollevata all'idea di poter stare seduta da sola ed
evitarmi così il tormento delle mille domande di Leda almeno
per
un giorno.
Come sempre il cortile era
pieno di studenti, quella mattina,
come era accaduto poche volte, avrei fatto come promesso a mia madre,
avrei messo qualcosa sotto i denti.
Così
entrai nel bar con l'intenzione di prendere una tavoletta di cioccolata.
-Eleonora...- la
voce vellutata di Vittorio mi colpì forte, come sempre.
-Buon giorno,
Vittorio- dissi seria, voltandomi lentamente.
Vittorio era in
piedi dietro di me, indossava una camicia azzurra sotto un pullover
leggero bianco, era decisamente bellissimo.
-Allora anche tu
stamattina perdi tempo nel bar con noi?- chiese indicandomi un tavolo
accanto allo specchio infondo al bar.
-Direi proprio di
no, lo sai che le tue amicizie non sono le mie da
molto tempo...- risposi con voce ferma, tutta questa sicurezza mi era
costata molto, era il frutto di anni di dolore.
-Non esserne
così sicura- disse lui sorridendo e mostrando i
suoi denti perfetti - Il ragazzo con cui facevi il bagno alla festa,
Andrea, se non sbaglio, è seduto proprio lì-
Vi voltai nuovamente
in direzione del tavolo che mi era stato indicato
poco prima, ed effettivamente Andrea era lì, seduto accanto
a
Ludovica.
Per un attimo i
nostri occhi si incociarono, mi fece un leggero cenno
con la mano e poi tornò a parlare fitto fitto con Ludovica,
che
con aria molto poco seria, annuiva.
-Allora?-
domandò Vittorio riporttandomi alla realtà
-Allora cosa?-
chiesi io con disprezzo.
-Sai, Ele, un tempo
eri molto più amabile, perchè un
giorno di questi non ci vediamo? potremmo farci un giro....
qualcosa del genere... - la voce di Vittorio era ferma, sicura, fiera,
fredda.
-Vittorio.. ma
vaffanculo!- dissi prima di voltarmi di scatto.
Potevo immaginare
l'espressione di Vittorio, stava sicuramente
sorridendo soddisfatto, provocarmi era il suo divertimento, eppure
c'era stato un giorno in cui le uniche cose che mi diceva erano le
frasi più dolci che avessi mai sentito.
In classe presi il
posto di Leda accanto al muro, stavo decisamente
più comoda, ma il mio desiderio di avere un pò di
pace si
rivelò ben presto impossibile.
-Ele, ho saputo che
Leda non sta bene - disse Daniela posando il suo zaino sul banco vuoto
accanto al mio.
-Già
aveva un pò di nausea- risposi io - O forse si annoiava-
-Oggi mi siedo io
accanto a te - annunciò con voce allegra
Daniela - Leda mi ha carinamente consigliato di non lascarti affrontare
la giornata da sola, so che dovrai vedere Andrea dopo scuola-
-Ah, quindi tu mi
fai da badante oggi?- ironizzai
-Andiamo Ele,
è un pò la nostra scomessa questa di Andrea..-
E in effetti si
trattava di questo, solo di un gioco per portarlo via da Ludovica, era
comodo vederla così.
-E a Guido non
dà fastidio se lo lasci da solo? - chiesi guardando il mio
amico seduto dietro di me
-Gli ho detto che
era il caso di essere un pò più
liberi ..- sussurrò per non farsi sentire Daniela
-E come l'ha presa?-
domandai cercando di dedurlo dalla sua espressione
-Male, ha pensato
che volessi mollarlo o come mi piacesse un altro,
così gli ho spiegato che era solo per un paio di giorni,
perchè ero stressata e preferivo stare sola...-
-E' la verita?-
chiesi alzando le sopracchiglia
-Si e no.. ho
bisogno di stare un pò da sola, ma non
perchè sono stressata, ma potrei sempre diventarlo...-
rispose
Daniela giocando con il suo giondolo a mezzo cuore che aveva al collo.
Il regalo del primo
anno di Guido.
-Tornando a te.. -
disse poi rallegrandosi improvvisaemnte - Cosa pensi di fare oggi?-
-In che senso?-
-Pensi di provarci,
o di fare in modo che accada qualcosa.. ? -
-Bella domanda, in
realtà vorrei solo vedere come stiamo
messi...- cercai di spiegare più a me stessa che a lei -
Insomma
è uno sconosciuto, è come se fossi uscita con uno
di
quelli con cui esce Leda.. - ironizzai
-Almeno il tuo non
ha 30 anni! - disse ridendo Daniela - Cerca solo di
non metterti nei casini sentimentalmente, insomma se ti inizi ad
impicciare lascia perdere, tanto cosa vuoi che sia una vittima in
più o in meno nelle grinfie di quella serpe.. -
-Ormai credo che non
si tratti più solo di questo, Dani.. -
dissi osservando la porta sperando di vedervi entrare Andrea - Ludovica
rappresenta tutto ciò che mi ha fatto soffrire in questo
periodo, rappresenta la scelta di Vittorio.. ma non è per
questo
che voglio che Andrea non appartenga a quel mondo..-
- E allora
perchè? - chiese la mia amica visibilmente disorientata
-Credo che con lui
potrei andare avanti, credo che mi possa tenere la
mente occupata, credo di potermi sciogliere- Finalmente mi stavo dando
una risposta
-Stai dicendo che
vuoi Andrea perchè è la tua cura per la
Vittorite?-
-Sto dicendo che
è la mia cura al passato- specificai e proprio
in quel momento il ragazzo in questione entrò in classe. Era
senza Ludovica.
Daniela mi diede una
leggera gomitata e sorrise - Te la meriti questa
medicina - disse prima di rattristarsi un attimo quando i suoi occhi
scivolarono su Guido.
Io e
Andrea non ci parlammo fino alla fine delle lezioni, tanto che
arrivai a chiedermi se effettivamente dovessi andare a casa sua.
-Adesso muoviti e
fatti vedere, si avvicinerà lui- mi disse
Daniela una volta fuori scuola, decisi di seguire il suo consiglio e mi
staccai leggermente dal resto della classe fingendo di controllare una
cosa sulla bacheca annunci.
Mi accorsi che
Andrea era dietro di me perchè sentii iln suo
profumo leggero solleicarmi il naso, ma non mi voltai.
-Allora, tutto ok
per la ricerca di oggi?- domandò lui posandomi una
mano sulla spalla come per chiamarmi.
Mi voltai letamente
e finsi si essere sorpresa - Oh, ciao Andrea, si per me non
ci sono problemi- dissi con naturealezza.
-Ok, allora ho il
motorino qui fuori, tu sei a piedi?- domandò
Ci pensai un attimo,
avevo il motorino anche io nel cortile della
scuola, ma se avessi detto di no mi avrebbe sicuramente portato a casa
dopo, quindi decisi che per un giorno il mio adorato liberty rosa
poteva restare senza di me.
-No, oggi non avevo
nemmeno i soldi per il pieno...-
-Non ci sono
problemi, io vivo qui vicino, arriveremo in un attimo e poi ho sepre un
casco in più- mi disse sorridendo.
-Andiamo allora?-
chiese poi dopo un momento di incertezza, lo guardai e abbozzai un
sorriso.
-Aspetta solo un
attimo, devo controllare un cosa.. - gli dissi prendendo il cellulare
dalla tasca.
Scrissi un rapido
messaggio a Daniela dicendole che avrei lasciato il
motorino a scuola e che le avrei lasciato le chiavi in segreteria
così avrebbe evitato di tornare a casa a piedi, o peggio,
con
Guido.
-Va tutto bene?- mi
domandò Andrea, ancora in piedi accanto a me
-Eh?.. O si scusa,
è solo che devo lasciare un documento per la
professoressa, le avevo promeso di lasciarlo in segreteria, tu avviati
fuori, arrivo subito- mi giustificai rapidamente, sentendomi una
sciocca per aver pensato un piano talmente assurdo in così
poco
tempo e senza l'aiuto di Leda.
Andrea era
appoggialto al suo motorino blu scuro accanto al cancello
della scuola, gran parte dei nostri compagni di classe era
già
andato via.
-Eccomi scusa- lo
salutai sistemando i capelli dietro l'orecchio.
-Figurati- rispose
lui sorridendo e passandomi un casco nero.
Lo indossai
rapidamente cercando di non guardare la mia immagine nello
specchietto, sapevo che i caschi mi donavano molto poco, ma purtroppo
Andrea mi guardò fin troppo bene.
-Ti dona il casco
sai?- mi disse guardandomi e sorridendo
Io divenni
leggermente rossa e salii sul motorino, sperando che la smettesse di
guardarmi.
Casa di
Andrea era davvero vicina alla scuola per cui il tempo per stare in
motorino insieme fu davvero poco.
Andrea guidava con
calma , spostandosi con eleganza e movimenti precisi tra le
macchine.
Casa sua era davvero
bella, viveva al terzo piano di un palazzo in pieno centro storico.
Quando entrammo
rimasi per un attimo nell'ingresso a contemplare le
parteti piene di quadri e le mensole di libri e foto; Andrea era
immobile davanti a me, mi sembrava divertito ma anche spaventata da
tutto questo mio osservare.
-Vuoi darmi le tue
cose?- chiese allungando un braccio ed interrompendomi.
-Eh?Oh si certo,
scusa - dissi porgendogli la mia giacca.
-Vieni, ti faccio
vedere il resto della casa - propose Andrea
facendomi cenno di seguirlo, mentre si incamminava per un largo
corridoio.
La casa di Andrea
era incredibilmente bella, lussuosa ma non troppo
vistosa, mi ero divertita moltissimo a guardare la foto che ritraevano
il mio amico da bambino, a curiosare tra i libri e i quadri.
-Se ti va di sopra
c'è la mia stanza - propose Andrea indicando
le scale che dalla cucina in marmo bianco portavano al pieno
superiore, non sembrava particolarmente felice all'idea di
mostrarmi casa
sua, ma era talmente educato da farlo ugualmente con estrema cura.
La stanza di Andrea
era decisamente la più interessante
dell'intera casa, era grande e luminosa, con una grande finestra che
dava sulla strada.
Aveva le pareti di
un azzurro pastello, su una delle quattro pareti vi
erano due grandi librerie piene di volumi che sembravano non essere mai
stati aperi, su una seconda parete vi era invece una scrivania con un
computer poratile ed un telefono.
Il resto della
stanza non era particolarmente curato, c'era un letto ad
una piazza e mezzo, una chitarra accanto alla scrivania ed uno stereo
con numerosi CD sparsi per terra.
-Ecco la mia stanza-
disse Andrea aprendo la porta
-E' strano... -
dissi osservandola, ma senza entrare
-Cosa??- chiese lui
decisamente incuriosito
-La tua casa
è ... è così bella!- dissi sorridendo
- Sembra che ci viva da sempre una famiglia... ma la tua stanza, sembra
essersi fermata- aggiunsi
-Non sono certo di
seguirti - dissi Andrea passandosi una mano tra i capelli scuri
-Intendo dire, la
mia stanza ad esempio, conserva ancora i segni delle
vecchie foto che avevo attaccato, è piena delle mie bambole
in
una scatola e ci sono ancora alcuni tratti di pastelli colorati dietro
la scriviania.. puoi togliere tutto ciò che riguarda il tuo
passato, ma una cosa come la tua stanza li conserverà
comunque -
conclusi soddisfattta della mia teoria
Andrea mi
fissò per qualche secondo in silenzio ed iniziai a
temere di averlo ferito, ma poi i suoi occhi sorrisero, seguiti dalle
sue labbra.
- I miei hanno sepre
viaggiato molto, io ho vissuto in questa casa a
intervalli regolari di qualche anno fino ai dodici anni, poi sono stato
portato a Firenze, mente loro hanno continuato a venire spesso qui,
ecco perchè il resto della casa è
così...
così... vissuto... poi poco prima di tornare qui ho spedito
tutte le mie cose e loro le hanno messe al posto di quelle vecchie,
limitandosi a sostituire i libri sugli scaffali e la cesta dei giochi
con la scrivania...- mi spiegò
-Quindi la tua
adolescenza non l'hai affatto passata qui?- domandai
-No, a 12 anni sono
andato a Firenze e sono tornato ad
Agosto...però..- disse entrando nella stanza e avvicinandosi
al
letto.
Per un attimo non
riuscii a capire cosa stesse facendo, poi rapidamente
spostò il letto dalla parete e mi fece cenno di avvicinarmi.
Sul celeste della
stanza compariva un piccolo disegno fatto da un bambino piccolo.
Andrea vi
passò sopra le mani e sorrise guardandomi negli occhi
- Me ne ero dimenticato... Lo feci con un mio amico, Pietro, giocavamo
sempre insieme a fare i guerrieri, ecco il perchè delle due
spade...-
-Hai più
sentito Pietro?- chiesi osservando il tratto leggero
con cui un Andrea più piccolo di una decina d'anni aveva
fatto
quel disegno, con tanto impegno
-No... solo qualche
email ogni tanto, ma saranno 5 anni che non ho sue notizie, ormai non
saprei nemmeno come rintracciarlo... -
Non c'era tristezza
nella sua voce, ma mi stupii di come una persona potesse vivere
così, senza legami...
-Che ne dici di
scendere giù , mangiamo qualcosa e ci mettiamo
al lavoro?- propose Andrea facendo leva sulle braccia e alzandosi dal
letto .
-Direi che va
benissimo - dissi sorridendo, avevo proprio voglia di passare una
giornata con lui.
Andrea
Martedì mattina
mi svegliai con la voglia di restare nel letto
per il resto della giornata, ma troppo tardi mi resi conto che quel
giorno dovevo vedermi con Eleonora per quella faccenda dell'inglese,
così scesi dal letto con una forte emicrania e con poca
voglia
dii uscire di casa.
Mia madre e mio
padre erano seduti a tavola, come sempre discutevano di lavoro.
-Oggi viene una
compagna di classe qui per lavorare ad un progetto- annunciai sapendo
che sarei passato inosservato.
Mia madre
alzò di poco la testa, distogliendo lo sguardo da mio padre
e posandolo su di me.
-Hai detto qualcosa,
caro?- chiese poi con dolcezza
-Niente mamma, solo
che oggi porto una persona a pranzo va bene?!- ripetei con poca voglia
-Va benissimo,
dirò ad Airah di preparare qualcosa.. - disse lei, tornando
a parlare con mio padre.
Uscii rapidamente di
casa, avevo mangiato solo un biscotto e la morsa
allo stomaco continuava a darmi fastidio, per non parlare de
malditesta, così decisi di fermarmi al bar della scuola.
-Andrea, vieni
siediti!- disse Ludovica non appena mi vide entrare,
alzando una mano e facendomi cenno di raggiungerla, io e la mia
emicrania decisamente non avevamo voglia di passare del tempo con lei.
-Ciao Ludo- dissi
dandole un leggero bacio sulla guancia e sedendomi accanto a lei.
-Allora Andrea, come
stai?- chiese sorridendo.
La guardai, era
decisamenre bellissima, quel giorno portava i capelli
legati alti, un leggero tocco di ombretto le allungava il taglio degli
occhi... erano meno banali del solito.
-Mi scoppia la
testa.. - dissi massaggiando la tempia.
-Capisco, ieri sera
ho bevuto troppo e ancora non sto bene - rispose
lei ridendo, come se ci fosse qualcosa di incredibilmente divertente
-Uh.. guarda
Vittorio .. - disse improvvisamente, mi accorsi
che aveva lo sguardo fisso in un punto dietro la mia schiena, verso la
porta.
-Ma cosa ci fa con
quella?- domandò Ludovica più a se
stessa che a me, visto che non potevo nemmeno sapere di chi o cosa
stesse parlando.
In quel momento mi
voltai per vedere come mai Ludovica era tanto
interessata, ed effettivamente Vittorio era in piedi vicino alla
vetrina dei dolci e parlava con Eleonora, aveva una strana espressione
in volto, quando si girò verso il nostro tavolo.
I suoi occhi color
nocciola incontrarono i miei, mi faceva troppo male
la testa per sorridere o per pensare ad una qualsiasi cosa,
così
alzai semplicemente la mano e le feci un cenno, lei ricambiò
senza mutare nell'espressione.
Io tornai a fissare
Ludovica, che sembrava essere maggiormente presa dal suo
caffè con doppia panna che da Vittorio.
- Sai, penso proprio
che oggi mi metterò le cuffie nelle
orecchie per tutto il giorno, mi fa troppo male la testa..- dissi
mordendo un pezzo del mio cornetto.
Lei
continuò a girare il cucchiaino nel suo caffè e
senza alzare lo sguardo annuì.
Mi chiesi se avesse
vagamente afferrato il concetto : quel giorno non avevo alcuna
intenzione di sentire le sue chiacchiere.
-Io salgo... -
annunciai, alzandomi dalla mia sedia, in quel momento
Ludovica mi ricordava mia madre, troppo presa da se stessa per rendersi
conto di quello che succedeva intorno.
-Io preferisco
restare ancora un pò qui.. ci vediamo dopo...- mi rispose
lei, alzando lo sguardo e sorridendomi.
Non avrei mai capito
quella ragazza, era così ... vuota certe volte.
Arrivai in classe
con calma, ero in perfetto orario, molti dei miei
compagni erano già seduti, notai Eleonora, quel giorno non
era
al suo solito posto, sedeva contro il muro e accanto a lei vi era
Daniela, la ragazza di Guido, li avevo visti alla festa.
Mi ricordai
ciò che avevo momentaneamente rimosso, quel giorno
Elenora sarebbe venuta a casa mia. Non riuscivo proprio a capire
perchè le avessi proposto una cosa del genere, non amavo
portare
le persone nel posto in cui vivevo, non amavo in generale stare in casa
mia.. era fredda, poco vissuta e portarci qualcuno significava renderla
più.. normale.
La consapevolezza
che non sarei restato in quella città per
molto mi faceva sembrare del tutto inutile l'idea di affezionarmi, di
rendere tutto definitivo... che senso aveva mettere radici per poi
doverle togliere dopo poco?
*ricordo*
Era il 3 Luglio di quella stessa estate, uscii di casa rapidamente, mio
zio come sempre non c'era, presi il motorino e andai verso casa di Asia.
-Tesoro!- disse lei non appena mi vide arrivare, correndo verso di me.
La baciai leggermente sulle labbra.
-Allora cosa mi dovevi dire di tanto importante?- chiese guardandom
negli occhi.
Era davvero bellissima, come sempre. I capelli lunghissimi, come la
prima volta che l'avevo vista, le coprivano le spalle, indossava un top
leggero, che lasciava scoperta la sua pancia piatta.
-Senti Asia io.. - stavo per fare un passo importante, dovevo dirle
qualcosa che le avrebbe fatto del male e mi dispiaceva.
-Andrea, se stai per mollarmi... - disse lei senza abbassare gli occhi
o il tono
-No, aspetta, non è così...- dissi posandole una
mano sul braccio
-E com'è?- chiese lei togliendo la mia mano
-Mi hanno chiamato i miei, torniamo a Napoli... - dissi cercando di non
lasciar intravedere le mie sensazioni - Io, devo andarmene...-
Gli occhi di Asia si fecero lucidi, si avvicinò a me.
-Quando?-
-Agosto, non so bene la data...-
Lei mi abbracciò stretto - Finisce qui è vero?-
Le accarezzai i capelli, l'amore della mia vita, la mia migliore amica,
era stato tutto, ma era troppo tempo che non mi bastava più.
-Mi mancherai- le sussurrai posando la testa sulla sua. Ed era vero,
ero sollevato che finisse così, che non dovessi senire il
peso
delle me decisioni, ero un vigliacco, ma mi sarebbe mancata, la mia
certezza, il mio passato.
Dovevo partire, di nuovo, sarebbe stato così sempre, fin
quando
non avrei potuto divere da solo.. ma forse anche in quel
momento
non avrei saputo fare differentemente, ormai ero uno che lasciava le
cose alle spalle, un vigliacco.
Passai
la giornata come avevo detto, con la musica nelle orechcie e senza
parlare con Ludovica.
Lei non sembrava
essere particolrmente colpita, aveva passato le ore di
Latino, Greco e Storia a mandare messaggi, a truccarsi e sbuffare.
Quando finalmente la
campanella segnò la fine dell'ultima ora mi
tolsi le cuffie e uscii dalla classe, ero uno degli ultimi, quando si
trattava di uscire i miei compagni erano dei razzi.
-Allora Andrea come
va la testa?- chiese Ludovica una volta in cortile, come se non avessi
passato le ultime ore con lei
-Meglio, grazie...-
dissi sorridendo forzatamente
-Noi andiamo un
pò al pub, mangiamo qualcosa e facciamo un giro... ti
va?-propose
-Veramente oggi devo
lavorare ad un progetto...-- spiegai, felice di non dover inventare una
scusa
Ludovica
sbuffò, facendo una strana smorfia con la bocca e facendomi
quasi ridere.
-Io vado allora...
alla prossima volta!- disse girandosi rapidamente.
Cercai
Eleonora tra la folla, la vidi vicino al tabellone
degli annunci che cercava qualcosa con interesse, mi avvicinai
lenamente.
-Allora, tutto ok
per la ricerca di oggi?- Domandai posandole una mano sulla
spalla.
Lei si
voltò sorpresa verso di me - Oh, ciao Andrea, si per me non
ci sono problemi-
disse con
semplicità
-Ok, allora ho il
motorino qui fuori, tu sei a piedi?-chiesi
Lei
sembrò fare mente locale, come se cercasse di ricordare
effettivamente se era a piedi o meno
-No, oggi non avevo
nemmeno i soldi per il pieno...- disse poi facendo un largo sorriso
-Non ci sono
problemi, io vivo qui vicino, arriveremo un attimo e poi ho sepre un
casco in più- spiegai
-Andiamo allora?-
Domandai cercando di sbloccare la situazione
-Aspetta solo un
attimo, devo controllare un cosa.. - Rispose lei
prendendo il cellulare dalla borsa e allontanandosi di qualche passo.
La guardai mentre
scriveva qualcosa, si portò i lunghi capelli
dietro l'orecchio e si morse il labbro, mi chiesi cosa stesse facendo.
-Va tutto bene?-
domandai
-Eh?.. O si scusa,
è solo che devo lasciare un documento per la
professoressa, le avevo promeso di lasciarlo in segreteria, tu avviati
fuori, arrivo subito- Risposei lei rapidamente, mi limitai ad annuire
ed uscii in cortile.
-Eccomi scusa-Disse
lei arrivando con passo rapido
-Figurati- Dissi
estraendo un casco dal motorino.
Lei lo mise con
movimenti frettolosi, il caso la faceva sembrare buffa,
mi venne quasi da ridere, ma non era buffa in senso negativo, era quasi
tenera
-Ti dona il casco
sai?- la stuzzicai notando che sperava di non essere fissata
Eleonora
arrossì e salì sul motorino con un sorriso
imbarazzato sulle labbra.
Quando
entrammo in casa Eleonora sgranò gli occhi, io rimasi ad
osservarla, leggermente nervoso, poi, volendo interrompere quel silezio
le posi in braccio offrendomi di prendere le sue cose.
Le mostrai il resto
della casa, non era una cosa che mi entusiasmava,
ma sapevo di doverlo fare, e poi vedere la reazione di Eleonora quando
attraversavamo una delle eleganti stanze mi divertiva.
Avevo imparato che
quando era imbarazzata si mordeva il labbro, che
quando era entusiasta di qualcosa sorrideva e le si formava una
fossetta sulla guancia.
E' proprio vero che
le persone si imparano a conoscere dai piccoli gesti.
In quel momento,
mentre camminvamon così, uno dietro
l'altro osservando ogni stanza di casa mia, mi resi conto che era
incredibile come tra di noi non ci fosse imbarazzo per quello che era
successo qualche sera prima.
-Se ti va di sopra
c'è la mia stanza - proposi improvvisamente,
dovevamo fare una ricerca insieme e forse era il caso di iniziare e
forse dopo avremmo avuto un pò di tempo per noi.
La guidai al piano
di sopra, mostrandole la mia camera.
-Ecco la mia stanza-
dissi aprendo la porta
-E' strano... -
disse lei, con lo sguardo che esaminava ogni centimetro della mia camera
-Cosa??- chiesi
senza capire di cosa parlasse
-La tua casa
è ... è così bella!- rispose
sorridendo
- Sembra che ci viva da sempre una famiglia... ma la tua stanza, sembra
essersi fermata- aggiunse poi
-Non sono certo di
seguirti - dissi io, passandomi una mano tra i capelli, dove voleva
arrivare?
-Intendo dire, la
mia stanza ad esempio, conserva ancora i segni delle
vecchie foto che avevo attaccato, è piena delle mie bambole
in
una scatola e ci sono ancora alcuni tratti di pastelli colorati dietro
la scriviania.. puoi togliere tutto ciò che riguarda il tuo
passato, ma una cosa come la tua stanza li conserverà
comunque -
disse tutto d'un fiato con un sorrisetto adorabile e soddisfatto
dipento in volto.
Assaporai il
significato delle sue parole e senza rendermene conto mi
aprii in un largo sorriso, Eleonora aveva capito così tanto
di
me in così poco tempo.. la cosa poteva anche spaventarmi,
avrei
mai avuto segreti per quella ragazza?
- I miei hanno sepre
viaggiato molto, io ho vissuto in questa casa a
intervalli regolari di qualche anno fino ai dodici anni, poi sono stato
portato a Firenze, mente loro hanno continuato a venire spesso qui,
ecco perchè il resto della casa è
così...
così... vissuto... poi poco prima di tornare qui ho spedito
tutte le mie cose e loro le hanno messe al posto di quelle vecchie,
limitandosi a sostituire i libri sugli scaffali e la cesta dei giochi
con la scrivania...- spiegai con naturalezza, non mi sembrava
più tanto assurdo condividere un pezzo del mio passato con
lei.
-Quindi la tua
adolescenza non l'hai affatto passata qui?- domandò
sinceramente interessata
-No, a 12 anni sono
andato a Firenze e sono tornato ad
Agosto...però..- mi interruppi all'improvviso, mi
tornò
in mente un giorno di Novembre, io ero nella mia stanza con un mio
amico, e forse, quella camera conservava un pezzetto della mia infanzia.
Entrai nella mia
stanza, cercando di trovare ciò che volevo, non fu
difficile, ricordavo esattamente dov'era.
Spostai il
materasso, scoprendo un piccolo disegno fatto quando ero
piccolo sul muro, mi voltai verso Elenora che era accanto a me e le
sorrisi - Me ne ero dimenticato... Lo feci con un mio amico, Pietro,
giocavamo
sempre insieme a fare i guerrieri, ecco il perchè delle due
spade...-
Pietro era stato il
mio primo migliore amico, lo ricordo perfettamente,
aveva capelli ricci e biondi, due occhioni grandi e verdi, portava
sempre a casa mia qualche libro o dei pennarelli per colorare; quel
disegno era stato un'idea sua, io non volevo sporcare la mia stanzetta.
-Hai più
sentito Pietro?-Chiese Eleonora soffermandosi sulla mia "opera d'arte"
-No... solo qualche
email ogni tanto, ma saranno 5 anni che non ho sue
notizie, ormai non saprei nemmeno come rintracciarlo... - le spiegai,
non mi mancava Pietro, era una parte del mio passato che
ricordavo con tenerezza, da quando ero andato via la prima volta era
cambiato tutto, avevo lasciato le mie amicizie, ero cresciuto di botto,
avevo pianto molto quando mi avevano portato a salutare Pietro, ma con
il tempo avevo capito che dovevo smettere di essere un babino, ero
diventato uomo.
-Che ne dici di
scendere giù , mangiamo qualcosa e ci mettiamo
al lavoro?- proposi ponendo fine a quella coversazione, non era il caso
di vagare troppo nei ricordi .
-Direi che va
benissimo - mi rispose lei sorridendo.
Osservai la sua
pelle perfetta, i capelli lisci, il suo modo di sorridere, le
brillavano gli occhi, era felice.
Forse io ed Eleonora
potevamo iniziare a conoscerci, doventare amici,
potevamo condividere qualcosa, certo, potevamo, ma ero davvero disposto
a instaurare un rapporto bartendo dalla certezza che sarei andato via,
presto o tardi?!
|
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Capitolo 8 *** 8 ***
Questo ed il
prossimo capitolo saranno leggermente più brevi
degli altri, sto per entrare nel vivo della storia ^^
Spero vi pacciano, in assoluto questo, tra quelli che ho già
postato, è il mio preferito!
Elly692*_*
Eleonora
La
giornata con Andrea trascorse velocemente, lavorammo al compito
senza mai distrarci, se non per fare qualche osservazione, notai come
la sua pronuncia fosse perfetta, sembrava quasi ingelese, mentre
parlava gesticolando ogni tanto.
Senza rendermene conto il tema era finito e, dovevo ammetere, che un
pò mi dispiaceva.
-Bene,
credo che il professore non potrà lamentarsi di niente!-
disse Andrea
posando la penna sul tavolo e lasciandosi andare sulla sedia.
-Abbiamo fatto un lavoro perfetto!- concordai io, ripoendo ogni cosa
nella mia borsa.
-Allora...sono
solo le quattro- constatò Andrea guardando il cellulare -che
ne dici se
ci mangiamo un gelato?- propose alzandosi dalla sedia e avvicinandosi
al frigo.
Io mi limitai ad annuire, osservandolo.
-Abbiamo.. cacao, limone, fragola... cosa vuoi?- chiese straendo delle
vaschette
-Limone e Fragola, grazie!- risposi
-Limone
e fragola per la signorina in arrivooo!- disse lui scherzando, e in
quel momento, mi resi conto di non averlo mai sentito così
spiritoso,
quasi spensierato.
Dopo qualche minuto eravamo seduti tutti e
due sul terrazzo di casa sua a gustarci il nostro gelato, Andrea
cioccolato e io limone e fragole.
-E' bellissimo qui- dissi osservando come quel giorno fosse quasi
perfetto
-E'
uno dei pochi posti che non mi stanno stretti di questa casa- disse
Andrea senza guardarmi, ma continuando ad ispezionare il cielo.
-Come mai tanto "rancore" per casa tua?- domandai incuriosita
Questa volta lui si voltò dalla mia parte, posando i suoi
occhi nei miei e accennando un sorriso.
-Quando
sei costretto a spostarti spesso, contro il tuo volere, impari che i
luoghi in cui vivi non sono mai davvero tuoi... stare in questa casa
è
per me come stare in una stazione, in attesa di partire di nuovo-
Rimasi stuida di come parlasse con naturalezza di qualcosa che gli
doveva fare davvero male.
-Ma tra poco avrai 18 anni, potrai decidere tu se partire o meno..-
-Non
è così, fidati... Quando i tuoi genitori ti
portano avanti e indietro
per anni e anni arrivi al punto tale che non hai più radici,
quando
avrò 18 anni potrò restare qui o andare a Roma,
Firenze, Berlino... ma
quale sarà casa mia? forse alla fine di tutto questo
viaggiare non
riuscirò a stare fermo...-
Posai istintivamente una mano sul braccio
di Andrea, il contatto con la sua pelle mi riportò a quella
sera e il
mio cuore saltò un battito
-Non è così per forza Andrea, non sta
scritto da nessuna parte, non è una regola, della tua vita
puoi fare
ciò che vuoi... se davvero vuoi restare lotta e fallo-
credevo davvero
in quelle parole, per me volere non è sempre potere, ma
spesso, dire
che qualcosa non è possibile è solo un modo per
mascherare che in
realtà tentare ci fa troppa paura e io ne sapevo qualcosa.
-Forse è vero quello che dici, ma ho paura di essere
diventato.. un nomade- disse con un mezzo sorriso
-Forse hai avuto sempre motivi per andare via - proposi
- O forse non ne ho mai avuto uno valido per
restare - aggiunse lui .
Restammo per un attimo in silenzio, poi improvvisamente Andrea
scoppiò a ridere.
Mi
sentì una stupida, pensai che avesse scherzato alle mie
spalle, per un
attimo arrivai a pensare di aver detto qualcosa di estremamente sciocco.
Ma per fortuna Andrea si rese conto che dovevo essere molto perplessa
perchè mi spiegò come mai rideva tanto.
-Hai del gelato qui..- disse sfiorandomi la punta del naso.
-Quii?- domandai io portando la mia mano sul punto che mi aveva
indicato, e posandola così quasi sulla sua.
Lui annuì questa volta senza ridere, rimanendo fermo, con la
mano sulla mia pelle e sotto il mio leggero tocco.
Lentamente
sentì il suo respiro avvicinarsi al mio e proprio come era
successo la
prima volta, chiusi gli occhi e mi lasciai baciare.
Era un bacio che sapeva di fragola, limone e di cioccolato,
di voglia di vivere, la
mia, di provare a richiare, la sua.
Senza
redermene conto eravamo distesi sul pavimento del suo grande terrazzo,
le sue mani mi accarezzavano i fianchi sotto la maglietta, il suo corpo
pressava leggermente il mio, facendomi sentire il suo calore.
Andrea si muoveva rapido sulle mie labbra, eppure ogni gesto sembrava
morbido, studiato, perfetto.
Portai
le mie mani sulle sue spalle, sulle sue guancie, gli accarezzai anche
la schiena, mentre con un sussurro, lui si staccò dalle mia
labbra.
Avevo paura che quel bacio dovesse finire, avevo paura di tornare a
chiedermi sempre perchè invece di vivere le cose.
Ma per fortuna Andrea posò di nuovo le sue labbra sul mio
collo, mentre mille brividi mi percorrevano.
Passai una mano tra i suoi capelli, lasciai che la sua bocca risalisse
fino alla mia e lo baciai.
Non
baciavo qualcuno così da troppo tempo, stavo baciando con il
cuore e
non con la testa e forse, questa volta, avrei evitato di avere paura.
Non
so dire per quanto restammo in quel modo, a baciarci, a sentirci, ma
improvvisamente il mio cellulare suonò, interropendoci, di
nuovo.
-Scusa...- dissi alzandomi e lavendomelo da dosso, avevo le labbra
gonfie, la pelle accaldata e mi sentivo bene.
Estrassi il cellulare, il nome di Leda lampeggiava sullo schermo.
-Leda.. - dissi rispondendo, mentre Andrea, ormai seduto, mi guardava.
-Ele, allora sei ancora lì?- chiese la mia amica con affanno.
-Si, perchè?- risposi
-Niente, buon segno sono le sei ... - disse lei con voce leggermente
moscia
-Leda è tutto ok?- chiesi inziando ad avere paura
Lei esitò un attimo prima di rispondere - Si, tesoro , va
tutto bene , divertiti e chiamami!-
Ero molto poco convinta, ma il quel momento, l'idea che potevo godermi
di nuovo Andrea mi occupava la testa.
Chiusi il cellulare e lo rimisi in tasca, pregando che nessuno
chiamasse più.
Andrea
aveva le braccia sulle gambe, non riusvo a capire cosa volesse dire il
suo sguardo e tutta la sicurezza, la voglia di fare, sparirono.
Cosa
sarebbe successo adesso? Andrea era pentito? avevo troppe domande, ma
una cosa era certa, ormai, non si trattava più solo di una
scomessa.
-Ele, senti io... - disse dopo un momento di silenzio che
sembrò durare ore - Sono stato molto bene oggi con
te!-
Non
sorrisi, quella sua affermazione non mi stava rallegrando, sapevo che
adesso sarebbe venuta la parte del MA, la parte in cui io sto male.
-Ma, io e te siamo quasi due... - proseguì, per
la prima volta la sua voce non mi sembrava poi coì dolce.
-Estranei- conclusi io senza troppi giri di parole.
-Sì, esatto...Forse dovremmo fermarci a pensare... - propose
lui con uno sguardo incerto.
Io mi alzai di scatto, lo guardai dall'alto verso il basso maledicendo
il sole che lo faceva sembrare ancora più bello.
-No
Andrea, fermati tu, pensa tu, io l'ho fatto per troppo tempo e adesso
non ne ho proprio voglia! sai cosa succede a pensare e non agire?!
succede che ti trovi senza niente fra le mani, senza un motivo per
restare.- dissi con rabbia, la mia voce era estremamente dura e ferma,
ma io sentivo di esplodere dentro. Avevo giocato una carta meschina e
lo sapevo, ma avevo deciso che la mia vita, adesso, la controllavo IO.
Mi girai di scatto per andare via, senza dargli il tempo di replicare,
luirimase per un attimo fermo, poi, mi seguì correndo.
-Aspetta- dissi fermandomi per un polso.
Io
lo guardai fisso negli occhi, speravo che si rimangiasse tutto, ma
Andrea era più che deciso quando diceva qualcosa, ormai
l'avevo capito.
Aveva Paura.
-Mi dispiace, io non volevo ferirti nè niente, solo che...-
-Non
ti preoccupare, ho capito!- dissi con energia liberandomi dalla sua
presa, ma cercando di sembrare meno infuriata, meno deusa.
Avevo appena avuto la conferma che a mettersi in gioco si finisce per
perdere, sempre.
Andrea
Io
ed Eleonora lavoravamo bene insieme, funzionavamo. Lei era precisa,
ricordava tutte le regole fondamentali e iocon rapidità
sapevo
applicarle.
Non perdemmo molto tempo, studiammo come previsto, ma
quando finimmo il nostro tema mi sembrava che fossero passati solo
dieci minuti, dieci stupendi minuti.
-Bene,
credo che il professore non potrà lamentarsi di niente!-
dissi esaminando il foglio e rilassandomi sulla sedia.
-Abbiamo fatto un
lavoro perfetto!- cincordò lei posando i libri.
-Allora...sono
solo le quattro- Dissi guardando il mio Nokia sul tavolo -che ne dici
se
ci mangiamo un gelato?- Chiesi sperando che acettasse e stuopendomi
della mia naturalezza.
Eleonora annuì , con mia grande gioa.
Ispezionai il contenuto del mio frigo, cercando quelle vaschette di
gelato che mi amadre aveva preso qualche tempo fa.
-Abbiamo.. cacao, limone, fragola... cosa vuoi?- chiesi dopo un attimo
estraendole
-Limone
e Fragola, grazie!- rispose lei sorridendo, guardi i suoi lunghi capeli
che le cadevano sulle spalle ancora abbronzate, era davvero bella.
-Limone
e fragola per la signorina in arrivooo!- dissi ridendo, mi sentivo
felie, senza nemmeno un motivo preciso, sentivo di stare dvvero bene.
Proposi di metterci fuori al terrazzo a mangiare, almeno c'era un
pò di sole e di luce.
Ci sedemmo sul pavimento, posando le spalle contro il muro e guardando
il mare. Amavo questo posto.
Dopo
qualche minuto
eravamo seduti tutti e due sul terrazzo di casa sua a gustarci il
nostro gelato, Andrea cioccolato e io limone e fragole.
-E' bellissimo qui- Disse lei, sembrava quasi che avesse letto i miei
pensieri.
-E'
uno dei pochi posti che non mi stanno stretti di questa casa- Sussurrai
fissando l'azzurro.
-Come
mai tanto "rancore" per casa tua?- chieselei incuriosita e voltando la
testa verso di me, mentre alcune ciocche di capelli le caddero davanti
agli occhi.
Mi giarai anche io distogliendo lo sguardo dall'azzuro del cielo per
osservare lei.
-Quando
sei costretto a spostarti spesso, contro il tuo volere, impari che i
luoghi in cui vivi non sono mai davvero tuoi... stare in questa casa
è
per me come stare in una stazione, in attesa di partire di nuovo-
le
confidai, non parlavo spesso del mio "dolore" in realtà non
lo facevo
mai.
-Ma tra poco avrai 18 anni, potrai decidere tu se partire o meno..-
constatò lei
-Non
è così, fidati... Quando i tuoi genitori ti
portano avanti e indietro
per anni e anni arrivi al punto tale che non hai più radici,
quando
avrò 18 anni potrò restare qui o andare a Roma,
Firenze, Berlino... ma
quale sarà casa mia? forse alla fine di tutto questo
viaggiare non
riuscirò a stare fermo...- rispsi, il perchè di
tanta sincerità non lo sapevo nemmeno io....
Eleonora pasò una mano sul mio braccio, sentì il
calore della sua presa, e il desiderio di non interrompere quel
contatto.
-Non
è così per forza Andrea, non sta
scritto da nessuna parte, non è una regola, della tua vita
puoi fare
ciò che vuoi... se davvero vuoi restare lotta e fallo-
Rispose
Eleonora, nel suo discorso non c'era niente di insensato, ma non era
tutto così facile.
-Forse
è vero quello che dici, ma ho paura di essere diventato.. un
nomade-
dissi accennando un sorriso, i miei genitori avevano cercato di farmi
dire queste cose tante volte, ogni partenza, ogni arrivo, affrontavano
questo discorso, o meglio, lo facevano affrontare ad uno psicologo, ma
il mio, era sempre stato un silenzio di rifiuto. Ma non con lei.. non
ora.
-Forse hai avuto sempre motivi per andare via - disse lei.
- O
forse non ne ho mai avuto uno valido per restare - proposi io, credevo
che la verità fosse quella, trovare un motivo per scappare e
facile, ma
trovarne uno per rimanere era ben più difficile .
Mi trovai a dire
questa "verità" ad una ragazza che conoscevo ben poco, ma
tra di noi
non c'era stato forse già più di un contatto? non
era forse la prima
ragazza con cui mi aprivo da molto tempo? In quel momento non pensai al
poco tempo che avevam o passatoinsieme , pensai invece a quanto fosse
stato bello e mi avvicinai al suo volto.
Gli occhi color nocciola di
Eleonora sembravano quasi dorati sotto il sole autunnale, era
incredibilmente profondi, dolci, fieri.
Lei socchiuse gli occhi e io feci lo stesso, con cautela posai le mie
labbra sulle sue e la baciai, di nuovo.
Sentivo il gusto dei nostri gelati mischiarsi, così come i
nostri sospiri.
Mi
lasciai scivolare sopra di lei, facendola stendere sul pavimento; le
accarezzai i fianchi, sotto la maglietta, sentendo la sua
pelle liscia
sotto il mio tocco caldo.
Le mani di Eleonora mi acarezzavano, le sentivo percorrere le mie
spalle, il mio volto, posarsi nei miei capelli.
La
dolcezza di quel momento lasciò il posto ad
un'improvvisa passione, le
baciai dolcemente il collo, sentendola stringersi più forte.
Una sua mano si posà di nuovo sul mio braccio, mentre tornai
a baciarle le labbra.
Eleonora
ripondeva al bacio con il mio stesso entusiasmo, ci allontavamo di poco
solo per ricongiungerci dopo poco, quasi per lottare con la paura di
doverci staccare.
Poi improvvisamente sentì la sua tasca vibrare.
Non
tolsi le braccia dal suo corpo, continuai a baciarla, contrariato
all'idea di dover mettere fine a quel momento e di doveriniziare invece
a pensare alle conseguenze.
Eleonora si mise a sedere rapiudamente, facendomi allontanare di scatto
e rispose al cellulare e sussurrando una scusa.
Era
Leda, la sentì dire qualcosa, ma in realtà non
ascoltai, ero troppo
preso dal guardare il suo profilo, i suoi capelli luminosi, i suoi
occhi, le sue labbra che si muovevano.
Quando attaccò restammo per
qualche momento ancora in silenzio, nessuno dei due era in grado di
fare niente prima di mettere ordine nella propria testa.
Fui io il
primo a farlo, ancora una volta l'idea di poter rischiare di sbagliare
, di legarmi, di stare male, prese il sopravvento.
-Ele,
senti io... Sono stato molto bene oggi con te!- dissi
cercando mi
sembrare calmo, ma l'espressione di Eleonora mi lasciò
inutire che
aveva capito a cosa stavo per arrivare.
-Ma, io e
te siamo quasi due... - proseguì
-Estranei- concluse lei con una semplice parola
-Sì,
esatto...Forse dovremmo fermarci a pensare... - Dissi, cercando di
capire cosa ne pensasse...Ero stato benissimo, come non stavo da tanto,
troppo tempo, ed era questo a spaventarmi, se un domani avessi dovuto
dire addio a tutto ciò come era successo con Asia?
Nonostante non
l'amassi più come un tempo ancora oggi l'idea che qualcuno
la potesse
sfioreare mi faceva impazzire, non volevo sentirmi così
anche per
qualcun altro, non volevo andare via lasciando solo dolore.
Eleonora si alzò e si mise proprio davanti a me, io rimasi
seduto, osservando il suo volto, per quanto il sole mi permettesse.
-No
Andrea, fermati tu, pensa tu, io l'ho fatto per troppo tempo e adesso
non ne ho proprio voglia! sai cosa succede a pensare e non agire?!
succede che ti trovi senza niente fra le mani, senza un motivo per
restare.-Aveva rabbia nella voce, sembrava incazzata con quello che
stava succedendo più che con me, ma le sue parole mi
colpirono forte.
Aveva ragione, stavo chiudendo le porte a tutto e tutti, non avrei mai
avuto un motivo per restare se li allontavo tutti, era davvero il mio
destino allora quello di non avere nessuno ad aspettarmi, nonostante
avessi girato diverse città?
Ero
troppo preso dal ripensare alle sue parole per rendermi conto che
Eleonora era rientrata inc asa correndo, ma quando lo realizzai, mi
alzai di scatto seguendola
-Aspetta- dissi fermandola per un polso e costringendola a guardarmi
-Mi
dispiace, io non volevo ferirti nè niente, solo che...- Ho
paura, avrei
voluto dire, Ho il terrore di avere qualcosa , perchè prima
o poi la
perdi.
-Non
ti preoccupare, ho capito!- Disse lei liberandosi dalla mia presa, i
suoi occhi erano ancora una volta troppo sincerci, mi odiava, era
delusa, e stava male.
Come sempre avevo sbagliato e a pagarne non ero solo io .
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Capitolo 9 *** 9 ***
Andrea
Eleonora
Dopo
il bacio con Andrea le cose cambiarono radicalmente, iniziammo ad
evitarci, a parlarci sempre meno, fino a non farlo del tutto.
Erano passati con estrema velocità quasi due mesi, due mesi
che ogni contatto era stato eliminato.
-Ma io non riesco a capire come possa stare con quella tutto il
giorno... - sbuffai una mattina osservando Andrea, che come sempre. era
seduto accanto a Ludovica.
-Ma dai, lo sai che non le interessa, altrimenti ci sarebbe
già stato qualcosa...- replicò Leda
-Ma per quanto ne sappiamo noi potrebbe essere successo qualcosa.. -
sospirai
-Non credo, tesoro è di Ludovica che parliamo... - disse
Leda facendomi un occhiolino - E comuqnue, sai come la penso- aggiunse
poi fingendo di prendere appunti, mentre il professore passava tra i
banchi.
Sì, lo sapevo, Leda e Daniela, non avevano fatto altro che
ripetermi le loro teorie del tutto differenti.
Per Leda Andrea aveva solo paura che io non lo volessi, e , come tutti
i ragazzi, aveva deciso di uscirne prima che io potessi chiudere con
lui... il problema stava nel fatto che non avrei mai potuto chiudere
qualcosa che non aveva avuto nemmeno un inizio.
Secondo Daniela invece Andrea aveva paura del contrario, ovvero che io
volessi iniziare qualcosa di serio.
Ma le mie due amiche erano del tutto concordi nel ritenere che dovevo
fare qualcosa, o dimenticarlo e andare avanti o cercare di
riprendermelo.. Il guaio era che, in nessuno dei casi, sapevo come fare.
-Leda, che ne dici se stasera andiamo a bere qualcosa insieme?
è da tanto che non lo facciamo.. - proposi, desiderano di
trovare una via di fuga alle mie giornate.
-Tesoro, veramente non posso, i miei mi hanno incastrata stasera devo
badare a mia sorella...- rispose Leda senza alzare lo sguardo dal suo
foglio.
Conscevo la mia migliore amica da anni, ormai sapevo capire quando
mentiva anche senza incorciare i suoi occhi, quello che non
riuscivo a spiegarmi era il prechè.
Strappai un foglio dal mio blocco degli appunti e scrissi rapidamente
la stessa cosa a Daniela, sperando che almeno lei potesse.
Purtroppo il foglio mi tornò con una faccina triste e con
delle scuse scritte dal tratto frettoloso della mia amica.
Quella sera doveva stare con Guido e non sarebbe potuta venire al bar,
mi voltai per osservarla e lei alzò le spalle, sotto lo
sguardo severo di Guido che la controllava.
Le cose tra di loro erano peggiorate notevolmente, Daniela aveva detto
di volersi prendere del tempo, per capire, per stare da sola, ma non
era durata molto, era tornata da Guido. Lui l'aveva accolta a braccia
aperte, ma con il tempo si erano resi conto che si era creata una
rottura e adesso stavano faticando tutti e due per rimediare.
Tra una cosa e l'altra nell'ultimo mese ero stata con le mie amiche
davvero poco tempo, Leda aveva sempre scuse per non uscire quando si
trattava di andare a bere o ballare, Daniela passava le giornate con
Guido, che ormai vedevo solo a scuola.
Avevo la netta impressione che la mia vita stesse prendendo una brutta
piega, le uniche cose che non cambiavano mai erano le mie paure e le
mie lacrime.
Ormai a quelle spese per Vittorio si erano aggiunte quelle per Andrea,
mi sembrava di essere sbagliata, stavo perdendo tutto e troppo in
fretta.
Quel pomeriggio, dato che avevo avuto buca dalla mie amiche, mi
preparai a passare il tempo tra musica, libri e computer, non era il
massimo, ma dovevo evitare di pensare.
Ero appunto occupata a leggere per la ventesima volta lo stesso
capitolo, quando mia sorella entrò nella stanza cin il
telefono in mano.
-Ele, c'è Leda- disse porgendomelo
-Grazie Lori...- risposi sorridendole.
Mia sorella era totalmente diversa da me in tutto e per tutto, faceva
la III media, aveva lunghi capelli chiari e un fisico perfetto, che in
più di un'occasione le avevo invidiato.
-Leda..- dissi rispondendo
-Ciao Ele, disturbo?- chiese la mia amica
-No, affatto.. ma è successo qualcosa? ti sento strana..-
chiesi rendondomi conto che c'era qualcosa di estremamente strano
-Io...- Leda sospirò pesantemente - Ele, puoi venire a casa
mia, adesso?-
domandò abbassando la voce
-Certo che posso... ma stai bene?- domandai davvero spaventata
-Cerca di fare il prima possibile..- rispose lei con la voce rotta dal
pianto.
Mi vennero i brividi, raramente avevo sentito la mia amica
così, giusto quando si era lasciata con l'unico ragazzo che
avesse mai amato davvero e quando i suoi stavano per divorziare due
anni prima.
-Leda ti prego dimmiche ti succede, mi spaventi davvero... - dissi con
voce tremante
-Ele.. io .. - disse con un filo di voce - Io, credo di essere
incinta.-
Andrea
Sapevo
perfettamente che l'aver detto quelle cose ad Eleonora avrebbe avuto
delle conseguenze, avrei rovinato il nostro rapporto, avrei complicato
definitivamente la possibilità di esserci amico.
Infatti, nonostante avessi cercato di avere un contatto con lei in
più di un'occasione, avevamo iniziato con il non parlarci
più.
Le mie giornate iniziavano ad essere tutte uguali, vivevo tutto senza
il minimo interesse.
A scuola ero seduto ancora vicino a Ludovica, nonostante la sua
compagna di banco "legittima" fosse tornata da un pezzo, la sera uscivo
con il solito gruppo, andando sempre a ballare o nei locali. La cosa mi
interessava davvero poco, ma tutto, era meglio che stare chiuso in casa.
Come sempre, di Sabato mattina, io e Ludovica eravamo inpegnati a
parlare di cosa fare quella sera, o meglio, lei proponeva e io mi
limitavo ad annuire.
-Andre.. allora, stasera c'è una festa... ci imbuchiamo,
sarà piena di universitari e universitarie.. non i soliti
poppanti!- mi disse la mia compagna di banco con uno sguardo allusivo.
-Devi venire per forza.. - disse poi a bassa voce evitando di essere
beccata dal professore.
Annuì ancora, sarei andato, ma non mi andava, averi passato
la serata a bere e ballare, due cose che non erano affatto tra le mie
priorità.
Ogni tanto mi concedevo uno sguardo verso Eleonora, quando ero certa
che nè lei nè le sue amiche guardassero dalla mia
parte.
La vedevo sempre piegata in due sul quaderno a scrivere, parlava sempre
meno, sembrava triste, ma non ero talmente egocentrico da ritenermi la
causa.. osservando avevo imparato a notare come tra lei e le sue amiche
stessa succedendo qualcosa.
-Allora ti aspetto sotto casa mia alle 23!- concluse Ludovica
senza rendersi conto che nemmeno avevo ascoltato il nome del locale.
-Certo- dissi del tutto indifferente, lasciando scivolare un'ultima
volta il mio sguardo sul profilo di Eleonora, che sbadigliando,
tornò a guardare il suo quaderno.
Quella sera prima pdi scenderemi guardai allo specchio, avevo
messo la solita camicia che piace tanto alle ragazze, il profumo che mi
aveva regalato Ludovica, ma mai come in quel momento mi sentivo solo ed
estraneo.
La persona che era riflessa nel vetro era diversa da quella che mi
sentivo addosso, dentro.
Le labbra tese, gli occhi sicuri... non c'era niente di vero in quel
riflesso.
Dentro io stavo urlando... dentro i miei occhi non erano affatto fieri,
erano occhi che si mettono vergogna, che hanno paura.
Mi buttai un pò d'acqua in faccia e uscì di
corsa, senza dare il tempo al mio riflesso di ingannarmi ancora, ma si
sa, non si può seminare la propria ombra. Ero schiavo delle
mie stesse decisioni, vittima dei miei errori. Era inutile dare la
colpa ai miei, ai trasferimenti. Io ero così.
Passai a prendere Ludovica sotto casa, come ormai ogni sera da molto
tempo.
Lei era bellissima come sempre, le gambe lunghe erano coperte da un
misero pantaloncino argentato, sopra indossava un corpetto nero, dello
stesso colore delle scarpe alte, che la facevano sembrare ancora
più slanciata.
Le altre ragazze non erano da meno, ma, nonostante Marika fosse
decisamente più bella di Ludovica, quella sera, perfino lei
sfigurava al suo cospetto.
Come una pantera che porta la sua preda nella tana, Ludovica mi
trascinò in pista. Sorrideva, mi guardava e,
improvvisamente, per la prima volta, la desiderai.
Volevo quella ragazza, volevo porre fine alle sue allusioni, volevo
concretizzare tutti i suoi segnali.
Ballavamo vicini, lei mi avvicinava sempre di più ,per poi
allontanarsi , muovendo i lunghi capelli. E più si
allontanava e più tornava vicina, era un gioco senza fine.
Avevo bevuto e anche tanto, ma non era quello il motivo per cui la
tenevo così vicino a me, era inutile fingere che quella sera
fosse solo colpa dell'alcol, l'avevo già fatto in precedenza.
-Sai Andrea.. io ottengo sempre quello che voglio.. - mi
sussurrò all'orecchio - E oggi quello che voglio sei tu-
La guardai, completamente rapito dai suoi movimenti, dalla sua voce
sensuale.
Senza sapere come in meno di un secondo le nostre labbra erano unite.
Ci stavamo baciando. Era un bacio diverso da quello che avevo dato ad
Eleonora, qui c'era solo passione, solo desiderio, non c'erano
sentimenti, grandi o piccoli. Si trattava di attrazione, di corpi, non
di anime.
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Capitolo 10 *** 10-L'altro lato della storia ***
leda e guido
L'altro lato della storia
Questi
capitoli li chiamerei "l'altro lato della storia", spero che vi piacciano e grazie per le recensioni^^. Non voglio anticipare nnt, ma per un
pò, non so
bene quanto, Andrea ed Eleonora non si incontreranno, le loro storie
proseguono, ma semplicemente non insieme.
Eleonora
Guidavo
con rapidità nel traffico pomeridiano, la testa mi
scoppiava, mi sembrava di vivere un incubo,mentre la voce della mia
amica tornava a tormenarmi.
Ero uscita talmente velocemente di casa che non mi ero nemmeno messa
una felpa e iniziavo a tremare per il freddo, o forse era solo la paura
di quello a cui stavo andando in contro?
La telefonata di Leda mi aveva spiazzata, poteva aspettare un bambino e
di chi poi?
Quando arrivai sotto casa della mia amica scesi dal mio
motorino quasi senza fermarlo, lo lasciai sotto il suo palazzo ed
entrai.
Corsi per quattro piani, sentivo il respiro mozzato in gola, un dolore
atroce alla milza, quando arrivai senza fiato fuori la porta di casa
sua, quasi mi accasciai a terra.
Bussai energicamente, sperando che ad aprirmi fosse la mia amica e
fortunatamente fu così.
Leda aveva gli occhi confi, indossava una larga felpa nera e stringeva
nelle mani il telefono.
Non appena me la trovai davanti le gettai le braccia al collo,
stringendola forte.
Sentivo il suo respiro irregolare per il pianto, le sue lacrime
bagnarmi il collo.
Restammo abbracciate per qualche secondo, come se non ci vedessimo da
anni e non da ore.
Poi silenziosamente andammo nella sua stanza, per evitare di incontrare
i suoi genitori e farci vedere in quello stato.
-Leda.. allora, come cavolo è possibile?- le chiesi
chiudendomi la porta alle spalle e sedendomi sul letto accanto a lei
-Andiamo Ele lo sai come vanno queste cose... - disse lei strofinandosi
gli occhi gonfi per il pianto
-No, non lo so !- replicai io - Di quanto sei in ritardo?- chiesi poi
rimproverando il mio tono duro
-Di.. due mesi, quasi..- rispose lei rossa in viso
-Oh Leda...e hai fatto il test?-
-No, io ... volevo aspettare di stare con te..- disse estraendo il test
dalla borsetta rosa
-Adesso ci sono io qui, qualsiasi cosa, in ogni caso..- dissi
abbracciandola forte - Ma prima, devi dirmi chi potrebbe essere il
padre..-
A queste parole Leda scoppiò in singhiozzi ancora
più forti.
-Dai Leda, anche se non ne sei certa... due nomi sono meglio di
nessuno.. - azzardai.
La mia amica era sempre stata una ragazza molto passionale, certo, non
andava a letto con il primo che incontrava, ma se qualcuno le piaceva
non aspettava troppo tempo.
Io e Daniela eravamo del tutto diverse, l'avevamo fatto solo con una
persona, quella con cui credevamo, o forse speravamo di stare insieme
per sempre. A me non era andata molto bene e forse ultimamente anche a
Daniela le cose stavano prendendo una cattiva piega.
-L'ultimo ragazzo con cui sono andata a letto risale alla fine si
Agosto..- disse lei ancora sconvolta - se aspetto un bambino
è
suo-
-Bè questo migliora le cose! - risposi sorridendo
-Affatto- rispose Leda, riuscivo a mala pena a capire cose stesse
dicendo per il pianto - Ele non puoi capire chi
è...-
-Leda non dirmi che.. mica è un professore?- chiesi sconvolta
Lei per un momento parve sorridere, scosse la testa vigorosamente, ma
poi si rattristò di nuovo -Peggio..-
-Peggio di un professore c'è solo un parente credo... -
dissi cercnado di sdrammatizzare
-Oddio Ele!- disse lei di nuovo in lacrime, stringendo forte il cuscino
Sgranai gli occhi, non poteva essere... - Leda stai dicendo di essere
andata a letto con ..-
Leda alzò lo sguardo e con mio sollievo scosse la testa -
No, scema, nessun parente.. solo che è .. peggio..-
Quelle lacime mi stavano facendo troppo male, sembrava un indovinello
stupido per bambine, ma mai come in quel momento eravamo donne.
-Leda, dai, non può essere così terribile, vedrai
che
è anche un falso allarme... però devi dirmi il
mome..
insomma se è peggio di un parente potrebbe essere solo il
ragazzo di una tua amica e non cre..-
Mi bloccai di botto, gli occhi chiari di Leda erano fissi nei miei, le
lacrime le avevano bagnato anche i capelli, sembrava tremare.
-Guido?- sussurrai terrorizzata
Non ricevetti un si, ma tutto nella mia amica mi fece capire che avevo
indovinato.
Leda ormai piangeva senza controllo, faticava a respirare, io ero
immobile, sconvolta.
Fissavo il muro bianco alle spalle della mia amica, senza nemmeno
vederla.
Guido.Guido e Daniela. Daniela e Leda. Un figlio. La fine di tutto.
Andrea
Mi
svegliai Domenica con un forte dolore alla testa che mi
accompagnava ormai dopo le serate che passavo per i locali.
Ero tornato alle otto di mattina ed ero crollato ancora con i vestiti
della sera precedente.
Sulla mia camicia si sentiva forte il profumo di Ludovica, mi
tronò così alla mente il ricordo del suo bacio.
Del suo corpo perfetto che si muoveva a ritmo con il mio.
Istintivamente presi il cellulare dal comodino, scrissi velocemente un
messaggio a Ludovica chiedendole di vederci.
Ero stato davvero bene, insapettatamente bene.
Lei era così.. così dannatamente sbagliata per
me, rappresentava tutto ciò che avevo sempre evitato: la
popolarità, la superficiltà, l'apparenza; ma era
proprio questo che mi attraeva in lei, la consapevolezza che non c'era
niente di logico, niente del mio passato in lei.
La sua risposta arrivò rapida, mi aspettava a casa sua al
più presto; così scesi dal letto e andai a farmi
una doccia, togliendo ogni traccia di quella notte.
Quando arrivai a casa di Ludovica rimasi stupito dalla sua bellezza,
avevo passato quasi tutte le sere ad aspettarla sul motorino, ma non
ero mai entrato.
Da una persona come Ludovica ci si aspetterebbe una casa grande,
elegante, ordinata, ma non era affatto così.
Le pareti erano di un colore diverso per ogni stanza, i mobili non
erano imponenti come mi aspettavo, ma la cosa più
sorprendete era la sua famiglia, che incontrai di suggita.
I genitori di Ludovica erano di un biondo cenere, molto meno chiari di
quello della figlia. Ma tutti e due, a loro modo, belli. Portavano
vestiti colorati, sembravano quasi euforici per la mia presenza.
Ludovica aveva anche tre sorelle ed un fratello, cosa che non mi sarei
mai aspettato, avevo sempre pensato che, come me, fosse figlia unica e
che in comune avessimo la solitudine di una famiglia poco prensente.
Le sorelle di Ludovica, due gemelle di otto anni e una di 12 ,
erano delle piccole Ludovica, biondissime, magre, slanciate, ma del
tutto differenti nel portamento. Prima di tutto portavano capelli corti
e vestiti larghi e poi, sembravano non avere il minimo interesse per
la moda, per i trucchi o per i ragazzi, cosa che, ne ero
certo, la mia amica aveva imparato ad apprezzare già alla
loro età.
Il fratellino di Ludovica invece aveva i capelli scuri e gli occhi
chiari, era l'unico nella famiglia a non essere biondo, doveva avere
massimo 2 anni, perchè per quei pochi minuti che passammo
insieme continuò a giocare con le chiavi del mio motorino
ripetendo che erano "sue".
-Scusali, sono troppo euforici quando viene una persona a casa, pensano
che io in quelche modo mi vergogni di loro.. - spiegò
Ludovica quando il resto della famiglia fu uscito per andare a teatro.
-E come mai?- domandai veramente interessato
-Bah.. sono così.. diversi da me, molto spesso penso di
essere stata adottata- disse scherzando - insomma guarda i miei,
fanno tutti e due gli artisti e questo li rende molto poco
concreti... Margherita e Matilde, le due gemelle non hanno ancora
capito che sarebbe il caso di far crescere i capelli di almeno
2 centimetri.. Anna Paola a 12 anni continua a vestirsi
come Piero che ne ha 2... -
Restai sconvolto da queste parole e dal modo con cui erano state dette,
nella voce di Ludovica non c'era un velo d'affetto per la sua famiglia,
c'era quasi insofferenza.
-Io credo che le tue sorelle siano davvero carine ineve e i tuoi
genitori sono due persone eccezionali.. - risposi, convinto.
-Lo dicono tutti quelli che la vedono dall'esterno, ma non sai cosa
vuol dire sentirsi criticata perchè sono una "materialista",
ho dovuto lottare per poter avere una stanza tutta mia a 15 anni.. -
-Hai una famiglia che ti vuole bene.. - le feci notare
-Si certo, ma forse nel modo sbagliato.. non hai notato che nemmeno mio
padre si è meravigliato che un ragazzo passasse una giornata
con me, da soli?-
chiese
-Ti lasciano i tuoi spazi.. -
-No, semplicemente sono troppo presi dai loro spettacoli, dai loro
quadri per capire, per conoscermi ... -
Quella semplice affermazione mi fece vedere per la prima volta Ludovica
sotto una luce differente, davanti avevo una ragazza che aveva cercato
di farsi notare, di essere qualcuno, forse eravamo simili davvero.
Tutti e due ci sentivamo soli.
-Ma adesso basta parlare di loro.. - disse poi trascinandomi nella sua
stanza. Avevo notato che lo faceva spesso, mi portava dove e come
voleva lei.
In camera non perdemmo tempo, mi lasciai baciare come la sera
precedente, questa volta ancora più coinvolto, era
esattamente quello che cercavo... un bacio senza promesse.
Feci stendere Ludovica sul suo letto, sentendo il suo respiro
accarezzarmi il collo, mentre mi sfilava la maglietta.
Poco prima di andare via salutai con un rapido bacio sulle labbra
Ludovica sulla soglia della porta.
-Ci vediamo domani a scuola?- chiesi
-Certo.. - rispose lei, feci per voltarmi, ma la sua voce mi
richiamò.
-Ah Andrea, io sono libera, non cercare di mettermi le catene... -
dissi sorridendo
-Non ne ho la minima intenzione Ludovica, fidati.. - risposi, sollevato
all'idea che, finalmente, potevo avere tutto ciò che cercavo.
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Capitolo 11 *** 11-L'altro lato della storia ***
Ecco
gli altri due capitoli, lo so, sonp brevi, ma avevo bisogno di
ispirazione.. non so nemmeno io cosa succederà a Leda, ad
Andre o ad
Eleonora.. xD
Un grazie infitito
va a _Laura_
, _matthew_
e BAbyDany94
: L'idea
della gravidanza di Leda mi è venuta improvvisamente mentre
scrivevo qualche capitolo
prima, non avevo la minima idea di come far evolvere la cosa, sapevo
solo che il padre doveva essere Guido.. perchè?
Bè forse perchè era la
persona che anche io non avrei mai detto xD o forse perchè
avevo voglia
di fare casino :P Vittorio sinceramente non mi è passato per
la testa,
ma solo perchè la povera Eleonora ne passa già di
tutti i colori xD
Continuo
a non avere lei idee chiare sul finale, questo è un mio
difetto, scrivo
senza programmare, infatti certe volte ci metto tanto tempo per buttare
giù un misero capitolo. uff!
Spero che anche
questa volta non vi siate annoiate.. fatemi sapere cosa ne pensate?
Ps Anche voi trovate
Andrea molto contorto ? xD
L'Altro
lato della storia capitolo 2
Eleonora
-Leda..- dissi cercando di tornare lucida - Come, dove, quando.. e
perchè?-
Lei alzò i suoi grandi occhi chiari e li posò nei
miei,
vederla così mi faceva ,male, tanto , troppo. Ero
combattuta,
Guido era il mio migliore amico... stava con Daniela, una delle mie
migliori amiche...ma Leda..Leda era la mia vita, la mia salvezza, la
mia forza.
Non potevo lasciarla, ma non potevo nemmeno far stare male Daniela.
-Io..-Leda respirò pesantemente - Hai presente la festa di
Maria? quella a cui non siete venute nè tu nè
Daniela
perchè eravate fuori?-
Mi limitai ad annuire
-Io e Guido ci siamo andati, abbiamo bevuto molto, abbiamo parlato..
come non facevamo da tempo- spiegò lei - Mi ha detto che
pensava di essere stato tradito da Daniela, che aveva paura di perderla
e che forse doveva chiudere la loro storia.
Abbiamo ballato tutta la notte sulla sabbia, abbiamo riso come pazzi,
non ero mai stata così bene con un ragazzo senza andarci a
letto.
Poi improvvisamente qualcosa è cambiato, i miei ricordi sono
sfocati, so solo che c'era lui che mi baciava e io che ricambiavo. Non
so dirti chi abbia iniziato o perchè. Non ricordo
assultamente
nulla.
La mattina dopo, quando mi ha riportata a casa dopo la festa,
era
anche più confuso di me, non ne abbiamo parlato nemmeno un
attimo.
Quando Guido è partito per la Spagna mi sono sentita
sollevata e
ho iniziato a credere che non fosse successo niente, magari era solo un
incubo... Vedere Daniela, sentirla parlare di lui mi uccideva, mi
sentivo una stronza e sono certa di esserlo..
So già che adesso vorrai sapere se lo amavo, ma Ele, la vita
non
è esattamente come la tua favola, non ci sono solo principi
che
ami alla follia, ci sono anche ragazzi, c'è anche sesso
senza
impegno, senza pensiero..eppure se provassi qualcosa per lui sarebbe
tutto più facile, mai come adesso mi sento proprio come
Ludovica.-
Continuai a fissare la mia amica a bocca aperta, avevo mille pensieri,
mille parole che mi frullavano per la testa, ma non riuscivo ad aprire
bocca.
-Cosa devo fare, cosa?- chiese Leda scoppiando di nuovo in lacrime e
buttandosi sul letto, sprofondando tra i cuscini
-Perchè non mi hai detto niente?- chiesi ancora scolvolta
-Perchè.. io.. speravo che non dicendo niente tutto questo
sparisse ed è stato così per un pò...-
-Leda, sono due mesi che potresti essere incinta del ragazzo di una
delle tue migliori amiche.. di Guido.. - sapevo di farle del male
così, ma ero troppo sconvolta per lasciarmi andare a frasi
dolci
-Lo so.. Speravo si trattasse di un ritardo da stress.. e poi, io.. non
potevo raccontartelo.. sapevo cosa mi avresti detto.. - disse emrrgendo
dai cuscini
-Non ti ho accusato di niente Le'.. - dissi cercando di autoconvincermi
-No, ma credimi, bastano i tuoi occhi.. - sussurrò lei
fissandomi
Mi gettai sulla mia amica stringendola forte, aveva bisogno di me, al
diavolo il resto.
-Eleonora, dimmi tu che devo fare?- chiese di nuovo tra le lacrime e
facendomi tremare, non mi chiamava Eleonora da anni
-Tesoro, credo che ci sia ben poco da fare- dissi accarezzandole i
capelli rossicci - Dobbiamo fare il test, devi parlare con Guido e
poi.. insieme dovrete dirlo a Daniela..questo se tu dovessi essere...
incinta-
-Ma come faccio? non è la paura di crescere un
bambino,
credimi.. io preferisco fingere di non sapere di chi sia, preferisco
passare per una..insomma Ele a Guido non dirò niente!-
rispose la mia amica sciogliendo l'abbraccio
-Non puoi dire sul serio.. Leda, un bambino ha bisogno di un padre, se
poi hai solo 17 anni... -
- pensi che io non lo sappia? credi che io voglia rovinarmi
la vita? sono stata una sciocca, ho commesso un grave errore e questa
è la conseguenza-
-Non sei stato solo tu a commettere l'errore.. eravate in due!- dissi
cercando di farla calmare, adoravo Guido, per me era come un fratello,
ma aveva sbagliato tanto quanto Leda. In quel momento tutto mi
semrbò chiaro, le assenze per strane nausee, l'assenza di
alcol,
di alcuni cibi..ero stata una stupida a non rendermene conto prima.
-Ma.. Daniela è..loro..insomma.. io non posso!- disse Leda
coprendsosi gli occhi colmi di lacrime con le mani
-Lo affronteremo insieme, non sei e non sarai mai sola.. anzi sai che
facciamo?! andiamo anche dal medico, è più sicuro
del test..
possiamo farlo oggi stesso.. c'è un amico dei miei,
è un
dottore ed un uomo molto discreto.. -
-Grazie, Ele, se non ci fossi tu... - disse la mia amica stringendomi
di nuovo forte
Non sarebbe stato semplice, ma potevamo farcela, insieme.
-Sei pronta?- chiesi estraendo il test dalla borsa, sapevo che non era
affidabile del tutto, ma sicuramente era un inizio
Leda si alzò lentamente e con le mani che le tremavano prese
lo scatolino.
-Tu aspettami qui..- disse - Io vado in bagno, poi vediamo insieme il
risultato.. -
Mi alzai dal letto e nuovamente la strinsi forte -Andrà
tutto
bene...- le sussurrai all'orecchi, cercando di convincere anche me
stessa.
Il tempo che aspettai Leda mi sembrò infinito, ero seduta
nuovamente sul letto e fissavo le foto attaccate all'armadio.
Quanti ricordi, foto di un passato lontanissimo, foto di Leda
in pannolino, Leda e i suoi primi passi.
Foto di un passato meno lontano ma più doloroso, noi due
alle
medie, che indossavamo due gonne uguali. Avevamo ancora il volto di due
bambine ma cercavamo di essere grandi.
Altre foto, altri ricordi, altro dolore, Sempre io e Leda,
l'ultimo giorno di III media, compariva anche Vittorio, i suoi
lineamenti erano ancora morbidi e dolci, in quel periodo lo amavo
davvero tanto, mi chiesi che fine avesse fatto quel ragazzo... esisteva
ancora da qualche parte? o era morto per sempre? Accanto a Vittorio si
intravedeva il sorriso sicuro di Guido, i suoi occhi grandi, le sue
spalle larghe.
Continuai ad osservare l'armadio e improvvisamente sentì le
lacrime arrivarmi agli occhi, quando il mio sguardo si posò
su
una foto.
Due anni prima, nella foto c'eravamo io, Leda, Daniela e Guido..
eravamo così felici, così diversi da adesso,
pensavamo
che saremmo stati amici sempre e comunque, ma forse, questa volta, era
davvero troppo anche per noi.
In quel momento la porta del bagno si aprì e ne
uscì
Leda, mi sembrava incredibilmente stanca, quasi invecchiata di anni.
I suoi capelli sempre perfetti erano legati in una treccia disordinata
ed erano attaccati al volto per le lacrime.
Aveva gli occhi rossi e stanchi, semrbava esile , quasi malata.
-Ci tocca aspettare.. - disse progendomi il test.
Le strinsi la mano , incrociando le mie dita alle
sue. Prima di
guardare il risultato del test un'ultima foto catturò la mia
attenzione.
Leda ad appena 5 anni che cullava una bambola. Leda, che giocava ad
essere madre.
.positivo.
Andrea
Dopo essere stato con Ludovica tornai a casa velocamente, avevo voglia
di farmi una doccia e suonare un pò, era da tanto che non
loo
facevo.
La prima volta che avevo preso una chitarra in mano avevo 13 anni, a
Firenze, mio zio aveva insitito perchè avessi qualche
interesse
oltre la scuola ed Asia.
Inizialmente avevo provato a fare sport, ma mi annoiavo immediatamente,
poi ero passato alla recitazione, ma non ero mai stato interessato a
farmi notare,quindi non faceva per me.
Passai tutta Domenica sera a suonare, da quando ero arrivato a Napoli,
per la prima volta, mi sentivo di nuovo me stesso, in tutto e per tutto.
Era una sensazione che solo la musica sapeva darmi, solo le corde tese
di una chitarra, il suo suono che mi accompagnava.
Questa sensazione svanì definitivamente la mattina dopo,
quando tornai a scuola.
Come sempre entrai nel bar e presi posto accanto agli altri.
-Allora Andrea Sabato una certa Ludovica ti ha catturato.. - disse
Vittorio dandomi una leggera gomitata
-Catturato..? che parolone.. - risposi poco interessato
-So bene che tipo è quella ragazza, ci sono uscito anche io
diverse volte.. pensa, da quando ci sono entrato in contatto ho
cambiato proprio vita, prima ero un mezzo sfigato, stavo sempre con
quelli di classe tua.. De Martini e le sue amiche, insomma..-
Guardai Vittorio, sperando che il mio sguardo di disprezzo fosse colto.
-Non mi risulta che Eleonora sia una sfigata.. - aggiunsi
-Bè sicuro non è Ludovica!- rispose lui
bevendo un sorso di caffè e facendomi l'occhiono.
Per una volta la pensavo come Vittorio, Ludovica non era Eleonora.
Le prime ore di lezione volarono, la professoressa aveva diviso la
classe in due gruppi, uno che doveva andare a fare ricerche
nell'archivio storico e uno che doveva restare in classe.
Con mio sollievo io ero nel secondo, sia Ludovica che Eleonora invece,
erano nel primo.
Così per qualche ora evitai di cercare con lo sguardo gli
occhi
di Eleonora, di scrutarla in silenzio, o di dover ricambiare
l'interesse di Ludovica.
Certo, con lei ci stavo bene, ma questo solo se si trattava di un
rapporto fisico, niente sentimenti, niente impegni e niente
catene,proprio come piaceva a noi.
In cortile, quando Ludovica mi venne in contro, osservai
lo sguardo con cui gran parte dei ragazzi l'ammirava, ero fortunato, la
volevano in tanti, ma io l'avevo. Certo, non ero particolarmente
entusiasta di questo, anche perchè adesso sicuramente non
sarei passato
insosservato.
-Andrea! Non hai idea della rottura in quell'archivio del cavolo!-
disse Ludovica prendendomi sotto braccio
-Immagino..- dissi fingendo interesse
-Senti,
stavo pensando.. perchè stasera non vieni da me? i miei
vanno allo
spattacolo delle gemelle.. - sussurrò sensualmente nel mio
orecchio
-Alle nove?- chiesi
-Alle nove- rispose lei baciandomi vicino all'orecchio e poi sulle
labbra, portandomi in un attimo sulla luna.
Ma
è proprio vero quello che dicono, più alto voli
più male ti farai
cadendo... e infatti scendere dalla luna non fu affatto piacevole.
Bastò incrociare gli occhi di Eleonora alle spalle di
Ludovica, bastò così poco per farmi sentire sotto
terra.
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Capitolo 12 *** 12-L'altro lato della storia ***
L'Altro
lato della storia capitolo 3
Eleonora
Avevo
accompagnato Leda dal medico, che aveva confermato il risultato del
test,
Leda aspettava un bambino e tutto coincideva. Agosto,quella
notte, lei e Guido.
Ero tornata a casa talmente sconvolta che non avevo mangiato niente ed
ero andata a dormire.
Avevo anche cercato di convincere Leda a dormire da lei, ma aveva detto
che era meglio di no, avrebbe finto di avere la febbre e il giorno dopo
non sarebbe venuta a scuola.
Con molta fatica ero riuscita a farle capire che non aveva scelta,
doveva parlare con Guido e doveva farlo il giorno seguente.
Avrebbero dovuto prendere una difficile decisione, avrebbero dovuto
parlare con Daniela e cercare di gestire quella che sarebbe stata
sicuramente una brutta situazione.
Io avevo la testa che mi scoppiava, troppi problemi, troppe cose,
sentivo che sarei scoppiata, ma il difficile doveva ancora arrivare.
Avrei dovuto vivere tra la tensione dei miei tre migliori amici, tra la
gravidanza della mia migliore amica e i miei problemi.
A scuola Lunedì le cose andarono peggio del previsto, Guido
quel
giorno avrebbe parlato con Leda, ma ancora non sapeva niente, io
cercavo di fare finta di niente, di ascoltare Daniela che mi diceva di
essere più felice, perchè con Guido andava
decisamente
meglio.
Fingevo di non avere niente da nascondere, di essere contenta per loro.
Ma dentro stavo impazzendo, non avevo fatto altro che pensare alla mia
amica, alla situazione in cui si trovava.
Per fortuna la professoressa di storia venne in mio soccorso dividendo
la classe in due gruppi, uno per andare all'archivio storico e uno per
restare in classe.
Fui sollevata al massimo di non essere capitata con i miei
amici,
nonostante con me ci fosse anche Ludovica e la sua amichetta non ho
cervello- e-me ne vanto.
Stramente fare ordine nell'archivio della scuola mi rilassò,
non
pensai a niente, catalogavo, ricercavo e ordinavano in silenzio.
Riuscii anche a chiamare Leda un paio di volte per sapere come stava,
se aveva bisogno di qualcosa, ma la risposta era sempre la stessa " ho
bisogno di tornare ad Agosto e non fare la puttana"
La mia giornata peggiorò notevolmente durante l'intervallo,
ero
riuscita ad evitare Daniela e Guido e a scedere con gli altri compagni
in cortile, cosa che, da mesi, evitavo.
Il cortile era pieno di ragazzi dei primi anni, del IV e V ginnasio,
quelli più grandi preferivano vedersi nella terrazza o alla
fine
del cortile, dove posavano le macchine.
Poi, c'era l'angolo del "gruppo di Ludovica e Vittorio", erano anni che
si mettevano seduti sui motorini all'ingresso del bar. Era un posto
perfetto, tutti quelli che passavano li guardavano, qualcuno li
ammirava, qualcuno li invidiava e ,per fortuna, c'era anche chi li
guardava disgustato.
Io ero decisamente tra quelli, da sempre, anche quando ero in IV
ginnasio, non avevo mai desiderato essere una di loro, certo,
avevno i ragazzi migliori, ma io stavo con Vittorio e mi bastava,
avevano anche la fama, ma quella la perdi come niente, per il resto, io
stavo bene comunque.
Quando Vittorio in I liceo era entrato definitivamente a far parte di
quella gente avevo anche provato ad imitare Ludovica, avevo iniziato a
vestire diversamente, ma per fortuna Leda, Daniela e Guido mi avevano
fatto capire che non serviva a nulla.
Quel giorno però feci lo sbaglio di osservare quei motorini,
forse perchè avevo voglia di vedere cosa si diceva nel mondo
dei
"belli e desiderati", ma sarebbe stato decisamente meglio non farlo.
Ludovica stava parlando con Andrea, quando improvvisamente gli
sussurrò una cosa all'orecchio e poi lo baciò.
Andrea con mia sorpresa ricambiò, accarezzandole i capelli,
quando
improvvisamente aprì gli occhi, io ero lì, lo
stavo
fissando.
I suoi occhi chiari si spalancarono per lo stupore, i miei si
socchiusero per la rabbia.
Era decisamente la conclusione migliore di una giornata pessima.
Quando tornai in classe ero talmente furiosa che non riuscii a
non prendere Daniela per un braccio per raccontarle quello
che
avevo visto.
-Ele, non volevo dirtelo, ma Guido, oggi ha sentito Giada e le altre
nel bar, che parlavano di Andrea e Ludovica..-
-Cosa dicevano?- chiesi con un filo di voce
-Niente, non stanno insieme, ma pare che stiano uscendo.. anche se
conoscendo il tipo credo che saltino tutti i convenevoli.. -
-Bè..- avrei voltuo dirle che sarebbe stato meglio dirmelo
prima, che non mi aveva certo una bella sorpresa, ma non era il caso,
la vera sorpresa l'avrebbe avuta lei a breve. - Grazie per avermelo
detto.. -
-Dai Ele, noi ci abbiamo provato, ma se va con quella davvero non ti
merita-
-Pare che tutti i "miei ragazzi" non mi meritino allora... - commentai
ironicamente
-Arriverà..- disse Daniela abbracciandomi -
Arriverà -
Quando tornai a casa mia madre mi disse che aveva chiamato Leda per
dirmi che oggi sarebbe andata da Guido.
Attesi una sua telefonata per tutto il giorno, senza riuscire ad aprire
libro.
Finalmente poco prima di cena il telefono di casa squillò,
ma contro ogni previsione non era Leda.
-Guido?- chiesi meravigliata quando mia sorella mi portò il
telefono.
-Pronto Ele..?- la voce del mio migliore amico suonò
dall'altro lato.
-Guido..-
-Senti.. so che sai tutto.. ecco io.. -parlava lentamente, aveva la
voce molto bassa, doveva aver pianto anche lui, pensai.
-Si, so tutto.. -
-Domani dovremmo dirlo a Daniela e.. ecco, io penso che dopo lei
sarà molto scossa, avrà bisogno di qualcuno.. tu
sei
l'unica che le può stare vicino; non vorrà
parlarmi mai
più così non le potrò spiegare..-
Un senso di tristezza mi invase, l'amava davvero senza limiti.
-Non ti preoccupare, passo a casa sua domani sera, quando avete
intenzione di dirglielo?- chiesi
-Dopo scuola andremo da lei.. - ci fu una pausa, poi un silenzioso
singhiozzo - Oddio Ele cosa ho fatto!-
-Guido.. capisco che sia una brutta situazione, ma devi essere forte,
Daniela capirà, tu l'ami davvero!-
-Si, ma adesso non posso e non voglio lasciare Leda da sola.. -
replicò lui
-Avete deciso cosa fare?- chiesi
-Credo
che terremo il bambino.. è giusto così..-
la sua voce era ancora molto
bassa e una gran tristezza mi invase, molti non avrebbero fatto
così,
molti se ne sarebbero lavati le mani, ma Guido era diverso.
-Adesso Leda è a casa?- domandai
-No, i genitori l'hanno trascinata dai parenti, toccherà
dirlo anche a loro.. -
-Guido.. io ci sono, per qualsiasi cosa.. - dissi cercando di fargli
capire che era davvero così
-Lo so Ele, grazie, ma adesso quello che mi interessa è che
tu stia vicino a Daniela.. e a Leda ovviamente..-
-Lo
farò, ma questo non vuol dire che non ci sia spazio anche
per te, lo
sai che ti voglio bene!- dissi quasi all'orlo delle lacrime
-Te ne voglio anche io - rispose lui.
Quando attaccò scoppiai in lacrime,sicura, che quella sera,
non ero l'unica.
Andrea
Come
promesso alle nove ero a casa di Ludovica, continuavo a dire ai miei
che andavo a casa di amici, che uscivo, che tornavo per cena ma non lo
facevo mai. Tutto questo perchè speravo in una loro
reazione, in un
semplice segno che mi facesse capire di non essere invisibile.
Era
paradossale, il mio desiderio era sempre stato quello di non farmi
notare, di essere uno dei tanti, ma da quando mi ero trasferito era
stato l'esatto opposto e ancora non sapevo se gioirne.
Ludovica come
sempre era perfetta, indossava un pantalone nero ed una felpa rossa,
portava gli occhi truccati anche in casa e i capelli le
cadevano lisci
e morbidi sulle spalle.
Questa volta saltammo ogni convenevole, andammo direttamente nella sua
stanza. Il nostro rapporto era tutto lì.
Restai a casa sua per due ore, parlammo poco e niente, io non amavo
raccontarmi e lei non mi sembrava interessata ad ascoltare.
Come la volta precedente, quando me ne andai, mi accompagnò
alla porta d'ingresso e mi baciò sulle labbra.
Non
ci fu bisogno di menzionare il nostro desiderio di libertà,
ormai c'era
un tacito accordo, nessuno avrebbe mai messo le catene all'altro.
Tornai a casa velocemente, le strade erano quasi deserte e con il
motrino era facile evitare il traffico.
-Mamma, papà sono tornato!- urlai una volta arrivato,
gettando il casco per terra.
-Andrea, tesoro vieni..c'è una sorpresa per te.. -disse mia
madre dal salotto.
Poco convinto seguii la sua voce e la raggiunsi.
-Andrea!- disse una voce vellutata dal fondo della stanza, facendomi
gelare il sangue nelle vene.
-Asia- sussurrai prima di accoglierla tra le mie braccia.
L'abbraccio con Asia mi sembrò durare ore, quando lentamente
ci allontanammo la osservai negli occhi.
Era bellissima, come l'avevo lasciata, forse anche di più
ora che non era mia.
-Asia.. ti trovo.. benissimo.. - dissi posando il mio sguardo sul suo
corpo
-Grazie,
anche tu non sei malaccio.. - dissei lei scherzando, con quell'accento
toscano che tante volte avevo imitato per farla ridere.
-Asia e suo
padre sono venuti qui per lavoro e per salutarci- interevenne mia madre
- perchè voi due adesso non andate un pò di
là a parlare, avrete molte
cose da dirvi.. - propose mio padre, era sempre stato felice del mio
rapporto con Asia.
-Andrea voglio vedere la tua nuova stanza!.- disse lei uscendo dal
sallotto e salendo le scale
-Non
è niente di che.. - risposi, ricordando le parole di
Eleonora quando
l'aveva vista ed il suo sorriso divertito mentre guardava il disegno
dietro al letto.
Asia aprì la porta e con la sua solita camminata elegante
entrò nella stanza.
-Sai cosa ci manca? una nostra foto..- disse osservando le pareti vuote.
-Provvederò- le promisi sorridendo, ero così
felice di vederla.
-Allora Andrea, come stai?- mi chiese sedendosi sul letto e
accavallando le lunghe gambe
-Non saprei, credo bene - risposi
-Ti
conosco tnon te la cavi così, c'è qualcosa che
non va?- chiese
inclinando un pò il volto e posando i suoi occhi grigi nei
miei
-No
è solo che.. è tutto così diverso, la
vita che faccio qui, insomma, non
ci crederai mai ma sono stato catapultato nel mondo dei "bellissimi di
scuola"- dissi ironicamente
-Proprio tu che a scuola preferivi non farti vedere troppo in cortile?-
domandò lei incuriosita
-Esatto- annuii- proprio io..non so chi sono.. Asia, non lo so
più -
-Andre,
è normale, hai la possibilità di rincominciare,
di essere un'altra
persona, di fare tutto quello che non hai mai fatto.. - disse lei
posando una mano sulla mia
-E tu, come stai Asia?- chiesi pronunciando il suo nome con attenzione,
mi piaceva così tanto il suono che aveva.
-Bene, sto bene... però sono venuta a trovarti per un motivo
in particolare.. -
-Dimmi..- dissi senza capire
Osservai
i suoi tratti, i suoi occhi, le labbra, i capelli. Vederla
lì nella mia
stanza mi dava la prova di aver avuto un passato, di avere delle
origini, della cenere da cui rinascere.
-Mio
padre è stato trasferito a New York.. andrò a
vivere là tra due settimane.. -disse
-E così anche tu te ne vai.. - sussurrai con un velo di
malinconia
-Si,
e questa volta non sarà qualche chilometro a dividerci,
volevo dirtelo,
volevo dirti che adesso a Firenze non ci sarò più
io ad aspettarti..-
Si passò una mano tra i lunghi capelli, come faceva sempre e
sorrise
-Andrea,
guarda che lo so anche io... so benissimo che non ci eravamo promessi
niente e che tra di noi era finita da molto tempo, ma non riuscivamo a
direcelo.. E' stato meglio così, rischiavamo di rovinare dei
momenti
bellissimi, io ti ho amato davvero.-
-Mi dispiace che sia finita Asia.. - le dissi veramente convinto
-Già, ma questo non cancellerà mai quello che sei
stato per me.. - disse lei accarezzandomi il volto - il mio primo
amore..-
-Credi che ci rivederemo persto?- domandai
-Non lo so, ma prometto di scriverti..- disse sorridendo - Ti voglio
bene, Andrea -
L'abbracciai
proprio come quando ci eravamo dovuti dire addio qualche mese prima,
respirai il suo profumo, accarezzai i suoi capelli, la strinsi forte.
-Ricordai
che ti meriti di essere felice, senza mezzi termini, senza condizioni..
non scappare dalla felicità, non nasconderti dietro l'ombra
di qualcosa
che non sei- disse lei nel mio orecchio.
-Promettimi che la
prossima volta che ci vedremo tu sarai esattamente ciò che
desideri
essere, promettimi che inizierai da stasera .. -
-Te lo prometto Asia, ma lo stesso vale per te - risposi sciogliendo
l'abbraccio.
Lei sorrise dolcemente, poi infilò una mano nella tasca
della mia felpa ed estrasse il cellulare.
-E adesso, prima di andarmene.. - disse avvicinandosi - Una foto per la
tua stanza !-
Ci
mettemmo in posa e scattammo una, due tre, foto. Ridemmo,
parlammo,
ricordammo i momenti più intensi della nostra storia, quelli
più
divertenti, ma anche tutte le lacrime.
Avevo la certezza di non provare più nulla per lei, ma Asia
aveva il potere di farmi ricordare sempre chi ero e cosa volevo.
E adesso sapevo cosa fare.
*****
Ancora una volta grazie mille per
le recensioni, davvero! Non so proprio come farei senza di voi ^^
Andrea lo trovo anche io
molto incoerente, ma penso che il 90 % dei ragazzi sia così
xD quindi è anche voluta la cosa :)
Ludovica è
vero è meno odiosa di quello che sembra.. ma ci saranno
varie sorprese..
Per quanto riguarda Leda
ed Eleonora mi sono commossa scrivendo il loro discorso, ma
più che mai scrivendo quello con Guido di questo capitolo ..
me lo amaaaa xD
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolooo.. Grazie mille,
davveroooo <3
|
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Capitolo 13 *** 13-L'altro lato della storia ***
L'Altro
lato della storia capitolo 4
Grazie
ancora per le recensioni, questo è l'ultimo capitolo in cui
Andrea ed
Eleonora conducono vite del tutto parallele, non vi voglio anticipare
nulla però xD
Spero che anche questo vi
sia piaciuto e aspetto le vostre recensioni!
Concordo con voi su Guido
è un tesoroooo!! Esisterà un ragazzo
così?
Grazie ancora per i
commmenti! *___*
Eleonora
Martedì
avrei dato qualsiasi cosa per non andare a scuola, sarebbe stata una
situazione drammatica, lo sapevo.
Leda non era venuta, iniziava a rischiare di perdere l'anno per le
troppe assenze.
Guido aveva lo sguardo più triste di questo mondo e cercava
di
tenere Daniela a distanza, che non capiva cosa stesse succedendo.
Andrea e Ludovica erano seduti sempre vicini, continuavano a parlare e
l'immagine del loro bacio mi tornava alla mente in continuazione.
Non riuscivo a non pensarci, Ludovica si era presa anche Andrea, aveva
vinto, come sempre.
Per fortuna anche le giornate peggiori finiscono, così,
quando
la campanella segnò la fine delle lezioni riuscii a tornare
a
casa e a prepararmi per quella sera, quando avrei dovuto affrontare
Daniela.
-Ele ho paura.. tra dieci minuti Guido mi passa aa prendere e andiamo a
dirle tutto.. io non credo di riuscirci.. - mi disse Leda al
telefono quel pomeriggio
-Devi essere forte...ricordati che puoi contare su di me..- dissi
cercando di farla calmare
-Oggi no, oggi tu starai solo con Daniela e devi promettermi che
sarà così fino a quando lei avrà
bisogno di te.. -
disse Leda con voce nasale, di chi deve aver appena pianto.
-Io ci sarò sempre, per te, per Daniela, per Guido, per
questo
bambino- promisi -Quando lo dirai ai tuoi?- chiesi dopo un attimo di
silenzio interrotto solo dal respiro irregolare di Leda
-Penso di farlo la settimana prossima, mio padre ora è fuori
per lavoro.- spiegò lei
-Ci sarò - dissi semplicemente
-Grazie..- rispose lei - se sarà una femmina
porterà il tuo nome- disse poi scherzando.
Era tipico di Leda, trovava il modo di ridere anche nei momenti
peggiori, lei era semplicemente così, talmente forte da
sembrare
invincibile eppure così fragile da non poter andare avanti
da
sola.
-E' arrivato Guido.. io vado.. alle otto a casa di Daniela.. - disse
Leda frettolosamente
-Ti voglio bene , ricordalo- dissi io.
Il tempo sembrò non passare mai, l'oroglogio sembrava aver
deciso di rallentare appositamente per me.
Ma quando la lancetta segnò le otto meno venti avrei
preferito che si fermasse del tutto.
Uscii di casa sentendo le mani che mi tremavano, avevo il cellulare con
me, speravo che Daniela mi chiamasse per dire che sapeva tutto ma non
le importava nulla, che andava bene anche così. Ma quella
telefonata non arrivò mai.
Quando bussai alla porta di Daniela mi venne ad aprire sua
madre,
Giuliana, Daniela viveva solo con lei da anni e anni, da quando suo
padre era andato via.
-Ciao Eleonora, che sorpresa.. Leda e Guido sono appena andati via.. -
disse Giuliana
-Grazie signora Todi, lo so.. scusi se mi prensento così, ma
vorrei parlare con Dani.. - dissi
-Certo, accomodati, è nella sua stanza - disse -
però mi
ha detto di stare male e di non voler vedere nessuno.. - disse poi
guardandomi incuriosita, doveva aver capito che c'era dell'altro.
-Grazie, provo a vedere come sta allora.. - dissi cercando di non farmi
leggere negli occhi tutta la paura che avevo.
Bussai alla porta della stanza di Daniela una volta, poi aprii
lentamente la porta.
Daniela era stesa per terra, aveva il volto nascosto dalle mani, sparse
per terra c'erano decine di foto, di lettere.
-Dani..- dissi con un filo di voce abbassandomi e accarezzandole la
spalla.
Lei alzò il volto e mi gettò le braccia al collo
con una rapidità tale che mi colse impreparata.
Pianse in silenzio, nessuna delle due aveva il bisogno di dire
qualcosa, certe volte le parole rendono tutto più difficile.
Non so per quanto tempo le accarezzai i capelli, le spalle che si
alzanvano e abbssavano per il pianto.
Poi improvvisamente lei si alzò, si mise a sedere e con una
mano asciugò il votlo da ogni lacrima.
-Tu lo sapevi?- mi chiese
Scossi la testa, non sapevo cosa intedesse con lo sapevi, se sapevo
della storia di Leda e Giudo o solo della gravidanza.
-Come hanno potuto?- chiese con ira - Come? il mio ragazzo da anni! la
mia migliore amica!- disse quasi urlando
-Lo so Dani, lo so, ma credimi nessuno dei due ti voleva fare
del male.. -
-Andiamo Eleonora, se fosse successo a te? se una tua amica fosse
andata a letto con Vittorio?- chiese
Io rimasi in silenzio. Era successo.
Anni prima, Vittorio aveva chiuso come me perchè si era
detto addirittura innamorato di una mia carissima amica: Irene.
Irene l'avevo conosciuta in IV ginnasio , proprio come Daniela, eravamo
diventate immediatamente amiche e poi improvvisamente mi aveva
pugnalato alle spalle. Lui mi aveva lasciato per lei, che non aveva mai
chiesto scusa, non si era nemmeno giustificata, semplicemente ci girava
mano nella mano per i corridoi, come se niente fosse.
-Scusa.- disse Daniela, evidentemente le doveva essere tornato alla
mente lo stesso episodio.
-Credo che tu mi possa capire.. - disse
-Si Dani, so cosa vuol dire, ma è diverso. So che tu adesso
sei
tanto arrabbiata e hai ragione ad esserlo. Ma non conosco nessun
ragazzo più innamorato di Guido..e Leda era completamente
ubriaca, sai cosa succede quando beve troppo..-
-Non ci sono giustificazioni, dovevano dirmelo, forse li avrei
perdonati, ma adesso.. adesso c'è di mezzo un bambino e
anche
volendo niente sarebbe più come prima.. -
-Mi dispiace Daniela, non ti meriti tutto questo.. - dssi
abbracciandola.
-Mi fidavo- disse lei tra le lacrime -Io.. non so cosa devo fare.. -
-E' normale, prenditi tutto il tempo, ma cerca di capire che nemmeno
per loro è una bella situazione.. stanno pagando le
conseguenze
dei loro errori.. -
-E io allora? che errore ho fatto?- disse lei soffocando le parole tra
i singhiozzi
-Nessuno, nessuno..- dissi cullandola dolcemente - Nessuno.-
Sentivo gli occhi bruciarmi per le lacrime, ma mi sfrozavo di essere
forte, dovevo farlo per tutti loro.
Quella notte dormii a casa di Daniela, in realtà nessuna
delle due chiuse occhio fino all'alba, quando crollammo esauste.
Andrea
Dopo la vista di Asia mi sentivo un'altra persona o meglio,
mi sentivo di nuovo me stesso.
Andai a scuola con una prospettiva del tutto diversa, volevo vedere
Eleonora, volevo parlarle, volevo osservare le fossette che le
comparivano quando sorrideva.
Ma ad aspettarmi in classe, quando entrai, c'era solo Ludovica che
giocava con la sua penna.
-Andrea!!!! visto che bel tempo oggi!? che ne dici se andiamo a fare un
giro dopo la scuola, con tutti gli altri?- propose
-Veramente Ludovica, oggi dopo scuola vorrei parlarti.. - dissi -
Magari ci beviamo qualcosa, o vengo da te..-
-Mmm da me oggi non puoi, i miei non escono.. ci vediamo al solito bar?
alle sette? - chiese lei sorridendo
-Al solito bar- concordai .
Il resto della mia giornata la passai ad osservare Eleonora,
erano un paio di giorni che la vedevo diversa, stanca, triste.
Mi sarebbe piaciuto chiderle cosa le stava succedendo ma non ne avevo
il diritto, da mesi ormai non ci parlavamo e tutto per colpa mia.
Ludovica invece continuava a parlare di una festa che stavano
preparando e, tanto per cambiare, era da non perdere.
Quando tornai a casa corsi nella mia stanza, avevo deciso di fare
qualcosa, di seguire il consiglio di Eleonora e Asia.
Così iniziai a scavare tra gli scatoloni, in cerca di
qualcosa che potesse dare un tocco diverso alla mia stanza.
Per iniziare spostai il letto, in modo che il disegno si vedesse, poi
stampai le foto con Asia e le attaccai sopra la scrivania, accanto a
vecchie foto che ero riuscito a scovare.
Presi addirittura alcuni articoli di giornale che mi interessavano e
poster dei miei cantanti preferiti.
Finalmente la mia stanza aveva un aspetto differente, ne ero certo,
Eleonora avrebbe detto che era "viva". Mi prese uno strano desiderio di
mostrargliela, di vedere i suoi occhi studiare ogni minimo dettaglio,
di sentire la sua voce, i suoi commenti.
Di rivederla camminare tra quelle mura,così da
avere una seconda possibilità.
Non mi resi nemmeno conto che stavo facendo tardi per l'appuntamento
con Ludovica,quando guardai l'ora.
Scesi velocamente, mettendo la prima cosa che mi passò sotto
mano e prendendo il motorino.
Arrivai che Ludovica ancora non c'era, un classico, si faceva sempre
aspettare.
La vidi spuntare da dietro un'auto dopo qualche minuto, camminava con
la testa alta, sorridendo.
-Ciao- disse baciandomi all'angolo della bocca.
-Ciao.. - risposi rimanendo immobile.
-Allora prendiamo qualcosa? - chiese
-Io preferirei prima parlare- risposi
-Va bene.. - disse lei mervagliata e con un pizzico di paura.
Camminammo per qualche minuto in silenzio, poi mi decisi a parlare.
-Senti Ludovica , lo so che tra di noi non c'è niente di..
serio- dissi scegliendo bene le parole - Ma credo che ultimamente
abbiamo una certa confidenza e anche con una certa frequenza.. -
-Si, giusto- disse lei
-Io.. bè credo che sia meglio chiudere questo rapporto..non
è più solo una cosa occasionale.- dissi alzando
lo
sguardo per incontrare quello di Ludovica.
Lei non si scompose, sorrideva ancora .
-Certo, Andrea, come prefderisci.. non so cosa tu stia insinuando,ma
fidati, per me è sempre stato solo sesso -
-Non sto insinuando niente, Ludovica, ti sto dicendo che voglio
smetterla-
-Come mai hai preso questa decisione?- chiese lei dopo un attimo di
silenzio
-Perchè ho capito che questo non è da me .. e ho
promesso
che smetterò di vivere nell'ombra di qualcuno che
non
sono..- dissi ripetendo le parole di Asia.
- Se è quello che vuoi...-disse lei
-Senza rancore?- chiesi
-Senza rancore Andre?!a..cosa pensi? che adesso piangerò?
non
sai quanti ragazzi posso avere...tu sei solo uno di quello che ho
ottenuto.. - disse lei guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio.
-Perchè devi essere così? perchè non
puoi
ammettere che il tuo è solo un modo per compensare
le
attenzioni che ti mancano?- chiesi gettandole in faccia tutto quello
che pensavo
-Credi davvero che è di questo che si tratta? spiegami
perchè in tutte le storie la cattiva deve avere sempre alle
origini una grande sofferenza, perchè non può
essere
cattiva e basta?-
-Andiamo Ludovica tu non sei cattiva - dissi fermandomi -Ti piace
dipingerti così perchè più facile... -
-E tu che ne sai? cosa ne puoi sapere tu, eh? Io amo camminare per
scuola ed essere guardata , amo i sussurri dei ragazzi quando gli passo
accanto o delle ragazze che si danno leggere gomitate quando mi vedono
con uno dei ragazzi più belli della scuola.
Io voglio essere così, l'ho sempre voluto. Se c'è
un
ragazzo che mi interessa me lo prendo, ci riesco sempre, io non perdo
mai.-
Guardai Ludovica e sorrisi - Forse, bè allora continua
così, vedrai che a furia di vincere tanto potrai solo
iniziare a
perdere..-
-Andrea, non sai cosa ti stai giocando..- disse lei con voce ferma
-Io invece credo di si, se queste sono le regole, io preferisco
abbandonare la partita.. - dissi voltandomi.
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Capitolo 14 *** 14 ***
Ancora
una volta
grazie per i vostri commenti!Da questo momento in poi le
loro storie proseguono insieme.
Capitolo
14
Eleonora
Nonostante avessi dormito solo un paio d'ore, alle 7 io e Daniela
eravamo sveglie e pronte per andare a scuola.
Avevo proposto alla mia amica di saltarla, così avrebbe
evitato di vedere Guido e Leda, che sarebbero venuti sicuramente.
Daniela era ancora furiosa, aveva risposto che non era lei quella che
si doveva nascondere, quella che si doveva vergognare.
A scuola si sedette in primo banco, così da non poter vedere
nessuno oltre la professoressa.
Mi disse che era meglio se io prendevo il mio solito posto e
così feci.
-Come sta?- mi chiese Leda non appena entrai in classe
-E' davvero molto incazzata - spiegai -Leda le servirà
tempo- aggiunsi.
-Tu credi che non sia il caso di parlarle?- domandò Guido
prendendo posto
-No, non credo ... - risposi sinceramente
-Ma..io impazzisco, non mi ha nemmeno guardato.. preferirei che mi
insultasse.. -
-Ieri che ha detto?- domandai
-E' rimasta zitta, non ha fatto domande, poi è scoppiata in
lacrime e ci ha urlato di andare via.. è stato tremendo-
interevenne Leda
-Darei ogni cosa per non vederla così..- sussurrò
Guido mentre l'insegnante entrava in classe.
Con mia estrema sorpresa e piacere notai che Ludovica era tornata a
sedersi vicino alla sua amica, mentre Andrea sedeva qualche banco
più avanti.
Morivo dalla voglia di sapere cosa era successo tra di loro.
Alle unidici, quando la campanella segnò l'inizio
dell'intervallo, Daniela uscì rapidamente dallal classe, la
seguii pensando che avesse bisogno di me.
-Dani.. ti va un cornetto?-proposi
-No.. veramente vorrei predere un pò d'aria- disse lei
-Andiamo alla terrazza??- chiesi
-Si- rispose lei precedendomi nel corridoio.
La terrazza, era appunto un vasto terrazzo al primo piano, dove gran
parte dei ragazzi più grandi si incontrava.
Non avremmo potuto scegliere posto peggiore, poichè in un
angolo
del terrazzo c'erano proprio Leda e Guido che parlavano tra di loro.
Vidi l'espressione di Daniela farsi rigida e contratta, cercai di farla
girare dal lato opposto, o addirittura di allontanarla, ma non ci fu
verso.
Daniela camminò con passo spedito fino ad arrivare da Leda e
Guido.
-Sei una puttana- disse qusi urlando - E tu... tu.. sei uno stronzo,
non voglio vederti mai più!-
Gran parte dei ragazzi si voltò dalla loro parte, molti
iniziarono a bisbigliare teorie assurde che giustificassero l'accaduto.
Io raggiunsi i miei amici, cercando di fermare Daniela, che, rossa in
volto, costinuava a urlare.
-Non vi basta tutto quello che avete fatto? dovete anche parlare
insieme come due innamorati?-
-Dani ti prego - disse Guido con le lacrime agli occhi e cercando di
afferarle un polso.
-Non mi toccare, mi fai schifo!- rispose lei colpendolo sul braccio.
Io ero immobile, tutti gli altri ragazzi avevano smesso di parlare e si
erano radunati intorno a noi.
Vidi Leda scoppiare in lacrime, tanto da arrivare a respirare con
affanno.
-Per me siete come morti- riprese a urlare Daniela - Avrei perdonato
tutto, ma da voi..-
-Daniela ti prego- dissi improvvisamente mettendomi tra lei e Leda.
-Non sono cose che ti riguardano Eleonora, stanne furoi- rispose lei
sconvolta - E tu.. - disse poi guardando Leda negli occhi.
-Tu... come puoi giudicare Ludovica, lei in confronto a te è
una
signora.. sai che ti dico? dimenticati come mi chiamo e chi sono, per
me tu da oggi in poi non sei mai esistita, mi dispiace solo per quella
povera creatura che ti avrà come madre-
Le parole di Daniela rimbombarono nel silenzio della terrazza.
Ci fu un momento in cui nessuno respirò, restammo tutti
immobili.
-Adesso basta- intervenne Guido mettendosi tra le due ragazze - Voi
siete amiche, provateci.. superate tutto questo.. io credo che ci
possiate riuscire..-
-Superare? voi due mi avete rovinato la vita! - disse Daniela ancora in
lacrime - Dovete sparire, non voglio vedervi mai più!-
Leda si portò le mani davanti al viso, nonostante non le
fossi
vicno sentivo il suo affanno, per un secondo i suoi occhi verdi
incontrarono i miei, poi, lentamente, lei cadde a terra, priva di forze.
-Leda!- urlai scaraventando Daniela e Guido per aria.
-Leda!- ripetei scuotendola - Daniela vai a chiamare aiuto- dissi
girandomi verso la mia amica
-Ma io..-disse lei con un filo di voce
-Ti ho detto: vai!- gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
Guido prese Leda in braccio e la fece sedere sulle sue gambe.Io mi
alzai cercando di fare spazio, in modo che riuscisse a respirare.
Daniela tornò dopo poco con due addetti.
-E' crollata improvvisamente, lei è.. incinta-
spiegò la mia amica ancpra sconvolta
-Abbiamo chiamato un' ambulanza, portiamola giù- disse uno
dei due uomini prendendo la mia amica dalle gambe di Guido.
Io scesi tra la folla, riuscendo ad arrivare in cortile giusto in
tempo, feci per salire sull'ambulanza insieme a Guido, ma ci fermarono.
-Sull'ambulanza può salire solo una persona-
spiegò il medico
-Ele.. - disse Guido posandomi una mano sulla spalla - E' mio figlio..
- disse
Feci un passo indietro e annuii, anche se il solo pensiero di lasciarla
andare da sola mi faceva venire i brividi.
Guardai l'ambulanza allontanarsi, mentre tutto intorno a me
continuavano ad affollarsi voci indistine di persone che raccontavano i
fatti, cambiando sempre qualche piccolo dettaglio.
Poi improvvisamente la sua voce mi fece voltare.
-Eleonora vieni con me - disse Andrea
-Cosa?- chiesi non capendo
-Tu vieni e basta-rispose lui tirandomi per un braccio.
Ci facemmo strada tra la folla, riuscendo ad arrivare fino al cancello.
-Ascoltami, so che la stanno portando all'ospedale Pellegrini- disse -
Ti ci porto io - disse avvicinandosi al motorino
-Ma .. la scuola noi..- dissi ancora confusa
-Il preside è un amico di famiglia, non farà
storie.. e
quello che conta adesso è la salute di Leda- disse lui serio
e
passandomi un casco
-Allora ti fidi di me?- chiese poi salendo sul motorino.
-Si- dissi con una leggero sorriso- Mi fido-
Andrea
Sapevo
che l'aver detto quelle cose a Ludovica avrebbe avuto delle conseguenze
e infatti, il giorno successivo il mio posto era stato occupato da
un'altra ragazza.
Mi trovai seduto in terzo banco nella stessa fila accanto ad una certa
Valeria, che, onestamente, non saprevo nemmeno che voce avesse.
Durante tutta la lezione sentivo gli occhi di Ludovica putati su di
me, questo sarebbe stato il suo momento di gloria, lei mi
stava
dimostrando a cosa avevo rinunciato.
Quel giorno però la mia attenzione era tutta riservata ad
Eleonora, avevo la certezza che fosse successo qualcosa con i suoi
amici e non doveva essere una sciocchezza.
Mi ripromisi di parlarle durante l'intervallo, forse potevo ancora
dimostrarle che non ero solo un ragazzino.
Non appena suonò la campanella però Eleonora
uscì
rapidamente dalla classe senza darmi il tempo di seguirla e venni
nuovamente travolto da Ludovica.
-Ciao Andrea..- disse con aria di superiorità
-Ciao, Ludovica..- ricambiai alzando una mano in cenno di saluto
-Allora è stato interessante questo tuo primo giorno "fuori
dai giochi"?- mi chiese
-Direi che è presto per dirlo.. - risposi fissando la
ragazza
che le era accanto. Doveva essere entusiasta del fatto che adesso
poteva sedere di nuovo al suo posto.
-Fammi sapere poi.. - rispose Ludivica uscendo dalla classe e
voltandosi un'ultima volta a fissarmi.
Per quanto fosse strano mi sentivo un pò perso, dopo mesi di
amicizia con Ludovica avevo un gruppo e adesso mi toccava
fare
tutto da solo se non volevo passare le giornate in solitudine.
In teoria avrei accettato quest'opzione senza problemi, ma avevo deciso
di essere felice senza mezzi termini e così doveva essere.
Decisi di girare per la scuola e mi trovai ad arrivare alla "Terrazza",
dopo il cortile era la meta preferita degli studenti.
C'era davvero molta gente nonostante il tempo non permettesse
più di stare all'aria aperta senza coprirsi.
Molti ragazzi fumavano in un angolo e altri invece semplicemente
parlavano, scambiandosi i resoconti delle prime ore di lezione.
Fui felice di notare che c'erano anche Eleonora e i suoi
amici; mi accorsi solo dopo qualche minuto, però, che c'era
qualcosa che non andava.
Molti ragazzi si erano radunati intorno ai quattro amici che litigavano
furiosamente.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo e facevo fatica anche a
cogliere le parole che dicevano, nonosnte le urlassero con rabbia.
Ero troppo preso dall'osservare Eleonora, lei se ne stava ferma con
un'espressione spaventata, cercava di intervenire, ma la furia di
Daniela la allontanava.
Mi prese un gran senso di protezione, come se dossi salvarla da tutto
questo, dalla tristezza.
-Ma che sta succedendo?- chiesi ad un ragazzo alla mia destra
Lui alzò le spalle -Credo che stiano litigando
perchè una
ha fregato il tipo all'altra- rispose poi facendo un altro tiro di
sigaretta.
-Qui ci scappa una bella rissa tra pantere!- intervenne un suo amico
con un'espressione elettrizzata.
Mi decisi ad andare in suo aiuto, magari ad ascoltare cosa stava
succedendo, ma improvvisamente Leda cadde a terra.
L'urlo spaventato di Eleonora fece cessare ogni bisbiglio, ogni strana
teoria che ii presenti continuavano a raccontarsi.
Perfino i due ragazzi che mi erano vicini smisero di parlare della
bellezza di una rissa tra ragazze.
In pochi istanti si concentrò la folla intorno alla ragazza
priva di sensi, mentre qualcuno scese a chiamare aiuto.
I miei sforzi di farmi largo si rilevarono del tutto inutili,
così fui costretto ad allontanarmi.
Decisi di scendere in cortile, saperando di capirne di più
da qualche ausiliare.
-Andrea ma cosa sta succedendo? perchè è errivata
l'ambulanza del Pellegrini?- mi chiese Vittorio non appena arrivai
giù.
-Niente, una ragazza è svenuta.. - spiegai
Lui mi guardò perplesso.
-Stavano litigando Daniela, Guido, Leda ed Eleonora e..-
-Chi è svenuto?- chiese lui interrompendomi
Ero quasi certo di aver visto nei suoi occhi un'ombra di paura che
svanì non appena dissi il nome.
-Leda-
In quel momento la folla di studenti scese le scale, seguendo
due uomini che portavano la ragazza in braccio.
L'ambulanza era agià pronta ed i cancelli aperti.
Vidi Eleonora fare come per salire, ma tirarsi indietro quando Guido le
disse qualcosa.
Vidi la sua espressione piena da paura, riuscii ad
avvicinarmi, tra spintoni e gomitate dei ragazzi che la
circondavano.
-Eleonora
vieni con me - dissi
Lei si voltò meravigliata
-Cosa?- chiese dopo un attimo di incertezza
-Tu vieni e
basta-risposi prendedola per un braccio e facendomi largo tra la folla.
La portai fino al cancello da dove era appena uscita l'ambulanza.
-Ascoltami, so che la stanno portando all'ospedale Pellegrini-dissi -
Ti ci porto io -aggiunsi, sperando che non mi prendesse per un pazzo
-Ma .. la scuola noi..- disse lei voltandosi verso l'edificio
-Il preside è un amico di famiglia, non farà
storie.. e
quello che conta adesso è la salute di Leda- spiegai,
prendendo il casco che le avevo già prestato una volta.
-Allora ti fidi di me?- chiesi posi salendo sul motorino
-Si... Mi fido- rispose lei accennando un sorriso.
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Capitolo 15 *** 15 ***
Ancora
una volta grazie per quello che scrivete e anche a tutti coloro che
hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti. *__*
Fatemi sapere che ne pensate.. inizia a mancare poco alla fine (almeno
credo xD)
Capitolo
15
Eleonora
Arrivammo all'ospedale dopo qualche minuto, chiedemmo dove era stata
portava Leda e ci dissero che era ricoverata d'urgenza.
-Andrà tutto bene- disse Andrea posandomi una mano sulla
spalla.
Mi voltai a guardalo, era davvero incredibile .. dopo tanto tempo ci
eravamo ritrovati, e in un momento del genere.
-Leda... aspetta un bambino - dissi a bassa voce
Lui rimase immobile, non mi chiese di chi era o niente del genere. Non
perse tempo in futili pettegolezzi.
-Se la caveranno -
Continuai ad aspettare con Andrea nel corridio dell'ospedale fino a
quando da una sala non uscì Guido.
-Guido!- dissi correndogli incontro - Come sta?-
Lui si sfilò la maschierina, notai solo in quel momento che
aveva gli occhi rossi.
-Dice il medico che ha avuto un aborto spontaneo -
-Il bambino è.. - chiesi a bassa voce
-Si.. - la voce di Guido era piena di dolore.
Lui era fatto così, nonostante questo bambino sarebbe stato
solo un problema la sua perdita gli faceva davvero male.
-E Leda?- chiesi
-Lei sta bene, stanno facendo degli accertamenti ma deve restare sotto
osservazione.. tra poco arriveranno i suoi e mi toccherà
parlarci-
-Se vuoi posso farlo io .. - proposi
-No, Ele, devo prendermi le mie responsabilità- rispose lui
Gettai le braccia intorno al collo di Guido, lo abbraccia forte, ma una
voce alle nostre spalle ci interruppe bruscamente.
-Come sta.. stanno?- chiese Daniela
Aveva ancora una strana espressione, tra il dolore, la rabbia e il
senso di colpa.
Feci due passi indietro, lasciando Guido a spiegare cosa era appena
accaduto , e tornai da Andrea.
-Allora?- domandò lui con aria preoccupata
Rimasi immobile, le gambe mi tremavano, avevo paura di perdere i sensi
da un momento all'altro, per fortuna, quasi come se potesse leggere
nei miei pensieri, Andrea mi abbracciò.
Sentivo il calore del suo maglione, l'odore del suo profumo, le sue
braccia forti tenermi stretta.
-Ha perso il bambino- dissi in un singhiozzo - Ed è ancora
sotto accertamenti.. -
Lui mi accarezzò i capelli, mi baciò la fronte e
continuò a tenermi stretta al suo petto.
-Vedrai che starà bene, è una ragazza forte-
disse con un filo di voce.
Quelle parole mi facevano sentire bene, mi sembrava che le cose
dovessero andare esattamente come diceva lui, perchè non mi
poteva mentire.
Lentamente sciolsi l'abbraccio con Andrea mio malgrado.
-Senti tu.. se vuoi puoi andare a casa io voglio restare qui- gli dissi
guardandolo negli occhi.
-No, rimango anche io, sempre se non è un problema- rispose
lui
scossi la testa, mi persi nei suoi occhi che tanto mi erano mancati.
Daniela e Guido avevano smesso di parlare da un pò, quando
arrivarono i genitori di Leda.
Li vidi gesticolare nervosamente, passarsi una mano tra i capelli, sua
madre scoppiò anche in lacrime e suo padre si
avvicinò
pericolosamente ad Guido.
Pensai di intervenire, ma per fortuna il fratello di Leda
fermò il padre e lo allontanò dall'amico.
-Sono una stronza- disse Daniela avvicinandosi a me ed Andrea
-Non dire così, Dani- dissi posando una mano sulla sua
spalla.
-Ha detto il medico che Eleonora è svenuta perchè
è stata sottoposta d un grosso stress e questo ha
compromesso la
sua gravidanza, se non l'avessi attaccata in quel modo forse non
avrebbe perso il bambino- disse lei scoppiando a piangere
-Non è stata colpa tua, era normale che tu fossi scossa.. -
dissi cercando di consolarla.
-Adesso avranno ragione ad odiarmi, adesso il mio dolore non
è nulla in confronto a loro.. - disse lei
-E' stato un incidente, perchè non parli con Leda non appena
sarà possibile?- proposi
-Non so se ci riesco - disse Daniela asciungandosi gli occhi con la
manica - Ma adesso perchè non vai da lui? - chiese poi
facendo
un cenno alle mie spalle - E' stato un tesoro a portarti qui, non sai
che putiferio è sucesso a scuola, la professorella
Cerì voleva sospendervi, per fortuna gran parte della classe
ha
protestato .. -
Mi voltai leggermente per osservare Andrea che parlava al
cellulare alle mie spalle, ero davvero felice che fosse con me.
Andrea
Quando
uscii da scuola accellerai, volevo cercare di fare il prima possibile,
sapevo che Eleonora aveva paura e desideravolo solo aiutarla.
In generale non amavo gli ospedali, quando ero piccolo mio nonno era
stato male ed ero stato costretto a passarci molto tempo.
Cercai di fare forza ad Eleonora anche se con frasi che mi suonavano
scontate e banali.
Lei mi raccontò che Leda era incinta, che le paure erano due.
Non chiesi chi fosse il padre, non mi interessava in quel momento,
perchè mi era chiaro che la faceva stare male.
Restammo in attesa per diverso tempo nel corridoio dell'ospedale, tutto
era così triste, così bianco e spoglio.
Poi improvvisamente da una porta arrivò Guido.
Eleonora
lo raggiunse quasi correndo, io rimasi immobile, non volevo essere
invadente, ci sarei stato quando avrebbe avuto bisogno da me, ma non
volevo sembrare opprimente.
Vidi Eleonora tornare verso di me con un'aria stravolta, avevo quasi
paura che potesse crollare da un momento all'altro.
L'abbracciai, stringendola contro il mio petto, facendole sentire che
io ero lì non per dovere, ma per volere.
Restammo abbracciati per un pò di tempo, mi sentivo
stranamente sereno stringendola tra le mie braccia.
Mi disse che la sua amica aveva perso il bambino, la sentii tremare un
pò per il dolore e un pò per la paura.
Lascia che la mia presa si facesse più forte, mentre mi
perdevo nel profumo dei suoi capelli.
Poi
lentamente lei si staccò, mi guardò dolcemente
negli occhi, il suo era
uno sguardo che non sa mentire, e quel giorno ci leggevo dentro tutta
la paura..
-Senti tu.. se vuoi puoi andare a casa io voglio restare qui- mi disse
-No, rimango anche io, sempre se non è un problema- risposi,
desideravo solo starle vicino.
Lei scosse la testa, facendo muovere i suoi capelli e continuando a
fissarmi .
Restammo
ancora qualche minuto l'uno negli occhi dell'altra, tra di noi c'era
qualcosa di speciale, ci eravamo capiti immediatamente, ma avevo come
l'imperssione che a tutti e due questa cosa facesse anche un
pò di
paura.
Io ero troppo preso dal pensiero di dover cambiare nuovamente
città per poter accettare l'idea di iniziare a vivere
davvero.
Per
fortuna la vistia di Asia mi aveva fatto aprire gli occhi, non avevo
voglia di aspettare, volevo vivere e volevo farlo nel migliore dei
modi. Non sapevo perchè, ma questo in qulache modo
comportava che con
me ci fosse anche lei.Eleonora.
-Sono una stronza- disse improvvisamente Daniela venendo dalla nostra
parte
-Non dire così, Dani- disse Eleonora distogliendo lo sguardo
da me e dedicandosi all'amica.
Non
volevo essere invadente, stavo iniziando a capire come erano andate le
cose, Leda doveva aspettare un bambino da Guido e ovviamente questo
spiegava le urla di Daniela.
Un gran senso d'affetto mi riempì il
cuore, in tutta questa situazione Eleonora aveva solo il duro compito
di far stare bene gli altri, di essere vicina a tutti, a prendersi cura
di lei non c'era nessuno... e forse, l'avrei potuto fare io.
In quel momento mi squillò il cellulare, facendomi vibrare
la giacca.
-Mamma..- dissi rispondendo
-Andrea
ma cosa ti è saltato in testa? andare via da scuola durante
le lezioni?
ma sei impazzito! per fortuna il preside ci ha chiamato .. - La voce di
mia madre risuonava quasi isterica
-Mamma sono all'ospedale, ho
portato una mia amica ... c'è stato un incidente a scuola
e.. - cercai
di spiegare ma lei mi interruppe..
-Non mi interessa niente! - rispose lei urlando -Capisci cosa hai
fatto?-
-Mamma
sono stufo!- dissi io perdendo la pasienza - Ho fatto quello che mi
sentivo e devi smetterla di fare la madre presente quando ti fa
comodo.. non mi hai mai chiesto come stavo, se ero felice, niente.
Quindi adesso smettila, tornando indietro rifarei la stessa cosa-
Dall'altro
lato del telefono mia madre rimase in silenzio, immaginvano la scena,
stava sgranando i suoi occhi azzurri e apriva e chiudeva la bocca,
senza trovare le parole.
Non le avevo mai parlato così, un pò mi sentivo
in colpa, ma dovevo dirle quello che pensavo.
-Adesso
scusami ma devo andare.. - dissi - spero che tu capisca
perchè l'ho
fatto e anche se non ci riuscirai sappi che io sono fatto
così, forse
non mi conosci, forse non conosci tuo figlio.- aggiunsi attaccando il
telefono.
Eleonora parlava ancora con Daniela, ma in quel momento
si voltò dalla mia parte e i nostri sguardi si incrociarono
di
nuovo,Eleonora accennò un sorriso.
Sì, l'avrei fatto altre mille volte, quel suo sorriso
ripagava di ogni rischio.
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Capitolo 16 *** 16 ***
Cavolo, da quanto tempo che
non scrivo u.U volevo scusarmi ma Maggio è
un mese m i c i d i a l e ... oltre al mio compleanno (yeee + 16) ho
circa un compito ed un'interrogazione al giorno...e poi diciamo che il
mio stato emotivo è cambiato, quindi la storia faccio fatica
a
scriverla sulla stessa linea, diciamo che c'entra un ragazzo...
<3
Spero comunque che
questo capitolo vi piaccia e che dopo tutto qursto tempo non vi siate
rotti di aspettare!
Scusate gli
Orrori ma non ho aveuto modo di controllare tutto per bene!
Un bacione
E.
Eleonora
Non
appena Daniela si fu calmata, mi avvicinai ad Andrea, che aveva appena
spento il cellulare.
-Senti, Andrea, io resto qui.. ma se tu.. se vuoi tornare a casa fai
pure- gli dissi
-No..se per te non è un problema mi farebbe piacere
restare.. - propose lui con mia grande sorpresa e gioia
-Io.. per me va bene- risposi leggermente imbarazzata.
Prendemmo posto di nuovo sulla panca, aspettando che qualcuno ci
dicesse qualcosa, ma niente.
Il tempo passava con una lentezza spaventosa, erano ore che eravamo in
quel posto e non avevamo avuto notizie, nè buone
nè
cattive.
Sapevo solo che Leda stava dormendo e che non potevamo vederla; i suoi
genitori continuavano a camminare per la stanza, Guido e Daniela erano
abbracciati un angolo, non era un buon momento per nessuno .
-Scusate- disse un medico poendo fine a quell'attesa - Sono il Dr.
Fermaino... il medico di Leda-
I genitori della mia amica gli strinsero la mano, chiedendo notizie
della figlia.
-Leda sta bene, ha perso il bambino a causa si uno stress eccessivo, ci
sono state alcune complicazioni che non potevano essere evitate. Adesso
la ragazza sta riposando, ha perso i sensi per molto tempo, quindi
dovremo tenerla un paio di giorni in osservazione.. - spiegò
il
dottore
-Corre rischi?- chiese il fratello della mia amica
-Qualche rischio si corre sempre in questi casi, ma possiamo dire con
certezza che se passerà questi due giorni in ospedale
potrà tornare alla vita normale- rispose sorridendo il medico
-Grazie dottore- disse la madre di Leda stringendogli la mano.
-Adesso però vi devo chiedere il piacere di tornare a casa..
potrà restare uno di voi con Leda se vuole, ma gli altri
dovranno tornare domani mattina in orario di vistita.. -
Tutti i presenti si scambiarono uno sguardo indagatore.
Gli occhi neri del fratello di Leda si posarono su Guido, che
annuì e abbassò la testa.
Io osservai i genitori della mia amica che parlavano a bassa voce,
avrei voluto restare io, ma era troppo presuntuosa una richiesta del
genere.
-Ele, noi andiamo - disse Daniela avvicinadosi e dandomi un leggero
bacio sulla guancia.
-Ciao Andrea- aggiunse poi salutando anche il ragazzo alla mia destra
Lui ricambiò con un cenno della testa ed un leggero sorriso,
doveva essere abbastanza scosso, avevo come l'impressione che odiasse
particolarmente gli ospedali .
-Voi che ti porto a casa?- mi chiese quando gli altri furono andati via.
-Veramente preferisco andare in posto, se non ti dispiace
accompagnarmi, tanto non è lontano.. -
-Ceto- rispose sorridendo - non è affatto un problema!-
Uscimmo dall'ospedale che il cielo si era fatto scuro e iniziava a fare
freddo.
-Allora dove ti porto di bello?- chiese Andrea mettendo in moto il
motorino.
-Perchè non fai guidare me?- proposi - Daiii prometto che
non faccio danni!- dissi cercando di fare gli occhi dolci
Andrea sorrise, rimase un attimo in silenzio e poi
acconesentì.
-Però non andare veloce e fai attenzione- disse salendo.
Quando arrivai a destinazione Andrea scese dal motorino e sganciandosi
il casco mi sorrise.
-E' bellissimo qui.. - disse osservando il mare
-E' un lido che gestisce un amico dei miei.. d'estate è
pieno di
gente, ma in questo periodo non viene mai nessuno .. -spiegai scendendo
a mia volta.
-E' il posto che preferisco..- aggiunsi osservando Andrea contemplare
quel luogo.
Lui rimase in silenzio per un attimo, poi sembrò tornare
alla realtà e mi sorrise gentilmente.
-Bè Ele adesso ti lascio sola al tuo posto- disse con un
filo di voce riavvicinandosi al suo motorino.
-Aspetta!- dissi posando una mano sul suo braccio.
Lui si voltò verso di me con uno sguardo in curiosito, non
volevo farlo andare via, lo volevo con me.
-Ecco.. so che hai già fatto tanto per me oggi, ma ti
andrebbe di restare qui con me?- chiesi
Andrea mi sorrise di nuovo -Mi farebbe davvero piacre- disse poi.
Ci andammo a sedere sulla sabbia fredda, ormai era sceso quasi del
tutto il buio, il rumore delle onde si mischiava a quello di
un
leggero venticciolo che ci accarezzava i volti.
Restammo in silenzio per non so quanto tempo, ognuno perso a
contemplare qualcosa in quel blu del mare, ognuno con la sua storia
alle spalle, con i proprio ricordi e pensieri, ma cosa più
importante, con la consapevolezza di non essere solo.
-Posso fartiuna domanda?- chiesi improvvisamente rompendo quel silenzio
Andrea si limità ad annuire energicamente.
-Cosa c'è tra te e Ludovica?- chiesi cercando di non
voltarmi nella sua direzione, sapendo che mi stava guardando.
-Bè..- Andrea sospirò - Niente adesso.. ma devo
dire che
per quel poco che ci siamo "frequentati" mi ha fatto capire diverse
cose.. -
Questa volta non voltarmi verso di lui mi fu impossibile -Davvero?-
chiesi tra il meravigliato e il sarcastico
-Davvero.. non è come sembra, si Ludovica è una
stronza,
bellissima , presuntuosa .. e stare con lei è stato un
errore,
ma senza sbagliare non potremmo mai imparare.. no?-
spiegò
lui.
E alla mia mente tornò improvvisamente l'immagine
di Vittorio e del suo sorriso mozzafiato.
-Ludovica vince sempre.. - dissi quasi più a me stessa che
ad Andrea.
-Non credo...- rispose lui ancora osservando i miei tratti
-E invece sì, ti voleva e ti ha avuto e prima di te l'ha
fatto con tanti, ma tanti ragazzi.. -
-Ma adesso è sola.. nessuno di quei ragazzi è
rimasto.. -
osservò lui e per la prima volta vidi Ludovica sotto una
luce
diversa : era sola.
Ritornammo ognuno nei propri pensieri, assaporando di nuovo
quell'accogliente silenzio. Sono rare le persone con cui non ti senti
in imbarazzo quando non hai niente da dire.
-Adesso tocca a me..- disse improvvisamente Andrea stendendosi e
appoggiandosi sui gomiti.
-Cosa vuoi sapere?- chiesi io incuriosita e posizionandomi invece su un
fianco.
-Cosa c'è tra te e Vittorio?- domandò rapido,
senza giri di parole.
Rimasi ammutolita, sentivo il cuore battermi irregolarmente, non volevo
spiegare, non volevo tornare a quei ricordi, di nuovo.
Andrea parve renderse conto e mi assicurò che se volevo
potevo anche non parlare.
-Non devi dirmelo per forza, era curiosità la mia.. -
-No- dissi rapidamente era giusto che adesso fossi io a "svelarmi" -
Vittorio è stato il mio primo ragazzo, il primo che ho
amato, il
primo per cui ho sofferto da morire, prima era un'altra persona, era
totalmente diverso... stavamo bene insieme, davvero bene.. -
-Cos'è successo?- domandò con un filo di voce
Andrea
-Ludovica ha vinto- dissi, ed era così', aveva voltuo anche
Vittorio nel suo "giro" e l'aveva avuto - E adesso lui sembra non
ricordarsi nemmeno che siamo stati "Noi" un tempo -
-Se vuoi il mio parere se lo ricorda e anche molto bene .. - disse
Andrea.
Ormai la notte ci aveva avvolti del tutto, sentivo lal sua voce
vellutata, ma non riuscivo a distinguere bene i suoi tratti.
-Cosa te lo fa pensare?- domandai incuorista, ma senza illudermi che
potesse essere vero.
- Non gli sei indifferente, ti cerca con lo sguardo, è
geloso, ha paura per te.. - rispose lui.
Sentii una strana euforia invadermi, forse Vittorio ancora ci teneva a
me, forse non era tutto andato perso, ma era davvero giusto provare a
tornare al passato?non sarebbe stato meglio affrontare il futuro?
-Ti è mai capitato di amare una persona a tal punto da
odiarla
perchè sai di non poter vivere senza di lei ?- chiesi
Andrea rimase un momento in silenzio, come per riflettere.
-Ho amato una sola volta in vita mia e non mi è successo..
-rispose.
-E' una brutta sensazione, quando sai che gli stai dando un'arma
infinita, quella di distruggerti.. -
-Credimi, certe volteavrei voltuo provare anche io questa sensazione e
invece ho visto il mio amore consumarsi al punto tale da svanirmi dalle
mani in poco tempo.. - rispose lui.
Mi lasciai andare indietro, stendendomi accanto a lui, tenendo le mani
dietro la testa e osservando il cielo stellato.
- Credo che non ci sia amore senza dolore... - dissi
-Lo credo anche io, ma vale la pena di rischiare e di soffrire.. -
aggiunse Andrea.
Mi voltai per cercarlo, avevo voglia di osservare i suoi occhi, ma era
tutto troppo buio.. rimanemmo nuovamente in silenzio, questa volta
però, non ci vedevo niente del mio passato, nessun momento
vissuto con Vittorio, nessuna lacrima, nessun sorriso. In quel cielo
stellato, in quel momento, ci vedevo solo gli occhi di Andrea..
-Senti.. Eleonora io volevo.. - la sua vioce mi scosse da quei pensieri
- Volevo chidederti scusa- proseguì
-Scusa di cosa?- domandai spiazzata
-Per come mi sono comportato con te a casa mia e anche in tutte le
settimane dopo a scuola.. - rispose lui.
-Non devi scusarti- dissi sinceramente convinta - Sei libero di fare
quello che vuoi.. - La mia non era una predica, volevo essere sincera
al massimo.
-Io
non credo- rispose Andrea con assoluta calma - Ti avevo detto di non
essere pronto.. ti avevo fatto capire dei non volere legami, ma poi mi
sono buttato tra le braccia di Ludovica, non sono stato molto coerente-
spiegò.
-No, in effetti non lo sei stato affatto - risposi osservando i
lineamenti del suo volto nel buio della notte.
-Ma
vedi... è diverso, Ludovica non mi dava nessuna certezza,
con lei non
c'era niente di pianificato... non potevo nascere niente di serio,
niente di vero. Con te invece...- proseuì lui
-Frena Andrea- lo interruppi bruscamente - Io non ti avevo mica chiesto
di stare insieme.. - gli feci notare
-No, lo so, ma sapevo già che rischiavi di diventare
indispensabile per me- rispose lui.
Avrei
dato qualsiasi cosa per vedere i suoi occhi in quel momento, per
leggerci dentro quelle stesse parole che mi stavano facendo battere il
cuore più velocemente del solito.
-Volevo solo scusarmi, come mio
solito sono scappato via, ho preferito evitare dei stare bene -
concluse lui, ritornando a fissare il cielo.
Io rimasi senza parole, non sapevo che dire, avrei voltuo avere una
risposta, una frase, ma non sapevo nemmeno io cosa pensare.
Feci
un respiro profondo e mi stesi su un fianco, così da poter
avere il
mio volto vicino a quello di Andrea, sperando che anche nel
buio della
notte il suo sorriso potesse fare luce.
-Grazie- dissi poi semplicemente.
Lui si voltò dalla mia parte, potevo osservare le sue
labbra, i suoi lineamenti.
-Grazie
di cosa?- domandò
-Di avermi spiegato, di essere qui con me.. per essere rimasto al mio
fianco in ospedale, per tutto-
Lentamente una mano di Andrea si posò sulla mia guancia.
Aveva un tocco caldo, nonostante il tempo, la sua mano al contatto con
la mia pelle fredda mi fece sussultare.
Lentamente si spostò con le dita tra i miei capelli,
accarezzandoli lentamente.
Io mi abbassai fino ad arrivare all'altezza del suo volto, adesso
potevo vederlo e stavo improvvisamente bene.
Lui mi diede un leggero bacio in fronte e sorrise.
-Grazie a te per avermi permesso di starti accanto- rispose poi
sussurrando.
Io posai la testa sul suo petto, mentre le sue mani giocavano ancora
tra i miei capelli.
Chiusi gli occhi finalmente più serena, perdendomi sul ritmo
irregolare del suo cuore, che accompagnava il mio respiro.
Andrea
In
ospedale il tempo sembrava non passare mai.
Eravamo ancora tutti lì, erano passati alcuni compagni di
classe e parrenti.
Erano
arrivati con quel fare ansioso di chi è spevantato, ma vuole
solo
andarsene via. Come se stesse dovesse svolgere uno spiecevole compito.
Eleonora continuava ad avere la paura negli occhi e avrei fatto
quasiasi cosa per fargliela sparire.
Per
fortuna il medico posefine a quell'attesa snvervante, dicendo che Leda
stava meglio ma che con lei poteva restare solo una persona, gli altri
sarebbero dovuti tornare in orario di visita.
Sapevo che Eleonora
sarebbe voluta restare, ma si fece da parte, capendo il dolore dei
genitori e in quel momento avreisolo voluto stringerla forte forte a me.
-Voi
che ti porto a casa?- domandai non appena furono andati tutti via
-Veramente preferisco andare in posto, se non ti dispiace
accompagnarmi, tanto non è lontano.. - mi rispose lei con un
filo di
voce
-Ceto non è affatto un problema!- risposi sinceramente
sollevato all'ideache mi avesse chiesto di accompagnarla
Uscimmi
finalmente dall'ospedale, la notte stava prendendo il posto al giorno,
faceva decisamente più freddo ed il cielòo era
più scuro.
-Allora dove ti porto di bello?- domandai mettendo in moto il motorino
-Perchè non fai guidare me?- chiese improvvisamente lei, poi
vedendo
che la mia espressione era poco convinta provò a fare gli
occhi dolci,
ai quali non ho mai saputo resistere - Daiii prometto che non faccio
danni!- dissi cercando di fare gli Mi ritrovai a sorriderle e fui
costretto ad accettare.
Nonostante
le avessi chiesto di non andare veloce, Eleonora continuava a
sfrecciare rapida per la strada, quasi come se s tesse scappando da
qualcosa o come se stesse correndo dietro a qualcuno. Mi dissi che
forse voleva solo lasciarsi alle spalle l'ospedale, ma quando
finalmente la sua corsa terminò, mi resi conto che
desiderava arrivare
in fretta all'arrivo e non scappare dalla partenza.
Eravamo infatti
arrivati ad un lido, il mare bagnava la sabbia, non c'era nessuno,
sembravamo i soli a conoscere quel posto... e mi sentivo libero.
Avevo davanti il mare che si confondeva con il buio della notte, il suo
rumore mi dava un senso di pace.
-E'
bellissimo qui.. - dissi rapito da quel panorama
-E' un lido che gestisce un amico dei miei.. d'estate è
pieno di
gente, ma in questo periodo non viene mai nessuno .. -spiegò
lei
-E' il posto che preferisco..- aggiunse poi
Continuai
ad osservare l'orizzonte, aveva fatto bene a correre così
velocemente,
era necessario essere lì prima che il buio avvolggesse
tutto, prima che
gli occhi non fossero più in grado di catturare niente
-Bè Ele adesso ti lascio sola al tuo posto- dissi rendendomi
conto che forse aveva bisogno di stare da sola.
-Aspetta!- mi d isse lei prendendomi per un braccio.
Mi voltai lentamente, osservando le sue labbra.
Sorrisi -Mi farebbe davvero piacre- semplicemenete non desideravo altro.
Scendemmo
tutti e due sulla sabbia, i capelli di Eleonora continuavano a caderle
sulle spalle, accarezzati dal vento che soffiava lentamente.
Ci sedemmo vicini, ma nessuno dei due disse niente.
Mi persi di nuovo in quel panorama, il ricordo di quando ero piccolo e
venivo a mare a Napoli mi tornò alla mente.
Quanto tempo era passato, quanto era più facile essere un
bambino...
-Posso fartiuna domanda?- chiese improvvisamente Eleonora ponendo fine
a quel silenzio
Feci cenno di sì con la testa.
-Cosa c'è tra te e Ludovica?- Domandò lei
irapidamente.
Mi voltai per osservala, i suoi occhi castani continuavano a fissare un
punto del mare, evitando così i miei.
-Bè..niente adesso.. ma devo dire che
per quel poco che ci siamo "frequentati" mi ha fatto capire diverse
cose.. - cercai di spiegare
Eleonora si voltò verso di me, con un'espressione
e un tono che espirmeva tutto il suo odio nei confronti di quella
ragazza.
-Davvero.. non è come sembra, si Ludovica è una
stronza,
bellissima , presuntuosa .. e stare con lei è stato un
errore,
ma senza sbagliare non potremmo mai imparare.. no?- dissi
cercando di farle capire il mio pensiero.
-Ludovica vince sempre.. - disse lei con un filo di voce, di nuovo
rapita dai suoi pensieri.
-Non credo...- Si sbagliava, Ludovica non vinceva affatto,
che vincitore è chi non ha mai un premio?
-E invece sì, ti voleva e ti ha avuto e prima di te l'ha
fatto con
tanti, ma tanti ragazzi.. - rispose lei di nuovo a bassa voce
-Ma adesso è sola.. nessuno di quei ragazzi è
rimasto.. - osservai io.
Mi resi conto di averle fatto capire che era vero, forse avrebbe
cambiato idea su Ludovica, forse.
Restammo
ancora in silenzio. Osservai le stelle che stavano riempiendo il cielo,
mi tornarono alla mente gli accevimenti di quella giornata... Poi
improvvisamente pensai a Vittorio, alla paura che avevo letto nei suoi
occhi sicuri...
Pensavo di aver capito che tra lui ed Eleonora
c'era o c'era stato qualcosa, ma non riuscivo proprio a capire come
fossero andate le cose.
-Cosa c'è tra te e Vittorio?- domandai rapidamente, era il
mio turno ...
Eleonora rimase in silenzio, forse avevo sbagliato, non ero nessuno per
impicciarmi della sua vita.
-Non devi dirmelo per forza, era curiosità la mia.. -
le dissi
-No- rispose lei, sembrò quasi prendere fiato prima di
iniziare a
parlare -
Vittorio è stato il mio primo ragazzo, il primo che ho
amato, il
primo per cui ho sofferto da morire, prima era un'altra persona, era
totalmente diverso... stavamo bene insieme, davvero bene.. - c'era una
nota di dolore nella sua voce e mi resi conto che doveva aver
significato davvero tanto..Ma non riuscivo proprio ad immaginarmi un
Vittorio diverso. Per me lui era il ragazzo che camminava quasi
sfilando, quello per cui tutte le ragazze sussurravano in cortile,
sulla scia della sua "sfilata"
-Cos'è successo?- chiesi rendendomi conto di essere quasi
geloso del suo passato
-Ludovica ha vinto- rispose lei semplicemente e mi finalmente capii da
dove veniva tutto quel rancore.
Elenora continuò a parlarmi per poco di Vittorio, aveva
paura che lui nemmeno si ricordasse di quello che era stato.
-Se vuoi il mio parere se lo ricorda e anche molto bene .. - le dissi,
senza sapere se avevo fatto bene o meno.
-Cosa te lo fa pensare?- domandò lei
- Non gli sei indifferente, ti cerca con lo sguardo, è
geloso, ha paura
per te.. - risposi cercando di riassumere tutte le informazioni che
possedevo, o meglio, che avevo ricavato.
Forse
questo avrebbe dato ad Eleonora la speranza di poter tornare con lui e
forse l'avrebbe fatto. Questo voleva dire che per me non ci sarebbe
stata nessuna possibilità, nessuna rivincita, come Ludovica,
avrei
perso a causa dei miei errori.
-Ti è mai capitato di amare una persona a tal punto da
odiarla
perchè sai di non poter vivere senza di lei
?-domandò improvvisamente.
No, non mi era mai capitato, la mia vita sentimentale era stata molto
diversa dalla sua.
-E' una brutta sensazione, quando sai che gli stai dando un'arma
infinita, quella di distruggerti.. -
-Credimi, certe volteavrei voltuo provare anche io questa sensazione e
invece ho visto il mio amore consumarsi al punto tale da svanirmi dalle
mani in poco tempo.. - dissi sinceramente convinto, avrei voltuo amare
davvero così intensamente, senza la paura, senza che quel
sentimento
svanisse in un semplice "Puf"
Eleonora si posò nella sabbia, lasciandosi cadere accanto a
me.
- Credo che non ci sia amore senza dolore... - disse poi osservando il
cielo.
-Lo credo anche io, ma vale la pena di rischiare e di soffrire.. -
replicai io .
Eleonora
si voltò dalla mia parte, feci lo stesso anche io, ma era
troppo buio
per poterla vedere davvero. Eppure percepivo i suoi occhi che cercavano
i miei, quanto mi era mancato poterla osservare, poterle parlare, mi
rendevo conto finalmente di aver sbagliato davvero con lei.
-Senti.. Eleonora io volevo.. - iniziai a parlare senza nemmeno
rendermi conto di cosa avrei detto - Volevo chidederti scusa- conclusi
-Scusa di cosa?- domandò lei meravigliata
-Per come mi sono comportato con te a casa mia e anche in tutte le
settimane dopo a scuola.. - risposi, quelle parole mi bruciavano in
gola da troppo tempo.
-Non devi scusarti sei libero di fare
quello che vuoi.. - rispose lei, con un tono che non mi permetteva di
capire cosa stesse effettivamente pensando.
-Io
non credo- risposi, volevo andare fino in fondo, volevo essere sincero
- Ti avevo detto di non
essere pronto.. ti avevo fatto capire dei non volere legami, ma poi mi
sono buttato tra le braccia di Ludovica, non sono stato molto coerente-
spiegai
-No, in effetti non lo sei stato affatto -rispose Eleonora.
-Ma
vedi... è diverso, Ludovica non mi dava nessuna certezza,
con lei non
c'era niente di pianificato... non potevo nascere niente di serio,
niente di vero. Con te invece...- cercaidi parlare il più
chiaramente
possibile, volevo dirle tutto quello che provavo ma non era mai stato
il mio forte tirare tutto fuori, anzi.
-Frena Andrea- mi fermò lei rapidamente - Io non ti avevo
mica chiesto di stare insieme.. -
Ed
era vero, non mi aveva mai chiesto niente, eppure io avevo sempre
saputo che lei non era una ragazza come tante, lei era LA
ragazza...-No, lo so, ma sapevo già che rischiavi di
diventare
indispensabile per me-
Era scoccata dal primo momento una scintilla
tra di noi ed io avevo paura che alimentandola non sarei più
stato in
grado di gestirla. Avevo temuto che quella ragazza dagli occhi castani
che mi scrutavano pieni di curiosità potesse diventare fin
troppo
importante. Sapevo che se non mi fossi messo un freno sarebbe andata
esattamente in quel modo, perchè bastava davvero poco, un
suo sorriso ,
un suo sguardo, per farmi peredere il controllo...
-Volevo solo scusarmi, come mio
solito sono scappato via, ho preferito evitare dei stare bene -
conclusi, sperando di aver reso bene l'idea.
Eleonora
rimase in silenzio, speravo che avesse capito cosa provavo, che si
rendesse conto che ero sincero, che ci tenevo davvero a lei ed era
questo il problema.
Lei si stese nuovamente su un fianco, eravamo molto vicini, sentivo il
desiderio, quasi il bisogno di stringerla forte a me.
-Grazie- sussurrò lei, con mio grande sollievo...
Mi
voltai dalla sua parte, per osservarla meglio, era davvero bella sotto
la luce della luna, su quella spiaggia, era tutto perfetto.
-Grazie di cosa?- domandai
-Di avermi spiegato, di essere qui con me.. per essere rimasto al mio
fianco in ospedale, per tutto-
Ero
felice. Quella ragazza che conoscevo da così poco tempo mi
rendeva
felice, ecco, era questa la vierità, niente di
più semplice. Forse era
arrivato il momento di correre verso quella sensazione e non di
evitarla.
Lasciai che una mia mano sfioresse la sua pelle, mi amncava quel
contatto fisico, sentivo di stare bene solo così.
La mia mano passò tra i suoi capelli lisci e morbidi.
Lei
si abbassò lentamente fino ad arrivare a sfiorare il mio
volto con il
suo, potevo finalmente vederla davvero bene, mi sembrava quasi
più
bella del solito
Avrei voltuo baciarla, ma mi resi conto che non
sarebbe stato onesto nei suoi confronti, così le posai
semplicemente le
labbra sulla fronte, sentendo il suo profumo riempirmi i polmoni.
-Grazie a te per avermi permesso di starti accanto- risposi con un
sussurro al suo orecchio.
Eleonora
posò la testa contro il mio petto, io continuai ad
accarezzarle i
capelli. Non porevo vederla in volto, ma sapevo che aveva gli occhi
chiusi, mi lasciai andare del tutto anche io.
Finalmente quel giorno
avevo capito, la felicità era a portata di mano e non dovevo
più
allontanarla, la felicità, quella sera, era posata sul mio
petto.
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Capitolo 17 *** 17 ***
Grazie
a tutti per le recensioni!
Eleonora
Quella sera con
Andrea mi fece stare davvero bene, per un momento anche il ricordo di
Leda e di tutti i problemi, sembrarono sparire.
Restammo
abbracciati sulla sabbia per ore e ore, per la prima volta da quando lo
conoscevo sentivo di averlo vicino davvero.
Non
ci baciammo, ma fu forse questo a farmi capire quanto avessi bisogno di
una persona come lui nella mia vita.
-Vuoi che ti porto in ospedale??- propose Andrea, quando ormai si era
fatta l'alba
-l'orario di visita inizia tra una paio d'ore... - risposi
sorprenendomi di come il tempo fosse passato in fretta.
-Se vuoi posso portarti a casa, ti cambi, mangi qualcosa e vai da
Leda..-
-Ci sto!- risposi sorridendo. Avevo davvero bisogno di una doccia -
Però poi passiamo anche da te, non è giusto che
oggi tu
sia il mio autista personale -
Lui sembrò rifletterci un attimo, poi sorrise e
annuì - Andiamo allora, ma sta volta, guido io!-
Arrivammo sotto casa mia in pochissimo tempo, a quell'ora della
mattina, di Domenica, le strade erano del tutto libere.
-Ho detto ai miei che avrei dormito a casa di Dani- spiegai -
Dovrebbero dormire anocora, quindi speriamo che sia così, e
non
facciamo confusione-
Aprii lentamente la porta di casa mia, facendo attenzione e non fare
ruomore chiudendomela dopo alle spalle.
Andrea osservava con attenzione ogni dettaglio della mia casa, proprio
come avevo fatto io con la sua.
-Scusa, ma salterei la fase del giro delle stanze.. - spiegai - E'
meglio evitare-
Andrea annuì e continuò a seguirmi, fino ad
arrivare nella mia stanza.
-E così è questo il tuo mondo, era vero qullo che
dicevi,
la tua stanza è proprio vissuta!- disse osservando le pareti
colorate e piene di foto.
-E già, più che vissuta è disordinata
in questo
momento - dissi io cercando di rimediare posando qualche maglietta
nell'armadio.
-Senti vado a prenderti qualcosa da mangiare, così hai da
fare mentre mi faccio una doccia veloce.. ?! - proposi
-Va benissimo, intanto osservo ... -rispose lui senza distogliere lo
sguardo dalle mie foto.
Sorrisi e uscii dalla stanza, andando in cucina velocemente. Presi un
pacco di biscotti e del latte, non sapendo i gusti di Andrea presi
anche del pane e del burro, con tanto di marmellata alla fragola; la
sera prima non avevamo mangiato niente, e iniziavo a sentirne le
conseguenze.
Con un pò di faticai riuscii ad aprire
la porta della stanza senza far cadere niente.
-Spero che ti piacciano i ... - Mi bloccai prima di finire la frase.
Andrea era seduto sul mio letto accanto a mia sorella!
Non appena entrai nella stanza si voltarono dalla mia parte sorridendo,
come se tutta quella situazione fosse normale.
-Ciao Ele!- disse mia sorella salutando con la mano.
-Lori, che ci fai già sveglia?- chiesi
-Oggi devo andare alla partita di tennis, tra poco mi passa a prendere
la mamma di Silvia- spiegò lei - Stavo appunto venendo a
cercare
la mia borsa per il tennis, quando ho trovato Andrea qui!-
Chiusi la porta alle mie spalle e posai ciò che avevo in
mano sul tavolino.
-E così avete fatto amicizia?- chiesi io
Andrea nnuì - Mi ha detto che sono uguale a Seth!- aggiunse
poi divertito.
-Adesso sarà meglio che io vada a cercare la mia borsa,
buona
giornata! Ciao Andrea è stato un piacere- disse mia sorella
alzandosi dal letto e venendomi in contro.
-Anche per me!- rispose Andrea facendo un cenno con la mano.
-Ciao Ele - disse questa volta a bassa voce mia sorella - E' proprio
bello, molto meglio di Vittorio!- sussurrò poi, in modo che
solo
io potessi sentirla, poco prima di uscire dalla stanza.
-Tua sorella è proprio un bel tipo!- disse Andrea non appena
restammo soli
-Già, lo è davvero! senti io vado in bagno, fai
come se
fossi a casa tua e se dovesse entrare un altro parente
nasconditi!- risposi divertita.
In realtà l'idea di lasciare Andrea da solo nella mia stanza
non
mi faxceva affatto piacere. Su quelle pareti c'era tutta la mia vita,
non potevo avere nessun segreto, niente. Mi stavo svelando del tutto.
Stare sotto la doccia mi rilassò completamente cercai di
fare il
prima possibile, non volevo far aspettare troppo Andrea e non volevo
nemmeno lasciarlo a frugare nella mia vita .
Quando finalmente uscii lo trovai steso sul letto, stava sfogliando un
vecchio album di foto e ogni tanto le sue labbra si aprivano
il
un largo sorriso.
Un' improvvisa voglia di stringermi a lui mi prese, gli avvenimenti del
giorno prima mi avevano sconvolta, ma era solo grazie a lui se ero
riuscita a mantenere il controllo, e adesso lui era lì,
steso
sul mio letto, con il mio passato tra le mani.
-Ehi..- dissi avvicinandomi al letto.
-Lo sai- disse lui voltandosi dalla mia parte con estrema
serietà - Non sei proprio cambiata!-
Osservai le foto che avevano catturato la sua attenzione.
Dovevo avere massimo 4 anni, indossavo un vestitino rosa con il
merletto bianco e i miei capelli erano legati in una piccola coda,
trattenuti anche da due mollettine colorate.
Nella foto ridevo, avevo gli occhi spalancati e stringevo forte un
pupazzo di coniglio nelle mani.
-La risata è la stessa- osservò Andrea, puntando
gli occhi nei miei.
-Spalanco ancora gli occhi così tanto?- domandai ironicamente
-Amo quando lo fai...- sussurrò lui.
Sapevo di essere diventata leggermente rossa, continuai a perdermi nel
suo sguardo, sentendo il cuore mancarmi di un battito, quando le sue
mani sfiorarono il mio volto.
Istintivamente mi avvicinai a lui, setendo il profumo del
mare mischiarsi a quello del mio bagnoschiuma.
Sentendo le sue mani calde toccare la mia pelle ancora bagnata.
Indossavo semplicemente un' accappatoio, sopra ad un pantaloncino
davvero troppo corto e un top molto aderente.
Erano le uniche cose che avevo trovato nel bagno, essendomi dimenticata
di portarmi i vestiti.
Le mani di Andrea percorsero il mio volto, posandosi sulle labbra
socchiuse, lasciandomi senza fiato.
Mi misi a sedere sul letto, ponendo fine a quella scomoda posizione e
avvicinandomi ancora di più.
Mi abbassai fino a far toccare i miei capelli il suo volto, fino a
farlo sorridere per il solletico.
Fino a quando l'unica cosa che sentivo di volere era il suo bacio.
Andrea era vicinissim, le sue mani si spostarono sui miei fianchi,
avvicinandomi ancora.
Chiusi gli occhi e inclinai il volto, pronta a socchiudere le labbra a
contatto con le sue.
-Aspetta... - sussurrò Andrea a contatto con la mia bocca,
facendomi alzare di botto e rompendo tutta quella magia.
-Cosa c'è?- chiesi ancora scombussolata
-Ho sentito un rumore..- disse lui alzandosi e mettendosi a sedere.
Rimasi in attesa, poi lo sentii anche io, mio padre si doveva essere
svegliato.
-E' meglio che tu vada nel bagno, io mi vesto e poi vediamo di uscire
senza farti vedere- dissi
-Va bene- disse lui sorridendo e avvicinandosi al mio volto
per posare le labbra sulla mia pelle ancora fresca.
Uscire di nascosto da casa mia si rivelò molto
più
complicato del previso, mio padre e mia madre avevano deciso di
mettersi a sistemare il salotto proprio quel giorno, così
decisi
di intrattenerli, mentre Andrea si avvicinava all'uscita.
Mi veniva quasi da ridere, sembrava una situazione paradossale, io
dovevo intrattenerem i miei mentre un ragazzo con cui non era successo
effettivamente niente quella sera, doveva uscire in punta di piedi.
Quando finalmente fummo fuori il mio palazzo scoppiammo a ridere.
-Adesso che si fa?- chiese Andrea osservando l'ora
-Andiamo a casa tua, cosi puoi cambiarti anche tu... ma forse
è meglio se io aspetto giù questa volta...-
proposi
-No!- rispose rapidamente lui - C'è una cosa che vorrei
mostrarti- disse poi sorridendo.
Andrea
Il tempo
sembrò volare, io ed Eleonora restammo abbracciati su
quella spiaggia per ore e ore, eppure avrei dato qualsiasi cosa per
continuare all'inifito.
Quando ormai si era fatta l'alba mi resi conto che forse era il caso di
andare via, magari lei voleva vedere Leda, sapere come stava ed io
volevo esserci.
-Vuoi che ti porto in
ospedale??- proposi
-l'orario di visita inizia tra una paio d'ore... - rispose
lei sorridendo
-Se vuoi posso portarti a casa, ti cambi, mangi qualcosa e vai da
Leda..-
-Ci sto!- rispose sorridendo. -
Però poi passiamo anche da te, non è giusto che
oggi tu
sia il mio autista personale -
Lui sembrò rifletterci un attimo, poi sorrise e
annuì - Andiamo allora, ma sta volta, guido io!-
Guidai fino a casa di Eleonora, con lei che mi dava le indicazioni
quasi urlando contro il vento.
-Ho detto ai miei che avrei dormito a casa di Dani- spiegò -
Dovrebbero dormire anocora, quindi speriamo che sia così, e
non
facciamo confusione-
Concluse aprendo con calma la porta.
Mi
persi nei dettagli di quella casa, era così' "Eleonora", con
tutte le
pareti colorate, piene di quadri, senza stanze troppo grandi, tutto
così vivo.
-Scusa, ma salterei la fase del giro delle stanze.. E' meglio eivtare-
mi disse
Io annuì, seguendola fino alla sua stanza.
Quando Eleonora aprì la porta rimasi piacevolmente sorpreso.
La sua stanza non era molto grande, c'era un letto ad una piazza e
mezzo al centro della stanza, con coperte e cuscini rosa.
Davanti
al letto, sulla parete opposta, c'era un armadio pieno di foto e di
scritte colorate, sotto ad una grande finestra c'era una scrivania con
un portatile bianco e tantissimi libri nella libreria .
In ogni angolo della stanz c'era qualcosa, da qualche parte un pupazzo
enorme o semplicemente un cuscino.
-E così è questo il tuo mondo, era vero quello
che dicevi,
la tua stanza è proprio vissuta!- dissi sorridendo
-E già, più che vissuta è disordinata
in questo
momento - rispose lei cercando di sistemare le cose come meglio poteva,
mentre io la osservavo, stranamente felice.
-Senti vado a prenderti qualcosa da mangiare, così hai da
fare mentre mi faccio una doccia veloce.. ?! - propose
-Va benissimo, intanto osservo ... -risposi io, concentrandomi sulle
foto che ricoprivano le pareti.
C'erano un paio di fotografia a grandezza poster, la mia attenzione la
catturò una foto dove tre ragazze sorridevano.
Un
aveva i capelli lisci e castani, legati in una coda alta e mostrava
soddisfatta una maglietta senza bretelle tutta bianca e brillantinata,
alla sua destra una ragazza con i capelli neri disordinati
indossava
un vestito rosso con una collana dello stesso colore e faceva uno
strano gesto con le mani e una terza ragazza dai capelli boccolosi e
rossastri faceva una smorfia seducente, indossando un corpetto nero e
sfoderando il suo sorriso migliore.
Erano Eleonora, Daniela e Leda,
dovevano aver avuto massimo 14-15 anni. Mi venne da sorridere e senza
rendermene conto passai ad osservare un'altra foto.
Un gruppo di ragazzi a mare si teneva per mano, pronto a buttarsi in
acqua. Questa foto era leggermente più recente.
Riconobbi molti dei volti.
C'erano
Daniela e Gudio, Leda e altri quattro compagni di classe, notai anche
Ludovica e Giada con un costume identico e poco distante c'era
Eleonora, aveva un costume a fiori azzurri, leggermente meno magra
rispetto ad ora, ma ugualmente bella.
Rimasi sorpreso di notare
accanto a lei Vittorio, loro due non osservavano la macchina
fotografica, ma si guardavano sorridenti.
Proprio mentre ero rapito da quella foto, sentii la porta aprirsi,
convinto che si trattasse di Eleonora mi voltai .
Ma mi trovai davanti una ragazza che non avevo mai visto.
- Ciao! tu chi sei?- domandò
-Ciao..- dissi imbrazzato pensando a qualcosa da inventarmi - Io sono
Andrea, un amico di tu sorella-
-Ah, sei il suo nuovo ragazzo?- domandò lei facendo
l'occhiolino
-Nono.. - risposi - Sono solo un amico l'ho accompagnata a casa per
portarla a trovare Leda- risposi
-Ah- disse lei quasi imabrazzata - Io comunque sono Lorenza, sua
sorella- disse poi porgendomi la mano.
Ricambia, osservandola.
-Quanti anni hai?- chiesi
- 14- rispose soddisfatta.
Era
davvero diversa da Eleonora, aveva capelli biondo cenere lunghi fino
alle spalle con un leggero ciuffo che le copriva gli occhi
verde-marroni.
Eppure nel suo sorriso c'era qualcosa che ricordava la sorella.
-Sei sicuro di non essere il suo ragazzo?- domandò Lorenza
sedendosi sul letto e scrutando la mia espressione.
-Eh sì, ne sono sicuro- risposi sedendomi accanto a lei
-Peccato,
sembri proprio il mio attore preferito! Sai , Seth, quello di the O.C..
- disse lei, gesticolando e lasciando muovere i capelli, proprio come
feceva Eleonora.
-Non guardo molta Tv..- risposi io divertito.
Lei fece come per replicare, quando la porta si aprì.
-Ciao Ele!-
disse Lorenza voltandosi e salutando con la mano
-Lori, che ci fai già sveglia?- chiese Eleonora
meravigliata
-Oggi devo andare alla partita di tennis, tra poco mi passa a prendere
la mamma di Silvia- spiegò lei - Stavo appunto venendo a
cercare
la mia borsa per il tennis, quando ho trovato Andrea qui!-
Eleonora chiuse la porta alle sue spalle e posò
ciò che aveva preso da mangiare sul tavolo.
-E così avete fatto amicizia?- domandò
Io annuii - Mi ha detto che sono uguale a Seth!- .
-Adesso sarà meglio che io vada a cercare la mia borsa,
buona
giornata! Ciao Andrea è stato un piacere- Disse Lorenza
alzandosi e andando verso la sorella.
-Anche per me!- risposi io, osservandole vicine. Eleonora era parecchio
più alta, ma Lorenza aveva un fisico più
slanciato, completamente
diverse, eppure così simili.
-Ciao Ele - disse Lorenza a bassa voce, impedendomi quasi di sentire,
sussurrando poi qualche altra cosa, prima di uscire.
-Tua sorella è proprio un bel tipo!- dissi non appena
restammo soli
-Già, lo è davvero! senti io vado in bagno, fai
come se
fossi a casa tua e se dovesse entrare un altro parente
nasconditi!- disse lei sorridendo
Così rimasi di nuovo solo, mi setesi sul letto affrenando
qualcosa da magliare e aprendo un album di foto posato sul comodino.
C'era una scritta bianca " Eleonora" su una copertina rossa liscia.
Iniziai a curiosare, trovandomi per le mani frammenti della sua vita,
del suo passato più remoto.
Eleonora
appena nata, Eleonora e primi passi.. Fino ad arrivare ad una foto che
mi face scoppiare a ridere senza nemmeno rendermene conto.
-Ehi..- disse lei entrando in quel momento nella stanza e avvicinandosi
al letto.
-Lo sai... Non sei proprio cambiata!- dissi osservando la
foto
Doveva avere massimo 4 anni, e rideva...
-La risata è la stessa- osservai, guardandola negli occhi
-Spalanco ancora gli occhi così tanto?- chiese lei
-Amo quando lo fai...- susurrai
Eleonora si avvicinò, sentivo il suo proumo riemprmi il
respiro.
Posia
le mie mani sul suo corpo, indossava solol'accappatoio, potevo
intravedere un misero pantaloncino ed un top aderente da sotto.
Lei si alzò e si sedette accanto a me sul letto, vicina,
dannatamente vicina.
Si abbassò fino a solleticarmi con i suoi capelli, fino a
farmi perdere nel suo sguardo.
Lasciai che le mie mani si posassero sui suoi fianchi, ci avvicinammo
ancora.
Socchiusi gli occhi e feci per baciarla.
-Aspetta... - sussurra imprivvisamente, a contatto con le sue labbra,
maledicendo quel rumore che ci aveva interrotti.
-Cosa c'è?- chiese lei
-Ho sentito un rumore..- disssi alzandomi
-E' meglio che tu vada nel bagno, io mi vesto e poi vediamo di uscire
senza farti vedere- disse
-Va bene- sorrisi, posai le labbra sulla sua pelle fresca e feci come
mi aveva detto.
Riuscimmo ad uscire da casa sua con non poche difficoltà e
quando
arrivammo fuori, finalmente liberi dal pericolo di incontrare i suoi
scoppiammo in una rumorosa risata.
-Adesso che si fa?- domandai
-Andiamo a casa tua, cosi puoi cambiarti anche tu... ma forse
è meglio se io aspetto giù questa volta...-
propose lei
-No!, C'è una coas che vorrei farti vedere..- dissi
interrompendola.
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Capitolo 18 *** 18 ***
ele
Ecco un altro capitolo! Grazie a
tutti per le recensioni e per le letture ^^
Più vado
avanti e più amo Guido hihih
Manca comunque davvero
poco alla fiene.
Pronti?:P
Eleonora
Tornando a casa di
Andrea mi vennero in mente i ricordi di quel giorno passato da lui,
quando ancora non ne sapevo niente, quando non contava così
tanto.
I suoi genitori non
c'erano, o comunque la casa era troppo grande che non si sarebbero mai
resi conto della nostra presenza.
Seguii Andrea al
piano di sopra, cercando comunque di non fare rumore.
-Allora..- disse lui
davanti la sua stanza - Volevo farti vedere una cosa, per dimostrarti
che quello che dici mi rimane qui - disse portandosi una mano sulla
testa - e qui- disse poi posandola sul cuore, facendomi sorridere ed
arrossire.
Aprì
lentamente la porta, facendomi capire finalmente di cosa stava parlando.
Rimasi per un
momento incerta, la stanza di Andrea era completamente
diversa.
Le pareti erano
coperte di foto e ritagli di giornale, certo non era ancora all'altezza
della mia, ma era a buon punto.
Camminai rapida verso
la parte dove avevo visto il disegno fatto con il suo amichetto
d'infanzia, notai che aveva spostato il letto, in modo tale che si
vedesse.
Sora al letto c'era
un grande poster, unn'alba d'estate, con sotto una scritta fatta con il
pennarello nero "Non c'è notte tanto oscura da impedire al
sole di risorgere il giorno dopo ".
-E' un regalo di
Asia.. della mia ex ragazza - spiegò Andrea vedendo che
osservavo la parete - Me lo regalò poco prima di partire,
non avevo ancora svuotato gli scatoloni.. -
-Hai fatto un lavoro
perfetto - dissi sfiorando con le mani una foto lucida attaccata
accanto al letto, dove Andrea appena adolescente sorrideva timido.
-Ho preferito
lasciare più spazio ai ritagli di giornale però,
non amo molto le foto.. - disse
Io mi voltai,
guardandolo negli occhi, avevo come l'impressione di riuscire a stendo
a trattenermi dalla voglia di starci al collo, eta tremendamente
tenero, tenero e bellissimo.
-Allora, mentre tu ti
diverti ad osservare le pareti della mia stanza, vado a prepararmi-
disse poi - Tieni chiama l'ospedale cos' sappiamo con certezza a che
ora andare- concluse lanciandomi il telefono.
-Grazie- dissi
semplicemente
Mentre Andrea era
sotto sotto la doccia chiamai l'ospedale, anche se nessuno mi speppe
dare notizie di Leda, poi mi dedicai alla sua camera.
Osservai ogni
dattaglio, ogni foto, ogni ritaglio di giornale.
Gli piaceva molto
Vasco Rossi, da quello che potevo notare, aveva anche scritto un pezzo
di "senza parole" su una delle ante dell'armadio.
Sulla scrivania
trovai una foto che doveva essere molto recente, era fatta nella stessa
stanza: Andrea era con una delle ragazze più eleganti che
avessi mai visto, non tanto negli abiti, quanto nel
portamento.
Una strana gelosia mi
invase, quella ragazza doveva essere Asia, la sua ex ... lei aveva
avuto Andrea, lei l'aveva fatto innamorare.
Cercai di pensare ad
altro, di evitare di concentrarmi sul suo passato, ma la cosa si
rivelò complicata, quando il pensiero di Andrea svaniva,
immediatamente arrivava quello di Leda e degli avvenimenti degli ultimi
giorni.
Bastava poco e i miei
occhi erano di nuovo colmi di lacrime.
-Ho quasi fatto-
disse Andrea spuntando dalla porta -Mi puoi passare una maglietta?-
domandò poi nascondendosi
-Certo, da dove la
prendo?- chiesi leggermente imbarazzata
-Da quel cassetto, si
esatto quello - disse lui dandomi indicazioni con i gesti
Cercai di non
metterci troppo tempo, scelsi una polo rossa, stava benissimo con la
giacca che eta appesa alla sedia.
-Grazie- disse lui
afferando la maglietta al volo e infilandosela velocemente.
Aveva ancora i
capelli leggermente bagnati e profumava intensamente.
-Allora, andiamo?-
chiese sfacendomi un mezzo occhiolino
-Andiamo- dissi io
accennando un sorriso, mentre il pallido ricordo di Asia scompariva.
Arrivammo in ospedale
poco prima dell'orario di vista, non appena rimettemmo piede in quel
luogo tornò la tristezza.
I genitori di Leda
erano già lì, con alcuni parenti.
-Ciao Eleonora- disse
il fratello della mia amica venendomi in contro
-Ehi - dissi dandogli
un leggero bacio sulla guancia - Come sta?-
-Meglio , i medici
dicono che domani mattina potrà uscire- rispose lui
-Senti,Ele, so che non dovrei chiedertelo, ma...lei si
è rifiutata di dirci come sono andate le cose, mamma e
papà parlano già di mandarla dalla zia in Francia
questo natale..-
-Lo sai che non posso
driti niente, se non l'ha fatto lei ci sarà un motivo, ma
devi fidarti Leda è davvero una persona speciale e non
andrà da nessuna parte - risposi io, era vero, l'avrei
tenuta con me costi quel che costi.
-Lo spero- rispose
lui con uno sguardo malinconico - Adesso se vuoi puoi entrare
..- aggiunse poi facendomi un cenno verso la stanza in cui era
ricoverata la mia amica.
Mi voltai in cerca di
Andrea e lo trovai poco dietro di me che sorridendo mi fece un leggero
sì con la testa.
La stanza era troppo
piccola, troppo fredda e troppo bianca per i miei gusti.
Vedere Leda stesa in
quel letto mi fece rabbrividire, lei, lei che aveva sempre avuto una
risata per ogni situazione, lei che nemmeno se legata smetteva di
correre e ballare, lei, la mia migliore amica.
-Ele..- disse lei
alzando la testa e sorridendomi tristemente
-Leda!- dissi
correndo verso il suo letto e gettendole le braccia al collo
Cercai di trattenere
le lacrime, dovevo farlo per lei.
-Allora, come ti
senti?- domandai rimproverando la stupidità della mia
domanda.
-Meglio
fisicamente... è strano ma... mi mancherà- disse
posandosi una mano sul ventre.
La strinsi forte a
me, sentendo gli occhi bruciarmi ed una lacrima codarda rigarmi il
volto.
-Forse
però è meglio così, non era il momento
e decisamente nemmeno il padre giusto
- disse lei sorridendo.
-I medici hanno detto che presto uscirai!- le dissi con entusiasmo
cercando di cambiare argomento
-Già non ne posso più, odio questo posto - disse
lei osservando le pareti vuote.
-Cosa si dice là fuori?- mi chiese incuriosita.
-Bè.. un pò di novità ci sono.. -
risposi io diventando leggermente rossa
-Eleonora, Eleonora, ti lascio per due giorni e hai già
novità?- chiese lei divertita
Mi sentivo già meglio, la mia mano era incrociata a quella
di Leda, sopra la sua pancia.
Le raccontai tutto quello che era successo e mi sembrò quasi
di essere nel nostro banco a scuola, lontane da tanto dolore, da tanto
freddo.
Non
son di preciso quanto tempo passammo a ridere e parlare, ma
sapevo di certo di stare meglio.
Ad interromperci fuuna leggera bussata alla porta, che ci fece voltare
entrambe.
-Posso?- domandò timidamente Daniela aprendo la porta.
Osservai l'espressione di Leda cambiare, divenne sorpresa, poi
leggermente confusa e con mio grande sollievo si aprì in un
sorriso.
-Certo..- disse lei
Osservai Daniela entrare nella stanza, non la vedevo da poche ore
eppure mi sembravano secoli.
Indossava una felpa nera larga ed un pantalone strappato al ginocchio
di jeans, aveva l'aria di essere davvero distrutta.
-Qui Eleonora mi raccontava i suoi progressi con Andrea- disse Leda
divertita
-L'ho appena visto qui fuori, è stato un tesoro a venire.. -
disse Daniela prendendo posto accanto a me sul letto.
-Insomma sei cotta?-domandò Leda osservando quella che
doveva essere un'espressione abbastanza sciocca che mi si era dipinta
in volto.
-Temo di si... - risposi coprendomi la faccia con le mani
-Era ora!- esultarono insieme le mie amiche - Se adesso non ti butti ti
ammazziamo- disse Daniela
-Certo! Lui è semplicemente perso per te-
concordò Leda.
-Bè se le cose stanno cos', è meglio che vada da
lui...- dissi alzandomi dal letto, osservai le mie amiche, eravamo
sopravvissute a tanto insieme.
Avevamo superato le crisi in famiglia , le difficoltà a
scuola e le delusioni in amore, ma mai, prima di quel momento, avevamo
dovuto superare noi stesse, mai, avevamo vinto una battaglia tanto
grande. Avevamo Vinto. Insieme.
Fuori la stanza di Leda trovai alcuni compagni di classe e amici,
salutai velocemente i volti conosciuti.
Andrea era seduto sulla panchina della sera prima e parlava con Guido,
mi avvicinai a piccoli passi, cercando di non disturbarli.
-Oi!- dissi Guido appena mi vide, alzandosi per salutarmi - Come sta?-
-Bene, adesso è con Daniela.. - dissi
- E come vanno le cose? - chiese lui quasi spaventato
-Bene, bene- dissi facendo un largo sorriso
Lui sembrò rilassarsi,si voltò in direzione della
famiglia di Leda e abbassò lo sguardo.
-Sarà meglio che vada a casa, non sono molto gradito qui.. -
disse poi malinconico - Ele, se la rivedi, dille che sono passato, per
favore- aggiunse poi allontanandosi.
L'euforia che mi aveva invaso poco prima svanì
improvvisamente.
Sentii nuovamente gli occhi farsi lucidi, vedere Guido in
quel modo mi faceva stare male, avrei voluto fare qualcosa, aiutarlo..
-Passerà- disse improvvisamente Andrea al mio fianco, come
se mi potesse leggere nel pensiero.
Mi voltai di scatto e senza nemmeno pensarci mi fiodai tra le sue
braccia, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.
Gioia, sollievo, dolore, paura...
-Te lo prometto.. passerà- ripetè lui a contatto
con i miei capelli, baciandoli leggermente.
Gioia,
sollievo, dolore, paura...Amore.
Andrea
Volevo arrivare a casa velocemente per mostrare ad Eleonora come la mia
stanza fosse cambiata.
Volevo farle vedere che ero pronto a mettere "radici", pronto a
smettere di avere paura.
La condussi nella mia stanza, facendo attenzione a non fare troppo
rumore, nonostante sapessi che i miei genitori erano troppo assenti in
una cosa tanto grande, per rendersi conto che ero tornato.
-Allora..-
dissi quando fummo davanti alla porta- Volevo farti vedere una cosa,
per
dimostrarti che quello che dici mi rimane qui - dissi portando una
mano sulla testa - e qui- Posandola poi sul cuore, mentre le sue
guancie si facevano leggermente più rosse.
Aprii lentamente la porta, scrutando il suo volto.
I suoi grandi occhi color nocciola si spalancarono per la meraviglia,
le sue labbra si aprirono in un sorriso, mentre esplorava con lo
sguardo ogni dettagli.
Corse a controllare se avevo scoperto il disegno fatto da bambino,
volevo che vedesse che l'avevo fatto, che avevo preso il mio passato e
l'avevo tirato fuori.
Come avevo immaginato la sua attenzione venne catturata dal poster che
mi aveva regalato Asia, proprio sopra al letto.
-E'
un regalo di Asi.. della mia ex ragazza - spiegai - Me lo
regalò poco prima di partire, non avevo
ancora svuotato gli scatoloni.. -
-Hai fatto un lavoro perfetto - disse lei osservando una mia foto di
qulache anno prima
-Ho preferito lasciare più spazio ai ritagli di giornale
però, non amo molto le foto.. -le feci notare
I suoi occhi si posarono nei miei e mi persi, di nuovo.
-Allora, mentre tu ti
diverti ad osservare le pareti della mia stanza, vado a prepararmi-
dissi poi - Tieni chiama l'ospedale cos' sappiamo con certezza a che
ora andare- conclusi dandole il telefono
-Grazie- rispose lei
Sotto la doccia mi liberai finalmente della sabbia che mi portavo
dietro da ore, rilassandomi .Volevo metterci meno tempo possibile,
tornare da lei, ritrovarla nella mia stanza, così
dannatamente perfetta , come se quello fosse il suo posto da sempre.
Mi chiesi cosa stava pensando della mia foto con Asia, se, almeno un
pò, era gelosa o curiosa, se sentiva quella fitta al cuore e
allo stomaco al pensiero che potessi stare con un'altra.
Perchè era esattamente quello che provavo io ogni volta che
mi trovavo Vittorio davanti.
Uscii dal bagno maledicendomi
per non aver portato la maglietta, aprii la porta, in modo
tale che mi coprisse almeno in parte.
Tutto questo pudore
era quasi ridicolo, non avevo affatto vergogna a farmi vedere a petto
nudo, nonostante non avessi un super fisico, ma volevo osservarla
diventare rossa, quando mi passava la maglietta e quando i suoi occhi
si posavano rapidamente sulla mia pelle.
Quando fui pronto
uscimmo da casa, cos' come eravamo arrivati, come due fantasmi.
Mi chiesi se
i miei fossero preoccupati, non li sentivo dalla sera prima.
Una parte di me aveva asperato di trovarli in piedi accanto al telefono
pronti ad aspettare una mia notizia, ma niente...
Tornare in ospedale
riportò a galla i brutti ricordi, lo leggevo sul volto di
Eleonora che mi precedeva per le stanze con il passo di chi ha fretta e
scappa dalla paura.
Non appena arrivammo
davanti alla stanza di Leda lei si isolò a parlare con il
fratello di quest'ultima.
Rimasi in silezio,
senza sentire cosa si stavano dicendo, fin quando non capii che era
arrivato il momento di entrare da Leda.
Eleonota si
voltò dalla mia parte e le sorrisi cercando di farle capire
che c'ero, che ci sarei stato.
Mi misi a sedere
nuovamente sulla panchina della sera precedente, pronto ad aspettarla ,
pronto ad esserci anche dopo.
-Andrea- disse una
voce conosciuta distraendomi da quei pensieri, anzai il volto e rimasi
sorpreso.
-Vittorio?- chiesi
-senti come sta?-
domandò lui con ansia
-Non lo so, a quanto
ho capito meglio... - risposi alzando le spalle, non potevo credere che
lui fossi lì.
-Cosa ci fai qui?-
domandò poi ritrovando lo sguardo sicuro di sempre
-Potrei farti la
stessa domanda.. - gli feci notare e con mia grande soddisfazione la
sua sicurezza parve vacillare per un attimo
-Quando ero piccolo
Leda era una mia amica, insomma è una compagna di scuola
no!?- disse con noncuranza.
-Certo- risposi
-Questo spiega
perchè sei qui...- disse rispondendosi da solo
-Veramente sono
venuto per accompagnare Eleonora - dissi, felice di dargli un duro
colpo.
I suoi occhi scuri si
posarono nei miei, pieni di superiorità, quasi di cattiveria.
-Capisco- disse
semplicemente
-Io me ne vado -
aggiunse poi alzandosi e senza darmi il tempo di dire niente,
lasciò la stanza.
Rimasi per un attimo
a fissare la parete spoglia, fino a quando non sentii altre voci farsi
sempre più vicine.
Erano arrivati i
compagni di scuola, alcuni volti che conoscevo, altri che avevo solo
visto ogni tanto e qualcuno che non sapevo proprio chi fosse.
-Gudio!- dissi
-Ehi, ciao Andrea-
rispose lui venendosi a sedere accanto a me
-Hai portato gente
eh?- dissi scherzando
-Si, quando hanno
saputo dell'accaduto sono corsi, praticamente- disse lui abbozzando un
sorriso
-Come va?- chiesi
-Male, Daniela adesso
sta andando da Leda e prego perchè vada tutto bene, mi sento
triste per il bambino ma ancora più triste perchè
non posso fare a meno di pensare che sia stata anche una fortuna.. -
-E' normale, hai
affrontato la cosa da uomo, molte persone più adulte di te
non l'avrebbero fatto e questo ti fa onore, non sei scappato davanti
alle difficoltà, eri pronto a fare la scelta migliore per
tutti, lasciando da parte te. Sei una delle persone più
oneste che conosca- dissi con sincerità,anche se non lo
conoscevo bene di persona, avevo esattamente capito che tipo era Guido.
-Grazie Andrea -
disse lui accennando un sorriso - Spero solo che le cose possano
tornare come prima con il tempo-
-Con Daniela come
va?- domandai
-Bene, mi ha
perdonato ma dice che non si fida e la capisco, per ora abbiamo
lasciato in sospeso noi due.. ci siamo concentrati su Leda, deve
pensare al loro rapporto prima - spiegò lui
-Ecco, parlavo di
questo prima - dissi posandogli una mano sulla spalla.
-Senti Andrea, lo so
che è fuori luogo ma.. tengo ad Eleonora come ad una sorella
e.. -
-Non la
farò stare male, promesso, voglio solo che lei sia felice-
dissi sinceramente, interrompendolo .
-Lo voglio anche io - rispose sorridendo.
Proprio in quel momento dalla stanza uscì Eleonora, sembrava
più rilassata, le cose dovevano essere andate bene.
Salutò
distrattamente qualche amico, continuando a camminare verso di noi.
-Oi!,Come sta?- chiese Guido non appena la vide
-Bene, adesso è con Daniela.. - disse lei
- E come vanno le cose? - chiese lui quasi spaventato
-Bene, bene- rispose lei
Lui sembrò rilassarsi per un attimo poi però si
voltò in direzione della famiglia di Leda e
abbassò lo sguardo.
-Sarà
meglio che vada a casa, non sono molto gradito qui.. - disse poi
malinconico - Ele, se la rivedi, dille che sono passato, per favore-
aggiunse poi allontanandosi.Improvvisamente l'espressione rilassata di
Eleonora lsciò lo spazio nuovamente al dolore.
Vederla in quel modo mi faceva stare male, avrei voluto dimostrale che
c'ero, ma non sapevo come fare.
-Passerà- dissi, rimproverando tanta banalità
Lei si voltò nella mi direzione e senza preavviso mi
abbracciò. Ancora una volta la strinsi a me, baciandole i
capelli.
-Te lo prometto.. passerà- ripetei, scacciando con forza il
pensiero di Vittorio che era passato, forse avrei dovuto dirglielo,
forse. Ma in quel momento avrei fatto di tutto per tenerla ancora con
me.
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Capitolo 19 *** 19 ***
cdapitolo
E'
la terza volta che scrivo questo capitolo, il mio computer ha pensato
bene di rompersi, facendomi perdere TUTTI i dati, mi scuso per il
ritardo, mancano comunque un paio di capitolo alla fine, forse tre.. :D
li ho già scritti, mi manca giusto quello finale!
Recensite
in tanti.. Grazie come sempre a tutti <3
Eleonora
Quando
finalmente Leda fu rilasciata dall'ospedale io e Daniela iniziammo a
passare gran parte del tempo con lei, spesso, saltavamo anche la scuola
per poterle stare accanto, visto che lei ancora non se la sentiva di
tornare.
La prima settimana passò con una lentezza sconvolgente, le
cose non andavamo come avevo sperato.
I segni indelebili dell'accaduto era visibili nello sguardo e
nell'espressione delle mie amiche, io cercavo di aiutarle come potevo
ma non era affatto semplice e iniziava a mancarmi la mia vita, quella
di qualche mese prima.
Con il tempo le cose iniziarono a migliorare, Leda passava molto tempo
a casa, ma riuscivamo a convincerla ad uscire più spesso,
Guido
non si poteva ancora avvicinare, lui e Daniela stavamo cercando di
"riprovarci", ma non era semplice.
Io passavo sempre meno tempo con Andrea, erano ormai 4 giorni
che non lo vedevo.
Ogni tanto, incapace di sostenere la situazione con le mie amiche,
ponevo loro mille domande su Andrea, sperando che questo potesse
riportare la normalità.
Secondo Daniela dovevo assolutamente provarci, lui era cotto di me, ma
troppo timido per fare nuovamente il primo passo.
Secondo Leda invece dovevo aspettare, non dovevo gettarmi in questa
storia senza pensarci bene e non dovevo essere assolutamente io a fare
il primo passo.
Era sconvolgente come i ruoli si fossero invertiti, era sempre stata
Leda la "donna predatrice",mentre Daniela riteneva che dovessero essere
gli uomini ad avvicinarsi.
Una Domenica mattina io e Daniela ci trovavamo a casa di Leda, avevamo
dormito lì ed avevamo in programma un giretto per la
città in mattinata, per poi andare a pranzo fuori, quando il
mio
cellulare vibrò sul comodino.
ERo convina che fosse una delle solite telefonate di mia madre,
così lo afferrai sbuffando.
Feci giusto in tempo a leggere il nome che lampeggiava sul display :
Andrea.
Sentii il cuore accellerare nel petto, respirai forte prima di
rispondere, allontanandomi dalle mie amiche che mi chiedevano chi fosse.
-Pronto.. - dissi cercando di sembrare naturale
-Ele.. ciao! sono Andrea, come stai?- la sua voce dolce e vellutata mi
era mancata tanto, avrei voluto che non smettesse più di
parlare.
-Bene, bene , grazie.. e tu?-
-Non mi lamento.. e le altre?- domandò
-Ci stiamo provando... - mi limiai a rispondere, lanciando un rapido
sguardo alle mie amiche che ridevano sedute sul letto.
-Senti avrei una proposta per te.. credo di aver avuto un'idea
geniale!- disse lui con entusiasmo
-Di che si tratta?- chiesi incuriosita
-E' una sorpresa, mi piacerebbe parlartene dal vivo, è
possibile o hai programmi? -
-Io, beh oggi...- l'idea di vederlo di nuovo, di avere un
pò di tempo per noi mi faceva elettrizzare
- Fino a pranzo non posso liberarmi - spiegai
-E dopo? vengo dove vuoi, anche solo per dieci minuti - disse lui con
voce implorante
-Vado a mangiare con le mie amiche al centro, potremmo vederci fuori
scuola verso le 15.00? - chiesi sperando che andasse bene
-Mi sembra perfetto.. allora ci vediamo più tardi! salutami
Dani e Leda- rispose lui, potevo immaginarlo sorridere camminando nella
sua
stanza
-A dopo allora - risposi io attaccando il telefono, mentre sentivo il
cuore battermi ancora forte in petto.
-Allora era Andrea vero?- chiese Leda sistemandosi i capelli allo
specchio
-Certo Leda, non vedo il sorrisetto da " Andrea" dipinto in volto?-
disse scherzando Daniela
-Smettetela!- dissi fingendo di essere offesa - E comunque
sì,
era lui, oggi ci vediamo, ha detto che ha una sorpresa per me, ha
parlato di una grande idea!-
-Ma è fantastico, Andrea si è svegliato!-
esultò Leda alzando i pugni a mò di vittoria.
-Non hai idea di cosa potrebbe essere?- domandò Daniela
-No, per niente-. risposi io sconcertata - Ma sembrava euforico-
-Magari era una scusa per vederti - ipotizzò Daniela
-O forse vuole farti una proposta indecente-
replicò Leda tra le risate.
Per un momento mi sembrò che tutto fosse tornato al suo
posto,
sembrava quasi che niente si fosse intromesso tra di noi, che gli
ultimi avvenimenti non fossero esistiti. Inconsapevolmente Andrea mi
aveva già fatto un regalo bellissimo, mi aveva regalato un
pò di normalità con le mie amiche.
Andrea
I giorni dopo l'uscita di Leda dall'ospedale furono molto strani.
A scuola ormai tutti sapevano cos'era successo, molti continuavano a
parlarne.
Leda, Daniela ed Eleonora avevano smesso di venire a scuola, la prima,
perchè ancora non era pronta e le altre per starle accanto.
Io passavo il tempo con Guido, cercando di stargli vicino come potevo,
quanto meno allontanandolo dalle voci di corridoio e dai sussurri che
lo accompagnavano ogni volta che scendeva in cortile.
Ludovica e i suoi amici avevano smesso di parlarne dopo qualche giorno,
a detta loro perchè non se ne poteva più, ma
avevo come
l'impressione che ci fosse dietro Vittorio.
Dopo la sua visita in ospedale non ci avevo quasi più
parlato,
ogni tanto mi chiedeva con finta non curanza se avessi
novità,
sapevo che il suo interesse non si limitava alla salute di Leda, ma
voleva chiaramente notizie sull'assenza di Eleonora.
Era passata poco più di una settimana dall'uscita di Leda
dall'ospedale e avevo visto Eleonora sì e no due volte,
anche
contattarla non era semplice, era sempre a casa dell'amica e
non
volevo essere un problema o un peso.
Eppure mi mancava incredibilmente, mi mancava la sua voce, il suo
sorriso, quel modo semplice che aveva di essere così unica.
Una mattina ero arrivato a scuola con un inspolito anticipo. Mi ero
diretto così al bar, dove avevo trovato Vittorio seduto,
stranamente da solo, ad un tavolino.
-Ciao- avevo detto io più per educazione che per
altro
-Ciao- aveva risposto lui alzando la testa dal suo caffè per
accennare un cenno
-Come stai?- aveva aggiunto poi
-Bene e tu?- avevo risposto senzå nemmeno pensarci
-Me la cavo, Andrea, siediti un attimo - aveva risposto lui facendomi
segno di prendere posto
MI limitai a sedermi su una sedia vuota dall'altro lato del tavolo
-Volevo parlarti - disse
-Dimmi-
-La settimana prossima ci sarà una festa, Ludovica mi ha
detto
di invitarti, lei è fuori con la famiglia perchè
sono
andati sulla neve-
Non potevo credere che si trattasse dolo di questo, una festa?!
-Ehm.. grazie Vittorio, non credo che ci sarò- risposi,
facendo come per alzarmi
-Aspetta!- disse lui trattenendomi per un braccio
Mi bloccai e lo fiassai nei suoi occhi scuri.
-Ho pensato che.. forse alla festa potre venire anche Leda,
cioè.. potrebbe essere un modo per farla reinserire.. - di
nuovo
nella sua voce c'era quel tocco di incertezza e nel suo sguardo una
strana luce.
-Non credo che sia proprio l'ideale, niente di personale, ma a quella
festa non ci saranno proprio i suoi più grandi amici -
risposi
con un tono abbstanza polemico, nonostante cercassi di evitarlo
-Capisco- rispose lui senza far tarsparire nessuna emozione, di nuovo
padrone di sè.
MI lasciò andare la presa e tornò a fissare il
suo caffè.
-Ci sarebbe una soluzione, forse.. - dissi improvvisamente, catturando
la sua attenzione - Ma ho bisogno dedl tuo aiuto- aggiunsi
-Vai, spara- rispose lui accendendosi di una nuova speranza.
Parlare con Vittorio si rivelò meno spiacevole del previso,
riuscimmo a trovare una soluzione e così pensai che era
arrivato
il momento di comunicare la nostra idea ad Eleonora.
Mi ero ripromesso di essere onesto e rivelare che l'idea iniziale era
partita da Vittorio, ma quando sentii la sua voce al telefono mi presa
una gran paura che questo potesse allontanala da me..
Riuscii a prendere un appuntamente per quel pomeriggio, finalmente
potevo rivederla e passare del tempo con lei, mi ci vollero minuti e
minuti per far scomparire uno strano sorriso che si era impossessato
del mio viso.
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Capitolo 20 *** 20 ***
Eleonora
ALle 15.10 ero fuori scuola.
La mattinata con Leda e Daniela era andata meglio del previso e mi
sentivo euforica.
Le mie amiche avevano insistito per scegliere cosa dovevo indossare,
ecco perchè portavo una pantalone fin troppo aderente di
Leda ed
un maglione con uno scollo troppo eccessivo per il freddo ormai
imminente.
Mi ero opposta all'idea di legare i capelli in una coda alta,
così li avevo lasciati sciolti sulle spalle e sul seno.
Andrea era seduto sul motorino davanti all'ingresso della scuola,
chiusa per la Domenica.
Quando lo vidi il mio cuore accellerò di scatto, mi
ripromisi di non dimenticare di respirare prima di andargli vicino.
Lui mi sorrise da lontano e si avvicinò con la solita
camminata.
-Ciao!- disse abbracciandomi energicamente
-Da quanto tempo!- risposi io ricambiando l'abbraccio
-Decisamente troppo- mi sussurrò lui nell'orecchio.
Sentii le guancie divenirmi calde e rosse e abbassai lo sguardo.
AVevo paura che con questo contatto lui potesse sentire il mio cuore
che martellava senza sosta.
-Allora, dove andiamo?- chiese - devo assolutamente illustrarti
la mia idea-
Per un momento mi dimenticai anche del motivo per cui ci eravamo
incontrati, talmente grande era la gioia di essere con lui che non mi
interessava nemmeno del perchè.
-Dove vuoi.. - risposi alzando le spalle e sorridendo.
-Allora ti porto a prendere un caffè- disse sorridendo e
salendo sul motorino.
Arrivammo in breve tempo in un bar sotto casa sua, era un posto piccolo
ma decisamente carino.
Ordinammo due cappuccini e ci sedemmo ad un tavolino accanto allal
finestra.
-Allora, di cosa mi devi parlare? - chiesi curiosa
-Vedi.. Sabato ci sarà una festa, Ludovica ed i suoi la
chiamano
"Benvenuto inverno", o una cosa del genere.. sembra essere
una
delle feste del momento a scuola, ci saranno tutti e si
terrà in
una villa poco fuori città- disse lui puntando gli
occhi
nei miei - So bene che questa festa non ti interessa minimamente-
aggiunse poi notando la mia espressione - Ma credo che la
nuova
versione potrebbe essere decisamente di tuo gradimento.. -
-NOn credo di aver capito.. - dissi confusa
-Penso che questa festa potrebbe essere trasformata in in un grande
betornata a Leda.. un modo per farle sentire che ci siamo
-disse
lui con orgoglio
-Andrea.. è una bellissima idea, sei stato davvero carino a
pensarci.. ma non credo che Ludovica accetterà mai - dissi
-E qui che ti sbagli, Ludovica e una certa Miranda sono le
organizzatrici della festa e sono al corrente di questa nuova idea -
disse lui
-Ma .. come hai fatto? - chiesi senza parole, Leda saerbbe stata
entusiasta, una festa tutta per lei, avrebbe capito che non era sola,
non lo sarebbe mai stata.
-Ho le amicizie giuste - si limitò a rispondere
-Dai Andre.. non dirmi che sei dovuto scendere a patti con quella
vipera? - chiesi sperando che non si trattasse di questo.
Lui accennò un sorriso e scosse la testa - Questo mai-
Bevvi un sorso del mio cappuccino e sorrisi -Avanti, illustrami i
dettagli .. -
-Bene.. la festa sarà Sabato sera, l'invito è
stato
esteso a tutta la scuola e tutti, ma proprio tutti, sanno di che si
tratta... appenderemo anche uno striscione o qualcosa all'inizio.. ma
mi serve il tuo aiuto per portare Leda, si tratta di una sorpresa.. -
-Certo, non sarà facile ma sono certa di poterci riuscire
... -
risposi carica di entusiasmo -Ho una sola domanda.. - aggiunsi poi
guardandolo
-Avanti, spara, sono pronto - rispose lui
-Perchè?- chiesi con un filo di voce
Lui sembrò pensarci un attimo - Perchè... so
quanto conta
per te, ma so anche cosa vuol dire avere la sensazione e la paura di
essere soli, se qualcuno avesse fatto una cosa del genere per me tutte
le volte che avevo questa sensazione forse adesso le cosa sarebbero
diverse.. -
Mi persi nuovamente nei suoi occhi, più che mai questa volta
temevo di non avere scampo.
-Grazie Andrea.. - dissi semplicemente posando una mano sulla sua e
lasciando che la sua presa si facesse un pò più
stretta.
Andrea
Il giorno dell'incontro con Eleonora mi preparai ad affrontare con lei
il discorso, mi presa la paura che forse la mia idea non le
interessasse nemmeno un pò e la genialità del
piano mi
sembrò svanire in un secondo.
Quando la vidi arrivare all'appuntamento tutto si fece confuso, non mi
interessava più niente, volevo solo averla con me.
Era bellissima, come sempre, mi era mancata terribilmente me ne rendevo
conto adesso più che mai.
Le andai in contro sorridendo
-Ciao!- dissi abbracciandoila energicamente,
quasi senza controllo.
-Da quanto tempo!-rispose lei abbracciandomi a sua volta
-Decisamente troppo- le sussurrai all'orecchio, respirando il suo
profumo.
-Allora, dove andiamo?- domandai- devo assolutamente illustrarti
la mia idea-
-Dove vuoi.. - rispose alzando le spalle e sorridendo.
-Allora ti porto a prendere un caffè- dissi sorridendo e
salendo sul motorino.
La portai nel mio bar preferito, un baretto sotto casa mia, dove si
poeteva parlare con calma e bere un ottimo cappuccino.
-Allora, di cosa mi devi parlare? - chiese lei prendendo posto accanto
a me
-Vedi..
Sabato ci sarà una festa, Ludovica ed i suoi la chiamano
"Benvenuto
inverno", o una cosa del genere.. sembra essere una delle
feste
del
momento a scuola, ci saranno tutti e si terrà in una villa
poco
fuori
città- dissi osservandola e pregando che l'idea non fosse
stupida come iniziava a sembrarmi - So bene che questa
festa non ti interessa minimamente- aggiunsi in fretta notando la
cunfusione nei suoi grandi occhi nocciola - Ma credo che la
nuova
versione potrebbe essere
decisamente di tuo gradimento.. -
-NOn credo di aver capito.. - rispose lei
-Penso
che questa festa potrebbe essere trasformata in in un grande betornata
a Leda.. un modo per farle sentire che ci siamo -dissi
sororidendo
-Andrea.. è una bellissima idea, sei stato davvero carino a
pensarci.. ma non credo che Ludovica accetterà mai - rispose
lei
-E
qui che ti sbagli, Ludovica e una certa Miranda sono le organizzatrici
della festa e sono al corrente di questa nuova idea - replicai
-Ma
.. come hai fatto? - chiese lei, dandomi la conferma che l'idea le era
piaciuta
-Ho le amicizie giuste - dissi, pensando che non fosse il caso di
raccontarle ogni cosa
-Dai Andre.. non dirmi che sei dovuto scendere a patti con quella
vipera? - domandò lei con un tocco di ira nella voce
scossi la testa - Questo mai-
-Avanti, illustrami i dettagli .. - rispose lei tra un sorso di
cappuccino e sorriso
-Bene..
la festa sarà Sabato sera, l'invito è stato
esteso a
tutta la scuola e
tutti, ma proprio tutti, sanno di che si tratta... appenderemo anche
uno striscione o qualcosa all'inizio.. ma mi serve il tuo aiuto per
portare Leda, si tratta di una sorpresa.. - le dissi brevemente tutti i
dettagli che avevo programmato il giorno prima con Vittorio.
-Certo, non sarà
facile ma sono certa di poterci riuscire ... - rispose lei
con
entusiasmo -Ho una sola domanda.. - aggiunse poi
-Avanti, spara, sono pronto -
-Perchè?- chiese con un filo di voce
Avrei voltuo dirle che in realtà l'idea non era partita da
me,
che io avevo solo pensato a rendere la festa in onore di Leda, ma che
il pensiero iniziale era quello di Vittorio, forse avrei anche dovuto
dirle che lui faceva tutto questo perchè le voleva ancora
bene,
avrei anche dovuto evitare di omettere il dettaglio del nostro accordo,
lui avrebbe convinto Ludovica e io avrei parlato con Eleonora. Avrei
dovuto fare tutto questo, ma non ci riuscii, la paura di perderla di
spingerla tra le sue braccia era troppo forse - Perchè... so
quanto conta per te, ma so
anche cosa vuol dire avere la sensazione e la paura di essere soli, se
qualcuno avesse fatto una cosa del genere per me tutte le volte che
avevo questa sensazione forse adesso le cosa sarebbero diverse.. -
dissi, ed era vero, questi erano i motivi che mi avevano
spinto
alavorare a questa idea.
ci guardammo per qualche secondo in silenzio.
-Grazie Andrea.. - disse lei posando una mano sulla mia, lasciando che
io la stringessi con trasporto.
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Capitolo 21 *** 21 ***
Eleonora
Parlai del piano a Daniela che parve essere entusiasta. TRovammo un
modo per portare Leda alla festa, dicendole che si trattava di un
compleanno di un parente di Daniela al quale non potevamo mancare. Per
fortuna la nostra amica accettò, quando venne a sapere che
si
trattava di un parente molto ricco e che avremmo potuto passare la
serata da sole in una delle stenza della villa a parlare, senza
necessariamente mischiarci alla gente.
Il Sabato arrivò prima del previso. Mi ero sentita con
Andrea
quasi ogni giorno ed ero anche andata a scuola più del
solito.
Ben presto quella della festa divenne una scusa per parlare e passare
del tempo insieme.
Sabato l'appuntamento era per le 22.30 alla villa, in modo tale che
tutti gli invitati sarebbero potuti arrivare prima dell'ospita d'onore.
IO e Daniela avevamo convenuti che tutto doveva essere perfetto, a
partire da Leda. Così eravamo andate tutte insieme a
comprare
l'abito da utilizzare.
Daniela si era comprata un vestito rosso che le arrivava fino
alle ginocchia, cadendo aderente su tutto il corpo.
Io ne avevo comprato uno di un blu energico che arrivava a
metà coscia, con una fascia stretta sul seno.
Leda, nonostante le sue proteste, avrebbe indossato un vestito di un
leggero dorato davvero cortissimi, che terminava a "palloncino",
lasciando intravedere le lunghe gamb e della mia amica.
Prima della festa ci vedemmo a casa di Daniela per prepararci, ognuna
di noi curò l'acconciatura il trucco delle altre, in modo
tale
che nessuna potesse protestare.
Alle 22.30 precise eravamo fuori allal villa.
La giornata era stata davvero stancante, io e Daniela avevamo dovuto
inventare una risposta per ogni domanda di Leda sulla festa, ed eravamo
a corto di inventiva ormai.
Senza contare che nelle ultime tre ore avevo ricevuto telefonate da
mezza scuola che mi confermava la sua presenza.
-Eccoci qui, siamo arrivati- disse Daniela sospirando per il sollievo,
finalmente Leda averebbe scoperto la verità e sarebbe stato
più facile proseguire la serata.
Le auto fuori dalla villa erano tutte vuote, come da programma, tutti
gli invitati si trovavano all'interno in religioso silenzio, si sentiva
solo la musica provenire dalla casa e qualche risata.
-Andiamo allora? - chiesi indicando l'ingresso
-Certo, ho solo voglia di andarmi a prendere qualcosa da bere e
ritirarmi a vita privata - disse Leda avvicinandosi all'ingresso.
-Prima tu..- dissi facendole largo, lei mi guardò
interrogativa,
doveva essere la millesima occhiata di questo tipo che mi riservava, ma
forse era troppo stanca per indagare.
Non appena Leda aprì la porta della villa le luci si
accesero e
dal soffitto caddero mille coriandoli argentati e palloncini bianchi.
La vasta stanza in cui ci trovavamo era piena di gente, talmente tante
persone che nemmeno il nostro cortile le averbbe contenute tutte.
Sul muro era appeso uno striscione dove a grandi lettera compariva il
nome di Leda, seguito da un Bentornata.
Tutti i presenti tenevano in mano bandierine e cappellini con la stessa
frase.
Vidi gli occhi della mia amica riempirsi di lacrime per l'emozione, si
girò verso me e Daniela e ci strinse leggermente la mano,
accennando un sorriso.
-Grazie!- disse a bassa voce -GRazie!- urlò poi con quano
fiato
aveva in gola, facendo espoldere la folla in un rumoroso boato.
Vedere Leda così felice mi feceve commuovere, si meritava un
pò di gioia e forse adesso poteva averla.
In breve la folla si disperse e la festa ebbe inizio; persi
di
vista Daniela che si allontanò con Guido, forse era arrivato
anche per loro il momento di chiarire e di stare un pò
insieme.
Leda invece fu invasa da mille domande e persone, volti che non aveva
mai visto, compagni di classe che chiedevano come stava, o qualche
curioso che voleva sapere come stavano le cose.
Vidi Leda rispondere a tutti con un sorriso, anche alle domande meno
delicate, a quelle più assurde, ma ciò che mi
fece
più piacere fu vederla sorridere, finalmente, tra la gente.
Cercai con lo sguardo Andrea, ma c'era troppa gente per poterlo trovare.
-Eleonora..-un tocco sulla spalla mi fece voltare lentamente
-Vittorio..- dissi con un velo di disprezzo
-Come stai?- chiese lui
-Bene, bene -risposi con distacco - tu?- domandai con altrettanto falso
interesse
-Anche... bella eh la festa?- domandò lui
-Molto, mi dispiace per te e i tuoi amici che avete dovuto rinunciare
ad una delle vostre feste esclusive..- risposi fissando i suoi occhi
scuri
Lui accennò un sorriso - Immaginavo che non ti avesse
raccontato
le cose per bene.. - disse sostenendo il mio sguardo carico di disprezzo
-Di cosa parli?- chiesi senza capire
-Andrea non ti ha detto che tutto questo è merito mio vero?-
domandò lui
-Tuo!?- dissi con ironia -Non farmi ridere Vittoriio... -
-Se non mi credi perchè non lo chiedi direttamente a lui?-
rispose lui facendo un cenno verso Andrea che si avvicinava
all'ingresso
-E' quello che farò..- risposi voltandomi, senza perdere
tempo ad ascoltare la sua risposta
-Eleonora, sei bellissima..- disse Andrea non
appena mi vide
-Graize- riaposi fredda -DObbiamo parlare..- aggiunsi poi
-Dimmi..- disse lui con un velo di paura nella voce
-Perchè mi hai detto che dietro tutto questo c'eri tu?
perchè non mi hai detto che l'idea era stata di Vittorio?-
chiesi fissandolo con uno sguardo duro
Lo vidi abbassare gli occhi e muovere nervosamente le mani intorno al
suo bicchiere di vino.
-In realtà Vittorio voleva solo farvi venire alla festa, non
aveva pensato di renderla in onore di Leda.. ma sì,
è
stato lui a renderlo possibile e ad avere la prima idea..- ammise
guardandomi negli occhi.
Non potevo crederci, Vittorio.. - E tutte le tue belle parole? tutti i
discorsi che hhai fatto? mi hai mentito Andrea, sei esattamente come
gli altri.. - dissi piena d'odio.
-Aspetta non è come pensi... io... avevo solo paura che tu
potessi ricadere tra le sue braccia...- la voce di Andrea per la prima
volta mi dava quasi fastidio.
Aspettavo da un vita un segnale di cambiamento da parte di Vittorio e
adesso scoprivo che Andrea me l'aveva tenuto nescosto.
-Complimenti, non hai capito niente!- dissi allontanandomi rapidamente
da lui e mischiandomi tra la folla, impedendogli di ritrovarmi e
rincorrermi.
Ero furiosa, Andrea mi aveva mentito, ma non era solo questo, sapeva
quanto contava per me Vittorio eppure aveva taciuto.
Adesso c'era una cosa che dovevo fare, dovevo trovare Vittorio e
scusarmi.
LO cercai in ogni stanza, attenta ad evitare Andrea.
Mi ero ormai arresa all'idea di poterlo trovare, quando lo
vidi seduto su un divanetto.
-Ciao..- dissi avvicinandomi
-Sei venuta a scusarti?- chiese lui con il solito tono sicuro e fiero.
-Senti... possiamo.. parlare ?- domandai - in un posto silenzioso-
aggiunsi, lanciando uno sguardo ad una coppietta che dava spettacolo
accanto a noi.
Lui si alzò lentamente - Ok, seguimi-disse facendosi largo .
Lo seguii fino al piano di sopra, fino a giungere in una stanza vuota.
-Adesso possiamo parlare- disse lui chiudendo la porta alle nostre
spalle.
Stare sola in camera con lui mi fece venire i brividi, non
eravamo così vicini da tanto, troppo tempo.
-Ho parlato con Andrea, ha confermato quello che hai detto tu.. - dissi
cercando di non abbassare lo sguardo.
-E..?- chiese lui con tono divertito
-Mi dispiace, scusa.. è che non credevo che potessi esserci
tu
dietro tutto questo, insomma, non ti facevo tipo..- mi giustificai
-Perchè pensi che io sia cattivo Eleonora?-
domandò lui serio.
Sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla pelle, era sempre lo stesso.
-Non sono io a vederti cattivo, lo sai bene, non ti sei comportato
benissimo con me.. dissi
-Lo ammetto, sono stato uno stronzo..- rispose con tono impassibile -Ma
tutto questo l ho fatto perchè mi importa ancora di tutti
voi,
mi importa anora di te Ele.. - disse avvicinandosi
-Perchè hai decisodi cambiare?- chiesi con un filo
di voce
-Avevo paura, volevo essere di più, sono stato uno
sciocco.. - disse lui sfiorandomi la guancia- Volevo essere grande
anche io, ma solo dopo mi sono reso conto che l'unico modo
per
esserlo era averti accanto.. -
-Avresti potuto dirmelo, chiedere scusa, tornare da me.. - dissi
sentendo il cuore battere forte
-Avevo paura che tu mi dicessi di no, ti ho amata tantissimo Eleonora,
non ho mai amato così..- rispose lui.
Non potevo credere alle mie orecchie, Vittorio era ad un passo da me.
-Non ti avrei mai detto di no.. - risposi sinceramente
-Ho sbagliato troppo per avere il tuo perdono, temevo che tu ti
rendessi conto di meritare di più..-
-Ma adesso ho capito, adesso sono pronto a rischiare, ti rivoglio con
me.. - disse lui, eliminando ogni distanza che ci separava.
Sentivo il caldo respiro di Vittorio sfiorarmi la guancia, posai una
mano sul suo petto muscoloso.
-Cosa mii stai dicendo Vittorio?- chiesi a bassa voce
-Torna con me... ho bisogno di te.. -bisbigliò lui
avvicinandosi ancora.
-Vittorio... adesso è..- cercai di rispondere, ma fu
inutile, la sua bocca si posò sulla mia rapidamente.
Non lo baciavo da anni ormai, la sensazione che provai quando
approfondì il bacio, fu sconvolgente.
Lo baciai con trasporto, incapace di respingerlo, stringendolo
più forte, sentendo il suo profumo confondermi, il suo tocco
caldo sciogliermi il vestito.
Lasciai che una mia mano gli sbottonasse la camcia, toccando la sua
pelle liscia e calda, i suoi pettorali perfetti.
Il suo bacio scese sul mio collo, trascinandomi in un turbino di
emozioni e facendomi posare sul letto.
Vittorio era sopra di me, sentivo il calore del suo petto, le sue mani
si posarono sul mio collo accarezzandolo dolcemente.
Sapevo cosa stava per succedere,una parte di me lo voleva, ma sapevo
che era sbagliato, sapevo che lo volevo per quello che era stato e non
per ciò che era.
-Vittorio aspetta..- dissi lentamente -Aspetta- ripetei allontanandolo
dal mio corpo.
Mi alzai di scatto osservandolo, per la prima volta i suoi occhi non
erano sicuri e fieri come sempre, per la prima volta in
quegli
occhi ci ritrovai il mio passato.
-Cosa c'è?- chiese lui alzandosi a sua volta
-Non credo che sia la cosa giusta.. - dissi riallacciandomi
il vestito
-Ma.. io credevo che tu.. insomma che noi.. - la sua voce tremava per
l'incertezza
-Vittorio ascolta.. - dissi avvicinandomi - Sei stato la persona
più importante della mia vita, ho pianto per te come non ho
pianto per nessuno, sei stato il mio chiodo fisso per.. non so nemmeno
io per quanto.. se fossi tornato da me qualche mese fa sicuramente
sarei stata pronta a ricominciare..ma adesso.. è cambiato
qualcosa- dissi
-A qualcosa a che fare con Andrea?- chiese lui
-Sì e no, sei stato il mio passato per talmente tanto tempo
che
ho lasciato correre il mio presente, Andrea mi ha fatto capire che
c'è sempre qualcosa di nuovo, di travolgente dietro
l'angolo,
qualcosa che possa darti un buon motivo per lasciare andare il
passato.. - risposi, era vero. Andrea mi aveva fatto capire che era
necessario andare avanti, non rimanere vittime del proprio passato.
-Eleonora.. - Vittorio mi si avvicinò di nuovo - Io ti
amo..- disse a bassa voce, con lo sguardo puntato per terra.
Posai una mano sulla sua guancia, posando i miei occhi nei suoi, mi
resi conto solo in quel momento che erano lucidi, Vittorio era di nuovo
sè stesso.
-Vittorio, per favore..- improvvisamente mi resi conto che non lo amavo
più da molto tempo - Non mi conosci nemmeno più,
non puoi
amarmi.. -dissi accarezzandogli il volto.
-Vai da Andrea..- rispose di scatto lui, lasciando che la durezza dei
suoi occhi si rimpadronisse del suo sguardo.
Rimasi in silezio per qualche secondo, incapace di replicare, di dire
qualsiasi cosa.
MI avviai verso la port, voltandomi per guardarlo un'ultima volta.
-Mi dispiace per tutto.... - disse lui prima che io potessi uscire
-Anche a me- risposi sinceramente - Anche a me-
Non sapevo se stavo andando in contro ad Andrea, non sapevo se mi
andava di parlargli e di perdonarlo, sapevo solo che avevo bisogno di
lasciarmi alla spalle Vittorio e tutto ciò che era stato.
Volevo
solo essere felice.
Andrea
Ero in attesa per la festa, non vedevo l'ora di rivedere Eleonora ed
avevo come l'impressione che sarebbe stata felice della riuscita della
festa.
Io e Guido avevamo passato la settimana a pianificare tutto con le
ragazze, affinchè lasorpresa riuscisse.
Vittorio si era dimostrato abbasanza disponibile, ma ci teneva a non
avere troppi contatti con noi e la cosa non mi dispiaceva
affatto.
Il Sabato arrivò prima del previso e per fortuna tutto era
pronto.
Mi preparai per la festa in modo tale da pater essere lì
prima degli altri.
Indossavo una camicia con larghe righe azzurre e bianche, sopra un
pantalone bianco e con un paio di comode scarpe da ginnastica.
Guido era euforico e ansioso almeno quanto me, poteva rivedere Daniela,
Leda ed Eleonora, in assoluto le persone a cui teneva di più
al
mondo.
-Credo che stasera le cose andranno finalmente bene, io
potrò
stare con Daniela e parlare liberamente con Leda e tu ed Eleonora
finalmente vi darete una mossa- disse scherzando Guido mentre con la
moto mi portava alla villa.
-Lo spero- risposi io, doveva essere una serata perfetta, doveva
esserlo e basta.
I preparativi alla villa procedevano bene, tutto era pronto e alle
22.00 esatte arrivarono anche gli invitati.
Spiegammo a tutti il piano, demmo le varie bandierine ed i cappelli e
sistemammo anche lo striscione.
Mancava ormai poco all'arrivo delle ragazze, quando tutto fu pronto.
Fare in modo che tutti stessero al proprio posto e in silenzio si
rilevò più semplice del previso, tutti sembravano
davvero
interessati alla motivazione che li riuniva.
-Stanno arrivando!- dissi io non appena mi arrivò un sms di
Eleonora - Tutti al proprio posto e silenzio!- gridai alla folla.
NOn era mai successo che qualcuno mi stessa ad ascoltare davvero, mi
sentii importante.
Quando la porta si aprì ed entrò Leda i ragazzi
dal piano
di sopra lasciarono cedere i coriandoli ed i palloncini, lasciandosi
andare ad un rumoroso applauso.
Leda sembrava davvero felice, così come Daniela ed Eleonora.
Prima che avessi il tempo di avvicinarmi alle ragazze la folla si
disperese in tutta la stanza e mi rese il compito impossibile.
Mentre cercavo Eleonora nella villa mi imbattei in alcuni ragazzi che
conoscevo a scuola, alcuni che non avevo mai visto.
-Andrea, buonasera!- una voce calda e sensuale mi fece voltare
-Ludovica.. ciao!- dissi sorpreso
-Allora, bella festa vero?!- domandò lei facendo in modo che
il
suo vestito bianco svolazzasse, lasciando intravedere più
del
dovuto.
-Sì, anzi, grazie per averci permesso di fare tutto
ciò- dissi
-Sai, alla fine ho pensato a quello che mi hai detto un pò
di
tempo fa, credo che tu avessi ragione, era la cosa giusta fare qualcosa
per gli altri- rispose lei avvicinandosi
-Grazie- disse dandomi un leggero bacio sulla guancia
-Prego- risposi confuso quanto sorpreso
-Hai visto Eleonora?- domandai
-Ancora con questa Eleonora, ma cosa avrà di tanto
speciale?! - chiese Ludovica con irritazione
-Sai, io credo che abbia tutto quello che tu non hai mai voluto avere..
- risposi
-E sarebbe?- chiese lei posando le mani sui fianchi
-Credo che tu lo sappia- dissi semplicemente, voltandomi per prosrguire
il mio giro.
Finalmente vidi Eleonora che mi veniva incontro, era decisamente
spettacolare.
-Eleonora,
sei bellissima..- dissi, ed era vero, ricordavo quando
l'avevo
vista alla nostra prima festa insieme, c'era qualcosa di assolutamente
elegante nel modo in cui la sua bellezza mi colpiva
-Graize...DObbiamo parlare..- disse lei fredda
-Dimmi..- risposi, spaventato
-Perchè
mi hai detto che dietro tutto questo c'eri tu? perchè non mi
hai detto
che l'idea era stata di Vittorio?- chiese fissandomi.
Abbassai gli occhi, aveva scoperto tutto, ero nei guai, le avevo
mentito e queste eranno gli effetti.
-In
realtà Vittorio voleva solo farvi venire alla festa, non
aveva pensato
di renderla in onore di Leda.. ma sì, è stato lui
a renderlo possibile
e ad avere la prima idea..- ammisi guardandola a fatica negli occhi
nocciola.
- E tutte le tue belle parole? tutti i
discorsi che hhai fatto? mi hai mentito Andrea, sei esattamente come
gli altri.. - era furiosa, lo vedevo dal modo in cui parlava, da come
mi guardava
-Aspetta non è come pensi... io...
avevo solo paura che tu potessi ricadere tra le sue braccia...-cercai
di giustificarmi, sentendo che tutto si stava rompendo.
-Complimenti,
non hai capito niente!- rispose lei allontanandosi senza darmi il tempo
di fermarla.
Continuai a cercare Eleonora, senza sapere cose le avrei detto se
l'avessi trovata, senza sapere cosa mi aspettava.
Sapevo solo che avevo bisogno di spiegarle, di dire tutto quello che
provavo.
Mentre camminavo per le stanze colme di gente mi imabttei in Leda,
seduta ad un tavolo, mentre beveva una birra.
-Ciao..- dissi - POsso?- chiesi poi indicando una sedia vuota
-Certo..- rispose lei sorridendo- Non ti ho ancora ringraziato per
tutto questo, Dani mi ha detto che è opera tua..- disse lei
-No.. non ho fatto niente, ho solo modellato l'idea di altri..-
-Che intendi..?- chiese lei senza capire
-Vittorio.. è stato lui a mettere in mezzo questa cosa, io
ho solo migliorato le sue intenzioni.. - spiegai
-Vittorio? parliamo della stessa persona?- chiese Leda
-Temo di sì..- risposi con tristezza
-Eleonora lo sa?- chiese lei
-L'ha saputo adesso..- risposi ancora più triste
-Andrea ascoltami- disse Leda prendendomi una mano - Tu le sei stato
accanto in questi giorni e io lo so bene, Vittorio ha anche potuto
avere una brillante idea ma se tutto questo è stato fatto
è grazie a te! Non permettere che lui abbia la meglio, non
permettere che la porti via di nuovo.. -
-Io..- cercai le parole ma non riuscivo a dire niente -cosa dovrei
fare?-
-Vittorio sa che può riprendersi Eleonora, sa quanto lei lo
abbia amato e sa anche che in tutti questi anni ha sempre desiderato
che lui tornasse.. -
Quelle parole mi lasciarono senza fiato, poteva davvero riprendersela?
-Ma c'è una cosa che non sa.. - proseguì Leda -
Eleonora
in questi mesi è rinata, finalmente ha trovato un motivo per
andare avanti, si è lasciata tutto alle spalle e questo
grazie a
te... adesso puoi ben più di Vittorio, non avere paura e vai
da
lei se provi qualcosa.. -
-Tu pensi che mi perdonerà per averle mentito?- chiesi con
un filo di voce
-E' la mia migliore amica da annil, credmi se ti dico che non
c'è persona migliore per starle accanto di te.. - disse Leda
-Grazie- risposi stringendole la mano - E tu come sta? intendo
davvero...- domandai
-Credo bene... è solo che tutti sanno quello che
è
successo, sui muri c'è scritto "Bentornata" adesso mi sa che
devo tornare davvero..-
-Sei una ragazza piena di vita e di forza, vedrai che ci riuscirai e
per quanto possa sembrare assurdo, qui, tutti, sono pronti ad aiutarti-
dissi sinceramente convinto
-LO pensi davvero?- chiese lei
-Lo so.. -
-Grazie Andrea, Ele aveva ragione a dire che sei speciale, cosa aspetti
adesso.. cercala!- rispose Leda piena di carica
-Vado!- dissi nuovamente carico di speranza
Proseguii le mie ricerche chiedendo se qualcuno l'avesse via e mi
toccò di nuovo incontrare Ludovica.
-Stai cercando ancora quella ragazza?- domandò lei
Annuii.
-IO so dov'è ma non creedo che ti piacerà
saperlo..- rispose lei con un mezzo sorriso
-Dove?- domandai
-AL piano di sopra con Vittorio, sono soli in una stanza, io non
entrerei senza bussare, anzi non entrerei affatto!- disse lei con voce
maliziosa.
-GRazie, ma vado- risposi facendo per allontanarmi
-Andrea.. - disse lei tenedomi per un braccio - Se dovessi aver bisogno
di qualcuno che ti tiri su di morale, io ti aspetto vicino
all'ingresso, sarò quella con due bicchieri di vino in
mano.. ti
aspetto-
Non risposi nemmeno e corsi verso le scale, temendo per quello che
avrei potuto vedere.
Cercai la stanza dove si trovavano Eleonora e Vittorio, facendo vari
tentativi, sbagliandone precchi.
Finalmente fui indirizzato verso la porta giusta, alla fine del lungo
corridoio.
La porta era leggermente aperta, guardai all'interno.
Vidi Vittorio steso sul letto con le mani dietro la testa e
lo
sguardo perso sul soffitto come se stesse guardando qualcosa di
interessante.
Di Eleonora nemmeno una traccia, mi sentivo ottimista, forse non
era successo niente, forse era andava via.
Eppure notai la camicia sbottonata di Vittorio e solo dopo vidi che
teneva tra le mani il bracciale di Eleonora, quello da cui non si
separava mai.
Forse mi sbagliavo, forse quei due erano stati insieme ed era troppo
tardi.
MI ricordai in quel momento che Ludovica mi aspettava al piano di
sotto, stavo per scendere da lei, per ripetere un errore fatto
già in passato, quando una voce mi fece voltare.
Sorrisi.
***
Il
prossimo sarà l'ultimo capitolo, molto più breve
di questo.. fatemi
sapere che ne pensate e scusate gli errori ed orrori ma davvero non ho
tempo perr riguardare tutto ^^
Baci e grazie a tutti voi che mi avete sostenuta <3
Elly
|
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Capitolo 22 *** 22 ***
Ultimo
capitolo
Ed
ecco qui la fine della storia, spero che vi sia piaciuta dall'inizio
alla fine ^^
Fatemi sapere che ne pensate :)
Mi scuso se alcuni capitoli non sono molto scorrevoli e se
c'è qualche imperfezione, ma avendo perso tutti i dati del
mio pc ho dovuto riscrivere ogni cosa diverse vuole u.u
Un grazie immenso a tutti coloro che hanno letto e commentato
dall'inizio, a chi ha letto senza lasciare segno :P e a chi ha inserito
questa storia tra i preferiti ^^
Un bacione e grazie di cuore <3
Elly692
Eleonora
Uscendo dalla stanza mi ero ritrovata nel corridoio della villa, non
c'era molta gente su quel piano, così decisi di cercare un
posto
dove potessi stare da sola, volevo e dovevo pensare, riflettere e
decidere.
Ripensai rapidamente a tutti gli avvenimenti degli ultimi mesi, a come
le cose erano cambiate in fretta.
Feci un rapido pro e contro di tutto ciò che era successo.
Ovviamente c'era stato l'incidente di Leda, tutte le lacrime e la paura
che niente potesse tornare come prima.
Ma ripensando agli ultimi tempi mi tornava alla mente solo un nome:
Andrea.
Ricordai il nostro primo bacio... quello che ci eravamo detti a casa
sua, a come l'avessi odiato quando era stato con Ludovica, a come
invece mi era stato accanto quando ne agvevo bisogno, a come mi aveva
dato la forza di chiudere per sempre una porta, quella che affacciava
sul passato, che portava a Vittorio.
MI tornò alla mente una canzone i cui versi dicevano " Una
porta
aperta e una che non sa chiudersi", ecco come avevo vissuto fino a quel
momento. Fino a quando Andrea non mi aveva dato la forza di lasciarmi
tutto alle spalle.
Non sapevo bene se si trattava di amore e non m'importava nemmeno,
volevo lui.
Mi resi conto solo in quel momento di essere seduta sul pavimento di
una stanza, doveva trattarsi di un ripostiglio o una cosa del genere.
Mi alzai sistemandomi il vestito e i capelli come meglio potevo, pronta
per andare a cercare Andrea.
Non appena uscii dalla stanza vidi Andrea di spalle accanto ad una
delle porte chiuse.
Doveva essere la camera mia e di Vittorio, forse mi era venuto a
cercare.
Lo vidi allontanarsi di lentamente, voltandomi le spalle.
-Andrea..- sussurrai il suo nome piano, quasi per paura che potesse
sentirmi.
Lui si voltò, fu un attimo e i suoi occhi si persero nei
miei,
le sue labbra si aprirono in un piccolo, ma magnifico sorriso.
-Eleonora.. - disse il mio nome, facendolo sembrare fantastico.
-Cosa ci facevi qui?- domandai
-Ero.. volevo chiederti scusa e mi hanno detto che eri qui-
spiegò
Rimasi in silenzio, mi chiesi cosa stesse pensando.
-Senti, so che ho sbagliato, so che avrei dovuto essere onesto. Una
mattina Vittorio mki ha chiesto se potevo farvi venire a questa festa e
gli ho fatto notare che, nonostante le sue intenzioni fossero ottime,
non era esattamente la condizione indeale per Leda e credo nemmeno per
te... .così ho solo modificato la sua idea iniziale,
cercando di
rendere questa festa diversa, ecco tutto.. so di essere stato uno
sciocco, ma temevo che sapere la verità ti avrebbe..
sì,
ecco, ti avrebbe spinta di nuovo tra le sue braccia e io.. - lo vedevo
nervoso, cercava di parlare senza distogliere lo sguardo, ma si vedeva
che non gli era affatto semplice.
-Basta così- dissi posandogli un dito sulle labbra - Abbiamo
giocato al gatto e al topo per troppo tempo.. prima Ludovica, poi
Vittorio, abbiamo solo perso tempo...- aggiunsi
-Ma tu e Vittorio..?- chiese lui con produenza.
-Certe volte c'è bisogno di sbattere la testa contro i
proprio
errori per poter passare oltre, stare con lui in quella
stanza
questa sera, mi ha fatto solo capire che nei suoi occhi del mio passato
non c'è più nulla. L'ho amato, e anche molto,
forse
troppo, ma questo non deve impedirmi di andare oltre, di amare ancora..
- mi avvicinai ad Andrea, osservando la sua espressione
Le sue mani si posarono con delicatezza sul mio volto, accarezzandomi i
lineamenti, scendendo sulla mia guancia e sistemandomi i capelli dietro
l'orecchio.
-Eleonora, io voglio stare con te- disse poi ad un certo punto quando
ormai i nostri volti erano vicinissimi.
-Al diavolo la paura di trasferirsi ancora? - chiesi con un mezzo
sorriso
-Al diavolo la paura di essere ferita?- domandò lui con la
stessa espressione
-Al diavolo il passato- dissi annuendo
-Pronta per il futuro?- chiese lui abbassandosi per baciarmi
-Solo se sei con me- dissi quasi in un sospiro
-Siamo io e te : insieme- rispose lui prima di baciarmi.
Andrea
-Andrea...- la sua vece mi fece voltare, aveva parlato a bassa voce, ma
avevo l'impressione che mi sarei voltato anche se non mi avesse
chiamto, perchè lei era lì.
-Eleonora...- dissi mentre sentivo il sangue scottarmi nelle vene.
-Cosa ci facevi qui?- domandò lei
-Ero.. volevo chiederti scusa e mi hanno detto che eri qui-
spiegai, sentendo che era arrivato il momento di essere onesti del
tutto.
Eravamo lì, uno davanti all'altro. Finalmente avevo trovato
il
mio motivo, quello per cui valeva la pena di restare, di non scappare,
il motivo per cui avrei combattuto fino alla fine, avevo appena capito
perchè restare.
-Senti,
so che ho sbagliato, so che avrei dovuto essere onesto. Una mattina
Vittorio mki ha chiesto se potevo farvi venire a questa festa e gli ho
fatto notare che, nonostante le sue intenzioni fossero ottime, non era
esattamente la condizione indeale per Leda e credo nemmeno per te...
.così ho solo modificato la sua idea iniziale, cercando di
rendere
questa festa diversa, ecco tutto.. so di essere stato uno sciocco, ma
temevo che sapere la verità ti avrebbe.. sì,
ecco, ti avrebbe spinta di
nuovo tra le sue braccia e io.. -dissi cercando di essere chiaro ed
onesto, lottando contro la voglia di abbassare lo sguardo
-Basta così- disse lei interrompendomi e posando un dito
sulle
mie labbra-
Abbiamo giocato al gatto e al topo per troppo tempo.. prima Ludovica,
poi Vittorio, abbiamo solo perso tempo...- aggiunse, ed era vero,
avevamo passato troppo tempo a scappare che non ci eravamo resi conto
di correre insieme.
-Ma tu e Vittorio..?- domandai temendo di sentire la risposta sbagliata
-Certe
volte c'è bisogno di sbattere la testa contro i proprio
errori
per
poter passare oltre, stare con lui in quella stanza questa
sera,
mi ha
fatto solo capire che nei suoi occhi del mio passato non c'è
più nulla.
L'ho amato, e anche molto, forse troppo, ma questo non deve impedirmi
di andare oltre, di amare ancora.. - rispose lei e stranamente
non mi interessò più sapere cosa era
successo in
quella stanza, qualsiasi cosa ci fosse stata l'aveva portata
lì.
ad un passo da me.
Le accarezzai il volto, sentendo finalmente che tutto era al suo posto,
io e lei eravamo finalmente pronti, lo sapevo.
-Eleonora, io voglio stare con te- dissi interropendo il silenzio e
dando un ultimo calcio alla paura.
-Al diavolo la paura di trasferirsi ancora? - chiese lei sorridendo
appena
-Al diavolo la paura di essere ferita?- domandai a mia volta, quasi
divertito
-Al diavolo il passato- rispose lei annuendo e facendomi sentire il
cuore esplodere nel petto.
-Pronta per il futuro?- chiesi prima di chinarmi sul suo volto
-Solo se sei con me- rispose lei abbasando a sua volta lo sguardo sulla
mia bocca e socchiudendo gli occhi.
-Siamo io e te : insieme- risposi io, schiudendo le nostre labbra in un
nuovo, incredibile bacio.
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