You've got this hold on me

di InMichaelsarm
(/viewuser.php?uid=532429)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 4: *** Chapter Four ***
Capitolo 5: *** Chapter Five ***
Capitolo 6: *** Chapter Six ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight ***
Capitolo 9: *** Chapter Ten ***
Capitolo 10: *** Chapter Nine ***
Capitolo 11: *** Chapter Eleven ***
Capitolo 12: *** Chapter Twelve ***
Capitolo 13: *** Chapter Thirteen ***
Capitolo 14: *** Chapter Fourteen ***
Capitolo 15: *** Chapter Fifteen ***
Capitolo 16: *** Chapter Sexteen ***
Capitolo 17: *** Chapter Seventeen ***
Capitolo 18: *** Chapter Eighteen ***
Capitolo 19: *** Chapter Nineteen ***
Capitolo 20: *** Chapter Twenty ***
Capitolo 21: *** Chapter Twenty-One ***
Capitolo 22: *** Chapter Twenty-Two ***
Capitolo 23: *** Chapter Twenty-Three ***
Capitolo 24: *** Chapter Twenty-Four ***
Capitolo 25: *** Chapter Twenty-Five ***
Capitolo 26: *** Chapter Twenty-Six ***
Capitolo 27: *** Chapter Twenty-Seven ***
Capitolo 28: *** Chapter Twenty-Eight ***
Capitolo 29: *** Chapter Twenty-Nine ***
Capitolo 30: *** Chapter Thirty ***
Capitolo 31: *** Chapter Thirty-One ***
Capitolo 32: *** Avvisoooo! ***
Capitolo 33: *** Sono (FINALMENTE) tornata! ***
Capitolo 34: *** Chapter 32 ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


CHAPTER ONE


-25 MAGGIO 2006-

Dai mamma, sbrigati o faremo tardi tardi alla partita, lo sai che ci tengo tanto!” grido a mia madre che sta finendo di prepararsi nell'altra stanza. È una semplice partita di pallavolo, ma lei deve comunque spiccare tra tutti.

Sto arrivando Kara, dammi 5 minuti.”

Non li abbiamo mamma. Sono la capitana, avrei dovuto essere là 10 minuti fa. Dai che papà e Ryan ci stanno aspettando in macchina.”

Bhè, per chi non lo avesse ancora capito, io mi chiamo Kara Lux Bennet, e ho 10 anni.Ho gli occhi azzurri e i capelli biondi cenere, sono abbastanza alta e di corporatura normale. Abito a Dover, un paesino a pochi kilometri da Londra. Mio fratello si chiama Ryan e ha 17 anni. Mia madre si chiama Heather e mio padre Paul. Sono molto attaccata ad entramibi, ma di più a mia madre, diciamo che con lei ho più confidenza e riesco a parlare più tranquillamente. Inutile dire che mio fratello loprenderei a sberle dalla mattina alla sera. Non ci sopportiamo! Finalmente vedo uscire mia madre dalla stanza, è messa tutta in tiro.

Mamma... è una partita di pallavolo, non una sfilata!”
“Lo so amore, ma nella vita bisogna essere sempre perfetti. Ora andiamo prima che ti caccino dalla squadra.” Che simpatica, se mi cacciano non le rivolgo più la parola. Vediamo poi! La pallavolo è tutta la mia vita.

Corro sulla macchina e mi siedo vicino a mio fratello che ha le cuffie nelle orecchie e sembra molto irritato di venire alla mia partita. Mia madre si accomoda sul sedile davanti e mio padre parte.

Dai papà sbrigati, non abbiamo tutto il giorno. L'allenatrice sarà arrabbiatissima”

Tesoro, sto andando più veloce che posso, ma abbiamo un trattore davanti” mi dice mio papà come giustificazione.

Avremmo dovuto partire prima. Puoi sorpassarlo?” chiedo speranzosa. Vedo che inserisce la marcia e prova a sorpassare il trattore, solo che è enorme e non si vede oltre. E in quel momento, che ci accorgiamo che si è sporto troppo e c'e un camion che ci sta venendo addosso. Mio padre non riesce a rientrare nella corsia e il camion ci prende in pieno. È stato tutto troppo veloce per rendermi conto di quello che è successo. Gli occhi non riuscivano a restare aperti, non riuscivo a muovervi, e non vedevo oltre a me. Ero incastrata con la gamba distorta tra il sedile e la portiera e con la testa fuori dal finestrino. HO ROTTO IL FINESTRINO CON LA TESTA??? sento solo dei gemiti e delle urla lontane e poi il buio.

**

Mi sveglio per un rumore vicino a me, mi trapassa il cervello quel rumore. Apro lentamente gli occhi, ma non vedo molto bene. È una stanza bianca, e quando prendo conscenza del tutto, mi rendo conto di avere una camba fasciata e sento dolore alla testa. Sono sola nella stanza, e così inizio a pensare a quello che era sucesso. Era stata tutta colpa mia.

Una signora sulla cinquantina entra nella stanza. È vestita di bianco.

Ti sei svegliata piccola.”
“Perchè, quanto ho dormito?”
 chiedo con la bocca impastata

Due giorni interi.” risponde lei dolcemente

Dove sono i miei genitori? E mio fratello?”

Tuo fratello sta bene, ha solo qualche livido, e un lieve trauma cranico che passerà a breve. Tuo papà ha delle ferite su tutto il corpo, e ha una ferita profonda su tutto il braccio, abbiamo dovuto operarlo. Per il resto tu sei messa peggio visto che ti sei rigirata dopo l'incidente e quello ha causato la frattura della gamba destra.”

E mia mamma?”

Tesoro, la tua mamma non c'è l'ha fatta. Non aveva la cintura,mi dispiace davvero”

No, non può essere. La mia mamma!” urlo. Mi sto agitando, e vedo che l'infermiera si agita vedendomi muovere nel letto, esce e non la vede. Mi escono le lacrime. Continuo a urlare MAMMA, ma non me ne rendo conto. Dov'è? È uno scherzo, lei non può essere moprta. È tutta colpa mia. È morta per colpa mia!

MAMMAAAA” continuo a urlare isterica. Entra l'infermiera con un signore più anziano che sio avvicina.

Stai calma piccola”
“Voglio la mia mamma!”

Mi dispiace davvero tanto piccola, ma la tua mamma non tornerà. Se non ti calmi, dovrò addormentarti”

Non mi importa di quelle parole, io devo svegliarmi da quel sogno, voglio correre nel letto dei miei genitori e farmi abbracciare dalla mia mamma. Il dottore si avvicina al mio letto e mette del liquido nella macchina vicino al letto. Poco per volta, sento che tutto sta cedendo, le gambe non reagiscono, la vista si fa affuscata, la testa pesante, e tutto diventa buio.

 

-04 GENNAIO 2007-

É passato un anno. Uno stupido anno, e mi sembra tutto strano. Mi sembra di vivere in un sogno. Mi sebra di vedere mia mamma spuntare ovunque, mi sembra di sentire ancora la sua voce calda e tenera che mi dice di studiare perchè se no non mi manderà più a pallavolo, i suoi abbracci per rassicurarmi quando sto male, le sue coccole prima di dormire. Mi manca lei.

Papà è cambiato. Dopo il funerale della mamma, non mi parla, a meno che non sia per dirmi che la mamma è morta perchè io volevo andare a quella partita di pallavolo, che è colpa mia. Ha iniziato a bere, e il più delle volte mi picchia quando è ubriaco, ma non fa niente. Mi ripeto che prima o poi finirà tutto, perchè finirà vero?

Mio fratello è sempre chiuso in quella camera. Esce se è obbligato, fuma, esce e non torna a casa. Questa famiglia sta cadendo a pezzi. Ed è solo colpa mia. Perchè sono una schifosa egoista che pensa solo a se stessa. Tutto quello che mi resta è la scuola, dove non ho nemmeno un amico, visto che sono una secchiona. Si, mi piace studiare, ma solo perchè ferma il flusso di pensieri che ho nel cervello 24 ore su 24, perchè è l'unica cosa che ho, e perchè voglio fare almeno una cosa buona nella mia vita. La pallavolo ormai l'ho lasciata, non ha senso andarci dopo tutto.

 

-19 MARZO 2009-

Sono passati tre anni, e non è migliorato niente. Mio padre continua a bere, e oltre a picchiarmi, ora ha deciso di farmela pagare in un altro modo. La notte viene in camera mia, ubriaco fradicio, e mi mette le mani addosso. La prima volta è successo a gennaio. È stata una cosa orrenda. Me lo sono trovata davanti, mi ha legato e poi mi ha violentato senza pietà, come se non fossi nessuno. E mentre lo faceva mi diceva che gli ricordavo mia madre. Mi fa schifo. Mi viene da vomitare al solo pensiero. A volte, quando mi guardo nello specchio provo ribrezzo per me stessa, mi faccio schifo per continuare a subire tutto questo e per non ribellarmi, ma poi lui mi minaccia e dice che se provo a liberarmi o a parlare, farà molto peggio, e allora sto zitta. Mio fratello è inesistente, non gli importa nulla, non prova nemmeno ad aiutarmi, e così ho dovuto aiutarmi da sola. Ho comprato dei rasoi al supermercato, e l'altra sera ho trovato il coraggio di farlo. È stato diffilie, ma anche liberatorio. Ho sentito tutto uscire, tutte le emoioni che si liberavano mentre il dolore era più forte, per un attimo ha cancellato ogni cosa. Credo di essere svenuta dopo un po', avevo tagliato troppo forte. La prossima volta devo fare più attenzione. È l'unica cosa che mi fa sentire meglio ultimamente. Ormai io sono cambiata. Il sorriso se n'è andato, gli occhi azzurri si sono spenti, la fiducia nelle persone se n'e andata, il mio cuore sembra essersi fermato. Niente è più come prima.

 

-30 SETTEMBRE 2010-

Sono le quattro del pomeriggio, e sento la porta di casa sbattere, mi affaccio e vedo mio padre ubriaco. Cerco di nascondermi nell' armadio, ma non faccio in tempo, lui è già entrato e mi sta guardando come solo un lurido schifoso sa fare, mi prende per un braccio.

Vieni qua brutta zoccola, è da ieri sera che non giochiamo. Ti va di soddisfarmi?”

Mi fai schifo” rispondo acida.

Non era questa la domanda. Anzi, non era proprio una domanda, era un ordine. Muoviti puttana.”

mi butta sul letto, e come ogni santissimo giorno da più di un anno, inizio a piangere, lui si avvicina e brutalmente mi strappa la maglia e si avventa sul mio corpo. Provo a dimenarmi, ma niente, lui mi tiene ferma e continua a leccarmi il collo. Sono completamente impotente a tutto questo. Ogni volta mi sento morire dentro, ma posso solo accettare e andare avanti. La porta di casa sbatte, lui si ferma e grugnisce. Qualcuno sale per le scale e apre la porta di camera mia sbattendola. È un polizziotto. Che ci fa un poliziotto qui? Dietro, alle sue spalle compare mio fratello, che ha una faccia mortificata. L'uomo si avvicina a mio padre e lo fa alzare, lo porta bruscamente fuori dalla porta, e rimango li, semi-scoperta a piangere. Mio fratello si avvicina e mi mette una coperta sulle spale, ma mi scanso. È più forte di me, sono terrorizzata, non riesco a farmi toccare da nessuno. Lui, lascia cadere la coperta vicino a me e se ne va. E rimango sola, chiusa in me stessa a piangere.

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao a tutti :3

Questa è la mia prima ff e spero davvero che possa piacervi :)

Grazie in anticipo se la leggerete, e se vi va, lasciate una recensione almeno capisco se vi piace o meno, o se devo cambiare delle cose :)

Scriverò presto la continuazione, ma prima di pubblicarla, come già detto, vorrei sapere se piace :)

Un bacio, a presto

- Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter Two ***


CHAPTER TWO


La mia vita riparte da qui. Riparte da quando mi hanno salvato da quel mostro di mio padre, riparte da qui, un orfanotrofio, perché ho solo 15 anni, e mio fratello è minorenne per adottarmi, e poi preferirei morire piuttosto che essere adottata da lui, che non c'è mai stato quando avevo bisogno di qualcuno. 

Io stessa sono cambiata. Mi sento nuova, come se dovessi costruire la mia vita in questo preciso istante, e non voglio sottomettermi ancora. Non rischierò di nuovo di essere ferita dalle persone che amo. 



Gli assistenti sociali sono venuti a prendermi il giorno stesso dopo che mio padre era stato sbattuto in prigione per aver abusato di una minorenne. 

È un edificio enorme questo orfanotrofio. Ho un po' paura. Non mi fido di niente e di nessuno, soprattutto dopo che la mia adolescenza è stata rovinata da quel mostro.  

Chissà se qualcuno vorrà adottarmi, sono brutta, nessuno vorrebbe mai un mostro come me, una che si taglia, una depressa come me. 

Entro dentro affiancata da una signora abbastanza robusta e alta con i capelli corti e gli occhi neri corvini. 

"Lei è la nuova arrivata?" Chiede un'altra signora più snella e slanciata.

"Si, è lei." Risponde la mia assistente sociale.

"Per quanto riguarda l'aspetto fisico, ci siamo con i requisiti" dice la signora alta dopo avermi guardato per bene.

"Che significa ci siamo con i requisiti fisici?" Chiedo confusa

"Nulla che ti riguarda" risponde la signora snella.

"Se volete fare soldi facendomi adottare da qualcuno, vi servirà il mio aiuto. Preferite che mi comporti male già dal primo giorno?"

"Che lingua signorinella. Come ho già detto, non ti devono interessare queste cose. Quindi, ora ti accompagneremo nella tua stanza. Più tardi ti spiegheremo le regole di questo istituto." Risponde malamente la donna, che mi tira per un braccio e mi fa camminare per un corridoio buio. Sembra una pigione, ci sono molte porte chiuse, poche finestre, e il muro si sta sgretolando.

" È così difficile dare una sistemata a questo posto? Sta cadendo a pezzi!" Chiedo divertita. 

"Vedo che lei è molto diretta signorina, ed è anche maleducata. Avrà molto da imparare in questo posto" dice lei guardando sempre di fronte a sè. 

Giungiamo di fronte a una porta di metallo ormai arrugginita. Che schifo! 

"Dovrà condividere la stanza signorina. Buona permanenza" sento che calca molto sulle ultime due parole. Che brutta vecchia acida.

Entro in quella topaia, e vedo che ci sono due letti, una finestra che illumina la stanza dipinta di azzurino e una moquette beige. Il contesto non sembra tanto male. Sul letto alla mia sinistra, è sdraiata una ragazza, con il viso coperto da un libro, e non si degna nemmeno di salutarmi. Si parte proprio alla grande! Poso la valigia sul letto e la apro. Noto che in fondo alla stanza, vicino alla porta c'è un armadio piccolo a due ante. Man mano inizio a sistemare la mia roba. Solo quando apro la prima anta dell' armadio sento qualcuno che parla.

"L'anta a destra è la mia. Ti ho liberato dello spazio in quella sinistra." Dice la mia famosa coinquilina di cui non so nemmeno il nome.

"Piacere mio, ragazza" dico sempre rivolta all'armadio

"Fai poco la spiritosa." Controbatte lei irritata

"Senti, dobbiamo condividere la stanza, Dio solo sa per quanto tempo, perciò che dici di provare ad andare d'accordo?" Chiedo cordialmente. Mi avvicino al suo letto e decido di presentarmi.

"Kara Bennet" le dico porgendole la mano. Lei cautamente poggia il libro attenta a non perdere il segno e congiungendo la mano con la mia si presenta.

"Samantha Lee" 

"Piacere Samantha" rispondo e mi stacco subito tornando a sistemare i vestiti. Vedo con la coda dell'occhio che torna a leggere il suo libro. La osservo senza farmi vedere: è alta, almeno così sembra, da sdraiata non riesco a capirlo. È mora con i capelli mossi e lunghi e ha gli occhi scuri e penetranti. È una bella ragazza. 
Dopo neanche due minuti di silenzio, è lei che parla.

"Che hai combinato per finire in questo posto?" Chiede curiosa.

Non so che rispondere. Che faccio, mi fido? Glielo dico il "vero" perché? Ma si, io lo faccio. Tanto non ho nulla da perdere.

"Mia madre è morta, e mio padre abusava di me. E tu?" 

"Venivo picchiata dai miei genitori. Erano dei pazzi psicopatici. Si divertivano a farlo."

"E da quanto sei qui?" Chiedo indiscreta.

"Da ormai tre anni." 

"Wow. È un sacco di tempo. È come ti trovi?" 

"Meglio di quanto stessi a casa mia. Non ho molti amici qua, anzi, per la precisione parlavo solo con una ragazza che è stata adottata proprio oggi, era la mia compagna di stanza." 

"Oh, mi dispiace" dico un po' triste per lei.

"Bhe, ma adesso ci sei tu. E non sembri poi tanto male."

"Grazie del complimento." Dico sorridendo mentre richiudo la valigia e la poggio a terra. Mi sdraio su quello che sarà il mio letto per il prossimo periodo. Non fa poi così schifo. 

"Come sono qua le giornate?" Chiedo ancora.

"Nulla di speciale. Al mattino abbiamo lezione, e al pomeriggio anche. Il pranzo si svolge tutti insieme nella mensa, e la sera possiamo passeggiare per l'edificio, tranne che fuori. Il sabato e la domenica facciamo alcune attività, ma non sono nulla di speciale." 

"Non sembra poi così male." Mi lascio sfuggire.

"Dicevo così anche io all'inizio. Poi è cambiato tutto quando mi hanno preso di mira un gruppo di ragazzi e ragazze che si credono chissà che cosa. È per quello che sono un po' scontrosa e chiusa." Dice lei con lo sguardo cupo e perso nel vuoto.

"Non mi fanno paura quattro ragazzini. Ho passato di peggio nella mia vita. Non saranno loro a rendermi impossibile la vita." Dico io per sembrare spavalda. La mia è un po' una copertura. Non che abbia paura di quattro ragazzi, ma del loro giudizio si. Quello è ciò che mi spaventa di più. 

"Buon per te. Li conoscerai presto comunque." E riprende a leggere il suo libro. Sistemo sul comodino vicino al letto una foto di me e mia madre di quando ero più piccola. Era il mio decimo compleanno. Il primo e l'ultimo festeggiato. Mi manca un sacco, ma non ci penso per paura di scoppiare da un momento all'altro. Mi sdraio sul cuscino, voltando le spalle a Samantha e chiudo gli occhi, anche se  sono solo le 4 del pomeriggio. 

"Ancora una cosa. Quanti anni hai?" Mi chiede lei. Senza girarmi le rispondo. 

"15, e tu?"

"Anche io." La sento respirare rumorosamente, quasi un sospiro. "Buona permanenza Kara." Dice lei. Ma cos'è, un vizio? Anche lei con questo "buona permanenza" non è una prigione, almeno spero. Va bhe... Meglio riposarsi prima di incontrare tutti i nuovi compagni.




 

-SPAZIO AUTRICE-


Eccomi qui con il secondo capitolo :3 spero che il primo vi sia piaciuto e che questo lo apprezziate :) grazie per la recensione che mi avete scritto, l'ho apprezzata davvero molto, e se avete qualcosa da chiedere o da dirmi per migliorare la storia, io sono qui :D 

Continuerò presto, sempre che la scuola lo permetta -.- 

Un bacio, a presto
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean


P.S
Samantha

 Kara
Kara:275px" />

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter Three ***


CHAPTER THREE


"Dai Bella Addormentata nel Bosco, dobbiamo uscire" dice una voce lontana
"Mmmmmm" grugnisco rumorosamente
"No usare quel tono con me!" Risponde brusca sempre la stessa voce, e poi all' improvviso, dei passi veloci e dopo qualcuno che si butta su di me e che inizia a farmi il solletico.
Ci metto qualche minuto a capire dove sono e chi mi è saltato addosso. Sembra tutto così strano e irreale fino a quando non mi ricordo di essere nella mia nuova stanza e con la mia nuova coinquilina.

"No, Samantha, il solletico no!" Chiedo, supplicandola di smettere
"Allora alzati e usciamo. Sono le 6 e hai dormito per 2 ore, voglio uscire da questa stanza"
"2 ore?"
"Si, cara. Non mi importa se sei stanca. Voglio prendere un po' d'aria"
"Va bene... Usciamo a prendere un po' d'aria" mi alzo con la piega del cuscino ancora stampata sulla faccia. Era da tempo che non riposavo senza fare degli incubi. Vado in bagno a sciacquarmi la faccia e a pettinarmi. 
"Muoviti!" Mi chiede la pazza isterica dalla stanza
"Vuoi calmarti!" Dico entrando in camera.
"Su,su... Fai strada!" Le dico facendo segno verso la porta.
Si alza tutta sorridente ed esce.
"Ti va se andiamo nel giardino?"
"Si, volentieri. È tanto che non sto in mezzo al verde"
Fa strada tra i corridoi, finché non arriviamo ad una porta a spinta. Con cautela la apre, e ci ritroviamo in un area ampia. Ci sono moltissimi alberi, anche se non mi godo a pieno la vista, visto che siamo in autunno inoltrato. Le foglie gialle e rosse volano, trasportate dal leggero venticello autunnale, che mi scompiglia leggermente i capelli. Per la prima volta, dopo quattro anni mi sento libera. 
"Ehi, a che stai pensando?" 
"A nulla. Ci andiamo a sedere sotto quell'albero?" Chiedo indicando un arbusto possente in fondo al giardino. Samantha annuisce e ci dirigiamo in direzione dell'albero. 
Arrivate, mi lascio cadere a terra, pronta a godermi ogni singolo cosa di quel l'istante di libertà infinita. 
"Hai voglia di dirmi qualcosa di te?" Chiede timida Sam, abbassando lo sguardo.
"In realtà non c'è molto da dire. Ti ho già detto tutto prima." Rispondo ancora ad occhi chiusi, assaporando il venticello sul viso, pungente e freddo.
"Mi hai detto che tuo padre abusava di te, giusto? E nessuno si è mai accorto di nulla?"
"Qualcuno si è mai accorto che i tuoi genitori ti picchiavano?"
"Credo di no."
"Ecco appunto. Alla fine impari a nasconderlo. A portarti dentro quel peso, pur sapendo che prima o poi dovrai tirarlo fuori."
"Sei molto matura per l'età che hai. Io non riuscirei a pensarla così"
"Non centra la maturità. C'entra più il fatto che sei costretta a crescere immediatamente. Che le cose sei costretta a capirle in un età dove ancora dovrebbero esserti sconosciute. Devi imparare a difenderti, anche se non sempre, o meglio, quasi mai riesci a farlo. E non ti resta che subire, sperando che prima o poi tutto finisca, e che anche tu possa ricominciare da capo e avere la vita che hai sempre sognato."
"Che saggezza" sdrammatizza lei, capendo che l'aria si è fatta, effettivamente, troppo pesante.
"Prima mi parlavi dei bulli." Mimo bulli tra le virgolette. "Ma chi sarebbero?"
"Non sono dei veri bulli. Però si prendono gioco dei problemi degli altri. Scavano a fondo fino a scoprire il perché sei qua, e poi ti rendono le giornate impossibili. Io non me la prendo. Ho fatto anche a botte con loro. Però tu..."
"Però io cosa? Ti sembrò fragile? Si, probabilmente lo sono, ma non mi farò più sottomettere da nessuno!" Dico alzando la voce un po' troppo. Ma mi accorgo di aver esagerato come finisco la frase.
"Scusa il tono." 
"Scusa la frase." 
Ci diciamo entrambe senza guardarci in faccia. 
"Hanno un nome questi ragazzi?" Chiedo curiosa. Voglio proprio sapere con chi devo scontrarmi.
"Sono quattro. Tre ragazzi e una ragazza. Sarah Mayer, J.J Callen, Stefan Lee e il loro capo Louis Tomlinson"
Ripenso ai quattro nomi che mi ha detto, quando mi fermo a uno solo dei quattro. 
"Stefan Lee? È tuo fratello?" Chiedo sbalordita.
"Si, è proprio lui."
"Tuo fratello ti fa violenza psicologica? Ma è matto?"
"No. È l'unico modo di ribellarsi a quello che ha passato. In fondo, non gliene faccio una colpa. Io sono stata picchiata, mentre di lui si sono abusati. Io ho reagito chiudendomi in me stessa. Lui invece cerca la vendetta."
"Mi dispiace." Dico, realmente commossa dalla storia che mi ha raccontato.
"Anche a me" risponde lei prontamente e abbassando lo sguardo. 
Da lontano, sento un vociare rumoroso. Mi guardo intorno, finché non vedo alcuni ragazzi in un gruppo che stanno accerchiando qualcuno. Non sono nemmeno sicura di ciò che vedo. Ma credo che sia il gruppo dei "bulli".
"Ehi Sam... Non sono loro quelli?"
"Si. C'è l'hanno con Tessa Jones. Ha solo 13 anni. I suoi genitori si sono suicidati davanti a lei, e questo le ha causato attacchi di panico improvvisi e pesanti. La prendono in giro ormai da qualche mese, da quando è arrivata. Le hanno anche fatto venire l'asma."
"E sei così tranquilla nel raccontarlo? Andiamo ad aiutarla, poverina." Dico innervosendomi e alzandomi in piedi velocemente.
"Non ti conviene metterti contro di loro, te l'ho già detto." Ripete lei cantilenando.
"E io ti ho già detto che non ho paura, e non lascerò la ragazzina là con loro" le urlo contro, e poi corro verso il gruppo di ragazzi. Sento Tessa piangere e ansimare, probabilmente sta avendo una crisi di panico, so cosa significa.
I ragazzi la accerchiano, e avvicinandomi, afferro la prima manica più vicina.
Si gira un ragazzo, alto, di media statura, con i capelli castano dorati e una bocca perfetta. Vedo che alza la mano chiusa a pugno come se volesse rivolgerlo a me. Ma poi i miei occhi incontrano i suoi, e i suoi si accorgono dei miei, e per la prima volta in tutta la mia vita, vedo degli occhi blu in cui posso perdermi, senza la paura di affogare.

 

-SPAZIO AUTRICE-

Eccomi qui con il terzo capitolo :3 ringrazio per le due recensioni, che mi hanno fatto davvero piacere e sono felice di averle ricevute. Prenderò spunto da loro per continuare la storia, e vi ringrazio per tutto :)
Un bacio❤❤❤
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean



Louis
 Stefan
 J.J
 Sarah

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Chapter Four ***



CHAPTER FOUR


Non ho la minima idea di quanto tempo rimango a fissare quegli occhi infiniti, ma improvvisamente qualcuno mi tira indietro, e li mi sveglio da tutto. Ero in tranche.
"Che cavolo ti salta in mente i fare?" Chiede Sam tutta preoccupata. 
Non so nemmeno cosa rispondere, rimango zitta con lo sguardo basso, cercando di trovare una risposta, ma la mia mente non riesce a smettere di pensare a quegli occhi e a quel viso che sono ancora di fronte a me.
Alzando lentamente lo sguardo, noto che le cose sono cambiate. La ragazzina ora è vicino a Samantha, ancora sotto shock e tutta tremolante, i due ragazzi e la ragazza si sono avvicinati al ragazzo, che ora ho realizzato essere Louis, il capo. Il suo pugno è sceso lungo i fianchi, e la mano è aperta, rilassata. Gli sguardi degli altri tre ci trapassano, fulminando entrambe, ma io non mollo, continuo a fissarli con la stessa intensità con cui lo fanno loro. Louis, non sta fissando nulla, il suo sguardo sembra perso e vuoto, ma pare risvegliarsi al commento della ragazza.
"E tu saresti?" Ovviamente, era riferito a me. 
"Non ti deve interessare chi sono io." Rispondo con altrettanta arroganza. Devi fare la sostenuta se vuoi vincere.
"E così tu arrivi qua e pretendi già di comandare?" Continua lei a domandare tranquilla. Abbasso lo sguardo, non c'è risposta a una ragazza di una stupidità tale. Comandare? Ma dove siamo? In accademia? Mah... Se le rispondessi, le darei solo corda.
"Sto parlando con te ragazzina!" Ribadisce lei.
"Lasciala stare, Kara" mi dice Sam a bassa voce.
"Vuoi intromettenti anche tu ragazzina?" Ma quanto parla quella gallina? Mamma mia... Non chiude mai il becco.
"Hai finito Sarah?" Chiede Louis spazientito. Lei lo guarda perplessa, come per dire "ma che fai? Siamo nella stessa squadra dovresti difendermi!" Ma tace comunque.
Louis invece, mi rivolge un'ultima occhiata e poi se ne va, seguito dai tre polli. Che strano comportamento, non lo conosco, ma è strano comunque il suo modo di fare. 
Risvegliando mi dai miei pensieri, mi ricordo della ragazzina, e mi avvicino a lei, dove c'è già Sam. 
"Ehi piccola, tutto a posto?" Chiedo toccandole un braccio
Lei non parla, e li, ferma e zitta, vedo solo il suo minuscolo corpicino che a scatti trema. Il suo sguardo è rivolto a terra, come mortificato, e io non so che fare. Sto li impalata a guardala. Sam si accorge del mio disagio così mi guarda e mi dice "La accompagno dalla preside. Tu stai qua, ci vediamo dopo" annuisco silenziosamente. Lei prende Tessa sotto il braccio, e lentamente la accompagna dentro. Io rimango li a pensare a quanto male doveva stare la ragazzina. A me gli attacchi di panico sono venuti dopo il primo abuso di mio padre. Man mano, con la forza di volontà, mi sono passati, ma quando li avevo mi sentivo malissimo. 
Mi incammino sotto all'albero dove eravamo prima io e Sam, e lentamente mi lasciò scivolare a terra, chiudendo gli occhi. Ripenso a ogni cosa. Probabilmente non è una cosa saggia, ma mi sento protetta in questo posto. So di poter ricominciare la mia vita da capo, e forse farmi delle amicizie. Ma ho paura a fidarmi fin da subito. Ho il terrore di essere presa in giro sentimentalmente. Non puoi fidarti di nessuno in questo mondo, se non di te stessa. 
Il flusso dei miei pensieri, è interrotto dal rumore di alcuni passi sulle foglie secche a terra. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Sam ha fatto in fretta con la ragazzina. Dopo qualche minuto di silenzio, decido di aprire gli occhi, ma non c'è Sam. È Louis che è seduto vicino a me, e mi fissa intensamente. Io, mi perdo di nuovo nei suoi occhi, fino a quando non è lui che mi fa distogliere lo sguardo dai suoi occhi e poggiarono sulle sue labbra carnose. "E così ti chiami Kara"

 

-SPAZIO AUTRICE- 

Ciao ragazzi :) come promesso ho aggiornato, anche se è molto corto, scusate, ma non ho molta fantasia, dato che sono uscite le date del tour. Come state voi? Io non so dirvi. Spero con tutto il cuore di andarci, ma non è facile. E per tutti/e quelli/e  ragazzi/e che hanno paura di non incontrare mai i vostri idoli, non perdete mai la speranza, siate sempre positivi, perché prima o poi arriverà anche il vostro momento :D non scoraggiatevi e sappiate che vi voglio bene ❤❤❤e che sono qua per ogni cosa, se avete bisogno di parlare basta scrivermi :) siete tutti delle meraviglie :) sorridete, perché il sorriso è la cosa più bella che avete! E abbiate fede  ❤❤❤
Vi voglio bene, 
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chapter Five ***



CHAPTER FIVE


"E così ti chiami Kara"
"Così pare, Louis" rispondo acida marcando il suo nome.
"Sono già famoso, vedo" risponde lui con un sorrisino falso stampato sulla bocca.
"Già"
"Perché sei qua?"
"Perché ti interessa?"rispondo sempre più acida. 
"No ti hanno insegnato che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?" Risponde lui irritato.
"Non ti hanno insegnato a farti gli affari tuoi?" Continuo a tenergli testa con le domande. Prima o poi si stancherà!
"Ok va bene. Basta domande." Dichiara lui alla fine.
"Finalmente hai finito con l'interrogatorio!" Rispondo io sollevata.
"Che acida che sei. Qualcuno viene a fare conoscenza con te, e tu rispondi così. Eh brava la ragazza!"
"Ma che diavolo vuoi da me? Io non voglio conoscerti ne tanto meno avere rapporti con te, di qualsiasi genere. Perciò, se devi criticarmi, puoi farlo anche da un'altra parte." Rispondo secca, mi alzo e me ne vado. 
"E dai!! Scherzavo. Torna qua!" Sento gridare in lontananza, ma non mi volto, e continuo a camminare fino alla porta per il corridoio, e proseguire fino alla mia stanza.
Entrata, chiudo la porta, sbattendola. Sono visibilmente sconcertata e arrabbiata. Sono più sconcertata per il mio modo acido di rispondere che per le sue domande, e questo non è normale dato che nemmeno lo conosco. Vado in bagno a farmi una doccia per calmare i muscoli. Sto sotto al getto dell'acqua bollente per un bel po', intenta nei miei pensieri. Forse ho esagerato a rispondergli così. Un ragazzo carino si avvicina a me e io rispondo così. sono proprio stupida. Quando esco mi dirigo subito in camera, e trovo Sam seduta sul letto con il suo libro in mano. 
"Oh, allora sei viva. Sai, non c'eri più in giardino."
"Oh Dio, scusa Samantha. È che c'è stato un inconveniente e sono venuta in camera. Scusa davvero"
"E quale inconveniente ti fa reagire così?" Alza leggermente la voce.
"Louis. Ecco quale inconveniente. Mente ti stavo aspettando, è arrivato e ha iniziato a fare domande su domande. Alla fine me ne sono andata." Racconto io.
"Louis che parla con un nuovo arrivato? Non è mai successo da quando sono qua. Lui è strafottente e meschino. Mi sembra strano che venga anche a farti domande." Dice lei stranita.
"Boh..."
"Muovi il culo e vai a vestirti che dobbiamo andare a cena." Dice lei sorridendo.
"Ok, vado e torno." E mi dirigo in bagno con la biancheria e i vestiti puliti. Raccolgo i capelli ancora bagnati in una coda alta, ed esco.
"Pronta?" Chiedo a Sam.
"Asciugati i capelli, perché poi la direttrice fa storie. L'ultima volta che l'ho fatto, mi ha fatto una ramanzina di mezz'ora per dirmi che poi mi ammalo e bla bla bla..." Dice Sam facendo roteare gli occhi.
"Ok, 5 minuti che li asciugo allora" e mi dirigo di nuovo in bagno per ascigarli.
"Possiamo andare ora?" Chiedo per la seconda volta.
"Ora si" dice lei. Passa davanti a me e fa strada fino alla mensa. È una stanza grande, conterrà 100 posti. Buona parte dei ragazzi è già presente ed è già seduta ai tavoli. 
"Ora che si fa?" Chiedo a Sam dubbiosa.
"Ci sediamo e aspettiamo che ci portino la cena, molto semplice."
"Sai benissimo che non intendevo questo. Ci sediamo da sole?" 
"Sì." Vedo che si rattristisce alla domanda. Quella ragazza mi nasconde qualcosa. 
Indico un tavolo vicino a noi, e lei si siede. Sono semplici tavoli bianchi e rotondi. Nulla di così speciale. D'altra parte è solo un orfanotrofio, che ti aspetti Kara? 
Il silenzio che si è creato dopo la mia domanda, è più che imbarazzante. Ogni cosa che provo a dire sembra inopportuna e fuori luogo, per cui continuo a starmene zitta e a guardare la porta d'entrata. Ed è proprio quando i miei occhi si alzano su qualcuno che sta entrando, che incontro gli occhi azzuri-grigi di Louis. Quegli occhi meravigliosi, come Louis. Solo ora capisco di quanto stupida sia stata a rispondere così oggi. Ma è più forte di me. Piuttosto che avere anche solo la minima possibilità di essere ferita e  delusa, preferisco restare sola. So di sbagliare. Ma ogni volta reagisco così, come con Louis oggi. È nemmeno vorrei farlo. Lui sembra dolce, e io ho sprecato un occasione.
I suoi occhi mi fissano, finché non li distoglie per andare a sedersi in un tavolo, più che distante dal mio, e per il resto della cena non osa rivolgermi uno sguardo. È questo mi fa capire ancora di più che ho sprecato un opportunità per il mio stupido carattere.


 

-SPAZIO AUTICE-

Scusate... Scusate la lunghezza e soprattutto il contenuto. Non è all'altezza del resto. Ma oggi ho pochissima fantasia. Mi rifarò sicuramente con il prossimo capitolo, promesso ❤❤❤ 
Ringrazio tutti per le recensioni ricevute e per quelle che spero di ricevere. 
Ringrazio anche:
-bestfriends03
-Cisca__
-Ciuffo_Girl
_Everlast98
-Karen_1D
-michyceli
-Giuls_VasHappenin
Per aver messo la storia tra le preferite/ricordate e seguite ❤❤❤ 
Un bacio a tutte, notte :3
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Chapter Six ***



CHAPTER SIX

La cena è passata... Io e Samantha non abbiamo parlato, se non giusto delle attività che avremo domani. Credo di averla offesa con quel commento. Solo che non so che dirle, non sono brava con le parole, e si è visto. Allontano tutti quelli che mi si avvicinano. Siamo rientrate in stanza da un quarto d'ora... Lei si è subito fiondata sul letto a leggere quel maledettissimo libro, e io sto girovagando per la stanza, continuando a pensare al mio primo giorno di inferno. Ora ho capito il "Buona permanenza"... Sono qui da nemmeno 8 ore e già ho discusso con  due persone. Devo essere proprio una persona orribile.
"Se hai qualcosa da dire, puoi farlo. Non mordo, e se continui a camminare come un ippopotamo, finiamo di sotto." dice Sam in tono sarcastico senza staccare gli occhi dal libro.
"Non so che dire,tanto. Poi finiamo per discutere di nuovo, quindi meglio evitare." Dico io continuando a camminare, fissando il pavimento. 
"Allora vai a camminare altrove!" Risponde lei abbassando il libro per permettermi di vedere i suoi occhi neri, pieni di rabbia.
"Con piacere" rispondo io altrettanto sgarbatamente. Mi avvio a grandi passi alla porta, apro ed esco sbattendola. Non so nemmeno come è fatto questo posto, cosa pretendo di fare? Sono proprio imbecille a volte. Vago in giro per i corridoi buii. Salgo due rampe di scale, e arrivo in una specie di soffitta. C'è una porticina piccola, di legno massiccio, vecchia e polverosa. Decido di aprirla e vedere che c'è fuori. Oltrepassandola, arrivo in una specie di terrazza aperta. È contornata da una ringhiera vecchia e bassa, ma al buio non vedo molto. La luna e le stelle fanno una leggera luce, così mi faccio avanti ed esco definitivamente dalla porta. Cammino in avanti, stupita dalla bellezza di quel posticino. Da li si vedevano tutte le luci della città più vicina. Dover doveva essere a pochi chilometri da li. E in quel momento la mancanza torna a farsi sentire. La mia casa, la famiglia, la scuola. Perfino la pallavolo. Non sono una che ricorda, generalmente. Perché i ricordi riaprono vecchie ferite. Soprattutto i miei. Perciò, preferisco vivere giorno per giorno. Senza aspettarmi nulla dal futuro, e senza ricordare il passato.
"È bello quassù, vero?" Chiede una voce dietro di me. Mi giro velocemente per vedere chi sia, e in fondo alla terrazza, a sinistra della porta da cui sono entrata, c'è una sagoma nera all'ombra. Ma quella voce l'avevo già sentita. Era Louis, ne ero abbastanza sicura, ma ero talmente presa dai miei pensieri che non mi ero accorta che ci fosse qualcuno.
"Bellissimo" rispondo io entusiasta della scoperta.
"Vuoi sederti qua con me?" Chiede lui senza muoversi di un centimetro. 
Senza proferir parola, mi avvicino a lui, e mi siedo. Il pavimento, o meglio, la pietra, è fredda a contatto con i jeans. Entrambi ci limitiamo a guardare il cielo, ognuno da una parte diversa, senza mai sfiorarci o dire qualcosa. Finché il rimorso che avevo provato prima in mensa non torna, e mi sento in dovere di scusarmi per il mio comportamento di oggi nel giardino.
"Scusa per come ho reagito oggi. Non ti conosco e già ti aggredisco senza motivo." Inizio io. Le parole non sono quelle che vorrei dire, ma almeno ho chiesto scusa.
"Non fa niente" risponde lui senza distogliere lo sguardo dalla luna piena .
"No, a me dispiace. Davvero, scusa per tutto." Ancora, le parole dette non sono ciò che vorrei dire. Vorrei semplicemente, essere capace anche io ad avere un amico, a capire quello che si prova, ma non riesco. Le persone scappano da me proprio per questo. Per il modo in cui le tratto. 
"Senti, a te dispiace, e anche a me. Perché mi sembri una brava persona. Per cui, ricominciamo da capo, va bene?" Chiede lui, finalmente guardandomi negli occhi. Annuisco lentamente. Lui mi porge una mano. Rimango incredula a guardare quello che sta facendo. Non capisco che significa.
"Louis Tomlinson, piacere di conoscerti." Dice lui sorridendo. Li afferro il concetto, gli stringo la mano e mi (ri)presento anche io.
"Kara Lux Bennet" 
"Quanto anni hai Kara?"
"15, e tu?"
"16"
"E da dove vieni?" 
"Da Dover, tu?"
"Doncaster. Perché sei qui?"
La domanda non è delle più piacevoli, mi vergogno del mio passato. Non so se riuscirò a raccontarglielo. 
"Bhe, mia madre è morta e mio padre è un ubriacone. Invece tu perché sei qua?" Devo sviare il discorso da me.
"I miei genitori sono morti in un incidente e mia zia non ha voluto prendermi in custodia."
"Mi dispiace. Sei qua da molto?" 
"2 anni. Ma fra due anni uscirò, finalmente."
"Non vuoi essere adottato?"
"No. Non voglio avere una famiglia nuova. Voglio solo crescere e prendermi cura di me stesso da solo. D'altra parte è da due anni che lo sto facendo, per cui, io non ho bisogno di nessuno."
"Io no so nemmeno dove andrò dopo questo posto, per questo spero in un'adozione."
Lui non risponde alla mia affermazione, torna a guardare le stelle, incantato. Io mi appoggio con le spalle al muro e distendo le gambe. Vorrei chiedergli perché ha un gruppo, fargli altre domande, sapere altre cose su di lui; perché Sam mi ha parlato così male di lui... ma non so se è opportuno. Ma io sento che potremmo diventare amici, perciò proverò a chiederglielo.
"Che fate tu e il tuo gruppo? Cioè, non avete una buona reputazione a quanto so."
"Cosa ne vuoi sapere tu? È solo uno stupidissimo gruppo, non facciamo nulla di male."
"E perché oggi abbiamo dovuto portare quella ragazzina in infermeria?" 
"Ci divertiamo solo a stuzzicare le persone."
"Bel passatempo, davvero!"
"Mi stai giudicando?"
"No, non lo sto facendo. Ti sto solo dicendo di fare qualcosa di più furbo nelle tue giornate."
"Tipo?"
"Non lo so."
"E allora non dirlo." 
"Perché sei così? Era un opinione, nulla di più"
"Perché non voglio essere giudicato"
"No ti sto giudicando. Sembri un bravo ragazzo, e semplicemente non mi sembra una gran cosa stuzzicare le ragazzine."
"Ti sembro un bravo ragazzo? Davvero?"
"Si, davvero. Perché dovrei dirtelo se non lo penso?"
"Perché fanno così tutti. Sarah mi sta appiccicata solo perché sono un bel ragazzo, la gente ti dice le cose anche se non le pensa, per cui, perché dovrei crederti?"
"Semplicemente perché non ti direi mai una cosa che non penso, non è da me. Per quanto la verità può essere dolorosa, una bugia fa ancora più male."
"Suppongo di si."
Ritorna il silenzio di poco prima. Io abbasso lo sguardo a terra, intenta a pensare perché si sia innervosito al mio commento. Quando ho detto che questo ragazzo era strano, era solo un presentimento, bhe, ora credo di aver capito che è davvero strano.
"Domani, vi sedete al nostro tavolo a pranzo?"
"Intendi io e Samantha?"
"No, tu e il tuo amico immaginario." Risponde scherzosamente.
"Ma Samantha non vi sopporta. E Sarah no sopporta noi. Almeno è quello che ho capito."
"Cambierà idea domani Samantha." Risponde con un sorriso sghembo.
"Bene. Allora a domani." Mi alzo e mi pulisco la schiena dai residui di ragnatele che si trovavano sul pavimento.
"Vai già a dormire?"
"Si, sono stanca. È stata una giornata strana e intensa oggi."
"Ma anche piacevole, spero... Nell'ultima parte della serata" dicendolo, abbassa lo sguardo a terra e poi lo rialza per incontrare i miei occhi.
"Si, piacevole." Rispondo io divertita.
"Bene. Allora, notte."
"Notte"
Mi avvicino alla porta, ma prima di rientrare, devo ancora fargli una domanda.
"Perché vuoi conoscermi? Tu non sei così!"
"Tu sei diversa, e questo mi attrae." 
Sorride e rigira la testa per vedere la luna. Io entrò nella porta, e silenziosamente scendo le due rampe di scale. Ripasso per i corridoi. La strada per la stanza l'ho memorizzata abbastanza. Entrando, vedo che Sam è già nel letto che dorme. Glielo proporrò domani mattina di pranzare con Louis e gli altri. Vado in bagno a mettermi il pigiama, e tornata in stanza mi infilo sotto le coperte. Prima di addormentarmi definitivamente, penso ancora a Louis. Mi attira anche lui, se devo essere sincera. Non solo per l'aspetto, anche se è un bellissimo ragazzo, ma per il modo di fare e il carattere. Mi addormento pensandolo, e probabilmente con un sorriso enorme stampato in faccia.


 

-SPAZIO AUTRICE-

Hey Bellissimi/e :3 come state? Io bene ❤❤❤ 
Come promesso, il capitolo è qui, spero che vi piaccia, dato che il precedente era un po' noiosetto. Se vi fa piacere, recensite. A me fa piacere sia leggere ogni vostro commento che rispondervi, perché mi fa capire se la storia piace o meno. 
In questo capitolo vediamo che Kara e Louis provano a riavvicinarsi, ma sembrano scontrarsi ancora. I loro caratteri sono un po' troppo simili per alcuni versi e un po' troppo diversi per altri. A parte tutto, chissà cosa succederà? Spero vi piaccia, e che continuiate a seguirla ;)
Vi voglio bene, un bacio e buona serata a tutti ❤❤❤ 
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Chapter Seven ***



CHAPTER SEVEN

"Alzati, abbiamo lezione fra mezz'ora" vengo brutalmente scossa da qualcuno. 
"Dai Kara, ho sonno anche io, ma dobbiamo andare." Ripete lo voce, continuando a strattonarmi.
"Che ore sono?" Chiedo con la voce impastata.
"Le 7.30" risponde Sam allontanandosi da me e dirigendosi verso il bagno. Mi tiro la coperta sopra la testa e riprendo a sonnecchiare. 
"Muoviti!" Dice di nuovo Sam.
"Mmmmm ora mi alzo, va bene?" Chiedo togliendo la coperta dal mio corpo e alzandomi con fare da zombie. È sempre stato traumatico svegliarmi al mattino presto. Sono in coma profondo. Aspetto qualche minuto che Samantha esca dal bagno, e poi vado io a darmi una sciacquata. L'acqua fredda risveglia un po' i miei sensi, e il cervello inizia a mettersi in moto. 
Esco e vado a vestirmi. Jeans e pullover andranno più che bene per una giornata d'autunno inoltrato. Novembre non mi è mai piaciuto. Non sono mai stata una che dà importanza alla moda, ma adesso inizia a interessarmi di più.
 Samantha si alza dal letto e prende uno zaino. 
"Io che porto?" Chiedo indicando lo zaino.
"Nulla. La direttrice dovrebbe poi consegnartelo."
"Ok." Ci dirigiamo verso la porta e usciamo. Io seguo Samantha per i corridoi.
"Senti, riguardo a ieri, mi dispiace."
"Lo so che ti dispiace."
"Ah... E come fai a saperlo?"
"Stanotte nel sonno hai blaterato qualcosa tipo o roba simile."
"Giusto... Sono sonnambula... Va bhe, comunque le scuse te le faccio da sveglia che è meglio."
"Scuse accettate" dice lei continuando a camminare senza mai guardarmi.
"Louis ci ha invitato a pranzare al suo tavolo oggi." Dico tutto di un fiato senza guardare la sua reazione.
"Spero tu abbia vivamente rifiutato" sputa secca lei.
"No. Ho accettato."
"Cosa??" risponde lei fermandosi di scatto e guardandomi negli occhi.
"Perché hai accettato, sei matta?"
"No, no lo sono, voglio sono fare amicizia con gente nuova, e mi sembrava una buona opportunità."
"Stiamo parlando dello stesso Louis Tomlinson? Alto, magro, capelli castano-dorati e occhi ghiaccio?"
"Si, Sam, proprio quel Louis. L'amico di tuo fratello."
"Tu hai smarrito l'unico neurone che avevi per aver accetto l'invito di quello."
"Perché? Nemmeno lo conosci e già lo giudichi."
"Hai visto come si comporta?"
"Si, ma è solo una maschera. Come quella di tuo fratello. Cercano di scappare dai problemi. Eddai Sam, dagli una chance, ti prego!"
"No" risponde secca e continua a camminare.
"Puoi farlo per me? A me piace, come persona, e vorrei conoscerlo."
"Senti... Io non ho nulla contro di lui. Io c'è l'ho con J.J e Sarah. Louis non mi ha mai dato seri problemi. Gli altri due si. Il gruppo non si divide mai, perciò io non verrò."
"Ti prometto che non ti daranno fastidio, ma per favore, non lasciarmi sola..." Chiedo implorandola.
Mi guarda un po' negli occhi, facendo la dura, ma anche se la conosco da poco, so che non è cattiva. È una maschera anche la sua, infondo.
"Va bene. Ma lo faccio solo perché a te piace lui."
"Grazie Sam." Faccio per abbracciarla ma lei mi scansa con un movimento dolce, come per fare la finta arrabbiata. 
Arriviamo in aula, e ci accomodiamo in un banco a due in terza fila. A quanto mi ha detto oggi avremo letteratura inglese, matematica e storia. Credo non sia una scuola, ma qualcosa di simile, come per tenere in allenamento i ragazzi, come se il fatto di essere stati abbandonati o il non avere più i genitori, non fosse già abbastanza penalizzante. È un grande collegio, mettiamola così. 
Una signora alta e snella, con i capelli biondi-ramati, entra in classe. Avrà 50 anni, non di più. Si accorge di me, e così si presenta. Si chiama Charlotte York ed è l'insegnante di letteratura inglese, appunto. Io dovrei fare la prima superiore, ma in questo sistema, esattamente non so in che classe o indirizzo sono. Ma i ragazzi sembrano avere più i meno la mia età. Ci avranno smistati. Non lo so, sinceramente. Devo ancora entrare nell'ottica di questo posto.
La signora inizia a spiegare come e dove è nata la letteratura inglese e con chi. Inizio a scrivere quello che sta dicendo su un quaderno che mi è stato dato da Samantha. 
Questa mattinata è stata a dir poco pesante. Essendo nuova ho dovuto scrivere ogni cosa detta. E matematica? Lasciamo perdere. Io proprio non la capisco. Storia, tanto quanto la capisco di più, e la preferisco anche un pochino di più alla matematica. Le "lezioni" sono per così dire terminate da 10 minuti e io e Samantha stiamo andando in camera a posare gli oggetti. Dovremmo trovarci in mensa per le 13.00 perciò abbiamo un ora libera. Stiamo iniziando a conoscerci. Se ci viene in mente una domanda da fare all'altro, la facciamo. Prima le ho chiesto che cosa le avevano fatto J.J e Sarah, e lei mi ha detto che l'hanno messa contro suo fratello. Lei è una poco aperta, ma d'altra parte, nessuno di noi è disposto a raccontare il proprio passato. È difficile riportare alla mente tutti quei ricordi, riviverli, ripetere le emozioni provate, e forse, il vuoto incolmabile che senti. 
Sono le 13.00 dobbiamo andare in mensa, ed a essere sincera, sono abbastanza in ansia. Louis mi piace, e mi mette agitazione sapere che pranzerò con lui. È strano, lo conosco da appena un giorno, già ci ho litigato e fatto pace e già mi attrae. Sono strana. 
Sam non è molto entusiasta i mangiare con i ragazzi, specialmente con suo fratello, ma fa uno sforzo per me. Entrate in mensa, inizio a cercare gli occhi di Louis, come se ne sentissi il bisogno. Non riesco a vederlo, sono già tutti seduti. Finché Samantha, tirandomi una gomitata nelle costole, non mi indica un tavolo, con Louis e gli altri tre. Io inizio lentamente a camminare verso di loro, seguita da Samantha. Il groppo allo stomaco si fa più grande, finché non arrivo al loro tavolo e Louis si gira, facendomi perdere nei suoi occhi. Sono una specie di calmante, se si può definire così. 
"Ciao Kara. Samantha..."
"Giorno anche a te Tomlinson." Risponde anche lei a braccia conserte. 
"Ciao." Rispondo io in preda ad un attimo di timidezza acuta.
"Sedete vi pure" dice Louis accompagnato da un gesto della mano che fa cenno di sederci vicino a lui e agli altri.  Io mi accomodo vicino a Louis, mentre Sam finisce vicino a J.J. Credo che non sarà un pranzo piacevole.
"Bene..." Inizia Louis. "Loro sono J.J,Sarah e Stefan" dice indicandoli.
"Piacere." Rispondo io cortesemente.
"Non posso dire la stessa cosa io." Sussurra Sarah, anche se l'ho sentita ugualmente.
Stefan la incenerisce con uno sguardo. Louis deve aver dato indicazioni ben precise, se no a quest'ora Sarah mi avrebbe già tartassata di battutine stupide. 
"Raccontaci un po' di te, Kara." Inizia J.J.
"Bhe, non c'è molto da dire, in fondo siamo tutti qua per lo stesso motivo. Una mancanza o un abuso. Io li ho subiti entrambi, perciò, ecco perché sono qui."
J.J apre leggermente la bocca, Sarah credo non abbia ascoltato una sola parola, Stefan e intento a guardare Sam, e Louis ha abbassato gli occhi. Non glielo avevo confidato la sera prima, che avevano abusato di me, e credo che questo lo abbia rattristato, ma per me è troppo difficile da raccontare. Perciò è meglio andare  dritta al punto e poi evitare ogni altra domanda.
"Di dove sei?" Chiede sempre J.J, per rompere la leggera tensione che si era creata.
"Dover." Perché rispondo a monosillabi? Sembra che il mio vocabolario si è completamente svuotato. Non so che fare, sono immobilizzata e aspetto solo altre domande.
"Quanti anni hai?" Continua l'interrogatorio.
"15. Voi?" Finalmente una domanda.
"Io 17." Risponde J.J
"17 anche io." Risponde Stefan.
"Io 17, fra un mese esatto."  dice Louis sempre a sguardo basso. 
"Sei nato la vigilia di natale?" Chiedo curiosa.
"Già..." Risponde lui.
"E tu Sarah, quanti anni hai?"
"Che ti importa? Fai la carina con qualcun altro. Io le so riconoscere le persone con una doppia faccia." Risponde lei secca. La risposta mi lascia un po' stranita, per quanto avessi avuto modo di capire che lei è lunatica di natura e che la risposta sgarbata è nel suo DNA, non avrei pensato che l'avrebbe fatto ancora.
Ebbene si, ci sono rimasta male. 
"Ma che ne vuoi sapere tu, gallina?" Risponde prontamente Samantha, risvegliatasi dal suo coma precedente.
"Difendi l'amichetta?" La stuzzica Sarah.
"Io almeno una c'è l'ho e non sono sola come un cane." Si difende lei.
"Non sai che stai dicendo. Sei solo una stupida ragazzina senza cervello. Parli solo perché hai la lingua in bocca. E hai amiche che sono state stuprate. Bella compagnia!" L'ultima frase mi lascia un vuoi dentro incredibile. Ero appena stata derisa davanti a mezzo orfanotrofio, visto che stavano urlando. Louis alza lo sguardo e sento che sta cercando il mio, ma i miei occhi sono troppo pieni di lacrime, per poter reggere i suoi ghiacciati. Rivolgo uno sguardo a ognuno dei presenti al tavolo, per ultimo Louis, ma proprio mentre lo guardo, le lacrime iniziano a scendere, e mi alzo dalla sedia per correre in camera. 
Entrata, corro in bagno e chiudo la porta a chiave. Mi accascio a terra, totalmente in preda alle lacrime, salate che mi scorrono sul viso, ormai bagnato. Non è stata la vergogna a farmi reagire così, ma il fatto che averlo detto ad alta voce l'abbia riportato a galla. Il fatto che è come se l'accesso vissuto di nuovo. Ogni ferita si è riaperta, e fa male. Fa male ricordare ogni singolo istante della mia vita, dalla morte di mamma, all'ultimo abuso di mio padre. 
"Apri Kara." Dice una voce maschile da dietro la porta. Louis. 
"Vattene." Rispondo io.
"No." Risponde lui.
"Fai quello che vuoi." Rispondo io.
"Kara... Apri..." 
"E cosa cambierebbe."
"Che posso abbracciarti."
"Non voglio la tua pietà."
"Io non i compatisco."
"E allora perché sei qua?" 
"Perché voglio che ti apri con me. Che mi spieghi perché non me l'hai detto ieri, che hanno abusato di te."
"Perché fa male."
"Posso aiutarti?"
"Non può farlo nessuno."
"Apri Kara."
"No."
"Sei testarda come un muro."
A quel l'affermazione mi scappa un sorriso.
"Puoi stare lì anche tutta la notte. Io non apro."
"Bene. Dormirò qua a terra."
"Bene."
"Fa freddo. Ti ammalerai. Se stiamo abbracciati almeno stai al caldo."
"Non provare a convincermi. Piuttosto muoio congelata!" 
"Sei cocciuta come un mulo, ragazzina."
Lascio che il silenzio si intrometta tra noi. È stato dolce a venire da me, è un ragazzo perfetto. 
"Louis..."
"Che c'è?"
"Grazie"
"Di cosa?"
"Per essere qua con me."
"Se apri, dopo mi ringrazierai di più."
"Smettila!" Dico ridendo, ma ormai la crisi è passata. Lui mi ha fatto ridere, lui mi ha fatto dimenticare per un secondo tutto ciò che non fosse lui. Mi alzo, mi avvicino al lavandino, mi sciacquo la faccia e poi sono pronta per aprire la porta. Mi avvicino lentamente alla serratura e giro la chiave. Aprendo la porta, noto che lui è in piedi attaccato allo stipite della porta d'entrata, che guarda nella mia direzione. Appena esco, lui si solleva dallo stipite della porta e si avvicina a me aprendo le braccia. Io senza pensarci, li fiondo tra le sue braccia. L'uomo avvolge, e io mi sento protetta e al sicuro. Continuo a stringerlo e a sentire il suo profumo, inondarmi le narici. È perfetto. 
"Te l'ho detto che dopo mi avresti ringraziato di più."
Mi scappa una risatina.
"Sei perfetto, ragazzo." Mi lascio scappare io.
"Modestamente... Scherzo dai! Tu sei speciale!"



* 4 mesi dopo*
"Louis! Louis, dove mi stai portando?" 
"Che ti importa? Oggi è il tuo compleanno, perciò stai zitta e goditi la sorpresa."
"Ma sono bendata Louis!"
"Appunto"
"Louis!" 
"Non ti faccio cadere, tranquilla!"
Ebbene si, dall'ultima volta, sono cambiate parecchie cose. Io e Louis siamo diventati buoni amici, molto buoni. Lui mi piace, ma non glielo dirò mai! Samantha e Stefan sono stati adottati da una coppia di giovani sposi che non poteva avere figli. Sarah è stata trasferita, e J.J è ancora con noi. Siamo sempre noi tre . Oggi, 8 marzo, è il mio compleanno. 16 anni. Wow. E Louis ha pensato bene di farmi una sorpresa, che però non so ancora cos'è!
"Quasi arrivati principessa." Sussurra lui al mio orecchio.
Poco dopo, mi slega la sciarpa legata intorno ai miei occhi, e vedo quello che mi ha preparato. 
Innanzitutto, siamo sulla terrazza su cui ci siamo parlati per la prima volta dopo aver discusso. Ha messo una tovaglia per terra, con alcuni cuscini e delle cose da mangiare. Intorno ci sono delle piccole candele bianche che illuminano e scaldano l'aria fredda di marzo. Io sono a bocca aperta. È tutto così... così... PERFETTO! Questo è il motivo per cui sono innamorata di Louis. Perché riesce sempre a sorprendermi!
"Ti piace?" Chiede lui da dietro le mie spalle.
"Se mi piace? È perfetto!"
"Sono felice che tu sia felice" dice lui con il suo tono dolce-sarcastico meraviglioso.
"Io sono felice se ci sei tu!"
"Troppa dolcezza,ragazza!" 
"Concordo." 
Entrambi, ci mettiamo a ridere rumorosamente. 
"Hai fame?"
"Si, abbastanza."
"Allora, mangiamo."
Ci sediamo sui cuscini, uno di fronte all'altro. Ma quanto può essere perfetto?
È la cena più perfetta a cui abbia mai partecipato. Lui è perfetto. Sono sempre intenta sul suo sorriso o sui suoi occhi. Non posso pensare che tra meno di 9 mesi, lui non sarà più con me. 
Appena terminiamo di mangiare, lui si mette seduto al muro, il famoso muro su cui avevamo guardato per la prima volta le stelle. Io mi metto tra le sue gambe, con la testa sul suo petto, e lui mi mette una coperta sulle gambe. Silenziosamente, guardiamo le stelle. Sono una cosa fantastica, è meraviglioso, non vorrei che finisse mai. 
"Guarda, principessa, una stella cadente. Esprimi un desiderio."
Che desiderio? Ho tutto ciò che vorrei avere per il momento.
Ah ecco. Vorrei che Louis non mi lasciasse mai. 
Dopo il desiderio, rimaniamo ancora li per qualche secondo, io cullata dalle sue braccia, finché non mi addormento. 



*9 mesi dopo*
"È necessario che tu te ne vada?"
Il momento è arrivato. Siamo sulle scale dell'orfanotrofio. Lui sta per andarsene, per prendere la sua strada. E io rimarrò sola. 
"Dai principessa, non rendere tutto più triste. Ho 18 anni, è normale che io debba andare. Devo prendere la mia strada."
"Louis. Io non voglio rimanere sola."
"Non lo sarai. Ci sentiremo sempre e appena uscirai di qui, ci vedremo. Non potrei dimenticarti. Sei troppo importante." 
"Louis, io sono innamorata di te."
"Lo so. Ma non possiamo stare insieme." 
"No lasciarmi, ti prego."
"Ti prometto che ci rivedremo, costi quel che costi ti ritroverò."
"Promesso?"
"Promesso!"
"Ti voglio bene Louis!"
"Anche io principessa."
"A presto."
Li fece cenno con la mano, mentre se ne andava, mentre si allontanava da me. Faceva male staccato così da una persona che fa parte della tua vita. Nemmeno so se lo rivedrò, ma so che il sentimento che ho per lui, non scomparirà tanto in fretta.


 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciau Beddi ❤ come state? Io non ho voglia di andare a scuola domani .-. Che tortura... Ahahahahahah 
Va bhe, me tocca xD
Comunque... Ecco qua il capitolo, scusate se sono andata un po' veloce, ma se mi dilungavo, diventata peggio dei rotoloni regina (?) Capitemi, è sera e sono stanca O.o
Vero che le fate un po' di recensioni per me? Ci tengo tanto a sapere cosa ne pensate, please! ❤❤❤ 
Detto questo, a presto :)
Notte ❤❤
Vi voglio bene :3
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

P.S. Recensite ❤❤❤  ahahahahahah

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Chapter Eight ***



CHAPTER EIGHT

-Sapevo che non ero cambiata, che ero sempre la stessa, e che forse non si cambia, semplicemente ci si adatta-



Ogni giorno, alzarsi, diventava sempre più pesante. Eppure, la liberazione si avvicinava no? No mancava molto alla mia uscita dell'orfanotrofio, eppure questo né mi rallegrava, né mi rattristava. Ero indifferente a tutto ciò che mi circondava. Dopo che Louis se n'era andato, niente era stato più lo stesso. Ogni cosa di quel posto mi ricordava i bei momenti che avevamo passato insieme, e sapere che di li a poco me ne sarei andata anche io, mi faceva sentire vuota, come se andandomene, abbandonavo tutto ciò che ci apparteneva. Perché per quanto volessi credere alle parole di Louis, ormai stavo crescendo, e alle favole non ci credevo più. No ci credevo che mi avrebbe ritrovata, perché per quanto mi faceva soffrire, lui si sarebbe creato una vita, e quella vita non era con me.
Probabilmente a 17 anni, queste cose sono esagerate... La vita è ancora tutta da vivere, ma quando passi la tua infanzia tra gli abusi e poi vai in un orfanotrofio, la voglia di vivere l'hai persa. Louis me ne ha passata un po' della sua però. Perché per quanto facesse il duro, era la persona migliore che io avessi mai conosciuto. E mi manca. Mi manca il suo sorriso, la sua tremenda pazzia e il fatto, che con una semplice frase riuscisse a farmi sorridere. 
Ebbene si, questi sono i pensieri che una 17enne fa nel suo letto alle 7 del mattino. Kara professione filosofa. Devo sdrammatizzare perché se no divento una mummia. La stanza non la condivido più con nessuno, dopo Sam. Ma a dirla tutta è meglio. Il bagno ce l'ho tutto per me. Mi alzo, con la delicatezza di un elefante in cristalleria, perché io, sono tutto meno che delicata! 
Vado in bagno, e senza guardarmi nello specchio, mi infilo sotto al getto bollente dell'acqua della doccia. 
Quando ho finito, torno in stanza, mi metto un paio di jeans e una camicia e mi asciugo velocemente i capelli. Prendo lo zaino, e esco dalla camera. Come ogni mattina, fuori dalla stanza c'è J.J che mi aspetta. La nostra no è proprio amicizia, e più un "non voglio stare da solo così sto con te."
"Giorno." Dice lui ancora addormentato.
"Mi dicono che lavarsi la faccia prima di uscire aiuti, sai?" Scherzo io.
"Spiritosa già di prima mattina?" Dice lui stiracchiandosi.
"Puoi contarci!" Rispondo io.
Ci rechiamo in quel buco chiamato classe che frequento da due anni. Le lezioni alla fine non sono tanto male, ma che mi servono a fare? Alla fine, a quanto ho capito avrò un certificato che attesterà le mie capacità di questi anni.
Oggi faremo inglese, matematica, scienze e arte. No troppo male, dai!
Alla fine delle quattro ore, vengo chiamata dalla direttrice nel suo ufficio. Sinceramente non so che voglia. L'unica cosa di cui mai vorrebbe parlare è di quando me ne andrò... Cioè fra esattamente una settimana. 
Giungo fino al suo ufficio, e prima di entrare, faccio un grande respiro. Successivamente, spingo la maniglia della porta ed entro.
"Buongiorno." Dico alla stessa signora che due anni fa mi aveva accettato nel suo orfanotrofio, sperando che qualcuno mi adottasse, ma si vede che i "requisiti" non erano stati soddisfatti.
"Buongiorno a lei signorina Bennet, si accomodi pure." È sempre rimasta la signora alta e snella di sempre. Ora è li seduta, che mi fa cenno di sedermi. Piano piano mi avvicino ad una sedia di velluto magenta, che impreziosisce quell'ufficio cupo, e mi accomodo. Inizio a sfregarmi le mani, simbolo del mio nervosismo, e allora lei, accortasene, inizia a parlare.
"Sappiamo entrambe, che tra una settimana dovremmo dirci addio. Lei prenderà la sua strada, e spero che questi anni l'abbiano aiutata a maturare e a capire chi vuole essere nella vita." Prende un leggero sospiro e poi ricomincia. "Ma non è di ciò che voglio parlare. Lei è stata un'alunna discreta, nulla da ridire, con il suo passato travagliato, ma che è parte del suo bagaglio, di ciò che lei è oggi." Un'altra pausa.
"Qualche giorno fa, abbiamo ricevuto una lettera per lei. È stata inserita da sotto la porta d'ingresso, per cui non sappiamo chi è il mittente, ma non ci siamo permessi di aprirla. Ora gliela consegno."
Lettera? Chi potrebbe mai scrivermi una lettera? Uno nome viene fuori, ma la mia mente lo sopprime subito.
Con fare delicato, la direttrice prende una lettera dal cassetto, e me la porge. Io, con le mani un po' tremanti, la afferro, e mi alzo lentamente. Quando la direttrice mi fa segno di andare, mi dirigo alla porta, ma prima che io esca, lei mi dice un'ultima cosa.
"Signorina, non so cosa ci sia scritto in quella lettera, ma non le permetta di cambiarla, per nessuna ragione." Io annuisco, ma il significato della frase mi è ancora oscuro. Mi dirigo in camera, curiosa del contenuto della busta. Entrata, mi lascio cadere sul letto, e prima di aprire la busta, prendo un grosso respiro. Quando mi sento pronta inizio ad aprirla, lentamente.
"Ehi sorellina!
So che non ho il diritto di chiamarti così, ma tu sei mia sorella, e lo sarai per sempre, nonostante tutto ciò che è successo. 
Questi anni sono stati difficili. Da quando ti hanno portato in orfanotrofio, io sono andato a vivere con la sorella di mamma, ma mi sono ribellato subito. 
Sai bene come sono fatto... La morte di mamma ha causato una grande rottura tra noi. Non ho mai pensato che fosse colpa tua, ma non avevo il coraggio per andare contro a papà. Tutto il male che ti faceva, bhe, non volevo che lo facesse anche a me. Lo so, sono un fottuto egoista, e ora ne pago le conseguenze. Tu hai avuto la possibilità di crescere e di diventare una persona migliore, e so che lo sei. Io invece sono un fallito senza speranza, che si è rovinato la vita buttandosi in strade pericolose. Kara, ormai sei grande. Diventerai maggiorenne fra poco, ed è inutile che io ti nasconda ciò che ho fatto. Ho iniziato a drogarmi da quando sono rimasto solo. Rubavo per comprarmi la roba, e ora me ne pento. Non ho nemmeno provato a disintossicarmi. Sto morendo, è evidente, ma non mi importa. È giusto così, perché io ho buttato via la mia vita, e questo è quello che merito. Ti sembrerà patetico detto da un drogato bastardo, ma mi dispiace per tutto, e vorrei fare l'ultima, anzi, forse la prima cosa giusta nella mia vita prima di andarmene. Voglio lasciarti il recapito bancario dove mamma e papà avevano depositato i soldi per noi. I miei, è inutile dire, che li ho prosciugati completamente. E stavo per farlo anche con i tuoi, ma poi mi sono reso conto che avrei toccato il fondo con quel gesto, e così ho evitato. Non sono molti soldi, ma è ciò che basta per ricominciare la tua "nuova vita". Detto questo, ho finito.

Continuo a leggere questa lettera, convincendomi che non voglia dire nulla di ciò che avrei voluto realmente dirti, ma ormai è fatta.

Ti voglio bene, sorellina. Addio.
Ryan."

Senza accorgermene, i miei occhi si sono riempiti di lacrime, che hanno iniziato a straboccare dagli occhi, rigandomi il viso e bagnando in parte quella lettera. La prima, vera cosa, che mi faceva capire, che avevo un fratello. E quel fratello mi mancava.

 

-SPAZIO AUTRICE-

Hola chicossss ❤come va?? Io bene :) Oggi erano in vendita i biglietti... Quante di voi li hanno già presi? Io spero con tutto il cuore che ognuna/o di voi possa incontrare i suoi idoli :3 

Comunque, spero che il capitolo sia di vostro gradimento, e vorrei chiedervi un favore... Me le fate 4 recensioni? Daiiiiii, non chiedo tanto :/ appena le vedo, pubblico il nono capitolo :D
Ora vado a nanna :) 
Goodnight meraviglie ❤
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Chapter Ten ***



CHAPTER TEN

 

-Ogni volta che decidi, perdi qualcosa. Qualunque cosa tu decida. É sempre questione di capire cos'è che sei disposto a perdere.-

 

A Everlast98, perchè ogni sua recensione

mi mette di buon umore :)

 

La crisi ormai è passata. L'ultima lacrima si era asciugata, infrangendosi nell'angolo della mia bocca e lasciando quel sapore salato sulle labbra. Ma la mia testa non smetteva di pensare a Louis. Avevo aspettato tanto il giorno in cui avrei potuto rivederlo, e quella non ra certo una circostanza che avrei scelto. Mi era mancato troppo, non potevo rivelargli tutto cosi, dovevo prepararmi prima di parlare.

Ma ero rimasta così paralizzata dalla situazione che non avevo fatto caso a come era cambiato. Era cresciuto, questo era evidente. I capelli si erano allungati, e ora li portava sparati in aria, la barba sul mento lo faceva più uomo, ma io sapevo ancora vedere in lui quell' eterno Peter Pan.

E i suoi occhi perfetti. Quelli mi erano mancati più di tutto. Riusciva a darmi sicurezza con un solo sguardo.

Io invece non ero cambiata. Ero la solita ragazzina trasandata di qualche anno prima...

ma se volevo riconquistarlo, avevo bisogno di cambiare, anche esteticamente.

Ero decisa ormai, l'indomani avrei fatto un check-up completo di me stessa: Guardaroba, capelli, trucco... proprio tutto.

Salgo in camera un po' stanca, decisa a dimenticare il prima possibile quella prima giornata disastrosa.

Mi infilo sotto le coperte, e mi sforzo, con tutta me stessa di addormentarmi, per interrompere quel flusso incessabile di pensieri che mi tormentava la mente.

 

É giorno, la luce passa attraverso la tapparella chiusa, e mi illumina il viso, da quello che posso percepire c'è il sole, il primo sole di primavera. Ho sempre adorato questa stagione. I primi caldi, le piante che rinascono e i fiori che sbocciano, è una sensazione bellissima, come quando il sole, al mattino, ti accarezza la pelle con il suo tepore. Mi alzo e vado in bagno per fare una doccia. Apro l'acqua per farla diventare calda, e nel frattempo mi guardo allo specchio. Per quanto io abbia dormito, ho delle profonde occhiaie che mi segnano il viso. Entro nella doccia, e mi faccio avvolgere dalla calda ondata di vapore, per poi andare sotto al getto bollente. È strano, non fa il solito effetto, non mi rilassa i nervi, fa l'effetto opposto oggi. Oltre al mio cervello che ha ricominciato a pensare, ci si mette anche il mio corpo ad essere teso. Così, nemmeno la doccia mattutina rilassante posso godermi, ed esco velocemente. Mi asciugo, mi cambio e scendo per fare colazione.

Louis è il mio unico pensiero, ma sono decisa a cambiare questa situazione. Oggi sarà una bellissima giornata.

Esco di casa, e inizio a decidere quale delle commissioni faccio per prima.

Decido che per prima cosa voglio andare a fare shopping per cambiare completamente guardaroba.

Vado al centro commerciale di Dover, e inizio a guardarmi introno per scegliere un negozio.

Ormai deciso, entro e inizioa guardare i capi, per poi andare nel camerinoa provarli.

...E così, dopo 4 negozi di vestiti e 2 di scarpe, ho finito lo shopping!

Ne è valsa davvero la pena spendere tutti quesi soldi, ora sto meglio!

Ho deciso di voler prendere anche un cellulare... ne ho bisogno se troverò un lavoretto. E poi non ne ho mai avuto uno e lo desidero.

...Uscita anche dal negozio di telefonia, con un telefono che costa più di me e della mia casa messi insieme, è ora di andare dal parrucchiere.

 

Sono le 18.00, è ho terminato in questo momento tutte le commissioni che dovevo fare oggi.

Esteticamente, sono cambiata un po', e devo dire che il mio nuovo taglio di capelli mi piace davvero tanto.

Rientrata a casa, sistemo tutte le cose comprate e poi mi metto a trafficare con il telefono nuovo.

Per ora non ho nessun nuovo numeroda aggiungere, ma si spera che presto, io mi faccia anche degli amici.

Dopo aver cenato, vado in camera, decisa ad andare a dormire presto, visto che domani voglio andare a cercare un lavoretto.

Sinceramente, voglio iniziare a lavorare, non per i soldi, ma per iniziare a vivere sul serio.

 

Mi sveglio tranquilla nel mio letto, e guardando l'orologio,vedo che sono le 9.20.

mi alzo e mi vesto, pronta per iniziare il giro e cercare un lavoro. Mi vesto così (http://2.bp.blogspot.com/-RD71MQl37g0/Tmt6cRoe6EI/AAAAAAAAAF0/In4dxnwQ6wA/s640/ee.jpg)

 

Dover è piena di locali, bar e discoteche, e spero vivamente di trovare qualcuno che ha bisogno di personale. Esco di casa e inizio a cercare.

 

Per il momento, nessuno necessita di nuovo personale, e cosi, vado inuno degli ultimi bar che mimanca da visitare ed entro.

È completamente desolato questo bar.

Mi siedo al bancone, e ordino un caffè. Mentre sono li che aspetto, sento delle urla provenire da dietro il bancone e qualcuno che esce dalla porta e buttando a terra il grembiule, urlando una cosa simile a “Non ci metterò mai più piede qua!” ed esce sbattendo la porta dietro di sé.

Quello che deduco essere il capo, si avvicina e mi chiede scusa per la scenata, iniziando poi a camminare avanti e indietro, colto dal nervosismo, lamentandosi perchè il ragazzo si era licenziato.

Dopo un lungo rifletterci, mi permetto di chiedergli se posso fare da nuova barista, tanto per avere un lavoretto e per far tacere quel suo borbottio continuo.

Lui è il primo ad essere entusiasta, e mi da appuntamento alle 7 dell'indomani mattina, e poi allegrose ne va di nuovo dietro al bancone, dicendomi che il caffème lo offriva lui.

Che tipo strano!

Raccolgo le mie cose ed esco dal bar. Ho il cellulare in tasca, per cui non mi accorgo dove vado e finisco controa qualcuno. Così, per poco non cadiamo io e il cellulare nuovo.

Due persone in meno di 3 giorni.

Di nuovo lei signorina! É proprio un vizio! Invece di guardare il suo iphone, potrebbe anche guardare dove va!” mi urla qualcuno

Come non riconoscere quella voce bellissima.

Mi scusi, sono un po' sbadata!” dico io, trovandomi in imbarazzo per dare del lei a colui che una volta era il mio migliore amico. Louis, di nuovo, quel ragazzo davanti a me con i suoi occhi ghiaccio che mi fulminavano.

Un bel po' sbadata!” ripete lui, sistemandosi il pullover.

Non l'ho fatto apposta! Le chiedo di nuovo scusa!”

Si, si. Faccia solo in modo che non ricapiti. Vederla due volte è gia più che sufficente nella mia vita.” dice lui freddo e distaccato.

Quelle parole mi lasciano basita, e sento un dolore acuto nel petto. Eh si,mi aveva completamente ferita.

Mi scanso dalla sua presenza, forse, anche tirandogli una spallata, e camminando a grandi passi per tornare a casa.

Io non lo capivo. Era cambiato, lui, quell'essere spregevole e cattivo, non era il Louis che avevo conosciuto e di cui mi ero innamorata poco tempo prima.

 

Rientrata a casa, mi sdraio sul divano, e accendo la televisione, dove danno un film comico, almeno credo.

Non lo seguo un gran che, ormai lo sapete che il mio cervello è peggio di un'industria. Non la smette mai di rimuginare.

Giuro, che se lo avrei rivisto e mi avesse trattato di nuovo osì, gli avrei risposto a modo. E non mi importava chi era, io non mi facevo calpestare nemmeno dal mio vecchio “migliore amico”.

Dopo aver cenato, vado in camera, e mi metto nel letto, giocando un po' con il cellulare. Punto poi la sveglia per la mattina successiva e mi addormento.

 

Un rumore fastidioso mi penetra nel cervello, obbligandomi ad aprire un occhio per fermarlo.

Sono le 6.15, e devoalzarmi perchè fra tre quarti d'ora devo andare al bar per iniziare il mio primo giorno di lavoro.

Quindi, doccia, colazione e poi mi vesto e mi trucco

(http://www.polyvore.com/cgi/img-set/BQcDAAAAAwoDanBnAAAABC5vdXQKFnd3YkEzQUtMUklPUm80VUxCejNUY2cAAAACaWQKAXgAAAAEc2l6ZQ.jpg) , pronta per uscire e andare a lavorare.

È ancora buio, e le luci nelle case sono tutte spente.

Arrivo al bar cinque minuti prima, e poco dopo di me arriva il padrone, che tira su la serranda e mi fa cenno di entrare,

Che sbadato, ieri mi sono dimenticato di presentarmi. Io sono John Mc Dougal.”

Si figuri, io, come già sa sono Kara Bennet...”

Ovvio! Ti ho fatto venire a quest'ora per insegnarti un po' le basi del lavoro. Devi solo imparare a preparare le bevande, fondamentalmente. Sai servire ai tavoli, giusto?”

Certo!”

Lui fa un sorrisetto sghembo e inizia a spiegarmi tutte le funzioni delle macchinette. Mi fa fare delle prove e poi, quando è soddisfatto, mi dice che possiamo aprire e iniziare a lavorare.

Ci sono altri dipendenti, oltre a me?”

Si, un ragazzo. Lo conoscerai tra poco, dovrebbe arrivare per le 8.”

Bene, il mio nuovo collega è un maschio. Devo stare tranquilla e relazionarmi educatamente.

Vado nello stanzino dietro al bancone e mi metto il grembiulino verde che mi ha dato John, quando qualcuno, presumibilmente lui, mi chiama.

“Vieni, Kara, è arrivato il ragazzo, te lo devo presentare.”

Mi lego il grembiule ed esco, c'e un ragazo al bancone, che parla con Jhon.

“Kara, lui è Louis, Louis Tomlinson.”

E no però. Tra tutti i ragazzi di Dover, proprio con il mio vecchio migliore amico che ora non mi può vedere, devo lavorare? Questa è un'ingiustizia!

Gli occhi di Louis, si sgranano su di me.

“Di nuovo tu? Mi perseguiti?”

“Sei tu che mi segui!”

“Già vi conoscete?” chiede John curioso.

“Abbiamo avuto due incontri in meno di 3 giorni.” risponde veloce Louis.

Veramente ci conosciamo da 3 anni, ma non fa nulla. Sto zitta e mi limito a sorridere.

“Bene, allora sarà più facile per voi relazionarvi, visto che da ora in poi sarete colleghi!”

Certo, penso io. Devo solo lavorare con una persona di cui sono innamorata e lui inoltre non sa nemmeno chi sono, ed è già partito con dei pregiudizi verso di me.

Bene, Benvenuta all' Inferno Kara...

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Avete visto che brava che sono?? Vi ho pubblicato il nuovo capitolo già nel pomeriggio!!
Ho aggiunto anche le foto, stavolta visibili ai primi due capitoli, così potete rendervi conto di chi sono i personaggi.

Ho fatto anche il capitolo un po' più lungo per due motivi:

  1. E' un capitolo davvero noioso, e se mi fermavo a metà, diventava davvero illeggibile.

  2. Secondo, inizio già ora a farmi perdonare perchè sabato parto per uno sambio e vado in Francia per una settimana e non so se potrò pubblicare. Prima di sabato però spero di pubblicare un altro capitolo.

Detto questo, spero che vi piaccia. Ditemi che ne pensate :)

Me le fate 5 recensioni? Si, perchè voi siete meravigliosi!!

Ora vado a studiare un po'!

Un grande bacio :*

Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Chapter Nine ***



CHAPTER NINE

-Tanto più resistente è la corazza tanto più fragile è l'anima che la indossa-


Fin da bambina immagini di vivere una vita felice, di incontrare il principe azzurro, di sposarlo e diventare la sua principessa. E forse anche di andare a vivere in un castello, vivendo "per sempre felici e contenti". 
Le mie aspettative erano più basse. A me bastava essere felice e avere qualcuno da amare, ma la vita mi ha portato via anche quello. Mio padre è in prigione, mia madre è morta, mio fratello è un drogato e l'unico ragazzo di cui mi sono innamorata se n'è andato. E ora devo riprendere la mia vita in mano. Devo ricominciare, azzerare tutto il mio percorso di questi 18 anni e ripartire. 
Ho lasciato l'orfanotrofio. Mi è dispiaciuto un po', ma sono felice di poter finalmente vivere la mia vita. Il problema è, da dove iniziare?
Per prima cosa una casa. Potrei condividere la casa con qualcuno. Pagherei l'affitto con i soldi che mio fratello mi ha lasciato in banca, e potrei trovarmi un lavoretto giusto per andare avanti. Ho le aspettative un po' troppo alte, lo so. 
Prima di partire con tutto questo, voglio però tornare nella mia casa. Nella mia vecchia casa di Dover. E così, io e il mio borsone di 3 anni prima, ci mettiamo in viaggio verso Dover. Non dista molto. 2/3 chilometri massimo. Inizio ad osservare la gente intorno a me, come se non avessi mai visto qualcuno. È strano, tornare a passeggiare per quelle strade, così familiari ma così diverse, mi ritornano in mente un sacco di ricordi. Il parco dove giocavo da bambina, il camioncino dei gelati sempre all'angolo della scuola, e poi, in fondo a quella strada, diventata ormai così trafficata, c'era la mia casa. Più mi avvicino, più sento l'ansia salire. Non sono un mostro, anche io ho di sentimenti, e rivederla a distanza di anni, mi ha messo in movimento delle emozioni bellissime, ma allo stesso tempo dolorose e dei ricordi che vorrei dimenticare. Quella casa mi ricordava tutto il male di mio padre, ma se volevo superare la cosa , dovevo partire proprio dall'inizio. Blocco una lacrima sulla guancia destra che sta scendendo piano piano, e poi oltrepasso la staccionata bianca che circonda la casa. Salgo i quattro gradini in pietra e mi trovo ferma davanti alla porta di legno massiccio. Non sembra una casa abbandonata... Le chiavi, come al solito stanno sotto allo zerbino d'entrata. Era il posto dove le metteva mio fratello quando usciva e lasciava la casa vuota. Questo era segno che era stato li. Inserisco la chiave nella serratura ed entro. Aprendo quella porta, le emozioni mi invadono. E come se 1000 ricordi mi invadessero la mente e i profumi, le immagini, i momenti riaffiorassero nella mia testa. È tutto così forte, mentre avanzo tra le stanze vuote e polverose. E non mi importa se in quella casa mio padre abbia abusato di me, se mia madre ci avesse vissuto. Non mi importava. Quella era la mia casa, e io ci sarei tornata. Mi sarei liberata del passato, ma ci avrei vissuto di nuovo, l'avrei fatto a tutti i costi. Salgo le scale che portano nella mia stanza, e ci entro. Stessa camera, stesse tende, stessa luce e stessi oggetti, ma la sensazione non era più quella di paura, era quella di rivincita e di vittoria. Quel bastardo di mio padre non l'avrebbe avuta vinta. Butto il borsone a terra, e in quel momento, mi viene la brillante idea di risistemare tutta quella casa. Che da quel momento sarebbe stata la MIA casa. 
Era il primo passo per una nuova vita.
Per prima cosa, apro tutte le finestre. Tutta la casa deve prendere aria e cambiarla, e poi inizio a pulirla e a risistemarla. Decido di lasciare per ultima la mia stanza, perché li non c'è solo da pulire, ma c'è da buttare un sacco di roba e da farla diventare la mia nuova stanza. E così, piano piano, resetto la cucina, il bagno, il salotto e la camera dei miei  genitori. 
Ormai, manca solo più la mia stanza. 
Prendo coraggio e inizio a guardarmi in giro, decidendo sul da farsi.
Come prima cosa, decido di buttare via tutti i miei vecchi vestiti e le lenzuola, tutte le carte, tutti i libri e tutto ciò che non mi serve più, fino ad arrivare a svuotarla. Li, posso dare spazio alla creatività, e risistemarla come voglio. Cambio la posizione del letto e del comodino. Inverto la posizione della scrivania, e inizio a sistemare i miei oggetti personali. Metto delle lenzuola bordeaux e bianche, e sistemo alcuni libri sulla scrivania. 
E così, quando ho finito, mi fermo a guardare la mia opera completa. Sono fiera di ciò che ho fatto, sono fiera di aver compiuto qualcosa di utile nella mia vita, e di esserne partecipe. Sono felce di aver una sistemazione e di poter iniziare la mia nuova vita da qui. 
Ma ora c'è un problema più serio... 
Che si mangia a cena se il frigo è vuoto? Ahahahahahahaha 
No, a parte gli scherzi, questo è un problema serio. Io ho fame, perciò devo fare la spesa. 
Prima tappa, bancomat a prelevare e poi dritte a fare la spesa. Mamma mia quanto posso sentirmi indipendente a farmi la spesa per me e scegliere quello che posso mangiare! Sono proprio fulminata!!

Quindi, dopo essere andata a prelevare vado al supermercato più vicino. Entro dentro, sono le 6 di sera, non ci sarà troppa gente!
Inizio a girare per le corsie, prendendo le cose di cui ho bisogno.
Mentre stavo leggendo gli ingredienti di una confezione di muffin al cioccolato, vado addosso a qualcuno sbadatamente. Alzo lo sguardo per scusarmi.
"Scus..." E le parole mi muoiono in bocca.

* "Non lasciarmi ti prego"
"Ti prometto che ci rivedremo, costi quel che costi ti ritroverò" *

Quelle parole rieccheggiavano nella mia mente mentre guardavo il ragazzo che tanto mi era mancato. Era lui, mi aveva trovato finalmente. E ora tutto mi ritornava in mente, il suo sorriso meraviglioso, i suoi occhi infiniti, la risata contagiosa, quel senso dell' umorismo che ti contagiava sempre, quella bellezza che mi fermava il cuore. Lui era l'unica persona di cui mi fossi mai veramente fidata, dopo tutto, e ora era davanti a me, ora. Lo aspettavo dall' esatto momento in cui se n'era andato, e ora, finalmente sentivo che quella felicità che avevo provato stava tornando, che la mia vita stava per prendere una piega diversa. Lo sentivo mio, sentivo che in un certo qual modo non ci eravamo mai lasciati.

"Ci conosciamo?" quella frase mi fece cadere il mondo addosso. Quindi non si ricordava di me? Non mi aveva cercato. Si era scordato di me, d'altronde lo avevano fatto tutte le persone della mia vita. Ero sola, di nuovo.
"N-no" dico io con la voce rotta. Avevo voglia di abbracciarlo, ma lui, il MIO Louis, non si ricordava nemmeno chi fossi. 
"Mi scusi, ma la prossima volta stia più attenta." Mi risponde lui.
"Scusi" dico velocemente, e poi, prendo il mio cestino e corro via, sentendo le lacrime pulsare negli occhi. Vado alla cassa veloce e pago il più in fretta possibile. Uscita di li mi dirigo a grandi passi a casa, dove, appena entrata, scoppio in lacrime.
Aveva infranto la promessa che mi aveva fatto! Io ci credevo... Io credevo in lui. Lui mi aveva aiutato a superare i miei problemi, mi era stato accanto, e poi mi aveva dimenticato così in fretta. Spero vivamente che sia stato frutto della mia immaginazione, perché non riuscirei a vederlo così spesso qui in giro, a dover convivere con il fatto che lui non sappia nemmeno chi sono. Per quanto io possa essere forte, anche i più forti a volte cadono. E io non volevo cadere di nuovo...


 

-SPAZIO AUTRICE-

Buonsalve giovini ❤ Come state? Io non rispondo alla domanda che è meglio... 
Ho aggiornato il capitolo (Yeeeee) e non so che altro dirvi, visto che sono stanca e ho mal di gola... 
Spero che recensiate come l'altro capitolo, 4 recensioni come quello, e poi aggiorno. Dai, non chiedo tanto. Sono standard bassi ❤
Detto ciò... Vi lascio e vi auguro una buona notte :3
Grazie mille a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean


P.S. Se avete twitter, seguitemi e vi seguo ❤ io sono @Love_4Evah_1D
A Kissssssss ❤

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Chapter Eleven ***



CHAPTER ELEVEN


-E ti rivivrei, rivivrei ogni singolo nostro istante per l'eternità-


Leggete lo spazio autrice per favore!


Il mio sogno/incubo, si era avverato. Lavoravo vicino alla persona che amavo, ma lui non sapeva chi ero e in più già non mi sopportava.
Io, imbambolata che lo guardavo, lui, perplesso che mi guardava, eravamo un continuo sguardo, finché John non si intromise, avvertendoci che c'era un cliente. 
John mi dice di avvicinarmi e di fare la mia prima esperienza, e così, titubante lo faccio. 
Sono stata in grado di prendere l'ordinazione e portare al tavolo la roba senza vuotarla  in testa al cliente.
Louis continua a guardarmi mentre mi muovo, ma sono imbarazzata, e allo stesso tempo triste. Voglio solo andare li e abbracciarlo, dicendogli solo "Ehi Louis, sono Kara, la tua migliore amica." E invece sto zitta, e non reggendo più la pressione, vado in bagno. 
Mi sciacquo la faccia con dell'acqua fredda, e poi, mi fisso allo specchio. Qualcuno bussa, non rispondo ne mi muovo.
"Kara, apri. Sono Louis." Era la stessa frase che disse quando mi ero chiusa nel bagno dell'orfanotrofio. Prima dell'abbraccio e dell'inizio della nostra amicizia.
"Ora esco." Mi avvicino alla porta ed esco piano.
Lui è li, impassibile, come obbligato a parlarmi.
"Scusa per i pregiudizi... Non sono nessuno per giudicarti."
"Anche io avrei dovuto evitare."
"Pace?" Chiede porgendomi la mano, proprio come un bambino con l'amichetta del cuore.
"Va bene." Rispondo io stringendogliela.
Il primo contatto dopo 2 anni.
"Ti va dopo di bere qualcosa, giusto per conoscerci?" 
"Si, volentieri, grazie per l'invito."

"A dopo allora. Meglio tornare a lavorare, ora. Se no John ci uccide."
E sentivo la speranza crescere, ma sono famosa per gli errori. Io sbaglio sempre, tendo a fidarmi troppo. E chissà perché anche tornare a fidarmi di Lou era così difficile.
Sono le 8 ore più lunghe di tutta la mia vita...
Sono troppo ansiosa per quell' "incontro" con Louis, e ho paura. Ho paura di dirgli chi sono.
Finalmente il mio turno è finito, e io mi sto cambiando nello stanzino. Tolgo il grembiulino verde e lo appoggio nel mio armadietto. Prendo la borsa ed esco.
Lui, è li, sulla soglia della porta in tutta la sua perfezione.
"Andiamo?" Chiede lui sorridendo.
"Certo!" Rispondo io, palesemente felice.
E così, silenziosamente, mi limito a seguirlo.
In pochissimo tempo arriviamo in un piccolo pub serale, è un posto piuttosto tranquillo immerso nel verde, con una piccola balconata, coperta da un gazebo, e arricchita da candele che fanno una leggera luce e delle piccole piante cadenti sulle ringhiere.
Louis entra, come se conoscesse già il posto, e si fa strada fra i tavoli fino ad arrivare alla terrazza che poco prima avevo visto.
Mi fa cenno di sedermi e poi si accomoda di fronte a me. 
La tensione è un po' alta... Io sono nervosa, lui si guarda le mani, lui mi guarda negli occhi, io mi fisso le mani. Ci stiamo un po' rincorrendo senza sapere dove dobbiamo arrivare.
"Bene... Quindi, Kara... Di dove sei?"
"Bhe, io sono di qui, di Dover. Ho sempre vissuto qua. E tu?" Perché stavo facendo una domanda la cui risposta sapevo già a memoria? Era come se la mia bocca non volesse dirgli la verità, perché prima sentisse il bisogno di sapere che Louis sarebbe restato.
"Io vivevo a Doncaster, ma poi, per problemi personali, mi sono trasferito qua."
"Capito..." Abbasso di nuovo lo sguardo.
"Bello il posto vero??" Chiede lui cercando un argomento da condividere.
"Moltissimo..." Io non sono una che parla molto... Con me le parole le devi cavare con la gru.
"Sei molto chiusa di carattere vero?" 
"Si nota molto?" Chiedo io retoricamente.
"Abbastanza. Anche la mia migliore amica è così. Chiusa e tenera... È anche la mia ragazza..." L'ultima parola la lascia sfumare.
La sua cosa??? Louis è fidanzato???
"Hai una ragazza?" Chiedo con un groppo in gola. Mi accorgo che però non sono nulla se non una sconosciuta per lui, e chiedo scusa. "Perdona l'intrusione, non volevo farmi gli affari tuoi."
"No figurati... Non ce nulla da nascondere..."


 

-SPAZIO AUTRICE-

Ehi belli... Sono riuscita a pubblicare, anche se è un po' corto. D'altra parte, non avevo ispirazione e poi dovevo organizzarmi per la partenza di domani.
Sappiate che mi mancherete, e cercherò di pubblicare il prima possibile!! 
Vi voglio bene <3
Me le fate un po' di recensioni per questa prima parte?!?!! Please <3
Un bacio e buona notte principesse mie :3
Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Chapter Twelve ***



CHAPTER TWELVE

-La fragilità negli occhi di lei, era evidente, gli occhi di tutti riuscivano a vederlo. Ma lui, pareva non accorgersene.-



Il mio cuore perdeva un battito ad ogni secondo che passava, ogni secondo che mi avrebbe condotto a quella verità che mi avrebbe spezzato il cuore.

Perché era evidente... Io lo amavo e lui amava un'altra.

E dentro di me, sapevo di non essere pronta a superarlo. E speravo con tutta me stessa che tutto quello che stavo vivendo, non fosse reale.

"Allora... Non c'è molto da dire... Io è la mia ragazza non stiamo passando un bel periodo. E io ci sto male."

Che dire... Ero pessima già di mio nel dare consigli, figuriamoci darli al ragazzo che mi piace per usarli con la sua ragazza.

"Mi dispiace." Mi limito a dire io, silenziosamente.

"Anche a me." Dice lui con un tono duro e freddo.

"Sei..." Non posso chiederglielo. Non posso farmi questo. Sono una masochista del cazzo.

"Sei molto innamorato di lei?"

Che domanda insensata. È la sua ragazza. È normale che sia innamorato di lei. Ma non potevo non sperare in una sua smentita. Ma d'altra parte, non sapeva chi ero, e non provava le stesse cose. Io non ero nemmeno pronta a svelargli la mia storia. 

"Da morire." Dice lui, risvegliandomi dai miei pensieri assillanti.

"È stata la prima ragazza di cui io mi sia mai innamorato. Stiamo insieme da tre anni."

Il dolore al petto è sempre più acuto. Perché fa così male l'amore?

"Sei mai stato interessato a qualche ragazza prima di lei?" Ormai la mia speranza è seppellita, ma ci provo comunque.

"No... Ma perché vuoi saperlo?"

"C-così..." Rispondo un po' titubante, sapendo che anche solo pensarlo mi fa stare male.

"Sei in vena di domande?" Chiede lui sorridendo.

"Già..." Rispondo io sempre più persa e triste.

"Posso fartela io, ora, una domanda?"

"Certo." Dico io, pentendomene subito.

"Sei innamorata di qualcuno?" 

"Mmm..." 

"È un si."

"Si lo è."

"E di chi?"

"Perché ti importa."

"Perché voglio sapere se lo conosco."

"Non siamo ancora a quel punto di intimità, per cui io mi possa fidare di te. E per la cronaca, non ti interessa." Rispondo io secca e acida.

"Ok, ok. Calma. Era solo per sapere."

"Bene... La nostra conversazione, direi che è finita qua. E direi anche che il nostro potrà essere solo un rapporto di lavoro. Per cui, a domani." Mi fa male essere così dura con lui, ma il solo pensiero di diventare sua amica e non altro, e doverlo vedere con una ragazza che non sia io, mi uccide. E lo so che sono egoista, ma è più forte di me.

Mi alzo dal tavolo, senza aspettare una sua risposta, ed esco. 

Cammino velocemente, per giungere a casa il più in fretta possibile. 



E così, anche questa volta sono stata una stupida. Avevo la possibilità di recuperare Louis, ma sono troppo codarda per farlo...

Penso io sul letto, in camera mia. 

Giocherello con il telefono in mano, aprendo e uscendo dalla casellina dei messaggi. Louis mi ha dato il suo numero, e una parte di me, vorrebbe scrivergli, ma l'altra continua a ripetermi che è meglio lasciare stare. 

Così, poso il cellulare e vado a fare una doccia, per poi andare nel letto, subito dopo.



Il rumore terrificante della sveglia, mi rimbomba nel cervello, ricordandomi che sono le 6.30 e devo prepararmi per andare al lavoro. Mi alzo, scendo in cucina e faccio colazione e poi vado in bagno, mi sciacquo la faccia e mi vesto con un paio di jeans semplici, una maglia salmone a mezze maniche e le converse bianche.

Prendo la borsa ed esco di casa. Mi dirigo al bar a piedi, continuando a pensare alla situazione di ieri sera e a come mi dovrò comportare oggi.

Entro nel bar dal retro, vado nello stanzino e mi metto il mio grembiule verde. 

"Buongiorno John." Dico sorridente, palesemente un sorriso falso, ma almeno ci provo.

"Ehi piccolo mostro. Come stai oggi? Tutto chiarito con Louis?"

Piccolo mostro? Che confidenze. Va bhe...

"Non molto. Alla fine abbiamo discusso ancora."

"Siete ragazzi. Godetevi la vita. E non voglio intromissioni nel lavoro, ok?"

"Si si. Già messo in chiaro che il nostro sarà un rapporto solo ed esclusivamente di lavoro."

Ma non finisco di dire la frase, che Louis entra, e incontrando i suoi occhi mi pento di non avergli detto chi sono, di aver discusso con lui e di essere stata così dura e fredda.

Ma sto li, ferma ed impalata a guardarlo, per poi, abbassare lo sguardo e spostarmi.

Mi sposto in un angolo, attendendo qualche cliente con impazienza, così almeno mi muovo ed evito di vedere, con la coda dell'occhio, Louis che mi guarda. 

Il bar inizia a riempirsi, e così, iniziamo entrambi a darci da fare per servirli. 

Alle 11.00, c'è un po' più di calma, e così mi siedo al bancone cinque minuti. 

Entra una ragazza, alta, mora e molto bella e si avvicina. Io mi alzo e torno al di là del bancone.

"Vuole ordinare, signorina."

"No, grazie. Voglio vedere Louis." Dice sgarbatamente e guardandosi in giro.

"Ok. Vado a chiamarlo. Da parte di chi?"

"La sua ragazza." Dice lei acida, e a momenti, io mi soffoco con la saliva.

Questa giraffa acida e la ragazza di Louis? Bella scelta il ragazzo. Devo complimentarmi.

Lui esce senza nemmeno il bisogno che io lo chiami.

"El! Finalmente ti sei decisa a parlarmi." Dice lui entusiasta.

Io sono li, imbarazzata a morte. 

Quando per mia grande fortuna entra un cliente e io posso allontanarmi da quella falsa commedia. Altro che amore che dura da tre anni. E il rapporto più falso del mondo.

"Salve signore, cosa le porto?"

"Un succo d'arancia, grazie." Dice lui gentilmente. Non è un signore, per la precisione. È un ragazzo, poco più grande di me, viso squadrato, capelli abbastanza corti e scuri.

Vado al banco a preparare il succo, origliando sempre la conversazione tra Louis e quella "El".

Torno al tavolo con la bibita e mentre gliela sto poggiando sul tavolo, ascolto un "ma io ti amo con tutto il mio cuore." E rovescio la bibita addosso al cliente.






 

-SPAZIO AUTRICE-

Ehi meraviglie <3

Sono tornata proprio oggi dalla Francia, e come promesso, ho pubblicato il capitolo.

L'Ho fatto un po' più lungo del solito, perché mi siete mancate e perché volevo ringraziarvi perché leggete la mia ff e la recensite :) 

Siete fantastiche e vi voglio bene <3

Detto questo, buona lettura, spero in qualche vostra recensione :) 

Un bacio :3

Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Chapter Thirteen ***



CHAPTER THIRTEEN

-Era Come una rosa, bella ma irraggiungibile, nessuno riusciva ad oltrepassare le sue spine-

 

 

Bene... Adesso mi trovo con il cuore spezzato, e con la lavanderia da pagare ad un cliente. Giornata perfetta, proprio.

Scusi signore, non volevo, mi dispiace davvero!! mi dia la maglia che la porto subito in lavanderia!” dico velocemente, davvero mortificata per il guaio che ho combinato.

Stia tranquilla signorina. Non è una cosa poi cosi grave!” risponde lui, inondandomi con i suoi bellissimi occhi cioccolato.

Davvero, mi scusi. Come posso rimediare?” chiedo ancora io.

Se ha voglia di portarmi un altro succo, gliene sarei grato.”

Ma assolutamente si! Glielo offro io, e non voglio saperne, anche se non vuole!” ribatto io, e senza lasciargli il tempo di rispondere, me ne ritorno dietro al bancone con il vecchio vassoio e il bicchiere ormai vuoto, e preparo un'altra spremuta.

 

LOUIS'POV

Mentre stavo parlando con Eleanor, vedo solo che un cliente viene inondato da un bicchiere pieno, e successvamente, Kara che gli si appiccica addosso per pulirlo.

Seguo con lo sguardo ogni movimento, e nel frattempo ascolto El.

Mi vuoi dire perchè te la sei presa?” chiedo io perplesso.

E hai anche il coraggio di chiedermelo?” risponde lei seccata. “Quanti mesi è che cerchi ovunque la tua amica dell' orfanotrofio? Stai ogni secondo attaccato a quello stupido computer a cercare una persona inesistente. E per cosa? Per una stupida promessa che le hai fatto quando avevi 17 anni!” continua lei, alzando la voce.

Per prima cosa, abbassa la voce. Non voglio che il mondo sappia che sono stato in orfanotrofio, e secondo, io mantengo le promesse. Non so te, ma a me hanno insegnato cosi.

Io ci tenevo davvero a lei, e quando le ho giurato che l'avrei trovata, sapevo che avrei portato a termine questo giuramento, l'avrei trovata e le avrei fatto sapere che io ci sarei sempre stato per lei. E con questo, il discorso è chiuso. Se ti va bene è così, se no, fattelo andare bene!

Ora scusami, ma io avrei un lavoro, e non ho intenzione di stare appresso a te tutto il giorno, per i tuoi capricci da bambina gelosa.” sento le guance avvampare, e così vado un attimo in bagno a lavarmi la faccia.

 

KARA'S POV

Mentre spremo le arance, vedo Louis andare verso il bagno a passo svelto e pesante, e quella che dovrebbe essere la sua ragazza, sbuffare, lanciarmi un'occhiata piena di rabbia e uscire.

Metto il bicchiere nel vassoio assieme a dei tovagliolini (per precauzione!) e mi dirigo al tavolo del cliente.

Ecco a lei, signore. E mi scusi ancora per prima.” ripeto io, ancora un po' dispiaciuta.

Le ho detto che non è successo niente, e stia tranquilla che non dirò nulla al suo capo. Non sono così sadico!” dice lui pacatamente e lasciandosi sfuggire un sorriso sull'ultima frase.

Ma nemmeno lo pensavo!” mi lascio scappare io.

Lui fa una risatina e poi mi guarda.

Ha voglia di tenermi compagnia?”

Spiazzata completamente dalla domanda, non so che rispondere.

Ma, io veramente, sarei nel bel mezzo del mio turno.”

La prego, solo cinque minuti. Non c'e molta gente a quest'ora, e poi, deve ancora scusarsi bene per avermi versato il succo d'arancia addosso!”

Non può usare questa scusa a suo piacere però!” dico io, scherzosamente

La prego!!” mi supplica lui, con quegli occhi bellissimi.

E va bene. Solo cinque minuti, però!” dico io, alla fine, arrendendomi.

E così mi accomodo sulla sedia vicino alla sua.

Come si chiama?” domando subito io.

Possiamo darci del tu? Non sono cosi vecchio!!”

Ma certo! Come ti chiami?”

Josh, e tu?”

Kara.”
“E' un nome particolare, ma mi piace.”

Grazie.”

Quanti anni hai Kara?”
“18. Tu?”

21”

Hai ragione, non sei così vecchio!”

Hai visto?? Non stavo mentendo!”

Già! Cosa fai nella vita, Josh?”

Studio all' universita di Dover, finanza e marketing internazionale. Tu?”

Bhè... io lavoro qui e basta.”

Capito.

Guarda l'orologio, sbadatamente, e poi mi rivolge un'occhiata.

Scusami, ma devo andare, se no faccio tardi a lezione.”

Figurati.” abbasso lo sguardo, e con le mani inizio ad avvicinare il vassoio a me, per riprendere il mio turno.

Mi dai il tuo numero? Sei molto simpatica! Magari possiamo rivederci per bere un caffè insieme, magari in un bar dove la cameriera non sei tu!” dic lui, mentre si sta alzando dalla sedia.

Ehi!! Non sono una cattiva cameriera!! comunque, molto volentieri. Se hai un pezzo di carta te lo scrivo.”

La mano va bene ugualmente?” chiede porgendomi la mano

Si, può andare.” sorrido io, e inizio a scrivere il mio numero sulla sua grande mano.

Appena finito, gli restituisco la penna, e lui se ne va, lasciandomi uno sguardo, che mi è sembrato durare un'infinità.

Solo quando mi risveglio dalla mia tranche momentanea, mi rendo conto che Louis è appoggiato con i gomiti al bancone ed é in ascolto, per cui ha sentito tutta la conversazione.

Tu dai il tuo numero al primo che passa?” dice lui con fare di sapienza.

E' un problema, se lo faccio?”
“No, ma mi sembri una brava ragazza, e lui potrebbe essere un maniaco.” 
l'avrei strozzato. Non si ricordava di me, e già giudicava quello che facevo.

Perchè non ti fai gli affari tuoi e ti occupi dei problemi con la tua ragazza?”

Perchè tu non la smetti di essere così antipatica e di chiuderti in te stessa ogni volta che ti si chiede qualcosa a cui non vuoi rispondere?

Sono sbadato, ma certe cose le noto. Soprattutto se mi importa della persona coinvolta. È già la seconda volta che lo fai. Non portai scappare in eterno.”

Ha detto che gli importa di me, che tenero!

Come già detto, non ti devono importare le cose che faccio. Io e te abbiamo e avremo unicamente un rapporto da colleghi, perciò occupati delle tue cose.” e lo lascio li a parlare nel vuoto, mentre vado nel retro a cambiarmi, perchè è finito il mio turno.

Quando ho finito di cambiarmi, esco, e saluto John, facendo sempre caso a vedere dov'è Louis.

So che sembro una cretina, perchè dico di essere innamorata di Louis e poi lo tratto male, ma sto facendo tutto questo per dimenticarlo, visto che comunque lui non sa chi sono.

E io sono troppo orgogliosa per andare li e dirgli “Ehi Louis, sono Kara, sai, quella dell' orfanotrofio.”

Louis non è nei paraggi, perciò esco ed inserisco le cuffie.

Inizio a camminare verso casa. Ho la pausa pomeridiana, cioè dalle 12.00 alle 13.00 perchè poi i ragazzi escono dalle scuole e al bar c'è un gran casino e quindi devo aiutare John.

Sto svoltando nella via dove si trova la mia casa, quando qualcuno mi afferra per la manica e mi stacca le cuffie.

Ma che cazz... Louis? Che diavolo vuoi, ora?”

Sono tre ore che ti sto chiamando, e non ti sei degnata di girarti.”

Sai quelle cose che si chiamano cuffie ed inserisci nelle orecchie per esternarti dal mondo? Ecco...”

Piantala di fare la preziosa.”

E tu piantala di impicciarti nella mia vita. Non sei nessuno, e nemmeno voglio che tu sia qualcuno.” rispondo secca, staccando la sua mano dalla mia giacca. Lui è li, impietrito, che mi guarda come se fossi un mostro, e in realtà lo sono.

Probabilmente tu non vuoi, ma io si. Perchè devi fare così? Mi spieghi perchè mi odi tanto?”
Perchè ti amo, perchè eri tutta la mia vita e te ne sei andato, mi hai abbandonato e non mi hai più cercato. Hai infranto la promessa che mi avevi fatto, e ti sei portato via un pezzo di me. E quando decido di ricominciare, tu spunti di nuovo, e mi fai soffrire. E io non voglio... non voglio soffrire perchè non posso averti.

Ma tu non sai niente di tutto questo, ne mai lo saprai. Perciò tanto vale che io faccia così.

Io non ti odio...” sussurro tra i denti

E allora perchè non vuoi avere un rapporto con me?”

Perchè non voglio che tu faccia parte della mia vita.” è una delle frasi più dure da dire di tutta la mia vita, perchè non avrei mai voluto dirlo. Ma devo farlo.

Lentamente, dando un ultimo sguardo a quegli occhi che mi hanno sempre dato forza, mi giro e me ne vado.

Arrivo a casa, ed entro, buttando giacca e borsa sul divano, e accasciandomi per terra.

Perchè a me? Perchè tutto questo deve succedere a me?

Mi vibra il telefono, e così rispondo. È un numero che non ho mai visto.

Pronto?”

Ehi Kara!”

Josh? Sei tu?”

Si sono io!”

Come stai?”
“Bene, ho finito adesso lezione, e mi andava di chiamarti.”

Eccomi qui!”

Volevo chiederti se questa sera ti va di venire a bere qualcosa con me.”
Che rispondo ora? Non ne ho una gran voglia...

Ma certo, molto volentieri.”

Perfetto, va bene se passo a prenderti al bar alle 6.30?”

Si certo. Credo che il mio capo non avrà da ridire se esco una mezz'ora prima.”

Bene. Allora a stasera.”

Ciao.”

Stacco il telefono, sorridente. Mi farà bene distrarmi da tutta questa situazione.

Vado in camera a prendermi un ricambio, visto che non posso uscire troppo semplice.

Prendo una t-shirt bianca con delle scritte nere e un giacchino verde acqua, tanto siamo a marzo. E poi jeans e converse vanno bene.

Metto tutto in borsa, e poi esco per andare al bar. Sono solo le 12.30, ma almeno così recupero la mezz'ora di stasera.

 

Entro nel bar, non troppo affollato, e vedo John, intento a preparare dei tramezzini.

Mi vede e mi segue con lo sguardo incuriosito, ma gli faccio segno che dopo parliamo.

Mi metto il grembiule e inizio a lavorare.

 

LOUIS'POV

Quella confessione mi ha lasciato un po' così. Un po' ci sono rimasto male, se devo essere sincero, ma non so perchè.

L'ho seguita fino a casa, e non si è girata nemmeno una volta.

Sono rimasto li, e poi l'ho vista uscire 5 minuti fa, ma non avevo voglia di seguirla. In realtà avevo voglia di andare li e abbracciarla, ma non so perchè.

Quella ragazza la conosco da due giorni, e mi sembra di conoscerla da una vita.

È una bellissima ragazza, ma non è solo il fisico. È il carattere. E il fatto che è chiusa, che ha bisogno di qualcuno che la protegga.

Devo riprovare, io non so come, ma alla fine riuscirò a capire cos'è che mi attrae tanto di lei.

Mi vibra il cellulare nella tasca. Eleanor.

Ciao.”

Ciao Louis.” Sospira rumorosamente “Senti, volevo scusarmi per il comportamento infantile di oggi.”

Bene.”

Tutto qui tutto quello che hai da dirmi?”

Cos'altro vuoi che ti dica?”

Non lo so. Ma dimmi qualcosa. Che niente è cambiato, o che mi ami come prima. Perchè Louis, i sogni sono belli, ma tra di noi qualcosa è diverso, ed è dall' 8 marzo che sei così, che non mi consideri... perchè?”

Perchè l'8 marzo era il 18esimo compleanno di Kara, e io le ho promesso che l'avrei trovata. E non è ancora accaduto nulla.

Perchè lei era innamorata di me, e io di lei, ma ero troppo bambino per ammtterlo, e non oso immaginare quanto ha sofferto per la mia stupidità.

E mi manca. Voglio abbracciarla. Voglio che torni tutto come prima, a quando passavamo le giornate insieme, e a quando avevo un'infinita voglia di baciarla, ma avevo paura.

E credo che questi ultimi giorni mi abbiano aiutato a capire che mi manca, e che non mi manca da semplice amica, anche se sono passati tre anni.

Non so Eleanor. Ora devo andare. Ciao.”

Non ce la posso fare. Eleanor che mi fa le scenate di gelosia, Kara che non vuole parlarmi, e Kara, che non riesco a trovare.

Ma aspetta... Io conosco due Kara? Kara non è un nome facile da trovare in giro. E non ne esistono tante. Ma non può essere, non può essere la stessa Kara. È solo un'illusione la mia, sarebbe troppo bello per essere vero. Meglio che vado al lavoro.

E così, mi impegno al massimo per cancellare questo ultimo pensiero che ronza nella mia testa, mentre sto camminando verso il bar, consapevole che tra meno di 3 minuti, rivedrò una persona che non conosco ma a cui già tengo...

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Buongiorno tesori miei!!!

Come state? Io bene.

Come al solito, il capitolo del martedì è un po' più lungo, e questo è anche ricco di molti colpi di scena!

Allora... che ne pensate? Cosa ne dite del comportamento di Kara e dei pensieri di Louis?

E cosa ne pensate, soprattutto, del nuovo arrivato Josh?

Che cosà accadrà nel prossimo capitolo'

*LO SCOPRIRETE NELLA PROSSIMA PUNTATA!*

No, scherzo!!! ahahahahahahahahahahahah!!!!

Ditemi comunque quello che pensate, vi voglio tanto tanto bene, tesori miei :3

Un bacione-one-one, a presto...

Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Chapter Fourteen ***



CHAPTER FOURTEEN

-And I will give you all my heart, so we can start in all over again-

 

KARA'S POV

Quando, la prima massa di ragazzini inizia ad andarsene, John si avvicina.

Come mai così presto oggi? Ti mancavo?”

Oh dio, mi sta venendo un conato di vomito.

Ahahahahahah bella battuta, comunque no. Volevo chiederti se posso uscire alle 6.30, e cosi per non perdere mezz'ora di turno, sono venuta mezz'ora prima.”

Va bene... perch' vuoi uscire mezz'ora prima?”

Ma i cazzi tuoi, mai?

Ho un impegno personale importante.”

Ok.”

Tanto ci sarà Louis a fare la chiusura, no?”

Si, si. Tranquilla. Ce la caviamo anche senza la nostra ragazza!”

La ragazza di chi? Ma com'è che oggi, la gente si prende tutta sta confidenza?

La mia faccia deve averlo fatto intuire, perchè John smette subito di ridacchiare come un vecchio in crisi di mezza età e si fa serio.

Scherzavo, tranquilla. Ora torniamo a lavoro, su!”

Sospiro pesantemente e torno al mio lavoro.

Mi avvicino ad un tavoloa prendere le ordinazioni, e con la coda dell'occhio vedo Louis entrare. Non smetterò mai di dire che quel ragazzo è la fine del mondo. Del MIO mondo. No, basta Kara, basta. Ora te lo dimentichi, punto e chiuso.

Il cliente, mi scuote un po' il braccio, e mi chiede se sto bene. Che figuraccia!

 

Sono quasi le 6.30, e io e Louis, non ci siamo rivolti la parola per 5 ore. Non ci siamo toccati, non ci siamo guardati. O per lo meno, lui non l'ha fatto. Io non riesco a non farlo.

Vado nel retro per cambiarmi. Prendo i vestiti dalla borsa, e mi cambio la maglia.  Metto un po' di profumo, e sistemo il trucco, un po' sbavato. Mi pettino e sono pronta ad uscire.

Esco e saluto John, lasciando il mio sguardo sfumare su Louis, che ha una faccia un po' stranita.

 

Uscendo, vedo Josh appoggiato ad una macchina nera, presumibilmente la sua.

Ciao bellissima!”

Ciao Josh. Come stai?”

Adesso molto bene e tu?”
“Non mi lamento. Cosa si fa?”

Ti porto in un posto speciale.”

Wow. Una sorpresa. Le adoro.”

Allora sarai dolcemente stupita.”

Mi apre la portiera della sua auto, e mi fa sedere, richiudendola poi dolcemente.

Sale anche lui e partiamo. Nel momento in cui la macchina parte, vedo Louis, sull'uscio della porta del bar, intento a guardarci.

Ok, la mia serata è già partita male...

 

LOUIS'POV

E da quel suo ciao John, non avevo capito più nulla. L'avevo solo vista uscire, e quando ero uscito io, l'avevo solo vista sulla macchina del tizio di stamattina, che se ne andavano.

Ma perchè Louis, perchè tutte a te? Perchè ci stavo così male. Lei non era nulla per me. Si certo, e io mento anche a me stesso.

Non so, non so che cavolo mi sta sucedendo. Perchè mi sento così attratto da lei? La conosco da così poco e già non la lascerei.

Louis, hai intenzione di stare li ad aspettarla ancora per molto? Ormai è andata..”

Già...”

Vuoi dirmi cosa ti succede? Sei scontroso, suscettibile.”

Non so che rispondere... non so nemmeno come mi sento..

Ed Eleanor? Una volta, non smettevi di parlare di lei...” continua lui.

Non lo so John. Con Eleanor non va più, è evidente. Ma è qualche mese, che il nostro rapporto si è incrinato.” confesso

E Kara??”

Kara... non lo so... so solo che più cerca di allontanarmi da lei, più mi piace. É così chiusa, che ogni cosa di lei mi intriga.”

Ragazzo mio, tu sei parecchio confuso.” mi guarda scuotendo la testa.

Dai, vai a casa e rilassati, magari schiarisciti i pensieri.”

Grazie John, grazie per farmi da padre e per esserci sempre quando ho bisogno di qualcuno.”
Sappi che su di me potrai sempre contare.”

Grazie mille. Buona serata.”
“Buona serata anche a te.”

 

 

KARA'SPOV

Io e Josh eravamo ancora in macchina, verso quel posto che mi avrebbe sorpreso. Stavamo chiacchierando da quando ero salita in macchina, e devo ammettere che tra noi si era creata subito una buonissima intesa. Era davvero simpatico, e per quel poco che sapevo di lui, sembrava un bravo ragazzo.

Finalmente, dopo mezz'ora, arriviamo vicino ad una spiaggia, e lui parcheggia proprio di fronte al bagnasciuga.

Viene ad aprirmi la portiera come un perfetto gentiluomo e insieme ci dirigiamo verso la spiaggia.

Vedo che dalla sua borsa, tira fuori una tovaglia, e le poggia per terra, facendomi poi segno di sedermi.

Non so cos'era, ma non mi sentivo in perfetta armonia, il posto era bellissimo, la compagnia era perfetta, ma non era ciò che desideravo. Cerco di far trasparire il meno possibile tutto questo, e cosi mi stampo un sorriso in faccia, cercando di farlo sembrare il più vero possibile.

Ti piace?” mi chiede lui dopo qualche minuto.

E' strabiliante questo posto... il mare, la sabbia, il venticello. È perfetto.”

Sono felice che ti piaccia. E visto che è quasi ora di cena, ho deciso di portare anche qualcosa da mangiare.”

Wow, tu hai fatto tutto questo per me, dopo che io ti ho versato un succo addosso? Dimmi la verita, tu sei irreale, non ne esistono di ragazzi così perfetti.”

Io non sono perfetto, ma sono reale, e tu mi piaci, e non mi importa se mi hai tirato quel succo addosso, perchè quel succo, mi ha permesso di conoscerti e di invitarti ad uscire.”

Ok, ora sono davvero morta. Tu sei la perfezione, e non contraddirmi. Tu sei fantastico.”... Ma non sei Louis..

Grazie per il complimento.”

Gli sorrido, per poi, distendere le gambe, e guardare di fronte a me, quella meraviglia di colori all'orizzonte, con il mare che si infrangeva sugli scogli.

Non so perchè, ma il mare mi aveva sempre incuriosito. Mi aveva incuriosito la forza con cui sbatteva contro le rocce, ma l'immediata dolcezza con cui si mischiava alla sabbia, il suo colore cristallino, che si faceva immediatamente più scuro, se solo, raggiungevi la profondità.

E forse, quel che mi incuriosiva, era ciò che era, perchè mi assomigliava terribilmente. Così forte, ma così fragile, così pura, ma con mille segreti, con mille dolori che mi percorrevano l'anima, che la macchiavano, di quel qualcosa, che non si sarebbe più potuto cancellare, togliendo permanentemente quella sua purezza.

Ehi, Kara, stai bene?”

Si certo, mi ero solo persa tra le onde.”

E' davvero bellissimo. Ti va di mangiare, ora, così dopo facciamo una passeggiata sulla riva?”

Si, volentieri.”

Bene.” e inizia a tirare fuori delle cose da mangiare dalla borsa.

Non ho molta fame, ma non voglio rovinargli la serata, per cui, mi sforzerò di mangiare.

 

Davvero tutto buonissimo.”

Grazie.”

Figurati.”

Ti va di fare la passeggiata ora, o vuoi aspettare?”

No, andiamo adesso.”

Ok, aspetta che raccolgo le cose.”

Certo.”

Appena finito di togliere le nostre cose, iniziamo a camminare sulla sabbia.

Dopo poco, Josh, prova a prendermi la mano, ma io la sposto velocemente.

Non è stato un gesto molto carino, ma non posso farlo. Per quanto io voglia dimenticare Louis, questo non è il modo migliore. E non sarà in due giorni che lo dimentico. Sono innamorata di lui da 6 anni...

Arrivati alla fine della spiaggia, mi siedo su una roccia li vicino.

Già stanca, pappamolle?”

Come ti sei permesso di chiamarmi?”

Pappamolle... perchè lo sei.”

Ah, senti chi parla, potrei batterti in una gara di corsa, da qui fino all' altra roccia laggiù, se lo volessi, ma non voglio ridicolizzarti..”

Fatti sotto, ragazzina...”

Al mio 3...” prendo un grosso respiro, pronta a partire. “1..2...3...” entrambi partiamo, sono di poco indietro, ma prendo un po' di velocità e riesco a sorpassarlo. Appena sono in vantaggio, lui inizia a cambiare direzione e a venirmi addosso, buttandomi definitivamente a terra, finendo esattamente sopra di me, per cui, ci sono io a pancia in su, e lui sopra di me, con la faccia a pochi centimentri dalla mia. Siamo entrambi intenti in una fragorosa risata, finchè non ci accorgiamo della posizione e allora ci facciamo entrambi seri. Non so che dire, ne che fare. Ma il mio cervello inizia a pensare a Louis, e allora faccio pressione per far alzare Josh da me.

Quando ormai siamo in piedi, mi tolgo un pò di sabbia dai pantaloni e poi lo guardo, è conciato davvero male, ha tutti i capelli arruffati e ha la sabbia su tutta la maglia.

“Credo che sia ora di andare.”dico io alla fine.

“Già, lo credo anche io...” e si lasia scappare una risatina.

Insieme, ci dirigiamo verso la macchina, silenziosamente. Guardandolo di sottecchi, mi accorgo di un suo stupido sorriso malizioso tampato sulla faccia, ma io non sono altrettanto felice, visto che avrei voluto che la persona sopra di me (non pensate male!) fosse Louis. Sono un caso perso... non lo dimenticherò mai...

Salgo sulla macchina, e per tutto il viaggio, non spiaccico parola, immersa nei miei pensieri...

Ehi Kara, dov'è casa tua?”

Tranquillo, lasciami pure dove c'è il bar. Io abito li vicino.”

Ok, come vuoi.”

Arriviamo nel parcheggio del bar, e lo saluto, ringraziandolo per la bella serata. E proprio mentre sto per uscire, Josh mi chiede un bacio sulla guancia. Mi avvicino per darglielo, e lui si gira nel preciso istante in sui lo sto baciando. E così finisco per baciarlo a stampo. Ma prima di fargli credere qualsiasi cosa che si è creato in quel cervello, mi stacco ed esco velocemente dalla macchina. Inizio a correre il più velocemente possibile, per raggiungere casa. Ogni tanto, mi guardo indietro per vedere se lui è dietro, ma non c'e.

Giunta nella mia via, apro il cancello della staccionata bianca, ed entro, ancora un po' affannata e confusa per tutto quello che è successo. Oggi è definitivamente una giornata da dimenticare. Salgo i quattro scalini prima di cercare le chiavi di casa.

Kara...”

Faccio un urlo tremendo, finchè un'ombra non mi copre la bocca con una mano, e allora inizio anche a muovere le mani.

Kara, sono Louis.” toglie la sua mano dalla mia bocca.

Ma sei fulminato o cosa? Ti pare il caso di spuntare così e di tapparmi la bocca?” inizio a gesticolare con le mani, e a mettermi una mano sul cuore, ancora in preda ad un attacco di panico, per lo spavento di poco fa.

Non la smettevi di urlare.”

Sai com'è, sei a casa mia al buio e spunti fuori così... a proprosito... come fai a sapere che abito qui e che diavolo ci fai qui?”
“Oggi ti ho seguito e poi volevo vedere se tornavi a casa intera.”

Mi dispiace informarti, che so cavarmela da sola, l'ho sempre fatto e sempre lo farò, non ho bisogno della baby sitter...”
“Sempre acida, vedo.”

Louis, adesso seriamente, cosa ci fai qui?”

Avevo voglia di vederti.”

E quella risposta mi lascia completamente senza parole, un po' per lo stupore, un po' per la felicità e un po' perchè mi sembra tutto un sogno...

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

Ciao tesori :) come state?

Vi chiedo scusa per aver pubblicato il capitolo dopo ben 4 giorni, ma ho avuto davvero molto da studiare, ho un sacco di verifiche queste due settimane, e quindi cercherò di pubblicare il martedi e la domenica.

Allora, che ne pensate del capitolo? Vi piace?

Avete visto le riflessioni di Louis e il momento in cui si confida con John? È un grande passo per un ragazzo così chiuso.

Il mio momento preferito della storia è la riflessione di Kara, quando lei è incantata nel guardare il mare. Voi direte, è la sua storia, è normale che le piaccia, e invece no... a volte non sono proprio soddisfatta, ma le vostre recensioni mi lasciano sempre un sorriso, perchè siete uniche e meravigliose :)

Dopo questo momento di dolcezza infinita, vi lascio e vi auguro una buonanotte.

Spero in tante vostre recensioni, ringraziando ancora le ragazze che recensiscono abitualmente, siete meravigliose e vi voglio bene <3

Un bacio e a presto :3

Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Chapter Fifteen ***



CHAPTER FIFTEEN

-L'indifferenza viene in modo spontaneo. Inutile fingere indifferenza quando sei tu a soffrire.-

vi consiglio di ascoltare questa canzone durante il loro dialogo :) ditemi poi cosa ne pensate con la canzone in sottofondo :D

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CDAQtwIwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3Dmt8jifKlbTc&ei=aIpmUsbmDauq7QaTxIDACg&usg=AFQjCNG304zq_ya3TjmJGgZnuU6DoAJXzw&bvm=bv.55123115,d.ZGU

Puoi ripetere quello che hai detto?” chiedo sempre più sbalordita dalla sua precedente risposta.

Che sei acida.”

No, dopo quello.”

Non ho detto nulla...”

Non fare il finto tonto. Qualcosa hai detto, e ora lo ripeti.”

Cos' ho detto?”

Hai detto, Avevo voglia di vederti.”

Oh wow, sono onorato che avevi voglia di vedermi.”

Louis, seriamente. Perchè l'hai detto?”

Perchè è la verità.”
“Louis, hai una fidanzata...”

E che cosa c'entra?”

Non è solo questo. Io e te non possiamo stare insieme.”

E per quel Josh di ieri? Uscite una volta e già sei cotta di lui?”

No, lui non mi piace, ma a te questo non deve importare.”

Ti prego, dammi una chance, ho bisogno di sapere più cose di te, ho bisogno di qualche risposta, perchè sto diventando matto...”

Ok... ti va di entrare 5 minuti?”

Si.”

silenziosamente apro la porta, sentendo il suo respiro farsi sempre più irregolare. Perchè è così agitato? E perchè io non lo sono affatto? Forse perchè sono stufa di mentirgli riguardo la mia identità.

Entrando in casa, appoggio le chiavi sul mobile all'entrata, e appendo la giacca.

Mi dirigo in cucina, con Louis attaccato alle costole.

Vuoi una tazza di thè?”

Si, grazie.”

Se vuoi puoi andare in salotto, ti raggiungo fra due istanti.” gli dico indicandogli con la mano la posizione del salotto.

“Ok.”

Nel frattempo, metto a scaldare l'acqua, e poi vado anche io in salotto.

Quando entro nella stanza, trovo Louis in piedi, con in mano una fotografia, mentre la esamina attentamente.

E' tuo fratello, questo bambino?”

Si.”

Vi assomigliate.”

Grazie.”

Dov'è ora?”

Diciamo che è da molto tempo che non abbiamo più contatti. Abbiamo preso strade diverse.”

E tu vivi qui da sola?”

Si.”

Ma non sei troppo piccola?”

Me la sono sempre cavata da sola, non ho bisogno di nessuno.”

Anche io...”

I tuoi sono morti quando eri piccolo?”

Come fai a saperlo?”

Cazzo di bocca...

John... si, John, me l'ha detto.”

Si. E i tuoi?”
“Mia madre è morta. E mio padre, bhè, preferirei evitare l'argomento.”

D'accordo.”

Vado a preparare il thè.”

E scappo via, come se andarmene mi aiutasse ad evitare i problemi. Perchè è così difficile dirglielo?

Mentre sto versando l'acqua nelle tazze, qualcuno mi fa sussultare da dietro, sfiorandomi la spalla.

“Mi dispiace per la tua famiglia. Non volevo riportare a galla degli argomenti che ti fanno soffrire, soprattutto perchè so come ci si sente.”

Non fa nulla.”

No, mi dispiace. Ci tengo al funzionamento del nostro rapporto, ma tu non ti vuoi aprire, e io non so come comportarmi.”

Perchè vuoi a tutti i costi un rapporto con me?”

Non lo so. Ma mi sento legato a te, e non riesco ad evitare di vederti felice.”
“Louis, ci sonosciamo da troppo...”
e la mia bocca mi impedisce di dirlo. Non riesco a mentire ancora.

Da troppo poco, lo so. Ma non so, hai presente quei colpi di fulmini, che ti spianano la strada e ti schiariscono la via? Ecco, da quando sei entrata nella mia vita, è successo questo. Io voglio conoscerti, voglio sapere come sei, ho bisogno di saperlo.”

Cala il silenzio, io abbasso lo sguardo a terra, terribilmente frustrata.

Dimmi qualcosa.”

Io non sono chi tu credi che io sia.”

Cosa significa questo adesso?”

Significa che per il tuo bene, e per il mio, e meglio lasciare stare ogni cosa.”

Perchè?”

Perchè tu mi interessi, ma non possiamo farlo, ti assicuro, che è l'atto più masochista che io abbia mai fatto verso me stessa, ma è per non farti soffrire.”
“Ma non puoi saperlo, non puoi giudicare qualcosa senza averlo provato.”

Louis, ti prego...”

Non voglio.”
“Ti prego. Se è come dici, che ti interesso, fallo. Ti prometto che quando sarà ora, saprai tutto quello che devi sapere, ma ora non è quel momento.”

E quando sarà quel momento?”

Non lo so.”

Io non ci sarò in eterno, io sono interessato a te oggi, domani, ma in futuro, non è detto che ci sarò.”

Lo so. Correrò il rischio.”

Fai come credi.”

Fidati.”
“Ci proverò. Ora vado. Notte Kara.”

Buonanotte.”
E mi lascia un leggero bacio sulla guancia, prima di andarsene.

Rimango li fissa, sul punto che poco prima era occupato da lui, rimpiangendo subito il fatto di aver sprecato un occasione per la mia vigliaccheria.

Salgo nella stanza, prendo le cuffie e me le infilo, ritrovandomi dopo nemmeno due minuti a piangere, pensando a tutto il nostro percorso, al fatto che io l'amassi, ma che lui non si ricordasse di me, ma della nuova persona che io mostravo essere.

 

 

Mi sveglio nel letto ancora vestita dalla sera prima, e in pochi secondi, mi tornano nella mente tutti i ricordi della sera prima, e la voglia di andare a lavoro, è ancora meno.

Mi alzo, e vado a fare una doccia veloce, per poi vestirmi e scendere a fare colazione.

Alle 7.00 sono pronta per uscire.

Faccio un po' velocemente il tragitto verso il bar, visto che sono in ritardo.

Giorno John.”
“Vedo che questa mattina, il buon umore, sprizza nell'aria!”

Che intendi?”
“Sia tu che il signorino di là, avete una cera peggio di quella di due cadaveri.”

Grazie del complimento.”

Senti signorina, voi due dovete chiarivi, ok?”

Per evitare di far ricadere tutto questo sul lavoro, giusto?”

No, questa volta il lavoro lo mettete da parte. Dovete chiarirvi punto e chiuso, per il vostro bene.”
“Ok, nella pausa pranzo.”

Bene. Ora, a lavoro!”

Si, capo.” dico con un falso tono di allegria.

A metà del mio turno, entra nel bar Josh.

E io sono li paralizzata. Non ho assolutamente voglia di vederlo e tanto meno di parlarci, dopo ieri sera.

Lui, appena mi vede, mi saluta, ma io faccio finta di non vederlo e mi giro, in cerca di Louis.

Louis.... puoi venire qui un secondo?”

Dimmi...”
“Puoi occuparti tu di Josh? Non ho voglia di vederlo.”

Avete già litigato, coppietta felice?”

Non scherzare... quello si è già montato la testa, e ieri sera ha provato a baciarmi, dopo nemmeno 3 ore.”

Cosa?” chiede lui interrogativo.

Hai capito.”
“Ti ha baciato così?”

Si, ma non ho ricambiato e sono scappata via. Solo che non so come comportarmi e non voglio vederlo.”

E va bene. Me ne occupo io... il primo favore da amici.”

 

LOUIS'POV

Ho fatto apposta a pronunciare quella frase. E infatti, come pensavo, lei si è irrigidita e ha cambiato visuale.

Quello che ci siamo detti ieri sera, mi ha confuso ancora di più, mi sento ancora più legato a lei, come se la conoscessi, ed è questo il presentimento che ho. Quindi ho pensato ad una cosa...

Più tardi verrà Eleanor, a cui io devo dire inoltre che la nostra relazione è finita, per vedere come reagirà Kara.

Voglio vedere se è vero che le interesso.

Vado verso il tavolo di Josh a prendere l'ordinazione.

Vuole ordinare, signore?”
“Può venire Kara?”

No, mi dispiace. Kara è impegnata con altri clienti.”

Ok, allora aspetterò.”

Non sono stato abbastanza chiaro? Kara non la vuole vedere. E la prossima volta, vada a baciare qualcun'altra, invece di fingere con una brava ragazza come lei.”
“E lei come si permette di dare ordini a me?”
“Perchè io tengo a quella ragazza, e non le permetterò di farla soffrire. Ora esca immediatamente da questo bar, e non si faccia più vedere.”

Detto questo, alzo i tacchi e vado dietro al bancone, per continuare il mio lavoro.

 

È quasi mezzogiorno, e tra poco inizierà la pausa pranzo, per cui, arriverà Eleanor.

Non voglio sembrare un cattivo ragazzo, per cui, prima di provarci con Kara, voglio lasciare Eleanor.

Dopo poco arriva Eleanor, e così mi avvicino a lei, nel mentre che Kara non c'è e io posso fare quello che devo.

Ciao Eleanor.”
“Ciao Louis, mi sei mancato un sacco.”

Bene. Io e te dobbiamo parlare.”

Dimmi. Prima però, voglio fare una cosa.”
“Cosa?”
“Questo.”

e mi bacia improvvisamente, buttandomi le braccia al collo. E non riesco più a staccarmi.

Con la coda dell'occhio, vedo Kara, ferma ed impalata a guardarmi, e poi vedo una lacrima, che le scioglie un po' di mascara e poi le scorre sul viso. Ad un tratto corre fuori dal bar, e io mi stacco da Eleanor.

Perchè l'hai fatto? Ma che ti prende?”

Sei il mio ragazzo.”

Lo sai benissimo che noi non siamo più una coppia da quando ti sei fatta il tuo amico. Ma ti sono rimasto vicino perchè ci tenevo a te, senza accorgermi che mi hai sempre preso in giro, ma ora l'ho capito, e non torno più indietro. Io e te abbiamo chiuso.”
“Louis, ma che dici?”

Questo dico.”
“Sei solo un bambino che non capisce nulla, sai quanti ragazzi vorrebbero stare con me?”

Bene, di a quei ragazzi, che si è liberato un posto, perchè il sottoscritto preferisce una ragazza seria. E ora, se permetti, devo fare una cosa più importante.”

E la lascio li impalata. Corro fuori, cercando Kara. Non la vedo, eppure è corsa fuori. Io devo trovarla e devo parlarci...

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ehilà belli <3 so che ora mi odierete, perchè vi ho lasciato con la suspence, ma se no veniva troppo lungo, per cui, ora dovrete aspettare fino a domenica.

Mi dispiace, ma vi dico, che le vostre pene sono quasi finite, finalmente è quasi arrivato il momento che stavate aspettando :)

Spero in vostre recensioni, siete splendide, tutte quante!

Ora vado a fare i compiti che domani ho la verifica di matematica -.-

Un bacio, ci sentiamo nelle risposte,

Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Chapter Sexteen ***



CHAPTER SIXTEEN

A Everlast98...

non pensavo di affezionarmi

virtualmente a una persona,

ma è successo, e sono felice

che quella persona sia tu <3

Grazie mille ragazza coccolosa :3

 

E a Marziana97...

tu il perchè lo sai,no?

Devo ringraziarti davvero con

tutto il mio cuore,perchè in

un qualche modo tu ci sei sempre.

Ti ringrazio per credere in questo

mio progetto e di supportarmi.

Sai che so sfogarmi solo attraverso

la scrittura, perchè è qualcosa che mi

completa, perciò, scriverò quel capitolo

che tu definisci “MERAVIGLIOSO”

sperando che lo sia davvero...

Grazie ancora <3

 

 

KARA'SPOV

E quel bacio aveva distrutto tutto il castello che mi ero creata. Quel castello, che era frutto della mia fantasia e dei miei ricordi. Nient'altro.

E fa male sapere tutta la verità così; sapere che era vero che non contavo nulla, e che il mio cuore era andato in frantumi, ancora.

Sto correndo senza una meta, con le lacrime che mi scorrevano a velocità irregolari sul viso, bagnandolo, e lasciando una striscia umida, che veniva subito ripercorsa da altre lacrime.

E quello che mi faceva soffrire di più era non sapere il perchè... il perchè di tutta quell'illusione, il motivo di farmi soffrire.

E ora, tutte quelle volte che mi ripetevo che avrei dovuto dimenticarlo, iniziavano a prendere senso nella mia mente. Iniziavo a capire che se lo facevo era per me, per stare bene. Ma fino a 10 minuti fa, ero convinta che il mio benessere dipendesse da quello di Louis. Ma era uno sbaglio. Ero solo dipendente dal pensiero che lui potesse essere mio, dalla bramosia di qualcosa che non mi sarebbe mai appartenuto, perchè io non potevo far parte della sua vita.

Era tempo di un cambiamento... era tempo di passare oltre, di dimenticarlo e di focalizzarmi su me stessa.

Io sono abbastanza forte da superare anche questa. Ma per quanto resisterò?

Con il dorso della mano, asciugo le lacrime rimaste, e mi avvicino, camminando, al parco che si trova in centro città.

Entrando, mi avvicino ad una panchina vuota, e mi siedo, pronta a torturarmi ancora un po' con i miei pensieri.

Kara, come puoi pensare di essere importante per una persona?

“Tu non sei abbastanza” continuavo a ripetermi...

Ed ero davvero arrivata al punto in cui ripetevo le stesse parole con cui mio padre mi descriveva anni prima?

Ero caduta troppo in basso per rendermene conto.

Ma d'altra parte, cosa puoi fare quando perfin te stessa si ribella a te? Cosa puoi fare quando tutte le parti del tuo corpo si battono tra di loro, quando la paura sovrasta ogni minima cosa, quando tu diventi vulnerabile e fragile, al punto che non sono più gli altri dei potenziali nemici, ma sei tu la tua principale minaccia?

Nulla... puoi solo cercare di andare avanti, senza mai guardare indietro.

E solo in questi momenti si rivelano le vere paura.

E la mia quale era?

Quella di capire, che non ero indispensabile per nessuno.

I miei pensieri, vengono stravolti dalla vibrazione del cellulare.

Josh... e ora che voleva?

Pronto.”
“Ciao Kara, sono Josh.”

Si, lo so.”

Bhè, ecco, mi chiedevo come stai, visto che l'ultima volta che sono passato a trovarti sono stato cacciato da un cameriere.”

Io sto bene.” Sono una pessima bugiarda.

Sicura? Non sei arrabbiata per quel bacio, vero?”

Kara... sei ad un bivio.... sta a te scegliere.

Ma figurati! Anzi, scusami per il comportamento, ma mi hai spiazzato. Sono stata davvero bene, anzi, potremmo replicare stasera, ti va?” Continuavo a mentire, ma d'altronde, dovevo trovare un modo per stare meglio e cancellare Louis dalla mia vita.

Certamente. Che ti va di fare?”

Ti va di andare in discoteca?”

Certo.”

Va bene se ti passo a prendere per le 10.30?”

Perfetto.”

Allora a stasera, bellissima.”

A stasera.”

appena chiusa la chiamata, mi si chiude lo stomaco, come se sapessi di aver fatto la mossa sbagliata, ma questa volta non mi importa. Io uscirò con questo ragazzo anche se non è Louis. Non mi importa. Io voglio essere felice.

Cautamente, cerco di sistemarmi il trucco rimasto, anche se le lacrime lo hanno sciolto tutto.

Quando ho fatto, prendo la borsa, e mi incammino verso casa. Ho bisogno di una buona dose di relax prima di stasera.

Durante tutto il tragitto, la mia mente è sovraccaricata dai pensieri di questa assurda giornata.

Giunta a casa, salgo in camera, e mi butto sul letto, cercando di azzerare tutto il casino che mi inceppa la mente.

É solo l'una.. e dovrei adare a lavorare, ma non ho intenzione di vedere Louis. Conoscendomi potrei avere diversi tipi di reazione. Dalle botte al pianto isterico.. dipende cosa preferisce.

Devo dirlo a John. Prendo il cellulare e lo chiamo.

Ehi John.”
“Non degnarti di dirmi dove sei.”

Lo so John... Scusa.”
“No, adesso basta scuse. Siete peggio di due ragazzini di 5 anni...”

John, non voglio discutere di questo.”
“Oh scusa signorina, se vuole, parliamo di gossip o di quello che le aggrada di più.”

John, ti prego, non metterti anche tu. E bastato Louis a rovinarmi l'intera giornata se non tutta la vita.”
“La solita esagerata. È solo un ragazzo.”
“Non è solo un ragazzo. Era il ragazzo di cui ero innamorata, ma mi ha spezzato il cuore. E io non perdono. Io adesso sono stanca di soffrire e andrò avanti, a costo di licenziarmi. Basta che mi scordi di Louis una volta per tutte.”
“Non scherzare nemmeno. Ora non voglio sentire scuse.. oggi te ne stai a casa e sbollisci tutta la rabbia, ma domani vieni a lavoro, se no ti ci porto io a pedate nel culo, e la sera la fai tu la chiusura, intesi?”
“Ma...”
“Ma un cazzo. Ora sono stanco. Voi due starete insieme prima o poi, è solo questione di tempo. Ma fino a quel momento non voglio altre scuse. Ciao Kara, a domani.”

Ciao John.”
E riattacco il telefono, convinta che alla fine non sia stato poi una grande idea chiamare quel pazzo di John... è stato fin troppo razionale, per una volta.

Passo tutto il pomeriggio a non fare assolutamente nulla, aspettando solo che il tempo passi, e che io possa finalmente uscire e liberare la mente.

Dopo aver cenato, sono quasi le 8.30, allora decido di iniziare a farmi la doccia.

Il getto bollente dell'acqua, percorre ogni spazio libero della pelle, liberandomi, almeno superficialmente da tutte le tensioni.

Dopo essermi asciugata, mi vesto , mi piastro i capelli e mi trucco, cercando alla fine, di indossare il mio miglio sorriso, e sperando che sembri almeno vero.

Sono quasi le 10.20, e scendo in salotto per aspettare Josh.

Dopo nemmeno 5 minuti, suonano alla porta, e così, prendo borsa e giacca e vado ad aprire, lui è di fronte a me, in tutta la sua bellezza, con uan maglietta nera attillata, che mette in evidenza i muscoli delle braccia e dei jeans che sono perfetti su di lui.

Da dietro la schiena, fa spuntare una piccola rosa rossa, dicendomi poi “Un piccolo pensiero per una principessa.” credo che quella frase mi abbia fatto arrossire e sorridere in modo vero per la prima volta dopo tanto tempo...

Andiamo?”
“Certo.”

e mentre mi metto al passo con lui, mi afferra dolcemente la mano, intrecciandola alla sua, e io, lo lasci fare, cercando di lasciarmi finalmente andare.

Nel tragitto in macchina, sento il suo sguardo sempre puntato su di me, e alcune volte, mi sento un po' a disagio, ma penso sia normale, visto che non ho avuto grandi rapporti con le persone dell'altro sesso.

Arrivati in discoteca, dopo aver parcheggiato la macchina, ci avviamo all'interno della struttura sempre mano nella mano.

Il suo contatto, non mi dispiace affatto, mi sento più protetta.

È una sensazione un po' particolare, ma è bello, nonostante, questa sera, lo senta un po' diverso, un po' cambiato, ma sarò solo io paranoica come al solito.

Per essere le !1.00, è abbastanza piena la discoteca. Ci immergiamo subito tra la folla, dirigendoci nel centro della pista a ballare

La musica è travolgente, e così, mi lascio completamente andare, iniziando a ballare.

In poco meno di mezz'ora, la gente è triplicata, e siamo tutti appiccicati. Continuiamo a ballare, e dopo poco, Josh inizia a toccarmi e ad avvicinarmi a lui. Aspetto di lui che non mi piace molto, ma sto zitta e continuo a ballare.

Quando non accenna a smettere, inizio piano piano a spostarmi, ma non mi molla.

Josh, io vado al bar un secondo.” gli urlo in mezzo al casino, sperando che capisca che mi sta irritando.

Mi avvicino al bancone, e ordino una vodka alla pesca. Sto li due minuti in pace, a godermi da bere, quando non spunta Josh che mi trascina di nuovo a ballare.

Josh, non ne ho voglia adesso.”

Smettila e balla, è divertente.” e mi appoggia una mano sul sedere, avvicinandomi sempre di più a lui, finchè non inizia a baciarmi il collo e a fare dei piccoli cerchi con la lingua. Cerco di spingerlo, ma si è avvinghiato a me.

Con la testa, cerca di risalire per arrivare alla mia bocca, e poi con forza, obbliga le mie labbra a congiungersi con le sue. È un bacio rude e non mi piace affatto, così, prima che mi obblighi a fare altro, riesco ad allontanarmi. Mi confondo un po' tra la folla, e vado in bagno.

Quel ragazzo nonè ciò che credevo fosse, e solo uno che cerca sesso, e non sarò io la preda, questo è poco ma sicuro.

Il problema peròè come evitarlo e tornare a casa. Casa mia è solo a 15 minuti di qui, ma mi scocia tornare a casa a piedi alle 2 di notte.

Non ho scelta. Esco piano dal bagno, e mi intrufolo di nuovo nella folla.

Passando, vedo quel cretino di Josh avvingiato ad una mentre è intento a ficcargli la lingua in gola. Buon per lui, almeno si è trovato un'altra preda, anche se mi fa davvero vomitare il suo comportamento.

Prima ed ultima volta che esco con gente del genere.

Meglio soli che mal accompagnati...

esco dalla dicoteca, e mi incammino a casa a piedi.

Cerco di sbrigarmi il più possibile, perchè ammettiamolo, un po' di paura c'e l'ho anche io.

A metà strada più o meno, mi tolgo i tacchi per andare più veloce, e cerco anche di sampare tutti i gruppi di ragazzi in giro a quell'ora.

Svolto nella via di casa mia e mi avvicino alla staccionata, la luce della cucina è accesa, si vede da fuori.

Oh santa miseria... io non sono stata a lasciarla accesa, ne sono sicura.

E ora che faccio? Se è un ladro, un assassino, ma che cavolo di pensieri sono?

Ora prendo coraggio ed entro, magari non è nulla.

Mi avvicino alla porta, ed apro la maniglia. La mniglia è aperta, e a questo punto mi sale il panico. Non so che fare, e ho già il terrore di morire.

Oddio!

Entro piano in casa, cercando di evitare ogni minimo rumore. Il salotto è vuoto ed è tutto in ordine, non sembra ci sia un ladro, tutto è come prima.

L'unica luce proveniente quella della cucina, così non mi rimane che avvicinarmi e vedere quello che succede.

A piccoli passi mi avvicino, e quando sono li, mi sporgo, e mi sembra di riconoscere la persona che è nella mia cucna.

Quando quest'ultima si gira, il mio cuore, perde alcuni battini, e non riesco a capire in quanti secondi o minuti si svolge tutto questo.

Sono li ferma ed impalata, più shockata che altro...

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Sciao ragazze <3

non sono riuscita a pubblicare prima, ma in compenso ho pubblicato un capitolo orrendo. Mi è uscito una merda, seriamente.

So che non è un granchè, scusate.

Non so nemmeno che dirvi...

Piaciuta Story of My Life? Io già l'adoro.

Non vi chiedo nemmeno delle recensioni, perchè so di aver fatto una schifezza di capitolo. Spero che il prossimo sia decisamente migliore e che voi continuiate a seguirlo come al solito!

Un bacio e buonanotte <3

Grazie a Sara_Scrive per il banner (:
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Chapter Seventeen ***


CHAPTER SEVENTEEEN

-And I'll be gone, gone tonight-

 

Alla mia migliore amica...

grazie per l'appoggio e l'umorismo

che mi trasmetti, per me

sono davvero importanti,

perchè tu lo sei per me <3

Ti voglio bene :*

 

Ero completamente pietrificata... Non ci potevo credere, e speravo che fosse un sogno.

Cosa ci fai tu qui?”

Zero risposta, rimane ancora fermo di spalle, seduto su quella maledetta sedia.

Dimmi che cazzo ci fai tu qui, papà!”

Che gentilezza signorina... è questo che ti hanno insegnato in orfanotrofio?”

Tu non sai un cazzo, e non ti è concesso di giudicarmi. Sei solo uno schifoso figlio di puttana...”

Allora hai preso qualcosa da tuo padre...”

Mi fai schifo...”

Tu a me no...”

Vomitevole... che cazzo sei venuto a fare qui...”
“Mi mancavi bambina mia....”
“Non mentire.... cosa vuoi?”
“Secondo te?”

Illuminami... Soldi? C'e da aspettarselo...”

No... vorrei rimanere qui una notte...”
“Nemmeno morta... vai a dormire sotto un ponte.”
“Ti ricordo che stai abitando in casa mia...”
“No, questa è casa mia...”

Ti sbagli di grosso...”

Non mi interessa dei tuoi stupidi pensieri da cazzone, voglio che te ne vai di qui.”
“Devo ricordarti che sono ancora più forte di te, e che potrei farti violenza psicologica?”

Non ci riuscirai. Tu non esisti più per me, sei solo un lurido porco che si è approfittato di me e che ha portato alla morte mio fratello...”

Allora è morto definitivamente... avevo sentito qualcosa...”
“E ne vai anche fiero. Mi fai sempre più schifo...”
“Allora... posso rimanere qua?”

No.”
“Giuro che non ti tocco...”

Non mi importa, tu qui non ci starai.”

Perfavore... poi sparirò... lo giuro.”
“Non ti credo. Non mi fido di te da 8 anni e non inizierò a fidarmi ora della persona che mi ha rovinato la vita.”
“Dai Kara, non puoi lasciar dormire fuori tuo padre.”
“Tu non sei mio padre. Tu non sei nessuno.”
“Stai mentendo solo a te stessa.”

Pensa ciò che vuoi, ma qua non resti.”

Fallo in nome della mamma...”
“Non tirare fuori la mamma, perchè è un atto squallido...”
“Tu pensaci...”

Non posso farlo... sarebbe come farmi del male da sola, come rivivere quegli anni di inferno... ma lui è mio padre... e io non sono come lui. Non so cosa fare.

Solo per questa notte... poi sparisci completamente dalla mia vita, non ti voglio più vedere.”
“Ok. Grazie.”

Non pensare nemmeno di girare per casa... tutte le stanze sono chiuse a chiave, e tu starai qua sul divano.”
“Va bene.”

Ma che cazzo ho fatto? Ho appena concesso a quel mostro di mio padre di rimanere a dormire a casa mia?

Sì, l'ho fatto... e ora non torno indietro. Non mi resta che andare nella mia stanza ed aspettare che arrivi domani....

Salgo le sale, controllando ogni suo singolo movimento...

entrata in camera, chiudo la porta a chiave e metto sotto la maniglia la sedia, giusto per stare più tranquuilla, anche se so già che non dormirò...

Ma perchè tutte a me?

Mi tolgo i vestiti, e mi infilo il pigiama, tutto molto velocemente e poi mi infilo sotto le coperte, terrorizzata...

Sto in ascolto di ogni minimo movimento, e mi sento più sveglia e forte che mai, come se potessi uccidere chiunque da un momento all'altro... Non è un passo saggio però.

 

Sono le 4... e sono sveglia da esattamente un'ora e mezza, e il sonno non accenna a venire.

Sto continuando a pensare a quell'essere spregievole che c'e disotto. Da un lato mi faccio più schifo io per aver acconsentito alla sua richiesta, ma dall'altro, mi ha fatto pena, per quanto io lo odi con tutto il mio cuore.

Se domani non sparisce, lo denuncio e basta.

Provo a girarmi, per vedere se il sonno arriva...

 

Mi sveglio di scatto, e prendo subito il telefono. Le 9.30.

mi alzo in piedi veloce, ma mi accorgo che è meglio per me non uscire fino a quando non sono vestita.

Vado nel mio piccolo bagno all'interno della stanza, mi lavo e poi prendo due cose semplici da indossare.

Quando sono pronta, tolgo la sedia e apro la porta, scendendo in cucina.

E poi lo vedo li, in mutande e maglietta, e lo schifo mi invade lo stomaco. Avrei solo voglia di dargli così tanti pugni da fargli sputare sangue.

Che cazzo ci fai ancora qua? Vattene immediatamente.”

Buongiorno anche a te, tesoro”
“Smettila. Smettila di fare il buon padre, perchè non lo sei. Sei un uomo così piccolo e insignificante, che non meriti che io ti dica tutto questo, perchè mi sto solo sprecando. E sia chiara una cosa. Adesso ti vesti e te ne vai in due secondi. Chiaro?”
“Ma certo. Al suo comando, bellezza.”
“Sparisci.”

E lentamente si alza e inizia a vestirsi. Io sto li in piedi girata dall'altra parte per vedere che se ne vada, e poi chiamerò John per dirgli che oggi preferisco fare la chiusura...

Hai finito?”
“Puoi controllare tu stessa...” dice con un sogghigno malizioso.

Fottiti, lurido bastardo...”
“Ti salterei addosso quando fai la cattiva...”
“E io ti strapperei le palle a sprangate.”
“No, mi servono ancora...” che cazzo di allusioni di merda.
“Se ti servono così tanto, mettiti in società con delle puttane... lo sanno fare bene il loro lavoro...”
“Acida.”
“Stronzo. Hai finito? Bene, sparisci ora.”

e si avvicina alla porta, aprendola.
“A presto.”
“A presto un cazzo. Tu sparisci ora.”
“Vedremo.”
“Addio.”

ed esce chiudendo la porta.

Mi accascio completamente a terra, con le mani tra i capelli. Questo incubo non finirà mai. Lui deve rovinarmi la vita...

Devo dimenticarmi di lui a tutti i costi. Prendo il cellulare e chiamo John.

Dove sei?”
“John, oggi faccio la chiusura.”
“A tuo piacere, tanto.”
“John, ho avuto dei problemi, vengo a lavoro, ma faccio la chiusura.”
“Sempre i soliti problemi immagino...”
“Non sono fatti tuoi, e non sta a te giudicare. Sappi solo che sono dei problemi di una certa importanza e che tarderò. Ciao.”

e gli stacco il telefono in faccia.

Sto li a terra per non so nemmeno quanto tempo a pensare a tutta la questione, porgendomi sempre una domanda...

Sarà veramente finita?

Non so che pensare e sono abbastanza terrorizzata. Mi alzo e inizio a buttare a terra il tavolino del salotto, tutte le riviste e i cd.

Sono incazzata, delusa, triste, non so nemmeno io che cavolo ho.

Non so se è lo sfogo per mio padre, quello per Louis, o per quel cretino di Josh. So solo che non so più cosa fare e vorrei sparire ora.

Finita la crisi, tra le lacrime uscite per la troppa rabbia accumulata, mi alzo, e pentita inizio a mettere a posto tutto quello che ho buttato a terra, sbarazzandomi anche di tutte le cose che mio padre aveva toccato.

Apro ogni singola finestra e inizio a pulire, come se ci fosse stata un'epidemia, ma tutto ciò che voglio fare, è sbarazzarmi del suo odore schifoso.

Quando ho finito, salgo in camera, mi tolgo la tuta che avevo messo e metto dei jeans e una t-shirt, mi trucco un po' per sembrare meno cadaverica ed esco per andare al bar.

 

Per le ore successive, non faccio altro che avere la testa fra le nuvole, a non smettere di pensare a mio padre, a sbagliare gli ordini e ad essere rimproverata da John.

Solo quando vedo Louis, mi sembra di stare un po' meglio, perchè vorrei buttarmi nelle sue braccia e dimenticare ogni cosa che mi sta succedendo, ma poi mi ricordo del suo bacio con Eleanor, e tutto il dolore torna a galla.

Verso le 7, quando i clienti se ne stanno andando via tutti, John si avvicina per dirmi come organizzare la chiusura.

Ti aiuterà anche Louis.” e mi fa l'occhiolino.

Ma non dovevo essere sola?”
“Almeno finite prima.”

Ok.”

Allora io vado, ragazzi. Fate i bravi e ci vediamo domani.”
“Ciao”
diciamo all'unisono

appena John esce, non so che fare. Sono li ferma, con le braccia sui fianchi.

Io mi occupo della sala e tu della parte dietro al bancone, va bene?”
“Certo.”
risponde lui flebilmente

Inizio a pulire i tavoli e le sedie. Regna un silenzio tombale. Nessuno dei due sa che dire, io più che mai, visto che vorrei solo dirgli che lo amo.

Com'è andata ieri con Josh?”

Bene”

Vi siete divertiti?”
“Sì.”
“State insieme?”
“No.”

Ti prego, non parlare a monosillabi. Io e te dobbiamo chiarire.”

lascio scivolare dalle mani i prodotti, e lo guardo con gli occhi lucidi.

Chiarire? Chiarire cosa? Il fatto che tu mi abbia illuso e ti sia preso gioco di me?”
“Non ti ho illuso. Tu mi piaci sul serio.”
“E allora perchè hai baciato Eleanor?”
“Si è buttata lei su di me.”
“Certo. È la scusa tipica.”
“Non sto mentendo. Sei tu che non sai deciderti. Sei tu che prima midici che ti interesso, poi esci con quel demente, poi dici che ti piaccio e poi te ne vai di nuovo. Non sono un giocattolo.”
“Perchè io sì, vero? Puoi illudermi e lasciarmi quando vuoi?”
“Non l'ho fatto...”
“Si che l'hai fatto. Hai fatto in modo che mi affezionassi a te e poi te ne sei andato.”

Ma cosa stai dicendo?”

Sto dicendo che ti sei preso gioco di me e poi mi ha lasciato perdere.”

Kara, ci conosciamo da 2 settimane.”

E quello che credi.”

Kara... tu non stai bene...”
“Ti ricordi quando ti ho detto che non ero chi tu credevi che io fossi?”

Si lo ricordo... e avevi ragione. Sei solo una ragazzina bugiarda.”

Perchè parli senza sapere? Collega quel maledetto cervello alla bocca e poi rispondi.”

Sei una ragazzina.”

E tu mi giudichi senza sapere...”
“Che cavolo centra ora?”
“Centra, perchè se ti fossi fatto due domande, avresti capito che la persona che hai davanti tutti i giorni, non è altro che ciò che tu consideravi la tua migliore amica. Quella a cui promisi che saresti tornato, ma che non hai più cercato, quella che era innamorata di te, e che sperava che tu te ne accorgessi. Quella che quando ti ha rivisto, voleva solo abbbracciarti, ma tu non l'hai riconosciuta, quella che ha provato ad uscire con altri ragazzi per dimenticarti, quella che piange vedendoti baciare un'altra ragazza, perchè è follemente innamorata di te da tre anni. Quella ragazza è Kara Lux Bennet ed è quella ragazza che ti sta parlando in questo momento, ma solo un po' più grande.”

E appena terminata la frase, mi accorgo di aver appena confessato tutto a Louis, e di aver spifferato quel segreto dopo così tanto tempo.

 

 

LOUIS'POV

 

Quella ragazza è Kara Lux Bennet ed è quella ragazza che ti sta parlando in questo momento, ma solo un po' più grande.”

Quell'ultima affermazione mi lascia completamente spiazzato. Mi ritornato in mente tutti i momenti passati con lei, il momento in cui me ne andai, che lei mi disse di essere innamorata di me, le promesse, i tratti somatici così simili, l'incredibile voglia di abbracciarla pur non conoscendola, l'intesa, l'interesse per lei dopo così poco, la gelosia e la voglia di baciarla. Lei era la mia migliore amica, se così posso definirla, visto che sono innamorato di lei.

E avrei voluto dirle così tante cose in questi tre anni, ma ora che c'e l'ho davanti, non so assolutamente cosa dirle.

Lei è lì, davanti a me, che mi guarda piangendo, sorpresa per aver spifferato questa cosa, probabilmente arrabbiata con se stessa.

Ma non mi importa, per quanto avessi voluto saperlo subito, ora lo so, e mi è mancata troppo per arrabbiarmi adesso.

Io devo abbracciarla, ora.

 

KARA'SPOV

 

E la sua rezione era quella che mi preoccupava di più. Ma era lì impalato a fissare il vuoto. Quel momento che avevo tanto immaginato, quello in cui volevo solo abbracciarlo, non sarebbe stato così.

Mi giro di scatto per andare a prendere un po' d'aria, convinta che d'ora in poi, niente sarà più come prima. Sento i suoi passi muoversi un po' rapidamente, ma non voglio girarmi.

È vicino a me, mi prende per il braccio e mi obbliga a girarmi, i nostri sguardi si incontrano, e io non so assolutamente cosa fare, alzo le braccia per abbracciarlo, ma lui, più veloce, mi prende per i fianchi e mi avvicina di più a lui, appoggiando poi velocemente le sue labbra sulle mie.

Mi prende il viso tra le mani, sempre tenendo le labbra stampate sulle mie, finchè, socchiudendo un po' le labbra, avvicina la lingua alle mie labbra, e anche io apro le labbra, lasciando che le nostro lingue si incontrino e inizino a girare insieme.

E avevo aspettato quel bacio per così tanto tempo, immaginandolo meraviglioso, ma questo andava oltre le aspettative, non era uno di quei baci che si danno le persone che si interessano, era il bacio che incoronava un amore, almeno era quello che simbolizzava per me... perchè il mio amore per lui, era smisurato e avevo solo bisogno di dimostrarglielo.

Quando le nostre labbra si staccano, ho la possibilità di sussurrargli una cosa, che mi tenevo dentro da troppo.

Mi sei mancato da morire.”
“Tu di più.”

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao tesori <3

come state? Avete visto che finalmente il momento che tanto aspettavate è arrivato?!
Finalmente (:

Ma non illudetevi troppo! Ahahahahahahaha io sono perfida :D

che ne dite? Vi piace? Avete visto che è anche arrivato il padre di Kara?

Non so se prenderla bene o male, ma per questo ci siete voi, giusto?

Ditemi che ne pensate :)

Ora vado :*

Un bacio, vi voglio bene <3

Grazie a Sara_Scrive per il banner <3

A_Drop_In_The_Ocean



 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Chapter Eighteen ***



CHAPTER EIGHTEEN

-I will be rising to the ground, like a skyscraper.-

 

Ripetilo, perfavore.”

eravamo ancora l'uno contro la testa dell'altra, e Louis, con delicatezza aveva posto le sue mani sulle mie guance, osservando i miei occhi, senza staccarsi di un millimentro.

Cosa?”

Che sei realmente tu, che non è un sogno tutto questo.”

Sono io.”

Ancora...”

Louis, sono Kara, sono io.”

Tu non sei Kara, sei la mia Kara e non ti lascerò più andare, promesso.”

Però questa volta mantienila la promessa...”

Te lo giuro.. fosse l'ultima cosa che faccio.”

Mi fido di te.”

e a quelle parole, il suo sorriso si allarga ancora di più, e appoggia le sue labbra sulle mie, in maniera frettolosa e veloce, ma dolce e delicata allo stesso tempo. Mi prende per i fianchi e mi fa girare, abbracciata a lui.

Sembra uno di quei momenti da immortalare, per mantenere intatta quella felicità. Uno di quei momenti che non vorresti che finissero mai, perchè troppo belli.

E a me sembrava completamente irreale, perchè finalmente si era avverato il sogno che io credevo irrealizzabile.

Ora abbiamo tutta la vita per essere felici...”

Louis, prima c'è una cosa di cui devo parlarti.” lo prendo per una mano e ci avviciniamo ad un tavolo. Io mi siedo sul tavolo, mentre lui si mette seduto su una sedia.

E' successo qualcosa di grave?”

Dipende dai punti di vista.”

Smettila di farmi preoccupare e dimmi cosa succede.”
“E' tornato mio padre.”

E' tornato quel bastardo?”

Si. È venuto a casa mia ieri sera, e gli ho permesso di rimanere a dormire, ma stamattina, quando se n'è andato, ho avuto l'impressione che volesse tornare.”

Magari è solo una supposizione.”
“O magari no. Ho paura.”
“Non averne. Ci sono io con te, ora.”

Grazie.”

Ora è meglio che finiamo di sistemare, almeno poi posso accompagnarti a casa.”

Va bene.”

Entrambi ci mettiamo al lavoro con rapidità, per finire prima.

Io finisco di pulire i tavoli e sistemare le sedie, mentre lui pulisce il bancone, le macchinette e le cose sparse.

Quando abbiamo finito, prendiamo i giubbotti, inseriamo l'allarme e usciamo.

A primo impatto, non ho idea di come devo comportarmi con lui. Sono la sua ragazza o no?

Così rimango impassibile mentre camminiamo.

Adesso che pè tornato cosa vuoi fare?”

Nulla. Ma non lo voglio nella mia vita, questo è poco ma sicuro.”

Lui è più forte.”
“Lui non è più forte, ha sempre avuto un vantaggio in più solo perche riusciva a soggiogarmi con le sue parole. E io ero troppo ingenua per capirlo. Ma le persone crescono e maturano. E io non sono più la ragazzina di 14 anni che si faceva mettere le mani addosso per far sfogare il proprio padre da delle manie sessuali che nemmeno un pedofilo ha...”

ok, tranquillizzati... non volevo farti innervosire.”
“Se tocchiamo questo argomento è inevitabile.”

Il resto del tragitto lo facciamo in silenzio, ognuno immerso dai propri pensieri...

E i miei non sono piacevoli. Mento solo a me stessa se dico di essere diventata più forte di mio padre. La paura di rivivere tutto è tanta, e questa volta, probabilmente non avrei la forza di rialzarmi.

Arriviamo nel viale di casa mia ed entriamo in casa.

Quando accendo la luce, per poco non mi viene un infarto. Quel lurido verme è di nuovo seduto sul divano.

Ti stavo aspettando....”
“Tu aspetti me in casa mia? Mi pare di essere stata abbastanza chiara, questa mattina. Non ti voglio più vedere. E tu me lo avevi promesso...”
“E tu credi ancora nelle mie promesse? Non sei cambiata per niente...”

E tu sei sempre il lurido bastardo di sempre. Sparisci o ti faccio condannare all'ergastolo...”
“Oh che paura.”
“Non hai sentito cosa ha detto? Vattene!”
“E tu saresti?”

Sono quello che ti fa finire all'ergastolo... Sono della polizia, e cimetto poco a farti finire dentro per molestie e per aggravanti... in più tu hai già la fedina penale sporca visto che ti hanno sbattuto dentro per aver approfittato di una minore... Vuoi aggravare la situazione?”
“Ok, ok... Calmatevi... ora me ne vado.”

Sarà meglio...”

Louis mantiene un'aria seria e continua ad osservare ogni suo movimento finchè non è uscito definitivamente.

Ma che hai fatto?”

Sono stato un attore perfetto...”
“Se scopre che è tutto falso, ti ammazza.”
“Non lo scoprirà... Ti ho salvato.”

Ma ho paura... Era solo una farsa la sua... sono convinta che ritornerà per vendicarsi...”

E noi lo cacceremo di nuovo.”

Ok....”

Fidati...”
“Di te mi fido... ma è di lui che non mi fido....”
“Ehi... Stai tranquilla.”
mi prende il viso tra le mani, e mi abbraccia forte.

Grazie di esserci.”

Grazie a te...”

Mi fa sdraiare sul divano, e si offre per andare a preparare del thè...

Rimango li accovacciata a pensare, principalmente a tutta la vagonata di emozioni che ho provato questa sera. A quanto una persona può scatenarmi una miriade di emozioni dentro.

Io credo di essermi davvero innamorata di lui... Lui è l'unio che riesce a farmi scaturire un circo nello stomaco quando lo vedo, a farmi soffrire se solo non lo vedo, ad essere gelosa se lo vedo parlare con qualcuna... Lui è l'unico che rende bella la mia vita, l'unico per cui sono disposta a vivere ogni giorno con il sorriso...

A che pensi?”
“A te... a quanto mi rendi felice anche solo con un sorriso.”
“Sei meravigliosa.”
“Sei tu che mi fai questo effetto.”

Mi accarezza dolcemente la guancia, e i nostri occhi si incontrano e non smettono di fissarsi.

Si siede accanto a me, e mi poggia un braccio sulla mia spalla, per poi porgermi la tazza di thè.

Grazie.”

 

Siamo ancora li sdraiati, quando, in pochi secondi, vedo la porta della casa spalancarsi e vedo mio padre entrare a passo pesante, con una bottiglia, probabilmente di vodka in mano.

È visibilmente ubriaco, e inizio a preoccuparmi. Mi ritornano in mente tutte le immagini di quando era ubriaco e veniva in camera mia per stuprarmi.

Mi viene il rigurgito al solo pensiero, e mi alzo in piedi di scatto.

Louis si mette di fronte a me, come per proteggermi.

Hai visto? Io sono più forte. Io...io...faccio quello che voglio con te, piccola puttana...”
Le lacrime iniziano a scendermi, piano piano. Mi sembra di rivivere tutto, tutto il terrore...

Stalle lontano, brutto schifoso. Tu non la devi toccare.”

E tu saresti chi? Il suo ragazzo? Io ho più diritti di te su di lei. Lei è mia. Può venire a letto solo con me....”

Ma per piacere.... Fai schifo, sei un uomo inutile, buono a nulla... Sei da lapidare, uno come te,uno che stupra la figlia, è da condannare a morte...”

Non sfidarmi ragazzino...”
“Fatti sotto...”

e vedo mio padre correre verso Louis e iniziare a tirargli pugni.

Viso, stomaco, viso.

Accade tutto in troppi pochi secondi perchè io me ne renda conto.

Louis si riprende e inizia a difendersi. Entrambi perdono sangue, Louis, ha delle gocce di sangue ai bordi del naso.

Mio padre ha il labbro tagliato, ma poco mi importa.

Vedo solo Louis cadere a terra, con una mano allo stomaco, dolorante, li per terra.

A quel punto, mio padre rivolge la sua attenzione a me e inizia ad avvicinarsi.

Riesco a scappare e ad andare in cucina, e a prendere la prima cosa pesante e dura che trovo... un fermacarte.

Mi nascondo dietro al muro, e appena lui entra, glielo tiro in testa e lui cade tramortiro.

Corro in salotto, prendo il telfono e chiamo immediatamente la polizia.

Gli spiego quello che sta succedendo e poi, una volta che ho messo giù il telefono, mi avvicino a Louis e lo aiuto ad alzarsi, appoggiandolo al divano.

Vado a prendere la cassetta del pronto soccorso e inizio a medicarlo, fasciandogli anche la mano, che ha le nocche tagliate dai pugni tirati.

Mi assicuro che mio padre sia ancora svenuto, e poi vado a prendere un bicchiere di acqua da dare a Louis.

 

In pochi minuti, la polizia arriva.

Entrano in casa in quattro, e gli indico il punto in cui mio padre è sdraiato.

Due di loro, lo portano in macchina ancora tramortito mentre gli altri prendono la mia testimonianza e quella di Louis.

Racconto quel poco che ho percepito, perchè è successo tutto così in fretta da poter accorgermi dei minimi particolari.

Inizio a raccontare la storia a partire dal giorno prima, visto che è da lì che è partito tutto...

 

Quando ho finito, il poliziotto mi assicura che mio padre non mi darà più fastidio, e poi se ne va.

Quando i poliziotti se ne sono andati, mi avvicino a Louis, ancora tramortito dai colpi, lo faccio sdraiare sul divano e gli metto una coperta addosso.

Stanotte dormi qua.”

No no, vado a casa.”
“Stai zitto e stai qua.”
“Grazie.”
“Io starò qua con te.”
“Grazie tesoro, per tutto quanto e per essere qua con me.”

Sei troppo importante per me per lasciarti andare.”
“Sei fantastica.”
“Ora dormi...”

Buonanotte Kara.”
“Notte Louis.”

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciauuuuuu :)

Mi vergogno profondamente di questo capitolo.... non mi è uscito per niente bene, e a dire la verità non mi piace proprio... lo cancellerei, ma poi non manterrei la promessa che vi ho fatto... cioè quella che pubblico la domenica e il martedì..

Mi perdonate vero per questo schifo che ho pubblicat, vero?

Scusatemi ragazze :(

Prometto che il prossimo sarà più bello :*

Buonanotte, vi voglio bene <3

Grazie a Sara_Scrive per il banner :)

A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Chapter Nineteen ***


CHAPTER NINETEEN

-Il ricordo è un traditore che ferisce alle spalle.-

 

JOSH'SPOV

Ero stato chiamato dall'università per iniziare il mio tirocigno in psicologia...

a dirla tutta non mi hanno spiegato molto la situazione, ma so che devo andare in centrale dai carabinieri e fare una specie di “psicologo/assistente sociale”.

 

Arrivato in centrale, mi accompagnano in una stanza, dove c'è seduto un signore. Prima di entrare, di dicono di farlo parlare il più possibile.

Prima di entrare, mi danno il suo fascicolo: Paul Bennet, 49 anni, di Dover. Ha passato cinque anni in galera per aver abusato della figlia minnorenne, Kara.

Che mostro...

Entro nella stanza, un po' intimorito. È un signore abbastanza robusto, un po' grigio di capelli, e il viso abbastanza scavato dall'età.

Salve Paul”

nessuna risposta

Ho detto salve Paul.”

E' io non ho voglia di salutarti.”

Iniziamo bene...”

Che vuoi da me?”

Capire quello che ti passa nel cervello, visto che la tua fedina penale non ti fa una bella presentazione.”

Non mi passa niente nella testa.”

E allora perchè sei appena stato denunciato da tua figlia? E mi pare che sia la stessa ad averti sbattuto dentro perchè abusavi di lei.”
“E' solo una puttana.”

Bella considerazione di tua figlia. Su, racconta tutto.”
“Che vuoi che ti dica? Che sono tornato dopo 5 anni di galera e lei mi ha cacciato di casa e poi quando sono tornato, mi ha tirato un fermacarte in testa...”

E cos' è lei la colpevole?”

E' una stronza.”

Perchè sei andato da lei?”
“E' mia figlia.”
“Non mentire... quelli come te non tornano per la figlia...”
“Cosa intendi con quelli come me?”

I bastardi come te che stuprano le figlie.”

Lo vedo diventare rosso in faccia, e aggrottare tutte le soppraciglia. E dopo poco mi sputa in faccia.

Ecco perchè tua figlia ti ha denunciato...”

Ma che cazzo ne sai tu? Sei solo un coglione strizzacervelli!”

Ti faccio sbattere dentro, bastardo.”

Ed esco dalla stanza, lasciandolo li ad imprecare.

 

KARA'S POV

Louis? Louis?svegliati, dobbiamo andare a lavorare.”

gli passo una mano sulla guancia, ma lui la scosta.
Mmmm....”
“Dai...”
“Mi alzo, ok...”

Si alza e va dritto in bagno.

Bho... è strano... sarà solo ancora scosso per ieri.

Vado in camera mia, e vado nel bagno a fare un doccia. Mi vesto e poi scendo in cucina.

Di Louis non c'e traccia. Solo un biglietto con scritto “Ci vediamo al bar.”

Io non lo capisco. Mi bacia, e poi mi lascia così senza dirmi nulla.

Non so davvero cosa pensare.

Prendo la giacca, ed esco per andare al bar.

 

Quando arrivo, lui è già al lavoro, e non mi degna di uno sguardo.

Ma perchè? Ora sa anche la verità...

Vado nel retro a cambiarmi, e quando torno, vedo Josh seduto ad un tavolo... ci andava anche lui!

Mi fa segno di avvicinarmi

Ciao Kara.”
“Che vuoi?”

Sapere come stai, visto che dall'ultima volta, bhè, non ci siamo più visti.”
“Ti sei chiesto il perchè?”

Si, ma non mi ricordo nulla di quella sera, perciò non mi capacito della risposta...”
“Te lo dico io... eri ubriaco e ti sei fatto una davanti a me. Ora ti capaciti del tuo comportamento squallido?”
“Scusa...”
“Non mi importa. Te le puoi tenere le tue scuse.”
“Voglio solo essere tuo amico. Ti prego, accettale.”

Va bene...”
Ecco, ho bisogno di un consiglio da amica. Puoi aiutarmi?”
“Dimmi... vediamo se posso aiutarti”

Mi siedo sulla sedia vicino alla sua.

Ho appena iniziato il mio tirocigno in psicologia, e ho già un paziente difficile...”
“E io che posso fare?”
“Non so come comportarmi e voglio un parere.”

Vai avanti...”
“Quest'uomo è un pazzo psicopatico. Ha stuprato la figlia quando aveva solo 15 anni, ed è tornato per non so che cosa ora, l'ha minacciata, e si è beccato un fermacarte in testa da lei, perchè non sapeva cosa fare.

Non so se devo sentire anche la ragazza per sapere la versione completa o continuare a fare sedute con lui, per cercare di mettere ordine nella sua testa.”

non poteva essere la stessa persona.

Come hai detto che si chiama?” chiedo con voce tremolante

Non l'ho detto, perchè?”
“Perchè mi pare di aver sentito il suo nome.”
“No, ma comunque si chiama Paul Bennet.”

Sbianco di colpo... non può andarmi tutto così male... se lui ha mio padre in cura, finirà per scoprire la mia storia, e non voglio che questo accada.

Kara? Kara? Stai bene?”
Si, si.. mi sento solo un po' debole. Vado a siacquarmi la faccia.”

Mi alzo, un po' barcollante e mi dirigo verso il bagno sul retro.

 

LOUIS'POV

L'ho evitata tutta la mattina. Quando mi sono alzata questa mattina, l'ho vista lì, mi è tornato alla mente il bacio di ieri, la sua confessione... e non so... mi si è bloccato lo stomaco.

Non so che mi è preso, ma avevo bisogno di allontanarmi da lei, e di mettere a posto le idee. Devo ancora capire iche posto occupa in me.

Da quando siamoal bar, ha parlato solo con Josh, è tornato quel cretino che la fa solo soffrire.

E poi, la vedo andarsene, bianca come un cadavere.

Mi avvicino a passo svelto al tavolo di quel cretino.

Che cavolo le hai detto?”
“Non le ho detto nulla perchè?”
“Era sconvolta!”
“Abbiamo solo parlato di me e di un caso che sto affrontando:”
“Non sono affari miei, ma ho bisogno di saperlo.”
“Appunto.. non sono affari tuoi, perciò vattene.”
“Ti prego, è importante.”
“Eh va bene... basta che poi mi stai lontano.”
“Si, ma dimmelo...”
“Ho un caso particolare, con un uomo che ha stuprato la figlia ancora minnorenne.”
“Come si chiama?”
“Paul, Paul Bennet.”

Cosa?”
“Perchè fate tutti questa faccia quando dico il suo nome?”
“Perchè, quell'uomo, è il padre di Kara, ed è lei la ragazza che ha stuprato quando era minnorenne.”

Che cosa? Lei, lei è la ragazza che...”
“Sì, è lei.”
“Non lo sapevo.”
“E dovrai fare finta di non sapere nulla...”
“Perchè?”

Perchè non avrei dovuto dirtelo.”
“Troppo tardi, direi.”
Era lei, era la sua voce.

Mi giro, e c'è Kara dietro di me.

 

KARA'SPOV

Perchè gliel'hai detto?”
“Kara...”
“Kara niente... io mi fidavo di te. E tu mi hai tradito... Io ero innamorata di te, e tu hai calpestato il mio cuore.”

Lancio il grembiule per terra, ed esco fuori in lacrime.

Mi metto a correre verso il parco... ho solo bisogno di stare da sola, di avere la mia solitudine. Di pensare, di capire a che punto la mia vita è arrivata, e a come posso sistemarla.

Io non ci capisco più niente... un giorno, sono la ragazza più felice del mondo, e il giorno seguente sembra che mi abbia trapassato un treno ad alta velocità.

Io mi fidavo di lui... io credevo che fosse l'unico a capirmi e a sostenermi.

Invece, quello che ha saputo fare è stato illudermi e rompermi il cuore in mille pezzi.

E io sono ancora più cretina, perchè nonostante tutto, lui mi manca terribilmente.

Sono seduta su una panchina del parco, ferma ad osservare tutte le coppiette che passeggiano, e il mio stomaco, si chiude ancora di più in una morsa pesantissima.

Sento il peso di tutto sulle spalle, e sinceramente, vorrei solo smetterla di soffrire e avere un attimo di tregua...

 

Sento dei passi vicino a me, ma rimango al mio posto.

Posso spiegare.”
“Non le voglio le tue giustificazioni.”
“Ma non sono giustificazioni.”
“Io, davvero non ti capisco. Mi baci, poi mi eviti, poi mi tradisci. Perchè? Per quale motivo lo fai?”
“Non lo so.”
“A me dispiace di non avertelo detto prima, ma era quello che mi sentivo di fare. E va bene, odiami quanto vuoi, ma non smetterò di amarti.”
“Cosa? Tu mi ami?”
“Credo sia evidente, ma dopo quello che è successo oggi, non mi importa se sono innamorata di te, tu non esisti più nella mia vita.”
“No, ti prego, dammi una seconda chance.”
“No. Hai fatto l'unica cosa che mi avevi giurato che non avresti fatto mai...”
“Te l'ho promesso quando avevo 16 anni.”
“Una promessa non cambia, resta sempre quella, e soprattutto, va sempre mantenuta. È la seconda volta che infrangi una promessa. Non ho più intenzione di starti dietro.

Ti ho cercato, ho ingoiato tutto, ho aspettato, ho sofferto, ma alla fine, anche io perdo la pazienza.”
“Tu sei forte.”
“Già... ma mi rompo anche io, ho solo imparato a non fare rumore.”
“Io ho bisogno di te.”
“Anche io lo credevo, ma mi sbagliavo.”
“Non dire così, ti prego...”
“E' la verità.”

non è vero, non lo era... ma non potevo passarci sopra.

Ti prego, ripensaci...”
“Non credo che questa scelta abbia bisogno di ripensamenti.ormai ho scelto.”
“Ma io ho bisogno di te, ho bisogno di farti sapere che ci sono, ho bisogno dei tuoi baci, di dirti quanto mi sei mancata.”
“Hai preferito dire tutto ad uno sconosciuto.. e così mi hai perso definitivamente.”
“Va bene... ho capito che non ci ripenserai.”
“Già.”

abbassa lo sguardo, lasciando secndere una piccola lacrima che nasconde subito.

Addio Louis.”
Ti amo Kara.”
“Non rovinare tutto, ti prego.”

mi allontano da lui, attraversando la strada.

Mi giro un'ultima volta per vederlo, ma quando mi giro, vedo una macchina sempre più vicino, un colpo secco e poi il buio.

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ehiiiiiiii ragazze <3

come state???

Ho aggiornato presto, e spero vivamente che questo capitolo sia meglio di quello precedente.

Me lo dite vero cosa ne pensate?

Ci conto sulla vostra opinione, è importante e decisiva per un progetto futuro!
Avevo un'idea diversa all'inizio, ma poi ho deciso all'ultimo secondo di cambiare il finale.

Chissà che cosa succederà nel prossimo capitolo :)

Ci sentiamo belle (:
A presto :*

Grazie a Sara_Scrive per il banner :)

A_Drop_In_The_Ocean
 


Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Chapter Twenty ***



CHAPTER TWENTY

-Capisci il valore delle cose solo quando lo perdi.-

 

p.s.... Leggete lo spazio autrice, è importante <3

Vi consiglio di leggere ascoltando questa canzone di sottofondo
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&ved=0CDkQtwIwAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DV4aq043kdfY&ei=3P1_UqeeL4jr4wT13IGQAw&usg=AFQjCNH8c-aXUSy85jrztMkUG_yVTnwo7Q&bvm=bv.56146854,d.bGE

LOUIS'POV

Karaaaaaaaaa” urlo, improvvisamente voltandomi e vedendola stesa a terra.

Cazzo, cazzo, cazzo... Ti prego, fai che non sia vero, fai che sia tutto un sogno, non posso perderla un'altra volta senza averle detto che la amo. Ti prego!

Corro verso di lei, dove ormai, si è già avvicinata altra gente. Mi accascio vicino a lei,

Kara, Kara, rispondi, ti prego.” la scuoto un pochino. “Chiamate una cazzo di ambulanza. Vi prego!”

Kara, amore. Dai, svegliati, ho bisogno di te. Non puoi abbandonarmi ora. Sei tutta la mia vita! Dai, svegliati.”

Niente, nessun segno di vita. Continuava a rimanere li ferma. Mi sideo vicino a lei, le prendo latesta e la appoggio sulle mie gambe, accarezzandole sempre la testa, finchè non arriva l'ambulanza.

Mi fanno allontanare, e poi mi fanno alcune domande, ma do risposte, senza sapere nemmeno quello che sto dicendo. Come se fossi in una tranche. Il mio corpo c'è ma la mia anima è volata via

Salgo sull'ambulanza con lei e mi limito ad osservare quello che stanno facendo i paramedici e a controllarla.

Arrivati all'ospedale, mi scansano, portandola diretta in terapia intrensiva e senza dirmi nulla.

 

 

Sono ormai passate due ore, e nessuno si è deciso a darmi sue notizie. Ho chiamato John, e glielo detto. Ha detto che farà un salto appena si libera dal bar. D'altra parte siamo solo noi la sua famiglia. Suo padre è meglio lasciarlo fuori.

Lei è un parente di Kara?”
“No... sono il suo ragazzo.”
“Abbiamo bisogno di un parente per comunicare il suo stato. Per la privacy.”
“Lei non ha famiglia. Sono tutto ciò che ha.”
“Allora in questo caso posso fare un'eccezione.”
“Come sta?”
“L'abbiamo presa in tempo, ma questo non cambia di molto la sua situazione.”

Che significa?”
“A parte le contusioni superficiali, ha subito un trauma cranico abbastanza forte. Ha preso tutta la parte destra del cervello.”
“Quindi?”
“Quindi, nel peggiore dei casi, potrebbe perdere tutta la memoria senza più recuperarla.”
“E nel migliore?”
“Sarà una perdita di memoria temporanea.”
“Non c'è altra soluzione?”

No... mi dispiace.”
“Grazie per le informazioni.”
“Nulla signore. Io le consiglio di andare a casa per riposarsi.”
“Non la lascio qui da sola.”
“Non sarà sola. E poi non si sveglierà prima di 24 ore.”
“Non mi importa. Io starò qui con lei.”
“Come preferisce.”
“Posso vederla?”
“Due minuti e basta.”
“Grazie.”

Mi fa mettere un camice e poi mi fa entrare nella sua stanza.

Mi prende un nodo incredibile allo stomaco. Tutte le emozioni di poco prima tornano a farsi sentire. Le lacrime iniziano a pungermi gli occhi. E poi la vedo li così inerme e fragile che ho paura io stesso di farle male.

La paura mi cogli alla sprovvista. Come farò quando non si ricorderà più di me? Io devo esserci. Deve capire che la amo anche se non sa più chi sono.

Mi avvicino al suo letto e prendo una sedia. Mi siedo e le prendo la mano, così piccola tra le mie mani e gliela acarezzo.

Ciao amore. So che puoi sentirmi, ti prego, non mi lasciare. Ioho bisgono di te... e devi darmi la forza di andare avanti. Io non ti lascio. Non mi importa se non saprai più chi sono. Io ti giuro che te lo farò ricordare. Tu devi sapere che ti amo con tutto il mio cuore. Devi sapere che sei tutta la mia vita e che ora che ti ho ritrovato, non ti lascerò più andare.

Kara, tu sei forte. Tu ce la farai. Tu sei una guerriera. Ripensa a tutto quello che hai passato e usalo come stimolo per tornare qua da me. Ho bisogno dei tuoi abbracci, dei tuoi baci, di tutte quelle volte che mi prendevi in giro e mi stuzzicavi, di tutte le volte che ti arrabbiavi e di tutte quelle lacrime, che non voglio più vedere.

Io ho bisogno di te e basta. Io ti amo. Scusa se non ho mai trovato il modo di dirtelo. Ti aspetterò per sempre.” le lascio un leggero bacio sulla fronte, e poi esco dalla stanza.

Uscendo, trovo John seduto su una sedia in sala d'aspetto. Quando mi vde, si alza e mi viene incontro.

Figliolo.”
“Ciao John.”
“Come sta?

Non bene. Il trauma cranico le causerà una perdita di memoria, temporanea o nel caso peggiore a vita.”
“Oddio...”
“E' colpa mia...”
“Cosa dici Louis?”
“E' colpa mia. Sono stato io a dire a Josh tutto sul padre di Kara. Lei era furiosa e correndo è stata investita. Quindi è colpa mia.”
“No, Louis. Tu volevi farlo per il suo bene.”
“Sono un cretino. Stavo per far morire la ragazza chge amo.”
“Smettila Louis. Stai delirando. Hai bisogno di sfogarti. Vai a casa e riposati. Ci sto io qua.”
“No.”

Louis ti...”
“Basta cazzo! Lasciatemi decidere quello che voglio fare! Io non mi muovo di qua!”
alzo la voce e inizio a muovermi come un pazzo, nemmeno so quello che sto facendo.

John mi prende per un braccio e mi abbraccia. Ormai mi conosce troppo bene.

Quando so di essere tra braccia sicure, inizio a piangere. Non ce la facio più, ho bisogno di sfogarmi, non posso più resistere.

E' colpa mia! E' tutta colpa mia!”
mi accascio a terra, sempre tra le sue braccia e senza smettere di piangere.

Sembrerò un bambino, ma è il mio unico modo di sfogarmi. John non dice nulla, sta lì ad abbracciarmi e a cercarmi di tranquillizzarmi.

 

KARA'SPOV

Sono tutta intonitita. Ma non sento nulla. Dove sono? È tutto buio...

Buongiorno:”
“Chi sei?”
“Indovina.”
“Sei tu, mamma?”
“Brava tesoro?”
“Ma tu sei morta. Vuol dire che sono morta pure io?”
“No... non è ancora il tuo momento... io ho solo il compito di farti da tramite con la tua vita là fuori e di non farti scodare il passato.”
“Che significa?””
“Significa che tu dovrai sforzarti al massimo per recuperare tutti i tuoi ricordi passati.”
“Perchè?”
“Perchè non appena ti sveglierai dimenticherai tutti.”
“Louis?”
“Anche lui...”
“Non posso dimenticarlo.. io lo amo, anche se abbiamo litigato.”

Kara, l'incidente ha causato un grave trauma cranico, e questo è quello che succederà. Ma ci sarò io, almeno finchè posso ad aiutarti.”
“Non capisco, mamma...”
“Quando tornerai di là, non ricorderai nulla, ma nonha senso che te lo dico, dato che non lo ricorderai. Sappi solo che dovrai recuperare tutti i ricordi con tutta la forza che hai. Devi trovarla da te. Non avrai nessuno che ti portà aiutare. Sarai tu a decidere il tuo futuro...”
“Non voglio dimenticare tutto.”
“E non lo farai, se troverai la forza di ritrovarli.”

Ho paura.”
“Non averne, figlia mia.”

Mi manchi mamma..”
“Anche tu tesoro... ma io sarò sempre con te, ricordatelo. Io vivrò sempre dentro di te.”

Grazie di tutto mamma.”
“Vai tesoro... Louis ha bisogno di te...”
“Ho bisogno prima di vederti un'ultima volta.”
“Non puoi... ma tu devi ricordarmi come sono. Come ero prima dell'incidente. Io sarò sempre quella mamma nella tua testa. E tu sarai sempre la mia bambina.”

Ciao mamma.”
“Ciao amore.”

 

Tutto si fa incredibilmente più chiaro, e inizio a distinguere le parti di una camera, d'ospedale, credo.

Aspetta, che ci faccio dentro ad un ospedale?
“Guardate, si è svegliata!”
mi vengono incontro più o meno quattro medici, ho ancora la vista un po' offuscata...

Come si sente?”
“La gamba..”

E' normale, è rotta la gamba..”
“Come si chiama, se lo ricorda?”

Credo... Kara?”
“Si, bene signorina. Si ricorda altro?”

No... non molto...ricordo solo il nome di mia madre e di mio fratello, aspettate, ho un fratello?”
“Si signorina. Sta già facendo progressi... ricorda altro.”

No basta...”
“Sa di avere un ragazzo?”
“Davvero??”
“Si, è qua fuori che la aspetta..”
“Posso vederlo?”
“Si, ma non deve sforzarsi troppo... si è appena svegliata.”

Entri pure signore...”

 

 

LOUIS''POV

Mi danno il permesso di vederla poco dopo che si è svegliata.

Entri pure signore.”

dopo quella frase, prendo un respiro e mi faccio avanti, sperando che vada tutto bene.

Ciao Kara.”

Ciao...”

Sono Louis, il tuo ragazzo.”

Lo so...”
“Te lo ricordi?”
“No, me l'hanno detto.”
“Ah...”
“Già... hai voglia di parlarmi un po' di noi, almeno posso vedere se mi ricordo qualcosa.”
“Certo...”

Allora, io e te ci conosciamo da bene 4 anni. Ma stiamo insieme da esattamente 4 giorni a oggi.”
“Cosa?”
“La nostra storia è un po' complessa... tu sei finita in orfanotrofio, e li ci siamo conosciuti. Ci siamo innamorati ma poi me ne sono andato e ci siamo incontrati di nuovo un mese fa, e io non sapevo che fossi tu, mentre tu lo sapevi. Abbiamo iniziato a lavorare insieme, e poco a poco mi sono innamorato di te, fin a che non me l'hai confessato e ci saimo baciati... poi ieri abbiamo litigato e ti hanno investito... ed eccoci qua... scusami, è colpa mia se sei in questo stato...”

Non ricordo.”

Lo immaginavo...”
“Scusami.”
“E di che?”
“Di non ricordarmi che prima ti amavo.”
“Abbiamo tutta la vita. Ed è una promessa, tornerai a ricordare.”
“Grazie di esserci e di non avermi abbandonato.”
“Non lo farò mai, io ti amo...”
“E io ti credo.”

 

 

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao ragazze (:

Ho pubblicato per la vostra felicità, anche se non mi convince... non sono a pieno delle forze e in questi giorni sto na schifezza quindi anche il capitolo è un po' moscio...

A parte tutto, vorrei usare questo spazio per ringraziarvi di ogni cosa..

ragazze, ormai voi siete parte fondamentale della mia storia e senza di voi, non sarebbe andata avanti. Grazie per tutto, per sostenermi e recensire ogni volta, e di essere totalmente sincere con me. Io lo apprezzo davvero tantissimo.

Un ringraziamento speciale va a Evrlast98, e non trovo nemmeno le parole per descrivere questo sentimento che è nato, perchè ormai, anche a distanza e senza conoscerti, ti voglio bene :*

Ma siete tutte fondamentali e voglio bene a tutte!

Grazie ancora <3

Notte bellissime!!!

Grazie a Sara_Scrive per il banner

A_Drop_In_The_Ocean

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Chapter Twenty-One ***



CHAPTER TWENTY-ONE

-Più dura è la lotta, più grande è il tionfo-



KARA'SPOV
Oggi dovevano dimettermi dall'ospedale, visto che ormai stavo bene, a parte la gamba rotta e la perdita di memoria.
Ora tutto quello che sapevo di me era che mi chiamavo Kara, che avevo 18 anni, che i miei genitori, non si sa perchè, erano spariti, che avevo un ragazzo, dolcissimo, di cui non mi ricordavo, e basta.
E devo dire che è abbastanza frustrante tutta questa situazione... non sapere chi sono, il mio passato, quello che mi piace... non so più niente di me, e mi sembra di non aver mai saputo nulla.
Vedo Louis, appoggiato allo stipite della porta che mi osserva.
Sei li da molto?”
Abbastanza per capire che sei frustrata...”
“Come hai fatto a capir... già, tu mi conosci...”
“E anche tu mi conosci, hai solo incontrato un piccolo ostacolo nella tua vita, che supereremo insieme, non preoccuparti.”
“Grazie del supporto.”
“Grazie di essere rimasta con me nonostante tutti i miei errori.”
e dopo quella frase così toccante, mi abbraccia, lasciandomi completamente senza parole e senza sapere come comportarmi. Si stacca quando sente il mio disagio, ben evidente.
Scusa, non volevo metterti a disagio. È solo che... no, nulla. Andiamo, ti accompagno a casa.”
Si.”
Scendiamo nel parcheggio, lui con la mia piccola borsa in mano, che cammina di fronte a me, in silenzio. Un silenzio diverso dai soliti. Un silenzio che indica che qualcosa si è rotto. E io, non so che fare.
Durante tutto il tragitto verso la mia presunta casa, siamo entrambi immersi nei nostri pensieri, almeno lui, perchè io non ne ho di pensieri, se non quelli di scoprire la mia vita.
Siamo arrivati.” è la voce di Louis a riportarmi alla realtà.
Scendo, e lo seguo.
Quando entro in casa, non so perchè, ma un insieme di brividi, mi percorre il corpo, come se fossi nel posto sbagliato al momento sbagliato...
Tutto bene?”
No... mi sento strana”
E' normale... non ti ricordi più che questa è casa tua...”
Non è solo questo... sento che c'è qualcosa di negativo qui dentro. Sei sicuro di avermi detto tutto riguardo la mia vita?”
“No, ma ho bisogno del momento giusto per poterlo fare.”
“E' quando sarebbe questo momento giusto?”
“Ora. Dai, sediamoci che tispiego tutto...”
“Va bene, ti ascolto...”
“Allora, quello che tu non sai, è che tua madre è morta quando eri piccola, e tuo padre ha abusato di te. Per questo sei finita in orfanotrofio, dove ci siamo conosciuti. Io me ne sono andato una volta diventato maggiorenne, promettendoti che ci saremmo rincontrati. Qualche mese fa, ci siamo ritrovati a lavorare insieme, e da li è nato tutto perchè io mi sono innamorato sempre di più di te. Si è messo in mezzo un ragazzo, che non può vedermi e vuole portarti via da me, ma alla fine, tu hai capito di non provare niente per lui e l'hai lasciato perdere. Tuo padre si è rifatto vivo, e ti ha minacciato, ma siamo riusciti a mandarlo di nuovo dentro.”
“Tu hai detto che è colpa tu il mio incidente, perchè?”

Perchè ho fatto un errore tremendo e quando ho capito che c'era la possibilità che ti potessi perdere, mi sono svegliato, e ti ho detto tutto quello che provavo per te, ma era troppo tardi, tu avevi deciso di allontanarti da me... e proprio mentre te ne stavi andando è successo tutto.
Scusami, è colpa mia, sono un emerito coglione egoista, che pensava solo a tenerti con lui e non a quanto il mio gesto abbia potuto ferirti. Scusa...”
Louis, mi dispiace che tu ti senta in colpa..”
Ti dispiace? L'errore è mio e tu mi chiedi scusa? Sei la perfezione Kara.”
Ma che dici?”
“Dico che non ti merito...”
“Sei esagerato.”

E tu sei la testarda di sempre... lo sai che i miei complimenti sono veri, e non te li faccio tanto per fare...”
“Grazie...”
“Di cosa?”
“Di essere rimasto con me, di sopportare tutto, di aiutarmi costantemente e soprattutto di essere così rispettoso nei miei confronti.”
“”voglio che tu sappia che ti rispetto troppo come donna e come persona per potermi approfittare di te in questo momento. Ti amo troppo per buttare tutto all'aria.”
“Sono io quella che non ti merita...”

Che dici?”
Io sono così fredda con te, e tu invece mi dai tutto l'amore e il calore di cui ho bisogno, anche se io non ricambio...”
“Non torturarti... vedrai che la memoria tornerà. Supereremo questo ostacolo insieme, ti giuro che non ti lascerò sola...”

Posso abbracciarti?”
“Certo che puoi! Vieni qui piccola!”
e mi accoglie tra quelle braccia, che solo fino a poco prima mi avevano messo a disagio, mentre ora sembravano il mio unico mondo, l'unica cosa che potesse proteggermi, coccolarmi e amarmi come nessun altro avrebbe potuto fare.
Mi era bastato parlare con lui per 20 minuti per capire, che amava la Kara che c'era in me, quella precedente, e mi sentivo uno schifo a non provare qulle cose, forse erano solo nascoste dentro di me, lo speravo. Non si meritava che gli chiudessi una porta in faccia, non dopo tutto quello che stava facendo per farmi recuperare la memoria.
Rimani qui con me, questa notte?”
Pensavo volessi la tua intimità....”
“Non mi da fastidio se resti, e poi sto bene con te, possiamo parlare ancora.”
“Come preferisci.”

Grazie della disponibilità”
“Se stai bene tu, sto bene anche io.”
“Sei un tesoro!!!”

mi lascia un leggero bacio umido sulla fronte, e ppoi se ne va.
Vado a fare una doccia.”
Va bene.”
Mentre lui fa la doccia, curioso un po' per la casa, in cerca di qualcosa che mi aiuti a capire. Giungo davanti ad una camera, probabilmente cameria mia, così decido di entrare e di guardarmi attorno.
Inizio a curiosare nell'armadio, sulla scrivania e nei cassetti, finchè non trovo un vecchio quadernino tutto pieno di scritte e disegni.
Apro una pagina a caso.


18 Gennaio 2011
Caro diario,
ti sembrerà strano che una ragazzina di 16 anni abbia ancora un diario segreto, ma io non ho nessuno con cui confidarmi, e tu sei l'unico, ora che Louis se n'è andato...
sono passati ormai 6 mesi, ma per me non è cambiato nulla. Mi piace sempre come prima, se non di più. La mancanza è una cosa che ti brucia dentro. E lui mi manca da morire....
Non ho nessuno con cui confidarmi, lui era l'unica persona che mi capiva davvero e che mi rendeva felice, l'unico che sapeva che mio padre ha abusato di me, che mi sono tagliata e che mi sento in colpa ogni notte per la morte di mia madre.
Ma io credo in lui, e so che prima o poi mi ritroverà, e saremo felici per sempre.
Non potrei mai dimenticarlo.
Kara
P.S. Ti allego una nostra foto fatta prima che partisse. È bellissimo, vero?






Prendo delicatamente la foto, per rendermi conto che eravamo esattamente noi, ma solo più piccoli e più ingenui.
Ma non avevo ricordato nulla, se non il momento della morte di mia madre, come un flash-back veloce. Era ritornato solo quello, e di certo non era esattamente quello che volevo ricordare.
Quella sequenza di immagini, si ripeteva:
Lo schianto della macchina, la botta alla testa, la faccia di mio padre contro il volante, il corpo di mia madre fuori dal parabrezza e la testa di mio fratello contro il mio corpo schiacciato e inerme.
Ryan...”
Hai detto qualcosa Kara?” spunta Louis sulla porta, solo con un asciugamano legato alla vita e i capelli arruffati.
“Ryan... No, nulla. Vado a preparare la cena.”
Attenta alla gamba.”
“Si...”





LOUIS'POV
La sento parlare da sola, ma quando mi avvicino alla porta, smette di farlo e cambia discorso.
Conoscendola ora è meglio che la lascio sola, soprattutto ora che ha bisogno di riorganizzarsi le idee.
Mi cambio e scendo, trovandola seduta sul bancone della cucina, con una foto in mano e che si asciuga una lacrima.
Ehi, perchè piangi?”
No nulla...”
“Non mentire Kara, ti conosco troppo bene per non sapere che qualcosa ti fa star male. Che succede?”
“Quando stavi facendo la doccia, ho trovato un vecchio diario in camera mia e c'erano scritte un sacco di cose su di te, ma l'unico ricordo che mi è tornato in mente, è la morte di mia madre. Ed è un particolare che non ricordavo nemmeno prima, ma ora rivedo quel momento dettagliatamente nella mia mente, rivedo ogni singolo fotogramma, l'ultimo respiro di mia madre, il buio.. ma di te nulla, perchè?”
e urla l'ultima frase, come se fosse arrabbiata
Non te la prendere.”
“Perchè devo ricordarmi della morte di mia madre e non di te, perchè?”
“Siamo solo agli inizi, Kara, è normale.”

Voglio stare sola, scusami.”
Sarò qui se avrai bisogno di me.”
“Grazie.”
e corre in stanza, chiudendosi dentro.




KARA'SPOV
Entro in camera e butto giù tutto quello che mi trovo tra le mani, chiudendo tutto con un pianto di frustrazione e disperazione.
É uno schifo tutto questo, odio dover sopportare tutta questa situazione, dover ricordare solo quello che fa male, e non poter ricordare il mio amore per Louis.
E Rayn? Ricordo solo il suo viso e nient'altro...
Sento solo un'enorme dolore che consuma ogni centimetro della mia anima, ma più io mi sforzo di ricordare, più solo il ricordo della morte di mia madre si fa chiaro e nitido.
Io devo trovare le risposte alle mie domande, non posso vivere con tutti questi dubbi.
La mia mente è torturata dal pensiero che la colpa è unicamente mia per la morte di mia madre, proprio come ai vecchi tempi...
lei non lo meritava, è stata tutta colpa mia, e inizio a sentirmi vuota e sola, sento la paura che cresce sempre di più dentro di me, fino a che non si impossessa di tutto il mio corpo e mi porta a fare una cosa, che probabilmente non avrei mai fatto se fossi stata in me... andare in bagno a prendere la lametta e tagliarmi...
Sono seduta a terra con la lametta in mano e il polso tagliato, a veder in tutto quel sangue che sgorga il poco della vita che ricordo, e che mi fa soffire, fino a veder sfumare anche quello in un ultimo battito di ciglia.




LOUIS'POV
E' mezzanotte, e dopo lo sfogo di prima non l'ho più sentita. È strano, e decido di andare a parlarle, anche se magari sta solo dormendo.
Ehi Kara, so che vuoi star sola, ma ho bisogno di te, e tu di me, ti prego apri.” nessuna risposta
“Kara, apri...” ci ritento con le buone
“Apri o butto giù la porta!” perchè cazzo non risponde?
“Come preferisci.” e con un colpo secco apro la porta, e non la vedo da nessuna parte. La finesta è chiusa, per cui non è uscita. Girando la testa, la vedo svenuta sul pavimento con una lamentta in mano. Corro verso di lei, le tolgo la lametta dalle mani e la apoggio sul letto. Le disinfetto e medico la ferita sul polso e le sollevo le gambe, sperando che un breve corso di volontariato mi abbia aiutato...
Dai, Kara, svegliati... Non puoi continuare a fare queste cazzate. Ora ti svegli o ti sveglio io, perchè non puoi rischiare di abbandonarmi una seconda volta. Io non lo accetto. Devo già sopportarti senza memoria, senza un tuo ricordo di me, devo accettare che non posso baciarti, che non posso fare tutto quello che vorrei; per lo meno torna qua e affronta la realtà, perchè ti giuro che prima o poi ricorderai tutto!”
Non urlare.... scusa se ho fatto un'altra cazzata, sono stata egoista.”
“Kara, sei sveglia, come ti senti?”

Frastornata....”
“Non farmi più prendere un colpo del genere!”

Scusa.”
“Ti perdono.”













 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao ragazze <3
Come state? Io mi avvalgo della facoltà di non rispondere (:
Parliamo di cose serie però... come avrete visto dal capitolo, è abbastanza drammatico, perchè dovete sapere che quando sono triste, scrivo cose di questo genere... spero comunque che vi piaccia :)
Vediamo una Kara diversa ma in fondo uguale, perchè per Louis non prova le stesse cose, ma ricorderà una cosa, che non la renderà felice. Speriamo che questo sia l'inizio della “guarigione” e che ritorni presto a ricordare.
E di Josh, dobbiamo preoccuparci o meno? Tornerà alla carica e si approfitterà del momento o no? Rispetterà o amerà Kara come lo fa Louis? Continuate a seguire la storia e lo saprete <3
Spero in qualche recensione in più del capitolo precedente, anche se le vere “FAN” si sono fatte sentire... Ragazze, siete UNICHE, vi amo <3
le vostre recensioni riescono sempre a farmi sorridere, cosa che in questi giorni, è un miracolo riuscire a farmi fare...
Grazie davvero di tutto :3
Ora vado, ci sentiamo il più preso possibile :)
Un bacio grande Tesori miei *_*
Grazie a Sara_Scrive per il banner
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Chapter Twenty-Two ***


CHAPTER TWENTY-TWO

-Si chiama passato, ma non passa. Ti trapassa, ti spiazza. Ma non se ne va. Ti rimane dentro. È uno schiaffo di cui senti ancora il dolore. Il passato non se ne va mai.
Tu non te ne vai.-

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=0aT_FjYmvM4

LOUIS'POV

Era passato esattamente un mese da quando l'avevo trovata a terra, nel sangue. E in questi 30 giorni, erano cambiate moltissime cose, forse troppe.

Era diventata fredda, distaccata, apatica. Non era più la ragazza solare che conoscevo. Si era licenziata, non usciva più di casa e nemmeno le importava più della mia presenza. Ero diventato un fantasma, così, da un giorno all'altro. Ma la cosa che mi disturba di più, non è la mia sofferenza bensì la sua. Non riesco a vederla inerme, ma non so cosa fare. Sono come bloccato da una situazione esterna che mi tiene sospeso, tra l'aiuto e l'abbandono.

Non ha più forza di reagire, è completamente assente.

Ed è devastante, vedere la persona che ami, cadere in un baratro buio, e non poterla aiutare. Perchè io sono impotente davanti a tutto questo.

Non ho intenzione di vederla spegnersi ogni giorno di più davanti ai miei occhi, lei è tutto ciò che mi rimane.

Ho intenzione di cambiare questa situazione oggi stesso. Andrò da lei nel primo pomeriggio.

 

KARA'SPOV

Ogni giorno è peggio... Mi sento completamente morta. Non sento più emozioni, ho smesso di torturarmi sulla mia memoria, non mi importa nemmeno più di cosa sia vero o di cosa sia falso.

Mi sento intrappolata in un corpo che non sembra il mio, un corpo finto, che non reagisce. Ma il problema non è il mio corpo. Il problema è la condizione della mia anima. È completamente devastata.

Non so cosa mi sia successo, ma è evidente che sono cambiata. La mia mente continua a proiettare l'immagine della morte di mia madre ed è un attacco di panico continuo. Una visione distorta della mia vita, che però è solo morte.

Bussano alla porta.

Kara, sono Alex...” Alexandra è la mia psicologa/terapista/psichiatra, chiamatela come volete.

Vieni.”
Entra dalla porta principale, e si accomoda sulla poltrona di fronte a me.

Ciao piccola, come stai oggi?” Alex è una donna davvero forte, non so come io sia riuscita a non farla scappare. Sono un mostro.

Ha 37 anni, è alta, con una corporatura abbastanza abbandonte, i capelli castano-cioccolato, e gli occhi ghiaccio.

Non lo so.”
“Da quanto tempo sei seduta su quel divano? Devi svagarti.”
“No so nemmeno questo.”
“Kara, devi aiutarmi ad aiutarti. Se tu sei la prima a non reagire, il lavoro sarà un fallimento totale.”
“Lo è già.”

“No,non lo è. Hai solo bisogno di sostegno e vedrai che passerà tutto.”
“Sono 30...”
“30 cosa?”
“30 giorni. Non è mai cambiato nulla.”

Devi avere fiducia, il tuo non è uno stato d'animo che scompare in così poco tempo.”
“Non se ne va.”
“Ehi, smettila di essere così negativa, tu ce la farai, devi solo avere fiducia in te stessa, e iniziare a riprendere in mano la tua vita. Nessuno ti abbandonerà. Te lo prometto, noi ci saremo sempre per te.”
“Lei non c'è più. È morta.”
“Kara, sono passati 8 anni. Devi superarlo.”
“Non posso farlo.”
“Non puoi legarti al passato, in questo modo, aiuti solo la tua autodistruzione, che sarà più facile e più veloce. E noi non vogliamo questo.”
“Ryan.”
“Non c'è più nemmeno lui.”

Lui è vivo. Io lo so.”
“No Kara, devi reagire.”
“Trovalo per favore.”
“Raccontami i dettagli di quello che vedi nella tua mente ora.”
“Ho bisogno di lui.”
“Fai uno sforzo, dai!”
“Ora.”

Va bene... io ti prometto che lo cercherò, ma tu promettimi che poi reagirai e collaborerai con me.”
“Sì.”
“Brava, piccola.”

Dopo quelle poche e ultime frasi, credo di non aver più ascoltato nulla. Il mio cervello era impegnato sul dettaglio della testa di mio fratello su di me quando la macchina aveva avuto l'incidente. Continuavo a chiamarlo e ad avere un'assenza di risposta continua, fino a che il buio, si era impossessato anche di me.

Ora vado. Louis starà con te questa sera.”
“Ryan.”
“Si, lo troverò.”

Ciao Kara.”
“Ciao Alex.”

Con la poca forza che mi rimane, vado a farmi una doccia. È solo una scusa per far passare un'altra ora di questo inferno di vita.

Vado in bagno, e mi spoglio completamente dei vestiti. Rimango fissa sullo specchio, dove la mia immagine riflessa mi fa rabbrividire.

Scarnita. Devastata. Senza espressione. Forse erano gli aggettivi che mi descrivevano meglio.

Senza indugiare, mi infilo sotto al getto della doccia.

L'acqua mi scivola sopra, senza trattenersi sul mio corpo. E la mia mente si riempie di pensieri. Degli unici che hanno devastato la mia mente dell'ultimo mese. Gli unici che so che mi appartengono da quando ho perso la memoria.

Quando mi sono torturata abbastanza, esco dalla doccia, mi asciugo e mi cambio.

Mentre sto spazzolando i capelli bagnati, la porta della stanza si spalanca di colpo, e Louis, si precipita dentro.

Sei qua!”

Dove vuoi che sia?”

Pensavo che fosse successo qualcosa, che avessi di nuovo fatto qualche cazzata...”

No, ma vorrei.” sussuro stretto tra i denti.

Come?”

Nulla.”
“Come stai oggi?”
“Come ieri, come il giorno prima e come quello prima ancora.”
“E' venuta Alex?”
“Si.”

Sono seduta sul letto che mi spazzolo i capelli con lo sguardo perso nel vuoto, rispondendo meccanicamente a ogni domanda, come se le domande arrivassero dritte al cervello e poi uscissero dalla mia bocca, senza passare dal cuore. Senza una minima emozione, un'espressione. Sono completamente vuota.

Kara, non fare così, devi reagire, devi trovare un punto fermo nella tua vita, uno scopo, qualcosa per cui vale la pena di vivere. Vedrai che la memoria tornerà, ma tu devi permettermi di aiutarti.” si avvicina a me e mi prende il viso tra le mani. “Guardami.” e così, un po' per obbligo ma un po' anche per volere, rivolgo il mio sguardo dritto nei suoi occhi, quegli occhi che avevo visto tristi, felici, emozionati... quegli occhi bellissimi che rispecchiavano il suo stato d'animo. Ma nei suoi ci rivedevo anche i miei... silenziosi, bui, tristi...

Sei tutta la mia vita, ora. Non ti abbandonerò mai. Ma non farlo nemmeno tu.”

Abbasso veloce lo sguardo, rivolgendolo al pavimento.

Lui, toglie le sue mani dal mio viso, e le unisce alle mie mani.

Io non ho bisogno di nessuno.” rispondo dopo poco.

Ma sono io ad avere bisogno di te.”

Io non posso aiutarti, sono inutile. Staresti meglio senza di me. Non capisco nemmeno perchè ti ostini a rimanere.”
“Come fai a non capirlo?”

Non lo capisco. Non capisco questo tuo sentimento nei miei confronti. Come puoi continuare ad amarmi, vedendo come mi comporto con te.”

Perchè so che dentro di te c'è la mia Kara, quella che non si fa abbattere da nessuno e che combatte per quello in cui crede.”

Io non credo in nulla.”

Sei solo scoraggiata ora.”

No, sono morta dentro. Ed è quello in cui ti ostini a non credere. La Kara che conoscevi, non esiste più.”

Non è vero.”

Hai fallito, prendine atto.”
“No,no,no,no!!!”
Lo vedo alzarsi di scatto e tirare un pugno alla porta, con tutta la forza che ha in corpo mentre io rimango nella medesima posizione di poco prima.

Io non ho fallito perchè il giorno in cui fallirò, morirò con te.” e dopo quest'ultima frase se ne va. Sento sbattersi la porta d'ingresso e poi un silenzio tombale.

Mi alzo dal letto e decido di fare una cosa, l'unica cosa che riesce ancora a mantenermi in vita. Il capire chi ero e chi erano i miei familiari...

Avevo scoperto che una stanza vicino alla mia era chiusa a chiave e volevo assolutamente vedere cosa c'era dentro.

Devo solo capire dove la mia me precedente possa aver nascosto la chiave. Inizio a supporre alcuni nascondigli, finchè non la trovo nel cassetto del mobile all'entrata principale.

Salgo le scale e apro la porta con cautela, probabilmente spaventata da ciò che posso trovarci dietro.

Una volta aperta, un odore acre e di vecchio, invade le mie narici.

Avanzo di qualche passo, fino a ritrovarmi nella stanza di un bambino, con ancora un copriletto azzurro decorato da alcune macchinine tutto impolverato. È verosimilmente la stanza di mio fratello, rimasta intatta nel tempo. Ma perchè l'avevo chiusa? Cosa c'era di proibito che io non potessi vedere?

Ho bisogno di saperlo, qualcosa dentro di me lo richiede.

Inizio a farmi spazio tra tutta la polvere e i vestiti sparsi sul pavimento. Mi guardo in giro...

Un pc, un mp3 buttato sulla scrivania, un mucchio di fogli, penne... c'erano oggetti ovunque.

E poi la vedo, vedo una foto sul suo comodino. Una foto di famiglia. Mi avvicino per prenderla in mano, quando mi accorgo che sulla faccia dell'unico uomo di cui non mi ricordo ancora nulla c'è una grande “X” in rosso. È sicuramente mio padre, colui che ha detta di Louis ha abusato di me. Ma io non ricordo.

Perchè mio fratello aveva segnato la sua faccia?

Inizio a svuotare i cassetti da tutto ciò che contenevano, a ispezionare ogni foglio, ma nulla...

Mentre sto cercando, inciampo su un vecchio libro, aprendolo su una pagina al cui interno c'è un piccolo foglio ripiegato.

Lo raccolgo e mi siedo per leggerlo.

“7000 leghe sotto il mare.”

Ed ora cosa significa questo? Lo sentivo dentro di me che non era solo un titolo scritto così a caso.

Aspetta...

scendo velocemente le scale per andare a controllare nella parete dei libri.

Il diario di Anna Frank. Il nome della rosa. L'amante. Doppio Sogno. 7000 leghe sotto il mare.

Trovato.

Prendo il libro e lo apro. Cade un cd.

Lo raccolgo e vedo che è un video.

Vado in salotto e lo inserisco nel lettore per vedere cosa contiene.

Appare la faccia del Ryan di cui mi ricordavo...

Ehi sorella, vedo che sei andata a curiosare tra le mie cose!

Hai fatto bene... e vedo anche che la tua curiosità e la tua memoria non svaniranno mai.

Hai sempre amato quel libro, te lo ricordi che quando eri piccola te lo leggevo prima di andare a dormire? Eri già una secchiona.

Passiamo alle cose importanti...

Te ne sei andata da 1 giorno e già sento la tua mancanza. Penserai che sono pazzo, ma è così.

Mi dispiace per tutto ciò che hai dovuto passare con papà. Sono stato un vigliacco, e non ho fatto niente per difenderti. La mia sorellina....

Questo è probabilmente l'ultimo messaggio che posso darti, perchè se vado avanti così non durerò a lungo...

Quando vedrai questo messaggio, sarai anche più grande e matura e spero che capirai il perchè di tutti i miei errori con te.

Ora, avrai più o meno 18/19 anni, e io non ho potuto festeggiare con te la tua maturità, anche se sei cresciuta troppo in fretta.

Voglio che tu sappia anche un'altra cosa... io non c'è l'ho con te per l'incidente della mamma. Sai che credo nel destino, e credo che quello che sia accaduto è successo perchè doveva succedere.

Ora vado... spero tu mi perdoni, e che, mi cercherai. Non so se ci sarò ancora, ma vorrei che lo facessi.

Ciao piccola mia. Ti voglio un mondo di bene.

 

E il video finisce così, lasciandomi più vuota di prima e con più domande. Però almeno so di avere una possibilità di trovarlo.

Ma dove?

Riprendo il cd in mano e lo osservo. Nulla, nessun ricordo. Nessun idea su dove io possa trovarlo.

Magari c'è qualche risposta nel libro. Lo sfoglio, ma non c'è nulla nemmeno mi.

In fondo, c'è un piccolo rigonfiamento. Strappo via la copertina e c'è un altro foglio piegato, con una frase e due iniziali.

‹115 bv Lon. R.B›

Altre frasi nascoste da decifrare? Cazzo! Ero più confusa di prima. Perchè tutti questi misteri? Perchè il bisogno di nasconderlo?

Riuscivo a capire in quella frase insensata solo R.B che indicava sicuramente Ryan Bennet. Ma perchè le iniziali e non il nome, perchè nascosto? Da chi era nascosto?

Sempre più domande e nessuna risposta.

Prendo il cellulare, e anche se sono le 7 di sera, chiamo Alex.

Pronto?”

Alex, sono Kara.”
“Ehi. Come stai?”
“Starò meglio quando verrai qua.”
“Un altro attacco di panico?”

No, molto meglio.”
“Dimmi.”
“No, vieni qui. Ti aspetto. A dopo.”

 

Suonano alla porta. Alex sicuramente. Vado ad aprire.

Cosa c'è di tanto urgente? E soprattutto chi devo ringraziare per averti fatto alzare da quel divano?”
“Ryan.”

No, non l'ho ancora cercato, domani inizio.”

No, intendo che è merito suo.”
“Cosa vuol dire?”
“Vuol dire che ho frugato nella sua stanza e che tramite vari indizi sono arrivata a un video registrato da lui 8 anni fa e poi a una frase in codice che però non riesco a decifrare.”

Le faccio vedere il video e poi le passo il libro con la frase. Si fa raccontare tutta la storia di come io sia arrivata al video tramite il libro e poi la vedo felice.

Ehi Alex, dovresti aiutarmi con la frase, non continuare a sorridere.”
“Si, scusa... allora, dicevamo che R.B sta per Ryan Bennet, giusto?,

Sì.”

Bene, fammi un favore, vai a prendere un atlante.”

Ok.” vado a cercare in camera mia qualche cosa di simile ad un atlante e poi glielo porto.

Va bene questo?”

Sì.”

Sta un paio di minuti senza fiatare e poi indica con il dito una scritta minuscola sull'atlante.

Che significa?”

Lon sta per Londra, quindi ora sappiamo che è a Londra, ma non dove.”

Sì, sappiamo anche quello! Guarda qua, 15 bv, sta per quindicesima boulevard, che è una via di Londra. Per cui sappiamo anche dove si trova!”

Sì, ma non esultare troppo, perchè questo messaggio è di 8 anni fa.”
“Ma almeno è una partenza. È un modo che abbiamo per iniziare le ricerche. È un modo per sentire mio fratello vicino a me. La speranza sta tornando.”
“Sono fiera di te.”
“Per cosa?”
“Per esserti rialzata da sola senza il nostro aiuto. Continua così e vedrai che andrà sempre meglio.”
“Grazie Alex. Senza di te non ce l'avrei fatta.”
“Ci saresti riuscita ugualmente. Ora vado. Fai la brava e ci vediamo domani.”
“Notte.”

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Salve belli, come state?

Allora, felici che ho pubblicato?

Devo dire che è uno dei capitoli venuti meglio, secondo il mio parere, fino ad adesso. Perchè è un pò come se parlassi delle mie emozioni e del mio strato d'animo.

Ma veniamo a noi...

Cosa ne dite di questo capitolo?

É abbastanza forte e malinconico. Vediamo Kara completamente devastata sal suo ultimo ricordo, e Louis, che probabilmente soffre più di lei, per questa sua impotenza nei suoi confronti.

E Ryan... bhe, lui sta tornando. E non solo come fratello, ma come salvezza per Kara..

Ho voluto inserire un nuovo personaggio, Alex... che sarà più di una semplice terapista per Kara. Sarà qualcuno in cui poter contare e di cui fidarsi, cosa di cui Kara ha davvero bisogno, un'amica e in parte anche una madre, perchè Alex sarà molto protettiva nei suoi confronti..

Ora la smetto di anticiparvi le cose e vi lascio ai vostri pensieri, che vi tortureranno fino a martrdì!!! ahahahahahahahahah sono perfida!!!

Ora vado (:

Un bacio a tutte/i, vi voglio bene <3
Grazie a Sara_Scrive per il banner

A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Chapter Twenty-Three ***



CHAPTER TWENTY-THREE

Ti manca?

Si.

Tanto?

Diciamo che è come respirare sott'acqua.

 

Prendo il telefono in mano, svegliata da un raggio di sole che entra dalla finestra.

8.45... decisamente troppo presto, ma devo alzarmi per andare da Alex in studio.

Vado a farmi una doccia e mi vesto.

Scendo in cucina, faccio colazione e poi esco di casa, inserendo le cuffie per quel tragitto di strada che mi aspetta.

La musica che mi scorre nelle orecchie, riesce a cancellare tutti i rumori in sottofondo e a estraniarmi da tutto e da tutti.

Quando arrivo davanti a quella palazzina grigia in centro città, scuono il campanello. A rispondere è la segretaria di Alex, credo si chiami Marisol, ma non ne sono totalmente sicura.

Salgo le due gradinate di scale e poi mi ritrovo davanti alla porta con scritto “Neuropsichiatria e Psicologia Infantile” e il che mi ha sempre traumatizzato da quando vengo qui... Perchè mi sembra di essere matta o di avere problemi cerebrali, quando il mio problema è solo l'autostima e i problemi familiari, ma va bhè.. meglio non continuare a sindacare su ste cose...

Entro in un piccolo corridoio, che si dirama in piccole sale d'aspetto, fino ad arrivare alla mia.

Ci sono 2 bambini con i rispettivi genitori e poi ci sono io che mi accomodo su una sedia vicino alla porta d'entrata dello studio di Alex.

Prendo un giornale di gossip, si, i soliti che trovi nelle sale d'aspetto, e inizio a sfogliarlo distrattamente.

Ehi Kara, che ci fai qui? Sei venuta a trovarmi?” velocemente qualcuno mi tocca la spalla. Mi giro altrettanto velocemente e anche parecchio confusa da quel tocco.

Scusa, ma chi sei?”
“Dai Kara, non scherzare, sono Josh! Hai visto che mi hanno assunto come psicologo a tempo pieno?”
“Senti, Josh, o come dici di chiamarti, io non so chi sei e nemmeno so che ci fai tu qua e il perchè tu stia parlando con me...”

Kara, è tutto a posto?”
“No, ho perso la memoria, e non so chi tu sia.”
“Stai scherzando?”
“Ho la faccia di qualcuno che scherza?”
“Ok, ecco chiarito l'equivoco. Io ero, anzi sono un tuo amico.”
“Felice di saperlo.”
“Quindi tu non ti ricordi nemmeno di tuo padre.”
“Tu cosa sai di mio padre?”
“Ok, dovrò dirtelo io, allora.”
“Cosa? Dimmelo!”

Tuo padre qualche settimana fa ha fatto irruzione in casa tua e ha picchiato Louis, ma tu sei riuscita a farlo arrestrare e ora lui è mio paziente qui, in psicolgia.”
“Davvero?”

Si.”

Si apre la porta, ed esce Alex. Guarda prima me sorridendo e poi fulmina questo Josh con lo sguardo.

Kara, è il tuo turno, vieni.”

Mi fa entrare per poi chiudere dietro di sé la porta e fulminare un'ultima volta Josh con lo sguardo.

Cosa ti ha detto Josh?”

Nulla, solo che è un mio vecchio amico e che...”

Che...”
“Che ha in cura mio padre dopo che ha fatto irruzione in casa mia prima della mia perdita di memoria...”
“Deficiente...”
“Perchè?”
“Perchè non sei una sua paziente e dovrebbe evitare di legare con te.”
“Mi ha detto qualcosa sulla mia vita che nessuno aveva ancora fatto...”
“Perchè abbiamo un percorso da seguire prima di arrivare a questo fatto, sta a me decidere che cosa ti fa bene e cosa no e soprattutto per cose sei pronta e per cosa no. Ma quello deve sempre mettersi in mezzo e rovinare tutto.”
“Io non ci vedo nulla di male. Ora so solo una cosa in più su mio padre e questo non mi sconvoglerà la vita.”
“Solo perchè non te ne accorgi, ma questa notizia ti ha scandalizzato. È tutto scritto nel tuo cervello. Ma io direi di cambiare argomento. Di questo ne riparleremo.”
“Ryan”

Esatto.”
“Allora?”

Non l'ho trovato Kara... Lui non c'è. Quel biglietto doveva essere falso o comunque vecchio...”
“Capito... Grazie comunque.”
“Pensavo la prendessi peggio. Sono felice di come stai regendo.”
“Bene.. ora vado a casa che devo... devo... pulirla.”
“Che mi nascondi?”
“Nulla, devo seriamente pulirla.”
“Ok. A domani allora.”
“Ciao Alex.”
“Ciao Kara.”

Arrendermi? Io? Presa bene? Mai... io lo troverò Ryan. E non è solo una sensazione sbagliata. Io lo so che lui è vivo.

 

Tornata a casa, trovo Louis seduto sul divano.

Ciao Kara.”
“Ehi Louis, che ci fai qui?”
“Alex mi ha detto di controllarti perchè sei strana.”

Oddio... ma sono grande ormai, non ho bisogno della vostra supervisione 24h su 24h. Lasciatemi vivere.”
“Che stai nascondendo?”
“Nulla...”

“So tutto di Ryan.”
“Bene...”
“So che vuoi trovarlo”
“No.”
“Si.”
“No.”
“Si.

Ok, si...”
“Voglio aiutarti.”
“E' escluso.”
“Perchè?”

Perchè è una cosa che devo fare da sola. Per crescere, per ritovare una parte di me. Ma da sola. Se no mi sentirò sempre in gabbia.”
“Non credo sia una cosa saggia, ma non sono nessuno per impedirtelo, quindi, se hai bisogno di me, io sono qui.”

Grazie Louis, lo apprezzo davvero tanto.” mi avvicino a lui e lo abbraccio, perchè anche se non mi ricordo del mio amore per lui, mi ci sono affezionata e ci tengo.

Ti voglio bene Kara.”
“Te ne voglio anche io Louis.”

Che devo fare con Alex?”
“Io starò via un paio di giorni...”

Le dirò che ti porto a fare un giro nella mia casa al lago e che staremo via un paio di giorni.”
“Grazie Louis, non so che cosa farei senza di te!”

Se hai bisogno chiama.”
“Sicuramente.”
“Ora vado. Stai attenta e... nulla... stai anttenta.”
“Certo.”

Prima di andarsene, si avvicina ancora a me e mi da un ultimo bacio sulla guancia. Mi è sembrato durasse un'eternità, ma l'avrei fatto durare ancora.

Ciao.”
Mi fa un ultimo sorriso e poi esce.

Vado in camera a preparare una piccola borsa da portare con me, prendo la vecchia foto che Ryan teneva in camera sua, il video con la sua registrazione e poi vado all'autonoleggio in centro.

Prendo una macchina piccola, in modo da poterci girare più comodamente e poi, parto, alla ricerca di quella famosa 15 Boulevard.

Arrivo a Londra in un'ora e vado direttamente a cercare questa casa.

Ci sono solo un paio di case nella via, almeno il mio compito sarà facilitato.

Parcheggio e poi vado nella prima.

Suono il campanello ed esce una vecchietta davvero graziosa, ma difficilmente Ryan abità qua. Ma tentar non nuoce.

Salve signora, scusi il disturbo, volevo solo chiederle un'informazione.”
“Dimmi pure cara.”
“Ryan Bennet abita qui? O comunque ha comprato questa casa da lui?”
“No, cara. Io e mio marito abitiamo qua ormai da 40 anni e a meno che questa persona che conosci ora abbia 70 anni, non è lui.”
“No, ma grazie lo stesso signora. Scusi il disturbo.”
“Di niente. Grazie a te figliola.”

Ok, una casa è esclusa. Ora manca solo l'altra. Esco dal giardino ed entro nella prossima casa.

Suono il campanello ed esce una ragazza più giovane, probabilmente della mia età.

Ciao, scusa l'intrusione, ma avrei bisogno di chiederti una cosa.”
“Dimmi pure.”
“Ryan Bennet abita qui?”
“No, ma io ho appena comprato la casa da un altro ragazzo. Si chiama Chris...”
“No, non lo conosco.”
“Ma lui potrebbe conoscere il tuo amico. Se vuoi ti do il suo numero.”

Grazie.”
“Te lo porto subito.”

 

Ecco”
“Grazie mille.”
“Di nulla.”
“Allora ciao. Grazie ancora.”
“Ciao.”

Vado in macchina, prendo il cellulare e decido di chiamare questo numero. Magari conosce mio fratello...

 

Pronto, chi parla.”
“Salve, sono Kara Bennet, volevo sapere se lei conosce per caso Ryan Bennet.”
“Si certo, eravamo vecchi compagni.”

“Sa per caso dove abita ora?”
“No, mi discpiace, ma so che andava ogni giorno in un bar vicino a casa sua. Poi però si è trasferito.”
“Ah ok. Può comunque dirmi il nome di questo bar?”
“Si certo. Si chiama LA VECCHIA TANA. È in centro Londra.”
“Grazie mille. Un'ultima cosa, ha per caso il suo numero di telefono?”
“No. Abbiamo preso strade diverse e ho perso i numeri di tutta la rubrica. Mi dispiace.”
“La ringrazio comunque, mi è stato davvero di grande aiuto.”

Si figuri.”
“Allora, arrivederci.”
“Arrivederci.”


Ora ho una speranza. So di poterlo trovare.. spero solo di non rimanere delusa.

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Hola chicasssssssss <3

Come state????

Ho pubblicato preso così avete tempo di leggerlo e mi dite che ne pensate subito!

É un po' più breve del solito, ma sapete che quello della domenica è il più speciale perchè ho più tempo durante la settimana di pensare e fare un bel capitolo!
Nulla da dire a quello del martedì!
Ora, che ne pensate??

Kara ha (ri)incontrato Josh e ha saputo una cosa in più sul suo passato...

E cosa più importante, ha deciso di cercare Ryan... anche se non vuole l'aiuto di Louis!!!

Ma li vediamo riavvicinarsi, ed è una cosa mooooolto buona visto che comunque Kara ha perso la memoria e non si ricorda dei sentimenti per Louis...

Detto questo, non fatevi illudere dagli ultimi tratti del capitolo perchè la vita non è così facile? (Per Everlast98.... SONO PERFIDAAAAAAAAA <3)

Detto questo, mi dileguo a studiare fisica che domani ho la verifica e non studio da un mese xD

Byeeeeeeeeeeee :)
Vi voglio bene principesse (: Spero in tante recensioni!!!
A_Drop_In_The_Ocean

 

P.S. Grazie a Sara_Scrive per il banner!

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Chapter Twenty-Four ***


 


CHAPTER TWENTY-FOUR

-Everything that kills me, makes me feel alive.-

 

La speranza. Credo che sia uno dei sentimenti più belli che un uomo possa provare. La speranza ti fa sentire vivo dentro. Ti da la possibilità di credere in qualcosa con tutte le tue forze e di spenderci le tue energie; perchè finchè c'è speranza, c'è un motivo per cui andare avanti con il sorriso.

Ed era la mia situazione. Mi sentivo più viva che mai. Nonostante io non sapessi la mia identità e a cosa stavo andando incontro. Ma sapevo che ciò che stavo facendo mi rendeva felice e questo è sufficiente per me.

Avevo solo voglia di trovare Ryan e di unire questo puzzle che mi ruotava nella testa.

Quindi, procediamo per gradi... un suo vecchio amico mi ha dato il nome del bar che frequentava molto spesso; quindi ora devo cercarlo là.

Raggiungo il centro cira 5 minuti dopo la telefonata con il vecchio amico di mio fratello, e mi incammino nella ricerca di questo famoso bar nel centro di Londra.

 

Credo di avre chiesto a 3 persone e nessuna che sa dove si trova questo benedetto bar.

I casi qui sono due: o ha chiuso o è nascosto chissà dove.

Non mi arrendo... la speranza c'è e io non lascio perdere. Tengo troppo a tutto questo per lasciarlo andare alla prima difficoltà.

Vedo un passante, sulla settantina, probabilmente. Lui potrebbe sapere dove si trova il bar.

Scusi signore.”

Dimmi cara.”
“Lei sa dove si trova il bar -La Vecchia Tana-?”
“Certo. Prenda questsa via alla mia sinistra e salga. È un po' nascosto. Come punto di riferimento prenda la chiesa, che è in cima. Il bar è poco più sotto.”

Grazie davvero signore.”

Figurati.”
“Buona giornata.”


Congedato il signore, riprendo la mia (difficile) ricerca del bar.

La vecchia stradina che prendo è piuttosto ripida e fatta tutta di vecchie pietre. Ai lati si trovano ancora le vecchie case che sono tipiche dei paesini. E infatti questa è la periferia di Londra.

Continuo a guardarmi intorno, ma vedo solo piccole porte e senza insegne. Sono quasi giunta alla chiesa, per cui devo essere per forza vicino al bar.

Cerca qualcosa signorina?”
a interrompermi dai miei pensieri è una graziosa signora di ottant'anni affacciata alla finestra di casa sua. Ma in questo posto sono tutti curiosi della vita degli altri? Va bhe...

Si signora. Cerco il bar -La Vecchia Tana-, lo conosce?”
“Si. È proprio alla tua destra.”
“Oh, grazie.”

“Ragazzini.” sento che sussurra prima di entrare di nuovo in casa.

Non ci faccio caso, non è il mio problema principale in questo momento.

Probabilmente è nell'istante in cui realizzo che mio fratello potrebbe essere li dentro, che tutta la paura e l'ansia mi scoppiano dentro.

Dai Kara, che pappamolle.. prendi coraggio ed entra.

Ok. 1-2-3 e mi fiondo dentro.

Mi sento fin dasubito fissata, dato che i clienti hanno un età media dai 60 in su. E in più questo non è un bar dove c'è molta gente. Per venirci devi conoscerlo...

Inizio a camminare verso il bancone.

Salve signorina, desidera ordinare?” ad accogliermi è un ragazzo molto giovane. Avrà 20 anni.

No, grazie. Ma posso farti una domanda?”
“L'hai già fatta.”

 

Rimango sorpresa dalla risposta e mi irrigidisco un po'.

Dai scherzavo... Chiedimi pure quello che vuoi.”
“Grazie. Volevo sapere se per caso conosci Ryan Bennet.”
“Io veramente lavoro qua da poco, e non saprei. Ma puoi chiedere al proprietario del bar. Se vuoi te lo chiamo.”
“Si grazie. Mi faresti davvero un grande favore.”
“Ok. Torno qua tra poco allora.”
“Grazie.”

quando va a cercare il proprietario, inizio ad osservare intorno a me con la coda dell'occhio. È calato un silenzio pressochè tombale nel bar, tranne qualche sussurro tra i signori. Cose del tipo “E' lei!” o “Cerca Ryan.”.

È abbastanza imbarazzante se devo essere sincera...

A salvarmi da quel momento, è il proprietario, che raggiunge il bancone insieme al ragazzo di prima.

E' questa bella ragazza che mi cerca?”
“Si capo.”

Ciao, io sono Luke.”
“Piacere.”

si guarda in torno e poi rivolgendosi ai clienti “Allora, volete tutti origliare? Tornate a fare quello che stavate facendo.” e un attimo dopo tutti riprendono a concentrarsi sulle loro chiacchierate.

Allora, hai voglia di seguirmi nel mio ufficio almeno parliamo più tranquillamente?”
“Si, certo.”

Mi fa cenno di seguirlo e così andiamo nello studio al piano superiore.

Mi fa sedere e poi si accomoda di fronte a me.

Mi ha detto che cerchi Ryan.”
“Si, esattamente.”
“Perchè lo cerchi?”
“Sono fatti personali.”
“No, se è per metterlo nei guai. Ha pagato per ciò che ha fatto in passato. Ed ora non è più cosi.”

Io non voglio metterlo nei guai. Voglio solo parlarci.”
“Come avrai capito qua Ryan è famoso.”
“Già. Perchè?”

Perchè ha passato un sacco di anni qua. Poi si è sposato ed è andato a vivere da solo.”
“Sposato?”
“Certo. Con una bravissima ragazza.”

Oh mio dio... mio fratello si è sposato. Dev'essere proprio cambiato. Ha solo 25 anni però. Che gli sarà preso per sposarsi così presto?

Tornando a noi. Perchè lo cerchi?”
“Senti, io te lo dico, a patto che tu non lo chiami per dirglielo. Voglio farlo personalmente.”
“Dettiamo anche le condizioni? Ok. Va bene. Chi sei?”
“Sua... sua sorella.”

Sei Kara?”
“Si. Come fai a saperlo?”
“Avrà parlato di te almeno 1000 volte.”
“Davvero?”
“Non voleva che tu finissi in quel posto, ma non poteva adottarti. Non era maggiorenne e poi era completamente fatto.”
“Lo so. E sono felice che abbia smesso. Non voglio pedere anche lui.”
“Perchè non l'hai mai cercato?”

Perchè l'ho trovato solo l'altro giorno il suo biglietto che mi ha condotto qua. Io ho perso la memoria in un incidente. E lui è tutto ciò che mi ricordo. È tutta la mia famiglia.”
“Mi dispiace.”
“Puoi dirmi dove posso trovarlo?”
“Io ho solo un numero di telefono. Noi ci sentiamo ogni due mesi più o meno. L'ultima volta mi ha detto che suo suocero gli aveva proposto di lavorare con lui nell'agenzia immobiliare di famiglia, per guadagnare e farsi una nuova vita. Ma poi non so più nulla.”
“Un agente immobilaire?”

Già... quel ragazzo rozzo epazzo un agente immobiliare.”
“Sono fiera di lui.”
“Ti manca?”
“Tanto. Ho bisogno di parlarci.”
prende un pezzo di carta. Ci scarabocchia qualcosa e poi me lo porge.

Ecco il suo numero. Vai da lui... gli sei mancata davvero tanto. Pensava che non volessi più avere nulla a che fare con lui.”
“Grazie. Andrò da lui sicuramente. Grazie ancora.”
mi alzo dalla sedia, gli stringo la mano e accompagnata, me ne vado.

Prima di uscire dalla porta, Luke mi ferma e mi dice un'ultima cosa.

Torna pure quando vuoi. Sei la benvenuta qui.”
“Grazie.”
“Ah... buona fortuna.”

Gli faccio un ultimo sorriso e poi ripercorro la strada per tornare in centro.

Cammino fino a cercare una panchina. Mi siedo prendo fiato da tutte le emozioni che mi intasano il cervello e il cuore e poi sono pronta a sentire finalmente la sua voce.

Prendo il cellulare e con le mani tremolanti, compongo il numero che avevo ricevuto poco prima.

Squilla... buon segno.

Pronto.” risponde una voce femminile e di bambina.

Credo di aver sbagliato numero.” un altro buco nell'acqua...

Aspetta... stai cercando Ryan?”
“Si certo piccola. Sai dov'è?”
“Si. È il mio papà. È un attimo in cucina. Ma adesso torna.”

Papà? Sto collassando. Che significa? Mio fratello ha una figlia.

O-ok... Quando arriva me lo puoi passare?”

Si!”
“Come ti chiami piccolina?”

Ho tre nomi. Quale ti devo dire?”
“Quello che vuoi tu, piccola. Se vuoi anche tutti e tre.”
“Va bene! Mi chiamo Chelsea Kara Violet. E tu?”

Kara, si chiama Kara! Ha il mio nome. Mi vengono le lacrime agli occhi.

In sottofondo sento poi la sua voce, che sgrida la piccola. “Chelsea, quante volte ti ho detto che non devi rispondere alle telefonate sul telefono di papà?”

Scusa papà.”

Non può che scapparmi una piccola risata per quel momento di incredibile dolcezza.

Pronto, sono Ryan Bennet. Mi scusi per l'intrusione di mia figlia. È piccola. Aveva bisogno?”

Si figuri... Comunque; avevo bisogno di vedere un piccolo appartamento.”

Ma certo. Si è rivolta all'agenzia migliore!”

Io e le mie idee geniali! Un appartamento???

Lo spero.”
“Si fidi. Un monolocale?”
“Si, no, si!”

E' indecisa signora?”
“Signorina. Comunque un monolocale è perfetto.”
“Va bene. Quando le andrebbe bene l'appuntamento?”
“Anche oggi stesso se per lei va bene.”

Perfetto. Allora ci troviamo all'angolo di Victoria Strret per le 3 e poi iniziamo a fare il nostro tour.”
“Ok! Allora a dopo. Saluti sua figlia!”

Lo farò. A presto. Ah! Il suo nome?”

Oh cazzo!!

Mmm... Kara... Arrivederci”

E butto giù il telefono

Oh Dio che ansia! Non avevo previsto questa domanda!!

 

Ora però c'è un piccolo problema... qual'è Victoria Street?

Stupida geografia...

In un qualche modo c'è la farò!

 

Sono le 2.30 e devo iniziare a cercare questa benedetta via... Ho passeggiato abbastanza di oggi da sapere che non è ne a nord ne a ovest... mi restano sud ed est...

Quindi, inizamo da sud.

C'è ogni tipo di via, tranne quella che cerco... La solita fortuna.

Mi resta solo più est.

Oxford Street, Piccailly Cyrcus, Regent Street. Victoria Street! Vai così. Sono un piccolo genio! Ok, ricomponiamoci...

Vado all'angolo più probabile, quello che termina in Westminster Abbey...

Aspetto con molta impazienza... non c'è la faccio più, voglio vederlo e riabbracciarlo. Stupida scusa, stupido tempo, stupida perdita di memoria...

Sembro una bambina che aspetta il Natale...

Controllo l'orologio con impazienza, forse anche più volte nell'arco di un minuto, finchè qualcuno non mi tocca la spalla.

Salve.” pronuncia una voce dietro di me. “Lei è Kara?”
“Si, sono io.” dico pronunciando mentre mi volto.

E rimango subito colpita da quel viso. Non solo per la sua familiarità, ma per la sua espressione quando mi guarda.

R-Ryan...” si presenta porgendomi la mano.

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Hola Amori!!!

Come va?? So che ho pubblicato tardi e che vi ho fatto aspettare, mi dispiace!

Ma in compenso il capitolo è un po' più lungo :)

Lo scorso capitolo non è stato un gran successone, solo 5 recensioni... stanno calando...

Ditemi se non vi piace che cambio...

Comunque... Siamo arrivati al momento più importante della storia, il fatidico incontro fra i fratelli Bennet!

Proposte su come andrà a finire?? Puntate e saprete chi ci arriverà più vicino martedì!!! ahahahahahahahahah

Ora vado a dormire che sto crollando!

Vi voglio bene <3

A_Drop_In_The_Ocean

 

P.S. Quante hanno visto tutto il 1Dday ieri?? Io credo che loro non siano mai cambiati e che c'è l'abbiano dimostrato con questo video!!
Ora mi dileguo!
Ciaoooooooo :*
Grazie a Sara_Scrive per il banner!

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Chapter Twenty-Five ***


CHAPTER TWENTY-FIVE

-I'm half a heart without you-

 

Quel momento, si esattamente, quel momento in cui mi stringe la mano, sembra durare secoli, ma in compenso è un momento bellissimo!

Quando si accorge della situazione imbarazzante che si è creata, stacca la sua mano dalla mia e si ricompone, ma il suo sguardo nei miei occhi non perde mai quell'intensità che solo io potevo percepire.

Rimango bloccata dalla mia stessa incertezza, fino a che non è lui a prendere parola.

Ci conosciamo per caso?”

Si cavolo, sono tua sorella!

Non so.”

che risposta del cazzo... sono proprio deficente...

Mi guarda perplesso, prima di farmi cenno di inizare a camminare e parlare della mia futura “finta” casa.

Allora, puoi darmi una visione ben definita della casa che vorresti?”

Basta mentire... ora glielo dico.

Senti, inutile mentire ancora... non voglio nessuna casa... sono venuta a cercare te!”

A cercare me? E chi sei, una spasimante? Guarda che sono sposato.”

Ma per piacere! Io e te? Ma mai!”

Anche maleducata sei! Perchè mi hai cerccato allora? Per farmi perdere tempo?”

No, se mi fai parlare magari te lo spiego.”
“Adesso fai anche le richieste, ragazzina? Non mi sembra il caso... e meglio se lasci stare...”
“Va bene, come preferisci... era una cosa che ti avrebbe interessato, ma sei rimasto il solito cretino insensibile. Ciao e vaffanculo!”
gli volto le spalle e me ne vado a passi lunghi, prima di inizare a piangere...

Tutta questa fatica per cosa? Per non avere nemmeno la possibilità di dirglielo?

Ora capisco perchè non è mai venuto a cercarmi... semplicemente perchè non gli interessava.

Altro che pentimento e cose varie, a lui non importa di me e basta.

E io sono una cretina... ho lasciato Louis per venire a cercarlo per poi rendermi conto che ho fallito, per l'ennesima volta.

E ora, quella fottuta speranza che credevo fosse infinita è andata a farsi benedire...

Benissimo...

Non ho più nulla da fare qua, posso solo tornare a casa e ricominciare.

“Fermati!” una voce dietro di me, blocca ogni mio muscolo.

Non mi giro ne parlo. Rimango solo lì ad attendere che quella voce si faccia più vicino e che quello che spero non sia un sogno.

“Quanto corri veloce?”

mi scappa un sorriso, ma non voglio farmi vedere. Asciugo una delle ultime lacrime e poi mi volto.

Lui è dietro di me, piegato con le mani sulle ginocchia, che prende fiato.

Lo guardo interrogativa e delusa, anche se sono l'unica a sapere il perchè.

Cosa intendevi per -il solito insensibile-?”

Non rispondo.

Allora?” Si alza e mi prende per il braccio.

Non toccarmi.”
“Scusami.” molla piano la presa.

Mi allontano di qualche passo...

Scusami davvero, son un mostro. Ora però devi rispondermi... ho bisogno di sapere se mi conosci e come mi hai conosciuto.”

Ti conosco da tanto, ma non abbastanza per sapere che non sei cambiato.”

Cosa intendi?”
“Nulla.”

Ti prego, parla.”
“Basta Ryan. Fai conto che non sia mai successo nulla di tutto questo. È stato un errore venire a cercarti.”

Prende fiato qualche secondo e alla mia risposta, si illumina e mi guarda a metà tra il perplesso e il felice.

Kara?”

Già.”

Ho rovinato tutto.. il modo in cui volevo dirglielo, il luogo, tutto... sono sempre la solita.

Sei veramente tu?”

Che domanda stupida... Io non lo capisco.. prima mi da della ragazzina stupida che fa perdere tempo alla gente e poi quando scopre che sono sua sorella mi chiede se sto mentendo..

davvero non lo capisco. Mi sto pentendo di essere venuta qua a cercarlo.
“No, ti sto mentendo! Cosa credi? Che se non fossi tua sorella sarei venuta qua a perdere tempo? Mi credi realmente così stupida?”

Ormai ho perso il controllo di quello che la mia bocca sta dicendo, che non sono altro che tutti i pensieri repressi degli ultimi tempi, ma il problema, è che quando la mia rabbia esce, non riesco più a controllarmi.

Semplicemente credevo che non saresti più venuta, tutto qua. Ma dentro di me ci speravo, e poi oggi, ti ho visto, e mi sei sembrata così reale, così uguale a quando eri piccola. Gli stessi bellissimi occhi espressivi.”

Cerca anche di farmi stare buona e farmui commuovere... ma non ha idea di cosa significhi portare tutto questo peso dentro... Lui ha ricominciato tutto, io invece ho dimenticato e poi il passato mi ha sopraffatto di nuovo.

Perchè credevi che non sarei venuta a cercati? Perchè sono troppo stupida per trovare il video che avevi nascosto? Perchè avrei dovuto odiarti o perchè non ti voglio bene a sufficienza?”
“Non ho mai detto questo. Perchè ti stai comportando così adesso?”
“Perchè ero venuta con tutte le buone intenzioni; a dirti che avevo perso la memoria e che avevo prolungato questo momento solo perchè non ricordavo nulla.. ma che ero qua per recuperare il tempo perduto.

Ma tu ti sei dimostrato esattamente come 8 anni fa... insensibile. E non mi importa se te ne sei andato. Potevi farti sentire anche tu! Io ti odio!”

Lui rimane impietrito dalle mie parole, così fredde e taglienti. Le stesse parole che negli ultimi mesi hanno solo rovinato dei rapporti, le stesse parole che sono rimaste chiuse in gola, quando stavo troppo male da poter parlare. Le stesse parole che avrei voluto usare per dirgli che ero li per lui e che gli volevo bene, che l'avevo trovato nonostante tutto. Ma no... evidentemente lui non era cambiato. Non ero poi così importante da meritarmi il suo ritorno.

Era stato tutto inutile... era stato inutile parlare di lui ad Alex, lasciare Louis per venire a cercarlo. Mi ero lasciata prendere dai sentimenti, un'altra volta, e questi mi hanno di nuovo invaso la vita, portandomi ad una scelta. E quella scelta non includeva me nel percorso.

Ma cosa ci vuoi fare? Niente.

Rivolgo un ultimo sguardo ai suoi occhi lucidi e fermi agli istanti di poco prima, e poi mi giro per andarmene e per uscire di nuovo dalla sua vita, anche se lui, dalla mia non se ne sarebbe mai andato.

Ogni passo che faccio, spero che lui mi fermi, ma non succede. Ecco confermata la mia teoria.

Sono una stupida illusa...

Kara!”

é solo l'immaginazione...

Kara fermati!!”

sembra così reale..

Vuoi fermarti?” sento tirare il braccio e mi volto. E lo vedo, di fronte e a me, come poco prima, il viso contratto, le braccia tese.

Cosa c'è?”

C'è che mi dispiace, che sono un cretino, ma che ti posso spiegare.”
“Non sei obbligato a farlo. Ormai hai la tua vita... e io la mia. Volevo solo farti sapere che sapevo del tuo messaggio e che non ti odiavo.

Ora, se mi vuoi scusare, vorrei ritornare alla mia vita... Oh aspetta... io non so qual'è la mia vita.... perchè non so più chi ero.”

Non fare così... mi dispiace per il comportamento che ho avuto prima, per non essermi fatto vivo nemmeno io...”

Lo fermo, con un gesto della mano.

Ryan, sono passati 8 anni... non abbiamo più quel rapporto tale che tu devi spiegarmi la tua vita. La tua scelta l'hai fatta... e anche io credevo di essere pronta a fare la mia, ma come al solito mi sono illusa

Ciao Ryan... spero che la tua vita sia felice e che parlerai a tua figlia di me...”
“Non vuoi farlo tu stessa? Mi ha chiesto tante volte fosse la ragazzina della mia foto sul comodino, e le ho promesso che un giorno ti avrebbe conosciuta. Ti assomiglia così tanto...”
non sono insensibile, e mi sono commossa, ma l'ho ben nascosto. Ma in compenso è la sua reazione a stupirmi.

Quando finisce la frase, si lancia verso di me, abbracciandomi.

Devo dire che mi aspettavo tutto meno quella reazione.

Scusami per essere scomparso ed essere stato tanto vigliacco da lasciarti dei messaggi. Scusa per non averti salvato, per non aver aiutato la mia sorellina.

Non sai quanto mi discpiace. Ma non andartene di nuovo. Ho aspettato questo momento troppo a lungo per poterti lasciar andare così facilmente.

Dammi un'altra opportunità.”

Il silenzio che si è creato in quel frammento di abbraccio che ci unisce, sembra essere interminabile.

Il mio cuore continua a spingermi verso una risposta, ma il mio cervello non sa cosa fare..

Ryan...”
“Mmm.”

Non lasciarmi.”

Mai sorellina!” e il suo abbraccio si fa più stretto, uno di quegli abbracci che ti romperebbero le costole, ma la felicità di quel momento è troppa per pensare al dolore.

Una felicità che aspetti da tanto tempo, una di quella che non vorresti finisse mai, perchè è l'unico tipo di felicità che ti completa e ti fa star bene fino in fondo.

Perdonami per essere stata così egoista e così insensibile. Ma da quando ho perso la memoria, sei l'unica persona che riesce a farmi andare avanti. Il pensiero di ritrovarti, mi ha aiutato ad uscire dalla depressione.”

Depressione?”

Si, ho recuperato una piccola parte di memoria della mia infanzia e ricordo di te, mamma e papà... e dopo aver saputo che papà abusava di me, ho iniziato a tagliarmi e a chiudermi in me stessa. Sono diventata apatica, e mi ha aiutato una terapista e un ragazzo dolcissimo... è il mio ragazzo, ma non ri ricordo di lui, per lo meno, non dei sentimenti nei suoi confronti..”
“Vedrai che piano piano tornerà tutto... devi solo avere pazienza.

Ma chi è questo ragazzo? Come si chiama? Di dov'è? Che lavoro fa?”
“Ehi, piano con l'interrogatorio! Va bhè che sei il fratello maggiore, ma piano.!”

Si, ma dobbiamo recuperare il tempo perduto!”

Parlami di te ora!”

Sono cambiate un sacco di cose... quando me ne sonoandato, mi sono trasferito in un bar qui a Londra, dove lavoravo e vivevo, per pagarmi la roba principalmente... ma poi un giorno mi sono innamorato di una ragazza fantastica. Lei mi ha detto che se non avessi smesso con la droga, non saremmo potuti stare insieme... ero indeciso, ma poi mi ha detto di essere incinta e ho ripensato a come nostro padre si era comportato con noi e non potevo fare questo a mio figlio... così, mi sono ripulito e ho dato una svolta alla mia vita... ripartendo da un lavoro nuovo.

E quando è nata Chelsea ti assomigliava... era uguale a te quando eri piccola e allora ho voluto darle il tuo nome.”
“E' una cosa dolcissima Ryan.! Quanti anni ha ora la principessa?”
“7. E' davvero formidabile! Lo so che è mia figlia e che sono di parte, ma è così! Tu devi conoscere sia lei sia Selene... è una ragazza meravigliosa. Lei mi ha aiutato in tutto!”

Il mio fratellone è innamorato!”

Tanto!! ho intenzione di chiederle di sposarmi!”
“Wow! Ti fa davvero onore come gesto.”
“Grazie. Ora però devi venire a casa con me!”

Sei sicuro che non sono di troppo?”

Assolutamente no! Tua nipote vuole assolutamente conoscerti, e poi, devi inizare a integrarti nella famiglia perchè sarai la madrina di mio figlio.”
“Madrina? Ma Chelsea non è già stata battezzata? E poi non è femmina?”

Quanto sei tonta!! Selene è di nuovo incinta! E voglioche tu sia la madrina!”
“Cosa??? Davvero??? sono felice per te fratellone!!”

Grazie!”

Sarà un maschio?”
“Sembra proprio di si!”

Gli salto in braccio, congratulandomi ancora una 20ina di volte!

Mi sembra tutto così bello e irreale questo momento!

Allora, andiamo?”

Si!!”

 

Abbiamo camminato per una decina di minuti, dato che a detta di Ryan, casa sua è vicina! A me non sembra, ma io sono un caso a parte dato che sono il ritratto della pigrizia!!

Arriviamo sotto ad una piccola palazzina poco distante dal centro di Londra, e saliamo.

Inizia a salirmi l'agitazione, forse perchè sto per conoscere parte della mia famiglia..

Quando apre la porta di casa, sento dei passi veloci e poi una bellissima bambina con i capelli biondi e gli occhi verdi, saltare addosso a Ryan.

Papàààààààà!!!!!”
“Ciao amore!! Come stai?”

Bene!! chi è lei?”
“E' una persona speciale!”

Selene, fa capolino da quella credo essere la cucina, con un grembiule infarinato.

Sembra una famiglia perfetta, come quella delle fiabe. Quella che ogni ragazza sogna di avere un giorno.

Ciao!” mi dice lei sorridente.

Ciao!” rispondo io un po' imbarazzata.

Tra di noi si inserisce subito Ryan.

Selene, ti presento Kara.”

Anche io mi chiamo Kara, sai?” mi dice teneramente Chelsea.

Sei quella Kara?”

Eh già Sel, è proprio lei!”

Benvenuta nella famiglia!” Mi viene incontro con il suo pancione e mi abbraccia.

Poi, si china sulla figlia e molto dolcemente le dice “Ehi amore, sai la foto di papà sul comodino?”

Si, è con la zia!”

Ti ricordi la sua promessa?”
“Si!”

Bhè, si è appena avverata!!”

 

 

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao amori<3

come state??

Ho pubblicato appena ho potuto, dato che ho finito poco ffa di studiare matematica! Pffffffffff -.-

Ma comunque...

Che ne dite del capitolo?

Vi piace?

Abbiamo solo Ryan e Kara per un bel po', ma poi si inseriscono una dolcissima Selene e una piccola Chelsea, della quale vedremo la reazione nel prossimo capitolo.

Sembra che tutti prendano bene l'arrivo di Kara, tranne Kara stessa all'inzio... è un po' dura, perchè il suo odio viene tutto fuori.

Ma poi passa no?

Bhè, parliamo poi di Midnight Memories... non posso farlo perchèho perso le parole... è PERFETTO!!! lo amo già!!!

Cosi come amo tutte le sue canzoni, ma in particolare Strong, Half a heart e You and I.... e voi???

Ora vado a farmi la doccia!

Spero in tante recensioni come il capitolo precedente (a proposito, grazie ragazze, vi amo <3)

Buonanotte principesse!!!

Grazie a Sara_Scrive per il banner.

A_Drop_In_The_Ocean

Ryan 


Selene


Chelsea

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Chapter Twenty-Six ***



CHAPTER TWENTY-SIX

-I nostri sbagli sono la nostra forza.-

 

Il viso di Chelsea, è rimasto pietrificato alla notizia di poco prima, con ancora il sorriso stampato sulla faccia, i boccoli biondi che ricadevano sulle spalle.

Non aveva reagito a ciò che Selene le ha detto poco fa. E quello che non capivo, è se è felice della notizia oppure no.

I suoi occhi, celavano qualcosa di misterioso, che una bambina, soprattutto se di sette anni, non sa fare. I bambini sono campioni a dirti tutto quello che passa nella loro testa.

Ma lei no. Lei aveva un autocontrollo pazzesco, che nemmeno io, a 18 anni ho.

Tu sei Kara, mia zia, vero?” è una domanda diretta che mi spiazza all'istante, trovandomi a rispondere con “mmm” “eh..” molto imbarazzanti.

Chelsea, sei stata un po' troppo diretta, non trovi?” chiede pacatamente Ryan, come se ai trovasse a parlare con una persona della mia età, non con sua figlia di 7 anni!

Ma papà, io...”
“Tu niente.”
“Lascia, Ryan. La domanda l'ha fatta a me, e tocca a me risponderle.”

Come preferisci.”
“Allora... inutile fare giri di parole, credo che con te sia una cosa piuttosto sciocca da fare, quindi... sì Chelsea, sono tua zia.”

Finalmente qualcuno che non mi mente e non mi tratta come una bambina! Grazie zia per essere stata totalmente sincera e diretta con me,” Ma questa bambina cos'è esattamente? Come può rivolgersi a me in un tale linguaggio? È pazzesco!!

Sono completamente sbigottita, e solo ora, capisco le parole di Ryan quando m'è l'aveva definita “unica”

Tranquilla, lei fa così sempre!” mi dice Selene, probabilmente accortasi della mia faccia stranita.

S-si.”

Zia, ti va di restare a cena con noi e di raccontarmi delle cose su di te?”

Il mio sguardo si rivolge a Ryan e Selene, ora abbracciati.

Lui, guarda prima lei e poi sorridendo, guarda di nuovo me e annuisce.

Io rimango incantata da quel gesto di infinita tenerezza, che non so perchè, ma mi crea una fitta allo stomaco e mi fa pensare a Louis, facendomi accorgere che per la prima volta, mi manca terribilmente. Mi manca la sua presenza, il suo prendersi cura di me... mi manca e basta.

Ritorno poi alla realà quando Chelsea si schiarisce la gola, come per chiamarmi.

Certo piccola, ti dirò tutto quello che vuoi sapere.”
“Siiiiii!!!”
mi afferra per una mano e mi trascina via, per portarmi nella sua stanza.

La sua, è una stanza abbastanza grande, con le pareti lilla, un grosso mobile bianco lucido che orna il tutto e un letto ad una piazza e mezza che si trova a metà della stanza.

È una stanza troppo sobria per essere di una bambina di sette anni, ma non mi intrometto in questo.

Mi accomodo sul letto, seguita da Chelsea, e poi rivolgo a lei tutte le mie attenzioni.

Allora, cosa vuoi sapere?”

Voglio sapere che fine hai fatto tutti questi anni e perchè non sei venuta a trovarci.”

Bene... io sono uscita dall'orfanotrofio qualche mese fa, perchè prima non potevo, per cui, non sarei potuta venire a trovarvi per un problema logistico. E poi, quando sono uscita, non avevo ancora trovato il biglietto di tuo padre che mi dava le indicazioni per trovarvi.

Io inoltre ho perso la memoria, e questo mi ha complicato le cose, ma grazie ad una vecchia lettera, ho ricordato di Ryan e da li è iniziato tutto per ritrovarlo. E poi ho anche scoperto che è sposato e che ha una figlia.”

Quindi tu non sapevi di me?”

No.... io e tuo padre non ci parliamo da molti anni, e non abbiamo avuto la possibilità né l'occasione di dirci tutte queste cose.”

Si, lo so... ma lui ti pensava ogni giorno. A volte parlava alla tua foto poi un giorno...” non finisce la frase e si mette una mano attaccata alla bocca, come se mi stesse per confessare qualcosa che avrebbe dovuto nascondermi.

Poi un giorno...” la incito io

No nulla...”

Non mentire Chelsea.”

Poi un giorno ha... ha... ha rotto la foto e non ci ha più parlato.”

Stai continuando a mentire... non farlo con me, è una cosa che detesto. Ti conviene parlare e dirmelo.”
“Papà non vuole che io te lo dica.”
“Ma tu hai un cervello per pensare e per decidere se quello che devi dirmi è importante o meno per me.”

Ok, io te lo dico... secondo me è una cosa che devi sapere.”

prende una piccola pausa e poi inizia a parlare.

Un giorno, papà ha chiamato il nonno. Gli ha detto che sarebbe dovuto venire da te per parlarti, e che avrebbe dovuto parlare male di papà, in modo che tu lo difendessi. Poi non so altro, perchè papà ha visto che stavo origliando e ha cambiato discorso, facendo finta di niente.”

E mi sbagliavo, ancora. Non era cambiato...

Vuoi... vuoi scusarmi Chelsea, ma credo che questa sera non rimarrò a cena... ho da fare alcune cose importanti e devo tornare a casa, ma tu, se hai bisogno chiamami. Ci sarò sempre per te.”
“Scusa zia, non volevo farti soffrire.”
“No piccola, non è colpa tua. Ora vado. Tu gioca tranquilla e non fare caso se io e papà urliamo, ok?”
“Ok. Ciao zia, è stato bello conoscerti.”
“Anche per me. A presto piccola.”

Esco dalla stanza, furiosa e delusa, e le due cose insieme sono una combinazione letale.

Mi ricordavo poco e niente della serata in cui mio padre era tornato, se non quello che Louis aveva aggiunto, ma mi fidavo di lui. Era di mio fratello, che avevo perso compeltamente la fiducia.

Entro in cucina, e loro si interrompono.

Ti ha già stufato o ha parlato troppo? Lei è così!” Mi risponde Ryan ridendo.

Ma io non stavo ridendo, avrei voluto solo dargli tante di quelle pedate nel culo che l'avrebbero arrestato per vagabondaggio...

Che succede?” domanda preoccupato.

Succede che non cambierai mai, succede che ancora una volta mi sono fidata di te e tu mi hai tradito.

Succede che se avevi voglia di parlarmi, bastava venire da me e dirmelo, e non madare papà, sapendo che con lui non avevo un bel rapporto perchè aveva abusato di me, e mettendomi in pericolo.

Tu mi fai schifo... mi sei caduto davvero in basso con questo gesto.

Io non voglio più vederti.

Esci dalla mia vita Ryan Bennet. Tu per me sei morto.”

un'ultima lacrima mi riga il viso, prima di lasciare spazio ad un vuoto immenso, che mi porta a scappare fuori, verso la macchina e a partire immediatamente per ritornare a casa.

Il viaggio sembra durare un'eternità, forse perchè è sera, forse perchè il peso delle mie parole mi fa sentire peggio, forse perchè non vedo l'ora di abbracciare Louis.

I miei occhi non smettono di piangere al ricordo di poco prima, nonostante mi impegni con tutta me stessa per dimenticarlo.

Lui ormai non esiste più per me. Devo mettermi bene in testa che posso fidarmi solo di me stessae di nessun altro.

 

Giungo a casa un'ora e mezza dopo, con gli occhi gonfi e rossi e lo stomaco in subbuglio.

Entro in casa, buttando tutto sul divano e salendo per andare a sciaquarmi il viso.

Il contatto della l'acqua fredda con la pelle è piacevole e fastidioso allo stesso tempo.

Toglie il pizzicorio lasciato dalle lacrime, lasciando spazio alla fredda ondata di acqua, che si concentra sulle guance.

Vado poi in camera, rifugiandomi nel mio regno, l'unico posto sicuro, l'unico posto in cui non mi sento minacciata dall'esterno.

Afferro il telefono, che non guardo da esattamente due giorni e chiamo Louis.

Ciao Kara, come stai?”

Ehi...”
“Tutto a posto?”
“No, ma starò meglio, non ti preoccupare.”
“Perchè mi hai chiamato?”
“Mi mancavi e avevo voglia di sentirti.”
“Mi manchi anche tu, ma ci vedremo presto, giusto?”
“Giusto.”

Stiamo pochi attimi in silenzio, finchè non è rotto, ma né da me né da lui, bensì da una terza voce, una voce femminile che richiama non solo l'attenzione di Louis, bensì la mia attenzione. E non è una bella attenzione.

Amore, torna a letto.”
Doppio colpo.

Ok, per stasera sono sufficenti.

Senza indugiare butto giù il telefono, senza aspettare risposta da Louis, avrà avuto di meglio da fare.

Ma il vero problema non è quello che stava facendo con quella ragazza, ne quello che lui dice di provare per me, perchè è liberissimo di stare con un'altra ragazza. Il fatto grave è che io, mi sono accorta di amarlo nell'esatto istante in cui l'ho perso.

E non posso fare più nulla.

E io cosa faccio quando mi sento attaccata e ferita? Risolvo la storia facendomi ancora più male da sola.

Vado in bagno e afferro, dopo un mese e una settimana, dopo una promessa che dovrò infrangere, il rasoio.

E inizio a scaricare tutta la tensione sul mio braccio.

So di sbagliare, ma è l'unica cosa che mi fa stare bene.

Smetto perchè il telefono squilla.

Vado a prenderlo: Ryan.

Chiudo la chiamata senza pensarci.

È l'ultima persona che voglio sentire.

Sciaquo via il sangue e poi mi sdraio sul letto, pronta a passare una notte d'insonnia e di dolore.

Mi addormento verso le 6.00, grazie ad un colpo di fortuna, svegliandomi poi alle 9.00 per una chiamata in corso sul telefono.

Alex.

Ciao Alex.”
“Sei viva signorina...”
“Si, lo sono.”
le nozioni arrivano a scoppio ritardato, comprese le bugie che avevo detto ad Alex per andare da Ryan.

Non ci siamo più viste.”
“Già.”
“Oggi passo io o passi tu?”
“Passa tu, per favore.”
“Va bene. Sarò li per le 15.00”
“Ok.”
“Tutto apposto?”
“Ne parliamo oggi con più calma.”
“Va bene. A dopo.”
“Ciao.”

 

Mi dirigo verso il bagno, per fare una doccia rapida. Svestendomi, noto sul braccio, delle lunghe striature ancora rosse, segno della notte passata.

E me ne pento, perchè non è il modo di affrontare una difficoltà, ma puntualmente sento il bisogno di farlo.

E come se prima di tagliarmi, sentissi dentro di me una vocina che dice “Non sei abbastanza” e che mi porti a tagliarmi, anche se dentro di me so che è sbagliato.

Mi butto sotto il getto dell'acqua, che percorre ogni millimetro del mio corpo, bruciando sulle ferite ancora fresche.

 

Quando esco, mi asciugo e mi vesto, per poi scendere nel salone e accomodarmi sul divano.

Il mio cervello è completamente invaso dalla litigata con Ryan e dalla voce in sottofondo durante la telefonata di Louis, e il sentimento che ho provato subito dopo: il vuoto più totale.

Vengo distolta dai miei pensieri da un messaggio.

È Louis, ma non so se ho voglia, o meglio, se sono abbastanza forte da leggerlo.

Non resisto e lo apro.

“Non puoi capire.”
E quella frase mi butta nello sconforto più totale. Nel baratro buio di poche settimane prima, capovolgendo la mia realtà.

 

 

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

So che è tardi e so che sarete arrabbiate con me perchè non ho pubblicato prima, ma ho studiato tutto il giorno, e appena ho avuto un momento libero, ho pensato a voi e ho scritto il capitolo.

Mi dispiace perchè è corto e perchè è totalmente privo di fantasia, ma d'altra parte i capitoli si commisurano al mio stato d'animo.

Per cui, scusate la mia continua e ripetuta depressione.

Vedrò di migliorare la storia e di migliorarmi.

Detto questo, cosa ne pensate?

Siamo ad un continuo cambiamento delle cose.

Proprio mentre pensavamo che era giunta un po' di felicità, ecco che Kara soffre di nuovo.

Per lo meno, fa chiarezza sui suoi sentimenti per Louis e questo è un grande passo avanti.

Ora vado a letto che domani devo alzarmi presto.

Vi amo tesori miei <3

Mi faro perdonare!!

Grazie a Sara_Scrive per il banner.

A_Drop_In_The_Ocean

P.S. scusate gli errori di calligrafia, ma è tardissimo. Li correggerò appena posso!

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Chapter Twenty-Seven ***



CHAPTER TWENTY-SEVEN

-Am I still now, good enough?-

 

Cosa non posso capire? Che cosa? Che mi ha preso in giro per un mese, che era tutto una bugia, che cosa?

Me ne stavo seduta sul divano a distruggermi le mani per trovare una risposta a quel messaggio che mi aveva creato ancora più confusione.

E forse, avrei solo dovuto lasciar perdere tutto, dimenticarmi di tuttoe di tutti, per lo meno, per quel poco che ricordavo di me stessa.

Kara? Kara, ma mi senti?”

Cosa?” mi volto e vedo Alex in piedi che mi fissa con aria interrogativa..

Che c'è, perchè mi fissi cosi?”

Ho bussato alla porta 4 volte, sono entrata ti ho chiamato altre 4 volte e non mi hai risposto. Cosa dovrei pensare secondo te?”

Non so, che magari sono sovrappensiero? O che ero sotto la doccia? Di motivazioni c'è ne sono tante, se ci pensi, ma tu hai subito pensato che avessi fatto qualche sciochezza e sei entrata. Devi avere un po' più di fiducia in me.”

cerca di accampare qualche risposta per giustificarsi da ciò che ha appena fatto, ma senza successo.

Scusa. Hai ragione.”

Si lo so.”

Tu che hai invece, miss simpatia? Ti ha morso una tarantola?”

Magari fosse solo quello.”

Vuoi parlarne?”

No... voglio uccidere qualcuno.”

Louis?”

Magari... e anche mio fratello.”
“Ryan cosa c'entra ora?”

Oh cazzo... lei non lo sapeva, è vero... inutile mentire ancora... non arrivo a niente e soprattutto, ormai ho perso tutto.

Così, inizio a raccontarle l'avventura dei giorni passati, alla ricerca di colui che credevo la mia unica famiglia, trovando poi solo un traditore.

Rimane il fatto che mi hai mentito.”

Ora ci vuole solo la tua predica e poi siamo a posto.”
“Questa predica serve a farti crescere signorina.”
“Non ti viene magari in mente che non voglio crescere? Che non voglio soffrire ancora, che sono stufa e voglio farla finita una volta per tutte?

Ora basta. Sono stufa di Ryan, di Louis; di tutto ciò che mi circonda e sai che ti dico, che sono stufa anche di te.

Voglio che usciate tutti dalla mia vita. Io non vi voglio più.”

Va bene. A tuo rischio e pericolo.”
“Se non rischi, non vivi. Me l'hai insegnato tu o sbaglio?”

Chiusa.

Non avrò avuto un comportamento maturo, lo so. Ma è ora che qualcuno capisca anche me. Io ho chiuso con le seconde opportunità.

 

 

LOUIS'POV

Avevo voglia di vederla, ma non dopo quello che avevo fatto.

Era stata viva pochi giorni, e in quei pochi giorni Eleanor era tornata.

Non ci sono stata insieme, ma ha giurato, che se non lasciavo perdere kara, gliel'avrebbe fatta pagare.

Non so in quale modo, ma non posso permettere questo. Io la amo.

E così, quando mi ha chiamato, ho dovuto comportarmi in quel modo.

So che mi sono comportato come un vigliacco e non ho scuse per questo, ma non sapevo che altro fare.

Chissà com'è andata con suo fratello...

Ho la testa che mi scoppia, troppe domande, troppo cose che avrei bisogno di dirle. E non ho la popssibilità di farlo.

Sono stato un coglione a dare retta a Eleanor e ora l'ho persa.

Io devo parlare con Kara, ora.

 

KARA'SPOV

Eh si, mi mancava Louis, soprattutto ora che avevo fatto chiarezza con i miei sentimenti, che avevo riappacificato cuore e cervello.

Ma non potevo accettare quello che lui aveva fatto in mia assenza.

Squila il telefono, senza indugiare rispondo, non badando a chi è il mittente.

Kara!”

Che vuoi?” saltando i convenevoli, assolutamente inutili con un essere del genere.

Ho bisogno di parlarti.”
“Guarda il caso, io non voglio.”
“Ti prego.”
“E' escluso Ryan, non dopo avermi mentito su una questione così importante.”
“Ti giuro che non volevo.”
“Se non volevi non lo avresti fatto.”
“Era un modo per proteggerti.”
“Proteggermi? Ma ti rendi conto delle stronzate megalitiche che stai dicendo? Mi hai messo ancora di più nei guai, e non ti fa onore dopo avermi mentito. Soprattutto ora che sei caduto così in basso.”
“So che ho sbagliato, ma ti prego, dammi una seconda chance.”

Eccola, di nuovo la seconda possibilità... non cambio idea, ormai sono sulla mia strada e non abbandonerò i miei passi rischiando solo di perdere me stessa per correre dietro a qualcuno che si è preso gioco di me, e con questo intendo anche Louis.
“Scordatelo. Hai avuto la tua occasione è l'hai sprecata.”
“Sarebbe andata così comunque, l'errore l'ho commesso e dirtelo non l'avrebbe cancellato.”
“No, non l'avrebbe fatto, ma ti avrebbe reso l'uomo maturo che credevo tu fossi. Ma mi sono sbagliata fin dall'inizio.

Sia chiaro che tu con me hai chiuso per sempre, tu per me sei morto. Io ci sono solo per Chlsea, perchè lei non merita il mio odio.”
“Tu mi odi?”

No, non ti odio, sei mio fratello, tutta la mia famiglia.

Si. Addio Ryan.”

E chiudo la telefonata, un po' per evitare a me un pianto isterico e un po' per lui, per fargli capire che ciò che ha fatto è stato veramente grave, soprattutto dato che ha visto con i suoi stessi occhi ciò che mio padre mi faceva.

Io davvero non ci posso credere.

 

Poche ore dopo quella telefonata, mi ritrovo ancora a pensare ai piccoli occhi di Chelsea, quegli occhi che mi supplicavano di rimanere, ma che avevo mandato in frantumi con una sola risposta.

Era molto simile a mio fratello... stesso sorriso, stesso carattere spavaldo.

Avrei voluto essere come loro, una di quelle persone che non mostrano le loro emozioni, che tengono tutto dentro. Io invece dovevo sfogarmi in qualche modo, su di me, su qualcun altro, ma avevo bisogno di farlo.

Piccoli rumori sulla porta mi distolgono dai pensieri.

É Alex sicuro, ma non ho intenzione di aprire.

I rumori non cessano, portandomi ad andare ad aprire.

Che vuoi Al... Louis... che vuoi?”

Parlarti, posso?”

No, non puoi.”

So che mi odi, ma io e te dobbiamo parlare.”
“Ho detto di no. Ho preso la mia decisione di vita, e tu non sei incluso in questa decisione.”
“Kara, per favore. Tutto quello che hai sentito è stata una farsa. Non è vero nulla. Ti prego, devo parlare con te.”
“Hai finito? Come prima cosa, non sono la Madonna scsa in cielo e non devi pregarmi e come seconda cosa non mi interessa se è stata una farsa o qualsiasi altra cosa, io e te abbiamo chiuso.”

E dopo quest'ultima frase, le lacrime mi ricadono sul viso, bagnandolo e portandosi con te tutto il dolore concentrato di quei giorni.

Sapevo che non avrei potuto resistere ancora a lungo, ma speravo di scoppiare in privato, dopo aver chiuso la storia con Louis, e dopo essermi liberata di tutto ciò che mi faceva sofire, per aprire un nuovo periodo della mia vita.

Louis, dolcemente si avvicina a me, portandomi tra le sue braccia e tenendomi stretta a sé, come per farmi sentire più sicura.

In un primo momento so di essere stata rigida al suo abbraccio e probabilmente di averlo allontanato da me con qualche spinta, ma poi mi sono lasciata andare, avevo bisogno di quell'abbraccio, di un SUO abbraccio.

Sentivo la sua mano delicata sorreggere le mia testa da dietro, mentre stavamo indietreggiando verso il salotto.

Mi fa sedere sul bracciolo del divano, lasciando che la mia testa ricada sul suo petto e le mie mani incornicino la sua vita.

Sono poi io, a staccarmi da lui, sollevando la testa per guardarlo negli occhi.

Lui, di risposta, mi accarezza la guancia con la mano.

Non credo che sappia che i miei sentimenti per lui sono cambiati, ma non voglio rovinare questo momento.

Stacco le mani dalla sua vita, per alzarmi in piedi ed essere più vicina a lui.

Siamo a pochi centimetri l'uno dall' altro, lui non farebbe mai niente e io neppure, ma oggi non è un giorno qualsiasi, è il giorno in cui sono arrivata ad odiarlo, per capire che non posso vivere senza di lui e questo mi basta per fare il primo passo.

Avvicino il mio viso al suo, fino a che la distanza non è praticamente colmata e poi appoggio le mie labbra alle sue.

Lui subito, sembra non capire la situazione, ma poi si lascia andare, avvicinando il mio corpo al suo e inserendo le sue mani tra i miei capelli, fino a che, il nostro bacio non diventa più profondo, portandomi a rabbrividire ad ogni suo contatto sulla mia pelle.

Quando ci stacchiamo per riprendere fiato, lui avvicina i nostri visi.

Scusa.”

Scusa tu.”

Sono stato così appiccicoso da portarti a baciarmi...”
“No, cosa? Io non ti ho baciato per darti una soddisfazione.”
“E per cosa?”
“Perchè ho capito di amarti. Non ti bacerei mai solo per un piacere personale, lo sai.”
“Scusa per averlo pensato.”

Nulla.” mistacco lentamente dalla sua presa, per andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

Ha davvero pensato che io lo avesi baciato per fargli un favore?

Non mi conosce per niente. E poi sono io ad aver perso la memoria.

Non pensavo provassi qualcosa per me, non dopo tutto quello che ti è successo.”

I sentimenti tornano. Almeno così per me.”

I miei non se ne sono mai andati.”

E allora perchè credi che i miei non possano tornare?”

Semplicemente perchè non ho avuto modo di farti capire i miei sentimenti per te e di darti prova di quello che provo realmente.”
“Non importa. Non capisco perchè ti sembra così impossibile che io sia innamorata di te.”
“Non mi sembra impossibile, mi sembra bellissimo.”

Non lo dimostri a sufficenza, allora.”
“E così?”

Mi solleva e mi appoggia sul piano della cucina, facendomi sedere e poi avvicinandosi a me, e prima che me ne accorgessi, le sue labbra erano appiccicate alle mie, come se quella lunga mancanza, ora non gli permettesse di staccarsi.

Senza indugiare, metto le mani intorno al suo collo, prima di ritrovarmi appesa a lui come un koala. Lui, senza mai staccare le labbra dalle mie e senza rendere mai il bacio qualcosa di forzato, mi trasporta su nella mia stanza da letto, e con delicatezza mi ci appoggia sopra. Indietreggio con il corpo, in modo da far stendere anche lui.

Siamo uniti in un abbraccio che continuiamo a baciarci, senza dare spazio alle parole, perchè quel momento esprime già tutto.

Lo aiuto a sollevarsi la maglietta, e quando è a petto nudo, si stacca dalle mie labbra per poi guardarmi negli occhi.

Sicura?”

Con te sempre.”
E riavvicina le sue labbra delicate alle mie. Ora non avevo più paura. Con lui sarei stata al sicuro sempre.

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao mie belle fanciulle <3

Come state? So che è tardi anche oggi, ma ho studiato e ora che preparassi il capitolo, era già tardi.

Capitolo che vi manda in fibrillazione secondo me! Poi ditemi che ne pensate.

Ok, parto con il dire che Kara è freddissima al'inizio, quasi senza sentimenti, ma a Louis non può resistere, non ora che si è accorta dei suoi sentimenti per lui!

La vediamo anche fare il primo passo, cosa molto difficile da lei, visto che è un personaggio un po' difficile caratterialmente!

Ma ora la smetto di parlare e vi lascio alle vostre riflessioni, fatemi sapere al più presto, GRAZIE :3

Vi voglio bene, notte :*
Grazie a Sara_Scrive per il banner

A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Chapter Twenty-Eight ***



CHAPTER TWENTY-EIGHT

-L'unico modo per sentirsi qualcuno, è sentirsi se stessi.-

 

Mi sveglio grazie ad un raggio di sole che mi illumina il viso, facendomi sentire il suo tepore tipicamente estivo.

Ancora addormentata, mi giro verso il bordo del letto, per continuare a dormire, ma a poco a poco, i pensieri della notte prima mi riportano alla realtà; le labbra di Louis sulle mie, mentre diventiamo una cosa sola, perché ormai, lui fa parte della mia vita.

Muovo la mano per sentire se è ancora accanto a me, rimanendo delusa dal vuoto che occupa la sua parte di letto.

Mi volto, sbattendo gli occhi per riprendere del tutto lucidità e accorgermi di un piccolo biglietto sul cuscino.

Lentamente lo prendo e lo leggo.

"Buongiorno Amore!

So che ci sei rimasta male perché non ero a letto con te, ma dovevo andare a lavoro.

Grazie per stanotte, è stato unico, ti amo ♡

Lou"

Inevitabilmente, un sorriso si forma sulla mia bocca.

Mi alzo dal letto e vado a fare una doccia veloce, con l'intenzione di andare a fare una sorpresa a Louis al bar.

Dopo essermi asciugata, mi vesto ed esco di casa.

Quando arrivo al bar, vedo Louis intento a correre tra i tavoli, e così, per non disturbarlo, lo saluto velocemente e vado a fare una passeggiata.

Mentre mi sto dirigendo verso il parco di Dover, sento qualcuno gridare forte il mio nome.

Voltandomi, vedo una ragazza alta, con i capelli bruni e boccolosi e un viso molto grazioso. Ma che io non ho mai visto o perlomeno, non mi ricordo chi sia.

La ragazza si avvicina a me, abbracciandomi, come se mi conoscesse da una vita.

Quando si stacca, sono la prima a parlare.

"Scusa, ma ho perso la memoria, e non ricordo chi tu sia, scusa!"

"Cosa? Davvero? Quindi non ti ricordi della tua migliore amica dell'orfanotrofio?"

"Tu eri all'orfanotrofio con me?"

"Certo! In stanza insieme!! Siamo subito diventate buone amiche, ma poi con il tempo ci siamo perse di vista."

"Puoi ricordarmi il tuo nome per favore?"

"Eleanor."

Non so perché, ma a quel nome, mi viene come un cattivo presentimento, ma probabilmente non è nulla.

"Allora, come stai?"

"Potrebbe sicuramente andare meglio visto che non ricordo nulla, ma la mia vita, va bene. E tu?"

"Bhè, da quando sono andata via dell'orfanotrofio, le cose vanno meglio. Mio fratello si è laureato e così anche io, e poi, ho incontrato un ragazzo fantastico, si chiama Louis."

"Davvero? Anche il mio ragazzo!"

"Quante coincidenze! Ti va di venire a prendere un caffè con me almeno parliamo meglio?"

"Si, perché no!" Non so perché ho accettato visto il mio presentimento, ma voglio capirne di più.

Non riesco a capirli questi pregiudizi, visto che sembra una bravissima ragazza.

"Allora, raccontami Kara... hai ancora visto i vecchi compagni?"

"Veramente no, anche perché non saprei riconoscerli."

"Già, scusami!"

"No figurati..."

"Ma dimmi, come va con tuo padre? L'hai più rivisto?"

La domanda mi spiazza, ma probabilmente ero stata tanto ingenua da raccontarglielo quando ero in orfanotrofio.

"Si... Ma non è andata molto bene..."

"Mi dispiace, non volevo farti stare male."

"No figurati... Non potevi saperlo."

"Se vuoi parlarne, io ci sono."

"Grazie, ma sono un po' chiusa di carattere... Non sono una che si confida con gli altri."

"Si, ricordo bene."

Ma questa, quante cose sa di me?

Sono stata davvero tanto scema da dire tutto ad una persona?? Anche se questa era la mia migliore amica?

Anche se ha dato prova di sapere tutte queste cose su di me, io ho ancora dubbi.

Perché si è fatta viva proprio quando ho perso la memoria? Coincidenza? Non lo so...

Cerco di liquidarla in fretta...

"Ora scusami, ma devo andare che ho un appuntamento."

"Si, anche io ho da fare, ma se ti va possiamo rivederci!"

"Ma certo! Vuoi darmi il tuo numero di cellulare?"

"Si!"

Mi segna il suo numero di cellulare sotto il nome di Eleanor Calder e poi ognuna va per la sua strada.

La storia mi lascia perplessa... Io non sono una che parla di ogni problema che ha, almeno ora. Prima non mi ricordo, ma una persona no cambia così radicalmente... Come fa a sapere tutto?

Abbandono i miei pensieri per concentrarmi su altro, ovvero su Louis.... Ma non riesco a smettere di pensarci del tutto, così decido di parlarne a Louis non appena torna.

 

Quando finalmente rientra a casa, sono sulla poltrona, con le gambe rannicchiate vicino al mento che penso a ciò che è successo, e non badando nemmeno alla sua presenza.

Mi percuote la spalla, cercando di risvegliarmi, per poi sedersi a terra di fronte a me.

Che ti succede?”

E' successa una cosa strana oggi”
“Vuoi parlarne?”
“Si... Ho rincontrato la mia vecchia migliore amica dell'orfanotrofio.”

Samantha?”
“No! Samantha chi? La mia migliore amica si chiama Eleanor:”
“Cosa?”

Si, Eleanor Calder...”
“Ti posso assicurare che non è così.”
“Io ti riporto quello che lei mi ha detto.”
“E io ti assicuro che non hai mai avuto un'amica che si chiamava così, fidati di me.”
“Mi fido di te. E infatti ho avuto un cattivo presentimento fin da subito. Ma poi sapeva un sacco di cose su di me, e mi sono fidata.”
“Non farlo. Quella ragazza porta solo guai.”
“Tu la conosci? Aspetta, lei ha detto di avere un ragazzo che si chiama Louis, e se io non mi sbaglio, la tua fatidica ex si chiama Eleanor, e se collego le cose, arriviamo al fatto che uno dei due mi sta mentendo.”
“Non io...”
“E chi me lo garantisce?”
“IL tuo cuore.”
“Io non so nemmeno cosa succede tra di voi. Sono confusa e secondo te vado a capire cosa mi dice il cuore che in questo momento è rotto in mille pezzi?”

Se ti dicessi che ti amo?”
“Credi di risolvere qualcosa? Credi che mi basti per capire se stai con lei o se lei mente? Rimane il fatto che tra voi nulla è finito e che lei non ti ha costretto a starmi lontano... dimmi cosa c'è tra voi.”
“Nulla....”
“Non mentire...”
“Non lo sto facendo!”
“E allora dammi una cazzo di spiegazione logica perchè tutta questa situazione non ha senso... non ha senso che lei ti abbia ricattato e poi non attua il suo piano quando sa perfettamente che stai con me, non ha un cazzo di senso che lei diventi mia amica e non ha una cazzo di senso che tu continui a mentire a me!”

Non lo sto facendo.”
“Continui? Ancora? Mi stai solo comunicando che io e te non siamo nulla, che quello che c'è stato stanotte è contato solo per me e che mi hai scopato per divertimento.”
“Non è vero, lo sai...”
“E allora dimmi cosa cazzo c'è tra te e Eleanor!”

Va bene... Mi ha detto che avrei potuto stare con te, senza che lei ti facesse del male per avermi tutto per se, se scopavamo saltuariamente...”
“Saltuariamente? Cosa cazzo significa? Tu hai avuto il coraggio di fare l'amore con me dopo aver scopato con lei? Mi fai schifo! Io ti odio!!! Dimmi quando è successo l'ultima volta...”

Ieri mattina.” Sento gli occhi gonfiarsi dalle lacrime, i pugni riempirsi di rabbia, il cuore rompersi in mille pezzi, e sentire di ogni pezzo, l'amore di Louis andare a puttane e me stessa rompersi con lui.

Ma io amo te... con te ci sono i sentimenti, con lei è solo per farla stare buona e non farti del male.”

Vattene.”

Ti prego.”
“VATTENE!!!!!!!!”

Scusa.”

E quando se ne va, oltre al dolore, sento scatenarsi dentro di me una guerra interiore. Una guerra fatta di vendetta e di dolore.

Questa volta, i sentimenti che sopprimo, non sono per dolore, non sono per diventare apatica, ma sono per smetterla di soffrire.

Sapevo dentro di me, che ero una di quelle persone che quando smette di amare lo fa per sempre, ma non pensavo che mi sarebbe mai successo...

E ora mi ritovo vuota, piena di un unico sentimento: LA VENDETTA...

E quando cerco vendetta è la fine... non trovo pace finchè non ho compiuto la mia missione.

Il mio cuore era sigillato, aveva espulso ogni sentimento, portandomi solo all'odio più totale.

E poco importava che non ricordassi il passato. Il presente era più che sufficente per farmi capire quanto schifo faceva la mia vita e quando avrei dovuto cambiarla.

Nel cuore di una vendicatrice non sono ammessi sentimenti e non sono ammessi errori.

Basta amici, basta Louis, basta Eleanor, basta Alex, Ryan, Selene, Chelsea.

Basta Kara.

Io non esistevo più. Ciò che ero è morto.

E con me era morto Louis.

Non tolleravo nemmeno più un suo pensiero... se non quello di vendicarmi di tutti lasciando lui per ultimo.

Quella sarebbe stata la mia ultima soddisfazione. Vederlo soffrire almeno ¼ di quello che avevo sofferto io.

Nella vita devi conpiere delle scelte, ma devi capire che ad ogni scelta perdi qualcosa. E sta a te capire che cosa sei disposto a perdere.

Louis avrà anche voluto proteggermi, ma l'ha fatto nel modo sbagliato e quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Quella che mi ha reso ciò che sono e ciò che sarò a vita.

Perchè una volta che esci dal mio cuore, non puoi pià rientrarci.

 

 

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

Hola chicasssss :)

Come state?

Sì, ho pubblicato a quest'ora per voi e sono felice... felice perchè questo capitolo mi ha aiutato a sfogarmi e perchè sto dando una svolta alla storia che non mi sarei mai aspettata.

Ma non sta a me giudicare, ma a voi :)

Ok, Kara si può dire che l'abbiamo persa... e la memoria ormai non conta più. Conta il fatto che il suo cuore è stato sigillato e Louis ne è stato espulso.

Stasera sono anche di poche parole, quindi vi lascio a voi stesse :)

Notte e baci *-*

Grazie a Sara_Scrive per il banner.

A_Drop_In_The_Ocean.

 

P.S. Scusate sempre per gli eventuali errori di scrittura!!!

So che è corto, ma sono stanca morta e in questi giorni sono piena di verifiche. Mi farò perdonare.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Chapter Twenty-Nine ***



CHAPTER TWENTY-NINE

-Quando non hai più nulla da perdere, ti rimane solo la vendetta.-

 

Ebbene sì, il mio cambiamento era stato radicale. Quando avevo realizzato ciò che Louis aveva fatto, mi ero sentita completamente abbandonata, sola, per la prima volta dopo tanto.

Ma la cosa peggiore di quando ti accorgi di aver perso qualcuno per sempre e che devi cambiare. Non puoi non farlo. Dentro di te, scatta qualcosa. E quel qualcosa ti farà diventare una persona migliore, rendendoti più forte o ti distruggerà, facendoti crollare ad ogni ostacolo della vita.

E come avrei potuto pensare io, insulsa e sciocca ragazzina, di diventare una persona migliore? Ero io la prima a non crederci, ma d'altra parte sono felice così.

Ora non sono più altruista, non mi importa se la gente mi lascia perchè ciò a cui io punto è una cosa soltanto: la vendetta.

E ora non mi fermerà più nessuno.

 

 

LOUIS'POV

Non era stato facile dirglielo. Ammettere l'errore che avevo commesso, ma glielo dovevo. D'altra parte, il mio amore per lei mi ha portato a farlo.

Ma non avevo pensato alle conseguenze. O perlomeno, non a quelle a cui era andata incontro Kara.

Lo sapevo che mi avrebbe lasciato, ma non mi sarei aspettato un cambiamento così radicale.

Ora, quando ci incontriamo in giro, mi guarda con uno sguardo di fuoco, come se mi volesse incenerire e poi mi ignora come se non esistessi nemmeno.

Ma non è solo questo. È la gente con cui esce a preoccuparmi.

É una compagnia di drogati che fumano e bevono e lei, sta diventando come loro.

Non volevo rovinarla, ma non posso andare a parlarle.

Primo non me lo permetterebbe mai, e secondo, mi sentirei troppo in colpa a vedere i suoi occhi verdi rovinati da me.

La vedrei per come è ora, vuota e senza sentimenti e non è ciò che voglio.

Voglio mantenere dentro di me l'immagine di Kara prima di tutto questo.

Almeno ho lasciato definitivamente Eleanor. Ho parlato chiaro e lei mi ha detto che si era riavvicinata a me solo per separarmi da Kara, e questo mi ha fatto innervosire in modo esagerato visto che ora, Kara è quello che è anche per colpa sua.

Hai intenzione di lavorare signorino?” mi rimprovera John. Mi ero scordato che ero nel bel mezzo del turno. E solo che ultimamente penso a Kara troppo spesso.

Abbandono la mia posizione appoggiato al bancone e inizio a servire i clienti, senza rispondere a John.

 

KARA'S POV

Nel mio salotto ci sono Jackson, Luke, Justin e Katy, la mia nuova compagnia.

Hanno tutti 19 anni, tranne Katy che ne ha 18 e me.

Stanno li in cerchio a fumare e a parlare del più e del meno. Sono un po' degli attaccabrighe, ma non sono cattivi.

Mi sono trovata subito bene con loro, in quanto, ognuno di noi ha uno scopo ben preciso... vendicare la vita che ci è stata rubata. Qua siamo tutti per uno e uno per tutti.

Non esistono vie di mezzo.

Vado in salotto e mi accomodo vicino a Luke.

Gli sfilo una sigaretta dal pacchetto nascosto tra le tasche della camicia blu a righe che indossa e me la appoggio tra le labbra.

Con comodo signorina.”
“Grazie. Se hai voglia me l'accendi anche?”
chiedo io sorridendogli

Lui, dopo avermi fatto la lingua, estrae l'accendino dalla stessa tasca delle sigarette e me l'accende.

Faccio un lungo tiro, per accellerare l'accensione e poi, ingoio il fumo aspirato per poi buttarlo fuori.

Non ero questo prima.

Non fumavo.

Non bevevo.

Ero troppo pura.

Ma ora cosa sono?

Hai pensato al tuo piano diabolico?”
é Justin a interrompere i pensieri.

Veramente non l'ho progettato fino in fondo, ma ho qualche appunto in testa.”

Vogliamo i particolari.”
“Nulla di così speciale. La signorina Calder verrà sputtanata così tanto che dovrà farsi suora perchè tutti si dimentichino di lei.”
“Buona questa!”
si intromette Jackson.

Io credo che l'avrei affogata se si fosse portata a letto il mio ragazzo.” aggiuge Katy guardando un punto a vuoto e rivolgendosi a noi, a me in particolare.

Non sono così perfida.”
“Hai paura.”
“Non sono una criminale, è diverso.”
“Hai paura.”
“Sì, ho paura. La vendetta non è omicidio, la vendetta è solo far capire di che pasta si è fatti. Tutti sbagliamo. E chi sbaglia paga. Ma non merita la morte anche se quello che ha fatto è stato scorretto e da gran bastardi.”
“Non esiste una seconda chance per nessuno.”

Katy è così... o bianco o nero. Per lei non esiste una via di mezzo. E a volte questo la penalizza, o meglio, penalizza il gruppo.

Lei è una che non concede nulla a nessuno.

Con lei non puoi sbagliare... finiresti in una cassa in meno di due ore.

Lei è pericolosa, e forse per questo che non abbiamo legato molto da quando sono nel gruppo.

Siamo tutti desiderosi di vendetta, ma da quello che so, Katy va ben oltre la vendetta. Lei uccide... e questo mi spaventa.

Io tutto quello che voglio fare e farla pagare a Louis e a Eleanor, ma non potrei mai ucciderli, non sono un'assassina.

Mi alzo, un po' infastidita dalla conversazione con Katy e vado in cucina.

Dietro di me, sento i passi di Justin, bhè ecco, lui ha il passo un po' pesante.

Vuoi farmi la predica anche tu?”
“No... Non credo che c'è ne sia bisogno. Tu sei libera di fare ciò che vuoi. Ma non metterti contro Katy.”
“Dovrebbe farmi paura?”
“Sai che non sto scherzando.”
“Perchè io si?”

Sento il fiato di Justin più affannato dopo la mia domanda retorica.

Hai capito benissimo quello che intendevo.”
“Si certo.”

E allora evita certe discussioni inutili.”

E tu cerca di essere coerente. Questa mi sembra una predica o mi sbaglio?”

Ok... Stalle alla larga. Questo è un ordine, va bene?”
“Col cazzo che va bene. Io non prendo ordini da nessuno. Tanto meno da te.”

afferra il mio braccio e mi avvicina a lui, portando il mio viso, molto vicino al suo.

Intesi?”

Non distolgo nemmeno per un secondo il mio sguardo dal suo, senza nemmeno lasciar uscire una parola dalla mia bocca.

Certo.” rispondo con una certa malizia prima di tirargli una ginocchiata nelle parti intime.

Ora ci siamo intesi Juss. Non sfidarmi o la prossima volta te le stacco.”

E molto tranquillamente me ne torno in salotto insieme agli altri.

Il mio sguardo basta a far capire che nessuno deve fare domande e il silenzio invade la stanza.

Dopo un paio di minuti di continuo silenzio, Justin esce dalla cucina furioso ed esce da casa sbattendo la porta in un boato che si risente in tutta la casa.

Direi che è ora di andare.” annuncia Jackson

Si, lo credo anche io.”
“A domani allora Kara.”
“Ciao ragazzi.”

Ognuno di loro mi fa un cenno con la mano e poi escono in fila.

Ok, ammetto di essere stata una grandissima stronza con Justin, ma io odio quando mi vengono dati gli ordini.

Io non prendo ordini da nessuno.

Suonano al campanello.

Che avete dimenticato?” dico sorridente mentre mi accenno ad aprire la porta.

Non era chi mi aspettavo che fosse.

Justin entra furiosamente nel salotto, spingendomi dentro con lui e sbattendomi al muro, portando una mano al mio collo e sollevandomi di poco.

E ora cos'hai intenzione di farmi eh? Sei soltanto una sciocca che si crede forte, ma non lo sei. Se voglio ti schiaccio come una formica, ok?”

I suoi occhi non smettevano di guardare i miei, mentre le mie mani cercavano di liberarmi dalla presa sempre più forte, che mi toglieva sempre un pò più di aria.

Riesco a graffiarlo in viso, in modo che sia costretto ad allontanarsi e a lasciarmi il tempo di correre in cucina a prendere un coltello.

Lui, dietro di me, mi raggiunge, mantenedosi a distanza prima che io lo colpisca.

Non lo faresti. L'hai detto tu che hai paura e che non sei un'assassina.”

Questa non è vendetta, è difesa. Tu sei pazzo, devi farti curare.”

Io ti consiglierei di farti controllare i riflessi.” Non colgo la frase, ma quando lo faccio, è troppo tardi, lui ha il mio coltello in mano e mi taglia il braccio.

Indietreggio intorno al bancone per evitare che si sporga più in là, ma poi, lo vedo crollare a terra, e non capisco come sia successo.

Dietro di lui, Louis con un vaso di vetro ora rotto.

Non mi scompongo di un millimentro, se non per tamponare con la mano il sangue del braccio.

E lui ad avvicinarsi a me, ma io mi allontano di un passo.

Lo guardo con tutto il disprezzo possibile e poi me ne vado in bagno a medicare il taglio.

Sento parlare in cucina, ma non me ne curo.

Disinfetto il taglio per poi scartarte una garza.

Entra Louis, e senza parlare, si avvicina, mi toglie la benda dalle mani e la scarta, per poi avvolgerla al mio braccio.

Provo a scansarmi, ma mi tiene stretta a se con l'altra mano e io sono troppo stanca per continuare a rifiutare un aiuto.

Con delicatezza e senza parole, mi avvolge il braccio nella garza pulita, si sciaqua le mani e poi esce dal bagno, lasciandomi li.

Tolgo i batuffoli di cotone impregnati nel sangue, butto l'involucro della garza e poi esco, sperando di non trovare ancora Louis, perchè se no avrei dovuto parlarci.

E invece, lui è li seduto sul divano, con la testa tra le mani ad aspettarmi.

Mi avvicino al divano dov'è seduto, guardandomi intorno per vedere dov'è Justin.

L'ho fatto portare via.”
“Portare via? È morto?”

No... L'ha portato via un amico polizziotto... ora dovrà rispondere delle sue azioni.”

E il tuo amico sbirro è stato davvero tanto furbo da non voler nemmeno vedere che cosa Justin mi aveva fatto e senza farmi un interrogatorio? Non credo.”
“Credi ciò che vuoi... ma se non fossi arrivato a quest' ora saresti in una cassa...”
“Non credo. Ma questo non ti farà avere dei punti. Quindi, se non è troppo disturbo per te, dovresti tornare a casa.”

Ero venuto qua per parlare e ora parliamo.”
“Io non ho nulla da dirti.”
“Ma io si... perchè stai con questi delinquenti?”
“Non sono affari che ti riguardano.”
“Si, lo sono.”
“No, ormai non più. Vai dalla tua ragazza e occupati dei suoi problemi prima che sia troppo tardi.”
“Non stiamo insieme,”
“Non mi interessa.”
“A me interessa come stai tu.”
“Io sto benissimo. Molto meglio di quando ho scoperto che mi avevi voltato le spalle, questo è sicuro.”
“Era per te.”
“No, non lo era. É stato l'atto più egoistico che tu mi abbia mai fatto. Perchè andava bene a te. Ma ti sei mai chiesto a cosa avrebbe potuto portare il tuo errore? No!”

Si, ma non credevo a questo.”
“Ma te ne sei fregato e sei venuto a letto con me lo stesso... tu mi hai rovinato la vita e non meriti nessuna di queste parole che ti sto dicendo, quindi fammi il favore di andartene e di non tornare mai più.”
“Non posso farlo.”

E allora resta, Cazzo!

Non posso dirglielo... non dopo tutta la mia freddezza. Non posso tornare con lui... Ha fatto troppo male.

Altro che sentimenti cancellati.

Quando sono con lui, tutti i miei muri cadono...

 

 

 

 

-SPAZIO AUTRICE-

So che sono stata imperdonabile perchè non ho pubblicato martedì, ma questa settimana è stata un inferno e anche le prossime lo saranno.

Ma detto questo, ho pubblicato di mattina e quindi prima del solito, e ho un altra sorpresa...

Ho scritto l'inizio di una nuova fanfiction, che credo che pubblicherò questa sera, giusto per sapere se la leggerete e visto che lo scorso capitolo non è piaciuto molto...

ma comunque... ditemi cosa ne pensate e ci vediamo stasera :)

Vi voglio bene <3

Grazie a Sara_Scrive per il banner!
A_Drop_In_The:Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Chapter Thirty ***



CHAPTER THIRTY

Quell'infinito guardarci negli occhi e vedere chi per primo abbassava lo sguardo, sembrava durare da un'eternità...
Forse perché speravo in qualcosa che non sarebbe accaduto, ma non avrei abbassato la guardia, non dopo tutto quello che era successo, sarebbe stato come dirgli "ehi, hai vinto".
Io avrei ricostruito quei muri intorno a me, e l'avrei tenuto fuori.
Così doveva andare.
"Hai finito di fissarmi?"
"Sei tu che mi fissi."
"Sei in casa mia, sai."
"E quindi? Se non ci fossi stato io, a quest'ora sai dove saresti."
"Io non ho bisogno di te per difendermi."
"Si certo."
"Dubiti anche di questo?"
"Non sono nessuno per giudicare."
Già, non sei nessuno per giudicare, eppure, dopo tutto questo, dopo tutto il male che mi hai fatto, sarei pronta a perdonarti, a ricominciare...
Ma andrei contro i miei principi, perché perderei una parte di me se lasciassi correre.
"A che pensi?"
"A nulla."
"Perché menti?"
"Non sto mentendo."
"Ora lo stai rifacendo."
"Non é vero."
"Allora dimmi a cosa pensi."
"Perché dovrei?"
"Perché ti libereresti di un peso, e staresti meglio."
"Non credo che la mia vita ti riguardi, non più per lo meno..."
"Si lo so..."
"E allora, stanne fuori."
"Come preferisci, volevo solo aiutarti."
"Non ho bisogno d'aiuto, tanto meno del tuo."
"Lo so.. Ormai sei libera, non ti intralcerò più... Non mi interessa farlo, volevo solo che stessi bene, per il resto, ormai io e te abbiamo chiuso."

Bum, un colpo, mi trapassa dentro, mandando a puttane di nuovo quel poco di difese che mi ero creata, e tanto valeva mentire ancora, lo amavo, perché dovevo negarlo a me stessa, ma finché ero io a dirlo a me stessa, che avevamo chiuso, era un conto, ma sentirlo dire da lui, aveva fatto più male...
Lui aveva deciso, e io avevo tirato troppo la corda... Ora l'avevo perso, ed era giusto così, non eravamo fatti apposta per stare insieme, dovevo accettarlo.
Avevo due minuti, prima di crollare definitivamente.
"Già..." dico con voce tremolante. "Ora, se non ti dispiace vorrei andare a letto."
"Certo. Ciao."
"Addio." sussurro tra i denti, prima di voltarmi e salire le scale, aspettando il tonfo sordo della porta che si chiudeva.
Arrivata in camera, mi siedo sul letto, decisa ad andare a letto prima di combinare qualche stronzata.
Ma di sicuro non dormirò, così, mi metto il pigiama, vado in bagno e prendo il tubetto di sonniferi, ingoiandone quattro o cinque, giusto per essere sicura che i pensieri non mi distruggeranno dentro durante la notte.
Scendo le scale, controllo che sia tutto perfettamente chiuso e poi risalgo, andandomi ad infilare sotto le coperte.
E nello stesso istante, le tensioni di tutta la serata iniziano a farsi sentire, la lama sul braccio, gli occhi di Justin, le parole fredde di Louis, fino a che, il buio non vince su di me e tutto il resto si spegne.
 

LOUIS'POV
E poi ti chiedi il perché di certe azioni...
Le mie non avevano un perché specifico, se non quella di farla tornare da me, cambiando strategia, facendo quello che se ne fregava.
Ma avevo i miei dubbi che sarebbe servito tutto questo...
Ma tentar non nuoce.
E dio solo sa quanto mi sono sentito morire dentro quando l'ho vista ferita.
Ho solo bisogno di un suo abbraccio e poi la lascerò andare, ma ho bisogno di lei ancora per una volta.
Mi manca tutto, il suo sorriso così dolce, il calore degli abbracci, le sue labbra morbide e il suo profumo che mi inebriava le narici.
Ma ho fatto una cazzata... E ora la sto pagando.
Stavo camminando per il corridoio avanti e indietro, a grandi passi, indeciso se andare da lei e abbracciarla o lasciar perdere.
E se avessi rovinato tutto? No... Meglio lasciar stare.
Salgo in camera prima di lasciarmi prendere dall'istinto...
Cuffie, mi butto sul letto e lascio che la musica faccia il suo dovere, sperando almeno di calmare un po' i nervi tesi.


KARA'S POV
Apro un occhio, guardando la sveglia sul comodino.
Le 7.... Stupidi sonniferi, non hanno fatto un cazzo di effetto...
E ora? Ora nulla, lasci che questi stupidi pensieri ti invadano il cervello.
Ero più confusa di prima... Perché ora non sapevo se lasciare che la mia vita tornasse quella di prima o se continuare con questa stupida maschera.
Ormai una scelta valeva l'altra, Louis era riuscito a trapassare tutti i muri creando un altro vuoto, quindi poco importava chi io fossi veramente.
Poco importava che io fossi la Kara dolce e affettuosa o la Kara stronza e bastarda l'unica persona che volevo tenere lontana da me, aveva trovato un modo per entrare, quindi era stato tutto inutile.
Un altro fallimento, un'altra dimostrazione della mia inutilità. 
E ora tutti gli errori cominciavano a bruciare, ad avere un loro peso. 
Mi alzo dal letto e scendo in cucina, mi preparo una tazza di thè e poi mi accomodo sul divano.
Sembra tutto così monotono, così uguale... 
E io mi sento così uguale, così fragile e inutile.
Speravo che Louis tornasse, nonostante le mie parole erano state altre.
E chissà i ragazzi... Sapranno di certo quello che è successo con Justin...
Ma non è quello che mi preoccupa...
Due colpi alla porta mi fanno sobbalzare, portandomi ad alzarmi e sperare che ci sia Louis dietro a quella porta.
Ma quando apro la porta, le mie certezze crollano, accompagnate poi da un improvviso sconcerto quando una bambina che conosco benissimo mi abbraccia.
"Ziaaaaaaa!"
"Chelsea, cosa ci fai qua?"
"Volevo vederti, mi mancavi... Mi avevi promesso che ci saremo riviste e ora sono qua."
"Con chi sei venuta?" 
"Papá."
"E dov'é?"
"In macchina... Lui non voleva venire perché dice che tu non lo vuoi vedere... Ma io volevo stare con te!"
"Vigliacco..."
"Che?"
"No nulla... Tiene così tanto al nostro rapporto che preferisce evitarmi. Va bhe, entriamo piccola così stai un po' con la zia."

Ryan rimarrà sempre il solito... Ecco perché ho sbagliato ad andarlo a cercare per mettere a posto le cose tra di noi.
"Cosa ti posso offrire?"
"Se fai pace con papà sono felice, almeno prima della nascita del mio fratellino."

Già, Selene era incinta...  
"Quando dovrebbe nascere?" 
"Fra 3 giorni é la data prevista."
"É come lo chiamerete?"
"A me piace Liam, ma papá vuole chiamarlo Louis, come il tuo fidanzato."
"Io non ho più un fidanzato, quindi é meglio se lo chiamate Liam."
"Mi dispiace,"
"Figurati piccola."
"Però fate pace tu è papà. Per favore."

Avrei avuto il coraggio di deludere mia nipote? Forse no...anche se mio fratello non si era comportato come io mi aspettavo, non potevo mettere di mezzo Chelsea.
"Vai a chiamare papà e digli che devo parlargli."
"Grazie zia, ti voglio bene!"
"Anche io piccola mia!"

Adesso il vero problema stava nel parlare a Ryan e non picchiarlo appena vedevo la sua stupida faccia.
Avevo reagito in un modo esagerato, lo so, ma era stato più forte di me.
Credevo che lui capisse il problema con mio padre, ma evidentemente mi sbagliavo.
Mentre aspettavo che varcasse la soglia di casa, camminavo avanti e indietro, rigirandomi le mani una nell'altra.
Chelsea, entra di corsa, mettendosi al mio fianco, equità poi da mio fratello, visibilmente spaventato, preoccupato e anche un po' felice.
Avvicino la bambina e le dico di salire in camera mia e di guardare la televisione o fare quello che vuole, che io avrei parlato con papà.
Non volevo che Chelsea sentisse tutte le cose che avrei voluto dire a suo padre, la mia ira sarebbe stata incontrollabile, già lo sapevo.
Quando sento la voce dei cartoni in sottofondo, rivolgo la mia attenzione a Ryan, ancora spaesato.
"Hai davvero avuto il coraggio di far entrare tu figura da sola per farmi chiedere di parlarti? Sei un essere spregevole."
 "Non l'ho costretta, lei voleva vederti e l'ho portata. Il fatto che io non sia entrato, é un altro conto."
"Vorresti dirmi che portandola non avresti avuto anche un tornaconto personale? Non prendermi in giro, non sei nella condizione di farlo, non dopo avermi mentito."
"Non l'ho negato."
"Ma non l'hai nemmeno ammesso."

Un sorriso si forma sulle sue labbra mentre abbassa gli occhi.
"E ora cos'hai da ridere?"
"Fai le prediche come la mamma e sei più piccola di me, questo mi fa ridere.
Il fatto che tu abbia sempre la risposta pronta come la mia, questo mi fa capire che sono stato uno sciocco nella mia vita.
Perché vorrei avere un rapporto con te, soprattutto ora che siamo adulti e che sta per nascere mio figlio.
Vorrei che tu fossi più presente nella mia vita, nella vita di Chelsea e di quella di Liam, vorrei che crescesse con una zia accanto."
"Tu invece hai la parlata convincente di papà, sai? 
Ma non mi convincerai, non tirando in mezzo i miei nipoti.
Quello che però tu non sai e che io sarò presente nella loro vita ma non nella tua, perché non lo meriti.
Perché mi hai fatto credere che eri cambiato, ma in realtà non é vero.
Mi aspettavi così tanto nella tua vita, che sei arrivato a tradirmi senza nemmeno conoscermi.
Ora spiegarmi perché dovrei perdonarti."
"Non di perdonarmi, ma di ricominciare. Puoi farlo?"
"Non lo so."
"Per favore..."
"Ci devo pensare, non sono una macchina, e ti prenderei a cazzotti se potessi. Ma sono una cogliona perché ti voglio bene e non lo farei."
"Allora ammetti di volermi bene!"
"Non l'ho negato, se no perché sarei tornata?"

"Ti voglio bene!" E poi, senza badare al fatto che fossi arrabbiata con lui,sapendo già che non avrei fatto resistenza, mi abbraccia, prendendomi in braccio.
"Scusa sorellina!"
"Ti odio in questo istante, ma solo perché da te non me lo aspettavo."
"Lo so, e ti chiedo scusa per ogni cosa, ti prometto che d'ora in poi, sarò il fratello che avresti sempre dovuto avere a fianco, ma tu restami vicino."
"Io resto ma tu non lasciarmi più!"
"Promesso!"

Sciogliendo l'abbraccio, ci accorgiamo entrambi di avere gli occhi lucidi.
"Ma abitiamo distanti, come faremo a vederci così spesso?"
"Noi ci dovremmo trasferire dopo la nascita di Liam, perché ormai siamo in quattro.
E tu? Con Louis?"
"Davvero? Non vedo l'ora che nasca il piccolino e che sarete qui vicino a me.
Comunque nulla, ci siamo lasciati perché lui è andato a letto con la sua ex."
"Mi dispiace."
"Anche a me, ma non pensiamoci."
"Bhe, per dimenticarlo, potresti sempre venire da noi per qualche giorno fino a che Liam non nasce e poi torni, così, dopo qualche giorno, ci trasferiamo anche noi."
"E lasci il tuo lavoro?"
"No, posso farlo anche qua l'agente immobiliare."
"Sai già dove abiterai?"
"Si, la casa di fianco alla tua, é un regalo del padre di Selene."
"Davvero? Saremo così vicini?? Non vedo l'ora di avervi qua con me ogni giorno!!!"
"Ora vado a dirlo a Chelsea, sarà felicissima!"
"Ti aspetto qua!"

Ora, avrei potuto essere davvero felice, ho ricucito il rapporto con mio fratello, e avrò un altro nipotino.
Ma non sarei mai stata completamente felice senza Louis, mai...




 

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao belleeeeeee ❤️
Lo so che é tanto che non pubblico, ma ora sono qua, e stasera inizierò a scrivere il nuovo capitolo della nuova storia!
Prometto che per il prossimo capitolo non ci vorrà di nuovo così tanto tempo! Ahahahahaha
Ma ora, ditemi che ne pensate!
Avete visto che é tornato Ryan? Ve l'avevo promesso che sarebbero tornati tutti :)
Scusate il carattere e le dimensioni ma sto pubblicando dall'ipad, appena posso aggiusto :)
Ora vado, un bacio, vi voglio bene!
P.S. Buon Natale in ritardo ❤️
A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Chapter Thirty-One ***



CHAPTER THIRTY-ONE

Chelsea e Ryan erano andati a fare una passeggiata, anche per chiamare Selene e dirle che era andato tutto bene.

Non so perché, ma il riappacificamento con mio fratello non mi aveva creato quell'entusiasmo che speravo.

Mi sento strana... ma non solo mentalmente, ma proprio fisicamente... sono stanca, mi fa male la pancia e ho la nausea.

Vado in cucina per prendere un bicchiere di acqua, ma fa tutto l'opposto, mi provoca ancora più nausea e devo correre in bagno.

E' influenza intestinale di sicuro... sempre la solita fortuna Kara...

 

Inizio a preoccuparmi di più quando nel giro di 10 minuti devo correre in bagno 4 volte.

Non mi sembra normale.

Spero solo che mio fratello non rientri ora o non sarei un bello spettacolo da vedere.

Mi metto sul divano, con una coperta e una tazza di thè caldo, che però presumo non aiuterà molto.

Chiudo gli occhi, pensando che magari qualcosa migliorerà.

Che giorno è oggi?

19 febbraio... e c'è qualcosa che non va....

Il ciclo è in ritardo di 7 giorni, e non me ne sono nemmeno accorta da quanto ero stressata.

Ecco erchè questo malessere...

Ma il mio ciclo non è mai stato irregolare, non così tanto... non per così poco...

cosa mi sta succedendo?

No aspetta Kara... qua perdiamo passaggi...

Quanto tempo fa sei stata con Louis? Era esattamente il 30 gennaio.... e sono passati 21 giorni... questo vuol dire che c'è una probabilità che io non abbia il ciclo perché sia rimasta incinta.

Mi alzo di colpo dal divano buttando la coperta a terra e questo causa ancora più scompiglio nel mio stomaco, ma non mi importa ora.

Prima devo capire se i miei pensieri hanno una base fondata.

Senza pensarci, mi catapulto fuori e vado alla farmacia in centro, che ovviamente è chiusa dato che sono le 2 del pomeriggio, ma fortunatamente c'è una di quelle macchinette automatiche che di certo hanno un test di gravidanza.

Oggi la fortuna un po' mi aiuta, lo trovo, lo prendo e corro dritta a casa, ritovandomi, fortunatamente ancora sola; mio fratello deve aver portato la bambina al parco.

Volo in bagno e seguendo le istruzioni riesco a completare il test.

Aspetto con ansia quei quindici minuti di durissima attesa e poi, mi avvicino e lo prendo in mano, ancora alla ricerca del coraggio che mi serve per affrontare questa situazione da sola.

E così, mi armo di coraggio e giro il test, sconvolgendo nel giro di due minuti la mia vita; perché è positivo.

Nella mia testa insorgono tante, troppe domande.

La prima è come farò a dirlo a Louis, se lo farò... seguita poi da un “come farò a mantenere il mio bambino?” e da un “ lo terrò?”... ma non sono solo queste...

A chi lo posso dire?

Sarò una buona mamma?

Louis?

Io?

La mia vita che piega prenderà?

Non lo so... un punto interrogativo segna ogni domanda...

la prima cosa da fare è parlarne con qualcuno... nella mia mente scorro tutti i nomi... Alex: meglio di no... Ryan: è già stato padre, ma non capirebbe... Louis: lasciamo perdere... Selene: è quella più adatta a capirmi visto che ha già passato ciò che sto passando io...

E così, ancora un po' sconvolta; ma non nego che sono felice per la notizia, prendo il telefono e chiamo Selene.

Dall'altra parte mi risponde una voce felice, ovviamente fra qualche giorno diventerà mamma di uno splendido bambino, anche io sarei al settimo cielo se fossi in lei.

Ciao Kara! Sono felice di sentirti!”
“Anche io, davvero tanto. Volevo farti i miei più cari auguri e che sono felice di aver recuperato il rapporto con mio fratello, grazie anche a te. Ma ancora di più lo sono perché verrete ad abitare qui vicino a me.”

Grazie davvero! Non sai quanto io sia felice che tutto si è aggiustato prima della nascita di Liam e soprattutto, di venire ad abitare di fianco a te. Non so perché ma mi sa di buona opportunità per conoscerci meglio e per diventare buone amiche.”

Anche a me! Ma potremmo inizare subito... perché ho bisogno di te.”
“E' successo qualcosa di grave?”

No, grave no... ma qualcosa di inaspettato si.”

Allora che aspetti a dirmelo?” l'emozione e la curiosità nella sua voce è abbastanza evidente, così decido di andare dritta al sodo.

Sele, credo di essere incinta.”
un attimo di silenzio, che sembra durare un'eternità, interrompe le nostre due voci. Fino a quando lei non riprende entusiasta.

Davvero? Cioè, non mi stai prendendo in giro? È Louis il padre?”
“Calma! Allora, no, non ti sto prendendo in giro, ho appena fatto il test e secondo, è Louis il padre.... io non sono stata con nessun altro.”

Sai che non ci posso credere? O meglio, solo molto felice per te! Tuo fratello ne sarà entusiasta! E anche Louis lo sarà!”

Aspetta.... a Ryan posso anche dirlo, ma a Louis? Cioè, con lui le cose sono peggiorate tantissimo e non so se voglio dirglielo.”
“Devi... è un suo diritto. È il padre di tuo figlio e questo glielo devi. Per quando lui sia stato infantile o stupido, glielo devi dire.”

Si, hai ragione....”
E poi segue un'ora di informazioni sulla gravidanza, della mia prima e reale dimostrazione di felicità da quando ho scoperto di aspettare un bambino e della rimozione di tutte le paure. Perché ora sono troppo felice per pensarci.

La telefonata termina proprio quando Ryan rientra con Chelsea.

Sono le 5, e mi accorgo che il tempo passato a chiacchierare con Selene, è passato molto velocemente.

La bambina corre subito ad abbracciarmi, per poi risalire nella mia camera a giocare.

Lì, per la prima volta, mi accorgo di cosa significhi avere un piccolino correre per casa, a come la mia vita cambierà radicalmente, ma anche di quanto io sia pronta a fare questo cambiamento.

Ryan, nota il sorriso formatosi sul mio viso e si avvicina, cingendomi le spalle con il suo braccio.

Cos'è successo?”

Nulla, perché?”
“Perchè sei troppo felice! Non me la bevo!! cosa ti è successo in queste tre ore?”

Dritta al sodo o ci giro intorno?”

Ma che domande? Vai dritta al sodo!”
“Diventerai zio!”

La sua faccia si incupisce, per riflettere un istante a ciò che gli ho detto e per poi far incurvare la sua bocca in un sorriso e abbracciarmi sollevandomi da terra delicatamente.

Mi farai davvero questo grande regalo? Diventerò padre per la seconda volta e zio! Questo è il regalo più bello che tu mi potessi fare! Sono felice per te sorellina, te lo meriti.

Ora corri a dirlo a Louis, perché lo deve sapere. So che non vuoi farlo, ma è così”

Tu come fai a saperlo?”
“Perchè anche Selene non voleva dirmelo all'inizio, ma poi l'ha fatto e io ora ho Chelsea e sto per avere Liam, e sono il regalo più bello che la vita potesse farmi!”

vedo i suoi occhi brillare da quando l'ho rincontrato, ma sono lacrime di gioia, perché alla fine è riuscito a portare a termine il suo sogno...

il sogno di avere una vita felice con le persone che ama. E si, mi sento dentro a questa felicità, perché è mio fratello e gli voglio bene. E quando ho deciso di perdonarlo, ho buttato tutto alle spalle, decidendo che volevo ricominciare la mia vita anche con lui.

Vado.” raccolgo la giacca dal divano ed esco.

Camminando per raggiungere Louis al bar, penso e ripenso a come dirglielo, preparando una sorta di discorso, ma alla fine scelgo che è meglio lasciare che le cose vadano come devono andare.

E poi arrivo a quel bar, e tutte le certezze crollano e le paure risalgono...

tutte le domande. Ho paura. E se non vuole tornare con me? E se mi lascia per sempre?

Solo ora, mi rendo conto che lui è sempre stato parte della mia vita, che anche quando ho scoperto che mi aveva tradito, continuavo ad amarlo, e non avrei mai smesso.

Lui era parte di me, era più importante persino di me stessa.

Quando entro, c'è solo John.

Chi si rivede!!”

Ciao John. Scusa ma sono di fretta. C'è Louis?”
“Sempre fissata con lui eh? Bhè tesoro,credo che lui ormai abbia chiuso con te,ma comunque, è uscito prima per un appuntramento.”
“G-grazie dell'informazione. Ciao.”
“Ripassa poi!”

Lascio perdere la sua ultima affermazione, così poco importante, e mi dirigo verso casa di Louis, per vedere se è vero che ha un appuntamento.

 

E John non mentiva.... lui non c'è... ma non perderò le speranze proprio ora.

Mi siedo su un muretto vicino casa sua e sto li ad aspettarlo...

a contare ogni singola macchina che passa, a guardare le coppiette felici che passeggiano sperando che Louis non sia li in mezzo...

Nemmeno le cuffie mi riscaldano... ma non dal freddo fuori, ma dal freddo che avevo dentro in quel momento.

E così, dopo 6 ore di attesa, arriva, accompagnato da una ragazza; già, deve avermi dimenticato...

Lei si avvinghia a lui, che è un po' sconvolto di vedermi lì.

Ma le parole, anche quando è vicino a me, non mi escono... Non posso rovinargli la serata, se non la vita, dicendogli che sono incinta... Ora lui sta provando a dimenticarmi, e devo lasciarglielo fare.

Kara... avevi bisogno di me, per caso?”
“Sì, ma non fa nulla... non è così importante, almeno non lo è più ora.”

Sicura?”
“Certamente.”
soffoco un singhiozzo

Come preferisci.”
reinserisco le cuffie nelle orecchie e metto ad alto volume la musica, prima di allontanarmi e non voltarmi a vedere ciò che Louis sta facendo.

 

Non ho nemmeno voglia di rientrare in casa, e così passo le seguenti 6 ore a vagare per Dover, con le cuffie nelle orecchie e sedendomi qualche volta su una panchina, fino a sedermi su una roccia al parco e guardare l'alba da sola.

 

Quando ormai le prime persone inizano ad invadere la città, mi alzo dalla roccia e mi incammino verso casa, con gli occhi gonfi e rossi e la stanchezza e la sofferenza che mi pesano.

Fortuna vuole, che l'unica persona che non avrei voluto incontrare, stava venendo verso di me, Louis.

Decido di essere superiore, e continuare a camminare invece che scappare, perché ormai è ora di far capire che io sono una donna... e anche se sono poche le persone che lo sanno, presto sarò una mamma e devo prendermi le mie responsabilità.

Gli passo vicino, ancora con le cuffie e senza farlo apposta, gli sfioro la spalla, e con la coda dell'occhio noto i suoi occhi interrogativi su di me.

Continuo a camminare, ancora un po' scossa, giungendo a casa poco dopo...

Entrando, tutto è chiuso e il buio regna...

Mi sdraio sul divano, prendendo una coperta e poggiandomela addosso.

Lasciando che i pensieri sfumino e crollando in un sonno profondo.

Dormo appena 3 ore, se non meno, perché poi, Chelsea corre per casa e mi salta addosso.

È mio fratello a prenderla in braccio e a portarla via, permettendomi di continuare a dormire, ma ormai il sonno è passato e non mi resta che alzarmi e prepararmi per una nuova giornata...

Vado in cucina a preparare una tazza di thè e poi, ritorno sul divano.

Non sono brava a dimenticare, e il mio cervello non è bravo a rinchiudere i pensieri da qualche parte, e così, mi ritrovo a dover percorrere tutta la giornata precedente in un paio di minuti...

Dalla grande scoperta al vedere Louis con un'altra...

Sobbalzo quando mio fratello rientra e mi dice che è ora di ripartire perché Liam dovrebbe nascere tra 24 ore...

Non ci divulghiamo in piagnistei, anche perché ci rivedremo presto.

Do un bacio in fronte a Chelsea e poi abbraccio mio fratello, che prima di uscire, mette una mano sulla mia pancia e mi fa l'occhiolino...

E rimango sola, ancora...

La giornata non prosegue in maniera molto eccitante... Mi divido tra il divano e il letto, tra un libro e la televisione accesa e tra qualche accenno di nausea e la corsa al bagno...

Verso sera sto un po' meglio. Ora sono accovacciata sul letto con il pc in mano mentre navigo su internet.

Una chiamata mi distoglie da ciò che sto leggendo... afferro il cellulare e leggo il nome sullo schermo: Louis.

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

Ciaooooooo :3

Come va?

Sono riuscita a pubblicare in un tempo più o meno ragionevole e spero che questo capitolo vi piaccia, almeno quanto ha entusiasmato me nel scriverlo!

Non vi lascio altre anticipazioni!

A presto, anche con l'altra ff :)

Un bacio!

A_Drop_In_The_Ocean

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Avvisoooo! ***


Buonasera ragazzi (:
Sì, non è ciò che vi aspettavate: il capitolo...
Mi dispiace, ma dovrete pazientare ancora un pó, perché sono finita in punizione e lo sarò ancora per qualche settimana (si spera!) quindi niente computer e niente capitolo.
Mi dispiace davvero tanto!
Perdonatemi ^-^
A_Drop ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Sono (FINALMENTE) tornata! ***


Ciao tesori...
Bhe, so che è tanto, troppo tempo che non pubblico più la continuazione della storia e vi starete chiedendo se la mia punizione è durata fino ad adesso. Assolutamente no, solo che quest'anno è stato pareccho complicato per me e ho trovato a malapena il tempo per rimettermi in sesto completamente.
E poi bho, appena mi sono resa conto che era tutto sistemato mi siete mancate terribilmente e mi è tornata la voglia di continuare a pubblicare la storia, sempre se voi siete d'accordo, e se non vi siete dimenticate di me, ma soprattutto di Kara e Louis <3.
Fatemi sapere, magari attraverso una recensione a questo post o per messaggio privato, se vi interesserebbe leggere la continuazone della storia, che mi metto subito all'opera per scriverla.

Un bacio a tutti,
scusate ancora per la lunghissima assenza, mi dispiace.

A_Drop

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Chapter 32 ***



CHAPTER THIRTY-TWO

Ora come ora sono più confusa che mai; la mia testa dice di non rispondere e il mio cuore dice l'opposto.

E così lascio prevalere il mio orgoglio e aspetto che la suoneria cessi, ma mi pento subito dopo di non aver risposto a Louis.

Giustifico il mio senso di colpa dicendo che non avrei saputo cosa dire e nel caso l'avessi fatto non gli avrei permesso di rifarsi una vita con la ragazza con cui era uscito il giorno prima.

D'altro canto, volevo sapere a tutti i costi cosa voleva per essere arrivato a chiamarmi.

Era troppo tardi per andare da lui e così lascio semplicemente perdere tutto mettendomi a dormire.

Non appena il mio viso si appoggia al cuscino, i pensieri mi si affollano nella testa e lo stress degli ultimi giorni mi colpisce come uno schiaffo violento.

Ed è inutile negare a me stessa che va tutto bene, che l'arrivo di questo bambino è stata una benedizione, perché non è così. Ho paura. Non credo di essere pronta ad affrontare tutto questo da sola. E Louis mi manca, troppo.

Vorrei solo non dover dirglielo proprio ora che sono incinta. Ma non posso passarci sopra. Lui è il padre del bambino e non posso nasconderglielo. È un suo diritto e nonostante i nostri disguidi deve saperlo. Devo affrontarlo, con il rischio che il nostro rapporto si chiuda definitivamente e per sempre.

Lascio alle spalle i pensieri e mi concentro per addormentarmi.

 

È una chiamata a svegliarmi.

Rispondo senza visualizzare chi sia il mittente: è Ryan.

Rispondo ancora un po' assonnata, ma dall'altra parte, una voce eccitata e felice non sembra accorgersi della mia condizione.

Pronto?”

E' nato, ti rendi conto?!”
“Oh Ryan, è nato Liam, non ci posso credere!”

Si! È davvero qualcosa di spettacolare essere padre!”
“Come sta Sele?”

Stanca ma bene. Anche la piccolina è felice! Quando l'ha preso in braccio per la prima volta era abbastanza incredula ma l'ho vista commossa per la prima volta.”
“Sono davvero felice Ryan. Per tutti voi. Dai un bacino ai miei nipotini e verrò presto a trovarvi!”

Noi dovremmo trasferirici entro due settimane.”

Perfetto! Allora ci vediamo in questi giorni.”
“Ti aspettiamo! Ciao sorellina!”

Ciao Ryan”

Poso il telefono e torno a sdraiarmi sul letto. Ma poco dopo ricevo un'altra chiamata.

Ciao John. Che c'è?”
“Ciao Kara. Ho bisogno di un favore.”
“Certo, se posso aiutarti.”
“So che non è un periodo facile per te ma ora ho bisogno del tuo aiuto perché mia moglie ha problemi di salute e devo lasciare il bar temporaneamente.”
“E non puoi assumere dei nuovi camerieri?”

Ecco, il fatto è proprio questo. Io mi fido solo di te e Louis per questo ti ho chiamato.”
“Bhe John, tu sai dei miei problemi con Louis, ma se posso aiutarti ci passerò sopra.”

Grazie, davvero grazie Kara!”

Figurati!”

Allora vi mettete d'accordo voi per gli orari e cose simili.”
“Si, tranquillo. Ora vai da tua moglie e stalle accanto. Ci vediamo presto.”

Grazie ancora Kara, a presto!”

e in meno di un paio di minuti mi ritrovo ad avere un lavoro con il mio ex, padre di mio figlio. Perfetto, la giornata non poteva iniziare meglio! Ironia della sorte. Quando decido di non volerlo più vedere, la vita me lo mette di fronte.

Decido di passare nel pomeriggio e mettermi d'accordo con lui per gli orari di lavoro, e più tardi penserò al da farsi sul bambino.

Nel frattempo mi farò una doccia.

Quando mi spoglio di fronte allo specchio del bagno, mi guardo, ripercorrendo ogni tratto del corpo, ogni lineamento del viso, del mento, delle spalle, arrivanto fino alla pancia e quasi involontariamente metto una mano sopra.

Sono quasi compleatamente felice in quell'istante ma poi tutto torna reale e decido di entrare nella doccia.

Quando ho terminato, mi asciugo i capelli e poi mi vesto.

Scendo poi in cucina e mi preparo qualcosa da mangiare prima di andare al bar.

Mi ritrovo in salotto, sdraiata a sgranocchiare, guardando uno stupido telefilm di cui non so nemmeno il nome dei protagonisti.

Mi sento una stupida vecchia che non ha nemmeno una vita sociale.

Terminato il mio cosiddetto pranzo, mi alzo, mi do un'ultima sistemata e poi esco di casa per andare al bar.

Sono sempre più terrorizzata man mano che mi avvicino a quel bar. E se lo trovassi con la sua nuova ragazza? E se si stessero baciando? E se non avessi la forza di superare la situazione?

La mia testa è un caos, fino a quando non entro in quel bar e tutte le mie paure crollano.

Lui non c'è dietro al bancone. E non ci sono clienti.

Vado sul retro a cambiarmi. È rimasto tutto tale e quale a come l'avevo lasciato. Il mio armadietto, addirittura la posizione del mio grembiule.

Me lo metto ed esco, pronta a ricominciare la mia vita al di fuori della mia casa.

È presto quindi non mi aspetto di avere molti clienti per queste prime ore pomeridiane.

Inizio così a pulire in giro giusto per fare qualcosa.

Dietro di me sentro dei passi, così mi giro e lo vedo, di fronte a me, in tutta la sua bellezza che mi guarda con i suoi occhi color del mare.

Non mi esce nemmeno un “ciao”. Mi limito a guardarlo. È lui a parlare per primo.

Ciao”

Ehi”

Ti ha chiamato John?”
“Si, stamattina.”
“Per te non è un problema lavorare con me?”
“No. E per te?”
“Nemmeno.”

Da fidanzati a sconosciuti. Faceva male sentire la distanza tra di noi.

Abbasso lo sguardo e ritorno a pulire il tavolo, finché lui non mi toglie lo straccio dalla mano e sempre tenendomi delicatamente per il braccio fa in modo che io lo segua verso un tavolo per sederci insieme.

Cosa volevi l'altro giorno?”
la domanda mi coglie alla sprovvista

Solo vederti.”
“E perché volevi vedermi?”
“Perchè tutte queste domande?”
“Perchè voglio sapere cosa ti sta succedendo. È vero, io ho sbagliato e me ne assumo tutta la responsabilità ma tu hai qualcosa che non va. L'ho visto l'altra sera nei tuoi occhi.”

Nei miei occhi non c'è proprio niente, se non la tristezza e la mancanza.”
“E chi ti manca?”
“Come se non lo sapessi. Non mentire Louis. Lo sappiamo entrambi che ti amo e che mi manchi ma sappiamo benissimo entrambi che non possiamo stare insieme”
“E perché non possiamo?”
“Perchè siamo troppo diversi. E poi tu esci già con un'altra ragazza quindi io non ne voglio più sapere.”
“E se ti dicessi che non è nulla quella ragazza?”
“Ti direi che sei uno stupido perché è davvero bella e si vede che gli piaci. Non prenderla in giro.”
“Ma non è te.”
“E' solo un bene questo, fidati.”

Vedo la speranza spegnersi completamente nei suoi occhi e a quel punto capisco che vuole stare solo.

Mi alzo e vado a fare il mio lavoro, cercando il più possibile di ignorarlo per il resto del turno.

Non appena il bar è vuoto, vado sul retro, mi tolgo il grembiule e mi riprendo le mie cose per poi uscire senza dire una parola.

Durante il tragitto verso casa, penso al fatto che non ci salutiamo nemmeno più. È da non credere e io sono una stupida. Sono stata ancora zitta.

Il resto della sera trascorre normalmente tra televisione e pc, niente di così eclatante, fino a che non suona il campanello.

Non ho idea di chi sia ma scendo comunque ad aprire. Sono in pigiama quindi è bene che sia urgente.

Apro già con la risposta cattiva sulla punta della lingua ma mi accorgo ben presto che non la utilizzerò.

Louis”

Ciao”
“Che ci fai qui?”

Bhe ecco, ho fatto la chiusura e mi sono accorto che non c'eri e che non ci siamo nemmeno salutati quando te ne sei andata.”
“Sei venuto qui perché non ti ho salutato quando sono tornata a casa?”
“Per te non sarà così ma per me è importante qualsiasi cosa dici”

Vuoi entrare?”

No. Sì”

Okay, accomodati”

Grazie.”
“Vuoi qualcosa da bere?”

No grazie.”
“Va bene.”

Allora, vuoi dirmi il vero motivo della tua visita?”
“Senti, io voglio sapere perché sei venuta da me l'altra sera.”
“E io voglio sapere perchè mi hai chiamato il giorno successivo.”

Perchè volevo sapere cosa volevi.”
“Senti, io non volevo nulla. Semplicemente volevo vederti ma poi mi sono resa conto che stai cercando di ricostruirti una vita e non sarò io a impedirtelo.”
“Costruirmi una vita? Non è il mio intento, non senza di te. Mi stavo svagando ma io non voglio costruire nessuna vita se non ci sei tu. O con te o senza.”
“Stai scherzando? Perché dici questo Louis? Non puoi mettere in stand-by la tua vita perché non ci sono io. Non puoi assolutamente. Devi vivertela e con me non saresti capace di farlo.”
“Oh queste sono solo scuse. Sai benissimo che possiamo stare insieme. Faresti prima a dire che non vuoi.”

E' qui che ti sbagli. Io voglio stare con te ma tutte le volte che ci abbiamo provato è andato tutto a puttane e sinceramente sono stanca di stare male.”

Perchè credi che io non stia male? Tutte le sere ripenso a ciò che ho fatto e me ne pento perché io e te stavamo bene prima della storia di Eleonor e con quello ho perso tutto ciò che mi stava più a cuore, tu sei tutta la mia vita e io non posso arrendermi. Sarebbe troppo semplice.”
“Fidati che non è affatto semplice rinunciare a te. Mi manchi ogni giorno eppure lotto contro la mia volontà per stare bene, anche se non è cambiato niente. Anzi, ogni giorno si sente sempre di più la tua mancanza e fa male rivederti in ogni angolo di questa casa ma poi mi rendo conto che nella realtà siamo distanti anni luce.”
“Se tu solo me lo permettessi, io potrei tornare e rendere tutte quelle mancanze solo un ricordo.”
“Non più ormai. Davvero Louis, volta pagina. Con me ti faresti solo del male.”

Ma come puoi dire questo? Io con te mi sono innamorato per la prima volta, con te è stata addiritttura la prima volta che ho fatto l'amore, ma che fosse solo amore. Io non posso dimenticare tutto questo.”

Dopo quella frase mi ero resa conto che non potevo più nasconderlo. Che era davvero lui quello con cui volevo stare. Che niente ci avrebbe separato perché l'avrei cercato incessantemente in ogni volto che incontravo se non fossimo stati insieme e così presi coraggio per rivelargli ciò che avrebbe cambiato l'esistenza di entrambi.

Devo dirti una cosa...”

la sua espressione si incupì e si rilassò nell'esatto istante in cui ho pronunciato quelle parole.

Era ora di dirgli la verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

Hola amourrrs <3

So che sono moltissimi mesi che non mi faccio più sentire ma ora sono qua e vorrei dirvi che mi siete mancate ed è per questo che ho deciso di riprendere a scrivere, sperando che leggerete la ff :)
Prometto di continuare a scrivere e di non fare mai più assenze così tanto lunghe!

Un bacio :*

Fatevi sentireeee :)

A_Drop_In_The_Ocean

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2148486