Aspettative Inaspettate

di driverly98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- Positivo ***
Capitolo 2: *** Guarda Chi Si Rivede ***
Capitolo 3: *** Incontro -Non- Casuale ***



Capitolo 1
*** Prologo- Positivo ***


                                                                            Positivo

La luce flebile del mattino, che entrava dalla finestra socchiusa, illuminava la stanza,molto disordinata. Era semplice: con pochi libri ,sparpagliati accanto al letto disfatto,diversi fogli e confezioni vuote ammucchiate sulla scrivania. Ovunque vestiti.
Persino sulla parete dove poggiava il letto, le fotografie attaccate avevano un’aria confusa,come se non avessero alcun legame le une con le altre, a parte una figura, in alcune foto minuta, in altre matura ,con un’indomabile chioma blu-azzurra.

In una in particolare vi era raffigurata lei, con un uomo dai capelli castani, il cui sguardo forse per altri poteva apparire serio, ma lei sapeva che in quel momento era semplicemente imbarazzato. Come quello di un qualsiasi adolescente che abbraccia spaesato la ragazza del quale è innamorato,o almeno lei sperava che fosse stato un tempo così.
Era stato così difficile trovare Sosuke in quello stato, quello di un semplice adolescente,eppure ci era riuscita e ne era stata così contenta ma soprattutto orgogliosa,di averlo fatto sentire normale. Ma era successo molto tempo fa,purtroppo, e per lei il suo ricordo era lontano, forse anche troppo.
Era un anno che non aveva sue notizie. Andando via le aveva promesso che si sarebbe scritti,sempre,o almeno quando avrebbe potuto, ed all’inizio le aveva addirittura scritto una volta, ma quella era stata l’unica.
Pocheparole, ma con un significato troppo importante e così doloroso: ‘ Perdonami, mi tratterò per troppo tempo. Addio’

Allora non aveva compreso perché avesse utilizzato la parola ‘troppo’, solo adesso era riuscita a capirlo: si ritrovava a volte a domandarsi se lei avesse davvero mai conosciuto un certo Sosuke Sagaara. Ancora oggi non riusciva a rispondersi, sembrava fosse stato un sogno, esclusivamente suo, ma con il tempo ci aveva fatto l’abitudine.

La stessa figura raffigurata nelle fotografie fece capolino nella stanza: aveva gli occhi stanchi,di chi non dorme da giorni,i capelli arruffati trattenuti in una coda ed i vestiti spiegazzati.
Si precipitò sulla scrivania prendendo una confezione, trattenendo il respiro per l’emozione,e leggendo avidamente quanto scritto sul retro sotto la voce ‘istruzioni’.

Eppure non c’era dubbio. Positivo. ‘Cazzo,sono fottuta’,si limitò a pensare.

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Capitolo 2
*** Guarda Chi Si Rivede ***


                                                          Guarda Chi Si Rivede
 
Aveva riempito la camera di altri fogli accartocciati,sui quali aveva provato a buttar giù un discorso, che avrebbe dovuto tenere con Light,il suo ragazzo o ex-ragazzo, non avevano chiarito, ma la ‘vicenda’ aveva avuto una svolta inaspettata,e lei non sapeva come avrebbe reagito quando gliel’avrebbe detto.
 Si era meravigliata di se stessa quando, scoperto di essere incinta, non aveva pianto. Un po’ le era dispiaciuto perché aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, ma non aveva nessuno : con Light non parlava da giorni e le sue amiche, bè … Non sapeva più se potevano considerarsi tali e lui, lui semplicemente non era mai esistito, quindi come sarebbe potuto tornare?
 
Si raggomitolò su se stessa, addossata alla parete. Stringendo le gambe,immaginando di essere al loro posto, un po’ invidiandole.
Il suono del campanello la riscosse dai suoi pensieri e si avviò velocemente verso la porta,pronta a subire qualsiasi reazione da parte sua, nulla di nuovo d’altronde.
Prese un respiro, l’ultimo immaginò e girò la chiave lentamente,facendo scattare la serratura, e con la medesima velocità girò la maniglia. Aveva gli occhi piantati sul pavimento e quindi la prima cosa che vide furono le scarpe. Ma erano delle scarpe diverse : queste erano semplici,quasi economiche, non erano le scarpe di Light.
Sollevò lo sguardo e ciò che ne seguì,le congelò il sangue nelle vene. Si sentì improvvisamente vuota.
                                                                           <>
Light Soichiro guidava la sua moto,evitando macchine e precisi incidenti,facendo tuttavia attenzione a non rovinare troppo i fiori che aveva comprato per lei. Sapeva di essersi comportato male con lei,ma d’altronde lui era fatto così, non doveva e non voleva cambiare, eppure a ripetersi queste parole si sentiva un bastardo … Un fottutissimo bastardo di soli ventidue anni, eppure nella sua breve vita aveva infranti molti forse troppi cuori, senza che la cosa lo catturasse più di tanto, ma con lei era diverso. 
 
Per questo quando gli aveva mandato un messaggio, o meglio un SOS, non era riuscito a rifiutarla, e quindi si stava dirigendo a casa sua, maledettamente preoccupato  che le fosse accaduto qualcosa di grave. 
Era stato molto rapido, in un solo quarto d’ora si trovava già di fronte al portone,del quale aveva le chiavi,del palazzo dove lei abitava. Fece i due piani di scale correndo,con i fiori in mano,sparpagliando petali un po’ ovunque, ma non gli interessava,voleva solo stringerla forte ed implorarla di perdonarlo, promettendole di cambiare e poi chissà, l’avrebbe baciata e toccato quei suoi morbidi e setosi capelli blu …

Si ritrovò davanti alla sua porta e dopo un attimo di esitazione,bussò alla porta. Prima che fosse troppo tardi,lei avrebbe dovuto sapere che la amava, proprio lui,che non credeva nell’amore si era innamorato, sperava solo di meritarla.
Vedendo la porta aprirsi sorrise,ma chi si ritrovò davanti non era chi si aspettava.
Chi cazzo era quello?!
                                                            <>
Era passato molto tempo da quando si era sentito così a disagio, anzi non gli era quasi mai capitato.
Eppure Teletha era stata chiara: non poteva rifiutarsi, altrimenti lei sarebbe stata in pericolo e lui non l’avrebbe mai permesso.
Avrebbe dato il suo posto di ‘guardia del corpo’ a qualcun altro e l’avrebbe lasciata, da sola,si sentì un verme quando realizzò ciò che doveva fare, ma la guerra non aspettava nessuno e le vittime erano state davvero troppe per poter escludere un eccellente soldato come lui dalle battaglie. Ma non aveva mai capito che quel viaggio li avrebbe divisi, per sempre,non se ne rese conto finchè non vide con i propri occhi la così familiare strage,che puntualmente la guerra compiva. 

 
Fu allora che le scrisse un addio, consapevole di aver troncato proprio sul nascere, l’unica persona che l’avrebbe amato incondizionatamente,sempre. Per la prima volta la paura della morte lo spinse ad agire, non paura per sè,ma paura per le conseguenze che avrebbero potuto esserci su di lei,così era stato disposto a lasciarla andare.
Il tempo era passato,sembrava che la guerra non avrebbe potuto avere mai fine,eppure era finalmente finita. Teletha si era congratulata con lui, per il suo servizio e gli aveva regalato un biglietto d’andata per ritornare da Kaname, come celebrazione del loro primo mesiversario.
 
Alla fine si era arreso, lei lo ammirava tanto, forse troppo, ma non era riuscito ad impedirsi di pensare a lei mentre baciava un’altra. Poi però il ‘momento’ era passato ed aveva lasciato correre.
Perché ripensava a tutto questo, mentre doveva essere felice, quando fra pochi istanti la porta avrebbe rivelato la sua Kaname? Era consapevole che le cose, non sarebbe mai più state come prima.
 
Quando la porta si aprì, quasi non riconobbe chi aveva davanti: era spossata la figura che aveva davanti a sé, smunta e consumata, non più piena di vita come la ricordava. Lo guardava come si guarda un fantasma: stralunata e fu allora che si sentì a disagio,quasi in colpa, per averla lasciata ma proprio come temeva le cose erano cambiate.
Per questo non si stupì quando vide la mano di Kaname alzarsi e dargli uno schiaffo sul viso.
Era giusto così.

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Capitolo 3
*** Incontro -Non- Casuale ***


                                             Incontri -Troppo- Ravvicinati

Dire che l’aria fosse tesa, sarebbe stato un eufemismo. Light rimase fuori dalla porta con un’espressione strana… Chi era quel tipo? Che Kaname lo avesse già rimpiazzato?
No,scosse la testa impercettibilmente a quel pensiero: Kaname non era quel tipo di ragazza,lei era talmente accorta e sensibile che ha volte persino lui, aveva avuto qualche dubbio su come riuscisse a mantenere la calma di fronte a situazioni impossibili… Soprattutto con lui… 
Eppure,notare lo sguardo di quel (ragazzo? uomo?) perplesso e stupito quanto il suo, lo irritò, anche abbastanza, perché aveva l’espressione di qualcuno a cui stessero portando via una persona cara, quando invece l’unico che avrebbe dovuto essere descritto così era lui, non quello lì.
Che cosa succedeva?

                                                             <>
Per la seconda volta in un unico giorno Sosuke si sentì ridicolo. Davanti a quella porta vi era un ragazzo, con dei fiori… dei fiori per Kaname, ed a quel (pensiero?) no, a quella realizzazione, si sentì, se possibile, ancora più stupido. Si era presentato lì da lei, dopo essere sparito, dopo averla abbandonata,dopo un anno ed aveva avuto anche la pretesa che lei fosse stata ad aspettarlo,così come se niente fosse?
Si sentì un egoista, un egocentrico, uno schifo, per aver dato per scontato una persona che si, se fosse rimasto, l’avrebbe amato per sempre, ma lui aveva fatto come gli era stato ordinato e non come avrebbe voluto o dovuto fare, doveva aspettarselo.

Squadrò il ragazzo, più o meno suo coetaneo, davanti a lui,che lo studiava a sua volta.
Pensò che forse aveva reso felice Kaname durante il tempo che lui non c’era stato, e sentì un nodo allo stomaco,perché aveva perso, per la prima volta aveva perso.
Non una guerra,né una semplice sfida o gara di carte,ma la persona che più desiderava e solo perché aveva avuto paura . Una paura che aveva giustificato fosse per lei,per il dolore che avrebbe potuto  provato se non fosse più tornato, ma in fondo l’unica persona codarda in quell’appartamento era e sarebbe sempre stato, lui.

L’aveva persa. Sosuke Sagara aveva perso il suo unico tesoro,la sua unica fonte di gioia,l’unica persona che avrebbe dovuto proteggere per se,per poter vivere serenamente. 
Forse sarebbe stato meglio se non fosse più tornato, magari sarebbe riuscito a rivederla nei suoi sogni e pensieri più segreti, in un’altra vita… Forse sarebbe stato meglio così, per tutti, per lui, per lei,e per il ragazzo con quei fiori. Sorrise amaramente e soffocò la voglia di prendere quella pistola -che tanto gli era stata fedele-,premere il grilletto e semplicemente sparire, lontano da tutti e da lei.

                                                                           <>

Rimasero così a lungo:ognuno perso nei suoi pensieri,nei suoi ragionamenti,sperando che fossero sbagliati,che ci fosse ancora qualcosa in cui sperare,per cui poter correre ancora una volta verso una nuova meta.
Light osservò il volto di quel ragazzo-non doveva avere più di uno o due anni in più- lo vide perdersi in pensieri conosciuti solo a lui,rabbuiarsi,come pentito e triste,ma solo per un istante e poi -con sua grande sorpresa- lo vide tendergli una mano.
“ Sosuke Sagara” disse semplicemente. Provando ad imitare un sorriso, un sorriso diplomatico,di chi fa buon viso a cattivo gioco, e questo a Light non piacque affatto. Ma dopotutto anche lui si era dovuto rassegnare a ricambiare forzatamente il sorriso,stringendogli –con una presa salda- la mano,come a dire ‘questo è il mio posto,come puoi essere a casa mia se non ti conosco?’.

“Light Soichiro” Lo vide stringere ancor di più gli occhi,come a cercare di ricordare dove e se lo avesse già visto, ma poi si fece da parte,lasciandolo entrare.
“ Cerchi Kaname?” gli chiese , supponendo quale sarebbe stata la -ovvia- risposta.
“Si… Sai come sta?” Si era sentito un po’ a disagio mentre varcava la soglia di casa sua, e come a voler sottolineare l’aggettivo possessivo,gli chiese se sapeva se fosse andata in bagno.
“Non lo so” Rispose semplicemente un’altra volta Sosuke ,ma davvero non sapeva più nulla,era di nuovo un estraneo per il mondo.
Light sbuffò spazientito, se non ci fosse stato quel tipo,forse a quest’ora sarebbe riuscito già a chiarire con Kaname, ma quel giorno la fortuna non era dalla sua parte.

Guardò Sosuke, trovando familiari quei suoi tratti seri ed inespressivi,così come la capigliatura un po’ ribelle castana, non riuscendo però, a capire a cosa lo associasse,sembrava il fantasma di un tempo remoto –quasi- immemore.
Forse lo era davvero, era il fantasma di Kaname. Forse era qui per regolare qualche conto in sospeso,forse era un… un suo ex ragazzo?
Quel tipo gli piaceva sempre meno,era… indecifrabile! Aveva notato per un attimo,-solo un istante- i suoi occhi farsi più tristi, ma tralasciando questo, Sosuke era rimasta impassibile da quando aveva aperto quella maledetta porta. Tempo che a lui era sembrato infinito.
Dov’era Kaname? Che fosse uno scherzo? Perché ci impiegava tanto?

Come a leggerlo nel pensiero una figura triste,vuota fece la sua –tanto- attesa entrata,ed il tempo sembrò congelarsi in quell’istante.

Lei sembrava incerta,spaventata e così,preso da quell’impulso irrefrenabile di proteggerla l’abbracciò.
Si sporse verso di lei ed avvolse la sua figura esile,con le sue braccia,sentendo che anche lei ricambiava la stretta, si sentì più sereno.
Light in quel momento si sentì completo,finalmente avrebbe potuto rimediare a… a tutto.
Avrebbe ricominciato,tutti i dubbi,sentendo il suo profumo su di sé, erano spariti, per un qualche incantesimo che solo lei,la sua piccola fata era riuscita a fargli.
Si scostò da lei,solo dopo che il pensiero di quel qualcuno che li guardava,-in silenzio- divenne insopportabile.

Si affrettò a sorridere,per rallegrare un po’ l’atmosfera,-quasi papabile,tanta era la tensione- che si era creata,ma si paralizzò quando vide Kaname, volgere lo sguardo a … Sosuke,come se quello sguardo volesse far intendere che lo stesso abbraccio era anche  per lui.

Si irrigidì. Sosuke era un fantasma,ne era –ora- sicuro, ma di cosa o di chi,ancora gli era ignoto.
Si sentì di troppo,proprio lui,che in quella stanza avrebbe potuto sentirsi arrabbiato,infastidito ma non di troppo.
Lo riscosse Kaname dai suoi pensieri, accarezzandoli,-con una dolcezza solo a lei concessa- la guancia.
“ Ti devo parlare” disse semplicemente,quasi sussurrandolo,un sussurro per lui, solo per lui,sottolineò.
Forse Sosuke non era che .. un vecchio amico, dopotutto fra lui e Kaname c’era qualcosa,Light lo sapeva e grazie a questo, riuscì a seguire Kaname in camera sua, con un –quasi- sorriso stampato in viso.




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