E' decisamente il pairing sbagliato

di FantasyFan97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry/Pansy ***
Capitolo 2: *** Ginny/Draco ***
Capitolo 3: *** Harry/Astoria ***



Capitolo 1
*** Harry/Pansy ***


Harry era decisamente furente.

Ginny lo aveva preceduto a colazione quella mattina, mentre lui era uscito mezzo minuto dopo. Si erano baciati, stavano insieme, la ragazza poteva almeno aspettarlo.

Mentre si avviava verso la Sala Grande incrociò Draco Malfoy e Pansy Parkinson, intenzionati anche loro a riempirsi lo stomaco, e udì la ragazza fare il nome di Ginny, accompagnato da qualcosa come:"Se una così sta con lo Sfregiato o vuole la sua fama o si è già ripassata mezza Hogwarts e vuole completare la collezione."

Harry vide Draco sogghignare, aspettando la reazione della ragazza in questione, che camminava davanti a loro.

La rossa, troppo di buon umore quel giorno per arrabbiarsi, li ignorò bellamente.

Harry no, ma decise di lasciar correre sapendo che prima o poi avrebbe avuto l'occasione di vendicarsi della Parkinson e di Malfoy, che purtroppo era più in salute che mai, dopo il loro scontro nel bagno dei ragazzi.

* * *

La giornata era finita. Harry, ancora arrabbiato per il discorso ascoltato la mattina, uscì dalla Sala Grande, deciso ad andare a letto presto per studiare la vendetta contro i due Serpeverde. Oltrepassò il ritratto e salì la scala a chiocciola che portava al dormitorio maschile, poi frugò nel baule, prese la Mappa del Malandrino e disse:

“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”

Sulla vecchia pergamena comparvero diversi puntolini ognuno con il proprio cartellino. Il Prescelto vide Ginny, era in compagnia di Neville e Luna, stavano entrando in Sala Comune; spostò lo sguardo verso la Sala Grande e vide Ron ed Hermione, lei camminava davanti, Ron poco più indietro. Passarono i minuti e poco a poco i ragazzi entrarono nel dormitorio.

Harry nascose svelto la Mappa.

Quando ormai solo più lui e Ron erano svegli la ritirò fuori e riconciò ad osservarla.

“Non si può mai fare una bella chiacchierata, vero?” sbuffò Ron.

Harry alzò le spalle.

“Allora buona notte”

“Anche a te” rispose Harry e accese la punta della bacchetta per leggere anche al buio.

Era ormai mezzanotte quando il Prescelto vide il cartellino di Pansy Parkinson sbucare da dietro un angolo. Un idea gli passò per la mente, avrebbe risposto bene a quella vipera.

Deciso, balzò giù dal baldacchino e senza lasciare la Mappa o spegnere la bacchetta uscì dalla Sala Comune dei Grifondoro.

Camminò per i corridoi del castello fino a raggiungere la zona dove doveva trovarsi la Parkinson. Ripiegò la Mappa e la mise nella tasca posteriore dei pantaloni, poi sussurrò:

“Nox” e la punta della sua bacchetta si spense.

Svoltò l'angolo tentoni e nel buio riuscì a scorgere la sagoma della Serpeverde. Facendo piano la raggiunse e non appena fu abbastanza vicino a lei le mise una mano su una spalla.

La ragazza sobbalzò e si voltò di scatto puntando la propria bacchetta contro il petto di Harry.

“Potter” ringhiò.

“Che codarda... e pensare che ti credevo più coraggiosa”

“Non ti permettere...” disse la ragazza senza spostare la bacchetta di un millimetro.

“Sei tu che non ti devi permettere” disse Harry calmo.

Pansy guardò il ragazzo torva.

“Vi ho sentiti” spiegò Harry, “Te e Malfoy...”

La Serpeverde capì.

“Bene, è quella la verità” ghignò.

"Non puoi parlare così della mia ragazza,Parkinson!" esclamò Harry, incurante del fatto che fosse mezzanotte inoltrata e che avrebbe potuto essere messo in punizione da lì fino alla fine dei suoi giorni.

“Cos'è? Ti da fastidio perchè sai che è la verità?”"chiese Pansy.

"Non è la verità e tu hai semplicemente usato la tua lingua biforcuta una volta di troppo!" ribattè il Prescelto.

"E allora cosa vuoi fare Potter, schiantarmi?" lo stuzzicò la Serpeverde.

"Non mi tentare, Parkinson!" sibilò Harry tra i denti levando la bacchetta.

"Oh... arriveresti a tanto per quella piccola, sudicia Traditrice del suo Sangue?" esclamò la mora con tono fintamente sorpreso.

Harry perse definitivamente la pazienza.

"NON OSARE!"urlò lui a quel punto.

Alcuni personaggi dei quadri si sporsero dalle loro cornici per ascoltare e vedere meglio cosa stava accadendo.

“Comunque ho cambiato idea rispetto a quello che mi hai sentito dire stamattina” disse Pansy e finalmente abbassò la bacchetta che era stata per tutto il tempo puntata contro il petto di Harry.

“Davvero...” commentò Harry poco convinto.

“La Weasley non vuole di certo la tua fama, ti vuole solo aggiungere alla sua collezione, sai... dopo che ha litigato con quell'altro... com'è che si chiamava?”

“SMETTILA!” intimò il Prescelto, “Sta' zitta. Non sai nulla di Ginny, devi smetterla di attaccarti a queste cose, quando...”

Pansy smise di ascoltarlo, non poteva schiantarla e basta? Sarebbe stato più doloroso, ma molto meno noioso. Stava cominciando a stufarsi di quella conversazione, che tra l'altro era la più lunga che avesse mai avuto con il Prescelto. In quel momento,guardando Harry che le stava quasi urlando contro, un idea su come chiudergli la bocca le attraversò il cervello, facendola sogghignare. La mora si avvicinò e gli schioccò rapida un bacio sulla bocca, fermando quel fiume di parole.

"Direi che ha funzionato meglio che se ti avessi Pietrificato" disse la ragazza mentre Harry era rimasto imbambolato con una stupida espressione che era un misto fra lo schifato e lo stupito.

Pansy sorrise cattiva, poi si voltò e scomparve ancheggiando nel buio.

 

ECCOCI:
Ciao, ancora non ci conoscete, noi siamo Mauro e Valeria. A Mauro è venuta l'idea di scrivere delle coppie più assurde quando Vale (account personale: FantasyPassion) ha scritto "1000 volte il primo bacio" ed ora eccoci qui a postarvi il primo capitolo. Speriamo che vi piaccia. Vi chiediamo di quale coppia impossibile vi piacerebbe leggere nel prossimo capitolo e ci scusiamo in anticipo per il leggero ritardo con cui posteremo i capitoli, dovete capirci... siamo uno di Genova e l'altra di Torino!
Speriamo di ricevere qualche recensione o qualche commento.
Alla prossima!!!

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Capitolo 2
*** Ginny/Draco ***



Ginny aveva litigato con Harry quella sera. Il marito non aveva ancora capito che lei non era una ragazzina indifesa e che sapeva cavarsela da sola.
Dalla scomparsa di Voldemort il Prescelto aveva il terrore che qualcosa di oscuro potesse ritornare e dopo le sette di sera vietava a Ginny di uscire di casa. La rossa aveva lasciato passare un paio di volte, poi, dopo un anno di matrimonio, si era stufata e se ne era andata di casa sotto lo sguardo carico di scuse di Harry.

Il vento freddo di Febbraio accapponò la pelle della ragazza. Ginny si strinse più forte a sé il mantello e riprese a camminare a passo spedito nella via che l'avrebbe portata fuori da Godric's Hollow.
Ripensò alla litigata che aveva avuto con il marito, a come gli aveva lanciato insulti di ogni genere e al modo in cui il ragazzo si era limitato a dire di amarla; una lacrima le scese lungo la guancia. Stava forse sbagliando?
Ginny si fermò. Guardò intorno a lei, il buio aveva ormai coperto ogni cosa. All'improvviso si sentì incredibilmente sola.
Aveva bisogno di Harry, lo amava alla follia,andarsene di casa e litigare in quel modo era stata la cosa più idiota che avesse mai fatto in tutta la sua vita... Si asciugò il viso frettolosamente con la manica.
Stava per per voltarsi e tornare indietro quando una luce molto forte la accecò e un cigolio acuto squarciò il silenzio della notte.
Ginny sobbalzò e fece un passo indietro. Strizzando gli occhi riuscì a scorgere la sagoma di un bus e di un ragazzo, un paio di anni più giovani di lei scendere.
“Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Danny Gruber, e sarò il vostro bigliettaio per questa notte” esordì il ragazzo, “E... tu sei?”
“G-ginny” rispose la rossa un po' scossa, “Ginny Weasley” aggiunse poi,guardando il vicolo buio con la speranza che Harry l'avesse seguita.
“Allora?” la spronò il bigliettaio lasciando perdere il tono professionale, “Sali oppure no?!”
Ginny guardò ancora una volta indietro, “S-si” disse e con un sospiro salì sul Nottetempo.
Con la luce la rossa riuscì a vedere l'aspetto di Danny. Era alto e dinoccolato, con i capelli scuri e scompigliati e l'aria altrettanto disordinata.
“Dove sei diretta?” chiese il ragazzo.
“Non so... Londra” disse, sparando il primo posto che le passò per la mente.
“Allora sono undici Falci”
Ginny frugò in una tasca e porse al ragazzo qualche moneta d'argento, poi si fece strada fra i letti posti senza un ordine preciso e raggiunse il fondo dell'autobus.
Vide un letto su cui era seduto un uomo di spalle.
“Scusi, posso?” chiese Ginny indicando il letto.
L'uomo si volto.
Capelli biondi, pelle chiarissima, sguardo fiero e ghigno arrogante.
“Miseria... ci mancavi solo tu” sbottò Ginny alzando gli occhi al cielo.
“Weasley” disse a mo' di saluto Draco Malfoy, “Se stai a debita distanza ti permetto di sederti”
“Idiota” sussurrò la rossa e si sedette il più lontano possibile dal ragazzo.
Guardò fuori dal finestrino, mentre il bus a tre piani cominciava a girare da una parte e poi dall'altra. Non sapeva cosa fare. Arrivata a Londra dove sarebbe andata? Harry l'avrebbe perdonata? Come si sarebbe dovuta comportare tornando a casa? Perchè prima o poi sarebbe dovuta tornare.
“Cosa ci fai qui?” chiese all'improvviso Draco rimanendo di spalle.
“Non sono fatti tuoi, Malfoy” rispose gelida la ragazza.
Draco rise sprezzante.
“Potter si è stufato di te?”
Ginny si alzò di scatto e puntò la bacchetta contro la schiena di Malfoy.
“Lui non c'entra nulla” disse fra i denti.
Malfoy ghignò e Ginny non poté che dargli ragione, era ovvio che Harry c'entrava.
Nessuno dei due parlò più.
Dopo qualche minuto di sobbalzi e sbandamenti, Ernie Urto, l'autista, annunciò che sarebbero arrivati a Londra la fermata successiva.
Il bus si fermò e Ginny,alzandosi dal letto, diede la solita occhiataccia a Malfoy e poi scese.
La via era tutta illuminata dai lampioni, c'erano ristoranti e pub in ogni dove. Un cartello che indicava una traversa citava Theatre Avenue. Senza esitare Ginny imboccò la strada.
Fece un paio di passi, poi sentì uno strano rumore e si voltò,con la bacchetta ben stretta nella mano che aveva sotto il mantello.
“Tu!” esclamò vedendo che la fonte del rumore era Draco Malfoy.
“Chi ti aspettavi, Rossa?”
“Primo non chiamarmi Rossa, secondo non aspettavo proprio nessuno, pensavo solo fossi rimasto sul Nottetempo”
“E a fare cosa?” chiese Draco.
“Non lo so e non mi interessa” disse Ginny e riprese a camminare.
Svelto, Draco la raggiunse.
“Dove stai andando?” chiese.
“Io non voglio sapere cosa fai tu e tu non devi sapere quello che voglio fare io” rispose acida.
“Non sai dove andare, perchè lo Sfregiato ti ha cacciata di casa” disse pungente Draco.
“Veramente ho scelto io di andarmene...” pensò la ragazza, poi disse:
“Hai intenzione di seguirmi?”
“Forse” rispose lui vago.
Ginny sbuffò e camminò fino a quando non si trovò alla fine della via. Doveva scegliere se andare a destra o a sinistra.
Draco prese la strada a destra.
Ginny, che dopo quei pochi minuti che il ragazzo le aveva camminato affianco si era abituata alla sua presenza, disse:
“Dove vai?”
“A casa mia, posso?” chiese Draco voltandosi.
“Ma la villa...”
“Vuoi venire su?” la interruppe.
Ginny fu letteralmente spiazzata da quella domanda.
“Ehm... non... si” rispose senza sapere esattamente cosa l'avesse spinta ad accettare, poi seguì Draco nella via.
I due arrivarono al numero sedici di Francis Avenue e si fermarono davanti ad una piccola porta scura.
“Discreto per un Malfoy” commentò Ginny.
Malfoy la guardò in cagnesco, ma la fece ugualmente entrare.
La casa era piccola, piccolissima e non aveva nessuno degli arredi che la ragazza si sarebbe aspettata di vedere.
Draco le indicò con la mano il salotto e Ginny entrò nella stanza e si sedette su un comodo divano coperto con un telo bianco a fiorellini.
“Astoria è ancora al Ministero?” chiese Ginny maledicendosi subito dopo per aver fatto una domanda così scema.
Sul viso di Draco spuntò il solito ghigno dei Malfoy.
“Astoria è tornata ore fa dal Ministero, sarà a casa nostra adesso”
Ginny non capiva.
“Ma non...”
“Tu vuoi sapere troppo Weasley” sbottò Draco.
Ginny abbassò lo sguardo.
“Adesso è meglio se torno a casa, Harry... Harry mi starà aspettando” disse alzandosi dal divano.
“No, dormirai qui stanotte, per qualsiasi cosa io sono nella stanza infondo al corridoio. A domani”
Ginny si stupì ancora una volta.
“A domani” disse.
Draco uscì dal salotto e Ginny si risedette sul divano, indecisa sul da farsi.
Anni addietro non avrebbe mai pensato di poter passare dieci minuti con Draco Malfoy senza lanciarli una fattura Orcovolante, figuriamoci di dormire a casa sua... Fra l'altro quella era solo casa sua, non di Astoria, lei probabilmente era a Villa Malfoy, ma perché? Perché Draco non le aveva detto nulla... Perché non erano fatti suoi, ecco perché e poi... Draco? Lui era Malfoy, non Draco, Draco non era proprio nessuno.
Scrollò la testa, scacciando via quei pensieri, poi con un gesto della bacchetta spense la luce, si coricò sul divano e provò a chiudere gli occhi.
Riuscì a prendere sonno, ma si svegliò poco dopo di soprassalto.
Si mise a sedere e scorse Draco seduto dall'altra parte della stanza.
“Non riesci a dormire?” sussurrò temendo di chiedere troppe cose.
Il ragazzo annuì.
“Troppi pensieri” disse.
“Astoria?” chiese ancora Ginny volendosi rimangiare le parole subito dopo.
“Non solo, è un po' tutta la mia famiglia” ammise Malfoy.
Ginny si fece attenta, non aveva mai parlato in quel modo con un Serpeverde.
“Sai, può sembrarti strano, ma... da quando il Signore Oscuro è stato ucciso ho cominciato ad odiare la mia famiglia” disse, “Mia madre e mio padre... tutto quello che hanno fatto l'hanno solo fatto per salvarsi. Mia madre ha detto che Potter era morto, anche se sapeva che era vivo, solo per far finire la battaglia e potermi cercare”
“Significa che tengono a te” disse Ginny tormentandosi le mani, un po' in imbarazzo.
“No, mia madre ha tradito Voldemort in persona, voi non avreste mai tradito uno dei vostri per salvarvi”
“Mundungus Flatcher l'ha fatto, Malocchio Moody è morto a causa sua”
“Quella feccia se la sarebbe data a gambe al primo pericolo, siete stati degli idioti a non capirlo fin dall'inizio”
“Lo ha fatto pure Peter Minus, i genitori di Harry sono morti a causa sua, senza contare quei dodici babbani innocenti e la carcerazione di Sirius Black” insistette Ginny, per uno strano motivo non voleva dare ragione a Malfoy.
“Strano no?” disse il ragazzo con un sorriso che non aveva nulla a che fare con il solito ghigno che portava sempre stampato in viso.
“Cosa?”
“Il fatto che siamo soli, nella stessa casa e non abbiamo ancora preso la bacchetta in mano”
Ginny si alzò e andò fino alla poltrona dov'era seduto Draco.
“Forse” disse e si appoggiò allo schienale appoggiando le mani sul poggiatesta.
“Sei scappata vero? Hai lasciato Potter”
“Non l'ho lasciato” esclamò Ginny sulla difensiva.
“Io invece Astoria si”
Perché le stava raccontando quelle cose? Perchè le diceva che aveva lasciato la moglie?
“Sono stufo di tutto, è questa la verità” sospirò il ragazzo, “Vorrei solo essere nato in una famiglia diversa, essere smistato in un altra Casa e non essere mai diventato un Mangiamorte”
Ginny staccò le mani dai braccioli e con cautela le posò sulle spalle del ragazzo, poi le sollevò immediatamente, pentita. Prese un respiro e le rimise sulle spalle di Draco.
“Valiamo per quello che siamo, non per quello che ci dicono di essere” sussurrò Ginny e cominciò a massaggiarlo.
Sotto le sue mani sentì il ragazzo rilassarsi e appoggiare la testa allo schienale.
“Weasley?” chiamò Draco con una voce che Ginny non le aveva mai sentito.
“Si?”
“Perché mi stai massaggiando le spalle?”
“Non... non so. Se vuoi smetto subito”
“Se smetti vieni a sederti qui?”
Ginny divenne del colore dei suoi capelli e smise di massaggiarlo.
Deglutì, e andò dall'altra parte della poltrona.
Guardò Draco. Non lo aveva mai visto così. Sembrava debole, triste, sembrava solo... forse lo era. Con un po' di esitazione gli si sedette imbraccio.
Il ragazzo le cinse la vita con il braccio destro e premette le proprie labbra contro quelle della ragazza.
Ginny si alzò immediatamente e si mise una mano sulla bocca, incredula di quello che Draco aveva appena fatto.
“Perdonami” soffiò il ragazzo, ancora seduto sulla poltrona.
Ginny,senza dire una parola si chinò su di lui e gli sbottonò la camicia e il ragazzo se la tolse, mettendo in mostra il suo fisico asciutto. La rossa lo ammirò, poi si tolse a sua volta la maglietta e si mise seduta sulle gambe del ragazzo come aveva fatto poco prima.
Draco le scostò una ciocca rossa dal viso e la baciò.
Ginny lo lasciò fare, poi vide il Marchio Nero sul braccio chiaro e non poté fare a menodi provare un po' di paura mista a ribrezzo.
Draco capì.
“Non sono quella persona” mormorò.
“Lo so” disse Ginny e cominciò a togliersi i pantaloni, lo stesso fece Draco.
Lei si scostò leggermente da lui per permettere alle sue mani di liberarla dagli ultimi lembi di stoffa che la coprivano. Poi fece lo stesso con lui.
Ginny si mise a cavalcioni sul bacino di Draco e con una muta richiesta di farle dimenticare ogni cosa, lasciò che lui affondasse in lei.
La piccola Weasley non aveva mai provato nemmeno una delle emozioni che le aveva fatto provare Draco in quei momenti. L'aveva sentito dentro di lei, dentro il suo corpo. Si era sentita libera e completa come non mai.
Mise una mano dietro la nuca di Draco e cominciò a baciarlo appassionatamente, spostando la testa da una parte e dall'altra e il biondo la seguì, le loro lingue che danzavano ad un ritmo che solo loro sentivano.
Passarono tutta la notte insieme, soffocando il loro dolore nella passione, poi all'alba, come se il buio avesse portato via la magia che era nata fra loro, Ginny si rivestì e uscì senza svegliare Draco, consapevole del fatto che lui non glielo avrebbe mai perdonato.


ECCOCI!!!
Ciao ragazzi, siamo tornati con una nuova coppia: Ginny-Draco, cosa ne pensate? Noi crediamo che sia venuta abbastanza bene, ora tocca a voi darci dei pareri!
Se avete suggerimenti scrivete pure, ovviamente non potremo mai scrivere di tutte le coppie, ma cercheremo di accontentare alcune richieste.
Alla prossima,
Valeria e Mauro ;-)

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Capitolo 3
*** Harry/Astoria ***


 

Harry/Astoria

 

Da quando era entrata ad Hogwarts, Astoria era sempre rimasta all’ombra della sorella. Quasi tutti si riferivano a lei come "La sorella minore di Daphne Greengrass".
Certo, avere una sorella famosa per il cuore di ghiaccio, i capelli color dell'oro e due smeraldi per occhi che facevano girare la testa a molti ragazzi poteva essere un vanto; ma quando si prende una sbandata storica per un biondo erede della casata dei Malfoy, essere oscurata dalla sorella non torna certo a proprio vantaggio. Così,una sera, mentre rimuginava nel suo letto su come avrebbe potuto farsi notare da Draco, le venne un idea strampalata, ma che forse avrebbe potuto funzionare.
Per quanto riguardava l’aspetto, Astoria non era certo al livello della sorella ma non le mancava niente. L’unica cosa che le serviva era mettersi in luce e rimanere nella sua cerchia di amici Serpeverde non le sarebbe servito a nulla.
Per essere notata doveva innanzitutto frequentare qualcuno che non la etichettasse come "La sorella minore di Daphne".
L’idea era abbastanza semplice, ma chi avrebbe potuto aiutarla?
E la risposta venne da sola.
Qualcuno che fosse completamente opposto ai Serpeverde. Un Grifone, uno di quelli più coraggiosi.
E chi meglio di Harry Potter per attirare l'attenzione di Draco?
Astoria aveva la stessa opinione su Harry che avevano gli altri Serpeverde, pensava che fosse solo un ragazzo estremamente fortunato e presuntuoso, che godeva della sua fama e che gli amici da cui era circondato tanto fedelmente volessero solo qualche briciola della sua notorietà.
O almeno, questo era ciò che le avevano detto su di lui.
Non si era mai posta la questione, ma ora che ci ragionava non era del tutto convinta.
In fin dei conti: quante persone lo avrebbero seguito fino al Ministero della Magia, affrontando dei Mangiamorte, rimanendo feriti e rischiato di affrontare Lord Voldemort per un po’ di gloria? 
E così la giovane decise che avrebbe controllato di persona chi aveva ragione e avrebbe provato a conoscere il Prescelto.
Se si fosse rivelato diverso da come gli era stato descritto, forse avrebbe potuto volgere la situazione a suo favore.
***
Era passato un giorno da quando Astoria aveva avuto quella fantastica idea.
"Accidenti, l'ho cercato dappertutto, dove si sarà cacciato?” si disse la più piccola dei Greengrass guardandosi intorno, “Un momento! Se è con la sua amica Granger sarà sicuramente in biblioteca! Come ho fatto a non pensarci prima?” 
E infatti così era.
Arrivata alla biblioteca li trovò insieme, lei a studiare e lui a preparare gli schemi per la partita di Quidditch.
"Potter!" chiamò Astoria.
Il Prescelto si girò e quando la vide le rivolse uno sguardo diffidente, inarcando un sopracciglio.
"Greengrass, come mai ci rivolgi la parola? Ti ha mandato Malfoy a cercare di scoprire i nostri schemi?" Le chiese acido Harry.
"No, volevo chiedervi se..." si morse la lingua, non aveva pensato a cosa dire, "Se tu e la Granger potevate darmi qualche ripetizione di Pozioni...sapete, non sono molto brava e Lumacorno dice che siete due geni!"
Harry arrossì violentemente, più per il fatto che il suo talento in Pozioni era tutto dovuto al Principe Mezzosangue che per l’adulazione del professore.
"Ecco...non so...vedi sono molto impegnato e…" Cominciò il moro, ma fu interrotto dall'amica, a cui non era mai andato giù di essere stata superata.
"Ma certo, ti aiuteremo volentieri entrambi!" Disse Hermione con un sorriso tirato.
"Grazie mille! Allora ci rivediamo domani qui, alla stessa ora!" E detto questo Astoria se ne andò.
Il primo passo era fatto.
Le ripetizioni il giorno dopo si rivelarono decisamente migliori del previsto per tutti e tre: Astoria cominciò a cambiare idea sui due Grifondoro e Harry e Hermione si resero conto che non tutti i Serpeverde erano uguali.
Così, dopo quell'incontro, ne seguirono altri, prima con la stessa scusa, poi cominciarono a frequentarsi come amici finché Harry decise di presentare alla nuova amica il resto della compagnia.
Con Ron, Astoria notò una diffidenza reciproca; con Neville rimase sorpresa: infatti si rese conto che in fondo era più simpatico che imbranato.
Quando toccò a Luna rimase spiazzata dalla sua innocente sincerità: ma nessuno poteva biasimarla, la bionda aveva esordito dicendole che lei credeva che nonostante fosse chiamata "La regina di ghiaccio" anche sua sorella doveva avere un animo buono, proprio come lei.
Ma fu quando le presentarono Ginny che capì qual' era la chiave per farsi aiutare senza usarli, perché in fondo ora che li aveva conosciuti le sarebbe dispiaciuto approfittarne come una vera Serpeverde.
Non le sfuggì l'espressione gioiosa di Harry mentre la rossa scherzava con loro, né lo sguardo mesto del suo amico quando Dean raggiunse la giovane Weasley.
Fu li che capì che poteva aiutare lui e contemporaneamente farsi notare dal suo biondo sogno.
Quella sera, raggiunse il moro prima che varcasse il quadro della Signora Grassa e con una scusa lo trascinò via.
"Harry, devo parlarti" disse.
"Questo l'avevo capito" ironizzò lui.
"Cosa intendi fare con Ginny?" chiese lei.
"In che senso?" rispose lui un po’ spiazzato, chiedendosi se avesse intuito qualcosa.
"Non sono scema, Potter! L'ho capito sai?" esclamò lei.
"Ma cos…"
"E non chiedermi che cosa! Piuttosto, dimmi che hai intenzione di fare!" lo interruppe lei.
"Ehm...Non saprei...penso nulla...se è felice con Dean, e poi è la sorella del mio migliore amico..." rispose lui con un espressione così abbattuta che lei non poté fare a meno di trovarlo tenero.
"Grifondoro, bah!" disse più a se stessa che a lui, "Ascolta: se vuoi ottenere qualche risultato non puoi limitarti a fare niente, se lo facessi io con Draco non avrei speranze!" gli rispose esasperata. 
"Malfoy?!"esclamò lui.
"Perché conosci qualche altro Draco? E non fare quella faccia…
L’espressione di Harry non cambiò.
“Poi ti spiego” disse sbrigativa la ragazza, “Comunque, ho un'idea per 
accontentare entrambi, lascia fare a me!" gli fece l'occhiolino e poi riprese: "Ci conviene andarcene prima di venire scoperti da qualche Prefetto. Ti faccio sapere io, buonanotte!"
"N-notte" riuscì solo a dire lui, sorpreso da tanta insospettata 
intraprendenza.
Il giorno dopo, subito dopo pranzo, Astoria stava di nuovo trascinando Harry per il castello, seguita da una Hermione che faceva fatica a trattenere le risate mentre Ron aveva preferito rimanere a depredare ancora un po’ il banchetto di mezzogiorno.
"Insomma Astoria, si può sapere dove mi stai portando?" chiese Harry cercando di starle dietro.
"Al corridoio del quarto piano" rispose lei, "Dean e Ginny ci passano sempre dopo pranzo e ho chiesto a Pansy di portarci Draco"
"Pansy Parkinson? Ma perch…" fece il Prescelto.
"Si proprio lei, ma non interrompere ora" tagliò corto Astoria "Il perché è semplice: la Ginny che ho conosciuto io mi è sembrata il tipo orgoglioso che non accetta di essere scavalcata; inoltre così forse Draco si accorgerà che esisto. Ah… Hermione! Forse è meglio se non ti fai vedere da loro." concluse.
"Tranquilla, non mi vedranno assolutamente!" ammiccò la riccia e li precedette al luogo stabilito.
"Non ho ancora capito quale sarebbe il piano di cui mi parli da giorni." ricominciò Harry
"Lo capirai a tempo debito" rispose lei e gli tappò la bocca con una mano prima che potesse ribattere, avendo sentito dei passi in avvicinamento.
Pochi istanti dopo infatti arrivarono Ginny e Dean da un lato del corridoio e Draco, Blaise e Pansy dall'altro.
"E ora cosa avresti intenzione di fare?" disse Harry tra i denti.
"Questo" rispose brevemente la ragazza; si girò verso di lui, gli intrecciò le dita dietro la nuca e premette le labbra sulle sue.
Harry si irrigidì mentre un acceso dibattito tra mente e coscienza si svolgeva in lui:
-Non posso fare una cosa del genere a Ginny!
-Lei lo ha fatto con Michael e Dean.
-Ma è un affronto!
-Lei non si è fatta problemi.
-Ma è diverso, e poi come posso sapere se è davvero interessata a me?
-Se continui a stare lì impalato non lo saprai mai.
-Ma come posso farle una cosa del genere?
-Ci sarà un motivo se il Cappello Parlante voleva mandarti a Serpeverde, no?
E la mente ebbe la meglio.
Harry ricambiò il bacio, sbirciando con la coda dell'occhio la reazione dei loro spettatori e si accorse che Astoria faceva lo stesso.
Draco e Blaise sembravano aver appena ricevuto un bolide in fronte; Pansy aveva l'aria di chi la sa lunga; Dean ridacchiava.
Ginny invece era talmente rossa da fare concorrenza ai suoi capelli e non sapeva neanche lei se era più per la rabbia, la gelosia o la vergogna.
A quella vista Harry sorrise dentro di se, mentre Astoria si staccavaleggermente da lui e gli soffiava in un orecchio:
"Finalmente… Pensavo ti fossi addormentato!"
Il moro emise una breve risatina appena udibile e tornò a catturare le labbra della ragazza, mentre lei approfondiva il bacio.
Lui le prese delicatamente la lingua tra i denti e la succhiò piano, strappandole un gemito.
"Però! La sorella di Daphne è cresciuta!" esclamò Blaise.
"Si chiama Astoria" sibilò Draco, stringendo i pugni.
A quelle parole il cuore della ragazza zampillò di felicità, mentre Harry decideva di stuzzicare il Biondo e la Rossa ancora un po’.
Così decise di abbandonare la calda bocca della giovane Serpeverde per spostarsi sul suo collo, mordendolo e succhiandolo, per poi cominciare a tracciare lentamente la linea che divideva la spalla dal niveo collo con le sue labbra.
A quelle attenzioni Astoria gettò la testa all'indietro e si lasciò andare ad un sommesso mugolio di approvazione.
Pansy, interpretando come Astoria le parole e l'espressione di Draco come molto di più di quello che lui volesse far trasparire, lo trascinò via insieme a Blaise per non fargli perdere il controllo.
Quasi nello stesso istante Ginny voltò le spalle alla coppia improvvisata e se ne andò a grandi passi, seguita da Dean.
Harry si staccò lentamente dalla giovane Greengrass.
"Te la cavi bene, Potty" soffiò lei, "Ancora un minuto e ti sarei saltata addosso"
"Sono pieno di risorse" scherzò lui, facendola scoppiare a ridere, "Avrà funzionato secondo te?" chiese poi.
"Penso proprio di si".

 

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