Il principe e il corvo

di hurricane venus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


"C'era una volta un uomo il cui lavoro era scrivere storie. Nel suo nuovo racconto, un principe bello e coraggioso doveva sconfiggere un terribile mostro Corvo. Ma l'uomo morì, così non ci sarebbe stata fine all'eterno duello tra i due.

-ODIO QUESTO FATTO!-  gridò il Mostro Corvo.
-ODIO QUESTO FATTO!- gridò il principe.

Il Corvo volò fuori dalla storia, ed il principe lo inseguì. Quindi, usando un incantesimo proibito, il principe sacrificò  il proprio cuore per sigillare il crudele Corvo.

Poi...-Oscurità...- si sentì dire dalla voce di colui che doveva essere morto...

Una storia è stata abbandonata, ed una nuova storia è iniziata, con nuovi personaggi chiamati ad interpretarla. E questa volta la storia verrà conclusa. A qualsiasi costo.”

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Era una bella giornata d’estate, il sole splendeva alto nel cielo, i fiori profumavano l’aria e le farfalle volavano di fiore in fiore con le loro ali color dell’arcobaleno. Sembrava che danzassero seguendo il vento leggero e delicato che muoveva le chiome ricce di foglie degli alberi. Su un ponte, che stava prima di un laghetto con l’acqua così chiara da sembrare vetro, stava un ragazzo dai capelli bianchi come piume di cigno e dagl’occhi ambrati, ma quei occhi avevano qualcosa di strano, sembravano vuoti e senza sentimenti. Una dolce paperella stava nuotando nel laghetto, guardava affascinata quel ragazzo dai lineamenti così delicati e belli da sembrare scolpiti. “Chissà chi è ?! Come mi piacerebbe potergli parlare, i suoi occhi mi sembrano così tristi… vorrei poter rendere quegli occhi pieni di allegria !” La paperella era così triste di non poter far niente per quel ragazzo, poi le ritornò in mente un giorno d’estate. “ Non ditemi che quello è il mio principe ?! No, non può essere lui !”
La papera una notte, dove la luna splendeva sovrana nel cielo pieno di stelle brillanti come diamanti, aveva visto in riva al lago, un principe, che ballava come un angelo, era così delicato e armonioso nei suoi movimenti che al tempo pensò che fosse solo un’allucinazione. S’innamorò di quel ragazzo misterioso senza neanche accorgersi, da quel giorno pensò sempre a lui, desiderando di rivederlo ancora una volta. Adesso era proprio davanti ai suoi occhi; ma perché era così triste ? Il ragazzo si girò verso il laghetto e notò la paperella che lo guardava, fece un sorriso privo di sentimenti che lasciò perplessa e un po’ triste la povera bestiola. Poi, molto lentamente, si allontanò e tornò da dove era venuto. “NO ! Non andare ! Voglio aiutarti !” La paperella nuotò velocemente verso la riva e quando la raggiunse, cominciò a correre più velocemente possibile, per raggiungere il suo amato principe. Ma la papera faceva molta fatica a camminare sulla terra, e anche se sbatteva le ali per tenersi in equilibrio, non sarebbe mai riuscita a raggiungere quel ragazzo. Non voleva che finisse così, voleva aiutarlo così tanto che si mise a pregare e sperando che qualcuno ascoltasse la sua semplice preghiera.

Intanto, in un luogo sconosciuto, un vecchio con uno strano cappello in testa, osservò la scena divertito.
– E così vorresti aiutare il principe ? Che bontà d’animo, ti sei innamorata di una persona che non conosci nemmeno eppure vuoi aiutarlo a tutti i costi….. Sei perfetta ! Diventerai un altro personaggio della mia epica storia, dove il dolore regna incontrastato e il finale non potrà che essere tragico !!- il vecchio prese il suo mantello e si volatilizzo nel nulla, lasciando il rimbombo della sua aspra risata in quel luogo oscuro e sconosciuto, si poteva sentire solo un rumore d’ingranaggi girare a tempo.

La dolce paperella correva disperata per raggiungere il suo amato, ma ad un tratto si fermò.
“ Ma cosa sto facendo? Sono solo una papera, non posso certo aiutarlo.”  Si accorse che, in fondo, non avrebbe potuto aiutare il principe in alcun modo, non avrebbe potuto consolarlo con le parole o facendo qualcosa per lui. Quando rialzò lo sguardo da terra, si accorse di essere circondata da una strana nebbia, non sapeva più dove fosse e come tornare indietro al suo laghetto. “ Ma cosa sta succedendo !? Prima c’era un sole meraviglioso ! Che paura, speriamo che non ci sia qualche animale pericoloso.” Il volatile girò per un po’ in quella foschia senza sapere come uscire. Dopo qualche tempo, una sagoma in lontananza si avvicinò molto lentamente. Era una figura umana, non molto alta, ma non capiva se era un uomo o una donna. Ad un tratto la sagoma svanì. La paperella sgranò gli occhi e si guardò in torno per cercare di capire dove fosse andata, aveva molta paura e sperava che non fosse nessuno di spaventoso. In un millesimo di secondo si ritrovò la faccia di un vecchio signore davanti al becco arancione.
– Quaaack !!!- gridò spaventata la bestiola, facendo un salto all’indietro e cadendo al suolo. Il vecchio aveva grandi occhi grigi, i capelli lunghi e bianchi e un sorriso che metteva i brividi solo a guardarlo. – Ti sei innamorata di quel ragazzo, non è vero ?- non riuscì a rispondere subito alla domanda del vecchio, essendo un po’ scioccata, poi annuì timidamente con la testolina.
– Vorresti aiutarlo ? Bhè, io posso aiutarti.- sussurrò con finta gentilezza, la papera cominciò ad annuire energicamente alla frase dell’uomo, convinta che avrebbe potuto realizzare la sua preghiera, – Ti renderò un essere umano, e avrai un compito molto speciale. Devi sapere che il principe ha sacrificato il suo cuore per imprigionare un corvo malvagio, solo Princess Tutù può raccogliere tali frammenti, ti darò il potere di trasformati in quella ragazza.-
“ Cosa !? Io diventare Princess Tutù ?!” La paperella era confusa e non sapeva se credere alle parole dell’uomo, sembrava tutto così irreale e avvertiva pure che il suo istinto di sopravvivenza le diceva che era pericoloso, ma continuava a voler ridare il sorriso al ragazzo. “Se è l’unico modo per aiutarlo…ci  sto !!” annuì con convinzione allo strano signore, che sorrise compiaciuto,- Bene, però ricordati, se dichiarerai i tuoi sentimenti al principe, diventerai polvere di luce e allora nessuno potrà ricostruire il cuore del ragazzo, rimarrà per sempre un corpo vuoto e privo d’emozioni.- Detto questo, prese un ciondolo con una pietra rossa come il sangue, la mise al collo della piccola papera, che subito si trasformò in una ragazza dai capelli scarlatti, che le cadevano delicatamente sulla schiena, gl’occhi erano azzurri come il cielo d’estate, le gambe lunghe e snelle erano attaccate a una vita sottile.
 – Ti chiamerai Ahiru, sarai una studentessa della scuola di danza De la Vallerie, la stessa che frequenta il bel principe e ricordati… non dovrai mai dichiararti…-  l’uomo svanì come per magia, lasciando la giovane ragazza in mezzo alla foschia, che cominciava a diradarsi e a far spazio al cielo e al sole splendente. Si guardò le mani, le braccia e le gambe incredula. – Sono una ragazza….sono una ragazza !!- felice come non mai, si mise a saltellare e a gridare di gioia. Con il cuore pieno di speranza e un sorriso dipinto sul viso, si diresse verso la cittadella che stava vicino al boschetto, l’abito verde pastello era decorato con ricami d’orati e seguiva le gentili curve della ragazza, lasciando le gambe scoperte e i piedi che calzavano scarpette dello medesimo colore.
Che lo spettacolo cominci !

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Il cielo era di un azzurro così intenso che sembrava dipinto, solo qualche nuvola bianca come il latte, volava leggiadra in quel mare azzurro e perfetto. I fiori nei giardini erano tutti sbocciati creando un dolce profumo che riempiva l’aria fresca e pura, gli uccellini cinguettavano allegri e i paesani dormivano ancora tra le braccia di Morfeo. Una ragazza si destò dal suo sonno. I lunghi capelli rossi erano tutti scompigliati sul suo cuscino di velluto, aprì gli occhi color del cielo e un dolce sorriso si formò sul viso della giovane. Si alzò energica e andò ad aprire la finestra della sua camera da letto, una fresca aria mattutina inondò la stanza; la ragazza inspiro profondamente e andò verso il grande armadio di legno di mogano intagliato con motivi floreali, lo aprì e ne tirò fuori un uniforme composta da una camicetta bianca, una giacchetta azzurro pastello con le maniche decorate con righe blu e infine una gonna che le arrivava sopra le ginocchia delle stesso colore della giacca. S’infilò gli abiti e indossò delle scarpette nere come l’ebano completando la sua mise per un altro giorno di scuola. Si sistemo i capelli in una coda molto semplice e uscì dal grande edificio bianco panna, correndo più veloce che poteva per non arrivare in ritardo a lezione, un’altra volta.
Non riusciva ancora a crederci, era una ragazza ! Ormai erano passati molti giorni da quando aveva iniziato a frequentare la scuola di danza De la Valerie, una scuola molto prestigiosa dove si studiava e si danzava musica classica. Gli studenti erano divisi in tre sezioni: gli apprendisti, gli studenti di secondo rango e gli studenti di primo rango. Ahiru era riuscita ad entrare nella classe degli studenti di secondo grado, anche se era molto goffa, per niente a tempo e scoordinata, era riuscita a superare l’esame grazie, probabilmente, ad un intervento divino. Nella stessa classe c’erano le sue due migliori amiche, a dir la verità erano le prime amiche che avesse mai avuto, ma proprio per questo motivo era ancora più felice ed entusiasta. “Arriverò a lezione tardi se non mi sbrigo !” corse velocemente verso il grande edificio dai colori tenui e delicati, l’aula si trovava nell’edificio centrare, nel quale erano presenti parecchie stanze dedite alla danza e alla musica, l’ufficio del preside e l’aula professori.
 Spalancò le porte dell’aula di danza, le pareti erano ricoperte di specchi che riflettevano le immagini delle ballerine e ballerini in posizione alle sbarre, la campanella suonò esattamente in quel momento e tirò un sospiro di sollievo. - Ahiru ce l’hai fatta !- una ragazza dai capelli blu notte raccolti in un chignon accurato la guardò con il volto illuminato, un’altra ragazza con i capelli biondi raccolti in una coda sorrideva contenta. Ahiru si avvicinò alle sue amiche: Melany era la ragazza che aveva parlato, era simpatica e piena di energia, amava leggere e riteneva che Ahiru dovesse essere più puntuale. Si comportava un po’ da mamma con lei ed alla ragazza con i capelli rossi non dispiaceva. L’altra giovane era Sonia, gentile con tutti e sempre allegra. Ammirava particolarmente Ahiru per la sua sincerità e bontà d’animo, anche se a volte era un po’ ingenua, su tutto quello che riguardava moda e ragazzi non c’era nessuno in grado di batterla. Parlarono per qualche minuto, raccontandosi cosa avevano fatto la sera precedente, fino a quando arrivò l’insegnante di danza, il signor Bunner. –Forza ragazze ! Tutte in ordine !- tutte le allieve si posizionarono l’una accanto all’altra lungo le sbarre di legno. L’uomo era alto circa un metro e ottanta, aveva un fisico muscoloso e abbronzato, i suoi occhi erano verdi come l’erba e i capelli castano chiaro e leggermente brizzolati. Era una brava persona e un ottimo insegnante, anche se con Ahiru aveva perso tutte le speranze. - Molto bene, prima di cominciare vi devo dare una notizia. Per il saggio di metà trimestre, la rappresentazione che abbiamo scelto è “La bella addormentata” di Čaikovskij. La prossima settimana ci saranno i provini per decidere le parti, chiunque può partecipare e sarei davvero felice se anche qualcuna di voi partecipasse, anche se non otterrebbe una parte sarebbe un’ottima esperienza.- tutte le ragazze cominciarono a parlottare tra di loro felici ed emozionate, alcune di loro si preparavano dall’inizio dell’anno per aver una possibilità di entrare nel cast e non vedevano l’ora di salire sul palco, i ragazzi erano meno entusiasti ma anche a loro sarebbe piaciuto danzare davanti a molte persone e ricevere un mare di applausi per la loro performance.
 L’insegnate batté le mani, attirando l’attenzione della classe- Ragazzi ! Forza cominciate con gli esercizi alla sbarra.- fecero come gli fu detto e la lezione poté cominciare senza altri intoppi, – Hey ! Ahiru perché non partecipi al provino per la bella addormentata ? Sono sicura che faresti scintille e botti !- ridacchio Melany, che non perdeva tempo per prenderla in giro e divertirsi con lei, - Non dire così Melany! Ahiru è qui da poco, è ovvio che non vincerebbe mai l’audizione ! – rispose Sonia con tono di ovvietà e di rimprovero. Benché fosse gentile, a volte non si rendeva conto che feriva le altre persone, diceva sempre quello che pensava e non era una cattiva qualità, soltanto avrebbe fatto bene imparare quando tenere la bocca chiusa. Aveva appena dato dell’incapace alla povera Ahiru che si rattristò, consapevole che quello che dicevano era la pura e triste verità. – Su non fare così Ahiru, sono sicura che diventerai molto brava, sei qui soltanto da una settimana e sei già nel gruppo del secondo rango !- la rassicurò Melany con una pacca sulla spalla, – Hai ragione, non devo deprimermi !- disse sfoggiando un grande sorriso che fece sorridere anche le altre. Non doveva scoraggiarsi, se si sarebbe impegnata duramente poteva ottenere anche lei una piccola parte nello spettacolo. Ma sopra ogni cosa, desiderava ballare con il suo amato principe, essere tenuta saldamente dalla sue mani e poter guardare da vicino i suoi occhi ambrati.
“Chissà cosa starà facendo Mytho in questo momento ?” L’insegnate vide che la rossa aveva la testa tra le nuvole e con la voce mascolina e forte la richiamò, – Ahiru ! Concentrati !- – Si certo ! Mi scusi. – rispose rammaricata, mentre le sue amiche alzavano lo sguardo al cielo chiedendosi se ce l’avrebbe fatta davvero. Il suo bel principe si chiamava Mytho, non era stato difficile scoprire il suo nome, perché era uno dei tre ballerini migliori di tutta la scuola. Le ragazze continuavano a parlare di lui e di quanto fosse bravo, l’unica cosa che sembrava intaccare quell’immagine perfetta era il suo atteggiamento freddo e distaccato. Ovviamente non potevano sapere che al momento lui non aveva un cuore, ma pensavano solo che fosse un tipo riservato e a cui non piaceva troppa attenzione. Con sua grande tristezza però, la giovane ragazza, aveva anche scoperto che era fidanzato con la ballerina migliore dell’intera accademia. Lei si chiamava Rue ed era una ragazza molto bella, con lunghi capelli neri e mossi, occhi color nocciola con piccole venature verdi e un fisico magro e slanciato. Anche lei, come il bel principe, era continuamente al centro dell’attenzione e i ragazzi si fermavano sempre a guardarla sperando di ricevere in cambio uno straccio di sorriso, ma un’altra cosa che tutti sapevano, era che lei era follemente innamorata di Mytho e non aveva occhi che per lui. Molte ragazze la trovavano antipatica e arrogante, probabilmente dicevano questo invidiose del suo talento e per il fatto che Mytho avesse scelto lei e non qualcun’altra. Ahiru non l’aveva conosciuta di persona, ma quando la vedeva in giro per la scuola vedeva solo una ragazza che dava il massimo nella danza e che amava profondamente Mytho.
 Quando l’aveva saputo il suo cuore si era come crepato, ma con il passare del tempo capì che non c’era niente che non andava; lei, una volta compiuto il suo lavoro, sarebbe tornata ad essere una papera ed era felice di sapere che ci sarebbe stata una persona sinceramente innamorata al fianco del bel principe.

 Ahiru stava camminando per i viali dell’accademia, le lezioni mattutine erano finite e ora poteva andare a mangiare nella grande sala da pranzo. Anche all’ora si sorprese di quanto fosse grande e bella quella scuola, la quale comprendeva: due edifici di tre piani ciascuno che erano destinati agli studenti come dormitori, ognuno possedeva la sua stanza la quale aveva un letto a baldacchino e un bagno in marmo italiano. I tappeti e le tende erano ricamati a mano e i quadri erano dipinti di pittori famosi e affermati. Poi c’era l’edificio centrale, quello aveva quattro piani e occupava una gran parte del terreno scolastico, infine c’erano la sala da pranzo e la biblioteca. La prima aveva il pavimento in marmo rosa pesca, le grandi vetrate davano sui giardini della scuola i quali erano rinomati per i loro fiori rari e la cura con cui erano tenuti, i tavoli erano tutti da otto persone e al centro del grande salone c’era una tavolata dove veniva servito il buffet. Il soffitto era ricoperto da un affresco che raffigurava il cielo con delle nuvole bianche e disegnate così bene da sembrare vere, i lampadari di cristallo facevano luce durante la cena e i balli organizzati dalla scuola, le pietre brillavano come stelle alla luce del sole creando piccoli arcobaleni e uno spettacolo incredibile per chiunque lo vedesse. La biblioteca, invece, conteneva moltissimi libri e gli studenti ci andavano per studiare o leggere un buon libro in pace e tranquillità. I viali della scuola erano delineati da alberi di ciliegio che quando fiorivano tingevano il terreno di rosa e l’aria si riempiva di un profumo dolce e delicato, le fontane avevano acqua cristallina e statue antiche che raffiguravano dei greci e altre figure mitologiche. Per completare il quadro, c’era anche un boschetto, nel quale si poteva andare a fare dei pic-nic oppure a rilassarsi in compagnia di qualche amico. La ragazza ad un certo punto si bloccò, vide il suo Mytho passeggiare tranquillamente qualche metro davanti a lei. – Oh ! Adesso cosa faccio ?! Cosa gli dico ?!- presa dall’ansia, si nascose dietro un cespuglio ben tagliato, che raffigurava una ballerina con una bamba alzata. Mettendo fuori la testa, osservò il ragazzo con aria sognante. Le sarebbe piaciuto parlargli, ma non aveva il coraggio di cominciare una conversazione e poi non avrebbe saputo cosa dirgli.
 - Hey tu !!- Ahiru emise suoni di dubbia umanità e fece un salto di mezzo metro, si girò e guardò con sguardo truce la persona che l’aveva spaventata a morte, – Ma…t-ti…sembra…i-il …modo ?!- contro il suo volere, la voce gli uscì tremante ed insicura, – Perché stavi guardando Mytho ?- chiese brutalmente il ragazzo che aveva di fronte. Non ci volle molto, prima che la ragazza riconoscesse lo sguardo di ghiaccio che la guardava. Era Fakir, nonché il terzo e ultimo miglior ballerino dell’accademia nonché il miglior amico del principe. I suoi capelli erano neri come la notte ed erano raccolti in un codino dietro la nuca, gli occhi gelati erano verdi chiaro, il viso serio era bello e dai lineamenti gentili. Il corpo atletico era coperto da una giacca cerulea con una cravatta blu scuro, i pantaloni erano bianchi come la neve e gli coprivano le gambe magre e veloci. – Niente, semplicemente…come dire…- l’altro alzò un sopracciglio visibilmente irritato dalla titubanza della ragazza. – Mi sono chiesta dove fosse Rue, siccome di solito sono insieme e mi sono persa nei miei pensieri….Ahah…- la bugia sembrò convincere il ragazzo, - Per questa volta ti credo, ma ti do un consiglio, non avvicinarti a quel ragazzo. Sono stato chiaro ?- detto ciò, si girò su se stesso e con passo sicuro si diresse verso i dormitori della scuola. La ragazza non sapeva cosa pensare, era un po’ confusa e non capiva cosa volesse dire il ragazzo dai capelli corvini. Alzò le spalle e con aria spensierata si diresse a mangiare.
Dopo il pasto delizioso, andò alle lezioni pomeridiane e finite pure quelle tornò stanca e assonnata nella sua camera da letto. Anche quel giorno non aveva trovato neanche un frammento del cuore di Mytho, a dir la verità non sapeva cosa dovesse fare esattamente per trovarli. Ma a parte questo, si disse che prima o poi ne avrebbe trovato uno e allora avrebbe saputo cosa come comportarsi. Si addormentò nel letto, coprendosi con le lenzuola di seta bianca e affondando la testa nel cuscino di piume. La luna splendeva nel cielo, circondata dalle stelle che brillavano come diamanti.

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Era notte fonda e tutti gli alunni dell’accademia dormivano, soltanto due ragazzi erano ancora svegli. Un ragazzo con i capelli bianchi come la neve, contemplava la luna seduto vicino alla finestra che si apriva davanti ad un’aiuola di rose.  – Sei ancora sveglio ? Vai subito a dormire, Mytho. – il ragazzo dagl’occhi verdi e dai capelli neri lo guardava in modo truce, il principe lo guardò per un paio di secondi in silenzio, con occhi vacui e persi nel nulla. – Come vuoi. – rispose semplicemente, sistemandosi nel letto e chiudendo gli occhi. L’altro chiuse la finestra, diede un’ultima occhiata al giovane prima di chiudere la porta della stanza dietro di se ed andare in quella accanto per dormire.
La mattina seguente, Ahiru si svegliò molto presto. Cosa molto insolita, visto che non faceva mai colazione siccome dormiva sempre troppo e arrivava in ritardo alle lezioni. Si cambiò indossando la divisa della scuola, prese una borsa dove mise dentro il suo completo da ballerina e uscì dalla stanza, lasciando il letto disfatto e l’armadio aperto. Aveva deciso di esercitarsi prima delle lezioni per avere almeno una possibilità di vincere l’audizione che si sarebbe tenuta la settimana prossima di mercoledì mattina, quel giorno era giovedì; quindi aveva poco tempo per esercitarsi a dovere. Aveva scelto di candidarsi come una delle tre fate che avrebbero aiutato la bella principessa, aveva scartato a priori i ruoli principali, non se la sentiva di fare una figuraccia davanti ai professori e ai compagni di scuola che avevano raggiunto già un certo livello di bravura. E poi così, l’ansia di essere al centro dell’attenzione non l’avrebbe messa troppo in difficoltà.
Una volta essersi cambiata, entrò nella sala completamente vuota e cominciò con degli esercizi alla sbarra per riscaldare i muscoli delle gambe e delle braccia.  Finiti gl’esercizi decise di provare la sua coreografia, il pezzo che aveva scelto era “La morte del cigno” Un pezzo piuttosto difficile, ma sentiva un senso di familiarità quando ascoltava il suono triste e dolce del violino, molto avrebbero detto che fosse pazza, in effetti anche lei aveva dei dubbi, ma non le importava. Voleva ballare quel pezzo e ci avrebbe messo tutto l’impegno possibile. A quel punto un ragazzo sulla ventina entrò nella stanza, era alto e di bell’aspetto, con occhi azzurri e capelli biondi come l’oro.
Era il pianista che accompagnava le lezioni della sua classe e il quale era stato così gentile da aiutare la ragazza con i capelli rossi. – Pierre ! Grazie per essere venuto !- l’altro sorrise, facendo arrossire leggermente la ragazza, d'altronde nessuna ragazza avrebbe potuto rimanergli impassibile. – Non devi ringraziarmi, lo sai che per me ogni scusa è buona per suonare il pianoforte.- anche lui aveva studiato in quella accademia, poi dopo la maturità aveva deciso di rimanere in quella scuola per esercitarsi ancora, benché fosse bravissimo, lui pensava che non fosse abbastanza e Ahiru lo ammirava molto per questo.
- Possiamo cominciare dall’inizio per favore ?- - Certamente.- il ragazzo si sedette al pianoforte e appoggiò le dita sui tasti neri e bianchi, guardò Ahiru che gli diede il via con un cenno della testa. Così cominciò a suonare: il suo tocco era così gentile e sicuro che il suono che emetteva lo strumento era a dir poco perfetto. La musica triste e molto intensa, era incredibile come riuscisse ad esternare così tante emozioni senza pronunciare nemmeno una parola. Ahiru cominciò a ballare: muovendo i piedi sulle punte molto velocemente e facendo dei piccoli passi, si spostò di qualche metro, allungò una gamba all’indietro e fecce fare la stessa cosa alle braccia che si muovevano armoniose e leggere. La musica l’avvolse completamente, come se il suo corpo si muovesse da solo i suoi movimenti divennero angoscianti, come un cigno che si accascia al suolo, morendo nella sua immensa grazie e bellezza. Pierre alzò un attimo lo sguardo per guardare la ballerina, come se i movimenti della ragazza lo avessero ipnotizzato, non smise di guardarla fino alla fine della performance. La giovane mise la gamba sinistra avanti, sedendosi su quella destra piegata, poi nascose il volto sulla gamba tesa unendo le mani sul piede fasciato dalla scarpetta rosa.
Il pianista la guardò in silenzio per alcuni minuti, era sbalordito. Non immaginava che la ragazza fosse così brava, ma allora come mai non era nella classe di primo rango ? – Allora, come sono andata ?- la guardò perplesso, - Mi stai prendendo in giro ? Sei stata bravissima !- lei sorrise imbarazzata e non molto sicura, - Sul serio, non è che me lo stai dicendo soltanto per farmi piacere, vero ?- - Non farei mai una cosa simile !- Ahiru non poté essere sodisfatta di se stessa, - I movimenti erano apposto, ci sono alcuni dettagli che devi sistemare, per quanto riguarda la teatralità devo dire che sono rimasto veramente sorpreso. Solo una cosa, nella prima parte mancava di intensità, solo dopo hai raggiunto il vero significato di questo pezzo.- le parole del ragazzo diedero una grande carica alla giovane che lo abbracciò presa da un’esplosione di felicità.

Quando Ahiru venne trovata dalle sue amiche già pronta in aula, la guardarono come se avessero visto un muto parlare ad un sordo. - Ahiru ! Cosa ci fai già qui ?!- chiesero in coro le due ragazze con gl’occhi spalancati.
– Ho deciso di presentarmi all’audizione per una delle fate, così da oggi, verrò qui prima e dopo le lezioni per esercitarmi.-  disse imbarazzata la giovane dai capelli color rame, - Brava è questo lo spirito giusto !- Melany l’abbracciò, seguita a ruota da Sonia, le quali non potevano essere più felici di sentire quella notizia. – Grazie, grazie per il vostro sostegno !- disse commossa Ahiru. – Vedrai che le stenderai tutte !- disse raggiante Sonia, tirando un pugno a vuoto. – Speriamo di no ! Se no chi raccoglie i fiori che ti lanceranno dopo la tua esibizione ?- disse Melany con aria snob, facendo morire dalle risate la bionda e la rossa.
Entrò il signor Bunner, portando il silenzio e la concentrazione tra i vari studenti. – Oggi, ragazzi, assisteremo alla performance di alcuni alunni del primo rango, quindi fate molta attenzione e cercate d’imparare qualcosa !- si sederono tutti in fondo all’aula con le schiene appoggiate agli specchi. Era la prima volta che assistevano ad una esibizione di un’altra classe ed erano veramente curiosi di vedere il livello e la bravura degli alunni interessati.
Le porte si aprirono come per magia, delle ragazze con tutù blu scuro e chignon perfetti entrarono nell’aula in punta di piedi accompagnate da una musica allegra e ritmata. Le ballerine si aprirono per far passare una ragazza dai capelli neri come la notte e con due occhi di un blu intenso con delle sfumature viola che li rendevano simili a due gioielli, si muoveva con tanta  grazia e leggerezza da dare l’impressione che stesse volando. Ahiru la ricoobbe subito: lei era la famosa Rue. La osservava meravigliata, i movimenti di quella ragazza riuscivano a incantare chiunque, e le espressioni del viso sembravano dipinte da un pittore.  Ahiru non smetteva di sorridere e la ballerina se ne accorse, “Sembra si stia divertendo, molto bene, darò il meglio di me per finire in grandezza !” Quando la musica finì e le ballerine  si fermarono, ci fu un lunghissimo applauso che riempì l’aula. Le sette ragazze fecero un piccolo inchino e con la stessa grazia con cui avevano ballato se ne andarono nella loro classe, ma Rue non poté che chiedersi chi fosse quella ragazza con gl’occhi che sembravano due laghi di vetro.
Finite le lezioni, Ahiru andò a mangiare alla mensa della scuola, ma mentre camminava per i viali con i ciliegi in fiore, trovò Mytho che leggeva un libro seduto sull’erba perfettamente tagliata del prato. Si fermò a guardarlo per qualche secondo, contenta di quella bella e inaspettata sorpresa. “Com’è bello…” si fermò ad osservare i lineamenti delicati che lo rendevano simile ad un angelo, i capelli sembravano piume di cigno e avrebbe voluto toccarli per confermarne la morbidezza. - C’è qualcosa che non va ?- il ragazzo interruppe i pensieri della ragazza, prendendola di sorpresa e gettando la ragazza nel panico.  – Ehm.. n-no nessun problema…- il ragazzo si girò a leggere di nuovo il suo libro, come se non fosse successo nulla; allora Ahiru decise di provargli a parlare e di cominciare una conversazione. – Cosa leggi di bello ?- chiese timidamente, cercando di non sembrare troppo invasiva, – Romeo e Giulietta.- rispose distrattamente il giovane, lasciando la ragazza in una situazione piuttosto complicata ed imbarazzante. Poteva capire che non aveva un cuore, ma qui si stava parlando delle basi !
Ad un certo punto una ragazza, o almeno pensò che fosse una ragazza, si avvicinò a loro con passo deciso e arrogante. - Ciao Mytho, come stai?- chiese teneramente la giovane, facendo una vocina che stonava con la corporatura robusta della ragazza. – Bene. - -Vorrei sapere cosa provi per Rue. Le vuoi bene ?- chiese sicura, con un sorriso malvagio sul volto, – No, io no.- la rossa non riusciva a mettere a fuoco la situazione, stava davvero accadendo quello che i suoi occhi vedevano ? – Allora non ti dispiacerà metterti con me, giusto ?- - Va bene.- ad Ahiru cadde la mascella a terra. “Ha detto di si a quel mostro ?! Capisco che non possa provare amore, ma gli occhi c’è li ha ancora buoni, vero !? Mon Dieu ! Cosa dirà Rue !? Lei è la sua ragazza !!” Non riusciva a credere alle parole del ragazzo. Si guardò in giro per vedere se qualcuno li stesse osservando, ma l’unica persona che vide fu Rue, che stava camminando verso quella direzione. – Adesso cosa faccio ?!- lanciò due sguardi al ragazzo e a quella sottospecie di balenottera, un senso di nausea le fece passare la fame. “Devo assolutamente fermare Rue, prima che veda questo spettacolo orripilante !” – Rue !!- la ragazza la vide, e con espressione confusa la salutò a sua volta. - Ciao, ehm…- - Ahiru, il mio nome è Ahiru, scusa se non mi sono presentata. – gli porse la mano che la mora strinse incerta, dopo pochi secondi le riconobbe la ragazza di quella mattina e sul suo viso si dipinse un tenero sorriso. – Volevi dirmi qualcosa ?- la rossa divenne di pietra. “Cosa le dico adesso ?” – Ehm…volevo congratularmi con te per la splendida esibizione di oggi ! – sorridendo come una sciocca, e strappando una risata alla mora. – Grazie, sei molto gentile ! – trovava molto simpatica quella energica ragazza, anche se provava qualcosa di strano nei suoi confronti, non sapeva esattamente cosa ma sentiva che erano in qualche modo legate. Intanto, senza accorgersi, Mytho e la ragazza di prima si erano avvicinati ed Ahiru sbiancò come se avesse visto la morte in groppa a un unicorno rosa. – Oh ! Ma guarda chi c’è Mytho ! La tua EX-ragazza…- rise malignamente la cicciottella, Ahiru avrebbe voluto tirargli un calcio in faccia, le sue scarpe avevano un piccolo tacco era sicura che le avrebbe fatto male. - Scusa?- Rue era rimasta impassibile, con lo sguardo che la guardava distratta, – Hai capito bene, ora scusaci ma dobbiamo provare !- e si allontanò con Mytho a braccetto, che non disse nemmeno una parola. – Sono sicura che quella strega mente !!- disse arrabbiata Ahiru, non voleva veder soffrire Rue, era così gentile e dolce nei suoi confronti. – Ma l’hai vista ?! Tu sei un milione di volte meglio !!- Rue scosse la testa.
– Sei così dolce, preoccuparti dei miei sentimenti e ci conosciamo solo da pochi minuti, grazie, grazie davvero. – sorrise e si allontanò lentamente, con lo sguardo triste e fisso davanti a sé. Ahiru non sapeva cosa fare, possibile che Mytho potesse essere così…così…cieco ! “Misericordia ! Devo trovare una soluzione al più presto ! Non voglio che Rue soffra così, preferisco che sia lei ad avere Mytho, non certo quella cozza !” Benché si sentisse leggermente cattiva chiamare “cozza” una ragazza che nemmeno conosceva, doveva ammettere che quelle ragazza l’aveva fatta davvero arrabbiare.

Durante quel pomeriggio le classi di primo e secondo rango si unirono in un’unica aula, ogni mese chi voleva provare a procedere nella classe successiva poteva farlo, in modo che chi avesse lavorato duramente potesse essere ricompensato. – Oggi, chi vorrà potrà provare ad entrare nella classe del primo rango, questo significa che uno di loro dovrà tornare nel secondo rango. Allora c’è qualcuno che vuole provare ?- si alzò da in fondo una ragazza, quando Ahiru vide che era la ragazza cicciottella di prima, si chiese se avesse fatto qualcosa di sbagliato nella sua vita per meritare quello. – Voglio fare un pax de deux, con il mio partner Mytho.- un grande brusio si mosse tra il pubblico, sconcertati per il fatto che il ragazzo fosse diventato il partner di un’altra ragazza e non più della bella Rue. Mytho si alzò e si sistemò vicino alla ragazza con i capelli rossicci e legati in uno chignon disordinato. Cominciarono la loro esibizione: Mytho era aggraziato e armonioso come al solito, i movimenti erano dolci e gentile, sembrava quasi che avesse paura di far del male all’aria che lo circondava. Anche la cicciona se la cavava bene, ma quando venne il turno dei sollevamenti fu la ragazza a prendere il principe e non il contrario. “Bhè, non era possibile che Mytho fosse così muscoloso….Misericordia ! Nessuno è così muscoloso accidenti !” pensò scioccata la rossa. Tutto sommato fu una bella esibizione e loro due avevano ballato in perfetta sincronia.
 –Vediamo quello che sai fare Rue !- disse arrogantemente la balena, Rue si alzò senza guardare nessuno in particolare, - Ovviamente per il pax de deux non potrai avere il mio Mytho, chi sceglierai come partner ?- Rue si guardò in giro e poi vide Ahiru che la guardava. “Sono sicura che sarà perfetta.” Allungò la mano verso di lei e con voce suadente la invitò a ballare con lei,  – Ahiru, vorresti essere la mia partner ?- sulle prime non rispose, poi quando il suo cervello ebbe elaborato tutta la situazione, spalancò la bocca sconcertata.
- C-cosa io la tua partner ?!- Rue annui convinta con un ingenuo sorriso sul volto, – Io non sono così brava come te, è meglio se scegli qualcuno più competente !- disse agitata, non voleva farle perdere il posto nella classe del primo rango. Rue insisté e infine ebbe la meglio.  – Fai quello che faccio io.- disse teneramente all’orecchio della rossa, Ahiru annuì nervosa, con le gambe che tremavano come due rami scossi dal vento. La musica partì: Ahiru segui i movimenti di Rue come meglio poteva, non era a tempo con l’altra e i suoi passi erano molto insicuri.
“ Accidenti ! Non posso farle perdere questa sfida !” Ahiru fece un lungo respiro e si concentrò, i movimenti divennero più precisi e fluidi, trovò il giusto tempo e così si creò un’armonia quasi perfetta tra le due ragazze. Ad un certo punto Rue le sussurrò qualcosa all’orecchio mentre le passava vicino roteando su se stessa.
– Salta.- e così fece, Rue la prese alla vita e le fece fare un salto perfetto. Grazie all’aiuto di Rue, Ahiru riuscì a fare una splendida esibizione e il professore rimase sbalordito dalla loro bravura e sincronia, benché fosse la prima volta che ballava insieme. Nessuno osò fiatare, dopo alcuni secondi, qualcuno cominciò a battere le mani. Era il ragazzo antipatico con gl’occhi verdi e i capelli neri, Fakir.  Ahiru lo guardò sorpresa, non si aspettava da lui una cosa del genere. Si trasformò in un applauso di massa e fu chiaro chi avesse vinto la sfida. La ragazza sconfitta se ne andò infuriata come una belva, trascinando Mytho per un braccio mentre lui la seguiva senza dire niente, con lo sguardo fisso nel vuoto e la bocca semi dischiusa.
Si fermarono sotto un gazebo di legno bianco nel boschetto dietro scuola, con delle rose che ornavano i pilastri rendendolo molto romantico e intimo, ma quello che stava per succedere lì sotto non aveva niente a che fare con il romanticismo. – Perché non hai fatto niente ? Io sono la tua ragazza ! Dovevi fare qualcosa !- lo guardò con un’occhiata di pura rabbia la ragazza con ancora indosso le scarpette da ballo. – Loro sono state più brave.- disse freddamente Mytho, quelle parole la fecero imbestialire ancora di più. Gli tirò un ceffone che gli lasciò una manata rossa sul viso.  – Basta !! Non voglio più essere la tua ragazza !- così dicendo se né andò piangendo, lasciando Mytho solo, sotto il tetto di rose e legno. Il ragazzo non poteva capire come si sentiva la giovane, il suo cuore era distrutto in vari pezzi e non poteva provare sentimenti, ma la ragazza non poteva saperlo. La balenottera azzurra correva disperata senza meta, lontano da tutto e da tutti; Ahiru, intanto, la stava cercando per confortarla, si sentiva così in colpa, voleva rimediare in qualche modo a quello che aveva pensato. La vide correre nella sua direzione con le mani che le coprivano il viso rigato dalle lacrime. Grazie al cielo si era informata sul conto della ragazza e ora poteva darle un nome : Lory. – Lory, aspetta ti devo parlare !- gli corse incontro, ma venne superata senza essere degnata neanche di uno sguardo, si mise a correre anche lei continuando a chiamarla per nome.
Quando riuscì a raggiungerla, Lory stava colpendo alberi con le robuste mani, lasciando ammaccature sulla dura corteccia, sotto gli occhi increduli della rossa. – Lory fermati ti prego !- solo allora si accorse di una figura vicino alla ragazza che emetteva una tiepida luce rossiccia. “ Mon Dieu !Quello è un frammento del cuore di Mytho !” Il frammento aveva l’aspetto di Mytho, però sembrava una figura astratta che non poteva essere toccata con le mani.
– Princess Tutù !!- il ciondolo, al suono di quelle parole, s’illuminò; una luce avvolse Ahiru e la trasformò in nella principessa. Indossava un tutù bianco dai bordi rosa chiaro, una coroncina in testa d’oro, due braccialetti di perle ai polsi e un paio di scarpette da ballerina rosa. La sua armatura da combattimento era pronta.
- Io sono Princess Tutù ! Torna da me !-  il frammento si girò verso di lei con sguardo indifferente e lanciandogli un’occhiata di ghiaccio. Poi entrò nel cuore di Lory facendola gridare di dolore, – No !- la ragazza cicciottella guardò la rossa. – Cosa vuoi ? Sei venuta qui per prenderti gioco di me ?!- - No, io…- l’altra cominciò a ballare: una danza arrabbiata, piena di dolore e collera, con movimenti pesanti e rigidi.  Il ballo di Lory stava creando un vento sempre più potente che piegò le piante circostanti,– Lory questa non è la tua danza !! Fermati !!- - La mia danza è sempre stata così, piena di sentimenti negativi e di dolore !!- il vento diventò un vero tornado, Princess Tutù si protesse con le mani e cercò di non essere trasportata via dal vento impetuoso. Poi, fece girare le mani sopra la sua testa e ne tese  una verso Lory, con un sorriso confortante e che dava coraggio. – Vuoi ballare con me ?- disse con la voce melodiosa e calma, la ragazza smise di ballare e la guardò triste in volto. - Una volta, dissi a Rue che sarei diventata brava come lei a ballare, ero rimasta incantata dalla sua bravura, ma lei mi rispose  che sarebbe stato impossibile per me. Il mondo mi è crollato addosso, ho cominciato a provare un odio profondo e ho deciso di vendicarmi di quelle sue parole!- le lacrime bagnarono il giovane volto di Lory, Princess Tutù capì immediatamente che lei aveva frainteso le parole di Rue, le si avvicinò lentamente e le parlò teneramente. – Non piangere, Rue ha ragione, tu non potrai mai ballare come lei.- la ragazza gli lanciò un’occhiata di fuoco, – Zitta !! - -Nemmeno io potrò mai ballare come lei, ognuno ha il suo stile, il suo modo di ballare; lei ti voleva far capire che dovevi trovare il tuo balletto. Che dici, vuoi provare con me ?- la ragazza rimase senza parole, aveva frainteso tutto e se ne accorse solo ora che le aveva parlato quella ragazza così bella e gentile; si avvicinò alla ballerina, gli prese la mano e cominciarono a ballare. I dolci movimenti di Tutù e di Lory crearono una magica atmosfera. “Ognuno ha il suo modo di ballare: il mio è dolce e pieno d’amore, quello di Lory è aggraziato ma potente, ed è così che deve essere.”
I movimenti della ragazza robusta, divennero più gentili e, benché fossero di una certa potenza, non mancavano di grazie ed eleganza. Tutù sorrise contenta, si era pentita di aver pensato male di quella ragazza, ma ora aveva saldato il suo debito e poteva danzare con lei senza darsi problemi.
Quando finirono di ballare, il frammento del cuore uscì dal cuore di Lory, la ragazza cadde a terra svenuta, - Io sono “la rabbia”, grazie per avermi trovato.- disse con un sorriso sforzato, che rovinò il bel viso del giovane.
 –Vieni.- Tutù allungò le mani e il frammento divenne un piccolo pezzo di rubino che si andò a posare sui suoi palmi vellutati. – Torna dal principe !- il frammento volò via in una scia luminosa, diretto verso il suo vero e unico proprietario. Ora che aveva ritrovato un pezzo di cuore, sentiva che poteva completare la sua missione, avrebbe dovuto soltanto impegnarsi affondo e stare vicino al suo amato principe.

Mytho era seduto sui gradini del gazebo, dove era stato lasciato dalla ragazza. Non sapeva cosa stava aspettando, semplicemente non aveva altro da fare e sapeva che Fakir o Rue l’avrebbero presto raggiunto, quindi non ci sarebbe stata ragione di spostarsi da lì.  All’improvviso si sentì invadere da una rabbia incontenibile, cominciò a prendere a pugni e a calci tutto quello che incontrava: alberi, pietre e piante. Dentro di lui sentì come se un vulcano stesso eruttando per la prima volta dopo secoli di sonno, come lava calda, la rabbia lo avvolse completamente rendendolo incapace di pensare. Dopo qualche tempo, si accasciò vicino ad un albero, con la mani insanguinate e senza più energie. Lì perse i sensi, stremato e dolorante.
Intanto Fakir lo stava cercando, non poteva permettere che andasse in giro da solo, avrebbe potuto combinare qualche disastro, - Mytho, dove sei ?!- quando lo vide a terra, vicino ad un albero,  con le mani insanguinate si precipitò verso l’amico. – Mytho, ma cosa ti è successo !?- il ragazzo non gli rispose e preso dalla preoccupazione lo prese in braccio e lo portò nella sua camera correndo alla sua massima velocità.  “Cosa sarà mai successo ? Perché ha tutte la mani insanguinate ?” Fakir non riusciva a darsi una spiegazione, ma sicuramente l’avrebbe scoperto in un modo o nell’altro.

-Così il primo frammento è stato  raccolto e consegnato, brava Ahiru ! Ma riuscirai a trovare tutti i pezzi del suo cuore ?- un signore in un luogo oscuro, osservava la scena divertito, una risata agghiacciante riempì quel luogo proibito e senza vita. Quale sarà il suo vero nome ?

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Il cielo era coperto da nuvole grigie, la pioggia cadeva verso il suolo bagnando i fiori e la terra scaldata dai molti giorni di sole che si era susseguiti in quel periodo.
Ahiru era in classe, e stava ascoltando il professor Bunner che dava le ultime indicazioni sui provini per “La bella addormentata”. - Bene, come ben sapete, domani ci saranno i provini per le parti nella rappresentazione della Bella addormentata, quindi, chi vuole partecipare si presenti alle 9.00 di mattina, non un minuto dopo.- dettò ciò, la lezione continuò come di consueto. Ahiru era molto carica, aveva lavorato allungo e molto duramente per avere una parte nella rappresentazione, avrebbe dato il meglio di sé e ballato come meglio sapeva. Melany e Sonia si accorsero che i movimenti della ragazza erano molto migliori e che riusciva a fare esercizi che prima non le riuscivano. Era così fiere e orgogliose della loro amica, già la prima volta che l’avevano vista, capirono che quella ragazza era speciale e in grado di grandi cose. - Ahiru, vedo che sei molto migliorata ! Continua così e riuscirai ad entrare nella classe di primo rango ! - si complimentò Sonia sorridendo con i denti bianchi come perle, Melany scuoteva il capo energicamente, – Si, la mia Ahiru sta diventando grande !- disse gettandosi al collo della rossa e facendo finta di piangere. – Come farei senza di voi, ragazze !- - Semplicemente non faresti nulla !- scoppiarono a ridere allegramente, ricevendo in cambio una levata di testa dal professore che non gradiva che si perdesse tempo durante le sue lezioni.
La mattinata passò tranquillamente e velocemente insieme alle lezioni pomeridiane che furono molto piacevoli e non particolarmente pesanti.  Alle quattro del pomeriggio, Ahiru stava passeggiando nei giardini della scuola, osservando i fiori dai mille colori, aveva smesso di piovere e il cielo si era aperto mostrando il sole giallo e brillante. Le gocce di pioggia sui petali dei fiori sembravano piccoli diamanti, che brillavano come stelle alla luce. Lo sguardo della ragazza venne catturato da delle rose in un’aiuola tutta per loro. Erano così belle : i fiori erano grandi come una mano e avevano petali di un blu così scuro da sembrare blu. Ahiru guardava estasiata quelle meravigliose creazioni, quando la sua attenzione fu catturata dall’ombra di un ragazzo dietro di lei. Quando si girò si ritrovò il suo bel principe guardarla incuriosito e con uno sguardo arrabbiato. - Ciao.- disse il ragazzo con voce dura, la ragazza notò subito dal tono della voce, solitamente piatto e basso, che c’era qualcosa che era cambiato in lui. “Deve essere per colpa del frammento che gli ho riportato l’altro giorno.” Si disse la giovane. – Ciao !- lo salutò gentilmente lei, i suoi occhi caddero involontariamente sulle mani fasciate di lui, – Mon Dieu ! Cosa ti sei fatto alle mani ?- chiese la rossa prendendo le mani di Mytho e con la voce leggermente tremante. Il ragazzo non capì tutta quella preoccupazione, né Fakir né Rue si preoccupavano così per lui. – Mi sono ferito, ma perché ti preoccupi tanto per me ?-  - Ma come perché ?! Sei ferito ! Chiunque si preoccuperebbe !- disse Ahiru, anche se sapeva bene il motivo di quella domanda. Mytho si sentì invadere da uno strano calore, la rabbia improvvisamente si placò e sul suo volto si formò un dolce sorriso, le prese le mani e la guardò negl’occhi azzurri.  –Grazie.- poi se ne andò, lasciando la ragazza con il volto in fiamme per l’imbarazzo.
“ Mytho mi ha ringraziato !!!! Oh, Mon Dieu !!!” ma la sua felicità non durò molto, perché qualcuno aveva osservato la scena infastidito. – Lascialo in pace.- una voce secca, dura come l’acciaio, come una pugnalata al cuore la fece ritornare in sé. Era Fakir. – Perché ? Cosa ho fatto ?- chiese innocentemente la ragazza, lui la guardò ancora più intensamente desiderando di poterla congelare sul serio. - Devi lasciarlo in pace, hai capito !- l’istinto omicida della ragazza crebbe a livelli pericolosissimi, prese un grosso respiro e si girò su se stessa andandosene più lontano possibile da quell’essere antipatico e maleducato. Se solo fossero stati da soli, l’avrebbe preso e ucciso con le sue stesse mani.
Quando ormai il sole era già sceso oltre le coline che circondavano la città, Ahiru andò a dormire, la mattina seguente si sarebbe dovuta svegliare presto per partecipare alle audizioni, ed era un po’ agitata. Aveva provato tantissimo, ma la paura rimaneva come un sassolino nella scarpa che non riesci a togliere. Cercò di calmarsi e di dormire il più possibile, poco dopo si addormentò senza neanche accorgersi e il suo ultimo pensiero cadde sul bel principe senza cuore.

 

Un uccellino stava canticchiando davanti ad una finestra, aveva le piume azzurre e il becco era giallo chiaro. Quando la finestra venne spalancata improvvisamente, volò via andandosi poi a posare su un ramo di un albero li vicino. Una ragazza con i capelli rossi e gl’occhi azzurri fece un grande respiro e con il viso pieno d’energia ammirò il cielo senza neanche una nuvola. Ahiru era pronta. Sapeva cosa doveva fare e cioè ballare con tutta l’anima e con tutto il suo cuore. Il teatro era un vecchio edificio color vaniglia, al suo interno c’erano più di millecinquecento posti a sedere, il soffitto era decorato con affreschi che raffiguravano alcune delle scene più belle del balletto e del teatro: Romeo e Giulietta nella scena del balcone, una scena del “Il lago dei cigni”, un’orchestra musicale con un pianista come solista e molte altre che richiamavano il mondo dell’arte.
L’edificio era gremito di gente, moltissimi ragazzi e ragazze erano intervenuti per quell’audizione, per non contare poi tutti gli addetti alla scenografia e alla coreografia che erano venuti per vedere chi sarebbero stati coloro che avrebbero ballato su quel palco sotto le vesti di Aurora e del principe Filippo. Ad un tratto una voce familiare richiamò l’attenzione della giovane, la quale cominciava a sentire l’asia crescere sempre di più. - Ahiru ?! Ci sei anche tu !-  la rossa si girò e si ritrovò davanti Rue, con un sorriso che gli arrivava alle orecchie.  - Ciao Rue ! Come sono felice di rivederti ! – esclamò la rossa entusiasta e sollevata di conoscere almeno una persona in mezzo a tutti quegli sconosciuti.  – Anche io sono molto felice, dimmi per quale parte farai l’audizione ?- - Per una delle fate madrine . – Rue divenne perplessa,  – Ma come ? Non vuoi fare Aurora ?- - No, non sono all’altezza, mi basta avere un ruolo minore, ne sarei felicissima lo stesso !- il sorriso di Ahiru contagiò anche l’altra, pensando che la ragazza poteva aspirare a un ruolo più importante.  – Immagino che tu partecipi per Aurora, spero che tu vinca, mi piacerebbe ballare sul tuo stesso palco. - - Così, mi metti in imbarazzo !- Rue era diventata tutta rossa, non aveva mai trovato una ragazza così gentile e solare. “Mi sta proprio simpatica, è completamente diversa dalle altre.” Le due ragazze si salutarono e andarono a prepararsi nei camerini preparati appositamente per gli studenti della scuola di danza. I giudici erano il professor Bunner, la professoressa Alice insegnate di teatralità e il pianista Jason. Ahiru inizialmente fu sorpresa di vederlo tra i giudici, ma poi si rese conto che stava parlando del pianista più bravo che conoscesse, anche se doveva ammettere che non ne conosceva molti. – Bene ragazze, cominciamo le audizioni, la prima per il ruolo di Aurora è la signorina Milena.– una ragazza si mise al centro del palco e cominciò la sua esibizione. La guerra era cominciata, non si sarebbero fatti prigionieri, ci potevano essere solo pochi vincitori e per vincere avrebbero dovuto sputare sangue e ballare finché avessero energia.
Erano tutti nervosi, i giudici non sembravano convinti, le prime tre erano state brave ma non avevano ballato con sentimento, si era creata un’atmosfera pesante e Ahiru aveva paura di esserne sopraffatta e fare un’esibizione orribile. Ma ora era il turno di Rue. Entrò sul palco con gli occhi puntati davanti a se e calò il silenziò. Aveva indosso un tutù rosso come il sangue, ornato con ricami argentei che raffiguravano delle rose e spine, le scarpette erano nere come i suoi capelli raccolti in un ordinato chignon.
Quando la musica iniziò, Rue seppe cambiare completamente l’atmosfera: i suoi movimenti erano così delicati e aggraziati da poter essere paragonati a petali di rosa che cadevano dal cielo, trasportati dalla brezza gentile primaverile. Rimasero tutti senza parole. Rue era così precisa e fluida nei movimenti che sembravano parte di lei, ma anche la teatralità era perfetta. Le sue espressioni lasciavano trapelare tutte le emozioni che suscitava la musica, il suo corpo cantava insieme alla musica e riuscì a creare una magia meravigliosa. Ahiru ne rimase incantata, quando finì l’esibizione non poté far meno di applaudire con entusiasmo. Il teatro si riempì di applausi, i giudici si alzarono e si complimentarono con la ragazza che sorrideva soddisfatta, uscì di scena con un grande inchino, quando passò vicino a Ahiru gli sussurrò qualcosa. -  Mi raccomando, voglio te, vicino a me su quel palco…-  dettò ciò si sistemò dietro le quinte per osservare l’esibizione dell’amica, curiosa di vedere cosa avrebbe ballato e se fosse migliorata dall’ultima volta che aveva ballato con lei. - E ora passiamo alle audizioni per le fate. La prima è la signorina Ahiru.- alla ragazza venne un infarto, l’agitazione si impossessò di lei, camminò rigidamente sul palco, sembrava una bambola di legno. Si poteva vedere la tensione sul suo volto come se fosse stata dipinta. Rue lo notò immediatamente e prendendo un grande respirò gridò, – Ahiru ! Metticela tutta !- lei si girò verso la ragazza rossa per l’imbarazzo, ma grazie alle parole dell’amica l’ansia se n’era andata e ora poteva muoversi liberamente.  Si mise in posizione e chiuse gl’occhi, cercando d’immedesimarsi. La musica cominciò e tutti rimasero stupiti dalla scelta del brano. Aveva infatti deciso di ballare La mort du cygne dal Le lac des cygnes.
“Sono un cigno, un bellissimo cigno ferito, che vola stremato per poi adagiarsi a terra, morto…” pensando ciò, cominciò a muovere le braccia lentamente e con grande eleganza, il volto si riempì di dolore e angoscia lasciando tutti sorpresi e senza parole.  “Wow, Ahiru è migliorata davvero molto, avrebbe dovuto partecipare all’audizione per la principessa, sarebbe stata un ottima rivale.” Rue sorrideva, felice che la sua amica stesse andando così bene. Intanto la ragazza aveva continuato la sua esibizione, le sue braccia sembravano ali morbide e bianche come nuvole, era riuscita a catturare l’attenzione di tutti e questo giocava a suo favore. Piegò il busto all’indietro, alzando la gamba sinistra che andò a pochi centimetri dalla testa, le gambe cominciavano a tremare, poi tornò dritta e, con un movimento veloce dei piedi, fece alcuni giri su se stessa. Ora arrivava la parte più difficile : saltare. Non era mai riuscita a fare un bel salto, aveva paura di cadere e farsi male e questa la bloccava, ma doveva assolutamente tentare. Girò su se stessa, mise un piede a terra e prese lo slancio, ma verso la fine appoggiò male il piede e cadde a terra, procurando uno spavento generale. “ Forza ! Non è successo niente !” Si  rialzò dolorante, non aveva perso la concentrazione e continuò la sua esibizione come se fosse stato tutto programmato. Si accasciò a terra lentamente e pose le sue mani sulla gamba distesa, nascondendo il volto. Ci fu un lungo momento di silenzio e poi un grande applauso riempì tutto il teatro. Ahiru alzò il viso incredula, tutti quegli applausi erano per lei ? Si alzò piano, piano e fece  un piccolo inchino, sorridente si diresse dietro le quinte. Rue era li che l’aspettava, - Sei stata bravissima ! - - Dici sul serio ?! Non mi stai prendendo in giro ?- l’altra scoppiò a ridere divertita, – Ma ti pare ! Sei stata fenomenale ! Complimenti la parte è sicuramente tua. – Ahiru non riusciva a crederci. “ Ho avuto la parte, ho avuto la parte ! Ho avuto la parte !!!!!” Saltò di gioia e abbracciò Rue che rimase confusa, poi ricambio anche lei, quel contato le fece sentire un calore che non aveva provato per molto tempo, ma allo stesso tempo sentiva uno strano sentimento nascere dentro di lei. Cosa poteva essere ?
Ahiru uscì dal teatro tutta contenta, anche se aveva sbagliato il salto, la sua esibizione era stata davvero molto apprezzata dai giudici, la faccia che aveva fatto il signor Bunner non aveva prezzo, se ci pensava gli veniva ancora da ridere. Guardò l’orologio del campanile che s’innalzava verso il cielo: erano appena le undici. Cosa avrebbe potuto fare ? Le lezioni erano state sospese per le audizioni, quindi avrebbe potuto fare una bella passeggiata nei giardini della scuola, oppure fare un giro in città… ma certo !! Poteva andare a trovare Edel !
Edel era una ragazza molto seria e matura, aveva capelli verdi come l’erba e la pelle bianca come la neve, le labbra di un violetto candido e due occhi blu come il mare. La ragazza aveva qualche anno in più di Ahiru, e la cosa più strana è che sapeva esattamente chi fosse e tutta la sua storia strampalata, la ragazza non aveva mai voluto rispondere alle domande di Ahiru su cose sapesse la sua storia, così la rossa aveva lasciato perdere. Lasciandosi conquistare dalla gentilezza e dalle parole della giovane donna. Ahiru la trovò senza difficoltà: infatti, Edel, era sempre in piazza o nelle vie principali della città, vendeva gioielli di pietre preziose e intanto suonava un…un….bhè a dir la verità non sapeva neanche lei cosa fosse, lei girava una manovella e usciva una musica molto carina che attirava i clienti. La venditrice le dava molti consigli, l’aveva conosciuta un giorno di pioggia, quando stava correndo per cercare un riparo e la vide sotto un portico a suonare. Le si avvicinò e cominciarono a parlare e così ogni volta che andava in città, Ahiru si fermava dalla ragazza per parlare con lei. Benché si conoscessero ormai dai qualche settimana, la strana ragazza continuava  a rivolgersi ad Ahiru in tono molto formale, suscitando perplessità nella ragazza con i capelli rossi. Quando la vide sotto un albero in mezzo alla piazza, le corse in contro agitando una mano, - Edel !- la ragazza si girò verso di lei e le sorrise gentilmente.   – Ciao Ahiru. - - Ciao Edel, come va ?- - Bene, tu ? Cosa fai qui ? Dovresti essere a lezione.- la rossa scosse la testa, – No, oggi c’erano le audizioni per lo spettacolo e indovina ? Ho avuto la parte per una delle tre fate !! O almeno penso sia così…-
- Brava, sono felice per te.- la ragazza la guardò, non le sembrava particolarmente entusiasta, ma lei era fatta così, molto indifferente e tranquilla, – Dimmi, hai qualche gioiello nuovo ?- la ragazza guardò la piccola bancarella che aveva davanti a lei, c’erano pietre di ogni tipo: rubini, smeraldi, zaffiri e persino diamanti ! Ma il suo sguardo venne catturato da un braccialetto argenteo, aveva un pendente a forma di cuore con uno zaffiro incastonato.
 – Questo come si chiama ?- la ragazza prese il bracciale, osservandolo incantata, – Questo si chiama “amicizia”, se lo doni a un caro amico, rimarrete amici per sempre, anche se dovreste separarvi, prima o poi vi ricongiungerete.- ad Ahiru s’illuminarono gli occhi, sapeva perfettamente a chi regalarlo.  – Quanto costa ?- - Per te niente, è un regalo.- prese le mani della giovane e glielo mise sui palmi vellutati. – Cosa !? Non posso accettare !- l’altra le chiuse la bocca con un dito, - Niente ma ! Ora vai !- Ahiru le sorrise con tutta la gratitudine che provava e dopo averla ringraziata un centinaio di volte, ritornò alla scuola di corsa.

 Le audizioni erano finite e il signor Bunner appese un foglio con i nomi dei selezionati su una bacheca di legno, davanti all’edificio centrale della scuola. Una piccola folla si formò davanti alla bacheca, curiosi e ansiosi di sapere i risultati. Ahiru si avvicinò sorridente, sapeva già che la parte era sua, ma aveva paura che ci fosse stato un ripensamento da parte dei giudici. “Ok, al tre, one, deux, trois !” alzò gl’occhi, ma quando vide che il suo nome non era tra quelli che erano stati scelti per il ruolo di una delle fate, la delusione e la tristezza s’impossessarono del suo viso. “Perché ? Perché non sono stata scelta ? Pensavo di aver fatto una bella esibizione !” Gli occhi cominciarono a diventare lucidi e una lacrima solitaria le bagnò una guancia, – Ahiru !- una voce familiare la chiamò, era Rue.
– Ahiru, cosa c’è che non va ?- la ragazza si gettò al collo della ragazza, in lacrime, – Non sono stata scelta ! Non sono stata scelta, capisci !? Perché ?!- Rue, rimase di sasso, non poteva crederci, la sua performance era stata quasi perfetta ! Si diresse furiosa a controllare, cercò il nome della sua amica  su ogni angolo di quel maledetto foglio arancione, ad un tratto sul suo volto si dipinse un sorriso raggiante. – Perché sorridi ?- chiese la rossa confusa, si asciugò le lacrime sul viso con il dorso delle mani, e si avvicinò alla mora,  – Ahiru sei stata scelta per il ruolo di Malefica !!- Ahiru sgranò gli occhi, ci mise alcuni secondi per elaborare l’informazione e poi spalancò la bocca senza parole. –M-mon Dieu ! N-non può essere !!- le due ragazze saltarono di gioia e si abbracciarono, erano state entrambe scelte e avrebbero potuto ballare ancora una volta sullo stesso palco. - Come mai tutto questo entusiasmo ?- una voce vacua attirò le due ragazze, – Mytho !- Rue lasciò Ahiru e lo raggiunse, – Come stai ? E’ da un po’ che non ci vediamo !- -Bene grazie, tu ?- - Bene, ho avuto la parte di Aurora nella rappresentazione !!-  - Sono contento per te !- i suoi occhi non esprimevano felicità ma a Rue andava bene così, l’importava solo che lui rimanesse sempre con lei, lui era l’unica persona che aveva mai amato. – E indovina ? Ahiru sarà Malefica ! Non è meraviglioso !- la rossa sobbalzò, era stata in disparte ad ascoltare i due ragazzi, non voleva certo fare il terzo incomodo. – Bello.- - Saremo tutti e tre sullo stesso palco.- Mytho aveva ovviamente ottenuto la parte del principe Filippo, la sua esibizione era stata perfetta, uno dei giudici si era addirittura messo a piangere per la bravura che aveva dimostrato.
– Mytho vieni !- una voce dura e cruda spaccò quell’atmosfera di festa come uno specchio colpito da un masso.  – Si.- un ordine, una risposta. “Come vorrei prenderlo e #@!?[, e poi fargli @:#!!” Le buone maniere di Ahiru decisero di andarsene per una vacanza momentanea, raccolse tutta l’acidità che aveva dentro di sé e gli rispose a tono. – Ma guardate chi è arrivato ! Che c’è ? Nella tua caverna faceva troppo freddo e non sapevi come accendere un fuoco ?- Fakir fece una smorfia, offeso e irritato, non si aspettava una risposta del genere dalla ragazza dai capelli ramati, – Ha parlato la prima ballerina !- disse in tono ironico con un sorriso divertito in faccia, - Ma come ti permetti !!- Mytho si avviò verso l’amico e se ne andarono lasciando la partita 1 a 0 per il ragazzo con i capelli neri. – Questa me la paghi, carciofo !!!- Fakir non sapeva cosa dire, era un’ offesa ? “Carciofo ? E questa da dove gli è venuta fuori ?”
Rue guardò il suo amato andarsene ancora una volta sotto le grinfie di quell’antipatico di Fakir, si rattristò e Ahiru lo notò subito, era il momento di dargli quella cosa. – Senti Rue …- la ragazza si girò lentamente verso l’amica. – Ho qualcosa per te.- detto ciò prese il braccialetto e glielo legò al polso. L’altra lo guardò stupefatta. Era bellissimo. – Si chiama “amicizia”, l’ho preso pensando a te, spero che diventeremo grandi amiche !- il sorriso di Ahiru riportò la gioia alla mora che era commossa da un simile regalo. – Grazie ! Nessuno mi ha mai regalato qualcosa di così bello.- Rue si sentiva al settimo cielo, era la prima volta che una persona le faceva un regalo del genere, l’avrebbe custodito con estrema gelosia.  
Dopo essere tornate insieme al dormitorio delle ragazze, si salutarono e andarono immediatamente a dormire, stanche e affaticate per la lunga giornata che avevano trascorso.

 - Bene, bene. A quanto pare la paperella comincia a farsi dei nuovi amici…Ah,ah,ah !! Che patetico, è solo una stupida papera ! L’amicizia le porterà solo guai…- l’uomo sedeva su una seggiola a dondolo, guardava divertito la scena riflessa su uno specchio incorniciato da un bordo d’argento. Intorno a lui numerosi ingranaggi giravano senza fermarsi, precisi e veloci. Che cosa aveva in mente quell’uomo inquietante ?

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


- Quante volte ti ho detto di non parlare con alcuno ?! Sei il solito stupido !!- un ragazzo dai capelli corvini stava sgridando un altro giovane con gl’occhi color ambra. Mytho lo guardava in silenzio, il viso teso e concentrato, come se si stesse trattenendo.  – Non so più come dirtelo!- quella fu la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, – Smettila di trattarmi come se fossi una bambola !!!!!- la voce del principe riempì tutta la stanza, lasciando Fakir senza parole, mai una volta Mytho aveva risposto ai suoi rimproveri o aveva mostrato sentimenti; si limitava ad annuire ed ad eseguire i suoi ordini. “Perché è così arrabbiato ? Non è possibile, lui non ha un…almeno che…. un pezzo del suo cuore non sia ritornato !!” Fakir, con gli occhi spalancati dallo sconcerto, si girò su se stesso e uscì dalla stanza. Si appoggio alla porta con la schiena e lentamente si lascio scivolare fino a sedersi sul pavimento con il volto coperto dalle mani tremanti. “ Non posso permettere che il cuore di Mytho ritorni, sarebbe una catastrofe !! Devo scoprire come ha fatto a recuperare un frammento del suo cuore.” Si alzò di scatto e corse verso la biblioteca della scuola, doveva trovare “quel libro” ad ogni costo.
Mytho era rimasto al centro della stanza, respirando affannosamente, non credeva di essere in grado di reagire così, cos’era questa forte sensazione che provava ? Si sentiva caldo e pieno di energie, come se una bomba fosse esplosa dopo tanto tempo che era rimasta indisturbata. Dopo quella sfuriata si sentiva molto meglio, più leggero e più tranquillo, da un certo punto di vista. Prese la sua borsa con le scarpette e gli abiti di danza e uscì dalla camera, dirigendosi verso l’edificio centrale.

Ahiru era nella sua stanza e stava provando alcuni passi, quando vide l’orologio appeso sopra il suo letto gli venne quasi un infarto. – Mon Dieu ! è tardissimo !!- uscì dalla camera senza nemmeno cambiarsi e corse alla velocità della luca verso la sua classe, maledicendosi per essere sempre così sbadata e ritardataria.  Intanto nell’aula, Sonia  e Melany si stavano riscaldando, e si chiesero dove fosse finita l’amica. – Ma dove sarà Ahiru ?- Sonia guardò l’altra ragazza, aspettando una risposta, - Sarà di nuovo in ritardo.- disse rassegnata la ragazza con i capelli scuri, le due si guardarono e annuirono convinte, ormai arrese al piccolo difetta dell’amica.   – Cambiando discorso, tu dici che sarà in grado di fare la strega, nella rappresentazione ?- la bionda ci pensò su, – Lei è molto dolce, pura e sincera, mette sempre gli altri davanti a se ed ha un cuore d’oro. Avrà qualche difficoltà a interpretare un ruolo oscuro e cattivo come quello,  ma sono sicura che se la caverà in qualche modo !- Melany fece un grosso sorriso e annuì. La porta si spalanco improvvisamente attirando l’attenzione di tutti i presenti.
 –Sono qui !!- -Ahiru !- gridarono le sue amiche, sollevate che la rossa fosse riuscita ad arrivare prima del suono della campanella. - Scusate per il ritardo, mi stavo esercitando e non ho visto l’ora che si era fatta !- Ahiru aspettò i rimproveri di Melany e le frecciatine incoscienti di Sonia, ma non ci fu nulla. Ahiru le guardò meglio e quello che vide la lasciò parecchio perplessa. “ Mon Dieu ! Ma cosa…?” Le due ragazze avevano gli occhi lucidi, Melany cominciò a parlare con la voce rotta dalle lacrime imminenti. – S-sono…così…orgogliosa !!- Le due gli si gettarono al suo collo in lacrime, Ahiru non sapeva cosa pensare, – Sei diventata così responsabile ! Ti eserciti tutto il giorno e non arrivi più in ritardo !- - La mia Ahiru è diventata grande senza di  me ! Se ne andrà con un baldo giovane e ci lascerà sole nella nostra misera esistenza !!- Sonia ruppe la magia di quel momento con quella frase poco consona alla situazione e che aveva del comico, – Cosa ho detto ?- Ahiru e Melany scoppiarono a ridere, Sonia le guardò confusa, ma poi si lasciò trasportare da quella risata contagiosa procurando un rimprovero da parte del professore. – Basta ridere ragazze ! Preparatevi per la lezione!- il signor Bunner entrò in aula e battendo le mani fece tornare il silenzio. La lezione continuò senza problemi, Ahiru e le altre erano migliorate molto e provavano una grande soddisfazione riuscire a fare esercizi che prima risultavano difficili, il signor Bunner se ne accorse e non poté che essere soddisfatto dei suoi alunni.

 
Verso le dieci Ahiru stava passeggiando spensierata nel boschetto dietro l’accademia, le piaceva molto quel posto, era tranquillo e dove ci si poteva riposare. Gli alberi erano ricoperti di foglie verdi, che, quando venivano scosse dal vento, producevano un suono dolce e rilassante, gli uccellini cantavano allegri tra i rami e alcuni scoiattoli correvano giù dai tronchi per raccogliere delle ghiande cadute al suolo. 
 D’un tratto sentì delle voci, erano di un ragazzo e di una ragazza, non erano molto distanti e, curiosa fino al midollo, decise di scoprire a chi appartenessero. Seguì quei suoni nel bosco, fino ad arrivare ad una radura con un’erba di un verde chiaro e moltissimi fiori di campo, sotto un albero di ciliegio in fiore c’erano Rue e Mytho. Ahiru si nascose dietro un tronco e rimase li a guardarli. “ Sono Rue e Mytho ! Come sono dolci insieme !” rimase a guardarli un po’ di tempo, ma più li guardava e più cresceva in lei un senso di tristezza e malinconia a cui non riusciva a dare una spiegazione. “Perché ho questa voglia improvvisa di piangere ?” senza sapere il perché, scappò via, correndo nel boschetto senza neppure guardare dove stesse andando.
Rue e Mytho stavano facendo un pic-nic per passare un po’ di tempo insieme, Rue amava profondamente quel ragazzo freddo e distaccato, adorava i suoi occhi vacui e inespressivi, non l’importava se lui non l’amava realmente, lei voleva solo che lui rimanesse sempre con lei. Era stata solo per molto tempo, mentre ora aveva accanto qualcuno che, anche se per illusione, l’amava. - Tu mi vuoi bene ?- la domanda improvvisa di Rue non provoco la minima reazione in Mytho, che la guardò come di consueto, – Si, ti voglio bene.- la sua voce non lasciava trasparire la minima emozione, come se quello che aveva appena detto fosse una frase imparata a memoria. Rue fece un sorriso stanco, – Io invece, ti amo con tutto il cuore, rimarrai sempre con me ?- -Si.- la voce vacua e il volto inespressivo non ferivano, Rue sapeva che il ragazzo era privo di cuore. Non sapeva esattamente perché, ma, come in un ricordo lontano, sentiva delle parole che continuavano a girargli nella mente: il principe senza cuore deve essere mio. Rue aveva la testa appoggiata sopra le gambe del ragazzo e, senza rendersi conto si addormentò, con un dolce sorriso dipinto sul viso di perla. Lei non poteva immaginare che quella felicità non sarebbe durata ancora per molto e che la sua vita sarebbe stata stravolta per sempre.
Ahiru stava correndo ormai da parecchi minuti, senza guardare dove andasse, rischiò più volte di scontrarsi con le persone che camminavano in strada. Non le importava, desiderava solo andare più lontano possibile dalla scena a cui aveva assistito poco prima. Ad un certo punto, stanca e senza fiato, si fermò respirando affannosamente. Si guardò in torno e vide che era arrivata in città senza neanche accorgersene, una musica allegra attirò la sua attenzione e quando vide Edel, si sentì subito meglio.
Sotto un albero vicino alla strada, stava la ragazza con la sua piccola bancarella portatile dove vendeva gioielli. La ragazza sorrise ad Ahiru, la quale, si avvicinò asciugando le lacrime con le maniche della giacca della divisa scolastica. – Ciao Edel.- - Ciao, dimmi tesoro, come mai piangi ?- a ricordare quello che era successo, Ahiru ricominciò a piangere senza saperne il motivo. – Io, io … sono una pessima amica !! Invece di essere felice che Rue stia con la persona che ama, mi sento triste e addolorata !! Perché ?!! Dimmi perché!!- Edel aveva sempre avuto uno sguardo impassibile fino a quel momento, ma quella volta sembrò come ammorbidito al suono di quelle parole. Come se vedere Ahiru piangere gli avesse mosso qualcosa “dentro”.– Non credo che tu sia una cattiva amica.- Ahiru la guardò, – Se non t’importasse della tua amica, non saresti in questo stato, ma tu le vuoi bene, ed è per questo che sei così combattuta. Da una parte sei felice perché lei a trovato l’amore e dall’altra…perché sei triste ?- Ahiru sapeva perché, ma non poteva dirlo a Edel, benché si fidasse di lei. – Hai pienamente ragione, sono solo una sciocca, non c’è alcun motivo per cui debba piangere. Grazie sei stata una vera amica !- Ahiru regalò ad Edel uno dei suoi sorrisi che era in grado di riscaldare il vento più gelido, la giovane donna rispose anche lei con un tenere sorriso, – Di nulla.-
Ahiru corse via, verso l’accademia, ormai ritornata quella di sempre. “ Non devo piangere, io sono solo una papera e Rue è innamorata di Mytho da moltissimo tempo, è l’unica che può stare al suo fianco !” Improvvisamente il pendente che le aveva dato lo strano uomo, con il cappello piumato, s’illuminò. – Un pezzo del cuore !!- Ahiru cominciò a seguire la luce del ciondolo, che l’avrebbe portata da un altro frammento di cuore.
Il ciondolo cominciò a splendere intensamente quando arrivò davanti a una casetta. L’abitazione sembrava abbandonata, gli scuri erano spalancati e le finestre erano coperte dalla polvere. Entrò dalla porta d’ingresso ormai inesistente. – C’è nessuno ?- chiese educatamente, ma nessuno rispose, la polvere e il silenzio regnavano sovrani in quella casa dimenticata da Dio. Al piano terra non c’era ombra del pezzo del cuore, quindi decise di salire in soffitta, salì le scale con molta attenzione, avendo paura che fossero marci e correndo il rischio di farsi del male. La stanza era buia e piena di polvere, non riusciva a vedere nient’altro che alcuni mobili ricoperti da teli polverosi.
– Chi sei tu ?- una voce femminile, dolce e impaurita riempì la stanza, – Ehm…io sono Ahiru, tu chi sei ?- una luce si accese come per incanto, – Io sono uno spirito del fuoco.- Ahiru rimase senza parole, lo spirito aveva le sembianze di una giovane donna, bella e con lunghi capelli biondi, la pelle era talmente chiara da essere quasi trasparente e indossava un lungo vestito bianco. Era proprio quella ragazza a risplendere come fe fosse una stella caduta dal cielo. – Come mai sei qui ?- -Sono venuta a prendere una cosa. -  disse cauta la ragazza, non voleva spaventarla o darle l’impressione di volergli fare del male, – Intendi forse lui ?- da un angolo della stanza usci un pezzo del cuore di Mytho. Ahiru si sorprese, come mai era lì ? – Si, proprio lui, posso prenderlo ?- cercò di mettere più dolcezza possibile nelle sue parole e di essere più amichevole possibile. – No, non voglio; sono stata abbandonata dai miei padroni e sono rimasta sola per tanto tempo. Ora invece non lo sono più, posso illuminare qualcuno con la mia calda luce. - - Non capisco…- Ahiru, non capiva cosa intendesse dire lo spirito del fuoco, - Devi sapere che il mio compito era illuminare le lampade di questa casa, i miei padroni erano così felici che anch’io ero felice, ma poi se ne sono andati e mia hanno lasciata qui. Completamente sola. –
Dopo aver ascoltato la storia dello spirito luminescente, Ahiru seppe cosa fare. Si trasformò in Princess Tutù, con il suo candido tutù bianco e rosa, i capelli raccolti in uno chignon e una coroncina che le ornava il capo. – Non devi dire così, loro non potevano sapere che eri tu a dargli la luce di cui avevano bisogno. Pochi sanno realmente della vostra esistenza, non puoi fargliene una colpa.- lo spirito indietreggiò di qualche passo impaurito, Princess Tutù girò le mani sopra la testa e poi ne allungò una verso lo spirito. – Vuoi ballare con me ?-  la fanciulla sembrava incerta sul da farsi, -No, io ti farò luce e tu, ballerai per me ?- disse timidamente, Ahiru sorrise e annuì. Una grande luce riempì la stanza e Princess Tutù cominciò a ballare. I movimenti leggeri e aggraziati la rendevano simile a un bellissimo cigno bianco. Il viso sereno e dolce dava una sensazione di leggerezza e serenità a chiunque la guardasse. Lo spirito l’osservava dall’alto e sembrò rassicurata e felice. La tiepida luce e la figura della ballerina creavano dei giochi di ombre sulle pareti della casa, come un incantesimo.
Quando finì di ballare, lo spirito le si avvicinò. –Grazie, mi hai fatto sentire di nuovo importante, capace di fare quello per cui sono nata, non dimenticherò mai il tuo gesto.- - Il merito non è solo mio, la tua luce mi riscaldava il cuore mentre ballavo, grazie. - - Grazie ancora.- e con un dolce sorriso dipinto sul volto svanì nel nulla. Ahiru si girò verso il frammento, che aveva uno sguardo incerto. – Vieni qui, non voglio farti del male.- il frammento si avvicinò lentamente, – Dimmi, tu che sentimento sei ?- - I-io …sono la felicità.- disse con un grande sorriso, la ragazza era felice di aver trovato quel sentimento, in quel modo il principe avrebbe potuto di nuovo sorridere. Il frammento tornò ad essere una pietra nelle gentili mani della principessa dalle scarpette rosa,  – Ora ti porto dal tuo padrone.- detto ciò, uscì dalla casa e, con grandi salti possibili grazie alla sua magia, saltò di tetto in tetto per arrivare il prima possibile all’accademia. “E’ ora che Mytho sappia che Princess Tutù è al suo fianco !”

 
Rue e Mytho avevano finito il pic-nic e ognuno stava ritornando nelle proprie stanze. Le ferite del ragazzo erano guarite e ormai quelle che era successo era solo un triste ricordo. Mentre il ragazzo stava passeggiando in uno dei viali della scuola, il quale completamente deserto, sentì una voce sconosciuta che lo chiamò. – Principe !- quando il ragazzo si girò e vide la ragazza in tutù, rimase incantato dalla bellezza della giovane. – Chi sei ? Cosa vuoi ?- la ragazza si avvicinò di qualche passo con estrema grazia, il principe fece un passo indietro cauto,- Sono Princess Tutù, il mio compito è riportarti i frammenti del tuo cuore. Ecco qui…- Ahiru aprì una mano, che conteneva una piccola pietra che sembrava essere un rubino. -…questo è il sentimento della felicità, quando te l’avrò ridato, sarai in grado di ritornare a ridere e a sorridere.- Lei si avvicinò in punta di piedi e quando le sue mani furono a pochi centimetri dal petto del principe, un vento fortissimo cominciò a soffiare impetuoso su di loro. Ahiru si coprì il volto con le braccia, per proteggersi,
– Mythoooo !!- quando il vento cessò, la ragazza riaprì gli occhi, ma il ragazzo era sparito insieme al frammento del cuore. Per terra c’era solo una piuma nera come la notte più scura, che emanava un’aura piena d’odio e di magia nera.

 

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Rue si svegliò nel suo letto a baldacchino, confusa e disorientata, – D-dove sono ?…- si guardò attorno e vide che era nella sua stanza; aveva un po’ di mal di testa, forse aveva sbattuto la testa da qualche parte mentre dormiva. D’un tratto una luce rossa illuminò un piccolo scrigno sul comodino. Si avvicinò cauta, quando lo toccò la luce riempì la stanza, accecandola. Quando Rue riaprì gli occhi, davanti a lei vide Mytho, ma con qualcosa di diverso, –Mytho ? Cosa ci fai qui !?- - Perché mi hai portato via ?- - Cosa ? N-non capisco. Di cosa stai parlando ?- Rue richiuse lo scrigno impaurita e l’immagine di Mytho sparì. Il mal di testa non accennava a diminuire, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, se quello non era Mytho, allora, cos’era ? Un rumore attirò l’attenzione della ragazza, un corvo stava battendo sul vetro con il becco. Rue aprì la finestra e lo mando via, notò che fuori era ancora buio e che non c’era anima viva in giro. Non sapeva come e perché, ma quel corvo gli aveva messo addosso una strana sensazione. “Ieri sera, stavo tornando in camera e poi…poi…” il mal di testa si fece più intenso e la mora si tenne la testa con le mani, massaggiandosi le tempie sperando che quello l’aiutasse. Si lasciò cadere sul letto, pensando che un po’ di riposo le avrebbe fatto bene.

 Ahiru era nel suo letto e guardava il soffitto distratta, erano ormai parecchi minuti che era sveglia, incapace di dormire dopo quello che era successo la sera precedente. “Cos’è stato quel vento fortissimo di ieri ? E come starà Mytho ?” fece un grosso respiro e scese dal letto. Si preparò con molta calma: si mise la divisa, si sistemò i capelli e poi uscì dalla stanza. Nella quale lasciò un silenzio mortale.
Arrivata in classe vide che non c’era ancora nessuno, si mise le scarpette e cominciò a riscaldarsi con alcuni esercizi per le gambe. Il volto era teso e gli occhi tristi, la solita energia e allegria si erano spente come un fuoco che non ha aria. Era palese che fosse successo qualcosa, era come se ce l’avesse scritto in faccia. – Non devo stare in ansia !! Se a Mytho fosse successo qualcosa lo sentire !!- infatti, se il principe fosse morto, il ciondolo avrebbe perso il suo potere e non l’avrebbe più resa un essere umana. Ahiru decise di provare la sua parte per il saggio che si sarebbe tenuto tra solo due giorni. Ormai era diventata piuttosto brava, non era più un’incapace completa, non era la migliore della classe, ma aveva fatto grandi progressi. Entrarono anche le altre, ma ha differenza di lei non si erano cambiate, dando alcune perplessità alla giovane ballerina, - Ma cosa ?- Melany e Sonia appena la videro gli corsero incontro, – Ahiru perché ti sei cambiata !? Oggi andiamo a vedere una rappresentazione della Bella addormentata !! Non te lo ricordi ?!- - Oh Mon Dieu !! Me ne ero scordata !!- Ahiru corse a cambiarsi di nuovo, fece tutto il cinque minuti e quando tornò, la classe era già tutta riunita.
- Bene ragazzi siete pronti ?- chiese Mr. Bunner, piuttosto entusiasta di andare a vedere uno spettacolo con i suoi studenti. Si levò un grande “si” da parte degli studenti che non vedevano l’ora di assistere alla rappresentazione.  –Bene, andiamo.- Durante il viaggio, per andare al teatro della città, Ahiru parlava con le sue amiche disinvolta, avendo ritrovato un po’ di serenità. Quando vide Mytho che camminava qualche metro in avanti, si sentì liberare di un grosso peso sullo stomaco.“ Oh grazie al cielo sta bene !” Lei non se ne accorse, ma gli occhi di Mytho erano tornati vuoti e gelidi come un tempo, svuotati della piccola luce di cui erano stati dotati, grazie ai frammenti che lei aveva trovato.
Il teatro era un vecchio edificio che era stato ristrutturato molto volte, aveva ospitato molti ballerini e compagnie famose da tutto il mondo ed era uno dei monumenti più belli della città. Sulle bacheche del teatro erano state poste le locandine dello spettacolo che avrebbero visto oggi. Fortunatamente avevano il teatro tutto per loro, visto che i direttori erano stati così gentili da tenerlo chiuso per loro, non solo perché facevano parte della più importante scuola della città, ma anche perché pensavano fosse molto meglio così, per gli studenti. Davanti all’entrata stava ad attenderli una giovane donna dai capelli neri e gli occhi color nocciola. Aveva un corpo snello e slanciato, le labbra erano coperte da un velo di rossetto che risaltava sulla pelle bianca come la neve. 
- Benvenuti a tutti, è un vero piacere conoscere così tanti aspiranti ballerini !- il volto della donna s’illuminò, riempito da un caldo sorriso, ad Ahiru stava già simpatica. I ragazzi vennero fatti accomodare nelle prime file di posti, i sedili erano morbidi e ricoperti con velluto rosso scarlatto. Un uomo sui trent’anni, di bell’aspetto, salì sul palco illuminato da riflettori dalla luce bianca come raggi di luna. – Bene ragazzi, che si aprano le danze !!-  l’enorme sipario si aprì come d’incanto. La giovane donna di prima era al centro del palcoscenico, aveva addosso un tutù molto prezioso e il capo era ornato da una piccola chiara di diamanti. Lei doveva essere la principessa Aurora. I suoi movimenti erano eleganti e sicuri, si poteva capire che le piaceva molto ballare soltanto guardandola. Il suo volto splendeva come una stella, come se per vivere le bastasse soltanto il ballo. Ahiru ne rimase incantata, non aveva mai visto nessuno ballare con una tale passione e facilità.
Ad un tratto il volto della donna si contorse in una smorfia di dolore e si fermò premendo le mani al petto.  – Aurora !! Tutto bene ?!- l’uomo di prima le corse vicino preoccupato, prendendola per le spalle in modo che non potesse cadere. - Si, non è successo niente, Marco. – l’uomo si rilassò un attimo, anche se il suo sguardo rimase teso e pronto a tutto. – Scusatemi, che ne dite se prova qualcuno di voi ? Vorrei vedere come danzate.- chiese la donna con voce di miele, avrebbe potuto far fare qualsiasi cosa a chiunque, se solo lo avesse voluto.
 Durante la sua esibizione aveva notato una ragazza che la guardava con uno sguardo che conosceva benissimo, e ora la cercava tra il piccolo pubblico. Appena vide Ahiru tra gli altri, tese una mano verso di lei e con voce dolce la chiamò, - Vuoi venire tu ?- la giovane si guardò in torno e quando vide che tutti guardavano lei, capì che la donna stava indicando lei. – Cosaaaaa !!?? – – Voglio che sia tu, non vuoi ?- il tono della donna era talmente gentile e dolce che Ahiru disse di sì senza nemmeno accorgersi. – Però voglio che tu faccia un Pas de deux, vediamo…per esempio…con……Lui !!- indicò Mytho seduto tranquillo, non mostrò la minima sorpresa quando venne indicato, gli occhi ancora vuoti e gelidi. Il viso di Rue si contrasse in una piccolissima smorfia, ma nessuno la notò. – NO ! Vado io al suo posto !!- si alzò di scatto Fakir sorprendendo tutti. Se prima Ahiru saltava dalla gioia per la possibilità di ballare con il suo principe, ora il suo sguardo diceva tutto il contrario. L’odio s’impossessò di lei. Un grandissimo odio per quel rompiscatole di Fakir !! – Bene, ora che tutto è deciso, andate a cambiarvi, mettetevi i costumi di scena e poi ballerete il Pas de deux finale. – Ahiru si andò a cambiare di malavoglia, - Aspetta Ahiru ! Vengo ad aiutarti !!- la voce di Rue fece tornare il sorriso ad Ahiru, almeno c’era lei a darle un po’ di conforto.
– Grazie, sei una vera amica !- Rue sorrise di rimando. “ Mi sento un po’ in colpa, prima ero scocciata per il fatto che Ahiru ballasse con Mytho, ma perché ? Non capisco, lei è un’amica. Adesso che deve ballare con quell’antipatico di Fakir non posso fare a meno di sentirmi dispiaciuta per lei.”
Nel camerino trovarono moltissimi costumi, i quali erano uno più bello dell’altro. C’è n’erano di ogni tipo : con piume svolazzanti, con preziosi Swarovski, tutù lunghi fino alle caviglie o corti fino alla coscia, con ricami dorati o argentati. Il paradiso di ogni ballerina. –Wow !!- Ahiru era rimasta a bocca aperta, così come l’amica. – Quale sarà quello che devo indossare ?- la verità era che avrebbe voluto provarli tutti, ma in quel momento non c’era tempo. - Penso sia questo…- Rue tirò fuori da un appendiabiti un costume di scena con il corpetto bianco panna, con decorazioni d’orate e senza spalline, le scarpette anch’esse bianco panna avevano una decorazione molto elegante in oro, per completare il tutto in delizioso diadema d’oro. – Mon Dieu !! E’ stupendo !!-  Rue aiutò Ahiru a vestirsi, le sistemò i capelli in un chignon a dir poco perfetto, la truccò leggermente per far risaltare i suoi magnifici occhi azzurri e poi la guardò sodisfatta. – Sei bellissima !- Ahiru si guardò allo specchio, “Mon Dieu !! Quella sono io ?” Saltò al collo di Rue e l’abbracciò forte cogliendola di sorpresa. – Grazie!- dettò ciò si avviarono sul palco, quando arrivarono dietro le quinte Rue prese Ahiru per le spalle e la guardò dritta negl’occhi. - Ascoltami bene, non devi avere nessuna pietà con lui, capito ? Devi fargliela pagare per come ti tratta sempre !!-Ahiru divenne dubbiosa e fece un sorriso che non prometteva niente di buono, – Non è che mi dici questo perché anche a te sta antipatico, visto che non ti lascia mai da sola con Mytho ?- chiese maliziosa Ahiru, Rue divenne rossa e in imbarazzo per essere stata smascherata così velocemente, - M-ma ..cosa dici !! Non è assolutamente vero !!! Ora vai fuori a fagli vedere chi comanda !!- - Puoi contarci !!- nello sguardo della ragazza c’era un’intenzione molto viva: non fare brutta figura davanti a quel antipatico e fargliela pagare. Fakir era in mezzo al palco che aspettava, pronto da qualche minuto. Benché le costasse ammetterlo, faceva la sua bella figura vestito con una casacca del medesimo colore del suo costume e con motivi ricamati in oro, mettevano in risalto il petto muscoloso e la calzamaglia bianca come neve, gli fasciava le gambe lunghe e muscolose. Prese un grosso respiro e si diresse convinta, ma con più eleganza possibile, verso il centro del palco. Quando la luce la illuminò, tutti si girarono a guardarla, lasciando tutti senza parole, era davvero bella. Persino Fakir si lasciò sfuggire un “Oh !” di sorpresa e meraviglia. Sul volto di Ahiru si formò un ghigno maligno che fece raggelare il sangue nelle vene a Fakir, che non sapeva cosa aspettarsi. “ Ora vedremo chi sarà il più forte !” “Cos’era quel sorriso raggelante ?!”
Ahiru si mise alla destra di Fakir, il quale le prese gentilmente la mano e fecero insieme un piccolo inchino. Lei si mise in punta di piedi pronta a ballare, con un mano alzata verso il cielo. Quando le luci in sala si spensero, per rimanere solo quelle sul palco, calò un silenzio di tomba. “ Sono la principessa Aurora, che balla con il suo principe dopo averlo aspettato per tanto tempo…” Pensando ciò, s’immedesimò nella parte. Il suo viso si ammorbidì, sulla sua bocca si formò un dolce sorriso e gli occhi mostravano una serenità e una felicità che spiazzarono il giovane. Alzò la gamba destra, tesa davanti a sé, aspettando che la musica cominciasse e poi aprirono le danze. Fakir diede uno strattone al braccio della ragazza e Ahiru si ritrovò con la schiena appoggiata al braccio di Fakir e la gamba sinistra tesa verso il soffitto. “Ma come osa ?!” Un altro strattone e si ritrovò con un piede per terra in punta di piedi e l’altra gamba tesa dietro di sé mentre il ragazzo la teneva ai fianchi.
 – Patetica…- sussurrò all’orecchio della ballerina. Quella era l’ultima goccia. Con una mossa molto furba, Ahiru prese il comando. La gamba che aveva indietro la mise a terrà e fece una spaccata, Fakir fu costretto a seguire la ragazza prendendo le mani della giovane. “Sei mio !” Fakir non ebbe neanche il tempo di finire di tirarla in piedi, che Ahiru fece due giravolte su un piede solo e tese la mano verso il principe. Il moro era in difficoltà, “Questa me la paghi !” Intanto nel pubblico Rue stava per fare un salto che avrebbe bucato il soffitto.  “Fakir è nei guai, si nei guai !! Ahahah!!! Ahiru ti amo !!” Ahiru però non aveva calcolato una cosa, il balletto finiva con una presa, che l’avrebbe portata alla mercé di quel farabutto. Continuò a condurre le danze fino al momento fatale, quando Fakir le prese la vita e la portò sopra di sé. Finita la musica ci fu un grosso applauso; Fakir allora tolse le mani e la fece cadere a terra, – Ahi..ahi…-  “ Se pensa di vendicarsi in questo modo si sbaglia di grosso.” La ragazza cominciò a singhiozzare e fece finta di essersi fatta male, facendo girare il moro verso di lei. Non poteva crederci, non pensava di averle fatto troppo male, ma benché fosse un ragazzo burbero non era di certo un mostro e quindi tornò indietro e tese una mano alla piagnucolona. –Prendi…scusa m-mi di-spi-ace.- con una fatica allucinante, riuscì a scusarsi  Ahiru fece un sorriso gentile e prese la sua mano, con uno strattone si tirò in piedi, ma facendo così cadere Fakir al suolo. – Oops ! Je suis tres desolè !!- si avvicinò all’orecchio del ragazzo che la guardava con uno sguardo che lanciava fulmini e fiamme. – Chi è quello patetico adesso ?- dettò ciò fece un piccolo inchino e corse dietro le quinte. Dentro di sé, Rue, stava ballando la salsa e la rumba nello stesso momento da quanto era felice. Quel momento se lo sarebbe ricordato nei momenti difficili, e sapeva già che l’avrebbe fatta ridere ogni volta.
Ahiru era fiera di sé, aveva ballato divinamente e gliela aveva fatta pagare a quel ragazzo antipatico, anche se doveva ammettere che si sentiva un po’ in colpa. Maledetti sensi di rimorso !! Ora era nel camerino seduta davanti a uno specchio per struccarsi. Si tolse il diadema e il suo medaglione s’illuminò, alzò lo sguardo e vide nello specchio il riflesso di un frammento del cuore. Si alzò di scatto e si girò, il frammento ebbe un sussulto, sembrava molto spaventato e impaurito. – Ciao, come mai sei qui ? Sai ti stavo cercando e…- non ebbe tempo di finire che il frammento del cuore cominciò a scappare preso dalla paura, – Aspetta !!- Ahiru uscì di corsa dal camerino e si mise a inseguire il pezzo di cuore. Corse per quasi tutto il teatro, per i corridoi e i camerini e in fine arrivò sul tetto dell’edificio. Il frammento continuava a guardarsi in giro, cercando una via d’uscita che l’avrebbe portato lontano da quella ragazza. “Ma certo ! Lui deve essere la paura di Mytho !” – Princess Tutù !- il medaglione al suono di quelle parole s’illuminò intensamente e Ahiru si trasformò in Princess Tutù. Tese una mano con molta attenzione e cautamente, – Vieni, non voglio farti del male, voglio solo riportarti dal principe.- la sua voce era melodiosa e sincera, ma il frammento sembrava non ascoltarla. Fece materializzare una spada nella sua mano e cominciò a correre verso la ragazza. Ahiru schivò un paio di colpi, non sembrava intenzionato a farle del male aveva solo una grande paura che gli annebbiava la mente. Fece una giravolta intorno al cuore e lo toccò con una mano e il frammento ritornò alla sua forma originale. Ahiru respirò sollevata, questa volta ci era mancato poco che rimasse ferita. – Adesso non dovrai avere più paura, non sarai più solo.- alzò le mani al cielo e il cuore volò via in una scia luminosa alla ricerca del suo principe.
Intanto, nel teatro, i ragazzi stavano per ritornare a scuola, quando Mytho cominciò a urlare attirando l’attenzione di tutti. – Ahahaaaahhh !!!- il principe si premette le mani al petto, - Mytho cosa succede ?!- chiese Fakir piombandoli addosso alla velocità della luce. Con uno strattone Mytho si liberò della presa di Fakir e cominciò a correre, il moro lo seguì di rimando senza perderlo di vista neanche per un secondo. Rue guardò la scena preoccupata, cos’era successo al suo amato principe ?
Quando svoltò un angolo, Fakir, trovò Mytho appoggiato a un muro e con le mani che tenevano la testa in una stretta micidiale.  – Mytho !! Cosa c’è ?!- - Ho paura !!- - Paura ? E di cosa ?- Ahiru, intanto, stava tornando in teatro quando sentì le voci di Mytho e Fakir nel corridoio. Si appoggio furtiva sull’angolo del muro e mise fuori la testa curiosa di sapere cosa stav accadendo.  – Ho paura di Princess Tutù !!- quelle parole furono come mille pugnali di ghiaccio che si conficcarono nel cuore di Ahiru, le lacrime cominciarono a bagnarle il viso distrutto, con una mano davanti alla bocca per lo stupore. Fece due passi all’indietro e poi corse via, lontana da quella triste verità che non le dava più ragione di vita. Fakir, quando sentì quel nome, si ripromise di trovare Princess Tutù e fermare il ritrovamento dei pezzi del cuore di Mytho, costi quel che costi. Mytho continuava a piangere sul petto di Fakir, senza sapere che in realtà la sua paura per Tutù era solo un crudele scherzo del destino, avrebbe dovuto avere paura di tutt’altro che della ragazza con gl’occhi celesti.

 - Molto, bene. A quanto pare il gioco comincia a farsi interessante. Cominciavo in po’ ad annoiarmi. Ahah…cosa farai Ahiru, ora che il tuo principe ha paura di te ? E tu Fakir sei pronto a proteggere il principe a costo della tua vita ? Non ricordi cosa succedeva al tuo personaggio ? Ahahaha !!!- gli specchi mostravano due scene diverse: in uno Ahiru correva con il viso rigato dalle lacrime, il cuore frantumato per quelle parole che l’avevano ferita più di mille spade; mentre nell’altro Mytho piangeva dalla paura come un bambino nel petto di Fakir. L’uomo guardava soddisfatto quelle scene tinte di tristezza e dal sapore amaro. La storia stava prendendo la piega che desiderava  e tutto sarebbe finito come aveva progettato, o almeno era quello che pensava lui, ma avrà calcolato tutti i possibili colpi di scena ?

 

 

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


Il cielo era completamente ricoperto di nuvole, probabilmente si sarebbe messo a piovere da un momento all’altro. Ahiru camminava distratta per la città, con lo sguardo perso nel vuoto, tutto intorno a lei sembrava essere un sogno, “Un bel sogno diventato un incubo.” si disse mentalmente. Arrivò ad un ponte che dava su un torrente che attraversava tutta la città. Si fermo a guardare il suo riflesso nell’acqua azzurra e trasparente sotto di lei. – Perché ? Perché ha paura di me ? Cosa ho fatto di sbagliato !?! Pensavo che anche lui volesse indietro il suo cuore, ma probabilmente mi sono sbagliata…- chiuse gli occhi e si concentrò sul suono dell’acqua che scorreva, il vento fresco le accarezzava il viso e le scompigliava i capelli. Ritornò a guardare l’acqua distratta, con sguardo triste e gli occhi lucidi. – Forse non dovrei più essere Princess Tutù. A quale scopo ormai ? Ma se rinuncio non potrò mai più vedere Rue, Melany e Sonia…- scosse forte la testa, -…devo farlo per lui !- le lacrime ritornarono impetuose a bagnare il viso della giovane ragazza, che le asciugò velocemente, dandosi della sciocca.
 - E’ la cosa giusta…devo farlo…- sciolse la catenella che teneva il pendente rosso rubino. Lo mise al di fuori del ponte, con l’intenzione di gettarlo in acqua.

Ahiru stava per lasciar cadere il  ciondolo, quando una voce la fermò. – Non ci provare !- la voce di un uomo, minacciosa e cupa, riempì il silenzio intorno a lei. Il tempo si fermò: l’acqua, gli uccelli, le voci delle persone del paese, tutto si zittì. Il vecchio che le aveva consegnato quel gioiello spuntò fuori da uno specchio vicino a lei. – Lei è il vecchio che mi ha dato il pendente !!- - Proprio così, il mio nome è Drosselmeyer. Dimmi piccina cosa stai facendo ?- lei abbassò lo sguardo triste, - Non voglio più essere Princess Tutù, non se faccio del male a Mytho.- il viso dell’uomo si contrasse in una smorfia di disprezzo, – Non vuoi più vedere il sorriso del tuo principe ? Pensavo che volessi che il ragazzo ritornasse a sorridere e a provare emozioni ?- Ahiru fu colpita da quelle parole, le riportarono in mente il motivo del perché era diventata Tutù, ma poi le ritornò in mente la scena a cui aveva assistito poco prima. - Mytho non desidera sorridere e io non posso imporglielo !- Ahiru mise fuori la mano con il ciondolo. – NO ! Non puoi !- Ahiru aprì la mano e il ciondolo cadde nell’acqua scorrente del torrente, Drosselmeyer sparì nello specchio con il viso contratto in una smorfia di odio. “Questa non ci voleva !”  Ahiru era tornata ad essere una semplice paperella gialla, saltò nel fiume sottostante e si lasciò trasportare dalla corrente, senza una meta o un luogo in cui andare.

 Mytho si alzò dal letto, i suoi occhi avevano una strana luce, come se fosse stato ipnotizzato. Fakir era a lezione, mentre il bel principe aveva avuto un permesso speciale, per restare a riposare dopo lo shock accaduto qualche ora prima. Come un pupazzo senza volontà si diresse fuori dall’edificio della scuola. Una voce nella sua testa lo chiamava: una voce seducente, che gli accarezzava dolcemente le orecchie con le sue parole velate di miele.  “Vieni da me, io sono tua amica, non ti farò alcun male…” Mytho camminava tra la folla del paese, senza rendersi realmente conto di quello che stava succedendo. Arrivato vicino a una sponda del torrente i suoi occhi tornarono normali, vacui e indifferenti. – Dove mi trovo ?- - Ti ho portato io qui, perché posso aiutarti…- la voce suadente di prima, parlò in modo così allettante e dolce che incantò in bel principe, cha ascoltò attentamente. - Aiutarmi ? Aiutarmi per cosa ?- la voce ci mise un attimo a rispondere a quella domanda, – Io posso proteggerti da Princess Tutù.- Lo sguardo di Mytho si riempì di paura e terrore al suono di quel nome, se quella voce poteva portarlo lontano dalla ragazza in tutù, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Ahiru nuotava triste nel fiume, senza prestare attenzione dove la corrente la portasse. Ad un certo punto, alzò lo sguardo e vide Mytho che…”Mon Dieu ! Cosa sta facendo ?!”  - Quack !!  Quack !!- Mytho si lasciò cadere in acqua, - Quaaaaaack !!- “Oh Dieu !! E adesso che faccio !?” S’immerse con la testa per vedere cosa stesse succedendo. Mytho era avvolto da una strana bolla rossa e nera che lo portava sempre più in profondità, poteva sentire una voce femminile che parlava, ma non riusciva a capire cosa stesse dicendo. La sua attenzione venne catturata da una musichetta che conosceva molto bene. Ahiru ritornò in superfice e vide Edel che suonava il suo carillon. – Ciao, Ahiru.- la ragazza cominciò a starnazzare e a muovere le ali per far capire a Edel quello che stava succedendo, – Capisco, quindi immagino che tu rivoglia questo…- aprì una mano e dentro c’era il medaglione rosso rubino che le aveva donato Drosselmeyer, “Ma mi avrà veramente capito ? Comunque, si ! Voglio il pendente!!” – Quaaack !- doveva suonare come un sì alle orecchie della ragazza che gli gettò il ciondolo, Ahiru fece un salto e se lo infilò al collo sottile e piumato. Le zampe si tramutarono in piedi fasciati da due scarpette da ballo rosa, le gambe lunghe e magre erano attaccate ad una vita sottile, mentre le ali si trasformarono in due braccia eleganti e leggere. Il tutù bianco dal bordo rosa le copriva il busto, il capo era ornato dalla solita coroncina d’oro. Al collo stava il ciondolo rosso come il sangue e brillante come una stella. La ragazza stava in piedi sull’acqua come se fosse leggere come una piuma, grazie alla magia di cui era dotata.
– Grazie Edel ! Ma come facevi a sapere che io…- - Non dimenticare che il tuo compito è riportare il sorriso al principe, non arrenderti alle prime difficoltà, quello che è successo è solo uno spiacevole gioco del destino. Per quello che volevi chiedermi, te lo spiegherò quando avremo tempo.- Tutù annuì e si tuffò in acqua alla ricerca di Mytho. – Perdonami se non ti posso dire di più.- Edel sparì nel nulla, lasciando una sensazione di tristezza e vuoto, quella ragazza aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri. Come se gli mancasse qualcosa…

Intanto Mytho continuava a scendere nelle profondità del fiume, la bolla che lo avvolgeva lo proteggeva dall’acqua e dalla pressione, mentre la voce continuava a parlargli. – Perché mio bel principe hai paura di Princess Tutù ?- - Perché…perché…io non lo so.- la voce rimase in silenzio per un po’, perplessa ,forse, da quella risposta. – Non dovresti avere paura delle persone senza un motivo, comunque ti porterò in un postò dove nessuno potrà nuocerti.- Mytho annuì e così si ritrovarono sul fondo del fiume.
All’improvviso, la bolla venne spazzata via da un vortice, creato dalla ballerina che girava velocemente sulle punte, allontanando l’entità misteriosa e oscura. Intorno a loro due c’erano delle colonne molto antiche e distrutte dal tempo, il pavimento di ciottoli che ricopriva il fondo del torrente era ricoperto a chiazze da piccoli ciuffetti  di alghe. Molto probabilmente quel luogo faceva parte di una vecchia città che sorgeva prima di quella che ora stava in superficie. – Mytho ti prego, torna indietro. – lo chiamò dolcemente Tutù, il principe fece qualche passo indietro, il suo impaurito e tremante, - Per favore…- - Perché non lo lasci in pace ?- la voce seducente di prima si era fatta dura e aspra, come se fosse arrabbiata. – Tu chi sei ?- - Non vedi che ha paura di tè ? Perché ti ostini a stargli vicino ?- Ahiru non seppe cosa dire, guardava il suo bel principe che tremava dalla paura, ogni secondo era come una pugnalata al cuore. Fece l’unica cosa che poteva fare: ballare. “I miei sentimenti arriveranno a lui, capirà che non voglio fargli del male e che sono dalla sua parte !” I movimenti delle braccia ricordavano una farfalla, le sue gambe si muovevano lentamente, ma con una grazia che era quasi magica. Mise un piede a terra e alzò una gamba dietro di sé, incurvando leggermente in avanti il busto per tenere l’equilibrio, con le braccia sopra la testa; fece tre giri su se stessa e poi incurvò la schiena e la testa all’indietro.
– Voglio che ritorni a sorridere.- - Come ?- la voce seducente era visibilmente confusa, – Desidero che torni a sorridere…- gli occhi ricominciarono a bruciare, non voleva piangere di nuovo, non davanti a lui, -…voglio che sia felice…- ma prepotenti e senza pudore, le lacrime scesero sul volto bello e giovane della ragazza dai capelli color del rame, -…io non volevo farlo soffrire !!- si accasciò a terra con le mani che le coprivano il volto, asciugando si le lacrime che si disperdevano nell’acqua circostante come piccole perle di vetro.
– Tutù…- Mytho si avvicinò lentamente, con sguardo triste, – Non piangere, non voglio che tu pianga.- Ahiru alzò lo sguardo. – Tornerò con tè, se questo ti farà felice.- la ragazza sorrise felice per le parole del giovane, ma non fu ancora convinta, – Ma non hai paura di me ?- Mytho scosse piano la testa e fece un piccolo sorriso, – Non ne ho alcun motivo, tu sei sempre stata gentile con me e la tua danza mi ha fatto provare uno strano calore qui…- il giovane appoggiò una mano al petto, la ragazza prese la mano che il principe le tendeva e si rialzò in piedi. – Torniamo a casa !-
Un getto d’acqua si formò sotto i loro piedi e li portò in superfice, - Perché torni con lei ? Non capisco, pensavo che avessi paura…ma forse avevi solo paura di provare dei sentimenti dopo tanto tempo…- l’entità sparì nel nulla, come un sogno che si dissolve nell’aria. Chi fosse e cosa volesse nessuno lo sa. Tornati in superfice, i due ragazzi si guardarono a lungo, sollevati e con il cuore in pace. – Dimmi, principe, desideri ancora che ti riporti i frammenti del tuo cuore ?- - Si, per favore.- Ahiru sorrise e con un piccolo inchino se ne andò saltellando elegantemente. Mytho ritornò a scuola, dove ad aspettarlo c’era Fakir con uno sguardo penetrante e tagliente come una lama. -Dove sei stato ?- chiese cupo, – Io…- - No, non voglio saperlo ! Entra, forza !- Mytho fece come gli fu stato detto, ritornato vuoto e freddo come un bambola di vetro. Il moro aveva troppi pensieri per la testa, per preoccuparsi anche di dove fosse stato l’amico, doveva scoprire l’identità di Princess Tutù il prima possibile, solo così avrebbe potuto fermarla. – Mytho, io vado in biblioteca, devo controllare una cosa…- - Va bene.- 

- Ci è mancato pochissimo !! Devo stare molto più attento a quella ragazza, ha quasi mandato al diavolo tutto il mio duro lavoro…- Drosselmeyer guardava gli specchi preoccupato, sarebbe andato tutto come lui aveva previsto, un finale triste, pieno d’angoscia e dolore ? O  qualcosa sarebbe andato storto ?

 Fakir entrò nella vecchia biblioteca, diretto in un’ala precisa dell’enorme edificio; gli scaffali di libri si susseguivano senza sosta, mentre lui si dirigeva a passo deciso. Svoltò a sinistra e prese un libro dalla copertina blu notte su uno scaffale pieno di libri impolverati. Lo sfogliò lentamente, leggendo solo quello che gli interessava. Le ultime pagine erano strappate, in modo che nessuno potesse conoscere la fine di quella storia. Chiuse il libro e lo rimise al suo posto. Ora sapeva quello che gli serviva. Ma aveva ancora due quesiti a cui rispondere. Qual’ era il suo ruolo nella storia ? E quello di Rue ? Domande a cui solo il tempo avrebbe potuto rispondere.

 
Rue era nella propria camera, che osservava il cofanetto sopra il comodino davanti a lei, il suo sguardo era cambiato completamente da quello delle ore precedenti, colmo di ansia e confusione. Ora sapeva cosa doveva fare. Non poteva permettere a quella Princess Tutù di riportare tutti i frammenti al suo principe, lui non sarebbe stato più lo stesso, non avrebbe più potuto stare con lui. Probabilmente si sarebbe innamorato proprio di Princess Tutù e l’avrebbe lasciata sola, di nuovo. “NO ! Non glielo posso permettere !!” Un colpo di vento fortissimo spalancò le finestre. Delle piume nere caddero sul pavimento ricoperto da un tappeto ricamato. Erano piume di corvo. Sul davanzale stava un uccellaccio con occhi rossi come due rubini macchiati di sangue. – Craaa, craaaa !!- la giovane sorrise compiaciuta. – Molto bene, quindi la nostra principessa in bianco ha recuperato un altro frammento, andrò a fare una piccola visita al mio principe. Ma prima… - schioccò le dita e un  vortice di piume nere la circondò. Un tutù nero come la notte si formò intorno alla sua vita, il corpetto di velluto, percorreva il busto di Rue fino a dividersi in due, per coprire delicatamente i seni della ragazza, lasciando una scollatura non indifferente. I capelli vennero raccolti in un chignon perfetto con una piuma fra i capelli, gli occhi profondi erano risaltati da una matita viola e blu scuro. I piedi vennero avvolti da due scarpette da ballo di velluto nero con un ricamo argentato che rappresentava delle rose circondate da spine.  – Princess Kraehe, pronta ! Oh ! Un’ultima cosa…- si diresse al mobiletto con lo scrigno e prese i frammenti del cuore. -…meglio non lasciarlo incustodito.- con un bel salto uscì dalla finestra e sparì nell’aria come d’incanto.  
Da quando era tornata Princess Tutù, cose strane accadevano. Rue aveva ricordato la sua vera identità, che era rimasta assopita nella sua mente per molto tempo. Lei era Princess Kraehe, la figlia del grande Corvo, innamorata del bel principe e nemica della piccola e indifesa Princess Tutù.  Quale sarà il suo destino ? Ha davvero il cuore macchiato di sangue di corvo ?

Mytho era uscito per prendere una boccata d’aria, nel giardino della scuola. Le nuvole nere si erano allontanate senza bagnare il terreno, mostrando il cielo azzurro e il sole luminoso e caldo. I fiori erano in piena fioritura e il profumo intenso delle rose profumava l’aria fresca e leggera. Il principe era seduto sotto un gazebo di legno, pitturato di bianco, sui pilastri si erano arrampicate delle rose rosse, decorando la struttura con un tocco di colore. -Tutù…chi sei in realtà ?-aveva quel pensiero fisso nella mente, ma non sapeva rispondere, non aveva mai pensato i chiedere alla ragazza chi fosse in realtà e perché raccoglieva i frammenti del suo cuore per lui. Una voce interruppe i pensieri del principe, - Non sprecare il tuo tempo pensando a quella, tu sei mio.- Kraehe apparì sopra il tetto del gazebo, in punta di piedi e con una mano appoggiata sul fianco. – Chi sei tu ?- la ragazza in nero sorrise e con un grande salto arrivò a fianco del giovane principe. – Io sono la tua principessa…- disse in tono seducente e con finta innocenza. – La mia principessa ?- - Si, proprio così.- i due cominciarono a ballare. Lei cominciò a ballare e lui la seguì senza opporsi minimamente, erano in perfetta armonia, come se avessero sempre ballato insieme. – Vedi, siamo fatti per stare insieme.- lui non rispose, si limitò a guardarla con lo sguardo vuoto e senza sentimenti.

Ahiru aveva superato da poco i cancelli dell’accademia, quando il suo ciondolo cominciò a brillare intensamente. – Cosa ?! Un altro frammento ?!- la ragazza si trasformò alla velocità della luce e corse dove le indicava il ciondolo luminoso. Non aveva tempo da perdere, aveva fatto una promessa al principe e aveva intenzione di mantenerla.
Intanto Kraehe e Mytho ballavano senza sosta, mentre lei cercava di farlo cadere nella sua rete intrecciata con tanta cura e perfezione, in qui una volta caduto gli sarebbe stato impossibile liberarsene. – Io ti amo, voglio che tu stia sempre con me, e tu ?- - Io…io…voglio quello che vuoi tu.- sul volto della ragazza si dipinse un sorriso compiaciuto, – Bene…- si avvicinò per baciare Mytho, quando un ventaglio bianco e oro si mise tra loro due, impedendo alla mora di baciare il ragazzo. – Non ci provare. – Tutù era arrivata appena in tempo, – Tutù…- Mytho venne fatto indietreggiare da Kraehe, che si piazzò davanti al ragazzo in posizione d’attacco. – Chi sei ? Cosa vuoi da Mytho ?- la giovane con il tutù nero rise.  – Lui è il mio principe e io sono la sua principessa, Kraehe, è ovvio che stia al suo fianco. No ?-
- Kraehe ?…Non dire bugie ! Lui non è il tuo principe è quello di Rue !- sul volto della nuova ragazza si dipinse un sorriso freddo e stanco, – Ma davvero ? Non m’interessa ! – le due si guardarono con sguardo truce e in segno di sfida. – Oh mio povero principe senza cuore, non devi ascoltare quella ballerina da strapazzo, io starò con te per sempre. Non dovrai più soffrire con me al tuo fianco….- avvicinò la bocca all’orecchio del principe, sussurrando parole d’amore che annebbiavano la mente del giovane. - Non ascoltarla !!- - Princess Kraehe !!  Lascia subito Mytho !- una voce maschile interruppe la principessa nera come la notte più scura. Un cavaliere con un’armatura argentea e una spada era in mezzo al giardino, il volto coperto da una maschera bianca come la neve. – Chi sei ?!- chiese truce Kraehe, irritata per essere stata interrotta.  Il ragazzo si avvicinò lentamente, il mantello che indossava veniva sollevato dall’aria leggera, mentre l’armatura tintinnava ad ogni passo del misterioso ragazzo.
- Io sono il fedele cavaliere del principe, pronto a dare la vita per proteggerlo, tu non hai nessun diritto di toccarlo, lascialo immediatamente !!- - Se è così non c’è problema, visto che la tua vita si spegnerà tra poco.- con una giravolta e un movimento della mano, un vento fortissimo si scagliò sul nuovo arrivato. Lui si riparò con le braccia mentre  Kraehe fece un grande salto in cielo, oscurando il sole; il cavaliere fece lo stesso, lei fece una spaccata in aria mentre lui impugnava la spada contro la ballerina. S’incontrarono a mezzaria, Kraehe fu tagliata alla vita dalla spada affilata e cadde a terra, perdendo così il frammento del cuore che aveva portato con se. Il cavaliere atterrò in ginocchio sull’erba verde e morbida del prato. Kraehe si mise una mano alla vita, stava perdendo sangue, in quelle condizioni non avrebbe potuto combattere ancora.– Dannazione…- detto ciò, Princess Kraehe sparì in una nuvola di piume nere. La maschera del cavaliere si frantumò, rotta dal colpo della ragazza, mostrando così il volto del misterioso cavaliere. – Mon Dieu ! Fakir !- gl’occhi del moro erano fissi sul principe. Tutù si mosse per andare a recuperare il frammento caduto ma venne subito fermata dal moro, – Non muoverti !-  Fakir si alzò e si diresse verso Mytho.
- Ti strapperò il cuore un ultima volta, così non dovrai più soffrire…- -Va bene.- ad Ahiru si spalancarono gli occhi dall’orrore, – Cosa ?! NO !!- Fakir alzò la spada e si preparò a colpire il cuore di Mytho. A pochi centimetri dal cuore Tutù lo fermò con il suo ventaglio, che era più duro del diamante. – Non farlo !- - Levati, se non vuoi che ti faccia del male !- la spada premeva con decisione sul ventaglio bianco e rosa della principessa, ma che non voleva saperne di rompersi. – Fakir, fermati !!- la voce di Mytho fermò il giovane in armatura, con un colpo di ventaglio, Tutù riuscì a lanciare via la spada di Fakir, disarmando così l’avversario. La spada era caduta a pochi centimetri da Mytho, egli la prese e mise l’impugnatura a terra, con le mani tenne la lama puntata sul suo petto. – Questo è un mio compito.- - No, non farlo !- - Si Mytho, è per il tuo bene !- Tutù fece per prendere la spada, ma Fakir le prese le braccia con le mani e la tenne ferma, – Non farlo ! Non vuoi più sorridere ?! Non vuoi più essere il vero te!!- - Non ascoltarla !!- la ballerina cercò di liberarsi dalla stretta del ragazzo, senza avere successo, - Io voglio che tu sia felice, voglio poter vedere tutte le tue varie espressioni !! Voglio vedere il vero Mytho !!- le parole della ragazza colpirono Mytho che alzò gli occhi verso di lei. Alcune lacrime riempirono gli occhi della giovane.
– Mi dispiace…- quelle parole lasciarono tutti sorpresi, compreso Fakir, - …raccogliere i frammenti del tuo cuore è tutto quello che io posso fare, mi dispiace di non poter essere d’aiuto in altro modo…- le lacrime bagnarono l’erba sotto di lei. Un suono metallico attirò gli sguardi del cavaliere e della ballerina. La spada era stata gettata a terra e Mytho sorrideva gentile alla ragazza dagl’occhi celesti. Fakir lasciò la ragazza, infastidito e sorpreso - Se questa è la tua scelta…- scomparve nell’ombra, lasciando una sensazione di solitudine e tristezza nell’aria.
 – Mytho…-  - Ti prego, porgimi i frammenti del mio cuore. - lei annuì e andò a recuperare i pezzi che erano stati rubati da Kraehe. Posò le mani sul petto del giovane e la pietra rossa ritornò a far parte del cuore frammentato del principe.
Ora mancavano solo due frammenti. Aveva recuperato  la paura, la felicità e la rabbia; doveva trovare l’amore e la solitudine.  Mytho fece un pallido sorriso. – Grazie. – quell’ unica parola era riuscita a riempirle il cuore di gioia.
 – Di niente.- anche lei ricambiò il sorriso e con sua grande sorpresa, lui si inginocchiò e le prese una mano baciandola dolcemente. – Dimmi, cosa provi per me ? Io lo voglio sapere.- Ahiru rimase spiazzata da quella domanda. – Io…io…- si liberò dalla presa del ragazzo e corse via senza dare una risposta, – Tutù !-   “Scusami, ma non posso, non posso ! Io sono solo una papera, non sono la vera Princess Tutù…e se lo facessi io…io….”

 

- A quanto pare il nostro principe comincia ad avere una propria volontà.… Mancano ormai pochi frammenti, ma non sarà facile recuperarli, ci sano ancora molte prove che dovranno superare.- Gli specchi davanti a lui mostravano Fakir, Rue, Ahiru e Mytho. – Miei cari, tra un po’ ci sarà il gran finale, Ahahah !!!- la risata agghiacciante riempì quel luogo deserto e senza vita. Solo gl’ingranaggi che giravano producevano rumore, rappresentando lo scorrere del tempo della storia, che si sarebbe presto conclusa.

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Ahiru era nella sala prove completamente deserta, si poteva sentire solo il suono dei suoi passi e il canto degli uccellini in quella meravigliosa giornata di sole. Si poteva notare che la ragazza aveva delle preoccupazioni soltanto guardandole il viso serio e concentrato su qualcosa che non era la danza. “Chi è veramente Kraehe ? Perché vuole che sia suo ? Che sia innamorata anche lei di Mytho ?” Per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare delle risposte a quelle domande. Prese un asciugamano appoggiato alla sbarra e si asciugò il viso sudato. Avrebbe fatto bene ad essere pronta a tutto, non sapeva cosa aveva in mente la principessa in nero e quindi era con le mani legate per il momento. Poteva solo aspettare la sua prossima mossa e intanto cercare i frammenti mancanti.

Rue aveva portato Mytho a fare un giro in città, lo teneva a braccetto e la testa appoggiata alla sua spalla, con un tiepido sorriso dipinto sul volto di perla.– E’ così bello passeggiare al sole, vero ?- il giovane annuì, gli occhi avevano una luce che non avevano mai avuto, Rue fece una piccola smorfia che però nascose subito. Ad un tratto sentirono un carillon. La musica proveniva da una piccola bancherella con una ragazza dalla pelle chiara e i capelli verdi. I due ragazzi si avvicinarono curiosi, osservando la bancarella, – Salve.- - Salve a lei, mi dica cosa vende di bello ?- chiese educatamente la ragazza con i capelli neri,- Io vendo gioielli di ogni tipo, con pietre preziose e catenelle d’oro.- lo sguardo di Mytho fu subito catturato da un ciondolo con una pietra gialla, ornato da una cornice d’oro. – Ti piace questo, non è vero ?- - Si.- Edel lo prese e glielo mostrò, – Questo si chiama “amore” se lo darai alla persona che ami, riuscirai a comprendere i suoi sentimenti.- - Tesoro, sai già che io ti amo, non c’è bisogno che me lo regali.- disse dolcemente la ragazza, ma Mytho non rispose, continuava a guardare la pietra incantato, come se stesse pensando a qualcos’altro. Rue lo guardò con uno sguardo inquietante, che non venne notato da nessuno dei presenti. - Tieni, visto che ti piace così tanto, te lo regalo.- disse Edel con un sorriso cordiale. Mytho lo prese e fece un pallido sorriso. – Grazie.- Rue era furiosa, non l’aveva neanche ascoltata,  a chi pensava di dare quel ciondolo ? “Non dirmi che vuole darlo a Princess Tutù !?” La rabbia s’impossessò di lei, ma con un profondo respiro riuscì a calmarsi un pochino e non fare una scenata davanti a tutti. – Potrei vederlo un attimo ?- chiese la ragazza, il principe annuì e con diffidenza glielo passò, facendolo così cadere di proposito.  
– Oops ! Che sbadata !- Mytho si chinò subito per prenderlo ma Rue fu più veloce e lo prese tra le dita eleganti.
 – Ti dispiace se lo tengo io per un po’ ? Ho una catenina che starebbe benissimo con questa pietra, così potrai regalarlo a chi vuoi ?- Mytho sembrò pensarci su un attimo, poi, semplicemente, annuì. Non poteva immaginare che quel ciondolo sarebbe stata la rovina di tutti.
Dopo la passeggiata tornarono a scuola e si salutarono davanti ai dormitori. Rue si diresse subito nella sua stanza, le tende di velluto viola coprivano le finestre, non permettendo alla luce di entrare. – Mia cara Princess Tutù, non avrai mai il mio Mytho…- scioccò le dita e si trasformò in Princess Kraehe. Lei era la figlia del grande Corvo, aveva una missione che doveva portare a termine, solo così Mytho sarebbe stato suo per sempre. Suo padre, tramite i corvi dagl’occhi rossi come il sangue e le piume nere come l’ebano, le aveva ordinato che doveva assolutamente avere il cuore di Mytho, solo così sarebbe stato liberato dalla sua prigionia e avrebbe reso Mytho tutto per lei.
 –Padre, non ti deluderò…- prese il ciondolo e poi fece apparire dal nulla una piuma nera come la notte, la mise  dentro la pietra con la magia nera, una magia proibita che nessuno dovrebbe conoscere e il ciondolo su colorò di una luce scura e misteriosa. – Vedremo cosa farai piccola ballerina… Ah,ahah !!- prese il ciondolo e gli mine una catenella poi chiamò un corvo con il becco affilato, – Portalo nella camera di Mytho, mi raccomando, non devi farti vedere.- il corvo prese l’oggetto e volò fuori dalla finestra che Kraehe aveva aperto. Il corvo fece come detto e la trappola fu pronta.
Quando Mytho entrò in camera, vide sul letto il ciondolo. Senza farsi troppe domande, lo prese e decise di andare subito a cercare Tutù per darglielo. Sentiva uno strano sentimento verso di lei, ma non capiva cosa fosse. Voleva conoscere i sentimenti di quella ragazza e se gli avrebbe dato quel ciondolo sarebbe riuscito nel suo intento. Benché non conoscesse la vera identità della ragazza, decise comunque di cercarla, sperando che lei, sentendosi chiamare, sarebbe venuta da lui.
Fakir al momento era in città, per far visita a suo padre, che aveva una falegnameria in uno dei negozi della piazza centrale. Così Mytho poteva muoversi liberamente, senza dover dare spiegazioni a nessuno.
Uscì dall’edificio e si diresse verso il boschetto dietro la scuola, lì c’erano delle rovine di un vecchio teatro all’aperto, forse l’avrebbe trovata a ballare tutta sola.

Ahiru aveva finito i suoi esercizi, quindi decise di andare a cercare il quarto frammento del cuore. Il ciondolo, come se avesse sentito quello che pensava, s’illuminò con una luce intensa e rossiccia. – Cosa ?! Che qualcuno lassù mi abbia sentito e abbia deciso di darmi una mano ?- si trasformò nei panni di Princess Tutù e seguì il pendente che la guidò nel boschetto dietro la scuola.
Mytho era arrivato alle rovine: il palco di pietra era mezzo distrutto, mentre si potevano ancora vedere alcune scalinate dove una volta si sedeva il pubblico. Si guardò intorno senza vedere nessuno. Il suo sguardo divenne triste e si girò per andare a cercare da un’altra parte, - Mytho ?- quella voce, un misto di dolcezza e sorpresa, una voce dolce e melodica attirò l’attenzione di Mytho, a cui, quando la vide, s’illuminò il volto. – Ti stavo cercando.- Ahiru arrossì, sorpresa da quelle parole. “Stava cercando me ?! Oh Mon Dieu !” – Dimmi, principe, cosa posso fare per te ?- - Ho una cosa per tè…- tirò fuori da una tasca il ciondolo chiamato “amore”. – L’ho preso per tè.- Ahiru era senza parole, era così felice e…quello che stava facendo era completamente sbagliato, la ragazza di Mytho era Rue non lei. Quel ciondolo aspettava di diritto alla ragazza con i capelli neri, ma la gioia di ricevere qualcosa dal suo amato principe, le fece dimenticare tutto il resto.
Il giovane si avvicinò e glielo mise al collo. – G-grazie è bellissimo !- il sorriso della ragazza fece sorridere anche il giovane. “Com’è bello quando sorride…” Ad un tratto il pendente magico s’illuminò intensamente. – Cosa… ?- il pezzo del cuore apparve proprio davanti a loro, lasciandoli tutti e due senza parole. – Salve, io sono il sentimento dell’amore, ho sentito il vostro richiamo.- Tutù toccò leggermente il frammento che tornò alla sua forma originale.
- Abbiamo un altro frammento ! Ora ne manca solo uno !!- sprizzava felicità da tutti i pori e il principe non poté che ringraziarla. - Grazie, Tutù.- lei si avvicinò con il frammento nella mani, le avvicinò piano al petto ti Mytho, mancavano pochi centimetri quando il ciondolo che le aveva regalato Mytho si illuminò di una luce che non gli apparteneva. Tutù si trovò legata da delle funi fatte di piume di corvo, erano strette e dure, e le impedivano qualunque movimento. – Mythooooo !!- -Tutù !- il frammento entrò per metà nel petto di Mytho facendolo sussultare, ma una piuma di corvo, lanciata dall’alto, infilzò il suo petto, bloccando il frammento. – Ahhhhh !!!-
Il cielo si oscurò e un vento fortissimo si alzò. – Molto bene, tutto come avevo previsto.- sul viso di Kraehe c’era un sorriso compiaciuto e divertito.
– Kraehe liberami subito !!- - Non ci penso neanche !- si avvicinò a loro due con un lungo salto aggraziato ma potente, – Salve principe, mi sei mancato lo sai ?- disse cercando di sembrare dolce e innocente. Dolce lo era di sicuro, ma innocente per niente. Si avvicinò molto sensualmente a Mytho, avvicinando il suo viso a quello del ragazzo, – Ti amo principe…- prese la piuma e con un decisione gliela strappò dal petto, portando con sé tutti i frammenti del suo cuore. Mytho stava per urlare di dolore, ma Kraehe soffocò quel grido con un bacio.
– Adesso che il tuo cuore è mio, starai sempre con me.- gli occhi di Mytho erano completamente spenti, tornati come erano al primo incontro con Ahiru.  Tutù non sapeva cosa fare, era completamente inutile e le funi si stringevano ogni minuto che passava, togliendole il respiro. – Ferma Kraehe !!- Fakir arrivò correndo con la spada sguainata e lo sguardo pieno d’odio, – Troppo tardi !!- un vento fortissimo si alzò e quando Fakir riaprì gli occhi, Mytho e Princess Kraehe erano svaniti senza lasciare traccia. – Accidenti !!- Ahiru stava per soffocare, svenne e l’ultima cosa che ricordò fu Fakir che correva verso di lei.

Ahiru si svegliò in un letto davvero morbido. Non ricordava di avere un letto così, e le coperte erano così morbide e di un velluto blu così … un attimo ! Blu !? Le sue lenzuola erano bianche !! Dove caspita era ?!! Qualcuno bussò alla porta di legno della stanza, - A-avanti…- Fakir entrò con un vassoio in mano, – Buongiorno, principessina !!- disse ironicamente, - B-buongiorno…- disse timida e imbarazzata, – Allora, come ti senti ?- - Meglio grazie, quelle corde erano così strette che per un momento ho pensato di morire…- Fakir annuì, posizionando il vassoio con croissant e due cappuccini sul letto. – Comunque, vorrei sapere cosa è successo prima che arrivassi.-
- Certo, all’ora… Mytho mi ha regalato, non so per quale motivo, un ciondolo; poi ho trovato il quarto pezzo del cuore e dopo…- ad un tratto si fermò con lo sguardo fisso davanti a sé, – Continua.- la incoraggiò Fakir, prendendo luna tazza e bevendo un sorso. Dall’altra parte della stanza, proprio davanti al letto dove era seduta Ahiru, stava uno specchio, quello che rifletteva non era l’immagine di Princess Tutù, ma bensì quella di Ahiru. “Mon Dieu !!!!! Fakir a scoperto il mio segreto !!!!!! E adesso che faccio ??!!” – Ahiru, ti senti bene ?- chiese confuso e un po’ preoccupato. Lei si girò verso di lui. – Tu..tu-tu…sai che io s-sono Princess Tutù !!!!!- Fakir finalmente capì e sospirò.  – Non potevi dirlo prima !!- lui non rispose, serio e impassibile come al solito. – Non è colpa mia se Mytho è stato rapito.- disse freddo e con sguardo accusatorio, quelle parole fecero ricordare alla ragazza cos’era successo. Mandandola nel panico più totale. – Mon Dieu !!! Mytho è stato rapito ! E Kraehe ha anche preso il suo cuore !! Che disastro !!- Fakir prese una brioche dal vassoio e l’addentò, – Credo proprio che toccherà a me risolvere la faccenda.- Ahiru seguì lo stesso esempio di Fakir, prese una brioche e l’addentò. “ OHHH !! Che buona !! Alla crema chantilly, la mia preferita !” Scosse forte la testa. “Pensiamo alle cose serie !!”
– Ti aiuterò  anch’io !!- - No, tu no.- Ahiru rimase spiazzata da tanta pacatezza e durezza nel tono della voce di quel ragazzo, – Si, io si ! Non puoi farcela da solo, come io non posso farcela da sola !- Fakir la guardò torvo.
- Non mettermi sul tuo stesso livello !- - Ma sentitelo ! Ha parlato Lancillotto !- questo aveva davvero ferito l’orgoglio del ragazzo, che non aveva intenzione di perdere quella piccola battaglia.
- Ha parlato la prima ballerina !!- questo significava guerra per Ahiru, - Non ci provare ! Non si tratta così una ragazza !- - Ma stai parlando di te  ?- ok questo era troppo !!- Sei sempre il solito !! Burbero e associale !! Vuoi fare tutto da solo senza avere aiuto dagli altri ! Perché ?!- il ragazzo rimase immobile, non rispose, guardava intensamente Ahiru, poi…la resa. – Ok, va bene; andremo insieme a salvare Mytho, contenta ?- - Si, molto.- la ragazza amava vincere, e contro Fakir era ancora più divertente.
– Ma sia chiaro una cosa ! Comanderò io la spedizione !- Ahiru si mise sull’attenti. – Si, signore !- il ragazzo uscì dalla stanza, mentre la ragazza finiva la sua adorata brioche che la mandava letteralmente in paradiso.

In una caverna sotto la città, Mytho e Kraehe stavano sdraiati su un letto di piume argentee, intorno a loro c’era un lago d’acqua cristallina. L’isola che stava al centro di quel lago era completamente di cristallo, brillando come una stella grazie alla luce del sole che scendeva dall’alto. Quello era un luogo magico e sconosciuto a chiunque.
– Mio caro principe, dimmi, mi ami ?- - Si.- gli occhi del principe erano completamente privi di vita, vuoti come il suo petto.– Anch’io ti amo, starò per sempre con te.- si strinse a lui, finalmente il più grande amore della sua vita stava al suo fianco, non gl’interessava che in realtà lui non provasse niente per lei. Quello che importava era che non sarebbe stata più sola. E sue padre sarebbe stato presto libero.

Ahiru, dopo aver finito di mangiare, uscì dalla camera e scese le scale che la portarono nella cucina di Fakir.
- Fakir ? Dove sei ?- - Sono qui.- Fakir entrò con indosso l’armatura d’acciaio che aveva indossato la volta in cui aveva combattuto per la prima volta. – Scusami, posso farti una domanda ?- Fakir la guardò curioso, – Vivi qui da solo ?- - No, qui abita mio padre adottivo, i miei sono morti quando era molto piccolo.- il viso di Fakir non cambiò minimamente al suono di quelle parole, mentre la ragazza rimase scioccata.  – Scusami, non volevo essere impertinente, non ne avevo la minima idea.- - Non preoccuparti non è colpa tua.-  “Povero, ora capisco perché è sempre così serio e distaccato…” Ahiru lo guardò un attimo meglio, sorridendo, “Però devo dire che è molto più simpatico quando lo si conosce meglio, e poi, quell’armatura gli sta molto bene.”
- Scusa, qualcosa non  va ?- Fakir la guardava perplesso, lei cadde dalle nuvole e divenne rossa come una rosa.
– No, no ! Tutto bene!- e fece un piccolo risolino nervoso. Lui prese la spada e la mise nel fodero di pelle legato alla cintura.– Molto bene, possiamo partire.- Ahiru annuì, – Allora dove potrebbe aver portato Mytho, la nostra amica ?- Ahiru ci pensò su, poi gli venne un’idea.
 – Io non lo so, ma una persona che conosco potrebbe darci una mano ! Andiamo !- Fakir la seguì in silenzio fuori dalla casa, pregando Dio che tutto andasse per il meglio.
Andarono fino alla piazza della città, al centro della quale c’era un grande fontana che spruzzava acqua cristallina,  circondata da tantissimi fiori rossi e bianchi. Ahiru si guardò un po’ in torno, poi il suo viso s’illuminò.
– Eccola !- cominciò a correre verso una ragazza con una piccola bancherella che emetteva una  melodia.
– Edel ho bisogno del tua aiuto !- - Dimmi, ma amie !- - Princess Kraehe ha rapito Mytho, tu sai dove può averlo portato ?- Edel non seppe cosa rispondere. “Cosa faccio ? Sono solo una marionetta di Drosselmeyer, ma questa ragazza è speciale, lei mi ha fatta sentire…come…un essere umano, l’aiuterò soltanto per questa volta…” Edel sorrise e poi guardò la ragazza con i capelli rossi davanti a lei. – Si, so dove l’ha portato, vieni seguimi…- Ahiru abbracciò forte la ragazza, - Grazie, grazie !!- lei rimase spiazzata, non si aspettava questa reazione, per qualcosa di così semplice. Lei sapeva che non poteva provare sentimenti essendo senza cuore, e per questo non le importava se sarebbe stata punita da Drosselmeyer, quella ragazza l’aveva fatta sentire viva, e se poteva fare qualcosa per lei l’avrebbe fatto volentieri. Ahiru fece segno a Fakir di avvicinarsi. – Edel ti presento un mio...amico, si chiama Fakir, lui è il cavaliere di Mytho.- Edel a quelle parole divenne seria, si chiese se il ragazzo conoscesse il suo triste destino oppure ne fosse all’oscuro. – Piacere di conoscerti.- - Il piacere è mio.- Edel, così, accompagnò i due giovani al luogo dove erano Mytho e Kraehe. Arrivarono davanti alla chiesa della città e li portò dietro la torre dell’orologio; Edel si fermò davanti al muro di pietra. Appoggiò la pallida mano sulle  pietre e si aprì un passaggio che avrebbe portato i due ragazzi sei sotterranei della città.
– Ohhhh !!- Ahiru era incredula, - Grazie Edel, non so come ringraziarti !!- la ragazza si girò verso di lei e l’abbracciò teneramente. Ahiru rimase immobile, Edel non aveva mai mostrato i suoi sentimenti, per questo la rossa ne rimase piacevolmente sorpresa, ricambiando poi l’abbraccio.   – Stai attenta.- - Lo farò.- sciole l’abbraccio molto lentamente e poi guardò il ragazzo. – Sta attento anche tu, ci saranno numerosi pericoli e dovrete affrontarli da soli, mi raccomando proteggila, è una ragazza molto speciale.- Fakir annuì. I due ragazzi entrarono nel passaggio che si chiuse dietro di loro, lasciandoli nel buio più totale.
Fecero numerosi metri senza parlare, troppo impegnati a non inciamparsi o sbattere contro un muro.  – Comincio ad avere un po’ paura.- confessò Ahiru, aspettandosi un commento sprezzante da parte del giovane, ma Fakir non rispose, continuava a camminare concentrato e con lo sguardo fissò davanti a lui. “ E’ ritornato il solito ragazzo burbero.” Pensando ciò sbatté contro il soffitto che si era abbassato mentre camminavano, poi non vide uno scalino e cadde come un sacco di patate e infine s’inciampò in un masso che Dio solo sapeva come era finito lì. Fakir si girò verso di lei con un’aria perplessa. - Ma sei davvero Princess Tutù ?- - Certo che lo sono !- disse un po’ intontita, – Se lo dici tu.- continuarono in perfetto silenzio e Ahiru s’inciampò solo tre volte e cadde a terra due. Superando il suo record di figuracce in solo giorno.  Ad un certo punto, la galleria si riempì di un rumore simile al ronzio della api, ma più acuto e forte.
–Cos’è ?!- una trentina di corvi con gl’occhi rossi come il sangue puntavano verso di loro, pronti a beccarli a sangue. Fakir si mise davanti a Ahiru e sguainò la spada. – Corri ! Io ti raggiungerò ! - - Ma…-  - Vai !- Ahiru fece come detto, ma , neanche fatti due passi, il pavimento sotto di lei cedette e cadde nel vuoto.  – Ahiru !- Fakir si tuffò e la prese tra le braccia per proteggerla dalla caduta. Poi non videro più niente.

Ahiru riaprì gli occhi molto lentamente. “Dove sono ? E cosa ci faccio tra le braccia di Fakir ??!!” Ahiru si scostò subito dal giovane ancora privo si sensi. – Mi ha salvata, mi ha protetto dalla caduta con il suo corpo…- Ahiru non se lo sarebbe mai aspettato dal ragazzo. Grazie al cielo, l’armatura aveva protetto il corpo del moro e pochi minuti dopo riprese i sensi. – Ma cosa..?- - Siamo caduti in una fossa.- Fakir si guardò intorno , l’acqua entrava da una piccola fessura nella roccia creando un piccolo laghetto. Guardò in alto e capì che era impossibile arrampicarsi. – Come facciamo ad uscire da qui ?- chiese cinico il ragazzo, – Vedi quella apertura laggiù ? Posso andare a controllare se porta da qualche parte.- - Andrò io.- - No, io posso tenere il respiro per molto tempo, quindi vado io, fidati.- il modo in cui disse l’ultima parola lo fece annuire,– Potresti tenermi questo ?- Ahiru slacciò il ciondolo e glielo porse al ragazzo. Lui lo prese e nel momento in cui lei non toccò più l’oggetto, una luce la investì, costringendo il ragazzo a coprirsi gli occhi con un braccio. Quando Fakir li riaprì, la ragazza era sparita, a terra c’erano solo i suoi vestiti, dai quali uscì una piccola paperella gialla. – Ahiru ?!- la paperella entrò in acqua e s’immerse, lasciando il moro completamente senza parole. – Non ci posso credere, Ahiru in realtà è una papera !!- era scioccato, già il fatto che, imbranata com’era, fosse Princess Tutù lo rendeva scettico, ma questo aveva superato tutto.
Passarono alcuni minuti ed Ahiru non tornava a galla, così si avvicinò all’acqua, per vedere se riusciva a vedere qualcosa. – Ma le papere possono annegare ? Bhé trattandosi di Ahiru è possibile.- poi vide la testa gialla della paperella che riemerse in superficie, – Perché non mi hai detto che sei una papera ?! Sono senza parole !!- lei prese lo slancio e si mise al collo il ciondolo, che lui lasciava pendere dalla mano. – Non vedo il motivo per il quale avrei dovuto dirtelo !! E poi non mi hai mai chiesto niente di me e……ma perché ti sei girato ?- Fakir si era girato di spalle appena era diventata umana, - Come perché ?! Guardati !!- lei si guardò e si accorse di essere completamente nuda. - Mon Dieu !!!- si tuffò in acqua per nascondersi agl’occhi del ragazzo che era bordeaux dall’imbarazzo.
– Hai visto qualcosa ?- chiese la ragazza. – Ma ti pare !!!- lei si rivestì e dopo aver superato quel momento di eterna vergogna, espose la sua scoperta. – Il cunicolo porta a un’altra galleria, è l’unico modo per uscire di qui.-
- Molto bene, andiamo. – si tuffarono nell’acqua chiara e pulita, percorrendo il cunicolo sottomarino. Quando riemersero, si trovarono in un’altra galleria proprio come aveva detto Ahiru. Camminarono per qualche metro poi videro una luce che indicava che erano arrivati alla loro destinazione. Si guardarono e cominciarono a correre.
La grotta in cui arrivarono era molto grande, da una fessura del soffitto scendeva la luce del sole, illuminando quel luogo incantato. Al centro stava un’isola che sembrava essere di cristallo, circondata da un lago d’acqua trasparente e fredda.
- Siete arrivati alla fine !!- una voce che Ahiru conosceva molto bene attirò la loro attenzione. – Rue ?!- la ragazza era seduta su un trono di cristallo, con enormi spuntoni che lo rendevano meraviglioso e allo stesso tempo agghiacciante. – Princess Tutù, è da un po’ che non ci vediamo, mi dispiace che non abbiate gradito il mio regalo.- disse la mora con un ghigno stampato in faccia, – Ma di cosa stai parlando ? Io non capisco, tu cosa…- Ahiru si rese conto della triste verità e il volto si riempì di sconcerto. - No…no…NO ! Non puoi essere Kraehe ! Tu non puoi !!- le lacrime scesero lente sulle guance rosse della ragazza, facendo sorridere ancora di più la ragazza con i lunghi capelli neri. – Oh si che posso !- si trasformò davanti ai suoi occhi: il tutù nero le copriva il busto, mentre i piedi calzavano scarpette dello stesso colore, con ricami argentati. Princess Kraehe era Rue.
Fakir non ne era sorpreso, immaginava che quella ragazza nascondesse qualcosa e la guardava con sguardo truce. La rossa continuava a rimanere senza parole, le lacrime scorrevano impetuose  e prepotenti, la sua cara amica era diventata la sua peggior nemica.
- Non fare quella faccia ! Non mi sembra il caso, vero, mon amour ?- Mytho era sdraiato su un letto di cristallo circondato da petali di rosa rossi come il sangue. Si alzò come un pupazzo e si avvicinò alla principessa. – Saluta i nostri ospiti, mio caro. – Mytho non mosse un muscolo, i suoi occhi guardavano il vuoto e dentro di loro si poteva vedere il nulla più assoluto.  
– Dovete scusarlo, non è molto loquace.- disse abbracciandolo e stampandogli un bacio sulla guancia. “No, Rue non avrebbe mai fatto una cosa del genere ! Lei ama veramente Mytho, perché ? Perché !!!!!!?????”

- A quanto pare le cose si stanno facendo interessanti, chi lo sa, magari la nostra Princess Kraehe verrà sconfitta un’altra volta, oppure toccherà a Princess Tutù ? Che si aprano le danze !!- Drosselmeyer stava osservando tutto da uno specchio enorme, il destino della storia era nelle sue mani e tutto stava procedendo secondo i suoi piani.

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


Princess Kraehe era seduta sul suo trono di cristallo, con uno sguardo che Ahiru non riconosceva. Mytho era accanto a lei, completamente svuotato della sua essenza e del suo cuore. – Voi siete qui per… ?- - Liberare Mytho dalla tue grinfie !!- Rue sorrise.
Schioccò le dita e così apparve il cuore del principe, che era incastonato in un piedistallo che lo teneva sospeso alle sue estremità. – Principe, distruggi il frammento.- nelle mani del giovane si materializzò una spada, con la quale si avvicinò al frammento, la sollevò sopra le testa e fece per colpire. – Noooo!!!!- - Fermati !- la voce di Kraehe fece fermare il giovane a pochi centimetri dalla pietra che brillava di sangue. – Facciamo un patto, che ne dite ? Se il pezzo del cuore “amore” sceglierà tè, allora vi darò il principe e il cuore. Ma se tu parlassi dei tuoi sentimenti al principe diventeresti polvere di luce. Questo potrebbe essere un problema per te, non trovi ?- Ahiru era immobile e senza parole, Kraehe aveva ragione. – Quindi parliamo dei nostri sentimenti Princess Tutù !- la sua risata riempì la grotta, facendo tremare il ghiaccio. “Cosa faccio ? Io non voglio scomparire…” La ragazza con  gl’occhi celesti non sapeva che fare, se avrebbe rivelato i suoi sentimenti non avrebbe più potuto rivedere i suoi amici e non avrebbe più potuto ballare; ma quello era l’unico modo per salvare Mytho, non aveva altra scelta.
 – Va bene.- - Cosa ?!- Fakir era incredulo, Ahiru voleva sacrificarsi per il principe che non avrebbe più potuto vedere e lasciarlo nelle mani di quella strega. Non poteva accettarlo ! Ahiru si trasformò in Princess Tutù, poi guardò la ballerina in nero, cercando in quei occhi la sua vecchia amica. – Ti prego Kraehe non fare più niente di male a Mytho.- Rue, che era rimasta sorpresa dalla sua reazione, sorrise. – Non lo farei mai, io lo amo più di ogni altra cosa.- - Ma perché dobbiamo combattere in questo modo ?- - La colpa è solo tua, cominciando a riportare i frammenti del cuore a Mytho, ha fatto si che la storia del “ Il principe e il corvo” ricominciasse. Il tuo destino è di scomparire per sempre, mentre quello del nostro coraggioso cavaliere, è morire per proteggere il suo principe, il quale dovrà vivere senza le persone che ama.- la ragazza fece un piccolo risolino, – Non ho ragione Fakir ? Se lei porterà tutti i frammenti del cuore tu morirai, è questo quello che vuoi ?- Tutù si girò verso il giovane cavaliere, incredula e con gl’occhi colmi di orrore. “ E’ per questo che voleva che non portassi i frammenti ! Stava cercando di salvare tutti !” – Mytho desidera che gli si riporti il cuore, e quindi è anche il mio desiderio, tu sei l’unica che non lo vuole !!- Princess Kraehe fece una smorfia, solo ora Tutù si rese conto di quello che aveva fatto: aveva condannato tutti a rivivere quella favola di dolore e tristezza. L’unica cosa che poteva fare ora, era salvare il principe. – Mytho, io…io ti…-
- Zitta !! Non dire una parola di più idiota !- - Idiota a me ?!- la principessa lo guardava senza parole, ma gli sembrava il momento di fare commenti del genere ! - Non capisci che se scompari, nessun’altro potrà raccogliere il frammento rimasto ?-  Ahiru si diede mentalmente della stupida, era così ovvio !! – A quanto pare il mio piano non è andato a finire come avevo immaginato.- Fakir sguainò la spada, – Io voglio cambiare questo destino ! Non importa se dovrò sputare sangue, sarò io a scrivere la mia storia !- Tutù rimase colpita da quelle parole, “Giusto, solo noi possiamo cambiare il corso di questa storia, non siamo dei burattini nelle mani di qualcuno, noi faremo tutto quello che è in nostro potere per decidere cosa fare !!”  – Ma che cavaliere intraprendente !- con un gesto della mano, si alzò un forte vento, che fece ghiacciare l’acqua e apparire numerosi guerrieri-corvo con spade affilate come rasoi e becchi scintillanti e appuntiti. Fakir si lanciò all’attacco: fermò la spada di un corvo che lo stava caricando e lo trafisse con la sua, il quale scomparì in piccole scintille viola. Due corvi, girando su di loro, si avvicinarono per poi fare un grande salto e scendere in picchiata verso Fakir; lui fece un salto all’indietro e li colpì alla schiena facendoli scomparire. Ahiru fece per andare ad aiutarlo, ma due corvi si misero davanti al lei con le spade incrociate per non farla passare. – Fakir sta attento !!- il giovane si girò di scatto, altri tre corvi si scagliarono su di lui da tre direzioni differenti; si mise in punta di piedi e girò su di sé tagliandoli alla vita uno dietro l’altro. Il suo respiro si era fatto pesante e gocce di sudore gli bagnavano il viso, non sarebbe resistito ancora per molto a quel ritmo. – Devo averti sottovalutato, ma non farò più questo errore !- altri guerrieri-corvo apparvero, con sguardi più cattivi e spade più affilate. Fakir si alzò da terra e si scagliò all’attacco un’altra volta, i corvi erano diventati anche più abili nell’uso della spada, e se ne accorse subito. Un corvo lo ferì alla vita, ma sparì in polvere di luce colpito dalla spada nera del cavaliere. Tutù osservava quello spettacolo senza poter far niente, pregando con le mani congiunte e gl’occhi chiusi che non succedesse niente a quel ragazzo. “ Ti prego…”
Un altro corvo arrivò in picchiata dall’alto, Fakir mise a terra la spada e si diede uno slancio per colpirlo col piede. Erano troppi e velocissimi, uno di loro lo ferì alle gambe facendolo urlare di dolore. Il sangue colava sulle sue gambe, macchiando il ghiaccio sotto di lui di un rosso scuro e intenso. – Fakir !!!!!!!!!!- Tutù cercò di andare da lui ma i due corvi le impedirono di fare un solo passo. Uno stormo di corvi si scagliò sul cavaliere e il ghiaccio si spezzò sotto il peso eccessivo, facendo cadere tutti nell’acqua fredda e cristallina del lago. – Bene, ora passiamo a te, ma chêre !- - Fakir…- sussurrò quel nome priva di fiato, il suo cuore perse un battito e il suo sguardo si perse nel vuoto. Alcune lacrime bagnarono il viso della ragazza, facendo ridere Kraehe ancora più forte.
– Ma chêre, non ti libererai… così facilmente… di me !- Fakir uscì dall’acqua, trascinandosi sulla riva dell’isola di cristallo con le braccia avvolte dall’armatura ammaccata e sporca di sangue. Il viso e il corpo pieno di graffi e tagli che perdevano sangue scarlatto. Si avvicinò lentamente a Mytho, trascinando la spada dietro di se.  - Amico, io e Tutù ti salveremo… – quelle parole furono sussurrate all’amico del giovane principe. Poi alzò la spada e spezzò in due quella del principe che era rimasto immobile, – NO !!- la spada si trasformò in due cigni bianchi come i raggi di luna, che volarono verso l’alto uscendo così dalla grotta. – Tutù…adesso…il destino…di…Mytho… è nelle tue…mani…- le forze lo abbandonarono completamente, si lasciò cadere all’indietro e finì in acqua stremato e perdendo i sensi. – Fakirrrr !!!!!!!!!!!!- i due corvi sparirono lasciandola libera di andare, si lasciò cadere al suolo con  gl’occhi bagnati dalle lacrime, - Fakir, farò del mio…meglio…- – A quanto pare, non posso più distruggere il pezzo di cuore, ma ora la partita è nelle mie mani.- Tutù si asciugò gli occhi con i dorsi delle mani, alzò il volto e si mise in piedi. “ Non potrò esprimere i miei sentimenti a parole, ma io sono in grado di farlo attraverso la mia danza. Mytho capirà i miei sentimenti senza il bisogno che io dica una parola.”
Cominciò a camminare in punta di piedi sull’acqua trasparente, grazie alla sua magia e iniziò a ballare. I movimenti delicati e armoniosi la rendevano simile a un petalo di rosa che cade dal cielo, - Molto bene, a questo gioco so giocare anch’io.- Kraehe fece un salto altissimo e girando su se stessa, arrivò vicino a Tutù e mosse le braccia come se fossero ali di corvo. Entrambe tesero la gamba sinistra davanti a loro, poi fecero un passo mettendo indietro l’atra gamba. – Tu sei solo un’imitazione di Princess Tutù, non hai nessuna possibilità di battermi.- la rossa rimase spiazzata da quell’affermazione. - Tu non sei la vera Princess Tutù, sei solo una ragazza pasticciona e priva di grazia.- Ahiru smise di ballare, ferita e consapevole che quello che stava dicendo era la pura e semplice verità. “No, devo stare concentrata, non posso perdere !” Ricominciò a ballare ma ogni volta che Rue parlava gli faceva perdere l’equilibrio e i suoi movimenti erano poco precisi e sgraziati. – Rue era mia amica, non la pensava così !- - Dimentichi che Rue sono io.- - No ! Tu non sei Rue ! Sei una persona completamente diversa !- Kraehe rise mentre continuava a ballare senza sbagliare nemmeno un passo. Il frammento del cuore si era trasformato nell’immagine di Mytho, camminò verso Kraehe e fece una singola domanda. –Sei tu la mia principessa ?- l’altra fece un piccolo ghigno, - Si, sono io, mio bel principe.- detto ciò, lui s’inchinò e le baciò la mano. “NO ! Non può essere ! Io…io…non posso lasciare che lei vinca ! Fakir ha rischiato la sua vita per salvare Mytho ! Non posso essere da meno !”
Tutù si mise in punta di piedi, alzò le braccia verso il cielo e le sbatté come se fossero ali, - Ma cosa vuole fare ? Non serve a…- Kraehe rimase ammutolita, la ragazza aveva la gamba sinistra tesa all’indietro e l’altra in punta di piede, si piegò in avanti accarezzando la gamba e portando così quella sinistra andò a puntare verso l’alto.
– Sta ballando un pas de deux da sola !  E’ impossibile !- Ahiru girò piano su se stessa, era come se qualcuno ballasse con lei, ma in realtà non c’era nessuno: erano solo lei e i suoi sentimenti. “Io sono Ahiru, ma sono anche Princess Tutù, niente potrà cambiare questo.” Princess Kraehe prese il frammento e si mise a ballare anche lei il pas de deux. – Fino adesso sei stata brava, ma come farai con i passi di coppia ?- chiese divertita, facendo un casquè tenuta saldamente dal cuore del principe. Tutù non sentiva assolutamente niente di quello che diceva la ragazza con i capelli neri come la notte.  Preso lo slancio e fece un saltò altissimo. – Impressionante !...... Ma è impossibile… sta lievitando !- la ragazza stava lievitando con la schiena piegata all’indietro e una gamba tesa verso l’alto, sembrava che qualcuno stesse ballando con lei, qualcuno che solo la ragazza poteva vedere e sentire. Il frammento del cuore s’incantò ad osservare la sua danza così bella e piena di sentimenti. Ahiru cadde al suolo, per poi rialzarsi come se non fosse successo niente.
– Non guardarla ! E’ patetica !- gettò la schiena all’indietro facendo un casquè, le gambe tremarono per lo sforzo. “Anche se non sei qui a ballare con me, Mytho, per me è come se ci fossi, desidero rivedere il tuo dolce sorriso…sentire la tua voce e vederti i nuovo ballare…” Abbracciò l’aria davanti a sé, aprì lentamente gli occhi e poi li spalancò incredula per quello che stava vedendo. – NO ! Non può essere ! – gridò Kraehe, gli occhi di Mytho stavano tornando come una volta, il colore ambra si faceva sempre più intenso fino a quando Mytho allungò una mano verso la ragazza con le scarpette rosa. - Sono qui Princess Tutù.- la ballerina bianca corse verso di lui in lacrime, – Mytho !!!!!- e si gettò nelle sue braccia e lui la strinse a se. Il frammento si allontanò da Kraehe e andò dal principe e Tutù. – Perché ? Perché non ha sentito i miei sentimenti ?- con le mani che coprivano il volto bagnato dalle lacrime, Kraehe se ne andò in mare di piume.
– Kraehe…- Ahiru sapeva che dentro di lei c’era ancora la vecchia Rue, avrebbe trovato una soluzione per riavere indietro la sua amica, ma ora doveva pensare come uscire da quel luogo. – Ridammi il mio cuore, Tutù.- lei fece come detto, e il frammento entrò nel petto del giovane in una piccola scia luminosa. - Ora dobbiamo uscire di qui. -sul retro dell’isola, trovarono un passaggio che forse li avrebbe portati di nuovo in superficie. Camminarono a  lungo senza mai arrivare alla fine del cunicolo che avevano preso, cominciando a credere di essere finiti in un vicolo ceco. – Non vedo niente Mytho.- disse impaurita la rossa, non riuscendo a vedere dove mettesse i piedi.
-Tranquilla, ci sono io.- quelle parole fecero stare meglio Ahiru, ma continuava a pensare a Fakir, ferito e privo di sensi che era scomparso senza lasciare traccia. “Dove sarà ? Starà bene ? Oppure lui è…No ! Non può essere, lui è forte, molto più forte di me e starà di sicuro bene !” Una luce in lontananza attirò la loro attenzione – L’uscita !!- seguirono quella luce di speranza fino ad arrivare alla fine del tunnel e vedere sopra di loro il cielo stellato e la luna che brillava di luce argentea. Davanti a loro stava Fakir, sdraiato vicino a un falò. – Fakir !!- la ragazza corse verso di lui, lo sollevò con un mano e aspettò che aprisse gli occhi. – Ahiru…- - Schhh, non affaticarti devi riposare. Sono così grata che tu stia bene. - - Sono felice che tu stia bene, mia cara Ahiru. – la ragazza alzò gli occhi, Edel era al centro del falò, bruciando e producendo una luce e un una calore che riscaldava gli animi e i corpi delle persone.
– Edel !!- - Mia cara Ahiru, sono così contenta che tu sia riuscita a salvare il tuo principe.- - Edel, ma perché !?- le lacrime scesero come cascate dagl’occhi della ragazza, bagnando il viso del giovane che teneva tra le braccia. - Non puoi andartene, come farò senza di te ora che non ho più neanche Rue !?- - Non piangere, anche se ero solo una marionetta di Drosselmeyer, tu mi hai fatto sentire viva, te ne sono molto grata, ma non ti preoccupare ci rivedremo, ne sono sicura.- la voce dolce e calma della ragazza non face altro che far piangere di più Ahiru, che non riusciva a capacitarsi di quello che stava accadendo. - Come ? Come lo sai ?!- -Perché mi vuoi bene e anch’io te ne voglio, per quello che può valere detto da qualcuno senza cuore.- Ahiru pianse, pianse come non aveva mai fatto, Edel si era sacrificata per salvarli tutti e lei non poteva far niente per salvarla. – Potresti farmi un piccolo favore ?- le fiamme continuavano e bruciare il corpo della ragazza di legno senza ritegno, come se fossero affamate e insaziabili. – Qualunque cosa…- - Balla con il tuo principe per me.- Ahiru non seppe come rispondere, non le sembrava proprio il caso di mettersi a ballare in momento come questo, ma Mytho le si avvicinò lentamente, le tese la mano e con voce calda e dolce le parlò. – Balliamo ?- lei annuì, pose a terra Fakir e andò a ballare. E così ballarono tutta la notte fino a quando il fuoco non si spense, allora Tutù si avvicino al cumolo di cenere e pianse ancora. Il suo cuore era lacerato come da artigli affilati e roventi, sentiva un dolore lancinante al petto che non aveva mai provato, il dolore di perdere una persona cara era così distruttivo che per un momento pensò che sarebbe stato meglio essere rimasta per sempre una semplice e innocua papera gialla, in quel modo Edel sarebbe stata ancora viva.

 - Bene, bene. A quanto pare hai vinto anche questa volta. Ahah ! Ma non sarà così facile adesso, devi trovare l’ultimo frammento e poi Kraehe è ancora in circolazione, non si lascerà battere molto facilmente un’altra volta.- gli specchi mostravano il riflesso di Drosselmeyer, dando un senso si vuoto e tristezza, – Ahiru è solo una papera, Mytho è solo una storia, Fakir non riesce a proteggere le persone che ama, e Rue…chi sei tu in realtà Rue? Oltre ad essere la figlia del corvo ?-

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


Fakir si risvegliò nel proprio letto, senza sapere come c’era finito. Si guardò attorno e notò subito di avere tutte le ferite bendate e medicate, i vestiti erano stati cambiati con altri puliti. – Ma chi sarà stato a curarmi ?- poi il suo sguardo fu attirato da una ragazza dai capelli rossi, che stava dormendo appoggiata al letto di Fakir. Sul suo viso si dipinse con dolce sorriso, – Che dolce…- quando si rese conto di quello che aveva detto divenne tutto rosso, “Cosa sto dicendo ?!” La ragazza si mosse nel sonno conquistando di nuovo la sua attenzione.  Si, era davvero dolce, ma girò sulla sua anima che non l’avrebbe mai detto a nessuno ! Ahiru si svegliò e lo guardo sorridente.
–Ti sei svegliato, come ti senti ?- chiese ancora mezza addormentata, lui sorrise senza sapere il perché, semplicemente era felice che lei gli fosse stata accanto tutto il tempo. - Bene, grazie per esserti presa cura di me.- Ahiru divenne del colore dei suoi capelli, - N-non c’è di che, è stato…un piacere !- sorrise nervosa, il sorriso del moro l’aveva sorpresa e gli aveva fatto perdere un battito cardiaco. Mytho non le faceva quell’ effetto: la faceva sentire bene, tranquilla e al sicuro.
Ahiru si alzò in piedi, - Bene ora io vado, tu devi riposarti, verrò dopo scuola a vedere come stai.- non voleva lasciarlo da solo, aveva paura che si sarebbe potuto sentire male e avrebbe avuto bisogno d’aiuto. Ma appena si rese conto di quello che aveva pensato arrossì ancora di più. – Va bene, ti aspetterò.- Ahiru uscì dalla casa del giovane e si diresse verso la scuola, con un enorme sorriso stampato in faccia. Mytho si era alzato con un po’ di mal di testa, ma non se era preoccupato. Dopo quello che aveva passato si disse che fosse normale. Si cambiò e uscì per andare in classe, Rue lo stava guardando dalla finestra della sua camera quando attraversò il cortile centrale. Il ragazzo si teneva una mano sulla testa, come se gli facesse male. – Molto bene, il piano sta funzionando. Dobbiamo solo aspettare.- il suo volto si riempì di un grande sorriso che avrebbe messo paura persino a un leone. Rue era molto più furba e preparata di quanto si potesse pensare.
Ahiru entrò in classe e andò dalle sue amiche, Sonia e Melany, che l’aspettavano alla sbarra, – Allora, Ahiru, cosa hai fatto durante il  weekend?- chiese curiosa Sonia, lei sorrise nervosa, non avendo la più pallide idea di cosa rispondere. - Niente di speciale mi sono esercitata e ho fatto qualche passeggiata, voi ?-  - Io sono andata a fare una gita con i miei genitori. - - Anche io ! E’ stato molto divertente !- al suono della parola “genitori” ad Ahiru venne in mente Fakir. “Chissà cosa starà facendo ?” e volse il suo sguardo fuori dalla vetrata della stanza, osservando il cielo azzurro come i suoi occhi e le fronde degli alberi che si muovevano per il vento leggero.
Fakir si alzò dal letto, non aveva voglia di stare a far niente tutto il giorno, quindi scese in cucina a mangiare qualcosa. Scese le scale molto lentamente, aveva bende da per tutto, e gli faceva male ogni singolo muscolo del suo corpo. Quando entrò in cucina vide sul tavolo un vaso con dentro vari pezzi di legno bruciati e cenere. - Questi devono essere i resti del corpo di quella ragazza che mi ha salvato e che era amica di Ahiru. – li guardò a lungo senza dire niente, - Non sono messi malissimo, forse potrei…- prese i pezzi nel miglior stato e andò nel laboratorio di suo padre. Chiudendosi lì dentro per parecchie ore.

 In una delle grandi sale da ballo dell’accademia, Mytho stava ballando un pas de deux con Rue; l’insegnate li guardava compiaciuto, erano sempre stati la miglior coppia della scuola, ma oggi avevano una complicità particolare, ne era veramente impressionato. Quando finirono di ballare ci fu un grande applauso, tutti erano rimasti incantati e senza parole d’innanzi a tanta bravura.  Un forte dolore perforò la testa del giovane dai capelli bianchi, il quale prese la testa nelle mani, chiudendola in una stretta mortale. Il professore si avvicinò preoccupato.
– Mytho, stai bene ?- - Forse è meglio se lo porto in infermeria.- - Hai ragione Rue, lo lascio nelle tue mani.- disse sollevato l’uomo. Rue prese per il braccio Mytho, che si lasciò portare fuori dalla ragazza, senza replicare. Quando furono arrivati in un logo dove nessuno poteva vederli, Rue si mise davanti a lui, guardandolo con occhi compiaciuti e scintillanti, – Non ti preoccupare tra poco il dolore finirà.- solo dopo pochi secondi che disse quelle parole, Mytho smise di tenersi la testa e si raddrizzò, quello che vide Rue la fece sorridere: gli occhi ambrati del giovane avevano preso un colorito viola, come se un ombra di fosse instaurata dentro di lui. – Come ti senti ?- - In piena forma, mia principessa.- la sua risata fu talmente forte che i lampadari di cristallo tremarono e un brivido di terrore salì sulla schiene di ogni persona che udì la sua risata.

 Ahiru, finito le lezioni, corse in città per andare da Fakir, ma quando bussò nessuno le rispose. Così decise di entrare, preoccupata che gli fosse successo qualcosa. – C’è nessuno ?- sentì il suono di un tamburello, ma non riuscì a capire da dove provenisse. Poi una ragazzina con i capelli verdi e la pelle chiara si avvicino con un tamburello e delle bacchette in mano. – Chi sei ?- la ragazzina le ricordava molto Edel, - Io sono Ahiru, e tu piccolina ?- - Uzura !!- e batté forte il tamburello, sorridendo e canticchiando. Fakir uscì da una stanza e si avvicinò alle ragazze. – Ahiru, ti presento Uzura.- - E’ per caso la tua sorellina ?- lui si chiese dove vedeva la somiglianza per fare un’affermazione del genere, ma lasciò stare, – No, è una marionetta proprio come Edel, l’ho creata dai pezzi che sono rimasti di lei. – Ahiru guardò meglio la piccolina, e si accorse che era uguale a Edel !
– Ma come hai fatto !!??- Ahiru era incredula, non sapeva come spiegarsi come una cosa del genere potesse succedere.  – Bè…io…ecco…come dire…- “Accidenti !  Non ho pensato a come spiegargli come ho fatto, ormai dovrò dirle la verità…”  - Vieni, siediti.- il ragazzo era diventato particolarmente serio, Ahiru si preoccupò, ma fece come gli fu detto.
- Ti devo confessare una cosa molto importante che riguarda il mio passato…- lei annuì, il volto del ragazzo era serio e triste, come non lo aveva mai visto. – Quando ero piccolo mi piaceva molto scrivere storie, mi resi conto che quello che scrivevo diventava realtà, all’inizio apparivano semplici oggetti dove prima non c’erano; ma poi anche le azioni diventavano reali. Un giorno la città fu invasa da uno stormo di corvi, portavano il terrore e il caos dovunque e vivere era diventato praticamente impossibile. Decisi quindi di scrivere una storia per fargli andare via, ma qualcosa andò storto: i corvi attaccarono la mia casa e miei genitori morirono per proteggermi. Dall’ora non ho più scritto nulla, per paura di ferire ancora qualcuno. - Ahiru aveva cominciato a piangere senza essersene accorta, Fakir la guardò sorpreso, era la prima volta che ne parlava con qualcuno, e lei aveva ascoltato senza dirgli niente di sciocco e scontato come : “Mi dispiace tanto !” “Posso capire quello che provi !” oppure anche peggio “Col tempo passerà.”
- Scusami, sono una vera sciocca, non capisco perché mi sia messa a piangere…- si asciugò frettolosamente le lacrime. - …comunque sappi una cosa, potrai sempre contare su di me  d’ora in poi !- Fakir sorrise alle parole della ragazza che gli sedeva di fronte, - Però, quando ho visto i pezzi di legno bruciati, ho pensato che forse avrei potuto, grazie alla mia capacità, ricostruire Edel o qualcosa di simile…- la ragazza si alzò e si avvicinò al ragazzo e l’abbracciò. Fakir rimase di sasso, non sapeva cosa fare o casa dire, il suo volto divenne bordeaux e il suo battito si fece più veloce. – Grazie, hai scritto una storia anche se ti eri ripromesso di non farlo mai più, grazie davvero. – la ragazza si staccò, Fakir si perse negl’occhi azzurri di lei, la stessa cosa fu per la ragazza che si perse negl’occhi verdi del giovane. In quel momento venne in mente un’idea alla ragazza, rompendo quel momento magico. - Ma si !! Tu puoi scrivere la storia di Mytho in modo che non finisca tragicamente ! E’ geniale !- 
Il ragazzo ci mise un po’ a capire cosa aveva appena detto la ragazza, - Cosaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!- - Ma si ! Con il tuo potere puoi scrivere la storia di Mytho facendo si che nessuno muoia !- - NO !- una risposta secca e coincisa, lo sguardo cupo che aveva sempre avuto ritornò sul volto del giovane, - Ma perché ?- chiese cauta la ragazza. - E’ troppo rischioso, è già successo una volta che facessi del male alle persone che amo, non sono in grado di proteggerle, e questo mi fa soffrire. Se provassi a scrivere la storia di Mytho peggiorerei soltanto le cose !- Ahiru capì che non era giusto forzarlo di fare qualcosa che non voleva e che lo facesse soffrire, avrebbero trovato un altro modo. –Va bene. Hai ragione, cambieremo il corso della storia con le nostre sole forze, che ne dici ?- “Come, si è già arresa ?” – i, grazie.- Uzura cominciò a suonare il tamburello come una matta, attirando l’attenzione dei due giovani. –Un nuovo amore, un nuovo amore !- i due ragazzi divennero bordeaux, - Ma cosa dici ?!!- gridarono in coro, la ragazza si fermò e li guardò. –Niente amore ?-  

-Bella mossa Rue, chi l’avrebbe mai detto ! Ahah !- Drosselmeyer stava seduto sulla sua seggiola a dondolo. Guardava gli specchi soddisfatto, - Non manca molto al gran finale, e allora ci sarà da divertirsi !!!-

 Rue era nella sua stanza insieme a Mytho. I ragazzi erano seduti sul letto, lei con la testa sulle ginocchia del suo principe che le accarezzava delicatamente i capelli color dell’ebano. Ad un certo punto un corvo entrò dalla finestra aperta, i suoi occhi avevano un colore molto particolare: erano rossi e con varie sfumature nere. –Hai compiuto la tua missione ?- una voce profonda, cupa e nera come la notte più scura riempì la stanza.
–Si, padre. Il sangue di corvo sta facendo effetto. Quando riavrà ottenuto tutti i pezzi del cuore sarà finalmente mio, vero ?- -Ma certo bambina, Mytho sarà il tuo principe per sempre.- la ragazza sorrise e fece un piccolo inchino. –Ricordati, non ostacolare troppo la nostra piccola Princess Tutù, solo così potrò essere di nuovo libero !- -Come desideri padre.- il corvo volò via lasciando i due giovani dove avevano interrotto. “ Non puoi fare più niente Tutù ! Ormai lui è solo mio !”

 

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Ahiru stava dormendo nella sua camera da letto, i raggi di sole entravano dalla finestra scoperta dalla tende, gli uccellini cantavano allegri, sarebbe stata una bella giornata. La ragazza si mosse nel letto coprendosi il viso con il lenzuolo di seta. Finalmente era arrivato ! Oggi era il giorno che tanto aveva aspettato ! Si alzò dal letto e si avvicinò all’armadio di legno che aveva vicino al muro. Mise la sua divisa e uscì tutta contenta.
La rappresentazione che dovevano interpretare della “Bella  addormentata nel bosco” era stata spostata, siccome Rue e Mytho erano “spariti”, ma ora che erano tornati entrambi, potevano finalmente fare lo spettacolo. Ahiru camminava spensierata nel cortile centrale, doveva andare al teatro principale della scuola, tutti gli studenti della scuola l’avrebbero vista ballare e il suo cuore batteva all’impazzata al solo pensiero. “Mon Dieu ! Non ci posso credere ! Sono così emozionata !”
Tornò sulla Terra appena vide davanti a sé Mytho, che camminava qualche passo più a vanti, stava per chiamarlo quando Rue si avvicinò al giovane e lo prese a braccetto, lui le fece un dolce sorriso e si avviarono come una dolce coppietta. Ahiru rimase di sasso. “Perché Mytho è insieme a Rue ? Lui sa che lei è Kraehe, non capisco…” Decise che ne avrebbe parlato con calma con Fakir quando sarebbe andata a trovarlo finito lo spettacolo. Melany e Sonia si avvicinarono a lei, - Ahiru !!- -Ragazze !- -Siamo venute a farti gli auguri !- disse tutta felice Melany mentre Sonia annuiva in lacrime, -La mia Ahiru diventerà una star !!- si gettò al collo della rossa che non seppe cosa dire. –Grazie, siete delle vere amiche.- stava per mettersi a piangere anche lei, ma Melany la fermò in tempo. – Non devi piangere ! Devi essere concentrata ! Noi faremo il tifo per tè !- - Ma in silenzio !- Sonia finì la frase per Melany. - Se no ci buttano fuori !- le tre ragazze scoppiarono in una grossa risata che attirò l’attenzione di alcuni ragazzi che stavano passando. – Ahiru !- una voce maschile la chiamò, lei si girò e quando vide chi era il suo viso s’illuminò. – Fakir !- andò da lui e gli fece un grosso sorriso senza rendersene conto.  - Cosa ci fai qui ? Devi rimanere a riposare !- - Tranquilla, sono qui soltanto per guardare lo spettacolo, non volevo perdermi la figuraccia che farai.- disse con l’intenzione di farla arrabbiare, -Ma come osi!? Io sarò fantastica !- disse con una punta d’orgoglio, lui la guardò e poi scoppiò a ridere, cosa che fece anche la ragazza. Intanto le altre due li guardavano a bocca aperta. – Melany, vedi anche tu quello che vedo io ?- - Si Sonia, e non riesco a capacitarmene.- cominciarono a bisbigliare tra loro, in modo da non farsi sentire dai diretti interessati. –Dici che tra quei due…- - Intendi uma-uma ?- - Si, esatto.- - Non saprei, ma qualcosa c’è di sicuro, guardali ! Sembrano due fidanzatini !- - Magari sono diventati amici, oppure Ahiru ha deciso di diventare sua amica per poter arrivare a Mytho !- - Non credo sia così furba la nostra amica.- disse Melany perplessa. Anche l’altra fu d’accordo con lei, - Hai ragione, non è il tipo da fare certi ragionamenti.- Ahiru tornò da loro dopo aver salutato Fakir. – Perché non ci hai detto niente !?- chiese isterica Sonia, – Ma di cosa state parlando ?- chiese confusa la ragazza con gli occhi azzurri, – Niente, assolutamente niente ! Sai com’è Sonia, a volte dice cose senza senso.-
Sonia la guardò per un attimo perplessa, ma poi capì che non era il caso di parlare di quello che avevano pensato riguardo la rossa e il moro. -Allora io vado, ditemi in bocca al lupo…- -In bocca al lupo!- -Crepi!- lei sorrise e si diresse verso il teatro, mentre le sue amiche la salutavano con le mani al cielo.

 Rue e Mytho stavano passeggiando tranquillamente verso il teatro, - Oggi è il girono perfetto per prendere qualche cuore.- - Hai pienamente ragione.- il sorriso di Mytho era diverso, aveva qualcosa che metteva i brividi al primo sguardo. I suoi occhi avevano un colorito strano e dall’aura oscura.
Quando tutti i partecipanti alla rappresentazione furono arrivati, il professor Bunner diede le ultime indicazioni per poi mandare i ragazzi a prepararsi.
Ahiru si stava mettendo il proprio costume: un tutù nero e viola, scarpette nere con piccole sfumature viola scuro che raffiguravano una rosa. I capelli erano sciolti e aveva in testa una corona nera come la notte. Il trucco era più marcato dell’ultima volta, le labbra erano coperte da un rossetto violetto coordinato con l’ombretto degl’occhi. Aveva un aria seducente e maliziosa, si ricordava molto Rue, “L’ultima volta, è stata Rue a prepararmi, mi manca la sua compagnia…” uscì dal camerino e vide Mytho passarle a fianco. –Ciao Mytho !- il ragazzo si girò e la guardò con occhi di ghiaccio, poi, come se niente fosse, se ne andò. Ahiru era rimasta paralizzata dal suo sguardo, era pieno di odio e di disprezzo. Cosa gli era successo ? Non l’aveva mai guardata in quel modo.
Che centrasse qualcosa Rue ? Non trovando risposta a queste domande si mise dietro le quinte. Il teatro era gremito di gente. Le gambe cominciavano a tremarle e il cuore a batterle forte. Qualche metro in la c’era Rue, bella come sempre: il tutù azzurro decorato con cristalli Swarovski le stava divinamente. Ahiru decise che avrebbe dato il meglio di se, si concentrò per entrare nella parte, prese come immagine di riferimento Princess Kraehe e i suoi occhi si riempirono di una luce diversa dal solito. Era pronta.

Il sipario si alzò, lo spettacolo era cominciato. Si stava svolgendo una grande festa per la nascita della piccola principessa, erano state invitate tutte le persone che contavano di più nel regno. Tranne la strega Malefica, dopo che le tre fato furono arrivate fu il turno di Ahiru di entrare in scena. Quando mise piede sul palco, tutti rimasero incantati ed intimoriti. I suoi movimenti erano seducenti e precisi, con un pizzico di malizia. Nessuno riusciva a credere che fosse davvero Ahiru, la ragazza dolce e tenera di sempre. “Devo ammettere che è migliorata molto, ma non è ancora al mio livello.” Rue la osservava interessata, intanto il palco era completamente di Ahiru, quando uscì dalla scena ci fu un vuoto incolmabile. Le scene si susseguirono una dietro l’altra sena nessun intoppo. Ormai lo spettacolo stava per volgersi al termine, come ci si era aspettato, Mytho e Rue furono impeccabili, ma Mytho aveva qualcosa di diverso, non era più aggraziato e dolce come una volta, i suoi movimenti erano prepotenti e sicuri, troppo sicuri per essere i suoi. Nessuno si accorse degl’occhi del giovane, nessuno a parte Fakir. “Qui c’è qualcosa che non va, sarà meglio stare attenti.” Arrivò il momento del Pas de Deux con il principe. I due erano in perfetta armonia, sembravano una sola persona. Ma qualcosa di oscuro stava per accadere. Piano, piano gli spettatori cominciarono ad addormentarsi, come nella storia. Fakir se ne accorse in tempo per scappare ed andare da Ahiru. – Ahiru, quei due stanno facendo addormentare tutti !-  
- Cosa ?!- - Dobbiamo fermarli !- la ragazza annuì e si trasformò in Princess Tutù. Il suo aspetto cambiò completamente con indosso il tutù bianco. Era ritornata la ragazza romantica e dolce di sempre, cosa che fece felice Fakir. Fakir prese una spada tra gli oggetti di scena, stranamente vera.  – Andiamo !- i due ragazzi salirono sul palco, - Fermatevi ! Cosa cercate di fare ?!- i due ragazzi continuarono a ballare, - Buon giorno ! E’ da tanto che non ci si vede, vero ?- - Dimmi cosa hai fatto a Mytho !- disse minaccioso Fakir, non sembrava ammettere risposte implicite. – Dovete sapere che il frammento “amore” era stato immerso nel sangue di corvo, così quando avete restituito il frammento a Mytho, il sangue a cominciato a entrare in circolazione, ed ora, è completamente sotto l’effetto del sangue oscuro.- Rue sembrava divertita, Mytho la guardava compiaciuto e sorridente come una bambola maledetta. – Come hai potuto ? Pensavo che l’amassi ?!- - Ma io lo amo ! Però adesso potrà essere solo mio, nessuno me lo porterà via.- le persone in platea erano completamente addormentate. – Cosa hai fatto a tutte queste persone ?!- questa volta fu Mytho a rispondere, - Gli stiamo prendendo il cuore, da offrire poi al grande Corvo, così il suo potere aumenterà e quando sarà libero vi ucciderà tutti !- gli occhi di Mytho erano assetati di sangue, Tutù era inorridita e spaventata, non poteva permettere che facessero del male ad altre persone.  Lei era Princess Tutù, aveva il potere di purificare qualunque cosa con il suo ballo, ed era quello che aveva intenzione di fare.  Mytho si trasformò nel Principe Corvo grazie al sangue di corvo che aveva avvelenato il suo sangue puro. I suoi abiti vennero sostituiti da una casacca nera come la notte, con piume di corvo sulle spalle, i pantaloni attilati mettevano in mostra le sue gambe muscolose e sulla testa aveva una corona dello stesso colore degl’abiti. Sguainò una spada impregnata di magia nera e la puntò contro Fakir. – Fatti sotto !- - Con grande piacere !- i due si scagliarono all’attacco, le spade si scontrarono furiose mentre i due si guardavano torvi. Ahiru cominciò a ballare, non aveva intenzione di dare la possibilità a Rue di trasformarsi: i suoi movimenti leggeri e armoniosi avrebbero spezzato l’incantesimo. Rue la guardò furiosa. –Non vincerai questa volta.- si trasformò in Princess Kraehe e si mise davanti a Tutù. – L’ultima volta hai vinto tu, ma oggi non sarà così facile !- - Scommetti !?- le due ballarono senza mai toccarsi, solo la loro forza di volontà e la loro bravura nel ballo avrebbero vinto su l’una o sull’altra.
Mytho affondò un colpo, ma Fakir lo evitò con un salto all’indietro, il moro cercò di colpire le caviglie del principe che schivò con un grande salto. – Cerci forse di ferire il tuo principe ?- - Cosa ?- - Se ferisci me, ferirai anche Mytho.- disse con un ghigno stampato in faccia. “Ha ragione, non posso colpirlo, se no ferirei anche il mio amico.” Così decise che avrebbe continuato a proteggersi senza intenzione di colpire il ragazzo, sperando che Tutù riuscisse a vincere. –A quanto pare il tuo cavaliere è nei guai !- disse acida Kraehe, Tutù non l’ascoltò. Continuò imperterrita a ballare. Fakir e Mytho si spostarono senza accorgersi verso le due ragazze, quando Fakir schivò un colpo Mytho ferì per sbaglio Kraehe.
- Ahhh !!!- la ragazza fu ferita alla gamba e si accasciò a terra, le calze nere erano state tagliate e dalla ferita usciva sangue scarlatto. – Maledetto cavaliere dei miei stivali !- Mytho lo guardò con sguardo pieno d’odio.
–Scusate, non era mia intenzione.- fece finta di scusarsi il moro, grazie a quel colpo di fortuna erano riusciti ad avere qualche minuto di vantaggio. Ahiru aveva continuato a ballare ed era riuscita a eliminare l’effetto del potere di Princess Kraehe. Le persone stavano per svegliarsi,  Mytho e Kraehe dovevano andarsene prima del loro risveglio. – Maledetti !- i due ragazzi sparirono in un vento nero e freddo. Quando tutti si svegliarono non ricordarono niente e crederono che lo spettacolo fosse finito. Si alzarono e fecero un grande applauso a tutti i ballerini. Nessuno si chiese dove fossero finiti Mytho e Rue, probabilmente fu grazie alla magia oscura del Corvo. Ahiru era molto contenta, tutti erano rimasti entusiasti per la sua performance. Fakir si era nascosto dietro le quinte e applaudiva sorridente. Anche questa era finita. “Ora che Mytho è infettato dal sangue del corvo, dobbiamo trovare un modo per far finire questa storia, possibilmente in lieto fine.” Fakir sapeva già qual era l’unico modo e avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere.

 - La nostra Rue ha perso ancora una volta ! O almeno in parte, visto che Mytho è suo adesso.- gli specchi mostravano il volto felice di Ahiru che s’inchinava leggermente al pubblico. – Esulta fin che ne hai l’occasione, tra un po’ il gioco si farà pesante e non sorriderai più come adesso !!- il sorriso di Drosselmeyer fu quasi più malvagio di quello di Mytho, era giunto il momento di prendere in mano i fili dei suoi amati burattini.

 Ahiru si era recata a casa di Fakir per parlare della situazione. Quando entrò trovò Uzura che stava giocando con un cavallino di legno e altri animali costruiti dal padre di Fakir, – Ciao Uzura !- - Ciao Ahiru !- fece un grosso sorriso la piccola, Ahiru era così contenta che ci fosse Uzura, si sarebbe sentita a disagio da sola con Fakir. Non capiva perché, ma le dava una strana sensazione. - Ben arrivata.- disse Fakir scendendo dalle scale. Indossava una maglia blu con un collo a V che lasciava intravedere i muscoli del petto, i pantaloni neri lunghi, lo facevano sembrare più alto di quanto già non fosse. Ahiru invece indossava un vestito bianco che le arrivava sopra il ginocchio, un piccolo nastro azzurro le cingeva la vita. Aveva lasciato i capelli sciolti perché le sue amiche avevano detto che stava molto meglio. I due rimasero a guardarsi per qualche minuto in silenzio, “Devo dire che Fakir è davvero carino….Ma cosa sto dicendo ?! Lui è sempre stato cattivo nei miei confronti !! Però, ora che ci penso, lui era così freddo perché voleva soltanto proteggere Mytho. Ohhh ! Che confusione !!” “Con i capelli sciolti è molto carina…Ma cosa dico ?! Lei è quella pasticciona di Ahiru ! Quella ragazza che continuava a tormentare Mytho ! Ma perché ora la vedo sotto un’altra luce ?” I due ragazzi si accorsero di fissarsi a vicenda e tolsero lo sguardo imbarazzati. – Vuoi qualcosa da bere ?- chiese impacciato il ragazzo, - No, grazie !- disse con un sorriso nervoso la ragazza con i capelli rossi. I due si sederono a tavola. – Vorrei chiederti una cosa…- iniziò ancora imbarazzato Fakir, - Come sei diventata Ahiru e poi Princess Tutù ?- - E’ una storia un po’ lunga, un giorno stavo guardando il principe ballare in riva al lago, il suo volto era spento e non sorrideva. Volevo che ritrovasse la capacità di sorridere, dopo averlo guardato per molto tempo, Drosselmeyer apparì magicamente e mi propose un modo per aiutarlo. Non sapevo che accettando avrei portato così tanto dolore…- il volto della ragazza divenne scuro e pieno di tristezza, - Non devi sentirti in colpa, non potevi sapere quello che Drosselmeyer aveva in mente.- - Cosa indenti dire ?- Ahiru era confusa, cos’è che aveva in mente quel vecchiaccio ? – Ho fatto delle ricerche, Drosselmeyer è morto tanto tempo fa…- - Ma è impossibile !!- - Non per lui, scriveva storie che prendevano vita, grazie a questo potere riuscì a salvarsi; era troppo pericoloso, scriveva storie con finali tragici coinvolgendo anche gli abitanti della città, per questo venne ucciso. Credo che la storia che stia scrivendo sia quella del “ Il Principe e il Corvo.” Kraehe lo sapeva grazie a suo padre che ha spie sparse ovunque, come ci disse quella volta, il mio destino è morire proteggendo il principe, mentre il tuo…- - Il mio è diventare polvere di luce dopo aver dichiarato il mio amore al principe.- il modo in cui lo disse, non era molto convincente. Ma Fakir non se ne accorse. – Quindi Drosselmeyer ha il tuo stesso potere, ma come è possibile ?- - Ho fatto delle ricerche anche su questo, sono un sono discendente.- - Davvero ?!- - Proprio così, ma ora vorrei parlare d’altro. Ho preso una decisione. Voglio scrivere la nostra storia.- Ahiru lo guardò perplessa, l’altro sospirò, - Voglio dire, che scriverò la storia di Mytho, Ahiru, Rue e mia. Così potremo avere un lieto fine e…- non fece tempo a finire la frase che Ahiru si era piombata, nel vero senso della parola, su di lui abbracciandolo come se stesse per morire. – Ahiru non respiro !!- disse in un sussurro, - Grazie, grazie !!!- poi quando vide che era diventato blu come un mirtillo lo lasciò. Il ragazzo respirò affannosamente per circa dieci minuti. – Scusa, non volevo strangolarti.- - Ci vorrebbe altro !!- Ahiru sorrise impacciata, mentre Fakir si rialzava da terra, Uzura suonava il suo tamburello tutta contenta in giro per la stanza, facendo sorridere i due ragazzi.

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Rue e Mytho erano nella stanza della ragazza, la giovane stava accarezzando delicatamente i capelli del ragazzo, morbidi come piume di cigno e del medesimo colore. –Ti amo, mio principe.- il giovane alzò lo sguardo verso la ragazza dai capelli neri. -Je t’aime.- la ragazza sorrise contenta, ogni volta che diceva quelle semplice parole il suo cuore si riempiva di felicità. –Quando avrai tutti i frammenti del cuore, sarai mio per sempre.- il ragazzo non disse niente, si alzò e guardò negli occhi la ragazza.
–Quando io avrò tutti i frammenti del cuore, lo offrirò al grande Corvo.– Rue lo guardò senza parole, -Come hai detto?- -Si, il mio cuore appartiene al grande Corvo.- il modo in cui lo disse, con quel sorriso in faccia e gli occhi riempiti dal sangue di corvo, le fece mancare il respiro. La ragazza si sentì le gambe molli e la gola secca, non sapeva cosa dire o fare. “Perché mio padre mi avrebbe mentito? Non capisco, mi ha promesso che il principe sarebbe stato mio…” La giovane si alzò al letto inorridita e se ne andò correndo, lasciando il principe completamente solo. Doveva capire, non poteva permettere che suo padre mangiasse il cuore di Mytho! Non poteva certo chiedere spiegazioni al padre, sarebbe stata la cosa più sciocca che avrebbe potuto fare. Decise di andare a riflettere in un luogo tranquillo e lontano da tutto e da tutti. Si trasformò in Princess Kraehe e scomparì nel nulla. Intanto Mytho si era alzato dal letto, il suo corpo era come manovrato da fili invisibili che lo rendevano simile ad una marionetta. –E’ ora di raccogliere qualche cuore per il Corvo.- uscì dalla stanza e se ne andò, lasciando un vuoto mortale.

Ahiru stava camminando tutta contenta tra i giardini dell’accademia, sul suo volto era stampato un bellissimo sorriso e i suoi occhi brillavano come stelle. “Sono così felice! Fakir scriverà la storia di Mytho e così avremo un lieto fine!!” saltellava e ballava felice tra i fiori profumati, godendosi il bel tempo. Ad un tratto si fermò, “Questa è la voce di Mytho…” seguì il suono di quella voce fino ad arrivare alla fontana che stava nel giardino. Lì vide il giovane principe con una ragazza dai capelli biondi come oro, il ragazzo le stava addosso e la sua preda sembrava sotto ipnosi. –Io ti amerò per sempre, sarò sempre al tuo fianco e non soffrirai più.- il tono del principe era sensuale e magnetico, -Si.- gli occhi della ragazza erano vuoti e privi di vita. “Mon Dieu! Sta cercando di prenderle il cuore!” si trasformò in Princess Tutù più velocemente che poté, –Dammi il tuo cuore e ti amerò per sempre.- -Si, amore mio.- il principe fece un passo indietro e si trasformò nel principe Corvo, spalancando due grandi ali nere come la notte. –Fermo!- Tutù saltò tra loro due, in modo da fermare l’incantesimo del giovane, –Non ti permetterò di prenderle il suo cuore!- il ragazzo fece una piccola smorfia,  –Scommetti !?- con voce suadente chiamò la giovane alle spalle della principessa con il tutù bianco.
–Vieni a me!- la ragazza cominciò a camminare verso il principe, completamente soggiogata dal potere del sangue del Corvo, –Non devi andare da lui!- Ahiru cercò di fermarla, ma la ragazza passò oltre Tutù come se non la vedesse nemmeno; Ahiru non aveva idea di come fare per rompere quell’incantesimo. Allora fece l’unica cosa che era in grado di fare: cominciò a ballare. –Non devi cedere alla promesse di questo ragazzo, senza cuore non potrai amare.- le mani e le braccia si muovevano elegantemente come ali di cigno, danzando sulle punte delle scarpette rosa. La ragazza si fermò e si girò verso di lei, –Cosa?- -Non ascoltare quello che dice! Io ti amerò per sempre!- Ahiru si avvicinò alla ragazza, cominciò a danzarle attorno, spezzando lentamente il sortilegio. -Troverai qualcuno che ti amerà e quando succederà, lui ti amerà davvero.- la ragazza la guardò con la bocca aperta, come se avesse capito che stava sbagliando tutto, poi cadde a terra priva di sensi, ma libera dal controllo del principe Corvo. Ahiru sorrise dolcemente e poi rivolse la sua attenzione a Mytho. –Hai vinto ancora una volta Princess Tutù, ma prima o poi perderai anche tu e quando accadrà sarà la tua disfatta!- detto ciò scomparì in un mare di piume nere come la notte più scura. “Mytho, perché?” Ahiru sciolse la trasformazione e decise che doveva assolutamente trovare il frammento mancante, prima che fosse troppo tardi.

-Allora, cominciamo…- Fakir si trovava nella biblioteca della città, l’edificio era molto vecchio e conteneva migliaia di migliaia di volumi. Fakir ci aveva passato molto tempo a leggere da bambino e la conosceva molto bene. Aveva preso una decina di libri e si era messo in un tavolo nell’angolo più nascosto della biblioteca, per non essere disturbato da nessuno. Non aveva la più pallida idea di come poter cambiare la storia, c’erano particolari condizioni? Doveva fare qualcosa di particolare prima di cominciare a scrivere? Purtroppo quelle domande non trovarono risposta. Cominciò a leggere uno dei libri che aveva preso, sperando di trovare qualche notizia utile alla sua missione. Dopo circa un’ora di lettura, una figura si parò davanti a lui, –Forse io ho le informazioni che stai cercando.- era un ragazzo, più basso di lui, con capelli corti e gli occhiali; aveva indosso la divisa dell’accademia quindi frequentava la sua stessa scuola. –Tu chi sei?- chiese non molto garbato Fakir, non sopportava le persone arroganti e il modo in cui aveva parlato era stato sfrontato e irritante, –Io sono Will, ma cosa più importante sono il discendente dell’aiutante di Drosselmeyer.- -Come fai a conoscere questo nome?- chiese cauto il moro, guardandolo con gli occhi che erano diventate due fessure. Non gli piaceva quel ragazzo e l’avrebbe mandato subito via, se non avesse attirato la sua attenzione pronunciando il nome di Drosselmeyer. Al nuovo arrivato spuntò un sorriso compiaciuto, –Io conosco tutto di Drosselmeyer e tu, sei il suo discendente, non è forse vero?- chiese sodisfatto il quattrocchi. “Ok, ora mi sta facendo arrabbiare!” –Io posso fornirti le informazioni che cerchi, basta che me lo chiedi.- -Di grazia, potresti dirmi come posso prendere il possesso della storia di Drosselmeyer?- chiese con una punta di sarcasmo il moro seduto al tavolo, l’altro rimase un po’ sorpreso dalla domanda, cosa che fece sorridere Fakir di buon gusto. - mmagino che stai parlando della storia del “Il Principe e il Corvo”.– Fakir lo avrebbe voluto prendere a sberle, si domandò perché continuava a porli domande se conosceva tutto. –Proprio così.- I due parlarono per molto tempo, alla fine si lasciarono con l’intenzione di trovarsi qualche ora dopo. Fakir si diresse a casa sua con passo spedito, aveva scoperto parecchie cose e aveva bisogno di parlarne con Ahiru il prima possibile.
Quando aprì la porta di casa, trovò Ahiru che stava giocando con Uzura, aveva ancora i capelli sciolti e la divisa dell’accademia, significava che era venuta direttamente li dopo scuola. ¬–Ahiru? Cosa ci fai qui?- la ragazza, sentendo la sua voce, si alzò dal pavimento e gli si avvicinò sorridente.
-Ciao, avevo bisogno di parlarti e allora sono venuta qui, ma quando ho visto che non c’eri, ho deciso di aspettarti e giocare un po’ con Uzura.– Uzura suonò il suo tamburello contenta di aver giocato con l’amica per molto tempo,
–Allora, cosa dovevi dirmi?- chiese stanco il ragazzo, -Oggi ho incontrato Mytho, stava per rubare un cuore, fortunatamente sono riuscita a fermarlo e la ragazza sta bene. Ma mi sono resa conto che non posso stare a guardare senza fare niente mentre tu scrivi la storia, ho deciso che andrò alla ricerca dell’ultimo pezzo del cuore.-
-Ho capito, va bene. Ma una cosa non mi torna, non c’era Rue ?- Ahiru si accorse solo ora che Mytho era solo. –Si, ora che me lo fai notare, è molto strano. Che stia tramando qualcosa?- -Non saprei, ma meglio stare pronti. Ho anch’io una cosa da dirti: oggi in biblioteca ho incontrato un ragazzo che dice di essere il discendente dell’assistente di Drosselmeyer…- -Drosselmeyer aveva un aiutante?- chiese sorpresa la ragazza, Fakir annuì, -E mi ha detto come scrivere la storia.– il viso di Ahiru si illuminò di felicità, -E’ meraviglioso! Potrai scrivere la nostra storia!!- Fakir sorrise dolcemente, quando quella ragazza sorrideva riusciva a dargli una grande forza e pace interiore, –Allora cosa devi fare?- -Nel centro del paese c’è un parco, devo andare lì e avere una specie di “contatto sensoriale” o qualcosa del genere, non chiedermi di spiegartelo perché non ne sono in grado!- Ahiru lo guardava annuendo, “Non ho capito niente! Ma non ho voglia di fare la figura di quella che non capisce mai nulla! Sorridi e annuisci! E’ un metodo che non fallisce mai!”
-Ma certo è ovvio.- -Davvero?- Ahiru si stava mettendo nei guai da sola, -Ma certo! Per scrivere la storia devi avere…quella cosa impronunciabile con il luogo in cui si svolge la storia.- sperava di essersi salvata con quella frase costruita al momento, che persino a lei sembrava priva di senso. –Hai ragione.- Ahiru sospirò sollevata di non aver detto una sciochezza. Il ragazzo salì in camera sua e dopo cinque minuti tornò di sotto con dei nuovi vestiti: pantaloni neri con stivali che arrivavano alla coscia e una camicia di seta bianca a maniche lunghe, con una scollatura a V. Ahiru era completamente incantata, on riusciva a pensare e a pronunciare una sola parola. “Questo si prende gioco di me!” riuscì a pensare dieci minuti dopo. Perché non riusciva a restare concentrata quando c’era lui in giro? Ahiru si era girata di schiena per non guardarlo e per riuscire a riprendere quella poca capacità mentale che aveva sempre avuto. –Ahiru stai bene?- lei si girò facendo ruotare i capelli con lei, che lasciarono Fakir a bocca aperta, rispose con un semplice si che il nostro ragazzo non sentì perché leggermente distratto. Dopo aver ripreso capacità mentali appropriate per camminare e parlare, i due uscirono di casa con Uzura e si diressero verso il parco.

Intanto una ragazza con la pelle bianca come la neve e i capelli neri come la notte, stava seduta su il tetto di una chiesa, appoggiata con la schiena contro il campanile. Era un luogo tranquillo e a lei piaceva molto, riusciva a vedere tutta la città e li nessuno l’avrebbe trovata. –Perché mio padre mi avrebbe mentito? Non ha senso, solo io posso aiutarlo a tornare libero.- la voce era triste e confusa, Rue non aveva idea del perché suo padre avrebbe voluto il cuore di Mytho, l’unica persona che amava. Cominciò a venirle un leggero mal di testa, a causa dello stress a cui era sempre soggetta negl’ultimi tempi. La giovane appoggio le braccia sulle ginocchia e vi appoggiò la testa, rimanendo così per parecchio tempo.

Quando i tre ragazzi arrivarono, sul posto c’era uno strano ragazzo ad attenderli. Ahiru pensò che si trattasse del discendente del aiutante di Drosselmeyer e lo guardò con aria seria e cauta. -Vedo che hai portato compagnia.-
-Qualche problema?- rispose freddo come il ghiaccio Fakir, -Assolutamente, andiamo…- si sistemò gli occhiali e si avviò verso il centro del parco. Il parco era formato da un piccolo prato circolare incorniciato da alberi di varie specie, al centro c’era una quercia, era molto antica e i rami carichi di foglie ballavano al suono del vento. Il ragazzo si fermò proprio davanti a quella pianta e cominciò a parlare. –Questo albero è l’unico modo per entrare a contatto con la storia di Drosselmeyer, è un albero incantato che permette di prendere il controllo della storia; lo fece impiantare in caso avesse avuto un erede. Ma questo non successe…- il ragazzo alzò lo sguardo e guardò Fakir. –Siediti qui davanti e cerca di sentire tutto quello che ti circonda: persone, animali e piante. Devi diventare un tutt’uno con la città e allora l’albero ti parlerà.- tutto ciò sembrava un po’ troppo fantasioso per Ahiru, ma d'altronde lei in realtà era una papera trasformata in umana, non poteva certo criticare quel povero albero. Fakir sembrava poco sicuro ma fece come gli fu detto. –E’ meglio se lo lasciamo solo, potremo disturbarlo.– Ahiru e Uzura se ne andarono con il ragazzo occhialuto che le seguiva alle spalle. –Andrà tutto bene, vero?- chiese Uzura all’amica, che rimase intenerita dal tono di voce della piccola, -Certo, Fakir è la persona più coraggiosa e più forte che io conosca! Non c’è motivo di preoccuparsi.- la piccola annuì contenta, ma Ahiru aveva uno strano presentimento e cominciò a pregare che andasse tutto per il meglio.
Fakir aveva gli occhi chiusi e le gambe incrociate, cercando di concentrarsi sull’ambiente circostante. “Non riesco a sentire niente! Ho troppi pensieri per la testa, Mytho, Ahiru e Rue…” il ragazzo fece un profondo respiro e si liberò di tutti quei pensieri, si concentrò sul suono del vento, sugli uccelli che cinguettavano e sul rumore della città. Dopo parecchi minuti aprì gli occhi di scatto, non si trovava più nel parco, ma in un luogo sconosciuto a qualunque mortale. –Dove sono finito?!- -Sei tu, che desideri prendere il controllo della storia?- una voce gentile, dolce ma con un velo di tristezza rispose al giovane. –Chi sei?- -Io sono lo spirito dell’albero che collega il mondo delle storie con il mondo reale.- -Per favore, fa si che riesca a prendere il controllo di questa storia!- per un po’ nessuno rispose, intorno a lui poteva vedere solo luce di un pallido verde chiaro, fluttuava dolcemente in aria, non si vedeva ne una fine ne un  iniziò di quel strano fascio di luce che lo avvolgeva. –Per quale motivo?- -Devo salvare degli amici…-
Ahiru senti che qualcosa non andava, non sapeva cosa, ma senza pensarci due volte cominciò a correre verso il parco. –Dove vai?!- chiese William confuso, -Fakir è in pericolo devo andare a salvarlo!- appena girato l’angolo si trasformò in Princess Tutù e con un grandi salti si diresse dove si trovava Fakir.
-…è l’unica cosa che posso fare per loro.-  -Magari loro non vogliono essere salvati.- la voce era seria e armoniosa, Fakir non seppe come rispondere, era una domanda talmente sciocca ma che allo stesso tempo aveva una risposta difficile. –Io sento che loro vogliono essere salvati, non perché lo voglio soltanto io, ma perché li conosco e so che non è questo ciò che vogliono.- -Come fai a sapere…-
Ahiru, con un ultimo balzò, arrivò proprio davanti all’albero di quercia, ma c’era anche un altro albero, più piccolo, che prima non c’era. – Ma cosa?- girò intorno alla nuova pianta e per poco non urlò di paura. -Fakir!- il corpo del ragazzo sembrava senza vita, intorno a lui era cresciuto un albero che stava per ricoprirlo interamente.
-Fakirrr!! Rispondi ti prego!!- gli occhi della ragazza cominciarono a riempirsi di lacrime, Tutù si strinse forte all’albero che imprigionava il ragazzo, –Non puoi andartene! Tu sei l’unico che può creare un lieto fine per questa tragica storia!- “Cosa sto facendo? Non posso solamente piangere e urlare…devo fare qualcosa per aiutarlo.” Si asciugò le lacrime con il dorso delle mani e poi cominciò a ballare. Con il ballo riusciva ad esprimere qualsiasi cosa, non servivano parole, la sua danza era magica; poteva rendere felici le persone che la guardavano o purificare i cuori delle persone, avrebbe salvato anche Fakir con il suo potere, doveva soltanto crederci.
-…che non stai sbagliando? Non pensi di essere egoista?- -No assolutamente, io credo in quello che faccio!- “Si, Mytho desidera avere un cuore, poter piangere e sorridere, mentre Ahiru vuole rimanere un essere umano, non vuole trasformarsi in polvere di luce o in una papera, e io voglio che tutti siano felici.” –Fakir non mollare!- la voce di Ahiru riempì quel vuoto immenso, -Ahiru!- -Rispondi a un ultima domanda, userai questo potere solo per questo motivo?- -Si.- disse con tono serio. Ahiru ballava senza fermarsi, non voleva che Fakir si trasformasse in un albero, lei non era abbastanza forte per affrontare tutto da sola. Le lacrime scesero nuovamente a incorniciarle il viso, si appoggiò all’albero in punta di piedi, per poi alzare una gamba verso il cielo. –Torna indietro…- Lo spirito alla fine decise, –Come desideri, potrai avere il controllo sulla storia. La ragazza che ti chiama crede in te, il suo cuore è puro, riesco a capirlo dal modo in cui balla. Ora vai, e porta un lieto fine a questa storia!- L’albero intorno a Fakir si dissolse nel nulla e lui cadde tra le braccia di Ahiru che lo prese e lo strinse forte a se. Quando aprì gl’occhi vide la ragazza con il volto rigato dalle lacrime, –Sei sempre la solita piagnucolona.- disse quasi in un sussurro, la ragazza gli sorrise dolcemente, -E’ colpa tua che mi fai sempre preoccupare.- -Mi dispiace, ma ho una buona notizia…ora ho il controllo della storia.- -Non avevo dubbi al riguardo.- Wiliam e Uzura arrivarono poco dopo, Tutù era tornata ad essere Ahiru e Fakir aveva recuperato le forze.
–Allora?- chiese il quattrocchi curioso, Fakir semplicemente annuì sorridendo e l’altro tirò un sospiro di sollievo. Uzura corse da lui e l’abbracciò forte, felice di poterlo di nuovo abbracciare, -Forza torniamo a casa.- cosi dicendo, ognuno tornò a casa. Una scintilla di speranza si era accesa nei loro cuori e forse sarebbe diventata un incendio che avrebbe bruciato i fili malefici di Drosselmeyer, liberando così tutti e rendendoli liberi di scegliere.

-Interessante….davvero, interessante….- Drosselmeyer osservava con suoi specchi incantati la scena, –La nostra povera Rue è così confusa e il nostro principe così spietato. Mentre il cavaliere e Princess Tutù sono stati più furbi del previsto…ma posso farlo tornare a mio vantaggio…- la risata che susseguì avrebbe agghiacciato il sangue persino a un demone col cuore colmo di odio e crudeltà. La storia doveva ancora finire e poteva accadere di tutto.

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Rue si svegliò di soprassalto, si guardò attorno e si accorse che era già notte fonda. Le stelle brillavano nel cielo e la luna splendeva di una candida luce argentea. Durante il tempo che era rimasta li, aveva certato una spiegazione ed una soluzione possibile, ma purtroppo non ci era riuscita. Per il momento sarebbe tornata a scuola e avrebbe fatto finta di niente, si alzò dal tetto e si avviò con grandi salti verso l’accademia.
Quando atterrò sul balcone, sciolse la trasformazione, fece per aprire la porta di vetro, quando sentì un rumore proveniente della stanza. “Chi potrà mai essere? Che quello stupido di Fakir abbia deciso d’investigare su di me?” Fece apparire un pugnale nella mano sinistra, mentre con la destra aprì lentamente la vetrata che dava sul balcone. Quello che vide, la lasciò ammutolita, il coltello le scivolò dalla mano e cadde a terra risuonando. I suoi occhi erano spalancati e la bocca socchiusa, incapace di parlare. –Craaaa!! Craaaa! Craaa!- un corvo della grandezza di un essere umano era nella stanza, continuava a gracchiare e a tenersi la testa con le ali, sbattendo nei mobili e buttando a terra gli oggetti sopra ad essi. Gli occhi erano neri come la notte e colmi di tristezza. Aveva addosso una camicia aperta e un paio di pantaloni bianchi, che facevano parte dell’uniforme scolastica.
-Mytho…- la sua voce fu come un sussurro che attirò l’attenzione del corvo, il quale le si avvicinò lentamente. Rue fece un passo indietro spaventata, ma appena le fu accanto, lui si inginocchiò e le accarezzò la mano con la testa piumata. Quando Rue guardò gli occhi del corvo, non ebbe più dubbi: era proprio Mytho. Gli occhi, anche se diversi, avevano la stessa tristezza che caratterizzava lo sguardo del principe. Il viso della giovane si riempì di lacrime, cascate e cascate di lacrime che sembravano non volersi fermare mai più. –Perché?! Perché a me?!- si lasciò cadere a terra con le mani che le coprivano il viso, i suoi singhiozzi riempirono tutta la stanza e le lacrime bagnarono il tappeto sotto di lei. Ad un tratto, una mano prese la sua. Mytho era tornato normale e la stava guardando con i suoi occhi ambrati, Rue gli si gettò al collo, -Mi dispiace….mi dispiace…- il ragazzo non capiva perché la mora si stesse scusando, ma decise di non dir nulla. Passarono tutta la notte così: con lei che piangeva e con lui che l’abbracciava privo di sentimenti.

Ahiru si rigirò nel letto a causa di un raggio di sole che le colpiva il volto, -Umm…ancora cinque minuti…- la ragazza era una dormigliona e Fakir lo sapeva bene, era per questo che la stava osservando sulla soglia della camera, appoggiato allo stipite della porta. Sapeva che non avrebbe dovuto, ma la tentazione era stata troppo forte: desiderava assolutamente vedere Ahiru mentre parlava nel sonno. Il giovane era stato accontentato perché aveva ricevuto un intero monologo sui Mon Blanc, aveva dovuto tirar fuori il meglio di se per non scoppiare a ridere come uno sciocco. -Fakir, non andare…- a quelle parole il cuore del moro cominciò a battere all’impazzata, stava ancora dormendo quindi lo stava sognando. Fakir chiuse la porta della stanza e andò a preparare la colazione con un sorriso compiaciuto dipinto sul volto.
Ahiru era rimasta a dormire a casa di Fakir, perché si era fermata a cena, fattosi poi tardi, il ragazzo le propose di rimanere, avendo una camera libera. Le aveva accettato di buon grado e quella notte dormì da favola. La ragazza si svegliò, scese dal letto e andò ad aprire la finestra, era una giornata splendida eppure…nell’aria c’era qualcosa, qualcosa di strano e che faceva suonare tanti campanelli d’allarme dentro la sua testa. “Ti prego Signore, fa si che oggi non succeda nulla di male.” E dopo questa preghiera decise di rendersi più presentabile possibile. Mise la divisa della scuola, si pettinò i capelli che lasciò sciolti, in modo che le cadessero sulla schiena come una cascata di fuoco, dopo di che fu pronta per scendere in cucina. Uzura era già a tavola, la quale era tutta ricoperta di croissant, pane tostato con marmellata e burro, succo d’arancia e latte caldo. Si mise d’impegno per non sbavare davanti a tanta dolcezza, non poteva certo fare brutta figura di fronte al giovane dai capelli corvini. –Uzura, buon giorno!!- -Buon giorno!!- disse allegra la piccola e suonò il suo tamburello che portava sempre con se, –Sai dov’è Fakir?- -E’ salito un attimo in camera sua, ha detto di chiamarlo quando saresti scesa.- -Allora vado a chiamarlo io.- salì di nuovo le scale e aprì la porta della stanza di Fakir. –Siamo tutti pro…- alla ragazza le morirono le parole in bocca, Fakir si stava asciugando i capelli bagnati con un asciugamano, non indossava la maglietta e Ahiru poté ammirare il suo fisico scolpito. -Ok, finisco di vestirmi e arrivo subito.- rossa come un pomodoro, era completamente incapace di muoversi, –Ahiru?- Fakir non capiva cosa le stava accadendo, -Scusa!- con un grido e sbattendo la porta fece la sua uscita, lasciando il ragazzo leggermente perplesso. “Perché devono capitare tutte a me?!” era la prima volta che vedeva un ragazzo a torso nudo, ma non era un torso qualsiasi, era il torso di Fakir. Un torso snello, muscoloso, con le gocce d’acqua che scivolavano giù…. BASTA! Si stava facendo del male da sola! “Mon Dieu! Non sarò mica diventata masochista?!” Ahiru scosse la testa fortemente e tornò in sala da pranzo. Si sedette al tavolo e aspettò che arrivasse Fakir. –Buon giorno Uzura e buon giorno anche a te Ahiru, come mai sei scappata via in quel modo?- la giovane lo guardò imbarazzata, –Bè, vedi…come posso dire….tu…cioè…io ….no…insomma, lascia stare eheheh!- fece un risolino nervoso che non lasciò indifferente il ragazzo, si sedette anche lui e cominciarono a mangiare. Ahiru dimenticò tutti i problemi che aveva e mangiando croissant alla cioccolata si sentì subito meglio. Quando ebbero finito, Fakir e Ahiru uscirono per andare a scuola,
-Mi raccomando fai la brava mentre non ci sono.- disse dolcemente alla piccola, -Si!- esclamò Uzura, Ahiru le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia, -Tornerò insieme a Fakir questo pomeriggio, ok?- Uzura annuì entusiasta e cominciò a suonare il suo tamburello. Quando Ahiru arrivò a scuola due ragazze le saltarono al collo. –Cosa hai fatto? Dove sei stata? E con chi?- -Sonia, Melany, di cosa state parlando?- -Non fare la finta tonta con noi! Ti abbiamo visto lasciare la scuola e andare da qualche parte, dove?- -D-da nessuna parte!- le due non sembravano sodisfatte e per nulla convinte, ma si arresero a si incamminarono per andare in classe. –Fakir ci vediamo dopo.- -Ok.- le altre due non sentirono niente, ma capirono che c’era qualcosa sotto, e quel qualcosa poteva essere piccante e davvero interessante.
Le ragazze entrarono nella sala da ballo, erano tutti pronti per cominciare la lezione e Mr. Bunner batte le mani per attirare l’attenzione della classe. –Oggi, due studenti della classe di primo rango, verranno a fare un piccola performance, quindi prestate attenzione.- si sederono tutti per terra, ai lati dell’aula, ansiosi di assistere all’esibizione. Mytho e Rue entrarono a passi di danza, avrebbero fatto un pass de deux; i due ballavano in modo diverso dal solito, una volta si poteva avvertire una certa magia nei loro movimenti, invece Rue sembrava stanca e incerta sui passi. Quando dovette prendere la mano di Mytho, le venne di nuovo in mente l’immagine del principe trasformato in corvo ed esitò per un istante, allora il giovane la prese per il polso con rudezza, -Non avrai mica paura?- tutti rimasero a bocca aperta, Mytho non era mai stato così violento con nessuno prima di allora. Rue si liberò e scappò via senza dire niente. Il professore si avvicinò al principe preoccupato, -Qualche problema?-
-Assolutamente, è soltanto stanca.- disse indifferente; Ahiru guardò il suo amato principe: doveva essere successo qualcosa perché lui avesse trattato in quel modo la ragazza dai capelli neri. –Bene, continuiamo la nostra lezione, cominciate con gli esercizi di riscaldamento.- Ahiru era decisamente distratta per l’accaduto, ma dopo essere stata rimproverata un paio di volte, decise di lasciare le sue preoccupazione per dopo la scuola.
Finite le lezioni, Ahiru decise d’aspettare Fakir davanti ai cancelli di ferro dell’accademia, quando il ragazzo arrivò gli raccontò l’accaduto, ma lui non sembrò particolarmente sorpreso. –Probabilmente il sangue di corvo nelle sue vene, sta avendo effetti collaterali.- la ragazza non aveva neanche pensato a quella eventualità. Arrivati a alla casa del giovane, si divisero i compiti per quel giorno. -Io andrò al grande albero per trovare l’ispirazione e le giuste parole da scrivere; penso che stando più vicino a quella pianta mi sentirò più vicino alla città e quindi scrivere meglio.- -Si, io invece, andrò a cercare l’ultimo frammento del cuore di Mytho, deve essere pura da qualche parte, no?- disse Ahiru speranzosa e pronta all’azione, Uzura attirò l’attenzione dei due ragazzi con il suoi tamburello,
 -Io cosa faccio?- -Verrai con me e giocherai nel parco mentre io scrivo.- le rispose dolcemente Fakir, la piccola sorrise tutta contenta. Così uscirono tutti di casa e si diressero in direzioni diverse.
Intanto, Rue e Mytho erano tornati nella loro stanza, la ragazza si sentiva stanca, triste e tradita. Il sangue di corvo stava trasformando il suo amato principe in un vero mostruoso corvo. Quando la ragazza si girò verso di lui, invece di trovare un bel principe, si ritrovò davanti un mostro ricoperto di piume nere. Durante la notte era già successo parecchie volte. La trasformazione cominciava ad essere instabile e imprevedibile. Gli occhi gelidi di quella creatura la guardavano curiosi, –Craa, craaa!!- le lacrime cercarono di tornare prepotenti a solcare il viso della giovane, ma resistette a quel impulso che l’avrebbe resa fragile, e in quel momento doveva essere più forte possibile. –Riposa un po’, io devo andare a parlare con mio padre.- disse Rue, mentendo per non essere seguita, Mytho si distese su un letto e si addormentò subito, era rimasto sveglio tutta la notte ad abbracciarla, anche se nel farlo non aveva messo nessuna emozione o sentimento. La ragazza si trasformò in Princess Kraehe e in vortice di piume nere svanì nel nulla.
Il cielo era sereno e il sole splendeva alto nel cielo, eppure quella sensazione rimaneva. Ahiru non riusciva a capire cosa non andasse, qualcosa sarebbe successo, ma cosa?  “Non è il momento di perdersi in queste sciocchezze! Devo cercare il pezzo di cuore mancante.” Ma non era un compito semplice, non aveva la minima idea di dove fosse. L’unico modo per trovare il pezzo di cuore mancante, era girare per la città stando con gli occhi aperti e aspettare che il suo ciondolo s’illuminasse. Nel frattempo, Fakir era arrivato con Uzura al parco con il grande albero al centro, si sedette sotto la pianta con la schiena appoggiata contro il tronco e cominciò a concentrarsi. La piccola Uzura stava giocando rincorrendo una farfalla che gli si era appoggiata sul naso. Una figura nera e misteriosa stava guardando i nostri due giovani da lontano, sparì nel nulla come un brutto sogno. Fakir non si era accorto di nulla e non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto.
Ahiru stava camminando scoraggiata per la strada che circondava la città, la città era completamente circondata da alte mura di pietra, quattro torri erano distribuite lungo le mura, come se fossero dei guardiani di quel luogo. Ad un certo punto il ciondolo cominciò a brillare. –Cosa?!- cominciò a guardarsi intorno, ma non vedeva niente che potesse sembrarle il frammento del cuore, l’unica cosa che gli saltò all’occhio fu la torre nord della città. In quel momento gli venne un colpo di genio. Cominciò a correre come una pazza verso la torre successiva, anche lì il ciondolo risplendé e così fece anche vicino alle altre due torri. Arrivata alla torre ovest decise di provare ad aprire il portone di legno per entrare, ma esso era completamente chiuso e impossibile da aprire senza bruciarlo o usare un’ascia. Al momento non disponeva di nessuno dei due e non aveva tempo da perdere con queste sciocchezze. “Il pezzo mancante sarà qui? In effetti avrebbe senso, il grande corvo è stato imprigionato sotto la città quindi l’ultimo pezzo potrebbe essere contenuto nelle quattro torri che intrappolano il mostro.” Si trasformò in Princess Tutù, saltò su un tetto e poi fece un lungo balzo a gambe completamente ad centoottanta gradi verso la torre. Successe qualcosa che non avrebbe mai pensato. Era passata oltre le mura, ma allo stesso tempo era rivolta alla città con alle spalle la torre. Si era girata verso il senso opposto senza averne l’intenzione. Ma non fu l’unica cosa che accadde, infatti, al parco dove c’erano Fakir e Uzura; una banda di uomini incappucciati li avevano circondati. -Non osare muovere un solo muscolo ragazzino, oppure vi uccideremo entrambi!- -Cosa volete?!- chiese con uno sguardo poco amichevole il ragazzo, gli uomini avevano un’aria molto strana, avevano un che d’inquietante e terrificante. –Siamo venuti per far si che tu non scriva più storie.- “Come fanno a sapere del mio potere?!” Fakir mise dietro di se la piccola che era immobilizzata dalla paura. –Di cosa state parlando?- -Non fare il finto tonto con me! Chi pensi abbia ucciso Drosselmeyer? Siamo stati noi!- Fakir non sembrava sorpreso, aveva avuto il presentimento che dietro alla morte del suo antenato ci fosse qualcosa di più grosso. –Perché?- -Lui scriveva storie che diventavano realtà, era un uomo malvagio e pericoloso che si divertiva a giocare con noi come se fossimo suoi personaggi e così, gli abbiamo tagliato le mani.- sul viso dell’uomo che parlò si disegnò un ghigno che avrebbe messo i brividi persino alla morte stessa. –E ora, mio caro, è il tuo turno.- due uomini gli presero le mani, Fakir cercò di liberarsi con tutta la sua forza, ma gli uomini erano molto più forti di lui. Gli misero la mani su un ceppo li vicino mentre l’uomo tirò fuori una scure di ferro. –E’ la stessa che abbiamo usato per il tuo antenato, spero che tu ne sia onorato.- -Come fate a sapere queste cose su di me?!- chiese irato il giovane che cercava ancora di liberarsi dalla stretta dei due gorilla. –Ti ho seguito di nascosto, sono sempre strato pratico nello spionaggio e così ho scoperto chi eri realmente, e ora, se vuoi scusarmi, ti taglierò le mani!-
Ahiru, all’altezza che era, vide tutta la scena. In men che non si dica arrivò esattamente dove si trovava  Fakir.
-Fermatevi!- con grazia divina, si fermò proprio sul ceppo dove stava Fakir, i due uomini lo lasciarono subito e gli altri fecero qualche passo indietro spaventati. –Princess Tutù…- l’uomo con l’ascia la guardò incredulo e lasciò cadere la scure al suolo. Uzura corse da Fakir in preda alla lacrime e l’abbracciò forte a se. –Grazie.-  -Figurati.- l’uomo che aveva parlato si diresse verso gli altri e scapparono via,  –Sono arrivata giusto in tempo. Ma chi erano quelli?- -Loro erano….. Attenta !!- -Eh…- uno specchio con una cornice d’oro la imprigionò dentro di se, -Cosa?!- una voce nera e cupa riempì tutto, –Mia cara Princess Tutù, è ora di fare una bella chiacchierata.- era la voce di Drosselmeyer, dura e profonda come una caverna di roccia. –Lasciala subito!- una risata malvagia fece venire i brividi a tutti i tre giovani, lo specchio che conteneva Ahiru si volatilizzò nel nulla, lasciando Fakir da solo.
-Uzura tu sai dove…- ma la piccola era sparita insieme allo specchio e alla ragazza in tutù, –Che sia andata con Ahiru per salvarla? Speriamo vada tutto bene.- Il giovane prese il suo blocco da scrivere e cominciò a cercare le parole per riportare indietro la ragazza e la piccola. “Devo farcela! Non posso fallire, non questa volta!”
Drosselmeyer aveva fatto la sua mossa, ora il gioco cominciava a farsi serio, non si poteva più aspettare. Bisognava combattere e distruggere l’anima spietata di quel uomo.

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


Quando Ahiru si risvegliò non ricordava cosa fosse successo poco prima. –Ma dove sono finita?- la ragazza si guardò in torno, c’erano migliaia di ingranaggi ovunque, che giravano precisi e ordinati. –Ora ricordo! Drosselmeyer mi ha imprigionata in uno specchio! Devi avermi portata in un’altra dimensione o qualcosa di simile.-
Delle voci intorno a lei si alzarono come per magia, come uno stormo di rondini, –Princess Tutù!- -Ma quella è Princess Tutù!- -Si, si è proprio Princess Tutù!- la ragazza si guardò intorno senza vedere nessuno, cominciava ad avere paura di quelle voci inquietanti e stridule. Delle marionette caddero dall’altro, circondando la povera ragazza, –Chi siete?!- -Noi siamo marionette.- rispose uno di loro, aveva una voce stridula e acuta, Ahiru si fece coraggio è gli chiese se sapevano come uscire da quel luogo. Tutti rimasero in silenzio, gli occhi senza vita di quei pupazzi mettevano la pelle d’oca e i sorrisi finti davano un non so che di pauroso. Poi tutti ricominciarono a chiamarla e a ridere istericamente. –Vi prego ditemi come uscire!- nessuno l’ascoltò e dopo poco tempo, si ritrovò di nuova da sola. “Ma che posto da incubo è mai questo?” Ahiru sentiva gli occhi bruciare, avrebbe voluto mettersi a piangere ma non gli sembrava il momento di essere debole. –Drosselmeyer!! Fatti vedere!!- al primo richiamo nessuno rispose, ma Ahiru non aveva intenzione di arrendersi, -Fatti vedere burattinaio malefico!- -Ma che modi sono questi?- disse una voce cupa e divertita, Drosselmeyer apparì davanti a lei. Il solito sorriso arrogante e gli occhi nocciola la fissavano divertiti e le fecero venir voglia di prenderlo a schiaffi.
-Dove mi hai portata?!- -Su, su non essere arrabbiata. Devi capire che sono stato obbligato.- la ragazza non capiva di cosa stesse parlando, -Spiegati meglio.- -Il tuo caro amico ha preso il controllo della mia storia, questo non va affatto bene.- Princess Tutù cominciò a ballare, -Ma cosa succede?! Il mio corpo si muove da solo!- le sue gambe e le sue braccia si muovevano come desideravano, senza tener conto di cosa voleva lei. –Mia cara, tu sei una marionetta nelle mie mani, così come tutti gli altri.- lei aveva capito dove voleva arrivare, ma non gliela avrebbe data vinta, -Non dire sciocchezze! Tu non poi far fare quello che vuoi alle persone, è una cosa crudele!- il volto del vecchio si oscurò, -Per questo mi tagliarono le mani.- il tono era duro e accusatorio, come se lui non ne avesse nessuna colpa. –Non ho potuto terminare la mia storia, ma sono riuscito a salvare la mia anima con il mio potere, ho creato questo mondo dove osservare le mie marionette e comandarle a piacimento. E ora, completerò la storia più bella, triste, piena d’avventura e amore che sia mai esistita! E come ben sai una storia, per diventare leggendaria, deve avere un finale tragico.- l’ultima frase venne pronunciata con un sorriso compiaciuto stampato sulla faccia solcata dalle rughe. La ragazza non smetteva di ballare, non aveva più controllo sul suo corpo. –Che ne dici di una tazza di tè?- la ragazza non fece tempo a rispondergli di andare al diavolo, che si ritrovò seduta ad una tavola lunga cinque metri, dove agli estremi erano seduti lei e il vecchio scrittore. Una tazza di porcellana addobbata con motivi rosa pesca le stava davanti. Senza che lo volesse la sua mano prese la tazza piena di tè, fu costretta a berlo per non rovesciarlo tutto. –Basta con questa pagliacciata! Liberami subito dai tuoi fili!- -Quali fili?- chiese divertito Drosselmeyer, tre specchi si materializzarono di fianco al tavolo. – Voglio farti vedere una cosa…- negli specchi apparvero Mytho, Fakir e Kraehe. La giovane dai capelli neri come la notte, stava seduta sulla cima del tetto di una chiesa con la testa nascosta dalle braccia, Fakir cercava di scrivere qualcosa, ma ogni volta strappava il foglio con rabbia e frustrazione. In fine Mytho, con gli occhi pieni di panico, era nella camera da letto a tenersi con le mani la testa che gli stava per scoppiare, mentre urlava per il dolore. –Mon Dieu! Cosa sta succedendo a tutti?- -Senza di te, mia cara Princess Tutù, la storia non può andare avanti; solo tu sei in grado di riportare l’ultimo frammento del cuore al principe, ma dimmi, hai trovato l’ultimo frammento?-
-E’ nascosto nelle quattro torri che circondano la città.- -Ahaha! Brava la mia principessa, ha ragione l’ultimo pezzo è conservato nella quattro torri, ma c’è un’altra cosa che non sai, c’è un frammento in più.- -Cosa!? Un altro?!- -Proprio così, e toccherà a te scoprire dove si trova.- Ahiru rimase senza parole, pensava di aver trovato tutti i pezzi, invece adesso c’è ne un altro e non aveva la minima idea di dove potesse essere.

La piccola Uzura si guardò in giro curiosa, -Dove sono?- la voce dolce e tenera riempì il vuoto che la circondava, camminò per qualche tempo senza sapere dove andare. Gli ingranaggi erano tutti fermi e il silenzio regnava sovrano. –Chissà come mai sono fermi?- poi notò una piccola manovella, si avvicinò e cominciò a girarla. Gli ingranaggi partirono senza difficoltà e la storia ebbe un colpo di scena. La piccola stava facendo girare gli ingranaggi all’indietro, senza rendersene conto, intorno ai personaggi si ripeté tutto quello che era successo negli anni passati.
Rue alzò la testa, gli occhi erano gonfi per aver pianto senza sosta, si alzò e saltò giù dal tetto, ma si accorse che intorno a lei c’era qualcosa di strano. Poi vide una bambina, piccola con i capelli neri come la notte. Correva piangendo mentre uno stormo di corvi la stava inseguendo. –Ma…ma…quella….sono io!- la piccola continuava a corre chiedendo scusa al padre e promettendo che avrebbe fatto la brava, ad un certo punto un giovane con i capelli bianchi come la neve sguainò la spada e distrusse quei corvi maledetti. La piccola lo ringraziò con un enorme sorriso. –Questo è stato il mio primo incontro con Mytho…- poi intorno a lei cambiò ancora tutto; ora era davanti a una casa al cento della città, un gran numero di persone erano radunate li intorno. –Avete sentino cosa è successo? Sembra che dei corvi abbiano attaccato gli abitanti di questa casa e abbiano rapito la figlia in fasce.-
-No! Sul serio? Che cosa terribile!- due uomini stavano parlando tra di loro e Rue sentì alcune cose di quello che dissero, poi una donna si fece largo e parlò di fronte a tutti. –Presto! Dobbiamo ritrovare quella bambina!- tutti cominciarono a correre in giro per la città alla ricerca di questa sfortunata bambina. Poi il paesaggio intorno a lei cambiò ancora, ora era in un cimitero. Su una bara con una lapide, su cui cerano scritte alcuni nomi illeggibili, c’era una cesta di vimini con dentro una bambina fasciata con una coperta di lana bianca. –Ma quella sono io?- un corvo stava appoggiato su un ramo di un albero spoglio vicino a quella lapide. Una voce cupa, che la nostra ragazza ben conosceva, parlò alla piccola, -Tu sarai mia figlia, avrai l’onore di bere sangue puro di corvo e diventare così mia.- poi dei corvi presero la cesta e la portarono via volando.
Rue non si sentì più le gambe, si lasciò cadere sul prato bagnato per l’umidità, -Io…io…non sono la figlia del corvo, io era una bambina normale…- non riusciva a pensare a dire qualcosa di diverso da quello, -Io non sono la figlia del corvo….io non sono la figlia del corvo….- la giovane era distrutta, aveva lavorato per quello che credeva fosse suo padre, non aveva potuto avere una famiglia per colpa di quel mostro. Aveva dovuto abbandonare l’amicizia con Ahiru perché lei era Princess Kraehe e lei Princess Tutù, e non poteva vivere felicemente con il suo amato principe per quella serie di sfortunati eventi. –Perché?- si coprì il volto con le pallide mani e pianse ancora. Liberando tutta la disperazione che conteneva. Una disperazione tale, che avrebbe gettato chiunque nell’oscurità più profonda.

La piccola continuava a girare imperterrita, fino a quando la manovella non si bloccò, -Oh!- quando la lasciò andare ricominciò a ruotare velocissimamente nel senso opposto, per poi prendere una velocità costante. La storia aveva ricominciato a scorrere. Una figura si avvicinò alla piccola, -Ciao Uzura.- -Ciao, tu chi sei?- -Io sono Edel, ovvero te.- la piccola la guardò confusa, -Sei stata costruita con i miei resti, ma al contrario tu hai dei sentimenti, puoi piangere, ridere, amare e odiare.  Io non ero in grado di fare ciò, ero solo una marionetta di Drosselmeyer.- -E’ così triste…- la piccola senza accorgersene aveva cominciato a piangere, commossa dalla storia che le era stata appena raccontata. –Adesso devi aiutare Ahiru, ha molto bisogno di qualcuno che la supporti in un momento del genere, ricordati che io sono sempre dentro di te…- la piccola l’ascoltò attentamente e poi Edel ritornò dentro la piccola.

Le immagini negli specchi cambiarono, Rue correva verso l’accademia, Fakir cominciò a scrivere senza interruzioni e Mytho si era trasformato in corvo ancora una volta. –Mytho!- -Il sangue che circola nelle sue vene lo sta trasformando in un corvo, completamente sotto il controllo del Grande Corvo, questa è l’ultima volta che succederà perché non sarà più in grado di tornare ad essere il principe Mytho.- Ahiru non riusciva a crederci, il suo adorato principe si stava trasformando in un orrendo corvo. –E in più, a quanto pare, la storia sta andando avanti anche senza di te. Molto interessante….-

Fakir stava scrivendo come un disperato, sentiva che la mano gli si sarebbe staccata dalle braccia a momenti.
-Devo resistere ancora un paio di frasi!-

“ …..Princess Tutù cominciò a ballare leggiadra come un cigno, i suoi movimenti erano aggraziati e delicati. In un luogo lontano, il cavaliere aspettava con ansia il ritorno della ragazza, che ballava cercando di far raggiungere i suoi sentimenti al giovane. Quando il cavaliere gridò il nome della fanciulla, essa tornò a lui….”

-Ahiruu!!- la voce di Fakir raggiunse il luogo oscuro dove si trovava la ragazza, che aveva cominciato a ballare  con tale grazia che persino le marionette si erano fermate a guardarla incantate. –Ma questa è la foce di Fakir.- un grande fascio di luce arrivò dall’alto e investi la ballerina che cominciò a lievitare sempre più in alto, Uzura corse veloce come una pazza, arrivando in tempo e lasciandosi trasportare dalla magia delle parole di Fakir.
Davanti a lui, si formò un cerchio di luce dal quale, teoricamente, sarebbe dovuta uscire Ahiru. Tese la mano e ancora una volta urlò il suo nome, -Ahiruuu!- una mano e un piede calzante una scarpetta da ballo rosa uscirono per primi dalla luce bianca e pallida, prese quella mano e tirò forte verso di se. Ahiru uscì dalla luce come un angelo che scende dal cielo, arrivando dritta nelle braccia di Fakir che abbracciò forte. Uzura arrivò poco dopo saltando tutta contenta, -Oplà!- esclamò quanto toccò con i piedi il prato, Fakir guardò Ahiru dritta negli occhi, -Mi hai fatto prendere uno spavento…- -Non dirlo a me.- rimasero così per alcuni minuti, rasserenati di trovarsi di nuovo vicini.
Rue entrò nella stanza come una furia e quello che vide fu solo Mytho completamente trasformato in corvo. –A quanto pare la trasformazione è completata e irreversibile.- la ragazza gli si avvicinò e gli prese l’ala nera e coperta di piume. –Non puoi più restare qui, dobbiamo andare a cercare un rifugio per i prossimi giorni.- il corvo annuì semplicemente, lasciando un senso di vuoto e tristezza nel cuore della ragazza. Ora che sapeva la verità non avrebbe mai lasciato il suo unico e grande amore nella mani di un mostro assetato di sangue. Prese un paio di vestiti di ricambio per Mytho e uscirono di fretta approfittando della notte, la luna brillava nel cielo facendo abbastanza luce da permettere ai due di vedere dove stavano andando. Trovarono una casa abbandonata non molto distante dalla scuola, così sarebbe potuta venire più velocemente possibile. Sistemò il letto, vecchio per gli anni, e distese il ragazzo ormai divenuto corvo. –Buona notte, mio principe.- gli diede un bacio sulla guancia e ritornò a scuola, dove ancora una volta pianse sui cuscini ricamati del letto a baldacchino.

-A quanto pare, siamo ormai alla fine dello spettacolo. Che l’atto finale abbia inizio!- e così il nostro crudele scrittore, osservava compiaciuto quello che accadeva e tramava oscure strategie da mettere in pratica per vincere questa partita.

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


Il sole sorse, delicato e caldo, illuminando i tetti della case della città. Gli uccellini cantavano allegri, a loro era ignoto che cose terribili sarebbero successe quello stesso giorno, il quale sembrava tale e uguale agli altri. La giovane Ahiru si alzò presto, fortunatamente non c’erano lezioni e quindi avrebbe cercato l’ultimo frammento del cuore, oltre a quello contenuto nelle quattro torri. Indossò la solita divisa scolastica e uscì dalla stanza. Mentre percorreva uno dei viali principali dell’accademia notò Rue che stava uscendo dal cancello principale con un cestino di vimini ricoperto con un tovagliolo. “Dove starà andando? Che abbia in mente qualcosa?” La ragazza dai capelli ramati decise di seguirla. Arrivò davanti a una casa abbandonata, non vecchissima, ma si poteva notare che da un po’ di tempo non era più abitata. Ahiru si affiancò a una delle finestre per osservare cosa accadesse li dentro.
-Vieni, ti ho portato da mangiare…- un topolino gli passò vicino e come un predatore affamato, Mytho gli piombò addosso catturandolo e mangiandolo. Rue era orripilata, lasciò cadere il cestino, -Non mangiarlo! Ti ho portato tante cose buone da mangiare!….Non mangiarlo…- le lacrime stavano ancora per uscire, era così fragile, così stanca e affranta. Non poteva sopportare tutto quello che stava accadendo, era troppo. Si lasciò cadere sul pavimento, disperata. Un animo umano non poteva sopportare tutto quello, prima o poi sarebbe crollata e rotta in mille pezzi, come un bicchiere di vetro che cade al suolo. Poi un’ala gli si avvicinò al volto, lei la prese e cominciò a ballare con l’uomo, ormai corvo, che tanto amava ma che lui, non aveva mai potuto ricambiare tale amore, non avendo un cuore e ora era completamente soggiogato dal sangue di corvo. –Mi ami?- gli chiese il giovane, lei annuì. “Guarda cosa ha fatto il mio amore, ti ha trasformato in un mostro, non merito altro che dolore…” Ballarono come una volta: con eleganza e bravura tale da commuovere gli angeli in cielo. Ahiru assisti alla scena senza sapere bene cosa pensare, “Rue sembra disperata, che in lei qualcosa sia cambiato?”
Ahiru decise di andare a casa di Fakir per chiedergli un’opinione. Bussò alla porta e la piccola Uzura gli aprì, vedendo chi era, l’abbracciò tutta felice. –Ciao Ahiru!- -Ciao Uzura, Fakir è in casa?- la piccola annuì e lo porto nella sua stanza dove il ragazzo era intento a scrivere. –Non disturbarlo per cose inutili!- la voce di William riempì la stanza, il giovane era appoggiato al muro e osservava severo la ragazza. -E’ una cosa di estrema importanza invece!- Fakir si girò verso di lei e le parlò con voce tranquilla, -Dimmi, Ahiru.- la giovane gli chiese se avesse un’idea di dove potrebbe essere l’ultimo frammento del cuore di Mytho. –Uhm…no mi dispiace, non saprei proprio.- -Non ti preoccupare, avevo pensato che magari avessi qualche idea.- la ragazza uscì dalla stanza seguita dalla piccola. – Che ne dici di andare a fare un giro?- -Si, si!- le due ragazze uscirono per fare una passeggiata.
“Come faccio? Non ho la minima idea di dove cercare l’ultimo pezzo del cuore!” ad un certo punto notò davanti a sé la giovane Rue che stava uscendo dalla casa di prima, Rue si appoggiò con la schiena al muro di pietra e si lasciò cadere a terra, la rossa le si avvicinò intenerita. –Rue…- -Ahiru?- con sguardo dolce gli chiese come andava.
–Immagino che avrai visto lo stato di Mytho, come pensi che vada?!- -Si, l’ho visto, ma sono preoccupata anche per te.- la giovane fece una risata divertita, -Non diciamo sciocchezze, è tutta colpa mia se Mytho è ridotto in quello stato, ridi! Ridi pure di me!- la mora aveva un tono cattivo e disperato allo stesso momento, -Non ho nessuna intenzione di ridere!- la ragazza non la guardò neppure, aveva lo sguardo basso, Ahiru allora decise di dirgli qualcosa pe ritrarla su di morale. –Senti, quando restituirò l’ultimo pezzo del cuore a Mytho, lui tornerà ad essere quello di sempre…- la mora sgranò gli occhi e gli piombò addosso prendendola per le spalle. –NO !! Non puoi farlo!- -Perché dici così?- chiese sorpresa la rossa, -Se restituirai l’ultimo frammento il Grande Corvo si risveglierà, e il principe offrirà il suo cuore in sacrificio!- Ahiru rimase senza parole, -Ma….se torna normale….-
-E se non tornasse normale!? Il Corvo ha voluto il cuore di Mytho fin dall’inizio….ti prego, fermati….- lasciò cadere le mani dalle spalle di Ahiru, poi alzò lo sguardò. I suoi occhi erano decisi e pieni d’odio, -Non lascerò che Princess Tutù restituisca l’ultimo frammento!- la rossa non sapeva cosa fare, semplicemente scappò nella direzione opposta, corse e corse più lontano che poté. La piccola Uzura la rincorreva, ma essendo più piccola non riusciva a starle dietro. “Cosa posso fare?!” la giovane era sconvolta, non poteva fare più niente per i suoi amici. Senza accorgersi arrivò al luogo del primo incontro con il suo amato principe, il laghetto dove tanto aveva nuotato sola e tranquillamente. Si lasciò cadere, in lacrime. La piccola arrivò stanca vicino alla rossa.
-Ahiru?- -Sono inutile, non posso fare niente per loro. Se restituisco il pezzo mancante, il principe lo sacrificherà al Corvo, Rue mi odia ed è in preda alla disperazione….- “Uzura….Uzura….sono Edel, lasciami parlare con lei.”
Uzura sentì la voce dell’altra se stessa. Abbracciò forte, forte Ahiru. Nella mente della giovane ballerina cominciò a formarsi l’immagine di una ragazza, alta, bella e con la pelle chiara. –Edel!- -E’ da un po’ che non ci vediamo.-
-Edel…- -Ahiru, tu devi sapere una cosa, l’ultimo pezzo non è conservato nelle quattro torri che circondano la città, ma l’ultimo frammento è il tuo pendente.- -Il mio ciondolo?- -Si, il pezzo del cuore ti permetteva di trasformarti in Princess tutù, è anche l’ultimo pezzo che devi restituire con quello racchiuso nelle torri.- Ahiru osservava il suo ciondolo rosso come il sangue, ora aveva trovato tutti i componenti. –Grazie Edel!- le disse con una grande sorriso. -Ricordati, quando avrai restituito non sarai più in grado di trasformarti, ritornerai ad essere una papera.- la voce della ragazza era triste e malinconica, Ahiru la guardava seria senza sapere cosa dire. Edel svanì e quando riaprì gli occhi la piccola Uzura piangeva. –Uzura…- -Tu non potrai più essere Ahiru, non potremo più giocare insieme, io non voglio questo !- la ragazza strinse a se la piccola, -Purtroppo è quello che sono, il mio destino è tornare ad essere una papera, non ci possiamo fare niente.- la piccola non smetteva di piangere, Ahiru la prese in braccio e si avviò verso la casa di Fakir.

-Così hai scoperto tutto.  Non mi aspettavo questo intervento da parte di Edel, ma adesso cosa farai mia Princess Tutù? Ritornerai ad essere una misera papera o il tuo animo si rivelerà alla fine egoista? - Drosselmeyer, stava seduto sulla sua sedia a dondolo con gli occhi bene aperti ad osservare ogni singola mossa dei suoi adorati personaggi.

Ahiru entrò nella camera di Fakir, -Ahiru?- -Ho trovato il frammento mancante, ma c’è una cosa che devo dirti, il sangue di corvo ha trasformato Mytho in un corvo e sacrificherà il suo cuore se il pezzo non lo portasse alla normalità…- lei aspettava che lui le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa per aiutarla, -Non preoccuparti, sono sicuro che ritornerà in lui.- quelle parole diedero il coraggio alla ragazza di proseguire, -E io tornerò ad essere per sempre una papera.- il giovane rimase di pietra, non si immaginava certo che sarebbe finita così, lui voleva in finale felice per tutti, e includeva anche Ahiru. –Ah…- fu l’unica cosa in grado di dire. –Allora io vado, è stato bello conoscervi e diventare vostri amici. Venitemi  a trovare al mio laghetto.- con un falso sorriso si girò e uscì, gli altri la seguirono fino all’entrata della casa, Uzura poi cominciò a suonare il suo tamburello, -Fai attenzione!- disse con il volto rigato dalle lacrime, Ahiru le sorrise, non voleva piangere sarebbe stato ancor più doloroso.

Mytho era ancora nella casa abbandonata, il mal alla testa era aumentato, non riusciva più a controllarsi e uscì da quella casa vecchia e polverosa correndo per le vie della città. Ahiru si imbatté in lui per caso. –Principe…- -Vuoi ballare con me?- lei non riusciva a capire il perché di una domanda del genere in un momento simile, -Perché hai paura di me?!- il giovane cominciò a correre fino a prendere il volo. Ahiru lo seguì senza mai perderlo di vista.
Rue, intanto, stava camminando per la città con lo sguardo puntato sul terreno, poi sentì gracchiare in alto nel cielo. Alzò lo sguardo e vide il suo amato principe volare verso di lei. Quando atterrò le prese la mano e parlò con voce colma di dolore, -Vuoi ballare con me?- -Mytho…- -Mi sento solo, ho paura e tutto questo non smette!- la giovane si piegò su di lui e l’abbracciò. –E’ tutta colpa mia, ho voluto così tanto che tu amassi soltanto me che ti fatto diventare un mostro. Mi dispiace, mi dispiace da morire!- Ahiru aveva assistito alla scena, si trasformò in Princess Tutù e si avvicinò ai due. –Questo è l’ultimo frammento, insieme a quello custodito nelle torri. Noi dobbiamo credere in Mytho, è l’unica cosa che possiamo fare.- le parole della ragazza riuscirono a toccare il cuore di Rue, che ormai stanca e distrutta, accettò.  Tutti insieme si diressero davanti alla torre più grande di tutte, lì Tutù tese le mani a coppa davanti al portone di legno. –Venite pezzi di cuore, sono qui per voi!- a quelle parole il quattro portoni delle torri si spalancarono, dall’oscurità che contenevano uscirono quattro frammenti che circondarono il principe. La terra cominciò a tremare, gli ultimi pezzi che sigillavano il Grande Corvo erano stati rimossi, ed ora lui sarebbe rinato.  –Che stato orribile.- disse un frammento, vedendo la forma del principe, -Che vergogna.- disse un altro, -Non sarà troppo tardi?- -No.- l’ultimo che ebbe parlato si avvicinò alla principessa Tutù, -Grazie, ma ora ascoltami Princess Tutù, se quando ci avrai restituito lui non tornerà quello di prima, scappa con l’ultimo pezzo e trova un altro modo per rompere la maledizione del Corvo.- lei annuì, aprì le mani e i quattro frammenti diventarono un unico pezzo, lei lo restituì a Mytho, che sussultò.
La terra tremò sempre più forte, lampi e nuvole scure ricoprirono il cielo. Una voce scura e malvagia si alzò con vento freddo. Un paio di ali gigantesche ricoprirono tutta la città, e il Grande Corvo apparve in tutta la sua grandezza. – Ci rivediamo principe.- gli occhi iniettati di sangue lo guardarono con grande desiderio. Ahiru rimase pietrificata dalla grandezza e oscurità di quel mostro. –Kraehe portami il principe!- ordinò con voce profonda e cupa, la ragazza si avvicinò al giovane e lo strinse a se. –No!- -Cosa? Ti rifiuti di obbedire a tuo padre!- -Tu non sei mio padre! Io era una persona felice quando era soltanto Rue e per colpa tua ora sta succedendo tutto questo!- il corvo sorrise con il suo volto piumato, -Allora hai scoperto tutto, poco male! Principe vieni da me per il nostro accordo!- il principe trasformato in corvo cominciò a dirigersi verso il grande mostro che lo chiamava.
-No, non  andare!- ma lui la spinse via, e sbattendo la ali cominciò a prendere il volo. Lei lo prese per la gamba e lo trattenne con tutta la sua forza, -Non andare!- ma il corvo riuscì a liberarsi e volò spedito verso colui che gli avrebbe mangiato il cuore. Tutù usò la sua magia per far crescere dei rami che la portassero in alto per cercare di fermarlo. Ma lui le passò oltre e lei finì su un tetto lì vicino. –Non andare! Non mangiare il suo cuore! Prendi il mio!!- Rue correva disperata verso il suo unico amore, inciampò e cadde a terra, alzò il volto stravolto. –Io ti ho sempre amato! Dalla prima volta che ti ho conosciuto…..io ti ho sempre amato!!- quella parole piene d’amore e sincerità scatenarono qualcosa dentro il principe, una luce bianca e pura ricoprì il suo corpo, quando svanì lui era ritornato quello di sempre, il bel principe con gli occhi ambrati e i capelli bianchi come la neve. Princess Tutù saltò e gli prese la mano per evitare che precipitasse al suolo. –Sei stata tu a salvarmi?- lei scosse la testa, ma non ebbero tempo di parlare, volsero gli occhi al cielo e videro la giovane dai capelli corvini essere portata via da due guerrieri-corvo, –Rueee!!- la rossa gridò il suo nome, la ragazza venne mangiata dal Grande Corvo che aveva bisogno di un cuore giovane e puro.
Tutto sembrava andare di male in peggio, il Corvo si era svegliato, Rue era stata inghiottita. Riuscirà questa storia ad avere in lieto fine ?

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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


Il Grande corvo parlò con voce profonda. –Se tu mi ucciderai, lei morirà con me. Non hai altra scelta! Dammi il tuo cuore!- un vento fortissimo si alzò e tre guerrieri-corvo apparvero pronti a combattere contro Mytho. Il principe aveva riacquistato la sua personalità, grazie alle parole di Rue. Con passi veloci e agilità straordinaria s’impossessò di una spada e distrusse tutti e tre i corvi, che si dispersero nell’aria come polvere. –Princess Tutù, per favore ridammi l’ultimo frammento!- lei lo guardò sorpresa, -Devo salvare Rue, lei mi è sempre stata vicina, mi ha amato per tutto il tempo. Lei ha dovuto soffrire per gran parte della sua vita, ora devo proteggerla. Perché….- gli occhi di Tutù cominciarono a bruciare sempre di più ad ogni parola che pronunciava, -…io….- le lacrime cominciarono a uscire prepotenti sul viso bello e giovane della ragazza. - … l’amo.- lei annuì, l’uomo che tanto aveva amato, non ricambiava i suoi sentimenti; ma anche se sapeva che sarebbe finita così, il suo cuore si spezzò in due. Ma non era solo dolore, c’era anche felicità, forse perché non amava il bel principe come credeva? I suoi sentimenti erano cambiati nel corso del tempo?
Princess Tutù cercò di togliere il ciondolo che portava al collo. –Non viene…non vuole venire giù!- il ciondolo non voleva slacciarsi, Tutù cominciò ad entrare nel panico. “Perché non vuole venire!?”  Il Grande Corvo osservò la scena incuriosito. –Princess Tutù ti darò un po’ di tempo in modo che tu possa restituire il pezzo mancante…- una radice nera come la notte spuntò fuori dal terreno e imprigionò Mytho. –Mytho!- -Ricordati però che se non ce la farai, ridurrò il cuore del principe in un milione di pezzi!- un gran gracchiare si alzò dalla città, la giovane si girò e quello che vide la lasciò senza parole: tutti gli abitanti si erano trasformati in corvi, al posto delle braccia avevano ali nere come la notte, al posto della bocca becchi affilati come rasoi e i loro occhi erano due piccole fessure color del sangue. –Festeggiate miei sudditi!- il mostro sorrideva sodisfatto mentre la giovane principessa non sapeva cosa fare, –Va, non ti preoccupare per me, io mi fido di te.- le parole del principe gli diedero coraggio, così cominciò a correre. E scappò da quel luogo che si era trasformato in un incubo vivente.

Fakir aveva deciso di trovare delle parole per poter dare a questa storia un lieto fine, William lo stava osservando pensieroso. Decise di andare a fare una passeggiata per sgranchirsi un po’ le gambe, stanco di stare a guardare senza far niente, ma appena mise il viso fori dalla porta vide quello che stava accadendo la fuori. Corse su per le scale come una furia ed entrò gridando.
-Fakir….- -Se urli così non riesco a concentrarmi…- ma quando si girò il suo amico era sul punto di cadere per terra, ma ciò non successe. Il tempo si era fermato. Una porta di legno scuro e con decorazioni intagliate apparve dal nulla, uscì un vecchio con occhi color nocciola e un sorriso malizioso sulla faccia solcata dalle rughe.
–Drosselmeyer!- -Molto bene, sai chi sono, non credevo che ci fossero dei miei parenti che avessero ereditato il  mio straordinario talento.- -Cosa vuoi?- il tono del ragazzo era cauto, quel uomo aveva sicuramente qualcosa in mente. L’uomo schiocco le dita e uno specchio apparve davanti a Fakir, -Guarda: Mytho è stato imprigionato, Tutù è entrata in panico perché non riesce a  togliersi il ciondolo e la giovane Rue è stata mangiata dal Grande Corvo.- tutte le immagini apparvero una ad una sullo specchio, lasciando senza parole il giovane. Poi la mano di Fakir cominciò a scrivere, -Ma cosa ?!- -Dopotutto sei sangue del mio sangue, scrivi per me….- la mano del giovane scriveva senza il volere di Fakir, come se dei fili di un burattinaio lo stessero manovrando:

“La giovane Ahiru si diresse oltre le mura che erano crollate quando il mostro si era risvegliato, dietro a quelle mura di pietra, stava un lago dalle acque nere e profonde. Il Lago della Disperazione, un luogo dove tutto era avvolto da una nebbia fitta e grigia, in quel posto molte persone si erano tolte la vita per la disperazione di un amore non corrisposto e nell’aria galleggiava il dolore di quelle persone, che, da tanto che era, lo si poteva toccare. La giovane provò a togliersi il ciondolo ma senza avere successo. Allora la voce dell’uomo che controllava la storia si fece sentire. –Non riesci a toglierti la collana, non è vero?- la rossa alzò lo sguardo verso la voce, -Ti prego dimmi come fare!-  -Tu non voi tornare ad essere una papera, giusto? Il fatto che tu desideri tanto restare con i tuoi amici e non ritornare alla tua misera esistenza ti provoca dolore.- la ragazza non rispose, rimase zitta in un silenzio che affermava quello che il vecchio diceva. –C’è solo un modo con cui puoi ridare il frammento…- - Quale ?- ……”

Fakir scriveva, veloce e senza errori, e quello che scriveva si realizzava contro la sua volontà. Non poteva permettere che succedesse qualcosa di male ad Ahiru, non poteva succedere ancora. Lui doveva proteggerla.

“ –Dovrai lasciarti morire nel lago della Disperazione, solo così il frammento potrà tornare dal principe.- la ragazza rimase ammutolita, era tutta colpa sua se il principe non aveva potuto riavere indietro il suo cuore e perciò disse quello che le sembrava più giusto. –Va bene…-”

-No Ahiru, non lo fare!- Fakir afferrò il tagliacarte lì vicino e s’infilzò la mano. Lanciò un grido di dolore che avrebbe potuto frantumare le finestre di vetro. Il sangue cominciò a macchiare i fogli di carta, coprendo le parole che avrebbero ucciso la ragazza che gli aveva portato tanta felicità, la mano smise di scrivere e il vecchio lo guardò sorpreso, –Oh! Sei più scaltro di quello che pensassi, ma ormai è troppo tardi!- Ahiru si stava immergendo nell’acqua scura del lago, lo sguardo fisso davanti a se, –No!!!- Drosselmeyer sparì con una risata agghiacciante e di trionfo. Il tempo tornò a scorrere normalmente, William cadde a terra e il gracchio dei corvi riempì di nuovo la città. Fakir corse fuori di casa come un tornado e si diresse verso quel luogo oscuro nascosto dalla nebbia.
“E’ meglio così…” pensò la giovane Ahiru, “Io sono solo una papera, non dovevo innamorarmi e diventare amica di qualcuno, avrei dovuto compiere soltanto il mio compito, scusate Melany, Sonia, Uzura, Mytho, Rue e…Fakir.” L’acqua l’avvolse completamente e si lasciò cadere verso il fondo.  Riusciva a respirare, avrebbe potuto persino parlare se lo avesse voluto. Ma non c’era niente da dire. Ad un tratto qualcuno afferrò la sua mano, una mano forte e calda. Quando aprì gli occhi il viso di Fakir l’osservava preoccupato. –Stai bene?- la ragazza cercò ancora una volta di strappare quel maledetto ciondolo ma senza risultato. –Fakir, non riesco a toglierlo! Se non porto il frammento il Corvo distruggerà in milioni di pezzi il cuore di Mytho!- lacrime calde gli scivolarono sulla guancia, anche se erano in fondo ad un lago, le lacrime si persero nell’acqua scura come piccole perle di tristezza. Il giovane la guardava triste, non poteva mettersi di piangere, avrebbe reso le cose ancora più difficili per lei. Le prese la mano, -Vuoi ballare con me?- lei si alzò da terra e cominciò a ballare, -Non devi essere così preoccupata.- i loro passi erano ancora più leggeri e aggraziati in quel luogo senza luce, l’acqua non affaticava i loro movimenti ma al contrario sembrava accompagnarli dolcemente, come se volesse ballare con loro. –Io non riesco a proteggere le persone che amo e tu sei una papera. E’ quello che siamo e non possiamo farci nulla, dobbiamo conviverci e sopportarlo come meglio possiamo.- quelle parole servivano a convincere entrambi, perché entrambi non sopportavano il fatto di non poter fare di più per Mytho e gl’altri,  –Hai ragione, ma io…- -Lo so, non vuoi lasciare i tuoi amici, lo capisco però…- trattenne le lacrime con tutto se stesso, si domandò perché dovesse finire così, ma non trovò nessuna risposta soddisfacente. - … è quello che sei…-lui la prese per la schiena e con una gamba allungata la mise in posizione per una spaccata.
-Allora andiamo?- le sorrise dolcemente, -Andiamo.- con le gambe aperte ad angolo piatto e le braccia intorno al collo,  finirono quel ballo che sarebbe l’ultimo. In quel momento il pendente si sciolse da solo. Ahiru lo prese con le mani e guardò felice Fakir.  Guarda ce l’abbiamo fatta!- -Bene, ora dobbiamo tornare indietro.- i due risalirono in superficie, avevano gli abiti bagnati e l’aria fredda li fece tremare, -Vai subito da Mytho, ti starà aspettando ansioso.- -Grazie Fakir, senza di te non ce l’avrei mai fatta. Sono felice di averti conosciuto, addio.- quelle parole avvolsero il cuore del ragazzo come un rovo di cristallo. La ragazza corse via, nascondendo le lacrime che le bagnarono nuovamente il viso pallido e bello.

Ahiru tornò al luogo dove Mytho era stato imprigionato, il Corvo la guardò contento, -Sei tornata, spero che tu abbia l’ultimo frammento.- si trasformò nella Principessa Tutù sotto quei occhi rossi e lucenti come rubini, si mise in punta di piedi e muovendo le mani come se fossero ali, fece crescere sotto di lei dei rami con fiori gialli. Così arrivò alla prigione del principe che la guardava sollevato. –Scusa se ti ho fatto aspettare, principe.-
-Non importa, sapevo che saresti tornata.- la voce gentile e calda del giovane fece sorridere la ragazza, gli tese la mano e lui la prese, liberandosi così da quella gabbia di rami e radici. Lei sciolse in silenzio il ciondolo e lo restituì al principe. I rami creati dalla magia di Tutù svanirono e prima che la ragazza si trasformasse in una papera pronuncio le sue ultime parole, -Addio, principe.- una luce rossiccia l’avvolse e così ritornò alla sua forma originale, con le zampette e il becco arancioni e il manto giallo come il sole. Il principe la guardò sorpreso. –Tutù…- solo allora si rese conto di quello che era successo, quella che aveva davanti era la vera persona che l’aveva aiutato per tutto quel tempo. S’inginocchiò, abbassando il capo come se fosse davanti a una regina, –Grazie.- le parole sincere e dolci del principe continuavano a colpire il cuore della piccola papera, che oramai non avrebbe più potuto fare niente per aiutarlo.
Il giovane e bel principe si mise in posizione, i suoi abiti cambiarono: una corona d’oro gli ornò il capo, una giacca blu con ricami d’oro e pantaloni bianchi come la neve coprirono il copro snello e slanciato, infine un mantello bianco gli avvose le spalle. Poi dal cielo riscoperto di nuvole nere, scesero due cigni luminosi, che si unirono per formare la spada che il principe impugnò e puntò contro il Grande Corvo. –Molto bene, che la partita cominci!- il Corvo lanciò un grido acuto e tutti gli abitanti diventarono guerrieri-corvo pronti a lottare contro il principe per prendergli il cuore che il loro re agognava da tempo. –Non avrai intenzione di lottare con loro? D'altronde loro sono umani tramutati in corvi.- un sorriso soddisfatto si allargò sul viso di quell’orrenda creatura. Mytho si trovò in difficoltà, non poteva combattere contro di loro, ma doveva assolutamente salvare Rue. L’unica cosa che poteva fare era proteggersi con la spada, finché non avesse trovato un’altra soluzione.

Fakir, nel frattempo, era tornato nel suo studio, si sedette al tavolo ricoperto di fogli scritti fittamente, prese una penna e si mise a scrivere con l’intenzione di far aver a quella maledetta storia un lieto fine per tutti.
Mytho cominciò a girare su se stesso, si crearono una marea di petali di ciliegio, che coprirono tutti i corvi presenti, così si alzò in cielo andando contro il suo mortale nemico. Il Corvo contrattaccò, lanciando piume affilate come rasoi che avrebbero ferito a sangue il ragazzo, se non si fosse protetto a colpi di spada, usando la sua agilità e la grazia nel ballo.
Ma i guerrieri-corvi si alzarono in volo e circondarono il povero principe. –Dacci il tuo cuore!- continuavano a ripetere in coro, per poi partire all’attacco: con colpi di becco cercarono di ferirlo e strappargli il cuore pulsante. Il valoroso principe non poté far altro se non proteggersi con la spada il petto. “No, devo salvare Mytho !!” Ahiru cominciò a battere le ali e a starnazzare per attirare l’attenzione dei corvi;  cominciò a risalire quel turbine di petali nel quale continuava a sprofondare. Fakir aveva ripreso parzialmente il controllo della storia, ma se smetteva per un attimo di scrivere o era incerto, la sua mano cominciava a riempire il foglio con parole non sue. Ahiru alla fine riuscì arrivare dal principe e lì cominciò a urlare ancora più forte, –Quack, quack!- i corvi la guardarono in modo cupo e poi la presero con i becchi affilati per le ali, e così cominciarono a lanciarla come un giocattolo, ferendola ad ogni beccata o colpo d’ala che ricevé. La piccola urlava per il dolore mentre il principe guardava quello scempio, senza essere in grado di fare qualcosa. –Quaaaaaack! Quaaaaack!- Fakir non riusciva a scrivere quello che voleva, la storia stava proseguendo senza il suo volere e Ahiru ne stava pagando le conseguenze. –BASTA!- la penna si spezzò e così la storia continuò senza il suo controllo.
Intanto il principe era tornato al suolo, il tornado di petali rosa era sparito ma i corvi continuavano a circondarlo, beccandolo continuamente. Ahiru si alzò da terra, ferita e scombussolata, vide Mytho che ormai non riusciva più a resistere, presto gli avrebbero strappato il cuore se qualcuno non fosse intervenuto. Partì ancora una volta alla carica, i corvi questa volta non ebbero pietà per la povera paperella e con gli artigli delle zampe e i becchi aguzzi la ferirono, procurandole un dolore enorme. –Tutù !- Mytho non sapeva cosa fare, tutto stava andando nel verso sbagliato e le sue forze stavano per esaurirsi. Mise la spada con l’impugnatura al suolo e la punta dritta contro il suo cuore. –Cosa stai facendo?- chiese il Grande Corvo, con voce preoccupata e profonda, -Non ho intenzione di dartela vinta, spezzerò di nuovo il mio cuore e ti imprigionerò ancora una volta!- -Cosa?! Se lo farai anche Rue avrà il mio stesso destino!- -Non importa quanti anni ci vorranno prima che riabbia il mio cuore, quando accadrà sarò in grado di salvarla!- la paperella lo guardava allibita, tutto quello che stava succedendo, sarebbe successo ancora una volta. “No, non puoi! Principe!” come una forsennata cominciò a sbattere le ali e a gridare con la voce roca e dolorante. Il principe premé la spada contro il petto tagliando la stoffa sottile, -Non farlo!!- il giovane si girò verso la papera gialla, Ahiru era riuscita in qualche modo a pronunciare quelle parole per salvare il ragazzo e la giovane Rue. Anche se era piccola e indifesa, piena di tagli e lividi, poteva fare ancora una cosa per i suoi amici. “Farò tutto ciò che è in mio potere per dare a questa storia un lieto fine!”
La piccola papera si alzò in punta di zampe, alzò le ali verso il cielo e poi cominciò a danzare: mise una zampetta arancio davanti a sé e alzò l’altra formando un angolo retto, girò lentamente su se stessa e poi gettò la testa all’indietro incurvando la piccola schiena piumata. I suoi movimenti erano così delicati ed eleganti che sembrava non provasse nessun tipo di dolore. Anche se le sue ali erano sporche di sangue, si muovevano con tale armonia da creare uno spettacolo per gl’occhi. –Tutù?- Mytho si chiese cosa stesse facendo la bestiola, -Ahiru!- Fakir allora capì, doveva scrivere la sua storia, non quella di Mytho, ma quella della ragazza che gli aveva ridato il sorriso. I suoi sentimenti verso di lei gli facevano trovare le parole giuste e così avrebbe potuto scrivere con facilità. I corvi la guardarono curiosi e cominciarono ad avvicinarsi lentamente a quella che una volta era stata una ragazza. La danza di Ahiru era in grado di esprimere i sentimenti che provava, era in grado di leggere nel cuore delle persone e di rendere felici coloro che sono tristi. Il suo potere, anche se svanito, non risiedeva solo nella magia donatole da Drosselmeyer, ma risiedeva nel suo cuore. Un cuore puro e pieno di buoni sentimenti.
–Cosa pensi di fare? Non sei più Princess Tutù, non puoi fare niente per cambiare il vostro destino. Forza miei corvi, ballate con lei! Dimostratele come si balla con passione!- un’aurea nera e oscura coprì i corvi, che cominciarono a danzare intorno alla paperella, la quale non smetteva di ballare, ma purtroppo il cuore dei corvi era stato avvolto dall’oscurità del Corvo e, come poco prima, ballando e colpendola nello stesso momento, intrapresero una danza di dolore e angoscia.
Quando la paperella cadde a terra, Mytho le si avvicinò e la prese tra le braccia orripilato dalla scena a cui i suoi occhi avevano assistito. –Tutù, stai bene?!- la papera annuì debolmente, poi con le ali tremanti gli disse di salvare la principessa. Mytho rimase sorpreso, anche se era quella nelle condizioni peggiori, si preoccupava ancora per gli altri, il principe le annuì e decise di mettere fine a questa storia una volta per tutte.
La posò a terra e si girò verso il Grande Corvo. Creò ancora una volta il turbine di petali che lo sollevò in alto nel cielo ricoperto dalle enormi ali nere del Corvo, –Facciamola finita!- -Fatti avanti!- Fakir, scriveva imperterrito, la mano gli doleva da morire, la ferita continuava a sanguinare e a sporcare i fogli, l’inchiostro era sparso ovunque e il tempo scorreva senza pietà. –Devo salvarli, devo riuscire a salvarli tutti!- così scrisse, lui era in grado di scrivere la storia di quella ragazza dall’animo tanto buono quanto il suo sorriso sincero, “Ahiru, so che puoi farcela!” La paperella si alzò nuovamente sotto gli occhi stupiti di tutti, con il corpo dolorante e pieno di lividi, ricominciò la sua danza, come se non fosse successo niente, pensando solo a salvare i suoi amici.

“Il suo ballo riusciva a purificare il cuore delle persone, la sua grazia e dolcezza nei movimenti ti entravano nel cuore e lo riempivano di una luce calda e intensa. Come un mantello di sogni stellati ti ridava la forza di andare avanti e di sognare ancora e ancora. Come un sole sceso in terra, la piccola papera risplendé di luce d’orata, che sommerse ogni cosa. Era la luce della speranza, che lei non aveva mai perso e che ora aveva riportato i corvi alla loro vera natura…”

Mytho osservò quello che stava accadendo sotto di lui con gl’occhi spalancati, “Quella è…Tutù !” i sentimenti che sentiva intorno a se erano quelli della principessa dal tutù bianco e rosa, che l’avevano aiutato per tutto quel tempo. La speranza sbocciò nel suo cuore come un prato di rose azzurre come il cielo d’estate.
 -Devo salvare Rue, per me, per  Tutù e per Rue stessa. Perché lei è ….la mia principessa!! Rueee!-
La ragazza, stesa a terra e addormentata, sognava il principe azzurro e una vita felice insieme alle persone che amava. “Mytho…” Una lacrima le bagnò il viso bello e pallido, i capelli corvini le cadevano delicatamente sulle spalle. Dopo aver ballato con le altre anime delle persone che quel mostro del Corvo aveva mangiato in passato, si era stesa a terra, ritrovandosi a sognare e ad aspettare giacente tra il Paradiso e il mortale Inferno.  
–Rueeeeeee!!- una tempesta di luce e petali di ciliegio, riempì quel luogo vuoto e buio, ridando speranza ad ogni anima. La ragazza spalancò gli occhi e vide il suo bel principe arrivare ricoperto dalla luce.  –Mytho ?- il giovane, trasportato dal suo amore per la ragazza, riuscì ad entrare in quel luogo dimenticato e triste, gli tese la mano e con un dolce sorriso la salutò. Commossa, gli prese la mano e gli si gettò al petto.
-Avevo paura che non ti avrei mai più rivisto!- -Anch’io, ma ora siamo insieme e nessuno potrà mai separarci.- Stringendola a sé, il ragazzo creò un turbine di petali di rosa e con la spada puntata verso la luce uscì squarciando il petto del Corvo.  –Graaaaaaaa!!!- il mostro nero cadde al suolo, le piume nere girarono intorno al copro morto delle creatura e poi tutto sparì magicamente. La speranza, insieme all’amore dei due giovani, erano riuscite a sconfiggere il male, la lotta eterna tra il Corvo e il principe si era conclusa. Una volta per tutte.
 –Grazie….al…cielo…- la piccola papera si lasciò cadere a terra, completamente distrutta, felice che la sua amica fosse sana e salva. –Ahiru!!- Fakir gettò via la penna, si alzò e corse come un pazzo fino ad arrivare alla piazza della città, gli abitanti giacevano a terra, privi di sensi, ma ritornati alla loro vera forma. Con gl’occhi cercò disperatamente la piccola papera. Poi la vide: lontano da tutti giaceva Ahiru, priva di sensi. Le lacrime uscirono da sole, tanto le aveva trattenute che oramai era inevitabile. Si inginocchiò al suo fianco e la prese delicatamente con le mani completamente sporche d’inchiostro e sangue. Le lacrime bagnarono l’esile corpicino dell’uccello che non dava segni di vita. –Perché? Perché devi sempre essere così altruista  e coraggiosa? Perché?!- strinse forte al petto l’essere piumato, non era giusto, perché doveva finire così?  -Avevi detto che volevi un lieto fine per tutti! Io senza di te non potrò essere felice, perché…perché…io ti amo.- si l’aveva detto, era riuscito a dire quello che provava veramente. Ma a che scopo ormai? La storia aveva avuto il suo finale tragico e non si poteva fare più niente. Lei non meritava di morire, aveva sacrificato tutta se stessa per i suoi amici, non era giusto. Gli angeli in cielo piansero come non mai, bagnando il terreno sotto forma di pioggia.
Mytho e Rue stavano in disparte, guardando la scena stringendosi a vicenda. –Ahiru…quella è Ahiru?- il principe le annuì tristemente, il cuore della ragazza si frantumò ancora una volta: l’unica ragazza che era diventata sua amica, stava priva di sensi e con le sembianze di una paperella. Che fosse questa la fine della povera ragazza ?
Ad un tratto il tempo si fermò, la pioggia non cadde più e il silenzio si diffuse ovunque. Fakir sentì dei passi, qualcuno gli si fermò davanti. Alzò lo sguardo annebbiato dalle lacrime, Drosselmeyer lo guardava con i suoi occhi profondi e gelati.  –Ti sei introdotto nella mia storia ed hai fatto quello che volevi, sei riuscito a rovinare tutto!- il ragazzo ardeva di rabbia, avrebbe voluto pestarlo fino a quando non l’avrebbe ucciso. –Stai zitto! La tua crudeltà a portato solo sofferenza ed Ahiru è….è…- il vecchio non rispose, si girò facendo roteare il suo mantello scarlatto, parlando poi con voce triste. –Non morirà.- -Cosa?- -Farò in modo che non muoia e che torni ad essere per sempre un’ umana, ma per fare ciò c’è bisogno di una cosa…- -Cosa ?! Dimmi cosa e farò di tutto per averla!- lui si girò di nuovo verso di lui, con sguardo serio e deciso. -Un bacio di vero amore.- -Un bacio? –
-Si, l’unica cosa che può sconfiggere la morte è un bacio, ma stai attento, se il bacio che riceve non è corrisposto allora lei morrà per sempre.- Fakir rimase zitto ed immobile, Drosselmeyer fece apparire una porta nella quale sparì, tornando nel suo mondo di solitudine e dolore.
Fakir guardò l’essere piumato, cosa fare? Baciarla e rischiare di ucciderla per sempre? Lui l’amava così tanto, ma lei era innamorata del principe giusto? Allora perché sentiva che era la cosa giusta da fare?
Si avvicinò lentamente al becco della ragazza, con le labbra semi dischiuse, le appoggiò delicatamente e mise tutto l’amore che provava, pregando intensamente che funzionasse. Quando riaprì gl’occhi verdi smeraldo, incontrarono due laghi di stelle, che potevano appartenere solo a una persona. –Ahiru!- la ragazza aveva i capelli color del caramello sciolti che le cadevano sulle spalle in onde schiumose, indossava un abito bianco, con ricami argentei, lungo fino a terra che seguiva le sue curve gentili. -Sono tornata.- il sorriso della ragazza fece esplodere il ragazzo di gioia, la prese a sé e la baciò di nuovo, con un intensità tale da tagliere il fiato ad entrambi. –Ti amo, e se provi ancora a fare una cosa del genere io…- -Non ti preoccupare, non ho intenzione di lasciarti andare mai più.-
Mytho guardò la mora, -Questo si che è un lieto fine.- -Già, finalmente è tutto finito.- si diedero un bacio casto e poi il principe le si inginocchiò tenendole una mano. –Rue, vuoi essere la mia principessa, da ora fino al giorno della nostra morte?- -Assolutamente si.- lo baciò di nuovo, con passione travolgente e amore da favola.
Il cielo si aprì e il sole illuminò tutto con i suoi caldi raggi, iniziò un nuovo giorno dal quale i nostri protagonisti avrebbero potuto agire senza l’interferenza di altri. Avrebbero scritto da sé, la loro storia.

 

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Capitolo 18
*** epilogo ***


Ahiru si svegliò di soprassalto, guardò la sveglia sul comodino antico e fece un urlo che spaventò tutti gli uccelli che stavano sul suo balcone. –Sono in ritardo!- la ragazza corse come una matta, si vestì, si lavò i denti e corse fuori dalla stanza, percorrendo le scale e il viale come un tornado. Il sole splendeva alto nel cielo, i fiori erano tutti fioriti e nell’aria c’era odore d’estate. Riuscì a entrare in aula giusto un secondo prima che suonasse la campanella.
-Salva…- -Sei sempre la solita!- Melany la stava rimproverando con sguardo contrariato, Sonia la guardava con il solito sorriso stampato in faccia. –Non dirgli così! La nostra Ahiru ci piace proprio così com’è!- l’altra sbuffò per poi sorridere contenta, -Hai ragione!- l’insegnate entrò dalla porta e con battito di mani riportò l’ordine in aula.
–Bene, per cominciare voglio dare il benvenuto nella classe di primo grado alle nuove allieve. Ahiru, Sonia e Melany, un bel applauso.- tutti applaudirono entusiasti, Ahiru e le altre avevano tenuto un esame per passare alla classe più importante e difficile di tutte, Dio volle che ce la fecero tutte e tre. Ora la nostra ragazza poteva stare con gli altri suoi amici, si avvicinò al gruppo d’élite composto da Mytho, Rue e Fakir, ma del quale ormai faceva parte anche lei. –Buon giorno a tutti!- -Buon giorno!- risposero in coro gli altri, Fakir gli dedicò uno speciale sorriso che fece avvampare la giovane. –Ahiru, sai diventata tutta rossa  solo per un sorriso?- scherzo Rue divertita, -Ehhh! N-non è vero!- -A no?- chiese Fakir, lei non riuscì a mentirli e quindi annuì. Lui le alzò il viso con una mano, -Non devi essere imbarazzata, in fondo ti amo.- e gli schioccò in bacio sulla guancia che fece andare in estasi la povera ballerina. Mytho sorrise alla sua amata e le diede un bacio pure lui.
–Potresti avere un po’ più di fantasia!- lo rimproverò il moro, -Hai ragione, ma in classe bisogna contenersi…-
Il sorriso malizioso che si stampò sulla faccia del bel principe fece arrossire Rue e ovviamente la nostra Ahiru non poté che darle pan per focaccia. –Chi è quella rossa adesso?- -Io, non di certo.- il gruppo scoppiò in un’allegra risata, che venne interrotta dal professore, che cominciò a spiegare un nuovo esercizio da fare in coppia. Fakir prese la mano della rossa e cominciarono a provare insieme, Mytho e Rue non erano mai stati più felice e la loro danza era diventata ancora più bella da guardare.
Erano passate due settimane dalla sconfitta del Grande Corvo e tutto era tornato normale, il nostro Mytho sarebbe dovuto tornare nel suo regno, ma non aveva voluto lasciare i suoi amici, per quanto riguarda Rue invece, era diventata la sola e unica fidanzata di Mytho e lo sarebbe stata per sempre. Fakir non aveva intenzione di scrivere mai più, dopo la brutta esperienza passata, gli veniva male alla mano soltanto vedendo una penna. Ahiru era migliorata moltissimo nel ballo, era una tra le più brave dell’accademia insieme agl’altri tre amici. La piccola Uzura viveva sempre a casa di Fakir, che considerava lui e Ahiru come i suoi fratelli maggiori.
Quella stessa sera ci sarebbe stata una piccola festa nella camera di Ahiru per festeggiare la sua entrata nelle classe di primo rango. Mangiarono macarons e bevvero champagne di ottima qualità. Ad un certo punto saltò fuori una cosa a cui nessuno ci aveva fatto caso. –Ma scusate, come mai Drosselmeyer mi avrebbe salvata?- quella domanda lasciò tutti muti, non avevano la minima idea del perché, in fondo, lui aveva fatto di tutto per far finire quella storia con un finale tragico. Ma non ci era riuscito. –Forse ha capito che quello che ha fatto è sbagliato.- Ahiru era sempre quella più ottimista e buona del gruppo, gli altri la guardavano incerti. –Bhè non potremo mai saperlo.- disse saggiamente Mytho, gli altri annuirono. Finirono per addormentarsi tutti, dopo aver parlato fino a mattina. Mytho e Rue erano sdraiati sul divano, lei con la testa appoggiata sul petto del principe, mentre Ahiru e Fakir si erano addormentati sul letto, lui le teneva teneramente la mano e lei aveva un sorriso pieno d’amore stampato in volto. Un vento fresco entrò dalla finestra aperta, facendo muovere le tende di velluto. La Luna splendeva in cielo, la sua fredda luce illuminava la stanza dei giovani, avvolgendoli come una calda coperta di seta.

E così finisce la nostra storia, tutto è bene quel che finisce bene. La storia aveva finalmente ottenuto il lieto fine che meritava. I nostri protagonisti erano riusciti a cambiare il loro destino, erano diventati loro i padroni della loro vita, hanno dimostrato, che se si ha speranza e forza di volontà tutto può accadere. Ma cosa più importante, l’amore e l’amicizia danno senso alla vita, un mondo senza amore sarebbe un mondo vuoto e triste dove nessuno sorriderebbe.

-A quanto pare, ho perso… Però devo ammettere che è stato divertente. Ahahah! Infondo mi stanno simpatici, sono riusciti a tenermi testa fino alla fine.- una donna gli si avvicinò, -Maestro è ora di andare.- -Arrivo subito Luise.- la donna era la nuova assistente di Drosselmeyer, aveva deciso di creare qualcuno con un cuore, che potesse tenergli compagnia e aiutarlo nel suo lavoro, la solitudine non era poi così bella come gli era sembrato in passato.
 –Avevo dimenticato il perché scrivevo storie, ma quando ho visto la danza di quella piccola paperella impacciata, mi è ritornato in mente. Io amo scrivere ed è ora che cominci una nuova storia, ma questa volta sarà una storia piena d’amore dove non potrà che esserci un lieto fine.- l’umo crudele che giocò con la vita delle persone, era stato cambiato da una semplice paperella, che con la sua purezza e speranza aveva cambiato il destino di tutti.

“E così finisce la storia di un principe che riacquistò il proprio cuore,
di una principessa che scoprì chi era in realtà,
di un cavaliere che riuscì a proteggere le persone che amava
e di una papera diventata ragazza che realizzò il proprio sogno d’amore.”




Fine

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