Il principe e il corvo di hurricane venus (/viewuser.php?uid=174511)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** epilogo ***
Capitolo 1 *** prologo ***
"C'era una volta un uomo il cui lavoro era scrivere storie. Nel suo nuovo racconto, un principe bello e coraggioso doveva sconfiggere un terribile mostro Corvo. Ma l'uomo morì, così non ci sarebbe stata fine all'eterno duello tra i due.
-ODIO QUESTO FATTO!- gridò il Mostro Corvo.
-ODIO QUESTO FATTO!- gridò il principe.
Il Corvo volò fuori dalla storia, ed il principe lo inseguì. Quindi, usando un incantesimo proibito, il principe sacrificò il proprio cuore per sigillare il crudele Corvo.
Poi...-Oscurità...- si sentì dire dalla voce di colui che doveva essere morto...
Una storia è stata abbandonata, ed una nuova storia è iniziata, con nuovi personaggi chiamati ad interpretarla. E questa volta la storia verrà conclusa. A qualsiasi costo.” |
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Capitolo 2 *** capitolo 1 ***
Era una bella
giornata d’estate, il sole splendeva alto nel cielo, i fiori
profumavano l’aria e le farfalle volavano di fiore in fiore
con le loro ali color dell’arcobaleno. Sembrava che
danzassero seguendo il vento leggero e delicato che muoveva le chiome
ricce di foglie degli alberi. Su un ponte, che stava prima di un
laghetto con l’acqua così chiara da sembrare
vetro, stava un ragazzo dai capelli bianchi come piume di cigno e
dagl’occhi ambrati, ma quei occhi avevano qualcosa di strano,
sembravano vuoti e senza sentimenti. Una dolce paperella stava nuotando
nel laghetto, guardava affascinata quel ragazzo dai lineamenti
così delicati e belli da sembrare scolpiti. “Chissà chi
è ?! Come mi piacerebbe potergli parlare, i suoi occhi mi
sembrano così tristi… vorrei poter rendere quegli
occhi pieni di allegria !” La paperella era così
triste di non poter far niente per quel ragazzo, poi le
ritornò in mente un giorno d’estate. “
Non ditemi che quello è il mio principe ?! No, non
può essere lui !”
La papera una
notte, dove la luna splendeva sovrana nel cielo pieno di stelle
brillanti come diamanti, aveva visto in riva al lago, un principe, che
ballava come un angelo, era così delicato e armonioso nei
suoi movimenti che al tempo pensò che fosse solo
un’allucinazione. S’innamorò di quel
ragazzo misterioso senza neanche accorgersi, da quel giorno
pensò sempre a lui, desiderando di rivederlo ancora una
volta. Adesso era proprio davanti ai suoi occhi; ma perché
era così triste ? Il ragazzo si girò verso il
laghetto e notò la paperella che lo guardava, fece un
sorriso privo di sentimenti che lasciò perplessa e un
po’ triste la povera bestiola. Poi, molto lentamente, si
allontanò e tornò da dove era venuto.
“NO ! Non andare ! Voglio aiutarti !” La paperella
nuotò velocemente verso la riva e quando la raggiunse,
cominciò a correre più velocemente possibile, per
raggiungere il suo amato principe. Ma la papera faceva molta fatica a
camminare sulla terra, e anche se sbatteva le ali per tenersi in
equilibrio, non sarebbe mai riuscita a raggiungere quel ragazzo. Non
voleva che finisse così, voleva aiutarlo così
tanto che si mise a pregare e sperando che qualcuno ascoltasse la sua
semplice preghiera.
Intanto, in
un luogo sconosciuto, un vecchio con uno strano cappello in testa,
osservò la scena divertito.
– E
così vorresti aiutare il principe ? Che bontà
d’animo, ti sei innamorata di una persona che non conosci
nemmeno eppure vuoi aiutarlo a tutti i costi….. Sei perfetta
! Diventerai un altro personaggio della mia epica storia, dove il
dolore regna incontrastato e il finale non potrà che essere
tragico !!- il vecchio prese il suo mantello e si volatilizzo nel
nulla, lasciando il rimbombo della sua aspra risata in quel luogo
oscuro e sconosciuto, si poteva sentire solo un rumore
d’ingranaggi girare a tempo.
La dolce
paperella correva disperata per raggiungere il suo amato, ma ad un
tratto si fermò.
“
Ma cosa sto facendo? Sono solo una papera, non posso certo
aiutarlo.” Si accorse che, in fondo, non avrebbe
potuto aiutare il principe in alcun modo, non avrebbe potuto consolarlo
con le parole o facendo qualcosa per lui. Quando rialzò lo
sguardo da terra, si accorse di essere circondata da una strana nebbia,
non sapeva più dove fosse e come tornare indietro al suo
laghetto. “ Ma cosa sta succedendo !? Prima c’era
un sole meraviglioso ! Che paura, speriamo che non ci sia qualche
animale pericoloso.” Il volatile girò per un
po’ in quella foschia senza sapere come uscire. Dopo qualche
tempo, una sagoma in lontananza si avvicinò molto
lentamente. Era una figura umana, non molto alta, ma non capiva se era
un uomo o una donna. Ad un tratto la sagoma svanì. La
paperella sgranò gli occhi e si guardò in torno
per cercare di capire dove fosse andata, aveva molta paura e sperava
che non fosse nessuno di spaventoso. In un millesimo di secondo si
ritrovò la faccia di un vecchio signore davanti al becco
arancione.
–
Quaaack !!!- gridò spaventata la bestiola, facendo un salto
all’indietro e cadendo al suolo. Il vecchio aveva grandi
occhi grigi, i capelli lunghi e bianchi e un sorriso che metteva i
brividi solo a guardarlo. – Ti sei innamorata di quel
ragazzo, non è vero ?- non riuscì a rispondere
subito alla domanda del vecchio, essendo un po’ scioccata,
poi annuì timidamente con la testolina.
–
Vorresti aiutarlo ? Bhè, io posso aiutarti.-
sussurrò con finta gentilezza, la papera cominciò
ad annuire energicamente alla frase dell’uomo, convinta che
avrebbe potuto realizzare la sua preghiera, – Ti
renderò un essere umano, e avrai un compito molto speciale.
Devi sapere che il principe ha sacrificato il suo cuore per
imprigionare un corvo malvagio, solo Princess Tutù
può raccogliere tali frammenti, ti darò il potere
di trasformati in quella ragazza.-
“
Cosa !? Io diventare Princess Tutù ?!” La
paperella era confusa e non sapeva se credere alle parole
dell’uomo, sembrava tutto così irreale e avvertiva
pure che il suo istinto di sopravvivenza le diceva che era pericoloso,
ma continuava a voler ridare il sorriso al ragazzo. “Se
è l’unico modo per
aiutarlo…ci sto !!” annuì con
convinzione allo strano signore, che sorrise compiaciuto,- Bene,
però ricordati, se dichiarerai i tuoi sentimenti al
principe, diventerai polvere di luce e allora nessuno potrà
ricostruire il cuore del ragazzo, rimarrà per sempre un
corpo vuoto e privo d’emozioni.- Detto questo, prese un
ciondolo con una pietra rossa come il sangue, la mise al collo della
piccola papera, che subito si trasformò in una ragazza dai
capelli scarlatti, che le cadevano delicatamente sulla schiena,
gl’occhi erano azzurri come il cielo d’estate, le
gambe lunghe e snelle erano attaccate a una vita sottile.
–
Ti chiamerai Ahiru, sarai una studentessa della scuola di danza De la
Vallerie, la stessa che frequenta il bel principe e
ricordati… non dovrai mai dichiararti…-
l’uomo svanì come per magia, lasciando la giovane
ragazza in mezzo alla foschia, che cominciava a diradarsi e a far
spazio al cielo e al sole splendente. Si guardò le mani, le
braccia e le gambe incredula. – Sono una
ragazza….sono una ragazza !!- felice come non mai, si mise a
saltellare e a gridare di gioia. Con il cuore pieno di speranza e un
sorriso dipinto sul viso, si diresse verso la cittadella che stava
vicino al boschetto, l’abito verde pastello era decorato con
ricami d’orati e seguiva le gentili curve della ragazza,
lasciando le gambe scoperte e i piedi che calzavano scarpette dello
medesimo colore.
Che lo
spettacolo cominci !
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Capitolo 3 *** capitolo 2 ***
Il cielo era di un
azzurro così intenso che sembrava dipinto, solo qualche
nuvola bianca come il latte, volava leggiadra in quel mare azzurro e
perfetto. I fiori nei giardini erano tutti sbocciati creando un dolce
profumo che riempiva l’aria fresca e pura, gli uccellini
cinguettavano allegri e i paesani dormivano ancora tra le braccia di
Morfeo. Una ragazza si destò dal suo sonno. I lunghi capelli
rossi erano tutti scompigliati sul suo cuscino di velluto,
aprì gli occhi color del cielo e un dolce sorriso si
formò sul viso della giovane. Si alzò energica e
andò ad aprire la finestra della sua camera da letto, una
fresca aria mattutina inondò la stanza; la ragazza inspiro
profondamente e andò verso il grande armadio di legno di
mogano intagliato con motivi floreali, lo aprì e ne
tirò fuori un uniforme composta da una camicetta bianca, una
giacchetta azzurro pastello con le maniche decorate con righe blu e
infine una gonna che le arrivava sopra le ginocchia delle stesso colore
della giacca. S’infilò gli abiti e
indossò delle scarpette nere come l’ebano
completando la sua mise per un altro giorno di scuola. Si sistemo i
capelli in una coda molto semplice e uscì dal grande
edificio bianco panna, correndo più veloce che poteva per
non arrivare in ritardo a lezione, un’altra volta.
Non
riusciva ancora a crederci, era una ragazza ! Ormai erano passati molti
giorni da quando aveva iniziato a frequentare la scuola di danza De la
Valerie, una scuola molto prestigiosa dove si studiava e si danzava
musica classica. Gli studenti erano divisi in tre sezioni: gli
apprendisti, gli studenti di secondo rango e gli studenti di primo
rango. Ahiru era riuscita ad entrare nella classe degli studenti di
secondo grado, anche se era molto goffa, per niente a tempo e
scoordinata, era riuscita a superare l’esame grazie,
probabilmente, ad un intervento divino. Nella stessa classe
c’erano le sue due migliori amiche, a dir la
verità erano le prime amiche che avesse mai avuto, ma
proprio per questo motivo era ancora più felice ed
entusiasta. “Arriverò a lezione tardi se non mi
sbrigo !” corse velocemente verso il grande edificio dai
colori tenui e delicati, l’aula si trovava
nell’edificio centrare, nel quale erano presenti parecchie
stanze dedite alla danza e alla musica, l’ufficio del preside
e l’aula professori.
Spalancò
le porte dell’aula di danza, le pareti erano ricoperte di
specchi che riflettevano le immagini delle ballerine e ballerini in
posizione alle sbarre, la campanella suonò esattamente in
quel momento e tirò un sospiro di sollievo. - Ahiru ce
l’hai fatta !- una ragazza dai capelli blu notte raccolti in
un chignon accurato la guardò con il volto illuminato,
un’altra ragazza con i capelli biondi raccolti in una coda
sorrideva contenta. Ahiru si avvicinò alle sue amiche:
Melany era la ragazza che aveva parlato, era simpatica e piena di
energia, amava leggere e riteneva che Ahiru dovesse essere
più puntuale. Si comportava un po’ da mamma con
lei ed alla ragazza con i capelli rossi non dispiaceva.
L’altra giovane era Sonia, gentile con tutti e sempre
allegra. Ammirava particolarmente Ahiru per la sua sincerità
e bontà d’animo, anche se a volte era un
po’ ingenua, su tutto quello che riguardava moda e ragazzi
non c’era nessuno in grado di batterla. Parlarono per qualche
minuto, raccontandosi cosa avevano fatto la sera precedente, fino a
quando arrivò l’insegnante di danza, il signor
Bunner. –Forza ragazze ! Tutte in ordine !- tutte le allieve
si posizionarono l’una accanto all’altra lungo le
sbarre di legno. L’uomo era alto circa un metro e ottanta,
aveva un fisico muscoloso e abbronzato, i suoi occhi erano verdi come
l’erba e i capelli castano chiaro e leggermente brizzolati.
Era una brava persona e un ottimo insegnante, anche se con Ahiru aveva
perso tutte le speranze.
- Molto bene, prima di cominciare vi devo dare una notizia. Per il
saggio di metà trimestre, la rappresentazione che abbiamo
scelto è “La bella addormentata” di
Čaikovskij. La prossima settimana ci saranno i provini per decidere le
parti, chiunque può partecipare e sarei davvero felice se
anche qualcuna di voi partecipasse, anche se non otterrebbe una parte
sarebbe un’ottima esperienza.- tutte le ragazze cominciarono
a parlottare tra di loro felici ed emozionate, alcune di loro si
preparavano dall’inizio dell’anno per aver una
possibilità di entrare nel cast e non vedevano
l’ora di salire sul palco, i ragazzi erano meno entusiasti ma
anche a loro sarebbe piaciuto danzare davanti a molte persone e
ricevere un mare di applausi per la loro performance.
L’insegnate
batté le mani, attirando l’attenzione della
classe- Ragazzi ! Forza cominciate con gli esercizi alla sbarra.-
fecero come gli fu detto e la lezione poté cominciare senza
altri intoppi, – Hey ! Ahiru perché non partecipi
al provino per la bella addormentata ? Sono sicura che faresti
scintille e botti !- ridacchio Melany, che non perdeva tempo per
prenderla in giro e divertirsi con lei, - Non dire così
Melany! Ahiru è qui da poco, è ovvio che non
vincerebbe mai l’audizione ! – rispose Sonia con
tono di ovvietà e di rimprovero. Benché fosse
gentile, a volte non si rendeva conto che feriva le altre persone,
diceva sempre quello che pensava e non era una cattiva
qualità, soltanto avrebbe fatto bene imparare quando tenere
la bocca chiusa. Aveva appena dato dell’incapace alla povera
Ahiru che si rattristò, consapevole che quello che dicevano
era la pura e triste verità. – Su non fare
così Ahiru, sono sicura che diventerai molto brava, sei qui
soltanto da una settimana e sei già nel gruppo del secondo
rango !- la rassicurò Melany con una pacca sulla spalla,
– Hai ragione, non devo deprimermi !- disse sfoggiando un
grande sorriso che fece sorridere anche le altre. Non doveva
scoraggiarsi, se si sarebbe impegnata duramente poteva ottenere anche
lei una piccola parte nello spettacolo. Ma sopra ogni cosa, desiderava
ballare con il suo amato principe, essere tenuta saldamente dalla sue
mani e poter guardare da vicino i suoi occhi ambrati.
“Chissà
cosa starà facendo Mytho in questo momento ?”
L’insegnate vide che la rossa aveva la testa tra le nuvole e
con la voce mascolina e forte la richiamò, – Ahiru
! Concentrati !- – Si certo ! Mi scusi. – rispose
rammaricata, mentre le sue amiche alzavano lo sguardo al cielo
chiedendosi se ce l’avrebbe fatta davvero. Il suo bel
principe si chiamava Mytho, non era stato difficile scoprire il suo
nome, perché era uno dei tre ballerini migliori di tutta la
scuola. Le ragazze continuavano a parlare di lui e di quanto fosse
bravo, l’unica cosa che sembrava intaccare
quell’immagine perfetta era il suo atteggiamento freddo e
distaccato. Ovviamente non potevano sapere che al momento lui non aveva
un cuore, ma pensavano solo che fosse un tipo riservato e a cui non
piaceva troppa attenzione. Con sua grande tristezza però, la
giovane ragazza, aveva anche scoperto che era fidanzato con la
ballerina migliore dell’intera accademia. Lei si chiamava Rue
ed era una ragazza molto bella, con lunghi capelli neri e mossi, occhi
color nocciola con piccole venature verdi e un fisico magro e
slanciato. Anche lei, come il bel principe, era continuamente al centro
dell’attenzione e i ragazzi si fermavano sempre a guardarla
sperando di ricevere in cambio uno straccio di sorriso, ma
un’altra cosa che tutti sapevano, era che lei era follemente
innamorata di Mytho e non aveva occhi che per lui. Molte ragazze la
trovavano antipatica e arrogante, probabilmente dicevano questo
invidiose del suo talento e per il fatto che Mytho avesse scelto lei e
non qualcun’altra. Ahiru non l’aveva conosciuta di
persona, ma quando la vedeva in giro per la scuola vedeva solo una
ragazza che dava il massimo nella danza e che amava profondamente Mytho.
Quando
l’aveva saputo il suo cuore si era come crepato, ma con il
passare del tempo capì che non c’era niente che
non andava; lei, una volta compiuto il suo lavoro, sarebbe tornata ad
essere una papera ed era felice di sapere che ci sarebbe stata una
persona sinceramente innamorata al fianco del bel principe.
Ahiru
stava camminando per i viali dell’accademia, le lezioni
mattutine erano finite e ora poteva andare a mangiare nella grande sala
da pranzo. Anche all’ora si sorprese di quanto fosse grande e
bella quella scuola, la quale comprendeva: due edifici di tre piani
ciascuno che erano destinati agli studenti come dormitori, ognuno
possedeva la sua stanza la quale aveva un letto a baldacchino e un
bagno in marmo italiano. I tappeti e le tende erano ricamati a mano e i
quadri erano dipinti di pittori famosi e affermati. Poi c’era
l’edificio centrale, quello aveva quattro piani e occupava
una gran parte del terreno scolastico, infine c’erano la sala
da pranzo e la biblioteca. La prima aveva il pavimento in marmo rosa
pesca, le grandi vetrate davano sui giardini della scuola i quali erano
rinomati per i loro fiori rari e la cura con cui erano tenuti, i tavoli
erano tutti da otto persone e al centro del grande salone
c’era una tavolata dove veniva servito il buffet. Il soffitto
era ricoperto da un affresco che raffigurava il cielo con delle nuvole
bianche e disegnate così bene da sembrare vere, i lampadari
di cristallo facevano luce durante la cena e i balli organizzati dalla
scuola, le pietre brillavano come stelle alla luce del sole creando
piccoli arcobaleni e uno spettacolo incredibile per chiunque lo
vedesse. La biblioteca, invece, conteneva moltissimi libri e gli
studenti ci andavano per studiare o leggere un buon libro in pace e
tranquillità. I viali della scuola erano delineati da alberi
di ciliegio che quando fiorivano tingevano il terreno di rosa e
l’aria si riempiva di un profumo dolce e delicato, le fontane
avevano acqua cristallina e statue antiche che raffiguravano dei greci
e altre figure mitologiche. Per completare il quadro, c’era
anche un boschetto, nel quale si poteva andare a fare dei pic-nic
oppure a rilassarsi in compagnia di qualche amico. La ragazza ad un
certo punto si bloccò, vide il suo Mytho passeggiare
tranquillamente qualche metro davanti a lei. – Oh ! Adesso
cosa faccio ?! Cosa gli dico ?!- presa dall’ansia, si nascose
dietro un cespuglio ben tagliato, che raffigurava una ballerina con una
bamba alzata. Mettendo fuori la testa, osservò il ragazzo
con aria sognante. Le sarebbe piaciuto parlargli, ma non aveva il
coraggio di cominciare una conversazione e poi non avrebbe saputo cosa
dirgli.
-
Hey tu !!- Ahiru emise suoni di dubbia umanità e fece un
salto di mezzo metro, si girò e guardò con
sguardo truce la persona che l’aveva spaventata a morte,
– Ma…t-ti…sembra…i-il
…modo ?!- contro il suo volere, la voce gli uscì
tremante ed insicura, – Perché stavi guardando
Mytho ?- chiese brutalmente il ragazzo che aveva di fronte. Non ci
volle molto, prima che la ragazza riconoscesse lo sguardo di ghiaccio
che la guardava. Era Fakir, nonché il terzo e ultimo miglior
ballerino dell’accademia nonché il miglior amico
del principe. I suoi capelli erano neri come la notte ed erano raccolti
in un codino dietro la nuca, gli occhi gelati erano verdi chiaro, il
viso serio era bello e dai lineamenti gentili. Il corpo atletico era
coperto da una giacca cerulea con una cravatta blu scuro, i pantaloni
erano bianchi come la neve e gli coprivano le gambe magre e veloci.
– Niente, semplicemente…come dire…-
l’altro alzò un sopracciglio visibilmente irritato
dalla titubanza della ragazza. – Mi sono chiesta dove fosse
Rue, siccome di solito sono insieme e mi sono persa nei miei
pensieri….Ahah…- la bugia sembrò
convincere il ragazzo, - Per questa volta ti credo, ma ti do un
consiglio, non avvicinarti a quel ragazzo. Sono stato chiaro ?- detto
ciò, si girò su se stesso e con passo sicuro si
diresse verso i dormitori della scuola. La ragazza non sapeva cosa
pensare, era un po’ confusa e non capiva cosa volesse dire il
ragazzo dai capelli corvini. Alzò le spalle e con aria
spensierata si diresse a mangiare.
Dopo
il pasto delizioso, andò alle lezioni pomeridiane e finite
pure quelle tornò stanca e assonnata nella sua camera da
letto. Anche quel giorno non aveva trovato neanche un frammento del
cuore di Mytho, a dir la verità non sapeva cosa dovesse fare
esattamente per trovarli. Ma a parte questo, si disse che prima o poi
ne avrebbe trovato uno e allora avrebbe saputo cosa come comportarsi.
Si addormentò nel letto, coprendosi con le lenzuola di seta
bianca e affondando la testa nel cuscino di piume. La luna splendeva
nel cielo, circondata dalle stelle che brillavano come diamanti.
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Capitolo 4 *** capitolo 3 ***
Era notte fonda e
tutti gli alunni dell’accademia dormivano, soltanto due
ragazzi erano ancora svegli. Un ragazzo con i capelli bianchi come la
neve, contemplava la luna seduto vicino alla finestra che si apriva
davanti ad un’aiuola di rose. – Sei
ancora sveglio ? Vai subito a dormire, Mytho. – il ragazzo
dagl’occhi verdi e dai capelli neri lo guardava in modo
truce, il principe lo guardò per un paio di secondi in
silenzio, con occhi vacui e persi nel nulla. – Come vuoi.
– rispose semplicemente, sistemandosi nel letto e chiudendo
gli occhi. L’altro chiuse la finestra, diede
un’ultima occhiata al giovane prima di chiudere la porta
della stanza dietro di se ed andare in quella accanto per dormire.
La mattina
seguente, Ahiru si svegliò molto presto. Cosa molto
insolita, visto che non faceva mai colazione siccome dormiva sempre
troppo e arrivava in ritardo alle lezioni. Si cambiò
indossando la divisa della scuola, prese una borsa dove mise dentro il
suo completo da ballerina e uscì dalla stanza, lasciando il
letto disfatto e l’armadio aperto. Aveva deciso di
esercitarsi prima delle lezioni per avere almeno una
possibilità di vincere l’audizione che si sarebbe
tenuta la settimana prossima di mercoledì mattina, quel
giorno era giovedì; quindi aveva poco tempo per esercitarsi
a dovere. Aveva scelto di candidarsi come una delle tre fate che
avrebbero aiutato la bella principessa, aveva scartato a priori i ruoli
principali, non se la sentiva di fare una figuraccia davanti ai
professori e ai compagni di scuola che avevano raggiunto già
un certo livello di bravura. E poi così, l’ansia
di essere al centro dell’attenzione non l’avrebbe
messa troppo in difficoltà.
Una volta
essersi cambiata, entrò nella sala completamente vuota e
cominciò con degli esercizi alla sbarra per riscaldare i
muscoli delle gambe e delle braccia. Finiti
gl’esercizi decise di provare la sua coreografia, il pezzo
che aveva scelto era “La morte del cigno” Un pezzo
piuttosto difficile, ma sentiva un senso di familiarità
quando ascoltava il suono triste e dolce del violino, molto avrebbero
detto che fosse pazza, in effetti anche lei aveva dei dubbi, ma non le
importava. Voleva ballare quel pezzo e ci avrebbe messo tutto
l’impegno possibile. A quel punto un ragazzo sulla ventina
entrò nella stanza, era alto e di bell’aspetto,
con occhi azzurri e capelli biondi come l’oro.
Era il
pianista che accompagnava le lezioni della sua classe e il quale era
stato così gentile da aiutare la ragazza con i capelli
rossi. – Pierre ! Grazie per essere venuto !-
l’altro sorrise, facendo arrossire leggermente la ragazza,
d'altronde nessuna ragazza avrebbe potuto rimanergli impassibile.
– Non devi ringraziarmi, lo sai che per me ogni scusa
è buona per suonare il pianoforte.- anche lui aveva studiato
in quella accademia, poi dopo la maturità aveva deciso di
rimanere in quella scuola per esercitarsi ancora, benché
fosse bravissimo, lui pensava che non fosse abbastanza e Ahiru lo
ammirava molto per questo.
- Possiamo
cominciare dall’inizio per favore ?- - Certamente.- il
ragazzo si sedette al pianoforte e appoggiò le dita sui
tasti neri e bianchi, guardò Ahiru che gli diede il via con
un cenno della testa. Così cominciò a suonare: il
suo tocco era così gentile e sicuro che il suono che
emetteva lo strumento era a dir poco perfetto. La musica triste e molto
intensa, era incredibile come riuscisse ad esternare così
tante emozioni senza pronunciare nemmeno una parola. Ahiru
cominciò a ballare: muovendo i piedi sulle punte molto
velocemente e facendo dei piccoli passi, si spostò di
qualche metro, allungò una gamba all’indietro e
fecce fare la stessa cosa alle braccia che si muovevano armoniose e
leggere. La musica l’avvolse completamente, come se il suo
corpo si muovesse da solo i suoi movimenti divennero angoscianti, come
un cigno che si accascia al suolo, morendo nella sua immensa grazie e
bellezza. Pierre alzò un attimo lo sguardo per guardare la
ballerina, come se i movimenti della ragazza lo avessero ipnotizzato,
non smise di guardarla fino alla fine della performance. La giovane
mise la gamba sinistra avanti, sedendosi su quella destra piegata, poi
nascose il volto sulla gamba tesa unendo le mani sul piede fasciato
dalla scarpetta rosa.
Il pianista
la guardò in silenzio per alcuni minuti, era sbalordito. Non
immaginava che la ragazza fosse così brava, ma allora come
mai non era nella classe di primo rango ? – Allora, come sono
andata ?- la guardò perplesso, - Mi stai prendendo in giro ?
Sei stata bravissima !- lei sorrise imbarazzata e non molto sicura, -
Sul serio, non è che me lo stai dicendo soltanto per farmi
piacere, vero ?- - Non farei mai una cosa simile !- Ahiru non
poté essere sodisfatta di se stessa, - I movimenti erano
apposto, ci sono alcuni dettagli che devi sistemare, per quanto
riguarda la teatralità devo dire che sono rimasto veramente
sorpreso. Solo una cosa, nella prima parte mancava di
intensità, solo dopo hai raggiunto il vero significato di
questo pezzo.- le parole del ragazzo diedero una grande carica alla
giovane che lo abbracciò presa da un’esplosione di
felicità.
Quando Ahiru
venne trovata dalle sue amiche già pronta in aula, la
guardarono come se avessero visto un muto parlare ad un sordo. - Ahiru
! Cosa ci fai già qui ?!- chiesero in coro le due ragazze
con gl’occhi spalancati.
–
Ho deciso di presentarmi all’audizione per una delle fate,
così da oggi, verrò qui prima e dopo le lezioni
per esercitarmi.- disse imbarazzata la giovane dai capelli
color rame, - Brava è questo lo spirito giusto !- Melany
l’abbracciò, seguita a ruota da Sonia, le quali
non potevano essere più felici di sentire quella notizia.
– Grazie, grazie per il vostro sostegno !- disse commossa
Ahiru. – Vedrai che le stenderai tutte !- disse raggiante
Sonia, tirando un pugno a vuoto. – Speriamo di no ! Se no chi
raccoglie i fiori che ti lanceranno dopo la tua esibizione ?- disse
Melany con aria snob, facendo morire dalle risate la bionda e la rossa.
Entrò
il signor Bunner, portando il silenzio e la concentrazione tra i vari
studenti. – Oggi, ragazzi, assisteremo alla performance di
alcuni alunni del primo rango, quindi fate molta attenzione e cercate
d’imparare qualcosa !- si sederono tutti in fondo
all’aula con le schiene appoggiate agli specchi. Era la prima
volta che assistevano ad una esibizione di un’altra classe ed
erano veramente curiosi di vedere il livello e la bravura degli alunni
interessati.
Le porte si
aprirono come per magia, delle ragazze con tutù blu scuro e
chignon perfetti entrarono nell’aula in punta di piedi
accompagnate da una musica allegra e ritmata. Le ballerine si aprirono
per far passare una ragazza dai capelli neri come la notte e con due
occhi di un blu intenso con delle sfumature viola che li rendevano
simili a due gioielli, si muoveva con tanta grazia e
leggerezza da dare l’impressione che stesse volando. Ahiru la
ricoobbe subito: lei era la famosa Rue. La osservava meravigliata, i
movimenti di quella ragazza riuscivano a incantare chiunque, e le
espressioni del viso sembravano dipinte da un pittore. Ahiru
non smetteva di sorridere e la ballerina se ne accorse,
“Sembra si stia divertendo, molto bene, darò il
meglio di me per finire in grandezza !” Quando la musica
finì e le ballerine si fermarono, ci fu un
lunghissimo applauso che riempì l’aula. Le sette
ragazze fecero un piccolo inchino e con la stessa grazia con cui
avevano ballato se ne andarono nella loro classe, ma Rue non
poté che chiedersi chi fosse quella ragazza con
gl’occhi che sembravano due laghi di vetro.
Finite le
lezioni, Ahiru andò a mangiare alla mensa della scuola, ma
mentre camminava per i viali con i ciliegi in fiore, trovò
Mytho che leggeva un libro seduto sull’erba perfettamente
tagliata del prato. Si fermò a guardarlo per qualche
secondo, contenta di quella bella e inaspettata sorpresa.
“Com’è bello…” si
fermò ad osservare i lineamenti delicati che lo rendevano
simile ad un angelo, i capelli sembravano piume di cigno e avrebbe
voluto toccarli per confermarne la morbidezza. -
C’è qualcosa che non va ?- il ragazzo interruppe i
pensieri della ragazza, prendendola di sorpresa e gettando la ragazza
nel panico. – Ehm.. n-no nessun
problema…- il ragazzo si girò a leggere di nuovo
il suo libro, come se non fosse successo nulla; allora Ahiru decise di
provargli a parlare e di cominciare una conversazione. – Cosa
leggi di bello ?- chiese timidamente, cercando di non sembrare troppo
invasiva, – Romeo e Giulietta.- rispose distrattamente il
giovane, lasciando la ragazza in una situazione piuttosto complicata ed
imbarazzante. Poteva capire che non aveva un cuore, ma qui si stava
parlando delle basi !
Ad un certo
punto una ragazza, o almeno pensò che fosse una ragazza, si
avvicinò a loro con passo deciso e arrogante. - Ciao Mytho,
come stai?- chiese teneramente la giovane, facendo una vocina che
stonava con la corporatura robusta della ragazza. – Bene. -
-Vorrei sapere cosa provi per Rue. Le vuoi bene ?- chiese sicura, con
un sorriso malvagio sul volto, – No, io no.- la rossa non
riusciva a mettere a fuoco la situazione, stava davvero accadendo
quello che i suoi occhi vedevano ? – Allora non ti
dispiacerà metterti con me, giusto ?- - Va bene.- ad Ahiru
cadde la mascella a terra. “Ha detto di si a quel mostro ?!
Capisco che non possa provare amore, ma gli occhi
c’è li ha ancora buoni, vero !? Mon Dieu ! Cosa
dirà Rue !? Lei è la sua ragazza !!”
Non riusciva a credere alle parole del ragazzo. Si guardò in
giro per vedere se qualcuno li stesse osservando, ma l’unica
persona che vide fu Rue, che stava camminando verso quella direzione.
– Adesso cosa faccio ?!- lanciò due sguardi al
ragazzo e a quella sottospecie di balenottera, un senso di nausea le
fece passare la fame. “Devo assolutamente fermare Rue, prima
che veda questo spettacolo orripilante !” – Rue !!-
la ragazza la vide, e con espressione confusa la salutò a
sua volta. - Ciao, ehm…- - Ahiru, il mio nome è
Ahiru, scusa se non mi sono presentata. – gli porse la mano
che la mora strinse incerta, dopo pochi secondi le riconobbe la ragazza
di quella mattina e sul suo viso si dipinse un tenero sorriso.
– Volevi dirmi qualcosa ?- la rossa divenne di pietra.
“Cosa le dico adesso ?” –
Ehm…volevo congratularmi con te per la splendida esibizione
di oggi ! – sorridendo come una sciocca, e strappando una
risata alla mora. – Grazie, sei molto gentile ! –
trovava molto simpatica quella energica ragazza, anche se provava
qualcosa di strano nei suoi confronti, non sapeva esattamente cosa ma
sentiva che erano in qualche modo legate. Intanto, senza accorgersi,
Mytho e la ragazza di prima si erano avvicinati ed Ahiru
sbiancò come se avesse visto la morte in groppa a un
unicorno rosa. – Oh ! Ma guarda chi c’è
Mytho ! La tua EX-ragazza…- rise malignamente la
cicciottella, Ahiru avrebbe voluto tirargli un calcio in faccia, le sue
scarpe avevano un piccolo tacco era sicura che le avrebbe fatto male. -
Scusa?- Rue era rimasta impassibile, con lo sguardo che la guardava
distratta, – Hai capito bene, ora scusaci ma dobbiamo provare
!- e si allontanò con Mytho a braccetto, che non disse
nemmeno una parola. – Sono sicura che quella strega mente !!-
disse arrabbiata Ahiru, non voleva veder soffrire Rue, era
così gentile e dolce nei suoi confronti. – Ma
l’hai vista ?! Tu sei un milione di volte meglio !!- Rue
scosse la testa.
–
Sei così dolce, preoccuparti dei miei sentimenti e ci
conosciamo solo da pochi minuti, grazie, grazie davvero. –
sorrise e si allontanò lentamente, con lo sguardo triste e
fisso davanti a sé. Ahiru non sapeva cosa fare, possibile
che Mytho potesse essere
così…così…cieco !
“Misericordia ! Devo trovare una soluzione al più
presto ! Non voglio che Rue soffra così, preferisco che sia
lei ad avere Mytho, non certo quella cozza !”
Benché si sentisse leggermente cattiva chiamare
“cozza” una ragazza che nemmeno conosceva, doveva
ammettere che quelle ragazza l’aveva fatta davvero
arrabbiare.
Durante quel
pomeriggio le classi di primo e secondo rango si unirono in
un’unica aula, ogni mese chi voleva provare a procedere nella
classe successiva poteva farlo, in modo che chi avesse lavorato
duramente potesse essere ricompensato. – Oggi, chi
vorrà potrà provare ad entrare nella classe del
primo rango, questo significa che uno di loro dovrà tornare
nel secondo rango. Allora c’è qualcuno che vuole
provare ?- si alzò da in fondo una ragazza, quando Ahiru
vide che era la ragazza cicciottella di prima, si chiese se avesse
fatto qualcosa di sbagliato nella sua vita per meritare quello.
– Voglio fare un pax de deux, con il mio partner Mytho.- un
grande brusio si mosse tra il pubblico, sconcertati per il fatto che il
ragazzo fosse diventato il partner di un’altra ragazza e non
più della bella Rue. Mytho si alzò e si
sistemò vicino alla ragazza con i capelli rossicci e legati
in uno chignon disordinato. Cominciarono la loro esibizione: Mytho era
aggraziato e armonioso come al solito, i movimenti erano dolci e
gentile, sembrava quasi che avesse paura di far del male
all’aria che lo circondava. Anche la cicciona se la cavava
bene, ma quando venne il turno dei sollevamenti fu la ragazza a
prendere il principe e non il contrario. “Bhè, non
era possibile che Mytho fosse così
muscoloso….Misericordia ! Nessuno è
così muscoloso accidenti !” pensò
scioccata la rossa. Tutto sommato fu una bella esibizione e loro due
avevano ballato in perfetta sincronia.
–Vediamo
quello che sai fare Rue !- disse arrogantemente la balena, Rue si
alzò senza guardare nessuno in particolare, - Ovviamente per
il pax de deux non potrai avere il mio Mytho, chi sceglierai come
partner ?- Rue si guardò in giro e poi vide Ahiru che la
guardava. “Sono sicura che sarà
perfetta.” Allungò la mano verso di lei e con voce
suadente la invitò a ballare con lei, –
Ahiru, vorresti essere la mia partner ?- sulle prime non rispose, poi
quando il suo cervello ebbe elaborato tutta la situazione,
spalancò la bocca sconcertata.
- C-cosa io
la tua partner ?!- Rue annui convinta con un ingenuo sorriso sul volto,
– Io non sono così brava come te, è
meglio se scegli qualcuno più competente !- disse agitata,
non voleva farle perdere il posto nella classe del primo rango. Rue
insisté e infine ebbe la meglio. – Fai
quello che faccio io.- disse teneramente all’orecchio della
rossa, Ahiru annuì nervosa, con le gambe che tremavano come
due rami scossi dal vento. La musica partì: Ahiru segui i
movimenti di Rue come meglio poteva, non era a tempo con
l’altra e i suoi passi erano molto insicuri.
“
Accidenti ! Non posso farle perdere questa sfida !” Ahiru
fece un lungo respiro e si concentrò, i movimenti divennero
più precisi e fluidi, trovò il giusto tempo e
così si creò un’armonia quasi perfetta
tra le due ragazze. Ad un certo punto Rue le sussurrò
qualcosa all’orecchio mentre le passava vicino roteando su se
stessa.
–
Salta.- e così fece, Rue la prese alla vita e le fece fare
un salto perfetto. Grazie all’aiuto di Rue, Ahiru
riuscì a fare una splendida esibizione e il professore
rimase sbalordito dalla loro bravura e sincronia, benché
fosse la prima volta che ballava insieme. Nessuno osò
fiatare, dopo alcuni secondi, qualcuno cominciò a battere le
mani. Era il ragazzo antipatico con gl’occhi verdi e i
capelli neri, Fakir. Ahiru lo guardò sorpresa, non
si aspettava da lui una cosa del genere. Si trasformò in un
applauso di massa e fu chiaro chi avesse vinto la sfida. La ragazza
sconfitta se ne andò infuriata come una belva, trascinando
Mytho per un braccio mentre lui la seguiva senza dire niente, con lo
sguardo fisso nel vuoto e la bocca semi dischiusa.
Si fermarono
sotto un gazebo di legno bianco nel boschetto dietro scuola, con delle
rose che ornavano i pilastri rendendolo molto romantico e intimo, ma
quello che stava per succedere lì sotto non aveva niente a
che fare con il romanticismo. – Perché non hai
fatto niente ? Io sono la tua ragazza ! Dovevi fare qualcosa !- lo
guardò con un’occhiata di pura rabbia la ragazza
con ancora indosso le scarpette da ballo. – Loro sono state
più brave.- disse freddamente Mytho, quelle parole la fecero
imbestialire ancora di più. Gli tirò un ceffone
che gli lasciò una manata rossa sul viso.
– Basta !! Non voglio più essere la tua ragazza !-
così dicendo se né andò piangendo,
lasciando Mytho solo, sotto il tetto di rose e legno. Il ragazzo non
poteva capire come si sentiva la giovane, il suo cuore era distrutto in
vari pezzi e non poteva provare sentimenti, ma la ragazza non poteva
saperlo. La balenottera azzurra correva disperata senza meta, lontano
da tutto e da tutti; Ahiru, intanto, la stava cercando per confortarla,
si sentiva così in colpa, voleva rimediare in qualche modo a
quello che aveva pensato. La vide correre nella sua direzione con le
mani che le coprivano il viso rigato dalle lacrime. Grazie al cielo si
era informata sul conto della ragazza e ora poteva darle un nome :
Lory. – Lory, aspetta ti devo parlare !- gli corse incontro,
ma venne superata senza essere degnata neanche di uno sguardo, si mise
a correre anche lei continuando a chiamarla per nome.
Quando
riuscì a raggiungerla, Lory stava colpendo alberi con le
robuste mani, lasciando ammaccature sulla dura corteccia, sotto gli
occhi increduli della rossa. – Lory fermati ti prego !- solo
allora si accorse di una figura vicino alla ragazza che emetteva una
tiepida luce rossiccia. “ Mon Dieu !Quello è un
frammento del cuore di Mytho !” Il frammento aveva
l’aspetto di Mytho, però sembrava una figura
astratta che non poteva essere toccata con le mani.
–
Princess Tutù !!- il ciondolo, al suono di quelle parole,
s’illuminò; una luce avvolse Ahiru e la
trasformò in nella principessa. Indossava un tutù
bianco dai bordi rosa chiaro, una coroncina in testa d’oro,
due braccialetti di perle ai polsi e un paio di scarpette da ballerina
rosa. La sua armatura da combattimento era pronta.
- Io sono
Princess Tutù ! Torna da me !- il frammento si
girò verso di lei con sguardo indifferente e lanciandogli
un’occhiata di ghiaccio. Poi entrò nel cuore di
Lory facendola gridare di dolore, – No !- la ragazza
cicciottella guardò la rossa. – Cosa vuoi ? Sei
venuta qui per prenderti gioco di me ?!- - No, io…-
l’altra cominciò a ballare: una danza arrabbiata,
piena di dolore e collera, con movimenti pesanti e rigidi. Il
ballo di Lory stava creando un vento sempre più potente che
piegò le piante circostanti,– Lory questa non
è la tua danza !! Fermati !!- - La mia danza è
sempre stata così, piena di sentimenti negativi e di dolore
!!- il vento diventò un vero tornado, Princess
Tutù si protesse con le mani e cercò di non
essere trasportata via dal vento impetuoso. Poi, fece girare le mani
sopra la sua testa e ne tese una verso Lory, con un sorriso
confortante e che dava coraggio. – Vuoi ballare con me ?-
disse con la voce melodiosa e calma, la ragazza smise di ballare e la
guardò triste in volto. - Una volta, dissi a Rue che sarei
diventata brava come lei a ballare, ero rimasta incantata dalla sua
bravura, ma lei mi rispose che sarebbe stato impossibile per
me. Il mondo mi è crollato addosso, ho cominciato a provare
un odio profondo e ho deciso di vendicarmi di quelle sue parole!- le
lacrime bagnarono il giovane volto di Lory, Princess Tutù
capì immediatamente che lei aveva frainteso le parole di
Rue, le si avvicinò lentamente e le parlò
teneramente. – Non piangere, Rue ha ragione, tu non potrai
mai ballare come lei.- la ragazza gli lanciò
un’occhiata di fuoco, – Zitta !! - -Nemmeno io
potrò mai ballare come lei, ognuno ha il suo stile, il suo
modo di ballare; lei ti voleva far capire che dovevi trovare il tuo
balletto. Che dici, vuoi provare con me ?- la ragazza rimase senza
parole, aveva frainteso tutto e se ne accorse solo ora che le aveva
parlato quella ragazza così bella e gentile; si
avvicinò alla ballerina, gli prese la mano e cominciarono a
ballare. I dolci movimenti di Tutù e di Lory crearono una
magica atmosfera. “Ognuno ha il suo modo di ballare: il mio
è dolce e pieno d’amore, quello di Lory
è aggraziato ma potente, ed è così che
deve essere.”
I movimenti
della ragazza robusta, divennero più gentili e,
benché fossero di una certa potenza, non mancavano di grazie
ed eleganza. Tutù sorrise contenta, si era pentita di aver
pensato male di quella ragazza, ma ora aveva saldato il suo debito e
poteva danzare con lei senza darsi problemi.
Quando
finirono di ballare, il frammento del cuore uscì dal cuore
di Lory, la ragazza cadde a terra svenuta, - Io sono “la
rabbia”, grazie per avermi trovato.- disse con un sorriso
sforzato, che rovinò il bel viso del giovane.
–Vieni.-
Tutù allungò le mani e il frammento divenne un
piccolo pezzo di rubino che si andò a posare sui suoi palmi
vellutati. – Torna dal principe !- il frammento
volò via in una scia luminosa, diretto verso il suo vero e
unico proprietario. Ora che aveva ritrovato un pezzo di cuore, sentiva
che poteva completare la sua missione, avrebbe dovuto soltanto
impegnarsi affondo e stare vicino al suo amato principe.
Mytho era
seduto sui gradini del gazebo, dove era stato lasciato dalla ragazza.
Non sapeva cosa stava aspettando, semplicemente non aveva altro da fare
e sapeva che Fakir o Rue l’avrebbero presto raggiunto, quindi
non ci sarebbe stata ragione di spostarsi da lì.
All’improvviso si sentì invadere da una rabbia
incontenibile, cominciò a prendere a pugni e a calci tutto
quello che incontrava: alberi, pietre e piante. Dentro di lui
sentì come se un vulcano stesso eruttando per la prima volta
dopo secoli di sonno, come lava calda, la rabbia lo avvolse
completamente rendendolo incapace di pensare. Dopo qualche tempo, si
accasciò vicino ad un albero, con la mani insanguinate e
senza più energie. Lì perse i sensi, stremato e
dolorante.
Intanto Fakir
lo stava cercando, non poteva permettere che andasse in giro da solo,
avrebbe potuto combinare qualche disastro, - Mytho, dove sei ?!- quando
lo vide a terra, vicino ad un albero, con le mani
insanguinate si precipitò verso l’amico.
– Mytho, ma cosa ti è successo !?- il ragazzo non
gli rispose e preso dalla preoccupazione lo prese in braccio e lo
portò nella sua camera correndo alla sua massima
velocità. “Cosa sarà mai
successo ? Perché ha tutte la mani insanguinate ?”
Fakir non riusciva a darsi una spiegazione, ma sicuramente
l’avrebbe scoperto in un modo o nell’altro.
-Così
il primo frammento è stato raccolto e consegnato,
brava Ahiru ! Ma riuscirai a trovare tutti i pezzi del suo cuore ?- un
signore in un luogo oscuro, osservava la scena divertito, una risata
agghiacciante riempì quel luogo proibito e senza vita. Quale
sarà il suo vero nome ?
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Capitolo 5 *** capitolo 4 ***
Il
cielo era coperto da nuvole grigie, la pioggia cadeva verso il suolo
bagnando i
fiori e la terra scaldata dai molti giorni di sole che si era
susseguiti in
quel periodo.
Ahiru
era in classe, e stava ascoltando il professor Bunner che dava le
ultime indicazioni
sui provini per “La bella addormentata”. - Bene,
come ben sapete, domani ci
saranno i provini per le parti nella rappresentazione della Bella
addormentata,
quindi, chi vuole partecipare si presenti alle 9.00 di mattina, non un
minuto
dopo.- dettò ciò, la lezione continuò
come di consueto. Ahiru era molto carica,
aveva lavorato allungo e molto duramente per avere una parte nella
rappresentazione, avrebbe dato il meglio di sé e ballato
come meglio sapeva. Melany
e Sonia si accorsero che i movimenti della ragazza erano molto migliori
e che
riusciva a fare esercizi che prima non le riuscivano. Era
così fiere e
orgogliose della loro amica, già la prima volta che
l’avevano vista, capirono
che quella ragazza era speciale e in grado di grandi cose. - Ahiru,
vedo che
sei molto migliorata ! Continua così e riuscirai ad entrare
nella classe di
primo rango ! - si complimentò Sonia sorridendo con i denti
bianchi come perle,
Melany scuoteva il capo energicamente, – Si, la mia Ahiru sta
diventando grande
!- disse gettandosi al collo della rossa e facendo finta di piangere.
– Come
farei senza di voi, ragazze !- - Semplicemente non faresti nulla !-
scoppiarono
a ridere allegramente, ricevendo in cambio una levata di testa dal
professore
che non gradiva che si perdesse tempo durante le sue lezioni.
La
mattinata passò tranquillamente e velocemente insieme alle
lezioni pomeridiane
che furono molto piacevoli e non particolarmente pesanti. Alle quattro del
pomeriggio, Ahiru stava
passeggiando nei giardini della scuola, osservando i fiori dai mille
colori,
aveva smesso di piovere e il cielo si era aperto mostrando il sole
giallo e
brillante. Le gocce di pioggia sui petali dei fiori sembravano piccoli
diamanti, che brillavano come stelle alla luce. Lo sguardo della
ragazza venne
catturato da delle rose in un’aiuola tutta per loro. Erano
così belle : i fiori
erano grandi come una mano e avevano petali di un blu così
scuro da sembrare
blu. Ahiru guardava estasiata quelle meravigliose creazioni, quando la
sua
attenzione fu catturata dall’ombra di un ragazzo dietro di
lei. Quando si girò
si ritrovò il suo bel principe guardarla incuriosito e con
uno sguardo
arrabbiato. - Ciao.- disse il ragazzo con voce dura, la ragazza
notò subito dal
tono della voce, solitamente piatto e basso, che c’era
qualcosa che era
cambiato in lui. “Deve essere per colpa del frammento che gli
ho riportato
l’altro giorno.” Si disse la giovane. –
Ciao !- lo salutò gentilmente lei, i
suoi occhi caddero involontariamente sulle mani fasciate di lui,
– Mon Dieu !
Cosa ti sei fatto alle mani ?- chiese la rossa prendendo le mani di
Mytho e con
la voce leggermente tremante. Il ragazzo non capì tutta
quella preoccupazione,
né Fakir né Rue si preoccupavano così
per lui. – Mi sono ferito, ma perché ti
preoccupi tanto per me ?- -
Ma come
perché ?! Sei ferito ! Chiunque si preoccuperebbe !- disse
Ahiru, anche se
sapeva bene il motivo di quella domanda. Mytho si sentì
invadere da uno strano
calore, la rabbia improvvisamente si placò e sul suo volto
si formò un dolce sorriso,
le prese le mani e la guardò negl’occhi azzurri. –Grazie.- poi se
ne andò, lasciando la ragazza
con il volto in fiamme per l’imbarazzo.
“
Mytho mi ha ringraziato !!!! Oh, Mon Dieu !!!” ma la sua
felicità non durò
molto, perché qualcuno aveva osservato la scena infastidito.
– Lascialo in
pace.- una voce secca, dura come l’acciaio, come una
pugnalata al cuore la fece
ritornare in sé. Era Fakir. – Perché ?
Cosa ho fatto ?- chiese innocentemente
la ragazza, lui la guardò ancora più intensamente
desiderando di poterla
congelare sul serio. -
Devi lasciarlo in pace, hai capito !- l’istinto omicida della
ragazza crebbe a
livelli pericolosissimi, prese un grosso respiro e si girò
su se stessa
andandosene più lontano possibile da quell’essere
antipatico e maleducato. Se
solo fossero stati da soli, l’avrebbe preso e ucciso con le
sue stesse mani.
Quando
ormai il sole era già sceso oltre le coline che circondavano
la città, Ahiru
andò a dormire, la mattina seguente si sarebbe dovuta
svegliare presto per
partecipare alle audizioni, ed era un po’ agitata. Aveva
provato tantissimo, ma
la paura rimaneva come un sassolino nella scarpa che non riesci a
togliere.
Cercò di calmarsi e di dormire il più possibile,
poco dopo si addormentò senza
neanche accorgersi e il suo ultimo pensiero cadde sul bel principe
senza cuore.
Un
uccellino stava canticchiando davanti ad una finestra, aveva le piume
azzurre e
il becco era giallo chiaro. Quando la finestra venne spalancata
improvvisamente, volò via andandosi poi a posare su un ramo
di un albero li
vicino. Una ragazza con i capelli rossi e gl’occhi azzurri
fece un grande
respiro e con il viso pieno d’energia ammirò il
cielo senza neanche una nuvola.
Ahiru era pronta. Sapeva cosa doveva fare e cioè ballare con
tutta l’anima e
con tutto il suo cuore. Il
teatro era un vecchio edificio color vaniglia, al suo interno
c’erano più di
millecinquecento posti a sedere, il soffitto era decorato con affreschi
che
raffiguravano alcune delle scene più belle del balletto e
del teatro: Romeo e
Giulietta nella scena del balcone, una scena del “Il lago dei
cigni”,
un’orchestra musicale con un pianista come solista e molte
altre che
richiamavano il mondo dell’arte.
L’edificio
era gremito di gente, moltissimi ragazzi e ragazze erano intervenuti
per
quell’audizione, per non contare poi tutti gli addetti alla
scenografia e alla
coreografia che erano venuti per vedere chi sarebbero stati coloro che
avrebbero ballato su quel palco sotto le vesti di Aurora e del principe
Filippo. Ad
un tratto una voce familiare richiamò l’attenzione
della giovane, la quale
cominciava a sentire l’asia crescere sempre di
più. - Ahiru ?! Ci sei anche tu
!- la rossa si
girò e si ritrovò davanti
Rue, con un sorriso che gli arrivava alle orecchie.
- Ciao Rue ! Come sono felice di rivederti !
– esclamò la rossa entusiasta e sollevata di
conoscere almeno una persona in
mezzo a tutti quegli sconosciuti. –
Anche io sono molto felice, dimmi per quale parte farai
l’audizione ?- - Per una
delle fate madrine . – Rue divenne perplessa, – Ma come ? Non
vuoi fare Aurora ?- -
No, non sono all’altezza, mi basta avere un ruolo minore, ne
sarei felicissima lo
stesso !- il sorriso di Ahiru contagiò anche
l’altra, pensando che la ragazza
poteva aspirare a un ruolo più importante. –
Immagino che tu partecipi per Aurora, spero
che tu vinca, mi piacerebbe ballare sul tuo stesso palco. - -
Così, mi metti in
imbarazzo !- Rue era diventata tutta rossa, non aveva mai trovato una
ragazza
così gentile e solare. “Mi sta proprio simpatica,
è completamente diversa dalle
altre.” Le due ragazze si salutarono e andarono a prepararsi
nei camerini
preparati appositamente per gli studenti della scuola di danza. I
giudici erano
il professor Bunner, la professoressa Alice insegnate di
teatralità e il pianista
Jason. Ahiru inizialmente fu sorpresa di vederlo tra i giudici, ma poi
si rese
conto che stava parlando del pianista più bravo che
conoscesse, anche se doveva
ammettere che non ne conosceva molti. – Bene ragazze,
cominciamo le audizioni,
la prima per il ruolo di Aurora è la signorina
Milena.– una ragazza si mise al
centro del palco e cominciò la sua esibizione. La guerra era
cominciata, non si
sarebbero fatti prigionieri, ci potevano essere solo pochi vincitori e
per vincere
avrebbero dovuto sputare sangue e ballare finché avessero
energia.
Erano
tutti nervosi, i giudici non sembravano convinti, le prime tre erano
state
brave ma non avevano ballato con sentimento, si era creata
un’atmosfera pesante
e Ahiru aveva paura di esserne sopraffatta e fare
un’esibizione orribile. Ma
ora era il turno di Rue. Entrò sul palco con gli occhi
puntati davanti a se e calò
il silenziò. Aveva indosso un tutù rosso come il
sangue, ornato con ricami
argentei che raffiguravano delle rose e spine, le scarpette erano nere
come i
suoi capelli raccolti in un ordinato chignon.
Quando
la musica iniziò, Rue seppe cambiare completamente
l’atmosfera: i suoi
movimenti erano così delicati e aggraziati da poter essere
paragonati a petali
di rosa che cadevano dal cielo, trasportati dalla brezza gentile
primaverile.
Rimasero tutti senza parole. Rue era così precisa e fluida
nei movimenti che
sembravano parte di lei, ma anche la teatralità era
perfetta. Le sue
espressioni lasciavano trapelare tutte le emozioni che suscitava la
musica, il
suo corpo cantava insieme alla musica e riuscì a creare una
magia meravigliosa.
Ahiru ne rimase incantata, quando finì
l’esibizione non poté far meno di
applaudire con entusiasmo. Il teatro si riempì di applausi,
i giudici si
alzarono e si complimentarono con la ragazza che sorrideva soddisfatta,
uscì di
scena con un grande inchino, quando passò vicino a Ahiru gli
sussurrò qualcosa.
- Mi raccomando,
voglio te, vicino a me
su quel palco…- dettò
ciò si sistemò
dietro le quinte per osservare l’esibizione
dell’amica, curiosa di vedere cosa
avrebbe ballato e se fosse migliorata dall’ultima volta che
aveva ballato con
lei. - E ora passiamo alle audizioni per le fate. La prima è
la signorina
Ahiru.- alla ragazza venne un infarto, l’agitazione si
impossessò di lei, camminò
rigidamente sul palco, sembrava una bambola di legno. Si poteva vedere
la
tensione sul suo volto come se fosse stata dipinta. Rue lo
notò immediatamente
e prendendo un grande respirò gridò, –
Ahiru ! Metticela tutta !- lei si girò
verso la ragazza rossa per l’imbarazzo, ma grazie alle parole
dell’amica
l’ansia se n’era andata e ora poteva muoversi
liberamente. Si
mise in posizione e chiuse gl’occhi,
cercando d’immedesimarsi. La musica cominciò e
tutti rimasero stupiti dalla
scelta del brano. Aveva infatti deciso di ballare La mort du cygne dal
Le lac
des cygnes.
“Sono
un cigno, un bellissimo cigno ferito, che vola stremato per poi
adagiarsi a
terra, morto…” pensando ciò,
cominciò a muovere le braccia lentamente e con
grande eleganza, il volto si riempì di dolore e angoscia
lasciando tutti
sorpresi e senza parole. “Wow,
Ahiru è
migliorata davvero molto, avrebbe dovuto partecipare
all’audizione per la
principessa, sarebbe stata un ottima rivale.” Rue sorrideva,
felice che la sua
amica stesse andando così bene. Intanto la ragazza aveva
continuato la sua
esibizione, le sue braccia sembravano ali morbide e bianche come
nuvole, era
riuscita a catturare l’attenzione di tutti e questo giocava a
suo favore. Piegò
il busto all’indietro, alzando la gamba sinistra che
andò a pochi centimetri
dalla testa, le gambe cominciavano a tremare, poi tornò
dritta e, con un
movimento veloce dei piedi, fece alcuni giri su se stessa. Ora arrivava
la
parte più difficile : saltare. Non era mai riuscita a fare
un bel salto, aveva
paura di cadere e farsi male e questa la bloccava, ma doveva
assolutamente
tentare. Girò su se stessa, mise un piede a terra e prese lo
slancio, ma verso
la fine appoggiò male il piede e cadde a terra, procurando
uno spavento
generale. “ Forza ! Non è successo niente
!” Si
rialzò dolorante, non aveva perso la
concentrazione e continuò la sua
esibizione come se fosse stato tutto programmato. Si
accasciò a terra
lentamente e pose le sue mani sulla gamba distesa, nascondendo il
volto. Ci fu
un lungo momento di silenzio e poi un grande applauso riempì
tutto il teatro.
Ahiru alzò il viso incredula, tutti quegli applausi erano
per lei ? Si alzò
piano, piano e fece un
piccolo inchino,
sorridente si diresse dietro le quinte. Rue era li che
l’aspettava, - Sei stata
bravissima ! - - Dici sul serio ?! Non mi stai prendendo in giro ?-
l’altra
scoppiò a ridere divertita, – Ma ti pare ! Sei
stata fenomenale ! Complimenti
la parte è sicuramente tua. – Ahiru non riusciva a
crederci. “ Ho avuto la
parte, ho avuto la parte ! Ho avuto la parte !!!!!”
Saltò di gioia e abbracciò
Rue che rimase confusa, poi ricambio anche lei, quel contato le fece
sentire un
calore che non aveva provato per molto tempo, ma allo stesso tempo
sentiva uno
strano sentimento nascere dentro di lei. Cosa poteva essere ?
Ahiru
uscì dal teatro tutta contenta, anche se aveva sbagliato il
salto, la sua
esibizione era stata davvero molto apprezzata dai giudici, la faccia
che aveva
fatto il signor Bunner non aveva prezzo, se ci pensava gli veniva
ancora da
ridere. Guardò l’orologio del campanile che
s’innalzava verso il cielo: erano
appena le undici. Cosa avrebbe potuto fare ? Le lezioni erano state
sospese per
le audizioni, quindi avrebbe potuto fare una bella passeggiata nei
giardini
della scuola, oppure fare un giro in città… ma
certo !! Poteva andare a trovare
Edel !
Edel
era una ragazza molto seria e matura, aveva capelli verdi come
l’erba e la
pelle bianca come la neve, le labbra di un violetto candido e due occhi
blu
come il mare. La ragazza aveva qualche anno in più di Ahiru,
e la cosa più
strana è che sapeva esattamente chi fosse e tutta la sua
storia strampalata, la
ragazza non aveva mai voluto rispondere alle domande di Ahiru su cose
sapesse
la sua storia, così la rossa aveva lasciato perdere.
Lasciandosi conquistare
dalla gentilezza e dalle parole della giovane donna. Ahiru la
trovò senza
difficoltà: infatti, Edel, era sempre in piazza o nelle vie
principali della
città, vendeva gioielli di pietre preziose e intanto suonava
un…un….bhè a dir
la verità non sapeva neanche lei cosa fosse, lei girava una
manovella e usciva
una musica molto carina che attirava i clienti. La venditrice le dava
molti
consigli, l’aveva conosciuta un giorno di pioggia, quando
stava correndo per
cercare un riparo e la vide sotto un portico a suonare. Le si
avvicinò e
cominciarono a parlare e così ogni volta che andava in
città, Ahiru si fermava
dalla ragazza per parlare con lei. Benché si conoscessero
ormai dai qualche
settimana, la strana ragazza continuava
a rivolgersi ad Ahiru in tono molto formale, suscitando
perplessità
nella ragazza con i capelli rossi. Quando la vide sotto un albero in
mezzo alla
piazza, le corse in contro agitando una mano, - Edel !- la ragazza si
girò
verso di lei e le sorrise gentilmente.
–
Ciao Ahiru. - - Ciao Edel, come va ?- - Bene, tu ? Cosa fai qui ?
Dovresti
essere a lezione.- la rossa scosse la testa, – No, oggi
c’erano le audizioni
per lo spettacolo e indovina ? Ho avuto la parte per una delle tre fate
!! O
almeno penso sia così…-
-
Brava, sono felice per te.- la ragazza la guardò, non le
sembrava
particolarmente entusiasta, ma lei era fatta così, molto
indifferente e
tranquilla, – Dimmi, hai qualche gioiello nuovo ?- la ragazza
guardò la piccola
bancarella che aveva davanti a lei, c’erano pietre di ogni
tipo: rubini,
smeraldi, zaffiri e persino diamanti ! Ma il suo sguardo venne
catturato da un
braccialetto argenteo, aveva un pendente a forma di cuore con uno
zaffiro
incastonato.
– Questo
come si chiama ?- la ragazza prese il
bracciale, osservandolo incantata, – Questo si chiama
“amicizia”, se lo doni a
un caro amico, rimarrete amici per sempre, anche se dovreste separarvi,
prima o
poi vi ricongiungerete.- ad Ahiru s’illuminarono gli occhi,
sapeva
perfettamente a chi regalarlo.
– Quanto costa ?- - Per te niente, è
un
regalo.- prese le mani della giovane e glielo mise sui palmi vellutati.
–
Cosa !? Non posso accettare !- l’altra le chiuse la bocca con
un dito, - Niente
ma ! Ora vai !- Ahiru le sorrise con tutta la gratitudine che provava e
dopo
averla ringraziata un centinaio di volte, ritornò alla
scuola di corsa.
Le
audizioni erano finite e il signor Bunner appese un foglio con i nomi
dei selezionati
su una bacheca di legno, davanti all’edificio centrale della
scuola. Una
piccola folla si formò davanti alla bacheca, curiosi e
ansiosi di sapere i
risultati. Ahiru si avvicinò sorridente, sapeva
già che la parte era sua, ma
aveva paura che ci fosse stato un ripensamento da parte dei giudici.
“Ok, al
tre, one, deux, trois !” alzò gl’occhi,
ma quando vide che il suo nome non era
tra quelli che erano stati scelti per il ruolo di una delle fate, la
delusione
e la tristezza s’impossessarono del suo viso.
“Perché ? Perché non sono stata
scelta ? Pensavo di aver fatto una bella esibizione !” Gli
occhi cominciarono a
diventare lucidi e una lacrima solitaria le bagnò una
guancia, – Ahiru !- una
voce familiare la chiamò, era Rue.
–
Ahiru, cosa c’è che non va ?- la ragazza si
gettò al collo della ragazza, in
lacrime, – Non sono stata scelta ! Non sono stata scelta,
capisci !? Perché ?!-
Rue, rimase di sasso, non poteva crederci, la sua performance era stata
quasi
perfetta ! Si diresse furiosa a controllare, cercò il nome
della sua amica su
ogni angolo di quel maledetto foglio
arancione, ad un tratto sul suo volto si dipinse un sorriso raggiante.
–
Perché sorridi ?- chiese la rossa confusa, si
asciugò le lacrime sul viso con
il dorso delle mani, e si avvicinò alla mora, – Ahiru sei stata
scelta per il ruolo di
Malefica !!- Ahiru sgranò gli occhi, ci mise alcuni secondi
per elaborare
l’informazione e poi spalancò la bocca senza
parole. –M-mon Dieu ! N-non può
essere !!- le due ragazze saltarono di gioia e si abbracciarono, erano
state
entrambe scelte e avrebbero potuto ballare ancora una volta sullo
stesso palco.
-
Come mai tutto questo entusiasmo ?- una voce vacua attirò le
due ragazze, –
Mytho !- Rue lasciò Ahiru e lo raggiunse, – Come
stai ? E’ da un po’ che non ci
vediamo !- -Bene grazie, tu ?- - Bene, ho avuto la parte di Aurora
nella
rappresentazione !!- -
Sono contento per
te !- i suoi occhi non esprimevano felicità ma a Rue andava
bene così,
l’importava solo che lui rimanesse sempre con lei, lui era
l’unica persona che
aveva mai amato. – E indovina ? Ahiru sarà
Malefica ! Non è meraviglioso !- la
rossa sobbalzò, era stata in disparte ad ascoltare i due
ragazzi, non voleva
certo fare il terzo incomodo. – Bello.- - Saremo tutti e tre
sullo stesso
palco.- Mytho aveva ovviamente ottenuto la parte del principe Filippo,
la sua
esibizione era stata perfetta, uno dei giudici si era addirittura messo
a
piangere per la bravura che aveva dimostrato.
–
Mytho vieni !- una voce dura e cruda spaccò
quell’atmosfera di festa come uno
specchio colpito da un masso.
– Si.- un ordine, una risposta. “Come
vorrei
prenderlo e #@!?[, e poi fargli @:#!!” Le buone maniere di
Ahiru decisero di
andarsene per una vacanza momentanea, raccolse tutta
l’acidità che aveva dentro
di sé e gli rispose a tono. – Ma guardate chi
è arrivato ! Che c’è ? Nella tua
caverna faceva troppo freddo e non sapevi come accendere un fuoco ?-
Fakir fece
una smorfia, offeso e irritato, non si aspettava una risposta del
genere dalla
ragazza dai capelli ramati, – Ha parlato la prima ballerina
!- disse in tono
ironico con un sorriso divertito in faccia, - Ma come ti permetti !!-
Mytho si
avviò verso l’amico e se ne andarono lasciando la
partita 1 a 0 per il ragazzo
con i capelli neri. – Questa me la paghi, carciofo !!!- Fakir
non sapeva cosa
dire, era un’ offesa ? “Carciofo ? E questa da dove
gli è venuta fuori ?”
Rue
guardò il suo amato andarsene ancora una volta sotto le
grinfie di quell’antipatico
di Fakir, si rattristò e Ahiru lo notò subito,
era il momento di dargli quella
cosa. – Senti Rue …- la ragazza si girò
lentamente verso l’amica. – Ho qualcosa
per te.- detto ciò prese il braccialetto e glielo
legò al polso. L’altra lo
guardò stupefatta. Era bellissimo. – Si chiama
“amicizia”, l’ho preso pensando
a te, spero che diventeremo grandi amiche !- il sorriso di Ahiru
riportò la
gioia alla mora che era commossa da un simile regalo. –
Grazie ! Nessuno mi ha
mai regalato qualcosa di così bello.- Rue si sentiva al
settimo cielo, era la
prima volta che una persona le faceva un regalo del genere,
l’avrebbe custodito
con estrema gelosia.
Dopo
essere tornate insieme al dormitorio delle ragazze, si salutarono e
andarono
immediatamente a dormire, stanche e affaticate per la lunga giornata
che
avevano trascorso.
-
Bene, bene. A quanto pare la paperella comincia a farsi dei nuovi
amici…Ah,ah,ah
!! Che patetico, è solo una stupida papera !
L’amicizia le porterà solo guai…-
l’uomo
sedeva su una seggiola a dondolo, guardava divertito la scena riflessa
su uno
specchio incorniciato da un bordo d’argento. Intorno a lui
numerosi ingranaggi
giravano senza fermarsi, precisi e veloci. Che cosa aveva in mente
quell’uomo
inquietante ?
|
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Capitolo 6 *** capitolo 5 ***
-
Quante volte ti ho detto di non parlare con alcuno ?! Sei il solito
stupido !!-
un ragazzo dai capelli corvini stava sgridando un altro giovane con
gl’occhi
color ambra. Mytho
lo guardava in silenzio, il viso teso e concentrato, come se si stesse
trattenendo. –
Non so più come dirtelo!-
quella fu la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, –
Smettila di trattarmi
come se fossi una bambola !!!!!- la voce del principe riempì
tutta la stanza,
lasciando Fakir senza parole, mai una volta Mytho aveva risposto ai
suoi
rimproveri o aveva mostrato sentimenti; si limitava ad annuire ed ad
eseguire i
suoi ordini. “Perché è così
arrabbiato ? Non è possibile, lui non ha
un…almeno
che…. un pezzo del suo cuore non sia ritornato !!”
Fakir, con gli occhi
spalancati dallo sconcerto, si girò su se stesso e
uscì dalla stanza. Si
appoggio alla porta con la schiena e lentamente si lascio scivolare
fino a
sedersi sul pavimento con il volto coperto dalle mani tremanti.
“ Non posso
permettere che il cuore di Mytho ritorni, sarebbe una catastrofe !!
Devo
scoprire come ha fatto a recuperare un frammento del suo
cuore.” Si alzò di
scatto e corse verso la biblioteca della scuola, doveva trovare
“quel libro” ad ogni costo.
Mytho
era rimasto al centro della stanza, respirando affannosamente, non
credeva di
essere in grado di reagire così, cos’era questa
forte sensazione che provava ?
Si sentiva caldo e pieno di energie, come se una bomba fosse esplosa
dopo tanto
tempo che era rimasta indisturbata. Dopo quella sfuriata si sentiva
molto
meglio, più leggero e più tranquillo, da un certo
punto di vista. Prese la sua
borsa con le scarpette e gli abiti di danza e uscì dalla
camera, dirigendosi
verso l’edificio centrale.
Ahiru
era nella sua stanza e stava provando alcuni passi, quando vide
l’orologio
appeso sopra il suo letto gli venne quasi un infarto. – Mon
Dieu ! è
tardissimo !!- uscì dalla camera
senza nemmeno cambiarsi e corse alla velocità della luca
verso la sua classe,
maledicendosi per essere sempre così sbadata e ritardataria.
Intanto
nell’aula, Sonia e
Melany si stavano
riscaldando, e si chiesero dove fosse finita l’amica.
– Ma dove sarà Ahiru ?- Sonia
guardò l’altra ragazza, aspettando una risposta, -
Sarà di nuovo in ritardo.- disse
rassegnata la ragazza con i capelli scuri, le due si guardarono e
annuirono
convinte, ormai arrese al piccolo difetta dell’amica. – Cambiando
discorso, tu dici che sarà in
grado di fare la strega, nella rappresentazione ?- la bionda ci
pensò su, –
Lei è molto dolce, pura e sincera, mette sempre gli altri
davanti a se ed ha un
cuore d’oro. Avrà qualche difficoltà a
interpretare un ruolo oscuro e cattivo
come quello, ma
sono sicura che se la
caverà in qualche modo !- Melany fece un grosso sorriso e
annuì. La porta si
spalanco improvvisamente attirando l’attenzione di tutti i
presenti.
–Sono qui
!!- -Ahiru !- gridarono le sue
amiche, sollevate che la rossa fosse riuscita ad arrivare prima del
suono della
campanella. - Scusate per il ritardo, mi stavo esercitando e non ho
visto l’ora
che si era fatta !- Ahiru aspettò i rimproveri di Melany e
le frecciatine
incoscienti di Sonia, ma non ci fu nulla. Ahiru le guardò
meglio e quello che
vide la lasciò parecchio perplessa.
“
Mon Dieu ! Ma cosa…?” Le due ragazze avevano gli
occhi lucidi, Melany cominciò
a parlare con la voce rotta dalle lacrime imminenti. –
S-sono…così…orgogliosa
!!- Le due gli si gettarono al suo collo in lacrime, Ahiru non sapeva
cosa
pensare, – Sei diventata così responsabile ! Ti
eserciti tutto il giorno e non
arrivi più in ritardo !- - La mia Ahiru è
diventata grande senza di me
! Se ne andrà con un baldo giovane e ci
lascerà sole nella nostra misera esistenza !!- Sonia ruppe
la magia di quel
momento con quella frase poco consona alla situazione e che aveva del
comico, –
Cosa ho detto ?- Ahiru e Melany scoppiarono a ridere, Sonia le
guardò confusa,
ma poi si lasciò trasportare da quella risata contagiosa
procurando un
rimprovero da parte del professore. –
Basta ridere ragazze ! Preparatevi per la lezione!- il signor Bunner
entrò in
aula e battendo le mani fece tornare il silenzio. La lezione
continuò senza problemi,
Ahiru e le altre erano migliorate molto e provavano una grande
soddisfazione
riuscire a fare esercizi che prima risultavano difficili, il signor
Bunner se
ne accorse e non poté che essere soddisfatto dei suoi
alunni.
Verso
le dieci Ahiru stava passeggiando spensierata nel boschetto dietro
l’accademia,
le piaceva molto quel posto, era tranquillo e dove ci si poteva
riposare. Gli
alberi erano ricoperti di foglie verdi, che, quando venivano scosse dal
vento,
producevano un suono dolce e rilassante, gli uccellini cantavano
allegri tra i
rami e alcuni scoiattoli correvano giù dai tronchi per
raccogliere delle
ghiande cadute al suolo.
D’un
tratto sentì delle voci, erano di un
ragazzo e di una ragazza, non erano molto distanti e, curiosa fino al
midollo,
decise di scoprire a chi appartenessero. Seguì quei suoni
nel bosco, fino ad
arrivare ad una radura con un’erba di un verde chiaro e
moltissimi fiori di
campo, sotto un albero di ciliegio in fiore c’erano Rue e
Mytho. Ahiru si
nascose dietro un tronco e rimase li a guardarli. “ Sono Rue
e Mytho ! Come
sono dolci insieme !” rimase a guardarli un po’ di
tempo, ma più li guardava e
più cresceva in lei un senso di tristezza e malinconia a cui
non riusciva a
dare una spiegazione. “Perché ho questa voglia
improvvisa di piangere ?” senza
sapere il perché, scappò via, correndo nel
boschetto senza neppure guardare
dove stesse andando.
Rue
e Mytho stavano facendo un pic-nic per passare un po’ di
tempo insieme, Rue
amava profondamente quel ragazzo freddo e distaccato, adorava i suoi
occhi
vacui e inespressivi, non l’importava se lui non
l’amava realmente, lei voleva
solo che lui rimanesse sempre con lei. Era stata solo per molto tempo,
mentre
ora aveva accanto qualcuno che, anche se per illusione,
l’amava. - Tu mi vuoi
bene ?- la domanda improvvisa di Rue non provoco la minima reazione in
Mytho,
che la guardò come di consueto, – Si, ti voglio
bene.- la sua voce non lasciava
trasparire la minima emozione, come se quello che aveva appena detto
fosse una
frase imparata a memoria. Rue fece un sorriso stanco, – Io
invece, ti amo con
tutto il cuore, rimarrai sempre con me ?- -Si.- la voce vacua e il
volto
inespressivo non ferivano, Rue sapeva che il ragazzo era privo di
cuore. Non
sapeva esattamente perché, ma, come in un ricordo lontano,
sentiva delle parole
che continuavano a girargli nella mente: il principe senza cuore deve
essere
mio. Rue
aveva la testa appoggiata sopra le gambe
del ragazzo e, senza rendersi conto si addormentò, con un
dolce sorriso dipinto
sul viso di perla. Lei non poteva immaginare che quella
felicità non sarebbe
durata ancora per molto e che la sua vita sarebbe stata stravolta per
sempre.
Ahiru
stava correndo ormai da parecchi minuti, senza guardare dove andasse,
rischiò
più volte di scontrarsi con le persone che camminavano in
strada. Non le
importava, desiderava solo andare più lontano possibile
dalla scena a cui aveva
assistito poco prima. Ad un certo punto, stanca e senza fiato, si
fermò
respirando affannosamente. Si guardò in torno e vide che era
arrivata in città
senza neanche accorgersene, una musica allegra attirò la sua
attenzione e
quando vide Edel, si sentì subito meglio.
Sotto
un albero vicino alla strada, stava la ragazza con la sua piccola
bancarella
portatile dove vendeva gioielli. La ragazza sorrise ad Ahiru, la quale,
si avvicinò
asciugando le lacrime con le maniche della giacca della divisa
scolastica. –
Ciao Edel.- - Ciao, dimmi tesoro, come mai piangi ?- a ricordare quello
che era
successo, Ahiru ricominciò a piangere senza saperne il
motivo. – Io, io … sono
una pessima amica !! Invece di essere felice che Rue stia con la
persona che
ama, mi sento triste e addolorata !! Perché ?!! Dimmi
perché!!- Edel aveva
sempre avuto uno sguardo impassibile fino a quel momento, ma quella
volta
sembrò come ammorbidito al suono di quelle parole. Come se
vedere Ahiru
piangere gli avesse mosso qualcosa
“dentro”.– Non credo che tu sia una
cattiva amica.-
Ahiru la guardò, – Se non t’importasse
della tua amica, non saresti in questo
stato, ma tu le vuoi bene, ed è per questo che sei
così combattuta. Da una
parte sei felice perché lei a trovato l’amore e
dall’altra…perché sei triste ?-
Ahiru sapeva perché, ma non poteva dirlo a Edel,
benché si fidasse di lei. –
Hai pienamente ragione, sono solo una sciocca, non
c’è alcun motivo per cui
debba piangere. Grazie sei stata una vera amica !- Ahiru
regalò ad Edel uno dei
suoi sorrisi che era in grado di riscaldare il vento più
gelido, la giovane
donna rispose anche lei con un tenere sorriso, – Di nulla.-
Ahiru
corse via, verso l’accademia, ormai ritornata quella di
sempre. “ Non devo piangere,
io sono solo una papera e Rue è innamorata di Mytho da
moltissimo tempo, è l’unica
che può stare al suo fianco !” Improvvisamente il
pendente che le aveva dato lo
strano uomo, con il cappello piumato, s’illuminò.
– Un pezzo del cuore !!-
Ahiru cominciò a seguire la luce del ciondolo, che
l’avrebbe portata da un
altro frammento di cuore.
Il
ciondolo cominciò a splendere intensamente quando
arrivò davanti a una casetta.
L’abitazione sembrava abbandonata, gli scuri erano spalancati
e le finestre
erano coperte dalla polvere. Entrò dalla porta
d’ingresso ormai inesistente. –
C’è nessuno ?- chiese educatamente, ma nessuno
rispose, la polvere e il
silenzio regnavano sovrani in quella casa dimenticata da Dio. Al piano
terra
non c’era ombra del pezzo del cuore, quindi decise di salire
in soffitta, salì
le scale con molta attenzione, avendo paura che fossero marci e
correndo il
rischio di farsi del male. La stanza era buia e piena di polvere, non
riusciva
a vedere nient’altro che alcuni mobili ricoperti da teli
polverosi.
– Chi sei tu ?- una
voce femminile, dolce e
impaurita riempì la stanza, – Ehm…io
sono Ahiru, tu chi sei ?- una luce si
accese come per incanto, – Io sono uno spirito del fuoco.-
Ahiru rimase senza
parole, lo spirito aveva le sembianze di una giovane donna, bella e con
lunghi
capelli biondi, la pelle era talmente chiara da essere quasi
trasparente e
indossava un lungo vestito bianco. Era proprio quella ragazza a
risplendere
come fe fosse una stella caduta dal cielo. – Come mai sei qui
?- -Sono venuta a prendere una cosa. - disse
cauta la ragazza, non voleva spaventarla o darle
l’impressione di volergli fare
del male, – Intendi forse lui ?- da un angolo della stanza
usci un pezzo del
cuore di Mytho. Ahiru si sorprese, come mai era lì ?
– Si, proprio lui, posso
prenderlo ?- cercò di mettere più dolcezza
possibile nelle sue parole e di
essere più amichevole possibile. – No, non voglio;
sono stata abbandonata dai
miei padroni e sono rimasta sola per tanto tempo. Ora invece non lo
sono più,
posso illuminare qualcuno con la mia calda luce. - - Non
capisco…- Ahiru, non
capiva cosa intendesse dire lo spirito del fuoco, - Devi sapere che il
mio
compito era illuminare le lampade di questa casa, i miei padroni erano
così
felici che anch’io ero felice, ma poi se ne sono andati e mia
hanno lasciata
qui. Completamente sola. –
Dopo
aver ascoltato la storia dello spirito luminescente, Ahiru seppe cosa
fare. Si trasformò in Princess
Tutù, con il suo candido tutù bianco e rosa, i
capelli
raccolti in uno chignon e una coroncina che le ornava il capo.
– Non devi dire
così, loro non potevano sapere che eri tu a dargli la luce
di cui avevano
bisogno. Pochi sanno realmente della vostra esistenza, non puoi
fargliene una
colpa.- lo spirito indietreggiò di qualche passo impaurito,
Princess Tutù girò
le mani sopra la testa e poi ne allungò una verso lo
spirito. – Vuoi ballare
con me ?- la
fanciulla sembrava incerta
sul da farsi, -No, io ti farò luce e tu, ballerai per me ?-
disse timidamente, Ahiru
sorrise e annuì. Una grande luce riempì la stanza
e Princess Tutù cominciò a ballare.
I movimenti leggeri e aggraziati la rendevano simile a un bellissimo
cigno
bianco. Il viso sereno e dolce dava una sensazione di leggerezza e
serenità a
chiunque la guardasse. Lo spirito l’osservava
dall’alto e sembrò rassicurata e
felice. La tiepida luce e la figura della ballerina creavano dei giochi
di
ombre sulle pareti della casa, come un incantesimo.
Quando
finì di ballare, lo spirito le si avvicinò.
–Grazie, mi hai fatto sentire di
nuovo importante, capace di fare quello per cui sono nata, non
dimenticherò mai
il tuo gesto.- - Il merito non è solo mio, la tua luce mi
riscaldava il cuore
mentre ballavo, grazie. - - Grazie ancora.- e con un dolce sorriso
dipinto sul
volto svanì nel nulla. Ahiru si girò verso il
frammento, che aveva uno sguardo
incerto. – Vieni qui, non voglio farti del male.- il
frammento si avvicinò
lentamente, – Dimmi, tu che sentimento sei ?- - I-io
…sono la felicità.- disse
con un grande sorriso, la ragazza era felice di aver trovato quel
sentimento,
in quel modo il principe avrebbe potuto di nuovo sorridere.
Il
frammento tornò ad essere una pietra nelle gentili mani
della principessa dalle
scarpette rosa, –
Ora ti porto dal tuo
padrone.- detto ciò, uscì dalla casa e, con
grandi salti possibili grazie alla
sua magia, saltò di tetto in tetto per arrivare il prima
possibile
all’accademia. “E’ ora che Mytho sappia
che Princess Tutù è al suo fianco !”
Rue
e Mytho avevano finito il pic-nic e ognuno stava ritornando nelle
proprie
stanze. Le ferite del ragazzo erano guarite e ormai quelle che era
successo era
solo un triste ricordo. Mentre il ragazzo stava passeggiando in uno dei
viali
della scuola, il quale completamente deserto, sentì una voce
sconosciuta che lo
chiamò. –
Principe !- quando il ragazzo si girò e vide la ragazza in
tutù, rimase
incantato dalla bellezza della giovane.
–
Chi sei ? Cosa vuoi ?- la ragazza si avvicinò di qualche
passo con estrema
grazia, il principe fece un passo indietro cauto,- Sono Princess
Tutù, il mio
compito è riportarti i frammenti del tuo cuore. Ecco
qui…- Ahiru aprì una mano,
che conteneva una piccola pietra che sembrava essere un rubino.
-…questo
è il sentimento della felicità, quando te
l’avrò ridato, sarai in grado di
ritornare a ridere e a sorridere.- Lei si avvicinò in punta
di piedi e quando
le sue mani furono a pochi centimetri dal petto del principe, un vento
fortissimo cominciò a soffiare impetuoso su di loro. Ahiru
si coprì il volto
con le braccia, per proteggersi,
– Mythoooo !!-
quando il vento cessò, la ragazza
riaprì gli occhi, ma il ragazzo era sparito insieme al
frammento del cuore. Per
terra c’era solo una piuma nera come la notte più
scura, che emanava un’aura
piena d’odio e di magia nera.
|
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Capitolo 7 *** capitolo 6 ***
Rue
si svegliò nel suo letto a baldacchino, confusa e
disorientata, – D-dove sono ?…-
si guardò attorno e vide che era nella sua stanza; aveva un
po’ di mal di
testa, forse aveva sbattuto la testa da qualche parte mentre dormiva.
D’un
tratto una luce rossa illuminò un piccolo scrigno sul
comodino. Si avvicinò
cauta, quando lo toccò la luce riempì la stanza,
accecandola. Quando Rue riaprì
gli occhi, davanti a lei vide Mytho, ma con qualcosa di diverso, –Mytho ? Cosa ci fai qui
!?- - Perché mi hai
portato via ?- - Cosa ? N-non capisco. Di cosa stai parlando ?- Rue
richiuse lo
scrigno impaurita e l’immagine di Mytho sparì. Il
mal di testa non accennava a
diminuire, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, se quello non
era
Mytho, allora, cos’era ? Un
rumore attirò l’attenzione della ragazza, un corvo
stava battendo sul vetro con
il becco. Rue aprì la finestra e lo mando via,
notò che fuori era ancora buio e
che non c’era anima viva in giro. Non sapeva come e
perché, ma quel corvo gli
aveva messo addosso una strana sensazione. “Ieri sera, stavo
tornando in camera
e poi…poi…” il mal di testa si fece
più intenso e la mora si tenne la testa con
le mani, massaggiandosi le tempie sperando che quello
l’aiutasse. Si lasciò
cadere sul letto, pensando che un po’ di riposo le avrebbe
fatto bene.
Ahiru
era nel suo letto e guardava il soffitto distratta, erano ormai
parecchi minuti
che era sveglia, incapace di dormire dopo quello che era successo la
sera
precedente. “Cos’è stato quel vento
fortissimo di ieri ? E come starà Mytho ?”
fece un grosso respiro e scese dal letto. Si preparò con
molta calma: si mise
la divisa, si sistemò i capelli e poi uscì dalla
stanza. Nella quale lasciò un
silenzio mortale.
Arrivata
in classe vide che non c’era ancora nessuno, si mise le
scarpette e cominciò a
riscaldarsi con alcuni esercizi per le gambe. Il volto era teso e gli
occhi
tristi, la solita energia e allegria si erano spente come un fuoco che
non ha
aria. Era palese che fosse successo qualcosa, era come se ce
l’avesse scritto
in faccia. – Non devo stare in ansia !! Se a Mytho fosse
successo qualcosa lo
sentire !!- infatti, se il principe fosse morto, il ciondolo avrebbe
perso il
suo potere e non l’avrebbe più resa un essere
umana. Ahiru decise di provare la
sua parte per il saggio che si sarebbe tenuto tra solo due giorni.
Ormai era
diventata piuttosto brava, non era più un’incapace
completa, non era la
migliore della classe, ma aveva fatto grandi progressi. Entrarono anche
le
altre, ma ha differenza di lei non si erano cambiate, dando alcune
perplessità
alla giovane ballerina, - Ma cosa ?- Melany e Sonia appena la videro
gli
corsero incontro, – Ahiru perché ti sei cambiata
!? Oggi andiamo a vedere una
rappresentazione della Bella addormentata !! Non te lo ricordi ?!- - Oh
Mon Dieu
!! Me ne ero scordata !!- Ahiru corse a cambiarsi di nuovo, fece tutto
il
cinque minuti e quando tornò, la classe era già
tutta riunita.
-
Bene ragazzi siete pronti ?- chiese Mr. Bunner, piuttosto entusiasta di
andare
a vedere uno spettacolo con i suoi studenti. Si levò un
grande “si” da parte
degli studenti che non vedevano l’ora di assistere alla
rappresentazione.
–Bene, andiamo.- Durante il viaggio, per
andare al teatro della città, Ahiru parlava con le sue
amiche disinvolta,
avendo ritrovato un po’ di serenità. Quando vide
Mytho che camminava qualche
metro in avanti, si sentì liberare di un grosso peso sullo
stomaco.“ Oh grazie
al cielo sta bene !” Lei non se ne accorse, ma gli occhi di
Mytho erano tornati
vuoti e gelidi come un tempo, svuotati della piccola luce di cui erano
stati
dotati, grazie ai frammenti che lei aveva trovato.
Il
teatro era un vecchio edificio che era stato ristrutturato molto volte,
aveva
ospitato molti ballerini e compagnie famose da tutto il mondo ed era
uno dei
monumenti più belli della città. Sulle bacheche
del teatro erano state poste le
locandine dello spettacolo che avrebbero visto oggi. Fortunatamente
avevano il
teatro tutto per loro, visto che i direttori erano stati
così gentili da
tenerlo chiuso per loro, non solo perché facevano parte
della più importante
scuola della città, ma anche perché pensavano
fosse molto meglio così, per gli
studenti. Davanti all’entrata stava ad attenderli una giovane
donna dai capelli
neri e gli occhi color nocciola. Aveva un corpo snello e slanciato, le
labbra
erano coperte da un velo di rossetto che risaltava sulla pelle bianca
come la
neve.
-
Benvenuti a tutti, è un vero piacere conoscere
così tanti aspiranti ballerini
!- il volto della donna s’illuminò, riempito da un
caldo sorriso, ad Ahiru
stava già simpatica. I ragazzi vennero fatti accomodare
nelle prime file di
posti, i sedili erano morbidi e ricoperti con velluto rosso scarlatto.
Un uomo
sui trent’anni, di bell’aspetto, salì
sul palco illuminato da riflettori dalla
luce bianca come raggi di luna. – Bene ragazzi, che si aprano
le danze !!- l’enorme
sipario si aprì come d’incanto. La
giovane donna di prima era al centro del palcoscenico, aveva addosso un
tutù
molto prezioso e il capo era ornato da una piccola chiara di diamanti.
Lei
doveva essere la principessa Aurora. I
suoi movimenti erano eleganti e sicuri, si poteva capire che le piaceva
molto
ballare soltanto guardandola. Il suo volto splendeva come una stella,
come se
per vivere le bastasse soltanto il ballo. Ahiru ne rimase incantata,
non aveva
mai visto nessuno ballare con una tale passione e facilità.
Ad
un tratto il volto della donna si contorse in una smorfia di dolore e
si fermò
premendo le mani al petto.
– Aurora !! Tutto bene ?!- l’uomo di
prima le
corse vicino preoccupato, prendendola per le spalle in modo che non
potesse
cadere. - Si, non è successo niente, Marco. –
l’uomo si rilassò un attimo, anche
se il suo sguardo rimase teso e pronto a tutto. – Scusatemi,
che ne dite se
prova qualcuno di voi ? Vorrei vedere come danzate.- chiese la donna
con voce
di miele, avrebbe potuto far fare qualsiasi cosa a chiunque, se solo lo
avesse
voluto.
Durante la sua
esibizione aveva notato una
ragazza che la guardava con uno sguardo che conosceva benissimo, e ora
la
cercava tra il piccolo pubblico. Appena vide Ahiru tra gli altri, tese
una mano
verso di lei e con voce dolce la chiamò, - Vuoi venire tu ?-
la giovane si
guardò in torno e quando vide che tutti guardavano lei,
capì che la donna stava
indicando lei. – Cosaaaaa !!?? – – Voglio
che sia tu, non vuoi ?- il tono della
donna era talmente gentile e dolce che Ahiru disse di sì
senza nemmeno accorgersi.
– Però voglio che tu faccia un Pas de deux,
vediamo…per
esempio…con……Lui !!-
indicò Mytho seduto tranquillo, non mostrò la
minima sorpresa quando venne
indicato, gli occhi ancora vuoti e gelidi. Il viso di Rue si contrasse
in una
piccolissima smorfia, ma nessuno la notò. – NO !
Vado io al suo posto !!- si
alzò di scatto Fakir sorprendendo tutti. Se prima Ahiru
saltava dalla gioia per
la possibilità di ballare con il suo principe, ora il suo
sguardo diceva tutto
il contrario. L’odio s’impossessò di
lei. Un grandissimo odio per quel
rompiscatole di Fakir !! – Bene, ora che tutto è
deciso, andate a cambiarvi,
mettetevi i costumi di scena e poi ballerete il Pas de deux finale.
– Ahiru si
andò a cambiare di malavoglia, - Aspetta Ahiru ! Vengo ad
aiutarti !!- la voce
di Rue fece tornare il sorriso ad Ahiru, almeno c’era lei a
darle un po’ di
conforto.
–
Grazie, sei una vera amica !- Rue sorrise di rimando. “ Mi
sento un po’ in
colpa, prima ero scocciata per il fatto che Ahiru ballasse con Mytho,
ma perché
? Non capisco, lei è un’amica. Adesso che deve
ballare con quell’antipatico di
Fakir non posso fare a meno di sentirmi dispiaciuta per lei.”
Nel
camerino trovarono moltissimi costumi, i quali erano uno più
bello dell’altro.
C’è n’erano di ogni tipo : con piume
svolazzanti, con preziosi Swarovski, tutù
lunghi fino alle caviglie o corti fino alla coscia, con ricami dorati o
argentati. Il paradiso di ogni ballerina. –Wow !!- Ahiru era
rimasta a bocca
aperta, così come l’amica. – Quale
sarà quello che devo indossare ?- la verità
era che avrebbe voluto provarli tutti, ma in quel momento non
c’era tempo. -
Penso sia questo…- Rue tirò fuori da un
appendiabiti un costume di scena con il
corpetto bianco panna, con decorazioni d’orate e senza
spalline, le scarpette
anch’esse bianco panna avevano una decorazione molto elegante
in oro, per
completare il tutto in delizioso diadema d’oro. –
Mon Dieu !! E’ stupendo
!!- Rue
aiutò Ahiru a vestirsi, le
sistemò i capelli in un chignon a dir poco perfetto, la
truccò leggermente per
far risaltare i suoi magnifici occhi azzurri e poi la guardò
sodisfatta. – Sei
bellissima !- Ahiru si guardò allo specchio, “Mon
Dieu !! Quella sono io ?”
Saltò al collo di Rue e l’abbracciò
forte cogliendola di sorpresa. – Grazie!-
dettò ciò si avviarono sul palco, quando
arrivarono dietro le quinte Rue prese
Ahiru per le spalle e la guardò dritta negl’occhi.
- Ascoltami bene, non devi
avere nessuna pietà con lui, capito ? Devi fargliela pagare
per come ti tratta
sempre !!-Ahiru divenne dubbiosa e fece un sorriso che non prometteva
niente di
buono, – Non è che mi dici questo
perché anche a te sta antipatico, visto che
non ti lascia mai da sola con Mytho ?- chiese maliziosa Ahiru, Rue
divenne
rossa e in imbarazzo per essere stata smascherata così
velocemente, - M-ma ..cosa
dici !! Non è assolutamente vero !!! Ora vai fuori a fagli
vedere chi comanda
!!- - Puoi contarci !!- nello sguardo della ragazza c’era
un’intenzione molto
viva: non fare brutta figura davanti a quel antipatico e fargliela
pagare.
Fakir era in mezzo al palco che aspettava, pronto da qualche minuto.
Benché le
costasse ammetterlo, faceva la sua bella figura vestito con una casacca
del
medesimo colore del suo costume e con motivi ricamati in oro, mettevano
in risalto
il petto muscoloso e la calzamaglia bianca come neve, gli fasciava le
gambe
lunghe e muscolose. Prese un grosso respiro e si diresse convinta, ma
con più eleganza
possibile, verso il centro del palco. Quando la luce la
illuminò, tutti si girarono
a guardarla, lasciando tutti senza parole, era davvero bella. Persino
Fakir si
lasciò sfuggire un “Oh !” di sorpresa e
meraviglia. Sul volto di Ahiru si formò
un ghigno maligno che fece raggelare il sangue nelle vene a Fakir, che
non
sapeva cosa aspettarsi. “ Ora vedremo chi sarà il
più forte !” “Cos’era quel
sorriso raggelante ?!”
Ahiru
si mise alla destra di Fakir, il quale le prese gentilmente la mano e
fecero insieme
un piccolo inchino. Lei si mise in punta di piedi pronta a ballare, con
un mano
alzata verso il cielo. Quando le luci in sala si spensero, per rimanere
solo
quelle sul palco, calò un silenzio di tomba. “
Sono la principessa Aurora, che
balla con il suo principe dopo averlo aspettato per tanto
tempo…” Pensando ciò,
s’immedesimò nella parte.
Il
suo viso si ammorbidì, sulla sua bocca si formò
un dolce sorriso e gli occhi
mostravano una serenità e una felicità che
spiazzarono il giovane. Alzò la
gamba destra, tesa davanti a sé, aspettando che la musica
cominciasse e poi
aprirono le danze. Fakir diede uno strattone al braccio della ragazza e
Ahiru
si ritrovò con la schiena appoggiata al braccio di Fakir e
la gamba sinistra
tesa verso il soffitto. “Ma come osa ?!” Un altro
strattone e si ritrovò con un
piede per terra in punta di piedi e l’altra gamba tesa dietro
di sé mentre il
ragazzo la teneva ai fianchi.
–
Patetica…- sussurrò all’orecchio della
ballerina. Quella era l’ultima goccia. Con una mossa molto
furba, Ahiru prese
il comando. La gamba che aveva indietro la mise a terrà e
fece una spaccata,
Fakir fu costretto a seguire la ragazza prendendo le mani della
giovane. “Sei
mio !” Fakir non ebbe neanche il tempo di finire di tirarla
in piedi, che Ahiru
fece due giravolte su un piede solo e tese la mano verso il principe.
Il moro
era in difficoltà, “Questa me la paghi
!” Intanto nel pubblico Rue stava per
fare un salto che avrebbe bucato il soffitto. “Fakir
è nei guai, si nei guai !! Ahahah!!!
Ahiru ti amo !!” Ahiru
però non aveva calcolato una cosa, il balletto finiva con
una presa, che l’avrebbe
portata alla mercé di quel farabutto. Continuò a
condurre le danze fino al momento
fatale, quando Fakir le prese la vita e la portò sopra di
sé. Finita la musica ci
fu un grosso applauso; Fakir allora tolse le mani e la fece cadere a
terra, –
Ahi..ahi…-
“
Se pensa di vendicarsi in questo modo si sbaglia di grosso.”
La ragazza
cominciò a singhiozzare e fece finta di essersi fatta male,
facendo girare il
moro verso di lei. Non poteva crederci, non pensava di averle fatto
troppo
male, ma benché fosse un ragazzo burbero non era di certo un
mostro e quindi
tornò indietro e tese una mano alla piagnucolona.
–Prendi…scusa
m-mi di-spi-ace.- con una fatica allucinante, riuscì a
scusarsi Ahiru fece
un sorriso gentile e prese la sua
mano, con uno strattone si tirò in piedi, ma facendo
così cadere Fakir al
suolo. – Oops ! Je suis tres desolè !!- si
avvicinò all’orecchio del ragazzo
che la guardava con uno sguardo che lanciava fulmini e fiamme.
– Chi è quello patetico
adesso ?- dettò ciò fece un piccolo inchino e
corse dietro le quinte. Dentro
di sé, Rue, stava ballando la salsa e la rumba nello stesso
momento da quanto
era felice. Quel momento se lo sarebbe ricordato nei momenti difficili,
e
sapeva già che l’avrebbe fatta ridere ogni volta.
Ahiru
era fiera di sé, aveva ballato divinamente e gliela aveva
fatta pagare a quel
ragazzo antipatico, anche se doveva ammettere che si sentiva un
po’ in colpa.
Maledetti sensi di rimorso !! Ora era nel camerino seduta davanti a uno
specchio
per struccarsi. Si tolse il diadema e il suo medaglione
s’illuminò, alzò lo
sguardo e vide nello specchio il riflesso di un frammento del cuore. Si
alzò di
scatto e si girò, il frammento ebbe un sussulto, sembrava
molto spaventato e
impaurito. – Ciao, come mai sei qui ? Sai ti stavo cercando
e…- non ebbe tempo
di finire che il frammento del cuore cominciò a scappare
preso dalla paura, –
Aspetta !!- Ahiru uscì di corsa dal camerino e si mise a
inseguire il pezzo di
cuore. Corse per quasi tutto il teatro, per i corridoi e i camerini e
in fine
arrivò sul tetto dell’edificio. Il frammento
continuava a guardarsi in giro,
cercando una via d’uscita che l’avrebbe portato
lontano da quella ragazza. “Ma
certo ! Lui deve essere la paura di Mytho !” –
Princess Tutù !- il medaglione
al suono di quelle parole s’illuminò intensamente
e Ahiru si trasformò in
Princess Tutù. Tese una mano con molta attenzione e
cautamente, – Vieni, non
voglio farti del male, voglio solo riportarti dal principe.- la sua
voce era
melodiosa e sincera, ma il frammento sembrava non ascoltarla. Fece
materializzare
una spada nella sua mano e cominciò a correre verso la
ragazza. Ahiru schivò un
paio di colpi, non sembrava intenzionato a farle del male aveva solo
una grande
paura che gli annebbiava la mente. Fece una giravolta intorno al cuore
e lo
toccò con una mano e il frammento ritornò alla
sua forma originale. Ahiru
respirò sollevata, questa volta ci era mancato poco che
rimasse ferita. –
Adesso non dovrai avere più paura, non sarai più
solo.- alzò le mani al cielo e
il cuore volò via in una scia luminosa alla ricerca del suo
principe.
Intanto,
nel teatro, i ragazzi stavano per ritornare a scuola, quando Mytho
cominciò a
urlare attirando l’attenzione di tutti. –
Ahahaaaahhh !!!- il principe si
premette le mani al petto, - Mytho cosa succede ?!- chiese Fakir
piombandoli
addosso alla velocità della luce. Con uno strattone Mytho si
liberò della presa
di Fakir e cominciò a correre, il moro lo seguì
di rimando senza perderlo di
vista neanche per un secondo. Rue guardò la scena
preoccupata, cos’era successo
al suo amato principe ?
Quando
svoltò un angolo, Fakir, trovò Mytho appoggiato a
un muro e con le mani che
tenevano la testa in una stretta micidiale.
–
Mytho !! Cosa c’è ?!- - Ho paura !!- - Paura ? E
di cosa ?- Ahiru, intanto,
stava tornando in teatro quando sentì le voci di Mytho e
Fakir nel corridoio.
Si appoggio furtiva sull’angolo del muro e mise fuori la
testa curiosa di sapere cosa stav accadendo. – Ho paura di
Princess Tutù !!- quelle parole
furono come mille pugnali di ghiaccio che si conficcarono nel cuore di
Ahiru, le
lacrime cominciarono a bagnarle il viso distrutto, con una mano davanti
alla
bocca per lo stupore. Fece due passi all’indietro e poi corse
via, lontana da
quella triste verità che non le dava più ragione
di vita. Fakir, quando sentì
quel nome, si ripromise di trovare Princess Tutù e fermare
il ritrovamento dei
pezzi del cuore di Mytho, costi quel che costi. Mytho continuava a
piangere sul
petto di Fakir, senza sapere che in realtà la sua paura per
Tutù era solo un
crudele scherzo del destino, avrebbe dovuto avere paura di
tutt’altro che della
ragazza con gl’occhi celesti.
-
Molto, bene. A quanto pare il gioco comincia a farsi interessante.
Cominciavo
in po’ ad annoiarmi. Ahah…cosa farai Ahiru, ora
che il tuo principe ha paura di
te ? E tu Fakir sei pronto a proteggere il principe a costo della tua
vita ?
Non ricordi cosa succedeva al tuo personaggio ? Ahahaha !!!- gli
specchi
mostravano due scene diverse: in uno Ahiru correva con il viso rigato
dalle
lacrime, il cuore frantumato per quelle parole che l’avevano
ferita più di
mille spade; mentre nell’altro Mytho piangeva dalla paura
come un bambino nel
petto di Fakir. L’uomo guardava soddisfatto quelle scene
tinte di tristezza e
dal sapore amaro. La storia stava prendendo la piega che desiderava e tutto sarebbe finito come
aveva progettato,
o almeno era quello che pensava lui, ma avrà calcolato tutti
i possibili colpi
di scena ?
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Capitolo 8 *** capitolo 7 ***
Il
cielo era completamente ricoperto di nuvole, probabilmente si sarebbe
messo a
piovere da un momento all’altro. Ahiru camminava distratta
per la città, con lo
sguardo perso nel vuoto, tutto intorno a lei sembrava essere un sogno,
“Un bel
sogno diventato un incubo.” si disse mentalmente.
Arrivò ad un ponte che dava
su un torrente che attraversava tutta la città. Si fermo a
guardare il suo
riflesso nell’acqua azzurra e trasparente sotto di lei.
–
Perché ? Perché ha paura di me ? Cosa ho fatto di
sbagliato !?! Pensavo che
anche lui volesse indietro il suo cuore, ma probabilmente mi sono
sbagliata…-
chiuse gli occhi e si concentrò sul suono
dell’acqua che scorreva, il vento
fresco le accarezzava il viso e le scompigliava i capelli.
Ritornò a guardare
l’acqua distratta, con sguardo triste e gli occhi lucidi.
– Forse non dovrei
più essere Princess Tutù. A quale scopo ormai ?
Ma se rinuncio non potrò mai
più vedere Rue, Melany e Sonia…- scosse forte la
testa, -…devo farlo per lui !-
le lacrime ritornarono impetuose a bagnare il viso della giovane
ragazza, che
le asciugò velocemente, dandosi della sciocca.
- E’ la
cosa giusta…devo farlo…- sciolse la
catenella che teneva il pendente rosso rubino. Lo mise al di fuori del
ponte,
con l’intenzione di gettarlo in acqua.
Ahiru
stava per lasciar cadere il ciondolo,
quando una voce la fermò. – Non ci provare !- la
voce di un uomo, minacciosa e
cupa, riempì il silenzio intorno a lei. Il tempo si
fermò: l’acqua, gli
uccelli, le voci delle persone del paese, tutto si zittì. Il
vecchio che le
aveva consegnato quel gioiello spuntò fuori da uno specchio
vicino a lei. – Lei
è il vecchio che mi ha dato il pendente !!- - Proprio
così, il mio nome è
Drosselmeyer. Dimmi piccina cosa stai facendo ?- lei abbassò
lo sguardo triste,
- Non voglio più essere Princess Tutù, non se
faccio del male a Mytho.- il viso
dell’uomo si contrasse in una smorfia di disprezzo,
– Non vuoi più vedere il
sorriso del tuo principe ? Pensavo che volessi che il ragazzo
ritornasse a
sorridere e a provare emozioni ?- Ahiru fu colpita da quelle parole, le
riportarono in mente il motivo del perché era diventata
Tutù, ma poi le ritornò
in mente la scena a cui aveva assistito poco prima. - Mytho non
desidera
sorridere e io non posso imporglielo !- Ahiru mise fuori la mano con il
ciondolo. – NO ! Non puoi !- Ahiru aprì la mano e
il ciondolo cadde nell’acqua
scorrente del torrente, Drosselmeyer sparì nello specchio
con il viso contratto
in una smorfia di odio. “Questa non ci voleva !” Ahiru era tornata ad
essere una semplice
paperella gialla, saltò nel fiume sottostante e si
lasciò trasportare dalla
corrente, senza una meta o un luogo in cui andare.
Mytho
si alzò dal letto, i suoi occhi avevano una strana luce,
come se fosse stato
ipnotizzato. Fakir era a lezione, mentre il bel principe aveva avuto un
permesso speciale, per restare a riposare dopo lo shock accaduto
qualche ora
prima. Come un pupazzo senza volontà si diresse fuori
dall’edificio della
scuola. Una voce nella sua testa lo chiamava: una voce seducente, che
gli
accarezzava dolcemente le orecchie con le sue parole velate di miele. “Vieni da me, io
sono tua amica, non ti farò
alcun male…” Mytho camminava tra la folla del
paese, senza rendersi realmente
conto di quello che stava succedendo. Arrivato vicino a una sponda del
torrente
i suoi occhi tornarono normali, vacui e indifferenti. – Dove
mi trovo ?- - Ti
ho portato io qui, perché posso aiutarti…- la
voce suadente di prima, parlò in
modo così allettante e dolce che incantò in bel
principe, cha ascoltò attentamente. -
Aiutarmi ? Aiutarmi per cosa ?- la voce ci mise un attimo a rispondere
a quella
domanda, – Io posso proteggerti da Princess Tutù.-
Lo sguardo di Mytho si
riempì di paura e terrore al suono di quel nome, se quella
voce poteva portarlo
lontano dalla ragazza in tutù, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Ahiru
nuotava triste nel fiume, senza prestare attenzione dove la corrente la
portasse.
Ad un certo punto, alzò lo sguardo e vide Mytho
che…”Mon Dieu ! Cosa sta
facendo ?!” -
Quack !! Quack !!-
Mytho si lasciò cadere in acqua, -
Quaaaaaack !!- “Oh Dieu !! E adesso che faccio !?”
S’immerse con la testa per
vedere cosa stesse succedendo. Mytho era avvolto da una strana bolla
rossa e
nera che lo portava sempre più in profondità,
poteva sentire una voce femminile
che parlava, ma non riusciva a capire cosa stesse dicendo. La sua
attenzione
venne catturata da una musichetta che conosceva molto bene. Ahiru
ritornò in
superfice e vide Edel che suonava il suo carillon. – Ciao,
Ahiru.- la ragazza
cominciò a starnazzare e a muovere le ali per far capire a
Edel quello che
stava succedendo, – Capisco, quindi immagino che tu rivoglia
questo…- aprì una
mano e dentro c’era il medaglione rosso rubino che le aveva
donato
Drosselmeyer, “Ma mi avrà veramente capito ?
Comunque, si ! Voglio il pendente!!”
–
Quaaack !- doveva suonare come un sì alle orecchie della
ragazza che gli gettò
il ciondolo, Ahiru fece un salto e se lo infilò al collo
sottile e piumato. Le
zampe si tramutarono in piedi fasciati da due scarpette da ballo rosa,
le gambe
lunghe e magre erano attaccate ad una vita sottile, mentre le ali si
trasformarono in due braccia eleganti e leggere. Il tutù
bianco dal bordo rosa
le copriva il busto, il capo era ornato dalla solita coroncina
d’oro. Al collo
stava il ciondolo rosso come il sangue e brillante come una stella.
La
ragazza stava in piedi sull’acqua come se fosse leggere come
una piuma, grazie
alla magia di cui era dotata.
– Grazie Edel ! Ma
come facevi a sapere che
io…- - Non dimenticare che il tuo compito è
riportare il sorriso al principe,
non arrenderti alle prime difficoltà, quello che
è successo è solo uno spiacevole
gioco del destino. Per quello che volevi chiedermi, te lo
spiegherò quando avremo
tempo.- Tutù
annuì e si tuffò in acqua alla ricerca di Mytho.
– Perdonami se non ti posso
dire di più.- Edel sparì nel nulla, lasciando una
sensazione di tristezza e
vuoto, quella ragazza aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri.
Come se gli
mancasse qualcosa…
Intanto
Mytho continuava a scendere nelle profondità del fiume, la
bolla che lo
avvolgeva lo proteggeva dall’acqua e dalla pressione, mentre
la voce continuava
a parlargli. – Perché mio bel principe hai paura
di Princess Tutù ?- -
Perché…perché…io non lo
so.- la voce rimase in silenzio per un po’, perplessa
,forse, da quella risposta. –
Non dovresti avere paura delle persone senza un motivo, comunque ti
porterò in
un postò dove nessuno potrà nuocerti.- Mytho
annuì e così si ritrovarono sul
fondo del fiume.
All’improvviso,
la bolla venne spazzata via da un vortice, creato dalla ballerina che
girava
velocemente sulle punte, allontanando l’entità
misteriosa e oscura. Intorno a
loro due c’erano delle colonne molto antiche e distrutte dal
tempo, il
pavimento di ciottoli che ricopriva il fondo del torrente era ricoperto
a
chiazze da piccoli ciuffetti di
alghe.
Molto probabilmente quel luogo faceva parte di una vecchia
città che sorgeva
prima di quella che ora stava in superficie. – Mytho ti
prego, torna indietro.
– lo chiamò dolcemente Tutù, il
principe fece qualche passo indietro, il suo
impaurito e tremante, - Per favore…- - Perché non
lo lasci in pace ?- la voce
seducente di prima si era fatta dura e aspra, come se fosse arrabbiata.
– Tu
chi sei ?- - Non vedi che ha paura di tè ? Perché
ti ostini a stargli vicino ?-
Ahiru non seppe cosa dire, guardava il suo bel principe che tremava
dalla
paura, ogni secondo era come una pugnalata al cuore. Fece
l’unica cosa che
poteva fare: ballare. “I
miei sentimenti arriveranno a lui, capirà che non voglio
fargli del male e che
sono dalla sua parte !” I movimenti delle braccia ricordavano
una farfalla, le
sue gambe si muovevano lentamente, ma con una grazia che era quasi
magica. Mise
un piede a terra e alzò una gamba dietro di sé,
incurvando leggermente in
avanti il busto per tenere l’equilibrio, con le braccia sopra
la testa; fece tre
giri su se stessa e poi incurvò la schiena e la testa
all’indietro.
–
Voglio che ritorni a sorridere.- - Come ?- la voce seducente era
visibilmente
confusa, – Desidero che torni a sorridere…- gli
occhi ricominciarono a bruciare,
non voleva piangere di nuovo, non davanti a lui, -…voglio
che sia felice…- ma
prepotenti e senza pudore, le lacrime scesero sul volto bello e giovane
della
ragazza dai capelli color del rame, -…io non volevo farlo
soffrire !!- si
accasciò a terra con le mani che le coprivano il volto,
asciugando si le
lacrime che si disperdevano nell’acqua circostante come
piccole perle di vetro.
–
Tutù…- Mytho si avvicinò lentamente,
con sguardo triste, – Non piangere, non
voglio che tu pianga.- Ahiru alzò lo sguardo. –
Tornerò con tè, se questo ti
farà felice.- la ragazza sorrise felice per le parole del
giovane, ma non fu
ancora convinta, – Ma non hai paura di me ?- Mytho scosse
piano la testa e fece
un piccolo sorriso, – Non ne ho alcun motivo, tu sei sempre
stata gentile con
me e la tua danza mi ha fatto provare uno strano calore
qui…- il giovane
appoggiò una mano al petto, la ragazza prese la mano che il
principe le tendeva
e si rialzò in piedi. –
Torniamo a casa !-
Un
getto d’acqua si formò sotto i loro piedi e li
portò in superfice, - Perché
torni con lei ? Non capisco, pensavo che avessi paura…ma
forse avevi solo paura
di provare dei sentimenti dopo tanto tempo…-
l’entità sparì nel nulla, come un
sogno che si dissolve nell’aria. Chi fosse e cosa volesse
nessuno lo sa. Tornati
in superfice, i due ragazzi si guardarono a lungo, sollevati e con il
cuore in
pace. – Dimmi, principe, desideri ancora che ti riporti i
frammenti del tuo
cuore ?- - Si, per favore.- Ahiru sorrise e con un piccolo inchino se
ne andò
saltellando elegantemente. Mytho
ritornò a scuola, dove ad aspettarlo c’era Fakir
con uno sguardo penetrante e
tagliente come una lama. -Dove sei stato ?-
chiese cupo, – Io…- - No, non voglio saperlo !
Entra, forza
!- Mytho fece come gli fu stato detto, ritornato vuoto e freddo come un
bambola
di vetro. Il moro aveva troppi pensieri per la testa, per preoccuparsi
anche di
dove fosse stato l’amico, doveva scoprire
l’identità di Princess Tutù il prima
possibile, solo così avrebbe potuto fermarla. –
Mytho, io vado in biblioteca,
devo controllare una cosa…- - Va bene.-
-
Ci è mancato pochissimo !! Devo stare molto più
attento a quella ragazza, ha
quasi mandato al diavolo tutto il mio duro lavoro…-
Drosselmeyer guardava gli
specchi preoccupato, sarebbe andato tutto come lui aveva previsto, un
finale
triste, pieno d’angoscia e dolore ? O
qualcosa sarebbe andato storto ?
Fakir
entrò nella vecchia biblioteca, diretto in un’ala
precisa dell’enorme edificio;
gli scaffali di libri si susseguivano senza sosta, mentre lui si
dirigeva a
passo deciso. Svoltò a sinistra e prese un libro dalla
copertina blu notte su
uno scaffale pieno di libri impolverati. Lo sfogliò
lentamente, leggendo solo
quello che gli interessava. Le ultime pagine erano strappate, in modo
che
nessuno potesse conoscere la fine di quella storia.
Chiuse
il libro e lo rimise al suo posto. Ora sapeva quello che gli serviva.
Ma aveva
ancora due quesiti a cui rispondere. Qual’ era il suo ruolo
nella storia ? E
quello di Rue ? Domande a cui solo il tempo avrebbe potuto rispondere.
Rue
era nella propria camera, che osservava il cofanetto sopra il comodino
davanti
a lei, il suo sguardo era cambiato completamente da quello delle ore
precedenti, colmo di ansia e confusione. Ora sapeva cosa doveva fare.
Non
poteva permettere a quella Princess Tutù di riportare tutti
i frammenti al suo
principe, lui non sarebbe stato più lo stesso, non avrebbe
più potuto stare con
lui. Probabilmente si sarebbe innamorato proprio di Princess
Tutù e l’avrebbe
lasciata sola, di nuovo. “NO ! Non glielo posso permettere
!!” Un colpo di
vento fortissimo spalancò le finestre. Delle piume nere
caddero sul pavimento
ricoperto da un tappeto ricamato. Erano piume di corvo. Sul davanzale
stava un
uccellaccio con occhi rossi come due rubini macchiati di sangue.
– Craaa,
craaaa !!- la giovane sorrise compiaciuta. – Molto bene,
quindi la nostra
principessa in bianco ha recuperato un altro frammento,
andrò a fare una
piccola visita al mio principe. Ma prima… -
schioccò le dita e un vortice
di piume nere la circondò. Un tutù
nero come la notte si formò intorno alla sua vita, il
corpetto di velluto,
percorreva il busto di Rue fino a dividersi in due, per coprire
delicatamente i
seni della ragazza, lasciando una scollatura non indifferente. I
capelli
vennero raccolti in un chignon perfetto con una piuma fra i capelli,
gli occhi
profondi erano risaltati da una matita viola e blu scuro. I piedi
vennero
avvolti da due scarpette da ballo di velluto nero con un ricamo
argentato che
rappresentava delle rose circondate da spine.
– Princess Kraehe, pronta ! Oh !
Un’ultima cosa…- si diresse al mobiletto
con lo scrigno e prese i frammenti del cuore. -…meglio non
lasciarlo
incustodito.- con un bel salto uscì dalla finestra e
sparì nell’aria come
d’incanto.
Da
quando era tornata Princess Tutù, cose strane accadevano.
Rue aveva ricordato
la sua vera identità, che era rimasta assopita nella sua
mente per molto tempo.
Lei era Princess Kraehe, la figlia del grande Corvo, innamorata del bel
principe e nemica della piccola e indifesa Princess Tutù. Quale sarà il
suo destino ? Ha davvero il
cuore macchiato di sangue di corvo ?
Mytho
era uscito per prendere una boccata d’aria, nel giardino
della scuola. Le
nuvole nere si erano allontanate senza bagnare il terreno, mostrando il
cielo
azzurro e il sole luminoso e caldo. I fiori erano in piena fioritura e
il profumo
intenso delle rose profumava l’aria fresca e leggera.
Il
principe era seduto sotto un gazebo di legno, pitturato di bianco, sui
pilastri
si erano arrampicate delle rose rosse, decorando la struttura con un
tocco di
colore. -Tutù…chi
sei in realtà ?-aveva quel pensiero fisso nella mente, ma
non sapeva rispondere,
non aveva mai pensato i chiedere alla ragazza chi fosse in
realtà e perché
raccoglieva i frammenti del suo cuore per lui. Una voce interruppe i
pensieri
del principe, - Non sprecare il tuo tempo pensando a quella, tu sei
mio.-
Kraehe apparì sopra il tetto del gazebo, in punta di piedi e
con una mano
appoggiata sul fianco. – Chi sei tu ?- la ragazza in nero
sorrise e con un
grande salto arrivò a fianco del giovane principe.
– Io sono la tua principessa…-
disse in tono seducente e con finta innocenza. – La mia
principessa ?- - Si,
proprio così.- i due cominciarono a ballare. Lei
cominciò a ballare e lui la
seguì senza opporsi minimamente, erano in perfetta armonia,
come se avessero
sempre ballato insieme. –
Vedi, siamo fatti per stare insieme.- lui non rispose, si
limitò a guardarla
con lo sguardo vuoto e senza sentimenti.
Ahiru
aveva superato da poco i cancelli dell’accademia, quando il
suo ciondolo
cominciò a brillare intensamente. – Cosa ?! Un altro
frammento ?!- la ragazza si
trasformò alla velocità della luce e corse dove
le indicava il ciondolo
luminoso. Non aveva tempo da perdere, aveva fatto una promessa al
principe e
aveva intenzione di mantenerla.
Intanto
Kraehe e Mytho ballavano senza sosta, mentre lei cercava di farlo
cadere nella
sua rete intrecciata con tanta cura e perfezione, in qui una volta
caduto gli
sarebbe stato impossibile liberarsene. – Io ti amo, voglio
che tu stia sempre
con me, e tu ?- - Io…io…voglio quello che vuoi
tu.- sul volto della ragazza si
dipinse un sorriso compiaciuto, – Bene…- si
avvicinò per baciare Mytho, quando
un ventaglio bianco e oro si mise tra loro due, impedendo alla mora di
baciare
il ragazzo. –
Non ci provare. – Tutù era arrivata appena in
tempo, – Tutù…- Mytho venne fatto
indietreggiare da Kraehe, che si piazzò davanti al ragazzo
in posizione
d’attacco. – Chi sei ? Cosa vuoi da Mytho ?- la
giovane con il tutù nero rise. –
Lui è il mio principe e io sono la sua
principessa, Kraehe, è ovvio che stia al suo fianco. No ?-
-
Kraehe ?…Non dire bugie ! Lui non è il tuo
principe è quello di Rue !- sul
volto della nuova ragazza si dipinse un sorriso freddo e stanco,
– Ma davvero ?
Non m’interessa ! – le due si guardarono con
sguardo truce e in segno di sfida.
– Oh mio povero principe senza cuore, non devi ascoltare
quella ballerina da
strapazzo, io starò con te per sempre. Non dovrai
più soffrire con me al tuo
fianco….- avvicinò la bocca
all’orecchio del principe, sussurrando parole
d’amore che annebbiavano la mente del giovane. - Non
ascoltarla !!- - Princess
Kraehe !! Lascia
subito Mytho !- una voce
maschile interruppe la principessa nera come la notte più
scura. Un cavaliere
con un’armatura argentea e una spada era in mezzo al
giardino, il volto coperto
da una maschera bianca come la neve. – Chi sei ?!- chiese
truce Kraehe,
irritata per essere stata interrotta.
Il
ragazzo si avvicinò lentamente, il mantello che indossava
veniva sollevato
dall’aria leggera, mentre l’armatura tintinnava ad
ogni passo del misterioso
ragazzo.
-
Io sono il fedele cavaliere del principe, pronto a dare la vita per
proteggerlo,
tu non hai nessun diritto di toccarlo, lascialo immediatamente !!- - Se
è così
non c’è problema, visto che la tua vita si
spegnerà tra poco.- con una
giravolta e un movimento della mano, un vento fortissimo si
scagliò sul nuovo
arrivato. Lui si riparò con le braccia mentre Kraehe fece un grande salto
in cielo,
oscurando il sole; il cavaliere fece lo stesso, lei fece una spaccata
in aria
mentre lui impugnava la spada contro la ballerina.
S’incontrarono a mezzaria,
Kraehe fu tagliata alla vita dalla spada affilata e cadde a terra,
perdendo
così il frammento del cuore che aveva portato con se. Il
cavaliere atterrò in
ginocchio sull’erba verde e morbida del prato. Kraehe si mise
una mano alla
vita, stava perdendo sangue, in quelle condizioni non avrebbe potuto
combattere
ancora.– Dannazione…- detto ciò,
Princess Kraehe sparì in una nuvola di piume
nere. La maschera del cavaliere si frantumò, rotta dal colpo
della ragazza,
mostrando così il volto del misterioso cavaliere.
– Mon Dieu ! Fakir !- gl’occhi
del moro erano fissi sul principe. Tutù si mosse per andare
a recuperare il
frammento caduto ma venne subito fermata dal moro, – Non
muoverti !- Fakir
si alzò e si diresse verso Mytho.
-
Ti strapperò il cuore un ultima volta, così non
dovrai più soffrire…- -Va
bene.- ad Ahiru si spalancarono gli occhi dall’orrore,
– Cosa ?! NO !!- Fakir
alzò la spada e si preparò a colpire il cuore di
Mytho. A pochi centimetri dal
cuore Tutù lo fermò con il suo ventaglio, che era
più duro del diamante. – Non
farlo !- - Levati, se non vuoi che ti faccia del male !- la spada
premeva con
decisione sul ventaglio bianco e rosa della principessa, ma che non
voleva
saperne di rompersi. – Fakir, fermati !!- la voce di Mytho
fermò il giovane in
armatura, con un colpo di ventaglio, Tutù riuscì
a lanciare via la spada di
Fakir, disarmando così l’avversario. La spada era
caduta a pochi centimetri da
Mytho, egli la prese e mise l’impugnatura a terra, con le
mani tenne la lama
puntata sul suo petto. – Questo è un mio compito.-
- No, non farlo !- - Si
Mytho, è per il tuo bene !- Tutù fece per
prendere la spada, ma Fakir le prese
le braccia con le mani e la tenne ferma, – Non farlo ! Non
vuoi più sorridere
?! Non vuoi più essere il vero te!!- - Non ascoltarla !!- la
ballerina cercò di
liberarsi dalla stretta del ragazzo, senza avere successo, - Io voglio
che tu
sia felice, voglio poter vedere tutte le tue varie espressioni !!
Voglio vedere
il vero Mytho !!- le parole della ragazza colpirono Mytho che
alzò gli occhi
verso di lei. Alcune lacrime riempirono gli occhi della giovane.
–
Mi dispiace…- quelle parole lasciarono tutti sorpresi,
compreso Fakir, -
…raccogliere i frammenti del tuo cuore è tutto
quello che io posso fare, mi dispiace
di non poter essere d’aiuto in altro modo…- le
lacrime bagnarono l’erba sotto
di lei. Un suono metallico attirò gli sguardi del cavaliere
e della ballerina.
La spada era stata gettata a terra e Mytho sorrideva gentile alla
ragazza
dagl’occhi celesti. Fakir lasciò la ragazza,
infastidito e sorpreso - Se questa
è la tua scelta…- scomparve nell’ombra,
lasciando una sensazione di solitudine
e tristezza nell’aria.
–
Mytho…- -
Ti prego, porgimi i frammenti del mio cuore.
- lei annuì e andò a recuperare i pezzi che erano
stati rubati da Kraehe. Posò le
mani sul petto del giovane e la pietra rossa ritornò a far
parte del cuore
frammentato del principe.
Ora
mancavano solo due frammenti. Aveva recuperato la
paura, la felicità e la rabbia; doveva
trovare l’amore e la solitudine.
Mytho
fece un pallido sorriso. – Grazie. –
quell’ unica parola era riuscita a
riempirle il cuore di gioia.
– Di
niente.- anche lei ricambiò il sorriso e
con sua grande sorpresa, lui si inginocchiò e le prese una
mano baciandola
dolcemente. – Dimmi, cosa provi per me ? Io lo voglio
sapere.- Ahiru rimase
spiazzata da quella domanda. – Io…io…-
si liberò dalla presa del ragazzo e
corse via senza dare una risposta, – Tutù !-
“Scusami,
ma non posso, non posso ! Io sono solo una papera, non sono la vera
Princess
Tutù…e se lo facessi
io…io….”
-
A quanto pare il nostro principe comincia ad avere una propria
volontà.…
Mancano ormai pochi frammenti, ma non sarà facile
recuperarli, ci sano ancora
molte prove che dovranno superare.- Gli
specchi davanti a lui mostravano Fakir, Rue, Ahiru e Mytho. –
Miei cari, tra un
po’ ci sarà il gran finale, Ahahah !!!- la risata
agghiacciante riempì quel
luogo deserto e senza vita. Solo gl’ingranaggi che giravano
producevano rumore,
rappresentando lo scorrere del tempo della storia, che si sarebbe
presto
conclusa.
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Capitolo 9 *** capitolo 8 ***
Ahiru
era nella sala prove completamente deserta, si poteva sentire solo il
suono dei suoi passi e il canto degli uccellini in quella meravigliosa
giornata di sole. Si poteva notare che la ragazza aveva delle
preoccupazioni soltanto guardandole il viso serio e concentrato su
qualcosa che non era la danza. “Chi è veramente
Kraehe ? Perché vuole che sia suo ? Che sia innamorata anche
lei di Mytho ?” Per quanto si sforzasse, non riusciva a
trovare delle risposte a quelle domande. Prese un asciugamano
appoggiato alla sbarra e si asciugò il viso sudato. Avrebbe
fatto bene ad essere pronta a tutto, non sapeva cosa aveva in mente la
principessa in nero e quindi era con le mani legate per il momento.
Poteva solo aspettare la sua prossima mossa e intanto cercare i
frammenti mancanti.
Rue aveva portato Mytho a fare un giro in città, lo teneva a
braccetto e la testa appoggiata alla sua spalla, con un tiepido sorriso
dipinto sul volto di perla.– E’ così
bello passeggiare al sole, vero ?- il giovane annuì, gli
occhi avevano una luce che non avevano mai avuto, Rue fece una piccola
smorfia che però nascose subito. Ad un tratto sentirono un
carillon. La musica proveniva da una piccola bancherella con una
ragazza dalla pelle chiara e i capelli verdi. I due ragazzi si
avvicinarono curiosi, osservando la bancarella, – Salve.- -
Salve a lei, mi dica cosa vende di bello ?- chiese educatamente la
ragazza con i capelli neri,- Io vendo gioielli di ogni tipo, con pietre
preziose e catenelle d’oro.- lo sguardo di Mytho fu subito
catturato da un ciondolo con una pietra gialla, ornato da una cornice
d’oro. – Ti piace questo, non è vero ?-
- Si.- Edel lo prese e glielo mostrò, – Questo si
chiama “amore” se lo darai alla persona che ami,
riuscirai a comprendere i suoi sentimenti.- - Tesoro, sai
già che io ti amo, non c’è bisogno che
me lo regali.- disse dolcemente la ragazza, ma Mytho non rispose,
continuava a guardare la pietra incantato, come se stesse pensando a
qualcos’altro. Rue lo guardò con uno sguardo
inquietante, che non venne notato da nessuno dei presenti. - Tieni,
visto che ti piace così tanto, te lo regalo.- disse Edel con
un sorriso cordiale. Mytho lo prese e fece un pallido sorriso.
– Grazie.- Rue era furiosa, non l’aveva neanche
ascoltata, a chi pensava di dare quel ciondolo ?
“Non dirmi che vuole darlo a Princess Tutù
!?” La rabbia s’impossessò di lei, ma
con un profondo respiro riuscì a calmarsi un pochino e non
fare una scenata davanti a tutti. – Potrei vederlo un attimo
?- chiese la ragazza, il principe annuì e con diffidenza
glielo passò, facendolo così cadere di proposito.
– Oops ! Che sbadata !- Mytho si chinò subito per
prenderlo ma Rue fu più veloce e lo prese tra le dita
eleganti.
– Ti dispiace se lo tengo io per un po’ ?
Ho una catenina che starebbe benissimo con questa pietra,
così potrai regalarlo a chi vuoi ?- Mytho sembrò
pensarci su un attimo, poi, semplicemente, annuì. Non poteva
immaginare che quel ciondolo sarebbe stata la rovina di tutti.
Dopo la passeggiata tornarono a scuola e si salutarono davanti ai
dormitori. Rue si diresse subito nella sua stanza, le tende di velluto
viola coprivano le finestre, non permettendo alla luce di entrare.
– Mia cara Princess Tutù, non avrai mai il mio
Mytho…- scioccò le dita e si trasformò
in Princess Kraehe. Lei era la figlia del grande Corvo, aveva una
missione che doveva portare a termine, solo così Mytho
sarebbe stato suo per sempre. Suo padre, tramite i corvi
dagl’occhi rossi come il sangue e le piume nere come
l’ebano, le aveva ordinato che doveva assolutamente avere il
cuore di Mytho, solo così sarebbe stato liberato dalla sua
prigionia e avrebbe reso Mytho tutto per lei.
–Padre, non ti deluderò…-
prese il ciondolo e poi fece apparire dal nulla una piuma nera come la
notte, la mise dentro la pietra con la magia nera, una magia
proibita che nessuno dovrebbe conoscere e il ciondolo su
colorò di una luce scura e misteriosa. – Vedremo
cosa farai piccola ballerina… Ah,ahah !!- prese il ciondolo
e gli mine una catenella poi chiamò un corvo con il becco
affilato, – Portalo nella camera di Mytho, mi raccomando, non
devi farti vedere.- il corvo prese l’oggetto e
volò fuori dalla finestra che Kraehe aveva aperto. Il corvo
fece come detto e la trappola fu pronta.
Quando Mytho entrò in camera, vide sul letto il ciondolo.
Senza farsi troppe domande, lo prese e decise di andare subito a
cercare Tutù per darglielo. Sentiva uno strano sentimento
verso di lei, ma non capiva cosa fosse. Voleva conoscere i sentimenti
di quella ragazza e se gli avrebbe dato quel ciondolo sarebbe riuscito
nel suo intento. Benché non conoscesse la vera
identità della ragazza, decise comunque di cercarla,
sperando che lei, sentendosi chiamare, sarebbe venuta da lui.
Fakir al momento era in città, per far visita a suo padre,
che aveva una falegnameria in uno dei negozi della piazza centrale.
Così Mytho poteva muoversi liberamente, senza dover dare
spiegazioni a nessuno.
Uscì dall’edificio e si diresse verso il boschetto
dietro la scuola, lì c’erano delle rovine di un
vecchio teatro all’aperto, forse l’avrebbe trovata
a ballare tutta sola.
Ahiru aveva finito i suoi esercizi, quindi decise di andare a cercare
il quarto frammento del cuore. Il ciondolo, come se avesse sentito
quello che pensava, s’illuminò con una luce
intensa e rossiccia. – Cosa ?! Che qualcuno lassù
mi abbia sentito e abbia deciso di darmi una mano ?- si
trasformò nei panni di Princess Tutù e
seguì il pendente che la guidò nel boschetto
dietro la scuola.
Mytho era arrivato alle rovine: il palco di pietra era mezzo distrutto,
mentre si potevano ancora vedere alcune scalinate dove una volta si
sedeva il pubblico. Si guardò intorno senza vedere nessuno.
Il suo sguardo divenne triste e si girò per andare a cercare
da un’altra parte, - Mytho ?- quella voce, un misto di
dolcezza e sorpresa, una voce dolce e melodica attirò
l’attenzione di Mytho, a cui, quando la vide,
s’illuminò il volto. – Ti stavo
cercando.- Ahiru arrossì, sorpresa da quelle parole.
“Stava cercando me ?! Oh Mon Dieu !” –
Dimmi, principe, cosa posso fare per te ?- - Ho una cosa per
tè…- tirò fuori da una tasca il
ciondolo chiamato “amore”. –
L’ho preso per tè.- Ahiru era senza parole, era
così felice e…quello che stava facendo era
completamente sbagliato, la ragazza di Mytho era Rue non lei. Quel
ciondolo aspettava di diritto alla ragazza con i capelli neri, ma la
gioia di ricevere qualcosa dal suo amato principe, le fece dimenticare
tutto il resto.
Il giovane si avvicinò e glielo mise al collo. –
G-grazie è bellissimo !- il sorriso della ragazza fece
sorridere anche il giovane. “Com’è bello
quando sorride…” Ad un tratto il pendente magico
s’illuminò intensamente. –
Cosa… ?- il pezzo del cuore apparve proprio davanti a loro,
lasciandoli tutti e due senza parole. – Salve, io sono il
sentimento dell’amore, ho sentito il vostro richiamo.-
Tutù toccò leggermente il frammento che
tornò alla sua forma originale.
- Abbiamo un altro frammento ! Ora ne manca solo uno !!- sprizzava
felicità da tutti i pori e il principe non poté
che ringraziarla. - Grazie, Tutù.- lei si
avvicinò con il frammento nella mani, le avvicinò
piano al petto ti Mytho, mancavano pochi centimetri quando il ciondolo
che le aveva regalato Mytho si illuminò di una luce che non
gli apparteneva. Tutù si trovò legata da delle
funi fatte di piume di corvo, erano strette e dure, e le impedivano
qualunque movimento. – Mythooooo !!- -Tutù !- il
frammento entrò per metà nel petto di Mytho
facendolo sussultare, ma una piuma di corvo, lanciata
dall’alto, infilzò il suo petto, bloccando il
frammento. – Ahhhhh !!!-
Il cielo si oscurò e un vento fortissimo si alzò.
– Molto bene, tutto come avevo previsto.- sul viso di Kraehe
c’era un sorriso compiaciuto e divertito.
– Kraehe liberami subito !!- - Non ci penso neanche !- si
avvicinò a loro due con un lungo salto aggraziato ma
potente, – Salve principe, mi sei mancato lo sai ?- disse
cercando di sembrare dolce e innocente. Dolce lo era di sicuro, ma
innocente per niente. Si avvicinò molto sensualmente a
Mytho, avvicinando il suo viso a quello del ragazzo, – Ti amo
principe…- prese la piuma e con un decisione gliela
strappò dal petto, portando con sé tutti i
frammenti del suo cuore. Mytho stava per urlare di dolore, ma Kraehe
soffocò quel grido con un bacio.
– Adesso che il tuo cuore è mio, starai sempre con
me.- gli occhi di Mytho erano completamente spenti, tornati come erano
al primo incontro con Ahiru. Tutù non sapeva cosa
fare, era completamente inutile e le funi si stringevano ogni minuto
che passava, togliendole il respiro. – Ferma Kraehe !!- Fakir
arrivò correndo con la spada sguainata e lo sguardo pieno
d’odio, – Troppo tardi !!- un vento fortissimo si
alzò e quando Fakir riaprì gli occhi, Mytho e
Princess Kraehe erano svaniti senza lasciare traccia. –
Accidenti !!- Ahiru stava per soffocare, svenne e l’ultima
cosa che ricordò fu Fakir che correva verso di lei.
Ahiru si svegliò in un letto davvero morbido. Non ricordava
di avere un letto così, e le coperte erano così
morbide e di un velluto blu così … un attimo !
Blu !? Le sue lenzuola erano bianche !! Dove caspita era ?!! Qualcuno
bussò alla porta di legno della stanza, -
A-avanti…- Fakir entrò con un vassoio in mano,
– Buongiorno, principessina !!- disse ironicamente, -
B-buongiorno…- disse timida e imbarazzata, –
Allora, come ti senti ?- - Meglio grazie, quelle corde erano
così strette che per un momento ho pensato di
morire…- Fakir annuì, posizionando il vassoio con
croissant e due cappuccini sul letto. – Comunque, vorrei
sapere cosa è successo prima che arrivassi.-
- Certo, all’ora… Mytho mi ha regalato, non so per
quale motivo, un ciondolo; poi ho trovato il quarto pezzo del cuore e
dopo…- ad un tratto si fermò con lo sguardo fisso
davanti a sé, – Continua.- la
incoraggiò Fakir, prendendo luna tazza e bevendo un sorso.
Dall’altra parte della stanza, proprio davanti al letto dove
era seduta Ahiru, stava uno specchio, quello che rifletteva non era
l’immagine di Princess Tutù, ma bensì
quella di Ahiru. “Mon Dieu !!!!! Fakir a scoperto il mio
segreto !!!!!! E adesso che faccio ??!!” – Ahiru,
ti senti bene ?- chiese confuso e un po’ preoccupato. Lei si
girò verso di lui. – Tu..tu-tu…sai che
io s-sono Princess Tutù !!!!!- Fakir finalmente
capì e sospirò. – Non potevi
dirlo prima !!- lui non rispose, serio e impassibile come al solito.
– Non è colpa mia se Mytho è stato
rapito.- disse freddo e con sguardo accusatorio, quelle parole fecero
ricordare alla ragazza cos’era successo. Mandandola nel
panico più totale. – Mon Dieu !!! Mytho
è stato rapito ! E Kraehe ha anche preso il suo cuore !! Che
disastro !!- Fakir prese una brioche dal vassoio e
l’addentò, – Credo proprio che
toccherà a me risolvere la faccenda.- Ahiru seguì
lo stesso esempio di Fakir, prese una brioche e
l’addentò. “ OHHH !! Che buona !! Alla
crema chantilly, la mia preferita !” Scosse forte la testa.
“Pensiamo alle cose serie !!”
– Ti aiuterò anch’io !!- - No,
tu no.- Ahiru rimase spiazzata da tanta pacatezza e durezza nel tono
della voce di quel ragazzo, – Si, io si ! Non puoi farcela da
solo, come io non posso farcela da sola !- Fakir la guardò
torvo.
- Non mettermi sul tuo stesso livello !- - Ma sentitelo ! Ha parlato
Lancillotto !- questo aveva davvero ferito l’orgoglio del
ragazzo, che non aveva intenzione di perdere quella piccola battaglia.
- Ha parlato la prima ballerina !!- questo significava guerra per
Ahiru, - Non ci provare ! Non si tratta così una ragazza !-
- Ma stai parlando di te ?- ok questo era troppo !!- Sei
sempre il solito !! Burbero e associale !! Vuoi fare tutto da solo
senza avere aiuto dagli altri ! Perché ?!- il ragazzo rimase
immobile, non rispose, guardava intensamente Ahiru, poi…la
resa. – Ok, va bene; andremo insieme a salvare Mytho,
contenta ?- - Si, molto.- la ragazza amava vincere, e contro Fakir era
ancora più divertente.
– Ma sia chiaro una cosa ! Comanderò io la
spedizione !- Ahiru si mise sull’attenti. – Si,
signore !- il ragazzo uscì dalla stanza, mentre la ragazza
finiva la sua adorata brioche che la mandava letteralmente in paradiso.
In una caverna sotto la città, Mytho e Kraehe stavano
sdraiati su un letto di piume argentee, intorno a loro c’era
un lago d’acqua cristallina. L’isola che stava al
centro di quel lago era completamente di cristallo, brillando come una
stella grazie alla luce del sole che scendeva dall’alto.
Quello era un luogo magico e sconosciuto a chiunque.
– Mio caro principe, dimmi, mi ami ?- - Si.- gli occhi del
principe erano completamente privi di vita, vuoti come il suo
petto.– Anch’io ti amo, starò per sempre
con te.- si strinse a lui, finalmente il più grande amore
della sua vita stava al suo fianco, non gl’interessava che in
realtà lui non provasse niente per lei. Quello che importava
era che non sarebbe stata più sola. E sue padre sarebbe
stato presto libero.
Ahiru, dopo aver finito di mangiare, uscì dalla camera e
scese le scale che la portarono nella cucina di Fakir.
- Fakir ? Dove sei ?- - Sono qui.- Fakir entrò con indosso
l’armatura d’acciaio che aveva indossato la volta
in cui aveva combattuto per la prima volta. – Scusami, posso
farti una domanda ?- Fakir la guardò curioso, –
Vivi qui da solo ?- - No, qui abita mio padre adottivo, i miei sono
morti quando era molto piccolo.- il viso di Fakir non cambiò
minimamente al suono di quelle parole, mentre la ragazza rimase
scioccata. – Scusami, non volevo essere
impertinente, non ne avevo la minima idea.- - Non preoccuparti non
è colpa tua.- “Povero, ora capisco
perché è sempre così serio e
distaccato…” Ahiru lo guardò un attimo
meglio, sorridendo, “Però devo dire che
è molto più simpatico quando lo si conosce
meglio, e poi, quell’armatura gli sta molto bene.”
- Scusa, qualcosa non va ?- Fakir la guardava perplesso, lei
cadde dalle nuvole e divenne rossa come una rosa.
– No, no ! Tutto bene!- e fece un piccolo risolino nervoso.
Lui prese la spada e la mise nel fodero di pelle legato alla
cintura.– Molto bene, possiamo partire.- Ahiru
annuì, – Allora dove potrebbe aver portato Mytho,
la nostra amica ?- Ahiru ci pensò su, poi gli venne
un’idea.
– Io non lo so, ma una persona che conosco potrebbe
darci una mano ! Andiamo !- Fakir la seguì in silenzio fuori
dalla casa, pregando Dio che tutto andasse per il meglio.
Andarono fino alla piazza della città, al centro della quale
c’era un grande fontana che spruzzava acqua
cristallina, circondata da tantissimi fiori rossi e bianchi.
Ahiru si guardò un po’ in torno, poi il suo viso
s’illuminò.
– Eccola !- cominciò a correre verso una ragazza
con una piccola bancherella che emetteva una melodia.
– Edel ho bisogno del tua aiuto !- - Dimmi, ma amie !- -
Princess Kraehe ha rapito Mytho, tu sai dove può averlo
portato ?- Edel non seppe cosa rispondere. “Cosa faccio ?
Sono solo una marionetta di Drosselmeyer, ma questa ragazza
è speciale, lei mi ha fatta
sentire…come…un essere umano,
l’aiuterò soltanto per questa
volta…” Edel sorrise e poi guardò la
ragazza con i capelli rossi davanti a lei. – Si, so dove
l’ha portato, vieni seguimi…- Ahiru
abbracciò forte la ragazza, - Grazie, grazie !!- lei rimase
spiazzata, non si aspettava questa reazione, per qualcosa di
così semplice. Lei sapeva che non poteva provare sentimenti
essendo senza cuore, e per questo non le importava se sarebbe stata
punita da Drosselmeyer, quella ragazza l’aveva fatta sentire
viva, e se poteva fare qualcosa per lei l’avrebbe fatto
volentieri. Ahiru fece segno a Fakir di avvicinarsi. – Edel
ti presento un mio...amico, si chiama Fakir, lui è il
cavaliere di Mytho.- Edel a quelle parole divenne seria, si chiese se
il ragazzo conoscesse il suo triste destino oppure ne fosse
all’oscuro. – Piacere di conoscerti.- - Il piacere
è mio.- Edel, così, accompagnò i due
giovani al luogo dove erano Mytho e Kraehe. Arrivarono davanti alla
chiesa della città e li portò dietro la torre
dell’orologio; Edel si fermò davanti al muro di
pietra. Appoggiò la pallida mano sulle pietre e si
aprì un passaggio che avrebbe portato i due ragazzi sei
sotterranei della città.
– Ohhhh !!- Ahiru era incredula, - Grazie Edel, non so come
ringraziarti !!- la ragazza si girò verso di lei e
l’abbracciò teneramente. Ahiru rimase immobile,
Edel non aveva mai mostrato i suoi sentimenti, per questo la rossa ne
rimase piacevolmente sorpresa, ricambiando poi l’abbraccio.
– Stai attenta.- - Lo farò.- sciole
l’abbraccio molto lentamente e poi guardò il
ragazzo. – Sta attento anche tu, ci saranno numerosi pericoli
e dovrete affrontarli da soli, mi raccomando proteggila, è
una ragazza molto speciale.- Fakir annuì. I due ragazzi
entrarono nel passaggio che si chiuse dietro di loro, lasciandoli nel
buio più totale.
Fecero numerosi metri senza parlare, troppo impegnati a non inciamparsi
o sbattere contro un muro. – Comincio ad avere un
po’ paura.- confessò Ahiru, aspettandosi un
commento sprezzante da parte del giovane, ma Fakir non rispose,
continuava a camminare concentrato e con lo sguardo fissò
davanti a lui. “ E’ ritornato il solito ragazzo
burbero.” Pensando ciò sbatté contro il
soffitto che si era abbassato mentre camminavano, poi non vide uno
scalino e cadde come un sacco di patate e infine
s’inciampò in un masso che Dio solo sapeva come
era finito lì. Fakir si girò verso di lei con
un’aria perplessa. - Ma sei davvero Princess Tutù
?- - Certo che lo sono !- disse un po’ intontita, –
Se lo dici tu.- continuarono in perfetto silenzio e Ahiru
s’inciampò solo tre volte e cadde a terra due.
Superando il suo record di figuracce in solo giorno. Ad un
certo punto, la galleria si riempì di un rumore simile al
ronzio della api, ma più acuto e forte.
–Cos’è ?!- una trentina di corvi con
gl’occhi rossi come il sangue puntavano verso di loro, pronti
a beccarli a sangue. Fakir si mise davanti a Ahiru e sguainò
la spada. – Corri ! Io ti raggiungerò ! - -
Ma…- - Vai !- Ahiru fece come detto, ma , neanche
fatti due passi, il pavimento sotto di lei cedette e cadde nel vuoto.
– Ahiru !- Fakir si tuffò e la prese tra
le braccia per proteggerla dalla caduta. Poi non videro più
niente.
Ahiru riaprì gli occhi molto lentamente. “Dove
sono ? E cosa ci faccio tra le braccia di Fakir ??!!” Ahiru
si scostò subito dal giovane ancora privo si sensi.
– Mi ha salvata, mi ha protetto dalla caduta con il suo
corpo…- Ahiru non se lo sarebbe mai aspettato dal ragazzo.
Grazie al cielo, l’armatura aveva protetto il corpo del moro
e pochi minuti dopo riprese i sensi. – Ma cosa..?- - Siamo
caduti in una fossa.- Fakir si guardò intorno ,
l’acqua entrava da una piccola fessura nella roccia creando
un piccolo laghetto. Guardò in alto e capì che
era impossibile arrampicarsi. – Come facciamo ad uscire da
qui ?- chiese cinico il ragazzo, – Vedi quella apertura
laggiù ? Posso andare a controllare se porta da qualche
parte.- - Andrò io.- - No, io posso tenere il respiro per
molto tempo, quindi vado io, fidati.- il modo in cui disse
l’ultima parola lo fece annuire,– Potresti tenermi
questo ?- Ahiru slacciò il ciondolo e glielo porse al
ragazzo. Lui lo prese e nel momento in cui lei non toccò
più l’oggetto, una luce la investì,
costringendo il ragazzo a coprirsi gli occhi con un braccio. Quando
Fakir li riaprì, la ragazza era sparita, a terra
c’erano solo i suoi vestiti, dai quali uscì una
piccola paperella gialla. – Ahiru ?!- la paperella
entrò in acqua e s’immerse, lasciando il moro
completamente senza parole. – Non ci posso credere, Ahiru in
realtà è una papera !!- era scioccato,
già il fatto che, imbranata com’era, fosse
Princess Tutù lo rendeva scettico, ma questo aveva superato
tutto.
Passarono alcuni minuti ed Ahiru non tornava a galla, così
si avvicinò all’acqua, per vedere se riusciva a
vedere qualcosa. – Ma le papere possono annegare ?
Bhé trattandosi di Ahiru è possibile.- poi vide
la testa gialla della paperella che riemerse in superficie, –
Perché non mi hai detto che sei una papera ?! Sono senza
parole !!- lei prese lo slancio e si mise al collo il ciondolo, che lui
lasciava pendere dalla mano. – Non vedo il motivo per il
quale avrei dovuto dirtelo !! E poi non mi hai mai chiesto niente di me
e……ma perché ti sei girato ?- Fakir si
era girato di spalle appena era diventata umana, - Come
perché ?! Guardati !!- lei si guardò e si accorse
di essere completamente nuda. - Mon Dieu !!!- si tuffò in
acqua per nascondersi agl’occhi del ragazzo che era bordeaux
dall’imbarazzo.
– Hai visto qualcosa ?- chiese la ragazza. – Ma ti
pare !!!- lei si rivestì e dopo aver superato quel momento
di eterna vergogna, espose la sua scoperta. – Il cunicolo
porta a un’altra galleria, è l’unico
modo per uscire di qui.-
- Molto bene, andiamo. – si tuffarono nell’acqua
chiara e pulita, percorrendo il cunicolo sottomarino. Quando
riemersero, si trovarono in un’altra galleria proprio come
aveva detto Ahiru. Camminarono per qualche metro poi videro una luce
che indicava che erano arrivati alla loro destinazione. Si guardarono e
cominciarono a correre.
La grotta in cui arrivarono era molto grande, da una fessura del
soffitto scendeva la luce del sole, illuminando quel luogo incantato.
Al centro stava un’isola che sembrava essere di cristallo,
circondata da un lago d’acqua trasparente e fredda.
- Siete arrivati alla fine !!- una voce che Ahiru conosceva molto bene
attirò la loro attenzione. – Rue ?!- la ragazza
era seduta su un trono di cristallo, con enormi spuntoni che lo
rendevano meraviglioso e allo stesso tempo agghiacciante. –
Princess Tutù, è da un po’ che non ci
vediamo, mi dispiace che non abbiate gradito il mio regalo.- disse la
mora con un ghigno stampato in faccia, – Ma di cosa stai
parlando ? Io non capisco, tu cosa…- Ahiru si rese conto
della triste verità e il volto si riempì di
sconcerto. - No…no…NO ! Non puoi essere Kraehe !
Tu non puoi !!- le lacrime scesero lente sulle guance rosse della
ragazza, facendo sorridere ancora di più la ragazza con i
lunghi capelli neri. – Oh si che posso !- si
trasformò davanti ai suoi occhi: il tutù nero le
copriva il busto, mentre i piedi calzavano scarpette dello stesso
colore, con ricami argentati. Princess Kraehe era Rue.
Fakir non ne era sorpreso, immaginava che quella ragazza nascondesse
qualcosa e la guardava con sguardo truce. La rossa continuava a
rimanere senza parole, le lacrime scorrevano impetuose e
prepotenti, la sua cara amica era diventata la sua peggior nemica.
- Non fare quella faccia ! Non mi sembra il caso, vero, mon amour ?-
Mytho era sdraiato su un letto di cristallo circondato da petali di
rosa rossi come il sangue. Si alzò come un pupazzo e si
avvicinò alla principessa. – Saluta i nostri
ospiti, mio caro. – Mytho non mosse un muscolo, i suoi occhi
guardavano il vuoto e dentro di loro si poteva vedere il nulla
più assoluto.
– Dovete scusarlo, non è molto loquace.- disse
abbracciandolo e stampandogli un bacio sulla guancia. “No,
Rue non avrebbe mai fatto una cosa del genere ! Lei ama veramente
Mytho, perché ? Perché !!!!!!?????”
- A quanto pare le cose si stanno facendo interessanti, chi lo sa,
magari la nostra Princess Kraehe verrà sconfitta
un’altra volta, oppure toccherà a Princess
Tutù ? Che si aprano le danze !!- Drosselmeyer stava
osservando tutto da uno specchio enorme, il destino della storia era
nelle sue mani e tutto stava procedendo secondo i suoi piani.
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Capitolo 10 *** capitolo 9 ***
Princess
Kraehe era seduta sul suo trono di cristallo, con uno sguardo che Ahiru
non
riconosceva. Mytho era accanto a lei, completamente svuotato della sua
essenza
e del suo cuore. – Voi siete qui per… ?- -
Liberare Mytho dalla tue grinfie !!-
Rue sorrise.
Schioccò
le dita e così apparve il cuore del principe, che era
incastonato in un
piedistallo che lo teneva sospeso alle sue estremità.
– Principe, distruggi il
frammento.- nelle mani del giovane si materializzò una
spada, con la quale si
avvicinò al frammento, la sollevò sopra le testa
e fece per colpire. – Noooo!!!!-
- Fermati !- la voce di Kraehe fece fermare il giovane a pochi
centimetri dalla
pietra che brillava di sangue. – Facciamo un patto, che ne
dite ? Se il pezzo del
cuore “amore” sceglierà tè,
allora vi darò il principe e il cuore. Ma se tu
parlassi dei tuoi sentimenti al principe diventeresti polvere di luce.
Questo
potrebbe essere un problema per te, non trovi ?- Ahiru era immobile e
senza
parole, Kraehe aveva ragione. – Quindi parliamo dei nostri
sentimenti Princess
Tutù !- la sua risata riempì la grotta, facendo
tremare il ghiaccio. “Cosa
faccio ? Io non voglio scomparire…” La ragazza con gl’occhi celesti
non sapeva che fare, se
avrebbe rivelato i suoi sentimenti non avrebbe più potuto
rivedere i suoi amici
e non avrebbe più potuto ballare; ma quello era
l’unico modo per salvare Mytho,
non aveva altra scelta.
– Va
bene.- - Cosa ?!- Fakir era incredulo,
Ahiru voleva sacrificarsi per il principe che non avrebbe
più potuto vedere e
lasciarlo nelle mani di quella strega. Non poteva accettarlo ! Ahiru si
trasformò in Princess Tutù, poi guardò
la ballerina in nero, cercando in quei
occhi la sua vecchia amica. –
Ti prego Kraehe non fare più niente di male a Mytho.- Rue,
che era rimasta
sorpresa dalla sua reazione, sorrise.
–
Non lo farei mai, io lo amo più di ogni altra cosa.- - Ma
perché dobbiamo
combattere in questo modo ?- - La colpa è solo tua,
cominciando a riportare i
frammenti del cuore a Mytho, ha fatto si che la storia del “
Il principe e il
corvo” ricominciasse. Il tuo destino è di
scomparire per sempre, mentre quello
del nostro coraggioso cavaliere, è morire per proteggere il
suo principe, il
quale dovrà vivere senza le persone che ama.- la ragazza
fece un piccolo
risolino, – Non ho ragione Fakir ? Se lei porterà
tutti i frammenti del cuore
tu morirai, è questo quello che vuoi ?- Tutù si
girò verso il giovane
cavaliere, incredula e con gl’occhi colmi di orrore.
“ E’ per questo che voleva
che non portassi i frammenti ! Stava cercando di salvare tutti
!” – Mytho
desidera che gli si riporti il cuore, e quindi è anche il
mio desiderio, tu sei
l’unica che non lo vuole !!- Princess Kraehe fece una
smorfia, solo ora Tutù si
rese conto di quello che aveva fatto: aveva condannato tutti a rivivere
quella
favola di dolore e tristezza. L’unica cosa che poteva fare
ora, era salvare il
principe. – Mytho, io…io ti…-
-
Zitta !! Non dire una parola di più idiota !- - Idiota a me
?!- la principessa
lo guardava senza parole, ma gli sembrava il momento di fare commenti
del
genere ! - Non capisci che se scompari, nessun’altro
potrà raccogliere il
frammento rimasto ?- Ahiru
si diede
mentalmente della stupida, era così ovvio !! – A
quanto pare il mio piano non è
andato a finire come avevo immaginato.- Fakir sguainò la
spada, – Io voglio
cambiare questo destino ! Non importa se dovrò sputare
sangue, sarò io a
scrivere la mia storia !- Tutù rimase colpita da quelle
parole, “Giusto, solo
noi possiamo cambiare il corso di questa storia, non siamo dei
burattini nelle
mani di qualcuno, noi faremo tutto quello che è in nostro
potere per decidere
cosa fare !!”
– Ma che cavaliere intraprendente !- con un
gesto
della mano, si alzò un forte vento, che fece ghiacciare
l’acqua e apparire
numerosi guerrieri-corvo con spade affilate come rasoi e becchi
scintillanti e
appuntiti. Fakir si lanciò all’attacco:
fermò la spada di un corvo che lo stava
caricando e lo trafisse con la sua, il quale scomparì in
piccole scintille
viola. Due corvi, girando su di loro, si avvicinarono per poi fare un
grande
salto e scendere in picchiata verso Fakir; lui fece un salto
all’indietro e li
colpì alla schiena facendoli scomparire. Ahiru fece per
andare ad aiutarlo, ma
due corvi si misero davanti al lei con le spade incrociate per non
farla
passare. – Fakir sta attento !!- il giovane si
girò di scatto, altri tre corvi
si scagliarono su di lui da tre direzioni differenti; si mise in punta
di piedi
e girò su di sé tagliandoli alla vita uno dietro
l’altro. Il suo respiro si era
fatto pesante e gocce di sudore gli bagnavano il viso, non sarebbe
resistito
ancora per molto a quel ritmo. – Devo averti sottovalutato,
ma non farò più
questo errore !- altri guerrieri-corvo apparvero, con sguardi
più cattivi e
spade più affilate. Fakir si alzò da terra e si
scagliò all’attacco un’altra
volta, i corvi erano diventati anche più abili
nell’uso della spada, e se ne
accorse subito. Un corvo lo ferì alla vita, ma
sparì in polvere di luce colpito
dalla spada nera del cavaliere. Tutù
osservava quello spettacolo senza poter far niente, pregando con le
mani
congiunte e gl’occhi chiusi che non succedesse niente a quel
ragazzo. “ Ti
prego…”
Un
altro corvo arrivò in picchiata dall’alto, Fakir
mise a terra la spada e si
diede uno slancio per colpirlo col piede. Erano troppi e velocissimi,
uno di
loro lo ferì alle gambe facendolo urlare di dolore. Il
sangue colava sulle sue
gambe, macchiando il ghiaccio sotto di lui di un rosso scuro e intenso.
– Fakir
!!!!!!!!!!- Tutù cercò di andare da lui ma i due
corvi le impedirono di fare un
solo passo. Uno stormo di corvi si scagliò sul cavaliere e
il ghiaccio si
spezzò sotto il peso eccessivo, facendo cadere tutti
nell’acqua fredda e
cristallina del lago. – Bene, ora passiamo a te, ma
chêre !- - Fakir…- sussurrò
quel nome priva di fiato, il suo cuore perse un battito e il suo
sguardo si
perse nel vuoto. Alcune lacrime bagnarono il viso della ragazza,
facendo ridere
Kraehe ancora più forte.
–
Ma chêre, non ti libererai… così
facilmente… di me !- Fakir uscì
dall’acqua,
trascinandosi sulla riva dell’isola di cristallo con le
braccia avvolte
dall’armatura ammaccata e sporca di sangue. Il viso e il
corpo pieno di graffi
e tagli che perdevano sangue scarlatto. Si avvicinò
lentamente a Mytho,
trascinando la spada dietro di se. - Amico, io e
Tutù ti salveremo… – quelle
parole furono sussurrate all’amico del giovane principe. Poi
alzò la spada e spezzò
in due quella del principe che era rimasto immobile, – NO !!-
la spada si
trasformò in due cigni bianchi come i raggi di luna, che
volarono verso l’alto
uscendo così dalla grotta. –
Tutù…adesso…il
destino…di…Mytho… è nelle
tue…mani…- le forze lo abbandonarono
completamente, si lasciò cadere all’indietro
e finì in acqua stremato e perdendo i sensi. –
Fakirrrr !!!!!!!!!!!!- i due
corvi sparirono lasciandola libera di andare, si lasciò
cadere al suolo
con gl’occhi
bagnati dalle lacrime, -
Fakir, farò del mio…meglio…-
–
A quanto pare, non posso più distruggere il pezzo di cuore,
ma ora la partita è
nelle mie mani.- Tutù si asciugò gli occhi con i
dorsi delle mani, alzò il
volto e si mise in piedi. “ Non potrò esprimere i
miei sentimenti a parole, ma
io sono in grado di farlo attraverso la mia danza. Mytho
capirà i miei
sentimenti senza il bisogno che io dica una parola.”
Cominciò
a camminare in punta di piedi sull’acqua trasparente, grazie
alla sua magia e
iniziò a ballare. I
movimenti delicati e armoniosi la rendevano simile a un petalo di rosa
che cade
dal cielo, - Molto bene, a questo gioco so giocare anch’io.-
Kraehe fece un
salto altissimo e girando su se stessa, arrivò vicino a
Tutù e mosse le braccia
come se fossero ali di corvo. Entrambe tesero la gamba sinistra davanti
a loro,
poi fecero un passo mettendo indietro l’atra gamba.
– Tu sei solo un’imitazione
di Princess Tutù, non hai nessuna possibilità di
battermi.- la rossa rimase spiazzata
da quell’affermazione. - Tu non sei la vera Princess
Tutù, sei solo una ragazza
pasticciona e priva di grazia.- Ahiru smise di ballare, ferita e
consapevole
che quello che stava dicendo era la pura e semplice verità.
“No, devo stare
concentrata, non posso perdere !” Ricominciò a
ballare ma ogni volta che Rue
parlava gli faceva perdere l’equilibrio e i suoi movimenti
erano poco precisi e
sgraziati. – Rue era mia amica, non la pensava
così !- - Dimentichi che Rue
sono io.- - No ! Tu non sei Rue ! Sei una persona completamente diversa
!-
Kraehe rise mentre continuava a ballare senza sbagliare nemmeno un
passo. Il
frammento del cuore si era trasformato nell’immagine di
Mytho, camminò verso
Kraehe e fece una singola domanda. –Sei tu la mia principessa
?- l’altra fece
un piccolo ghigno, - Si, sono io, mio bel principe.- detto
ciò, lui s’inchinò e
le baciò la mano. “NO ! Non può essere
! Io…io…non posso lasciare che lei vinca
! Fakir ha rischiato la sua vita per salvare Mytho ! Non posso essere
da meno
!”
Tutù
si mise in punta di piedi, alzò le braccia verso il cielo e
le sbatté come se
fossero ali, - Ma cosa vuole fare ? Non serve a…- Kraehe
rimase ammutolita, la
ragazza aveva la gamba sinistra tesa all’indietro e
l’altra in punta di piede,
si piegò in avanti accarezzando la gamba e portando
così quella sinistra andò a
puntare verso l’alto.
– Sta ballando un
pas de deux da sola ! E’
impossibile !- Ahiru girò piano su se
stessa, era come se qualcuno ballasse con lei, ma in realtà
non c’era nessuno:
erano solo lei e i suoi sentimenti. “Io sono Ahiru, ma sono
anche Princess
Tutù, niente potrà cambiare questo.”
Princess Kraehe prese il frammento e si
mise a ballare anche lei il pas de deux. – Fino adesso sei
stata brava, ma come
farai con i passi di coppia ?- chiese divertita, facendo un
casquè tenuta
saldamente dal cuore del principe. Tutù non sentiva
assolutamente niente di
quello che diceva la ragazza con i capelli neri come la notte. Preso lo slancio e fece un
saltò altissimo. –
Impressionante !...... Ma è impossibile… sta
lievitando !- la ragazza stava
lievitando con la schiena piegata all’indietro e una gamba
tesa verso l’alto,
sembrava che qualcuno stesse ballando con lei, qualcuno che solo la
ragazza
poteva vedere e sentire. Il frammento del cuore
s’incantò ad osservare la sua
danza così bella e piena di sentimenti. Ahiru cadde al
suolo, per poi rialzarsi
come se non fosse successo niente.
–
Non guardarla ! E’ patetica !- gettò la schiena
all’indietro facendo un casquè,
le gambe tremarono per lo sforzo. “Anche se non sei qui a
ballare con me, Mytho,
per me è come se ci fossi, desidero rivedere il tuo dolce
sorriso…sentire la
tua voce e vederti i nuovo ballare…”
Abbracciò l’aria davanti a sé,
aprì
lentamente gli occhi e poi li spalancò incredula per quello
che stava vedendo. –
NO ! Non può essere ! – gridò Kraehe,
gli occhi di Mytho stavano tornando come
una volta, il colore ambra si faceva sempre più intenso fino
a quando Mytho
allungò una mano verso la ragazza con le scarpette rosa. -
Sono qui Princess Tutù.- la ballerina bianca corse verso di
lui in lacrime, –
Mytho !!!!!- e si gettò nelle sue braccia e lui la strinse a
se. Il frammento
si allontanò da Kraehe e andò dal principe e
Tutù. – Perché ? Perché non
ha
sentito i miei sentimenti ?- con le mani che coprivano il volto bagnato
dalle
lacrime, Kraehe se ne andò in mare di piume.
–
Kraehe…- Ahiru sapeva che dentro di lei c’era
ancora la vecchia Rue, avrebbe
trovato una soluzione per riavere indietro la sua amica, ma ora doveva
pensare
come uscire da quel luogo. – Ridammi il mio cuore,
Tutù.- lei fece come detto,
e il frammento entrò nel petto del giovane in una piccola
scia luminosa. - Ora
dobbiamo uscire di qui. -sul retro dell’isola, trovarono un
passaggio che forse
li avrebbe portati di nuovo in superficie. Camminarono a lungo senza mai arrivare
alla fine del
cunicolo che avevano preso, cominciando a credere di essere finiti in
un vicolo
ceco. – Non vedo niente Mytho.- disse impaurita la rossa, non
riuscendo a
vedere dove mettesse i piedi.
-Tranquilla,
ci sono io.- quelle parole fecero stare meglio Ahiru, ma continuava a
pensare a
Fakir, ferito e privo di sensi che era scomparso senza lasciare
traccia. “Dove
sarà ? Starà bene ? Oppure lui
è…No ! Non può essere, lui
è forte, molto più
forte di me e starà di sicuro bene !” Una luce in
lontananza attirò la loro
attenzione – L’uscita !!- seguirono quella luce di
speranza fino ad arrivare
alla fine del tunnel e vedere sopra di loro il cielo stellato e la luna
che
brillava di luce argentea. Davanti a loro stava Fakir, sdraiato vicino
a un
falò. – Fakir !!- la ragazza corse verso di lui,
lo sollevò con un mano e
aspettò che aprisse gli occhi. –
Ahiru…- - Schhh, non affaticarti devi riposare.
Sono così grata che tu stia bene. - - Sono felice che tu
stia bene, mia cara
Ahiru. – la ragazza alzò gli occhi, Edel era al
centro del falò, bruciando e
producendo una luce e un una calore che riscaldava gli animi e i corpi
delle
persone.
–
Edel !!- - Mia cara Ahiru, sono così contenta che tu sia
riuscita a salvare il
tuo principe.- - Edel, ma perché !?- le lacrime scesero come
cascate dagl’occhi
della ragazza, bagnando il viso del giovane che teneva tra le braccia.
- Non
puoi andartene, come farò senza di te ora che non ho
più neanche Rue !?- - Non
piangere, anche se ero solo una marionetta di Drosselmeyer, tu mi hai
fatto
sentire viva, te ne sono molto grata, ma non ti preoccupare ci
rivedremo, ne
sono sicura.- la voce dolce e calma della ragazza non face altro che
far
piangere di più Ahiru, che non riusciva a capacitarsi di
quello che stava
accadendo. - Come ? Come lo sai ?!-
-Perché
mi vuoi bene e anch’io te ne voglio, per quello che
può valere detto da
qualcuno senza cuore.- Ahiru pianse, pianse come non aveva mai fatto,
Edel si
era sacrificata per salvarli tutti e lei non poteva far niente per
salvarla. –
Potresti farmi un piccolo favore ?- le fiamme continuavano e bruciare
il corpo
della ragazza di legno senza ritegno, come se fossero affamate e
insaziabili. –
Qualunque cosa…- - Balla con il tuo principe per me.- Ahiru
non seppe come
rispondere, non le sembrava proprio il caso di mettersi a ballare in
momento
come questo, ma Mytho le si avvicinò lentamente, le tese la
mano e con voce
calda e dolce le parlò. –
Balliamo ?- lei annuì, pose a terra Fakir e andò
a ballare. E così ballarono
tutta la notte fino a quando il fuoco non si spense, allora
Tutù si avvicino al
cumolo di cenere e pianse ancora. Il suo cuore era lacerato come da
artigli
affilati e roventi, sentiva un dolore lancinante al petto che non aveva
mai
provato, il dolore di perdere una persona cara era così
distruttivo che per un
momento pensò che sarebbe stato meglio essere rimasta per
sempre una semplice e
innocua papera gialla, in quel modo Edel sarebbe stata ancora viva.
-
Bene, bene. A quanto pare hai vinto anche questa volta. Ahah ! Ma non
sarà così
facile adesso, devi trovare l’ultimo frammento e poi Kraehe
è ancora in
circolazione, non si lascerà battere molto facilmente
un’altra volta.- gli
specchi mostravano il riflesso di Drosselmeyer, dando un senso si vuoto
e
tristezza, – Ahiru è solo una papera, Mytho
è solo una storia, Fakir non riesce
a proteggere le persone che ama, e Rue…chi sei tu in
realtà Rue? Oltre ad
essere la figlia del corvo ?-
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Capitolo 11 *** capitolo 10 ***
Fakir
si risvegliò nel proprio letto, senza sapere come
c’era finito. Si guardò
attorno e notò subito di avere tutte le ferite bendate e
medicate, i vestiti
erano stati cambiati con altri puliti. – Ma chi
sarà stato a curarmi ?- poi il
suo sguardo fu attirato da una ragazza dai capelli rossi, che stava
dormendo
appoggiata al letto di Fakir. Sul suo viso si dipinse con dolce
sorriso, – Che
dolce…- quando si rese conto di quello che aveva detto
divenne tutto rosso,
“Cosa sto dicendo ?!” La ragazza si mosse nel sonno
conquistando di nuovo la
sua attenzione. Si,
era davvero dolce,
ma girò sulla sua anima che non l’avrebbe mai
detto a nessuno ! Ahiru si svegliò
e lo guardo sorridente.
–Ti
sei svegliato, come ti senti ?- chiese ancora mezza addormentata, lui
sorrise
senza sapere il perché, semplicemente era felice che lei gli
fosse stata
accanto tutto il tempo. -
Bene, grazie per esserti presa cura di me.- Ahiru divenne del colore
dei suoi
capelli, - N-non c’è di che, è
stato…un piacere !- sorrise nervosa, il sorriso
del moro l’aveva sorpresa e gli aveva fatto perdere un
battito cardiaco. Mytho
non le faceva quell’ effetto: la faceva sentire bene,
tranquilla e al sicuro.
Ahiru
si alzò in piedi, - Bene ora io vado, tu devi riposarti,
verrò dopo scuola a
vedere come stai.- non voleva lasciarlo da solo, aveva paura che si
sarebbe
potuto sentire male e avrebbe avuto bisogno d’aiuto. Ma
appena si rese conto di
quello che aveva pensato arrossì ancora di più.
– Va bene, ti aspetterò.- Ahiru
uscì dalla casa del giovane e si diresse verso la scuola,
con un enorme sorriso
stampato in faccia. Mytho
si era alzato con un po’ di mal di testa, ma non se era
preoccupato. Dopo
quello che aveva passato si disse che fosse normale. Si
cambiò e uscì per andare
in classe, Rue lo stava guardando dalla finestra della sua camera
quando
attraversò il cortile centrale. Il ragazzo si teneva una
mano sulla testa, come
se gli facesse male. – Molto bene, il piano sta funzionando.
Dobbiamo solo
aspettare.- il suo volto si riempì di un grande sorriso che
avrebbe messo paura
persino a un leone. Rue era molto più furba e preparata di
quanto si potesse
pensare.
Ahiru
entrò in classe e andò dalle sue amiche, Sonia e
Melany, che l’aspettavano alla
sbarra, – Allora, Ahiru, cosa hai fatto durante il weekend?- chiese curiosa
Sonia, lei sorrise
nervosa, non avendo la più pallide idea di cosa rispondere.
- Niente di
speciale mi sono esercitata e ho fatto qualche passeggiata, voi ?- - Io sono andata a fare
una gita con i miei
genitori. - - Anche io ! E’ stato molto divertente !- al
suono della parola
“genitori” ad Ahiru venne in mente Fakir.
“Chissà cosa starà facendo ?”
e volse
il suo sguardo fuori dalla vetrata della stanza, osservando il cielo
azzurro
come i suoi occhi e le fronde degli alberi che si muovevano per il
vento
leggero.
Fakir
si alzò dal letto, non aveva voglia di stare a far niente
tutto il giorno,
quindi scese in cucina a mangiare qualcosa. Scese le scale molto
lentamente,
aveva bende da per tutto, e gli faceva male ogni singolo muscolo del
suo corpo.
Quando entrò in cucina vide sul tavolo un vaso con dentro
vari pezzi di legno
bruciati e cenere. -
Questi devono essere i resti del corpo di quella ragazza che mi ha
salvato e
che era amica di Ahiru. – li guardò a lungo senza
dire niente, - Non sono messi
malissimo, forse potrei…- prese i pezzi nel miglior stato e
andò nel
laboratorio di suo padre. Chiudendosi lì dentro per
parecchie ore.
In
una delle grandi sale da ballo dell’accademia, Mytho stava
ballando un pas de
deux con Rue; l’insegnate li guardava compiaciuto, erano
sempre stati la
miglior coppia della scuola, ma oggi avevano una complicità
particolare, ne era
veramente impressionato. Quando finirono di ballare ci fu un grande
applauso,
tutti erano rimasti incantati e senza parole d’innanzi a
tanta bravura. Un
forte dolore perforò la testa del giovane
dai capelli bianchi, il quale prese la testa nelle mani, chiudendola in
una
stretta mortale. Il professore si avvicinò preoccupato.
–
Mytho, stai bene ?- - Forse è meglio se lo porto in
infermeria.- - Hai ragione
Rue, lo lascio nelle tue mani.- disse sollevato l’uomo. Rue
prese per il
braccio Mytho, che si lasciò portare fuori dalla ragazza,
senza replicare.
Quando furono arrivati in un logo dove nessuno poteva vederli, Rue si
mise
davanti a lui, guardandolo con occhi compiaciuti e scintillanti,
– Non ti
preoccupare tra poco il dolore finirà.- solo dopo pochi
secondi che disse
quelle parole, Mytho smise di tenersi la testa e si
raddrizzò, quello che vide
Rue la fece sorridere: gli occhi ambrati del giovane avevano preso un
colorito
viola, come se un ombra di fosse instaurata dentro di lui. –
Come ti senti ?- -
In piena forma, mia principessa.- la sua risata fu talmente forte che i
lampadari di cristallo tremarono e un brivido di terrore
salì sulla schiene di
ogni persona che udì la sua risata.
Ahiru,
finito le lezioni, corse in città per andare da Fakir, ma
quando bussò nessuno
le rispose. Così decise di entrare, preoccupata che gli
fosse successo
qualcosa. – C’è nessuno ?-
sentì il suono di un tamburello, ma non riuscì a
capire da dove provenisse. Poi una ragazzina con i capelli verdi e la
pelle
chiara si avvicino con un tamburello e delle bacchette in mano.
– Chi sei ?- la
ragazzina le ricordava molto Edel, - Io sono Ahiru, e tu piccolina ?-
-
Uzura !!- e batté forte il tamburello, sorridendo e
canticchiando. Fakir uscì
da una stanza e si avvicinò alle ragazze. – Ahiru,
ti presento Uzura.- - E’ per
caso la tua sorellina ?- lui si chiese dove vedeva la somiglianza per
fare
un’affermazione del genere, ma lasciò stare,
– No, è una marionetta proprio
come Edel, l’ho creata dai pezzi che sono rimasti di lei.
– Ahiru guardò meglio
la piccolina, e si accorse che era uguale a Edel !
–
Ma come hai fatto !!??- Ahiru era incredula, non sapeva come spiegarsi
come una
cosa del genere potesse succedere. –
Bè…io…ecco…come
dire…- “Accidenti !
Non
ho pensato a come spiegargli come ho fatto, ormai dovrò
dirle la verità…”
- Vieni, siediti.- il ragazzo era diventato
particolarmente serio, Ahiru si preoccupò, ma fece come gli
fu detto.
-
Ti devo confessare una cosa molto importante che riguarda il mio
passato…- lei
annuì, il volto del ragazzo era serio e triste, come non lo
aveva mai visto. –
Quando ero piccolo mi piaceva molto scrivere storie, mi resi conto che
quello
che scrivevo diventava realtà, all’inizio
apparivano semplici oggetti dove
prima non c’erano; ma poi anche le azioni diventavano reali.
Un giorno la città
fu invasa da uno stormo di corvi, portavano il terrore e il caos
dovunque e
vivere era diventato praticamente impossibile. Decisi quindi di
scrivere una
storia per fargli andare via, ma qualcosa andò storto: i
corvi attaccarono la
mia casa e miei genitori morirono per proteggermi. Dall’ora
non ho più scritto
nulla, per paura di ferire ancora qualcuno. - Ahiru aveva cominciato a
piangere
senza essersene accorta, Fakir la guardò sorpreso, era la
prima volta che ne
parlava con qualcuno, e lei aveva ascoltato senza dirgli niente di
sciocco e
scontato come : “Mi dispiace tanto !”
“Posso capire quello che provi !” oppure anche
peggio “Col tempo passerà.”
-
Scusami, sono una vera sciocca, non capisco perché mi sia
messa a piangere…- si
asciugò frettolosamente le lacrime. - …comunque
sappi una cosa, potrai sempre
contare su di me d’ora
in poi !- Fakir
sorrise alle parole della ragazza che gli sedeva di fronte, -
Però, quando ho
visto i pezzi di legno bruciati, ho pensato che forse avrei potuto,
grazie alla
mia capacità, ricostruire Edel o qualcosa di
simile…- la ragazza si alzò e si
avvicinò al ragazzo e l’abbracciò.
Fakir rimase di sasso, non sapeva cosa fare
o casa dire, il suo volto divenne bordeaux e il suo battito si fece
più veloce.
– Grazie, hai scritto una storia anche se ti eri ripromesso
di non farlo mai
più, grazie davvero. – la ragazza si
staccò, Fakir si perse negl’occhi azzurri
di lei, la stessa cosa fu per la ragazza che si perse
negl’occhi verdi del
giovane. In quel momento venne in mente un’idea alla ragazza,
rompendo quel
momento magico. -
Ma si !! Tu puoi scrivere la storia di Mytho
in modo che non finisca tragicamente ! E’ geniale !-
Il
ragazzo ci mise un po’ a capire cosa aveva appena detto la
ragazza, -
Cosaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!- - Ma si ! Con il tuo potere puoi scrivere la
storia
di Mytho facendo si che nessuno muoia !- - NO !- una risposta secca e
coincisa,
lo sguardo cupo che aveva sempre avuto ritornò sul volto del
giovane, - Ma perché
?- chiese cauta la ragazza. -
E’ troppo rischioso, è già successo una
volta che facessi del male alle persone
che amo, non sono in grado di proteggerle, e questo mi fa soffrire. Se
provassi
a scrivere la storia di Mytho peggiorerei soltanto le cose !- Ahiru
capì che
non era giusto forzarlo di fare qualcosa che non voleva e che lo
facesse
soffrire, avrebbero trovato un altro modo. –Va bene. Hai
ragione, cambieremo il
corso della storia con le nostre sole forze, che ne dici ?-
“Come, si è già
arresa ?” – i, grazie.- Uzura cominciò a
suonare il tamburello come una matta,
attirando l’attenzione dei due giovani. –Un nuovo
amore, un nuovo amore !- i
due ragazzi divennero bordeaux, - Ma cosa dici ?!!- gridarono in coro,
la
ragazza si fermò e li guardò. –Niente
amore ?-
-Bella
mossa Rue, chi l’avrebbe mai detto ! Ahah !- Drosselmeyer
stava seduto sulla
sua seggiola a dondolo. Guardava gli specchi soddisfatto, - Non manca
molto al
gran finale, e allora ci sarà da divertirsi !!!-
Rue
era nella sua stanza insieme a Mytho. I ragazzi erano seduti sul letto,
lei con
la testa sulle ginocchia del suo principe che le accarezzava
delicatamente i
capelli color dell’ebano. Ad un certo punto un corvo
entrò dalla finestra
aperta, i suoi occhi avevano un colore molto particolare: erano rossi e
con
varie sfumature nere. –Hai
compiuto la tua missione ?- una voce profonda, cupa e nera come la
notte più
scura riempì la stanza.
–Si,
padre. Il sangue di corvo sta facendo effetto. Quando riavrà
ottenuto tutti i
pezzi del cuore sarà finalmente mio, vero ?- -Ma certo
bambina, Mytho sarà il
tuo principe per sempre.- la ragazza sorrise e fece un piccolo inchino.
–Ricordati,
non ostacolare troppo la nostra piccola Princess Tutù, solo
così potrò essere
di nuovo libero !- -Come
desideri padre.- il corvo volò via lasciando i due giovani
dove avevano
interrotto. “ Non puoi fare più niente
Tutù ! Ormai lui è solo mio !”
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Capitolo 12 *** capitolo 11 ***
Ahiru
stava dormendo nella sua camera da letto, i raggi di sole entravano
dalla
finestra scoperta dalla tende, gli uccellini cantavano allegri, sarebbe
stata
una bella giornata. La ragazza si mosse nel letto coprendosi il viso
con il
lenzuolo di seta. Finalmente era arrivato ! Oggi era il giorno che
tanto aveva
aspettato ! Si alzò dal letto e si avvicinò
all’armadio di legno che aveva
vicino al muro. Mise la sua divisa e uscì tutta contenta.
La
rappresentazione che dovevano interpretare della “Bella addormentata nel
bosco” era stata spostata,
siccome Rue e Mytho erano “spariti”, ma ora che
erano tornati entrambi,
potevano finalmente fare lo spettacolo. Ahiru camminava spensierata nel
cortile
centrale, doveva andare al teatro principale della scuola, tutti gli
studenti
della scuola l’avrebbero vista ballare e il suo cuore batteva
all’impazzata al
solo pensiero. “Mon Dieu ! Non ci posso credere ! Sono
così emozionata !”
Tornò
sulla Terra appena vide davanti a sé Mytho, che camminava
qualche passo più a
vanti, stava per chiamarlo quando Rue si avvicinò al giovane
e lo prese a
braccetto, lui le fece un dolce sorriso e si avviarono come una dolce
coppietta.
Ahiru rimase di sasso. “Perché Mytho è
insieme a Rue ? Lui sa che lei è Kraehe,
non capisco…” Decise che ne avrebbe parlato con
calma con Fakir quando sarebbe
andata a trovarlo finito lo spettacolo. Melany e Sonia si avvicinarono
a lei, -
Ahiru !!- -Ragazze !- -Siamo venute a farti gli auguri !- disse tutta
felice
Melany mentre Sonia annuiva in lacrime, -La mia Ahiru
diventerà una star !!- si
gettò al collo della rossa che non seppe cosa dire.
–Grazie, siete delle vere
amiche.- stava per mettersi a piangere anche lei, ma Melany la
fermò in tempo.
– Non devi piangere ! Devi essere concentrata ! Noi faremo il
tifo per tè !- -
Ma in silenzio !- Sonia finì la frase per Melany.
-
Se no ci buttano fuori !- le tre ragazze scoppiarono in una grossa
risata che
attirò l’attenzione di alcuni ragazzi che stavano
passando. – Ahiru !- una voce
maschile la chiamò, lei si girò e quando vide chi
era il suo viso s’illuminò. –
Fakir !- andò da lui e gli fece un grosso sorriso senza
rendersene conto.
- Cosa ci fai qui ? Devi rimanere a riposare
!- - Tranquilla, sono qui soltanto per guardare lo spettacolo, non
volevo
perdermi la figuraccia che farai.- disse con l’intenzione di
farla arrabbiare,
-Ma come osi!? Io sarò fantastica !- disse con una punta
d’orgoglio, lui la
guardò e poi scoppiò a ridere, cosa che fece
anche la ragazza. Intanto le altre
due li guardavano a bocca aperta. – Melany, vedi anche tu
quello che vedo io ?-
- Si Sonia, e non riesco a capacitarmene.- cominciarono a bisbigliare
tra loro,
in modo da non farsi sentire dai diretti interessati.
–Dici
che tra quei due…- - Intendi uma-uma ?- - Si, esatto.- - Non
saprei, ma qualcosa
c’è di sicuro, guardali ! Sembrano due fidanzatini
!- - Magari sono diventati
amici, oppure Ahiru ha deciso di diventare sua amica per poter arrivare
a Mytho
!- - Non credo sia così furba la nostra amica.- disse Melany
perplessa. Anche
l’altra fu d’accordo con lei, - Hai ragione, non
è il tipo da fare certi
ragionamenti.- Ahiru tornò da loro dopo aver salutato Fakir.
– Perché non ci
hai detto niente !?- chiese isterica Sonia, – Ma di cosa
state parlando ?-
chiese confusa la ragazza con gli occhi azzurri, – Niente,
assolutamente niente
! Sai com’è Sonia, a volte dice cose senza senso.-
Sonia
la guardò per un attimo perplessa, ma poi capì
che non era il caso di parlare
di quello che avevano pensato riguardo la rossa e il moro. -Allora io
vado,
ditemi in bocca al lupo…- -In bocca al lupo!- -Crepi!- lei
sorrise e si diresse
verso il teatro, mentre le sue amiche la salutavano con le mani al
cielo.
Rue
e Mytho stavano passeggiando tranquillamente verso il teatro, - Oggi
è il
girono perfetto per prendere qualche cuore.- - Hai pienamente ragione.-
il
sorriso di Mytho era diverso, aveva qualcosa che metteva i brividi al
primo
sguardo. I suoi occhi avevano un colorito strano e dall’aura
oscura.
Quando
tutti i partecipanti alla rappresentazione furono arrivati, il
professor Bunner
diede le ultime indicazioni per poi mandare i ragazzi a prepararsi.
Ahiru
si stava mettendo il proprio costume: un tutù nero e viola,
scarpette nere con
piccole sfumature viola scuro che raffiguravano una rosa. I capelli
erano
sciolti e aveva in testa una corona nera come la notte. Il trucco era
più
marcato dell’ultima volta, le labbra erano coperte da un
rossetto violetto
coordinato con l’ombretto degl’occhi. Aveva un aria
seducente e maliziosa, si ricordava
molto Rue, “L’ultima volta, è stata Rue
a prepararmi, mi manca la sua
compagnia…” uscì dal camerino e vide
Mytho passarle a fianco. –Ciao Mytho !- il
ragazzo si girò e la guardò con occhi di
ghiaccio, poi, come se niente fosse,
se ne andò. Ahiru era rimasta paralizzata dal suo sguardo,
era pieno di odio e di
disprezzo. Cosa gli era successo ? Non l’aveva mai guardata
in quel modo.
Che
centrasse qualcosa Rue ? Non trovando risposta a queste domande si mise
dietro
le quinte. Il teatro era gremito di gente. Le gambe cominciavano a
tremarle e
il cuore a batterle forte. Qualche metro in la c’era Rue,
bella come sempre: il
tutù azzurro decorato con cristalli Swarovski le stava
divinamente. Ahiru decise
che avrebbe dato il meglio di se, si concentrò per entrare
nella parte, prese
come immagine di riferimento Princess Kraehe e i suoi occhi si
riempirono di
una luce diversa dal solito. Era pronta.
Il
sipario si alzò, lo spettacolo era cominciato. Si stava
svolgendo una grande
festa per la nascita della piccola principessa, erano state invitate
tutte le
persone che contavano di più nel regno. Tranne la strega
Malefica, dopo che le
tre fato furono arrivate fu il turno di Ahiru di entrare in scena.
Quando mise
piede sul palco, tutti rimasero incantati ed intimoriti. I suoi
movimenti erano
seducenti e precisi, con un pizzico di malizia. Nessuno riusciva a
credere che
fosse davvero Ahiru, la ragazza dolce e tenera di sempre.
“Devo ammettere che è
migliorata molto, ma non è ancora al mio livello.”
Rue la osservava
interessata, intanto il palco era completamente di Ahiru, quando
uscì dalla
scena ci fu un vuoto incolmabile. Le scene si susseguirono una dietro
l’altra
sena nessun intoppo. Ormai lo spettacolo stava per volgersi al termine,
come ci
si era aspettato, Mytho e Rue furono impeccabili, ma Mytho aveva
qualcosa di
diverso, non era più aggraziato e dolce come una volta, i
suoi movimenti erano
prepotenti e sicuri, troppo sicuri per essere i suoi. Nessuno si
accorse
degl’occhi del giovane, nessuno a parte Fakir. “Qui
c’è qualcosa che non va,
sarà meglio stare attenti.” Arrivò il
momento del Pas de Deux con il principe.
I due erano in perfetta armonia, sembravano una sola persona. Ma
qualcosa di
oscuro stava per accadere. Piano, piano gli spettatori cominciarono ad
addormentarsi, come nella storia. Fakir se ne accorse in tempo per
scappare ed
andare da Ahiru. – Ahiru, quei due stanno facendo
addormentare tutti !-
-
Cosa ?!- - Dobbiamo fermarli !- la ragazza annuì e si
trasformò in Princess
Tutù. Il suo aspetto cambiò completamente con
indosso il tutù bianco. Era
ritornata la ragazza romantica e dolce di sempre, cosa che fece felice
Fakir.
Fakir prese una spada tra gli oggetti di scena, stranamente vera. – Andiamo !- i due
ragazzi salirono sul palco,
- Fermatevi ! Cosa cercate di fare ?!- i due ragazzi continuarono a
ballare, -
Buon giorno ! E’ da tanto che non ci si vede, vero ?- - Dimmi
cosa hai fatto a
Mytho !- disse minaccioso Fakir, non sembrava ammettere risposte
implicite. –
Dovete sapere che il frammento “amore” era stato
immerso nel sangue di corvo,
così quando avete restituito il frammento a Mytho, il sangue
a cominciato a
entrare in circolazione, ed ora, è completamente sotto
l’effetto del sangue
oscuro.- Rue sembrava divertita, Mytho la guardava compiaciuto e
sorridente
come una bambola maledetta. – Come hai potuto ? Pensavo che
l’amassi ?!- - Ma
io lo amo ! Però adesso potrà essere solo mio,
nessuno me lo porterà via.- le
persone in platea erano completamente addormentate. – Cosa
hai fatto a tutte
queste persone ?!- questa volta fu Mytho a rispondere, - Gli stiamo
prendendo
il cuore, da offrire poi al grande Corvo, così il suo potere
aumenterà e quando
sarà libero vi ucciderà tutti !- gli occhi di
Mytho erano assetati di sangue,
Tutù era inorridita e spaventata, non poteva permettere che
facessero del male
ad altre persone. Lei
era Princess Tutù,
aveva il potere di purificare qualunque cosa con il suo ballo, ed era
quello
che aveva intenzione di fare. Mytho
si
trasformò nel Principe Corvo grazie al sangue di corvo che
aveva avvelenato il
suo sangue puro. I suoi abiti vennero sostituiti da una casacca nera
come la
notte, con piume di corvo sulle spalle, i pantaloni attilati mettevano
in
mostra le sue gambe muscolose e sulla testa aveva una corona dello
stesso
colore degl’abiti. Sguainò una spada impregnata di
magia nera e la puntò contro
Fakir. –
Fatti sotto !- - Con grande piacere !- i due si scagliarono
all’attacco, le
spade si scontrarono furiose mentre i due si guardavano torvi. Ahiru
cominciò a
ballare, non aveva intenzione di dare la possibilità a Rue
di trasformarsi: i
suoi movimenti leggeri e armoniosi avrebbero spezzato
l’incantesimo. Rue la
guardò furiosa. –Non vincerai questa volta.- si
trasformò in Princess Kraehe e
si mise davanti a Tutù. – L’ultima volta
hai vinto tu, ma oggi non sarà così facile
!- - Scommetti !?- le due ballarono senza mai toccarsi, solo la loro
forza di
volontà e la loro bravura nel ballo avrebbero vinto su
l’una o sull’altra.
Mytho
affondò un colpo, ma Fakir lo evitò con un salto
all’indietro, il moro cercò di
colpire le caviglie del principe che schivò con un grande
salto. – Cerci forse
di ferire il tuo principe ?- - Cosa ?- - Se ferisci me, ferirai anche
Mytho.-
disse con un ghigno stampato in faccia. “Ha ragione, non
posso colpirlo, se no
ferirei anche il mio amico.” Così decise che
avrebbe continuato a proteggersi
senza intenzione di colpire il ragazzo, sperando che Tutù
riuscisse a vincere.
–A quanto pare il tuo cavaliere è nei guai !-
disse acida Kraehe, Tutù non
l’ascoltò. Continuò imperterrita a
ballare. Fakir e Mytho si spostarono senza
accorgersi verso le due ragazze, quando Fakir schivò un
colpo Mytho ferì per
sbaglio Kraehe.
-
Ahhh !!!- la ragazza fu ferita alla gamba e si accasciò a
terra, le calze nere
erano state tagliate e dalla ferita usciva sangue scarlatto.
– Maledetto cavaliere
dei miei stivali !- Mytho lo guardò con sguardo pieno
d’odio.
–Scusate,
non era mia intenzione.- fece finta di scusarsi il moro, grazie a quel
colpo di
fortuna erano riusciti ad avere qualche minuto di vantaggio. Ahiru
aveva
continuato a ballare ed era riuscita a eliminare l’effetto
del potere di
Princess Kraehe. Le persone stavano per svegliarsi,
Mytho e Kraehe dovevano andarsene prima del
loro risveglio. – Maledetti !- i due ragazzi sparirono in un
vento nero e
freddo. Quando tutti si svegliarono non ricordarono niente e crederono
che lo
spettacolo fosse finito. Si alzarono e fecero un grande applauso a
tutti i
ballerini. Nessuno si chiese dove fossero finiti Mytho e Rue,
probabilmente fu
grazie alla magia oscura del Corvo. Ahiru era molto contenta, tutti
erano
rimasti entusiasti per la sua performance. Fakir si era nascosto dietro
le
quinte e applaudiva sorridente. Anche questa era finita. “Ora
che Mytho è
infettato dal sangue del corvo, dobbiamo trovare un modo per far finire
questa
storia, possibilmente in lieto fine.” Fakir sapeva
già qual era l’unico modo e
avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere.
-
La nostra Rue ha perso ancora una volta ! O almeno in parte, visto che
Mytho è
suo adesso.- gli specchi mostravano il volto felice di Ahiru che
s’inchinava
leggermente al pubblico. – Esulta fin che ne hai
l’occasione, tra un po’ il
gioco si farà pesante e non sorriderai più come
adesso !!- il sorriso di Drosselmeyer
fu quasi più malvagio di quello di Mytho, era giunto il
momento di prendere in
mano i fili dei suoi amati burattini.
Ahiru
si era recata a casa di Fakir per parlare della situazione. Quando
entrò trovò Uzura
che stava giocando con un cavallino di legno e altri animali costruiti
dal
padre di Fakir, – Ciao Uzura !- - Ciao Ahiru !- fece un
grosso sorriso la
piccola, Ahiru era così contenta che ci fosse Uzura, si
sarebbe sentita a
disagio da sola con Fakir. Non capiva perché, ma le dava una
strana sensazione. -
Ben arrivata.- disse Fakir scendendo dalle scale. Indossava una maglia
blu con
un collo a V che lasciava intravedere i muscoli del petto, i pantaloni
neri
lunghi, lo facevano sembrare più alto di quanto
già non fosse. Ahiru invece
indossava un vestito bianco che le arrivava sopra il ginocchio, un
piccolo
nastro azzurro le cingeva la vita. Aveva lasciato i capelli sciolti
perché le
sue amiche avevano detto che stava molto meglio. I due rimasero a
guardarsi per
qualche minuto in silenzio, “Devo dire che Fakir è
davvero carino….Ma cosa sto
dicendo ?! Lui è sempre stato cattivo nei miei confronti !!
Però, ora che ci
penso, lui era così freddo perché voleva soltanto
proteggere Mytho. Ohhh ! Che
confusione !!” “Con i capelli sciolti è
molto carina…Ma cosa dico ?! Lei è
quella pasticciona di Ahiru ! Quella ragazza che continuava a
tormentare Mytho
! Ma perché ora la vedo sotto un’altra luce
?” I due ragazzi si accorsero di
fissarsi a vicenda e tolsero lo sguardo imbarazzati. – Vuoi
qualcosa da bere ?-
chiese impacciato il ragazzo, - No, grazie !- disse con un sorriso
nervoso la
ragazza con i capelli rossi. I due si sederono a tavola. –
Vorrei chiederti una
cosa…- iniziò ancora imbarazzato Fakir, - Come
sei diventata Ahiru e poi
Princess Tutù ?- - E’ una storia un po’
lunga, un giorno stavo guardando il
principe ballare in riva al lago, il suo volto era spento e non
sorrideva. Volevo
che ritrovasse la capacità di sorridere, dopo averlo
guardato per molto tempo,
Drosselmeyer apparì magicamente e mi propose un modo per
aiutarlo. Non sapevo
che accettando avrei portato così tanto dolore…-
il volto della ragazza divenne
scuro e pieno di tristezza, - Non devi sentirti in colpa, non potevi
sapere
quello che Drosselmeyer aveva in mente.- - Cosa indenti dire ?- Ahiru
era
confusa, cos’è che aveva in mente quel vecchiaccio
? – Ho fatto delle ricerche,
Drosselmeyer è morto tanto tempo fa…- - Ma
è impossibile !!- - Non per lui,
scriveva storie che prendevano vita, grazie a questo potere
riuscì a salvarsi;
era troppo pericoloso, scriveva storie con finali tragici coinvolgendo
anche
gli abitanti della città, per questo venne ucciso. Credo che
la storia che stia
scrivendo sia quella del “ Il Principe e il Corvo.”
Kraehe lo sapeva grazie a
suo padre che ha spie sparse ovunque, come ci disse quella volta, il
mio
destino è morire proteggendo il principe, mentre il
tuo…- - Il mio è diventare
polvere di luce dopo aver dichiarato il mio amore al principe.- il modo
in cui lo
disse, non era molto convincente. Ma Fakir non se ne accorse.
– Quindi
Drosselmeyer ha il tuo stesso potere, ma come è possibile ?-
- Ho fatto delle
ricerche anche su questo, sono un sono discendente.- - Davvero ?!- -
Proprio
così, ma ora vorrei parlare d’altro. Ho preso una
decisione. Voglio scrivere la
nostra storia.- Ahiru lo guardò perplessa, l’altro
sospirò, - Voglio dire, che
scriverò la storia di Mytho, Ahiru, Rue e mia.
Così potremo avere un lieto fine
e…- non fece tempo a finire la frase che Ahiru si era
piombata, nel vero senso
della parola, su di lui abbracciandolo come se stesse per morire.
– Ahiru non
respiro !!- disse in un sussurro, - Grazie, grazie !!!- poi quando vide
che era
diventato blu come un mirtillo lo lasciò. Il ragazzo
respirò affannosamente per
circa dieci minuti. – Scusa, non volevo strangolarti.- - Ci
vorrebbe altro !!-
Ahiru sorrise impacciata, mentre Fakir si rialzava da terra, Uzura
suonava il
suo tamburello tutta contenta in giro per la stanza, facendo sorridere
i due
ragazzi.
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Capitolo 13 *** capitolo 12 ***
Rue e Mytho erano nella stanza della ragazza, la giovane stava
accarezzando delicatamente i capelli del ragazzo, morbidi come piume di
cigno e del medesimo colore. –Ti amo, mio principe.- il
giovane alzò lo sguardo verso la ragazza dai capelli neri.
-Je t’aime.- la ragazza sorrise contenta, ogni volta che
diceva quelle semplice parole il suo cuore si riempiva di
felicità. –Quando avrai tutti i frammenti del
cuore, sarai mio per sempre.- il ragazzo non disse niente, si
alzò e guardò negli occhi la ragazza.
–Quando io
avrò tutti i frammenti del cuore, lo offrirò al
grande Corvo.– Rue lo guardò senza parole, -Come
hai detto?- -Si, il mio cuore appartiene al grande Corvo.- il modo in
cui lo disse, con quel sorriso in faccia e gli occhi riempiti dal
sangue di corvo, le fece mancare il respiro. La ragazza si
sentì le gambe molli e la gola secca, non sapeva cosa dire o
fare. “Perché mio padre mi avrebbe mentito? Non
capisco, mi ha promesso che il principe sarebbe stato
mio…” La giovane si alzò al letto
inorridita e se ne andò correndo, lasciando il principe
completamente solo. Doveva capire, non poteva permettere che suo padre
mangiasse il cuore di Mytho! Non poteva certo chiedere spiegazioni al
padre, sarebbe stata la cosa più sciocca che avrebbe potuto
fare. Decise di andare a riflettere in un luogo tranquillo e lontano da
tutto e da tutti. Si trasformò in Princess Kraehe e
scomparì nel nulla. Intanto Mytho si era alzato dal letto,
il suo corpo era come manovrato da fili invisibili che lo rendevano
simile ad una marionetta. –E’ ora di raccogliere
qualche cuore per il Corvo.- uscì dalla stanza e se ne
andò, lasciando un vuoto mortale.
Ahiru stava camminando tutta contenta tra i giardini
dell’accademia, sul suo volto era stampato un bellissimo
sorriso e i suoi occhi brillavano come stelle. “Sono
così felice! Fakir scriverà la storia di Mytho e
così avremo un lieto fine!!” saltellava e ballava
felice tra i fiori profumati, godendosi il bel tempo. Ad un tratto si
fermò, “Questa è la voce di
Mytho…” seguì il suono di quella voce
fino ad arrivare alla fontana che stava nel giardino. Lì
vide il giovane principe con una ragazza dai capelli biondi come oro,
il ragazzo le stava addosso e la sua preda sembrava sotto ipnosi.
–Io ti amerò per sempre, sarò sempre al
tuo fianco e non soffrirai più.- il tono del principe era
sensuale e magnetico, -Si.- gli occhi della ragazza erano vuoti e privi
di vita. “Mon Dieu! Sta cercando di prenderle il
cuore!” si trasformò in Princess Tutù
più velocemente che poté, –Dammi il tuo
cuore e ti amerò per sempre.- -Si, amore mio.- il principe
fece un passo indietro e si trasformò nel principe Corvo,
spalancando due grandi ali nere come la notte. –Fermo!-
Tutù saltò tra loro due, in modo da fermare
l’incantesimo del giovane, –Non ti
permetterò di prenderle il suo cuore!- il ragazzo fece una
piccola smorfia, –Scommetti !?- con voce suadente
chiamò la giovane alle spalle della principessa con il
tutù bianco.
–Vieni a me!- la ragazza cominciò a camminare
verso il principe, completamente soggiogata dal potere del sangue del
Corvo, –Non devi andare da lui!- Ahiru cercò di
fermarla, ma la ragazza passò oltre Tutù come se
non la vedesse nemmeno; Ahiru non aveva idea di come fare per rompere
quell’incantesimo. Allora fece l’unica cosa che era
in grado di fare: cominciò a ballare. –Non devi
cedere alla promesse di questo ragazzo, senza cuore non potrai amare.-
le mani e le braccia si muovevano elegantemente come ali di cigno,
danzando sulle punte delle scarpette rosa. La ragazza si
fermò e si girò verso di lei, –Cosa?-
-Non ascoltare quello che dice! Io ti amerò per sempre!-
Ahiru si avvicinò alla ragazza, cominciò a
danzarle attorno, spezzando lentamente il sortilegio. -Troverai
qualcuno che ti amerà e quando succederà, lui ti
amerà davvero.- la ragazza la guardò con la bocca
aperta, come se avesse capito che stava sbagliando tutto, poi cadde a
terra priva di sensi, ma libera dal controllo del principe Corvo. Ahiru
sorrise dolcemente e poi rivolse la sua attenzione a Mytho.
–Hai vinto ancora una volta Princess Tutù, ma
prima o poi perderai anche tu e quando accadrà
sarà la tua disfatta!- detto ciò
scomparì in un mare di piume nere come la notte
più scura. “Mytho, perché?”
Ahiru sciolse la trasformazione e decise che doveva assolutamente
trovare il frammento mancante, prima che fosse troppo tardi.
-Allora, cominciamo…- Fakir si trovava nella biblioteca
della città, l’edificio era molto vecchio e
conteneva migliaia di migliaia di volumi. Fakir ci aveva passato molto
tempo a leggere da bambino e la conosceva molto bene. Aveva preso una
decina di libri e si era messo in un tavolo nell’angolo
più nascosto della biblioteca, per non essere disturbato da
nessuno. Non aveva la più pallida idea di come poter
cambiare la storia, c’erano particolari condizioni? Doveva
fare qualcosa di particolare prima di cominciare a scrivere? Purtroppo
quelle domande non trovarono risposta. Cominciò a leggere
uno dei libri che aveva preso, sperando di trovare qualche notizia
utile alla sua missione. Dopo circa un’ora di lettura, una
figura si parò davanti a lui, –Forse io ho le
informazioni che stai cercando.- era un ragazzo, più basso
di lui, con capelli corti e gli occhiali; aveva indosso la divisa
dell’accademia quindi frequentava la sua stessa scuola.
–Tu chi sei?- chiese non molto garbato Fakir, non sopportava
le persone arroganti e il modo in cui aveva parlato era stato sfrontato
e irritante, –Io sono Will, ma cosa più importante
sono il discendente dell’aiutante di Drosselmeyer.- -Come fai
a conoscere questo nome?- chiese cauto il moro, guardandolo con gli
occhi che erano diventate due fessure. Non gli piaceva quel ragazzo e
l’avrebbe mandato subito via, se non avesse attirato la sua
attenzione pronunciando il nome di Drosselmeyer. Al nuovo arrivato
spuntò un sorriso compiaciuto, –Io conosco tutto
di Drosselmeyer e tu, sei il suo discendente, non è forse
vero?- chiese sodisfatto il quattrocchi. “Ok, ora mi sta
facendo arrabbiare!” –Io posso fornirti le
informazioni che cerchi, basta che me lo chiedi.- -Di grazia, potresti
dirmi come posso prendere il possesso della storia di Drosselmeyer?-
chiese con una punta di sarcasmo il moro seduto al tavolo,
l’altro rimase un po’ sorpreso dalla domanda, cosa
che fece sorridere Fakir di buon gusto. - mmagino che stai parlando
della storia del “Il Principe e il
Corvo”.– Fakir lo avrebbe voluto prendere a sberle,
si domandò perché continuava a porli domande se
conosceva tutto. –Proprio così.- I due parlarono
per molto tempo, alla fine si lasciarono con l’intenzione di
trovarsi qualche ora dopo. Fakir si diresse a casa sua con passo
spedito, aveva scoperto parecchie cose e aveva bisogno di parlarne con
Ahiru il prima possibile.
Quando aprì la porta di casa, trovò Ahiru che
stava giocando con Uzura, aveva ancora i capelli sciolti e la divisa
dell’accademia, significava che era venuta direttamente li
dopo scuola. ¬–Ahiru? Cosa ci fai qui?- la ragazza,
sentendo la sua voce, si alzò dal pavimento e gli si
avvicinò sorridente.
-Ciao, avevo bisogno di parlarti e allora sono venuta qui, ma quando ho
visto che non c’eri, ho deciso di aspettarti e giocare un
po’ con Uzura.– Uzura suonò il suo
tamburello contenta di aver giocato con l’amica per molto
tempo,
–Allora, cosa dovevi dirmi?- chiese stanco il ragazzo, -Oggi
ho incontrato Mytho, stava per rubare un cuore, fortunatamente sono
riuscita a fermarlo e la ragazza sta bene. Ma mi sono resa conto che
non posso stare a guardare senza fare niente mentre tu scrivi la
storia, ho deciso che andrò alla ricerca
dell’ultimo pezzo del cuore.-
-Ho capito, va bene. Ma una cosa non mi torna, non c’era Rue
?- Ahiru si accorse solo ora che Mytho era solo. –Si, ora che
me lo fai notare, è molto strano. Che stia tramando
qualcosa?- -Non saprei, ma meglio stare pronti. Ho anch’io
una cosa da dirti: oggi in biblioteca ho incontrato un ragazzo che dice
di essere il discendente dell’assistente di
Drosselmeyer…- -Drosselmeyer aveva un aiutante?- chiese
sorpresa la ragazza, Fakir annuì, -E mi ha detto come
scrivere la storia.– il viso di Ahiru si illuminò
di felicità, -E’ meraviglioso! Potrai scrivere la
nostra storia!!- Fakir sorrise dolcemente, quando quella ragazza
sorrideva riusciva a dargli una grande forza e pace interiore,
–Allora cosa devi fare?- -Nel centro del paese
c’è un parco, devo andare lì e avere
una specie di “contatto sensoriale” o qualcosa del
genere, non chiedermi di spiegartelo perché non ne sono in
grado!- Ahiru lo guardava annuendo, “Non ho capito niente! Ma
non ho voglia di fare la figura di quella che non capisce mai nulla!
Sorridi e annuisci! E’ un metodo che non fallisce
mai!”
-Ma certo è ovvio.- -Davvero?- Ahiru si stava mettendo nei
guai da sola, -Ma certo! Per scrivere la storia devi
avere…quella cosa impronunciabile con il luogo in cui si
svolge la storia.- sperava di essersi salvata con quella frase
costruita al momento, che persino a lei sembrava priva di senso.
–Hai ragione.- Ahiru sospirò sollevata di non aver
detto una sciochezza. Il ragazzo salì in camera sua e dopo
cinque minuti tornò di sotto con dei nuovi vestiti:
pantaloni neri con stivali che arrivavano alla coscia e una camicia di
seta bianca a maniche lunghe, con una scollatura a V. Ahiru era
completamente incantata, on riusciva a pensare e a pronunciare una sola
parola. “Questo si prende gioco di me!”
riuscì a pensare dieci minuti dopo. Perché non
riusciva a restare concentrata quando c’era lui in giro?
Ahiru si era girata di schiena per non guardarlo e per riuscire a
riprendere quella poca capacità mentale che aveva sempre
avuto. –Ahiru stai bene?- lei si girò facendo
ruotare i capelli con lei, che lasciarono Fakir a bocca aperta, rispose
con un semplice si che il nostro ragazzo non sentì
perché leggermente distratto. Dopo aver ripreso
capacità mentali appropriate per camminare e parlare, i due
uscirono di casa con Uzura e si diressero verso il parco.
Intanto una ragazza con la pelle bianca come la neve e i capelli neri
come la notte, stava seduta su il tetto di una chiesa, appoggiata con
la schiena contro il campanile. Era un luogo tranquillo e a lei piaceva
molto, riusciva a vedere tutta la città e li nessuno
l’avrebbe trovata. –Perché mio padre mi
avrebbe mentito? Non ha senso, solo io posso aiutarlo a tornare
libero.- la voce era triste e confusa, Rue non aveva idea del
perché suo padre avrebbe voluto il cuore di Mytho,
l’unica persona che amava. Cominciò a venirle un
leggero mal di testa, a causa dello stress a cui era sempre soggetta
negl’ultimi tempi. La giovane appoggio le braccia sulle
ginocchia e vi appoggiò la testa, rimanendo così
per parecchio tempo.
Quando i tre ragazzi arrivarono, sul posto c’era uno strano
ragazzo ad attenderli. Ahiru pensò che si trattasse del
discendente del aiutante di Drosselmeyer e lo guardò con
aria seria e cauta. -Vedo che hai portato compagnia.-
-Qualche problema?- rispose freddo come il ghiaccio Fakir,
-Assolutamente, andiamo…- si sistemò gli occhiali
e si avviò verso il centro del parco. Il parco era formato
da un piccolo prato circolare incorniciato da alberi di varie specie,
al centro c’era una quercia, era molto antica e i rami
carichi di foglie ballavano al suono del vento. Il ragazzo si
fermò proprio davanti a quella pianta e cominciò
a parlare. –Questo albero è l’unico modo
per entrare a contatto con la storia di Drosselmeyer, è un
albero incantato che permette di prendere il controllo della storia; lo
fece impiantare in caso avesse avuto un erede. Ma questo non
successe…- il ragazzo alzò lo sguardo e
guardò Fakir. –Siediti qui davanti e cerca di
sentire tutto quello che ti circonda: persone, animali e piante. Devi
diventare un tutt’uno con la città e allora
l’albero ti parlerà.- tutto ciò
sembrava un po’ troppo fantasioso per Ahiru, ma d'altronde
lei in realtà era una papera trasformata in umana, non
poteva certo criticare quel povero albero. Fakir sembrava poco sicuro
ma fece come gli fu detto. –E’ meglio se lo
lasciamo solo, potremo disturbarlo.– Ahiru e Uzura se ne
andarono con il ragazzo occhialuto che le seguiva alle spalle.
–Andrà tutto bene, vero?- chiese Uzura
all’amica, che rimase intenerita dal tono di voce della
piccola, -Certo, Fakir è la persona più
coraggiosa e più forte che io conosca! Non
c’è motivo di preoccuparsi.- la piccola
annuì contenta, ma Ahiru aveva uno strano presentimento e
cominciò a pregare che andasse tutto per il meglio.
Fakir aveva gli occhi chiusi e le gambe incrociate, cercando di
concentrarsi sull’ambiente circostante. “Non riesco
a sentire niente! Ho troppi pensieri per la testa, Mytho, Ahiru e
Rue…” il ragazzo fece un profondo respiro e si
liberò di tutti quei pensieri, si concentrò sul
suono del vento, sugli uccelli che cinguettavano e sul rumore della
città. Dopo parecchi minuti aprì gli occhi di
scatto, non si trovava più nel parco, ma in un luogo
sconosciuto a qualunque mortale. –Dove sono finito?!- -Sei
tu, che desideri prendere il controllo della storia?- una voce gentile,
dolce ma con un velo di tristezza rispose al giovane. –Chi
sei?- -Io sono lo spirito dell’albero che collega il mondo
delle storie con il mondo reale.- -Per favore, fa si che riesca a
prendere il controllo di questa storia!- per un po’ nessuno
rispose, intorno a lui poteva vedere solo luce di un pallido verde
chiaro, fluttuava dolcemente in aria, non si vedeva ne una fine ne
un iniziò di quel strano fascio di luce che lo
avvolgeva. –Per quale motivo?- -Devo salvare degli
amici…-
Ahiru senti che qualcosa non andava, non sapeva cosa, ma senza pensarci
due volte cominciò a correre verso il parco. –Dove
vai?!- chiese William confuso, -Fakir è in pericolo devo
andare a salvarlo!- appena girato l’angolo si
trasformò in Princess Tutù e con un grandi salti
si diresse dove si trovava Fakir.
-…è l’unica cosa che posso fare per
loro.- -Magari loro non vogliono essere salvati.- la voce era
seria e armoniosa, Fakir non seppe come rispondere, era una domanda
talmente sciocca ma che allo stesso tempo aveva una risposta difficile.
–Io sento che loro vogliono essere salvati, non
perché lo voglio soltanto io, ma perché li
conosco e so che non è questo ciò che vogliono.-
-Come fai a sapere…-
Ahiru, con un ultimo balzò, arrivò proprio
davanti all’albero di quercia, ma c’era anche un
altro albero, più piccolo, che prima non c’era.
– Ma cosa?- girò intorno alla nuova pianta e per
poco non urlò di paura. -Fakir!- il corpo del ragazzo
sembrava senza vita, intorno a lui era cresciuto un albero che stava
per ricoprirlo interamente.
-Fakirrr!! Rispondi ti prego!!- gli occhi della ragazza cominciarono a
riempirsi di lacrime, Tutù si strinse forte
all’albero che imprigionava il ragazzo, –Non puoi
andartene! Tu sei l’unico che può creare un lieto
fine per questa tragica storia!- “Cosa sto facendo? Non posso
solamente piangere e urlare…devo fare qualcosa per
aiutarlo.” Si asciugò le lacrime con il dorso
delle mani e poi cominciò a ballare. Con il ballo riusciva
ad esprimere qualsiasi cosa, non servivano parole, la sua danza era
magica; poteva rendere felici le persone che la guardavano o purificare
i cuori delle persone, avrebbe salvato anche Fakir con il suo potere,
doveva soltanto crederci.
-…che non stai sbagliando? Non pensi di essere egoista?- -No
assolutamente, io credo in quello che faccio!- “Si, Mytho
desidera avere un cuore, poter piangere e sorridere, mentre Ahiru vuole
rimanere un essere umano, non vuole trasformarsi in polvere di luce o
in una papera, e io voglio che tutti siano felici.”
–Fakir non mollare!- la voce di Ahiru riempì quel
vuoto immenso, -Ahiru!- -Rispondi a un ultima domanda, userai questo
potere solo per questo motivo?- -Si.- disse con tono serio. Ahiru
ballava senza fermarsi, non voleva che Fakir si trasformasse in un
albero, lei non era abbastanza forte per affrontare tutto da sola. Le
lacrime scesero nuovamente a incorniciarle il viso, si
appoggiò all’albero in punta di piedi, per poi
alzare una gamba verso il cielo. –Torna indietro…-
Lo spirito alla fine decise, –Come desideri, potrai avere il
controllo sulla storia. La ragazza che ti chiama crede in te, il suo
cuore è puro, riesco a capirlo dal modo in cui balla. Ora
vai, e porta un lieto fine a questa storia!- L’albero intorno
a Fakir si dissolse nel nulla e lui cadde tra le braccia di Ahiru che
lo prese e lo strinse forte a se. Quando aprì
gl’occhi vide la ragazza con il volto rigato dalle lacrime,
–Sei sempre la solita piagnucolona.- disse quasi in un
sussurro, la ragazza gli sorrise dolcemente, -E’ colpa tua
che mi fai sempre preoccupare.- -Mi dispiace, ma ho una buona
notizia…ora ho il controllo della storia.- -Non avevo dubbi
al riguardo.- Wiliam e Uzura arrivarono poco dopo, Tutù era
tornata ad essere Ahiru e Fakir aveva recuperato le forze.
–Allora?- chiese il quattrocchi curioso, Fakir semplicemente
annuì sorridendo e l’altro tirò un
sospiro di sollievo. Uzura corse da lui e
l’abbracciò forte, felice di poterlo di nuovo
abbracciare, -Forza torniamo a casa.- cosi dicendo, ognuno
tornò a casa. Una scintilla di speranza si era accesa nei
loro cuori e forse sarebbe diventata un incendio che avrebbe bruciato i
fili malefici di Drosselmeyer, liberando così tutti e
rendendoli liberi di scegliere.
-Interessante….davvero, interessante….-
Drosselmeyer osservava con suoi specchi incantati la scena,
–La nostra povera Rue è così confusa e
il nostro principe così spietato. Mentre il cavaliere e
Princess Tutù sono stati più furbi del
previsto…ma posso farlo tornare a mio vantaggio…-
la risata che susseguì avrebbe agghiacciato il sangue
persino a un demone col cuore colmo di odio e crudeltà. La
storia doveva ancora finire e poteva accadere di tutto.
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Capitolo 14 *** capitolo 13 ***
Rue si
svegliò di soprassalto, si guardò attorno e si
accorse che era già notte fonda. Le stelle brillavano nel
cielo e la luna splendeva di una candida luce argentea. Durante il
tempo che era rimasta li, aveva certato una spiegazione ed una
soluzione possibile, ma purtroppo non ci era riuscita. Per il momento
sarebbe tornata a scuola e avrebbe fatto finta di niente, si
alzò dal tetto e si avviò con grandi salti verso
l’accademia.
Quando atterrò sul balcone, sciolse la trasformazione, fece
per aprire la porta di vetro, quando sentì un rumore
proveniente della stanza. “Chi potrà mai essere?
Che quello stupido di Fakir abbia deciso d’investigare su di
me?” Fece apparire un pugnale nella mano sinistra, mentre con
la destra aprì lentamente la vetrata che dava sul balcone.
Quello che vide, la lasciò ammutolita, il coltello le
scivolò dalla mano e cadde a terra risuonando. I suoi occhi
erano spalancati e la bocca socchiusa, incapace di parlare.
–Craaaa!! Craaaa! Craaa!- un corvo della grandezza di un
essere umano era nella stanza, continuava a gracchiare e a tenersi la
testa con le ali, sbattendo nei mobili e buttando a terra gli oggetti
sopra ad essi. Gli occhi erano neri come la notte e colmi di tristezza.
Aveva addosso una camicia aperta e un paio di pantaloni bianchi, che
facevano parte dell’uniforme scolastica.
-Mytho…- la sua voce fu come un sussurro che
attirò l’attenzione del corvo, il quale le si
avvicinò lentamente. Rue fece un passo indietro spaventata,
ma appena le fu accanto, lui si inginocchiò e le
accarezzò la mano con la testa piumata. Quando Rue
guardò gli occhi del corvo, non ebbe più dubbi:
era proprio Mytho. Gli occhi, anche se diversi, avevano la stessa
tristezza che caratterizzava lo sguardo del principe. Il viso della
giovane si riempì di lacrime, cascate e cascate di lacrime
che sembravano non volersi fermare mai più.
–Perché?! Perché a me?!- si
lasciò cadere a terra con le mani che le coprivano il viso,
i suoi singhiozzi riempirono tutta la stanza e le lacrime bagnarono il
tappeto sotto di lei. Ad un tratto, una mano prese la sua. Mytho era
tornato normale e la stava guardando con i suoi occhi ambrati, Rue gli
si gettò al collo, -Mi dispiace….mi
dispiace…- il ragazzo non capiva perché la mora
si stesse scusando, ma decise di non dir nulla. Passarono tutta la
notte così: con lei che piangeva e con lui che
l’abbracciava privo di sentimenti.
Ahiru si rigirò nel letto a causa di un raggio di sole che
le colpiva il volto, -Umm…ancora cinque minuti…-
la ragazza era una dormigliona e Fakir lo sapeva bene, era per questo
che la stava osservando sulla soglia della camera, appoggiato allo
stipite della porta. Sapeva che non avrebbe dovuto, ma la tentazione
era stata troppo forte: desiderava assolutamente vedere Ahiru mentre
parlava nel sonno. Il giovane era stato accontentato perché
aveva ricevuto un intero monologo sui Mon Blanc, aveva dovuto tirar
fuori il meglio di se per non scoppiare a ridere come uno sciocco.
-Fakir, non andare…- a quelle parole il cuore del moro
cominciò a battere all’impazzata, stava ancora
dormendo quindi lo stava sognando. Fakir chiuse la porta della stanza e
andò a preparare la colazione con un sorriso compiaciuto
dipinto sul volto.
Ahiru era rimasta a dormire a casa di Fakir, perché si era
fermata a cena, fattosi poi tardi, il ragazzo le propose di rimanere,
avendo una camera libera. Le aveva accettato di buon grado e quella
notte dormì da favola. La ragazza si svegliò,
scese dal letto e andò ad aprire la finestra, era una
giornata splendida eppure…nell’aria
c’era qualcosa, qualcosa di strano e che faceva suonare tanti
campanelli d’allarme dentro la sua testa. “Ti prego
Signore, fa si che oggi non succeda nulla di male.” E dopo
questa preghiera decise di rendersi più presentabile
possibile. Mise la divisa della scuola, si pettinò i capelli
che lasciò sciolti, in modo che le cadessero sulla schiena
come una cascata di fuoco, dopo di che fu pronta per scendere in
cucina. Uzura era già a tavola, la quale era tutta ricoperta
di croissant, pane tostato con marmellata e burro, succo
d’arancia e latte caldo. Si mise d’impegno per non
sbavare davanti a tanta dolcezza, non poteva certo fare brutta figura
di fronte al giovane dai capelli corvini. –Uzura, buon
giorno!!- -Buon giorno!!- disse allegra la piccola e suonò
il suo tamburello che portava sempre con se, –Sai
dov’è Fakir?- -E’ salito un attimo in
camera sua, ha detto di chiamarlo quando saresti scesa.- -Allora vado a
chiamarlo io.- salì di nuovo le scale e aprì la
porta della stanza di Fakir. –Siamo tutti pro…-
alla ragazza le morirono le parole in bocca, Fakir si stava asciugando
i capelli bagnati con un asciugamano, non indossava la maglietta e
Ahiru poté ammirare il suo fisico scolpito. -Ok, finisco di
vestirmi e arrivo subito.- rossa come un pomodoro, era completamente
incapace di muoversi, –Ahiru?- Fakir non capiva cosa le stava
accadendo, -Scusa!- con un grido e sbattendo la porta fece la sua
uscita, lasciando il ragazzo leggermente perplesso.
“Perché devono capitare tutte a me?!”
era la prima volta che vedeva un ragazzo a torso nudo, ma non era un
torso qualsiasi, era il torso di Fakir. Un torso snello, muscoloso, con
le gocce d’acqua che scivolavano giù….
BASTA! Si stava facendo del male da sola! “Mon Dieu! Non
sarò mica diventata masochista?!” Ahiru scosse la
testa fortemente e tornò in sala da pranzo. Si sedette al
tavolo e aspettò che arrivasse Fakir. –Buon giorno
Uzura e buon giorno anche a te Ahiru, come mai sei scappata via in quel
modo?- la giovane lo guardò imbarazzata,
–Bè, vedi…come posso
dire….tu…cioè…io
….no…insomma, lascia stare eheheh!- fece un
risolino nervoso che non lasciò indifferente il ragazzo, si
sedette anche lui e cominciarono a mangiare. Ahiru dimenticò
tutti i problemi che aveva e mangiando croissant alla cioccolata si
sentì subito meglio. Quando ebbero finito, Fakir e Ahiru
uscirono per andare a scuola,
-Mi raccomando fai la brava mentre non ci sono.- disse dolcemente alla
piccola, -Si!- esclamò Uzura, Ahiru le si
avvicinò e le diede un bacio sulla guancia,
-Tornerò insieme a Fakir questo pomeriggio, ok?- Uzura
annuì entusiasta e cominciò a suonare il suo
tamburello. Quando Ahiru arrivò a scuola due ragazze le
saltarono al collo. –Cosa hai fatto? Dove sei stata? E con
chi?- -Sonia, Melany, di cosa state parlando?- -Non fare la finta tonta
con noi! Ti abbiamo visto lasciare la scuola e andare da qualche parte,
dove?- -D-da nessuna parte!- le due non sembravano sodisfatte e per
nulla convinte, ma si arresero a si incamminarono per andare in classe.
–Fakir ci vediamo dopo.- -Ok.- le altre due non sentirono
niente, ma capirono che c’era qualcosa sotto, e quel qualcosa
poteva essere piccante e davvero interessante.
Le ragazze entrarono nella sala da ballo, erano tutti pronti per
cominciare la lezione e Mr. Bunner batte le mani per attirare
l’attenzione della classe. –Oggi, due studenti
della classe di primo rango, verranno a fare un piccola performance,
quindi prestate attenzione.- si sederono tutti per terra, ai lati
dell’aula, ansiosi di assistere all’esibizione.
Mytho e Rue entrarono a passi di danza, avrebbero fatto un pass de
deux; i due ballavano in modo diverso dal solito, una volta si poteva
avvertire una certa magia nei loro movimenti, invece Rue sembrava
stanca e incerta sui passi. Quando dovette prendere la mano di Mytho,
le venne di nuovo in mente l’immagine del principe
trasformato in corvo ed esitò per un istante, allora il
giovane la prese per il polso con rudezza, -Non avrai mica paura?-
tutti rimasero a bocca aperta, Mytho non era mai stato così
violento con nessuno prima di allora. Rue si liberò e
scappò via senza dire niente. Il professore si
avvicinò al principe preoccupato, -Qualche problema?-
-Assolutamente, è soltanto stanca.- disse indifferente;
Ahiru guardò il suo amato principe: doveva essere successo
qualcosa perché lui avesse trattato in quel modo la ragazza
dai capelli neri. –Bene, continuiamo la nostra lezione,
cominciate con gli esercizi di riscaldamento.- Ahiru era decisamente
distratta per l’accaduto, ma dopo essere stata rimproverata
un paio di volte, decise di lasciare le sue preoccupazione per dopo la
scuola.
Finite le lezioni, Ahiru decise d’aspettare Fakir davanti ai
cancelli di ferro dell’accademia, quando il ragazzo
arrivò gli raccontò l’accaduto, ma lui
non sembrò particolarmente sorpreso.
–Probabilmente il sangue di corvo nelle sue vene, sta avendo
effetti collaterali.- la ragazza non aveva neanche pensato a quella
eventualità. Arrivati a alla casa del giovane, si divisero i
compiti per quel giorno. -Io andrò al grande albero per
trovare l’ispirazione e le giuste parole da scrivere; penso
che stando più vicino a quella pianta mi sentirò
più vicino alla città e quindi scrivere meglio.-
-Si, io invece, andrò a cercare l’ultimo frammento
del cuore di Mytho, deve essere pura da qualche parte, no?- disse Ahiru
speranzosa e pronta all’azione, Uzura attirò
l’attenzione dei due ragazzi con il suoi tamburello,
-Io cosa faccio?- -Verrai con me e giocherai nel parco mentre
io scrivo.- le rispose dolcemente Fakir, la piccola sorrise tutta
contenta. Così uscirono tutti di casa e si diressero in
direzioni diverse.
Intanto, Rue e Mytho erano tornati nella loro stanza, la ragazza si
sentiva stanca, triste e tradita. Il sangue di corvo stava trasformando
il suo amato principe in un vero mostruoso corvo. Quando la ragazza si
girò verso di lui, invece di trovare un bel principe, si
ritrovò davanti un mostro ricoperto di piume nere. Durante
la notte era già successo parecchie volte. La trasformazione
cominciava ad essere instabile e imprevedibile. Gli occhi gelidi di
quella creatura la guardavano curiosi, –Craa, craaa!!- le
lacrime cercarono di tornare prepotenti a solcare il viso della
giovane, ma resistette a quel impulso che l’avrebbe resa
fragile, e in quel momento doveva essere più forte
possibile. –Riposa un po’, io devo andare a parlare
con mio padre.- disse Rue, mentendo per non essere seguita, Mytho si
distese su un letto e si addormentò subito, era rimasto
sveglio tutta la notte ad abbracciarla, anche se nel farlo non aveva
messo nessuna emozione o sentimento. La ragazza si trasformò
in Princess Kraehe e in vortice di piume nere svanì nel
nulla.
Il cielo era sereno e il sole splendeva alto nel cielo, eppure quella
sensazione rimaneva. Ahiru non riusciva a capire cosa non andasse,
qualcosa sarebbe successo, ma cosa? “Non
è il momento di perdersi in queste sciocchezze! Devo cercare
il pezzo di cuore mancante.” Ma non era un compito semplice,
non aveva la minima idea di dove fosse. L’unico modo per
trovare il pezzo di cuore mancante, era girare per la città
stando con gli occhi aperti e aspettare che il suo ciondolo
s’illuminasse. Nel frattempo, Fakir era arrivato con Uzura al
parco con il grande albero al centro, si sedette sotto la pianta con la
schiena appoggiata contro il tronco e cominciò a
concentrarsi. La piccola Uzura stava giocando rincorrendo una farfalla
che gli si era appoggiata sul naso. Una figura nera e misteriosa stava
guardando i nostri due giovani da lontano, sparì nel nulla
come un brutto sogno. Fakir non si era accorto di nulla e non poteva
immaginare cosa sarebbe accaduto.
Ahiru stava camminando scoraggiata per la strada che circondava la
città, la città era completamente circondata da
alte mura di pietra, quattro torri erano distribuite lungo le mura,
come se fossero dei guardiani di quel luogo. Ad un certo punto il
ciondolo cominciò a brillare. –Cosa?!-
cominciò a guardarsi intorno, ma non vedeva niente che
potesse sembrarle il frammento del cuore, l’unica cosa che
gli saltò all’occhio fu la torre nord della
città. In quel momento gli venne un colpo di genio.
Cominciò a correre come una pazza verso la torre successiva,
anche lì il ciondolo risplendé e così
fece anche vicino alle altre due torri. Arrivata alla torre ovest
decise di provare ad aprire il portone di legno per entrare, ma esso
era completamente chiuso e impossibile da aprire senza bruciarlo o
usare un’ascia. Al momento non disponeva di nessuno dei due e
non aveva tempo da perdere con queste sciocchezze. “Il pezzo
mancante sarà qui? In effetti avrebbe senso, il grande corvo
è stato imprigionato sotto la città quindi
l’ultimo pezzo potrebbe essere contenuto nelle quattro torri
che intrappolano il mostro.” Si trasformò in
Princess Tutù, saltò su un tetto e poi fece un
lungo balzo a gambe completamente ad centoottanta gradi verso la torre.
Successe qualcosa che non avrebbe mai pensato. Era passata oltre le
mura, ma allo stesso tempo era rivolta alla città con alle
spalle la torre. Si era girata verso il senso opposto senza averne
l’intenzione. Ma non fu l’unica cosa che accadde,
infatti, al parco dove c’erano Fakir e Uzura; una banda di
uomini incappucciati li avevano circondati. -Non osare muovere un solo
muscolo ragazzino, oppure vi uccideremo entrambi!- -Cosa volete?!-
chiese con uno sguardo poco amichevole il ragazzo, gli uomini avevano
un’aria molto strana, avevano un che d’inquietante
e terrificante. –Siamo venuti per far si che tu non scriva
più storie.- “Come fanno a sapere del mio
potere?!” Fakir mise dietro di se la piccola che era
immobilizzata dalla paura. –Di cosa state parlando?- -Non
fare il finto tonto con me! Chi pensi abbia ucciso Drosselmeyer? Siamo
stati noi!- Fakir non sembrava sorpreso, aveva avuto il presentimento
che dietro alla morte del suo antenato ci fosse qualcosa di
più grosso. –Perché?- -Lui scriveva
storie che diventavano realtà, era un uomo malvagio e
pericoloso che si divertiva a giocare con noi come se fossimo suoi
personaggi e così, gli abbiamo tagliato le mani.- sul viso
dell’uomo che parlò si disegnò un
ghigno che avrebbe messo i brividi persino alla morte stessa.
–E ora, mio caro, è il tuo turno.- due uomini gli
presero le mani, Fakir cercò di liberarsi con tutta la sua
forza, ma gli uomini erano molto più forti di lui. Gli
misero la mani su un ceppo li vicino mentre l’uomo
tirò fuori una scure di ferro. –E’ la
stessa che abbiamo usato per il tuo antenato, spero che tu ne sia
onorato.- -Come fate a sapere queste cose su di me?!- chiese irato il
giovane che cercava ancora di liberarsi dalla stretta dei due gorilla.
–Ti ho seguito di nascosto, sono sempre strato pratico nello
spionaggio e così ho scoperto chi eri realmente, e ora, se
vuoi scusarmi, ti taglierò le mani!-
Ahiru, all’altezza che era, vide tutta la scena. In men che
non si dica arrivò esattamente dove si trovava
Fakir.
-Fermatevi!- con grazia divina, si fermò proprio sul ceppo
dove stava Fakir, i due uomini lo lasciarono subito e gli altri fecero
qualche passo indietro spaventati. –Princess
Tutù…- l’uomo con l’ascia la
guardò incredulo e lasciò cadere la scure al
suolo. Uzura corse da Fakir in preda alla lacrime e
l’abbracciò forte a se.
–Grazie.- -Figurati.- l’uomo che aveva
parlato si diresse verso gli altri e scapparono via,
–Sono arrivata giusto in tempo. Ma chi erano quelli?- -Loro
erano….. Attenta !!- -Eh…- uno specchio con una
cornice d’oro la imprigionò dentro di se, -Cosa?!-
una voce nera e cupa riempì tutto, –Mia cara
Princess Tutù, è ora di fare una bella
chiacchierata.- era la voce di Drosselmeyer, dura e profonda come una
caverna di roccia. –Lasciala subito!- una risata malvagia
fece venire i brividi a tutti i tre giovani, lo specchio che conteneva
Ahiru si volatilizzò nel nulla, lasciando Fakir da solo.
-Uzura tu sai dove…- ma la piccola era sparita insieme allo
specchio e alla ragazza in tutù, –Che sia andata
con Ahiru per salvarla? Speriamo vada tutto bene.- Il giovane prese il
suo blocco da scrivere e cominciò a cercare le parole per
riportare indietro la ragazza e la piccola. “Devo farcela!
Non posso fallire, non questa volta!”
Drosselmeyer aveva fatto la sua mossa, ora il gioco cominciava a farsi
serio, non si poteva più aspettare. Bisognava combattere e
distruggere l’anima spietata di quel uomo.
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Capitolo 15 *** capitolo 14 ***
Quando Ahiru si
risvegliò non ricordava cosa fosse successo poco prima.
–Ma dove sono finita?- la ragazza si guardò in
torno, c’erano migliaia di ingranaggi ovunque, che giravano
precisi e ordinati. –Ora ricordo! Drosselmeyer mi ha
imprigionata in uno specchio! Devi avermi portata in un’altra
dimensione o qualcosa di simile.-
Delle voci intorno a lei si alzarono come per magia, come uno stormo di
rondini, –Princess Tutù!- -Ma quella è
Princess Tutù!- -Si, si è proprio Princess
Tutù!- la ragazza si guardò intorno senza vedere
nessuno, cominciava ad avere paura di quelle voci inquietanti e
stridule. Delle marionette caddero dall’altro, circondando la
povera ragazza, –Chi siete?!- -Noi siamo marionette.- rispose
uno di loro, aveva una voce stridula e acuta, Ahiru si fece coraggio
è gli chiese se sapevano come uscire da quel luogo. Tutti
rimasero in silenzio, gli occhi senza vita di quei pupazzi mettevano la
pelle d’oca e i sorrisi finti davano un non so che di
pauroso. Poi tutti ricominciarono a chiamarla e a ridere istericamente.
–Vi prego ditemi come uscire!- nessuno
l’ascoltò e dopo poco tempo, si ritrovò
di nuova da sola. “Ma che posto da incubo è mai
questo?” Ahiru sentiva gli occhi bruciare, avrebbe voluto
mettersi a piangere ma non gli sembrava il momento di essere debole.
–Drosselmeyer!! Fatti vedere!!- al primo richiamo nessuno
rispose, ma Ahiru non aveva intenzione di arrendersi, -Fatti vedere
burattinaio malefico!- -Ma che modi sono questi?- disse una voce cupa e
divertita, Drosselmeyer apparì davanti a lei. Il solito
sorriso arrogante e gli occhi nocciola la fissavano divertiti e le
fecero venir voglia di prenderlo a schiaffi.
-Dove mi hai portata?!- -Su, su non essere arrabbiata. Devi capire che
sono stato obbligato.- la ragazza non capiva di cosa stesse parlando,
-Spiegati meglio.- -Il tuo caro amico ha preso il controllo della mia
storia, questo non va affatto bene.- Princess Tutù
cominciò a ballare, -Ma cosa succede?! Il mio corpo si muove
da solo!- le sue gambe e le sue braccia si muovevano come desideravano,
senza tener conto di cosa voleva lei. –Mia cara, tu sei una
marionetta nelle mie mani, così come tutti gli altri.- lei
aveva capito dove voleva arrivare, ma non gliela avrebbe data vinta,
-Non dire sciocchezze! Tu non poi far fare quello che vuoi alle
persone, è una cosa crudele!- il volto del vecchio si
oscurò, -Per questo mi tagliarono le mani.- il tono era duro
e accusatorio, come se lui non ne avesse nessuna colpa. –Non
ho potuto terminare la mia storia, ma sono riuscito a salvare la mia
anima con il mio potere, ho creato questo mondo dove osservare le mie
marionette e comandarle a piacimento. E ora, completerò la
storia più bella, triste, piena d’avventura e
amore che sia mai esistita! E come ben sai una storia, per diventare
leggendaria, deve avere un finale tragico.- l’ultima frase
venne pronunciata con un sorriso compiaciuto stampato sulla faccia
solcata dalle rughe. La ragazza non smetteva di ballare, non aveva
più controllo sul suo corpo. –Che ne dici di una
tazza di tè?- la ragazza non fece tempo a rispondergli di
andare al diavolo, che si ritrovò seduta ad una tavola lunga
cinque metri, dove agli estremi erano seduti lei e il vecchio
scrittore. Una tazza di porcellana addobbata con motivi rosa pesca le
stava davanti. Senza che lo volesse la sua mano prese la tazza piena di
tè, fu costretta a berlo per non rovesciarlo tutto.
–Basta con questa pagliacciata! Liberami subito dai tuoi
fili!- -Quali fili?- chiese divertito Drosselmeyer, tre specchi si
materializzarono di fianco al tavolo. – Voglio farti vedere
una cosa…- negli specchi apparvero Mytho, Fakir e Kraehe. La
giovane dai capelli neri come la notte, stava seduta sulla cima del
tetto di una chiesa con la testa nascosta dalle braccia, Fakir cercava
di scrivere qualcosa, ma ogni volta strappava il foglio con rabbia e
frustrazione. In fine Mytho, con gli occhi pieni di panico, era nella
camera da letto a tenersi con le mani la testa che gli stava per
scoppiare, mentre urlava per il dolore. –Mon Dieu! Cosa sta
succedendo a tutti?- -Senza di te, mia cara Princess Tutù,
la storia non può andare avanti; solo tu sei in grado di
riportare l’ultimo frammento del cuore al principe, ma dimmi,
hai trovato l’ultimo frammento?-
-E’ nascosto nelle quattro torri che circondano la
città.- -Ahaha! Brava la mia principessa, ha ragione
l’ultimo pezzo è conservato nella quattro torri,
ma c’è un’altra cosa che non sai,
c’è un frammento in più.- -Cosa!? Un
altro?!- -Proprio così, e toccherà a te scoprire
dove si trova.- Ahiru rimase senza parole, pensava di aver trovato
tutti i pezzi, invece adesso c’è ne un altro e non
aveva la minima idea di dove potesse essere.
La piccola Uzura si guardò in giro curiosa, -Dove sono?- la
voce dolce e tenera riempì il vuoto che la circondava,
camminò per qualche tempo senza sapere dove andare. Gli
ingranaggi erano tutti fermi e il silenzio regnava sovrano.
–Chissà come mai sono fermi?- poi notò
una piccola manovella, si avvicinò e cominciò a
girarla. Gli ingranaggi partirono senza difficoltà e la
storia ebbe un colpo di scena. La piccola stava facendo girare gli
ingranaggi all’indietro, senza rendersene conto, intorno ai
personaggi si ripeté tutto quello che era successo negli
anni passati.
Rue alzò la testa, gli occhi erano gonfi per aver pianto
senza sosta, si alzò e saltò giù dal
tetto, ma si accorse che intorno a lei c’era qualcosa di
strano. Poi vide una bambina, piccola con i capelli neri come la notte.
Correva piangendo mentre uno stormo di corvi la stava inseguendo.
–Ma…ma…quella….sono io!- la
piccola continuava a corre chiedendo scusa al padre e promettendo che
avrebbe fatto la brava, ad un certo punto un giovane con i capelli
bianchi come la neve sguainò la spada e distrusse quei corvi
maledetti. La piccola lo ringraziò con un enorme sorriso.
–Questo è stato il mio primo incontro con
Mytho…- poi intorno a lei cambiò ancora tutto;
ora era davanti a una casa al cento della città, un gran
numero di persone erano radunate li intorno. –Avete sentino
cosa è successo? Sembra che dei corvi abbiano attaccato gli
abitanti di questa casa e abbiano rapito la figlia in fasce.-
-No! Sul serio? Che cosa terribile!- due uomini stavano parlando tra di
loro e Rue sentì alcune cose di quello che dissero, poi una
donna si fece largo e parlò di fronte a tutti.
–Presto! Dobbiamo ritrovare quella bambina!- tutti
cominciarono a correre in giro per la città alla ricerca di
questa sfortunata bambina. Poi il paesaggio intorno a lei
cambiò ancora, ora era in un cimitero. Su una bara con una
lapide, su cui cerano scritte alcuni nomi illeggibili, c’era
una cesta di vimini con dentro una bambina fasciata con una coperta di
lana bianca. –Ma quella sono io?- un corvo stava appoggiato
su un ramo di un albero spoglio vicino a quella lapide. Una voce cupa,
che la nostra ragazza ben conosceva, parlò alla piccola, -Tu
sarai mia figlia, avrai l’onore di bere sangue puro di corvo
e diventare così mia.- poi dei corvi presero la cesta e la
portarono via volando.
Rue non si sentì più le gambe, si
lasciò cadere sul prato bagnato per
l’umidità, -Io…io…non sono
la figlia del corvo, io era una bambina normale…- non
riusciva a pensare a dire qualcosa di diverso da quello, -Io non sono
la figlia del corvo….io non sono la figlia del
corvo….- la giovane era distrutta, aveva lavorato per quello
che credeva fosse suo padre, non aveva potuto avere una famiglia per
colpa di quel mostro. Aveva dovuto abbandonare l’amicizia con
Ahiru perché lei era Princess Kraehe e lei Princess
Tutù, e non poteva vivere felicemente con il suo amato
principe per quella serie di sfortunati eventi.
–Perché?- si coprì il volto con le
pallide mani e pianse ancora. Liberando tutta la disperazione che
conteneva. Una disperazione tale, che avrebbe gettato chiunque
nell’oscurità più profonda.
La piccola continuava a girare imperterrita, fino a quando la manovella
non si bloccò, -Oh!- quando la lasciò andare
ricominciò a ruotare velocissimamente nel senso opposto, per
poi prendere una velocità costante. La storia aveva
ricominciato a scorrere. Una figura si avvicinò alla
piccola, -Ciao Uzura.- -Ciao, tu chi sei?- -Io sono Edel, ovvero te.-
la piccola la guardò confusa, -Sei stata costruita con i
miei resti, ma al contrario tu hai dei sentimenti, puoi piangere,
ridere, amare e odiare. Io non ero in grado di fare
ciò, ero solo una marionetta di Drosselmeyer.- -E’
così triste…- la piccola senza accorgersene aveva
cominciato a piangere, commossa dalla storia che le era stata appena
raccontata. –Adesso devi aiutare Ahiru, ha molto bisogno di
qualcuno che la supporti in un momento del genere, ricordati che io
sono sempre dentro di te…- la piccola
l’ascoltò attentamente e poi Edel
ritornò dentro la piccola.
Le immagini negli specchi cambiarono, Rue correva verso
l’accademia, Fakir cominciò a scrivere senza
interruzioni e Mytho si era trasformato in corvo ancora una volta.
–Mytho!- -Il sangue che circola nelle sue vene lo sta
trasformando in un corvo, completamente sotto il controllo del Grande
Corvo, questa è l’ultima volta che
succederà perché non sarà
più in grado di tornare ad essere il principe Mytho.- Ahiru
non riusciva a crederci, il suo adorato principe si stava trasformando
in un orrendo corvo. –E in più, a quanto pare, la
storia sta andando avanti anche senza di te. Molto
interessante….-
Fakir stava scrivendo come un disperato, sentiva che la mano gli si
sarebbe staccata dalle braccia a momenti.
-Devo resistere ancora un paio di frasi!-
“ …..Princess Tutù cominciò
a ballare leggiadra come un cigno, i suoi movimenti erano aggraziati e
delicati. In un luogo lontano, il cavaliere aspettava con ansia il
ritorno della ragazza, che ballava cercando di far raggiungere i suoi
sentimenti al giovane. Quando il cavaliere gridò il nome
della fanciulla, essa tornò a lui….”
-Ahiruu!!- la voce di Fakir raggiunse il luogo oscuro dove si trovava
la ragazza, che aveva cominciato a ballare con tale grazia
che persino le marionette si erano fermate a guardarla incantate.
–Ma questa è la foce di Fakir.- un grande fascio
di luce arrivò dall’alto e investi la ballerina
che cominciò a lievitare sempre più in alto,
Uzura corse veloce come una pazza, arrivando in tempo e lasciandosi
trasportare dalla magia delle parole di Fakir.
Davanti a lui, si formò un cerchio di luce dal quale,
teoricamente, sarebbe dovuta uscire Ahiru. Tese la mano e ancora una
volta urlò il suo nome, -Ahiruuu!- una mano e un piede
calzante una scarpetta da ballo rosa uscirono per primi dalla luce
bianca e pallida, prese quella mano e tirò forte verso di
se. Ahiru uscì dalla luce come un angelo che scende dal
cielo, arrivando dritta nelle braccia di Fakir che abbracciò
forte. Uzura arrivò poco dopo saltando tutta contenta,
-Oplà!- esclamò quanto toccò con i
piedi il prato, Fakir guardò Ahiru dritta negli occhi, -Mi
hai fatto prendere uno spavento…- -Non dirlo a me.- rimasero
così per alcuni minuti, rasserenati di trovarsi di nuovo
vicini.
Rue entrò nella stanza come una furia e quello che vide fu
solo Mytho completamente trasformato in corvo. –A quanto pare
la trasformazione è completata e irreversibile.- la ragazza
gli si avvicinò e gli prese l’ala nera e coperta
di piume. –Non puoi più restare qui, dobbiamo
andare a cercare un rifugio per i prossimi giorni.- il corvo
annuì semplicemente, lasciando un senso di vuoto e tristezza
nel cuore della ragazza. Ora che sapeva la verità non
avrebbe mai lasciato il suo unico e grande amore nella mani di un
mostro assetato di sangue. Prese un paio di vestiti di ricambio per
Mytho e uscirono di fretta approfittando della notte, la luna brillava
nel cielo facendo abbastanza luce da permettere ai due di vedere dove
stavano andando. Trovarono una casa abbandonata non molto distante
dalla scuola, così sarebbe potuta venire più
velocemente possibile. Sistemò il letto, vecchio per gli
anni, e distese il ragazzo ormai divenuto corvo. –Buona
notte, mio principe.- gli diede un bacio sulla guancia e
ritornò a scuola, dove ancora una volta pianse sui cuscini
ricamati del letto a baldacchino.
-A quanto pare, siamo ormai alla fine dello spettacolo. Che
l’atto finale abbia inizio!- e così il nostro
crudele scrittore, osservava compiaciuto quello che accadeva e tramava
oscure strategie da mettere in pratica per vincere questa partita.
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Capitolo 16 *** capitolo 15 ***
Il sole sorse, delicato
e caldo, illuminando i tetti della case della città. Gli
uccellini cantavano allegri, a loro era ignoto che cose terribili
sarebbero successe quello stesso giorno, il quale sembrava tale e
uguale agli altri. La giovane Ahiru si alzò presto,
fortunatamente non c’erano lezioni e quindi avrebbe cercato
l’ultimo frammento del cuore, oltre a quello contenuto nelle
quattro torri. Indossò la solita divisa scolastica e
uscì dalla stanza. Mentre percorreva uno dei viali
principali dell’accademia notò Rue che stava
uscendo dal cancello principale con un cestino di vimini ricoperto con
un tovagliolo. “Dove starà andando? Che abbia in
mente qualcosa?” La ragazza dai capelli ramati decise di
seguirla. Arrivò davanti a una casa abbandonata, non
vecchissima, ma si poteva notare che da un po’ di tempo non
era più abitata. Ahiru si affiancò a una delle
finestre per osservare cosa accadesse li dentro.
-Vieni, ti ho portato da mangiare…- un topolino gli
passò vicino e come un predatore affamato, Mytho gli
piombò addosso catturandolo e mangiandolo. Rue era
orripilata, lasciò cadere il cestino, -Non mangiarlo! Ti ho
portato tante cose buone da mangiare!….Non
mangiarlo…- le lacrime stavano ancora per uscire, era
così fragile, così stanca e affranta. Non poteva
sopportare tutto quello che stava accadendo, era troppo. Si
lasciò cadere sul pavimento, disperata. Un animo umano non
poteva sopportare tutto quello, prima o poi sarebbe crollata e rotta in
mille pezzi, come un bicchiere di vetro che cade al suolo. Poi
un’ala gli si avvicinò al volto, lei la prese e
cominciò a ballare con l’uomo, ormai corvo, che
tanto amava ma che lui, non aveva mai potuto ricambiare tale amore, non
avendo un cuore e ora era completamente soggiogato dal sangue di corvo.
–Mi ami?- gli chiese il giovane, lei annuì.
“Guarda cosa ha fatto il mio amore, ti ha trasformato in un
mostro, non merito altro che dolore…” Ballarono
come una volta: con eleganza e bravura tale da commuovere gli angeli in
cielo. Ahiru assisti alla scena senza sapere bene cosa pensare,
“Rue sembra disperata, che in lei qualcosa sia
cambiato?”
Ahiru decise di andare a casa di Fakir per chiedergli
un’opinione. Bussò alla porta e la piccola Uzura
gli aprì, vedendo chi era, l’abbracciò
tutta felice. –Ciao Ahiru!- -Ciao Uzura, Fakir è
in casa?- la piccola annuì e lo porto nella sua stanza dove
il ragazzo era intento a scrivere. –Non disturbarlo per cose
inutili!- la voce di William riempì la stanza, il giovane
era appoggiato al muro e osservava severo la ragazza. -E’ una
cosa di estrema importanza invece!- Fakir si girò verso di
lei e le parlò con voce tranquilla, -Dimmi, Ahiru.- la
giovane gli chiese se avesse un’idea di dove potrebbe essere
l’ultimo frammento del cuore di Mytho.
–Uhm…no mi dispiace, non saprei proprio.- -Non ti
preoccupare, avevo pensato che magari avessi qualche idea.- la ragazza
uscì dalla stanza seguita dalla piccola. – Che ne
dici di andare a fare un giro?- -Si, si!- le due ragazze uscirono per
fare una passeggiata.
“Come faccio? Non ho la minima idea di dove cercare
l’ultimo pezzo del cuore!” ad un certo punto
notò davanti a sé la giovane Rue che stava
uscendo dalla casa di prima, Rue si appoggiò con la schiena
al muro di pietra e si lasciò cadere a terra, la rossa le si
avvicinò intenerita. –Rue…- -Ahiru?-
con sguardo dolce gli chiese come andava.
–Immagino che avrai visto lo stato di Mytho, come pensi che
vada?!- -Si, l’ho visto, ma sono preoccupata anche per te.-
la giovane fece una risata divertita, -Non diciamo sciocchezze,
è tutta colpa mia se Mytho è ridotto in quello
stato, ridi! Ridi pure di me!- la mora aveva un tono cattivo e
disperato allo stesso momento, -Non ho nessuna intenzione di ridere!-
la ragazza non la guardò neppure, aveva lo sguardo basso,
Ahiru allora decise di dirgli qualcosa pe ritrarla su di morale.
–Senti, quando restituirò l’ultimo pezzo
del cuore a Mytho, lui tornerà ad essere quello di
sempre…- la mora sgranò gli occhi e gli
piombò addosso prendendola per le spalle. –NO !!
Non puoi farlo!- -Perché dici così?- chiese
sorpresa la rossa, -Se restituirai l’ultimo frammento il
Grande Corvo si risveglierà, e il principe
offrirà il suo cuore in sacrificio!- Ahiru rimase senza
parole, -Ma….se torna normale….-
-E se non tornasse normale!? Il Corvo ha voluto il cuore di Mytho fin
dall’inizio….ti prego, fermati….-
lasciò cadere le mani dalle spalle di Ahiru, poi
alzò lo sguardò. I suoi occhi erano decisi e
pieni d’odio, -Non lascerò che Princess
Tutù restituisca l’ultimo frammento!- la rossa non
sapeva cosa fare, semplicemente scappò nella direzione
opposta, corse e corse più lontano che poté. La
piccola Uzura la rincorreva, ma essendo più piccola non
riusciva a starle dietro. “Cosa posso fare?!” la
giovane era sconvolta, non poteva fare più niente per i suoi
amici. Senza accorgersi arrivò al luogo del primo incontro
con il suo amato principe, il laghetto dove tanto aveva nuotato sola e
tranquillamente. Si lasciò cadere, in lacrime. La piccola
arrivò stanca vicino alla rossa.
-Ahiru?- -Sono inutile, non posso fare niente per loro. Se restituisco
il pezzo mancante, il principe lo sacrificherà al Corvo, Rue
mi odia ed è in preda alla disperazione….-
“Uzura….Uzura….sono Edel, lasciami
parlare con lei.”
Uzura sentì la voce dell’altra se stessa.
Abbracciò forte, forte Ahiru. Nella mente della giovane
ballerina cominciò a formarsi l’immagine di una
ragazza, alta, bella e con la pelle chiara. –Edel!-
-E’ da un po’ che non ci vediamo.-
-Edel…- -Ahiru, tu devi sapere una cosa, l’ultimo
pezzo non è conservato nelle quattro torri che circondano la
città, ma l’ultimo frammento è il tuo
pendente.- -Il mio ciondolo?- -Si, il pezzo del cuore ti permetteva di
trasformarti in Princess tutù, è anche
l’ultimo pezzo che devi restituire con quello racchiuso nelle
torri.- Ahiru osservava il suo ciondolo rosso come il sangue, ora aveva
trovato tutti i componenti. –Grazie Edel!- le disse con una
grande sorriso. -Ricordati, quando avrai restituito non sarai
più in grado di trasformarti, ritornerai ad essere una
papera.- la voce della ragazza era triste e malinconica, Ahiru la
guardava seria senza sapere cosa dire. Edel svanì e quando
riaprì gli occhi la piccola Uzura piangeva.
–Uzura…- -Tu non potrai più essere
Ahiru, non potremo più giocare insieme, io non voglio questo
!- la ragazza strinse a se la piccola, -Purtroppo è quello
che sono, il mio destino è tornare ad essere una papera, non
ci possiamo fare niente.- la piccola non smetteva di piangere, Ahiru la
prese in braccio e si avviò verso la casa di Fakir.
-Così hai scoperto tutto. Non mi aspettavo questo
intervento da parte di Edel, ma adesso cosa farai mia Princess
Tutù? Ritornerai ad essere una misera papera o il tuo animo
si rivelerà alla fine egoista? - Drosselmeyer, stava seduto
sulla sua sedia a dondolo con gli occhi bene aperti ad osservare ogni
singola mossa dei suoi adorati personaggi.
Ahiru entrò nella camera di Fakir, -Ahiru?- -Ho trovato il
frammento mancante, ma c’è una cosa che devo
dirti, il sangue di corvo ha trasformato Mytho in un corvo e
sacrificherà il suo cuore se il pezzo non lo portasse alla
normalità…- lei aspettava che lui le dicesse
qualcosa, qualsiasi cosa per aiutarla, -Non preoccuparti, sono sicuro
che ritornerà in lui.- quelle parole diedero il coraggio
alla ragazza di proseguire, -E io tornerò ad essere per
sempre una papera.- il giovane rimase di pietra, non si immaginava
certo che sarebbe finita così, lui voleva in finale felice
per tutti, e includeva anche Ahiru. –Ah…- fu
l’unica cosa in grado di dire. –Allora io vado,
è stato bello conoscervi e diventare vostri amici.
Venitemi a trovare al mio laghetto.- con un falso sorriso si
girò e uscì, gli altri la seguirono fino
all’entrata della casa, Uzura poi cominciò a
suonare il suo tamburello, -Fai attenzione!- disse con il volto rigato
dalle lacrime, Ahiru le sorrise, non voleva piangere sarebbe stato
ancor più doloroso.
Mytho era ancora nella casa abbandonata, il mal alla testa era
aumentato, non riusciva più a controllarsi e uscì
da quella casa vecchia e polverosa correndo per le vie della
città. Ahiru si imbatté in lui per caso.
–Principe…- -Vuoi ballare con me?- lei non
riusciva a capire il perché di una domanda del genere in un
momento simile, -Perché hai paura di me?!- il giovane
cominciò a correre fino a prendere il volo. Ahiru lo
seguì senza mai perderlo di vista.
Rue, intanto, stava camminando per la città con lo sguardo
puntato sul terreno, poi sentì gracchiare in alto nel cielo.
Alzò lo sguardo e vide il suo amato principe volare verso di
lei. Quando atterrò le prese la mano e parlò con
voce colma di dolore, -Vuoi ballare con me?- -Mytho…- -Mi
sento solo, ho paura e tutto questo non smette!- la giovane si
piegò su di lui e l’abbracciò.
–E’ tutta colpa mia, ho voluto così
tanto che tu amassi soltanto me che ti fatto diventare un mostro. Mi
dispiace, mi dispiace da morire!- Ahiru aveva assistito alla scena, si
trasformò in Princess Tutù e si
avvicinò ai due. –Questo è
l’ultimo frammento, insieme a quello custodito nelle torri.
Noi dobbiamo credere in Mytho, è l’unica cosa che
possiamo fare.- le parole della ragazza riuscirono a toccare il cuore
di Rue, che ormai stanca e distrutta, accettò.
Tutti insieme si diressero davanti alla torre più grande di
tutte, lì Tutù tese le mani a coppa davanti al
portone di legno. –Venite pezzi di cuore, sono qui per voi!-
a quelle parole il quattro portoni delle torri si spalancarono,
dall’oscurità che contenevano uscirono quattro
frammenti che circondarono il principe. La terra cominciò a
tremare, gli ultimi pezzi che sigillavano il Grande Corvo erano stati
rimossi, ed ora lui sarebbe rinato. –Che stato
orribile.- disse un frammento, vedendo la forma del principe, -Che
vergogna.- disse un altro, -Non sarà troppo tardi?- -No.-
l’ultimo che ebbe parlato si avvicinò alla
principessa Tutù, -Grazie, ma ora ascoltami Princess
Tutù, se quando ci avrai restituito lui non
tornerà quello di prima, scappa con l’ultimo pezzo
e trova un altro modo per rompere la maledizione del Corvo.- lei
annuì, aprì le mani e i quattro frammenti
diventarono un unico pezzo, lei lo restituì a Mytho, che
sussultò.
La terra tremò sempre più forte, lampi e nuvole
scure ricoprirono il cielo. Una voce scura e malvagia si
alzò con vento freddo. Un paio di ali gigantesche
ricoprirono tutta la città, e il Grande Corvo apparve in
tutta la sua grandezza. – Ci rivediamo principe.- gli occhi
iniettati di sangue lo guardarono con grande desiderio. Ahiru rimase
pietrificata dalla grandezza e oscurità di quel mostro.
–Kraehe portami il principe!- ordinò con voce
profonda e cupa, la ragazza si avvicinò al giovane e lo
strinse a se. –No!- -Cosa? Ti rifiuti di obbedire a tuo
padre!- -Tu non sei mio padre! Io era una persona felice quando era
soltanto Rue e per colpa tua ora sta succedendo tutto questo!- il corvo
sorrise con il suo volto piumato, -Allora hai scoperto tutto, poco
male! Principe vieni da me per il nostro accordo!- il principe
trasformato in corvo cominciò a dirigersi verso il grande
mostro che lo chiamava.
-No, non andare!- ma lui la spinse via, e sbattendo la ali
cominciò a prendere il volo. Lei lo prese per la gamba e lo
trattenne con tutta la sua forza, -Non andare!- ma il corvo
riuscì a liberarsi e volò spedito verso colui che
gli avrebbe mangiato il cuore. Tutù usò la sua
magia per far crescere dei rami che la portassero in alto per cercare
di fermarlo. Ma lui le passò oltre e lei finì su
un tetto lì vicino. –Non andare! Non mangiare il
suo cuore! Prendi il mio!!- Rue correva disperata verso il suo unico
amore, inciampò e cadde a terra, alzò il volto
stravolto. –Io ti ho sempre amato! Dalla prima volta che ti
ho conosciuto…..io ti ho sempre amato!!- quella parole piene
d’amore e sincerità scatenarono qualcosa dentro il
principe, una luce bianca e pura ricoprì il suo corpo,
quando svanì lui era ritornato quello di sempre, il bel
principe con gli occhi ambrati e i capelli bianchi come la neve.
Princess Tutù saltò e gli prese la mano per
evitare che precipitasse al suolo. –Sei stata tu a salvarmi?-
lei scosse la testa, ma non ebbero tempo di parlare, volsero gli occhi
al cielo e videro la giovane dai capelli corvini essere portata via da
due guerrieri-corvo, –Rueee!!- la rossa gridò il
suo nome, la ragazza venne mangiata dal Grande Corvo che aveva bisogno
di un cuore giovane e puro.
Tutto sembrava andare di male in peggio, il Corvo si era svegliato, Rue
era stata inghiottita. Riuscirà questa storia ad avere in
lieto fine ?
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Capitolo 17 *** capitolo 16 ***
Il Grande corvo
parlò con voce profonda. –Se tu mi ucciderai, lei
morirà con me. Non hai altra scelta! Dammi il tuo cuore!- un
vento fortissimo si alzò e tre guerrieri-corvo apparvero
pronti a combattere contro Mytho. Il principe aveva riacquistato la sua
personalità, grazie alle parole di Rue. Con passi veloci e
agilità straordinaria s’impossessò di
una spada e distrusse tutti e tre i corvi, che si dispersero
nell’aria come polvere. –Princess Tutù,
per favore ridammi l’ultimo frammento!- lei lo
guardò sorpresa, -Devo salvare Rue, lei mi è
sempre stata vicina, mi ha amato per tutto il tempo. Lei ha dovuto
soffrire per gran parte della sua vita, ora devo proteggerla.
Perché….- gli occhi di Tutù
cominciarono a bruciare sempre di più ad ogni parola che
pronunciava, -…io….- le lacrime cominciarono a
uscire prepotenti sul viso bello e giovane della ragazza. -
… l’amo.- lei annuì, l’uomo
che tanto aveva amato, non ricambiava i suoi sentimenti; ma anche se
sapeva che sarebbe finita così, il suo cuore si
spezzò in due. Ma non era solo dolore, c’era anche
felicità, forse perché non amava il bel principe
come credeva? I suoi sentimenti erano cambiati nel corso del tempo?
Princess Tutù cercò di togliere il ciondolo che
portava al collo. –Non viene…non vuole venire
giù!- il ciondolo non voleva slacciarsi, Tutù
cominciò ad entrare nel panico. “Perché
non vuole venire!?” Il Grande Corvo
osservò la scena incuriosito. –Princess
Tutù ti darò un po’ di tempo in modo
che tu possa restituire il pezzo mancante…- una radice nera
come la notte spuntò fuori dal terreno e
imprigionò Mytho. –Mytho!- -Ricordati
però che se non ce la farai, ridurrò il cuore del
principe in un milione di pezzi!- un gran gracchiare si alzò
dalla città, la giovane si girò e quello che vide
la lasciò senza parole: tutti gli abitanti si erano
trasformati in corvi, al posto delle braccia avevano ali nere come la
notte, al posto della bocca becchi affilati come rasoi e i loro occhi
erano due piccole fessure color del sangue. –Festeggiate miei
sudditi!- il mostro sorrideva sodisfatto mentre la giovane principessa
non sapeva cosa fare, –Va, non ti preoccupare per me, io mi
fido di te.- le parole del principe gli diedero coraggio,
così cominciò a correre. E scappò da
quel luogo che si era trasformato in un incubo vivente.
Fakir aveva deciso di trovare delle parole per poter dare a questa
storia un lieto fine, William lo stava osservando pensieroso. Decise di
andare a fare una passeggiata per sgranchirsi un po’ le
gambe, stanco di stare a guardare senza far niente, ma appena mise il
viso fori dalla porta vide quello che stava accadendo la fuori. Corse
su per le scale come una furia ed entrò gridando.
-Fakir….- -Se urli così non riesco a
concentrarmi…- ma quando si girò il suo amico era
sul punto di cadere per terra, ma ciò non successe. Il tempo
si era fermato. Una porta di legno scuro e con decorazioni intagliate
apparve dal nulla, uscì un vecchio con occhi color nocciola
e un sorriso malizioso sulla faccia solcata dalle rughe.
–Drosselmeyer!- -Molto bene, sai chi sono, non credevo che ci
fossero dei miei parenti che avessero ereditato il mio
straordinario talento.- -Cosa vuoi?- il tono del ragazzo era cauto,
quel uomo aveva sicuramente qualcosa in mente. L’uomo
schiocco le dita e uno specchio apparve davanti a Fakir, -Guarda: Mytho
è stato imprigionato, Tutù è entrata
in panico perché non riesce a togliersi il
ciondolo e la giovane Rue è stata mangiata dal Grande
Corvo.- tutte le immagini apparvero una ad una sullo specchio,
lasciando senza parole il giovane. Poi la mano di Fakir
cominciò a scrivere, -Ma cosa ?!- -Dopotutto sei sangue del
mio sangue, scrivi per me….- la mano del giovane scriveva
senza il volere di Fakir, come se dei fili di un burattinaio lo
stessero manovrando:
“La giovane Ahiru si diresse oltre le mura che erano crollate
quando il mostro si era risvegliato, dietro a quelle mura di pietra,
stava un lago dalle acque nere e profonde. Il Lago della Disperazione,
un luogo dove tutto era avvolto da una nebbia fitta e grigia, in quel
posto molte persone si erano tolte la vita per la disperazione di un
amore non corrisposto e nell’aria galleggiava il dolore di
quelle persone, che, da tanto che era, lo si poteva toccare. La giovane
provò a togliersi il ciondolo ma senza avere successo.
Allora la voce dell’uomo che controllava la storia si fece
sentire. –Non riesci a toglierti la collana, non è
vero?- la rossa alzò lo sguardo verso la voce, -Ti prego
dimmi come fare!- -Tu non voi tornare ad essere una papera,
giusto? Il fatto che tu desideri tanto restare con i tuoi amici e non
ritornare alla tua misera esistenza ti provoca dolore.- la ragazza non
rispose, rimase zitta in un silenzio che affermava quello che il
vecchio diceva. –C’è solo un modo con
cui puoi ridare il frammento…- - Quale ?-
……”
Fakir scriveva, veloce e senza errori, e quello che scriveva si
realizzava contro la sua volontà. Non poteva permettere che
succedesse qualcosa di male ad Ahiru, non poteva succedere ancora. Lui
doveva proteggerla.
“ –Dovrai lasciarti morire nel lago della
Disperazione, solo così il frammento potrà
tornare dal principe.- la ragazza rimase ammutolita, era tutta colpa
sua se il principe non aveva potuto riavere indietro il suo cuore e
perciò disse quello che le sembrava più giusto.
–Va bene…-”
-No Ahiru, non lo fare!- Fakir afferrò il tagliacarte
lì vicino e s’infilzò la mano.
Lanciò un grido di dolore che avrebbe potuto frantumare le
finestre di vetro. Il sangue cominciò a macchiare i fogli di
carta, coprendo le parole che avrebbero ucciso la ragazza che gli aveva
portato tanta felicità, la mano smise di scrivere e il
vecchio lo guardò sorpreso, –Oh! Sei
più scaltro di quello che pensassi, ma ormai è
troppo tardi!- Ahiru si stava immergendo nell’acqua scura del
lago, lo sguardo fisso davanti a se, –No!!!- Drosselmeyer
sparì con una risata agghiacciante e di trionfo. Il tempo
tornò a scorrere normalmente, William cadde a terra e il
gracchio dei corvi riempì di nuovo la città.
Fakir corse fuori di casa come un tornado e si diresse verso quel luogo
oscuro nascosto dalla nebbia.
“E’ meglio così…”
pensò la giovane Ahiru, “Io sono solo una papera,
non dovevo innamorarmi e diventare amica di qualcuno, avrei dovuto
compiere soltanto il mio compito, scusate Melany, Sonia, Uzura, Mytho,
Rue e…Fakir.” L’acqua
l’avvolse completamente e si lasciò cadere verso
il fondo. Riusciva a respirare, avrebbe potuto persino
parlare se lo avesse voluto. Ma non c’era niente da dire. Ad
un tratto qualcuno afferrò la sua mano, una mano forte e
calda. Quando aprì gli occhi il viso di Fakir
l’osservava preoccupato. –Stai bene?- la ragazza
cercò ancora una volta di strappare quel maledetto ciondolo
ma senza risultato. –Fakir, non riesco a toglierlo! Se non
porto il frammento il Corvo distruggerà in milioni di pezzi
il cuore di Mytho!- lacrime calde gli scivolarono sulla guancia, anche
se erano in fondo ad un lago, le lacrime si persero
nell’acqua scura come piccole perle di tristezza. Il giovane
la guardava triste, non poteva mettersi di piangere, avrebbe reso le
cose ancora più difficili per lei. Le prese la mano, -Vuoi
ballare con me?- lei si alzò da terra e cominciò
a ballare, -Non devi essere così preoccupata.- i loro passi
erano ancora più leggeri e aggraziati in quel luogo senza
luce, l’acqua non affaticava i loro movimenti ma al contrario
sembrava accompagnarli dolcemente, come se volesse ballare con loro.
–Io non riesco a proteggere le persone che amo e tu sei una
papera. E’ quello che siamo e non possiamo farci nulla,
dobbiamo conviverci e sopportarlo come meglio possiamo.- quelle parole
servivano a convincere entrambi, perché entrambi non
sopportavano il fatto di non poter fare di più per Mytho e
gl’altri, –Hai ragione, ma
io…- -Lo so, non vuoi lasciare i tuoi amici, lo capisco
però…- trattenne le lacrime con tutto se stesso,
si domandò perché dovesse finire così,
ma non trovò nessuna risposta soddisfacente. - …
è quello che sei…-lui la prese per la schiena e
con una gamba allungata la mise in posizione per una spaccata.
-Allora andiamo?- le sorrise dolcemente, -Andiamo.- con le gambe aperte
ad angolo piatto e le braccia intorno al collo, finirono quel
ballo che sarebbe l’ultimo. In quel momento il pendente si
sciolse da solo. Ahiru lo prese con le mani e guardò felice
Fakir. Guarda ce l’abbiamo fatta!- -Bene, ora
dobbiamo tornare indietro.- i due risalirono in superficie, avevano gli
abiti bagnati e l’aria fredda li fece tremare, -Vai subito da
Mytho, ti starà aspettando ansioso.- -Grazie Fakir, senza di
te non ce l’avrei mai fatta. Sono felice di averti
conosciuto, addio.- quelle parole avvolsero il cuore del ragazzo come
un rovo di cristallo. La ragazza corse via, nascondendo le lacrime che
le bagnarono nuovamente il viso pallido e bello.
Ahiru tornò al luogo dove Mytho era stato imprigionato, il
Corvo la guardò contento, -Sei tornata, spero che tu abbia
l’ultimo frammento.- si trasformò nella
Principessa Tutù sotto quei occhi rossi e lucenti come
rubini, si mise in punta di piedi e muovendo le mani come se fossero
ali, fece crescere sotto di lei dei rami con fiori gialli.
Così arrivò alla prigione del principe che la
guardava sollevato. –Scusa se ti ho fatto aspettare,
principe.-
-Non importa, sapevo che saresti tornata.- la voce gentile e calda del
giovane fece sorridere la ragazza, gli tese la mano e lui la prese,
liberandosi così da quella gabbia di rami e radici. Lei
sciolse in silenzio il ciondolo e lo restituì al principe. I
rami creati dalla magia di Tutù svanirono e prima che la
ragazza si trasformasse in una papera pronuncio le sue ultime parole,
-Addio, principe.- una luce rossiccia l’avvolse e
così ritornò alla sua forma originale, con le
zampette e il becco arancioni e il manto giallo come il sole. Il
principe la guardò sorpreso.
–Tutù…- solo allora si rese conto di
quello che era successo, quella che aveva davanti era la vera persona
che l’aveva aiutato per tutto quel tempo.
S’inginocchiò, abbassando il capo come se fosse
davanti a una regina, –Grazie.- le parole sincere e dolci del
principe continuavano a colpire il cuore della piccola papera, che
oramai non avrebbe più potuto fare niente per aiutarlo.
Il giovane e bel principe si mise in posizione, i suoi abiti
cambiarono: una corona d’oro gli ornò il capo, una
giacca blu con ricami d’oro e pantaloni bianchi come la neve
coprirono il copro snello e slanciato, infine un mantello bianco gli
avvose le spalle. Poi dal cielo riscoperto di nuvole nere, scesero due
cigni luminosi, che si unirono per formare la spada che il principe
impugnò e puntò contro il Grande Corvo.
–Molto bene, che la partita cominci!- il Corvo
lanciò un grido acuto e tutti gli abitanti diventarono
guerrieri-corvo pronti a lottare contro il principe per prendergli il
cuore che il loro re agognava da tempo. –Non avrai intenzione
di lottare con loro? D'altronde loro sono umani tramutati in corvi.- un
sorriso soddisfatto si allargò sul viso di
quell’orrenda creatura. Mytho si trovò in
difficoltà, non poteva combattere contro di loro, ma doveva
assolutamente salvare Rue. L’unica cosa che poteva fare era
proteggersi con la spada, finché non avesse trovato
un’altra soluzione.
Fakir, nel frattempo, era tornato nel suo studio, si sedette al tavolo
ricoperto di fogli scritti fittamente, prese una penna e si mise a
scrivere con l’intenzione di far aver a quella maledetta
storia un lieto fine per tutti.
Mytho cominciò a girare su se stesso, si crearono una marea
di petali di ciliegio, che coprirono tutti i corvi presenti,
così si alzò in cielo andando contro il suo
mortale nemico. Il Corvo contrattaccò, lanciando piume
affilate come rasoi che avrebbero ferito a sangue il ragazzo, se non si
fosse protetto a colpi di spada, usando la sua agilità e la
grazia nel ballo.
Ma i guerrieri-corvi si alzarono in volo e circondarono il povero
principe. –Dacci il tuo cuore!- continuavano a ripetere in
coro, per poi partire all’attacco: con colpi di becco
cercarono di ferirlo e strappargli il cuore pulsante. Il valoroso
principe non poté far altro se non proteggersi con la spada
il petto. “No, devo salvare Mytho !!” Ahiru
cominciò a battere le ali e a starnazzare per attirare
l’attenzione dei corvi; cominciò a
risalire quel turbine di petali nel quale continuava a sprofondare.
Fakir aveva ripreso parzialmente il controllo della storia, ma se
smetteva per un attimo di scrivere o era incerto, la sua mano
cominciava a riempire il foglio con parole non sue. Ahiru alla fine
riuscì arrivare dal principe e lì
cominciò a urlare ancora più forte,
–Quack, quack!- i corvi la guardarono in modo cupo e poi la
presero con i becchi affilati per le ali, e così
cominciarono a lanciarla come un giocattolo, ferendola ad ogni beccata
o colpo d’ala che ricevé. La piccola urlava per il
dolore mentre il principe guardava quello scempio, senza essere in
grado di fare qualcosa. –Quaaaaaack! Quaaaaack!- Fakir non
riusciva a scrivere quello che voleva, la storia stava proseguendo
senza il suo volere e Ahiru ne stava pagando le conseguenze.
–BASTA!- la penna si spezzò e così la
storia continuò senza il suo controllo.
Intanto il principe era tornato al suolo, il tornado di petali rosa era
sparito ma i corvi continuavano a circondarlo, beccandolo
continuamente. Ahiru si alzò da terra, ferita e
scombussolata, vide Mytho che ormai non riusciva più a
resistere, presto gli avrebbero strappato il cuore se qualcuno non
fosse intervenuto. Partì ancora una volta alla carica, i
corvi questa volta non ebbero pietà per la povera paperella
e con gli artigli delle zampe e i becchi aguzzi la ferirono,
procurandole un dolore enorme. –Tutù !- Mytho non
sapeva cosa fare, tutto stava andando nel verso sbagliato e le sue
forze stavano per esaurirsi. Mise la spada con l’impugnatura
al suolo e la punta dritta contro il suo cuore. –Cosa stai
facendo?- chiese il Grande Corvo, con voce preoccupata e profonda, -Non
ho intenzione di dartela vinta, spezzerò di nuovo il mio
cuore e ti imprigionerò ancora una volta!- -Cosa?! Se lo
farai anche Rue avrà il mio stesso destino!- -Non importa
quanti anni ci vorranno prima che riabbia il mio cuore, quando
accadrà sarò in grado di salvarla!- la paperella
lo guardava allibita, tutto quello che stava succedendo, sarebbe
successo ancora una volta. “No, non puoi!
Principe!” come una forsennata cominciò a sbattere
le ali e a gridare con la voce roca e dolorante. Il principe
premé la spada contro il petto tagliando la stoffa sottile,
-Non farlo!!- il giovane si girò verso la papera gialla,
Ahiru era riuscita in qualche modo a pronunciare quelle parole per
salvare il ragazzo e la giovane Rue. Anche se era piccola e indifesa,
piena di tagli e lividi, poteva fare ancora una cosa per i suoi amici.
“Farò tutto ciò che è in mio
potere per dare a questa storia un lieto fine!”
La piccola papera si alzò in punta di zampe, alzò
le ali verso il cielo e poi cominciò a danzare: mise una
zampetta arancio davanti a sé e alzò
l’altra formando un angolo retto, girò lentamente
su se stessa e poi gettò la testa all’indietro
incurvando la piccola schiena piumata. I suoi movimenti erano
così delicati ed eleganti che sembrava non provasse nessun
tipo di dolore. Anche se le sue ali erano sporche di sangue, si
muovevano con tale armonia da creare uno spettacolo per
gl’occhi. –Tutù?- Mytho si chiese cosa
stesse facendo la bestiola, -Ahiru!- Fakir allora capì,
doveva scrivere la sua storia, non quella di Mytho, ma quella della
ragazza che gli aveva ridato il sorriso. I suoi sentimenti verso di lei
gli facevano trovare le parole giuste e così avrebbe potuto
scrivere con facilità. I corvi la guardarono curiosi e
cominciarono ad avvicinarsi lentamente a quella che una volta era stata
una ragazza. La danza di Ahiru era in grado di esprimere i sentimenti
che provava, era in grado di leggere nel cuore delle persone e di
rendere felici coloro che sono tristi. Il suo potere, anche se svanito,
non risiedeva solo nella magia donatole da Drosselmeyer, ma risiedeva
nel suo cuore. Un cuore puro e pieno di buoni sentimenti.
–Cosa pensi di fare? Non sei più Princess
Tutù, non puoi fare niente per cambiare il vostro destino.
Forza miei corvi, ballate con lei! Dimostratele come si balla con
passione!- un’aurea nera e oscura coprì i corvi,
che cominciarono a danzare intorno alla paperella, la quale non
smetteva di ballare, ma purtroppo il cuore dei corvi era stato avvolto
dall’oscurità del Corvo e, come poco prima,
ballando e colpendola nello stesso momento, intrapresero una danza di
dolore e angoscia.
Quando la paperella cadde a terra, Mytho le si avvicinò e la
prese tra le braccia orripilato dalla scena a cui i suoi occhi avevano
assistito. –Tutù, stai bene?!- la papera
annuì debolmente, poi con le ali tremanti gli disse di
salvare la principessa. Mytho rimase sorpreso, anche se era quella
nelle condizioni peggiori, si preoccupava ancora per gli altri, il
principe le annuì e decise di mettere fine a questa storia
una volta per tutte.
La posò a terra e si girò verso il Grande Corvo.
Creò ancora una volta il turbine di petali che lo
sollevò in alto nel cielo ricoperto dalle enormi ali nere
del Corvo, –Facciamola finita!- -Fatti avanti!- Fakir,
scriveva imperterrito, la mano gli doleva da morire, la ferita
continuava a sanguinare e a sporcare i fogli, l’inchiostro
era sparso ovunque e il tempo scorreva senza pietà.
–Devo salvarli, devo riuscire a salvarli tutti!-
così scrisse, lui era in grado di scrivere la storia di
quella ragazza dall’animo tanto buono quanto il suo sorriso
sincero, “Ahiru, so che puoi farcela!” La paperella
si alzò nuovamente sotto gli occhi stupiti di tutti, con il
corpo dolorante e pieno di lividi, ricominciò la sua danza,
come se non fosse successo niente, pensando solo a salvare i suoi amici.
“Il suo ballo riusciva a purificare il cuore delle persone,
la sua grazia e dolcezza nei movimenti ti entravano nel cuore e lo
riempivano di una luce calda e intensa. Come un mantello di sogni
stellati ti ridava la forza di andare avanti e di sognare ancora e
ancora. Come un sole sceso in terra, la piccola papera
risplendé di luce d’orata, che sommerse ogni cosa.
Era la luce della speranza, che lei non aveva mai perso e che ora aveva
riportato i corvi alla loro vera natura…”
Mytho osservò quello che stava accadendo sotto di lui con
gl’occhi spalancati, “Quella
è…Tutù !” i sentimenti che
sentiva intorno a se erano quelli della principessa dal tutù
bianco e rosa, che l’avevano aiutato per tutto quel tempo. La
speranza sbocciò nel suo cuore come un prato di rose azzurre
come il cielo d’estate.
-Devo salvare Rue, per me, per Tutù e
per Rue stessa. Perché lei è ….la mia
principessa!! Rueee!-
La ragazza, stesa a terra e addormentata, sognava il principe azzurro e
una vita felice insieme alle persone che amava.
“Mytho…” Una lacrima le bagnò
il viso bello e pallido, i capelli corvini le cadevano delicatamente
sulle spalle. Dopo aver ballato con le altre anime delle persone che
quel mostro del Corvo aveva mangiato in passato, si era stesa a terra,
ritrovandosi a sognare e ad aspettare giacente tra il Paradiso e il
mortale Inferno.
–Rueeeeeee!!- una tempesta di luce e petali di ciliegio,
riempì quel luogo vuoto e buio, ridando speranza ad ogni
anima. La ragazza spalancò gli occhi e vide il suo bel
principe arrivare ricoperto dalla luce. –Mytho ?-
il giovane, trasportato dal suo amore per la ragazza, riuscì
ad entrare in quel luogo dimenticato e triste, gli tese la mano e con
un dolce sorriso la salutò. Commossa, gli prese la mano e
gli si gettò al petto.
-Avevo paura che non ti avrei mai più rivisto!-
-Anch’io, ma ora siamo insieme e nessuno potrà mai
separarci.- Stringendola a sé, il ragazzo creò un
turbine di petali di rosa e con la spada puntata verso la luce
uscì squarciando il petto del Corvo.
–Graaaaaaaa!!!- il mostro nero cadde al suolo, le piume nere
girarono intorno al copro morto delle creatura e poi tutto
sparì magicamente. La speranza, insieme all’amore
dei due giovani, erano riuscite a sconfiggere il male, la lotta eterna
tra il Corvo e il principe si era conclusa. Una volta per tutte.
–Grazie….al…cielo…-
la piccola papera si lasciò cadere a terra, completamente
distrutta, felice che la sua amica fosse sana e salva.
–Ahiru!!- Fakir gettò via la penna, si
alzò e corse come un pazzo fino ad arrivare alla piazza
della città, gli abitanti giacevano a terra, privi di sensi,
ma ritornati alla loro vera forma. Con gl’occhi
cercò disperatamente la piccola papera. Poi la vide: lontano
da tutti giaceva Ahiru, priva di sensi. Le lacrime uscirono da sole,
tanto le aveva trattenute che oramai era inevitabile. Si
inginocchiò al suo fianco e la prese delicatamente con le
mani completamente sporche d’inchiostro e sangue. Le lacrime
bagnarono l’esile corpicino dell’uccello che non
dava segni di vita. –Perché? Perché
devi sempre essere così altruista e coraggiosa?
Perché?!- strinse forte al petto l’essere piumato,
non era giusto, perché doveva finire
così? -Avevi detto che volevi un lieto fine per
tutti! Io senza di te non potrò essere felice,
perché…perché…io ti amo.-
si l’aveva detto, era riuscito a dire quello che provava
veramente. Ma a che scopo ormai? La storia aveva avuto il suo finale
tragico e non si poteva fare più niente. Lei non meritava di
morire, aveva sacrificato tutta se stessa per i suoi amici, non era
giusto. Gli angeli in cielo piansero come non mai, bagnando il terreno
sotto forma di pioggia.
Mytho e Rue stavano in disparte, guardando la scena stringendosi a
vicenda. –Ahiru…quella è Ahiru?- il
principe le annuì tristemente, il cuore della ragazza si
frantumò ancora una volta: l’unica ragazza che era
diventata sua amica, stava priva di sensi e con le sembianze di una
paperella. Che fosse questa la fine della povera ragazza ?
Ad un tratto il tempo si fermò, la pioggia non cadde
più e il silenzio si diffuse ovunque. Fakir sentì
dei passi, qualcuno gli si fermò davanti. Alzò lo
sguardo annebbiato dalle lacrime, Drosselmeyer lo guardava con i suoi
occhi profondi e gelati. –Ti sei introdotto nella
mia storia ed hai fatto quello che volevi, sei riuscito a rovinare
tutto!- il ragazzo ardeva di rabbia, avrebbe voluto pestarlo fino a
quando non l’avrebbe ucciso. –Stai zitto! La tua
crudeltà a portato solo sofferenza ed Ahiru
è….è…- il vecchio non
rispose, si girò facendo roteare il suo mantello scarlatto,
parlando poi con voce triste. –Non morirà.-
-Cosa?- -Farò in modo che non muoia e che torni ad essere
per sempre un’ umana, ma per fare ciò
c’è bisogno di una cosa…- -Cosa ?!
Dimmi cosa e farò di tutto per averla!- lui si
girò di nuovo verso di lui, con sguardo serio e deciso. -Un
bacio di vero amore.- -Un bacio? –
-Si, l’unica cosa che può sconfiggere la morte
è un bacio, ma stai attento, se il bacio che riceve non
è corrisposto allora lei morrà per sempre.- Fakir
rimase zitto ed immobile, Drosselmeyer fece apparire una porta nella
quale sparì, tornando nel suo mondo di solitudine e dolore.
Fakir guardò l’essere piumato, cosa fare? Baciarla
e rischiare di ucciderla per sempre? Lui l’amava
così tanto, ma lei era innamorata del principe giusto?
Allora perché sentiva che era la cosa giusta da fare?
Si avvicinò lentamente al becco della ragazza, con le labbra
semi dischiuse, le appoggiò delicatamente e mise tutto
l’amore che provava, pregando intensamente che funzionasse.
Quando riaprì gl’occhi verdi smeraldo,
incontrarono due laghi di stelle, che potevano appartenere solo a una
persona. –Ahiru!- la ragazza aveva i capelli color del
caramello sciolti che le cadevano sulle spalle in onde schiumose,
indossava un abito bianco, con ricami argentei, lungo fino a terra che
seguiva le sue curve gentili. -Sono tornata.- il sorriso della ragazza
fece esplodere il ragazzo di gioia, la prese a sé e la
baciò di nuovo, con un intensità tale da tagliere
il fiato ad entrambi. –Ti amo, e se provi ancora a fare una
cosa del genere io…- -Non ti preoccupare, non ho intenzione
di lasciarti andare mai più.-
Mytho guardò la mora, -Questo si che è un lieto
fine.- -Già, finalmente è tutto finito.- si
diedero un bacio casto e poi il principe le si inginocchiò
tenendole una mano. –Rue, vuoi essere la mia principessa, da
ora fino al giorno della nostra morte?- -Assolutamente si.- lo
baciò di nuovo, con passione travolgente e amore da favola.
Il cielo si aprì e il sole illuminò tutto con i
suoi caldi raggi, iniziò un nuovo giorno dal quale i nostri
protagonisti avrebbero potuto agire senza l’interferenza di
altri. Avrebbero scritto da sé, la loro storia.
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Capitolo 18 *** epilogo ***
Ahiru si
svegliò di soprassalto, guardò la sveglia sul
comodino antico e fece un urlo che spaventò tutti gli
uccelli che stavano sul suo balcone. –Sono in ritardo!- la
ragazza corse come una matta, si vestì, si lavò i
denti e corse fuori dalla stanza, percorrendo le scale e il viale come
un tornado. Il sole splendeva alto nel cielo, i fiori erano tutti
fioriti e nell’aria c’era odore d’estate.
Riuscì a entrare in aula giusto un secondo prima che
suonasse la campanella.
-Salva…- -Sei sempre la solita!- Melany la stava
rimproverando con sguardo contrariato, Sonia la guardava con il solito
sorriso stampato in faccia. –Non dirgli così! La
nostra Ahiru ci piace proprio così
com’è!- l’altra sbuffò per
poi sorridere contenta, -Hai ragione!- l’insegnate
entrò dalla porta e con battito di mani riportò
l’ordine in aula.
–Bene, per cominciare voglio dare il benvenuto nella classe
di primo grado alle nuove allieve. Ahiru, Sonia e Melany, un bel
applauso.- tutti applaudirono entusiasti, Ahiru e le altre avevano
tenuto un esame per passare alla classe più importante e
difficile di tutte, Dio volle che ce la fecero tutte e tre. Ora la
nostra ragazza poteva stare con gli altri suoi amici, si
avvicinò al gruppo d’élite composto da
Mytho, Rue e Fakir, ma del quale ormai faceva parte anche lei.
–Buon giorno a tutti!- -Buon giorno!- risposero in coro gli
altri, Fakir gli dedicò uno speciale sorriso che fece
avvampare la giovane. –Ahiru, sai diventata tutta
rossa solo per un sorriso?- scherzo Rue divertita, -Ehhh!
N-non è vero!- -A no?- chiese Fakir, lei non
riuscì a mentirli e quindi annuì. Lui le
alzò il viso con una mano, -Non devi essere imbarazzata, in
fondo ti amo.- e gli schioccò in bacio sulla guancia che
fece andare in estasi la povera ballerina. Mytho sorrise alla sua amata
e le diede un bacio pure lui.
–Potresti avere un po’ più di fantasia!-
lo rimproverò il moro, -Hai ragione, ma in classe bisogna
contenersi…-
Il sorriso malizioso che si stampò sulla faccia del bel
principe fece arrossire Rue e ovviamente la nostra Ahiru non
poté che darle pan per focaccia. –Chi è
quella rossa adesso?- -Io, non di certo.- il gruppo scoppiò
in un’allegra risata, che venne interrotta dal professore,
che cominciò a spiegare un nuovo esercizio da fare in
coppia. Fakir prese la mano della rossa e cominciarono a provare
insieme, Mytho e Rue non erano mai stati più felice e la
loro danza era diventata ancora più bella da guardare.
Erano passate due settimane dalla sconfitta del Grande Corvo e tutto
era tornato normale, il nostro Mytho sarebbe dovuto tornare nel suo
regno, ma non aveva voluto lasciare i suoi amici, per quanto riguarda
Rue invece, era diventata la sola e unica fidanzata di Mytho e lo
sarebbe stata per sempre. Fakir non aveva intenzione di scrivere mai
più, dopo la brutta esperienza passata, gli veniva male alla
mano soltanto vedendo una penna. Ahiru era migliorata moltissimo nel
ballo, era una tra le più brave dell’accademia
insieme agl’altri tre amici. La piccola Uzura viveva sempre a
casa di Fakir, che considerava lui e Ahiru come i suoi fratelli
maggiori.
Quella stessa sera ci sarebbe stata una piccola festa nella camera di
Ahiru per festeggiare la sua entrata nelle classe di primo rango.
Mangiarono macarons e bevvero champagne di ottima qualità.
Ad un certo punto saltò fuori una cosa a cui nessuno ci
aveva fatto caso. –Ma scusate, come mai Drosselmeyer mi
avrebbe salvata?- quella domanda lasciò tutti muti, non
avevano la minima idea del perché, in fondo, lui aveva fatto
di tutto per far finire quella storia con un finale tragico. Ma non ci
era riuscito. –Forse ha capito che quello che ha fatto
è sbagliato.- Ahiru era sempre quella più
ottimista e buona del gruppo, gli altri la guardavano incerti.
–Bhè non potremo mai saperlo.- disse saggiamente
Mytho, gli altri annuirono. Finirono per addormentarsi tutti, dopo aver
parlato fino a mattina. Mytho e Rue erano sdraiati sul divano, lei con
la testa appoggiata sul petto del principe, mentre Ahiru e Fakir si
erano addormentati sul letto, lui le teneva teneramente la mano e lei
aveva un sorriso pieno d’amore stampato in volto. Un vento
fresco entrò dalla finestra aperta, facendo muovere le tende
di velluto. La Luna splendeva in cielo, la sua fredda luce illuminava
la stanza dei giovani, avvolgendoli come una calda coperta di seta.
E così finisce la nostra storia, tutto è bene
quel che finisce bene. La storia aveva finalmente ottenuto il lieto
fine che meritava. I nostri protagonisti erano riusciti a cambiare il
loro destino, erano diventati loro i padroni della loro vita, hanno
dimostrato, che se si ha speranza e forza di volontà tutto
può accadere. Ma cosa più importante,
l’amore e l’amicizia danno senso alla vita, un
mondo senza amore sarebbe un mondo vuoto e triste dove nessuno
sorriderebbe.
-A quanto pare, ho perso… Però devo ammettere che
è stato divertente. Ahahah! Infondo mi stanno simpatici,
sono riusciti a tenermi testa fino alla fine.- una donna gli si
avvicinò, -Maestro è ora di andare.- -Arrivo
subito Luise.- la donna era la nuova assistente di Drosselmeyer, aveva
deciso di creare qualcuno con un cuore, che potesse tenergli compagnia
e aiutarlo nel suo lavoro, la solitudine non era poi così
bella come gli era sembrato in passato.
–Avevo dimenticato il perché scrivevo
storie, ma quando ho visto la danza di quella piccola paperella
impacciata, mi è ritornato in mente. Io amo scrivere ed
è ora che cominci una nuova storia, ma questa volta
sarà una storia piena d’amore dove non
potrà che esserci un lieto fine.- l’umo crudele
che giocò con la vita delle persone, era stato cambiato da
una semplice paperella, che con la sua purezza e speranza aveva
cambiato il destino di tutti.
“E
così finisce la storia di un principe che
riacquistò il proprio cuore,
di una principessa che scoprì chi era in realtà,
di un cavaliere che riuscì a proteggere le persone che amava
e di una papera diventata ragazza che realizzò il proprio
sogno d’amore.”
Fine
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