Pretty Woman [in love]

di Bacchikoi
(/viewuser.php?uid=43305)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** difendendo il regno ***
Capitolo 2: *** Real Wild Child ***
Capitolo 3: *** curva come se fosse sulle rotaie ***
Capitolo 4: *** Moquette party ***
Capitolo 5: *** I just want an extra time in your kiss ***
Capitolo 6: *** Wild women do ***



Capitolo 1
*** difendendo il regno ***


Eccomi qua! Dopo una LUNGA assenza (diciamo pure, meno di 24 ore XD) torno con questa fanfiction, che a differenza di "Quella cosa" si presenta un bel po' lunghetta... Ringrazio tutte/i coloro che hanno commentato "Quella cosa", la mia prima fiction! Davvero, siete state grandi, mi hanno fatto piacere tutti i vostri complimenti e come promesso vi risponderò alla fine di questa fiction! Credo proprio di essere riuscita a superare il mio blocco di timidezza, anche perché questa fiction (per la quale mi era venuta l'idea tanto tempo fa) la voglio portare a termine ASSOLUTAMENTE! Metterò il rating come giallo perchè, si sa, questa storia ha anche delle scene... un po' piccanti! XDD Non posso però assicurare sulla frequenza degli aggiornamenti, anzi, sarà molto dura per me scriverla, perché quest'anno scolastico è di natura molto impegnativo e non ho molto tempo per dedicarmi alle mie cose... mi dispiace tanto!
Un'ultima cosa prima di dire 2 parole sulla storia e chiuderla qui (la voce di tutte le lettrici:-ERA ORA!-): COMMENTATE, COMMENTATE, COMMENTATE! Se commentate, mi ispirate, se mi ispirate scrivo, se scrivo posto prima! e ho ancora tanto bisogno dei vostri consigli!

Pretty woman [in love] è la storia di "Pretty Woman", il film, rivista da me in chiave Naruto... questo vuol dire che: i personaggi sono quelli di Naruto; il carattere dei personaggi della storia cambierà rispetto al film, questo perché non voglio fare personaggi troppo OOC (se mi capita, ditemelo!); di conseguenza cambieranno anche alcuni eventi (i personaggi si comportano diversamente) poco importanti, anche se la linea di base del film rimarrà quella e comunque cercherò di non tralasciare molto; alcuni eventi (e forse anche personaggi) li aggiungerò io, per fare un po' più di storia, ma ripeto che non stavolgerò la trama, amo troppo quel film per farlo! XD
La storia non è mia, né quella di Naruto né quella di Pretty Woman, i personaggi sono tutti maggiorenni (quindi non vi preoccupate, che Sasuke guida con la patente!XD), i personaggi non sono miei, ma di Kishimoto (che è così gentile da prestarmeli!XD). Cominciamo!

***

-Malgrado quello che si dice è solo questione di soldi, perciò immaginate, signori, di essere ad un banco di pegni in prestito...- le signore, incuriosite, osservarono attentamente i gesti del prestigiatore mentre egli continuava dicendo: -Guardate: 1... 2... 3...- continuò facendo comparire 3 monete e facendole rapidamente scomparire con un rapido gesto della mano -Vedete, ha tutto lei- disse indicando una signora -e io non ho niente, le ha tutte e 4 lei!- le donne, divertite, risero di gusto.
Anche lui, un giovane uomo che stava in piedi poco distante da loro e le stava osservando, sorrise lievemente: non c'era che dire, il rinfresco organizzato da sua moglie per quel pomeriggio stava avendo il successo sperato. Tutta la buona società di New York vi presenziava e tutti quanti, da come poteva argutamente osservare, apparivano rilassati e divertiti.
Del resto, lui non poteva fare altro che esserne felice... dopotutto, era per quello che avevano invitato un così grande numero di persone: dare un party di beneficenza con invitati importanti, famosi e soprattutto facoltosi era l'ideale per farsi conoscere a New York e farsi la reputazione di uomo generoso e potente che LUI necessitava per concludere il maggior numero di affari in quella città.
Improvvisamente il cordiale sorriso del giovane si allargò in un ghigno: LUI, che agli occhi di quella gente doveva apparire come un amabile benefattore, un protettore di orfanotrofi, ospedali e chissà quali altre amenità tipiche dei poveri mendicanti, LUI, che per tutti i presenti costituiva il mecenate che aveva finanziato quella festa così piacevole e ricca di buon gusto, così giovane ed eppure così animato nel suo cuore da squisiti sentimenti di bontà, gentilezza e generosità, in realtà non era poi molto diverso da uno qualsiasi di quei tiranni, avidi e spietati, freddi calcolatori di ogni situazione, crudeli e astuti al tempo stesso (e quanto adorava quella magica combinazione di quegli adorabili sentimenti che sentiva ancora più presenti nel SUO, di animo) che avevano imperversato e ancora imperversavano sin dalle origini del mondo... LUI in verità non si sarebbe mai lasciato distogliere in un affare da quisquiglie inutili come l'affetto, la generosità, i buoni sentimenti, benchè la maggior parte delle persone presenti lì in quel momento non ritenesse ciò nemmeno lontanamente pensabile... LUI, si soffermo ancora a pensare ridendo (ma forse "ridere" non sarebbe mai stato un termine corretto da utilizzare riguardo a lui) in cuor suo, non si degnava nemmeno di partecipare alla festa che era stata organizzata in suo onore, preferendo invece stare rintanato nel suo ufficio, situato nel palazzo posto di fronte al giardino del centro conferenze dove il rinfresco aveva luogo, osservando il brulicare di gente sotto la sua finestra, aspettando con pazienza il momento in cui essa se ne sarebbe finalmente andata e LUI avrebbe potuto finalmente togliere quella maschera di cordialità che si era tanto ingegnosamente costriuto, per poter nuovamente indossare i panni dell'uomo di affari privo di scrupoli, cinico e sottile che costituivano la sua vera vita, il suo vero essere, la SUA VERA MASCHERA.
La sua attenzione torno nuovamente sulle persone presenti. Dopotutto, pensò, nemmeno lui aveva un granchè da fare lì, in quella festa che andava già benissimo anche senza il suo intervento. Se c'era poi una persona che odiava i ritrovi mondani più di quanto li odiasse il festeggiato era certamente lui... lui, tutta quella folla ciarlante l'avrebbe fatta sparire con un batter di ciglia, se solo avesse potuto... ma non poteva, anche perchè tutti loro gli servivano (chissà, forse era unicamente per questo che sopportava tutto ciò...). Lascio quindi perdere il resto del mondo e si concentrò su questioni e luoghi ben interessanti di quel giardino...
Lì, in quell'ufficio al secondo piano del centro congressi, c'era colui sul quale tanto aveva ragionato... lo poteva scorgere muoversi... azzardò pensare nervosamente, dietro le tende... poteva benissimo indovinare ogni sua mossa...
Perché in fondo, pensò, io e te siamo esattamente identici, otouto...


Se c'era una cosa che Sasuke Uchiha aveva sempre detestato fin dalla sua più remota infanzia, era la disubbidienza ad un ordine che lui aveva categoricamente impartito. E certamente il comportamento di Kin, la sua ex (ormai aveva già deciso) "amica" non poteva essere catalogato sotto la voce di ubbidienza...
-Dico, Sasuke, ma mi stai ascoltando?-
Seccante, ogni donna diventava per lui quanto mai seccante ogni volta che trascorreva con lei più di un mese scarso della sua vita...
-Sì, certo Kin, ho sentito perfettamente tutto quello che hai detto.-
...anzi, a dire il vero quasi ogni persona diventava seccante e noiosa per lui dopo un lasso di tempo così breve.
-Bene, perché io non ho la benché minima intenzione di seguirti a New York... ma non potevi farmi avvertire prima? E comunque ormai parlo più con la tua segretaria che con te...-
-Spiacente- come se mai lo fosse stato -non ho avuto tempo prima.- proseguì, ignorando volutamente la sottintesa protesta che lei gli aveva esposto con le sue ultime parole.
-Oh, Sasuke!- sbottò lei -dì la verità, tu non vuoi MAI avere tempo per me! Non ti rendi conto che una relazione in questo modo non può funzionare?!-
-Mi dispiace- rispose lui lapidario -ma questo per ora è tutto quello che posso dare.-
-Bene, se la metti in questo modo allora addio, Sasuke.-
Forse c'era una dote che poteva dire di aver apprezzato in lei quando l'aveva conosciuta, ossia la sua capacità di essere sintetica, al contrario della maggior parte della popolazione femminile... e la apprezzò ancor di più in quel momento.
-Addio, Kin.-
Fu così che fini la sua storia con Kin. E non lo stupì più di tanto scoprire che ciò non gli dispiaceva affatto.
Riattaccò bruscamente la cornetta del cordless, per poi notare, dal modo in cui il tappeto dell'ufficio, prima perfettamente steso, si era arricciato, che aveva camminato nervosamente davanti alla finestra durante tutta la telefonata. Il tempo era denaro, specialmente in quel momento, e lui non poteva permettersi di sprecarne nemmeno per sistemare le sue questioni personali. Lo irritò perciò comprendere come quella insignificante faccenda lo avesse oltremodo privato di tempo prezioso, nonché irrimediabilmente irritato.
Con quell'umore precario sarebbe stato inutile mettersi al lavoro, quindi Sasuke optò per andare a farsi un giro in macchina per scaricare la tensione.


Il suo sguardo si pose interrogativo sulle chiavi che i due posteggiatori gli avevano posto tra le mani. Quando gli uomini gli avevano spiegato che, per il caos di macchine che si era venuto a creare nel parcheggio a causa della ingente affluenza di persone intervenute al ricevimento, era praticamente impossibile spostare anche solo di un millimetro la sua limousine, Sasuke era montato su tutte le furie e aveva scoccato ai poveretti un occhiata gelida carica di astio e di odio (che i due lavoranti nemmeno meritavano), per il semplice fatto che involontariamente essi avevano guastato ogni suo progetto riguardo al tour turistico che aveva intenzione di compiere a New York, dove, tra l'altro, non era mai stato.
Ignorando le faccie sconvolte e terrorizzate degli uomini davanti a lui, Sasuke si era però voltato ed aveva immediatamente adocchiato lo splendido profilo della Lotus Esprit di suo fratello Itachi, macchina orgogliosa nella sua lussuosità, elegante nelle forme, ma soprattutto miracolosamente LIBERA da qualsiasi ostacolo che potesse ostruire la sua uscita dal parcheggio. Era perfetta.
Dimenticare ogni suo disegno sulla limousine e farsi dare le chiavi di quel gioiellino era stato tutt'uno.
Ora però sorgeva il dilemma di COME utilizzare effettivamente l'automezzo, visto che l'ultima volta che aveva guidato un veicolo che potesse anche solo vagamente somigliarle era stato a scuola guida, qualche anno prima, e che successivamente aveva avuto unicamente la sua limousine, che decisamente era parecchio diversa da quell'auto sul quale sedile anteriore sedeva ora perplesso. Mentre tentava in ogni modo di ricordare le regole basilari della guida, sopraggiunge affannosamente suo fratello Itachi.
-Otouto, posso gentilmente chiederti cosa diavolo sta facendo seduto sul sedile della MIA macchina?-
Dopo un primo breve istante di silenzio, dato dal senso di soggezione e ammirato rispetto che la vista del fratello infondeva in un angolo remoto del suo cuore ogni volta che lo vedeva, Sasuke gli rispose:
-Guido, non si vede?-
E Itachi seppe che sì, con lui il suo fratellino era rimasto quel bimbetto impacciato e scontroso che innocentemente dava risposte stupide E OVVIE alle sue domande, tanti anni prima.
-Questo lo noto anch'io, ma si può sapere perchè proprio ora hai deciso di farlo sulla MIA macchina? Non puoi usare la tua limousine?-
Ma Sasuke non lo stava più ascoltando. Riuscito finalmente ad accendere il motore e data una rapida occhiata ai comandi, aveva già posto le mani sul volante, trionfante, sicuro di potercela fare...
Vistosi perduto, avendo notato che il più giovane aveva già ingranato la prima e si accingeva a premere l'acceleratore per partire, Itachi non poté fare altro che disperarsi per la sua amata Lotus, preda imminente di un ragazzino iperattivo, futuro rottame nel deposito di un qualche sfasciacarrozze dei dintorni...
-Beverly Hills è giù, in basso, otouto- gli urlò dietro, mentre il diretto interessato era già partito all'avventura, seguito dal tremendo rumore di una frizione che grattava, assai rumorosamente per i gusti dei due parcheggiatori, assai dolorosamente per i gusti di Itachi.


Una nuova serata iniziava in quel momento. Il sole, già da tempo calato, stava lasciando il posto ai rami dell tenebre che, nonostante la luce fosse ancora visibile, si allungavano lentamente sul paesaggio, presagio che tra poco più di tre, quattro ore sarebbe stata ora di dormire. Ma al popolo di Beverly Hills tutto ciò non interessava: la giornata di lavoro era appena cominciata, il quartiere del lusso e del piacere si stava animando delle sue luci. Una nuova storia stava per avere inizio.
Per Sasuke, ignaro dell'avventura che stava per vivere.
Per Itachi, preda della disperazione per il suo recente acquisto ormai perduto per sempre.
Per la gente di Beverly Hills, animata e chiassosa.
Era stata una giornata normale, frizzante per molti, è vero, ma ordinaria. Una giornata che nessuno avrebbe ricordato.


E fu proprio in quel momento che una sveglia suonò.

***

Risposte alle recensioni

Nunichan: Sono contenta che la mia fiction ti sia piaciuta! In effetti volevo proprio rendere uan scena tipica di Sasuke e Naruto, in modo che non fossero troppo OOC! E dal tuo commento penso proprio di esserci riuscita! Ah, la timidezza è proprio una gran seccatura (come direbbe Shikamaru!XD)!

ryanforever: Beh, eccomi presto qui! I tuoi complimenti mi fanno arrossire, era da tanto che non ne ricevevo per quello che scrivo! Anch'io penso che quello che c'è tra Naruto e Sasuke sia un bellissimo legame, non credevo proprio di riuscire a esprimerlo decentemente! Grazie 1000 per il tuo commento!

Ainsel: >////< Che bello, sono contenta di sapere che anche il finale a sorpresa (anche se parecchio demenziale) ha fatto sorridere! E già che ci sono, volevo farti i complimenti per "Brother complex"!!! È stupenda, strepitosa, fantastica, sublime! L'ho letta tanto tempo fa, ma quando ho visto il tuo nick ho riconosciuto subito che l'avevi scritta tu! È davvero una delle mie preferite, non lo dico per scherzo! ^_^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Real Wild Child ***


Ciao a tutti! Innanzitutto vorrei ringraziare i miei 25 lettori (Manzoni rulez!XD) che hanno avuto la santa pazienza di leggere di leggere questo mio sottospecie di abbozzo di fiction, tutti quelle/i che hanno messo "Quella cosa" nei preferiti, quelle/i che hanno messo questa fiction nei preferiti e soprattutto quelle (siete tutte e 3 femmine, vero? No, perché non vorrei cambiare di sesso qualcuno!XD) 3 autrici che, armate di altrettanto santissima pazienza hanno commentato! Ovviamente l'avviso di commentare-are-are è rinnovato anche per stavolta: questo aggiornamento arriva in fretta perché le 3 vittime sacrificali (armate di altrettanto santissima bla bla bla... XD) mi hanno reso extra felice e perché (in particolar modo perché) ci sono le vacanze di pasqua e ho un nanosecondo di tempo libero in più, ma per i prossimi, ahimè, dovrete aspettare molto, molto di più temo...

Note sulla fiction
: la 1 è sul capitolo 1... chi di voi ha colto la citazione nel titolo (che apparentemente non ci stava niente a dì?XD)? È tratta dal film Vanilla Sky (con Tom Cruise, Cameron Diaz, Penelope Cruz... bellissimo!Se vi capita guardatelo!): quando David Eames (Tom Cruise) parla di suo padre, un importante magnate della finanza indifferente nei confronti del figlio e interessato unicamente al proprio lavoro, cita l'autobiografia che egli ha scritto e che è intitolata per l'appunto "difendendo il regno"... ecco, mi sembrava che questa situazione rispecchiasse alla perfezione lo stato d'animo e le finzioni che si celano nel comportamento di Sasuke e Itachi, almeno per ora!
La 2 nota invece è di tutt'altro genere! Ho appena postato un disegno riguardante questa fiction nel mio Live Space... l'indirizzo è http://unastellinaxsempre.spaces.live.com so di non essere per niente brava, ma mi farebbe molto piacere se lo guardaste e mi deste il vostro parere (così capisco dove sbaglio e miglioro un pochino!)!
La 3 (lettrici:-uffi...-) è che ho deciso all'ultimo di usare per una certa parte un personaggio al posto di un altro, perché per il suo carattere e per ciò che voglio accada (XD) mi sembra molto più calzante, per cui vi saranno spoiler per chi segue solo la serie animata su Italia 1... spero solo che a causa si questo non ci sia qualcuno che smetta di leggere la mia fiction!
E ora il capitolo!

***

Capitolo 2: real wild child

Luci sfavillanti, colori sgargianti che ingannavano l'occhio in ogni direzione, insegne luminose che promuovevano ogni sorta di locale per il divertimento: questo era l'ambiente che si presentava a qualsiasi visitatore curioso si aggirasse per quel quartiere di New York. Un ambiente in festa, che faceva ben intendere perché quel luogo fosse denominato "La città dei sogni", dove tutto poteva realizzarsi e qualsiasi ambizione, anche la più folle, poteva trovare una speranza di esistere, dove tutti erano felici ed ogni problema andava nel dimenticatoio al calare del sole.
-Benvenuti a Hollywood! Chiunque viene a Hollywood ha un sogno, il vostro qual'è? Che sogno avete? Ehi, signore, qual'è il tuo sogno?...-
Le parole accattivanti che quell'uomo di colore lanciava camminando spensieratamente per la strada rispecchiavano alla perfezione il realizzarsi del sogno. Ma sotto le luci, sotto le apparenze, si celava un mondo completamente diverso. La droga, la prostituzione, la malavita... perché quando la luce calava, quando "il sogno" diventava visibile, si delineava un mondo totalmente diverso da quello che ogni spettatore si sarebbe aspettato, quasi uno squallore irritante invano coperto da tutto quello sfavillio, reso da esso ancor più prorompente e fastidioso.
Perché i sogni che la gente inseguiva recandosi a Hollywood non erano altro che miraggi e si sa, i miraggi non possono mai essere raggiunti... le persone ci credevano all'inizio, ma poi capivano e si rassegnavano all'evidenza dei fatti, alla dura realtà della vita.
Quella era la vita che lui non aveva mai conosciuto. Lui no, ma lei sì.


La sveglia suonava sempre troppo presto per i suoi gusti. Sakura aprì distrattamente un occhio e constatò che erano le 9... niente da fare, le toccava veramente alzarsi. Era dura per chi faceva IL SUO MESTIERE adattarsi alla routine della vita quotidiana e contemporaneamente svolgere le loro "attività", ma non c'era alternativa, era questo l'unico modo di andare avanti in quella città, lei, meglio di chiunque, lo aveva appreso sulla propria pelle.
Senza nemmeno preoccuparsi di rassettare il letto si alzò e constatò che il giaciglio di Ino, la sua coinquilina, era messo anche peggio del suo, segno che la ragazza era uscita prima di lei e come al solito aveva lasciato tutti i suoi effetti personali nel caos più totale dopo essersi preparata. Sakura non ci fece troppo caso, ancora insonnolita com'era ed abituata ormai a quel genere di situazioni e, incamerato un sonoro respiro e auguratasi mentalmente buona fortuna per cominciare al meglio la giornata, si apprestò a fare un primo passo verso il bagno... per inciampare poi in quelli che, ad una rapida occhiata, si rivelarono essere un paio di succinti slip in pizzo violetto di Ino, lasciati per chissà quale motivo sul pavimento della camera. Sakura sospirò rumorosamente per l'incuria che l'amica dimostrava nel trattare i suoi indumenti personali (ma sorrise pensando le avrebbe perdonato anche questa, era la sua migliore amica e le voleva molto bene), notando però con un esame più accurato che la stanza versava in condizioni ancora peggiori del solito (ammettendo ovviamente che potesse esistere qualcosa di pggiore alle solite condizioni) , come se la coinquilina fosse uscita di fretta.
Avrebbe dato più peso alla cosa, se non avesse avuto così poco tempo per prepararsi e così tante cosa da fare... lasciato quindi da parte ogni proposito di indagine sulle stranezze di quella giornata, cominciò a vestirsi, benchè non avesse la minima voglia di andare là, tra le strade di New York, la città che da piccola aveva tanto amato e desiderato visitare e che invece ora, per le circostanze della vita, odiava con tutta sé stessa.


Dio, quanto odiava quella maledetta città! Guidava ormai da due ore e, tra incroci e inversioni di marcia, aveva la tremenda sensazione di girare in tondo senza riuscire a trovare una strada, un indicazione, un qualsiasi modo per raggiungere il luogo che aveva prefissato come meta, Beverly Hills. Malgrado la situazione si facesse di minuto in minuto sempre più disperata e malgrado fosse perfettamente conscio del fatto che all'albergo lo aspettavano ormai da diverso tempo (non che gli importasse di fare aspettare quella gente) tuttavia, Sasuke Uchiha non si dava per vinto, rifiutandosi di ammettere a sè stesso quel concetto, semplice e coinciso, che la testardaggine tanto ironicamente rimproveratagli di frequente da suo fratello Itachi, caratteristica comune di tutti i membri dell sua famiglia, gli impediva di focalizzare, ossia che si era CHIARAMENTE, INEQUIVOCABILMENTE PERSO. Inutile, ritrattare era un atteggiamento totalmente contrario alla sua indole fiera e indomabile, che egli vantava lo avesse portato così in alto nella vita ad una così giovane età. Ed in effetti era proprio così, tuttavia non considerava il fatto che questa sua peculiarità caratteriale non gli giovasse a nulla in quella situazione, anzi... ma a questo lui non pensò. Avvistato in quel momento al ciglio della strada un uomo, pensò bene di fermarsi e chiedergli informazioni, incurante dell'insignificante particolare che un uomo circondato di mosche, moscerini ed ogni altro tipo di insetto esistente, che indossa un paio di piccoli occhialetti tondi da sole IN PIENA NOTTE e un lungo giubbotto a collo alto che gli nasconde la quasi totalità del volto (come se nascondesse qualcosa di losco) e che rovista IN UN CASSONETTO DELLA SPAZZATURA fregandosene delle occhiate orripilate dei pochi passanti, non sia esattamente quello che la maggior parte della popolazione modiale riterrebbe una persona perfetta a cui chiedere indicazioni stradali o anche solo una persona adatta a cui rivolgere la parola. Non si sarebbe quindi dovuto meravigliare quando alla domanda:
-Sa dirmi la strada per Beverly Hills?- che aveva fatto uscire con nonchalance dal finestrino abbassato della macchina sportiva,
quello si era fermato di botto dal compiere l'attività in cui era tanto impegnato e concentrato, si era girato lentamente con un'espressione seccata dipinta sul volto (per quel poco che si poteva scorgere del suo volto, coperto dall'alto collo del giaccone beige) e gli aveva risposto ironicamente:
-Già c'è. vede, quella è la casa di Sylvester Stallone.- indicando una catapecchia che per uno strano miracolo del fato era ancora in piedi nonostante il suo aspetto malridotto.
Per un attimo, Sasuke rimase interdetto, abituato com'era ad essere trattato col massimo rispetto e perciò totalmente impreparato ad una risposta di quel tipo. Superato però il primo attimo di lieve smarrimento e squadrato l'individuo che aveva di fronte, finalmente accortosi che non si trattava di altro che di un povero, insofferente barbone, appartenente alla fetida feccia che lui tanto disprezzava, per il quale l'unico svago era quello di sbeffeggiare di tanto in tanto sottovoce un ricco signore passato davanti a lui, si calmò e, compatendo mentalmente quell'individuo di una così bassa estrazione sociale, decise di lasciar correre, ignorando come se nulla fosse la risposta dell'uomo e commentando con un secco: -Grazie.- di pura cortesia (per rispettare le convenzioni sociali a cui si era abituato e non certo sentendo nell'animo una sola briciola di un qualche moto di ringraziamento) mentre rialzava il finestrino. Ma quello, felice di essersi liberato del seccatore e di essere tornato alla sua iniziale occupazione nel cassonetto, non fece caso all'intonazione atona dell'ultima frase dell'Uchiha e rispose con un altrettanto meccanico: -Non c'è di che.-
Dimentico ormai del breve dialogo con il barbone, Sasuke prese la decisione di affidarsi totalmente al suo istinto, che mai lo aveva tradito negli affari. Mentre ingranava la prima, facendo grattare per l'ennesima volta la frizione, imboccò la prima strada che gli ispirò fiducia, non considerando il fatto che, date le sue scarse abilità nel campo automobilistico, anche il suo istinto in quel campo doveva essere ben esiguo. Per questo motivo, per un breve tratto di strada viaggiò sicuro verso la meta che ben presto avrebbe raggiunto, poi, giunto ad un bivio, svoltò a destra per raggiungere Beverly Hills... imboccando regolarmente la strada sbagliata.


Era quasi pronta: il suo look ora le dava un'aria decisa (quasi aggressiva, da predatrice)...
[I'm a real wild one...]
Gli stivali lucidi in pelle nera aderirono perfettamente alle sue gambe lisce e magre, dandole improvvisamente più sensuale e fuori dall'ordinario...
[...Well I'm just outa school...]
Un trucco leggero, ma efficace bastava bastava: lei era già di per sè una bellissima ragazza...
[...Like I'm real real cool...]
Sistemò al punto giusto la cerniera della parte superiore del suo vestito aderente e scollato (facile da sfilare)...
[...Gotta dance like a fool...]
Allacciò l'anello che congiungeva la parte superiore del vestito con quella inferiore, il pantaloncino cortissimo che esaltava le sue cosce e creava un messaggio che non poteva non essere compreso da un qualsiasi uomo...
[...Got the message that I gotta be...]
Indossò il suo ciondolo preferito e un paio di braccialetti di bigiotteria tintinnanti, come quelli che indossavano le zingare nei loro balli selvaggi...
[...A wild one...]
Un'ultima occhiata al piccolo specchio che si intravedeva dalla porta del bagno e via, verso la sua meta...
[...Ooh yeah I'm a wild one...]
Appena uscita dalla porta, notò che al piano di sotto Ebisu, un giovane uomo molto puntiglioso e intransigente proprietario dell'albergo, rimproverava aspramente gli inquilini del piccolo appartamento in angolo, a destra, minacciando seriamente di sfrattarli se non gli avessero pagato subito l'affitto di fine mese che gli dovevano. Tranquilla e sicura rientrò quindi nel suo locale, pronta per sbrigare anche questa faccenda con il soldi che lei e Ino mettevano appositamente da parte per quello scopo e che per precauzione nascondevano in bagno. La sua certezza si mutò tuttavia presto in stupore quando si accorse che l'intero importo dell'affitto era sparito. Presa dal panico, controllò ovunque, senza però ottenere risultati... chi poteva avere preso quei soldi? Quell'hotel non era certo dei migliori ed il posto in sé era alquanto malfamato, ma lei e Ino li avevano nascosti bene, nessuno avrebbe mai pensato che fossero... improvvisamente ebbe un'intuizione: i soldi trafugati, l'uscita frettolosa di Ino, come se la ragazza se ne fosse voluta andare prima che lei si svegliasse, tutte quegli eventi parvero tessere tra di loro una connessione logica e causale che fece nascere nella mente di Sakura un atroce sospetto, divenuto poi una avvalorata e dolorosa ipotesi mentre pensava a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che si era verificato ciò che stava ricordando. Forte di questa certezza, si rese conto di quanto fosse fondamentale in quel momento non incrociare Ebisu, che a quanto pare stava facendo il giro di tutti gli appartamenti per la riscossione dell'affitto. Aperta la finestra, uscì e scese decisa lungo la scala antincendio. Giunta all'ultima rampa, sì attaccò alla scalinata e con un piccolo slancio ben calibrato fece in modo che essa scivolasse lungo le guide apposite, producendo un lieve scricchiolio metallico ed attirando l'attenzione di alcuni passanti, increduli nel vedere una giovane sensuale che improvvisamente sbucava da un palazzo utilizzando un'uscita di emergenza creata per ben altri tipi di emergenze.
[...Gotta break it loose
Gonna keep 'em movin' wild
Gonna keep a swingin' baby
I'm a real wild child...]


La crudeltà che mostrava la vita nei confronti di quelli come loro si era palesata l'ennesima volta: durante il suo tragitto, Sakura aveva infatti notato la polizia affacendarsi attorno a quello che sembrava il cadavere di una poveretta, nella quale aveva forse riconosciuto una collega, mentre frotte di curiosi si affollavano attorno alla scena, incuranti della drammaticità della situazione. Proseguendo per la sua strada, era finalmente giunta a destinazione: davanti a lei si stagliava un'insegna luminosa raffigurante la figura di un kunai stilizzato in grigio, non molto diversa dalle altre presenti nel quartiere, che indicava l'entrata di un locale dalla cui porta socchiusa si vedevano lampeggiare le luci colorate dell'interno. Il pub-discoteca si chiamava Black Ninja e Sakura vi entrò con uno stato d'animo misto di preoccupazione e irritazione, sentimenti contrastanti ma indirizzati in ugual misura all'amica.
Genma, il barista, la notò immediatamente e, richiamatala con un cenno della testa, le offrì da bere per rompere il ghiaccio e farla distendere un po', visto che dai primi passi, frettolosi e tesi, che ella aveva mosso nel locale, aveva capito che era assai nervosa. Conosceva Sakura da molto e sapeva che non era un tipo da sprecare tante parole inutilmente, perciò non si stupì affatto quando lei, avvicinatasi al bancone, aveva liquidato con un sorso l'aperitivo analcolico che le aveva preparato senza neanche sedersi e gli aveva chiesto a bruciapelo:
-Dov'e Ino?-
-È di sopra, sta parlando con Sai.- le aveva risposto lui. Sai era il proprietario del locale, un giovane enigmatico e cinico con un falso sorriso sempre stampato sulle labbra, appassionato disegnatore, che curava molto le sue opere e che grazie alla sua bellezza eterea e al suo aspetto elegante aveva sempre frotte di donne disposte a fare qualsiasi cosa per lui, specie delle appartenenti alle schiere di donne che giravano nel suo ambiente. Peccato però che con il sesso femminile (come del resto con qualsiasi altro essere umano) non nutrisse tanto rispetto quanto nei confronti dei suoi disegni... Sakura l'aveva detestato fin da subito, quel ragazzo perfettino e falso e malgrado avesse provato a lungo a sopportarlo, in virtù dell'amicizia (e forse non solo quella) di lunga data che lo univa a Ino, non era riuscita nel suo intento. Tutta la sua buona fede era infatti andata a farsi friggere una sera, quando, proprio in quel locale, il ragazzo le aveva fatto delle proposte ad avviso della giovane alquanto indecenti e inapropriate alla situazione e, vistosele rifiutate, le aveva appioppato con il suo solito sorrisino di scherno il nomignolo "racchia", soprannome non molto carino e gentile da dare ad una fanciulla che egli avrebbe immediatamente coronato con gli aggettivi "frigida, bigotta e testarda", se la ragazza non lo avesse fulminato irata con un gancio destro, che lo aveva fatto volare dritto sul bancone e in seguito lo aveva mandato all'ospedale con il setto nasale rotto. Si poteva quindi benissimo comprendere come i rapporti tra Sakura ed il proprietario di quel locale non fossero propriamente rosei ed il fatto che lui fosse un rinomato spacciatore, nonché l'ex pusher di Ino, certo non aiutava la riappacificazione tra i due.
Vedendo perciò confermato dalle parole di Genma ciò che tanto temeva, la ragazza sentì venirle meno parte della decisione che aveva portato le sue gambe fin lì, ciononostante la forza dell'apprensione provata per l'amica la portò ad imboccare di corsa la scala a chiocciola che portava al piano di sopra, dove era ubicato quello che Sai chiamava il suo ufficio ma che in realtà era costituito unicamente da una sala abbastanza spaziosa con un tavolo da biliardo, un cavalletto per dipingere, un piccolo tavolo da barman utile per le feste private che di tanto in tanto il ragazzo vi teneva e diverse poltroncine con cuscino. Fu proprio su una di quelle poltroncine che Sakura trovò Ino, intenta a passarsi svogliatamente il suo pettine blu sulla lunga frangia bionda, accompagnando ogni passaggio con un movimento affermativo della testa con l'aria di una persa nel suo mondo. Accorgendosi della presenza dell'amica, la bionda parve riscuotersi un po' e, dopo essersi alzata con un movimento fluido, le andò incontro abbracciandola ed esclamando come se nulla fosse successo un:
-Ciao Sakura! Come mai sei qui?-
Ma con la rosa questo ignorare volutamente il problema non attaccava, perciò andò subito al sodo e con una faccia seccata la freddò dicendo:
-Li hai spesi tutti, vero Ino?-
Per un momento l'espressione della diretta interessata cambiò, mutandosi in stupore velato da una vena di panico, quasi fosse una bambina appena accortasi della madre che l'aveva scoperta con le mani nella marmellata. La sua bocca rimase aperta, le parole che stava per dire morte prima di uscire, il suo sguardo, guizzante attraverso gli occhi chiari coronati da lunghe ciglia nere per il mascara, si posò rapidamente sul volto di ognuno dei presenti tranne che su quello di Sakura, poi, risvegliatasi dopo un frazione di secondo, pensò bene di ignorare volutamente la questiione prorompendo con un:
-Conosci le ragazze, Sakura? Te le volevo proprio presentare! Vedi, lei è...-
Il suo piano si rivelò inutile: l'amica infatti non badò ai suoi giri di parole e l'interruppe bruscamente senza nemmeno posare l'occhio sulle figure che la giovane le indicava:
-Conosco, conosco... Li hai presi tutti, eh Ino?-
Vanificato ogni suo sforzo, essendole stata preclusa ogni possibile scappatoia e di conseguenza vistasi perduta, la colpevole decise quindi di confessare il misfatto e davanti alla occhiataccia inquisitrice di Sakura rinnovò il suo sorriso smagliante spiegandole:
-Sai mi ha dato della roba favolosa, ho offerto io!-
sperando che il suo giudice fosse perlomeno colpito dalla sua generosità, cosa che tuttavia non avvenne:
-Ha comprato la roba con i soldi dell'affitto?! Ma mi dico, dove cavolo hai la testa?!...-
E avrebbe continuato così ancora a lungo, se Ino non l'avesse interrotta sbuffando con espressione ora seccata:
-Senti, l'appartamento è mio, quindi decido io...-
-Sì, però devo viverci anch'io Ino! Ti rendi conto che...-
Fu stoppata dalla mano di Sai posatasi con fermezza sulla sua spalla dopo che il proprietario, avendo per tutto il tempo assistito alla scenetta seduto su una delle poltrone con un ragazza appollaiata sulle ginocchia, aveva deciso di intervenire per non far degenerare la questione ed evitare che Sakura, furia vivente quando furiosa (e lui lo sapeva bene, ma soprattutto lo sapeva bene il suo naso), gli demolisse il locale.
-Calma Sakura, me ne deve solo altri 200...- rassicurò, come se quella modica cifra potesse costituire una sorta di calmante per la ragazza
-...ma se vuoi puoi scontarli tu lavorando per me. Che ne dici?- aggiunse poi, trovando finalmente l'occasione buona per fare alla giovane quella proposta che da tanto gli premeva. Perché Sakura, nonostante il suo innegabile caratteraccio, sarebbe stata una vera e propria miniera d'oro se sfruttata a dovere.
Senza contare che era proprio per quel carattere forte che tanto lo affascinava.
Ma lei non sembrò sentire le sue ultime parole, presa com'era dal focalizzare mentalmente quella cifra per lei così alta, con un'espressione agghiacciata sul bel viso. Continuava a ripetere in un sussurro:
-200... 200...-
con gli occhi fissi sull'amica, mentre essa la trascinava fuori dalla stanza, per le strade di Hollywood, spingendola con gesti eloquenti per farla riprendere e decidersi a lavorare per riparare al danno che, evidentemente, era già bell' e fatto.
Sai guardò sconsolato la porta vuota, tornò sulla poltrona a far compagnia alla ragazza che aveva fatto precedentemente scendere dalle sue gambe, parendo incurante del mondo che lo circondava. Riprese il suo cocktail tra le mani candide, lo sorseggiò e disse lapidario:
-Evidentemente era un no.-


Le macchine passavano veloci davanti alle due ragazze. Alcune si fermavano più avanti, ma per il resto tutto era tranquillo. Nessun passante per strada, poco vociare...:
-Serata fiacca, eh?-
-Già-
In quel clima di relativa tranquillità, Sakura ne approfittò per riprendere il discorso interrotto, partendo però dal punto focale e finale del tutto:
-Ho visto una collega morta per strada prima, mentre venivo al locale. La polizia diceva che era per via della droga...-
-Ah, sì, Ten Ten la Secca. Ma quella era una crackata, una sbandata, si dava via per un po' di roba e alla fine guarda come si è ridotta. Un po' però mi fa pena: non era antipatica, per quanto la conoscessi.-
Ma non era quello ciò che interessava veramente a Sakura. Interessava altro. Con lo sguardo perso nel vuoto, la giovane fece una panoramica del paesaggio che la circondava. Poi, dopo un pausa, si voltò finalmente verso l'amica e con un'espressione intristita disse:
-Tu non ti stanchi mai di tutto questo? non vorresti cambiare vita e fare qualcosa di onesto?-
Capendo dove la ragazza volesse andare a parare, Ino sbottò:
-Ma dove cazzo vuoi andare? Cosa cazzo vuoi fare? A me questa vita non fa poi così schifo... perché, credi forse che alla fine mi ridurrò come lei?-
Non ottenendo come risposta altro che quello sguardo così malinconico ed apprensivo, che tuttavia era più eloquente di mille parole, Ino abbandonò il suo atteggiamento seccato e si lasciò andare ad un sorriso sincero e accattivante indirizzato all'amica che, lei lo comprendeva bene, era solo preoccupata per il suo futuro, apprezzando quindi la sincerità e la decisione di quella giovane donna che quando era giunta in città aveva accudito come una madre amorosa e che invece ora stava proteggendo con affetto lei stessa.
-Io non sarò mai così, io sono forte!- La rassicurò. A Sakura logicamente non bastavano quelle poche parole per far scomparire del tutto la tensione che l'aveva attanagliata, benché nutrisse una grande fiducia nell'amica, ma se le fece bastare e le sorrise.
In quel momento tuttavia l'attenzione di Ino sembrò essere stata attratta da qualcos'altro. La ragazza infatti si girò infuriata e si diresse con passo spedito verso una bella bionda appoggiata ad un palo, che dall'abbigliamento seducente pareva proprio essere una collega. L'intrusa, poco più alta di Ino, portava i capelli legati in quattro codini sbarazzini e indossava un corto tubino verde scuro, dello stesso colore degli occhi affilati, che accarezzava di tanto in tanto per lisciare pieghe inesistenti, mentre nel frattempo fumava una sigaretta, incurante del fatto che si trovasse proprio nel posto sbagliato al momento sbagliato e che la furia omicida di Ino si stesse per abbattere su di lei. Sakura la conosceva di vista: si chiamava Temari ed era rinomata nel loro ambiente in quanto praticava il mestiere ormai da molto tempo, benché avesse solo un anno in più di lei, e perché era riuscita ad imporsi in zona grazie al suo carattere forte e dominatore. Proprio per questo non parve per nulla intimorita dalla minaccia imminente rappresentata dall'irata ragazza bionda, anzi si preparò a fronteggiarla con atteggiamento incurante, quasi fosse per lei pari ad una mosca fastidiosa pronta ad essere scacciata con un brusco gesto della mano.
-Ehi Tem? Guarda: le vedi le stelle sul marciapiede?-
-Certo.-
-Beh, Sakura e io facciamo il primo hokage, facciamo il terzo mizukage, facciamo il secondo tsuchikage, facciamo fino al terzo hokage... è la nostra zona, abbiamo l'anzianità, perciò togliti dal nostro posto!-
Temari arricciò il naso e si guardò svogliatamente attorno, prima di replicare tranquillamente:
-Scusate, stavo qui per riposarmi un po'.-
Spense la sigaretta con il tacco della scarpa e accennò ad andarsene, ma l'avversaria continuò imperterrita:
-Allora va a riposarti verso il primo rikage...-
-Il primo RAIkage- la corresse Sakura.
-Il primo raikage, è il posto tuo!-
Fu una mossa falsa da parte di Ino: Temari infatti si girò e, dopo averle lanciato un'occhiata sprezzante, sibilò:
-Piantala Ino, stai proprio diventando un'arpia!-
E si allontanò tranquillamente, fiera della propria vittoria, lasciando dietro di sé una ragazza sconvolta nel profondo dell'animo.
-È vero che sto diventando un'arpia?-
-Sì...- disse a bruciapelo Sakura -... cioè, no, solo qualche volta!- chiarì poi, vedendo l'occhiata disperata lanciatale dall'amica.
Le scappò un sorriso guardandola: la corta minigonna viola, abbinata ad un'elegante camicetta del medesimo colore lasciata volutamente aperta sul davanti in modo che si intravedesse il decoltè, abbigliamento sexi ma allo stesso raffinato, non lasciavano per nulla trasparire quanto la giovane fosse in realtà disordinata e casinista in ambito casalingo.
-Cosa c'è da ridere?-
-Niente, niente, non ti preoccupare... ehi, guarda, guarda, sta passando Shikamaru!-
Shikamaru era uno dei clienti più assidui di Ino. Un giovane di buone possibilità economiche, coi capelli sempre legati in una coda alta, intelligente ma estremamente pigro, abbastanza bello, per questo tutti si chiedevano come mai spendesse in donne che facevano il loro mestiere fior di quattrini quando avrebbe potuto avere una qualsiasi fanciulla gratis.
-Ehi, Ino!- le gridò mentre sfrecciava con la sua spider rossa.
-Ehi, sì, bambino!- rispose lei, ancheggiando sinuosa, il sorriso increspato sulle labbra.
-Oggi è la mia festa, me la dai gratis?-
L'espressione della ragazza mutò radicalmente prima in stupore e poi in rabbia.
-Sognatela!- esclamò lei.
-Roba da non credere: solo perché è uno dei miei clienti migliori crede di potersi prendere anche certi privilegi! Ma il lavoro è lavoro e non si transige!- proseguì poi parlando tra sè e sè.
In verità Sakura non riteneva che l'amica la pensasse esattamente così: benché fosse una perfetta sostenitrice del "vietato relazionare troppo col cliente" infatti, teneva sempre un atteggiamento di riguardo nei confronti del ragazzo, a volte gli faceva persino degli sconti e nonostante non lo avesse mai baciato (regola numero uno per mantenere freddo il rapporto con l'uomo che pagava) si vedeva chiaramente che era troppo coinvolta per ritenere il suo un qualsiasi legame ragazza-cliente.
-Speriamo arrivi presto qualche cliente, altrimenti...- sospirò sconsolata, mentre la bionda guardava ancora nella direzione da cui era scomparsa alla vista la macchina da Shikamaru, lasciando poi una pausa di silenzio.
-Credo che dovremmo farci un protettore....- Proruppe poi all'improvviso l'altra
-...tu a Sai interessi!- spiegò, notando il sopracciglio rosa alzato in un chiaro segnale di scettica indifferenza.
-Per lavorare senza sosta e farci prendere le marchette? No.-
-Hai ragione- ragionò allora Ino -decidiamo noi come, dove e quando.-
-Così sembro una svampita?- Cambiò discorso l'amica, indicando la parrucca a caschetto mora che indossava.
-No, mi piace questo look, è fascinoso!- disse convinta la ragazza
-...di alta classe!- esclamò poi per enfatizzare le parole precedentemente dette.
E per uno strano scherzo del destino, quasi fosse stata richiamata dale ultime due parole di Ino, apparve da dietro la curva la sagoma di una splendida automobile sportiva grigio metallizzata, non decappottabile, che attirò su di sé gli sguardi di tutti i passanti. Elegante, superba, faceva invidia a tutte le persone lì intorno. Chi era il fortunato guidatore? Forse che a bordo ci fosse un famoso pilota? Le aspettative si smorzarono di botto quando la macchina emise un gracchiare assordante, chiaro sintomo del fatto che l'individuo al volante, chiunque egli fosse, aveva palesemente sbagliato nell'ingranare una marcia. Un altro stridio. La trasmissione era andata.
Le due giovani stettero immobili ad osservare l'auto accostare a lato del marciapiede, poco distante da loro.
Sakura era letteralmente a bocca aperta. Stava lì a rimirare quel gran pezzo di macchina (aveva sempre avuto una passione per i metalli veloci) fermo, in attesa si chissà quale misterioso evento. L'uomo che la guidava doveva proprio essere fortunato... l'unica cosa strana era che non si capiva perchè se ne stesse lì, fermo senza un'apparente motivo.
-Hai visto? È una Lotus Esprit!- Esclamò diretta all'amica.
Ma quella non era interessata al lato meccanico della cosa. Era anzi da ritenersi l'unica in quella via ad avere perfettamente chiaro ogni punto della situazione ed ad aver capito al volo COSA ci fosse su quel mezzo. Non c'era il minimo dubbio, per Ino:
-No...- disse a colpo sicuro -...è il nostro affitto.-

***

Note sulla fiction: perché sia all'inizio che alla fine? Semplice: Perchè d'ora in poi ho deciso che le spiegazioni sui vari capitoli le farò alla fine del capitolo interessato! Se dovrò mettere note di importanza fondamentale, le metterò all'inizio!
Il capitolo è più lungo dell'altro, per questo ci ho messo così tanto a scriverlo... è anche un po' fiacco e meno introspettivo perché mi serviva per mandare avanti la storia! Da qui però partono le prime differenze rispetto alla storia originale: sono infatti comparsi i primi personaggi che non hanno grande rilevanza nel plot autentico, ma che al contrario torneranno nella mia fiction, come Temari, Shika e Sai.
Sasuke ha poi lasciato più spazio a Sakura di quanto ne lascerebbe nel film, visto che nel primo capitolo era stato la voce indiscussa di tutta la storia, ma poi è tornato alla fine e a fatto la sua solita PORCA (e non in senso positivo XD) figura... per chi si chiedesse se ho una vera e propria ossessione per la frizione e l'incapacità di Sasuke al volante, ebbene SÌ, CE L'HO (XD)! C'è una specie di rapporto "odi et amo" tra me e questo personaggio, non perdo mai occasione di metterlo in cattiva luce ma allo stesso tempo lo inserisco in ogni mia fiction e faccio su di lui molta più introspezine di quanta non ne faccia con gli altri personaggi...
Chi ha riconosciuto il barbone che rovistava nel cassonetto? XD Sì, sì, è proprio un personaggio di Naruto, se leggete con attenzione non ci mettete molto a capire chi egli sia (e chissà, magari prima o poi farò tornare anche lui! XD)
La canzone all'inizio fa parte della colonna sonora originale: è "Real Wild Child" di Iggy Pop da anche il titolo al capitolo) e si sente realmente mentre lei si veste!
A chi interessasse, la macchina di Itachi è una Lotus Esprit 2.2 turbo SE... entrò nella produzione nel 1987 (è quindi sufficientemente nuova per il film, ambientato intorno al 1990) ed è stata usata anche nel film "Basic istinct"!

Risposte alle recensioni

nidaime93 (alias Bigi): Grazie, i tuoi complimenti mi fanno arrossire! ^///^ Anche io non disdegno il pairing NaruSaku (per la verità spazio molto nei pairing), soprattutto perché Sasuke nei confronti di Sakura si comporta sempre così male (cattivo!) e mi piacerebbe che accanto ad una ragazza seria e impegnata come Sakura ci fosse un uomo dolce e comprensivo... d'altronde però SasuSaku ha il suo fascino, si sa, gli opposti si attraggono e credo che anche Sasuke la ami molto (a suo modo)... In sintesi: per quanto aborra dal profondo il comportamento infido di Sasuke (Sasu: -Ehi, vacci piano con le parole!>_<-), non vedo alla fine un futuro concreto per NaruSaku (anche se Naruto è uno dei miei personaggi preferiti!)... Davvero non hai mai visto Pretty Woman? In questo caso starò attenta a non dare nulla per scontato (è un problema che mi sono posta anche nella stesura di questo capitolo)! Guardalo, guardalo, guardalo è meraviglioso, stupendo, sublime! Io l'ho visto tante di quelle volte che alcune citazioni di batutte le so anche senza dover rivedere gli spezzoni del film! Per ultima cosa: certo, ci saranno altre coppie non presenti nella trama originale! Shika e Temari sono già apparsi in questo capitolo... per i pairing estranei a SasuSaku non voglio fare anticipazioni, ma non ti preoccupare, ti dico solo che saprò sorprenderti (o almeno spero)! E mi raccomando, continua a seguirmi!

Toru85: Grazie, grazie! Si dice che chi ben comincia è a metà dell'opera, quindi il tuo commento non piò far altro che farmi piacere! ^_^

Shark Attack: Oh, che bellezza, meno male che il mio stile piace! Ho sempre paura di cadere sul banale o su troppe ripetizioni! ^///^ Per gli aggiornamenti, faccio quel che posso, ma sono davvero tanto impegnata, però ti assicuro che ci lavoro in ogni momento libero che ho! ps: anche io mi dimentico sempre cose che volevo scrivere! ;-)

lilithkyubi: ecco, sorge dalle tenebre il problema che tanto mi assilla: chi è questa Matsuri? Perché avendola vista in un bel gruppetto di fiction, ho subito pensato che fosse un personaggio inventato, ma mi sono ricreduta quando ho scoperto che appartiene agli episodi aggiuntivi della serie televisiva! Non la conosco bene (questo è tutto quel che so di lei), ma mi documenterò (magari se conosci qualche sito che ne parla mi daresti una mano? Pleaseeeee...)! Tuttavia non credo proprio che Gaara apparirà in questa fiction, o almeno non ora e viste le conoscenze che ho su Matsuri ora non riuscirei in ogni modo a metterla con lui! Però cercavo da tempo un personaggio che potesse stare con Gaara, cercherò Matsuri e se vedo che si sposano bene certamente li metterò insieme prima o poi!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** curva come se fosse sulle rotaie ***


Ed eccomi ancora qui! Non mollerò questa fiction per nulla al mondo XD! Mi sono accorta che nel capitolo precedente, oltre agli errori di battitura (una fa sempre quel che può, ma io ne faccio molti...) ho dimenticato di impaginare correttamente (perché di solito scrivo in Gedit, il Word Pad di Linux Ubuntu, e sposto la fiction dove mi può visualizzare l'html...), ma fa lo stesso! Come promesso posto qui anche le risposte alle recensioni di "Togli la mando da LÌ" e "50 volte il nostro bacio"! Ho postato il disegno per il capitolo 3 (se continua così, ne farò almeno uno a capitolo!), per vederlo cliccate qui (comunque è sempre nel mio Live Space)
Infine un ultimo dilemma: Dal prossimo capitolo in poi capiterà a volte che ci siano scene di sesso accennate, ma non descritte... che devo fare, alzo il rating ad arancione?
Ringrazio tutti quelli che leggono e basta, quelli che hanno messo questa fiction nei preferiti e soprattutto quelli che commentano! Continuate così, mi raccomando, i vostri commenti sono sempre ben accetti, specie se numerosi! E ora il capitolo!

***

Capitolo 3: curva come se fosse sulle rotaie

Stare in una macchina non tua, in perfetto ritardo, afflitto da dubbi esistenziali su coma far funzionare una dannatissima frizione non era certo ciò che Sasuke Uchiha si aspettava dalla sua gita. Perché se all'inizio sottrarre l'automobile tanto adorata da suo fratello alle sue amorevoli cure era potuto sembrare spassoso ora no, non lo era affatto, anche per il fatto che nel giovane stavano inesorabilmente affiorando i dubbi tipici della sua infanzia, riguardanti la superiorità di Itachi, la sua apprezzabile perfezione, la precisione con cui eseguiva ogni ordine, le lodi sinuose che suo padre amava esprimere per il comportamento impeccabile del suo primogenito. Mai che quelle lodi fossero state indirizzate a lui, ombra silenziosa nella famiglia.
Ed improvvisamente quell'abitacolo diventava stretto, maledettamente rovente, insopportabilmente soffocante, perché Sasuke comprendeva bene quanto ogni parte di quel loculo fosse impregnata della presenza tangibile del suo reale possessore, che lo faceva sentire a disagio, lo soffocava quanto lo soffocavano le pressioni e le velate pretese che suo padre poneva nei suoi confronti tanto, tanto tempo fa, quando ancora erano una famiglia, quando ancora non era un magnate della finanza, quando ancora il suoi pensieri di bambino spensierato volavano senza essere stati strangolati da una famiglia decisamente eccessivamente opprimente. Lì, in quel luogo, era come se la sua essenza fisica, il suo essere quel che era si mischiasse con l'aura mistica emanata dal fratello e ne venisse schiacciato, soppresso, contaminato... e quella sensazione claustrofobica non gli piaceva per niente.
Quindi decisamente no, stare nella macchina del fratello non lo deliziava affatto: adesso più che mai sentiva come per tutta la sua vita in famiglia fosse stato trattato come un rimpiazzo di quel che quell'essere perfetto (e che anche lui riteneva tale) sarebbe dovuto diventare. Perché, in fondo, cos'era lui se non l'ombra imperfetta della perfezione?


In quel momento si stupì alle parole coincise dell'amica. Certo, uno con una macchina così aveva sicuramente soldi a palate, ma cosa le faceva pensare che si fosse fermato perché voleva un certo tipo di compagnia? Per quel che ne sapevano, poteva anche aver avuto un guasto alla vettura, chissà, magari con tutto quel grattare tra una marcia e l'altra, era finita per romperglisi la trasmissione, o forse si era finalmente deciso a tentare di capire come ingranare correttamente almeno tre marce consecutive dopo quella che, lei lo aveva subito intuito dai 300 metri scarsi che aveva visto percorrere da parte della Lotus, era stata una totale incompetenza in quel settore automobilistico...
Ino però aveva un piano ben chiaro e proseguì decisa nell'esporlo alla compagna, pregustando già il sapore concreto e la serenità economica che avrebbero dato loro le banconote racimolate quella sera:
-Fattelo tu! Sei al dente stasera! Non prendergli meno di 100! In bocca al lupo...-
Sakura allora lanciò un'altra occhiata di sbieco all'automobile ferma accanto al marciapiede... in fondo, si chiese mentalmente, perché no? Poteva benissimo provarci, adottare le sue tattiche più efficaci, sedurre l'uomo alla guida con relativa facilità. A loro non importava per quale insulso motivo quell'individuo si fosse fermato proprio lì, proprio in quel momento e perché non accennasse minimamente a scendere dall'abitacolo o a fare alcunché. A loro importava solo il fatto che fosse in quel luogo nello stesso momento in cui c'erano loro. Se il suo scopo iniziale non fosse stato quello di caricare lei o la sua amica, bene, lo sarebbe ugualmente diventato presto. Perché alla fine non influiva sulla sua vita che cliente l'avrebbe presa quella notte, fosse stato uno dei suoi abituali o quello sconosciuto, per lei sarebbe stato sempre e comunque un atto disonorevole e infamante. Però, se fosse stato il ricco guidatore di quel mezzo, nel piano economico ci avrebbe guadagnato sicuramente.
-D'accordo. Ti chiamo quando ho fatto.-
Abbracciò forte l'amica, arruffò velocemente il capelli della parrucca per darsi un tono e cominciò l'opera di seduzione.
A passi lunghi e lenti si avvicinò all'obiettivo, come un predatore in attesa di aggredire la preda (o di farla sua). Sfilò il cappotto rosso che portava aperto sul suo completo facendolo scivolare sugli avambracci magri e levigati e appoggiandolo poi sulla tracolla marrone, il tutto sempre ancheggiando sensuale all'indirizzo della futura vittima del suo fascino. Lo sguardo si assottiglio, assumendo un'espressione tremendamente sexi e provocante, quando al suo traguardo mancavano poco più di una manciata di passi. Se lo sconosciuto la stava già osservando dallo specchietto retrovisore, sicuramente era ormai preda delle palpitazioni, si disse, ed era fatta. Anche Ino sembrò apprezzare la sua tattica perchè nel frattempo l'aveva incitata con frasi come:
-Sì... vai così... forza... lavoratelo!-
Il traguardo lo segnò con una girata di tacchi per indirizzarsi verso il finestrino del passeggero, già abbassato. Bingo, pollastro, sei mio! Pensò.
Il volatile tuttavia sembrava non aver minimamente notato la sua presenza, preso com'era dal contemplare concentrato la leva del cambio. Ed era un gran bel pezzo di volatile, non c'era che dire: la mano che stringeva il volante era diafana, liscia e curata come quelle di chi non ha mai saputo neanche lontanamente il significato di lavoro manuale, con dita lunghe e sottili, mentre il viso chino era parzialmente coperto da due ciocche di capelli corvini non eccessivamente lunghe, che lasciavano intravedere un'ovale prefetto, ancora più di quello di Sai, coronato da occhi neri come la pece, profondi, bellissimi, dal taglio lievemente allungato. Poteva sembrare un angelo o un diavolo, dipendeva dai punti di vista.
-Ehi bellezza, cerchi compagnia?-
Tono accattivante, funzionava con tutti i clienti, sicuramente questo non avrebbe fatto eccezione.
O almeno, questo era ciò che credeva prima che lui alzasse lo sguardo per squadrarla. In quel momento Sakura seppe che tutte le precedenti considerazioni fatte riguardo a quel giovane erano totalmente prive di alcun fondamento logico e corretto, per il semplice fatto che nulla in lui poteva ritenersi inquadrabile in un piano regolare di tali fattezze. Quando quegli occhi d'onice si erano posati su di lei, si era sentita come trafitta da quello sguardo penetrante, oscuro, che non cercava affatto di individuare le curve sinuose nascoste sotto i vestiti leggeri (come al contrario accadeva durante ogni abbordaggio da parte di ogni normale uomo), ma mirava direttamente a qualcosa di più profondo, alla sua anima lacerata, ne sfiorava ogni angolo, ogni singolo contorno, accarezzava dolcemente le ferite del suo cuore non per consolarla, ma per indurla sempre di più ad aprirsi a lui... e questo la faceva fremere per i brividi (non solo di paura). Dietro quello sguardo si celava una maschera e l'uomo dietro alla maschera era pericoloso.
No, decisamente quel ragazzo non era un angelo.
-No, cerco Beverly Hills. Sai indicarmi la strada?-
Le parole secche, brevi, eppure così intense, velate da una sfida che lui implicitamente le lanciava, la fecero riscuotere dal suo torpore. Doveva riprendere il controllo. Doveva assolutamente riprendere il controllo, o sarebbe stata al fine. Dargli una panoramica chiara e concisa di ciò a cui mirava dall'inizio le parve la strategia più congeniale per trattare.
-Certo,...- L'ombra di un sorriso di trionfo illumino il volto del giovane, ma niente di più di questo. Non si poteva pretendere di più da un tipo del genere, constatò.
-...per cinque dollari.- Terminò poi, preparandosi a gustare la smorfia di stupore che sarebbe apparsa su quei lineamenti perfetti.
Tuttavia niente di tutto ciò accadde. Forse un lampo dardeggiare negli occhi d'ossidiana, ma durò un istante, poteva benissimo esserselo solo immaginato. Non immaginò invece il tono duro con il quale lui le rispose.
-No.-
-Allora siamo saliti a dieci.- Rincarò lei. Non poteva permettersi di uscirne sconfitta, non in quel momento.
Era una battaglia, uno scontro tra titani dove entrambi lottavano con vigore. Per la sopravvivenza una, per un'ignota motivazione l'altro. Entrambi usavano le loro armi migliori, entrambi davano il meglio di sé. Per questo, rinnovando lo sguardo indecifrabile che le stava puntando addosso dall'inizio della conversazione, egli sentenziò:
-Le indicazioni non si pagano.-
-Io faccio quello che mi pare, non mi sono persa io.-
Un sorrisino beffardo, un lieve giro in modo da dare le spalle al finestrino. Per darsi un tono, per ostentare sicurezza... per nascondersi da quegli occhi invasivi che la facevano palpitare e perdere il controllo. Se non altro quella situazione avrebbe fruttato anche qualche vantaggio, poiché così avrebbe avuto la possibilità di guardarle la schiena per esaminare più attentamente la merce, pensò.
Trascorsero una decina di secondi. Evidentemente, mentre lei fremeva nell'impazienza e nella tensione che il giovane le suscitava con la sua sicurezza, lui stava valutando con cura la proposta per vedere quanti, ma soprattutto quali vantaggi gli avrebbe fruttato, perché un quel lasso di tempo non emise un fiato. Poi, all'improvviso:
-Sali.-
Più che come una richiesta, l'imperativo suonava come un ordine, ma lei non ci badò: aveva vinto questa battaglia. Non significava aver trionfato nella guerra, ma era già qualcosa. Mentre si sistemava sul sedile, vide che le porgeva una banconota da venti per poi chiederle atono:
-Ho solo questa, hai il resto?-
Il problema glielo risolse subito la ragazza strappandogli il foglio di mano.
-Ti ci accompagno per venti...- disse distrattamente intascando la banconota in borsa -...e ti faccio anche fare il giro delle case dei famosi...-
-Non importa, sono già stato a casa di Stallone.- insinuò ironico lui, ripensando al barbone di poche ore prima.
-Oh, perfetto...- annuì distrattamente lei, non avendo colto l'implicita battuta, mentre la macchina ripartiva per le strade di Hollywood Boulevard.


Non era da lui agire in maniera tanto irrazionale, ma dopotutto non era d'obbligo che tutto ciò che rientrasse nel personale ambito della sua vita privata fosse pervaso da un alone di squallida normalità. Si era sempicemente concesso uno svago, un passatempo, un piccolo sfizio di una ventina di minuti dopo una giornata tanto stressante, che sarebbe poi terminato quando la ragazza sarebbe scesa dopo averlo accompagnato a destinazione. Conservare la sua apparenza era fondamentale dopotutto e lui non aveva ne necessità ne voglia di uscire da quella che riteneva la sua perfetta e solitaria quotidianità, dove nessuno poteva ferirlo in quanto non capace di penetrare la barriera invalicabile che si era edificato attorno, il suo mondo perfetto e inaccessibile dal quale era libero di mirare e colpire a morte con inaudita precisione qualsiasi avversario avesse il coraggio di sbarrargli la strada. Per questo aveva accolto quell'imprevisto passeggero: lo aveva infatti vagamente incuriosito quella ragazza determinata senza peli sulla lingua che con charme l'aveva abbordato al ciglio della strada, perché sotto l'atteggiamento sicuro che voleva fargli credere di avere, aveva letto chiaramente un'angoscia ed una disperazione non comuni, che cercava in tutti i modi di nascondere ma che lui aveva intuito (e lei l'aveva notato e ne era intimorita, lui invece era attratto come un'ape col miele dal suo timore), tuttavia sapeva che tutta quell'impresa non poteva nuocergli affatto, il suo carattere era ben temprato dalla vita e non era affatto intimorito da una preda che conosceva bene lo svantaggio schiacciante sotto il quale si trovava. Era una semplice passeggiata e nulla più, ma nonostante questa convinzione non riusciva del tutto a cancellare dalla sua mente il ricordo, piacevole e spiacevole allo stesso tempo, dell'angoscia che lo attanagliava in quel momento, quando aggrappato disperatamente ad una leva del cambio malfunzionate, schiacciato dal pensiero del fratello si era sentito soffocare e provvidenzialmente era giunta lei, che lo aveva risvegliato, riscuotendolo dalle tenebre che lo circondavano. Cosa sarebbe successo se non gli avesse rivolto la parola? Sarebbe... annegato?
Crack!
Ancora quel dannato problema! Decisamente lui e quel cambio stavano su mondi completamente differenti...
-Mamma, questa curva come se fosse sulla rotaie!-
A questa esclamazione, Sasuke si girò verso la giovane che sedeva al suo fianco, guardandola critico e sorpreso con un sopracciglio alzato, al che lei arrossì imbarazzata e volse lo sguardo da un'altra parte, gingillando con le mani un ciondolo che prima non aveva notato, ma che ora si rivelava essere uno stilizzato fiore di ciliegio smaltato in rosa. Gli piaceva occupare una posizione di potere, ma con quella ragazza provava ancora più divertimento nel vedere che quanto più volesse dimostrarsi forte, quanto in reltà fosse già dominata da una soggezione, quasi una devozione nei suoi confronti, che tuttavia era contrastata da un amor proprio e un coraggio ammirevole in un uomo, ma a maggior ragione in una donna.
Chissà, forse era davvero sadico come suo fratello diceva...
Forte di quella predominanza indiscussa, si risolse a prendere finalmente in mano le redini del discorso.
-Qual'è il tuo nome?-
-Quale ti piacerebbe?-
-Il tuo.-
Una pausa di silenzio, imbarazzata. Forse non era avvezza a sentirsi dare risposte di quel genere, ma francamente a lui non importava un granchè.
-Sakura, il mio nome è Sakura!-
Soddisfatto proseguì nell'interrogatorio, cercando di darsi un tono più austero e imponente, cosa che però gli riusciva assai difficile nelle condizioni disastrose nelle quali versava la sua abilità di guida.
Crack!
-E come mai te ne intendi così tanto di automobili?-
-Leggo Motos. Mi sono abituata perché a casa frequentavo sempre ragazzi patiti di metalli veloci... Ford, Corvette, truccavano le usate e io sempre lì a guardare... Tu come mai te ne intendi così poco?-
-La mia prima macchina è stata un limousine.- disse, come se questo bastasse a spiegare ogni cosa. In effetti bastava.
Crack!
Ormai stava per essere preso dall'ira... perché con una semplicissima limousine era tanto facile cambiare marcia (per la verità incontrava difficoltà anche con quella, ma non l'avrebbe mai ammesso) mentre con una macchina del genere era pressoché impossibile?
-Sai, penso che tu ti sia perso la trasmissione, non fai altro che grattare... questo è un H standard!-
Poi, l'idea...
-Hai mai guidato una lotus?- le chiese a bruciapelo.
-Ehm... no.- ammise lei mogia.
-Allora cominci ora.
-Scherzerai!-
-Affatto. Così ti alzi anche dal mio impermeabile, è dall'inizio che ci sei seduta sopra.-
Dopo un iniziale moto di vergogna per non essersi accorta della giacca, poté giurare di aver visto scintillii di felicità sprizzare fuori dai suoi occhi, ma ciò gli era indifferente, a lui bastava unicamente giungere in albergo sano e salvo prima di mattina. Invertite le postazioni, si crogiolò comodamente sul sedile, pronto per il suo tranquillo viaggio a velocità di crociera.
-Allaccia la cintura, ti faccio fare il viaggio della tua vita! Ti mostro cosa può fare questa macchina!-
Non la stava ascoltando veramente. In realtà, stanco per la lunga giornata, aveva già chiuso gli occhi, pronto per la siesta serale...
-Pronti... VIA!-
Una sgommata e Sasuke fu proiettato sul suo sedile alla velocità del suono. Aprì di scatto le palpebre, agghiacciato da quel che stava accadendo: neanche suo fratello, con tutta la sua indubbia malvagità e il suo spirito indomito, degno del Marchese de Sade, aveva mai osato andare ad una velocità così alta in pieno centro con lui come passeggero... forse avrebbe dovuto far presente questo alla ragazza al volante, o forse non avrebbe mai dovuto farla guidare. Forse, ma era già troppo tardi per avere ripensamenti.


-Forse questa macchina è più facile da giudare per le donne: i pedali sono più vicini e... sai com'è, i piedi femminili sono più piccoli!-
A seguito dello scambio al volante, si erano notati grandi cambiamenti, non solo per il motore, che aveva felicemente smesso di emettere stridii sofferenti, ma soprattutto nell'atteggiamento della giovane, che aveva acquistato più sicurezza, forse perché ora si trovava in una postazione a lei più congeniale. Sasuke non poté non fare a meno di notare questo, apprezzando la novità: aveva infatti progressivamente attirato il suo interesse quel femminile imprevisto che era piombato inaspettatamente nell'abitacolo e che lo stupiva man mano con particolari nelle movenze e comportamenti inusuali, costantemente nuovi, insospettabili in una donna. I suoi atteggiamenti erano quanto mai bizzarri, eppure il giovane non poteva fare a meno di considerare il fatto che ciò non gli dispiaceva affatto, anzi costituiva un piacevole sollazzo per la giornata. Un oggetto curioso, questo la riteneva. Certo, non più che un oggetto, ma forse abbastanza intrigante da stuzzicare la sua insaziabile curiosità per almeno una notte... Non si sarebbe certo imbarcato in un'avventura galeotta noiosa e durevole, me lei era una professionista del mestiere, non correva certo questo pericolo e forse, forse, per una notte si poteva fare...
-Quanto chiedete voi ragazze?-
La vide riscuotesi. Parve pensarci un momento (la battaglia tra i due era appena ricominciata), poi rispose:
-Cento.-
-A notte?-
-A ora.- Astuta la ragazza... sparava subito alto, segno che aveva notato le sue ottime possibilità economiche. Ma con lui non funzionava...
-Cento a ora? Guadagni cento dollari a ora... e tieni su gli stivali con una spilla da balia?- L'aveva notato subito quel particolare perché era sempre stato un ottimo osservatore... Ora pareva in lieve difficoltà ma era sicuro che non si sarebbe lasciata scoraggiare...
-Io non scherzo mai con i soldi.- disse convinta con uno sguardo sicuro e quanto mai sexi.
-Neanche io.- rispose con altrettanta certezza lui, come se dichiarasse uno dei principi fondamentali della sua esistenza.
Furba e determinata... quella giovane stava cercando in ogni modo di mettere alla prova la sua abilità di mediatore, ma non avrebbe mai potuto sinceramente giurare che questo gli dispiacesse, perché era tutto il contrario. Senza dubbio possedeva una capacità di valutazione delle persone più rapida ed esatta di quella di numerosi babbei che aveva conosciuto nei suoi affari e che dovevano servirsi di quella loro capacità nel lavoro (anche se, dopotutto, questo era anche quello che doveva fare lei). Ciò era sinonimo di intelligenza e carisma, virtù molto lodevoli in qualsiasi individuo, che in questo caso erano in grado di attirare momentaneamente le attenzioni di Sasuke Uchiha, obiettivo assai arduo per molti... ma non bastava: voleva di più, voleva vedere fin a che punto potesse spingersi quella creatura, oramai aveva deciso e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea al riguardo, l'avrebbe provocata finché non avesse ottenuto ciò che voleva, benché nemmeno lui sapesse cosa esattamente fosse...
-Cento a notte... è gonfiato!- ammise calmo.
Tuttavia non ebbe bisogno di stuzzicarla oltre, la sua risposta l'ebbe da solo quando lei fece una mossa totalmente inaspettata: una delle sue mani infatti lasciò noncurante il volante della vettura, carezzò lasciva la leva tanto odiata da Sasuke, quella del cambio, si allungò verso il suo sedile e non si fermò finché non si fu infilata maliziosa in quel punto tra le sue gambe che poche, decisamente, avevano avuto la possibilità di toccare, irretendolo con carezze dolci ma forti, certamente piacevolissime e parecchio apprezzate da Sasuke, che volse il suo sguardo verso di lei, ora brillante di una luce diversa. Poi, con atteggiamento superiore e incurante, tremendamente sensuale, soffiò:
-Beh, no... ma lavorandoci...-
Il braccio di Sakura torno alla sua postazione iniziale, Sasuke puntò nuovamente il volto verso il cruscotto, come se nulla fosse successo. Ora però un sorrisino d'intesa increspava le labbra di entrambi: avevano ottenuto ciò che volevano.


La Lotus Esprit accosto elegantemente davanti al Konoha Beverly, l'Hotel a cinque stelle più lussuoso della città dove Sasuke le aveva detto di recarsi. In verità Sakura non c'era mai stata, nonostante conoscesse la sua esatta ubicazione, per questo rimase di stucco quando vide lo splendore e la magnificenza di quel luogo, così diverso dagli squallidi motel ai quali si era abituata. In quell'istante, sentì tornare in superficie un po' della soggezione che l'aveva accompagnata per tutto il suo viaggio.
-Ah, così stai qui...- disse dondolandosi sulle gambe.
Il suo accompagnatore, intento a parlare con quello che sembrava essere un addetto parcheggiatore in livrea grigia, si volse allora verso di lei.
-Sì.-
-Beh... allora io vado...- l'imbarazzo si faceva sentire.
-Come torni indietro?-
-Oh... prendo un taxi con i venti dollari!-
-E ritorni in ufficio...-
-Ritorno in ufficio... già!- Rise tesa, apprezzando la tenue battuta.
-Bene... allora buona serata.-
-Ciao!-
Lui si allontanò. Aveva fallito nell'abbordaggio del cliente. Stava per chiamare il taxi come aveva pensato, quando convenne che già era stato terribilmente infruttuoso perdere tempo senza guadagnare, ma avrebbe perlomeno potuto risparmiare sui venti dollari. Meglio di niente, pensò amara. Optò perciò per il vecchio, sano autobus e si sedette stancamente sulla parte alta dello schienale della panchina, poggiando gli stivali sul sedile e pensando ad una scusa valida per riferire ad Ino che aveva bellamente perso un potenziale mucchio di soldi. C'era andata tanto vicino, per un attimo aveva creduto di avercela fatta, ma vedendo quel lusso, quella ricchezza sbattutale brutalmente in faccia aveva capito che per lei un bersaglio del calibro di quel ragazzo era decisamente troppo alto e impossibile da raggiungere. Meglio defilarsi, meglio tornare alla vecchia vita piuttosto che perdere tempo con investimenti pericolosi ed infruttuosi...
Persa nei suoi ragionamenti, non si accorse di una candida mano che si era posata sulla sua spalla. Sussultò, ma non ebbe il tempo materiale di girarsi, perché una voce calda le sussurrò all'orecchio:
-Pensavo avessi deciso di prendere un taxi.-
-No...- rispose meccanica -preferisco l'autobus...- sorrise, mentre si volgeva verso il giovane.
-Gradirei la tua presenza anche in albergo, sempre che tu non abbia altri precedenti impegni.-
-Figurati.-
Si alzò dal posto con una nuova speranza nel cuore. Aveva vinto, la serata era andata e avrebbe portato ad Ino il compenso pattuito, tuttavia non era così sciocca da farsi sfuggire un'occasione del genere, avrebbe cercato di spillare quanto più denaro possibile da quella serata. Presa dall'euforia del trionfo, chiese allegra:
-Come ti chiami?-
-Sasuke.-
-Sasuke? Ma è sempre stato il mio nome preferito! Sai cosa ti dico, Sasuke? Che penso che io e te faremo grandi cose insieme!-
Forse fu solo una sua impressione il "non ne dubito" che sentì come un bisbiglio malizioso, ma fu certa che l'impermeabile caduto sulle sue spalle esili fosse indubbiamente reale.
-Perché?- chiese perplessa.
-Perché...- le spiegò lui con tono vagamente canzonatorio -... io non credo che questo sia il tipo di hotel che affitti le camere... A ORE...-
-Ah.-
Aveva capito, perciò indosso l'indumento offertole.

***

Note sulla fiction: -///- Ecco qui la prima scenetta leggermente hot, ero così tesa! Sì, lo so, il capitolo è fiacco come l'altro, ma non ci posso fare niente se sto attraversando una crisi d'ispirazione, è che ho voluto finire presto per non fare attendere eccessivamente i lettori! Per cui perdonatemi se sono lessa anche nel rispondere ai commenti! La parte di descrizione dello stato d'animo di Sasuke nell'auto all'inizio del capitolo mi soddisfa abbastanza... certamente Richard Gere non pensava cose del genere nell'abitacolo della Lotus, ma io ne ho voluto approfittare per introdurre più dettagliatamente come Sasuke si rapporti ad Itachi, visto che ho già descritto le situazione inversa nel capitolo 1... spero di non avere fatto personaggi OOC! Ah, dimenticavo la nota sul Marchese de Sade: per chi non lo sapesse, è l'inventore del Sadismo, un libertino vissuto nella seconda metà del '700.

Risposte alle recensioni di "50 volte il nostro bacio"

Tsuyuko: Grazie per i complimenti! Era proprio il mio obiettivo creare suspence e confusione nel lettore! Il personaggio del regista mi è nato alla fine, in uno sprazzo di autoidentificazione!!! XD

Ainsel: Infatti il riferimento a "50 volte il primo bacio" non è casuale, volevo fare un riferimento al film sia per quanto riguarda il crescendo di ansia in Sasuke (sì, anche io ritengo quel film un ansiogeno! XDD), sia per il fatto che alla fin fine la fanfiction intera si rivela essere un film! Sono felice che ti sia piaciuta la scena drammatica, avevo proprio intenzione di far spaventare le povere lettrici che, essendo bene a conoscenza del mio odio viscerale per Sasuke, non avrebbero dubitato nemmeno un attimo della sua brutta fine! (stellina:-Sai, ripensandoci potrei fare un finale alternativo con te che salti in aria...-; Sasuke:O_o). Eh, lo so, il regista è un genio! Continua a recensire le mie fiction, mi raccomando!

ryanforever: Astuta, avevi capito subito capito il mio fine... ma io ti ho depistata perché sono furba! (Sasuke:-E modesta no?-; stellina:-Continuo a pensare a quel finale alternativo...-; Sasuke:O_o) Grazie 1000 per la recensione!

Risposte alle recensioni di "Togli le mani da LÌ"

Nunichan: Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta!

Eternal dreamer: In verità ti dico: era proprio la mia intenzione che tu pensassi male! Questo perché da una mente pervertita al 99% come la mia, non può uscire altro che una SasuNaru pervertita al 99% XDD! Spero che tu legga anche questa storia, anche se è di tutt'altro genere! Grazie per la recensione!

Saku_piccina93: Quali porcherie XD? No, lo so, l'ho scritta per l'appunto per far prendere infarti alla gente! (Sasuke:-Certo, sei sadica...-; stellina:-Appunto! Sai, penso che lo scriverò quel finale alternativo...-; Sasuke:O_o)

Sexy_Kakashi: Certo, è perché Naruto e Sasuke sono fraintendibili di natura! Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere! Di SasuNaru fraintendibili me ne escono a raffica e ne ho già pubblicate altre, quindi se ti piacciono e ti va magari dacci un occhiata! Grazie 1000 per la recensione!

ryanforever: Ma così mi fai arrossire... -///- Grazie 1000 per il commento e continua a seguir... (Sasuke:-Ehi... ehi!... Niente da fare, è svenuta...)

Risposte alle recensioni del 2° capitolo di "Pretty Woman [in love]"

nidaime93: Ma non importa che ti scusi per il ritardo, io apprezzo moltissimo il fatto che tu commenti ogni capitolo, davvero (grazie!!!!)! È anche grazie ai tuoi commenti che mi accorgo degli errori che faccio, per esempio il caos tra New York e Hollywood: devi sapere che io non ne so mezza di Geografia, per cui pensavo che queste due città fossero relativamente vicine, quando invece si trovano a chilometri e chilometri l'una dall'altra XD! Il fatto è che nel film si accenna al fatto che il protagonista ha affari da concludere a New York, ma si parla sempre di Hollywood per quanto riguarda Vivian, la protagonista... la confusione deriva da lì, comunque penso che il film sia alla fin fine ambientato a Hollywood! Sì, sono prostitute, non ho voluto usare mai la parole esatta per specifici motivi, c'è un discorso psicologico riguardante Sakura e Sasuke anche su quello... (Sasuke:- Ma come sei profonda...-; stellina:- Vuoi per caso morire? è_é-) brava, hai anche capito che il barbone è Shino (Shino mi sa molto di barbone, a te no? XDD)! Comunque, pure nel film il protagonista è una frana al volante, ma, sai com'è... io ADORO Sasuke, così tanto... che non posso fare a meno di fargli fare figuracce tutto il tempo! XDD Quindi la sua incapacità in questo settore l'ho molto amplificata! Ecco, giungo infine al punto focale del discorso: avevo preso la solenne decisione di non fare anticipazioni sulle coppie, ma leggendo il tuo accorato appello, identificandomi in esso e soprattutto temendo di spegnere per il dolore la forza della tua giovinezza (Gai:-Qualcuno mi ha chiamato?-; stellina:-NO!-), ti dico: stai tranquilla, andrà tutto bene, ti preannuncio subito che nel quinto capitolo riceverai una gran mazzata, sarà molto dolorosa ma ti imploro di resistere perché io sono mosca nera nell'anima, a volte metto i pois bianchi ma ti giuro che in ogni mia fiction se ci vedi Shika abbinato a qualcuno, quel qualcuno è Temari e non si discute! Quindi alla fine avrai la tua "revenge sasukiana" su Ino (per la quale le fan di Ino verranno a cercarmi a casa per linciarmi...)! Perciò continua a seguirmi! E grazie 1000 anche per il commento sul disegno, è bello sapere che ogni 100 anni qualcuno entra nel mio blog XD!

kya chan: E così la coppia SakuSai sta riscuotendo un gran successo... non c'è che dire, quei due si punzecchiano sempre, così anche nella fiction non ho potuto fare a meno di farli scannare XD! Sono contenta del fatto che mi seguirai! Spero che ti piacciano anche i prossimi capitoli!

MewSakura: Certo che è una forza, gli ha anche rotto il naso XD! No, sono molto buffi insieme! Spero che questo capitolo soddisfi la tua curiosità!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Moquette party ***


Ma come sono brava che ho scritto il capitolo così velocemente (cioè, relativamente velocemente...)! Finalmente ho trovato l'errore che tanto mi assillava, relativo alla confusione tra New York e Hollywood che mi ha fatto presente nidaime93: a New York Edward, il protagonista, ha un appartamento nel quale viveva con Jessica, l'ex "amica" che molla nei primi cinque minuti di film (= parte finale del 1° capitolo)... Ho anche corretto un errore nel 1° capitolo (mi dispiace infinitamente!): non si chiama Rin l'amica che Sasuke molla nel primo capitolo e no, non è l'ex compagna di squadra di Kakashi... è Kin, il membro femminile del terzetto del suono che faceva squadra con Kinuta e Dosu durante l'esame di selezione dei Chunin...
Troverete il disegno relativo a questo capitolo cliccando qui... ah, un avvertimento: probabilmente per il prossimo capitolo ci metterò più del solito perché:
1) Entro in una settimana critica con la scuola
2) Comincerò una nuova fiction (che però posterò quando avrò scritto diversi capitoli)
3) Devo decidere come inserire le parti di mia invenzione, che partiranno proprio dal prossimo capitolo

Un po' di disclamer che non fa mai male: I personaggi non sono miei ma di Kishimoto e di chi per lui, se no Sasuke avrebbe già fatto una brutta fine (credo), il copione di Pretty Woman è del regista di Pretty Woman, le battuta intelligenti della fiction difatti non sono mie ma del copione di Pretty Woman, i personaggi sono tutti maggiorenni e consenzienti (soprattutto Sasuke in questo caso! XD), qualsiasi riferimento a fatti e persone reali indica che sono una chiaroveggente e non ero a conoscenza del fatto, comunque sappiate che non s'è fatto apposta (Manzoni rulez! XD)!

E ora vi lascio alla lettura!

***

Capitolo 4: Moquette party

-Oh cavolo...-
Furono queste le uniche parole che le vennero in mente per descrivere la hall d'albergo nella quale si trovava. L'ambiente infatti, oltre ad essere di dimensioni spropositatamente grandi, era quanto di più lussuoso avesse visto in vita sua. Non c'erano parole per descriverlo, avrebbe veramente voluto farsi un'idea chiara di ciò che la circondava, ma a causa di tutta quell'eleganza non riusciva a formulare un pensiero coerente, continuava a guardarsi attorno sbalordita e scioccata senza proferire parola, sempre con quell'espressione incredula dipinta sul volto. A quanto pareva inoltre, non era l'unica a scoccare occhiate stupefatte in quel luogo: molti clienti dell'hotel precedentemente occupati in altre attività infatti, avevano sospeso le loro faccende per occuparsi di un altro, più urgente problema, ossia capire chi fosse quella donna di malcostume (che, considerando l'abbigliamento sconcio, era probabilmente una donna di malaffare) che si era piazzata così maleducatamente nel bel mezzo della sala e soprattutto perché essa si trovasse in quel posto così decisamente poco adatto a lei ora. Ma di tutte questi dilemmi esistenziali Sakura non si era nemmeno accorta, poiché continuava imperterrita nella sua sconvolgente indagine senza badare al mondo che la circondava ed in particolar modo alle intolleranti figure attorno a lei.
Allo stesso modo anche Sasuke era indifferente alla vicenda: poggiato con una mano al bancone della reception, si stava facendo consegnare alcuni messaggi indirizzati a lui dall'addetta, quasi sicuramente lettere di lavoro o indicazioni di suo fratello riguardo all'affare che dovevano svolgere. Mentre dava un'occhiata veloce alla posta, fu colpito da un'idea improvvisa e chiese dello champagne con fragole al servizio in camera... fu proprio in quel momento che, voltatosi verso il resto della hall, notò la sua accompagnatrice con lo sguardo rivolto verso il soffitto ed il viso aperto in un'espressione di stupore decisamente affatto sexi. Sospirò, in fondo doveva aspettarsela una reazione del genere da una che faceva in suo mestiere e che probabilmente non aveva mai visto nulla di così ricco, perciò sbuffando la richiamò:
-Non stare lì impalata, vieni, dobbiamo prendere l'ascensore per andare in camera...- e aggiungendo poi sarcastico:
-...e già che ci sei, chiudi quella bocca, non sei per niente professionale così.- esternando perciò il suo precedente pensiero.
Sakura fu scossa da un sussulto: non si era resa conto di essersi imbambolata per così tanto tempo e benché meno di aver trascorso tutto quel tempo con la bocca aperta come una triglia. Pertanto riprese imbarazzata un po' del contegno perduto e si affrettò dietro al suo cicerone, già indirizzato verso la parte di fronte a loro della sala ove erano ubicati gli ascensori, considerando anche che da sola, in quello spazio enorme, si sarebbe già persa.
Lo affiancò infine a destinazione e solo in quel frangente ebbe il coraggio di guardarlo in faccia: stava ancora ghignando impercettibilmente (ormai aveva imparato a decodificare il suo volto apparentemente atono in ogni sua smorfia) per la scenetta di prima.
Si sarebbe irritata per questo, se non avesse improvvisamente avvertito la sensazione di essere osservata da occhi pungenti e severi. Voltandosi infatti, intravide una coppia sulla cinquantina impettita e rigida di quelli che lei aveva sempre considerato riccastri inutili, incapaci di immedesimarsi in chi, al contrario di loro, viveva nel mondo reale. In particolare lui, nonostante tutte gli sforzi per mantenere un certo contegno, la stava squadrando affamato, segno che nonostante le apparenze era un uomo comune come tutti i suoi clienti, mentre lei, gelida, la stava infilzando con un'occhiataccia colma di odio e disprezzo falsamente mascherata da un viso indifferente, come di chi desse a lei la colpa di tutti i problemi della sua vita, tradimenti del marito compresi. Sakura non li aveva mai sopportati i tipi come quelli, boriosi, fermamente convinti che il mondo girasse attorno a loro, intellettualmente non abili di comprendere anche solo vagamente che la maggior parte di quelle come lei non lo facevano per passione o per un eccesso di ninfomania, ma semplicemente perché erano state costrette dal destino a prendere quella strada, perché le vicissitudini che avevano provato negli anni le avevano logorate a tal punto che esse non avevano potuto sopravvivere in altro modo che non fosse quello. Quegli ipocriti non sapevano di sicuro mettersi nei panni degli altri, ragionando al di fuori dello schema rigido e chiuso che avevano inculcato nel cranio e che li rendeva così dannatamente, pateticamente stupidi. Giudicò pertanto dignitoso e umanamente comprensibile arrischiare il prossimo rapporto di affari a lauto compenso con il suo cliente per dare un insegnamento esplicativo sul come il mondo funzionasse dalle parti della gente normale a quei due individui, in particolare alla donna, cominciando con il posare un piede sul muro per mettere ben in evidenza la gamba liscia e nuda.
-Oh, caro...- sospirò falsamente crucciata a Sasuke, ottenendo come risposta uno sguardo interrogativo -...accidenti, mi si è smagliato il collant!-
La tattica non differiva in molto da quella che aveva utilizzato con il giovane, tuttavia volle comunque voltarsi per esaminarne co cura gli effetti sui suoi obiettivi: lui era già andato, fissava imperterrito la sua coscia, gli mancava solo il rivoletto di bava che scendeva fino al pavimento in marmo e sarebbe stato completo, lei al contrario pareva oltremodo scioccata ed indignata dal crudo spettacolo al quale stava assistendo. Di ciò non poteva esserne altro che contenta, però non le bastava, quindi ridendole in faccia innocentemente disse:
-Io non lo porto il collant!-
Fu una tragedia: il poveretto che cercava con tutte le forze di trattenersi ebbe un crollo nervoso, la sua scialba mogliettina rimase di stucco e senza parole, l'intera faccenda sarebbe finita con dei grossi guai, ma fortunatamente in quell'istante giunse in tanto agognato ascensore e Sakura vi si fiondò dentro con curiosa irruenza, travolgendo persino il lacchè all'interno, un sopracciglione con capelli neri a scodella che la fissava stranito ed emozionato.
-Mamma mia, c'è anche un divanetto per due!-
Mentre la giovane compiva la sue ispezione, Sasuke invitò con un gesto educato i signori ad entrare, tuttavia i due rifiutarono con un altrettanto educato gesto, o perlomeno, fu la moglie a rifiutare per entrambi con grande cortesia ed animo estremamente afflitto.
Il ragazzo dunque entrò, le porte si richiusero silenziosamente e la coppia decise saggiamente di salire al prossimo giro. Infine, la cinquantenne sibilò acida:
-Chiudi la bocca, caro.-


Di fronte all'evidente avventatezza del gesto, Sakura si sentì in dovere di fornire al suo accompagnatore delle spiegazioni che non fossero scuse (poiché non riteneva ciò che aveva fatto sbagliato, anzi era per lei una reazione assai legittima), perciò disse con semplicità:
-Non ho potuto trattenermi.-
-Calma.-
Forse non era quello che lui avrebbe voluto, ma dopotutto non lo giudicò né furente, né anche solo irritato, semplicemente si dimostrava indifferente alla vicenda, al massimo un po' divertito, ma era già esagerata come supposizione.
-Piano attico.- emise annoiato il lacchè.
-Attico... mhh!- e come ormai sua consuetudine, si gettò in corsa verso la stanza, non accortasi che il dipendente dell'albergo aveva ripreso quell'espressione sognante e la stava seguendo con lo sguardo, la testa completamente protesa fuori dall'ascensore. La sua visuale fu però bruscamente guastata da Sasuke, che gli si parò davanti irato e gli lanciò un'occhiataccia furente che avrebbe spaventato una tigre all'attacco. Ripresa dunque la professionalità, mutò di nuovo volto e si affrettò a tornare al suo posto.
Superata la seccatura, Sasuke si diresse verso la sua camera e, dopo aver borbottato numerosi improperi alquanto coloriti diretti alle tessere magnetiche che avrebbero dovuto aprire le porte delle stanze d'albergo ma che in realtà creavano solo intralcio e a coloro che avevano avuto la pessima idea di introdurle in tutti gli hotel, riuscì finalmente ad entrare, accomodandosi con noncuranza alla scrivania per sbrigare il lavoro che aveva da fare. Non si poteva invece dire lo stesso di Sakura, che, se possibile, rimase ancora più sconvolta da quell'ambiente che dalla hall: la sua superficie era almeno dieci volte l'appartamento che condivideva con Ino. Esso inoltre era arredato con buon gusto: le pareti color pesca si intonavano perfettamente ai divani bianchi alla sua destra, mentre a sinistra troneggiava il tavolo della sala da pranzo in legno scuro. Altre porte erano chiuse, segno che quello che vedeva non era altro che una piccola parte della suite e che c'erano stanze ancora da visitare.
-Impressionata?- le chiese lui.
-Ma scherzi, io vengo sempre qui!...- replicò cercando di darsi un tono. Poi, memore della battuta sarcastica che le aveva rivolto lui pochi minuti prima, aggiunse:
-...Tu non lo sai, ma questa camera la affittano a ore!- tentando di apparire convinta.
-Sì, certo...- fu la risposta scettica del suo interlocutore. Evidentemente non le aveva creduto.
Curiosa come una bambina, optò per lasciar perdere il discorso e si diresse di filato verso il balcone, posto dietro alla scrivania.
-C'è una vista magnifica da quassù!-
-Ti credo sulla parola...-
-Perché?-
-Non verrò mai lì: soffro di vertigini.- giustificò lui con semplicità.
La ragazza rimase interdetta per un attimo.
-E allora perché hai preso l'attico?-
-Perché è il massimo...- disse l'altro convinto, per poi insinuare sarcasticamente:
-...ho cercato in giro attici al primo piano, non se ne trova uno...-
Semplice, logico, coinciso, idiota... perché mai doveva prendere a tutti i costi l'attico? Vabbé volere il meglio, ma forse era un po' stupido ed esagerato prendere qualcosa che non può sfruttare appieno!
Rientrò, si sedette sui gradinetti bassi che separavano la sala dal salotto, giocherellò un po' con le dita mentre lui non la degnava di uno sguardo, poi stanca di quell'attività gli chiese a bruciapelo:
-Che ci vuoi fare con me?-
A quella domanda egli si fermò bruscamente: in effetti la questione non era stupida poiché nemmeno lui sapeva darvi una risposta precisa e decisiva. Se prima aveva invitato quella giovane con l'intento di soddisfare i suoi bisogni sessuali infatti, ora era completamente assorbito dal lavoro e non avvertiva più quella necessità come impellente. Il suo interesse per Sakura non era certo scemato, rimaneva sempre quel velo stuzzicante di novità ad accogliere il suo nuovo "acquisto", tuttavia esso non era sufficiente per distoglierlo dal dovere. Per il momento.
-Non lo so.-
L'arrivo di quella ragazza non era previsto e lui prevedeva ogni cosa nella sua vita, dagli eventi importanti fino allo svago. Comprensibile quindi che non trovasse un momento libero per trascorrere del tempo con lei. Era inoltre da aggiungere che Sasuke Uchiha raramente trovava tempo libero per una donna.
-Capisco... però potresti cominciare con il pagarmi, sai, è un buon modo per rompere il ghiaccio!-
Sembrò soddisfatto da quella trovata, benché non avesse espresso apertamente né assenso né diniego, limitandosi a scostare lievemente la comoda poltrona da ufficio per darle spazio. Mentre tirava fuori le banconote, lei si avvicinò con atteggiamento naturale, si sistemò di fronte a lui, poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, si diede una spinta e si posizionò sulla scrivania, irritando il giovane che non tollerava questo genere di comportamenti.
-Sei seduta sui miei fax.- le fece presente.
La osservò guardarlo stupita ed in seguito mutare la sua espressione in una più maliziosa.
-Su questi proprio non c'ero mai stata!-
Spiritosa, davvero! Non glielo disse apertamente, era chiaro, non avrebbe mai e poi mai turbato la sue espressione imperterrita, però apprezzò la battuta pungente e per nulla banale.
Allungò la mano per farle cenno che aveva bisogno dei fogli posti sotto al suo fondoschiena e che quindi doveva togliersi, ma lei inaspettatamente adottò un'altra soluzione, inclinandosi da un lato per far sì che lui li potesse sfilare da sotto. Accolta la proposta, recuperati i documenti (e data una sbirciatina al sedere della giovane, che certamente non guastava), le consegno finalmente la somma pattuita in macchina e tornò al lavoro, felice di aver sbrigato anche quella faccenda.
Come conclusione della transizione tuttavia, la ragazza prevedeva altro: cominciò infatti a scartabellare presso la parte alta dello stivale, sorvegliata dallo sguardo attento di Sasuke che si chiedeva cosa stesse architettando ora. Trovato infine ciò che cercava, estrasse i pacchetti trionfante e sotto gli occhi basiti del giovane e iniziò a decantare le varie possibilità:
-Allora, ci sono quelli gialli, quelli rossi, uno blu, i verdi, quelli non piacciono tanto... il viola l'ho finito, però mi è rimasto un "foglia d'oro", il preservativo dei campioni, non ci passa nemmeno il fantasma di un bacillo!-
Allucinate, pensò lui. Probabilmente ne possedeva più lei che una farmacia bene assortita. Il quantitativo era impressionante anche considerando il mestiere che lei faceva... cosa gli servisse tutta quella roba era un mistero.
-Un'esplosione di sicurezza...- commentò.
-Lavoro sul sicuro!- rispose innocentemente lei con un sorriso.
Vedendo che non si decideva e che continuava a fissarla con quell'espressione indecifrabile sul viso, si risolse a sceglierne lei uno e a metterglielo, ma lui la fermò agitato.
-No, no, non adesso...- non era questo che voleva, non in quel momento.
-...Parliamo ancora un po'.- inventò, tanto per distrarla su qualcosa.
La ragazza quindi si sedette e, dopo aver pensato un po', cominciò:
-Ok, Sasuke... tu sei in città per svago o per affari?-
In verità Sasuke non avrebbe voluto dirigersi verso un discorso incentrato su di lui poiché il suo obiettivo era unicamente quello di farle cambiare attività però, comprendendo che quella situazione se l'era creata lui, si rassegnò.
-Per affari.-
-E... che lavoro fai?-
-Secondo te?- continuava a divertirsi immensamente a stuzzicarla. Nel frattempo andò a sedersi sul divano, stravaccando i piedi sul puff davanti a lui e torturandosi il labbro in un modo inconsapevolmente sensuale.
-Mhh... l'avvocato?-
-E cosa te lo fa pensare?-
Sakura andò a raggiungerlo, ma invece di prendere posto accanto a lui o su un'altra poltrona tentò di sedersi sulle gambe poggiate sul cuscino imbottito, al che ricevette un netto rifiuto palesato con il suo spostare gli arti. La ragazza quindi non poté fare altro che poggiarsi sul puff, a gambe rigorosamente aperte (deformazione professionale, evidentemente).
-Perché hai quell'aria furba e un po' depressa...-
Quella risposta fece mentalmente sorridere Sasuke: chissà cosa avrebbe detto Itachi sentendosi dire che sembrava furbo e depresso... sicuramente si sarebbe infuriato, anche perché, pur essendo avvocato, non era certamente depresso. Forse non poteva essere definito nemmeno furbo: una persona furba aveva almeno freni inibitori dettati dalla morale comune, suo fratello al contrario possedeva una forma particolare di astuzia, una sorta di crudeltà calma e fredda calcolatrice, più sottile della comune furbizia, spietata e inarrestabile. Lui non si era mai fermato davanti alla sofferenza vittima delle loro speculazioni, quasi provasse godimento da ciò, rimaneva imperturbabile. Solo una volta l'aveva visto autenticamente furibondo e senza controllo, ma era stato tanto tempo fa... si riscosse dai suoi pensieri e proseguì su quell'argomento.
-Avrai conosciuto tanti avvocati...-
-Io ho conosciuto tanti di tutti...-
Il suo sguardo in quel momento lo colpì: fermo, sicuro, rassegnato, sciroccato. In quell'istante tra di loro si stabilì una sorta di intesa, data dal fatto che in fondo non erano affatto diversi, sia lavorativamente che nella visione pragmatica della vita. Avrebbe continuato il discorso, ma in quel momento il campanello suonò.
-Chi è?- chiese allarmata lei.
-Solo il servizio in camera.- la rassicurò.


Il cameriere appoggiò il vassoio sul piano bar, poi si piazzò immobile davanti a Sakura, che gli aveva aperto la porta.
-Che cosa vuoi?-
Ma non ottenendo altro che uno sguardo imbarazzato, si irritò e piazzò le mani sui fianchi.
-Cos'ha da guardare?-
Il ragazzo allora si fece avanti con estrema calma e, estratto per l'ennesima volta il portafoglio, diede all'uomo una banconota da venti dollari. Egli lo ringrazio, fece un veloce inchino davanti a Sakura e velocemente se ne andò.
-La mancia... io non ci ero arrivata...-
Come risposta lui sollevò impercettibilmente le spalle, segno che non gliene importava, poi versò dello champagne e porse il calice a Sakura, che bevve il contenuto in un sorso sotto lo sguardo di compassione di Sasuke, il quale già immaginava possibili tragiche conseguenze di quel comportamento. Fortunatamente però, la ragazza sembrò non accusare troppo il colpo, anche se dapprincipio ondeggiò un po' con la testa.
-Posso togliermi gli stivali?-
Nessuna risposta. Lo prese come un sì, perciò si sedette e cominciò a sfilarsi le calzature. Improvvisamente fu colta da un dubbio.
-Ma uno bello e ricco come te non ce l'ha "un'amica"?-
All'occhiata priva di alcun sentimento che lui le rivolse, abbassò gli occhi verso il basso e arrossì: le faceva ancora un certo inquietante effetto sentire pesare su di sé l'attenzione di quegli occhi. Certo però che le pareva strano che uno come lui, che oltre ad avere il vantaggio dei soldi possedeva anche un innegabile fascino, nonché una bellezza a dir poco fuori dal comune, richiedesse i servigi di una donna della strada invece di sfruttare queste doti a suo personale vantaggio.
-La mia EX fidanzata, Tayuya, è nella mia EX casa con il mio EX cane... la mia EX amica, Kin, sta sgombrando il mio appartamento a New York ora, mentre parliamo...-
Felice di averla lasciata senza parole, le porse la ciotola contenente le fragole. Alla sua espressione interrogativa rispose:
-Esaltano il gusto dello champagne.-
-Ma tu pensa...- disse lei, trangugiandone una.
-Buona!-
Avrebbe voluto farle presente che in quel momento il frutto non avrebbe fatto risaltare il sapore di niente, visto e considerato che si era bellamente scolata lo champagne con una sorsata, ma decise di desistere e di osservarla di sottecchi dall'orlo del suo bicchiere: tuttora non si pentiva della sua decisione avventata, se fosse tornato indietro l'avrebbe ugualmente caricata in macchina. Era bella così, mentre mangiava incurante un'altra fragola, inserendola tutta in bocca e lasciando integra solo la cima di essa... Mentre le sua testa si riempiva di non proprio casti pensieri, notò lo sguardo di lei indurirsi, facendo posto ad un'espressione di seccato rimprovero. Poi asserì:
-Senti, apprezzo tutta questo gioco di seduzione che fai, è divertente e tutto quanto... ma credo che dovremmo accelerare i tempi, sai, io sono a botta sicura, la mia tariffa è oraria, quindi...- lasciando in sospeso la frase.
-Mi pare di capire che il problema orario sia primario per te.-
-Precisamente.-
Non era il tipo che aggirava i discorsi, quindi andò subito al sodo:
-Quanto per l'intera notte?- Ed ebbe la netta sensazione che di lì a poco avrebbe cominciato un altro tenzone con lei...
Infatti la ragazza ci pensò un po', poi sparò.
-Trecento!-
Prezzo ragionevole, almeno per le finanze di cui Sasuke disponeva, avrebbe potuto accettare... o forse era perché ormai aveva deciso le sue attività per quella sera... e lei ci entrava fino al collo...
-Andata!-
Lei lo guardò sorpresa, probabilmente non si aspettava che cedesse così facilmente, poi sfoggiò un gran sorriso e cinguettò che doveva andare un attimo in bagno.
Le donne, pensò Sasuke, che siano ricche o di malaffare hanno tutte questa fissa dal bagno... Inizialmente quindi si rassegno all'idea che gli sarebbe toccato aspettare del tempo, anche perché la brusca frenata che la giovane aveva fatto fare ai suoi pensieri prima gli aveva fatto passare tutta la voglia. In seguito però, colpito dalla perversa curiosità di conoscere l'arcano mistero, il grande segreto nascosto, la risposta alla domanda che assillava ogni uomo, ossia perché quasi tutte le donne dovessero andare in bagno prima di dedicarsi ad attività erotiche e soprattutto cosa facessero al suo interno, si spinse fino alla porta del bagno e notando che era aperta, si risolse a dare una sbirciatina, giusto per togliersi un piccolo sfizio alla faccia degli altri individui di razza maschile, preparandosi simultaneamente una scusa da propinare nel caso fosse stato scoperto nella sua operazione di spionaggio. Scusa che dimenticò all'istante quando, logicamente scoperto, notò che Sakura nascondeva qualcosa dietro la schiena.
-Cosa nascondi?-
-Niente...-
Si vedeva da un miglio che mentiva. In quel momento tutte le prerogative che si era fatto sulla ragazza crollarono come un castello di carte, sostituite da una rabbia feroce. Lui aveva scelto lei come oggetto delle sue attenzioni, lei doveva essere in un certo modo la sua donna perfetta (nel senso che sarebbe stata zitta, muta, senza fiatare e avrebbe obbedito ciecamente ai suoi ordini), si era quasi fidato... ed ora scopriva che non solo non aveva nulla di particolare, ma era anche una...
-Ok, va bene, se stata qui anche abbastanza, non voglio roba strana nell'albergo, prendi le tue cose e...-
-Ma quale roba? Ho smesso con l'erba quando avevo tredici anni!-
Preso dalla furia, le afferrò quindi il polso e la costrinse ad aprire la mano.
-E allora cos'hai qui, eh?...-
Dopodiché ci fu un momento di silenzio imbarazzato.
-... Filo interdentale?-
-Sì e allora?...- chiese stizzita lei -... Ho tutti quei... semini di fragola tra i denti... e le gengive non vanno trascurate!-
Assurdo, assolutamente assurdo... si era messo tante paranoie per una fissa con l'igiene orale? Non c'era scusante, stavolta aveva proprio ragione la ragazza... Si approntò ad uscire dal bagno, ma all'ultimo si fermò sul ciglio della porta, imbambolato.
-Che vuoi ancora?- gli ringhiò l'altra, ancora inviperita per l'evento e perché la presenza del disturbatore non le permetteva di svolgere la pulizia in sacrosanta pace.
-Niente...-
Lei avvicinò un capo del filo alla bocca.
-È solo che...-
In quel momento lo sguardo scocciato non ammetteva repliche, quindi si affrettò ad esprimere la sua considerazione:
-...pochissime persone mi stupiscono.-
-Sei fortunato: la maggior parte mi sciocca a morte.-


L'intero salotto era avvolto dall'ombra, l'unica fonte luminosa era costituita da un piccolo televisore quattordici pollici situato su un mobiletto, che trasmetteva un vecchio telefilm in bianco e nero. Davanti al suddetto apparecchio, sdraiata prona sulla moquette si era piazzata Sakura, mentre Sasuke aveva optato per una delle comode poltroncine laterali, visto che doveva anche parlare al telefono.
-Hai le quotazioni della Uzumaki Industries?... No, non voglio solo quelle di New York, voglio anche quelle della borsa di Tokio... Hai fatto male: ci servono tutte, dobbiamo monitorare la situazione da più fronti. Domani raccogli subito i dati all'apertura... Va bene, arrivederci.-
Riattaccò: era sempre stato così, dava del Tu a tutti ma confidenza a nessuno. A parte forse suo fratello. L'affare però procedeva bene, si sarebbero anche potuti permettere di non avere tutte queste precauzioni, ma Sasuke era dell'opinione che il rischio andava corso solo quando si era sicuri di vincere, per divertimento. Felice di aver concluso i suoi doveri lavorativi, si polleggiò, quando ad un certo punto la ragazza scoppiò a ridere.
-Questo episodio non l'avevo visto!- poi indicando un gruppo di boccette di fronte a lei aggiunse:
-Sto facendo un piccolo moquette party... vuoi venire anche tu?-
Il giovane però rifiuto con un deciso scuotere della testa, dunque l'altra tornò a fissare rapita lo schermo.
La serie televisiva doveva sicuramente essere divertente, tuttavia non era quella che interessava a Sasuke, ora che aveva concluso il dovere aveva altre vedute ben più coinvolgenti da osservare (vedute che tuttavia non aveva mai completamente trascurato neanche al telefono). Abbandonato sul divanetto, il gomito sul bracciolo, il mento appoggiato sulla mano e con un'espressione sensuale sul volto, egli stava infatti puntando assiduamente Sakura: il suo riso spontaneo, la sua gioia incontrollata, il suo inconsapevole essere sexi, le sue curve distese languidamente sul pavimento mentre scossava divertita le gambe... Taluni avrebbero potuto pensare che Sasuke fosse un pervertito nell'eccitarsi guardando simili situazioni, tuttavia non vi era nulla di più logico. Semplicemente il ragazzo preferiva le cose semplici, la spontaneità, alle artificiose situazioni che spesso si dovevano creare prima di un rapporto. In un mondo falso e finto, bugiardo e meschino come era il suo, trovarsi a contatto nei momenti di intimità con la vera, semplice realtà della vita, con il mondo dove tutti, tranne lui, avevano la possibilità di trascorrere la loro esistenza non poteva altro che essere piacevole. Ecco perché la rilassatezza di Sakura non faceva altro che attirarlo verso di lei.
Presa dallo spettacolo televisivo la giovane non si accorse di nulla, almeno finché non gettò un'occhiata distratta verso di lui. In quel momento lo sguardo profondo (ed il fatto che non facesse nulla per nasconderlo) la fecero sussultare. Si chiese mentalmente perché egli avesse avuto solo due donne nella sua vita: non solo era bello, c'era anche dell'altro. Aveva un qualcosa in sé, un magnetismo nascosto che attirava inesorabilmente le persone verso di lui. Convenne perciò che la sua era una solitudine per scelta e non certo per mancanza di possibilità.
Sollevandosi dal giaciglio, si avvicinò gattonando a lui. Era arrivato il momento di lavorare. Sempre tenendo fisso lo sguardo in quei pozzi d'onice, azzardò a toccare una gamba, fasciata dai pantaloni di cotone del completo. Vedendo che il cliente non rifiutava, mantenendo costantemente quell'espressione indecifrabile che poteva essere interpretata con lussuria o pericolo, infilò una mano sotto il tessuto, lungo la gamba liscia e tonica del giovane, facendola salire sempre più su, inesorabilmente... incontrando il fastidioso ostacolo della strettezza del pantalone, si risolse a terminare quel giochino di seduzione: afferrando decisa la parte delle ginocchia sottostante l'articolazione, tirò decisa verso di sé, facendo scendere il corpo rilassato del ragazzo per avere un più amplio spazio di lavoro. Apri ogni asola della camicia, slacciò rapida la cintura e il bottone e abbassò la zip dei pantaloni (ormai ci aveva fatto l'abitudine). La faceva essere vagamente tesa quel giovane che al contrario di prima si faceva manovrare come un bambolotto e continuava a fissarla con quello sguardo in cui ci si poteva perdere. Fece scendere la maglietta ed i pantaloncini, rivelando un completino grigio con pizzo nero, che l'altro parve apprezzare, almeno giudicando dallo scintillio che gli attraverso gli occhi. Ancora inginocchiata si adagiò completamente su di lui, appoggiando i gomiti sui braccioli.
-Che cosa vuoi?-
-Che cosa fai?-
-Faccio tutto... tranne baciare sulla bocca.-
-Questo anche io.- Convenne lui in risposta. In fondo non erano poi molto diversi.
Ogni considerazione futura fu completamente cancellata, dal momento che la ragazza cominciò a scendere con piccoli baci su torso diafano verso il basso. Un ultimo sguardo verso il tv, una risata sincera soffocata, poi la sottile mano di donna mise in muto con il telecomando e Sasuke poté tranquillamente abbandonarsi sullo schienale del divano e godersi la parte focale della serata.


Lo scroscio di acqua cessò di botto: Sasuke aveva finito la sua doccia. Indossato l'accappatoio bianco in dotazione dell'albergo si avviò verso la camera da letto. Un bella doccia post rapporto era proprio quello che ci voleva, lo faceva rilassare e gli permetteva un attimo di pace dopo le altre burrascose attività. Improvvisamente però si fermo, notando una parrucca mora appoggiata al pomello di una sedia. Stupito e sconvolto, si avviò velocemente verso il letto e fu lì che la trovò: stesa a pancia in giù, profondamente addormentata, la coperta appoggiata sulle spalle, i capelli di un tenue rosa chiaro sparsi per il cuscino. E la vide bella. Non come prima, quando il suo interesse era puramente volto allo svago sessuale ed all'intrigo. Bella vera, bella dentro. Bella nella sua naturalezza senza macchie, giochetti, vestiti succinti o parrucche.
Sorrise debolmente, non proprio un vero sorriso ma sicuramente ciò che in quella giornata si poteva avvicinare di più a quell'espressione di gioia.
Poi silenzioso se ne andò alla scrivania e lavorò tutta notte.


***

Note sulla fiction: Oddio, la prima scena veramente erotica! -///- È venuta uno schifo, lo so, ma cosa ci volete fare, non sono portata... il capitolo è più ricco di citazioni delle volte scorse! E finalmente si cominciano a delineare il tratti fondamentali dell'altra vicenda della storia, alias l'affare che Sasuke deve compiere. Non si hanno ancora chiarimenti esatti sul lavoro che egli svolge esattamente, lo so, verranno dati più avanti. Secondo me la prima scintilla in Sasuke (cioè, nel film) sboccia quando lui la vede addormentata, voi che ne pensate?
Un'ultima curiosità: per il titolo, ero indecisa tra questo e "Champagne e fragole"... forse l'altro era ugualmente adatto perché era una sorta di metafora del contrasto tra Sasuke e Sakura, ma volevo mettere più in risalto la parte erotica del capitolo!

Risposte alle recensioni

nidaime93: Ma non devi assolutamente scusarti per il ritardo, guarda che anche io recensisco sempre in ritardo XD! Anzi, aspettavo proprio la tua recensione per iniziare al meglio questo capitolo, ho scritto fino alla parte in ascensore dopo averla letta! Che bello, anche tu AMI Sasuke come lo amo io! Finalmente qualcuno che la pensa come me! Sono contenta di avere fatto personaggi IC, perché ero terrorizzata dal credere di avere fatto Sasuke troppo... VIVO XD (e chiacchierone)! Per la mazzata... beh, dipende... è interpretabile... (Sasuke:-Ma quanti giri di parole...-) diciamo che spiegherà alcuni eventi (Sasuke:-Stai di nuovo cambiando discorso...-; stellina:-_-'), secondo il mio punto di vista POTREBBE essere una mazzata pesa, ma magari a te non fa né caldo né freddo (spero)... per la revenge, so già come sarà ma non so quando la metterò... grazie per avere guardato anche questo disegno! No, non sono così brava, c'è chi è molto più bravo di me, infatti probabilmente prima o poi farò una fiction di Naruto con alcuni personaggi inventati da una mia amica dell'artistico e lì posterò i suoi disegni, allora sì che ci sarà da dire! Però sono contenta che anche i miei disegni ti piacciano (qualcuno mi apprezza, che emozione! ^_^) e anche io anni fa avevo il tuo stesso problema nel disegnare! Continua a seguirmi!

maoa: Grazie, il film piace molto anche a me, quindi non vedo come si possa stravolgere completamente un copione così perfetto (e in barba a chi dice che è un film piatto e scialbo in battute!)! Ti dico però che tra poco (idealmente dal prossimo capitolo) comincerai a notare differenze dalla storia, tipo eventi che non c'erano (inventati dalla sottoscritta di sana pianta XD) per inserire altre coppie (mi annoiavo a fare una semplice trasposizione atona della storia) e un po' per avvicinarmi anche a quello che ho letto fosse il copione originale del film... comunque non temere, i fatti principali ci saranno tutti e non cambieranno! Per quanto riguarda il discorso Itachi, in effetti ha poco dell'avvocato e sarebbe orribile adattarlo al reale personaggio di pretty woman,per cui ti assicuro che sarà un REAL Itachi in carne e... sharingan XD! Anche perché, tanto come curiosità, questa fiction era nata con un'altra coppia protagonista (e voglio proprio vedere se qualcuno indovinerà chi), ma si è sviluppata così quando ho visto quanto si incastrava bene il rapporto Itachi - Sasuke nella cosa che volevo realizzare... Spero che continuerai a leggere e commentare!

Shark Attack: Vabbuò, capita, sai quante volte capita a me di saltare capitoli nelle fiction perché non mi sono accorta che sono usciti (anche nelle tue fiction, rea confessa! XD)! Certo che la battuta sull' "è gonfiato" è bellissima, non è mia XD (è del film)! Continua a seguirmi e grazie per la recensione!

MewSakura: Sono contenta che ti piaccia! E tra poco le cose si faranno ancora più interessanti! Alla prossima!

lilithkyubi: Sìììì!!! Grazie, sei stata molto esauriente, non vedo l'ora di vedere le puntate di Matsuri per tv, così mi farò ancora meglio un'idea! Ho cercato, ma per ora non ho trovato più di quello che tu, gentilmente, mi hai riferito... in sintesi sì, ho deciso che Gaara starà con Matsuri e visto che ci sono faccio un bell'annuncio: se esco viva da questa fiction (che si prospetta lunghissima, basti dire che il film dura sulle 2 ore circa e non siamo che ai primi venti, trenta minuti, più le parti che metterò io...) credo proprio che farò IL SEGUITO (stellina:-Contenti?-; Sasuke:-No.-; stellina:-Nessuno ti aveva interpellato... è_é-), tutto di mia invenzione (Sasuke:-Addio...-) e lì metterò la Gaara - Matsuri (sicuro, devo solo decidere se Gaara sarà all'inizio buono o cattivo)! Continua a seguirmi!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I just want an extra time in your kiss ***


ODDIO! CHE GRANDISSIMA CAVOLATA HO FATTO! CHIEDO INFINITAMENTE SCUSA A MAOA E SHARK ATTACK PER AVER ACCIDENTALMENTE CANCELLATO LA LORO RECENSIONI! CHE DISGRAZIATA SONO!

Sono un essere abominevole, una biscia che striscia, un lombrico che si rivolta sulla pancia, una processionaria senza processione, un verme verminoso stile Pena e Panico di "Hercules", una serpe serpeggiante, un... UN SASUKE! Insomma, sono un essere odioso.
Lo so che è da un mese e passa che non aggiorno, potrei darvi una serie lunga di giustificazioni, a partire dalla mancanza di ispirazione fino ad arrivare alla fine della scuola, coi genitori che fanno tutto quello che fanno ad una figlia che scrive fiction e legge manga (=essere anormale), ma sono cose già scritte e sentite, non starò a ripetere qui quello che già hanno scritto altre autrici prima di me!
Per questo, Bigi, anche stavolta non è colpa tua XD! Anche perché ho letto l'avviso e so che sei messa più o meno come me (forse peggio, perché a me non hanno requisito il computer e non ho recuperi...), mi dispiace, spero che questo capitolo ti piaccia e piaccia anche a tutte le splendide 25 lettrici che mi seguono! Non lascerò la fiction incompleta, dovessi finirla a 65 anni la finisco!
Il disegno di questa volta lo troverete cliccando qui.

Ringrazio chi legge, chi recensisce... e chi ha recensito alcuni giorni fa (oltre alle altre, ma queste recensioni così lontane dalla data di pubblicazione per delle one-shot non me le aspettavo, mi hanno fatta felice!) le mie fiction "Corpo da reato", "Nuove posizioni", "50 volte il nostro bacio", "Togli le mani da LÌ", "Quella cosa"... ossia: Shark Attack (sempre tu, eh? ^_^), fullmetal manga lover (ma chissà da dove viene il nick...), Capitatapercaso (originale!), Dragon gio! Ma anche le altre (tra cui alcune delle mie autrici preferite, quindi il non plus ultra...)


***


Capitolo 5:
I just want an extra time in your kiss

Il cielo aveva graziato New York con un sole radioso quella mattina. I caldi raggi filtravano dalle tende bianche del balcone dell'attico del Konoha Beverly, dove un giovane dai capelli corvini, beatamente seduto su una delle sedie della sala da pranzo, parlava al telefono con il suo avvocato, il suo più intimo collaboratore d'affari, nonché suo fratello Itachi.
-Non la vedo facile fratellino, l'affare si sta complicando più del previsto... a quanto pare ha deciso di lottare.-
-Ma certo che Uzumaki si batterà! Dirige la sua compagnia da chissà quanto tempo, non vorrà certo che il suo nome sparisca dalla carta da lettere!- rispose sarcastico il più giovane, mentre dondolava sulla sedia in un gesto involontariamente infantile.
-Questo lo immaginavo anche io, ma la notizia che sto per darti non l'aspettavi sicuramente...-
-Cioè?-
-Vuole incontrarti di persona. Uno scontro faccia a faccia.-
-Interessante...-
-Sai bene che non sarebbe prudente accettare.-
Sarebbe... quel "sarebbe" indicava tante cose. Itachi aveva sempre avuto questa peculiarità, il saper esprimere con le sue parole ciò che il suo ruolo gli imponeva ed allo stesso tempo avere un'opinione esattamente opposta. Conosceva troppo bene suo fratello, se si fosse fatto guidare unicamente dall'istinto avrebbe colto la palla al balzo senza nemmeno pensare alle conseguenze. Naturalmente in lui c'era anche la componente razionale, quella che lo faceva somigliare più ad una fredda macchina che ad un comune essere umano, quella che abitualmente prevaleva. Per questo Itachi era così perfetto.
-Io non accetterei.- Aggiunse.
-Tu no, ma io sì. Stasera. A cena. Organizza.-
Benché sulla carta fosse un dipendente, l'Uchiha più anziano non era avvezzo a sentirsi impartire un ordine, ragion per cui tre ordini in un'unica frase erano da considerarsi decisamente troppi per i suoi gusti e per le usuali abitudini del fratellino. Doveva essergli successo qualcosa, qualcosa di bello, ma al momento non aveva tempo di indagare. Doveva piuttosto distogliere il minore dal suo progetto.
-Sasuke... è una vecchiaccia altezzosa, una parola di troppo e finiamo in tribunale.-
-Proprio per questo mi piacciono queste operazioni, c'è sempre qualche imprevisto che rende vivaci le cose. Ci sentiamo più tardi!-
-Se ne sei sicuro va bene. Telefonami tu, altrimenti fatti trovare in ufficio. Puntuale.-
-Quando mai non sono stato puntuale?-
-Non sei mai arrivato in ritardo.-
-E allora?-
-Allora continua così.-
Era un monito, un avvertimento sottile a non farsi coinvolgere eccessivamente da quella novità che Itachi non aveva ancora identificato ma che si prospettava seccante e quanto mai problematica, almeno a suo avviso. Tuttavia Sasuke non lo colse.
-Va bene, ci vediamo... a proposito, per la tua macchina...-
Al maggiore mancò un battito, sbiancò, fece cadere la penna che stava lentamente girando tra le dita, quasi non gli scivolò dalle mani anche il telefono.
-Oh, Dio... cosa?-
-Curva come se fosse sulle rotaie...-
L'affermazione, arrivata sorprendentemente come una secchiata di acqua gelida, fece sì che Itachi restasse per un attimo interdetto.
-Cosa?! Cosa significa Sas...-
Niente da fare: il minore aveva già riattaccato il telefono, felice per essere riuscito almeno una volta a lasciare di stucco il fratello e, forse, per aver ricordato un evento della sera precedente che aveva instillato in lui piacevoli memorie.
Un istante dopo si girò ed ecco davanti a lui l'oggetto di quell'evento: timida, indecisa, avvolta in un pesante accappatoio bianco, gli andò infatti incontro Sakura.
Sasuke si concesse un attimo per contemplarla: la sottile figura era priva del trucco di cui era adorna la sera precedente e pareva indugiare, come se cercasse le parole per riferirgli qualcosa di importante. Il particolare che notò con più rilevanza fu tuttavia quello che non indossava la parrucca, lasciando così che i corti capelli di un tenue rosa sfiorassero delicatamente l'accappatoio. Gli piaceva molto di più così, spontanea, viva, priva di quei gingilli che servivano unicamente a mascherarla da qualcosa che, se ne stava convincendo sempre di più, non era realmente.
Ripreso il suo cipiglio indifferente, la salutò con un cenno della mano, che ella ricambiò con un debole:
-Ciao...-
Poi, tentennando alternatamente sui due piedi mentre giocherellava con una ciocca di capelli, aggiunse:
-Rosa...- indicando la folta chioma.
-Stai meglio.- Disse allora lui, suscitandole un debole sorriso.
-Senti, mi accorgo che sei indaffarato... io tra un minuto vado, faccio solo una doccia e...-
-Non c'è fretta.- La freddò. I suoi piani per lei non erano ancora conclusi con quella serata. Doveva ancora decidere cosa ne avrebbe fatto di lei, ma qualcosa lo avrebbe fatto, garantito.
Nel frattempo le indicò la tavola, sulla quale troneggiavano diversi vassoi chiusi, che si scoprirono essere diverse gustose prelibatezze con cui fare colazione.
-Sono tutti per te?-
Per la verità nemmeno lui sapeva perché avesse ordinato quell'ammasso di roba. Non amava molto fare colazione, di solito si limitava ad un caffè nero senza zucchero, che gli consentiva di svegliarsi o di darsi un po' di carica nel caso avesse passato la notte in bianco a lavorare. Quando la cameriera gli aveva presentato il menù però, si era meccanicamente limitato ad chiederle tutto quello che c'era scritto, più per abitudine che per altro.
-Non sapevo cosa mangiare stamattina, così ho voluto assaggiare tutto il menù.-
-Ma mangerai tutte queste cose?-
-Certo che no.-
-E allora perché le hai ordinate?-
-Perché è il massimo.-
Lei scosse la testa.
-Ora mi domando perché te l'ho chiesto, tanto era una risposta scontata.-
-Puoi mangiare qualcosa anche tu.-
Timidamente la ragazza si avvicinò, afferrando rapidamente una brioches e spizzicandola con le dita mentre usciva nel terrazzo.
-Dormito bene?- Le chiese mentre la teneva d'occhio attraverso le tende.
-Sì, anche troppo bene... mi ero scordata dov'ero!-
-Sarà tra i rischi professionali!-
Disse lui sarcastico. Lei rise.
-E tu? Hai dormito?-
-No, lavoravo.-
Disse mentre gingillava con un cucchiaino sul piattino della colazione appena toccata. Per questo trasalì quando avvertì che qualcuno si era seduto sul tavolo, proprio di fianco a lui. Sollevò lo sguardo, incontrando uno sguardo indecifrabile... rimprovero, forse?... di lei.
-Tu non dormi, tu non ti fai, tu non bevi, tu mangi appena...- Elencò, indicando infine la colazione intonsa. -...Che cosa fai, Sasuke?-
All'occhiata stupita di lui, rispose con una battuta, tanto per smorzare la tensione creatasi.
-Che non sei avvocato già lo so!-
Sasuke sorrise lievemente. In effetti ora poteva permettersi di rivelarle qualcosa di più sulla sua vita, anche per tutto quello che avevano condiviso la notte precedente. Prima però occorreva ristabilire i ruoli originari, tanto per ricordarle chi era che comandava tra di loro. Le aveva dato un minimo di confidenza e si sentiva fisicamente attratto da lei, era vero, ma nonostante tutto il capo restava lui e lui decideva anche sulle azioni di lei. Optò perciò per un allusivo:
-Ci sono altre quattro sedie qui.-
Che ottenne l'effetto sperato, dal momento che lei, imbarazzata, scese dal tavolo e si accomodò compostamente di fianco a lui. Aveva ancora il potere. Si ritenne ora sicuro e poté cominciare.
-Come lavoro... compro compagnie in borsa.-
-Che genere di compagnie?-
-Compagnie in qualche difficoltà finanziaria.-
-E dopo cosa ne fai?-
-Le rivendo dopo averle spezzate in più parti. Alla fine la somma della parti vale più dell'intero.-
Lei annuì convinta. Ad una prima occhiata sembrava avesse capito, il che era sbalorditivo considerando il fatto che era una donna del suo calibro e che perciò non avrebbe dovuto avere una grande istruzione. Un ulteriore indizio che era una perla in un letamaio.
-Se hanno dei guai le prenderai d'occasione!-
-Beh, quella che sto comprando l'avrò al prezzo d'occasione di circa un miliardo.- Disse semplicemente.
Sakura si ingozzò con la brioches.
-D... Di dollari?-
-Sì.-
-Ah.-
Sbalordita da qual mondo che, ne era sicura, non sarebbe mai riuscita a comprendere, decise a priori di cambiare argomento.
-Tu che scuola hai fatto? Io sono arrivata fino al penultimo anno di liceo!-
-Io quello ed altro.-
-I tuoi saranno orgogliosi di te, allora!-
Esclamò vivacemente. Poi tuttavia mutò la sua espressione di gioia, essendosi resa conto che Sasuke si era rabbuiato tutt'ad un tratto.
I suoi genitori, già. Suo padre era sempre stato capace di manifestare in modo plateale ed espressivo il suo grande orgoglio. Peccato però, che esso fosse sempre indirizzato ad Itachi, il figlio prediletto, quello capace, il suo delfino che avrebbe ereditato la ditta di famiglia.
"Cerca di diventare come tuo fratello, Sasuke."
Hai visto papà, com'è strana la vita? Alla fine sono diventato IO il capo e Itachi il sovraintendente... ma ormai è troppo tardi per dirtelo, vero?
-Su, alzati, devo vestirmi e andare in ufficio.-
Ignorando il cambiamento di discorso, sapendo che involontariamente aveva toccato una tasto dolente, Sakura si alzò dal tavolo con il ragazzo, abbandonando la colazione.


Se una cameriera fosse entrata in quel momento, ne avrebbe avute di cosa da spettegolare con le sue colleghe. Prima di tutto perché c'era una bella ragazza in accappatoio nella stanza del signor Uchiha. In secondo luogo perché al suddetta ragazza stava seduta sul pianale del bagno di fronte a lui. Ma non stava accadendo nulla di strano, semplicemente lei gli allacciava la cravatta, mentre avevano ripreso il discorso relativo alla vita lavorativa di Sasuke.
-Tu non fabbrichi niente... e non costruisci niente.-
-Già. Mhh, bel lavoro!...- ammirò segnando il nodo perfetto della cravatta. -...Si vede che la sai usare bene le mani. Dov'è che hai imparato?-
Sottolineò, in un sarcasmo allusivo e piccante che Sakura non poteva non cogliere. Tuttavia, in virtù del fatto che la giovane non era una bambolina stupida e godeva di una certa personalità, rispose alla provocazione con un'altrettanto pungente frecciatina.
-Beh, mi sono scopata la squadra olimpionica!-
La fiammata gelosa che le giunse da Sasuke, enfatizzata anche dall'involontario irrigidirsi della sua mascella e da un'occhiata stupita, le fece intendere che aveva raggiunto un scopo a cui per la verità non mirava. Insomma, voleva solo scherzare, era una battuta così ovviamente inventata, era stupido che lui ci fosse cascato come una pera! Su certe cose dovette ammettere che era un bambino.
-Ho imparato da mio nonno!...- Si affrettò perciò a correggere scuotendo la testa.
-...Viveva con noi, la domenica metteva la cravatta. Posso fare una nuotata nella tua vasca prima di andare via?-
E, tanto per vendicarsi dell'essere stato bellamente preso in giro, lui le rispose a tono.
-Certo, però resta dove si tocca.-


-Ha accettato. Ti aspetta alle otto al "Le Chambre". E porta anche il nipote, quindi vedi di essere accompagnato pure tu.-
-Ah, sì, il nipote lo conosco di vista... un ragazzino petulante e noioso che gioca a polo, mi pare si chiami Naruto.-
-Il nipote ha la tua età, sai?-
-E allora?-
-Nulla, nulla.-
Intuendo però istantaneamente dove Itachi volesse andare a colpire, puntualizzò irato.
-Non sono un ragazzino. Sono diverso da lui, IO...-
Lo infastidiva il fratello che nonostante tutto continuava a trattarlo come un piccino in fasce. Forse per questo strinse convulsamente, un po' troppo, a dire la verità, la cintura, mozzandosi per un attimo il respiro.
-È meglio se porti una ragazza. Una presenza femminile potrebbe calmare i bollenti spiriti degli Uzumaki.-
-Sì, sono d'accordo.-
"Ma chi?", pensò. Era un bel dilemma.
"You don't have to be rich to be my girl"
Per un attimo la sua testa smise di pensare. La voce proveniente dal bagno lo aveva come risvegliato da un sonno durato tutta la telefonata, per riportarlo alla realtà, la sua nuova realtà. Quindi dimentico del telefono, si avviò nella stanza, dove immersa completamente nella vasca piena di schiuma, con le cuffie di un mangianastri giallo nelle orecchie e gli occhi chiusi, si stava rilassando Sakura, cantando nel frattempo una hit del momento con un intonazione che non avrebbe battuto i ragli di un asino epilettico. Un amore, vero? Però Sasuke non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
-...uke! Sasuke! Ci sei ancora?-
-Ah, sì, sì...-
"You don't have to be cool to rule my world"
-Chi sta cantando?-
-Niente, niente...-
"Ain't no particular sign I'm more compatible with"
-...È solo una cameriera.- mentì proseguendo il minore.
-Bene. Prima che ti isolassi nel tuo mondo, ti stavo parlando della cena di stasera. Potrei chiamare un paio di ragazze che...-
Ma Sasuke aveva un piano.
-No, lascia stare, ho già qualcuno in mente.-
"I just want your extra time and your... kiss"
Il maggiore rimase interdetto. Non era possibile, non poteva avere in mente ragazze, per il semplice fatto che non conosceva ragazze che lui non gli avesse presentato. Le relazioni stesse che aveva avuto con Kin e Tayuya erano stato il frutto di conoscenze che aveva fatto tramite lui, ragion per cui era matematicamente impossibile che la donna in questione non gli fosse già nota. Sasuke non era il tipo da andare a cercare la compagnia del gentil sesso, solitamente era il gentil sesso che trovava lui e gli si attaccava addosso a piovra e comunque il fratellino non aveva mai dato troppo peso alle femmine, impegnato com'era nella sua inutile battaglia contro il fantasma di suo padre e contro di lui.
-Chi è?-
"You got to not talk dirty, baby, if you wanna impress me"
-Non la conosci.-
-Bella presenza?-
"You can't be too flirty, mama, I know how to undress me (Yeah)"
-Indubbiamente.-
Ci fu una pausa di silenzio.
-Allora portala stasera. Ti aspetto in ufficio.-
-Va bene. Ci vediamo.-
"I want to be your fantasy, maybe you could be mine"
Riattaccato il telefono e dedicatosi completamente alla sua occupazione di spione, osservo la ragazza ignara con un sorrisetto sulle labbra. Presto, molto presto, le avrebbe dato un'irrinunciabile opportunità in grado di sconvolgerle la vita e di assicurargli una settimana tranquilla. Lui non lo sapeva, ma al contrario di quello che si aspettava, quella novità avrebbe anche sconvolta la sua, di vita.
Mentre il giovane pensava, la ragazza continuava a cantare.
-"You just leave it all up to me..."-
Aprendo lievemente gli occhi, si accorse di essere osservata e smise di cantare. Con un sorriso, gli disse:
-Non ti piace Prince, vero?-
-Al contrario.-
-Non bussi mai?-
A quel punto Sasuke andò dritto al sodo e con un tono sicuro e professionale che gli si addiceva perfettamente, le espose la sua idea.
-Sakura, avrei una proposta da fare per te.-
-Che cosa vuoi?-
-Resterò qua fino a Lunedì, vuoi passare la settimana con me?-
-...Davvero?-
Certo, perché per lei una botta di fortuna nel beccare un cliente bello e ricco era già rara, me averne un'altra nell immediato le sembrava assai impossibile.
-Sì, vorrei assumerti dipendente.-
-È una proposta molto, molto allettante... ma perché non un'altra? Tu sei bello e ricco, potresti averne un sacco gratis.-
-Voglio una professionista. Non voglio problemi sentimentali questa settimana.-
-Capisco... ma è alto come prezzo...-
-Spara.-
-Sette giorni, ventiquattr'ore al giorno... 4000!-
-Non è un po' troppo per la tariffa che mi avevi detto ieri?-
Ovviamente lo era, stava gonfiando un'altra volta il prezzo per guadagnare di più! Ma non aveva certo tentato il colpo grosso senza avere una scusa pronta.
-Tu però hai chiesto anche il giorno!-
-Allora 2000!-
-3000!-
-Andata!-
Sakura non realizzò subito la cifra. Quando però questo accadde, lo stupore fu tale da farla scivolare con la testa nell'acqua. Senza riemergere.
-Ehi... ehi! Quello era un sì?-
E, tra uno sputacchio di sapone e l'altro, lei gli disse:
-Già, era decisamente un sì...-
"...we could have a good time"


Indossò in fretta il cappotto grigio. Per la verità era in perfetto orario, ma l'Uchiha era dell'avviso che fosse meglio essere sempre in anticipo al lavoro, vista anche la strana raccomandazione del fratello quel giorno. Ricordatosi poi di un elemento fondamentale, si voltò verso la sua nuova dipendente e le porse una mazzetto di banconote di grosso taglio.
-Tieni questi, usali per comparti dei vestiti, abbiamo una cena di lavoro stasera.-
-Tipo che?- Domandò lei sedendosi come sua abitudine sul tavolo della sala. tuttavia Sasuke non ci fece caso.
-Niente di troppo vistoso... o troppo sexi... sul classico, capito?-
-Squallido.- memorizzò allora la giovane.
-Elegante.- La corresse freddamente lui. -Altre domande?- Chiese poi.
-Posso chiamarti "Sasukino"?-
-No, se vuoi che ti risponda.-
Appoggiò la mano sulla maniglia, pronto ad uscire, quando la voce di lei lo stoppò.
-Avrei accettato per 2000.-
-Sarei arrivato a 4000.-
La risposta la stupì: non si aspettava che Sasuke fosse disposto a spendete una tale cifra per lei, per la verità aveva subito sparato alto perché sapeva che avrebbe dovuto abbassare in seguito. Ciò significava forse che provava qualcosa nei suoi confronti?
E lei, provava qualcosa per lui?
-Gioia, sarò tanto carina con te che non vorrai lasciarmi andare mai più...-
Tuttavia, secondo la gelida logica del mondo, lui la fermò all'istante con le sue parole.
-3000. Per sette giorni. E poi, Sakura, ti lascerò andare.-
Chiudendole poi la porta in faccia. Non sentì il sussurro velato della giovane, pericoloso e tentatore:
-Ma adesso sono qui...-


Cinque minuti dopo la pericolosa tentatrice della notte stava salterellando come una bambina sul letto matrimoniale, presa com'era da una crisi isterica per la cifra che avrebbe guadagnato di lì a poco. Dopo aver sfogato l'infantile desiderio che nutriva da quando aveva adocchiato l'imponente materasso la sera precedente, ebbe l'istantanea percezione di una dovere fondamentale che doveva compiere. Afferrato perciò al volo il telefono, compose in fretta il numero di casa, dove rispose una voce biascicante dal sonno.
-Chi è?-
Infuriata, le sbottò contro:
-Ho chiamato e richiamato, ma dov'eri ieri sera?-
-Oddio, mamma?-
La sentì riscuotersi dalla paura e sorrise. Ino era sempre la stessa, in fondo.
-No, sono Sakura. Dov'eri finita?-
-Ho avuto un cliente... Shikamaru...-
-Ma non era già passato con la macchina?-
-Sì, dopo un quarto d'ora che eri partita è tornato e mi ha caricata!-
Notò nel fondo della voce dell'amica una nota di trionfo, ma non ne fu sorpresa. Sapeva che aveva un debole per il giovane svogliato e sospettava che il litigio che aveva avuto la sera precedente con Temari fosse in realtà dovuto a lui, dal momento che era un cliente comune delle due bionde, le uniche di quelle che agivano nel loro settore con cui intraprendesse... relazioni lavorative.
-Bene! Ino, Ino... non ci crederai mai! Indovina quanto ho preso per ieri sera? Trecento dollari!-
-NON CI CREDO! Ehi, te l'ho dato io quel cliente!-
Non c'era niente da fare, entrambe le ragazze avevano la palpitazioni quando si parlava di soldi.
-E me na darà altri 3000 a fine settimana! Mi ha assunta fino a lunedì!-
-Cavolo! Abbiamo risolto i nostri guai! Saku, sei grande!-
-Ora devo andare a comprare dei vestiti per stasera, lascio qualcosa per te alla reception, ok? L'hotel è il... ehi, ma stai scrivendo il nome?-
-Ah, sì... sì... dimmi, dimmi pure...-
Ino ascoltò l'amica e annotò con cura... "Kon Bev Hill", utilizzando un rossetto fucsia sul proprio polpaccio sinistro. Un appunto singolare, non c'era che dire.
-Un ultima cosa... Ino, dove posso comprare dei bei vestiti?-
E con un sorriso, da brava ragazza patita della moda quale era, l'amica le rispose subito:
-A Rodeo Drive, bambina!-


***

Note sulla fiction: Ritardo nell'aggiornare= note più corte! Il titolo della capitolo cita una parte del testo della famosa canzone di Prince... sbagliato! Già, perché sarebbe "I just want an extra time AND your kiss"! L'ho sbagliato perché non avevo trovato il testo e quando l'ho trovato era già troppo tardi, ma in fondo va bene così! Come al solito poi ho dovuto tagliare qualche battuta divertente, un po' perché non mi sembrava calzasse con il personaggio di Sasuke ed un po' perché già sono troppo prolissa, figurarsi mettendo tutto! Capitolo un po' moscio, ma spero vi piaccia comunque, l'ho scritto in grandissima parte oggi perché mi vergognavo come un cane per il fatto che non aggiorno da secoli...

Risposte alle recensioni

nidaime93: No, non uccidermi... dai, molla la mannaia, non ho ancora finito la fiction... Bene, ho un po' di tregua! Come vedi ritardo benissimo di mio, quindi non temere, le altre lettrici non ti faranno alcun male (ma ne faranno tanto a me, sigh...) XD! Sono contenta che ti sia piaciuta la scena hot, vedrai poi la prossima! Mhh... per vedere il pollastro innamorato temo che dovrai aspettare un po', adesso come vedi si è lievemente raffreddato (dopotutto Sasuke è Sasuke!) (Sasuke:-Che vorresti dire?-; stellina:-Che sei un idiota?-), ma vedrai che per i prossimi capitoli te lo ripiazzo... in forno XDD! Il bacio, il bacio, hai colpito subito uno dei punti focali del problema, brava! Nel frattempo ti lascio con il problema della "mazzata"... non ti ha mazzato tanto, vero? Tu stai tranquilla, che andrà tutto bene... ma l'ho già detto, fidati di me quindi! ;-). Ulla! Allora Sakura non sembra proprio proprio un origami piegato in due, si capisce! Me felice... (sbav...) Il problema testa-corpo l'ho risolto con il tempo, ora parto sempre dalla testa, disegno dopo il corpo in base alle dimensioni della testa (calcola che le spalle vanno un po' più larghe...) ed in genere vengono... i vestiti però li faccio dopo, nel senso che prima disegno le forme (difatti tutte le mie compagne dicono che disegno donne nude XD!) e poi faccio sopra i vestiti!
Spero che questo capitolo ti piaccia, io ho fatto del mio meglio! Mi auguro che tu possa leggerlo presto!
ps: Mhhh... un incidente autostradale... è una splendida idea... (Sasuke:-Io non sono d'accordo; stellina:-Ma carino, ne abbiamo già parlato...-).

Shark Attack: Sasuke certe volte è un maiale... quasi quanto lo sono io! Risvolti curiosi per la situazione sentimentale dei nostri due piccioncini, non trovi? La trama si fa sempre più interessante (o almeno, spero!)! Sono contenta che ti piaccia il mio disegno, continua a seguirmi!

lilithkyubi: Grazie per tutti i complimenti e anche per avermi dato una persona perfetta da accoppiare a Gaara! Sto pensando a come e dove farlo comparire ora (per poi riprenderlo nel 2)... Per ora, sono indecisa su un ruolo da dare nel secondo capitolo, ma visti gli eventi ed il resto, sono più propensa per un personaggio invece che per un altro... ok, ora smetto di parlare in aramaico! Grazie della recensione!

maoa: Oddio, che gaffe avevo fatto! Ora ho corretto dove potevo, anche in questo capitolo troverai qualcosa di diverso rispetto al film, ma stavolta è tutto accordato, nel senso che ho deciso con cognizione di causa cosa omettere o modificare! Per i cambiamenti, un po' la cambieranno (come vedi infatti ho aggiunto un giorno nella permanenza di Sakura con Sasuke perché penso mi servirà), ma d'altra parte la trama resterà più conforme al primo copione di Pretty Woman (quello tragico), pur conservando il lieto fine ed il resto... praticamente farò uno svarione per dei personaggi secondari, poi tornerò sul binario giusto per tutti. No, mi dispiace, la coppia non era ItaIno (però, bell'idea!), ad ogni modo non ha una vera importanza come domanda...

MewSakura: Ehm... ti chiederai forse quale parte dell'"aggiorna presto" mi è sfuggita, giusto? Mi dispiace! Spero che ti piaccia il capitolo! Continua a recensirmi!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Wild women do ***


Sapete, ho visto la mia "foto" (=l'immagine che ho nel mio profilo di autrice, ma tanto non sono io, ah ah! XD) che avete mandato a "Chi l'ha visto"! XD Al di là degli scherzi, come tutti ho avuto i miei impegni con la chiusura dell'anno scolastico, poi appena iniziate le vacanze sono andata a lavorare tutto giugno e al ritorno dalla giornata lavorativa non riuscivo a scrivere! Ma il problema più grosso l'ho dovuto affrontare ora: mi ero infatti posta come obiettivo quello di scrivere seriamente il capitolo finiti tutti questi impegni, ma proprio in quel momento... NON AVEVO PIÙ L'ISPIRAZIONE!!! Sì, direte che è una cavolata, ma io proprio non ce la faccio a postare un capitolo che mi fa completamente schifo e in questi giorni non riesco proprio a redigere qualcosa che dal punto di vista del mio metro possa essere definito "decente" (introduzione compresa! XD). Questo capitolo stesso non mi soddisfa proprio, ma spero vi piaccia lo stesso e che apprezziate tutto lo sforzo che ci ho messo per scriverlo (e che è stato davvero tanto!)! Ah, dulcis in fundo, ora ho un colossale problema costituito dal fatto che la mia linea ADSL ha deciso di punto in bianco di andare in vacanza (lei sì, io no! XD), è il colmo prché ho bell'e finito il capitolo ora ma non ho internet per postarlo! XD Cioè, lo posto solo ora, dato che 10 minuti fa mi hanno ridato la linea! XD
Ringrazio tutti quelli che nonostante tutto continuano a leggere, a commentare e ad incalzarmi perché aggiorni (grazie, nana93, come vedi alla fine posto!)! Prendete come cosa positiva il fatto che da questa lezione di "Pretty Woman [in love]" ho imparato che io sono una di quelle che PRIMA deve scrivere TUTTA la fiction, POI pubblicarla! XD Ho già un'altra fiction in cantiere e sto facendo così! Ah, ecco il link dove vedere l'immagine del capitolo, l'ho già pubblicata e secondo me è quelal venuta meglio di tutte! ^_^: Capitolo 6)

Se volete il mio indirizzo msn (dove però sono più durante l'anno che in estate, comunque ci sono) o l'indirizzo di un certo forum dove io sono sempre ultimamente (visto che faccio parte del team grafico! XD) per contattarmi, incalzarmi per gli aggiornamenti, infliggermi torture atroci, insultarmi (magari quello no! XD), ve li darò con grande piacere, basta che mi contattiate tramite la mail che ho dato per registrarmi in EFP! E, vi prego, nonostante tutto, commentate numerosi... ç_ç

Pretty Woman non è mio, i personaggi non sono miei, non scrivo a scopo di lucro... bla bla bla... dedico questo capitolo a nana93 (che mi ha mandato una mail per intimarmi di scrivere, ricordandomi la promessa che ho fatto e che comunque NON DIMENTICO! ^_^), a shark_attack (che mi commentata e poi ricommentata per esprimermi il suo rammarico nel vedere i commenti spariti... sigh! ç_ç) e alle persone del bellissimo forum di cui però non posso dire il nome perché sarebbe spam! XD

***

Capitolo 6: Wild women do


-Vede, deve inserire la tessera nell'apposita fessura e...-
-Come signore? Non la sento...-
Jiraiya penso bene di trattenere i suoi istinti omicidi, che l'avrebbero portato a strangolare l'anziana signora di fronte a lui, eliminando così la seccatura e permettendogli di impegnarsi in altre, più emozionanti attività. Detestava quei compiti ingrati, che spesso e volentieri gli si presentavano davanti, avrebbe preferito di gran lunga dedicarsi alla stesura del suo appassionante libro, ma d'altra parte sapeva che, essendo il direttore del prestigioso Konoha Beverly, doveva mantenere un certo contegno, almeno all'apparenza. "Certo però, proprio la vecchia rimbecillita la mattina doveva capitarmi..." Ma perché diavolo il maestro Sarutobi aveva scelto lui come suo successore? Perché non... ma i suoi pensieri si fermarono. Quelli erano ricordi dolorosi, ricordi che non dovevano tornare alla luce. Jiraiya però si riprese in fretta: un uomo saldo d'animo come lui non si faceva certo abbattere da un soffio di nostalgia. Il suo aspetto stesso dava un'aria di potenza: bastantemente alto, sulla cinquantina, con una folta massa di capelli imbiancati precocemente dal tempo ed un sorriso furbo sempre sulle labbra (almeno per quanto gli altri potessero vedere). Un uomo forte e fiero, il classico tipo che, se non fosse per la posizione sociale di prestigio, chiunque avrebbe battezzato come un pervertito patito delle belle donne... vizio che infatti corrispondeva alla verità. Gliel'avevano sempre rimproverato tutti quel suo chiodo fisso nella testa, anche se la sua grande professionalità gli aveva permesso di nascondere per quanto possibile quella sua lacuna caratteriale. Tuttavia nella sua mente nulla gli impediva di dare sfogo ai suoi pensieri.
"Perché in questo mortorio non arriva mai una bella ragazza succinta...".
E il caso volle che in quel momento il cielo gliela mandasse buona, visto che all'improvviso dall'ascensore sbucò il più sensuale, sexy, appariscente (almeno così lo vide Jiraiya) essere di sesso femminile mai entrato (a proposito, com'era entrato?) nell'albergo. Fu probabilmente una forza divina ad impedire alla mascella dell'uomo di non cadere inevitabilmente verso il basso a causa della forza di gravità e di mantenere un certo sangue freddo, da momento che la ragazza era senza ombra di dubbio quanto di più vistosamente vestito, o per meglio dire svestito, avesse mai visitato le sale del palazzo. Il direttore non poté togliersi il piacere di squadrarla attentamente da capo a piedi, prima di rendersi conto che secondo il protocollo ed il buonsenso avrebbe dovuto indagare sulle circostanze che avevano portato una creatura del genere a sostare nell'hotel e possibilmente, visto il mestiere che un abbigliamento del genere comportava, a consigliarle gentilmente di cambiare alloggio. Ma non fece in tempo ad intervenire: la giovane, che si era recata a passo spedito verso la reception, aveva consegnato all'addetta una busta e già si apprestava ad uscire. All'uomo non rimase perciò altra via se non quella di chiedere informazioni alla dipendente riguardo all'identità della bella sconosciuta, senza però ottenere alcuna risposta.


Borsa alla mano e cappotto in spalla, Sakura si aggirava soddisfatta per le vie di New York. Dopo l'uscita di scena del suo silenzioso e quanto mai scorbutico datore di lavoro infatti, aveva optato per dedicarsi anima e corpo al compito più piacevole mai affidatole da anni, ossia lo shopping sfrenato. Chissà, probabilmente frotte intere di donne avrebbero dato qualsiasi loro avere per essere assunte e addirittura stipendiate al solo scopo di dedicarsi alla più femminile delle attività per tutto il giorno da un avvenente giovane impresario, capace di dare piacevoli occupazioni alla compagna di turno sia nelle le ore diurne che in quelle notturne... improvvisamente resasi conto dello strano corso che il suo pensiero stava imboccando, si riscosse lievemente, permettendo ad un lieve rossore di trapelare sulle sue gote. Normalmente non faceva considerazioni di un certo tipo riguardo ai clienti, essendo per lei la riservatezza uno dei punti fondamentali per il suo mestiere, tuttavia aveva dovuto per forza di cose constatare che Sasuke era di gran lunga il cliente più attraente che le fosse capitato nella sua carriera e che mostrava una lodevole abilità anche tra le lenzuola, nonostante talvolta dimostrasse una certa irruenza ed impazienza nelle attività, nettamente contrastanti con la fredda calma che lo caratterizzava fino a qualche minuto prima, quasi temesse che qualcuno gli portasse via l'oggetto del desiderio da un momento al'altro. Era dotato su questo non c'era dubbio e tutto ciò riportava alla domanda che tanto la assillava e che aveva il suo punto focale nel come un partner ritenuto ideale dalla maggior parte del mondo femminile non si fosse già se non seriamente almeno fugacemente impegnato con qualche donna d'alta classe. Sakura intuiva che ciò aveva qualcosa a che vedere con quella fretta, quella possessività che le era parso di intravedere la notte precedente in lui grazie ad anni di esperienze, poiché sospettava che ad esse corrispondesse una situazione emotiva instabile e dolorosa, in cuor suo sperava di poter in qualche modo scoprire cosa lo turbasse ed aiutarlo, ma neanche lontanamente le passava per la mente l'idea di poter essere lei la donna in grado di risollevare le sorti oscure del giovane tenebroso, poiché malgrado il piccolo attimo di trasporto avuto quella mattina si rifiutava di lasciarsi andare ad un sentimento che riteneva fasullo e passeggero. Certo, non negava che in quella stanza d'albergo le fosse passato momentaneamente per la mente il fugace pensiero di una possibile relazione con il ragazzo moro, ma considerava ciò del tutto normale alla luce di una nottata più piacevole di molte altre trascorse in compagnia di molti altri uomini, una pura reazione fisica ad uno stimolo di piacere che la sua mente lucida di donna di mondo seria e professionista aveva scaciato con grande facilità. Sakura era pur sempre un essere umano e come tale cercava illusioni, qualcosa ad aggrapparsi per tenere testa alla vita. Ma come appunto aveva detto, non riteneva quella scintilla di desiderio nei confronti di Sasuke altro che una illusione vana e passeggera, perché non era né stupida né illusa ed era conscia che mai si sarebbe dovuta far coinvolgere in relazioni impossibili.
Perciò, davanti alla luce della nuova giornata, forte del suo coraggio e della sua tenacia, si aggirava sicura per le strade della città, già dimentica del pensiero galeotto ed inutile formulato in precedenza, concentrata solo sulla vita reale che in quel momento consisteva nel pregare che Ino si ricordasse l'indirizzo dell'hotel, dove le aveva lasciato una busta con dei soldi alla reception. Salda nelle sue convinzioni ignorava però il fatto che un mondo così opulento, borioso e insofferente quale era quello in cui Sasuke viveva, non c'era spazio per una come lei neanche per il breve tempo di una settimana e ciò era dimostrato dalle occhiate, alcune stupite, altre orripilate, che le lanciavano i passanti di sbieco e che lei, sfortunatamente, non notava. Dopo pochi minuti di cammino, Sakura dovette tristemente ammettere che non aveva la più pallida idea di dove cominciare la sua ricerca di vestiario per la serata. In partenza infatti aveva decretato di basare il suo percorso sull'intuito femminile che per forza di cose non doveva mancarle, per poi rendersi conto che, avvezza com'era a non potersi permettere nemmeno un giro per i negozi nei fine settimana a causa delle condizioni economiche critiche in cui spesso e volentieri versava, il suddetto intuito non si era propriamente sviluppato a dovere in lei. Dove andare e soprattutto COSA cercare?
Questa era la domanda che si poneva, mentre per comodità si dirigeva verso il primo atelier a caso notato lungo la strada, il quale esponeva eleganti abiti da passeggio in bianco su candidi manichini senza né viso né espressione. Stava per entrare, quando dalla porte del negozio sbucò frettolosamente una figura che non inquadrò e con la quale si scontrò bruscamente, precipitando poi a terra e battendo il fondoschiena sul duro marciapiede.
-Ahia!- Gridò, mentre con un mano si rialzava e con l'altra sfiorava la parte lesa per controllare che i pantaloni non si fossero strappati in qualche punto.
-I... io... m... mi dispiace...- Pigolò debolmente la persona con la quale aveva avuto la colluttazione di rimando.
Una vocina tanto fioca stupì persino Sakura, che per la violenza dell'impatto credeva di aver urtato qualcuno di imponente. Quando alzò lo sguardo, si ritrovò perciò di fronte una ragazza della sua età alta più o meno come lei, con i lunghi capelli corvini lievemente arruffati per la caduta e degli immensi occhi impressionantemente chiari puntati timorosamente verso il selciato, quasi che la loro giovane proprietaria temesse di essere incenerita dal suo sguardo da un momento all'altro. A Sakura diede l'impressione di una persona estremamente timida e riservata e subito la traccia di rabbia verso chi, senza guardare dove andava, l'aveva messa al tappeto, svanì. Perciò con un sorriso le tese la mano per aiutarla a rialzarsi.
-G... grazie...- Balbettò grata la giovane con un debole sorriso, spolverando con piccoli colpetti il costoso vestito azzurro e gonfio che indossava. Le avrebbe anche detto altro, se improvvisamente dall'atelier non fossero usciti due energumeni che, vista la situazione, spintonarono bruscamente Sakura e circondarono immediatamente la mora misteriosa, trascinandola avanti, lontano dalla folla. Della conversazione che seguì il loro allontanamento, o per meglio dire del monologo che le due probabilmente guardie del corpo fecero senza interruzioni alla loro imbarazzata padrona, carpì solo un:
-...Signorina Hyuuga, non si dovrebbe abbassare a parlare con persone che...-
Prima di decretare conclusa quella conoscenza ed entrare nel negozio.
Appena mise piede nell'ambiente, seppe subito di aver fatto centro: davanti a lei infatti si stagliavano abiti raffinati, composti da sete pregiate, perfetti e irraggiungibili nella loro interezza, tuttavia così dannatamente freddi, privi di vita. Qualcosa che lei non avrebbe mai indossato.
Qualcosa come Sasuke, forse...
Tanto per non stare con le mani in mano si mise immediatamente a cercare alla rinfusa. Prima che potesse tentare qualsiasi mossa però, venne bloccata da una voce:
-Desidera?-
Si girò di scatto: davanti a lei si stagliava una donna molto curata, coi capelli raccolti, probabilmente una commessa di quel negozio. Si sarebbe potuta definire una figura professionale, perfetta per svolgere quel ruolo, di cui lei aveva un impellente bisogno, se non fosse stata presente sul suo viso una smorfia di malcelato disgusto, ribrezzo profondo, atta a scongiurare qualsiasi contatto fisico o emotivo con la figura che aveva di fronte. E fu solo in quel momento che Sakura codificò il disagio provato da quella mattina in quel muro di diffidenza, di odio, che per un motivo a lei umanamente ingiustificabile tutti avevano eretto contro di lei. Fino a quel momento non aveva mai necessitato di compiere certe azioni quotidiane, per quanto assurdo potesse sembrare per il suo mestiere si poteva infatti dire che aveva avuto poco contatto con la gente, la vita normale. Per questo, ora che si trovava bizzarramente costretta a scontrarvici, avvertiva sensibilmente quella voragine data dalla sua posizione sociale e lavorativa disagiata. E per la prima volta ne ebbe veramente vergogna. Cercò tuttavia di scongiurare il disagio che le era balzato addosso istantaneamente per cercare di risolvere pacificamente la questione, perciò frettolosamente rispose:
-Eh... no, sto dando solo un'occhiata.-
-Cerca qualcosa in particolare?-
Le insinuazioni della donna potevano avere una nota ironica e irata nella voce, nota che in condizioni normali sarebbe subito stata avvertita dalla ragazza e che avrebbe conseguito una fine non molto felice dell'incontro. Sfortunatamente però, il trovarsi un un atelier di alta moda perché incaricata da un magnate della finanza di fare shopping sfrenato non potevano senza dubbio ritenersi il suo stato abituale, per cui Sakura fu troppo imbarazzata, impacciata, indecisa se accettare quel falso aiuto o quel vero consiglio per prendere la giusta decisione.
-No... beh, sì... ehm, qualcosa che sia classico.-
-Mhh, sì...- Ora la smorfia della commessa non sarebbe potuta essere mal interpretata in alcun modo... se solo fosse stata notata dalla giovane. Cosa che, purtroppo, non accadde.
-Roba carina!- Tentò infine Sakura indicando un vestito, un po' per smorzare la tensione e un po' per accelerare i tempi.
-Grazie.-
-Questo quant'è?-
-Non lo vedo addosso a lei.-
E fu quell'istante che tutto l'imbarazzo che era stato provato fino a quel momento si tramutò in un altro moto d'animo. Lei era lì, in quel locale, per una missione, una missione che le era stata affidata dal suo attuale datore di lavoro e che avrebbe potuto precludere ogni eventuale futura fonte di guadagno dall'impiego di quella settimana in caso di fallimento. Ma sopratutto, era lì per lei e per Ino, per rimediare all'ennesimo errore che la sua amica aveva commesso a causa del suo forse unico, più grande difetto e siccome la posta in ballo era troppo alta per essere quantificata, questa era diventata una missione di sopravvivenza nella quale lei non poteva sbagliare. Però nella sua lista degli "sbagli" non era nemmeno contemplata la voce "donnetta di pietra riluttante ad aiutare", per cui Sakura tentò l'approccio in un altro modo.
-Beh... non ho chiesto come mi starebbe, ho chiesto quanto costa.-
-Il prezzo di questo, Marie?- Chiese allora l'altra ad una collega con strafottenza.
-È un capo molto costoso.- Rispose cinicamente quella.
-È un capo molto costoso...- Ripeté perciò la donna con aria intimidatoria, come se quell'informazione bastasse a rivelare tutto il suo pensiero riguardo alla faccenda.
-Non si preoccupi, io ho soldi da spendere.- Replicò a quel punto la vittima innocente di quella beffa, stufa ormai di assistere ai capricci immotivati di quelle signore e ansiosa di levarsi al più presto di torno con il vestito che voleva, certa che alla sua giusta replica nessuno avrebbe potuto obiettare.
-Io non credo che abbiamo niente per lei, evidentemente abbiamo sbagliato atelier, la prego vada.-
Fu come se una secchiata di acqua gelida le fosse stata scaricata addosso. E fu in quell'istante che, veramente, concretamente realizzò che non c'era nulla da fare. Il muro che aveva percepito la urtò e lei si chinò, sconfitta. Uscì dal locale con il morale a pezzi, mentre la gente la guardava curiosa o acida e lei non si premurava di opporsi in alcun modo.


Tranquillo ma vigile, Jiraiya si aggirava lentamente per la hall dell'albergo, controllando che ogni dipendente compisse le mansioni per le quali era stato assunto e di tanto in tanto ammonendo qualcuno, mentre come al solito il suo pensiero vagava nei meandri di sinuose curve femminili e nuove brillanti ispirazioni per il suo prossimo best seller. La sua mente non era tuttavia del tutto distolta dalla ragione che l'aveva spinto a quel (per le sue abitudini) inusuale giro di ronda per l'albergo, ossia individuare e discorrere chiaramente con quella che era stata la più strana novità dell'hotel quella mattina. Jiraiya non aveva smesso un attimo di pensare alla giovane, elaborando migliaia di possibili motivazioni che potessero averla spinta fin lì, ma siccome nessuna di esse pareva totalmente plausibile non vedeva l'ora discuterne con la diretta interessata. Le sue aspettative non tardarono quindi a essere soddisfatte quando l'oggetto delle sue congetture varcò nuovamente l'ingresso della sala con l'andatura di una furia vendicatrice e l'espressione più depressa che l'uomo avesse mai rilevato da anni e che constatò non essere quasi mai abbinata con la prima caratteristica notata. Nonostante tutto però, non si crogiolò in futili pensieri, che lo avrebbero distolto dal suo originario piano e che avrebbero inevitabilmente finito per far scappare nuovamente il suo obiettivo, e si fiondò energicamente verso la giovane, afferrandola delicatamente ma allo stesso tempo fermamente per un polso.
-Mi scusi, signorina, potrebbe gentilmente dirmi dove stia andando?-
Presa alla sprovvista, la ragazza si girò e Jiraiya dovette nuovamente fare un grande sforzo di volontà per far sì che la sua mascella non cedesse alla gravità o che il suo sguardo scendesse troppo, troppo in basso. Si riscosse quando lei bruscamente gli rispose:
-In camera... sto andando in camera?-
-Ha per caso la chiave?-
-La chia... oh, porca vacca! Il cartoncino, è vero... me lo sono dimenticato dentro, cavolo.-
-Ed... è per caso ospite di qualcuno?-
-Sì, un... amico.-
-E chi sarebbe?-
-Sasuke... Sasuke... va beh, non mi ricordo come si chiama di cognome, comunque sono salita con lui ieri notte, va bene?-
Qualsiasi direttore di un qualsiasi albergo in quel momento avrebbe automaticamente conseguito che l'infiltrata non era altro che un'abusiva che, dopo essersi fortunosamente introdotta nell'edificio per mezzo di qualche stratagemma di basso livello la sera precedente, aveva ora inventato su due piedi una scusa per non essere sbattuta fuori, contando magari di utilizzare sull'uomo che le stava di fronte le stesse infide tecniche utilizzate per entrare anche per prolungare la propria permanenza. Qualsiasi direttore... tranne Jiraiya, che oltre a nutrire un'immensa fiducia nei suoi dipendenti e nel fatto che nessuno di loro avrebbe mai lasciato passare qualcuno senza previa autorizzazione, conservava la stessa intatta fiducia anche per chi, fino a prova contraria, si fosse dimostrato innocente da alcun reato o accusa di menzogna. A differenza di molti altri quindi, si preoccupò innanzitutto di verificare la versione dei fatti di Sakura, chiamando ingegnosamente con un cenno delle dita l'unico che in quel momento avrebbe potuto aiutare non tanto lui, quanto più realisticamente la ragazza.
-Rock Lee...-
Al richiamo uscì dall'ascensore un giovanotto abbastanza alto, con i capelli tagliati a scodella, grandi occhi a palla ed un paio di folte sopracciglia scure che rovinavano quel poco che in quell'aspetto esteriore non tanto gradevole c'era ancora da rovinare. Avvistando la presenza di fianco al suo datore di lavoro, egli si mostro come pervaso da una grande trepidazione e Sakura lo identificò immediatamente con il ragazzo che il giorno prima aveva accompagnato lei e Sasuke in ascensore.
-Rock Lee, hai finito ora il turno di notte?- chiese perentorio il direttore, mentre con una smorfia di disappunto sul volto aggiustava il colletto della divisa di colui a cui stava parlando, per gli standard dell'albergo troppo allentato.
-Sì...- gemette l'altro, che visto il brusco gesto dell'uomo posto di fronte a lui dava ora segni di un lieve soffocamento.
-Conosci la signorina?-
-Sta con il signor Uchiha...-
-Uchiha! Sasuke Uchiha, è vero! Grazie, Rock Lee!- Irruppe allora la ragazza trionfante e beffarda, mentre si avviava verso i piani alti.
-Era salita con lui stanotte...- prosegui allora a bassa voce il dipendente, avvicinandosi all'orecchio del suo capo con una nota maliziosa nella voce. Ma altre informazioni ormai non interessavano a Jiraiya, che infatti liquidò il suo interlocutore con un:
-Va bene, va bene.-
e si apprestò a riagganciare la fuggiasca, trascinandola stavolta nel proprio ufficio, accompagnato dagli sguardi meravigliati dei clienti e dalle irate parole di lei che come un brusio intonarono da subito un:
-Oddio, ora che c'è? Cosa? COSA? Insomma, cos'avete contro...-
Quasi indicassero una scena che si ripeteva nell'arco di quella giornata e di cui però lui non era ancora a conoscenza.


-Qual'è il suo nome, signorina?-
-Quale ti piacerebbe?- sbottò lei irata.
-Non scherzi con me.- Replicò allora lui duro e a quel'obiezione sakura non poté fare altro che renderlo con serietà, constatando anche che si era cacciata in un grosso guaio, l'ennesimo, a causa della sfortuna che in quei giorni al preseguitava.
-Sakura.- Mormorò, mentre si raggomitolava sulla spaziosa poltroncina di velluto rosso.
L'ufficio dove si trovava era di certo molto grande, ma questo ampio spazio probabilmente non veniva enfatizzato a causa del disordine che vi regnava sovrano in alcuni angoli, quasi che il proprietario avesse disperatamente tentato di nascondere la sua indole casinista dietro ad un apparente perfezione. Era tuttavia piuttosto accogliente, con quelle piccole poltrone e le tende dai colori caldi tirati, che lasciavano filtrare pochi raggi di sole, creando così un'atmosfera confortevole. Nel complesso poteva affermare che, nonostante il suo timore non fosse affatto svanito, si era sicuramente attenuato di un poco grazie alla premanenza in quel luogo. Subito però dovette riportare l'attenzione al suo interlocutore, che pareva dover intraprendere un discorso importante.
-Signorina Sakura... miss Sakura. Cose che accadono in altri hotel non accadano al Konoha Beverly...-
Prese una pausa d'effetto per elaborare meglio le parole, poi proseguì.
-... Ora, il signor Uchiha è un cliente speciale, noi amiamo considerare i nostri clienti speciali coma amici. Ora, come cliente pretenderemmo che il signor Uchiha registrasse ogni persona egli ospiti, ma come amico siamo disposti a chiudere un occhio. Ora io presumo che lei sia una...-
Ed accennò complice alla giovane che tuttavia, persa nei meandri della discussione e ormai sfinita dagli eventi della giornata, non comprendeva certe allusioni e lasciò pertanto finire la frase al direttore con un:
-...parente?-
-Sì...- bofonchiò allora.
-Mhh, lo immaginavo. Allora forse è sua...-
-...cugina?- concluse allora accondiscendente e seccatamente ironica la ragazza, che già cominciava ad individuare i sottili fili del discorso e dove forse essi portassero.
-Ma certo. Ovviamente quando il signore se ne andrà io non la rivedrò mai più in questo albergo. Immagino che lei non abbia altri cugini qui...- E Sakura si irritò nel vedere che aveva indovinato tutto quanto, che l'uomo era l'ennesimo seccatore che la importunava con i suoi stupidi problemi borghesi sul suo aspetto o sul suo status sociale e che, come ormai consueto, aveva incontrato un altro imbecille che non solo non badava ai problemi degli altri in quanto non concernenti con la sua vita, ma si occupava persino di ostacolarla con ogni mezzo gli fosse possibile ottenere. Pertanto rispose al colpo si spada con la spada, scoccandogli un occhiata glaciale più affiliata di una lama, mentre nel suo cuore si agitavano i più intensi moti d'animo riguardanti la frustrazione e la disperazione.
-... Bene, sembra che noi ci capiamo,...- concluse lui -...io la incoraggerei anche a vestire più adeguatamente. Questo è tutto, prego...-
Ma l'ultima frase aveva toccato le corde troppo tese dei nervi di Sakura, ricordandole il fatto accaduto nell'atelier e scatenando in lei la reazione a tutte le ingiustizie subite nelle poche ore della mattinata. Ignorando perciò il cenno di uscita dell'uomo e interrompendo la sua conclusione della chiacchierata, irruppe disperatamente con uno sfogo che era insieme una richiesta d'aiuto inconscia a lui.
-Senta, io volevo comprarmi un vestito, va bene? Però quelle donne mi hanno cacciata... io ero solo entrata per comprare un vestito ma loro non hanno sentito ragioni... e ora ho tutti questi soldi e non ho un vestito. Non mi aspetto che mi aiuti, ma ho tutti questi, ok? Io devo comprare un vestito per cena stasera e nessuno mi aiuterà!-
Senza rendersene conto aveva gradualmente alzato la voce fino ad urlare e piangere e nella foga aveva sbattuto il mazzo disordinato di banconote che Sasuke le aveva consegnato nelle mani dell'uomo, che ora le si parava davanti con una buffa espressione incredula di chi deve ancora elaborare il senso del discorso, mentre lei, imbarazzata e irata si era nuovemente raccolta sulla poltrona. Si fissarono per un po', due individui vivi e finalmente dopo tanto tempo in quella giornata umani, poi Jiraiya si destò e riprese il suo contegno decoroso, allungando un fazzoletto alla giovane che flebilmente lo ringraziò e afferrando la cornetta del telefono.
-Ma cosa... ah, benissimo, ora chiama la polizia! Massì, me li saluti tanto!...- si riaccese lei rassegnata.
L'uomo allora la fissò con uno sguardo indecifrabile, ignorando le sue proteste a mezza voce riguardo alla fiducia tradita e alla sua ingenuità nel fidarsi di chiunque e pure qualche insulto diretto a lui e a Sasuke Uchiha e proseguì nel suo obiettivo.
-Pronto? Reparto abbigiamento? cercavo Bridget... sì, proprio lei, me la può passare, per favore? È urgente...-
E notò con la coda dell'occhio la fanciulla di fornte a lei che rialzava gli occhi gonfi di pianto dal fazzoletto, stupita ma sempre più rilassata, tanto da azzardarsi a soffiarsi il naso rumorosamente e con noncuranza, facendolo sobbalzare e meravigliare per la facilità con cui un essere dall'aspetto apparentemente così femminile e aggraziato potesse assumere comportamento così poco femminili e aggraziati.
-...Bridget, sei tu? Sono Jiraiya del Konoha Beverly... oh, sì, grazie, anche a me ha fatto piacere uscire con te quella sera, magari un'altra volta...-
Il volto del direttore si era indirizzato a una smorfia maliziosa e tanto fervidamente poco professionale che Sakura dovette soffocare una risata, la quale fu però notata dall'uomo, che imbarazzato adottò nuovamente un atteggiamento serio.
-...Comunque, ti chiamavo per mandarti una cliente speciale che ha bisogno di qualche vestito... è amica di un cliente molto speciale, non ha avuto una bella giornata oggi e vorrei che la trattassi con il massimo della gentilezza qualsiasi cosa accada, sì...-

***


Note sula fiction: Oltre a chiedervi nuovamente perdono (ho scritto la maggior parte del capitolo in fretta in questi due giorni, perdonate anche gli errori di battitura!), ho poche cose da dire. La prima e che per il personaggio del direttore ero indecisa tra Jiraiya (che comunque a fare il direttore ci sta magnificamente! XD) e Kakashi, ma probabilmente Kakashi lo farò apparire molto più tardi, magari nel continuo di questa fiction! Per le commesse, non sapevo sinceramente che personaggi di Naruto mettere, anche perché probabilmente saranno gli unici personaggi nella storia che torneranno fuori solo un'altra volta o comunque non avranno un ruolo molto importante, così ho lasciato i nomi che hanno nel film. Il titolo del capitolo è come altre volte il nome della canzone che fa da colonna sonora per la maggior parte degli eventi qui narrati, è molto bella! Ah, ecco Hinata! Doveva apparire tra due capitoli circa, ma siccome in quel punto si vedono la maggior parte dei personaggi che formeranno coppie, ho pensato che ritagliare uno spazio così piccolo per lei che dopo Sakura e Ino sarà la donna più importante della fiction (nonché mio personaggio preferito! XD) era come sacrificarla...
Infine, punto dolente: la storia della perdita dei commenti. Il fatto è che, avendo pubblicato il capitolo 5 in un momento poco felice e avendo ricevuto pochi commenti, avevo pensato che qualche fan non lo avesse visto, così l'ho cancellato e ripubblicato per farlo ricomparire nella prima pagina (sì, lo so che è sleale e che non dovrebbe essere fatto, ma cercate di capire, non l'ho fatto in cattiva fede! ç_ç Non capiterà più, promesso!), senza pensare che così avrei cancellato i commenti che avevo già! Insomma, un caos, ero ancora poco esperta di pubblicazione e HTML, ma ora ne so di più e non lo farò più!
Comunque è a causa di questo che mancano le risposte ai commenti... ç_ç

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=215689