GHIACCIO E FUOCO di Hil 89 (/viewuser.php?uid=8283)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Qualcosa di nuovo nell'aria ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** Il bacio ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** Consapevolezza ***
Capitolo 7: *** Ti amo ***
Capitolo 8: *** Problemi ***
Capitolo 9: *** Delusione ***
Capitolo 10: *** La decisione ***
Capitolo 11: *** Fratello e Sorella ***
Capitolo 12: *** Lucius Malfoy ***
Capitolo 13: *** Rottura ***
Capitolo 14: *** Odi et Amo ***
Capitolo 15: *** L'ira di Ron ***
Capitolo 16: *** Un Serpeverde e un Grifondoro ***
Capitolo 17: *** Alleanze ***
Capitolo 18: *** L'idea ***
Capitolo 19: *** L'aiuto dell'Ordine ***
Capitolo 20: *** Il tempo stringe ***
Capitolo 21: *** Natale a Grimmauld Place ***
Capitolo 22: *** Scoperti ***
Capitolo 23: *** Harry James Potter ***
Capitolo 24: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 25: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 26: *** L'Inferno ***
Capitolo 27: *** La fuga ***
Capitolo 28: *** Uno spiraglio di serenità ***
Capitolo 29: *** Ripresa ***
Capitolo 30: *** Lord Voldemort ***
Capitolo 31: *** Narcissa Black in Malfoy ***
Capitolo 32: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 33: *** Il Signore Oscuro si muove ***
Capitolo 34: *** Rapimento ***
Capitolo 35: *** La partenza dell'Ordine della Fenice ***
Capitolo 36: *** Tutto ha inizio ***
Capitolo 37: *** Dissennatori ***
Capitolo 38: *** Soccorsi ***
Capitolo 39: *** L'ultima battaglia ***
Capitolo 40: *** L'ultimo atto ***
Capitolo 41: *** L'amore di una madre ***
Capitolo 42: *** Addio ***
Capitolo 43: *** Perdita ***
Capitolo 44: *** Sopravvivere ***
Capitolo 45: *** Ricominciare a vivere ***
Capitolo 46: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
prologo
Ghiaccio e fuoco:
come la notte e il giorno,
la luce e il buio,
il sole e la luna,
la vita e la morte,
l’inizio e la fine,
il cielo e la terra,
non possono stare insieme.
Se questo avvenisse, le conseguenza potrebbero essere devastanti e imprevedibili.
Nulla, però, può fermare il corso del fato.
Anche se a volte quello che il destino unisce, la vita divide.
Tutto viene messo in gioco,
quello che prima era certo e sicuro,
ora diventa dubbio e incerto.
Tutto cambia,
e tu non te ne saresti mai reso conto
se i vostri occhi non si fossero incrociati quel giorno.
Il ghiaccio è ora parte integrante del fuoco.
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Capitolo 2 *** Qualcosa di nuovo nell'aria ***
1
1. Qualcosa di nuovo nell’aria…
Camminava spedito come sempre per i corridoi desolati di Hogwarts.
Era l’unico modo che
conosceva per calmarsi… da quando quella piccola strega
tormentava inesorabilmente tutte le sue notti.
Ormai era più di un mese che era arrivato alla conclusione che quella pezzente era veramente bella.
I capelli lunghi e ramati
erano lisci e lucenti e incorniciavano quel visino tenero che
alimentava tutti i suoi sogni, gli occhi verdi smeraldo sempre vispi e
allegri erano magnifici e quelle labbra rosse e carnose mandavano a
quel paese tutti i buoni propositi che aveva, se per caso la incontrava
nei corridoi.
E poi, il suo corpo, slanciato
e magro, ma rotondo nei punti giusti faceva girare la testa a molti
ragazzi della scuola, non solo a lui.
La voleva.
Era per quel motivo che continuava inesorabilmente a camminare avanti e indietro per il corridoio del seminterrato.
Un nobile
come lui non può perdere la testa per una ragazza di un rango
inferiore, per altro amica di San Potter e Mezzosangue e sorella di
Lenticchia.
Ginevra Weasley non poteva assolutamente permettersi di fargli quell’effetto.
***
Draco Malfoy fece il suo ingresso nella Sala Grande e molte ragazzine lo notarono..
In fin dei conti era un bel
ragazzo, alto, fisico proporzionato, finissimi capelli biondi e due
occhi di ghiaccio che facevano perdere la testa a chiunque.
Anche a lei.
Lo aveva visto entrare seguito dai suoi due tirapiedi Tiger e Goyle…
Aveva seguito i suoi movimenti
dalla tavolata dei Grifondoro e aveva distolto lo sguardo solo quando
lui aveva lanciato una spezzante occhiata alla sua Casa.
Tornò a guardarlo quando si fu seduto al solito posto.
Miseriaccia… sono completamente impazzita… Fissare Malfoy, se Ron mi vedesse sicuramente mi ammazzerebbe…
Ma la rossa non riuscì a distogliere lo sguardo da quel ragazzo neanche per un secondo…
Era semplicemente magnifico, quegli occhi di ghiaccio erano talmente penetranti…
Fini la cena e si alzò, con una scusa si congedò dai suoi amici…
Doveva allontanarsi da li..
***
Alzò lo sguardo dal suo piatto e lanciò una rapida occhiata alla tavolata rosso-oro e fu così che la vide.
Bella come sempre, si stava allontanando dalla combriccola di San Potter e si stava dirigendo verso il grande portone…
La seguì con lo sguardo fino a quando non sparì dietro il pesante legno della porta.
“Tesorino…mi stai
ascoltando?” una voce alquanto fastidiosa e conosciuta lo
distolse dei suoi pensieri sulla rossa.
“Dimmi” rispose con un tono piatto senza alzare lo sguardo verso la ragazza che lo aveva chiamato.
“Stavo dicendo… se stasera ti andava di stare insieme, da soli… io e te…”
“Mi dispiace… mon cœur …
ma stasera non posso…” si girò verso la moretta e
fece uno dei suoi sorrisi. “Stasera proprio non
posso…”
Detto questo si alzò e si diresse verso il grande portone di legno..
“Pansy, credo proprio che Draco non si concederà più così facilmente a te..”
“Sta zitto Blaise… non sai neanche quello che stai dicendo…”
“Oh… io invece credo proprio di saperlo… conosco quello sguardo…”
***
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Capitolo 3 *** L'incontro ***
2
2. L’incontro
Una delle cose che Ginevra
Weasley adorava di più era stare seduta sulla balaustra della
Torre di Astronomia con le gambe sospese nel vuoto.
Guardare con il naso
all’insù il firmamento le trasmetteva il senso di pace e
tranquillità di cui aveva bisogno…
Aveva cominciato a guardare il
biondo ragazzo sotto un’altra luce e questo non era normale per
una Weasley… i Malfoy erano i nemici per eccellenza della sua
famiglia…
Non poteva certamente perdere la testa per il loro primogenito…
Cosa avrebbero detto suo padre e sua madre? E i suoi fratelli?… Cosa avrebbe pensato Ron?…
Era il giovane rosso che più la preoccupava…
Da quando Dean l’aveva
scaricata, e lei aveva pianto sulla sua spalla ininterrottamente, lui
le aveva promesso che nessuno l’avrebbe più fatto
soffrire, e quando Ron fa una promessa, è una promessa! Quello che dice, fa.
Ma cosa poteva farci se quel ragazzo era maledettamente attraente, bello, aitante…sexy da far paura?!
“Oh avanti Gin! Non puoi perdere la testa per lui!”
“Infatti… sicuramente si vergognerebbe ad averti al suo fianco… non lo invidio proprio per niente!”
Quella voce.
Si girò e con agilità scese dalla balaustra e si trovò a pochi centimetri di distanza da Draco Malfoy.
L’aveva vista seduta sul cornicione della Torre e il suo cuore aveva preso ad accelerare i suoi battiti…
Voleva andarsene silenzioso
come era arrivato, ma non riuscì a muovere un solo muscolo,
quella ragazza lo attirava come una calamita!
Non appena la senti
pronunciare quella frase, la sua bocca parlò da sola e
ovviamente le parole che uscirono erano di scherno…
Che altro poteva fare, anche
se l’unica cosa che al momento voleva era togliere dalla faccia
della terra il damerino di cui parlava la ragazza. Quella rossa era sua,
ormai non c’era altro da dire, la voleva, la desiderava come non
aveva mai desiderato nessuna, e non poteva sopportare di vederla tra le
braccia di qualcun altro che non fosse lui.
“Ah si, Malfoy, si
vergognerebbe?… Io non credo sai, vedo gli sguardi che mi
lanciano i ragazzi della scuola quando passo…” fece
qualche passo verso di lui e si alzò sulle punte giusto quel
poco per raggiungere il suo orecchio.
Il ragazzo trattenne il fiato…
“E…” disse
con una voce molto sensuale… “Sento i tuoi occhi di
ghiaccio su di me quando ti passo vicino…”
Si allontanò del ragazzo e con una piccola risata cristallina usci dalla stanza…
***
Dopo quel piccolo incontro Draco non riusciva proprio a togliersi dalla testa la rossa…
Quelle semplici parole,
sussurrate con quella voce sensuale, a pochi centimetri dal suo
orecchio gli avevano fatto provare delle emozioni che nessuna era mai
riuscita a tirargli fuori, neanche Pancy.
E poi quel profumo, delicato e dolce, non era più riuscito a toglierselo dalla testa… era troppo buono.
“Draco…”
“Cosa c’è Blaise?”
“Hai una strana espressione…”
“I fatti miei non ti riguardano”
“Eh dai, non fare il duro, a me puoi dire chi è?”
“Chi è chi, di grazia…”
“La ragazza che ti sta facendo perdere la testa!”
Merda, merda, merda!
“Non c’è assolutamente nessuna ragazza!” scattò in piedi con un leggero rossore sulle gote.
“Si certo, come
no…Se non c’è nessuna ragazza nella tua testa, mio
padre non è un fedele Mangiamorte!” disse il ragazzo con
un sorrido perfido sulle labbra.
“Non ti azzardare! Non
c’è assolutamente nessuna ragazza!” detto questo si
diresse verso la sua camera senza voltarsi indietro.
***
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Capitolo 4 *** Il bacio ***
3
3. Il bacio
Ginevra Weasley stava camminando spedita per i corridoi dei
sotterranei, aveva appena finito la sua lezione di Pozioni e il
Professor Piton era riuscito, come suo solito, a fargli saltare i nervi.
Ma chi si crede di essere, quel brutto pallone gonfiato!
Aveva gli occhi bassi e non si accorse che incontro a lei stava
arrivando qualcun altro, che puntualmente non guardava davanti a se e
gli andò addosso.
“Ahia!” esclamò la ragazza andando a sbattere contro il petto del ragazzo.
“Maledizione! Devi guardare dove camm…” Draco Malfoy si bloccò…
Weasley
Ginny alzò lo sguardo e si specchiò in due occhi di ghiaccio che la stavano guardando con insistenza.
“Malfoy, potresti guardare dove metti i piedi?!”
“Ma pensa te, piccola Weasley, sei tu, che da pezzente come sei,
dovresti spostarti quando passo io, è già umiliante
camminare in posti dove camminate tu e la tua famiglia di pel di
carota, ci manca solo che mi scontro con te!”
“Tu! Brutto furetto che
non sei altro…” Ginny gli aveva puntato un dito contro il
petto proprio all’altezza del cuore. “Non ti azzardare a
insultare la mia famiglia… che è di gran lunga migliore
della tua…”
“Ah Ah Ah!” una risata sprezzante uscì dalle labbra
di Malfoy, prese il dito della ragazza che era ancora pressato contro
il suo petto e lo spostò di qualche centimetro, senza
però lasciarla andare.
La mano fredda del ragazzo fece sussultare Ginny, che lo fissò negli occhi con uno sguardo di sfida.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua, rossa?!”
“Non spreco il mio fiato con uno come te, Malfoy, mi spiace.”
Lui la guardò, era davvero bella e poi quegli occhi, così determinati e fieri. Fece un lieve sorriso.
“E adesso che cosa hai da sghignazzare?!”
“Weasley, per una volta non aveva un doppio fine il mio sorriso,
stavo solo costatando che i tuoi occhi sono molto belli” disse
lui, che ancora teneva la sua mano sospesa a mezz’aria.
“Cosa?!” Ginny lo guardò incredula. Malfoy
mi ha fatto un complimento… non ci credo, e poi la sua mano
sulla mia è cosi fredda… e i suoi occhi…
“Bè.. nessuno ti aveva mai detto qualcosa che potesse
assomigliare ad un complimento?!” disse il ragazzo, guardandola
ancora…
“Ti sbagli, caro mio… non sei l’unico che la pensa
cosi… mi spiace deluderti!” rispose a tono lei,
guardandolo fisso negli occhi.
Il ragazzo si avvicinò ancora di più alla ragazza,
invadendo il suo campo personale, lei rimase ferma al suo posto con lo
sguardo fisso nelle sue iridi ghiacciate.
O la va o la spacca!
Ginny non capì mai cosa fosse successo da li a qualche secondo
dopo, l’unica cosa certa è che prima stava discutendo
animatamente con Malfoy, poi un secondo dopo lui si era avvicinato, e
un attimo dopo erano li, avvinghiati l’uno all’altra in un
bacio mozzafiato!
Le labbra della rossa erano morbide e dolci, quelle del ragazzo erano
fredde e delicate, il loro bacio era focoso e ricco di passione.
Se all’inizio del bacio erano nel centro del corridoio, un
secondo dopo si ritrovarono in un corridoio laterale, poco illuminato e
stretto.
Ginny era pressata tra il muro e il corpo del ragazzo, con entrambe le
mani immerse nei sottili capelli del biondino, Draco invece aveva una
mano tra i capelli della rossa e una mano appoggiata al suo fianco, e
con le dita creava piccoli cerchi immaginari sulla stoffa del suo
maglione.
Si allontanarono giusto quel poco per guardarsi negli occhi, lui
allontanò la mano dai sui capelli e la appoggiò al muro,
al lato della testa della rossa, lei invece lasciò le braccia
intorno al collo del ragazzo.
Sono impazzita! Ho baciato Malfoy! Merlino… che bacio!
“Accidenti piccola rossa…” sussurrò Draco con
voce roca, appoggiando la fronte contro la sua, lei chiuse per un
secondo gli occhi, poi li riaprì per specchiarsi in quelli del
ragazzo…
Lei gli accarezzò lievemente una guancia, con lo sguardo incatenato al suo.
“Wow…” riuscì solo a dire…
Prima che le labbra del biondino si riappropriarono delle sue…
***
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Capitolo 5 *** Confusione ***
4
4. Confusione
“Gin!” la voce spazientita di suo fratello risvegliò Ginny dai suoi pensieri.
“Cosa c’è
Ron?” disse con una voce un po’ spazientita, da quando
aveva baciato Malfoy non faceva altro che pensare a lui…ormai
era la persona più gettonata nei suoi sogni e se si concentrava
bene, riusciva a provare le stesse sensazioni che aveva provato quel
giorno.
“Sembri strana, sei assorta nei tuoi pensieri, sembri assente, sicura di star bene?”
“Si Ron, non ti
preoccupare, va tutto benissimo” disse lei senza guardarlo negli
occhi, ma fissando un punto indefinito oltre la spalla del fratello.
A chi
voglio farlo credere, non va per niente bene, ho baciato un Malfoy e mi
è anche piaciuto, Merlino se ci sa fare… ma come posso
guardare Hermione, Harry e soprattutto mio fratello dopo quello che ho
fatto…
“Sarà, ma io non
ne sono molto convinto, mi nascondi qualcosa…” disse il
ragazzo distogliendo lo sguardo visto che la sorella non lo ascoltava
già più, avvolta un'altra volta dai suoi pensieri…
***
“Ehi capo, hai capito
cosa ho detto?” la voce petulante di Goyle distolse lo sguardo
del biondino dalla piccola rossa che ormai aveva preso dimora fissa
nelle sue notti.
“Cosa c’è Goyle?” rispose spazientito guardando il compagno Serpeverde.
“Stavo dicendo che sono alcuni giorni che non prendi più in giro la compagnia di Potter”
“Non sono come te, razza
di incapace, ho altre cose da fare oltre che pendere in giro una massa
di pezzenti” disse lui fissandolo con uno sguardo che face
rabbrividire il ragazzo.
“Perdonami capo, non lo farò più”
”Sarà meglio imbecille!” disse lui tornando a guardare al tavolata dei Grifondoro…
Il suo sguardo si posò
della testa rossa di Ginevra, il bacio che si erano scambiati qualche
giorno prima gli aveva fatto provare delle emozioni devastanti, Pansy
non si avvicinava minimamente a quello che aveva provato con la rossa,
neanche dopo molto impegno.
Dopo la prima volta che aveva
assaggiato quelle labbra morbide, non era più stato capace di
staccarsene, ne era attratto come una calamita, ormai quella ragazza
era diventata come una droga per lui.
Ne voleva sempre di più.
Sono
completamente impazzito… ma ormai credo che non posso più
tornare indietro. Mi sono messo in un bel casino! Ma se finisce come
voglio io, e finirà cosi, ne sarà valsa la pena.
***
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Capitolo 6 *** Consapevolezza ***
5
5. Consapevolezza
Si erano per caso incontrati
in un corridoio deserto del castello, e adesso erano incollati come due
calamite in un’aula in disuso…
Si stavano baciando con una
passione sempre maggiore, intanto che le mani, più sveglie che
mai, si muovevano sui loro corpi sempre più frenetiche.
Ormai Draco Malfoy e Ginevra Weasley, non potevano più fare a meno l’uno dell’altra.
Se ne erano resi conto anche loro.
Dopo quel primo bacio che si
erano scambiati quel pomeriggio non erano più riusciti a stare
l’uno lontano dalle labbra dell’altra.
E l’avrebbe capito
l’intera scuola se li avesse visti in quel momento: avevano
allontanato il loro viso solo di qualche millimetro, giusto per
guardarsi negli occhi mentre riprendevano fiato, si tenevano
abbracciati come se un filo invisibile li tenesse uniti e gli occhi:
persi l’uno nello sguardo dell’altra.
“Draco…” sussurrò piano lei, timorosa quasi di rovinare quel momento magico, esatto magico, l’unica parola in grado di descrivere quell’attimo…“Cosa stiamo facendo?”
“Semplice rossa…” rispose lui altrettanto piano, “Stiamo insieme!”
Ginevra sorrise e gli
gettò le braccia al collo, incollando un secondo dopo le labbra
a quelle del ragazzo, che sorrise contro le sue prima di ricambiare il
bacio.
***
Erano li, abbracciati sulla
Torre di Astronomia a guardare le stelle, il silenzio teneva compagnia
ai due ragazzi che non volevano interromperlo con parole inutili.
Quando erano insieme preferivano stare cosi, vicini e in silenzio, intenti ad ascoltare il battito furioso dei loro cuori.
Draco appoggiò le
labbra nell’incavo del collo di Ginevra, lei sorrise e
inclinò la testa per rendere più facile al ragazzo la
salita dei suoi baci fino al suo orecchio.
“Draco…” sussurrò lei, mentre un brivido le percorse la schiena…
“Si?” rispose lui senza staccare la bocca dal suo collo.
“Pensi che sia giusto quello che stiamo facendo?”
“Rossa, io e te stiamo troppo bene insieme. Tu con un solo gesto mi fai sentire in Paradiso”
“E’ lo stesso per me… ma quando ti allontani, ritorna l’Inferno”.
***
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Capitolo 7 *** Ti amo ***
6
6. Ti amo
Ginevra Weasley correva per i corridoi del castello, si stava dirigendo verso la Torre di Astronomia.
Chiunque l’avesse vista avrebbe pensato che stesse scappando da qualcosa o qualcuno.
E in effetti lei stava
sfuggendo da una persona, che aveva il suo stesso colore di capelli e i
suoi stessi occhi chiari: Ron Weasley!
Stavano mangiando insieme agli altri in Sala Grande, quando un piccolo
gufo atterrò davanti a lei dandole una busta, all’interno
c’era una piccola lettera con scritto solo qualche parola:
Vieni da me il prima possibile, è urgente!
Ti aspetto al solito posto.
D.
Era scattata in piedi e Ron, come gli altri, l’aveva guardata con uno sguardo interrogativo.
“Che succede Gin? Di chi era quella lettera? Cosa c’era scritto? È successo qualcosa?”
“No Ron, è tutto a posto, devo solo andar via un attimo,
mi sono ricordata adesso che ho un casino di cose da studiare, sai
com’è Piton, sembra che ce l’abbia con me. Devo
farmi trovare preparata, altrimenti sono guai!”
“Non mi convinci sorellina. Ti conosco fin troppo bene!”
“Ti ho detto che va tutto bene!” disse la ragazza alzando un po’ il tono della voce.
“Mi sto semplicemente preoccupando per te” esclamò il fratello alzandosi anche lui in piedi.
“Ron. Ti ho detto che va tutto magnificamente. Non trattarmi come
una bambina. So badare a me stessa. Mi sono solo ricordata tutti i
compiti che ci ha dato Piton. E se non mi muovo non li finirò
mai. Adesso vado. Ci vediamo”
Si voltò e iniziò a correre, sperando che il fratello non la seguisse.
Sicura che Ron non era sulle sue tracce, voltò l’angolo e
corse su per le scale, arrivò davanti alla porta della torre,
fece un respiro profondo e aprì la porta.
Davanti a lei c’era Draco Malfoy in tutto il suo splendore.
Quando aveva letto il biglietto il cuore aveva iniziato a batterle
forte nel petto, non le aveva mai scritto niente, si incontravano
sempre per caso. E il fatto che lui le avesse mandato una lettera, non
la lasciava tranquilla, e il modo in cui l’aveva scritta…
Aveva il terrore che fosse successo qualcosa di grave.
Lui la vide e si avvicinò lentamente, si chinò leggermente e le diede un lieve bacio a fior di labbra.
“Sei arrivata subito, rossa” disse a pochi centimetri dal suo orecchio.
“Non potevo aspettare…” rispose lei in un soffio “Mi hai fatto preoccupare…”
“Scusami…” sussurrò contro il suo
collo… “Ma non ce la facevo ad attendere un altro colpo di
fortuna per vederti ancora. Dovevo vederti subito, perché ho
scoperto una cosa, che mi ha lasciato sconvolto. E mi sono reso conto
che te lo devo dire, altrimenti scoppio”
Lei lo guardò confusa, il suo sguardo era più penetrante
del solito e il sole faceva uno strano effetto sui suoi capelli
tremendamente biondi.
Lo fisso negli occhi e gli fece un impercettibile segno di continuare…
Era troppo agitata per proferir parola, non aveva idea di cosa lui potesse dirle.
Lui le accarezzò teneramente una guancia e si chinò sulle
sue labbra, le diede un bacio ricco di passione, che lei non
potè non ricambiare e quando si allontanarono, quel che bastava
per guardarsi negli occhi, le sussurrò a fior di labbra due
semplici parole che le colmarono il cuore:
“Ti amo ”
Gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte… lui contraccambiò il gesto e la strinse a se.
Quella ragazzina era riuscita in pochi momenti a fargli scoprire uno
dei sentimenti più grandi e potenti che potesse provare:
l’amore.
Si era innamorato di lei.
“Stai dicendo sul serio? Mi ami davvero?” disse lei appoggiata al suo petto.
“Si… Mi sono davvero innamorato di te. Non chiedermi
perché o come faccio a saperlo visto che ci frequentiamo da cosi
poco tempo. Non dirmi che non mi credi, ti prego. È la prima
volta che provo questo sentimento per qualcuno. Mi scoppia il cuore
quando ti vedo, mi manca l’aria se tu non ci sei.”
Lei lo guardò negli occhi e sorrise: “Ma io ti credo. Non dubitarne mai.”
Lui si chinò nuovamente sul suo volto e la baciò. Il
bacio che era nato come un semplice incontro di labbra, mutò in
qualche attimo in un bacio di folle passione. Gioia, felicita,
allegria, amore, passione, erano racchiusi nel gesto che si stavano
scambiando.
Interruppe il bacio giusto per specchiarsi nell’azzurro dei suoi
occhi e sussurrargli anche lei due semplici parole che le stava
suggerendo il cuore:
“Ti amo “
Dopo, le parole non servirono più per descrivere il grande sentimento che li aveva uniti.
***
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Capitolo 8 *** Problemi ***
7
7. Problemi
Ron e Hermione si stavano
dirigendo verso l’aula di Divinazione, intenti come al solito in
una delle loro classiche discussioni.
“Mione, ti dico e ti ripeto che io non gioco a Quittich, io sono un giocatore e quindi mi alleno!”
“Ne sono consapevole, Ronald,
ma questo non vuol dire che tu debba lasciare in sospeso i tuoi doveri!
Non posso passarti sempre i compiti, non lo trovo corretto!”
“Quando si tratta di
aiutarmi, per te, nulla è corretto!” disse il rosso
voltandosi verso l’amica, che a quelle parole si fermò
proprio di fianco alla porta di un’aula, appoggiandosi al muro.
“Questo non è
vero, e lo sai…” rispose lei con una voce sottile, che
faceva trasparire la sua delusione.
“A volte sembra proprio
di si… Insomma ti sto solo chiedendo se mi fai dare
un’occhiata alla relazione che bisogna fare per Piton.. Per
favore…” la supplicò lui con lo sguardo da cucciolo
a cui lei non sapeva resistere…
“Sei impossibile…” disse con un piccolo sorriso, “ Lo sai vero?!”
“Certo! È per
questo che mi vuoi bene!” rise lui, dandole un leggero bacio
sulla guancia, incurante degli sguardi degli altri studenti.
Lei arrossì, poi un piccolo rumore proveniente dalla stanza dietro di loro, attirò la loro attenzione.
***
Ginevra e Draco si erano
incontrati per i corridoi, e attenti che nessuno li vedesse si erano
intrufolati nella prima aula nelle vicinanze.
Li, non appena la porta fu chiusa e il buio li avvolse, il giovane si impossessò delle labbra della ragazza.
“Speravo di vederti…” disse con le labbra a qualche millimetro dalle sue…
“Non parlare rossa, ho bisogno dei tuoi baci!” sussurrò il Serpeverde attirandola nuovamente verso di lui.
***
“Hai sentito anche tu?” sussurrò Ron
“Sarà un gufo Ron, dai andiamo altrimenti faremo tardi a lezione“ disse Hermione prendendo per mano il rosso.
“Aspetta, una
sbirciatina piccola piccola… “ rispose lui, appoggiando la
mano libera alla maniglia della porta.
“Ma Ron, non mi sembra giusto!”
“Avanti ‘Mione! Non stiamo mica cercando di uccide qualcuno!”
Detto questo abbassò la maniglia e aprì piano la porta…
***
Successe tutto a rallentatore:
non appena sentirono la porta aprirsi Draco e Ginevra smisero di baciarsi e guardarono, ancora abbracciati, verso la porta.
Dall’altro lato, Hermione rimase a bocca aperta del vedere la piccola Weasley tra le braccia di Malfoy e Ron… non pensò più.
Quando vide sua sorella abbracciata a quel lurido Serpeverde non capì più nulla.
Come aveva potuto Ginny finire
con lui, sicuramente l’aveva obbligata quel verme a seguirla in
quella stanza, e chissà cosa avrebbe potuto farle se non li
avesse scoperti.
Si staccò dalla mano di Hermione e si avventò su Malfoy.
Ginevra non appena vide sue
fratello e Hermione sulla soglia non seppe più cosa fare.
Nessuno sapeva della sua relazione con Draco e di certo non avrebbe
voluto che venissero a saperlo in quel modo.
Draco quando si specchiò negli occhi di Ron Weasley si irrigidì tra le braccia della sua ragazza.
Merda, con tutti quelli che potevano entrare… Proprio Lenticchia e Mezzosangue.
Crack…
L’auto controllo del
giovane Weasley si ruppe, colpì con un pugno preciso e potente
lo zigomo del biondino. Il colpo che ricevette in risposta al centro
dello stomaco non fu da meno.
Malfoy andò a sbattere
contro una sedia dietro di lui e con il pugno che Ron gli sferrò
finì a terra tra i pezzi di legno. Si alzò immediatamente
e lo fece cadere con uno sgambetto inchiodandolo a terra con il peso
del suo corpo.
Con un colpo di reni il rosso
si alzò e buttò di lato il ragazzo, che si difese subito
con un sinistro molto forte che fece girare la testa di Ron per qualche
secondo.
Entrambi avevano il fiatone, ma non davano segno di voler smettere.
La ginocchiata che Ron sferrò a Draco gli fece mancare il fiato per qualche attimo.
Ginevra e Hermione guardavano
allibite lo spettacolo davanti a loro senza riuscire a dire una parola
o a fare un solo movimento.
Ginny non aveva il coraggio di
guardare la sua amica, aveva paura della sua reazione. Non era pronta a
tutto questo. Non voleva che andasse a finire così. Non voleva
che Draco e suo fratello si massacrassero di botte.
Non voleva mandarli nei guai,
se qualcuno li avesse visti sicuramente li avrebbero espulsi e non
poteva sopportare di essere lei la causa del problema.
Gli occhi del Grifondoro erano
colmi d’ira e Hermione non li aveva mai visti così scuri.
Il blu limpido che li aveva sempre caratterizzati era scomparso e aveva
lasciato il posto a un colore forte e profondo, quasi cupo.
Non l’aveva mai visto
così infuriato. Anche lei era rimasta senza parole nel vedere
Ginny tra le braccia di Malfoy, ma non avrebbe mai pensato che la
situazione si sarebbe evoluta in quel modo. Non riusciva a trovare una
soluzione accettabile. Pensare di fermare la furia del suo migliore
amico era impensabile. Di certo non potevano andare avanti cosi, prima
o poi qualcuno li avrebbe scoperti e li si che sarebbero arrivati i
guai. Ma cosa fare?
Per la prima volta in vita sua, Hermione Granger non aveva in mano la situazione e si sentiva persa.
“BASTA!!!!”
Urlo di Ginny fece tremare tutti e tre.
Hermione la guardò, aveva gli occhi lucidi e le gote imporporate.
Draco non lasciò andare il colletto della camicia di Ron, ma non lo guardò, volse lo sguardo verso la rossa.
Ron fissò la sorella con il fiatone senza togliere la mano dal collo del Serpeverde.
L’occhiata che la
piccola Weasley lasciò al fratello fu glaciale, il rosso
lasciò andare di malo modo Malfoy e lo lascio cadere a terra.
Si alzò con calma e si
avvicinò alla sorella, non appena fu a qualche centimetro da lei
disse: “Mi hai deluso davvero. Con me hai chiuso!”
Detto questo si voltò,
lanciò un altro sguardo di fuoco verso il biondo Serpeverde,
prese per mano Hermione e uscì senza voltarsi indietro.
***
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Capitolo 9 *** Delusione ***
8
8. Delusione
“Ron! Ti prego fermati
un attimo. Mi stai facendo male! Devo guardarti i tagli non mi
piacciono molto, fatti dare almeno un’occhiata. RONALD!!”
Il rosso si fermò e si
voltò verso l’amica. Gli occhi avevano ancora lo stesso
colore di prima e per la rabbia non si era reso conto che aveva
trascinato Hermione dietro di se, stringendole forte la mano.
La testa gli pulsava e iniziava a sentire i primi dolori dovuti ai colpi di Malfoy.
Hermione lo guardava
preoccupata, gli accarezzò lentamente una guancia proprio sotto
al taglio che si trovava sotto l’occhio destro e gli fece un
sorriso timido.
“Calmati. Non serve a niente innervosirsi cosi…”
“CALMARMI? COME DIAVOLO FACCIO!! MERLINO E’ MIA SORELLA!!
NON PUO’ FINIRE CON UN VERME COME QUELLO LI! NON RIESCO A
CONCEPIRLO! NON CE LA FACCIO. SE MI FOSSE STATO POSSIBILE LO AVEI
UCCISO CON LE MIE STESSE MANI!!”
Non l’aveva mai sentito urlare così.
Fece un piccolo passo
indietro, le faceva davvero male vederlo cosi. I segni della rissa
ormai erano visibili sul suo volto, oltre al taglio sullo zigomo aveva
anche un livido sopra l’altro occhio.
Ma quello che più la preoccupava era la sua condizione psicologica. Mai lo aveva visto così sconvolto.
Ron si era lasciato scivolare esausto contro il muro del corridoio che portava al bagno dei Prefetti, con la testa fra le mani.
La brunetta fece una cosa inaspettata, si riavvicinò al rosso e lo abbracciò.
Non appena le braccia di Hermione lo avvolsero in quel gesto tenero e ricco di affetto Ron si sentì subito meglio.. La sua ‘Mione sapeva sempre cosa fare.
La strinse forte a se e rimasero li per un tempo che parve infinito…
***
Non appena Ron ed Hermione
furono usciti dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, Ginny si
era lasciata scivolare a terra e aveva iniziato a singhiozzare prima
lievemente poi sempre più forte.
Draco nonostante il dolore che
sentiva al costato si era alzato e le era andato incontro, le aveva
alzato il mento e l’aveva abbracciata, stringendola forte
accarezzandole la schiena con qualche carezza rassicurante.
“Mi odia…” disse con una voce strozzata…”Mio fratello mi odia!”
“Amore
calmati..” cercò di dire lui, capendo perfettamente lo
stato d’animo della ragazza, le parole di Ron erano state dette
sicuramente in un momento di rabbia, ma l’affetto era stato
devastante. Quando le aveva pronunciate con quella voce carica
d’ira e di disprezzo, si erano abbattute contro di lei come un
treno. I suoi occhi si erano riempiti subito di lacrime e il suo
sguardo si era fatto triste e vuoto.
Lei alzò piano lo sguardo e lo fissò, lui rabbrividì impercettibilmente, era uno sguardo strano.
Non l’aveva mai vista cosi.
“Mi detesta. Cosa
farò adesso? Con che coraggio entro in Sala Comune, con che
faccia entro in Dormitorio?” la sua voce era incrinata dalle
lacrime che continuavano a sgorgare dai suoi occhi verdi e il suo
respiro si faceva sempre più accelerato.
Le diede un leggero bacio
sulla fronte e le sussurrò: “Vedrai, troveremo una
soluzione. A tuo fratello passerà…”
“Draco! È Ron! Il mio fratello preferito,
siamo cresciuti insieme! La sua approvazione è quasi più
importante di quella dei miei genitori. Se avevo bisogno di qualcuno
c’era lui, avevo bisogno di una spalla su cui piangere da chi
andavo? Da Ron. Se c’era il temporale di notte era nel suo letto
che mi infilavo, se mamma mi sgridava era da lui che andavo a
nascondermi. Mi ha sempre difeso, non posso pensare al fatto che
l’ho perso. L’ho perso per sempre!”
La giovane scoppiò a
piangere un’altra volta, più forte di prima, rifugiandosi
nel petto di Draco, che l’avvolse in un abbraccio pieno di
calore, ma nel suo sguardo traspariva solo preoccupazione.
Cos’era la sensazione che si sentiva addosso?
Perché aveva il presentimento che questo non era il primo velo che lo separava dal suo angelo?
La strinse ancora più forte, sperando che anche lei sentisse che lui era li, che non voleva perderla.
Capiva il suo dolore, per lei Lenticchia era tutto.
Ce l’avrebbe fatta a superare questo ostacolo? Sarebbe riuscita a riemergere dalle tenebre in cui era caduta?
Non lo sapeva.
E per la prima volta, Draco Malfoy ebbe davvero paura.
***
Hermione si allontanò dolcemente da Ron con le guance leggermente arrossate.
Lui le accarezzò una guancia e le diede un lieve bacio sulla tempia.
“Grazie ‘Mione” sussurrò al suo orecchio. Quella frase appena bisbigliata la fece tremare.
Si alzarono lentamente e lei lo prese per mano.
“Vieni, andiamo a dare un’occhiata a questi tagli”
Entrarono nel bagno dei
Prefetti e Ron si sedette su una panca vicino al muro, appoggiandovi la
testa e guardando la ragazza davanti a lui, mentre cercava un
fazzoletto dalla borsa e lo bagnava con dell’acqua.
Si rese conto che la sua amica
era davvero diventata bella, i lunghi capelli le ricadevano morbidi
sulle spalle e le incorniciavano il viso, gli occhi erano la cosa che
lui più amava: profondi, espressivi, vivi e allegri, di un
colore così scuro da perdersi ogni volta che il suo sguardo
incrociava quello di lei.
Il suo corpo era ben
proporzionato, era abbastanza alta, le gambe lunghe e snelle, le sue
curve facevano girare la testa a un po’ di persone, a lui per
primo!
Una fitta di dolore lo distrasse dai suoi pensieri.
“Scusa.. “ sussurrò lei, si era avvicinata e aveva iniziato a disinfettare il taglio con l’acqua.
Lui guardava ogni suo singolo movimento, soffermandosi sull’espressione concentrata dei suoi occhi.
Non appena ebbe finito di
pulire la ferita estrasse la bacchetta dalla tasca e sussurrò un
incantesimo di guarigione che lo fece sentire subito meglio.
“Così dovrebbe
bastare, come ti senti?” disse la bruna passandoli un dito sul
posto dove prima c’era il taglio.
“Meglio, grazie ‘Mione” rispose con un piccolo sorriso.
L’immagine di Ginny tra le braccia di Malfoy gli tornò alla mente e si irrigidì subito.
Come aveva potuto? Con tutti i
ragazzi che c’erano nel castello, proprio lui? Aveva notato lo
sguardo che aveva assunto lei quando si erano separati.
Sicuramente era li di sua spontanea volontà… Non c’erano dubbi.
L’aveva deluso profondamente.
“Ron?”
La voce di Hermione lo
riportò alla realtà.. la guardò con uno sguardo
perso e l’attirò senza pensarci sulle sua gambe,
nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.
“Perché lui?
Spiegami perché proprio Malfoy? Con tutte le persone che
c’erano, perché quel verme?”
“Ron, calmati ti prego” disse lei con un leggero velo di imbarazzo…
“Non la riconosco
più.. Non posso pensare che sta davvero con quell’essere
li… Non la considero più mia sorella. Mi ha deluso sul
serio” sussurrò contro la sua spalla.
“Non dire cose di cui
potresti pentirti… Guardami…” detto questo gli
alzò il mento, “Stai dicendo cosi perché sei
arrabbiato. Dovresti parlare con lei, sentire le sue ragioni.
Sicuramente non si tira indietro. Sai quanto sei importante per lei o
no?! Siete sempre stati inseparabili, non potrei immaginare due
fratelli più uniti di voi. Non permettere a Malfoy di separarvi.
Parla con Ginny. Chiaritevi. Credo di conoscerla abbastanza per dire
che adesso si starà disperando perché crede di averti
perso… Ascolta il mio consiglio. Per favore. Se non vuoi farlo
per lei, fallo per te. Fallo per me…”
Lui annuì piano e le sorrise.
“Cosa farei senza di te? Sicuramente se non ci fossi stata tu oggi sarei impazzito…”
Lei sorrise e gli accarezzò la guancia.
“Allora, ci parlerai? Senza aggredirla e senza litigarci?”
“Potrei farcela, si… Credo di si”
“Bravo, così si che mi piaci!” esclamò lei dandogli un bacio sulla guancia.
Ron le prese il volto tra le
mani e incatenò il suo sguardo al proprio, sapeva
l’effetto che i suoi occhi facevano su di lei. Le
accarezzò le guance con i pollici e le sorrise.
Hermione lo guardò rapita.
I loro visi si avvicinarono
lentamente e le loro labbra si incontrarono e metà strada. Si
stupirono di come le loro bocche combaciassero alla perfezione. Una
mano di Ron si insinuò tra i suoi capelli mentre le braccia di
Hermione si allacciarono intorno al suo collo.
Non fu un bacio, fu un bacio.
Quando si allontanarono di guardarono negli occhi, specchiandosi uno negli occhi dell’altra. Sorrisero…
Il rosso era allibito, finalmente l’aveva baciata. Ed era stato meraviglioso. Le sue labbra erano cosi morbide…
Ron scoppiò a ridere.
“Ci credi che hai
marinato una lezione per la prima volta! Non ci credo.
Miss-Prefetto-Perfetto-Granger ha saltato la scuola!”
Hermione sorrise, incredula
per quello che era appena successo tra di loro, e ancora più
senza parole perché Ron aveva ragione, avevano marinato la
scuola.
Rise lievemente anche lei e accolse con gioia il bacio che Ron le diede.
Non gli importava di aver perso una lezione della professoressa Cooman.
Aveva trovato qualcosa di più importante.
***
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Capitolo 10 *** La decisione ***
9
9. La decisione
L' autunno ormai aveva colorato con i suoi colori caldi tutto il
giardino di Hogwarts, i ragazzini dei primi anni si divertivano a
ridere e scherzare nel grande prato, e il sole ancora caldo
preannunciava che sarebbe stata una bella giornata.
Non per lei.
Ginny era seduta appoggiata al tronco di una grande quercia e guardava
le piccole onde del Lago Nero toccare con delicatezza la sponda.
Erano passati due giorni da quando Ron l’aveva scoperta con Draco e non aveva avuto ancora il coraggio di affrontarlo.
Lei voleva spiegargli ogni
cosa, voleva dirgli che si era innamorata di Malfoy, per quanto una
cosa del genere possa essere assurda, ma era successo e né lui
né nessun altro avrebbero potuto farci niente.
Si appartenevano.
Però qualcosa la frenava, i suoi occhi, quando l’aveva
guardata quel giorno, nel suo sguardo non c’era più la
tenerezza che lui riservava solo a lei e a Hermione, c’era odio e
disprezzo, oltre che una delusione infinita.
I suoi occhi non erano più limpidi come sempre, erano diventati cupi. Se solo ci pensava le tornavano i brividi.
Si portò le ginocchia al petto e vi appoggiò la fronte contro, qualche lacrima salata le solcò le guance. Non posso andare avanti cosi, non posso perdere Ron. Non voglio, non posso!
Non sapeva più cosa fare, si sentiva sola, persa.
***
Aveva girato l’intero castello, ma invano, non la trovava da nessuna parte.
Era come svanita nel nulla.
Non sapeva più dove cercarla, aveva provato ovunque.
Non era per niente tranquillo, i suoi silenzi lo preoccupavano e poi da
quando aveva litigato col fratello era sempre assente e lontana.
La paura di perderla lo assaliva ogni istante di più.
Si affacciò ad una finestra e finalmente la vide: la sua chioma rossa era inconfondibile.
Scese le scale di corsa e si diresse veloce verso la grande quercia sulla riva del Lago Nero.
Quando fu quasi arrivato si fermò e si avvicinò a lei con calma per non spaventarla.
“Gin…”
Quello che vide fu come un pugno in pieno stomaco: aveva gli occhi
rossi per le lacrime, il suo faccino sempre allegro e sorridente era
avvolto da un velo infinito di tristezza, quando lo vide non disse una
parola, si spostò solo un po’ giusto per fargli spazio,
lui si sedette di fianco a lei e la ragazza si appoggiò alla sua
spalla.
“Draco.. non so cosa fare…” un sussurro… “Mi sento persa…”
“Guardami” disse lui con voce ferma.
Lei alzò il capo dalla sua spalla e lo guardò aspettando quello che voleva dirle.
“So che detto da me può sembrare strano, ma devi parlare con lui…”
“E se lui mi dicesse che non devo più frequentarti?”
“Non può essere lui a decidere della tua vita…”
“Lo so… “ disse lei con una voce piccola piccola.
“Ma il suo consenso è molto importante per me, lo sai..
Non potrei sopportare di sentirmi addosso i suoi sguardi accusatori.
Non ce la farei…”
Lui le prese il volto fra le mani e le diede un lieve bacio a fior di labbra, poi continuò:
“Se lui non te lo permette, ci parlerò io… Ti
prometto che non arriverò alle mani, se lui non mi
provoca!”
Ginevra lo abbracciò..
Stava davvero facendo un sacrificio enorme per lei… sarebbe
stato disposto a parlare con Ron se lui non avesse voluto ascoltare le
sue ragioni.
“Ti amo…” sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra fredde… poi lo baciò.
Draco sorrise contro la sua bocca prima di ricambiare il gesto, sentire
che si stava pian piano calmando gli riempì il cuore di gioia.
Non poteva sopportare di vederla triste, era una cosa che non poteva
concepire, e se per farla felice doveva parlare con Lenticchia, lo
avrebbe fatto, avrebbe fatto questo sacrificio, sapendo che alla fine ci sarebbe stata lei al suo fianco.
“Parlerò con Ron…” disse lei guardandolo negli occhi.
Lui annuì solamente e finalmente Ginevra Weasley capì che non sarebbe più stata sola.
***
“Mione posso parlarti un attimo?” la voce di Ron distrasse
la ragazza dal suo saggio sulla guerra dei Giganti del 1600,
alzò lo sguardo e incontrò a pochi centimetri dal suo
viso due profondi occhi azzurri.
Arrossì lievemente ripensando a quello che era successo con il rosso qualche giorno prima ed annuì…
Lui la fece alzare dalla sedia e la trascinò con se sul divano,
fece scorrere un braccio dietro le sue esili spalle e si
appoggiò allo schienale…
“Ho deciso che domani parlerò con Ginny.. Cercherò
di mantenere la calma, ma non posso permettermi di perderla. È
sempre la mia sorellina… Merlino! Siamo cresciuti insieme. Non
posso rovinare tutto per colpa di un damerino!”
Hermione lo stava guardando… sorrise lievemente, quel ragazzo
aveva il potere di farle battere forte il cuore ogni volta che stava
vicino a lei.
Gli accarezzò una guancia e lui si voltò specchiandosi nel suo sguardo color cioccolato..
“Hai pensato al fatto che lei ti potrebbe dire che è
innamorata di lui? Cosa faresti se fosse così? La liquideresti
dalla famiglia solo perché sta con un Malfoy?”
Quelle parole lo colpirono, non ci aveva pensato.. Se Ginny fosse
davvero innamorata di Malfoy sarebbe stato in grado di mettersi in
mezzo? Sarebbe stato in grado di lasciar correre?
“Non lo so…” rispose lui, “Non so cosa
farei… però credo che prima dovrò sforzarmi di
lasciarla parlare… senza aggredirla…”
Lei si alzò ed esclamò: “Chi sei tu? Cosa ne hai fatto di Ron Weasley!”
“Ah ah… molto divertente davvero! Ma adesso ti faccio vedere io piccola strega!”
Hermione iniziò a correre per il salotto della Sala Comune con Ron che la rincorreva…
Quando la raggiunse le circondò i fianchi e l’attirò verso di sé…
“E così pensi che io non sia capace di…”
Il giovane Weasley non finì mai la frase e si dimenticò
un istante dopo di quello che stava per dire, perché due labbra
morbide gli avevano tappato la bocca coinvolgendolo in un dolce
bacio…
***
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Capitolo 11 *** Fratello e Sorella ***
10
10. Fratello e Sorella
Stava salendo molto lentamente
le scale della torre, sapeva esattamente dove si rifugiava la sua
sorellina quando aveva qualche problema o quando doveva pensare.
Aveva promesso ad Hermione che
l’avrebbe lasciata parlare senza saltarle addosso, ma ci sarebbe
riuscito? Ron Weasley era famoso per il suo precario auto controllo!
Fece un respiro profondo e aprì la porta…
***
Ginny si voltò non appena senti la porta della Torre di Astronomia cigolare.
Ron…
I suoi occhi si incontrarono
subito con l’azzurro del fratello, lui rimase esitante per
qualche secondo sulla soglia della porta, poi fece qualche passo verso
di lei e si chiuse la porta alle spalle.
La ragazza con un’ agile
mossa scavalcò la balaustra e si sedette con la schiena
appoggiata al muro e lo sguardo a terra, Ron si avvicinò e si
sedette accanto a lei con un sospiro.
“Gin… avanti alza gli occhi, non sono qui per ammazzarti…” disse lui con una voce piatta…
Lei alzò lo sguardo e lo guardò…ma non riuscì ad aprire bocca.
Aveva quasi paura, sapeva che
quel momento sarebbe arrivato e presto, Ron non era uno che aspettava.
Voleva delle spiegazioni. E lei doveva e voleva dargliele, ma
perché era così difficile parlargliene?! Si erano sempre
detti tutto, non c’erano mai stati segreti tra di loro.
“Sai…”
iniziò il rosso, vedendo che la sorella stava in silenzio,
“Mi ha convinto Hermione a venire a parlare con te, e le ho
promesso che ti avrei lasciato parlare senza
interromperti…” si lasciò sfuggire un sorriso
pensando a quella piccola strega dagli occhi scuri, “So che
può sembrarti strano, ma ti prometto che ti lascerò
spiegare…” concluse specchiandosi negli occhi della
sorella.
Lei lo guardò e fece un respiro profondo.
Avanti! Fai parte della casata dei Grifondoro, se non tiri fuori tu il coraggio, chi dovrebbe farlo!
“Grazie…” sussurrò
Distolse lo sguardo dal
fratello e guardò verso l’orizzonte, lasciando che le
parole le uscissero dalle labbra come quando era bambina e si confidava
con il fratello nei lunghi pomeriggi che passavano nel giardino della
Tana.
“E’ successo cosi,
non so bene neanch’io come sia potuto succedere, all’inizio
non ci credevo che stesse succedendo proprio a me. Ci siamo scontrati
un giorno in corridoio. Abbiamo iniziato a discutere e poi mi ha
baciata…”
Ron strinse forte i pugni, ma
non intervenne, piuttosto spostò lo sguardo sulla sorella,
guardava l’orizzonte, con una strana luce negli occhi. Prima non
l’aveva vista.
“Non so descriverti quel
momento, è impossibile… dire che è stato
bellissimo è limitativo. È stato unico! Da quel giorno
abbiamo iniziato a frequentarci. Prima ci incontravamo per caso. Poi
gli incontri sono diventati più frequenti. Sinceramente non
riesco a stare per troppo tempo lontano da Draco e neanche lui..”
Ginevra si lasciò
sfuggire un sorriso, che il fratello definì uno dei più
dolci che avesse mai visto spuntare sul suo viso.
“Il giorno che mi era
arrivato il gufo in Sala Grande era un suo messaggio… Mi disse
che dovevo andare da lui subito perché doveva parlarmi. Ci andai
di corsa, avevo paura che fosse successo qualcosa di grave. Quando
arrivai e lo vidi, lui mi fece un ampio sorriso e mi confidò che
si era innamorato di me…”
La ragazza si alzò e si appoggio alla balaustra.
“E’ stato proprio qui… Ci siamo dichiarati per la prima volta proprio su questa torre. Mi sono innamorata Ron”
disse guardando verso il fratello. “Non puoi farci niente. Al
cuore non si comanda. Ci siamo innamorati l’uno dell’altra.
Io non posso rinunciare a lui. Mi sento davvero bene quando sono in sua
compagnia. Ti prego. Cerca di capirmi…”
Ron si alzò lentamente, si voltò verso la sorella, la sua piccola si era innamorata.
E lui lo vedeva bene.
Finalmente poté dare un nome a quella luce che vedeva nei suoi occhi: amore.
Aveva descritto quel
sentimento immenso con poche semplici parole, ma ricche di significato.
Ovviamente non mentiva, Ginny non era capace di dire bugie, non ci
riusciva quando era bambina, figuriamoci adesso che era cresciuta.
La sua sorellina era diventata una donna… E si era innamorata di Draco Malfoy.
Ma chi era lui per impedire a sua sorella di stare con chi desiderava con tutto il cuore?
Sarebbe riuscito a sopportare di vederla sempre triste? La risposta era semplice: no.
Ginny cercava di decifrare l’espressione del fratello, aveva mantenuto la promessa.
Non aveva interferito, e non l’aveva interrotta durante il suo discorso.
Adesso però cosa avrebbe detto? L’avrebbe capita o l’avrebbe accusata?
Ron la guardò e sorrise, un sorriso timido e dolce, le accarezzò piano una guancia e disse:
“E così ti sei innamorata di un furetto bianco, eh?!”
La ragazza sorrise e gli saltò al collo. Lui la strinse forte quando la sentì singhiozzare piano.
“Scemo! Pensavo di averti perso lo sai?… Non sarei mai riuscita a sopportarlo”
“Neanch’io, cosa credi?! Come farei senza la mia sorellina preferita?!”
Si allontanò dolcemente dal fratello e lo guardò attentamente.
“Quindi non ti da
fastidio se sto insieme a Draco, vero? Ti prego… il tuo consenso
è molto importante per me, lo sai”
“Si che lo so. Gin,
è un Malfoy, e dopo tutto quello che ha fatto, non lo vedo molto
di buon occhio, questa non è una novità. Però non
posso certo mettermi in mezzo sulle tue decisioni. Non diventeremo di
certo amici, ma ti posso promettere che non lo ammazzerò!”
disse lui facendole l’occhiolino.
Lei fece un ampio sorriso e gli diede un bacio sulla guancia.
“I lividi sono già andati via? È stata Hermione vero? Non sei andato in infermeria”
A sentire il nome di Hermione
le orecchie del rosso si imporporarono e questo non sfuggì
all’occhio vigile e attento di Ginny…
“Mi nascondi qualcosa per caso? È successo qualcosa tra te e Hermione, finalmente?!”
chiese avvicinandosi ancora di più al fratello, che ormai si
poteva tranquillamente mimetizzare con i suoi capelli, visto che era
interamente arrossito!
“Ecco… io…” balbettò lui “A dir la verità…”
“Si?Avanti Ron! Sputa il rospo!”
“Ecco… il giorno
che abbiamo litigato ero così furioso e arrabbiato che lei si
offrì di darmi un’occhiata all’occhio…”
il rosso cercava di guardare ovunque tranne che la sorella, era troppo
imbarazzato per guardarla negli occhi “Ero talmente
infuriato che non riuscivo a calmarmi, poi mi sentivo anche deluso e
amareggiato. Te lo giuro Gin, vederti li con lui, mi aveva davvero
sconvolto e lei ovviamente se n’era accorta. Si è
avvicinata e mi ha abbracciato…”
Ginny sorrise nel vedere
trasparire dagli occhi del fratello tutta la sua gioia. La divertiva
anche il fatto che si stava letteralmente distruggendo le mani, visto
che continuava a stritolarle le une contro le altre, classico
atteggiamento che aveva quando era imbarazzato.
“Mi sentivo talmente bene, che non sono riuscito a trattenermi dal baciarla…”
“E lei?” disse Ginny in preda dalla curiosità…
“Bè… lei ha ricambiato…”
Un piccolo grido di
felicità uscì dalle labbra della rossa.
“Finalmente! Era davvero ora che ti facessi avanti! È dal
primo anno che ti piace!”
Ron si passò una mano tra i capelli e le sorrise.
La rossa l’abbracciò ancora e lui la strinse forte a se.
In quel gesto ricco di affetto
e complicità, Ronald e Ginevra Weasley capirono che si erano
ritrovati e che niente e nessuno li avrebbe divisi.
“Dai pulce, andiamo altrimenti il tuo furetto si preoccupa!”
“Ron! Non chiamarlo furetto!!” esclamò indignata.
Il ragazzo si diresse verso la porta e l’aprì iniziando a ridere forte.
“Mi hai capito!”
disse Ginny rincorrendolo “Non ti permetto di prenderti gioco del
mio ragazzo! Mi hai sentito Bilius!”
Lui si voltò e incrociò il suo sguardo e nello stesso istante scoppiarono a ridere entrambi.
“Va bene pulce, dai andiamo. Ci staranno sicuramente aspettando”
***
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Capitolo 12 *** Lucius Malfoy ***
11
11. Lucius Malfoy
Ron era entrato nella Sala
Comune dei Grifondoro, era contento e tranquillo, tutto questo
dopo essersi chiarito con Ginny. Hermione come al solito aveva ragione.
Infatti era proprio per questo
che aveva salutato sua sorella all’ingresso, sapendo che lei
sarebbe andata da Malfoy, e aveva oltrepassato il ritratto della
Signora Grassa per cercare Hermione.
La vide seduta sulla poltrona
a fianco del camino con un immenso libro sulle gambe, si
avvicinò piano a lei e le diede un lieve bacio sulla guancia.
La ragazza sussultò e alzò lo sguardo.
“Ron!” esclamò alzandosi in piedi. “Allora?” chiese risedendosi sulla poltrona con lui accanto.
“Dunque.. abbiamo parlato…” disse lui vago.
“Avanti! Non farmi stare sulle spine, vi siete chiariti, vero?”
“Mi fai spiegare per bene?!” chiese lui facendole l’occhiolino.
Lei lo guardo bene e
notò che non aveva più lo sguardo triste e vago,
l’azzurro dei sui occhi era tornato quello di sempre.
Sicuramente la chiacchierata con la sorella era servita!
“Va bene, starò qui buona buona fino a che tu non avrai finito di parlare” disse con un sorriso.
“Brava! Dunque…
all’inizio siamo rimasti in silenzio, lei non mi guardava e non
apriva bocca, così le ho detto che non le sarei saltato addosso
se mi avesse raccontato tutto. Cosi ha iniziato a raccontarmi di quando
si sono incontrati, di quando si sono baciati, di quando hanno iniziato
ad interessarsi l’uno dell’altra, fino a che non si sono
innamorati ”
“Cosa?!” esclamò incredula la ragazza.
“Già, Gin si
è innamorata di Malfoy…” disse lui guardandola
negli occhi. “Mi ha chiaramente detto che non lo lascerà,
perché ci tiene troppo. E nessuno può farci niente ”
“Come dice un detto babbano: non è una cosa della mente, ma del cuore!”
“Puoi ben dirlo
‘Mione… Quando mi stava raccontando vedevo nel suo sguardo
una luce che non avevo mai visto e da li ho capito che mi avrebbe
odiato per sempre se mi fossi messo in mezzo”
Hermione lo guardò e si chinò su di lui per dargli un lieve bacio sulle labbra.
“Sono orgogliosa di te!” disse con un sorriso.
Lui ricambiò il sorriso e poi la baciò un’altra volta.
***
“Draco!” Ginny aveva visto il biondo Serpeverde camminare lungo il lago e lo chiamò.
A sentire quella voce
conosciuta e amata Malfoy si voltò e vide la rossa correre verso
di lui con un bel sorriso sulle labbra. L’abbracciò e
accolse con piacere il tenero bacio che gli diede la ragazza.
Quando si furono separati si sedettero ai piedi della grande quercia sulla riva del Lago Nero.
“Allora?” disse il ragazzo accarezzandole una guancia.
“Ho parlato con
Ron…” rispose Ginny fissandolo, “Per fortuna
è andato tutto bene.Gli ho raccontato tutto e lui ha capito. Non
sono mai stata così contenta, avevo davvero paura di perderlo,
invece lui si è comportato benissimo, mi ha fatto parlare senza
interrompermi o arrabbiarsi, così sono riuscita a spiegargli la
situazione e a fargli capire che non avrei rinunciato a te…E lui
ha capito!”
E bravo Lenticchia, ogni tanto la fai funzionare la materia grigia che hai in quella zucca rossa!
Draco la guardò e
sorrise, la sua Gin finalmente aveva ritrovato l’allegria. I suoi
occhi erano tornati quelli vispi di sempre.
Si avvicinò a lei e la baciò.
“Dra…” sussurrò lei.
“Ssh…”
rispose piano lui appoggiandole un dito sulle labbra. “Sono
contento che tu ti sia riappacificata con tuo fratello…”
Lei lo guardò e sorrise, poi si chinò nuovamente sulle sue labbra e lo baciò.
Non c’era bisogno di altre parole.
***
Draco Malfoy aveva appena
sussurrato la parola d’ordine al Barone Sanguinario ed era
entrato nella Sala Comune dei Serpeverde.
Ad aspettarlo c’era Blaise.
“Ciao Malfoy”
“Blaise, cosa ci fai ancora in piedi? È tardi ” disse lui sedendosi sulla poltrona di fianco al camino.
“Ti aspettavo” rispose lui guardandolo negli occhi..
“Mi aspettavi, e perché?”
“Ti devo
parlare…” iniziò vago “MI stai nascondendo
qualcosa? Lo so, lo sento. Siamo cresciuti insieme e ormai credo di
conoscerti bene. Capisco che ti è successo qualcosa che a quanto
pare ti rende anche felice. Ma questo non toglie il fatto che tu sia
cambiato. Perché lo sei Malfoy. Non riesco a spiegarmi ne come,
ne perché, ma tu sei cambiato!”
“I fatti miei non ti riguardano. Sai che non sopporto chi si fa gli affari miei ”
“Certo che lo so, però voglio capire. Cosa ti è successo?” esclamò Zabini alzandosi in piedi.
“Niente” rispose Draco con calma rimanendo seduto.
Non aveva intenzione di
rivelargli niente. Anche se Blaise aveva ragione, loro erano cresciuti
insieme e in qualche modo si era instaurato un bel rapporto tra di
loro, ma non si sentiva assolutamente pronto a rivelargli una cosa del
genere. Sicuramente non avrebbe capito. In fin dei conti Ginevra era
una Grifondoro, i suoi genitori facevano parte dell’Ordine della
Fenice ed erano amici di Harry Potter. Sul campo di battaglia sarebbero
stati su due fronti diversi.
Lui era sempre figlio di Mangiamorte, come lo era Blaise.
“Allora?” Zabini lo riscosse dai suoi pensieri “Non vuoi dirmi niente?”
“Non ho niente da dirti…” rispose lui alzando lo sguardo per incrociarlo con gli occhi del ragazzo.
“E’ inutile che insisti. Non ho assolutamente niente da dirti…”
“Ne sei sicuro, Draco?”
Al cuore del biondino mancò un battito. Conosceva fin troppo bene quella voce.
Si alzò lentamente e si voltò.
Sulla soglia del corridoio che
conduceva ai dormitori maschili c’era lui, alto e magro, avvolto
da un mantello del colore della notte, con i lunghi fili d’oro
raccolti nella solita coda, e lo sguardo glaciale.
Lucius Malfoy.
“Padre…”
disse il ragazzo guardandolo, la loro somiglianza era impressionante,
ma in quest’ultimo periodo Draco si era accorto che la sua
somiglianza con il padre era data solo dai tratti fisici,
caratterialmente erano molto diversi.
“Grazie Blaise, ora se
non ti dispiace vorrei parlare da solo con mio figlio” disse il
Mangiamorte rivolgendosi al ragazzo moro, senza staccare gli occhi dal
ragazzo biondo.
“Certo Signor Malfoy. Buona notte” rispose il giovane congedandosi.
“Buona notte”
disse l’uomo voltandosi per un secondo verso il ragazzo che aveva
iniziato a percorrere rapidamente il corridoio verso al sua stanza.
“Siediti, Draco. Credo
che avremmo molto di cui parlare” sentenziò sedendosi in
silenzio sul divano di fronte al camino.
Il biondo Serpeverde sentì un brivido gelido lungo la schiena prima di accomodarsi di fronte al padre.
Perché Lucius Malfoy era ad Hogwarts nel cuore della notte? Cosa voleva da lui?
Che avesse scoperto qualcosa?
Un altro brivido scosse il ragazzo, cosa sarebbe successo ora?
Ginevra
***
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Capitolo 13 *** Rottura ***
12
12. Rottura
Draco Malfoy era affacciato alla balaustra della Torre più alta del castello.
Quello ormai era diventato il suo punto d’incontro con la piccola Weasley.
Quello era il luogo dove tutto
era iniziato e sarebbe diventato anche il posto dove quella magnifica
favola troverà la sua fine.
Merlino!
Suo padre era ripartito alle prime luci dell’alba, lasciandogli un immenso vuoto dentro.
***
“Allora figliolo, non hai nulla da dirmi?”
“No padre, non devo dirvi nulla” rispose il biondo cercando in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Non era per paura, suo padre gli metteva suggestione. Non voleva diventare un suo clone.
“Io
invece sono sicuro che mi stai nascondendo qualcosa. E spero bene per
te che non ha nulla a che fare con quei traditori del sangue”
Il Mangiamorte fece una pausa.
“Il Signore Oscuro sta radunando il suo esercito”
“Ne sono consapevole”
“NON
MI INTERROMPERE! Stavo dicendo che sta radunando il suo esercito e io
voglio che tu ne faccia parte. Lo esigo. Ormai non ti manca molto al
termine della tua istruzione e non manca neanche molto al trionfo
di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Lo so io e lo sai benissimo
anche tu. Ho già programmato per le vacanze di Natale la tua
“investitura”, voglio che diventi un Mangiamorte prima di
diventare maggiorenne”
Il cuore di Draco si fermò.
Non aveva intenzione di far parte dell’esercito di quel folle, ma aveva scelta?
Quell’uomo aveva già preso la decisione per lui.
Cosa avrebbe potuto fare?
Il suo primo pensiero volò a quella piccola testa rossa che gli aveva rubato il cuore.
Non poteva esporla a quel pericolo.
“A proposito Draco…” disse Lucius Malfoy, interrompendo lo scorrere dei pensieri del figlio.
“Si padre” disse alzando lo sguardo.
“Vedi
di smettere di frequentare quella ragazzina o sarò costretto ad
intervenire. Sono stato sufficientemente chiaro!?”
Draco scattò in piedi con gli occhi spalancati e un'espressione di stupore puro dipinto sul volto.
“Ti
starai chiedendo come faccia a saperlo, è semplice ragazzo
mio… In questo castello anche i muri hanno gli occhi”
“E chi vi dice che sia il vero?” lo sfidò lui avvicinandosi.
La mano
che si mosse contro il suo viso non la vide neppure, fu il dolore sordo
che sentì contro la guancia sinistra che gli fece capire che il
padre aveva alzato la mano su di lui.
“Non
osare contraddirmi, chiaro? Non osare. Potresti pentirtene un secondo
dopo. Vedi di non deludermi Draco. Non potresti immaginare neanche
quanto dura potrebbe essere la mia ira se mi disubbidirai. Quella
mocciosa non la incontrerai più e durante le vacanze ti unirai
all’esercito del tuo Signore.”
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
“E questo è tutto” sentenziò il Mangiamore allontanandosi da lui e sparendo nel corridoio.
Draco non appena il padre si fu allontanato si lasciò scivolare contro il muro.
Suo padre sapeva.
Come aveva fatto? E come se non bastasse sarebbe diventato un Mangiamorte.
Si prese la testa fra le mani e una lacrima solcò il suo viso.
Non voleva rinunciare al suo angelo.
Era consapevole del dolore che le avrebbe procurato, dell’ira che sarebbe esplosa nell’animo di suo fratello.
Ma lui poteva fare qualcosa, se non evitare che Ginny finisse nell’Inferno dove ormai era destinato a finire lui?
“Malfoy?”
Sentendosi chiamare alzò lo sguardo.
“Tu! Sporco traditore! Sei stato tu a chiamare mio padre e a dirgli tutto eh? Sei stato tu brutto figlio di…”
Un pugno lo colpì in pieno volto. Blaise aveva ancore il braccio teso quando lo sguardo di Draco tornò su di lui.
Vide il ragazzo sbilanciarsi in avanti per colpirlo ma lo bloccò in tempo, prima che il suo pugno finisse sul suo naso.
“Aspetta maledizione! Non sono stato io!”
“E chi ti dice che io ti credo!”
“Perché
sono tuo amico! Per la barba di Merlino! Siamo cresciuti insieme e non
ti tradirei per una cosa del genere! Non dopo che ho visto il tuo
sguardo cambiare così tanto. Non dopo che mi sono reso conto che
ti sei innamorato sul serio! Perché è così, vero
Draco?”
“Si! Si maledizione!!”
“E allora, ti vuoi sedere e starmi ad ascoltare?”
Il ragazzo si rilassò e Blaise gli lasciò andare il polso, si sedettero uno di fronte all’altro.
“Aspetta, mio padre?”
“Se ne è andato, non ti preoccupare.”
“Avanti allora, parla”
Il moro fece un respiro profondo e iniziò a parlare.
In nome di quell’amicizia nata molti anni prima e in nome di quel sentimento chiamato Speranza.
Era sicuro
che Draco Malfoy sarebbe riuscito a scappare da quell’Inferno che
li aveva condannati già prima che nascessero.
Per la
prima volta in vita sua Blaise Zabini era certo di qualcosa. Draco
Malfoy si sarebbe ribellato, avrebbe trovato il coraggio che a lui
mancava, e lui lo avrebbe aiutato.
***
Pansy Parkinson
Era stata lei la spia. Quella
vipera lo aveva seguito un giorno e l’aveva visto in compagnia
della rossa. Era andata a dirlo a Blaise e lui le aveva detto che
doveva farsi gli affari suoi.
Lei invece in nome di quella bestia chiamata gelosia aveva mandato un gufo a suo padre.
Blaise quella sera voleva avvertilo, ma lui non si era fidato.
Il risultato?
L’obbligo di suo padre.
Non aveva alternative, per la sua incolumità doveva lasciarla.
Non si sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa.
È
la prima volta che ti vedo innamorato sul serio. So che non rinuncerai
facilmente a lei, ma non è mettendola in pericolo che le
dimostrerai di amarla davvero.
Le parole di Blaise gli rimbombavano nella mente.
Aveva ragione. Aveva dannatamente ragione.
Guardò il sole tramontare all’orizzonte.
Sarebbe arrivata nel giro di pochi istanti.
La porta della Torre di Astronomia si apri e un dolce ragazza dai capelli ramati entrò nella stanza.
***
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Capitolo 14 *** Odi et Amo ***
13
13. Odi et amo
Al tramonto.
Vieni da me, allo stesso posto.
D.
Ginevra Weasley stava correndo per i corridoi del castello, stava
andando alla Torre di Astronomia, Draco le aveva mandato un altro
biglietto, non poteva arrivare in ritardo.
Non l’aveva visto per tutto il giorno.
Salì le scale e quando arrivò davanti alla porta si
fermò un attimo, fece un respiro profondo cercando di calmare il
battito furioso del suo cuore.
Draco Malfoy le faceva sempre quell’effetto.
Aprì la porta ed entrò.
Non appena il biondo sentì la porta scricchiolare si
voltò verso la fonte del rumore e incontrò lo sguardo
allegro della sua ragazza.
“Ciao!” disse lei avvicinandosi a lui per dargli un bacio.
Il ragazzo non appena la rossa ebbe appoggiato le labbra sulle sue
rispose al bacio, ma non era un bacio come i soliti che si scambiavano,
certo c’era amore, passione, dolcezza, ma questa volta
c’era anche tristezza, paura…
Ginny se ne accorse e si allontanò piano dal Serpeverde.
“Draco, va tutto bene?” chiese lei con una leggera preoccupazione nella voce.
Lui la trascinò con se lungo il muro, facendo in modo di
frapporsi tra il suo corpo e la parete, l’abbracciò e le
sussurrò all’orecchio: “Rossa, devo dirti una cosa e
credo che non ti piacerà…”
Lei si voltò restando avvolta dalle sue braccia con uno sguardo indagatore.
Accidenti amore, non guardarmi cosi, altrimenti non riuscirò mai a dirti che ti devo lasciare!
Il ragazzo le accarezzò una guancia.
“Credo di aver commesso un errore… io e te forse non possiamo stare insieme”
“Cosa!?” disse lei divincolandosi dal suo abbraccio e alzandosi in piedi
“Quello che ho detto” rispose lui alzandosi e cercando in
tutti i modi mantenere una voce calma e piatta, cosa che gli risultava molto
difficile. “Ci sono cose indipendenti dalla nostra volontà
che non ci permettono di stare insieme. Non possiamo e purtroppo non
possiamo farci niente”
Ginny lo guardò con gli occhi pieni di lacrime. ”Non puoi pensarlo sul serio…”
“Mi dispiace amore…” si avvicinò a lei e cercò di abbracciarla.
La ragazza era troppo sconvolta per opporsi e si lasciò
stringere, nascondendo il volto nel suo petto, le lacrime iniziarono a
scendere dai suoi occhi.
Non era possibile. Perché voleva porre fine alla loro storia?
Perché non c’era soluzione a questo immenso dolore?
Perché diceva che non poteva farci niente? Perché diceva
che c’erano cause indipendenti dalla loro volontà a
separarli? Perché a lei? Perché a loro?
Perché?
La rabbia esplose nel suo cuore e nella sua mente.
“IO NON TE LO PERMETTO!
Ti rendi conto di cosa stavo perdendo io per te? Mio fratello!!”
gli puntò un dito contro il petto e lo guardò con il
volto rigato dalle lacrime e gli occhi ribollenti di ira.
“Hai pensato che io avrei rinunciato a tutto pur di stare con te!
Avrei rischiato di litigare con la mia famiglia per far capire loro che
ti amavo! Io mi sono messa in gioco per te! E tu cosa mi vieni a dire?
Che ci sono cose indipendenti dalla nostra volontà che non ci
permettono di stare insieme! Io non ci credo!”
“Devi credermi se ti dico che ci sono cose che noi non possiamo controllare”
“Dimmi un esempio pratico!”
“I ruoli delle nostre famiglie nella Grande Guerra”
“Non è per quello! Ho imparato a leggere i tuoi occhi, e capisco quando mi stai dicendo una bugia.”
“Il Signore Oscuro”
Ginny rabbrividì a sentire nominare il nome di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
Lo guardò e capì che mentiva ancora, non era neanche per colpa di Lord Voldemort che lui la stava lasciando.
“Voglio la verità Draco. La esigo!” esclamò lei fissandolo negli occhi.
“Vuoi la verità, sicura di volerlo sapere?!” urlò lui prendendola per le spalle.
La ragazza tremò e il giovane lo capì perché
diminuì la presa sulle sue esili spalle. “Vuoi davvero
conoscere la verità?” disse lui con più
calma…
“Si, voglio sapere perché non possiamo stare insieme” rispose lei in un sussurro.
“Mio padre. Vuole che entri a far parte dell’esercito di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…”
No! Mangiamorte
Ginevra lo fissò spaventata e confusa. Non poteva essere vero…
“No…” sussurrò lei, prendendo tra le mani i lembi della sua camicia cominciando a piangere…
“Non puoi diventare un Mangiamorte, ti prego non puoi farlo!”
“Non posso fare altrimenti amore… non ho scelta. Se non lo
faccio di mia spontanea volontà mi costringerà lui”
La ragazza scosse violentemente la testa, non voleva crederci. Non poteva! Non voleva!
Lucios Malfoy non poteva costringere suo figlio a diventare quello che non voleva. Non poteva farlo.
E invece lo stava facendo, e gli stava strappando via il suo raggio di sole.
Draco la guardò, cercando di capire quello che stava provando.
Anche se sapeva che era simile a quello che provava lui. Non poteva
dirle che stava facendo cosi per proteggerla.
“Ma ci sarà pure una soluzione…”
sussurrò lei appoggiandosi nuovamente alla sua spalla, anche se
il momento era tragico e la sua mente continuava a urlarle di
allontanarsi da lui, lei non riusciva a staccarsi da quel ragazzo che
in poco tempo le aveva dato cosi tanto.
“Io ti amo! Io non posso stare stare senza di te! Io e te siamo
fatti per stare insieme l’hai detto anche
tu!”esclamò lei disperata. Non riusciva a convincersi di
quello che stava succedendo.
Lo so piccola, hai perfettamente ragione. Ma se non ti lascio, mio padre ti ucciderà…
Lui l’allontanò da se e le diede un bacio lungo e profondo.
La ragazza non riuscì a ritrarsi da qual gesto disperato che racchiudeva in se le loro emozioni contrastanti: odio e amore.
Quando si allontanò le sussurrò: “Mi dispiace…”
Gli occhi della giovane avevano iniziato a far uscire delle nuove lacrime, vide il ragazzo dirigersi verso al porta.
L’apri e usci, senza voltarsi indietro, non ce l’avrebbe
fatta. Sentiva i singhiozzi della ragazza alle sue spalle e sapeva che
se sarebbe rimasto li ancora un solo attimo sarebbe ritornato da lei e
l’avrebbe abbracciata, dicendole che era un perfetto idiota e che
non poteva lasciarla, ma non poteva, non poteva permettersi di mettere
in pericolo la sua vita.
Iniziò a scendere le scale.
Ginevra lo vide uscire dalla stanza, lo seguì e si
avvinghiò al corrimano della scala che lui stava percorrendo
diretto verso il corridoio che poi l’avrebbe portato ai
sotterranei… non poteva perderlo. Non poteva e basta.
“Io non rinuncio a te, Draco Malfoy! Hai capito?? IO NON RINUNCIO A TE!!”
La voce della giovane lo raggiunse e lui strinse forte gli occhi consapevole del dolore immenso che le stava procurando.
***
Lo odiava…
Odiava i suoi occhi così azzurri, del colore del ghiaccio;
odiava i suoi capelli biondi del colore dell’oro. Odiava il suo
modo di comportarsi quando erano insieme. Odiava le sue labbra che con
un solo gesto erano capaci di farla sentire in Paradiso, ma che adesso
le avevano appena procurato un dolore immenso.
Ma nello stesso tempo lo amava…
Forse anche più di prima. Amava i suoi occhi, i suoi capelli, il suo atteggiamento, le sue labbra.
Amava e odiava tutto di lui.
Correva…
Ginevra Weasley correva per i corridoi del castello diretta verso la
Sala Comune dei Grifondoro. La vista annebbiata dalle lacrime, il cuore
che batteva fortissimo nel petto.
Pronunciò la parola d’ordine per entrare e cercando di
calmarsi anche solo un po’ entrò nella stanza con
più calma.
Nel sala c’erano poche persone…
Guardò verso il fondo e vide due giovani abbracciati sul divano, riconobbe Ron e Hermione.
Quando vide il fratello tutte le sue difese si distrussero come un
castello di carte distrutto dal leggero soffio di un bambino…
“RON!”
Il ragazzo sentendo la voce disperata della sorella alzò lo
sguardo dalla bruna che era appoggiata alla sua spalla e la vide: in
piedi davanti a lui, con le guance arrossate e rigate dalle lacrime,
gli occhi rossi e gonfi.
Si alzò e la guardò.“Gin? ma cosa..” non
riuscì più a parlare perché la sorella gli aveva
gettato le braccia al collo e aveva iniziato a piangere in modo
straziante.
Il ragazzo si era sbilanciato ed era caduto con la ragazza tra le
braccia sul divano, con lo sguardo allarmato si voltò verso
Hermione che guardava la rossa piangere cercando di capire cosa fosse
successo.
“Gin… Ehi pulce cos’è successo?”
“Draco…” riuscì solo a sussurrare prima di
stringesi ancora più forte al fratello e nascondendo il volto
nel suo petto.
Il ragazzo sentendo il nome del Serpeverde si era irrigidito e aveva
stretto la sorella più protettivamente a sé,
scambiandosi un altro sguardo con la sua ragazza.
Fosse l’ultima cosa che farò in vita mia, Malfoy, ma te ne pentirai di averla fatta piangere.
***
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Capitolo 15 *** L'ira di Ron ***
14
14. L’ira di Ron
Quando Ginny si fu calmata si
allontanò dal fratello e lo guardò con gli occhi ancora
arrossati e gonfi, lui le accarezzò una guancia togliendole gli
ultimi residui di lacrime.
“Cosa ti ha fatto quel furetto?” chiese lui facendole un leggero sorriso per rassicurarla.
“Mi ha
lasciata…” sussurrò la rossa cercando di evitare lo
sguardo del fratello, sapeva benissimo che la sua rabbia sarebbe
esplosa da un momento all’altro. E lei ne aveva quasi paura.
Hermione notò le mani di Ron iniziare a diventare bianche per la forza con cui stava stringendo i pugni.
“Ha cercato di spiegarmi
perché lo stava facendo, però…” cercò
di spiegare la giovane, ma la mano alzata del rosso la fece zittire.
“Io ti avevo
avvertita” iniziò lui guardandola. “Avevo cercato di
capire la situazione e ti ho lasciato fare, l’avevo accettato
perché vedevo che ci tenevi. Ma alla fine, hai visto cosa hai
ottenuto? Guardati stai malissimo per colpa di uno sporco figlio di
Mangiamorte!”
“No, aspetta io..”
“Zitta Gin!” sentenziò lui alzandosi dal divano e superandola di qualche passo. “Adesso me ne occupo io” detto questo si diresse a passo veloce verso il ritratto della Signora Grassa.
“NO! Ron ti prego,
aspetta. Fammi parlare…” esclamò la ragazza
cercando di fermarlo, ma lui la precedette e uscì, ed Hermione
la fermò stringendole il polso.
“Non serve a niente cercare di rincorrerlo, è troppo arrabbiato”
La Weasley si sottrasse alla mano della bruna e si sedette sul divano.
Hermione seguì i suoi
gesti e si sedette di fianco a lei; loro due erano amiche ormai da
parecchi anni, ma anche se il loro legame era forte e si stava
rafforzando sempre di più, non erano ancora arrivate al punto di
dirsi sempre tutto.
Guardandola nuovamente si rese conto che aveva bisogno di un confronto e che solo lei al momento poteva darglielo.
“Non vuoi dirmi cosa è successo veramente?” le chiese con dolcezza mettendole una mano sulla spalla.
“Suo padre vuole farlo diventare un Mangiamorte” disse con una voce piatta.
Hermione sentì il cuore
accelerare i suoi battiti, sapeva che anche per Malfoy sarebbe accaduto
prima o poi, suo padre era sempre e comunque Lucius Malfoy.
“Mi ha detto che non
possiamo stare insieme perché ci sono cose indipendenti dalla
nostra volontà che non ci permettono di stare insieme”
continuò lei con la voce rotta nuovamente dal pianto.
“Gin..”
“Herm… il fatto
è che io non lo voglio perdere. E non lo vuole neanche lui. Ho
visto con che occhi mi guardava quando mi stava dicendo che doveva
lasciarmi. Ci deve essere sicuramente sotto
qualcos’altro…” dichiarò lei guardandola
negli occhi.
“Da cosa potresti averlo dedotto?”
“Da come le cose siano cambiate da un momento all’altro”
“E non puoi pensare che
lui non ti abbia mai amata davvero e che ha usato la scusa di suo padre
solo per proteggersi?”
“No! Lui non vuole
diventare un Mangiamorte di sua spontanea volontà,
c’è dietro suo padre a tutta questa storia assurda!”
“D’accordo, può anche essere vero…”
“Ma è vero! Te lo
assicuro… lui, lui mi ama davvero. L’ha detto anche lui
che non possiamo stare divisi, io e lui ci apparteniamo”
“Ciò che il destino unisce, la vita divide…” sussurrò la bruna.
“Esatto! Ma io non posso rinunciare a lui! Non voglio e non posso!”
“E cosa vorresti fare?”
“Non lo so ancora, ma
qualcosa mi inventerò… Al momento non puoi immaginare
quanto lo odio per la decisione che ha preso, senza dirmi niente. Ma
nello stesso tempo lo amo ancora più di prima…”
disse la rossa abbassando lo sguardo sulle sue mani.
Hermione la guardò, quando amore c’era dentro quella ragazza.
Tanto, troppo forse.
Aveva deciso di donare
interamente la sua vita a Draco Malfoy e adesso che lui l’aveva
abbandonata per unirsi all’esercito di Lord Voldemort
l’aveva lasciata senza forza alcuna.
Ma era vero quello che gli
aveva detto il Serpeverde? Veramente non voleva unirsi di sua spontanea
volontà ai Mangiamorte oppure era solo una scusa?
Veramente c’era dietro
solo la sua prossima “investitura”, o c’era
dell’altro che non aveva voluto dire a Ginevra?
E poi, l’amava davvero o era solo un passatempo?
Ginny aveva rischiato davvero
molto per stare con lui, aveva litigato con Ron, aveva seriamente
rischiato di perdere lui e la sua famiglia.
Lui per lei aveva fatto qualcosa? No
A meno che…
A meno che lui non la stesse proteggendo da qualcosa, o da qualcuno?
Lucius Malfoy poteva aver scoperto che il figlio frequentava una traditrice del sangue e quindi poteva averlo minacciato.
Ma che prove aveva lei?
Se davvero fosse così, Malfoy stava davvero rischiando tutto.
Ma come poteva esserne sicura?
E adesso cosa sarebbe successo?
Hermione era preoccupata per
Ron… quella testa calda non appena aveva visto la sorella
piangere e dopo essere venuto a conoscenza del perché, aveva
smesso di ragionare e sicuramente si era catapultato nella tana delle
Serpi.
Cosa avrebbe fatto?
Hermione non lo sapeva. E per questo aveva paura.
Sentendo nuovamente Ginny
piangere si voltò verso di lei e le passò un braccio
introno alla spalle invitandola ad appoggiarsi a lei.
La ragazza non rifiutò e si strinse alla bruna. Lei le accarezzò piano la schiena.
“Tranquilla Gin. Vedrai,
troveremo una soluzione…” disse piano, ma con una voce
inclinata, che faceva trasparire al sua poca convinzione
sull’affermazione che aveva appena fatto.
***
Draco Malfoy era seduto su una poltrona della Sala Comune con la testa fra le mani.
Non si sarebbe mai dimenticato
la sfumatura che gli occhi delle rossa avevano assunto quando lui le
aveva detto che sarebbe dovuto diventare un Mangiamorte.
Io non voglio far parte dell’esercito del Signore Oscuro.
L’influenza che Lucius
Malfoy aveva su di lui era ancora forte, ma lo sarebbe stato ancora per
poco. Non aveva alcuna intenzione di sottomettersi ancora al padre.
Non dopo aver trovato Ginevra.
Aveva deciso di lasciarla per non esporla ad un pericolo inutile.
Ma non aveva nessuna intenzione di perderla.
Io non rinuncio a te, Draco Malfoy! Hai capito?? IO NON RINUNCIO A TE!!
Le parole che le aveva urlato dietro la rossa quando se n’era andato gli rimbombavano ancora nella testa.
Sicuramente non si sarebbe arresa, come non lo avrebbe fatto lui.
Per una volta nella sua vita,
Draco Malfoy era determinato a raggiungere un obiettivo che non
riguardava solo lui, ma anche la felicità di un’altra
persona.
Il suo angelo.
“Draco?”
Quella voce mielosa gli fece scorrere il sangue più velocemente nelle vene.
“Cosa vuoi Pansy?” disse piatto, senza neanche altare lo sguardo.
“Volevo sapere come
stai? E se stasera ti andava di stare con me…”
continuò lei appoggiandosi al bracciolo della poltrona dove era
seduto il ragazzo.
A sentire quelle parole il giovane alzò lo sguardo e lo puntò nelle iride scure della ragazza.
“Sono convinto che il
tuo cervello abbia smesso di funzionare non appena sei nata! Mi sembra
di averti già spiegato che tra noi non c’è mai
stato nulla di serio. La tua famiglia vorrebbe che io diventassi tuo
marito. Anche la mia sarebbe d’accordo. Ma il sottoscritto
no!”
“Io non ne sono davvero
convinta” disse lei spostandosi leggermente per finire a stretto
contatto con il corpo del biondo.
Lui si allontanò subito, cercando di allontanarla con delicatezza, ma allo stesso tempo con determinazione.
“Sono solo due lettere, quali non hai capito? La N o la O?!” esclamò guardandola freddamente.
“Tu non sei in grado neanche di darmi un quinto di quello che lei
riesce a farmi provare con un solo sorriso. Tu per me non sei niente. E
con questa bravata hai semplicemente rovinato la situazione”
“Ma ti rendi conto di
quello che stai dicendo?!” cominciò ad alzare la voce la
mora. “Prima di tutto è una Grifondoro e sai meglio di me
quanto le nostre case siano in lotta. Secondo è amica di Harry
Potter, il Signore Oscuro non approverebbe.”
“Ma sai quanto me ne
frega a me!” urlò allora lui. “Non mi interessa
niente di cosa persa l’Oscuro Signore, cosa pensa la mia famiglia
o tutto il Mondo Magico. Io la amo, e voglio stare con lei.”
“Non lo pensi sul serio, Draco. È solo una cosa passeggera, vedrai che te ne dimenticherai presto”
“Ma cosa ne sai tu, eh?
Cosa ne sei dell’amore? Quello vero, quello forte, passionale,
ricco di complicità e allegria. Che ti fa vedere il mondo sotto
un’altra luce solo perché lei sorride, e ti fa venir voglia di rivoluzionarlo interamente se lei è triste. Cosa ne sai tu? Spiegamelo.”
“Vedo che un punto
d’incontro non lo troveremo mai…” disse lei
abbassando lo sguardo verso i suoi piedi.
“No Pansy. Non lo
troveremo mai, perché siamo troppo diversi. Noi due non saremmo
mai stati bene insieme. Non siamo legati come io lo sono con Ginevra.
Non puoi nemmeno immaginare di riuscire a prendere il suo posto. E se
avevi pensato questo mentre scrivevi quel gufo a mio padre, bè,
hai sbagliato tutto. Io e te non staremo mai insieme. E io, anche se
non tornerò più con Ginevra, non ti sposerò
mai” rispose lui guardandola negli occhi senza un minimo di
pietà.
Non riusciva a provarla per quella ragazza che aveva rovinato la sua vita e quella della rossa.
La vide abbassare il capo e girare su se stessa.
Non disse una parola, si
allontanò in silenzio, lui la seguì con lo sguardo fino a
quando lei non sparì dietro ai corridoi che l’avrebbero
portata verso i dormitoi femminili.
Fissò il suo sguardo nel camino, il fuoco l’aveva sempre affascinato.
Le fiamme erano rosse accese, salivano verso l’alto senza nessun intoppo.
Il ragazzo si ritrovò a pensare alla rossa che le aveva rubato il cuore.
Si chiese se mai e poi mai
sarebbero ritornati insieme e se finalmente avrebbero potuto gustare la
gioia di stare uniti senza che nessuno mettesse loro i bastoni tra le
ruote.
Con questi pensieri in testa,
che gli tormentavano il cuore e la mente, il giovane Malfoy si
assopì sulla poltrona della Sala Comune.
***
Ron era riuscito ad
intercettare la parola d’ordine per entrare nella Sala Comune dei
Serpeverde. Era proprio li che si stava dirigendo a gran
velocità.
Non poteva sopportare che quel damerino la facesse franca.
Aveva preso in giro la sua sorellina, l’aveva lasciata, l’aveva fatta piangere.
Se ne sarebbe pentito amaramente.
***
Era arrivato.
Era li, davanti alla porta d’ingresso della Sala Comune.
Non gli importava di essere
scoperto da qualche professore, non gli interessava se l’intero
plotone di Serpi che dormivano li gli sarebbe saltato addosso.
Ron voleva lui!
Voleva fargliela pagare, e con gli interessi.
Non sapeva ancora bene come avrebbe agito.
La sola cosa di cui era sicuro
era che non gli avrebbe dato il tempo di spiegare, non avevano valore
le sue parole o le sue scuse.
La sola cosa che importava al
rosso era fargliela pagare, prima per avergli portato via la sorella,
secondo per averla presa in giro, terzo per averla lasciata e quanto
per averla fatta piangere.
“Menzogna”
Il Barone Sanguinario si spostò e lo fece entrare.
La sala era avvolta dal buoi,
i teschi appesi alle pareti erano leggermente illuminati dalla luce
tenue che caratterizzava quella stanza.
Fortunatamente non c’era nessuno.
Avrebbe avuto un acceso più rapido ai dormitoi maschili.
Un rumore leggero lo vece voltate.
La fortuna quella sera era dalla sua parte: davanti a lui c’era proprio chi stava cercando.
Draco Malfoy.
***
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Capitolo 16 *** Un Serpeverde e un Grifondoro ***
15
15. Un Serpeverde e un Grifondoro
Il silenzio nella Sala Comune dei Serpeverde era assordante.
Si sentiva solo lo scoppiettare allegro del fuoco nel camino, non
c’era nessun altro rumore ad interrompere quella straordinaria
quiete, tutti gli studenti erano nei loro dormitori.
Solo uno non era al suo posto, per sua grande fortuna, gli avrebbe risparmiato la fatica di cercarlo.
Draco Malfoy era davanti a lui, sembrava pacificamente addormentato.
Ancora per poco
Ron si avvicinò con cautela al biondo.
Draco dopo la discussione con Pansy si era leggermente assopito sulla
poltrona, ma i suoi sensi erano ancora abbastanza vigili per captare un
piccolo rumore di passi che si avvicinavano lentamente verso di lui.
Restò in ascolto ancora per qualche secondo, poi aprì gli
occhi e si specchiò in due iridi azzurre molto simili a quelle
di Ginevra, anche i capelli erano dello stesso identico colore, ma
erano molto più corti. E l’espressione su quel volto pieno
di lentiggini non assomigliava neanche lontanamente a quella tenera e
dolce della rossa.
Ron Weasley
“Ti aspettavo” disse il biondo con una voce calma alzandosi dalla poltrona.
“Mi aspettavi. Ma guarda un po’…” rispose il
rosso con un tono di scherno, “Pensavi che non sarei venuto dopo
quello che hai fatto a mia sorella?”
“Infatti ho detto che ti aspettavo. Sapevo che non avresti
impiegato molto tempo ad arrivare qui. È normale e giusto”
“Giusto?! Santissimo Merlino! Prima me la porti via dicendo che
ti sei innamorato di lei, e dopo me la ritrovo in lacrime perché
tu l’hai abbandonata… Pensavi che non te l’avrei
fatta pagare?!”
Le mani di Ron erano già diventate bianche per come le stava
stringendo forte, in più tremavano in una maniera che non si
poteva definite normale.
Draco invece era calmo, tranquillo al suo posto, con lo sguardo di ghiaccio puntato sugli occhi del giovane Grifondoro.
Sapeva che il rosso sarebbe andato a cercarlo e si aspettava che
avrebbe perso le staffe da un momento all’altro, proprio per
questo riuscì ad evitare il pungo che il ragazzo aveva diretto
verso il suo zigomo.
Cercò di parare il secondo affondo, ma non ci riuscì e il
pugno del rosso andò con tutta forza contro il suo naso.
Il colpo che sferrò lui contro il giovane fu altrettanto veloce
e potente e lo colpì proprio sullo zigomo destro, Ron si
allontanò di un passo solo per recuperare la concentrazione
persa per un attimo a causa del colpo e poi riparti all’attacco.
Nel giro di qualche minuto i due ragazzi si stavano azzuffando senza sosta sul tappeto della Sala Comune.
Questa volta non ci sarebbe stato nessuno che li avrebbe fermati, non
c’erano testimoni in quella stanza ed entrambi non avevano alcuna
intenzione di smettere o di diminuire la potenza dei colpi sferrati.
Non ci volle molto per iniziare a vedere dei rivoli di sangue sgorgare
lenti dalle piccole ferite che avevano iniziato a spuntare sui loro
volti.
Il loro respiro era diventato veloce e affannato, ma nessuno dei due
dava segno di stanchezza o di abbassamento della guardia. Ambedue
colpivano in un modo forte, preciso e potente.
***
“Dici che si staranno ammazzando di botte?” la voce di Ginny era lieve e i suoi occhi erano ancora lucidi.
Hermione la guardò e capì che se avrebbe provato a
mentirle non le sarebbe servito a nulla, perché oltre che ad
essere sveglia la rossa conosceva molto bene suo fratello.
“Sai come è fatto Ron…” disse soltanto.
“Lo so, appunto per questo ho paura che si facciano nuovamente
male per colpa mia…” disse lei abbassando lo sguardo e
fissando le mani. “Sicuramente sarà riuscito con i suoi
modi gentili a farsi dire da qualche primino la parola d’ordine,
sarà entrato e avrà cercato Draco, l’avrà
trovato e poi senza neanche parlare avranno cominciato a menarsi"
Hermione non sapeva cosa dire. Sapeva molto bene che le parole
dell’amico corrispondevano alla pura e semplice verità.
***
“Accidenti se picchi forte Lenticchia… Mi meraviglio di
te” disse con una voce mista di scherno e ammirazione il biondo
Serpeverde.
“Anche tu non scherzi, furetto” rispose il rosso cercando di recuperare le forze almeno per alzarsi, ma invano.
Erano entrambi sfiniti, appoggiati al muro, ad una certa distanza l’uno dall’altro.
Dopo questa piccolo scambio di battute il silenzio era tornato a
regnare in quella stanza ormai illuminata solo dalla tenue luce verde.
“Io a tua sorella ci tengo sul serio” rivelò, rompendo il silenzio.
“Non hai un buon modo per dimostrarlo, ne sarai consapevole spero” rispose Ron con voce fredda.
“Quello che ho fatto, l’ho fatto per un motivo”
“E chi ti dice che io ti creda?”
“Non ti sto affatto dicendo di credermi, ti sto solo rivelando
che a tua sorella ci tengo davvero. Sono veramente innamorato di lei.
Non so perché ne stia parlando con te, ma so che te lo
devo.”
“Apprezzò il tuo modo di cercare di evitare altri pugni,
ma non funziona Malfoy. Ci siamo fermati solo per un problema di ordine
fisico. Se non fossimo comuni mortali, credo che lo scontro sarebbe
andato avanti all’infinito” lo minacciò il rosso.
Draco si voltò lentamente verso il ragazzo e lo fissò, il
suo sguardo era davvero determinato, fisso davanti a lui. Sapeva
benissimo che non stava scherzando, e doveva ringraziare il fatto che
anche lui era stanco, altrimenti era convinto del fatto che
l’avrebbe letteralmente ammazzato!
Il giovane Serpeverde si chiese se poteva provare a fidarsi di lui.
Non era molto normale che un Malfoy chiedesse aiuto ad un Weasley, ma ormai che importanza aveva?
Lui avrebbe rischiato la sua stessa vita per una ragazza appartenente a
quella famiglia, il suo onore era andato completamente a farmi
benedire, era solo una questione di orgoglio personale.
Ma l’orgoglio si può accantonare se la cosa a cui tieni è più importante…
“Weasley”
“Cosa vuoi Malfoy”
“Semplicemente dirti la verità” confessò lui con voce rassegnata.
Ron si voltò verso il suo più grande nemico e lo guardò, si stava forse fidando di lui?
Gli fece un breve cenno d’assenso e iniziò ad ascoltarlo attento.
“E’ colpa di mio padre. E’ venuto a sapere dal quella
vipera della Parkinson che io e Ginevra ci frequentiamo. Lei è
sempre stata gelosa di me, e il vedermi con tua sorella l’ha
portata ad agire cosi…”
“E pensare che io credevo che a te quella li piacesse… eravate praticamente già sposati”
“Questo è quello che vuole la sua famiglia e la mia. Ma il
sottoscritto non vuole, quindi non se ne fa niente. In un certo senso
sono ancora padrone della mia vita.”
Il rosso lo guardò, non si sarebbe mai aspettato che Malfoy si sarebbe completamente aperto con lui.
“Mio padre è arrivato qui ieri sera e mi ha aspettato in
Sala Comune. Dopo avermi informato della mia prossima
“investitura”, vuole farmi diventare un Mangiamorte durante
le vacanze di Natale”
Il cuore del giovane Grifondoro accellerò, non poteva
permettersi che Ginny corresse un rischio del genere. Stare con lui
significava vivere interamente nel terrore di essere scoperta dal
Signore Oscuro e di essere uccisa alla prima occasione.
“Io però non voglio far parte dell’esercito
dell’Oscuro Signore. Prima pensavo che sarebbe stato un gesto di
valore, ma ora mi rendo conto che far parte di quel branco
d’invasati non è quello che voglio”
Ron lo fissò incredulo, poi capì.
Tutto si fece subito più chiaro.
“Tu la stai proteggendo…” disse in un sussurrò, ancora timoroso della sua scoperta.
“Ci sei arrivato. Allora non sei poi così tonto come
dicono!” rispose il biondo, senza però schernirlo
seriamente. Era più un gesto di sollievo.
Il giovane rosso aveva capito tutto e lui ora si sentiva più leggero.
“Sei innamorato sul serio di mia sorella, allora…”
chiese Ron che finalmente era riuscito ad alzarsi e appoggiando una
mano al muro era riuscito ad avvicinarsi al Serpeverde.
“Si, darei la vita piuttosto che vederla star male” rispose Draco alzando gli occhi verso il giovane.
Il rosso fece un sorriso lieve e gli porse la mano, il biondo
l’afferrò e si alzò in piedi aiutato dal
Grifondoro.
“E adesso cosa avrai intenzione di fare? Mia sorella è
seriamente innamorata di te. E non credo che si arrenderà
facilmente.”
“Lo so” disse il biondo con un sorriso. “Dovrò
affrontare mio padre. Non posso permettermi che corra rischi inutili e
per questo che ho deciso di lasciarla. Sicuramente Pansy mi
starà addosso e dirà a mio padre se sto ancora in
compagnia di Ginevra…”
“Notevole da parte tua, davvero” commentò Ron
sorridendo. “Non mi aspettavo che un Malfoy sarebbe stato in
grado di arrivare a tanto”
“Lo so Weasley… me ne stupisco anch’io. Ma per lei, questo e altro” lo fissò determinato il giovane.
“Bene. Allora visto che in qualche modo ci siamo chiariti. Direi
che potremmo andare a dormire. Altrimenti questi dolori non passeranno
più…” disse il rosso facendo scorrere una mano sul
suo occhio ormai gonfio e tendente al viola.
“Direi che hai ragione”
I due si fissarono ancora per qualche istante, poi Ron si voltò
e senza più una parola si voltò e si diresse verso il
Barone Sanguinario per ritornare al suo dormitorio.
Il biondo lo seguì con lo sguardo e poi si sedette, sfinito, sul divano.
Un piccola risata gli uscì spontanea dalle labbra.
Chi l’avrebbe mai detto che un Malfoy e un Weasley sarebbero arrivati davvero ad un compromesso, per amore di una donna!
Nel buoi del corridoi, un giovane dai profondi occhi blu che aveva
ascoltato tutto quello che era successo quella folle sera, fece un
lieve sorriso nell’ombra.
E bravo il nostro Malfoy
***
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Capitolo 17 *** Alleanze ***
16
16. Alleanze
Ginny stava dormendo sul divano appoggiata alla spalla di Hermione, entrambe erano rimaste in Sala Comune ad aspettare Ron.
La rossa si era assopita
mentre la bruna aveva deciso di restare sveglia, anche perché
non sarebbe riuscita a rilassarsi neanche un momento sapendo di cosa
era capace il giovane.
Il ritratto della Signora
Grassa si spostò lentamente, segno che qualcuno stava entrando
nella loro Casa, il suo cuore accelerò quando intravide un
ciuffo rosso voltare l’angolo.
“Merlino! Ron ma cosa
hai fatto?” chiese scandalizzata, vedendo il ragazzo pieno di
lividi, ma con una strana espressione sul volto.
Sembrava quasi un sorriso e la sua espressione era serena.
Ron si avvicinò e incurante della presenza della sorella le diede un lieve bacio, poi si sedette al suo fianco.
“Non ci crederai mai…” iniziò, “Quel furetto ci tiene davvero a mia sorella”
“Scusa, non credo di aver capito…”
“Quando sono arrivato
nella loro Sala Comune e l’ho visto, il mio auto controllo
è andato a farsi benedire, ci siamo azzuffati per un bel
po’, dopo ci siamo fermati e siamo rimasti in silenzio, e poi lui
mi ha confessato che è ancora innamorato di Gin, e che
l’ha lasciata solo e unicamente per proteggerla”
“Dici sul serio?” disse la ragazza guardandolo con uno stupore sempre maggiore.
“Anch’io in
principio non ci credevo, ma ti posso assicurare che faceva sul
serio..” rispose convinto il Grifondoro. “E’
davvero strano che un Malfoy e un Weasley siano arrivati ad un compromesso, ma a quanto pare è cosi!”
“Chi l’avrebbe mai detto” esclamò Hermione.
“Mione.. dobbiamo fare
qualcosa… Mia sorella sicuramente non avrà nessuna
intenzione di rinunciare a lui, e Malfoy vuole affrontare il
padre…”
Un piccolo rumore
attirò l’attenzione della coppia, Ginevra si era alzata
dalla spalla dell’amica e stava guardando il fratello sorpresa.
“E’ vero quello che hai appena detto?”
“Si Gin… Quel
furetto è innamorato davvero di te” confidò il
giovane con un sorriso, che si ampliò notando quello felice
della ragazza.
Voleva tutto il bene possibile per la sua sorellina e forse Malfoy sarebbe davvero stato capace di renderla felice.
***
“Allora Malfoy?!” una voce conosciuta fece alzare lo sguardo del biondino.
“Blaise” disse
“Sono sicuro che tu abbia ascoltato tutto quindi non è
necessario che sprechi il mio fiato a dirti
dell’accaduto…”
“No, non è
necessario…” rispose sedendosi di fronte a lui, “
Posso dirti però, che sono orgoglioso di te!”
Il giovane Serpeverde scoppiò a ridere “E’ davvero una cosa molto comica!”
“Certo, non è
normale. Ma c’è da dire che nulla lo è più
dopo che tu ti sei innamorato di una Weasley!”
“Puoi ben dirlo!” disse lui fiero.
“Ma adesso Malfoy, cos’hai intenzione di fare?”
“Affronterò mio
padre, non posso stare lontano da lei, non ce la faccio. Devo trovare
una soluzione al più presto..”
“Ti aiuterò” rispose convinto il giovane.
“Grazie, lo
apprezzò. Però non voglio che tu corra rischi inutili.
Chiaro?!” dichiarò guardandolo serio.
“Cristallino!”
***
La giornata nel castello stava
trascorrendo normale, come ogni giorno, il classico scorrimento della
lezioni era regolare senza nessuna interruzione.
Ron e Hermione stavano
camminando mano nella mano per il corridoio, fino a quando non
incontrarono sulla loro strada Blaise Zabini.
“Stavo cercando proprio
voi” disse il giovane guardandoli, “Sembra davvero strano,
ma credo che su questo andremo d’accordo”
“Su cosa, Zabini?” chiese schietto Ron.
“Draco e Ginevra” rispose diretto il Serpeverde.
“Direi che se andiamo a parlare in un luogo lontano da orecchie indiscrete sia meglio” dichiarò Hermione.
“Concordo con te Granger” detto questo il giovane si voltò e si diresse verso una piccola aula.
Entrarono e si sedettero su un banco.
“Allora, questa è
un’idea mia… Sinceramente non ho mai visto Draco
così preso, la ama sul serio e credo che finalmente possa uscire
dall’Inferno in cui siamo dentro. Anch’io come lui non
voglio diventare un Mangiamorte, ma fortunatamente non ho un padre come
il suo.”
“E’
assurdo!” esclamò Hermione “Voi non volete far parte
dell’esercito di quel pazzo, ma non fare niente per far valere i
vostri diritti!”
“Non è cosi semplice Granger” disse Blaise guardandola torvo.
”Tu cosa avresti in mente Zabini?” chiese Ron.
“Semplice Weasley…”
I due Grifondoro seguirono il discorso del Serpeverde con attenzione.
***
Draco si stava dirigendo verso
l’aula di Trasfigurazione quando la vide: Ginevra si stava
dirigendo verso la sua direzione, era davvero bella, i capelli rossi si
muovevano a ritmo con il suo passo e i suoi occhi erano limpidi e
azzurri.
Quanto gli erano mancati.
Si spostò in un
corridoio laterale e quando la giovane passò le afferrò
con delicatezza un polso e l’attirò verso di se.
“Draco”
sussurrò lei, gli occhi si erano già riempiti di lacrime,
la sua mano era fredda e lui non era stato mai più bello come in
quel momento.
“Merlino se sei bella” bisbigliò lui contro le sue labbra prima di chinarsi per baciarla.
La ragazza rimase piacevolmente sorpresa da quel gesto.
Draco si staccò da lei giusto quel poco per guardarla dopo averla baciata, il suo volto era luminoso e tenero.
“Stiamo rischiando, lo sai” disse piano lei.
“Non mi
interessa…” rispose lui avvicinandola nuovamente per poter
beneficiare ancora del suo corpo contro il suo.
Lei si rilassò nel suo
abbraccio, non c’era niente di più bello che stare li,
vicino e lui, avvolti dal silenzio e dal buoi, solo in compagnia del
battito furioso dei loro cuori che battevano all’unisono.
Doveva trovare una soluzione, e in fretta, non poteva stare senza di lei.
***
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Capitolo 18 *** L'idea ***
17
17. L’idea
“Vorrei scappare da tutto” il sussurrò di Ginny era poco percettibile, la sua voce era lieve e bassa.
“Non possiamo rossa, lo sai tu e lo so io..” disse Draco accarezzandole piano un fianco.
Dopo essersi incontrati nel corridoio, non erano più stati in
grado di separarsi, erano stati attenti per tutto il tragitto fino alla
stanza delle Necessità. Sicuri di non essere visti si erano
rifugiati nella stanza.
Il luogo aveva dei colori tenui e delicati, all’interno vi erano
due divani, un camino con un allegro fuoco acceso e un letto a
baldacchino dai colori pastello.
Una volta dentro i due giovani non erano più riusciti a stare uno lontano dalle braccia dell’altra.
Al momento i due ragazzi erano abbracciati sul letto, Ginevra
appoggiata al petto di Draco, lui con un braccio le cingeva la vita
mentre l’altro braccio era abbandonato di fianco al suo corpo.
“Saremmo costretti a nasconderci sempre” continuò
“Sarebbe molto difficile per te vedere la tua famiglia, in
più gli faremo correre un rischio enorme…”
“Lo so, ma io non ce la faccio a stare lontano da te”
rispose lei, sollevandosi in modo tale da guardarlo negli occhi, quelle
splendide iridi del colore del ghiaccio che l’avevano fatta
innamorare.
“Io voglio stare con te, per davvero…”
Lui si sollevò piano e la baciò.
“Anch’io credimi…” bisbigliò non appena
si furono allontanati “Ho bisogno di averti sempre vicino, sapere
che ci sei. Ma non voglio fare tutto di nascosto, mi capisci?”
“Si, ti capisco”
La baciò ancora, cercando di imprimersi nella mente in modo indelebile il suo sapore.
***
“Tu dici che possa funzionare?” la voce di Hermione
tremava, l’idea di Blaise non era niente male, però
sarebbe stata fattibile? Potevano davvero creare tutto quello
scompiglio senza che Draco e Ginny corressero rischi?
”Questa è una mia idea… Lucius Malfoy è
conosciuto come uomo che se promette qualcosa, lo mantiene!”
“Si, ne sono consapevole” commentò Ron.
Era stato zitto per tutto il tempo che Blaise aveva proposto il suo
piano, pensando a tutti i rischi che avrebbero potuto correre.
Hermione guardò Ron, gli stinse la mano, l’idea del
Serpeverde di allearsi e chiedere aiuto all’Ordine sarebbe stata
buona.
In fin dei conti chiedere a Silente una mano, una protezione per Draco, sarebbe stato utile.
Sicuramente l’Ordine della Fenice sarebbe stato in grado di dargli una tutela adeguata.
“Sono d’accordo” Ron lo disse con fermezza “Chiederemo aiuto all’Ordine”
“Si, credo anch’io che potremmo chiedere soccorso e loro..”
“Bene!” confermò il Serpeverde “E’
davvero buffo però che un Serpeverde stipuli un’alleanza
con un Grifondoro”.
“Già, è strano…” continuò Ron.
“…ma è bello!” concluse Hermione.
I tre si guardarono e poi scoppiarono a ridere.
“Allora, abbiamo un accordo?” disse Blaise porgendo la mano
verso Ron, il rosso sorrise e tenendo vicino a sé Hermione,
strinse con forza la mano del Serpeverde.
Forse una soluzione era stata trovata.
***
Si era addormentata tra le sue braccia mentre ancora stavano parlando,
il suo respiro lento e regolare, e il confortante battito del suo cuore
lo tranquillizzavano.
Le scostò piano i capelli dalla fronte e vi pose un lieve bacio,
lei si lasciò sfuggire un sospiro e un tenero sorriso si dipinse
sulle sue labbra.
Non appena aprì gli occhi si specchiò nelle sue iridi e sorrise.
“Ti amo” sussurrò lui contro il suo collo, iniziando
a baciarglielo piano e con un’incredibile dolcezza.
Le sue labbra seguirono lente la linea del suo collo arrivando a baciarle le guance, per poi fermarsi sulle sue labbra.
Prima si scambiarono una serie di baci veloci, poi lei immerse la mani
nei suoi fili d’oro e lo attirò verso di sé, per
scambiarsi un bacio serio, uno di quelli intensi, forti, passionali, ma
nello stesso tempo dolce, delicato, tenero.
Le mani del giovane Serpeverde fremevano, ma nello stesso tempo erano
timorose e scorrevano sul suo corpo tremando, il respiro di lei era
diventato irregolare e il suo cuore aveva iniziato a batterle forte nel
petto.
Draco appoggiò la sua fronte su quella di Ginevra e i loro occhi si fissarono: scuri quelli di lui, lucidi quelli di lei.
“Amore, fermami se non vuoi…” sussurrò.
Lei lo guardò e gli sorrise “Non sono mai stata più sicura di adesso”
Dalle labbra di lui nacque un sorriso sincero e si chinò
nuovamente su di lei, il bacio che si scambiarono in quel momento fu il
più bello e a quel punto le mani del biondino smisero di essere
timorose…anche se la paura di farla soffrire rimaneva.
Si rendeva conto ogni istante di più di quanto il suo angelo
fosse bello e di come sarebbe stata buia la sua vita senza la sua
presenza.
La giovane si accorse che qualcosa lo stava trattenendo, lo
attirò verso le sue labbra e lo baciò con una passione
sempre maggiore.
Con questo gesto Ginny gli infuse la sicurezza che Draco stava cercando.
La luce del fuoco proiettava sul muro le ombre dei loro corpi…
***
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Capitolo 19 *** L'aiuto dell'Ordine ***
18
18. L’aiuto dell’Ordine
Blaise Zabini dopo aver parlato con la coppia dei Grifondoro si diresse
verso al Sala Comune, doveva parlare con Draco prima che facesse
qualche cavolata.
Lo cercò per tutto il dormitorio fino alla stanza dei Prefetti, ma invano.
Si sedette di fianco al camino ed attese in silenzio.
***
Non c’è niente di più bello che svegliarsi nell’abbraccio della persona che ami.
Ginevra aprì lentamente gli occhi sotto le carezze delicate che il giovane Serpeverde le stava facendo.
“Ehi…” disse lui baciandole la fronte.
“Ciao…” sussurrò lei, dandogli un lieve bacio sulle labbra.
Il ragazzo le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse forte a sé.
“Quanto vorrei star qui per sempre” disse la rossa facendo scorrere una mano sul suo petto.
“Già… te lo prometto amore,
tra non molto potremmo davvero stare insieme…” le
stampò un dolce bacio sulla fronte “Fidati di me”
“Mi fido” rispose lei, scostandosi a malincuore da lui, per iniziare a rivestirsi.
“Sei bellissima” bisbigliò lui piano, seguendo ogni suo minimo spostamento, recuperando i vestiti.
“Parla lui…” scherzò lei, voltandosi, “Guardati quanto sei brutto!”
“Ah si?!” disse lui costeggiando il letto e andandole
vicino, la ragazza sorrise poi si voltò e iniziò a
correre per la stanza, con il giovane che la rincorreva.
Le loro risate riempirono la stanza, e quando il biondo la raggiunse
abbracciandola, persero l’equilibrio e caddero sul divano.
I loro volti erano vicini e i loro occhi potevano quasi toccarsi.
“Ti amo..” disse piano lei.
“Ti amo” rispose lui, prima che la giovane annullò la poca distanza che li separava.
***
Ron ed Hermione erano seduti sul divano della loro Sala Comune.
Il giovane aveva appoggiato la testa sulle gambe della ragazza e stava
beneficiando delle sue carezze, alla bruna piaceva tantissimo passare
le mani tra i capelli fini del Grifondoro.
“Ho mandato una lettera al professor Lupin” disse lei,
interrompendo il silenzio. “Gli ho raccontato cosa sta
succedendo”
“Dici che funzionerà?” chiese il giovane con una
voce tremante, si alzò e la guardò negli occhi.
“Io ho fiducia nell’Ordine…” rispose Hermione con decisione.
“Si, anch’io” confermò Ron.
Lei gli accarezzò una guancia e si chinò per dargli un bacio a fior di labbra.
“Andrà bene, vedrai…” sussurrò contro le sue labbra.
Il rosso le passò una mano dietro alla nuca e
l’attirò verso di sé per darle un bacio più
audace del precedente.
Un picchiettio sul vetro attirò l’attenzione della coppia:
un piccolo gufo grigio stava colpendo insistentemente il vetro della
finestra.
Ron si alzò e andò ad aprire, il volatile si diresse
verso Hermione, la quale gli sfilò dalla zampa la lettera,
alzò lo sguardo verso il suo ragazzo che si avvicinò e la
srotolò con il cuore che batteva come un tamburo nel petto.
***
Ciao ragazzi,
dopo aver ricevuto la vostra lettera,
abbiamo discusso parecchio e siamo arrivati alla seguente
conclusione: non vi negheremo il nostro aiuto!
Parlatene con Silente cosi i due giovani potranno essere protetti all’interno della scuola.
Mancano ancora due settimane prima
della vacanze di Natale, così avremmo modo di formulare un piano
adeguato per evitare che torni a casa.
Certo che è proprio strano il suo comportamento!
Ne siamo rimasti tutti meravigliati.
Comunque non preoccupatevi, troveremo la soluzione giusta, non siete da soli.
Fidatevi di noi!
Non rispondete a questa lettera, potrebbe essere rintracciata.
Ci faremo vivi noi.
A presto!
Lunastorta
***
“Blaise, che ci fai ancora in piedi?” la voce di Malfoy risvegliò il giovane Serpeverde.
“Draco! Finalmente ci degni della tua presenza! Si può
sapere dove diavolo ti eri cacciato! Ti ho aspettato tutto il
giorno!” esclamò Zabini alzandosi.
“Scusa… è che ho incontrato una rossa di mia
conoscenza. E non sono più stato capace di separami da lei”
“Capisco… comunque, devo dirti una cosa. Ci ho pensato e
ho esposto la mia idea alla Granger e a Weasley e hanno
accettato…”
“Come? Cos’è che hai fatto?!”
“Aspetta, fammi parlare” disse Blaise mettendogli una mano
sulla spalla. “Li ho incontrati e gli ho proposto il mio piano. E
loro sono d’accordo. Praticamente abbiamo un patto…”
“E sentiamo, quale sarebbe?”
“Chiedere aiuto all’Ordine”
Il moro cercò di decifrare l’espressione del compagno, non ricevendo nessuna risposta continuò.
“Ti potrebbero aiutare, Silente potrebbe evitare che tu tornassi a casa, non lo so, una soluzione potremmo trovarla”
Il biondino mosse una mano in segno di silenzio e lo guardò,
puntando i suoi occhi di ghiaccio nei suoi più azzurri,
“Io..” iniziò ”Non ci avrei mai pensato,
è davvero un’idea geniale!”
Blaise sorrise e strinse la mano del giovane Malfoy.
“E loro due sono d’accordo?” chiese.
“Si, mandavano un gufo e poi mi avrebbero fatto sapere” rispose “Vedrai. Troveremo una soluzione”
“Speriamo… perché rinunciare a lei, sarebbe come rinunciare alla mia parte migliore”
“Lo so”
***
Ginevra varcò il ritratto della Signora Grassa diretta verso la
sua camera, ma la voce del fratello che la chiamò le face
cambiare i programmi.
Guardò Hermione e Ron e si sedette di fronte a loro.
“Dovete dirmi qualcosa?” chiese
“Si Gin…” disse il fratello serio, “Oggi
abbiamo parlato con Blaise Zabini e forse, abbiamo trovato una
soluzione”
“Stai dicendo sul serio?” gli occhi della rossa si illuminarono.
“Si, abbiamo chiesto soccorso all’Ordine… e loro ci
hanno promesso che ci aiuteranno” continuò Hermione
“Ne parleremo a Silente cosi sarete al sicuro anche
all’interno della scuola”
La giovane si alzò e abbracciò i due ragazzi, con le lacrime agli occhi.
“Grazie!”
“Questo e altro, pulce!”
***
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Capitolo 20 *** Il tempo stringe ***
19
19. Il tempo stringe
Mancavano ormai solo cinque
giorni alla vacanze di Natale e l’Ordine non si era ancora fatto
vivo. Ginevra era preoccupa e non sapeva proprio cosa fare.
Hermione e Ron erano andati a
parlare con Silente e lui aveva detto loro che non ci sarebbero stati
problemi, al momento del bisogno lui sarebbe arrivato. Aveva concluso
con la sua solita frase misteriosa:
Non dovete preoccuparvi, ci sono io a vegliare su i vostri giovani amanti. Non abbiate timore.
La giovane Weasley stava
camminando lungo il corridoio del secondo piano, quando qualcuno
l’afferrò per un braccio e la trascinò con poca
grazia contro il muro.
La punta di una bacchetta le solleticava la pelle sensibile del collo e il suo respiro si era fatto irregolare.
“Vedi di restare lontana
da Draco. Altrimenti potresti pentirtene” la voce che
sentì vicino all’orecchio era carica di ira e di
disprezzo, ma non per questo irriconoscibile.
“Cosa vuoi Parkinson,
sei arrabbiata perché Draco ti ha rimpiazzata!” rispose
lei in tono di sfida voltandosi e puntando i suoi occhi limpidi in
quelli scuri della mora Serpeverde.
“Non usare quel tono con me!”
”Io uso il tono che voglio! Tu sei solamente gelosa per il fatto che Draco sappia amare e che abbia deciso di amare me e non te!”
“Non
osare…” la minacciò lei puntadole la bacchetta al
petto. “Non ho paura di pronunciare una Maledizione senza
Perdono. Ti ho avvisata Weasley”
“Non crederai di farmi paura, vero?”
“No, lei non crede proprio niente!” una voce proveniente dal corridoi principale fece voltare entrambe le ragazze.
“Non sono affari che ti riguardano Blaise” disse la Parkinson fissando il giovane Serpeverde.
“Sinceramente neanche a
te, Pansy” rispose lui mettendo una mano su quella della compagna
abbassandola, spostando così la punta della bacchetta dalla
rossa.
“Non dovevi metterti in
mezzo, lo sai questo vero?!” lo minacciò la mora,
sorpassando Ginny e avvicinandosi a Zabini.
I due Serpeverde si squadrarono e poi la ragazza si allontanò a grandi passi.
“Stai bene?” chiese il giovane quando Pansy Parkinson non fu più sotto la loro visuale.
“Si grazie, ma perché l’hai fatto?” chiese la rossa guardando il ragazzo di fronte a lei.
“Perché Draco è mio amico e so che ci tiene a te. E poi perché ormai, ci sono dentro”
“Ti ringrazio”
***
“Che cosa?!” la voce di Ron echeggiò in tutta la Sala Grande.
“Vuoi abbassare il tono della voce, vuoi farti scoprire forse?” lo richiamò Hermione abbassando il tono.
“Ma ti rendi conto di
quello che c’è scritto su questa pergamena?!”
rispose il giovane sventolandole la lettera davanti al naso.
“Me ne rendo conto Ronald, hai un’idea migliore forse?!” chiese lei con un cipiglio severo.
“Ecco… io…”
“Appunto!” concluse, “Quindi non obbiettare!” disse dandogli un leggere bacio sulle labbra.
Avevano appena ricevuto la risposta che stavano aspettando ormai da una settimana e mezza.
Di certo la soluzione li aveva
lascianti sconvolti, ma forse era l’unico modo per impedire a
Draco di tornare a casa per le festa.
Sarà un Natale molto movimentato! Pensò la giovane Granger tra sé… immaginandosi i commenti dei due interessati e di Harry.
***
“Stai scherzando vero, Malfoy?!”
“No Blaise, passerò il Natale con loro…”
“Dove?” chiese il giovane.
“Questo non lo so, e credo proprio che non me lo direbbero mai” rispose Draco con un sorriso.
“E’ davvero incredibile”
“Non dirlo a me, se solo
me lo avessero detto qualche mese fa, non ci avrei mai creduto! Neanche
se l’avessi visto!” disse ridendo lievemente.
“Già..” disse il moro” A proposito, mi sembra giusto dirtelo..”
“Cosa?” chiede il biondo guardandolo con uno sguardo interrogativo.
“Oggi Pansy ha minacciato la piccola Weasley”
“Cosa?!” esclamò il ragazzo alzandosi di scatto.
“Calmo, non le ha fatto
niente. La rossa ha un buon modo di rispondere alle provocazioni e poi
non le avrebbe fatto comunque nulla perché sono arrivato in
tempo…” lo calmò Blaise.
“Che dire…”
“Un grazie sarebbe accettato!” disse il giovane Serpeverde.
“Scemo!” rispose Malfoy facendogli un sorriso, poi si voltò.
“Dove vai ora?”
“Ginevra”
“Ovvio. Mi chiedo ancora perché vado avanti a domandartelo!”
Il giovane Serpeverde gli
rivolse un altro sorriso poi andò verso il Barone Sanguinario
per immergersi nel buoi del sotterraneo diretto verso la sua luce.
***
Si erano dati appuntamento davanti alla Stanza delle Necessità.
Arrivarono entrambi nello stresso momento avvolti dal buoi della notte e dai loro mantelli neri.
Entrarono piano, sicuri di non essere visti, nella stanza.
Questa volta il luogo aveva dei colori più scuri, ma era lo stesso magnifica.
Quella stanza era eccezionale, esaudiva i desideri di ognuno.
Una volta dentro il giovane si
avvicinò alla ragazza e sciolse con lentezza il nodo che le
teneva legato alle spalle il mantello, lo appoggiò sul divano e
la strinse a sé.
“Ho paura…” la voce della rossa era appena percettibile.
“Di cosa?”
“Del domani” rispose piano puntando i suoi occhi lucidi nelle sue iridi.
Lui le passò una mano sulla guancia e le sorrise.
“Non ti devi
preoccupare. Io ho fiducia in Silente e se dice che andrà tutto
bene, sarà cosi. Mi fido di lui, forse è l’unica
persona in cui credo davvero”
Lei lo fissò e poi si
strinse meglio a lui, appoggiando la guancia sul suo petto,
all’altezza del cuore: batteva forte e regolare.
“Gin.. stai
tremando” disse lui, con un tono di voce preoccupato, mettendogli
le mani sulle spalle e allontanandola da sé giusto per poterla
guardare in faccia.
“Va tutto bene, non preoccuparti”
“Sicura? È colpa di quell’idiota della Parkinson?”
“Te l’ha detto Blaise, vero?”
“Si” disse lui accarezzandole distrattamente i capelli lunghi che gli ricadevano sulla schiena.
“Non è successo niente, non ti angustiare, me la sono cavata”
“So anche questo!”
Ginevra gli sorrise poi si alzò sulle punte e annullò la distanza che separava i loro volti.
Draco l’attirò verso di sé per sentirla più vicina.
“Voglio stare con te stanotte…” sussurrò la rossa contro il suo orecchio
Il biondo la guardò per
un secondo negli occhi, poi le passò un braccio intorno alle
spalle e uno sotto le ginocchia, la sollevò senza fatica, e
prima di adagiarla piano sul letto le diede un lungo bacio…
***
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Capitolo 21 *** Natale a Grimmauld Place ***
20
20. Natale a Grimmauld Place
Lo spostamento di Draco, Ginevra, Ron, Hermione ed Harry a Grimmaul Place avvenne di notte.
Sarebbe stato troppo
pericoloso per loro arrivare alla stazione di King’ s Cross la
mattina seguente senza essere visti da Lucius Malfoy e altri
Mangiamorte che andavano a recuperare i figli.
Era avvenuto tutto in fretta,
si erano ritrovati nell’ufficio di Silente e avevano usato la
Metro Polvere per spostarsi dal camino della Presidenza al salotto
della casa di Sirius.
Quando arrivarono a Grimmauld Place li attendevano il Professor Lupin e Ninphodora Tonks che li accolse con un sorriso.
“Ben arrivati ragazzi” disse cordialmente il lupo mannaro osservandoli.
“Grazie professore” rispose Harry.
Detto questo si diresse verso la sua stanza, di fianco a quella che un tempo fu quella del suo padrino.
“E’ ancora
arrabbiato perché non lo avevamo messo al corrente”
spiegò Hermione, “Ma non ci sembrava il caso…”
“Come biasimarlo”
disse Lupin, “Alla fine è davvero insolito che un Malfoy
sia in questa casa come ospite…”
“Io non voglio creare disturbo” iniziò Draco.
“Non è questo
quello che voglio intendere” si corresse l’uomo
“E’ solo che Harry non è ancora entrato
nell’ottica che tu sia qui, non come spia, ma come amico”
“Però dobbiamo
metterti al corrente di una cosa, giovanotto…” la voce
burbera che attirò l’attenzione dei presenti si
rivelò con un picchiettio proveniente dalla porta, che ben
presto svelò la presenza di Malocchio Moody, “Chiaramente
non avrei libero accesso a tutte le stanze, non potrai seguire le
riunioni e cosa molto più importante non potrai uscire da questa
casa”
“Me sono consapevole ed è più che giusto…”
“E…” lo interruppe il mago”Saremo costretti a farti un incantesimo di memoria prima di partire”
“Perché?” la voce di Ginevra riecheggiò nel silenzio della stanza dopo la frase di Malocchio.
“Perché,
signorina Weasley, qui sono presenti tutti i membri dell’Ordine
della Fenice. Non possiamo di certo correre questo rischio!”
“Ma..”
“Niente ma… la decisione è stata presa. E non si discute, sono stato sufficientemente chiaro?”
“Si” rispose la
giovane senza alzare lo sguardo, una mano fredda scivolò nella
sua e la strinse, lei si voltò verso il biondo e fece un sorriso
timido, solo per non farlo preoccupare, ma dentro di sé il suo
cuore urlava.
Non voleva che un semplice Oblivium cancellasse tutto quello che avrebbero passato in quei giorni.
“Ora se non vi dispiace,
vi chiederei di sgombrare il soggiorno e di recarvi nelle vostre
stanze. Il giovane Weasley dormirà come al solito con il signor
Potter, le signorine dormiranno nella stanza si fronte e il signor
Malfoy dormirà accanto alla camera delle ragazze… E ora, Marche!
***
“Gin?” la voce di Hermione la riscosse dai suoi pensieri.
“Dimmi…”
“Tutto ok?” le chiede sedendosi di fianco a lei sul letto.
“NO! Non va tutto bene!
Sto per passare due settimane intere in questa casa con il mio ragazzo
e tutto quello che accadrà verrà eliminato come se nulla
fosse dalla sua memoria!” urlò lei, mentre calde lacrime
avevano iniziato a rigarle le guance.
“Scusami… Io non volevo” rispose Hermione appoggiandole una mano sulla spalla.
“No, perdonami tu, non avrei dovuto prendermela con te, non hai colpe”
La giovane si mosse e l’abbracciò.
“Vedrai questo periodo passerà e poi potrai essere felice al fianco del tuo bel furetto!”
“Eh no Eh! Anche tu come
quell’idiota di mio fratello! Ma questa me la paghi!” disse
la rossa tirandole in faccia un cuscino.
Le due iniziarono a
ridere… e a prendersi a cuscinate senza accorgersi delle urla
che provenivano dalla stanza di fronte alla loro.
***
Prima di entrare nella sua stanza Ron fece un respiro profondo, sapeva che Harry era furioso.
Infatti quando entrò, il Ragazzo Che Era Sopravvissuto non lo degnò di uno sguardo.
Si avvicinò al suo
baule e tirò fuori solo il necessario per dormire, era inutile
svuotarlo per poi rifarlo dopo pochi giorni.
“Hai intenzione di volermi male ancora per molto?”
“Non so per quale motivo dovrei sprecare fiato per risponderti.”
Ecco, stavano iniziando le loro solite litigate alle quali Hermione gli aveva dato un nome: Pronto testa di idiota, risponde cervello di gallina!
“Non c’è
bisogno di scaldarsi, possiamo anche parlarne con calma” disse il
rosso cercando di restare calmo.
“Parlarne con calma?! Vorrei ricordarti, amico,
che tu e la tua ragazza, mi avete tenuto nascosto il fatto che Ginny
stesse con Malfoy, che lui stava rischiando la pelle e che avrebbe
passato il Natale con noi. Non vorrei farti notare che la calma
l’ho persa da molto tempo. Ora come ora, sono furioso!”
“Harry, ascolta, abbiamo
deciso di non dirtelo, perché alla fine non erano fatti nostri,
è la vita di Ginny, non la nostra”
“Ho capito! Ma è ad un figlio di Mangiamorte che siamo dando ospitalità!” urlò il moro.
“Ma è cambiato!
Ci ho parlato. Ci tiene davvero a mia sorella, altrimenti non
rischierebbe cosi, non te ne rendi conto!”
“No, non lo concepisco.
È di Malfoy che stiamo parlando. Di quel piccolo bastardo che
fin da piccoli sognavamo di far sparire dalla faccia della Terra e ora,
ora lo difendi solo perché sta con la tua cara sorellina!”
“Ehi amico, vedi di calmarti un po’, chiaro?!”
“Non mi calmo affatto!
Te l’ho detto sono furioso, arrabbiato, infuriato, e irritato dal
vostro comportamento e da tutti quelli che mi stanno intorno. Solo
perché ha detto che non vuole diventare un Mangiamorte
proteggiamolo tutti insieme appassionatamente! Chi ti dice che non ci
tradirà alla prima occasione, eh?!” esclamò a gran
voce, avvicinandosi al rosso e puntandogli un dito contro.
“Potremmo fidarci, non trovi?”
“I MIEI GENITORI SONO MORTI PERCHE’ SI SONO FIDATI DELLA PERSONA SBAGLIATA!!!!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
“Lo so, ma non è detto che deve andare per forza male…”
“Io non ho alcuna intenzione di fidarmi del figlio di un Mangiamorte”
“Perché devi essere cosi ottuso?!” esclamò Ron facendo un passo verso di lui.
“Io ottuso! Sei tu che ti fai prendere per il culo da delle belle parole!”
“Io non mi faccio
prendere per il culo! Ci siamo presi a botte due volte per Gin e la
seconda volta perché l’aveva lasciata. Poi abbiamo parlato
e mi ha detto che si era allontanato da lei perché voleva
proteggerla!”
“Ma chi ti dice che non voglia approfittarsi di lei!
“PERCHE’ LA AMA!!!! Maledizione perché per una buona volta non metti da parte l’orgoglio e provi a parlarci da persona civile!”
“Non ne ho nessuna intenzione” dichiarò fermo Harry.
“Allora non abbiamo
più nulla da dire” concluse con rammarico il giovane
Weasley, dirigendosi verso l’uscita.
Quando aprì la porta si
trovò di fronte Hermione, Ginevra e Draco che lo guardavano con
uno sguardo curioso, ma allo stesso tempo preoccupato.
Si chiuse la porta alle spalle e sospirò facendo un gesto negativo con la testa.
***
I quattro giovani erano entrati nella stanza della due ragazze.
“Ma cosa è successo?” chiese Hermione, seduta tra le gambe di Ron con la schiena contro il suo petto.
“E’ furioso per il fatto che non gli abbiamo detto niente.” rispose lui.
“Qui è colpa
mia…” disse Ginny anch’essa seduta vicino al suo
ragazzo, al contrario della coppia di Grifondoro loro erano sul letto,
il giovane con la schiena appoggiata al muro e lei con la testa
appoggiata sulle sue gambe. “Non ero ancora pronta per
dirglielo”
“Lo sappiamo Gin, ma sai
come è fatto Harry…” rispose il fratello. “Il
problema grande però è che lui non si fida di te
Malfoy”
“Come biasimarlo…” disse il biondo.
“Certo, però questo non vuol dire che non possa almeno provarci” dichiarò Hermione.
“Va bene, però
Granger, devi capire che io resto sempre un Malfoy, figlio di
Mangiamorte e fino a qualche mese fa suo acerrimo nemico…”
“Hai ragione”
“Magari ci vorrà
un po’ di tempo, deve sbollirsi, poi tornerà quello di
sempre…” la voce di Ginevra non era sicura come al solito,
ma i tre ragazzi annuirono.
“Bene!” disse
Hermione alzandosi e porgendo una mano a Ron. “Noi andiamo a
vedere se tua madre ha bisogno d’aiuto”
“Cosa?!” esclamò Ron incredulo.
“Si Ronald, andiamo!” detto questo afferrò il giovane rosso per il collo del maglione e lo strascinò fuori dalla stanza.
Anche a porta chiusa si sentivano le parole di protesta del giovane Weasley e la frase della ragazza zittirlo: “Ma
è possibile che da solo non ci arrivi! Quello è uno dei
pochi momenti che possono stare insieme! Devi arrivare tu per rovinare
tutto!”
I due ragazzi scoppiarono a
ridere, poi Ginny si alzò e diede al Serpeverde un lieve bacio
sulle labbra, prima di abbracciarlo stretto.
“Sono contenta che tu sia qui” disse contro il suo collo.
“Anch’io rossa, credimi”
***
Blaise bussò alla porta che lo avrebbe condotto nello studio di suo padre.
“Avanti”
La voce profonda dell’uomo lo fece tremare per un attimo, abbassò la maniglia ed entrò.
“Mi avete fatto chiama, padre?”
“Si Balise, vieni. Dobbiamo chiederti una cosa…”
Il ragazzo si sedette di
fronte all’uomo, che si voltò verso un’altra porta,
che aprendosi rivelò la presenza di un’altra persona che
questa volta rubò più di un brivido al giovane Serpeverde.
Di fronte a lui c’era Lucius Malfoy.
“Forse tu saprai dirmi dove si è cacciato mio figlio” chiese senza aspettare il Mangiamorte.
“No signore, io non ho idea di dove possa essere Draco” rispose, cercando di mantenere la calma.
“Ne sei veramente sicuro?”
“Si”
“Allora quello che
c’è scritto su questo foglio non corrisponde al
vero” disse l’uomo estraendo dalla tasca un pezzo di
pergamena.
A Blaise si gelò il sangue nelle vene. Cosa sarebbe successo adesso?
“Signor Malfoy” iniziò Lucius Malfoy “Secondo
me vostro figlio non ha smesso di frequentare quella sporca traditrice
di sangue. E a mio parere è coperto da Blaise Zabini. Ne ho
avuto la conferma l’altro giorno quando stavo discutendo
con la Weasley e lui è intervenuto in sua difesa…”
l’uomo alzò lo sguardo sul ragazzo, “Devo
continuare, o hai intenzione di dirmi quello che voglio sapere?”
Il giovane non proferì parola, neanche quando la mano del padre lo colpì.
“Si può sapere cosa diavolo ti è saltato in mente?!” urlò.
Blaise lo guardò, ma
non disse una sola parola. Non aveva nessuna intenzione di deludere
Draco e neanche di tradire la fiducia che lui aveva nei suoi confronti.
“Non mi lascia altra scelta giovanotto” disse il Mangiamorte.
“Blaise. Non ti conviene
andare contro al nostro volere. Lo sai bene…” cercò
di farlo parlare il padre.
“Non ho nulla da dire” dichiarò con fermezza e coraggio il ragazzo.
“Come vuoi”
rispose l’uomo alzandosi e guardando il compagno. “Procedi
pure Lucius. L’hai voluto tu, figliolo”
Blaise sostenne il suo sguardo, mentre Malfoy estraeva la sua bacchetta.
Si preparò a subire il peggio, ma questo non arrivò mai.
“Imperio”
Senti solo una scossa e poi il
nulla. Tutto si fece ovattato. Non sentiva più il suo corpo, si
muoveva, ma non perché lo decideva lui. Era come se ci fossero
dei fili a fargli fare i movimenti che stava compiendo. Ma la cosa
più grave e orrenda fu sentire la sua voce. Non era lui che
parlava, certo era la sua voce, ma non era la sua testa che aveva
deciso di divulgare il grande segreto di Draco Malfoy.
***
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Capitolo 22 *** Scoperti ***
21
21. Scoperti
“Narcissa” la voce di Lucius Malfoy riecheggiò nel silenzio dell’immenso maniero.
“Sono qui”
L’uomo seguì il
suono delle parole della moglie e la raggiunse in salotto, la
trovò li, bella come sempre, con i lunghi capelli biondi
lasciati sciolti e coprirle le spalle e gli occhi freddi che lo
fissavano.
“Abbiamo scoperto cosa ha fatto nostro figlio” dichiarò sedendosi di fronte a lei.
“Dunque”
“Sta con quella Weasley e sta trascorrendo le vacanze con loro”
La donna si alzò dicendo: “Noto con piacere, che ti sei lasciato sfuggire Draco”
L’uomo imitò il suo gesto e le andò incontro mettendole le mani sulle spalle.
“Quell’impertinente si pentirà di avermi sfidato”
“Lucius, tuo figlio ha semplicemente scelto una strada diversa dalla tua”
“Non può permettersi! Diventerà un Mangiamorte e non si legherà a quella stracciona… Fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia”
Narcissa si liberò dalla stretta del marito e lo fissò, “Mi spieghi cosa vorresti fare?”
“Stiamo decidendo”
”Tu e chi?!” chiese alzando la tonalità della voce.
“Io, Cissa”
Bellatrix Lestrange
“E cosa vorreste fare,
sentiamo? Attaccare dove l’Ordine è più forte?
Scatenare in due la guerra contro Hogwarts stessa? Catturare mio figlio
e torturarlo fino ad ucciderlo?!
“Il giovane Zabini ci ha
detto, sotto maledizione, che è protetto
dell’Ordine…” iniziò Malfoy.
“…E noi non siamo
cosi folli da attaccarli nel loro covo, anche se non sappiamo dove sia,
perché molto probabilmente il Custode Segreto è proprio
Silente” continuò Bellatrix
“…ma non appena i ragazzi torneranno ad Hogwarts, non ci scapperanno!” concluse il Mangiamorte.
“Ovviamente abbiamo il nostro burattino… che ci tornerà molto utile…” aggiunse la strega.
“Abbiamo avvisato
Severus dello stato confusionario di Blaise. Almeno non farà
domande…” disse Lucius con un sorriso perfido dipinto sul
volto.
Narcissa trattenne il fiato,
la sorte della persona che si stava decidendo era sempre quella di suo
figlio. E suo marito e sua sorella non stavano scherzando. Sarebbero
stati determinati fino all’ultimo.
***
Il raggio di sole illuminò il volto di Ginevra e le fece aprire gli occhi.
Si guardò intorno
cercando di capire dove si trovava, cercò di alzarsi dal letto,
ma si accorse che non aveva libero accesso ai movimenti perché
un braccio la teneva stretta intorno alla vita.
Si volto e la scena che si trovò davanti le fece spuntare sulle labbra il primo sorriso della giornata.
Draco stava dormendo accanto a
lei su un fianco, con un braccio intorno alla sua vita e dipinta sul
volto un’espressione serena che gli davano un’aria da
cucciolo.
I capelli biondi gli ricadevano sulle palpebre chiuse e il respiro era lento e regolare.
La sera prima lei ed Hermione
avevano deciso di fare un leggero cambio di programma: dopo la litigata
con Harry, Ron non aveva nessuna intenzione di dormire nella sua stessa
camera, così aveva deciso di lasciargli il suo letto e di andare
a stare nella camera di Draco.
Ovviamente senza far sapere a nessuno del cambiamento.
Si chinò leggermente
sul giovane Serpeverde e gli diede un lieve bacio, sorrise contro le
sue labbra quanto lo sentì rispondere.
“Buongiorno…” sussurrò il biondo.
“Giorno a te..” rispose lei appoggiandosi a lui.
“Come siamo mattiniere”
“Devo andare a svegliare
anche Ron ed Hermione, hai idea di quali scenate possa fare mia madre
se ci vede cosi?!” disse lei alzandosi, seppur controvoglia.
Lui si lasciò sfuggire
una piccola risata pensando alla reazione della Signora Weasley se li
avesse visti in quel momento.
Seguì ogni movimento
della rossa, poi non appena fu pronta si alzò anche lui, si
infilò un paio di jeans e rimanendo a dorso nudo si
avvicinò, le appoggiò le mani sui fianchi e si
chinò per baciarla.
Le sue mani iniziarono a farsi spazio tra la stoffa della maglietta della ragazza, quando lei gliele fermò.
”Mi sono appena rivestita…” sussurrò divertita contro le sue labbra.
Draco si allontanò per guardarla e le fece un sorriso, le diede un veloce bacio.
“Va bene… rimandiamo!”
“Scemo!” esclamò lei dandogli una botta sulla spalla, detto questo uscì con un sorriso dalla stanza.
Fece qualche piccolo passo e poi aprì con molta calma la porta della sua stanza.
Ron ed Hermione, come
previsto, avevano diviso il letto di lei.. ed ora erano li, assopiti e
abbracciati, talmente vicini che sembravano legati da un filo
invisibile.
Si fermò sulla soglia
della porta a guardarli, stavano davvero bene insieme, lei fin dal
primo giorno che li aveva visti insieme aveva sempre fatto il tifo per
loro!
E adesso, vederli li stretti l’uno all’altra, non faceva altro che aumentare il suo buonumore.
Quei due erano fatti per stare
insieme, erano teneri e dolci, sarebbe rimasta li a contemplarli in
silenzio per ore. Non se la sentiva di rovinare quella pace, ma non
voleva che sua madre li scoprisse, non aveva voglia di sentirla urlare
subito di prima mattina!
Entrò piano nella stanza e si avvicinò al fratello.
“Ron” cercò
di svegliarlo toccandogli una spalla, “Dai, è ora di
svegliarti, se mamma ti scopre sono guai”
Il giovane rosso si mosse leggermente ed aprì gli occhi.
“Gin” sussurrò con la voce impastata dal sonno, “Che ore sono?”
“Mamma si alzerà
a minuti, è meglio che almeno ti allontani un po’ da
Hermione, altrimenti inizierà ad urlare!”
Il ragazzo sbuffò e con delicatezza di allontanò dall’abbraccio della sua ragazza.
A quello spostamento anche
Hermione aprì gli occhi e si guardò intorno, mettendosi
seduta e passandosi una mano tra i capelli ricci.
“Buongiorno” la salutò Ron.
“Ciao” rispose lei..
Il ragazzo le diede un veloce
bacio a fior di labbra prima di allontanarsi da lei, visto che mamma
Weasley aveva aperto la porta della sua stanza e stava proprio passando
di li.
“Siete già in piedi?” chiese sulla soglia della porta.
“Ciao mamma, Ron è venuto a svegliarci” rispose pronta Ginny.
“Questo vuol dire che
potete venir in cucina ad aiutarmi a preparare la colazione”
dichiarò assumendo una postura che non avrebbe ammesso repliche.
“Va bene, svegliamo gli altri e ti raggiungiamo” disse Ron.
“D’accordo”
Quando la robusta signora si fu allontanata i tre ragazzi si guardarono in faccia e sorrisero.
“Vado a chiamare Draco” annunciò Ginny
“E io vado a svegliare Harry” disse Ron con meno entusiasmo della sorella.
“Aspetta, ti accompagno” rispose Hermione facendo scivolare la mano in quella del ragazzo.
***
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Capitolo 23 *** Harry James Potter ***
22
22. Harry James Potter
Harry era seduto sulla
poltrona del salotto della casa di Sirius, si sentiva solo e tradito
dai suoi stessi amici, ormai era quasi una settimana che non parlavano.
Ron la notte stava con Hermione e durante il giorno lui cercava sempre di non trovarsi da solo nella stessa stanza con loro.
Non riusciva ad affrontare la cosa.
Non era in grado di trovare
una spiegazione al loro comportamento e in più, anche se non gli
aveva dato nessun problema, non ce la faceva a sopportare la presenza
di Malfoy in quella casa.
“Harry” la voce di Lupin lo fece voltare.
“Si?”
“Posso sedermi?”
“Certo”
I due si guardarono poi il lupo mannaro iniziò a parlare.
“Ascoltami, capisco come
ti senti. Anch’io all’iniziò non ero molto
d’accordo sull’ospitare il giovane Malfoy proprio in questa
casa. Ma poi ho deciso che avrei potuto dargli
un’opportunità”
Il Bambino-Che-Era-Sopravvissuto l’osservò attento, anche se non condivideva il suo pensiero.
“Ho notato come la
guarda” continuò l’uomo, “Nel suo sguardo
leggo veramente amore, devi credermi Harry, non ho mai visto negli
occhi di un Malfoy una luce così. So benissimo che non ti fidi
di lui, però è positivo che lui non voglia diventare un
Mangiamorte. In più non si è negato all’Oblivium,
questo vuole significare che non ha alcune intenzione di
tradirci…”
“Ho capito” lo interruppe, “Però questo non cambia quello che lui ha commesso in passato”
“Certo, non lo cambia. Ma può modificare il futuro, non pensi?”
“Io…” rispose abbassando lo sguardo.
“Posso comprendere la
tua posizione. Però non risolvi i tuoi problemi se non provi
nemmeno a parlare con Ginevra, e le cose non cambieranno assolutamente
se non riaggancerai i tuoi rapporti con Ron ed Hermione… So
benissimo quanto sia importante la vostra amicizia…”
“Forse avete ragione…”
***
“Allora, come ti trovi?” la voce allegra di Ginny fece spuntare un sorriso sulle labbra del biondo Serpeverde.
“Bene, anche se a volte
sento i loro occhi indagatori su di me, è come se si
aspettassero un attacco da un momento all’altro. Sono controllato
a vista, non riuscirei neanche volendo a mandare un messaggio fuori da
questa casa, in più non so neanche dove sono!”
“Vedrai, si fideranno di te” cercò di rassicurarlo lei, accarezzandogli una guancia.
Lui le fermò la mano con la sua e se la portò alle labbra lasciandoci un leggero bacio.
“Cosa farei senza di
te?” chiese dopo qualche attimo di silenzio, “Prima di te
la mia vita era vuota e buia, poi sei arrivata tu e tutto è
rinato. Mi hai ridato la luce…”
La ragazza si avvicinò e lo baciò.
Toc Toc
“Avanti” disse Ginny
“Posso?” la voce
di Harry la fece sussultare, istintivamente si allontanò un
pochino da Draco, voltandosi verso la porta.
“Certo Harry, vieni”
“Non vi volevo
disturbare è solo che…” cercò di dire,
“… vi volevo parlare un attimo”
“Siediti” gli rispose piano la ragazza.
Il ragazzo di sedette di fronte a loro senza alzare lo sguardo.
“Se vuoi me ne vado” disse Draco alzandosi.
“No Malfoy”
ribatté alzando lo sguardo, i due si squadrarono poi Harry
riprese, “Devi ascoltare anche tu”
Il Serpeverde si risedette di fianco a Ginevra e lo osservò.
“Ci ho pensato
parecchio” iniziò parlando piano, “Che tu non mi
vada a genio, lo sai, però stai con Ginny. E non possiamo farci
niente. Certo tu potevi sceglierti qualcuno di migliore…”
“Harry” cercò di interromperlo lei, non voleva che litigassero anche loro.
”Aspetta, fammi
parlare” la fermò lui, “Quello che sto cercando di
dire è che mi sono comportato come un bambino. Alla fine se Ron
ed Hermione non mi hanno detto di voi, c’era un motivo. Dovevi
dirmelo tu quando ti saresti sentita pronta. Purtroppo gli avvenimenti
che sono successi hanno impedito che le cose andassero secondo il loro
corso e ci siamo ritrovati tutti dentro questo casino…”
I due Grifondoro si guardarono.
Il cuore di Ginny aveva
iniziato a battere più forte, Harry non era più
arrabbiato con lei e stava anche cercando di scusarsi.
“Diciamo che in questi
giorni vi ho osservato e hanno capito tutti che non è solo
un’avventura, quindi non posso far altro che unirmi agli altri.
Non mi metterò in mezzo. Vi amate e nessuno può
dividervi. Neanche l’intero esercito di Voldemort…”
“Lo pensi sul serio?” chiese lievemente Ginny.
“Si Gin…
L’Ordine non vi ha negato il suo aiuto, i tuoi genitori e la tua
famiglia hanno accettato la vostra relazione. Chi sono io per mettervi i bastoni tra le ruote!?” disse con un piccolo sorriso.
“Grazie Harry” rispose la ragazza alzandosi per andare ad abbracciarlo.
“Figurati” disse lui stringendola piano, “Non ti ho mai vista così contenta…”
I due si separarono e si
voltarono verso Draco che era rimasto in silenzio tutto il tempo, il
giovane si alzò dicendo: “Bene Potter, di certo non
diventeremo amici, ma alleati “
“Sono sempre più sorpreso” disse lui stringendogli la mano.
“Non dirlo a me”
rispose il giovane, passando un braccio intorno alle spalle di Ginevra
e ricambiando il gesto di Harry.
La porta di aprì e sulla soglia c’erano Ron ed Hermione.
“Non volevamo
origliare” cercò si giustificarsi il rosso,”Ma ti
stavamo cercando e il professor Lupin ci ha detto che ti avremmo
trovato da loro…”
“Risparmia il fiato… fratello” disse Harry sorridendo.
Hermione lanciò un piccolo grido e gli saltò al collo.
Ron entrò nella stanza e diede una pacca sulla spalla al giovane Grifondoro sorridendo.
“Ce ne hai messo di tempo”
“Senti chi parla!”
rispose Harry ricordando quello che era successo durante il Torneo Tre
Maghi nel corso del loro quarto anno.
Tutti e cinque scoppiarono a ridere, e Draco si guardò intorno.
Se questo è quello che si prova sapendo di avere qualcuno su cui contare, allora è meraviglioso…
***
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Capitolo 24 *** Ritorno ad Hogwarts ***
23
23. Ritorno ad Hogwarts
I bauli erano tutti pronti e i ragazzi stavano finendo di sistemarsi i mantelli sulle spalle.
Il loro trasferimento, come per l’andata, si sarebbe svolto di notte, per destare meno sospetti e per proteggerli meglio.
Erano tutti in fila e i giovani Weasley stavano salutando i genitori.
“Mi raccomando Ronald, non fare stupidaggini e tieni d’occhio Ginny” disse Molly.
“Si mamma, non ti devi preoccupare. Non siamo soli…” rispose il giovane voltandosi verso Harry e Draco.
“Lo sappiamo, però la prudenza non è mai troppa, figliolo” aggiunse Arthur.
“D’accordo”
“E tu..” continuò Molly voltandosi verso la sua
unica figlia, “Stai attenta” le disse passandole una mano
sulla guancia. La ragazza in tutta risposta l’abbracciò.
“Draco” il signor Weasley si rivolse all’unico Serpeverde presente nella stanza.
“Mi dica signore”
“Quello che stai facendo ti fa veramente onore” gli disse
appoggiandogli una mano sulla spalla, “Ricordati sempre di
guardarti le spalle e rammenta che in ognuno di noi c’è
una parte buona e una cattiva, non nasciamo unicamente santi o malvagi,
ma sta a noi decidere da che parte stare. A noi e a nessun
altro…”
Draco fece un sorriso tirato. Le parole del Signor Weasley lo avevano colpito.
Si sentiva parte di quel gruppo, passò lo sguardo su ogni
persona presente e li guardò, tutti lo stavano osservando con
uno sguardo diverso.
Nei loro occhi non leggeva più l’espressione che aveva
visto nei primi giorni, adesso lo consideravano come uno di loro.
Sapeva che se avesse avuto bisogno, loro non gli avrebbero negato il loro soccorso.
Questo gli riempì il cuore di una speranza nuova.
Forse è davvero possibile fuggire dall’Inferno.
“Io” iniziò..”Vi ringrazio davvero, sia per
l’ospitalità che per tutto, per quello che avete fatto per
me e per i rischi che correrete a causa mia…”
Tutti i presenti lo guardarono con un lieve sorriso sulle labbra.
“Detesto dover interrompere” disse con la sua solita voce
burbera Malocchio, “Ma dobbiamo andare, Silente ci sta
aspettando”
***
“E’ ora”
Lucius Malfoy si alzò dalla poltrona nello stesso istante in qui si mosse la cognata.
“Si, non vedo l’ora di rimettere i piedi nella mia adorata scuola” disse Bellatrix in tono sprezzante.
“Aspettate un momento” la voce di Narcissa li fermò.
“Cosa c’è, Cissa?” chiese la sorella.
“Vi avverto. Se succede qualcosa di grave a Draco. Vi riterrò responsabili”
“Il tuo amato figliolo ha disubbidito al volere del Signore Oscuro” affermò la Mangiamorte.
“E’ solo un ragazzo” rispose alzando la voce la donna.
“Certo è solo un ragazzo, ma questo non toglie che si sia
schierato dalla parte sbagliata” aggiunse il marito, in difesa
della cognata.
La donna guardò male il marito e senza più una parola si voltò e si diresse verso la sua stanza.
“Andiamo” sentenziò l’uomo, non togliendo
però lo sguardo dalla moglie, “Il giovane Zabini
starà già cercando di aprire il passaggio segreto”
I due Mangiamorte si misero al maschera d’argento e i mantelli e si smaterializzarono in silenzio.
***
Harry si allontanò dall’abbracciò affettuoso di mamma Weasley e si avvicinò ai suoi compagni.
“Bene ragazzi” disse il professor Lupin, “E’ ora di andare”
I ragazzi ad uno ad uno entrarono nel camino del salotto di Grimmuld
Place e un istante dopo si ritrovarono nell’ufficio del Professor
Silente, e ad accoglierli c’era proprio il loro Preside.
“Ben tornati” li saluto, “Remus avete fatto in fretta”
“Si Albus, abbiamo deciso di anticipare la partenza di qualche ora”
“Bene.. “ rispose il mago, poi rivolgendosi a Malfoy disse: “Sei pronto Draco?”
“Si”
Con la mano stretta in quella di Ginevra si avvicinò a Silente.
“E’ indispensabile Professore?” chiese la rossa.
“Mi dispiace signorina Weasley, ma ritengo che sia più
sicuro per entrambi. Il repertorio di Magia Oscura a conoscenza dei
Mangiamorte è molto ampio… Non vorrei mai, che la
sicurezza del giovane Malfoy fosse messa a repentaglio così
facilmente..”
“D’accordo” rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
“Bene” sentenziò il Preside, “Allora, i tuoi
ricordi verranno modificati nel momento esatto in cui tu sei arrivato
nel salotto del rifugio dell’Ordine, va bene?”
“Si”
“Oblivium”
Draco non sentì nessun dolore, solo una piccola scossa e un momento di stordimento dovuto all’incantesimo.
Quando riaprì gli occhi, chiusi mentre Silente pronunciava la
formula, si ritrovò nello studio del mago senza sapere il
perché fosse li.
Si voltò verso Ginevra, la quale aveva gli occhi pieni di lacrime, ma con un bel sorriso dipinto sul volto.
“Andiamo Draco” disse piano, “Torniamo nei nostri rispettivi dormitori”
Il giovane annuì e segui la ragazza e i suoi compagni Grifondoro.
***
I ragazzi erano arrivati al bivio che li avrebbe divisi: girando a
destra sarebbero andati verso la torre più alta del castello
verso il ritratto della Signora Grassa, mentre proseguendo a sinistra
si sarebbe giunti nei sotterranei dove li attendeva il Barone
Sanguinario.
“Bene” disse Ron, “Direi che qui ci separiamo”
“Malfoy” sentendo quella voce conosciuta il biondo Serpeverde si voltò.
“Blaise, già di ritorno?”
“Si, ho deciso di tornare un giorno prima” rispose il ragazzo.
Hermione osservò il giovane con attenzione, la sua espressione
aveva qualcosa di strano. I suoi occhi blu non erano vivi come il
giorno in cui avevano parlato e deciso di diventare alleati.
“Ho bisogno di scambiare due parole con voi due se è
possibile” proseguì Blaise rivolgendosi a Draco e Ginevra.
“D’accordo” rispose Malfoy.
“Andiamo nella nostra Sala Comune” disse il giovane
voltandosi e iniziando a camminare senza aspettare i due ragazzi.
I due giovani si guardarono e poi si incamminarono.
“Gin, aspetta” la fermò Ron.
“Dimmi”
“Stai attenta…”
“Stai tranquillo, è Blaise” rispose la sorella con un sorriso.
Il trio si guardò.
“La cosa non mi convince molto” sentenziò Harry.
“Neanche a me” confermò Ron.
“Aveva uno sguardo strano, come se fosse stato confuso” decretò Hermione.
I tre si riguardarono con un’espressione di terrore sul volto.
“MALEDIZIONE!” disse il moro.
“Blaise è tornato a casa per le vacanze di Natale” mormorò la bruna.
“E con molte probabilità ha incontrato il padre…e…” continuò il rosso.
“Lucius Malfoy” ternimò Harry.
Ron strinse forte i pugni e guardò i suoi due amici.
“Hermione vai subito ad avvisare l’Ordine e Silente”
disse il giovane, “Io ed Harry li seguiremo e cercheremo di
capire che cos’hanno in mente quei pazzi”
Il moro annuì e iniziò a correre seguito dal compagno verso i sotterranei del castello.
Hermione girò sui tacchi e con il cuore che batteva a mille si
diresse a tutta velocità verso l’ufficio del Preside.
Gli avvenimenti erano stati cosi veloci che non era neanche riuscita a dirgli di stare attenti.
***
Blaise sussurrò la parola d’ordine ed entrò nella Sala Comune seguito dalla coppia.
Quando il ritratto si fu chiuso alle loro spalle il giovane si voltò con un ghigno malvagio dipinto sul volto.
“Blaise, cosa ti sta succedendo?” chiese allarmato il giovane Malfoy.
“Niente, perché?”
“Sembri… Strano, diverso…” rispose il ragazzo.
“Il tuo spirito di osservazione è sempre stato eccellente”
Quella voce.
A Draco si gelò il sangue che gli scorreva nelle vene, con un
gesto automatico si spostò davanti a Ginevra e mise una mano
sull’elsa della bacchetta.
A sentire quelle parole Ginny aveva iniziato a tremare e il suo cuore aveva iniziato ad accelerare i suoi battiti.
Erano finiti nella tana del nemico.
Davanti a loro c’erano Lucius Malfoy e Bellatrix Lastrange…
***
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Capitolo 25 *** Corsa contro il tempo ***
24
24. Corsa contro il tempo
Harry e Ron stavano correndo a
perdifiato per i corridoi della scuola, dovevano riuscire a fermare i
due ragazzi prima che entrassero nella Sala Comune delle Serpi,
altrimenti sarebbe stato troppo tardi, non avrebbero più potuto
entrare perché non erano a conoscenza della parola
d’ordine.
Avrebbero dovuto aspettare l’arrivo di Silente, ma sarebbe anche potuto essere troppo tardi.
Miseriaccia!
Mi sono lasciato prendere in giro come un fesso! Ho praticamente
portato Gin su un piatto d’argento a quei maledetti Mangiamorte.
Dobbiamo fare in fretta, altrimenti temo il peggio per la mia sorellina… ma non voglio pensarci.
Non oso pensare cosa potrebbero farle…
Maledizione! Ci siamo fatti fregare…
Spero che Hermione riesca ad arrivare in tempo da Silente.
Se arriviamo davanti ai loro dormitori e li troviamo chiusi, cosa faremo?
Non sappiamo la parola d’ordine…
Io e Ron non abbiamo mai corso cosi velocemente, ma in fin dei conti è della vita di Ginny che stiamo parlando…
I due Grifondoro girarono l’angolo e imboccarono il corridoio che li avrebbe condotti al dormitorio dei Serpeverde…
Ma nessuno dei due sapeva che il ritratto del Barone Sanguinario si era già chiuso alle spalle di Draco e Ginevra…
***
Hermione stava correndo a
perdifiato per il castello, in vita sua non aveva mai corso cosi forte
e veloce, ma doveva fare il prima possibile.
Doveva avvisare Silente in tempo. Non poteva permettersi di arrivare tardi.
Perché non mi sono accorta prima del cambiamento di Blaise!
C’era qualcosa di strano nell’aria… Maledizione!
Era chiaro che Lucius Malfoy sarebbe andato da lui, in fin dei conti è il migliore amico di Malfoy.
Perché non ci sono arrivata!
Certo che è stato un colpo di genio usare la Maledizione Imperius per scoprire i piani dell’Ordine.
Così oltre che ad avere le informazioni, Blaise ora è un burattino nelle loro mani.
Spero solo che almeno Harry e Ron arrivino in tempo…
“Signorina Granger… Cosa ci fa da queste parti?”
La ragazza si fermò di scatto e si voltò. Davanti a lei c’era Albus Silente.
“Professore…”
disse cercando di riprendere fiato, “Deve venire presto! Dobbiamo
avvisare l’Ordine… E’ successa una cosa
gravissima….”
***
Lucius Malfoy e Bellatrix Lastrange erano davanti e loro, sul viso un ghigno malvagio.
Draco guardò prima il padre e poi la zia...
Istintivamente si era
posizionato tra Ginevra e i Mangiamorte, ma non aveva idea di cosa
avrebbe fatto o di cosa sarebbe successo.
Il suo cuore batteva fortissimo e dietro di sé sentiva la rossa tremare.
Dannazione! Questo non ci voleva. Ci siamo lasciati fregare come degli idioti!
Hanno confuso Blaise in modo tale che potesse portarci dritti in trappola.
Di una cosa sono sicuro però… non me lascio portare via!
Ginny non appena si era trovata davanti i due Mangiamorte aveva temuto subito il peggio.
Aveva iniziato a rabbrividire, anche quando Draco si era messo davanti a lei per proteggerla.
Non è possibile, perché proprio a noi doveva capitare tutto questo?!
Ho paura.
Ho il terrore di perdere Draco, di provocare un dolore a tutti i miei familiari…
Siamo soli, io e Draco, contro due esperti Mangiamorte…
Vorrei
tanto che a Ron venga in mente che avrebbe potuto essere una trappola e
si che sono stata proprio io a rassicurarlo del contrario.
Non avrei mai potuto immaginare che avrebbero usato Blaise come esca…
Il panico aveva ormai colpito l’animo dei due ragazzi.
Blaise dove aver guardato i due criminali si spostò di fianco al camino, con lo sguardo vuoto rivolto alla scena.
Seppur confuso non avrebbe mai immaginato che da li a poco si sarebbe scatenato l’Inferno…
***
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Capitolo 26 *** L'Inferno ***
25
25. L’Inferno
“Bene bene…” Lucius Malfoy ruppe il silenzio irreale
che regnava nella stanza, “Guarda cosa abbiamo qui, una
traditrice del sangue e un piccolo bastardo.”
Il risata malvagia di Bellatrix riecheggiò nella sala a seguito della frase.
Draco estrasse la bacchetta e la puntò contro i due Mangiamorte.
“Fai il coraggioso, figliolo?” disse il padre imitando il gesto del figlio e facendo qualche passo avanti.
“Come hai osato, tu, ad andare contro l’Oscuro
Signore?” esclamò Bellatrix facendo anche lei qualche
passo verso i due giovani.
Ginevra si strinse contro il braccio del biondo Serpeverde, con il cuore che le batteva forte nel petto.
“Fai bene ad avere paura, ragazzina” disse Lucius puntandole la bacchetta contro.
“Non osare rivolgerti a lei…..”
“Stupeficium!” lo
schiantesimo di Bellatrix Lastrange scagliò Draco contro il
muro, il colpo fu imprevisto e potente, infatti il giovane sbatte
violentemente la testa contro la parete di pietra e perse i sensi.
“Draco!” Ginny cercò di andare a verso il ragazzo
per assicurarsi delle sue condizioni, ma una mano
l’afferrò per i polsi e la costrinse a voltarsi verso il
suo assalitore.
Era a pochi centimetri da Lucius Malfoy.
***
Harry e Ron girarono l’angolo e si trovarono di fronte al ritratto del Barone Sanguinario.
Si fermarono di scatto: era chiuso.
“Merda!” Ron scagliò un pugno contro il muro.
Harry si fermò di fianco all’amico, “E ora?”
“Non ci resta che aspettare l’arrivo di Silente” disse con un tono piatto, ma pieno di preoccupazione.
Un urlo proveniente dalla stanza li fece sussultare…
***
Il fuoco magico si spense sotto gli occhi ansiosi di Hermione.
Silente si era appena messo in contatto con l’Ordine, era stato
Remus Lupin a ricevere il messaggio e a lanciare l’allarme.
“Andiamo” detto questo il vecchio preside uscì dalla stanza di corsa con la ragazza al suo fianco.
“Professore” chiese la giovane con la voce affannata, “Arriveremo in tempo?”
“Lo spero, signorina Granger, lo spero davvero”…
***
“E così tu sei la causa del radicale cambiamento di mio figlio”
Ginevra non riusciva a dire una sola parola, era terrorizzata
all’inverosimile, ma in quel momento non riusciva a preoccuparsi
solo ed unicamente per la sua vita, ma anche per quella di Draco.
Infatti il giovane era ancora a terra, a causa dell’incantesimo della zia.
Gli occhi della ragazza però erano fissi in quelli del Mangiamorte davanti a lei.
“Adesso però ti pentirai di quello che hai fatto. Per
colpa tua, il Signore Oscuro è molto adirato con me,
perché Draco avrebbe dovuto far parte del suo esercito.”
“Se lui non vuole diventare un Mangiamorte, non potete costringerlo!”
Il colpo che le arrivò fu molto forte e la guancia iniziò
a pulsarle per il dolore, lo guardò con gli occhi lucidi, ma non
gli diede la soddisfazione di vederla in lacrime.
“Non ti permettere, sono stato chiaro?! Non osare proferir parola
su questo argomento” esclamò il Mangiamorte stringendole
con violenza le spalle e appoggiandola contro il muro.
“Lucius” Bellatrix lo chiamò, “Non credi che
sia ora di far capire a questa traditrice che non deve mettersi contro
di noi…” concluse con un ghigno malvagio avvicinandosi.
“Si, direi che è giunto il momento” sentenziò l’uomo.
Ginny si sentì il cuore in gola, cosa sarebbe successo adesso?
Il mago la fissò ancora per qualche istante e poi le puntò la bacchetta contro.
“Crucio” sibilò.
La Maledizione Senza Perdono la colpì, il dolore era molto
forte, le sembrava di avere sparsi in tutto il corpo mille e più
aghi affilati che le infilzavano la carne, non si sentiva più
né le gambe, né le braccia, il cuore le batteva forte e
il respiro le mancava.
Faceva male, molto male.
Le sue orecchie sentivano i suoi gridi, ma non riusciva ad impedirlo,
non voleva dal loro la soddisfazione di sentirla urlare, ma non era in
grado di controllare il suo corpo.
***
“GIN!” Ron
continuava a picchiare il pugno contro il muro, sentire al sorella
strillare e non essere li per proteggerla lo stava facendo impazzire.
“Dobbiamo trovare il modo di entrare!” cercò di dire
Harry iniziando a perlustrare tutto il contorno del ritratto nella
remota possibilità che ci fosse uno spiraglio.
“Crucio!” questa
volta la maledizione fu scagliata da una voce femminile, quei maledetti
ci stavano provando gusto a torturarla, l’urlo della ragazza fu
più forte dei precedenti e i due ragazzi non seppero più
cosa fare…
Quando:
“RON!” la voce di Hermione fece nascere un briciolo di speranza nel cuore del giovane Weasley.
Al fianco della giovane c’era Albus Silente.
“Signor Barone” iniziò gentilmente il preside, “Ci faccia entrare, è veramente importante”
Il Barone Sanguinario li guardò e poi con lentezza di fece da parte permettendo al gruppo di entrare…
***
Draco aprì piano gli occhi, cercando di capire cosa stava
succedendo intorno a lui, quando sentì un urlo che lo fece
sussultare.
Si alzò di scatto, e un senso di vertigine lo colpì, lo
schiantesimo della Mangiamorte l’aveva fatto sbattere contro le
pietra della parete e un rivolo di sangue gli scorreva dalla tempia, ma
il giovane non se ne preoccupò, piuttosto focalizzò
l’attenzione su quello che stava succedendo nella stanza.
Il suo cuore si fermò: Ginevra era a terra sotto il peso della Maledizione Cruciatus che le stava infliggendo suo padre.
“Stupeficuim!” il
giovane urlò l’incantesimo contro l’uomo con tutto
l’odio che gli stava opprimendo il cuore.
Lucius Malfoy venne spedito contro il muro violentemente.
Ginny si voltò ansimante verso di lui, quella visione lo fece
infuriare ancora di più: le sue guance erano rigate dalle
lacrime, il suo respiro era irregolare e il suo sguardo era impaurito,
sofferente, vuoto…
“TU” disse puntando la bacchetta contro Bellatrix Lastrange.
“Cosa vorresti fare, Draco?” rispose lei con un tono di sfiga e di scherno.
I due alzarono e bacchette e lanciarono i rispettivi incantesimi, ma un sortilegio scudo si frappose tra i due e li divise.
I due rivali si voltarono verso la fonte dell’incantesimo: sulla
porta c’erano Albus Silente e dietro di lui, Harry Potter, Ron
Weasley ed Hermione Granger.
***
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Capitolo 27 *** La fuga ***
26
26. La fuga
Bellatrix Lastrange ebbe solo per un istante paura di quello che
sarebbe potuto succedere. Il suo compagno era a terra a causa
dell’incantesimo del figlio. Ora era sola contro cinque persone
che avevano la bacchetta puntata contro di lei.
Un rumore la distrasse e il suo cuore accelerò i battiti per un altro momento, erano arrivati i rinforzi:
Bill, Charlie, Fred e George Weasley, Remus Lupin e Ninphodora Tonks.
Il silenzio che era sceso sulla stanza era assordante.
Poi un’idea le fece illuminare gli occhi scuri, fece qualche
passo indietro, con un braccio afferrò Blaise e gli disse di
prendere Lucius, poi infilò una mano nella tasca della tunica
nera e il suo volto assunse un’espressione malvagia.
“A TERRA!”
Tutti i presenti si sdraiarono nel giro di qualche secondo, Ron si
buttò su Hermione per proteggerla meglio e Draco fece lo stesso
avvicinandosi a Ginevra, che non appena senti il tocco gentile del
giovane, iniziò a tremare nuovamente mentre calde lacrime le
rigavano il volto.
Uno scoppiò fece tremare le pareti del sotterraneo, un fumo nero
e pesante si diffuse in tutta la stanza, non si vedeva più
nulla.
“Evanesco!” una folata di vento freddo si sparse nel luogo e il nebbia di dissolse rivelando quello che era accaduto:
Bellatrix Lastrange era scappata e si era portata via Lucius Malfoy e Blaise Zabini.
***
Un leggero formicolio la costrinse ad aprire gli occhi, i colori della
stanza erano ancora indefiniti e non riusciva a capire dove si
trovasse, i ricordi erano confusi.
“Bambina mia!” la voce acuta di mamma Weasley la fece
voltate e vide così la robusta signora lanciarsi su di sé
e stringerla in un abbraccio forte e affettuoso come solo lei sapeva
fare.
Molly iniziò a piangere forte stringendo di più a
sé la ragazza che riuscì solo a ricambiare il gesto della
madre.
“Cosa…” sussurrò, cercando di guardare oltre la spalla della signora.
“Sei in infermeria tesoro” le disse il padre passandole una mano sui capelli rossi.
La signora Weasley si allontanò dalla figlia, asciugandosi le
lacrime con un fazzoletto, si sedette al suo fianco senza però
allontanarsi troppo, l’aiuto a sedersi, sistemandole i cuscini
dietro la schiena.
“Come ti senti?” le chiese premurosa, ma allo stesso tempo preoccupata.
“Meglio…” rispose piano Ginny, “Stanca… ma sto bene. Non ti devi preoccupare…”
“Ero così in ansia”
“Stai calma, mamma. Sto bene”
Un dubbio le attraversò la mente.
Draco
Sbiancò paurosamente e il suo cuore accelerò i suoi battiti.
“Cosa è successo… dopo che…”
La sua domanda venne interrotta dalla porta dell’infermeria che si apriva.
Sulla soglia c’erano tutti i suoi fratelli, Harry ed Hemione.
“Gin!” Ron entrò di corsa della stanza e andò ad abbracciare la sorella.
Lei ricambiò il gesto del fratello, accarezzandogli piano i
capelli cercando di calmare i suo brividi. Era sempre quella la
reazione del ragazzo quando si preoccupava per lei.
“Quando sei svenuta ho temuto che…pensavo
che…” disse velocemente il rosso, parlando in modo
disconnesso.
“Stai tranquillo. Ron guardami, sto bene…”
Il ragazzo si allontanò da lei per guardarla negli occhi. Il suo
sguardo era ancora spaventato, ma nel vedere sul volto della sorella un
sorriso timido, il suo cuore rallentò lievemente i suoi battiti.
Le passò una mano sui capelli e le diete un bacio sulla fronte.
“Se hai finito…” disse Fred, “Vorremmo anche noi assicurarci che la piccola pulce stia bene”
Ron si spostò e a turno tutti i fratelli abbracciarono la
ragazza, quando arrivò il momento di Hermione, Ginny
l’abbracciò stretta e le sussurrò
all’orecchio: “Dov’è Draco?”
La giovane Grifondoro si allontanò dalla ragazza e la
guardò, i suoi occhi erano offuscati da un senso di
preoccupazione misto ad una sensazione di ansia.
“Tranquilla” le disse con un sorriso.
Si allontanò dalla giovane e si avvicinò a Ron
prendendogli la mano, a quel punto tutti i presenti si spostarono di
lato così che lei potè vedere le due persone che stavano
facendo il loro ingresso nella stanza.
Albus Silente e Draco Malfoy
Il biondo Serpeverde aveva una benda bianca che gli fasciava la fronte, ma a parte quello sembrava che stesse bene.
Sul volto della ragazza nacque un sorriso spontaneo nel vedere il giovane.
Si alzò piano dal letto, cercando di trovare da sola
l’equilibrio, Draco si fermò mentre Silente si
avvicinò ai signori Weasley rassicurandoli con un sorriso.
Dal suo canto, Draco non appena vide Ginevra alzarsi dal letto, non
potè impedire al suo viso di rilassarsi anch’esso in un
sorriso.
Tutti i presenti guardarono la scena in silenzio, e nel momento esatto
in cui i due giovani si incontrarono, non poterono impedire ai loro
volti di assumere un’espressione felice.
Ginevra fece un piccolo scatto e corse tra le braccia del suo ragazzo,
lui la strinse a se nascondendo il volto nei suoi capelli, la giovane
invece si appoggiò al suo petto, passandogli le braccia intorno
al collo, cercando di avvicinarsi ancora di più al suo corpo.
Ai due ragazzi non importava di essere visti da tutti i membri della
famiglia Weasley, l’unica cosa che volevano in quel momento era
rassicurarsi che quel brutto giorno fosse finito e che ora erano
insieme e che stavano bene…
Quando si allontanarono giusto quel poco per guardarsi negli occhi, non
ci fu bisogno di parole, i loro occhi dicevano già tutto. Il
velo di preoccupazione che prima gli oscurava se ne era andato, al suo
posto era tornato il loro normale splendore.
“Ti amo” sussurrò piano lei.
“Non puoi immaginare quando ti amo io..” rispose lui
passandole una mano tra i capelli avvicinandola al suo volto per unire
le loro labbra in un dolce bacio.
***
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Capitolo 28 *** Uno spiraglio di serenità ***
27
27. Uno spiraglio di serenità
Dopo essersi assicurati che la loro figlia stesse bene, i coniugi
Weasley tornarono alla Tana e i fratelli ripartirono per i vari impegni
per l’Ordine.
In infermeria a tener compagnia alla giovane restarono il trio e Draco.
Nessuno di loro parlava, Harry era seduto su una sedia di fianco al
letto, Ron ed Hermione erano seduti su un’altra dall’altro
lato del letto, mentre il giovane Serpeverde si era posizionato di
fianco a Ginny.
“Mi dite cosa è successo dopo che sono svenuta, per favore?” la domanda della ragazza ruppe la quiete.
“Quando la Lastrange ha lanciato quell’intruglio, noi ci
siamo abbassati e dopo che il fumo si fu diradato loro non
c’erano più…” rispose Harry.
“Sono scappati e si sono portati dietro anche Blaise”
aggiunse Draco, “Sono stato proprio un’idiota a non
accorgermi del suo comportamento”
“Non è colpa tua” lo rassicurò Ginny, “Nessuno di noi si era reso conto che Blaise era sotto la Maledizione Imperius…”
“Infatti nessuno ti da colpe” disse Hermione.
“Ha ragione lei, Malfoy, alla fine anche noi ci siamo fatti fregare da quei due” concluse Ron.
Draco non riuscì però a sostenere lo sguardo del giovane
Weasley, si sentiva responsabile di quello che era successo, e quel
peso che gli opprimeva il cuore non lo lasciava in pace neanche per un
istante.
Harry si alzò, “Bene, direi che adesso potremmo anche
andare, no?” esclamò guardando Hermione, che lo
seguì subito, “Si, Ginny ha bisogno di riposare e anche
noi…” detto questo prese Ron per mano e si avvicinò
all’amica per darle un bacio sulla guancia, il fratello la
baciò sulla fronte e il moro prima di uscire le fece
l’occhiolino.
“Ci vediamo, ciao Gin, ciao Malfoy”
“Ciao” risposero in coro i due giovani
Quando la porta si fu chiusa dietro le spalle di Ron, Draco si
voltò verso la ragazza e accarezzandole una guancia le
sussurrò: “Se vuoi vado anch’io, cosi ti
riposi”
“No!” esclamò lei.
“Va bene, resto… Non ti agitare” rispose il giovane
sedendosi meglio sul letto, facendo in modo che la ragazza potesse
appoggiarsi a lui.
“Scusami, è che non voglio restare sola… Ho
paura” disse piano la rossa stringendosi maggiormente a lui.
“Amore…Perdonami.
Non sono riuscito a proteggerti, mi sono lasciato mettere fuori uso
come un novellino…” affermò il ragazzo
accarezzandole la schiena, “Mi sento veramente un
incompetente”
“Non dirlo neanche per scherzo, chiaro?!” esclamò
lei alzandosi per guardarlo negli occhi, “Non è colpa tua
se quei due si divertono a torturare le persone che non la pensano come
loro. Non è colpa tua. Tu eri pronto a proteggermi ad ogni
costo, ma sei stato ferito, non dimenticartelo” continuò
più piano accarezzandogli la tempia bendata, “Io non ti
giudico responsabile di quanto è accaduto e neanche gli
altri…”
Draco le prese il viso tra le mani e le accarezzò piano le
guance con i pollici, “Lo sai che ti amo?” sussurrò
a pochi centimetri dalle labbra.
“Si, ma se non mi baci subito credo che potrei non essere
più così sicura!” disse con un sorriso la giovane.
Il ragazzo accontentò con piacere la sua richiesta, si chinò su di lei e la baciò.
***
“Albus”
“Minerva, vieni pure avanti”
La professoressa si sedette sulla sedia di fronte alla cattedra del
preside e lo guardò attentamente, il vecchio mago aveva lo
sguardo azzurro perso nel vuoto, non era mai successo prima d’ora
che qualcuno entrasse nel castello in quel modo: tramite un suo
studente.
Avevano incantato Blaise Zabini ed erano entrati nella scuola per arrivare a Draco Malfoy e Ginevra Weasley.
E ci erano riusciti.
Per fortuna entrambi stavano bene, scossi, ma non erano in condizioni
gravi, certo la giovane Weasley era stata torturata, ma per fortuna il
ragazzo era riuscito a fermare quel barbaro trattamento.
Ma Bellatrix Lastrange è conosciuta per il suo sangue freddo e la sua furbizia.
Erano riusciti a scappare dal passaggio segreto da cui erano entrati e si erano portati via anche il giovane Zabini.
“Come procediamo?” chiese piano.
Silente si tolse gli occhiali a mezzaluna e si passò una mano
sul volto ormai rigato dagli anni, “Non lo so, Minerva, questa
volta non lo so. Dobbiamo aumentare la protezione sui ragazzi,
specialmente sul signor Malfoy. Sicuramente si saranno fatti passare la
voce e i Serpeverde più grandi che hanno già intenzione
di entrare nell’esercito di Lord Voldemort non lo lasceranno
stare in pace. D’altro canto non possiamo fare altro. Sarebbe da
pazzi attaccare Lucius Malfoy a casa sua. Purtroppo non ci resta che
aspettare che il tempo scorra secondo il suo regolare
flusso…”
La professoressa lo guardò e annuì.
“Certo. Non abbiamo altro da fare. Quei due giovani si sono messi
nei guai solo perché le loro famiglie sono in lotta”
“Lo so Minerva, ma è giusto che ci sia un po’
più d’amore in questo mondo. E fidati di quello che ti
dico, un amore come il loro è difficile da trovare…”
“Su questo hai ragione Albus”
La McGranitt si alzò e sorrise al mago.
“Credo che tornerò nei miei alloggi e dormire”
“Certo. Manderò un gufo all’Ordine della Fenice e
poi seguirò il tuo esempio. Buona notte Minerva. Dormi
bene” le augurò Albus alzandosi anch’egli per
accompagnarla alla porta.
“Buona notte, Albus”
I due insegnati si guardarono ancora per qualche istante negli occhi, poi con un sorriso Minerva McGranitt si congedò.
Caro Lunastorta,
i ragazzi stanno bene, sono ancora un po’ scossi, ma in fondo stanno bene.
Sinceramente non so cosa fare.
Questo attaccò mi ha colto impreparato, non potevamo minimamente aspettarcelo.
Ora non ci resta che aspettare che
gli avvenimenti seguano il loro regolare corso, non posso dire altro.
Non sono in grado di prevedere cosa accadrà domani…
Mi dispiace
Albus Silente
***
Draco non riusciva a prendere sonno.
Fortunatamente Ginevra si era addormentata, cullata dal suo abbraccio e
stretta tra le sue braccia. Era stremata, lo si poteva capire
benissimo.
Non avrebbe mai smesso di guardarla: era veramente bellissima, i
capelli rossi le ricadevano sulle spalle e la leggera frangia le
copriva delicatamente la fronte, le scostò piano quei fili di
rame e le posò un delicato bacio sulla fronte.
Non avrebbe mai voluto allontanarsi da lei.
Ma adesso cosa sarebbe successo? Avevano vinto una battaglia, ma non la guerra.
Conosceva bene suo padre e sapeva con certezza che non avrebbe lasciato
scorrere, soprattutto dopo l’ennesimo affronto che gli aveva
fatto.
Ma cosa potevano fare se non aspettare? Era da folli attaccare per primi.
Guardò fuori dalla finestra, la luna quasi piena illuminava la
notte buia che avvolgeva tutto il castello, l’oscurità era
interrotta solo da qualche stella, non ce ne erano molte quella notte e
in lontananza si sentivano i versi dei gufi, che alimentavano
l’atmosfera spettrale.
Ginny si svegliò di scatto e si mise seduta sul letto guardandosi intorno spaventata.
“Gin, amore…”
Al suono di quella voce la ragazza si voltò e incontrò
nel suo campo visivo due splendidi occhi di ghiaccio che la osservavano
preoccupati, senza pensarci troppo gli gettò le braccia al collo
e si rifugiò nel suo abbraccio, iniziando a piangere prima
lievemente poi sempre più forte.
“Stai tranquilla, era solo un incubo. Non permetterò
più a nessuno di farti del male, questa volta lo giuro sulla mia
stessa vita. Non lascerò più che nessuno si avvicini a
te…” le disse cercando di rassicurarla con delle carezze
leggere sulla schiena e sui capelli.
Piano piano i singhiozzi della ragazza cessarono e si alzò
leggermente per fissare il suo sguardo smeraldo in quello azzurro del
ragazzo.
Lui le fece un sorriso per rassicurarla e la fece sdraiare al suo
fianco, coprendola bene con il lenzuolo e le coperte, passandole un
braccio intorno alla vita per stringerla maggiormente a sé.
La rossa intrecciò le proprie gambe con quelle del biondo,
appoggiando l’orecchio proprio sopra il suo cuore: batteva forte
e regolare.
Si lasciò cullare da quel suono calmo e rassicurante e scivolò in un sonno senza sogni…
***
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Capitolo 29 *** Ripresa ***
28
28. Ripresa
Quando un raggio di sole illuminò il volto di Ginevra Weasley,
quest’ultima aprì gli occhi e un ampio sorriso nacque
dalle sue labbra, finalmente veniva dimessa.
Erano passati cinque giorni dall’attacco e Madama Chips aveva
decretato che poteva anche riprendere a seguire le lezioni, si era
ripresa completamente.
Spostò di lato le coperte e si alzò dal letto, la sua divisa era appoggiata su una sedia li vicino.
Non appena fu pronta, fece un respiro profondo e aprì la porta dell’infermeria.
Quando se la fu chiusa alle spalle, si voltò con
l’intenzione di andare nel dormitorio dei Grifondoro per prendere
le sue cose, ma un ragazzo appoggiato ad una colonna attirò la
sua attenzione.
Quella mattina era bello come il sole: i capelli biondi gli ricadevano
sulla fronte ordinati, gli occhi azzurri erano rivolti verso di lei e
sul suo viso vi era disegnato un bel sorriso.
Uno di quelli che rivolgeva solo ed unicamente a lei.
“Ciao rossa” la salutò Draco senza smuoversi dalla sua posizione.
La ragazza si avvicinò lentamente a lui e quando si trovarono a
pochi centimetri di distanza i loro corpi si mossero da soli: il loro
abbraccio trasmetteva un senso di tranquillità, dolcezza, amore,
calore.
“Silente ci deve parlare” annunciò lui mentre si allontanava dalla giovane.
“Andiamo” rispose lei prendendogli la mano e intrecciando le dita con quelle del ragazzo.
Si diressero in silenzio verso l’ufficio del Preside.
Quando arrivarono di fronte ai due Gargoyle, quest’ultimi si spostarono e permisero alla coppia di entrare nella stanza.
Di fronte a loro trovarono Albus Silente e la professoressa McGranitt.
“Ben arrivati ragazzi” li salutò il mago,
“Noto con molto piacere che siete in piena forma signorina
Weasley…”
“Si Professore, mi sento davvero bene” rispose Ginny
“Accomodatevi, io e la professoressa dobbiamo comunicarvi alcuni cambiamenti”
***
“Ron, vuoi stare calmo?!” la voce spazientita di Hermione fece voltare verso di loro un gran numero di studenti.
Il giovane Weasley stava consumando molto distrattamente la sua
colazione, il suo porridge aveva assunto un forme indefinita, si era
mischiato con i cereali e il pane che il ragazzo aveva messo nel
piatto, di certo alla vista di quella pietanza a molti ragazzi sarebbe
scappata la fame, in più continuava ininterrottamente a voltarsi
verso la porta di entrata della Sala Grande.
“Mione, non è ancora arrivata, sono preoccupato!” rispose il rosso in sua difesa.
“Ronald” iniziò calma la ragazza, “Non
c’è motivo di agitarsi così, sicuramente Silente
sarà andato a vedere come sta e non so se hai notato, ma anche
Malfoy non è ancora arrivato”
“Questo mi preoccupa ancora di più!” disse lui
puntando i suoi occhi in quelli scuri della giovane Grifondoro.
“Andiamo Ron!”
“Cosa c’è?! Non posso impensierirmi per mia sorella?!”
“Certo, ma non in questo modo”
“Hermione. Meno di una settimana fa è stata torturata da
due Mangiamorte, stamattina veniva dimessa e non è ancora
qui!”
“Magari è andata a prendere le sue cose in dormitorio…” propose Harry
“O forse Silente la ha chiesto di fermarsi da lui perché
doveva comunicarle qualcosa” proseguì Hermione.
“E allora perché non c’è neanche Malfoy?” chiese il rosso guardando male entrambi i suoi amici.
“Forse doveva parlare anche con lui” rispose il moro.
Ron non seppe più cosa rispondere, poi il suono del portone che si apriva attirò l’attenzione del trio.
***
“Dunque ragazzi” il vecchio mago li guardava
attraverso i suoi occhiali a mezzaluna, “Devo comunicarvi che per
la vostra incolumità sarebbe meglio non andare ad Hogsmade
durante il fine settimana”
“Mi sembra ragionevole professore” rispose Draco.
“Ci sarebbe un’altra cosa” intervenne la
professoressa McGranitt, “ Sembra ovvio, però dovete stare
attenti ad ogni studente, Signor Malfoy voi siete decisamente
più in pericolo della Signorina Weasley, la vostra casata non
è la migliore”
“Ne sono consapevole, però..”
“Lasciatemi finire…” lo interruppe la donna,
“Il professor Silente e tutto il corpo docenti ha preferito
trasferirvi dal vostro dormitorio, i pasti e il regolare svolgimento
delle lezioni lo frequenterete con i Serpeverde, ma la notte la
passerete nella Stanza delle Necessità. Abbiamo già
provveduto a spostare i vostri effetti personali. Durante la giornata
io e gli altri professori possiamo tenerla d’occhio e intervenire
se dovesse succedere qualcosa, ma durante la notte non possiamo
controllarla, quindi è più opportuno spostarvi, non
credete anche voi?”
“Si, direi che è un’ottima idea” rispose il biondo Serpeverde.
“Per voi signorina Weasley” proseguì Silente,
“Non ci saranno cambiamenti, resterete nella vostra casa.
D'altronde sarete in compagnia di vostro fratello Ronald, del signor
Potter e della signorina Granger”
“D’accordo” disse Ginevra.
“Bene” continuò il mago alzandosi dalla sua sedia,
“Direi che ora possiamo andare tutti quanti a far colazione”
La coppia si alzò e dopo un piccolo inchino si diressero verso
al porta, prima di aprirla si voltarono verso i due professori e con un
sorriso lieve li ringraziarono.
“Non diremo niente a nessuno” disse Draco.
“Terremo per noi questa conversazione” concluse Ginevra.
“Perfetto” rispose Silente, “Buona giornata”
Quando la porta si fu chiusa dietro i due ragazzi Silente estrasse dal cassetto una pergamena.
Caro Albus,
anche noi non abbiamo idea di come procedere.
Non ci resta che aspettare, non c’è altro da fare.
L’unico modo che abbiamo per proteggere i ragazzi è quello di non perderli di vista.
Sicuramente Draco non può
tornare tra i Serpeverde è troppo pericoloso. Ginevra è
più al sicura perché ci sono Ron ed Harry con lei.
Però questo non è sufficiente.
Non possiamo permetterci che quello che è successo accada un’altra volta.
Potrebbe non andarci più cosi bene.
Non oso immaginare cosa sarebbe successo se non fossi arrivato in tempo.
Purtroppo come hai detto tu, dobbiamo aspettare che il tempo scorra.
Non possiamo prevedere nulla.
Teniamoci in contatto.
Lunastorta
***
Il portone della Sala Grande si aprì e non si girò solo
il trio dei Grifondoro, la scena che si ritrovarono davanti non era
delle più normali.
Ginevra Weasley stava entrando nella stanza per mano con Draco Malfoy.
Non si era mai visto un Serpeverde in compagnia di una Grifondoro.
La sala cadde in un silenzio profondo, poi dopo alcuni attimi che
sembrarono durare all’infinto, ogni ragazzo riprese a svolgere
quello che stava facendo.
Draco si abbassò all’altezza dell’orecchio di Ginny
e le sussurrò: “Stai tranquilla amore, andrà
bene”
Lei in tutta risposta gli strinse più forte la mano, “La paura resta Draco”
“Lo so, però hai sentito cosa ha detto Silente, ci tengono
d’occhio e non devi preoccuparti per me…”
“Non ce la faccio”
“Ce la fai” le disse piano lui, “Sono sicuro che ce la fai”
Lei lo guardò negli occhi per qualche istante e poi sorrise.
“Brava, cosi mi piaci. Coraggio. Altrimenti tuo fratello mi
ammazza con uno sguardo, se tu non vai da lui subito!”
cercò di distrarla lui, indicando con uno cenno del capo il
rosso, che non toglieva loro gli occhi di dosso.
Ginny rise piano, “Forse hai ragione.. Ci vediamo dopo?” chiese.
“Certo che si…”
Il biondo si chinò su di lei e le diede un lieve bacio sulle
labbra, poi le fece l’occhiolino e si allontanò.
Non appena la mano di Draco si fu allontanata dalla sua, Ginevra si era sentita vuota.
Fece un respiro profondo e si diresse verso la tavolata dei Grifondoro.
“Gin! Finalmente..” esclamò Ron.
“Ciao a tutti!” rispose la ragazza sedendosi di fianco a suo fratello.
“Hai visto Ron che è arrivata…” disse Hermione guardando il suo ragazzo.
“Ci eravamo fermati a parlare con Silente”
La bruna fece un sorriso e Harry scoppiò a ridere.
“Che cosa ho detto?!” chiese stupita Ginny.
“Tu non centri pulce, questi due simpaticoni mi stanno solo prendendo in giro perché mi preoccupavo del tuo ritardo…”
La rossa guardò prima il fratello che aveva uno sguardo tra
l’offeso e l’incompreso e poi i suoi due amici che non
davano segno di voler smettere di ridere.. un ampio sorriso si disegno
sul suo volto, prima che anche lei scoppiasse a ridere…
***
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Capitolo 30 *** Lord Voldemort ***
29
29. Lord Voldemort
“Mio Signore…” la voce tremante di Bellatrix
Lastrange non intenerì lo sguardo dell’Oscuro Signore, che
alzando la bacchetta la guardò con disprezzo e sibilò la
sua punizione.
“Crucio”
L’urlo di dolore che lanciò la donna fece tremare i vetri
di Malfoy Manor, Blaise Zabini che si trovava nella stessa stanza, in
compagnia di Lucius e Narcissa Malfoy si tappò le orecchie con
le mani, per cercare di udire meno quegli strilli atroci.
Lucius guardò la cognata tremare sotto la maledizione di Lord
Voldemort, a lui quella punizione era toccata pochi minuti prima e
poteva capire molto bene quello che stava provando la Mangiamorte.
La Maledizione Cruciatus era davvero emozionante da infliggere ad un avversario, ma non lo era altrettanto su se stessi.
Una prova indiscutibile era il suo respiro affannoso che ancora non aveva trovato pace.
Sua moglie guardava la sorella soffrire senza battere ciglio, anche se
dentro di lei urlava. Urlava per il disprezzo che provava contro le due
persone che avevano minacciato la vita di suo figlio, urlava contro
quel Signore Oscuro che si divertiva a torturare coloro che più
amava solo per il gusto di far loro notare che avevano commesso un
errore, urlava perché era stufa di vivere in quel modo.
Gli urli della donna cessarono non appena Voldemort abbassò la bacchetta.
“Allora” iniziò, “Spero per voi che questo non si ripeta. Non vorrei rifare questo spettacolo.”
“Non.. succederà più… mio Signore”
sussurrò Bellatrix alzandosi da terra per appoggiare la schiena
al muro.
“Da soli non siete in grado di risolvere questo spiacevole
equivoco.. Deduco quindi che avete bisogno di aiuto”
sentenziò il mago, sedendosi su una poltrona e iniziando ad
accarezzare distrattamente la testa di Nagini.
“Mio Signore” disse Lucius, “E’ imperdonabile
il fatto che non abbiamo portato a termine la missione, però vi
prego, non toglieteci l’incarico. Dateci un’altra
opportunità”
“Un’altra opportunità, Lucius? E cosa avreste intenzione di fare, sentiamo?”
Le due donne nella stanza guardarono il Mangiamorte che rimase in
silenzio per alcuni istanti, poi alzò lo sguardo per fissarlo in
quello di Lord Voldermort.
“Sicuramente avranno aumentato la protezione su entrambi i ragazzi” iniziò.
“E allora?” disse impaziente l’Oscure Signore.
“Dobbiamo trovare il modo di eliminarli quando meno se lo aspettano” continuò l’uomo.
“In che modo?”
“A questo… “ disse Lucius.
“Non ci hai ancora pensato immagino” concluse per lui Voldemort.
“Ma ci sto riflettendo” cercò di dire il mago in modo di migliorare la sua situazione.
“Non ne dubito” finì l’altro mago con un sorriso di scherno dipinto sul volto.
Il serpente si mosse e il Signore Oscuro si alzò, “Non
voglio restare deluso un’altra volta, sono stato chiaro?”
disse prima di uscire.
“Si Signore” rispose i due Mangiamorte all’unisono.
Quando la porta si chiuse, i due si lasciarono cadere su due poltrone e lasciarono uscire tutto il fiato che avevano trattenuto.
“Ora?” chiese Lucius.
“Dobbiamo trovare una soluzione, e al più presto. Non
è un bene giocare con la pazienza del nostro Signore”
rispose Bellatrix.
“Non posso darti torto. Qualche idea?”
“Io stavo pensando…” la voce della donna venne interrotta dal rumore di una sedia che si spostava.
Narcissa Malfoy si era alzata dalla sua postazione attirando
l’attenzione su di sé, senza dire una parola, si diresse
verso la porta e usci, sbattendo il legno dietro di sé.
***
“Ron” la voce dolce di Hermione distolse il ragazzo dai suoi pensieri.
Anche se faceva ancora freddo fuori, avevano deciso di fare una passeggiata per i giardini del castello.
“Si?”
“Cosa c’è che non va?”
“Sono preoccupato”
“Gin sta bene, l’hai vista stamattina. Si è ripresa benissimo” cercò di confortarlo la bruna.
“Non è solo per lei che mi preoccupo” rispose il
ragazzo, fermandosi e voltandosi per poterla guardare negli occhi,
“Sono in ansia per quello che potrebbe succedere”
Hermione gli accarezzò piano una guancia, cercando di infondergli un po’ di sicurezza.
“Potrebbero aver chiesto l’aiuto di…” la voce
del ragazzo si bloccò, non riusciva mai a pronunciare il nome
del Signore Oscuro, “…Voldemort”
Hermione sussultò, era la prima volta che lo chiamava cosi, ma
non aveva tremato solo perché aveva smesso di avere paura di un
nome, ma anche perché poteva aver dannatamente ragione.
Non sapeva cosa dirgli, così fece l’unica cosa che sapeva
sarebbe riuscito a calmarlo almeno un po’. Si avvicinò e
l’abbraccio stretto, passandogli le braccia intorno al collo, il
ragazzo imitò il suo gesto cingendola per la vita.
Restarono cosi, stretti l’uno all’altra, mentre il sole tramontava alle loro spalle.
***
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Capitolo 31 *** Narcissa Black in Malfoy ***
30
30. Narcissa Black in Malfoy
Non sapeva più da quanto tempo era chiusa nella sua stanza.
Non era d’accordo con
quello che stava facendo suo marito. Se Draco non voleva diventare un
Mangiamorte non poteva certo imporglielo.
Certo anche lei era rimasta un
po’ sconvolta quando aveva scoperto che sua figlio frequentava
Ginevra Weasley, però Lucius non poteva avercela con lui solo
perché stava con quella ragazza.
Il suo cuore di madre esultava perché finalmente il suo primogenito aveva scoperto l’amore.
Fin dai piccolo suo padre
l’aveva educato in modo duro e continuava a dirgli che un Malfoy
non era capaci di amare, per stare con una donna non era necessario
provare quello stupido sentimento.
Ogni volta che Lucius diceva
cosi, Draco si rifugiava da lei, e l’unico modo che Narcissa
conosceva per calmare il bambino era di dirgli che quello che suo padre
continuava a ripetergli non era vero, ma lo faceva solo per farlo
diventare forte.
Crescendo però si era accorta che suo figlio diventava sempre più uguale a suo padre.
Stesso sguardo freddo, stesso
portamento altezzoso e strafottente, stesso modo di guardare le persone
dall’alto in basso, come dicevano tutti: tale padre, tale figlio.
L’ultima volta che aveva visto Draco si era meravigliata di quanto fosse cresciuto in fretta.
Il suo bambino era diventato
proprio un bel ragazzo, però si stava avvicinando sempre di
più all’esercito del Signore Oscuro, e questo non la
rallegrava molto.
Lei a differenza di sua
sorella Bellatrix non aveva mai servito Lord Voldemort in modo attivo,
certo era moglie di un Mangiamorte, ma non aveva mai partecipato ad una
battaglia.
Da una parte era grata a
quella ragazza che era riuscita a conquistare il cuore di suo figlio,
almeno l’aveva strappato da quella vita.
E sotto sotto era anche
contenta che non avrebbe sposato Pansy Parkinson, quella ragazza non le
era mai piaciuta molto, ma suo marito aveva deciso che i due ragazzi si
sarebbero sposati perché era giusto così.
Anche se ne lei ne Draco erano molto d’accordo.
Ormai il suo ragazzo e Ginevra erano uniti e innamorati.
Però a quale prezzo?
Adesso erano entrambi in pericolo, se L’Oscuro Signore si fosse mosso, non era convinta che ne sarebbero usciti illesi.
Narcissa guardò fuori
dalla finestra della sua stanza da letto, la notte ormai era calata e
la luna illuminava il cielo buio.
La porta si aprì alle sua spalle, rivelando la presenza di Lucius Malfoy.
“Cissa”
La donna si voltò, ma non disse una parola.
“Resterai in collera con
me ancora per molto?” chiese l’uomo entrando nella stanza e
sedendosi sul lato del letto vicino alla moglie.
“Si”
“E per quale motivo?”
“Vuoi uccidere nostro figlio”
“Mi ha deluso profondamente”
“NON E’ VERO!”
l’urlo di Narcissa fece sussultare l’uomo, anche le altre
volte che discutevano lei non aveva mai alzato la voce, non aveva mai
perso il controllo..
“NON E’ VERO CHE TU SEI DELUSO; HAI SOLO PAURA DI PERDERE LA FACCIA DAVANTI AL TUO SIGNORE!”
“Come osi,
tu…” disse il mago alzandosi per mettersi in piedi di
fronte alla donna, “Cosa ne sai, tu..”
“Molto più di quanto tu creda grand’uomo!” rispose a tono Narcissa alzandosi anch’essa e spingendo più lontano da sé il marito.
“Tu hai paura di ammettere a me che quello che sto dicendo è la verità”
“Donna, tu non ti puoi
permettere di dire a me quello che devo fare o come mi sento, non te lo
permetto, mi hai capito”
“Tu non devi permettermi di fare niente! Io sono libera, non sono di tua proprietà”
Lucius prese la donna per le
spalle e la sbattè contro il muro, “Non ti permetto di
trattarmi cosi, chiaro?” sibilò duro, “Non provare a
rifarmi una scenata come questa. Il ragazzo ha sbagliato e deve pagare,
punto.”
“Non è assolutamente giusto” disse fiera lei, senza distogliere lo sguardo dal marito.
“Non mi interessa niente
se sia giusto o sbagliato, si fa come dico io, e questa è la mia
ultima parola. Il discorso è chiuso.”
“Bene” disse lei
divincolandosi dalla stretta dell’uomo, “Allora se non ti
dispiace, da stasera dormirò nella stanza di mio figlio”
E senza aspettare una reazione
del marito, la donna prese le sue cose e senza proferir parola usci
dalla stanza, con gli occhi del marito, che la guardavano allibiti,
puntati sulla schiena.
***
Draco Malfoy era sdraiato sul
letto con le braccia incrociate dietro alla testa, era davvero strano
non sentire gli schiamazzi degli alunni dei primi piani tra i corridoi,
come era strano non sentire le voci petulanti di Tiger e Goyle.
Ma la cosa più strana era quello che era successo a Blaise.
Il giovane poteva definire il Serpeverde come il suo migliore amico, l’unico forse vero amico che avesse.
Alla fine erano cresciuti
insieme, si capivano al primo sguardo, tra loro non c’erano
bisogno di parole inutili, bastava un’occhiata e tutto era chiaro.
E suo padre sapeva che non
c’erano dubbi sul fatto che Blaise era a conoscenza dei suoi
piani, era per questo che lui non voleva che il ragazzo lo aiutasse in
quell’impresa folle.
Zabini però non aveva voluto sentire ragioni, così aveva firmato la sua condanna.
Adesso era un burattino nelle mani di suo padre.
Doveva trovare il modo per salvarlo, era anche per merito del ragazzo che lui e Ginevra erano ancora insieme.
Prima di addormentarsi però i pensieri di Draco si focalizzarono su una persona: sua madre.
Narcissa era la prima donna che lui avesse amato davvero.
Suo padre gli aveva sempre
detto che un Malfoy non era capace di amare e lui per non deluderlo gli
ripeteva sempre che aveva ragione, ma in cuor suo sapeva che non era
vero.
Provava un grande amore per sua madre, solo come un figlio era capace di fare.
Era convinto che lei lo avrebbe appoggiato, se lo sentiva, lei non era d’accordo su quello che suo padre gli diceva.
Era sicuro che se le avesse detto che si era innamorato di Ginevra, lei non lo avrebbe aggredito, anzi sarebbe stata felice per lui.
***
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Capitolo 32 *** Una visita inaspettata ***
31
31. Una visita inaspettata
Quel giorno faceva davvero freddo, la donna si strinse di più
nel mantello nero che la copriva interamente, camminava spedita per il
giardino, non sapeva perché aveva deciso di recarsi in quel
posto che non frequentava più da molti anni.
Sentiva, però, che era la cosa giusta da fare.
Apri piano il portone… non era cambiato molto da quando aveva
frequentato quei luoghi, tutto era rimasto come allora, i quadri erano
gli stessi, gli stendardi erano rimasti uguali e il vociare dei ragazzi
non era cambiato.
Conosceva bene la strada e si diresse a posso sicuro verso l’ufficio di Albus Silente.
***
“L’incantesimo Levicorpum vi permette di sollevare
qualsiasi cosa con molta facilità, per spostare l’oggetto
dovete solamente pronunciare l’incantesimo Locomor”
La lezione di quel giorno era veramente noiosa e Draco non aveva
nessuna intenzione di stare ad ascoltare il professore di Incantesimi,
di certo i passeri che volevano fuori dalla finestra erano più
interessanti!
La notizia che lui e Ginny stavano insieme aveva sicuramente fatto il
giro della scuola, perché i suoi compagni Serpeverde non gli
rivolgevano più la parola e solo i ragazzi dei primi anni ogni
tanto si soffermavano a guardarlo, i suoi “amici” non lo
degnavano più di uno sguardo.
Sicuramente era meglio così, avrebbe avuto meno problemi.
Finalmente la lezione era finita e poteva evadere da quella noia per almeno un’ora.
Uscì silenzioso dalla stanza e si immerse nel caos del corridoio.
Arrivato in Sala Grande lanciò un rapido sguardo alla tavolata dei Grifondoro, ma non la vide.
Si sedette al suo tavolo e quando stava per iniziare a consumare il suo
pranzo un piccolo gufo planò sulla tavolata e si fermò
davanti a lui.
Liberò il biglietto dall’elastico che lo teneva legato
alla zampa dell’animale e lesse il contenuto del messaggio.
Signor Malfoy,
la prego cortesemente di recarsi il prima possibile nel mio ufficio.
Ho mandato lo stesso messaggio alla signorina Weasley.
Albus Silente
Il ragazzo si alzò di scatto e usci dalla stanza velocemente diretto verso l’ufficio del Preside.
***
Ginevra stava correndo per i corridoi del castello, aveva ricevuto il
messaggio di Silente mentre si stava dirigendo in Sala Grande per il
pranzo.
Cos’era successo? Perché tutta quella fretta? Cosa doveva dir loro Silente?
Il cuore le batté forte nel petto per tutta la durata della
corsa, quando arrivo davanti ai due Gargoyle si fermò un attimo
per recuperare il fiato.
“Puntuale come al solito, rossa”
“Draco!” esclamò la ragazza abbracciando il giovane che era arrivato alle sua spalle.
Le diede un lieve bacio sulle labbra e le chiese piano: “Hai idea di cosa debba dirci Silente?”
“Veramente no, pensavo che avevi tu qualche idea”
“Non ci resta che chiederlo a lui di persona”
“Gia..”
I due si presero per mano e come l’altra volta le due pietre si spostarono rivelando l’entrata dell’ufficio.
Una volta entrati, la coppia si fermò rimanendo allibiti per quello che si trovarono davanti.
Nella stanza c’era Albus Silente e in sua compagnia c’era Narcissa Malfoy.
***
“Ciao ragazzi” disse Harry sedendosi di fianco a Ron.
“Ciao Harry” rispose Hermione.
“Dov’è Gin?”
“Ha ricevuto un messaggio da Silente e si è diretta a
tutta velocità nel suo ufficio” spiegò vago Ron.
“Capisco… aveva idea di cosa possa essere successo?”
“No, ci abbiamo pensato fino a qualche minuto fa, ma non ci viene
nessuna idea, non crediamo siano messaggi dell’Ordine,
perché altrimenti avrebbe convocato anche noi” rispose
Hermione, senza togliere gli occhi dal suo ragazzo, era ricaduto nello
stato di angoscia di qualche giorno prima.
“Sono stufo!” esclamò ad un tratto il rosso,
“Mi sono davvero stancato di restare all’oscuro di tutto
ogni santa volta!”
“Ron, non c’è bisogno di scaldarsi tanto”
cercò di calmarlo Harry appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Non mi calmo, amico. Non ce la faccio. Stiamo parlando di Gin e
non ce la faccio a non essere in pensiero per lei. Non dopo quello che
è successo”
“Signor Weasley”
Il trio si voltò verso la voce che aveva chiamato Ron.
“Professoressa McGranitt” disse il ragazzo.
“Non c’è bisogno di preoccuparsi”
iniziò la maga, “Non c’è bisogno di vi
preoccupate per vostra sorella, è in compagnia del signor Malfoy
e del professor Silente. Il Preside mi ha infatti pregato di avvisarvi
che non sarebbero stati presenti per il pranzo perché aveva
bisogno di parlare con loro, ma che non c’era di che
preoccuparsi, perché non era nulla di drammatico. Vi
racconterà tutto dopo la signorina Weasley”
“Grazie mille professoressa” rispose Ron, tirando un sospiro di sollievo.
Harry e Hermione sorrisero grati alla donna che dopo aver riferito il messaggio si allontanò dalla sua casa.
***
“Madre…” la
voce di Draco era inclinata dall’emozione di vedere il volto
della madre, ma anche dalla paura di quell’incontro.
“Ciao Draco, è bello vedere che stai bene” rispose la donna alzandosi.
“Scusate se vi interrompo” disse Silente, “Visto che
la mia presenza qui non è necessaria, mi allontano, per
qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi”
Detto questo il mago sparì dietro una porta.
Il silenzio che cadde nella stanza era assoluto.
Ginny non sapeva cosa fare, stinse la mano del ragazzo più forte, perché Narcissa era li?
Draco guardò la donna negli occhi, non riusciva a trovare una
spiegazione per la sua presenza a scuola, l’aveva mandata suo
padre o era venuta di sua spontanea volontà?
“Vi starete chiedendo il perché io sia qui”
iniziò piano Narcissa, “Ebbene non sono qui da parte di
tuo padre, su questo potete stare tranquilli, non sa neanche che sono
uscita di casa”
“Allora, madre, perché siete qui?”
“Volevo parlare con voi”
“Con noi?” chiese incredulo il biondo.
“Si” rispose con un sorriso la donna, “Sedetevi, la conversazione potrebbe anche essere lunga”.
I due ragazzi si sedettero di fronte alla signora Malfoy e la fissarono increduli.
“Togliete quelle facce sconvolte, non ho alcuna intenzione di
farvi del male, prima di convocarvi Silente mi ha fatto parecchie
domande, solo dopo aver verificato che le mie intenzione erano buone,
vi ha mandato il messaggio di recarvi qui” spiegò la
donna.
“Madre…” intervenne Draco, “Io non capisco davvero perché siete qui…”
“Draco” iniziò piano, “Sono qui perché volevo parlarvi, vedere come stavate, entrambi, capire alcune cose, ma in principio farvi sapere che non sono d’accordo con il comportamento di mio marito”
A quelle parole il ragazzo rimase piacevolmente sorpreso, e sul suo volto nacque un lieve sorriso.
“Io e tuo padre abbiamo litigato l’altra sera, non sono per
niente d’accordo con il suo comportamento e dopo aver discusso ho
deciso che mi sarei trasferita nella tua stanza” disse la donna,
“Mi sono resa conto, che se tu ti sei messo contro tutti i
principi che Lucius ti aveva fissato nella testa fin da quando eri
piccolo, voleva dire che stavi lottando per qualcosa a cui tieni
davvero” detto questo spostò il suo sguardo su Ginevra,
che era rimasta zitta tutta il tempo, “E questo non fa che
rendermi felice ed orgogliosa di te”
“Madre…”
“Aspetta, fammi finire” lo interruppe, “Sono
veramente contenta che tu abbia trovato una ragazza che ti abbia fatto
conoscere il vero significato dello stare insieme, e non mi interessa
niente che tu non voglia far parte dell’esercito del Signore
Oscuro, anzi da una parte sono sollevata..” concluse con un
sorriso.
“Grazie” rispose semplicemente Draco. Il suo cuore batteva
felice nel petto, quello che aveva pensato di sua madre era vero,
l’aveva capito ed era felice per lui. Non era andata lì
per dirgli che aveva sbagliato tutto e che doveva lasciar perdere.
“Non so che cosa dire” continuò il ragazzo.
“Potresti iniziare con il dirmi cos’hai intenzione di fare…” disse la donna.
“Questo non lo so…”
“Tuo padre sta cercando in ogni modo di trovare una soluzione
adatta per annientarvi” confesso Narcissa, a quelle parole Ginny
iniziò a tremare e senza starci troppo a pensare Draco le prese
una mano tra le sue e la guardò con apprensione.
Di fronte a quella scena, la donna non riuscì a non sorridere,
vedere suo figlio così gentile e premuroso nei confronti di una
ragazza era davvero una cosa rara.
“Sai Ginevra” iniziò a parlare la donna, “Devo ringraziarti”
La ragazza guardò la madre del suo ragazzo con uno sguardo tra l’incuriosito e il pauroso.
“Come?” chiese piano.
“Si, ti devo ringraziare, perché è solo grazie a te
che Draco non entrerà nell’esercito dell’Oscuro
Signore, è per merito tuo che è cambiato, non l’ho
mai visto con quella luce negli occhi” si fermò un attimo
per guardarli bene, erano davvero fatti l’uno per l’altro,
“Sono sicura che lui tiene davvero molto a te, e credo che sia la
stessa cosa anche per te”
“E’ vero” rispose piano Ginny, “Io sono
innamorata di vostro figlio, e come ho già detto sia a lui che a
suo marito, non rinuncio a lui” concluse con uno sguardo fiero e
determinato.
“Ne sono pienamente convita, e lasciatemi dire che siete perfetti insieme”. I due ragazzi sorrisero.
“Madre, sono davvero contento di vedervi, e di sapere che siete dalla mia parte” confessò Draco.
“Anch’io” rispose semplicemente Narcissa, detto
questo si alzò, “Bene, dopo essermi assicurata che state
bene, credo sia meglio tornare a casa prima che tuo padre e tua zia si
insospettiscono”
“D’accordo, però fare attenzione. Non voglio mettere in pericolo altre persone”
“Stai tranquillo” lo rassicurò la madre dandogli un lieve bacio su una guancia.
“Ora però sarà meglio che vado”
“Va bene, grazie per essere venuta” disse Draco.
I coppia guardò la donna indossare lentamente il mantello e
dirigersi verso la porta, prima di abbassare la maniglia, Narcissa si
girò un’altra volta verso di loro con un sorriso.
“Mamma”
La maga rimase immobile con la mano sul pomello della parta, suo figlio
non l’aveva mai chiamata così, Lucius l’aveva sempre
educato in modo formale.
Si voltò lentamente verso il giovane e lo guardò curiosa.
“Aspetta” disse piano lui, si allontanò lentamente
da Ginevra e si avvicinò alla madre, facendo un gesto
inaspettato, che lasciò spiazzata la donna.
Draco la stava abbracciando.
Ma non era l’abbraccio che le chiedeva da piccolo quando
c’era il temporale o quando suo padre lo sgridava, era
l’abbraccio di un figlio che chiedeva affetto e amore da un
genitore, era un gesto che chiedeva sostegno e forza, ma che allo
stesso tempo dava gioia e serenità.
Era la prima volta che succedeva, però Narcissa rimpianse il fatto che poteva anche essere l’ultima.
Con questa sensazione che le opprimeva il cuore ricambiò il gesto del figlio.
Davanti a quella scena Ginevra non potè evitate che alcune lacrime di commozione le rigassero il viso.
***
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Capitolo 33 *** Il Signore Oscuro si muove ***
32
32. Il Signore Oscuro si muove
Draco e Ginevra camminavano in
silenzio per i corridoi, l’incontro con la madre del ragazzo li
aveva lasciati senza parole.
In cuor suo il biondo era
felice di aver rivisto la donna e era ancor più contento sapendo
che lei lo appoggiava e che non era contro alla sua relazione con
Ginny, ma nello stesso tempo ora aveva paura di quello che suo padre
poteva farle.
La rossa Grifondoro non sapeva
a cosa pensare, Narcissa Malfoy l’aveva ringraziata. Ancora non
riusciva a crederci. Quando l’aveva vista nell’ufficio del
Preside il suo cuore aveva iniziato a battere più forte, ma non
appena l’aveva guardata negli occhi non aveva visto lo stesso
sguardo di sua sorella Bellatrix, seppur freddi i suoi occhi
nascondevano un velo di dolcezza.
E dopo tutto quello che si
erano detti in quella stanza, non poté non ammettere che quella
donna aveva carattere e che le stava simpatica!
I due giovani si fermarono di fronte alla porta della Stanza delle Necessità.
“Sarà meglio che
vado a cercare Ron per dirgli cosa è successo, prima che gli
venga un altro attacco isterico!” disse la ragazza senza
però allontanarsi della mano del biondo.
“Lo credo anch’io rossa” rispose lui accarezzandole una guancia.
“Mi ha fatto piacere conoscere tua madre, lo dico sul serio”
“Sono contento”
Ginevra si guardò per
un secondo i piedi, poi alzandosi sulle punte unì le sue labbra
a quelle di Draco. Il ragazzo le appoggiò le mani sui fianchi e
l’attirò maggiormente a sé, per sentirla più
vicina, la giovane fece scorrere le sue mani dalle spalle del biondo
fino ad arrivare tra i suoi capelli.
Il bacio che in principio era nato come un semplice incontro di labbra, si era trasformato in un focoso scambio di affetto.
Quando i due si allontanarono,
si sorrisero e dopo un altro veloce bacio, Ginevra si voltò e si
diresse verso la torre di Grifondoro.
***
“Mi avete fatto
chiamare, mio Signore?” la voce di Lucius Malfoy interruppe il
silenzio spettrale presente nella stanza del Signore Oscuro.
Lord Voldemort si voltò e fece cenno all’uomo di entrare.
Il Mangiamorte si chiese la
porta alle spalle e andò verso il mago, solo dopo essersi
avvicinato notò che nella stanza era presente anche Bellatrix
Lastrange.
“Ho riflettuto
sull’accaduto” iniziò Voldemort, “E ho deciso
che interverrò personalmente”
“Mio Signore, non c’è alcun bisogno di…”
“Silenzio!”
lo interruppe, “Ho mandato un messaggio a Severus e gli ho detto
di portarmi qui i due traditori, una volta qui potrai fare quello che
più ritieni opportuno”
Gli occhi dell’unica donna presente nella stanza brillarono.
“Come il mio Signore desidera” rispose Lucius con un ghigno malvagio dipinto sul volto.
***
“Aspetta, calma” la voce di Hermione era incredula, “Narcissa Malfoy è venuta qui?”
Ginevra annuì. Dopo
aver salutato Draco si era diretta verso la sua Sala Comune e li aveva
incontrato Ron, Hermione ed Harry, che non appena l’ebbero vista
avevano iniziato a farle il terzo grado, cosi lei aveva raccontato
tutto.
“Non ci posso credere” disse Harry.
“Invece è tutto
vero” rispose la rossa, spostando il suo sguardo sul fratello,
che stranamente non aveva ancora detto una parola.
“Sono allibito” disse infine.
“Lo so che sembra
strano, ma vi posso assicurare che mi ha detto davvero quelle parole.
Sembra quasi un miracolo, però vi confesso che sono stata
contenta di incontrarla…”
“Non è che forse era tutta una farsa?” chiese piano Harry.
“No” rispose
pronta Ginny, “Ti posso assicurare che prima di farcela
incontrare Silente le ha parlato a lungo, solo dopo essersi assicurato
che le sue intenzioni erano buone, le ha permesso di riceverci”
spiegò.
“Se lo dice Silente…” rispose Ron.
“Direi che potremmo fidarci…” concluse Hermione.
“Ginny?” la voce di Dean interruppe i discorsi dei ragazzi.
“Si, dimmi”
“Il professor Piton mi ha detto di comunicarti che ti deve parlare riguardo un compito in classe che hai fatto”
“D’accordo, andrò nel suo ufficio, grazie Dean” rispose la rossa alzandosi.
“Ti accompagno” disse subito Ron.
“Va bene”
I due fratelli si diressero verso il ritratto della Signora Grassa e uscirono in silenzio.
“Non mi piace” sentenziò Hermione.
”Neanche a me” confermò Harry, “Vieni. Seguiamoli senza farci vedere”
***
Che cosa voleva Piton da lui?
Gli aveva mandato un gufo non
appena Ginevra se ne era andata, non riusciva a capire perché il
professore aveva così urgentemente bisogno di vederlo.
Draco Malfoy si fermò davanti alla porte dell’ufficio del mago e poi bussò.
“Avanti”
“Avevate chiesto di me, professor Piton?”
“Draco, vieni pure”
Il giovane Serpeverde si
chiese la porte dietro le spalle e quando si girò verso
l’uomo il suo sguardo si fece sbigottito.
Il colpo che gli arrivò alla nuca fu veloce, potente e inaspettato.
I suoi occhi si puntarono per qualche istante in quelli del mago, prima che il buoi lo avvolse.
***
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Capitolo 34 *** Rapimento ***
33
33. Rapimento
Ginevra si fermò davanti alla porta che l’avrebbe condotta nell’ufficio del professor Piton e bussò.
“Avanti” la voce del mago era bassa e si udiva a malapena.
“Buonasera professore” disse piano la giovane entrando seguita da Ron.
“Signor Weasley, le chiedo cortesemente di attendere sua sorella fuori dal mio ufficio”
“A dir la verità io…”
“Non mi contraddica, altrimenti sarò costretto a togliere
50 punti a Grifondoro” lo minacciò l’uomo
guardandolo con un ghigno malvagio.
Ron strinse i pugni per evitare che la sua indole impulsiva prendesse
il controllo del suo corpo e lo portasse a riempire di pugni
l’untuoso professore.
“Ron, fai come ti dice…” disse piano la sorella, “Non ti preoccupare”
“Sono qui fuori”
Detto questo il rosso si chiuse la porta dietro le spalle.
***
Harry e Hermione arrivarono vicino all’ufficio del professore di
Pozioni e vedendo Ron appoggiato alla porta si avvicinarono.
“Ron” sussurrò piano la ragazza.
Il giovane Weasley sentendo la sua voce si girò e altrettanto piano disse: “Cosa ci fate qui?”
“Non ci piaceva la storia e abbiamo deciso di venire a dare
un’occhiata, ne caso avresti bisogno di un aiuto”
spiegò Harry.
“Grazie” rispose Ron con un sorriso.
Un grido proveniente dalla stanza attirò l’attenzione del
trio, e il rosso, non aspettò oltre per sfondare la porta con la
bacchetta alzata.
***
“Bene signorina Weasley” disse Piton avvicinandosi
minaccioso alla ragazza, “Mi è stato comunicato che devo
portarvi in un posto diverso da questo…”
Ginny si appoggiò alla porta, rendendosi conto che era
nuovamente in trappola, ma questa volta era da sola. La paura si
impossessò del suo cuore e in suo corpo iniziò a tramare.
“Fate bene ad avere paura, io stesso ne avrei, sapendo che il Signore Oscuro si è mosso”
A sentire quelle parole la giovane si spavento ancora di più.
“Cosa volete dire…” chiese titubante.
Il professore sorrise e le indicò il lato della stanza, quello
che la ragazza vide le gelò il sangue nelle vene: Draco era a
terra.
“Adesso verrai con me, e vedi di non opporre resistenza,
altrimenti la tua dolce metà non arriverà viva a
destinazione” detto questo Piton l’afferrò
saldamente per un braccio e la trascinò, insieme al ragazzo
verso il camino.
Ginny urlò e quando la porta si aprì e rivelò la
presenza dei suo amici, il mago strinse più forte la presa su di
lei e urlò: “Villa Malfoy”
La Metropolvere fece il suo lavoro e il trio sparì nel nulla.
“Maledizone!” esclamò Harry.
Ron tirò un forte pugno contro il muro, “Ci siamo fatti
fregare un’altra volta, li hanno rapiti sotto il nostro
naso!”
Hermione non riusciva a crederci, Ginny e Draco erano stati portati via
da Piton, e la cosa più grave era che il mago li stava
conducendo a casa di Lucius Malfoy.
“Dobbiamo..” disse cercando di calmare l’ansia, “Avvisare l’Ordine”
Ron si girò, la prese per mano e iniziò a correre per i
corridoi del castello con a fianco Harry, diretto verso l’ufficio
di Silente.
***
Quando Ginevra apri gli occhi, fece fatica a capire dove si trovava, la
stanza era buia e fredda, cercò di alzarsi, ma fu impossibile
perché i suoi polsi erano legati al muro.
Provò allora a muovere la testa per cercare di capire in che
posto si trovasse e il suo sguardo si posò su una persona che
non era molto lontana da lei.
Il ragazzo guardava fisso a terra e come lei era legato alla parete rocciosa.
“Draco” sussurrò piano.
Il giovane sentendosi chiamare alzò lo sguardo, “Gin… Amore, come stai?”
“Bene, tutto sommato bene, tu?”
“Non ti preoccupare”
“Dove siamo?” chiese, avendo, però paura della risposta.
“Nelle prigioni di casa mia” rispose il ragazzo, cercando
di non incontrare il suo sguardo, si sentiva tremendamente in colpa per
quello che era successo. Nuovamente era caduto nella trappola di suo
padre come un allocco.
“Mi dispiace”
“Draco, non è colpa tua”
“Gin, è colpa mia! Mi sono lasciato fregare un’altra
volta, ti avevo promesso che ti avrei protetta, ma non l’ho
fatto. Sei rinchiusa qui dentro anche tu!”
“Non è colpa tua, in che modo devo fartelo capire.
È solo colpa di quei pazzi. Tu non c’entri
niente…”
I due ragazzi si guardarono negli occhi.
“Ho paura” continuò la Grifondoro, “Ma non voglio dar loro la soddisfazione…”
“Hai ragione, rossa” rispose il biondo, “E poi, siamo insieme, no?!”
Ginny fece un lieve sorriso e Draco la guardò, erano insieme, e
a costo di morire avrebbe cercato di proteggerla in ogni modo.
E questa volta l’avrebbe fatto sul serio. Senza farsi prendere alla sprovvista.
***
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Capitolo 35 *** La partenza dell'Ordine della Fenice ***
34
34. La partenza dell’Ordine della Fenice
“La mia bambina”
Molly Weasley si disperava con il volto pressato nel petto del marito,
mentre il mago cercava in ogni modo di calmare la moglie, ma purtroppo,
invano.
Ron da quando sua sorella era
stata portata via sotto i suoi occhi non aveva più aperto bocca,
ma nonostante tutto non si era mai staccato da Hermione, che continuava
a tenergli stretto la mano.
Harry era seduto di fianco al
suo vecchio professore di Difesa contro le Arti Oscure, e come la
maggior parte dei presenti, guardava ovunque stando ben attento a non
incrociare lo sguardo con la signora Weasley.
“Albus” disse
titubante la professoressa McGranitt, “Dobbiamo decidere in
fretta, non possiamo perdere tempo”
“Lo so,
Minerva…” rispose il vecchio mago, osservando i presenti
senza smettere di camminare avanti e indietro per la stanza,
“Sono andati a Villa Malfoy…”
“Lo sappiamo
questo” lo interruppe bruscamente Malocchio, “E sappiamo
che Voldemort è li che ha messo le radici”
I singhiozzi di Molly
divennero ancora più forti e Arthur non sapeva più cosa
fare per calmare la disperazione della moglie.
“Io propongo di attaccare”
Tutti i presenti si voltarono
verso Remus Lupin, Harry lo guardò sorpreso, non si aspettava da
lui un’affermazione così ferma e decisa.
“E’ da pazzi” protestò la professoressa di Trasfigurazione.
“Ma non abbiamo altra scelta se vogliamo riavere vivi i ragazzi” rispose stancamente Silente.
“E’
un’operazione alquanto avventata, precipitosa, impulsiva,
affrettata… ma sono d’accordo” approvò
Malocchio.
“Si, anch’io sono con voi” Tonks si alzò dal suo posto e si affiancò a Moody.
“Arthur, Molly, voi cosa ne pensate?” chiese Remus guardando i coniugi Weasley.
“Penso che non ci siano
alternative” disse il mago guardando il lupo mannaro oltre la
spalla della moglie. La donna si allontanò dall’abbraccio
del marito e annuì, senza però riuscire a fermare le
lacrime.
“Veniamo anche voi” dissero in coro i gemelli Weasley.
Il cuore di Molly sussultò.
“Anch’io” aggiunse Bill.
Un altro colpo.
“Sono dei vostri” confermò Charlie.
La donna sentì come se
una tenaglia le avesse imprigionato il cuore, sentire la voce dei
propri figli fu come ricevere un sonoro pugno nel petto.
Stavano rischiando tutti la vita.
Harry, Ron ed Hermione si alzarono dai loro posti e guardarono i presenti uno ad uno.
No, anche loro no…
“Non provate a trattenerci qui…” iniziò il Ragazzo-Che-Era-Sopravvissuto.
“… Perché
non riuscireste a fermarci e a farci desistere
dall’idea…” continuò Hermione.
“…Che anche noi saremo dei vostri” concluse Ron.
Molly si lasciò cadere tra le braccia del marito, che osservava la scena ammutolito.
Non aveva mai visto quei tre cosi convinti e determinati.
Malocchio e Lupin si fecero
scappare un piccolo sorriso nel vedere quel trio così unito e
guardando Silente capirono che la loro richiesta era stata acconsentita.
***
“Bellatrix” la voce di Narcissa ruppe il silenzio che si era creato tra le due sorelle.
“Si, Cissa”
“Dove mi stai portando?”
“In salotto, devo farti vedere una cosa” rispose vaga la donna.
Arrivate davanti alla porta della stanza, la Mangiamorte abbassò la maniglia e entrò.
La maga seguì la sorella e quello che vide le fece provare un dolore che mai credeva sarebbe stata capace di sentire.
Draco e Ginevra erano legati
al muro, ai loro piedi c’era Nagini, il grande serpente di Lord
Voldemort, di fronte a loro c’erano suo marito e l’Oscuro
Signore.
In un angolo della stanza erano presenti anche Severus Piton e Blaise Zabini.
Narcissa cercò di
restare calma e impassibile alla scena, anche se il battito furioso del
suo cuore sarebbe stato in grado di tradire tutta la sua apparente
tranquillità.
Draco incrociò lo
sguardo della madre e quello che la donna vi lesse fu una grande
determinazione, che era presente anche nello sguardo fiero della sua
compagna.
“Bene” disse
Lucius Malfoy, “Ora che ci siamo tutti” continuò
voltandosi verso la moglie, “Possiamo anche continuare, da dove
eravamo stati interrotti” concluse con uno ghigno crudele.
Le corde intorno ai polsi dei due giovani si sciolsero.
“Vi lasciamo comunque la possibilità di difendervi, non siamo cosi insensibili” li schernì Bellatrix.
“Io non riderei così tanto” la provocò il biondo.
“Pensate che non ci verranno a prendere” continuò la rossa.
“Piton si è
lasciato sfuggire il luogo di destinazione, mossa alquanto
stupida” proseguì imperterrito Draco.
“Mio fratello avrà sicuramente avvisato l’Ordine, tra poco saranno qui” concluse Ginny.
“Io non sarei
così fiducioso” intervenne Lord Voldemort, “E poi,
al momento in questa stanza ci siete solo voi. Io mi preoccuperei del
presente, piuttosto che sperare nel futuro”
La coppia si scambiò un
rapido sguardo e poi entrambi, nello stesso istante, estrassero la
bacchetta e la puntarono verso i loro assalitori.
Blaise sbattè forte gli occhi e si guardò intorno.
Dove si trovava?
Cosa era successo?
Perché un senso di confusione e intontimento si era appropriato del suo corpo e della sua mente.
Nella stanza vide Lucius
Malfoy, Bellatrix Lastrange e il Signore Oscuro puntare le bacchette
verso un coppia di persone, che al momento non riusciva a riconoscere,
un istante dopo vide Severus Piton affiancarsi al suo compagno di studi
estraendo anch’egli la bacchetta.
Cosa ci facevano tutti li?
E perché Narcissa Malfoy si stava avvicinando a lui?
Un senso di calore lo avvolse e poi tutto gli fu chiaro…
***
“Mi raccomando”
disse Silente, “Niente mosse avventate, niente azioni
sconsiderate. Ricordatevi che la nostra priorità è
liberare Draco e Ginevra”
“Sicuramente si
aspettano un possibile attacco, quindi dobbiamo tenere gli occhi bene
aperti e dobbiamo restare sempre concentrati” intervenne Moody,
“Voi ragazzi, che siete i più giovani, mi raccomando,
tenete la testa sulle spalle”
Il trio annui.
“Bene” continuò Lupin, “Se non ci sono domande, non ci resta che andare”
Il gruppo dell’Ordine
della Fenice si guardò e poi Harry si avvicinò al
professore, Hermione si mise di fianco a Tonks e Ron di mise accanto a
Bill.
Tutti e tre non avevano ancora raggiunto la maggiore età e quindi non poteva ancora Smaterializzarsi autonomamente.
“Andiamo” decretò Albus Silente.
Nello stesso istante tutti i componenti del gruppo si smaterializzarono: destinazione Villa Malfoy.
***
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Capitolo 36 *** Tutto ha inizio ***
35
35. Tutto ha inizio
Il buio della notte avvolgeva
la casata dei Malfoy, il gruppo dell’Ordine della Fenice si stava
dirigendo con estrema attenzione verso la villa.
Dovevano stare attenti a non essere scoperti, altrimenti sarebbe stato più difficoltoso introdursi all’interno.
Erano giunti nelle prossimità di una porta di servizio.
“Alohomora” sussurrò Silente, la serratura scattò e la comitiva entrò con le bacchette alzate.
La stanza era immersa in un silenzio spettrale, era piccola e priva di luce.
“State attenti a dove
mettete i piedi” bisbigliò Lupin, iniziando a dirigersi
verso la porta che li avrebbe condotti verso il corridoio. Tutti lo
imitarono camminando in punta di piedi.
Dopo aver socchiuso la porta,
il lupo mannaro controllò che non ci fosse nessuno e con un
segno d’assento invitò gli altri a seguirlo.
Ron prese per mano Hermione per assicurarsi che stesse vicino a lui, lei lo ringraziò con un sorriso.
Un rumore attirò l’attenzione di Tonks che si fermò, arrestando la camminata di tutta la compagnia.
“Cos’hai sentito Ninphodora?” chiese Moody.
“Non chiamarmi Ninphodora”
rispose lei fulminandolo, “Mi è sembrato di sentire
qualcosa” continuò voltandosi verso la parte del corridoio
da dove proveniva il rumore.
Tutto il gruppo si girò
verso la ragazza, i più vicini alla stanza si allontanarono
piano con le bacchette puntate in quella direzione.
Un secondo dopo si diffuse il caos.
***
Blaise Zabini rimase immobile dopo che il flusso di ricordi gli aveva invaso la mente.
I due giovani che prima non riusciva a riconoscere erano Draco e Ginevra.
Sicuramente Lucius
Malfoy gli aveva fatto la Maledizione Imperius e gli aveva
estratto la verità con la forza. Aveva consegnato i suo amici al
nemico su un piatto d’argento.
Si voltò verso Narcissa
Malfoy, era rimasto colpito dal suo comportamento e anche dalle sue
ampie conoscenze nell’ambito della Magia Oscura.
La donna lo guardava in modo
talmente profondo che sembrava volesse chiedergli aiuto, ma lui non
sapeva cosa fare. Avrebbe voluto dal loro una mano, ma come?
In quella stanza c’era sempre Lord Voldemort!
Dal canto suo Narcissa, dopo
aver liberato il giovane dalla maledizione che gli aveva inferto suo
marito, stava cercando di trovare il modo di soccorrere suo figlio, ma
non riusciva ad arrivare ad una conclusione.
C’erano solo lei e
Blaise in quella stanza, ed era da pazzi attaccare per primi,
perché quei Mangiamorte avrebbero potuto eliminarli con un solo
movimento della bacchetta.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla porta che si apriva di scatto.
“Mio Signore!” annunciò trafelato Piter Minus, “Silente.. è qui! Non ho visto quanti sono, ma sono tanti…”
Draco e Ginny sorrisero speranzosi.
***
La porta si spalancò e uscirono una decina di uomini incappucciati.
“Attenti!” urlò Moody schivando di pochi centimetri una fattura.
“Stupeficium” gridò Remus scaraventando contro il muro due Mangiamorte che si stavano lanciando contro Molly e Tonks.
L’auror si voltò e disarmò un altro incappucciato, legandolo poi al muro con un incantesimo.
Un Mangiamorte colpì di striscio Fred, che venne subito protetto dal fratello.
“Sei intero?” gli chiese porgendogli una mano. Il ragazzo si alzò e sorrise.
I due gemelli si voltarono e
colpirono nello stesso momento un altro incappucciato che stava per
attaccare Arthur Weasley alle spalle.
“Harry, Ron,
Hermione” gridò Bill mentre lottava con un altro nemico,
“Andate avanti! Non c’è tempo da
perdere…”
“Charlie, Fred,
George” disse Silente, “Venite con me” detto questo
si spostò verso il trio. “Forza, andiamo” i ragazzi
lo seguirono al volo.
Il piccolo gruppo si stava
movendo con il mago in testa, subito dopo i tre Grifondoro e dietro gli
altri fratelli Weasley che proteggevano piccola comitiva.
***
Nagini si muoveva cauta nella
stanza. Quando i quattro uomini si erano schierati davanti alla giovane
coppia si era allontanata lentamente e aveva iniziato a strisciare per
la stanza.
L’atmosfera era pesante.
Dopo l’annunciò
di Codaliscia Ginny era più tranquilla, sapeva che
l’Ordine sarebbe venuto in loro soccorso. Ne era sicura.
“Crucio”
la maledizione scagliata da Lucius fu improvvisa, e colpì Draco.
Il giovane si accasciò al suolo tra dolori insopportabili.
La rossa non perse la calma, doveva restare lucida, altrimenti sarebbe stata la fine.
“Glacius”
sussurrò e il Mangiamorte biondo venne investito da un raggio
congelante che lo spedì, immobilizzato contro il muro.
“Astuta la ragazza” commentò Bellatrix, “Io non sarò così…”
“Stupeficium!”
La donna finì contro il
camino del salotto colpita dall’incantesimo che Draco le aveva
scagliato contro, mentre si stava alzando lentamente ancora intontito
dall’incantesimo del padre.
Nagini scattò verso il biondo Serpeverde sotto il comando di Voldemort.
“Draco!!” urlò Ginny, mentre schivava una fattura lanciatale contro da Piton.
Il giovane si voltò di scatto e si accorse che le fauci del serpente erano a pochi centimetri da lui…
“Impedimenta!” l’animale venne scagliato contro il muro.
Solo allora gli occhi del giovane incontrarono quelli ansiosi della madre che lo fissava con la bacchetta ancora alzata.
“Petrifucus Totalus” il serpente venne pietrificato da una voce che proveniva dal fondo della stanza.
Draco si voltò e rimase colpito: “Blaise” sussurrò, il moro sorrise.
***
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Capitolo 37 *** Dissennatori ***
36
36. Dissennatori
Il piccolo gruppo stava correndo per i corridoi di villa Malfoy senza una precisa direzione.
“Se continuiamo a muoverci senza meta non arriveremo a nessuna soluzione” disse Charlie affiancandosi a Silente.
“Lo so, ma non ho idea di dove possono essere” confessò amareggiato il mago.
“AH!” Harry si fermò di colpo appoggiandosi al muro e mettendo una mano sulla cicatrice.
Gli faceva molto male, sembrava che la testa gli scoppiasse.
Voldemort aveva appena lanciato un incantesimo. Sentiva il suo collegamento con il suo serpente.
Chiuse forte gli occhi cercando di calmare le fitte alle tempie, ma senza troppo successo.
“HARRY!” Hermione e Ron erano accanto a lui.
Quando il dolore si fu calmato il giovane Grifondoro guardò i due amici con gli occhi lucidi.
“Voldemort…” sussurrò, “Ha ordinato a Nagini di attaccare”
A tutti i presenti si gelò il sangue nelle vene.
“Harry” disse piano Silente, “Hai visto per caso dove si trovano?”
“No, mi spiace. Ho solo percepito il collegamento e l’ordine in serpentese”
“Non fa
niente…” rispose Charlie mettendogli una mano sulla
spalla, “Forza, continuiamo le ricerche”
Il trio annui e insieme ai
gemelli seguirono i due adulti, prima che un profondo gelo e senso di
tristezza si diffuse nel corridoio e nei loro cuori.
***
“Dismundo”
Moody riuscì a confondere un Mangiamorte per poter andare a
soccorrere Lupin che stava duellando con tre incappucciati.
“Ma che diavolo”
disse il mannaro, “Questi bastardi si moltiplicano!”
esclamò stordendone un altro con uno schiantesimo.
“Exulcero!”
urlò Arthur Weasley abbattendo un altro Mangiamorte, il quale
colpito dall’incantesimo iniziò a riempirsi di ustioni, e
scappò dalla stanza.
“Stupeficium!” gridò un incappucciato colpendo in pieno Bill Weasley che si era posizionato davanti alla madre. “BILL!” strillò la donna, avvicinandosi al figlio.
“Riennerva”
sussurrò poi recuperando un briciolo di calma. Il giovane
Weasley riaprì gli occhi e sorrise alla madre.
“Incosciente!” gli disse Molly, con un sorriso di sollievo
sulle labbra, dandogli una lieve botta sulla nuca.
“Reducto!”
urlò Tonks, colpendo un lampadario, che frantumandosi in mille
pezzi fermò l’avanzata di un altro gruppo di incappucciati
che stava arrivando per fermare la loro avanzata.
La giovane auror si
guardò intorno, i Mangiamorte non davano segno di resa, e loro
erano bloccati li, non potevano andare avanti.
Dobbiamo trovare un modi di liberarci da questi scocciatori…
***
“Finitem Incatatem”
sussurrò Voldemort, Lucius Malfoy riaprì di scatto gli
occhi e tossì violentemente a causa del mancato ossigeno
provocato dall’incantesimo di Ginevra.
“Tu” sussurrò il Mangiamorte, “Come hai osato” disse rivolto alla moglie.
“Per una volta della mia vita ho deciso che non starò dalla tua parte” rispose gelida Narcissa.
“Levicorpus”
Piton riuscì a colpire Ginny, che venne alzata da terra e tenuta
appesa ad una trave della stanza per una caviglia.
“E ora come la mettiamo, ragazzina!” chiese il professore avvicinandosi.
La ragazza tremò lievemente, a causa dell’incantesimo aveva perso la bacchetta, era disarmata.
“Draco!”
Il giovane Serpeverde si
voltò sentendo la ragazza urlare il suo nome, si stava lanciando
verso Piton quando Blaise lo fermò.
“Me ne occupo io, tu pensa a liberare Ginevra”
Draco annuì e puntò la sua bacchetta contro la ragazza.
“Locomor Mortis!”
disse Zabini, e le gambe del mago si immobilizzarono, così che
il giovane poté dar via libera all’amico.
“Liberacorpus” urlò allora il biondo, Ginny si sentì cadere nel vuoto e afferrata da due forti braccia.
“Tutto bene?” le chiese il ragazzo facendola scendere.
“Si, sto bene..” rispose lei, “Tua madre…”
La sua frase venne interrotta
dall’urlo di Narcissa, la coppia si voltò e videro che
Lord Voldemort stava torturando la donna, mentre Lucius stava facendo
rinvenire Bellatrix.
Dovevano trovare una soluzione
al più presto. Non potevano tener testa a tre Mangiamorte
esperti e al Signore Oscuro in persona.
Avevano bisogno d’aiuto.
Un altro grido attirò la loro attenzione, Blaise era stato scaraventato contro il muro, Piton era riuscito a liberarsi.
***
“Che diavolo...” sussurrò Fred appoggiandosi al muro.
La sensazione che prima si
avvertiva lievemente stava diventando sempre più forte, era come
se tutta la felicità e la voglia di vivere fosse stata
risucchiata dal suo corpo e come poteva notare, era lo stesso anche per
gli altri.
Solo Silente, da gran mago che era, riusciva a stare ancora in piedi sulle sue gambe.
Tutti gli altri erano nelle sue condizioni.
“Dissennatori” li informò il Preside.
“Maledizione! Ci mancavano loro!” esclamò Charlie.
“Dobbiamo evocare i Patrunus…” disse Hermione.
Silente annuì e volgendo la bacchette al corridoio di destra evocò la sua fenice, che subito illuminò il passaggio. “Forza!” li esortò, “Pensate a qualcosa di felice, deve essere un ricordo forte”
I ragazzi si alzarono e facendo un respiro profondo urlarono in coro: “Expecto Patronum!”
Un istante dopo un cervo, un
cane, una lontra, due volpi identiche e un piccolo drago accompagnavano
e proteggevano i ragazzi che avevano ripreso la loro ricerca.
“Ma dove sono?” chiese Harry.
“Non lo so, ma sono vicini. Anche con i Patronus sento la loro presenza” disse George.
E infatti non si sbagliava: un gruppo di dissennatori li attendeva alla fine del corridoio.
***
“Sectumsempra” urlò Piton, volgendo l’incantesimo a Ginny, Draco fu più veloce e gridò in risposta: “Protego!”
L’incantesimo venne dimezzato e arrivò a lui solo in modo lieve, provocandogli alcuni graffi superficiali.
Ginevra assicurandosi con uno
sguardo che stesse bene, cercò di aiutare Narcissa,
avvicinandosi cautamente al Signore Oscuro, le tremavano le gambe, ma
provò lo stesso a lanciare l’incantesimo. Compì
Voldemort, che voltandosi per vedere chi avesse avuto così tanto
coraggio, abbassò la bacchetta, lasciando respirare la donna.
“Bene Weasley…” disse piano, “Non so se la tua sia pazzia o coraggio…”
Nel frattempo Lucius era
riuscito a far rinvenire Bellatrix, che aiutata dal cognato si era
alzata e ora si stavano schierando di fianco all’Oscuro Signore.
Piton stava duellando con
Draco, e al momento non si poteva definire chi fosse in vantaggio,
entrambi avevano un’ampia conoscenza di sortilegi e incantesimi
normali ed oscuri.
Blaise riaprì gli occhi di scatto e si guardò intorno. Ginny era sola davanti a due Mangiamorte e a Voldemort. Doveva aiutarla.
Si alzò piano, le gambe gli dolevano e la testa gli girava leggermente.
“Crucio!”
l’urlo della rossa fu forte, l’incantesimo era stato
lanciato da Belletrix, sotto lo sguardo spietato degli altri due maghi.
“Petrificus Totalus” disse Blaise, la donna fu pietrificata all’istante.
“Fossi in te, non interverrei!” lo minacciò Lucius.
“Mi avete comandato una
volta, non cadrò nella vostra trappola un’altra
volta” rispose fiero il moro, fissando con il suo sguardo
penetrante il Mangiamorte.
“L’hai voluto tu” replicò il mago puntandogli la bacchetta contro.
Ora c’erano solo loro due: Ginevra e Lord Voldemort.
Draco e Blaise erano occupati, Narcissa era ancora stordita dalla Maledizione Cruciatus.
Aveva paura. Ne aveva davvero tanta, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederla tremare.
L’Oscuro Signore si avvicinò con uno ghigno crudele dipinto sul volto.
***
I Patronus si lanciarono
contro i dissennatori, i quali in gran parte si dispersero nel nulla, i
restanti si divisero e attaccarono singolarmente i componenti del
gruppo.
Silente si sbarazzo facilmente
del suo antagonista, andando subito ad aiutare Harry e Charlie, che si
trovarono più vicini a lui.
Ron ed Hermione riuscirono con molta fortuna ed eliminare i due dissennatori che li avevano attaccati.
Fred e George evocarono altri due Patronus e si liberarono anch’essi di quelle creature.
L’aria tornò ad essere respirabile e meno pesante.
Ad un tratto la tranquillità del luogo venne interrotta da un grido.
“GIN!”
Ron scattò, seguito subito da tutto il gruppo, verso la stanza dalla quale proveniva l’urlo.
***
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Capitolo 38 *** Soccorsi ***
38
37. Soccorsi
Quando Ginevra urlò, Draco e Blaise si voltarono di scatto e questo fu un errore per entrambi.
“Crucio!” urlarono
i due Mangiamorte, mille lame si conficcarono nella carne dei due
ragazzi, le gambe non riuscirono più a sostenere il peso del
loro corpo e il cuore batteva come impazzito.
Voldemor ci stava prendendo gusto a torturare la piccola Grifondoro, le
lasciava il tempo di riprendere fiato e subito dopo le infliggeva
un’altra Maledizione Senza Perdono.
Narcissa riaprì gli occhi, Ginevra aveva attirato l’attenzione del mago su di sé per salvarla.
Doveva ricambiare il favore, doveva trovare il modo di salvarla, doveva, perché quella ragazza rappresentava tutto per suo figlio.
Si alzò a fatica, prese la bacchetta che le era caduta durante
la tortura e pensò ad un possibile incantesimo che potesse
fermare il Signore Oscuro.
“Stupeficium” provò debolmente, il sortilegio colpì il mago, ma non ebbe l’effetto desiderato.
Lord Voldemort si voltò e la fulminò con lo sguardo,
“Prima mi immobilizzi il serpente, poi mi metti i bastoni tra le
ruote, la mia pazienza ha un limite, donna” disse gelido.
Ginny libera dall’incantesimo si era sporta in avanti per
afferrare la bacchetta, poi non si era più mossa, doveva stare
all’erta per aiutare Narcissa, da sola non aveva speranze.
Draco era riuscito a schivare l’ennesima maledizione di Piton, si era voltato su un fianco gridando:
“Expelliarmus!”, la bacchetta del mago volò lontano e questo permise al ragazzo di farlo cadere a terra, “Incarceramus” sentenziò e il Mangiamorte venne avvolto in strette funi che gli tenevano immobilizzati gli arti.
“Crucio!” Lucius
Malfoy cercò di colpire nuovamente Blaise, ma questa volta anche
il giovane Serpeverde sfuggì all’ira dell’uomo.
“Impedimenta!” Draco con una leggera onda d’urto spostò il padre contro il muro allontanandolo dall’amico.
Il biondo di avvicinò e allungò una mano per aiutare
Zabini, “Grazie”. Il ragazzo sorrise, poi entrambi si
voltarono verso il Mangiamorte che si stava alzando.
“Mobilicorpus”
sentenziò l’uomo colpendo il figlio, il giovane perse il
controllo del suo corpo e venne scaraventato contro il muro.
“Finitem Incatatem!” urlò Blaise prima di lanciarsi contro il mago.
Voldemort non dava cenno di voler attaccare, sembrava che avesse
iniziato una battaglia all’ultimo sguardo con Narcissa. La donna
non sapeva cosa fare, era inutile illudersi, non sarebbe mai riuscita a
battere il Signore Oscuro, tanto valeva aspettare la sua prossima
mossa.
La fortuna però sembrò venirle incontro, perché un istante dopo la porta della stanza si spalancò.
***
“Fastrunom” disse
Remus Lupin, un secondo dopo nella stanza si diffuse un rumore spacca
timpani che costrinse tutti gli incappucciati presenti nella stanza a
tapparsi le orecchie.
“Presto! Tutti fuori!” urlò Arthur Weasley, il
piccolo gruppo dell’Ordine delle Fenice scatto fuori dalla
stanza.
“Colloportus”
sentenziò Bill, sigillando la porta in modo tale che i
Mangiamorte restassero chiusi all’interno della stanza.
“Coraggio!” disse Moody, “Dobbiamo cercare gli altri”
La compagnia iniziò a correre lungo il corridoio che avevano visto prendere da Silente e gli altri.
***
La porta della stanza si spalancò e rivelò la presenza di
Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger e Ron, Charlie, Fred e
George Weasley.
Lord Voldemort vedendo il Ragazzo-Che-Era-Sopravvissuto sorrise. “Potter”.
Il ragazzo sostenne lo sguardo del Signore Oscuro fiancheggiato da
Silente, mentre gli altri componenti del gruppo osservarono la scena
che si presentava davanti ai loro occhi: Bellatrix Lastrange era
pietrificata vicino al muro, Severus Piton era legato per bene
dall’altro lato della stanza, Blaise e Draco stavano affondando
Lucius Malfoy, Ginny era a terra dietro a Lord Voldemort, ma li stava
guardando con un sorriso speranzoso e Narcissa Malfoy puntava la
bacchetta contro l’Oscuro Signore.
Cos’era successo? Il sortilegio che aveva stregato Zabini era svanito, ma chi era stato?
E Narcissa aveva mantenuto la promessa, li stava aiutando.
Un rumore alle loro spalle attirò l’attenzione dei
ragazzi: un altro gruppo di incappucciati era giunto in soccorso dei
Mangiamorte.
L’ultimo atto aveva inizio.
***
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Capitolo 39 *** L'ultima battaglia ***
39
38. L’ultima battaglia
Il gruppo di Mangiamorte che
era giunto all’entrata della stanza in cui si trovava
l’Ordine attaccò per primo.
Charlie, Fred e George Weasley li affrontarono per primi, seguiti un attimo dopo da Ron ed Hermione.
“Draco!” urlò Blaise per farsi sentire dall’amico, “Vai da lei!”
Il biondo Serpeverde, non appena il giovane attaccò il padre, si avvicinò velocemente a Ginevra.
“Amore…”
La ragazza lo guardò
negli occhi e gli fece un sorriso lieve per tranquillizzarlo, prese la
sua mano e con il suo aiuto si alzò.
Lord Voldemort era ancora preso con la battaglia mentale con Harry e Silente, cosi la coppia si avvicinò a Narcissa.
“Madre, come state?”
“Non ti preoccupare, forza, dobbiamo aiutare gli altri”.
“Stupeficium!”
la forza dell’incantesimo lanciato dai gemelli Weasley
colpì in pieno due Mangiamorte, e li scaraventarono contro il
muro.
“Impedimenta!”
Ron colpì un altro incappucciato che si stava lanciando contro
Hermione, lei si girò verso di lui per fargli un sorriso e un
attimo dopo stava disarmando un altro nemico.
I due ragazzi vennero fiancheggiati da Draco e Ginny, mentre Narcissa stava andando ad aiutare Charlie Weasley.
“Gin! Santissimo
Merlino!” esclamò Ron abbracciando la sorella, incurante
della battaglia che infuriava intorno a loro. Finalmente era riuscito a
trovarla.
“ATTENTI ” urlò Hermione.
Un incantesimo si stava avvicinando a tutta velocità ai due rossi.
“PROTEGO!” Ron riuscì a intravedere un ciuffo biondo prima che i suoi occhi vennero abbagliati da una luce accecante.
***
“Potter” la voce di Lord Voldemort era bassa ed inquietante, ma comunque udibile nonostante il frastuono.
Harry fissò il Signore Oscuro negli occhi, rassicurato dalla presenza di Silente al suo fianco.
Il ragazzo mantenne salda la
presa sulla bacchetta, puntandola contro Voldemort. Il mago fece lo
stesso, imitato un secondo dopo dal preside di Hogwarts.
La tensione tra loro era molto
forte, e nonostante la battaglia infuriasse intorno a loro, sembrava
che a loro non importasse, tanto erano presi a scrutarsi malignamente
l’uno con l’altro.
Lord Voldemort mosse per primo
la bacchetta, ma Silente fu altrettanto veloce, frapponendo tra i loro
corpi un Sortilegio Scudo, che distrusse l’incantesimo del
Signore Oscuro facendolo esplodere.
Mille scintille illuminarono maggiormente la stanza.
***
Blaise si voltò
sentendo l’urlo di Hermione, era riuscito a disarmare Lucius
Malfoy, così che potè capire cosa fosse successo.
Quello che vide lo
spaventò: Ginevra e Ron erano abbracciati mentre un Mangiamorte
aveva lanciato un incantesimo, un istante dopo Draco si era posizionato
davanti a loro pronunciando un Sortilegio Scudo, una gran luce si
diffuse in tutto il corridoio.
Chiuse gli occhi sia per quello che per sfuggire alle scintille provocate dall’incantesimo di Silente e Voldemort.
Lucius Malfoy si riprese dall’attacco del giovane Serpeverde e gli colpì un fianco…
***
La luce fu accecante e
colpì comunque Ginny benché fosse protetta dal fratello.
Riuscì ad intravedere lo stesso un ciuffo di capelli biondi,
alquanto conosciuti, apparire davanti al fratello.
Lo schianto fu molto forte, ma
Draco riuscì a fermare l’incantesimo, ma l’onda
d’urto provocata dall’incontro dei due sortilegi gli fece
perdere l’equilibrio.
“DRACO!” Ginevra si allontanò dal fratello per avvicinarsi al suo ragazzo.
“Tranquilla, amore. Sto bene” rispose piano lui alla sua tacita domanda.
La mani della rossa si
avvicinarono alle guance del giovane, e incurante della vicinanza del
fratello, unì le sue labbra a quelle del biondino. Draco la
strinse a se e ricambiò il suo gesto.
“E chi l’avrebbe
mai detto..” esclamò Ron, cercando di attirare
l’attenzione su di se, nonostante avesse accettato la relazione
dei due giovani, non si era ancora abituato a vedere la sua piccola in
atteggiamenti intimi con quel furetto.
La coppia si separò e con un sorriso sghembo Draco guardò il rosso, “Dimmi…”
“Non avrei mai immaginato che mi salvassi la vita, Malfoy” ammise il giovane Grifondoro.
“Ormai, tutto e possibile. Weasley”
Non poterono più dire
niente, perché un altro gruppo di Mangiamorte stava arrivando e
dovevano farsi trovare pronte, intanto la battaglia tra Silente e Lord
Voldemort era iniziata.
***
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Capitolo 40 *** L'ultimo atto ***
40
39. L’ultimo atto
Ron si era affiancato ad Hermione per aiutarla contro due Mangiamorte,
Draco e Ginevra si stavano avvicinando a Narcissa, mentre alle loro
spalle si sentirono voci conosciute: erano arrivati gli altri.
I coniugi Weasley si lasciarono sfuggire un sospiro di sollievo notando
la presenza della figlia nella stanza. Gli occhi di Molly divennero
lucidi, ma non potè andare ad abbracciare la ragazza,
perché una forte spinta del suo primogenito la spostò di
lato, mentre un incantesimo le sfiorava l’orecchio.
“Grazie tesoro”
“Figurati mamma” rispose Bill, “Ma per favore, cerca di stare attenta!”
La donna annuì e stringendo la bacchetta, si affiancò al marito.
Bill Weasley si affiancò ai gemelli che si stavano trovando in
difficoltà perché erano stati attaccati da cinque
incappucciati.
Charlie invece era stato raggiunto da Lupin, Malocchio e Tonks.
La vittoria era nelle loro mani, i Mangiamorte anche se in maggioranza
numerica erano meno esperti e il loro modo di combattere non era come
quello del gruppo, loro erano ben organizzati, erano collegati e si
coprivano le spalle a vicenda.
Ogni componente dell’Ordine della Fenice sapeva che poteva
contare sull’aiuto di un compagno, non erano e non sarebbero mai
stati soli.
***
Silente e Voldemort si stavano affrontando senza esclusioni di colpi.
Harry Potter era rimasto sconvolto dal livello di preparazione dei due
maghi: non c’erano dubbi, erano davvero i due maghi più
potenti dell’intero Mondo Magico.
Gli incantesimo non andavano mai a colpire l’avversario, si
incontravano sempre a metà strada esplodendo in mille scintille
e colpendo tutto quello che si trovava nelle vicinanze.
Gli occhi di Silente erano vigili e attenti, non gli sarebbe sfuggito
neanche un minimo movimento di Lord Voldemort. Il Signore Oscuro invece
aveva dipinto sul volto un sorriso di scherno.
Harry non sarebbe mai riuscito ad intervenire, sapeva benissimo che non
sarebbe mai stato in grado di tener testa al Signore Oscuro e sarebbe
stato solo un intralcio per Silente.
Si voltò verso i suoi amici, e decise che sarebbe stato
più utile aiutare loro piuttosto che star li con le mani in
mano.
***
Il colpo che Lucius scagliò a Blaise fu molto forte, il ragazzo
si sbilanciò e perse la bacchetta, riuscendo però a non
perdere l’equilibrio, si voltò versò l’uomo e
lo colpì anch’egli con un pugno.
I due iniziarono a prendersi a botte, rotolandosi sul pavimento.
Era palese la superiorità che aveva il mago sul ragazzo,
più forza, più esperienza, più robustezza,
più resistenza.
Intorno a loro la battaglia infuriava e Blaise Zabini si rese conto che
non aveva più nulla da perdere, finalmente stava lottando in
qualcosa in cui credeva veramente.
***
“Draco!” urlò Ginny.
Il giovane si voltò verso la rossa, “Blaise” gli
disse lei. Il biondo seguì lo sguardo della ragazza e vide che
il suo ragazzo si stava azzuffando con suo padre, ma che non stava
avendo la meglio.
“Dobbiamo andare ad aiutarlo” lo supplicò la ragazza.
“Presto! Andate!” gridò Ron, “Ci pensiamo noi a coprirvi le spalle”
I due ragazzi si presero per mano e corsero ad aiutare il giovane
Serpeverde, seguiti dagli sguardi apprensivi delle rispettive madri,
che nonostante fossero impegnate nel combattimento, non riuscivano a
non preoccuparsi per i figli.
Narcissa Malfoy e Molly Weasley si ritrovarono a duellare fianco a
fianco contro due Mangiamorte, i loro sguardi si incrociarono per un
istante e entrambe capirono che si trovavano nella stessa barca:
entrambe preoccupate, entrambe ansiose, entrambe agitate, entrambe
però contente che i loro figli si fossero uniti, ed entrambe
capirono che nel momento del bisogno avrebbero fatto la stessa cosa.
Dopo aver eliminato il rispettivo antagonista, si diressero fianco a
fianco verso la stessa direzione presa dai figli un istante prima.
***
Severus Piton riuscì a liberare una mano dall’intreccio di
corde che l’avevano intrappolato. Spingendosi leggermente di
lato, allungando il braccio libero riuscì ad afferrare la
bacchetta che era caduta vicino al suo corpo.
Non appena la prese sussurro l’incantesimo per liberarsi dalle
corde e stando attento a non attirare l’attenzione su di se si
avvicino cautamente alla statua di Bellatrix Lastrange.
“Finitem Incantate”
La Mangiamorte riprese bruscamente a respirare e guardò confusa il mago.
“Tutto ok?” chiese l’uomo aiutandola a rialzarsi.
“Che domande” rispose la donna, prendendo la bacchetta che
le era caduta prima di essere pietrificata, “Adesso avrò
la mai vendetta”
***
Lord Voldemort mentre cercava di colpire per l’ennesima volta Silente fece qualche passo indietro.
“Cerchi di scappare, Tom?” chiese il mago più anziano.
“Non hai vinto Silente. Non finisce qui.”
L’incantesimo che lanciò il Signore Oscuro fece tremare i
muri della casa, un fumo denso si diffuse in tutta la stanza.
Albus Silente si riparò con un braccio e non appena il fumo fu
sparito si guardò intorno: Lord Voldemort non c’era
più.
***
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Capitolo 41 *** L'amore di una madre ***
41
40. L’amore di una madre
Mi sembra ancora impossibile da
crederci, sono andata davvero contro il volere di mio marito, mi sono
ribellata a Lord Voldemort in persona, ho disubbidito a mia sorella
maggiore, e tutto questo per cosa? Per l’amore incondizionato che
provo per mio figlio.
Draco è la cosa più bella che mi fosse mai capitata. È ovvio che farei tutto per lui.
Mi sono messa in gioco per sostenere la sua causa. E non me ne pento ora, e non me ne pentirei mai.
Certo che è strano, sto
combattendo quelli che fino a qualche giorno fa erano i miei amici,
sono dalla parte dell’Ordine della Fenice…
E adesso sto correndo al fianco di Molly Weasley per aiutare mio figlio e Ginevra a liberare Blaise.
Se me l’avessero detto, non ci avrei di certo creduto.
Io, Narcissa Malfoy, ho deciso di andare contro a tutti solo ed unicamente per l’amore di mio figlio.
***
Non appena tutto questo sarà finito, quei due mi sentiranno!
Prima però li abbraccio…. Poi inizio a urlare, cosi si pentiranno di essere stati così sciocchi!
Questi ragazzi mi faranno diventare i
capelli bianchi prima del tempo, è come se si fossero messi
d’accordo! Bill con la sua grande idea di entrare per primo
nell’Ordine, Charlie che prima va a fare l’allevatore di
draghi e poi entra nell’Ordine. Percy che si rivolta contro di
noi, i gemelli che hanno deciso di fare i diavoli a quattro da quando
sono nati. Ron, uno più impulsivo di lui, non lo conosco. E
Ginny… credevo che almeno lei non mi avrebbe fatto dannare… invece no!
Nel giro di qualche mese è riuscita a farmi diventare matta!
Certo sono felicissima del fatto che
si sia innamorata, certo avrebbe potuto scegliere qualcun altro, ma in
fin dei conti Draco non è poi un così cattivo ragazzo.
L’ho potuto notare da come la guarda e da come la
protegge…
Però devo ammettere che non mi sarei mai aspettata che sua madre si schierasse dalla nostra parte…
Ora stiamo correndo fianco a fianco verso i nostri figli, sono andati ad aiutare Blaise Zabini.
Prima, quando i miei occhi si sono
incontrati con quelli di Narcissa ho capito che eravamo entrambe nella
stessa barca: spaventate e ansiose, ma nello stesso tempo felici che i
nostri due figli si fossero uniti…
E io sono convinta che se dovesse
succedere qualcosa, in nome dell’amore che provo per
Ginevra, farei qualsiasi cosa….
***
“Impedimenta!” Ginevra colpì Lucius Malfoy, il quale venne scagliato contro il muro da una leggera onda d’urto.
“Ehi, amico, tutto bene?” chiese Draco avvicinandosi a Blaise.
“Si, tutto ok, grazie” rispose il giovane alzandosi, ma
voltandosi per guardare la ragazza che l’aveva salvato, vide
avvicinarsi Severus Piton.
“Attenta!” urlò, lanciandosi contro di lei, evitando cosi che venisse colpita dall’incantesimo.
“Stupeficium!” gridò Draco, schiantando il professore di fianco al padre.
“Crucio!”
L’urlo di Blaise lo fece voltare, sua zia era stata liberata
dall’incantesimo che le avevano fatto il ragazzo e ora lo stava
torturando con la Maledizione Cruciatus.
“Te ne pentirai di esserti messo contro di me, moccioso” disse la donna, con gli occhi furenti.
“Non credo proprio sai” intervenne Ginny con la bacchetta
puntata verso al Mangiamorte, con gli occhi versi fieri puntati in
quelli d’ebano della nemica.
“E tu, sei ancora viva?” rispose la donna.
Ancora per poco.
***
Il violento crollo proveniente dal corridoio fece muovere Silente, il
vecchio mago era consapevole che Lord Voldemort se ne sarebbe andato.
Se lo aspettava, perché anche lui si era accorto che
l’ordine della Fenice era superiore ai Mangiamorte, anche se in
numero minore, erano molto più organizzati.
E l’Oscuro Signore aveva preferito scappare, piuttosto che rischiare di essere sconfitto.
Il rumore che aveva attirato la sua attenzione altro non era che un
grosso lampadario distrutto a terra: opera dei gemelli Weasley.
Osservando la situazione non c’erano dubbi di chi fosse in vantaggio.
Gli incappucciati sembravano palle da biliardo, venivano schiantati
contro il muro a destra e a sinistra, solo alcuni dei loro incantesimi
andavano a segno, senza però, fortunatamente, creare danni
gravi. Tutti i componenti erano ancora in buone condizioni.
Un altro gruppo si stava avvicinando, cosi il Preside decise di intervenire.
***
Lucius Malfoy si appoggiò al muro, mentre cercava di alzarsi, si
guardò intorno e vide che Bellatrix era davanti a Blaise e
Ginevra, mentre suo figlio aveva appena schiantato Piton.
Approfittando del fatto che Draco era di spalle lo colpì con un incantesimo, il giovane Serpeverde cadde a terra.
Gli ci volle qualche secondo per riprendersi, si allungò
lievemente per riprendere la bacchetta, ma un piede si appoggiò
sulla sua mano.
Lanciò un urlo di dolore, le sue dita avevano fatto un rumore
strano e il loro colore era diventato blu scuro. Alzò lo sguardo
e incontro gli occhi di suo padre.
“Hai sbagliato tutto, Draco, ne sei consapevole, vero?”
“No” rispose freddo lui, “Mai stato più sicuro di quello che sto facendo in questo momento”
La forza del piede aumentò e il ragazzo si morse a sangue le
labbra, per evitare di dare la soddisfazione all’uomo di sentirlo
urlare ancora.
“Ti offro uno scambio” iniziò il padre, squadrandolo
dall’altro, “Ritorna sulla retta via, e io chiuderò
un occhio. Farò finta che nulla sia successo”
“MAI”
sibilò il ragazzo, guardandolo con le sue iridi di ghiaccio,
sempre più fiere e sicure. “Non mi farò più
comandare da uno come te, mi spiace, caro padre. Ma in questo avete perso”
L’uomo gli puntò la bacchetta contro, e il suo corpo venne
sollevato da terra e scagliato contro il muro, un istante dopo le dita
di Lucius Malfoy si erano strette intorno alla gola del figlio.
“Te ne pentirai” sibilò l’uomo, stringendo
ancora di più la presa, “Te ne pentirai amaramente.. ma
prima di eliminarti, voglio farti soffrire. E non è una
minaccia. È una promessa”
Draco non distolse lo sguardo dagli occhi del padre, afferrò il
suo polso con le sue dita fredde e strinse, così che, forse, il
Mangiamorte avrebbe allentato la presa sul suo collo.
Era senza bacchetta e non poteva difendersi in altro modo, tranne che
con le sue stesse mani. Però non era in una posizione in cui
poteva dettare leggi, era contro il muro, il corpo del padre gli
bloccava ogni movimento e la sua mano era stretta sul suo collo.
Il respiro iniziava a mancargli e le orecchie gli fischiavano,
cercò di guardare oltre la spalla dell’uomo, per trovare
una soluzione, ma non riusciva a vedere niente.
***
Blaise aveva visto l’amico sbattere contro il muro e
l’impulso di andare ad aiutarlo era veramente forte, ma non
poteva lasciare Ginevra nelle mani di quella pazza.
Bellatrix Lastrange era conosciuta per la sua ferocia, quello che aveva
fatto ai Paciock era risaputo in tutto il Mondo Magico, torturati fino
alla pazzia. Un destino più tragico della morte.
E poi non poteva lasciarla sola, aveva attirato l’attenzione su di sé, per salvarlo dalla donna. Doveva aiutarla.
Si alzò lentamente e recuperò la bacchetta senza fare alcun rumore.
La Mangiamorte gli dava le spalle, perché era intenta a fissare la piccola Weasley.
Ginevra si accorse del movimento del giovane Serpeverde, senza
però distogliere lo sguardo dagli occhi scuri della donna, non
voleva che scoprisse il ragazzo.
Doveva trovare il modo di annientarla, definitivamente.
Dal canto suo Bellatrix stava decidendo il modo migliore per
vendicarsi, affinché quella babbanofila pezzente soffrisse come
mai in vita sua..
Era pronta a lanciare l’incantesimo, ma un leggero movimento dietro di lei la distrasse e abbassò la guardia..
Ora
“Expelliarmus” la rossa pronunciò l’incantesimo e la bacchetta della donna schizzò lontano.
“Direi che abbiamo noi il coltello dalla parte del manico”
sibilò Blaise puntandogli la bacchetta contro la schiena.
“Tu..” ringhiò la Mangiamorte, “Non ti pentirai mai abbastanza di esserti messo contro di me”
“Non sei nella posizione esatta per dettare minacce” aggiunse la rossa, puntandole la bacchetta alla gola.
“Ora come ora” una voce nacque dal nulla, alle spalle di Ginevra, “Neanche tu”
Un ghigno malvagio si formò sulle labbra della Mangiamorte,
Blaise invece rabbrividì, l’uomo che stava puntando la
bacchetta tra le scapole della Grifondoro era Rudolphus Lastrange,
marito di Bellatrix.
“Ce ne hai messo di tempo” disse la donna, con voce fredda e crudele.
“Perdonami, mon cœur, ma sai, non è stato facile entrare in questa stanza” risposte altrettanto gelido il Mangiamorte.
Ginevra non sapeva cosa fare, l’arma dell’uomo era premuta
forte contro la sua schiena, benché il suo braccio restasse teso
contro la Mangiamorte, la quale era disarmata e minacciata anche da
Blaise, la ragazza aveva paura.
Rudolphus Lastrange era uno spietato Mangiamorte conosciuto in tutto il Mondo Magico.
Anche Zabini era nelle sue stesse condizioni, non si sarebbe mai
aspettato che l’uomo sarebbe giunto in soccorso della moglie. Lui
aveva sotto tiro la donna, ma non avrebbe mai voluto immaginare, cosa
avrebbe fatto l’uomo a Ginevra in risposta.
Blaise iniziò a tremare, avevano davvero bisogno d’aiuto, da soli non ce l’avrebbero fatta.
“Adesso da brava” iniziò con voce bassa e crudele
Lastrange, “Abbassi il braccio e fai cadere la bacchetta”
La ragazza non si mosse di un millimetro.
“Non fare la difficile, la mia pazienza non è mai stata
tanta, e ti consiglio di non portarla al limite” la
minacciò l’uomo, “E tu, razza di sporco traditore,
allontanati da mia moglie, altrimenti ammazzo la ragazzina”
Blaise cercò lo sguardo di Ginny, che in una muta richiesta, gli
diceva di non ascoltarlo, sapeva che se la donna avesse ripreso la
propria arma, per loro sarebbe stata al fine.
“Vedi di muoverti!” urlò l’uomo. “La mia pazienza è già al limite”
Il giovane Serpeverde fece un impercettibile passo indietro, ma il
Mangiamorte aveva già avvicinano maggiormente la bacchetta alla
schiena della ragazza e con forza le aveva spostato il braccio,
piegandolo in malo modo dietro di lei.
Ginny strinse i denti per non urlare, le dita dell’uomo intorno al suo polso le stavano facendo molto male.
Successe tutti in pochi secondi:
un attimo prima Rudolphus Lastrange era attaccato al suo corpo, un
istante dopo era stato scaraventato contro il muro e ora il suo viso
aveva assunto un colore acceso, tutto questo era stato provocato da una
mano sottile e pallida, che si era avvolta intono alla gola
dell’uomo.
“Tu..”
sussurrò rocamente il Mangiamorte, guardando negli occhi
l’artefice di quell’affronto, non se lo sarebbe mai
aspettato, non da lei.
***
Draco Malfoy stava lottando con tutte le sue forze, il respiro gli
mancava e la morsa del padre sembrava non volersi affievolire.
Quell’uomo ci stava provando gusto a farlo soffrire, una prova
lampante della sua teoria era il ghigno crudele dipinto sul volto di
Lucius Malfoy.
“Mi sto prendendo la mia vendetta personale, piccolo
bastardo” gli sussurrò l’uomo a pochi centimetri
dall’orecchio.
Quel movimento aveva fatto in modo che la pressione della mano
diventasse ancora più forte e il giovane Serpeverde aveva
sentito il suo cuore mancare di un battito.
È la fine
Draco chiese per un solo istante gli occhi, per questo non vide quello che accadde un istante dopo.
Lo sguardo di Lucius si era fatto ancora più crudele, ma anche
felice, stava per eliminare suo figlio con le sue mani, e questo gli
avrebbe permesso di riconquistare la fiducia del Signore Oscuro che
aveva perso proprio a causa di quel ragazzo, ma un istante dopo, quel
pensiero sfuggì dalla sua mente perché aveva sentito
premere sulla sua schiena la punta di una bacchetta.
“Adesso ti allontanerai dal ragazzo, subito!”
l’ordine gli era arrivato con una voce ricca d’odio, non
era riuscito a riconoscere la voce, ma non riuscì a girarsi,
perché la pressione dell’arma si fece più forte,
“Ho detto, SUBITO!”
Draco riaprì gli occhi di scatto, non appena i suoi polmoni ricevettero una buona dose del loro nutrimento.
Si lasciò scivolare contro il muro e così facendo vide il volto del suo salvatore, o meglio salvatrice.
Due occhi chiari molto espressivi, lunghi capelli rossi che
incorniciavano qual viso abbastanza paffuto, conosciuto da tutti come
simbolo della dolcezza, ma in quel momento quel sentimento sembrava
essere scomparso. Eh si, sul volto di Molly Weasley era dipinta sola
una gran dose di disprezzo e rabbia mal contenuta…
***
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Capitolo 42 *** Addio ***
41
41. Addio
“Ti sei schierata dalla parte sbagliata, sorellina”
Bellatrix guardò in cagnesco la donna che aveva immobilizzato
suo marito.
“Ti sbagli, Bella, per una volta sono pienamente convinta di quello che faccio”
“Te ne pentirai” sussurrò Lastrange, sebbene l’ossigeno iniziava a mancargli.
“Non sei nelle condizioni di dettare ordini, questa volta”
sibilò al cognato, “E neanche tu, cara la mia
sorellina” continuò rivolta alla Mangiamorte.
Ginevra e Blaise guardarono Narcissa allibiti, la ragazza soprattutto
non si sarebbe mai aspettata di essere salvata per la seconda volta
dalla madre di Draco.
Il Serpeverde guardò la donna con ammirazione, ma la distrazione gli fu fatale.
Bellatrix Lastrange aveva sfruttato l’occasione e si era voltata,
non appena il ragazzo abbassò la guardia, tirandogli una
gomitata nello stomaco, in modo tale da rubargli la bacchetta e
puntandola contro la sorella.
“E adesso come la mettiamo Cissa..”
Narcissa non tolse la mano dalla gola dell’uomo, ma puntò la bacchetta contro lo donna.
Ginny lanciò uno sguardo verso il giovane, poi senza pensarci
molto puntò la sua arma contro la Mangiamorte e disse: “Petrificus Totalus”
Il corpo della donna cadde a terra con un tonfo sordo.
***
“Non ti conviene metterti contro di me” sibilò
Lucius Malfoy, non appena lasciò andare il figlio e riconobbe la
voce del suo aggressore.
“Ti conviene non parlare” sussurrò la donna,
“Hai oltrepassato il limite, sporco Mangiamorte che non sei
altro, prendertela con dei ragazzi”
Draco guardò la donna con uno sguardo tra il confuso e il grato, non se lo sarebbe mai aspettato.
Spostò poi l’attenzione verso la sua ragazza, aveva appena pietrificato sua zia.
Sua madre era corsa in loro aiuto. Fece un leggero sorriso,
appoggiandosi una mano sulla gola, poi senza attirare
l’attenzione su di se, si spostò per recuperare la
bacchetta.
“Expelliarmus”
L’arma dell’uomo volò tra le mani del figlio, che lo fissavo con uno sguardo freddo e crudele.
“Bel colpo, Draco!” gli disse la donna con un occhiolino,
senza però allontanare l’attenzione da Lucius. Non poteva
commettere errori, non ora che aveva il Mangiamorte sotto tiro.
***
Severus Piton aprì gli occhi di scatto e si guardò intorno leggermente intontito.
La situazione si era completamente ribaltata: Lucius era disarmato di
fronte a Molly Weasley e suo figlio, mentre Rudolphus Lastrange era
sotto tiro della bacchette di Narcissa Black e Ginevra Weasley, con la
moglie a terra pietrificata.
Si alzò lentamente, sicuro di non essere notato, recuperò la sua arma e si mosse piano verso Bellatrix.
“Finitem Incantatem”
La Mangiamorte aprì gli occhi di scatto, ma la mano del professore le impedì di emettere anche un solo fiato.
“Evita di farti scoprire”
La donna lo squadrò con uno sguardo gelido e gli fece cenno di
allontanarsi da lei, si alzò con grazia e gli prese la bacchetta
dalla mani.
Non avrebbe sopportato un momento di più quell’affronto,
quella ragazzina si era permessa di umiliarla davanti a suo marito, non
avrebbe mai dovuto farlo.
Non poteva permetterle di rimanere in vita.
***
Nel frattempo, fuori dalla stanza i membri dell’Ordine della
Fenice erano alle prese con i Mangiamorte, continuavano ad aumentare,
sembravano non finire mai.
Remus Lupin si avvicinò a Silente e gli disse: “Albus, ho
mandato un messaggio attraverso un Patronus al Ministero, tra non molto
arriveranno gli Auror”
“Ottimo” rispose il professore evitando di essere colpito
da una fattura, “Dobbiamo tener duro ancora per poco. Poi
arriveranno i rinforzi”
Il lupo mannaro gli fece un breve sorriso e poi si allontanò, andando ad aiutare Bill e Charlie Weasley.
Ma nessuno di loro sapeva che gli Auror non sarebbero mai arrivati in
tempo per evitare la tragedia, infatti dopo aver abbattuto altri
quattro incappucciati, tutti la compagnia si bloccò per un
istante: dall’intento della stanza era giunto fino a loro un
urlo, seguito subito dopo da un pianto straziante.
***
Narcissa Black guardò il cognato con odio, sussurrandogli a
pochi centimetri di distanza: “Tra non molto tornerai ad Azkaban,
fosse l’ultima cosa che faccio nella mia vita, ma tu marcirai in
quella prigione, insieme a mia sorella e a mio marito”
L’uomo non disse una sola parola, ma un sorriso perfido si
dipinse sul suo volto, non appena ebbe inteso quello che qualcuno
dietro alle sue spalle aveva intenzione di fare.
***
Ginevra non si era mossa dalla sua postazione, era di fianco alla madre
di Draco con la bacchetta puntata contro il Mangiamorte.
Blaise Zabini invece era appoggiato al muro, faceva fatica a reggersi
in piedi, il colpo che gli aveva sferrato la donna l’aveva
stordito, sommato poi a tutte le Maledizioni Cruciatus che
l’avevano colpito.
Un fruscio dietro le sue spalle attirò la sua attenzione, ma quando si rese conto di quello che sarebbe successo, era troppo tardi.
***
Bellatrix Lastrange, con gli occhi colmi di ira e crudeltà, aveva puntato la bacchetta contro la piccola Weasley.
“Di addio alla tua inutile vita” aveva detto, prima di pronunciare la Maledizione Senza Perdono.
“Avada Kedravra”
Successe tutto a rallentatore, come se un regista si fosse divertito a registrare gli attimi secondo per secondo:
all’urlo della Mangiamorte, Ginny si era voltata e i suoi occhi si erano spalancati.
Non può finire cosi…
Blaise aveva trattenuto il fiato.
Draco e Molly Weasley avevano sentito il loro cuore spezzarsi in due,
consapevoli che non sarebbero mai riusciti a fermare il fascio di luce
verde che a velocità impressionante si stava dirigendo verso la
ragazza.
Rudolphus Lastrange, Lucius Malfoy e Severus Piton avevano dipinto sul loro volto perfido, un sorriso di pura malvagità.
Vendetta, finalmente…
E Narcissa…
Lei ascoltò solo il suo cuore…
***
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Capitolo 43 *** Perdita ***
42
42. Perdita
Aveva fatto la sua scelta. Aveva dato nuovamente ascolto prima al cuore
che alla ragione. L’aveva fatto per lui, suo figlio, il suo unico
figlio, l’aveva fatto per lei, la ragazza che era riuscita a
fargli battere il cuore.
Non appena ebbe sentito la voce della sorella pronunciare la Maledizione Senza Perdono, non esitò.
Il suo corpo si era mosso da solo, aveva fatto da scudo a quella dolce fanciulla che aveva ridato la gioia al suo bambino.
Narcissa Black in Malfoy venne colpita in pieno petto dal fascio verde dell’incantesimo.
No…
Il corpo senza vita della donna cadde tra le braccia sconvolte di Ginevra Weasley.
Gli occhi azzurri erano stati privati del loro splendore, erano spenti,
senza vita, ma un leggero sorriso era dipinto sul suo volto…
Un silenzio assordante si era diffuso in tutta al stanza, come se
nessuno, buono o Mangiamorte riuscisse a trovare le parole per
descrivere l’accaduto.
Bellatrix era rimasta colpita dal gesto della sorella minore e gli altri tre Mangiamorte erano allibiti quanto lei.
Blaise si appoggiò al muro, incredulo e sconvolto, le sue gambe
si erano rifiutate di reggere il suo peso dopo quel colpo atroce.
Molly Weasley aveva visto passare davanti ai suoi occhi di mamma tutti
i momenti felice di sua figlia, e si ritrovò a pensare che mai e
poi mai sarebbe riuscita a ringraziare quella donna che con grande
coraggio aveva salvato la sua unica figlia.
Ginny teneva tra le braccia il corpo di Narcissa, continuando a
scuotere ripetutamente la testa, mentre calde lacrime le rigavano il
viso, le sue dita tremavano in modo incontrollabile mentre abbassavano
con delicatezza le palpebre della donna, passando i polpastrelli sulla
pelle delicata e liscia delle guance.
La vista era offuscata dalle lacrime, non le importava più
niente di quello che sarebbe successo, la madre di Draco l’aveva
salvata da morte certa, le aveva fatto da scudo, aveva impedito a sua
sorella di mandarla al Creatore.
Perché?
Perché l’hai fatto?
Non poté impedire al suo pianto di diventare straziante, dopo aver udito l’urlo di dolore del suo ragazzo.
Draco Malfoy fissava le due donne che più amava nella sua vita.
I suoi occhi erano spalancati, vuoti, privi di espressione. Non poteva
crederci. Non poteva essere vero. Sua madre, la sua adorata madre. La
donna che aveva scoperto, solo poco tempo prima, schierata dalla sua
parte, consapevole del fatto che lui non avrebbe mai lottato a fianco
di suo padre.
La donna che gli aveva rivolto un sorriso sincero quando aveva capito
che si era innamorato veramente di una ragazza, la stessa per cui lei
ora si era sacrificata.
Aveva preso in pieno l’Avadra Kedravra, il suo cuore aveva smesso di battere per sempre.
Non avrebbe più visto il suo sorriso, non avrebbe più
sentito la sua voce, non si sarebbe più specchiato nei suoi
occhi chiari, non l’avrebbe mai più vista.
Era morta.
Il giovane Serpeverde dopo questa consapevolezza non sentì
più il suo corpo, non capì più nulla, non si rese
conto che era stato lui a urlare, non si era accorto che il pianto
straziante apparteneva alla sua ragazza.
I suoi occhi si erano riempiti di lacrime, la bacchetta gli era caduta
di mano, aveva stretto i pugni talmente forte da farsi male, la testa
gli girava e si sentì estraneo a tutto quello che successo un
istante dopo.
***
Ron si rese conto che il pianto straziante apparteneva a sua sorella,
senza esitazione si lanciò all’interno della stanza,
seguito da Harry ed Hermione e quello che videro li lasciò
sconvolti.
Narcissa aveva salvato Ginny, sacrificando la sua vita.
Non poterono avvicinarsi alla ragazza, perché finalmente
arrivarono gli Auror che entrarono nella stanza disarmando i tre
uomini.
Bellatrix Lastrange nella confusione generale provocata
dall’arrivo dei rinforzi si stava allontanando lentamente, ma una
presenza alle sue spalle la fece voltare.
“Dove credi di andare”
Quella voce la fece rabbrividire, non avrebbe mai immaginato che quella
donna sarebbe stata capace di tanto, prima aveva aiutato suo nipote, e
ora la stava sfidando.
Un ghigno crudele si dipinse sul suo volto.
“Cosa mi vorresti fare, Weasley”
“Molto semplice, Lastrange, eliminarti per sempre”
sussurrò la robusta signora, “Hai finito di seminare
distruzione, ed uccidere persone innocenti”
“Credi forse di farmi paura?” la sfidò puntandole la bacchetta contro.
“No, non è quello che voglio. Voglio solo vendicare la
morte di Narcissa” le rispose a tono la rossa, alzando la sua
arma contro la Mangiamorte.
“E credi che io te lo lasci fare, senza opporre resistenza?” continuò la mora.
Mamma Weasley sorrise, non era uno dei suoi soliti gesti dolci e gentili, era un sorriso crudele, di scherno.
“Addio” sussurrò, Bellatrix non riuscì mai a
trovare una spiegazione del suo comportamento, ma non riuscì ad
impedire alla donna di pronunciare l’incantesimo.
“Avada Kedravra”
Il corpo senza vita della Mangiamorte cadde a terra, con ancora, dipinto sul volto un’espressione di puro stupore.
Era finita, ma a quale prezzo?
***
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Capitolo 44 *** Sopravvivere ***
44
43. Sopravvivere
Gli Auror crearono un gran caos all’interno della stanza, Lucius
Malfoy, Severus Piton e Rudolphus Lastrange furono disarmati e
arrestati.
Molly Weasley si allontanò dal corpo di Bellatrix Lastrange, e tremante si avvicinò alla figlia.
Ginevra stava ancora piangendo, stringendo a se il corpo di Narcissa,
alzò lo sguardo incontrando gli occhi di sua madre e questo
provocò alla donna una stretta al cuore. Si inginocchiò
al suo fianco e prendendole le mani fra le sue l’avvicinò
a se, la giovane sentendo il calore della madre, si rifugiò nel
suo abbraccio, come un naufrago in cerca di rifugio.
Ron passò un braccio introno ai fianchi di Hermione, lei si
appoggiò a lui, mentre le lacrime le rigavano le guance, non
poteva crederci, se Narcissa non si fosse messa davanti, a
quest’ora stavano piangendo per la morte di Ginevra.
Lo sguardo offuscato della ragazza andò a posarsi su Draco
Malfoy e quello che vide la spaventò non poco: il giovane era
seduto per terra, gli occhi sbarrati, vuoti, e il viso rigato di
lacrime.
Non l’aveva mai visto così.
Vide Blaise Zabini avvicinarsi all’amico, che non appena si
accorse di lui, abbassò nuovamente lo sguardo, ma il giovane
mettendosi al suo livello e ignorando le sue proteste, lo
abbracciò.
Il Serpeverde non riuscì a trovare la forza di opporsi a quel
gesto. Ne aveva bisogno. Non emise nessun rumore, ma dopo aver
appoggiato la testa sulla spalla dell’amico, rimase fermo in
quella posizione per molto tempo.
Il resto dell’Ordine, non appena gli Auror ebbero portato via i Mangiamorte rimasti, entrarono nella stanza.
Arthur Weasley si avvicinò alla figlia, mentre Harry e il resto della famiglia Weasley si unirono a Ron ed Hermione.
Malocchio, Remus e Tonks presero con delicatezza il corpo di Narcissa e si smaterializzarono ad Hogwarts.
Albus Silente si avvicinò ai due Serpeverde, “Draco”
iniziò piano, “So che al momento le parole di un povero
vecchio non attirano la tua attenzione, ma è meglio andar via da
qui”
Draco si allontano da Blaise, e con un passo malfermo, dopo aver
annuito al preside, si avvicinò ai coniugi Weasley che stavano
ancora cercando, invano, di calmare il pianto della loro bambina.
Arthur e Molly non appena videro il ragazzo si allontanarono piano
dalla ragazza, la quale non appena si accorse della presenza di Draco,
si alzò di scatto e gli gettò le braccia al collo,
sciogliendosi nuovamente in un pianto disperato.
Il Serpeverde si rifugiò, come un’anima perduta,
nell’abbraccio della Grifondoro, nascondendo il volto nei suoi
capelli rossi.
Tutti i presenti, guardando la scena, si sentirono il cuore sanguinante, come se stretto in una morsa.
***
Il gruppo dell’Ordine della Fenice si era smaterializzato nel
cortile del castello, e a piedi raggiunsero Malocchio, Remus e Tonks in
infermeria, dove Madama Chips iniziò a medicare le loro ferite.
Draco e Ginny erano seduti su un letto: lui con la testa e la mano
fasciata era appoggiato al petto della giovane e con un braccio le
cingeva soldamente un fianco, lei aveva qualche graffio sul viso e
qualche fasciatura sparsa per il corpo, ma sembrava che non le
importasse nulla, la sua attenzione era rivolta tutta al giovane che
tremava abbracciato a lei, con una mano gli accarezzava i capelli
biondi, mentre l’altra era intrecciata con le sue fredde.
Entrambi i loro sguardi erano vuoti e tristi, quella perdita li aveva
segnati nel profondo del loro cuore, lo sapevano tutti e anche loro ne
erano consapevoli.
***
La notte aveva avvolto tutta la
scuola, i membri dell’Ordine erano tornati a Grimmauld Place,
mentre i professori erano riuniti in presidenza.
Il trio di Grifondoro era tornato nella loro Sala Comune, Ron ed
Hermione erano suduti sul divano, mentre Harry era appoggiato al
davanzale della finestra.
“E’ assurdo” sussussò l’unica ragazza presente nella stanza.
“Già” continuò il rosso, “Le persone innocenti sono sempre i primi che se ne vanno”
“Per non parlare della vigliaccheria di Voldemort” aggiunse
il bambino sopravvissuto. Infatti il Lord Oscuro ora scappato quando la
battaglia aveva preso una piega poco favorevole per i suoi scopi,
così aveva deciso di tagliare la corda.
Hermione tirò su col naso, mentre altre lacrime uscivano dai
suoi occhi, “Non riesco ancora a crederci… Se Narcissa non
si fosse messa in mezzo… Gin… Gin sarebbe…”
Ron l’abbracciò forte, “Lo so…” disse
solo, consapevole che quello che aveva detto la sua ragazza
corrispondeva a quello che potrebbe essere stata la realtà.
***
Blaise era appena uscito dall’infermeria per dirigersi nella
Stanza delle Necessità, dove avrebbe passato la notte, mentre
Gin e Draco sarebbero rimasti in infermeria.
I due giovani erano ancora fermi della posizione che li aveva tenuti vicini per tutto il pomeriggio.
Il silenzio regnava sovrano in quella stanza, il buoi avvolgeva i due ragazzi.
“Amore” la voce di Draco era bassa e distrutta, “Non
riesco a credere che non ci sia più” confessò,
stringendosi di più al corpo del suo angelo.
“Neanch’io” rispose altrettanto piano la ragazza, “Mi ha salvato la vita” sussurrò.
“Per questo non spetterò mai di ringraziarla”
affermò il Serpeverde alzandosi, per specchiarsi negli occhi
verdi tristi della ragazza.
Ginevra in risposta gli passò le braccia al collo, per attirarlo verso di se, “Ho avuto paura”.
“Anch’io” sussurrò il ragazzo, “Ma
adesso è finita” continuò passandole le braccia
sotto la schiena e appoggiando la fronte contro la sua, “Non
riuscirei più a immaginare la mia vita senza la tua
presenza”
“Ti amo” gli disse lei a fior di labbra, prima che il
biondino gliele catturasse, coinvolgendola in un bacio mozzafiato che
racchiudeva nel suo interno tutte le emozioni che avevano provato in
quei momenti.
Si addormentarono così, avvinghiati l’uno al corpo dell’altra, uniti, legati da un filo invisibile.
***
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Capitolo 45 *** Ricominciare a vivere ***
45
44. Ricominciare a vivere
Nonostante il funerale di Narcissa si fosse svolto da una
settimana, Draco non riusciva ancora a credere che non avrebbe
più rivisto sua madre.
Era seduto ai piedi di una grande quercia sulla riva del Lago Nero,
aveva sulle gambe un libro aperto, le pagine si muovevano
distrattamente a causa del vento, i suoi occhi però non ci
facevano caso, perché erano fissi all’orizzonte.
Era morta.
Continuava a ripeterselo, ma
non ci credeva. Davanti ai suoi occhi continuava a vedere l’Avada
Kedavra che la colpiva e che le toglieva la vita.
Ginevra l’aveva notato da una finestra del castello e aveva deciso di andare da lui.
Doveva farlo riprendere, aiutarlo, farlo reagire a quella perdita.
Gli si era avvicinata con cautela, in religioso silenzio. Il giovane
l’aveva notata voltandosi verso di lei, i loro occhi si erano
incrociati.
“Posso?” chiese lei gentilmente, il ragazzo annuì e
lei si sedette al suo fianco appoggiandosi alla sua spalle.
Rimasero fermi per alcuni attimi, Ginny non sapeva da che parte
iniziare, anche perché solo le parole non sarebbero riuscite ad
aiutarlo.
Draco in risposta si era ancorato a lei, tremava ancora leggermente, come al funerale, ma nessuna lacrima solcava il suo viso.
Ginevra Weasley non si sarebbe mai dimenticata quel giorno, era rimasta
per tutta la durata della cerimonia al suo fianco, e sebbene il ragazzo
tremasse, non aveva versato una lacrima, i suoi occhi erano
maledettamente tristi e spenti, ma non aveva dato segno di debolezza
piangendo, si era solo stretto a lei.
“Mi manca” quelle due parole, appena sussurrate la
riportarono alla realtà, “Mi manca da morire, non riesco
ancora a credere che sia morta”
Ginny gli baciò la fronte, stringendolo di più a se.
“Anche a me” gli rispose accarezzandogli lentamente i
capelli e il collo, “Però, credo che non vorrebbe vederti
cosi”
“Lo so” disse lui, “Ma non ce la faccio. Mi sento a
pezzi, se penso al suo corpo senza vita in quella bara sto male, il
cuore mi batte all’impazzata, il respiro mi manca, il corpo
trema…”
Quanto dolore c’era in quel ragazzo, quanto male aveva sopportato e provato sulla sua pelle.
“Gin…” continuò con la voce distrutta, “Aiutami. Da solo non ce la faccio”
“Ce la fai” gli rispose piano lei, con gli occhi lucidi gli
prese il volto tra le mani per poterlo guardare fisso negli occhi,
“Ce la fai, ce la faremo. Io e te, insieme. Lo supereremo insieme”
“Non voglio dimenticarla”
“Non succederà” gli appoggiò una mano sul
cuore, “Finchè lei resterà qui, non la
dimenticherai mai. Narcissa vive nei tuoi ricordi e nel tuo
cuore”
Il ragazzo annuì lievemente attirandola poi verso di se, lei si
strinse forte al suo corpo, dandogli un lieve bacio sulla base del
collo.
“Grazie” sussurrò contro i suoi capelli.
“Viviamo amore” bisbigliò lei, “E non rendiamo vano il suo sacrificio”
Restarono così, stretti l’uno all’altra, consapevoli
che nonostante quella grave perdita sarebbero riusciti ad andare
avanti, avrebbero ricominciato a vivere.
Insieme.
Fine
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Capitolo 46 *** Epilogo ***
46
Epilogo
“RON!” la voce spazientita di Hermione si diffuse in tutta la Tana.
“Arrivo, arrivo”
“Muoviti! Tutti gli altri sono già in chiesa, non è possibile che il padrino arrivi in ritardo al battesimo della sua figlioccia!!”
Hermione Jane Granger era sulla soglia della porta con in braccio un
bambino di quasi un anno che giocava beatamente con i capelli
della madre.
Dopo la scontitta di Lord Voldemort avvenuta dodici anni prima, per
opera di Harry Potter, i ragazzi avevano finito la scuola e si erano
iscritti tutti al corso per diventare Auror, compresi Malfoy e Zabini.
Ormai il loro distintivo era appeso sulle loro divise da nove anni.
Lei e Ron si erano sposati quattro anni prima e Jack aveva quasi un
anno. Il piccolo si poteva definire proprio di marca Weasley, capelli
rossi e occhi blu.
Harry si era fidanzato con una loro compagna di corso, Evelin, e convivevano ormai da cinque anni.
Ginevra e Draco invece si erano sposati tre anni prima e quel giorno ci sarebbe stato il battesimo della loro bambina.
Ron scese dalle scale di corsa, mentre si stava allacciando la cravatta
e con il fiatone si avvicinò alla moglie che lo stava
letteralmente fulminando.
“Non trovavo la cravatta” cercò di scusarsi il rosso.
“Non diciamo cavolate! Ti avevo preparato tutto!” gli
rispose la donna, mentre lo afferrava per un polso, per
smaterializzarsi insieme.
Ad aspettarli fuori dalla chiesa c’era Molly Wealsey e la sua espressione non era per niente rassicurante.
“TU! Disgraziato! Dovevi arrivare proprio oggi in ritardo! Blaise è stato uno dei primi”
“Mamma, per favore, calmati. Non è ancora iniziata la cerimonia” cercò di salvarsi il giovane.
“Non parlare!” gli urlò contro, “E adesso
muoviti! Tua sorella ti sta aspettando già da troppo
tempo!”
“Va bene, va bene, sto andando”
Il giovane Wealsey entrò nella chiesa con passo spedito e quando
vide sua sorella, insieme a Draco, parlare con il prete, non
potè non sorridere.
La sua nipotina era in braccio a Blaise, l’altro padrino inisieme
a lui, la piccola era la fotocopia di sua sorella, gli stessi occhi
verdi, lo sguardo birichino, ma i capelli erano quelli di Draco,
biondissimi.
Harry era in compagnia di Evelin ed erano seduti su una panca vicino a
Blaise, e lo stavano guardando con un’esperessione parecchio
buffa.
“Sei leggermente in ritardo” disse il bambino sopravvissuto.
“Non me lo dire, mia madre ed Hermione mi hanno già fatto venire il mal di testa!”
“RON!” la rossa si
era avvicinata al fratello e l’aveva trascinato per un gomito
verso il prete, sotto lo sguardo divertito di Draco e gli altri.
L’ex Serpeverde durante tutta la cerimonia non riuscì a
togliere gli occhi dalla donna che l’aveva cambiato così
tanto e che gli aveva fatto conoscere l’amore, donandogli la cosa
più bella che potesse mai ricevere.
La loro bambina.
Narcissa Malfoy.
Il nome l’avevano deciso non appena la bambina era nata, il suo
sguardo era uguale a quello di sua madre, aveva la stessa espressione.
Dopo uno scambio di sguardi il nome era era chiaro.
Quella bambina era la loro speranza, il loro amore, le lore essenze in un’unica persona.
E Narcissa aveva loro permesso di stare insieme, salvando Ginevra quel giorno.
Draco guardò sua moglie, quel giorno era bellissima, i suoi
occhi verdi splendevano e guardava con un sorriso speciale suo fratello
e Blaise accanto alla loro bambina, vicino al prete.
Finita la cerimonia erano tutti fuori sul piazzale della chiesa, Molly
Wealsey aveva in braccio Narcissa e continuava a mostrarla ed elogiarla
davanti a tutti i parenti, sotto lo sguardo divertito di tutti i figli
e il marito.
Draco vece scorrere la mano in quella di Ginevra, lei si voltò e sorrise.
“Sono felice” sussurrò.
Lui l’attirò verso di se e la baciò,
“Anch’io” le rispose a fior di labbra, “Solo
grazie a te”.
Gli occhi di Ginny si illuminarono e lo abbracciò forte.
Dopo essersi allontanata leggermente da suo marito, cercò con lo
sguardo sua figlia, il frutto del loro amore e stringendo al mano di
Draco si avvicinò a sua madre, consapevole di avere tra le
mani tutto quello che aveva sempre desiderato.
Bene gente, se siete arrivati
fino a qui, significa che in qualche modo questa storia vi è
piaciuto o almeno ha attirato la vostra attenzione.
Vi ringrazio per averla letta e per aver lasciato qualche commento.
Ovviamento non posso non dire grazie a tutti quelli che hanno recinsato questa storia, siete stati davvero molto gentili!
Un abbraccio...
HiL
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