Scambio d'identità

di _Juddy_
(/viewuser.php?uid=281351)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ~ ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ~ ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ~ ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ~ ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ~ ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ~ ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ~ ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ~ ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ~ ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ~ ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ~ ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ~ ***
Capitolo 14: *** ~ Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ~ ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ~ ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ~ ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ~ ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ~ ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

- Juddy, vieni qui.-
Una ragazza con gli occhi cerulei si avvicina all’uomo che ha parlato.
- Si, signore?-
Questo la squadra da cima a fondo tanto che la castana si sente quasi spogliata dal suo sguardo.
- Il periodo di addestramento è finito! Sei perfettamente in grado di esaudire i desideri degli umani da sola ma, come sai, dovremo affiancarti una compagna in modo che possiate formare una squadra efficiente e attenta a tutte le esigenze.-
Un’ altra ragazza, più o meno della sua stessa età,  si avvicina alla scrivania dove è seduto l’uomo. E’ abbastanza alta con un taglio sfilato di un castano scuro, e con un ciuffo; gli occhi buoni e bruni.
Uno scambio di sguardi da entrambe le parti.
- Sarebbe lei la mia nuova compagna/aiutante, signore?-
L’uomo annuisce, serio.
- Esattamente! Ti presento Sissy. Avrete comunque modo di conoscervi meglio! In fondo quattro occhi sono meglio di due, no? Sono sicuro che vi troverete benissimo insieme! Su, andate ora...-
Le due annuiscono e insieme escono dalla stanza avvolta dalla penombra.
C’è veramente tanto lavoro da fare.


 ~ ☆~ ☆~ ☆~

Entro nel cancello di casa, con passo lento e calzante.
Comincia a tirare un vento fresco, e il sole è tramontato da un pezzo.
I suoi lucenti raggi rischiarano ancora il cielo, ma tra un po’ caleranno le ombre della notte.
Uscito dalla palestra , non volevo tornare subito a casa;  così, ho deciso di fare la strada più lunga.
Gli alberi erano stranamente inquietanti, questo pomeriggio.
Oppure erano i miei occhi, che volevano per forza vederci qualcosa di diverso?
Non credo abbia molta importanza, comunque.
Adesso sono a casa, e non devo più preoccupami per nulla.
Non mi è consentito stare tanto fuori; non ho mai capito perché.
Forse è solo per rendermi le giornate più noiose di quello che già sono.
Non è da escludere...
Sbuffo, entrando definitivamente in casa.
- Buona sera signorino. Com’è andato l’allenamento?- mi chiede il maggiordomo, accennando un inchino al mio passaggio.
- Buona sera a lei. La ringrazio per l’interessamento, è andato tutto bene, comunque.- sussurrò lentamente al signore davanti a me, senza dare particolare inflessione alla mia voce.
- Non ho voglia di mangiare niente. Andrò in camera mia.- detto questo, liquido con fermezza il maggiordomo.
Non ho proprio voglia di perdermi in chiacchiere inutili, non adesso.
Salito in camera, mi guardo un attimo intorno.
La stanza è in ordine, e c’è un odore di pulito.
Probabilmente avranno sistemato mentre io ero alla Teikoku.
Lentamente, mi appoggio sul divano, sospirando.
Come mi sento strano, oggi...
Magari sono solo stanco.
Libero le ciocche castane dalla restrizione della coda, ma, al momento di sfilarmi gli occhialini, rimango con la mano sospesa nel vuoto, senza riuscire ad avvicinarla anche di poco al viso.
Con un altro sospiro, faccio ricadere il braccio sulle gambe, e il mio sguardo cade sul televisore davanti a me.
“No, non ne ho voglia...”
Non c’è nulla di nuovo da vedere, ho dei filmati di allenamenti e partite vecchie: errori a cui ho già posto rimedio. Il mio respiro è calmo, regolato, nonostante la lunga passeggiata di poco fa.
L’allenamento praticamente non c’è stato: non ho toccato un pallone.
Ho solo sistemato in maniera definitiva le tecniche che utilizzeremo nella prossima partita.
Nella casa, regna il silenzio più totale.
Mentalmente, attraverso tutte le stanze, tutti i ripostigli e, compiendo il completo giro della casa, mi rendo conto di essere in un castello.
Sorrido lievemente, a quel pensiero: soprattutto da più piccolo, con i miei compagni, ci perdevamo addirittura qua dentro, da quanto ci sembrava grande.
Un castello incantato, dicevo qualche anno fa.
Un castello abbandonato, affermo adesso.
Ho notato infatti come più il tempo passa, più questo posto è silenzioso e inabitato.
Non si sentono più rumori, di nessun tipo.
E’ una situazione terribile… Spaventosa.
Un conto, è visitare un castello abbandonato.
Perché può essere spaventoso, terribile ed inquietante quanto si vuole, ma alla fine, per quanto ci si possa spaventare, si esce da quel castello, e non ci si torna più.
E’ bello andare in quei castelli abbandonati, soprattutto nella notte di Halloween.
E’ un’esperienza particolare, che può spaventare parecchio, se ben organizzata.
Ma… un conto è visitare un castello abbandonato e inabitato, un conto è viverci.
Sussistere in quella particolare condizione nella quale solo il silenzio e la paura regnano intorno a te. Sempre, giorno e notte. E non riuscire ad incoraggiarsi dicendo “Coraggio, non devo avere paura! Tanto poi riuscirò certo ad uscirne…” No. Qui no. Perché è casa mia, ma ci vivo solo io.
E’ raro infatti che mio padre stia a casa tutto il giorno, e i maggiordomi sono talmente silenziosi e rispettosi dell’ambiente che non si sente mai volare una mosca.
E’ tutto così ammortizzato… A volte, penso di avere i sensi anestetizzati.
Potrebbe essere una spiegazione rassicurante: perché vorrebbe dire che sono io che non li sento chiaramente, ma in realtà ci sono.
E invece, no.
Mi alzo con cautela dal divanetto e guardo l’alta libreria davanti a me.
Prendo a caso un libro dallo scaffale; mi rigiro in mano la copertina, e tastando il titolo ad occhi chiusi, senza aprire la pagina, sono in grado di dire perfettamente tutto quello che c’è scritto fra quelle righe.
Ho passato un’infinità di pomeriggi a leggere e rileggere questi libri, fin da quando ero bambino.
La conoscenza mi ha sempre affascinato, ma adesso sono veramente a dei livelli ridicoli.
Non ho mai niente da fare…
“Sono stufo di vivere in questo modo! E’ una vita passiva, ogni giorno è uguale all'altro, non cambia mai nulla. Alla mattina, appena sveglio, so già tutto quello che succederà durante il giorno. Perché tutte le mie giornate, tutte le mie azioni, tutti i miei incontri, sono già programmati e per questo avverranno per forza. Mi regolano la vita, senza che io possa fare nulla per impedirlo. Sono stufo, sono veramente arrivato al limite della mia pazienza! Vorrei solo poter vivere le mie giornate come un ragazzo normale, con le sue sorprese, imprevisti, incontri inaspettati e tutto quello che mi potrebbe fare sorridere.
Sono stufo di dover mascherarmi in continuo, solo perché qualcuno ha deciso che deve essere così.
Vorrei essere padrone delle mie azioni, per qualche giorno; non mi sembra di chiedere nulla di strano…”
Sospiro, regolarizzando i battiti del cuore.
Mi sono sfogato troppo, lasciando correre liberi i pensieri.
Ho imparato a tenere ben strette le briglie, perché capita che molti desideri, pensieri, soprattutto alla mia età, siano impulsivi e poco ragionevoli. Per questo non devo lasciarmi andare, ma devo riflettere sempre con calma e sicurezza. Non devo mai dubitare delle mie azioni, perché è solo da loro che ne consegue il corso della giornata…
Ah! Sono stanco di tutte queste parole, frasi… Frasi iniziate e mai finite.
Frasi con un senso ma che non mi dicono chiaramente cosa vogliono da me.
Non devo fare niente io… Niente.
Tutte queste regole insensate che mi hanno imposto fin da bambino… Ma perché?!
Perché?!
Respiro profondamente, allentando la presa sul libro, che cade lentamente ai miei piedi.
Sono stanco … Sono veramente stanco.
Mi ritrovo costantemente in uno stato di apnea… Come fossi nella nebbia.
Con la nebbia mi rendo conto delle cose intorno a me, ma non le vedo chiaramente.
Per questo, so benissimo cosa sto facendo, so che non tutto è corretto, ma la vista è sempre così appannata, così offuscata … Ma la nebbia non me la sono creata io, me la fanno calare gli altri attorno.
Mi attoniscono, tenendomi all’oscuro di tutto finché non mi ci ritrovo dentro fino al collo.
E a quel punto non posso rinunciare, e devo per forza accettare quelle condizioni, anche se le reputo profondamente ingiuste.
Questo è quello che ho vissuto … Fino ad ora.
Ma non voglio più che sia così. Vorrei poter fare qualcosa.
Vorrei poter cambiare qualcosa.
Ma so che, da solo, non posso fare nulla.
Sospiro, quasi rassegnato.
La testa ha cominciato a battere in modo improvviso e alquanto violento; mi siedo per terra, appoggiando con cautela la testa contro il divano.
E, in quel momento, perdo completamente coscienza, cadendo in un sonno profondo …


~ ☆~ ☆~ ☆~
 
- La sfera si sta illuminando, qualcuno ha bisogno di noi!-
La voce di Sissy spezza il silenzio che si era venuto a creare. Juddy si avvicina lentamente a lei. Il loro primo incarico... Quale persona avrebbero dovuto aiutare? E quale sarebbe stato il suo desiderio?
- Guardiamo... Ehi, questo ragazzo che ha bisogno di noi è... Giapponese?!-
Gli occhi di entrambe si illuminano, sprizzando felicità da tutti i pori. 
- Io adoro il Giappone!-
Guardandosi, si rendono conto di aver pronunciato queste parole contemporaneamente e, dopo poco, scoppiano entrambe a ridere sinceramente. 
- Ci assomigliamo molto noi due, neh?-
La ragazza dagli occhi cerulei si scosta con un rapido gesto della mano una ciocca dei corti capelli castani calatale sulla fronte. 
- Questa è per te una grossa credenziale, Sissy! Saremo ottime amiche!- 
L'altra annuisce, felice. 
- Vediamo ora che possiamo fare per aiutare questo povero quattordicenne…!- 
- Sappiamo anche come si chiama?- 
- Sì, Kidou Yuuto...-


~ ☆~ ☆~ ☆~

Come una furia, spalanco la porta di casa.
-SONO TORNATO!!-
-Ben arrivato Gouenji. Vuoi qualcosa…-
-No no! Non ho tempo! Corro a farmi una doccia, e poi devo finire i compiti! Mangerò più tardi!-
Detto questo, lancio la giacca sul tavolo, fiondandomi in bagno.
Sento la governante sospirare, mentre, spogliatomi in fretta e furia, mi butto sotto il caldo getto della doccia.
Mi lavo in modo frettoloso e sbrigativo, e senza neanche asciugarmi i capelli, sono già fuori dalla stanza, da cui provengono vapori caldi della condensa.
-Oh Shuuya! Almeno tamponali un poco con l’asciugamano!- mi sgrida la donna, porgendomi appunto l’asciugamano blu.
Con uno sbuffo torno in bagno, e, tamponate rapidamente le ciocche bionde, eccomi di nuovo a varcare la soglia.
Neanche il tempo di dire una parola, che già sono in camera mia.
-Ah quel ragazzo… Sempre di fretta…!- sento di sotto la governante sospirare.
-Quella donna si lamenta un po’ troppo…!- sbuffo, aprendo il libro di testo.
Lancio un’occhiata alla sveglia sopra la scrivania: ho due ore scarse…
Ce la posso fare.
Svolgo svogliatamente gli esercizi, senza riuscire a concentrarmi.
I miei pensieri sono tutti all’allenamento che faremo dopocena; in effetti sarà piuttosto buio, e farà freddo, ma non ha importanza. Dobbiamo prepararci al meglio per poter vincere anche la prossima partita. 
Con sospiro di sollievo chiudo il libro, e dall’agitazione gli do un colpo con il gomito.
Questo cade dalla scrivania, con un forte tonfo…
Se lo dessi in testa alla prof, magari ce ne darebbe meno, di esercizi…
Rifletto, divertito dal mio stesso pensiero.
Endou lo farebbe, eccome. Qualunque cosa pur di trovare più tempo per gli allenamenti.
Quel ragazzo è formidabile.
Ha un’energia e una forza d’animo davvero invidiabili.
Già da tempo avevo deciso di lasciar perdere con il calcio… E invece, grazie a lui, ho capito che avrei commesso un errore, smettendo di giocare.
Dopo ogni allenamento, vado sempre a far visita alla mia sorellina: e anche oggi non ho fatto eccezione.
Ormai gli allenamenti rubano sempre più tempo, e sto pochissimo in casa.
Quelle poche ore che ci passo, esclusa la notte, c’è sempre un tale baccano…
Sembra che la casa possa venir giù da un momento all’altro.
Non è solo la governante, quando pulisce… Sono anche i vicini.
Giustamente, mi dovevano capitare i più rumorosi e antipatici vicini di casa dell’intero cosmo…!
Ad ogni ora, sembra abbiano intenzione di sfondare i muri. Temo che progettino di fare esplodere una bomba nucleare… E non è affatto da escludere, anzi.
Più passa il tempo, più me ne convinco.
Mi butto con un balzo sul letto, e il mio sguardo si posa sul soffitto.
Tiro un profondo sospiro: ho l’adrenalina a mille…
Se non mi do una calmata, il cuore esploderà…! Batte con talmente impeto…
Prendo nuovamente un profondo respiro, cercando di quietarmi.
“Vorrei avere un po’ di pace, qualche giorno.
Non per sempre, eh. Solo per qualche tempo.
Vorrei potermi stendere nel letto, tranquillo, e riuscire a non avere un pensiero per la testa.
Vorrei potermi annoiare.
Sono un po’ stufo di questa vita che sembra impazzita.
Corro avanti ed indietro, in ogni dove, sempre, in continuo.
Almeno per qualche giorno, vorrei avere uno schema.
Vorrei sapere esattamente cosa farò, dove e quando.
Senza imprevisti, senza impegni assurdi e appuntamenti all’ultimo minuto. 
Vorrei poter trovare dei momenti vuoti, dove posso solo riposarmi, e lasciare libera la mente da qualsiasi altro pensiero che non sia il riposo totale…
E invece no, sono sempre sbattuto da una parte all’altra della scuola, della casa, della città; e scatto come impazzito ovunque, a qualsiasi orario.
Adesso Endou ha avuto anche l’idea dell’allenamento serale… E sono fritto.
Completamente.
Neanche la sera posso riposarmi un attimo!
Un po’ di riposo, un po’ di pace, un po’ di silenzio; non mi sembra di chiedere nulla di strano…!”
Sento dal piano di sotto la governante chiamarmi: sarà pronta la cena… E’ meglio che scenda.
Faccio per alzarmi dal letto, ma la testa comincia a battere in modo impetuoso e incessante.
Sembra un martello che batte violento ed indistruttibile, e non mi lascia pace.
Con respiro più regolare, abbasso nuovamente il capo, e appena i capelli ancora umidi sfiorano il cuscino, sento gli occhi chiudersi, da soli.
E così, contro la mia volontà, mi addormento, cullato dalla brezza serale che soffia fuori dalle finestre spalancate…


~ ☆~ ☆~ ☆~

La sfera sul tavolo si illumina per la seconda volta. Juddy sbuffa rumorosamente vedendo tutti quei bagliori luccicanti disperdersi nella stanza. 
- Uffa! Non siamo nemmeno al primo giorno e questa maledetta sfera si è già illuminata due volte!- 
La mora accanto a lei tenta di calmarla come può. 
- Anche lui è giapponese, si chiama Gouenji Shuuya!-
L'altra ragazza annuisce, mentre i suoi occhi passano da un tenue azzurrino a un grigio scuro. 
- Certo che i quattordicenni terrestri non hanno molta originalità in fatto di desideri. Anche lui vuole una vita diversa, più riposo, più calma, meno stress. L'altro invece voleva un'esistenza più imprevedibile.-
Sissy scuote la testa, sconfortata.
- Si, sono parecchio strani. Come potremmo fare per realizzare il loro desiderio?-
Basta uno sguardo, e le due giovani sorridono, soddisfatte dell’idea comune. Nonostante l’essersi conosciute da poco, sono già in perfetta sintonia. 
La mora riprende a parlare, strizzando l'occhio alla compagna. 
- Domani mattina avranno una bella sorpresa!- 
Si battono il cinque; sono proprio una bella squadra!

 
Angolino delle due fatine
 Ciau, Ragazzi!
       *escono da dietro un muretto guardandosi intorno imbarazzate*  
Si, una long insieme. Abbiamo avuto questa brillante idea qualche mese fa ma abbiamo dovuto aspettare un po’ a  causa degli esami. ^^’’
Comunque ora siamo qui e speriamo che questa long vi piaccia a cominciare dal prologo.
Andiamo a spiegarvi come si strutturerà la storia.
I protagonisti sono Yuuto e Shuuya con una piccola parte di storia dedicata a due fatine, Sissy e Juddy (xD), specializzate nel risolvere desideri dei terrestri. Saranno loro infatti a complicare la trama e, di conseguenza, la vita ai due ragazzi.
Beh, non sempre quando si desidera di cambiare si cambia in meglio, neh?
I capitoli saranno divisi in tre parti.
Una parte con la narrazione al presente in prima persona con Kidou. Un’altra parte con la narrazione al presente in prima persona di Gouenji. L’ultima parte, un po’ divisa tra le narrazioni dei due, sarà in terza persona e interamente dedicata alle pericolose (?) idee delle due fatine.
In questo primo capitolo Sissy si è occupata della narrazione di Kidou e Gouenji mentre io mi sono arrovellata per caratterizzare al meglio le due fatine. Ovviamente nei prossimi capitoli ci alterneremo scambiandoci la narrazione di Shuuya e Yuuto facendo una volta per uno.
Speriamo che la nostra storia vi piaccia.
Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui.
Ce la lasciate una recensione piccola piccola? Giusto per sapere le vostre impressioni, eh. ^^
Detto questo... Buona lettura! 
Un bacio fatato (?),

  Sissy e Juddy 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ~ ***


Capitolo 1

- Secondo te abbiamo esagerato, Juddy?-
La voce di Sissy è scossa da una nota tremolante dovuta ad un misterioso ghigno, a metà tra una smorfia e un sorriso, comparso sul volto dell'amica accanto a lei. 
L'altra la guarda, gli occhi cerulei che brillano di eccitazione. 
- No, non credo. Non mi sembra; in fondo è il nostro compito esaudire i loro desideri.-
Si scrolla nelle spalle mentre la mora le si avvicina mettendole una mano sulla schiena. 
- Ma addirittura scambiare le loro identità...- 
Un lampo di cattiveria illumina lo sguardo di Juddy. 
- Non ti preoccupare, ti dico. Ci divertiremo, vedrai...- 
E Sissy, davanti a questa ultima affermazione, si rilassa esibendosi in un dolcissimo sorriso di affermazione. 
- Speriamo solo che tutto fili liscio...-


~ ☆~ ☆~ ☆~

- Benedetto ragazzo! Ma perché devi essere sempre così di fretta?! Devi andare a scuola! E' tardissimo, non hai sentito la sveglia?!-
Chi è che urla a quest'ora del mattino? 
Io in ritardo a scuola? Ma se mi sveglio sempre con due ore di anticipo per fare tutto con assoluta calma! 
Mi stropiccio gli occhi senza però riuscire ad aprirli. Mi sembra di aver dormito per una settimana da quanto mi sento frastornato. 
- Insomma ti vuoi svegliare?!- 
Ancora questa maledetta voce che mi urla nelle orecchie! Cosa sarà successo per mettermi tutta questa fretta...? Qualcuno mi inizia a scuotere violentemente mettendomi una mano sulla spalla destra. 
- Ancora cinque minuti, papà...-
La mia voce è ancora impastata dal sonno.
- Come, "papà"?! Svegliati immediatamente!!- 
L'ultimo urlo mi costringe definitivamente ad aprire gli occhi mentre un fascio di luce fa diradare la nebbia creata dalla notte.
Ai piedi del mio letto c'è una donna di mezz'età che mi guarda preoccupata. 
Non l'ho mai vista prima, chi sarà?
Forse una nuova cameriera assunta da mio padre… 
- Ah, finalmente ti sei svegliato! Stavi dicendo cose molto strane, sai? Ieri non sei andato all'allenamento serale organizzato dai tuoi amici. Eri davvero così stanco?!- 
Sorvolo sul fatto che non mi ha dato del "lei". Mi sento spaesato e a disagio sebbene mi trovi nella mia camera. 
- Scusi, perché urla tanto? Stia tranquilla. Non sono assolutamente in ritardo.- le ultime parole si perdono in un sussurro mentre cerco di accennare un piccolo sorriso. 
Gli occhi color cioccolato della donna mi guardano spaesati. Che avrò detto di strano?
- Preparati e poi scendi: è pronta la colazione!- 
In un attimo mi ritrovo solo. Certo che è parecchio strana la gente.
Faccio per alzarmi dal letto quando mi accorgo di non trovarmi affatto nella mia camera. 
Dove sono finito? 
Arrivo alla conclusione di stare ancora sognando; così mi tiro un pizzicotto sul braccio sperando di svegliarmi. 
Niente. Non succede assolutamente niente. 
La paura mi assale; come cavolo ho fatto ad arrivare in questa casa?
Mi alzo lentamente dal letto cercando gli occhialini e l'elastico per la coda.
Non ci sono. O meglio, non li trovo. 
Con passo tremante mi avvicino al cassettone dove sopra è appeso uno specchio. 
Reprimo un urlo di terrore nel vedere la mia immagine riflessa. 
Gli occhi vermigli attenti e spiccanti nel biancore della mia carnagione sono stati sostituiti da due occhi profondi, dal colore del cioccolato, scuri nella freddezza dello sguardo del ragazzo di fronte allo specchio. Le mie ciocche castane sono state trasformate in una specie di acconciatura futuristica, di un biondo formidabile. 
Allo specchio non ci sono io ma... Gouenji Shuuya! Il Flame Bomber della Raimon!
Sto per svenire…! Sento la terra sgretolarsi sotto i piedi.
Quindi succede questo quando si desidera intensamente una cosa?!
Volevo cambiare vita e l'ho cambiata così!?
Rimango a bocca aperta, inebetito, mentre l’immagine del ragazzo che non sono io si riflette nello specchio davanti a me.
 

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Hai visto? E' rimasto letteralmente senza parole!- 
Juddy saltella da una parte all'altra della stanza, completamente incapace di fermarsi.
Sissy annuisce, poco convinta. 
- Ma se la caverà?-
La castana si blocca improvvisamente. Rivolgendo all'amica uno sguardo pieno di complicità.
- Ma certo! Gli umani riescono sempre a cavarsela, fidati di me!-
La ragazza sorride mentre si scosta con un rapido movimento della testa un ciuffo di capelli ribelle calatagli sugli occhi.
- Vediamo ora l'altro come sta passando la sua prima mattinata "fuori casa".-
Juddy strizza l'occhio alla compagna mentre si avvicinano entrambe alla sfera che riprende a emanare bagliori.


~ ☆~ ☆~ ☆~

Un fascio di luce mi colpisce in pieno il viso, dandomi delicatamente il buongiorno.
Dal canto mio, non mi accorgo della gentilezza con cui il sole ha voluto svegliarmi, ché ti colpo spalanco gli occhi, convinto di alzare il capo dal cuscino di cui avverto ancora il tepore e la freschezza… Invece, sbatto violentemente la testa contro lo schienale di un divanetto contro cui sono appoggiato, di spalle.
Massaggiandomi la testa, mi guardo attorno, confuso: che posto è questo…?
Non riesco nemmeno ad alzarmi, che sento bussare sommessamente alla porta poco distante.
Sussurrando un “Avanti…” poco convinto, cerco di alzarmi in piedi, con il solo risultato di cascare a terra, nuovamente.
Possibile che sia così frastornato?! Che è successo qui?!
-Buongiorno signorino… Si sente poco bene per caso?
Una giovane dallo sguardo affettuoso muove qualche passo incerto verso di me; io mi perdo nel movimento elegante e curioso dei suoi boccoli color caffè… E questa bella ragazza da dove spunta fuori?
D’un tratto, mi accorgo che questa attende ancora una risposta, e mi affretto a dire, pieno di vergogna:
-Eh-Ehm…! Sì sì. Penso che vada tutto bene! Cioè, certo, ovviamente io…! Penso che… Ma, ecco insomma… Lei… Io…! Aspetta un momento! Dove mi trovo?! L’allenamento di ieri sera! Accipicchia, l’ho dimenticato! E la cena…? Oh no, che sbadato! Mi scusi signorina, può dirmi che ore sono?-
La ragazza che indossa un grembiulino d’un azzurro di stoviglia sul camice a maniche corte bianchissimo, mi sorride, un po’ disordinata.
In effetti, non saprei dire chi fra noi due è il più confuso… Sembra che entrambi passavamo di qui per puro caso, e non centriamo niente con tutta sta’ faccenda che si fa ogni istante più ambigua…
-Sono le cinque del mattino, Yuuto. Stavo appunto venendo ad avvisarti che è ora di fare colazione, ma a quanto pare sei già sveglio…-
“Sì sì. E’ molto confusa. E anche imbarazzatissima, direi…” riesco solo a pensare, perso nei suoi delicati occhi color miele.
-Se sei sicuro di star bene, allora io vado. Quando sei pronto, scendi pure. Io… Io-
E, non riuscendo più a sostenere il mio sguardo, scappa di sotto, chiudendosi la porta alle spalle.
Ho notato che dopo pochissimi istanti, non è più riuscita a guardarmi negli occhi… Che sarà successo?
Io, sinceramente non so che pensare.
E’ proprio uno strano sogno, oh!
Però, una cosa è certa: se, scendendo di sotto, vedrò altre ragazze belle come questa qua, allora non voglio svegliarmi! Non ancora, ecco. Poi, quando apparirà l’omino nero o altre stupidaggini simili, allora farei meglio a svegliarmi… Ma, per il momento…!
Sorridendo sotto i baffi, mi sfioro involontariamente il collo. In quel momento, mi accorgo che all’altezza del petto, sono appoggiati degli occhialetti strani, che mi ricordano qualcosa…
Ma sì! Sono quelli di Kidou, il geniale stratega e capitano della Teikoku, certo…!
Ehi ehi ehi! Fermi tutti! Stop un attimo.
Com’è che mi ha chiamato quella signorina lì, poco fa?
“Sono le cinque del mattino, Yuuto. …”
Yuuto?! Ma… Ma allora…!
Con terrore, mi passo le mani in mezzo ai capelli, e come temevo, avverto ciocche leggere ma ispide al tatto invece che i miei morbidi ciuffi biondi.
Preso dal panico, mi metto a rovistare fra i cassetti, finchè non ne tiro fuori uno specchio.
Sbalordito, fisso l’immagine che mi si para davanti: quello è Kidou, non c’è dubbio!
Mi avvicino con molta attenzione un dito al viso, finchè non sfiora la palpebra: incredibile!
Che colore assurdo… Non avrei mai detto che Kidou Yuuto nascondesse degli occhi tanto espressivi e incantevoli!
Mi guardo intorno, cercando di dare un senso a quello che sto vivendo…
Ma se io sono nel corpo di Kidou… Il mio chi ce l’ha?


~ ☆~ ☆~ ☆~

- E anche lui è rimasto senza parole...-
Juddy non riesce a stare ferma mentre si sfrega freneticamente le mani in segno di soddisfazione. Gli occhi intanto passano dal grigio scuro quali erano a un luccicante verde smeraldo (?).
Ma Sissy frena l’entusiasmo dell’amica con un rapido ed eloquente gesto della mano.
- Va bene, siamo state brave... Ma non mi sembrano così felici!-
Il sorriso si spegne sul volto della castana nel constatare che la mora aveva proprio ragione.
- Forse si devono solo abituare ai ritmi delle nuove vite.-
La ragazza accanto a lei annuisce poco convinta mentre si scosta un ciuffo di capelli ribelle calatagli sugli occhi.
- Speriamo sia così. Io mi sento un po’ colpevole...-
Juddy le circonda le spalle con un braccio mentre cerca di sorridere in modo rassicurante.
- Un po’ anche io. Comunque potremmo sempre aiutarli!-
Il volto dell’amica accanto a lei si illumina di colpo mentre, con un rapido gesto della mano, fa comparire accanto a loro due grossi libri pieni di polvere.
La castana le lancia uno sguardo interrogativo mentre accenna un timido “Che cosa sarebbero?”.
- Noi siamo le fatine dei desideri, giusto? Quindi dobbiamo conoscere la vita dei nostri protetti per aiutarli e guidarli nelle nuove esperienze che faranno da ora in poi.-
- Giusta osservazione, Sissy! Ma cosa centrano questi libri polverosi?-
Sissy sorride, sorniona.
- Abbiamo i dati delle persone che aiutiamo nella nostra struttura. Dentro queste pagine è nascosta la vita di Gouenji Shuuya e Kidou Yuuto.-
Juddy alza gli occhi al cielo con fare annoiato mentre il colore dell’iride diventa di un grigio scuro completamente in sintonia col suo stato d’animo.
- E io che speravo di dormire tranquilla, stanotte! Va bene, se questo ti può far sentire meglio, iniziamo a leggere-
La ragazza si mette un paio d’occhiali e, preso uno dei due libri, inizia a leggere.

 
 
 
Angolino delle due fatine
*sbucano da dietro un muretto*
*si guardano intorno, imbarazzate*
*sorridono e salutano i pochi presenti mezzi addormentati*
Ciau Ragazzi.
Ed ecco il secondo capitolo. Speriamo vi sia piaciuto! ^^
Dunque, la narrazione di Kidou l’ho scritta io mentre quella di Gouenji l’ha fatta Sissy.
Per quanto riguarda le due fatine io ho scritto i vari pezzi e Sissy correggeva.
Beh, alla fine hanno avuto una bella sorpresa i due ragazzi , quando si sono svegliati, neh?
Siamo state un po’ cattivelle, in effetti.
Beh.... La sorpresa... Essere, c’è stata! Voi ve la immaginavate così?
Nel prossimo capitolo cosa succederà?
Infittiremo sempre di più la trama, di questo statene certi!
Ne faremo passare di tutti i colori a quei due poveracci! ^^’’
Qualcuno scoprirà qualcosa?
Intanto vi lasciamo a questo capitolo.
E a noi due obbligate a leggere due libri che contengono la vita altrui! ;D
 Che faticaccia....! >.< Ce la faremo ad arrivare in fondo?
Grazie anche a chi legge ma preferisce rimanere in silenzio. ^^
Grazie a chiunque abbia messo questa storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Alla prossima,

Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ~ ***


Capitolo 2

La fioca luce emanata dalle candele è insufficiente ad illuminare la stanza avvolta dalle tenebre. 
Le due ragazze sono sedute per terra; le facce stanche e stravolte, gli occhi poco presenti. 
- Rispiegami perché non possiamo accendere la luce.-
Juddy bisbiglia queste ultime parole che si perdono in uno sbadiglio. 
L'amica accanto a lei rotea gli occhi con fastidio malcelato. 
- Per la ventesima volta, Juddy? E va bene ma poi continuiamo a leggere. E' nostro dovere aiutare quei ragazzi ma se si scopre che stiamo leggendo libri top secret finiamo nei guai!- 
Le iridi dell'altra si colorano di un tenue azzurrino, ormai arresa. 
- Ok, ok, ho capito. Certo che questi ragazzi sono parecchio sfortunati, eh? Gouenji ha perso la madre e la sorella è in ospedale!- 
Sissy annuisce con convinzione.
- Anche Yuuto non è da meno! Ha perso entrambi i genitori e, una volta finito in orfanotrofio, è stato separato dalla sorella...- 
La castana si lascia scappare una risatina isterica. 
- Ora che sappiamo la loro storia potremo aiutarli in questa avventura!-
Alla ragazza risponde il silenzio. 
- Sissy?- 
Si avvicina all'amica, tenendo in mano una candela, e la vede addormentata profondamente con la testa appoggiata sopra il libro. 
- Speriamo di essere in forma domani...-
Ma il sonno non tarda ad arrivare neanche per Juddy; dopo poco, cullata dai rumori della notte (?), le palpebre si appesantiscono e cade nel mondo dei sogni con un sorriso felice stampato sul volto.


~ ☆~ ☆~ ☆~

Mi siedo sul letto, frastornato e confuso.
Il male alla testa non accenna a diminuire e nonostante il sonno – se di sonno si è trattato – sono ancora molto agitato.
E’ mai possibile? Che accidenti è successo?!
Che si tratti di stregoneria…? Magia…?
Non sono tutte stupidaggini? La razionalità, la ragione… Solo questo conta.
Ciò che non è dimostrabile con i dati è semplicemente impossibile.
E allora… Questo?! Cosa sarebbe successo?! COME?!
-Shuuyaaaa!! Ti decidi a venire di sotto?! La colazione si raffredda!!-
Ecco, ci mancava la vecchia isterica.
Ma chi me l’ha fatta fare a me, sta’ vita…?!
Con passo lento, mi avvio verso la porta.
Per mia fortuna, le scale che portano al piano di sotto sono praticamente a fianco la porta della mia camera, e così non perdo tempo a cercarle.
L’ambiente in cui mi ritrovo è modesto e grazioso: un piccolo appartamento, ma ben arredato.
“Carino qui…!” mi ritrovo a pensare, varcando la soglia della cucina, da dove sento la governante sbuffare.
-Oh! Finalmente sei arrivato! Ma cos’hai stamattina?-
Io guardo la donna senza capire, dopodiché, giunto alla conclusione che senz’altro non consumerà la colazione insieme a me, smetto di fissarla per prendere posto a tavola.
Mentre comincio a mangiare, la donna silenziosamente si allontana, senza smettere di osservarmi come se avessi qualche strano morbo infettivo.
“Con che strana gente vive Shuuya, oh.”, mi ritrovo a pensare, perso nell’osservazione dell’ambiente in cui mi trovo.
Mi piace; certamente è un posto più vivo del mio. La pulizia e l’ordine sono estremamente curati anche in questa casa, ma c’è aria di vissuto, inoltre non c’è quel silenzio rimbombante che invece persiste in casa mia.
Sento le persone negli altri appartamenti svegliarsi, far colazione, le macchine che vengono tirate fuori dai garage… Non sono solo, qui. E adesso è pure piacevole, ma penso che quando si dovrà studiare, non potrebbe essere facile mantenere la calma e la concentrazione necessaria a una esecuzione ottimale dei compiti assegnati.
Ma di questo non me ne devo preoccupare: oggi andrò alla Teikoku e mi farò spiegare tutto per bene.
Qualcuno dovrà pur saperne qualcosa, insomma! Non possono mica avermi messo in questo corpo senza che nessuno se ne sia accorto!   Troverò chi ha organizzato tutta questa storia e lo farò pentire della pessima trovata che ha avuto.
Non penso che tornerò più in questa casa, però mi ha fatto una strana impressione. Piacevole, sì sì.
-GOUENJI!! Ma sei ancora lì?! Su, alzati, e vatti a vestire! E quei capelli…! Hai intenzione di uscire conciato in quel modo, stamattina?! Sbrigati, su su, che hai cinque minuti scarsi, e poi devi uscire assolutamente di casa, altrimenti non fai in tempo ad arrivare a scuola! Hai già perso il pullman da un pezzo!! GOUENJI!!-
“Oh mamma mia! Quanto urla questa donna…! Non sa che è mattina? Compromette la tranquillità psicologica che deve esserci in una persona, per lo meno al mattino così presto…”
Perso come sono nelle mie riflessioni, non mi accorgo che la governante mi toglie da davanti il piatto ancora mezzo pieno, e mi strattona obbligandomi ad alzarmi.
-Su! Va in bagno, Shuuya, quante volte devo ripetertelo!? Ma cos’hai stamattina…?”
E con un ultimo strattone, mi ritrovo in bagno.
“Questa storia non ha il minimo senso… E non ho ancora finito di fare colazione! Uff…”
Poco convinto, comincio a lavarmi e velocemente mi vesto.
Lancio un’occhiata fuggente e distratta all’orologio, e rischio di rimettere quella poca colazione che ho fatto; è tardissimo, accidenti!
Mi slancio fuori dal bagno e trovo la governante che mi porge la cartella con una mano, mentre con l’altra tiene aperta la porta.
-Vai Gouenji, e corri, mi raccomando! Perché altrimenti farai tardi… E i capelli? Non te li sei sistemati?!-
Ma già non la sento più. Mi precipito fuori casa ma, appena sul marciapiedi, mi guardo intorno, confuso.
“Che zona di Tokyo è mai questa? Ci vengo poco da queste parti… Come farò ad arrivare alla Raimon, da qui…?”
Mi batto una mano sulla fronte, ridacchiando appena del mio stesso pensiero.
“Mica devo andare alla Raimon, io! E’ Gouenji che ci deve andare… Ma io non sono lui, anche se sono nel suo corpo. Questa cosa in effetti è strana forte, ma penso che…”
-Gouenji-san!! Gouenji-san, che ci fai ancora qui? Sbrighiamoci, su, che facciamo tardi!-
Una voce allegra mi giunge alle orecchie, mentre il mio sguardo si posa, sconvolto, ad osservare una ragazzina dai capelli blu e gli occhi color del mare correre nella mia direzione, agitando le braccia.
“Haruna…” penso, mentre vorrei che la terra si aprisse sotto i miei piedi.


~ ☆~ ☆~ ☆~

- Signorino, si sente bene?-
Non rispondo alla domanda e lancio un rapido sguardo alla sveglia accanto a me: le cinque di mattina.
Come fa Kidou a svegliarsi così presto? 
Mi rigiro in mano gli occhialini da aviatore che dovrei mettere.
Noto, con una certa preoccupazione, che nessuno dei camerieri riesce a guardarmi negli occhi per più di due secondi. 
Dopo qualche secondo di incertezza li metto. 
Accidenti, sono strettissimi! 
Forse mi devo solo abituare.
In effetti è una situazione un po' strana... Chi può averci fatto uno scherzo del genere?
Oggi come farò a presentarmi alla Raimon e passare inosservato? 
Ma tutto questo per me è secondario! Quello che mi interessa veramente è come fare a riprendere possesso del mio corpo...
Sento bussare alla porta, la paura mi assale. 
- Avanti...-
La mia voce è irriconoscibile, scossa da un tremito. 
Davanti a me compare la cameriera che mi aveva svegliato poco prima. 
I suoi dolci occhi color miele mi guardano mentre posa su un tavolino poco lontano quella che dovrebbe essere la mia colazione. 
Colazione? E come potrei mangiare? 
Sono troppo scosso...Agitato...
- Ti auguro buon appetito, Yuuto.-
Yuuto... Mi devo ancora abituare ad essere chiamato con questo nome.
Mi accorgo solo adesso che, intorno a me, regna il silenzio più completo. 
I rumori, se ci sono, mi arrivano come ovattati e per un attimo penso di aver perso l'udito. 
Che tranquillità! Che pace!
Il posto che ho sempre sognato! Finalmente potrò avere un po' di tempo per riposarmi. 
Continuo ad ignorare la mia colazione che ancora giace abbandonata sul tavolino. 
Decido di esplorare un po' camera mia... anzi, di Kidou. 
Il letto è ancora rifatto, senza pieghe e le lenzuola profumano di pulito. 
Mi avvicino alla libreria; file e file di libri improponibili per un ragazzo della mia età.
"Come fa Kidou a leggere questi mattoni?"
Improvvisamente la mia attenzione cade su un giornaletto posizionato esattamente al centro della scrivania perfettamente in ordine. 
Un giornalino sul calcio. Sembra molto vecchio, comunque è l'unica lettura interessante che vedo qui. 
Inizio a sfogliarlo: mi sorprende l'estrema cura con cui è conservato. 
Guardo incuriosito l'uomo sulla copertina; reprimo un gridolino di sorpresa coprendomi la bocca con una mano: quel calciatore assomiglia tantissimo a Kidou! 
Chi sarà?
I miei pensieri vengono interrotti dal maggiordomo che entra nella stanza accennando un inchino. 
- Signorino, la macchina per andare a scuola è pronta.- 
Momento di panico. La macchina? Quale macchina?
- Ah, la macchina... Si, si... Arrivo.-
Scendo di corsa le scale rischiando di finire addosso a un signore che sta salendo. Alzo lo sguardo, cercando di guardarlo in faccia, ma inciampo nei miei piedi e cado malamente a terra. 
Mi rialzo dolorante: che figura ho fatto! 
- Yuuto?!Stai bene?- 
Un uomo completamente vestito di bianco è davanti a me, la faccia severa. 
"E questo chi sarebbe?"
- Ehm.. Ma certo, signore...-
Forse è anche lui un maggiordomo anche se temo di aver detto qualcosa di sbagliato perché mi guarda perplesso.
- Signore?! Ti sei per caso rintronato il cervello?! Io sono tuo padre!- 
Il tono di voce si fa seccato e al contempo preoccupato. 
- Ah, davvero?! No, scusa, papà! E che sono un po' addormentato stamattina!-
Corro via da quella spiacevole situazione “Che figuraccia...” rifletto, ancora sconvolto, uscendo come una furia dalla villa. 
Mi fermo di botto,  meravigliato: davanti a me c'è una splendida limousine nera!
Spalanco gli occhi mentre l'autista mi bisbiglia nell'orecchio:
- Andiamo alla Teikoku, signorino. Allacci le cinture.-
Deglutisco a vuoto. Ho sentito bene?!
Alla Teikoku? Oh, mio Dio! Come farò?!


~ ☆~ ☆~ ☆~

-Juddy, svegliati!-
La castana si stiracchia, la testa ancora appoggiata al libro. 
- Sissy! Stavo dormendo così bene! Cosa c'è adesso?-
L'amica le sorride, felice. 
- Dobbiamo aiutare quei ragazzi, no? Ho già in mente una bellissima idea!-
Gli occhi di Juddy diventano di un verde scuro mentre scrutano Sissy, sospettosi.
- Gli appariremo in sogno e gli diremo come comportarsi!- 
La mora è euforica mentre continua a saltellare da una parte all'altra della stanza. 
- Stai scherzando, vero? Forse hai la febbre o sei stanca...-
- Per niente. Mai stata più seria!- 
Juddy sospira in segno di rassegnazione. 
- Potrebbe essere un'idea. Ma prima dovremo vedere come se la cavano quei due, no?-
Sissy la guarda e annuisce sorridendo.

 
Angolino delle due fatine
Ciao Ragazzi! 
Ed anche il secondo capitolo è andato... *ç*
Certo che per quei due poveri ragazzi è stata una bella botta svegliarsi in una casa che non è la loro!
Immaginate se la stessa cosa succedesse anche a voi! >.<
A noi personalmente non è che piacerebbe poi tanto, e a voi lettori? *u*
Per il nostro Yuuto è arrivato il momento di rivedere la sorella dopo... ehm... sei anni!
Mentre Shuuya dovrà andare alla Teikoku e farsi una bella chiaccherata con Kageyama! >.<
Le due fatine hanno avuto un'idea... Quale?
Vediamo se ci arrivate! ^^
Ringraziamo L.Nonsense che ha messola storia tra le preferite insieme ad altre due persone. 
Ed ovviamente anche quelle cinque che l'hanno messa nelle preferite!
Ma... Una recensione piccola piccola ce la potreste lasciare?
Solo per sapere il vostro parere e se ci sono errori! 
In questo modo nn sappiamo nemmeno come regolarci e se ci sono cose da aggiustare! ^^"
Fate comunque come volete, non vi obblighiamo di certo a recensire! Ci basta che leggiate! :3
Beh, ora vi salutiamo. 
Un bacio fatato
Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ~ ***


Capitolo 3


Juddy guarda attentamente la sua immagine riflessa nello specchio. 
In che guaio si sono cacciate lei e la sua amica Sissy?
- Juddy, sei pronta?-
Sissy irrompe nel piccolo bagno, due occhiaie che le contornano gli occhi marroni. 
La castana annuisce piano in segno di assenso. 
- Sono stanchissima, Sissy! Non potremmo dormire un altro po'?-
La compagna scuote la testa con convinzione. 
- No, non possiamo. Andiamo ora! Dobbiamo seguire i nostri protetti...-
Il tono non ammette deroghe e Juddy si rassegna con gli occhi che le si colorano di un blu scuro. 
- Kidou ha incontrato sua sorella a scuola... Sarà una bella scusa per riavvicinarli!-
- Per quanto riguarda la tua idea... Chi si occuperà di Yuuto?-
Sissy sorride, sorniona. 
- Ok, di Shuuya mi occuperò io...-
La castana pare un po' delusa ma non è quello il momento di perdersi in elucubrazioni.
- Pensiamo bene a cosa dovremo dire ai due giapponesi, Juddy...-


~ ☆~ ☆~ ☆~

Una voce allegra mi giunge alle orecchie, mentre il mio sguardo si posa, sconvolto, ad osservare una ragazzina dai capelli blu e gli occhi color del mare correre nella mia direzione, agitando le braccia.
“Haruna…” penso, mentre vorrei che la terra si aprisse sotto i miei piedi.

 
Quando la ragazza mi è davanti, mi irrigidisco di colpo, vedendo il suo sorriso sereno e sincero.
 "Non devo svenire, non devo svenire, non devo svenire..." continuo a ripetermi in maniera ossessiva.
 Lei mi guarda perplessa per poi esclamare: -Gouenji-san! Ti senti bene? Hai talmente una brutta cera…-
 Io non ho idea di come sia il rapporto tra Gouenji Shuuya e mia sorella, e non posso provare a indovinare cosa si  dicono normalmente: rischierei solo di peggiorare la mia già instabile situazione! Per questo taccio, rivolgendo lo  sguardo verso la strada.
Dopo tanto tempo, non ho nemmeno il coraggio di guardare negli occhi la mia sorellina…
Ma, in mia difesa, posso dire che non avevo mai pianificato così, il nostro incontro...!
Lei intanto continua a fissarmi intensamente, e quegli occhi cerulei che tanto amo sembrano scavarmi dentro l’anima, e per un attimo mi assale la paura che riesca a capire che ci sono io, dentro questo corpo.
Per mia fortuna, non succede nulla di tutto ciò: la blu mi sorride, euforica: -Sai Shuu-kun! I tuoi capelli così sono proprio fantastici! Dovresti sistemarteli sempre così, sembri molto più… Grande.-
Rivolgo nuovamente l’attenzione sul viso di mia sorella, e rimango colpito dal luccichio nei suoi occhi, cosa che non riesco assolutamente a spiegarmi.
- Ah, davvero? Beh... G-grazie...-
Quando Haruna mi prende per mano, sempre con quel sorriso deliziato e un lieve rossore sulle guance, vado completamente nel pallone.
Ho come l’impressione che fra Gouenji e Haruna ci sia qualcosa di più di semplice amicizia… E’ mai possibile?
E io che pensavo di avere solo il problema dello “scambio di personalità”: adesso ho pure le cotte adolescenziali di mia sorella a cui pensare! Ma guarda un po’ te, oh.
“In che razza di situazione mi sono cacciato?!” penso, quando davanti ai miei occhi appare il fulmine dorato, simbolo della Raimon Jr High.
Non è qui che dovevo andare… Ah, mi sono fatto trascinare da una mia sorella in un bel pasticcio!
Nell’ultimo pezzo di strada ci siamo messi a correre: evidentemente, eravamo davvero in ritardo…
Haruna è un passo davanti a me, e continuando a stringermi la mano, mi trascina dentro il cortile già mezzo vuoto della scuola, correndo sbadatamente.
Davanti al portone d’entrata, si volta verso di me e sorride: -Gouenji-san, io adesso devo andare. Sbrighiamoci, altrimenti i prof ci fanno una ramanzina terribile! Ci vediamo a pranzo, d’accordo?-
Ma il tempo per rispondere non l’ho, perché lei si allontana frettolosamente fino a sparire nel corridoio.
La sua mano delicata e morbida ha sciolto il legame fra noi, e già l’ho persa.
“Ci vediamo a pranzo…” ripeto, come incantato.
Respiro profondamente, varcando finalmente l’entrata della scuola.
D’un tratto, aggirandomi spaesato per un corridoio, mai visto prima, sento un ragazzo saltarmi sulle spalle da dietro, e mi volto, scocciato: -Ma si può sapere che… ENDOU?!-
Il buffo portiere della Raimon, il tipo sempre sorridente con gli occhi grandi e i capelli castani raccolti malamente in una fascia arancione calata sulla fronte… Proprio lui, Endou Mamoru.
“Possibile che…? No, se sono in classe con lui io…”
-Ciao Gouenji-kun! Ti ho fatto prendere un bello spavento, neh? Su, sbrighiamoci, che la prima ora abbiamo il prof di storia… Quello è capace di sbranarci, se arriviamo tardi!-
Senza considerare il fatto che è già tardissimo, annuisco solamente, dando corda a… Il mio capitano?
Non sia mai! Figuriamoci, adesso dovrei pure dar retta a questo… Endou?!
Ah, appena trovo chi m’ha scambiato con Shuuya, lo farò rimpiangere di avere avuto questa favolosa idea!


~ ☆~ ☆~ ☆~

- Sai, Sissy, sono felice di dover aiutare Shuuya invece di Yuuto!-
Le due ragazze sono entrambe davanti alla sfera magica che, dal primo giorno, non ha smesso un attimo di emanare bagliori. 
Sissy sospira sorridendo maliziosamente alla compagna. 
- Sei la solita fortunata, Juddy!- 
La castana prende un paio di occhiali e si avvicina alla sfera. Le iridi si scuriscono, preoccupate da ciò che vedono. 
- Ehm... Sissy? Ho come l'impressione che dovremo agire in fretta! Qui le cose rischiano di precipitare!!-
La mora annuisce, convinta. 
- Va bene, entro domani dovremo ideare un piano d'azione!- 
Si guardano negli occhi e annuisco contemporaneamente. 
Si, è il momento di agire!


~ ☆~ ☆~ ☆~

Guardo il paesaggio che sta cambiando fuori dal finestrino della limousine nera.
Vengo scosso da un tremito. 
Non avevo mai pensato che andare a scuola potesse incutere tanta paura. 
- Signorino, siamo arrivati...- 
La voce dell'autista mi riporta alla realtà. Apro lentamente la portiera e, con passo tremante, mi avvio verso l'imponente edificio che si erge davanti a me. 
- Buongiorno, Kidou.-
Nel sentire queste parole mi blocco. Un ragazzo della mia stessa età sta correndo verso di me, i capelli argenti che oscillano lievemente. 
"Sakuma" penso, terrorizzato "Terra, inghiottimi!"
Lui si ferma davanti a me e accenna un sorriso. 
E ora che dovrei dirgli? 
- B-buongiorno. Come va?- 
Sto tremando come una foglia. 
Questa scuola mi fa accapponare la pelle. 
- Io sto bene, grazie. Ah, Kageyama ti vuole vedere nel suo ufficio.- 
Mi irrigidisco di colpo. 
Ho sentito bene?
KAGEYAMA?!
- Ti senti bene? Sei diventato pallido!- 
Sakuma mi guarda, preoccupato dalla mia reazione. 
Annuisco lievemente mentre sento il suono della campanella che invita i ragazzi a prendere posto nelle rispettive aule. 
E ora cosa faccio? 
Mi dirigo verso una porta vicino all'entrata. 
"Presidenza", che sia questa?
Raccolto tutto il coraggio di cui sono capace, busso con delicatezza. 
Nessuna risposta. 
Provo a ri-bussare, stavolta con più insistenza. 
- Avanti.- 
Una voce piatta mi risponde dall'interno ed io, piano piano, apro la porta. 
Il buio mi inghiottisce. Non c'è alcuna forma di luce qui dentro. 
I miei occhi (o quelli di Kidou?!) sono completamente impotenti. E' come se fossi diventato cieco. 
Inizio ad abituarmi all'oscurità e, dopo poco, inizio a scorgere la figura di un uomo. 
- Finalmente sei qui, Kidou. Ti stavo aspettando.-
M avvicino, titubante. 
E' comodamente seduto su una poltrona in pelle, gli occhi nascosti da un paio di occhiali, un perfido ghigno stampato sul volto. 
- A-ah, mi stava aspettando?- 
Lui annuisce impercettibilmente. 
- Mettiti un attimo a sedere. Ti devo parlare...-
Kageyama indica una piccola sedia davanti a lui. Mi siedo senza protestare.
E ora cosa succederà?
“Se dovessi trovare chi ci ha giocato questo brutto scherzo, giuro che lo sbrano!” penso mentre mi metto ad aspettare.
Cosa stia aspettando non lo so.

 
~ ☆~ ☆~ ☆~

- Non sono mai stata brava a parlare con le persone!-
Juddy è in piedi davanti a Sissy.
Gli occhi di entrambe che fissano il vuoto.
C’è preoccupazione nell’aria.
- Se devo essere sincera, nemmeno io...-
La castana spalanca la bocca in una smorfia di sorpresa.
- Allora siamo proprio nei guai!-
La ragazza davanti a lei annuisce grave.
 - Potremmo anche perdere il posto con questa bravata!-
Giocherella con una ciocca di capelli fingendo noncuranza.
- Lo so. Ma oramai è tardi per pentirsi, tornare indietro o pensare a cosa ci potrebbero fare.-
- Insomma, Juddy, la domanda è questa: te la senti di arrivare fino in fondo per aiutare quei due o devo fare da sola?-
Juddy sorride fingendo cattiveria.
Le iridi si tingono di un blu scuro e profondo.
- Non sono una codarda, sai? Ti aiuterò  finché avrai bisogno di me, Sissy. Anche se, come primo incarico, preferivo qualcosa di più riposante!-
Le due scoppiano a ridere smorzando tutta la tensione accumulata.
- Anche io, amica mia, anche io.-

Angolino delle due fatine
    *da sotto un letto una vocina tremolante inizia a parlare spaventata*
.....
C-Ciau Ragazzi! *ç*
Che bello rivedervi! 
*sbucano due manine che salutano*
Ci dispiace di non poter uscire da sotto questo maledetto letto ma Shuuya e Yuuto hanno minacciato di ucciderci per a storia dello scambio d'identità, quindi la prudenza non è mai troppa! >.<
Anche perchè, se ci fanno fuori, come li pubblichiamo noi i capitoli? ^^
Quindi è nel vostro interesse proteggerci se volete sapere il resto della storia! 
Siamo perfide, vero? *u*
Dunque, come vi è sembrato questo terzo capitolo?
La narrazione di Yuuto che si ricongiunge con la sua adorata Imooto-chan è stata scritta da Sissy mentre l'altra, insieme ovviamente alle fatine, l'ho scritta io. 
Nel prossimo capitolo non ci scambieremo le narrazioni perchè ho in mente una bella conversazione tra Gouenji e Kageyama! xD
Lo so che in questo Shuuya non ha fatto molto ed è stata una narrazione corta e veloce ma l'abbiamo dovuto fare per rendere la cosa più interessante al prossimo capitolo! 
Ringraziamo tutte le persone che seguono la storia, quelle che recensiscono e quelle che rimangono in silenzio limitandosi a leggere, grazie.
Ci si vede al prossimo capitolo! 
Kidou e Shuuya: Vi abbiamo trovato, squilibrate!
*Sissy e Juddy escono da sotto il letto e iniziano a correre*
Kidou e Shuuya: Ferme!
Un bacio fatato,
Sissy e Juddy
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ~ ***


Capitolo 4

Sissy deglutisce a vuoto mentre sul volto si dipinge una smorfia di paura. 
- Siamo penose sai...?-
La mora si volta lentamente. 
I suoi occhi incrociano quelli violacei di Juddy. 
La castana ha la schiena appoggiata al muro, le braccia incrociate. 
- Si, proprio penose.-
- La vuoi smettere?! Mi demoralizzi!- 
Lo sguardo di Sissy si infuoca di colpo. 
L'amica davanti a lei si esibisce in un sorrisetto sicuro di sé. 
- Scusami, è che sono un po’ frastornata per la mancanza di sonno. Volevo solo dire che non mi sembra una bella idea...-
La ragazza si stringe nelle spalle. 
- Dobbiamo comunicare con loro in qualche modo, no?- 
Juddy annuisce poco convinta. 
- Va bene, ho capito.-
La mora si scioglie in un dolcissimo sorriso di comprensione. 
- Forza! Un po' di ottimismo!- 
Le iridi dell'altra si schiariscono fino a diventare quasi trasparenti. 
- No problem. In fatto di ottimismo non mi batte nessuno.-


~ ☆~ ☆~ ☆~

-Passa qui!!-
Tsk.
Com’è che sono arrivato a questo punto?
-Handa, sono libero!!-
Forse ha a che vedere con due occhi dolci, color del cielo.
E centrano qualcosa anche delle risate, sì, e dei sorrisi sciocchi.
-Forza ragazzi!! All’attacco!!-
C’è aria di brio e freschezza dell’aria… Tanti rumori, e tanta luce.
Ma che ci faccio io qui?!
-Questa è tutta tua Gouenji!! Mettila dentro!-
Oh, insomma! Tutto questo è ridicolo!
Mi ritrovo la palla al piede: e adesso cosa faccio?
Questi idioti si aspettano che io faccia un’acrobazia fra le fiamme tirando alla rete, come Gouenji Shuuya?! Sono tutti matti, qui alla Raimon…
Vedo passarmi di fianco quel tipo dai corti capelli rosa, quello con lo sguardo terribile e cattivo… So… Someoka, sì. Dovrebbe essere lui: vediamo un po’…
-Someoka!-
Con un colpo di tacco la palla cade in maniera impeccabile sulle scarpe del ragazzo di fianco a me, che come infuriato punta a rete, mentre un grande dragone gli appare da dietro e segue il corso della palla.
Endou para senza troppi problemi, sempre con quel suo sorriso incancellabile ed incomprensibile.
Ma cos’ha da essere tanto allegro?
Non si rende conto che questa è una squadra che va a rotoli?
La difesa non è per niente coordinata con il centrocampo, che a sua volta non impartisce ordini diretti all’attacco, così che le loro offensive hanno sempre poco impatto e sono prevedibili.
In questo modo, non vinceranno mai: come sperano di cavarsela, al Football Frontier?!
Che squadra strana, oh.
-Bravissimi ragazzi, vi siete allenati abbastanza! Venite a bere qualcosa, e poi faremo meglio a tornare a casa, si sta facendo tardi!- la voce di Aki mi riporta alla realtà e mesto seguo i ragazzi della Raimon fuori dal campo.
Mi cambio frettolosamente e senza salutare nessuno me ne vado, per i fatti miei, dal campo.
Sono già per strada, quando una voce nota mi richiama.
“Non Endou. Non ancora. Non potrei sopportarlo oltre, oggi.”
-Gouenji-san! Facciamo la strada insieme, ti va?-
Sul mio volto si dipinge una smorfia di fastidio, e il ragazzo dalla fascia arancione lo nota immediatamente, chiedendomi: -C’è… C’è forse qualche problema Shuuya? Se… Se ti sono d’impiccio, me ne vado, hai ragione. Basta che tu…-
-No, va bene così. Sì, vieni, andiamo i-insieme…- provo a recuperare, in leggero imbarazzo.
L’abitudine. Io sono stato abituato a mascherare i miei sentimenti, ma con Endou non c’è verso: questo strambo ragazzino è in grado di far vacillare la mia più ferrea certezza. E mi sbilancio troppo: in ogni caso, con gli occhialini nel caso mi sfuggisse a volte qualche smorfia di troppo, ero al sicuro. Adesso però, che sono Gouenji, devo stare ancora più attento.
-Ehm… Gouenji-san? Sei piuttosto taciturno oggi, che hai? C’è forse qualche problema?
Mamoru è un incubo. Mi tormenta all’inverosimile. Ma Shuuya non ha mai un momento di pace?
“Oh sì” gli vorrei dire “Certo che c’è un problema. Ti sembra che tutto questo sia nella norma?! Sono Kidou, io! E guarda come sono ridotto…” Ma non posso farlo. Perché indosso questa maschera adesso, e che mi piaccia o no, devo imparare questo mio nuovo ruolo.
Mi è sempre stata insegnata l’obbedienza senza la discussione, ma qui stiamo parlando di obbedire a chi?! Chi mi ha fatto questo scherzetto tanto ridicolo?!
-No… Va tutto bene.-
Pronuncio queste poche parole con una fermezza che convincerebbe chiunque… Tranne Endou.
Ma qualcosa deve aver capito, perché d’un tratto ammutolisce, finalmente, continuando a camminare.
Poi, ritorna all’attacco: - Vedi Gouenji, mi sembra che gli allenamenti vadano a gonfie vele! Stiamo crescendo molto come squadra, e tutti i ragazzi si stanno dando da fare! Sono sicuro che vinceremo anche la prossima partita, continuando con quest’energia!-
“Certo Endou, energia.” Questo ragazzetto dice un sacco di sciocchezze. Secondo lui le cose andrebbero alla grande?! Evidentemente non ha idea di cosa stia dicendo. Eppure, nei suoi occhi brilla una carica che non ho mai visto in nessun altro… E’ proprio uno sciocco.
-Tu oggi… Avevi il piede stanco, non è vero?-
Io gli lancio un’occhiata, stranito: “piede stanco”?! E che vorrebbe dire?
Vedo Endou Mamoru in imbarazzo, portarsi una mano dietro la nuca, e sorridere mascherando l’impaccio.
-Sì, insomma… Oggi non hai mai tirato in porta neanche una volta. Sai bene che solo con i tuoi tiri riesco ad allenarmi come si deve…! Avresti voglia di allenarti come me, uno di questi pomeriggi dopo la scuola?-
Come si fa a dire di no davanti ad un sorriso tanto speranzoso e gaio?
Ma il problema è che… Accidenti! Io non sono Gouenji! Non riuscirò mai ad eseguire il Tornado di Fuoco, se è questo che mi sta chiedendo Endou!
Non ne sono in grado… Oh, insomma! Sono un regista io, un geniale regista, mica un bomber! Soprattutto della portata di Gouenji Shuuya!
Aah… In che razza di guaio mi sono cacciato!
-Sì sì – faccio, vago – Possiamo anche vedere di…-
-Oh grazie Shuu-kun! Sei un amico! Adesso io ti lascio, siamo arrivati all’ospedale e penso che tu voglia passare un po’ di tempo con Yuuka, è giusto. Allora ci vediamo domani, d’accordo? Ci alleniamo come ogni mattina nel campo davanti alla scuola, prima delle lezioni! Ciao Gouenji!-
E Mamoru sparisce dalla mia visuale. Come corre quel ragazzo… La vita di Shuuya è davvero impacciata, oh! E io sono nei guai… Come ha detto Endou?
Rivolgo il mio sguardo sul grande edificio davanti a me, sovrappensiero. So che la sorellina di Gouenji è stata ricoverata in quest’ospedale quasi un anno fa… Era per la finale, Teikoku contro (Kirkwood)…
Come in trance, entro nell’ospedale, e appena visto, degli infermieri mi salutano mestamente, accompagnandomi fin davanti ad una porta. Ringraziando sommessamente, entro nella stanza.
E’ una stanza piccola, dalle pareti completamente bianche: c’è una finestra, che si affaccia sulla città illuminata dagli infuocati raggi del tramonto. E sul letto dalle lenzuola candide, è sdraiata una bambina che non deve avere più di sei anni. Mi avvicino al letto, sedendomi sullo sgabello lì di fianco.
Ha degli incantevoli capelli castani, legati in due trecce, i tratti delicati, la bocca sottile, livida la pelle; in quel pallore spettrale sembra dormire… 
“Dorme da un anno…”
Un flash, di colpo. Una consapevolezza.
“Dorme da un anno… E la colpa è anche tua.”
Mi si stringe il cuore, a quel pensiero.
Stringo con forza la mano della piccola; non sono certo che mi avverta, ma all’improvviso mi è salita una strana tristezza nel cuore.
E osservo il viso, gli occhi chiusi. Chissà di che colore sono, e se assomigliano a questi di Gouenji; gli occhi che fanno battere il cuore a mia sorella…
“E se tua sorella fosse qui, invece di questa bambina…? Ti sentiresti meno in colpa?”
-Smettila! Smettila!-
Mi prendo la testa fra le mani, impotente nel mio dolore.
Sento qualcosa pizzicare all’altezza delle ciglia. Lacrime arroventate mi sfregiano il viso, senza essere trattenute, come di norma, dagli occhialini che sono solito ad indossare.
“E adesso piango pure… Ma che mi prende?
Possibile che io, l’arrogante, presuntuoso, sicuro di sé, geniale capitano della Teikoku Gakuen sono ridotto veramente in questo stato?! In questo stato pietoso?!”
Ma la spietatezza non serve, adesso. E me ne rendo conto, da solo, per la prima volta dopo tanti anni…
“Sto mentendo...” sussurro, mentre calde lacrime continuano a solcarmi le guancie.
Provo ad abbozzare un sorriso alla piccola: ma non sorrido da un sacco di tempo ormai, e penso di non essere più in grado di farlo…
Infatti, sul mio viso si dipinge un sorriso sghembo, molto più assomigliante ad un ghigno che tanto mi caratterizza, e ancor più turbato ed amareggiato, mi rialzo.
E m’incammino, con i residui di lacrime ancora impigliati sulle ciglia, verso l’appartamento di Gouenji Shuuya; le fiamme che oggi sarebbero dovute sprigionare dalla poderosa potenza dei tiri di queste gambe, infuocano il cielo alle mie spalle, mentre comincia a tirare il fresco vento della sera.
 

 ~ ☆~ ☆~ ☆~

I miei occhi, nascosti dalle pesanti lenti scure, fissano impauriti Kageyama. 
E' incredibile quanto quest'uomo mi possa mettere in soggezione. 
Stringo con forza i manici in pelle della sedia su cui sono mestamente seduto. 
Mi sembra quasi che scottino. 
Povero me! In che razza di guaio mi sono cacciato?!
Ne approfitto per osservare con più attenzione il mio... Comandante?!
E io dovrei sottostare ad un uomo così?!
Preferisco buttarmi da un palazzo di venti piani!
Ma, a quanto pare, questa opzione non è valida. 
Non mi resta che stare seduto, come un cagnolino che aspetta degli ordini, buono, obbediente. 
"Certo, non brilla per bellezza il preside della Teikoku" , sorrido quando mi soffermo ad osservare i tratti spigolosi dell'uomo. 
- Perché stai ridendo?!- 
Ho come la sensazione di essermi fregato da solo mentre una voce cupa mi riporta alla realtà. 
Provo ad esibirmi in un sorrisetto sicuro di me. Uno di quelli per cui è famoso Kidou Yuuto, il geniale stratega della Teikoku Gauken. 
Speranza vana; non sono mai stato bravo nelle imitazioni. 
Il mio volto si contrae in strane smorfie che ottengono solo il risultato di far arrabbiare di più Kageyama. 
- Quando avrai smesso di sorridere come un'idiota...- 
Ritorno serio cercando di darmi un contegno. 
- Mi scusi, Comandante.- 
Lui annuisce, freddo. 
- Tra un po' inizia il Football Frontiere, Kidou.- 
Faccio un vago segno di assenso con la testa. 
- Non serve continuare a ripetere che conta solo la vittoria vero? I perdenti non meritano niente!- 
- N-no, Comandante, non serve.-
Speriamo che finisca in fretta di farmi la ramanzina altrimenti rischio di saltargli addosso. 
"Yuuka è finita in ospedale a causa sua, ricordalo."
Stringo i pugni convulsamente.
Mi tornano in mente le parole di mia madre. 
"Conta fino a dieci prima di agire, Shuuya."
Quel consiglio mi torna proprio utile adesso. 
"Uno, due, tre..."
- Mi sembri distratto oggi, Kidou.-
"...quattro, cinque, sei... Forse perché non sono Kidou, caro il mio vecchietto!"
- E-eh? N-no. Sto bene, benissimo.-
"... sette, otto, nove... Stai calmo, Shuuya, stai calmo... dieci"
Le mie mani si distendono e io sospiro, sollevato. 
Piccole goccioline di sudore mi rigano il volto pallido.
- Come ti dicevo, ho già in mente un piano per sbaragliare gli avversari.-
Devo stare al gioco, credo. 
- E quale sarebbe?-
Sul volto di Kageyama compare un ghigno sarcastico. 
- Lo saprai a tempo debito, Kidou. Cos’è tutta questa curiosità?!- 
Penso che la conversazione sia finita qui. 
Ancora scosso, mi alzo, accenno un saluto e me ne vado da quella stanza infernale. 
Cammino per i corridoi, le mani nelle tasche dell' austera divisa della Teikoku.
E' incredibile quanto Kidou sia sottomesso a Kageyama.
Quindi l'arroganza e la freddezza dello spietato capitano della Teikoku è solo una maschera imposta da un uomo odioso e terribile.
E' una cosa agghiacciante, spaventosa. 
- Kidou, dove vai? Ci sono gli allenamenti!-
Mi fermo di colpo voltandomi in direzione della voce. 
- Ah, Sakuma. Ok, andiamo.-
Pochi minuti dopo mi ritrovo sul campo da calcio. 
Il mantello rosso che sventola alle mie spalle mentre corro da una parte all'altra per rubare la palla. 
- Dai, Kidou, stiamo aspettando le tue istruzioni!- 
" Io sono un attaccante non un regista!!"
E' la ventesima volta che mi ritrovo il pallone tra i piedi ma non riesco a trovare un varco nella difesa.
"Questa è una squadra di mostri!"
Devo ammettere che, la Teikoku, è proprio una bella squadra.
Impeccabile, perfetta; su questo devo rendere onore a Kidou.
Ha fatto un bel lavoro con questi ragazzi.
- Eccellente, davvero eccellente.- continuo a ripetere come un'ebete ad ogni azione andata a buon fine.
Ci fermiamo un attimo a bere.
Mi si avvicina quel portiere.... come si chiama?! Genda...Si, Genda.
- Ehi, Kidou, dovremo apportare delle modifiche a quel problema.-
Panico. 
Quale problema?!
- A-ah, si. Certo, Genda...-
Il ragazzo mi sorride. 
- E quali sarebbero?- 
- I-in questo momento non me ne viene in mente nemmeno una, mi spiace.- 
Lui mi guarda perplesso. 
E' normale, dopotutto Kidou riesce a risolvere i problemi in un nanosecondo. 
Io non sono come lui...
- Attento alla palla!- 
Sakuma calcia il pallone con troppa potenza. 
Non ho il tempo per reagire. 
Cado malamente a terra. 
- Accidenti che pallonata...- 
- Kidou?! Alzati, Kidou!-
Le ultime cose che riesco a sentire prima di perdere i sensi...

 
 ~ ☆~ ☆~ ☆~

-Allora, sei pronta?!- 
Sissy fa un segno di assenso con la testa mentre la compagna le sorride, complice. 
- Io sarò qui ad aspettarti, cara. Vedi di tornare tutta intera...-
- Grazie per gli auguri, eh.- 
Juddy inizia a roteare le mani e chiude gli occhi, concentrandosi (?). 
- Fai buon viaggio, Sissy.- 
La mora viene circondata da un bagliore di luci e colori che l'avvolgono completamente. 
Poco dopo, Juddy, rimane sola. 
Si avvicina alla sfera, scrutandola con i grandi occhi azzurri. 
- E io mi godrò lo spettacolo da qui. Buona fortuna...-

 
Angolo delle due fatine
Ciau Ragazzi! 
Allora, che ne pensate? Vi abbiamo un po' sconvolto, nevvero?
Beh, che le fatine ne avrebbero combinate di tutti i colori lo sapevate e che sarebbero andati a trovare quei due disgraziati pure. ç.ç
Kidou l'ha scritto Sissy e Gouenji che affronta Kageyama e che -siccome è ancora mezzo sconvolto dal suo "simpatico" colloquio col Comandante, poveraccio!- si becca una pallonata da Sakuma nella pancia perdendo i sensi l'ho scritta io. 
La prossima narrazione sarà molto particolare, ricordatevelo! ^*^
I capitoli sono abbastanza lunghi ma il meglio deve ancora venire, ve l'assicuriamo! 
Siamo molto contente che la nostra storia piaccia così tanto, davvero. 
Grazie anche a chi legge ma rimane in silenzio, eh. *u*
Che ne oensate di Kageyama? Vi piace?
A Sissy è piaciuto un po' meno ma tutto sommato è andato bene, no?
Ora togliamo il disturbo, abbiamo rotto anche troppo. 
Un recensione piccola iccola ce la lasciate? 
Ah, grazie anche a tutti quelli che recensiscono i capitoli e mettono la storia tra le preferite/ricordate.
Un bacio fatato (?)
Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ~ ***


Capitolo 5

- SHUUYA!! Bentornato! Vuoi mangiare?-
Accidenti quanto urla questa donna! 
Sono appena rientrato in casa e ha già ricominciato ad gridare. 
Con passo stanco la raggiungo in cucina. 
- No, grazie, signora... La ringrazio ma preferisco andare in camera mia.-
La governante mi guarda stranita e accenna un " Va bene..." poco convinto. 
Sono confuso, ho bisogno di riflettere. 
Gli avvenimenti di questo pomeriggio mi hanno completamente scombussolato. 
Ho rivisto Haruna dopo tantissimi anni. 
Sono stato costretto a giocare con una squadra nemmeno lontanamente simile alla mia.
Endou Mamoru mi ha incastrato con i suoi allenamenti mattutini. 
Eppure... Mi sento felice. 
Dopo anni ho scoperto il vero significato della parola libertà. 
Finalmente non sarò più schiavo di orari o impegni. 
Non dovrò passare le giornate ad annoiarmi davanti alla tv o a leggere un libro. 
Ma come, come è potuto succedere questo scambio di identità?!
Per quanto tempo ancora dovrò rimanere Gouenji Shuuya, il Flame Bomber della Raimon?!
Mi siedo sul letto ancora rifatto da stamattina, la testa fra le mani. 
Intorno a me i rumori delle case vicine mi circondano. 
Improvvisamente mi sento stanco, tanto stanco. 
Cerco di resistere al sonno.
Le palpebre lentamente si chiudono. 
- Devo restare sveglio... D-devo...- 
La mia testa ricade dolcemente sul cuscino candido mentre i contorni degli oggetti si fanno sempre più sfumati...; pochi minuti dopo sto dormendo profondamente. 
___________________________________________________
- Kidou, Kidou Yuuto...-
Sono avvolto dalle tenebre; non riesco a capire dove mi trovo. 
Davanti a me appare una ragazza circondata da un aura dorata. 
Rimango a bocca aperta: i ricci capelli mori le ricadono morbidi sulle spalle mentre due occhi buoni e bruni mi fissano, sorridenti. 
- D-dove mi trovo? Chi sei?- 
La ragazza mi mette un dito sulla bocca fermando quel flusso frenetico di domande; io la guardo, estasiato. 
Si esibisce in un flebile battito d'ali. 
Rimango sorpreso. Le noto solo ora, le ali. Due, splendide ali trasparenti che le decorano le spalle. 
- Sei nel mondo dei sogni, Yuuto... E io sono Sissy, la guardiana dei desideri.- 
Come fa a conoscere il mio nome questa... fata?!
Avrei tante domande da farle ma, stranamente, me ne viene in mente solo una, la più logica. 
- S-sei stata te a scambiarci le identità?-
Lei annuisce, tranquilla.
- Si, io e un'altra mia amica che stasera farà visita al tuo amico...- 
Dovrei arrabbiarmi, credo. 
- Non è un mio amico!- 
Le parole escano da sole dalla mia bocca mentre mi assale una rabbia mai provata. 
Abbasso lo sguardo per non incontrare quello della mora davanti a me. 
Forse ho esagerato... 
- Tu avevi desiderato una vita diversa, no?-
Annuisco piano mentre calde lacrime cominciano a solcarmi le guance. 
Perché sto piangendo?
Non c'è un motivo, ne ho voglia e basta.
Davanti a me compare uno specchio. 
Lancio uno sguardo fugace alla ragazza che continua imperterrita a sorridere. 
Due occhi vermigli attenti e svegli, i miei, compaiono sulla superficie, noto anche le ciocche castane raccolte, con un elastico, in una coda alta.
Tiro un sospiro di sollievo, l'incubo delle "identità" è finito!

- Yuuto, tu hai desiderato un'esistenza più... come dire... movimentata, no? Mai giudicare dalle apparenze! Da questa esperienza potresti trarre molti vantaggi... Più di quanti ne immagini!- 
Mi ritrovo a darle ragione. 
Grazie a questo "scambio" ho potuto rivedere mia sorella, conoscere più a fondo la Raimon, il suo strambo Capitano e la vita d Gouenji Shuuya, il famoso Flame Bomber.
Sissy scoppia in una fragorosa risata. 
La guardo senza capire. 
- Ricordati: se agirai seguendo il tuo cuore andrà tutto benissimo!- 
Mi accorgo solamente adesso che l'aura intorno alla fata sta andando via via a svanire.
- Che cosa ti sta succedendo?- 
Sono curioso. Non è da tutti i giorni fare un sogno del genere!
La mora continua a sorridermi socchiudendo i grandi occhi bruni. 
- Il mio tempo a disposizione sta per scadere. Ti devo lasciare, Yuuto...-
E' quasi scomparsa del tutto, deglutisco a vuoto. 
- Ehi, aspetta! Per quanto tempo rimarrò nel corpo di Gouenji?- 
- Fin quando non ve ne sarete accorti....-
Accorti di che cosa? 
Non riesco a formulare la domanda perché Sissy è già svanita, silenziosa com'era arrivata. 
____________________________________________ 

- GOUNJI-KUN? Svegliati!- 
Apro lentamente gli occhi mentre un raggio di sole mi colpisce in pieno viso, svegliandomi completamente. 
Questa voce mi sembra di conoscerla già... 
- SHUUYA?!- 
Oh, no! E' Mamoru! 
Mi ricordo improvvisamente della promessa che gli avevo fatto la sera prima. 
Oggi devo giocare con lui prima di andare a scuola!
Rischio di addormentarmi di nuovo o forse sto svenendo?!
Mi preparo velocemente e, afferrata la cartella, esco di casa fermandomi davanti a Endou. 
- Mi raccomando, Shuuya, attento mentre attraversi la strada!!- 
Ancora la governante... Sbuffo spazientito.
- Si, non si preoccupi!- 
- Allora, Shuu-kun, andiamo?- 
Annuisco piano in segno di assenso. 
- Dai, Haruna ci aspetta al campo.- 
Una sensazione di felicità mi pervade.
Strano: non è da me cedere così facilmente hai sentimenti.
Ma non ci voglio pensare e, mentre mi avvio verso al campo in riva al fiume , ripenso al sogno fatto stanotte e al dolce sorriso della guardiana dei desideri...


~ ☆~ ☆~ ☆~

- Sembra che tu piaccia a qualcuno!- 
Sissy si ravviva i capelli con un gesto della mano. 
- Va bene sono andata sul sentimentale, e con questo?- 
L'amica accanto a lei si stringe nelle spalle.
- Niente. Volevo solo dire che mi sembravi un personaggio di un film.-
La mora ridacchia, divertita. 
- Si, in effetti è vero... Comunque voglio vedere te, ora.- 
Juddy annuisce. 
- Preparati. Si va in scena...-


~ ☆~ ☆~ ☆~

Guardo fuori dalla finestra; è quasi sera ormai.
Della giornata, questi sono i momenti che preferisco.
Quando mi sono svegliato, ho subito avvertito un forte dolore alla testa: e mi sono ricordato cos’era successo.
Ero in infermeria, e appena i ragazzi della Teikoku hanno capito che mi ero svegliato, hanno voluto che andassi a casa. Anche l’allenatore, aveva detto loro che mi aveva visto distratto oggi, e che avrei fatto meglio a tornarmene a casa. Quei ragazzi, per fortuna, hanno insistito per accompagnarmi: così sono tornato a casa di Kidou senza nessun problema.
I colori del cielo, così intensi e belli al tramonto, sono scuriti dalle lenti di questi dannati cosi.
Con un gesto brusco, me li sfilo dal viso, appoggiandoli alla scrivania lì accanto.
Lanciato loro addosso un’ultima occhiata d’odio, scosto nuovamente le tende acquamarina e rivolgo la mia attenzione al cielo mentre mi massaggio gli occhi, impensierito.Di solito, a quest’ora finiamo gli allenamenti, e passo qualche tempo insieme a mia sorella.
Al pensiero della mia dolce sorellina i miei lineamenti si rilassano, e un timido sorriso rischiara questo viso incupito.
Eh già, questi sorrisi mi vengono molto meglio che quei ghignetti orripilanti.
Non sono fatto per questo genere di cose, ma non ho altro da fare, mi pare…
Così, trovato lo specchio di stamattina, tento – vanamente – di esibirmi in un sorrisetto degno di Kidou.
… Tutto inutile. Non riuscirò mai in una sera a imparare ad essere Kidou Yuuto.
E’ un ragazzo strano, da quel che so… In effetti, su di lui so solo quel che si dice in giro; potrebbero essere voci, chissà…
Aah, che noia!
Che pace!
Che armonia!
Il silenzio che vige in questa casa è fantastico, sembra di essere avvolti nel nulla…
Mi ci voleva una pausa psicologica del genere; anche se…
La Teikoku mi mette soggezione. E Kageyama, poi… Il solo pensiero mi mette i brividi.
Non lo voglio più sentir parlare, quell’uomo: preferisco centomila volte i discorsi passionali e a volte un tantino esagerati di Mamoru.
“Oh, Endou, se mi manchi…!” Più che Mamoru, in effetti, mi manca la sua compagnia.
Per venire a casa, i compagni di Kidou praticamente non hanno aperto bocca…!
Mi butto sul divano, improvvisamente appesantito: forse hanno ragione, forse sono io che non funziono, oggi…
Forse, nonostante tutto, sto ancora sognando.Penso che sia il sogno più lungo che io abbia mai fatto: magari sono svenuto. Magari sono stato rapito e adesso mi stanno facendo respirare dei gas soporiferi in modo che dorma e non dia fastidio… Magari sono morto.
… Ma che sciocchezze mi vengono in mente, adesso?!
Sarà la casa, l’ambiente. Ne sono certo: questo luogo ammortizzato renderebbe nervoso e spaurito chiunque.
Vediamo di fare qualcosa… Andrò a farmi un giro. D’altra parte, anche se non so per quanto, al momento questa è casa mia: dovrò pur muovermi, qua dentro…!
Da fuori, la casa è molto grande; ma anche dentro non si scherza!
Penso che solo il salotto prenda tre quarti di tutta casa mia: è la stanza più grande – dopo l’aula magna della scuola e la palestra, sempre della scuola – che io abbia mai visto!
Sala da pranzo, cucina, camera degli ospiti, bagno… Che meraviglia!
Sono stanze ben arredate, ci sono un sacco di quadri appesi qua e là, i muri tutti bianchi…
Ma la cosa più sorprendente di tutte, è camera mia. O meglio, le mie camere!
Sembra che Yuuto viva in un casa dentro la casa: ha un suo salottino privato, il suo bagno personale, la sua camera da letto… Ha persino una stanza degli armadi! Ma che se ne fa, un ragazzo, di una stanza degli armadi?! Capirei se fosse una femmina, ma da Yuuto proprio non me l’aspettavo.
Poi, oh-oh, poi c’è la soffitta. Quella generale non so dove sia, ma quella di Yuuto è fantastica.
E’… E’ molto personale.
Entrando, si avverte subito l’intimità dell’ambiente.
E’ una stanza che non dà su nessuna finestra, quindi è anche piuttosto buia.
Nonostante questo però, è pulita: non come il resto della casa, dove tutto brilla, ma non c’è neanche così tanta polvere. Non hanno i maggiordomi la chiave di questa stanza: era nascosta sotto alcuni vestiti invernali, nella famosa camera degli armadi, di cui ancora il pensiero mi sconvolge…
Evidentemente Kidou tiene molto a qualunque cosa sia in questa stanza.
Non è che poi ci sia quel granché: solo un paio di scatoloni, e alcune ragnatele sul soffitto.
Ci sono vestiti, giocattoli, sassolini colorati e un pallone.
Ci sono delle lettere sì, e dei diari.
I vestiti sono piccoli, sgualciti e persino rattoppati!
Anche i giochi non sono messi meglio: per di più, sono ninnoli di scarso valore, plastica e legno.
Il pallone è vecchissimo, tutto rovinato e sporco; le pagine nei diari quasi si sbriciolano al tatto, sono sottili e trasparenti. La calligrafia è di un bambino che da poco ha imparato a scrivere.
Con le mani fra questi oggetti, mi sembra di essere davanti ad un altro Kidou.
Inconsciamente, sto frugando fra i suoi ricordi più intimi; non lo sto facendo intenzionalmente, è solo che…
Ho visto, o meglio ho percepito come Kidou Yuuto è considerato alla Teikoku: è sottomesso al suo Comandante ed è un Capitano orgoglioso ed arrogante, di poche parole e ardito con i suoi compagni: essi lo temono e nel contempo cercano di avvicinarglisi. Non tutti ci riescono, anzi in molti a scuola durante le lezioni, lo evitano, per paura, timore o chissà cos’altro.
E’ una sensazione strana, a me estranea: per quanto possa stare sulle mie, non potrò mai essere come Kidou.
Sono rappresentato dalla sua figura adesso, e ho bisogno di saperne di più.
Questo corpo sa dove devo cercare le risposte, e mi ci ha portato.
Ho davanti l’infanzia di Kidou, anche se non so decifrarla.
Che significato hanno questi giochi così vecchi e malconci?!
Yuuto vive in una casa magnifica, e tutto quello che desidera può avere: che cosa sono questi, adesso?
Da dove sbucano oggetti così… poveri?
Neanche io, da piccolo, avevo giocattoli così modesti…
E queste?! Queste sono lettere a… Haruna!

“Haru-chan,
mi manci tanto, sai?
E’ da tanto tempo ce non ci vediamo piu, e adeso che non siamo più insieme, e molto dificile.
qui sono tuti bravi con me, i miei genitori, i “mamma” e “papà” nuovi, sopratuto: ma a me mi manchi tu.
Vorrei tanto abbracciarti, Imooto-san.
tu come stai? Da quando sei andeta via, le giornate sono state ancora piuu lunge e noiose.
Appena sono arivato nella mia nuova casa, o volluto scriverti. e è quello che stò facendo adesso.
Spero ce anche i tuoi mamma e papà sono buoni, te l’o meriti Haru-chan.
non so dove stai adesso, alllora portero questa lettera all’orfanotrofio, ci penseranno le signorine a dartela.
Parleamoci cosi, daccordo? un giorno poi, ci vediamo al parco e giociamo insieme!
e ti inviterò alle mie partite, tutte tutte! Verrai a vedermi giocare Imooto-chan?
Mi manchi tanto tanto tanto!!
ti abbraccio forte Haruna, ti voglio proprio tantissimo bene.
il Onii-chan, Yuuto “



Mi sfrego gli occhi, inumiditi; ma che storia è questa?!
“Imooto-san”?! Ma… Ma allora…?
Kidou. Kidou Yuuto sarebbe il fratello maggiore di Haruna?!
Della mia Haruna?!
E lei non mi ha mai detto niente…!
“La nuova casa”… “i mamma e papà nuovi”… “l’orfanotrofio”…
Parole folgoranti, mentre continuo a rileggere quel pezzo di carta, consumato dal tempo e dalla polvere.
Yuuto… E’ orfano, proprio come Haruna! E’ stato adottato…
E chi se l’aspettava, questa? E’ proprio una notiziona, per me…
Kidou dice che appena è arrivato a casa, ha scritto questa lettera. Quindi sapeva già scrivere… Era grandino, ecco.
Sbuffo, mentre mi passo una mano sulla fronte accaldata.
Wow, è più di quanto mi aspettassi…
Mi sembra strano che…
Comincio a frugare con foga nello scatolone, alla ricerca di qualcosa che però non c’è.
Le risposte.
Haruna non ha mai risposto a queste lettere, perché…?
“Non le sono mai arrivate…”
Kidou ne ha scritte, e tante di lettere; ce ne sono molte altre nello scatolone.
Ma sono tutte qui…!
Questo vuol dire che non le ha portate all’orfanotrofio come invece dice di aver voluto fare.
Non gliel’avranno permesso…?
E’ strano, però. Perché avrebbero dovuto farlo?
Non c’è niente di sbagliato, anzi… Yuuto è molto carino con la sorella. Gli manca tanto, e sono sicuro che anche se non vivevano più insieme, farli incontrare, come propone Yuuto “al parco” è un desiderio da accontentare senza neanche pensarci. Stiamo parlando di bambini…!
Scuoto la testa, sconsolato: possibile…?
Che storia strana…
Le lettere successive, Yuuto le scrive a distanza di tempo.
La sua calligrafia è molto migliorata, e ci sono molti meno errori.
Man mano che il tempo avanza, Kidou scrive queste lettere come fossero pagine di diario: probabilmente si voleva illudere di poter ancora mettersi in contatto con lei.
E’ proprio tenero…
E ancora, per l’ennesima volta in questa giornata, mi chiedo: ma sto parlando dello stesso Kidou?!
Quello in cui mi sono dovuto impersonare oggi è lo stesso bambino che scrive queste lettere?!
Una persona così arrogante e presuntuosa può scrivere parole così delicate e affettuose?
Sento d’un tratto bussare alla porta: d’istinto sussurrerei “Avanti.” ma all’ultimo mi trattengo.
Questa è una stanza preziosa per Kidou, e io devo conservare la sua intimità.
-Che c’è?- chiedo, dosando bene il tono
-Signorino, la cena è pronta. Scenda il prima possibile.-
-Arrivo subito!-
Con molta attenzione, rimetto tutto quel che ho tirato fuori negli scatoloni, al loro posto.
Ho scoperto un luogo importante e segreto; non per questo però, non ci entrerò più…
In fin dei conti, io sono Kidou adesso.
E ho come l’impressione che non sarà per niente facile per me; riuscirò a cavarmela?
Anche perché, dopo aver scoperto tutto questo, sono ancor più confuso, in effetti…
 
Angolo delle due fatine
Ciau a tutti!
Ci fa piacere vedere che anche a questo capitolo c'è tanta gente a seguire le nostre gesta!
*un lupo ulula spezzandppo il silenzio circostante*
^^'' Ok, come non detto.
Beh, c'è poco da dire. Scommettiamo una pizza (?) che nessuno di voi aveva pensato a questa idea?
Certo che noi due siamo proprio incorreggibili! 
E la prossima volta toccherà a Gouenji! *u*
Questa narrazione l'ho fatta io mentre di Gouenji se ne è occupata la nostra espertona, Sissy! ^^
Anche Shuu-kun ha dovuto subirsi una bella botta, eh (?)? 
Scoprire tutte quelle cose su Yuuto e Haruna! 
Ah, ci teniamo a precisare che la lettera di Kidou ad Haruna è piena di errori scritti di proposito, eh.
No, non si sa mai. xD
E.... niente. 
Ci auguriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ringraziamo chiunque recensisca, metta le foto tra le ricordate /preferite/seguite o anche solo chi legge. Grazie di cuore, minna! ;3
Credete che le sorprese siano finite? 
Sono appena cominciate, guys!
Un po' di pazienza e saprete!
Ora ci dileguiamo (?),
*una nuvola azzurrina le solleva da terra facendole scomparire*
Un bacio fatato (?)

Sissy e Juddy
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6 ~ ***


Capitolo 6
- Sei pronta, Juddy?- 
- Al dire il vero mi tremano un po' le gambe, Sissy...-
La mora sbuffa sonoramente. 
- Io ho fatto la mia parte, tocca a te ora!- 
La ragazza dagli occhi violacei annuisce, convinta. 
- Un momento! Dopo che gli avremo aiutati che faremo?!-
Sissy si mette una mano sulla fronte, sconfortata. 
Quando ci si mette, Juddy sa essere davvero pesante!
- Che razza di domande fai?! Continueremo ad aiutarli e, se necessario, riappariremo per dargli nuove indicazioni.-
- Rischiamo tanto, lo sai?- 
- Lo so. Preparati ora!-
Sissy schiocca le dita e socchiude gli occhi, concentrandosi. 
- Buon viaggio, guardiana dei desideri!-
Prima di scomparire del tutto la castana annuisce e sorride. 
- Grazie, guardiana dei desideri!-


~ ☆~ ☆~ ☆~

Endou mi trascina attraverso i viali e le strade della città che si sta svegliando, parlandomi in modo energico e vivace, a volte ridendo.
Io non presto attenzione ad alcunché di quel che dice: mi sento troppo strano.
Vorrei, vorrei davvero capire quel che sta succedendo, ma il mio cervello si rifiuta di collaborare.
Ho fatto un sogno strano e bellissimo stanotte, di cui non ricordo pressoché nulla; c’era… Sissy, una fata. Tutto quel che rammento, è il suo sorriso gaio e la luce nei suoi occhi.
Mi ha fatto stare tranquillo; mi ha permesso di rilassarmi.
E so che dovrei essere agitato perché fra poco mi dovrò allenare con Mamoru, e rivedere mia sorella, e mi aspetta un altro giorno disastrato… Ma per qualche strano motivo pensare a questi impegni non mi agita, anzi! Il sole brilla così tanto, la mattina? L’ha sempre fatto, oppure oggi è un giorno speciale?
Arriviamo al campo sul fiume.
Gli alberi che costeggiano il campetto sono in fiore, e il luccichio dell’acqua argentea sembra accompagnare le risate del ragazzo che continua a strascinarmi lungo il prato ancora umido di rugiada.
-Endou-san! Finalmente siete arrivati! Su, cominciamo gli allenamenti!- esclama piena di entusiasmo la manager della Raimon dai corti capelli blu.
-Non ce lo facciamo neanche ripetere, n’é vero Gouenji?-
E già il portiere si posiziona fra i due pali della porta, lasciandomi qualche istante solo con la Otonashi.
Mamma mia se è bella…!
Inavvertitamente, sento l’innato desiderio di abbracciarla, e mi avvicino.
-Shuu-kun, ciao!- sussurra lei, così vicina al mio viso che, nel muovere le labbra, mi sfiora la guancia con un leggero bacio.
Di colpo diventa rossa rossa, e per nascondere l’imbarazzo pure io mi volto.
-Hey là!! Piccioncini!! Avevo sentito parlare di un allenamento…-
Mi volto di scatto verso il ponte sopra di noi, e seppur contro luce riconosco la figura di Kazemaru, che intanto si è accinta a raggiungerci sul campo.
-Passavo di qui e ho sentito delle esclamazioni piene di entusiasmo riguardo degli allenamenti mattutini. E così, ho pensato che solo quel matto del nostro capitano poteva organizzare una cosa del genere… Non ti bastano già quelli alla sera, Endou-kun?-
-Kaze-chan!! Ciao!- Endou ci corre incontro, rischiando di travolgere me e l’azzurro difensore al mio fianco.
Per fortuna mi sono spostato in tempo, e afferrata la mano del mio compagno, ho fatto in modo che Mamoru andasse a schiantarsi contro un albero.
“Cose che capitano” penso, ridacchiando appena.
-Ouch…!-
In un attimo, Endou ritorna fra noi, sempre con quello strambo sorriso incancellabile sul volto.
-Beh, adesso che c’è Kazemaru, le cose sono ancor più difficili per te Gouenji-san!-
-Come sarebbe?-
-Per fare goal- spiega allora la manager – dovrai prima superare Ichirouta, e poi battere il Capitano! E’ deciso, via!-
Ci battiamo il cinque, e ognuno si mette al proprio posto.
Dal cerchio di centrocampo, osservo la mia posizione: da quel che so, Kazemaru è uno dei migliori difensori di cui dispone la Raimon, veloce e discreto nel dribbling, copre con diligenza la sua area.
Ma è abituato a lavorare con la squadra; non è in grado di difendere tutta l’area.
Endou inoltre ha la tendenza a posizionarsi al centro della porta, di un decimo di grado inclinato a destra, ma fa sempre in modo di trovarsi faccia a faccia con il tiratore avversario, e comunque avrebbe sempre il tempo di spostarsi, nel caso di una mia variazione repentina del tiro.
Devo aver tempo di caricare, una volta in area, per questo devo liberarmi subito del difensore…
Un battito di ciglia.
Mia sorella fischia, e sono pronto a partire.
Come immaginato, grazie alle sue capacità di velocista, il turchese difensore della Raimon mi si para subito davanti.
Prova in blocco, ma lo scarto facilmente.
Mi guarda, mentre io arretro leggeremente.
Come avevo immaginato, prova una scivolata adesso che ha ancora slancio; con un sorrisetto compiaciuto, lo scarto di nuovo.
Ichirouta mi guarda, confuso: e la palla dov’è?
In quel momento scatto di mezzo metro, e il pallone cade perfettamente sul mio piede, mentre io riprendo la mia corsa verso la porta: scontato. Troppo scontato.
Alzando la palla di tacco, ho distratto il mio avversario perché sapevo che la sua attenzione sarebbe stata focalizzata più su di me che sulla palla stessa.
In questo modo, l’ho alzata di qualche metro, e sono riuscito a liberarmi del difensore.
Una volta entrato in area però, mi assale di colpo una consapevolezza: Endou vorrà provare a fermare il Tornado di Fuoco, penso.
Ma io non ne sono in grado… 
Spaventato dalla mia insicurezza, inchiodo di colpo.
La carica che ho preso in corsa però è troppa, e la brusca fermata mi ha fatto alzare in aria.
Senza sapere esattamente che fare, decido di improvvisare; considerato che sono a qualche metro da terra, calcio col ginocchio la palla ancora in alto, e alzo lo sguardo. Mentre io inizio la mia caduta, il pallone mi raggiunge; lo calcio allora con tutta l’energia che mi ritrovo nel piede, e la palla buca la rete.
Casco a terra, battendo violentemente la schiena.
Ad aiutarmi per rimettermi in piedi accorrono sia Kazemaru che Mamoru: accidenti se ho tirato… E io che credevo pure che sarei stato scoperto!
-Wow Gouenji-san! Ma che tiro era quello?!-
-N..Non è niente di che…!- ribadisco, accettando con garbo la borraccia portami da Haruna.
-Per un attimo, ho pensato che avessi dimenticato che non possiamo più allenarci nelle tecniche micidiali! – enfatizza il blu, ignorando quando ho detto.
“La palestra Inabikari!”
Rischio di strozzarmi con l’acqua che stavo bevendo, mentre sento i miei arti distendersi, rilassati: “Come ho fatto a non pensarci?! La Raimon, essendo spiata un sacco da giornalisti ed avversari, ha smesso di allenarsi nei campi pubblici alle tecniche micidiali! Wow… A volte, la fortuna è dalla mia parte.”
-Attento Gouenji-san! Bevi lentamente!- mi sgrida mia sorella, con un sorriso divertito ad illuminarle il viso. – Adesso dobbiamo andare ragazzi – si rivolge poi a Endou, che già era corso nuovamente in porta.
-Di giààà?-
-Non fare scene, Mamoru! Ci verremo doposcuola e anche stasera! Per la mattinata, potrebbe anche andare, non ti pare?- lo ammonisce Kazemaru, e io annuisco di rimando.
Il Capitano della Raimon allora, tenendoci il muso si avvia strascinando i piedi fuori dal campo, verso la scuola, e io affiancato da Haruna e da Ichirouta, non posso fare a meno di sorridere, rincuorato e sereno.
Non avrei mai pensato che allenarmi insieme a Endou, in compagnia di mia sorella potesse farmi sentire così bene… Così libero.


~ ☆~ ☆~ ☆~

Una folata di vento spalanca di scatto la finestra, e dal gran trambusto mi sveglio, seccato.
Mi ero appena addormentato, accidenti!
Dopo essermi ormai svegliato del tutto, mi avvicino alla finestra che dà sul giardino. 
Il sole brilla già alto nel cielo, e la brezza mattutina fa ondeggiare dolcemente gli alberi all’altezza del mio sguardo; le rondini solcano il cielo terso, d’un azzurro incantevole.
Mi porto una mano davanti alla bocca soffocando uno sbadiglio.
Mamma mia, che sonno!
Ieri sera, non c’è stato verso: non sono riuscito ad addormentarmi; ho dormito solo quattro ore… E tra qualche ora dovrò andare a scuola!
Troppi pensieri per la testa, troppi. 
Ho scoperto un lato caratteriale di Kidou che credevo inesistente e, cosa più sconvolgente, Haruna è la sorella minore di Yuuto… Per me è una novità, e che novità!
Così come sapere che sono stati adottati da due famiglie diverse, nonostante il forte legame che li unisce...
Questo spiega molte cose del freddo capitano della Teikoku. 
L'unica cosa che mi consola è che, fino a quando sarà nel mio corpo, potrà stare con Haruna quanto lo desidera. 
Sospiro lasciandomi cadere su una sedia poco distante. 
Devo ancora abituarmi a questa vita. 
Come se la starà cavando Yuuto?
- Anche lui ci ha messo un po' di tempo per abituarsi allo scambio delle vite, ma sta bene...- 
Mi irrigidisco di colpo e, per un attimo, smetto di respirare, impaurito. 
Se sono solo in camera, chi può aver parlato?! 
Deglutisco a vuoto mentre cerco inutilmente di calmarmi.
Un fascio di luce mi circonda costringendomi a chiudere gli occhi. 
- Sto sognando, vero?-
Non voglio una risposta... O forse si?
Vorrei solo capire cosa sta succedendo, tutto qui. 
- Più o meno, a meno che questo possa fare differenza...-
Le ultime parole si perdono in un sussurro, pronunciate da una voce dolce e melodiosa. 
Riapro piano gli occhi mentre piccole goccioline di sudore mi rigano il volto. 
Respiro profondamente cercando di regolarizzare i battiti del cuore. 
Davanti a me, circondata da un aura multicolore, è comparsa una ragazza. 
Gli occhi sono di un colore indefinibile che cambia in continuazione mentre i corti capelli castani le ricadono morbidi sulla fronte candida.
Ha due splendide ali turchesi che le contornano le spalle. 
Il vestito che indossa è strano... Emana bagliori di luce ed è di una lucentezza mai vista prima. 
La giovane si ferma a pochi passi da me scoppiando a ridere sonoramente. 
- Ti consiglio di chiudere la bocca, Shuuya, o finirai per ingoiare qualche mosca!- 
Faccio come mi è stato ordinato, chiudendo la bocca di scatto. 
Finalmente mi riprendo dalla sorpresa e riesco a parlare. 
- M-ma chi sei? Un angelo?! Forse sono morto...-
Sto delirando, me ne rendo conto; ma in una situazione del genere, chi riuscirebbe a mantenere il sangue freddo?!
- No, non sei morto. Io sono Juddy, la guardiana dei desideri.- 
Dopo questa rivelazione, come un fulmine a ciel sereno sale la consapevolezza... 
- Sei stata tu a farci lo scherzetto dello scambio d'identità?!- 
- Si.- 
Accidenti, questa ragazza è di una semplicità devastante!
Allungo una mano per cercare di toccare la sua ma non ci riesco: le mie dita trapassano la pelle nivea della fata....
Rimango inebetito mentre lotto contro l'impulso di svenire.
- S-sei un fantasma?!- 
Lei scuote piano la testa e questo, che ci crediate o no, mi tranquillizza non poco. 
- Non esattamente...-
Juddy socchiude gli occhi violacei mentre mi si avvicina sempre di più.
- Per quanto tempo rimarrò nel corpo di Kidou?-
Mi rendo conto di star ponendo domande molto strane, ma, per quanto possa essere durato un solo giorno, questa cosa che è successa a me e a Kidou mi ha lasciato completamente stranito, e adesso che ne ho la possibilità, ho intenzione di far luce il più possibile sulla vicenda… 
- Fino a quando non vi renderete conto di una cosa molto importante...-
Mi massaggio la testa; contro tutte le mie aspettative, parlare con questa “fata” mi stordisce, e ci capisco sempre meno… 
La fata si accorge della mia difficoltà e riprende a parlare.
- Sei confuso, vero?-
Se sono confuso? Eccome se lo sono! 
- N-no... Cioè, si! Più che confuso sono impaurito... Avevo una vita normale, per quanto noiosa potesse essere, ma normale; mi risveglio una mattina che sono nel corpo di un mio rivale e non so assolutamente niente su di lui! Ho scoperto tutto per puro caso e ne sono rimasto a dir poco scioccato! Tutto questo per uno stupido desiderio!!- 
La tensione accumulata nelle ultime ore svanisce lasciando il posto a una rabbia mai provata; che mi succede adesso?!
La giovane rimane imperturbabile davanti a me, l'espressione sul suo volto non cambia di una virgola.
Le sue iridi diventano scure e profonde e mi guardano con una strana luce che le rischiara. 
- Il tuo desiderio non era affatto stupido. Ed è normale che tu sia impaurito, ti devi solo abituare.- 
Inizio a piangere, calde lacrime mi rigano le guance nivee senza che io possa fare niente per fermarle; tutto questo è assurdo… Assurdo.
- Ma chi mi assicura che tutta questa storia non è che un sogno creato dalla mia mente? Chi mi dice che tu non sei una creazione della mia immaginazione? Chi mi assicura tutto ciò?! Chi...?!- 
Non riesco più a controllarmi; mi accascio a terra continuando a piangere sommessamente. 
Questo scambio di identità è terribile, spaventoso… Chi sono io veramente?
Sono Kidou Yuuto o Gouenji Shuuya? 
Juddy mi si avvicina scuotendo dolcemente la testa. 
- Te lo dice il tuo cuore, Shuuya...-
Guardo stupito la castana che annuisce convinta. 
- Finché seguirai il tuo cuore tutto andrà benissimo, te lo garantisco!-
Mi accorgo di star sorridendo mentre gli ultimi residui di lacrime si staccano dalle ciglia. 
- Vedo che hai capito. Il mio compito qui è finito....- 
Noto solo ora che la giovane fata sta andando via via a scomparire sempre di più... 
- Che ti sta succedendo?-
Lei mi rivolge un ultimo, rassicurante sorriso.
- Ci rivedremo, Shuuya. Buona fortuna...-
Un'altro bagliore mi acceca costringendomi a chiudere gli occhi vermigli; quando li riapro, Juddy è scomparsa... 
Sono ancora più confuso di prima! … E' stato un sogno o è successo veramente?
Senza accorgermene, perso nel pensiero della fata dei desideri, mi addormento ricordando le sue parole.
"Segui il tuo cuore, Shuuya..."
Sorrido, chiudendo definitivamente le palpebre pesanti e concedendomi ancora qualche minuto di riposo.
Il sole, là fuori, risplende allegramente nel cielo chiaro, la brezza mattutina entra silenziosa dalle tende e mi sfiora il viso addormentato accarezzandolo affettuosamente: tutto, tutto là fuori sembra dirmi “Oggi sarà una bella giornata…”
E sì, sono sicuro che lo sarà davvero.

 
Angolino delle due fatine
Salve Minna!
Allora, che ve ne pare?
Sia per Yuuto che per Shuuya siamo andate sul sentimentale, neh?
Gouenji comunque rimane più traumatizzato dalla visita della fatina, vedrete.
Sarà perchè Juddy è veramente senza rimedio... Basti pensare che si dimentica persino la formula per far tornare i ragazzi alla normalità!
Sissy: Juddy, stai zitta! >.< "
Ops! L'ho detto a voce alta?
Ahia! Ahi, Sissy, fai male!
*Sissy la prende per un orecchio*
Anche Kidou con gli allenamenti di Endou rimane un po' sconvolto.
Ma è normale, credo.
Si.. Insomma fare gli allenamenti con Mamoru-kun, ma ci pensate?
Noi moriremmo...
Sissy: Parla per te, Juddy.
Okay, okay. Io morirei! ^^''
Ora andiamo perchè mi sembra che stiamo per  sclerare, eh.
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e ringraziamo -come al solito- chi ha messo la storia nelle seguite/articolate/preferite, chi legge e basta, e chi recensirà.
Un bacio

Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7 ~ ***


Capitolo 7
- Bentornata, Juddy!-
Davanti a Sissy inizia ad apparire il profilo della compagna. 
- Oh, che stanchezza! Grazie comunque, Sissy!- 
Juddy sorride all'amica mentre le iridi si macchiano di nero. 
La mora si avvicina tenendo in mano un bicchiere d'acqua. 
- Bevi, ti servirà. Wow, Juddy! Sei stata bravissima! Ho ancora i brividi!!- 
La ragazza non risponde, un velo di stanchezza le annebbia la vista. 
- Si, anche te non sei stata da meno.- 
Soffocano entrambe uno sbadiglio mentre si siedono a terra. 
- Ho sonno, Sissy...-
- Ci credo, non abbiamo dormito stanotte!- 
Davanti allo sguardo supplichevole dell'amica, Sissy cede. 
- Va bene, riposiamoci un pochino.-
Non riesce neanche a finire la frase, Juddy già dorme profondamente.
 ~ ☆~ ☆~ ☆~
- L'allenamento è finito, basta così!- 
Mi fermo cercando di riprendere fiato. 
Gli allenamenti alla Raimon sono belli tosti, eh. 
Non credevo che potessero essere così faticosi! 
Piccole goccioline di sudore mi rigano il volto infrangendosi al suolo. 
"Il tempo vola quando ci si diverte."
Divertire... Che strana parola....
Non è di uso molto comunque nel mio vocabolario, anzi è quasi assente.
Finalmente ho potuto correre dietro il pallone senza dovermi preoccupare di rispettare uno schema d'attacco o di organizzare il gioco. 
Non mi devo curare della precisione, della velocità o di come reagisce la squadra a qualsiasi mossa. 
Il mio unico scopo è tirare in porta. 
Punto. Basta. Fine. E’ semplice… E’ divertente!
- Domani mattina al campo, Shuu-kun?- 
Ancora Endou. Ma non si stanca mai del calcio quel benedetto ragazzo?
Lo guardo dritto negli occhi color cioccolato; nessuna reazione. 
Mamoru continua a fissarmi sorridendo in quel suo modo indefinibile. 
Strano. 
Molto strano. 
Di solito nessuno riesce a reggere il peso del mio sguardo ma ora...
Ora sono Gouenji e tutte le regole che ho dovuto osservare fino ad ora non valgono più. 
Cerco di sorridere in modo più naturale possibile. 
- Si.-
Accenno un saluto e mi avvio verso casa. 
Cammino lentamente lasciando che, il fresco vento primaverile, mi accarezzi il volto. 
Mi sento finalmente in pace, sereno, tranquillo... Libero dagli obblighi e dagli impegni.
- Gouenji-san!-
Ritorno alla realtà interrompendo il flusso dei pensieri. 
Mi volto lentamente in direzione della voce. 
Haruna sta correndo verso di me. 
- Gouenji-san, aspettami!- 
Il mio cuore salta un battito.
Possibile che stare con mia sorella mi possa mettere tanto in difficoltà?
Si, è possibile. 
- Facciamo la strada insieme?- 
Vorrei tanto non rispondere ma mi rendo conto che ha dovuto sopportare ben sei anni di silenzio da parte mia e ora, che sono nei panni di Gouenji, si merita una risposta. 
- S-si, se vuoi...-
Cammino lentamente, quasi timoroso di spezzare quel momento magico che si è creato. 
Haruna continua a guardarmi con i suoi grandi occhi cerulei. 
Un lampo di malinconia le oscura lo sguardo. 
Il mio sesto senso di "fratello maggiore" si risveglia e mi sento in dovere di chiederle se c'è qualche problema. 
- Tutto bene, Haruna?- 
Faccio uno sforzo tremendo per non buttarle le braccia al collo e chiamarla "Imooto-chan" ma riesco a controllarmi. 
Lei annuisce rivolgendomi un sorriso capace di sciogliere anche una pietra. 
- C'è una persona di cui non potresti mai fare a meno, Gouenji-san?- 
La domanda mi lascia un po' spiazzato. 
Come risponderebbe Shuuya?
- Si, mia sorella. Tu hai fratelli?- 
E' stato più forte di me. Non sono riuscito a trattenermi. 
Gouenji non sa niente di me e Haruna. 
Cosa dirà adesso?
Mia sorella socchiude gli occhi come se pensasse bene a cosa dire. 
Un nodo alla gola mi impedisce di parlare; ho come paura di conoscere la risposta...
- No, non ho fratelli.- 
- COME?!-
Dalla sorpresa vado a sbattere contro un lampione. 
"Non può averlo detto davvero!"
Mi massaggio la testa, dolorante. 
Che botta! 
Dovevo stare più attento...
Accidenti che male!
- Ma che ti è preso, Gouenji?- 
Mia sorella si mette a ridere.
Non ha idea di quanto mi abbia fatto stare male la sua risposta...! 
Abbozzo un sorrisetto sghembo. 
- Io sono arrivata.-
La voce di Haruna mi riporta alla realtà mentre sono ancora immerso nei miei pensieri. 
- Vuoi fermarti un attimo?- 
Rimango immobile, per pochi istanti, a fissarla. A fissare la mia sorellina.
Il suo sorriso delicato trascinerebbe chiunque, e stare con lei è la cosa che più desidero al mondo, da sei anni a questa parte, ma… Non adesso.
Non l’ha fatto intenzionalmente, però mi ha ferito.
Mi… Mi ha rinnegato. E sono sicuro che non potrei fingere che vada tutto bene, e starle accanto.
Devo tornare a casa, adesso.
-Grazie Haruna, ma devo andare in un posto. Ci vediamo domani…-
E mi volto, incamminandomi. Non volgerò lo sguardo indietro per incontrare il suo: farebbe ancor più male di quanto già non fa…
-Va bene! Ciao Gouenji-san!-
Annuisco piano in segno di conferma; sì, “Ciao, Gouenji-san”…
E mentre svolto l’angolo, penso che nella vita o hai una fortuna sfacciata o proprio tanta ma tanta sfortuna.


 ~ ☆~ ☆~ ☆~

-Signorino? Signorino dove…? Ah, eccola qui. Per un attimo, avevo pensato che avesse dormito sul divano, come l’altra sera… Spero che abbia dormito bene. Le porterò la colazione fra un attimo, aspetti qui…-
E chi si muove!?
Tutto arzillo mi levo dal letto, un bel sorriso stampato sul volto.
Sarà il sole, sarà la visita di qualche ora fa della bella fatina dagli occhi cangianti, sarà la voce della cameriera che viene a svegliarmi ogni mattina… Ma io oggi mi sento una favola!
E, come mi ha detto Juddy prima di andarsene “Sei il tuo cuore, Shuuya…” 
Ieri mi sono fatto trovare impreparato, perché non capivo bene quel che era successo… Ma oggi sarà tutto diverso. Oggi la organizzo a modo mio, la giornata!
Mi guardo un po’ intorno, “analizzando la situazione” come direbbe Kidou.
Prima di tutto, questi dannati occhialetti con i quali non vedo un belin di niente, li posso benissimo buttare nel cassetto e… Tanti saluti!
Dopodiché, vola dalla finestra anche quel odioso mantello: il colore sarebbe anche carino, perché no? E’ un rosso incantevole ma… Lasciamo perdere.
L’uniforme della Teikoku non ho scelta: la mia scuola è quella – si fa per dire – e quindi quella devo indossare.
Vedrò di farmene una ragione, per il momento…
Faccio appena in tempo a vestirmi, che riecco la mia dolce fanciulla con la colazione.
-Avanti…!- esclamo senza perdere il contegno che si addice ad un signorino come me - mi sento molto bene oggi, e molto sicuro di me! – ma con un’inflessione allegra che lascia un attimo sbigottita la ragazza.
Mentre appoggia il vassoio su un ripiano, continua a lanciarmi occhiate di sottecchi: chissà, magari è affascinata dal nuovo look di Kidou… Senz’altro, me ne intendo di più io che lui, questo è chiaro.
Faccio per aprire bocca, intenzionato a… Non so, scambiare quattro chiacchiere con questa premurosa cameriera che tra parentesi è nuova, e quindi nemmeno Kidou – quello vero, insomma… - conosce.
Ma questa mi precede, e senza guardarmi negli occhi afferma soltanto, prima di chiudersi la porta alle spalle: -Signorino, farebbe bene a sbrigarsi. Ricordi cosa le ha detto il signore ieri sera…-
Io non ricordo assolutamente nulla di quel che mi ha detto ieri sera “il signore” che penso alluda a mio.. Sì, insomma, il papà di Yuuto.
Mi concentro, sorseggiando il caffelatte; ieri… Boh. Non so. Non ricordo assolutamente nulla.
Il vuoto.
Probabilmente, ero tanto scioccato alla vista di un uomo del genere che non ho prestato attenzione a quel che mi diceva. Se pochi minuti prima non avessi scoperto che Yuuto è stato adottato, mi avrebbe preso un colpo! “Se vuoi sapere come sarà tua moglie, guarda tua suocera”
Se il discorso vale anche per i maschi, allora Yuuto sarebbe messo malissimo!
Almeno in questo, può tirare un sospiro di sollievo…
Ma che discorsi sto facendo, adesso?
Finito di fare colazione, mi do un’ultima occhiata allo specchio e afferrata la cartella, esco dalla mia camera.
Appena messo un piede fuori, tutta l’allegria con cui mi sono svegliato sembra volatilizzarsi, e se Yuuto non fosse così cadaverico di suo, sbiancherei.
Eccolo qua, l’Omino Nero. In effetti, adesso che l’ho visto, ed è venuto a prendermi, potrei anche svegliarmi.
Mi ricordo improvvisamente uno dei primi pensieri che avevo avuto quando ho scoperto di essere nel corpo di Kidou; “(…) Se, scendendo di sotto, vedrò altre ragazze belle come questa qua, allora non voglio svegliarmi! Non ancora, ecco. Poi, quando apparirà l’omino nero o altre stupidaggini simili, allora farei meglio a svegliarmi…”
Kageyama.
Sì sì, ci assomiglia davvero un sacco a Peach, l’Omino Nero.
U-Un attimo! Che ci fa qui Kageyama?!
N-Non sarà mica…!
-Bene ragazzo. Vedo che sei pronto. Vieni, che andiamo a scuola…-
Rimane per un attimo a fissarmi, come se cercasse di capire qualcosa. Non sta aspettando una risposta, ma mi sento comunque in obbligo a dire qualcosa: -Sì, Comandante.-
Avrei potuto fare di meglio, me ne rendo conto. Ma… Quest’uomo ha la capacità di congelarti.
Mi sento nulla davanti al suo sguardo indecifrabile, e il fatto che devo alzare lo sguardo per incontrare il suo non aiuta affatto la mia autostima.
Penso che Yuuto deve proprio essersi depresso parecchio, ad avere un uomo del genere come allenatore e come preside… Se gli fa anche da taxista alla mattina, è la fine.
Nonostante la mia spicciata risposta, l’uomo sembra convincersi – di cosa non so – e si avvia a passo lento verso l’uscita della casa. Non posso fare altro che seguirlo, a cinque passi di distanza, e osservarlo di sottecchi da dietro.
Ecco cosa mi ha detto ieri il padre di Yuuto! E cosa mi ha voluto ricordare la cameriera questa mattina… Che premurosa, che è stata: mi ha avvertito che da lì a poco avrei visto questa specie di demone alto due metri che porta il secondo nome di “Peach, l’Omino Nero dei Brutti Sogni”.
Beh, oggi è proprio una giornata fantasiosa: prima ho incontrato la fatina dei desideri, adesso abbiamo l’omino nero…! E’ perfetto!
Nonostante il seguire Kageyama dentro la sua macchina, ci metto poco a recuperare il sorriso gaio di stamattina.
-E’ da ieri che sei strano Kidou. E’ successo qualcosa.-
Sarebbe una domanda, quella? Non si capisce bene… E, soprattutto, che crede, questo qua?
Che adesso io mi metto a spiegargli sul serio quello che mi è capitato? Le fatine, lo scambio d’identità… Mi crederà matto! Dovrei “confidarmi” con lui, con Kageyama?! Ma non ci penso nemmeno! Manco se mi pagassero!
- N-No! Assolutamente… -
L’uomo mi lancia un’occhiataccia bieca, a cui devo rimediare subito.
-Niente d’importante…- concludo, dopo qualche istante di silenzio.
Facendo cadere il discorso, Kageyama mi porge un lucido che contiene alcuni fogli; io lo afferro, senza riuscire in nessun modo a nascondere il mio stupore.
Che cosa saranno mai adesso, questi fogli!? Le mie verifiche…?
Soffoco una risata divertita mettendomi una mano davanti alla bocca; gli occhi carmini, dalle incredibili sfumature rossastre, brillano d’un entusiasmo che stupisce non poco l’allenatore della Teikoku.
Questo mi guarda, senza dire una parola.
Eh già… Mi farebbe proprio comodo parlare con Yuuto. Lui di sicuro saprebbe spiegarmi come posso fare per mantenere alta la sua dignità alla Teikoku: penso che, lasciato così alla deriva, potrei creare un sacco di guai alla sua credibilità… Ma sono solo al secondo giorno! Ne ho di tempo, per imparare!
La voce nera e profonda di Kageyama mi ridesta dai miei pensieri… - Sono i dati dei nostri prossimi avversari. Li hanno mandati ieri sul tardi e so che sono in buone mani. Entro domani mattina, devono essere pronti i nostri schemi e dirigerai tu gli allenamenti. Ricorda, abbiamo la partita Kidou… So che non mi deluderai.-
Mi lascia nel cortile della scuola con queste parole enigmatiche… Io mi guardo intorno, spaesato.
Siamo già arrivati?! Quando sono venuto ieri mattina, con il mio autista, sembrava di non arrivare più… Adesso invece! Incredibile, quell’uomo è… troppo contorto per i miei gusti.
“So che sono in buone mani… So che non mi deluderai…”
Sa un sacco di cose, Kageyama!
Ridacchio appena, mentre mi scosto una ciocca castana dagli occhi.
Stamattina, manco mi sono legato i capelli in una coda alta, com’è solito a fare Yuuto.
E’ ancora molto presto, e non c’è nessuno in giro; ma penso che mi guarderebbero tutti straniti, di fronte ad un cambiamento del genere…
Beh, state pronti gente: perché sta arrivando un nuovo Kidou!
A passo di carica, entro nella scuola intenzionato a trovare una piantina: allora, Kidou frequenta questa scuola dalle elementari, ma io non saprei arrivare neanche alla mia classe senza un accompagnatore, e se devo essere Kidou, allora farò bene ad apprendere in fretta le nozioni fondamentali… Il problema, è che non ho idea di come e dove trovarle.
Sembrerà pure una sciocchezza, ma persino i suoi compagni… Io non ho idea di come si chiamino! Come faccio ad organizzare una squadra che nemmeno conosco?!
Ma non voglio demordere! Non oggi, perlomeno.
Mi sento particolarmente in forma… Il che è stupendo; mi ci vorrà tutta la mia buona volontà per sopravvivere qua dentro.
“Se il buongiorno si vede dal mattino…”
Chiariamocelo: cosa si intende con “mattino”?! Perché poco fa ho incontrato e persino parlato con Kageyama, ma a svegliarmi è venuta la bellissima cameriera dagli occhi mielati, per non parlare della visita piacevole e stimolante della guardiana dei desideri Juddy!
Chissà… E’ una giornata pressoché imprevedibile!
Niente.
Questa scuola è enorme, ci vorranno mesi prima che io impari a gironzolare qui dentro senza aver paura di perdermi!
D’un tratto, eccomi al campo.
Non saprei proprio come tornarci, ma adesso che sono qui…
Mi siedo su una panchina a bordo campo, e sfilo dal fascicolo trasparente i documenti consegnatomi da Kageyama.
“Sono i dati dei nostri prossimi avversari”… Brr! Che cosa orribile!
Ma come fa Kidou a giocare in questo modo…? Gli piacerà davvero, questo calcio?
Una cosa la so di sicuro: aiutare questa squadra a vincere sfruttando dei dati inviati da delle spie nelle altre scuole mi fa venire la pelle d’oca… Ma non posso fare diversamente, al momento.
Sicuramente Yuuto saprebbe che farci… Ma io non penso di saperli manco leggere, questi grafici!
Non sono stupido, questo no. Ma non so che farmene, di questi dati…
“Entro domani mattina, devono essere pronti i nostri schemi e dirigerai tu gli allenamenti”…
Più mi vengono in mente le parole del preside, più mi rendo conto del loro significato astruso… Dirigere gli allenamenti, io?! Ma io sono un attaccante, io tiro in porta e basta! Non ho tempo per “dirigere” gli allenamenti! E che cosa vorrebbe dire, poi?! Io non ho idea di come lavori un regista…
Questa figura non è obbligatoria in una squadra: c’è allenatore, per questo.
Se si chiama così, ci sarà un motivo…! L’allenatore allena e dirige, appunto, la squadra.
I giocatori giocano.
Punto. E’ facile, no? Perché bisogna complicare tutto con i registi?!
Il lavoro che fa il regista è quello che fa l’allenatore, solo che il regista, essendo in campo, può notare degli aspetti che in panchina invece sembrano irrilevanti e viceversa…
E’ una questione troppo complicata per un tiratore del mio calibro.
Io gioco in area! Non so come impostare un allenamento…
Uff! Questa storia comincia a stancarmi…
-Kidou-kun!-
Un tipo dai buffi capelli viola mi viene incontro, agitando le braccia. E’ seguito da un nanerottolo senza pupille – il che è veramente inquietante – e dal portiere della squadra, quello con l’acconciatura leonina.
Mamma mia, i ragazzi della Teikoku sono spaventosi!
Quasi quanto l’allenatore… Che squadra orribile!
-Ehm… Ciao ragazzi! Stavo…-
-Ma che ci fai qui?! Ti stavamo cercando dappertutto!-
-Ah. Aaaaaaahh… Davvero?-
-Certo, capitano. Allora, dicci: sono pronti gli schemi?
Io li guardo, uno ad uno, scioccato.
Questi credono che in mezz’ora io sia in grado di… Uno schiocco di dita, e ho tutto pronto?!
-N-Non ancora… Vedete, mi sono stati appena consegnati i dati avversari e non…-
-Ah. Ah okay, d’accordo Kidou. Visto che sono arrivati ieri, pensavamo che l’allenatore te li avesse fatti avere in serata.-
Tiro un sospiro di sollievo. Per fortuna, Yuuto non è così mostruosamente intelligente come avevo sospettato in un primo momento.
-No! – esclamo, sollevato –Ieri sono tornato subito a casa e così li ho avuti solo stamattina…-
-Bene capitano. Allora vogliamo…-
Il piccoletto con due righe, una arancio e una blu, sul viso – questo tipo è veramente osceno! Solo alla Teikoku potevo trovare ragazzi tanto terrificanti! – fa vagare lo sguardo sul campo e per un attimo mi assale il dubbio che voglia fare un allenamento… Poi, concludendo la sua frase, tiro un sospiro di sollievo - … andare in classe, che si fa tardi?-
Eh già; solo a Endou vengono in mente gli allenamenti mattutini e serali… Qui, in effetti…! A che serve allenarsi tanto?! Di fatto, sono una squadra molto più forte della Raimon, senza contare il fatto che l’allenatore non sembra avere sempre buoni propositi riguardo gli avversari…
Mi obbligo a darmi una svegliata: se perdessi di vista i ragazzi della Teikoku sarebbe impossibile per me arrivare in classe! Sarà meglio seguirli… In fondo, ho seguito Kageyama…! Dopo questa mattina, penso che non mi spaventerà più nulla!
Rimetto i fogli nel fascicolo lucido che avevo poggiato sulla panchina e mi accingo a raggiungere i miei compagni.
-Hey Kidou!- faccio un salto dallo spavento, e i miei occhi meravigliati e ancora un poco stravolti dallo shock appena provato, incontrano un viso scuro incorniciato da lunghe ciocche turchesi… Sakuma!
-S-Sakuma! Ciao… Mi hai fatto prendere un colpo!-
-Kidou, ma…? Come ti sei conciato stamattina?! Il Comandante ti ha caricato in macchina senza neanche darti il tempo di sistemarti?!-
Lui e il resto della squadra – e questi da dove sono spuntati?! – scoppia a ridere, mentre io rimango a guardarli senza averci capito pressoché nulla.
Ma io non mi faccio mettere i piedi in testa, non sia mai!
E poi, oggi ho voglia di dare un tocco di originalità alla giornata di Kidou!
-No! – esclamo soffocando gli sghignazzi dei ragazzi che mi circondano – Oggi ho deciso che non avevo voglia di mettermi tutti quei gingilli addosso, compresi gli occhialini! E così, eccomi qua! Anzi, l’allenatore non ha detto nulla, anche se devo ammettere che mi ha lanciato delle occhiate poco convinte…-
-Ci credo! Yuuto, sei stranissimo stamattina! Ieri quella botta in testa deve averti scombussolato un sacco, penso di aver calciato troppo forte!-
-Ecco Daiki-san, è tutta colpa tua! Adesso Kidou si è rimbambito, e tutto perché sei cieco!-
-Ragazzi…? Scusate, vorrei…-
-Hey! A chi avresti detto cieco, tu che non si capisce nemmeno come fai a parlare! Cieco sarà Sakuma, che doveva marcarmi e che invece guardava le farfalline, guercio com’è!-
-Ma stai zitto, ti sei visto?! Tu con quel moccio per lavar per terra al posto dei capelli!
-Ehm… Ragazzi?!-
-E’ stato Doumen che mi ha passato la palla troppo forte e non sono riuscito a fermarla! L’ho dovuta calciare per forza, me la prendevo in faccia io!-
-E adesso io cosa centro?!-
-Ragazzi…?! Sarebbe il caso che…-
-Ah, è così?! Hai preferito stordire il capitano invece che prenderti una pallonata! Bell’amico che sei!-
-Taci Genda! Tu avresti fatto la stessa cosa!-
-… Vieni ragazzo. Lasciali fare. Prima o poi se ne accorgeranno… Penso.-
Lancio un’ultima occhiata di compatimento ai ragazzi della Teikoku, che hanno preso ad azzuffarsi… Io ho cercato di avvisarli, che l’allenatore ci aveva raggiunti, ma non mi hanno voluto prestare attenzione…!
Mesto, mi avvio verso la mia classe: Kageyama entrerà con me per spiegare all’insegnante del possibile ritardo di alcuni miei compagni… “Motivi tecnicni”, dirà.
“Motivi idioti”, direi io.
E’ proprio vero: le squadre alla fin fine, sono tutte uguali…!


~ ☆~ ☆~ ☆~

- Mh.... Juddy? Ancora cinque minuti, dai! ...Stavo sognando degli unicorni volanti stupendi...!- 
Sissy apre un occhio cercando di mettere a fuoco l'immagine della compagnia davanti a lei. 
Gli occhi violacei dell'altra la guardano, preoccupati. 
- Una volta per tutte, Sissy: smettila con questi unicorni! La situazione è grave!!!-
La mora le rivolge uno sguardo interrogativo portandosi  una mano alla bocca sbadigliando sommessamente. 
- Mmmh.... Ma sono così carini...!- 
Juddy chiude gli occhi provando a respirare nel modo più calmo e rilassato possibile.
Cerca di scuoterla  per un braccio ma ottiene il solo risultato di farla girare dall’altra parte del grande letto che condividono.
- Grazie, grazie, ma ora basta con i festeggiamenti o mi commuoverò!-
Alla fatina dagli occhi cangianti scappa una risatina divertita: Sissy, infatti, continua a dormire sempre con quella sua espressione scanzonata e il sorriso sincero stampato sulle labbra.
“A mali estremi...” 
Juddy chiude gli occhi blu oltremare, si concentra un attimo e accanto a lei compare un megafono.
“....Estremi rimedi...! Scusa, Sissy!”
- C’è poco da commuoversi, Sissy! STAVI SOGNANDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
- Kiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah....!! Che c’è?! Che succede?! Chi ci attacca...?!
Sorride sorniona, la malefica Juddy, mentre con uno schiocco di dita fa scomparire il megafono, suo complice. 
L’altra, povera sventura, intanto si massaggia la testa, intontita.
- Ora sei sveglia e disposta ad ascoltarmi?-
Sissy si avvicina all’amica con aria minacciosa e sinistra.
-C’è modo e modo di svegliarmi, sai? Parla dunque, ti ascolto.-
Juddy scuote la testa rassegnata ma quando riprende a parlare la sua voce risulta seria.
- Quel “simpatico” del direttore ha scoperto che stiamo consultando i libri della biblioteca! Quelli top secret che non dovevamo toccare per nessuna ragione!-
Intanto la mora è circondata da un turbinio di luci verdi che in un nanosecondo si dissolvo lasciando il posto al suo vestito fatato.
- E quindi siamo nei guai?... Accidenti! Questi stivali sono strettissimi...!- balbetta saltellando da una parte all’altra della stanza nel vano tentativo di vestirsi.
- Si, siamo nei guai, suppongo. Lo sai com’è, no? Tra mezz’ora ci vuole nel suo ufficio e, finchè non ci avrà fatto il lavaggio del cervello con le sue raccomandazioni, noi non usciremo da quella stanza infernale!-
- Mamma mia bellissima, che strazio!-
Si accorgo di aver pronunciato queste ultime parole insieme e, dopo qualche secondo, stanno ridendo insieme.

Angolino delle due fatine
Buon Hallowen, Minna!!
La notte delle streghe, dei fantasmi, dei teschi e degli zombi.
senza mai simenticarci di noi due fatine che scambiamo le identità, eh.
occhio che stasera verremo anche da voi!

*risata malvagia*
A parte questa bellissima notte dgli spettri, come vi è sembrato questo capitolo?
La narrazione di Kidou l'ho fatta io e Gouenji con Kageyama chi l'avrà mai fatta?
Esatto, proprio lei, Sissy!! <3<3
Haruna e Kidou -ovviamente Haruna sta passando un brutto momento, si capisce? ;3- non stanno proprio chiarendosi, eh?
Insomma essere nel corpo di un'altro e avere davanti la sorella che non vedi da sei anni è già abbastanza terribile, no?
Se poi a tutto questo ci aggiungiamo anche il fatto che la sorella ti odia...
Beh, noi non ci sentiremmo molto felici, e voi?
ovviamente noi, per Hallowen, abbiamo voluto fare le autolesioniste e far soffrire Kidou!
Le fatine, come vedremo anche nei prossimi capitoli, subiranno l'ira del direttore e... Da qui in poi la loro parte diverrà ancora più esilarante, vedrete!
Gouenji sta incamminandosi verso un nuovo percorso dove a farne le spese è il povero Yuuto, che non sa nulla! ^^"
Kageyama inizia a sospettare qualcosa ma cerca di non pensarci... Vedremo come si evolveranno gli eventi, eh.
Ringraziamo tutti quelli che recensiscono, mettono la storia tra le ricordate/preferite/seguite o anche solo chi legge
Io personalmente, Juddy, mi scuso con Raven per non aver risposto alla sua recensione. Scusami tanto ma è stata una settimana intensa in cui spesso ho creduto di non farcela! Mi farò perdonare, promesso! <3
Ora andiamo, 
ah, ultima cosa: Buon Hallowe, fandom!
Un bacio fatato (?)
Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ~ ***


Capitolo 8
- Mie care ragazze...-
Lo sguardo penetrante del direttore rimbalza dagli occhi bruni di Sissy a quelli turchesi di Juddy e viceversa. 
- ...Il vostro incarico era tutt'altro che difficile! Dovevate solo esaudire i desideri dei ragazzi terrestri ed invece voi cosa avete fatto?!- 
La giovane fata dai corti capelli castani si avvicina alla scrivania dov'è seduto l'uomo. Un sorrisetto carico di cattiveria stampato sul volto niveo. 
- E cosa avremo sbagliato, di grazia? Ci illumini...!- 
- Per prima cosa avete consultato dei libri top secret! Inoltre avete scambiato le identità a quei poveri ragazzi!!- 
Juddy fa spallucce mentre l'amica dietro di lei osserva divertita la scena. 
- Non mi sembra che siano poi così sconvolti, o sbaglio?- 
Il direttore si mette le mani nei capelli brizzolati, le guance arrossate e la fronte imperlata di sudore.
- Gli siete apparse in sogno! Ve ne rendete conto?!-
- Si.-
Sissy si fa scappare una risatina avvicinandosi anche lei alla poltrona di pelle dove è seduto l'uomo. Forse è il momento di prendere in mano la situazione altrimenti la castana le avrebbe fatte licenziare in tronco entrambe. 
- Ci dispiace, signore, ma abbiamo agito a fin di bene! Abbiamo sbagliato, ok. Ora possiamo andare?- 
Il direttore annuisce piano in segno di conferma socchiudendo gli occhi. 
- D'accordo ma che non succeda nuovamente!-
La mora scuote la testa con convinzione. 
- Non succederà! Andiamo, Juddy!-
Nessuno si è accorto però dell'occhiolino di Sissy rivolto all'amica.


 ~ ☆~ ☆~ ☆~

L’afa soffocante dovuta alla calda stagione e al mio affaticamento durante gli allenamenti con la Raimon viene sostituita dalla piacevole frescura della stanza d’ospedale.
Yuuka.
“Eccomi qua, bimba, sono di nuovo io…” penso, con un sorrisetto sulle labbra.
Mi perdo qualche minuto a osservarla dormire: placida, serena… Avvolta nelle sottili lenzuola candide, sembra un angioletto.
“Un angioletto dai soffici capelli blu, che dorme un sonno tranquillo avvolta in una vecchia coperta scolorita…”
Siedo sullo sgabello, colto da un capogiro.
“Haruna…”
Il nome di mia sorella mi sfugge tra le labbra, affettuoso e tagliente insieme.
-Oh piccola Yuuka… Tuo fratello ti vuole tanto, tanto bene. E io so che vorresti sentirlo sempre accanto a te: 
ma… Ma io non sono degno di essere un fratello maggiore. E oggi ne ho avuto la definitiva conferma.-
Cosa sto dicendo…?
Le parole fluiscono indisturbate dal mio cuore alle mie labbra, e non c’è verso di tenerle a bada.
Stare lontano per qualche giorno dalla Teikoku mi ha proprio trasformato: prima riuscivo a tenere per me ogni impressione e commento, adesso espongo i miei problemi addirittura ad una bambina di sei anni che dorme in un letto d’ospedale da un anno solo perché io voglio riavvicinarmi a mia sorella!
… Un brivido freddo mi assale, insieme alla consapevolezza di quello che ho pensato.
Io… Io so che quello che sto facendo è assurdo, ma ho bisogno di occuparmi: per questo parlo, devo parlare.
-Yuuka… Non ho intenzione di mentire anche a te. Non me la sento proprio oggi, di dire altre fandonie.
A seguito di stranissime… Vicende, io e tuo fratello ci siamo scambiati di identità, ecco.
Ma… Ma tuo fratello sta bene, e ti prometto che presto tornerà. Verrà qui e ti parlerà ancora, come faceva sempre. Perché so che lui ti vuole molto bene. Ha ripreso a giocare a calcio, e ogni sua azione, ogni suo goal… L’ha sempre dedicato a te, piccola. Lui… Lui…-
La mia voce è rotta dai singhiozzi: non voglio piangere, non devo piangere…!
Parlando con Yuuka, sento ancor più chiaramente cosa unisce me e il Flame Bomber della Raimon.
Entrambi lottiamo ogni giorno su un campo da calcio, versiamo sudore e lacrime e diamo sempre il meglio, senza lasciare niente di intentato, solo per le nostre sorelle.
Io sono pronto a fare di tutto pur di non rinunciare ad Haruna, e Gouenji continuerà a giocare e vincere finché sua sorella non si risveglierà per tifarlo ancora.
-Shuuya sta dando il meglio di sé per te, piccola Yuuka. E sono sicuro che quando ti risveglierai e lo vedrai di nuovo giocare, sarai ancora più felice di sapere che lui non ti ha mai dimenticata, e ogni giorno pensa a te e al tuo sorriso. Io queste cose non le so, ma le avverto: anch’io ho una sorellina, a cui voglio tanto bene, ma… Shuuya è sicuramente un Onii-san migliore di me.
Quando aprirai di nuovo gli occhi, piccola, e vedrai il tuo fratellone gli correrai incontro, e gli dirai che gli vuoi tanto bene, e che lo vuoi vedere giocare e fare tanti bei goal.
Perché sei una bimba dolce e affettuosa: Shuuya sogna sempre questo momento, e io sono sicuro che arriverà presto.
Anche mia sorella è simpatica e molto carina: sono io che non la merito.
Lei oggi mi ha confessato, credendo di parlare con Gouenji, di non avere fratelli.
Non può saperlo, ma è come se mi avesse rinnegato.
Io so che non è colpa sua: è tutta colpa mia, che non sono stato capace di starle accanto quando ne aveva bisogno.
Non cerco scusanti, e se lei non mi vuole più smetterò di cercarla; ma continuerò a guardarla da lontano.-
Stringo con forza la mano della bambina sdraiata davanti a me; ma subito allento la presa, ferito dalla cagionevolezza dalla tenera manina pallida della piccola.
Mi alzo ancora traballante dallo sgabello e abbozzando un sorriso sincero mi chino, appoggiando delicatamente le labbra sulla fronte fresca di Yuuka.
-Riposa piccina, e proteggimi se la mia immagine non ti dà ribrezzo…-
Lanciando una fugace occhiata al letto prima di chiudermi la porta dietro le spalle, sospiro: “Grazie Yuuka… Sono sicuro che non ho parlato al vento, oggi…”

 
~ ☆~ ☆~ ☆~

- Yuuto, mi sembri distratto in questi giorni...! Sicuro che va tutto bene?- 
- Si, sto bene...-
Evito di chiamarlo "papà": il contrasto tra l'uomo davanti a me e il mio vero padre sarebbe talmente forte che rischierei di rimettere quel poco cibo che ho mangiato. 
Mi guarda perplesso mentre io continuo a giocherellare con un pezzetto di carne ancora nel piatto. Per evitare ulteriori e snervanti domande, ho dovuto rimettermi gli occhialini ma le ciocche castane sono ancora libere dalle costrinzione della coda e questo sembra turbare non poco il mio "provvisorio" papà.
- Come sei andato nei test?-
Preso alla sprovvista, rischio di strozzarmi con quella poca acqua che stavo bevendo. Di quali test sta parlando? Io non ho fatto nessun test! 
- Eh? Uh? Cosa? Di quali....-
Intimorito dall'occhiataccia che mi rifila l'uomo decido che è meglio tacere.
- Pensavo che ci tenessi a ritornare a vivere con tua sorella.-
E' come un fulmine a ciel sereno. Anzi, è molto peggio! Che cosa c'entra Haruna in tutta questa storia? Arrivo alla conclusione che, non sapendo come stanno le cose, mi conviene rintanarmi in camera mia cercando spiegazioni.
Mi alzo di scatto dalla sedia, rovesciandola. 
- Yuuto, ma...?!-
Un fascio di luce decide proprio in quel momento di colpire la superficie scura degli occhialini: i miei occhi risplendono come due rubini luccicanti. Il padre di Kidou mi guarda a bocca aperta, questo è il momento migliore per filarsela!
Due minuti dopo sono nella mia camera con il fiato corto, la fronte imperlata di sudore e gli occhialini buttati malamente a terra. Cerco di calmarmi provando a riflettere; cosa c'entra Haruna in tutta questa storia? Niente a parer mio ma conosco così poco della vita di Yuuto!
Mi metto a sedere sul letto, la testa fra le mani. 
Non credevo che Kidou, il grande Kidou Yuuto, fosse in realtà un ragazzo così timido, riservato ma soprattutto sottomesso al padre e a Kageyama! 
Decido di tornare in quella piccola soffitta nascosta nella stanza degli armadi. 
Lì mi sento stranamente a mio agio e forse riuscirò anche a capire qualcosa in più da questa situazione senza capo ne coda. 
Rovisto a caso negli scatoloni senza sapere realmente cosa cercare. Che strano... Sul fondo ci sono tanti pezzetti di carta strappati malamente. 
Riconosco la calligrafia di Yuuto ma sotto... Sotto c'è una scrittura che non ho mai visto, sembra femminile...
"Haruna!"
Cerco di ricomporre la lettera e, dopo svariati tentativi, riesco nell'intento. 
Inizio a leggere con foga, impaziente di sapere. 


"Haruna, 
ci sono riuscito! 
Finalmente sono diventato un grande calciatore e la mia famiglia non mi fa mancare niente!
Tu come stai? 
Non sai quante lettere ho provato a mandarti in tutti questi anni ma poi la paura di non ricevere una risposta è stata più forte di me. 
Mi dispiace di non essermi fatto sentire in tutti questi anni, potrai mai perdonarmi?
Quando vincerò per tre volte consecutive il Football Frontiere tornerò a vivere con te e sarà il periodo più bello della nostra vita!
Ti voglio bene Imooto-chan,
Yuuto"



Finalmente ho capito a cosa si riferiva il padre di Kidou!
Inizio a leggere la risposta ma rimango stupito dalla durezza delle parole. 


"Kidou Yuuto, 
il mio ex-fratello codardo che non si è fatto sentire per sette anni.
Pensi che quattro frasi scritte in maniera smielata possano servire ad addolcirmi?
Ti sbagli. 
Sono cambiata in questi anni, Kidou, e non ho più bisogno di te. 
Mi avevi promesso che saremo rimasti insieme per sempre,
perché dovrei crederti ora?
Rivoglio il mio Onii-chan!

Lo Yuuto che conoscevo non mi avrebbe mai abbandonata in un orfanotrofio!
Ma mi sbagliavo e, se la realtà è questa, noi due non abbiamo niente da dirci.
 Niente.
Haruna"



Capperi com'è intricata la situazione familiare di Yuuto e Haruna! 
Per Kidou questa lettera deve essere stato un colpo molto duro, non a caso era strappata!
Devo fare qualcosa per aiutarli, si. 
Sento qualcuno che sta bussando alla porta. 
- Sono Kageyama, sto entrando.-


 ~ ☆~ ☆~ ☆~

- Non esiste al mondo!-
Juddy batte con forza la mano sulla scrivania di legno. 
- Juddy, calmati!-
Sissy tenta di placare le ire dell'amica come può. 
Sono entrambe arrabbiate per il rimprovero del direttore ma nessuna ha il coraggio di ammettere che infondo hanno sbagliato. 
- La verità è che abbiamo sbagliato fin dall’inizio con questa idea stupida dello scambio d’identità.-
La castana socchiude gli occhi mentre la compagna accanto a le circonda le spalle con un braccio. 
- Tranquilla! Ho già in mente una bellissima vendetta!-

 
Angolo delle due fatine 
Ehilà, Minna!
Ed anche questo Halloween è passato... (?)
Nessuno di voi ha ricevuto la visita di noi due fatine diaboliche, vero?
Nessuno è diventato un mostro a tre teste e venticinquemila occhi, vero?
Questo ci fa molto piacere!
Ed anche questo cpaitolo è andato...!
Gouenji scopre qualcosa in più sulla ''sua'' Haruna e su Yuuto. Nel frattempo suo padre capisce che qualcosa non va e... Si, proprio così! Nel prossimo capitolo Shuuya riceverà la visita di Kageyama!!
Dite la verità, non vedete l'ora, eh?
Comunque di questa narrazione me ne sono occupata io, la pestiifera fatina dagli occhi multicolor (?)!
E Yuuto -in questa storia è come se avesse due sorelle, ci avete fatto caso? Con Yuuka poi..! Che ne pensate di invertire gli Onii-chan? Sarebbe una bella idea? ^^''- è tornatp a trovare Yuuka. Una scena molto tenera e dolce che è servita a stemperare la tensione creatasi nei capitoli precedenti.
Come al solito è una Made in Sissy! <3
Ah, informiamo la gentile clientela che nel prossimo capitolo ci sarà da spanciarsi (??) dal ridere, quindi evitate di prendere antidepressivi e compagnia bella (?)!
*Sissy si accorge che la sua amica sta sclerando*
Sissy: Ehm...! Si, si, fate come vi ha detto lei, ok? Ora però noi ce ne andiamo perchè devo misurare la febbre a Juddy!
Io sto benissimo, pensa per te!
Sissy: Eh, lo vedo!
E comunque ora togliamo il disturbo perchè altrimenti iniziamo ad impazzire davvero...! x.x
Cioè, più di quanto non stiamo già facendo, ovvius! xD
Un grazie speciale a tutte le persone che ricordano/seguono/preferiscono questa storia, chi legge e recensisce a tratti e chi invece preferisce rimanere nell'ombra e non svelare la propria identità!
Adieu, Minna!!
Alla prossima settimana! <3 <3 <3
Un bacio fatato,

Sissy e Juddy 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9 ~ ***


Capitolo 9
- Juddy... Non credi che sia il caso di andare a letto? Sono due notti che non chiudiamo occhio!-
La ragazza dagli occhi perlacei scuote la testa con convinzione mentre Sissy le rivolge uno sguardo preoccupato. 
- Di questo passo avrai un collasso! Perché non mi ascolti?!-
- Quello stupido di un direttore deve avere ciò che si merita!!-
Sissy scuote la testa, scocciata e inquieta allo stesso tempo: quando Juddy si mette in testa una cosa, farle cambiare idea è un’impresa titanica! 
- A proposito...- continua a parlare la fata dalle ali turchesi, la voce segnata da una nota di stanchezza-... Perché non rimani a darmi una mano?- 
La mora davanti a lei strabuzza gli occhi, come se l'amica le avesse chiesto di montare in groppa ad un cammello: - D-dovrei aiutarti?
La giovane si scosta un ciuffo di capelli castani dalla fronte imperlata di sudore. 
- Beh... Quello ci ha praticamente detto che siamo due incapaci buone a nulla! Ti piace essere definita così? A me no!- 
Sissy sbuffa sonoramente roteando i profondi occhi bruni. 
- No, non mi piace ma non vorrei farci licenziare al nostro primo incarico, chiaro?!-
L'altra fa spallucce, noncurante. 
- Tanto ormai... Senti, io non gliela posso far passare liscia!-
- Nemmeno io, però...-
Juddy si esibisce in un sorriso a trentadue denti, gli occhi turchesi che brillano in modo supponente e che non fanno presagire nulla di buono. 
- Sapevo di poter contare su di te, guardiana dei desideri. Al lavoro adesso!-

~ ☆~ ☆~ ☆~

Scendo lentamente le scale dell'ospedale che conducano in strada. Ho una gran confusione in testa! Sono molto stordito, vorrei solo stendermi sul letto, chiudere gli occhi e ritrovarmi in camera mia.
Per il momento però, questo non può succedere, almeno finché non lo deciderà quella fatina…
Ancora adesso, mi chiedo se non mi sono sognato tutto: magari è stata solo un’immagine onirica, e in realtà non c’è nessuna guardiana dei desideri…
Quello che so per certo, è che non so per quanto riuscirò a reggere questa beffa! Tutto ciò è assurdo!
Perso come sono nei miei pensieri, non mi accorgo di un ragazzo che sta correndo nella mia direzione e vado a sbattergli contro; cadiamo entrambi a terra.
Mi massaggio la testa con una mano mentre cerco di rimettermi in piedi. 
- M-mi spiace. Ti sei fatto male?-
Sospiro quando riconosco il volto sorridente di Endou che ricambia il mio sguardo. E' proprio una missione impossibile togliersi di torno questo fanatico del calcio per un paio d'ore?! E sapeva dov’ero!! E’ uno stalker, non c’è altra spiegazione…!
- Ah, Gouenji, sei tu! Sei venuto a far visita a tua sorella? Che combinazione, stavo giusto venendo a cercarti!-
Dicevo…?
Un sorriso enigmatico persino a me si dipinge sul mio volto; già mi immagino cosa voglia dirmi. Sicuramente chiederà il mio aiuto per mettere in pratica una tecnica segreta… Vorrà allenarsi con me.
Ma non pensa ad altro che al calcio, questo Endou Mamoru?! 
Gli porgo una mano per aiutarlo a rialzarsi; in tutto quel chiacchierare, infatti, lui non sembra nemmeno essersi reso conto di essere ancora seduto per terra. 
Accetta il mio aiuto sorridendo in quel modo speciale; non lo ammetterò mai, nemmeno sotto tortura, ma in fin dei conti, non mi dispiacerebbe avere un amico come Mamoru. 
- Ho bisogno dei tuoi tiri, Shuuya!- 
Ecco, appunto. Le mie paure sono divenute realtà. Ora mi toccherà andare con lui chissà dove a fare una seduta di “allenamento intensivo”.
Che poi, che senso ha dire “allenamento intensivo”, qui alla Raimon?! Ogni volta che ci si allena, quello è un allenamento intensivo.
Le normali sedute di allenamento si chiamano “allenamento intensivo”! ormai: questi ragazzi hanno un margine di miglioramento davvero invidiabile! 
Non ho nemmeno il tempo di ribattere o di dire una qualsiasi parola: Endou mi ha già afferrato per un polso e mi sta trascinando per strade e stradine di periferia a me del tutto sconosciute. 
- Ehi, un momento.... Endou? Endou?! Endou!!- 
Il buffo capitano della Raimon si ferma di botto voltandosi verso di me, sorpreso. 
- Si, Shuu-kun?- 
Deglutisco a vuoto, indeciso su che scusa inventarmi. Potrei dirgli che la governante ha bisogno di me, che ho promesso di tornare a casa per l'ora di cena, che...
Non riesco a farmi venire in mente una scusa decente e così mi limito a scuotere la testa simulando un "No, niente.".
- Ecco, siamo arrivati.- 
Alzo la testa, il paesaggio che mi si prospetta davanti è assolutamente incredibile: il sole tramonta dolcemente infiammando il cielo davanti a noi con gli ultimi raggi rossastri… Intorno a noi, il silenzio più completo. 
Rimango a bocca aperta, completamente senza fiato dalla meraviglia. Mi sembra di vivere in una favola. 
- Ti piace, eh?- 
Annuisco piano, mentre dietro di me percepisco la Torre Inazuma, simbolo della nostra città. In questo momento ho la sensazione di essere davvero a casa e i miei problemi mi sembrano insignificanti a confronto. 
- E' bellissimo…!- sussurro piano, come a non voler rovinare l’atmosfera magnifica in cui siamo immersi io e il portiere della Raimon.
Ma come al solito ogni cosa bella dura poco, infatti Endou mi picchietta una mano su una spalla, richiamando la mia attenzione. 
- Dai, alleniamoci!- 
Sorrido, un sorriso sincero, libero da quell'ombra di cattiveria che tanto contraddistingueva i miei precedenti sorrisi, seppur fossero sempre stati un numero esiguo.
Mi lancia la palla. "Tira, dai! Sorprendimi." il suo sguardo non dice nient'altro che questo. 
"Si, Mamoru. Se tiro, ti sorprenderai fino a farti venire un semi-infarto."
Con un colpo di tacco gli restituisco la sfera ad esagoni neri. 
- E' stata decisa la nostra prossima avversaria... E' la Brainwashing.-
Continuo a passargli la palla, evitando i suoi occhi color cioccolato. 
- Ah, bene...-
Parlo senza riflettere sulle parole mie e di Endou; ho la mente altrove. 
- Avremo bisogno dei tuoi tiri e domani, all'allenamento, faremo scintille, capito? S-c-i-n-t-i-l-l-e!!-
L'entusiasmo di Mamoru è paragonabile a quello di un bambino che ha imparato da poco a camminare. 
- Si, si...-
Mi irrigidisco di colpo; non sarò mai un attaccante al livello di Gouenji…! Inizio a tremare convulsamente, Mamoru blocca la palla e mi guarda, perplesso. 
- Shuuya-san, ti senti bene?!-
Non riesco a rispondergli, guardo il vuoto mentre le lacrime iniziano ad inumidirmi gli occhi. 
"Sono rovinato! Terribilmente rovinato! Deluderò tutti, se non l’ho già fatto…! Ora non sono né Kidou Yuuto, il geniale stratega della Teikoku, né Gouenji Shuuya, il Flame Bomber della Raimon! Come accidenti farò alla partita? Sebbene sia nel corpo di Gouenji io non ho il suo carisma e la sua potenza di tiro! Sono rovinato!"
Mi prendo la testa fra le mani e scuoto la testa, rassegnato. Endou mi mette una mano su una spalla. 
- Che hai, Shuuya? Mi senti…?!- 
Penso che la nostra seduta di allenamento sia finita qui, ora ho solo bisogno di rimanere solo. 
- N-non mi sento tanto bene. Vorrei tornare a casa...-
- D'accordo, ci si vede domani mattina al campo, ok?- 
Annuisco e mi avvio verso casa, la testa piena di pensieri.
Non voglio nemmeno pensare cosa succederà durante la partita contro la Brainwashing! 
Arrivato dentro casa, non faccio neanche in tempo a raggiungere camera mia al piano di sopra, ché mi accascio senza più forze sul divano nell’ingresso, la testa che batte forte e il respiro affannoso.
Crollo in un sonno profondo, in cui il suono rotto dei miei singhiozzi si confonde con il ticchettio dell’orologio…
-Shuuya! Sei in casa?! Io… Oh!-
La voce allegra e squillante della governante si interrompe bruscamente, alla vista del ragazzo addormentato nell’ingresso.
-Oh povero ragazzo…- sussurra, sistemandomi in una posizione più comoda e coprendomi con un lenzuolo fresco e profumato di lavanda.
I miei occhi scuri si dischiudono appena, giusto in tempo per abbozzare un debole sorriso, poi si richiudono sfiniti dalle troppe emozioni.


~ ☆~ ☆~ ☆~

-Sono Kageyama. Sto entrando…-
-NO FERMO! SONO NUDO!!-
Che non pensi di entrare adesso…!
Sto cercando di fare ordine nella mia testa confusa! – o in quella di Yuuto?
Rimetto in fretta gli oggetti nello scatolone, e con calma rientro in camera mia.
Mi volto verso la porta, tirando un profondo respiro.
Dovevo proprio dire di essere nudo?! Non potevi avere trovata migliore Gouenji, complimenti…!
Mi butto a sedere sul divano, mentre sento la porta aprirsi.
“Gli occhialini accidenti!” … Ma ormai è troppo tardi.
Mentre sento l’uomo avvicinarsi, chiudo gli occhi distendendomi bene sul divanetto.
“Devo allontanare da me ogni pensiero negativo… Abbandona il corpo… Sii mente… Concentrati Gouenji… Tu ce la puoi fare… Trattieni i tuoi impulsi omicidi… O qui rischia che ti portano al manicomio…!”
-Da qualche giorno ti stai comportando in modo strano. Ragazzo, sei sicuro di sentirti bene?-
Spalanco gli occhi, alzandomi di scatto dalla mia posizione dormiente.
-Senti bello! Quando uno chiede “sei sicuro di star bene?” la domanda allude al fatto che l’altro abbia già affermato di stare bene e io NO! non ti ho mai detto che va tutto bene! Me l’hanno già chiesto tipo una cinquantina di volte fra ieri e oggi, e io ho sempre risposto – anche a te mi pare! – che i miei problemi me li so risolvere da me, grazie!! Secondo; io ce l’ho un nome, ed è Gou-Kidou!! Mi fai andare su tutte le furie, con questo “ragazzo” del cavolo!-
E al diavolo tutti i discorsetti sullo yoga e il resto! Questo qua mi sta facendo impazzire!! Ma come ha fatto Kidou a sopportarlo per anni?! Deve avere un pazienza…! Dovrebbero farlo santo solo per questo! E’ solo da due giorni che ci parlo, e fosse per me sarebbe già all’altro mondo!!
Qualcosa delle mie parole, del mio tono di voce, o dei miei occhi rubizzi deve averlo spaventato, o perlomeno colpito, perché ha indietreggiato, seppur impercettibilmente.
Il peso del suo sguardo indecifrabile su di me e delle mie parole che ancora paiono galleggiare nell’aria e salire verso il soffitto mi grava addosso, e, emotivamente stanco, mi riappoggio sulla testata del divano.
“Era l’ora che qualcuno ti desse una lavata di capo,eh?! Meno male che ci ho pensato io…!”
E gliel’avrei pure detto, se non mi mancasse il fiato in questo modo… ! Mi sento come senz’aria, in ebollizione… Mi passo una mano fra i capelli sudati che mi ricadono sulla fronte.
Kageyama si è appostato ad una parete, vicino alla libreria di Kidou, ma non intende fare alcunché. Continua semplicemente a fissarmi, e nel suo sguardo c’è qualcosa di raccapricciante. Mi fa venire la pelle d’oca solo al guardarlo… Se continuo così, non riuscirò più a muovere un passo dalla paura!
L’unico modo che ho per distrarmi, è continuare a parlare: se taccio è la fine, me lo sento…!
Il silenzio più completo ora regna nella stanza, un silenzio pesante e terribile; per un secondo mi attraversa il pensiero che sia la sua presenza qui a farmi sentire all’improvviso così svuotato e debole, ma… Ricaccio subito indietro questo pensiero: è assurdo! Anche se, riflettendoci bene, ho finito per credere alla fatina dei desideri che mi ha scambiato d’identità con Kidou! A confronto, questa potrebbe anche essere un’ipotesi possibile…!
Per mascherare l’agitazione che mi sta mettendo addosso, continuo a parlare; almeno mi sfogo anche un po’…!
-E certo! Adesso tu non sai fare altro che guardarmi come se avessi appena visto un asino volante! … Allora, visto che sono emotivamente scosso, facciamo così: sono state due giornate mooooolto faticose, e la colpa è anche tua, ma io che sono tanto buono ti darò una seconda possibilità. Quindi, adesso io mi siedo qui,e tu parli –perché qualcosa sarai pur venuto a dirmi, o ti sei fatto semplicemente un giretto in camera mia, tanto perché ti piace tormentarmi?!- ma vedi di non annoiarmi troppo! Ti do… cinquanta, no! Troppe.. Diciamo, dieci parole! di cui io ascolterò le prime tre; dopodiché ti ignorerò, a meno che non siano qualcosa come “ora devo andare”, perché allora sì che ti presterei attenzione…! Ma penso che non sei venuto apposta per dirmi che te ne vai, perché sarebbe davvero assurdo! E poi, non si usa più bussare?! Tu entri, quando vuoi?! Potrei dormire, per quanto ne sai tu, oppure… nuotare, chessò io! Farmi i cavoli miei, per una volta, non come te che vieni qui a guardarmi con quella faccia che non capisco se mi credi pazzo o mi vuoi uccidere…! … Non mi piace chi si auto-invita, sa tanto da persona sola e senza una vita sociale… Ma, d’altronde… E’ forse quello che sei.-
E continuerei, sì continuerei in eterno – perché ora sono bello lanciato! - se quello non decidesse in questo momento di spiccicare qualche misera parola, tra parentesi senza dare un minimo di tono e quindi significato alle parole… Ma è la sua espressione a dire tutto.
-Non sappiamo più tenere a freno la lingua, ragazzo?-
-Oh mamma mia bellissima…! Ma allora sei proprio fissato!! Non ti facevo così poco sveglio, sai?! Ti ho già detto di non chiamarmi “ragazzo”, perché io ce l’ho un nome, e bello anche! Io non sono un ragazzo qualunque, e tu questo dovresti saperlo bene! Secondo; io la lingua la uso quanto mi pare, non capisco proprio perché dovrei nascondere o mascherare la realtà su me stesso o gli altri dicendo cose che non sono vere completamente o in parte! E adesso… Ti ho già accennato al fatto che mi stai veramente stressando?!
Sono stanco, e ho bisogno di stare per i fatti miei, quindi… CIAO!-
Kageyama rimane immobile, a fissarmi come se mi fossi trasformato in un verme mutante, il che mi adira più di quanto non sono già.
-Sai, quando una persona dice “Ciao!” quello è il momento dove l’altra se ne va! Ma visto che sembri intenzionato a non abbandonare quel punto preciso della stanza al quale immagino sei molto affezionato… CIAO!-
E con un colpo secco della porta, esco dalla camera, con gli occhi arrossati e il fiato corto.
Appena fuori casa, comincio a correre, fino a quando non mi trovo a qualche isolato di distanza.
La mia corsa all’inizio incontrollata e violenta, si tramuta pian piano in un movimento regolare e piacevole, che mi permette di tornare a pensare con lucidità.
Terribile, terribile…
Non mi rendo ancora bene conto di che cosa ho fatto: vorrei solo vedere Endou. Adesso, subito.
Lui saprebbe cosa fare; o, perlomeno, senz’altro saprebbe come tirarmi su di morale.
E… Yuuka. Come mi manca la mia sorellina: vorrei tanto poterla andare a trovare.
Ma le mie aspettative non possono essere ripagate, perché appena voltato l’angolo mi ritrovo faccia a faccia con Sakuma.
“Brutto presentimento…!”
Senza darmi tempo di dire alcunché, mi afferra per un braccio, trascinandomi con sé.
-Vieni con me. Dobbiamo parlare, Yuuto…-
Ah, fossi davvero Yuuto…!
Caro, caro Yuuto, chissà come te la stai cavando… Spero meglio di me, perché io sono nei guai fino al collo!


~ ☆~ ☆~ ☆~

- Ora basta, Juddy! Ho sonno! Capito?! S-o-n-n-o!!!- 
Juddy soffoca uno sbadiglio mettendosi una mano davanti alla bocca. 
Sissy la guarda, gli occhi infuocati di rabbia. 
- Va bene, Sissy, andiamo a dormire, ma domani dovremo lavorare il doppio!- 
La mora annuisce con noncuranza. 
- Va bene, va bene...! Ma ora voglio solamente dormire! Ammettilo!! Anche tu sei stanca!- 
La castana rotea gli occhi sbuffando. 
- Oh, ancora con questa storia! I-io non ho...-
La giovane cade addormentata a terra, la testa appoggiata dolcemente sul braccio candido della compagna. 
- E meno male non avevi sonno, neh? Chissà se ce l’avevi cosa sarebbe successo!- 
Sissy ridacchia appena, sollevando delicatamente la testa di Juddy per adagiarla su un cuscino.
La giovane fatina dagli occhi bruni sorride alla luna, che fa capolino da una finestra; poi in silenzio si stende al fianco della compagna, e nel giro di pochi istanti, anche lei riposa tranquilla fra le sicure braccia di Morfeo…

 
Angolo delle due fatine
?:Io le ammazzo e tu dici che è stato un incidente!
??: Per me va bene.
Ehilà, Minna!
E' da un po' che non ci si sente, neh?
? e ?? *contemporaneamente*: Sapete, avete uno strano senso del tempo che passa... Saranno passati si e no sette giorni dallla data di pubblicazione dello scorso -tra l'altro penoso- capitolo.
Yuuto, Shuuya, a cosa dobbiamo l'onore?
Yuuto: Ringraziate che non vi abbiamo ancora strangolato!!! Se non fosse che grazie a voi due posso rivedere mia sorella vi avrei già mandato all'altro mondo! Come vi siete permesse di farmi fare una figura tanto penosa con Kageyama?!
Di questo non devi arrabbiarti con me ma con Sissy. E' stata lei a scrivere la tua narrazione. Cioè, è stata lei a scrivere la narrazione di Gouenji nel tuo corpo! xD
*a Juddy compaiono le corna da diavolo*
Gouenji: E quindi ora cosa mi succederà nel prossimo capitolo?
Eh, eh, mio caro Shuu-kun! E' un segreto!!
Yuuto: E quindi la narrazione di me nel corpo di Gouenji-kun è stata scritta da te, Juddy?
Esattamente, mio adoratissimo Yuuto!
*le due fatine scappano dai due ragazzi che le stanno rincorrendo con i mitra*
Puff....! Siamo finalmente sole....
E.... Niente, ringraziamo come al solito tutti quelli che recensiscono, preferiscono, ricordano o anche solo leggono e seguono la nostra long. Questo capitolo vi ha fatto ridere come speravamo?
Ci si vede la prossima settimana, ragazzi.
Ora dobbiamo scappare da quei due!
Yuuto e Shuuya: Tornate qui! Ve le facciamo vedere noi le fatine!!
O.o Un bacione fatato
Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10 ~ ***


Capitolo 10
- Juddy, ma sei sicura?- 
La giovane fatina dalle ali turchesi rotea gli occhi, impaziente. 
- Si, Sissy, per la decima volta, sono sicura.- 
L'amica annuisce convinta mentre sorride, malignamente. 
- Questa è la mia migliore amica!- 
In realtà le due hanno tutte le ragioni per essere agitate o, quanto meno, preoccupate. Infatti, la castana, ha avuto la brillante idea di infiltrarsi nell'ufficio del direttore e di cancellare tutti, ma proprio tutti, i dati riguardanti i desideri dei terrestri con le informazioni utili a mandare avanti l'agenzia. 
Quindi ora, se stanno gattonando nel condotto dell'aria condizionata conducente all'ufficio dell'uomo, il merito è dell'impulsiva guardiana, Juddy. 
- Mamma mia bellissima, che caldo!!- 
Sissy sbuffa raccogliendosi i lunghi capelli ricci in una coda alta cercando, così, un po' di refrigerio. 
- E una volta lì dove ci nasconderemo?- 
La schiena della fatina mora viene scossa da un tremito quando, sul volto della sua amica, compare un ghigno malvagio e pieno di cattiveria. 
- Io sul lampadario, te sotto la scrivania.-
- CHE COSA?!?!- 
Juddy tappa velocemente con una mano la bocca di Sissy mentre le fa segno di abbassare la voce. 
- Sei impazzita?! Ti sei messa a urlare come una gallina! Potevano scoprirci e...- 
- Mai vista una gallina che gattona in un condotto dell'aria condizionata! Vuoi anche che ti faccia l'uovo?- 
Gli occhi verdi di una incontrano quelli marrone acceso dell'altra. Scoppiano entrambe a ridere sinceramente cercando invano di smettere. 
Dopo essersi entrambe calmate, la guardiana dei desideri dai lunghi capelli mori riprende parola: - Siamo sull'ufficio del direttore! Discrezione adesso!- 
- Fa una strana sensazione vedere dall'alto l'uff... AAAAAHH!!-
La grata, su cui erano appoggiate, cede sotto il pesante peso delle due amiche e cadono entrambe a terra.
- Ahia! Mi si è appiattito il sedere!!-
- Meno male avevi detto discrezione!- 
Si guardano intorno dopo essersi riprese dallo spavento: del direttore non c'è traccia.
- Siamo state fortunate, Juddy!-
- Già, nascondiamoci adesso.-

~ ☆~ ☆~ ☆~

-Gouenji-san, ciao! Ti aspettavamo!!-
-Kazemaru, Someoka, Endou… Buongiorno a tutti ragazzi. Scusatemi, ho fatto tardi…-
-Oh non preoccuparti Shuu-kun!- Mamoru appena mi vede entrare in campo lascia la sua postazione in porta e con un sorriso dei suoi mi viene incontro: -Piuttosto, ti senti meglio? Ieri sembravi veramente distrutto…!-
Noto che l’attenzione generale si è incentrata tutta sulle parole di Mamoru, e di conseguenza tutti adesso mi stanno guardando; con un gesto della mano, liquido in fretta le occhiate imbarazzanti, esclamando –Tutto bene, tranquillo! Avevo bisogno di dormire, tutto qui…-
-Bene!- Endou si batte energicamente le mani sulle guancie, in quella posa infantile e un po’ buffa che tanto lo caratterizza, un sorriso entusiasta dipinto sul volto e nelle mani un pallone.
Ecco, questo è Endou Mamoru. Impossibile resistere ad una carica del genere!
Ci si posiziona in campo, pronti a darsi battaglia; io e Someoka dovremo affrontare tutti gli altri componenti della Raimon e segnare un goal a Endou.
Prospettiva interessante, senz’altro: c’è però un piccolissimo problema che i compagni non hanno considerato, e cioè il fatto che io non posso tirare insieme a Someoka! Cioè… Non con il Dragon Tornado o come caspita hanno chiamato il loro colpo…!
-Cominciate, VIAA!-
Aki fischia, mentre d’abitudine il mio piede sinistro scatta, passando il pallone a Ryuugo che parte subito in attacco, lasciandomi a qualche metro di distanza.
-Adesso vedrai ENDOU!! Ti faremo assaggiare il nostro Drangon Tornado!! Che ne dici, Gouenji?!-
Io mi muovo sempre più lentamente, tanto sono concentrato a osservare i movimenti del numero 11 della Raimon: è bravo sì, ma ha un gioco violento e poca velocità. Se ben inserito e coordinato con i movimenti più eleganti e agili di Shuuya, senz’altro sarebbero una coppia d’attacco formidabile… Invece tende a fare un po’ troppo gioco individuale.
Mi decido a darmi una svegliata, rendendomi conto che sono rimasto praticamente da solo: Someoka ha superato la linea dei centrocampisti e tutta la difesa è piazzata contro di lui.
Non ce la farà mai da solo, devo fare qualcosa…
Il mio corpo si muove veloce, infiltrandosi fra gli spazi vuoti della difesa; in un attimo, sono al fianco di Someoka.
-Ah, sei qui…! Ci hanno circondato ben, neh Gouenji?!-
-Passamela! Senza sprecare troppo fiato!!-
Con un leggero colpo di punta seguito da un’occhiata furibonda, l’attaccante della Raimon mi passa la palla, e io rimango immobile davanti a Kazemaru.
-Non passerai!-
-Ti ho già saltato una volta Ichirouta, ormai non sei più un problema…-
In una frazione di secondo, mi libero del turchese difensore e mi ritrovo faccia a faccia con Endou.
-Ti sto aspettando Gouenji!! TIRAA!-
“No…” sussurro, in preda al panico…Mi guardo intorno. –SOMEOKA!! E’ tutta tua, vai!!-

Le mani sulle ginocchia, il respiro affannoso.
Il pallone fra le mani di Endou.
La faccia arrossata, braccia e gambe arroventate dal sole già alto.
Someoka affianco a me, un’occhiata rabbiosa.
Gli occhi chiusi, la mente svuotata.
Il rumore sordo della palla che cade dalle mani del portiere; Endou mi prende per le spalle, costringendomi a guardarlo negli occhi.
Sono scosso da un tremito.
I nostri sguardi si incrociano: i suoi occhi preoccupati e scintillanti si rispecchiano nei miei scuri ed ipnotizzati, mentre il mio sguardo confuso e buio si rispecchia nel suo color cioccolato.
Vedo Endou aprire e chiudere la bocca più volte, in evidente affanno: non sa che dire.
Desidero ardentemente voltarmi, e incontrare lo sguardo di Haruna; non importa che faccia farà, vorrei solo vederla. Ma non posso, perché Endou mi costringe a non volgere lo sguardo; e anche fosse, lei non è potuta venire agli allenamenti oggi dopo la scuola, perché è dovuta subito tornare a casa.
Torno a concentrarmi sull’espressione confusa di Endou, ma i suoi occhi così scuri e terribilmente dolci mi fanno sentire un mostro.
Con un leggero colpo sul petto, lo allontano da me, e mi accorgo di quanto vicini fossimo: praticamente, mi stava abbracciando.
Una morsa mi stringe lo stomaco, mentre sento qualcosa di caldo pizzicare all’altezza delle ciglia.
-Basta, ti prego… Non guardarmi così, Endou…! Sono solo un ipocrita, non merito la tua preoccupazione…-
-Gouenji ma… Ma cosa dici?- il portiere con la fascia arancione calata sulla fronte muove un passo verso di me, tendendo la mano all’altezza del mio viso. 
Faccio allora un passo indietro, ritardando ancora che le lacrime scivolino lungo le guance arrossate.
-Ma non capisci…?! I-Io non sono Gouenji…- continuo a tremare, il viso in ombra… - Io non sono Gouenji, e non so tirare in porta come vorreste voi… Mi dispiace…!-
Faccio per voltarmi, e correre via: non possono vedermi piangere, non lo sopporterei.
Ma qualcosa mi ferma prima ancora che mi volti completamente; con gli occhi sbarrati e gonfi dal pianto, fisso sgomentato la mano di Endou ben salda sul mio polso.
Con un debole sorriso incoraggiante, mi trascina a sé, e senza che io imponga la benché minima resistenza, Endou Mamoru mi stringe in un abbraccio mancato, trasmettendo tanta calma e fiducia come non mi succedeva più di provare da un sacco di tempo.


Mi asciugo gli angoli degli occhi con il dorso della mano, eliminando in fretta gli ultimi residui di lacrime.
Siamo seduti all’ombra di un albero del parco, vicino al campo sul fiume; a questo punto, devo a questi ragazzi una spiegazione, non posso più tornare indietro.
-La storia è assurda, e sinceramente neanche io l’ho ancora compresa perfettamente… E’ successo qualche giorno fa. Presumo di essermi addormentato in camera mia, tornato dagli allenamenti, e quando mi sono svegliato… Ecco, non so bene come, ma mi sono ritrovato nella camera di Gouenji Shuuya. Indossavo i suoi vestiti e, insomma… Ero lui. E’ stato formidabile e folle, ma… E-E’ così. La notte successiva, mi è apparsa in sogno una fata, diceva di chiamarsi Sissy ed essere una guardiana dei desideri. Avrebbe, insieme ad una sua amica, esaudito il desiderio mio e di Gouenji, scambiandoci d’identità. E… Come ha detto “Finchè non l’avremo capito”, non torneremo alle nostre vite.-
-Okay, okay, non c’ho capito nulla! –interrompe Handa, mettendosi le mani dietro alla testa.
-E, si può sapere… Insomma, se non sei Gouenji, si può sapere chi sei?- Kazemaru mi lancia un’occhiata allusiva, il misto tra un’arrabbiata e un’intimorita…
Chiudo gli occhi, inspirando profondamente; “Lo sapevi che sarebbe arrivata questa domanda, prima o poi…” E allora perché è così difficile?!
Preso un ultimo respiro, rigetto subito fuori: -Sono Kidou, Kidou Yuuto…-
E potrei aggiungere che sono il capitano e regista della Teikoku, accompagnando il titolo con i numerosi aggettivi che gli si attribuiscono, ma mi rendo conto che la mia situazione è già abbastanza incasinata, ci manca solo che mi metta a vantarmi…!
Non ho il coraggio di alzare il viso e incontrare gli sguardi dei miei compagni – I-Io…-, quando la voce potente e irruenta di Someoka sovrasta i miei sussurri.
-E noi avremmo giocato tutto questo tempo con un nostro nemico?! Il capitano della Teikoku!!! Tu tu…! Non immagini quanto mi hai fatto incazzare!!- mi prende per il colletto della maglia, quello che Gouenji ama tenere alzato e che è stata la mia rovina. –E cos’hai fatto per tutto questo tempo, eh?! Hai mandato tutti i nostri dati alla Teikoku! Già me lo immagino, che farabutto…! Io…-
-Someoka! Ragazzi! MA STATE SCHERZANDO!?!
Sbatto appena le palpebre, mettendo a fuoco l’immagine di Endou che mi solleva da terra.
Al colmo della paura e dello schock, i ragazzi si erano fatti trasportare dalla rabbia di Someoka, e…
Endou li ha fermati.
Il mio sguardo è appannato dalle lacrime e dallo sconforto, nonostante tutto riesco a vedere chiaramente la sicurezza che brilla negli occhi del capitano della Raimon.
-Che cosa vi prende adesso?! Non dimenticate che fino ad un attimo fa ha giocato con noi sul campo da calcio, ha indossato la nostra divisa, è stato un membro della Raimon! Cosa pensate di fare ora, di picchiarlo a sangue?! Siete fuori?! L’avete sentito no? Ha detto che non è stata sua intenzione…-
-Ma, ma capitano…-
-Endou! Come puoi pretendere che io creda a una cosa del genere?!- Someoka. Riconoscerei il suo timbro di voce ovunque, dopo oggi. – Tu ci credi?! Tu vorresti farmi credere che ti fidi di quello che ti ha raccontato quell’idiota?! Della fatina, del sogno… Sono tutte stupidaggini, bugie! Lui e la sua squadra ci hanno preso per i fondelli, terranno nascosto da qualche parte Gouenji per organizzare questa messinscena, e noi ci siamo cascati subito! Noi…-
Un suono secco, che sa interrompere rumore e silenzio.
Il suono sordo dell’eco di uno schiaffo risuona prepotente nelle mie orecchie; eppure, nonostante io sia retto dal braccio di Endou che mi sorregge in piedi al suo fianco, e abbia visto la scena il più vicino possibile, sento a credere a quello che è successo davanti ai miei occhi.
Someoka rimane in silenzio, sfiorandosi lentamente il punto in cui è stato colpito dallo schiaffo di Mamoru.
La mano ancora a mezz’aria, il tempo immobile…
-Someoka Ryuugo, io ti proibisco di parlare in questo modo. Sì, credo a quanto ha detto Kidou. Ho giocato a pallone con lui spesso in questi giorni, come tutti voi del resto, e mi sono reso conto che questo ragazzo ama davvero il calcio, non farebbe mai una cosa del genere solo per avere più vantaggio su di noi quando ci incontreremo sul campo. La sua squadra è molto forte, e non sono famosi per il loro gioco pulito: ma non sarebbero stati in grado di dissimulare una cosa del genere neanche volendo! E poi, perché rischiare così tanto?! Secondo quanto stai dicendo tu, Kidou in questo tempo non avrebbe fatto altro che raccogliere informazioni su di noi, e invece non è vero! Perché si è calato nella parte, e ha fatto di tutto per non farci pesare il fatto che non sapesse tirare come Shuuya. Si è tanto preoccupato che alla fine non ha retto più, e ha ceduto, e questo io gliel’ho letto negli occhi poco prima che ammettesse tutto. -
Nel parlare, Endou aveva lo sguardo rivolto solo su Someoka, poi quando questo ha abbassato il capo di fronte all’impeto delle sue parole, il capitano della Raimon ha fatto girare lo sguardo su tutti i suoi compagni, e per le ultime frasi, il suo sorriso è stato dedicato solo a me, ancora appoggiato completamente a lui per non cadere.
I miei occhi sembrano incatenati ai suoi, non c’è verso di distogliere lo sguardo…
Tutte le sue parole sono piene di passione e sicurezza, la luce che scintilla nel suo sguardo è un’ulteriore prova della smisurata fiducia che ripone in quello che dice.
E’ capace di convincere chiunque, Endou, quando parla… Persino me.
-E-Endou…-
-Non c’è altro da dire, vero Kidou-san? O vuoi aggiungere qualcosa?-
Il suo sorriso è semplicemente splendido, non c’è ombra di dubbio, risentimento o malizia nelle sue parole.
Puro e sincero, come acqua di sorgente. Forse è per questo che il suo entusiasmo è riuscito a mettere insieme questo convoglio di persone e a far amare a tutti il gioco del pallone…
-Mi dispiace ragazzi. Capisco le perplessità espresse da Someoka, capisco perfettamente, ma vi prego di credermi: non mi sono più messo in contatto con la Teikoku da una settimana da questa parte, e non era mia intenzione mentirvi.
Non so che fare, sinceramente, perché far ritorno alla mia scuola non posso, finchè non ritorno in possesso del mio corpo, e non ho potuto far altro che sottostare ai ritmi di Gouenji… Mi dispiace, mi dispiace davvero. Io… Io ancora non mi spiego come possa essere successa una cosa del genere ma…-
-Kidou.- mi richiama Kazemaru, avvicinandosi a me – Tu sai dov’è Gouenji, adesso?-
Trattengo per un attimo il fiato, preso alla sprovvista, poi chino il capo: -No. Non ho idea di dove sia, perché non ho più visto nessun altro a parte voi, però… Io penso che, visto che sono nel suo corpo… Insomma, penso che lui sia nel mio.-
-Che cosaaaa?!-
-Ripeto, è solo un’ipotesi, ma è la più plausibile a mio parere…-
-Ho capito.- irrompe d’un tratto Endou – Chiameremo la Teikoku, faremo in modo di incontrarci… Questo però, dopo.--Dopo… Che cosa?- mi azzardo a chiedere, tentennando.
-Dopo la partita di domani contro la Kidokawa Seishu!! … Ci aiuterai, vero Kidou? Scenderai in campo con noi?-
Dopo queste due ultime domande di Endou – anche se più che domande parevano vere e proprie affermazioni – tutti gli sguardi dei giocatori della Raimon calano nuovamente su di me.
Fisso intensamente la mano tesa di Mamoru verso di me, il suo grande sorriso pieno di energia… Gli stringo con forza la mano, annuendo veemente.
-Sì, se vi fiderete di me… Io giocherò con voi.-
Endou annuisce a sua volta, contento del mio tono di voce sicuro e non troppo incrinato – Io mi fido di te, Kidou-san! E voi, ragazzi?-
I nostri sguardi calano sul resto della squadra; prima che chiunque altro possa dire alcunché, Someoka passa davanti a tutti, piazzandosi davanti a me e a Mamoru al mio fianco: -Si vedrà, Kidou Yuuto. Ti terremo d’occhio…-
Con un gesto del capo, il numero 11 della Raimon viene seguito dal resto dei componenti della squadra fuori dal parco, per poi confondersi fra le vie cittadine.
Tiro un sospiro di sollievo, mentre Endou mi picchietta una mano sulla spalla: - Non temere, sono sicuro che domani giocheremo benissimo!-
Il suo sorriso convincerebbe chiunque, per questo mi limito a sorridere cautamente a mia volta, alzando lo sguardo verso il cielo.
-Grazie… Endou.-
-Eh? Perché mi ringrazi?
Gli lancio uno sguardo sconvolto; perché stare vicino a lui mi fa sempre quest’effetto?! Come se non ci fosse niente di sbagliato o brutto nel mondo, come se i miei problemi si limitassero a centrare quella porta e fare goal, come se… il suo sorriso potesse azzerare tutto il resto.
-Insomma, tu… Oggi hai preso le mie difese, quando i tuoi compagni avevano tutte le ragioni per essere arrabbiati con me.-
-E invece non ce le avevano affatto!- Endou mi mette una mano sulla spalla, e strizzandomi l’occhiolino aggiunge – Dai, comunque, per questa volta ti ho salvato, eh?! -
Io rimango di sasso a fissarlo per una manciata di secondi – Tu lo sapevi…?!-
Incredibile, questo ragazzo è incredibile…!
-No!- scoppia a ridere lui, sincero – Cioè, ieri qualche dubbio mi è venuto, che non fossi in te… Ma da quello a quanto è veramente successo… No, proprio no! Diciamo che avevo intuito qualcosa… Sai, quando Gouenji ha qualche problema, sfoga tutto con il calcio. Per questo, mi aspettavo che ieri sera tirassi più forte del solito, e sprizzassi scintille, ecco.-
-E’ per questo che tu… Ieri… Hai enfatizzato così tanto…- rifletto ad alta voce.
-Pensavo di aiutare Gouenji-san, facendogli capire che avrebbe potuto sfogarsi con me se ne aveva bisogno, invece… Penso di averti confuso ancora di più, scusa!-
In tutto quel chiacchierare, non ci accorgiamo che Aki ci si è avvicinata finché non ci è praticamente addosso.
-Aki-chan! Allora, non è sconvolgente come notizia?- le si rivolge Endou, come se fosse la cosa più ovvia da dire con così tanta noncuranza, soprattutto considerando che io sono ancora qui...!
-Già già! Sarà meglio che avvisi Haruna di tutte le novità!
-NO!- esclamo io, con impeto. –No…- cerco di rimediare, con un tono più calmo e un sorriso enigmatico dipinto sul volto– Parlerò io con Haruna, penso che sia meglio…-
Endou mi sorride; non sa niente di noi due, però sa come me che la manager dai capelli blu è innamorata del Flame Bomber della Raimon, e una notizia così, a sangue freddo, potrebbe sconvolgerla.
-Okay, Kidou-san, allora farai meglio a chiarire subito questa cosa con Otonashi. Siamo arrivati, questa è casa sua… Adesso devo andare a casa anch’io, Aki-chan mi accompagni? Ciao Yuuto ciao!-
E il portiere della Raimon volta l’angolo, inseguito dalla giovane manager; lo seguo con lo sguardo, finché mi è possibile… Poi ritorno a guardare la villetta in ombra davanti a me.
-Haruna…- mormoro in un sussurro che si perde nei caldi raggi pomeridiani del sole alle mie spalle.

~ ☆~ ☆~ ☆~


"Non è che stiamo trascurando troppo i nostri due ragazzi?"
Juddy manda alla sua amica nascosta sotto la scrivania un messaggio telepatico, il centesimo negli ultimi dieci minuti. 
"No, non credo. In fondo è per loro che stiamo rischiando tanto, no?"
Annuiscono entrambe mentre aspettano pazientemente che il direttore si decida a rientrare in ufficio con sottobraccio il computer contenente tutte le preziose (e cancellabili XD) informazioni. 
Dalla sua postazione, Sissy vede oscillare pericolosamente il lampadario su cui sopra vi è seduta l'amica. 
"Speriamo regga!"
Il cigolare di una porta giunge alle orecchie delle due. 
"Ci siamo, guardiana dei desideri! E' il momento della verità!!"

~ ☆~ ☆~ ☆~

-Vieni con me. Dobbiamo parlare, Yuuto…-

Sono ore che camminiamo… O almeno così dicono i miei poveri piedi!
Andando in macchina, non sembrava che la Teikoku fosse così lontana… Non potevamo prendere un autobus, o un taxi?!
-Sakuma…- alzo la voce, senza aver ben chiara la domanda da formulare.
-Zitto e cammina.-
Sospiro; anche avessi saputo come rivolgermi al giocatore della Teikoku, non sarebbe servito a niente.
E’ piuttosto rude con me… Chissà, magari ha passato una giornataccia.
Beh, devo ammettere che neanche a me è andata poi molto bene, ma questo non vuol dire che se la deve prendere con il primo che passa, e cioè io!!
Oppure… Oppure hanno scoperto il mio segreto, o il segreto di me e Yuuto, e allora mi metteranno sulla sedia elettrica e tanti saluti a Endou!!
Uff…
Eppure, il brutto presentimento di prima non se n’è andato; ahimè, penso proprio di essermi fregato!
Inciampare di continuo nel mantello durante gli allenamenti non è stato certo un punto a mio favore, lo ammetto, ma è impossibile correre con quel coso addosso!!
E poi fa caldo!
Immerso in riflessioni di questo calibro (?), non mi accorgo che finalmente all’ennesima svolta arriviamo davanti all’imponente sede della Teikoku Gauken.
Il turchese attaccante della squadra mi ci trascina dentro, e non chiedetemi come, in un attimo arriviamo al campo. Mi guardo intorno, incredulo: come ha fatto ad arrivarci così velocemente?!
Utilizzeranno qualche porta segreta invisibile? Oppure io non me la spiego: per raggiungere questo campo, ho vagato ore prima di trovarlo!!
Possibile…?
I grandi occhi cremisi fremono tutt’intorno, mentre cerco di capire perché Jirou mi ha condotto fin qui.
Chissà per quale motivo mi ero immaginato che i ragazzi della Teikoku sospettassero di me e volessero delle spiegazioni…?
Una voce alle mie spalle; -Ah… Eccolo finalmente!-
E con una stretta forte il portiere della squadra mi afferra da dietro, all’altezza del collo.
Eh già, chissà per quale motivo…!? Se esco vivo da qui, darò più ascolto al mio sesto senso, promesso! E non mi farò più trascinare in scuola inquietanti dagli amici delle persone che non conosco ma che mi ritrovo a personificare!!
… Okay, sto già delirando: fantastico.
-Tsk…! Ma ch-che fate…?- biascico, cercando di riprendere fiato in quella morsa ferrea.
-E’ stato facile portarlo qui, più di quanto mi aspettassi…-
-Bene, adesso vediamo un po’ chi sei veramente…-
E con quella faccia terribile che farebbe paura al vostro peggior incubo - Kageyama compreso, ne sono quasi certo! – Daiki mi si avvicina al viso, mentre io cerco di dimenarmi.
Alcuni ragazzi mi tengono fermi mani e piedi, mentre Genda continua a tenermi sollevato da terra...
Mi hanno completamente circondato, sono spalle al muro e sto tremando come una foglia.
Gli unici che se ne stanno in disparte sono Sakuma, ma sinceramente con quel ghigno stampato sul volto mi riesce difficile pensare che provi pena per me, e Narukami, che sembra più interessato alla musica nelle sue cuffie che alla mia vita…
Se non mi invento qualcosa, questi sarebbero capaci di uccidermi!!
Quell’attaccante dai rasta rossicci e lo sguardo demoniaco intanto mi sta scorticando la faccia; ma che crede, che mi sono travestito da Kidou?! Non sia mai! Ho altro da fare nella vita, io, che andare in giro a fare il clown!!
-Non è una maschera i- inghiotto un mezzo insulto: non devo peggiorare la mia situazione, che è già di per sé terribilmente instabile – I-Io… Soffoc-co…!
Il portiere allenta la presa, e mi scaraventa a terra come un vecchio straccio rammendato.
Rimango disteso a terra, senza rialzarmi: sicuro, sarei più fotogenico, ma mi tremano troppo le gambe, e non riuscirei a rimanere in piedi a lungo… Rischierei di cadere di nuovo e farei una figura meschina.
A quanto sembra, non hanno una buona opinione di me… Avrei dovuto essere più preparato a una cosa del genere ma… Chi se l’aspettava?!
Mi porto una mano alla gola, respirando cautamente; sopra di me, parla Sakiyama – che appena avrò un momento libero gli chiederò come diavolo riesce a parlare con quella benda sulla bocca, perché sinceramente non mi raccapezzo più!
-Vuoi farci credere che sei davvero Kidou?! Non siamo così ingenui, non ti conviene fare ancora il gradasso!-
Questi ragazzi hanno un’incredibile capacità di convincimento… Anche se non mi sembra di aver mai fatto il gradasso con loro! Non mi sembra però il caso di mettersi ad accapigliarsi, no no. Sarà meglio cercare di tornare a casa tutti integri, assolutamente.
-Tsk! Siete voi quelli che vogliono fare i furbi, non io…!-
Niente; è stato più forte di me. Magari Yuuto con il tempo passato – e le botte prese – ha imparato a sottomettersi a Kageyama e ad assecondare la squadra… Ma io non posso farmi mettere i piedi in testa in questo modo, nossignore!
-Tu non hai capito con chi stai giocando…-
Genda mi afferra di nuovo per la gola, schiacciandomi contro la parete della palestra; i miei piedi che brancolano nel vuoto, cercando inutilmente di toccare di nuovo terra.
-Va bene, va bene… Non sono Kidou, lo ammetto! Ma non uccidetemi, vi prego!!- esclamo con voce stridula e incrinata dalla paura.
Puum! E di nuovo con il fondoschiena dolorante…!
Io sono fragile, non può mollare la presa in questo modo…! Mi sta cominciando a girare la testa…
-E sentitelo, fa anche la mammoletta adesso! Vogliamo sapere dov’è Kidou, chiaro femminuccia?-
-Femminuccia a chi?!- mi alzo di scatto, ma un pugno violento dritto in bocca non mi permette di dire altro.
-A te, idiota.-
Mi lecco le labbra, e sento in bocca il sapore acre del sangue: accidenti, ha un destro parecchio forte, il leoncino… Non a caso, è il portiere della squadra più forte della nazione.
-Sono stufo di aspettare…!-
Con un altro colpo, questa volta sulla guancia, Daiki mi rimette a tacere prima ancora che abbia aperto bocca.
-Adesso basta! Ci tenete no, al viso del vostro capitano?! Allora, di grazia, sareste così gentili da non menarmi più?-
Un altro colpo, alla fronte: sempre più forte…
Ho come l’impressione che li sto facendo imbestialire…
Ma che posso farci, sono loro che se la sono presa con me, io non ho fatto niente!
-Oh insomma…! – riapro ancora bocca, sfidando la sorte “Tanto ormai, peggio di così si muore…” – Smettetela! Che volete, che vi dica dov’è Yuuto?! Non lo so, va bene?! Non ne ho la più pallida idea…-
Appena prima di essere colpito da un altro pugno ben assestato sul viso, mi abbasso, e la mano di Genda colpisce il muro.
Con lo sguardo fiero, mi rialzo, giusto in tempo per osservare la faccia imperturbabile del portiere diventare rossa di rabbia, e negli occhi color cenere brillare una luce sinistra.
Accipicchia, penso di aver soffiato troppo sulla brace… Il fuoco divamperà ancora.
Genda si alza in tutta la sua statura, e sotto il suo sguardo rabbioso mi sento piccolo e… morto. Sì, proprio morto stecchito.
Ho solo il tempo di pregare qualche dio immaginario affinché la mia fine arrivi il più velocemente e indolore possibile, dopodiché il ragazzo mi afferra, sbattendomi con forza contro il muro opposto a dove ci troviamo; il volo è breve, l’impatto devastante.
Rimango semi-svenuto lì, accasciato per terra, mentre vedo le figure dei ragazzi della Teikoku avvicinarsi di nuovo, e tornare alla carica.
-Allora, vuoi dirci o no chi sei? E dove tieni il nostro capitano?!-
-I-Io…- mi gira la testa, e dopo lo scontro frontale contro la parete non posso dire di stare molto meglio, ma devo farmi forza, altrimenti sono spacciato. –Okay, d’accordo… Ma se ve lo dico, voi non mi picchiate, intesi?!-
Henmi mi pesta il mantello, obbligandomi a terra. – Non vogliamo scendere a patti con te, deficiente, vogliamo sapere dov’è Kidou, subito!-
-Penso… Penso che Yuuto sia alla Raimon, in questo momento.-
-Alla Raimon, vuoi scherzare?! Quella squadretta da quattro soldi che non vale niente…?! Anche l’allenatore ci ha assicurato che non dobbiamo preoccuparci di loro, perché li schiacceremo senza manco accorgercene!-
Daiki si è chinato, e tenendomi il mento fra le mani, mi costringe a guardarlo negli occhi.
Sputa anche, quando parla: che orrore!
Con un sorrisetto furbo, ribatto alzando la voce: -Beh, fareste bene a dire al vostro Comandante che ha sbagliato i suoi conti, e che ve la faremo vedere, noi della Raimon, se non valiamo!-
I ragazzi in piedi sopra di me scoppiano a ridere; sghignazzi di superbia e arroganza.
-No, facci capire bene…- Genda mi afferra per i capelli, tirandomi in piedi nonostante i lamenti degli altri che evidente si stavano divertendo tanto a sputarmi in faccia! – Con che faccia tosta tu verresti a dire a noi quello che dobbiamo fare…?!-
Mentre mi dimeno pressoché inutilmente, al portiere si avvicina Sakyiama, che esclama: -Evidente, Genda-san, questo qua prova proprio gusto a farsi menare…!-
-Se è così, ti accontentiamo subito!- Con due manate, volo fino a centro campo.
Cerco di rimettermi in piedi, ormai esausto. Non penso di averle mai prese così tante tutte in una volta sola…
Sono un ragazzo alquanto pacifico, io! Non mi piace fare a botte, preferirei chiarire tutto e subito, ma questi non sembrano molto d’accordo con i miei metodi, e ahimè sono in minoranza numerica...!
Ma dove diavolo è Someoka quando serve?! E’ sempre in mezzo ai piedi nei momenti meno opportuni… Ma devo ammettere che troverei confortante persino la sua figura, adesso…
-Basta… Smettetela! Non otterrete un bel niente picchiandomi, perché sono sempre meno in me, e, va bene, d’accordo, non ho mai pensato di potervi fregare, però non pensavo che avreste reagito in un modo tanto violento… Non sono Kidou, okay?! S-Sono Gouenji Shuuya, della Raimon…-
Affronto lo sguardo inferocito dei ragazzi della Teikoku con un sorriso debole ma vincente, sicuro nella mia instabilità, con il viso livido e sanguinante, sorrido sprezzante alla morte che mi aspetta.
Perché questi mi uccideranno qui, adesso, me lo sento: che altro potrebbero farmi?!
Non me la sarai mai aspettata, così, la mia fine… Pensavo a qualcosa di meno tragico, in effetti… Anche se, a dirla tutta, con Endou e il Football Frontiere incominciato, non è che avevo tanto tempo per pensare a quando sarei morto. Mi preparerò meglio, la prossima volta… Ah già, non ci sarà una prossima volta.
Beh, non mi sembra che ho niente da rimpiangere: sono anche riuscito a dirne quattro a Kageyama, dopo che mi ha spaventato tanto e ha fatto del male a mia sorella… Sì, posso ritenermi abbastanza soddisfatto di me.
-G-Gouenji…?!- non riuscendo a smettere di ridere, con gli occhi fuori dalle orbita rossi come due zampilli ardenti, e le lacrime agli occhi, i ragazzi della Teikoku sembrano tutti completamente in balia della sbornia. Che scena orripilante: penso che dopo queste giornate, non avrò più incubi la notte. Ho visto di peggio di giorno, ecco tutto. – E tu ci credi così ciuchi da crederti?!-
-Mai ciuchi non sono gli asini…?-
Daiki mi colpisce forte in piena fronte, già tutta arrossata.
-Scusa…!- esclamo, massaggiandomi il viso dolorante – Dopo tutte queste botte, non sono più così lucido, ho bisogno di tempo per…-
Non riesco a finire la frase; interrompendola così a metà, crollo a terra, senza più forze.
“Accidenti, se picchiano forte, i compagni di Kidou…!”
-… E’ morto?-
-No, è solo svenuto.-
-Ooh…! Accipicchia!-
-Non ne potevo più, in effetti: una pausa ci sta proprio bene!-
-Parliamone un po’, ragazzi…-

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Ti rendi conto?! Noi abbiamo rischiato la pelle, il posto, il lavoro per poi non trovare niente! NIENTE!!- 
- Juddy, calmati, per piacere...-
La faccia della guardiana dai capelli castani è di un bel rosso acceso mentre il respiro si fa sempre più affannoso, gli occhi neri come la pece. 
Sorride debolmente quando Sissy le porge una tazza di camomilla. 
- Bevi, servirà a calmarti!- 
I tratti delicati delle ragazze si distendono mentre sorseggiano tranquillamente il contenuto delle due porcellane. 
Sono arrabbiate... E come possono non esserlo?! Avevano rischiato tanto per poi non trovare uno straccio di dato nella memoria del pc. Solo file inutili sull'andamento della -come chiamarla?- azienda.  
- Dovremo pensare a qualcosa di più diretto, domani.-
Sissy, a quelle parole, rabbrividisce annuendo poco convinta.
-D-diretto quanto, scusa Juddy?-
-Mah, non saprei...! Potremmo direttamente sparargli con un bazuca!-
Non c'è bisogno di aggiungere altro, si guardano negli occhi, le due fatine, e annuiscono.  Consapevoli che, la prossima volta, il direttore non sfuggirà alla loro terribile vendetta.

 
Angolo delle due fatine
Anf...! Puff...!! Argh....!!!
Minnaaaa!!! Buondì!!
Finalmente siamo riuscite a postarlo, questo benedetto capitolo numero dieci!
Me lo sognavo addirittura la notte per la voglia che avevo di pubblicarlo (cit.Juddy)
Cogliamo l'occasione per scusarci del ritardo ma gli impegni ci hanno soffocato in tutti i sensi e...
Insomma l'importante è avercela fatta! ^^
Ok, i nostri due ragazzi sono messi male. Ma male male male, eh.
Insomma tutti si sono accorti dellla... ehm... loro stranezza, ecco!
E poi la storia delle fatine...! E' logico che non ci credano, no?
Voi ci credereste se venissero a dirvi che due fatine hanno cambiato la vostra identità?!
Io, o meglio noi, no.... *^*
Vabbuono (?), Minna!
Come al solito ringraziamo chi recensice/ricorda e preferisce la nostra storia. A chi legge con passione e lascia una recensione (bella rima xD) e chi preferisce mantenere il silenzio inanimato ma pur sempre appassionato! (iniziamo a far paura, neh?)
Ora vi lasciamo sperando che questo capitolo vi sia piaciuto e ricordandovi che ogni commento sarà benvenuto! <3
Un bacione fatato
Sissy e Juddy ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 ~ ***


Capitolo 11
- Allora siamo d'accordo?- 
Juddy è agitata, continua a mordersi impazientemente le unghie mentre gli occhi rimbalzano da una parte all'altra della stanza, impazienti. 
- Non lo so, Juddy! E' rischioso...-
Le due guardiane sono entrambe sedute a terra, intente a rovistare in scatoloni polverosi contenenti vecchi libri di formule magiche e pergamene millenarie. Si sentono molto stanche, sono due notti che non dormono e non hanno ancora trovato una soluzione ai loro problemi.
- Insomma mi aiuti o no?-
La fatina dai corti capelli castani è sempre più nervosa, ogni minuto che passa. Gli occhi, che fino a un momento prima erano di un bel nero pece, passano a un brillante rosso acceso, accecati dal desiderio di vendetta. 
- Ora basta, Juddy! Ti devi calmare! Altrimenti non potrai combinare un bel niente! Va bene, ti aiuterò anche questa volta ma... Addirittura un fuoco nell'ufficio del direttore vuoi appiccare?-
La castana annuisce, convinta. 
- Sarà un fuoco comandato, Sissy. Bruceremo solo i documenti che ci interessano.-
- Non che la cosa cambi di molto e sia meno pericolosa, intendiamoci...-
Di fronte ad un’occhiata infuocata di Juddy,  Sissy abbassa la testa per poi rialzarla subito dopo. Quando parla la sua voce risulta calma e nei suo occhi brilla una luce strana.
- Juddy, io... Io ti capisco, va bene?! Non è che questo guaio riguarda solo te! Ma...-
Parlare con Juddy è come parlare ad un muro, non c’è differenza.
- Siamo ancora insieme e possiamo ancora contare l’una sull’altra, si o no?-
La ragazza dagli occhi bruni sorride dolcemente carezzandole una mano.
- Amiche fino alla morte.-
Il sonno arretrato però inizia a farsi sentire e, in men che non si dica, sono entrambe nel mondo dei sogni con la testa dolcemente appoggiata sui libri che stavano consultando fino a qualche minuto prima. 

~ ☆~ ☆~ ☆~

-Oh Gouenji-san! Tu… Che ci fai qui? Hai bisogno di qualcosa?-
Ho trovato davvero il coraggio di farlo?! Pazzesco…
Lo sto davvero facendo? Ho sul serio intenzione di parlare con mia sorella… E svelarle che io in realtà sono Yuuto?!
Sarò impazzito. Stare con Endou mi ha fatto più male del previsto… 
Con quel suo sorriso dolce, innocente… Inconsapevole, di quanto ho intenzione di rivelare, Haruna mi fa accomodare in camera sua, carina e accogliente come il suo animo, e…
Quando, di fronte al mio silenzio, mi prende le mani, chiedendomi se mi è successo qualcosa…
Sento qualcosa spezzarsi dentro di me. Credevo che il mio carisma presuntuoso e altero fosse già stato distrutto dalla presenza costante e allegra di Endou… Evidente, mi sbagliavo, e questo è stato il colpo di grazia.
-Ha-Haruna… IO…Ho paura di farti del male, ma… Ma… io non…-
-Oh Gouenji-san, tu non potresti mai farmi del male; dimmi, cos’è che ti preoccupa?-
Incredibile…! E’ incredibile: da anni aspetto quest’occasione, la possibilità di stare qualche tempo da solo con mia sorella, e parlarle, e raccontarle tutto… Quanto mi è mancata, quanto ho sentito la sua mancanza…
Cos’è che mi frena adesso? Perché non riesco a dar fiato ai miei pensieri…?
Basterebbe così poco, penso… Magari, sarà anche più facile di quel che ho sempre immaginato man mano che gli anni sono passati: magari lei capirà, mi ha sempre capito…
Siamo stati separati per molti anni, ma siamo fratello e sorella; nessuno, neanche la legge può sciogliere il nodo che ci unisce… Perché esito così tanto?
D’un tratto, mi viene un’idea.
-Haruna, io ti conosco bene. Perché hai voluto mentirmi ieri?-
Vedo un’ombra calarle sugli occhi, oscurandoli fino a renderli scurissimi… Il colore dei fondali marini. Quel blu opaco e buio, quasi nero: misterioso e incontaminato, che mi intimorisce e mi affascina…
Per un attimo, mi assale il dubbio di aver parlato con voce troppo sicura di me, e di essermi fatto scoprire; al suono delle parole pronunciate con tono insicuro e leggermente spaventato però, mi rassicuro un poco.
-Shuuya io… Io ho dovuto farlo. Mio fratello è… è…-
Vedo le sue mani stringersi a pugno, una presa forte ma tremante dalla rabbia… O dall’emozione.
Sulle mie labbra si dipinge un sorriso rassicurante, tranquillo e affettuoso, uno di quei sorrisi che dedico solo a mia sorella; a nessun’altro, per nessun motivo.
-Avresti voglia di parlarne… Con me?-
Con delicatezza poso la mia mano sinistra sul suo pugno chiuso, che subito si distende; lei alza lo sguardo sul mio volto, mentre io annuisco incoraggiante.
Non so perché sto facendo questo… Che stia inconsciamente cercando di prendere tempo, aspettando l’occasione adatta per dirle la verità…?
… No, non è questo. Voglio solo sapere cosa pensa di me, veramente.
E io mi comporterò di conseguenza: se davvero mi odia e non vuole avere più a che fare con me, me ne andrò dalla sua vita, una volta per tutte. Se invece, come penso io, nonostante tutto ha continuato a fidarsi di me e mi vuole ancora… bene, allora sarò pronto persino a scendere in campo con la Raimon, domani, e vincerò. Sì, vincerò per lei, sempre e comunque.
Mi concentro su Haruna, che con due goccioloni impigliati nelle ciglia sottili, sembra pronta a parlare.
-Mio… Mio fratello è un vero idiota, un ipocrita, un impostore…! -
Mi acciglio appena, perplesso: non è così che immaginavo cominciasse a parlare di me… Diciamo che mi ero immaginato un discorso un po’ diverso. Sinceramente, non me la sento molto di farmi insultare da mia sorella in questo modo…
-Perché dici questo? Se è tuo fratello, sono certo che ti vuole molto bene…-
-E TU COME FAI A SAPERLO?! – Vedo gli occhi di Haruna infiammarsi, mentre in uno scatto di rabbia –non verso di me ma verso… il vero me, diciamo. Cioè, non verso Shuuya, ma verso Yuuto.- si alza in piedi, furibonda.
Io, che forse mi aspettavo una reazione simile, senza farmi prendere alla sprovvista mi alzo lentamente, stringendola in un abbraccio che aspettavo da tanto, troppo tempo…
-Shuuya… Ma…-
-Ssshh…!- sussurro appena, ipnotizzato dall’affetto di questo contatto che tanto ho sognato.
Rimaniamo immobili per qualche minuto, completamente stretti uno all’altra; sento flebili i suoi singhiozzi, il mio cuore che batte forte in petto sembra scoppiare di felicità…
Come se avessi paura di farle male, sussurro al suo orecchio appoggiato alla mia spalla, dolcemente:
-Lo so, Haru-chan, perché anch’io ho una sorella a cui voglio molto bene, e conosco bene l’affetto che un fratello maggiore sente nei confronti della sua Imooto-chan. Adesso mia sorella è lontana da me, completamente addormentata nel suo mondo onirico, e anche se lei forse non se ne rende conto, io la penso sempre, e anche se non posso più parlarle, vorrei farlo, lo desidero ardentemente. Anche tu e tuo fratello siete stati per molto tempo lontani, ma io sono sicuro che lui ha continuato a volerti bene e a fare di tutto per tornare insieme a te. E’ quello che farebbe ogni fratello, te lo garantisco. Per questo, prima ho detto quello…-
Sorrido, come rincuorato dalle mie stesse parole, e mi scanso appena dalla ragazza per osservare la sua reazione. Ha gli occhi ancora arrossati dal pianto, e sembra alquanto confusa, ma tutto sommato non è più così arrabbiata come prima. Questo è già un passo avanti, in effetti… Mi ricordo che, all’orfanotrofio, ci volevano a volte ore intere per farla smettere di piangere o urlare.
D’un tratto, una reazione imprevista. Haruna scuote la testa, e il debole sorriso sulle sue labbra si scioglie.
-No. Lui no. Lui non è come dici tu, Shuuya. Quando mi ha salutata, è stato tutto carino e gentile, e mi ha anche promesso che sarebbe tornato a prendermi: sarebbe tornato da me, e saremmo di nuovo stati insieme.
Invece mi ha dimenticata, completamente! Ha iniziato una nuova vita, lì nella sua villona extra-lusso, arrogante, viziato, presuntuoso…! E’ andato alla Teikoku, capisci Gouenij?! Alla Teikoku! La scuola famosa in tutto il Giappone per la sua spietatezza e arroganza…! Quando l’ho saputo, mi sono sentita tradita: lui che non mi aveva mai mentito e mi aveva sempre protetta, mi aveva abbandonata a me stessa dimenticandomi completamente in un orfanotrofio di periferia… Quando è venuto qui alla Raimon, ho stentato a riconoscerlo! E’ cambiato, non è più il mio Onii-san…- un singhiozzo a interrompere lo sfogo – E ha avuto anche il coraggio di scrivermi, quel buono a nulla! Con due frasette spasimanti credeva che mi sarei di nuovo gettata ai suoi piedi, dimenticando tutto il dolore che mi ha recato il suo abbandono… Io… Io… Gli ho risposto, sai Gouenji? Male. Gli ho risposto malissimo, come si meritava.-
-Ma?- sorrido, un sorriso timido e cortese. Spero davvero che ci sia un “ma” in tutto questo… Lo spero, con tutto il cuore.
Haruna mi guarda, calde e grandi lacrime le solcano il viso arrossato; nel suo sguardo, vedo chiaramente dispiacere e scoraggiamento.
-Ma…! Ma…! Gouenji…!- mia sorella si aggrappa alla mia maglietta, i singhiozzi violenti che le impediscono di parlare.
-Vieni qui…- le sussurro con dolcezza, stringendola di nuovo fra le mie braccia.
Sto dando ad Haruna la possibilità di sfogarsi, e anche se adesso piange sono sicuro di star facendo la cosa più giusta. C’è un “ma” in tutto questo, ne sono certo. Altrimenti non sarebbe così sconvolta, così… dispiaciuta.
Tamponandosi con il dorso della mano gli occhi cerulei, mia sorella riprende a parlare, gli occhi fissi su di me.
-Ma… Non avrei dovuto farlo. Avrei dovuto agire con calma, pensarci bene senza lasciarmi trascinare dall’emozione… Come avrebbe fatto lui. Ho sempre preso esempio da come si comportava mio fratello, e ancora non capisco perché in quell’occasione non l’ho fatto. Lui faceva sempre la cosa più giusta, perché non agiva d’impulso e rifletteva molto prima di prendere una decisione. Sono sicura che ha pensato molto a come e quando mettersi in contatto con me, e io avrei dovuto fare lo stesso… Avrei dovuto aspettare, qualche giorno magari, e gli avrei scritto… Che anche lui mi manca terribilmente!!-
Haruna si stringe di nuovo forte a me, mentre sono scosso da un tremito. Mi riprendo subito, e accarezzo con delicatezza i morbidi capelli azzurrognoli di Haruna.
-Oh Gouenji tu…-
-Hai visto?- sorrido, perso nei suoi grandi occhioni blu. –Hai visto? E’ come pensavo io… Ci vuoi bene.-
-Tanto, tantissimo Shuu-san…! Vorrei non avergli scritto quelle cose. Chissà quanto ci sarà rimasto male, il mio Onii-chan…-
Prima di rispondere, mi alzo in piedi, lo sguardo rivolto verso la finestrella di fianco al letto...
-… E’ tuo fratello. Ti conosce bene meglio di chiunque altro e senz’altro avrà capito…-
Ho lasciato vagare lo sguardo un po’ troppo a lungo al di fuori della finestra, e non ho fatto attenzione al mio tono di voce, più cupo e intristito.
La mia dolce sorellina si alza, avvicinandosi a me con cautela.
-Gouenji-san. Va tutto bene?-
Come risvegliatomi da un sogno, gli occhi bruni di Shuuya si spalancano per un istante, poi ritorno ad appoggiare il mio sguardo su Haruna.
Sorridiamo entrambi, un sorriso complice e sereno.
-Io sì. Tu piuttosto: stai meglio?-
-Molto! Grazie Gouenji-san!-
Accenno un altro sorrisetto, avvicinando il mio viso al suo: i nostri nasi si sfiorano appena, mentre i miei occhi furbetti incontrano i suoi ridenti e pieni di luce.
Ecco, questo mi basta per essere felice.
Mi allontano di un passo da lei, continuando a sorridere, sereno.
-Bene. Allora penso che ora io… Dovrei…-
-Oh sì! Vieni, ti accompagno alla porta…-
Seguo la manager della Raimon fino all’atrio, dove, una volta salutati i suoi genitori nella stanza accanto, cala di nuovo un silenzio strano fra noi.
-Beh, allora… Vai di già?- cinguetta Haruna, tanto per rompere questo silenzio incomprensibile.
Al suono della sua voce, questi occhi scuri si riagganciano ai suoi.
Sono scosso da un tremito: avverto la sensazione lontana e bellissima dell’incontro dei nostri sguardi. Rosso e blu. Caldo e freddo. Fuoco e acqua…
Ma questo non è altro che un miraggio: il nostro momento non è ancora giunto sorellina, questo per oggi è tutto.
Qualcosa però, devo ancora dire. Non posso andarmene via così…
Annuisco, un piede già fuori dall’abitazione e il cuore in subbuglio.
-Allora… Ciao. Ciao Gouenji-san, e grazie!-
Un altro passo, sono fuori.
Haruna, ancora sull’uscio, che mi guarda allontanarmi.
“Parla idiota! Dì qualcosa! Qualsiasi cosa… “
Quando ho già attraversato il cancello, e sto dando le spalle alla porta ancora aperta, mi fermo giusto il tempo per pronunciare: -Grazie a te, Imooto-chan… Ti voglio tanto, tantissimo bene anch’io.-
Dopodiché, comincio a correre, e svoltato l’angolo, mi accorgo di piccole gocce salate a inumidirmi le guancie.
Mi rigiro nel letto, accaldato e infastidito.
Sbuffo, mentre mi metto seduto accartocciando il lenzuolo umido dal mio sonno agitato.
Passandomi una mano fra le bionde ciocche sudate, lancio uno sguardo scoraggiato fuori dalla finestra aperta.
Le luci della città di notte sono incantevoli… E’ tutto buio il cielo, ma gli edifici e le strade sono tutte illuminate, scintillano i cartelli pubblicitari e risuona lontano il suono di un treno in corsa.
A tutte le ore, le automobili sfrecciano sulle strade, e l’appartamento di Shuuya è proprio su una di queste; il trambusto, a quest’ora, è insopportabile.
Fuori l’afa non ha pietà per quelli come me, che non riescono a dormire la notte… Piena di nostalgia e sensi di colpa.
Prima di tornare a casa e mettermi a letto, sono andato a casa di Haruna, come mi è stato caldamente consigliato da Endou.
“ Okay, Kidou-san, allora farai meglio a chiarire subito questa cosa con Otonashi…”
Chiarire… Sì certo, come no.
Ma perché…? Perché sono scappato via così?!
Dovevo stare lì, vedere la sua reazione…
Chissà adesso cosa starà pensando di me… Chissà che ipocrita che appaio ora ai suoi occhi…
E io che volevo chiarire con mia sorella…! Adesso sarà ancora più arrabbiata!
Domani… Come farò domani, che c’è la partita? Con che coraggio mi presenterò davanti a lei?!
“Beh…” penso, mentre un soffio di vento fresco mi accarezza il volto contratto dalla stanchezza “Domani si vedrà…” E, con un sorriso stranamente rilassato, mi distendo nuovamente nel letto, prendendo subito sonno.

~ ☆~ ☆~ ☆~

La testa mi batte forte, insistentemente, senza concedermi un minuto di pausa. 
Rivoli di sangue mi rigano il volto niveo a causa dei graffi e delle botte che ho preso. 
"Sono ancora vivo, è già qualcosa, no?"
Forse riuscirò a tornare a casa vivo stasera e, quando tutta questa storia delle identità sarà finita, potrò rivedere Endou e Yuuka. Ho detto forse,eh. 
Tento invano di rimettermi in piedi, le gambe cedono sotto il mio peso e io mi accascio a terra per la seconda volta, privo di forze.
Ho perso la cognizione del tempo. Da quanto tempo sono sdraiato qua? Un'ora? Due? Nella tasca dell'uniforme trovo un fazzoletto, e lo uso per tamponarmi il sangue che fuoriesce da piccoli graffi sotto gli occhi. 
I ragazzi della Teikoku non mi degnano di uno sguardo, parlano a bassa voce fra di loro e, dei loro discorsi, mi arriva sì e no qualche frase. 
-Ragazzi, io non credo a quello che ha detto!-
- Nemmeno io, Daiki-san. Ma quello non è il nostro capitano, ne sono sicuro!-
Il loro tono di voce è alquanto perplesso o addirittura preoccupato. 
Non posso biasimarli, senza Kidou in squadra come cavolo faranno a vincere la prossima partita? Kageyama andrà su tutte le furie se perderanno e la colpa sarà solo mia! 
- Io sono veramente incazzato! Ci ha preso in giro! Ma hai visto che aria da deficiente aveva durante gli allenamenti?! Ci credo che non aveva la benché minima idea su quali fossero le tattiche e gli schemi da usare in partita! Quello è solo un povero pezzente!-
Genda inizia a bere avidamente da una borraccia d’acqua fresca cercando invano di calmarsi. Intanto Sakuma, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si decide a esordire in un discorso che mi sembra il più assennato fra tutti quelli che ho sentito finora.
- Genda, calmati. Posso capire come ti senti ma non è che picchiandolo fino a farlo svenire risolveremo qualcosa! Neanche a me convince molto quello che ci ha detto ma quale altra spiegazione logica potremmo dare a tutta questa situazione? Che mentre camminava per strada gli è cascata una tegola di un tetto in testa e ha perduto la memoria facendolo rimbecillire? Non lo so, ragazzi...- 
Il portiere guarda il ragazzo dai capelli argentei, perplesso. 
- Quindi tu dici che dovrei fidarmi di lui!? Stai scherzando, spero! Che c'è, Jirou, sei impazzito anche tu?!-
Genda si gira verso di me, lo sguardo infiammato di rabbia. Si avvicina minaccioso ed io chiudo gli occhi preparandomi al peggio. 
Accidenti, proprio ora che ero riuscito a mettermi quasi in piedi!
- E quindi tu saresti Gouenji Shuuya, l'attaccante della Raimon?- 
Dischiudo lentamente un occhio cercando inutilmente di mettere a fuoco le immagini intorno a me. 
E ora che faccio? Se questi mi saltano addosso un'altra volta posso considerarmi definitivamente morto!
- S-si, sono io.-
- Dimostramelo.- 
Un sorrisetto furbo si dipinge sulla faccia del portiere mentre mi porge un pallone da calcio. 
Davanti al mio sguardo interrogativo lui si stringe nelle spalle e continua a parlare fingendo noncuranza. 
- Gouenji Shuuya è un attaccante niente male, calcia il pallone e vedremo. Se riuscirai a stupirmi forse sarei anche disposto a crederti.-
Rimango immobile con un lampo di terrore che mi illumina il volto. 
Henmi si avvicina rivolgendomi un'occhiata di scherno. 
- Che c'è? Ho forse ragione quando dico che la Raimon non è nient'altro che una squadretta mediocre di quarta categoria?! Guardatelo, poverino, ha paura!-
I compagni di Kidou iniziano a sghignazzare mentre alcuni continuano a sputarmi in faccia, deridendomi.
La rabbia mi assale, non riesco più a ragionare. Mi alzo faticosamente da terra, strappando il pallone dalle mani di Genda. Non posso permettere che continuino a prendermi in giro in questo modo. 
- Siete degli sciocchi! Quello che giocate voi non è il vero calcio! Chissà, forse avete ragione voi quando dite che la Raimon è una squadretta mediocre ma mi sembra che qui di stolti ce ne siano a bizzeffe!- 
Faccio una breve pausa per riprendere fiato, ormai peggio di così non può andare; tanto vale rischiare la sorte. 
- Sì sì, avete capito bene. Siete dei cretini che non fanno altro che vantarsi della loro forza dalla mattina alla sera! Ma la vera forza sapete dove si trova? Eh?! Si trova nel cuore, nella voglia di allenarsi fino a cadere esausti per terra, nella voglia di cercare sempre nuove sfide!-
Rimuovo con un rapido gesto della mano qualche gocciolina di sangue che continua a rigarmi il volto pallido. 
"Accidenti, Endou! Ho raggiunto i tuoi livelli!"
I ragazzi della Teikoku mi guardano a bocca aperta mentre cado per la seconda volta a terra, sfiancato dalle troppe fatiche. 
- E quindi riprenditi il tuo pallone, Genda. Io non devo dimostrarti un bel niente e se vuoi picchiarmi, se vuoi sfogare su di me la tua rabbia fallo pure, tanto ormai....- non riesco a finire la frase, le ultime parole che si perdono in un sussurro mentre lancio la palla da calcio verso il portiere. 
Sakuma si china fino a che non riusciamo a guardarci negli occhi. Mi prende il mento fra le mani e mi guarda, mi guarda con quella sua espressione indifferente, senza emozioni. 
- Io credo a quello che dice Gouenji, ragazzi.- 
- CHE COSA?!-
L'attaccante dai capelli argentei si rialza e volge lo sguardo verso i suoi compagni di squadra. 
- Riflettete. E' l'unica spiegazione plausibile. Lo Yuuto che conosciamo noi non sarebbe mai potuto venire a scuola senza occhialini e senza la coda e disubbidire o addirittura rispondere in quel modo a Kageyama. Lo so, non ha molta logica ma così tutto tornerebbe.- 
Si avvicina a Genda, lo sguardo si fa minaccioso.
- Koujirou, cosa pensavi di ottenere picchiandolo in quel modo? Lui una spiegazione, se pur incredibile, ce l'ha data e vista la sua situazione era altamente improbabile che se la fosse inventata.- 
Si volta verso di me aiutandomi a rimettermi in piedi. Accetto con un sorriso la mano che mi porge. 
Il portiere della Teikoku si avvicina ancora di più a me. 
- Va bene, Jirou. Sono disposto a crederti ma lo faccio solo per il bene di Yuuto, ok?-
Sakyiama si intromette tra i due con una nota di preoccupazione nella voce. 
- E al Comandante lo diciamo?-
Scuoto la testa con convinzione, non penso proprio che Kageyama accetterebbe di credere alla storia delle fatine.

~ ☆~ ☆~ ☆~

La sfera di cristallo riprende ad emanare bagliori che si disperdono nel buio della stanza.
Le immagini dei due ragazzi terrestri compaiono sulla sua superficie trasparente ma nessuna delle due fatine se ne accorge, ancora completamente addormentate con un sorriso beato stampato sulle labbra...

 
Angolo delle due fatine
Finalmente ci siamo! ♥
Buon pomeriggio, Minna! xD
Chiediamo perdono per l'infinito ritardo con cui ci presentiamo ma abbiamo voluto aspettare, specialmente io, Juddy, a pubblicare questo capitolo perchè non tutti si erano accorti dello scorso aggiornamento. ^^
Di bene in meglio per i nostri poveri due figliuoli, neh (?)?
Non ci crederete mai -specialmente Raven che conosce Sissy meglio di chiunque altro- ma la narrazione di Yuuto, che è una KidoHaru sotto ogni aspetto, ed anche molto flufflosa (?), l'ha fatta Sissy! <3
Dite la verità, è o non è una vera e propria poesia?
Io mi sono commossa mentre la leggevo, 'ste estate! xD
E Shuuya che fa un discorso appassionato ai ragazzi della Teikoku stile Mamoru l'ho fatto io.
*s'inchina umlmente mentre tutti si sono addormentati*
E quindi ora vi lasciamo al giudizio! Ah, ovviamente ci fa sempre molto piacere che voi continuiate a lasciarci delle recensioni tanto lunghe e stpendose (?)! <3
E io, Juddy, vi chiedo perdono se non riesco a rispondervi immediatamente a tutte ma sapete com'è, la scuola ci tartassa...
E questo ultimo avviso era riferito a Tilt e a Rae-chan che dovranno attendere almeno un'altro giorno prima di ricevere una mia risposta: scusatemi tanto ragazze! Le vostre recensioni sono fantastiche e prometto che risponderò! ♥
Grazie a chi ricorda/segue/preferisce questa storia o anche solo a chi legge ma è timidotto (?) e preferisce restare nell'ombra!
Siete molto importanti per noi,
Vi vogliamo bene,
Kisses fatati
Sissy e Juddy

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 ~ ***


Capitolo 12

- Juddy? Juddy, rispondimi!-
Sissy scuote insistentemente la spalla dell'amica nel tentativo di svegliarla. 
- Mh... Eh...? Uh....? C-che vuoi, Sissy? Stavo facendo un sogno bellissimo!- 
Con voce ancora impastata dal sonno e gli occhi annebbiati, Juddy tenta di rialzarsi ma si ributta stremata per terra.
- Dovremmo dormire di più, sai? Comunque, che cosa stavi sognando di così bello?-
La castana sorride, sorniona. Gli occhi le si illuminano colorandosi di un bel verde pastello. 
- Devo proprio? Potresti rimanerci male.- 
Davanti alla minaccia di una guerra di cuscini, la fatina cede. 
- Ho sognato che Yuuto aveva le ali e che volavamo insieme in un castello immerso fra le nuvole!-
SPLASH! 
Pochi secondi dopo, Juddy si ritrova completamente bagnata, dalla punta delle ali ai piedi. La mora davanti a lei ride sommessamente tenendo in mano un secchio, ormai vuoto. 
- Ma se impazzita?! Potevo annegare!-
Con un veloce schiocco delle dita, la fatina si ritrova nuovamente asciutta. 
Accanto a lei compare un cuscino. 
- Sei pronta, Sissy?-
- Mah, non saprei. Potrei darti un dispiacere, sai?-
Il caos più totale. Cuscini, animali, piante (?)…! Le due fatine si tirano di tutto e, nella confusione generale, nessuna delle due si accorge del direttore che sta bussando insistentemente alla porta.
~ ☆~ ☆~ ☆~
Cammino lentamente trascinando il pesante borsone da calcio dietro di me. 
Ho passato una notte molto agitata. Non sono riuscito a chiudere occhio, completamente divorato dalla curiosità. 
Ho visto passare davanti ai miei occhi tutta la mia vita. Perché?! Perché sono stato così stupido da non essermi nemmeno fermato a vedere la reazione di Haruna?
Magari mi avrebbe perdonato, mi avrebbe capito come ha sempre fatto. E allora perché sono scappato alla velocità della luce?
E poi Endou... Quel ragazzo è fantastico! Forse, come capitano, è addirittura migliore di me. Non si finisce mai di imparare, no? E' comunque troppo ottimista; oggi non può contare su di me per segnare! Io non so fare niente di tutto ciò! Non sono nemmeno lontanamente simile a Shuuya.... Tanto per cominciare è un attaccante formidabile ed io sono un regista! E poi lui è più... più umano, ecco.
Sorrido tra me e me. Sono arrivato a compatirmi da solo: magnifico!
Gouenji ha avuto la fortuna di avere una famiglia, io no. Non ha dimenticato Yuuka in ospedale! E' tornato a trovarla tutti i giorni! Io invece non ho visto Haruna per ben sei anni…! 
- Aspettami, Gouenji!-
Improvvisamente mi fermo. Smetto addirittura di respirare mentre continuo a guardare dritto davanti a me. 
Questa voce... La riconoscerei tra mille! No, no, no! Non può essere! 
Mi volto lentamente fino a che i miei occhi color cioccolata incontrano quelli cerulei di Haruna. 
Gli occhi sono arrossati come se avesse pianto tutta la notte, e il volto è di un pallore mortale. 
- C-ciao! Hai dormito male?- la mia voce risulta insicura, scossa da un tremito. 
- Veramente, se vogliamo essere precisi, non ho dormito affatto.-
La sua voce è tagliente, fredda. Non avevo mai visto la mia sorellina così... così vuota. Sembra senza emozioni e in lei rivedo me stesso quando ero alla Teikoku. 
Mi sorride debolmente mentre continuiamo a camminare verso il luogo in cui ci attendono Endou e gli altri. 
- Ci sono alcune cose che devi spiegarmi, Shuuya.-
Bingo! E ora cosa faccio?! Inizio a tremare mentre mi preparo al peggio. 
- Che cosa intendevi ieri con quella frase? Io... Io non capisco! Cosa intendevi?! Ci ho pensato e ripensato tutta la notte! Non ho dormito per riuscire a dare un senso a quelle maledette parole... M-ma non sono riuscita a spiegarmelo! Io... Spiegamelo, Shuuya! Per favore, altrimenti divento matta!-
Silenzio. Non riesco a rispondere. Le parole non escono dalla mia bocca ed io mi limito a sospirare abbassando lo sguardo. 
"No, dopo sei anni non si merita un altro silenzio da parte mia! Non si merita né un silenzio né una bugia! 
Avanti Yuuto, parla! Dì qualcosa, qualunque cosa!"
- E-ecco, la storia è un po' lunga e difficile da credere. Promettimi che ci crederai, Haruna.-
Mia sorella mi guarda, smarrita. La guardo negli occhi, quegli occhi simili ai fondali marini che tanto amo, in attesa di una risposta. Dopo un tempo che mi sembra interminabile, la sua bocca si dischiude in un sussurro.
- Te lo prometto...-
Non so perché ma avrei preferito che non ci credesse... 
Prendo un bel respiro e distolgo lo sguardo, concentrandomi alla ricerca di parole non troppo traumatizzanti.
- Qualche sera fa ero a casa mia e mi preparavo ad andare a letto ma poi... N-non so come spiegartelo!- in questa breve pausa che faccio mia sorella mi incoraggia con un timido sorriso-... Ebbene, la mattina dopo mi sono risvegliato e non ero più nel mio corpo ma in quello di Gouenji!-mi prendo la testa fra le mani, un sottile velo di lacrime che mi appanna lo sguardo- Ora c'è la parte più incredibile...! D-due sere fa, mi è apparsa in sogno una fatina. Era molto bella e mi disse che fino a quando non mi sarei accorto di qualcosa io non sarei più tornato nel mio corpo. Questo è quanto ma... OH, INSOMMA!! SEMBRANO LE PAROLE DI UN PAZZO! E' PALESE CHE NON CI CREDERAI...!- 
E infatti è così; Haruna mi guarda, la bocca spalancata e lo sguardo sempre più cupo.
Davanti a quest'immagine tento disperatamente di non esplodere in singhiozzi buttandomi tra le braccia della mia sorellina. 
- B-beh, effettivamente è un racconto incredibile...! Ma sento che sei sincero, quindi... Ora mi potresti dire chi saresti?-
Ecco, sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Deglutisco a vuoto imponendomi di restare calmo.  
Sento qualcosa di caldo rigarmi le guancie. Lacrime, di disperazione suppongo.  
- I-io sono... I-in verità io... S-si, insomma... E-ecco...-
"Maledizione! Parla, idiota! Non potrai rimanere qui in eterno!"
- Yuuto Kidou...-
Le mie parole si perdono in un sussurro mentre mi prendo la testa fra le mani, evitando lo sguardo di Haruna. Le lacrime continuano a sfregiare le mie guancie intirizzite dal freddo infrangendosi a terra. 
Devo ammettere che adesso mi sento molto più leggero, ma.... Come la prenderà mia sorella?
Sento il suo braccio cingermi le spalle ed io, lentamente, mi calmo.
- Ecco spiegato tutto... Ora andiamo, altrimenti Endou e gli altri si preoccupano!-
Alzo gli occhi, stralunato. 
- M-ma come, non hai nient'altro da dirmi?-
"Accidenti a me e alla mia linguaccia! Potevo starmene zitto?! …No, non potevo."
Haruna mi guarda mentre un dolce sorriso le illumina lo sguardo. 
- Quello che volevo dirti l'hai sentito ieri, Yuuto. Ancora non sono pronta a perdonarti per tutto quello che hai fatto ma mi sembra che tu ti sia angustiato parecchio. Oggi abbiamo una partita importante, rimanderemo la nostra chiacchierata a stasera, ok?-
Annuisco rimuovendo con il dorso della mano gli ultimi residui di lacrime impigliati nelle ciglia. 
Allungo una mano verso quella candida di mia sorella. Le mie dita si intrecciano con le sue. 
- Pace fatta, Imooto-chan?-
Lei la stringe continuando a sorridere, quel suo sorriso incantevole e meraviglioso. 
- No, Onii-chan...! Pace è quando c'è stata una guerra e tra noi non c'è mai stata!- 

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Voi due mi farete perdere la testa!- 
Juddy e Sissy sono finite nuovamente in direzione; sono completamente bagnate ed hanno qualche piuma impigliata fra i capelli. 
- Direttore, si calmi!-
L'uomo davanti a loro stringe le mani incenerendo con lo sguardo alcuni fogli sulla scrivania.
- Calmarmi?! E come potrei calmarmi?! Non solo avete fatto confusione con quei ragazzi ma ora vi divertite anche tirandovi cuscini e secchi d'acqua invece di lavorare!! Sapete che vi dico?! Stasera per punizione pulirete tutto il mio ufficio!- 
Le due giovani fate si guardano, sorridendo. 
In questo modo potranno completare la loro vendetta. 
- Ci siamo capiti?-
- Si, signore.- rispondono in coro le due guardiane, sorridendo sotto i baffi.

~ ☆~ ☆~ ☆~

-E al Comandante lo diciamo?-
La voce del numero 7 della Teikoku mi rimbomba nelle orecchie con la stessa intensità dello scalpiccio di mille cavalli al galoppo: ci si lancia una veloce occhiata complice, e un tantino spaventata.
-D’accordo.- prende allora parola Sakuma – Ma qualcosa dovremo pur dirgli…-
-Soprattutto considerando quello che è successo oggi…-
Gli sguardi di tutti si posano su di me: oh no! Non posso averlo detto ad alta voce!!
Sarò cretino, oh.
-Perché!?- esala Daiki, con un tono incrinato e l’espressione tutt'altro che amorevole.
-Eeeeh…- mi porto una mano dietro la nuca, sorridendo forzatamente “Sono nei guai, guai grossissimi…” : -P-Penso… D-D ecco… Di aver parlato TROPPO!… Come…? A sproposito? Sì, forse… Insomma…! OH! Non guardatemi così! Quell’uomo è insopportabile! Non ce la facevo più! Ho dovuto dire qualcosa!-
Sakuma mi si avvicina, appoggiandomi una mano sulla spalla: -E che cosa hai detto, di grazia?!- la voce troppo incrinata, in evidente contrasto con la sua espressione tradente anch’essa una strana preoccupazione.
Deglutisco a vuoto, mentre continuo a sorridere in quel modo finto e terrorizzato: -… D-Devono essere quelle parole esatte?-
-GOUENJI!!-
-SSSSSHHH!!- alcuni ragazzi saltano addosso a Genda, bloccandolo prima che mi salti di nuovo addosso – Vuoi che ci scoprano di già?!-
Genda fa roteare gli occhi, poi con un solo movimento delle braccia li fa saltare tutti in aria, liberandosi della presa dei compagni – D’accordo, ho capito. Mollatemi adesso.-
-Genda-san, devi mantenere la calma…!- Sakuma si avvicina di qualche passo al portiere.
-E mi dici anche come dovrei fare, signorino sotuttoio?!-
-Quello non era Yuu-kun, eh Genda-san?- e i ragazzi scoppiano a ridere, mentre anche il portiere allude ad un sorriso compiaciuto: io li guardo, stralunato. Incredibile! Allora sanno ridere sul serio questi ragazzi, e non solo ghignare! Chi l’avrebbe mai detto…?
D’un tratto, svegliatomi dai miei pensieri, mi rendo conto che tutti i componenti della Teikoku si sono posizionati in cerchio intorno a me, e mi guardano come… come fossi il loro pasto: lo sguardo famelico e concentrato, tanto per farmi sbiancare ancora un po’.
-Ch-Che succede…?- mormoro, cercando di non tremare eccessivamente.
I ragazzi rimangono immobili, con la stessa identica espressione terribile dipinta sul volto: poi Daiki distende i tratti, sospirando -… Abbiamo un sacco di lavoro da fare, ragazzi…-
Io mi limito a fissarli, ancora mezzo morto dalla paura: e adesso che vorranno farmi…?
Sakiyama mi si avvicina e mi porge dei libri polverosi; le mie braccia si piegano sotto il loro peso. 
Lancio al ragazzo uno sguardo interrogativo. 
- C-che cosa dovrei farci con questi cosi?-
Un sorrisetto che non mi convince per niente.
- Vedrai...-

-Ecco! Bravo… Perfetto! Così! … Stai andando bene! Non ti fermare, adesso attento a quel…-
PUUUUUUUM!
-Aahh…-
Sakuma si batte una mano sulla fronte, in un moto di disperazione; al suo fianco, Sakyiama scuote il capo, mormorando – Accidenti… Sei proprio imbranato!-
-Ma perché…?!- sbuffo, mentre Daiki mi aiuta a rimettermi in piedi e mi sistema di nuovo i libri sulla testa – Che razza di lezioni sono queste?! A che mi serve camminare con dei tomi, pesantissimi fra parentesi, in testa?!-
-E’ qui che ti sbagli; tu devi correre! Non camminare, CORRERE!!-
-Ma come faaaaaAAAAA!!-
PUUUUUUUUM!
-Se vuoi fingerti Yuuto- Sakuma si china su di me, dopo l’ennesima caduta del sottoscritto – Almeno devi imparare a camminare e stare in campo senza inciampare continuamente nel mantello…- e ridacchia appena, tendendomi la mano.
-Ma è difficile…! - mi lamento io, ricominciando lentamente a camminare, mezzo chilo di libri sul capo – Non potrei togliermelo e basta? Si farebbe molto prima…-
-Attiri l’attenzione se ti comporti in maniera diversa da come farebbe Yuuto: meno male che ci siamo noi qui, che conosciamo abbastanza bene Kidou da insegnarti qualcosa!-
Dopo un’ora di “allenamento intensivo”, finalmente riesco a fare un giro di corsa del campo senza inciampare nella cappa rossa ed evitando le entrate in scivolata dei ragazzi della Teikoku.
-Potrebbe anche andare…- esala Henmi, non completamente convinto.
-Anche perché abbiamo un sacco di altre cose a cui pensare…- soggiunge Genda, afferrandomi per un lembo del mantello.
-Ehi! Rimettimi giù!- mi dimeno, nell’incubo che voglia rimettersi a picchiarmi.
Tuttavia, sembra che la sua attenzione sia focalizzata su altro: dopo qualche secondo di riflessione, si rivolge ai suoi compagni – Che ne dite… Parliamo un po’ di strategie?-
-E se gli avversari lavorano sulle fasce noi....-
-Dividiamo la difesa in due parti e una volta intercettata la palla, l’attacco avanza al centro, in contropiede, e li prendiamo alla sprovvista!-
-Sì, bene.- Narukami si alza dal banco dove siamo stati seduti per ore interminabili, e fa entrare gli altri. – Non si può dire che è come il capitano, ma almeno qualcosa gli è entrato, in quella testa… Considerando che lavoriamo da una mezz’ora buona.-
-Mezz’ora?!- salto su io, al massimo dello stupore – Mi sembra di aver passato tutta la notte su questi schemi!!-
Narukami fa spallucce, alzando le spalle, mentre Genda torna all’attacco verso di me – E… Riguardo la scuola?-
Io corruccio lo sguardo, sollevando appena le sopracciglia confuso: -C-Come riguardo la scuola? Che intendi?-
-Sei bravo, no? O dobbiamo pure insegnarti come si studia?!-
-EHI!- mi rimpettisco io, tutto risentito –Non sono così ignorante come pensate!-
-Beh, non si direbbe…-
Lancio un’occhiata fulminante a Doumen, mentre penso “Ma come diavolo fa Kidou a tenere a bada tutti questi ragazzi senza farsi menare o insultare!? Gode proprio di una gran reputazione… Speriamo solo che io risulti credibile!”
-Almeno questo…- mormora Sakuma, mentre mi infila gli occhialini.
-Ehi! Che fai!? Toglimi questi cosi, che sono terribili!! – mi dimeno io, ma lui in un attimo mi immobilizza entrambe le braccia, mentre mi guarda negli occhi: -No. Tu te li tieni, e non fare storie!-
Sbuffo, sconfitto, e Sakuma sorridendo sornione mi libera i polsi dalla sua stretta.
Mentre ancora mi sto guardando intorno, il giocatore dai lunghi capelli argentei mi sussurra all’orecchio: -Non preoccuparti, pensiamo a tutto noi… Quando ti svegli, tieni a mente che hai perso la memoria; e ricorda tutte le prove che abbiamo fatto prima, compreso il discorso che abbiamo provato insieme.-
Io lo guardo, senza averci capito pressoché nulla, ma non faccio in tempo a chiedere spiegazioni, perché avverto un dolore intensissimo alla testa, e perdo subito i sensi…

Appena Kageyama lascia la stanza, mi guardo attorno: le pareti bianche… L’ambiente spoglio… Le lenzuola candide… Sono in un letto d’ospedale, reduce da un fantomatico incidente frontale con un bus mentre tornavo a casa dalla palestra… Ma che storia sono andati ad inventarsi, i ragazzi della Teikoku?!
Beh, per quanto indicibile possa essere la situazione, che assomiglia più a una barzelletta che a un fatto credibile, l’importante è che ha convinto Kageyama: era abbastanza sconvolto da quello che gli ho detto questo pomeriggio, ma, come avevano previsto i compagni di Yuuto, appena è giunta voce dell’incidente tutto il resto non ha avuto più nessuna importanza. Si è preoccupato tantissimo per me, e come mi ha detto di fare Sakuma, ho finto di aver subito una perdita della memoria, per questo non ricordo niente di quello che è successo in questa settimana. E in verità non ho dovuto neanche fingere poi così tanto: io non so per davvero che cosa ha fatto Kidou lunedì scorso, quindi a maggior ragione devo ammettere che hanno avuto una trovata davvero geniale! 
L’unica cosa che non riesco a spiegarmi è come abbiano fatto a convincere anche il dottore a dire una bazzecola simile! Sono proprio dei ragazzi dalle mille risorse, non l’avrei mai detto…
Ma c’è un problema; abbiamo rimediato a quanto ho fatto prima… Ma chi penserà a dopo?
Devo stare attentissimo e tenere sempre a mente quanto mi hanno detto i compagni di Kidou: basta un nonnulla per attirare l’attenzione e farmi scoprire…
Interrompendo il mio pensiero a metà, mi accorgo che Sakuma e Genda sono entrati nella stanza.
-Come stai?- mi chiede l’azzurro centravanti della squadra.
-Bene… Sì, insomma, ancora non riesco a capacitarmi di come abbia fatto a cascarci! E’ una storia che tocca l’inverosimile!-
Genda fa spallucce con un movimento della mano, mentre Sakuma fa cenno di alzarmi. –Vieni, che c’è tuo padre fuori ché andate a casa insieme.-
Io annuisco con voga, sorridendo: alla fin fine, anche se volevano uccidermi, poi questi ragazzi mi hanno aiutato! Non sono così cattivi e perfidi come avevo sospettato all’inizio…
Appena prima di uscire e quindi di essere sentiti, Genda si volta verso di me – Sakuma domani passerà a prenderti, perché abita vicino a casa tua, e verrete insieme a scuola. Non provare a svignartela alla Raimon, capito? Adesso hanno una partita, e poi faremo in modo di scambiarvi: noi abbiamo bisogno di Kidou, perché non sappiamo per quanto riusciremo a reggere questa balla. Tu non fare scherzi e vedrai che andrà tutto bene. – fa un pausa, e mentre sento lo scrocchiare delle sue dita nel pugno chiuso, sono scosso da un brivido caldo “Incredibile che non sono ancora morto dalla paura…!”
Sakuma di fronte a quel silenzio mi porge dei documenti: -Questi ti saranno utili per muoverti alla Teikoku e, per tutto il resto… Conta su di noi.-
Detto questo, entrambi i giocatori si voltano, lasciandomi solo davanti all’entrata dell’ospedale.
Io esito un attimo, guardandoli allontanarsi di qualche passo; faccio per girarmi anch’io, ma all’ultimo li richiamo: -Genda! Sakuma!-
Questi si arrestano, ma non si voltano per guardarmi negli occhi.
Mi mordo il labbro, ascoltando per un attimo il rimbalzo del suono delle loro scarpe da calcio sul pavimento chiaro dell’edificio: -Grazie…-
-Non lo facciamo per te, Shuuya – il tono gelido e tagliente del portiere mi trafigge, mentre pronuncia il mio nome quasi sputandolo – Lo facciamo per Kidou, il nostro capitano.-
Sorrido, inconsciamente: saranno pure una squadra di mostri, ma fra loro sono molto affiatati.

 
Angolo delle due fatine
Ed eccoci qui con il dodicesimo capitolo!
Buona domenica, Minna! ♥
Innanzitutto ci scusiamo per l'immenso ritardo con cui abbiamo pubblicato il capitolo, davvero ci spiace...!
Ma vedete, molte persone ci avevano chiesto di aspettare a pubblicare per via di problemi al lo pc e noi ci siamo adeguate di conseguenza! ^^
Comunque sia da ora in poi non salteremo più un aggiornamento, promessa solenne!
*modalità "promesse che non puoi mantenere" on*
Le due fatine stanno ormai dimenticandosi dei problemi dei loro protetti...! Poverini, come faranno?
Noi due preferiamo stare a tirarci cuscini e robe varie piuttosto che stressarci con quei simpaticoni! u.u"
Sissy: anche se sai che perderai qualunque battaglia! *^*
Ti voglio tanto bene anche io, Sissy! xD
Le narrazioni sono state fatte:
La prima da me, Juddy.
La seconda da lei, Sissy. ^^
Yuuto e Haruna finalmente si sono chiariti e anche Shuuya se la sta cavando nettamente meglio con i ragazzi della Teikoku, no?
Finalmente si gioca a carte scoperte, anche nei prossimi capitoli!
Non ci saranno più segreti! Yuppy!! ♥♥
Ringraziamo chiunque abbia recensito o anche solo letto gli scorsi capitoli e chi ricorda|segue\preferisce!
Siete molto importanti, for we (??)!
Ci vedremo la prossima settimana con il prossimo capitolo
Un bacio fatato (?)
Sissy e Juddy ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** ~ Capitolo 13 ***


Capitolo 13
- Uffa! Di questo passo non finiremo mai, Juddy!-
Le due fatine dei desideri sono inginocchiate per terra, intente a pulire il pavimento incrostato di sporco. E' da due ore che sono chiuse dentro l'ufficio del direttore con l'ordine di farlo risplendere. Gli occhi di entrambe sono offuscati da un persistente velo di stanchezza. 
- Se il vostro comportamento fosse stato più responsabile, tutto questo non sarebbe successo! Avanti, ragazze! Qual é la mia frase preferita?-
Sissy rotea gli occhi bruni, il volto livido di rabbia nel sentire le parole del direttore provenire da dietro di loro.
- Ogni suo desiderio è un ordine, signore!- esclamano all'unisono. 
- Adesso basta, direttore! Io non ne posso più! Va bene, siamo in debito con lei per tutta quella storia del riformatorio ma sta esagerando!-
L'uomo si avvicina a Juddy, gli occhi color pece che la guardano in maniera penetrante. 
- Ah, vi ho cresciute come delle figlie! Questo sarebbe il vostro riconoscimento?!-
"Stai zitta, Juddy! Qui ci fai licenziare entrambe!!"
La castana ignora completamente il messaggio telepatico di Sissy. 
- Ci ha solo insegnato un lavoro, signore. C'è una bella differenza, non crede? -
Il discorso finisce lì, gli occhi verde acqua di Juddy che fissano con odio il direttore.
- Mi raccomando, pulite tutto! E non scordatevi di quei ragazzi terrestri, capito?-
Prima che la fatina dalle ali turchesi potesse ribattere, Sissy le tappa prontamente la bocca con una mano.
- Faremo come ci ha chiesto, signore.-

~ ☆~ ☆~ ☆~

Raggiungiamo finalmente Endou e gli altri; il capitano della Raimon, vedendoci arrivare mano nella mano, mi strizza l’occhiolino, e io rispondo con un’alzata di spalle e uno sbuffo quasi infastidito.
Lui crede davvero che sia bastato andarla a trovare ieri e dire quello che ho detto a loro per tranquillizzare mia sorella?! … Ah già. Lui non sa che siamo fratelli.
A maggior ragione, non deve permettersi di ridicolizzare la cosa con uno di quei suoi sorrisi entusiasti; come si può sorridere sempre, in ogni occasione?!
Tiro un profondo sospiro, ma quando sento la delicata mano di Haruna allentare la presa sulle mie dita e allontanarsi verso Aki, mi sento completamente svuotato e stupido.
Non posso aver davvero pensato quelle cose su Endou! E’ la persona più cara e meravigliosa che conosco, come si può avercela con lui?
Accortosi del mio stato d’animo un po’ turbato, il portiere della squadra mi si accosta, sorridendo in quel modo speciale: -Tranquillo, andremo alla grande!-
Con queste parole che ancora mi risuonano nella testa, quasi non mi accorgo nemmeno del nostro arrivo.
Wow! Chi è l’autista di questo trabiccolo che hanno il coraggio di chiamare pullman?! Chi gli avrebbe dato la patente? Siamo arrivati in un attimo!
D’un tratto, come una rivelazione: ma giocheremo contro la Brainwashing!
Un brivido mi percorre tutta la schiena, mentre comincio a sentire il ronzio dei miei pensieri confusi nella testa: la Brainwashing! C’era andato qualche giorno fa il Comandante, e per giunta aveva voluto anche portarmi con sé! I giocatori di questa squadra sono veri e propri cyborg e raccogliendo dati sulle altre squadra si allenavano con delle simulazioni disarmanti! Non penso che la Raimon abbia molte possibilità di vittoria… Sono tipi tosti, ma soprattutto mi preoccupa il fatto che non agiscono di volontà propria. Da bravi cyborg-calciatori l’allenatore è sempre in contatto con loro tramite un dispositivo nel loro cervello. Non a caso, il nome della scuola dice tutto “Brainwashing”, lavaggio del cervello.
Un altro brivido, mentre indosso la maglia numero 10 di Gouenji.
Dietro le direttive dell’allenatore c’è il mio Comandante. Se, come sospetto, Shuuya è nel mio corpo, tra il preside e la squadra sarà stato già scoperto: e se… Se Kageyama è a conoscenza del fatto che io sono nel corpo di Gouenji, ho paura di quel che possa succedere…
-Tutto bene?-
Al suono della voce di Mamoru, mi volto di scatto, ma subito me ne pento.
Il ragazzo per un attimo perde il suo sorriso; il mio sguardo è una smorfia di terrore, e negli occhi color cioccolato si legge chiaramente la paura che alberga nel mio animo.
-Ehi!- mi scuote il capitano della Raimon, vedendo che non sembro reagire.
Socchiudo gli occhi a due fessure opache, e le mie labbra s’increspano in un debole ghigno a tradire i miei pensieri poco tranquilli: -Tranquillo, Endou.- lo scosto appena da me, per poi aggiungere – Stavo pensando… Che non sarà affatto facile vincere questa partita.-
Mamoru sorride, sinceramente rasserenato, e mostrandomi il pugno chiuso esclama: -Questo lascialo decidere al campo! Sarà la Dea della Vittoria a decidere per chi parteggiare; noi dobbiamo dare il massimo, e divertirci un sacco! Il resto, sarà il Calcio a stabilirlo!-
Sbatto appena le palpebre, e Endou scoppia a ridere: -Dovresti vederti! Sei il dipinto dello stupore!-
Mi sfioro il viso, e lo sento ardere.
Prima che possa ribattere però, sentiamo l’arbitro chiamare le squadre in campo.
“E’ ora Endou Mamoru” penso “ Adesso vedremo se è davvero forte come credi, il tuo calcio.”
I giocatori della Raimon si apprestano a prendere le proprie posizioni, ma al momento di seguire Someoka in campo, lui mi ferma, obbligandomi a non entrare.
-Ma cosa…- mormoro, prima di essere spinto in panchina con una manata al petto.
-Non ti vogliamo in squadra, Kidou.- il ragazzo sputa di lato, e la sua espressione si fa ancora più rabbiosa del solito – Quindi te ne starai in panchina buono senza dire nulla. Ci siamo capiti?-
Lo osservo attentamente negli occhi: non hanno paura di me, ma di Kageyama. Pensano, nonostante tutto, che io possa aver ricevuto dal preside della Teikoku degli ordini precisi, e tali ordini possono riassumersi in “Distruggi la Raimon”. Questa squadra si rende conto delle insidie che la minacciano, in prima persona la Teikoku. Io non posso dire di ammirarli, ma non mi sono indifferenti: è una squadra fenomenale, sotto ogni punto di vista. Penso che Endou mi stia contagiando, e non poco…
Abbassando impercettibilmente il capo, mi degno di dare una risposta al centravanti della squadra:- D’accordo Someoka. Rispetterò quanto tu dici. Starò qui: spero solo che il fatto che Gouenji non scenda il campo non ti faccia spendere troppe energie a occupare anche la sua posizione.- concludo, sorridendo in quel mio modo caratteristico che ottiene il solo risultato di farlo innervosire.
-Perché lo fai? – mi chiede Natsumi, una volta che il numero 11 della Raimon si allontana dalla panchina – Perché fai di tutto per innervosirlo?-
-Al contrario – sorrido io, sinceramente, volgendo lo sguardo nei suoi occhi ramati – In questo modo, vedendo che io sto qua fermo senza interferire con il loro gioco, sarà costretto a credere a quanto afferma Endou: la Teikoku non c’entra niente con questa storia, e tantomeno Kageyama. Probabilmente non sanno nemmeno che io sono qui…-
-In ogni caso – prende parola Aki – In dieci sarà dura per i ragazzi…-
-Sono sicura che ce la faranno!- esclama Haruna, tutta elettrizzata sentendo il fischio dell’arbitro – Ce la faranno di certo…!-
 
~ ☆~ ☆~ ☆~

Gli ultimi, tiepidi raggi del sole irradiano la strada davanti a me. 
La partita è finita, non c'è stata storia. La Teikoku si è imposta per tre a zero. 
Non che il mio contributo sia stato indispensabile, eh. Più che altro ho provato a dare alcuni consigli ai compagni che correvano vicino a me, cercando di rubare la palla ogni volta che ne avevo l'occasione. Sakuma e gli altri hanno cercato di aiutarmi il più possibile e, tutto sommato, è andata bene. 
Kageyama si è accorto che c'era qualcosa di diverso nel mio modo di giocare ma questo non l'ha insospettito più di tanto pensando che fosse legato al piccolo incidente di ieri sera.
Spero con tutto il cuore che, entro la prossima partita, quelle due fatine ci facciano tornare nei nostri rispettivi corpi. Soffro di nostalgia, un terribile e martellante senso di nostalgia mi tormenta da giorni. 
Mi manca Endou, i suoi allenamenti massacranti, le sue parate e i suoi sorrisi che sembrano sempre dire "Andrà tutto bene, ragazzi! Crediamo in noi stessi!". La mia casa, mio padre, la governante -sono arrivato a dei livelli ridicoli- e Yuuka, la mia sorellina. 
- Non sai quanto mi manchi, Imooto-chan! Ti chiederai che fine abbia fatto tuo fratello... Ti prometto che, non appena questo incubo sarà finito, la prima cosa che farò sarà venirti a trovare!-
Faccio una breve pausa cercando di riprendere fiato; volgo lo sguardo al cielo terso che sta andando via via a scurirsi, puntellandosi di stelle. La luna si rispecchia sulla superficie scura degli occhialini che ancora indosso; rimango a bocca aperta costatando quanto è bella. Dopo averla guardata sono più tranquillo, mi sembra di affidarle i miei timori, i miei desideri. 
- Come sei romantico! Se sei così sentimentale sarà difficile reggere questa commedia ancora per molto, non credi?-
Dietro di me, appoggiato con la schiena ad un muro e le braccia incrociate, c'è Sakuma che mi guarda con un sorrisetto di scherno dipinto sul volto.
- Ah, sei tu...-
Considerato quello che era successo ieri, posso dire che Jirou è diventato il mio punto di riferimento per orientarmi in una squadra di calcio completamente diversa dalla mia. 
- Che ci fai qui, Sakuma?-
Mi si avvicina mettendomi una mano sulla spalla. 
- Su, Gouenji, facciamo una passeggiata...- per un momento l'assoluta tranquillità del centravanti sembra incrinarsi con una nota di incertezza nella voce. 
Annuisco quasi impercettibilmente, cominciando a camminare al suo fianco. 
Alla luce dei lampioni, il silenzio che ci circonda sembra quasi irreale e nessuno di noi osa spezzarlo. 
Grazie a questa storia mi sto rendendo conto che i ragazzi della Teikoku non sono affatto dei mostri, sono ragazzi normalissimi con i loro sogni e le loro speranze. Sono molto affiatati tra loro anche se forse dovrebbero essere un po' più delicati nell'esprimere le loro opinioni…!
Ridacchio piano ripensando a tutti calci e le botte che ho preso grazie a questo scambio d'identità. 
"Ma Juddy prima o poi me la pagherà! Oh, se la pagherà!"
- Volevo chiederti scusa, Gouenji.- 
Rimango a bocca aperta mentre guardo Sakuma che si porta una mano dietro la testa abbassando lo sguardo, imbarazzato. 
- Si... Insomma... E-ecco... Mi scuso a nome della squadra per come ti hanno trattato ieri.-
Mi levo lentamente gli occhialini: non li posso sopportare questi cosi! Non mi permettono di guardare in faccia le persone! Si, insomma, serviranno a celare i sentimenti ma ora come ora non servono a niente! 
- Tu non hai niente di cui scusarti e nemmeno gli altri! Se c'è qualcuno che deve scusarsi quello sono io...- 
L'azzurro centravanti della Teikoku mi guarda senza capire.
Sorrido il più spontaneamente possibile stringendomi nelle spalle. 
- Vi ho giudicati male. Si, ho imparato che non bisogna mai giudicare dalle apparenze, ecco... Sai, è normale che la reazione della squadra sia stata un tantino... -come dire?-... Brusca! Ma è veramente incredibile la storia delle fatine, persino io ho fatto fatica a crederci!- 
Jirou annuisce, lo sguardo vacuo perso nel vuoto. 
- Non reggeremo ancora per molto con questa farsa! Noi abbiamo bisogno di Kidou nella prossima partita e la Raimon ha bisogno di te, Gouenji!-
Alzo lo sguardo verso il cielo blu scuro, sorrido pensando a quanto assomiglia al colore degli occhi di Haruna. 
Haruna... Come starà? Avrà capito che nel mio corpo c'è il suo amato Onii-chan? Speriamo che i due si chiariscono!
Da quando ho scoperto quella soffitta ho iniziato a guardare Yuuto con altri occhi. In effetti, sembra che tutti i ragazzi della Teikoku indossino una maschera che cela i loro sentimenti. Questa cosa mi fa rabbrividire!
- Scusa, Sakuma, posso farti una domanda?-
- Dimmi.-
Sospiro profondamente cercando di regolarizzare i battiti e soprattutto di non incrinare troppo la voce. 
- P-perché seguite Kageyama? Io non capisco... Perché?-
Jirou si volta verso di me e nel suo sguardo leggo tristezza, rassegnazione, rimpianto. Quando riprende a parlare la sua voce risulta ferma. 
- Quando hai un sogno sei disposto a fare qualsiasi cosa, Shuuya.-
La sua risposta mi lascia a bocca aperta notando che, per quanto riguarda Yuuto, quel che dice è vero. 
Rimaniamo in silenzio finché non arriviamo davanti a casa mia. Apro il cancelletto che dà sul grande giardino. 
- Io devo andare. Buonanotte, Sakuma.-
Il ragazzo dai capelli argentei mi sorride salutandomi con la mano. 
- Hai giocato una bella partita oggi, Gouenji. Non avrò mai l'occasione di ridirtelo ma è stato divertente giocare con te!-

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Finalmente abbiamo finito!- 
Le due fatine siedono entrambe  su due poltrone di pelle scolorita poste davanti alla scrivania del direttore. 
- Brave ragazze, avete fatto proprio un buon lavoro!- 
L'uomo si sfrega le mani, un sorrido gioioso stampato sul volto.  Il primo pensiero che attraversa la mente delle due è quello di ammazzarlo ma poi il loro istinto pacifico prende il sopravvento (?)...
Sissy e Juddy annuiscono, completamente stroncate dalle stanchezza. Gli occhi poco presenti persi nel vuoto della stanza avvolta dalla penombra.
- Ora possiamo andare a riposarci, signore? O vuole lasciarci chiuse in ufficio tutta la notte? Facciamo campeggio, che ne dice? Faccio apparire una bella tenda con sacchi a pelo, se vuole...!-
Gli occhi della ragazza dai capelli corti sono tendenti al rosso mentre la voce risuona rauca, scossa da una nota di ironia.
- No, anche se sarei tentato, non sono così cattivo. Potete andare! Buona notte e buon riposo.-
Sissy non riesce a credere alle sue orecchie alzandosi dalla poltrona con urla di giubilo.
- Finalmente...! Ancora un po’ e sarei svenuta...-
Si avviano con passo ciondolante lungo il corridoio che conduce al loro ufficio. Juddy riesce a malapena a reggersi in piedi mentre l’altra fatina svolazza ad un metro da terra nell’assurdo tentativo di far riposare le gambe.
Richiudendosi la pesante porta di legno mogano alle spalle, Sissy si accascia a terra completamente stravolta. Gli occhi, ridotti a due fessure per la stanchezza, guardano supplicanti l’amica.
Dal canto suo, Juddy sospira e con un rapido movimento delle mani fa apparire due morbidi, soffici puff viola. Dopo pochi minuti le due dormono profondamente con un sorriso beato stampato sul volto...
Nel frattempo però, la sfera magica non aveva mai smesso di brillare... Anzi! Adesso riempiva la stanza di assurdi raggi multicolori cercando inutilmente di avvisare le due ignare e stanche fatine...

 
Angolino delle due fatine
*due losche figure si aggirano per le strade deserte (?)*
Rosa, rosae, rosae, rosam, rosa, rosa...
?:Così non ci siamo, Juddy! Se ti dovessi dare un voto sarebbe 5! E poi hai dimenticato il capitolo?!
??: Argh!!! E' vero, Sissy! Ed ora come facciamo?! Mettiamoci subito al lavoro, dunque.
*in quel preciso istante la luce va via così come la connessione wi-fi*
Juddy: Ops... ^^'' Mio padre si è scordato di pagare la bolletta della luce!
Sissy: Magnifico! -.-" Fammi un fischio quando potrai nuovamente aggiornare la long, ok?
*passano i giorni*
Minna! Konnichiwa!
Quella che avete appena letto è la spiegazione del perchè non avete visto per così tanto tempo l'aggiornamento di questa storia! Ragazzi, mi spiace. Mi spiace tanto, credetemi, ma non ho potuto fare altrimenti!
Vi prometto che da ora in avanti però gli aggiornamenti torneranno ad essere regolari.
Parliamo del capitolo... Allora, vi è piaciuto? Insomma, qui non succede niente di che... Abbiamo voluto fare un capitolo calmo, anche per far prendere un break ai nostri due personaggi, ecco tutto.
La narrazione di Yuuto l'ha fatta Sissy, quella di Shuuya, io. ^^
Io personalmente mi scuso per non aver risposto alle recensioni dello scorso capitolo ma questo problema è durato per tutte le vacanze con gravi ripercussioni sulla mia mente! ^^''
Ringraziamo come al solito chi recensisce\segue\ricorda\preferisce e legge solamente...! Siete molto importanti per noi, minna, davvero! ♥
Ora ci dissolviamo sperando che il capitolo vi sia piaciuto,
alla prossima!
Un bacio fatato (?)
Sissy e Juddy
PS: Buon 2014, fandom! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 14 ~ ***


Capitolo 14
- Ora basta! Lo so che siete state voi, è inutile che continuiate a nasconderlo!-
Sissy continua a giocherellare con una ciocca dei lunghi capelli mori, indifferente. 
- Lei non può provarlo, signore!-
Uno strano sorrisetto compare sulle labbra di Juddy. 
Sulla scrivania dell'uomo c'è solo una piccola montagna di cenere.
- Non posso provarlo ma so che siete state voi a bruciare i miei documenti, lo so!-
Gli occhi della castana diventa improvvisamente di un blu scuro e profondo. 
- Si, siamo state noi. E con ciò? Lei ci ha rotto le scatole per giorni con le sue punizioni!-
La fatina dei desideri dagli occhi bruni lancia uno sguardo preoccupato alla compagna, il suo modo di dire "Juddy, chiudi la bocca!". 
Il direttore rimane impassibile mentre rotea gli occhi allontanando con un gesto della mano quella critica sconsiderata.
- Voi non avete il diritto toccare il mio lavoro!- 
Effettivamente negli occhi di entrambe si leggeva una muta soddisfazione per quello che avevano fatto e la cosa non rassicurava per niente l'uomo davanti a loro.
- Beh, se non c'è altro noi...-
Sissy tira insistentemente la manica dell'amica accanto a lei costringendola ad avviarsi verso la porta. 
- No, avete anche fatto troppo! Almeno non perdete di vista quei due giapponesi che negli ultimi tempi li avete abbandonati a loro stessi! E ora fatemi il favore di lasciare il mio ufficio!!- 
Prima di richiudere la porta Juddy si affaccia un'ultima volta. 
- Non si agiti troppo, direttore. Le si alza la pressione altrimenti, lo sa. -
Una volta uscite le due si scambiano due sguardi pieni di complicità, facendosi l'occhiolino a vicenda. 
Sono finalmente riuscite a completare la loro vendetta!

~ ☆~ ☆~ ☆

Seduto fuori campo, osservo attentamente lo svolgimento della partita.
Appoggio il mento sui palmi uniti, strizzando gli occhi contro il sole del primo pomeriggio.
Le tribune sono gremite di fan e studenti della Braiwashing, non mi pare ci sia qualcuno della Raimon.
Sulle labbra mi si increspa un sorrisetto sgarbato: la rappresentativa della Raimon Jr. High ha fatto molto scalpore dopo la sua vittoria sulla mia squadra, ma è presto per dire se riusciranno ad arrivare al torneo nazionale. Io ho i miei dubbi… Ma una cosa è certa; è una squadra dalle mille risorse, e chissà… Magari sarà in grado di smentire le mie perplessità.
Il fischio dell’arbitro mi riporta alla realtà in un baleno.
Someoka come unica punta scatta subito in attacco, ma eseguendo uno schema preciso i ragazzi della Brainwashing rimangono immobili, senza ostruire il passaggio del centravanti della Raimon.
Con un incredibile movimento simultaneo, la difesa si piazza in un attimo davanti alla porta, bloccandone l’avanzata.
Vedo Someoka sputare qualcosa che assomiglia molto ad un insulto, e poi tornare verso la sua metà campo.
Intanto, il contrattacco della squadra di casa.
Eh già, questi ragazzi sono in gamba: hanno un tempismo fuori dal comune, e si muovono in un collettivo perfetto. Le capacità individuali non sono affatto male, ma è proprio il collettivo il loro punto forte.
Sembra che, seguendo questi schemi precisi, sappiano leggere il movimento dell’avversario e muoversi di conseguenza.
Come in trance, mi passo una mano sul viso, accarezzandomi gli occhi arsi dal sole del pomeriggio; non sono abituato a tutta questa luce. E, in effetti, anche i miei occhialini avevano un po’ quel compito: grazie ad essi, riuscivo a prevedere il movimento della palla e impartire ordini alla squadra di conseguenza.
Sbuffo, facendo ricadere le braccia sulle gambe; questa Raimon non pare apprezzare le mie capacità strategiche. Ma io sono sicuro che cambieranno opinione: so come sono fatti i ragazzi della Brainwashing, e come loro so che la Raimon così com’è non ha possibilità di vittoria.
Incontrando il sorriso di Endou dalla sua postazione in porta però, sento tutte le mie certezze vacillare: è così sicuro di sé e della sua squadra, che non sembra nemmeno accorgersi del fatto che sono già sotto di un goal.
Come riassumevo prima, i movimenti precisi e letali della squadra di casa hanno spiazzato la difesa della Raimon, e anche se Endou ha fatto di tutto per parare un tiro, sfruttando l’innesto a sorpresa di un giocatore sulla fascia, sono riusciti a ottenere il vantaggio dell’ 1-0.
-E’ presto per arrendersi! – sento esclamare il capitano dei ragazzi in maglia giallo-blu dalla panchina – E’ solo un goal! Possiamo ancora farcela!-
Sospiro nuovamente, lanciando un’occhiata all’orologio: presto finirà il primo tempo… Che riescano a chiudere in vantaggio è impossibile, ma se riuscissero davvero a fare goal e andare negli spogliatoi in parità avrebbero il secondo tempo in cui concentrarsi per ottenere il secondo goal.
Mi sembra assurdo che io, me, sia qui a fare questo genere di ragionamenti. Il mio scettismo è fondato su dati reali, mentre i ragazzi capitanati di Endou mi paiono solo degli illusi. Va bene, questa gliela concedo: Mamoru ha grandi capacità oratorie. Con un solo discorso e i suoi occhi scintillanti riesce a far tornare la carica e il buon umore alla squadra, ma non credo che questo sia sufficiente a vincere una partita.
O forse sono io, quello immerso fino al collo di certezze assurde che alla fine crolleranno.
Tutto può essere: da quando conosco Endou, non riesco più a considerare nulla “certezza”.
Staremo a vedere quel che succederà.
Intanto la squadra avversaria attua una tattica ostruzionistica; melina, mi pare si chiami.
In pratica tentano di conservare il vantaggio tenendosi la palla con passaggi indietro e laterali, senza mai cercare il dribbling o lo scontro diretto con i giocatori della Raimon, che intanto fanno di tutto per rubare la palla.
E così finisce il primo tempo.
Vedo i ragazzi uscire dal campo molto demoralizzati e sconfitti emotivamente. Pare che la Brainwashing abbia fatto centro: infatti i ragazzi di questa scuola, l’ho imparato a mie spese, hanno la straordinaria capacità di mettere una tale debolezza addosso a chi parlano...! E’ una cosa che ho sempre ammirato; mi chiedo come facciano… Esponendo le mie curiosità a Sakuma, una volta lui mi ha detto “Carisma. E’ questione di carisma.” Penso che abbia avuto ragione, quel giorno.
Seguo i ragazzi della Raimon negli spogliatoi, guardandoli di sottecchi senza dire una parola. D’un tratto, ecco che dalla parte opposta del corridoio appare la rappresentativa della Brainwashing, e rimango sbigottito dalle parole irate di Endou.
-Non vi vergognate a giocare in questo modo?! E voi avreste il coraggio di chiamarlo calcio?!-
Non l’avevo mai visto così… arrabbiato? E’ possibile?!
-Dati sempre dati…! E questo tu me lo chiami divertimento?!-
Spalanco gli occhi scuri, colpito da un flash-back….
“Come ti chiami piccolo?
-Yuuto!-
-Dimmi Yuuto. Ti diverti quando giochi con questa?-“
Scuoto la testa, riducendo gli occhi a due fessure. Cosa centra adesso Kageyama con tutto questo?!
E intanto le parole di Mamoru continuano a rimbombare nel corridoio…
-Il calcio è puro divertimento! In fondo stiamo parlando di un gioco! E’ qualcosa di fantastico…!-
Le parole che rivolge a quei ragazzi colpiscono molto anche me.
D’un tratto mi sento in colpa per aver pensato quelle cose, seduto in panchina.
Adesso vorrei davvero che i ragazzi vincessero la partita. Quello che dice Mamoru è vero…
-Ora ve lo facciamo vedere noi, come si gioca a pallone! Nel secondo tempo vi daremo una vera lezione di calcio!-
Con queste parole piene di entusiasmo e competitività, le due squadre si ritirano nei diversi spogliatoi.
Mentre guardo i ragazzi dissetarsi e discutere della situazione in campo, d’un tratto mi accorgo di Endou che viene verso di me.
-Ragazzi. – esclama, recuperando quel sorriso bonario ed elettrizzante – La partita è dura ma io sono sicuro che insieme ce la possiamo fare. Insieme. – ripete, guardandomi negli occhi.
Io non riesco a reggere lo sguardo, e abbasso subito gli occhi sul pavimento.
Quando parlo però, il mio tono sprezzante turba persino me.
-Non è me che devi guardare Endou, siete stati voi a dirmi di stare in panchina.-
Mentre le ultime lettere ancora stanno uscendo dalle labbra, mi accorgo di una piccola lacrima cadere per frantumarsi al suolo.
-Ehi…- sussurra il capitano della squadra prendendomi il mento fra le mani – Cosa succede…?-
-I-Io…- i miei occhi umidi di lacrime si incatenano agli occhi color cioccolato di Mamoru. Ma non riesco a dire altro. Rischierei di scoppiare in singhiozzi, e la situazione è già abbastanza imbarazzante.
Ho sempre pensato che Shuuya mi avrebbe rovinato la reputazione vivendo le mie giornate, ma solo adesso mi rendo conto che siamo pari, se quello che credo è vero. Questi ragazzi hanno visto fin troppe lacrime sfiorare questo viso bronzeo… E’ ora di essere forti, altrimenti non riuscirò mai a combinare nulla.
-Bene ragazzi. – Endou si rivolge di nuovo ai suoi compagni, dopo aver sorriso alla nuova carica che brilla nei miei occhi scuri – Direi che Kidou ha passato la prova. – sospende di nuovo il suo discorso, facendo vagare lo sguardo sui ragazzi distribuendo fiducia e sorrisi – Adesso entriamo in campo tutti insieme e vinciamo!-
Il fischio dell’arbitro mi colpisce in pieno le orecchie come il rumore dello sferragliare del treno sulle rotaie. Lo sto davvero facendo?! Sto entrando in campo con i ragazzi della Raimon?! E’ peggio di quel che avrei mai immaginato…
Ma qualcosa dentro di me, qualcosa che ha la voce di Endou, mi sta suggerendo che è la cosa giusta da fare.
Devo ritrovare quel bambino che giocava a pallone senza nessun pensiero se non quello di segnare! Solo così riuscirò a coordinarmi con questa squadra e portarla alle semifinali. E’ il minimo che possa fare, dopo quello che loro hanno fatto per me. Sì, ci posso riuscire! Infondo… Il calcio è puro divertimento.

~ ☆~ ☆~ ☆~

"- Dove vai, Yuuto? E' quasi ora di cena...-
- Vado a trovare mia sorella, papà.-
- Tua sorella?!-"


La voce del cassiere mi riscuote di miei pensieri mentre stringo convulsamente il mazzo di tulipani che mi sono fatto preparare appositamente per Yuuka. 
Sorrido debolmente mentre accenno un saluto ed esco dal negozio di fiori. Il sole sta tramontando e, senza quei fastidiosissimi occhialini, sono libero di ammirarlo in tutta la sua bellezza. 
Mi viene quasi da ridere nel ricordare l'espressione del padre di Kidou quando gli ho detto che uscivo per andare a trovare la mia sorellina. Pensava che andassi a trovare Haruna, cosa che tra l'altro non mi dispiacerebbe affatto, eh.
Ma che ci posso fare? Oltre alla nostalgia mi sta tormentando anche un terribile senso di colpa! Prima andavo a trovare Yuuka tutti i giorni ed ora è già da una settimana che non metto piede in ospedale!
Deglutisco rumorosamente quando vedo l'imponente edificio ergersi davanti a me. 
E' da più di un'anno che mia sorella è rinchiusa lì dentro, da più di un anno che non vedo il suo sorriso o i suoi occhi brillare e tutto per colpa di Kageyama. 
Mi accorgo di stare stringendo con un po' troppa forza il mazzo di fiori, respiro profondamente cercando di quietarmi.
Dopo un breve momento di incertezza inizio a salire con passo legnoso le scale che conducono in camere di Yuuka. 
Davanti alla sua stanza c'è un medico con il camice completamente sporco di sangue. Un groppo alla gola, lo stomaco mi si chiude impedendomi di respirare. Che sarà successo?! Un velo di preoccupazione mi offusca lo sguardo mentre rischio di cadere a terra privo di sensi. Mi accascio sul freddo pavimento dell'ospedale, gli occhi cremisi si riempiono di lacrime. Per fortuna, il medico pare accorgersi del mio malessere e corre in mio aiuto. Pochi minuti dopo sono a sedere su una sedia a bere avidamente da una bottiglietta d'acqua fresca. 
- Stai bene, piccolo?- l'uomo continua a sorridere bonariamente mentre mi accarezza sulla schiena. 
Il mio respiro si fa via via meno affannoso cercando inutilmente di calmarmi. 
- C-che è successo a Yuuka?-
Pare sorpreso mentre mi rivolge uno sguardo smarrito.
- Ah, Gouenji Yuuka, la figlia del primario.- 
Una lacrima mi riga il volto pallido, annuisco debolmente.
L'uomo scoppia in una fragorosa risata, gli rivolgo un'occhiata interrogativa. 
- Stai tranquillo! Non le è successo niente di grave! Io ero solo entrato nella sua stanza per vedere il tracciato e non ho avuto il tempo di cambiarmi camice! Eh, eh, vengo direttamente dalla sala operatoria!-
Ritorno a respirare normalmente asciugandomi con una manica gli ultimi residui di lacrime. 
- Sei un familiare, vero?-
Davanti a una mia affermazione mi apre delicatamente la porta della stanza.
- Tranquillo, sta bene. Buona visita!-
- Grazie per avermi aiutato!-
La porta si richiude con un tonfo dietro di me. 
Mi siedo sullo sgabello di fianco al letto dove riposa Yuuka. Osservo con odio tutti i fili colorati attaccati a una strana macchinetta che, a quanto ne so io, serve a contare i battiti cardiaci. Fosse per me la porterei via da questo posto orribile!
- Ciao, Imooto-chan! Sono io, il tuo fratellone Shuuya. Scusa se in questi giorni non sono venuto a trovarti ma io e Yuuto abbiamo un bel problema e bisogna risolverlo a tutti i costi!-
La sua mano è fredda, quasi fosse morta, e a questo pensiero un brivido mi percorre la schiena. Ma io so che mi ascolta e che veglia su di me, giorno e notte. E' la mia confidente, l'unica persona al mondo alla quale posso dire tutto, senza vergognarmi. Siamo uniti da un legame indissolubile che nessuno potrà mai spezzare!
- Ho un favore da chiederti, Yuuka... Ti prego... Ti prego, proteggi anche Kidou da questa storia assurda e fai che possa riappacificarsi con sua sorella. Io... Io l'ho giudicato male, mi sono fermato solo alle apparenze! Ho sbagliato, se ci fosse stata la mamma ce lo avrebbe detto, eh sorellina?-
Respiro profondamente mentre lascio che alcune lacrime mi righino il volto accaldato per poi interrompere la loro breve corsa infrangendosi al suolo. Dalla finestra aperta proviene una tiepida brezza settembrina che muove dolcemente le tendine ricamate di un bel verde pastello.
- Non sai quanto desidero risentire la tua voce, Imooto-chan! La cosa che desidero di più al mondo è abbracciarti, parlare con te e tornare ad essere....- faccio una breve pausa come ad essere sicuro che nessun'altro oltre a lei mi potesse sentire- ... una famiglia felice!-
Le accarezzo delicatamente la testa rabbrividendo al tocco dei suoi morbidi capelli castani raccolti in due trecce dal giorno dell'incidente. Mi alzo dal piccolo sgabello in legno mogano con l'intenzione di cambiare l'acqua ai fiori e di aggiungere anche i miei piccoli tulipani alla composizione. 
Guardo distrattamente l'orologio appeso alla parete color crema: un quarto alle otto. "Oh, no! Tra un po' finirà l'orario delle visite, devo affrettarmi!"
Come ad avermi letto nel pensiero sento qualcuno bussare sommessamente alla porta. Lo stesso medico di prima. 
- Ehi, l'orario visite è terminato. Se vuoi tornare a trovare la tua amica dovrai farlo domani!-
- Si, stavo per andarmene. Scusi, mi potrebbe togliere una curiosità?-
- Spara.-
Soffoco una risatina nel sentire il buffo tono con cui quell'uomo di rivolge alle persone. E'... familiare. Si, ti tratta come se tu fossi uno di famiglia e non un estraneo. 
- Sono un amico di Gouenji Shuuya, mi piacerebbe sapere quante volte viene a trovare la sorella in ospedale.- 
Gli occhi neri del medico si fanno sempre più profondi mentre scuote la testa mimando un "In che senso, scusa?". Notando la sua difficoltà mi porto una mano dietro la testa, imbarazzato. 
- No... Scusi... Non volevo metterla in imbarazzo! Volevo solo sapere negli ultimi giorni quante volte veniva a trovare Yuuka, tutto qui.-
- Tutti i giorni, a dir la verità. E si trattiene anche oltre l'orario consentito! Vorrei averlo io un fratello così! Ora ti lascio, i pazienti mi aspettano! Ma tu ricordati che devi andare...-
E così rimango solo per la seconda volta in compagnia di mia sorella. Mi volto a guardare i suoi lineamenti distesi e rilassati, la bocca leggermente aperta. Sorrido, intenerito da quella immagine e con gli occhi coperti da un velo di lacrime. 
- Hai sentito? Viene a trovarti tutti i giorni! Per favore, Yuuka, fa' come ti ho detto! Veglia su di lui... Su di noi...-
Al contatto con le mie labbra, la fronte di mia sorella risulta fresca. 
Un attimo prima di uscire da quella stanza mi sembra di sentire riecheggiare nell'aria le parole di Yuuka, le stesse che mi diceva quando veniva a rifugiarsi nel mio letto per la paura dei temporali.
"Quando ci se tu non ho paura di niente! Ti voglio bene, Onii-chan!"
Mi volto un’ultima volta e bisbiglio più al sole che sta tramontando che a me. 
- Anche io ti voglio bene, Imooto-chan. Ti prego, proteggici.-

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Juddy! La sfera non ha mai smesso un attimo di brillare! Impegnate com'eravamo nella nostra vendetta ci siamo dimenticato completamente di loro! Hanno bisogno di aiuto, che facciamo?!-
Le ultime parole di Sissy vengono pronunciate con foga mentre piccole goccioline di sudore le rigano la fronte. L'amica le mette una mano su una spalla cercando di calmarla come può.
- Credo che questa farsa sia durata anche troppo... Facciamoli tornare nei loro corpi, che ne dici?-
L'amica accanto a lei annuisce, convinta. Ma, proprio nel momento in cui stavano per pronunciare l'incantesimo facendo tornare così le cose alla normalità, Sissy si blocca enfatizzando con voce tremante:
- Ehm... Juddy? Nel libro dove abbiamo trovato la pozione io non ho mai visto il contro-incantesimo...! Come facciamo a far tornare tutto alla normalità se non ce l'abbiamo?- 
Entrambe si accasciano su due morbidi puff viola apparsi dietro di loro.
- E allora l'incubo delle identità non è ancora finito...!-

 
Angolino delle due fatine
Ok, democraticamente (?) parlando noi non saremmo più degne di pubblicare capitoli del genere! >.<
Minna! <3<3<3<3<3
Da quanto è che non vedevate sul vostro schermo l'aggiornamento di questa long?
Secoli, ere geologiche direi...
La responsabile sono soprattutto io, Juddy, ma ultimamente il pc rimane impolverato in un angolino perchè i miei impegni sono veramente troppi! *u*
Quindi, dopo le scuse, cosa ve ne pare?
Vi piace questo capitolo? Noi fatine abbiamo riconfermato la nostra diabolica indole di persone disordinate croniche e senza un minimo contro-incantesimo! ^^''
Mentre i nostri due ragazzi... Beh, uno è intrappolato a giocare una partita contro la Brainwashing mentre l'altro è andato all'ospedale a trovare la sorellina. Di Yuuto se ne è occupata la nostra Sissy e di Shuuya io.
Ringraziamo ancora una volta quelli che hanno avuto la pazienza di aspettare il capitolo e in particolare Rae alla quale devo ancora rispondere a un'altra recensione. <3
Oh, e non ci scordiamo nemmeno voi che leggete/recensite/ricordate/seguite e preferite la nostra storia!
Al prossimo capitolo, guys
Kisses
Sissy e Juddy ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 15 ~ ***


Capitolo 15
- Non c’è, Sissy! Non lo trovo da nessuna parte! Possibile che siamo state così sprovvedute da non cercare il contro-incantesimo?! Oh, ditemi che è un incubo!!- 
Le due fatine dei desideri stanno letteralmente mettendo a soqquadro tutta la stanza, cercando dappertutto, anche nei posti più impensati. 
- Già mi immagino il direttore! Era già furioso per la storia dei documenti! Vuoi vedere che questa è la volta che ci rimaniamo secche tutt’e due?-
Juddy non riesce a calmarsi in nessun modo, il suo respiro si fa via via più affannoso mentre piccole goccioline di sudore le rigano il volto diafano infrangendosi al suolo. Sissy si avvicina a lei, titubante, mettendole un braccio intorno alle spalle. 
Sul volto della mora compare un sorriso stanco, dovuto a giorni di lavoro intensivo. 
- Si, forse userà il bastone di mogano ma non credo che sia il caso di allarmarsi tanto.... Piuttosto, cerchiamo di trovare questo benedetto foglietto!-
- Sei unica, Sissy!- 
La fatina dei desideri annuisce mentre continua a giocherellare distrattamente con una ciocca di capelli. 
- Tieni, asciugati il sudore con questo foglio.-
Detto questo porge a Juddy un foglietto tutto spiegazzato, logorato dal tempo e dalla polvere. Lo sguardo ceruleo della castana si fa sempre più perplesso intenta com’è a leggere parole che sembrano molto antiche. 
- S-Sissy...? C-credo che abbiamo trovato il nostro contro-incantesimo!- 
Sissy viene colta da un improvviso attacco di tosse; gli occhi bruni che brillano di felicità nonostante l’aria satura di polvere. 
- Che aspettiamo?! Facciamo finire questo incubo!- 
- E’ meglio aspettare ancora un giorno, Juddy.-

~ ☆~ ☆~ ☆~

Seduto su una panchina guardo il sole che sta tramontando. Gli uccellini volano alti nel cielo, altri cinguettano piano allietando l’atmosfera. 
Indosso ancora la tuta da calcio della Raimon, non sono neanche passato di casa per cambiarmi. Avevo voglia di starmene un po’ da solo. Contro tutte le mie aspettative, abbiamo vinto. E’ stata proprio una bella partita, era da tempo che non mi divertivo così tanto. Certo, il ruolo di attaccante non fa per me ma, in fondo, me la sono cavata molto bene, limitandomi a passare la palla ai compagni più vicini.
- Onii-chan!-
Mi volto lentamente fino a quando i miei occhi color cioccolata non incontrano quelli cerulei di Haruna che sta correndo nella mia direzione. Dietro di lei, Endou. Pochi minuti e siamo tutt’e tre a sedere sulla panchina, la vernice verde scrostata dal tempo. 
Per un po’ rimaniamo così, stretti l’uno all’altro, intenti a riscaldarci in un paesaggio che sta cambiando sempre di più. Un freddo vento ha iniziato a soffiare da nord-ovest, le ombre si distendono sempre di più, un silenzio quasi innaturale ci circonda. Di tutti, questo è il momento della giornata che preferisco.
- Hai giocato bene oggi, Kidou.- 
La voce squillante di Endou si fa strada tra i miei pensieri. Sorrido distrattamente mentre sussurro un flebile “Grazie”.
Stasera mi sento talmente stanco da non riuscire quasi a tenere gli occhi aperti, che strano. 
E’ lo stesso stato d’animo che avevo la sera prima che Sissy mi scambiasse l’identità. E se domani tornasse tutto finalmente come prima? Se mi svegliassi ritrovandomi di nuovo nel mio letto, nella mia villa?
Un lampo di speranza mi illumina lo sguardo. 
Non è neanche detto che funzioni. Magari resterà tutto com’è ed io sarò costretto a vivere come Gouenji Shuuya per sempre... 
Sinceramente mi mancano i ragazzi della Teikoku e vorrei tornare al mio solito tran-tran quotidiano, non sarebbe male. Prima potevo annoiarmi, certo, ma se non altro avevo qualche minuto per me! Adesso è già una conquista se riesco a stare senza Endou per più di due minuti!
E... Si, diciamocelo. Il ruolo di attaccante non fa proprio per me. Io sono un regista, un geniale regista! Non potrò mai stare in attacco e segnare con le fantastiche tecniche micidiali che caratterizzano Shuuya! Il mio ruolo è quello di organizzare il gioco. 
- Onii-chan? Stai bene? Non è da te avere la testa fra le nuvole!- 
Un brivido freddo mi percorre la schiena. Se davvero questa è l’ultima sera che trascorrerò nei panni di Gouenji devo parlare con Mamoru e Haruna. Non posso andarmene senza dire niente, soprattutto a mia sorella. Non posso fare la figura del vigliacco, non stavolta. 
- S-si, sto bene, non ti preoccupare.- inizio a mordermi convulsamente il labbro inferiore, indeciso su cosa fare.- Sentite, c’è una cosa che devo dirvi.- 
La solennità con cui pronuncio queste parole cattura immediatamente l’attenzione dei due che ora mi guardano un po’ con impazienza, un po’ con curiosità.
- Probabilmente, per me e per Shuuya, il problema delle identità è finalmente finito. Se quello che penso dovesse realizzarsi, domani dovrei riuscire a riprendere possesso della mia vita. -
Nel sentire l’ultima frase, entrambi abbassano la testa, non una parola esce dalle loro labbra. Rimango sorpreso. Okay, magari non i salti di gioia ma pensavo che, Endou soprattutto, fossero contenti di riavere il loro Bomber in squadra. 
- Beh? Cosa sono quelle facce? Credevo che...-
Non riesco a finire di parlare perché Haruna si getta fra le mie braccia scoppiando in un pianto rotto. Rimango a bocca aperta, sorpreso. Sento qualcosa di caldo rigarmi una guancia: una lacrima, una delle tante che ho versato durante questa avventura. Inizio ad accarezzare dolcemente mia sorella sulla schiena, lasciando che si sfoghi. 
- N-non puoi andartene un’altra volta! Ma c-come?! Proprio adesso che...- le parole si perdono in gemiti strozzati, singhiozzi- Non puoi abbandonarmi di nuovo! Avevi promesso che mi saresti stato sempre vicino!-
Gli occhi cerulei bagnati di lacrime di disperazione, tristezza. Il volto arrossato e il respiro affannoso mentre si aggrappa con forza a una manica della tuta, come se avesse paura di vedermi dissolvere da un momento all’altro. 
Il mio cuore si stringe in una morsa d’acciaio, mentre cerco di parlare usando un tono calmo e composto, inutilmente. 
- Haruna... Haruna, ascoltami. Questo non è un addio, capito? Tu non sarai mai sola, mai. Io sarò sempre accanto a te! Ti prometto che, quando tutta questa storia sarà finita, faremo qualcosa insieme, d’accordo?-
Mia sorella si stringe ancora di più a me, continuando a tremare convulsamente. 
- Anche in orfanotrofio promettesti che saresti tornato a prendermi! Da quel giorno però sono passati sei anni! C-come faccio a credere alla tua promessa, stavolta?!-
Non ha tutti i torti. Visto come mi sono comportato con lei è più che normale che ora diffidi delle mie parole. E adesso cosa faccio? Che cosa le dico?
Allora mi avvicino ancora di più a lei, abbracciandola , cercando di trasmettergli tutto il mio calore. Altre lacrime iniziano a rigarmi il volto intirizzito dal freddo serale. E’ come un salto indietro ai tempi dell’orfanotrofio quando la consolavo dopo che aveva subito un torto o una malinconia che la tormentava senza ragione.
- Non lo so. Ti chiedo solo di darmi una seconda possibilità, sorellina. Stavolta non ti deluderò, vedrai!-
Qualcosa nel mio sguardo o nel mio tono di voce deve averla convinta perché si allontana da me sorridendo debolmente. 
- Kidou...-
Endou, che in tutto quel tempo era rimasto in disparte non osando interrompere quel magico momento, si alza dalla panchina e si avvicina, guardandomi negli occhi. 
- Sono orgoglioso di aver potuto giocare calcio con te, Yuuto, davvero.-
Stringo la mano che mi porge con un sorriso. 
- Anche io non smetterò mai di ringraziarti abbastanza, Endou.-
Una lacrima, una soltanto, risplende alla luce della luna e, dopo aver percorso il suo breve viaggio lungo il volto del capitano della Raimon, s’infrange a terra. Sento lo stomaco chiudersi. 
- Grazie di tutto, Capitano.-
Non riesco neanche io a credere a ciò che ho appena detto. Mamoru mi guarda a bocca aperta mentre io strizzo l’occhio, stringendomi nelle spalle.
“Alla prossima partita, Endou Mamoru!”

Continuo a rigirarmi nel letto cercando invano di prendere sonno. Non posso credere che fra poche ora riuscirò a riprendere il controllo del mio corpo. Sembra un sogno! Rivolgo uno sguardo al cielo stellato e così, con questa immagine negli occhi, mi addormento dolcemente. 

~ ☆~ ☆~ ☆~

Rientro a casa con un’insolita furia.
Sono frustrato, sono terribilmente confuso.
E non capisco cosa mi passi per la testa.
Un attimo fa vagavo per le strade di Tokyo come un’anima vaga negli inferi, senza una meta e un pensiero per la testa.
Ho visto una bambina che stringeva con una mano un gelato e l’altra intrecciata nelle dita del fratello di fianco a lei.
Ho visto dei bambini giocare nel parco rincorrendo un pallone e ridere.
Ho visto una mamma e un papà andare dietro al figlio che correva veloce verso gli amici sotto le fronde degli alberi.
Ho visto il sole calare alle mie spalle.
Ho visto due giovani innamorati, la loro felicità sbocciare sulla labbra e negli occhi.
Ho visto i sorrisi della gente, della gente che pensa sempre ad altro per non accorgersi di quanto stai male, a volte.
La gente ha sempre altro a cui pensare, e te rimani solo, a osservare come intorno le cose cambiano e non tornano più come prima.
Chissà se riuscirò mai a ritornare nel mio corpo, riavere la mia vita, i miei amici, la mia sorellina, Haruna…
L’ombra di un sorriso di qualche giorno passato si dipinge su queste labbra intirizzite dalla brezza serale, mentre spalanco le finestre della stanza e appoggio i miei pensieri sulla ringhiera del balcone.
E’ tutto così assurdo…
Do le spalle al cielo, voltandomi per osservare la camera di Yuuto.
I libri sono ordinatamente sistemati nella libreria addossata alla parete, le pantofole abbandonate a lato del tappeto che dona alla stanza un po’ di colore.
Il colore di questi occhi demoniaci.
Mi sfioro le palpebre lentamente, come se fossi stupito che siano ancora lì.
Sto pensando… Sto pensando a quanto sia assurdo tutto quello che dicevo qualche giorno fa – una vita fa.
Quando mi lamentavo del baccano che sentivo ogni giorno rientrando a casa, quando mi lamentavo di quanto fossero noiosi e tedianti i compiti che ci venivano assegnati continuamente, di quanto fossero stancanti gli allenamenti e i sorrisi di Endou…
Ironico.
Ho desiderato che se ne andassero.
E se ne sono andati per davvero.
Non pensavo avessi le capacità da veggente, questa mi mancava.
Ma appena questo pensiero mi sfiora la mente, di colpo un’illuminazione, un’improvvisa quanto inaspettata certezza.
Ma certo!
Ho sempre avuto tutti i collegamenti per ricostruire come davvero è avvenuto questo “scambio d’identità”, ma non mi sono mai soffermato abbastanza per rendermi davvero conto che c’erano dei collegamenti da fare.
E’ tutto così semplice!
Io ho desiderato cambiare vita, ho desiderato che avvenisse qualcosa, qualcosa che facesse variare la mia routine sempre così spossante e antipatica, secondo il mio punto di vista in quel momento.
Non mi rendevo conto di quello che avevo finché non l’ho perduto...
Ma da domani tutto sarà normale, se quello che penso è vero.
Mi basterà desiderare quello che ho perso. Mi basterà chiedere indietro la mia vita affannata e piena di imprevisti; e tornerà, ne sono sicuro.
Al diavolo Juddy e le magie, io sto per tornare a casa!
Sprizzante di energia da tutti i pori, non mi trattengo dal saltellare entusiasta sul tappeto vermiglio che mi pizzica i piedi scalzi.
Whoa, vorrei correre alla Raimon, subito, per dire a Kidou come dobbiamo fare per riavere le nostre vite!
E’ così semplice! Come abbiamo fatto a non pensarci prima?!?
Chissà se lui l’ha già capito…
Il mio entusiasmo viene soffocato in un battito di ciglia.
E se Yuuto non avesse ancora compreso come ricambiarci?
In quel caso che succederebbe? Rimarrei bloccato qui?
Un brivido mi percorre la schiena con un impulso elettrico tremendo.
Che ci sia il rischio di cadere in coma, com’è successo a mia sorella?
Sarebbe terribile, terribile…
Ma la nostalgia è troppa, devo tentare.
Anche perché, non ho altra scelta.
Per un attimo, mi volto verso il cellulare appoggiato sulla scrivania in legno di fronte a me; forse dovrei avvisare Sakuma e gli altri… 
Sorrido, e sento una fossetta formarsi a lato delle labbra.
Accipicchia, me ne devo andare proprio adesso che ho imparato a sorridere come Kidou?! Beh, più o meno…
Scoppio a ridere, una risata nervosa e chiara allo stesso tempo.
Sto per tornare a casa, ma ho paura, perché non ho garanzie che funzioni davvero.
Magari mi sto illudendo, magari lacerato fino al limite dalla nostalgia ho creduto possibile che fosse così semplice tornare.
Ma voglio pensare positivo. Devo farlo, o sarò costretto a vivere questa vita per tanto, troppo tempo; proprio perché è a tempo indefinito che quest’avventura fa paura.
Ma adesso finirà, ne sono certo.
Mi infilo occhialini, mantello e divisa della Teikoku Gauken per guardarmi allo specchio con questo corpo, un’ultima volta.
Penso che i ragazzi della Teikoku potranno tirare un sospiro di sollievo…
Concentrandomi solo sulla mia casa e il mio calcio, chiudo gli occhi sul presente.

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Ci siamo, guardiana dei desideri. E’ il momento che le cose ritornino alla normalità!- 
- Era ora, Juddy! Non riuscivo più a sopportare tutti quei rimproveri da parte del direttore!-
Avvolte dalle tenebre, le due fate si prendono per mano iniziando a pronunciare complesse formule magiche. Improvvisamente vengo avvolte da una strana luce verdognola che le alza da terra facendole dolcemente fluttuare a mezz’aria. 
- Soffro di vertigini, ho paura!-
- Juddy, non è il momento...!-
- Ma, io...-
BOOOOOOOOOOOOOOM!!!! Le due fatine cadono a terra, rintronate per l’esplosione. Sissy finisce con la testa dentro uno scatolone a causa del forte impatto dell’incantesimo mentre Juddy si ritrova a gambe all’aria con la faccia affondata in un cuscino.
La fata dagli occhi multicolori si rialza, massaggiandosi la testa dolorante.
- Ehi, Sissy? Dove sei finita?- 
L’amica le fa un segno con la mano tentando di uscire dallo scatolone, ma ottiene il solo risultato di inciampare nuovamente nei suoi piedi e di finire stesa a terra. Juddy le si precipita accanto porgendole una mano. Si guardano negli occhi, sorridendo sotto i baffi. 
- E’ stata una cosa MITICA!!!-
- Mica tanto, mi sono rincitrullita tutta!-
- Non eri normale nemmeno prima, Juddy, tranquilla!-
In quel momento, tutto è tornato alla normalità, o quasi... 

 
Angolino delle due fatine
E anche questa è fatta! *ç*
Salve, guys!
Contenti che tutto sia tornato alla normalità? State tranquilli, però. Le sorprese non sono assolutamente finite, anzi.
Ora ci sarà la parte più bella, quella delle spiegazioni, degli incontri e... Non sveliamo altro dai, vi rovineremmo la sorpresa altrimenti!
Kidou Juddy, Sissy Shuuya. Ci siamo divise in questo modo i personaggi in questo capitolo.
Beh, è anche vero che stiamo arrivando ormai alle battute finali! Ma vi possiamo assicurare che dispiace un sacco anche a noi dover smettere questa long! E' stato un vero spasso scriverla! ;)
Come al solito ringraziamo tutti quelli che recensiscono\seguono\ricordano\preferisco e leggono.
Personalmente mi scuso se non ho più risposto alle recensioni ma non ho molto tempo libero ultimamente e il pc, come se non bastasse, fa i capricci! >.< Spero che i capitoli vi ripaghino da questo piccolo inconveniente!
Ci si vede al prossimo capitolo,
Kisses fatati
Sissy e Juddy ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 16 ~ ***


Capitolo 16

- Oh, come mi gira la testa!- 
Sissy si lascia cadere esausta su un morbido pouf viola poco distante da lei. 
Juddy le si siede accanto soffocando con una mano una risatina di scherno.
- Via, Sissy! Pensiamo invece che tutto è finito meravigliosamente bene!-
La fatina dei desideri continua a massaggiarsi le tempie con una smorfia di fastidio dipinta sul volto, piccole goccioline di sudore le rigano il volto infrangendosi al suolo. La castana le porge un bicchiere d’acqua. 
- Ti farà sentire meglio, bevi.-
L’amica accetta con un sorriso mentre si raccoglie i lunghi capelli mori in una coda alta.
- Se non altro abbiamo spezzato l’incantesimo delle identità!- 
- Si, ma abbiamo esaurito tutti i nostri poteri magici...-
Improvvisamente la sfera davanti a loro inizia ad illuminarsi emanando bagliori colorati che illuminano la stanza avvolta dalla penombra.
- Vediamo come reagiranno! Sono pronti i popcorn?- 
- Juddy! Non siamo mica al cinema!- 
Davanti agli occhi supplicanti dell’amica, Sissy schiocca le dita facendo comparire un barattolo immenso di popcorn accanto alla sfera magica. 
- Ora sei contenta? Che lo spettacolo abbia inizio!-

~ ☆~ ☆~ ☆~

Appena uno sprizzo di luce entra dalla finestra aperta, le palpebre di alzano da sole come due serrande, e il buio della notte viene investito dalla luce mattutina.
Mi rimetto in piedi, fiondandomi in bagno.
Perché diavolo la governante non è venuta a svegliarmi?!
Ci sono gli allenamenti prima di scuola, e non voglio farmi trovare da Endou ancora addormentato quando viene a chiamarmi!
Mi lavo i denti e in contemporanea cerco con lo sguardo i vestiti. Passo come un fulmine davanti allo specchio. Mi fermo. Torno indietro.
“Devo aver visto male…”
Camminando a rilento all’indietro, inciampo nei miei stessi piedi, cadendo a terra con un tonfo.
Ahi ahi, che botta…!
Mentre faccio per rialzarmi con la schiena ancora dolorante, mi accorgo di star spiegando il mantello.
“Che stupido! Lo sto sgualcendo ancora prima di iniziare a giocare…!” mi ritrovo a pensare.
Ma io… Che ci faccio con un mantello addosso?!
Endou mi starà aspettando… Ho ancora la testa fra le nuvole.
Scuoto il capo con convinzione, spostando lo sguardo fuori dalla finestra.
Evidentemente ho ancora i sensi un po’ intorpiditi e credo di essere tornato me stesso; se una volta tanto fosse vero… Invece è sempre un sogno.
Mi basterà sentire la voce di Endou per…
-Gouenji sei pronto? Che ci fai lì impalato davanti allo specchio?! Gli altri ci aspettano al campo, datti una mossa!-
Rimango di spalle, tirando un sospiro. “Visto? E’ come pensavo io. Sono sempre, sempre e comunque Gouenji… Sono stato un illuso a credere davvero di poter tornare in me, io…”
Ma l’immagine definita sullo specchio dice il contrario. E’ riflesso un ragazzo castano di media statura, i rasta raccolti in una coda alta e lo sguardo serio e composto di due orbite vuote e nere, le lenti degli occhiali. Indossa l’uniforme di una delle più prestigiose scuole giapponesi, la Teikoku, e un mantello rosso gli cinge le spalle. Questo… Sono davvero io? Ho recuperato la mia immagine… Sul serio?!
La gioia mi sboccia sulle labbra mentre mi volto con una velocità e goffaggine assai fuori luogo.
–SAKUMA!!-
Abbraccio il mio compagno di squadra, il mio migliore amico, senza curarmi di altro.
La compostezza che mi è sempre stata impartita non ha nessun senso, ora che sono tornato.
Sono davvero io, di nuovo, incredibile!
La voce di Jirou mi costringe a rimettere i piedi per terra. – Go-Gouenji, ma che fai?! E se ti vede qualcuno?! Vieni, andiamo!- con uno strattone mi allontana da sé, e senza guardarmi mi afferra la mano, trascinandomi fuori.
Rimango con lo sguardo perso nel vuoto a osservare il percorso per arrivare alla porta d’ingresso. Accipicchia che grande che è questa casa! Penso che prima di riabituarmici, mi servirà portarmi dietro una cartina!
Quando siamo per strada, Sakuma ricomincia a parlare: - Cos’hai stamattina?! Guarda che non possiamo farti da scudo per molto, tu devi cercare di trattenerti! E’ già un miracolo che siamo riusciti a giocare una partita senza creare troppi sospetti, quindi vedi di filare dritto e poi andremo a parlare alla Raimon! Tu…- Sakuma si volta verso di me, mentre io continuo a guardarmi intorno – … MI ASCOLTI QUANDO PARLO?! Guarda che non è facile neanche per noi, che credi?!-
-Sakuma… - lo interrompo io, mettendogli una mano sulla spalla – Ci guardano tutti, cerca di parlare più lentamente e senza urlare. – In effetti, tutti i passanti ci stanno osservando già da qualche minuto. Probabilmente non siamo molto credibili…
Ridacchio appena, portandomi una mano davanti alla bocca.
Questo qualche tempo fa avrebbe potuto farmi arrabbiare, e non poco, ma da quando esco con Endou mi riesce facile ignorare cosa potrebbe pensare la gente.
E’ proprio vero come cambiano le cose in fretta!
Sakuma sospira, riprendendo a camminare più lentamente. – Se tu non ti facessi trascinare per ogni via sarebbe più facile passare inosservati.-
Mi sembra difficile che due dei titolari della squadra più forte del Giappone che camminano per strada possano passare inosservati, ma lasciamo perdere.
Un guizzo di luce mi fa brillare gli occhi ma faccio attenzione a non darlo a vedere a Jirou.
Continuo a camminare, seguendo il passo del mio compagno e sorbendomi tutte le sue ramanzine.
Evidentemente Gouenji deve averli fatti incavolare non poco se ogni mattina lo ammonisce in modo così minuzioso!
Intanto finalmente, ecco comparire davanti ai nostri occhi l’imponente sede della Teikoku.
Rimango qualche istante con lo sguardo rivolto verso l’alto; devo ammettere che tutta questa grandezza e oscurità, per chi non è abituato, deve essere davvero sconvolgente! Ci credo che Gouenji ha avuto dei problemi, abituato com’è alla Raimon…!
Sento Jirou sospirare al mio fianco, per poi spingermi dentro la Teikoku con uno strattone; svoltando due corridoi, eccoci al campo.
I ragazzi, la mia squadra, sono già tutti lì. Sorrido senza rendermene conto; quanto mi sono mancati…!
-Oh! Siete arrivati finalmente! – Genda si volta verso di noi mentre Sakuma lo colpisce ad una spalla. – Abbiamo i prossimi avversari tutti scritti qui! – Esclama sarcastico il portiere, sventolandomi i fogli sotto il naso mentre io accenno un saluto con la mano. – Ah!- enfatizza ancora, e come colpito da un pensiero improvviso e buffo, ritira la mano dietro la schiena – E’ vero. Tu sei quello “tutto calcio bello e divertente”! E’ meglio che ci occupiamo noi di questi, ché a te danno tanto fastidio…!-
Sento la voce di Genda particolarmente orientata al sarcasmo oggi: è probabile che la mia assenza li abbia disorientati, e così se la prendono con il primo malcapitato che passa, e cioè Gouenji che cascava a pennello essendo nel mio corpo.
Spero che non siano stati troppo cattivi con lui, so di cosa sono capaci questi ragazzi.
Per fortuna, come sempre del resto, interviene Sakuma strappandogli di mano i fogli e mettendo fine a ogni possibile parapiglia.
-Questi li vediamo nella pausa pranzo, prima degli allenamenti. In classe adesso!- E afferrandomi di nuovo per mano, io e Jirou lasciamo il campo diretti verso la nostra classe.
Finite le ore di lezioni, ci ritroviamo come solito al campo.
Mentre mangio in silenzio appoggiato con le spalle contro il palo della porta, osservo a qualche passo di distanza i ragazzi parlottare di controstrategie e tattiche da usare nella prossima partita basandosi su i dati dei documenti. Strano, di solito Kageyama li consegna a me quei fogli, perché ce li aveva Genda?
Ahi, spero solo che Gouenji non abbia fatto qualche guaio anche con il Comandante, perché sarebbe davvero dura per me appianare le divergenze adesso.
Intanto, senza farmi sentire, mi avvicino alla panchina su cui hanno lasciato i documenti; preso un foglio bianco e una penna, comincio a lavorare.
Da quanto tempo non organizzavo la squadra preparando schemi…! Aaah, mi sento bene, adesso. Sì, ora sono sicuro di essere tornato in me.
Con una velocità sorprendente che non ricordavo avere, finisco il mio compito e soddisfatto rileggo il mio lavoro. Eh già, se dovessimo giocare la prossima partita, gli avversari non avranno scampo!
-Che fai Gouenji!? – Daiki mi strappa di mano il foglio che ancora odora d’inchiostro con una brutalità che mi lascia perplesso, ma non mi scompongo, rimanendo con quel mezzo sorriso ebete appeso sulle labbra – Questa non è roba per te! Lascia… - Le parole gli muoiono sulle labbra, mentre senza rendermene conto me ne esco con un ghigno dei miei.
I suoi occhi neri e piccoli come bottoni sono incollati sul foglio, e gli altri accortosi dello strano silenzio che è calato nella palestra, si avvicinano all’attaccante.
Mi assaporo quei pochi istanti di silenzio rarefatto, gli ultimi che mi sono permessi prima di rientrare completamente nel mio corpo, nella mia vita. Quando questo silenzio sarà rotto, tornerò a essere Kidou Yuuto, il geniale capitano e regista della Teikoku, e dovrò continuare a esserlo senza più sgarrare come mi sono permesso in questa mattinata. Avrei potuto farmi riconoscere molto prima, ma ho voluto aspettare, vedere come i miei compagni trattavano Gouenji. Come si comportava la mia squadra davanti al suo capitano in incognito.
-C-C-Capitano…-
Un sussurro che arriva nelle mie orecchie con la forza di un’onda contro gli scogli.
Gli sguardi di tutti puntati su di me, ma soprattutto gli occhi di quel grigio intenso di Genda che ha avuto il coraggio di spezzare il silenzio calato su di noi. Su questa squadra che dopo tante peripezie ha ritrovato il suo capitano.
Abbasso il capo, continuando a sorridere strafottente; poi lo rialzo quel che basta perché una luce colpisca le lenti degli occhialini, scintillando – Mi chiedevo quando ve ne sareste accorti…- 

~ ☆~ ☆~ ☆~

Mi metto a sedere sul letto stropicciandomi gli occhi ancora gonfi dal sonno. 
“Tra un po’ verranno i maggiordomi a portarmi la colazione, tanto vale che inizi a vestirmi...”
Ho avuto un sonno agitato stanotte; ero troppo eccitato all’idea di riprendere possesso del mio corpo e tornare così alla cara, vecchia vita di tutti i giorni. Ma questo ovviamente è impossibile... Quella fatina, Juddy, non le sarà nemmeno passato per l’anticamera del cervello di mettere fine a uno scherzo durato troppo! Certo, prima o poi tutto tornerà alla normalità... Ma non oggi... No di certo.
Con un’andatura stanca passo davanti a un grande specchio appeso al muro, e lancio uno sguardo distratto alla mia immagine riflessa.
E’ questione di secondi.
Il tempo si ferma mentre continuo a guardare con occhi increduli il ragazzo davanti a me: è di media statura, i capelli biondi tirati all’insù in quella che sembra un’acconciatura futuristica, gli occhi scuri e profondi; in poche parole quello sembro, anzi sono, io. 
Con mano tremante tocco la superficie fredda dello specchio, il giovane riflesso fa lo stesso, le nostre mani si incontrano. 
Deglutisco rumorosamente portandomi una mano dietro la testa. Sono ancora abbastanza confuso, in effetti.
“Wow, è stato come la fine di un incubo! No, davvero, non pensavo che mi avrebbe preso sul serio.”
Sorrido inconsciamente tra me e me. 
“Ma in fondo, lei e la sua amica, sono fatine dei desideri, giusto?”
Sento lo scricchiolare della porta che si apre e, quando mi volto, i miei occhi incontrano quelli della governante. Tiro un sospiro di sollievo, ora sì che tutto è tornato alla normalità! Non può nemmeno immaginare, quella donna, quanto io sia felice di rivederla!
- Oh, buongiorno, Shuuya! Vedo che sei già sveglio, bene. Vestiti che è pronta la colazione!- 
Mi guardo intorno spaesato: vestirmi? E come dovrei vestirmi secondo lei? Dopo quasi una settimana passata alla Teikoku indossando quella terribile uniforme mi sembra quasi impossibile credere che esista anche un altro modo di vestire.
Pochi minuti dopo e mi ritrovo in salotto a sbocconcellare distrattamente un pezzo di biscotto. Bevo qualche sorso di latte e mi alzo di scatto, quasi rovesciando la sedia. 
- E sta’ un po’ attento, Gouenji!-
Arrossisco lievemente distogliendo lo sguardo. 
- M-mi scusi...- balbetto. 
Mi sento un po’ a disagio in questa casa, abituato com’ero alla mega villa di Kidou! Avverto come un senso di soffocamento accorgendomi di star sudando come non mai. 
Decido di fare una passeggiata, non sia mai che non possa incontrare Endou durante il tragitto. 
Con questo pensiero in testa esco di casa, richiudendomi la porta alle spalle. 
E’ una splendida mattinata, il sole è già alto nel cielo terso e tutt’intorno si percepisce un’atmosfera di pace e tranquillità. 
Arrivo davanti al campo da calcio in riva al fiume; scoppio a ridere nel vedere Endou e gli altri allenarsi.
Quei ragazzi non cambieranno proprio mai, eh? 
Mi avvicino agitando la mano in segno di saluto, il ragazzo dalla fascia arancione mi rivolge un sorriso.
- Ehi, Kidou! Ben arrivato, vieni a giocare un po’ con noi!-
“Già, già, loro non sanno nulla, credono che sia Yuuto!”
A questo pensiero mi volto a guardare la manager dai capelli blu. I suoi occhi cerulei sembrano rivolti altrove mentre sulle mie guance compare un lieve rossore. 
La mia Haruna... Quanto mi è mancata! Chissà se in tutto questo tempo è riuscita a ricongiungersi con suo fratello! Lo spero proprio, sinceramente, perché se lo merita!
- Avanti, Kidou Yuuto, facci vedere quanto sei diventato bravo nel ricoprire il ruolo di Gouenji!- 
Someoka. Mi esibisco in un sorrisetto sicuro di me, –non riesco a crederci! Finalmente ho imparato a sorridere come Kidou! Allora è vero che alla fine la perseveranza ripaga sempre!- quel ragazzo è incorreggibile! Ma se vuole la guerra... Beh, che guerra sia. 
Con uno scatto velocissimo gli rubo la palla che teneva fra i piedi. 
- Oh, oh, oh. A quanto pare il grande regista si è arrabbiato!- 
La linea dei difensori mi si para davanti, pronti a bloccarmi. Non mi lascio intimorire. Devo ammettere che questo è niente in confronto a quello che ho dovuto subire alla Teikoku Gauken!
Con un abile colpo di tacco supero Kabeyama e Jin, poco dopo mi ritrovo faccia a faccia con Endou. 
- Parala, Capitano! Non permetterai mica a sono-il-più-bravo-in-tutto di segnare, vero?!- mi arrivano lontane le parole di Someoka mentre si affretta a tornare in difesa. 
Entra in scivolata, per un attimo crede di riuscire a togliermi il pallone. No, non glielo permetto, gli farò vedere quanto valgo!
- Sei lento, Ryuugo!- mi alzo la palla col tacco e salto subito dopo, evitando l’intervento in scivolata dell’attaccante – Para questo, Endou! TORNADO DI FUOCO!-
Non ha il tempo materiale per eseguire la Mano di Luce, sono migliorato molto in fatto di potenza, ultimamente. La palla entra in rete mentre un silenzio inumano ci circonda. 
Dopo alcuni minuti, interminabili a mio parere, Endou mi si avvicina, la voce rota da un tremito. 
- G-Gouenji?! S-Sei veramente tu?-

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Hai visto?! E’ stato fantastico!- 
Juddy non riesce più a contenere la felicità ed ora saltella impazientemente per tutta la stanza. 
- Ho visto, ho visto, Juddy! Ti sei mangiata tutti i popcorn!-
Sissy le lancia il contenitore di carta, ormai vuoto. 
- Ehi, Juddy, ho appena avuto una mega idea! Sarà perché non ho mangiato quei popcorn tutti unti e salati!-
L’amica la guarda con aria scettica facendole la linguaccia. 
- Poche storie e vai al punto.-
Ma la mora continua a guardarla soffocando risatine divertite. 
- Lo vedi? E’ un bene che io non abbia mangiato quei cosi! Almeno qualcuno che ragiona c’è!-
Juddy borbotta un “Va bene, questo te lo concedo.” e intima alla compagna di continuare a esporre la sua fantastica idea.
- Chiediamo al direttore se ci fa assistere alla partita di Kidou e Gouenji? Quella che disputeranno quando le due squadre si scontreranno!- 
Gli occhi grigi della castana si illuminano di colpo tornando a colorarsi di un delicato verde pastello.
- Luce dei miei occhi!- Sissy per poco non viene quasi stritolata dall’abbraccio dell’amica.- Hai avuto un’idea fantastica, andiamo subito a dirglielo!-

 
Angolo delle due fatine
Dopo circa due ere geologiche che non si sentiva più parlare di questa long ecco arrivare un nuovo capitolo...
Ehilà, Minna! <3<3<3
Si, siamo in vergognoso ritardo ce ne rendiamo conto e siamo anche piuttosto mortificate! *^*
Ma che ci posso fare io, Juddy, se mi riempiono costantemente e continuamente di compiti?!
Se poi a tutto questo ci aggiungiamo l'influenza e altri impegno più svariati... Beh, il risultato lo vedete da soli! ^^''
Ma bando alle ciance (?), vi è piaciuto?
La vostra attesa è stata ripagata? Speriamo proprio di sì, con tutto il cuore!
Shuuya è stato fatto da me, Juddy, mentre Sissy... Sissy, si è occupata di Yuu-chan! xD
Sono finalmente tornati nei loro corpi, segno che l'avventura -e di conseguenza la long- stanno per finire! ^^''
Ah, mi scuso se non ho potuto rispondere alle vostre recensioni ultimamente, ma sappiate comunque che ci fanno sempre molto molto molto piacere! Ma davvero, tanto! ♥.♥
Risponderò a tutti prima della fine, giuro! *ç*
Ci dileguiamo, al prossimo capitolo, guys!
Grazie ancora a chi segue/recensisce/preferisce/ricorda o anche solo legge i nostri capitoli! Siete importantissimi per noi!
A presto!
Kisses 
Juddy e Sissy ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 17 ~ ***


Capitolo 17

- Per favore, per favore, per favore!- 
Entrambe le fatine sono nuovamente nell’ufficio del direttore guardandolo con occhi supplicanti. 
L’uomo si massaggia le tempie con fare annoiato, un sorrisetto divertito gli incornicia il volto cupo. 
- Juddy, Sissy, calmatevi!- 
Sissy incomincia a strattonare l’amica per un braccio, completamente in preda ad un folle attacco di agitazione. Una strana luce le illumina lo sguardo, i capelli disfatti e sudati, la faccia stravolta dalla stanchezza. 
- Direttore! Glielo chiediamo in ginocchio!- 
Juddy annuisce di rimando chinando leggermente la testa da un lato. 
- Mi fate quasi tenerezza voi due! Sarei anche disposto ad accontentarvi...-
La fatina dai corti capelli castani si avvicina alla scrivania e, mentre le iridi le si sfumano di un tenue blu scuro, batte con forza la mano stretta a pugno sulla superficie. 
- “Ma”? Si, lo dica pure, direttore! C’è sempre un “ma” in arrivo quando si tratta di accontentarci in una nostra richiesta! Quindi... Avanti, ci dica, cosa vuole in cambio?!-
Un brivido percorre la schiena di Sissy bisbigliando all’orecchio dell’amica:
- Non mi piace per niente quella specie di ghigno che gli illumina lo sguardo!- 
Juddy scrolla le spalle fingendo non curanza. 
La voce cupa del direttore le invita al silenzio. 
- Oh, una cosuccia... Niente di particolare, eh.-

~ ☆~ ☆~ ☆~

- C-capitano...-
Siamo seduti sull' erba fresca del campo da calcio, gli occhi di tutti puntati su di me. 
Il mio sorriso si allarga ancora di più nel vedere lo stupore dipinto sul volto dei miei compagni. 
Sono pallidi, sudati, stravolti. Forse semplicemente stanchi, stufi di una situazione inverosimile incredibile persino per me. 
- C-capitano...-
La voce di Genda, scossa da una nota d'incredulità, rompe di tanto in tanto il silenzio interrompendo il flusso dei miei pensieri. Sembra uno di quei dischi in vinile che s'inceppano in continuazione ripetendo sempre la stessa cosa. 
Do ai miei compagni il tempo di riprendersi dalla sorpresa, il mio sguardo si posa altrove mentre continuo a giocherellare distrattamente con un filino d'erba. 
Ci sono tante cose che mi devono raccontare e altrettante che io devo raccontare a loro, ovvio. 
Decido di prendere parola, questo silenzio imbarazzato è durato fin troppo. 
- Beh, non avete nient'altro da dirmi? Cioè, dopo tutto quello che ci è successo siete solo capaci di dire "C-capitano..."?-
I loro sguardi si fanno sempre più vacui ed il loro respiro torna regolare. 
Vedo Daiki che apre e richiude istintivamente la bocca come fosse in procinto di dire qualcosa. 
- Com'è la Raimon, Yuuto?- 
Un brivido freddo mi percorre la schiena, la domanda mi ha letteralmente spiazzato. 
Nel frattempo i volti dei miei compagni tornano al loro colorito originale con i tratti che vanno via via a rilassarsi sempre di più. 
- La Raimon...? Oh... Ehm... Ecco...- che posso dire? Incredibile? Strana? Inumana? Sono tutti aggettivi che descrivono alla perfezione la buffa squadra di Endou.- La Raimon è diversa, ragazzi.-
Loro mi guardano come se avessi detto una cosa totalmente priva di significato. 
- Bella scoperta, Capitano! Non ci voleva mica tutta questa confusione dello scambio di identità e delle fatine per sapere che la Raimon era diversa da noi!- 
Mi porto una mano dietro la testa cercando le parole migliori. 
- Si, questo è vero, ma... E' come se... No, non riesco a spiegarlo. Dovate prima fare qualche allenamento con loro per rendervene conto! Sono... una squadra speciale. Su questo non ho dubbi!- 
I miei compagni mi si avvicinano, ansiosi di sapere di più. 
- Ma ditemi, voi, che avete fatto a Gouenji?- mi sfrego le mani fingendo curiosità. 
Sakyiama e Genda si scambiano un'occhiata preoccupata mentre abbassano lo sguardo imbarazzati. 
Mi lascio scappare un mezzo sorriso sospirando profondamente. 
Ahimè! Conosco fin troppo bene i miei compagni di squadra e mi auguro per il bene di Shuuya che abbiano saputo contenersi. Un minimo, almeno.
- Ragazzi, avanti parlate, che gli avete fatto?- 
Il silenzio è rotto solo da alcuni fruscii e scricchiolii sommessi; sembra che tutti abbiano perso la facoltà di parlare. Comincia ad innervosirmi tutto questo mutismo.
Cerco con lo sguardo quello di Sakuma sperando che, almeno il mio migliore amico, sappia rispondermi. 
- Allora?! Vi siete per caso mangiati la lingua? Che è successo?-
Daiki scuote piano la testa schiarendosi la gola. 
- Era da qualche giorno che eravamo preoccupati. Avevamo notato che eri strano, non ci davi istruzioni mentre giocavamo, avevi sempre un sorrisetto ebete stampato sulla faccia ed avevi avuto la faccia tosta di rispondere al Comandante...!-
"Tombola! Ora si che sono fritto! Chissà cosa avrà detto quello sprovveduto a Kageyama!"
Come ad intuire i miei pensieri Sakyiama mi posa la mano su una spalla. 
- Non ti preoccupare, so quello che stai pensando. Tranquillo, abbiamo già pensato a tutto noi!-
Nel vedere il resto della squadra annuire mi limito a ringraziare con un filo di voce. Gli occhi nascosti dagli occhialini sono velati di un sottilissimo strato di lacrime. 
E' bellissimo essere di nuovo qui con i miei compagni! Ed è fantastico sapere che su loro potrò contare sempre!
- Insomma, una sera Sakuma è venuto a casa tua e ti ha portato qui.- Henmi prosegue il racconto interrotto da Daiki - Dopo alcuni... come chiamarli?.. Incoraggiamenti, tu, anzi Gouenji, ci confessa dello scambio di identità e di tutto il resto e allora...-
Genda lo interrompe zittendolo con un rapido gesto della mano. 
- Va bene, va bene, ci siamo andati giù pesanti! Soprattutto io e mi dispiace! Ma insomma... Tutta quella cretinata delle fatine era inverosimile, dai!- 
Annuisco piano. Hanno tutta la mia comprensione, in effetti. E' un po' difficile da credere quella storiella di Sissy!
- Stavamo per commettere un grave errore, me ne rendo conto. Per fortuna qualcuno è giunto in nostro, anzi tuo, aiuto!- 
- E chi sarebbe questo qualcuno, di grazia?- 
- Io, Capitano.-
Il mio sguardo incrocia quello di Sakuma. Tiro un sospiro di sollievo. Meno male che almeno qualcuno poco impulsivo e più ragionevole esiste in questa squadra!
- Si, insomma, anche se inverosimile era l'unica cosa a cui ero disposto a credere in quel momento. Perciò, dopo aver inventato una scusa per Kageyama, abbiamo insegnato a Shuuya come essere te, ecco tutto.- 
Guardo negli occhi uno ad uno tutti i miei compagni mentre un fascio di luce mi colpisce la superficie degli occhialini facendola risplendere. 
- Ragazzi, vi devo ringraziare.-
- CHE COSA?!-
- E' solo grazie a voi se siamo riusciti a reggere questa farsa e ve ne sono grato, grazie mille!- 
Secondi, minuti interminabili, durante i quali nessuno fiata, nessuno parla, in un silenzio che sembra farsi eterno. 
- Allora, la finale è la prossima partita. Ragazzi, siete pronti a vincere?!-
Un coro di "Si!" mi risponde di rimando mentre alzo lo sguardo per guardare il soffitto scuro della palestra. 
"E che vinca il migliore, Endou!"

~ ☆~ ☆~ ☆~

-G-Gouenji?! S-Sei veramente tu?-
Guardo negli occhi Endou, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Per un attimo mi sorvola il pensiero di fingermi ancora Kidou, ma subito mi rendo conto che non è più possibile.
Ho segnato, ho segnato con il Tornado di Fuoco. Mi sembra che sia passato un secolo dall’ultima volta che ho potuto dar fuoco al pallone con il mio tiro.
-Sì sono… Siamo riusciti a scambiarci…- Un sussurro il mio, prima che l’intera squadra mi salti addosso.
-Ehi ehi!! Lasciatemi! – mi dimeno inutilmente per cercare di sfuggire all’ondata di mani e braccia che mi stringono, stritolandomi più che abbracciandomi.
Ma questi sono dettagli.
-Gouenji-kun! Non ci posso credere! Davvero sei tu?! E’ incredibile…-
Esclamazioni e strilli di gioia e stupore mi arrivano alle orecchie. Ad un certo punto, fra il baccano e le strette, intravedo una mano tesa verso di me. La afferro con decisione, e in un attimo mi ritrovo fuori da quella gazzarra. Endou mi è davanti, mentre ancora mi stringe commosso la mano.
-Sei tornato…-
-… Nella mia squadra, capitano.-
Gli occhi di Endou scintillano più di quanto ricordassi, mentre ci battiamo il cinque.
-Ah, grazie.-
-E per cosa?- Mamoru sbatte qualche volta le palpebre, un’espressione confusa dipinta sul volto.
-Come per cosa?! Se non fosse stato per te sarei ancora lì in mezzo!- esclamo, indicando alle mie spalle il subbuglio di polvere e baraonda sollevato dalla squadra.
Scoppiamo a ridere, una risata che mi è mancata veramente un sacco.
Poi Endou batte con energia le mani, richiamando l’attenzione su di sé.
In un attimo cala un silenzio assurdo, considerando la confusione di qualche attimo fa che ancora mi rimbomba nelle orecchie.
Someoka si avvicina a me, sorridendo debolmente ma in modo sincero: le volte in cui l’ho visto sorridere in questo modo si contano appena sulle dita di una mano… Credo di dovermi sentire onorato.
-Ci sei mancato Gouenji-san. Ben tornato!-
Sorrido, aprendo la bocca per rispondere; ma non ne ho il tempo ché Kazemaru spunta praticamente dal nulla, chiedendo a bruciapelo: - Davvero eri nel corpo di Kidou? E com’è stato andare alla Teikoku?! Ti avevano scoperto?-
Di fronte a quelle domande così genuine e all’espressione curiosa e stupefatta dei miei compagni, scoppio in una fragorosa risata, dopodiché mi butto a sedere sull’erba fresca che costeggia il campo, cominciando a raccontare…
-Se mi avevano scoperto?! Eccome! Ma andiamo con ordine… Non immaginate in che casa vive Yuuto! E’ una villa, una reggia! Io ho visto una ventina di stanze, ma scommetto che ce ne sono molte di più! La Teikoku anche! E’ enorme e … Spaventosa. Lugubre…! I ragazzi sono un po’ violenti sì, ma…-
-Ti hanno fatto male?-
Ridacchio appena, divertito dal ricordo poco tranquillo.
-Beh, diciamo che non mi hanno spaccato niente, se è questo che intendi! Ma in ogni caso non sono così male, sotto sotto. E’ una squadra molto diversa dalla Raimon, ma sono forti, e molto uniti fra loro. Mi hanno aiutato anche con Kageyama e… -
Di fronte agli sguardi troppo curiosi e soffocanti dei miei compagni, tiro un sospiro di sollievo, calando un velo di mistero al racconto – … Sì insomma, me la sono cavata.-
Con questa frase mi rialzo, avvicinandomi ad Haruna che è rimasta in disparte per tutto il tempo.
Le prendo le mani, guardandola negli occhi.
Sul suo volto si legge confusione e forse anche un po’ di paura… Distoglie subito lo sguardo, e non riesco più ad immergermi in quei profondi fondali marini. Il mio sorriso si addolcisce, mentre avvicino il mio volto fino a sussurrarle all’orecchio di fare una passeggiata insieme. La sento tremare impercettibilmente quando le mie labbra sfiorano i morbidi capelli bluastri.
Ritorno allora a guardarla negli occhi, mentre muovo i primi passi fuori dal campo, seguito a ruota dalla manager.
E spariamo per le strade trafficate della città, mentre alle nostre spalle i miei compagni mi richiamano per continuare il racconto lasciato a metà.
E’ già qualche minuto che camminiamo senza una meta precisa per Tokyo, e nessuno di noi ha ancora detto niente.
Non so da dove cominciare… Ho paura di essere troppo diretto, ecco.
Ma non posso far finta di non sapere nulla. Non posso più restare fuori dalla loro storia: non è colpa di nessuno, ma ormai sono invischiato fin troppo in questa faccenda per riuscire a ignorarla.
Voglio bene ad Haruna e… Non posso dire di essere diventato amico di Yuuto, non penso che ci siamo mai parlati di persona, però… Qualcosa adesso ci unisce. Che è molto di più che la nostra passione per il calcio.
Ho vissuto per una settimana la sua vita! Frequentando la sua casa, i suoi compagni, la sua scuola… Amico magari è troppo presto, ma posso dire di conoscerlo. E di ammirarlo.
Io sono sicuro che sarà in grado di riappacificarsi con sua sorella. In fondo, è stato solo tutto un grande malinteso che nessuno dei due ha avuto il coraggio di chiarire. Le incomprensioni sono comuni fra fratelli, sono certo che è tutto risolvibile.
E qualcosa negli occhi di Haruna mi dice che quello che sto pensando in parte è già successo.
Vedo nei suoi profondi occhi blu colmi di una malinconia struggente una luce nuova, la luce della serenità. Forse era troppo presto, forse non è ancora il momento giusto. Ma qualcosa è già successo fra questi due fratelli. Evidentemente si sono parlati… Sii fiduciosa Haru-chan, sono sicuro che il tuo onii-chan non voleva farti soffrire né abbandonarti, e prima o poi avrà l’occasione per dirtelo.
Mi accorgo solo ora di essere arrivato davanti allo stadio della città. Confuso, cerco gli occhi di Haruna, ma lei sta guardando con insistenza un tratto della strada, da cui vedo sbucare il pullman della scuola.
-Oh!- esclama la blu di colpo, come se si fosse resa conto ora che ci sono anch’io con lei. – Gouenji-san ci siamo dimenticati di dirti che si gioca la semifinale.-
-Ora!?!- esclamo con voce rotta dalla sorpresa
-Ora.- risponde serissima lei, dedicandomi un sorriso speciale.
Allora chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi e stringendo forse la presa sulla mano di Haruna. – E allora giochiamo!-
Apro di scatto gli occhi, nei quali brilla una determinazione e una calma imperturbabile, e metto subito a fuoco l’immagine di Endou davanti a me.
Il mio capitano sorride, portandosi una mano dietro la nuca.
Ammicco un sorriso, arricciando il naso: -Com’è che dici sempre? “Credici fino in fondo!” Pronunciate da te, queste parole mi trasmettono una grande fiducia. Sei proprio unico tu…-
E insieme alla mia squadra mi avvio verso l’entrata dello stadio, pronto a scendere in campo.
Una nuvola candida e solitaria attraversa il cielo d’un azzurro intenso, andando ad oscurare il sole. Sarà una grande partita, ne sono certo!
Prendo posizione in campo, con indosso la maglia numero dieci e nessun mantello a impedirmi la corsa carismatica. Eh già, è proprio bello essere tornati…!

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Ci siamo riuscite! Fai le valigie, Sissy! Si va sulla Terra!-
La fatina dai lunghi capelli mori si ravviva i capelli con un rapido gesto della mano sorridendo in risposta all'amica.
- Si, Juddy! I nostri protetti... La partita... Le persone... La terra... Wow!!-
Sono entrambe talmente eccitate da non riuscire nemmeno a formulare correttamente un frase. 
Sissy fa un passo verso l'amica portandosi le mani dietro la schiena. 
- Grazie al mio appoggio morale, Yuuto vincerà di sicuro.-
Juddy smette improvvisamente di saltellare freneticamente da una parte all'altra della stanza come stava facendo poco prima. 
- Non ha speranze contro Shuuya! Non riuscirai a batterci!-
- La vedremo, cara.-
Davanti a loro compare un portale che emana una luce azzurrina. 
- Destinazione: Terra!-
Angolo delle due fatine
Iniziamo col dirvi che ci spiace. Mi spiace in particolar modo di non aver potuto aggiornare prima!
Gli impegni scolastici sono tanti, tantissimi e.... Mi hanno soffocato!
Ma ora siamo qui e... Niente, posso considerarmi perdonata? *occhioni dolci*
Voi siete tutti importantissimi per noi. Chi legge, chi recensisce, chi ha solamente aperto per sbaglio questa fic. Tutti.
Le due fatine sono andate sulla Terra. Cosa combineranno mai? Tutto e il contrario di tutto quando si parla di loro! Vedrete, non rimarrete delusi!
Yuuto, io. Shuuya, Sissy.
Oh, non mancate al prossimo capitolo, eh!........C’è il GRAN FINALE!!!!
Kisses,
Juddy e Sissy 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 18 ~ ***


Capitolo 18
- Ehi, guardate! Nel cielo c’è un’astronave aliena!- 
Tutti si voltano a guardare le due fatine dei desideri con occhi sbarrati. Sissy, nel sentire mormorii come “Ma chi sono quelle due?” e “Forse sono pazze...”, tappa velocemente la bocca di Juddy con una mano. 
Sono in fila al botteghino dello stadio da più di due ore, tutto per poter acquistare due biglietti della finale. 
- Che cosa ti è saltato in mente? Ti sei messa a berciare come un’indemoniata e... Ahia! Mi hai morsicato!!-
La mora ritrae la mano dolorante, gli occhi sembrano voler sprigionare fulmini e saette da quanto è adirata. 
- Scusami... Non riuscivo quasi a respirare! Vediamo un po’... Come potrei passare il tempo?- 
Juddy si avvicina ad una signora ed inizia a tormentarla con una serie infinita di domande. 
- Mi perdoni, signora, avrebbe un momento?- davanti ad un cenno affermativo della donna la castana riprende a parlare, stavolta con ancor più foga. – Secondo lei chi ha più probabilità di vincere? La Teikoku Gauken con il geniale, affascinante e bellissimo Kidou Yuuto o la Raimon Junior High con il meno bello e carismatico Gouenji Shuuya?- 
Sissy afferra l’amica per un braccio e l’allontana dalla malcapitata che nel frattempo continua a guardarle a bocca aperta, sempre più stralunata. 
- Okay, okay, ascoltami. Già è stata un’impresa convincere il direttore se poi ti ci metti anche te con le tue domande idiote siamo spacciate! E poi, scusa tanto, ma tu non tifi per la Raimon!?- 
Le iridi dell’altra si colorano di varie sfumature mentre lo sguardo sognante si perde nel vuoto.
- Credo di essermi innamorata, Sissy… Di Kidou.-
L’altra la guarda perplessa continuando a giocherellare con una ciocca di capelli. 
- Non ricominciare altrimenti ti disintegro qui, davanti a tutti.- 
Juddy sospira rassegnata alzando le mani in segno di resa. 
- No, non ti provocherò, intesi. Anche perché adesso sarebbe il nostro turno!-

~ ☆~ ☆~ ☆~

Con passo deciso e autoritario mi avvio verso gli spogliatoi, lasciandomi la presidenza alle spalle.
Per fortuna siamo riusciti a sventare la minaccia della trappola… Adesso potremo concentrarci veramente solo sulla finale!
Mentre i tacchi delle mie scarpe rimbombano nei corridoi, sento dagli spalti lo strepitio dei tifosi.
“Non temete, adesso scenderemo in campo e ci daremo battaglia sul serio!”
Senza più sotterfugi o imbrogli. Ho promesso ad Endou uno scontro leale, e divertente.
Sono passati due giorni da quando ho lasciato la vita di Gouenji e sono tornato alla mia ruotine… Devo ammettere che non mi sono mai sentito meglio!
Io e la mia squadra ci siamo preparati bene per la sfida contro la Raimon, vinceremo sicuramente!
Lo devo ai miei compagni che mi sono sempre stati accanto e mi hanno sostenuto.
Lo devo alla Raimon che mi ha accettato, seppur temporaneamente, nella squadra.
Lo devo a Mamoru, che mi ha insegnato il significato della parola “amicizia” e soprattutto “divertimento”.
Lo devo a Gouenji, perché penso che ora ci possiamo pure considerare amici.
E lo devo a mia sorella, perché le ho promesso che non l’avrei delusa un’altra volta.
Riuscirò a farmi perdonare? Lo spero. Lo spero tanto.
Entriamo negli spogliatoi; io in testa, e tutti i miei compagni al seguito.
Quando siamo tutti nella stanza, mi guardo intorno; in realtà, ci siamo già preparati prima, e ci siamo già riscaldati. Tornare un attimo negli spogliatoi è più che altro una formalità, ma va bene così.
Negli occhi dei miei compagni vedo brillare una determinazione e una forza che non avevo mai visto così chiaramente: è proprio vero, la Raimon è una squadra speciale.
Avere a che fare con loro ti cambia, anche se non so in quale maniera.
Sentire parlare Endou scatena qualcosa dentro di te: è una cosa che non avevo mai provato. Come se le sue parole fossero una scarica elettrica che ti colpisce in pieno e ti fa rinsavire. E’ come se non avessi mai sentito parlare di calcio in vita mia, quando parla Endou.
E’ proprio unico lui…
Ha creato una squadra con le sue sole forze, una squadra che è riuscita ad approdare in finale e a scontrarsi con la temibile Teikoku Gauken. Una squadra che merita tutto il mio rispetto, senz’altro.
Alzo una mano verso l’alto, e l’attenzione di tutti si focalizza su di me.
“Siete pronti ragazzi?!”
Il silenzio dello spogliatoio è tangibile, sembra quasi di poterlo toccare; lo si respira, lo si vede. E’ un silenzio di attesa, agitazione, non paura, ma competizione, entusiasmo, carisma…
“Venite con me! Andiamo, e vinciamo questa partita!”
Un boato di esclamazioni anticipa la nostra uscita dalla stanza.
Tiro un sospiro, gli occhi nascosti dalle lenti d’occhiali scintillano carichi di speranza e trepidazione.
Sarà una bella partita, sicuramente.
Ho avuto modo di osservare la Raimon durante questo “scambio d’identità”, e sono certo della nostra vittoria.
Endou, Gouenji e tutti gli altri si daranno da fare, e ci faranno vedere dell’ottimo calcio. E noi non saremo da meno, no di certo!
Sfiliamo in due file perfettamente ordinate fuori dal corridoio, mostrandoci finalmente agli spettatori impazienti.
Sorrido in risposta allo sguardo determinato di Shuuya e all’occhiolino di Mamoru.
Chissà, forse con questa partita, anche i miei compagni capiranno cosa intendevo dire con “ la Raimon è squadra speciale”.

~ ☆~ ☆~ ☆~

- Ragazzi, siamo pronti? In questi giorni sono accadute tante cose che ci hanno un po’ scombussolato, ma ora che Gouenji è di nuovo fra noi non dobbiamo preoccuparci di niente! Giochiamo come sappiamo e vinceremo, ne sono sicuro!- 
Le mani strette a pugno dei miei compagni di squadra si alzano verso l’alto con un coro di “Sìì!” che rimbomba nel silenzio dello spogliatoio. 
Contrariamente a quello che pensavo, me ne sto in disparte, pensieroso, a mordicchiarmi freneticamente un’unghia con le labbra che mi tremano impercettibilmente. 
“Tra pochi minuti dovrò scendere in campo e dare prova del mio valore a quelli della Teikoku! Vedremo se saranno capaci di rimangiarsi quello che mi hanno detto qualche giorno fa a proposito della Raimon e della squadretta mediocre da quattro soldi!”
Il mio sguardo si posa sulla collanina d’argento luccicante che mi ha regalato Yuuka alla vigilia della finale dell’anno scorso. Rivedo davanti a me l’immagine di mia sorella stesa sul letto dell’ospedale e vengo scosso da un tremito mentre chiudo istintivamente gli occhi. 
Oggi vinceremo, dobbiamo vincere. 
Devo vincere per Yuuka, la mia Imooto-chan, alla quale ho promesso che avrei innalzato il trofeo del Football Frontiere e che non avrei mai smesso di giocare a calcio. 
Devo vincere per Kidou che, a mio e suo malgrado, mi ha accompagnato in questa avventura e adesso ci possiamo considerare quasi amici, considerando anche quello che ho scoperto su di lui e su Haruna. Mi sono ripromesso che non l’avrei detto a nessuno, sarà il nostro segreto. Mio e di Yuuto, intendo. Stimo molto quel ragazzo, e per questo spero che oggi le squadre diano vita ad un ottimo calcio, onesto e leale. 
E, sì, devo vincere anche per Juddy e la sua amica che, nonostante tutto, sono riuscite a farci capire che la vita migliore era la nostra, con i suoi lati negativi e quelli positivi. 
Improvvisamente la vista mi si annebbia e davanti a me scorre, come in un film, tutto quello che ho passato in quest’ultima settima. Dal desiderio di cambiar vita a quando mi sono risvegliato nella mega villa di Kidou. 
Rivedo quando ho scoperto quella magica soffitta contenente l’infanzia di un bambino che non ho mai conosciuto.
Quando il padre di Yuuto mi ha fatto accompagnare a scuola da Kageyama e come, quella sera stessa, il “Comandante” è venuto a casa mia chiedendomi se stavo bene. 
Vengo scosso da un tremito quando mi ritrovo davanti i ragazzi della Teikoku lividi di rabbia e accecati dalla frustrazione; la gioia che ho provato quando Sakuma è intervenuto a difendermi proprio quando pensavo che il mio momento fosse giunto.
E quando Juddy mi è apparsa in quello che credevo fosse un sogno e della buffa conversazione senza capo né coda avvenuta quella notte. 
Mi ritrovo a bisbigliare un “Grazie Juddy” che riecheggia nel silenzio dello spogliatoio. 
Le guance mi si infiammano tornando lentamente alla realtà. Mi stanno fissando tutti mentre io mi faccio piccolo piccolo nascondendo il volto nel colletto della maglietta che amo tenere alzato.
Endou mi si avvicina mettendomi una mano su una spalla sorridendomi con fare rassicurante. 
- Ci siamo, ragazzi.- si rivolge alla squadra sebbene i suoi occhi siano fissi sui miei- Scendiamo in campo e dimostriamo la nostra forza alla Teikoku Gauken!- 
Mi strizza l’occhio, al mio orecchio arriva il fischio che invita le squadre ad entrare in campo.
- Ci siamo, Shuuya, è il nostro momento! Vinciamo, mi raccomando.-
Annuisco, convinto.
- Puoi scommetterci, Endou!-

~ ☆~ ☆~ ☆~

Le due fatine dei desideri tengono gli occhi fissi sul campo da calcio in attesa che le due squadre si preparino a scendere in campo. 
- Beh, mi sembra chiaro ormai chi vincerà, no?- 
Juddy si volta lentamente fino ad incontrare l’iridi brune dell’amica.
- No, cara, non mi è chiaro e...-
Brip. Brip! Brip!!
- No, non è possibile!!-
La sfera magica nella borsa a tracolla di Sissy ha ricominciato ad emanare bagliori. 
- E’ una chiamata del direttore. Facciamo finta di niente?- 
- No, non potete!-
La castana viene scossa da un tremito vedendo il volto del direttore che la guarda, severo come sempre, dalla superficie trasparente della sfera- 
- Scusi, direttore, ma la partita...- 
- La vedrete alla televisione, i desideri degli altri non aspettano nessuno, sapete!?-
Le due si guardano negli occhi rispondendo all’unisono.
- Lo sappiamo!- 
- Buon lavoro, ragazze!- 
Sissy si alza e tende una mano alla compagna. 
- Andiamo?- 
L’altra l’afferra rispondendo con un sorriso. 
- Al lavoro, guardiana dei desideri.-
Si battono il cinque. 
- Conto su di te, guardiana dei desideri!-


E così finisce la nostra storia. Con due ragazze, due fate, che si abbracciano sigillando così la fine di una fantastica e magica avventura ricordandoci che nessun desiderio è irrealizzabile, l’importante è continuare a crederci.

“Buona fortuna ragazzi. E che vinca il migliore!” 
 


Ultimo Angolino
Signori e signore per il bene di tutti, grandi e piccini, le vostre due fatine preferite sono tornate per...
L'ultima volta?! *ç*
Eh si, cari miei, questo era l'ultimo capitolo di una long iniziata precisamente un anno fa e che ci siamo trascinate dietro per 365 giorni nella speranza di farvi una cosa gradita (?)!
Dunque, innanzitutto dobbiamo dire per l'ultima volta chi si è occupato delle narrazioni. Juddy, Gouenji e fatine; Sissy, Kidou. Spero che anche questo finale sia stato di vostro gradimento e abbia ripagato più di due mesi di attesa da parte della sottoscritta! >.< Ripeto: scusate ancora per l'attesa ma sono stata travolta da una mae di impegni scolastici!
Passiamo ai ringraziamenti.
Grazie a Kidou Yuuto e a Gouenji Shuuya per aver sopportato due fatine dispettose e per essersi tuffati a "capofitto" in questa avventura.
Grazie alle fatine e al loro caro direttore che sono state l'inizio di tutto e che, sicuramente, vedrete nuovamente apparire sui vostri teleschermi (?).
Grazie alla Raimon e alla Teikoku per aver aiutato i due poveri sfortunati anche se l'hanno fatto sicuramente a modo loro!  ;)
Un grazie di cuore anche a Sissy (Yssis) che mi ha proposto di fare questa long con lei. Spero davvero di avere un'altra occasione per lavorare a quattro mani con lei perchè mi sono veranemte divertita!
E GRAZIE anche a tutti voi che avete recensito, letto, aspettato, messo nelle preferite, ricordate o seguite questa storia! Vi vogliamo bene!!! <3
Un ultimo bacio fatato,
Sissy e Juddy 


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2158608