Curry e Cioccolato

di chobit13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1:
Sono disteso su un terreno freddo e duro, l’aria ghiacciata mi punge la pelle… ho paura, non apro gli occhi, ma non voglio rimanere lì fermo, sento dei passi vicino a me… apro gli occhi, mi alzo di scatto.
Sono in un bosco nero, desolato, senza vita… delle creature mai viste prima mi inseguono… il mio istinto mi dice di scappare… intravedo un cielo rosso sangue…le creature mi stanno raggiungendo e io cado a terra… sono spacciato.
Chiudo gli occhi perché non voglio guardare, ma invece di sentire gli artigli nella mia carne sento una mano piccola che intreccia le sue dita tra i miei ricci neri… alzo lo sguardo e incontro due occhi color della pioggia. Una ragazza dalla pelle bianca come la neve e i capelli neri come il carbone illumina quel luogo oscuro.
Mi carezza delicatamente la guancia e mi guarda con uno sguardo amorevole, mi aiuta a rialzarmi, lei mi sorride e mi sento felice e libero, ricambio il sorriso e lei guarda alla sua destra, guardo anch’io in quella direzione e vedo che il mondo intorno a me è cambiato… non mi trovo più nel bosco nero, ora mi trovo su una spiaggia sconfinata, il mare azzurro di fronte a noi e un cielo luminoso.
Lei si incammina verso il mare e io la guardo, guardo i suoi lunghi capelli, le spalle, il corpo coperto da una tunica di seta bianca… si volta verso di me sorridendo, io la raggiungo e le circondo i fianchi con le mie braccia, la guardo negli occhi e la bacio… lei mi ricambia… il nostro è un bacio intenso, carnale, molto reale, non ti verrebbe da pensare che in realtà è un sogno…
Bip,bip,bip…bip,bip,bip…bip,bip,bip…
Do il mio solito pugno alla sveglia per punirla di avermi svegliato… negli ultimi tempi sono deciso a distruggerla perché continua a interrompere il mio sogno sul punto più bello.
Faccio sempre lo stesso sogno negli ultimi mesi, sto cominciando a chiedermi se questa ragazza sia solo il frutto della mia immaginazione oppure una ragazza reale?...
Mi guardo allo specchio del bagno, squadro il mio viso, mi do una spuntatina alla barba già corta, poi mi passo una mano tra i miei lunghi ricci neri pensando alla mano di quella ragazza… ormai ogni mio pensiero è incentrato su questo sogno…prima o poi impazzirò!
Ma i miei pensieri vengono interrotti dal telefono, di malavoglia vado a rispondere:
“Pronto?”
“Ashir? Sei sveglio?” mia sorella…
“No, Jasmine, sono sonnambulo, quindi stai parlando con uno che sta dormendo!”
“Non scherzare! Sono nella merda fino al collo!”
“Che succede? Hai ucciso una damigella?”
“Il fotografo che avevo chiamato non è più disponibile! Ha detto che è impegnato con la comunione di un suo nipotino! Ti rendi conto?! Ha rimpiazzato il mio matrimonio per una comunione!”
“Jasmine! Dai non prendertela! Per lui sarà molto importante!”
“E il mio matrimonio non è importante?!?”
“Si! Non dico che non sia importante…Dai… sono anch’io un fotografo, posso fartele io le foto!”
“Ma io non volevo farti lavorare il giorno del mio matrimonio!”
“Non è un problema per me… più che altro è per evitare che tu uccida qualcuno!”
“Molto spiritoso!”
“Senti ora devo andare a lavoro. Ma ti richiamo !Ok?”
“D’accordo… Ciao fratellone!”
“Ciao sorellina!”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2:
Quando esco di casa mi piace guardare il cielo e respirare l’aria a pieni polmoni… è quasi finita l’estate ma New York è bella in qualsiasi stagione.
Faccio il fotografo in un piccolo studio, lavoro con il mio migliore amico Charlie, lui è l’unico che sa del mio sogno:
“L’hai sognata ancora?!”
“Si! E sono ancora fermo allo stesso punto. Dici che è normale fare sempre lo stesso sogno per diversi mesi?”
“Forse sei solo stressato, sai il lavoro, la famiglia…”
“La famiglia…”
“Come va con i tuoi?”
“Beh… Non va nel migliore dei modi…”
“Non ti hanno ancora perdonato per aver rifiutato di sposarti?! Ma è passato un anno!”
“Penso che passeranno molti altri anni prima che riescano a perdonarmi, Charlie!” presi la mia macchina fotografica e la posizionai sul cavaletto
“Ma perché sono così severi?”
“Siamo Induisti, il matrimonio combinato ha sempre fatto parte della nostra religione e per i miei è stato un insulto quando non ho accettato di sposarmi!” arrivò la modella in un abito da sposa nero,
“Quindi sono incazzati con te perché vuoi essere libero!”
“Beh… data la mia età volevano vedermi sistemato con una ragazza che piaceva a loro ma che non piaceva a me!... volevo evitare di andare al matrimonio di mia sorella per evitare scenate, speravo di inventarmi una scusa e invece Jasmine ha bisogno di un fotografo!”
“Così è la vita! E poi non sei così vecchio! Hai solo 41 anni…”
“E non sono vecchio?”
“Sei solo un po’ stagionato”
“Anche tu amico mio!” gli dissi dandogli una pacca sulla spalla “Ok! Adesso scatto!” la modella si mise in posizione e io scattai.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3:
“Descrivimi un po’ questa ragazza!” disse Charlie mentre addentava un hot dog pieno di salse, anch’io lo mangiavo ma senza salse:
“Allora… è medio alta, cioè si ferma al mio petto, ha lunghi capelli neri e mossi, ha occhi così azzurri che all’inizio sembrano di ghiaccio, ma dopo un po’ che li guardi ti sembra di vedere il mare, ha la pelle bianca come il latte”
“E’ orientale?”
“No è occidentale!”
“Ma hai detto che ha la pelle bianca come il latte e gli orientali hanno la pelle molto chiara!”
“Ma ti ho anche detto che ha gli occhi azzurri e gli orientali hanno gli occhi scuri!”
“Beh… non tutti…”
“Charlie, hai visto troppe volte Memorie di una Geisha !” ridacchiarono tutti e due sotto i baffi
“Comunque so che è bella, non troppo bella… le sue mani sono delicate e le sue labbra sono morbide e calde…”
“Caspita! Chissà se questa ragazza è reale…”
“Non lo so… mi piacerebbe che fosse reale…”
“E se lo fosse che faresti? Se la incontrassi per strada o nella metro che cosa faresti?”
“Non lo so… probabilmente resterei impalato a guardarla mentre cammina… se mi avvicinassi a lei avrei paura di svegliarmi da un sogno…” Charlie mi diede un pizzico al braccio
“Hey!”
“Se hai paura che sia un sogno puoi sempre controllare con un pizzicotto!”. Ci incamminammo alla metro
“E se ci mettessimo a cercarla?”
“Hai idea di quante ragazze ci sono a New York?!”
“Ok! Riduciamo il campo! Quanti anni ha?”
“Non lo so…”
“Pressappoco”
“Beh… penso sia sui 20 o 22 anni… non ne sono sicuro…”
“Nei sogni nulla è sicuro!” come aveva ragione Charlie in quel momento!
In quel momento arrivò il treno,
“Ashir! E se mettessimo un annuncio tipo ‘cercasi ragazza dei sogni’ con la descrizione che hai fatto e una tua foto? Ci mettiamo il tuo numero…”
“Non ci penso nemmeno a mettere il mio numero e la mia foto su un annuncio! Sai quante donne potrebbero perseguitarmi?!” mentre glielo dicevo mi misi a camminare all’indietro, ma così facendo non mi ero accorto che le porte del treno si erano aperte “Attento Ashir!” ma era già troppo tardi. Inciampai e finii di schiena addosso a una persona, tutti e due piombammo a terra, mi voltai per vedere se la persona che avevo decapitato stava bene, era una ragazza vestita di grigio con degli anfibi neri “Tutto bene? Ti ho fatto male?” la ragazza si voltò e si tolse un cappello di lana che indossava e fu lì che la vidi in faccia… in quel momento mi mancò il respiro… non credevo hai miei occhi!!
Era la ragazza che incontravo tutte le notti nel mio sogno! Aveva lunghi capelli neri, la pelle bianca come la neve, incontrai i suoi occhi azzurri che più volte mi avevano salvato dall’oscurità dei miei incubi… Era proprio lei! E ora era lì davanti a me con un’aria confusa “No… sto bene! Non mi sono fatta niente… tu,piuttosto, stai bene?” la sua voce mi fece vagare nel sogno per un momento, ma poi mi riportò alla realtà “Cosa?”
“Ashir! Deficiente! Ma guarda dove vai!- poi si rivolse a lei- Perdonalo cara, è un uomo che sogna!- ma poi vide che anche lei mi stava guardando intensamente negli occhi- A quanto pare sogna anche lei…” mi stava stava guardando come se già mi conoscesse…
“Ashir!”
“Eh?”
“Ashir!”
“Cosa?”
“Svegliati! Sta entrando gente!”
“Scusa se ti sono caduto addosso! Lascia che ti aiuti!- la presi per le braccia e la tirai su, le mie mani riconobbero la sua pelle e le sue mani, lei mi toccò le braccia con tocco delicato, fece passare le sue dita sui miei avambracci e sui palmi delle mie mani- Sono un po’ sbadato…”
“Sei uno che inciampa spesso?”
“No… di solito sto attento…”.
Ci eravamo accorti che il treno era partito solo quando eravamo arrivati alla fermata dopo, lei guardò fuori dal finestrino “Oh! Questa è la mia fermata! Devo andare o farò tardi a lavoro!” stava per uscire quando Charlie mi diede un pizzicotto
“E’ stato un piacere…”
“Aurora! E’ stato un piacere anche per me…”
“Ashir!”
Lo dissi senza pensare… lei mi sorrise… le porte si chiusero e il treno partì, la vidi allontanarsi. Charlie mi guardò
“Vieni Ashir! Sediamoci prima che collassi a terra!”.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:
Era vero quello che avevo visto?
Era davvero la ragazza che sognavo da mesi?
Poteva essere un altro sogno o un’illusione…
La testa mi scoppiava… non riuscivo a non pensare ai suoi occhi. Il pensiero di non riuscire a vederla mai più mi impediva di dormire… avevo paura che quella poteva essere l’ultima volta che avrei visto i suoi occhi… non avevo nessuna informazione  riguardo lei, solo il suo nome… Aurora…
Quando riuscivo a dormire pensavo a lei… mi addormentavo pronunciando il suo nome in un sussurro… quando comincio a sognare apro gli occhi sulla spiaggia, disteso su un fianco davanti ad Aurora che mi accarezzava la guancia.
“Qualcosa è cambiato…”
“Dobbiamo rincontrarci nella realtà! Dobbiamo rivederci altrimenti non mi darò pace!... Ma non so come fare…”
“Io non sono sicura…”
intrecciò le dita nei miei capelli e io chiusi gli occhi assaporando quel piacere…
“Io non posso più accontentarmi del sogno Aurora! Ho bisogno di te nella realtà! Ho bisogno dei tuoi occhi, delle tue mani, della tua voce… ti voglio reale, non più un sogno!”
“Allora cercami!”
“Ma come? Non so niente di te!”
Mi sorrise e con una mano mi avvicinò a lei
“Annusami…”
Io sfiorai la sua guancia col naso e sentii il suo profumo, era dolce e delicato
“Sai di vaniglia!”
“Ora baciami…”
Chiusi gli occhi e baciai la sua bocca accarezzandone ogni angolo con la lingua, sentii anche lì un sapore dolce
“Sai di cioccolato!”
“Ti ho dato questi due indizi… ora cercami e sono sicura che mi troverai!”
“Come fai ad esserne così sicura?”
“Il destino ci ha già fatti incontrare una volta, ci farà incontrare di nuovo…”.
Mi avvicinai a lei investito da uno dei suoi intensi sguardi e ripresi a baciarla con ardente passione, le sue dita intrecciate nei miei capelli, le mie mani che salivano e scendevano sulla sua schiena.
Ogni bacio, ogni carezza, ogni sguardo poteva essere l’ultimo… non volevo più vivere in quella continua ansia… questo mi spinse a cercarla.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5:
“In pratica dobbiamo cercare questa Aurora in una pasticceria?” dopo avergli raccontato il sogno Charlie era parecchio perplesso, ma dove cercare vaniglia e cioccolato se non in una pasticceria!
“Credo di sì…” stavamo sfilando davanti a una di esse
“Quindi devi guardare in ogni pasticceria di Manhattan  per trovarla?”
“Tu mi aiuterai!”
“Questa è follia!”
“Mai quanto quella di mettere un annuncio con il mio numero e la mia foto  per tutta New York?”
Lo tirai per un braccio ed entrammo dentro.
Era pieno di persone che ordinavano e compravano dolci
“Non vorrai chiedere in tutte le pasticcerie in cui entreremo se c’è una ragazza di nome Aurora?”
“L’idea è quella!”, mi avvicinai al bancone “Mi scusi…” e si avvicinò una donna formosa “Per caso in questa pasticceria lavora una ragazza di nome Aurora? Ha i capelli neri e gli occhi azzurri, la pelle chiara…” lei mi squadra per un secondo “C’è una ragazza di nome Aurora, ma non ha i capelli neri.” Guardo Charlie e poi mi rivolgo a lei “Potrei vederla?” “Aspetta qui caro!” e sparisce dietro una porta con l’oblò.
“Dici che potrebbe essere lei?”
“Ha detto che non ha i capelli neri…”
“Che ne sai? Potrebbe aver cambiato colore di capelli…”
“Mi tremano le gambe!”
“Sta calmo!”
Dalla porta con l’oblò uscì la donna di prima “Caro, questa è Aurora!” dietro di arrivò una stupenda ragazza dai capelli biondi, per mia sfortuna non era lei… provai un’immensa delusione quando la vidi.
Mi voltai verso Charlie “Beh… Signore è stato un piacere! Noi togliamo il disturbo! Buona giornata!” e mi trascinò fuori dal negozio “D’accordo ti aiuto! Ma quando la trovi tu mi dovrai trovare una fidanzata!”
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Andammo di pasticceria in pasticceria per diversi giorni in cerca di Aurora, io e Charlie stavamo perdendo la speranza…
“Che dici, Ashir… la troveremo entro la fine dell’anno?”
“Non ne sono sicuro…”
“Ci sono ancora tantissime pasticcerie da controllare!”
“Forse dovrei lasciar perdere!”
“No Ashir! Non devi abbatterti così! Vedrai che la troveremo!”
“Si… magari quando saremo nel 2014…”
Poi Charlie mi diede una forte pacca sulla spalla.
“Cosa c’è Charlie?”
“La metropolitana! Come abbiamo fatto a non pensarci prima?”
“Di che stai parlando?”
“Abbiamo incontrato Aurora in metropolitana, ti ricordi?”
“… Si…”
“Rifacciamo lo stesso percorso e scendiamo dove si è fermata lei!”
“Ma io non ricordo dove si è fermata!”
“E’ per questo che devi pensare ad un compenso migliore per me quando troveremo Aurora! Andiamo!”
Andammo alla nostra solita fermata della metro e scendemmo alla fermata di Aurora e ci mettemmo a cercarla per le pasticcerie di quella strada, andammo avanti fino a sera.
“Ashir… io non ce la faccio più!”
“Andiamo Charlie! Sento che questa potrebbe essere la volta buona!”
“E’ tardi! Ormai i negozi stanno chiudendo! Ti prego, lasciami andare! C’è la partita di basket stasera in tv!”
“Tu non segui la partite di basket in tv!”
“Cercavo una scusa per liquidarmi!”
“Ok Charlie… ti lascio andare. Continuerò da solo!”
“Sei sicuro, Ashir?”
“Si, tranquillo! Guarderò ancora in qualche pasticceria e poi tornerò a casa!”
“Se la trovi chiamami! Buonanotte!”
“Buonanotte!”
 
Dopo aver camminato per qualche minuto arrivai ad un’altra pasticceria, guardai l’insegna e vi lessi ‘Il mondo del cioccolato ’ , dalla vetrina vedevo bene che non c’era nessuno dentro il negozio, ma c’erano comunque le luci accese, così decisi di entrare.
Aprendo la porta feci suonare delle campanelle dal suono dolce che mi portarono alla mente i miei sogni, sperai di riuscire a trovarla.
Dentro il negozio regnava il silenzio “C’è nessuno?” ma non ebbi risposta, “C’è nessuno qui dentro?” sentii una voce in lontananza “Arrivo subito!” era molto debole e non riuscii a distinguerla.
Mentre aspettavo mi misi a guardare in giro tra il bancone dei pasticcini e gli scaffali di leccornie, ovunque si sentiva il profumo di vaniglia e cioccolato, sui muri c’erano tante foto di donne e ragazze in grembiule, di sicuro erano le dipendenti del negozio che venivano immortalate mentre preparavano dolci, erano tutte sorridenti e felici.
Mentre scrutavo ogni volto presente nelle foto ne scorsi uno che mi saltò subito all’occhio: una ragazza dalla pelle pallida, gli occhi color del ghiaccio e boccolosi capelli neri tirati su con una pinza… ci misi qualche secondo per capire che quella ragazza era Aurora… il mio cervello si bloccò, non mi ero nemmeno accorto che in quel momento, alle mie spalle, si avvicinò la dipendente rimasta sola in negozio.
“Ha bisogno di qualcosa, signore?” le mie orecchie udirono la voce più dolce del mondo, avrei riconosciuto quella voce ovunque… “Signore?... Deve prendere qualcosa? La pregherei di fare in fretta perché devo chiudere.”
Ero paralizzato, volevo voltarmi, ma i miei muscoli si erano irrigiditi, ma quando mi poggiò la mano sulla spalla sentii il sangue bollire nelle vene… “Mi scusi? Si sente bene?” a quel punto decisi di voltarmi.
Molto lentamente mi girai verso di lei e rincontrai i suoi occhi e il suo sguardo intenso, questa non era un’allucinazione o un’invenzione della mia mente, avevo di fronte a me Aurora in carne ed ossa. Iniziò a girarmi forte la testa e le mani iniziarono a tremarmi “Ma… ma tu non sei quello dell… HEY!!” non le diedi il tempo di finire la frase che crollai a terra privo di sensi, ma fu per un attimo breve e in quel attimo sentii le sue mani su di me, sul mio viso e quando riaprii gli occhi il suo viso era vicino al mio.
“Hey! Mi senti? Va tutto bene?” io sorrisi
“Si… va tutto a meraviglia… Aurora…” ancora disteso allungai una mano sul suo viso
“Tu sei il decapitatore della metropolitana, vero?” le carezzai una guancia
“E tu sei la ragazza dei miei sogni!” spostai la mia mano sulla sua nuca e premetti le sue labbra contro le mie, così facendo finì addosso a me, sentii la morbidezza del sul seno contro il mio petto, lei no si divincolò dai miei abbracci né rifiutò i miei baci, anzi, rispondeva ad entrambi, sentivo le sue mani carezzarmi la pelle, avevo desiderato le sue labbra da molto tempo.
Dopo un po’ ci staccammo da quel bacio carnale, tutti e due ansimavamo, le nostre labbra erano rosse, lei mi guardò intensamente negli occhi “Mi hai trovata…” me lo disse carezzandomi i capelli, io mi tirai su spingendola dolcemente a terra e mi misi sopra di lei “Ora non ti lascerò più andar via!” le dissi con dolcezza infilando una mano tra i suoi capelli, lei mi attirò a sé e riprendemmo a baciarci con ardore, l’uno perso nell’altra, finché lo squillo di un telefono interruppe quel momento magico.
Io ero deciso ad ignorare il telefono ma Aurora voleva rispondere “No… ti prego…” la pregai io continuando a baciarla “Per favore, devo rispondere! E’ il telefono della pasticceria!” con tristezza ci alzammo dal pavimento e le lasciai rispondere, la seguii a distanza, era esattamente come era raffigurata nei miei sogni, era reale.
Dopo che ebbe risposto si avvicinò a me “Era il capo del negozio… ora devo proprio chiudere!”
“Non sparirai un’altra volta…”
“Certo che no… ti andrebbe di venire a cenare da me stasera?... se non hai impegni… così, magari, possiamo parlare…”
“Si! Certo! E’ un piacere per me!”
“Bene!... prendo la giacca!”
Mentre andò a prepararsi io feci un mezzo salto di gioia e mi misi a pensare a quel detto in latino che tradotto vuol dire ‘cogli l’attimo’, io l’ho preso in pieno!  

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mi sembrava di essere ritornato in uno dei miei sogni, solo che non mai sognato di stare nel treno della metropolitana con l’angelo che mi salvava dai miei incubi.
Questo non era un sogno, lei era lì accanto a me, le tenevo la mano, questa era la realtà, lei era reale e non sarebbe sparita come in un sogno.
Aurora mi teneva la mano con entrambe le mani come se avesse paura di perdermi, a intervalli di minuti squadrava ogni centimetro del mio viso per poi spostare lo sguardo verso le porte che si aprivano e chiudevano.
“Stai bene?”
“…si…sto bene. Mi sto solo assicurando che questo non sia un sogno.”
“Siamo nella metro, siamo insieme. Mi sembra che sia tutto reale fino ad ora.”
“I sogni sembrano reali quando li viviamo, ma quando ci svegliamo ci rendiamo conto che era tutto finto. Ho paura che questo sia un altro sogno e che presto mi sveglierò nel mio letto e non avrò i tuoi occhi davanti a me.”
Era preoccupata e aveva paura, glielo leggevo in viso e lo sentivo nella voce. La avvicinai a me avvolgendola con un braccio per rassicurarla.
“Anch’io ho paura. Ho paura che questo sia un altro sogno, ho paura che da un momento all’altro mi sveglierò e non ti troverò più accanto a me.
Ma averti qui vicino a me, poterti tenere la mano e parlarti mi fa capire che questo non è un sogno, tutto questo è reale, tu sei reale e non sei un frutto della mia immaginazione.
Non devi aver paura di perdermi perché da ora in poi io non sparirò mai più.”
Aurora mi guardava con uno sguardo intenso, allungo una mano sul mio viso e mi carezzò le labbra con le dita, io gliele baciai, poi lei si sporse verso di me e catturò le mie labbra, assaporai la sua bocca e giocai con la sua lingua, dopo un po’ riprendemmo fiato.
“Questo è molto meglio che nei sogni!”
Aurora aveva ragione.
 
“Eccoci qui!”
Ci fermammo di fronte a una scalinata dove alla fine si trovava un portone nero.
“Tu abiti qui?”
“Secondo piano, porta marrone col nome Miller.”
Entrammo oltre la porta marrone e mi ritrovai in un appartamento non troppo piccolo con pavimenti in legno e mobili bianchi decorati con delle lucette bianche, quelle che in genere si mettono sull’albero di natale, era molto bello e accogliente.
“Ti va una cioccolata calda?”
“D’accordo!”
La guardai preparare la bevanda.
“Ashir…giusto?”
“Giusto.”
“Che lavoro fai?”
“Che lavoro faccio?”
“Beh…penso che avrai capito che faccio la pasticciera.”
“Io faccio il fotografo, lavoro in una rivista di abiti da sposa.”
“Wow! È il sogno di qualunque donna incontrarti!”
Tutti e due ci mettemmo a ridere e io mi beai dei suoi sorrisi.
“Sei decisamente più bella di quando ti sognavo!”
Lei mi guardò intensamente negli occhi, poi li abbassò, sembrava ancora un po’ preoccupata così le presi la mano e tornò a guardarmi.
“Se hai paura io ti capisco. Sono pur sempre uno sconosciuto dentro casa tua e se ti…”
“Se avessi avuto paura adesso non saresti nemmeno dentro casa. Io non ho paura di te, è come se già ti conoscessi.”
Io le sorrise, facendola arrossire tornò a concentrarsi sul fornello dove stava preparando la cioccolata, la vidi portarsi un po’ di cioccolata alla bocca con il cucchiaio.
“La mia cioccolata è davvero buona!”
“Ah si? Fammi sentire.”
La presi tra le mie braccia e le nostre labbra si incontrarono in un bacio intenso, la presi di peso e la posi su un mobile della cucina, oppose un di resistenza quando infilai le mani nella sua maglietta accarezzandole la schiena.
“Ashir, io non vorrei correre troppo…”
“D’accordo…vuoi che me ne vada?”
“No! Resta con me stanotte.”
La guardai negli occhi, poi spensi il fornello e la presi di peso portandola in camera da letto, la misi sul letto dove entrambi ci spogliammo rimanendo solo in biancheria intima, Aurora tirò fuori da un cassetto del comodino un pigiama da uomo.
“Che ci fai con un pigiama da uomo?”
“A me piace indossare solo la parte di sopra,è un’abitudine che ho da sempre.”
“E’ la prima volta che dormo con solo il pezzo di sotto.”
Entrammo sotto le coperte e avvolsi Aurora tra le mie braccia. Ci baciammo intensamente per molte ore finchè non arrivò il sonno che ci fece piombare nei nostri sogni.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: ***


Aurora:
Sono nel sogno…
Sono sulla spiaggia insieme a lui.
Sono quando siamo insieme.
Gli do un bacio sulle labbra e corro verso la riva del mare. Sento un tonfo che sposta l’aria, mi volto e Ashir non c’è più, mi guardo intorno per cercarlo.
“Ashir!”
Un vento si alza, l’aria calda mi riempie le narici.
Ora sono in un deserto e il cielo è rosso fuoco.
Come ho fatto ha finire qui?
Perché Ashir non è con me?
Davanti a me si forma un nuvola nera che lancia fulmini e tuoni.
“Ti stai chiedendo come mai tutto questo sia possibile. Come mai vi siete incontrati e come mai i vostri sogni sono uniti.”
È una voce che non conosco.
Dalla nuvola esce fuori una bellissima ragazza dai lunghi capelli rosso rame morbidi e boccolosi, aveva la pelle bianca come la superficie della luna, i suoi occhi erano di un verde intenso e profondo, indossava un lungo abito stile impero di seta nera con lunghe e larghe maniche di velo che avevano un lungo taglio per far uscire le braccia.
Non credo di averla mai incontrata.
“Chi sei tu?”
Lei si avvicina a me, il vestito ondeggia sulla sabbia e i boccoli ramati vengono spostati dal vento.
“Mi chiamo Perla. Sono una strega nera, guardiana della notte e dei sogni. Vi ho osservati per molto tempo ed è raro che due anime si incontrino nei sogni per poi incontrarsi nella realtà.”
Io la guardo perplessa.
“E’ una cosa sbagliata?”
Lei mi sorride.
“No. Qualcosa è successo nell’universo, i vostri destini si sono uniti e i sogni vi hanno guidato.”
“Perché sei qui?”
“Sono qui per avvertirti. Tu ed Ashir siete in grave pericolo. La vostra unione non è ben vista nella religione indiana. Un demone cercherà di separarvi. Per impedirlo dovete dimostrarmi che il vostro è vero amore, altrimenti lui ti prenderà!”
“Chi mi prenderà?”
“Il demone cieco!”
 
Apro gli occhi.
I primi raggi del mattino decorano la mia stanza di mille luci.
Sopra di me c’è Cricri, il mio gatto rosso dagli occhi verdi, mi mordicchia il naso per dirmi che ha fame.
Mi metto seduta e vedo che Ashir non è nel letto, Cricri balza giù dal letto e si dirige nel bagno, mi metto a seguirlo.
La porta del bagno è semi aperta, mi avvicino lentamente e vedo Ashir sul lavandino, si stava sciacquando il viso; approfittai di quel momento per guardare le sue possenti spalle, la sua schiena muscolosa, dopo un po’ prende un asciugamano e si copre il viso, così mi avvicino silenziosamente a lui e allungo una mano sulla sua schiena, carezzo delicatamente la sua pelle liscia e ambrata mentre appoggio l’altro mano sul suo fianco.
“Ti piace guardarmi?”
Pensai se era solo attrazione fisica o qualcosa di più.
“Solo quando non te ne accorgi.”
Lui mi prese la mano e se la portò all’altezza del cuore avvicinandomi a lui, mi strinsi forte a lui.
“Tutto bene Aurora?”
“Si…sto bene.”
“Me ne accorgo quando qualcuno mi dice le bugie.”
Mi fermai a chiedermi se anche lui aveva sognato quella strega nera.
“Senti…hai mai sognato un’altra ragazza oltre a me?”
“Direi di no. Tu sei la sola ragazza dentro i miei sogni. Perché?”
Allora ho sognato solo io Perla e Ashir non sa che potrebbe esserci un demone che vuole separarci.
“Niente…solo una curiosità…sai non si sa mai.”
“Sei forse gelosa?”
“Ancora non te lo so dire.”
Ashir si gira verso di me, mi avvolge tra le sue braccia e mi bacia con passione.
“Mi piace sapere che sei gelosa di me.”
Io appoggio la fronte sulla sua, vorrei rimanere così per sempre ma dovevo andare a lavoro.
“Devo andare a lavorare…”
“Anch’io…”
“Perché non ci vediamo a pranzo? Vengo dove lavori tu.”
“Nel mio studio fotografico?”
“Si. Mi dici dove si trova…”
Era un po’ titubante.
“Che c’è? Hai paura che non venga?”
“Un po’ si , ma mi voglio fidare.”
Gli sorrisi e gli riempii la bocca di piccoli baci finchè lui affondò la lingua e gustai il suo sapore.
“Ora devo prepararmi!”
“Vuoi una mano? Potrei essere bravo a vestire le ragazze.”
Tutti e due scoppiammo a ridere.
Non so dire se sia vero amore, ma è qualcosa di diverso, mi sento bene con lui.
Devo davvero crede alle parole di Perla e aver paura di questo demone?

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Aurora
 
Fare dolci mi rilassa, libera la mia mente e mi aiuta a non pensare a quello che potrebbe accadere.
Cerco di non pensare al sogno che ho fatto, ma è difficile; ogni volta che penso ad Ashir davanti a me compare una strana figura nera e inquietante, e questo mi preoccupa.
“Aurora? Sei sulle nuvole?”
Ma la mia amica e collega Tiffany riesce sempre a riportarmi alla realtà.
“No. Sono sulla terra.”
“Mi sembri un po’ distratta ultimamente.”
“Si, come dici tu. Aiutami a mettere le torte nel forno.”
“Hey! A pranzo voglio farti conoscere il mio nuovo ragazzo.”
Chiusi il forno e pensai all’appuntamento con Ashir, magari porterò una torta.
“…Veramente, avrei un impegno per pranzo. Devo vedere una persona.”
“E lui chi è?”
“Che ne sai che è un lui?”
“Perché hai scordato di accendere il forno.”
Effettivamente mi ero dimenticata di accenderlo.
“D’accordo è un uomo. Vogliamo conoscerci meglio.”
“Siete già stati a letto?”
“Si…abbiamo dormito insieme.”
“Solo…avete solo dormito.”
“Si. Abbiamo solo dormito.”
“Come vi siete conosciuti?”
“In metropolitana.”
“No. Non sono tipo apposto quelli che incontri in metropolitana.”
Alzai gli occhi al cielo pensando ai maniaci che incontra lei in discoteca.
 
Ashir
 
Non riesco a smettere di sorridere né riesco a smettere di pensare ad Aurora, ripenso ai nostri baci e come la tenevo stretta tra le mie braccia.
“Ashir! Lo sai che se non lavori non potrai pagare la bolletta questa mese!”
“Si, Charlie…”
“Stai ancora dormendo?”
Devo raccontare tutto a Charlie se no scoppio.
“Charlie, l’ho trovata!”
Charlie mi guarda stranito.
“Chi hai trovato?”
“Aurora!”
“Sul serio?”
“Non ci credo!”
“Ti dico di si!”
“Eh…e come è stato ritrovarla? Che cosa hai fatto?”
“E’ stato bello! Solo che…quando l’ho rivista sono svenuto…”
“Sei svenuto?!”
“Cosa vuoi da me?! Era tutto il giorno che la cercavo, non ci speravo più. e quando me la sono ritrovata davanti … beh… il mio cervello ha collassato…”
“E poi?”
“Beh…lei mi ha riconosciuto, e … ci siamo baciati.”
Charlie fece un mezzo salto dall’euforia.
“E poi? Che avete fatto?”
“E poi lei mi ha invitato a casa sua, e…”
“L’avete fatto?”
“No.”
“Come no?”
“No. Non abbiamo fatto niente. Ci siamo solo baciati e… abbiamo dormito insieme.”
“Cosa? Tanta fatica per ritrovarsi a dormire?!”
“Oh, andiamo! Ero praticamente un estraneo per lei, non volevo saltarle addosso come un maniaco.”
“Oh, che galantuomo!”
“Dovrebbe venire qui a pranzo.”
“Continuo a pensare che sia fatica sprecata!”

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Aurora
 
A volte in metro c’è un silenzio che non ti impedisce di pensare; continuavo a pensare a Perla e al Demone cieco.
Più passava il tempo e più mi preoccupavo, dovevo raccontare tutto ad Ashir appena svegli, sarei stata più tranquilla.
Mentre si aprono le porte della metro noto tra la folla un giovane indiano in piedi davanti al treno, aveva gli occhi chiusi e stava lì immobile; sono rimasta a fissarlo per qualche secondo finchè non ha aperto gli occhi facendomi sobbalzare.
Aveva occhi color del ghiaccio, sembravano quasi trasparenti o fatti di vetro; quando si sono chiuse le porte ha voltato la testa verso di me e mi ha guardata con i suoi occhi vitrei, ho sentito un brivido percorrermi la schiena e ho sentito una voce nella testa.
“Aurora…sei già mia…”
Quando il treno si è mosso ho spostato lo sguardo verso su un’altra finestra per non perderlo di vista, ma in un attimo era sparito.
Feci qualche passo indietro, voltai la testa a destra e a sinistra con il cuore che batteva forte.
Mi voltai per cercare un posto a sedere ma appena lo feci mi trovai davanti lo stesso indiano dagli occhi vitrei.
Prima che potessi fare qualunque cosa mi posò una mano davanti agli occhi.
Non un urlo…non un movimento…solo il buio…e poi più niente.
 
Ashir
 
L’ora di pranzo è quasi finita e Aurora ancora non si è fatta vedere, la chiamo ma non risponde.
Devo ritornare a lavoro ma stasera andrò alla pasticceria.
Mentre mi dirigo a lavoro incrocio un ragazzo indiano, quando mi passa vicino guarda verso di me con occhi di ghiaccio e un brivido gelido mi attraversa la schiena.
Ci voltiamo insieme e ci troviamo faccia a faccia, io sono quasi spaventato dai suoi occhi e, intanto, sento una voce.
“…lei è mia…”
Una persona passa davanti al ragazzo che poco dopo sparisce davanti ai miei occhi.
Mi chiedo che cosa sta succedendo.
 
Arrivo davanti alla pasticceria, non c’è molta gente, sta per chiudere.
Quando entro incontro una delle dipendenti.
“Scusami…c’è una ragazza di nome Aurora? Capelli neri, non molto alta…”
“Oh, tu devi essere quello che doveva incontrare a pranzo, vero?”
“Ehm, si.”
“Resta qui, vado a chiamarla.”
La guardo andare via e all’improvviso sento qualcuno dietro di me che mi osserva.
Dopo un po’ vedo comparire Aurora con uno strano sorriso.
“Ciao Ashir! Scusa se non ti ho avvertito.”
Supera il bancone e mi abbraccia, io ricambio ma non appena la tocco vengo attraversato da un brivido, è fredda come se fosse appena uscita da una piscina ghiacciata.
“Che cosa è successo? Come mai non sei più venuta?”
Lei mi guarda e noto che è molto pallida.
“Non mi sono sentita bene in metro così sono tornata al negozio. Mi dispiace ancora.”
“Non importa, l’importante è che tu stia bene.”
Lei mi sorride ma sento che c’è qualcosa di strano.
“Che ne dici se ti accompagno a casa.”
“Ok! Vado a cambiarmi. Ti ho fatto una torta per farmi perdonare.”
 
Entriamo in casa sua e continuo a sentire brividi di freddo, Aurora invece si comporta come se niente fosse, quasi in modo meccanico.
“Aurora. Vado un secondo in bagno.”
Lei mi guarda con un sorriso che mi sembra sempre più forzato.
“Ok. Fa pure.”
Entro nel bagno e mi chiudo dietro la porta.
E’ qui che stamattina ci siamo tenuti stretti e ci siamo baciati, eppure adesso sembra un’altra persona, come se fosse posseduta…
“Magari è proprio posseduta!”
Una voce interrompe i miei pensieri, mi guardo in giro cercando qualcuno o qualcosa, ma non vedo niente.
“Se vuoi vedermi devi chiudere gli occhi.”
Chiudo gli occhi e davanti a me si materializza una giovane donna dai capelli rossi vestita di nero.
“Non aver paura, Ashir. Sono tua amica.”
“Chi sei?”
Lei si avvicina a me e vengo catturato dai suoi occhi color smeraldo.
“Mi chiamo Perla e sono una strega nera, guardiana della notte e dei sogni. Vi ho osservato per molto tempo, tu e Aurora siete l’unione di due stelle, era destino che vi ritrovaste. Ma pare che qualcuno non sia d’accordo.”
“Che vuoi dire?”
“L’ho detto ad Aurora ieri notte.”
“Cosa le hai detto?”
“Non te ne ha parlato? Non ti ha detto niente neanche di me? Questo vuol dire che ancora non si fida.”
“Che vuoi dire?”
“Ieri notte le ho parlato e le ho detto che voi due siete in grave pericolo. Era solo questione di tempo prima che lui vi trovasse.”
“Chi?”
“Il Demone cieco! E’ un semi-dio della tua religione che non approva la vostra unione. Temo che si sia impossessato della mente di Aurora.”
“Come fai a dirlo?”
“Non riesco ad entrare nella sua mente come faccio con te adesso. Quel demone la sta tenendo prigioniera.”
“Perché fa questo? Che cosa vuole?”
“Vuole Aurora.”
“Perché?”
“Perché è quello che vuoi tu. Devi salvarla.”
“Ma non so come fare.”
“Ci sarò io accanto a te.”
Apro gli occhi e lei non è più davanti a me.
“Non aver paura.”
Mi dirigo in cucina dove Aurora sta tagliando la torta che si è portata dal negozio.
“Sembra buona.”
Aurora si gira e mi sorride.
“Lo è! L’ho fatta con le mie mani!”
Mette due fette su dei piattini e si siede, decido di sedermi anch’io.
“Che cosa ti è successo in metro?”
“Te l’ho detto. Non mi sono sentita bene.”
“E che cosa hai avuto?”
“Mal di testa.”
“Non mi hai avvertito.”
“Scusami. Non mi è venuto in mente di avvertirti.”
“A chiunque sarebbe venuto in mente.”
Comincia a perdere il sorriso.
“Aurora mi avrebbe avvertito subito. Ma a te non è venuto in mente. Non è vero,demone?”
Uno sguardo cupo si insinua nei suoi occhi.
“Come fai a dirlo? La conosci appena.”
“Non appena lo incontrata mi è sembrato di conoscerla da tutta la vita, e forse è proprio per questo che ora riesco a vederti!”
Riprende a sorridere, ma stavolta un sorriso maligno.
“A quanto pare mi hai scoperto.”
“Che cosa vuoi da Aurora?”
“Non potrò mai accettare ciò che dicono le stelle, non potrò mai accettare questa unione, e poi lei è debole. Un’ottima preda.”
“Ti ordino di lasciarla andare, adesso!”
Lai si alza in piedi e i suoi occhi diventano completamente neri.
“Tu mi stai ordinando?”
Pieno di rabbia mi alzo anch’io.
“Voglio che lasci in pace Aurora! Voglio che tu esca dalla sua mente all’istante!”
“Io sono il semi-dio Andhaka, il Demone cieco. E Aurora ora è mia!”
Le prendo con forza le braccia e la trascino contro di me e schiaccio le mie labbra contro le sue nella speranza di riportarla in sé.
Ma all’improvviso la sento tremare così forte che crolla tra le mie braccia.
“Ashir…ai..u..ta…mi…”
“Aurora!”
La distendo a terra, appoggio l’orecchio al suo petto e sento il cuore battere all’impazzata.
Quando la guardo trema ancora più forte e ha gettato gli occhi all’indietro, dalla bocca perde sangue, do un’occhiata, si stava mordendo la lingua.
“Aurora!”
Cerco di farla stare ferma bloccando le gambe, intanto prendo il cellulare e chiamo il 911.
“Pronto! Mi serve aiuto! La mia ragazza sta male, credo stia avendo una crisi! Vi prego fate in fretta!”
Ero davvero spaventato adesso.
“Mantieni la calma, Ashir! Andrà tutto bene!”
La voce di Perla mi rassicura, non potevo far altro che aspettare e sperare.

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