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Lista capitoli: Capitolo 1: *** mentire per non ricordare *** Capitolo 2: *** prima di voi c’è stata lei *** Capitolo 3: *** Sono tornata ***
Come promesso
ecco la mia nuova fic. Ho alcune avvertenze da fare: non so cosa
scriverò. Avevo in mente giusto i primi due capitolo.
Per il resto non so nient’altro. Ogni storia, ogni
evento inventato sarà scritto di getto.
Un’altra
avvertenza…bè, come è scritto dell’introduzione
questa volta vedremo Edward conteso tra bella e un’altra ragazza…e
la “povera” Bella proverà ciò che ha provato edward
con lei e Jacob. Ultima cosa: nonostante inizio da un capitolo di Eclipse, questa storia non so quanto terrà conto
della serie, quindi probabilmente Jacob sarà solo un amico di Bella. Bè…leggete
e recensite, ok? J
-Buona notte Bella-
-aspetta. C’è qualcos’altro che volevo
chiederti.- sorrisi, stringendo ancora di più Bella al mio petto.
–cosa?- -ieri notte ho parlato con
Rosalie…- ecco. Lo sapevo. M’irrigidii, una nuova espressione sul
mio viso. Ma lei non poteva vedere. –sì,
quando sono arrivato ci stava pensando. Ti ha turbata
molto, vero?- Rosalie!! La mia bellissima sorella bionda ha sempre avuto il
vizio di parlare quando non deve. C’era un
motivo se non avevo mai raccontato a Bella la sua storia. Troppo triste. Troppo
violenta. –mi ha parlato un po’…del periodo che la tua
famiglia ha trascorso a Denali.- il gelo mi riempì
il corpo già di per sé freddo. –sì?- fingevo calma.
–ha accennato qualcosa si di te…e una
comitiva di vampire…- e brava Rosalie. A questo però non pensava quando mi ha visto.La testa mi girava. Può girare la
testa a un vampiro? Non lo so. Ma
lo sforzo per non ricordare era tale che ogni fibra del mio corpo stava
soffrendo. –non preoccuparti. Mi ha detto che
non hai…mostrato alcuna preferenza. Ma io mi chiedevo,ecco,
se qualcuna di loro l’avesse fatto. Mostrare un
preferenza per te, dico.- rosalie rosalie… ti eri accorta tardi
dell’errore e avevi cercato di rimediare? Ma sapevi quanto Bella fosse gelosa. La mia piccola Bella. Chinai la testa,
per sfiorarle i capelli con le labbra. Come potevo rispondere? Come potevo
ricordare?
-chi?- mi veniva da ridere. Cercava di mantenere un tono disinvolta. Ma io glielo dicevo sempre che era un pessima attrice. –o era
più di una?- più di una? No, una basta e avanza!
-Alice me lo dirà. Vado subito a chiederglielo-
appena tentò di muoversi la bloccai con la mia
presa d’acciaio. –è tardi.- la mia voce
era nervosa. Non potevo permettere che chiedesse Alice. Alice le avrebbe
detto tutto. Sincerità prima di tutto in un
rapporto. Solitamente ero d’accordo con lei. Ma
ogni tanto ci sono delle eccezioni doverose. –inoltre credo che Alice sia
uscita…- ma che bravo bugiardo Edward.
-cattive notizie. Scommetto che a Denali è successo
qualcosa di brutto, vero?- Bella, mia dolcissima Bella… il suo cuore
prese a battere velocissimo. Quasi come sarebbe martellato il mio se lo avessi avuto in quel momento. –calmati Bella. Non dire
assurdità.- -chi era?- sospirai. E per
l’ennesima volta quando si trattava di parlare del passato mio e della
mia famiglia, mentii. O meglio, omisi dei fatti.
–Tanya manifestò un certo interesse. Le feci sapere, in modo molto
cortese e da vero gentiluomo, che non lo ricambiavo.
Fine della storia.- ecco…stavo per ricordare…
-dimmi una cosa. Com’è Tanya?- -come tutti noi.
Pelle bianca, occhi dorati.- risposi, in fretta. L’immagine stava
arrivando. Già vedo degli occhi color dell’oro chiaro. Labbra fine,
delicate. –e straordinariamente bella, ovvio.-
-per gli umani si, suppongo.- solo per gli umani?
–sai una cosa però?- ultima bugia. –cosa?- -preferisco le brune…- la conversazione si fece
più leggera. Bella si era ormai tranquillizzata.Infine la convinsi che era tardi. Si rannicchiò contro il mio petto, mentre
io la cullavo lento –dormi, mia Bella. Fai tanti
bei sogni. Tu sei l’unica ad avermi mai preso il cuore. Sarà per
sempre tuo. Dormi, mio unico amore.-
Giuro che ciò che le disse lo pensavo davvero. Infondo erano passati anni. Decenni. Bella cadde nel sonno
profondo dopo poco. Io smisi di canticchiare la sua ninna nanna. Chiusi gli
occhi. Ora sarebbe accaduto ciò che temevo. Mi sentii trascinare
indietro nel tempo, gli anni in cui con la mia famiglia vivemmo con Tanya.
Capelli neri. Lunghi, quasi ricci. Sorriso stupendo. Due anni
più di me da umana, quaranta in meno da vampira. Il mio primo
amore. La mia prima certezza. La mia prima sofferenza. Meredith. Non riuscivo a
stare lì steso nel letto, immobile. Attento a non
svegliare Bella mi alzai. Andai alla finestra dove si potevano vedere le
nubi oscure che coprivano la luna. Chiusi gli occhi. E
lasciai che i ricordi mai cancellati mi assalissero.
- Carlisle, Esme,
Edward, Rosalie, Emmet, Rosalie, Alice, vi presento la
mia famiglia.- sorridemmo ai vampiri indicati da Tanya. –Jack, Meredith,
Violet, Thomas.- a ogni nome rispondevamo con un
cenno. I pensieri di quella gente erano gentili e cordiali come quelli dei miei
familiari. I miei occhi indugiarono su…com’è
che si chiamava…ah, Meredith. Qualcosa in lei mi colpì.
Forse quello sguardo
triste, lontano. Forse i suoi pensieri affollati, confusi. Forse
quell’espressione cattiva che illuminò il suo bellissimo viso quando incrociò il mio sguardo. Chiusi gli
occhi, concentrandomi a non ascoltare i suoi pensieri. Poi, stanco, mi
dileguai.
Ci si riunì entrambe le famiglie poco prima di andare a caccia. La casa
di Tanya era enorme e accogliente, a ognuno di noi
spettava una camera singola. Carlisle ed Esme scherzarono molto con la padrona
di caccia e si lasciarono convincere a farsi accompagnare a cercare la selvaggina
migliore. I miei fratelli e sorelle si unirono subito, così come la
famiglia di Tanya. Io lasciai stare. Non avevo sete. Volevo solo un po’
di tranquillità. Passeggiai per la casa enorme silenziosa, fino a
raggiungere una stanza appena sotto il tetto. Un rifugio, pensai. Gran parte
della pareteera
occupata da una finestra aperta. Una specie di davanzale enorme. Rimasi a
fissare il cielo scuro di fronte a me. Quando sentii
dei passi. –tu cosa ci fai qui?- tagliente come
il suo sguardo, Meredith mi guardava immobile dietro di me.
–emh…guardavo…il cielo?- chiesi, per metà
strafottente, per metà diffidente. –dovevo chiedere il permesso?-
ecco, ora solo strafottente. Rimase in silenzio. Continuai a non leggerle il
pensiero. –no. Scusa. Solitamente qui ci vengo solo
io.- si avvicinò a me, guardando anche lei fuori. –Edward,
giusto?- annuii. –Meredith, giusto?- -lei non annuì. –significa
potere sul mare, vero?- chiesi, tirando fuori quel mio lato leggermente
saputello che Rosalie detestava tanto. Con gran
sorpresa Meredith strinse i pugni –non significa
proprio niente.- -no, sono sicuro. Ho letto un libro antico dove diceva che in Scozia Meredith è- -basta!-
sibilò, e m’interruppi subito. Anche
perché involontariamente ero entrato nei suoi pensieri. E l’odio che avevo letto mi aveva colpito. Un odio ora
riflesso nei suoi occhi. –scusa, io- -zitto! Cosa
vuoi da me? Perché sei tornato? Perché mi perseguiti? Vattene Will,
vattene!- era pazza. L’avevo capito. forse
per questo rimasi immobile davanti a quelle urla, o quando cominciò a
picchiare le sue piccole fredde mani sul mio petto. Ma
mi ripresi in fretta, e con agilità le bloccai i polsi. Peggio ancora.
Continuava a urlare, il viso contorno dal dolore,
quasi come se piangesse e forse l’avrebbe fatto. –calmati1
Meredith, dannazione calmati! – poi,
all’improvviso, cade di peso tra le mie braccia,semi
svenuta. M’inginocchiai a terra, stringendola, ancora stupido e
leggermene preoccupato. Il suo viso era il ritratto della disperazione. E dalle
sue labbra perfette solo un nome continuava a uscire
–Will…perché sei tornato?-
Aprii la finestra, arrabbiato da quei ricordi che mai avrei
voluto rivedere, deciso di non andare oltre. E senza
svegliare Bella, mi arrampicai, per poi scendere silenzioso nel prato buio.
Cominciai a correre incontro alla notte, lontano dai
ricordi, lasciandomi imprigionare tra le sue dolci braccia.
Il prossimo capitolo a….bò, ancora non lo so. Spero a
presto! Mi auguro vi sia piaciuto per ora questo capitoletto.
…Cominciai
a correre incontro alla notte, lontano dai ricordi,
lasciandomi imprigionare tra le sue dolci braccia…
II capitolo: prima di voi c’è stata lei
-Edward?- -sono qui.- mi avvicinai a Bella, stesa nel mio
letto, gli occhi sonnolenti. Presi la sua mano e mi lasciai tirare sdraiato
accanto a lei. –buongiorno amore!- sfiorai con
le labbra i suoi capelli. Quanto amavo il suo profumo.
Quanto amavo la sua piccola figura stretta a me.
–hai dormito bene?- sorrise. –sì. Tu? ti
sei divertito a sentire ciò che dico?- -bè…come sempre.- la
baciai delicato. Poi mi alzai. –Esme deve averti comprato qualcosa per
far colazione…mhh…vuoi che te la porti a letto?- ok, ammettiamo che
da quando stavo con lei il mio essere cavalleresco umano usciva
sempre più spesso. –non importa Edward. scendo. Aspetta solo che
mi vesto.- annuii. –ti aspetto
fuori…- -certo, se proprio vuoi.- la guardai stupito. Ma rideva. Piccola maliziosa. Scossi la testa, allegro, e uscii. Una volta fuori dal mia
camera mi appoggiai alla parete. Era stata una notte lunghissima. Non se nemmeno quanto corsi. Tornai a casa poco prima
dell’alba. Correre spesso m aiutava a non pensare. Ma ciò a cui
non volevo pensare era troppo grande per bloccarlo con
una semplice corsa. Volevo parlare con Alice. O forse
no…-sono pronta!- mi voltai verso Bella, appena uscita dalla camera. Le
sorrisi, prendendole la mano. –allora scendiamo.- -Edward, qualcosa che
non va?- accidenti. Aveva un sesto senso migliore del mio.
–no…tranquilla…sono solo un po’….irritato con….Emmet…sai, le solite sfide che lui
perde e poi tiene il muso e…- ma cosa stavo dicendo? Non mi riconoscevo
più. Per fortuna (quale fortuna non lo sapevo)
in quel momento arrivò Alice. –buongiorno Bella, Edward!- -ciao
Alice!- la salutò allegra Bella. Io mi limitai a
un cenno con la testa. Preferivo concentrarmi sui suoi pensieri.
Alzai leggermente le sopracciglia, incredulo e irritato. La
mia cara sorellina aveva scelto giusto quella mattina per un
ripasso di chimica… posai una mano sulla spalla di Bella.
–Alice, l’accompagno a far colazione.- lei sorrise –mhh,
certo. Io vado da Jasper.- ci passò accanto,
allegra. Troppo allegra. Quando mi passò vicina le sussurrai acido
–comunque, la formula del Darmstadtio è
Ds. Non mi degnò di una risposta. –stupido.-
si limitò a pensare.
La mattina con Bella trascorse tranquilla.
Almeno per lei. Rimase a chiacchierare con Esme di tutti i posti che non aveva
visitato ma che avrebbe tanto voluto vedere. E
lasciarono tempo a me per pensare. Ancora. Mi alzai di scatto. –Bella,
scusa. Ti dispiace se salgo un attimo di sopra?- le sorrisi,
il mio solito sorriso seducente. Lei annuì, allegra –certo,vai.- poi tornò a chiacchierare con mia
“madre”. In un attimo mi ritrovai in camera mia. Trovai subito quel
che trovai dentro l’armadio. Dietro una scatola.
Una foto. Strano che anche i vampiri possano compiere gesti
romantici e in qualche modo patetici come gli umani. Ma quella foto in
decenni non l’ho mai buttata. Né
guardata. Ed ora ecco quegli occhi che mi osservavano.
Una foto in bianco e nero, sbiadita. Meredith stretta a me. Sorridenti
entrambi. I suoi capelli neri che sfioravano le mie braccia.
L’abbracciavo da dietro, pesando il viso sulla sua spalla, mentre lei
chinava leggermente il suo. Girai la foto per leggere quelle parole antiche. “con
questa foto dico addio al mio amore. M.”
Chiusi gli occhi. Trattenni il fiato senza nemmeno
accorgermene. Addio al suo amore. Certo. Il perché non
l’avevo mai capito. Ormai potevo ammetterlo. Lei era perfetta. La
mia compagna ideale. Niente in confronto a Bella, certo. Ma bella
era unica. Non ho mai messo in dubbio ciò che provavo per Bella.
L’amavo. Era la mia ragione di vita, il mio
senso di esistere. La mia musa, la mia dea. Meredith
invece era…bè, ciò che mi completava. La compagna vampira
che un vampiro come me poteva desiderare. Allegra quando mi vedeva giù di morale, divertente, a volte
permalosa. Saggia, ma anche sconsiderata. Bella sarebbe sempre stata un
gradino più su di ogni ragazza o vampira che io
abbia mai conosciuto. Anche di Meredith. Ma Meredith…Meredith faceva parte di me. Qualcuno
bussò alla porta. –entra Alice.- Lei
ubbidì. Subito capì cosa stavo stringendo tra le mani. In
realtà penso che già lo avesse visto. La
sua espressione era dispiaciuta. –mi dispiace Edward. ma
penso che tu debba parlarne con Bella.- la mia reazione fu esagerata. Mi alzai
di scatto, una furia negli occhi mai vista, se non in rare occasioni. Mi
avvicinai minaccioso ad Alice. –non c’è niente da dire.- -ma
Edward! lei deve sapere che prima di voi
c’è stata lei.- indicò la foto. –Bella sa che prima
di noi ci sono stati 100 anni di esistenza da
vampiro in giro per il mondo. Ma ora è come se fossi rinato insieme a lei. Ci siamo io e Bella. Nient’ altro.- Alice mi
fulminò con lo sguardo. –bene. Convinciti pure di questo, Edward. Ma se così fosse non avresti tirato fuori una foto
vecchia più di cinquant’anni!- Le mani mi tremavano. Alzai la foto
in questione e con spietata lentezza cominciai a strapparla in quattro pezzi
davanti agli occhi di Alice. Poi la lasciai cadere ai
suoi piedi.
–contenta?-
-no, affatto. E tu?- -vattene
Alice. Voglio stare solo.- -bene. Lo comunicherò a
Bella, nel caso desiderasse stare un po’ con te. Non so se te lo
ricordi, ma fino a oggi pomeriggio sul tardi lei
rimane qui. Poi, se per caso non avessi voglia, ci penserò io ad
accompagnarla a casa.- -Alice, ti prego.- -ho capito.
Vado.- e, silenziosa, uscì. Senza guadare la
foto stracciata ai miei piedi mi lascia cadere nel letto, coprendomi gli occhi
con un braccio.
“-stai bene?-
Meredith socchiuse gli occhi. L’avevo stesa sul divano del salone. I suoi
occhi incrociarono i miei, confusi. –Edward?- mi passi una mano tra i
capelli –questa volta hai indovinato.- con eleganza si tirò su a
seder –che vuoi dire?- -bè, prima non hai
fatto che chiamarmi Will…- forse era meglio stare zitto. I suoi occhi si
chiusero di scatto, sofferenti. -mi dispiace. Perdonami se ho avuto un
atteggiamento inopportuno.- -non te lo ricordi?- -vagamente.- rimase in
silenzio, le dita delle mani intrecciate in grembo. –stai
bene?- ripetei –sì. Ho spesso questi momenti
di…debolezza umana.- -debolezza umana?- mi
sorrise, triste. –tu dalla tua vita umana hai portato il dono di
“leggere” le persone. Io di star male. e
di allontanare da me le persone che amo.-
-sinceramente, mi stai confondendo.- ammisi. Il suo sorriso si fece furbo –lo so.- scoppiò a ridere.
–dai Cullen, per stasera abbiamo avuto una buona dose di disagio. Ora
andiamo a divertirci!- si alzò in piedi, veloce.
Io rimasi ancor più sorpreso.
–divertirci?- - c’è un villaggio qui vicino…anzi,
lontano, dove c’è una locanda. Ogni sera due vecchi signori
intrattengono la gente con musica locale! È divertente! Sei bravo no, a
ballare?- -sì ma…tu stavi male…eri
triste e…- non mi fece continuare, posando le sue dita sulle mie labbra.
–basta parlare. Adiamo!- lasciò cadere la
sua mano, per intrecciarla con la mia e cominciò a correre. Rassegnato
la seguii, fingendo di non vedere il residuo di angoscia
nel suo sguardo. Continuai a non leggerle i pensieri. Perché appena
tentavo, mi trovavo in mezzo a emozioni enormi e
contrastanti. Un vortice che temevo. ”
Bella POV
Mi misi a lavare ciò che avevo utilizzato per la
colazione. Avevo pregato Esme di lasciar fare a me.
Così lei era andata in ospedale da Carlisle. In realtà
erano usciti tutti. Tranne io ed Edward. ma Alice mi aveva informato che era in camera sua, intento a
far qualcosa. Niente di cui preoccuparsi, probabilmente stava cercando di
costruirmi un aeroplano, aveva detto. Ma non sapevo
quanto crederci. Alice era strana, come Edward quella mattina. Lui non mi
avrebbe mai lasciata sola in casa sua. Non volevo
arrabbiarmi come una sciocca adolescente fidanzata. Ma
non potevo non preoccuparmi. I miei ricordi andarono alla conversazione della
notte precedente. Forse era quella che l’aveva turbato. Ma quando mi sembrava tranquillo. Finii di asciugare un
bicchiere e andai nel salotto. Rimasi a fissare le scale che portavano al piano
di sopra. Ok, gli avrei dato cinque minuti, poi sarei salita. Nel frattempo mi
sedetti sul divano e accesi la tv. Il campanello suonò.
Edward POV
Il campanello suonò. E mi
ridestò dai ricordi. –bella!- sussurrai, alzandomi di scatto. Non
sapevo spiegarmi l’agitazione che provavo. Forse
perché nessuno della mia famiglia suonava il campanello. E se fosse stata… Victoria? O
uno del Volturi? Aprii la porta della mia camera e riavviai di sotto. Avrei
voluto correre. Ma mi sentivo debole. Mi sentivo
umano.
Bella POV
Andai ad aprire. Cominciavo ad allenarmi a fare gli onori di
casa. Presto ne avrei fatto parte anch’io. Bella
Cullen…mhh…con un sorriso posai la mano sulla maniglia. E aprii.
Edward POV
Mi concentrai sui pensieri di colui o colei che aveva
suonato. Ma non li conoscevo. Stavo scendendo le
scale. Intravidi Bella vicinissima alla porta. Stavo per dirle di non aprire, di
aspettare me, quando la mia mente lesse i pensieri al di
là della porta. O meglio, fu investita da un vortice di emozioni forti e contrastanti. La voce mi si
strozzò in gola. Giunsi tremando al penultimo gradino. E Bella aprì la porta.
Grazie _Natsuki_!!!devo dire che
scrivere di un Edward così diverso, debole “umano” ma fa
quasi male! ma alla fine lui, come disse in twilight, non è umano, ma è un uomo. E gli
uomini sono bugiardi ;) ok, scusa per questa vena
femminista.
Meredith,
Will…ancora non ho spiegato niente, mi dispiace. Ma come
già detto l’altro capitolo, non hoassolutamente
idea di come si svolge questa storia. Ogni frase scritta è di
getto! Per esempio l’ulscita serale di Edward e Meredith, mi è venuta così, a caso…quindi
ancora di Will so ben poco anch’io ;) prometto però nuovi
chiarimenti nei prossimi capitoli!!!
Davanti a me c’era una vampira. Questo fu scontato.
Bella, pallida, occhi d’oro. Ecco, questo particolare mi stupì.
Una Cullen illegittima? Lei mi rivolse uno sguardo educatamente stupito.
–salve.-
la sua voce era delicata e vellutata, una via di mezzo tra quella di Rosalie,
ma con quella morbidezza propria di Edward.
–emh…ciao…vuoi entrare?- chiesi. Infondo occhi d’oro significavano niente sangue umano.
–non so se…non ci sono i Cullen? Sono una loro vecchia amica.-
-ecco, in realtà…aspetta.- mi voltai
–Edw- interruppi il richiamo non appena lo vidi sopra le scale.
–ah, sei qui. Ci sono visite.- mi feci da parte
per lasciar entrare Meredith. Lancia un’occhiata a Edward. e lo sguardo che lessi sul suo viso mi provocò una
fitta al cuore.
Edward POV
Non è possibile. Scesi gli ultimi scalini senza dire
una parola, senza respirare. Il mio peggior incubo si stava avverando. Lei fece
un passo avanti, ormai dentro casa. Bella mi lanciò una lunga occhiata,
turbata. Non osai immaginare la mia espressione. Giunsi a soli due metri di
distanza da loro. Ripresi a respirare.
Ma rimasi in silenzio.
Finchè non fu lei a parlare –ciao Edward.- con due lauree di
medicina posso affermare con sicurezza che se fossi
stato umano la sua voce mi avrebbe provocato un infarto.
-ciao Meredith.- non appena pronunciai il suo nome sentii
tutto andare al suo posto. Un’emozione
dimenticata mi riempì il petto. C’eravamo solo io e lei. Come anni
fa. Come doveva essere.
“-buongiorno
fratello!- -ciao Emmett.- -cos’è quel sorriso ebete? Sembri un umano innamorato.- il mio sorriso svanì.
–esagerato come sempre. Com’è andata la caccia?- -buona
quanto il tuo tentativo di cambiare discorso.- Eravamo nel guardino
coperto di neve di Tanya. Io e Emmett. Io e il mio
fratello, amico, confidente preferito. Brutta combinazione. –che hai
fatto ieri sera?- alzai un sopraciglio –mica comincerai un
interrogatorio, vero?- -naa…- -bene, perché non c’è
niente da raccontare…- -sei rimasto solo con la bruna,
vero?... Meredith. È carina.- sbuffai –attento a non farti
sentire da Rosalie.- - ah ah…divertente…che
avete fatto?-sospirai –che avete fatto? Che vuoi
aver fatto? Io sono stato…sì, io sono stato in camera mia
e…mhh…e lei…dannazione Emmett smettila!- accidenti alla sua
espressione scettica e presuntuosa che aveva imparato da me
quando LUI farneticava in cerca di una scusa. –la mia faccia va
benissimo. Hai la coda di paglia?- sbuffai, irritato
–abbiamo chiacchierato un po’.- -poi?- - nient’altro.-
sospirò –poi?- Insistette. –poi siamo usciti. Siamo
andati in una locanda. A ballare.- scoppiò a ridere –a ballare in una locanda? Davvero preferisco dare la accia ai pinguini.- non risposi. Emmett smise di ridere.
–poi?- -poi cosa? È finita qui.- -fratello, tu
saprai anche leggere il pensiero. Ma io so
leggere la tua espressione. Quindi, ripeto, poi?- peggio di Alice quando faceva così.
–poi…diciamo, prima. Quando ero al davanzale
all’ultimo piano. Lei è arrivata. Chiacchieravamo. Io le ho
detto che conoscevo il significato di Meredith,
cioè potere sul mare.- -il solito sapientone.- -sì, bè,
era per fare conversazione. Ma lei ha reagito male. e…bè, ha avuto un mancamento.- per la prima
volta in quella conversazione Emmett assunse un’aria leggermente stupita.
–i vampiri hanno malori?- -evidentemente. Allora l’ho stesa sul
divano. Quando si è svegliata era allegra e mi
ha portato alla locanda.- senza motivo, omisi il particolare chiamato Will. Mi
sedetti su un muretto di pietra che sorgeva dal cumulo di neve. Emmett mi imitò. –tutto bene Edward, vero?- -certo. Perché?- -sembri distratto.- sospirai, cercando di mantenere
la calma. – ti sbagli.- -di malumore?- -no…--- ciao!- quasi sobbalzando mi voltai alle mie spalle.
Tanya ci sorrideva, al suo fianco Meredith, un’aria tranquilla sul bellissimo
volto. Probabilmente erano di ritorno dalla foresta e ora stavano andando a
casa. Emmett rispose come sempre allegro al saluto. Io mi limitai a un cenno, lasciando che continuassero la loro dolce
camminata verso la villa. Dopo un attimo però mi voltai. Vidi Meredith
fare lo stesso. Mi salutò con la mano. Io le sorrisi, per poi tornare
guardare di fronte a me. Sentivo lo stesso sorriso che aveva dato
vita alla conversazione con Emmett. E anche lui se ne accorse.
Scoppiò a ridere, alzandosi, battendo un pugno sulla mia spalla, un
gesto amichevole che avrebbe rotto le ossa a un
qualsiasi essere umano. –hai ragione. Non sei né
distratto, né di malumore. Sei semplicemente cotto!-”
Bella POV
Cos’ha Edward? perché
non dice niente? Perché il suo sguardo è
così turbato? Ho paura. Ho paura perché non il suo viso è
a disagio. Ma non lo stesso disagio di quando i
Volturi mostrarono interesse per me. È un disagio diverso…umano. lo stesso sguardo che sicuramente io stessa ho tenuto quando
ritrovai Edward in Italia. Lo sguardo di quando temi di aver
perso la persona che ami. E non sai se fidarti
quando torna da te. Feci un passo avanti, per avvicinarmi a Edward. lui abbassò gli occhi su di me. Aprì la bocca
per dire qualcosa. Ma fu l’altra voce a parlare. –Edward…sono tornata.-
Ed ecco anche il terzo capitolo! Scusate
per il ritardo e la brevità del cap! come
già detto questa fi mi manda un po’ in crisi
essendo tutta improvvisata. Ma è interessante, perché
quando scrivo è una sorpresa anche per me come si sviluppa la storia!
Vorrei ringraziare:
blinkina
Giuggiolona
jena92
becky cullen
_Natsuki_
Grazie per i vostri bellissimi commenti e per dar
prova di comprendere Edward e la sua debolezza, invece di odiarlo per il suo comportamento
troppo umano. spero di meritarmi davvero i vostri
complimenti!! Davvero grazie!