La storia di Alice.

di garasophie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio. ***
Capitolo 2: *** La spiaggia abbandonata. ***



Capitolo 1
*** L'inizio. ***


 Oggi e`il 10 giugno,l'ultimo giorno di scuola.
 Tutti i ragazzi della mia eta oggi festeggiano per la fine della  scuola ma non sono stata invitata a nessuna festa e non ho amici. -Alice!,svegliati tesoro!-
-mamma non ho nessuna voglia di alzarmi,posso stare a letto  tutto il giorno anzi...tutta la vita?-
-Ali non dire cazzate,oggi ti aspetta una giornata speciale-

 speciale? Cosa succede? Mhm qualcosa di speciale,magari  andiamo  in vacanza,al mare forse ai hawaii!
-Viene una mia vecchia amica dalla California e staranno qui a  casa nostra per un pò-
 Il mio entusiasmo svanisce
-ah e questo lo chiami speciale? Aspetta...perche`staranno?-
-Ah scusa me ne ero dimenticata,c'e anche suo figlio,Matteo,ha la  tua eta forse...no qualche anno in meno o in piu`,mhm non mi  ricordo-
 Cazzo,questa non ci voleva proprio.

 Sto malissimo,sono nervosa e preoccupata,perche doveva  succedere? Perche venire qui? Gia ho problemi a parlare con  ragazze pensa coi ragazzi! Mai rivolto la parola ad un  ragazzo,solo da piccola quando non capivo la differenza tra  maschio e femmina. Devo distrarmi,prendo le mie cuffie e  esco;vado al parco,alla mia solita panchina,qui ci vengo sempre,  e`il posto in cui venivo con mio padre,mangiavamo il gelato e  parlavamo per ore,adesso invece sono qui sola,come sempre.
 Bom!
-Ahiaaa!-
 Una palla in testa,che giornata...
-Scusa! Non volevo scusa,davvero-
-sai,non mi servono le tue scuse ormai il danno e`fatto-
-era per essere cortese,al contrario di te-
 chi si crede di essere questo?! Non li basta avermi lanciato la  palla in testa?!
-Senti,te ne puoi andare?-
-Ah questo e` tuo,il parco e`tuo?,quella panchina e tua?-

 Basta ne ho abbastanza,può dirmi tutto quello che vuole ma  quella panchina no,non me lo tocca.
 Scappo e corro fino casa,vado in camera,chiudo a chiave, alzo il  volume della musica e mi immergo nel mio mondo.

-Ali!vieni a salutare i nostri ospiti!-
 Ci mancava solo questo...
-Arrivo...-
 In sala vedo una signora sulla trentina e affianco un ragazzo piu  alto di lei,biondo,occhi azzurri,vestiti firmati e piercing al naso...il  ragazzo del parco.

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Capitolo 2
*** La spiaggia abbandonata. ***


-Tu!-
 Entrambi allo stess momento,mamma e l'altra donna si mettono a ridere invece noi due ci guardiamo soltanto con odio.
-Piacere Caterina ma puoi chiamarmi Cate,assumo che voi ci conoscete già?-
-si- 
 e per l'intera giornata è l'ultima parola che li sento dire.
-Alice! Jake! Venite a preparare la tavola!-
 Entriamo allo stesso momento in cucina,ci fissiamo e abbassiamo lo sguardo,entra mia mamma guardandoci con sospetto
-dai su,la tavola non si apparecchia da sola-
 La tovaglia la metto io e lui si occupa dei piatti e dei bicchieri.
 L'ora di cena è stato il momento peggiore,nessuno parlava come se avessimo pura di aprir bocca,ogni tanto ci sfuggiva l'occhio a guardare l'altro solo per sapere csa faceva,nei suoi occhi si vedeva l'odio e mi chiedo se anche nei miei si vedeva.
-Dai ragazzi non dite niente? Ali? Cos'hai fatto oggi?-
-Niente mamma,come al solito-
-E te Jake?-
-Sono andato al parco ma non ci ritorno più,visto la gente che c'è-
 Mi fissa nei occhi e io non posso fare altro che abbassare lo sguardo per non far notare la tristezza nel mio sguardo.
 Erano le 10,ognuno era nelle proprie stanze; mamma e Cate ci chieser se volevamo guardare un film insieme o fare  una passeggiata ma entrambi ci inventammo una scusa abbastanza applausibile.
 Decisi di uscire,fare una passeggiata in spiaggia,giusto per far qualcosa
-ehila ragazzina-
 un ragazzo sui 20 anni mi si avvicinò
-ciao bella,che ci fai da queste parti?-
 un altro,anche lui sui 20,pochi secondi dopo arrivarono altri quattro e poi mi accorsi dov'ero,ero in una delle spiaggie  abbandonate di California,diciamo il posto dove una ragazza della mia età non dovrebbe esserci e dove ci  penserebbe almeno due volte prima di venire da sola,beh ... se cerchi qualcosa in particolare,sei nel posto giusto.
-Ho sbagliato strada,scusate-
-tranquilla,puoi stare qui,ti va qualcosa da mangiare? da bere?-
-no grazie devo andare-
 Cerco di trovare il punto più vicino per uscire ma uno mi prese il braccio tirandomi indietro
-bellezza dove pensi di andare? non ti va di divertirti un pochino?-
 un altro mi prende per i fianchi ed un altro ancora sta per togliermi la maglietta,cerco di urlare,scappare ma nessuno  mi sente.
-Basta! non toccatela!-
 Mi girai e vidi Jake.
-e tu chi sei? il suo fidanzatino?-
 Stanno per togliermi i pantaloncini quando tira un pugno ad uno facendogli uscire sangue 
-Lasciatela andare!-
 Ma gli altri non si fermarno,cominciarono a piacchiarlo,erano quattro-cinque contro uno,cerco di urlare e chiamare  aiuto ma uno dei ragazzi mi ferma e mi 'butta per terra,mi strappa la maglietta e comincia a farmi succhiotti sul  collo,sul seno e sulla pancia facendoli diventare macchie viola e blu,mi slaccia il bottone dei pantaloncini e stra per  tirarmeli giù quand li arriva in faccia un pugno,qualcuno mi prese in braccio e mi portò via,stavo ancora urlando  cercando di scappare quando mi accorsi che era Jake.
 Arrivati abbastanza lontani mi mise giù ma non lasciò la mia mano
-grazie-
 non rispose,mi guardò soltanto.
 Arrivati a casa dormivano tutti,salendo le scale ci stavamo ancora tenendo per mano poi mi lascia e andò in camera  aprir bocca ; feci lo stesso,andai in camera,chiusi la porta e cominciai a svestirmi.
 Avevo lividi dappertutto,di tutti i colori : giallo,viola,blu,verde ;dopo pochi secondi cominciai a piangere,dalla paura  forse? dal ricordo? non lo so,so solo che mi ritrovai con il viso bagnato e gli occhi mi bruciavano un casino.
 Stavo per addormentarmi,cosi per terra,con la coperta addosso senza niente addosso,solo reggiseno e mutande,nel  angolo davanti allo specchio ; senti il tocco di una mano che mi asciugava le lacrime dai occhi,si siede vicino a me
 ma io feci finta di dormire per poi addormentari davvero quando cominciò ad abbracciarmi.
 Ero in un bosco,era buio...non si vedeva niente,solo alberi lunghi e neri.
 Sento un urlo,è un uomo,mi è famgiliare ma non riesco capire chi sia,mi chiama,chiama il mio nome.
 -Alice! Alice!-
 Voglio aiutare questa persona ma non la trovo,è cosi buio.


 

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