Alla fine, la buona sorte è stata a nostro favore

di _Raksha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ne sei sicuro? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Io e Peeta ricominciamo a crescere insieme. Ci sono ancora momenti in cui lui afferra lo schienale di una sedia e aspetta finchè i flashback non sono finiti. Io mi risveglio urlando da incubi di ibridi e bambini perduti. Ma le sue braccia sono li a darmi conforto. E in seguito le sue labbra. La notte in cui provo di nuovo quella sensazione, la fame che mi aveva assalito sulla spiaggia, so che tutto questo sarebbe accaduto comunque. Che quello di cui ho bisogno per sopravvivere non è il fuoco di Gale, acceso di odio e rabbia. Ho abbastanza fuoco di mio.
Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziche distruzione. La promessa di una vita che continua, per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito. Di una vita che può esere ancora bella. E solo Peeta è in grado di darmi questo.
Cosi, quando sussurra: - Tu mi ami, vero o falso? - io gli rispondo - Vero.




Sento il cuore che batte forte, non riesco a fuggire dagli ibridi che mi inseguono, continuando a sussurrare il mio nome.

Katniss.

Katniss


Mi sveglio urlando e mi ritrovo davanti due enormi occhi azzurri che mi guardano preoccupati.
-Katniss, stai bene? - dice Peeta - Si, sto bene - Anche se in realta sono ancora scossa dall'incubo appena fatto.
Peeta torna di sotto, sento il profumo di biscotti che si diffonde per tutta casa, ma per il momento decido di chiudermi al bagno e fare un bagno caldo.
Esco dal bagno e mi vesto, sto per andare al piano di sotto, di corsa, quando vedo dalla finestra che Peeta è uscito ed è alla porta di Haymicht.
Entra in casa sua.
Scendo al piano di sotto e mangio i biscotti preparati da Peeta con del the, e inizio a chiedermi come mai questa visita inprovvisa a Haymicht, senza dirmi nulla.
Decido di non farci caso, continuo a mangiare.
Una volta finito prendo il mio arco ed esco anche io, mi addentro nei boschi, in cerca di una preda.
Ecco la mia preda, uno scoiattolo che corre veloce su un albero, Peeta ne va matto!
Incocco la mia freccia sull'arco, miro, sto per tirare, quando ad un tratto mi sento male, mi gira la testa, cado e poi il nulla.

Tutto nero.

Tutto andato.

E non ricordo nulla.


Al mio risveglio trovo Haymicht al fianco del mio letto. Sussulto. 
- Cosa ci fai tu qui? Dov'è Peeta? - Chiedo tutto d'un fiato.
- Dolcezza! è questo il modo di salutare il tuo mentore?"
- Ti ho fatto una domanda, ti pregherei di rispondere. - Chiedo impaziente ad Haymitch, che prende una gran sorsata di liquore dalla sua bottiglia e sospira.
- Dolcezza, mi dispiace - dice con aria afflitta.
- Cos... cosa vuoi dire? - e la sua risposta mi piomba addosso come una coltellata in pieno cuore.
- Peeta è a Capitol City, dal dottor Aurelius, ha tentato di avvelenarti con i biscotti che hai mangiato stamattina, ma per fortuna ha usato delle dosi che ti hanno solo stordita. Me lo ha detto stamattina, quando si è presentato a casa mia. Pensavo stesse scherzando, ma poi ho capito. - e di punto in bianco si ferma, per poi continuare - Quando sono venuto a casa tua non c'eri e ho pensato al bosco. Ti ho trovata svenuta poco dopo la recinzione. Quando sono tornato Peeta non c'era piu. Aveva già chiamato Aurelius ed è partito verso Capitol City. -
Inizio a piangere quasi come fossi una bambina, poi chiedo - Quanto tempo sono rimasta svenuta? -
- Dolcezza, è quasi una settimana che dormi, pensavo quasi fossi entrata in coma! -
Una settimana, Peeta non è qui da una settimana!
- Ah, Dolcezza, ha lasciato questo - E mi porge un piccolo foglio di carta bianco con sopra delle parole scritte nella sua grafia, la grafia di Peeta.

Ho chiamato il dottor Aurelius, sto partendo per Capitol City.
Io Peeta Mellark ho ucciso Katniss Everdeen, la ragazza di fuoco, la ragazza che amavo piu di me stesso.

 
Devo raggiungere Peeta, devo trovarlo e riportarlo a casa, a costo della vita.




Spazio Autrice:
Non mi mandate al linciaggio, è la mia prima fanfiction e il prologo è un pò campato in aria, lo ammetto é.è
Ma non vi preoccupate! Se a qualcuno interessa che io continui (ovviamente molto piu seriamente del prologo) lasciatemi una recensione e farò del mio meglio.

 
 

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Capitolo 2
*** Ne sei sicuro? ***


La luce entra fioca dalla finestra, deve essere appena l'alba.
Mi giro nel letto cercando Peeta, poi ricordo!
Peeta è convinto di avermi uccisa, è a Capitol City, in compagnia di uno strizzacervelli che sicuramente lo farà rinchiudere in una cella d'isolamento per il resto della sua vita.
Devo raggiungere Peeta, e portarlo indietro. Costi quel che costi.
 
Mi vesto e mi precipito in stazione il piu velocemente possibile, senza avvisare nessuno, nemmeno Haymitch, della mia partenza.
Parto senza bagaglio, ho arraffato quel che mi capitava fra le mani e l'ho infilato a casaccio nella bisaccia di mio padre.
Il treno arriva subito e parto verso Capitol City.
Il viaggio sarà molto lungo, mi chiudo subito nella mia cabina, e mentre le ore passano i pensieri si fanno strada nella mia mente.
Mi chiedo perché mai avrà fatto una cosa del genere... cosa gli ho fatto per meritare questa reazione? Non sembrava fosse in preda ad un flashback nel momento in cui mi ha svegliata.
Ha cercato di uccidermi e non ho la più pallida idea di quale sia stato il motivo.
E in più ha preferito andare a confessarlo ad Haymicht, lasciandomi mangiare comunque i biscotti, piuttosto che salvarmi da quella che doveva essere la mia fine.
Se ci penso è buffo, la ragazza in fiamme, la salvatrice di Panem, meglio nota come la Ghiandaia Imitatrice, simbolo della rivolta, sopravvissuta a due Arene e alla guerra contro Capitol City, che viene uccisa dall'uomo che ama per via di un biscotto avvelenato!
Vedo la notte sopraggiungere attraverso il finestrino, ma non ho sonno, e mi sdraio semplicemente a ripensare a tutto quel che è accaduto, poi lentamente il mondo scivola via dai miei occhi e cado in quel che sembra un sonno senza sogni, un sonno senza incubi.
 
Quando mi sveglio non sono più sul treno, ma su una spiaggia, che io sia scesa nel distretto 4? No, non è possibile, ma... dove sono?
Ad un tratto mi rendo conto che questa non è la spiaggia del distretto 4, nell'acqua vedo scintillare un enorme oggetto di metallo, no, di oro, e solo allora mi rendo conto che sono tornata nell'arena.
Chiudo gli occhi e spero di svegliarmi.
- Hey Katniss, tutto bene? - mi chiede una voce familiare, apro gli occhi e davanti a me trovo Finnick.
- Si, io.. sto bene, ma come... - e non faccio in tempo a finire la frase che lo vedo cadere nel vuoto, divorato dagli ibridi di Capitol City che sussurrano il mio nome freneticamente, e mi ritrovo di fronte a tutte le persone che sono morte per salvare me, poi vedo due occhi azzurri come il cielo che mi fissano , e li c'e Peeta, che non diventa ibrido.
Forse mi salverà da quest'incubo! E lo vedo correre verso di me con le braccia aperte,  e sulla mia bocca si è appena formato il suo nome, quando le sue dita di stringono intorno la mia gola.
E allora realizzo, lui è già un ibrido.
 
La voce nell'altoparlante mi fa sussultare e mi sveglia. Ringrazio il cielo che il mio fosse solo un incubo.
- Ultima fermata, si pregano i passeggeri di scendere. Benvenuti a Capitol City. –
Siamo gia a Capitol City? Quanto avrò dormito? Non importa, l'importante ora è trovare Peeta.
Come primo luogo mi dirigo all'ospedale di Capitol City, e inizio a chiedere del dottor Aurelius, mal'unica risposta che ricevo è che il dottor Aurelius non è piu qui, che ora ha  una clinica dall'altra parte di Capitol City e viene solo una volta a settimana in ospedale per visitare i pazienti che sono qui.
Inizio a chiedere anche di Peeta, ma mi viene detto che non possono dare informazioni su pazienti, che siano nell'ospedale o siano direttamente sotto il dottor Aurelius, perciò decido di girare i tacchi e di cercare questa clinica.
Ho girato quasi tutta la città quando trovo la clinica, e mi affretto a bussare alla porta.
Mi apre una donna sulla trentina che mi accoglie all’interno.
- Buongiorno signorina, ha un appuntamento per vedere il dottor Aurelius? – mi chiede la donna.
- No, ma ho bisogno di vederlo urgentemente, altrimenti si, avrò bisogno di una cura presso di voi. – Affermo freddamente e mi stupisco delle parole appena dette.
- Ha del tempo fra mezz’ora se vuole aspettare posso chiedere se la vuole incontrare. – e quando la donna dice queste parole io mi siedo, e le uniche parole che mi escono dalla bocca sono – Perfetto, attenderò. -.
Mi siedo su una sedia e aspetto che passi questa mezz’ora e inizio a pensare che oltre queste porte c’e Peeta, il mio Peeta, convinto di avermi uccisa.
Voglio riabbracciarlo subito, deve essere un inferno per lui essere convinto di avermi uccisa, non vedo l’ora di vederlo.
E mentre penso che fra poco riabbraccerò Peeta vedo uscire dalla porta il dottor Aurelius, che fissa una cartellina mentre scuote la testa, quando alza lo sguardo e mi vede seduta e in attesa, si fa cadere dalle mani la cartellina e mi guarda con sguardo incredulo.
- Katniss Everdeen, non ci posso credere! Non hai risposto al telefono neanche una volta da quando hai lasciato Capitol City, e ora che è appena arrivato il tuo convivente con la confessione del tuo omicidio in bocca, proprio non ci speravo più di rivolgerti la parola! -.
Il tono con cui parla è quasi divertito, ma io sto per avere una crisi di nervi e l’unica cosa che mi faccio uscire dalla bocca la faccio uscire urlando.
- DOV’E’ PEETA! – Urlo tutto d’un fiato e lui abbassa lo sguardo.
- Vieni Katniss, da questa parte. –
Attraverso le porte d’accesso all’interno della clinica e vedo porte a destra e a sinistra, tutte numerate e con una targhetta con il nome del paziente che vive nella stanza.
Percorriamo tutto il corridoio e giriamo a sinistra, mi ritrovo davanti ad una porta con scritto - N°14 - Peeta Mellark – e un tuffo al cuore mi fa trasalire dai miei pensieri, vado per aprire la porta, ma il dottor Aurelius mi blocca, mi indirizza invece verso un'altra porta con scritto solo - N°14 – e quando entro mi ritrovo in una stanza buia, davanti ad un enorme vetro che divide la stanza in cui sono dalla stanza di Peeta, e da li lo vedo, vedo Peeta seduto, avvolto da una camicia di forza, con i capelli spettinati e delle occhiaie che non gli avevo mai visto prima, vorrei correre li dentro e abbracciarlo, ma il dottor Aurelius mi dice che non posso farlo assolutamente.
- Lui è convinto che tu sia morta, se tu entrassi di punto in bianco li dentro lui potrebbe rimanere sotto shock, e gli effetti del depistamento potrebbero rimanere permanenti, potrebbe riconoscerti come un ibrido. Dovremo lavorare con lui, convincerlo del fatto che sei ancora viva, ma senza sbattergli il fatto direttamente in faccia. –
Detto ciò Aurelius accende un microfono e parla piano dentro di esso, facendomi segno di non fiatare.
- Peeta, tu sei convinto di aver ucciso Katniss Everdeen? –
Tutto ciò che si sente in risposta è solo un urlo straziante, e vedere Peeta in quello stato quasi mi uccide. Vorrei correre li dentro, ma se Aurelius avesse ragione? Se Peeta mi riconoscesse come un ibrido e non come la sua Katniss?
E alla fine si sente una voce flebile che dice – Ho ucciso Katniss, ho avvelenato i suoi biscotti, lei li ha mangiati ed è morta. Ho confessato tutto ad Haymicht. Katniss ora è morta. – E scoppia in un misto fra pianto e urla.
Sentendo questa frase racconto al dottor Aurelius di come ho mangiato i biscotti e di come Haymicht mi ha trovata in mezzo al bosco. Racconto di aver visto Peeta uscire di casa, dalla nostra camera da letto, e di aver visto il momento preciso in cui lui entrò in casa di Haymicht.
Allora il dottor Aurelius sembra quasi illuminato dalle mie parole e rivolgendosi nel microfono chiede a Peeta -Peeta, sei sicuro che Katniss abbia mangiato i tuoi biscotti? L’hai vista farlo? - e Peeta alza lo sguardo come stupito e risponde - No, io ho passato piu di un ora a casa di Haymitch e non so cosa sia successo a Katniss -
A quel punto capisco cosa pensa di fare Aurelius e mi illumino di gioia al pensiero che Peeta possa cambiare idea cosi velocemente grazie a lui.
- Peeta, Katniss è ancora viva, non ha mangiato i biscotti. Desideri parlare con lei? -
Ma a quel punto vedo gli occhi di Peeta annerirsi, e subito dopo lo vedo dimenarsi.

Sta combattendo contro un flashback.



Spazio autrice:
Eccoci qui ^-^ il primo capitolo vero e proprio dopo l'introduzione penosa fatta ieri e di corsa xD
Anche questo capitolo non è che sia il massimo, purtroppo ho il vizio di non rileggere bene le cose che scrivo e spesso mi accorgo tardi di aver fatto errori idioti, tipo scrivere la stessa parola 3 volte in due righe xD
In ogni caso sono contenta che a qualcuno la mia storia sia iniziata a piacere, e ora aspetto di sapere cosa ne pensate :D qualsiasi consiglio/critica è ben accetta :D
Un saluto :D
_Raksha

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