Sangue di lupo, sangue di drago

di Elanor Eliniel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lyanna ***
Capitolo 2: *** Lyanna II ***



Capitolo 1
*** Lyanna ***


Disclaimer: tutti i personaggi, i luoghi, le ambientazioni appartengono a George R.R. Martin.
Possibili spoiler. La storia comunque vuole essere una interpretazione di eventi avvenuti 15 anni prima rispetto a quelli narrati nelle Cronache.
Spero che vogliate recensire, anche per aprire discussioni su possibili interpretazioni dei frammenti che lo zione ha lasciato.
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Lyanna si lasciò cadere sul proprio letto, esausta e ancora fremente di rabbia, ripensando ai tre villani che avevano assalito Reed e alle ferite che aveva dovuto medicargli.
-Dobbiamo mettere insieme un’armatura per Howland. – disse ai suoi fratelli – E scoprire l’identità di quei tre farabutti. –
Incrociò le gambe, mettendosi a sedere.
-Sei riuscita a convincere Howland a venire ai festeggiamenti. – rispose Ned. – Ma dubito che riuscirai a convincerlo a sfidarli, anche se mettessimo insieme un’armatura. –
La fanciulla restò pensierosa.
-Nel qual caso, potrei sfidarli io. – sentenziò.
Ned si voltò, contrariato. Suo padre Rickard era rimasto a Grande Inverno e la responsabilità della sorella minore ricadeva su lui e Brandon.
-E’ un torneo per uomini, Lyanna – rispose seccamente.
Lei si sistemò i capelli scuri dietro le orecchie, tentando di assumere un’aria innocente. Ned non era mai riuscito a negarle alcunché con convinzione. Era molto affezionato a lei, pur vedendola di rado da quando era andato come protetto a Nido dell’Aquila; pertanto, le poche volte che poteva stare con lei gli riusciva difficile essere autoritario.
-Che succede qui? – chiese il fratello maggiore entrando nel padiglione – Reed è andato a prepararsi per la festa, sembra che tu lo abbia convinto, sorella. –
-Lyanna vorrebbe travestirsi da cavaliere per dare una lezione ai tre scudieri – spiegò Benjen, il più giovane degli Stark. Aveva dodici anni.
Brandon alzò gli occhi al cielo.
-Non ho detto questo! – protestò lei – Soltanto se Howland non volesse essere lui stesso a sfidarli. Andiamo, Bran, tu sai quanto sono abile a cavallo. –
-No, Lyanna. – disse con la fermezza di un lord – In assenza di nostro padre, sono direttamente responsabile di te. Non voglio sentire altri vaneggiamenti. –
Lyanna sbuffò, e incrociò gli occhi di Ned, speranzosa. Ma lui distolse lo sguardo.
-E comunque – precisò Brandon – per oggi hai già fatto il maschio abbastanza minacciandoli con una spada. Se fossi in te mi farei un bagno e mi agghinderei per bene: ci sarà anche Robert stasera. –
Stavolta fu la lady a roteare gli occhi, infastidita.
-Oh, quindi dovrei venire ad una festa tutta infiocchettata e profumata a guardare te e Robert che andate a caccia di donne, caro Bran? – chiese con sarcasmo. – Entusiasmante, davvero. –
Benjen rise, ma Ned non trovò quelle parole affatto divertenti. Ricordò ciò che Lyanna gli aveva detto, quando Lord Rickard aveva annunciato il suo fidanzamento con il Lord di Capo Tempesta.
-E osate anche stupirvi se trovo più interessante cavalcare e giostrare, che osservare le vostre innumerevoli conquiste. – continuò lei, sprezzante.
-Basta così, Lyanna. – fece Brandon, alterandosi. – Va’ a renderti presentabile. –
Lei, si alzò, stizzita, uscendo dalla tenda dei suoi fratelli. Lady Whent aveva offerto a tutte le signore di alto rango una camera nella propria fortezza, e lei era stata felice di accettare.
-Verrò io a chiamarti – le urlò dietro Ned, mentre lei svaniva nelle prime ombre del crepuscolo.
Certo, come se avesse bisogno di una scorta dalla propria camera alla sala in cui si sarebbe tenuto il banchetto di apertura del Torneo. Scosse la testa, pensando che perlomeno sarebbe salito Ned e non Brandon.
Il pensiero di Robert Baratheon continuava a infastidirla. Suo padre la stava vendendo a questo Signore del Sud, in cambio di cosa? Donnaiolo ed irruente, diceva anche di amarla. Sentimento che non gli impediva di essere sempre a caccia di donne.
Pensò alle ballate sull’amore, trovandole stupide. Cosa c’era di romantico nei matrimoni combinati degli alti lord?
Forse dovrei diventare una septa, si disse. Almeno non avrebbe avuto uomini a comandarla. Se non fosse stato per il dettaglio che i Sette non erano neanche i suoi dei, ci avrebbe quasi pensato seriamente.
Era così infervorata al pensiero di doversi sorbire quell’uomo per il resto dei suoi giorni, che quasi non si rese conto di essere arrivata dinanzi alla porta della sua camera. Entrò, notando che qualcuno vi aveva portato una vasca colma d’acqua. La tastò, non era ancora fredda.
Si chiuse dentro e si spogliò, meditando di rilassarsi senza alcuna fretta: Ned ed il suo dannato amico potevano aspettare, o anche scendere a cena prima di lei.
Lavò con cura le macchie di sangue sulle proprie mani, sangue di Howland che doveva averla macchiata quando gli aveva medicato le ferite.
Non seppe quanto tempo era rimasta immersa nell’acqua insaponata, ma ad un certo punto Ned venne a bussare alla porta.
-Lyanna! – chiamò.
Lei rispose che stava facendo il bagno. Sentì Ned lamentarsi e dire che non era cortese arrivare in ritardo, ma lei non rispose nulla. Alla fine disse che avrebbero cominciato a prendere posto al banchetto insieme a Robert ed Howland.
Lyanna uscì dalla vasca e si asciugò, lieta di aver guadagnato altro tempo per se stessa. Le dispiacque solo che si trattasse di Ned dall’altro lato della porta, ma era talmente seccata alla prospettiva della serata e di Robert Baratheon che decise che un po’ di ritardo non sarebbe guastato.
Alla fine, avvolta in un vestito azzurro e un mantello grigio ornato dal metalupo degli Stark, si costrinse a scendere. Lasciò i capelli sciolti, sistemandosi una rosa blu ad un lato del capo. Odiava quelle ridicole pettinature delle donne del Sud; gli dei solo sapevano quanto tempo ci volesse per realizzarle e lei non ne aveva da perdere seduta ad una sedia mentre una serva glieli sistemava.
Alle volte pensava che il Nord dovesse essere un regno indipendente, per quanto poco della cultura del Sud vi fosse penetrato.
Quando giunse al banchetto, quasi tutti gli ospiti erano lì, ma non tutti seduti: approfittò della cosa per andarsi a sedere tra i suoi fratelli Ben e Ned senza essere notata. Appena in tempo perché Robert potesse prendere posto accanto al suo migliore amico e non a lei.
Robert le baciò la mano, nel tentativo di rendersi piacevole ai suoi occhi, e fece commenti galanti su quanto fosse bella quella sera. Lei si sforzò di sorridere in risposta e ringraziarlo per i complimenti.
Furono fortunatamente interrotti dall’ingresso della famiglia reale: tutti s’inchinarono a Re Aerys, cercando di evitare i suoi occhi scuri inquietanti. Al seguito apparvero il Principe Rhaegar e sua moglie Elia Martell.
Lyanna rimase silenziosa mentre osservava il Principe prendere posto, portando con sé la propria arpa. Capelli d’argento e occhi viola, esercitava un fascino magnetico al quale era difficile restare indifferenti. I suoi occhi di Valyria incrociarono quelli grigi di lei e la studiarono, scivolando sulla sua figura; quando ebbe finito, lasciò aleggiare sul suo volto regale l’ombra di un sorriso.
Lyanna si sentì messa a nudo da quello sguardo e, spaventata da questa sensazione, distolse il proprio. Deglutì nervosamente, per poi gettare occhiate ai suoi fratelli e al suo promesso, che però non avevano notato il suo turbamento.
Cominciarono a mangiare le portate che vennero loro servite; Robert discorreva con Ned e Bran, e così Lyanna fu libera di passare la serata chiacchierando con Benjen ed Howland e progettando vendetta nei confronti dei tre scudieri.
E ad un tratto, la fanciulla li vide, individuandoli uno ad uno. Uno di essi, sedeva accanto allo stemma della Casa Haigh; il suo lord portava il forcone sulla barra dorata. Era una piccola casata, pensò lei, nemmeno diretti alfieri dei Tully ma vassalli della Casa Frey, al cui tavolo erano seduti. Il secondo scudiero era anche lui al tavolo dei signori delle Torri Gemelle, come diretto servitore di questi. Riconobbe infine il terzo scudiero al tavolo dei Blount. I Blount erano alfieri di Robert pensò divertita; un giorno sarebbe stata la loro Lady e si sarebbe tolta qualche sfizio.
Li indicò a Ned e Bran e poi a Howland e Ben. Benjen disse che avrebbe procurato cavallo ed armatura ad Howland, affinché li affrontasse. Ma il crannogman, che non era addestrato a giostrare, non pareva del tutto convinto.
-Tu procurali – disse Lyanna a Benjen – Il resto verrà dopo. –
Mentre ripensava alla prospettiva di giostrare, si rese conto che una melodia stava fendendo l’aria.
La musica era arcana e struggente, e le parole di quella ballata narravano di tristezza e disperazione.
Dal fondo della sala, Rhaegar cantava, col volto chino sulla sua arpa, mentre le dita scivolavano tra le corde con agilità. Cantava dell’amore e del dovere, dell’infelicità di due amanti che non avrebbero potuto mai appartenersi; narrava della disperazione dei loro incontri e di cupe consapevolezze. Narrava di sentimenti che lei, Lyanna, non avrebbe mai provato per qualcuno. E cantava di morte.
Al termine della ballata, udì uomini battere le mani e donne singhiozzare; quasi come risvegliandosi da un sogno, si rese conto che stava piangendo. Si tastò le guance umide, incredula, constatando che la disperazione dei due amanti era la sua disperazione.
Si asciugò le lacrime, dandosi dell’idiota, quando, proprio mentre si passava il dorso della mano sugli occhi, rincontrò quello sguardo violetto dall’altro lato della sala, sguardo che la mise a disagio.
Forse era un dannato sortilegio Targaryen, si disse piccata, sentendo ancora l’angoscia che le stringeva il cuore. Udì Benjen prenderla in giro, dire che in fondo anche lei era come tutte le altre lady. Irritata, gli verso in testa il vino rimanente nel proprio bicchiere.
-Ecco, ora anche le tue guance sono umide – ribatté.
Fu certa di scorgere una risata sul volto del Principe Rhaegar; non aveva smesso di guardarla, dunque doveva aver visto anche quel gesto. Avvampò, ma ne sostenne lo sguardo, per poi osservare sua moglie Elia e di nuovo lui, quasi accusandolo del fatto che non le togliesse gli occhi di dosso. A quel punto l’incertezza si fece strada tra i lineamenti del Principe e fu lui a distogliere gli occhi violetti.
Perché la guardava in quel modo? Pensò nervosa. Gli gettò un’altra occhiata e vide che ora lui parlava con sua moglie, la bruna principessa di Dorne, e quasi si pentì di averlo sfidato. Si sentì attanagliare dalle stesse sensazioni provate durante la ballata.
Si voltò allora verso Robert e vide che non era più al suo posto, ma era intento ad ubriacarsi con Richard Lounmoth. Capì che si trattava di una specie di gara e capì che no, quelle sensazioni di cui cantava la ballata lei non le avrebbe mai provate in vita sua.

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Capitolo 2
*** Lyanna II ***


Il banchetto era ormai concluso quando Re Aerys si alzò, prendendo congedo. Insieme a lui anche il Principe e la Principessa si alzarono, ma Rhaegar lasciò accanto al tavolo della famiglia reale la propria arpa; forse voleva solo accompagnare sua moglie che era stanca per poi tornare a presenziare la festa. Era noto in tutti i Sette Regni quanto cagionevole ella fosse.
Guardandolo allontanarsi, Lyanna si chiese se tutti quei sentimenti di cui aveva cantato poco prima li provasse per Elia, ma qualcosa in quello sguardo violetto le disse di no. In fondo, se il suo matrimonio con Robert era dettato da interessi politici, ancor di più dovevano esserlo le nozze di un principe.
Non appena la famiglia reale sparì, tutti si alzarono, cominciando a addossare i tavoli ai muri, seguendo gli ordini di Lord Whent e dei suoi figli. Musicisti cominciarono a suonare e cantare e si aprirono le danze. Qualche sedia più in là, Robert rideva senza ritegno aggrappato ad un corno di birra, mentre altri lo incitavano a bere più di Lonmouth.
Lyanna si sentì nauseata.
Benjen era appartato in un angolo, da un po’ discuteva con un Guardiano della Notte; Lyanna lo aveva sentito dire durante il banchetto che la confraternita era in cerca di reclute e la cosa la turbò. Quando si avvicinò ai due per vederci chiaro, con un cenno del capo l’uomo in nero si dileguò.
La lady scrutò il fratello minore con aria interrogativa, ma lui disse che aveva voluto avere notizie dal Nord. Lei annuì, poco convinta, ma Benjen tagliò corto cambiando argomento e cogliendo l’occasione per dileguarsi.
-Ora che sono tutti a festeggiare, mi sembra il momento giusto per cercare l’occorrente per il cavaliere misterioso. – disse lui – Dolce notte, sorella. –
Con un bacio sulla guancia, uscì dalla sala, lasciando Lyanna da sola.
Lei si voltò cercando di osservare la mischia. Vide Brandon volteggiare nel cuore della festa e parlare con le dame di compagnia della Principessa, suscitando la loro ilarità. Vide Howland e Ned seduti in un angolo, a osservare giovani lady volteggiare. Sorrise pensando alla loro timidezza.
Si rese contò che suo fratello stava osservando una lady dai capelli scuri e occhi viola parlare con Brandon. Quegli occhi le fecero venire in mente Rhaegar, anche se nessuna parentela poteva esserci tra i Targaryen e i Dayne.
Brandon fece un cenno di intesa a Ned, mentre Lady Ashara Dayne guardava nella sua direzione. Guardò suo fratello alzarsi, imbarazzato, e addentrarsi nella folla di persone volteggianti sino a raggiungere la fanciulla per danzare con lei. Brandon si ritirò, chiedendo ad Howland se per caso anche lui avesse bisogno di “una buona parola di Brandon” nei confronti di qualche lady.
Lyanna rise divertita. Beh, meglio che Brandon andasse a caccia di donne per i suoi fratelli e i suoi amici piuttosto che per sé, dal momento che era promesso a Catelyn Tully.
Ma la sua allegria durò poco; fu distratta da alcuni schiamazzi provenire dall’altro lato della sala. Robert doveva aver vinto quella specie di gioco alcolico, perché un gruppo di uomini lo acclamava, mentre lui si alzava barcollante e senza riuscire a smettere di ridere. Poi si avviò verso un gruppo di giovani donne che ridevano e gli battevano languidamente le mani.
Fremente di rabbia, Lyanna diede le spalle a quello spettacolo pietoso, avviandosi a passi decisi verso la porta che dava sull’esterno. Brandon le corse dietro, afferrandola per un braccio, tentando di dirle qualcosa, ma con uno strattone lei si liberò dalla sua presa e mise quanti più passi possibile tra lei e Robert Baratheon.
Al diavolo lui, suo padre Rickard e pure i suoi fratelli maggiori. Non sarebbe rimasta lì a guardare il giovane lord umiliarla ancora di più. Dannazione, lei era un’orgogliosa lupa del Nord, non una di quelle lady del Sud sempre pronte ad annuire e compiacere.
Fu piacevole sentire l’aria fresca sulle gote arrossate dalla rabbia; inspirò profondamente sentendo il profumo degli alberi. Nella sala, sentì, la musica festosa era stata sospesa e Rhaegar stava suonando un’altra delle sue ballate; la cosa la fece sorridere di trionfo pensando che, qualsiasi cosa stesse facendo Robert, era stato costretto a smettere per ascoltare il Principe.
Rimase ad ascoltare gli echi della sua voce, non osando rientrare. A breve il Principe avrebbe concluso e si sarebbero riaperte le danze: nuovi corni di birra sarebbero scorsi per la gola del suo promesso e sarebbe stato di nuovo circondato da oche starnazzanti. E poi, c’era Rhaegar, con i suoi occhi che la facevano sentire profondamente a disagio e il sortilegio della sua voce che le faceva provare sentimenti non suoi. Ma erano davvero non suoi?
Suo padre aveva ucciso il suo orgoglio del Nord promettendola a Robert. E Brandon voleva che rimanesse a guardare i suoi comportamenti osceni. E Ned era troppo impegnato con Ashara per dare una strigliata al suo migliore amico. No, forse era ingiusta, Ned aveva una sua vita e non era la balia di Lord Baratheon. E Benjen…era da qualche parte a cercare un’armatura. Se fosse riuscita a ritrovarlo, forse si sarebbe divertita anche lei per il resto della serata.
Il canto era cessato e le danze dovevano essere riprese.
Non sapendo dove dirigere i suoi passi, le venne in mente solo il parco degli dei. Una bella passeggiata al chiaro di luna lontana da Stark, Baratheon e persino Targaryen; chissà, forse gli dei le avrebbero concesso la saggezza e le avrebbero mostrato la via da seguire.
I suoi passi si susseguirono rapidi e leggeri nell’erba, sino a portarla dinanzi a una piccola sorgente e all’albero-diga. Il volto che i figli della foresta avevano inciso, era vagamente minaccioso, ma lei non si scompose. S’inginocchiò dinanzi al tronco, con l’orgoglio ancora ferito, chiedendosi per cosa pregare.
- Liberatemi da Robert. – disse con lacrime di rabbia – Vi prego, non posso appartenere a quell’uomo. Io sono una fiera fanciulla del Nord, sangue di lupo, e questo sconosciuto del Sud mortifica la mia dignità di donna. –
E, quasi in risposta, udì una musica fendere l’aria; era solo musica, priva di parole. Le ci volle qualche secondo per capire che si trattava della prima ballata cantata da Rhaegar quella sera. Ma la canzone non venne. Vide il Principe fluttuare tra gli alberi, con i capelli d’argento che lo rendevano una figura evanescente che appariva e spariva da dietro i tronchi. Suonava la sua arpa, che si diceva amasse più della lancia e della spada, ma nessun suono usciva dalla sua bocca. Lyanna capì che non aveva bisogno di cantare la storia per evocare sentimenti malinconici.
Infine lui la vide, seduta sotto l’albero del cuore, e incrociando il suo sguardo parve decidere che ormai non poteva più evitarla. Le sue mani ebbero un attimo di esitazione nel riconoscerla, ma subito tornarono a suonare le note conclusive, mentre si avvicinava a lei.
La fanciulla si sentì mancare il fiato, immaginando che gli dei stessero mandando il Principe per salvarla da Robert, ma si diede subito della sciocca: non aveva alcun senso.
Rhaegar Targaryen si fermò a pochi passi da lei, che era inginocchiata nell’erba. Lo guardò dal basso verso l’alto, incapace di parlare.
Inaspettatamente, lui si sedette a terra di fronte a lei e le sorrise.
-Immagino che la festa non sia più di vostro gradimento, mia signora. – fece – Non vi ho più visto mentre eseguivo la seconda ballata. –
Lei annuì.
-Vi ho udito dal cortile, Principe – sorrise lei – Ero già andata via quando siete tornato a cantare. – precisò, temendo di averlo oltraggiato in qualche modo.
-Lo immaginavo – annuì lui – Mio cugino è un perfetto idiota. –
Lyanna puntò i suoi occhi nei suoi, pensierosa. Lui aveva capito perché aveva lasciato la festa.
-Dubito che abbia sentito la mia mancanza – rise amaramente lei, pensando a chi si sarebbe portato a letto quella notte.
-Non lui. – alluse il Principe.
Mentre soppesava il significato di quelle due parole, non poté fare a meno di pensare a quanto quell’uomo fosse diverso da Robert. Notava dettagli che Baratheon non avrebbe visto neanche se glieli avessero sbattuti in faccia. Ed era gentile…non cortese. Gentile nell’anima. Si sorprese a pensare che, forse, in un’altra vita in cui Robert ed Elia non esistevano, si sarebbe potuta innamorare di lui.
Arrossì, vergognandosi di quel pensiero.
-Non avevo mai pianto per una storia o una canzone. – disse, rompendo il silenzio che si era creato.
-E io non avevo mai visto una lady versare intenzionalmente del vino in testa al fratello – rispose lui sorridendo.
Lyanna scoppiò a ridere e la rabbia che aveva dentro si sciolse come neve al sole, o come ghiaccio al fuoco. Che importava se Robert seduceva qualche insulsa fanciulla durante una festa, quando lei era sola al chiaro di luna con Rhaegar Targaryen?
-Ma io non sono come le altre lady – rispose lei, in tono di sfida.
-Questo è palese – fece lui, serio.
-Altre lady sarebbero felici di sposare Robert Baratheon. – disse senza pensare. – Non pregherebbero gli dei antichi di evitare queste nozze –
Chinò il capo, depressa, chiedendosi perché mai gli stesse confidando queste cose. In fondo a lui, un Principe, cosa poteva mai importare di quelle sciocchezze?
-Dunque è per questo che pregavate – convenne lui – E gli dei vi hanno ascoltata? –
-Non saprei – rispose lei – E’ presto per dirlo. Si dice che gli dei del Nord al Sud abbiano poco potere. –
-Beh, sarebbe un vero peccato se fosse così. Desiderate restare nubile? – fece lui, incuriosito.
Lei sembrò soppesare quella risposta.
-Vorrei sposare qualcuno di adatto a me, qualcuno per cui provare i sentimenti di cui avete cantato prima. O, in alternativa, restare nubile e non avere padre o marito a dirmi cosa devo o non devo fare. –
Forse pronunciò quelle ultime parole con eccessiva foga, perché mentre le diceva, la rosa blu le cadde dai capelli, adagiandosi nell’erba.
Rhaegar sorrise ammirato, poi, in un gesto che parve durare un’eternità, raccolse il fiore e glielo risistemò tra i capelli.
Lyanna non osò respirare mentre le sue mani le sfioravano la chioma. Poi, inorridì, sentendosi chiamare a gran voce. Trasalendo, riconobbe la sagoma di Ned, che non l’aveva ancora vista.
L’incanto si era rotto ed anche Rhaegar si era voltato di scatto, notando il giovane vagare tra gli alberi. Lyanna fu lieta che Ned non stesse guardando nella loro direzione mentre il Principe era chino su di lei.
S’impose di pensare che non stessero condividendo nulla di proibito, una semplice conversazione. Per un folle istante, sperò che Rhaegar volesse dileguarsi senza farsi vedere, ma era una speranza vana. Rhaegar Targaryen era il principe ereditario e non si sarebbe mai nascosto dal figlio di uno dei suoi lord, senza avere tra l’altro nulla di cui preoccuparsi. Forse era lei che doveva nascondersi, per evitare che Ned giungesse ad una conclusione sbagliata.
Ma era troppo tardi. Il secondogenito di Casa Stark li aveva visti sotto l’albero del cuore e stava venendo verso di loro, con espressione indecifrabile.
-Principe – fece quando li raggiunse, chinando il capo e osservandolo ricambiare. Poi si volse verso sua sorella.
-Lyanna, ti ho cercata a lungo. –
Spostò lo sguardo su Rhaegar e poi nuovamente sulla ragazza in una muta, incredula accusa.
-Lady Lyanna era venuta a pregare i vostri dei, Eddard. Almeno finché non l’ho disturbata con la mia abitudine di suonare l’arpa in giro per il parco. – spiegò il Principe Targaryen, mettendosi in piedi – Pare che si fosse stancata dei festeggiamenti. –
Ora era negli occhi di Rhaegar che si poteva leggere una lieve espressione di accusa. Forse gli stava silenziosamente rimproverando il comportamento del suo amico Robert? Lyanna non poteva dirlo.
-In tal caso, vi sono grato per averle offerto la vostra splendida musica e la vostra compagnia. – rispose educatamente Eddard, sperando che non le avesse offerto nient’altro. Ma la sua voce suonò alle orecchie di Lyanna come fredda cortesia.
Ned tese la sua mano alla sorella, che la afferrò e si rimise in piedi.
-Con il vostro permesso, altezza – fece lui chinando il capo.
-Buon riposo, Eddard. – rispose Rhaegar. Poi prese la mano di Lyanna e la baciò in segno di congedo.
-Lady Stark, spero che i vostri dei vi ascoltino. Dolce notte. – 



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Secondo capitolo, spero un po' più interessante del primo ;) Fatevi sentire!

 

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