L’oro del Reno [Come fu forgiato l’anello dei Nibelunghi] di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Alberich ruba l’oro ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Il furto ***
Capitolo 3: *** Cap.3 La maledizione ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Le lacrime delle ninfe ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Alberich ruba l’oro ***
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Nick su EFP Kamy
Squadra (dal II turno al VIII turno): Pervinca
Giudice responsabile : Fa92, Fabio
Turno : IV
Pacchetto se presente
TitoloStoria: L’oro del Reno [Come fu forgiato l’anello dei Nibelunghi]
Fandom se presente: originale, epico
Pairing se presente
Raiting: Verde
Personaggi del fandom se presenti
Ispirato a:
R. Wagner - Das Rheingold (prelude)
http://www.youtube.com/watch?v=9UKeTvW7gjU
L’oro del Reno
Cap.1 Alberich ruba l’oro
Woglinde si piegò in avanti e affondò le mani nell’acqua trasparente. La schizzò alla sorella che ridacchiando si alzò in volo. I seni rosei di Wellgunde tremarono, il vento le fece aderire al ventre il velo trasparente e i lunghi capelli biondi le ondeggiarono intorno al viso. Woglinde sbatté le mani tra loro, avanzò sulle punte dei piedi delicati lungo i ciottoli levigati del fiume. Un pesce le sfiorò l’alluce del piede.
“Padre Reno …” sussurrò e la voce le frusciò. S’inginocchiò e l’acqua del fiume prese la forma di una mano e le accarezzò il viso latteo.
“ … grazie per averci donato la vita” mormorò. Flosshilde alzò il capo e osservò i raggi del sole far capolino da dietro la collina rendendola rosa. Sorrise e si mise le mani sui nivei fianchi nudi.
“Non siamo ninfe qualunque, sorelle” mormorò. Si sentì un botto, le tre si voltarono. Il terreno iniziò a tremare, Woglinde si stese e una serie di braccia d’acqua la avvolsero. Wellgunde volò più in alto, il gracchiare dei corvi risuonò e gli uccelli spiccarono il volo. Flosshilde gridò e cadde in ginocchio. Si aprì una spaccatura nel terreno e una serie di massi vi franarono all’interno. Una mano pelosa ne fuoriuscì e le afferrò la gamba. Il terremoto cessò, Flosshilde la scalciò con l’altro piede e indietreggiò, sporcandosi di terra e graffiandosi il corpo ignudo. Alberich digrignò i denti gialli e uscì anche l’altra mano. S’issò e piegò il capo, la lunga barba nera strofinò sul terreno impregnandosi di terra.
“Vi amo” biascicò. Si leccò le labbra e socchiuse gli occhi.
“Nano, sei così brutto che i nostri occhi potrebbero accecarsi” sibilò Flosshilde. Lo colpì con un altro calcio e l’elmo di Alberich cadde a terra con un tintinnio e rotolò più in là.
“Che sciocco. Che cosa pensi? Che ti seguiremo in quelle luride caverne dove ti rifugi come una talpa?” domandò Wellgunde. L’acqua si ritirò e Woglinde si alzò in piedi. Una ventina di pepite, una trentina di montagne lunghe un braccio di monete d'oro e sedici lingotti brillarono riflettendo la luce del sole pallido.
“Rinnega il tuo amore per noi e prendi l’oro, liberandoci dalla schiavitù di doverlo proteggere. Se riuscirai a forgiare da esso un anello, diverrai il dominatore del mondo” sussurrò Woglinde. Gli occhi del nano s’ingigantirono e scoppiò a ridere. Si mise a correre verso l’oro, le tozze gambe gli traballavano e i passi dei suoi stivali rimbombavano colpendo il terreno. Balzò atterrando in mezzo alle monete. Flosshilde lo guardò scomparire ed espirò.
“Sorella, hai sbagliato. Alla sua morte toccherà ancora a noi tutelare l’anello e se non ci sarà restituito, saremo colpevoli delle tragedie che quell’anello causerà” sussurrò con voce roca.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Il furto ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Il
furto
Wotan si
raddrizzò il Tarnhelm
e avanzò, schivò un piccone e saltò
oltre una pietra nerastra. Rischiò di
cadere in avanti e il corpo gli scricchiolò in
più punti. Si fermò e si voltò e
guardò il semidio Loge avanzare.
“Sembri
davvero un nibelungo. Sei irriconoscibile”
sussurrò. L’altro falso nano si
piegò in avanti accentuando la gobba, la lunga barba bianca
strisciava sul
terreno sporcandosi di terra.
“Anche
tu.
Ed è un offesa per i nibelunghi di cui prendi indebitamente
l’aspetto” ribatté
bisbigliando. Wotan gonfiò le guance scarne e
sbuffò. Le gambe rachitiche gli
tremarono e la pelle ingiallita intorno agli arti rinsecchiti divenne
grigiastra.
“Lo
vuoi tu
questo anello per avere la potenza, anche se sei un semidio”
borbottò a voce
bassa. Loge proseguì, le fiamme delle torce si riflettevano
nelle sue iridi
castano scure.
“Se
non
fossi intervenuto, Donner e Froh sarebbero morti uccidendo i giganti
Fasolt e
Fafner. E tutto per una sciocca dimora celeste …”
ribatté a voce roca e bassa.
Svoltò a sinistra, la sua spalla strofinò contro
un filone d’oro nella roccia
della caverna.
“Era
meglio
regalare altre dieci sorelle di nome Freia in cambio che venire qui
sotto. Se
Alberich ci scopre ci taglierà in fette e quella sciocca dal
bel visetto
resterà ugualmente rapita” si lamentò
Wotan. Si sentirono delle urla e dei
lamenti provenire da un cunicolo alla loro destra. Wotan
rabbrividì sentendo
uno sciocco di frusta e avvertì un dolore al fianco.
“Rimani
sereno. Tornerai da tua moglie Fricka sano e vittorioso prima che lei
abbia
finito di cucinare” sussurrò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 La maledizione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3
La
maledizione
“Schifosi!
Porci! Maledetti! Avete aizzato i nibelunghi
contro di me! Avete portato una rivolta nella mia dimora!”
ululò Alberich.
Scalciò più volte. Il semidio si
grattò una guancia, il suo corpo niveo era
avvolto da un alone dorato.
“Risparmia il
fiato” sussurrò. Allungò una spada e
mise la
punta contro il collo del nano. Alberich boccheggiò e il suo
viso divenne
vermiglio, una vena sulla sua fronte pulsò.
Mostrò i denti gialli e si
ritrasse. Si ribaltò e cadde a terra con un tonfo. Wotan si
grattò il
sopracciglio vermiglio e strinse il nodo delle corde e le catene.
“Se vuoi riavere
la tua libertà, ti conviene rivelarci dove
nascondi il tuo oro e il tuo tesoro” sancì.
Inspirò e gonfiò il petto
muscoloso, un rivolo di sudore gli scese lungo la spalla.
“La pagherete
…” sussurrò Alberich con voce stridula.
Tirò
su con il naso e socchiuse gli occhi.
“La pagherete
…” ripeté piagnucolando. Wotan gli
tirò un
calcio e Loge roteò la spada.
“Nel passaggio
la cui entrata è nascosta sotto il mio trono”
spiegò. Loge
gli puntò nuovamente la
spada alla gola e gli fece un graffio.
“E
l’anello?” domandò.
“In …
in tasca …” biascicò il nano. Loge lo
slegò e gli
infilò la mano in tasca, prese l’anello e sorrise,
gli occhi gli brillarono.
“Eccolo
…” bisbigliò.
“Che
l’anello sia maledetto e con lui chi lo
possiederà, con
la sua stirpe e progenie!” urlò Alberich. Loge lo
guardò svanire, si voltò e
osservò Wotan indossare l’anello.
“Questa
sciocchezza ti sarà fatale, non s’indossa
ciò che è
maledetto. Ora andiamo, che i giganti abbiano questo ormai
più letale che utile
oggetto insieme al loro oro” disse e rinfoderò
l’arma.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Le lacrime delle ninfe ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 Le lacrime delle ninfe
“Uomini ingordi, ridateci
l’anello…” balbettò
Wellgunde. Alzava e
abbassava la testa ripetutamente, si graffiò il petto e fu
scossa da una serie di brividi.
“La brama vi consuma e la maledizione vi porterà
alla morte…” biascicò Flosshilde. Le
lacrime le rigarono il volto, gli occhi le pulsavano e il suo respiro
era
irregolare; diede una serie di pugni per terra.
“Stolti e sciocchi, restituiteci l’oro!”
strillò Woglinde. Roteò il capo,
scalciò e schizzò l’acqua del fiume. Le
lacrime le rigavano il volto niveo.
“Sarà versato sangue che a Odino è
caro!” ululò Flosshilde. Diede una serie di
testate contro il terreno, graffiandosi la fronte pallida.
“Fratello ucciderà fratello, madri e figli si
disconosceranno!” gridò Wellgunde. Il velo di una
delle ninfe volò via, trasportato dal vento.
“Padre, Padre Reno, perdonami!” gridò
Woglinde. Si strappò un paio di ciocche di capelli e
sgranò gli occhi, cadde in ginocchio e si graffiò
con le rocce del fiume. Sgranò gli occhi arrossati,
gettò indietro la testa e lanciò un grido di
dolore.
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