It's always been you

di Heya Naya Rivera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Our Home ***
Capitolo 3: *** Provini?! ***
Capitolo 4: *** Insegnante privato ***
Capitolo 5: *** La cena ***
Capitolo 6: *** Destino e Ritorni ***
Capitolo 7: *** Scoperte ***
Capitolo 8: *** Pranzo e racconti ***
Capitolo 9: *** Dubbi o Certezze?! ***
Capitolo 10: *** Provinciali con botto ***
Capitolo 11: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 12: *** Missione: Santana- inizio ***
Capitolo 13: *** Passi avanti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Britt….Britt svegliati… BRITT!!- mi alzai di soprassalto sentendo la voce della mia migliore amica che mi chiamava.

-Sono Sveglia- cercai di dire biascicando non poco quella poca saliva che avevo in bocca.

Ad un tratto sentì la porta spalancarsi e vidi una Rachel ad dir poco adirata gettarsi su di me.

-Brittany Susan Pierce hai esattamente 2, e dico 2 minuti per alzarti vestirti e farti trovare nella mia macchina- disse la mora rialzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta.

-Rach- si sentì chiamare –perché tutta questa furia? Dove dobbiamo andare?- chiesi io ancora confusa.

Lei mi guardò con un aria mista tra l’incredula e confusa –Brittany cara oggi è il nostro primo giorno di scuola del nostro ultimo anno di liceo, quindi per cortesia ti chiedo gentilmente di alzarti e di muovere quel tuo bellissimo fondoschiena perché siamo già in ritardo, e sai che io ODIO arrivare in ritardo- disse con fare teatrale per poi uscire e sbattere la porta.

Ci misi qualche secondo a capire cosa mi aveva detto e quando realizzai –CAZZOOO- urlai. Mi alzai velocemente andai in bagno mi lavai, presi le prime cose che trovai nell’armadio me le misi e uscii dalla stanza il più velocemente possibile. Corsi giù per le scale, inciampai quasi ma fortunatamente riuscii a riprendermi . corsi in cucina dove trovai mia madre e mia sorella che mi guardavano con un sorriso stampato sulla faccia di rassegnazione perché sapevano che quella era la prima mattina di una lunga serie di ritardi. Le salutai velocemente e corsi fuori di casa arrivando finalmente nella macchina di Rachel che mi guardava storto. Sbuffò e mise in moto

-          Ci hai messo ben 5 minuti e 37 secondi mia cara. Sei in ritardo e giuro che te la farò pagare-

Deglutii perché pur avendo un aria innocente sapevo cosa era in grado di fare quando era arrabbiata e mi faceva paura.

Passammo tutto il viaggio in silenzio. Rachel sembrava una pazza al volante avrà infranto si e no almeno una ventina di volte il codice della strada ma ci fece arrivare puntuali.

-Ed anche per quest’anno ce l’abbiamo fatta- dissi io cercando di farla ridere ma tutto quello che ottenni fu uno sguardo assassino.

Entrammo in quella scuola il Mckinley high school, che ormai era diventato come una seconda casa. Io ero una cheerleader mentre Rachel aveva preferito evitare ma si era inscritta a molti altri club. Ma il nostro preferito era sicuramente il Glee Club, considerato il club più sfigato al mondo ma come dice sempre la mia migliore amica “far parte di qualcosa di speciale ti rende speciale” ed era proprio così che ti faceva sentire il Glee, era la nostra seconda famiglia poiché li potevi mostrare chi eri realmente senza vergognartene. Mi aggregai al Glee al secondo anno dopo un intero anno di pressione da parte di Rachel ma per noi cheerleader era vietato entrare nel Glee perché la nostra coach non voleva. Al secondo anno però cambiò idea e quasi ci costrinse a me e alla mia amica Kitty di far parte di quel club così da poterla tenere sempre aggiornata.

Pur odiando il doppio gioco accettai di entrare ma non diedi mai informazioni rilevanti a Sue Sylvester.

Il nostro Glee pur avendo delle stelle come Rachel e Mercedes Jones non era mai riuscito a vincere il campionato nazionale. Era 7 anni che il club della nostra scuola non vinceva quel campionato. Il signor Schuster ci racconta sempre quella vittoria. Doveva tenerci molto a quei ragazzi.

Passai le pime ore della mattina a pensare che quest’anno volevo vincere a tutti i costi quel titolo e mi misi in testa di farcela a qualunque costo.

-GLEEEEEE- entrò Mr. Schu dalla porta contento di iniziare un nuovo anno con noi.

-Ragazzi quest’anno è l’ultimo anno per molti di voi- iniziò a parlare il professore –e quindi voglio promettervi che riusciremo a portare a casa quel maledetto premio che questa scuola non vede da 7 anni- concluse generando un boato generale nella stanza.

-quindi inizieremo cercando nuove reclute perché siamo davvero in pochi- disse sospirando. Eravamo sempre precisi ma quest’anno eravamo in meno perché due nostri compagni avevano lasciato la scuola.

- Faremo dei provini oggi alle 3. Vorrei che foste tutti presenti per applaudire i nuovi arrivati- disse per concludere e iniziare finalmente la lezione del giorno-

Rachel che era seduta accanto a me mi guardò con un aria afflitta.

-Che succede Rach?- domandai

-Niente. Spero solo che qualcuno si presenti a questi provini sennò possiamo dire addio al Glee-  disse per poi prestare attenzione alle parole del professore.

Mi dispiaceva tanto per Rachel perché lei era quella che desiderava di più di tutti avere questo premio. Io comunque avevo vinto 3 campionati nazionali con i cheerios ma lei no, non aveva mai vinto niente ed era un peccato visto tutto il talento che aveva. Era la nostra star e forse si sentiva anche un po’ in colpa sentendo sua responsabilità la sconfitta del Glee alle nazionali dell’anno prima.

Finita la giornata di scuola ci ritrovammo come promesso alle 3 in auditorium per i provini.

Non arrivò nessuno prima di 30 minuti ma poi si presentò un sacco di gente, sicuramente quelli che erano stati scartati ai provini da cheerleader e da giocatori di football.

Dopo qualche ora finalmente finì quello strazio ma fortunatamente con ottimi risultati. Avevamo selezionato 3 nuovi ragazzi : Jake, Ryder e Marley.

-Come ti sono sembrati i nuovi ragazzi?- chiesi a Rachel.

Ormai eravamo a casa sua sul suo letto come tutti i pomeriggi.

-Mah….- sospirò- quella Marley ha talento, Jake è un bravo ballerino e ha un’ottima voce e anche Ryder non è male- disse. Ma c’era qualcosa che non andava, aveva un tono strano, non era la solita Rachel che conoscevo io.

-Cosa c’è che non ti torna?- domandai dopo qualche minuto di silenzio

- Sai non penso che siamo noi il problema- si girò a guardarmi. Avevo un espressione confusa non capivo dove volesse arrivare – siamo ragazzi pieni di talento- continuò

 –secondo me Mr schue ha perso la passione, o meglio è rimasto alla vittoria di 7 anno fa e continua a farci provare come all’ora ma non capisce che i tempi sono cambiati-

sospirò, io la guardavo incredula. Non l’avevo mai sentita parlare così, aveva sempre ammirato Mr Schuester

-Cioè io lo ammiro e lo sai. Mi guardò negli occhi – ma ormai ha esaurito le idee, non possiamo continuare così, ci serve una mente fresca- concluse tornando con la testa rivolta verso il libro.

La lasciai sola ai suoi pensieri e tornai a casa mia. Ripensai a quello che aveva detto, non aveva tutti i torni. Avevamo molto più talento di altri gruppi ma non siamo mai riusciti a farlo venire fuori, e forse la colpa non era tutta nostra ma di chi ci stava davanti.

-AAAAAAAAAAAA- urlai.

Avevo il cervello in fumo. Decisi che ci avrei ripensato domani a mente un po’ più fresca e mi addormentai.

 

 

                                                                                                       

-Io Santana Lopez proprietaria di una delle più importanti catene di alberghi dovrei tornare al mio vecchio liceo per un meeting  dei ragazzi che vinsero le nazionali???- chiesi dopo che Quinn mi fece leggere la lettera che aveva appena ricevuto

-Esatto, miss universo- mi disse la bionda davanti a me.

-Sai a me non dispiacerebbe tornare li e rivedere tutti. Chissà se è cambiato qualcosa- continuò

Aveva un espressione sognante, forse stava ricordando tutti i bei momenti passati li, dopotutto mi mancava anche a me quel piccolo liceo. È li che ho scoperto chi ero e cosa volevo ed è grazie a Mr. Schuester se sono dove sono ora.

-Ok- dissi infine senza trapelare nessuna emozione.

Quinn sorrise e mi abbracciò. Sapevo cosa voleva dire per lei tornare la. Era lo stesso per me. C’eravamo innamorate in quella scuola, avevamo sofferto e gioito insieme, abbiamo vissuto insieme in quella città dopo che i suoi l’avevano cacciata di casa non appena avevano scoperto di avere una figlia lesbica.

-Fabray non prenderti troppe liberta- dissi io con un tono rude staccandomi da lei.

Ormai non stavamo più insieme ma avevamo una amicizia solidissima e nessuno ci avrebbe mai potuto separare.

-Come farai per il lavoro?- mi chiese mentre preparavamo le valige. Saremmo dovute partire tra due giorni esatti e non volevo ritrovarmi a fare le cose all’ultimo minuto.

-Non avrò problemi. Posso lavorare anche lontano da qui. Ho avvisato tutti e lo sanno. Te invece?- domandai a mia volta. Quinn era un avvocato ormai di fama mondiale

-Non saprei. Non ho casi in questo periodo e comunque posso sistemarli benissimo anche da lontano- disse sorridendo e facendomi un occhiolino. Sapevo che era in gamba e lei lo sapeva più di me. Aveva lavorato più di 7 anno per arrivare dove è ora, giorno e notte senza un’attimo di pausa. Forse è anche per questo che c’eravamo lasciate, perché non avevamo più tempo da dedicarci.

-Eccoci arrivate- disse la bionda respirando quell’aria che non sentiva da 7 anni

-Davvero- confermai io guardandomi intorno

-sembra un paesino sperduto in confronto a New York- continuai –ma devo ammettere che mi sei mancata Lima Ohio- dissi sorridendo alla mia amica.

Chiamammo un taxi e arrivammo alla nostra vecchia casa o meglio la casa dei miei genitori. Ormai erano morti entrambi da 4 anni per un incidente d’auto ma mi mancavano tantissimo.

Mi fece un effetto strano ritornare in quella casa e Quinn dovette accorgersene perché mi prese la mano e mi sorrise. Mi faceva sempre stare bene, ci sorreggevamo a vicenda, eravamo una famiglia.

-domani è il grande giorno-

-Emozionata?- le chiesi

Quinn non rispose, si girò sul fianco dall’altra pare del letto ma la sentii sorridere. Mi girai anche io e l’abbracciai da dietro. Le diedi un bacio sui capelli e sussurrai un –Buonanotte-

 

 

 

 

Fine del prologo… non so da dove sia uscita questa storia e non so come continuerà.. sicuramente è a tema Brittana e forse ci sarà anche il Faberry.. tutto da decidere

Grazie e al prossimo capitolo.

 

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Capitolo 2
*** Our Home ***


Non so per quale motivo o per quale strana forza misteriosa ma per una mattina riuscii a svegliarmi puntuale. Non so perché ma per qualche motivo oggi sembrava una giornata migliore delle altre. Era passata una settimana dall’inizio della scuola e Rachel era sempre più giù di morale. Mi dispiaceva così tanto per lei ma non sapevo cosa fare. Ho provato a parlare con Mr. Schuester ma non ha voluto ascoltarmi, penso che ormai non gli si possa far cambiare idea.

Sospirai mentre mi guardavo allo specchio. Tornai in camera e mi infilai la divisa dei cheerios mi feci la coda di cavallo e scesi le scale. Trovai mia madre a preparare la colazione che mi guardava con una faccia incredula

-Che mi venga un colpo- disse – chi sei tu e che ne hai fatto di mia figlia?!- chiese sgranando gli occhi

-Ah ah ah…. Ah- sorrisi sarcastica mettendomi a sedere a tavola

-Davvero sono sbalordita, non ti avevo mai visto sveglia così presto in 17 anni di vita- continuò mia madre

Stavo per risponderle, non la sopportavo quando cercava di fare la simpatica, quando suonò il campanello. Andò ad aprire ed entrò una malinconica Rachel.

-Dorme vero?!- domandò sospirando sapendo già quale fosse la risposta e, automaticamente si avvio verso le scale quando sentii mia madre

-No- disse –non dorme- continuò cercando di credere alle parole che stavano uscendo dalla sua bocca.

Rachel si volto di scatto incredula. Aveva la stessa espressione di mia madre. Girò gli occhi verso  la posizione dove ero seduta e mi vide. Notai che aveva sbattuto più di una volta le palpebre come si fa quando uno pensa di star sognando, si tirò anche qualche pizzicotto per vedere se era davvero sveglia. Giuro di averle visto anche spuntare una lacrima, poi correndo verso di me disse

-la mia bambina è diventata finalmente grande. È riuscita a svegliarsi puntuale. Da non credere- si mise a sedere accanto a me. Non risposi ma l’unica cosa che feci fu quella di mettermi a ridere facendo ridere finalmente anche la mia amica dopo una settimana.

Finii la colazione e ci dirigemmo a scuola.

-Vado ci vediamo dopo- mi disse la mora dopo avermi dato un bacio sulla guancia non appena varcata la soglia della scuola.

-Certo- dissi sorridendole e la vidi correre in classe.

Mi avviai anche io alla lezione di biologia. Passai per la presidenza e vidi che Sue stava prendendo l’ufficio del preside. Sospirai

-Dopo 3 anni ce l’ha fatta ad avere quel posto- dissi tra me e me e corsi a lezione sentendo la campanella suonare.

 

***************************************

 

-Non è cambiato nulla- mi disse la bionda accanto a me mentre guardava l’insegna del nostro vecchio liceo.

-Non so se sia un bene o un male- risposi

Quinn mi guardò accennando mezzo sorriso, mi prese la mano ed entrò dentro a quella che era stata casa nostra nei più bei 4 anni della nostra vita.

Per i corridoi non c’era nessuno.

-Wow forse sono cambiati gli studenti- dissi sorpresa –sono tutti a lezione- continuò la bionda guardandomi stupefatta.

-Andiamo a fare un giro- mi disse mettendosi a correre tirandomi per un braccio.

-Wow- dicemmo all’unisono. Questo si che è cambiato.

Facemmo un giro nella palestra, negli spogliatoi e nel campo dei cheerios ma non era cambiato nulla; quello che era cambiato di più era l’auditorium.

-Sarà perlomeno il doppio-

Annui a quella affermazione. Era grandissimo rispetto a quando ci esibivamo noi.

-Che ne dici di una performance?- propose la mia amica dirigendosi verso il palco

-Non—penso sia il caso.. e se arriva qualcuno?!-

-Non mi dire che la grande Santana Lopez ha paura di essere scoperta. O forse perché hai paura di non essere più in grado di cantare?- disse Quinn con la sua vecchia faccia da stronza da capo cheerleader.

Io senza farmelo ripetere due volte la raggiunsi sul palco

-Ho fatto vincere le nazionali al nostro gruppo penso di poter reggere una canzone con te Lucy- dissi con aria di sfida

-Perfetto- mi rispose inserendo uno dei tanti cd che erano li.

Partì la musica e subito dopo la voce di Quinn, sapevo perfettamente che canzone era, l’avevamo cantata la prima volta che tornammo qui dopo il diploma durante le vacanze di natale. Non mi sembrava cambiato niente.

I'm sitting in a railway station 
Got a ticket for my destination, oh oh 
On a tour of one-night stands 
My suitcase and guitar in hand 
And every stop is neatly planned for a poet and a one-man band 

This wave 

 

Aggiunsi la mia voce a quella di Quinn che mi sorrise. Mi muovevo su quel palco come se non fosse passato il tempo. Mi mancava da morire cantare e ora lo realizzavo davvero.

 Vidi la mia amica inchinarsi e mi lasciò continuare da sola.

Wave
Is stringing us along
Just know you’re not alone 
'Cause I’m gonna make this place your home 
Everyday's an endless stream 
Of cigarettes and magazines, oh oh 
And each town looks the same to me 
The movies and the factories 
And every stranger's face I see 
Reminds me that I long to be 
The trouble it might drag you down 
If you get lost, you can always be found 
Just know you’re not alone

Mi avvicinai a Quinn e la incitai a cantare ancora. Scesi dal palco e inizia a camminare tra i posti della platea assaporando tutti i ricordi che mi tornavano alla mente, mentre la bionda continuava a muoversi sul palco.


Cause I’m going to make this place your home 
Oh, oh, oh, oh, oh, oh 
Where my thought's escape me 
Oh, oh, oh, oh, oh 
Where my music's playing 
Oh, oh, oh, oh, oh, oh

I'm gonna make, I'm gonna make, make this place our home 
conclusa la canzone scoppiammo in una risata fatta anche di lacrime quando ci raggiunse da dietro un applauso. Ci girammo di scatto al suono di quella voce fin troppo famigliare

-Siete sempre fantastiche- disse mentre andavamo incontro al nostro vecchio professore per abbracciarlo.

-Lo sappiamo- dissi io con aria saccente.

Scoppiammo nuovamente in una risata mentre qualche lacrima di gioia ci rigava il volto.

Mr Schue ci guardò come si guarda i propri figli dopo che non li vedi da anni

-Siete veramente due bellissime donne- disse infine facendoci arrossire

-Grazie Mr Schue- rispose Quinn – lei invece non è cambiato per nulla-

Ridemmo ancora. Parlammo del più e del meno, rimase molto colpito da chi eravamo diventate e ci furono ancora diverse lacrime. Invece ci disse qual è il motivo perché ci ha voluto li

-Voi due e Puck siete le uniche che sono riuscito a rintracciare- disse con una faccia dispiaciuta –mi dispiace avervi fatto venire fin qui ma ho bisogno di voi. Non riesco più a trasmettere la passione giusta ai miei ragazzi, per la maggior parte di loro è l’ultimo anno e vorrebbero vince le nazionali. Abbiamo sempre partecipato ma con scarsi risultati- continuava a parlare, penso di non averlo mai visto così giù, mi risvegliai un secondo dai miei pensieri –i talenti ci sono, e se devo essere sincero sono anche più bravi di quanto non fossimo 7 anni fa- ci guardò come per scusarsi

- E allora dov’è il problema?- chiese Quinn come se avesse capito che non voleva essere un offesa a noi

-Penso di essere io. Sapete anche con voi ho sempre tirato fuori canzoni non troppo nuove-

-Può dire anche dell’età della pietra- intervenni io ricordando tutte le canzoni che ci aveva fatto cantare. Quinn mi guardò con disapprovazione

-Scusi- dissi e lui continuò

-Non c’è feeling tra me e loro, penso di essere troppo vecchio. È per questo che ho chiamato voi. Non c’è troppa differenza di età e magari potete riuscire a fargli tornare lo spirito giusto- finì e ci guardò con aria speranzosa

Io e Quinn ci guardammo per un secondo e poi annuimmo all’unisono

-Va bene- disse lei per entrambe

-Davvero?- chiese lui incredulo

-Davvero- dissi io per poi sentirmi abbracciare nuovamente da quell’uomo che ci aveva reso le donne che eravamo oggi.

Dovevamo farlo, cioè a me non importava nulla di questi ragazzini ma mi sentivo in dovere nei confronti di Mr Schuester.

Ci staccammo dall’abbraccio

-Allora ci vediamo alle 3 nella stessa aula. Parlerò con la preside Sue di questa questione ma non penso che ci siano problemi- ci disse per poi uscire.

-Sbaglio o ha detto Preside?- domandai io incredula guardando Quinn

Lei fece segno di no con la testa

-Finalmente ci è riuscita a prendere il posto di Figgins- disse con aria quasi compiaciuta la bionda.

Scoppiammo a ridere e ci incamminammo verso la classe del Glee.

Entrare in quella stanza mi trasmise un sacco di emozioni positive, era dove ero riuscita a mostrare la vera me ed ad essere apprezzata per come ero, dove io e Quinn ci siamo allontanate per poi riavvicinarsi per poi litigare ancora e infine per innamorarsi. Lei mi guardò come se stesse intuendo a cosa stessi pensando, e sorrise

-Vorrei tanto rivivere quei momenti passati qui- disse con un tono malinconico.

Io annuii semplicemente perché non sapevo bene cosa intendesse, e in quel momento non volevo approfondire.

Senza pensarci ci siamo sedute dove era nostra abitudine sederci, e solo pochi secondi dopo iniziarono ad entrare quelli che dovevano essere i nuovi membri delle New Direction, ed infine Mr. Schu

Nessuno fece caso a noi, era come se tutti fossero così presi dai loro pensieri da non riuscire a vedere cosa gli passava sotto il naso, poi finalmente si girarono verso di noi appena il professore ci introdusse

-Ragazzi oggi abbiamo due ospiti molto speciali che spero possono seguirci per tutto il resto dell’anno- ci indicò e ci fece cenno con la mano di scendere e di andare vicino a lui

-Loro sono due ex-componenti delle New Direction che sette anni fa vinsero il campionato nazionale- disse facendo partire un applauso che coinvolse il resto dei ragazzi

-Ha trovato rinforzi- sussurrò piano Rachel

-Speriamo solo che non lo appoggino nelle sue “idee”- disse Brittany esasperata. Non ne poteva davvero più di cantare quelle canzoni, che amava , ma che non avrebbero portato a niente.

-Lei è Santana Lopez- disse indicando la mora accanto a se che si limitò a fare un lieve cenno con la mano,

-mentre lei- e indicò l’altra –è Quinn Fabray-

-Ciao a tutti- disse sorridendo ai ragazzi che erano davanti a lei

-Loro ci aiuteranno..- iniziò Mr. Schu per poi essere interrotto da Kitty che si era alzata ed era andata di fronte a Quinn

-Ma te sei Quella Quinn Fabray?! La capo cheerleader più popolare e potente di tutta la scuola, che portò insieme alla sua spalla destra, alla vittoria le Cheerios per 4 anni consecutivi?!- chiese con uno sguardo di ammirazione

La bionda sentendosi messa in imbarazzo annuì

-Beh si.. sono io e questa- disse tirando a se Santana –sarebbe la mia spalla destra-. La mora sbuffo

-Sogna Fabray- le disse piano

Kitty emozionata l’abbracciò per poi riposizionarsi a sedere.

Il professore contento e allo stesso tempo un po’ sbalordito si riscosse e continuò il suo discorso

-Stavo dicendo che loro ci aiuteranno a vincere le nazionali, tirando fuori il meglio di ognuno di voi, e si anche di me- disse quest’ultima frase con un tono più scoraggiato

Ci furono delle urla di approvazione e anche qualche commento un po’ inopportuno da parte di qualche ragazzo, perché comunque la bellezza delle due donne non era passata inosservata.

L’ora passo velocemente, ci furono le presentazioni da parte dei ragazzi e nulla di più. Il Signor Schuester aveva dato il compito della settima e a turno ognuno di loro doveva portare un’esibizione dove avrebbe messo in mostra il loro punto di forza.

 

*************************

Ero tornata a casa distrutta da quella giornata e anche un po’ amareggiata. Non capivo perché il Signor Schu avesse preso quelle due invece di ascoltare direttamente noi. Eravamo a conoscenza del nostro talento molto meglio di lui e sicuramente di loro. Sono una ballerina fenomenale e non me la cavo male nemmeno nel canto ma avrei sicuramente potuto montare una coreografia, insieme a Mike certo, sicuramente migliore di quelle che ci faranno fare quelle due.

Sbuffai e mi gettai sul letto accanto a Rachel, che come me era assorta nei propri pensieri. Non avevo ben capito cosa ne pensasse lei di quelle due ma io non mi fidavo per niente. Non sembravano come noi, a quanto pare erano le regine della scuola, ed erano pure molto stronze. Invece anche io pur essendo una cheerleader ho una reputazione bassa a causa del Glee.

-Che stai pensando?- mi riscosse la voce della mia amica

-A quelle due, non so perché ma c’è qualcosa che non mi convince. Sono così.. –

-Perfette- concluse per me la mia amica con una voce mista tra il sognante e l’irraggiungibile

-Non era proprio quello che intendevo dire ma ho capito l’idea- continuai io appoggiando la testa sul cuscino e lasciandomi andare definitivamente rilassando ogni parte del mio corpo. Gli allenamenti delle Cheerios mi avevano distrutto anche se la coach Roz non era del tutto se stessa oggi, e ringrazio il cielo per questo sennò a quest’ora non sarei qui.

-Come sono andati gli allenamenti?-

-Mah.. direi che non sono andati, erano tutte distratte e non so perché, infatti mi hanno fatto cadere un paio di volte e fra poco non mi rompevo un ginocchio- sospirai al ricordo di quella caduta.

Sentii Rachel muoversi, mise un braccio sopra di me e si appoggiò con la testa sul mio petto. Sembrava proprio un cucciolo quando faceva così.

-Che ti passa per la testa?- le chiesi con aria dolce mentre le passavo le mani tra i capelli

Lei scosse semplicemente la testa. Sapevo che quando faceva così c’era qualcosa che mi nascondeva ma sapevo anche che non potevo insistere, me l’avrebbe detto quando se la sarebbe sentita.

-Non so cosa portare domani al Glee- sussurrò poi piano

-Nemmeno io- dissi un po’ in preda al panico. Mi ero dimenticata che domani avremmo dovuto esibirci, e non avevo provato assolutamente nulla.

Rachel si alzò leggermente e mi guardò con un aria afflitta.

-Ehi- le dissi tirandola a me per abbracciarla – sei una cantante eccezionale, la nostra migliore cantante, farai un figurone come sempre- dissi sorridendo cercando di tirarle su il morale

-Mmm… non lo so. So di avere una bella voce ma è tutto qui, non so ballare per niente e mi vuomo male sul palco- era disperata

-Rach.. Guardami- dissi tirando su il mento della ragazza in modo che i nostri occhi si incrociassero –tu hai molto di più di solo una bella voce, tu emozioni con la tua voce e se non sai ballare basta che me lo dici, ti darò qualche lezione- dissi con tutta la sincerità del mondo.

Lei mi guardò e annuì

-Grazie. Ti voglio tanto bene Britt- disse prima di ributtarsi giù e di addormentarsi

-Anche io- sussurrai piano per poi lasciarle un bacio sulla fronte.

Non avevo molto sonno e poi non riuscivo a smettere di pensare alle aiutanti del professore.

 

****************

 

Passammo il pomeriggio insieme in giro per Lima. Ridemmo e scherzammo tutto il giorno ricordando tutti i momenti più belli e più divertenti della nostra vita li.

Io e Quinn ci conoscevamo dalle scuole elementari. Ovviamente iniziò subito una bellissima amicizia tra di noi e facemmo il patto che qualunque cosa fosse successa io e lei saremmo rimaste sempre unite.

Fino al liceo tutto andò bene ma arrivati li iniziò la nostra gara. Dovevamo per forza essere più popolari l’una dell’altra, ci battemmo all’ultimo sangue per vedere chi doveva essere capo Cheerleader e quando vinse lei il nostro rapporto si iniziò ad inclinare del tutto, fino a quando non siamo dovute andare, per punizione, ad aggregarci al Glee Club. Fummo in conflitto anche li certo per vedere chi delle due doveva cantare più assoli e per chi delle due doveva stare con Puck. Eravamo arrivate ad un punto dove era quasi impossibile tornare indietro. Non riuscivamo a stare nella stessa stanza insieme, quando poi Mr. Schu con l’aiuto della signorina Holly Holliday ci riunirono insieme, e li capimmo che ce l’avevamo l’una con l’altra perché nessuna delle due accettava il fatto di essere innamorata dell’altra.

-Che stai facendo- disse una Quinn abbastanza scioccata arrivata alle mie spalle con due gelati in mano

Io sorrisi colpevole e poi dissi

-La voce fuori campo?!-

-Sei impazzita con gli anni. E poi tanto per la cronaca sei te che non accettavi il fatto di amarmi, e continuo a non capire il perché- mi disse passandomi il mio gelato

Scossi la testa e seguii la mia amica.

Tornammo a casa per cena e discutemmo un po’ sul da farsi

-Speriamo che questi ragazzi sappiano fare qualcosa- dissi io versando un po’ di vino nel bicchiere della bionda

-Non  è che mi vuoi far ubriacare così mi puoi portare a letto vero?!- mi rispose lei

-Non era proprio mia intenzione Fabray- la guardai maliziosamente – e ora torna seria e concentrati sul nostro impegno-

-Sinceramente non saprei. Ho visto la loro esibizione dell’anno scorso e a dire la verità facevano abbastanza pena. Cioè la passione ce l’hanno, il talento pure ma non hanno gli stimoli adatti, sembra che non siano connessi ne tra di loro ne tantomeno con la canzone che stanno cantando, e noi punteremo su quello- disse mentre io la guardavo incredula.

-Sembrano noi il primo anno- dissi io –quando Mr. Schue ci fece cantare tutte le canzoni dei Jurney. Certo erano delle ottime canzoni ma non avevano nulla a che fare con noi- conclusi io

Non pensavo che l’avesse presa così seriamente questa storia. Poi mi congratulai con lei per il suo splendido lavoro. Mi aveva risposto con un “Sono sempre avanti a te latina” sussurrandomelo nell’orecchio con una voce roca che mi aveva provocato mille brividi. Pur non essendoci più niente tra noi due riuscivamo sempre a provocarci finendo poi per andare a letto insieme come quella notte.

 

 

Ciao a tuttii.. questo è il secondo capitolo e come si può vedere è sempre introduttivo. Volevo prendere le cose con calma senza affrettare i tempi

Grazie a tutti quelli che leggono seguono e recensiscono questa storia.

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Capitolo 3
*** Provini?! ***


Quando mi svegliai notai che Quinn non era più nel letto. Girai la testa e la trovai a sedere sulla finestra mentre guardava sorgere il sole. Era coperta solo da una lunga maglia che però lasciava intravedere quelle sue gambe perfette, la trovavo bellissima, sempre. Dal primo momento che avevo posato il mio sguardo su di lei pensai che fosse la donna più bella che avessi mai visto e fino ad ora questo pensiero non era mai stato smentito. Mi alzai dal letto coprendomi con il lenzuolo e mi avvicinai a lei. le accarezzai dolcemente la spalla e le sussurrai all’orecchio un buongiorno. Lei mi guardò e mi sorrise ma avevo letto nei suoi occhi che c’era qualcosa che non andava

-Che hai?- chiesi abbracciandola. Mi faceva male vederla così

-Niente- disse scuotendo la testa

-Quinn ti prego, parlami- le dissi quasi supplicandola. Non facevo così con nessuno solo con lei. al di fuori ero una ragazza forte avvolte anche stronza ma con Quinn le mie difese si abbassavano subito.

-Dobbiamo smettere di andare a letto insieme- mi disse semplicemente tornando a guardare fuori

Stetti per un tempo che non so bene definire in silenzio

-Perché?- chiesi infine

Lei abbozzò un sorriso, come per dire che non era possibile che non ci arrivassi da sola. Poi sospirò prese fiato e iniziò a parlare

-Tornare qui mi fa riaffiorare tanti ricordi e tanti sentimenti che credevo di aver sepolto tempo fa. So che per te non è così ma io ci spero ancora in una nostra relazione. Insomma da quando ci siamo lasciate non ho, e nemmeno tu, mai riavuto una relazione che durasse più di due settimane- la guardavo in silenzio non sapendo ne che fare ne che dire, sempre se dovevo dire qualcosa

-abbiamo però continuato ad andare a letto insieme e non so nemmeno io perché ma dentro di me si sta riaccendendo quella fiamma che avevo nei tuoi confronti. Non ho trovato nessuno che mi abbia colpito quanto non l’abbia fatto tu-

Potevo vedere che cercava di trattenere le lacrime, ma una la tradì e le rigò il volto. Io fui rapida e un la mano delicatamente gliela asciugai.

-Quinn..-

-Non devi dire niente- mi disse girandosi verso di me, si vedeva che soffriva ma io non potevo farci niente.

-Lo sai che ti voglio un mondo di bene, ma lo sai che non..-

-Non possiamo stare insieme perché non proverai mai amore per me- concluse la frase al posto mio –e mi sta bene- continuò –davvero. Ma ti chiedo solo di non andare più a letto insieme- mi disse

-ok- risposi per poi abbracciarla stretta a me. La sua presa inizialmente fu insicura ma poi mi strinse forte.

--Ora basta. Non vorrei che la grande Santana Lopez si rammollisse per me- mi disse staccandosi e facendomi un occhiolino. Sorrisi. Ero sorpresa dalla capacità di quella ragazza di cambiare umore così velocemente. Certo sapevo che un po’ lo faceva perché lo doveva fare ma sapevo anche che era forte e che avrebbe trovato al più presto una donna migliore di me che l’avrebbe saputa amare a dovere

 

******************

Mi svegliai di soprassalto sentendo un botto tremendo provenire da vicino a me. Mi guardai intorno con gli occhi ancora assonnati quando vidi la mia bellissima sveglia a forma di papera per terra distrutta. Mi girai verso Rachel che aveva ancora il braccio teso. Pensai che doveva averla lanciata lei, forse involontariamente perché la sua faccia era stupita almeno quanto la mia.

-Sc..scusa- balbettò poi la mia amica –ma non si spengeva così, si insomma io..- continuava con una voce dispiaciuta.

Mi alzai dal letto e andai a raccogliere la mia sveglia ormai distrutta. La guardai per un secondo e mi rattristai al pensiero che si era rotta. Fu il regalo della mia sorellona quando iniziai il liceo, è una delle poche cose che mi rimangono di lei. Scossi la testa e guardai nella direzione di Rachel, aveva un’espressione buffissima. Scoppiai a ridere e lei mi guardò con aria interrogativa. Sapeva quanto coi tenevo

-Non fa niente Rach. Si può sempre riparare- disse appoggiando quello che rimaneva della sveglia sul comodino per poi andare a dare un bacio alla mia amica che rimase immobile

-Su o faremo tardi- le dissi ancora iniziando a vestirmi. Le sorrisi. Lei mi guardò e sorrise a sua volta, sapeva che non ce l’avevo con lei, quindi decise di alzarsi e di vestirsi anche lei

-Forza oggi dobbiamo far vedere quanto valiamo a quelle due presuntuose- disse carica di energia

Scoppiammo in una risata sincera. Ci volevamo tanto bene, eravamo inseparabili, come sorelle. Io le ero stata vicina quando si lasciò con Jessie ,il ragazzo ideale per Rachel, ma a quanto pare a lui interessava più il successo che l’amore, e lei aveva fatto lo stesso con me, mi aveva protetto durante la fase del mio coming out avvenuto nel secondo anno e ora nessuno riusciva a separarci.

-Davvero. Resteranno sbalordite- disse prendendo la mia amica per la mano e correndo di sotto.

 

-Il prossimo- sentii urlare dall’auditorium. Io e Rachel eravamo dietro le quinte mentre aspettavamo il nostro turno

-Sono due fottute streghe- ringhiò Kurt rientrando dal palco.

Kurt era uno dei punti forti del Glee e anche uno dei miei migliori amici. Certo aveva una strana ossessione per i vestiti e per le varie creme per il viso ma per il resto era una ragazzo d’oro

-Che ti hanno detto?- chiese Rachel che ora iniziava ad agitarsi.

-Che non posso cantare canzoni da donna, in poche parole- disse mettendosi a sedere e prendendo un po’ d’acqua. Era abbattuto, non l’avevo mai visto così. dopotutto era il suo punto di forza cantare canzoni da donna e lo faceva benissimo.

Facendo un piccolo riassunto Sugar l’avevano cacciata dopo nemmeno trenta secondi, Rory dopo un minuto e mezzo, forse, a Sam era andata abbastanza bene, Finn lo avevano offeso dicendo che sembra un sacco di patate, Tina si era messa a piangere prima dell’esibizione, Mike aveva solo ballato e Arti diciamo che era quello che aveva fatto più una buona impressione. Ora era il turno di Mercedes poi sarebbe toccato a me, poi a Kitty, poi a Rachel e infine ai tre ragazzi nuovi. 

Iniziavo ad avere paura, insomma pensavo che sarebbe andata meglio anche agli altri, invece erano uno più demoralizzato dell’altro.

Sentii la musica partire e la voce di Mercedes subito dopo. Mi tranquillizzai. Sapevo che lei ce l’avrebbe fatta sicuramente, insomma era incredibile, forse persino Rachel la invidiava. Mi riscossi subito. La vidi rientrare più arrabbiata che mai. Si mise a sedere di furia e tirò un urlo liberatorio. Sobbalzai. Ecco ora iniziavo davvero ad avere paura. Insomma avevano buttato giù lei figuriamoci me. Inizia a sudare, il cuore a duemila, poi mi sentii toccare sulla spalla. Mi voltai di scatto quasi mi avesse spaventato.

-Britt tocca a te- mi disse Rachel con due occhi da cucciolo

Cercai la concentrazione in qualche modo e mi avviai verso il palco. Da dietro sentii un coro di “In bocca al lupo” ma non mi girai e andai sul palco.

Alzai gli occhi e le vidi. Erano sedute in terza fila con un blocco di fogli in mano. Accanto alla bionda c’era Mr. Schue che non appena incrociò il mio sguardo mi sorrise. Lo ringraziai mentalmente perché mi rassicurò un poco.

-Brittany Pierce- disse poi la mora ad un tratto –prego- continuò facendomi un gesto con la mano, per farmi capire che potevo iniziare, anzi prima lo facevo e meglio era.

La vidi girarsi verso il professore che le disse due o tre parole, che pensai fossero su di me. La vidi sorridere, ma non capii che tipo di sorriso fosse.

Misi il cd e feci partire la musica. Per quella performance andai sul sicuro con “Hold It Against Me”, e alle prime note della canzone liberai la mente ed iniziai a cantare e a ballare con tranquillità. Sentivo il mio corpo muoversi con fluidità e con naturalezza. Mi sentivo libera quando ballavo.

Finii la performance che durò appena più di due minuti. Ed ora la tensione si stava facendo sentire. Avevo il cuore che mi batteva a duemila come se mi volesse uscire dal petto. Certo ero affaticata dall’esibizione, ma non era solo quello, avevo paura del loro giudizio e non so nemmeno perché. Alla fine non è che mi potevano cacciare o peggio, perché l’ultima parola era di Mr Schue.

Presi due respiri profondi, chiusi gli occhi e mi concentrai. Dovevo rilassarmi.

-Eccezionale- sentii urlare da parte del professore. Mi venne da sorridere. Alzai lo sguardo verso i tre seduti davanti.

-Si calmi Mr Schue- disse poi la bionda accanto a lui –direi che la performance per quanto riguarda il ballo è stata perfetta, insomma si vede che sei una ballerina, e capisco perché sei capo cheerleader-  Disse guardandomi negli occhi. Aveva uno sguardo glaciale. Deglutii, sapevo che ora sarebbe arrivato il peggio.

-Però il canto è un disastro. E capisco che sia più faticoso cantare bene mentre si realizza una performance di questa difficoltà, ma è quello che uno deve fare se vuole vincere le Nazionali-  finì di parlare. Dalle sue parole non si percepiva nessuna emozione, era come se niente la toccasse.

La vidi girarsi verso Santana Lopez che ancora non aveva detto nulla. Era li che mi fissava con un espressione indecifrabile. Non riuscivo a capire più nulla volevo solo scendere da quel maledetto palco.

Passò del tempo non saprei nemmeno dire quanto.

-Grazie è tutto-

Finalmente ripresi a respirare regolarmente e me ne andai.

 

**********************

 

Sentivo gli occhi di Quinn su di me, e anche quelli della ragazza che si era appena esibita. Non sapevo veramente che dire, ero rimasta impressionata da quella ragazza, mi ha rapito totalmente durante la sua performance come se fossi li con lei. le sue movenze erano eccezionali e direi anche piuttosto eccitanti, ma sicuramente non avrei potuto commentare la sua esibizione.

Penso che Quinn capì la mia insicurezza e parlò

-Grazie è tutto-

Mi girai verso di lei, dopo che Brittany aveva lasciato il palco, e le feci un cenno di ringraziamento che lei capì

-Dopo mi spieghi che ti è preso- mi sussurrò tornando a guardare verso il palco dove era arrivata un’altra ragazza.

Non feci attenzione alla sua esibizione, o meglio non ci riuscivo. Nella mia mente continuava ad apparire più bella e più brava che mai la bionda ballerina, che ripercorreva per filo e per segno, e forse in maniera anche più sensuale, la performance poco fa eseguita.

Mi riscossi sentendo la mia amica Quinn urlare contro quella povera ragazza. Avevo pietà per loro. Sapevo che Quinn era arrabbiata per altri motivi anche se non l’avrebbe mai ammesso. C’era rimasta male per stamani e sapevo che un po’ soffriva, ma questo non era il modo giusto per sfogarsi.

Quando la bionda smise di parlare intervenni io

-Scusala davvero, e porta le scuse da parte sua anche a quelli che si sono esibiti prima. Certo non ha tutti i torti su quello che dice ma purtroppo le dice male oggi perché non è giornata. Quindi davvero chiedo scusa per questo comportamento- dissi sentendo Quinn sbuffare e un respiro di sollievo da parte di Schuester, che fino ad ora era stato messo a tacere dalla bionda.

-Ormai finiamo le esibizione e poi domani con calma vi diremo cosa ne pensiamo senza farci prendere troppo da altre emozioni che non c’entrano niente- conclusi guardando prima Kitty e poi Quinn

La ragazza sul palco mi sorrise e poi corse via.

Mi massaggiai le tempie perché sapevo che alla fine di tutto ciò dovevo fare i conti con l’ira della Fabray e non ne avevo punta voglia. Ero cambiata molto dal liceo. Certo potevo essere ancora stronza e diventare Snix, il terrore di Lima, ma quando potevo evitavo volentieri.

-Salve sono Rachel Barry e oggi mi esibirò nella canzone che nessuno mi ha mai voluto far cantare- disse guardando Mr. Schuester.

Sorrisi, quella ragazza doveva avere un caratterino niente male. Il professore ci aveva detto che era la “diva” del Glee e devo ammettere che questo ruolo lo rivestiva piuttosto bene.

Cambiai subito espressione non appena partì la canzone. Barbra Streisand . Non ci volevo credere. Non che non apprezzassi il talento della cantante, ma il pezzo non era certo adatto alle regionali.

Guardai Quinn che aveva un’espressione attenta. Dovevo ammettere che aveva preso davvero sul serio questa cosa del Glee, non pensavo ci tenesse così tanto. o forse era solo un modo per staccare il cervello da altri problemi. Mi riscossi dai miei pensieri e ascoltai la ragazza che stava cantando, devo ammettere, molto divinamente. Non avevo mai sentito una voce così potente e così bella. Era straordinaria. Ora capivo perché Mr. Schue ci aveva detto che avevano molto talento, e dovevo ammettere che erano meglio di quanto lo eravamo noi.

Finì la canzone e come ormai di routine il professore applaudiva come impazzito.

-Bene Berry- iniziò subito uiQuiQuinn

-Possiamo dire che sei una cantante eccezionale, ma questo penso che tu lo sappia già, e pur non condividendo la scelta della canzone, devo ammettere che le hai reso veramente giustizia. Sei una vera “diva” e credo che potrai diventare veramente qualcuno- disse io interrompendo la mia amica. Vidi quella ragazza sorridere

-Ma- continuai vedendola cambiare espressione in maniera velocissima – il talento non basta. Non puoi farcela da sola. Nel Glee quello che fa la forza è il gruppo, non il singolo. Quindi non sei te e gli altri ma siete voi. E questo lo devi capire-dissi

Vidi sul suo volto un’espressione confusa. Sapevo che pensava di essere un tutt’uno con gli altri ma dai movimenti e dal suo atteggiamento si vede bene che lei è la solista e gli altri il retroscena che l’accompagnano, e non deve essere così.

-Non ti preoccupare vi verrà spiegato meglio domani, dopo tutte le vostre esibizioni- intervenne Quinn.

Finimmo dopo al massimo una mezz’ora. Non ne potevo veramente più. Entrai velocemente in casa e mi gettai immediatamente in bagno per farmi una doccia.

Quando finii trovai già Quinn nel letto, supina, che guardava fissa il soffitto. Piano mi infilai sotto le lenzuola e iniziai a fissare Quinn. Sapevo che bisognava parlare, anche se a dir la verità non ne avevo molta voglia.

-Smettila- disse poi interrompendo il silenzio

-Di fare?- dissi con un’aria innocente

-Di fissarmi-

Era arrabbiata?! Non l’avrei saputo dire. Delle volte mi era davvero difficile capire Quinn, anche se ci conoscevamo da una vita.

-Quinn..- provai a chiamarla

-Santana- mi rispose lei. questa volta si girò verso di me

Sorrisi

-Non ridere- mi disse montandomi addosso e fermandomi con la mani i polsi –piuttosto dimmi che ti è preso oggi durante la performance di quella biondina- chiese con un aria maliziosa

Io deglutii. Sapevo che aveva capito che era successo qualcosa, ma non lo sapevo nemmeno io cosa.

-Sono rimasta colpita- mi fermai, poi vidi la faccia di Quinn farsi sempre più insistente –dal suo talento- conclusi non sapendo che dire.

La bionda scoppiò a ridere

-Certo. Immagino che il suo “talento” ti abbia stregato. Oppure direi che è stato il suo fondoschiena, che devo ammettere, non era affatto male- disse sicura e tornando al suo posto

Non risposi. Perché davvero non lo sapevo. Certo era una bellissima ragazza, ma aveva sempre 7 anni meno di me e io sarei dovuta tornare a New York e… aspetta che sto pensando?! Non sapevo nemmeno se era lesbica e se le potevo piacere, e stavo già pensando che sarebbe stata una cosa impossibile, almeno che non si fosse trasferita.. stop.

-Ti piace- sentii la voce di Quinn.

-No- risposi di getto.

Quinn sembrò crederci, forse perché  stava quasi dormendo e non voleva insistere di più. Ma questo mi bastò per tranquillizzarmi. Mi piaceva?! Non lo sapevo, o forse si ma non importava.

 

******************

 

Mi buttai sul letto esasperata da quella giornata. Ero abbastanza contenta per me stessa perché alla fine avevo fatto una buona impressione, almeno penso. Avevo parlato con Rachel tutto il pomeriggio e lei al contrario di me sembrava scossa da quello che le avevano detto e che a me non aveva voluto dire con precisione, ma ritenevo impossibile che le fosse andato male. Mi girai di lato fissando la finestra. Mi rilassava vedere fuori il buio della notte, e soprattutto mi piaceva quando potevo ammirare la luna.

Ad un tratto sentii il mio telefono suonare. Sbuffai sonoramente, anche perché non avevo idee di dove fosse. Mi alzai e iniziai a cercarlo per tutta la camera fino a che non lo trovai sotto il letto.

“com’è possibile?” mi domandai scuotendo la testa.

Lo presi e vidi il nome di Rachel sul diplay.

-Ehi Rach- dissi con la voce più contenta che riuscissi a fare in quel momento

-Ehi Britt…- mi rispose lei con un tono più spento del solito. Sembrava quasi che si vergognasse

-Che hai?-

-Niente di che. Il solito. Insomma non sono contenta e dopo oggi ho capito che forse non valgo quanto mi facciate credere tutti. Forse sarebbe meglio che iniziaste anche voi a prendere delle iniziative, senza lasciar fare tutto a me..insomma alla fine poi non è che abbia portato a tanto visto i nostri risultati..-

-Rachel… STOP- urlai al telefono – Che stai dicendo? Mi vuoi spiegare che è successo oggi? Che ti hanno detto quelle due?-

Non sentivo nessuna risposta, controllai che non fosse caduta la linea ma non era cosi

-Rach..- provai a chiamarla

-In poche parole che devo smettere di essere la Diva e che non conta quanto io sia brava ma il gruppo. E questa cosa la so insomma me lo ripetete sempre e penso di essere migliorata in 3 anni.. ma..-

-Ehi. Non dire così. loro non ti conoscono e non sanno niente di noi e non possono giudicare ne te nessun altro e..-

-Britt calmati-  mi fermai. Mi ero lasciata prendere dal momento. Dovevo ammettere che non mi piacevano per niente quelle due, non riuscivo a fidarmi.

-Si scusa- dissi con tono colpevole

-C’è un’altra cosa poi..-

-cosa?- domandai curiosa

- Preferisco dirtela a voce anche perché non so come la prenderai-

-mi devo preoccupare?- chiesi

-No.. non penso proprio- sorrisi a sentire come lo diceva. Potevo giurare che stesse arrossendo in quel momento.

Ci demmo la buona notte e poco dopo mi addormentai.

 

 

 

Ecco il terzo capitolo.. la storia procede piano almeno inizialmente, per rendere le cose un po’ più reali.

Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile

Grazie a tutti quelli che seguono leggono e recensiscono la storia…

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Capitolo 4
*** Insegnante privato ***


Avevo dormito veramente poco quella notte. Continuavo a chiedermi cosa mi dovesse dire di così importante Rachel ma non ci arrivavo proprio.

Uscii presto di casa e decisi di andare a scuola a piedi così da rinfrescarmi un po’ le idee. Mia madre si stava preoccupando sul serio per me perché ancora non credeva possibile quello che mi stava succedendo, che poi era semplicemente lo svegliarsi puntuale.

Arrivai davanti al cancello della scuola e sbuffai. Non avevo nessuna voglia di andare a lezione quel giorno, in realtà non ce l’avevo mai, ma oggi meno del solito. Feci la prima ora di storia ma poi decisi che era meglio andare sul tetto a rilassarsi un po’. Mi auto convinsi a  non andare a lezione perché sapevo che sarebbe stato tempo perso, perché non avrei ascoltato nemmeno una parola di quello che avrebbe detto il professore.

Mi sdraiai al sole e fissai il cielo. Mi rilassava farlo e mi aiutava anche a pensare. Era un posto tranquillo perché nessuno ci veniva mai. Ci portai qualche volta Rachel ma nemmeno a lei piaceva, e davvero non ne capivo il motivo.

Mi dovetti addormentare per qualche minuto perché quando riaprii gli occhi vidi una figura accanto a me che mi fissava.

-Sai anche io venivo spesso quassù- parlò poi spostando lo sguardo verso il campo da football

Rimasi in silenzio. Non sapevo bene che dire, e se dovevo dire qualcosa. L’unica cosa che feci fu quella di passare dalla posizione sdraiata a quella seduta e annuire. Mi diedi della stupida da sola perché sicuramente non aveva potuto vedere il mio gesto perché non mi stava guardando.

-Sai io non ci vengo così spesso, solo quando devo pensare, o quando voglio stare un po’ da sola- dissi infine

La vidi girarsi verso di me. Dovevo ammettere che era veramente una bellissima donna, e deglutii profondamente quando mi sorrise.

-Brittany giusto?- mi chiese

-SI- risposi facendo anche un segno con la testa .

-Sai ci ha colpito molto la tua esibizione di ieri- disse porgendomi la mano per farmi alzare

Io arrossii imbarazzata e dissi un timido grazie. Poi afferrai la sua mano e mi alzai vicino a lei.

Ero molto imbarazzata, non sapevo che dire o fare, e non era da me.

-come mai non sei a lezione?- mi chiese ad un tratto

-Diciamo che oggi non avevo la testa adatta per seguire le lezioni-

Rise. La trovai adorabile, aveva veramente una bella risata. Risi anche io

-Succedeva molto spesso anche a me. Passavo molte delle mie giornate senza andare a lezione e venivo qui e pensavo- prese fiato – devo ammettere che mi manca molto tutto questo-

Io la osservavo

-Anche io amo molto stare qui- intervenni – anche se devo ammettere che non sono molto brava a scuola specialmente in spagnolo- dissi sbuffando

Rise di nuovo

-Sai non credevo che potessi avere delle difficoltà con Mr Schue in spagnolo-

Sospirai sconfitta

-Purtroppo è così. E ha difficoltà in parecchie altre materie, e quest’anno devo avere almeno la sufficienza sennò la Coach mi leva il titolo da capo Cheerleader, non potrò far parte di club e non potrò partecipare alle competizioni. Ma soprattutto non potrò diplomarmi-

La guardai vergognandomi un po’, ma vidi sul suo viso come un illuminazione.

-Sai penso che ti posso aiutare con questo tuo piccolo problema- disse con una faccia che non capivo assolutamente cosa volesse dire.

-Ti ringrazio davvero ma ci hanno provato in molti ma nessuno è mai riuscito a farmi studiare. Si sono arresi tutti, anche la mia migliore amica, Rachel, anche lei ha cantato ieri- dissi

-Sisi ho capito chi è. Comunque davvero lascia che ti aiuti non conosco insegnate migliore, e ti assicuro che suderai parecchio- disse, stavo per ribattere ma la vidi correre via.

Prima di sparire dietro la porta si girò verso di me, che avevo un aria molto confusa e disse

-MI ha fatto piacere parlare con te-

-Anche a me- risposi semplicemente vedendola sparire.

Dovevo ammettere che Quinn era davvero una persona strana, però decisamente diversa da come l’avevo immaginata.

 

********************

-Quinn ti prego dimmi che stai scherzando-

-In realtà Santana io appezzerei molto se accettassi questa cosa. Insomma noi abbiamo bisogno di Brittany e come diceva Quinn ha davvero dei voti pessimi e non se li può permettere- si intromise Mr. Schuester

-E non può andare a lezione private?!- domandai io

-Ecco vedi i suoi genitori ce l’hanno mandata ma senza nessun risultato. Brittany è molto strana a riguardo, è, come dire….-

-Stupida- intervenni di nuovo io

-Non volevo dire così. diciamo che è un genio a modo suo- finì il professore

-E come pensate che io possa cambiare ciò?- chiesi scettica. Insomma non capivo perché Mr Schue insisteva tanto. io non ero un insegnate e forse non lo sapevo nemmeno fare. Certo ero stata una studentessa brillante e ero madre lingua latina ma come avrei potuto insegnare a qualcuno.

-Santana per favore. Ho fiducia in te, eri la migliore nella scuola e nella regione- mi disse con un tono supplichevole il mio ex-professore.

Guardai Quinn che aveva un espressione compiaciuta poichè sapeva già quale sarebbe stata la mia risposta se me l’avrebbe chiesto il signor Schue, e per questo ha voluto che ci fosse anche lui a parlarmi. Sapevo quali erano le intenzioni della bionda ma alla fine a me non interessava quale fosse il suo scopo e per questo accettai.

Will si alzò e mi abbracciò forte

-Non so proprio come ringraziarti- di disse staccandosi

-Faremo i conti poi- risposi semplicemente io per poi uscire da quella stanza trascinando insieme a me Quinn. La portai nei primi bagni che trovai, controllai accuratamente che non ci fosse nessuno, e poi mi girai verso Quinn e la guardai dura negli occhi

-Come ti è saltato in mente- sbottai

-Eddai San ho pensato che fosse una situazione da sfruttare a tuo vantaggio- mi disse con un ghigno che mi fece arrabbiare ancora di più

-Ma sfruttare cosa?! Hai perso completamente la testa Fabray- mi girai incamminandomi verso l’altro lato del bagno.

-Pensavo che ti avrei fatto un favore-

-Certo a spingermi tra le braccia di un’altra donna, che non conosco nemmeno, di cui non so niente, e per di più con sette anni in meno- la guardai di nuovo e mi sentii in colpa.

Aveva uno sguardo tenerissimo, misto tra colpa e dispiacere. Mi avvicinai a lei e la guardai negli occhi ormai di un verde bellissimo

-Pensavo che ti piacesse. Era da anni che non avevi quello sguardo, forse non te lo avevo mai visto così profondo. Ne sei rimasta affascinata e.. insomma…-

L’abbracciai. Sapevo che l’aveva fatto per me. L’aveva capito prima lei che quella ragazza mi aveva colpito. Ma non per qualcosa che aveva detto o fatto, semplicemente per quella sensazione strana che avevo provato non appena aveva varcato la soglia del palco. Mi aveva colpita profondamente e odiavo questa cosa.

-Lo so- dissi semplicemente asciugandole le prime lacrime che le rigavano il volto.

Mi staccai da lei solo per andare a prendere un pezzo di carta. Le asciugai l’ultima lacrima e le porsi il “fazzoletto”. Dopo qualche minuto si riprese, si sciacquò il viso e in men che non si dica fummo di nuovo tra i corridoi, incamminandoci  verso la stanza del Glee.

 

-Posso affermare a nome sia mio che della mia “collega” di essere rimaste assolutamente affascinate dal vostro talento-

Nella stanza si creò il silenzio. Tutti avevano un espressione confusa e assolutamente sorpresa. Nessuno si sarebbe mai aspettato una frase del genere, insomma dopo  i commenti che avevano dato alle performance del giorno prima,che non si potevano sicuramente definire positive, si sarebbero aspettati tutt’altro.

Anche il volto del professore si tranquillizzò, dopo essere rimasto in tensione fino a quel momento.

-Possiamo dire che con il vostro talento andate ad occupare tutti i campi- riprese Santana vedendo le facce dei ragazzi, insomma lei aveva convinto Quinn pochi minuti prima che la lezione iniziasse di far parlare lei, e di aggirare un po’ la situazione facendoli credere in loro stessi invece che demolirli subito

-insomma ci sono almeno due ballerini fenomenali, cantanti di ottimo livello e per tutti i generi, da quelli un po’ più passati, ai grandi musical di Broadway, ai classici, e alla musica commerciale- si guardò intorno, stava aspettando che qualcuno parlasse, anche Mr Schue ma a quanto pare tutti stavano solo ad ascoltare aspettando di vedere dove sarebbe voluta arrivare; si maledisse di aver scelto di parlare lei, perché non sapeva più che dire, o come dirlo, insomma alla fine era pur sempre Santana Lopez e non poteva fare dei complimenti così a persone che non se gli meritavo nemmeno

-Insomma per farla breve, siete un gruppo con una potenzialità fantastica. Basta capire come farla uscire, e poi come farvi diventare un unico corpo che si muove all’unisono- concluse Quinn vedendo che la latina si stava già spazientendo. Non aveva capito il perché avesse voluto parlare lei, quando entrambe sapevano che era incapace di fare una cosa così.

-State dicendo che non siamo un gruppo?- chiese il ragazzo in sedia a rotelle, di cui momentaneamente non ricordo il nome

-Esattamente- disse la bionda

-O almeno non quando vi dovete esibire- continuò

-Come fa a dirlo se non ci ha mai visto?- domandò la ragazza cinese

-Invece vi ho visto. Ho visto tutte le vostre performance che Mr Shuester a registrato, o fatto registrare. E devo ammettere che da li si capisce che ci sono dei rancori o delle invidie tra di voi-

Dopo quell’affermazione si generò il caos. Tutti stavano parlottando tra di loro,rimasti offesi dall’ultima frase di Quinn

-Non può dire questo lei non ci conosce nemmeno. Non sa niente di noi- disse un ragazzo con troppo gel in testa per i miei gusti.

-Esatto- confermarono altri ragazzi

-Non può venire qui, insultarci come ha fatto ieri, pretendere che noi l’ascolteremo in silenzio..-

-Ragazzi Basta!- intervenne il professore

-Loro sono qui perché le ho chiamate io e le ritengo persone qualificate e giuste per voi. Se non vi va bene ne parlate con me- disse un po’ spazientito

-Sentite- iniziai io, quella situazione era ridicola – nessuno mi obbliga a stare qui, e sinceramente non me ne frega niente nemmeno di voi, però Mr Shue mi ha chiesto un favore e io sono contenta di poterlo fare; quindi ora vi calmate, vi sedete e vi fate andare bene quello che vi diciamo. Noi cercheremo di portarvi il maggior rispetto possibile, ma se voi non lo fate state sicuri che ci vorrà veramente poco per mettervi tutti a tacere- finii lanciando un occhiata gelida a cui nessuno si oppose. Anzi tutti si rimisero a sedere nelle loro posizioni facendo finta di niente

-Snix sta tentando di uscire?- mi sussurrò Quinn

-Fabray se fossi in te non la stuzzicherei. Sto già facendo fatica a controllarmi-

La bionda si allontanò con un ghigno divertito sul viso.

La lezione si concluse senza che nessuno dicesse altro. il professore aveva annunciato i loro rivali alle locali, e che da domani si iniziava a decidere la scaletta da esibire, visto che alle locali non mancava più di 4 settimane.

 

******************************

 

-Meno male è finita- dissi piano sperando che nessuno mi sentisse, mentre suonava la campanella. Mi alzai velocemente e a passo svelto mi diressi fuori dall’aula. Non volevo più sentire nessuno.

-Brittany- mi sentii chiamare. Sbuffai, poi mi girai facendo un espressione normale.

Mi ritrovai davanti Quinn che mi sorrideva. Mi venne un sorriso spontaneo stampato in faccia.

-Dimmi- dissi velocemente prima che si accorgesse che la stavo fissando

-Ho parlato con la diretta interessata che ha accettato di farti ripetizioni- si tirò a sé Santana che era rimasta in disparte dietro la bionda. infatti non avevo nemmeno notato che ci fosse anche lei

-Ciao- mi disse poi con un gesto della mano

-Ciao- risposi semplicemente io. Non ero entusiasta per niente a quella notizia.

Non so perché ma quella non mi andava assolutissimamente a genio. Aveva un carattere strafottente e presuntuoso.

-Quindi oggi pomeriggio San verrà da te a spartirti le sue prime lezioni- intervenne Quinn vedendo che si era venuta a creare una situazione imbarazzante.

-ok. Io finisco alle 3 qui… quindi per le 4 a casa mia va bene?-

Santana annuì poi disse

-Sei a pidi?-

-Si-

-Allora facciamo alle 3 30 al parcheggio- disse scontrosa e poi si allontanò

-Scusala davvero non è così solitamente. Ci vediamo- mi disse in tutta furia Quinn prima di raggiungerla

Sospirai. E tornai su i miei passi.

-Britt?- sentii la voce di Rachel che mi chiamava piano

La intravidi che spuntava da dietro una delle colonne davanti a me. La guardai sorpresa

-Che fai mi spii?- domandai continuando a camminare. Rachel si mise al mio finco e abbassò lo sguardo come se si sentisse in colpa

-No… cioè si.. ma non volevo- biascicò

-Ehi Rach stavo scherzando- la guardai sorridendole – non ti preoccupare tanto te lo avrei raccontato comunque-

Vidi il suo viso rilassarsi

-che ti hanno detto? Sai non è che sentissi molto bene da li dietro-

-In poche parole Santana sarà la mia insegnate privata- dissi sbuffando.

-Oh. Com’è venuta fuori questa cosa? Sicuramente Mr schuster dovrà aver parlato con loro dei tuoi pessimi voti e..-

-Rachel stop. Sicuramente si e ora oltre a ritrovarmela qui al Glee dovrò sopportarla tutti i santi i giorni- mandai gli occhi al cielo. Non avevo per nulla voglia di entrare in contatto con quella persona

-Eddai magari non è poi così male- disse la cantante. Ma il suo tono non era per nulla credibile.

La guardai storto e lei mi capì al volo perché fece una smorfia che doveva assomigliare ad un sorriso

-Ok. Però mai giudicare un libro dalla sua copertina-

-Ufff. Mi impegnerò promesso. Perché sennò addio diploma-

-Brava- mi disse infine Rachel dandomi un bacio sulla guancia e dirigendosi a lezione

-Ci sentiamo dopo-

-Sappi che ti verrò a tartassare dopo la mia lezione di oggi pomeriggio- le risposi io

Sentii la campanella e iniziai a correre verso la mia classe.

Passai il resto della mattinata a pensare ai fatti miei. Ripensai allo strano incontro con Quinn, e non so perché  ma tutte le volte che pensavo a lei mi spuntava un sorriso sulla faccia. Avrei davvero preferito che le ripetizioni me le facesse lei e non l’altra.

Sospirai per l’ennesima volta quella mattina, erano già le 3:15 così decisi di avviarmi al parcheggio

-Sei in anticipo- mi spaventai sentendo quella voce che mi aveva preso controtempo

-Non pensavo di fare così paura- continuò a parlare Santana passandomi accanto con un ghigno divertito

-No è che ero assopita nei miei pensieri e non avevo sentito nessuno arrivare- provai a dire

-Sisi… come vuoi- disse entrando in macchina

La segui velocemente e montai anche io.

Il viaggio passò silenzioso. L’unica volta che abbiamo parlato era per dire la via dove abitavo. Poi era partita e non aveva proferito parola per  tutto il tragitto. Io guardavo fuori dal finestrino. Avvertivo una strana tensione, ma non avrei saputo descrivere di che genere fosse. Ci volle poco più di dieci minuti

-puoi parcheggiare pure qua davanti- le dissi indicandole il luogo preciso

Non rispose ma eseguì comunque il consiglio che le avevo dato.

Dopo pochi minuti fummo dentro casa. Come al solito non c’era nessuno a quell’ora. Feci una presentazione veloce del piano terra vedendo che comunque non era molto interessata e poi la condussi di sopra in camera mia.

La feci entrare e poi chiusi la porta.

-Siediti pure dove vuoi- dissi indicando le due seggiole alla scrivania oppure il letto

-Ok- disse per poi prendere posto su una delle due sedie.

Feci un respiro profondo, cercai di rilassarmi il più possibile e mi andai a sedere accanto a lei.

-Allora da cosa vuoi iniziare?-

-Mmmm direi con spagnolo o storia.. visto che sono le due materie che ho domani e nelle quali sono piuttosto indietro-

La sentii sospirare

-Certo è difficile rimanere indietro in poco più di un mese-

-Lo so. Ma è che sono rimasta indietro dagli anni passati- dissi abbassando la testa vergognandomi un po’ della situazione

- Perfetto- la sentii sussurrare

-Su mettiamoci a lavoro-

Dopo 3 ore piene di lavoro mi buttai esasperata sul letto. Sentivo gli occhi di Santana su di me. Dovevo ammettere che aveva una pazienza fuori dal comune.

Mi girai e la guardai

-Grazie- le dissi accennando un sorriso

-Lavoro- mi rispose lei senza trapelare nessuna emozione

La vidi alzarsi e senza pensarci chiesi

-Vuoi qualcosa da mangiare o da bere? Sono stata davvero maleducata a non offrirti niente per tutto questo tempo. Scusa-

-Non fa niente davvero sono a posto. E poi sono passate solo 3 ore- mi disse

-Ok. Allora ti accompagno alla porta-

Mi alzai e la riaccompagnai all’ingresso

-Ciao-

-Ciao-

-Grazie ancora-

Lei  mi sorrise per la prima volta da quando l’avevo vista, sinceramente.

-Ci vediamo domani- parlai ancora e ancora una volta non ricevetti risposta ma solo un cenno con la mano.

Mi richiusi la porta dietro di me. Tornai di corsa in camera mi cambiai e poi uscii di casa velocemente per andare da Rachel.

Arrivai dalla mora in men che non si dica. Suonai alla porta e ad aprirmi fu un sorridente Leroy

-Ehi Britt- mi disse l’uomo

-Ehi Leroy- lo salutai sorridendogli

-Rachel è in camera- mi disse facendomi entrare. Lo ringraziai e scattai su per le scale. Andai davanti alla porta di camera della mia amica e senza bussare entrai di corsa.

-Britt- sentii gridare Rachel dopo che l’avevo travolta buttandola sul letto e io sopra di lei

-Britt mi schiacci- disse cercando di spostarmi

Vedendo che non otteneva risultati rinunciò alla sua impresa e sbuffo

-Uffa però-

Io scoppiai a ridere e mi levai da sopra coricandomi accanto a lei

Vedevo che mi guardava male, si sentiva offesa.

-Eddai Rach.. non te la prendere- le dissi facendole un pizzicotto sulla guancia.

-Un giorno te la farò pagare- disse piano girandosi dall’altra parte dandomi le spalle.

Io la strinsi da dietro e appoggiai il mio mento sulla sua spalla.

Per i successivi minuti gli unici rumori presenti erano i nostri respiri che andavano sincronizzati.

-Com’è andata oggi?- mi chiese poi

-Non saprei. Direi bene- risposi un po’ titubante

Rachel si alzò di scatto e mi guardò interrogativa

-è riuscita a farti studiare??-

-Per quanto risulti incredibile si. cioè ci ho messo 3 ore a capire una singola cosa ma alla fine ce lo fatta- dissi ricordando il pomeriggio. Alla fine non era andato così male. Avevamo fatto solo un po’ di storia ma finalmente ero riuscita a ricordarmi qualcosa.

-Wow-

-Ehi non essere così sorpresa. Ha davvero molta pazienza ed è un ottima insegnante-

-Capisco- disse con il tono di una che la sapeva lunga

-Cosa stai insinuando?- le chiesi guardandola storta

-No niente. Dico solo che magari quella ragazza sa come prenderti. O magari l’ha già fatto- disse con uno sguardo malizioso

-Rachel non essere stupida. Poi a me non piace nemmeno- dissi facendo la faccia offesa e mettendo su un adorabile broncio al quale sapevo che la mia amica non avrebbe resistito.

-Non mi freghi a questo giro mia cara Pierce-

-Uff- sbuffai incrociando le braccia al petto

Dovevo ammettere che Santana era veramente bellissima. Aveva una bellezza tutta sua.

-Davvero bella, latina, donna di successo, intelligente, come dire perfetta-

-Eh già- assecondai la mia amica. Poi sentendola ridere mi ripresi

-EHIIIII!!!- le dissi tirandogli un cuscino

Rachel stava ridendo tantissimo

-Sembra quasi che non ci avevi mai pensato-

-Lo so. Ma fatto sta che non la conosco e non mi rivolge parola. Quindi il carattere pareggia con tutto il resto- dissi convinta di aver detto una cosa intelligente

-Vedremo-

-E se la vuoi sapere tutta preferirei di gran lunga Quinn-

Scoppiai a ridere ma vidi la mia amica rabbuiarsi di colpo.

-Ehi Rachel c’è qualcosa che non va?- chiesi preoccupata.

Lei mi guardò e sforzò un sorriso che chiunque avrebbe scambiato per falso

-Nono… tutto bene. Sono solo un po’ stanca-

Sapevo che non era vero. Ero sicura che dovevo aver detto qualcosa di sbagliato.

Mi alzai dal letto, la salutai come tutte le sere e tornai a casa mia.

Mi addormentai nei miei pensieri ma come dice il detto: la notte porta consiglio.

E pensai che quella volta aveva ragione. forse avevo capito cosa aveva Rachel

 

 

Ecco un altro capitolo……

Nn voglio anticipare niente perché da qui in avanti  la storia avrà dei cambiamenti….

Grazie a tutti

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Capitolo 5
*** La cena ***


Mi svegliai di soprassalto. Guardai la sveglia e spalancai gli occhi, ero in pieno ritardo. La mia puntualità era durata fin troppi giorni. Aprii l’armadio cercando la divisa da Cheerios ma non c’era, così corsi in bagno per vedere se l’avevo lasciata li, ma niente. Ne c’era da nessuna parte. Alzai gli occhi al cielo.

“Inizia proprio bene questa giornata” pensai.

-Mammaaaaaa- urlai dalle scale ma non ebbi nessuna risposta.  Scesi ma non trovai nessuno. Mi stava venendo da piangere, era impossibile che fossero già andati a lavoro.

Scesi le scale e mi guardai intorno: niente. Mi buttai sul divano esasperata.

-Britt- sentii poi una voce che mi chiamava piano dal piano di sopra

Alzai piano la testa credendo che fosse la mia immaginazione.

-Britt- la sentii di nuovo. Mi alzai e mi affacciai in fondo alle scale.

Vidi la testolina di mia sorella spuntare dalla sua porta

-Aschley?-  dissi confusa. Che ci faceva ancora a letto? Mi chiesi

Salii le scale e andai da mia sorella che aveva ancora tutta la faccia assonnata mentre la mia doveva essere totalmente stravolta.

-Britt che ci fai già sveglia? E perché stavi urlando?- mi chiese teneramente

La guardai confusa. Perché se ne stava così tranquilla li?!

Lei dovette capire il mio pensiero e semplicemente disse

-Solo io ho una sorella così fuori di testa- sospirò –è Sabato- disse chiudendosi la porta dietro le spalle.

Rimasi imbambolata li davanti alla sua porta per una decina di minuti. Non credevo possibile che mi facessi prendere in giro così da una bambina di dieci anni, e per quanto mi faccia male ammetterlo aveva pienamente ragione. ero totalmente una fuori di testa. Finalmente mi decisi a muovermi da quella posizione e a tornare in camera mia.

Mi buttai sul letto e presi il telefono. Volevo chiamare Rachel ma sapevo che a quest’ora sarebbe stata a fare i suoi esercizi vocali. Solitamente gli fa prima di venire a scuola ma oggi essendo sabato ritarderà il tutto.

Sospirai. Non avevo voglia di dormire ormai mi ero svegliata fin troppo bene. Ripensai al discorso che avevo avuto un paio di sere prima con Rachel. Avevo capito che aveva cambiato umore da quando avevo nominato Quinn ma ancora non riesco a capire come mai. Le avevo pensate di tutte ma nessuna che avesse avuto un minimo di senso. Mi misi le mani sulla faccia in segno di resa

“Perché non sono più intelligente?!” mi domandai. Forse dovrei semplicemente chiederglielo. Ma so già che non mi direbbe nulla. La conosco fin troppo bene e finché non è pronta lei a dirti le cose stai pure certa che non ne ricaverai nulla.”Perché stavo parlando da sola” mi chiesi di nuovo.

Sbuffai e mi alzai. Presi le prime cose che trovai nell’armadio, scesi facendo più piano possibile, scrissi un biglietto a mia madre per avvertire che ero fuori e uscii.

Respirai a pieni polmoni. L’aria era ghiaccia però in compenso era una bella giornata. Presi a camminare verso la periferia per evitare il casino delle macchine. Avevo bisogno di un po’ di pace e tranquillità, quindi decisi di dirigermi verso il parco dove ero solita andare.

Arrivai dopo una ventina di minuti di camminata. Entrai e mi andai a sedere sulla “mia” panchina, quella più vicino al laghetto dove c’erano le papere. Mi piacevano tanto, e mi piaceva dargli da mangiare.

Rimasi li a fissarle per non so quanto tempo. Non mi accorgevo del tempo che passava quando stavo li, entravo in una specie di trance.

-Brittany?-

Feci uno scatto, mi ero presa paura.

Sentii una risata ormai familiare

-Scusami non volevo spaventarti- disse

Mi voltai verso di lei sorridendo

-Figurati. Dai accomodati- le dissi indicando la panchina

Quinn si sedette accanto a me. La sentii prendere un respiro profondo

-Allora che ci fai qui di prima mattina?-

-Ecco diciamo che mi sono svegliata credendo che fosse venerdì- abbassai gli occhi imbarazzata

- invece quando mi sono resa conto che era sabato  ho deciso di venire a fare una passeggiata- le dissi arrossendo un po’ per la vergogna

Lei scoppiò a ridere

-Sei proprio una persona ingenua- mi disse sorridendomi. Avevo capito che me lo aveva detto come un complimento. Non rideva di me ma con me e questo mi rendeva felice

Rimanemmo a fissarci per qualche secondo sempre con il sorriso stampato sulla faccia. Poi mi riscossi e chiesi

-Te invece? Come mai da queste parti?-

Quinn guardò davanti a sé appoggiandosi allo schienale della panchina

-Sai quando stavo qui io e la persona di cui ero innamorata venivamo spesso qui, proprio su questa panchina. Passavano delle ore qui seduti a parlare. Anche quando si litigava, ci ritrovavamo sempre qui e si faceva pace- disse fissando il lago con gli occhi quasi lucidi. Si deve essere emozionata

-Deduco che questa persona sia ancora molto importante per te-  lo sussurrai senza accorge mene

La vidi irrigidirsi un po’

-Scusa non volevo essere invadente, mi è sfuggito- la guardai con una faccia triste, e quasi colpevole

Lei mi guardò di nuovo e per la seconda volta mi sorrise. Mi veniva sempre una strana sensazione quando lo faceva e arrossii

-Tranquilla. In realtà hai ragione. è sempre con me, e pur avendo rotto abbiamo mantenuto degli ottimi rapporti di amicizia. Anzi penso proprio che sia l’amicizia più profonda che ho-

-Si vede da come ne parli-

Lei mi guardò con una faccia interrogativa

-Si insomma… ti si illuminano gli occhi al solo pensiero- le dissi in imbarazzo. Mi sentivo veramente a mio agio con lei

-Capito-  questa fu la risposta che mi diede

Mi sembrava ferita ma non capivo se era per qualcosa che avevo detto o per altro

-Stai bene?- mi feci coraggio e glielo domandai

Lei mi guardò sorpresa

-Si scusa. È che mi perdo nei ricordi e mi rattristo. Invece non dovrei perché non si vive nel passato ma è più forte di me-

-Sai lo faccio anche io avvolte. Anche io venivo spesso qui con la mia ragazza. Siamo state insieme 2 anni e mezzo. Anche se il primo anno non lo sapeva nessuno. Avvolte ci penso ancora e sento che mi manca tanto ma che alla fine forse lasciarsi è stata la cosa migliore per entrambe- presi fiato, con la coda dell’occhio vidi Quinn che mi fissava interessata, forse ero riuscita a distrarla, quindi continuai

-Sai, lei voleva diventare una cantante, e era ed è brava e ci è riuscita. A luglio le hanno offerto un contratto con una casa discografica ed ha accettato. Ero molto contenta per lei davvero, le avrei sempre augurato il meglio, e per quanto giovani e forse inesperte eravamo, sapevo cos’era l’amore e per lei provavo un sentimento indescrivibile. Quindi ho deciso di lasciarla andare per farle seguire il suo sogno. L’ultima volta che ci siamo parlate e viste era proprio qui- finii con una lacrima che mi scivolava sul volto

Sentii la mano di Quinn che mi accarezzò il viso e che mi asciugò il volto

-Sai credo che sei davvero matura per quanto riguarda la vita- mi disse sinceramente. Io le sorrisi imbarazzata. Nessuno mi aveva mai detto di essere matura. Solitamente ero la ragazzina stupida e fuori dal mondo. E soprattutto non mi aveva chiesto niente riguardo la mia omosessualità. Magari lo sapeva di già.

-Penso che sia giunta l’ora di andare- mi disse guardando l’orologio

Era più di due ore che eravamo li. E non mi ero accorta del tempo che era passato

Guardai il telefono. Avevo 7 chiamate perse

-Mi sa che hai ragione-

Quinn si alzò e mi porse la mano. L’afferrai e mi ritrovai di fronte a lei a pochi centimetri.

-Grazie di tutto- mi disse dandomi poi un bacio sula guancia

-Grazie a te- risposi imbambolata

-Sai mi fa piacere passare del tempo con te- mi disse guardandomi negli occhi. Erano di un verde bellissimo

-Anche a me- le risposi

Poi la vidi sorridere e salutandomi un ultima volta allontanarsi dalla parte opposta rispetto a quella in cui dovevo andare io.

Poi mi incamminai anche io verso casa. Ripresi il telefono e mandai un messaggio a mia madre dicendole dov’ero e che stavo tornando a casa. E poi chiamai Rachel

Al terzo squillo sentii la voce squillante della mia amica

-Brittt-

Allontanai di qualche centripeto il telefono dall’orecchio prima di diventare sorda

-Rachel non urlare per favore- le dissi

-Ti sembra normale che sparisci così per ore senza dirmi niente. Sono passata da te prima e tua madre mi ha detto del biglietto, quindi sono venuta a cercarti ma non ti ho trovata e –

-Rach spengi il disco. Sono viva sto tornando a casa. Te dove sei?-

-Sono vicino a casa tua. Stavo tornando indietro- aveva un tono dispiaciuto

- ok. Allora aspettami a casa ci vediamo tra poco- le dissi prima di chiudere la chiamata

Sospirai, non potevo sentire la mia amica così. a volte mi sentivo in colpa nello sparire così senza dirle niente. Ma non le volevo rivelare il mio posto, per quanto fosse poco nascosto e per quanto le volessi bene. Ma era l’unico luogo dove nessuno mi avrebbe cercato. E dove potevo staccare da tutto e da tutti.

Accelerai il passo e cercai di arrivare il prima possibile a casa.

 

*****************

 

-Sapevo che saresti stata qui- le dissi. La vidi fare un salto e girarsi incredula verso di me

Mi guardava con una faccia mista tra lo stupito e la paura. Si era bloccata davanti all’ingresso con gli occhi fissi su di me. Quegli stessi occhi che mi avevano fatto innamorare di lei e che avevano fatto innamorare molte altre persone. Le sorrisi per cercare di farla rilassare e in parte penso che ci riuscii. Si avvicinò a me con un passo lento

-Che ci fai qui?- mi chiese infine

-Facevo due passi- fu la mia risposta

Lei mi guardò storto. Sapeva che non era vero

-Stamani quando mi sono svegliata non c’eri. Quindi ho fatto due più due e mi sono recata qui. Ma ho visto che eri in buona compagnia quindi mi sono fatta da parte- le dissi sinceramente

Lei sembrò preoccupata

-Da quanto sei qui?-

-Non da molto. Un’oretta massimo. E tranquilla non ho sentito nulla di quello che vi siete dette- le disse facendole un occhiolino. Ero contenta se finalmente si apriva con un’altra persona che non fossi io

In tutti questi anni c’eravamo state sempre e solo io e lei.

Io parlavo con Puck anche mentre lei non più. Non avevo ben chiaro il motivo per cui quei due non si parlavano più. Nessuno dei due mi aveva voluto dire niente e dopo un po’ me ne ero fatta una ragione.

La vidi rilassarsi un altro po’.

-Sai credo che sia veramente una bella persona- disse poi all’improvviso

-Però non penso che sia fatta per me. Non mi attira in quel senso, ma mi fa stare bene, tutte le volte che parlo con lei non ho difficoltà a rivelare i miei sentimenti- mi guardò sicura, e forse anche un po’ imbarazzata

Io le sorrisi di cuore, ero davvero felice per lei

-Sai credo di capire. Ha un qualcosa che riesce sempre a metterti a tuo agio- dissi pensando a quei 3 giorni passati con lei a farle ripetizioni.

Alla fine stavo ringraziando mentalmente Quinn e Mr. Schue per avermi costretto a farle da tutor. Mi rilassava tantissimo la sua compagnia e mi faceva dimenticare tutto il resto. In quel momento c’eravamo solo io e lei, e tutte le sue difficoltà a capire qualsiasi cosa. Ma alla fine non lo faceva perché non ci metteva impegno, anzi era proprio quello che mi colpiva. La sua forza di volontà, in tutto.

-Andiamo?- mi riscossi dai miei pensieri sentendo la voce di Quinn

Mi voltai verso di lei e annuii. Camminammo fianco a fianco in silenzio fino a casa.

Dopo pranzo ci eravamo messe sul divano a vedere una serie televisiva, quando suonò il telefono di casa

-Quinn…- sbiascicai. Non avevo la forza di alzarmi. Ero tutta rannicchiata sotto una copertina

Lei mi guardò sbuffando. Si alzò imprecando un pochino.

Dopo più di 5 minuti abbondanti era tornata in salotto.

-Chi era?- domandai guardandola

-Era Kurt..- mi disse

-Kurt?!- le dissi confusa.

-Si.. siamo state invitate a cena stasera con loro da Breadsticks-  riprese la sua posizione sul divano

-E te?- le chiesi speranzosa che non avesse accettato

-Ho detto si- mi disse con aria colpevole

Io sbuffai guardandola storto. Non avevo per niente voglia di andare a cena con dei liceali.

Lei mi guardò supplichevole

-Eddai San… non sarà poi così male. Poi guarda come ci siamo ridotte sembriamo donne di 70 anni. Godiamoci questa piccola vacanza che ci siamo prese dalla nostra vita da adulti-

Aveva uno sguardo sempre più da cucciolo bastonato

-Ok..ok.. però non mi guardare così- le disse facendo un gesto di resa con le mani.

Lei mi saltò sopra

-Grazie. Così potrai far strage di cuori tornando la vecchia Santana Lopez, la regina di Lima heights- mi disse

-Certo- le risposi tirando fuori una delle mie espressioni da stronza migliori.

Nel resto del pomeriggio mi addormentai sul divano.

Quando riaprii gli occhi vidi che Quinn non c’era più. Mi stiracchiai la schiena allungando le braccia indietro. Chiusi e aprii gli occhi un paio di volte, e poi finalmente decisi di alzarmi. Una volta in piedi un brivido di freddo mi percorse la schiena e mi fece tremare.

Salii le scale per andare in camera mia per prendermi una felpa. Stavo veramente gelando. Salii le scale veramente piano, assaporando ad ogni scalino il ricordo di una vita passata tra quelle mura. Mi mancava tantissimo vivere nella mia piccola città, dove tutti sanno chi sei, dove la gente è accogliente e non c’è mai troppa confusione.

Sospirai. Odiavo avere quel pensiero, sapevo che sarebbe stato impossibile tornare a vivere qui, sarebbe stato un continuo via vai da qui a New York.

Entrai in camera, e presi la prima felpa che trovai nell’armadio. Sbuffai guardando l’orologio. Erano le 6pm passate, quindi mi rispogliai e andai a preparare un bel bagno caldo. Avevo voglia di rilassarmi e un bel bagno ci sarebbe sicuramente riuscito. Non credevo che una stupida cena con degli adolescenti mi avrebbe agitato così tanto.

Dopo un po’ che ero li dentro sentii la porta di casa aprirsi e richiudersi. Doveva essere tornata Quinn. Sentii salire le scale ad un passo veloce

“3…2….1” pensai prima che la mia porta del bagno si spalancasse.

Mi ritrovai una Quinn tutta sudata davanti a me che cercava in vano di riprendere fiato

-Fabray se magari avessi un naso vero e non di plastica riusciresti a respirare meglio-

Lei mi guardò storto

Poi finalmente la sentii ricominciare ad avere un respiro normale

-Dove sei stata?- le chiesi uscendo dalla vasca, e mettendomi intorno un asciugamano.

-Quando mi sono svegliata, te dormivi sempre. Mi era preso un certo languorino e così sono andata in cucina, ho aperto il frigorifero ed indovina…..- mi guardò accigliata

-Era vuoto?!- intervenni io. L’avevo messo a domanda ma sapevo benissimo che era vuoto. Oggi avevo cucinato io le poche cose che erano rimaste.

-Fai finta di non saperlo, ma lo sai benissimo. Quindi sono andata a fare la spesa, e 2 ore dopo sono finalmente tornata a casa, sudata, nervosa e pure in ritardo- mi disse

Io la guardai ridendo. Era veramente sfatta.

-Se vuoi ti preparo un bagno anche a te- lei mi guardò

-Hai visto che ore sono?!- mi chiese ironica. Io feci un gesto di negazione con la testa

Poi alzai la testa e vidi che erano le 7 .40 pm e strabuzzai gli occhi

-Cazzooooo- urlai.

Quinn sospirò

-Vado a lavarmi velocemente, ti voglio pronta tra mezz’ora massimo. Già siamo in ritardo- disse correndo nella sua stanza

Entrai nel panico. Avevo davvero troppo poco tempo, non avevo idea di che mettermi.

Decisi prima di asciugarmi e darmi una sistematina con un po’ di trucco e nel mentre pensare.

Lo feci il più velocemente possibile. Poi aprii l’armadio e li mi fermai

 

*******************************

-Sono pure in ritardo- disse Rachel sbuffando

-Dai Rach vedrai che arriveranno a momenti- intervenne Kurt. Lui era quello che aveva avuto questa idea, e nessuno aveva saputo o capito il motivo del loro invito. Io non mi feci molte domande. Ero solo contenta di poter rivedere Quinn e magari di scambiarci altre due chiacchiere.

-Dai intanto entriamo e mettiamoci a sedere- propose Mercedes e tutti seguirono la sua idea.

Ci posizionammo al nostro tavolo solito, che ormai ci riservavano per tutte le serate che facevamo li.

-Kurt ci spieghi perché hai invitato pure loro?- chiese ad un certo punto Tina

Era la domanda che ci facevamo tutti

-In realtà ho semplicemente pensato che potesse essere carino conoscerle in altre circostanze visto che dovranno stare con noi per il resto dell’anno- disse il ragazzo

Tutti lo guardammo basiti. Non era certo la risposta che ci saremmo aspettati, soprattutto non da lui, aveva sempre un secondo fine.

-Che c’è?- chiese vedendo le espressioni sul nostro volto

Ma nessuno fece in tempo a rispondere, perché le porte si aprirono ed erano li. Entrambe. Si girarono verso di noi si avvicinarono. Io non riuscivo a parlare, erano semplicemente… wow. Nessuna descrizione, nessuna parola avrebbe potuto esprimere la loro bellezza

-Scusate il ritardo- sentii la voce di Quinn

-Fa niente- disse Kurt alzandosi e andando a salutarle. Poi le fece accomodare una da una parte e l’altra dall’altra.

Ovviamente io accanto avevo Santana e dall’altra parte Sugar. mentre Rachel mi rimaneva di fronte con Blaine da un lato e Sam dall’altro.

Mentre Quinn era accanto a Kurt e Finn. Davanti a lei c’era  Rory con accanto Joe e Kitty. Poi dall’altre parte di Santana c’erano Mike e Tina mentre vicino a Finn, Jake e Ryder e a capo tavola Arti.

Prendemmo le ordinazione e poi Kurt interruppe il silenzio tartassando di domande le due ospiti

Chiese tutto sulle loro famiglie, come mai avevano deciso di andare via da Lima, passando a domande inutile, facendosi raccontare come erano entrate a far parte del Glee

-Mi ricordo benissimo. Fummo costrette ad unirci al Glee per punizione. Avevamo avuto una rissa..-

-Una rissa?- chiese come per conferma Kurt

- Si proprio una rissa.. non è vero San- intervenne Quinn

-Sapete io e Quinn ci odiavamo molto i primi due anni, e non era una novità che ci prendevamo e che avvolte si andava oltre le parole- Santana rise mentre raccontava quella storia che stava rapendo e lasciando tutti scioccati. Insomma nessuno si sarebbe mai aspettato che due come loro facevano a botte.

-Insomma dopo la rissa interrotta da Mr Schuester, ci aveva portato dal preside Figgins che giustamente voleva sospenderci, ma  Quinn come capo cheerleader e la mia fondamentale presenza in quella squadra la Sylvester non l’avrebbe mai permesso, quindi il Professore propose di farci entrare nel suo club, e fummo costrette ad accettare, se non volevamo la sospensione e la punizione della Sylvester- finì di raccontare la latina.

-Wow- fu il coro che si creò da parte di tutti

-complimenti. Non vi facevo per niente due tipe così aggressive- disse Kurt

-Si vede che non hai mai letto nulla su di loro- intervenne Kitty

-Sai non tutti siamo degli stolker come te- la ghiacciò il ragazzo

Kitty spalancò la bocca un paio di volte poi tornò zitta al suo posto.

-Però devo ammettere che non ho mai ringraziato tanto Quinn per quella stupida rissa- ammise alla fine la mora

Cominciammo tutti a ridere. Dovevo ammettere che quella serata stava prendendo il verso giusto.

-Invece raccontateci un po’ di voi- chiese Quinn dopo che la risata si spense.

Noi ci guardammo e il primo a parlare fu Kurt

-Sono uno dei membri originali del Glee, affascinato dalla moda e dal senso del buon gusto, e per quanto Rachel ne abbia poco la posso considerare la mia migliore amica insieme a Mercedes- Quinn rise così come noi

-e per finire sono fidanzato con questo ragazzo qui accanto a me.. L’ex usignolo Blaine- disse abbracciando il ragazzo accanto a lui

-Volevo solo dire che io non ho il gusto dell’orrido come sostenete voi altri. Sono semplicemente diversa dalla moda- si difese Rachel

-Rachel Barbra Berry… - intervenni io- ossessionata dalla cantante Barbra, sogna di entrare alla NYADA e di sfondare a Broadway-

-Ex fidanzata del qui presente Finn Hudson- si intromise Mercedes indicando il ragazzone che era diventato rosso

-Mercedes Jones cantante fantastica, diva numero uno del Glee… sogno: diventare una cantante famosa- ripresi a parlare io e interrotta subito dopo da Cedes

-Brittany Susan Pierce… ballerina fantastica, sogna di entrare alla Julliard....-

-divoratrice di uomini- intervenne Sam

-Per poi accorgersi che non erano loro ad interessarle bensì le fanciulle- concluse Kurt

Io divenni paonazza.

la serata continuò con le nostre “presentazioni” per un bel po’ di tempo. Tutti dicevamo gli interessi di tutti soffermandoci ovviamente sulle questioni private.

Fino a che non chiesi

-E voi?- tutti si girarono verso le ragazze interessate e le fissavamo pronti a sentire le loro storie

Le due ragazze si guardarono e poi Santana iniziò a parlare

-Diciamo che eravamo due ragazze opposte in questo senso. Quinn era a capo delle regine della castità, mentre io non lo ero affatto- disse sorridendo

-Esatto. Diciamo che lei si è girata tutta la scuola, ma aveva una preferenza per questo ragazzo, Noah Puckerman- continuò Quinn

-Si e Puck era fidanzato con Quinn- tutti le guardammo incredule

-Quindi passammo due anni a litigarcelo, lui andò a letto con entrambe e..-

-e sfortunatamente io rimasi in cinta- concluse Quinn

Noi eravamo sempre più incuriositi e anche sbalorditi da quei racconti

-Io a quel punto avevo campo libero con Puck e così ci fu un periodo che uscivo solo con lui-  riprese la latina

-Però nei nove mesi successivi e dopo la nascita di Beth, mi accorsi che non era Noah che volevo-

-Che mesi infernali- commentò Quinn ad alta voce

-E chi è che volevi?- chiese curioso Sam

Santana prese un respiro profondo e guardò Quinn. Che le sorrideva

-Quinn- disse poi Kurt interrompendo il silenzio

-Esatto- confermò la bionda.

-Sapete nessuna delle due voleva ammettere i sentimenti per l’altra. Poi un giorno grazie all’aiuto di una nostra supplente San ha cantato una canzone per me ammettendo i suoi sentimenti davanti a tutti-

-Penso che sia stato il gesto più romantico che mi abbia mai fatto- concluse la bionda

Mi girai verso Rachel che mi guardava incredula.

Ripensai a quello che mi aveva detto la mattina al parco. Quella persona tanto speciale doveva essere Santana. E io come facevo a competere con lei?!

-Che storia commovente- disse Kurt che aveva una lacrima.

-Ma la bambina?- chiese ad un tratto Blaine mentre consolava il fidanzato

-L’ho data in adozione- disse semplicemente la bionda

-Era la scelta più difficile che ho fatto, ma lo ho fatto per il suo bene. I miei mi avevano cacciato di casa, non avevo un posto dove stare, ne dei soldi, e soprattutto la responsabilità di badare ad una bambina-

Mi si strinse il cuore ad ascoltare un racconto del genere. Non riuscivo nemmeno ad immaginare il dolore che aveva potuto provare in quel periodo.

-Vabbè basta parlare di cose tristi- continuò poi Quinn

Noi tutti annuimmo però nessuno propose un argomento nuovo.

-Visto che abbiamo finito di mangiare che ne dite se andiamo a prenderci qualcosa da bere in quel bel posto dove hanno anche il karaoke?- propose Rachel.

Tutti alzammo gli occhi al cielo perché sapevamo che avremmo dovuto ascoltare la cantante anche quella sera, però accordammo con lei che andava bene.

 

Dopo svariati drink e svariate canzoni cantate da Rachel, Kurt e Mercedes ci eravamo trovati a supplicare Quinn e Santana che cantassero qualcosa loro.

-Dai suuuu- disse Kurt

-Non fatevi pregare ancora- dissi io, alquanto alticcia mentre tiravo la mano sinistra di Quinn e quella destra di Santana.

Le due ragazze avevano rifiutato di cantare da quando avevamo messo piede nel locale

Eravamo seduti al tavolo più vicino al karaoke. Finn, Tina, Kitty, Jake e Ryder e anche Arti erano andati via da una ventina di minuti.

-Forse non sono poi in gamba come ci voleva far credere Mr Schue- disse infine Rachel a Mercedes che annuiva mentre le guardava

In quel momento Santana si alzò, prese Quinn per mano e la trascinò sul palco, lanciando un’occhiata glaciale a Rach.

-Finalmente- sussurrai io. Ero emozionata nel sentirle finalmente cantare.

Ci accomodammo tutti ai nostri posti e iniziammo a urlare e a fargli il tifo.

La base partì.. riconobbi subito la canzone, era “take my breath away” la colonna sonora del film Top Gun.

Watching every motion in my foolish lover´s game 
On this endless ocean finally lovers know no shame
 
La voce di Quinn riempì la sala, aveva una tonalità tutta sua, dolce e calma.

Turning and returning to some secret place inside 
Watching in slow motion as you turn arount and say 
Santana poi cambiò la sua voce con quella di Quinn. Aveva un timbre davvero particolare, roco ma stupendo, non avevo mai sentito una voce così
Take my breath away 
Take my breath away 
si unirono insieme, e li fu un vero brivido si emozioni, suonavano così bene le loro voci insieme, sembravano fatte per stare insieme

Mi voltai verso Rachel mentre la canzone continuava a suonare, aveva una faccia meravigliata, così come tutti gli altri. Sapevano catturarti e farti provare emozioni forti, trasmettevano tutto quando cantavano, ti portavano con loro, ti coinvolgevano come se stavi vivendo i loro stessi pensieri.

Il mio cuore sussultò. Ero estasiata.

La canzone finì negli applausi e nei fischi di tutti. Avevano un talento impressionante. Era l’unica cosa che riuscivo a pensare. Le fissai per un momento mentre erano ancora sul palco. Le guardai sorridere e arrossii. Erano ancora più belle. Entrambe. Per la prima volta mi ero accorta di quanto anche Santana mi colpisse. Scacciai subito quel pensiero dalla mia mente, non era il momento di pensare certe cose.

Tornarono tra di noi e le riempimmo di complimenti.

-Va bene, va bene. Vi insegneremo a farlo, anche se in parte lo fate già da soli- disse infine Santana dopo le varie richieste d’aiuto che aveva ricevuto da tutti.

La serata finì poco dopo e se ne tornarono tutti a casa. Io e Rachel avevamo deciso di tornare a casa a piedi, poiché eravamo dalla parte opposta di dove dovevano andare tutti.

Ci incamminammo e subito dopo una macchina si accostò vicino a noi. Il finestrino si abbassò e apparve Quinn che sorridendo ci disse

-Venite, vi diamo uno strappo noi-

Io e Rachel ci guardammo per un secondo e poi montammo in macchina.

-Grazie- disse subito la mia amica non appena la macchina ripartì

-Figurati- rispose Santana

Io ero imbarazzata da quella situazione, e non ne sapevo nemmeno il motivo.

Il viaggio trascorse in silenzio. Gli unici rumori erano la radio e Rachel che ogni tanto dava indicazioni su come arrivare a casa sua.

Finalmente la macchina si fermò.

-Wow- disse Quinn –è davvero una bella casa-

-Grazie- disse la mora imbarazzata –sai i miei papà ci tengono tanto all’ordine e che tutto sembri perfetto-

-Capito- rispose la bionda sorridente.

Rachel aprì lo sportello e ringraziando un’altra volta scese dalla macchina e io subito dopo di lei

-Grazie di nuovo- ripetei io infine

-Grazie a voi della serata- mi rispose Santana

Il mio cuore perse un battito. Che mi sta succedendo?!  Pensai prima di vedere la macchina partire

 

Finito anche questo capitolo.

Ringrazio tutti quelli che leggono questa storia.

Non so ancora in che modo si svilupperà quindi staremo a vedere un po’

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Capitolo 6
*** Destino e Ritorni ***


Mi tormentai tutta la notte. Avevo questo pensiero fisso di Santana e Quinn. Vedevo le loro immagini stamparsi nella mia mente. Prima l’una e poi l’altra, in continuazione. Mi rigirai per l’ennesima volta. Questa volta però feci meno attenzione e tirai una pedata a Rachel che si svegliò di scatto

-Che succede?- biascicò girandosi verso di me. Sentii le sue mani che tastavano la mia faccia fino a che un suo dito non finì nel mio occhio e io urlai di dolore

-Allora sei sveglia- disse semplicemente lei.

Io sbuffai mentre mi massaggiavo l’occhio che ingiustamente era stato colpito. Non risposi ma mugugnai semplicemente. La vidi tirarsi su a sedere e fissarmi. Anche se era buio sentivo il suo sguardo indagatore su di me

-Brittany non sei così agitata dalla notte in cui Deni ti ha chiesto se volevi stare con lei oppure quando ti ha mollato. Scegli pure quale preferisci, ma non mi inganni facendo un semplice rumore, e sperando che mi rimetta a dormire. Quindi o mi dici cosa c’è che ti tormenta con le buone oppure te lo faccio dire io con le cattive- disse mettendo un accento in più sull’ultima frase.

Era difficile che Rachel si arrabbiasse ma quando lo faceva diventava davvero pericolosa.

Cosi presi un respiro profondo, chiusi gli occhi e contai fino a dieci prima di parlare

-Precisamente non lo so. Ma continuo a pensare a Quinn, e poi successivamente mi appare l’immagine di Santana che mi sorride, e poi riappare Quinn e così via… è tutta la notte che mi tormentano-

Calò il silenzio per qualche minuto, penso. Non avevo molto la cognizione del tempo in quel momento, ma il fatto che Rachel non parlasse mi preoccupava. Mi ricordo come se fosse ieri quando mi fece un monologo incredibile su come Deni fosse adatta a me, di come mi guardava e che lei l’aveva sempre saputo che ci saremmo messe insieme.

E invece ora stava zitta, e la cosa non andava bene

-Rach- dissi io dopo un po’

-Si scusami. Stavo pensando- rispose semplicemente tornando sdraiata accanto a me a fissare il soffitto

-Sembra che ti sei presa una cotta per entrambe, ma questo l’avevi capito pure te giusto?!-

-In realtà non ci avevo pensato. Insomma con Quinn sto molto bene e si penso che mi piaccia, e con Santana non saprei proprio. Non si può dire che abbiamo avuto un rapporto, nemmeno nelle ore di ripetizioni, è un mistero totale-

-e forse ti attira proprio quello. Alla fine con Quinn sembra che ci sei in sintonia,mentre con Santana sono solo attimi o piccole cose- disse come leggendomi nella mente.

Mi sorprendeva sempre questo fatto di lei. sapeva leggermi dentro come nessun’altro sapeva fare, capiva sempre prima di me cosa sarebbe accaduto, aveva una dote e io l’adoravo per questo, sapeva sempre che dirmi e come dirmelo, mentre io ero proprio una frana in queste cose.

Mi venne da sorridere leggermente.

-Che ridi?- mi chiese come se mi avesse visto

-Mi sorprendi sempre- le dissi von tutta sincerità. Lei si rigirò verso di me e mi strinse la mano

-Ammettilo che saresti completamente persa senza di me-

-Certo- risposi sicura io –Sei la mia guida- finii e poi la strinsi a me. Le volevo un mondo di bene, era mia sorella per me, e io lo ero per lei, un legame indistruttibile.

-Cerca di dormire ora però- la sentii dire, mentre sbadigliava

-Ok- le risposi prima di sentire il suo respiro che si faceva già più pesante. Sorrisi di nuovo, e finalmente mi addormentai pure io cullata dal suo respiro.

La mattina quando mi svegliai mi ritrovai da sola nel letto. Aprii piano gli occhi e vidi che era ancora tutto buio, presi il telefono dal comodino e guardai l’ora. Le 10:20 am. Mi stropicciai gli occhi e mi stirai un paio di volte. Poi scesi dal letto, e andai in bagno. Mi sciacquai la faccia

“hai proprio una bella faccia stamani Britt” mi dissi asciugandomi il viso. Sbadigliai e mi avviai ai piani inferiori. Sapevo che i genitori di Rachel non erano in casa ma erano via per questa settimana per il lavoro di Hiram. Andai in cucina e trovai un bigliettino di Rachel

Sono andata a correre. Se ti svegli e non mi trovi aspetta a fare colazione che ti porto qualcosa dal bar, anche se so che mangerai senza dubbio qualcos’altro perché sei un pozzo senza fondo;)

A dopo Rach. 9:00 am

Mi venne da ridere, faceva i monologhi persino sui bigliettini, però non aveva tutti i torti, perché il mio stomaco brontolava, e anche se sapevo che sarebbe tornata a momenti mi mangiai comunque qualche biscotto.

Dopo una decina di minuti sentii la chiave girare nella porta

-Brittany non c’è bisogno che tu nasconda in questo momento il pacco di biscotti che so che stai mangiando- disse entrando in cucina, trovandomi intenta a rimettere i biscotti al loro posto. Feci una faccia di una che era stata beccata in pieno nel fare qualcosa che non doveva fare.

-Tieni- mi disse porgendomi due paste e un caffè

-Grazie- addentai la prima pasta alla crema. E pochi morsi dopo divorai pure la seconda. Rachel mi guardava basita

-Penso che non mi abituerò mai a vederti mangiare- disse mentre mangiava la sua

Io sorrisi con una faccia colpevole per poi bere il mio caffè

La mattinata passo bene. Mi misi a vedere un telefilm mentre Rachel si faceva il suo bagno rilassante e poi andammo a  fare una passeggiata. A pranzo eravamo a casa mia perché mia madre aveva insistito troppo e ora eravamo in camera a decidere che cosa avremmo fatto

-Mando un messaggio a Kurt e sento che fanno loro- mi disse mentre prendeva il telefono

Io annuii

-Te senti Sam- mi ordinò mentre mi lanciava il mio telefono, che fortunatamente riuscii a prendere al volo, risparmiandoli una caduta non troppo leggera.

Mandai il messaggio a Sam, poi a Finn e infine a Tina

-Niente Kurt è con Blaine allo zoo- mi disse mortificata Rachel

-Nemmeno Sam c’è-

-Dovrà uscire con Mercedes fisto che mi ha scritto semplicemente Non posso. Poi ti spiego, scusa.- disse mentre mi faceva vedere il messaggio che la aveva mandato

-Tina?!- mi chiese

-Non mi risponde- dissi buttandomi arresa sul letto

-Sembra che siamo solo io e te- le dissi. Finn aveva da fare al negozio con il babbo di Kurt, mentre Tina supposi che doveva essere con MIke

-E che facciamo?- mi chiese

-Usciamo. Le nostre vite sono diventate tristi da quando siamo single. La domenica diventa un giorno bruttissimo- dissi alzandomi dal letto e porgendo la mano alla mia amica

-Ok- disse semplicemente afferrandomi la mano e tirandosi su

In un batter d’occhio eravamo fuori e andammo verso il centro commerciale, per vedere qualche vetrina.

Passarono un paio d’ore dove Rachel mi trascinava dentro ogni singolo negozio tirando fuori dei capi allucinanti che sarebbero piaciuti solo a lei. non capiva proprio nulla di moda, eppure era una bella ragazza ma il suo gusto era pessimo in fatto di moda.

Finalmente c’eravamo fermate, io avevo fame e era giusto l’ora della merenda così ci sedemmo al primo bar del centro commerciale.

Io ordinai un bel panino e una fetta di torta e un succo, mentre Rachel prese semplicemente una bottiglietta d’acqua.

-Ehi ragazze- disse una voce alle nostre spalle

Mi girai subito

-Ehi Sug, che ci fai da queste parti?- le chiesi. Non ero abituata a vedere la grande e ricca Sugar Motta in un qualunque centro commerciale

-Ero venuta qui perché ho saputo che c’è il parrucchiere più bravo di tutto l’Ohio che lavora qui, e quindi lo volevo testare, prima che diventasse il mio parrucchiere personale- disse sedendosi accanto a noi

Io sospirai, era incredibile quella ragazza non finiva mai di stupirmi.

-E voi?- ci chiese poi mentre ci mostrava il suo nuovo taglio, ma io non vedevo molte differenze da quello che aveva prima

-Stiamo semplicemente facendo un giro- rispose Rachel alla meno peggio. Non le andava molto a genio Sugar, non che avessero legato molto, ma era un rapporto mai nato.

A me invece stava molto simpatica anche se delle volte la trovavo davvero bizzarra, peggio di me

-Vabbe ragazze vi saluto che c’è Roger che mi aspetta fuori. Ci vediamo domani- disse andando via

Noi la guardammo sparire e poi ci lanciammo un’occhiata complice.

-Che ragazza strana-

Io annuii a quelle parole

-Vabbe direi che possiamo pure tornare a casa. Sono già le 6:30 pm- mi disse Rachel alzandosi.

 

 

*******************

 

Ero seduta alla scrivania a controllare i documenti che il mio segretario, e al momento la persona che mi sostituiva a lavoro, mi aveva mandato il giorno prima. Erano tutte le azioni degli alberghi e come stava andando nei profitti ecc… sbuffai lasciando andare i fogli sulla scrivania sparsi. Non avevo punta voglia di leggerli attentamente, non mi mancava per niente quella vita, volevo solo rilassarmi invece nemmeno tre settimane dopo che ero partita mi avevano già contattato.

Sentii la porta aprirsi e vidi Quinn spuntare con dei fogli in mano. Sospirai e mandai gli occhi al cielo tornando a fissare la scrivania

-Dimmi che non sono per me- chiesi semplicemente

-No, purtroppo sono per me- mi disse gettandomeli accanto

Gli diedi un occhiata veloce, leggendo solo la pagina iniziale

-Ti vogliono per questo caso?- le chiesi e lei mi annuii

-Ma non avevano detto che almeno fino a Maggio non sarebbe nemmeno stato preso in considerazione-

-Si, in principio avevano detto così, ma a quanto pare non ne hanno potuto fare a meno-

-Quindi che devi fare?-

-Ho detto che seguo il caso da qui, e loro hanno detto che andava bene, solo che devo  avere degli incontri con lui in questo e nel prossimo mese- mi disse disperata

-Quando te ne vai?- le chiesi poi

-la settimana prima delle provinciali sono stata richiesta in ufficio. Poi quando voglio. Te come sei messa?- mi chiese con un tono tutt’altro che felice. Non l’avevo mai vista così. il suo lavoro era tutto per lei, lo amava e lo faceva con passione. Aveva un fuoco che le bruciava dentro in ogni caso che affrontava mentre per questo era spenta e non andava affatto bene, non poteva permettersi di sbagliare soprattutto ora, quando finalmente la posizione che le aspettava e che sognava da una vita.

-Ehi tranquilla ci penso io a questi ragazzacci- le disse facendole un occhiolino

-So che non potevano rimanere in mani peggiori- scherzò lei

La vidi finalmente rilassarsi un po’ .

Il giorno dopo ne parlammo direttamente con Mr Schue che disse di non preoccuparsi che erta giusto che mettessimo prima il nostro lavoro.

Nell’arco della giornata vidi Quinn sempre più tranquilla.

Finalmente arrivò l’ora del Glee, mancavano 2 settimane alle provinciali e quindi bisognava scegliere la scaletta e le coreografie da preparare.

Ci mettemmo sedute di fronte ai ragazzi insieme al professore.

-Propongo una sfida a coppie per il duetto che ci sarà- disse subito Will

I ragazzi mandarono gli occhi al cielo, e io e Quinn ci guardammo complici. Anche a noi ci fece fare questa cosa e devo ammettere che per la prima volta aveva azzeccato qualcosa di giusto

-Esatto. E ci sarà un premio per il vincitori- continuai io attirando l’attenzione di tutti

-Una  cena, o un massaggio o un viaggio alle terme offerto tutto gentilmente dalla mia amica Santana- concluse Quinn lasciandomi un secondo perplessa ma poi l’assecondai scatenando un urlo generale

-Ci sto- disse Rachel

-Vincerò questa sfida- proseguì la mora

-Non ci contare troppo Berry. Quel premio sarà mio- si intromise Mercedes

-Mr Schue. Le coppie?- chiese infine Kurt

-Giusto. Le coppie…-

-Le facciamo noi o la sorte-

-La sorte- decise Quinn

Fatti i bigliettini iniziammo a estrarre e questi furono gli accozzamenti finali:

Finn-Marley; Brittany- Blaine; Jake -Mike; Kurt-Artie; Mercedes-Sugar; Ryder-Sam; Rory-Tina; Joe-Kitty

-Scusate io sono rimasta sola - disse Rachel

Merda erano dispari. Guardai Quinn che scrisse altri due nomi. Sapevo già quali erano le sue intenzioni e non volevo assolutamente assecondarla. Non volevo assolutamente cantare con la nana petulante.

-Scegli- le disse Quinn porgendole i due bigliettini

Pregai con tutte le forze di non essere io. Sentivo l’ansia salirmi. Sembrava andare tutto a rallentatore, lei che si avvicinava con la mano a uno dei due fogli che la mia amica le stava porgendo fino a che non ne afferrò uno

-Quinn- pronunciò poi l’altra e a quel punto mi rilassai.

Vidi Quinn sorriderle e poi tornare a sedere accanto a me, mentre Rachel era rimasta li in piedi imbambolata.

-Ma non è giusto così- disse poi Mike, contrariato da quella situazione

-Esatto è avvantaggiata- lo seguì l’altra asiatica.

Io sbuffai e guardai Quinn che nel frattempo mi aveva passato l’altro biglietto

-Non è assolutamente vero. Anzi, io non ho più talento di nessuno di voi, e la vostra amica è pure svantaggiata perché non ci conosciamo e non abbiamo mai cantato insieme, al contrario di voi-

Ci fu un silenzio mentre i ragazzi si guardavano tra di loro, complici

-Ok- disse poi Kurt –Va bene-

Quinn sorrise, e io giuro di non aver capito il motivo di tanta felicità. O voleva riprovare le sensazioni perdute di un tempo, o voleva sentirsi di nuovo una liceale, non ne avevo assolutamente idea, anche perché la settimana prossima sarebbe andata via per almeno 3 giorni.

-Perfetto- intervenne poi finalmente Mr Schue che sembrava risvegliarsi da un coma momentaneo

-Ora che abbiamo le coppie bisogna solamente avere dei giudici- si stoppo come per pensare a chi scegliere

-Allora direi oltre a me e Santana, mia moglie, la coach Beiste e…-

-Direi la sottoscritta- disse una voce fin troppo famigliare alle mie orecchie entrando nell’aula del Glee.

-Sue?-

-Si William. Visto che sono il preside e visto la vostra scarsa percentuale di vittorie ho deciso finalmente di seguirvi un po più da vicino per infondervi un po’ del mio spirito da campionessa. E poi per condurre una scuola vincente anche questo stupido club dovrà pur vincere nel mio seconda anno di regime- disse mettendosi in piedi davanti ai ragazzi

-Giovedi vi aspetto tutti in auditorio alle 3 per vedere chi vincerà questa stupida sfida- concluse per poi uscire velocemente come era entrata

Notai con piacere che non era cambiata nemmeno un po’ in questi anni, ed era solo la seconda volta che la vedevo da quando ero tornata.

-Mr Schue?!- lo richiamo Mercedes

Era rimasto li imbambolato, mi sa che non voleva crederci, era rimasto sbalordito come tutti gli altri.

-Ragazzi avete sentito avete 3 giorni per preparare un duetto- disse poi prima che suonasse la campanella annunciando la fine della lezione. Mi alzai, guardai Quinn che con un gesto mi fece capire che potevo andare.

Mentre uscivo dall’aula aprii il biglietto che mi aveva dato Quinn e sorrisi. Non sapevo se l’aveva fatto per me o per un secondo fine ma in quel momento non mi posi troppi domande e buttai il foglio con scritto Quinn nel cestino, ne aveva fatti due uguali, non la ringraziai tanto come in quel momento.

Decisi di andare a mangiarmi qualcosa mentre aspettavo Brittany che finiva gli allenamenti delle Cheerios.

Finalmente la vedi uscire dall’uscita secondaria della scuola, da dietro i campi degli allenamenti

-Ciao- mi disse semplicemente

-Ciao. Forza andiamo- le risposi salendo in macchina. Lei fece lo stesso appoggiando la testa al finestrino. Aveva ancora i capelli semibagnati e una gocciola le scivolava sul collo. Le seguii fino a che non sparì dentro la scollatura della divisa.

Poi si girò improvvisamente verso di me, ma fortunatamente feci in tempo a voltarmi, senza destare troppi sospetti

-Tutto bene?- mi chiese poi

-SI..si stavo notando che hai ancora i capelli bagnati- dissi imbarazzata.

Lei mi sorrise

-Si ma non importa, non avevo più voglia di asciugarmeli- mi disse per poi rigirarsi a guardare fuori. Mi sembrava più strana del solito, come demoralizzata

Passammo il pomeriggio a fare spagnolo, ma non la vedevo per niente concentrata

-Senti, va tutto bene?- le chiesi un po’ dopo. La mia pazienza si stava esaurendo. Ma se non aveva voglia bastava che lo dicesse. Così nessuna delle due perdeva tempo

La vidi girarsi verso di me

-Scusa. So che sono distratta e che non mi sto impegnando per niente, quindi capisco che se vuoi andare puoi andare, avrai sicuramente cose più importanti da fare- mi disse tornando con lo sguardo sul il libro che aveva davanti

Sentii una morsa allo stomaco. Sicuramente se fosse stato qualcun altro me ne sarei già andata da un pezzo lanciandoli offese che si sarebbe ricordato per sempre, ma quella ragazza, aveva uno strano effetto su di me, come se facesse scomparire la Snix che è in me.

-Non importa davvero- le dissi infine attirando di nuovo la sua attenzione

“Che stavo Facendo?” mi chiesi

-So che non mi conosci ma se ne vuoi parlare, ti assicuro che so ascoltare- allungai la mia mano fino a posarla sulla sua spalla. La sentii tremare sotto il mio tocco così la ritirai subito. Poi però me la sentii afferrare, la guardai e mi sorrise forse per la prima volta sinceramente da quando eravamo li quel pomeriggio.

-Scusa è che non me lo aspettavo. Comunque grazie davvero ma non ho niente. È solo un momento di tristezza- mi disse e io non insistetti oltre. Dopotutto capivo che non se la sentiva

Restammo con le mani intrecciate per un tempo indefinito finché non sentii il mio telefono squillare. Mi riscossi come se fossi stata svegliata bruscamente da un sogno

-Scusa- dissi alzandomi a prendere il telefono nella borsa che avevo appoggiato sul letto, lasciando la presa della sua mano.

Non feci in tempo a rispondere ma poco dopo mi arrivò un messaggio

-è Quinn.. scusa ma devo andare- le dissi mortificata

-Tranquilla- rispose accompagnandomi di sotto fino alla porta di casa –Prometto che domani mi impegnerò di più-

Io le sorrisi e poi me ne andai.

 

**************************

 

La vidi allontanarsi dal mio vialetto ad una grande velocità. Poi non appena la macchina fu partita richiusi la porta di casa e me ne tornai su. Decisi di chiamare Blaine per metterci d’accordo sulle prove e sulla canzone.

Presi il mio telefono dallo zaino, dove era rimasto da stamani

Trovai tre chiamate perse e quattro messaggi

Era Rachel, mentre un messaggio era di Blaine. Mi venne da sorridere, quel ragazzo era un amore

 

Ehi Britt so che stai facendo ripetizioni con Santana.. quindi volevo dirti che per la canzone ci mettiamo d’accordo domani mattina, io ho già delle idee quindi portene un paio pure teJ Per le prove a me va bene sempre, quindi ti lascio libera sceltaJ a domani Blaine.

 

Gli risposi velocemente e poi chiamai Rachel.

-R..-

-Aprimi- mi disse semplicemente. Mi affacciai dalla finestra e la vidi li sotto casa impaziente di entrare. Sospirai era incredibile quella ragazza.

Andai di sotto e l’aprii. Non mi disse nulla ma andò direttamente spedita in camera mia, io non potei far altro che seguirla.

Si mise a sedere sul letto e mi fissava. Mi sentivo un po’ in soggezione ma poi mi chiese

-Come stai?-

-Insomma- risposi mettendomi a sedere accanto a lei.

-L’ho saputo appena finito l’allenamento, infatti non sono riuscita a fare nemmeno molto con Santana oggi pomeriggio e mi dispiace averle fatto perdere tempo- le dissi con tutta sincerità.

-Le hai detto perché-

Io negai con la testa e la sentii sospirare

-Non è che ti ha offeso, o urlato contro perché sennò..-

-Rachel calmati- le dissi afferrandole le mani –non ha fatto niente di tutto ciò, anzi, è stata gentile-

Lei mi guardava stupita, poi si riprese e continuò a parlare

-Quindi? Cosa hai intenzione di fare?- mi chiese

Io la guardai e la vidi in ansia forse più di me

-Non lo so. Dopotutto è giusto che sia così. farò finta di niente-  alzai le spalle e mi buttai giù sul letto.

Non ci potevo credere. Mi avevano subito avvisato quando la notizia era arrivata, era stata Kitty a dirmelo:

Deni, la famosa cantante, non che la mia ex-fidanzata tornerà qui per un concerto e sarà giudice alle nostre provinciali, che casualmente si svolgeranno nella nostra scuola.

Vidi Rachel sdraiarsi al mio fianco e la sentii sbuffare

-Perché lei? Cioè di tutti proprio lei dovevano richiedere. Già non capisco come sia diventata famosa e io ancora no, però pazienza, ma che debba pure essere considerata tanto in gamba da poter essere un giudice, insomma no-

La stavo ad ascoltare mentre continuava imperterrita il suo monologo che ero sicura non sarebbe finito molto velocemente. Sapevo che tra lei e Deni c’erano state delle rivalità, e mi aveva sempre detto che non le andava molto a genio, ma mi voleva bene e quindi era sempre stata gentile con lei. Poi quando ci lasciammo perse totalmente il controllo di se. Ma mi fece piacere, perché sapevo che qualunque cosa fosse successa Rachel sarebbe stata dalla mia parte.

-Sei d’accordo?-  mi domandò ad un tratto. Ovviamente non avevo più seguito nulla di quello che aveva detto ma per non farmi cogliere troppo impreparata annuii semplicemente ma con convinzione.

-Giuro che questa volta gliela faccio pagare. Se osa solamente farti, o farci un torto, desidererà non essere mai nata-

Mi venne da ridere, era buffa quando minacciava le persone, anche se pensava di essere spaventosa.

-Avete deciso la canzone che porterete?- domandai dopo qualche minuto di pace, per cambiare argomento. Sapevo che oggi avevano passato il pomeriggio insieme e devo ammettere che stavo invidiando la mia amica. Avrei dato qualsiasi cosa per essere al suo posto.

-Diciamo di si- mi rispose semplicemente

-Ho capito non vuoi rivelare nulla da brava competitiva- le dissi scherzando. Lei annuii con la testa per poi scoppiare a ridere insieme a me.

Mi faceva bene la sua presenza, almeno era riuscita a distrarmi un po’ e a farmi ridere. La strinsi forte a me e le sussurrai un ti voglio bene. La sentii stringermi più forte e mi rispose con un anche io.

 

La mattina era volata, mi ero incontrata con Blaine e avevamo deciso la canzone in cui ci saremmo esibiti, sinceramente non avevo per niente voglia di partecipare a quella sfida e nemmeno il premio mi allettava visto che lo dovevo dividere con lui, non che avessi niente contro di lui, ansi lo trovavo un ragazzo meraviglioso, ma non avevamo molte cose in comune.

Sospirai, e pensai che se avessimo vinto almeno avremmo duettato alle provinciali e per il resto potevo concedere il mio posto a Kurt. Si mi ero convinta, avrei vinto per fare un favore a Blaine che era il miglior cantante maschile, e in fondo mi stava molto simpatico, e non lo volevo deludere, e poi mi sarei potuta mettere in mostra anche io finalmente.

Guardai l’orologio, ero in super ritardo, la coach mi avrebbe sicuramente ammazzato. Mi riscossi e iniziai a correre per i corridoi fino ad arrivare nella palestra, oggi ci saremmo allenate li e non all’aperto, su richiesta della coach Beiste. Ovviamente arrivai in ritardo e la coach se la prese con me, mi fece una ramanzina che mi ricorderò per sempre, più la punizione che mi sorbii.

Finalmente ero fuori da quella maledetta scuola, avevo detto a Santana che oggi dovevo andare a provare con Blaine e lei aveva detto che non c’era assolutamente problemi, solo che domenica avrei studiato il doppio per recuperare i giorni persi.

Sbuffai e mi disperai al solo pensiero quando mi sentii una mano che mi toccò la spalla

-Sei pronta?- vidi spuntare Blaine con il suo solito sorriso stampato in viso

-Si- gli risposi seguendolo nella sua macchina.

Arrivammo a casa sua velocemente. Rimasi ammaliata dalla bellezza di quell’edificio. Non l’avevo mai vista, era enorme.

-Britt- mi sentii chiamare dal ragazzo che era più avanti di me. Dovevo essermi incantata, sembrava un palazzo.

Dentro non era da meno, affreschi, quadri, mobili, tutto era bellissimo, quasi principesco. Non resistetti di chiedergli di fare un giro per la casa, e lui contento me la mostrò tutta.

Finito il tour mi portò nel suo piccolo studio che si trovava all’ultimo piano.

-Wow- dissi per l’ennesima volta da quando ero entrata in quella casa. Apparve davanti a me uno studio di registrazione in piena regola. Pure insonorizzato.

-Bene ci possiamo accomodare qui e provare indisturbati fino a quando ci va- disse appoggiando il suo zaino su una sedia e tirando fuori lo spartito della canzone.

 

-Insomma casa sua è bellissima- ripetevo alla mia amica Rachel mentre ci  dirigevamo nell’auditorio dove si sarebbe svolta la “sfida”.

-Lo so Britt, sarà la centesima volta che me lo ripete- sbuffò la mora accanto a me, entrando dietro le quinte.

Arrivammo per ultime ovviamente, tutti i ragazzi erano già li impazienti di cominciare. Vidi subito Blaine che mi venne incontro

-Sei pronta?- mi chiese emozionato. Mi venne da ridere a pensare a quanto era sempre euforico quando si trattava di cantare. Io gli feci di si con la testa.

Rachel andò subito verso Quinn che se ne stava in disparte con Santana.

Finalmente arrivò Mr Schue che ci avrebbe detto chi avrebbe cominciato.

-Allora ragazzi- iniziò –i primi ad esibirsi saranno Finn e Marley, poi verrete chiamati via via, quindi tenetevi sempre pronti-

Ci fu un attimo di silenzio poi riprese a parlare

-E in più, abbiamo un ospite speciale- si apri in un sorriso stupendo –molti di voi la conoscono già, altri non hanno avuto questo piacere-

Mi persi un secondo nelle sue parole di introduzione, il mio cuore stava battendo a mille, non ci potevo credere, non poteva essere lei. guardai Rachel che mi guardava preoccupata, la stessa faccia che in  quel momento dovevo avere io

-Ragazzi e ragazze ecco a voi Deni- disse indicando la porta da dove entrò lei.

 

 

Finito anche questo capitolo. Non succede molto, ma diciamo che sono ancora tutti capitoli introduttivi.

Grazie a tutti. Alla prossima J

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Capitolo 7
*** Scoperte ***


La vidi li, davanti a me, con il suo solito sorriso stampato sulla faccia, quel sorriso che mi aveva fatto innamorare, quel sorriso che mi era stato accanto per due anni, e quel sorriso che mi aveva lasciato senza più guardarsi indietro. Tutti gli erano andati in contro mentre io ero rimasta immobile con lo sguardo ancora incredulo su di lei. Sembrava che il tempo si fosse fermato ma solo per me, perché tutto intorno a me continuava a muoversi come se non ci fosse un domani. Sentivo voci, sentivo urla, ma non distinguevo le parole, era tutto un gran rumore e basta. Poi sentii qualcosa, ancora e ancora finché finalmente ritornai alla normalità. Rachel era accanto a me che mi tirava il braccio e mi chiamava. Mi girai verso di lei e le feci un cenno con la testa, il massimo che riuscissi a fare in quel momento. Non riuscivo nemmeno a parlare, e questo mi faceva ancora più rabbia, non credevo che ancora avesse quell’effetto su di me.

Po lo sentii, mentre Mr Schue se ne andava seguito dagli altri giudici, il suo sguardo era su di me, sentivo la mia pelle bruciare in quel momento e mi girai solo per un secondo per vedere se davvero era così, e i nostri occhi entrarono in contatto quel poco che bastava per farmi crollare di nuovo.

Le mie gambe stavano cedendo, la mia testa iniziava a girare pesantemente, e vidi che la mia vista stava svanendo e poi mi persi del tutto.

Aprii piano gli occhi

-Dove sono?- biascicai piano

-In infermeria- Santana era proprio dietro di me. Non l’avevo vista, e sinceramente era l’ultima persona che mi aspettassi di trovare qui, con me.

Girai la testa verso di lei come a chiedere spiegazioni

-Sei svenuta- riprese a parlare –meno male che la nanerottola ha delle braccia possenti sennò avresti battuto una bella botta- sorrisi sentendo il soprannome che aveva dato alla mia amica, che ringraziai mentalmente

-Le grandi star fanno questo effetto a tutti- disse.

Mi rabbuiai un secondo solo ricordandomi che lei era li e che ero svenuta per le emozioni che mi aveva causato.

-Tutto bene? Ho toccato un tasto dolente?- mi chiese accorgendosi del mio cambio di faccia

-Purtroppo si, però sto bene grazie- le risposi sembrando il più naturale possibile. Non stavo affatto bene, la ferita che avevo si stava riaprendo e non doveva assolutamente succedere.

-Allora io posso andare se te non hai bisogno più di niente, così almeno spero di vedere Quinn-

Mi alzai di scatto, mi ero completamente dimenticata della gara. Cercai di alzarmi dal letto ma la testa iniziò a girarmi di nuovo. Poi sentii due mani afferrarmi le spalle

-Eh no. Te devi rimanere qui a riposo- mi disse riappoggiandomi delicatamente sul lettino

-Ma la gara?- mi chiese preoccupata

-Tranquilla sarà per la prossima volta. Blaine non era arrabbiato per niente e se si tratta del duetto alle provinciali c’è ancora qualche speranza- mi fece l’occhiolino

Io mi tranquillizzai un attimo sentendo che Blaine non l’aveva presa male.

Poi il suo telefono squillò. La vidi alzarsi di corsa

-Vado, tocca a Quinn. Riprenditi- disse mentre uscì dalla stanza.

Non riuscivo veramente a capirla. Era così vicina ma sembra sempre così lontana. Un secondo prima c’è e poi scappa sempre via.  Perché era rimasta con me? Era la domanda che mi ronzava nella testa ma non aveva una risposta assolutamente. Forse era stata obbligata, come era stata obbligata a farmi da tutore. Non lo sapevo, e forse non l’avrei mai saputo. Ma c’era questo mistero in lei che mi attirava tantissimo. Mi anticipava su tutto come se mi leggesse nel pensiero e capisse le mie preoccupazioni. Come faceva? E perché poi?

 Poi c’era Quinn e il suo rapporto con lei. Anche quello mi sfuggiva, mi riempiva la testa di pensieri e domande, ma sinceramente non avevo voglia e nemmeno la facoltà di pensarci.

Mi scoppiava la testa avevo troppi casini in mente in quel momento.

Poi mi riscossi.

 Se toccava a Quinn voleva dire che stava a Rachel. Così mi feci forza e con calma, facendo un piccolo movimento per volta mi diressi verso l’auditorium e penso appena in tempo perché le vidi entrare sul palco.

Senza farmi sentire e vedere mi sedetti su una poltroncina dell’ultima fila, in modo da essere nascosta da tutti.  La mia attenzione andò subito al palco, non potevo sopportare di vederla un’altra volta.

Vidi la mia amica più agitata del solito, e sorrisi. Direi che forse era quasi imbarazzata, non l’avevo mai vista così. Sicuramente era preoccupata per me, me lo sentivo, ma c’era qualcosa’altro che la tormentava ma al momento mi sfuggiva, come la gran parte di cose in quel periodo.

 ********************************

Avevo corso velocemente fino all’auditorium dopo che Mr Schue mi aveva scritto che sarebbe stato il turno di Quinn. Non mi sarei persa quel momento nemmeno per sogno.

Mi sedetti al mio posto accanto alla mia ex-coach

-Che mi sono persa?- le chiesi

-Niente di che megaboobs. Nessuno in grado di farmi provare emozioni- mi rispose secca con il suo solito ghigno sulla faccia.

Sospirai, avrei chiesto dopo al professore e a Quinn. Gli unici di cui mi fidavo ciecamente e dei quali mi importava il giudizio.

Poi finalmente dopo qualche minuto le vidi arrivare sul palco. Mi venne da ridere a pensare a quella situazione.

La regina di ghiaccio, la grande cheerleader, colei che faceva cadere tutti ai suoi piedi con un semplice sguardo tornata a cantare su un palco con una nana, per il club più sfigato della scuola. Dopo sette anni la storia si ripeteva di nuovo.

 Mi sembra ieri quando ci esibimmo per la prima volta su quel palco per Mr. Schue che voleva farci il provino. Eravamo entrambe agitate e sembravamo anche impacciate, come se ci fossimo vergognate, e per noi era del tutto nuova come sensazione. Ci tenevamo davvero a fare bella figura, sapevamo che comunque ci avrebbe prese, però dovevamo avere un ruolo fondamentale in quel club e lo ottenemmo.

Aveva la stessa espressione di allora, come se fosse fondamentale per lei impressionare la giuria.

Aveva lo sguardo di quando ci teneva a qualcosa, e non riuscivo a capacitarmi il perché. Alla fine lei non ci avrebbe rimesso molto se avrebbero perso. Anzi si risparmiava una cena con la Berry. E fu quel pensiero che mi illuminò. Ripercorsi velocemente tutto il periodo che eravamo rimaste qui. E capii. Le interessava. Per questo aveva fatto di tutto per passare del tempo con lei. Sorrisi, non aveva perso per niente il suo spirito di iniziativa, quando voleva una cosa la otteneva a qualunque costo, per quanto la faccenda fosse difficile. A quanto ne sapevo la nana era etero al 100%.

I miei pensieri furono interrotti dall’attacco della canzone. Questa di sicuro non poteva essere stata un’idea di Quinn.

La canzone era quella del musical West side story “i feel preatty” unita in con quella delle TLC “Unpreatty. Forse l’idea di unire le due canzoni era venuta da Quinn, ricordo che le piaceva un sacco mixare più canzoni insieme.

La sua voce era semplicemente stupenda e devo ammettere che con quella della mora suonavano veramente bene insieme. Avevano una grande affinità, anche nel muoversi sul palco, come se si conoscessero da tempo. Riconobbi alcuni dei nostri passi e immaginai il momento in cui gli aveva insegnati alla nana. Sicuramente aveva fatto in modo di non farle capire che erano già stati usati in passato.

La canzone finì tra gli applausi di tutti. I ragazzi del glee erano seduti sulle prime file, essendo questa l’ultima esibizione avevano assistito.

Comunicammo a tutti che ci sarebbe voluto almeno domani per scegliere il vincitore e finalmente eravamo liberi di tornare a casa.

Avevamo deciso di comunicarci le nostre opinioni domani mattina

 

-Continui ad impressionarmi- dissi a Quinn mentre cercava qualcosa da mangiare. Si sedette accanto a me con un pacchetto di biscotti in mano.

-Lo so. Ho fatto la mia porca figura- disse vantandosi. Io scossi la testa

-Certo. Soprattutto non potevi deludere la tua nuova fiamma-

Lei affogò nel biscotto, che le andò di traverso e iniziò a tossire

-C..come?- balbettò prendendo un sorso di acqua.

-Ammetto che mi ci sia voluto più del previsto a capirlo, ma ti piace la Berry- le dissi con sguardo indagatore.

-Ma..-

-Stop!- la bloccai subito –non iniziare con le solite frasi “ma come ti viene in mente” “non è vero, te lo stai immaginando” ecc, perché so e sai che non è così, quindi risparmia il fiato e dimmi la verità- puntualizzai, immaginando che Quinn avrebbe iniziato a negare tutto per poi cedere dopo parecchi giorni di tortura. Ma visto che tra due giorni sarebbe partita non avevo il tempo necessario e certamente non volevo aspettare più di una settimana.

Lei sospirò

-Ok. Lo ammetto, mi piace-

-E..- la incitai a continuare

-E.. praticamente è dalla prima volta che l’ho sentita cantare. Mi ha toccato dentro, ho provato una sensazione strana, di benessere. Non so se mi segui- mi guardò e io feci un cenno con la testa. Era la stessa cosa che mi era successa con Brittany, però non ci avevo fatto poi tanta attenzione

-Quindi ho voluta conoscerla, e vedere un po’- mi disse poi

-Penso che ti farò vincere solo per mandarti a cena con lei- le dissi strizzandole l’occhio

Mi sentii arrivare una botta sulla testa

-Ahia-

-Non fare la scema, non mettere prima me degli altri. Lo sai perché siamo qui-

-Okok. Non mi fare la ramanzina mamma. Ho capito- alzai le mani in senso di resa e mi diressi verso la mia stanza. Erano le una passate.

Avevamo da poco finito di vedere un film pallosissimo, e poi eravamo venute a prendere qualcosa da mangiare.

Mi feci raccontare tutte le performance di oggi e a quanto pare erano stati tutti bravi.

 

Entrai da sola nella mensa dei professori, dove si sarebbe deciso il vincitore. Ovviamente Quinn non era potuta venire, essendo una dei concorrenti.

Gli vidi li al loro solito tavolo da quando io ero in questa scuola. Presi posto accanto al professore e alla nostra star, che non era mancata nemmeno oggi.

Non so perché ma non mi piaceva per niente, aveva un qualcosa di falso.

Stetti tutto il tempo della riunione, se così si poteva chiamare,a pensare ai fatti miei, niente di particolare ma sempre meglio che ascoltare quegli inutili commenti di tutti sulle varie esibizioni che io mi ero persa.

-Io dico Rachel- disse poi la voce alla mia destra –è stata un ottima performance, e ha dimostrato di essere la migliore cantante ancora una volta- continuò attirando le attenzioni di tutti su di lei

-E oltretutto è riuscita ad entrare perfettamente in sintonia con la canzone, e anche con la sua compagna di canto, e tutto ciò in meno di una settimana- concluse

Poi si girarono tutti verso di me come se si aspettassero finalmente un mio intervento

-Io non posso dire molto non avendo visto le esibizioni, però posso essere pienamente d’accordo con l’ultima parte del discorso di Dani, anche se qui non è il talento singolo che cerchiamo, ma penso che se lo meriti- dissi convinta ricevendo un sorrisa dalla ragazza accanto a me

Ci fu di nuovo silenzio e un borbottare tra gli “adulti”.

-Ok. E così sia- disse infine Will sciogliendo la riunione

Ringraziai il cielo e mi alzai velocemente

-Ehi.. scappi?-

Mi girai e vidi che Deni mi aveva seguito e si era affiancata a me

-Si. Odio queste cose- dissi continuando a camminare

-Ti capisco sai, non è mai bello scegliere-

Sinceramente io non intendevo quello però annuii e basta. Non mi andava di parlare con quella.

-Vedo che sei un tipo molto silenzioso- riattaccò dopo pochi secondi. Mi stava salendo un nervoso indescrivibile, ma riuscii a contenermi solo perché in lontananza vidi Quinn che parlava con la nana

-Lo so- le risposi

La sentii ridere ma non osava allontanarsi

-Sai anche io venivo qui a scuola e so benissimo chi siete te e la tua amica laggiù- riattaccò

Io sospirai piano e mandai gli occhi al cielo. Era veramente una palla al piede

-Davvero?- chiesi fintamente interessata

-Si. Ho letto tutto di voi, siete su tutti i vecchi annali della scuola e ci sono un sacco di foto negli spogliatoi e nella palestra dei Cheerios-

-Capito-

-Ehi Lopez- mi disse poi Quinn quando fummo vicino alle due.

-Fabray..Berry- dissi poi guardando la mora li vicino

-Ciao Santana- mi rispose lei timida.

Era la prima volta che le rivolgevo un saluto ma non volevo apparire del tutto maleducata e indifferente.

-Ehi Quinn, piacere io sono Deni, ho sentito molto parlare di te, è veramente un onore poterti conoscere- sia Quinn che io si rimase un attimo spiazzate da quella presentazione guardandola perplesse, mentre Rachel madò gli occhi al cielo

Poi la ex-cheerleader allungò la mano per stringerla alla ragazza

-Il piacere è mio- le rispose sorridendole

-Rachel-

-Deni- le rispose l’altra con un tono non troppo tranquillo notai. Sicuramente non scorreva buon sangue tra le due

Infatti dopo pochi secondi la cantante si allontanò, dicendo che aveva un appuntamento allo studio di registrazione. C’era sicuramente un trascorso tra di loro, e lo avrei capito.

-Un tipo interessante- disse Quinn dopo poco che Deni si fu allontanata. Io annuii semplicemente alla sua affermazione, mentre la mora stranamente rimase in silenzio

-Scusate io vado tra 5 minuti ho lezione- parlò finalmente Rachel per poi subito dopo andare via non dando nemmeno il tempo alla mia amica di salutarla per bene

Rimaste sole, la trascinai fuori, sugli spalti del campo da football dove a quell’ora ero sicura di non incontrare nessuno

Lei mi guardò un secondo stupita dal mio atteggiamento e fissò i suoi occhi con aria interrogativa nei miei

-Non fare la finta tonta Febray- le dissi alzando un sopracciglio, vedendo ancora quella faccia da chi non capiva cosa stesse succedendo stampata sul suo volto

-Com’è possibile? Mi chiedo- le chiesi poi

Lei continuava a fissarmi

-Cosa?-  io sorrisi

-Quando pensavi di dirmi che eri interessata alla Berry?!- la vidi abbassare gli occhi per un secondo e quello era un chiaro segnale che avevo centrato il punto

-Cioè sono felice però davvero non capisco come tu sia potuta passare da me a lei-

Mi sentii arrivare uno schiaffo potente sulla guancia. La guardai stralunata

-Sei impazzita?!- le chiesi infuriata

Lei mi guardò con uno sguardo infuocato

-Te lo sei meritato. Te e i tuoi commenti fuori luogo- mi disse mettendosi a sedere sulla gradinata

-ma…-

-Niente ma Lopez- mi interruppe subito. Poi vidi il suo sguardo intenerirsi

-è speciale- disse semplicemente con un tono di voce che non le sentivo da parecchio tempo

Mi misi davanti a lei e le presi le mani

-Lo noto. Anche da quanto ti sei data da fare per avere un minimo della sua attenzione, ma pensi che possa accadere?- le chiesi sinceramente

Avevo paura per lei, non volevo che si illudesse affezionandosi a Rachel senza avere lo stesso sentimento in cambio. Conoscevo Quinn, sapevo che si affezionava molto facilmente alle persone che le interessavano senza chiedersi prima quali rischi stava correndo

-Non lo so. Mi sento così bene quando sto con lei, è gentile, premurosa, buffa, intelligente e si impegna tantissimo in quello che fa- mi disse con uno sguardo così sincero e così dolce che avrebbe fatto sciogliere il ghiaccio più duro del mondo in qualche secondo.

Non seppi che dire, ma l’abbracciai semplicemente.

-Comunque ammetterò che mi piace solo quando tu ammetterai che ti piace Brittany- mi disse alzandosi e correndo via.

Io rimasi un secondo bloccata, e poi sorrisi. Aveva centrato il punto. Forse mi piaceva davvero e stavo iniziando ad ammetterlo a me stessa.

 

******************************

 

Odiavo l’ora di storia, non capivo nulla, perché bisognava sapere tutto di quello che era successo decenni di anni prima?! Non la sopportavo, con tutte quelle date da ricordarsi e tutti quei nomi, mi facevano perdere la testa.

Ringraziai mentalmente che era l’ultima ora di lezione, e poi avrei avuto il Glee.

Avevo saputo da Blaine che oggi Lei non ci sarebbe stata, e  tirai un sospiro di sollievo. Mi ero ripresa si, mi ero scusata almeno un centinaio di volete con il cantante, ma non ero tranquilla per niente. Mi pesava come un macigno tutto quello che era successo.

Non avevo visto nemmeno Rachel quella mattina, e dovevo assolutamente parlare un po’ con lei, di tutte le mie emozioni contrastanti.

-Pierce?-

-Britt…. Ehi Brit..- mi sentii toccare dalla mia compagna di banco –mi sa che il prof ce l’ha con te- io mi ripresi un secondo tirandomi su per bene a sedere, visto che ero completamente sdraiata sul banco

-S..si prof- dissi poi vedendo lo sguardo di tutti su di me

Il professore sospirò indispettito

-Stavo dicendo Pierce, che finalmente ha ricevuto un voto decente nell’ultima verifica, sta facendo dei progressi, anche se non segue per niente le lezioni, ci siamo quasi, veda di continuare così-

-La ringrazio- dissi io contenta. Avrei sicuramente ringraziato Santana oggi pomeriggio.

Poi finalmente la lezione finì e io mi diressi velocemente al mio armadietto sperando di beccare finalmente la mia amica.

E infatti la trovai li indaffarata a rimettere a posto i suoi libri

-Ehi Rachh- urlai travolgendola

Lei fece uno scossone enorme

-Britt..- disse con il battito accelerato per la paura

Io le sorrisi

-Mi sei mancata stamani, non ti avevo ancora visto- le dissi gettandomi addosso a lei nuovamente

Rachel si staccò da me perché la stavo soffocando

-Va bene, ti perdono per avermi quasi fatto prendere un infarto-  mi disse poi

Io mi stavo per ributtare sopra di lei ma mi fermò appena in tempo il suono della campanella

-Dobbiamo andare- disse dirigendosi velocemente verso l’aula del Glee

Prendemmo posizione  e aspettammo con ansia l’arrivo di tutti

-Ragazzi come ben sapete oggi decreteremo il vincitore- iniziò a parlare il professore subito dopo aver preso posizione davanti a noi

-Non voglio sentire contestazioni, la decisione è stata unanime. Se qualcuno poi vorrà spiegazioni può farlo-

Riprese fiato, cercando di creare una specie di suspance, ma io sapevo benissimo chi erano le vincitrici.

-Allora per la prima sfida a coppie di quest’anno i vincitori sono….-

Vidi con la coda dell’occhio la mano di Quinn che si appoggiò delicatamente sulla gamba di Rachel che le allungò la sua mano a stringere quella della bionda. Ebbi per un momento solo una morsa allo stomaco, forse di gelosia, non l’avrei saputo distinguere in quel momento, ma poi tornai a concentrarmi sulle parole di Mr Schuester

-….Rachel e Quinn- dissi poi, e vidi la mia amica alzarsi in piedi e abbracciare la bionda, che sorrideva felice.

Ci furono degli sbuffi da parte degli altri concorrenti ma furono seguiti da un bell’applauso

-Per quanto odi ammetterlo, se lo sono meritate- intervenne Kurt una volta che fu calato di nuovo il silenzio

-Concordo- dissero in coro Mercedes e Blaine

-Però Quinn non può partecipare alle Provinciali, quindi chi farà il duetto con Rachel?- chiese poi Finn.

-Questo sarà tutto da vedere, soprattutto ci sarà da decidere se sarà o no un duetto- rispose Santana

-Ma doveva esserlo- replicò Sam

-Esatto “doveva”, quindi in questa settimana che ci rimane per preparare la scaletta avete tre giorni di tempo per dimostrare se siete all’altezza- finì la latina

La lezione si concluse di li a poco.

Avevamo deciso che per il duetto con Rachel ci sarebbe stata una veloce sfida tra i quattro che si erano esibiti in miglior modo: Mercedes, Sam, Kurt e Finn.

-Avete deciso il premio?- domandai a Rachel mentre uscivamo dall’edificio

-Diciamo di si. Visto che lei parte domani avevamo deciso che ci sarebbe piaciuto andare a cena a festeggiare questa sera, però ancora non mi ha fatto sapere niente- mi rispose tranquillamente.

Io mi bloccai un momento e la guardai interrogativa

-Come parte?- le chiesi sorpresa

-Si- anuii –deve tornare a New York questa settimana per lavoro-

-Ma è la settimana delle regionali non può andare via- le risposi a tono, come se la colpa fosse sua. Lei mi guardò stranita dalla mia reazione

-Scusa- le dissi semplicemente. Non ce l’avevo con lei, ma ci ero rimasta male, visto che non mi aveva detto niente.

-Tranquilla. Capisco, ma non te la prendere con lei, dopotutto non poteva rifiutare- mi rispose lei riprendendo a camminare.

Arrivammo al parcheggio e in lontananza vidi Santana che stava parlando con Quinn vicino alla sua macchina. ci avvicinammo a loro, visto che io sarei dovuta andare a casa mia con la latina, che gentilmente si era offerta di darmi un passaggio.

-Ehi ragazze- ci salutò Quinn non appena fummo più vicine.

-Ehi-  le rispose Rachel, mentre io la salutai semplicemente con un cenno della testa, mentre mi avvicinavo alla macchina

-Vedo che hai furia di imparare oggi- mi disse Santana –ragazze noi andiamo prima che perda la voglia di studiare- concluse facendo ridere le altre due che ci salutarono e si allontanarono

Io montai in macchina sbuffando. Per tutto il viaggio stetti zitta a guardare fuori dal finestrino. Mi aveva dato un sacco noia questo fatto, insomma pensavo che ci fosse un rapporto tra me e lei, ma a quanto pare me lo ero immaginata solo io. Eppure mi salutava sempre, avevamo parlato quando ci trovavamo sole, e di tutto, anche di cose private.

-Che hai?- mi chiese Santana non appena fummo in camera mia.

Io la guardai storta

-Sai è da più di 5 minuti che stai in silenzio a fissare la cartella- mi disse facendomi arrossire. Non me ne ero assolutamente accorta.

-Scusa, è che Rachel mi ha detto che Quinn parte e.. insomma..- non volevo assolutamente farle capire che avevo un interesse verso di lei

-Ti da noia il fatto che vada via o il fatto che non te lo abbia detto?- mi chiese a bruciapelo fissandomi negli occhi. Era la prima volta che i nostri sguardi si incatenarono in uno solo. Aveva due occhi profondi di un nero bellissimo, da rimanere incantanti e rapiti allo stesso tempo.

-Ecco.. diciamo entrambe- le dissi poi spostando lo sguardo da un’altra parte, non riuscivo a resistere a quegli occhi. Sembravano scavarti l’anima, penetrarti nel profondo e leggerti l’anima.

La vidi sorridere. Era veramente bella quando sorrideva, le si formavano due fossette tenerissime al lato della bocca. Mi facevano morire.

-Non devi prendertela, non lo sa nessuno, non voleva che si sapesse. Sai per lei sarebbe andata via, e avrebbe lasciato a me il compito di avvisare tutti. L’ho convinta a dirlo a Mr Schuester e basta-

Io alzai di nuovo lo sguardo verso di lei e annuii

Dopo qualche minuti iniziammo a studiare, le dissi delle parole del professore di storia, e lei ne sembrò soddisfatta, la ringraziai per tutto quello che stava facendo, per me, senza avere niente in cambio alla fine.

Verso le cinque decise di farmi fare una pausa, dopotutto avevo fatto abbastanza in quelle due ore e mezzo.

-Posso farti una domanda?- mi chiese poi mentre beveva il bicchiere d’acqua che le avevo offerto.

Io annuii –Certo-

-Ho notato che non scorre buon sangue tra la Berry e Deni, è successo qualcosa? Perché non vorrei che la sua presenza si riscontrasse sul gruppo- l’ultima frase sembrava un po’ una scusa. A quanto pare Santana era una persona curiosa, ma attenta ai dettagli.

Presi un respiro profondo e pensai se dirle la verità o no

-Scusa non volevo essere invadente, se non puoi..- iniziò vedendomi titubante

-No tranquilla- le sorrisi. Era la prima volta che stavamo facendo una conversazione personale. Non ci eravamo mai chieste niente, infatti io non sapevo nulla di lei, apparte che era stata con Quinn, e lei non sapeva nulla di me.

-Deni e Rachel non sono mai andate d’accordo. Deni era una star all’interno della scuola anche se faceva parte del Glee. Ha sempre preso di mira Rach, poi erano molto rivali all’interno del gruppo. Non riuscivano a mandarsi giù a vicenda. E il colpo di grazia c’è stato quando Deni ha ricevuto un contratto con una casa discografica. Rachel era ed è la mia migliore amica, e si è fatta andare giù la mia relazione di due anni con Deni, ma quando mi ha lasciato per andare a seguire il suo sogno non l’ha perdonata, perché ha visto quanto ho sofferto e non lo riesce ad accettare, anche se la colpa non è totalmente sua. È stata una decisione di comune accordo- finii di raccontare, mentre la latina davanti a me mi ascoltava interessata.

Poi allungò la sua mano e prese la mia. Io sobbalzai a quel contatto inaspettato facendogliela ritirare subito.

Le sorrisi, e andai a recuperare quel contatto

-Mi dispiace- disse semplicemente

-Non importa ormai è passato del tempo –

-Però vedo che a te non è passato del tutto. Insomma sei svenuta solo rivedendola da lontano-

Abbassai lo sguardo come chi era stato beccato in pieno.

-Lo so. Ma non me lo aspettavo per niente. Mi ha preso in controtempo-

Calò il silenzio. Rimanemmo immobili con le mani intrecciate. Era un contatto veramente piacevole. La mia confusione stava aumentando sempre di più. Soprattutto ora, che stavo vedendo come era realmente la latina. Non era quella persona acida, con la lingua tagliente e chiusa che voleva sembrare. Era tutt’altro.

-Posso farti io una domanda ora?- le chiesi

-Si- mi rispose lei

-Come mai sei rimasta con me ieri mattina?-

La vidi spostare lo sguardo e deglutire un paio di volte.

-Diciamo che ero preoccupata. Poi di comune d’accordo non volevamo che rimanessi sola, così sono stata decretata, anche per mia scelta, colei che ti avrebbe tenuto compagnia- mi disse con un tono divertito

-Ok- le dissi semplicemente alzandomi e staccando quel piccolo contatto che c’era tra noi.

Studiai per un’altra ora ma poi Santana se ne dovette andare.

Mi gettai sul letto, non capivo davvero che mi stava succedendo

Mi aveva generato una scarica di brividi lungo tutto il corpo solo il semplice toccarsi delle nostre mani, e quando sorrideva.. oddio quel sorrisi, era bellissimo, indescrivibile.

Presi il telefono e guardai chi mi aveva cercato. Vidi un paio di chiamate perse da mia madre e da Rachel. E poi sempre un messaggio da parte della cantante

 

Allora stasera sono a cena con Quinn. Abbiamo fissato da Breadstix alle 8:30 pm. Appena lo leggi chiamami per favore. Ti voglio bene. Rach

 

Di nuovo quella morsa allo stomaco. Ero davvero gelosa di Rachel che usciva con Quinn? Non ci potevo credere. Dopotutto Rachel non mi aveva detto niente, e non le poteva piacere Quinn. Però a Quinn poteva piacere Rachel pensai  e questa cosa mi faceva impazzire.

mi sdraiai sul letto e composi il numero della mia amica. Dopo pochi squilli mi rispose

 

 

 

Altro capitolo. Stiamo vedendo le prime vere interazioni tra i nostri personaggi principali. È lento ma prometto che dai prossimi capitoli ci saranno più colpi di scena e più rivelazioni.

Grazie a tutti

Alla prossimaJ

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Capitolo 8
*** Pranzo e racconti ***


Dopo che avevo chiuso la chiamata con Rachel mi ero precipitata a casa sua. Sembrava disperata, non mi aveva voluto spiegare niente, ma mi aveva semplicemente chiesto di correre da lei. Immagina che fosse per stasera, ma poi mi dissi che era impossibile che fosse agitata così. E mi sbagliavo, eccome mi sbagliavo di grosso.

Tutta la sua camera era sommersa da vestiti, non si riusciva nemmeno più a vedere le coperte del letto da quanto era sommerso. La guardai stralunata, mentre tirava fuori ancora roba dall’armadio gettandola alla cieca. Un paio di vestiti colpirono anche me, ma non ci prestai molta attenzione.

Poi dopo un tempo che non saprei proprio decifrare la vidi girarsi verso di me con una faccia di una che sta aspettando delle risposte.

-Quindi?- mi disse dopo che non continuavo ad aprire bocca

Mi liberai gentilmente dei due vestiti che avevo addosso appoggiandoli sulla sedia della scrivania, che si trovava esattamente sotto la finestra, e poi mi rigirai verso la mia amica che continuava a fissarmi, disperata.

-Cosa mi metto?- mi chiese poi gettandosi di faccia sul letto a peso morto. Io sospirai, mi fece ridere quella situazione. Mi ricordava il primo appuntamento con Finn. La stessa identica storia, forse peggio. Non lo saprei dire, ma la camera era messa nella stessa identica condizione di allora. Però capivo la sua agitazione allora, quella che non capivo adesso.

Le accarezzai i capelli e delicatamente la feci mettere a sedere.

-Allora per prima cosa rilassati, abbiamo un’ora e mezza di tempo, ce la facciamo- le dissi facendola rilassare. Volevo sapere il motivo di tutta quella agitazione e domani avrei chiesto. Ora non mi sembrava il caso.

-Vai a darti una sistemata, mentre io qui cerco qualcosa- la vidi alzarsi con molta calma e dirigersi verso il bagno. Io mi guardai intorno

“sarà un’impresa trovare qualcosa in questo macello” pensai, cercando di mantenere la calma necessaria. Iniziai a rovistare tra la roba sparsa per poi andare a controllare quella sul letto.

Mettevo da parte i possibili abiti che poteva indossare, mentre continuavo a rovistare in mezzo al casino.

Dopo una mezz’oretta la vidi uscire dal bagno come rinata. Mi guardò speranzosa e io le sorrisi facendole l’occhiolino

-Ecco qua. Questo sarà perfetto- le allungai l’abito che preferivo tra i tanti. Era semplice, ma allo stesso tempo elegante, ma non troppo raffinato, oserei dire perfetto per l’occasione.

La vidi illuminarsi e mi si getto a dosso ringraziandomi

-Su. Ora vestiti sennò finisce davvero che fai tardi- si staccò da me e tornò in bagno a cambiarsi e ha dare gli ultimi ritocchi.

Sentii una macchina parcheggiare di sotto e mi affacciai alla finestra. Era sicuramente Quinn. La vidi scendere e rimasi veramente a bocca aperta. Era divina, un angelo stupendo. Cercai di controllarmi non appena sentii un rumore dietro di me. Mi girai e mi ritrovai davanti una Rachel che mi guardava con aria indagatrice.

-È arrivata- dissi semplicemente, cercando di apparire normale. Infatti da li a pochi secondi suonò il campanello. Vidi la mia amica irrigidirsi un’ attimo.

Sorrisi

-Sei bellissima Rach. Non preoccuparti andrà bene- le diedi un bacio sulla guancia e l’accompagnai di sotto, non volevo che Quinn mi vedesse, quindi andai in salotto e le vidi semplicemente andare via dalla finestra che si affacciava sulla strada.

 Mi prese di nuovo quella morsa, mi diedi un colpo sulla testa costringendomi a non pensarci. Dopotutto non avevo nessun diritto di essere gelosa.

Salutai cortesemente i genitori di Rachel e me ne tornai a casa mia, questa volta con un passo decisamente più lento di quello che avevo tenuto all’andata.

Sentivo il vento che mi scuoteva i capelli. Mi piaceva quella sensazione, mi faceva sentire libera, leggera,come se potessi volare. Per questo decisi di passare per la strada più lunga, mi serviva camminare un po’ e staccare il cervello.

-Sei sempre bellissima- mi bloccai di scatto. No di nuovo no. Non ci potevo credere, perché proprio lei dovevo incontrare. Accidenti a me a quando voglio camminare.

Mi girai piano verso la direzione della voce, era li appoggiata alla panchina pochi passi lontana da me. Mi ero dimenticata che abitava li, sennò non avrei mai preso questa via.

Mi maledissi mentalmente un altro paio di volte, mi stavo odiando.

Non le dissi niente, stavo aspettando che parlasse di nuovo.

-Mi sei mancata tanto in questo periodo- si alzò e si avvicinò a me, troppo, era troppo vicino che mi costrinse a fare un passo indietro

-Non mordo mica, dovresti saperlo- rise

Non riuscivo a parlare, sentivo solo una rabbia montarmi da dentro e una confusione in testa pazzesca.

E non ne avevo nemmeno motivo, non era giusto che fossi arrabbiata con lei.

-Si scusa- furono le uniche due parole che mi uscirono dalla bocca, senza un minimo di senso.

La vidi sorridere, la luce che le illuminava una parte del volto la faceva sembrare ancora più magica di quanto non mi ricordassi. Era stata la sua “magia” a farmi innamorare. Sapeva come prendermi, mi conosceva meglio di chiunque altro persino di Rachel ma non glielo ho mai voluto dire. Mi faceva sentire protetta, da tutto e da tutti. Era la mia corazza.

-Vieni- mi disse indicandomi la panchina – o devi andare?-

-No.. cioè cinque minuti posso rimanere- stupida, stupida Brittany. Perché avevo accettato?! Pensai mentre mi mettevo a sedere troppo, e dico troppo vicino a lei.

-Che mi dici di nuovo? Sai da quando me ne sono andata abbiamo perso completamente i rapporti e mi dispiace-

Sapevo che era sincera glielo leggevo negli occhi, vedevo quanto aveva sofferto anche lei, ma aveva la sua vita ora, e stava bene. Io non ne facevo più parte.

-Niente di che. Faccio la solita vita, scuola cheerleader, glee, genitori, non è cambiato niente- le risposi, rimanendo sul vago

-Te invece? Starai alla grande-

-Si, insomma ho tutto quello che ho sempre sognato, il cd va alla grande, finalmente sono in tour e devo ammettere che c’è parecchia gente. Sono contenta, mi manca solo qualcuno con cui condividere tutto ciò- mi disse poi guardandomi negli occhi.

Io deglutii. Non ero pronta ad affrontare quella conversazione con lei.

Non volevo sapere della sua vita privata, faceva ancora troppo male.

-Scusami, non volevo assolutamente dire niente fuori luogo- riprese poi, notando penso la mia insicurezza.

Mi leggeva ancora benissimo, capiva benissimo ogni mio piccolo movimento, ogni mia piccola incertezza, ero un libro aperto per lei, e questa cosa mi spaventava da morire. Non volevo che entrasse di nuovo in me, non doveva succedere assolutamente. Quindi mi feci forza e cercai di sembrare il più naturale possibile

-Non preoccuparti- le sorrisi lievemente –mi dispiace ma devo proprio andare- conclusi poi alzandomi. Lei seguì i miei gesti con lo sguardo.

Prima che me ne andassi mi afferrò e mi abbracciò forte. Sentii di nuovo il suo profumo, la sua presa, il suo tocco, e i miei sensi svanirono per un momento, un attimo solo, ma quel tanto che bastava per farmi crollare di nuovo ai suoi piedi. No. No, mi dissi dentro di me.

Mi staccai delicatamente e me ne andai via quasi correndo senza nemmeno dirle niente, non ne avevo il coraggio, non sapevo nemmeno che avrei dovuto dirle.

Mi fermai qualche centinaio di metri dopo. Avevo un fiatone allucinante, e la mia testa cominciava a girare di nuovo. Mi appoggiai al muro più vicino, chiusi gli occhi e alzai la testa verso l’alto. Feci dei respiri profondi e mi concentrai a ritrovare la pace.

Dopo avariati minuti mi ripresi e finalmente tornai a casa.

Sognai Quinn, bellissima come l’avevo vista stasera, sarebbe stata capace di far stendere chiunque al solo vederla, che mi veniva a prendere per portarmi alla nostra prima cena romantica, la vedevo arrivare dalla finestra, e impaziente correvo giù per le scale fino ad arrivare alla porta principale. Il rumore del campanello e il cuore iniziò a battere a tremila, velocissimo. Il tempo che ci misi ad arrivare alla porta sembrò infinito. La aprii con un sorriso a 32 denti, e davanti a me mi apparve Santana, con quel sorriso da mozzare il fiato. Rimasi un secondo bloccata, poi gentilmente mi porse la mano e mi disse “Sei bellissima” trascinandomi fuori. Mentre percorrevo il vialetto  di casa mia la figura davanti a me cambiava aspetto molto velocemente, un attimo prima era una latina sexy, l’attimo dopo una bionda bellissima. Mi voltai un attimo e non poco lontano vidi un’altra immagine che mi osservava. Capelli rosa, sorriso bellissimo e gli occhi puntati sui miei, Deni. Sentii la testa girare

-BRITTTTTT- urlai mentre mi alzavo di scatto dal letto

Vidi mia sorella in fondo al letto con uno sguardo esasperato. Doveva essere li da un bel po’ pensai.

-Stai urlando da 10 minuti abbondanti. Ero venuta a svegliarti ma ho ricevuto in cambio solo pedate- mi disse andandosene da camera mia.

Mi ributtai di schianto sul letto, allungai la mano sul comodino e presi il cellulare. Ieri sera ero crollata miseramente, infatti Rachel mi aveva cercato un paio di volte. Vidi l’ora ringraziai che non era tardi, per niente, quindi con molta calma mi alzai dal letto.

 

**************

Era il terzo caffè nell’arco di nemmeno due ore. Non avevo dormito nemmeno un’ora quella notte. Quinn mi aveva raccontato come minimo 3 volte la sua serata in tutti i dettagli, persino quanti spaghetti aveva nel piatto, come se gli avesse seriamente contanti. Sembrava che ci fossi stata anche io con loro.

Mi aveva raccontato il momento che l’aveva vista le si era mozzato il fiato in gola, a aveva iniziato a sudare dall’agitazione. La presi in giro dicendo che sembrava un adolescente al suo primo appuntamento serio con il fidanzatino.  Avevo preso anche qualche manata ma ne valeva la pena vedendo quanto diventava rossa.

Il viaggio l’avevano passato a parlare di che avevano fatto nella giornata e Quinn si era soffermata sul fatto che era stata impegnata a fare le valigie e a leggere le prime cose sul caso che avrebbe dovuto affrontare.

Aveva prenotato il nostro tavolo, quello nella posizione secondo noi più strategica per vedere tutti, ma anche quello più nascosto,in modo da non essere viste. Avevano avuto qualche minuto di imbarazzo e fin dopo le ordinazioni erano state in silenzio, poi finalmente la conversazione era partita. Avevano parlato della vita di Quinn durante il college, di quella di Rachel durante questi anni al liceo, e di cosa avrebbe voluto fare. Di cosa aveva spinto Quinn a voler diventare avvocato, di come aveva risolto il suo primo caso, del rapporto con me, e poi di nuovo della musica del canto, e della vocazione della mora.

Alla fine la cena era andata bene, aveva scoperto che la Berry era vegetariana e avevano affrontato un discorso anche su quello, visto che praticamente Quinn si poteva definire una carnivora.

Da grande cavaliere le aveva offerto la cena non usando i buoni che aveva preso Mr Schue per pagare la cena. Aveva fatto un’ottima mossa secondo me. E i buoni me gli ero fatti dare, almeno avrei mangiato gratis almeno una volta quella settimana visto che ero da sola.

E poi c’era stato il grande saluto, sempre se si poteva definire saluto, o grande.

L’aveva riaccompagnata a casa, dopotutto si era fatto abbastanza tardi, e Quinn doveva ancora finire di preparare le ultime cose, e sarebbe partita presto.

E in quel momento c’è stato il fatidico episodio, non si sono baciate, assolutamente, ma diciamo che c’è stato uno scambio di battute che fa intendere che si piacciono a vicenda, e se non lo hanno capito loro, beh sono senza speranza.

Insomma Quinn l’aveva riaccompagnata all’entrata di casa sua, Rachel l’aveva ringraziata per l’ennesima volta. L’atmosfera c’era, l’imbarazzo pure, erano in silenzio, quando la cantante le aveva preso la mano e l’aveva guardata negli occhi

-Sono stata veramente bene- le disse con una sincerità disarmante

Quinn strinse la sua presa e le sorrise

-Anche io sono stata benissimo, mi fai sentire bene, e spero che questa sia stata la prima di una lunga serie di caffè e cene-

Rachel si pietrificò a quelle parole, non stava capendo se le stava chiedendo un appuntamento oppure cercava semplicemente di essere sua amica.

-Lo spero anche io, mi fa veramente piacere la tua compagnia, sto bene, mi sento bene- disse arrossendo leggermente e abbassando lo sguardo non riuscendo a reggere quello dell’altra

-Quindi in questa settimana che non ci sono ci sentiamo, ci conto davvero e appena torno andiamo a prenderci un caffè, o qualsiasi cosa tu voglia- le disse infine Quinn.

Rachel annui

-Si, certo, accetto volentieri- le sorrise finalmente rilassata da quando erano rimontate in macchina

Rimasero li ancora per un po’ in silenzio a scambiarsi a tratti sguardi imbarazzati.

-Forse è meglio che vada- disse infine la bionda, che vedendo l’espressione della ragazza davanti a se diventare più triste, si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia, lasciandola tanto sorpresa quanto contenta.

Ebbene ha fatto colpo, è davvero un genio oppure già alla nana le piaceva. Basta, decisi di non pensarci più, e di ritornarmene a letto, visto che stavo totalmente delirando, perché stavo parlando da sola, completamente da sola.

Quinn era partita da un paio d’ore e io ora non sapevo proprio che fare. Tornai in camera e presi il cellulare.

E ora?! Mi chiesi. Mi ributtai sul letto, ma sorprendentemente non riuscivo nemmeno ad addormentarmi, quindi dopo una mezz’ora abbondante decisi di uscire e di andare al parco.

E li la vidi. Forse l’avevo fatto apposta, perché dentro di me speravo di incontrarla la, di vederla anche oggi. Mi avvicinai piano alla panchina dove era seduta, la panchina mia e di Quinn, che a quanto pare era appartenuta anche ad altre coppie.

Certamente non pretendevo di avere l’esclusiva ma la prima volta che ci portai Quinn sentivo che era il nostro posto, non quello di altre 100 o forse più persone. Lo sentivo speciale.

-Ehi buongiorno- dissi poi quando ero sicura che mi avrebbe sentito. La vidi girarsi verso di me con un aria sorpresa

-Buongiorno- mi rispose allentandosi in un sorriso, che non sembrava così tranquillo.

-Mi posso sedere?- le chiesi poi, mentre continuava a fissarmi con uno sguardo semi perso nel vuoto.

-Oh si certo scusa- mi disse, cercando di risultare il più normale possibile, e facendomi spazio

-Come mai qua a quest’ora del sabato? Sei giovane pensavo che voi dormiste fino a mezzogiorno passato-

-Ahaha. Si beh diciamo che non ho passato una buona nottata, quindi sono venuta a fare un paio di passi e a cercare un po’ di pace-

-Ah. Scusami se vuoi ti lascio in pace. Non verrei mai..- iniziai sentendomi in colpa per aver interrotto così la sua tranquillità

-No figurati, mi fa piacere se stai qui con me- la vidi arrossire di colpo, così come io, ma per fortuna non si era notato. L’aveva detto con una semplicità disarmante, che mi aveva spiazzato totalmente.

Le sorrisi poi e le dissi che se era d’accordo lei allora le avrei fatto compagnia.

-Sai vengo spesso a dare da mangiare alle papere, mi piace, e mi piacciono loro- mi rivelò indicando il laghetto davanti a noi

-Sai lo facevo anche io, quando litigavo con qualcuno o avevo bisogno di stare da sola venivo qui, in questo parco, e guardavo questi buffi animali e volevo essere come loro- lei mi guardò stupita come se le avessi rivelato di essere un mago.

-Che c’è?-

-No niente. È che non me lo aspettavo proprio da te, insomma sembri così, così.. ecco- vedevo nettamente che era in difficoltà a trovare la parola adatta, che mi fece una tenerezza enorme e mi misi a ridere

-Tranquilla ho capito, non me la prendo-

Lei si arrossì di nuovo e iniziò a massaggiarsi le mani e a fissarle imbarazzata.

-Se vuoi ti faccio vedere dove andavo- le dissi tornando seria, notando che non riusciva a togliersi l’imbarazzo di dosso. Mi guardò e si aprì in un sorriso e annuì con la testa.

Mi alzai di scatto e le allungai la mano, che afferrò velocemente. La tirai su dalla panchina e senza staccare quel contatto, la trascinai in un luogo dietro il laghetto in mezzo ai cespugli e agli alberi, ma dove si apriva un piccolo sprazzo che dava proprio sul lago, permettendo di vederlo quasi per intero.

-Mi accucciavo proprio sotto quell’albero li, e stavo delle ore rannicchiata senza avere contatto con nessuno, solo con quelle piccole papere che nuotavano contente nel loro lago- le indicai l’albero. Lei aveva uno sguardo rapito, come se quello che le stavo dicendo fosse un racconto favoloso. Mi piaceva questo suo lato di trovare fascino in tutte le cose, anche le più semplici. Si girò verso di me e si aprì in un sorriso bellissimo.

-Posso?- mi chiese poi

Io la guardai interrogativa

-Posso venire qua quando ho bisogno di stare sola?- chiarì la sua domanda.

-Certamente- le risposi io.

Mi riprese la mano e tornammo alla panchina dove eravamo prima.

-Senti si è fatta l’ora di pranzo, ti andrebbe di venire a pranzo a casa mia?- io la guardai stupita. Non me l’aspettavo proprio questa domanda.

-Non vorrei creare disturbo- risposi leggermente imbarazzata.

Lei rise

-Non preoccuparti, non crei affatto disturbo- mi disse tutta contenta –avviso mamma allora- prese il telefono e dopo pochi secondi parlava con la madre

Ok ora si che ero imbarazzata. Avrei pranzato con tutta la famiglia, non facevano proprio per me tutti questi convenevoli. Sperai solo che non avrebbero fatto troppe domande.

Dopo poco la vidi riattaccare il telefono

-Ecco fatto, per mamma non ci sono problemi, tanto fa sempre cibo in più. A te piace tutto?-

-Sisi, non ho problemi, mangio tutto quello che c’è-

-Ok, perfetto- mi disse mentre ci incamminavamo verso casa sua.

Mi accorsi che casa sua non era molto distante dal parco, insomma io come minimo ci avevo messo il doppio del tempo. O forse era la sua compagnia che faceva passare il tempo così veloce.

Poi arrivate alla porta d’ingresso si bloccò e mi guardò con un’aria colpevole

-Senti i miei genitori sono… come dire… leggermente curiosi, e non si fanno problemi, sanno come mettere in imbarazzo le persone e..-

Non fece in tempo a finire che la porta si spalancò e quasi non la fece cadere. Apparve alla porta una signora, una bellissima signora, che assomigliava parecchio a Brittany, gli stessi capelli, lo stesso sguardo e taglio degli occhi, non aveva quel’azzurro bellissimo che gli caratterizzava, ma erano comunque bellissimi.

-Ciao- mi disse sorridendomi, anche quello identico alla figlia –tu devi essere Santana, la tutor e amica di mia figlia- mi allungò la mano. Io l’afferrai

-Si signora, anche se non sono proprio un tutor..- iniziai sentendo poi una risata

-Non chiamarmi signora, sono Susan. Prego entra- mi disse spostandosi per lasciarmi entrare in casa.

Mi girai indietro e vidi Brittany che con calma ci seguiva, sembrava molto imbarazzata.

-Peter lei è Santana, l’amica di Brittany- dissi Susan facendo un occhiolino complice a colui che doveva essere il padre. Ecco da chi aveva preso quell’azzurro incredibile. Mi presentai imbarazzata anche a lui.

-Prego, ci possiamo accomodare a tavola, siediti pure dove vuoi Santana- disse poi Peter entrando in sala da pranzo.

Ero molto agitata, insomma sembravano così gentili e premurosi, io non ero affatto abituata ad avere dei genitori così. Poi sentii la mano di Brittany che afferrava la mia, e mi voltai verso di lei

-Vieni siediti qui- mi disse sedendosi nel posto accanto.

Mi misi a sedere, ma notai che c’era un posto vuoto.

-Aschley-  chiamò poi la madre di Britt

Dopo qualche minuto apparve una bambina, era il contrario della bionda, solo il taglio degli occhi era lo stesso.

Si sedette nel posto davanti a me, e mi fissò per qualche secondo

-Complimenti Britt, è molto bella, chissà come fa a stare con una come te- disse poi guardando la sorella, che arrossì in maniera incredibile in pochissimo tempo

-Asch che stai dicendo?! Santana non è la mia ragazza, è una mia amica, che mi da ripetizioni- si difese, cercando di non far notare l’imbarazzo. Era così tenera quando si imbarazzava

-Non ci crede nessuno, comunque sarebbe più sensato se non lo fosse-

-Aschley. Non prendere in giro tua sorella- disse Peter mentre gli lanciava un’occhiata complice. Mi venne da sorridere, erano così gioiosi, così liberi.

-Ecco qua, per primo una bella lasagna all’italiana, spero che ti piaccia Santana- si rivolse a me poi

Io annuii con la testa, non avevo mai mangiato del cibo italiano veramente ma aveva un bell’aspetto, quindi dissi semplicemente di si.

Iniziammo a mangiare, e le partirono, soprattutto parlarono della loro figlia e dei suoi tanti disastri, interrotti sempre da qualche battuta della piccola Pierce. Di quando gli disse di essere gay e di come loro se lo aspettavano.

-Te Santana invece? Cosa fai nella vita?- mi chiese poi Susan. Eccoci ora sarebbe toccato a me rispondere.

-Sono proprietaria di una catena di alberghi la L…-

-Aspetta mi vuoi far credere che tu sei Santana Lopez?- mi chiese poi sorpreso Peter

Io divenni leggermente rossa

-Si papà è lei- disse per me Brittany.

-Wow- commentò lui – sono onorato di ospitare una, ma che dico, la più famosa e giovane e a quanto pare anche molto bella proprietaria della più importante catena di alberghi di sempre. Tuo padre deve essere molto fiero di te-

-Grazie, ma alla fine non ho fatto niente da sola, ho degli ottimi aiutanti e non sono dovuta partire da zero- risposi rimanendo sul vago, non avevo voglia di parlare dei miei genitori

-Ma che dici?! Hai completamente risollevato l’attività in nemmeno due anni. Sei fenomenale- continuò lui

Non sapevo che dirgli

-Papà la stai mettendo in imbarazzo-

-Aahahah, scusa non era mia intenzione davvero-

-Si figuri- gli dissi io poi cercando di sorridere.

-Vedi bella, più grande, e pure donna di successo. È troppo per te Brittany- intervenne di nuovo la piccola Aschley creando di nuovo quel rossore sulle guancie della bionda

-Mamma, dille qualcosa- disse poi con un tenero broncio guardando supplichevole la madre.

-Chi vuole il dolce?- chiese Susan quasi ignorando lo scambio di battute tra le figlie.

Dopo qualche minuto tornò con un dolce alquanto delizioso, non sapevo il nome, ma lo avevo già mangiato e mi piaceva da morire.

-Grazie di tutto davvero- dissi alla fine del pranzo, mentre mi preparavo ad andare via –Lei cucina veramente bene signora- ricevetti un occhiataccia -..Susan, scusi. Vi ringrazio di nuovo-

Britt mi accompagnò alla porta

-Grazie ancora- le dissi sorridendo

-È il minimo per tutto quello che fai per me, e se non sai che fare puoi sempre chiamare, magari andiamo a giro con i ragazzi- mi disse sorridente

-Certo- risposi, anche se in realtà non avevo voglia di stare con quel branco di adolescenti.

-Allora vado, ci sentiamo-  la salutai dandole un bacio sulla guancia, fu un contatto magnifico, poter sentire la sua pelle sotto le mie labbra aveva scaricato in me delle emozioni tremende.

-Ciao San.. – mi rispose lei, e poi uscii da quella casa per avviarmi alla mia.

********************

 

Ero imbambolata davanti alla porta, mentre la fissavo andare via. È possibile che quel semplice contatto mi avesse fatto tutto quest’effetto?!

-Se continui a guardarla così potremmo pensare che hai la vista a raggi x- mi disse mia sorella raggiungendomi da dietro insieme ai miei genitori.

-Ah ah ah. Simpatica, stavo solo aspettando che si allontanasse, e poi la guardavo normalissimo- mi provai a difendere, inutilmente a giudicare da come mi guardavano.

-Mi piace quella ragazza, anche se sembra un po’ sulle sue- disse mia madre

-Si anche a me, e poi è una importante, però sembra davvero una brava ragazza- continuò mio padre.

Gli stavo per uccidere ma poi decisi che era meglio di no, poi avrei dovuto pulire tutto il sangue.

-La smettete?!- dissi semplicemente

Loro mi guardarono stupiti

-Britt ma noi ci preoccupiamo per te. Stavamo solo dicendo che se fosse la tua ragazza ci piacerebbe parecchio- mi informò mia madre

-Certo. Ma non lo è e non lo sarà, non è lei che mi piace- dissi di getto

I miei mi guardarono stupiti

-Chi stai cercando di convincere? Noi o te?- mi chiese poi mia sorella, con la faccia da detective

Io la guardai come presa in controtempo, non sapendo che rispondere.

-Ecco come non detto- disse andandosene verso il salotto. Era incredibile quella piccola peste.

Io sbuffai e me ne andai in camera mia. Ma solo poco dopo uscii per raggiungere Rachel nel nostro solito bar.

 

-Britt finalmente. È da ieri sera che ti cerco- mi disse venendomi incontro.

Io arrivai li con il fiatone, dopo aver corso fino a li da casa mia. Appena ero salita in camera avevo sentito il telefono vibrare ed ero corsa a prenderlo. Lo guardai sbalordita trovandoci come minimo 20 chiamate perse e 6 messaggi tutti dalla stessa persona

Nell’ultimo c’era scritto

Britt spero che sia tutto apposto, lo spero soprattutto per te, perché se ti è successo qualcosa ti ammazzo io. Comunque verso le 3 pm vado al bar, ti aspetto li.

 

Quindi accorgendomi che erano quasi le tre avevo corso.

Ed ora eccomi li, con Rachel che mi guardava storto e con un principio di infarto dallo sforzo.

-Andiamo va- disse avviandosi dentro e io dietro che la seguivo, mi sembrava sollevata ma allo stesso tempo arrabbiata. l’avevo fatta davvero preoccupare.

-Mi dispiace- fu la prima cosa che dissi una volta presi i nostri soliti posti. Lei mi guardò storto, ma dopo pochi secondi il suo sguardo si addolcì

-Sei una stupita- mi disse poi – potevi almeno avvisare, tutto qui-

Io la guardai con lo sguardo da cucciolo bastonato, al quale sapevo non avrebbe potuto resistere

-Sei sleale- disse semplicemente iniziando a ridere e contagiando anche me

Ordinammo il solito : due cappucci e un paio di paste per me.

-Allora raccontami tutta la tua serata- dissi bevendo un sorso dalla mia tazza

La vidi arrossire e poi iniziò a parlare.

Stetti in silenzio tutto il racconto, non volevo interromperla, sembrava così presa, così contenta, così…. Non saprei trovare un giusto aggettivo per descrivere il suo stato d’animo e quello che trasmetteva.

Non potevo crederci, le piaceva, ma sul serio, e questo era un guaio, perché piaceva anche a me.

Fissavo le sue labbra che continuavano a raccontare fino a che ad un tratto non si fermarono.

-Allora?- mi chiese

Non sapevo cosa rispondere, ero un secondo sconvolta, a Rachel  piaceva Quinn e non me ne ero nemmeno accorta. Mi sentivo anche un po’ una stronza, forse era di questo che mi voleva parlare, e io non l’avevo mai ascoltata, presa dai miei problemi.

Sentii il suo sguardo su di me

-Ti piace- sussurrai, era il pensiero che mi attanagliava di più

La vidi arrossire

-Ma che dici?- disse lei imbarazzata

-Ti piace, da sempre e io non me ne sono accorta, perché piace anche a me- mi accorsi solo dopo che avevo detto quello che pensavo ad alta voce

Lei mi guardò come se stesse per scoppiare in lacrime

-Scusa Rach..- iniziai

-No..non dire altro. Scusami te, se lo avessi saputo..-

-Rachel, no davvero. Sono contenta che ti piaccia, e se lei sceglie te sarò ancora più contenta, mi faccio da parte, perché sembra che abbia già deciso- le dissi sinceramente.

-Ma…- provò di nuovo

-Scusa- dissi mentre mi alzavo velocemente uscendo dal bar.

Stavo davvero così male? Non lo sapevo.

 

 

 

Eccoci con un altro capitolo. Brittany è una ragazza piuttosto confusa…

Ringrazio tutti quelli che seguono e leggono questa storia, e sarei felice se lasciaste dei vostri pensieri.

Grazie e alla prossimaJ

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Capitolo 9
*** Dubbi o Certezze?! ***


Perché ero scappata? Perché avevo reagito così? Cosa avrà pensato Rachel? Ero tornata a casa di corsa, con queste domande che mi martellavano la testa e alle quali non trovavo in nessun modo una risposta. Me ne stavo li a sedere alla scrivania con una penna in mano e un foglio davanti, bianco. Non avevo idea di perché mi trovassi in quella posizione, non scrivevo mai io, non mi piaceva per niente scrivere, già è tanto che lo facevo per scuola, figuriamoci nel tempo libero. Disegnare? Non se ne parlava proprio, ero artistica si, ma non sapevo disegnare per niente.

Con stizza buttai la penna sulla scrivania e mi alzai per poi buttarmi sul letto come un corpo morto.

La mattina mi svegliai in quella stessa posizione, dovetti aver dormito più di 12, e stavo totalmente morendo di fame. Scesi lentamente le scale come uno zombie, ero veramente rimbambita ed era domenica, e avrei dovuto affrontare sicuramente Rachel e darle delle spiegazioni sul mio comportamento.

-Buongiorno mamma- sbadigliai entrando in cucina, vedendo mia madre che si stava preparando il caffè

-Buongiorno. Ti faccio dei pancake e una bella tazza di caffè, ti vedo molto assonnata e affamata- mi disse accendendo i fornelli

Come mi conosceva bene mia madre, aveva capito tutto solo dalla mia espressione sfatta.

-Grazie- le dissi accomodandomi alla tavola

-Britt, va tutto bene?- Mi chiese dopo poco –Sai ieri ti ho vista molto strana, sia quei minuti dopo che Santana era andata via, sia quando sei tornata a casa tutta sudata. Sembra che hai mille pensieri che ti attanaglino la testa- mi disse guardandomi preoccupata

Sospirai, davvero mi conosceva troppo bene, e io non sapevo mentire a mia madre

-No decisamente no. Cioè niente di grave ovviamente, problemi adolescenziali- mi corressi subito vedendo la faccia di mia madre farsi ancora più preoccupata – insomma diciamo che ci sono queste due ragazze, che entrano ad un tratto nella tua vita come un uragano-

-Stiamo parlando di Santana e…?- mi interruppe mia madre

-Ah giusto Santana e Quinn…-

-Sei tremend…-

-Mamma i commenti alla fine- dissi stizzita, e lei si chetò subito lasciandomi continuare a parlare

-Insomma Santana e Quinn. Una gentile e solare, l’altra misteriosa e indecifrabile. Sono riuscita a instaurare un rapporto con Quinn nelle prime settimane e li ho iniziato a pensare sempre di più a lei, mi piaceva e tanto. Poi è entrata nella mia vita Santana, ammetto che inizialmente la detestavo, con quel suo fare altezzoso, ma poi ho capito che è tutta un’altra persona rispetto a quello che fa vedere fuori, e c’è stato un qualcosa che si è mosso dentro di me tutte le volte che la vedo. E per finire è ricomparsa Deni e sono svenuta solo vedendola- finii abbassando gli occhi quasi imbarazzata da quell’ultima cosa

Mia madre si sedette accanto a me e con dolcezza mi strinse le mani

-Quanto mi mancano queste cose- iniziò – comunque amore mio nessuno lo può sapere meglio di te. Io non posso consigliarti, non sono in grado. E poi non voglio prendere le decisioni al posto tuo. Certo se devo essere del tutto sincera non voglio vederti di nuovo soffrire per Deni in quel modo. E Quinn non l’ho mai vista e non saprei che dire, ma Santana è veramente un bel bocconcino- mi fece l’occhiolino e scoppiò a ridere. Mia madre mi stava prendendo in giro, e forse non aveva tutti i torti, forse dovevo smetterla di rimarginarci sopra e prenderla più ala leggere e con una mente più lucida e tranquilla.

-Mamma non prendere in giro Brittany- disse mia sorella entrando nella stanza con un’espressione tutt’altro che vera. Io la fulminai, quel piccolo diavolo doveva aver sentito tutto e ora mi avrebbe tartassato per sempre.

Mangiai tutta la mia colazione in silenzio sentendo ridere mia sorella e mia mamma mentre si sussurravano delle cose che ovviamente non sentivo.

Mi alzai indispettita dal loro atteggiamento, sentendole ridere ancora più forte una volta uscita dalla stanza. Sospirai nervosa, solo io potevo avere una famiglia del genere.

Uscii di casa nemmeno mezz’ora dopo, non avevo voglia di rimanere in camera mia a pensare.

Non avevo proprio idea di dove andare però. Non potevo tornare al parco, sennò il mio cervello non avrebbe più smesso di cercare una risposta ai miei dubbi. Mossi dei passi in direzione del centro, almeno sarei stata in mezzo alle persone.

Arrivai dopo pochi minuti, la mia casa non distava così tanto. Era in un’ottima posizione.

Mi maledissi subito dopo vedendo un gruppo di fan con le maglie di Deni che correvano verso una direzione precisa. Il grande centro commerciale. Mi affacciai e rimasi sbalordita da quello che vidi. Una calca sorprendente che stava intorno a delle barrivate e un piccolo palco li al centro.  Sorrisi forse davvero contenta per il successo che aveva ottenuto.

-Signori e Signore, ragazzi e ragazze di tutte le età, è con grande piacere presentarvi questa giovane cantante che ha avuto un successo incredibile in meno di un anno.  È qui oggi per un’anticipazione del suo concerto, che voi tutti saprete che si terrà tra tre giorni allo stadio comunale-

La folla esplose  in un boato enorme.

-Dopo la sua canzone, risponderà alle vostre domande, firmerà autografi e farà foto. Quindi non ve ne andate- disse facendo impazzire nuovamente la folla.

Decisi di avvicinarmi un pochino  anche io.

-Signori e Signore Deni - ci fu un applauso potente seguito da fischi, non appena Deni fece il suo ingresso sul palchetto.

Non appena partì la musica tutti si chetarono impazienti di sentirla cantare. Pure io ero impaziente di sentirla nuovamente dal vivo. Mi trasmetteva sempre tantissimo quando cantava, e aveva una voce fantastica.

Partirono le note di una canzone che devo ammettere  conoscevo a memoria.  Mi piaceva il suo cd da morire, e lo ascoltavo di nascosto da Rachel. Rimasi rapita nuovamente dalla sua voce non appena attacco con la prima strofa, e chiusi gli occhi per assaporare appieno quel momento. 

The day I first met you 
You told me you never fall in love 
But now that I get you 
I know fear is what it really was 


Gli riaprii solo a fine canzone. E solo per un attimo mi sembrò che il suo sguardo fosse nel mio, ma poi quella sensazione sparì immediatamente dopo quando cominciai a sentire le spinte delle persone che si accalcavano per avere un contatto con lei.

A quel punto mi allontanai sentendo una mano che mi tirava via

-Brittany?! Che ci fai qui?- vidi una Rachel davanti a me piuttosto contrariata.

Rimasi un secondo spiazzata

-E te?- chiesi poi confusa

-Stavo facendo la spesa- mi disse mostrandomi il carrello li vicino a lei. Ci allontanammo dalla confusione e ci dirigemmo verso l’uscita.

-Allora?- mi chiese con il sopracciglio alzato, segno che si stava spazientendo

-Niente, ero venuta qui a fare due passi, poi ho visto tutte quelle persone e mi sono incuriosita e avvicinata, e poi ho capito e l’ho sentita cantare- dissi tutto di un fiato

La vidi sospirare davanti a me

-Perché continui a farti del male?- mi chiese poi –la devi lasciare andare per sempre, è meglio per lei ed è meglio per te. E non lo dico perché non la posso vedere ma perché tengo a te e so che non è quella giusta per te- mi confessò poi

-Lo so Rach. Ma la sento ancora mia, mi sembra che non se ne sia andata mai. I miei sentimenti per lei sono cambiati si, ma c’è il rischio che possano tornare a galla- dissi preoccupata. Non volevo assolutamente che accadesse ciò, infatti dovevo starle alla larga il più possibile.

-Non è così però che lo impedisci. Devi fare chiarezza dentro di te Britt. Non è possibile che ti piacciano 3 persone contemporaneamente- disse lasciandomi sorpresa –Ho visto come guardi Quinn, come guardi Santana e poi è tornata la tua ex. Non puoi continuare a rimuginarci sopra. Devi lasciarti andare- mi disse poi lasciandomi sbalordita. Se ne era accorta pure lei allora, senza che le dicessi niente, eppure non mi sembrava di guardarle in nessun modo strano soprattutto Santana.

-Non so come fare sinceramente. I miei pensieri non mi danno pace per niente. Mi sento in mezzo, e poi questa tua rivelazione con Quinn mi ha scombussolato ancora di più, non perché ci veda qualcosa di strano, ma perché sinceramente non me lo sarei mai aspettato da te, cioè insomma-

-Ho capito tranquilla, e ammetto che non me lo sarei aspettato nemmeno io, ma come dici sempre te “non si comanda al cuore” giusto?-

Io annuii e sorrisi. Ero contenta per Rachel e non avrei mai voluto litigare con lei per una ragazza. Ok mi faceva strano anche pensare ad una cosa del genere.

-Sono contenta che ti piaccia, e che tu piaci a lei- le dissi sinceramente, anche se sentivo una strana morsa allo stomaco, ma era giusto che mi facessi da parte.

Lei arrossi

-Non dire così, sinceramente non so se le piaccio-

-Ahahaha. Invece si, te lo dico io, da come ti guardava, da come si è comportata, e a proposito si è fatta sentire?- chiesi poi ricordandomi che le aveva detto che le avrebbe scritto

-Si. Mi ha scritto ieri per dirmi che era arrivata e per darmi la buona notte- disse imbarazzata

-Vedi. Non c’è ombra di dubbio. Le piaci- dissi con aria saccente

 

************

Odio il lunedì, odio tornare in questa scuola, odio questi adolescenti così pieni e sicuri di loro, ma odio il fatto che Quinn mi abbia lasciata qui, per tornarsene a New York, anche se per lavoro.

L’unico lato positivo di quella mattina era lei: Brittany. Si in questi due giorni mi ero fatta un esame di coscienza ed ero arrivata alla conclusione. Avevo preso una bella batosta per quella ragazza, ma non l’avrei ammesso nemmeno sotto tortura, soprattutto non l’avrei data vinta a Quinn.

Percorsi quei corridoi ancora con qualche ragazzo in giro, sicuramente in ritardo per la lezione.  E poi la vidi, stava entrando nel bagno insieme alla nana che stava strillando qualcosa a dei ragazzi più in fondo al corridoio che se la ridevano e si battevano il cinque. Senza pensarci due volte mi fiondai in bagno.

-Ehi tutto bene?- chiesi una volta entrata fissando la bionda davanti a me che era intenta a lavare dalla faccia di Rachel la granita che le era stata appena lanciata.

-Direi di si, ormai ho rinunciato tanto tempo fa. Tutti i giorni è la stessa storia orami da due anni- mi rispose la cantante con una voce piena di rabbia e di sofferenza.

Mi avvicinai piano a loro

-vedo che le mode non sono cambiate con gli anni. Sai la prima volta che me lo fecero a me, e direi anche unica, gli feci scappare tutti e tre con la coda tra le gambe- dissi ridendo, ma ricevetti in cambio solo uno sguardo perplesso.

-Anche noi eravamo considerati dei “Loser”; ancora più di voi. Non avevamo vinto niente, il primo anno abbiamo perso addirittura alle regionali. E pur essendo cheerios anche io e Quinn venivamo tempestate di granite-

-Allora non tutto è come prima, perché Brittany non ne ha mai ricevuta una- intervenne Rachel

-Comunque se vuoi posso continuare io qui e te le vai a prendere il cambio, perché hai un cambio vero?- proposi alla bionda che si scambiò uno sguardo d’intesa con l’altra e poi ringraziandomi uscì dal bagno.

Uscita Brittany calò il silenzio nel bagno, l’unico rumore era quello dell’acqua che scendeva dal rubinetto e andava ad infrangersi contro la mia mano.

-Grazie ancora- mi disse dopo poco che avevo finito di pulirle i capelli per bene.

-Figurati, dopotutto capisco la tua frustrazione per questi episodi, e volevo rendermi utile- le risposi sinceramente.

-Ecco qua, ti ho preso la maglia, e questa felpa. Mi sa che dovrai rifare scorta perché è finito tutto- disse la ballerina entrando di nuovo, e dando la roba a Rachel

Si cambiò velocemente, e pochi minuti dopo uscimmo da li. Loro andarono in classe e io rimasi sola un’altra volta.

Sospirai e mi avviai nella classe del Glee.  La lezione si sarebbe tenuta tra meno di un’ora e quindi potevo aspettare benissimo. Oggi avremmo deciso finalmente una scaletta, la scaletta delle Provinciali. Io avevo già in mente un paio di canzoni da far cantare alla nana, che dovevo ammettere era davvero la più talentuosa li dentro.

Mi misi a sedere al mio vecchio posto, la in ultima fila, da dove potevo osservare tutto e tutti, mi mancava terribilmente stare da quella parte. Mi mancavano i miei amici, mi mancava tutta l’emozione che ti trasmetteva esibirsi, sia per i tuoi compagni che nelle competizioni. Era il club più bello che potessi scegliere di frequentare. 

I miei pensieri furono interrotti dalla campanella e quindi dall’imminente inizio della lezione.

-Come tutti sapete Rachel come vincitrice della sfida avrà diritto ad un assolo, visto che la sua partner non può partecipare alla competizione, e dopo le pressioni subite da Santana, sarai libera di scegliere che canzone vuoi…-

Dopo aver ricevuto degli sguardi di gratitudine da parte della cantante smisi di ascoltare il discorso del professore, e mi incantai sulla mia bionda. Era così bella, così pura. Non vedevo l’ora di passare il pomeriggio con lei.

 

Mi presentai a casa sua verso le 4, perché mi aveva detto che prima aveva gli allenamenti delle Cheerios. Mi aprì la porta sua madre, che mi salutò con un grosso sorriso.

-Britt- chiamò –è arrivata Santana- disse ancora

-Prego cara, accomodati- si rivolse poi a me, facendomi entrare in casa

Io le sorrisi di rimando

-Tanto orami conosci la strada, vai pure- mi disse prima di sparire in cucina.

Io salii le scale, e me la trovai li davanti, in shorts e una maglia più lunga dei pantaloncini. Mi cascò l’occhio sulle sue gambe, che sembravano più lunghe e belle di sempre.

Deglutii a fatica non appena il suo sguardo entrò nel mio. Era così bello e rilassante immergersi in quegli occhi così celesti, così profondi, come stare in mare aperto.

-Ehi- sentii poi –stavo andando a prendere dell’acqua, te intanto accomodati pure- mi sorrise per poi passarmi accanto e scendere le scale. Il suo odore. Dio, quanto era buono il suo odore. Entrai in camera sua, e mi misi a sedere al mio posto alla scrivania. Era tutto così lei in quella stanza, così bambina ma così adulta al tempo stesso. Mi incantai sul letto, con lo sguardo fisso su quel peluche di papera, buffissimo. Era di media grandezza, ma sembrava così morbido, e sembrava che avesse una storia tutta sua.

-Mi è stato regalato da mio nonno, poco prima che morisse- mi girai verso di lei che era appoggiata sulla soglia della porta che mi fissava –sai una volta quando avevo poco più di cinque anni mi portò a caccia con lui e un suo amico. Lo so che non era una cosa molto responsabile ma volevo farlo e lui mi accontentava sempre- continuavo a fissarla, mentre lei stava guardando il peluche, era così bella, non riuscivo a pensare ad altro che a lei –durante la battuta di caccia, involontariamente ferirono una papera, così iniziai a piangere per quel povero animaletto. Mio nonno cercava di calmarmi ma non ci riusciva, così la prese e la portò da un veterinario velocemente. Riuscimmo a salvarla, e dal quel giorno fino a che ci riuscì mi portava sempre a trovare la nostra amica al lago, e divennero i miei animali preferiti. Ma quando morì la papera, lui vedendomi triste mi regalò quel peluche in suo onore-  finì il suo racconto, e vidi una piccola lacrima scivolarle sul viso.

-Mi dispiace- dissi vedendola li ancora persa nei suo i pensieri

-Figurati- mi sorrise, sedendosi accanto a me

-Come mai me lo hai raccontato?- le chiesi poi confusa

-Ti vedevo così interessata a quel peluche che mi è venuto spontaneo- mi rispose

Io arrossii. Dovevo essere stata imbambolata a fissarlo per qualche minuto e lei deve essere stata a fissare me per quel tempo.

-Da quanto tempo eri appoggiata alla porta?- le chiesi poi curiosa di sapere

-Da parecchio tempo- disse avvicinandosi ad un soffio da me. Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra, eravamo vicine, troppo vicine. Passai il mio sguardo dalla sua bocca agi suoi occhi. Mi fissavano, potevo leggerle dentro e lei faceva lo stesso con me, lo sentivo, lo sentivo che percepiva tutto il mio desiderio di lei. Non riuscivo a pensare chiusi per un secondo gli occhi e fu come stare in paradiso. Sentii le sue labbra sulle mie, e fu tutto. Il mio cervello mi salutò e non riuscii più a controllarmi. Approfondimmo il bacio come se fossimo ossigeno l’una per l’altra. Fino a che non davvero non abbiamo avuto bisogno di respirare.

Ci staccammo, a malincuore devo essere sincera, e i nostri sguardi si cercarono di nuovo, questa volta più imbarazzati, però con una nuova consapevolezza. Sapevo che era la ragazza giusta, il mio corpo aveva provato delle cose che mai nessuno era riuscito a provocarmi.

-Scusa- sentii poi, il suo sguardo si abbassò con un aria colpevole. Io dentro di me sorrisi. Con la mano le tirai su il mento in modo da poterla guardare in faccia un’altra volta.

-Non devi scusarti. Se vuoi ne parleremo, anzi ne dobbiamo parlare, non è detto che sia ora se non vuoi- le dissi sinceramente. Anche se ancora non ero in grado di pensare correttamente.

 

***************************

-CHE COSAAAAAAAAAAAAA- urlò la mia amica trapanandomi un timpano

Dopo le imbarazzanti ripetizioni di oggi dovevo parlare con qualcuno di quello che era successo, così non appena Santana se n’era andata avevo chiamato Rachel e dopo essermi fatta forza le disse che l’avevo baciata

-Rache non urlare ti prego-

-Non puoi dirmi di non urlare, come faccio a non urlare. Dimmi come è successo? Che ti è saltato in mente?! E lei?! Su racconta-

-insomma lei era li, non so cosa mi abbia detto il cervello ma era la cosa giusta da fare. Sapevo che era quello il momento giusto, mi sono avvicinata e non appena ha chiuso gli occhi l’ho fatto. Lei non sembrava contrariata affatto, e..-

-Sei una frana nei racconti. Comunque basta per capire che lei è presa da te da quanto dici. Ma te?-

-Io lo sono, cioè non ci avevo mai pensato, cioè non so come mi sia venuto in mente-

-Ti piace, solo che non lo ammetti- mi disse Rachel dall’altra parte del telefono

Forse era vero, perché non volevo ammettere che mi piaceva, sul serio. Mi ero così intestardita su Quinn che non ero nemmeno riuscita a capire cosa volessi davvero. E forse ora c’ero arrivata, volevo lei, ho sempre voluto lei, ma non me ne ero mai resa conto. Il suo odore, i suoi capelli corvino, i suoi occhi così neri, così belli, così espressivi che mi hanno fatto cadere ai suoi piedi, il suo lato dolce e sensibile, che non mostra mai, solo in determinate circostanze che ti spiazzano totalmente

-Britt?? Britt ci sei ancora??- ripresi coscienza

-Si.. si scusa. Sai penso di aver aperto gli occhi sul serio ora. Quinn era il mio ideale, bella gentile, ma Santana.. mi ha rapito completamente- le confessai, chiarendo le idee anche a me

-Lo sapevo!- disse euforica la mia amica –anche se penso che non mi sopporti, vedevo come ti guardava, con te si scioglie. Non riesce a dirti di no-

-Ora non esagerare.. non-

-Shhh non interrompermi. Io ho ragione punto. Quindi che hai intenzione di fare?-

Eccoci. Non ci avevo pensato

-Mmmm, abbiamo detto che ne dobbiamo parlare, quando me la sentivo. Ma non so che dirle, ci sono un sacco di complicazioni-

-Serve a questo parlarne, lei lo sa, e ora lo sai anche te, quindi non stare li a pensarci troppo e datti una smossa, visto che finalmente per la prima volta in vita tua hai capito qualcosa-

-Sempre molto gentile sento. Dopo le mando un messaggio e fisso-

-Brava, prendi l’iniziativa. Sono fiera di te, chissà cosa diranno i tuoi-

-Rach non provarci nemmeno a dire qualcosa, o giuro che non canterai mai più- la minacciai, riuscendo nel mio intento.

 

Finalmente quella giornata stava giungendo al termine, mi preparai per andare a letto. Mi infilai sotto le coperte, e presi il telefono. Stetti minuti a fissare lo schermo ma poi decisi che era giusto farlo.

Digitai velocemente il messaggio, e lo inviai a Santana. Tutto molto velocemente, poi lo spensi e andai a dormire con il cuore che mi batteva a mille. Ero felice, ero veramente felice dopo tanto tempo. Non mi sentivo così da troppo tempo.

 

 

 

Finishhhh. Un altro capitolo è andato, diciamo che da qui in avanti ci saranno degli sviluppi importanti.

Finalmente si sono baciate si, ma come riusciranno ad andare avanti. Avrei piacere che mi esprimesse il vostro giudizio. Grazie a tutti quelli che leggono, seguono e quant’altro.

Al prossimo capito.

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Capitolo 10
*** Provinciali con botto ***


Erano passati tre giorni da quando mi sarei dovuta vedere con Brittany. Quando mi aveva mandato quel messaggio dove mi chiedeva di incontrarci al parco, nel “mio posto” il mio cuore aveva iniziato ad accelerare, finalmente mi stava concedendo un’occasione, avrei potuto spiegarle come mi faceva sentire, cosa pensavo di lei, e come la vedevo realmente per me.

Ma così non era stato, avevo aspettato per più di un’ora il suo arrivo ma non venne mai. Quindi sconsolata ero tornata a casa, e mi ero messa a pensare, ma senza trovare una spiegazione logica, che ovviamente mi andasse bene.

Durante il resto dei giorni, non si era fatta vedere, si la vedevo all’ora del Glee ma arrivava sempre precisa, e se ne andava via di corsa, senza mai incrociare il mio sguardo per una volta. Avevo pensato di andare a casa sua ma mi sembrava una mossa troppo azzardata, anche se in realtà ero il suo “tutore”; però poi decisi che forse era meglio che fosse lei a cercarmi, e non il contrario, era lei dopotutto che a questo punto mi doveva una spiegazione.

Oggi finalmente era il grande giorno del Glee, ci sarebbero state le provinciali e io ero all’aeroporto a recuperare Quinn, che aveva fatto in modo per non perdersi questa esibizione.

Come la invidiavo delle volte, lei aveva tutto quello che voleva, viveva con semplicità godendosi attimo per attimo, momento su momento, sempre sorridente, era cambiata molto dal liceo, quando era solo un cheerleader meschina e crudele.

-Sai pensavo che almeno un “Ciao Quinn bentornata” me lo sarei meritata, non pensi?!- mi riscossi dai miei pensieri e la vidi li davanti a me, con un’espressione offesa dipinta sul volto.

-Non allargarti troppo Fabray, non è che sei stata via per un mese o oltre, quindi no, essere qui mi sembra già tanto- le risposi io, per poi ridere e abbracciarla.

-Non cambi mai vero Lopez?!-

-Direi di no-

Caricai la valigia nel porta bagli, e poi partimmo in direzione della  nostra scuola, dove si sarebbe tenuta la competizione.

-Allora com’è la situazione? I ragazzi sono in forma carichi pronti?-

-Direi di si, questa settimana ho lavorato in privato con l’hobbit e l’ Aritha dei giorni nostri. Sono quelle che si muovono peggio sul palco, e abbiamo fatto ore extra per le coreografie-

-Si mi ha detto Rachel che sei stata proprio piena di complimenti per entrambe- mi sentii gli occhi di Quinn puntati addosso, come contrariata da questa cosa

-Lo sai, che non sono per l’insegnante buono. Il metodo Lopez ha funzionato e continuerà a funzionare perché serviranno ancora molte ore extra per quelle due, e anche per qualcun altro- le risposi a tono

-Metodo Lopez eh?!- mi chiese ironica

-Certo, vedrai con i tuoi stessi occhi, come brilleranno oggi quelle due, tanto non hai problemi a fissare la nana con un naso troppo grosso per una figura così piccola, perché non le consigli il tuo chirurgo plastico invece di pensare a come entrare nelle sue mutante?!- chiesi sadica, guardandola per un secondo per poi tornare sulla strada.

-Vedi io non ho problemi a vedere Rachel- disse marcando di più il suo nome – e voglio proprio vederli questi cambiamenti, ma te li noterai? O sarai impegnata a guardare altro?- mi rispose con il mio stesso tono, mi sapeva tenere testa, era questo che amavo di Quinn.

Non risposi alla sua provocazione, e ringraziati di essere arrivate appena in tempo, non mi andava di fronteggiare quel discorso ora. sapeva che ci ero rimasta male, aveva capito prima di me che quella biondina mi aveva fatto qualcosa fin da subito, ma io non me ne ero accorta, o forse si, ma forse era meglio davvero non accettarlo.

Sospirai  e poi accompagnata dalla bionda entrammo nella scuola, direzione aula del Glee.

-Quinn- disse il professore non appena ci vide entrare dalla porta, e venne ad abbracciarla.

-Ciao Mr. Schue. E ciao a tutti ragazzi, spero che siate davvero pronti a fare scintille, perché sennò dovrete rimborsarmi il biglietto di ritorno- disse lasciando tutti di stucco per l’ultima frase

-Stavo scherzando- si sciolse in un sorriso – ma date il meglio di voi, e sorprendetemi- finì facevo applaudire e gridare tutti i ragazzi.

Poi la vidi fissare la nana

-Vai a salutarla su, magari hai un modo per darle calma e carica allo stesso tempo- le sussurrai maliziosa ricevendo in risposta solo una gomitata, ma poi la vidi avanzare verso l’altra ragazza.

Io continuai a tenere gli occhi bassi non volevo assolutamente incontrare quelli azzurri e profondi di Brittany, anzi non volevo proprio vedere lei. Quindi mi congedai lentamente e dissi che volevo andare a vedere gli altri due club che si sarebbero esibiti prima di noi.

Iniziai a respirare subito meglio una volta uscita dall’aula, avevo fatto di tutto per non posare gli occhi su di lei e ci ero riuscita.

-Dove vai così di fretta?- sospirai mortificata sentendo quella voce alle mie spalle

-Sto andando ad osservare i nostri rivali, anche se non ho mai sentito parlare di questi club- risposi io senza nemmeno voltarmi

-Forse perché sei fuori da questo mondo da parecchi anni ormai- disse sarcastica lei. Non mi piaceva il suo tono, e non capivo che cosa volesse esattamente da me

-Sarò fuori anche da parecchio,non sarò una cantante famosa, ma sono stata chiamata da Will per tornare qui, non ci sono certo tornata di mia spontanea volontà, quindi qualcosa di buono l’avrò pur fatto- dissi voltandomi verso la persona che avevo davanti che mi guardava con un ghigno divertito.

-Non c’è bisogno di scaldarsi troppo Santana, devi stare tranquilla- si avvicinò a me sempre con quello sguardo divertito.

-Che cosa vuoi da me Deni? E che cosa ci fai qui?- le chiesi parlandole all’orecchio

-Quello che ci faccio qui è semplice, sono uno dei giudici, e mi è stato anche richiesto di fare un esibizione prima dell’annuncio del vincitore- prese una pausa e poi mi guardò –da te non voglio assolutamente nulla, solo che rimani al tuo posto- mi disse infine per poi superarmi ed entrare nell’auditorium.

Rimasi li imbambolata, la odiavo, c’era qualcosa in lei che non capivo, o era pazza o era sadica.

Ma sicuramente non era normale, aveva dei comportamenti strani, e poi per cosa. Cosa c’entravo io con lei? Che cosa significava che dovevo rimanere al mio posto? Troppe domande ancora, e di nuovo nessuna risposta. Tornare in Ohio aveva portato più dubbi nella mia vita che mai.

 

Finalmente toccava a noi, non ne potevo più di starmene li a sedere da sola, a sentire quei poveri ragazzi urlare. Non avremmo avuto problemi a vincere, non c’era un minimo di sfida. Le mie povere orecchie stavano gridando pietà.

-Ehi San andiamo, c’è il discorso prima della gara- mi girai verso Quinn che mi aveva raggiunto in quell momento.

-Io non vengo, non sono io che devo farlo, e no non faccio nemmeno il cerchio- dissi tornando a guardare davanti.

-Santana Lopez alza immediatamente quel tuo culo e vieni con me- disse autoritaria la bionda

-Ma..- provai io

-Niente ma, non mi interessa se non vuoi vedere Brittany, ma lo dobbiamo ai ragazzi. Siamo qui per loro, tutti loro, non per avere problemi di cuore adolescenziali- mi prese un braccio e mi strattonò giù dalla poltroncina.

-Pianoooo- gridai –so camminare da sola-

-Ah si?!- mi chiese retorica lei –e allora fallo!-

Sbuffai, ma alla fine la seguii prima di farla esplodere in un altro attacco d’ira. Era incontrollabile quando si arrabbiava.

-Finalmente stavamo aspettando voi- disse Schuester  una volta che fummo entrate

-Sapete c’è stato un piccolo imprevisto- mi fulminò la bionda accanto a me

Ci mettemmo in cerchio,sorrisi a pensare a tutte le volte che lo avevamo fatto noi, ero contenta che quella tradizione non era stata abbandonata.

Ascoltai in silenzio il discorso di Mr.Schue, che come al solito fece commuovere alcuni dei ragazzi. Era sempre stato bravo a incoraggiare le persone, sapeva colpirti, anche se ovviamente non lo avevo mai dato a vedere che lo apprezzavo

 

-Esibizione fantastica dire- mi disse Quinn che continuava a battere le mani indiavolata. Non aveva smesso un secondo si urlare ed applaudire, si erano stati bravi ma il mio timpano non reggeva assolutamente più.

Finalmente la platea si calmò,

-E adesso signori e signore, ci sarà un’esibizione a sorpresa da parte di uno dei miei colleghi giudici- la folla scoppiò nuovamente

-Vedo che avete capito, visto che ne io ne il vampiro cantiamo, ladies and gentlemen fate un grande applauso a Deeeeni- disse per poi lasciare il palco

-Ci mancava anche questa- borbottai lasciandomi andare del tutto sulla poltroncina annoiata e spazientita.

 

**************

 

-Sapevo che in qualche modo doveva rubarmi la scena, io non la sopporto giuro, andrei li e la prenderei a schiaffi finchè..-

-Rach – chiamai dolcemente vedendo la mia amica che stava diventando paonazza –Rach calmati. Si sta solo facendo pubblicità- le dissi sorridendo. Era praticamente diventata rossa, da quanto stava delirando.

-Grazie a tuttiii- disse non appena la folla smise leggermente di applaudire, sapeva veramente tenere il palco.  Noi eravamo proprio li dietro il palco e avevamo piena visuale di quello che stava succedendo

-Oggi non canterò una canzone del mio repertorio, ma voglio onorare una grande cantante, e voglio dedicare questa canzone ad una persona qui presente, che è veramente importante per me, lei sa che sto parlando a lei-

Mi sentii gli occhi di Rachel addosso, non stava parlando di me vero?! Poi la vidi girarsi e incrociare il mio sguardo un attimo col mio. Persi un battito, ma cercai di controllarmi perché sapevo che la ragazza accanto a me mi stava tenendo d’occhio.

La base partì e finalmente si sentii solo la sua voce risuonare nell’auditorium

Riconobbi subito di che canzone si trattasse, ricordo che mi aveva scritto parte del ritornello in uno dei pochi messaggi che ci eravamo scambiate dopo la sua partenza.

 

 

You look in my eyes 
And I get emotional inside. 
I know it's crazy 
But you still can touch my heart. 
And after all this time, 
You'd think that I, 
I wouldn't feel the same 
But time melts into nothing 
And nothing's changed. 

Si muoveva veramente bene sul palco, lo sapeva tenere, ero molto orgogliosa di lei e di tutti I passi avanti che aveva fatto, da quando se n’era andata, e ora era li tornata al palco che l’aveva lanciata, che l’aveva ascoltata per la prima volta davanti ad un pubblico. Mi veniva da sorridere, ero completamente rapita dalla sua voce, la stava dedicando a me, e potevo sentire tutto quello che mi stava trasmettendo.


I still believe, someday you and me, 
Will find ourselves in love again. 
I had a dream, someday you and me, 
Will find ourselves in love again. 

Il pubblico fece partire il primo applauso, era davvero divina. Sapeva come catturarti e ci stava riuscendo.

-Spero solo che non ti farai abbindolare così facilmente, la conosci, così come la conosco io. Ti ha già abbandonato una volta, non penso che si preoccupi di farlo di nuovo- sentii Rachel dirmi prima di lasciarmi li da sola.

Tornai concentrata sul palco e vidi Deni che si stava avvicinando a me. Mi sorrise, e mi fece cenno di andare li.

 

 


Each day of my life 
I'm filled with all the joy I could find. 
You know that I am not the desperate type. 
If there's one spark of hope left in my grasp 
I'll hold it with both hands. 
It's worth the risk of burning to have a second chance. 
No, no, no, no, no, no I need you baby. 
I still believe that we can be together. 
If we believe that true love never has to end, 
Then we must know that we will love again. 

Feci cenno di no con la testa. Era impazzita? Non sarei mai montata sul palco davanti a tutte quelle persone per far vedere che ero io la persona a cui stava dedicando quella bellissima canzone. La vidi avvicinarsi sempre di più fino a che non arrivò a pochi centripeti da me e mi prese la  mano e mi trascinò sul palco con lei. Avvampai non appena il pubblicò vedendoci uscire non fischiò in segno di approvazione. Tutti i loro sguardi mi davano alla testa quindi decisi di guardare lei, che come sempre mi sorrise, stringendomi la mano.


I still believe, someday you and me, 
Will find ourselves in love again. 
I had a dream, someday you and me, 
Will find ourselves in love again. 

La canzone finì e se è possible il pubblicò fece ancora più boato di quanto non ce ne fosse in precedenza. Mi sentivo veramente imbarazzata

-Guardami- mi disse dolcemente lei. Io alzai piano il viso per incontrare i sui occhi che mi scrutavano e mi leggevano dentro.

Poi gli chiusi e ripresi fiato ed è li che sentii le sue labbra poggiarsi sulle mie. Ero pietrificata. Non mi mossi, ma fortunatamente lei si allontanò,

il pubblico stava impazzando sempre di più, io non avevo il coraggio di aprire gli occhi, non stavo capendo più nulla. Mi aveva baciato, ed ero rimasta immobile come un’ebete. Di nuovo.

 

 

**************

 

-Piccola zoccola impertinente, non ha capito contro chi si è messa, non ha capito proprio niente- sussurrai

-In realtà non ho capito nulla nemmeno io- mi disse Quinn che mi guardava sbalordita –che stai blaterando?-

Io mi voltai verso di lei, ma non le diedi nessuna risposta. Mi alzai e me ne andai da quel luogo che stavo odiando con tutta me stessa.

L’aveva sedotta, l’aveva trascinata sul palco e l’aveva baciata. Mi chiesi da quando andava avanti quella storia, forse era per quello che Brittany non si era presentata “all’appuntamento” che lei stessa aveva chiesto. Non aveva il coraggio di dirmi questo, eppure mi sembrava abbastanza sorpresa. Forse era stata semplicemente ingannata, e davanti a tutti non avrebbe potuto fare una scenata.  Non avevo una soluzione, però sapevo che avrei dovuto parlarle, perché non poteva baciare una come me per poi farsi abbindolare da quell’essere insulso.

-Ha ceduto?- mi girai e vidi la piccola nana seduta qualche gradinata sopra di me. Ero andata alle tribune del campo, non avrei pensato di trovarla qui

-Non dovresti essere a farti premiare?- le chiesi.

-Penso che ce ne sarà ancora per molto la dentro, poi prima che decidono chi ha vinto passa tempo, non lo dovresti sapere?- mi rispose fissando il vuoto

-Si lo so benissimo, era solo un modo per liberarmi di te-

-Immaginavo, ma non succederà se prima non mi dici se ha ceduto o meno- mi lanciò uno sguardo che secondo lei era intimidatorio, ma apprezzai lo sforzo.

-Perché non lo chiedi alla tua amica scusa?!- le dissi io retorica

-Perché ho bisogno di una versione neutrale-

-E lo chiedi a me? Chiedilo a Quinn-

-Lo chiedo a te perché so quanto ci tieni a Brittany, e poi perché ci sei te qui- non voleva mollare, aveva un bel caratterino, dovevo proprio ammetterlo. E poi cosa intendeva con “so quanto ci tieni a Brittany”

-Si- dissi semplicemente, non volevo spiegazioni, non volevo dare troppo peso alla sua frase. Che Quinn le avesse detto qualcosa? Oppure Brittany?

-E…- sentii la sua voce, e mi ripresi dai mille pensieri che mi stavano attanagliando la mente

-E l’ha portata sul palco e l’ha baciata, penso a sua insaputa perché l’ho vista come sorpresa da quel gesto- raccontai riimmaginandomi la scena dentro la mia mente, ne ero disgustata completamente, l’avrei presa a bastonate.

-Grazie- disse poi di furia prima di scappare via.

Io rimasi li imbambolata a fissare il nulla. Sentivo una morsa allo stomaco tremenda, non riuscivo a crederci. Ero davvero cambiata dal liceo, ero io quella che feriva gli altri e che ne rimaneva mai ferita. Ora si era invertito le parti, quella ragazza mi aveva fatto qualcosa, lo potevo sentire. Non che avessi qualche diritto su di lei, dopotutto mi aveva solo baciato una volta e poi non si era più fatta vedere

-Dovevo immaginarlo- dissi a me stessa.

 

**************

 

Non so come, ne quando ma finalmente non ero più su quel palco, con tutti gli occhi puntati su di me, con tutti quegli applausi e fischi, e soprattutto con la sua vicinanza, che mi aveva del tutto stordita.

Mi avevano sballottato ancora un antro po’ perché dovevano annunciare i vincitori e noi avevamo vinto, o almeno penso. Non mi ero accorta di niente.

Ora ero li seduta in mezzo all’aula del Glee non so nemmeno da quanto. Era incredibile, non ci potevo credere, assolutamente. Non capivo nemmeno se ne ero felice o meno. Non capivo più niente un’altra volta. Perché lo aveva fatto? Perché non ho reagito? Forse solo perché non era opportuno mi provai a rispondere. Ma chi volevo prendere in giro? Aveva smosso di nuovo qualcosa dentro di me, senza nemmeno rendermene conto mi aveva attratto a se di nuovo.

-Sai non credevo che tu fossi così… non so nemmeno come definirlo- mi voltai verso la ragazza che era appena entrata. Sapevo che avremmo affrontato quella conversazione, e sapevo che sarebbe stato l’ennesimo motivo per litigare.

-Ti sei fatta baciare, dalla persona che ti ha abbandonato qui, che ti ha lasciato senza farsi problemi, per poi sparire, senza provare nemmeno a mantenere una cazzo di relazione o un minimo di rapporto. Nulla. Ti ha scaricato qui, sofferente e lei se n’è andata a fare la bella vita, ad esplorare il suo successo. Senza mai guardarsi indietro, senza mai chiedersi come potevi stare tu, senza mai..-

-Rachel finiscila!- la interruppi io –non sai niente di quello che ha passato lei, di quello che ha provato lei, o semplicemente se ha sofferto o meno. Ma non mi ha abbandonato, le ho detto io di andare. È stata una mia decisione-

-Certo. È così che continui a raccontartela? Credi che ti abbia amata fino alla fine? Che eri l’unica per lei?-

La guardai sorpresa e confusa. Aveva gli occhi lucidi, così come io sentivo le lacrime che mi pizzicavano gli occhi, ma non volevo piangere

-Che stai dicendo?- le chiesi non trattenendole più.

La vidi prendere un respiro profondo

-Sai un mese prima della sua partenza, la vidi, nel parco vicino casa mia. Era in compagnia di una ragazza..-

-Chi è?- domandai tenendo gli occhi bassi

-Non..-

-DIMMELO!- urlai, sempre senza guardarla

-Viene in questa scuola, ma non so il nome. Stavo dicendo che erano li al parco, io stavo guardando fuori dalla finestra e le ho viste baciarsi. Per parecchio tempo, ma poi se ne sono andate per mano, verso una casa, che suppongo essere di quella ragazza e..-

-Perché?- chiesi io a bassa voce

-Cosa?- mi disse lei confusa. Era li di fronte a me, che stava piangendo

-Perché?- ripetei

-Non lo so, io non sono lei, non so perché..- iniziò Rachel

-No- sibilai a denti stretti –perché cazzo non me lo hai mai detto?- urlai contro a lei. Ormai non trattenevo più il pianto

-Io..-

-Pensaci bene prima di rispondere. Io mi fidavo di te, sei la mia migliore amica cazzo Rach, sei come una sorella, e mi hai tradito così-

-Britt mi dispiace, davvero. Volevo dirtelo ma, non trovavo il coraggio poi pochi giorni dopo le è arrivata la notizia del contratto, e non volevo che tu ci rimanessi ancora peggio, non volevo creare casini..-

-Come se ti fosse mai importato qualcosa della nostra relazione. Non hai fatto altro che dire che non era quella giusta, che mi avrebbe fatto soffrire, non la sopportavi, non vedevi l’ora che si liberasse di me, per dirmi te l’avevo detto. E quando poi dovevi dirmi che mi aveva tradita, non hai mosso un dito. Bell’amica che sei davvero- le dissi in faccia, per poi andarmene via sbattendo la porta. Avevo il cuore a mille, non me ne capacitavo.  Mi aveva ferito come non mai, e davvero non capivo il perché, no c’era un perché. Non aveva ragioni per non farlo, lei diceva di volere il mio bene, ma non era così. E forse non era vero nemmeno quello che mi aveva raccontato. E avevo sol un modo di scoprirlo. Affrontare Deni.

 

 

 

Eccomi con un altro capitolo. Ci sarà molto casino da ora in poi, soprattutto per Brittany. Grazie a tutti quelli che leggono, seguono questa storia. Sarei contenta se mi facesse sapere che ne pensate, anche se avete dei consigli. Grazie e alla prossima J

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Capitolo 11
*** Nuovi arrivi ***


Che stai facendo?”

Fabray non è il momento adatto guarda. Non ho voglia di essere psicanalizzata da te in questo momento”

In realtà non vuoi mai”

Mi girai verso di lei fulminandola. Era da quando erano finite le provinciali che non avevo voluto vedere nessuno, soprattutto lei o per meglio di dire loro. Non avevo nessun diritto di fare così lo so, ma non riuscivo a fare altrimenti. Se l'avessi vista le avrei spaccato quella faccia da stronza che si ritrovava.

Continuai a scaricarmi colpendo più volte il sacco attaccato al soffitto. Me lo aveva regalato Quinn quando avevamo 16 anni. Diceva che così mi sarei sfogata su quello e mi sarei rilassata di più. Ebbe ragione. Da quando me lo regalò non me la levava nessuno la mia ora quotidiana di box. E ora eccomi qui, quasi 10 anni dopo nelle stesse condizioni, per 2 adolescenti.

Vedevo Quinn che mi guardava allibita e quasi incredula

Santana non vorrei portarti all'ospedale. Sei di un colore non naturale e sarà come minimo 5 anni che non fai del moto fisico” mi disse sedendosi sulla scrivania.

Ma..” presi fiato e sferrai un gancio “non ti agitare ora finisco” detti gli ultimi quattro colpi rapidi ed energici.

Visto” la guardai “ sono ancora in piedi e in forze”

Allora visto che hai tanto fiato dimmi perché tutto questo” la vidi cambiare espressione e farsi più seria “ e perché è da 4 giorni che non ti presenti al Glee. Ho detto a tutti che sei malata”

Io sbuffai contrariata

E non provarci nemmeno. Ora ti siedi e mi racconti che ti sta passando per la testa”

Okok mi arrendo” mi misi a sedere sulla poltrona difronte a lei

sentivo il suo sguardo su di me, ma non sapevo che dire, ne come iniziare il discorso

Senti facciamola poco lunga, ormai ti conosco da anni e ti capisco benissimo. Ti piace Brittany e...”

No!” dissi io

Santana per favore. Anche un cieco lo vedrebbe”

Rimasi in silenzio li davanti a lei. Cosa mi ci voleva a dirle di si? Forse lo avrebbe reso tutto più reale

Ma non capisco questo tuo atteggiamento da immatura. Rachel mi ha detto che vi siete baciate” io alzai lo sguardo a quella frase

Se la prendo quella nana non ha speranza di sopravvi..”

San.. perché non me lo hai detto?” mi disse lei più calma, sembrava dispiaciuta

Perchè mi resta difficile ammetterlo a me stessa. Non so per quale assurdo motivo, ma in così poco tempo mi sono affezionata a lei, e non mi piace quella stronza che le gira in torno. Non dico che si deve mettere con me, perché non so quello che vuole lei. Ma non la voglio vedere soffrire. E se mi chiedi perché.. ecco non lo so. Non so che cosa mi ha fatto, ma mi ha rapito, solo con uno sguardo, e nemmeno troppo gentile” sputai tutto, senza guardarla in faccia. Sennò non ce l'avrei fatta.

Poi sentii le sue braccia stringermi forte, e io la strinsi a mia volta.

Sai mi piace quando fai vedere che hai un cuore anche te” sorrisi, e lei con me.

Sono rari questi momenti, quindi io non mi ci abituerei troppo Fabray”


La mattina seguente Quinn mi fece alzare per forza dal letto, e contro la mia volontà mi aveva trascinato a scuola. Mi aveva giurato che Dani non ci sarebbe stata assolutamente, ma come al solito si sbagliava, e io sbagliavo a darle ascolto. Mi maledissi un paio di volte, e poi maledissi anche la bionda che avrei ritenuto colpevole di qualunque azione da me commessa.

Stavo gironzolando per l'auditorio alla ricerca di una sorta di aspirazione, o forze di forza per non perdere il controllo.

Santana Lopez” odiavo Quinn, la odiavo davvero. Già quando l'avevo intravista stamani mi stavo rifiutando di entrare, ma Quinn mi aveva detto Tranquilla ci penso io a lei, non si avvicinerà nemmeno a te, come si stava sbagliando

Sai ho fatto delle ricerche su di te. Donna importante, ricca, proprietaria della catena di alberghi più importanti in tutto il mondo, in soli due anni hai ritirato su l'affare del tuo defunto padre” mi irrigidii a quelle parole “ai tempi della scuola eri un genio, brava in tutte le materie ottimi voti e un a borsa di studio mai utilizzata. Ottima cheerleader, e grandissima stronza e anche un po' puttana...”

Senti grandissima stronza” appena avevo sentito quell'ultima parola non ci avevo visto più. Mi girai di scatto e le andai ad un soffio dal suo viso. Come si permetteva di chiamarmi così. Puttana era così che mi chiamava mia nonna, tutti i giorni, e dopo che le confessai di essere lesbica, ero diventata la sua più grande delusione, la sua più grande sofferenza. Mi disse Meglio puttana che lesbica e da li non riuscii più ad avere un contatto con lei. Nemmeno uno, nemmeno prima che morisse.

Non puoi permetterti di chiamarmi così. Te non sai un cazzo di me, niente. Sei solo una piccola stupida che pensa di poter piegare il mondo ai suoi piedi perché ha ottenuto un po' di successo, con un dono di madre natura. Non hai sudato per fare quello che fai, forse non te lo meriti nemmeno. Ma non mi interessa. Voglio solo che mi lasci in pace” mi allontanai leggermente da lei, ma avevo ancora uno sguardo assassino. Ma lei era imperterrita con il suo ghigno stampato sulla faccia.

La grande Santana Lopez si è offesa, chissà come mai? Forse perché sottosotto tutti ti deridevano, nessuno aveva rispetto per te, e la tua famiglia. Chissà che delusione per loro”

Strinsi i pugni, sentii le unghie conficcate nella pelle, facevano male, ma dovevo riuscire a calmarmi

Che fai non rispondi? Codarda!”

A quel punto vidi buio. Fu tutto velocissimo, aprii la mano a ventaglio caricai il braccio e lo feci partire

SANTANA!” mi ripresi in tempo, con la mia mano a due centimetri dal viso di lei. Abbassai il braccio, e mi voltai verso Quinn

Andiamocene” le dissi uscendo dall'auditorio.

Mi fermai poco dopo, fuori in giardino su una panchina all'ingresso della scuola.

Sei impazzita?”

Sai che poteva sporgere denuncia?!”

Si lo so”

Che ti è saltato in mente?”

Quinn ha detto delle cose, e io non lo so, non ci ho visto più”

Ah e quindi la picchi” disse sarcastica lei “ non riesci a contrastare una ragazzina?”

Quinn ti prego”

Che fai San supplichi!” rise lei sarcastica “Santana che supplica. Cos'è che ti ha dato noia eh? Forse perché ti ha dato della puttana? O della codarda?”

Il suo di uno schioppo si fece largo nel silenzio che ci circondava. La mia mano era poco dopo il volto di Quinn che era voltato verso destra.

Non riesci proprio. Te un problema non lo sai affrontare, o scappi o si arriva alle mani. Sei tanto brava a distruggere gli altri a parole, ma quando lo fanno con te?! Questo è quello che si ottiene” disse fissandomi.

La vidi girarsi e andare via, verso la scuola, finchè non vi scomparve al suo interno.

Aveva ragione, non avevo un minimo di controllo per quanto riguardava me, scappavo la maggior parte delle volte che Quinn o chiunque toccava un tasto dolente, oppure arrivavo a quello quando non riuscivo più a sentire parlare.

Ehi Santana quando decidi di uscire allo scoperto?

Sai credo di sapere perché sei coì brava a buttare giù tutti gli altri; perché tutti i giorni distruggi te stessa, perché non puoi ammettere che sei innamorata di Quinn e che lei potrebbe non ricambiare. Deve essere terribile non poter ammettere agli altri come ti senti veramente.

Sai cosa penso che tu sia? Una codarda

Ricordo questo momento come se fosse ieri, il pensiero più nitido che mi era rimasto dal liceo. Non che non accettassi ora di essere gay, ma diciamo che mi bruciava dentro il modo in cui la mia famiglia aveva reagito soprattutto mia nonna. Le volevo troppo bene, e lei mi aveva cacciato per quello che ero e che sono.

Rimasi li immobile che questo discorso che mi stava tormentando. Era stato il mio amico più caro a farmelo. Anche se a quell'epoca era un continuo sfidarsi a chi fosse il più stronzo della scuola. E a quanto pare lui aveva vinto.

Poi grazie a lui e alla nostra professoressa Holly Holliday finalmente riuscii ad accettare tutto. Fu la lezione della settimana più importante per me e anche per lei.

Sai pensavo che 7 anni di convivenza vi avesse fatto bene, e invece vi trovo come vi ho lasciato”

Mi girai al suono di quella voce, cosi poco cambiata nel corso degli anni. Mi spuntò un sorriso enorme e corsi in contro abbracciandolo

Puck”


***********

Erano passate due settimane dalle provinciali.

Ero sola, completamente sola. Rachel non mi parlava da quel giorno, avevo provato a chiamarla, mandarle messaggi, perfino ad andare a casa sua, ma niente. A scuola mi evitava pur quanto la rincoressi era sempre in compagnia di qualcuno e scappava.

Deni, beh con lei alla fine non ci ho parlato. Non ho trovato il coraggio di andare li e fronteggiarla per sapere la verità. Fortunatamente in questi giorni era poco presente, e le poche volte che c'era io correvo via il prima possibile. E fortunatamente era andata qualche giorno a Los Angeles per parlare con la sua casa discografica.

E poi Santana. Non era venuta più nemmeno a farmi da tutor. Dopotutto non la potevo biasimare, un minuto prima la bacio e un minuti dopo le do buca. Non le avevo scritto non avevo il coraggio. Non avevo il coraggio di fare nulla. Non mi ero mai vista da questo punto di vista. Non sapevo prendere in mano la situazione, al primo problema scappavo e non sapevo affrontare le persone. Era tanto più facile evitarle, ma i pensieri non sparivano. Perché?

Mi dissi che gli occhi se chiusi potevano non vedere che succedeva intorno, ma il cuore non si può chiudere e i sentimenti rimangono sempre li.

Il problema è che io dei miei sentimenti non ci capivo nulla.

Sapevo che mi mancava la mia migliore amica, la dovevo aver delusa molto, e avevo detto delle cose non troppo gentile, di cui mi pentii subito dopo. Era lei che consultavo in queste circostanze e ora invece mi ritrovavo solo con la mia mente.

Buttai lo zaino a terra e mi appoggiai agli armadietti. Abbassai lo sguardo esausta. Poi un rumore assordante mi risvegliò. Entrai negli spogliatoi delle cheerios. Vidi Quinn con la testa appoggiata contro il muro.

Feci qualche passo indietro ma..

Ehi” mi ritrovai tra le braccia di un uomo alto, con i capelli chiari e un sorriso che aveva un certo fascino.

Mi staccai subito e mi voltai verso di lui

Sai non è bello spiare le persone” mi disse come se stesse parlando ad una bambina di due anni. Lo guardai confusa, ma lui non mi degnò più di uno sguardo e passò oltre a me.

E dovresti stare attenta dove metti i piedi ragazzina” non si voltò nemmeno, ma continuò ad andare avanti “ora va” fu l'ultima cosa che sentii.

Uscii da li pensando a quanto fosse presuntuoso quel ragazzo.


Mi sedetti al mio solito posto. Ero in anticipo rispetto al solito ma volevo vedere se riuscivo a beccare Rachel da sola. Era la mia priorità, scusarmi con lei. Ma come avevo immaginato arrivò ma con Kurt e Mercedes, ridendo e scherzando. Mi venne una lacrima che ritirai subito indietro. Non mi aveva nemmeno guardato per un secondo. Dovevo ammettere che sapeva ignorare veramente bene le persone.

Sospirai. Anche oggi nessuna traccia di Santana e di Quinn. Nessuno chiese nulla, ma Mr. Schue era parecchio contento e su di giri quest'oggi, ma non mi spiegavo perché. Ma non ci persi nemmeno tempo a capire. Avevo ben altro a cui pensare.

Ragazzi” disse il professore dopo un lungo discorso che non avevo ascoltato “ è con grande onore che vi presento la meravigliosa Holly Holliday” si girò verso la porta da dove entrò una donna bionda scivolando sul pavimento

Hola clase”

Si rimase tutti a fissarla per qualche secondo. Era così esilarante quella donna, sembrava totalmente una pazza.

Holly ti presento il nuovo Glee Club” riprese il professore “ ragazzi lei è stata una professoressa di questa scuola per molto tempo e mi aiutò con il Glee che vinse le Nazionali”

Eccone un'altra” pensai “non gli bastavano Quinn e Santana, aveva bisogno anche di lei”

Allora, diciamo che io per lavoro sarò assente fino alle Regionali, quindi lascio la classe in mano a lei”

Cosa?”

Come?”

Perchè?” partirono in coro tutti i ragazzi e si sollevò un grande brusio

Non può farci questo” disse Finn “non possiamo prepararci senza di lei”

Si che potete ragazzi. Mi dispiace ma devo partire. Poi vi lascio in buone mani, avete Holly, Santana, Quinn

...”

Ma non si fanno vedere da 10 giorni” fu Kurt a parlare questa volta

Ma avete me, e vi riporterò anche quelle due” intervenne la donna “se c'è una cosa che nessuno può fare allora Holly la fa, e riesce”

OK! questa era presunzione. Ma dopotutto a me non dispiaceva, mi ispirava simpatia, e penso che sarebbe stato molto più divertente stare con lei.



Vai allora ci vediamo domani.. ciao Kurt”

Posso entrare?”

Vidi Rachel balzare dal letto e guardarmi con una faccia non troppo felice, anzi tutt'altro.

Non te la prendere con i tuoi, alla fine gli ho fatti cedere, ma avevo troppo bisogno di parlarti, di chiederti scusa di..”

Non basta chiedermi scusa. Hai dubitato di me, della mia fiducia, di noi” mi disse lei incazzata

No! Mi conosci lo sai che arrivo a dire cose che non penso, ti giuro che non le penso. Sei la mia migliore amica, so che lo hai fatto per proteggermi” presi un respiro per non iniziare a piangere “ma sai che l'amavo, e come ci ero stata male, e dopo che ho scoperto che mi avevi nascosto la verità sono scoppiata. Ma non volevo ferirti, non volevo credere nemmeno io a quello che dicevo. Ero arrabbiata, ma poi un secondo dopo mi sono resa conto che non ce l'avevo con te, ma con me. Per essere stata così stupida, così cretina da non accorgermi di niente. E te hai cercato tante volte di dirmelo e farmelo capire, ma io non ti ho voluta ascoltare. Mi dispiace davvero Rach, sei importante per me, più di tutto, e tutti” scoppiai a piangere e anche lei

Si alzò e mi strinse forte a lei

Ti odio per questo lo sai” biascicò, mentre singhiozzava “non è facile starti lontana, mi sentivo uno schifo senza di te”

Anche io, e non voglio starci mai più”

Sei una testona del cavolo” rise poi

Lo so, ma non posso farci niente, mi conosci”

Rimani a dormire qui?”

Volentieri”



***********

Giù, giù, giù” sentivo il coro dei ragazzi intorno a me. Alzai il bicchiere in alto mentre il coro si faceva sempre più sentire. Girai un paio di volte su me stessa e poi lo buttai giù di un fiato, scatenando un boato.

Non sapevo a che numero ero, non mi ricordavo nemmeno cosa stavo bevendo.

Sapevo che ero andata fuori con Puck, e mi aveva portato qui e avevamo fatto una scommessa su chi buttasse giù più shottini.

Stavo male, girava tutto intorno a me.

Largo ragazzi, purtroppo non ve la darà perché è gay, quindi il paparino la porta a casa” mi sentii afferrare per un braccio e essere trascinata fuori.

Ciaooooo” urlai.

Appena fuori sentii il vento gelido congelarmi, ma subito dopo mi venne posizionata una felpa sulle spalle.

Mi ricordo che montai in macchina ma poi più nulla.

Mi svegliai nel mio letto, con la bocca impastata da morire. Mi faceva malissimo la testa, non mi era chiaro come e con chi fossi arrivata li, non ricordo nemmeno come era trascorsa la serata.

Sentii un forte odore di caffè e mi venne la nausea. Avevo i sensi troppo alterati.

Con fatica mi alzai e andai in bagno, sciacquandomi viso e lavandomi i denti.

Ma guarda chi si è alzata” vidi la persona che mai mi sarei aspettata di trovare a casa mia.

Una codarda mi suonò nuovamente nella mente, nitido come non mai, vedendo quel volto così cambiato negli anni, ma sempre con la stessa espressione da ragazzino strafottente.

Sebastian?!” dissi come se volessi assicurarmi che non fosse un sogno

Santana, è sempre un piacere rivederti” mi disse con quel sorriso che conoscevo fin troppo bene

Che ci fai qui?” dissi scendendo gli ultimi scalini e rimanendo li impalata davanti a lui. Ci mancava pure lui in questo periodo di merda.

Grazie, anche te mi sei mancata” mi abbracciò ma io non ricambiai.

Codarda... codarda... scacciai quei pensieri

Non hai risposto”

Scontrosa come sempre” rise “ comunque ho ricevuto la lettera di Mr. Schuester e sono venuto appena ho potuto”

Dov'è Quinn?”

Con Puck a fare la spesa”

Che stava succedendo?! Mi faceva troppo male la testa per capire. Avevo bisogno di mangiare qualcosa.

Ho portato una torta se la vuoi assaggiare, gli altri hanno detto che è buonissima”

Mi seguì in cucina.

No grazie”

Guarda che non è velenosa” mi disse ironico lui

Non risposi nemmeno. Sebastian, non lo sentivo da l'ultimo giorno di liceo. Si lo dovevo ringraziare per avermi costretto a confessare i miei sentimenti, ma come allora non mi fidavo per nulla di lui. Aveva distrutto la vita a molte persone, quasi costretto al suicidio un nostro amico, era crudele, e si divertiva a fare ciò. Non so perché i professore permetteva a uno come lui di stare al Glee. Forse perché nessuno aveva capito che dietro tutto c'era lui, era un ottimo doppiogiochista.

Poi vidi che mi porse il piatto con una fetta di torta e un succo.

Ti fa bene, dammi retta per una volta” mi sorrise, ero stanca per controbattere quindi lo presi.

Calò il silenzio rotto dopo pochi minuti da lui

Sai, capisco quello che pensavi e forse pensi ancora di me ma 7 anni sono tanti e..”

Non ci provare nemmeno. Sai come si dice il lupo perde il pelo ma non il vizio”

lui rise di gusto.

Sei sempre la stessa Sannie. Ma ti dimostrerò che non sono più lo stronzo presuntuoso di una volta”

Non feci in tempo a rispondere perché in quel momento la porta si richiuse con un boom insopportabile per le mie orecchie

Siamo tornati” esclamò Puck

Moicano pensavo che vi foste persi” scherzò Sebastian alzandosi e dando una mano con le buste della spesa.

Ma quanta roba avete comprato?” chiesi io stralutata

Vedrai San in questa casa c'erano solo surgelati e roba schifosa, non volevo morire dopo nemmeno una settimana che sono qui. Già ieri sera mi hai fatto prendere un bello spavento” disse voltandosi verso di me

io non ricordavo nulla di come si fosse svolta la serata, sapevo solo che ero fuori con lui.

Dall'espressione sembra che tu non ti ricorda nulla. Meglio così” disse Sebastian, mentre Quinn concordava con lui.

Ancora con lei non avevo chiarito, ma sapevo che comunque potevo sempre contare su di lei. Eravamo due sceme, io sicuramente più di lei.

Perchè che è successo?” chiesi io confusa

Niente di grave. Ti sei ubriacata, hai bevuto non so che cosa. Una ragazza ti ha offerto qualcosa che ti ha mandato in tilt. Poi sei sparita, ma fortunatamente Sebastian ti ha trovato nel suo locale preferito. Ringrazia che lui era li” spiegò Noah

E te che fine avevi fatto?” chiese poi la bionda mentre finiva di mettere le cose a posto.

Puck rimase un secondo colto di sorpresa

Beh ecco... io..”

Lascia stare, dopotutto non poteva e non doveva farmi da balia” intervenni io vedendo le difficoltà del ragazzo

Silenzio di nuovo. Era la situazione più strana e imbarazzante da anni. Quinn e Puck insieme, come una vera coppia. Chissà magari potrebbe accendersi di nuovo la fiamma, dopotutto avevano una figlia insieme, e da quanto avevo capito lo aveva amato veramente, al contrario di me, che lo facevo solo per tenerli lontani.

E poi c'era lui, l'ultima persona che avrei voluto a casa mia. So di essere ripetitiva ma non riuscivo a fidarmi minimamente di lui.

Vogliamo andare?” chiese poi Quinn interrompendo il silenzio.

Tutti ci girammo verso di lei confusi

Al Glee. È per questo che siamo qui, ricordate?!” poi si voltò verso di me “ non per ubriacarsi, non per divertimento, non per sentirci di nuovo liceali”

Che voleva dire con ciò?

La testa mi pulsò rifiutandosi di pensare parecchio.


Entrai controvoglia in quell'aula di quella scuola che avevo evitato dalle Provinciali.

Ero l'ultima della fila, per prima Quinn poi Puck e davanti a me Sebastian.

...... che canzoni vorreste cantare?”

Sentii una voce femminile molto famigliare. Entrammo nel pieno silenzio, e la vidi li davanti alla classe che era ancora incredula per la domanda.

Mis alumnos preferidos” disse Holly venendoci incontro baciandoci e abbracciandoci.

Rimasi incredula. Dov'era il professore? Perché lei era qui?

Santana non dovresti vergognarti di quello che sei, e dovresti essere fiera di amare qualcuno. Che poi quel qualcuno sia una ragazza non è importante tesoro. L'amore è uguale per tutti. E si deve vivere, senza guardare in faccia nessuno.


************

Era tornata. Non appena la vidi entrare il mio cuore perse un battito. Ero emozionata e allo stesso tempo nervosa. Mi sembrava ancora più bella dell'ultima volta.

Guardate pivelli. Loro si che sono alunni di un certo calibro” ci disse la Holliday dopo che avevano finito il teatrino.

Guardate belli quei due ragazzi” disse Sugar dietro di noi

Sugar per la prima volta concordo con te” disse Kurt squadrando il ragazzo più mingherlino “ha proprio un buon gusto in fatto di vestiti”

Devo ammetterlo che quel ragazzo con la cresta ha il fatto suo” commentò Rachel

Sbruffoni” disse sottofondo Finn

Rachel non pensavo che quello fosse il tuo genere” dissi a bassa voce alla mia amica

No assolutamente” sorrise diventando rossa.

Non le avevo chiesto più niente di Quinn, ma mi sa che la questione non era andata avanti. La bionda sembrava così distaccata soprattutto negli ultimi giorni.

Lui è il fantastico Sebastian Smythe, bello affascinante e gay. Noto per il suo talento nel ballo, e nella recitazione” riprese la sostituta del professore

Questo ragazzo con la cresta, beh che dire di lui, ex giocatore di football, quaterback, ruba cuori, ragazzaccio, pessimi voti, ma una voce da angelo”

Grazie per la ottima presentazione, sono commosso”

Sempre a tua disposizione Noah” gli fece l'occhiolino “ e le due splendide ragazze le conoscete già”

Guardai Santana per un secondo, e incrociai il suo sguardo, ma non intravidi nulla di quello sguardo che avevo conosciuto poco mentre eravamo da sole. Lo distolsi subito.

Insomma ragazzi, da oggi avrete dei tutor. Direi Finn, Kurt, Rory, Ryder e il rasta con Seb. Almeno imparate a muovervi decentemente, e con lui non si scherza”

Blaine, Sam, Jake, Artie, Mike con Puck. Così vediamo se vi rende leggermente più, beh come dire, cool”

i ragazzi si guardarono sconcertati.

Ma signorina io sono sicuro di essere il più bello di tutta la scuola” intervenne Sam

Ti prego, impara a tenere quel forno che hai al posto della bocca chiuso”

Poi vediamo, Mercedes, Tina, Rachel e Marley con Quinn” disse indicando le ragazze mancanti. Vidi Rachel tendersi di più, e le presi la mano per tranquillizzarla. Lei mi sorrise, anche se un sorriso tirato.

E per finire Sugar, Brittany e Kitty con Santana”

Ero contenta di essere con lei, avrei avuto l'occasione di affrontarla almeno.

Per favore canzoni di questo secolo” disse Holly Holliday concludendo la lezione. Vi esibirete in queste settimane mostrando i vostri punti più carenti. Quindi mi raccomando tutor all'opera.


Aspettai Santana all'uscita della scuola. Avevo detto a Rachel che non sarei tornata con lei, che dovevo parlarle e quanto meno scusarmi.

La vidi arrivare dopo poco fortunatamente da sola, mi sentii già più tranquilla, almeno non avrei dovuto “affrontare” gli altri.

Ciao Santana” dissi poi quando me la ritrovai davanti, non avevo nemmeno il coraggio di guardarla in faccia.

Lei non mi rispose.

Senti ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportata io non volevo, insomma..”

Guarda non devi giustificarmi niente, non ho alcun diritto su di te non è che per un bacio stiamo insieme. Non importa che mi spieghi nulla. Hai fatto quello che volevi fare”

Avanzò verso la macchina

Aspetta ti prego” dissi mi veniva da piangere.

Continuerò a farti da insegnante, ormai ho preso un impegno e lo porto a termine. Quindi ci vediamo alle 3 a casa tua”

La vidi andare via così. L'avevo persa, ne ero sicura. Mi aveva guardato con uno sguardo del tutto nuovo per me. Era vuoto.

Te devi essere la sua nuova cotta” mi voltai e vidi quel ragazzo alto tutto composto che a Kurt piaceva tanto

Come scusa?” chiesi io confusa

Il solito atteggiamento Lopez, che le hai fatto?” mi chiese senza troppi rigirii di parole

Sinceramente non lo so” dissi io “ l'ho baciata, poi le ho chiesto di uscire per parlarne, e non mi sono presentata, e poi alle provinciali ho baciato la mia ex”

Aia” disse lui, sorridendo. Che ci trovava di così divertente.

Quello sguardo, le piaci sai, e lei si sta chiudendo in se stessa per non rimanere ferita. Se ti piace davvero chiamami” mi disse lasciandomi il suo biglietto da visita.

Consulente matrimoniale” lessi a voce alta.

Che strano tipo.

Non ha tutti i torti. Santana non è la persona più semplice, e se davvero hai intenzione di provarci con lei, ora sarà tutto in salita. Con quello sguardo aveva guardato anche Quinn dopo che le aveva confessato i suoi sentimenti per lei, e lei era corsa da me. Ci volle parecchie sedute prima che Quinn decise di confessarle tutto e non subito ma con il tempo Santana si iniziò a riaprire”

Non stavo capendo nulla, non era molto simile a come l'avevano raccontata loro.

Se i tuoi sentimenti sono seri avrai tutto il nostro appoggio, altrimenti evita” disse come una specie di minaccia.

Ma che stava succedendo? Non stavo capendo nulla. Eppure non mi sembrava una persona che aveva bisogno di guardie del corpo.

Avrei scoperto qualcosa di più. Soprattutto su quello che sentivo io.



Non ho molto da dire. Verranno fuori diverse cose sul passato di Santana da qui in avanti. Grazie sempre a tutti.. al prossimo

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Capitolo 12
*** Missione: Santana- inizio ***


Ero nervosa. Da li a momenti sarebbe arrivata e io come mi sarei dovuta comportare? Cosa le avrei dovuto dire? Continuavo a fissare e a rigirare tra le mani quel biglietto che mi aveva dato Sebastian. Sospirai. Perché doveva essere così difficile? Cos'è che non andava in me? Non riuscivo a chiarire per nulla questa situazione dentro di me che ogni giorno si faceva più forte.

Driiin...Driin..

Il rumore del campanello interruppe i miei pensieri. Scesi di sotto velocemente e appena stavo per aprire la porta, il mio cuore accelerò, e le mie mani stavano iniziando a sudare

Calmati Brittany calmati mi dissi prendendo dei respiri profondi.

Dopo un paio di secondi e un'altra scampanellata aprii la porta e la vidi li davanti a me a pochi passi. Ferma, immobile. La guardai cercando di avere un espressione normale, ma niente. Lei non sorrise nemmeno, non disse nulla. La feci entrare ed in silenzio mi seguì fino a camera mia.

C'era più tensione, o imbarazzo o qualunque cosa fosse, di quanto potessi mai immaginare.

La vidi sedersi al suo solito posto, e decisi di fare prima quello per cui era venuta lei, studiare. Presi i libri e mi sedetti accanto a lei, e la lezione iniziò. Cercai di prestare più attenzione possibile, ma la cosa mi sembrava alquanto difficile. Quello sguardo, quel tono che aveva mi facevano male, mi trafissero il cuore fino a spezzarlo. Era gelida, neutrale, come se fosse una macchina programmata. Non traspariva nulla, solo il vuoto nei suoi occhi

Devo davvero averla ferita tanto pensai.

Bene direi che per oggi può bastare” disse poi lei, prendendo i suoi appunti e rimettendoli apposto. Guardai l'orologio e erano le 6 passate. Ma non mi sentivo per nulla stanca, era la sua compagnia? Può darsi ma non volevo che se ne andasse, non lo volevo e basta.

Dopo qualche momento di esitazione parlai

Santana senti io mi dispiace davvero, so che sono ripetitiva e te l'ho già detto ma mi dispiace. Dovevo parlarti, anzi dovevamo parlare e io sono scappata, sono scappata perché avevo paura, e ho paura tutt'ora..”

La vidi alzare lo sguardo verso di me, per un momento lo rividi come quel giorno del bacio, poi di nuovo vuoto. Quegli occhi neri, vuoti.

e..”

Ti prego non continuare” disse alzandosi e uscendo dalla porta “la strada la conosco faccio da sola. Ci vediamo domani” e così scomparve, lasciandomi li come un'idiota.



Perchè deve essere tutto così difficile?”

Dopo che Santana era andata via, ero rimasta altri minuti a contemplare il vuoto davanti a me, aveva lasciato il suo odore li nella mia stanza ed era buonissimo. Poi ero venuta da Rachel perché finalmente era tornata a parlarmi e potevo sfogarmi con lei.

Eravamo in cucina, i suoi non c'erano e io stavo morendo di fame. Mi aveva preparato uno strano cibo vegano, ma ormai ero abituata, Rachel non avrebbe mai toccato nulla di quello che non mangiava ma a me piaceva e lo mangiavo volentieri.

Me lo chiedo anche io” disse pensierosa

Io distolsi un secondo lo sguardo dal mio piatto e le presi la mano. Non avevo pensato a come potesse sentirsi lei in tutta quella situazione. Anzi ero rimasta sbalordita perché non aveva preso troppo male il fatto che le piacesse una ragazza, ma non le avevo mai realmente chiesto come si sentisse

Mi dispiace sai”

Lei mi guardò stranita dalla mia affermazione, e mi sorrise

Tranquilla, io sto bene. Insomma dopo tutto questo tempo mi ha scritto” disse imbarazzandosi leggermente.

Io rimasi a bocca aperta

Come?”

Ebbene si” cominciò lei “mi ha chiesto scusa per essere sparita, e mi ha chiesto se ci vediamo uno di questi giorni almeno mi spiega tutto, e io ho detto di si”

La vidi sorridere e diventare rossa, ero contenta per lei, se lo meritava dopotutto.

Sono così felice” mi alzai e andai ad abbracciarla con il cuore ricolmo di gioia.

Dopo qualche minuto ci staccammo e tornai a mangiare il mio piatto con più gusto di prima.

Comunque per quanto riguarda la tua situazione, be ecco sei un disastro” io la guardai male, ma afflitta “cioè mi spigo. La sua reazione forse è eccessiva, però se davvero prova quello che sembra la posso capire. L'hai illusa e non è bello..”

Ma io..”

Zitta!” tuonò “fammi finire” abbassò la voce e io il capo “ devi capire quello che vuoi, anche se a me sembra molto chiaro. Ma se non ci arrivi da sola, farai del male a tutte e due”

Lo sapevo, sapevo tutto di quello che mi stava dicendo, e sapevo chi volevo

Io voglio Santana” dissi poi con uno sforzo incredibile

Lei mi guardò quasi sollevata da quella risposta, e mi sorrise

Alleluia, finalmente lo hai capito.”

Penso che sia dal primo monto che qualcosa mi aveva attirato a lei, e l'ho sempre nascosto, prima dietro Quinn e poi con il ritorno di Dani dietro di lei.” feci una piccola pausa

Ma perché era così misteriosa, così tenebrosa, e quegli occhi così neri. Era ed è perfetta, e io non sono abbastanza. Insomma e una Lopez, abita a New York ha 7 anni più di me, non mi sento all'altezza..io..”

Te hai paura di soffrire, di nuovo” finì per me la frase.

Era così. Avevo paura che mi avrebbe spezzato il cuore, che per lei non fossi altro che un sentirsi di nuovo giovane, non che fosse vecchia.

Alla fine non ti ha mai dimostrato niente che ti abbia fatto pensare ad un divertimento per lei” disse di nuovo intuendo i miei pensieri

Penso che se fosse stato quello il suo intento ti avrebbe sedotto in un attimo”

Io la fissai. Aveva ragione, insomma non che le ci volesse tanto a sedurmi, e se non ci fosse riuscita, cosa che ritenevo forse impossibile, si sarebbe buttata su un'altra. Ma non aveva fatto niente di tutto ciò. Perché?

Smettila di pensare da sola, e condividi i tuoi pensieri con me” mi disse Rachel guardandomi spazientita.

Io le sorrisi colpevole e le spiegai cosa mi stava passando per la testa.


********


Per quanto starai ancora li a fissare il volante?”

Da quando ero uscita da casa di Brittany avevo passato le miei ultime due ore in macchina da sola, osservando la pioggia che andava a sbattere contro il vetro.

Quinn salì in macchina e si sedette accanto a me. Mi prese la mano che avevo ancora sul cambio e la strinse fra le sue.

Ehi” sentivo la sua voce calda, come se mi stesse penetrando dentro

Ehi San sai mi manchi. Mi manca passeggiare con te nei corridoi incutendo le persone, mi manca starti a sedere vicino a mensa, in classe e al Glee. Mi manchi te. Il tuo profumo, i tuoi baci. Mi manca tutto di te. Santana io ti amo.

Scacciai quel pensiero via dalla mia mente, ma era da quella volta che non sentivo quello strano tono. Quinn si doveva essere innamorata.

San..” chiamò ancora. A quel punto io mi girai e la vidi davanti a me con quel suo sorriso sincero e stupendo, e direi contagioso, perché sul mio viso ne apparve mezzo.

Quinn mi dispiace per il mio comportamento in questi giorni, so di non essere più una bambina, so di non dover mettere il piacere prima del dovere, so che non dovevo innamorar...” mi si spezzò la parola in gola.

Innamorata? Ero davvero innamorata? Come era possibile?! Eppure si la conoscevo ma non così bene, eppure i suoi occhi. Quello sguardo mi aveva completamente rapita, e portata dritta al suo cuore. Quel mare celeste che aveva e ti guardava dentro l'anima, e ti mostrava la sua. Si erano quelli che mi avevano fatto innamorare di lei. Non la sua bellezza, il suo fisico, ma la sua anima.

Finalmente lo hai ammesso! Sembrava che te lo volessi tenere solo per te” rise, e io sorrisi imbarazzata

Comunque non ti devi scusare. È il tuo carattere il tuo modo di reagire alla situazione, e mi sa che ancora ne avremmo per molto” mi guardò storta “ma dopotutto ti ha ferita e ora devi vedere cosa prova lei realmente per te, e cosa vuole fare, insomma te sei una donna, con una vita un lavoro, lei è all'ultimo anno di liceo e poi boh. New York? È il sogno di chiunque ma chissà”

Stai parlando a me o a te stessa?” le chiesi un secondo confusa dal suo discorso. Lei abbassò lo sguardo verso destra. Quando faceva così era un chiaro segno che era stata messa alle strette

Ad entrambe”

Sai penso che la nasona abbia proprio voglia di venire a New York. Insomma Broadway è li” lei mi guardò accigliata, ma poi si sciolse in un sorriso “ e per quanto riguarda me, ora se davvero è interessata a me dovrà sudare, perché Snix non perdona così facilmente, e io non sarò d'aiuto”

Sei diabolica” disse intuendo le mie intenzioni “occhio però a non cascare nella tua stessa trappola”

Q cosa hai capito? Non intendo provocarla sessualmente, anche se ci potrei pensare, ma per il momento passerò solo ad evitarla, anche perché non riesco davvero. E poi capite le sue intenzioni posso passare a quello” dissi soddisfatta.


Finalmente vi siete mosse di li!” esordì Puck una volta che fummo rientrate in casa.

Mi ero dimenticata di chiederle di lui, e se aveva intenzione di vedere Beth; forse non avevo capito appieno la sua situazione e mi dispiaceva, e avrei posto rimedio il prima possibile.

Pensavamo di non poter mangiare più” Sebastian sbucò dalla cucina con un grembiule addosso e un mestolo in mano “ insomma la cena è quasi pronta non volevo che mi si bruciasse tutto”

Io e Quinn ci guardammo stupite

Chi sei tu? E che ne hai fatto di Sebastian Smythe?!”

Il ragazzo si mise a ridere

Tranquille non sono sparito solo che da quando ho iniziato a convivere con il mio fidanzato, ho imparato a cucinare, e ci tengo molto alle mie creazioni”
Convivere? Fidanzato? Che erano tutte quelle novità in un solo colpo. Non potevo davvero crederci che finalmente si era sistemato con un ragazzo definitivo, ed era diventato una persona seria, e quasi educata, e premurosa. Ok forse stavo fantasticando troppo, ma quella era l'idea che aveva appena lasciato.

Senza farselo ripetere due volte ci mettemmo a tavola, e rimanemmo stupefatte. Era tutto imbandito alla perfezione, posate a volontà, origami di tovaglioli, e soprattutto l'immancabile ed ampio buffè.

Beh... che dire. Sembra davvero tutto ottimo” disse la bionda accanto a me, che guardava ammirata il tutto.

Sebastian si mise a ridere e con un fare da gentiluomo servì le portate a tutti.

Dopo diverse abbuffate, e con la pancia finalmente piena anche troppo piena, mi sedetti sul divano come se fossi in cinta di 8 mesi.

Oddio! Ora posso non mangiare per le prossime due settimane”

Mi sembrano poche due settimane Puck io farei anche un mese!” intervenne Quinn che come me si teneva la pancia.

Nah, sono troppe” insistette il ragazzo

Beh per quanto mangi te direi che ti sei dato anche troppo tempo” dissi io

Insomma Seb dicci di questo tuo compagno” iniziò Quinn curiosa come noi di sapere che aveva scongelato il suo cuore finalmente.

Il ragazzo, si mise a sedere sulla poltrona di fianco a me e sorridendo disse

Beh, come dire. Lo conoscete anche voi”

momento di silenzio. Non poteva essere non con lui. Dopo tutto quello che gli aveva fatto passare

No amico non ci arrivo”

Puck sei veramente uno stupido... Quinn come abbiamo potuto perdere tempo con uno cosi?”

Ehi!” rispose offeso Noah.

Tu e Dave Karofsky?!” riprese la bionda ignorando a quanto pare il mio commento “ da non credere”

Com'è possibile?” chiese sorpreso Puck non appena aveva realizzato la cosa.

Beh sapete dopo il liceo abbiamo frequentato casualmente lo stesso college; e li insomma.. diciamo che ho cominciato ad avere un'idea diversa su di lui, non solo perché era ed è dimagrito un sacco, ed è bellissimo, ma anche perché finalmente accettava quello che era. Aveva una luce diversa con se. Ho dovuto sudare per farmi perdonare, ma poi ce l'ho fatta”

Sembrava così sognante mentre lo raccontava, così felice, che quasi davvero non sembrava lui, ma solo un'ombra lontana e migliore di quello che era stato in passato.

Beh non statevene così zitti!”

Tutti noi lo guardammo un po' imbarazzati, anche perché almeno io non sapevo bene cosa dire.

Beh, sono contenta per te, per voi!” disse poi Quinn

E come mai lui non è qui?” chiese poi Noah

Beh perché ha preferito restare a lavorare, durante la mia assenza.. ed ecco perché doveva preparare della roba” disse misterioso

Non ce la racconti giusta”

Per una volta sono d'accordo con il moicano qui” commentai io.

Non è così fondamentale, eppoi una cosa per volta!”

Ma..”

No. Piuttosto tu e la biondina?” mi chiese poi a bruciapelo

Non ho intenzione di parlare di queste cose con voi”

Eddai San! Lo sai che di noi puoi fidarti” mi implorò Puck con una faccia da cucciolo bastonato

No e poi no!”

Sei insensibile” commentò di nuovo

Vorrà dire che faremo da soli”

Eh no.. voi non farete proprio nulla..”

Non puoi far niente per impedircelo Santana. Comunque io vado a letto. Notte a tutti”

Sebastian” chiamai ma il ragazzo ormai era già andato nella sua camera, ovviamente ignorandomi

Puckerman, te non ti azzarderai a fare nulla altrimenti puoi salutare i tuoi gioielli per sempre” ringhiai io

lui alzò le mani in senso di resa ma sapevo benissimo che ormai mi sarei dovuta aspettare qualsiasi cosa da parte loro.

Quinn...” sussurrai

Non guardare me, io non c'entro niente, e ho ben altro a cui pensare” mi sorrise per poi darci la buonanotte ed andare anche lei, seguita poco dopo da Noah.

Ero rimasta li da sola, ancora una volta in balia dei miei pensieri, di come avrei affrontato il giorno dopo, e di come avrei affrontato lei.



Un mese era passato e in un mese non era cambiato assolutamente nulla. Apparte ovviamente che Quinn e la Nasona si erano messe insieme, e la cosa mi disgustava altamente. Stavano tutto il giorno appiccicate, e io ringraziavo mentalmente i giorni che dovevo andare da Brittany a fare ripetizioni, anche se con lei le cose erano sempre più problematiche, si faceva sempre più insistente a chiesdermi scusa, e piano piano si chiudeva sempre più in se stessa.

Ero contenta per Quinn davvero, ma vederle insieme mi dava un senso di nausea tremenda, insomma l'Hobbit. Invece a Sebastian piacevano molto, e tutte le volte mi diceva che facevo meglio a prendere appunti ed a prendere spunto nel loro comportamento.

Puck almeno lui era dalla mia parte, o almeno credevo. Invece era come un adolescente, gli piaceva tremendamente guardare quelle due. Mi domandavo quando si sarebbe deciso a mettere la testa apposto.

Ero sola, ora ancora di più visto che la mia migliore amica era occupata.



*********

Un mese. Era passato un mese. Ed io come al solito non ero riuscita a fare nulla. Anzi forse avevo solo peggiorato la situazione chiedendo continuamente scusa a Santana, ricordando sempre quel giorno. Ma mai aprendoli il mio cuore. Mi evitava e potevo capire anche perché e io non riuscivo a fare qualcosa per riuscire ad entrare in contatto con lei. Eppure la vedevo quasi tutti i giorni, ma era sempre sfuggevole, e io sempre più imbranata. Ero disperata, e ora che Rachel era così presa da Quinn, insomma ne parlava giorno e notte, e sapendo quanto può essere logorroica ascoltarla era diventata una vera tortura.

MI ricordo che venne da me in preda alla felicità esattamente un mese fa dicendomi che la bionda le aveva scritto, dopo il loro appuntamento, ne aveva richiesto un altro, eppoi un altro. E un altro ancora. Fino a che non si erano baciate. Allora si che ne aveva parlato in tutte le salse, e quando Quinn le aveva detto che stavano insieme, è stata un'altra notte insonne, a sentirla dire di quanto non fosse splendida e speciale la sua ragazza. La invidiavo molto, ma non glielo avrei mai detto.

Ed ora eccomi qui davanti a questa porta chiedendomi se è giusto o meno entrare.

Sospirai, e dicendomi che dopotutto non avevo niente da perdere bussai, ma nemmeno dopo un tocco la porta si aprì rivelando il ragazzo di fronte a me

Benvenuta Brittany” mi accolse facendomi accomodare sulla sedia di fronte alla scrivania

Sono contento che finalmente mi hai chiamato, almeno spero di poterti essere utile”

Spero di si, insomma..beh..

Tranquilla” mi sorrise lui “ non sei la prima persona scettica che viene da me”

Ero tesa, ed anche nervosa. Lui mi fissava, sentivo il suo sguardo su di me. Alzai gli occhi e gli sorrisi.

Perché ero da un consulente matrimoniale?! Mi chiesi. Non ero nemmeno sposata, e già avevo tutti questi problemi.

Non ti fare troppi problemi. Sono qui per aiutarti con San, e tra poco arriveranno anche i rinforzi”

Rinforzi..” bisbigliai io. Eccoci ora pure altre persone. Perché ero andata li? Perché lo avevo chiamato? Poi pensai a lei, e a questo mese, e sapevo che non dovevo arrendermi, ma dovevo conquistarla.

Si verranno Puck, Quinn e forse anche la tua amica, che non ho capito se era con Quinn o no” mi disse confuso. Io annuii come a dargli la conferma che allora ci sarebbe stata pure lei.

Intanto sentiti libera di dire qualsiasi cosa che ti venga in mente, anche la più stupida”

Eccoci! E ora che dovevo fare. Mi sudavano le mani, iniziai a muovere le ginocchia e ad avere un tic al piede. Non mi ero accorta nemmeno che Sebastian si era alzato fino a che non sentii una mano sulla spalla, e scattai in piedi dalla paura.

Tranquilla” disse sempre con quel sorriso, mentre io abbassai la testa imbarazzata dalla figura appena fatta “Se qui non ti senti a tuo agio andiamo a fare un giro, anche al parco”

Io scossi la testa in modo affermativo. Non mi piaceva tutta quella serietà.

Non appena usciti mi sentii subito più libera. Il vento, il sole, e quell'aria ormai fredda che mi accapponava la pelle. Ma amavo l'inverno, la neve, giocare con la neve, e anche sciare. Ma soprattutto fare pupazzi di neve.

Quello era sicuramente il mio passatempo preferito, non vedevo l'ora che cominciassero le vacanze, e fortunatamente non mancava molto, solo una ventina di giorni nemmeno.

Come mai quell'aria sognate?” Mi ripresi trovandomi lo sguardo di Sebastian addosso

Stavo pensando” dissi io continuando a guardare avanti, ormai non mancava molto al parco

A cosa?”

A l'inverno, e alle vacanze. Mi piace molto il Natale”

Anche a me sai?! Mentre a San, beh, lei non ama particolarmente questa festa. Non le ricorda dei bei momenti”

Perchè?”

Lui mi sorrise, ma cambiò subito espressione

Penso che sia giusto che te lo racconti lei, quando se lo sentirà”

Io abbassai la testa delusa, ma dopotutto non aveva tutti i torti

Però intanto potremmo riuscire a farle tornare in mente com'è bello il Natale; farle ritrovare il suo spirito natalizio ormai perduto”

Sarebbe grandioso!” dissi forse con troppo entusiasmo “cioè, sempre che... si insomma.. se riesco a parlarci io..”

Lui si mise a ridere di gusto proprio. Non sapevo se offendermi o meno.

Vieni sediamoci qui” disse indicando una panchina non troppo in vista, sulla quale però batteva il sole fortunatamente. Il parco era calmo e quieto non c'erano molte persone,le paperelle sguazzavano comunque in cerca di cibo ma senza grandi risultati.

Comunque ritornando al discorso di prima. Siamo qui per questo, te ci devi parlare, chiarire, e ti devi confessare. È il momento di fare la Don Giovanni”

Non ne sono molto capace.. ehi aspetta confessare?” chiesi poi io ripensando alle parole usate dal ragazzo

Non vorrai mica dirmi che fai tutto questo per portartela solo a letto?” io avvampai di botto

N..no” balbettai

Lui rise ancora. Era un vizio allora?!

Quindi..” mi guardò come se aspettasse che confermassi qualcosa

Okok. Si diciamo che potrei e sottolineo potrei essermi innamorata di lei” dissi poi esasperata da quello sguardo.

Diciamo che per ora mi accontento di questo. Ora ci sarà un lavoro molto duro. Insomma Santana ci tiene visibilmente a te..” mi guardò, ma questa volta il suo sguardo era, sembrava preoccupato “ Sai devi sapere che San si affeziona raramente alle persone, e quando lo fa come nel tuo caso, il solo fatto che tu poi sei andata dalla tua ex, anche se tra di voi non era successo poi nulla di che oltre ad un bacio, diciamo che si sente ferita nel profondo. Non succede spesso, anzi quasi mai, e non così velocemente, devi essere veramente speciale per lei, ovviamente non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura però lo sei..”

Ero confusa, stava parlando a macchinetta, quasi più veloce di Rachel e non riuscivo a seguirlo perfettamente.

Scusa, forse sto andando troppo velocemente” mi disse quasi imbarazzato lui

Ahaha.. no, tranquillo sono abituata a Rach, che parla sempre così” sdrammatizzai anche se era difficile stargli dietro

Allora continuiamo” prese fiato e ricominciò “ A questo punto starà a te, ovviamente con il nostro appoggio a farle capire quanto ti senti in colpa, e quanto in realtà ti spingeresti oltre per lei. Nemmeno con Quinn era stato così, forse perché era la sua prima ragazza. Ma diciamo che li è stata tradita da tutti noi, insomma io l'ho costretta a fare coming out, Quinn che torna da Puck, e lei rimasta sola. Però parlando con Quinn cercai di..”

Non far sembrare che tu sia l'eroe qui” intervenne una voce alle nostre spalle

Sai Santana poi venne da me, mi spiegò tutto. Fui la prima persona a sentire la sua confessione sulla sua vita, su come si sentiva con Quinn. L'aveva sempre amata dai tempi delle elementari. Ma si rifiutava di credere ad una cosa del genere. Non si accattava, anche perché sapeva che la persona a cui teneva più di tutti non l'avrebbe mai accettata, e quindi si creò un muro intorno. Fino a che questo ragazzo qui presente, con un fantastico gay radar, non che poi ci volesse molto a capire che era persa di Q, non l'ha messa alle strette. Non è stato per niente come si potesse aspettare, lei si era aperta con la persona che amava e questa era scappata, dall'unico suo amico”

Poverina” sussurrai io

Queste cose l'hanno segnata, ma l'hanno aiutata a crescere, anche se ancora il suo rapporto con le persone non è dei migliori, si fida di pochi, ma quando trova la persona giusta nemmeno il suo muro può resistere. E te sei la persona giusta. Santana non si sbaglia mai.”

Holly sei sempre la migliore”

Lo so” disse lei con un fare da vip.

Quindi adesso, devi prendere in mano la situazione. Invitala a cena, a pranzo, a fare una passeggiata, smetti di chiederle scusa e comincia invece a parlare di te, e di lei.”

Come faccio?” chiesi io scettica “insomma non penso che voglia venire a cena con me così dal nulla”

Per questo siamo in un Glee club. Puoi sempre aiutarti con una canzone, per far capire davvero quanto ti dispiace”

E poi invitarla” continuò Sebastian

Ma davanti a tutti?” chiesi io imbarazzata. Insomma e se mi avesse detto di no?

Non devi fare tutto insieme, intanto potresti cantare, e spiegare davvero come ti fa sentire”

Mi aiuterete?”

Pensavo che non me lo avresti mai chiesto”






Eccolo qua. Nulla di sorprendente. Ora vederemo solo come l'aiuteranno e che canzone canterà e come reagirà Santana.

Grazie sempre a tutti, al prossimo. E se avete idee non esitate a dirle, anzi mi farebbe molto piacere.


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Capitolo 13
*** Passi avanti ***


Ma che mi era saltato in mente? Me lo stavo continuando a ripetere, da quando ero uscita da casa mia per andare da Santana. Sembravo una perfetta idiota e me lo stavo continuando a ripetere, da almeno un paio d'ore. Ebbene si era più di due ore che girovagavo davanti al suo cancello di casa. Sebastian mi aveva detto che lui Quinn e Puck sarebbero usciti e che quindi la ragazza sarebbe rimasta a casa da sola. Mi ero vestita di tutto punto, certo non troppo esagerato, e avevo un mazzo di gigli in mano, i fiori che piacevano di più alla latina secondo i consigli di Quinn. Anche se non l'avevo vista molto sicura della faccenda.

Non me la sento di cantare davanti a tutti” dissi io imbarazzata. Eravamo a casa di Sebastian con Puck e Quinn.

Capisco la tensione, allora lo farai in privato” parlò il ragazzo gay.

Si. Ti lasciamo casa libera, e ti presenti li, vestita di tutto punto con un bel mazzo di fiori in mano, come nei più belli film d'amore”

Quinn non essere troppo sdolcinata” intervenne Puck

Ma è così che uno conquista l'altra persona” affermò lei convinta.

Ma da quando ti piacciono queste cose?” chiese lui esterrefatto

DA quando Rachel le fa vedere le peggio cose sdolcinate” intervenni io sospirando, e capendo che Quinn era nella mia stessa situazione con Rach. Era orribile vedere tutti quei musical, e film d'amore banalissimi.

Comunque” riprese la parola Seb “ direi che non è una cattiva idea” tutti noi lo guardammo increduli.

Ti lasciamo casa, vai li, bussi ti presenti con un mazzo di... di cosa Q?”

Beh.. ecco.. Direi di.. forse.. Gigli?!”

Ecco. Con un mazzo di gigli e poi sta a te. Parlare chiaritevi e tutto quello che vuoi ma non ricordare mai quello che è stato”

E ora eccomi qui. Davanti alla porta di casa., con il braccio alzato pronto a bussare. Stavo per farlo quando la porta si aprì di colpo ritrovandomi davanti una Santana che mi guardava con un sopracciglio alzato. Mi soffermai a guardarla. Era sempre più bella, anche vestita solo con un paio di short e una maglia larga.

Sa..Santana” balbettai io sorpresa. Non ero ancora pronta, non sapevo che dire.

Sai dopo due ore che sei li fuori a girare come una ladra, desti sospetti Brittany” mi disse lei. Certo come avevo fatto a pensare che non mi avrebbe notato nessuno, in particolare lei. Ero proprio una stupida.

Abbassai gli occhi imbarazzata ma poi sentii prendermi la mano.

Vieni entra” io la guardai allibita. Il suo tono era estremamente dolce, e il suo sguardo era quello vivo che io conoscevo. Contenta la segui dentro la casa e le diedi il mazzo di fiori

Quinn deve essersi confusa tra i miei e i suoi fiori preferiti” disse prendendo il mazzo e ponendolo in un vaso con dell'acqua.

Io arrossii imbarazzata

Scusa io non sapevo..” ma poi sentii la sua risata, e mi tranquillizzai subito. Era cosi bella, così coinvolgente, e così sensuale.

Mi piacciono lo stesso, e poi apprezzo il gesto” mi sorrise “ e poi stasera sei bellissima” . Io arrossii di nuovo nell'arco di pochi secondi.

Certo non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. O forse si. Stava solo facendo la brava padrona di casa, che si dimostrava gentile con i suoi ospiti. Dovevo smetterla di illudermi così facilmente. Dovevo anche smetterla di parlare da sola nella mia testa, perché la ritrovai a fissarmi in modo strano.

Stai pensando?” mi chiese poi lei continuando a fissarmi. Io nervosa iniziai a toccarmi le mani, e a sudare freddo.

N..no..” balbettai poco convinta. Lei mi fissò più intensamente cercando di farmi ammettere che non era vero “Ok si” dissi alla fine sconfitta da quel nero che continuava a scrutarmi in profondo. Non so ma sembrava così tranquilla, così pacata. Non capivo cosa le era successo ma ero felice, perché si era accesa dentro di me una nuova speranza.

E..” sentii poi chiedermi

Pensavo che sono contenta di essere qui” arrossii ancora “Cioè.. che tu mi abbia.. fatto entrare e..” continuai imbarazzatissima.

Tranquilla, mi sembrava il minimo visto il tempo che sei stata fuori al freddo, così nuda” mi indicò, e si ero davvero tanto scoperta, ma il freddo non lo sentivo da quanto ero agitata.

Io le sorrisi, e lei lo fece di rimando. Un sorriso sincero e bellissimo. Lei era stupenda, e me ne accorgevo sempre di più, ogni secondo di più.

Vieni, rimani pure a cena se vuoi. Tanto immagino che gli altri non torneranno per un bel po'” si diresse verso la cucina e io la seguii

Ma non voglio recare disturbo” provai io timidamente

Non disturbi. Anzi mi fa piacere un po' di compagnia. Ma poi questo era il piano giusto?” io la guardai sbalordita. Immobile e abbassai la testa colpevole.

Ehi” sentii la sua mano appoggiarsi al mio mento, e mi tirò su la testa costringendomi a guardarla. “non è un rimprovero. Sono contenta che tu sia andata dai miei amici per me”

Non sei arrabbiata?” chiesi io per volere una conferma

No. Non potrei” un brivido mi percorse la schiena. Era così vicina a me, così dannatamente vicina. Sentivo il suo odore, così buono. E quelle labbra erano a pochi centimetri da me, le desideravo così tanto. “non è un gesto da tutti, ma..” si allontanò leggermente

Ma?” chiesi io, una volta che si era allontanata definitivamente, lasciandomi li in balia di lei.

Ma loro non hanno poi così grandi idee, e soprattutto non sono persone difficili da scoprire” rise.

Ah” sussurrai io. Non avevo capito il suo discorso. Non stavo capendo nulla. Mi sembrava di essere in una lezione di storia, o peggio di spagnolo.


****


Era li davanti a me. Bella più che mai. Le ero andata troppo vicina, e i miei sensi erano così alterati che stavano per farmi perdere completamente il controllo. Fortunatamente ero riuscita ad allontanarmi da lei. Sapevo che doveva venire, avevo notato subito nell'atteggiamento dei miei amici che qualcosa non andava, erano troppo strani, e troppo poco convincenti.

Non pensavo però di cadere nella sua trappola così facilmente. Dovevo essere proprio persa. Mi aveva rapito del tutto, e non riuscivo in quel momento a non essere tenera con lei.

Vidi che mi guardava confusa.

Dai vieni accomodati” dissi indicandole la sedia li accanto a lei. La vidi sedersi tutta imbarazzata. Io mi girai e presi dal formo il mio famoso pollo arrosto. In realtà non ero famosa per la cucina ma lei non lo sapeva.

Et Voilà” dissi poggiando la pentola sulla tavola.

La vidi strabuzzare gli occhi.

Sembra così invitante” disse euforica al massimo

Io mi sedetti di fronte a lei, e con calma iniziai a servire le due porzioni.

Mmm è ottimo!” commentò dopo il primo boccone. Era così contenta, sembra una bambina con la cioccolata. Era così bella.

Sai devo confessarti che non sono stata io a preparare questo piatto”

Lei mi guardò stupita, e confusa.

Ho chiesto a Sebastian la gentilezza di cucinare per me, visto che sono del tutto negata” dissi imbarazzata. Lei tempo due secondi che scoppiò a ridere, contagiando anche me nella risata.

La cena passò velocemente, con qualche battuta veloce, racconti di Quinn e Rachel, e le canzoni per la prossima competizione.

Grazie per la cena” mi disse sedendosi sul divano non troppo vicino a me. Io la guardai, e incrociai il suo sguardo al mio. Il mio cuore perse un battito. Erano davvero gli occhi più belli che avessi mai visto.

Dovevo controllarmi però. Non potevo cadere così presto nella sua trappola. O al diamine, invece si.

Allungai la mia mano e afferrai la sua. Lei mi guardò sorpresa e poi mi sorrise.

Perchè sei qui Brittany?”

Silenzio, non percepivo nessun rumore. Solo i nostri respiri. La guardai ma lei aveva il volto rivolto verso il basso. Delicatamente le scossi la mano e la costrinsi a guardarmi.

Puoi rispondermi...ehi..” dissi dolcemente. Non riuscivo a rimanere distaccata da lei, era come se avesse una calamita su di me.

La vidi alzare il suo sguardo verso di me, e sorridere imbarazzata.

Ecco.. vedi.. io..” la vidi sbuffare. Era così tenera quando era impacciata ed imbarazzata.

Non so come, ne perché, ma mi avvicinai a lei e posai le mie labbra sulle sue. Fu un contatto veloce, mi ritirai subito non appena realizzai quello che stavo facendo.

Lei mi guardò stupita, sicuramente non si sarebbe aspettato nulla di tutto ciò. Io cercai di sorriderle, ma non penso che ci riuscii.

Britta..” iniziai ma la mia bocca fu tappata dalla sua. Sapevo che dovevamo parlare, che così non si risolveva nulla, e niente, ma il mio cervello non rispondeva, l'istinto ebbe la meglio e risposi al bacio.

I baci si facevano sempre più caldi, le nostre lingue danzavano in perfetta armonia, e i nostri cuori lo stesso. Poco dopo ci ritrovammo sdraiate sul mio letto, mezze nude.


*******

Dovevo essere impazzita. Si lo ero decisamente. Come mi era saltato in mente di avventarmi su di lei in quel modo?!

Ma lei ha risposto pensai dentro di me. Si ma perché? Era quello che mi stavo continuando a chiedere in questo momento.

Perchè lei lo voleva quanto te o forse no?! Vendetta?! Beh probabile. La vedevo li davanti a me immobile. Ci eravamo fermate prima che fosse troppo tardi per tornare indietro. Ci eravamo sedute una di fronte all'altra rivestendoci, e ora regnava il silenzio da un po'. Forse troppo per i miei gusti, e quei silenzi a me non piacevano per niente.


******

Che mi è preso?! Stupida stupida stupida. Mi continuavo a ripetere dentro di me. Però è stato tutto così bello, lei è stupenda e.. sstop! Non posso pensare certe cose.

Fortunatamente ero riuscita a fermare il tutto. C'era troppa foga, troppa rabbia. E non volevo che succedesse così perché tengo troppo a lei. Finalmente. Mi venne da sorridere

Ehi..” sentii la sua voce e mi girai verso di lei. Non ero ancora riuscita a guardarla in faccia. Non sapevo perché insomma, io non ero abituata ad una cosa del genere, non mi sarei mai fatta troppi problemi, ma con lei, beh con lei è tutto così diverso.

Senti mi dispiace per tut..”

No non devi disp..” la interruppi a mia volta

Lasciami parlare” lei annuì e io continuai “ vedi mi dispiace averti tagliato fuori così. Quello che è successo , beh me la sono presa troppo. So che non lo volevi, perché ho visto il terrore e la sorpresa nei tuoi occhi quando ti ha baciata. Però poi ho visto anche una sorta di indecisione, una vecchia fiamma. E a quel punto non ci ho visto più. Mi sono ferita” alzai lo sguardo. Lei mi fissava in silenzio. Potevo notare gli occhi leggermente lucidi come dovevano esserlo anche i miei “mi sono ferita perché te mi piaci sul serio Brittany. Mi piaci come non mi è mai successo prima. E non so controllare tutto ciò ma è una cosa bellissima. Tu sei bellissima”

A quel punto ne io ne lei riuscimmo a trattenere una lacrima, che scivolò lungo le nostre guance.

San.. “ mi si butto al collo e mi strinse forte. E io feci lo stesso con lei. Il suo profumo era così buono, così unico.

Anche tu mi piaci tanto, e mi dispiace se sono stata così confusa, ma non ho visto subito la realtà dei fatti. Ho cercato di nasconderlo perché beh.. penso che sia perché tu sei così perfetta, importante, intelligente, e io sono solo una ragazzina con degli strani pensieri” mi confessò poi al mio orecchio. Io la allontanai quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.

Non devi dire questo. Non è così, tu sei fantastica, allegra, spiritosa con un grande talento. E vivi in un mondo bellissimo, vedi solo il buono negli altri”

La vidi sorridere. La baciai piano soffice a fior di labbra.

Grazie San” mi disse poi

DI cosa?” chiesi confusa

Di avermi dato questa opportunità, per le cose belle che hai detto e per l'ottima cena” rise alla fine e io con lei.

Beh per quella quando vuoi. Il mio schiavo personale rifornirà di tutte le cibarie che desideri”

Ridemmo un altro po'.

Poi vista l'ora era meglio che Brittany tornasse a casa a dormire. Domani ci saremmo viste a scuola.

Allora..beh..” iniziò imbarazzata lei davanti alla porta d'ingresso.

Sabato sera!” dissi io semplicemente capendo quale fosse la sua domanda “mi porterai a cena, o dove tu voglia, e inizieremo ad uscire se ti dimostrerai all'altezza”

Va bene.. allora.. allora sarà tutto perfetto te lo prometto..”

Ehi tranquilla. Puoi portarmi dove vuoi davvero, tanto accetterei sempre di uscire con te” le dissi lasciandole un bacio sulla guancia e augurandole la buona notte. La vidi montare in macchina e partire. Mi venne da sorridere pensando a lei. Era vero, ero proprio cotta.


Dopo tutti quei pensieri su Britt mi ero dimenticata il vero motivo per cui ero a Lima. E mi ero scordata anche che era rituale ormai da anni fare una coreografia per l'intramezzi delle partite di football. Era un buon allenamento per le Regionali, che si sarebbero svolte dopo Natale quindi tra meno di un mese.

Ero sudata da fare schifo, puzzavo. Io e Quinn seguite da Holly stavamo facendo vedere dei passi per la coreografia di quest'anno, quando Puck ha proposto genialmente di far partecipare anche noi a quella in onore dei vecchi tempi. Quinn era stata felicissima, io un po' meno. Non ero più abituata a tutto quello sforzo, il mio corpo nemmeno. Ero piena di dolori e mancava ancora un ora alla fine delle prove. L'unica cosa positiva è che potevo stare a stretto contatto con Britt, e mostrare a tutti il mio talento che fortunatamente era ancora quello di un tempo.

Stavo davvero male. Quinn invece era in gran forma, non si era scomposta nemmeno un poco. Dovevo essere io e la mia passione per il fumo ad avermi ridotto così. Sbuffai.

PAUSA!” urlò poi la voce di Holly che stava davanti a noi.

Io la ringraziai mentalmente. Andai immediatamente a sedere su una delle prime poltroncine dell'auditorium.

Poco dopo arrivò Quinn e si sedette accanto a me e mi porse una bottiglietta d'acqua che io afferrai e ingurgitai velocemente.

Mi chiedo come fai ad essere così” le dissi io mentre riprendevo fiato.

Lei rise

Sai se invece che passare tutto il giorno in ufficio o sul divano avessi continuato a fare qualcosa adesso non staresti in questo stato pietoso” mi osservò da capo a piedi. Potevo immaginare benissimo le mie condizioni, ma evitai di farlo.

Ehi bellezze 5 minuti e si riprende” ci disse Puck venendoci incontro per poi girarsi e tornare sul palco.

Perfino Puck è più in forma di me” sbuffai io contrariata.

Quinn mi guardò storta. Avevo capito che la colpa era mia. Dovevo rimettermi in moto avevo deciso.

Andiamo si riparte” mi disse poi la bionda accanto a me.

Io mandai gli occhi al cielo. Solo 55 minuti, ce la posso fare.

Mi riposizionai al mio posto sul palco, la musica ripartì, e io con loro.


******-

Non l'avevo mai vista ballare dal vivo. Kitty mi aveva fatto vedere qualche video di Quinn e le cheerios che vinsero le nazionali e potevo dire che erano veramente brave. Ma vederle dal vivo era tutta un'altra questione.

Era ipnotica, con quel suo fisico perfetto. Si muoveva benissimo, rendendola estremamente sexy. Arrossii per i pensieri poco casti che mi stavano venendo su di lei in quel momento.

Fortunatamente la lezione finì.

Ero rientrata a casa dopo quella giornata esasperante, mi ero fiondata sotto la doccia e ora ero stravaccata sul letto. Mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi vidi due occhi che mi fissavano.

Finalmente! Pensavo di doverti tirare un secchio di acqua addosso. È più di mezz'ora che sono qui, che ti scuoto e altro ma nulla. Poi invece è arrivata lei e puff ti sei svegliata come per magia e..”

Rachel sta zitta!” dissi io scocciata. Insomma mi ero appena svegliata e davanti a me avevo trovato i due bellissimi occhi di Santana che mi stavano guardando, non avevo proprio voglia che la parlantina della mia amica interrompesse quel momento.

Ciao” mi sussurrò dolcemente lei con un sorriso

Ciao” risposi io imbarazzata ma felicissima di vederla.

Mi ero messa a sedere sul letto, il mio sguardo non si era staccato un secondo da quello della latina

Quando avete finito voi due magari..” disse scocciata Rachel. Sentivo il suo sguardo su di me.

Io mi girai verso di lei scocciata. Aveva qualcosa di diverso, ma non capivo perfettamente cosa fosse. Non ci feci molta attenzione.

Ragazze siete pronte?” un'altra voce arrivò in camera mia. Era una congiura, invece che andarsene ne arrivavano sempre di più.

Ehi Quinn” disse la latina guardando verso l'entrata della stanza. Quinn? Che ci faceva a casa mia. In realtà perché Santana e Rachel erano qui?!

Stiamo arrivando, appena la dormigliona qui si alza e si prepara” le disse poi mi diede un bacio sulle labbra e mi sussurrò che mi aspettava giù.

Forza te”

Mi ero dimenticata di Rachel. Mi buttò a forza giù dal letto, e mi fiondò in bagno.

Anche il giorno della tua festa di fidanzamento devi arrivare in ritardo. E la festa si tiene pure in casa tua”

Io sospirai, era veramente insopportabile

Aspetta che?!” dissi io collegando bene quello che aveva detta. Festa di fidanzamento?! Che stava blaterando. Sicuramente era tutto un grande scherzo che aveva organizzato quella simpatica della mia amica per vendicarsi di qualcosa.

Mi guardai intorno. Non era proprio tutto come lo ricordavo. Anzi quasi per niente. Uscii da li e notai che anche camera mia era diversa. Era più grande, non era assolutamente camera mia. Stavo iniziando a preoccuparmi seriamente.

Che ci fai ancora così?” guardai Rachel. Ecco cosa aveva di diverso, sembra più vecchia di come me la ricordavo io.

Rach ti prego mi spieghi che sta succedendo?”

Oh Bribri ti dimentichi proprio di tutto!” sospirò lei “forza vieni mettiti questo, poi ti sistemo un pochino e scendiamo che gli ospiti sono giù tutti qui” Rachel mi diede un vestito bellissimo, e dopo che lo indossai mi fece sedere davanti a lei che si era accomodata sul bordo del letto.

Sarai una sposa bellissima”

Sposa?” domandai io preoccupata “sono troppo giovane per sposarmi” la mia amica rise di gusto

Sei solo terrorizzata. Ma è normale, lo ero pure io quando mi sono sposata con Finn e ora tu e..”

Come con Finn?” chiesi io sconvolta “e Quinn?”

Quinn?! Chi è?” chiese lei sbalordita.

Come chi è? Era qui poco fa, con Santana” dissi io convinta.

Ah capisco, devono essere dei tuoi nuovi amici” mi disse lei prendendomi per pazza. Poi mi venne un dubbio

Con chi mi sto per sposare?” chiesi di getto

Ammettilo che ieri non hai preso le pasticche” mi disse saccente Rachel. Che pasticche?!

Con Deni”

O no! No! No! No! No! Iniziai a sudare tantissimo e ad urlare.


Brit..Brittany” mi alzai di botto e vidi Rachel davanti a me con una faccia mista tra preoccupata e confusa.

Rachel..sei tu?” chiesi io preoccupata. Lei mi guardò storto, però notai che era lo stesso viso di sempre. Mi guardai intorno e anche la camera era la mia.

Dovevo sembrarle una pazza

Certo che sono io!” disse sbattendo il piede per terra.

Io la guardai sollevata. Meno male. Doveva essere stato solo un sogno, un bruttissimo sogno.

Insomma sono venuta qua per farmi raccontare della tua serata con Santana” si mise accanto a me nel letto, e mi guardava insistente.

Io arrossii imbarazzata. Presi fiato e inizia a raccontare per filo e per segno quello che era successo. Lei mi guardava sempre più con una faccia basita.

Alla fine del racconto commentò

Io non la capisco proprio! Prima ti esclude poi ti bacia così” prese tempo per pensare “che senso ha? Eppure Quinn mi aveva detto che era un tipino difficile, che perdonava raramente, eppure”

Rach stai divagando troppo.” dissi io.

No invece. E se si stesse solo prendendo gioco di te?” mi chiese poi

No. Sembrava cosi sincera, così indifesa, così pura e estremamente bella e..” iniziai io sognante

Okok basta! Ora sei te che stai divagando”

Vedremo come andrà il vostro appuntamento” continuò poi la mia amica.

Pochi secondo dopo sentimmo la porta aprirsi e con nostro stupore apparve Aschley con un sorriso beffardo.

Rachel resti a cena?” chiese mia sorella.

Se per voi non..”

No niente disturbo” si sentì la voce di mia madre da in fondo alle scale.

Allora si grazie”

Mia sorella annuì felice e poi se ne andò sempre con quell'espressione di chi la sapeva lunga.

Io mi sdraiai felice sul letto. Restammo a parlare della scuola, del Glee, di tutte le canzoni che avrebbe voluto fare lei, e anche di Quinn. Era così bello vederla felice. Ancora non avevano detto niente a nessuno. A parte me, San e gli altri due ragazzi. Mi sa che Rachel si sentiva un po' a disagio per questo fatto, ma adesso non avevo le forse per affrontare questo discorso. Ero troppo stanca, e avevo troppa fame. Meno male che pochi minuti dopo mia madre ci chiamò per la cena. Io come un razzo mi alzai e mi fiondai in cucina sedendomi al mio solito posto.

Iniziai subito ad abbuffarmi come un maiale. Sembrava che non mangiassi da un mese. I miei mi guardarono allucinati.

Spero che quando mangi con Santana tu non faccia così”

Io mi fermai di colpo. Guardai mia sorella che mi fissava sempre con quel suo ghigno divertito.

Che c'entra Santana?” chiese poi mia madre dopo aver ingoiato il boccone, rivolgendosi a mia sorella incuriosita.

Mia sorella attirò l'attenzione su di se da parte dei miei.

Beh a quanto pare è la nuova ragazza di Britt e andrà ad un appuntamento con lei”

Io ti strangolo brutta spiona..” stavo per alzarmi quando sentii mia madre che mi stava abbracciando.

Oh tesoro sono così contenta per te! Poi quella Santana è così una brava persona”

Guardai Rachel in cerca di aiuto, ma lei sembrava complice di quello che mi stava capitando attorno. Sbuffai.

Ok mamma ora staccati” dissi staccandomi dal suo abbraccio

Britt hai davvero preso un bel pesce lo ripeto” disse mio padre che fino a quel momento era stato zitto.

Beh dobbiamo al più presto invitarla a cena!” disse entusiasta mia madre. Io stavo fulminando mia sorella con lo sguardo, ma non avevo molto successo, visto che lei continuava ad avere quella stessa espressione. Chissà che ci ricavava? Forse solo il fatto di vedere la mia reazione. Gliela avrei fatta pagare. L'avrei messa in difficoltà. Era una promessa.

Finita la cena chiesi a Rachel se volesse dormire qui vista l'ora e lei accettò di buon grado.

Grazie per avermi appoggiato eh” guardai storto Rachel mentre mi mettevo il pigiama.

Ma sono così carini i tuoi, ti appoggiano sempre” mi disse lei. Io sbuffai e mi voltai irritata

Sono solo impiccioni”

Brit.. sono così teneri e simpatici” iniziò la mia amica

Rach no ti prego, lo so me lo hai già fatto miliardi di volte questo discorso. Ho capito” mi buttai sul letto. Sapevo che Rachel amava i miei, e chi non lo faceva?! Solo che avvolte avrei preferito un po' più spazio, erano così invadenti, ma non lo facevano apposta, però delle volte mi turbava, e creava delle situazioni altamente imbarazzanti.

Come vuoi” mi disse prima di stendersi accanto a me. Calò il silenzio tra di noi. Fino a che il suo telefono non vibrò. Lei si sporse per prenderlo dal comodino. Lesse il presunto messaggio e le si formò un sorriso a 52 denti.

Quinn?!” chiesi io curiosa voltandomi verso di lei. Lei annuì mentre rispondeva al messaggio.

Perché non ne parli con nessuno Rach?”

Lei mi guardò colpevole.

Io non conto, e nemmeno Santana. Ma Kurt, Mercedes, sai che loro non ti giudicherebbero mai. Come potrebbero. Per non parlare dei tuoi”

Lo so” mi disse “ma non me la sento ancora. Ho comunque paura del giudizio delle persone, di che ne possano pensare su di me. Soprattutto qui. È l'ultimo anno, io non sono una cheerios, verrei massacrata” mi disse sconsolata. Non aveva tutti i torti. Ho visto cosa aveva passato Kurt, e dopo anche Blaine. Io non ero presa di mira perché ero in cima alla scala sociale, ma per lei sarebbe stata la fine.

Ma almeno con gli amici più cari. È brutto tenersi tutto dentro, non fa bene”

NO!” disse un po' troppo a voce alta lei “non me la sento davvero. E spero che tu non lo dica a nessuno”

Io non risposi. Annuii semplicemente e poi mi voltai dall'altro lato. Non capivo questo suo atteggiamento. Non ci vedevo nulla di male. Sospirai. Non era il momento di insistere ma non mi sarei arresa. Per il suo bene.

Chissà che ne pensava Quinn di tutto ciò. Ci avrei pensato l'indomani.

Sentivo il respiro di Rachel farsi sempre più calmo. Si doveva essere addormentata. Io mi rigiravo invano. Avevo dormito troppo oggi pomeriggio e ora non avevo per niente sonno.

Mi alzai lentamente e mi diressi in cucina. Presi il latte e i cereali e iniziai a mangiare. Magari così mi sarebbe venuto sonno.

Non riesci a dormire?” mi voltai di soprassalto sentendo la voce provenire dalle mie spalle. Come aveva fato ad entrare?!



Eccolo qua. Ringrazio come sempre tutti quello che leggono seguono e quant'altro. Al prossimo capitolo.

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