It's always been you di Heya Naya Rivera (/viewuser.php?uid=183826)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Our Home ***
Capitolo 3: *** Provini?! ***
Capitolo 4: *** Insegnante privato ***
Capitolo 5: *** La cena ***
Capitolo 6: *** Destino e Ritorni ***
Capitolo 7: *** Scoperte ***
Capitolo 8: *** Pranzo e racconti ***
Capitolo 9: *** Dubbi o Certezze?! ***
Capitolo 10: *** Provinciali con botto ***
Capitolo 11: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 12: *** Missione: Santana- inizio ***
Capitolo 13: *** Passi avanti ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
-Britt….Britt
svegliati…
BRITT!!- mi alzai di soprassalto sentendo la voce della mia migliore
amica che
mi chiamava.
-Sono
Sveglia- cercai di
dire biascicando non poco quella poca saliva che avevo in bocca.
Ad
un tratto sentì la
porta spalancarsi e vidi una Rachel ad dir poco adirata gettarsi su di
me.
-Brittany
Susan Pierce hai
esattamente 2, e dico 2 minuti per alzarti vestirti e farti trovare
nella mia
macchina- disse la mora rialzandosi dal letto e dirigendosi verso la
porta.
-Rach-
si sentì chiamare –perché
tutta questa furia? Dove dobbiamo andare?- chiesi io ancora confusa.
Lei
mi guardò con un aria
mista tra l’incredula e confusa –Brittany cara oggi
è il nostro primo giorno di
scuola del nostro ultimo anno di liceo, quindi per cortesia ti chiedo
gentilmente di alzarti e di muovere quel tuo bellissimo fondoschiena
perché siamo
già in ritardo, e sai che io ODIO arrivare in ritardo- disse
con fare teatrale
per poi uscire e sbattere la porta.
Ci
misi qualche secondo a
capire cosa mi aveva detto e quando realizzai –CAZZOOO-
urlai. Mi alzai
velocemente andai in bagno mi lavai, presi le prime cose che trovai
nell’armadio
me le misi e uscii dalla stanza il più velocemente
possibile. Corsi giù per le
scale, inciampai quasi ma fortunatamente riuscii a riprendermi . corsi
in
cucina dove trovai mia madre e mia sorella che mi guardavano con un
sorriso
stampato sulla faccia di rassegnazione perché sapevano che
quella era la prima
mattina di una lunga serie di ritardi. Le salutai velocemente e corsi
fuori di
casa arrivando finalmente nella macchina di Rachel che mi guardava
storto. Sbuffò
e mise in moto
-
Ci hai messo ben
5 minuti e 37 secondi mia cara. Sei in ritardo e giuro che te la
farò pagare-
Deglutii
perché pur avendo
un aria innocente sapevo cosa era in grado di fare quando era
arrabbiata e mi
faceva paura.
Passammo
tutto il viaggio
in silenzio. Rachel sembrava una pazza al volante avrà
infranto si e no almeno
una ventina di volte il codice della strada ma ci fece arrivare
puntuali.
-Ed
anche per quest’anno
ce l’abbiamo fatta- dissi io cercando di farla ridere ma
tutto quello che
ottenni fu uno sguardo assassino.
Entrammo
in quella scuola il
Mckinley high school, che ormai era diventato come una seconda casa. Io
ero una
cheerleader mentre Rachel aveva preferito evitare ma si era inscritta a
molti
altri club. Ma il nostro preferito era sicuramente il Glee Club,
considerato il
club più sfigato al mondo ma come dice sempre la mia
migliore amica “far parte
di qualcosa di speciale ti rende speciale” ed era proprio
così che ti faceva
sentire il Glee, era la nostra seconda famiglia poiché li
potevi mostrare chi
eri realmente senza vergognartene. Mi aggregai al Glee al secondo anno
dopo un
intero anno di pressione da parte di Rachel ma per noi cheerleader era
vietato
entrare nel Glee perché la nostra coach non voleva. Al
secondo anno però cambiò
idea e quasi ci costrinse a me e alla mia amica Kitty di far parte di
quel club
così da poterla tenere sempre aggiornata.
Pur
odiando il doppio
gioco accettai di entrare ma non diedi mai informazioni rilevanti a Sue
Sylvester.
Il
nostro Glee pur avendo
delle stelle come Rachel e Mercedes Jones non era mai riuscito a
vincere il
campionato nazionale. Era 7 anni che il club della nostra scuola non
vinceva quel
campionato. Il signor Schuster ci racconta sempre quella vittoria.
Doveva tenerci
molto a quei ragazzi.
Passai
le pime ore della
mattina a pensare che quest’anno volevo vincere a tutti i
costi quel titolo e
mi misi in testa di farcela a qualunque costo.
-GLEEEEEE-
entrò Mr. Schu
dalla porta contento di iniziare un nuovo anno con noi.
-Ragazzi
quest’anno è l’ultimo
anno per molti di voi- iniziò a parlare il professore
–e quindi voglio
promettervi che riusciremo a portare a casa quel maledetto premio che
questa
scuola non vede da 7 anni- concluse generando un boato generale nella
stanza.
-quindi
inizieremo
cercando nuove reclute perché siamo davvero in pochi- disse
sospirando. Eravamo
sempre precisi ma quest’anno eravamo in meno
perché due nostri compagni avevano
lasciato la scuola.
-
Faremo dei provini oggi
alle 3. Vorrei che foste tutti presenti per applaudire i nuovi
arrivati- disse
per concludere e iniziare finalmente la lezione del giorno-
Rachel
che era seduta
accanto a me mi guardò con un aria afflitta.
-Che
succede Rach?-
domandai
-Niente.
Spero solo che
qualcuno si presenti a questi provini sennò possiamo dire
addio al Glee- disse
per poi prestare attenzione alle parole
del professore.
Mi
dispiaceva tanto per
Rachel perché lei era quella che desiderava di
più di tutti avere questo
premio. Io comunque avevo vinto 3 campionati nazionali con i cheerios
ma lei
no, non aveva mai vinto niente ed era un peccato visto tutto il talento
che
aveva. Era la nostra star e forse si sentiva anche un po’ in
colpa sentendo sua
responsabilità la sconfitta del Glee alle nazionali
dell’anno prima.
Finita
la giornata di
scuola ci ritrovammo come promesso alle 3 in auditorium per i provini.
Non
arrivò nessuno prima
di 30 minuti ma poi si presentò un sacco di gente,
sicuramente quelli che erano
stati scartati ai provini da cheerleader e da giocatori di football.
Dopo
qualche ora
finalmente finì quello strazio ma fortunatamente con ottimi
risultati. Avevamo selezionato
3 nuovi ragazzi : Jake, Ryder e Marley.
-Come
ti sono sembrati i
nuovi ragazzi?- chiesi a Rachel.
Ormai
eravamo a casa sua
sul suo letto come tutti i pomeriggi.
-Mah….-
sospirò- quella
Marley ha talento, Jake è un bravo ballerino e ha
un’ottima voce e anche Ryder
non è male- disse. Ma c’era qualcosa che non
andava, aveva un tono strano, non
era la solita Rachel che conoscevo io.
-Cosa
c’è che non ti
torna?- domandai dopo qualche minuto di silenzio
-
Sai non penso che siamo
noi il problema- si girò a guardarmi. Avevo un espressione
confusa non capivo
dove volesse arrivare – siamo ragazzi pieni di talento-
continuò
–secondo me Mr
schue ha perso la passione, o meglio
è rimasto alla vittoria di 7 anno fa e continua a farci
provare come all’ora ma
non capisce che i tempi sono cambiati-
sospirò,
io la guardavo
incredula. Non l’avevo mai sentita parlare così,
aveva sempre ammirato Mr
Schuester
-Cioè
io lo ammiro e lo
sai. Mi guardò negli occhi – ma ormai ha esaurito
le idee, non possiamo
continuare così, ci serve una mente fresca- concluse
tornando con la testa
rivolta verso il libro.
La
lasciai sola ai suoi
pensieri e tornai a casa mia. Ripensai a quello che aveva detto, non
aveva
tutti i torni. Avevamo molto più talento di altri gruppi ma
non siamo mai
riusciti a farlo venire fuori, e forse la colpa non era tutta nostra ma
di chi
ci stava davanti.
-AAAAAAAAAAAA-
urlai.
Avevo
il cervello in fumo.
Decisi che ci avrei ripensato domani a mente un po’
più fresca e mi
addormentai.
-Io
Santana Lopez proprietaria
di una delle più importanti catene di alberghi dovrei
tornare al mio vecchio
liceo per un meeting dei
ragazzi che
vinsero le nazionali???- chiesi dopo che Quinn mi fece leggere la
lettera che
aveva appena ricevuto
-Esatto,
miss universo- mi
disse la bionda davanti a me.
-Sai
a me non
dispiacerebbe tornare li e rivedere tutti. Chissà se
è cambiato qualcosa-
continuò
Aveva
un espressione
sognante, forse stava ricordando tutti i bei momenti passati li,
dopotutto mi
mancava anche a me quel piccolo liceo. È li che ho scoperto
chi ero e cosa
volevo ed è grazie a Mr. Schuester se sono dove sono ora.
-Ok-
dissi infine senza
trapelare nessuna emozione.
Quinn
sorrise e mi
abbracciò. Sapevo cosa voleva dire per lei tornare la. Era
lo stesso per me. C’eravamo
innamorate in quella scuola, avevamo sofferto e gioito insieme, abbiamo
vissuto
insieme in quella città dopo che i suoi l’avevano
cacciata di casa non appena
avevano scoperto di avere una figlia lesbica.
-Fabray
non prenderti
troppe liberta- dissi io con un tono rude staccandomi da lei.
Ormai
non stavamo più
insieme ma avevamo una amicizia solidissima e nessuno ci avrebbe mai
potuto
separare.
-Come
farai per il
lavoro?- mi chiese mentre preparavamo le valige. Saremmo dovute partire
tra due
giorni esatti e non volevo ritrovarmi a fare le cose
all’ultimo minuto.
-Non
avrò problemi. Posso lavorare
anche lontano da qui. Ho avvisato tutti e lo sanno. Te invece?-
domandai a mia
volta. Quinn era un avvocato ormai di fama mondiale
-Non
saprei. Non ho casi
in questo periodo e comunque posso sistemarli benissimo anche da
lontano- disse
sorridendo e facendomi un occhiolino. Sapevo che era in gamba e lei lo
sapeva
più di me. Aveva lavorato più di 7 anno per
arrivare dove è ora, giorno e notte
senza un’attimo di pausa. Forse è anche per questo
che c’eravamo lasciate, perché
non avevamo più tempo da dedicarci.
-Eccoci
arrivate- disse la
bionda respirando quell’aria che non sentiva da 7 anni
-Davvero-
confermai io
guardandomi intorno
-sembra
un paesino
sperduto in confronto a New York- continuai –ma devo
ammettere che mi sei
mancata Lima Ohio- dissi sorridendo alla mia amica.
Chiamammo
un taxi e
arrivammo alla nostra vecchia casa o meglio la casa dei miei genitori.
Ormai erano
morti entrambi da 4 anni per un incidente d’auto ma mi
mancavano tantissimo.
Mi
fece un effetto strano
ritornare in quella casa e Quinn dovette accorgersene perché
mi prese la mano e
mi sorrise. Mi faceva sempre stare bene, ci sorreggevamo a vicenda,
eravamo una
famiglia.
-domani
è il grande
giorno-
-Emozionata?-
le chiesi
Quinn
non rispose, si girò
sul fianco dall’altra pare del letto ma la sentii sorridere.
Mi girai anche io
e l’abbracciai da dietro. Le diedi un bacio sui capelli e
sussurrai un –Buonanotte-
Fine
del prologo… non so
da dove sia uscita questa storia e non so come continuerà..
sicuramente è a
tema Brittana e forse ci sarà anche il Faberry.. tutto da
decidere
Grazie
e al prossimo
capitolo.
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Capitolo 2 *** Our Home ***
Non so per
quale motivo o per quale strana forza misteriosa ma per una mattina
riuscii a
svegliarmi puntuale. Non so perché ma per qualche motivo
oggi sembrava una
giornata migliore delle altre. Era passata una settimana
dall’inizio della
scuola e Rachel era sempre più giù di morale. Mi
dispiaceva così tanto per lei
ma non sapevo cosa fare. Ho provato a parlare con Mr. Schuester ma non
ha
voluto ascoltarmi, penso che ormai non gli si possa far cambiare idea.
Sospirai
mentre mi guardavo allo specchio. Tornai in camera e mi infilai la
divisa dei
cheerios mi feci la coda di cavallo e scesi le scale. Trovai mia madre
a
preparare la colazione che mi guardava con una faccia incredula
-Che mi
venga un colpo- disse – chi sei tu e che ne hai fatto di mia
figlia?!- chiese
sgranando gli occhi
-Ah ah
ah…. Ah- sorrisi sarcastica mettendomi a sedere a tavola
-Davvero
sono sbalordita, non ti avevo mai visto sveglia così presto
in 17 anni di vita-
continuò mia madre
Stavo per
risponderle, non la sopportavo quando cercava di fare la simpatica,
quando
suonò il campanello. Andò ad aprire ed
entrò una malinconica Rachel.
-Dorme
vero?!- domandò sospirando sapendo già quale
fosse la risposta e, automaticamente
si avvio verso le scale quando sentii mia madre
-No- disse
–non dorme- continuò cercando di credere alle
parole che stavano uscendo dalla
sua bocca.
Rachel si
volto di scatto incredula. Aveva la stessa espressione di mia madre.
Girò gli
occhi verso la
posizione dove ero seduta
e mi vide. Notai che aveva sbattuto più di una volta le
palpebre come si fa
quando uno pensa di star sognando, si tirò anche qualche
pizzicotto per vedere
se era davvero sveglia. Giuro di averle visto anche spuntare una
lacrima, poi
correndo verso di me disse
-la mia
bambina è diventata finalmente grande. È riuscita
a svegliarsi puntuale. Da non
credere- si mise a sedere accanto a me. Non risposi ma
l’unica cosa che feci fu
quella di mettermi a ridere facendo ridere finalmente anche la mia
amica dopo
una settimana.
Finii la
colazione e ci dirigemmo a scuola.
-Vado ci
vediamo dopo- mi disse la mora dopo avermi dato un bacio sulla guancia
non
appena varcata la soglia della scuola.
-Certo-
dissi sorridendole e la vidi correre in classe.
Mi avviai
anche io alla lezione di biologia. Passai per la presidenza e vidi che
Sue
stava prendendo l’ufficio del preside. Sospirai
-Dopo 3
anni ce l’ha fatta ad avere quel posto- dissi tra me e me e
corsi a lezione
sentendo la campanella suonare.
***************************************
-Non è
cambiato nulla- mi disse la bionda accanto a me mentre guardava
l’insegna del
nostro vecchio liceo.
-Non so se
sia un bene o un male- risposi
Quinn mi
guardò accennando mezzo sorriso, mi prese la mano ed
entrò dentro a quella che
era stata casa nostra nei più bei 4 anni della nostra vita.
Per i
corridoi non c’era nessuno.
-Wow forse
sono cambiati gli studenti- dissi sorpresa –sono tutti a
lezione- continuò la
bionda guardandomi stupefatta.
-Andiamo a
fare un giro- mi disse mettendosi a correre tirandomi per un braccio.
-Wow-
dicemmo all’unisono. Questo si che è cambiato.
Facemmo un
giro nella palestra, negli spogliatoi e nel campo dei cheerios ma non
era
cambiato nulla; quello che era cambiato di più era
l’auditorium.
-Sarà
perlomeno il doppio-
Annui a
quella affermazione. Era grandissimo rispetto a quando ci esibivamo
noi.
-Che ne
dici di una performance?- propose la mia amica dirigendosi verso il
palco
-Non—penso
sia il caso.. e se arriva qualcuno?!-
-Non mi
dire che la grande Santana Lopez ha paura di essere scoperta. O forse
perché
hai paura di non essere più in grado di cantare?- disse
Quinn con la sua
vecchia faccia da stronza da capo cheerleader.
Io senza
farmelo ripetere due volte la raggiunsi sul palco
-Ho fatto
vincere le nazionali al nostro gruppo penso di poter reggere una
canzone con te
Lucy- dissi con aria di sfida
-Perfetto-
mi rispose inserendo uno dei tanti cd che erano li.
Partì
la
musica e subito dopo la voce di Quinn, sapevo perfettamente che canzone
era,
l’avevamo cantata la prima volta che tornammo qui dopo il
diploma durante le
vacanze di natale. Non
mi sembrava cambiato niente.
I'm sitting in a railway
station
Got
a ticket for my destination, oh oh
On
a tour of one-night stands
My
suitcase and guitar in hand
And
every stop is neatly planned for a poet
and a one-man band
This
wave
Aggiunsi la mia
voce a quella di Quinn
che mi sorrise. Mi muovevo su quel palco come se non fosse passato il
tempo. Mi
mancava da morire cantare e ora lo realizzavo davvero.
Vidi
la mia amica inchinarsi e mi lasciò
continuare da sola.
Wave
Is
stringing us along
Just
know you’re not alone
'Cause
I’m gonna make this place your home
Everyday's an
endless stream
Of
cigarettes and magazines, oh oh
And
each town looks the same to me
The
movies and the factories
And
every stranger's face I see
Reminds
me that I long to be
The
trouble it might drag you down
If
you get lost, you can always be found
Just
know you’re not alone
Mi
avvicinai a Quinn e la incitai a cantare ancora. Scesi dal palco e
inizia a
camminare tra i posti della platea assaporando tutti i ricordi che mi
tornavano
alla mente, mentre la bionda continuava a muoversi sul palco.
Cause
I’m going to make this place your home
Oh,
oh, oh, oh, oh, oh
Where
my thought's escape me
Oh,
oh, oh, oh, oh
Where
my music's playing
Oh,
oh, oh, oh, oh, oh
I'm
gonna make, I'm gonna make, make this place our home
conclusa la canzone scoppiammo in una risata fatta anche di lacrime
quando ci
raggiunse da dietro un applauso. Ci girammo di scatto al suono di
quella voce
fin troppo famigliare
-Siete
sempre fantastiche- disse mentre andavamo incontro al nostro vecchio
professore
per abbracciarlo.
-Lo
sappiamo- dissi io con aria saccente.
Scoppiammo
nuovamente in una risata mentre qualche lacrima di gioia ci rigava il
volto.
Mr
Schue ci guardò come si guarda i propri figli dopo che non
li vedi da anni
-Siete
veramente due bellissime donne- disse infine facendoci arrossire
-Grazie
Mr Schue- rispose Quinn – lei invece non è
cambiato per nulla-
Ridemmo
ancora. Parlammo del più e del meno, rimase molto colpito da
chi eravamo
diventate e ci furono ancora diverse lacrime. Invece ci disse qual
è il motivo
perché ci ha voluto li
-Voi
due e Puck siete le uniche che sono riuscito a rintracciare- disse con
una
faccia dispiaciuta –mi dispiace avervi fatto venire fin qui
ma ho bisogno di
voi. Non riesco più a trasmettere la passione giusta ai miei
ragazzi, per la
maggior parte di loro è l’ultimo anno e vorrebbero
vince le nazionali. Abbiamo
sempre partecipato ma con scarsi risultati- continuava a parlare, penso
di non
averlo mai visto così giù, mi risvegliai un
secondo dai miei pensieri –i
talenti ci sono, e se devo essere sincero sono anche più
bravi di quanto non
fossimo 7 anni fa- ci guardò come per scusarsi
-
E allora dov’è il problema?- chiese Quinn come se
avesse capito che non voleva
essere un offesa a noi
-Penso
di essere io. Sapete anche con voi ho sempre tirato fuori canzoni non
troppo
nuove-
-Può
dire anche dell’età della pietra- intervenni io
ricordando tutte le canzoni che
ci aveva fatto cantare. Quinn mi guardò con disapprovazione
-Scusi-
dissi e lui continuò
-Non
c’è feeling tra me e loro, penso di essere troppo
vecchio. È per questo che ho
chiamato voi. Non c’è troppa differenza di
età e magari potete riuscire a
fargli tornare lo spirito giusto- finì e ci
guardò con aria speranzosa
Io
e Quinn ci guardammo per un secondo e poi annuimmo all’unisono
-Va
bene- disse lei per entrambe
-Davvero?-
chiese lui incredulo
-Davvero-
dissi io per poi sentirmi abbracciare nuovamente da
quell’uomo che ci aveva
reso le donne che eravamo oggi.
Dovevamo
farlo, cioè a me non importava nulla di questi ragazzini ma
mi sentivo in
dovere nei confronti di Mr Schuester.
Ci
staccammo dall’abbraccio
-Allora
ci vediamo alle 3 nella stessa aula. Parlerò con la preside
Sue di questa
questione ma non penso che ci siano problemi- ci disse per poi uscire.
-Sbaglio
o ha detto Preside?- domandai io incredula guardando Quinn
Lei
fece segno di no con la testa
-Finalmente
ci è riuscita a prendere il posto di Figgins- disse con aria
quasi compiaciuta
la bionda.
Scoppiammo
a ridere e ci incamminammo verso la classe del Glee.
Entrare
in quella stanza mi trasmise un sacco di emozioni positive, era dove
ero riuscita
a mostrare la vera me ed ad essere apprezzata per come ero, dove io e
Quinn ci
siamo allontanate per poi riavvicinarsi per poi litigare ancora e
infine per
innamorarsi. Lei mi guardò come se stesse intuendo a cosa
stessi pensando, e
sorrise
-Vorrei
tanto rivivere quei momenti passati qui- disse con un tono malinconico.
Io
annuii semplicemente perché non sapevo bene cosa intendesse,
e in quel momento
non volevo approfondire.
Senza
pensarci ci siamo sedute dove era nostra abitudine sederci, e solo
pochi secondi
dopo iniziarono ad entrare quelli che dovevano essere i nuovi membri
delle New
Direction, ed infine Mr. Schu
Nessuno
fece caso a noi, era come se tutti fossero così presi dai
loro pensieri da non
riuscire a vedere cosa gli passava sotto il naso, poi finalmente si
girarono
verso di noi appena il professore ci introdusse
-Ragazzi
oggi abbiamo due ospiti molto speciali che spero possono seguirci per
tutto il
resto dell’anno- ci indicò e ci fece cenno con la
mano di scendere e di andare
vicino a lui
-Loro
sono due ex-componenti delle New Direction che sette anni fa vinsero il
campionato nazionale- disse facendo partire un applauso che coinvolse
il resto
dei ragazzi
-Ha
trovato rinforzi- sussurrò piano Rachel
-Speriamo
solo che non lo appoggino nelle sue “idee”- disse
Brittany esasperata. Non ne
poteva davvero più di cantare quelle canzoni, che amava , ma
che non avrebbero
portato a niente.
-Lei
è Santana Lopez- disse indicando la mora accanto a se che si
limitò a fare un
lieve cenno con la mano,
-mentre
lei- e indicò l’altra –è
Quinn Fabray-
-Ciao
a tutti- disse sorridendo ai ragazzi che erano davanti a lei
-Loro
ci aiuteranno..- iniziò Mr. Schu per poi essere interrotto
da Kitty che si era
alzata ed era andata di fronte a Quinn
-Ma
te sei Quella Quinn Fabray?! La capo cheerleader più
popolare e potente di
tutta la scuola, che portò insieme alla sua spalla destra,
alla vittoria le
Cheerios per 4 anni consecutivi?!- chiese con uno sguardo di
ammirazione
La
bionda sentendosi messa in imbarazzo annuì
-Beh
si.. sono io e questa- disse tirando a se Santana –sarebbe la
mia spalla
destra-. La mora sbuffo
-Sogna
Fabray- le disse piano
Kitty
emozionata l’abbracciò per poi riposizionarsi a
sedere.
Il
professore contento e allo stesso tempo un po’ sbalordito si
riscosse e
continuò il suo discorso
-Stavo
dicendo che loro ci aiuteranno a vincere le nazionali, tirando fuori il
meglio
di ognuno di voi, e si anche di me- disse quest’ultima frase
con un tono più
scoraggiato
Ci
furono delle urla di approvazione e anche qualche commento un
po’ inopportuno
da parte di qualche ragazzo, perché comunque la bellezza
delle due donne non
era passata inosservata.
L’ora
passo velocemente, ci furono le presentazioni da parte dei ragazzi e
nulla di
più. Il Signor Schuester aveva dato il compito della settima
e a turno ognuno
di loro doveva portare un’esibizione dove avrebbe messo in
mostra il loro punto
di forza.
*************************
Ero
tornata a casa distrutta da quella giornata e anche un po’
amareggiata. Non
capivo perché il Signor Schu avesse preso quelle due invece
di ascoltare
direttamente noi. Eravamo a conoscenza del nostro talento molto meglio
di lui e
sicuramente di loro. Sono una ballerina fenomenale e non me la cavo
male
nemmeno nel canto ma avrei sicuramente potuto montare una coreografia,
insieme
a Mike certo, sicuramente migliore di quelle che ci faranno fare quelle
due.
Sbuffai
e mi gettai sul letto accanto a Rachel, che come me era assorta nei
propri
pensieri. Non avevo ben capito cosa ne pensasse lei di quelle due ma io
non mi
fidavo per niente. Non sembravano come noi, a quanto pare erano le
regine della
scuola, ed erano pure molto stronze. Invece anche io pur essendo una
cheerleader ho una reputazione bassa a causa del Glee.
-Che
stai pensando?- mi riscosse la voce della mia amica
-A
quelle due, non so perché ma c’è
qualcosa che non mi convince. Sono così.. –
-Perfette-
concluse per me la mia amica con una voce mista tra il sognante e
l’irraggiungibile
-Non
era proprio quello che intendevo dire ma ho capito l’idea-
continuai io
appoggiando la testa sul cuscino e lasciandomi andare definitivamente
rilassando ogni parte del mio corpo. Gli allenamenti delle Cheerios mi
avevano
distrutto anche se la coach Roz non era del tutto se stessa oggi, e
ringrazio
il cielo per questo sennò a quest’ora non sarei
qui.
-Come
sono andati gli allenamenti?-
-Mah..
direi che non sono andati, erano tutte distratte e non so
perché, infatti mi
hanno fatto cadere un paio di volte e fra poco non mi rompevo un
ginocchio-
sospirai al ricordo di quella caduta.
Sentii
Rachel muoversi, mise un braccio sopra di me e si appoggiò
con la testa sul mio
petto. Sembrava proprio un cucciolo quando faceva così.
-Che
ti passa per la testa?- le chiesi con aria dolce mentre le passavo le
mani tra
i capelli
Lei
scosse semplicemente la testa. Sapevo che quando faceva così
c’era qualcosa che
mi nascondeva ma sapevo anche che non potevo insistere, me
l’avrebbe detto
quando se la sarebbe sentita.
-Non
so cosa portare domani al Glee- sussurrò poi piano
-Nemmeno
io- dissi un po’ in preda al panico. Mi ero dimenticata che
domani avremmo
dovuto esibirci, e non avevo provato assolutamente nulla.
Rachel
si alzò leggermente e mi guardò con un aria
afflitta.
-Ehi-
le dissi tirandola a me per abbracciarla – sei una cantante
eccezionale, la
nostra migliore cantante, farai un figurone come sempre- dissi
sorridendo
cercando di tirarle su il morale
-Mmm…
non lo so. So di avere una bella voce ma è tutto qui, non so
ballare per niente
e mi vuomo male sul palco- era disperata
-Rach..
Guardami- dissi tirando su il mento della ragazza in modo che i nostri
occhi si
incrociassero –tu hai molto di più di solo una
bella voce, tu emozioni con la
tua voce e se non sai ballare basta che me lo dici, ti darò
qualche lezione-
dissi con tutta la sincerità del mondo.
Lei
mi guardò e annuì
-Grazie.
Ti voglio tanto bene Britt- disse prima di ributtarsi giù e
di addormentarsi
-Anche
io- sussurrai piano per poi lasciarle un bacio sulla fronte.
Non
avevo molto sonno e poi non riuscivo a smettere di pensare alle
aiutanti del
professore.
****************
Passammo
il pomeriggio insieme in giro per Lima. Ridemmo e scherzammo tutto il
giorno
ricordando tutti i momenti più belli e più
divertenti della nostra vita li.
Io
e Quinn ci conoscevamo dalle scuole elementari. Ovviamente
iniziò subito una
bellissima amicizia tra di noi e facemmo il patto che qualunque cosa
fosse
successa io e lei saremmo rimaste sempre unite.
Fino
al liceo tutto andò bene ma arrivati li iniziò la
nostra gara. Dovevamo per
forza essere più popolari l’una
dell’altra, ci battemmo all’ultimo sangue per
vedere chi doveva essere capo Cheerleader e quando vinse lei il nostro
rapporto
si iniziò ad inclinare del tutto, fino a quando non siamo
dovute andare, per
punizione, ad aggregarci al Glee Club. Fummo in conflitto anche li
certo per
vedere chi delle due doveva cantare più assoli e per chi
delle due doveva stare
con Puck. Eravamo arrivate ad un punto dove era quasi impossibile
tornare
indietro. Non riuscivamo a stare nella stessa stanza insieme, quando
poi Mr.
Schu con l’aiuto della signorina Holly Holliday ci riunirono
insieme, e li
capimmo che ce l’avevamo l’una con
l’altra perché nessuna delle due accettava
il fatto di essere innamorata dell’altra.
-Che
stai facendo- disse una Quinn abbastanza scioccata arrivata alle mie
spalle con
due gelati in mano
Io
sorrisi colpevole e poi dissi
-La
voce fuori campo?!-
-Sei
impazzita con gli anni. E poi tanto per la cronaca sei te che non
accettavi il
fatto di amarmi, e continuo a non capire il perché- mi disse
passandomi il mio
gelato
Scossi
la testa e seguii la mia amica.
Tornammo
a casa per cena e discutemmo un po’ sul da farsi
-Speriamo
che questi ragazzi sappiano fare qualcosa- dissi io versando un
po’ di vino nel
bicchiere della bionda
-Non è che mi vuoi
far ubriacare così mi puoi
portare a letto vero?!- mi rispose lei
-Non
era proprio mia intenzione Fabray- la guardai maliziosamente
– e ora torna
seria e concentrati sul nostro impegno-
-Sinceramente
non saprei. Ho visto la loro esibizione dell’anno scorso e a
dire la verità
facevano abbastanza pena. Cioè la passione ce
l’hanno, il talento pure ma non
hanno gli stimoli adatti, sembra che non siano connessi ne tra di loro
ne
tantomeno con la canzone che stanno cantando, e noi punteremo su
quello- disse
mentre io la guardavo incredula.
-Sembrano
noi il primo anno- dissi io –quando Mr. Schue ci fece cantare
tutte le canzoni
dei Jurney. Certo erano delle ottime canzoni ma non avevano nulla a che
fare
con noi- conclusi io
Non
pensavo che l’avesse presa così seriamente questa
storia. Poi mi congratulai
con lei per il suo splendido lavoro. Mi aveva risposto con un
“Sono sempre
avanti a te latina” sussurrandomelo nell’orecchio
con una voce roca che mi
aveva provocato mille brividi. Pur non essendoci più niente
tra noi due
riuscivamo sempre a provocarci finendo poi per andare a letto insieme
come
quella notte.
Ciao
a tuttii.. questo è il secondo capitolo e come si
può vedere è sempre
introduttivo. Volevo prendere le cose con calma senza affrettare i tempi
Grazie
a tutti quelli che leggono seguono e recensiscono questa storia.
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Capitolo 3 *** Provini?! ***
Quando mi svegliai notai che Quinn
non era più nel letto.
Girai la testa e la trovai a sedere sulla finestra mentre guardava
sorgere il
sole. Era coperta solo da una lunga maglia che però lasciava
intravedere quelle
sue gambe perfette, la trovavo bellissima, sempre. Dal primo momento
che avevo
posato il mio sguardo su di lei pensai che fosse la donna
più bella che avessi
mai visto e fino ad ora questo pensiero non era mai stato smentito. Mi
alzai
dal letto coprendomi con il lenzuolo e mi avvicinai a lei. le
accarezzai
dolcemente la spalla e le sussurrai all’orecchio un
buongiorno. Lei mi guardò e
mi sorrise ma avevo letto nei suoi occhi che c’era qualcosa
che non andava
-Che hai?- chiesi abbracciandola.
Mi faceva male vederla
così
-Niente- disse scuotendo la testa
-Quinn ti prego, parlami- le dissi
quasi supplicandola.
Non facevo così con nessuno solo con lei. al di fuori ero
una ragazza forte
avvolte anche stronza ma con Quinn le mie difese si abbassavano subito.
-Dobbiamo smettere di andare a
letto insieme- mi disse
semplicemente tornando a guardare fuori
Stetti per un tempo che non so
bene definire in silenzio
-Perché?- chiesi infine
Lei abbozzò un sorriso,
come per dire che non era
possibile che non ci arrivassi da sola. Poi sospirò prese
fiato e iniziò a
parlare
-Tornare qui mi fa riaffiorare
tanti ricordi e tanti
sentimenti che credevo di aver sepolto tempo fa. So che per te non
è così ma io
ci spero ancora in una nostra relazione. Insomma da quando ci siamo
lasciate
non ho, e nemmeno tu, mai riavuto una relazione che durasse
più di due
settimane- la guardavo in silenzio non sapendo ne che fare ne che dire,
sempre
se dovevo dire qualcosa
-abbiamo però
continuato ad andare a letto insieme e non
so nemmeno io perché ma dentro di me si sta riaccendendo
quella fiamma che
avevo nei tuoi confronti. Non ho trovato nessuno che mi abbia colpito
quanto
non l’abbia fatto tu-
Potevo vedere che cercava di
trattenere le lacrime, ma
una la tradì e le rigò il volto. Io fui rapida e
un la mano delicatamente
gliela asciugai.
-Quinn..-
-Non devi dire niente- mi disse
girandosi verso di me, si
vedeva che soffriva ma io non potevo farci niente.
-Lo sai che ti voglio un mondo di
bene, ma lo sai che
non..-
-Non possiamo stare insieme
perché non proverai mai amore
per me- concluse la frase al posto mio –e mi sta bene-
continuò –davvero. Ma ti
chiedo solo di non andare più a letto insieme- mi disse
-ok- risposi per poi abbracciarla
stretta a me. La sua
presa inizialmente fu insicura ma poi mi strinse forte.
--Ora basta. Non vorrei che la
grande Santana Lopez si
rammollisse per me- mi disse staccandosi e facendomi un occhiolino.
Sorrisi.
Ero sorpresa dalla capacità di quella ragazza di cambiare
umore così
velocemente. Certo sapevo che un po’ lo faceva
perché lo doveva fare ma sapevo
anche che era forte e che avrebbe trovato al più presto una
donna migliore di
me che l’avrebbe saputa amare a dovere
******************
Mi svegliai di soprassalto
sentendo un botto tremendo
provenire da vicino a me. Mi guardai intorno con gli occhi ancora
assonnati
quando vidi la mia bellissima sveglia a forma di papera per terra
distrutta. Mi
girai verso Rachel che aveva ancora il braccio teso. Pensai che doveva
averla
lanciata lei, forse involontariamente perché la sua faccia
era stupita almeno
quanto la mia.
-Sc..scusa- balbettò
poi la mia amica –ma non si spengeva
così, si insomma io..- continuava con una voce dispiaciuta.
Mi alzai dal letto e andai a
raccogliere la mia sveglia
ormai distrutta. La guardai per un secondo e mi rattristai al pensiero
che si
era rotta. Fu il regalo della mia sorellona quando iniziai il liceo,
è una
delle poche cose che mi rimangono di lei. Scossi la testa e guardai
nella
direzione di Rachel, aveva un’espressione buffissima.
Scoppiai a ridere e lei
mi guardò con aria interrogativa. Sapeva quanto coi tenevo
-Non fa niente Rach. Si
può sempre riparare- disse
appoggiando quello che rimaneva della sveglia sul comodino per poi
andare a
dare un bacio alla mia amica che rimase immobile
-Su o faremo tardi- le dissi
ancora iniziando a vestirmi.
Le sorrisi. Lei mi guardò e sorrise a sua volta, sapeva che
non ce l’avevo con
lei, quindi decise di alzarsi e di vestirsi anche lei
-Forza oggi dobbiamo far vedere
quanto valiamo a quelle
due presuntuose- disse carica di energia
Scoppiammo in una risata sincera.
Ci volevamo tanto bene,
eravamo inseparabili, come sorelle. Io le ero stata vicina quando si
lasciò con
Jessie ,il ragazzo ideale per Rachel, ma a quanto pare a lui
interessava più il
successo che l’amore, e lei aveva fatto lo stesso con me, mi
aveva protetto
durante la fase del mio coming out avvenuto nel secondo anno e ora
nessuno
riusciva a separarci.
-Davvero. Resteranno sbalordite-
disse prendendo la mia
amica per la mano e correndo di sotto.
-Il prossimo- sentii urlare
dall’auditorium. Io e Rachel
eravamo dietro le quinte mentre aspettavamo il nostro turno
-Sono due fottute streghe-
ringhiò Kurt rientrando dal palco.
Kurt era uno dei punti forti del
Glee e anche uno dei
miei migliori amici. Certo aveva una strana ossessione per i vestiti e
per le
varie creme per il viso ma per il resto era una ragazzo d’oro
-Che ti hanno detto?- chiese
Rachel che ora iniziava ad
agitarsi.
-Che non posso cantare canzoni da
donna, in poche parole-
disse mettendosi a sedere e prendendo un po’
d’acqua. Era abbattuto, non
l’avevo mai visto così. dopotutto era il suo punto
di forza cantare canzoni da
donna e lo faceva benissimo.
Facendo un piccolo riassunto Sugar
l’avevano cacciata
dopo nemmeno trenta secondi, Rory dopo un minuto e mezzo, forse, a Sam
era
andata abbastanza bene, Finn lo avevano offeso dicendo che sembra un
sacco di
patate, Tina si era messa a piangere prima dell’esibizione,
Mike aveva solo
ballato e Arti diciamo che era quello che aveva fatto più
una buona
impressione. Ora era il turno di Mercedes poi sarebbe toccato a me, poi
a
Kitty, poi a Rachel e infine ai tre ragazzi nuovi.
Iniziavo ad avere paura, insomma
pensavo che sarebbe
andata meglio anche agli altri, invece erano uno più
demoralizzato dell’altro.
Sentii la musica partire e la voce
di Mercedes subito
dopo. Mi tranquillizzai. Sapevo che lei ce l’avrebbe fatta
sicuramente, insomma
era incredibile, forse persino Rachel la invidiava. Mi riscossi subito.
La vidi
rientrare più arrabbiata che mai. Si mise a sedere di furia
e tirò un urlo
liberatorio. Sobbalzai. Ecco ora iniziavo davvero ad avere paura.
Insomma
avevano buttato giù lei figuriamoci me. Inizia a sudare, il
cuore a duemila,
poi mi sentii toccare sulla spalla. Mi voltai di scatto quasi mi avesse
spaventato.
-Britt tocca a te- mi disse Rachel
con due occhi da
cucciolo
Cercai la concentrazione in
qualche modo e mi avviai
verso il palco. Da dietro sentii un coro di “In bocca al
lupo” ma non mi girai
e andai sul palco.
Alzai gli occhi e le vidi. Erano
sedute in terza fila con
un blocco di fogli in mano. Accanto alla bionda c’era Mr.
Schue che non appena
incrociò il mio sguardo mi sorrise. Lo ringraziai
mentalmente perché mi
rassicurò un poco.
-Brittany Pierce- disse poi la
mora ad un tratto –prego-
continuò facendomi un gesto con la mano, per farmi capire
che potevo iniziare,
anzi prima lo facevo e meglio era.
La vidi girarsi verso il
professore che le disse due o
tre parole, che pensai fossero su di me. La vidi sorridere, ma non
capii che
tipo di sorriso fosse.
Misi il cd e feci partire la
musica. Per quella
performance andai sul sicuro con “Hold It Against
Me”, e alle prime note della
canzone liberai la mente ed iniziai a cantare e a ballare con
tranquillità.
Sentivo il mio corpo muoversi con fluidità e con
naturalezza. Mi sentivo libera
quando ballavo.
Finii la performance che
durò appena più di due minuti.
Ed ora la tensione si stava facendo sentire. Avevo il cuore che mi
batteva a
duemila come se mi volesse uscire dal petto. Certo ero affaticata
dall’esibizione, ma non era solo quello, avevo paura del loro
giudizio e non so
nemmeno perché. Alla fine non è che mi potevano
cacciare o peggio, perché
l’ultima parola era di Mr Schue.
Presi due respiri profondi, chiusi
gli occhi e mi
concentrai. Dovevo rilassarmi.
-Eccezionale- sentii urlare da
parte del professore. Mi
venne da sorridere. Alzai lo sguardo verso i tre seduti davanti.
-Si calmi Mr Schue- disse poi la
bionda accanto a lui
–direi che la performance per quanto riguarda il ballo
è stata perfetta,
insomma si vede che sei una ballerina, e capisco perché sei
capo
cheerleader- Disse
guardandomi negli
occhi. Aveva uno sguardo glaciale. Deglutii, sapevo che ora sarebbe
arrivato il
peggio.
-Però il canto
è un disastro. E capisco che sia più
faticoso cantare bene mentre si realizza una performance di questa
difficoltà,
ma è quello che uno deve fare se vuole vincere le Nazionali- finì di
parlare. Dalle sue parole non si
percepiva nessuna emozione, era come se niente la toccasse.
La vidi girarsi verso Santana
Lopez che ancora non aveva
detto nulla. Era li che mi fissava con un espressione indecifrabile.
Non
riuscivo a capire più nulla volevo solo scendere da quel
maledetto palco.
Passò del tempo non
saprei nemmeno dire quanto.
-Grazie è tutto-
Finalmente ripresi a respirare
regolarmente e me ne
andai.
**********************
Sentivo gli occhi di Quinn su di
me, e anche quelli della
ragazza che si era appena esibita. Non sapevo veramente che dire, ero
rimasta
impressionata da quella ragazza, mi ha rapito totalmente durante la sua
performance come se fossi li con lei. le sue movenze erano eccezionali
e direi
anche piuttosto eccitanti, ma sicuramente non avrei potuto commentare
la sua
esibizione.
Penso che Quinn capì la
mia insicurezza e parlò
-Grazie è tutto-
Mi girai verso di lei, dopo che
Brittany aveva lasciato
il palco, e le feci un cenno di ringraziamento che lei capì
-Dopo mi spieghi che ti
è preso- mi sussurrò tornando a
guardare verso il palco dove era arrivata un’altra ragazza.
Non feci attenzione alla sua
esibizione, o meglio non ci
riuscivo. Nella mia mente continuava ad apparire più bella e
più brava che mai la
bionda ballerina, che ripercorreva per filo e per segno, e forse in
maniera
anche più sensuale, la performance poco fa eseguita.
Mi riscossi sentendo la mia amica
Quinn urlare contro
quella povera ragazza. Avevo pietà per loro. Sapevo che
Quinn era arrabbiata
per altri motivi anche se non l’avrebbe mai ammesso.
C’era rimasta male per
stamani e sapevo che un po’ soffriva, ma questo non era il
modo giusto per
sfogarsi.
Quando la bionda smise di parlare
intervenni io
-Scusala davvero, e porta le scuse
da parte sua anche a
quelli che si sono esibiti prima. Certo non ha tutti i torti su quello
che dice
ma purtroppo le dice male oggi perché non è
giornata. Quindi davvero chiedo
scusa per questo comportamento- dissi sentendo Quinn sbuffare e un
respiro di
sollievo da parte di Schuester, che fino ad ora era stato messo a
tacere dalla
bionda.
-Ormai finiamo le esibizione e poi
domani con calma vi
diremo cosa ne pensiamo senza farci prendere troppo da altre emozioni
che non
c’entrano niente- conclusi guardando prima Kitty e poi Quinn
La ragazza sul palco mi sorrise e
poi corse via.
Mi massaggiai le tempie
perché sapevo che alla fine di
tutto ciò dovevo fare i conti con l’ira della
Fabray e non ne avevo punta
voglia. Ero cambiata molto dal liceo. Certo potevo essere ancora
stronza e
diventare Snix, il terrore di Lima, ma quando potevo evitavo volentieri.
-Salve sono Rachel Barry e oggi mi
esibirò nella canzone
che nessuno mi ha mai voluto far cantare- disse guardando Mr. Schuester.
Sorrisi, quella ragazza doveva
avere un caratterino
niente male. Il professore ci aveva detto che era la
“diva” del Glee e devo
ammettere che questo ruolo lo rivestiva piuttosto bene.
Cambiai subito espressione non
appena partì la canzone. Barbra
Streisand . Non ci volevo credere. Non che non apprezzassi il talento
della
cantante, ma il pezzo non era certo adatto alle regionali.
Guardai Quinn che aveva
un’espressione attenta. Dovevo
ammettere che aveva preso davvero sul serio questa cosa del Glee, non
pensavo
ci tenesse così tanto. o forse era solo un modo per staccare
il cervello da
altri problemi. Mi riscossi dai miei pensieri e ascoltai la ragazza che
stava
cantando, devo ammettere, molto divinamente. Non avevo mai sentito una
voce
così potente e così bella. Era straordinaria. Ora
capivo perché Mr. Schue ci
aveva detto che avevano molto talento, e dovevo ammettere che erano
meglio di
quanto lo eravamo noi.
Finì la canzone e come
ormai di routine il professore
applaudiva come impazzito.
-Bene Berry- iniziò
subito uiQuiQuinn
-Possiamo dire che sei una
cantante eccezionale, ma
questo penso che tu lo sappia già, e pur non condividendo la
scelta della
canzone, devo ammettere che le hai reso veramente giustizia. Sei una
vera
“diva” e credo che potrai diventare veramente
qualcuno- disse io interrompendo
la mia amica. Vidi quella ragazza sorridere
-Ma- continuai vedendola cambiare
espressione in maniera
velocissima – il talento non basta. Non puoi farcela da sola.
Nel Glee quello
che fa la forza è il gruppo, non il singolo. Quindi non sei
te e gli altri ma
siete voi. E questo lo devi capire-dissi
Vidi sul suo volto
un’espressione confusa. Sapevo che
pensava di essere un tutt’uno con gli altri ma dai movimenti
e dal suo
atteggiamento si vede bene che lei è la solista e gli altri
il retroscena che
l’accompagnano, e non deve essere così.
-Non ti preoccupare vi
verrà spiegato meglio domani, dopo
tutte le vostre esibizioni- intervenne Quinn.
Finimmo dopo al massimo una
mezz’ora. Non ne potevo
veramente più. Entrai velocemente in casa e mi gettai
immediatamente in bagno
per farmi una doccia.
Quando finii trovai già
Quinn nel letto, supina, che
guardava fissa il soffitto. Piano mi infilai sotto le lenzuola e
iniziai a
fissare Quinn. Sapevo che bisognava parlare, anche se a dir la
verità non ne
avevo molta voglia.
-Smettila- disse poi interrompendo
il silenzio
-Di fare?- dissi con
un’aria innocente
-Di fissarmi-
Era arrabbiata?! Non
l’avrei saputo dire. Delle volte mi
era davvero difficile capire Quinn, anche se ci conoscevamo da una vita.
-Quinn..- provai a chiamarla
-Santana- mi rispose lei. questa
volta si girò verso di
me
Sorrisi
-Non ridere- mi disse montandomi
addosso e fermandomi con
la mani i polsi –piuttosto dimmi che ti è preso
oggi durante la performance di
quella biondina- chiese con un aria maliziosa
Io deglutii. Sapevo che aveva
capito che era successo
qualcosa, ma non lo sapevo nemmeno io cosa.
-Sono rimasta colpita- mi fermai,
poi vidi la faccia di
Quinn farsi sempre più insistente –dal suo
talento- conclusi non sapendo che
dire.
La bionda scoppiò a
ridere
-Certo. Immagino che il suo
“talento” ti abbia stregato.
Oppure direi che è stato il suo fondoschiena, che devo
ammettere, non era
affatto male- disse sicura e tornando al suo posto
Non risposi. Perché
davvero non lo sapevo. Certo era una
bellissima ragazza, ma aveva sempre 7 anni meno di me e io sarei dovuta
tornare
a New York e… aspetta che sto pensando?! Non sapevo nemmeno
se era lesbica e se
le potevo piacere, e stavo già pensando che sarebbe stata
una cosa impossibile,
almeno che non si fosse trasferita.. stop.
-Ti piace- sentii la voce di Quinn.
-No- risposi di getto.
Quinn sembrò crederci,
forse perché stava
quasi dormendo e non voleva insistere
di più. Ma questo mi bastò per tranquillizzarmi.
Mi piaceva?! Non lo sapevo, o
forse si ma non importava.
******************
Mi buttai sul letto esasperata da
quella giornata. Ero
abbastanza contenta per me stessa perché alla fine avevo
fatto una buona
impressione, almeno penso. Avevo parlato con Rachel tutto il pomeriggio
e lei
al contrario di me sembrava scossa da quello che le avevano detto e che
a me
non aveva voluto dire con precisione, ma ritenevo impossibile che le
fosse
andato male. Mi girai di lato fissando la finestra. Mi rilassava vedere
fuori
il buio della notte, e soprattutto mi piaceva quando potevo ammirare la
luna.
Ad un tratto sentii il mio
telefono suonare. Sbuffai
sonoramente, anche perché non avevo idee di dove fosse. Mi
alzai e iniziai a
cercarlo per tutta la camera fino a che non lo trovai sotto il letto.
“com’è
possibile?” mi domandai scuotendo la testa.
Lo presi e vidi il nome di Rachel
sul diplay.
-Ehi Rach- dissi con la voce
più contenta che riuscissi a
fare in quel momento
-Ehi
Britt…- mi
rispose lei con un tono più spento del solito. Sembrava
quasi che si
vergognasse
-Che hai?-
-Niente
di che. Il
solito. Insomma non sono contenta e dopo oggi ho capito che forse non
valgo
quanto mi facciate credere tutti. Forse sarebbe meglio che iniziaste
anche voi
a prendere delle iniziative, senza lasciar fare tutto a me..insomma
alla fine
poi non è che abbia portato a tanto visto i nostri
risultati..-
-Rachel…
STOP-
urlai al telefono – Che stai dicendo? Mi vuoi spiegare che
è successo oggi? Che
ti hanno detto quelle due?-
Non sentivo nessuna risposta,
controllai che non fosse
caduta la linea ma non era cosi
-Rach..- provai a chiamarla
-In poche
parole
che devo smettere di essere la Diva e che non conta quanto io sia brava
ma il
gruppo. E questa cosa la so insomma me lo ripetete sempre e penso di
essere
migliorata in 3 anni.. ma..-
-Ehi. Non dire così.
loro non ti conoscono e non sanno
niente di noi e non possono giudicare ne te nessun altro e..-
-Britt
calmati- mi
fermai. Mi ero lasciata prendere dal
momento. Dovevo ammettere che non mi piacevano per niente quelle due,
non
riuscivo a fidarmi.
-Si scusa- dissi con tono colpevole
-C’è
un’altra cosa
poi..-
-cosa?- domandai curiosa
-
Preferisco
dirtela a voce anche perché non so come la prenderai-
-mi devo preoccupare?- chiesi
-No.. non
penso
proprio- sorrisi a sentire come lo diceva. Potevo giurare
che stesse
arrossendo in quel momento.
Ci demmo la buona notte e poco
dopo mi addormentai.
Ecco il terzo capitolo.. la storia
procede piano almeno
inizialmente, per rendere le cose un po’ più reali.
Spero di riuscire ad aggiornare il
prima possibile
Grazie a tutti quelli che seguono
leggono e recensiscono
la storia…
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Capitolo 4 *** Insegnante privato ***
Avevo dormito veramente poco
quella notte. Continuavo a
chiedermi cosa mi dovesse dire di così importante Rachel ma
non ci arrivavo
proprio.
Uscii presto di casa e decisi di
andare a scuola a piedi
così da rinfrescarmi un po’ le idee. Mia madre si
stava preoccupando sul serio
per me perché ancora non credeva possibile quello che mi
stava succedendo, che
poi era semplicemente lo svegliarsi puntuale.
Arrivai davanti al cancello della
scuola e sbuffai. Non
avevo nessuna voglia di andare a lezione quel giorno, in
realtà non ce l’avevo
mai, ma oggi meno del solito. Feci la prima ora di storia ma poi decisi
che era
meglio andare sul tetto a rilassarsi un po’. Mi auto convinsi
a non andare a
lezione perché sapevo che sarebbe
stato tempo perso, perché non avrei ascoltato nemmeno una
parola di quello che
avrebbe detto il professore.
Mi sdraiai al sole e fissai il
cielo. Mi rilassava farlo
e mi aiutava anche a pensare. Era un posto tranquillo perché
nessuno ci veniva
mai. Ci portai qualche volta Rachel ma nemmeno a lei piaceva, e davvero
non ne
capivo il motivo.
Mi dovetti addormentare per
qualche minuto perché quando
riaprii gli occhi vidi una figura accanto a me che mi fissava.
-Sai anche io venivo spesso
quassù- parlò poi spostando
lo sguardo verso il campo da football
Rimasi in silenzio. Non sapevo
bene che dire, e se dovevo
dire qualcosa. L’unica cosa che feci fu quella di passare
dalla posizione
sdraiata a quella seduta e annuire. Mi diedi della stupida da sola
perché
sicuramente non aveva potuto vedere il mio gesto perché non
mi stava guardando.
-Sai io non ci vengo
così spesso, solo quando devo
pensare, o quando voglio stare un po’ da sola- dissi infine
La vidi girarsi verso di me.
Dovevo ammettere che era
veramente una bellissima donna, e deglutii profondamente quando mi
sorrise.
-Brittany giusto?- mi chiese
-SI- risposi facendo anche un
segno con la testa .
-Sai ci ha colpito molto la tua
esibizione di ieri- disse
porgendomi la mano per farmi alzare
Io arrossii imbarazzata e dissi un
timido grazie. Poi afferrai
la sua mano e mi alzai vicino a lei.
Ero molto imbarazzata, non sapevo
che dire o fare, e non
era da me.
-come mai non sei a lezione?- mi
chiese ad un tratto
-Diciamo che oggi non avevo la
testa adatta per seguire
le lezioni-
Rise. La trovai adorabile, aveva
veramente una bella
risata. Risi anche io
-Succedeva molto spesso anche a
me. Passavo molte delle
mie giornate senza andare a lezione e venivo qui e pensavo- prese fiato
– devo
ammettere che mi manca molto tutto questo-
Io la osservavo
-Anche io amo molto stare qui-
intervenni – anche se devo
ammettere che non sono molto brava a scuola specialmente in spagnolo-
dissi
sbuffando
Rise di nuovo
-Sai non credevo che potessi avere
delle difficoltà con
Mr Schue in spagnolo-
Sospirai sconfitta
-Purtroppo è
così. E ha difficoltà in parecchie altre
materie, e quest’anno devo avere almeno la sufficienza
sennò la Coach mi leva
il titolo da capo Cheerleader, non potrò far parte di club e
non potrò
partecipare alle competizioni. Ma soprattutto non potrò
diplomarmi-
La guardai vergognandomi un
po’, ma vidi sul suo viso
come un illuminazione.
-Sai penso che ti posso aiutare
con questo tuo piccolo
problema- disse con una faccia che non capivo assolutamente cosa
volesse dire.
-Ti ringrazio davvero ma ci hanno
provato in molti ma
nessuno è mai riuscito a farmi studiare. Si sono arresi
tutti, anche la mia
migliore amica, Rachel, anche lei ha cantato ieri- dissi
-Sisi ho capito chi è.
Comunque davvero lascia che ti
aiuti non conosco insegnate migliore, e ti assicuro che suderai
parecchio-
disse, stavo per ribattere ma la vidi correre via.
Prima di sparire dietro la porta
si girò verso di me, che
avevo un aria molto confusa e disse
-MI ha fatto piacere parlare con
te-
-Anche a me- risposi semplicemente
vedendola sparire.
Dovevo ammettere che Quinn era
davvero una persona
strana, però decisamente diversa da come l’avevo
immaginata.
********************
-Quinn ti prego dimmi che stai
scherzando-
-In realtà Santana io
appezzerei molto se accettassi
questa cosa. Insomma noi abbiamo bisogno di Brittany e come diceva
Quinn ha
davvero dei voti pessimi e non se li può permettere- si
intromise Mr. Schuester
-E non può andare a
lezione private?!- domandai io
-Ecco vedi i suoi genitori ce
l’hanno mandata ma senza
nessun risultato. Brittany è molto strana a riguardo,
è, come dire….-
-Stupida- intervenni di nuovo io
-Non volevo dire così.
diciamo che è un genio a modo suo-
finì il professore
-E come pensate che io possa
cambiare ciò?- chiesi
scettica. Insomma non capivo perché Mr Schue insisteva
tanto. io non ero un
insegnate e forse non lo sapevo nemmeno fare. Certo ero stata una
studentessa
brillante e ero madre lingua latina ma come avrei potuto insegnare a
qualcuno.
-Santana per favore. Ho fiducia in
te, eri la migliore nella
scuola e nella regione- mi disse con un tono supplichevole il mio
ex-professore.
Guardai Quinn che aveva un
espressione compiaciuta poichè
sapeva già quale sarebbe stata la mia risposta se me
l’avrebbe chiesto il
signor Schue, e per questo ha voluto che ci fosse anche lui a parlarmi.
Sapevo
quali erano le intenzioni della bionda ma alla fine a me non
interessava quale
fosse il suo scopo e per questo accettai.
Will si alzò e mi
abbracciò forte
-Non so proprio come ringraziarti-
di disse staccandosi
-Faremo i conti poi- risposi
semplicemente io per poi
uscire da quella stanza trascinando insieme a me Quinn. La portai nei
primi
bagni che trovai, controllai accuratamente che non ci fosse nessuno, e
poi mi
girai verso Quinn e la guardai dura negli occhi
-Come ti è saltato in
mente- sbottai
-Eddai San ho pensato che fosse
una situazione da
sfruttare a tuo vantaggio- mi disse con un ghigno che mi fece
arrabbiare ancora
di più
-Ma sfruttare cosa?! Hai perso
completamente la testa
Fabray- mi girai incamminandomi verso l’altro lato del bagno.
-Pensavo che ti avrei fatto un
favore-
-Certo a spingermi tra le braccia
di un’altra donna, che
non conosco nemmeno, di cui non so niente, e per di più con
sette anni in meno-
la guardai di nuovo e mi sentii in colpa.
Aveva uno sguardo tenerissimo,
misto tra colpa e
dispiacere. Mi avvicinai a lei e la guardai negli occhi ormai di un
verde
bellissimo
-Pensavo che ti piacesse. Era da
anni che non avevi
quello sguardo, forse non te lo avevo mai visto così
profondo. Ne sei rimasta
affascinata e.. insomma…-
L’abbracciai. Sapevo che
l’aveva fatto per me. L’aveva
capito prima lei che quella ragazza mi aveva colpito. Ma non per
qualcosa che
aveva detto o fatto, semplicemente per quella sensazione strana che
avevo
provato non appena aveva varcato la soglia del palco. Mi aveva colpita
profondamente e odiavo questa cosa.
-Lo so- dissi semplicemente
asciugandole le prime lacrime
che le rigavano il volto.
Mi staccai da lei solo per andare
a prendere un pezzo di
carta. Le asciugai l’ultima lacrima e le porsi il
“fazzoletto”. Dopo qualche
minuto si riprese, si sciacquò il viso e in men che non si
dica fummo di nuovo
tra i corridoi, incamminandoci verso
la
stanza del Glee.
-Posso affermare a nome sia mio
che della mia “collega”
di essere rimaste assolutamente affascinate dal vostro talento-
Nella stanza si creò il
silenzio. Tutti avevano un
espressione confusa e assolutamente sorpresa. Nessuno si sarebbe mai
aspettato
una frase del genere, insomma dopo
i
commenti che avevano dato alle performance del giorno prima,che non si
potevano
sicuramente definire positive, si sarebbero aspettati
tutt’altro.
Anche il volto del professore si
tranquillizzò, dopo
essere rimasto in tensione fino a quel momento.
-Possiamo dire che con il vostro
talento andate ad
occupare tutti i campi- riprese Santana vedendo le facce dei ragazzi,
insomma
lei aveva convinto Quinn pochi minuti prima che la lezione iniziasse di
far
parlare lei, e di aggirare un po’ la situazione facendoli
credere in loro
stessi invece che demolirli subito
-insomma ci sono almeno due
ballerini fenomenali,
cantanti di ottimo livello e per tutti i generi, da quelli un
po’ più passati,
ai grandi musical di Broadway, ai classici, e alla musica commerciale-
si
guardò intorno, stava aspettando che qualcuno parlasse,
anche Mr Schue ma a
quanto pare tutti stavano solo ad ascoltare aspettando di vedere dove
sarebbe
voluta arrivare; si maledisse di aver scelto di parlare lei,
perché non sapeva
più che dire, o come dirlo, insomma alla fine era pur sempre
Santana Lopez e
non poteva fare dei complimenti così a persone che non se
gli meritavo nemmeno
-Insomma per farla breve, siete un
gruppo con una
potenzialità fantastica. Basta capire come farla uscire, e
poi come farvi
diventare un unico corpo che si muove all’unisono- concluse
Quinn vedendo che
la latina si stava già spazientendo. Non aveva capito il
perché avesse voluto
parlare lei, quando entrambe sapevano che era incapace di fare una cosa
così.
-State dicendo che non siamo un
gruppo?- chiese il ragazzo
in sedia a rotelle, di cui momentaneamente non ricordo il nome
-Esattamente- disse la bionda
-O almeno non quando vi dovete
esibire- continuò
-Come fa a dirlo se non ci ha mai
visto?- domandò la
ragazza cinese
-Invece vi ho visto. Ho visto
tutte le vostre performance
che Mr Shuester a registrato, o fatto registrare. E devo ammettere che
da li si
capisce che ci sono dei rancori o delle invidie tra di voi-
Dopo quell’affermazione
si generò il caos. Tutti stavano
parlottando tra di loro,rimasti offesi dall’ultima frase di
Quinn
-Non può dire questo
lei non ci conosce nemmeno. Non sa
niente di noi- disse un ragazzo con troppo gel in testa per i miei
gusti.
-Esatto- confermarono altri ragazzi
-Non può venire qui,
insultarci come ha fatto ieri,
pretendere che noi l’ascolteremo in silenzio..-
-Ragazzi Basta!- intervenne il
professore
-Loro sono qui perché
le ho chiamate io e le ritengo
persone qualificate e giuste per voi. Se non vi va bene ne parlate con
me-
disse un po’ spazientito
-Sentite- iniziai io, quella
situazione era ridicola –
nessuno mi obbliga a stare qui, e sinceramente non me ne frega niente
nemmeno
di voi, però Mr Shue mi ha chiesto un favore e io sono
contenta di poterlo
fare; quindi ora vi calmate, vi sedete e vi fate andare bene quello che
vi diciamo.
Noi cercheremo di portarvi il maggior rispetto possibile, ma se voi non
lo fate
state sicuri che ci vorrà veramente poco per mettervi tutti
a tacere- finii
lanciando un occhiata gelida a cui nessuno si oppose. Anzi tutti si
rimisero a
sedere nelle loro posizioni facendo finta di niente
-Snix sta tentando di uscire?- mi
sussurrò Quinn
-Fabray se fossi in te non la
stuzzicherei. Sto già
facendo fatica a controllarmi-
La bionda si allontanò
con un ghigno divertito sul viso.
La lezione si concluse senza che
nessuno dicesse altro.
il professore aveva annunciato i loro rivali alle locali, e che da
domani si
iniziava a decidere la scaletta da esibire, visto che alle locali non
mancava
più di 4 settimane.
******************************
-Meno male è finita-
dissi piano sperando che nessuno mi
sentisse, mentre suonava la campanella. Mi alzai velocemente e a passo
svelto
mi diressi fuori dall’aula. Non volevo più sentire
nessuno.
-Brittany- mi sentii chiamare.
Sbuffai, poi mi girai
facendo un espressione normale.
Mi ritrovai davanti Quinn che mi
sorrideva. Mi venne un
sorriso spontaneo stampato in faccia.
-Dimmi- dissi velocemente prima
che si accorgesse che la
stavo fissando
-Ho parlato con la diretta
interessata che ha accettato
di farti ripetizioni- si tirò a sé Santana che
era rimasta in disparte dietro
la bionda. infatti non avevo nemmeno notato che ci fosse anche lei
-Ciao- mi disse poi con un gesto
della mano
-Ciao- risposi semplicemente io.
Non ero entusiasta per
niente a quella notizia.
Non so perché ma quella
non mi andava assolutissimamente
a genio. Aveva un carattere strafottente e presuntuoso.
-Quindi oggi pomeriggio San
verrà da te a spartirti le
sue prime lezioni- intervenne Quinn vedendo che si era venuta a creare
una
situazione imbarazzante.
-ok. Io finisco alle 3
qui… quindi per le 4 a casa mia va
bene?-
Santana annuì poi disse
-Sei a pidi?-
-Si-
-Allora facciamo alle 3 30 al
parcheggio- disse scontrosa
e poi si allontanò
-Scusala davvero non è
così solitamente. Ci vediamo- mi disse
in tutta furia Quinn prima di raggiungerla
Sospirai. E tornai su i miei passi.
-Britt?- sentii la voce di Rachel
che mi chiamava piano
La intravidi che spuntava da
dietro una delle colonne
davanti a me. La guardai sorpresa
-Che fai mi spii?- domandai
continuando a camminare.
Rachel si mise al mio finco e abbassò lo sguardo come se si
sentisse in colpa
-No… cioè
si.. ma non volevo- biascicò
-Ehi Rach stavo scherzando- la
guardai sorridendole – non
ti preoccupare tanto te lo avrei raccontato comunque-
Vidi il suo viso rilassarsi
-che ti hanno detto? Sai non
è che sentissi molto bene da
li dietro-
-In poche parole Santana
sarà la mia insegnate privata-
dissi sbuffando.
-Oh. Com’è
venuta fuori questa cosa? Sicuramente Mr
schuster dovrà aver parlato con loro dei tuoi pessimi voti
e..-
-Rachel stop. Sicuramente si e ora
oltre a ritrovarmela
qui al Glee dovrò sopportarla tutti i santi i giorni- mandai
gli occhi al
cielo. Non avevo per nulla voglia di entrare in contatto con quella
persona
-Eddai magari non è poi
così male- disse la cantante. Ma
il suo tono non era per nulla credibile.
La guardai storto e lei mi
capì al volo perché fece una
smorfia che doveva assomigliare ad un sorriso
-Ok. Però mai giudicare
un libro dalla sua copertina-
-Ufff. Mi impegnerò
promesso. Perché sennò addio diploma-
-Brava- mi disse infine Rachel
dandomi un bacio sulla
guancia e dirigendosi a lezione
-Ci sentiamo dopo-
-Sappi che ti verrò a
tartassare dopo la mia lezione di
oggi pomeriggio- le risposi io
Sentii la campanella e iniziai a
correre verso la mia
classe.
Passai il resto della mattinata a
pensare ai fatti miei.
Ripensai allo strano incontro con Quinn, e non so perché ma tutte le volte che
pensavo a lei mi
spuntava un sorriso sulla faccia. Avrei davvero preferito che le
ripetizioni me
le facesse lei e non l’altra.
Sospirai per l’ennesima
volta quella mattina, erano già
le 3:15 così decisi di avviarmi al parcheggio
-Sei in anticipo- mi spaventai
sentendo quella voce che
mi aveva preso controtempo
-Non pensavo di fare
così paura- continuò a parlare
Santana passandomi accanto con un ghigno divertito
-No è che ero assopita
nei miei pensieri e non avevo
sentito nessuno arrivare- provai a dire
-Sisi… come vuoi- disse
entrando in macchina
La segui velocemente e montai
anche io.
Il viaggio passò
silenzioso. L’unica volta che abbiamo
parlato era per dire la via dove abitavo. Poi era partita e non aveva
proferito
parola per tutto il
tragitto. Io
guardavo fuori dal finestrino. Avvertivo una strana tensione, ma non
avrei
saputo descrivere di che genere fosse. Ci volle poco più di
dieci minuti
-puoi parcheggiare pure qua
davanti- le dissi indicandole
il luogo preciso
Non rispose ma eseguì
comunque il consiglio che le avevo
dato.
Dopo pochi minuti fummo dentro
casa. Come al solito non c’era
nessuno a quell’ora. Feci una presentazione veloce del piano
terra vedendo che
comunque non era molto interessata e poi la condussi di sopra in camera
mia.
La feci entrare e poi chiusi la
porta.
-Siediti pure dove vuoi- dissi
indicando le due seggiole
alla scrivania oppure il letto
-Ok- disse per poi prendere posto
su una delle due sedie.
Feci un respiro profondo, cercai
di rilassarmi il più
possibile e mi andai a sedere accanto a lei.
-Allora da cosa vuoi iniziare?-
-Mmmm direi con spagnolo o
storia.. visto che sono le due
materie che ho domani e nelle quali sono piuttosto indietro-
La sentii sospirare
-Certo è difficile
rimanere indietro in poco più di un
mese-
-Lo so. Ma è che sono
rimasta indietro dagli anni
passati- dissi abbassando la testa vergognandomi un po’ della
situazione
- Perfetto- la sentii sussurrare
-Su mettiamoci a lavoro-
Dopo 3 ore piene di lavoro mi
buttai esasperata sul
letto. Sentivo gli occhi di Santana su di me. Dovevo ammettere che
aveva una
pazienza fuori dal comune.
Mi girai e la guardai
-Grazie- le dissi accennando un
sorriso
-Lavoro- mi rispose lei senza
trapelare nessuna emozione
La vidi alzarsi e senza pensarci
chiesi
-Vuoi qualcosa da mangiare o da
bere? Sono stata davvero
maleducata a non offrirti niente per tutto questo tempo. Scusa-
-Non fa niente davvero sono a
posto. E poi sono passate
solo 3 ore- mi disse
-Ok. Allora ti accompagno alla
porta-
Mi alzai e la riaccompagnai
all’ingresso
-Ciao-
-Ciao-
-Grazie ancora-
Lei
mi sorrise per
la prima volta da quando l’avevo vista, sinceramente.
-Ci vediamo domani- parlai ancora
e ancora una volta non
ricevetti risposta ma solo un cenno con la mano.
Mi richiusi la porta dietro di me.
Tornai di corsa in
camera mi cambiai e poi uscii di casa velocemente per andare da Rachel.
Arrivai dalla mora in men che non
si dica. Suonai alla
porta e ad aprirmi fu un sorridente Leroy
-Ehi Britt- mi disse
l’uomo
-Ehi Leroy- lo salutai
sorridendogli
-Rachel è in camera- mi
disse facendomi entrare. Lo
ringraziai e scattai su per le scale. Andai davanti alla porta di
camera della
mia amica e senza bussare entrai di corsa.
-Britt- sentii gridare Rachel dopo
che l’avevo travolta
buttandola sul letto e io sopra di lei
-Britt mi schiacci- disse cercando
di spostarmi
Vedendo che non otteneva risultati
rinunciò alla sua
impresa e sbuffo
-Uffa però-
Io scoppiai a ridere e mi levai da
sopra coricandomi
accanto a lei
Vedevo che mi guardava male, si
sentiva offesa.
-Eddai Rach.. non te la prendere-
le dissi facendole un
pizzicotto sulla guancia.
-Un giorno te la farò
pagare- disse piano girandosi dall’altra
parte dandomi le spalle.
Io la strinsi da dietro e
appoggiai il mio mento sulla
sua spalla.
Per i successivi minuti gli unici
rumori presenti erano i
nostri respiri che andavano sincronizzati.
-Com’è andata
oggi?- mi chiese poi
-Non saprei. Direi bene- risposi
un po’ titubante
Rachel si alzò di
scatto e mi guardò interrogativa
-è riuscita a farti
studiare??-
-Per quanto risulti incredibile
si. cioè ci ho messo 3
ore a capire una singola cosa ma alla fine ce lo fatta- dissi
ricordando il
pomeriggio. Alla fine non era andato così male. Avevamo
fatto solo un po’ di
storia ma finalmente ero riuscita a ricordarmi qualcosa.
-Wow-
-Ehi non essere così
sorpresa. Ha davvero molta pazienza
ed è un ottima insegnante-
-Capisco- disse con il tono di una
che la sapeva lunga
-Cosa stai insinuando?- le chiesi
guardandola storta
-No niente. Dico solo che magari
quella ragazza sa come
prenderti. O magari l’ha già fatto- disse con uno
sguardo malizioso
-Rachel non essere stupida. Poi a
me non piace nemmeno-
dissi facendo la faccia offesa e mettendo su un adorabile broncio al
quale sapevo
che la mia amica non avrebbe resistito.
-Non mi freghi a questo giro mia
cara Pierce-
-Uff- sbuffai incrociando le
braccia al petto
Dovevo ammettere che Santana era
veramente bellissima. Aveva
una bellezza tutta sua.
-Davvero bella, latina, donna di
successo, intelligente,
come dire perfetta-
-Eh già- assecondai la
mia amica. Poi sentendola ridere
mi ripresi
-EHIIIII!!!- le dissi tirandogli
un cuscino
Rachel stava ridendo tantissimo
-Sembra quasi che non ci avevi mai
pensato-
-Lo so. Ma fatto sta che non la
conosco e non mi rivolge
parola. Quindi il carattere pareggia con tutto il resto- dissi convinta
di aver
detto una cosa intelligente
-Vedremo-
-E se la vuoi sapere tutta
preferirei di gran lunga
Quinn-
Scoppiai a ridere ma vidi la mia
amica rabbuiarsi di
colpo.
-Ehi Rachel
c’è qualcosa che non va?- chiesi preoccupata.
Lei mi guardò e
sforzò un sorriso che chiunque avrebbe
scambiato per falso
-Nono… tutto bene. Sono
solo un po’ stanca-
Sapevo che non era vero. Ero
sicura che dovevo aver detto
qualcosa di sbagliato.
Mi alzai dal letto, la salutai
come tutte le sere e
tornai a casa mia.
Mi addormentai nei miei pensieri
ma come dice il detto: la notte porta
consiglio.
E pensai che quella volta aveva
ragione. forse avevo
capito cosa aveva Rachel
Ecco un altro
capitolo……
Nn voglio anticipare niente
perché da qui in avanti
la storia avrà dei cambiamenti….
Grazie a tutti
|
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Capitolo 5 *** La cena ***
Mi svegliai di soprassalto.
Guardai la sveglia e
spalancai gli occhi, ero in pieno ritardo. La mia puntualità
era durata fin
troppi giorni. Aprii l’armadio cercando la divisa da Cheerios
ma non c’era,
così corsi in bagno per vedere se l’avevo lasciata
li, ma niente. Ne c’era da
nessuna parte. Alzai gli occhi al cielo.
“Inizia proprio bene
questa giornata” pensai.
-Mammaaaaaa- urlai dalle scale ma
non ebbi nessuna
risposta. Scesi ma
non trovai nessuno.
Mi stava venendo da piangere, era impossibile che fossero
già andati a lavoro.
Scesi le scale e mi guardai
intorno: niente. Mi buttai
sul divano esasperata.
-Britt- sentii poi una voce che mi
chiamava piano dal
piano di sopra
Alzai piano la testa credendo che
fosse la mia
immaginazione.
-Britt- la sentii di nuovo. Mi
alzai e mi affacciai in
fondo alle scale.
Vidi la testolina di mia sorella
spuntare dalla sua porta
-Aschley?-
dissi
confusa. Che ci faceva ancora a letto? Mi chiesi
Salii le scale e andai da mia
sorella che aveva ancora
tutta la faccia assonnata mentre la mia doveva essere totalmente
stravolta.
-Britt che ci fai già
sveglia? E perché stavi urlando?-
mi chiese teneramente
La guardai confusa.
Perché se ne stava così tranquilla
li?!
Lei dovette capire il mio pensiero
e semplicemente disse
-Solo io ho una sorella
così fuori di testa- sospirò
–è
Sabato- disse chiudendosi la porta dietro le spalle.
Rimasi imbambolata li davanti alla
sua porta per una
decina di minuti. Non credevo possibile che mi facessi prendere in giro
così da
una bambina di dieci anni, e per quanto mi faccia male ammetterlo aveva
pienamente ragione. ero totalmente una fuori di testa. Finalmente mi
decisi a
muovermi da quella posizione e a tornare in camera mia.
Mi buttai sul letto e presi il
telefono. Volevo chiamare
Rachel ma sapevo che a quest’ora sarebbe stata a fare i suoi
esercizi vocali.
Solitamente gli fa prima di venire a scuola ma oggi essendo sabato
ritarderà il
tutto.
Sospirai. Non avevo voglia di
dormire ormai mi ero
svegliata fin troppo bene. Ripensai al discorso che avevo avuto un paio
di sere
prima con Rachel. Avevo capito che aveva cambiato umore da quando avevo
nominato Quinn ma ancora non riesco a capire come mai. Le avevo pensate
di
tutte ma nessuna che avesse avuto un minimo di senso. Mi misi le mani
sulla
faccia in segno di resa
“Perché non
sono più intelligente?!” mi domandai. Forse
dovrei semplicemente chiederglielo. Ma so già che non mi
direbbe nulla. La
conosco fin troppo bene e finché non è pronta lei
a dirti le cose stai pure
certa che non ne ricaverai nulla.”Perché stavo
parlando da sola” mi chiesi di
nuovo.
Sbuffai e mi alzai. Presi le prime
cose che trovai
nell’armadio, scesi facendo più piano possibile,
scrissi un biglietto a mia
madre per avvertire che ero fuori e uscii.
Respirai a pieni polmoni.
L’aria era ghiaccia però in
compenso era una bella giornata. Presi a camminare verso la periferia
per
evitare il casino delle macchine. Avevo bisogno di un po’ di
pace e
tranquillità, quindi decisi di dirigermi verso il parco dove
ero solita andare.
Arrivai dopo una ventina di minuti
di camminata. Entrai e
mi andai a sedere sulla “mia” panchina, quella
più vicino al laghetto dove c’erano
le papere. Mi piacevano tanto, e mi piaceva dargli da mangiare.
Rimasi li a fissarle per non so
quanto tempo. Non mi
accorgevo del tempo che passava quando stavo li, entravo in una specie
di
trance.
-Brittany?-
Feci uno scatto, mi ero presa
paura.
Sentii una risata ormai familiare
-Scusami non volevo spaventarti-
disse
Mi voltai verso di lei sorridendo
-Figurati. Dai accomodati- le
dissi indicando la panchina
Quinn si sedette accanto a me. La
sentii prendere un
respiro profondo
-Allora che ci fai qui di prima
mattina?-
-Ecco diciamo che mi sono
svegliata credendo che fosse
venerdì- abbassai gli occhi imbarazzata
- invece quando mi sono resa conto
che era sabato ho
deciso di venire a fare una passeggiata-
le dissi arrossendo un po’ per la vergogna
Lei scoppiò a ridere
-Sei proprio una persona ingenua-
mi disse sorridendomi.
Avevo capito che me lo aveva detto come un complimento. Non rideva di
me ma con
me e questo mi rendeva felice
Rimanemmo a fissarci per qualche
secondo sempre con il
sorriso stampato sulla faccia. Poi mi riscossi e chiesi
-Te invece? Come mai da queste
parti?-
Quinn guardò davanti a
sé appoggiandosi allo schienale
della panchina
-Sai quando stavo qui io e la
persona di cui ero
innamorata venivamo spesso qui, proprio su questa panchina. Passavano
delle ore
qui seduti a parlare. Anche quando si litigava, ci ritrovavamo sempre
qui e si
faceva pace- disse fissando il lago con gli occhi quasi lucidi. Si deve
essere
emozionata
-Deduco che questa persona sia
ancora molto importante
per te- lo
sussurrai senza accorge mene
La vidi irrigidirsi un
po’
-Scusa non volevo essere
invadente, mi è sfuggito- la
guardai con una faccia triste, e quasi colpevole
Lei mi guardò di nuovo
e per la seconda volta mi sorrise.
Mi veniva sempre una strana sensazione quando lo faceva e arrossii
-Tranquilla. In realtà
hai ragione. è sempre con me, e
pur avendo rotto abbiamo mantenuto degli ottimi rapporti di amicizia.
Anzi
penso proprio che sia l’amicizia più profonda che
ho-
-Si vede da come ne parli-
Lei mi guardò con una
faccia interrogativa
-Si insomma… ti si
illuminano gli occhi al solo pensiero-
le dissi in imbarazzo. Mi sentivo veramente a mio agio con lei
-Capito-
questa fu
la risposta che mi diede
Mi sembrava ferita ma non capivo
se era per qualcosa che
avevo detto o per altro
-Stai bene?- mi feci coraggio e
glielo domandai
Lei mi guardò sorpresa
-Si scusa. È che mi
perdo nei ricordi e mi rattristo.
Invece non dovrei perché non si vive nel passato ma
è più forte di me-
-Sai lo faccio anche io avvolte.
Anche io venivo spesso
qui con la mia ragazza. Siamo state insieme 2 anni e mezzo. Anche se il
primo
anno non lo sapeva nessuno. Avvolte ci penso ancora e sento che mi
manca tanto
ma che alla fine forse lasciarsi è stata la cosa migliore
per entrambe- presi
fiato, con la coda dell’occhio vidi Quinn che mi fissava
interessata, forse ero
riuscita a distrarla, quindi continuai
-Sai, lei voleva diventare una
cantante, e era ed è brava
e ci è riuscita. A luglio le hanno offerto un contratto con
una casa
discografica ed ha accettato. Ero molto contenta per lei davvero, le
avrei
sempre augurato il meglio, e per quanto giovani e forse inesperte
eravamo,
sapevo cos’era l’amore e per lei provavo un
sentimento indescrivibile. Quindi
ho deciso di lasciarla andare per farle seguire il suo sogno.
L’ultima volta
che ci siamo parlate e viste era proprio qui- finii con una lacrima che
mi
scivolava sul volto
Sentii la mano di Quinn che mi
accarezzò il viso e che mi
asciugò il volto
-Sai credo che sei davvero matura
per quanto riguarda la
vita- mi disse sinceramente. Io le sorrisi imbarazzata. Nessuno mi
aveva mai
detto di essere matura. Solitamente ero la ragazzina stupida e fuori
dal mondo.
E soprattutto non mi aveva chiesto niente riguardo la mia
omosessualità. Magari
lo sapeva di già.
-Penso che sia giunta
l’ora di andare- mi disse guardando
l’orologio
Era più di due ore che
eravamo li. E non mi ero accorta
del tempo che era passato
Guardai il telefono. Avevo 7
chiamate perse
-Mi sa che hai ragione-
Quinn si alzò e mi
porse la mano. L’afferrai e mi
ritrovai di fronte a lei a pochi centimetri.
-Grazie di tutto- mi disse dandomi
poi un bacio sula
guancia
-Grazie a te- risposi imbambolata
-Sai mi fa piacere passare del
tempo con te- mi disse
guardandomi negli occhi. Erano di un verde bellissimo
-Anche a me- le risposi
Poi la vidi sorridere e
salutandomi un ultima volta
allontanarsi dalla parte opposta rispetto a quella in cui dovevo andare
io.
Poi mi incamminai anche io verso
casa. Ripresi il
telefono e mandai un messaggio a mia madre dicendole dov’ero
e che stavo
tornando a casa. E poi chiamai Rachel
Al terzo squillo sentii la voce
squillante della mia
amica
-Brittt-
Allontanai di qualche centripeto
il telefono
dall’orecchio prima di diventare sorda
-Rachel non urlare per favore- le
dissi
-Ti
sembra normale
che sparisci così per ore senza dirmi niente. Sono passata
da te prima e tua
madre mi ha detto del biglietto, quindi sono venuta a cercarti ma non
ti ho
trovata e –
-Rach spengi il disco. Sono viva
sto tornando a casa. Te
dove sei?-
-Sono
vicino a casa
tua. Stavo tornando indietro- aveva un tono dispiaciuto
- ok. Allora aspettami a casa ci
vediamo tra poco- le
dissi prima di chiudere la chiamata
Sospirai, non potevo sentire la
mia amica così. a volte mi
sentivo in colpa nello sparire così senza dirle niente. Ma
non le volevo
rivelare il mio posto, per quanto fosse poco nascosto e per quanto le
volessi
bene. Ma era l’unico luogo dove nessuno mi avrebbe cercato. E
dove potevo
staccare da tutto e da tutti.
Accelerai il passo e cercai di
arrivare il prima
possibile a casa.
*****************
-Sapevo che saresti stata qui- le
dissi. La vidi fare un
salto e girarsi incredula verso di me
Mi guardava con una faccia mista
tra lo stupito e la
paura. Si era bloccata davanti all’ingresso con gli occhi
fissi su di me.
Quegli stessi occhi che mi avevano fatto innamorare di lei e che
avevano fatto
innamorare molte altre persone. Le sorrisi per cercare di farla
rilassare e in
parte penso che ci riuscii. Si avvicinò a me con un passo
lento
-Che ci fai qui?- mi chiese infine
-Facevo due passi- fu la mia
risposta
Lei mi guardò storto.
Sapeva che non era vero
-Stamani quando mi sono svegliata
non c’eri. Quindi ho
fatto due più due e mi sono recata qui. Ma ho visto che eri
in buona compagnia
quindi mi sono fatta da parte- le dissi sinceramente
Lei sembrò preoccupata
-Da quanto sei qui?-
-Non da molto. Un’oretta
massimo. E tranquilla non ho
sentito nulla di quello che vi siete dette- le disse facendole un
occhiolino.
Ero contenta se finalmente si apriva con un’altra persona che
non fossi io
In tutti questi anni
c’eravamo state sempre e solo io e
lei.
Io parlavo con Puck anche mentre
lei non più. Non avevo
ben chiaro il motivo per cui quei due non si parlavano più.
Nessuno dei due mi
aveva voluto dire niente e dopo un po’ me ne ero fatta una
ragione.
La vidi rilassarsi un altro
po’.
-Sai credo che sia veramente una
bella persona- disse poi
all’improvviso
-Però non penso che sia
fatta per me. Non mi attira in
quel senso, ma mi fa stare bene, tutte le volte che parlo con lei non
ho
difficoltà a rivelare i miei sentimenti- mi
guardò sicura, e forse anche un po’
imbarazzata
Io le sorrisi di cuore, ero
davvero felice per lei
-Sai credo di capire. Ha un
qualcosa che riesce sempre a
metterti a tuo agio- dissi pensando a quei 3 giorni passati con lei a
farle
ripetizioni.
Alla fine stavo ringraziando
mentalmente Quinn e Mr.
Schue per avermi costretto a farle da tutor. Mi rilassava tantissimo la
sua
compagnia e mi faceva dimenticare tutto il resto. In quel momento
c’eravamo
solo io e lei, e tutte le sue difficoltà a capire qualsiasi
cosa. Ma alla fine
non lo faceva perché non ci metteva impegno, anzi era
proprio quello che mi
colpiva. La sua forza di volontà, in tutto.
-Andiamo?- mi riscossi dai miei
pensieri sentendo la voce
di Quinn
Mi voltai verso di lei e annuii.
Camminammo fianco a
fianco in silenzio fino a casa.
Dopo pranzo ci eravamo messe sul
divano a vedere una
serie televisiva, quando suonò il telefono di casa
-Quinn…- sbiascicai.
Non avevo la forza di alzarmi. Ero
tutta rannicchiata sotto una copertina
Lei mi guardò
sbuffando. Si alzò imprecando un pochino.
Dopo più di 5 minuti
abbondanti era tornata in salotto.
-Chi era?- domandai guardandola
-Era Kurt..- mi disse
-Kurt?!- le dissi confusa.
-Si.. siamo state invitate a cena
stasera con loro da
Breadsticks- riprese
la sua posizione
sul divano
-E te?- le chiesi speranzosa che
non avesse accettato
-Ho detto si- mi disse con aria
colpevole
Io sbuffai guardandola storto. Non
avevo per niente
voglia di andare a cena con dei liceali.
Lei mi guardò
supplichevole
-Eddai San… non
sarà poi così male. Poi guarda come ci
siamo ridotte sembriamo donne di 70 anni. Godiamoci questa piccola
vacanza che
ci siamo prese dalla nostra vita da adulti-
Aveva uno sguardo sempre
più da cucciolo bastonato
-Ok..ok.. però non mi
guardare così- le disse facendo un
gesto di resa con le mani.
Lei mi saltò sopra
-Grazie. Così potrai
far strage di cuori tornando la
vecchia Santana Lopez, la regina di Lima heights- mi disse
-Certo- le risposi tirando fuori
una delle mie
espressioni da stronza migliori.
Nel resto del pomeriggio mi
addormentai sul divano.
Quando riaprii gli occhi vidi che
Quinn non c’era più. Mi
stiracchiai la schiena allungando le braccia indietro. Chiusi e aprii
gli occhi
un paio di volte, e poi finalmente decisi di alzarmi. Una volta in
piedi un
brivido di freddo mi percorse la schiena e mi fece tremare.
Salii le scale per andare in
camera mia per prendermi una
felpa. Stavo veramente gelando. Salii le scale veramente piano,
assaporando ad
ogni scalino il ricordo di una vita passata tra quelle mura. Mi mancava
tantissimo vivere nella mia piccola città, dove tutti sanno
chi sei, dove la
gente è accogliente e non c’è mai
troppa confusione.
Sospirai. Odiavo avere quel
pensiero, sapevo che sarebbe
stato impossibile tornare a vivere qui, sarebbe stato un continuo via
vai da
qui a New York.
Entrai in camera, e presi la prima
felpa che trovai
nell’armadio. Sbuffai guardando l’orologio. Erano
le 6pm passate, quindi mi
rispogliai e andai a preparare un bel bagno caldo. Avevo voglia di
rilassarmi e
un bel bagno ci sarebbe sicuramente riuscito. Non credevo che una
stupida cena
con degli adolescenti mi avrebbe agitato così tanto.
Dopo un po’ che ero li
dentro sentii la porta di casa
aprirsi e richiudersi. Doveva essere tornata Quinn. Sentii salire le
scale ad
un passo veloce
“3…2….1”
pensai prima che la mia porta del bagno si
spalancasse.
Mi ritrovai una Quinn tutta sudata
davanti a me che
cercava in vano di riprendere fiato
-Fabray se magari avessi un naso
vero e non di plastica
riusciresti a respirare meglio-
Lei mi guardò storto
Poi finalmente la sentii
ricominciare ad avere un respiro
normale
-Dove sei stata?- le chiesi
uscendo dalla vasca, e
mettendomi intorno un asciugamano.
-Quando mi sono svegliata, te
dormivi sempre. Mi era
preso un certo languorino e così sono andata in cucina, ho
aperto il
frigorifero ed indovina…..- mi guardò accigliata
-Era vuoto?!- intervenni io.
L’avevo messo a domanda ma sapevo
benissimo che era vuoto. Oggi avevo cucinato io le poche cose che erano
rimaste.
-Fai finta di non saperlo, ma lo
sai benissimo. Quindi
sono andata a fare la spesa, e 2 ore dopo sono finalmente tornata a
casa,
sudata, nervosa e pure in ritardo- mi disse
Io la guardai ridendo. Era
veramente sfatta.
-Se vuoi ti preparo un bagno anche
a te- lei mi guardò
-Hai visto che ore sono?!- mi
chiese ironica. Io feci un
gesto di negazione con la testa
Poi alzai la testa e vidi che
erano le 7 .40 pm e
strabuzzai gli occhi
-Cazzooooo- urlai.
Quinn sospirò
-Vado a lavarmi velocemente, ti
voglio pronta tra
mezz’ora massimo. Già siamo in ritardo- disse
correndo nella sua stanza
Entrai nel panico. Avevo davvero
troppo poco tempo, non
avevo idea di che mettermi.
Decisi prima di asciugarmi e darmi
una sistematina con un
po’ di trucco e nel mentre pensare.
Lo feci il più
velocemente possibile. Poi aprii l’armadio
e li mi fermai
*******************************
-Sono pure in ritardo- disse
Rachel sbuffando
-Dai Rach vedrai che arriveranno a
momenti- intervenne
Kurt. Lui era quello che aveva avuto questa idea, e nessuno aveva
saputo o
capito il motivo del loro invito. Io non mi feci molte domande. Ero
solo
contenta di poter rivedere Quinn e magari di scambiarci altre due
chiacchiere.
-Dai intanto entriamo e mettiamoci
a sedere- propose
Mercedes e tutti seguirono la sua idea.
Ci posizionammo al nostro tavolo
solito, che ormai ci
riservavano per tutte le serate che facevamo li.
-Kurt ci spieghi perché
hai invitato pure loro?- chiese
ad un certo punto Tina
Era la domanda che ci facevamo
tutti
-In realtà ho
semplicemente pensato che potesse essere
carino conoscerle in altre circostanze visto che dovranno stare con noi
per il
resto dell’anno- disse il ragazzo
Tutti lo guardammo basiti. Non era
certo la risposta che
ci saremmo aspettati, soprattutto non da lui, aveva sempre un secondo
fine.
-Che c’è?-
chiese vedendo le espressioni sul nostro volto
Ma nessuno fece in tempo a
rispondere, perché le porte si
aprirono ed erano li. Entrambe. Si girarono verso di noi si
avvicinarono. Io
non riuscivo a parlare, erano semplicemente… wow. Nessuna
descrizione, nessuna
parola avrebbe potuto esprimere la loro bellezza
-Scusate il ritardo- sentii la
voce di Quinn
-Fa niente- disse Kurt alzandosi e
andando a salutarle.
Poi le fece accomodare una da una parte e l’altra
dall’altra.
Ovviamente io accanto avevo
Santana e dall’altra parte
Sugar. mentre Rachel mi rimaneva di fronte con Blaine da un lato e Sam
dall’altro.
Mentre Quinn era accanto a Kurt e
Finn. Davanti a lei
c’era Rory
con accanto Joe e Kitty. Poi
dall’altre parte di Santana c’erano Mike e Tina
mentre vicino a Finn, Jake e
Ryder e a capo tavola Arti.
Prendemmo le ordinazione e poi
Kurt interruppe il
silenzio tartassando di domande le due ospiti
Chiese tutto sulle loro famiglie,
come mai avevano deciso
di andare via da Lima, passando a domande inutile, facendosi raccontare
come
erano entrate a far parte del Glee
-Mi ricordo benissimo. Fummo
costrette ad unirci al Glee
per punizione. Avevamo avuto una rissa..-
-Una rissa?- chiese come per
conferma Kurt
- Si proprio una rissa.. non
è vero San- intervenne Quinn
-Sapete io e Quinn ci odiavamo
molto i primi due anni, e
non era una novità che ci prendevamo e che avvolte si andava
oltre le parole-
Santana rise mentre raccontava quella storia che stava rapendo e
lasciando
tutti scioccati. Insomma nessuno si sarebbe mai aspettato che due come
loro
facevano a botte.
-Insomma dopo la rissa interrotta
da Mr Schuester, ci
aveva portato dal preside Figgins che giustamente voleva sospenderci, ma Quinn come capo
cheerleader e la mia
fondamentale presenza in quella squadra la Sylvester non
l’avrebbe mai
permesso, quindi il Professore propose di farci entrare nel suo club, e
fummo
costrette ad accettare, se non volevamo la sospensione e la punizione
della
Sylvester- finì di raccontare la latina.
-Wow- fu il coro che si
creò da parte di tutti
-complimenti. Non vi facevo per
niente due tipe così
aggressive- disse Kurt
-Si vede che non hai mai letto
nulla su di loro-
intervenne Kitty
-Sai non tutti siamo degli stolker
come te- la ghiacciò
il ragazzo
Kitty spalancò la bocca
un paio di volte poi tornò zitta
al suo posto.
-Però devo ammettere
che non ho mai ringraziato tanto
Quinn per quella stupida rissa- ammise alla fine la mora
Cominciammo tutti a ridere. Dovevo
ammettere che quella
serata stava prendendo il verso giusto.
-Invece raccontateci un
po’ di voi- chiese Quinn dopo che
la risata si spense.
Noi ci guardammo e il primo a
parlare fu Kurt
-Sono uno dei membri originali del
Glee, affascinato
dalla moda e dal senso del buon gusto, e per quanto Rachel ne abbia
poco la
posso considerare la mia migliore amica insieme a Mercedes- Quinn rise
così
come noi
-e per finire sono fidanzato con
questo ragazzo qui
accanto a me.. L’ex usignolo Blaine- disse abbracciando il
ragazzo accanto a
lui
-Volevo solo dire che io non ho il
gusto dell’orrido come
sostenete voi altri. Sono semplicemente diversa dalla moda- si difese
Rachel
-Rachel Barbra Berry… -
intervenni io- ossessionata dalla
cantante Barbra, sogna di entrare alla NYADA e di sfondare a Broadway-
-Ex fidanzata del qui presente
Finn Hudson- si intromise
Mercedes indicando il ragazzone che era diventato rosso
-Mercedes Jones cantante
fantastica, diva numero uno del
Glee… sogno: diventare una cantante famosa- ripresi a
parlare io e interrotta
subito dopo da Cedes
-Brittany Susan Pierce…
ballerina fantastica, sogna di entrare
alla Julliard....-
-divoratrice di uomini- intervenne
Sam
-Per poi accorgersi che non erano
loro ad interessarle
bensì le fanciulle- concluse Kurt
Io divenni paonazza.
la serata continuò con
le nostre “presentazioni” per un
bel po’ di tempo. Tutti dicevamo gli interessi di tutti
soffermandoci
ovviamente sulle questioni private.
Fino a che non chiesi
-E voi?- tutti si girarono verso
le ragazze interessate e
le fissavamo pronti a sentire le loro storie
Le due ragazze si guardarono e poi
Santana iniziò a
parlare
-Diciamo che eravamo due ragazze
opposte in questo senso.
Quinn era a capo delle regine della castità, mentre io non
lo ero affatto-
disse sorridendo
-Esatto. Diciamo che lei si
è girata tutta la scuola, ma
aveva una preferenza per questo ragazzo, Noah Puckerman-
continuò Quinn
-Si e Puck era fidanzato con
Quinn- tutti le guardammo
incredule
-Quindi passammo due anni a
litigarcelo, lui andò a letto
con entrambe e..-
-e sfortunatamente io rimasi in
cinta- concluse Quinn
Noi eravamo sempre più
incuriositi e anche sbalorditi da
quei racconti
-Io a quel punto avevo campo
libero con Puck e così ci fu
un periodo che uscivo solo con lui-
riprese la latina
-Però nei nove mesi
successivi e dopo la nascita di Beth,
mi accorsi che non era Noah che volevo-
-Che mesi infernali-
commentò Quinn ad alta voce
-E chi è che volevi?-
chiese curioso Sam
Santana prese un respiro profondo
e guardò Quinn. Che le
sorrideva
-Quinn- disse poi Kurt
interrompendo il silenzio
-Esatto- confermò la
bionda.
-Sapete nessuna delle due voleva
ammettere i sentimenti
per l’altra. Poi un giorno grazie all’aiuto di una
nostra supplente San ha
cantato una canzone per me ammettendo i suoi sentimenti davanti a
tutti-
-Penso che sia stato il gesto
più romantico che mi abbia
mai fatto- concluse la bionda
Mi girai verso Rachel che mi
guardava incredula.
Ripensai a quello che mi aveva
detto la mattina al parco.
Quella persona tanto speciale doveva essere Santana. E io come facevo a
competere con lei?!
-Che storia commovente- disse Kurt
che aveva una lacrima.
-Ma la bambina?- chiese ad un
tratto Blaine mentre
consolava il fidanzato
-L’ho data in adozione-
disse semplicemente la bionda
-Era la scelta più
difficile che ho fatto, ma lo ho fatto
per il suo bene. I miei mi avevano cacciato di casa, non avevo un posto
dove
stare, ne dei soldi, e soprattutto la responsabilità di
badare ad una bambina-
Mi si strinse il cuore ad
ascoltare un racconto del
genere. Non riuscivo nemmeno ad immaginare il dolore che aveva potuto
provare
in quel periodo.
-Vabbè basta parlare di
cose tristi- continuò poi Quinn
Noi tutti annuimmo però
nessuno propose un argomento
nuovo.
-Visto che abbiamo finito di
mangiare che ne dite se
andiamo a prenderci qualcosa da bere in quel bel posto dove hanno anche
il
karaoke?- propose Rachel.
Tutti alzammo gli occhi al cielo
perché sapevamo che
avremmo dovuto ascoltare la cantante anche quella sera, però
accordammo con lei
che andava bene.
Dopo svariati drink e svariate
canzoni cantate da Rachel,
Kurt e Mercedes ci eravamo trovati a supplicare Quinn e Santana che
cantassero
qualcosa loro.
-Dai suuuu- disse Kurt
-Non fatevi pregare ancora- dissi
io, alquanto alticcia
mentre tiravo la mano sinistra di Quinn e quella destra di Santana.
Le due ragazze avevano rifiutato
di cantare da quando
avevamo messo piede nel locale
Eravamo seduti al tavolo
più vicino al karaoke. Finn,
Tina, Kitty, Jake e Ryder e anche Arti erano andati via da una ventina
di
minuti.
-Forse non sono poi in gamba come
ci voleva far credere
Mr Schue- disse infine Rachel a Mercedes che annuiva mentre le guardava
In quel momento Santana si
alzò, prese Quinn per mano e
la trascinò sul palco, lanciando un’occhiata
glaciale a Rach.
-Finalmente- sussurrai io. Ero
emozionata nel sentirle
finalmente cantare.
Ci accomodammo tutti ai nostri
posti e iniziammo a urlare
e a fargli il tifo.
La base partì..
riconobbi subito la canzone, era “take my
breath away” la colonna sonora del film Top Gun.
Watching
every motion in
my foolish lover´s game
On this endless ocean
finally lovers know no shame
La
voce di Quinn riempì la sala, aveva una
tonalità tutta sua, dolce e calma.
Turning and returning to
some secret
place inside
Watching in slow
motion as you turn arount and say
Santana poi cambiò la sua voce con
quella di Quinn. Aveva un timbre
davvero
particolare, roco ma stupendo, non avevo mai sentito una voce
così
Take my breath away
Take my breath away
si unirono insieme, e li fu un vero brivido si emozioni,
suonavano così
bene le loro voci insieme, sembravano fatte per stare insieme
Mi voltai
verso Rachel mentre la canzone continuava a suonare, aveva una faccia
meravigliata, così come tutti gli altri. Sapevano catturarti
e farti provare
emozioni forti, trasmettevano tutto quando cantavano, ti portavano con
loro, ti
coinvolgevano come se stavi vivendo i loro stessi pensieri.
Il mio
cuore sussultò. Ero estasiata.
La canzone finì negli
applausi e nei fischi di tutti. Avevano
un talento impressionante. Era l’unica cosa che riuscivo a
pensare. Le fissai
per un momento mentre erano ancora sul palco. Le guardai sorridere e
arrossii. Erano
ancora più belle. Entrambe. Per la prima volta mi ero
accorta di quanto anche
Santana mi colpisse. Scacciai subito quel pensiero dalla mia mente, non
era il
momento di pensare certe cose.
Tornarono tra di noi e le
riempimmo di complimenti.
-Va bene, va bene. Vi insegneremo
a farlo, anche se in
parte lo fate già da soli- disse infine Santana dopo le
varie richieste d’aiuto
che aveva ricevuto da tutti.
La serata finì poco
dopo e se ne tornarono tutti a casa. Io
e Rachel avevamo deciso di tornare a casa a piedi, poiché
eravamo dalla parte
opposta di dove dovevano andare tutti.
Ci incamminammo e subito dopo una
macchina si accostò
vicino a noi. Il finestrino si abbassò e apparve Quinn che
sorridendo ci disse
-Venite, vi diamo uno strappo noi-
Io e Rachel ci guardammo per un
secondo e poi montammo in
macchina.
-Grazie- disse subito la mia amica
non appena la macchina
ripartì
-Figurati- rispose Santana
Io ero imbarazzata da quella
situazione, e non ne sapevo
nemmeno il motivo.
Il viaggio trascorse in silenzio.
Gli unici rumori erano
la radio e Rachel che ogni tanto dava indicazioni su come arrivare a
casa sua.
Finalmente la macchina si
fermò.
-Wow- disse Quinn
–è davvero una bella casa-
-Grazie- disse la mora imbarazzata
–sai i miei papà ci
tengono tanto all’ordine e che tutto sembri perfetto-
-Capito- rispose la bionda
sorridente.
Rachel aprì lo
sportello e ringraziando un’altra volta
scese dalla macchina e io subito dopo di lei
-Grazie di nuovo- ripetei io infine
-Grazie a voi della serata- mi
rispose Santana
Il mio cuore
perse un battito. Che
mi sta succedendo?! Pensai
prima di
vedere la macchina partire
Finito anche questo capitolo.
Ringrazio tutti quelli che leggono
questa storia.
Non so ancora in che modo si
svilupperà quindi staremo a
vedere un po’
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Capitolo 6 *** Destino e Ritorni ***
Mi tormentai tutta la notte. Avevo
questo pensiero fisso
di Santana e Quinn. Vedevo le loro immagini stamparsi nella mia mente.
Prima
l’una e poi l’altra, in continuazione. Mi rigirai
per l’ennesima volta. Questa
volta però feci meno attenzione e tirai una pedata a Rachel
che si svegliò di
scatto
-Che succede?- biascicò
girandosi verso di me. Sentii le
sue mani che tastavano la mia faccia fino a che un suo dito non
finì nel mio
occhio e io urlai di dolore
-Allora sei sveglia- disse
semplicemente lei.
Io sbuffai mentre mi massaggiavo
l’occhio che
ingiustamente era stato colpito. Non risposi ma mugugnai semplicemente.
La vidi
tirarsi su a sedere e fissarmi. Anche se era buio sentivo il suo
sguardo
indagatore su di me
-Brittany non sei così
agitata dalla notte in cui Deni ti
ha chiesto se volevi stare con lei oppure quando ti ha mollato. Scegli
pure
quale preferisci, ma non mi inganni facendo un semplice rumore, e
sperando che
mi rimetta a dormire. Quindi o mi dici cosa c’è
che ti tormenta con le buone
oppure te lo faccio dire io con le cattive- disse mettendo un accento
in più
sull’ultima frase.
Era difficile che Rachel si
arrabbiasse ma quando lo
faceva diventava davvero pericolosa.
Cosi presi un respiro profondo,
chiusi gli occhi e contai
fino a dieci prima di parlare
-Precisamente non lo so. Ma
continuo a pensare a Quinn, e
poi successivamente mi appare l’immagine di Santana che mi
sorride, e poi
riappare Quinn e così via… è tutta la
notte che mi tormentano-
Calò il silenzio per
qualche minuto, penso. Non avevo
molto la cognizione del tempo in quel momento, ma il fatto che Rachel
non
parlasse mi preoccupava. Mi ricordo come se fosse ieri quando mi fece
un
monologo incredibile su come Deni fosse adatta a me, di come mi
guardava e che
lei l’aveva sempre saputo che ci saremmo messe insieme.
E invece ora stava zitta, e la
cosa non andava bene
-Rach- dissi io dopo un
po’
-Si scusami. Stavo pensando-
rispose semplicemente
tornando sdraiata accanto a me a fissare il soffitto
-Sembra che ti sei presa una cotta
per entrambe, ma
questo l’avevi capito pure te giusto?!-
-In realtà non ci avevo
pensato. Insomma con Quinn sto
molto bene e si penso che mi piaccia, e con Santana non saprei proprio.
Non si
può dire che abbiamo avuto un rapporto, nemmeno nelle ore di
ripetizioni, è un
mistero totale-
-e forse ti attira proprio quello.
Alla fine con Quinn
sembra che ci sei in sintonia,mentre con Santana sono solo attimi o
piccole
cose- disse come leggendomi nella mente.
Mi sorprendeva sempre questo fatto
di lei. sapeva
leggermi dentro come nessun’altro sapeva fare, capiva sempre
prima di me cosa
sarebbe accaduto, aveva una dote e io l’adoravo per questo,
sapeva sempre che
dirmi e come dirmelo, mentre io ero proprio una frana in queste cose.
Mi venne da sorridere leggermente.
-Che ridi?- mi chiese come se mi
avesse visto
-Mi sorprendi sempre- le dissi von
tutta sincerità. Lei
si rigirò verso di me e mi strinse la mano
-Ammettilo che saresti
completamente persa senza di me-
-Certo- risposi sicura io
–Sei la mia guida- finii e poi la
strinsi a me. Le volevo un mondo di bene, era mia sorella per me, e io
lo ero
per lei, un legame indistruttibile.
-Cerca di dormire ora
però- la sentii dire, mentre
sbadigliava
-Ok- le risposi prima di sentire
il suo respiro che si
faceva già più pesante. Sorrisi di nuovo, e
finalmente mi addormentai pure io
cullata dal suo respiro.
La mattina quando mi svegliai mi
ritrovai da sola nel
letto. Aprii piano gli occhi e vidi che era ancora tutto buio, presi il
telefono dal comodino e guardai l’ora. Le 10:20 am. Mi
stropicciai gli occhi e
mi stirai un paio di volte. Poi scesi dal letto, e andai in bagno. Mi
sciacquai
la faccia
“hai proprio una bella
faccia stamani Britt” mi dissi
asciugandomi il viso. Sbadigliai e mi avviai ai piani inferiori. Sapevo
che i
genitori di Rachel non erano in casa ma erano via per questa settimana
per il
lavoro di Hiram. Andai in cucina e trovai un bigliettino di Rachel
Sono
andata a
correre. Se ti svegli e non mi trovi aspetta a fare colazione che ti
porto
qualcosa dal bar, anche se so che mangerai senza dubbio
qualcos’altro perché
sei un pozzo senza fondo;)
A dopo
Rach. 9:00
am
Mi venne da ridere, faceva i
monologhi persino sui
bigliettini, però non aveva tutti i torti, perché
il mio stomaco brontolava, e
anche se sapevo che sarebbe tornata a momenti mi mangiai comunque
qualche
biscotto.
Dopo una decina di minuti sentii
la chiave girare nella
porta
-Brittany non
c’è bisogno che tu nasconda in questo
momento il pacco di biscotti che so che stai mangiando- disse entrando
in
cucina, trovandomi intenta a rimettere i biscotti al loro posto. Feci
una
faccia di una che era stata beccata in pieno nel fare qualcosa che non
doveva
fare.
-Tieni- mi disse porgendomi due
paste e un caffè
-Grazie- addentai la prima pasta
alla crema. E pochi
morsi dopo divorai pure la seconda. Rachel mi guardava basita
-Penso che non mi
abituerò mai a vederti mangiare- disse
mentre mangiava la sua
Io sorrisi con una faccia
colpevole per poi bere il mio
caffè
La mattinata passo bene. Mi misi a
vedere un telefilm
mentre Rachel si faceva il suo bagno rilassante e poi andammo a fare una passeggiata. A
pranzo eravamo a casa
mia perché mia madre aveva insistito troppo e ora eravamo in
camera a decidere
che cosa avremmo fatto
-Mando un messaggio a Kurt e sento
che fanno loro- mi
disse mentre prendeva il telefono
Io annuii
-Te senti Sam- mi
ordinò mentre mi lanciava il mio
telefono, che fortunatamente riuscii a prendere al volo, risparmiandoli
una
caduta non troppo leggera.
Mandai il messaggio a Sam, poi a
Finn e infine a Tina
-Niente Kurt è con
Blaine allo zoo- mi disse mortificata
Rachel
-Nemmeno Sam
c’è-
-Dovrà uscire con
Mercedes fisto che mi ha scritto
semplicemente Non posso. Poi ti spiego,
scusa.- disse mentre mi faceva vedere il messaggio che la
aveva mandato
-Tina?!- mi chiese
-Non mi risponde- dissi buttandomi
arresa sul letto
-Sembra che siamo solo io e te- le
dissi. Finn aveva da
fare al negozio con il babbo di Kurt, mentre Tina supposi che doveva
essere con
MIke
-E che facciamo?- mi chiese
-Usciamo. Le nostre vite sono
diventate tristi da quando
siamo single. La domenica diventa un giorno bruttissimo- dissi
alzandomi dal
letto e porgendo la mano alla mia amica
-Ok- disse semplicemente
afferrandomi la mano e tirandosi
su
In un batter d’occhio
eravamo fuori e andammo verso il
centro commerciale, per vedere qualche vetrina.
Passarono un paio d’ore
dove Rachel mi trascinava dentro
ogni singolo negozio tirando fuori dei capi allucinanti che sarebbero
piaciuti
solo a lei. non capiva proprio nulla di moda, eppure era una bella
ragazza ma
il suo gusto era pessimo in fatto di moda.
Finalmente c’eravamo
fermate, io avevo fame e era giusto
l’ora della merenda così ci sedemmo al primo bar
del centro commerciale.
Io ordinai un bel panino e una
fetta di torta e un succo,
mentre Rachel prese semplicemente una bottiglietta d’acqua.
-Ehi ragazze- disse una voce alle
nostre spalle
Mi girai subito
-Ehi Sug, che ci fai da queste
parti?- le chiesi. Non ero
abituata a vedere la grande e ricca Sugar Motta in un qualunque centro
commerciale
-Ero venuta qui perché
ho saputo che c’è il parrucchiere
più bravo di tutto l’Ohio che lavora qui, e quindi
lo volevo testare, prima che
diventasse il mio parrucchiere personale- disse sedendosi accanto a noi
Io sospirai, era incredibile
quella ragazza non finiva
mai di stupirmi.
-E voi?- ci chiese poi mentre ci
mostrava il suo nuovo
taglio, ma io non vedevo molte differenze da quello che aveva prima
-Stiamo semplicemente facendo un
giro- rispose Rachel
alla meno peggio. Non le andava molto a genio Sugar, non che avessero
legato
molto, ma era un rapporto mai nato.
A me invece stava molto simpatica
anche se delle volte la
trovavo davvero bizzarra, peggio di me
-Vabbe ragazze vi saluto che
c’è Roger che mi aspetta
fuori. Ci vediamo domani- disse andando via
Noi la guardammo sparire e poi ci
lanciammo un’occhiata
complice.
-Che ragazza strana-
Io annuii a quelle parole
-Vabbe direi che possiamo pure
tornare a casa. Sono già
le 6:30 pm- mi disse Rachel alzandosi.
*******************
Ero seduta alla scrivania a
controllare i documenti che
il mio segretario, e al momento la persona che mi sostituiva a lavoro,
mi aveva
mandato il giorno prima. Erano tutte le azioni degli alberghi e come
stava
andando nei profitti ecc… sbuffai lasciando andare i fogli
sulla scrivania
sparsi. Non avevo punta voglia di leggerli attentamente, non mi mancava
per
niente quella vita, volevo solo rilassarmi invece nemmeno tre settimane
dopo
che ero partita mi avevano già contattato.
Sentii la porta aprirsi e vidi
Quinn spuntare con dei
fogli in mano. Sospirai e mandai gli occhi al cielo tornando a fissare
la
scrivania
-Dimmi che non sono per me- chiesi
semplicemente
-No, purtroppo sono per me- mi
disse gettandomeli accanto
Gli diedi un occhiata veloce,
leggendo solo la pagina
iniziale
-Ti vogliono per questo caso?- le
chiesi e lei mi annuii
-Ma non avevano detto che almeno
fino a Maggio non
sarebbe nemmeno stato preso in considerazione-
-Si, in principio avevano detto
così, ma a quanto pare
non ne hanno potuto fare a meno-
-Quindi che devi fare?-
-Ho detto che seguo il caso da
qui, e loro hanno detto
che andava bene, solo che devo avere
degli incontri con lui in questo e nel prossimo mese- mi disse disperata
-Quando te ne vai?- le chiesi poi
-la settimana prima delle
provinciali sono stata
richiesta in ufficio. Poi quando voglio. Te come sei messa?- mi chiese
con un
tono tutt’altro che felice. Non l’avevo mai vista
così. il suo lavoro era tutto
per lei, lo amava e lo faceva con passione. Aveva un fuoco che le
bruciava
dentro in ogni caso che affrontava mentre per questo era spenta e non
andava
affatto bene, non poteva permettersi di sbagliare soprattutto ora,
quando
finalmente la posizione che le aspettava e che sognava da una vita.
-Ehi tranquilla ci penso io a
questi ragazzacci- le disse
facendole un occhiolino
-So che non potevano rimanere in
mani peggiori- scherzò
lei
La vidi finalmente rilassarsi un
po’ .
Il giorno dopo ne parlammo
direttamente con Mr Schue che
disse di non preoccuparsi che erta giusto che mettessimo prima il
nostro
lavoro.
Nell’arco della giornata
vidi Quinn sempre più
tranquilla.
Finalmente arrivò
l’ora del Glee, mancavano 2 settimane
alle provinciali e quindi bisognava scegliere la scaletta e le
coreografie da
preparare.
Ci mettemmo sedute di fronte ai
ragazzi insieme al
professore.
-Propongo una sfida a coppie per
il duetto che ci sarà-
disse subito Will
I ragazzi mandarono gli occhi al
cielo, e io e Quinn ci
guardammo complici. Anche a noi ci fece fare questa cosa e devo
ammettere che
per la prima volta aveva azzeccato qualcosa di giusto
-Esatto. E ci sarà un
premio per il vincitori- continuai
io attirando l’attenzione di tutti
-Una
cena, o un
massaggio o un viaggio alle terme offerto tutto gentilmente dalla mia
amica
Santana- concluse Quinn lasciandomi un secondo perplessa ma poi
l’assecondai
scatenando un urlo generale
-Ci sto- disse Rachel
-Vincerò questa sfida-
proseguì la mora
-Non ci contare troppo Berry. Quel
premio sarà mio- si
intromise Mercedes
-Mr Schue. Le coppie?- chiese
infine Kurt
-Giusto. Le coppie…-
-Le facciamo noi o la sorte-
-La sorte- decise Quinn
Fatti i bigliettini iniziammo a
estrarre e questi furono
gli accozzamenti finali:
Finn-Marley;
Brittany- Blaine; Jake -Mike; Kurt-Artie; Mercedes-Sugar; Ryder-Sam;
Rory-Tina;
Joe-Kitty
-Scusate io sono rimasta sola -
disse Rachel
Merda erano dispari. Guardai Quinn
che scrisse altri due
nomi. Sapevo già quali erano le sue intenzioni e non volevo
assolutamente
assecondarla. Non volevo assolutamente cantare con la nana petulante.
-Scegli- le disse Quinn porgendole
i due bigliettini
Pregai con tutte le forze di non
essere io. Sentivo
l’ansia salirmi. Sembrava andare tutto a rallentatore, lei
che si avvicinava
con la mano a uno dei due fogli che la mia amica le stava porgendo fino
a che
non ne afferrò uno
-Quinn- pronunciò poi
l’altra e a quel punto mi rilassai.
Vidi Quinn sorriderle e poi
tornare a sedere accanto a
me, mentre Rachel era rimasta li in piedi imbambolata.
-Ma non è giusto
così- disse poi Mike, contrariato da
quella situazione
-Esatto è
avvantaggiata- lo seguì l’altra asiatica.
Io sbuffai e guardai Quinn che nel
frattempo mi aveva
passato l’altro biglietto
-Non è assolutamente
vero. Anzi, io non ho più talento di
nessuno di voi, e la vostra amica è pure svantaggiata
perché non ci conosciamo
e non abbiamo mai cantato insieme, al contrario di voi-
Ci fu un silenzio mentre i ragazzi
si guardavano tra di
loro, complici
-Ok- disse poi Kurt –Va
bene-
Quinn sorrise, e io giuro di non
aver capito il motivo di
tanta felicità. O voleva riprovare le sensazioni perdute di
un tempo, o voleva
sentirsi di nuovo una liceale, non ne avevo assolutamente idea, anche
perché la
settimana prossima sarebbe andata via per almeno 3 giorni.
-Perfetto- intervenne poi
finalmente Mr Schue che
sembrava risvegliarsi da un coma momentaneo
-Ora che abbiamo le coppie bisogna
solamente avere dei
giudici- si stoppo come per pensare a chi scegliere
-Allora direi oltre a me e
Santana, mia moglie, la coach
Beiste e…-
-Direi la sottoscritta- disse una
voce fin troppo
famigliare alle mie orecchie entrando nell’aula del Glee.
-Sue?-
-Si William. Visto che sono il
preside e visto la vostra
scarsa percentuale di vittorie ho deciso finalmente di seguirvi un po
più da
vicino per infondervi un po’ del mio spirito da campionessa.
E poi per condurre
una scuola vincente anche questo stupido club dovrà pur
vincere nel mio seconda
anno di regime- disse mettendosi in piedi davanti ai ragazzi
-Giovedi vi aspetto tutti in
auditorio alle 3 per vedere
chi vincerà questa stupida sfida- concluse per poi uscire
velocemente come era
entrata
Notai con piacere che non era
cambiata nemmeno un po’ in
questi anni, ed era solo la seconda volta che la vedevo da quando ero
tornata.
-Mr Schue?!- lo richiamo Mercedes
Era rimasto li imbambolato, mi sa
che non voleva
crederci, era rimasto sbalordito come tutti gli altri.
-Ragazzi avete sentito avete 3
giorni per preparare un
duetto- disse poi prima che suonasse la campanella annunciando la fine
della
lezione. Mi alzai, guardai Quinn che con un gesto mi fece capire che
potevo
andare.
Mentre uscivo dall’aula
aprii il biglietto che mi aveva
dato Quinn e sorrisi. Non sapevo se l’aveva fatto per me o
per un secondo fine
ma in quel momento non mi posi troppi domande e buttai il foglio con
scritto Quinn nel cestino, ne aveva
fatti due
uguali, non la ringraziai tanto come in quel momento.
Decisi di andare a mangiarmi
qualcosa mentre aspettavo Brittany
che finiva gli allenamenti delle Cheerios.
Finalmente la vedi uscire
dall’uscita secondaria della
scuola, da dietro i campi degli allenamenti
-Ciao- mi disse semplicemente
-Ciao. Forza andiamo- le risposi
salendo in macchina. Lei
fece lo stesso appoggiando la testa al finestrino. Aveva ancora i
capelli
semibagnati e una gocciola le scivolava sul collo. Le seguii fino a che
non
sparì dentro la scollatura della divisa.
Poi si girò
improvvisamente verso di me, ma
fortunatamente feci in tempo a voltarmi, senza destare troppi sospetti
-Tutto bene?- mi chiese poi
-SI..si stavo notando che hai
ancora i capelli bagnati-
dissi imbarazzata.
Lei mi sorrise
-Si ma non importa, non avevo
più voglia di asciugarmeli-
mi disse per poi rigirarsi a guardare fuori. Mi sembrava più
strana del solito,
come demoralizzata
Passammo il pomeriggio a fare
spagnolo, ma non la vedevo
per niente concentrata
-Senti, va tutto bene?- le chiesi
un po’ dopo. La mia
pazienza si stava esaurendo. Ma se non aveva voglia bastava che lo
dicesse.
Così nessuna delle due perdeva tempo
La vidi girarsi verso di me
-Scusa. So che sono distratta e
che non mi sto impegnando
per niente, quindi capisco che se vuoi andare puoi andare, avrai
sicuramente
cose più importanti da fare- mi disse tornando con lo
sguardo sul il libro che
aveva davanti
Sentii una morsa allo stomaco.
Sicuramente se fosse stato
qualcun altro me ne sarei già andata da un pezzo lanciandoli
offese che si
sarebbe ricordato per sempre, ma quella ragazza, aveva uno strano
effetto su di
me, come se facesse scomparire la Snix che è in me.
-Non importa davvero- le dissi
infine attirando di nuovo
la sua attenzione
“Che
stavo
Facendo?” mi chiesi
-So che non mi conosci ma se ne
vuoi parlare, ti assicuro
che so ascoltare- allungai la mia mano fino a posarla sulla sua spalla.
La
sentii tremare sotto il mio tocco così la ritirai subito.
Poi però me la sentii
afferrare, la guardai e mi sorrise forse per la prima volta
sinceramente da
quando eravamo li quel pomeriggio.
-Scusa è che non me lo
aspettavo. Comunque grazie davvero
ma non ho niente. È solo un momento di tristezza- mi disse e
io non insistetti
oltre. Dopotutto capivo che non se la sentiva
Restammo con le mani intrecciate
per un tempo indefinito
finché non sentii il mio telefono squillare. Mi riscossi
come se fossi stata
svegliata bruscamente da un sogno
-Scusa- dissi alzandomi a prendere
il telefono nella
borsa che avevo appoggiato sul letto, lasciando la presa della sua mano.
Non feci in tempo a rispondere ma
poco dopo mi arrivò un
messaggio
-è Quinn.. scusa ma
devo andare- le dissi mortificata
-Tranquilla- rispose
accompagnandomi di sotto fino alla
porta di casa –Prometto che domani mi impegnerò di
più-
Io le sorrisi e poi me ne andai.
**************************
La vidi allontanarsi dal mio
vialetto ad una grande
velocità. Poi non appena la macchina fu partita richiusi la
porta di casa e me
ne tornai su. Decisi di chiamare Blaine per metterci
d’accordo sulle prove e
sulla canzone.
Presi il mio telefono dallo zaino,
dove era rimasto da
stamani
Trovai tre chiamate perse e
quattro messaggi
Era Rachel, mentre un messaggio
era di Blaine. Mi venne
da sorridere, quel ragazzo era un amore
Ehi Britt
so che
stai facendo ripetizioni con Santana.. quindi volevo dirti che per la
canzone
ci mettiamo d’accordo domani mattina, io ho già
delle idee quindi portene un
paio pure teJ
Per le prove a me va bene
sempre, quindi ti lascio libera sceltaJ
a domani Blaine.
Gli risposi velocemente e poi
chiamai Rachel.
-R..-
-Aprimi- mi disse semplicemente.
Mi affacciai dalla
finestra e la vidi li sotto casa impaziente di entrare. Sospirai era
incredibile quella ragazza.
Andai di sotto e
l’aprii. Non mi disse nulla ma andò
direttamente spedita in camera mia, io non potei far altro che seguirla.
Si mise a sedere sul letto e mi
fissava. Mi sentivo un
po’ in soggezione ma poi mi chiese
-Come stai?-
-Insomma- risposi mettendomi a
sedere accanto a lei.
-L’ho saputo appena
finito l’allenamento, infatti non sono
riuscita a fare nemmeno molto con Santana oggi pomeriggio e mi dispiace
averle
fatto perdere tempo- le dissi con tutta sincerità.
-Le hai detto perché-
Io negai con la testa e la sentii
sospirare
-Non è che ti ha
offeso, o urlato contro perché sennò..-
-Rachel calmati- le dissi
afferrandole le mani –non ha
fatto niente di tutto ciò, anzi, è stata gentile-
Lei mi guardava stupita, poi si
riprese e continuò a
parlare
-Quindi? Cosa hai intenzione di
fare?- mi chiese
Io la guardai e la vidi in ansia
forse più di me
-Non lo so. Dopotutto è
giusto che sia così. farò finta
di niente- alzai le
spalle e mi buttai
giù sul letto.
Non ci potevo credere. Mi avevano
subito avvisato quando
la notizia era arrivata, era stata Kitty a dirmelo:
Deni, la famosa cantante, non che
la mia ex-fidanzata
tornerà qui per un concerto e sarà giudice alle
nostre provinciali, che
casualmente si svolgeranno nella nostra scuola.
Vidi Rachel sdraiarsi al mio
fianco e la sentii sbuffare
-Perché lei?
Cioè di tutti proprio lei dovevano richiedere.
Già non capisco come sia diventata famosa e io ancora no,
però pazienza, ma che
debba pure essere considerata tanto in gamba da poter essere un
giudice,
insomma no-
La stavo ad ascoltare mentre
continuava imperterrita il
suo monologo che ero sicura non sarebbe finito molto velocemente.
Sapevo che
tra lei e Deni c’erano state delle rivalità, e mi
aveva sempre detto che non le
andava molto a genio, ma mi voleva bene e quindi era sempre stata
gentile con
lei. Poi quando ci lasciammo perse totalmente il controllo di se. Ma mi
fece
piacere, perché sapevo che qualunque cosa fosse successa
Rachel sarebbe stata
dalla mia parte.
-Sei d’accordo?-
mi domandò ad un tratto. Ovviamente non avevo
più seguito nulla di
quello che aveva detto ma per non farmi cogliere troppo impreparata
annuii
semplicemente ma con convinzione.
-Giuro che questa volta gliela
faccio pagare. Se osa
solamente farti, o farci un torto, desidererà non essere mai
nata-
Mi venne da ridere, era buffa
quando minacciava le
persone, anche se pensava di essere spaventosa.
-Avete deciso la canzone che
porterete?- domandai dopo
qualche minuto di pace, per cambiare argomento. Sapevo che oggi avevano
passato
il pomeriggio insieme e devo ammettere che stavo invidiando la mia
amica. Avrei
dato qualsiasi cosa per essere al suo posto.
-Diciamo di si- mi rispose
semplicemente
-Ho capito non vuoi rivelare nulla
da brava competitiva-
le dissi scherzando. Lei annuii con la testa per poi scoppiare a ridere
insieme
a me.
Mi faceva bene la sua presenza,
almeno era riuscita a
distrarmi un po’ e a farmi ridere. La strinsi forte a me e le
sussurrai un ti voglio bene. La
sentii stringermi più
forte e mi rispose con un anche io.
La mattina era volata, mi ero
incontrata con Blaine e
avevamo deciso la canzone in cui ci saremmo esibiti, sinceramente non
avevo per
niente voglia di partecipare a quella sfida e nemmeno il premio mi
allettava
visto che lo dovevo dividere con lui, non che avessi niente contro di
lui, ansi
lo trovavo un ragazzo meraviglioso, ma non avevamo molte cose in
comune.
Sospirai, e pensai che se avessimo
vinto almeno avremmo
duettato alle provinciali e per il resto potevo concedere il mio posto
a Kurt. Si
mi ero convinta, avrei vinto per fare un favore a Blaine che era il
miglior
cantante maschile, e in fondo mi stava molto simpatico, e non lo volevo
deludere, e poi mi sarei potuta mettere in mostra anche io finalmente.
Guardai l’orologio, ero
in super ritardo, la coach mi
avrebbe sicuramente ammazzato. Mi riscossi e iniziai a correre per i
corridoi
fino ad arrivare nella palestra, oggi ci saremmo allenate li e non
all’aperto,
su richiesta della coach Beiste. Ovviamente arrivai in ritardo e la
coach se la
prese con me, mi fece una ramanzina che mi ricorderò per
sempre, più la
punizione che mi sorbii.
Finalmente ero fuori da quella
maledetta scuola, avevo
detto a Santana che oggi dovevo andare a provare con Blaine e lei aveva
detto
che non c’era assolutamente problemi, solo che domenica avrei
studiato il
doppio per recuperare i giorni persi.
Sbuffai e mi disperai al solo
pensiero quando mi sentii
una mano che mi toccò la spalla
-Sei pronta?- vidi spuntare Blaine
con il suo solito
sorriso stampato in viso
-Si- gli risposi seguendolo nella
sua macchina.
Arrivammo a casa sua velocemente.
Rimasi ammaliata dalla
bellezza di quell’edificio. Non l’avevo mai vista,
era enorme.
-Britt- mi sentii chiamare dal
ragazzo che era più avanti
di me. Dovevo essermi incantata, sembrava un palazzo.
Dentro non era da meno, affreschi,
quadri, mobili, tutto
era bellissimo, quasi principesco. Non resistetti di chiedergli di fare
un giro
per la casa, e lui contento me la mostrò tutta.
Finito il tour mi portò
nel suo piccolo studio che si
trovava all’ultimo piano.
-Wow- dissi per
l’ennesima volta da quando ero entrata in
quella casa. Apparve davanti a me uno studio di registrazione in piena
regola. Pure
insonorizzato.
-Bene ci possiamo accomodare qui e
provare indisturbati
fino a quando ci va- disse appoggiando il suo zaino su una sedia e
tirando
fuori lo spartito della canzone.
-Insomma casa sua è
bellissima- ripetevo alla mia amica
Rachel mentre ci dirigevamo
nell’auditorio
dove si sarebbe svolta la “sfida”.
-Lo so Britt, sarà la
centesima volta che me lo ripete-
sbuffò la mora accanto a me, entrando dietro le quinte.
Arrivammo per ultime ovviamente,
tutti i ragazzi erano
già li impazienti di cominciare. Vidi subito Blaine che mi
venne incontro
-Sei pronta?- mi chiese
emozionato. Mi venne da ridere a
pensare a quanto era sempre euforico quando si trattava di cantare. Io
gli feci
di si con la testa.
Rachel andò subito
verso Quinn che se ne stava in
disparte con Santana.
Finalmente arrivò Mr
Schue che ci avrebbe detto chi
avrebbe cominciato.
-Allora ragazzi- iniziò
–i primi ad esibirsi saranno Finn
e Marley, poi verrete chiamati via via, quindi tenetevi sempre pronti-
Ci fu un attimo di silenzio poi
riprese a parlare
-E in più, abbiamo un
ospite speciale- si apri in un
sorriso stupendo –molti di voi la conoscono già,
altri non hanno avuto questo
piacere-
Mi persi un secondo nelle sue
parole di introduzione, il
mio cuore stava battendo a mille, non ci potevo credere, non poteva
essere lei.
guardai Rachel che mi guardava preoccupata, la stessa faccia che in quel momento dovevo avere
io
-Ragazzi e ragazze ecco a voi
Deni- disse indicando la
porta da dove entrò lei.
Finito anche questo capitolo. Non
succede molto, ma
diciamo che sono ancora tutti capitoli introduttivi.
Grazie a tutti. Alla prossima J
|
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Capitolo 7 *** Scoperte ***
La vidi li, davanti a me, con il
suo solito sorriso
stampato sulla faccia, quel sorriso che mi aveva fatto innamorare, quel
sorriso
che mi era stato accanto per due anni, e quel sorriso che mi aveva
lasciato
senza più guardarsi indietro. Tutti gli erano andati in
contro mentre io ero
rimasta immobile con lo sguardo ancora incredulo su di lei. Sembrava
che il
tempo si fosse fermato ma solo per me, perché tutto intorno
a me continuava a
muoversi come se non ci fosse un domani. Sentivo voci, sentivo urla, ma
non
distinguevo le parole, era tutto un gran rumore e basta. Poi sentii
qualcosa,
ancora e ancora finché finalmente ritornai alla
normalità. Rachel era accanto a
me che mi tirava il braccio e mi chiamava. Mi girai verso di lei e le
feci un
cenno con la testa, il massimo che riuscissi a fare in quel momento.
Non
riuscivo nemmeno a parlare, e questo mi faceva ancora più
rabbia, non credevo
che ancora avesse quell’effetto su di me.
Po lo sentii, mentre Mr Schue se
ne andava seguito dagli
altri giudici, il suo sguardo era su di me, sentivo la mia pelle
bruciare in
quel momento e mi girai solo per un secondo per vedere se davvero era
così, e i
nostri occhi entrarono in contatto quel poco che bastava per farmi
crollare di
nuovo.
Le mie gambe stavano cedendo, la
mia testa iniziava a
girare pesantemente, e vidi che la mia vista stava svanendo e poi mi
persi del
tutto.
Aprii piano gli occhi
-Dove sono?- biascicai piano
-In infermeria- Santana era
proprio dietro di me. Non
l’avevo vista, e sinceramente era l’ultima persona
che mi aspettassi di trovare
qui, con me.
Girai la testa verso di lei come a
chiedere spiegazioni
-Sei svenuta- riprese a parlare
–meno male che la
nanerottola ha delle braccia possenti sennò avresti battuto
una bella botta-
sorrisi sentendo il soprannome che aveva dato alla mia amica, che
ringraziai
mentalmente
-Le grandi star fanno questo
effetto a tutti- disse.
Mi rabbuiai un secondo solo
ricordandomi che lei era li e
che ero svenuta per le emozioni che mi aveva causato.
-Tutto bene? Ho toccato un tasto
dolente?- mi chiese
accorgendosi del mio cambio di faccia
-Purtroppo si, però sto
bene grazie- le risposi sembrando
il più naturale possibile. Non stavo affatto bene, la ferita
che avevo si stava
riaprendo e non doveva assolutamente succedere.
-Allora io posso andare se te non
hai bisogno più di
niente, così almeno spero di vedere Quinn-
Mi alzai di scatto, mi ero
completamente dimenticata
della gara. Cercai di alzarmi dal letto ma la testa iniziò a
girarmi di nuovo.
Poi sentii due mani afferrarmi le spalle
-Eh no. Te devi rimanere qui a
riposo- mi disse
riappoggiandomi delicatamente sul lettino
-Ma la gara?- mi chiese preoccupata
-Tranquilla sarà per la
prossima volta. Blaine non era
arrabbiato per niente e se si tratta del duetto alle provinciali
c’è ancora
qualche speranza- mi fece l’occhiolino
Io mi tranquillizzai un attimo
sentendo che Blaine non
l’aveva presa male.
Poi il suo telefono
squillò. La vidi alzarsi di corsa
-Vado, tocca a Quinn. Riprenditi-
disse mentre uscì dalla
stanza.
Non riuscivo veramente a capirla.
Era così vicina ma
sembra sempre così lontana. Un secondo prima
c’è e poi scappa sempre via.
Perché era rimasta con me? Era la domanda che
mi ronzava nella testa ma non aveva una risposta assolutamente. Forse
era stata
obbligata, come era stata obbligata a farmi da tutore. Non lo sapevo, e
forse
non l’avrei mai saputo. Ma c’era questo mistero in
lei che mi attirava
tantissimo. Mi anticipava su tutto come se mi leggesse nel pensiero e
capisse
le mie preoccupazioni. Come faceva? E perché poi?
Poi
c’era Quinn e
il suo rapporto con lei. Anche quello mi sfuggiva, mi riempiva la testa
di
pensieri e domande, ma sinceramente non avevo voglia e nemmeno la
facoltà di
pensarci.
Mi scoppiava la testa avevo troppi
casini in mente in
quel momento.
Poi mi riscossi.
Se
toccava a Quinn
voleva dire che stava a Rachel. Così mi feci forza e con
calma, facendo un
piccolo movimento per volta mi diressi verso l’auditorium e
penso appena in
tempo perché le vidi entrare sul palco.
Senza farmi sentire e vedere mi
sedetti su una
poltroncina dell’ultima fila, in modo da essere nascosta da
tutti. La mia
attenzione andò subito al palco, non
potevo sopportare di vederla un’altra volta.
Vidi la mia amica più
agitata del solito, e sorrisi.
Direi che forse era quasi imbarazzata, non l’avevo mai vista
così. Sicuramente
era preoccupata per me, me lo sentivo, ma c’era
qualcosa’altro che la
tormentava ma al momento mi sfuggiva, come la gran parte di cose in
quel
periodo.
********************************
Avevo corso velocemente fino
all’auditorium dopo che Mr
Schue mi aveva scritto che sarebbe stato il turno di Quinn. Non mi
sarei persa
quel momento nemmeno per sogno.
Mi sedetti al mio posto accanto
alla mia ex-coach
-Che mi sono persa?- le chiesi
-Niente di che megaboobs. Nessuno
in grado di farmi
provare emozioni- mi rispose secca con il suo solito ghigno sulla
faccia.
Sospirai, avrei chiesto dopo al
professore e a Quinn. Gli
unici di cui mi fidavo ciecamente e dei quali mi importava il giudizio.
Poi finalmente dopo qualche minuto
le vidi arrivare sul
palco. Mi venne da ridere a pensare a quella situazione.
La regina di ghiaccio, la grande
cheerleader, colei che
faceva cadere tutti ai suoi piedi con un semplice sguardo tornata a
cantare su
un palco con una nana, per il club più sfigato della scuola.
Dopo sette anni la
storia si ripeteva di nuovo.
Mi
sembra ieri
quando ci esibimmo per la prima volta su quel palco per Mr. Schue che
voleva
farci il provino. Eravamo entrambe agitate e sembravamo anche
impacciate, come
se ci fossimo vergognate, e per noi era del tutto nuova come
sensazione. Ci tenevamo
davvero a fare bella figura, sapevamo che comunque ci avrebbe prese,
però dovevamo
avere un ruolo fondamentale in quel club e lo ottenemmo.
Aveva la stessa espressione di
allora, come se fosse
fondamentale per lei impressionare la giuria.
Aveva lo sguardo di quando ci
teneva a qualcosa, e non
riuscivo a capacitarmi il perché. Alla fine lei non ci
avrebbe rimesso molto se
avrebbero perso. Anzi si risparmiava una cena con la Berry. E fu quel
pensiero
che mi illuminò. Ripercorsi velocemente tutto il periodo che
eravamo rimaste
qui. E capii. Le interessava. Per questo aveva fatto di tutto per
passare del
tempo con lei. Sorrisi, non aveva perso per niente il suo spirito di
iniziativa, quando voleva una cosa la otteneva a qualunque costo, per
quanto la
faccenda fosse difficile. A quanto ne sapevo la nana era etero al 100%.
I miei pensieri furono interrotti
dall’attacco della
canzone. Questa di sicuro non poteva essere stata un’idea di
Quinn.
La canzone era quella del musical
West side story “i feel
preatty” unita in con quella delle TLC “Unpreatty.
Forse l’idea di unire le due
canzoni era venuta da Quinn, ricordo che le piaceva un sacco mixare
più canzoni
insieme.
La sua voce era semplicemente
stupenda e devo ammettere
che con quella della mora suonavano veramente bene insieme. Avevano una
grande
affinità, anche nel muoversi sul palco, come se si
conoscessero da tempo.
Riconobbi alcuni dei nostri passi e immaginai il momento in cui gli
aveva
insegnati alla nana. Sicuramente aveva fatto in modo di non farle
capire che
erano già stati usati in passato.
La canzone finì tra gli
applausi di tutti. I ragazzi del
glee erano seduti sulle prime file, essendo questa l’ultima
esibizione avevano
assistito.
Comunicammo a tutti che ci sarebbe
voluto almeno domani
per scegliere il vincitore e finalmente eravamo liberi di tornare a
casa.
Avevamo deciso di comunicarci le
nostre opinioni domani
mattina
-Continui ad impressionarmi- dissi
a Quinn mentre cercava
qualcosa da mangiare. Si sedette accanto a me con un pacchetto di
biscotti in
mano.
-Lo so. Ho fatto la mia porca
figura- disse vantandosi.
Io scossi la testa
-Certo. Soprattutto non potevi
deludere la tua nuova
fiamma-
Lei affogò nel
biscotto, che le andò di traverso e iniziò
a tossire
-C..come?- balbettò
prendendo un sorso di acqua.
-Ammetto che mi ci sia voluto
più del previsto a capirlo,
ma ti piace la Berry- le dissi con sguardo indagatore.
-Ma..-
-Stop!- la bloccai subito
–non iniziare con le solite
frasi “ma come ti viene in mente” “non
è vero, te lo stai immaginando” ecc,
perché so e sai che non è così, quindi
risparmia il fiato e dimmi la verità- puntualizzai,
immaginando che Quinn avrebbe iniziato a negare tutto per poi cedere
dopo
parecchi giorni di tortura. Ma visto che tra due giorni sarebbe partita
non
avevo il tempo necessario e certamente non volevo aspettare
più di una
settimana.
Lei sospirò
-Ok. Lo ammetto, mi piace-
-E..- la incitai a continuare
-E.. praticamente è
dalla prima volta che l’ho sentita
cantare. Mi ha toccato dentro, ho provato una sensazione strana, di
benessere.
Non so se mi segui- mi guardò e io feci un cenno con la
testa. Era la stessa
cosa che mi era successa con Brittany, però non ci avevo
fatto poi tanta
attenzione
-Quindi ho voluta conoscerla, e
vedere un po’- mi disse
poi
-Penso che ti farò
vincere solo per mandarti a cena con
lei- le dissi strizzandole l’occhio
Mi sentii arrivare una botta sulla
testa
-Ahia-
-Non fare la scema, non mettere
prima me degli altri. Lo
sai perché siamo qui-
-Okok. Non mi fare la ramanzina
mamma. Ho capito- alzai
le mani in senso di resa e mi diressi verso la mia stanza. Erano le una
passate.
Avevamo da poco finito di vedere
un film pallosissimo, e
poi eravamo venute a prendere qualcosa da mangiare.
Mi feci raccontare tutte le
performance di oggi e a
quanto pare erano stati tutti bravi.
Entrai da sola nella mensa dei
professori, dove si
sarebbe deciso il vincitore. Ovviamente Quinn non era potuta venire,
essendo
una dei concorrenti.
Gli vidi li al loro solito tavolo
da quando io ero in
questa scuola. Presi posto accanto al professore e alla nostra star,
che non
era mancata nemmeno oggi.
Non so perché ma non mi
piaceva per niente, aveva un
qualcosa di falso.
Stetti tutto il tempo della
riunione, se così si poteva
chiamare,a pensare ai fatti miei, niente di particolare ma sempre
meglio che
ascoltare quegli inutili commenti di tutti sulle varie esibizioni che
io mi ero
persa.
-Io dico Rachel- disse poi la voce
alla mia destra –è
stata un ottima performance, e ha dimostrato di essere la migliore
cantante
ancora una volta- continuò attirando le attenzioni di tutti
su di lei
-E oltretutto è
riuscita ad entrare perfettamente in
sintonia con la canzone, e anche con la sua compagna di canto, e tutto
ciò in
meno di una settimana- concluse
Poi si girarono tutti verso di me
come se si aspettassero
finalmente un mio intervento
-Io non posso dire molto non
avendo visto le esibizioni,
però posso essere pienamente d’accordo con
l’ultima parte del discorso di Dani,
anche se qui non è il talento singolo che cerchiamo, ma
penso che se lo meriti-
dissi convinta ricevendo un sorrisa dalla ragazza accanto a me
Ci fu di nuovo silenzio e un
borbottare tra gli “adulti”.
-Ok. E così sia- disse
infine Will sciogliendo la
riunione
Ringraziai il cielo e mi alzai
velocemente
-Ehi.. scappi?-
Mi girai e vidi che Deni mi aveva
seguito e si era
affiancata a me
-Si. Odio queste cose- dissi
continuando a camminare
-Ti capisco sai, non è
mai bello scegliere-
Sinceramente io non intendevo
quello però annuii e basta.
Non mi andava di parlare con quella.
-Vedo che sei un tipo molto
silenzioso- riattaccò dopo
pochi secondi. Mi stava salendo un nervoso indescrivibile, ma riuscii a
contenermi solo perché in lontananza vidi Quinn che parlava
con la nana
-Lo so- le risposi
La sentii ridere ma non osava
allontanarsi
-Sai anche io venivo qui a scuola
e so benissimo chi
siete te e la tua amica laggiù- riattaccò
Io sospirai piano e mandai gli
occhi al cielo. Era
veramente una palla al piede
-Davvero?- chiesi fintamente
interessata
-Si. Ho letto tutto di voi, siete
su tutti i vecchi
annali della scuola e ci sono un sacco di foto negli spogliatoi e nella
palestra dei Cheerios-
-Capito-
-Ehi Lopez- mi disse poi Quinn
quando fummo vicino alle
due.
-Fabray..Berry- dissi poi
guardando la mora li vicino
-Ciao Santana- mi rispose lei
timida.
Era la prima volta che le
rivolgevo un saluto ma non
volevo apparire del tutto maleducata e indifferente.
-Ehi Quinn, piacere io sono Deni,
ho sentito molto
parlare di te, è veramente un onore poterti conoscere- sia
Quinn che io si
rimase un attimo spiazzate da quella presentazione guardandola
perplesse,
mentre Rachel madò gli occhi al cielo
Poi la ex-cheerleader
allungò la mano per stringerla alla
ragazza
-Il piacere è mio- le
rispose sorridendole
-Rachel-
-Deni- le rispose
l’altra con un tono non troppo
tranquillo notai. Sicuramente non scorreva buon sangue tra le due
Infatti dopo pochi secondi la
cantante si allontanò,
dicendo che aveva un appuntamento allo studio di registrazione.
C’era
sicuramente un trascorso tra di loro, e lo avrei capito.
-Un tipo interessante- disse Quinn
dopo poco che Deni si
fu allontanata. Io annuii semplicemente alla sua affermazione, mentre
la mora
stranamente rimase in silenzio
-Scusate io vado tra 5 minuti ho
lezione- parlò
finalmente Rachel per poi subito dopo andare via non dando nemmeno il
tempo
alla mia amica di salutarla per bene
Rimaste sole, la trascinai fuori,
sugli spalti del campo
da football dove a quell’ora ero sicura di non incontrare
nessuno
Lei mi guardò un
secondo stupita dal mio atteggiamento e
fissò i suoi occhi con aria interrogativa nei miei
-Non fare la finta tonta Febray-
le dissi alzando un
sopracciglio, vedendo ancora quella faccia da chi non capiva cosa
stesse
succedendo stampata sul suo volto
-Com’è
possibile? Mi chiedo- le chiesi poi
Lei continuava a fissarmi
-Cosa?-
io sorrisi
-Quando pensavi di dirmi che eri
interessata alla
Berry?!- la vidi abbassare gli occhi per un secondo e quello era un
chiaro
segnale che avevo centrato il punto
-Cioè sono felice
però davvero non capisco come tu sia
potuta passare da me a lei-
Mi sentii arrivare uno schiaffo
potente sulla guancia. La
guardai stralunata
-Sei impazzita?!- le chiesi
infuriata
Lei mi guardò con uno
sguardo infuocato
-Te lo sei meritato. Te e i tuoi
commenti fuori luogo- mi
disse mettendosi a sedere sulla gradinata
-ma…-
-Niente ma Lopez- mi interruppe
subito. Poi vidi il suo
sguardo intenerirsi
-è speciale- disse
semplicemente con un tono di voce che
non le sentivo da parecchio tempo
Mi misi davanti a lei e le presi
le mani
-Lo noto. Anche da quanto ti sei
data da fare per avere
un minimo della sua attenzione, ma pensi che possa accadere?- le chiesi
sinceramente
Avevo paura per lei, non volevo
che si illudesse affezionandosi
a Rachel senza avere lo stesso sentimento in cambio. Conoscevo Quinn,
sapevo
che si affezionava molto facilmente alle persone che le interessavano
senza
chiedersi prima quali rischi stava correndo
-Non lo so. Mi sento
così bene quando sto con lei, è
gentile, premurosa, buffa, intelligente e si impegna tantissimo in
quello che
fa- mi disse con uno sguardo così sincero e così
dolce che avrebbe fatto
sciogliere il ghiaccio più duro del mondo in qualche secondo.
Non seppi che dire, ma
l’abbracciai semplicemente.
-Comunque ammetterò che
mi piace solo quando tu
ammetterai che ti piace Brittany- mi disse alzandosi e correndo via.
Io rimasi un secondo bloccata, e
poi sorrisi. Aveva
centrato il punto. Forse mi piaceva davvero e stavo iniziando ad
ammetterlo a
me stessa.
******************************
Odiavo l’ora di storia,
non capivo nulla, perché
bisognava sapere tutto di quello che era successo decenni di anni
prima?! Non
la sopportavo, con tutte quelle date da ricordarsi e tutti quei nomi,
mi
facevano perdere la testa.
Ringraziai mentalmente che era
l’ultima ora di lezione, e
poi avrei avuto il Glee.
Avevo saputo da Blaine che oggi
Lei non ci sarebbe stata,
e tirai un sospiro
di sollievo. Mi ero
ripresa si, mi ero scusata almeno un centinaio di volete con il
cantante, ma
non ero tranquilla per niente. Mi pesava come un macigno tutto quello
che era
successo.
Non avevo visto nemmeno Rachel
quella mattina, e dovevo
assolutamente parlare un po’ con lei, di tutte le mie
emozioni contrastanti.
-Pierce?-
-Britt…. Ehi Brit..- mi
sentii toccare dalla mia compagna
di banco –mi sa che il prof ce l’ha con te- io mi
ripresi un secondo tirandomi
su per bene a sedere, visto che ero completamente sdraiata sul banco
-S..si prof- dissi poi vedendo lo
sguardo di tutti su di
me
Il professore sospirò
indispettito
-Stavo dicendo Pierce, che
finalmente ha ricevuto un voto
decente nell’ultima verifica, sta facendo dei progressi,
anche se non segue per
niente le lezioni, ci siamo quasi, veda di continuare così-
-La ringrazio- dissi io contenta.
Avrei sicuramente
ringraziato Santana oggi pomeriggio.
Poi finalmente la lezione
finì e io mi diressi
velocemente al mio armadietto sperando di beccare finalmente la mia
amica.
E infatti la trovai li indaffarata
a rimettere a posto i
suoi libri
-Ehi Rachh- urlai travolgendola
Lei fece uno scossone enorme
-Britt..- disse con il battito
accelerato per la paura
Io le sorrisi
-Mi sei mancata stamani, non ti
avevo ancora visto- le
dissi gettandomi addosso a lei nuovamente
Rachel si staccò da me
perché la stavo soffocando
-Va bene, ti perdono per avermi
quasi fatto prendere un
infarto- mi disse
poi
Io mi stavo per ributtare sopra di
lei ma mi fermò appena
in tempo il suono della campanella
-Dobbiamo andare- disse
dirigendosi velocemente verso
l’aula del Glee
Prendemmo posizione
e aspettammo con ansia l’arrivo di tutti
-Ragazzi come ben sapete oggi
decreteremo il vincitore-
iniziò a parlare il professore subito dopo aver preso
posizione davanti a noi
-Non voglio sentire contestazioni,
la decisione è stata
unanime. Se qualcuno poi vorrà spiegazioni può
farlo-
Riprese fiato, cercando di creare
una specie di suspance,
ma io sapevo benissimo chi erano le vincitrici.
-Allora per la prima sfida a
coppie di quest’anno i
vincitori sono….-
Vidi con la coda
dell’occhio la mano di Quinn che si
appoggiò delicatamente sulla gamba di Rachel che le
allungò la sua mano a
stringere quella della bionda. Ebbi per un momento solo una morsa allo
stomaco,
forse di gelosia, non l’avrei saputo distinguere in quel
momento, ma poi tornai
a concentrarmi sulle parole di Mr Schuester
-….Rachel e Quinn-
dissi poi, e vidi la mia amica alzarsi
in piedi e abbracciare la bionda, che sorrideva felice.
Ci furono degli sbuffi da parte
degli altri concorrenti
ma furono seguiti da un bell’applauso
-Per quanto odi ammetterlo, se lo
sono meritate-
intervenne Kurt una volta che fu calato di nuovo il silenzio
-Concordo- dissero in coro
Mercedes e Blaine
-Però Quinn non
può partecipare alle Provinciali, quindi
chi farà il duetto con Rachel?- chiese poi Finn.
-Questo sarà tutto da
vedere, soprattutto ci sarà da
decidere se sarà o no un duetto- rispose Santana
-Ma doveva esserlo-
replicò Sam
-Esatto
“doveva”, quindi in questa settimana che ci
rimane per preparare la scaletta avete tre giorni di tempo per
dimostrare se siete
all’altezza- finì la latina
La lezione si concluse di li a
poco.
Avevamo deciso che per il duetto
con Rachel ci sarebbe
stata una veloce sfida tra i quattro che si erano esibiti in miglior
modo:
Mercedes, Sam, Kurt e Finn.
-Avete deciso il premio?- domandai
a Rachel mentre
uscivamo dall’edificio
-Diciamo di si. Visto che lei
parte domani avevamo deciso
che ci sarebbe piaciuto andare a cena a festeggiare questa sera,
però ancora
non mi ha fatto sapere niente- mi rispose tranquillamente.
Io mi bloccai un momento e la
guardai interrogativa
-Come parte?- le chiesi sorpresa
-Si- anuii –deve tornare
a New York questa settimana per
lavoro-
-Ma è la settimana
delle regionali non può andare via- le
risposi a tono, come se la colpa fosse sua. Lei mi guardò
stranita dalla mia
reazione
-Scusa- le dissi semplicemente.
Non ce l’avevo con lei,
ma ci ero rimasta male, visto che non mi aveva detto niente.
-Tranquilla. Capisco, ma non te la
prendere con lei,
dopotutto non poteva rifiutare- mi rispose lei riprendendo a camminare.
Arrivammo al parcheggio e in
lontananza vidi Santana che
stava parlando con Quinn vicino alla sua macchina. ci avvicinammo a
loro, visto
che io sarei dovuta andare a casa mia con la latina, che gentilmente si
era
offerta di darmi un passaggio.
-Ehi ragazze- ci salutò
Quinn non appena fummo più
vicine.
-Ehi-
le rispose
Rachel, mentre io la salutai semplicemente con un cenno della testa,
mentre mi
avvicinavo alla macchina
-Vedo che hai furia di imparare
oggi- mi disse Santana
–ragazze noi andiamo prima che perda la voglia di studiare-
concluse facendo
ridere le altre due che ci salutarono e si allontanarono
Io montai in macchina sbuffando.
Per tutto il viaggio
stetti zitta a guardare fuori dal finestrino. Mi aveva dato un sacco
noia
questo fatto, insomma pensavo che ci fosse un rapporto tra me e lei, ma
a
quanto pare me lo ero immaginata solo io. Eppure mi salutava sempre,
avevamo
parlato quando ci trovavamo sole, e di tutto, anche di cose private.
-Che hai?- mi chiese Santana non
appena fummo in camera
mia.
Io la guardai storta
-Sai è da
più di 5 minuti che stai in silenzio a fissare
la cartella- mi disse facendomi arrossire. Non me ne ero assolutamente
accorta.
-Scusa, è che Rachel mi
ha detto che Quinn parte e..
insomma..- non volevo assolutamente farle capire che avevo un interesse
verso
di lei
-Ti da noia il fatto che vada via
o il fatto che non te
lo abbia detto?- mi chiese a bruciapelo fissandomi negli occhi. Era la
prima
volta che i nostri sguardi si incatenarono in uno solo. Aveva due occhi
profondi di un nero bellissimo, da rimanere incantanti e rapiti allo
stesso
tempo.
-Ecco.. diciamo entrambe- le dissi
poi spostando lo
sguardo da un’altra parte, non riuscivo a resistere a quegli
occhi. Sembravano
scavarti l’anima, penetrarti nel profondo e leggerti
l’anima.
La vidi sorridere. Era veramente
bella quando sorrideva,
le si formavano due fossette tenerissime al lato della bocca. Mi
facevano
morire.
-Non devi prendertela, non lo sa
nessuno, non voleva che
si sapesse. Sai per lei sarebbe andata via, e avrebbe lasciato a me il
compito
di avvisare tutti. L’ho convinta a dirlo a Mr Schuester e
basta-
Io alzai di nuovo lo sguardo verso
di lei e annuii
Dopo qualche minuti iniziammo a
studiare, le dissi delle
parole del professore di storia, e lei ne sembrò
soddisfatta, la ringraziai per
tutto quello che stava facendo, per me, senza avere niente in cambio
alla fine.
Verso le cinque decise di farmi
fare una pausa, dopotutto
avevo fatto abbastanza in quelle due ore e mezzo.
-Posso farti una domanda?- mi
chiese poi mentre beveva il
bicchiere d’acqua che le avevo offerto.
Io annuii –Certo-
-Ho notato che non scorre buon
sangue tra la Berry e
Deni, è successo qualcosa? Perché non vorrei che
la sua presenza si
riscontrasse sul gruppo- l’ultima frase sembrava un
po’ una scusa. A quanto
pare Santana era una persona curiosa, ma attenta ai dettagli.
Presi un respiro profondo e pensai
se dirle la verità o
no
-Scusa non volevo essere
invadente, se non puoi..- iniziò
vedendomi titubante
-No tranquilla- le sorrisi. Era la
prima volta che
stavamo facendo una conversazione personale. Non ci eravamo mai chieste
niente,
infatti io non sapevo nulla di lei, apparte che era stata con Quinn, e
lei non
sapeva nulla di me.
-Deni e Rachel non sono mai andate
d’accordo. Deni era una
star all’interno della scuola anche se faceva parte del Glee.
Ha sempre preso
di mira Rach, poi erano molto rivali all’interno del gruppo.
Non riuscivano a
mandarsi giù a vicenda. E il colpo di grazia
c’è stato quando Deni ha ricevuto
un contratto con una casa discografica. Rachel era ed è la
mia migliore amica,
e si è fatta andare giù la mia relazione di due
anni con Deni, ma quando mi ha
lasciato per andare a seguire il suo sogno non l’ha
perdonata, perché ha visto
quanto ho sofferto e non lo riesce ad accettare, anche se la colpa non
è
totalmente sua. È stata una decisione di comune accordo-
finii di raccontare,
mentre la latina davanti a me mi ascoltava interessata.
Poi allungò la sua mano
e prese la mia. Io sobbalzai a
quel contatto inaspettato facendogliela ritirare subito.
Le sorrisi, e andai a recuperare
quel contatto
-Mi dispiace- disse semplicemente
-Non importa ormai è
passato del tempo –
-Però vedo che a te non
è passato del tutto. Insomma sei
svenuta solo rivedendola da lontano-
Abbassai lo sguardo come chi era
stato beccato in pieno.
-Lo so. Ma non me lo aspettavo per
niente. Mi ha preso in
controtempo-
Calò il silenzio.
Rimanemmo immobili con le mani
intrecciate. Era un contatto veramente piacevole. La mia confusione
stava
aumentando sempre di più. Soprattutto ora, che stavo vedendo
come era realmente
la latina. Non era quella persona acida, con la lingua tagliente e
chiusa che
voleva sembrare. Era tutt’altro.
-Posso farti io una domanda ora?-
le chiesi
-Si- mi rispose lei
-Come mai sei rimasta con me ieri
mattina?-
La vidi spostare lo sguardo e
deglutire un paio di volte.
-Diciamo che ero preoccupata. Poi
di comune d’accordo non
volevamo che rimanessi sola, così sono stata decretata,
anche per mia scelta,
colei che ti avrebbe tenuto compagnia- mi disse con un tono divertito
-Ok- le dissi semplicemente
alzandomi e staccando quel
piccolo contatto che c’era tra noi.
Studiai per un’altra ora
ma poi Santana se ne dovette
andare.
Mi gettai sul letto, non capivo
davvero che mi stava
succedendo
Mi aveva generato una scarica di
brividi lungo tutto il
corpo solo il semplice toccarsi delle nostre mani, e quando sorrideva..
oddio
quel sorrisi, era bellissimo, indescrivibile.
Presi il telefono e guardai chi mi
aveva cercato. Vidi un
paio di chiamate perse da mia madre e da Rachel. E poi sempre un
messaggio da
parte della cantante
Allora
stasera
sono a cena con Quinn. Abbiamo fissato da Breadstix alle 8:30 pm.
Appena lo
leggi chiamami per favore. Ti voglio bene. Rach
Di nuovo quella morsa allo
stomaco. Ero davvero gelosa di
Rachel che usciva con Quinn? Non ci potevo credere. Dopotutto Rachel
non mi
aveva detto niente, e non le poteva piacere Quinn. Però a
Quinn poteva piacere
Rachel pensai e
questa cosa mi faceva
impazzire.
mi sdraiai sul letto e composi il
numero della mia amica.
Dopo pochi squilli mi rispose
Altro capitolo. Stiamo vedendo le
prime vere interazioni
tra i nostri personaggi principali. È lento ma prometto che
dai prossimi
capitoli ci saranno più colpi di scena e più
rivelazioni.
Grazie a tutti
Alla prossimaJ
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Capitolo 8 *** Pranzo e racconti ***
Dopo che avevo chiuso la chiamata
con Rachel mi ero
precipitata a casa sua. Sembrava disperata, non mi aveva voluto
spiegare
niente, ma mi aveva semplicemente chiesto di correre da lei. Immagina
che fosse
per stasera, ma poi mi dissi che era impossibile che fosse agitata
così. E mi
sbagliavo, eccome mi sbagliavo di grosso.
Tutta la sua camera era sommersa
da vestiti, non si
riusciva nemmeno più a vedere le coperte del letto da quanto
era sommerso. La
guardai stralunata, mentre tirava fuori ancora roba
dall’armadio gettandola
alla cieca. Un paio di vestiti colpirono anche me, ma non ci prestai
molta
attenzione.
Poi dopo un tempo che non saprei
proprio decifrare la
vidi girarsi verso di me con una faccia di una che sta aspettando delle
risposte.
-Quindi?- mi disse dopo che non
continuavo ad aprire
bocca
Mi liberai gentilmente dei due
vestiti che avevo addosso
appoggiandoli sulla sedia della scrivania, che si trovava esattamente
sotto la
finestra, e poi mi rigirai verso la mia amica che continuava a
fissarmi, disperata.
-Cosa mi metto?- mi chiese poi
gettandosi di faccia sul
letto a peso morto. Io sospirai, mi fece ridere quella situazione. Mi
ricordava
il primo appuntamento con Finn. La stessa identica storia, forse
peggio. Non lo
saprei dire, ma la camera era messa nella stessa identica condizione di
allora.
Però capivo la sua agitazione allora, quella che non capivo
adesso.
Le accarezzai i capelli e
delicatamente la feci mettere a
sedere.
-Allora per prima cosa rilassati,
abbiamo un’ora e mezza
di tempo, ce la facciamo- le dissi facendola rilassare. Volevo sapere
il motivo
di tutta quella agitazione e domani avrei chiesto. Ora non mi sembrava
il caso.
-Vai a darti una sistemata, mentre
io qui cerco qualcosa-
la vidi alzarsi con molta calma e dirigersi verso il bagno. Io mi
guardai
intorno
“sarà
un’impresa trovare qualcosa in questo macello”
pensai, cercando di mantenere la calma necessaria. Iniziai a rovistare
tra la
roba sparsa per poi andare a controllare quella sul letto.
Mettevo da parte i possibili abiti
che poteva indossare,
mentre continuavo a rovistare in mezzo al casino.
Dopo una mezz’oretta la
vidi uscire dal bagno come
rinata. Mi guardò speranzosa e io le sorrisi facendole
l’occhiolino
-Ecco qua. Questo sarà
perfetto- le allungai l’abito che
preferivo tra i tanti. Era semplice, ma allo stesso tempo elegante, ma
non
troppo raffinato, oserei dire perfetto per l’occasione.
La vidi illuminarsi e mi si getto
a dosso ringraziandomi
-Su. Ora vestiti sennò
finisce davvero che fai tardi- si
staccò da me e tornò in bagno a cambiarsi e ha
dare gli ultimi ritocchi.
Sentii una macchina parcheggiare
di sotto e mi affacciai
alla finestra. Era sicuramente Quinn. La vidi scendere e rimasi
veramente a
bocca aperta. Era divina, un angelo stupendo. Cercai di controllarmi
non appena
sentii un rumore dietro di me. Mi girai e mi ritrovai davanti una
Rachel che mi
guardava con aria indagatrice.
-È arrivata- dissi
semplicemente, cercando di apparire
normale. Infatti da li a pochi secondi suonò il campanello.
Vidi la mia amica
irrigidirsi un’ attimo.
Sorrisi
-Sei bellissima Rach. Non
preoccuparti andrà bene- le
diedi un bacio sulla guancia e l’accompagnai di sotto, non
volevo che Quinn mi
vedesse, quindi andai in salotto e le vidi semplicemente andare via
dalla
finestra che si affacciava sulla strada.
Mi
prese di nuovo
quella morsa, mi diedi un colpo sulla testa costringendomi a non
pensarci.
Dopotutto non avevo nessun diritto di essere gelosa.
Salutai cortesemente i genitori di
Rachel e me ne tornai
a casa mia, questa volta con un passo decisamente più lento
di quello che avevo
tenuto all’andata.
Sentivo il vento che mi scuoteva i
capelli. Mi piaceva
quella sensazione, mi faceva sentire libera, leggera,come se potessi
volare.
Per questo decisi di passare per la strada più lunga, mi
serviva camminare un
po’ e staccare il cervello.
-Sei sempre bellissima- mi bloccai
di scatto. No di nuovo
no. Non ci potevo credere, perché proprio lei dovevo
incontrare. Accidenti a me
a quando voglio camminare.
Mi girai piano verso la direzione
della voce, era li
appoggiata alla panchina pochi passi lontana da me. Mi ero dimenticata
che
abitava li, sennò non avrei mai preso questa via.
Mi maledissi mentalmente un altro
paio di volte, mi stavo
odiando.
Non le dissi niente, stavo
aspettando che parlasse di
nuovo.
-Mi sei mancata tanto in questo
periodo- si alzò e si
avvicinò a me, troppo, era troppo vicino che mi costrinse a
fare un passo
indietro
-Non mordo mica, dovresti saperlo-
rise
Non riuscivo a parlare, sentivo
solo una rabbia montarmi
da dentro e una confusione in testa pazzesca.
E non ne avevo nemmeno motivo, non
era giusto che fossi
arrabbiata con lei.
-Si scusa- furono le uniche due
parole che mi uscirono
dalla bocca, senza un minimo di senso.
La vidi sorridere, la luce che le
illuminava una parte
del volto la faceva sembrare ancora più magica di quanto non
mi ricordassi. Era
stata la sua “magia” a farmi innamorare. Sapeva
come prendermi, mi conosceva
meglio di chiunque altro persino di Rachel ma non glielo ho mai voluto
dire. Mi
faceva sentire protetta, da tutto e da tutti. Era la mia corazza.
-Vieni- mi disse indicandomi la
panchina – o devi
andare?-
-No.. cioè cinque
minuti posso rimanere- stupida, stupida
Brittany. Perché avevo accettato?! Pensai mentre mi mettevo
a sedere troppo, e
dico troppo vicino a lei.
-Che mi dici di nuovo? Sai da
quando me ne sono andata
abbiamo perso completamente i rapporti e mi dispiace-
Sapevo che era sincera glielo
leggevo negli occhi, vedevo
quanto aveva sofferto anche lei, ma aveva la sua vita ora, e stava
bene. Io non
ne facevo più parte.
-Niente di che. Faccio la solita
vita, scuola
cheerleader, glee, genitori, non è cambiato niente- le
risposi, rimanendo sul
vago
-Te invece? Starai alla grande-
-Si, insomma ho tutto quello che
ho sempre sognato, il cd
va alla grande, finalmente sono in tour e devo ammettere che
c’è parecchia
gente. Sono contenta, mi manca solo qualcuno con cui condividere tutto
ciò- mi
disse poi guardandomi negli occhi.
Io deglutii. Non ero pronta ad
affrontare quella
conversazione con lei.
Non volevo sapere della sua vita
privata, faceva ancora
troppo male.
-Scusami, non volevo assolutamente
dire niente fuori
luogo- riprese poi, notando penso la mia insicurezza.
Mi leggeva ancora benissimo,
capiva benissimo ogni mio
piccolo movimento, ogni mia piccola incertezza, ero un libro aperto per
lei, e
questa cosa mi spaventava da morire. Non volevo che entrasse di nuovo
in me,
non doveva succedere assolutamente. Quindi mi feci forza e cercai di
sembrare
il più naturale possibile
-Non preoccuparti- le sorrisi
lievemente –mi dispiace ma
devo proprio andare- conclusi poi alzandomi. Lei seguì i
miei gesti con lo
sguardo.
Prima che me ne andassi mi
afferrò e mi abbracciò forte.
Sentii di nuovo il suo profumo, la sua presa, il suo tocco, e i miei
sensi svanirono
per un momento, un attimo solo, ma quel tanto che bastava per farmi
crollare di
nuovo ai suoi piedi. No. No, mi dissi dentro di me.
Mi staccai delicatamente e me ne
andai via quasi correndo
senza nemmeno dirle niente, non ne avevo il coraggio, non sapevo
nemmeno che
avrei dovuto dirle.
Mi fermai qualche centinaio di
metri dopo. Avevo un
fiatone allucinante, e la mia testa cominciava a girare di nuovo. Mi
appoggiai
al muro più vicino, chiusi gli occhi e alzai la testa verso
l’alto. Feci dei
respiri profondi e mi concentrai a ritrovare la pace.
Dopo avariati minuti mi ripresi e
finalmente tornai a
casa.
Sognai Quinn, bellissima come
l’avevo vista stasera,
sarebbe stata capace di far stendere chiunque al solo vederla, che mi
veniva a
prendere per portarmi alla nostra prima cena romantica, la vedevo
arrivare
dalla finestra, e impaziente correvo giù per le scale fino
ad arrivare alla
porta principale. Il rumore del campanello e il cuore iniziò
a battere a
tremila, velocissimo. Il tempo che ci misi ad arrivare alla porta
sembrò
infinito. La aprii con un sorriso a 32 denti, e davanti a me mi apparve
Santana, con quel sorriso da mozzare il fiato. Rimasi un secondo
bloccata, poi
gentilmente mi porse la mano e mi disse “Sei
bellissima” trascinandomi fuori.
Mentre percorrevo il vialetto di
casa
mia la figura davanti a me cambiava aspetto molto velocemente, un
attimo prima
era una latina sexy, l’attimo dopo una bionda bellissima. Mi
voltai un attimo e
non poco lontano vidi un’altra immagine che mi osservava.
Capelli rosa, sorriso
bellissimo e gli occhi puntati sui miei, Deni. Sentii la testa girare
-BRITTTTTT- urlai mentre mi alzavo
di scatto dal letto
Vidi mia sorella in fondo al letto
con uno sguardo
esasperato. Doveva essere li da un bel po’ pensai.
-Stai urlando da 10 minuti
abbondanti. Ero venuta a
svegliarti ma ho ricevuto in cambio solo pedate- mi disse andandosene
da camera
mia.
Mi ributtai di schianto sul letto,
allungai la mano sul
comodino e presi il cellulare. Ieri sera ero crollata miseramente,
infatti
Rachel mi aveva cercato un paio di volte. Vidi l’ora
ringraziai che non era
tardi, per niente, quindi con molta calma mi alzai dal letto.
**************
Era il terzo caffè
nell’arco di nemmeno due ore. Non
avevo dormito nemmeno un’ora quella notte. Quinn mi aveva
raccontato come
minimo 3 volte la sua serata in tutti i dettagli, persino quanti
spaghetti
aveva nel piatto, come se gli avesse seriamente contanti. Sembrava che
ci fossi
stata anche io con loro.
Mi aveva raccontato il momento che
l’aveva vista le si
era mozzato il fiato in gola, a aveva iniziato a sudare
dall’agitazione. La
presi in giro dicendo che sembrava un adolescente al suo primo
appuntamento
serio con il fidanzatino. Avevo
preso
anche qualche manata ma ne valeva la pena vedendo quanto diventava
rossa.
Il viaggio l’avevano
passato a parlare di che avevano
fatto nella giornata e Quinn si era soffermata sul fatto che era stata
impegnata a fare le valigie e a leggere le prime cose sul caso che
avrebbe
dovuto affrontare.
Aveva prenotato il nostro tavolo,
quello nella posizione
secondo noi più strategica per vedere tutti, ma anche quello
più nascosto,in
modo da non essere viste. Avevano avuto qualche minuto di imbarazzo e
fin dopo
le ordinazioni erano state in silenzio, poi finalmente la conversazione
era
partita. Avevano parlato della vita di Quinn durante il college, di
quella di
Rachel durante questi anni al liceo, e di cosa avrebbe voluto fare. Di
cosa
aveva spinto Quinn a voler diventare avvocato, di come aveva risolto il
suo
primo caso, del rapporto con me, e poi di nuovo della musica del canto,
e della
vocazione della mora.
Alla fine la cena era andata bene,
aveva scoperto che la
Berry era vegetariana e avevano affrontato un discorso anche su quello,
visto
che praticamente Quinn si poteva definire una carnivora.
Da grande cavaliere le aveva
offerto la cena non usando i
buoni che aveva preso Mr Schue per pagare la cena. Aveva fatto
un’ottima mossa
secondo me. E i buoni me gli ero fatti dare, almeno avrei mangiato
gratis
almeno una volta quella settimana visto che ero da sola.
E poi c’era stato il
grande saluto, sempre se si poteva
definire saluto, o grande.
L’aveva riaccompagnata a
casa, dopotutto si era fatto
abbastanza tardi, e Quinn doveva ancora finire di preparare le ultime
cose, e
sarebbe partita presto.
E in quel momento
c’è stato il fatidico episodio, non si
sono baciate, assolutamente, ma diciamo che c’è
stato uno scambio di battute
che fa intendere che si piacciono a vicenda, e se non lo hanno capito
loro, beh
sono senza speranza.
Insomma
Quinn
l’aveva riaccompagnata all’entrata di casa sua,
Rachel l’aveva ringraziata per
l’ennesima volta. L’atmosfera c’era,
l’imbarazzo pure, erano in silenzio,
quando la cantante le aveva preso la mano e l’aveva guardata
negli occhi
-Sono
stata
veramente bene- le disse con una sincerità disarmante
Quinn
strinse la
sua presa e le sorrise
-Anche io
sono
stata benissimo, mi fai sentire bene, e spero che questa sia stata la
prima di
una lunga serie di caffè e cene-
Rachel si
pietrificò a quelle parole, non stava capendo se le stava
chiedendo un
appuntamento oppure cercava semplicemente di essere sua amica.
-Lo spero
anche io,
mi fa veramente piacere la tua compagnia, sto bene, mi sento bene-
disse
arrossendo leggermente e abbassando lo sguardo non riuscendo a reggere
quello
dell’altra
-Quindi
in questa
settimana che non ci sono ci sentiamo, ci conto davvero e appena torno
andiamo
a prenderci un caffè, o qualsiasi cosa tu voglia- le disse
infine Quinn.
Rachel
annui
-Si,
certo, accetto
volentieri- le sorrise finalmente rilassata da quando erano rimontate
in
macchina
Rimasero
li ancora
per un po’ in silenzio a scambiarsi a tratti sguardi
imbarazzati.
-Forse
è meglio che
vada- disse infine la bionda, che vedendo l’espressione della
ragazza davanti a
se diventare più triste, si avvicinò e le
lasciò un bacio sulla guancia,
lasciandola tanto sorpresa quanto contenta.
Ebbene ha fatto colpo,
è davvero un genio oppure già alla
nana le piaceva. Basta, decisi di non pensarci più, e di
ritornarmene a letto,
visto che stavo totalmente delirando, perché stavo parlando
da sola,
completamente da sola.
Quinn era partita da un paio
d’ore e io ora non sapevo
proprio che fare. Tornai in camera e presi il cellulare.
E ora?! Mi chiesi. Mi ributtai sul
letto, ma
sorprendentemente non riuscivo nemmeno ad addormentarmi, quindi dopo
una
mezz’ora abbondante decisi di uscire e di andare al parco.
E li la vidi. Forse
l’avevo fatto apposta, perché dentro
di me speravo di incontrarla la, di vederla anche oggi. Mi avvicinai
piano alla
panchina dove era seduta, la panchina mia e di Quinn, che a quanto pare
era
appartenuta anche ad altre coppie.
Certamente non pretendevo di avere
l’esclusiva ma la
prima volta che ci portai Quinn sentivo che era il nostro posto, non
quello di
altre 100 o forse più persone. Lo sentivo speciale.
-Ehi buongiorno- dissi poi quando
ero sicura che mi
avrebbe sentito. La vidi girarsi verso di me con un aria sorpresa
-Buongiorno- mi rispose
allentandosi in un sorriso, che
non sembrava così tranquillo.
-Mi posso sedere?- le chiesi poi,
mentre continuava a
fissarmi con uno sguardo semi perso nel vuoto.
-Oh si certo scusa- mi disse,
cercando di risultare il
più normale possibile, e facendomi spazio
-Come mai qua a
quest’ora del sabato? Sei giovane pensavo
che voi dormiste fino a mezzogiorno passato-
-Ahaha. Si beh diciamo che non ho
passato una buona
nottata, quindi sono venuta a fare un paio di passi e a cercare un
po’ di pace-
-Ah. Scusami se vuoi ti lascio in
pace. Non verrei mai..-
iniziai sentendomi in colpa per aver interrotto così la sua
tranquillità
-No figurati, mi fa piacere se
stai qui con me- la vidi
arrossire di colpo, così come io, ma per fortuna non si era
notato. L’aveva
detto con una semplicità disarmante, che mi aveva spiazzato
totalmente.
Le sorrisi poi e le dissi che se
era d’accordo lei allora
le avrei fatto compagnia.
-Sai vengo spesso a dare da
mangiare alle papere, mi
piace, e mi piacciono loro- mi rivelò indicando il laghetto
davanti a noi
-Sai lo facevo anche io, quando
litigavo con qualcuno o
avevo bisogno di stare da sola venivo qui, in questo parco, e guardavo
questi
buffi animali e volevo essere come loro- lei mi guardò
stupita come se le
avessi rivelato di essere un mago.
-Che c’è?-
-No niente. È che non
me lo aspettavo proprio da te,
insomma sembri così, così.. ecco- vedevo
nettamente che era in difficoltà a
trovare la parola adatta, che mi fece una tenerezza enorme e mi misi a
ridere
-Tranquilla ho capito, non me la
prendo-
Lei si arrossì di nuovo
e iniziò a massaggiarsi le mani e
a fissarle imbarazzata.
-Se vuoi ti faccio vedere dove
andavo- le dissi tornando
seria, notando che non riusciva a togliersi l’imbarazzo di
dosso. Mi guardò e
si aprì in un sorriso e annuì con la testa.
Mi alzai di scatto e le allungai
la mano, che afferrò
velocemente. La tirai su dalla panchina e senza staccare quel contatto,
la
trascinai in un luogo dietro il laghetto in mezzo ai cespugli e agli
alberi, ma
dove si apriva un piccolo sprazzo che dava proprio sul lago,
permettendo di
vederlo quasi per intero.
-Mi accucciavo proprio sotto
quell’albero li, e stavo
delle ore rannicchiata senza avere contatto con nessuno, solo con
quelle
piccole papere che nuotavano contente nel loro lago- le indicai
l’albero. Lei
aveva uno sguardo rapito, come se quello che le stavo dicendo fosse un
racconto
favoloso. Mi piaceva questo suo lato di trovare fascino in tutte le
cose, anche
le più semplici. Si girò verso di me e si
aprì in un sorriso bellissimo.
-Posso?- mi chiese poi
Io la guardai interrogativa
-Posso venire qua quando ho
bisogno di stare sola?-
chiarì la sua domanda.
-Certamente- le risposi io.
Mi riprese la mano e tornammo alla
panchina dove eravamo
prima.
-Senti si è fatta
l’ora di pranzo, ti andrebbe di venire
a pranzo a casa mia?- io la guardai stupita. Non me
l’aspettavo proprio questa
domanda.
-Non vorrei creare disturbo-
risposi leggermente
imbarazzata.
Lei rise
-Non preoccuparti, non crei
affatto disturbo- mi disse
tutta contenta –avviso mamma allora- prese il telefono e dopo
pochi secondi
parlava con la madre
Ok ora si che ero imbarazzata.
Avrei pranzato con tutta
la famiglia, non facevano proprio per me tutti questi convenevoli.
Sperai solo
che non avrebbero fatto troppe domande.
Dopo poco la vidi riattaccare il
telefono
-Ecco fatto, per mamma non ci sono
problemi, tanto fa
sempre cibo in più. A te piace tutto?-
-Sisi, non ho problemi, mangio
tutto quello che c’è-
-Ok, perfetto- mi disse mentre ci
incamminavamo verso
casa sua.
Mi accorsi che casa sua non era
molto distante dal parco,
insomma io come minimo ci avevo messo il doppio del tempo. O forse era
la sua
compagnia che faceva passare il tempo così veloce.
Poi arrivate alla porta
d’ingresso si bloccò e mi guardò
con un’aria colpevole
-Senti i miei genitori
sono… come dire… leggermente
curiosi, e non si fanno problemi, sanno come mettere in imbarazzo le
persone
e..-
Non fece in tempo a finire che la
porta si spalancò e
quasi non la fece cadere. Apparve alla porta una signora, una
bellissima
signora, che assomigliava parecchio a Brittany, gli stessi capelli, lo
stesso sguardo
e taglio degli occhi, non aveva quel’azzurro bellissimo che
gli caratterizzava,
ma erano comunque bellissimi.
-Ciao- mi disse sorridendomi,
anche quello identico alla
figlia –tu devi essere Santana, la tutor e amica di mia
figlia- mi allungò la
mano. Io l’afferrai
-Si signora, anche se non sono
proprio un tutor..-
iniziai sentendo poi una risata
-Non chiamarmi signora, sono
Susan. Prego entra- mi disse
spostandosi per lasciarmi entrare in casa.
Mi girai indietro e vidi Brittany
che con calma ci seguiva,
sembrava molto imbarazzata.
-Peter lei è Santana,
l’amica di Brittany- dissi Susan
facendo un occhiolino complice a colui che doveva essere il padre. Ecco
da chi
aveva preso quell’azzurro incredibile. Mi presentai
imbarazzata anche a lui.
-Prego, ci possiamo accomodare a
tavola, siediti pure
dove vuoi Santana- disse poi Peter entrando in sala da pranzo.
Ero molto agitata, insomma
sembravano così gentili e
premurosi, io non ero affatto abituata ad avere dei genitori
così. Poi sentii
la mano di Brittany che afferrava la mia, e mi voltai verso di lei
-Vieni siediti qui- mi disse
sedendosi nel posto accanto.
Mi misi a sedere, ma notai che
c’era un posto vuoto.
-Aschley-
chiamò
poi la madre di Britt
Dopo qualche minuto apparve una
bambina, era il contrario
della bionda, solo il taglio degli occhi era lo stesso.
Si sedette nel posto davanti a me,
e mi fissò per qualche
secondo
-Complimenti Britt, è
molto bella, chissà come fa a stare
con una come te- disse poi guardando la sorella, che arrossì
in maniera incredibile
in pochissimo tempo
-Asch che stai dicendo?! Santana
non è la mia ragazza, è
una mia amica, che mi da ripetizioni- si difese, cercando di non far
notare
l’imbarazzo. Era così tenera quando si imbarazzava
-Non ci crede nessuno, comunque
sarebbe più sensato se
non lo fosse-
-Aschley. Non prendere in giro tua
sorella- disse Peter
mentre gli lanciava un’occhiata complice. Mi venne da
sorridere, erano così
gioiosi, così liberi.
-Ecco qua, per primo una bella
lasagna all’italiana,
spero che ti piaccia Santana- si rivolse a me poi
Io annuii con la testa, non avevo
mai mangiato del cibo
italiano veramente ma aveva un bell’aspetto, quindi dissi
semplicemente di si.
Iniziammo a mangiare, e le
partirono, soprattutto
parlarono della loro figlia e dei suoi tanti disastri, interrotti
sempre da
qualche battuta della piccola Pierce. Di quando gli disse di essere gay
e di
come loro se lo aspettavano.
-Te Santana invece? Cosa fai nella
vita?- mi chiese poi
Susan. Eccoci ora sarebbe toccato a me rispondere.
-Sono proprietaria di una catena
di alberghi la L…-
-Aspetta mi vuoi far credere che
tu sei Santana Lopez?-
mi chiese poi sorpreso Peter
Io divenni leggermente rossa
-Si papà è
lei- disse per me Brittany.
-Wow- commentò lui
– sono onorato di ospitare una, ma che
dico, la più famosa e giovane e a quanto pare anche molto
bella proprietaria
della più importante catena di alberghi di sempre. Tuo padre
deve essere molto
fiero di te-
-Grazie, ma alla fine non ho fatto
niente da sola, ho
degli ottimi aiutanti e non sono dovuta partire da zero- risposi
rimanendo sul
vago, non avevo voglia di parlare dei miei genitori
-Ma che dici?! Hai completamente
risollevato l’attività
in nemmeno due anni. Sei fenomenale- continuò lui
Non sapevo che dirgli
-Papà la stai mettendo
in imbarazzo-
-Aahahah, scusa non era mia
intenzione davvero-
-Si figuri- gli dissi io poi
cercando di sorridere.
-Vedi bella, più
grande, e pure donna di successo. È
troppo per te Brittany- intervenne di nuovo la piccola Aschley creando
di nuovo
quel rossore sulle guancie della bionda
-Mamma, dille qualcosa- disse poi
con un tenero broncio
guardando supplichevole la madre.
-Chi vuole il dolce?- chiese Susan
quasi ignorando lo
scambio di battute tra le figlie.
Dopo qualche minuto
tornò con un dolce alquanto delizioso,
non sapevo il nome, ma lo avevo già mangiato e mi piaceva da
morire.
-Grazie di tutto davvero- dissi
alla fine del pranzo,
mentre mi preparavo ad andare via –Lei cucina veramente bene
signora- ricevetti
un occhiataccia -..Susan, scusi. Vi ringrazio di nuovo-
Britt mi accompagnò
alla porta
-Grazie ancora- le dissi sorridendo
-È il minimo per tutto
quello che fai per me, e se non
sai che fare puoi sempre chiamare, magari andiamo a giro con i ragazzi-
mi
disse sorridente
-Certo- risposi, anche se in
realtà non avevo voglia di
stare con quel branco di adolescenti.
-Allora vado, ci sentiamo- la salutai dandole un
bacio sulla guancia, fu
un contatto magnifico, poter sentire la sua pelle sotto le mie labbra
aveva
scaricato in me delle emozioni tremende.
-Ciao San.. – mi rispose
lei, e poi uscii da quella casa
per avviarmi alla mia.
********************
Ero imbambolata davanti alla
porta, mentre la fissavo
andare via. È possibile che quel semplice contatto mi avesse
fatto tutto
quest’effetto?!
-Se continui a guardarla
così potremmo pensare che hai la
vista a raggi x- mi disse mia sorella raggiungendomi da dietro insieme
ai miei
genitori.
-Ah ah ah. Simpatica, stavo solo
aspettando che si
allontanasse, e poi la guardavo normalissimo- mi provai a difendere,
inutilmente
a giudicare da come mi guardavano.
-Mi piace quella ragazza, anche se
sembra un po’ sulle
sue- disse mia madre
-Si anche a me, e poi è
una importante, però sembra
davvero una brava ragazza- continuò mio padre.
Gli stavo per uccidere ma poi
decisi che era meglio di
no, poi avrei dovuto pulire tutto il sangue.
-La smettete?!- dissi semplicemente
Loro mi guardarono stupiti
-Britt ma noi ci preoccupiamo per
te. Stavamo solo
dicendo che se fosse la tua ragazza ci piacerebbe parecchio- mi
informò mia
madre
-Certo. Ma non lo è e
non lo sarà, non è lei che mi
piace- dissi di getto
I miei mi guardarono stupiti
-Chi stai cercando di convincere?
Noi o te?- mi chiese
poi mia sorella, con la faccia da detective
Io la guardai come presa in
controtempo, non sapendo che
rispondere.
-Ecco come non detto- disse
andandosene verso il salotto.
Era incredibile quella piccola peste.
Io sbuffai e me ne andai in camera
mia. Ma solo poco dopo
uscii per raggiungere Rachel nel nostro solito bar.
-Britt finalmente. È da
ieri sera che ti cerco- mi disse
venendomi incontro.
Io arrivai li con il fiatone, dopo
aver corso fino a li
da casa mia. Appena ero salita in camera avevo sentito il telefono
vibrare ed
ero corsa a prenderlo. Lo guardai sbalordita trovandoci come minimo 20
chiamate
perse e 6 messaggi tutti dalla stessa persona
Nell’ultimo
c’era scritto
Britt
spero che
sia tutto apposto, lo spero soprattutto per te, perché se ti
è successo
qualcosa ti ammazzo io. Comunque verso le 3 pm vado al bar, ti aspetto
li.
Quindi accorgendomi che erano
quasi le tre avevo corso.
Ed ora eccomi li, con Rachel che
mi guardava storto e con
un principio di infarto dallo sforzo.
-Andiamo va- disse avviandosi
dentro e io dietro che la
seguivo, mi sembrava sollevata ma allo stesso tempo arrabbiata.
l’avevo fatta
davvero preoccupare.
-Mi dispiace- fu la prima cosa che
dissi una volta presi
i nostri soliti posti. Lei mi guardò storto, ma dopo pochi
secondi il suo sguardo
si addolcì
-Sei una stupita- mi disse poi
– potevi almeno avvisare,
tutto qui-
Io la guardai con lo sguardo da
cucciolo bastonato, al
quale sapevo non avrebbe potuto resistere
-Sei sleale- disse semplicemente
iniziando a ridere e
contagiando anche me
Ordinammo il solito : due cappucci
e un paio di paste per
me.
-Allora raccontami tutta la tua
serata- dissi bevendo un
sorso dalla mia tazza
La vidi arrossire e poi
iniziò a parlare.
Stetti in silenzio tutto il
racconto, non volevo interromperla,
sembrava così presa, così contenta,
così…. Non saprei trovare un giusto
aggettivo per descrivere il suo stato d’animo e quello che
trasmetteva.
Non potevo crederci, le piaceva,
ma sul serio, e questo
era un guaio, perché piaceva anche a me.
Fissavo le sue labbra che
continuavano a raccontare fino
a che ad un tratto non si fermarono.
-Allora?- mi chiese
Non sapevo cosa rispondere, ero un
secondo sconvolta, a
Rachel piaceva
Quinn e non me ne ero
nemmeno accorta. Mi sentivo anche un po’ una stronza, forse
era di questo che
mi voleva parlare, e io non l’avevo mai ascoltata, presa dai
miei problemi.
Sentii il suo sguardo su di me
-Ti piace- sussurrai, era il
pensiero che mi attanagliava
di più
La vidi arrossire
-Ma che dici?- disse lei
imbarazzata
-Ti piace, da sempre e io non me
ne sono accorta, perché piace
anche a me- mi accorsi solo dopo che avevo detto quello che pensavo ad
alta
voce
Lei mi guardò come se
stesse per scoppiare in lacrime
-Scusa Rach..- iniziai
-No..non dire altro. Scusami te,
se lo avessi saputo..-
-Rachel, no davvero. Sono contenta
che ti piaccia, e se
lei sceglie te sarò ancora più contenta, mi
faccio da parte, perché sembra che
abbia già deciso- le dissi sinceramente.
-Ma…- provò
di nuovo
-Scusa- dissi mentre mi alzavo
velocemente uscendo dal
bar.
Stavo davvero così
male? Non lo sapevo.
Eccoci con un altro capitolo.
Brittany è una ragazza
piuttosto confusa…
Ringrazio tutti quelli che seguono
e leggono questa
storia, e sarei felice se lasciaste dei vostri pensieri.
Grazie e alla prossimaJ
|
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Capitolo 9 *** Dubbi o Certezze?! ***
Perché ero scappata?
Perché avevo reagito così? Cosa avrà
pensato Rachel? Ero tornata a casa di corsa, con queste domande che mi
martellavano la testa e alle quali non trovavo in nessun modo una
risposta. Me
ne stavo li a sedere alla scrivania con una penna in mano e un foglio
davanti,
bianco. Non avevo idea di perché mi trovassi in quella
posizione, non scrivevo
mai io, non mi piaceva per niente scrivere, già è
tanto che lo facevo per
scuola, figuriamoci nel tempo libero. Disegnare? Non se ne parlava
proprio, ero
artistica si, ma non sapevo disegnare per niente.
Con stizza buttai la penna sulla
scrivania e mi alzai per
poi buttarmi sul letto come un corpo morto.
La mattina mi svegliai in quella
stessa posizione,
dovetti aver dormito più di 12, e stavo totalmente morendo
di fame. Scesi
lentamente le scale come uno zombie, ero veramente rimbambita ed era
domenica,
e avrei dovuto affrontare sicuramente Rachel e darle delle spiegazioni
sul mio
comportamento.
-Buongiorno mamma- sbadigliai
entrando in cucina, vedendo
mia madre che si stava preparando il caffè
-Buongiorno. Ti faccio dei pancake
e una bella tazza di
caffè, ti vedo molto assonnata e affamata- mi disse
accendendo i fornelli
Come mi conosceva bene mia madre,
aveva capito tutto solo
dalla mia espressione sfatta.
-Grazie- le dissi accomodandomi
alla tavola
-Britt, va tutto bene?- Mi chiese
dopo poco –Sai ieri ti
ho vista molto strana, sia quei minuti dopo che Santana era andata via,
sia
quando sei tornata a casa tutta sudata. Sembra che hai mille pensieri
che ti
attanaglino la testa- mi disse guardandomi preoccupata
Sospirai, davvero mi conosceva
troppo bene, e io non
sapevo mentire a mia madre
-No decisamente no.
Cioè niente di grave ovviamente,
problemi adolescenziali- mi corressi subito vedendo la faccia di mia
madre
farsi ancora più preoccupata – insomma diciamo che
ci sono queste due ragazze,
che entrano ad un tratto nella tua vita come un uragano-
-Stiamo parlando di Santana
e…?- mi interruppe mia madre
-Ah giusto Santana e
Quinn…-
-Sei tremend…-
-Mamma i commenti alla fine- dissi
stizzita, e lei si
chetò subito lasciandomi continuare a parlare
-Insomma Santana e Quinn. Una
gentile e solare, l’altra
misteriosa e indecifrabile. Sono riuscita a instaurare un rapporto con
Quinn
nelle prime settimane e li ho iniziato a pensare sempre di
più a lei, mi
piaceva e tanto. Poi è entrata nella mia vita Santana,
ammetto che inizialmente
la detestavo, con quel suo fare altezzoso, ma poi ho capito che
è tutta
un’altra persona rispetto a quello che fa vedere fuori, e
c’è stato un qualcosa
che si è mosso dentro di me tutte le volte che la vedo. E
per finire è
ricomparsa Deni e sono svenuta solo vedendola- finii abbassando gli
occhi quasi
imbarazzata da quell’ultima cosa
Mia madre si sedette accanto a me
e con dolcezza mi
strinse le mani
-Quanto mi mancano queste cose-
iniziò – comunque amore
mio nessuno lo può sapere meglio di te. Io non posso
consigliarti, non sono in
grado. E poi non voglio prendere le decisioni al posto tuo. Certo se
devo
essere del tutto sincera non voglio vederti di nuovo soffrire per Deni
in quel
modo. E Quinn non l’ho mai vista e non saprei che dire, ma
Santana è veramente
un bel bocconcino- mi fece l’occhiolino e scoppiò
a ridere. Mia madre mi stava
prendendo in giro, e forse non aveva tutti i torti, forse dovevo
smetterla di
rimarginarci sopra e prenderla più ala leggere e con una
mente più lucida e
tranquilla.
-Mamma non prendere in giro
Brittany- disse mia sorella
entrando nella stanza con un’espressione tutt’altro
che vera. Io la fulminai,
quel piccolo diavolo doveva aver sentito tutto e ora mi avrebbe
tartassato per
sempre.
Mangiai tutta la mia colazione in
silenzio sentendo
ridere mia sorella e mia mamma mentre si sussurravano delle cose che
ovviamente
non sentivo.
Mi alzai indispettita dal loro
atteggiamento, sentendole
ridere ancora più forte una volta uscita dalla stanza.
Sospirai nervosa, solo
io potevo avere una famiglia del genere.
Uscii di casa nemmeno
mezz’ora dopo, non avevo voglia di
rimanere in camera mia a pensare.
Non avevo proprio idea di dove
andare però. Non potevo
tornare al parco, sennò il mio cervello non avrebbe
più smesso di cercare una
risposta ai miei dubbi. Mossi dei passi in direzione del centro, almeno
sarei
stata in mezzo alle persone.
Arrivai dopo pochi minuti, la mia
casa non distava così
tanto. Era in un’ottima posizione.
Mi maledissi subito dopo vedendo
un gruppo di fan con le
maglie di Deni che correvano verso una direzione precisa. Il grande
centro
commerciale. Mi affacciai e rimasi sbalordita da quello che vidi. Una
calca
sorprendente che stava intorno a delle barrivate e un piccolo palco li
al
centro. Sorrisi
forse davvero contenta
per il successo che aveva ottenuto.
-Signori e Signore, ragazzi e
ragazze di tutte le età, è
con grande piacere presentarvi questa giovane cantante che ha avuto un
successo
incredibile in meno di un anno. È
qui
oggi per un’anticipazione del suo concerto, che voi tutti
saprete che si terrà
tra tre giorni allo stadio comunale-
La folla esplose
in un boato enorme.
-Dopo la sua canzone,
risponderà alle vostre domande,
firmerà autografi e farà foto. Quindi non ve ne
andate- disse facendo impazzire
nuovamente la folla.
Decisi di avvicinarmi un pochino anche io.
-Signori e Signore Deni - ci fu un
applauso potente
seguito da fischi, non appena Deni fece il suo ingresso sul palchetto.
Non appena partì la
musica tutti si chetarono impazienti
di sentirla cantare. Pure io ero impaziente di sentirla nuovamente dal
vivo. Mi
trasmetteva sempre tantissimo quando cantava, e aveva una voce
fantastica.
Partirono le note di una canzone
che devo ammettere conoscevo
a memoria. Mi
piaceva il suo cd da morire, e lo
ascoltavo di nascosto da Rachel. Rimasi rapita nuovamente dalla sua
voce non
appena attacco con la prima strofa, e chiusi gli occhi per assaporare
appieno
quel momento.
The
day I first met you
You
told me you never fall in love
But
now that I get you
I
know fear is what it really was
Gli
riaprii solo a
fine canzone. E solo per un attimo mi sembrò
che il suo sguardo fosse
nel mio, ma poi quella sensazione sparì immediatamente dopo
quando cominciai a
sentire le spinte delle persone che si accalcavano per avere un
contatto con
lei.
A quel punto mi allontanai
sentendo una mano che mi
tirava via
-Brittany?! Che ci fai qui?- vidi
una Rachel davanti a me
piuttosto contrariata.
Rimasi un secondo spiazzata
-E te?- chiesi poi confusa
-Stavo facendo la spesa- mi disse
mostrandomi il carrello
li vicino a lei. Ci allontanammo dalla confusione e ci dirigemmo verso
l’uscita.
-Allora?- mi chiese con il
sopracciglio alzato, segno che
si stava spazientendo
-Niente, ero venuta qui a fare due
passi, poi ho visto
tutte quelle persone e mi sono incuriosita e avvicinata, e poi ho
capito e l’ho
sentita cantare- dissi tutto di un fiato
La vidi sospirare davanti a me
-Perché continui a
farti del male?- mi chiese poi –la
devi lasciare andare per sempre, è meglio per lei ed
è meglio per te. E non lo
dico perché non la posso vedere ma perché tengo a
te e so che non è quella
giusta per te- mi confessò poi
-Lo so Rach. Ma la sento ancora
mia, mi sembra che non se
ne sia andata mai. I miei sentimenti per lei sono cambiati si, ma
c’è il
rischio che possano tornare a galla- dissi preoccupata. Non volevo
assolutamente che accadesse ciò, infatti dovevo starle alla
larga il più possibile.
-Non è così
però che lo impedisci. Devi fare chiarezza
dentro di te Britt. Non è possibile che ti piacciano 3
persone
contemporaneamente- disse lasciandomi sorpresa –Ho visto come
guardi Quinn,
come guardi Santana e poi è tornata la tua ex. Non puoi
continuare a rimuginarci
sopra. Devi lasciarti andare- mi disse poi lasciandomi sbalordita. Se
ne era
accorta pure lei allora, senza che le dicessi niente, eppure non mi
sembrava di
guardarle in nessun modo strano soprattutto Santana.
-Non so come fare sinceramente. I
miei pensieri non mi
danno pace per niente. Mi sento in mezzo, e poi questa tua rivelazione
con
Quinn mi ha scombussolato ancora di più, non
perché ci veda qualcosa di strano,
ma perché sinceramente non me lo sarei mai aspettato da te,
cioè insomma-
-Ho capito tranquilla, e ammetto
che non me lo sarei
aspettato nemmeno io, ma come dici sempre te “non si comanda
al cuore” giusto?-
Io annuii e sorrisi. Ero contenta
per Rachel e non avrei
mai voluto litigare con lei per una ragazza. Ok mi faceva strano anche
pensare
ad una cosa del genere.
-Sono contenta che ti piaccia, e
che tu piaci a lei- le
dissi sinceramente, anche se sentivo una strana morsa allo stomaco, ma
era
giusto che mi facessi da parte.
Lei arrossi
-Non dire così,
sinceramente non so se le piaccio-
-Ahahaha. Invece si, te lo dico
io, da come ti guardava,
da come si è comportata, e a proposito si è fatta
sentire?- chiesi poi
ricordandomi che le aveva detto che le avrebbe scritto
-Si. Mi ha scritto ieri per dirmi
che era arrivata e per
darmi la buona notte- disse imbarazzata
-Vedi. Non
c’è ombra di dubbio. Le piaci- dissi con aria
saccente
************
Odio il lunedì, odio
tornare in questa scuola, odio
questi adolescenti così pieni e sicuri di loro, ma odio il
fatto che Quinn mi
abbia lasciata qui, per tornarsene a New York, anche se per lavoro.
L’unico lato positivo di
quella mattina era lei:
Brittany. Si in questi due giorni mi ero fatta un esame di coscienza ed
ero
arrivata alla conclusione. Avevo preso una bella batosta per quella
ragazza, ma
non l’avrei ammesso nemmeno sotto tortura, soprattutto non
l’avrei data vinta a
Quinn.
Percorsi quei corridoi ancora con
qualche ragazzo in
giro, sicuramente in ritardo per la lezione. E
poi la vidi, stava entrando nel bagno
insieme alla nana che stava strillando qualcosa a dei ragazzi
più in fondo al
corridoio che se la ridevano e si battevano il cinque. Senza pensarci
due volte
mi fiondai in bagno.
-Ehi tutto bene?- chiesi una volta
entrata fissando la
bionda davanti a me che era intenta a lavare dalla faccia di Rachel la
granita
che le era stata appena lanciata.
-Direi di si, ormai ho rinunciato
tanto tempo fa. Tutti i
giorni è la stessa storia orami da due anni- mi rispose la
cantante con una
voce piena di rabbia e di sofferenza.
Mi avvicinai piano a loro
-vedo che le mode non sono
cambiate con gli anni. Sai la
prima volta che me lo fecero a me, e direi anche unica, gli feci
scappare tutti
e tre con la coda tra le gambe- dissi ridendo, ma ricevetti in cambio
solo uno
sguardo perplesso.
-Anche noi eravamo considerati dei
“Loser”; ancora più di
voi. Non avevamo vinto niente, il primo anno abbiamo perso addirittura
alle
regionali. E pur essendo cheerios anche io e Quinn venivamo tempestate
di
granite-
-Allora non tutto è
come prima, perché Brittany non ne ha
mai ricevuta una- intervenne Rachel
-Comunque se vuoi posso continuare
io qui e te le vai a
prendere il cambio, perché hai un cambio vero?- proposi alla
bionda che si
scambiò uno sguardo d’intesa con l’altra
e poi ringraziandomi uscì dal bagno.
Uscita Brittany calò il
silenzio nel bagno, l’unico
rumore era quello dell’acqua che scendeva dal rubinetto e
andava ad infrangersi
contro la mia mano.
-Grazie ancora- mi disse dopo poco
che avevo finito di
pulirle i capelli per bene.
-Figurati, dopotutto capisco la
tua frustrazione per
questi episodi, e volevo rendermi utile- le risposi sinceramente.
-Ecco qua, ti ho preso la maglia,
e questa felpa. Mi sa
che dovrai rifare scorta perché è finito tutto-
disse la ballerina entrando di
nuovo, e dando la roba a Rachel
Si cambiò velocemente,
e pochi minuti dopo uscimmo da li.
Loro andarono in classe e io rimasi sola un’altra volta.
Sospirai e mi avviai nella classe
del Glee. La
lezione si sarebbe tenuta tra meno di
un’ora e quindi potevo aspettare benissimo. Oggi avremmo
deciso finalmente una
scaletta, la scaletta delle Provinciali. Io avevo già in
mente un paio di
canzoni da far cantare alla nana, che dovevo ammettere era davvero la
più
talentuosa li dentro.
Mi misi a sedere al mio vecchio
posto, la in ultima fila,
da dove potevo osservare tutto e tutti, mi mancava terribilmente stare
da
quella parte. Mi mancavano i miei amici, mi mancava tutta
l’emozione che ti
trasmetteva esibirsi, sia per i tuoi compagni che nelle competizioni.
Era il
club più bello che potessi scegliere di frequentare.
I miei pensieri furono interrotti
dalla campanella e
quindi dall’imminente inizio della lezione.
-Come tutti sapete Rachel come
vincitrice della sfida
avrà diritto ad un assolo, visto che la sua partner non
può partecipare alla
competizione, e dopo le pressioni subite da Santana, sarai libera di
scegliere
che canzone vuoi…-
Dopo aver ricevuto degli sguardi
di gratitudine da parte
della cantante smisi di ascoltare il discorso del professore, e mi
incantai
sulla mia bionda. Era così bella, così pura. Non
vedevo l’ora di passare il
pomeriggio con lei.
Mi presentai a casa sua verso le
4, perché mi aveva detto
che prima aveva gli allenamenti delle Cheerios. Mi aprì la
porta sua madre, che
mi salutò con un grosso sorriso.
-Britt- chiamò
–è arrivata Santana- disse ancora
-Prego cara, accomodati- si
rivolse poi a me, facendomi
entrare in casa
Io le sorrisi di rimando
-Tanto orami conosci la strada,
vai pure- mi disse prima
di sparire in cucina.
Io salii le scale, e me la trovai
li davanti, in shorts e
una maglia più lunga dei pantaloncini. Mi cascò
l’occhio sulle sue gambe, che
sembravano più lunghe e belle di sempre.
Deglutii a fatica non appena il
suo sguardo entrò nel
mio. Era così bello e rilassante immergersi in quegli occhi
così celesti, così
profondi, come stare in mare aperto.
-Ehi- sentii poi –stavo
andando a prendere dell’acqua, te
intanto accomodati pure- mi sorrise per poi passarmi accanto e scendere
le
scale. Il suo odore. Dio, quanto era buono il suo odore. Entrai in
camera sua,
e mi misi a sedere al mio posto alla scrivania. Era tutto
così lei in quella
stanza, così bambina ma così adulta al tempo
stesso. Mi incantai sul letto, con
lo sguardo fisso su quel peluche di papera, buffissimo. Era di media
grandezza,
ma sembrava così morbido, e sembrava che avesse una storia
tutta sua.
-Mi è stato regalato da
mio nonno, poco prima che
morisse- mi girai verso di lei che era appoggiata sulla soglia della
porta che
mi fissava –sai una volta quando avevo poco più di
cinque anni mi portò a
caccia con lui e un suo amico. Lo so che non era una cosa molto
responsabile ma
volevo farlo e lui mi accontentava sempre- continuavo a fissarla,
mentre lei
stava guardando il peluche, era così bella, non riuscivo a
pensare ad altro che
a lei –durante la battuta di caccia, involontariamente
ferirono una papera,
così iniziai a piangere per quel povero animaletto. Mio
nonno cercava di
calmarmi ma non ci riusciva, così la prese e la
portò da un veterinario
velocemente. Riuscimmo a salvarla, e dal quel giorno fino a che ci
riuscì mi
portava sempre a trovare la nostra amica al lago, e divennero i miei
animali
preferiti. Ma quando morì la papera, lui vedendomi triste mi
regalò quel
peluche in suo onore- finì
il suo
racconto, e vidi una piccola lacrima scivolarle sul viso.
-Mi dispiace- dissi vedendola li
ancora persa nei suo i
pensieri
-Figurati- mi sorrise, sedendosi
accanto a me
-Come mai me lo hai raccontato?-
le chiesi poi confusa
-Ti vedevo così
interessata a quel peluche che mi è
venuto spontaneo- mi rispose
Io arrossii. Dovevo essere stata
imbambolata a fissarlo
per qualche minuto e lei deve essere stata a fissare me per quel tempo.
-Da quanto tempo eri appoggiata
alla porta?- le chiesi
poi curiosa di sapere
-Da parecchio tempo- disse
avvicinandosi ad un soffio da
me. Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra, eravamo vicine,
troppo
vicine. Passai il mio sguardo dalla sua bocca agi suoi occhi. Mi
fissavano,
potevo leggerle dentro e lei faceva lo stesso con me, lo sentivo, lo
sentivo che
percepiva tutto il mio desiderio di lei. Non riuscivo a pensare chiusi
per un
secondo gli occhi e fu come stare in paradiso. Sentii le sue labbra
sulle mie,
e fu tutto. Il mio cervello mi salutò e non riuscii
più a controllarmi.
Approfondimmo il bacio come se fossimo ossigeno l’una per
l’altra. Fino a che
non davvero non abbiamo avuto bisogno di respirare.
Ci staccammo, a malincuore devo
essere sincera, e i
nostri sguardi si cercarono di nuovo, questa volta più
imbarazzati, però con
una nuova consapevolezza. Sapevo che era la ragazza giusta, il mio
corpo aveva
provato delle cose che mai nessuno era riuscito a provocarmi.
-Scusa- sentii poi, il suo sguardo
si abbassò con un aria
colpevole. Io dentro di me sorrisi. Con la mano le tirai su il mento in
modo da
poterla guardare in faccia un’altra volta.
-Non devi scusarti. Se vuoi ne
parleremo, anzi ne
dobbiamo parlare, non è detto che sia ora se non vuoi- le
dissi sinceramente.
Anche se ancora non ero in grado di pensare correttamente.
***************************
-CHE COSAAAAAAAAAAAAA-
urlò la mia amica trapanandomi un
timpano
Dopo le imbarazzanti ripetizioni
di oggi dovevo parlare
con qualcuno di quello che era successo, così non appena
Santana se n’era
andata avevo chiamato Rachel e dopo essermi fatta forza le disse che
l’avevo
baciata
-Rache non urlare ti prego-
-Non puoi dirmi di non urlare,
come faccio a non urlare.
Dimmi come è successo? Che ti è saltato in
mente?! E lei?! Su racconta-
-insomma lei era li, non so cosa
mi abbia detto il
cervello ma era la cosa giusta da fare. Sapevo che era quello il
momento
giusto, mi sono avvicinata e non appena ha chiuso gli occhi
l’ho fatto. Lei non
sembrava contrariata affatto, e..-
-Sei una frana nei racconti.
Comunque basta per capire
che lei è presa da te da quanto dici. Ma te?-
-Io lo sono, cioè non
ci avevo mai pensato, cioè non so
come mi sia venuto in mente-
-Ti piace, solo che non lo
ammetti- mi disse Rachel dall’altra
parte del telefono
Forse era vero, perché
non volevo ammettere che mi
piaceva, sul serio. Mi ero così intestardita su Quinn che
non ero nemmeno
riuscita a capire cosa volessi davvero. E forse ora c’ero
arrivata, volevo lei,
ho sempre voluto lei, ma non me ne ero mai resa conto. Il suo odore, i
suoi
capelli corvino, i suoi occhi così neri, così
belli, così espressivi che mi
hanno fatto cadere ai suoi piedi, il suo lato dolce e sensibile, che
non mostra
mai, solo in determinate circostanze che ti spiazzano totalmente
-Britt?? Britt ci sei ancora??-
ripresi coscienza
-Si.. si scusa. Sai penso di aver
aperto gli occhi sul
serio ora. Quinn era il mio ideale, bella gentile, ma Santana.. mi ha
rapito
completamente- le confessai, chiarendo le idee anche a me
-Lo sapevo!- disse euforica la mia
amica –anche se penso
che non mi sopporti, vedevo come ti guardava, con te si scioglie. Non
riesce a
dirti di no-
-Ora non esagerare.. non-
-Shhh non interrompermi. Io ho
ragione punto. Quindi che
hai intenzione di fare?-
Eccoci. Non ci avevo pensato
-Mmmm, abbiamo detto che ne
dobbiamo parlare, quando me
la sentivo. Ma non so che dirle, ci sono un sacco di complicazioni-
-Serve a questo parlarne, lei lo
sa, e ora lo sai anche
te, quindi non stare li a pensarci troppo e datti una smossa, visto che
finalmente per la prima volta in vita tua hai capito qualcosa-
-Sempre molto gentile sento. Dopo
le mando un messaggio e
fisso-
-Brava, prendi
l’iniziativa. Sono fiera di te, chissà
cosa diranno i tuoi-
-Rach non provarci nemmeno a dire
qualcosa, o giuro che
non canterai mai più- la minacciai, riuscendo nel mio
intento.
Finalmente quella giornata stava
giungendo al termine, mi
preparai per andare a letto. Mi infilai sotto le coperte, e presi il
telefono. Stetti
minuti a fissare lo schermo ma poi decisi che era giusto farlo.
Digitai velocemente il messaggio,
e lo inviai a Santana. Tutto
molto velocemente, poi lo spensi e andai a dormire con il cuore che mi
batteva
a mille. Ero felice, ero veramente felice dopo tanto tempo. Non mi
sentivo così
da troppo tempo.
Finishhhh. Un altro capitolo
è andato, diciamo che da qui
in avanti ci saranno degli sviluppi importanti.
Finalmente si sono baciate si, ma
come riusciranno ad
andare avanti. Avrei piacere che mi esprimesse il vostro giudizio.
Grazie a
tutti quelli che leggono, seguono e quant’altro.
Al prossimo capito.
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Capitolo 10 *** Provinciali con botto ***
Erano passati tre giorni da quando
mi sarei dovuta vedere
con Brittany. Quando mi aveva mandato quel messaggio dove mi chiedeva
di
incontrarci al parco, nel “mio posto” il mio cuore
aveva iniziato ad
accelerare, finalmente mi stava concedendo un’occasione,
avrei potuto spiegarle
come mi faceva sentire, cosa pensavo di lei, e come la vedevo realmente
per me.
Ma così non era stato,
avevo aspettato per più di un’ora
il suo arrivo ma non venne mai. Quindi sconsolata ero tornata a casa, e
mi ero
messa a pensare, ma senza trovare una spiegazione logica, che
ovviamente mi
andasse bene.
Durante il resto dei giorni, non
si era fatta vedere, si
la vedevo all’ora del Glee ma arrivava sempre precisa, e se
ne andava via di
corsa, senza mai incrociare il mio sguardo per una volta. Avevo pensato
di
andare a casa sua ma mi sembrava una mossa troppo azzardata, anche se
in realtà
ero il suo “tutore”; però poi decisi che
forse era meglio che fosse lei a
cercarmi, e non il contrario, era lei dopotutto che a questo punto mi
doveva
una spiegazione.
Oggi finalmente era il grande
giorno del Glee, ci
sarebbero state le provinciali e io ero all’aeroporto a
recuperare Quinn, che
aveva fatto in modo per non perdersi questa esibizione.
Come la invidiavo delle volte, lei
aveva tutto quello che
voleva, viveva con semplicità godendosi attimo per attimo,
momento su momento,
sempre sorridente, era cambiata molto dal liceo, quando era solo un
cheerleader
meschina e crudele.
-Sai pensavo che almeno un
“Ciao Quinn bentornata” me lo
sarei meritata, non pensi?!- mi riscossi dai miei pensieri e la vidi li
davanti
a me, con un’espressione offesa dipinta sul volto.
-Non allargarti troppo Fabray, non
è che sei stata via
per un mese o oltre, quindi no, essere qui mi sembra già
tanto- le risposi io,
per poi ridere e abbracciarla.
-Non cambi mai vero Lopez?!-
-Direi di no-
Caricai la valigia nel porta
bagli, e poi partimmo in
direzione della nostra
scuola, dove si
sarebbe tenuta la competizione.
-Allora com’è
la situazione? I ragazzi sono in forma carichi
pronti?-
-Direi di si, questa settimana ho
lavorato in privato con
l’hobbit e l’ Aritha dei giorni nostri. Sono quelle
che si muovono peggio sul
palco, e abbiamo fatto ore extra per le coreografie-
-Si mi ha detto Rachel che sei
stata proprio piena di
complimenti per entrambe- mi sentii gli occhi di Quinn puntati addosso,
come
contrariata da questa cosa
-Lo sai, che non sono per
l’insegnante buono. Il metodo
Lopez ha funzionato e continuerà a funzionare
perché serviranno ancora molte
ore extra per quelle due, e anche per qualcun altro- le risposi a tono
-Metodo Lopez eh?!- mi chiese
ironica
-Certo, vedrai con i tuoi stessi
occhi, come brilleranno
oggi quelle due, tanto non hai problemi a fissare la nana con un naso
troppo
grosso per una figura così piccola, perché non le
consigli il tuo chirurgo
plastico invece di pensare a come entrare nelle sue mutante?!- chiesi
sadica,
guardandola per un secondo per poi tornare sulla strada.
-Vedi io non ho problemi a vedere
Rachel- disse marcando
di più il suo nome – e voglio proprio vederli
questi cambiamenti, ma te li
noterai? O sarai impegnata a guardare altro?- mi rispose con il mio
stesso
tono, mi sapeva tenere testa, era questo che amavo di Quinn.
Non risposi alla sua provocazione,
e ringraziati di
essere arrivate appena in tempo, non mi andava di fronteggiare quel
discorso
ora. sapeva che ci ero rimasta male, aveva capito prima di me che
quella
biondina mi aveva fatto qualcosa fin da subito, ma io non me ne ero
accorta, o
forse si, ma forse era meglio davvero non accettarlo.
Sospirai
e poi
accompagnata dalla bionda entrammo nella scuola, direzione aula del
Glee.
-Quinn- disse il professore non
appena ci vide entrare
dalla porta, e venne ad abbracciarla.
-Ciao Mr. Schue. E ciao a tutti
ragazzi, spero che siate
davvero pronti a fare scintille, perché sennò
dovrete rimborsarmi il biglietto
di ritorno- disse lasciando tutti di stucco per l’ultima frase
-Stavo scherzando- si sciolse in
un sorriso – ma date il
meglio di voi, e sorprendetemi- finì facevo applaudire e
gridare tutti i
ragazzi.
Poi la vidi fissare la nana
-Vai a salutarla su, magari hai un
modo per darle calma e
carica allo stesso tempo- le sussurrai maliziosa ricevendo in risposta
solo una
gomitata, ma poi la vidi avanzare verso l’altra ragazza.
Io continuai a tenere gli occhi
bassi non volevo
assolutamente incontrare quelli azzurri e profondi di Brittany, anzi
non volevo
proprio vedere lei. Quindi mi congedai lentamente e dissi che volevo
andare a
vedere gli altri due club che si sarebbero esibiti prima di noi.
Iniziai a respirare subito meglio
una volta uscita
dall’aula, avevo fatto di tutto per non posare gli occhi su
di lei e ci ero
riuscita.
-Dove vai così di
fretta?- sospirai mortificata sentendo
quella voce alle mie spalle
-Sto andando ad osservare i nostri
rivali, anche se non
ho mai sentito parlare di questi club- risposi io senza nemmeno voltarmi
-Forse perché sei fuori
da questo mondo da parecchi anni
ormai- disse sarcastica lei. Non mi piaceva il suo tono, e non capivo
che cosa
volesse esattamente da me
-Sarò fuori anche da
parecchio,non sarò una cantante
famosa, ma sono stata chiamata da Will per tornare qui, non ci sono
certo
tornata di mia spontanea volontà, quindi qualcosa di buono
l’avrò pur fatto-
dissi voltandomi verso la persona che avevo davanti che mi guardava con
un
ghigno divertito.
-Non c’è
bisogno di scaldarsi troppo Santana, devi stare
tranquilla- si avvicinò a me sempre con quello sguardo
divertito.
-Che cosa vuoi da me Deni? E che
cosa ci fai qui?- le
chiesi parlandole all’orecchio
-Quello che ci faccio qui
è semplice, sono uno dei
giudici, e mi è stato anche richiesto di fare un esibizione
prima dell’annuncio
del vincitore- prese una pausa e poi mi guardò –da
te non voglio assolutamente
nulla, solo che rimani al tuo posto- mi disse infine per poi superarmi
ed
entrare nell’auditorium.
Rimasi li imbambolata, la odiavo,
c’era qualcosa in lei
che non capivo, o era pazza o era sadica.
Ma sicuramente non era normale,
aveva dei comportamenti
strani, e poi per cosa. Cosa c’entravo io con lei? Che cosa
significava che
dovevo rimanere al mio posto? Troppe domande ancora, e di nuovo nessuna
risposta. Tornare in Ohio aveva portato più dubbi nella mia
vita che mai.
Finalmente toccava a noi, non ne
potevo più di starmene
li a sedere da sola, a sentire quei poveri ragazzi urlare. Non avremmo
avuto
problemi a vincere, non c’era un minimo di sfida. Le mie
povere orecchie
stavano gridando pietà.
-Ehi San andiamo,
c’è il discorso prima della gara- mi
girai verso Quinn che mi aveva raggiunto in quell momento.
-Io non vengo, non sono io che
devo farlo, e no non
faccio nemmeno il cerchio- dissi tornando a guardare davanti.
-Santana Lopez alza immediatamente
quel tuo culo e vieni
con me- disse autoritaria la bionda
-Ma..- provai io
-Niente ma, non mi interessa se
non vuoi vedere Brittany,
ma lo dobbiamo ai ragazzi. Siamo qui per loro, tutti loro, non per
avere
problemi di cuore adolescenziali- mi prese un braccio e mi
strattonò giù dalla
poltroncina.
-Pianoooo- gridai –so
camminare da sola-
-Ah si?!- mi chiese retorica lei
–e allora fallo!-
Sbuffai, ma alla fine la seguii
prima di farla esplodere
in un altro attacco d’ira. Era incontrollabile quando si
arrabbiava.
-Finalmente stavamo aspettando
voi- disse Schuester una
volta che fummo entrate
-Sapete c’è
stato un piccolo imprevisto- mi fulminò la
bionda accanto a me
Ci mettemmo in cerchio,sorrisi a
pensare a tutte le volte
che lo avevamo fatto noi, ero contenta che quella tradizione non era
stata
abbandonata.
Ascoltai in silenzio il discorso
di Mr.Schue, che come al
solito fece commuovere alcuni dei ragazzi. Era sempre stato bravo a
incoraggiare le persone, sapeva colpirti, anche se ovviamente non lo
avevo mai
dato a vedere che lo apprezzavo
-Esibizione fantastica dire- mi
disse Quinn che
continuava a battere le mani indiavolata. Non aveva smesso un secondo
si urlare
ed applaudire, si erano stati bravi ma il mio timpano non reggeva
assolutamente
più.
Finalmente la platea si
calmò,
-E adesso signori e signore, ci
sarà un’esibizione a
sorpresa da parte di uno dei miei colleghi giudici- la folla
scoppiò nuovamente
-Vedo che avete capito, visto che
ne io ne il vampiro
cantiamo, ladies and gentlemen fate un grande applauso a Deeeeni- disse
per poi
lasciare il palco
-Ci mancava anche questa-
borbottai lasciandomi andare
del tutto sulla poltroncina annoiata e spazientita.
**************
-Sapevo che in qualche modo doveva
rubarmi la scena, io
non la sopporto giuro, andrei li e la prenderei a schiaffi
finchè..-
-Rach – chiamai
dolcemente vedendo la mia amica che stava
diventando paonazza –Rach calmati. Si sta solo facendo
pubblicità- le dissi
sorridendo. Era praticamente diventata rossa, da quanto stava delirando.
-Grazie a tuttiii- disse non
appena la folla smise
leggermente di applaudire, sapeva veramente tenere il palco. Noi eravamo proprio li
dietro il palco e
avevamo piena visuale di quello che stava succedendo
-Oggi non canterò una
canzone del mio repertorio, ma
voglio onorare una grande cantante, e voglio dedicare questa canzone ad
una
persona qui presente, che è veramente importante per me, lei
sa che sto
parlando a lei-
Mi sentii gli occhi di Rachel
addosso, non stava parlando
di me vero?! Poi la vidi girarsi e incrociare il mio sguardo un attimo
col mio.
Persi un battito, ma cercai di controllarmi perché sapevo
che la ragazza
accanto a me mi stava tenendo d’occhio.
La base partì e
finalmente si sentii solo la sua voce
risuonare nell’auditorium
Riconobbi subito di che canzone si
trattasse, ricordo che
mi aveva scritto parte del ritornello in uno dei pochi messaggi che ci
eravamo
scambiate dopo la sua partenza.
You look in my eyes
And I get emotional
inside.
I know it's crazy
But you still can
touch my heart.
And after all this
time,
You'd think that I,
I wouldn't feel the
same
But time melts into
nothing
And nothing's
changed.
Si
muoveva veramente bene sul palco, lo sapeva tenere, ero molto
orgogliosa di lei e di tutti I passi avanti che aveva fatto, da quando
se n’era
andata, e ora era li tornata al palco che l’aveva lanciata,
che l’aveva
ascoltata per la prima volta davanti ad un pubblico. Mi veniva da
sorridere,
ero completamente rapita dalla sua voce, la stava dedicando a me, e
potevo
sentire tutto quello che mi stava trasmettendo.
I
still believe, someday you and me,
Will find ourselves
in love again.
I had a dream,
someday you and me,
Will find ourselves
in love again.
Il
pubblico fece partire il primo applauso, era davvero divina. Sapeva
come catturarti e ci stava riuscendo.
-Spero
solo che non ti farai abbindolare così facilmente, la
conosci, così come la conosco io. Ti ha già
abbandonato una volta, non penso
che si preoccupi di farlo di nuovo- sentii Rachel dirmi prima di
lasciarmi li
da sola.
Tornai
concentrata sul palco e vidi Deni che si stava avvicinando
a me. Mi sorrise, e mi fece cenno di andare li.
Each
day of my life
I'm filled with all
the joy I could find.
You know that I am
not the desperate type.
If there's one
spark of hope left in my grasp
I'll hold it with
both hands.
It's worth the risk
of burning to have a second chance.
No, no, no, no, no,
no I need you baby.
I still believe
that we can be together.
If we believe that
true love never has to end,
Then we must know
that we will love again.
Feci
cenno di no con la testa. Era impazzita? Non sarei mai
montata sul palco davanti a tutte quelle persone per far vedere che ero
io la
persona a cui stava dedicando quella bellissima canzone. La vidi
avvicinarsi
sempre di più fino a che non arrivò a pochi
centripeti da me e mi prese la mano
e mi trascinò sul palco con lei. Avvampai
non appena il pubblicò vedendoci uscire non
fischiò in segno di approvazione. Tutti
i loro sguardi mi davano alla testa quindi decisi di guardare lei, che
come
sempre mi sorrise, stringendomi la mano.
I still believe,
someday you and me,
Will find ourselves
in love again.
I had a dream,
someday you and me,
Will
find ourselves in love again.
La canzone finì e se
è possible il pubblicò fece ancora
più boato di quanto non ce ne fosse in precedenza. Mi
sentivo veramente
imbarazzata
-Guardami- mi disse dolcemente
lei. Io alzai piano il
viso per incontrare i sui occhi che mi scrutavano e mi leggevano dentro.
Poi gli chiusi e ripresi fiato ed
è li che sentii le sue
labbra poggiarsi sulle mie. Ero pietrificata. Non mi mossi, ma
fortunatamente
lei si allontanò,
il pubblico stava impazzando
sempre di più, io non avevo
il coraggio di aprire gli occhi, non stavo capendo più
nulla. Mi aveva baciato,
ed ero rimasta immobile come un’ebete. Di nuovo.
**************
-Piccola zoccola impertinente, non
ha capito contro chi
si è messa, non ha capito proprio niente- sussurrai
-In realtà non ho
capito nulla nemmeno io- mi disse Quinn
che mi guardava sbalordita –che stai blaterando?-
Io mi voltai verso di lei, ma non
le diedi nessuna
risposta. Mi alzai e me ne andai da quel luogo che stavo odiando con
tutta me
stessa.
L’aveva sedotta,
l’aveva trascinata sul palco e l’aveva
baciata. Mi chiesi da quando andava avanti quella storia, forse era per
quello
che Brittany non si era presentata
“all’appuntamento” che lei stessa aveva
chiesto. Non aveva il coraggio di dirmi questo, eppure mi sembrava
abbastanza
sorpresa. Forse era stata semplicemente ingannata, e davanti a tutti
non
avrebbe potuto fare una scenata. Non
avevo
una soluzione, però sapevo che avrei dovuto parlarle,
perché non poteva baciare
una come me per poi farsi abbindolare da quell’essere insulso.
-Ha ceduto?- mi girai e vidi la
piccola nana seduta
qualche gradinata sopra di me. Ero andata alle tribune del campo, non
avrei
pensato di trovarla qui
-Non dovresti essere a farti
premiare?- le chiesi.
-Penso che ce ne sarà
ancora per molto la dentro, poi
prima che decidono chi ha vinto passa tempo, non lo dovresti sapere?-
mi
rispose fissando il vuoto
-Si lo so benissimo, era solo un
modo per liberarmi di
te-
-Immaginavo, ma non
succederà se prima non mi dici se ha
ceduto o meno- mi lanciò uno sguardo che secondo lei era
intimidatorio, ma
apprezzai lo sforzo.
-Perché non lo chiedi
alla tua amica scusa?!- le dissi io
retorica
-Perché ho bisogno di
una versione neutrale-
-E lo chiedi a me? Chiedilo a
Quinn-
-Lo chiedo a te perché
so quanto ci tieni a Brittany, e
poi perché ci sei te qui- non voleva mollare, aveva un bel
caratterino, dovevo
proprio ammetterlo. E poi cosa intendeva con “so
quanto ci tieni a Brittany”
-Si- dissi semplicemente, non
volevo spiegazioni, non
volevo dare troppo peso alla sua frase. Che Quinn le avesse detto
qualcosa? Oppure
Brittany?
-E…- sentii la sua
voce, e mi ripresi dai mille pensieri
che mi stavano attanagliando la mente
-E l’ha portata sul
palco e l’ha baciata, penso a sua
insaputa perché l’ho vista come sorpresa da quel
gesto- raccontai
riimmaginandomi la scena dentro la mia mente, ne ero disgustata
completamente,
l’avrei presa a bastonate.
-Grazie- disse poi di furia prima
di scappare via.
Io rimasi li imbambolata a fissare
il nulla. Sentivo una
morsa allo stomaco tremenda, non riuscivo a crederci. Ero davvero
cambiata dal
liceo, ero io quella che feriva gli altri e che ne rimaneva mai ferita.
Ora si
era invertito le parti, quella ragazza mi aveva fatto qualcosa, lo
potevo
sentire. Non che avessi qualche diritto su di lei, dopotutto mi aveva
solo
baciato una volta e poi non si era più fatta vedere
-Dovevo immaginarlo- dissi a me
stessa.
**************
Non so come, ne quando ma
finalmente non ero più su quel
palco, con tutti gli occhi puntati su di me, con tutti quegli applausi
e
fischi, e soprattutto con la sua vicinanza, che mi aveva del tutto
stordita.
Mi avevano sballottato ancora un
antro po’ perché dovevano
annunciare i vincitori e noi avevamo vinto, o almeno penso. Non mi ero
accorta
di niente.
Ora ero li seduta in mezzo
all’aula del Glee non so
nemmeno da quanto. Era incredibile, non ci potevo credere,
assolutamente. Non capivo
nemmeno se ne ero felice o meno. Non capivo più niente
un’altra volta. Perché lo
aveva fatto? Perché non ho reagito? Forse
solo perché non era opportuno mi provai a
rispondere. Ma chi volevo
prendere in giro? Aveva smosso di nuovo qualcosa dentro di me, senza
nemmeno
rendermene conto mi aveva attratto a se di nuovo.
-Sai non credevo che tu fossi
così… non so nemmeno come
definirlo- mi voltai verso la ragazza che era appena entrata. Sapevo
che
avremmo affrontato quella conversazione, e sapevo che sarebbe stato
l’ennesimo
motivo per litigare.
-Ti sei fatta baciare, dalla
persona che ti ha
abbandonato qui, che ti ha lasciato senza farsi problemi, per poi
sparire,
senza provare nemmeno a mantenere una cazzo di relazione o un minimo di
rapporto. Nulla. Ti ha scaricato qui, sofferente e lei se
n’è andata a fare la
bella vita, ad esplorare il suo successo. Senza mai guardarsi indietro,
senza
mai chiedersi come potevi stare tu, senza mai..-
-Rachel finiscila!- la interruppi
io –non sai niente di
quello che ha passato lei, di quello che ha provato lei, o
semplicemente se ha
sofferto o meno. Ma non mi ha abbandonato, le ho detto io di andare.
È stata
una mia decisione-
-Certo. È
così che continui a raccontartela? Credi che ti
abbia amata fino alla fine? Che eri l’unica per lei?-
La guardai sorpresa e confusa.
Aveva gli occhi lucidi,
così come io sentivo le lacrime che mi pizzicavano gli
occhi, ma non volevo
piangere
-Che stai dicendo?- le chiesi non
trattenendole più.
La vidi prendere un respiro
profondo
-Sai un mese prima della sua
partenza, la vidi, nel parco
vicino casa mia. Era in compagnia di una ragazza..-
-Chi è?- domandai
tenendo gli occhi bassi
-Non..-
-DIMMELO!- urlai, sempre senza
guardarla
-Viene in questa scuola, ma non so
il nome. Stavo dicendo
che erano li al parco, io stavo guardando fuori dalla finestra e le ho
viste
baciarsi. Per parecchio tempo, ma poi se ne sono andate per mano, verso
una
casa, che suppongo essere di quella ragazza e..-
-Perché?- chiesi io a
bassa voce
-Cosa?- mi disse lei confusa. Era
li di fronte a me, che
stava piangendo
-Perché?- ripetei
-Non lo so, io non sono lei, non
so perché..- iniziò
Rachel
-No- sibilai a denti stretti
–perché cazzo non me lo hai
mai detto?- urlai contro a lei. Ormai non trattenevo più il
pianto
-Io..-
-Pensaci bene prima di rispondere.
Io mi fidavo di te,
sei la mia migliore amica cazzo Rach, sei come una sorella, e mi hai
tradito
così-
-Britt mi dispiace, davvero.
Volevo dirtelo ma, non
trovavo il coraggio poi pochi giorni dopo le è arrivata la
notizia del
contratto, e non volevo che tu ci rimanessi ancora peggio, non volevo
creare
casini..-
-Come se ti fosse mai importato
qualcosa della nostra
relazione. Non hai fatto altro che dire che non era quella giusta, che
mi
avrebbe fatto soffrire, non la sopportavi, non vedevi l’ora
che si liberasse di
me, per dirmi te l’avevo detto. E quando poi dovevi dirmi che
mi aveva tradita,
non hai mosso un dito. Bell’amica che sei davvero- le dissi
in faccia, per poi
andarmene via sbattendo la porta. Avevo il cuore a mille, non me ne
capacitavo.
Mi aveva ferito come
non mai, e davvero
non capivo il perché, no c’era un
perché. Non aveva ragioni per non farlo, lei
diceva di volere il mio bene, ma non era così. E forse non
era vero nemmeno
quello che mi aveva raccontato. E avevo sol un modo di scoprirlo.
Affrontare Deni.
Eccomi con un altro capitolo. Ci
sarà molto casino da ora
in poi, soprattutto per Brittany. Grazie a tutti quelli che leggono,
seguono
questa storia. Sarei contenta se mi facesse sapere che ne pensate,
anche se
avete dei consigli. Grazie e alla prossima J
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Capitolo 11 *** Nuovi arrivi ***
“Che
stai facendo?”
“Fabray
non è il momento adatto guarda. Non ho voglia di essere
psicanalizzata da te in questo momento”
“In
realtà non vuoi mai”
Mi
girai verso di lei fulminandola. Era da quando erano finite le
provinciali che non avevo voluto vedere nessuno, soprattutto lei o
per meglio di dire loro. Non avevo nessun diritto di fare
così lo
so, ma non riuscivo a fare altrimenti. Se l'avessi vista le avrei
spaccato quella faccia da stronza che si ritrovava.
Continuai
a scaricarmi colpendo più volte il sacco attaccato al
soffitto. Me
lo aveva regalato Quinn quando avevamo 16 anni. Diceva che
così mi
sarei sfogata su quello e mi sarei rilassata di più. Ebbe
ragione.
Da quando me lo regalò non me la levava nessuno la mia ora
quotidiana di box. E ora eccomi qui, quasi 10 anni dopo nelle stesse
condizioni, per 2 adolescenti.
Vedevo
Quinn che mi guardava allibita e quasi incredula
“Santana
non vorrei portarti all'ospedale. Sei di un colore non naturale e
sarà come minimo 5 anni che non fai del moto
fisico” mi disse
sedendosi sulla scrivania.
“Ma..”
presi fiato e sferrai un gancio “non ti agitare ora
finisco”
detti gli ultimi quattro colpi rapidi ed energici.
“Visto”
la guardai “ sono ancora in piedi e in forze”
“Allora
visto che hai tanto fiato dimmi perché tutto
questo” la vidi
cambiare espressione e farsi più seria “ e
perché è da 4 giorni
che non ti presenti al Glee. Ho detto a tutti che sei malata”
Io
sbuffai contrariata
“E
non provarci nemmeno. Ora ti siedi e mi racconti che ti sta passando
per la testa”
“Okok
mi arrendo” mi misi a sedere sulla poltrona difronte a lei
sentivo
il suo sguardo su di me, ma non sapevo che dire, ne come iniziare il
discorso
“Senti
facciamola poco lunga, ormai ti conosco da anni e ti capisco
benissimo. Ti piace Brittany e...”
“No!”
dissi io
“Santana
per favore. Anche un cieco lo vedrebbe”
Rimasi
in silenzio li davanti a lei. Cosa mi ci voleva a dirle di si? Forse
lo avrebbe reso tutto più reale
“Ma
non capisco questo tuo atteggiamento da immatura. Rachel mi ha detto
che vi siete baciate” io alzai lo sguardo a quella frase
“Se
la prendo quella nana non ha speranza di sopravvi..”
“San..
perché non me lo hai detto?” mi disse lei
più calma, sembrava
dispiaciuta
“Perchè
mi resta difficile ammetterlo a me stessa. Non so per quale assurdo
motivo, ma in così poco tempo mi sono affezionata a lei, e
non mi
piace quella stronza che le gira in torno. Non dico che si deve
mettere con me, perché non so quello che vuole lei. Ma non
la voglio
vedere soffrire. E se mi chiedi perché.. ecco non lo so. Non
so che
cosa mi ha fatto, ma mi ha rapito, solo con uno sguardo, e nemmeno
troppo gentile” sputai tutto, senza guardarla in faccia.
Sennò non
ce l'avrei fatta.
Poi
sentii le sue braccia stringermi forte, e io la strinsi a mia volta.
“Sai
mi piace quando fai vedere che hai un cuore anche te”
sorrisi, e
lei con me.
“Sono
rari questi momenti, quindi io non mi ci abituerei troppo
Fabray”
La
mattina seguente Quinn mi fece alzare per forza dal letto, e contro
la mia volontà mi aveva trascinato a scuola. Mi aveva
giurato che
Dani non ci sarebbe stata assolutamente, ma come al solito si
sbagliava, e io sbagliavo a darle ascolto. Mi maledissi un paio di
volte, e poi maledissi anche la bionda che avrei ritenuto colpevole
di qualunque azione da me commessa.
Stavo
gironzolando per l'auditorio alla ricerca di una sorta di
aspirazione, o forze di forza per non perdere il controllo.
“Santana
Lopez” odiavo Quinn, la odiavo davvero. Già quando
l'avevo
intravista stamani mi stavo rifiutando di entrare, ma Quinn mi aveva
detto Tranquilla
ci
penso io a lei, non si avvicinerà nemmeno a te,
come si stava sbagliando
“Sai
ho fatto delle ricerche su di te. Donna importante, ricca,
proprietaria della catena di alberghi più importanti in
tutto il
mondo, in soli due anni hai ritirato su l'affare del tuo defunto
padre” mi irrigidii a quelle parole “ai tempi della
scuola eri un
genio, brava in tutte le materie ottimi voti e un a borsa di studio
mai utilizzata. Ottima cheerleader, e grandissima stronza e anche un
po' puttana...”
“Senti
grandissima stronza” appena avevo sentito quell'ultima parola
non
ci avevo visto più. Mi girai di scatto e le andai ad un
soffio dal
suo viso. Come si permetteva di chiamarmi così. Puttana
era
così che mi chiamava mia nonna, tutti i giorni, e dopo che
le
confessai di essere lesbica, ero diventata la sua più grande
delusione, la sua più grande sofferenza. Mi disse Meglio
puttana che lesbica
e da li non riuscii più ad avere un contatto con lei.
Nemmeno uno,
nemmeno prima che morisse.
“Non
puoi permetterti di chiamarmi così. Te non sai un cazzo di
me,
niente. Sei solo una piccola stupida che pensa di poter piegare il
mondo ai suoi piedi perché ha ottenuto un po' di successo,
con un
dono di madre natura. Non hai sudato per fare quello che fai, forse
non te lo meriti nemmeno. Ma non mi interessa. Voglio solo che mi
lasci in pace” mi allontanai leggermente da lei, ma avevo
ancora
uno sguardo assassino. Ma lei era imperterrita con il suo ghigno
stampato sulla faccia.
“La
grande Santana Lopez si è offesa, chissà come
mai? Forse perché
sottosotto tutti ti deridevano, nessuno aveva rispetto per te, e la
tua famiglia. Chissà che delusione per loro”
Strinsi
i pugni, sentii le unghie conficcate nella pelle, facevano male, ma
dovevo riuscire a calmarmi
“Che
fai non rispondi? Codarda!”
A
quel punto vidi buio. Fu tutto velocissimo, aprii la mano a ventaglio
caricai il braccio e lo feci partire
“SANTANA!”
mi ripresi in tempo, con la mia mano a due centimetri dal viso di
lei. Abbassai il braccio, e mi voltai verso Quinn
“Andiamocene”
le dissi uscendo dall'auditorio.
Mi
fermai poco dopo, fuori in giardino su una panchina all'ingresso
della scuola.
“Sei
impazzita?”
“Sai
che poteva sporgere denuncia?!”
“Si
lo so”
“Che
ti è saltato in mente?”
“Quinn
ha detto delle cose, e io non lo so, non ci ho visto
più”
“Ah
e quindi la picchi” disse sarcastica lei “ non
riesci a
contrastare una ragazzina?”
“Quinn
ti prego”
“Che
fai San supplichi!” rise lei sarcastica “Santana
che supplica.
Cos'è che ti ha dato noia eh? Forse perché ti ha
dato della
puttana? O della codarda?”
Il
suo di uno schioppo si fece largo nel silenzio che ci circondava. La
mia mano era poco dopo il volto di Quinn che era voltato verso
destra.
“Non
riesci proprio. Te un problema non lo sai affrontare, o scappi o si
arriva alle mani. Sei tanto brava a distruggere gli altri a parole,
ma quando lo fanno con te?! Questo è quello che si
ottiene” disse
fissandomi.
La
vidi girarsi e andare via, verso la scuola, finchè non vi
scomparve
al suo interno.
Aveva
ragione, non avevo un minimo di controllo per quanto riguardava me,
scappavo la maggior parte delle volte che Quinn o chiunque toccava un
tasto dolente, oppure arrivavo a quello quando non riuscivo
più a
sentire parlare.
Ehi
Santana quando
decidi di uscire allo scoperto?
Sai
credo di sapere perché sei coì brava a buttare
giù tutti gli
altri; perché tutti i giorni distruggi te stessa,
perché non puoi
ammettere che sei innamorata di Quinn e che lei potrebbe non
ricambiare. Deve essere terribile non poter ammettere agli altri come
ti senti veramente.
Sai
cosa penso che tu sia? Una codarda
Ricordo
questo momento come se fosse ieri, il pensiero più nitido
che mi era
rimasto dal liceo. Non che non accettassi ora di essere gay, ma
diciamo che mi bruciava dentro il modo in cui la mia famiglia aveva
reagito soprattutto mia nonna. Le volevo troppo bene, e lei mi aveva
cacciato per quello che ero e che sono.
Rimasi
li immobile che questo discorso che mi stava tormentando. Era stato
il mio amico più caro a farmelo. Anche se a quell'epoca era
un
continuo sfidarsi a chi fosse il più stronzo della scuola. E
a
quanto pare lui aveva vinto.
Poi
grazie a lui e alla nostra professoressa Holly Holliday finalmente
riuscii ad accettare tutto. Fu la lezione della settimana
più
importante per me e anche per lei.
“Sai
pensavo che 7 anni di convivenza vi avesse fatto bene, e invece vi
trovo come vi ho lasciato”
Mi
girai al suono di quella voce, cosi poco cambiata nel corso degli
anni. Mi spuntò un sorriso enorme e corsi in contro
abbracciandolo
“Puck”
***********
Erano
passate due settimane dalle provinciali.
Ero
sola, completamente sola. Rachel non mi parlava da quel giorno, avevo
provato a chiamarla, mandarle messaggi, perfino ad andare a casa sua,
ma niente. A scuola mi evitava pur quanto la rincoressi era sempre in
compagnia di qualcuno e scappava.
Deni,
beh con lei alla fine non ci ho parlato. Non ho trovato il coraggio
di andare li e fronteggiarla per sapere la verità.
Fortunatamente in
questi giorni era poco presente, e le poche volte che c'era io
correvo via il prima possibile. E fortunatamente era andata qualche
giorno a Los Angeles per parlare con la sua casa discografica.
E
poi Santana. Non era venuta più nemmeno a farmi da tutor.
Dopotutto
non la potevo biasimare, un minuto prima la bacio e un minuti dopo le
do buca. Non le avevo scritto non avevo il coraggio. Non avevo il
coraggio di fare nulla. Non mi ero mai vista da questo punto di
vista. Non sapevo prendere in mano la situazione, al primo problema
scappavo e non sapevo affrontare le persone. Era tanto più
facile
evitarle, ma i pensieri non sparivano. Perché?
Mi
dissi che gli occhi se chiusi potevano non vedere che succedeva
intorno, ma il cuore non si può chiudere e i sentimenti
rimangono
sempre li.
Il
problema è che io dei miei sentimenti non ci capivo nulla.
Sapevo
che mi mancava la mia migliore amica, la dovevo aver delusa molto, e
avevo detto delle cose non troppo gentile, di cui mi pentii subito
dopo. Era lei che consultavo in queste circostanze e ora invece mi
ritrovavo solo con la mia mente.
Buttai
lo zaino a terra e mi appoggiai agli armadietti. Abbassai lo sguardo
esausta. Poi un rumore assordante mi risvegliò. Entrai negli
spogliatoi delle cheerios. Vidi Quinn con la testa appoggiata contro
il muro.
Feci
qualche passo indietro ma..
“Ehi”
mi ritrovai tra le braccia di un uomo alto, con i capelli chiari e un
sorriso che aveva un certo fascino.
Mi
staccai subito e mi voltai verso di lui
“Sai
non è bello spiare le persone” mi disse come se
stesse parlando ad
una bambina di due anni. Lo guardai confusa, ma lui non mi
degnò più
di uno sguardo e passò oltre a me.
“E
dovresti stare attenta dove metti i piedi ragazzina” non si
voltò
nemmeno, ma continuò ad andare avanti “ora
va” fu l'ultima cosa
che sentii.
Uscii
da li pensando a quanto fosse presuntuoso quel ragazzo.
Mi
sedetti al mio solito posto. Ero in anticipo rispetto al solito ma
volevo vedere se riuscivo a beccare Rachel da sola. Era la mia
priorità, scusarmi con lei. Ma come avevo immaginato
arrivò ma con
Kurt e Mercedes, ridendo e scherzando. Mi venne una lacrima che
ritirai subito indietro. Non mi aveva nemmeno guardato per un
secondo. Dovevo ammettere che sapeva ignorare veramente bene le
persone.
Sospirai.
Anche oggi nessuna traccia di Santana e di Quinn. Nessuno chiese
nulla, ma Mr. Schue era parecchio contento e su di giri quest'oggi,
ma non mi spiegavo perché. Ma non ci persi nemmeno tempo a
capire.
Avevo ben altro a cui pensare.
“Ragazzi”
disse il professore dopo un lungo discorso che non avevo ascoltato
“
è con grande onore che vi presento la meravigliosa Holly
Holliday”
si girò verso la porta da dove entrò una donna
bionda scivolando
sul pavimento
“Hola
clase”
Si
rimase tutti a fissarla per qualche secondo. Era così
esilarante
quella donna, sembrava totalmente una pazza.
“Holly
ti presento il nuovo Glee Club” riprese il professore
“ ragazzi
lei è stata una professoressa di questa scuola per molto
tempo e mi
aiutò con il Glee che vinse le Nazionali”
“Eccone
un'altra” pensai “non gli bastavano Quinn e
Santana, aveva
bisogno anche di lei”
“Allora,
diciamo che io per lavoro sarò assente fino alle Regionali,
quindi
lascio la classe in mano a lei”
“Cosa?”
“Come?”
“Perchè?”
partirono in coro tutti i ragazzi e si sollevò un grande
brusio
“Non
può farci questo” disse Finn “non
possiamo prepararci senza di
lei”
“Si
che potete ragazzi. Mi dispiace ma devo partire. Poi vi lascio in
buone mani, avete Holly, Santana, Quinn
...”
“Ma
non si fanno vedere da 10 giorni” fu Kurt a parlare questa
volta
“Ma
avete me, e vi riporterò anche quelle due”
intervenne la donna “se
c'è una cosa che nessuno può fare allora Holly la
fa, e riesce”
OK!
questa era presunzione. Ma dopotutto a me non dispiaceva, mi ispirava
simpatia, e penso che sarebbe stato molto più divertente
stare con
lei.
“Vai
allora ci vediamo domani.. ciao Kurt”
“Posso
entrare?”
Vidi
Rachel balzare dal letto e guardarmi con una faccia non troppo
felice, anzi tutt'altro.
“Non
te la prendere con i tuoi, alla fine gli ho fatti cedere, ma avevo
troppo bisogno di parlarti, di chiederti scusa di..”
“Non
basta chiedermi scusa. Hai dubitato di me, della mia fiducia, di
noi”
mi disse lei incazzata
“No!
Mi conosci lo sai che arrivo a dire cose che non penso, ti giuro che
non le penso. Sei la mia migliore amica, so che lo hai fatto per
proteggermi” presi un respiro per non iniziare a piangere
“ma sai
che l'amavo, e come ci ero stata male, e dopo che ho scoperto che mi
avevi nascosto la verità sono scoppiata. Ma non volevo
ferirti, non
volevo credere nemmeno io a quello che dicevo. Ero arrabbiata, ma poi
un secondo dopo mi sono resa conto che non ce l'avevo con te, ma con
me. Per essere stata così stupida, così cretina
da non accorgermi
di niente. E te hai cercato tante volte di dirmelo e farmelo capire,
ma io non ti ho voluta ascoltare. Mi dispiace davvero Rach, sei
importante per me, più di tutto, e tutti” scoppiai
a piangere e
anche lei
Si
alzò e mi strinse forte a lei
“Ti
odio per questo lo sai” biascicò, mentre
singhiozzava “non è
facile starti lontana, mi sentivo uno schifo senza di te”
“Anche
io, e non voglio starci mai più”
“Sei
una testona del cavolo” rise poi
“Lo
so, ma non posso farci niente, mi conosci”
“Rimani
a dormire qui?”
“Volentieri”
***********
“Giù,
giù, giù” sentivo il coro dei ragazzi
intorno a me. Alzai il
bicchiere in alto mentre il coro si faceva sempre più
sentire. Girai
un paio di volte su me stessa e poi lo buttai giù di un
fiato,
scatenando un boato.
Non
sapevo a che numero ero, non mi ricordavo nemmeno cosa stavo bevendo.
Sapevo
che ero andata fuori con Puck, e mi aveva portato qui e avevamo fatto
una scommessa su chi buttasse giù più shottini.
Stavo male, girava
tutto intorno a me.
“Largo
ragazzi, purtroppo non ve la darà perché
è gay, quindi il paparino
la porta a casa” mi sentii afferrare per un braccio e essere
trascinata fuori.
“Ciaooooo”
urlai.
Appena
fuori sentii il vento gelido congelarmi, ma subito dopo mi venne
posizionata una felpa sulle spalle.
Mi
ricordo che montai in macchina ma poi più nulla.
Mi
svegliai nel mio letto, con la bocca impastata da morire. Mi faceva
malissimo la testa, non mi era chiaro come e con chi fossi arrivata
li, non ricordo nemmeno come era trascorsa la serata.
Sentii
un forte odore di caffè e mi venne la nausea. Avevo i sensi
troppo
alterati.
Con
fatica mi alzai e andai in bagno, sciacquandomi viso e lavandomi i
denti.
“Ma
guarda chi si è alzata” vidi la persona che mai mi
sarei aspettata
di trovare a casa mia.
Una
codarda mi
suonò nuovamente
nella mente, nitido come non mai, vedendo quel volto così
cambiato
negli anni, ma sempre con la stessa espressione da ragazzino
strafottente.
“Sebastian?!”
dissi come se volessi assicurarmi che non fosse un sogno
“Santana,
è sempre un piacere rivederti” mi disse con quel
sorriso che
conoscevo fin troppo bene
“Che
ci fai qui?” dissi scendendo gli ultimi scalini e rimanendo
li
impalata davanti a lui. Ci mancava pure lui in questo periodo di
merda.
“Grazie,
anche te mi sei mancata” mi abbracciò ma io non
ricambiai.
Codarda...
codarda...
scacciai quei
pensieri
“Non
hai risposto”
“Scontrosa
come sempre” rise “ comunque ho ricevuto la lettera
di Mr.
Schuester e sono venuto appena ho potuto”
“Dov'è
Quinn?”
“Con
Puck a fare la spesa”
Che
stava succedendo?! Mi faceva troppo male la testa per capire. Avevo
bisogno di mangiare qualcosa.
“Ho
portato una torta se la vuoi assaggiare, gli altri hanno detto che
è
buonissima”
Mi
seguì in cucina.
“No
grazie”
“Guarda
che non è velenosa” mi disse ironico lui
Non
risposi nemmeno. Sebastian, non lo sentivo da l'ultimo giorno di
liceo. Si lo dovevo ringraziare per avermi costretto a confessare i
miei sentimenti, ma come allora non mi fidavo per nulla di lui. Aveva
distrutto la vita a molte persone, quasi costretto al suicidio un
nostro amico, era crudele, e si divertiva a fare ciò. Non so
perché
i professore permetteva a uno come lui di stare al Glee. Forse
perché
nessuno aveva capito che dietro tutto c'era lui, era un ottimo
doppiogiochista.
Poi
vidi che mi porse il piatto con una fetta di torta e un succo.
“Ti
fa bene, dammi retta per una volta” mi sorrise, ero stanca
per
controbattere quindi lo presi.
Calò
il silenzio rotto dopo pochi minuti da lui
“Sai,
capisco quello che pensavi e forse pensi ancora di me ma 7 anni sono
tanti e..”
“Non
ci provare nemmeno. Sai come si dice il lupo perde il pelo ma non il
vizio”
lui
rise di gusto.
“Sei
sempre la stessa Sannie. Ma ti dimostrerò che non sono
più lo
stronzo presuntuoso di una volta”
Non
feci in tempo a rispondere perché in quel momento la porta
si
richiuse con un boom insopportabile per le mie orecchie
“Siamo
tornati” esclamò Puck
“Moicano
pensavo che vi foste persi” scherzò Sebastian
alzandosi e dando
una mano con le buste della spesa.
“Ma
quanta roba avete comprato?” chiesi io stralutata
“Vedrai
San in questa casa c'erano solo surgelati e roba schifosa, non volevo
morire dopo nemmeno una settimana che sono qui. Già ieri
sera mi hai
fatto prendere un bello spavento” disse voltandosi verso di me
io
non ricordavo nulla di come si fosse svolta la serata, sapevo solo
che ero fuori con lui.
“Dall'espressione
sembra che tu non ti ricorda nulla. Meglio così”
disse Sebastian,
mentre Quinn concordava con lui.
Ancora
con lei non avevo chiarito, ma sapevo che comunque potevo sempre
contare su di lei. Eravamo due sceme, io sicuramente più di
lei.
“Perchè
che è successo?” chiesi io confusa
“Niente
di grave. Ti sei ubriacata, hai bevuto non so che cosa. Una ragazza
ti ha offerto qualcosa che ti ha mandato in tilt. Poi sei sparita, ma
fortunatamente Sebastian ti ha trovato nel suo locale preferito.
Ringrazia che lui era li” spiegò Noah
“E
te che fine avevi fatto?” chiese poi la bionda mentre finiva
di
mettere le cose a posto.
Puck
rimase un secondo colto di sorpresa
“Beh
ecco... io..”
“Lascia
stare, dopotutto non poteva e non doveva farmi da balia”
intervenni
io vedendo le difficoltà del ragazzo
Silenzio
di nuovo. Era la situazione più strana e imbarazzante da
anni. Quinn
e Puck insieme, come una vera coppia. Chissà magari potrebbe
accendersi di nuovo la fiamma, dopotutto avevano una figlia insieme,
e da quanto avevo capito lo aveva amato veramente, al contrario di
me, che lo facevo solo per tenerli lontani.
E
poi c'era lui, l'ultima persona che avrei voluto a casa mia. So di
essere ripetitiva ma non riuscivo a fidarmi minimamente di lui.
“Vogliamo
andare?” chiese poi Quinn interrompendo il silenzio.
Tutti
ci girammo verso di lei confusi
“Al
Glee. È per questo che siamo qui, ricordate?!” poi
si voltò verso
di me “ non per ubriacarsi, non per divertimento, non per
sentirci
di nuovo liceali”
Che
voleva dire con ciò?
La
testa mi pulsò rifiutandosi di pensare parecchio.
Entrai
controvoglia in quell'aula di quella scuola che avevo evitato dalle
Provinciali.
Ero
l'ultima della fila, per prima Quinn poi Puck e davanti a me
Sebastian.
“......
che canzoni vorreste cantare?”
Sentii
una voce femminile molto famigliare. Entrammo nel pieno silenzio, e
la vidi li davanti alla classe che era ancora incredula per la
domanda.
“Mis
alumnos preferidos” disse Holly venendoci incontro baciandoci
e
abbracciandoci.
Rimasi
incredula. Dov'era il professore? Perché lei era qui?
Santana
non dovresti vergognarti di quello che sei, e dovresti essere fiera
di amare qualcuno. Che poi quel qualcuno sia una ragazza non
è
importante tesoro. L'amore è uguale per tutti. E si deve
vivere,
senza guardare in faccia nessuno.
************
Era
tornata. Non appena la vidi entrare il mio cuore perse un battito.
Ero emozionata e allo stesso tempo nervosa. Mi sembrava ancora
più
bella dell'ultima volta.
“Guardate
pivelli. Loro si che sono alunni di un certo calibro” ci
disse la
Holliday dopo che avevano finito il teatrino.
“Guardate
belli quei due ragazzi” disse Sugar dietro di noi
“Sugar
per la prima volta concordo con te” disse Kurt squadrando il
ragazzo più mingherlino “ha proprio un buon gusto
in fatto di
vestiti”
“Devo
ammetterlo che quel ragazzo con la cresta ha il fatto suo”
commentò
Rachel
“Sbruffoni”
disse sottofondo Finn
“Rachel
non pensavo che quello fosse il tuo genere” dissi a bassa
voce alla
mia amica
“No
assolutamente” sorrise diventando rossa.
Non
le avevo chiesto più niente di Quinn, ma mi sa che la
questione non
era andata avanti. La bionda sembrava così distaccata
soprattutto
negli ultimi giorni.
“Lui
è il fantastico Sebastian Smythe, bello affascinante e gay.
Noto per
il suo talento nel ballo, e nella recitazione” riprese la
sostituta
del professore
“Questo
ragazzo con la cresta, beh che dire di lui, ex giocatore di football,
quaterback, ruba cuori, ragazzaccio, pessimi voti, ma una voce da
angelo”
“Grazie
per la ottima presentazione, sono commosso”
“Sempre
a tua disposizione Noah” gli fece l'occhiolino “ e
le due
splendide ragazze le conoscete già”
Guardai
Santana per un secondo, e incrociai il suo sguardo, ma non intravidi
nulla di quello sguardo che avevo conosciuto poco mentre eravamo da
sole. Lo distolsi subito.
“Insomma
ragazzi, da oggi avrete dei tutor. Direi Finn, Kurt, Rory, Ryder e il
rasta con Seb. Almeno imparate a muovervi decentemente, e con lui non
si scherza”
“Blaine,
Sam, Jake, Artie, Mike con Puck. Così vediamo se vi rende
leggermente più, beh come dire, cool”
i
ragazzi si guardarono sconcertati.
“Ma
signorina io sono sicuro di essere il più bello di tutta la
scuola”
intervenne Sam
“Ti
prego, impara a tenere quel forno che hai al posto della bocca
chiuso”
“Poi
vediamo, Mercedes, Tina, Rachel e Marley con Quinn” disse
indicando
le ragazze mancanti. Vidi Rachel tendersi di più, e le presi
la mano
per tranquillizzarla. Lei mi sorrise, anche se un sorriso tirato.
“E
per finire Sugar, Brittany e Kitty con Santana”
Ero
contenta di essere con lei, avrei avuto l'occasione di affrontarla
almeno.
“Per
favore canzoni di questo secolo” disse Holly Holliday
concludendo
la lezione. Vi esibirete in queste settimane mostrando i vostri punti
più carenti. Quindi mi raccomando tutor all'opera.
Aspettai
Santana all'uscita della scuola. Avevo detto a Rachel che non sarei
tornata con lei, che dovevo parlarle e quanto meno scusarmi.
La
vidi arrivare dopo poco fortunatamente da sola, mi sentii
già più
tranquilla, almeno non avrei dovuto “affrontare”
gli altri.
“Ciao
Santana” dissi poi quando me la ritrovai davanti, non avevo
nemmeno
il coraggio di guardarla in faccia.
Lei
non mi rispose.
“Senti
ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportata io non volevo,
insomma..”
“Guarda
non devi giustificarmi niente, non ho alcun diritto su di te non
è
che per un bacio stiamo insieme. Non importa che mi spieghi nulla.
Hai fatto quello che volevi fare”
Avanzò
verso la macchina
“Aspetta
ti prego” dissi mi veniva da piangere.
“Continuerò
a farti da insegnante, ormai ho preso un impegno e lo porto a
termine. Quindi ci vediamo alle 3 a casa tua”
La
vidi andare via così. L'avevo persa, ne ero sicura. Mi aveva
guardato con uno sguardo del tutto nuovo per me. Era vuoto.
“Te
devi essere la sua nuova cotta” mi voltai e vidi quel ragazzo
alto
tutto composto che a Kurt piaceva tanto
“Come
scusa?” chiesi io confusa
“Il
solito atteggiamento Lopez, che le hai fatto?” mi chiese
senza
troppi rigirii di parole
“Sinceramente
non lo so” dissi io “ l'ho baciata, poi le ho
chiesto di uscire
per parlarne, e non mi sono presentata, e poi alle provinciali ho
baciato la mia ex”
“Aia”
disse lui, sorridendo. Che ci trovava di così divertente.
“Quello
sguardo, le piaci sai, e lei si sta chiudendo in se stessa per non
rimanere ferita. Se ti piace davvero chiamami” mi disse
lasciandomi
il suo biglietto da visita.
“Consulente
matrimoniale” lessi a voce alta.
Che
strano tipo.
“Non
ha tutti i torti. Santana non è la persona più
semplice, e se
davvero hai intenzione di provarci con lei, ora sarà tutto
in
salita. Con quello sguardo aveva guardato anche Quinn dopo che le
aveva confessato i suoi sentimenti per lei, e lei era corsa da me. Ci
volle parecchie sedute prima che Quinn decise di confessarle tutto e
non subito ma con il tempo Santana si iniziò a
riaprire”
Non
stavo capendo nulla, non era molto simile a come l'avevano raccontata
loro.
“Se
i tuoi sentimenti sono seri avrai tutto il nostro appoggio,
altrimenti evita” disse come una specie di minaccia.
Ma
che stava succedendo? Non stavo capendo nulla. Eppure non mi sembrava
una persona che aveva bisogno di guardie del corpo.
Avrei
scoperto qualcosa di più. Soprattutto su quello che sentivo
io.
Non
ho molto da dire. Verranno fuori diverse cose sul passato di Santana
da qui in avanti. Grazie sempre a tutti.. al prossimo
|
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Capitolo 12 *** Missione: Santana- inizio ***
Ero
nervosa. Da li a momenti sarebbe arrivata e io come mi sarei dovuta
comportare? Cosa le avrei dovuto dire? Continuavo a fissare e a
rigirare tra le mani quel biglietto che mi aveva dato Sebastian.
Sospirai. Perché doveva essere così difficile?
Cos'è che non
andava in me? Non riuscivo a chiarire per nulla questa situazione
dentro di me che ogni giorno si faceva più forte.
Driiin...Driin..
Il rumore
del campanello
interruppe i miei pensieri. Scesi di sotto velocemente e appena stavo
per aprire la porta, il mio cuore accelerò, e le mie mani
stavano
iniziando a sudare
Calmati
Brittany calmati
mi dissi prendendo dei respiri profondi.
Dopo un
paio di secondi e
un'altra scampanellata aprii la porta e la vidi li davanti a me a
pochi passi. Ferma, immobile. La guardai cercando di avere un
espressione normale, ma niente. Lei non sorrise nemmeno, non disse
nulla. La feci entrare ed in silenzio mi seguì fino a camera
mia.
C'era
più tensione, o imbarazzo
o qualunque cosa fosse, di quanto potessi mai immaginare.
La vidi
sedersi al suo solito
posto, e decisi di fare prima quello per cui era venuta lei,
studiare. Presi i libri e mi sedetti accanto a lei, e la lezione
iniziò. Cercai di prestare più attenzione
possibile, ma la cosa mi
sembrava alquanto difficile. Quello sguardo, quel tono che aveva mi
facevano male, mi trafissero il cuore fino a spezzarlo. Era gelida,
neutrale, come se fosse una macchina programmata. Non traspariva
nulla, solo il vuoto nei suoi occhi
Devo
davvero averla ferita tanto
pensai.
“Bene
direi che per oggi può bastare” disse poi lei,
prendendo i suoi
appunti e rimettendoli apposto. Guardai l'orologio e erano le 6
passate. Ma non mi sentivo per nulla stanca, era la sua compagnia?
Può darsi ma non volevo che se ne andasse, non lo volevo e
basta.
Dopo
qualche momento di
esitazione parlai
“Santana
senti io mi dispiace davvero, so che sono ripetitiva e te l'ho
già
detto ma mi dispiace. Dovevo parlarti, anzi dovevamo parlare e io
sono scappata, sono scappata perché avevo paura, e ho paura
tutt'ora..”
La vidi
alzare lo sguardo verso
di me, per un momento lo rividi come quel giorno del bacio, poi di
nuovo vuoto. Quegli occhi neri, vuoti.
“e..”
“Ti
prego non continuare” disse alzandosi e uscendo dalla porta
“la
strada la conosco faccio da sola. Ci vediamo domani” e
così
scomparve, lasciandomi li come un'idiota.
“Perchè
deve essere tutto così difficile?”
Dopo che
Santana era andata via,
ero rimasta altri minuti a contemplare il vuoto davanti a me, aveva
lasciato il suo odore li nella mia stanza ed era buonissimo. Poi ero
venuta da Rachel perché finalmente era tornata a parlarmi e
potevo
sfogarmi con lei.
Eravamo in
cucina, i suoi non
c'erano e io stavo morendo di fame. Mi aveva preparato uno strano
cibo vegano, ma ormai ero abituata, Rachel non avrebbe mai toccato
nulla di quello che non mangiava ma a me piaceva e lo mangiavo
volentieri.
“Me
lo chiedo anche io” disse pensierosa
Io distolsi
un secondo lo
sguardo dal mio piatto e le presi la mano. Non avevo pensato a come
potesse sentirsi lei in tutta quella situazione. Anzi ero rimasta
sbalordita perché non aveva preso troppo male il fatto che
le
piacesse una ragazza, ma non le avevo mai realmente chiesto come si
sentisse
“Mi
dispiace sai”
Lei mi
guardò stranita dalla
mia affermazione, e mi sorrise
“Tranquilla,
io sto bene. Insomma dopo tutto questo tempo mi ha scritto”
disse
imbarazzandosi leggermente.
Io rimasi a
bocca aperta
“Come?”
“Ebbene
si” cominciò lei “mi ha chiesto scusa
per essere sparita, e mi
ha chiesto se ci vediamo uno di questi giorni almeno mi spiega tutto,
e io ho detto di si”
La vidi
sorridere e diventare
rossa, ero contenta per lei, se lo meritava dopotutto.
“Sono
così felice” mi alzai e andai ad abbracciarla con
il cuore ricolmo
di gioia.
Dopo
qualche minuto ci staccammo
e tornai a mangiare il mio piatto con più gusto di prima.
“Comunque
per quanto riguarda la tua situazione, be ecco sei un
disastro” io
la guardai male, ma afflitta “cioè mi spigo. La
sua reazione forse
è eccessiva, però se davvero prova quello che
sembra la posso
capire. L'hai illusa e non è bello..”
“Ma
io..”
“Zitta!”
tuonò “fammi finire” abbassò
la voce e io il capo “ devi
capire quello che vuoi, anche se a me sembra molto chiaro. Ma se non
ci arrivi da sola, farai del male a tutte e due”
Lo sapevo,
sapevo tutto di
quello che mi stava dicendo, e sapevo chi volevo
“Io
voglio Santana” dissi poi con uno sforzo incredibile
Lei mi
guardò quasi sollevata
da quella risposta, e mi sorrise
“Alleluia,
finalmente lo hai capito.”
“Penso
che sia dal primo monto che qualcosa mi aveva attirato a lei, e l'ho
sempre nascosto, prima dietro Quinn e poi con il ritorno di Dani
dietro di lei.” feci una piccola pausa
“Ma
perché era così misteriosa, così
tenebrosa, e quegli occhi così
neri. Era ed è perfetta, e io non sono abbastanza. Insomma e
una
Lopez, abita a New York ha 7 anni più di me, non mi sento
all'altezza..io..”
“Te
hai paura di soffrire, di nuovo” finì per me la
frase.
Era
così. Avevo paura che mi
avrebbe spezzato il cuore, che per lei non fossi altro che un
sentirsi di nuovo giovane, non che fosse vecchia.
“Alla
fine non ti ha mai dimostrato niente che ti abbia fatto pensare ad un
divertimento per lei” disse di nuovo intuendo i miei pensieri
“Penso
che se fosse stato quello il suo intento ti avrebbe sedotto in un
attimo”
Io la
fissai. Aveva ragione,
insomma non che le ci volesse tanto a sedurmi, e se non ci fosse
riuscita, cosa che ritenevo forse impossibile, si sarebbe buttata su
un'altra. Ma non aveva fatto niente di tutto ciò.
Perché?
“Smettila
di pensare da sola, e condividi i tuoi pensieri con me” mi
disse
Rachel guardandomi spazientita.
Io le
sorrisi colpevole e le
spiegai cosa mi stava passando per la testa.
********
“Per
quanto starai ancora li a fissare il volante?”
Da quando
ero uscita da casa di
Brittany avevo passato le miei ultime due ore in macchina da sola,
osservando la pioggia che andava a sbattere contro il vetro.
Quinn
salì in macchina e si
sedette accanto a me. Mi prese la mano che avevo ancora sul cambio e
la strinse fra le sue.
“Ehi”
sentivo la sua voce calda, come se mi stesse penetrando dentro
Ehi
San sai mi manchi. Mi manca passeggiare con te nei corridoi incutendo
le persone, mi manca starti a sedere vicino a mensa, in classe e al
Glee. Mi manchi te. Il tuo profumo, i tuoi baci. Mi manca tutto di
te. Santana io ti amo.
Scacciai
quel pensiero via dalla
mia mente, ma era da quella volta che non sentivo quello strano tono.
Quinn si doveva essere innamorata.
“San..”
chiamò ancora. A quel punto io mi girai e la vidi davanti a
me con
quel suo sorriso sincero e stupendo, e direi contagioso,
perché sul
mio viso ne apparve mezzo.
“Quinn
mi dispiace per il mio comportamento in questi giorni, so di non
essere più una bambina, so di non dover mettere il piacere
prima del
dovere, so che non dovevo innamorar...” mi si
spezzò la parola in
gola.
Innamorata?
Ero davvero
innamorata? Come era possibile?! Eppure si la conoscevo ma non
così
bene, eppure i suoi occhi. Quello sguardo mi aveva completamente
rapita, e portata dritta al suo cuore. Quel mare celeste che aveva e
ti guardava dentro l'anima, e ti mostrava la sua. Si erano quelli che
mi avevano fatto innamorare di lei. Non la sua bellezza, il suo
fisico, ma la sua anima.
“Finalmente
lo hai ammesso! Sembrava che te lo volessi tenere solo per
te”
rise, e io sorrisi imbarazzata
“Comunque
non ti devi scusare. È il tuo carattere il tuo modo di
reagire alla
situazione, e mi sa che ancora ne avremmo per molto” mi
guardò
storta “ma dopotutto ti ha ferita e ora devi vedere cosa
prova lei
realmente per te, e cosa vuole fare, insomma te sei una donna, con
una vita un lavoro, lei è all'ultimo anno di liceo e poi
boh. New
York? È il sogno di chiunque ma chissà”
“Stai
parlando a me o a te stessa?” le chiesi un secondo confusa
dal suo
discorso. Lei abbassò lo sguardo verso destra. Quando faceva
così
era un chiaro segno che era stata messa alle strette
“Ad
entrambe”
“Sai
penso che la nasona abbia proprio voglia di venire a New York.
Insomma Broadway è li” lei mi guardò
accigliata, ma poi si
sciolse in un sorriso “ e per quanto riguarda me, ora se
davvero è
interessata a me dovrà sudare, perché Snix non
perdona così
facilmente, e io non sarò d'aiuto”
“Sei
diabolica” disse intuendo le mie intenzioni “occhio
però a non
cascare nella tua stessa trappola”
“Q
cosa hai capito? Non intendo provocarla sessualmente, anche se ci
potrei pensare, ma per il momento passerò solo ad evitarla,
anche
perché non riesco davvero. E poi capite le sue intenzioni
posso
passare a quello” dissi soddisfatta.
“Finalmente
vi siete mosse di li!” esordì Puck una volta che
fummo rientrate
in casa.
Mi ero
dimenticata di chiederle
di lui, e se aveva intenzione di vedere Beth; forse non avevo capito
appieno la sua situazione e mi dispiaceva, e avrei posto rimedio il
prima possibile.
“Pensavamo
di non poter mangiare più” Sebastian
sbucò dalla cucina con un
grembiule addosso e un mestolo in mano “ insomma la cena
è quasi
pronta non volevo che mi si bruciasse tutto”
Io e Quinn
ci guardammo stupite
“Chi
sei tu? E che ne hai fatto di Sebastian Smythe?!”
Il ragazzo
si mise a ridere
“Tranquille
non sono sparito solo che da quando ho iniziato a convivere con il
mio fidanzato, ho imparato a cucinare, e ci tengo molto alle mie
creazioni”
Convivere? Fidanzato? Che erano tutte quelle novità
in un solo colpo. Non potevo davvero crederci che finalmente si era
sistemato con un ragazzo definitivo, ed era diventato una persona
seria, e quasi educata, e premurosa. Ok forse stavo fantasticando
troppo, ma quella era l'idea che aveva appena lasciato.
Senza
farselo ripetere due volte
ci mettemmo a tavola, e rimanemmo stupefatte. Era tutto imbandito
alla perfezione, posate a volontà, origami di tovaglioli, e
soprattutto l'immancabile ed ampio buffè.
“Beh...
che dire. Sembra davvero tutto ottimo” disse la bionda
accanto a
me, che guardava ammirata il tutto.
Sebastian
si mise a ridere e con
un fare da gentiluomo servì le portate a tutti.
Dopo
diverse abbuffate, e con la
pancia finalmente piena anche troppo piena, mi sedetti sul divano
come se fossi in cinta di 8 mesi.
“Oddio!
Ora posso non mangiare per le prossime due settimane”
“Mi
sembrano poche due settimane Puck io farei anche un mese!”
intervenne Quinn che come me si teneva la pancia.
“Nah,
sono troppe” insistette il ragazzo
“Beh
per quanto mangi te direi che ti sei dato anche troppo tempo”
dissi
io
“Insomma
Seb dicci di questo tuo compagno” iniziò Quinn
curiosa come noi di
sapere che aveva scongelato il suo cuore finalmente.
Il ragazzo,
si mise a sedere
sulla poltrona di fianco a me e sorridendo disse
“Beh,
come dire. Lo conoscete anche voi”
momento di
silenzio. Non poteva
essere non con lui. Dopo tutto quello che gli aveva fatto passare
“No
amico non ci arrivo”
“Puck
sei veramente uno stupido... Quinn come abbiamo potuto perdere tempo
con uno cosi?”
“Ehi!”
rispose offeso Noah.
“Tu
e Dave Karofsky?!” riprese la bionda ignorando a quanto pare
il mio
commento “ da non credere”
“Com'è
possibile?” chiese sorpreso Puck non appena aveva realizzato
la
cosa.
“Beh
sapete dopo il liceo abbiamo frequentato casualmente lo stesso
college; e li insomma.. diciamo che ho cominciato ad avere un'idea
diversa su di lui, non solo perché era ed è
dimagrito un sacco, ed
è bellissimo, ma anche perché finalmente
accettava quello che era.
Aveva una luce diversa con se. Ho dovuto sudare per farmi perdonare,
ma poi ce l'ho fatta”
Sembrava
così sognante mentre
lo raccontava, così felice, che quasi davvero non sembrava
lui, ma
solo un'ombra lontana e migliore di quello che era stato in passato.
“Beh
non statevene così zitti!”
Tutti noi
lo guardammo un po'
imbarazzati, anche perché almeno io non sapevo bene cosa
dire.
“Beh,
sono contenta per te, per voi!” disse poi Quinn
“E
come mai lui non è qui?” chiese poi Noah
“Beh
perché ha preferito restare a lavorare, durante la mia
assenza.. ed
ecco perché doveva preparare della roba” disse
misterioso
“Non
ce la racconti giusta”
“Per
una volta sono d'accordo con il moicano qui” commentai io.
“Non
è così fondamentale, eppoi una cosa per
volta!”
“Ma..”
“No.
Piuttosto tu e la biondina?” mi chiese poi a bruciapelo
“Non
ho intenzione di parlare di queste cose con voi”
“Eddai
San! Lo sai che di noi puoi fidarti” mi implorò
Puck con una
faccia da cucciolo bastonato
“No
e poi no!”
“Sei
insensibile” commentò di nuovo
“Vorrà
dire che faremo da soli”
“Eh
no.. voi non farete proprio nulla..”
“Non
puoi far niente per impedircelo Santana. Comunque io vado a letto.
Notte a tutti”
“Sebastian”
chiamai ma il ragazzo ormai era già andato nella sua camera,
ovviamente ignorandomi
“Puckerman,
te non ti azzarderai a fare nulla altrimenti puoi salutare i tuoi
gioielli per sempre” ringhiai io
lui
alzò le mani in senso di
resa ma sapevo benissimo che ormai mi sarei dovuta aspettare
qualsiasi cosa da parte loro.
“Quinn...”
sussurrai
“Non
guardare me, io non c'entro niente, e ho ben altro a cui
pensare”
mi sorrise per poi darci la buonanotte ed andare anche lei, seguita
poco dopo da Noah.
Ero rimasta
li da sola, ancora
una volta in balia dei miei pensieri, di come avrei affrontato il
giorno dopo, e di come avrei affrontato lei.
Un mese era
passato e in un mese
non era cambiato assolutamente nulla. Apparte ovviamente che Quinn e
la Nasona si erano messe insieme, e la cosa mi disgustava altamente.
Stavano tutto il giorno appiccicate, e io ringraziavo mentalmente i
giorni che dovevo andare da Brittany a fare ripetizioni, anche se con
lei le cose erano sempre più problematiche, si faceva sempre
più
insistente a chiesdermi scusa, e piano piano si chiudeva sempre
più
in se stessa.
Ero
contenta per Quinn davvero,
ma vederle insieme mi dava un senso di nausea tremenda, insomma
l'Hobbit. Invece a Sebastian piacevano molto, e tutte le volte mi
diceva che facevo meglio a prendere appunti ed a prendere spunto nel
loro comportamento.
Puck almeno
lui era dalla mia
parte, o almeno credevo. Invece era come un adolescente, gli piaceva
tremendamente guardare quelle due. Mi domandavo quando si sarebbe
deciso a mettere la testa apposto.
Ero sola,
ora ancora di più
visto che la mia migliore amica era occupata.
*********
Un mese.
Era passato un mese. Ed
io come al solito non ero riuscita a fare nulla. Anzi forse avevo
solo peggiorato la situazione chiedendo continuamente scusa a
Santana, ricordando sempre quel giorno. Ma mai aprendoli il mio
cuore. Mi evitava e potevo capire anche perché e io non
riuscivo a
fare qualcosa per riuscire ad entrare in contatto con lei. Eppure la
vedevo quasi tutti i giorni, ma era sempre sfuggevole, e io sempre
più imbranata. Ero disperata, e ora che Rachel era
così presa da
Quinn, insomma ne parlava giorno e notte, e sapendo quanto
può
essere logorroica ascoltarla era diventata una vera tortura.
MI ricordo
che venne da me in
preda alla felicità esattamente un mese fa dicendomi che la
bionda
le aveva scritto, dopo il loro appuntamento, ne aveva richiesto un
altro, eppoi un altro. E un altro ancora. Fino a che non si erano
baciate. Allora si che ne aveva parlato in tutte le salse, e quando
Quinn le aveva detto che stavano insieme, è stata un'altra
notte
insonne, a sentirla dire di quanto non fosse splendida e speciale la
sua ragazza. La invidiavo molto, ma non glielo avrei mai detto.
Ed ora
eccomi qui davanti a
questa porta chiedendomi se è giusto o meno entrare.
Sospirai, e
dicendomi che
dopotutto non avevo niente da perdere bussai, ma nemmeno dopo un
tocco la porta si aprì rivelando il ragazzo di fronte a me
“Benvenuta
Brittany” mi accolse facendomi accomodare sulla sedia di
fronte
alla scrivania
“Sono
contento che finalmente mi hai chiamato, almeno spero di poterti
essere utile”
“Spero
di si, insomma..beh..
“Tranquilla”
mi sorrise lui “ non sei la prima persona scettica che viene
da me”
Ero tesa,
ed anche nervosa. Lui
mi fissava, sentivo il suo sguardo su di me. Alzai gli occhi e gli
sorrisi.
Perché
ero da un consulente matrimoniale?! Mi chiesi. Non ero nemmeno
sposata, e già avevo tutti questi problemi.
“Non
ti fare troppi problemi. Sono qui per aiutarti con San, e tra poco
arriveranno anche i rinforzi”
“Rinforzi..”
bisbigliai io. Eccoci ora pure altre persone. Perché ero
andata li?
Perché lo avevo chiamato? Poi pensai a lei, e a questo mese,
e
sapevo che non dovevo arrendermi, ma dovevo conquistarla.
“Si
verranno Puck, Quinn e forse anche la tua amica, che non ho capito se
era con Quinn o no” mi disse confuso. Io annuii come a dargli
la
conferma che allora ci sarebbe stata pure lei.
“Intanto
sentiti libera di dire qualsiasi cosa che ti venga in mente, anche la
più stupida”
Eccoci! E
ora che dovevo fare.
Mi sudavano le mani, iniziai a muovere le ginocchia e ad avere un tic
al piede. Non mi ero accorta nemmeno che Sebastian si era alzato fino
a che non sentii una mano sulla spalla, e scattai in piedi dalla
paura.
“Tranquilla”
disse sempre con quel sorriso, mentre io abbassai la testa
imbarazzata dalla figura appena fatta “Se qui non ti senti a
tuo
agio andiamo a fare un giro, anche al parco”
Io scossi
la testa in modo
affermativo. Non mi piaceva tutta quella serietà.
Non appena
usciti mi sentii
subito più libera. Il vento, il sole, e quell'aria ormai
fredda che
mi accapponava la pelle. Ma amavo l'inverno, la neve, giocare con la
neve, e anche sciare. Ma soprattutto fare pupazzi di neve.
Quello era
sicuramente il mio
passatempo preferito, non vedevo l'ora che cominciassero le vacanze,
e fortunatamente non mancava molto, solo una ventina di giorni
nemmeno.
“Come
mai quell'aria sognate?” Mi ripresi trovandomi lo sguardo di
Sebastian addosso
“Stavo
pensando” dissi io continuando a guardare avanti, ormai non
mancava
molto al parco
“A
cosa?”
“A
l'inverno, e alle vacanze. Mi piace molto il Natale”
“Anche
a me sai?! Mentre a San, beh, lei non ama particolarmente questa
festa. Non le ricorda dei bei momenti”
“Perchè?”
Lui mi
sorrise, ma cambiò
subito espressione
“Penso
che sia giusto che te lo racconti lei, quando se lo
sentirà”
Io abbassai
la testa delusa, ma
dopotutto non aveva tutti i torti
“Però
intanto potremmo riuscire a farle tornare in mente com'è
bello il
Natale; farle ritrovare il suo spirito natalizio ormai
perduto”
“Sarebbe
grandioso!” dissi forse con troppo entusiasmo
“cioè, sempre
che... si insomma.. se riesco a parlarci io..”
Lui si mise
a ridere di gusto
proprio. Non sapevo se offendermi o meno.
“Vieni
sediamoci qui” disse indicando una panchina non troppo in
vista,
sulla quale però batteva il sole fortunatamente. Il parco
era calmo
e quieto non c'erano molte persone,le paperelle sguazzavano comunque
in cerca di cibo ma senza grandi risultati.
“Comunque
ritornando al discorso di prima. Siamo qui per questo, te ci devi
parlare, chiarire, e ti devi confessare. È il momento di
fare la Don
Giovanni”
“Non
ne sono molto capace.. ehi aspetta confessare?” chiesi poi io
ripensando alle parole usate dal ragazzo
“Non
vorrai mica dirmi che fai tutto questo per portartela solo a
letto?”
io avvampai di botto
“N..no”
balbettai
Lui rise
ancora. Era un vizio
allora?!
“Quindi..”
mi guardò come se aspettasse che confermassi qualcosa
“Okok.
Si diciamo che potrei e sottolineo potrei essermi innamorata di
lei”
dissi poi esasperata da quello sguardo.
“Diciamo
che per ora mi accontento di questo. Ora ci sarà un lavoro
molto
duro. Insomma Santana ci tiene visibilmente a te..” mi
guardò, ma
questa volta il suo sguardo era, sembrava preoccupato “ Sai
devi
sapere che San si affeziona raramente alle persone, e quando lo fa
come nel tuo caso, il solo fatto che tu poi sei andata dalla tua ex,
anche se tra di voi non era successo poi nulla di che oltre ad un
bacio, diciamo che si sente ferita nel profondo. Non succede spesso,
anzi quasi mai, e non così velocemente, devi essere
veramente
speciale per lei, ovviamente non lo ammetterebbe nemmeno sotto
tortura però lo sei..”
Ero
confusa, stava parlando a
macchinetta, quasi più veloce di Rachel e non riuscivo a
seguirlo
perfettamente.
“Scusa,
forse sto andando troppo velocemente” mi disse quasi
imbarazzato
lui
“Ahaha..
no, tranquillo sono abituata a Rach, che parla sempre
così”
sdrammatizzai anche se era difficile stargli dietro
“Allora
continuiamo” prese fiato e ricominciò “
A questo punto starà a
te, ovviamente con il nostro appoggio a farle capire quanto ti senti
in colpa, e quanto in realtà ti spingeresti oltre per lei.
Nemmeno
con Quinn era stato così, forse perché era la sua
prima ragazza. Ma
diciamo che li è stata tradita da tutti noi, insomma io l'ho
costretta a fare coming out, Quinn che torna da Puck, e lei rimasta
sola. Però parlando con Quinn cercai di..”
“Non
far sembrare che tu sia l'eroe qui” intervenne una voce alle
nostre
spalle
“Sai
Santana poi venne da me, mi spiegò tutto. Fui la prima
persona a
sentire la sua confessione sulla sua vita, su come si sentiva con
Quinn. L'aveva sempre amata dai tempi delle elementari. Ma si
rifiutava di credere ad una cosa del genere. Non si accattava, anche
perché sapeva che la persona a cui teneva più di
tutti non
l'avrebbe mai accettata, e quindi si creò un muro intorno.
Fino a
che questo ragazzo qui presente, con un fantastico gay radar, non che
poi ci volesse molto a capire che era persa di Q, non l'ha messa alle
strette. Non è stato per niente come si potesse aspettare,
lei si
era aperta con la persona che amava e questa era scappata, dall'unico
suo amico”
“Poverina”
sussurrai io
“Queste
cose l'hanno segnata, ma l'hanno aiutata a crescere, anche se ancora
il suo rapporto con le persone non è dei migliori, si fida
di pochi,
ma quando trova la persona giusta nemmeno il suo muro può
resistere.
E te sei la persona giusta. Santana non si sbaglia mai.”
“Holly
sei sempre la migliore”
“Lo
so” disse lei con un fare da vip.
“Quindi
adesso, devi prendere in mano la situazione. Invitala a cena, a
pranzo, a fare una passeggiata, smetti di chiederle scusa e comincia
invece a parlare di te, e di lei.”
“Come
faccio?” chiesi io scettica “insomma non penso che
voglia venire
a cena con me così dal nulla”
“Per
questo siamo in un Glee club. Puoi sempre aiutarti con una canzone,
per far capire davvero quanto ti dispiace”
“E
poi invitarla” continuò Sebastian
“Ma
davanti a tutti?” chiesi io imbarazzata. Insomma e se mi
avesse
detto di no?
“Non
devi fare tutto insieme, intanto potresti cantare, e spiegare davvero
come ti fa sentire”
“Mi
aiuterete?”
“Pensavo
che non me lo avresti mai chiesto”
Eccolo qua.
Nulla di
sorprendente. Ora vederemo solo come l'aiuteranno e che canzone
canterà e come reagirà Santana.
Grazie
sempre a tutti, al
prossimo. E se avete idee non esitate a dirle, anzi mi farebbe molto
piacere.
|
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Capitolo 13 *** Passi avanti ***
Ma
che mi era saltato in mente? Me lo stavo continuando a ripetere, da
quando ero uscita da casa mia per andare da Santana. Sembravo una
perfetta idiota e me lo stavo continuando a ripetere, da almeno un
paio d'ore. Ebbene si era più di due ore che girovagavo
davanti al
suo cancello di casa. Sebastian mi aveva detto che lui Quinn e Puck
sarebbero usciti e che quindi la ragazza sarebbe rimasta a casa da
sola. Mi ero vestita di tutto punto, certo non troppo esagerato, e
avevo un mazzo di gigli in mano, i fiori che piacevano di
più alla
latina secondo i consigli di Quinn. Anche se non l'avevo vista molto
sicura della faccenda.
“Non
me la sento di cantare davanti a tutti” dissi io imbarazzata.
Eravamo a casa di Sebastian con Puck e Quinn.
“Capisco
la tensione, allora lo farai in privato” parlò il
ragazzo gay.
“Si.
Ti lasciamo casa libera, e ti presenti li, vestita di tutto punto con
un bel mazzo di fiori in mano, come nei più belli film
d'amore”
“Quinn
non essere troppo sdolcinata” intervenne Puck
“Ma
è così che uno conquista l'altra
persona” affermò lei convinta.
“Ma
da quando ti piacciono queste cose?” chiese lui esterrefatto
“DA
quando Rachel le fa vedere le peggio cose sdolcinate”
intervenni io
sospirando, e capendo che Quinn era nella mia stessa situazione con
Rach. Era orribile vedere tutti quei musical, e film d'amore
banalissimi.
“Comunque”
riprese la parola Seb “ direi che non è una
cattiva idea” tutti
noi lo guardammo increduli.
“Ti
lasciamo casa, vai li, bussi ti presenti con un mazzo di... di cosa
Q?”
“Beh..
ecco.. Direi di.. forse.. Gigli?!”
“Ecco.
Con un mazzo di gigli e poi sta a te. Parlare chiaritevi e tutto
quello che vuoi ma non ricordare mai quello che è
stato”
E
ora eccomi qui. Davanti alla porta di casa., con il braccio alzato
pronto a bussare. Stavo per farlo quando la porta si aprì di
colpo
ritrovandomi davanti una Santana che mi guardava con un sopracciglio
alzato. Mi soffermai a guardarla. Era sempre più bella,
anche
vestita solo con un paio di short e una maglia larga.
“Sa..Santana”
balbettai io sorpresa. Non ero ancora pronta, non sapevo che dire.
“Sai
dopo due ore che sei li fuori a girare come una ladra, desti sospetti
Brittany” mi disse lei. Certo come avevo fatto a pensare che
non mi
avrebbe notato nessuno, in particolare lei. Ero proprio una stupida.
Abbassai
gli occhi imbarazzata ma poi sentii prendermi la mano.
“Vieni
entra” io la guardai allibita. Il suo tono era estremamente
dolce,
e il suo sguardo era quello vivo che io conoscevo. Contenta la segui
dentro la casa e le diedi il mazzo di fiori
“Quinn
deve essersi confusa tra i miei e i suoi fiori preferiti”
disse
prendendo il mazzo e ponendolo in un vaso con dell'acqua.
Io
arrossii imbarazzata
“Scusa
io non sapevo..” ma poi sentii la sua risata, e mi
tranquillizzai
subito. Era cosi bella, così coinvolgente, e così
sensuale.
“Mi
piacciono lo stesso, e poi apprezzo il gesto” mi sorrise
“ e poi
stasera sei bellissima” . Io arrossii di nuovo nell'arco di
pochi
secondi.
Certo
non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. O forse si. Stava
solo facendo la brava padrona di casa, che si dimostrava gentile con
i suoi ospiti. Dovevo smetterla di illudermi così
facilmente. Dovevo
anche smetterla di parlare da sola nella mia testa, perché
la
ritrovai a fissarmi in modo strano.
“Stai
pensando?” mi chiese poi lei continuando a fissarmi. Io
nervosa
iniziai a toccarmi le mani, e a sudare freddo.
“N..no..”
balbettai poco convinta. Lei mi fissò più
intensamente cercando di
farmi ammettere che non era vero “Ok si” dissi alla
fine
sconfitta da quel nero che continuava a scrutarmi in profondo. Non so
ma sembrava così tranquilla, così pacata. Non
capivo cosa le era
successo ma ero felice, perché si era accesa dentro di me
una nuova
speranza.
“E..”
sentii poi chiedermi
“Pensavo
che sono contenta di essere qui” arrossii ancora
“Cioè.. che tu
mi abbia.. fatto entrare e..” continuai imbarazzatissima.
“Tranquilla,
mi sembrava il minimo visto il tempo che sei stata fuori al freddo,
così nuda” mi indicò, e si ero davvero
tanto scoperta, ma il
freddo non lo sentivo da quanto ero agitata.
Io
le sorrisi, e lei lo fece di rimando. Un sorriso sincero e
bellissimo. Lei era stupenda, e me ne accorgevo sempre di
più, ogni
secondo di più.
“Vieni,
rimani pure a cena se vuoi. Tanto immagino che gli altri non
torneranno per un bel po'” si diresse verso la cucina e io la
seguii
“Ma
non voglio recare disturbo” provai io timidamente
“Non
disturbi. Anzi mi fa piacere un po' di compagnia. Ma poi questo era
il piano giusto?” io la guardai sbalordita. Immobile e
abbassai la
testa colpevole.
“Ehi”
sentii la sua mano appoggiarsi al mio mento, e mi tirò su la
testa
costringendomi a guardarla. “non è un rimprovero.
Sono contenta
che tu sia andata dai miei amici per me”
“Non
sei arrabbiata?” chiesi io per volere una conferma
“No.
Non potrei” un brivido mi percorse la schiena. Era
così vicina a
me, così dannatamente vicina. Sentivo il suo odore,
così buono. E
quelle labbra erano a pochi centimetri da me, le desideravo
così
tanto. “non è un gesto da tutti, ma..”
si allontanò leggermente
“Ma?”
chiesi io, una volta che si era allontanata definitivamente,
lasciandomi li in balia di lei.
“Ma
loro non hanno poi così grandi idee, e soprattutto non sono
persone
difficili da scoprire” rise.
“Ah”
sussurrai io. Non avevo capito il suo discorso. Non stavo capendo
nulla. Mi sembrava di essere in una lezione di storia, o peggio di
spagnolo.
****
Era
li davanti a me. Bella più che mai. Le ero andata troppo
vicina, e i
miei sensi erano così alterati che stavano per farmi perdere
completamente il controllo. Fortunatamente ero riuscita ad
allontanarmi da lei. Sapevo che doveva venire, avevo notato subito
nell'atteggiamento dei miei amici che qualcosa non andava, erano
troppo strani, e troppo poco convincenti.
Non
pensavo però di cadere nella sua trappola così
facilmente. Dovevo
essere proprio persa. Mi aveva rapito del tutto, e non riuscivo in
quel momento a non essere tenera con lei.
Vidi
che mi guardava confusa.
“Dai
vieni accomodati” dissi indicandole la sedia li accanto a
lei. La
vidi sedersi tutta imbarazzata. Io mi girai e presi dal formo il mio
famoso pollo arrosto. In realtà non ero famosa per la cucina
ma lei
non lo sapeva.
“Et
Voilà” dissi poggiando la pentola sulla tavola.
La
vidi strabuzzare gli occhi.
“Sembra
così invitante” disse euforica al massimo
Io
mi sedetti di fronte a lei, e con calma iniziai a servire le due
porzioni.
“Mmm
è ottimo!” commentò dopo il primo
boccone. Era così contenta,
sembra una bambina con la cioccolata. Era così bella.
“Sai
devo confessarti che non sono stata io a preparare questo
piatto”
Lei
mi guardò stupita, e confusa.
“Ho
chiesto a Sebastian la gentilezza di cucinare per me, visto che sono
del tutto negata” dissi imbarazzata. Lei tempo due secondi
che
scoppiò a ridere, contagiando anche me nella risata.
La
cena passò velocemente, con qualche battuta veloce, racconti
di
Quinn e Rachel, e le canzoni per la prossima competizione.
“Grazie
per la cena” mi disse sedendosi sul divano non troppo vicino
a me.
Io la guardai, e incrociai il suo sguardo al mio. Il mio cuore perse
un battito. Erano davvero gli occhi più belli che avessi mai
visto.
Dovevo
controllarmi però. Non potevo cadere così presto
nella sua
trappola. O al diamine, invece si.
Allungai
la mia mano e afferrai la sua. Lei mi guardò sorpresa e poi
mi
sorrise.
“Perchè
sei qui Brittany?”
Silenzio,
non percepivo nessun rumore. Solo i nostri respiri. La guardai ma lei
aveva il volto rivolto verso il basso. Delicatamente le scossi la
mano e la costrinsi a guardarmi.
“Puoi
rispondermi...ehi..” dissi dolcemente. Non riuscivo a
rimanere
distaccata da lei, era come se avesse una calamita su di me.
La
vidi alzare il suo sguardo verso di me, e sorridere imbarazzata.
“Ecco..
vedi.. io..” la vidi sbuffare. Era così tenera
quando era
impacciata ed imbarazzata.
Non
so come, ne perché, ma mi avvicinai a lei e posai le mie
labbra
sulle sue. Fu un contatto veloce, mi ritirai subito non appena
realizzai quello che stavo facendo.
Lei
mi guardò stupita, sicuramente non si sarebbe aspettato
nulla di
tutto ciò. Io cercai di sorriderle, ma non penso che ci
riuscii.
“Britta..”
iniziai ma la mia bocca fu tappata dalla sua. Sapevo che dovevamo
parlare, che così non si risolveva nulla, e niente, ma il
mio
cervello non rispondeva, l'istinto ebbe la meglio e risposi al bacio.
I
baci si facevano sempre più caldi, le nostre lingue
danzavano in
perfetta armonia, e i nostri cuori lo stesso. Poco dopo ci ritrovammo
sdraiate sul mio letto, mezze nude.
*******
Dovevo
essere impazzita. Si lo ero decisamente. Come mi era saltato in mente
di avventarmi su di lei in quel modo?!
Ma
lei ha risposto
pensai dentro di
me. Si ma perché? Era quello che mi stavo continuando a
chiedere in
questo momento.
Perchè
lei lo voleva quanto te o
forse
no?! Vendetta?! Beh probabile. La vedevo li davanti a me immobile. Ci
eravamo fermate prima che fosse troppo tardi per tornare indietro. Ci
eravamo sedute una di fronte all'altra rivestendoci, e ora regnava il
silenzio da un po'. Forse troppo per i miei gusti, e quei silenzi a
me non piacevano per niente.
******
Che
mi è preso?! Stupida stupida stupida.
Mi continuavo a ripetere dentro di me. Però
è stato tutto
così bello, lei è stupenda e.. sstop!
Non posso pensare certe cose.
Fortunatamente
ero riuscita a fermare il tutto. C'era troppa foga, troppa rabbia. E
non volevo che succedesse così perché tengo
troppo a lei.
Finalmente. Mi venne
da sorridere
“Ehi..”
sentii la sua voce e mi girai verso di lei. Non ero ancora riuscita a
guardarla in faccia. Non sapevo perché insomma, io non ero
abituata
ad una cosa del genere, non mi sarei mai fatta troppi problemi, ma
con lei, beh con lei è tutto così diverso.
“Senti
mi dispiace per tut..”
“No
non devi disp..” la interruppi a mia volta
“Lasciami
parlare” lei annuì e io continuai “ vedi
mi dispiace averti
tagliato fuori così. Quello che è successo , beh
me la sono presa
troppo. So che non lo volevi, perché ho visto il terrore e
la
sorpresa nei tuoi occhi quando ti ha baciata. Però poi ho
visto
anche una sorta di indecisione, una vecchia fiamma. E a quel punto
non ci ho visto più. Mi sono ferita” alzai lo
sguardo. Lei mi
fissava in silenzio. Potevo notare gli occhi leggermente lucidi come
dovevano esserlo anche i miei “mi sono ferita
perché te mi piaci
sul serio Brittany. Mi piaci come non mi è mai successo
prima. E non
so controllare tutto ciò ma è una cosa
bellissima. Tu sei
bellissima”
A
quel punto ne io ne lei riuscimmo a trattenere una lacrima, che
scivolò lungo le nostre guance.
“San..
“ mi si butto al collo e mi strinse forte. E io feci lo
stesso con
lei. Il suo profumo era così buono, così unico.
“Anche
tu mi piaci tanto, e mi dispiace se sono stata così confusa,
ma non
ho visto subito la realtà dei fatti. Ho cercato di
nasconderlo
perché beh.. penso che sia perché tu sei
così perfetta,
importante, intelligente, e io sono solo una ragazzina con degli
strani pensieri” mi confessò poi al mio orecchio.
Io la allontanai
quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.
“Non
devi dire questo. Non è così, tu sei fantastica,
allegra, spiritosa
con un grande talento. E vivi in un mondo bellissimo, vedi solo il
buono negli altri”
La
vidi sorridere. La baciai piano soffice a fior di labbra.
“Grazie
San” mi disse poi
“DI
cosa?” chiesi confusa
“Di
avermi dato questa opportunità, per le cose belle che hai
detto e
per l'ottima cena” rise alla fine e io con lei.
“Beh
per quella quando vuoi. Il mio schiavo personale rifornirà
di tutte
le cibarie che desideri”
Ridemmo
un altro po'.
Poi
vista l'ora era meglio che Brittany tornasse a casa a dormire. Domani
ci saremmo viste a scuola.
“Allora..beh..”
iniziò imbarazzata lei davanti alla porta d'ingresso.
“Sabato
sera!” dissi io semplicemente capendo quale fosse la sua
domanda
“mi porterai a cena, o dove tu voglia, e inizieremo ad uscire
se ti
dimostrerai all'altezza”
“Va
bene.. allora.. allora sarà tutto perfetto te lo
prometto..”
“Ehi
tranquilla. Puoi portarmi dove vuoi davvero, tanto accetterei sempre
di uscire con te” le dissi lasciandole un bacio sulla guancia
e
augurandole la buona notte. La vidi montare in macchina e partire. Mi
venne da sorridere pensando a lei. Era vero, ero proprio cotta.
Dopo
tutti quei pensieri su Britt mi ero dimenticata il vero motivo per
cui ero a Lima. E mi ero scordata anche che era rituale ormai da anni
fare una coreografia per l'intramezzi delle partite di football. Era
un buon allenamento per le Regionali, che si sarebbero svolte dopo
Natale quindi tra meno di un mese.
Ero
sudata da fare schifo, puzzavo. Io e Quinn seguite da Holly stavamo
facendo vedere dei passi per la coreografia di quest'anno, quando
Puck ha proposto genialmente di far partecipare anche noi a quella in
onore dei vecchi tempi. Quinn era stata felicissima, io un po' meno.
Non ero più abituata a tutto quello sforzo, il mio corpo
nemmeno.
Ero piena di dolori e mancava ancora un ora alla fine delle prove.
L'unica cosa positiva è che potevo stare a stretto contatto
con
Britt, e mostrare a tutti il mio talento che fortunatamente era
ancora quello di un tempo.
Stavo
davvero male. Quinn invece era in gran forma, non si era scomposta
nemmeno un poco. Dovevo essere io e la mia passione per il fumo ad
avermi ridotto così. Sbuffai.
“PAUSA!”
urlò poi la voce di Holly che stava davanti a noi.
Io
la ringraziai mentalmente. Andai immediatamente a sedere su una delle
prime poltroncine dell'auditorium.
Poco
dopo arrivò Quinn e si sedette accanto a me e mi porse una
bottiglietta d'acqua che io afferrai e ingurgitai velocemente.
“Mi
chiedo come fai ad essere così” le dissi io mentre
riprendevo
fiato.
Lei
rise
“Sai
se invece che passare tutto il giorno in ufficio o sul divano avessi
continuato a fare qualcosa adesso non staresti in questo stato
pietoso” mi osservò da capo a piedi. Potevo
immaginare benissimo
le mie condizioni, ma evitai di farlo.
“Ehi
bellezze 5 minuti e si riprende” ci disse Puck venendoci
incontro
per poi girarsi e tornare sul palco.
“Perfino
Puck è più in forma di me” sbuffai io
contrariata.
Quinn
mi guardò storta. Avevo capito che la colpa era mia. Dovevo
rimettermi in moto avevo deciso.
“Andiamo
si riparte” mi disse poi la bionda accanto a me.
Io
mandai gli occhi al cielo. Solo 55 minuti, ce la posso fare.
Mi
riposizionai al mio posto sul palco, la musica ripartì, e io
con
loro.
******-
Non
l'avevo mai vista ballare dal vivo. Kitty mi aveva fatto vedere
qualche video di Quinn e le cheerios che vinsero le nazionali e
potevo dire che erano veramente brave. Ma vederle dal vivo era tutta
un'altra questione.
Era
ipnotica, con quel suo fisico perfetto. Si muoveva benissimo,
rendendola estremamente sexy. Arrossii per i pensieri poco casti che
mi stavano venendo su di lei in quel momento.
Fortunatamente
la lezione finì.
Ero
rientrata a casa dopo quella giornata esasperante, mi ero fiondata
sotto la doccia e ora ero stravaccata sul letto. Mi addormentai.
Quando
riaprii gli occhi vidi due occhi che mi fissavano.
“Finalmente!
Pensavo di doverti tirare un secchio di acqua addosso. È
più di
mezz'ora che sono qui, che ti scuoto e altro ma nulla. Poi invece
è
arrivata lei e puff ti sei svegliata come per magia e..”
“Rachel
sta zitta!” dissi io scocciata. Insomma mi ero appena
svegliata e
davanti a me avevo trovato i due bellissimi occhi di Santana che mi
stavano guardando, non avevo proprio voglia che la parlantina della
mia amica interrompesse quel momento.
“Ciao”
mi sussurrò dolcemente lei con un sorriso
“Ciao”
risposi io imbarazzata ma felicissima di vederla.
Mi
ero messa a sedere sul letto, il mio sguardo non si era staccato un
secondo da quello della latina
“Quando
avete finito voi due magari..” disse scocciata Rachel.
Sentivo il
suo sguardo su di me.
Io
mi girai verso di lei scocciata. Aveva qualcosa di diverso, ma non
capivo perfettamente cosa fosse. Non ci feci molta attenzione.
“Ragazze
siete pronte?” un'altra voce arrivò in camera mia.
Era una
congiura, invece che andarsene ne arrivavano sempre di più.
“Ehi
Quinn” disse la latina guardando verso l'entrata della
stanza.
Quinn? Che ci faceva a casa mia. In realtà perché
Santana e Rachel
erano qui?!
“Stiamo
arrivando, appena la dormigliona qui si alza e si prepara” le
disse
poi mi diede un bacio sulle labbra e mi sussurrò che mi
aspettava
giù.
“Forza
te”
Mi
ero dimenticata di Rachel. Mi buttò a forza giù
dal letto, e mi
fiondò in bagno.
“Anche
il giorno della tua festa di fidanzamento devi arrivare in ritardo. E
la festa si tiene pure in casa tua”
Io
sospirai, era veramente insopportabile
“Aspetta
che?!” dissi io collegando bene quello che aveva detta. Festa
di
fidanzamento?! Che stava blaterando. Sicuramente era tutto un grande
scherzo che aveva organizzato quella simpatica della mia amica per
vendicarsi di qualcosa.
Mi
guardai intorno. Non era proprio tutto come lo ricordavo. Anzi quasi
per niente. Uscii da li e notai che anche camera mia era diversa. Era
più grande, non era assolutamente camera mia. Stavo
iniziando a
preoccuparmi seriamente.
“Che
ci fai ancora così?” guardai Rachel. Ecco cosa
aveva di diverso,
sembra più vecchia di come me la ricordavo io.
“Rach
ti prego mi spieghi che sta succedendo?”
“Oh
Bribri ti dimentichi proprio di tutto!” sospirò
lei “forza vieni
mettiti questo, poi ti sistemo un pochino e scendiamo che gli ospiti
sono giù tutti qui” Rachel mi diede un vestito
bellissimo, e dopo
che lo indossai mi fece sedere davanti a lei che si era accomodata
sul bordo del letto.
“Sarai
una sposa bellissima”
“Sposa?”
domandai io preoccupata “sono troppo giovane per
sposarmi” la mia
amica rise di gusto
“Sei
solo terrorizzata. Ma è normale, lo ero pure io quando mi
sono
sposata con Finn e ora tu e..”
“Come
con Finn?” chiesi io sconvolta “e Quinn?”
“Quinn?!
Chi è?” chiese lei sbalordita.
“Come
chi è? Era qui poco fa, con Santana” dissi io
convinta.
“Ah
capisco, devono essere dei tuoi nuovi amici” mi disse lei
prendendomi per pazza. Poi mi venne un dubbio
“Con
chi mi sto per sposare?” chiesi di getto
“Ammettilo
che ieri non hai preso le pasticche” mi disse saccente
Rachel. Che
pasticche?!
“Con
Deni”
O
no! No! No! No! No! Iniziai a sudare tantissimo e ad urlare.
“Brit..Brittany”
mi alzai di botto e vidi Rachel davanti a me con una faccia mista tra
preoccupata e confusa.
“Rachel..sei
tu?” chiesi io preoccupata. Lei mi guardò storto,
però notai che
era lo stesso viso di sempre. Mi guardai intorno e anche la camera
era la mia.
Dovevo
sembrarle una pazza
“Certo
che sono io!” disse sbattendo il piede per terra.
Io
la guardai sollevata. Meno male. Doveva essere stato solo un sogno,
un bruttissimo sogno.
“Insomma
sono venuta qua per farmi raccontare della tua serata con
Santana”
si mise accanto a me nel letto, e mi guardava insistente.
Io
arrossii imbarazzata. Presi fiato e inizia a raccontare per filo e
per segno quello che era successo. Lei mi guardava sempre
più con
una faccia basita.
Alla
fine del racconto commentò
“Io
non la capisco proprio! Prima ti esclude poi ti bacia
così” prese
tempo per pensare “che senso ha? Eppure Quinn mi aveva detto
che
era un tipino difficile, che perdonava raramente, eppure”
“Rach
stai divagando troppo.” dissi io.
“No
invece. E se si stesse solo prendendo gioco di te?” mi chiese
poi
“No.
Sembrava cosi sincera, così indifesa, così pura e
estremamente
bella e..” iniziai io sognante
“Okok
basta! Ora sei te che stai divagando”
“Vedremo
come andrà il vostro appuntamento”
continuò poi la mia amica.
Pochi
secondo dopo sentimmo la porta aprirsi e con nostro stupore apparve
Aschley con un sorriso beffardo.
“Rachel
resti a cena?” chiese mia sorella.
“Se
per voi non..”
“No
niente disturbo” si sentì la voce di mia madre da
in fondo alle
scale.
“Allora
si grazie”
Mia
sorella annuì felice e poi se ne andò sempre con
quell'espressione
di chi la sapeva lunga.
Io
mi sdraiai felice sul letto. Restammo a parlare della scuola, del
Glee, di tutte le canzoni che avrebbe voluto fare lei, e anche di
Quinn. Era così bello vederla felice. Ancora non avevano
detto
niente a nessuno. A parte me, San e gli altri due ragazzi. Mi sa che
Rachel si sentiva un po' a disagio per questo fatto, ma adesso non
avevo le forse per affrontare questo discorso. Ero troppo stanca, e
avevo troppa fame. Meno male che pochi minuti dopo mia madre ci
chiamò per la cena. Io come un razzo mi alzai e mi fiondai
in cucina
sedendomi al mio solito posto.
Iniziai
subito ad abbuffarmi come un maiale. Sembrava che non mangiassi da un
mese. I miei mi guardarono allucinati.
“Spero
che quando mangi con Santana tu non faccia così”
Io
mi fermai di colpo. Guardai mia sorella che mi fissava sempre con
quel suo ghigno divertito.
“Che
c'entra Santana?” chiese poi mia madre dopo aver ingoiato il
boccone, rivolgendosi a mia sorella incuriosita.
Mia
sorella attirò l'attenzione su di se da parte dei miei.
“Beh
a quanto pare è la nuova ragazza di Britt e andrà
ad un
appuntamento con lei”
“Io
ti strangolo brutta spiona..” stavo per alzarmi quando sentii
mia
madre che mi stava abbracciando.
“Oh
tesoro sono così contenta per te! Poi quella Santana
è così una
brava persona”
Guardai
Rachel in cerca di aiuto, ma lei sembrava complice di quello che mi
stava capitando attorno. Sbuffai.
“Ok
mamma ora staccati” dissi staccandomi dal suo abbraccio
“Britt
hai davvero preso un bel pesce lo ripeto” disse mio padre che
fino
a quel momento era stato zitto.
“Beh
dobbiamo al più presto invitarla a cena!” disse
entusiasta mia
madre. Io stavo fulminando mia sorella con lo sguardo, ma non avevo
molto successo, visto che lei continuava ad avere quella stessa
espressione. Chissà che ci ricavava? Forse solo il fatto di
vedere
la mia reazione. Gliela avrei fatta pagare. L'avrei messa in
difficoltà. Era una promessa.
Finita
la cena chiesi a Rachel se volesse dormire qui vista l'ora e lei
accettò di buon grado.
“Grazie
per avermi appoggiato eh” guardai storto Rachel mentre mi
mettevo
il pigiama.
“Ma
sono così carini i tuoi, ti appoggiano sempre” mi
disse lei. Io
sbuffai e mi voltai irritata
“Sono
solo impiccioni”
“Brit..
sono così teneri e simpatici” iniziò la
mia amica
“Rach
no ti prego, lo so me lo hai già fatto miliardi di volte
questo
discorso. Ho capito” mi buttai sul letto. Sapevo che Rachel
amava i
miei, e chi non lo faceva?! Solo che avvolte avrei preferito un po'
più spazio, erano così invadenti, ma non lo
facevano apposta, però
delle volte mi turbava, e creava delle situazioni altamente
imbarazzanti.
“Come
vuoi” mi disse prima di stendersi accanto a me.
Calò il silenzio
tra di noi. Fino a che il suo telefono non vibrò. Lei si
sporse per
prenderlo dal comodino. Lesse il presunto messaggio e le si
formò un
sorriso a 52 denti.
“Quinn?!”
chiesi io curiosa voltandomi verso di lei. Lei annuì mentre
rispondeva al messaggio.
“Perché
non ne parli con nessuno Rach?”
Lei
mi guardò colpevole.
“Io
non conto, e nemmeno Santana. Ma Kurt, Mercedes, sai che loro non ti
giudicherebbero mai. Come potrebbero. Per non parlare dei
tuoi”
“Lo
so” mi disse “ma non me la sento ancora. Ho
comunque paura del
giudizio delle persone, di che ne possano pensare su di me.
Soprattutto qui. È l'ultimo anno, io non sono una cheerios,
verrei
massacrata” mi disse sconsolata. Non aveva tutti i torti. Ho
visto
cosa aveva passato Kurt, e dopo anche Blaine. Io non ero presa di
mira perché ero in cima alla scala sociale, ma per lei
sarebbe stata
la fine.
“Ma
almeno con gli amici più cari. È brutto tenersi
tutto dentro, non
fa bene”
“NO!”
disse un po' troppo a voce alta lei “non me la sento davvero.
E
spero che tu non lo dica a nessuno”
Io
non risposi. Annuii semplicemente e poi mi voltai dall'altro lato.
Non capivo questo suo atteggiamento. Non ci vedevo nulla di male.
Sospirai. Non era il momento di insistere ma non mi sarei arresa. Per
il suo bene.
Chissà
che ne pensava Quinn di tutto ciò. Ci avrei pensato
l'indomani.
Sentivo
il respiro di Rachel farsi sempre più calmo. Si doveva
essere
addormentata. Io mi rigiravo invano. Avevo dormito troppo oggi
pomeriggio e ora non avevo per niente sonno.
Mi
alzai lentamente e mi diressi in cucina. Presi il latte e i cereali e
iniziai a mangiare. Magari così mi sarebbe venuto sonno.
“Non
riesci a dormire?” mi voltai di soprassalto sentendo la voce
provenire dalle mie spalle. Come aveva fato ad entrare?!
Eccolo
qua. Ringrazio come sempre tutti quello che leggono seguono e
quant'altro. Al prossimo capitolo.
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