The Young & The Hopeless

di beadanno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** cap.1- L'assassino,il capitano,il medico e la caduta dal cielo ***
Capitolo 3: *** cap.2 La cuoca, il frutto Foco-foco e la storia del capitano ***
Capitolo 4: *** cap.3- Il navigatore e la propietaria della nave ***
Capitolo 5: *** cap.4- Saga dell'isola di Jandir-parte prima ***
Capitolo 6: *** cap.5-Saga dell'isola di Jandir-parte seconda ***
Capitolo 7: *** cap.6-saga dell'isola di Jandir-parte terza ***
Capitolo 8: *** cap.7- Saga dell'isola di Jandir- parte quarta ***
Capitolo 9: *** Cap.8-Saga dell'isola di Jandir- parte quinta ***
Capitolo 10: *** Cap.9-Saga dell'isola di Jandir- ultima parte ***
Capitolo 11: *** cap.10 - The Landing ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


< Vivi!! Aspetta!! >  urlò un spazientita Emily
< Scendi da quella nave non è la nostra! > gridò la ragazza dai capelli biondi 
< Davvero non è la nostra ?? Ma questa è più bella!!! > una ragazza dai grandi occhi verdi si lanciò giù dalla nave arrivando davanti all’altra. 
< La nostra è più piccola.. >  bofonchiò la bionda indicando una vecchia e sgangherata caravella. Viola si incamminò da tutt’altra parte 
< Beh che aspetti Emy? >  si girò di scatto la ragazza dai capelli ricci < Andiamo a cercare la ciurma! >  disse sorridendo  alla ragazza bionda.

SCHEDA OC:
Nome:
Cognome:
Soprannome:
Età:
Sesso:
Aspetto fisico:
altezza:
Segni particolari:
Abbigliamento:
Carattere:
Passato:
Sogno:
Ruolo: ( posti rimasti: tesoriere,cecchino.Specificare se si è in marina o in altre ciurme  )
Frutto del Mare:
Arma:
Oggetti particolari:
Punti di forza:
Punti deboli:
Amore: ( Rufy è morto ma tutti gli altri no )
Altro: (qualsiasi cosa che volete aggiungere tipo anche se possiede l'haki se si specificare che genere)

Agolo autrici
Questo è corto solo perchè è il prologo poi quando avremo tutti i personaggi saranno molto più lunghi.. Inviatela  a me Beadanno nei messaggi <3

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Capitolo 2
*** cap.1- L'assassino,il capitano,il medico e la caduta dal cielo ***


Viola entro in un bar del centro ,nella piccola cittadina, aveva lasciato Emily, la bionda, chissà dove. “Bene ora Emily mi ucciderà!” era l’unico pensiero che aveva fisso in testa. Era ferma, inchiodata davanti alla porta ,dandosi dei piccoli colpi alla testa. L’attenzione di tutti era puntata su di lei. La ragazza ne approfittò per urlare un “cerco una persona”. Avanzò, andando al centro del locale e prese dalla tasca un manifesto
< Vedete questo ragazzo?? > chiese indicando con violenza il suo viso
< Bene! Sto cercando lui! Sto cercando Edward Yoshina > urlò. Viola l’aveva già intravisto, seduto in un angolo del bancone a bere birra. Quando finalmente si girò e il suo sguardo fu puntanto su di lei si entusiasmò. “L’assassino”,chiamato così dalla marina, era li come aveva sperato.
< Sono io.. Vuoi incassarti la mia taglia? > chiese ironico lui, come se sapesse che la ragazza lo volesse sfidare.
< No > rise serenamente lei
< Ti voglio nella mia ciurma > nel giro di pochi secondi gli si piazzò davanti e lo osservò bene. Abbastanza muscoloso,occhi verdi, capelli raccolti e l’inconfondibile cicatrice che gli sfregiava il viso. Si, era proprio lui. I presenti stavano ancora ridendo della ragazzina. < Non sto scherzando! > urlò lei spazientita.
< Allora si o no?!? > iniziò a tamburellare il piede sul pavimento di legno. I loro occhi si scontrarono. Gli si leggeva negli occhi a tutti e due che quella situazione non piaceva, soprattutto per gli altri piratucoli nel bar che iniziarono a bisbigliare chiaramente qualcosa su di loro.
< No > chiuse secco lui, per poi scansarla e uscire dal bar. Viola, non ce la faceva più la rabbia le saliva. Due mesi a cercare il tanto stimato “assassino” per ricevere un no come risposta. Assolutamente no! Di scatto la ragazza si girò e inseguì il moro.

Intanto fuori dal locale
< Questo è il posto dove si radunano tutti i personaggi più influenti da anni! Allora farò così entrerò e chiederò a tutti se cercano un medico questa volta ce la farò! > urlò Cheryl una ragazza dai lunghi capelli viola. Stava per entrare quando la porta si spalancò e ne uscì un ragazzo con un cappuccio e ,pochi minuti dopo, uscirne una ragazza
< Dove è andato? > gli urlò contro Viola guardandosi intorno
< A destra > affermò lei indicandole la via
< Ah comunque io sono Cheril e cerco una ciurma tu mi sai dire se.. > la ragazza si accorse sfortunatamente troppo tardi che la riccia non era più davanti a lei ma chissà dove. Sospirò e aprì la porta, per poi andarsi a sedere su uno sgabello mezzo rotto sotto la grande finestra di vetro colorato.
“Oggi è un grande giorno per tutti! Sono esattamente due anni che Monkey D. Rufy ,il nuovo re dei pirati, è morto e sono anche due anni che è stato abolito l’utilizzo dei frutti del diavolo e del Haki. Ormai pochissimi che sanno utilizzare l’haki o che hanno ingerito frutti del diavolo sono in vita. Oggi verrà giustiziato il pirata Eustass Kidd e la sua ciurma a Marinford.” Così citavano le prime righe del giornale che Cheryl stava leggendo. Quegli stronzi della marina erano riusciti a catturare il grande Eustass Kidd. Quindi lei era una delle poche ad avere ancora quel potere. Sospirò per poi bere un altro sorso di birra. “Devo essere sempre allegra” pensò. Da quando la marina era diventata così forte e pericolosa? Se solo i quattro imperatori fossero ancora vivi. Lo sguardo stanco di Cheryl si soffermò sul grande orologio che segnava le cinque meno un quarto. Doveva tornare a studiare in clinica. Ormai erano passati tre anni da quando sua zia ,Martha, le aveva raccontato che i suoi genitori, pirati molto potenti, erano stati trovati dalla marina e portati chissà dove.. Era per questo che voleva entrare in una qualsiasi ciurma di pirati. Lasciò dei berry sul tavolo e, allegramente, se ne andò

Nel frattempo un po più lontani dal centro
< Sentimi tu! Io ho viaggiato in lungo e in largo per trovare te e tu mi liquidi con un semplice no?!? > Viola lo inseguiva da più di dieci minuti in tutta la città.
< Lo vuoi capire che no è no!Ora zitta! > la rimproverò lui girandosi insospettito intorno.
< Tu non ti puoi permettere! Io sarò la prossima regina dei pirati quindi… > Edward le mise una mano davanti alla bocca per non farla parlare. Lui aveva sentito chiaramente un rumore. Quasi come se qualcuno li stesse seguendo. Un colpo di pistola arrivò a pochi centimetri dai piedi di entrambi. I due si allarmarono.
< Attaccare mentre si è nascosti.. Che cosa infame! > sospirò lei per poi estrarre un fucile con delle incisioni d’oro, Edward prese dal fodero una katana dall'impugnatura bianca con la lama nera.
< Una spada? > chiese incredula lei. Una semplice spada per uccidere dei nemici con armi da fuoco e probabile forza smisurata.
< Un fucile? > chiese di rimando lui. Il profumo dolce di pane inebriava l’aria. Si sentiva tensione ma nulla si muoveva o si sentiva. Nessun movimento dopo quello sparo. Chi poteva essere? Solo uno sparo? Impossibile. Nessuno poteva prevedere cosa stava per succedere. Si sentì dall’ombra un applauso lento , da quel vicolo buio uscì un ragazzo. I lunghi capelli blu gli incorniciavano il viso e i grandi occhi neri fecero la radiografia ai due ragazzi.
< Quindi loro sono due fuori legge? > chiese accendendosi una sigaretta velocemente. Viola si lasciò scappare una risatina
< Capelli blu! Hahahahah! > iniziò a ridere indicando il ragazzo con la sigaretta
< Cosa?!? Tu stai ridendo di me?!? > gridò lui abbastanza arrabbiato
< Tu sei la ragazza che sa usare alla perfezione gli haki e tu invece sei il ragazzo con il frutto Ningyō- Ningyō giusto? > chiese spazientito
< Sei una ricercata? > chiese “l’assassino” alla brunetta che si fece subito più seria.
< Cosa ti aspettavi la classica ragazzina infantile e rimbambita che non sa fare niente? > chiese ironica lei. Il marine sbuffò
< Catturateli! > disse per poi fare un gesto con la mano e andarsene. Dai vari vicoli uscirono schieramenti di marine. Viola si scrocchiò leggermente il collo caricando velocemente il fucile Edward si mise in posizione d’attacco. I due accennarono un sorriso,i due ragazzi si misero schiena contro schiena.
< Io prendo quelli a destra tu quelli a sinistra > sorrise la ragazza per poi puntare il fucile verso un i “suoi” marine.
< Beh ma tanto li ucciderò prima io! > sogghignò lui
< Questa è una sfida? > chiese la bruna
< Diciamo che se tu ne sconfiggi più di me io entro nella tua ciurma se no tu mi lasci in pace > affermò lui. Viola ci pensò su un attimo. Era una buona occasione lo voleva nella sua ciurma e una parola data non si rimangia. Scattarono all’unisono, presero tutti e gli uomini in prima fila di solito i più deboli, Pochi colpi bastarono a Viola per sbarazzarsi dei marine come d’altronde anche Edward non fu da meno. I marine più giovani ed inesperti alla vista di una simile potenza, esitarono per un momento, e tanto bastò a Viola a scatenare la sua furia:il fucile caricato con proiettili di algamatolite era carico e pronto a colpire. La ragazza si arrampicò velocemente sul tetto di una casa li di fianco per poi lanciarsi e iniziare a sparare. La maggior parte dei proiettili colpirono i bersagli. L’assassino era veloce e preciso, ogni suo colpo andava a segno. Con movimenti veloci ogni fendente di spada colpiva il malcapitato con maestria. Era sadico, gli piaceva colpire alla gola e in pancia. I due ragazzi si stavano divertendo. I marine a terra stremati. Non ce la facevano più. Erano stati massacrati da due semplici ragazzi e nessuno dei due aveva usato il proprio potere. Sembrava finita. I ragazzi presero un sospiro di sollievo ma un orda di altri marine, che sembravano più forti ed esperti, arrivarono in massa. In quel momento pensarono di non farcela. Per quanti potevano essere bravi o forti, i due ragazzi erano stati colpiti e,anche se non erano ferite gravi, erano pur sempre stati colpiti. Gli occhi sgranati dei due si incontrarono. Fecero un segno con la testa e sospirarono.
< È giunto il momento di usare l’haki > sospirò piano, il ragazzo la squadrò. I lunghi capelli mori si alzarono leggermente, come se tutto si fosse fermato, come se nella ferma aria della strada, si fosse alzato una brezza che ora riempiva l'ambiente circostante di una strana aura di un vago colore azzurrino. I marine ormai pochi lontani da loro svenirono . Solo il ragazzo moro restò in piedi a fissarla. Aveva vinto lei. Edward si girò e solo in quel momento si accorse, di avere un marine alle spalle che lo stava per attaccare. Gli aveva salvato la vita. Si girò per vedere se la ragazza stava bene ma la ritrovò svenuta a terra. La prese e la porto verso il centro della città.

Qualche ora dopo Viola aprì gli occhi.La luce era abbastanza forte e le dava fastidio agli occhi. Era distesa in un letto. La stanza piccola,senza finestre, era completamente bianca. Non aveva ancora imparato ad usare benissimo l’haki Haou-shoku.
< Buongiorno capitano! >sorrise il moro seduto vicino a lei . Viola si girò verso di lui. Gli occhi ancora semichiusi si spalancarono. Le sembrava di aver capito bene. Edward aveva detto Capitano?!?
< Scusa puoi ripetere > chiese con voce impastata e mettendosi una mano sulla testa che pulsava un pochino. Il ragazzo sorrise e si alzò in piedi per avviarsi verso la porta.
< Hai capito bene..Ho detto capitano >  disse sorridendo.

< Allora come sta? > chiese la ragazza dai lunghi capelli viola
< Bene, si è svegliata.. Grazie Cheryl non pensavo che volessi mettere in pericolo pure la tua vita per salvare due criminali > sorrise lui
< Sai.. > sospirò lei
< Voglio partire e venire con voi, devo trovare i miei genitori > sorrise leggermente Cheryl.
< I tuoi genitori erano pirati giusto? > chiese Edward, lei annuì. Si guardò in giro finché il suo sguardo non cadde sulla grande borsa bianca. Ci infilò dentro la testa e, dopo poco, ne estrasse una bottiglietta di liquido bluastro
< Vado a dagli un integratore di vitamine, tu cosa fai ? > chiese la ragazza
< Vado ad allenarmi > affermò secco Edward per poi uscire dalla stanza.

< Ma fa schifo non la voglio!! > Viola continuava a urlare ed a scappare per tutta la stanza
< Ti prego.. è solo un integratore ti serve per riprenderti.. > sbuffò il medico, anche se si vedeva che la ragazza si era già ripresa e anche molto bene. Lo sguardo stanco di Cheryl si fermò sulla finestra. Fuori,in un campo incontaminato, il ragazzo dai lunghi capelli bruni si stava allenando
< Ma quello è Edward! > urlò l’altra indicando lo spadaccino
< Ma scusa Cheryl voi come vi conoscete? > la ragazza si spostò i lunghi capelli viola dietro le spalle
< Beh è successo poco tempo fa.. > sospirò e guardò il ragazzo < ero andata al molo per prendere delle erbe particolari per le medicine e lì c’era Edward svenuto.. Quindi l’ho portato qui a casa mia e l’ho curato.. Soltanto dopo ho scoperto che si trattava del famoso “assassino” e quindi un ricercato come me… > un altro sospiro
< Non è una storia molto romantica > iniziò a stringersi le spalle e i suoi occhi ,prima azzurro argentati,diventarono a forma di cuore. La moretta si mise a ridere e l’altra la guardò male abbozzando una smorfia.
< Ma è vero quello che si dice di lui? La storia che lui abbia sterminato la sua famiglia per il solo piacere di farlo? > Viola dicendo quella frase si rattristì. Non pensava,anzi sapeva, che una persona non avrebbe mai sterminato la sua famiglia per il solo piacere di farlo. Buttò il suo sguardo sul ragazzo ancora intendo ad allenarsi, “eppure” pensò “non sembra così”. Cheryl  la guardò sorpresa. Edward non glielo aveva detto? Beh effettivamente si conoscevano da meno di un giorno.
< No, non è andata così… > biascicò lei
< Lui aveva una sorella e.. > iniziò a parlare lei ma un urlo e un tonfo interruppe la conversazione. Un ragazzo dai lunghi capelli verdi era letteralmente steso su Viola. I loro occhi si incontrarono e quelli viola di lui e verdi di lei si illuminarono. I loro battiti cardiaci erano in sincro la mano di lui le spostò dolcemente i capelli
< Tutto ok ? > chiese il ragazzo dai capelli verdi
< Ti sembra che stia bene?!? Un tipo mi cade addosso dal soffitto e mi,quasi, uccide però non preoccuparti sto bene! Ei ma quello e il mio fucile?? > gli grido in faccia Viola per poi arrossire di colpo. Il ragazzo era davvero carino.
< Cosa?!? No non è affatto il tuo fucile! > gli rispose di tono lui
< No è assolutamente il mio! Mi stavi rubando il fucile! Brutto .. > prima che la ragazza potesse anche solo sfiorarlo Edward, che era entrato nella stanza pochi minuti dopo la caduta del ragazzo, l’aveva alzato da terra.
< Chi saresti? > chiese Edward squadrandolo in malo modo
< I-io sono.. > era un po intimorito, beh lo sguardo di Ed in quel momento era molto inquietante
< Sono Takeshi Roronoa! Figlio di Roronoa Zoro ! > gridò distogliendo lo sguardo. Il viso di Viola cambiò nel sentire quelle parole. Il sorrisetto divertito da quella scena diventò un ghigno malefico.
< Edward… > sogghignò lei
< So chi ci porterà direttamente al One Piece.. > sorrise per poi scrocchiare le mani.

< Siete proti per partire?Avete tutto? Comunque Takeshi sta bene e spero che troverete lo One Piece > chiese Cheryl con un filo di tristezza della voce. Viola prese la mano alla ragazza per poi sorridere
< Edward mi ha raccontato tutto… Ti aiuterò a ritrovare i tuoi genitori! Sei il nostro medico > sorrise sempre più. Cheryl sorrise gli occhi si illuminarono e delle piccole lacrime caddero sul suo viso. Le ragazze si abbracciarono
< Capitano! Abbiamo trovato una nave…. Più o meno > urlò Edward. Viola fece una faccia stranissima “più o meno” cosa significava “più o meno” ?!?

Intanto a Mallyjoa
"< Cosa volete da me!!! GIURO IO NON SO DOVE SI TROVA LO ONE PIECE!! > < Zitto ! Io sono il capitano e tu sei un nostro ostaggio! Cheryl somministragli un sonnifero per due ore! Dopo lo svegliamo dobbiamo obbligarlo a dirci dove si trova Zoro!! > < S-si capitano >"

< E questi sarebbero i famosi ricercati... > sospirò una ragazza dai lunghi capelli biondi
< Sembrano degli idioti> continuò per spostarsi i capelli dietro l'orecchio
"BERU BERU BERU!" un ragazzo dai capelli sul rosa andò a rispondere
< Chi è? > ringhiò per poi iniziare a battere il piede sul pavimento di legno
< Kobi... Mi hanno sconfitto, i due ragazzini mi hanno sconfitto! > urlò il ragazzo dall' altro capo del telefono. Kobi chiuse la chiamata violentemente
< Stronzi > ringhiò ancora più fortemente
< Cosa volete fare? > chiese calmandosi per un secondo. La bionda scosse la testa facendo sparire la sfera che sulla sua mano che le permetteva di vedere quello che succedeva nel mondo, un moretto entrò solo in quel momento nella stanza con un pezzo di pane in mano e un'altra ragazza dai capelli corti e arancioni uscì dall'ombra per poi sedersi una poltroncina
< Siamo i cinque astri di saggezza dovremmo sepre sapere cosa fare.. > sospirò mettendosi le mani nei capelli. Kobi uscì dalla porta finestra affacciandosi sul mare
< Li dobbiamo distruggere.. > sospirò
< Però aspettiamo il tempo debito quando saranno più forti e oiù uniti sarà più divertente! > rise sadicamente per poi girarsi verso le altra tre persone nella stanza che lo guardavano entusiasti.

ANGOLO AUTRICE
Allora come va?? Si ho rivoltato il mondo di One Piece come un calzino (cit.Black Firework)... Allora asctatemi (?) gli OC non sono ancora ben caratterizzati perchè è il primo capitolo nel secondo giuro di fare la brava e farli proprio come volevate <3 Allora il secondo capitolo si concentrerà sui passati dei personaggi quindi i capitoli si divideranno tra arrivo dei vari personaggi e ricordi e quindi aspettate per qualche capitolo per entrare nella vera e propria storia :) Ringrazzio tutti quelli che hanno mandato gli OC siete grandi <3
Kiss Bea

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Capitolo 3
*** cap.2 La cuoca, il frutto Foco-foco e la storia del capitano ***


< Allora avete capito bene? > Viola scandì bene la domanda, il suo dito picchiettava sulla piccole lettere che aveva scritto velocemente sulla grande lavagna nera che, casualmente,aveva trovato in casa di uno, sfortunato, sconosciuto. C’era un bel  sole quel giorno e il pavimento di legno della nave era bollente. Edward aveva “trovato” una nave che, per  lui, era abbandonata e quindi l’aveva tranquillamente dichiarata sua. Il capitano non aveva obbiettato anzi ne era molto contenta.
< Viola,emh, i-io non ho ben capito cosa dovrei fare… > bisbigliò Cheryl. Viola sospirò pesantemente
< NIENTE CHERYL!! Dobbiamo semplicemente trovare un navigatore e un carpentiere > sospirò per poi girarsi verso Edward tranquillamente steso sotto l’albero maestro. Il capitano con passo veloce andò davanti al ragazzo dai capelli ramati e si sedette di fronte  a lui
< Tu che ne pensi ? Dove troviamo un carpentiere e un navigatore? > gli chiese Viola sorridendo.
< Visto che non siamo ancora partiti basta fare un giro in città! Io e Cheryl troveremo qualcuno mentre tu rimarrai qui con Takeshi > disse scrocchiandosi le dita
< No! Io verrò con te! Sono io il capitano e devo scegliere io la mia ciurma! >  esultò Viola per  poi precipitarsi nella sua cabina. Edward sospirò e prese la katana vicino a lui.
< Edward …  Sei sicuro che non vuoi anche me e Takeshi? >  chiese Cheryl sorridendo
< Non preoccuparti te la caverai da sola con lui.. Lo chiudo nella mia stanza per sicurezza >  gli sorrise Edward. Cheryl  arrossì e iniziò ad arricciarsi i capelli sul dito.

< Giriamo da ore in città mi sto annoiando! > gridò Viola. La ragazza non era certo paziente anzi si annoiava ad ogni minimo secondo che passava.
< Piantala! Siamo pur sempre  dei ricercati… >  sospirò Edward. Anche lui era stanco, quel giorno faceva caldissimo e in più non c’era anima viva. I due ragazzi si fermarono di colpo. C’era qualcosa.
< Vuoi combattere? > chiese Viola in sottovoce
< Per ora è meglio nascondersi, combatteremo solo se necessario >  affermò il ragazzo. Viola si nascose nell’ombra cercando di stare ferma e zitta invece il ragazzo si mise il cappuccio abbasandolo fino sotto gli occhi. Videro un uomo seguito da altre persone in catene.
< Schiavi > l’uniche parole che la mora riuscì a pronunciare. Tutti e due cercarono di analizzare lo schiavista,non era difficile capire che era senza scrupoli. Del sudore cadeva sul viso grassoccio e il vecchio lo asciugava con un fazzolettino con ricamate le lettere T e T.
< Thomas Tew.. >. La ragazza deglutì. Lui, l’uomo più viscido e subdolo del mondo.
< Ed! Dobbiamo muoverci > sospirò Viola allontanandosi il ragazzo, ma si fermarono di colpo. Una ragazza, una schiava urlava contro un marine. Sia Edward che Viola notarono i bellissimi occhi blu scuri con delle "pietruzze" bianche che li fanno assomigliare ad un cielo stellato.
< VI HO DETTO DI LASCIARMI ANDARE!! IO SONO UNA CUOCA NON UNA SCHIVA!!SEI TU CHE DOVRESTI ESSERE UNO SCHIAVO! BRUTTO STRONZO! > le ragazza continuava ad urlare.
< Viola andiamo… > sospirò Edward vedendo la scena, sapeva cosa sarebbe successo da li a poco. La ragazza si lasciò trascinare verso il centro della città mentre pensava ancora a quei  grandi occhi blu.

Ieri ci dovrebbe essere stata l’esecuzione di Eustass Kidd ma per nostra sfortuna non è stato così! Trafalgar Law è arrivato a Marineford probabilmente per salvare l’altro capitano. Questo mi ricorda un po cinque anni fa quando sono morti Portugas D. Ace e Edward Newgate o meglio Barbabianca.Beh niente paura tutto si sta concludendo per il meglio Trafalgar Law è stato gravemente ferito e probabilmente morirà dissanguato se non se ne va… Se se ne andasse avremmo solo la morte di Kidd ma se non è così sapete come si dice prenderemo due piccioni con una fava
< Può abbassare quel coso gentilmente! > disse Viola spazientita. Non aveva ancora realizzato come la marina avesse catturato Eustass Kidd o come il chirurgo della morte poteva essere stato ferito lo riteneva quasi impossibile.  I due ragazzi erano seduti ad un tavolo del bar del giorno scorso sorseggiando della birra.
< Ragazzi non andate in piazza a vedere in piazza quello che sta succedendo a Marineford ?Si proprio come cinque anni fa! Hanno montato pure il megaschermo > sorrise il locandiere. Lo sguardo dei due lo fulminò così il poveretto decise di allontanarsi dai due giovani.
< Ed ? > Viola bevve un sorso di birra e il ragazzo la guardò
< Raccontami la tua storia > nella voce della ragazza si sentiva curiosità. Il ragazzo prese un respiro profondo e finì la sua birra
< Niente non è successo niente. Sono semplicemente figlio di due assassini che sono morti quando ero piccolo niente di che > liquidò la faccenda lui. Non voleva parlarne. Stava soffrendo troppo. La morte dei suoi familiari era stata un duro colpo per lui e anche se erano passati tredici anni sentiva ancora quella fitta al cuore.
< Invece tu? Voglio sapere qualcosa anche io.. > chiese il ragazzo non si aspettava una risposta , lui non aveva detto niente del suo passato. Il capitano aprì leggermente la bocca.
< Ho perso pochi anni fa mio padre… > sospirò. Negli occhi verdi si leggeva un velo di tristezza e malinconia.
< Gli volevo molto bene… Ma facendo il pirata non ho mai potuto seguirlo nella sue avvunture…C’è stavo tutto il tempo sulla nave con i miei fratelli ma non scendevo mai a terra! > sospirò ancora di più arrotolandosi i capelli sulle lunghe dita magre.
< Fratelli? Tu hai dei fratelli? > chiese sbalordito Edward
< Beh non di sangue.. Li possiamo chiamare pure adottivi! > la ragazza sorrise e prese dalla tasca un manifesto sorridendo malinconicamente. < Lo riconosci ? > chiese. Il ragazzo sul manifesto aveva i capelli biondi corti e dei piccoli occhi neri.
< È impossibile che Marco sia tuo padre.. > sospirò alzando gli occhi al cielo
< Ma no idiota! Mio padre è Barbabianca! >  disse come se fosse una cosa naturale
< Io sto solo cercando il mio fratellone perché lui è molto vicino al One Piece anzi forse l’ha già trovato! > batté i pugni sul tavolo e qualche goccia di birra saltò fuori dal bicchiere. Il ragazzo sorrise. Il suo capitano era la figlia di Barbabianca e non lo nascondeva anzi lo aveva urlato a quasi tutto il locale. La ragazza buttò qualche berry sul tavolo e uscì dal locale seguita dal ragazzo.

< Viola sei sicura di volere vedere la battaglia? Non ti ricorda troppo la morte di tuo padre.. >  disse Edward appoggiandosi al muro
< Voglio liberare quella schiava! > urlò la ragazza bruna
< Sarebbe perfetto sono tutti qui no?!? Basta intrufolarsi e liberare gli schiavi! Ma quella dagli occhi blu la pretendo nella mia ciurma! > urlò correndo via dalla piazza. Il ragazzo sbuffò era tentato di rimanere ma gli ordini del capitano non si discutono, quindi annoiato la seguì.
< Perché mi hai raccontato la tua storia? Io non ti ho detto niente.. > disse Edward mentre i due ragazzi camminavano per strada
< Sai sei il mio vice capitano mi fido di te > sorrise Viola fermandosi per strada
< Qualche altra domanda? > chiese la ragazza girandosi verso di lui
< Si… Ma tu dici che Barbabianca è tuo padre.. Ma è tuo padre vero o adottivo? >  chiese. Beh la risposta può sembrare più che logica ma la risposta che gli diede la ragazza lo spiazzò
< Figlia naturale… > fece secca lei per poi entrare nella Casa d'aste
< Tu aspetta fuori > ordinò sorridendo.

< Buon giorno e benvenuta nella casa d’aste.. Questo è il listino prezzi > il ragazzo che aveva appena proferito quelle parole era abbastanza alto con un grande tatuaggio tribale sul volto. Aveva una cresta e qualche rasta qua e la. Un viso abbastanza sciupato però sorrideva.
< Si vorrei parlare con l’attuale padrone > disse sorridendo
< Mi spiace ma non è possibile > disse il ragazzo
< Il padrone è molto impegnato > . La ragazza alzò gli occhi al cielo, si sistemò velocemente i capelli e si butto su una seggiola rossa sospirando
< Viola Newgate, numero 6…Una dei Kanpeki  > disse per poi stirare leggermente le braccia. Il ragazzo sentendo quelle parole si precipitò giù per una scalinata aprendo velocemente una porta. Lo schiavo sparì per qualche minuto per poi uscire velocemente e far segno alla ragazza di entrare. Viola entrò e un dolce profumo di cannella le inebriò le narici. I suoi occhi schizzavano da una parte all’altra della stanza. Le due grandi librerie ai lati mostravano dei giganti registri rilegati in pelle , probabilmente al loro interno erano scritti i dati di tutti gli schiavi e il loro rispettivo prezzo. Vicino alla porta c’era il ragazzo biondo di prima, Viola ebbe il tempo di studiarlo accuratamente. Aveva un fisico snello ma molto ben definito. I capelli biondi sparati in aria gli davano l’aria da ragazzino anche se si vedeva che era quasi un adulto, gli occhi azzurri intenso infondevano una determinazione senza pari mista ad altrettanta tristezza. Vestiva con dei pantaloncini sotto il ginocchio e una maglietta  arancione coperta da una giacca di jeans. Su tutto spiccava il collare che aveva al collo. In mano teneva un vassoio con due bicchieri di vino rosso, dal colore sembravano di ottima qualità.
< Ti interessa Ivan è un bel ragazzo.. Un ottimo acquisto > disse il vecchio comodamente seduto su una poltrona di velluto rosso dietro una scrivania.
< Sentimi bene Tew sono venuta qui solo per comprare una ragazza.. Non voglio altro.. > sospirò Viola facendosi la coda. Il vecchio fece un sorriso furbo per poi alzarsi e posizionarsi davanti al ragazzo biondo
< Facciamo così.. > sogghignò
< ora facciamo un bel discorso poi ti faccio comprare la schiava e in regalo ti do Ivan >
< Sentiamo vecchio che vuoi da me? > chiese secca la ragazza 
< Tu sei una dei Kanpeki e mi sembra strano di trovarti qui nella casa d’aste senza scorta o senza un astro di saggezza…Eppure sei qui > l’uomo le prese il volto attirandoselo a se. Alla ragazza venne un brivido di disgusto.
< Tuo padre era uno dei quattro imperatori peccato che si sia innamorato di una nobile mondiale. Ti si legge negli occhi che sei uguale a lui. Il suo stesso sguardo. Dimmi ragazzina sei scappata? Stai cercando un rifugio? Oppure vuoi finire il lavoro di tuo padre.. Cercare lo One Piece che nobile causa! Rendi onore al vecchio Barbabianca e finisci quello che lui ha cominciato. Peccato che non eri una dei suoi prediletti… Non so Marco lo è sempre stato ! > disse il vecchio per poi prenderla per il collo e alzarla da terra
< Non è vero! > provò ad urlare lei , ma le mani dell’uomo la tenevano troppo stretta e le parole uscirono come un flebile sospiro
< Allora perché ti ha consegnata a tua madre sei anni fa.. Ti ha consegnata ai nobili mondiali senza esitazione > sogghignò l’uomo. Viola fu assalita dai dubbi. Se fosse stato davvero così. Forse suo padre non le voleva bene. A pensarci bene non glielo aveva mai detto. No! Quell’uomo stava solo mentendo. Voleva usare l’haki ma non ci riusciva. Non era concentrata, troppi dubbi l’assalivano. Cercò di prendere velocemente la pistola ma l’uomo anticipò il suo movimento portandogliela alla tempia. Forse era finita per lei.

Intanto fuori dalla casa d’aste
Il ragazzo dai lunghi capelli ramati si stava annoiando. Il suo capitano ci metteva troppo,erano passati esattamente venti minuti. Voleva entrare ma Viola gli aveva chiaramente detto di non farlo se non fosse stato assolutamente necessario, quindi solo nel caso che avesse sentito urla o spari.
< A questo punto direi che posso anche farmi un riposino > disse tra se e se Edward. Si incamminò sul retro dell’edificio dove, gli era sembrato, di vedere un albero che faceva molta ombra. Quando ne fu in prossimità sentì una voce.
< Me la sto solo immaginando >  si convinse per poi sedersi sotto una grande quercia. Ma quando la sentì per la seconda volta si decise ad andare a scoprire chi era la persona che urlava.

< Proviene da qui > disse per poi bussare con forza ad una cella con la porta in metallo
< IDIOTA DI UN MARINE HO DETTO CHE NON HO FAME! > urlò la voce femminile dall’altra parte. Il ragazzo sospirò per poi sbirciare dal piccolo sportellino che permetteva di vedere all’interno della cella.Anche se era buio ci adocchiò subito una giovane.La ragazza all’interno era magra ma atletica, non troppo muscolosa, con delle forme particolarmente toniche e generose, pelle rosea leggermente abbronzata. I suoi capelli biondo intenso erano sciolti e leggermente ondulati. I tratti del viso erano un po' infantili ma si capiva che aveva diciassette anni o giù di li. Lo sguardo del vicecapitano si soffermò labbra particolarmente piene e rosse della ragazza. Poi quando il suo sguardo finì sugli occhi particolarmente azzurri della ragazza e capì che era la stessa di quel pomeriggio.
< Se stai zitta ti libero e in più ti offro un lavoro > fece lui per poi con un colpo di katana spezzare il lucchetto. Il ragazzo aprì la porta e la biondina ne uscì legandosi i capelli
< Che tipo di lavoro? > chiese. Il ragazzo ci pensò su un momento
< Stamattina ti ho sentita urlare che eri una cuoca.. Bene sei assunta! Sei d’accordo? Ricordati una parola data non si rimangia..Ora stai ferma > affermò il ragazzo che ,con un fendente di spada, riuscì a rompere il collare. Quando quello cadde a terra ci fu una forte esplosione. I due erano stesi sul suolo caldo e si guardavano. La bionda rialzandosi riflettette per pochi secondi sulla proposta fatta da Edward per poi accettare con piacere.
< Ah si mi chiamo Axelle > si presentò porgendo la mano verso il ragazzo
< Io sono Edward e tra poco conoscerai Viola.. Anzi subito! Mi ero dimenticato di dirti che siamo pirati.. > disse il ragazzo aggiustandosi la coda e appoggiandosi al muro dell’edificio. La ragazza ci rimase di sasso. Edward prese il lumacofono ma prima che potesse completare il numero sentì un urlo straziante ed uno sparo. Stava succedendo qualcosa nella casa d’aste.

Ufficio di Tew
Viola respirava a fatica. Aveva i segni rossi delle grosse dita tozze dell’uomo sulla collottola. Il ragazzo tatuato le fece l’occhiolino mentre si toglieva il collare finto che aveva al collo. Viola tossicchiò per poi alzarsi ed andare verso il biondo.
< Tu chi saresti? Come mai hai poteri del frutto Foco-Foco? >  chiese guardando il corpo quasi carbonizzato dell’uomo < Io sono Ivan D. Teach. Figlio illegittimo di Barbanera, al suo servizio signorina Newgate >disse il biondo inchinandosi
< Tu! Brutto mostro! > urlò la ragazza stringendo le lunghe dita al collo di lui
< Tuo padre è uno stronzo ! Ha sconfitto mio fratello e letteralmente condannato a morte! > Il ragazzo riuscì facilmente a staccarsi dalla presa di Viola ed a buttarla in terra.
< Mi aspettavo un grazie ! Comunque mi ha mandato Marco sono qui per proteggerti! > disse lui sputando in terra per poi porgere la mano alla ragazza
< Tuo fratello ti vuole molto bene e io sono qui solo perché lui l’ha voluto. Ti seguo da giorni e mi immaginavo la tua destinazione quindi mi sono finto uno schiavo! Ora, andiamo presentami la tua ciurma. > disse il ragazzo sistemandosi la cresta
< Ah si io sarò semplicemente il carpentiere della tua nave e mi hai liberato quando ti ho detto di avere i poteri del frutto del diavolo e per ora sarò Ivan Jones >. Il ragazzo uscì dalla stanza e la mora lo seguì muta. Se suo fratello voleva così ci sarà stato un motivo.

Quando uscirono dalla stanza Edward e Axelle correvano per le scale. Viola vide il ragazzo con la katana e gli corse incontro e lo abbracciò bisbigliandogli
< Stavo per morire > per poi mettersi a ridere. Il ragazzo dai capelli ramati la strinse
< Per fortuna non sei morta se no come facevi a diventare la regina dei pirati > rise lui.
< Ah si! Questo è Ivan uno schiavo che ho liberato ora! > sorrise Viola liberandosi dalla presa del vice capitano. In effetti si era affezionata ad Edward senza un motivo ben preciso.
< Sarà il nostro carpentiere >. Il biondo salutò con un veloce gesto della mano per poi accendersi una sigaretta.
< Io sono Axelle e sarò il vostro cuoco! Ma non voglio essere una di voi verrò solo perché Edward mi ha salvato la vita e perché sto cercando una persona! >disse la bionda in tono secco. Viola però le saltò al collo urlando un “Benvenuta nella ciurma!”.I quattro ragazzi si incamminarono verso la nave che sarebbe diventata successivamente la loro casa.

In quello stesso momento davanti alla nave
< Finalmente ho trovato la mia nave! > urlò una ragazza dal fisico asciutto ma con curve provocanti.Sul suo corpo si potevano vedere diverse cicatrici. Lunghi capelli neri come la notte, lisci che arrivano fino al fondoschiena svolazzavano di qua e di la al vento. Gli occhi verdi smeraldo puntati sul ponte della nave.
< Giuro di uccidere chiunque abbia solo toccato la mia nave. Lo giuro sul mio nome. Lo giuro su me stessa Ariel Jones! >

ANGOLO AUTORE (?)
Cosa ? Vi chiederete voi perchè autore e non autrice ? Semplice! Io sono la persona che sta aiutando la vostra autrice a scrivere.. Non so usare l'editor quindi scusatemi per ogni errore... Allora *Legge la lista che gli ha lasciato Beadanno* Bea sta male quindi ha avuto dei problemi a scrivere la storia e ci ha messo di più ed è scritto molto più male... Secondo una cosa che interessa solo a Black Firework a Parma siamo il 18 e 19 non il 20 e il 21 è Beatrice che è un idiota.. Beh poi dice che vi ringrazia tutti e dice che questo capitolo è incentrati su questi quattro personaggi ma il prossimo sarà concetrato su Cheryl,Takeshi, Ariel e personaggio a caso :) Non preoccupatevi io che sono Ivan posto solo questo capitolo perchè il computer di Bea si è rotto ma alle recensioni e tutto ci pensa lei :) Bene ora vi saluto guardate che leggo pure io i commenti vi osservo sempre XD
Va beh Ciao

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Capitolo 4
*** cap.3- Il navigatore e la propietaria della nave ***


 Moby Dick, due giorni prima dell’incontro tra Viola e Edward

Tempesta. Le gocce di pioggia battevano sul viso di Marco. La Moby Dick sembrava vuota senza Ace e il suo amato padre. Ormai erano passato sei anni della loro morte. I ricordi gli annebbiavano la mente. Non poteva perdere pure sua sorella. Sedici anni di vita  e la morte certa davanti. Forse aveva fatto male a mandare il figlio di Teach a “controllare” Viola.
< Capitano! Sta piovendo molto dovrebbe rientrare.. > disse un sottoposto del biondo.
< Non chiamarmi capitano! Poi non voglio entrare.. Lo sai che mia sorella sette anni fa in questo giorno se ne andata… > sospirò appoggiando la schiena al muro lasciandosi andare ai ricordi.

< Marco!!! Ace mi prende in giro!! Dice che sembro un maschio solo perché sono piccola… > una ragazzina dai cortissimi capelli marroni correva da tutte le parti sul ponte della grande nave.
< Ace! È la centoquarantesima volta che ti dico che è una femmina! Avrà pure dieci anni e come dice tu sarà piatta come una tavola ma è tua sorella.. >. La fenice ormai stanco, non sapeva più che pesci prender. I due ragazzi ,anche con una forte differenza di età, si divertivano a litigare e  a rompere le scatole alla prima persona che gli capitava sott’occhio e la maggior parte delle volte era proprio Marco.
< Guarda che lo dico a papà! > urlò la morettina andando verso l’uomo dai grandi baffi bianchi. < Viola!Ace!Marco! > urlò il vecchio Barbabianca. I tre ragazzi si girarono con gli occhi spalancati. Qualcuno di loro aveva combinato qualcosa di grave. I ragazzi si precipitarono davanti al padre
. < Viola quando saremo arrivati al arcipelago Sabaody ti lascerò a tua madre… Quindi vai a preparare le valigie… > la voce di Barbabianca era piena di rimorso. La bimba annuì e andrò verso la sua cabina. 


< Quel giorno credo di avere litigato moltissimo con il babbo.. Forse l’unica volta in cui abbiamo discusso veramente… Sai dopo che ha toccato terra a piovuto.. L’anno dopo sono morti Ace e Barbabianca.. Mi mancano tutti e tre! > Marco si mise le mani nei capelli. Stava per piangere ma il trillo del lumacofono lo fece riprendere.
< Si qui Marco > disse il biondo
< Marco qui Teach ho visto la ragazza.. Che faccio la seguo? > chiese Ivan dall’altro capo del telefono
< Segui il piano alla lettera e cerca di riportarmela il prima possibile.. La stanno già cercando la voglio portare al sicuro > chiuse poi la chiamata la fenice. Sua sorella sarebbe tornata fra le sue braccia.

Arcipelago Sabaody, attualmente, nave di Viola e la sua ciurma

< Cheryl che fai? > chiese un impaziente Takeshi mentre mangiava una coppetta di gelato alla fragola trovato in cucina. Cheryl non ce la faceva proprio a vederlo chiuso in camera di Edward quindi lo lasciò uscire. Oramai erano passate circa quattro ore da quando Edward e Viola se ne erano andati.
< Sto leggendo un libro abbastanza interessante.. Parla dei Kanpeki > disse Cheryl capendo che non avrebbe più letto quel libro
< Kanpeche?!? Cosa sarebbero ??? Un nuovo tipo di dolcetti acqua-acqua o cosa?!?! > chiese sbalordito il ragazzo  mentre finiva di mangiare il suo gelato
< Che stupido.. Allora come ben sai Kanpeki significa “perfezione” è un specie di nuova “razza”. Cioè diciassette anni fa i cinque astri di saggezza, con i rispettivi successori, hanno avuto la brillante idea di prendere 20 ragazzi e trasformarli in perfette macchine da guerra. Fisicamente sono molto veloci e forti non che ,molto spesso, dotati dei poteri dei frutti del diavolo o di haki… Beh alcune volte figli di nobili mondiali ma in alcuni casi molto particolari anche di pirati, anche se ,sfortunatamente, non si dice di chi… >  la ragazza solo all’ora si accorse di parlare all’aria, visto che il verde era sparito chissà dove. La dottoressa  prese un respiro profondo e si immerse nella lettura.

< Che scatole.. Potrei pure andarmene da questo posto invece ci rimango come un idiota… Stupido capitano dai bellissimi occhi smeraldo e ancora più stupidi capelli così morbidi. Odio anche quelle sue stupidissimi labbra rosso intense ma quello che odio di più è il suo odiosissimo modo di fare così da strafottente e da ingenua. Però a pensarci bene non è male anzi è piuttosto carina. No! Mi sto rincitrullendo appena ho il tempo scappo da questo posto! >. Takeshi borbottava da un paio di minuti pensieri su Viola. Si appoggiò stancamente sul parapetto della nave scrutando l’orizzonte. Il porto era affollato ma  il ragazzo notò subito una ragazza che gli sembrava abbastanza interessante. I capelli neri e lo sguardo fisso sulla loro nave lo inquietarono. Si girò per entrare in cabina,ma pochi secondi dopo, non riusciva più a muoversi.  La cosa strana è che nessuno lo teneva fermo. Un dolore inimmaginabile gli percorse la schiena. Il ragazzo gridò. Nel frattempo con tutta la calma del mondo la ragazza dai capelli neri era salita sulla nave e si era piazzata davanti a lui. 
< Allora tu hai rubato la mia nave! > ghignò lei stringendo la mano e facendo aumentare il dolore che provava il ragazzo.
< G-giuro n-non sono stato io.. > dopo aver detto queste parole gli si formò un groppo alla gola, come se lo stessero strozzando. Dopo pochi secondi il ragazzo riuscì a respirare nuovamente, ma aveva una spada puntata alla gola.
< Quindi chi è stato? >  chiese spazientita la ragazza
< Il vice-capitano.. Io sono solo un ostaggio e poi appena posso voglio scappare > In quel momento la ragazza cadde a terra. Aveva una freccia conficcata nel braccio. Cheryl con l’arco in mano e una freccia puntata su di lei le tocco il collo misurandole i battiti. Era ancora viva.

< Ma cosa hai messo sulla freccia? > chiese il ragazzo dai capelli verdi
< Sonnifero > rispose secca lei fasciando il braccio alla ragazza.
< Ho chiamato Edward stanno per arrivare > disse sorridendo
< Ci sono due nuovi membri, questa sera partiamo > sorrise ancora di più. Il suo capitano trovava gente per strada e la faceva unire alla ciurma come se non fosse niente. Magico.
< Oh bene.. In sempre di più su una caravella.. Siamo messi proprio bene! > disse spazientito il ragazzo.
< SIAMO TORNATI!!! > urlò una voce piuttosto conosciuta.
< Beh fai che senza di loro il capitano non partiva >  rise la ragazza. Quando il capitanò entrò in infermeria si lanciò di peso sul ragazzo dai capelli verdi facendolo cadere a terra.
< Takeshi! Cheryl mi ha detto che sei stato attaccato! Tutto ok?? > chiese Viola cerando di abbracciarlo ancora di più
< Si tutto bene.. Ero preoccupato per te.. Ma hai tutto il collo segnato! > le braccia del ragazzo andarono ad cingere la schiena del capitano per poi scompigliarle i capelli. Edward tossicchiò leggermente e i due si ricomposero subito.
< Dicevo perché c’è una persona nel letto? > chiese l’assassino
< Beh hai detto che la nave era abbandonata vero? > chiese Cheryl, il bruno annuì convinto
< Mi spiace ma non è così lei è la sua proprietaria! > affermò la ragazza dai lunghi capelli viola. Il capitano andò verso il letto per poi scuotere leggermente il corpo della ragazza. Viola la squadrò un secondo per poi prendere per le spalle la svenuta e iniziare a scuoterla urlando uno “sveglia” . Tutti nella stanza squadrarono la ragazza.
< Non lo sta facendo veramente…  > bisbigliò Takeshi. Cheryl andò subito a spostare il capitano dal corpo addormentato.
< L’ho imbottita di sonnifero! Non puoi scuoterla in questo modo! >  la dottoressa rimproverò il capitano che spalancò gli occhi verdi chiedendo scusa. Ivan tossicchiò. Lui e Axelle erano sulla porta ormai da dieci minuti e nessuno li degnava di uno sguardo
. < Ah si.. Il biondo tatuato è Ivan il nostro carpentiere e la ragazza accanto a lui è Axelle il nostro cuoco > affermò Edward presentandoli agli altri ragazzi nella stanza.
< Axelle ci puoi preparare qualcosa di buono? > chiese con emozione Viola, l’altra ragazza annuì  uscendo dalla stanza del medico, seguita a ruota dal capitano che sbavava al solo pensiero di assaporare un piatto del suo nuovo acquisto.

La ragazza dai lunghi capelli neri si svegliò di soprassalto. La luce della luna entrava dal piccolo oblò. Il braccio sinistro le faceva malissimo e lo muoveva a fatica. Buttò tutto il suo peso in avanti per poi alzarsi dal letto. La stanza era piccola e la conosceva molto bene. La ragazza dai capelli viola era comodamente stesa a sonicchiare sulla larga poltrona marrone.
< Ben svegliata > disse una voce maschile. La ragazza si girò di scatto. Edward la guardava, era rimasto nascosto nel ombra per tutto quel tempo
< Sei tu che mi hai rubato la nave? > chiese Ariel. Il moro annui
< Quindi io me la vorrei riprendere.. > disse la corvina notando il braccio fasciato.
< Si te l’ha fatto lei.. è un medico è stata davvero molto brava! > affermò l’assassino 
< Ha anche notato che ha delle ferite su tutto il corpo… Eri una schiava non è così? > chiese. Ariel abbassò la testa e annuì.
< Sai il nostro capitano, una ragazzina dai grandi occhi verdi, è contro la schiavitù e ha liberato due schiavi proprio oggi… > . Alla ragazza dai capelli corvini si illuminò lo sguardo, forse era la sua opportunità per abolire per sempre la schiavitù
< Se ci lasci la nave noi ti lasceremo in un posto dove potrai essere al sicuro e faremo avverare  il tuo sogno >. Edward era furbo. Nessuno avrebbe mai voluto che la schiavitù fosse ancora esercitata,soprattutto  un ex schiava  e in più gli stava dando l’opportunità di realizzare il suo sogno. Solo un tonto non avrebbe acetato.
< Va bene ma voglio assoluto controllo sulle mie azioni.! > affermò la ragazza
< Benissimo, benvenuta nelle ciurma! Domani mattina parlerai con il capitano > sorrise Edward per poi uscire dall’infermeria. Ariel non si fidava certo di quei ragazzi, a lei interessava solo abolire la schiavitù e salvarsi la pelle.

Takeshi era, come quel pomeriggio, appoggiato al parapetto a guardare le onde. Non ci poteva credere era partito comunque. Forse arrivati alla prossima isola se ne sarebbe andato per sempre. Niente lo teneva legato a quei tipi. Però per realizzare il suo sogno doveva seguire quella rotta. Il drago rosso della fortuna non si trova mica da solo.
< A che pensi? > chiese Viola sedendosi sul parapetto vicino a lui.
< Voglio andarmene.. > sospirò l ragazzo dai lunghi capelli verdi
< Qui non ti trovi bene?Credo di aver scelto la mia ciurma in modo accurato.. Ho il misterioso assassino,la dottoressa romantica,il carpentiere tatuato e il figlio di una leggenda.. Poi Axelle l’ha scelta Edward quindi lui è il mio vice e rispetto le sue decisioni > La ragazza fece un largo sorriso
< No non è per quello. È solo che questo non è il mio posto.. Io dovrei scappare assieme a  mio padre e.. > la ragazza lo zittì con un segno della mano
< Ok non sarai insieme a Zoro in questo momento o non sarai con lui più avanti.. Ma io so che se vuoi diventare come lui e avverare il tuo sogno, ammesso che tu ne abbia uno, devi per forza staccarti da lui e vivere la tua vita… “ Quando ho deciso di diventare lo spadaccino più forte al mondo, ho preso una decisione.. e soltanto io posso darmi dello stupido,perché sono io che l’ho deciso!”  Tuo padre aveva un sogno e l’ha raggiunto.. Nessuno gli poteva dire niente lui era un grande! Credo che anche tu abbia un sogno e lo voglia realizzare , questa è la tua opportunità giocatela come vuoi > quando la bruna ebbe finito di parlare si scrocchiò le mani e poi si voltò verso la direzione della sua cabina
< Credo che verrò con voi.. > biascicò il ragazzo. Viola sorrise e lo abbracciò forte.

Ormai era tardi e tutti sulla nave dormivano, tranne due figure che festeggiavano con della birra.
< Vedi Edward noi due quando dobbiamo convincere qualcuno spacchiamo! > urlò Viola ormai un po’ alticcia dal troppo alcol < Si beh diciamo che ce la siamo cavata > disse lui rifacendosi la crocchia. La ragazza alzò in alto il calice e i due fecero un brindisi. Tra loro ormai si stava creando un legame di stima e rispetto reciproco nonché una forte amicizia che mai niente avrebbe distrutto.

< BERU!BERU!BERU! >  il lumacofono squillava. Un “pronto” sbadigliato su la risposta
< Viola ti prego … Non avvicinarti a Punk Azard.. Non farlo ne va della tua vita! Fermati all’isola prima li una persona di fiducia ti recapiterà un mio messaggio! > La chiamata si interruppe così, lasciando sconcertato il capitano. Quella voce l’aveva già sentita. Una voce calda e mascolina, che le dava un forte senso di protezione. La ragazza uscì dalla cabina in pigiama. Sul ponte non c’era di certo casino. Edward si allenava, Cheryl studiava nuovi intrugli medici, Takeshi si divertiva a pescare, Axelle beveva un cocktail, Ivan giocava a solitario e Ariel studiava attentamente ogni mossa dei compagni.
< Ragazzi! Dove ci stiamo dirigendo? > chiese Viola scompigliandosi i capelli
< Veramente da nessuna parte.. Siamo finiti in una fascia di bonaccia > rispose il biondo alzando gli occhi dalla partita di carte. Viola spalancò la bocca e si mise ad urlare ed a correre di qua e di la. Una risata fragorosa scoppiò dall’alto. Una ragazza dai capelli lunghi lisci  ramati,osservava la scena dal posto della vedetta.
< Non è una fascia di bonaccia manca solo vento.. Ma se mi ascolterete vi indicherò la via!Io sono Cassie e sarò la vostra navigatrice!  > disse buttandosi sul ponte. Tutti rimasero di sasso.
< Chissà come mai gli svitati capitano sempre a noi? > sdrammatizzò Takeshi non accorgendosi di aver creato ancor più tensione.

ANGOLO AUTRICE
Si ragazzi lo so che fa schifo ma sta settimana è stata martoriante... In più si è rotto il computer e sto usando quello di fortuna cioè stra vecchio... Però fate che riesco a pubblicare anche con molti errori e appena avrò il computer nuovo giuro che metto tutto a posto .. Boh ora che vi dico.. Lanciatemi pomodori perchè fa schifo e non ne sono orgogliosa di questo capitolo -.-
Beh vi ringrazio tutti se non mi uccidere!
Kiss Bea

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Capitolo 5
*** cap.4- Saga dell'isola di Jandir-parte prima ***


 Isola di Jandir, Casa vuota, ore 22.30

Il buio intenso non permetteva di vedere molto ma Viola distingueva dei visi. L’odore intenso di candeggina le faceva venire dei conati di vomito intensi.Le piccola porta di legno aveva delle piccoli buchi da dove entrava qualche spiraglio di luce artificiale, forse una candela.
< Emh… No,davvero stai scherzando?!? >  disse un ragazzo dai capelli sul grigiastro che osservava compiaciuto la scena. La ragazza riccia si era davvero cacciata nei casini. Legata ad una sedia  al buio mentre un ragazzo e una ragazza bionda l’aveva rapita sghignazzavano.
< Allora cara Viola Newgate, ti lasci prendere dalla rabbia per così poco ? > chiese  la ragazzina bionda.
< Non prendere mai più per il culo mio fratello!! > ringhiò la mora. Voleva usare l’haki ma le era impossibile visto che non era affatto concentrata e per le varie provocazioni ricevute era troppo agitata.
< Da quando tutta questa grinta piccola Newgate? Poche ore di cattività ti rendono così…Come posso dire… Irrascibile ? > chiese provocandola il ragazzo dai capelli grigi.
< Dylan lasciamola in pace… Ricordati sono passate dodici ore e la sua ciurma non ha mosso un dito, l’avranno abbandonata > disse compiaciuta la ragazza bionda
< Sarà come dici tu Luna! > confermò lui uscendo dalla stanza. Quando Viola fu sola le prime lacrime le scesero dal volto.

Nave di Viola, ore 9.30 quella stessa mattina

< Ci vuoi dire come facciamo uscire da qui? E soprattutto chi sei tu e cosa vuoi?  > chiese  la cuoca mentre finiva di bere il suo cocktail.
< Allora diciamo che sono arrivata magicamente e sono,beh,io sono io ! > sorrise  Cassie
< Comunque uscire da qui è facile.. > e con queste parole la ragazza sparì nei meandri della sottocoperta.
< Viola ti fidi? > chiese un po titubante Edward
< Certo che mi fido! Si è presentata come navigatrice e io sinceramente spero che diventi parte della nostra ciurma >  disse seria il capitano.
< Ecco! Allora vedete quella nube?!? Si chiama “nido dei draghi”.. Se aspettiamo pochi minuti ne saremo dentro! Li il vento soffia a est e ci porterà verso la prossima isola > affermò sicura Cassie uscendo dalla cabina, con in mano delle vele. In pochi secondi una nuvola grigia e bianca ricoprì la nave dei ragazzi. Quando ne furono avvolti tutto si fece scuro,un lampo viola passo velocemente davanti ai loro occhi. Piccole scintille dagli svariati colori uscirono dalla punta del fulmine.I lampi che arrivarono dopo erano sempre in coppia e sembravo dei draghi che si scontravano tra di loro.Tutti quei colori e quelle scintille fecero rimanere l’equipaggio  abbagliato, a nessuno importava niente della pericolosità di quella situazione, tutti volevano solo vedere i “draghi”.L’ultimo fu il più bello. Tre lampi si unirono formando una spirale viola,azzurra e bianca le scintille dopo quel lampo furono abbaglianti, tutti volenti o meno chiusero gli occhi. Pochi secondi dopo l’ultimo abbagliante lampo le grandi vele triangolari si gonfiarono e slanciarono avanti la nave fuori dalla nube e fuori da quella “fascia di bonaccia”.

Takeshi era ancora abbagliato dallo spettacolo di pochi secondi prima, Edward sorrideva compiaciuto, Axelle era rimasta senza fiato fissando il cielo, Cheryl aveva un espressione esterrefatta e i suoi grandi occhi erano spalancati, Ivan aveva le mani incastonate nel parapetto e aveva un espressione quasi  indefinibile e Ariel rimase impassibile, una cosa che non l’aveva segnata particolarmente. Il cielo era limpido e non si vedeva una nuvola. Il mare calmo piatto e la tempesta non sembrava aver segnato in nessun modo la nave.
< Grazie mille Cassie… >  tentò di ringraziarla Axelle ma sia lei sia il capitano erano sparite. La ragazza con la cipolla si guardava attorno, dando quasi l’allarme generale. 
< Ragazzi… > Ivan sconcertato indicava una piccola barchetta che andava da tutta altra parte. La ciurma si buttò sul parapetto, Viola aveva le mani legate dietro la schiena e gli occhi bendati da una fascetta colorata.
< Hei,sfigati ora siete del tutto ancorati! Non vi muoverete di un solo centimetro sotto di voi c’è un fenomeno chiamato “ Jelly May” cioè uno scoglio di sabbia dura che arriva con la bassa marea. Dovete aspettare la luna nuova cari oppure farvela tutta a nuoto! >  così Cassie salutò la ciurma andando verso l’isola di Jandir .

Nave di Viola, ore 22.30

L’aria fresca della sera rinfrescava il ponte nella nave. I ragazzi erano raccolti li da ore a pensare a cosa fare. I ragazzi aveva opinioni differenti e continuavano a litigare. La tensione era troppo pesante e i ragazzi non la sapevano reggere.
< Ti ho detto che dobbiamo muoverci! Non ti  preoccupi per lei! > Takeshi aveva estratto la spada e puntata al collo di Ivan
< Ho detto solo che  dobbiamo ragionare e in più non possiamo muoverci il cosiddetto scoglio ci blocca qui che vuoi fare andarci a nuoto?!?  > rispose secco lui. Il verde urlò di rabbia  per poi prendere per il collo il tatuato. Ivan si fece facilmente buttare a terra. Takeshi gli diede un pugno ben assestato in volto. Il tatuato trasformò la sua gamba in fuoco tirando un calcio molto potente all’altro. Il piccolo Roronoa urlò di dolore.
< BASTA! > li riproverò Cheryl
< Lo volete capire che non possiamo fare niente se continuiamo così >. I ragazzi si calmarono e si rialzarono velocemente in piedi.
< Viola se la sa cavare…Poi può sempre usare l’haki senza problemi > borbottò Edward uscendo dall’ombra.
< Io vado! > urlò Axelle montando le parti dello Striker e lanciandolo in acqua facendo aprire la vela.
< No! Nessuno se ne va o fa qualcosa! > disse Ariel scostandosi i capelli < aspetteremo con calma…  >. Takeshi ignorando le parole della ragazza , prese la rincorsa e si lanciò dalla nave tuffandosi con maestria. Axelle seguì il suo esempio scendendo dalla nave e finendo perfettamente sul suo Stiker. Per azionarlo fece quasi sparire i suoi piedi,a tutti in quel momento sembrò di vedere un piccolo spiritello blu.

Isola di Jandir, Casa vuota, ore 22.45

< Newgate! Alzati > le ordinò il ragazzo dai capelli grigi slegandole le funi che la tenevano imprigionata alla sedia
< Proprio ora che mi stavo addormentando?!? Questo è altamente da maleducati! > sogghignò lei massaggiandosi i polsi segnati dalla corda che glieli tenevano legati. Neanche il tempo di fare riprendere colore alle mani che subito quelle si ritrovarono incatenate con delle manette di agalmatolite.
< Lo sai vero che con me non serve a niente? > chiese Viola
< Sbrigati e stai zitta! > ordinò il ragazzo spingendola verso l’esterno della stanza sbuffando.
< Allora.. > tentò un approccio lei
< Tu chi saresti? >. Domanda completamente idiota in quel momento visto che era il suo  rapitore. I loro ticchettavano sul legno freddo del corridoio. Quest’ultimo non era abbastanza spoglio se non per qualche tendone rosso sangue sulle finestre.
< Io lavoro per un’agenzia segreta,non farti strane idee non c’entra niente ne con il governo ne con la marina, e voi Kanpeki siete una minaccia per noi … > disse spostandosi i capelli e controllare che la ragazza fosse ammanettata a dovere. 
< Io non sono più una di quei terribili cosi! > gli rinfacciò la moretta fermandosi. Davanti a lei c’era una grande porta di metallo, questa si aprì piano mostrando al suo interno vari macchinari, ma la cosa che spiccava di più era sicuramente la grande piattaforma di agalmatolite, aveva due tiranti fissati al fondo e altri due legati ad una maniglia in alto. Con uno strattone il ragazzo lancio la mora su quell’aggeggio e con incredibile velocità la incatenò per le mani e per i piedi.
< Ottimo lavoro Dylan! > disse una voce matura e roca. Un uomo maturo sui cinquanta anni entro nella stanza. Aveva  i capelli lisci,neri, lunghi fino alle spalle e della barba ispida sul viso. < Buonasera signorina Newgate, non ti succederà niente di così grave solo qualche piccola scossa elettrica. Cassie sei pronta? > chiese girandosi e guardando la ragazza che era seduta davanti ad un tavolo pieno di aggeggi vari vagamente assomigliava ad una di tastiera di computer gigante. La rapitrice fece un accenno con la testa e schiacciò qualche tasto. In quel momento una scarica elettrica percorse il corpo di Viola facendola urlare di dolore.
< Questo serve per vedere quando il potere dei kanpeki si manifesta.. Probabilmente il vostro istinto omicida si attiva solo quando siete quasi alla fine > confermò l’uomo per poi fare smettere la corrente.Viola si distese respirando
< Non ti dirò niente se è questo che vuoi dire…Poi se vuoi un Kanpeki da distruggere vai alla commando generale della marina li ce ne sono tanti >  sospirò lei con un sorrisetto in volto. L’uomo fece alzare quasi al massimo la carica e se ne andò bisbigliano qualcosa all’albino. Viola pochi secondi dopo svenì sospirando qualcosa come
< Lui mi ricorda tanto… >

Isola di Jandir, casa vuota, celle, 7.00

< È mattina > urlò Viola, svegliandosi di soprassalto. Si risvegliò in una stanza con una tavola di legno come letto e una piccola finestra ad oblò da dove si poteva scorgere il mare. Dal soffitto gocciolava acqua o qualcosa di simile. Le parenti di mattoni erano luride e degli insettini ci camminavano sopra.
< Si lo so che è mattina non serve che me lo ricordi > una voce femminile proveniva dalla cella di fronte alla sua.
< Chi sei? > chiese Viola avvicinandosi alle sbarre.
< La domanda giusta dovrebbe essere chi sei tu ? Io mi chiamo Diana.. > rispose avvicinandosi anche lei alle sbarre. Era una ragazza dai capelli castani, un occhio era coperto da un ciuffo ribelle che le era sfuggito dalla coda. Viola notò degli occhiali da vista con montatura a ovale che le donavano molto. I pantaloncini le facevano risaltare le gambe molto atletiche. Anche se indossava una semplice camicia e una canottiera il suo fisico risaltava molto.
< Aspetta tu sei una Kanpeki vero ?!? Diana Instar numero 8 ,istruita sulle tecniche rokushiki, figlia dei grandi marine che hanno giustiziato pochi anni fa.. Scusami io sono Viola Newgate numero 6, istruita sull’utilizzo degli haki > sorrise Viola scostandosi i capelli.
< Senti qua la figlia di un pirata, si comunque ti ho già visto anche io.. La ragazza che è scappata. Qui non mi vanterei troppo di essere una kanpeki è per questo che siamo qui > disse sputando in terra.
< Ecco qua che i nostri esperimenti preferiti si sono svegliati >  disse una ragazza dal corpo snello. I lunghi capelli biondi lisci le arrivavano fino al sedere. La maglietta a righe lasciava intravede la pancia e i pantaloncini bianchi cortissimi facevano risaltare le lunghe gambe. Subito dopo arrivò il ragazzo della sera prima. Viola riuscì a inquadrarlo meglio. Era poco più alto della ragazza forse di due centimetri i capelli grigi e scompigliati cadevano leggermente sul viso . I piccoli occhi rossi e penetranti squadravano le ragazze . Una camicia bianca risaltava sotto il giubbotto di pelle nera.
< Hey Luna, sbrigati apri le celle, il signor Blanche le vuole vedere > disse Dylan lanciandole le chiavi
< Ma Cassie? > chiese la bionda
< è di nuovo a studiare le sue cartine? >. L’albino alzò gli occhi al cielo e per poi alzare le spalle. Quando le ragazze furono fuori vennero scortate verso la cima del palazzo

Davanti alla casa vuota

< Allora Axelle sei pronta ? > chiese Takeshi estraendo dal fodero la spada
< Nata pronta! > rispose sicura lei crocchiandosi le dita. Il verde si legò la fascia verde del padre in testa e l’altra si fece la coda.
< Viola ti stiamo venendo a salvare! > urlarono insieme i due ragazzi. Si voltarono di scatto tutti e due avevano avvertito delle presenze dietro di loro.
< Dove volete andare senza di noi > sogghignò Edward. Il resto della ciurma era arrivato e tutti erano pronti per l’epica battaglia che sarebbe scoppiata tra qualche ora.

Angolo autrice
Hi! tonight I speak in English ! Yes you read, not a word in
Italian.. No scherzo credo di aver sbagliato anche le poce frasi che ho scritto! Passiamo a cose serie sono super impegnata quindi tante volte posterò non di lunedì ma all'interno della settima anche se sembro una drogata perchè non dormo di notte per ripassare e in più mi sta per venire un attacco isterico :) Viva la scuola :)
Allora questa è la prima parte delle prima mini saga ! Saranno solo tre parti però è già qualcosa.. Allora se vedete che i vostri OC sono un po così non preoccupatevi tornerà tutto a posto. Per quelli che mi chiedono quando apparirà il mio OC ? State tranquilli appaiono tutti solo con più calma magari nella prossima saga ma li faccio apparire tutti :)

Ho deciso di aprire un piccolo spazio dove risponderò alle vostre domande quindi chiedetemi di tutto e io rispondo in questo spazio verde anche una cosa stupidissima come :"ma cosa ti fumi per scrivere queste cavolate?". Io vi rispondo. comunque niente perchè sono una brava persona e ho un cervello bacato
Ho una domanda da farvi visto che tra poco vedremo anche un po di parti stile latte alle ginocchia volete vedere qualche coppia in particolare ?? Quella che volete se mi rispondete mi fareste un enorme piacere
Kiss Bea

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Capitolo 6
*** cap.5-Saga dell'isola di Jandir-parte seconda ***


< Law svegliati spegnere quella cazzo di radio so cosa è successo ! > urlò il rosso ancora sporco di sangue
< Vedi Eustass-ya senza di me saresti morto e ricordati che mi devi un favore > sogghignò il moro. Questa volta a Marineford era andato tutto bene i due pirati si erano salvati e ora la ciurma di Kidd era costretta a rimanere in quel tanto odiato sottomarino giallo. Una ragazzina sui quattordici anni entrò nella stanza canticchiando una dolce melodia, quasi una ninna nanna. Law si girò spazientito,era da circa due giorni che cantava esclusivamente quella canzone.
< Lady per favore canta più tardi , qui si discute di cose importanti > disse il chirurgo guardando Bepo per fare segno di mandarla via. La ragazza bionda fece un ghigno, proprio come quello del suo capitano, inchiodando i piedi a terra
< Allora perché c’è qui Tsuki ?!? Se c’è qui lei voglio esserci anche io! >. Una ragazza dai lunghi capelli nocciola si girò,sfoderando un sorriso e lasciando intravedere i suoi canini appuntiti.
< Perché IO sono anche vice quindi rimango qui! > sorrise ancora di più socchiudendo gli occhi viola-grigi.
< Law fai stare buoni i tuoi sottoposti > disse Kidd mettendo i piedi sul grazioso tavolino da caffè davanti alla poltrona su cui era seduto.
< Senti chi parla quello che le sue due care ragazzine hanno praticamente frantumato le palle a Bepo per avere la sua pelliccia come vestito da sera > inveì la ragazza dai capelli nocciola. Le due ciurme in quel periodo non andavano molto d’accordo e a rinchiuderle in un sottomarino erano arrivate al limite.
< ' buru ~ buru ~ buru ~>  la den den mushi aveva iniziato a squillare e i presenti si girarono a guardare tutti quella povera lumaca. Una figura emerse dall’ombra. Una ragazza alta e rotondetta con dei capelli lunghi fin sotto al sedere  alzò un braccio e scaraventò letteralmente la sua mano sulla povera den den mushi poi rispose. Si morse le labbra carnose a sentire quella voce.
< K-Kidd c’è la Fenice al telefono… >. Tutti si zittirono. Cosa voleva Marco da loro ?!?!
< Passamelo > disse Law. < Che cazzo vuoi Marco? >  urlò Kidd  prima che Law potesse avere la den den mushi .
< Kidd… Passami Law >  sospirò spazientito il biondo.
< Ma aspetta quello che sento in sottofondo è una voce femminile è ritornata la tua sorellina? > chiese il rosso sogghignando un pochino
< Passami Law! > inveì Marco. Il rosso rise ancora di più passando la lumaca all’altro capitano
< Si che c’è ? > chiese il chirurgo
< La Vivre Card di Viola sta bruciando.. Dobbiamo trovarla e voi dovete partecipare per il patto di alleanza > il biondo sottolineò molto la parola alleanza. I due capitani si alzarono in piedi
< Arriviamo > disse fugace Law chiudendo la chiamata

Il sottomarino si affiancò,dopo qualche ora da quella chiamata, alla Moby Dick. Otto ragazzi salirono sul grande galeone. Marco era li affiancato da due ragazze una diciottenne dai lunghi capelli neri e molto formosa e un'altra ragazza dai capelli mori e dai piccoli occhi verdi con lo sguardo tagliente.
< Benvenuti! Law, Kidd, Killer, Bepo e voi sareste? >  chiese il biondo sorridendo. La quattordicenne bionda  arrossì leggermente abbassando lo sguardo < Io sono Lady Violet , sono una cantante e faccio parte della ciurma di Law >. L’altra ragazza, che teneva il braccetto al chirurgo, alzò le spalle e accennò un sorriso
< Io sono Tsuki , chiamata occhi di venere > disse mettendosi una mano sul petto
< sono l’infermiera e la vice di Law > sorrise ancor più , il chirurgo alzò le spalle
< Tsuki è la mia fidanzata > disse il ragazzo dandogli un leggero bacio in fronte.
< Cazzo Law da quando sei diventato così smielato! > affermò sghignazzando una bellissima ragazza dai capelli corvino un pò ribelli, fisico snello e occhi blu
< Io sono Shikyo e faccio parte della ciurma di Kidd > Bepo si nascose dietro a Lady dopo aver sentito quella voce,la donna in questione l’aveva già cercato di catturare per prendere la sua stupenda pelliccia bianca.
< Shikyo la tua è soltanto invidia.. Poi mica è colpa di Law se tu il ragazzo non lo trovi > rise Tsuki mentre l’altra si girava stizzita . La ragazza che aveva quasi sfondato la povera den den mushi si presento fredda dicendo solo
< Io sono Yoko >. Marco si scompiglio i capelli e disse
< Benvenuti a tutti queste sono i miei vice… Quella con i capelli neri è Rachel e l’altra ragazza è Skyler >.

I tre capitani erano ,da cinque interinabili minuti ,seduti in silenzio a guardarsi. Tsuki e Rachel avevano appena portato del sake per “alleggerire” la situazione. La camera buia non era molto agghindata c’era solo un enorme tavolo con una tovaglia di colore vinaccia. C’era anche qualche mensola con delle bottiglie di liquori vari soprattutto di saké.
< Tu! Ci hai detto di venire qui perché la Vivre Card di Viola sta bruciando e non è neanche vero in più noi tua sorella l’abbiamo vista solo una volta…     Ma lo sai che chiamare l’alleanza significa qualcosa di grosso vero?!? > Law era alquanto spazientito quello stupido pollo stava iniziando a dargli sui nervi. < So che mia sorella è in pericolo e credo di sapere pure dove si trovi, ma ci dobbiamo sbrigare… > sospirò il biondo. Kidd non stava ascoltano ed era il quinto bicchiere di saké che si trangugiava.
< Io dico che se dobbiamo combattere ci sto > disse il rosso scrocchiandosi le mani. Marco sorrise compiaciuto
< Sei sicuro? > chiese titubante
< Senti ananas il tempo non cambia le cose.Alzare il culo e fare qualcosa le cambia.Se vuoi riavere tua sorella dobbiamo muoverci… > esclamò il rosso,pronunciando le parole che convinsero anche il chirurgo ad unirsi alle loro due ciurme < Perfetto si parte per Jandir > esclamo il biondo bevendo l’ultimo sorso di saké.

Viola fu scaraventata a terra, i capelli le coprirono gli occhi verdi. Diana invece era rimasta in piedi e aveva sputato sui piedi di Dylan che la colpì in testa. Una strana aura negativa si era impadronita della stanza. Una grande scrivania, era al centro della stanza , e seduti , uno dietro e l’altra sopra, l’uomo anziano e una ragazza  dai capelli biondo scuro,mossi fino alle spalle e dai  grandi occhi neri fissavano la scena divertiti .
< E-Emily > mormorò Viola spalancando gli occhioni verdi.
< Oh allora ti ricordi di me.. Peccato che mi hai letteralmente abbandonata!! > urlò l’altra sbattendo i pugni sul tavolo
< Sai quanto ci ho messo per creare questa cosa e per trovare i tre ragazzi perfetti ! No tu non lo sai visto che eri su quella cazzo di nave con i tuoi amichetti! > L’espressione di rabbia si trasformò in un ghigno sadico, si alzò dalla grande scrivania e si affacciò alla finestra
< Sai.. > continuò
< Tu forse non sai che i tuoi amici sono qui > Dylan prese la brunetta spingendola verso la finestra e facendole ammirare i suoi compagni che si dividevano a coppie prendendo ognuno una strada diversa
< Io controllerò le loro piccole menti facendoli diventare miei zombie, come questi tre idioti! > Emily iniziò a tamburellare le sue lunghe dite sul vetro
< NO! Giuro fate di me quello che volete ma non toccarli..  Sono i miei nakama e non permetterò che gli acceda qualcosa di male! Loro sono i miei amici.. La mia famiglia.. Ho giurato a me stessa che non li avrei mai abbandonati e mi sacrificherò io per loro > gli occhi della bruna si riempirono di lacrime mentre Cassie e Luna la portavano fuori dalla stanza.
< E di lei cosa ce ne facciamo? > chiese Dylan indicando Diana che osservava la scena
< Falle dire cosa sono i kanpeki e uccidila non ci serve più > disse la bionda facendo un gesto con la mano in segno che non le fregava niente.

Takeshi e Axelle  camminavano da circa una ventina di minuti. La via che Edward gli aveva detto di seguire era forse,anzi era di certo, quella sbagliata. Avevano come la sensazione di girare in tondo gli alberi spogli,le grandi pietre e ogni cespuglio gli sembrava uguale.
< Dimmi Takeshi perché mi hanno dovuto mettere proprio insieme a te ?!? > urlò Axelle agitando le braccia all’aria
< Perché Edward stava con Cheryl e Ivan con Ariel e siamo rimasti noi due.. In più le strade erano solo tre quindi… > disse lui per la quindicesima volta
< Si ma perché? > chiese di nuovo la ragazza. Prima che il verde potesse rispondere i due ragazzi si ritrovarono in una piccola piazzetta con al centro una splendida fontana. I due alzarono gli occhi e notarono qualcosa di anomalo. Un cavallo rosso senza coda. Al posto delle zampe anteriori due grandi ossa appuntite come degli aculei. Il muso era solo osso con qualche crina di qua e di la i grandi denti gli ricoprivano parte del viso e i piccoli occhi rossi squadravano l’area circostante.
< Se non ci muoviamo forse non ci vede > bisbigliò Axelle. Il mostro annusò l’aria e si girò verso i due ragazzi caricandoli
< Dicevi.. > commentò Takeshi, iniziando a correre in direzione sconosciuta seguito dalla ragazza che urlava come una matta.

Ariel e Ivan erano seduti ad osservare il cielo. Nevica. Almeno aveva iniziato da poco. Fiocchi di neve scendevano pigri sul terreno e l'atmosfera era così piatta che si sentiva a malapena qualche verso di animali ogni tanto. Non si muovevano per il semplice fatto che, dopo la trentesima avance di Ivan,  la ragazza gli aveva fatto provare un così forte dolore al cuore che il ragazzo svenne.< Allora tu sei il figlio di Barbanera? > chiese Ariel massaggiandosi il braccio. Le ferite le bruciavano ancora.  
< Oh sono suo figlio bastardo.. Infatti il mio cognome sarebbe Blackfyre  > sospirò il ragazzo mettendosi le mani fra i capelli
< Mia madre però è morta circa un anno fa quindi ho deciso di tenere il cognome di mio padre.. Questo mi ha portato ad avere una taglia abbastanza alta e a scappare da Oldtown > un sospirò ancora più profondo. La ragazza lo guardò e accennò un sorriso
< Tua madre? > chiese secca. Non poteva credere che il tatuato avesse dei sentimenti e non fosse solo un pervertito.
< Mia mamma si chiamava Margaery aveva degli splendidi ricci dorati e dei bellissimi occhi blu. Me la ricordo sorridente e molto dolce.. Come tutte le madri..Tu? Non hai conosciuto i tuoi genitori giusto? >  chiese il ragazzo capendo che si stava addolcendo troppo
< No non li ho mai conosciuti.. Ora è meglio andare > disse la ragazza con un tono quasi nostalgico.
< Ma dove credete di andare? > chiese una ragazza. I due sgranarono gli occhi vedendo che aveva delle cuciture su tutto il corpo e un sorriso satanico disegnato sul volto , ella fece un piccolo gesto con la mano facendo apparire davanti a se degli zombie con delle enormi spade.  I due si misero in posizione d’attacco erano pronti ad uccidere quei fetenti non morti.

< Edward… > bisbigliò Cheryl, il ragazzo fece un suono gutturale come per chiedere cosa volesse
< Sai pensavo che tu non parli molto e non sappiamo praticamente niente di te… > sospirò la ragazza passandosi una mano nei lunghi capelli violacei
< Beh non sappiamo niente neanche di Ariel ne di Ivan.. Questo non ci impedisce di essere loro amici no?!? > chiese ovvio lui girandosi verso la ragazza, che sospirò e fece un cenno con la testa. Il ragazzo si fermò girandosi di scatto. Aveva sentito qualcosa di strano.
< L’hai sentito? > chiese a Cheryl. La ragazza in risposta alzò le spalle. Ancora un rumore ma questa volta anche un ombra. Edward prese la spada e taglio a metà un cespuglio.
< Sei bravo moretto! > rise una voce femminile saltando fuori del cespuglio. Era una ragazza ma aveva le orecchie e la coda da gatto.
< Chi o cosa sei? > chiese la dottoressa girandosi verso la donna-gatto
< Semplicemente il vostro incubo peggiore… > ghignò il gatto legandosi i capelli. I due si misero in posizione di difesa. Quella  sarebbe stato il loro primo ostacolo.

Angolo autrice
Si scusatemi so di avere stuprato in tutti i modi possibili il verbo "dire" ma è scritto velocemente e un po male perchè è da troppo che non aggiornavo...
Allora in più questo capitolo e pieno di dialogo e non preoccupatevi nel prossimo capitolo i caratteri dei nuovi OC verranno ampliati :) 

Bene è ora di rispondere alle domande:
-Kanpeki è una razza inventata da me e praticamente sono i ragazzi che comandati dal governo mondiale dovrebbero seguire gli ordini alla lettera e tutto questo grazie ad allenamenti intensivi e una speci di lavaggio del cervello.. Non preoccupatevi nel prossimo capitolo tutto verrà spiegato meglio :)
-Si ho fatto il funerale al computer.. Poi dopo il periodo di lutto ho scoperto che in realtà era solo un difetto di cavi e magicamente è ripartito 
-Il capitolo sul passato dei personaggi diciamo che sarà tra le varie saghe 
-Emh le coppie si ho già in mente cosa fare non preoccupatevi :) E si lo so direte che anche qui c'è un accenno di qualche coppia infatti è così
Fatemi altre domande se volete :)

Questo è un capitolo di passaggio.. Se qualcuno di voi ha letto il trono di spade scoprirà che il cognome di Ivan è uno dei cognomi che si danno ai bastardi nel libbro.. Ok credo di avere finito mi aspetto tante recensioni negative e chiedo scusa per non avere risposto alle recensioni di "La vita sulla nave" ma sono davvero piena di robe da fare :) 
Kiss Bea

 

 

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Capitolo 7
*** cap.6-saga dell'isola di Jandir-parte terza ***


Hybris. Quello che stava facendo Emily a Viola era proprio quello. La stava umiliando. Era orgogliosa di quello che stava facendo. Hybris, Agamennone fu accusato di quel reato. Era superbo e troppo orgoglioso di se come lo era Emily. Aveva rinchiuso Viola in una stanza grande piena di libri, con un tavolo di legno di pino al centro, tre o quattro poltroncine in pelle qua e là e un ampio separè ornato con dei disegni d’oro. La prima cosa che colpì la ragazza fu la copia dell’Iliade rilegata in pelle. Quando la prese dalla grande libreria sulla mano gli rimase un altro stato di polvere. Iniziò a leggere quel libro senza mai staccarci lo sguardo qualcosa la aveva ammaliata buttata dentro era lì con loro. La porta si aprì di scatto e il ragazzo dai capelli color argento entrò nella stanza. Viola lo guardò e il suo sguardo fu subito attirato dalla grande scatola che teneva in mano. Dylan si avvicinò e lasciò il pacco sul tavolino, affianco alla bruna. Le mani di lei alzarono il coperchio della graziosa scatola violacea.
< Mettitelo… > disse il ragazzo riferendosi all’interno della scatola. Il “regalo”,se così lo possiamo chiamare, era un vestito bianco che lasciava la schiena nuda, non aveva le maniche, e una piccola cintura di pizzo, che non andava a coprire la schiena ma si fermava poco prima della scollatura, era cucita sotto il seno e la lunghezza era più o meno a metà coscia. 
< Stai scherzando vero ?!? > chiese Viola guardando leggermente schifata quel pezzo di stoffa.
< No.. Emily afferma che saresti una schiava molto più carina con questo in dosso.. Ora mettitelo! > ordinò l’albino sorridendo. Newgate  lanciò l’ultimo sguardo disgustato al vestito e prese un respiro profondo prima di sparire dietro l’ampio separè.

Viola quando fu vestita si fece vedere da Dylan. Il ragazzo rimase immobile e , dopo poco, un ghigno apparve sul suo volto.
< Ti sta bene > sorrise < Credo che Emily ne sarà molto felice.. Ora posso vedere se è vero quello che dicono di te? > chiese squadrando la ragazza. Viola annuì e ,massaggiandosi leggermente le tempie, si girò scostando i capelli per far vedere la schiena nuda. Un’enorme tatuaggio gliela copriva. Le ossa orizzontali del grande teschio con i baffi coprivano delle ali nere. Le piume disegnate una ad una si distinguevano chiaramente quasi da fare sembrare l’ala di destra quasi quella di un angelo. Invece, quella di sinistra, aveva solo l’interno della ali nere invece il resto,tra cui tre piccoli aculei,viola . Alla base del collo una piuma nera e una ciccola mezza luna  viola formavano un cerchio e all’interno di esso si vedeva un altro piccolo Jolly Roger. Era un teschio ovale con le ossa che andavano a formare una croce e sopra gli occhi di questo un’altra piccola piuma color violaceo.
< Quindi è vero che sei Viola “Akuma tenshi” Newgate. Giuro pensavo che scherzassero > ghignò lui
< Sentimi se sei qui per prendermi in giro prima della mia morte è ok ! Mai , e non sto scherzando, dico mai tirare in ballo il nome che mi ha dato la marina! > lo sguardo della ragazza si fece furbo < Ah ma si tu mi conosci con quel nome.. Non è così piccolo Smoker ?!? >. Anche se non sembrava Viola era furba e aveva riconosciuto subito i lineamenti e i tratti del viso. In più non c’erano molti albini in giro. Mentre pronunciava quelle parole si era seduta sul divano.
< Non osare chiamarmi così e non osare pronunciare quel nome! > urlò l’albino cercando di estrarre la pistola dal fodero, senza successo visto che il “Diavolo angelo” gliela aveva sfilata poco prima. Ora la teneva in mano osservandola. Per Viola era una grandissima emozione avere una delle pistole di ottima fabbricatura in mano. Era prevalentemente bianca, con delle incisioni argentee. La bruna prese la sua sorridendo. < Gemelle! > ghignò. 
< Aspetta ma io ho sequestrato il tuo fucile come fai ad avere anche quella.. > il ragazzo sbuffò prendendo le pistole dalle mani. < Allora Dylan > iniziò Viola con un tono di furbizia
< Emily sa delle tue origini? Mi immagino di no.. Non credo che sappia anche tu non sei più sotto il suo controllo mentale da giorni e credo che non sappia che tu hai fatto scappare Diana e che nel profondo tu voglia fare scappare anche me! > La ragazza aprì la finestra e si affacciò aspettando una qualsivoglia reazione del ragazzo.
< Tu come fai a saperlo? > sibilò lui velocemente
< Non lo sapevo > rispose e in quel momento al capitano venne in mente un idea geniale.
 
< Edward salta! > urlò la ragazza evitando per l’ennesima volta un tentacolo verde. Ancora si chiedevano come la donna-gatto poteva essersi trasformata in quella enorme pianta puzzolente. Edward fece un cenno d’assenso a Cheryl, non aveva bisogno di dire altro. Una scarica di colpi si scatenò sulla pianta verde. Il primo colpo andò a segno tagliandogli di netto un tentacolo verde da cui uscì uno schifoso liquido verdastro. Fece uno scatto all’indietro per ripararsi da un altro forte colpo diretto alle sue gambe e poi il ragazzo tentò di mirare al collo del mostro con un colpo in obliquo che mancò il bersaglio. La voglia di fare per  Cheryl era tanta, ma per lei lo scontro diretto non era il massimo. Quindi corse all’indietro e tese il suo arco mirando a uno dei svariati occhi di quel mostro enorme. Ne prese uno laterale.  Edward prese un respiro completo : inspirazione,espirazione. Sentiva la tensione accavallarsi nei nervi.  Gli occhi del ragazzo erano fuoco e furia. Trafisse il mostro ed estrasse dalla parte finale una piccola bambolina bianca. La aprì prendendo una piccola biglia con inciso sopra “Kikan” e la schiacciò tra indice e pollice. Il mostro smise di respirare. Cercava sempre più di aprire la bocca per farci entrare dell’aria ma senza successo. A quel punto Cheryl si avvicinò alla enorme pianta grassa, fissandola negli svariati occhi e toccandole il ventre disse
< Ucciditi >.  Suicidandosi il mostro rilasciò della polverina verde che oscurò tutto. Edward fu travolto dal quel tremendo tanfo e la polverina verde gli entrò nelle narici e stavolta gli faceva male. Un rigurgito di sangue e subito dopo un altro sputo a terra cremisi e i suoi intestini iniziarono a bruciare e fargli davvero molto male. Cheryl era in condizioni perfette e corse subito ad aiutare l’amico aprendogli, leggermente,la bocca e dandogli qualche goccia di medicina verde. Sentì un respiro pesante. Si girò velocemente, un altro mostro. La ragazza lanciò una freccia che,sibilando nell’aria ,lo accecò. La forza di quel colpo era strabiliante ma ancora di più lo era vedere una giovane ragazza battersi con drago dai mille colori.Quello che provava era migliore di qualsiasi droga. Si sentiva forte e sicura e non aveva paura di usare solo il suo arco.Si stava dilettando in qualcosa che non era suo. Lei era la ragazza che guariva, quella volta stava uccidendo. Il mostro con un unghiata la colpì nel ventre non facendole più di qualche graffietto.Edward osservava la scena ; non gli sembrava vero che Cheryl poteva aver cambiato così velocemente carattere. Le ferite gli facevano meno male e voleva combattere. Intromettersi nel duello non gli sembrava il caso, visto il notevole scambio di ruoli che avevano avuto i ragazzi, l’arciere era fuori controllo e lui era lì steso a terra. Era uno spadaccino e sapeva fin troppo bene che quello era un disonore, ma sorrise vedendo quanto impegno ci stava mettendo Cheryl quindi decise di attaccare solo se era indispensabile.La punta di una freccia intaccò la carne del mostro per la centesima volta. Cheryl era decisa a combattere da sola, Edward non poteva rimanerci secco. Dall’altra parte non le sfuggi il sorriso che gli vide stampato in volto. Gli lanciò un occhiata non proprio gentile, ma poi capì subito che il ragazzo anche solo sorridendogli le stava dando supporto come per dire un “dai ce la puoi fare”. Cheryl venne ferita ad una gamba, ma non volle chinare il capo e con una freccia, questa volta avvelenata colpì il mostro dritto in testa. Oramai era finita, la ragazza dai capelli viola con quella freccia aveva  ucciso un drago da sola. In tutto questo non aveva ancora ben capito come aveva fatto. Si sentì forte e coraggiosa non aveva paura di un altro mostro. Poi si ricordò di Edward ancora steso a terra agonizzante. Lui, dal canto suo, era riuscito a riprendersi e anche se sputava ancora un po di sangue si sentiva abbastanza bene
< Bel lavoro ! > commentò sorridendo. La ragazza prese un enorme respiro e abbracciò il moro. Un paio di lacrime le rigarono il viso
< Ti prego.. > disse < Non farmi prendere più uno spavento del genere >. Il ragazzo ricambiò l’abbraccio sussurrando
< Grazie, ma ora dobbiamo muoverci >.
 
< Ivan sei un grande! > urlò Ariel saltandogli al collo. Il ragazzo arrossì di botto e si staccò la ragazza dal collo. Tutti i mostri erano stati sconfitti e anche la ragazza tutta a pezze. Si Ivan gli aveva incendiati tutti e non gli dispiaceva. Però vedeva Ariel con i pugni serrati pronta ai suo attacchi, ma lui con i suoi pugni di fuoco aveva seccato tutti.
< è il mio lavoro uccidere > disse il ragazzo mettendosi a posto il giubbino. Aveva smesso di nevicare ed era spuntato davvero un bel sole che li scaldava. Non avevano paura di un altro mostro, erano pronti e carichi.Ariel pensava che l’ego di Ivan si gonfiava sempre di più ogni volta che si sconfiggeva un mostro. Proprio come buttare benzina sul fuoco. Quel paragone gli calzava proprio a pennello.Un meraviglioso dragone rosso e altri due mostriciattoli erano dietro di loro. Ariel sgranò gli occhi erano stupendi.
< Allora caro mister. Fiammifero prima che incendi tutti questi mostri fammene uccidere almeno uno! >  disse la corvina.
< L’altre due cose sono tue! A si non facciamo casini > . Non era difficile immaginare cosa volesse fare Ivan con quelle piantine. Insomma fuoco e piante che disastro. 
< Oh sta volta non faccio tutto io? Che delusione! > sbuffò lui. Tirò un semplice Hiken su quella povera piantina che rimase carbonizzata e nel frattempo le fiamme si dilagarono fino infondo al vialetto di pietruzze azzurre. 
< Grazie signor fiammella! Tanto faccio fuori questo e andiamo a salvare quella rimbambita di un capitano >. Sorrise appena Ivan, vedendo gli occhi da cerbiatta Ariel in quel momento. Si a lui piacevano le belle donne e la buona birra ma non si sarebbe mai fatto incantare da una ragazza come lei. Nel frattempo arrivò un altro mostro e il ragazzo con fenomenale maestria colpì il mostro con un Higan ferendolo lievemente, per poi girarsi a vedere cosa stesse combinando la sua compagna. Ecco lo sapeva che quel drago le avrebbe distrutto la vita. Sapeva che forse era meglio lasciarlo a l’altro ragazzo che dopo aver sconfitto l’altro mostro lucertola si era tranquillamente seduto a guardare le scena. Voleva picchiarlo a sangue, come si poteva permettere quello stronzo di stare senza muovere un sfottuto muscolo. Si concentrò e fece venire un malessere al mostro che però durò davvero molto poco. Magari lui poteva anche lanciare un semplice Kagerō mentre lei combatteva.. Vero?
Fece smettere di battere il cuore del mostro per qualche secondo. Esso stava perdendo tutte le forze e questo alla corvina non dispiaceva. Intando Ivan si annoiava contava le formiche che gli passavano sotto i piedi. Ariel non aveva nessun problema se Ivan non voleva fare niente ma almeno si poteva spostare dal centro del campo di battaglia invece neppure quello. Gli lanciò un occhiata assassina
< Dai ti concedo di intervenire!Ma solo perché se no muori di noia > sbuffò Ariel mentre si tastava la gamba ferita. Il biondo si alzò in piedi 
< No il punto è che se aspetto te Viola intando muore.. E poi chi lo sente il pollo ananas > commentò.Si preparò per un  Dai Enkai creando intorno a se un enorme vampata di fuoco per subito dopo scagliare sul mostro un Daienkai: Entei. Quando il drago venne solo sfiorato dalla enorme palla di fuoco si disintegrò in piccoli granelli di fuliggine. Ariel nel frattempo se ne era andata. Ivan sospirò e iniziò a rincorrerla.
< Ariel ti prego un secondo.. > implorò lui. La ragazza si fermò e iniziò a battere velocemente il piede sulla stradina
< Perché? > chiese il biondo
< Perché cosa? Ti sembra normale tutto questo?!? Edward mi aveva promesso un posto sicuro e guarda in che casino mi sono cacciata! Mi sono stufata di Viola e della sua stupida ciurma! Ma soprattutto di te! > sbraitò la ragazza iniziando a correre e lasciando Ivan fermo a guardare il vuoto.


< Fermiamoci ti prego Takeshi! > urlò la bionda ormai troppo stanca per continuare a correre. Il ragazza dai capelli verdi si inchiodò sul colpo girandosi verso di lei.
< T-Takeshi..dimmi.. ti.. prego..che lo..vedi..anche..tu.. > continuava ad ansimare lei indicando il grande portone di pietra. Il ragazzo sorrise mostrando tutti i denti. La porta per entrare nella grande torre dove Viola era rinchiusa. I due la spinsero violentemente e entrarono. Una grande scala a chiocciola portava fino in cima. Takeshi guardò a terra e vide impronte di zoccoli quel bastardo di un cavallo si era nascosto dentro la torre. I ragazzi alla fine avevano capito che il grosso bestione rosso in realtà era ancora più spaventato di loro. Axelle riconobbe le orme che Takeshi stava guardando. Deglutì, era certa che anche se spaventato il “cavallino” era molto forte, ma tuttavia il pensiero del ragazzo la rassicurava abbastanza. Era figlio di Zoro che diamine! Con un passo leggermente incerto seguiva il ragazzo per le scale
< Ah, Axelle se muoio ricordati che Viola mi ha dato questo.. Fischia se hai bisogno di aiuto > sospirò passandole un grazioso fischietto d’argento con inciso sopra due piume. Si ricordava di averlo visto al collo della bruna un paio di volte e le aveva raccontato che le era stato regalato da 
Marco prima dell’addestramento e che il suo fratellone le aveva detto “Fischia e io ti verrò a salvare”.
< Marco,in fondo, con Viola era un bravo fratello > si disse Axelle ricordandosi dei giorni passati sulla sua vecchia  nave e dei giorni passati a giocare con un buffo bambino biondo dal sopracciglio a ricciolo. Dal canto suo Takeshi era contento matto.Poteva finalmente menare le mani e per uno scopo ben preciso. Non potevano rapire Viola e passarla liscia!  Si l’aveva rapito e si l’aveva pure fatto cadere a terra tante di quelle volte che se non gli era ancora venuta un emorragia celebrare era un miracolo, ma c’era qualcosa in quella ragazzina che gli piaceva da matti. 

Continuavano a salire scale come se fossero infinite ma non poteva essere così. Roronoa aveva bisogno di menare le mani e Axelle voleva uccidere quella odiosa di una Cassie. Salirono fino in cima alla torre fino a ritrovarsi sul tetto. Tutto quello che c’era era un balaustra mezza scassata.  < Non ci voglio credere! > le uniche parole che uscirono dalla bocca di Takeshi. Davanti a loro c’era un enorme castello nero circondato da mostri alati e strani draghi a tre teste.
Sulla torre più alta un tesserino vestito completamente di bianco stava utilizzando l’haki contro qualcosa. Axelle strizzò gli occhi era Viola. Più in la lontano una nave  a forma di balena si stava avvicinando.
< Marco 
la Fenice .. > sospirò Takeshi. Invece sotto di loro si vedeva solo il bosco e le tre strade che avevano preso i ragazzi. < Siamo nei casini! > urlò Axelle  prima che un grande uccello azzurro li catturasse.
Angolo autrice
Questo angolo autrice è un po speciale, dovevo farlo alle 100 recensioni ma ho deciso di farlo ora perchè mi sembra più giusto :)
Devo ringraziarvi tutti dai lettori silenziosi alle persona che mi chiedono quando aggiorno.. Ora oltre a ringraziare tutti quelli che mi hanno mandato OC devo ringraziare delle persone particolari: 
La persona che ha rinunciato ai suoi allenamenti per stare qui giorni con me a leggere riscrivere e sclerare :) Non scrivo il tuo nome ma sappi che ti amo < 3
Poi la mia vicina di banco che durante lezioni,interrogazioni e ore buche assiste ai miei sfolli continui :) Ti voglio bene Giulia <3 
Luna o Black Firework come vuoi che è diventata una mia amica e che mi vede sfollare tipo tutti i santi giorni, che continua a sopportarmi,che mi manda le sue storie in anticipo e che si fida di me :) 
Per ultimo mio padre perchè per lui ci vuole un monologo..  Lui è la persona che mi ha fatto scrivere e che mi ha passato la passione per gli anime e i videogiochi e lui è sempre la persona che mi ha detto di scrivere questa long e di superare le mie paure :) Poi beh lui è la persona che ieri è stao tutta sera a guardarsi cinque volte la puntata in cui muore Ace e a consolarmi.. Senza di lui non sarei qui a scrivere e per questo lo ringrazio perchè so che appena pubblico la legge XP 
Ora prima che diventi più lungo del capitolo vi saluto e stacco ci sentiamo nelle recensioni 
Kiss Bea

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Capitolo 8
*** cap.7- Saga dell'isola di Jandir- parte quarta ***


Gli occhi di Takeshi continuavano a schizzare di qua e di la. Marco, Law e Kidd fissavano i sei ragazzi appena arrivati sulla nave. Anche gli altri erano stati catturati, in fin dei conti non si poteva fare tanto contro i tre capitani più forti del mondo. Axelle apooggiata sul parapetto con le gambe a penzoloni sul mare, Ariel si era isolata e stava lontana dal gruppo fissando gli altri suoi compagni dal suo sguardo si intendeva che odiava quella situazione, Ivan era seduto sul ponte sporco di sake a fissare i tre capitani, Cheryl si era accovacciata vicino a Ivan e gli controllava una ferita sul braccio e per ultimo c'era Edward appoggiato anche lui al parapetto, il suo sguardo era indecifrabile. Era come se lo avessero colpito nell'orgoglio. Aveva fallito come tutti nella ciurma. Fallito. Forse no. Viola non era lì con loro l'avrebbero comunque salvata, in qualche modo sarebbe ritornata con loro.
< Marco > sibilò Ivan, nessuno l'aveva mai visto così arrabbiato e anche deluso < Perchè l'hai fatto? > chiese con un tono di voce bassissimo
< Tu! Ti avevo detto ti tenere d'occhio mia sorella non di farla rapire da una sconosciuta! > disse Marco in modo autoritario ma pur sempre mantenendo la calma. Ivan deglutì e lì prese parola Kidd
< Marco cazzo svegliati ad andare a prendere tua sorella questa isola mi sta suoi coglioni da quando l'ho vista! > . Edward fulminò con gli occhi il rosso .
< Oh assassino non serve guardare così Eustass-ya è fatto così ! > ghignò il chirurgo.

Marco si stava preparando e si sentiva osservato da ogni singola persona su quella nave. La stava per rivedere, per riabbracciare. Sei anni, erano passati sei anni. Forse troppi oppure troppo pochi. Non vedeva l'ora di vederla. Sua sorella, il suo piccolo diavolo-angelo. Se lo sentiva che sarebbe andato tutto storto, stava succedendo di nuovo? Perdere un altro dei suoi fratelli? Non se lo poteva permettere, non di nuovo. Certo qui non si trattava di vita o di morte ma di schiavitù. Sua sorella non poteva diventare una schiava, la conosceva fin troppo bene uno spirito libero che non si lasciava comandare da nessuno. Lei era come un fuoco d'artificio, non potevi imprigionare la suo luna neanche se volessi. Marco si trasformò e veloce come il vento prese il volo. Sfrecciava tra gli alberi e i palazzi di quell'isola. Sapeva dove andare, la Vivre Card glielo stava indicando. Pochi secondi era lì. Riusciva a vederla, non ci credeva. Viola era più tranquilla che mai, camminava come se non stesse succedendo niente, vicino a lei un ragazzo dai capelli bianchi. Marco cercò di andare più veloce e così fece, riuscì ad andare molto più veloce del previsto ed a afferrare sua sorella per il braccio. La ragazza all'inizio si agitava, voleva strapparsi da quella terribile presa aquilina. Si dimenava ed era già tanto che non gli avesse sparato un colpo in testa. Le uniche parole che Marco udì furono “Dylan giuro che ti ritornerò a prendere!”.

La lasciò cadere dolcemente sul ponte della nave. Quando il ragazzo si ritrasformò si trovò fissi su di lui due occhioni verdi pieni di lacrima. La bruna strinse forte i denti, doveva trattenere le lacrime. Marco la abbracciò per interi minuti che gli sembravano durare eternità. Quando lasciò andare il corpo della ragazza, lei gli diede uno schiaffo. Kidd accennò un sorriso compiaciuto. Già, la riunione dei due fratelli si stava svolgendo davanti a tutti. Mormorii e urletti si deragliarono per tutta la nave.
< Sentimi pollo troppo cresciuto! > iniziò Viola battendo il piede a terra
< Non ti devi più far vedere da me capito! Leggimi le labbra io non ho più niente a che vedere con te > lo disse scandendo le parole dell'ultima frase. Marco manteneva una calma innata, anche perchè non gli piaceva far vedere agli altri cosa provasse, era tranquillo sua sorella aveva la coda dio paglia. Sapeva bene che se le avrebbe lasciato circa due ore si sarebbe calmata.
< E non provare a guardarmi con quella faccia da ebete idiota! > ad ogni parola che diceva il tono di voce della ragazza si alzava sempre più. Takeshi provò ad andare a fermare quella che si preannunciava una rissa ma la mano di Edward, che si appoggiò alla sua spalla tenendolo più fermo possibile, e lo sguardo del bruno lo distolse dall'idea. Stava per scoppiare uno scontro tra titani.
< Sentimi Viola non ci vediamo da sei anni e tu vuoi far partire le cose così ? > chiese Marco mantenendo sempre quella calma irritante
< E tu dici a me di non partire così?? Tu per questi sei anni dov'eri? A berti un te con i tuoi amichetti pirati? Ti ripresenti solo ora perchè ho trovato una ciurma e perchè quella matta mi voleva fare diventare la sua schiava.. Sai che ti dico di andare a fanculo! Mi hai lasciata sei anni fa e ora ti ripresenti qui come se ti importasse davvero di me... Sai quanto male mi fa rivederti ?? No non lo puoi neanche immaginare.. È come un vuoto,una crepa o un cratere nel petto.. Ma tu non ti sei mai sentito così ed è tanto se sai cosa significa soffrire! > Sbraitò lei dandogli un altro schiaffo in pieno viso. Prima che il biondo potesse riceverne un altro con velocità disumana le afferrò la mano portandola piano ad accarezzare il suo viso.
< Tu non ti immagini neanche cosa ho provato io vedendo morire nostro padre ed Ace.. Ace che era il mio migliore amico amico, mio fratello..Ora, scusami tanto se non voglio perderti ! > Marco la prese per la vita e la sollevò mettendosela sulle spalle.
< Ti porto al sicuro in camera tua ora.. > bisbigliò lui sparendo nella sottocoperta della Moby Dick.

< Marco! > Viola continuava a sbraitare sbattendo i pugni contro la porta. Sei anni, erano passati sei fottutissimi anni e suo fratello per “iniziare con il piede giusto” l'aveva chiusa in camera sua. Si guardò intorno e trovò tutto come lo aveva lasciato. La sua camera di colore rosino e il suo letto pieno di peluche le facevano ricordare i suoi giorni su quella nave. Si lanciò sul letto e con un calcio ben assestato fece cadere la terza asse del letto. Il forte rumore le fece intendere che era caduto anche il grande librone rilegato in pelle. Si lanciò sotto il letto e lo raccolse. Lo aprì. Il profumo d'inchiostro e di carta vecchia le entrò nel naso. Fece scorrere le pagine, la sua scrittura bambinesca le riempiva. Il suo diario dopo tutto quel tempo era ancora li. Tutto un intero anno della sua vita era racchiuso in quelle pagine. Sorrise. Il titolo di quella pagina “la mia prima taglia”, era la mascotte della ciurma e si ricordava bene che erano solo 2.000 berry ma ne era molto felice, anche se era consapevole che quella somma era solo per il semplice fatto che tra padre pirata e madre nobile mondiale sarebbe scoppiata una guerra solo per averla. Il ricordo che le era maggiormente impresso era la prima persona a cui aveva mostrato il suo manifesto. Marco. Il suo fratellone. Le aveva spiegato anche il perchè di quel “soprannome”. “Diavolo-Angelo” o meglio un'anima che non sapeva dove recarsi. Troppo buona per finire all'inferno e troppo cattiva per andare in paradiso , un animo diviso in due, incapace di decidere cosa fosse giusto o sbagliato. Il prefetto equilibrio tra ingenuità e cattiveria. Quelle parole le risuonavano in testa da anni . Suo fratello la vedeva come un qualcosa di indefinito. Un essere bipolare, qualcosa che poteva essere capace di uccidere qualcuno per poi piangere come un neonato per avere del gelato. In fondo era proprio così si sentiva così e le andava bene. Prese un respiro profondo e poi si lanciò nel letto, sprofondò nel materasso e pochi secondi dopo chiuse gli occhi finendo per addormentarsi. Dopo poche ore aprì gli occhi e si ritrovò davanti due pupille viola che la fissavano. Velocemente prese la pistola che aveva di fianco e gliela puntò in testa.
< Takeshi! > urlò Viola abbassando l'arma < Momento sbagliato? > chiese lui ironico, lei in risposta roteò gli occhi e si alzò dal letto.
< Bene bene lo sai che c'è Kidd su questa nave? > domandò lui ghignando. Gli occhi del piccolo Roronoa poco prima erano caduti sul diario della ragazza e avevano,casualmente, letto della piccola infatuazione che la ragazzina si era presa per Kidd quando era piccola. Alla bruna si gelò il sangue nelle vene.
< Quindi come hai fatto ad entrare qui? So che Marco tiene tutte le chiavi in una tasca dei pantaloni... > cambiò velocemente discorso lei , mentre spostò lo sguardo dal ragazzo alla porta
< Oh Edward.. > alzò le spalle lei.
< Si va bene è stata un idea di Ed! Ma io gli coprivo le spalle > si giustificò l'altro ragazzo. Viola sorrise e si fiondò sul ragazzo dai capelli verdi.
< Avevo paura di non vederti mai più brutto idiota! > rise la ragazza abbracciandolo
< V-Viola > balbettò lui arrossendo di colpo.
< Ora per favore Takeshi chiama tutti gli altri! > gli ordinò il Diavolo-angelo lasciandolo respirare. Il ragazzo annuì ed uscì velocemente dalla stanza. Viola poi si girò e sorrise al bruno che era ancora sulla porta.
< Vice-capitano buongiorno! > urlò la bruna dandogli un pugno sul braccio
< Capitano > disse accennano un sorriso. La ragazza sorrise ancora di più per poi abbracciare anche lui.
< Edward sapevo che sareste arrivati ! > sospirò la ragazza con tono euforico
< Ora ascoltami bene dobbiamo tornare sull'isola.. > sospirò lei
< Ho fatto una promessa e devo mantenerla > . Il ragazzo si staccò dall'abbraccio e la guardò con sufficienza sbuffando
< Senti Ed non fare quella faccia! Tanto avremmo dovuto comunque andarcene al più presto perchè so come è fatto mio fratello e non mi lascerebbe mai ripartire con voi! > constato lei.
< Allora qual'è il piano Viola? > domandò Edward.

< Viola tu sei malata di mente! > urlò Ivan
< Biondo stai zitto! Se Marco ci sente ci sgozza! > sbraitò Axelle.
< Ti prego! Devo liberare quelle ragazze e prendere Dylan sarà un membro della nostra ciurma > ormai questa frase era ripetuta da Viola allo sfinimento. Ormai erano rinchiusi in quella stanza da una mezzora. Viola stava pregando Ivan di andare a salvare quei ragazzi con lei,Axelle e Edward. Gli altri erano andati a prendere delle provviste per rifornire la nave e Viola aveva lasciato il comando a Cheryl, dicendole semplicemente che lei sapeva cosa fare. Edward sospirava e si chiedeva ancora come mai Marco non si fosse ancora fatto vedere.
< Ok > accettò Ivan alzando gli occhi al cielo. Viola fece un sorriso a trentadue denti e si lanciò nell'armadio di fianco al letto, ne uscì dopo qualche minuto con in mano un fucile e con due pistole cariche nella fondina.
< Pronta! > esclamò sorridendo . Gli altri tre sospirarono e uscirono dalla stanza.

Ormai erano certi che non sarebbero più partiti. Axelle e Viola avevano visto le uniche due persone che le potevano fermare e far scoprire. Per la prima Law e per la seconda Kidd.
< Viola non vorrei mai contraddirti > iniziò Ivan < Ma Kidd è un pazzo psicopatico! >. Una strana aura nera circondò la ragazza che si girò verso il biondo con sguardo assassino.
< Viola sbrigati! Poi Axelle non darle corda! > le rimproverò Edward, la ragazza bionda sospirò e rassegnandosi si diresse verso l'assassino. Viola invece si avviò veloce verso il rosso che stava, tranquillamente solo, fumando una sigaretta. Quando la bruna ci fu davanti si alzò in punta di piedi e picchiettandogli un dito sugli addominali cercò di richiamare la sua attenzione. Kidd stizzito guardò la ragazza e alzando un sopracciglio chiese che cosa volesse da lui.
< Sentimi > iniziò Viola < Se non ti chiedo troppo ti puoi abbassare alla mia altezza ? > domandò la ragazza con un po di malizia. Il rosso senza farsi troppe domande acconsentì e velocemente la ragazza gli scioccò un bacio sulle labbra. Kidd rimase impietrito.
< Brutta scema! > urlò Ivan prendendogli il colletto della camicia e trascinandola via.
< Ora posso morire felice > sentenziò Viola con faccia inebetita.
< Ora andiamo ! > urlò poi per invertire i ruoli e iniziare lei a tirare Ivan per la nave.
< Veloci! > urlò di nuovo per poi iniziare a correre.

Kidd non era affatto stupito di quel bacio sapeva quanto piaceva alle ragazze,l'unica cosa che non capiva era chi gli avesse dato . Nessuno della ciurma Law né della ciurma Marco e tanto meno della sua. Pensò velocemente alla ciurma di Viola , nessuno neanche della sua. Si fermò un attimo a pensare a una descrizione approssimativa che gli aveva fatto Law. Occhi verdi,capelli scuri ricci ,fisico snello e grande sorriso.Subito dopo si ricordò di Viola.
< Porca puttana! > imprecò dando un calcio al muro. Iniziò a correre verso la cabina di Marco urlando bestemmie molto colorite, che se solo qualcuno l'avesse sentito sarebbe rabbrividito all'istante. Quando finalmente arrivò davanti alla cabina del biondo spalancò la porta.
< Senti Marco tua sorella mi ha baciato e... >iniziò Kidd, Marco sentendo quelle parole sgranò gli occhi. Prima di tutto perchè quell'idiota di sua sorella era scappata e secondo come avrebbe mai potuto baciare uno come Kidd.
< Senti ora non è importante! Roia tua sorella è scappata con tre ragazzi ! > continuò.
< Dobbiamo andare a riprenderla! > urlò il biondo alzandosi e indossandola sua camicia viola
< Però che palle io mi sto rompendo il cazzo > urlò il rosso per poi seguire l'altro ragazzo fuori dalla stanza

Isola di Mallyjoa
Uno spiraglio di luce colpiva la faccia sfregiata dell'uomo con i capelli bianchi. I cinque astri di saggezza erano seduti su cinque enormi troni di pietra. La ragazza bionda che era seduta più a destra e fissava la sfera al centro della stanza. Tutto andava secondo i piani.
< Signor Smoker noi l'avremmo convocata qui perchè abbiamo un ordine speciale per lei > sorrise quella all'uomo in piedi dietro la sfera
< Pensiamo che ci sia particolarmente utile mandare la sua flotta a catturare Marco,Law e Kidd a Jandir > sorrise quella. Smoker deglutì per poi chiudere gli occhi sconsolato. Aveva abbandonato suo figlio a Jandir e non si poteva permette d'accettare quell'incarico.
< Ascolti bene, saremo pure dei ragazzini ma sappiamo bene cosa ha fatto! Le promettiamo che se accetterà non sarà obbligato a scendere a terra > sibilò un'altra ragazza dall'altra parte della stanza. I capelli rosso fuoco le circondavano il magrissimo viso spigoloso. I tre altri ragazzi presenti si girarono verso di le.
< Alessandria ha parlato! > urlò quella bionda.
< Sta succedendo qualcosa di terribile > esclamò la rossa. Pochi secondi dopo la porta si spalancò e un ragazzino sui dieci anni aveva il fiatone.
< Ragazzi Tiffany si è volatilizzata nel nulla! > urlò sbiancando
< Cosa?!? > strepitò il ragazzo dai capelli blu.
< Smoker! La missione continuerà e non mi interessa minimamente di Tiffany in questo momento! Devi uccidere quei tre ora! Voglio tutta la marina a Jandir! > continuò il blu urlando come un pazzo. Smoker uscì dalla stanza i cinque ragazzi rimasero soli.
< Dobbiamo trovare Tiffany prima che lei trovi Viola e le racconti di sua madre! > disse la bionda fulminando tutti gli altri.
< Senti Lily mi sbatte il cazzo di Tiffany prima i pirati! > urlò il decenne. I cinque astri si misero a litigare e le loro urla arrivarono fino a delle orecchie. Delle orecchie particolari fatte di gomma. Le orecchie del re dei pirati.

ANGOLO AUTRICE
Scusate per il ritardo ! Ho avuto il blocco dello scrittore e in più sono distrutta... Ragazzi mi spiace tantissimo anche per il contenuto del capitolo che è uno schifo -.-  Perdonatemi davvero e da ora in poi pubblicherò come al solito una volta a settima :) Se continuerete a seguirmi vi prometto di fre sempre del mio meglio come cerco di fare pure ora :) Ora devo andare scusate
Kiss Bea

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Capitolo 9
*** Cap.8-Saga dell'isola di Jandir- parte quinta ***


Marco, Kidd e Law , con le loro rispettive ciurme, si erano ritrovati in una radura,gli alberi alti attorcigliavano i rami tra di loro creando una specie di tetto di fogliame da cui entrava una fioca luce lunare. Un folto muro d'ortica ostruiva il passaggio.
< Kidd, sei solo un cretino! Abbiamo sbagliato strada per colpa tua! > la voce di Marco riecheggiò per tutta la radura. Kidd camminava avanti e indietro osservato dai suoi fidi compagni di viaggio cercando di ignorare le provocazioni del pennuto. Una piccola vena pulsava sulla faccia del rosso.
< Tutto questo casino per una ragazzina > sussurrò Law a Tsuki. La ragazza accennò un sorrisetto dando un pugno al suo ragazzo.
< Beh ma che scatole... Io preferivo stare a casa a dormire a questo punto > rispose sempre la ragazza sbuffando.
 Ormai i tre capitani più forti al mondo erano più che abituati a ritrovarsi in situazioni simili ma mai per un motivo che sembrava apparentemente stupido.

Viola correva verso l'entrata del palazzo. Era seguita subito dopo da Edward e distaccati da loro di una quindicina di metri gli altri due ragazzi. Ivan si voleva fermare a prendere fiato, ma il portone era aperto e così dannatamente vicino. Stavano correndo troppo. Il biondo non riusciva a capire il motivo di tutta quella voglia di riuscire a salvare l'albino. Non ce la faceva davvero più era stremato prima la battaglia, poi la cattura da parte di Law e infine questo, una corsa chilometrica. Il ragazzo si lasciò cadere a terra chiudendo gli occhi.
< Ivan! Sbrigati non siamo qui per riposarci! > urlò il suo capitano, solo allora aprì i limpidi occhi cielo. La ragazza bruna lo fissava truce e l'assassino aveva una faccia indecifrabile. Cos'è ora se Viola era arrabbiata pure Edward lo era? No, lui era sempre abbastanza impassibile. Gli fissò entrambi negli occhi come per supplicarli per rimanere li a prendere fiato. < IVAN! > Newgate attaccandosi praticamente al suo viso glielo sbraitò in faccia. Ora che vedeva meglio le chiare iridi di Viola da verde si stavano colorando di giallo. Cosa le stava succedendo? Il suo capitano si stava comportando in modo strano, più strano del solito, e questo non lo rassicurava di certo.
< Viola sei diversa.. Non sto sotto gli ordini di chi non conosco! > sibilò il ragazzo di fuoco lanciandola a terra.
< Il capitano ha ragione è meglio sbrigarsi! > affermò Axelle porgendo la mano al biondo per farlo rialzare. 

La cucina della Moby Dick era meravigliosamente piena di cibo prima che la ciurma di Viola la saccheggiasse. Avevano preso di tutto dal primo all'ultimo granello di cibo. Avevano buttato tutto in dei grossi sacchi iuta color marrone scuro, che con molta fatica avevano trascinato sul ponte stranamente vuoto. Erano circa le ventidue e di solito, a quell'ora , il ponte era pieno o almeno da quello che aveva potuto intendere quel pomeriggio quella sera gli uomini di Marco si sarebbero sbronzati fino al coma etilico. Cheryl aveva sacchi pieni di provviste in mano. Dopo gli ordini d Viola di trovare cibo e acqua per resistere al viaggio verso Lapak , l'isola più tecnologicamente avanzata dell'intero mondo, non si erano più viste. Lapak. L'isola più vicina all'inferno,l'isola dei dannati e delle persone senza dio. Continuava a sospirare, la preoccupazione le stringeva il cuore. Aveva visto partire i ragazzi dell'alleanza e sapeva che non era un buon segno.
< Che c'è ? > chiese Takeshi prendendole un sacco dalle mani.
< Sono preoccupata .. > sospirò la ragazza dai capelli viola appoggiando ciò che aveva in mano a terra
< Per Edward vero? > domandò il verde affacciandosi verso la sua nave. Quando Ariel gli diede l'ok il ragazzo gli lanciò i sacchi.
< C-cosa?!? No! >sbraitò lei arrossendo e sbloccandosi dal suo stato di apparente trauma. Gli occhi viola del ragazzo la guardarono ironici.
< Poi... > continuò Cheryl < Edward se la sa cavare davvero molto bene e poi è con persone più che affidabili > sorrise per poi fare una faccia tra il rimorso e il “che cosa sto dicendo?”. Il rossore sulle sue guance si stava pian piano affievolendo.
< Beh comunque secondo me ti piace! > ridacchiò il ragazzo
< Non è vero ! >mugugnò la ragazza nascondendo il viso tornato scarlatto tra le mani. Takeshi si mise a ridere ancora più sguaiatamente cercando di nascondere la sua gelosia nei confronti di Edward. Non ci poteva credere lui geloso ! In qualche modo si sentiva inferiore. Odiava il rapporto che c'era tra Edward e Viola , si conoscevano da circa tre settimane ed erano diventati come migliori amici. Non era umanamente possibile! Poi Viola non l'aveva neanche scelto per andare con lei a prendere i loro nuovi compagni!
< Hey Takeshi ci sei? > chiese Cheryl lanciando un occhiata al verde. Lui annuì leggermente e tornò a lanciare le provviste sulla nave.
 
La cuoca si era ritrovata in una sgradevole situazione, già quella in cui si trovavano non era delle migliori e in più ora si mettevano anche i suoi “simpaticissimi” compagni.  Viola rimaneva staccata di qualche metro dal gruppo e nessuno aveva capito il motivo, di solito rimaneva davanti e segnava la strada. La bionda si sentiva l’unica abbastanza normale tra un capitano che sembrava aver bevuto sette o otto caraffe di caffè con crisi di rabbia ogni secondo che passava, il biondo che cercava di trattenersi da picchiare la ragazza e un assassino che osservava tutto con fare attento e maniacale.
< Ho portato un panino, camminiamo da tanto ci fa bene mangiare > sospirò Axelle sorridendo porgendo ai due ragazzi che aveva vicino degli involucri contenenti dei poderosi panini. Si erano ritrovati, dopo essere entrati nel palazzo, in una grande sala dove sembrava tutto abbastanza tranquillo. La cuoca iniziò a studiare il luogo circostante. Bel posticino la sala delle torture.
< Facciamo attenzione è molto pericoloso qui > commentò Edward, il ragazzo se lo sentiva dentro c’era qualcosa che non andava. Il bruno diede due morsi voraci al panino e ricominciò a camminare seguito dal resto del gruppo. 
Ivan cercava tracce di mostri nei paraggi, quei cosi non gli piacevano proprio ! In più attaccavano sempre in branco ma su che razza di isola erano capitati! La sua attenzione però venne subito attirata dalla ragazza dai capelli chiari che gli puntava in faccia un grosso panino.
< Grazie Axelle > disse scocciato il biondo afferrando il panino. < Ok Ed staremo attenti e se ci cacciamo nei guai abbiamo l’angelo diavolo alle spalle > continuò masticando il panino.
Da lontano a circa trenta metri di distanza dal gruppo c’era Viola. Camminava traballando con gli occhi semisocchiusi. Neanche lei capiva bene cosa le stava succedendo sapeva solo che aveva già provato una sensazione del genere quando si allenava. La bruna cercava di controllare l’area circostante senza successo ogni volta che muoveva la testa quella le cadeva in avanti come se non fosse sorretta da niente. Prese piano il fucile e accidentalmente andò a mirare proprio il biondo. Le sarebbe stato facile fargli saltare le cervella in quel momento, lo odiava per quello che aveva fatto suo padre alla sua famiglia. Quello che avrebbe potuto sparare era un colpo perfetto non gli avrebbe neanche fatto molto male. < No!! Ritorna in te!! > urlò qualcosa nella sua testa. La ragazza fece cadere il fucile e si mise le mani nei capelli. Quelle voci. Sentiva di nuovo quelle maledettissime voci! Erano mesi che non le sentiva più. Cercò di trattenersi dall’urlare. La mano con cui aveva formato una finta pistola le andò a sfiorare la tempia e far finta di spararsi. D’istinto l’altra mano andò a sfiorare il fodero della pistola < Ho detto di non farlo! > strepitò la stessa voce facendola tornare in se. La ragazza iniziò ad avanzare verso gli altri,che ormai erano distanti da lei un cinquantina di metri, e sorrideva. No, non si sentiva per niente meglio cercava solo di nascondere quello che per lei era troppo da sopportare, quello che per lei sarebbe diventato l’inferno.
 
< Finalmente vi ho trovati! > strepitò  una ragazza dai capelli biondi era su una balconata ad osservare i tre .
< Ma chi è questa un’altra idiota? > domandò Ivan ad Axelle
< Spero proprio di no > ridacchiò lei. La ragazza bionda schioccò le dita la terra sotto i loro piedi iniziò a muoversi e dalle porte circostanti uscirono altri mostri.
< Mi presento ! > urlò lei < Io sono Jaguar D. Luna e … Dove cavolo è Cassie volevo fare l’entrata in scena figa! Uffa non importa e sapevo che sareste tornati per riprendervi il vostro amichetto albino! > e dopo aver detto questa frase scoppiò a ridere.
< Si è sciroccata.. > commentò Axelle mettendosi le mani tra i capelli.
< Uno, due, tre.. > contò poi Luna < Manca la ragazza dai capelli bruni! Oh beh su miei mostri attaccate comunque > disse la ragazza alzando le spalle e una schiera di mostri saltò addosso ai poveri tre malcapitati.
Edward  guardò attentamente i mostri attorno a loro. Ok, niente mostri strani ne esseri che gli sembravano troppo forti.
< Mh > mugugnò il bruno, vedendo poco più in la scheletri armati di spada, quelli gli sembravano i più forti. Impugnò la katana e si scagliò verso i nemici sferrando due violenti fendenti.
Axelle non si agitava mai per dei mostri di quel calibro, ma lì c’era qualcosa che non andava proprio. Il suo corpo che non conosceva la paura iniziò a tremare. Doveva agire in fretta. < Mi chiedo se gli zombie abbiano paura degli spiriti > sussurrò tra se e se. La ragazza si mordicchiò le labbra, era pronta per trasformarsi in uno spiritello azzurro. Un brivido le attraversò il corpo e subito dopo si sentì leggera quanto le piaceva stare in forma gassosa. Subito dopo aver provato quell’ottima sensazione si buttò nella mischia.
Ivan era troppo esaltato! Non ci credeva così tanti mostri in una sola stanza . Si tranquillizzò e iniziò a lanciare Hicken ai mostri che erano li torno senza pietà. Un suo attacco ne trafisse uno direttamente nel petto. La prima vittima. Si sentì come realizzato in un certo tal modo. Ma il mostro, un grande blob blu, si riformò velocemente. In quel momento sentì ridacchiare due persone. Il suo sguardo si alzò. La ragazza che si era spacciata per la loro navigatrice era li e se la stava ridendo.
< Mi spiace > cominciò Cassie
< Ma per uccidere questi mostri si devono usare poteri particolari o una bella dose di haki > spiegò rimettendosi a ridere.
 
Viola era riuscita a raggiungere gli altri. Era appoggiata alla porta della stanza e fissava i suoi compagni con sguardo assente.
< Uhmpf haki è! > ridacchiò lei. Era felice che i suoi tre compagni stessero combattendo, pensò che era meglio anche per loro. Osservò tutti i mostri sul campo di battaglia, avevano praticamente circondato il gruppo. Doveva dargli una mano. Piano piano si iniziò a “caricare” l’haki. I capelli le si alzarono in piedi mentre camminava verso quella che ormai sarebbe diventata la tomba di quei mostri. Tutto sembrava come essersi fermato, il tempo iniziò a scorrere lentamente finche tutto non diventò azzurro e poi di seguito bianco. Quando il  tutto riprese colore i mostri erano svaniti nel nulla. Si guardò in torno. Axelle era svenuta come le due ragazze sulla balconata, Ivan si reggeva a malapena in piedi e Edward era leggermente scosso.
< Ed > la bruna gli lanciò un occhiata che avrebbe potuto far paura anche ad una supernova
< Quando quelle due si sveglieranno non si ricorderanno più niente di quel che è successo quindi portale lontano da qui.. Vado a prendere Dylan ed a uccidere quella bastarda.. Ricordati di andare più lontano possibile e di non fare avvicinare nessuno potrebbe diventare pericoloso! > disse Viola con un tono di voce basso quasi inquietante e mai sentito da lei. Il ragazzo accennò un si e vide il suo capitano partire, c’era qualcosa di diverso in lei.. Forse erano gli occhi gialli?
 
Viola traballava per salire sulla torre si appoggiava ad ogni cosa disponibile. Si sentiva stanca. Finalmente dopo interminabili venti minuti era riuscita a salire sulla torre e a trovare Emily seduta sulla scrivania sorseggiando del sakè.
< Buongiorno Viola > la salutò l’altra con innaturale calma
< Guarda sullo schermo.. Li riconosci vero?!? Sono tutti i tuoi amici, tuo fratello e la persona che volevi salvare fin dall’inizio > ridacchiò < Tra poco moriranno tutti, tra venti minuti esatti qui esploderà tutto! > iniziò a ridere sadicamente. Viola sgranò gli occhi, li voleva uccidere tutti!
< Oh ma Vivi i tuoi occhi! Finalmente dopo mesi stai ritornando quello per cui sei stata creata ! La mia macchina da guerra preferita finalmente capisco cosa vuole dire essere un kanpeki! Semplicemente tu sei stata…Come dire… Riprogrammata per seguire gli ordini che ti hanno dato! > disse piagando la testa di pochi gradi. Viola si mise ad urlare. Non ci stava capendo più niente, cos’era lei di  preciso? Un angelo, un diavolo o una macchina da guerra? Poi perché a lei? Che missione non capiva più niente! Chiuse gli occhi e si lasciò cadere sul pavimento di quella stanza. Il legno era freddo e tutto intorno era buio. Aprì gli occhi, niente da fare sempre tutto buio. Chiuse di nuovo gli occhi e si lasciò trascinare nel mondo dei sogni da Morfeo.
Emily sorrise quando Viola si rialzò. Non era cosciente. Finalmente vedeva la vera forza di quella ragazza.
< Dov’è Dylan? > sibilò estraendo il fucile dalla custodia.
< Oh si l’albino è nell’altra stanza non preoccuparti appena avrai finito qui potrai andare a prenderlo ma prima… > sorrise male la ragazza 
< Komando  > e dicendo così spaccò in mille pezzettini le ossa della gamba sinistra della bruna. Un urlo straziante risuonò in tutto il palazzo. A Viola uscirono delle piccole lacrime dagli occhi d’orati
< Ma il dolore dovrebbe essere meno forte no? > ridacchiò di nuovo Emily per andare a colpire con la sua spada la gamba di Viola.
 
Una splendida ragazza dalla pelle candida camminava scalza sulla spiaggia. I lunghissimi capelli biondi toccavano terra e i grandi occhi grigi azzurri fissavano il vuoto. Cheryl stava finendo di raccogliere le ultime erbe mediche quando la vide. Le sembrava quasi che emanasse una candida aurea.
< Chi sei ? > azzardò la ragazza dai capelli viola. L’altra si girò lentamente e le sorrise.
< Io sono Tiffany sono qui per parlare con Viola >  quella voce così armoniosa la faceva sentire bene.
< Il mio capitano ora è davvero molto impegnato > cercò di non tradire il tono di voce, per non far capire che stava mentendo.
< Capitano… Quando suo padre lo saprà ne sarà così orgoglioso e Ace ne sarà entusiasta > sospirò iniziando a guardare il mare. Cheryl abbassò lo sguardo.
< Il padre di Viola è morto molti anni fa come suo fratello >  disse grattandosi il capo. L’altra rise leggermente
< Lo so..Ma io sono un fantasma posso comunicarci > sorrise di nuovo  la bionda. La dottoressa rimase di sasso, aveva davanti agli occhi un fantasma?!? No era impossibile!
< Oh non mi credi.. > sospirò
< No! No! Ti credo vieni con me ti porto al sicuro sulla nave! >  cercò di scusarsi. Non capiva ancora cosa volesse un fantasma dal suo capitano e soprattutto perché esisteva un fantasma?!? Quando Tiffany per andare verso la nave le trapassò il corpo le diede il colpo di grazia, poteva sopportare mosti, Kidd che la portava sulla nave del pennuto e cose strana ma un fantasma che la trapassava era troppo! Cheryl si senti mancare,gli occhi le si chiusero e svenne non era possibile tutto questo.

Angolo autrice 
Giorno gente e dopo due settimane ritorno! Ecco a questo proposito non riesco più ad oggiornare ogni santa settimana e quindi sarà ogni due settimane non uccidetemi!! So pure che il capitolo è incasinato e che fa schifo ma per questa volta è così... Mi spiace è che non riesco a fare più niente ne rispondere ai commenti ne scrivere qualcosa di decente.. Scusate davvero! Ora angolino pubblicità XP Tranne gli scherzi se volete passare da una mia storia che si chiama "The first love" e quella di un mio conoscente lui si chiama "Death the Ivi" e sta scrivendo "This is war"  che è una storia ad OC. 
Devo ringraziare tutti voi che mi seguite commentate e vario e come al solito Giulia che mi sopporta ogni giorno, Laura che mi aiuta a scrivere sopporta i miei scleri e che si scrive sulle braccia come me XD 
Poi boh non chiedeti in massa cosa succede a Viola perchè si saprà nel prossimo capitolo :) Ora vado a fare video-chat con Black Firework ciao ciao 

 

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Capitolo 10
*** Cap.9-Saga dell'isola di Jandir- ultima parte ***


Blink 182 - Heart's All Gone
Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete il capitolo
è la canzone con cui mi è venuta l'ispirazione 

Viola aprì gli occhi. Qualcosa non andava. Tutto intorno a lei era di uno strano colore arancione e tutto era morbido. Si guardò intorno per un po’ fino ad arrivare ad una conclusione. Era morta. In cuor suo sperava che non fosse così ma probabilmente lo era. Sospirò e si sedette sulla morbida pellicola arancione. Si, era proprio noioso l’inferno. In più si aspettava di trovare più gente e di trovare anche suo fratello Ace che di santo non aveva proprio niente. Rimase così per un po’ finché non sentì una fitta al petto. L’aria le inizio a mancare e iniziò a boccheggiare. Pochi secondi dopo tutto passò. Come poteva provare dolore se era morta? Oh beh si sarebbe abituata.
< Viola? > una voce risuonò in quella strana stanza arancio < Si > rispose lei alzandosi in piedi
< Mi chiamo Tiffany ti ricordi di me? > chiese la voce misteriosa. Viola ci pensò su un secondo < No! > rispose poi sorridendo per poi sdraiarsi sul morbido pavimento arancio.
< Non importa.. Allora hai capito cosa ti sta succedendo? > chiese Tiffany.
< No..Però credo di essere morta e finita all’inferno e che tu sei il diavolo oppure di essermi fumata qualcosa di pesante > rispose Viola, la fantasma sbuffò
< Dio se sei scema! Sei tornata kanpeki cerca di svegliarti idiota o sarà pericoloso per te! > Urlò la voce
< E come devo fare? > chiese Viola con tranquillità
< Oh io non lo so arrangiati e svegliati sbrigati! > le ordinò la voce. Se glielo diceva una perfetta sconosciuta tanto valeva provarci. Viola chiuse gli occhi concentrandosi sul pensiero di svegliarsi.
 
Emily era accasciata al muro. Il sangue, le ferite, i tagli le bruciavano.
< Complimenti Viola mi hai disarmato.. > rise sadica lei
< Piano, non serve che schiacci la  pistola così forte … > si lamentò. La stanza era praticamente distrutta tutto in mille pezzettini. Viola ghignava mentre puntava la pistola al collo di Emily. I televisori che trasmettevano le immagini di ciò che stava succedendo intorno a loro. Sul quarto schermo si vedeva il mare, le navi della marina erano in avvicinamento. I minuti passavano e si avvicinava pericolosamente il momento dell’esplosione.
< Ultime parole? > soffiò Viola contro l’altra ragazza.
< Ti ricordi come ci siamo conosciute? > chiese Emily sorridendo.
Flash back
Osservavo tristemente tutto quello che mi succedeva in torno. Ragazzini che si allenavano per diventare qualcosa. Mio padre non mi aveva spiegato molto bene cosa stesse succedendo. Avere dieci anni e stare in un accampamento militare non era il massimo. Presto sarebbe arrivata la bimba che tutti chiamavo “l’angelo-diavolo”, ironico secondo me. Ero seduta sul parapetto del balcone con le gambe a penzoloni. Vidi aprire i cancelli dell’accampamento. Una carrozza trainata da yunikon si fermò poco prima della grande fontana di pietra. L’accampamento era enorme formato all’entrata di giardini splendidi, da una villa dove abitava la mia famiglia con i vari generali e gli addestratori e dietro tutto questo le baracche per i ragazzi che si allenavano e i veri campi di battaglia. Dalla carrozza scese una signora dai lunghi capelli neri, da quella distanza era l’unica cosa che vedevo bene, che le stringeva la mano a una piccola bimba, sui sei anni, con dai corti capelli marroni. Mi spostai dalla mi posizione per scendere in cortile. I sassolini mi davano fastidio sotto i piedi scalzi. Mi attaccai al giubbotto da marine di mio padre richiamando la sua attenzione. Lui mi sorrise spingendomi in avanti.
< Emily > disse
< Questa è Viola, verrà addestrata qui diventerà un kanpeki > concluse il marine guardandola. La bambina aveva fatto una sorta di smorfia sentendo quelle parole. Le porsi la mano. Lei la afferrò e mi sorrise gentilmente e io la trascinai via.

La piccola si guardava in torno spaventata, era un posto nuovo per lei e non sapeva cosa stava per succederle.
< Ti sto portando a prepararti.. Ti faranno una puntura, ma non farà male. Alcuni bambini escono strani da quella stanza! Dormono e sono tanto freddi invece altri escono normali ma tanto tanto seri e altri i più pochi vengono fuori normali e quelli vengono presi e messi nel campo > spiegai agitando ancora di più Viola a cui si inumidirono gli occhi.
< Ma di sicuro sari una dell’ultimo gruppo! > le sorrisi.
< E-Emily saremo amiche per sempre vero? > chiese la brunetta lasciandomi la mano
< Certo >  confermai io sorridendo ancora di più

 
< Ti ricordi la nostra promessa? >  Viola la squadrò afferrando con maggior forza la pistola e accennando un si con la testa
< Allora perché non l’hai mantenuta! > urlò la ragazza dai capelli biondi. Viola premette ancora di più la pistola sulla gola  dell’altra.
< Ho detto ultime parole … > sibilò di nuovo la mora.
< Dimmi qual è la tua missione? > domandò prendendo la pistola e schiacciandola ancor più al collo. Viola sorrise sadica
< Ti basta sapere che i frutti del diavolo saranno dei cinque astri di saggezza >. Quando la riccia finì di pronunciare quelle parole sparò. Un colpo secco in gola. Emily morì con un sorriso sadico sulla faccia. Viola forse non aveva ancora rinunciato in parte al suo passato da kanpeki.
La bruna cercò di uscire dalla stanza, un’impresa  quasi impossibile avendo la gamba rotta. Si trascinava verso la stanza accanto dove era rinchiuso Dylan. Aprì il lucchetto della porta usando l’haki. Vide Dylan gli sorrise e svenne.

Sulla nave di Viola era tutto tranquillo, li nessuno sapeva cosa stesse succedendo. Tra meno di cinque minuti l'intera isola sarebbe esplosa. L'alleanza era tornata sulla Moby Dick. Ariel era leggermente preoccupata, i suoi compagni non tornavano. Cheryl stava preparando del the per la ragazza-fantasma e probabilmente anche per tutti gli altri, visto le proporzioni smisurate della teiera. Ariel si chiedeva se Viola volesse un fantasma nella ciurma e se Tiffany l'avesse davvero contattata. Cheryl poggiò il grazioso vassoio sul tavolino facendole perdere il filo del discorso. In quel momento Edward e Ivan salirono sulla nave. Il biondo aveva in braccio Axelle mentre il bruno portava a spalle, appoggiate come due sacchi di patate altre due ragazze.
< Cheryl te le portiamo in ambulatorio > disse il biondo. Ariel fissava i corpi svenuti non vedendo quello del suo capitano, mugugnò, la corvina non aveva neanche il tempo di rivederla che subito spariva di nuovo.
< Dobbiamo partire... > annunciò Ivan uscendo con Edward dalla cabina. Tutti sulla nave si girarono a guardarlo.
< Viola è morta.. > sospirò. A Takeshi prese un colpo, a Cheryl vennero le lacrime agli occhi, Ariel deglutì e Tiffany ghignò.
< Tranquilli sta mentendo > disse poi la ragazza con il ghigno in faccia riaprendo gli occhi. Il moro la guardò senza fiatare, Ivan urlò dallo spavento.
< Oh si sono un fantasma e stavo in contattato con il vostro capitano fino a due secondi fa poi probabilmente si è risvegliata o è svenuta... Edward ti dovrei parlare! > ordinò Tiffany, il ragazzo la guardò e fece un cenno con la testa.
Tiffany aveva portato Ed sulla prua della nave dove la fantasma si sedette sul parapetto. Edward appoggiò i gomiti accanto alla ragazza e si mise ad osservare il tramonto. Erano in quell'isola da ormai cinque giorni non contando quello che si stava per concludere. La luce del tramonto si riflettè sul mare dipingendolo di un rosso vivo, le onde s'infrangevano lentamente sulla spiaggia in un moto continuo e instancabile, bagnavano la riva con la loro spuma bianca. Là in lontananza, fin dove si perdeva l'occhio il mare e il cielo si fondevano creando un unico sfondo. Il sole tingeva il cielo di varie sfumature rosa,rosso giallo e arancio così come le nuvole e tutto diventa un quadro perfetto. Ed sorrise impercettibilmente dimenticandosi per un secondo di tutto. Si lasciò andare per un solo attimo non sentendosi in pericolo, era una situazione quasi paradisiaca. Scrollò la testa lui non si poteva permette questi momenti. Passò lo sguardo dal vuoto a Tiffany che lo guardava sorridendo.
< Allora ? > chiese il bruno.
< Come sai Viola è una kanpeki .e questo provoca non pochi guai con il governo... > iniziò un po titubante la bionda per poi rassicurarsi quando vide lo sguardo attento di Edward
< Viola si fida di te ? > chiese vedendo il moro che faceva segno di si con il capo.
< Devi sapere che lei è un progetto incompleto, quindi quando entra in “modalità on” non si sa controllare e questo porta .: >
< Alla distruzione di tutto quello che si trova in torno a lei > continuò il moro rabbuiandosi un pochino, la ragazza sorrise.
< Vedo che hai capito ma non è questo che mi preoccupa... > sospirò pesantemente
< E di cosa allora? > domandò l'altro seccato che la fantasmina non gli dicesse quello che succedeva
< Se Viola sta per troppo tempo in “modalità on” si ricorderà del suo compito e vi cercherà di uccidere tutti > alla ragazza venne un brivido.
< Come fai a sapere tutto questo? > chiese sospettoso il moro
< Sono una sua..amica! > rispose lei
< Comunque ti prego! Non devi più farla trasformare!> lo implorò Tiffany . L'assassino abbassò lo sguardo
< Come devo fare? > chiese pronto a imparare
< Veramente non lo e non so neanche come svegliarla.. Finché non lo so tu dovrai promettermi di prenderti cura di lei e non devi dire a Marco che sono stata qui! > gli ordinò la ragazza. Edward sorrise
< Mi prendo già cura del mio capitano e non parlerei mai con Marco e sopratutto perchè dovrei farlo? > chiese stizzito Edawrd iniziando a camminare verso gli altri
< Si vede che non ti prendi abbastanza cura di lei.. > sibilò Tiffany. Edward si voltò, gli occhi emanavano una freddezza impressionante.
< Faccio del mio meglio e poi ha sedici anni se la sa cavare! > le ringhiò contro lui.
< Vedo > commentò la ragazza seguendolo

La fantasmina aveva obbligato la ciurma ad abbandonare il luogo di attracco vicino all'isola e spostarsi di in mare aperto. La Moby Dick era partita, c'era qualcosa che non andava. Marco non avrebbe mai potuto abbandonare la sorella. Tutti sulla nave si chiedevano il vero motivo. Le tre ragazze in infermeria dormivano ancora indisturbate. Un venticello fresco rallegrava i ragazzi. Ivan aveva raccontato la loro avventura arricchendola di particolari mostri mai incontrati, pirati mai sconfitti e ragazze mai baciate. Ivan aveva davvero esagerato quella volta ma un sognante Takeshi lo ascoltava entusiasta tra le risatine compiaciute di Cheryl che trovava la storia molto buffa.
< E così io e Ed, però di più io, abbiamo salvato queste tre ragazze indifese! Siamo degli eroi! Però Viola ci ha detto di non seguirla anche se io l'ho implorata di non andare vi giuro! > finì di raccontare il biondo
< M-ma perchè non l'avete fermata a forza? > chiese il ragazzo dai capelli verdi
< P-perchè... è colpa di Ed! Si è colpa sua! Lui ha detto “ordini del capitano” e se né andato > Edward non disse niente e non contestò le bugie del ragazzo anzi sorrideva ascoltandolo anche se gli aveva dato un po fastidio aver per tutta la ciurma, o almeno quella cosciente aver provocato la scomparsa di Viola. Tiffany apparve vicino ad Ariel appoggiò i gomiti sul parapetto guardando l'isola illuminata solo dalla flebile luce della luna. La notte era calata da poco ma il buio era già diventato quasi totale. Si respirava un atosfera apparentemente tranquilla ma in verità era tutt'altro. Tutti erano agitati dentro si sentivano inutili e incapaci di fare qualcosa, ma erano aggrappati alla flebile speranza che il loro capitano sarebbe riemerso dalle acque con un sorriso smagliante e un ragazzo dai capelli argento per mano. Tiffany guardava nervosa l'orologio.
< Tre,due,uno.. BOOM! > Esclamò poi indicando l'isola. Una forte folata di vento fece cadere i ragazzi. Un forte rumore risuonò nelle orecchie dei ragazzi e un grande fungo di fumo apparve nell'aria. Anche se da lontano la fantasma era riuscita a portare avanti di due ore la bomba. Ne era felice ma credeva che Viola arrivasse prima. Cercò di connettersi con lei ma niente,non succedeva nulla. La paura le strinse il cuore. Anche se non batteva più le sembrò che il suo si era fermato di colpo. Si guardò in torno spaventata. Dieci occhi la guardavano increduli. Ariel ruppe il silenzio e fece la domanda che tutti volevano farle
< Viola è viva? >. Il fantasma deglutì e andò verso la sottocoperta
< Credo che... > sospirò non voleva dire morta
< Emh non saprei davvero > liquidò il tutto con questa frase e sparì nel nulla. Nessuno era certo di quello che era successo. Takeshi era immobile ancora steso a terra a fissare la luna. Quella grande luna che fissava tutto da la in alto, quella luna di sangue che aveva assistito alla morte del suo capitano ma sembrava che a lei non gliene fregasse niente. Aveva visto l'esplosione, aveva visto tutto quel che era successo e sapeva quello che era successo a Viola. Prese un respiro il ragazzo appoggiandosi alle mani e guardandosi in torno. Non doveva piangere, alla fine non c'era niente di certo. Magari c'era ancora una speranza che quella ragazza dagli occhi smeraldo fosse viva e magari da qualche parte su una barchetta stava ballando scordinatamente come quando vinceva a poker*. Si alzò, gli occhi viola erano lucidi. Perchè stava piangendo ? Aveva già visto molte persone morire e nessuno gli aveva dato quell'effetto. Si sentiva strano un po come quando pensi di aver ottenuto qualcosa e poi ti sparisce sotto gli occhi. Si alzò e senza parlare andò nella sua cabina, l'unica persona che guardò per sentirsi rassicurato era stata Cheryl. 
La ragazza dai capelli viola era abbracciata ad Edward. Piangeva disperata. Erano passate solo tre settimane ma lei sentiva che Viola fosse sua sorella e non poteva crederci. Morte. Una parola stranissima. Era un medico era abituata alla morte, ma questa le aveva fatto davvero male. Abbracciò ancora di più Edward quando si sentì di nuovo gli occhi bruciare. Era strano, stava abbracciando il ragazzo per cui provava dei sentimenti che stavano diventando qualcosa di più della semplice amicizia ma non le interessava minimamente ora voleva solo rivedere Viola. C'era un profondo silenzio quasi sacro tranne per le urla straziate di Ivan.
Il biondo prendeva a pugni l'albero maestro. Le mani infuocate, gli occhi pieni di lacrime e tante tante imprecazioni che gli uscivano dalla bocca. Era la persona che gli avevano imposto di proteggere, non l'aveva mai fatto veramente. Le aveva salvato la vita solo alla casa d' aste. Sapeva quanto era forte e pensava che se la poteva cavare da sola invece non era stato così. Non aveva fatto niente per aiutarla, non aveva obbligato Edward ad andarla a salvare e si sentiva in colpa per averla insultata. Voleva eclissarsi e sparire. Riemerse dai suoi pensieri quando si accorse che aveva quasi distrutto l'albero maestro. Urlò di nuovo scaricando tutto il dolore in quell'urlo. Ariel lo afferrò alle spalle e lo trascinò via. Doveva succedere prima o poi.
< Ivan respira! Ti prego Ivan respira! Vuoi capire che non c'è niente da fare! È morta! MORTA! > urlò la ragazza corvina, si anche lei soffriva ma non era la fine del mondo. Erano passate solo tre settimane e sapeva che l'assassino avrebbe preso il posto di Viola o la ciurma si sarebbe sciolta. Anche se la seconda opzione non avrebbe avuto senso. Si erano fatti delle promesse avevano sogni, niente era cambiato e niente avrebbe potuto impedirgli di raggiungere i loro obbiettivi. Una persona in più una meno non faceva differenza. Non che non soffrisse di quella perdita ma era normale erano pirati avrebbero avuto moltissime altre vittime. Stavano andando a cercare lo One Piece mica stavano giocando con le bambole. Ivan si girò nuovamente lanciandole uno sguardo e staccandosi dalla sua presa ferrea
< L'ho capito! Scusami tanto se sto male e non sono un cazzo di ghiacciolo come te > urlò il biondo andando in sottocoperta.

Takeshi aveva deciso, dopo aver controllato le tre ragazze in infermeria, di andare a vedere la stanza di Viola. Doveva ridarle il fischietto d'argento, l'aveva preso ad Axelle qualche minuto prima. Non era stato un furto aveva solo ripreso quello che gli serviva. Sorrise al pensiero di rivedere Viola nella sua stanza a litigare con Ivan o a lanciare le freccette sulla foto di suo fratello che sorrideva con quella faccia da tonto. Apri la porta e trovò una ragazza distesa sul letto. La guardò stupefatto
< Chi sei tu? > chiese indicandola
< Io sono Diana una cosciente di Viola! Dylan quando mi ha liberata mi ha detta di venire qui e poi chi sei tu ? > rispose tranquilla
< Io sono Roronoa Takeshi, stavo aiutando Viola alla ricerca di tutti i membri dei Mugiwara.. > sospirò
< Stavo? > chiese l'altra
< Viola è morta! > urlò
< Ahahah so che tipo è Dylan e non lascerebbe mai morire una come Viola > Dopo aver pronunciato queste parole la ragazza si alzò ed andò sul ponte. Takeshi rimase di sasso fece cadere il fischietto sul materasso e decise di seguire Diana.

L'isola bruciava in un rogo immane. Edward era seduto al posto di vedetta. Non si era ancora arreso. La nave era ferma sotto suo ordine, nessuno l'aveva contraddetto. La torre su cui era salita Viola stava bruciando. Crollava divorata dalle fiamme Dominava la reggia ma ora, ora crollava e la sua imponenza ormai era sparita .Perchè Viola non era tornata ? Perchè un fantasma l'aveva implorato di proteggerla? Perchè lui ? Domande senza alcuna risposta a i suoi occhi continuavano a fissare comunque la strada che portava alla loro nave aspettando la ragazza riccia. Come si sentiva lui, l'assassino...Lacrime amare scendevano dai suoi occhi, pensava al passato a tutti i lutti subiti,pesava alla sua famiglia, alla morte di sua sorella e ora alla morte del suo capitano. Il suo capitano. Ora credeva di dovere prendere il posto del suo capitano. Lui capitano? Che doveva fare ? Sospirò. Doveva essere forte per tutti. Si affacciò, tutti erano sul ponte. Axelle aveva appena assorbito la notizia infatti piangeva disperata. Le altre due Cassie e Luna gli sembrava erano leggermente imbarazzate non sapendo che fare. Poi c'era Diana che fissava il mare. Appena l'aveva vista aveva capito che era un maschiaccio.
< Ciurma! > urlò e tutti iniziarono a fissarlo
< Da ora in poi sarò io il vostro capitano! > fini. Tutti sorrisero.
< Non è ancora detto! >una voce conosciuta urlò questa frase. Tutti si girarono. La ragazza bruna era tutta impolverata e sporca di sangue.
< Sentimi bene io non mollo il mio posto perchè voi pensate che fossi morta! > Era appoggiata su un ragazzo dai capelli argentei. < Dylan > sospirò Diana . La ragazza alzò il capo < Viola! > l'urlo collettivo risuonò nell'aria.
< Scusate ci abbiamo un po perché ho una gamba maciullata! > sorrise mostrando i suoi grandi occhi verdi per poi chiuderli e svenire.

Angolo autrice 
Sapete che mi chiedo pure io cosa sia questo? Scrivare dorante le vacanze non mi fa bene... In teoria ora starei scrivendo un tema ma non è così ;) Bene che dire la finta morte di Viola ha scombussolato un po tutti con la sua finta morte! Prima dell'inizio ci sarebbe stata un altra parte ma l'ho tagliata perchè non mi piaceva! Or ora è finita ufficialmente la prima saga! Festeggiamo!!! Allora auguri di buon anno e buon Natale (in super ritardo) :) 
Se ce la faccio apro anche il profilo su ask ma solo se ce la faccio e per ora riapro l'angolo domande :) 
*Viene raccontato nella storia: "La vita sulla nava" primo capitolo "Vincite" se non l'avete ancora letta passate :) 

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Capitolo 11
*** cap.10 - The Landing ***


Final Fantasy VIII -The Landing 

e questo nasce dalla colonna sonora di un videogioco..Si giocate a Final Fantasy ragazzi 

 

Viola si girò nel letto. Che ore saranno state? Forse le quattro o giù di li. Aprì per metà un occhio e si guardò, per quanto riuscisse in torno. Da quanto dormiva? Giorni probabilmente. Quando aprì completamente anche un sorriso le si stampò in faccia. Un Edward letteralmente disteso sulla scrivania dormiva tranquillo. Viola si alzò malamente dal letto per accertarsi che il suo vice stesse dormendo realmente. Quando gli fu davanti gli occhi verdi si puntarono sui vari libri, quaderni e biro usate il suo vice gli sembrò quasi uno studente sotto esame. Quando la mano della bruna si poggiò sulla sua spalla il bruno si svegliò di scatto puntandole alla gola la katana. Lo sguardo di Viola era come quello di cervo che stava per essere investito da una macchina e Edward era la suddetta macchina.
< Ti sembra un buon modo per salutarmi? > chiesa il capitano ironica prendendo la spada con la mano e puntandola a terra. Il ragazzo fece scioccare la lingua sul palato per poi rimettere nel fodero la spada e allungando la mano per una cordiale stretta. Viola lo guardò stupita per poi stringergli la mano e attirare il bruno verso di lei per abbracciarlo
< Hai qualche problema particolare per fare quella roba? Non vorrei sbagliarmi ma sei un po cresciutello per fare lo studente di scuola superiore! > chiese ridacchiando
< Io non sto studiando > rispose sbuffando l'altro
< Penso solo a quello che mi ha detto Tiffany... >. L'abbraccio stava durando fin troppo per i gusti di tutti e due, così Ed sciolse l'abbraccio accenando quello che poteva essere definito un sorriso. Viola gli fece la linguaccia e si lanciò sul comodo letto. Gli occhi schizzavano di qua e di la. Tutto come l'aveva lasciato . Edward sbadigliando si diresse verso la porta dove , con un gesto lento, afferrò la maniglia.
< Ed? > quella domanda che le risuonava in testa doveva farla per forza. Il moro emise uno strano mugugno che la ragazza recepì come un segno di sonno più che altro.
< Cos'è successo mentre dormivo? > sgranò gli occhi lei, mentre pronunciava quelle parole cercando di far capire che non le interessava niente se il suo vice si stava addormentando voleva una risposta e basta. Il ragazzo abbozzò un sorriso comprensivo e le fece un gesto con la mano in segno di seguirlo.

L'aria calda e il cielo limpido indicavano che si stavano avvicinando ad un isola estiva. Viola preferiva di gran lunga quelle invernali dove più volte aveva attraccato con la sua famiglia ed era certa che si sarebbe ambientata meglio tra la neve che tra campi fioriti e vie illuminate dal sole. Lapak. Finalmente ci stavano arrivando. Lapak l'isola dei dannati, sarebbe stato fottutamente divertente. Lì c'erano i senza speranza, i reclusi e sopratutto i migliori combattenti di tutto il mondo. Si, Lapak era una nuova Sparta! Una cosa un po inquietante se ci pensavi per un po. Ma la sua ciurma non avrebbe avuto paura di quei ragazzi. Si a proposito Lapak era abitata solo da bambini o adolescenti, l'uomo più vecchio , da quello che si diceva, aveva più meno ventisei anni.
< Guarda! > disse Ed indicando qualcosa in alto.
< È la luna Ed... Lo so che senza di me eravate persi ma così da non ricordarsi neanche più le cose base mi sembra davvero esagerato! > rise ironica il capitano lanciando uno sguardo divertito all'altro
< Ahahah molto divertente! > rise ironico l'altro per scoccarle uno sguardo quasi come uno di quelli che si lanciano ai fratelli minori quando dicono qualcosa di stupido.
< Intendevo la bandiera abbiamo creato il Jolly Roger.. > disse spostando il viso di viso per puntare la bandiera che sventolava alla luce della luna. Un teschio bianco risaltava sul nero e due ali una bianca giallastra e una rossa spiccavano tra tutto. Solo guardandolo attentamente si potevano vedere le due ossa che formavano una croce.
< Il mio tatuaggio! > esclamò la ragazza entusiasta con gli occhi che luccicavano dalla gioia.
< Sapevo che ti poteva piacere...Ah si tieni! > il ragazzo passò annoiato due fogli di carta giallastra alla ragazza. Gli occhi verdi di lei scrutarono le scritte, i numeri e le fotografie mentre il ragazzo aspettava una qualche reazione.
< Umhh.. > fece Viola ripassandogli quei suddetti fogli.
< Come l'hai presa capitano? > chiese il bruno aspettandosi una reazione sproposita e così fu.
< Non ci posso credere! Per fortuna che sono il capitano! E non dire “io una taglia l'avevo già” perchè non me ne frega niente! La tua taglia è il doppio della mia! Non ci posso credere... Ti strozzerei! > urlò la bruna quasi come se fosse impazzita
< Zitta o svegli tutti! >la ammonì lui come se stesse parlando a una bimba capricciosa.
< Non è giusto! Assolutamente non sono d'accordo! Mia nave io capitano mia taglia più alta! Però a pensarci la nave non è neanche mia.. > Edward si diede una manata in faccia quando sul ponte arrivarono Axelle e Dylan abbastanza arrabbiati.
< Se sta di nuovo parlando con Tiffany giuro che sta volta.. Capitano!! > urlò con entusiasmo Axelle mentre dava insistenti pugni a Dylan per capire se era tutto reale
< Non è che se colpisci me capisci che non stai sognando... > commentò il succitato ragazzo che la fissò male.
< Ti sei svegliata che bello! Un mese da soli con il pazzo con la spada a comando è stato un vero inferno! > continuò ignorando le parole dell'albino.
< Sai com'è quando si dice “se sei all'inferno continua a camminare” > disse Ed sistemandosi qualche ciocca ribelle.
< Non so Vivi se capisci un cazzo di mese con la sveglia alle sei per preparare la colazione a tutti e lui manco la mangiava! Si beveva solo un caffè e se ne sbatteva di tutto il mio lavoro! > La bionda saltò in braccio alla bruna che per poco non cadde a terra.
< Neanche al Baratie lavoravo così tanto! > Viola per l'ennesimo movimento dell'altra perse l'equilibrio finendo a terra e sbattendo la gamba
< Vivi?Un mese?Baratie? > chiese quella usata come cuscino
< la gamba porca... > bestemmiò irritata
< Axelle alzati! > urlò Dylan tirando in piedi la bionda di peso
< Dylan cazzo fai brutto idiota patentato? > gli urlò la cuoca rossa dalla rabbia
< Aveva una gamba distrutta è appena guarita e tu la fai cadere? Bel gesto > spiegò ironico lui. Nel frattempo Edward aveva rimesso in piedi Viola che a fatica riusciva a tenere l'equilibrio.
< ISOLA! > tuonò una voce. I ragazzi alzarono lo sguardo sul posto di vedetta dove videro Diana che li saluta con un sorriso in volto
< Capitano! Si è svegliata! > urlò
< Vado a svegliare Cassie e le dico che siamo arrivati! > la ragazza si praticamente lanciò dalla sua posizione per arrivare a terra e correre verso le cabine.

< Quindi sulla nave ora siamo in..Beh undici? > domandò Viola guardando le persone sedute intorno a lei. Esattamente Edward seduto di fronte a lei il vice capitano, alla destra della ragazza Dylan il cecchino il migliore tiratore tra di loro, a sinistra Ivan il suo carpentiere non che protettore, a capo tavola Takeshi che sinceramente era li per dargli semplici indicazioni su come trovare il padre, all'altro capo Luna e da quanto l'aveva aggiornata doveva essere l'archeologa, accanto a Edward Ariel la proprietaria della nave ed era grazie a lei se potevano viaggiare e in più era un'ottima spadaccina e dall'altra parte Cheryl che era il medico. Immersa fino al collo nel cibo c'era Axelle la cuoca in piedi appoggiata al muro c'era Cassie che leggeva un libro di navigazione naturalmente lei era la navigatrice e infine Diana la vedetta. Una buona ciurma di certo.
< Dispari... > soffiò Viola fissando il piatto pieno di ottimo cibo
< E allora? > la punzecchio Takeshi
< Niente...
È meglio così! > rispose iniziando a mangiare
< Sei strana > la commentò. Viola stava per rispondergli quando passò il suo sguardo dal verde all'assassino che trangugiava tranquillamente dei biscotti
< Sai Ed leggevo su un libro quando ero ancora al campo che a Lapak c'è tuttora l'ultima fonte della giovinezza esistente secondo te è vero? > gli chiese. Il silenzio scese nella sala. Probabilmente un astuto Ivan stava pensando già al guadagno che quell'acqua magica poteva portagli. Viola fissò Ed per un secondo aspettando una sua risposta. Il ragazzo bruno scosse la testa il suo capitano si era fumato il cervello o cosa?
< Ci sono due cose Viola che dobbiamo preservare a lungo : la verginità e lo scetticismo. Non so se la cosa ti sorprenderà ma la prima l'ho già persa da un po e quindi cerco di preservare la seconda > gli rispose il ragazzo. Viola lo guardo per un po finché non raggiunse a una conclusione.
< Se tu Edward hai fatto sesso significa che tutto è possibile > rise per poi alzarsi e andarsene sotto gli sguardi divertiti di tutti tranne che del diretto interessato che era abbastanza incavolato.

Erano attraccati al molo da tutta mattina. Non che nessuno avesse voglia di scendere ma Viola aveva dato ordine di rimanere li e non muoversi finché qualcosa o qualcuno non si sarebbe fatto vivo al porto. Gli occhi della ragazza bruna rimanevano puntati sull'orizzonte aspettando che qualcuno si facesse vivo e così fu. Un ragazzino di circa dieci anni uscì dalla boscaglia con in mano una lancia e nell'altra un grande sacco di cuoio. Viola sorrise e scese dalla nave seguita da Edward. Il bambino appena li vide gli puntò contro la lancia. La ragazza gli sorrise e si abbassò alla sua altezza.
< Sulla nave abbiamo delle caramelle e della cioccolata calda..Noi te li regaliamo se tu ci fai fare un giro turistico della città! > commerciò la bruna. Ed alzò gli occhi al cielo per poi guardare il bimbo. I capelli neri scompigliati e il fango sul viso ma Edward si soffermò parecchio su due occhi grandi quasi come se si fosse perso dentro a quel labirinto di sfumature. Erano azzurri ,quasi bianchi ,come il cielo quando c’è un po’ di foschia. Gli occhi del ragazzino sembravano non vivere da soli, avevano bisogno dei movimenti delle sopracciglia e della bocca, dei gesti delle mani, per farsi capire. Occhi che l'assassino conosceva bene. Erano occhi vuoti di chi aveva vissuto un trauma subito un trauma. Occhi come i suoi che da tempo non rispecchiavano più emozioni forti. Il ragazzino ebbe un brivido che gli percorse tutta la schiena.
< Quel tipo mi fa paura! > urlò il piccolo nascondendosi dietro le gambe di Viola e abbracciandole. Edward dal canto suo si girò di scatto e si incamminò sul ponte della nave dove tutti fissavano ghignando la scena.
< Allora ? > chiese Viola
< Vuoi quella cioccolata o no? >. Il corvino fece uno scatto in direzione della caravella e la bruna rise. Avevano l'aggancio per entrare in città.

< Quindi siete solo ragazzi! > esclamò Diana guardando il bambino. Il diretto interessato scosse il capo in segno di affermazione e ributtò la faccia nell'immensa tazza di cioccolata calda
< Ovviamente solo maschi > continuò Luna alzando gli occhi da un libro. Il bimbo si leccò via la cioccolata dalle labbra e sorrise.
< Grazie mille signorina! Si siamo solo maschi voi siete le prime donne che vedo! Solo chi fa parte del “Speciale Posto Addestramento Ragazzi Trovati Abbandonati” può entrare a Lapak! > disse sistemandosi i capelli
< Sparta? > chiese Cassie
< Si, la nostra organizzazione si chiama proprio così... Il nome è preso da una leggenda, si dice che in una città molto antica esisteva un esercito di uomini molto potenti ed erano una classe sociale davvero importante! Gli chiamavano gli Spartiati e così ci chiamano anche noi > Axelle posò sul tavolo un vassoio di biscotti che il ragazzino ingurgitò in due secondi.
< Scusami..emh come hai detto che ti chiami? > domandò Ivan con uno sguardo d'autosufficienza
< Non l'ho detto! Il mio nome è Cleomene come uno dei re della leggenda > rispose sputacchiando briciole sul tavolo
< Allora Cleomene esiste realmente la fonte della giovinezza? > chiese il biondo sistemandosi la cresta. Il ragazzino si rabbuiò e inizio a fissarsi i piedi
< Si si trova in centro città... È dove noi ci facciamo il bagno per restare sempre giovani! I Geronti non vogliono che noi invecchiamo...Però loro sono molto ma molto vecchi! > finì il ragazzino ma il biondo non lo stava più ascoltando. Il pensiero di tutti i soldi che poteva guadagnare con quell'acqua gli fece perdere subito la testa.
< Ma sta bene? > chiese Ariel indicandolo
< Credo... > rispose sbuffando Viola
< Allora si può entrare in questa fantomatica città o no? > Takeshi aveva preso parola urlando per farsi sentire.
< Si solo se accompagnati da me..Io sono uno dei capi militari potete stare sicuri che in città entrate che poi uscite...Quello spetta a voi deciderlo... > a queste parole tutti si girarono a guardare il bimbo che iniziò ad ingozzarsi di biscotti. Viola fece cadere il suo sguardo su Edward che con un gesto del capo si mise il cappuccio e uscì dalla stanza.
< Dove va ? > chiese Cassie
< A fare una commissione per me > rispose Viola sistemandosi i capelli.

Qualche oretta dopo i ragazzi si trovarono davanti a un alto muro di pietra. Due cancelli di ferro battuto chiudevano l'entrata. La strada da cui erano arrivata era piena di ciottoli e sabbia. L'erba frusciava ai lati della strada e tutto era perfettamente tranquillo. Due guardie, ragazzi sui sedici anni, erano di guardia al cancello. Erano vestiti con un armatura in oro che gli copriva il petto e una gonna in cuoio ricoperta d'oro e un paio di sandali alla schiava. Quando videro Cleomene aprirono i cancelli e ci lasciarono subito entrare senza problemi. La città non era ne bella e tanto meno sfarzosa aveva il minimo necessario per vivere. Case a un piano in argilla con tetto in terra cotta facilmente distruttibili, ma nessuno sembrava preoccuparsene. A ogni passo dei ragazzi nel villaggio tutti gli abitanti si giravano a guardarli. Nel centro della città c'era, come detto dal corvino, una grande fontana di marmo bianco. Le rifiniture in oro e argento risaltavano e la pulizia di quel luogo era quasi sacra. Era circondata da cancelli dorati con incesa la frase “Af̱tó tha dó̱sei ti̱ zo̱í̱ sas”.
< Questo ti darà vita > lesse Luna sorridendo. Ok si era perfetta come archeologa se riusciva a tradurre quello schifo poteva fare di tutto. Edward era già li appoggiato alla ringhiera che li fissava.
< Cosa? Come? Tu.. > Takeshi balbetto qualche domanda incomprensibile che si concluse solo con un grande sospiro e un non importa.
< Allora io farei così > iniziò Viola
< Ci divideremo in due gruppi io,Ed, Cheryl, Ivan e Luna andremo da questi Geronti mi ricordo che loro sanno leggere oracoli sarebbe forte! Gli altri possono fare quello che gli passa per la testa basta che comprino delle provviste e quello che ci serve... > liquidò così la faccenda il capitano guardando il decenne che già si stava incamminando. Così gli undici ragazzi si separarono. Chi per andare da questi oracoli chi per fare i fatti suoi. Ma nessuno di loro sapeva ancora cosa sarebbe successo entro quella sera.

 

Angolo autrice 
Spero che dopo questo abominio non mi mangiate viva.. Scusatemi tanto ma davvero sta diventando sempre più difficile scrivere cercherò davvero di essere puntuale ma in questo periodo sarà molto ma molto difficile! Vi chiederete perchè ho scelto una colonna sonora di un videogioco per la canzone di questo capitolo semplice adoro final fantasy VIII conseguenza adoro la colonna sonora! Ora in quanto a questa saga si ci sarà una storia dietro ma sarà concentrata sui passati dei personaggi e la prima vittima di tutto ciò sarà il nostro caro Edward sarà un po la cavia di tutto :) Spero che gli insulti non siano troppo pesanti e che continuerete a seguirmi anche con tutti questi ritardi lo so sono imperdonabile... Ora scappo 
Kiss Bea 

 

 

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