L'effetto collaterale della purezza.

di Like an Undead
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il finale di una storia, l'inizio di una tortura da leggere. ***
Capitolo 2: *** E finalmente un paio di ricordi decenti! ***



Capitolo 1
*** Il finale di una storia, l'inizio di una tortura da leggere. ***


Target Uno: Il finale di una storia, l’inizio di una tortura da leggere.

 
Quel giorno a Konoha stava per verificarsi l’evento che, più di tutti Naruto, stava attendendo da ormai tre lunghissimi anni (e più di seicento dannatissimi capitoli): la quarta grande guerra ninja s’era conclusa e le povere orecchie dell’ultimo Uchiha rimasto stavano per essere tirate a morte prima da Kakashi e poi da Tsunade.
Insomma tutto si poteva dire sistemato, e finalmente ‘sta volta non si poteva dire il contrario.

Com’era finita con Obito/Madara/Tobi, Kabu-Orochimaru e compagnia bella? Oh, beh…diciamo che la furia del quinto Hokage era passata anche di lì, ma consiglio alle persone deboli di cuori di sorvolare su questa piccola parentesi, anzi…evitiamo di parlarne…anche perché anch’io che racconto sono debole di cuore. Il succo del discorso è che la bella cinquantenne con la pelle-culettodineonato le aveva suonate sonoramente sia al suo vecchio compagno di squadra assatanato che all’Uchiha nato nella famiglia sbagliata, in quanto ai “non morti” del gruppo, beh…tutti tranne l’Akatsuki (schiavizzata sotto Tsunade) ritornarono nelle loro belle e confortevoli bare prima di passare dai loro parenti leggermente incavolati per i danni subiti.
Tralasciando il villaggio mezzo distrutto, tutto era OK come prima della fuga del bel Sasuke/Emo-disperato (non fraintendiamo, io adoro questo tizio, solo che mi ha fatto patire le pene dell’inferno, quindi ora che posso, un po’ mi vendico anch’io x3) e quindi dell’inizio di questa specie di “guardie e ladri” durato un’infinità di tempo (e manga).
Ma cominciamo con questa cosa (non so come altro chiamarla) e tiriamoci ‘sto dente!
*^*^*^*^*
-Ohi, Sakura-Chan! Sono qui! Sakuraaaaa-Chaaaaan!- gridò il biondo ninja rientrando in quel momento dalla conclusione della fatidica guerra.
Si diresse verso di lui una specie di tornado in combustione sterile (non chiedetemi cos’è, non ne ho idea neanch’io) –SHAANNNARROOOOOOOOO!- che lo colpì in pieno volto come saprete bene immaginare –Perché devi sempre urlare razza di imbecille?!-
-Ma Sakura-Chan…perché mi colpisci sempre?- la domanda razionale di Naruto venne spontaneamente ignorata dalla rosa che si buttò sul terzo povero soggetto in questione
-Sasuke-Kun! Mi sei mancato così tanto!- urlò la Haruno.
Lui fece una faccia davvero…indescrivibile, diciamo un misto tra lo schifato e il seccato –E se ti dicessi che non è lo stesso, Sakura?- ovviamente venne ignorato anche lui facendo la figura del pesce lesso.
-Ehi, Naruto!- lo raggiunse una voce a lui familiare, era il caro e vecchio –Ero-Sennin! Come mai da queste parti?- chiese il ragazzo palesemente contento (ah, già dimenticavo…anche Jiraya è rimasto in “vita” grazie al jutsu di Kabuto).
-Pensavo di mangiare del ramen, ma non so proprio dove…che ne dici, vieni con me?- fece l’albino sorridendo al suo allievo che a sua volta s’allargò in un sorriso grande quanto un campo da calcio, di cui solo lui era capace -Certo!-
-Ah, che seccatura…odio dovertelo chiedere, ma…Naruto, liberami di questa...cosa- lo pregò Sasuke con avvinghiata Sakura alla vita.
-Ahahahahahahahahah, d’accordo…su, Sakura-Chan, staccati da Sasuke!- gridò invano l’Uzumaki che la tirava mentre il malcapitato la spingeva, non c’era nulla da fare, era peggio della colla Vinavil (ma dai, perché no? Facciamo spam della colla! …ok, sto impazzendo ^^’).
-Questa si che è gioventù!- non serve neanche dire che a parlare fu il maestro più idiota della storia –Ha proprio ragione Sensei! Ma Sakura-Chan, perché non vieni da me?- e il suo allievo altrettanto stupido.
Improvvisamente la rosa si staccò dal moro ed iniziò a scappare dal sopracciglione, allora il finalmente libero affermò convinto –Devo ricordarmi di chiamare Rock Lee in queste situazioni…- ed aveva ragione da vendere.
-Già, Lee è come un repellente per Sakura-Chan! Ahahahahah!- confermò il biondo ridendo stupidamente –Beh? Sasuke, io e Ero-Sennin andiamo da Ichiraku, ti unisci a noi?-.
-Ne farei volentieri a meno, ma lo stomaco reclama cibo, quindi vi farò il favore.- disse l’Uchiha facendo cadere a pezzi la sua immagine di vero duro.
-Sasuke-Teme! A chi è che faresti il favore?!- si surriscaldò Naruto.
-A te, non è ovvio? Ma forse la tua mente da usuratonkachi non c’arriva, non dovrei stupirmene- finì il moro camminando seguito da un Naruto imbestialito e un Jiraya pacifico come al solito.
 -Sasu-Chan?!- una voce femminile lo raggiunse alle spalle, il moro si girò e si ritrovò al cospetto di una bellissima donna bionda dagli occhi verdi, alta poco più di lui e con un sorriso palesemente finto sul volto –Ma si, non mi sbaglio! Sei proprio Sasu-Chan!-.
Lui la fissò per un po’, poi capì con chi parlava e chiese –Angelica-San?-  ricevendo in risposta un cenno della testa e un sorriso.
-A…Angeli…Angelica! Dove sei finita??- si sentì chiamare la donna che rispose –Caro, sono qui!- la raggiunse – Sai caro, ho incontrato Sasu-Chan! Ti ricordi?-
-S…Sasu-Chan?- si chiese l’uomo appena comparso, lui era davvero alto. Aveva dei lunghi capelli rossi raccolti in una coda laterale, gli occhi neri ed indossava un kimono tradizionale con il simbolo del fuoco ricamato sopra –S…Sasuke Uchiha?!- gridò.
-Si, sono io…e lei non sarà mica…Seya Shizuku?! Questo significa che…- disse incerto il moro cominciando a guardarsi intorno come per cercare qualcuno.
-Se è mia figlia che cerchi è andata prima verso la residenza Uchiha…Sasu-Chan!- esclamò la donna.
In men che non si dica Sasuke s’era volatilizzato –S…Sasuke?! Dove vai?!- urlò Naruto invano per poi seguirlo.
-Uh-uh, sviluppo interessante…- mormorò tra sé e sé la Shizuku ridacchiando –Era da un po’ che non ci vedevamo…eh, Jiraya-San?-
*^*^*^*^*
-Sasuke! Teme, dove stai correndo, eh??!- gli strillò dietro il biondo inascoltato.
“Se Seya-San e Angelica-San sono qui significa che c’è anche…deve per forza esserci!” pensò il moro correndo verso casa Uchiha. Quando la raggiunse vide la porta aperta, non aveva il coraggio di entrare, non la vedeva da molti anni, troppi anni, con quale faccia l’avrebbe guardata in faccia dopo tutto quello che era successo? Dopo tutto quello che aveva fatto…decise di infischiarsene e di entrare.
La casa era come al solito ordinata ed impolverata, nulla di nuovo, nulla di strano.                       Diede uno sguardo un po’ dappertutto, poi s’affacciò sul giardino. Lì di fuori c’erano ancora i segni degli allenamenti di suo fratello maggiore, era troppo tempo che non entrava in quella casa, come faceva ad essergli tutto così estraneo? Era come se avesse dimenticato l’amore e l’attaccamento che aveva provato per quella casa, per quelle persone, per quel villaggio che fino a qualche settimana prima voleva distruggere, com’era potuto accadere? Come aveva fatto a perdere il controllo della situazione il quel modo? Proprio in quel momento, quando le domande lo sommergevano e la testa gli stava per scoppiare, la vide. Era lì, davanti a lui.
Non riusciva a muoversi, poteva solo guardarla.
Quei capelli rossi lunghi e ribelli, quegli occhi verdi come smeraldi, quelle labbra rosee che tanto si divertivano a giocare con i denti, quelle dita affusolate, quelle gambe lunghe e magre come le braccia e quell’espressione furbetta, allegra e capricciosa che le era disegnata in volto, tutto di lei gli sembrava unico ed insostituibile, come aveva potuto dimenticarla anche solo per un secondo? Come aveva potuto mettere al primo posto una stupida vendetta quando aveva ancora così tanto? Quelle domande avevano preso il posto delle vecchie e lo perseguitavano, l’unica cosa che poteva fare era guardare.
–Yo, Sasuke…come te la passi?-.
 
Fine Target Uno: Il finale di una storia, l’inizio di una tortura da leggere.
 

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Capitolo 2
*** E finalmente un paio di ricordi decenti! ***


Target Due: E finalmente un paio di ricordi decenti!

 
-Yo, Sasuke…come te la passi?- furono le prime parole che gli rivolse dopo tanto tempo. Lui non rispose, non ci riusciva, allora lei saltellando allegramente come se niente fosse gli si avvicinò, gli arrivò alle spalle e afferrandogli gli estremi delle guance esclamò –E sorridi! Cos’è, senza di me ti sei ammosciato?- ovviamente scherzava, ma c’aveva preso in pieno, da quando se n’era andata erano successe tante di quelle cose che era impossibile raccontarle anche scrivendo un libro.
-K…Killer?- cercò conferma come un bimbo, e in fondo lo era, e lei lo sapeva bene, fin troppo bene.
-Sono qui adesso, Sasuke…non ti devi preoccupare, non me ne andrò più.- disse dolcemente lei abbracciandolo caldamente –Sono qui con te.-
In un momento gli vennero in mente tanti, bellissimi ricordi di quando era piccolo che aveva come rimosso a causa degli avvenimenti che conosciamo tutti bene. Sentiva chiaramente che lo chiamava, che quella bambina che sempre era circondata da amici lo chiamava, voleva lui, voleva essere sua amica e voleva che lui fosse suo amico. Quel Sasuke, quel bimbo che si era sempre isolato, quel bambino che non dava neanche troppo nell’occhio all’ora, voleva stare con lui quando ancora non aveva dimostrato niente e non doveva neanche farlo, l’unica cosa che chiedeva era allegria per poi darne a dismisura. Era chiaro quel suono, lo sentiva benissimo era illidiaco.
-Sasuke! Ehi! Ma mi ascolti?- urlò la piccola bambina rossa di fronte a lui leggermente imbronciata.
Lui scontroso le chiese –Ma cos’è che vuoi?! Mi stai seguendo dall’accademia!- doveva studiare insieme ad Itachi, non aveva di certo tempo da sprecare con una stupida bambinetta e per la sua fortuna al tempo non gliene andavano dietro neanche            –Insomma vattene!- cercò di concludere, ma invano.
-Come ‘cosa voglio’? Non è ovvio?! Voglio essere tua amica!- esclamò convinta lei come se avesse rivelato il segreto di Da Vinci –E dai, mi dai un po’ d’ascolto??- non aveva mai incontrato un bimbo così testardo e lo stesso valeva per lui, di solito bastava ignorarli e tutti gli incomodi prima o poi si stancavano, ma nessuno era mai durato tanto.
-Lasciami in pace!- gridò il moro cominciando a correre, ma la piccola non demordeva allora decise d’usare una scorciatoia che gli aveva insegnato il suo fratellone, era impossibile utilizzarla senza il trucco apposito “Beh, l’ha voluto lei!”. Il trucco era poi il normalissimo jutsu della moltiplicazione del corpo, solo che per un bambino di quell’età era straordinario saperlo usare. Sasuke si sdoppiò, continuò a correre la sua copia mentre quello vero scene in un tombino e attraverso le tubature sotterranee arrivò direttamente davanti alla sua residenza. –Ah, final…ma che diavolo?!- strillò l’Uchiha scioccato dal fatto che la ragazzina si trovava ancora una volta al suo cospetto –No, adesso mi dici come cavolo hai fatto!-.
Lei ridacchiò un po’, poi disse tutta contenta –Beh, farne è difficile, ma riconoscere i jutsu è uno dei miei passatempi preferiti! Eh eh eh! Lo faccio sempre con la mamma e se sbaglio poi vado a letto senza cena! Eh eh eh!- cos’aveva da ridere restava un mistero per il compagno.
-D’accordo, sta volta hai vinto tu…ma non finisce così!- affermò sicuro di se. Lei continuando a ridere sotto i baffi disse –Beh, quando vuoi! Tanto non perderò! Eheheh!- disse lei altrettanto sicura.
-Sasuke-Chan! Finalmente sei arrivato, mi stavi facendo preoccupare!- esclamò una donna molto bella e da degli stupendi capelli neri corvini sul portone della residenza. Quando s’accorse della piccola chiese al figlio –Una tua amichetta?- sembrava molto contenta, era evidente che il bimbo non era solito a portarne a casa –Prego entra! Ti va di restare per cena ok? Ma lo sai che sei una bellissima bambina? Ah, mio figlio si che ha buon gusto!- la signora Uchiha sembrava andata sulle nuvole, ma comunque i bimbi entrarono.
*^*^*^*^*
-Prendi, non fare complimenti! Ma…non mi hai ancora detto il tuo nome piccola…io sono la mamma di Sasuke-Chan, Kyoko e tu…?- chiese la donna con un sorriso a trentadue denti.
-Il mio nome è Killer Shizuku, piacere di conoscerla signora Uchiha.- la mora saltò in aria per poi chiamare a gran voce il marito. Il padre del compagno non era proprio l’ideale ‘papà dolce’, anzi…era anche abbastanza minaccioso, ma sapeva essere buono quando voleva (visto che non mi ricordo il suo vero nome me lo invento io, vale lo stesso per la madre) –Che c’è Kyoko?- chiese.
-Guarda Yuuji! Questa è la figlia dei nostri vecchi amici, gli Shizuku!- esclamò eccitatissima, lui scrutò bene la bambina e poi disse convinto –Non ci sono dubbi…è tutta sua madre!- la moglie disse contrariata –Io avrei detto che è tutta suo padre veramente…- i due cominciarono a bisticciare su questo punto senza motivo come dei bambini.
“Ma com’è che ci sono finito io in questa situazione eh? Povero me…piuttosto…” pensò il bimbo –Mamma, ma Itachi-nii?- chiese.
-Itachi è andato in missione questa mattina, mi ha detto di chiederti scusa da parte sua, ma per qualche giorno non potrà allenarsi con te.- disse la donna –Perché con Killer-Chan non andate in camera tua? Ogni tanto prova a giocare come un normale bambino Sasuke-Chan!- finì andando poi in cucina con il consorte.
*^*^*^*^*
I due bimbi salirono nella camera del moro, era molto spaziosa e non vi era quasi nessun gioco, allora la rossa disse –WOW, questa camera è proprio come quella della mia mamma! Seria e formale! Completamente diversa dal mio papà…lui è imbarazzante…-  a quanto pare non era molto fiera di suo padre.
-Imbarazzante?- chiese perplesso lui “Ma che mi metto a chiedere tutt’un tratto? Non è da me! E poi non sono affari miei-“ pensò interrotto da lei –Beh, lui tiene nascosti del futon dei giornaletti che non si devono leggere, infatti quando mamma li trova lo picchia e lo manda a letto senza cena…è proprio un imbranato, eheheheh!- disse un po’ rossa in viso.
-E perché non si devono leggere?- chiese innocentemente lui –Non ne ho idea, una volta ne ho preso uno e sopra c’erano tante donne vestite strane che facevano cosa assurde…bah.- disse lei pensierosa.
Il ragazzino pensò un attimo e si ricordò che nascosti sotto la lavatrice anche il suo papà teneva strane riviste, allora andò a prenderle.
-Non è che sono questi?- chiese puro e candido lui, lei annuì –Si! Quelli di papà sono uguali!- i due si guardarono per un paio di secondi, poi all’unisono si chiesero –Che facciamo…ne leggiamo uno?-.
Decisero, lanciandosi sguardi complici, di farlo, allora presero la rivista più piccola e l’aprirono. Sfogliarono il giornaletto incuriositi fino a quando non arrivarono ad una pagina dove c’erano un uomo ed una donna che si baciavano (tralasciando i particolari inutili). Senza neanche capire il perché, i due agitatissimi arrossirono, chiusero tutto e riportarono al loro posto le riviste.
Improvvisamente nella stanza calò il silenzio, entrambi erano imbarazzatissimi per ‘chissà quale motivo’ e nessuno aveva il coraggio d’aprir bocca, quando entrò la madre di lui –Vi ho portato uno spuntino!- disse allegramente.
-S…Signora Uchiha!- disse lei stramazzando al suolo.
-Mamma, sei tu…- si tranquillizzò il moro davanti alla genitrice –Chi altri scusa?- chiese giustamente e retoricamente lei –Bene, quando avete finito, lasciate pure il vassoio fuori dalla porta, ciao!- salutò Kyoko.
I bambini si lanciarono una sguardo complice e successivamente scoppiarono in una fragrante risata –Accidenti che spavento!- esclamò lei –Vero, mi sembrava di morire!- disse lui –Beh, vediamo cosa ci ha portato mia madre.-
-Cosa sono?- domandò la bimba davanti ad un piatto pieno di una specie di spaghetti –La specialità dolce di mia mamma, fili di zucchero e cannella, io li adoro!- disse contento lui.
Lei lo guardò per qualche secondo poi disse –Oh, finalmente ti sei deciso a sorridermi eh? Eheheh!- disse soddisfatta afferrando poi con le bacchette uno dei fili –Buonissimo!- esclamò.
-Ma figurati…- disse imbarazzato il piccolo afferrando anche lui un filo che si rivelò poi il medesimo della bambina. I due bimbi finirono con il darsi un piccolo bacio sulle labbra e in quel momento gli tornarono alla mente le immagini del giornaletto. Si allontanarono immediatamente ma da quel giorno furono amici fino alla partenza di lei con la sua famiglia.
-K…Killer? Sei tu…- balbettò il ragazzo tra le braccia dell’amica d’infanzia che sorrideva dolcemente –Sono qui, non me ne andrò più, te lo prometto…Sasuke.- disse stringendolo.
L’Uzumaki lo raggiunse stremato –Sasuke-Teme?! Si può sapere che t’è preso pri…?- si bloccò alla vista di quella scena ‘latte e miele’.
–Ma che diavolo succede qui?!-

Fine Target Due: E finalmente un paio di ricordi decenti!

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