After All This Time

di FallenAngel1990
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- CAPITOLO 1 -

Thor scese le scale molto lentamente, aveva rimandato quell'incontro così a lungo per timore o più semplicemente per paura.
Come poteva aver paura di un prigioniero, per di più suo fratello, o chi una volta credeva tale.
Le porte, di fronte a lui, si aprirono sospinte dalle guardie, richiudendosi poi in un tonfo alle sue spalle.
“Loki...” lo chiamò esitante.
“Dopo tutto questo tempo...vieni a farmi visita, perchè? Per schernirmi?” ancora non lo scorgeva nella sua enorme prigione di cristallo. Si era assicurato che, anche se prigioniero, vivesse come un
principe aveva il dovere di vivere.
“Devi aiutarmi...” disse quasi sussurrando Thor.
“Aiuto?” ribattè Loki “Dopo tutto quello che è successo hai il coraggio di venirmi a chiedere aiuto?”
Thor abbassò gli occhi disperdendo lo sguardo negli intricati disegni del pavimento.
“Tu sei l'unico, in tutta Asgard, che può addentrarsi così in profondità nella magia oscura...”
“Magia oscura...da quando hai bisogno della mia magia?”
“Da quando c'è una guerra da cui non possiamo uscirne sconfitti.”
“Hai sempre denigrato i miei modi ed ora vuoi vincere per mezzo di essi, sei molto coerente fratello...”
Thor alzò lo sguardo, alterato, sullo spesso vetro della prigione scorgendo, seduto su una semplice panca, Loki, i capelli mossi gli ricadevano ai lati del viso ed erano più lunghi di come se li ricordasse.
“Mettiamola così: io voglio qualcosa e tu anche...”
Loki scattò in piedi urlandogli contro, gli occhi sgranati che fissavano il ragazzo.
“Nostra figlia non sarà merce di scambio!!!”
Thor si vergognò di quello che aveva appena detto. Non poteva credere che quella frase gli fosse seriamente uscita dalla bocca.
Era successo un anno prima, subito dopo i fatti di New York, Thor era solito presentarsi tutte le sere nella cella di Loki, cercava di parlargli, di farlo ragionare, poi una sera, dopo qualche bicchiere di
troppo e la consapevolezza che non fosse realmente suo fratello avevano avuto la meglio.
Loki non lo respinse.
Ma di quello che nessuno dei due era a conoscenza, era che, in quando jotun, Loki poteva procreare e così successe.
Thor rimase allibito alla rivelazione della madre Frigga. Sua madre visitava spesso suo fratello, il ragazzo aveva sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, quel bambino, solo e terrorizzato, che Odino le aveva messo fra le braccia anni prima.
Fu Frigga a convincere il minore a portare avanti la gravidanza e Loki si lasciò convincere dalla voce amorevole dell'unica madre che avesse mai conosciuto.
Thor non visitò più Loki, tranne una volta che, nascosto ai suoi occhi, lo spiò da un piccolo spioncino segreto. Era piena notte, ma la cella era semi-illuminata, come sempre per poter
controllare ogni movimento del prigioniero. Loki dormiva disesto sul letto, la coperta che gli avvolgeva le gambe, a quel punto Thor si sentì mancare, la gravidanza ormai inoltrata si rivelava
nel pancione che il moro stava accarezzando con una mano, ora adagiata su di esso, prima di addormentarsi...”
Thor contemplò quella visione per attimini infiniti prima di allontanarsi con una voglia pazzesca di poterlo stringere a se e farlo sentire meno solo.
Ma non poteva, quello scandalo doveva rimanere segreto.
La voce di Loki lo riportò alla realtà.
“Come sta?” chiese sommessamente.
Thor stava per negargli qualsiasi risposta quando questa gli scappò dalle labbra.
“Benissimo...” voleva concludere la frase in quel modo quando non riuscì a trattenersi “E' bellissima, ieri ha compiuto tre mesi, sorride sempre...”
“Com'è?”
Thor ebbe un tuffo al cuore sentendo pronunciare la domanda in quel modo, al limite delle lacrime.
Gli aveva strappato la bambina dalle braccia pochi minuti dopo averla messa al mondo.
“Ha i capelli neri...” Loki voltò il viso di lato con un' espessione afflitta. Odiava se stesso, la propria origine, l'essere diverso e non voleva passare quell'odio a sua figlia “...e gli occhi azzurri. Si chiama...”
“Leda...” concluse il minore “Me lo ha riferito nostra madre...”
“Chi la sta crescendo ora? Dubito che sia tu, sarebbe già morta se fosse nelle tue mani...”
“Nostra madre e Jane...” Thor ignorò l'affermazione del fratello.
“Ovvio, l'umana. L'hai fatta passare per vostra figlia, vero? Quella sgualdrina è un'estranea qui ad Asgard e quale modo migliore per giustificare una figlia comparsa tra capo e collo?
Ottimo lavoro, Thor. Non ti credevo così astuto, invecchiando stai imparando qualcosa.”
“Modera la lingua fratello!”
“Non sono tuo fratello!”
Il silenzio scese fra i due ragazzi.
“Voglio vederla, non chiedo altro...”
“Dopo che avrai fatto quella cosa per me...”
“Scordatelo, tu mi porterai in battaglia, da cui potrei non tornare, voglio solo poterla abbracciare una volta...”
“L'accordo non è trattabile, accetti?”
“Quale accordo?”
“I particolari ti verranno forniti solo dopo che tu avrai accettato.”
“Voglio vedere mia figlia!”
“No!”
Loki fissò il pavimento della sua cella, non poteva farsi vedere debole di fronte a Thor, si sarebbe fatto del male da solo pur di non dimostrare un minimo di sofferenza di fronte al ragazzo che un
giorno credeva suo fratello ed ora era il padre della sua bambina, ma in realtà dentro ribolliva di rabbia ed angoscia, aveva visto sua figlia solo per alcuni minuti, aveva potuto conoscere a mala
pena il suo viso subito dopo la nascita. Quando nacque si pentì di averla odiata durante la gravidanza, ma poi aveva scoperto che quello non era odio, ma paura.
Frigga entrava nella sua cella di nascosto la notte per stringere a se quel figlio così terrorizzato, come faceva quando era bambino.
“Sei sempre stato speciale e lo sarai sempre” gli sussurrava la madre con la testa adagiata sui suoi capelli corvini cullandolo fra le braccia.
“Loki...” la voce di Thor sembrava più calma.
Gli occhi verdi del giovane si fissarono in quelli azzurri del dio del tuono.
“Lo sai che adesso tutto gravita attorno a lei, dammi la possibilità di vederla e poi sarò al tuo completo servizio...” cerco di convincerlo il minore.
“No...”
“Se non fosse per me lei non esisterebbe!!!” gli urlò contro Loki.
“Vero, ma rimango fermo sulla mia decisione. Accetti l'accordo?”
Il dio del caos ricacciò indietro a forza una lacrima, alzo lo sguardo sul riflesso delle luci sul vetro.
“Accetto...” disse quasi sprezzante.
“Bene, tra poco verrai trasferito nelle tue stanze, verrai informato di tutti i particolari, cerca di tradirmi e ti ucciderò, cerca di vederla e stai certo che ti ucciderò, fai qualcosa di sbagliato e ti ucciderò.”
Thor si voltò senza aspettare una risposta e sparì dietro la pesante porta d'ingresso alle prigioni.
“Mi hai già ucciso, fratello...” sussurrò Loki con gli occhi velati di lacrime.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- CAPITOLO 2 -


Pochi minuti dopo Thor raggiunse le sue stanza, aveva bisogno di stare solo. Sua madre era fuori per la consueta passeggiata pomeridiana con Jane e la bambina.
Un nodo gli si formò in gola, aveva negato a Loki il permesso di vedere sua figlia in ogni modo possibile, come poteva essere così crudele verso chi l'aveva portata in grembo?
Era fuori dalla porta quando il minore la stava dando alla luce e ricordava ancora, in quel momento, le urla provenienti da quella camera e probabilmente non le avrebbe mai scordate.
**
Frigga camminava in compagnia di Jane per i corridori del palazzo, la piccola Leda addormentata fra le sue braccia, più si fermava a fissargli il piccolo volto più notava somiglianze con Loki. Era così bella che non avrebbe mai voluto allontanarsene.
Le guardie aprirono le porte davanti a loro, Jane non si era ancora abituata a tutte quelle reverenze, ma cercava di rimanere impassibile. La sala comune si aprì, immensa e luminosa, ai loro occhi, in un lucente pomeriggio primaverile, il sole che baciava i chiari interni sfarzosi.
Thor era seduto vicino al tavolo, lo sguardo serio e pensante.
“Buon pomeriggio.” disse la madre.
Jane sorrise.
“Madre vi devo parlare...” disse il ragazzo, inquieto.
Frigga percepiva nell'aria che qualcosa turbava il suo ragazzo.
Jane prese la bambina dalle braccia della donna.
“E' ora del riposino...” disse con un flebile sorriso sulle labbra prima di allontanarsi diretta alle loro stanze private.
“Cosa ti turba, figlio mio?” disse Frigga avvicinandosi al ragazzo fino a posargli le mani sulle spalle possenti.
Thor sospirò e guardò di fronte a se prima di parlare.
“Ho appena parlato con Loki...”
Frigga s'irrigidì.
“Ha accettato ad aiutarci...”
“A patto che?” conosceva fin troppo bene il suo secondogenito, non avrebbe accettato per la libertà, quella non gli interessava.
“Vuole vedere la bambina...”
Frigga abbassò lo sguardo,
“Dimmi che gli hai concesso almeno questo?...”
“No...”
La madre si allontanò da lui.
“Cosa?”
“Glielo ho negato madre, gli ho negato di vedere nostra figlia fino a quando non avremo vinto la guerra.”
“Come?” Frigga era allibita, non poteva essere suo figlio la persona che aveva davanti in quel momento.
“Ti rendi conto del dolore che gli hai fatto e gli stai facendo? Come ti saresti sentito se ti fosse stato vietato il permesso di vedere tua figlia pur sapendo di averla cresciuta nove mesi, come mi sarei sentita io se tuo padre ti avesse portato via da me impedendomi di vederti?”
“Madre...”
“E' mesi che ti supplico di fargli conoscere sua figlia...”
Thor si alzò di scatto dalla sedia, visibilmente arrabbiato.
“E' mesi che voi due vi incontrate alle mia spalle e a quelle del padre degli dei, è mesi che voi entrate nella sua cella a tenergli conforto, non mi risultano altri trattamenti simili per un traditore...” gli urlò contro a denti stretti.
“Thor...”
“So che Loki è sempre stato il vostro favorito...”
“Lo siete tutti e due...”
“Tacete...”
Frigga s'immobilizzò, una mano appoggiata ad una delle sedie. Il respiro corto, lei amava tutti e due i suoi figli, incondizionatamente.
“Thor, ascoltami, figlio mio...io vi amo, entrambi, anche se non siete sangue dello stesso sangue, questo non conta. Ti prego non farlo soffrire ancora...”
Thor si sedette.
“Quando torneremo dalla guerra e Loki avrà ritrovato quella lealtà che ha perduto non sarà più considerato un traditore, gli sarà permesso di vivere ad Asgard e solo a quel punto potrà incontrare la bambina...”
“Thor, ragiona...potrebbero passare anni, potrebbe morire in battaglia e a te rimarrebbe solo il rimorso di non aver permesso a Loki di conoscere vostra figlia.”
“No, ho preso la mia decisione e la comunicherò a padre oggi stesso.”
Frigga sospirò e si alzò.
“Col tuo permesso io mi ritiro nelle mie stanze...” fece per allontanarsi verso la porta, anche se la mossa era stata studiata precedentemente “...se mi è permesso, posso chiederti che ne sarà di Loki ora?...”
Thor non si fece problemi a rispondere non realizzando il vero motivo della madre nel chiedere queste informazioni.
“Sarà trasferito oggi stesso nelle sue stanze per permettergli di rimettersi prima ti tornare sui campi di battaglia.” spiegò il dio del tuono.
Frigga annuì guardando negli occhi il figlio, poi si voltò e scomparve dietro la pesante porta.
Nel lungo corridoio che conduceva alle sue camere un flebile sorriso le lambì le labbra.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


- CAPITOLO 3 -

Loki venne scortato dalle guardie fino all'ingresso delle sua camera, all'interno ad aspettarlo c'era Thor.
“Due volte in un giorno, pensavo non ti avrei rivisto fino alla partenza, fratello...”
“Volevo solo accertarmi che non avessi cambiato idea...” prese tempo il maggiore “tutto è rimasto come l'hai lasciato...” disse allargando un braccio verso la stanza.
Loki si guardò intorno quando notò alcuni pugnali adagiati alla scrivania.
“Mi lasciate le armi?” chiese ironico.
“Hai la magia e di quella hai bisogno per allenarti, se non ti togliamo quella perchè dovremmo toglierti le armi? Le hai sempre considerate inutili...”
Loki schioccò a Thor uno sguardo pungente.
“Lo sono...”
Thor sorrise.
“Riposati, domani ti forniremo tutti i dettagli. Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa...” si incamminò verso la porta....
“Hem...Loki?...”
Il dio del caos si voltò a guardarlo.
“Anche solo per parlare...”
Thor non aspettò una reazione del minore, cercava di non essere troppo duro, ma non ci riusciva, non questa volta, lo vedeva come un traditore.
Loki lo guardò andar via prima di sbuffare e avvicinarsi a una finestra. L'aprì, l'aria fresca della sera gli accarezzava la pelle, solo in quel momento si accorse di quanto gli era mancata la brezza della sera e lo strano colore violaceo che il sole, ormai tramontato, emanava sul cielo sopra Asgard.
**
Frigga si aggirava per il palazzo, sola, per la consueta passeggiata serale.
Attraversò l'enorme giardino circondato da fiori e alte piante, le mura in lontananza accerchiavano il palazzo. Quando le guardava aveva sempre l'impressione di vivere in un'enorme prigione: era una donna libera in un'enorme prigione dorata.
Il popolo la venerava come la regina di Asgard, ma in fondo sapeva di non essere nient'altro che una prigioniera.
A quel pensiero Loki riaffiorò nella sua mente. Doveva vederlo.
Rientrò nel palazzo salendo gli enormi scaloni che conducevano alla porta d'ingresso, tutto era silenzioso, la servitù si era ritirata e le poche guardie, che vigilavano impassibili, al suo passaggio si inchinarono.
Le sue stanze private erano al piano superiore e ringraziò che fossero poco distanti da quelle di Loki, non avrebbe destato sospetti passando di fronte alle camere del figlio, ormai come consuetudine da anni.
Avanzò con passo deciso per il lungo corridoio, scorse quattro gendarmi impiegati a sorvegliare la porta del figlio, tra questi anche l'amica guerriera di Thor, Sif. Non gli era mai stata simpatica quella ragazza.
Non vedevano l'ora di un passo falso di Loki per poterlo colpire e forse uccidere. Poveri illusi, Loki non era uno stolto.
“Mia regina.” s'inchinò Sif, Frigga la salutò con un cenno della testa.
“Come sta mio figlio?” chiese, quasi ingenuamente, come solo una madre preoccupata sapeva fare, calcolando le parole.
“E' tutto tranquillo, gli è stata servita la cena e ci ha raccomandato di non disturbarlo perchè intendeva ritirarsi presto...” rispose la giovane.
“Posso vederlo?”
“Mi dispiace, mia signora. Ci è stato fermamente vietato di far entrare chiunque, voi figurate nella lista...” concluse Sif con lo sguardo basso.
Era la risposta che voleva sentirsi dare, non chiedere di poterlo vedere avrebbe destato sospetti.
“Mi dispiace, io...”
“Va tutto bene Sif, capisco.” sorrise leggermente la regina “Se dovessero esserci problemi vorrei esserne informata.”
“Sarà fatto, mia signora” s'inchinò la giovane.
Frigga si allontanò scomparendo, pochi attimi dopo, nelle sue camere.
**
Loki si aggirava per l'enorme camera, inquieto, non riusciva a capire le intenzioni di Thor. Era sempre stato un libro aperto per lui, nessun segreto gli era mai restato oscuro. Ma questo nuovo Thor, così enigmatico, lo turbava.
Il dubbio che fosse l'umana a plagiarlo lo aveva sfiorato, ma dopo alcuni secondi ne dubitò fortemente.
Alla fine, ormai stanco, entrò nella camera adibita a biblioteca personale; quanto gli era mancato poter far scorrere gli occhi sui dorsi di quei libri tutti perfettamente impilati ed allineati, ne prese uno, si sedette vicino alla finestra e iniziò a leggere.
Era ormai notte fonda quando chiuse il libro, stava per ritirarsi quando un rumore sordo, proveniente da dietro il muro, lo fece scattare.
Che avessero deciso di ucciderlo in quel modo? Che la guerra fosse solo una scusa per portarlo nelle sue stanze e assassinarlo?
Schioccò silenziosamente le dita facendo comparire una fiamma verde nella mano destra, si nascose, non sarebbe morto senza combattere, non gli avrebbe reso la vita facile.
Ancora un flebile rumore giunse da oltre il muro e poi i cardini di una porta segreta si aprirono, stava per lanciarsi contro al nemico quando scorse una lunga veste dorata e dei fini capelli ricci biondi fare capolino dall'antro buio.
“Madre?” esclamò sorpreso.
La donna si avvicinò e il ragazzo gli si lanciò fra le braccia.
“Figlio mio...” lo strinse forte.
“Madre, perchè siete qui, potrebbero scoprirvi...” disse allarmato.
“Ho fatto un incantesimo, nessun rumore uscirà da queste stanze...” lo tranquillizzò la donna “Non ho il permesso di vederti, Thor ha dato queste disposizioni, è cambiato in quest'anno.”
Si, era cambiato, se ne era accorto. Si sedette vicino alla finestra e la madre lo seguì poco dopo.
“Leda?” chiese Loki sussurrando, ci aveva messo un mese a convincersi di aver dato alla luce una bambina, tutto gli sembrava solo un lungo sogno, l'aveva vista per talmente poco tempo ed era così spossato che credeva di essersi immaginato tutto.
La madre gli sorrise con gli occhi lucidi.
“Sta bene...”
“Vi prego fatemela vedere...” disse fissandola negli occhi.
“Te lo prometto, troverò un modo, ti farò conoscere tua figlia...”
Loki si voltò a guardare il passaggio segreto di cui non aveva il men che minimo ricordo.
“Era tanto che non lo usavo più, lo costruì io stessa con la magia quando giunse il momento di separarti da me. Non sopportavo l'idea che, così piccolo, dormisse da solo in queste enormi stanze buie. Solo io conosco questa via...”
“Padre non lo sa?”
“Fortunatamente in quel periodo era così esaltato dalla vittoria che passava quasi tutte le notti disteso ubriaco nella sala dei ricevimenti...”
Loki strinse la mano della madre nelle sue. Frigga, con la mano libera, gli accarezzò il volto.
“Andate...non voglio essere la causa di qualche male”
“Non dire sciocchezze.”
“Odino rientrerà a breve...”
Frigga si alzò, controvoglia, baciandogli la fronte prima di abbracciarlo un'ultima volta.
“Tornerò tutte le volte che mi sarà possibile...”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


- CAPITOLO 4 -

Thor si alzò, l'alba non era ancora sorta, Jane dormiva avvolta nelle soffici lenzuola di seta chiara.
Silenziosamente si allontanò, aprì una finestra nella camera adiacente, respirando a pieni polmoni la brezza del mattino. Lentamente si preparò indossando l'armatura e, come ultimo, il lungo mantello rosso.
Scese nella corte del palazzo ad allenarsi, da solo, come era sua abitudine dopo il ritorno da New York. Quando fu soddisfatto risalì nelle sue camere.
Jane era sveglia, ancora a letto, lo guardava.
“Hey, buongiorno...” biascicò lei.
“Buongiorno...” si chinò a baciarla.
“Fila a farti un bagno!” Disse sorridendo.
Thor la baciò di nuovo e si allontanò. Nel girò di poco meno di mezz'ora era vestito e profumato.
Jane era seduta sul bordo del letto, tra le braccia stringeva la piccola Leda.
“Thor, questa sera devo proprio esserci?...Cioè, vorrei dire, io non sono abituata a queste cose, non vorrei commettere qualche cavolata.”
“Sarai perfetta...” disse accarezzandogli le spalle rimaste scoperte dal vestito che aveva indossato.
Quella sera ci sarebbe stata una grande festa al palazzo per celebrare i nuovi guerrieri pronti per la guerra e che da li a qualche giorno sarebbero partiti per raggiungere i compagni sui campi di battaglia.
“Opera di mia madre?” disse il biondo guardando il vestito.
“Come sempre...” sorrise.
“Andiamo, ci aspettano per colazione....”

**

I servi stavano servendo in tavola quando Odino decise di rivolgersi a Thor.
“Ho saputo che hai fatto trasferire Loki nelle sue stanze...”
Thor posò le posate ed attese che il personale finisse di servire le pietanze e li lasciasse soli. Al tavolo il re degli dei continuava a cibarsi come se nessuna risposta del figlio potesse più sconvolgerlo.
Frigga sedeva alla sua sinistra, Thor alla sua destra con Jane al suo fianco.
“Se pretendiamo che ci aiuti dobbiamo dargli qualcosa in cambio...”
“Ottimo ragionamento. Sempre che tu riesca ancora a fidarti di lui.”
“Io...”
“Ha mentito durante tutti gli interrogatori...” disse Odino.
“Era spaventato e sotto tortura, avrei confessato anch'io qualsiasi cosa!” disse Thor alzando la voce.
Era la prima volta, in un anno, che il giovane prendeva le difese del fratello.
Frigga ebbe un sussulto appena percettibile, ma tornò a ricomporsi immediatamente.
“Scusatemi, devo andare...” disse il ragazzo “Ho molto lavoro da svolgere.” Si pulì le labbra con un candido tovagliolo bianco e si alzò scostando la sedia. Baciò Jane su una guancia, si fermò a
guardare nella culla la piccola Leda che agitava le braccine verso l'alto cercando di afferrare una delle ciocche bionde del padre.
Il giovane padre gli accarezzò la testolina ricoperta di fitti capelli neri, un velo di tristezza gli offuscò la mente. Baciò la bimba ed uscì.

**

Loki era in piedi dall'alba, dormiva poco, come sua consuetudine, e spesso il sonno tardava ad arrivare quando la sera si metteva a letto. Quella notte non aveva praticamente dormito scattando a ogni minimo rumore proveniente dall'enorme corridoio.
L'idea che cercassero di assassinarlo non gli era ancora passata dalla mente.
Poche ore prima una serva, scortata da un paio di guardie, gli aveva servito la colazione. Se temevano che si sarebbe servito della giovane avevano sbagliato a calcolare i suoi piani, non si sarebbe scomodato per così poco.
Per cosa poi? Essere rinchiuso ancora in quella cella di vetro come un animale in gabbia?
Per la seconda volta, in quella mattina, la chiave ruotò nella serratura. Thor entrò nella stanza, si guardò attorno.
“Non ho distrutto nulla, fratello. Se è quello che stai cercando...” disse Loki.
Thor si sedette al lungo tavolo.
“Mi chiami fratello per irritarmi, vero?”
Loki non rispose. Si, il suo intento forse era quello, ma non lo avrebbe mai confessato.
Thor si passò una mano sugli occhi prima di tornare a guardarlo in volto.
“Ti prego, siediti così possiamo parlare...”
Loki attese, immobile vicino alla finestra.
“Non ti sei portato la tua schiera di fidati consiglieri?” disse riferendosi agli amici di Thor.
“No, voglio parlare da solo con te...”
“Oh giusto, hai paura che dica qualcosa su Leda. Non lo sanno vero?” disse Loki voltandosi con un ghigno beffardo sulle labbra “Puoi star tranquillo, non dirò nulla. Non voglio far passare a lei quello che ho sofferto io in questi anni.” concluse voltandosi di nuovo verso la finestra con un velo di tristezza degli occhi.
“Sei sempre stato trattato come un principe...” sussurrò Thor.
“No. Mi dispiace contraddirti, ma sono sempre stato trattato come il secondogenito diverso...”
Thor non rispose a quell'affermazione.
“Siediti...” ridisse Thor.
Non seppe mai per quale motivo, ma Loki sentì le gambe muoversi e sedersi dall'altra parte del tavolo, di fronte al fratello.
“Mi rinchiudete un anno e scoppia una nuova guerra. Non sei così adatto a fare il re come padre crede.”
Thor aveva compreso il gioco di Loki, il suo obiettivo era solo portarlo all'ira, per questo fece scorrere l'accusa e passò oltre.
“Tu conosci meglio di chiunque altro la magia nera...”
“Taglia corto, questa parte l'ho già sentita.”
“Gli elfi oscuri cercano di conquistare Asgard, con la magia. I nostri soldati muoiono senza combattere, non c'è fine alla strage.”
“Non è un problema mio, sono uno Jotun ricordi?” sorrise il dio dell'inganno.
“No!” gli urlò Thor “Tu sei un asgardiano, come me, come tutti gli abitanti di questo pianeta!”
“Non proprio...”
“Smettila Loki!!!”
“E' stato Odino a suggerirti di usare me?” disse sprezzante il moro.
“No...è stata una decisione mia. Nessuno meglio di te conosce...”
“La magia, ho capito. Non sono ottuso come te.”
Thor sbuffò cercando di calmarsi.
“Ti ho già detto che accetterò, non posso fare altro. Ma sappi che non lo faccio per te o per Asgard che mi ha ripudiato già da molto tempo...”
“Lo so...”
“Grazie per aver usato nostra figlia come ricatto, ora puoi andare? Avrei da fare...”
“Cosa?”
“Ignorarti!”
Thor si alzò e abbandonò la camera del fratello per evitare di saltargli al collo, anche se in quel momento l'avrebbe fatto molto volentieri.

**

Era ormai sera quando Thor decise d'interrompere gli allenamenti e dirigersi nelle sue camere per prepararsi alla grande festa che avrebbe avuto luogo nella sala del ricevimento del palazzo.
“Thor...” lo chiamò Frigga.
La regina era raggiante, uno splendido vestito color oro l'avvolgeva e i capelli finemente acconciati erano legati con quei piccoli brillanti anch'essi dorati.
“Siete bellissima, madre...” le sorrise il figlio.
La regina sorrise a quel complimento.
“E tu, come sempre, non sei ancora pronto...”
“Stavo rientrando proprio in questo momento...”
“Non tentare di accampare scuse.” sorrise “Posso parlarti?”
Thor, che ormai era giunto alla porta della stanza, l'aprì e permise alla madre di entrare chiudendola poi alle sue spalle.
“Quando partirete?” chiese apprensiva.
“Fra qualche giorno, cinque, sei al massimo...”
“Loki lo sa?”
“Loki al momento ha deciso di collaborare ed ignorarmi per il resto del tempo...non lo sa. Dov'è Leda?”
“Con Jane nelle mie stanza, le mie ancelle stanno finendo di prepararla. Proprio di lei ti devo parlare, figlio mio...”
“Ascolto.” disse il ragazzo.
“Permettigli di vedere sua figlia, partirà con te in battaglia, sappiamo tutti e due contro chi si dovrà scontrare e sappiamo quali rischi graveranno su di lui, se non dovesse tornare...ti prego.”
“Madre abbiamo già discusso di questo, mi sembra, e la mia decisione non è cambiata.”
“Ma se dovesse morire...”
“Non morirà!” disse Thor con voce ferma e sicura più per convincersi che per convincere la madre.
“Tu sei un guerriero, non un maestro di magia...non sai quanto questa può farti felice e allo stesso tempo distruggerti!” disse la madre al ragazzo.
Thor non rispose. Continuò a fissare un punto indefinito oltre il viso della madre.
Frigga lo guardò ancora per qualche istante prima di allontanarsi.
“Pensaci Thor, se lo stai facendo solo per vendicarti di quello che Loki ti ha fatto sappi che ha già sofferto abbastanza...”
“Mi dispiace, non posso acconsentire alla vostra richiesta.”
La madre non si voltò a quelle parole del figlio, aprì la porta e sparì dalla vista del ragazzo.
Quando Thor tornò ad essere solo si sedette sul fondo del letto e nascose il viso fra le mani.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


- CAPITOLO 5 -
La festa era iniziata da qualche ora, la sontuosa cena era stata servita con apprezzamento di tutti gli invitati e dei nuovi soldati a cui era dedicata. Ora gli ospiti si aggiravano per la sala ascoltando la leggera musica di sottofondo e parlando fra di loro.
“Sembra che tutto sia andato per il meglio e tu che ne eri così preoccupata...” Thor sorrise a Jane.
“Io sono ancora preoccupata, la serata non è finita e mi sento impacciata in quest'abito...” concluse Jane.
“Ti sta d'incanto!” concluse Thor baciandogli una guancia.
Tra le braccia di Jane la piccola Leda stava svegliandosi agitando i pugnetti e iniziando a corrucciare la fronte sintomo che di li a poco avrebbe iniziato a piangere.
“Thor, la bambina ha fame, forse è meglio che salga per un po'...”
Frigga che, dall'inizio della serata, non aspettava momento più propizio per ritirarsi si avvicino ai due giovani.
“Mi occuperò io della bambina per questa notte, voi divertitevi.”
“Ma madre, vi perderete la festa...”
“Una nonna non rimpiange mai del tempo passato con la propria nipotina, vero piccola? E poi stavo per ritirarmi, non ho più l'età per certi divertimenti...” sorrise Frigga.
“Avete visto padre?” chiese Thor rivolto alla madre.
“Io proverei al tavolo delle guardie, ho saputo che hanno del buon vino...” disse Frigga facendo l'occhiolino al figlio.
Leda iniziò a piangere.
“Sssshhh piccola, adesso la nonna ti porta in camera...” disse prendendo la bambina dalle braccia di Jane “Andiamo a mangiare. A domani mattina miei cari.” disse baciando la guancia del figlio e poi quella di Jane.
“Buona notte...” dissero i due giovani.

**

Frigga diede da mangiare alla bambina, poi la cambiò e la sistemò per la notte. Stava fremendo eppure cercava di prendere tempo, aveva bisogno di assoluta tranquillità e sicurezza che nessuno sarebbe venuto a controllare la bambina, e con nessuno intendeva Thor o Jane, anche se ne dubitava fortemente. Non era la prima volta che Leda dormiva nelle sue stanze e nessuno era mai venuto a controllare, fidandosi ciecamente della regina, ma non voleva che il trasferimento di Loki potesse destare sospetti.
Calcolò mentalmente i rischi, poteva stare tranquilla, l'unico modo conosciuto per raggiungere le stanze di Loki era il corridoio, che era sorvegliato, e prima di disturbarla avrebbero sicuramente chiesto alle guardie se avessero notato dei movimenti strani. Oltretutto la sua porta era chiusa a due mandate e credendola addormentata poteva anche impiegare del tempo ad aprirla.
Nessuno conosceva il passaggio segreto con le stanze del figlio.
Adagiò la bambina nella culla e aprì un libro. Era ormai notte inoltrata quando tornò a concentrarsi su cioè che le stava intorno distratta dalla lettura da un vagito della piccola.
Chiuse il libro e si avvicinò alla culla.
“Ti sei svegliata piccolina?...” disse accarezzandogli la testolina. “Ti va di conoscere una persona?”
La bambina rispose con un piccolo vagito.
“Lo sospettavo...” disse, sorridendo, scostandogli la copertina e prendendola in braccio. Si assicurò che l'intera area fosse sommersa nel suo incantesimo evitando così che all'esterno sentissero qualsiasi rumore e si avviò verso il passaggio. Il tunnel, stretto e luminoso, era costruito all'interno di una spessa parete e sorretto dalla magia stessa.
Pochi minuti dopo arrivò in fondo al tunnel e la scura porta di legno, mera illusione visibile solo ai suoi occhi, si stagliò di fronte a lei.
“Pronta piccolina?” sorrise Frigga.

**

Loki si era da poco addormentato, un libro sulle gambe e la schiena adagiata al muro vicino alla finestra. Poco prima di chiudere gli occhi si era fermato a fissare il cielo della notte sopra Asgard, non ricordava così tante stelle. Oppure era semplicemente il troppo tempo passato rinchiuso nelle segrete del palazzo che glie le facevano sembrare così tante e luminose.
Lo stesso rumore sordo della sera prima lo destò dal sonno leggero in cui era caduto, si alzò in piedi e avanzò di pochi passi verso il passaggio che la sera prima la madre gli aveva svelato.
Lentamente la porta si aprì rivelando la regina e un piccolo fagottino che reggeva fra le braccia.
Frigga sorrise guardando il figlio e avanzò verso di lui. Loki era immobile nel bel mezzo della camera e fissava alternativamente la piccola, semi nascosta dalla copertina in cui era avvolta, e il volto sorridente della madre.
Quando Frigga gli fu vicino lo guardò negli occhi e capì che il ragazzo era terrorizzato.
“Non avere paura...” disse accarezzandogli una guancia con la mano, poi scostò la copertina
mostrandogli per la prima volta il viso della piccola.
Loki sorrise. Neanche la madre credeva di averlo mai visto sorridere così, era un sorriso sincerò proveniente dal cuore.
Loki le toccò una manina chiusa a pugnetto prima accarezzarle la testa.
“Prendila...” disse la madre porgendogliela.
Loki, impacciato, la prese fra le braccia sorreggendogli la testa.
“Ciao piccolina...” disse sussurrando mentre una lacrima gli bagnava la guancia.
Anche la madre si commosse di fronte a quella scena, finalmente aveva permesso a Loki di conoscere sua figlia, la piccola che gli era stata strappata dalle braccia e per cui aveva sofferto così tanto. A lei non interessavano le ragioni di Thor, era suo figlio, lo amava, ma alcune volte, era troppo testardo per capire. Non avrebbe permesso a Loki di partire per la guerra senza avergli fatto vedere la bambina.
Loki si sedette vicino la finestra, era sempre stato il suo posto preferito, cullandosi la bambina fra le braccia. Era vispa, gli occhioni azzurri che fissavano il padre e i capelli neri che le coronavano la
piccola testolina. Loki sorrideva tutte le volte che la bambina riusciva ad agguantare una ciocca dei suoi capelli, ormai diventati lunghi.
All'improvviso alzò il volto per guardare la madre, come ricordandosi in quel momento di non essere solo in quella camera.
“Madre...”
“Si, figlio mio?...”
“Grazie...”
Frigga si avvicinò sedendosi accanto a lui, gli scostò i capelli che gli ricadevano sugli occhi sistemandoglieli dietro l'orecchio.
“Non mi devi ringraziare...” disse baciandogli una guancia.
La bambina emise dei piccoli vagiti, sorridendo poi, verso Loki che, a sua volta, sorrideva guardandola muoversi fra le sue braccia.
“Non è blu...”
Frigga sorrise a quell'affermazione del figlio.
“No, non lo è e anche se toccandoti lo fosse diventata sarebbe stata perfetta comunque...”
“Sarà diversa da tutti gli altri bambini di Asgard, non ha bisogno anche di questa maledizione.” disse il giovane.
Frigga gli ruotò il volto verso di se.
“E' la tua natura, non sei maledetto. Non voglio che tu ti senta tale...non pensarci ora.” disse sorridendo alla piccola che rispose con un verso acuto. Loki sorrise stringendola di più a se.

**

Era ormai notte fonda quando Thor e Jane raggiunsero le loro camere. La festa si era protratta per molto tempo e, senza impegni, non si erano fatti pregare nel restare in compagnia, almeno Thor.
Jane si era addormentata appena toccato il letto, Thor si rigirava fra le coperte, insofferente a qualsiasi cosa, probabilmente dovuto all'alcol che aveva in corpo.
Si addormentò, un sonno agitato e pieno di incubi.
All'improvviso di svegliò, alzandosi di scatto a sedere sul letto, il fiato corto e il sudore che gli imperlava il volto.
Jane dormiva tranquilla, troppo stanca per accorgersi di qualsiasi movimento.
Thor si alzò per rinfrescarsi il viso, l'incubo non si decideva a scomparire dalla sua mente mettendolo in uno stato di agitazione che poche volte aveva provato.
Loki era da solo nel bel mezzo della battaglia, ad un tratto un colpo mortale del nemico lo fece cadere a terra, non ricordava molto, ma si ritrovò vicino al giovane.
“Non puoi lasciarmi...” disse
“Dai un bacio a Leda da parte mia...” disse Loki prima che la vita abbandonasse i suoi occhi verdi.
A quel punto si era svegliato e la scena continuava a ripresentarsi nella sua mente, una volta, un'altra ancora, un'altra...
Indossò una maglia, si assicurò che Jane dormisse e uscì dalla camera.

**

“Lei ti conosce...” sorrise Frigga guardando la bambina.
“Sono io che non conosco lei...” sussurrò Loki.
“Eri poco più piccolo di Leda quando tuo padre ti portò qui...” usò volutamente le parole “tuo padre”, ma Loki non sembrò farci caso “Imparerai a conoscerla...”
Loki stringeva la bambina fra le braccia, le toccava le guance, le mani, le rimboccava le coperte, ancora non poteva credere che quella creatura fosse sua.
“Sai ho sempre creduto che a te non potesse succedere, per questo non ti ho mai messo in guardia, oltre al fatto che non avrei saputo cosa dirti...” sorrise rivolta al figlio “quando ho scoperto che era successo mi sentivo in colpa per non averti avvisato su quello che sapevo, degli jotun e delle possibili gravidanze, oltretutto ti vedevo soffrire, c'è stato un punto in cui credevo che l'avessi persa...” disse accarezzando la guancia della piccola “ma ora non me ne pento più, vedendola qui.”
Loki sorrise continuando a guardare la figlia.
“Grazie per avermi impedito di agire di testa mia...” disse il giovane.
“Eri terrorizzato, era probabilmente l'ultima cosa che ti aspettavi e comunque non l'avresti mai fatto...” sussurrò “Non ti saresti mai liberato di tua figlia.”
Era vero, non l'avrebbe mai fatto. Non dopo la rivelazione sulla sua vera origine.
La bambina alzò un pugnetto in cui racchiuse le dite del padre, una flebile lucina verde scaturì dalla manina.
Loki guardò stupefatto la bimba.
Frigga sorrise.
“Volevo che lo scoprissi da solo...”
La piccola lasciò lentamente la presa addormentandosi fra le sue braccia.
Frigga, per quanto conoscesse bene Loki, non lo aveva mai visto con quell'espressione di adorazione sul viso, neanche da piccolo.
“Non portarmela via..” sussurrò con gli occhi semi aperti.

**

“Hey Fandral, tutto tranquillo?” disse Thor nascondendo l'ansia che lo attanagliava.
“Nessun movimento sospetto.” rispose il guerriero.
Thor aveva affidato il controllo delle camere di Loki ai suoi quattro amici, di cui si fidava più di se stesso.
“Dovrei parlare con mio fratello.”
“A quest'ora?”
“Problemi?”
“No, assolutamente.” disse sganciando le chiavi dal mazzo che portava alla cintura e porgendogliele al ragazzo.
Thor alzò un sopracciglio.
“Che c'è? Non voglio farmi incenerire...”
“Sia mai, Fandral.”
Thor sorpassò il soldato e, deciso, aprì la porta.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


- CAPITOLO 6 -

Loki e la madre erano addormentati vicino la finestra, la bambina che dormiva beata fra le braccia del dio degli inganni.
Thor entrò nella prima camera, non notando il fratello si diresse direttamente alla porta della camera da letto.
“Loki...” lo chiamò, ma non ricevette risposta.
Loki si svegliò di scattò, terrorizzato.
“Madre!” la svegliò “Dovete andarvene, prendete la bambina...”
“Loki...”
Il ragazzo le chiuse le labbra con le dita per zittirla e, sussurrando, disse “Thor”.
Loki porse la bambina alla madre, ma Leda non aveva la minima intenzione di staccarsi da quel padre che aveva appena conosciuto. Iniziò a piangere e Loki fu costretto a riprenderla in braccio.
Thor, attirato dal pianto della piccola, aprì la porta della camera dove erano rintanati i tre.
“Ma che...” s'immobilizzò sulla soglia.
Frigga si alzò in piedi mettendosi fra i suoi due figli.
“Thor, ti posso spiegare.” disse con fare deciso.
“Cosa?...” disse “Cosa mi devi spiegare???” Urlò il biondo alla madre “Che mi hai tradito? Che non è come sembra? Hai altre scuse che io non conosco?”
Frigga fissò il pavimento, ma non perse la sua postura decisa e fiera.
“No, solo che Loki aveva tutto il diritto di conoscere la bambina...”
Thor rimase senza parole, il sangue che gli dava alla testa, la rabbia che pulsava nelle vene.
“Anche mia madre ora cospira contro di me...”
Si fermò, le mani sui fianchi, prima di avventarsi su Loki e cercare di strappargli la piccola.
La madre cercò di fermarlo, ma colta alla sprovvista, non fece in tempo e si trovo a terra.
Loki terrorizzato che, per via dell'ira, potesse far del male alla piccola, si nascoste ancora di più nell'arco della finestra e quando vide l'ombra del fratello incombere su di se scagliò un incantesimo che sbalzò Thor dall'altra parte della stanza, lontano da loro. Nessuno venne in suo soccorso, i rumori della stanza erano coperti dall'incantesimo di Frigga.
Loki si alzò rifugiandosi nella camera da letto.
Frigga corse dal maggiore.
“Ti prego, Thor. Ragiona...”
“Madre io vi ho detto di non fare una sola cosa e voi l'avete fatta, come posso fidarmi di lui se non posso fidarmi neanche di voi?”
“Thor è vostra figlia, non è solo tua...e non è di te e Jane.” cercò di farlo ragionare la madre.
“Come siete entrata qui?”
Frigga lo guardò negli occhi, ma non risposte.
Thor si alzò in piedi, di scatto.
“Dov'è?” urlò.
La madre gli strinse un braccio.
“Punisci me, sono stata io a portargli la bambina, Loki non c'entra nulla...”
“Non volevo che la vedesse!” sibilò
“Perchè???” gli urlò contro la madre a dentri stretti.
“Perchè ho paura che le faccia del male...” sussurrò Thor.
Frigga sgranò gli occhi.
“Cosa? Non ti fidi di Loki e ti fidi a lasciarla in mano a quella sgualdrinella che ti porti a letto?”
“Non osare insultare Jane!” sibilò.
Thor scagliò un vaso e questo s'infranse in milioni di schegge di vetro colorate sul pavimento scuro
della camera, abbandonò la madre e cercò Loki.
“Loki!!!” lo chiamò.

**

Loki era chiuso in camera, seduto sul letto. La porta non era chiusa a chiave, era inutile, Thor l'avrebbe sfondata. Si portò le ginocchia più vicino possibile al petto per poter nascondere meglio la bambina. Leda piangeva e non accennava a smettere, era spaventata e Loki le sussurrava tutto quello che gli veniva in mente, tutte le parole che sua madre aveva detto a lui quando era piccolo e gli incubi arrivavano a terrorizzare il suo sonno.
Sentiva, fuori dalla porta, Thor litigare con la madre, poi un rumore di qualcosa di rotto e dei passi.
Si sentì chiamare e a quel punto iniziò a tremare.
“No, ti prego...no...” disse Loki singhiozzando e baciando la testolina della piccola. Non poteva rivivere il momento in cui era nata, non poteva farsela strappare ancora dalle braccia. Ora capiva che era quello in momento che temeva di più, ma questa volta aveva i suoi poteri ed era abbastanza in forze per potersi difendere.
La porta si aprì.
“Va tutto bene piccolina, va tutto bene...” ripeteva, in una litania appena sussurrata, il minore.
Thor avanzò nella camera e si fermò di fronte al letto. Loki non alzò la testa, ma rimase a fissare la bambina che ancora piangeva.
“Loki...” lo chiamò Thor.
“Non provare a toccarla...” disse Loki.
Thor guardò in alto rivoltando gli occhi. Aveva in mente il piano, entrare nella camera, prendere la bambina e uscirne senza tante storie, ma tutto si era sgretolato quando aprendo quella porta si era trovato di fronte una bambina piangente e un Loki terrorizzato che cercava di calmare la figlia.
Forse aveva esagerato e ogni suo timore era infondato, ma qualsiasi cosa facesse non riusciva a fidarsi del fratello.
“Loki, non ti sto incolpando di nulla, solo che...”
“Che cosa, Thor?” disse Loki “Che me la volevi portar via di nuovo? Dai fallo! L'hai già fatto una volta, dovrebbe essere semplice per te...Mi chiami mostro, ma tu cosa sei?”

**

Leda era sveglia, ma aveva smesso di piangere, fissava negli occhi Loki che a sua volta le sorrise.
“Thor se devi portarmela via fallo ora o sappi che mi dovrai uccidere per riuscirci...”
“Non te la porto via...” disse quasi senza accorgersene, non sapeva da dove gli era venuta fuori quella risposta, ma qualcosa fra la testa e il cuore non funzionava.
Loki alzò gli occhi verdi su di lui.
“Cosa?”
“Hai capito benissimo!”
“Perchè? Tu non cambi idea...”
“Invece ho cambiato idea...” disse accostandosi al letto, Loki trattenne il fiato e strinse la piccola.
Thor sorrise accarezzando la testa della bambina.
Loki lo guardava di sottecchi, non capiva le vere intenzioni di Thor e forse non era neanche lontanamente interessato a conoscerle.
“Mi dispiace...” sussurrò.
Loki lo guardò.
“Pensavo che potessi farle del male, che per te fosse l'ennesima situazione dove ti saresti sentito diverso...senti, io non so se mi posso ancora fidare di te, adesso non ci riesco, ma voglio provarci. Siamo cresciuti insieme, lo so che mi consideri un idiota, ma non puoi distruggere tutto quello che c'è stato tra di noi...”
Loki ascoltava senza guardarlo in volto, teneva gli occhi fissi sulla piccola che si era riaddormentata
tranquilla fra le sue braccia.
“Capisco che tu sia rimasto sconvolto dal sapere che eri stato adottato, che ti sei sentito perso e che New York è stato solo un modo per vendicarti di Odino...ma ora sei a casa, questa è la tua casa Loki, lo è sempre stata e lo sarà sempre...”
“Per questo mi mandi al suicidio...”
Thor inalò una boccata l'aria, non doveva cedere all'ira, Loki lo stava incalzando e sapeva che agiva in quel modo perchè ferito.
“Non ti mando al suicidio, Lo faccio per Asgard, è vero, ma lo faccio anche per te. Dimostra fedeltà servendo il tuo mondo e riacquista la stima di queste persone, le migliori ti ignorano, ma le peggiori voglio la tua testa su un piatto d'argento. Difendendo Asgard eviterai il tribunale, da cui siamo riusciti a farti evitare il verdetto per quasi un anno...”
“Credi che cercare di salvare Asgard possa cambiare qualcosa? Non sono mai stato ben visto e dubito fortemente che questo potrà cambiare qualcosa. Mi condanneranno comunque.” disse Loki.
“Proviamoci...” disse appoggiandogli una mano sul braccio “E' bellissima non è vero?” disse Thor
guardando la figlia.
Loki sorrise sistemando meglio la copertina alla piccola.
“Starà con te questa notte, non darmi nuovi motivi per non fidarmi di te...” disse Thor prima di alzarsi e allontanarsi.
“Thor...” lo chiamò Loki.
Il biondo si voltò.
“Grazie...” disse il minore.
Thor fece un segno affermativo col capo.
“Parlerò con madre, porterà qui il necessario per la piccola...” ed uscì dalla stanza.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


- CAPITOLO 7 -
 
Thor dormiva beato quando il primo raggio di luce lo colpì in volto facendolo svegliare, si voltò verso Jane che in quel momento stava sbattendo le palpebre ancora impastate dal sonno.
“Buongiorno...” disse la ragazza.
“Buongiorno...” ribattè Thor che si trascinò la giovane fra le braccia.
“Thor...è tardi...” biascicò Jane. “La bambina avrà fame...”
“Leda è con Loki...” disse d'un fiato Thor levandosi così un peso dalla mente.
Era Jane a occuparsi della bambina al mattino mentre Frigga adempieva ai suoi compiti da regina.
“Cosa hai detto???” Jane scattò, liberandosi dall'abbraccio di Thor.
“Jane...”
“Sei impazzito??? Tuo fratello ha fatto una strage a Stoccarda e ha distrutto New York, ora gli lasci la bambina?”
“Jane è sua figlia...e non siamo fratelli.”
“E' pericoloso e uno psicopatico! Vai a prenderla!!!”
“No!”
“Come scusa?” disse Jane allibita.
“Sono andato da lui sta notte, mi sentivo in colpa, avevo bisogno di parlargli...”
“Dove sei andato questa notte? No, fammi capire bene...”
“Lasciami parlare!!!” Thor si alzò in piedi fissando negli occhi Jane dall'altro lato del letto.
“Questa notte Loki non era solo, mia madre era con lui...”
“Thor, dove vuoi arrivare?”
“Gli ha portato la bambina. Quando sono entrato li ho trovati vicino alla finestra, ero così pieno d'ira che ho cercato di portargliela via, ma poi quando ho visto lo sguardo che aveva negli occhi non potevo, non ci sono riuscito e non ci riuscirei neanche adesso, non so con che coraggio l'ho portata via la prima volta...”
“Thor, ascoltami...”
“No, Jane. Leda sta bene ed è giusto che stia con Loki.” disse Thor bloccandola.
“Ok, quello che desideri. Scusa, ma ora ho bisogno di un bagno caldo...” disse prendendo i suoi vestiti.

**

La rabbia le ribolliva in corpo e si aspettava che l'acqua iniziasse a bollire da un momento all'altro.
Aveva liquidato le ancelle che, come ogni mattina, da un anno a quella parte, l'aiutavano nel prepararsi e vestirsi in quanto...come l'avevano chiamata? Futura consorte del figlio di Odino.
Uscì dall'acqua, ormai diventata tiepida, e si rivestì. Quando tornò in camera Thor non c'era più, probabilmente era sceso nell'arena, dove andava di solito ad allenarsi. Oppure era da Loki, quest'ultimo pensiero la fece tremare di rabbia. Non era mai stata così arrabbiata in vita sua.
Si spazzolò i capelli e uscì diretta alle camere della regina, doveva parlarle.
Quando si fece annunciare Frigga era già in piedi da un pezzo, veramente non era tornata a dormire quella notte preferendo stare con Loki e la bambina, eppure non si sentiva stanca.
“Mia signora, posso parlare?”
“Immagino il motivo per cui sei qui...”
“Perchè avete portato la bambina da Loki?”
“Non sono affari tuoi...” cercò di tagliar corto Frigga, ma la ragazza si dimostrava più testarda del previsto.
“La piccola potrebbe essere in pericolo...”
“Credimi, è il posto più sicuro in cui possa stare adesso.” Frigga stentava a mantenere la calma e pronunciò quelle parole con una vena astiosa che Jane non sembrava aver compreso.
“Loki è pericoloso...”
“Conosco più di chiunque altro mio figlio e non farà del male alla bambina, ora se vuoi smetterla di mettere queste idee in testa a Thor mi faresti un grande favore!”
“Cosa? Io?”
“Si, tu...credevi che non lo sapessi? A Thor non sarebbe mai venuto in mente di dividere Loki dalla figlia e questa è solo una delle situazioni che hai influenzato...non fare la ragazza innocente.”
“A voi non sono mai piaciuta...”
Frigga alzò le sopracciglia per quel repentino cambio del discorso.
“Forse non hai capito, per me non c'è mai stato nessun problema con te cara, Thor ti ha scelto e non sarò io a dirgli cosa fare, fin'ora ti ho semplicemente ignorata, ma stai diventando alquanto...odiosa.”
“Odiosa?”
“Se sei qui è perchè Thor ti ha detto che la bambina rimarrà con Loki, non vedo quale sia il problema visto che tu non sei sua madre!”
“Perchè voglio bene a quella bambina ed ora è nella mani di uno psicopatico!!!”
“Non osare insultare il principe!!!” ringhiò la regina “Se vuoi il bene di quella bambina perchè la vuoi portar via da chi l'ha tenuta in grembo per nove mesi???”
Jane non ribatté, si limitò a fissare il vuoto spostando, ogni tanto, lo sguardo sul pavimento.
“Io credo d'intuire il motivo e mi dispiace per te, cara, ma non è tua figlia...ora puoi uscire, grazie. Ho del lavoro da sbrigare. Hai la mattinata libera, come quelle che seguiranno, visto che Leda sarà in buone mani. Buona giornata cara.” sorrise, diabolicamente, Frigga.
Jane, oltraggiata, si voltò e raggiunse la porta con passo militare, poco consono a una possibile futura regina di Asgard.
Frigga si sedette su una delle eleganti poltrone che adornavano le sue camere private.
Finalmente si era tolta un peso, ora poteva smettere di sorridere e fingere a ogni frase di quell'insulsa ragazza e, sollievo maggiore, non era più costretta a portarsela in giro per la consueta passeggiata pomeridiana nel parco del palazzo, stava diventando soffocante. Non l'aveva mai dichiarato apertamente per non ferire Thor, ma se la ragazza era arrivata da lei anche Thor le aveva negato il permesso di riprendersi la bambina. Ora le mancava solo una cosa da fare, ma non credeva di poter avere problemi dopo la sfuriata della migdariana: parlare con Thor e lasciare a Loki la figlia fino alla loro partenza, era certa che avrebbe accettato.

**

“Non l'ho mai vista mangiare così di gusto...” disse Frigga comparendo alle spalle del figlio.
“Dovete portarla via?” chiese Loki con una nota triste nella voce.
“No. No, figlio mio...” sussurrò la regina baciando una tempia del ragazzo “Ho parlato con Thor, la bambina rimarrà con te fino a quando non partirete...”
“Come avete fatto a convincerlo? Credevo che fosse la concessione di una notte.”
“Diciamo che la migdariana ha dato il suo contributo e Thor non ha gradito le sue parole...” sorrise Frigga seguita poco dopo dal sorriso di Loki.
“Posso chiedervi una cosa?”
“Tutto quello che vuoi...”
“Odino...come ha preso la notizia della bambina?”
“Sai che carattere ha, subito non l'ha presa bene, anzi penso avesse seriamente intenzione di ucciderti, fino a quando Thor non gli ha rivelato tutto. Conosci la finezza di Thor, non ha usato mezze parole. Se prima l'aveva presa male, dopo è stato il colpo di grazia...”
“Quindi ora...”
“No, aspetta. Non ci crederesti mai, ma te lo posso giurare perchè l'ho visto con i miei occhi. E' felice...”
“Felice?”
“Si, contento...chiamalo come vuoi. Pensa che una volta ha perfino dato da mangiare alla piccola.”
“Cosa?” sorrise il ragazzo.
“Si, ovviamente aveva la finezza di pentapalmo.” rise Frigga “Sai, penso stia cercando di recuperare il tempo che non ha trascorso con voi, quando eravate così piccoli era sempre in battaglia, non vi ha veramente visto crescere. La vede come un'altra opportunità...”
“Quindi non mi odia?”
“Vorrà parlarti, ma no...non ti odia Loki, non ti ha mai odiato.”

**

Leda finì di mangiare e Loki posò quello strano oggetto che serviva per nutrire la bimba.
“Credevo che Leda avesse una balia...”
“Chiedi alla migdariana, è stata lei a far recuperare questo strano oggetto, all'inizio ero scettica, ma devo dire che non è un'invenzione così malvagia. Mi ha permesso di stare molto più tempo con lei e
lo sta facendo anche con te...”
Loki si alzò tenendo la bambina appoggiata alla sua spalla. Era quasi ora di pranzo, il sole illuminava l'immensa città dorata di Asgard, una leggera brezza che, silenziosa, filtrava dalla
finestra e accarezzava il volto del giovane.
Dalle sue stanze, Loki, poteva scorgere ogni singolo angolo, ogni singola via del mondo che stava cercando di riaccettare come suo.
“Thor ti ha detto qualcosa della guerra che stiamo combattendo?”
“No, e sinceramente non mi interessa, ho accettato. Non avevo molta scelta.”
“La tua magia?...”
“Non è al massimo, non ne ho fatto uso per mesi credendo di far del male alla piccola, oltretutto mi ci sono volute alcune settimane, dopo la sua nascita, per tornare a farne uso e comunque sempre per piccoli trucchi, non volevo rischiare di far saltare la cella...”
“Hai bisogno di allenarti, chiederò a Thor di farti uscire di qui...se si fida di te, deve fidarsi anche a lasciarti libero...”
“Non si fida di me...” disse abbattuto il giovane passando una mano sulla piccola schiena della bambina “...e poi preferisco restare qui con Leda, fuori dovrei mentire a me stesso e mantenere il segreto, con che scusa poi? Che sia mia nipote?...A voler essere sinceri non penso che il popolo di Asgard prenderebbe bene la notizia che il fratello del futuro re, nonché assassino e traditore, tenga fra le braccia la principessa nonché futura regina...”
“Quando aspettavo Thor non amavo che la gente mi guardasse, la trovavo una cosa troppo intima per mostrarmi a tutti. Spesso mi chiudevo nelle mie stanze e allora Odino fece costruire il mio giardino privato dandomi solo un compito: curarlo e tenerlo in ordine in quanto non volevo che nessuno entrasse in quell'area, ma era un compito che potevo facilmente svolgere con la magia.”
“E' in questo modo che mi avete fatto passare per vostro figlio?...” chiese Loki guardando negli occhi la madre che sostenne il suo sguardo.
“Nessuno sospettava nulla, quando tuo padre ti trovò, nel tempio, era solo. Partì subito per Asgard, eventi fortunati vollero che anche Heimdall fosse impegnato in battaglia e non potè così vedere Odino giungere al palazzo con un piccolo e bellissimo bambino fra le braccia, coperto solo dal suo mantello.”
“Così mi avete nascosto a tutti?”
“Si, l'abbiamo rivelato solo dopo giorni...”
“Ma voi non avevate segni della gravidanza e comunque al parto doveva essere presente qualcuno...”
“Non mi sottovalutare...” sorrise “Nato prematuro e all'improvviso, ero sola e per il dolore non sono riuscita a chiamare aiuto...”
“Magia?”
“Ovvio, dovevo pur rendere credibile un parto che non era avvenuto. Quando la guaritrice mi visitò non ebbe dubbi...”
Loki sorrise.
“Dove volete arrivare?” disse tornando a sedersi.
“Se ottengo il permesso puoi allenarti nei miei giardini privati e allo stesso tempo Leda sarebbe con te, nessuno ti darebbe fastidio...”
Loki la guardò, gli occhi che sembravano pronunciare un muto “grazie”.
“Da quando sottostate agli ordini di Thor?”
“Da quando Odino gli sta donando quasi ogni potere e controllo...in pratica è quasi re, anche se tuo padre siede ancora su Hliðskjálf.
“Vi ostinate a chiamarlo “mio padre”, ma io non riesco più a considerarlo come tale, non ho mai avuto un bel rapporto con Odino e ora mi sembra totalmente un estraneo.”
“Imparerai, ci vorrà del tempo...”

**

“Thor, ci siamo accordati per i turni di guardia, ci sarà Hogun questa notte...” disse Sif.
Thor, sovrapensiero, non rispose.
“Secondo te sto facendo la cosa giusta a fidarmi ancora di Loki?”
Sif gli si sedette vicino, la staccionata di legno dell'arena s'incurvò leggermente.
“Thor, solo tu puoi saperlo. Hai visto cosa è successo su Migdar e sai come la penso...”
“Su Migdar non era lui ad agire, era governato da Thanos e dal tesseract...”
“Lo so, me l'hai già detto, ciò non toglie che anche prima non sia mai stato una persona di buona intenzioni.”
“Forse sono stato troppo duro con lui...non mi ha mai veramente raccontato cosa è successo nell'anno in cui lo credevamo morto, cosa ha subito, cosa è stato costretto a fare per arrivare ad usare il potere del tesseract...”
“Thor, io non so che dirti. Non ti nego che non abbia sofferto, ma è il dio degli inganni...”
Thor sospirò saltando giù dalla staccionata.
“Non lo so Sif. Voglio provare a fidarmi di nuovo, ma non so se avrei la forza di ricevere ancora un suo tradimento, ho paura di arrivare ad ucciderlo...”
Si allontanò, Sif che guardava la sua figura scomparire all'orizzonte diretto alle porte del palazzo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


- CAPITOLO 8 -

“Thor...” Frigga chiamò il figlio che, perso nei suoi pensieri, continuò a camminare imperterrito per il sontuoso e lungo corridoio dorato.
“Thor!” lo chiamò ancora la madre, questa volta più forte. Il giovane si girò.
“Madre..”
“Cosa ti turba, figlio mio?”
“Nulla madre...”
Frigga fece una smorfia, conosceva bene suo figlio e quell'espressione sul suo volto non voleva affatto dire “nulla”.
“I nemici?”
“Non ci giungono notizie. Dopo Oslo non ci sono stati attacchi...”
“I migdariani?”
“Qualche fulmine è bastato a giustificare il disastro...”
Gli elfi oscuri avevo attaccato poco tempo prima la città di Oslo, di solito agivano nei paesi nordici, ma nessuno si aspettava un attacco ad una grande città. Un centinaio di cittadini furono uccisi e squartati per essere mangiati, questa era la crudeltà degli elfi oscuri.
“Thor, devo parlarti...”
“Madre, dovete parlarmi un po' troppo spesso in questi giorni. Mi avete disubbidito portando Leda a Loki, non dovrei neanche starvi a sentire eppure sono qui...ditemi, di cosa ha bisogno il dio degli inganni?”
“Non è una sua richiesta, ma mia. Lascialo allenare, ha bisogno di ritrovare la sua piena forza magica, in questo stato non può affrontare nessun esercito...”
“Mi state chiedendo di concedergli la libertà?”
“No. Potresti semplicemente rinchiuderlo nelle mie stanze, sarebbe con Leda, non ci sarebbero scandali e potrebbe allenarsi nei miei giardini privati. Oltretutto potrei vederlo senza sotterfugi, come ho il dono di vedere te, siete i miei figli non privarmi di questa gioia.”
Frigga alzò una mano per accarezzare il volto del figlio che, a sua volta, chiuse gli occhi a quel delicato tocco.
“Va bene, darò disposizioni che venga spostato nelle vostre stanze...”
“Quando tutto questo sarà finito dovrete chiarirvi e decidere il futuro della bambina, non potrai nascondere ancora per molto questo segreto.”
Frigga si voltò, allontanandosi, lasciando il figlio immobile nel bel mezzo del corridoio.

**

Erano trascorsi alcuni giorni, Loki si sentiva in forma, mangiava di gusto, anche se per Frigga era sempre poco essendo abituata alla voracità di Thor.
La magia stava ritornando a scorrere nelle sue vene, forte e potente, come era stata un tempo.
Leda, distesa nella culla, si divertiva ad afferrare le ciocche color ebano che ricadevano sul volto del giovane quando si sporgeva ad ammirare la bambina.
Si perdeva a fissarla, alcune volte si sedeva di fianco alla culla e ci trascorreva ore, a volte addormentandosi con la manina della piccola stretta a un suo dito.
Frigga si era incantata diverse volte ad ammirare la scena, la guardava con occhi sognanti e, spesso, qualche lacrima le bagnava le guance, ma provvedeva subito ad asciugarla.
Aveva amato Loki, e lo amava ancora, ma aveva sempre sospettato che il piccolo sentisse la mancanza di qualcosa, come se sapesse inconsciamente del suo passato e del suo abbandono.
Loki si voltò e la vide sulla soglia della camera, gli occhi, ancora assonnati del giovane, che le sorridevano.
“Come stai?” chiese Frigga avvicinandosi, accarezzandogli la schiena con una mano.
“Me l'avete già chiesto una miriade di volte oggi...” sorrise Loki “Molto meglio...”
“Sono tua madre, permettimi di essere un po' in apprensione...” sorrise la regina.
“Madre?”
“Si...”
“Era necessaria questa guerra?”
Frigga sospirò avvicinando una sedia alla culla della piccola.
“Gli elfi oscuri hanno invaso di nuovo Migdar. Asgard non poteva stare a guardare e Thor, avendo giurato di proteggerla, ha dovuto agire.”
Leda iniziò a piangere e Loki si sporse per prenderla in braccio e cullarla.
A Frigga si dipinse in volto un'espressione sognante guardando il figlio cullare la nipotina.
“Mi vengono ancora i brividi a pensare quando, piangendo, mi dicesti di volertene liberare...o quando eri convinto che Thor l'avesse uccisa...”
“Era l'unica cosa logica da pensare...”
“Thor non l'avrebbe mai fatto...”
“E' mia figlia, sarà diversa, è una jotun...”
“Smettila, Loki!” disse Frigga alzandosi guardando fuori dalla finestra.
“Sei mio figlio, Loki, e non smetterò mai e poi mai di ripetertelo. Non sei diverso e non voglio che ti senta tale.”
“Oltre al fatto che divento blu e...”
“Basta!!! Loki, ascoltami, sarà l'ultima volta che te lo ripeterò, per me, per Odino, non è cambiato nulla. Soltanto il fatto che tu ne sei venuto a conoscenza, ma per noi non è cambiato nulla e non cambierà mai. Loki, tu sei nato per essere un principe di Asgard, non interessano a nessuno le tue origini. Tu sei mio figlio e lo rimarrai per sempre, qualsiasi cosa accada, sarai per sempre “Loki figlio di Odino”.
La bambina emise un piccolo vagito quando Frigga le toccò i pugnetti chiusi.
“E lei, sarà la nostra principessina. Sarà la nostra guida nelle giornate di sole e il nostro faro sotto le tormente di neve perchè lei è questo: sole e neve.”
“Come farò a separarmi da lei? Cosa farò quando sarà tempo di partire?”
“Troverai il coraggio, Leda sarà al sicuro...”

**

“Figlio di Odino!!! Thor!!! Stanno arrivando! Attaccheranno Asgard!!!”
“Heymdal, ne sei certo??!!?”
“Lo giurerei sulla mia vita...”
“Prepara le armate, schiera gli eserciti, innalza le difese...Sif!!Sif???”
“Sono qui, Thor!”
“Trova gli altri, siamo sotto attacco, chiama Fandral che si occupi delle difese a nord. Hogun il palazzo, Volstagg il bifrost, che nessuno ne abbia accesso.” disse allontanandosi spedito verso la reggia.
“Thor dove vai???”
“Devo avvertire Loki!”

**

Un lampo di energia verde balenò nell'immenso cortile privato della regina. Loki si sedette esausto dopo l'ennesima prova, non capiva cosa avessero i suoi poteri, aveva come l'impressione che qualcosa non andasse eppure non aveva problemi ad eseguire magie.
Frigga alzò il volto dal libro che stava leggendo.
“Hai ancora tempo, ce la farai...”
“E se fosse questo il mio massimo?”
Delle voci concitate giunsero dal corridoio delle camere private e dei forti colpi alla porta fecero saltare i due.
“Madre!!!”
Frigga si voltò.
“Thor?”
“Madre aprite!”
Frigga corse alla porta spalancandola.
“Cosa succede?”
“Dov'è Loki?”
“Sono qui...” disse il più giovane che, nel frattempo, era corso a prendere la bimba nella culla.
“Siamo sotto attacco...”
“Cosa?” disse Frigga.
“Sono pronto...” pronunciò Loki.
“No!!!” urlò Frigga.
“Loki...” lo fissò Thor per qualche secondo.
“Non è pronto per la battaglia, Thor, ascoltami...”
“Invece si, andrò madre...” concluse Loki.
“Thor...” supplicò la regina con occhi imploranti.
“Loki, è vero quello che dice madre?”
“Verrò...” disse Loki, stringendo di più la figlia a se e baciandogli la testolina.
“Loki, no! Ti scongiuro, non farlo...” cercò di convincerlo la madre, una mano ad accarezzargli la
guancia e una a coprire quella del figlio sulla piccola schiena della bambina.
“Andrà tutto bene madre...” disse con un finto sorriso sulle labbra “Prendetela e andate a nascondervi...” disse porgendole la piccola che subito si mise a piangere.
“Shhhh, sono qui. Tornerò presto piccola...” disse con gli occhi lucidi accarezzando la testa corvina della bambina. Thor si avvicinò coprendo con la propria mano quella del giovane.
“Questo era dei motivi per cui non volevo che la vedessi...” gli sussurrò il maggiore.
“Andiamo...”
“...Per questo non avresti dovuto conoscerla prima della battaglia.”

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


- CAPITOLO 9 -

Sentiva il pianto di Leda riecheggiare nel corridoio del palazzo.

“Loki...” lo chiamò Thor fermandosi a guardarlo.

“Vai avanti, muoviti, prima che toni da lei...”

Pochi minuti dopo si trovarono fuori dal palazzo. Tutte le vie erano sorvegliate, i soldati in armatura schierati per la lucente Asgard.

Odino, il padre degli dei, in alta uniforme, impartiva ordini alla sua squadra di soldati scelti.

“Thor...” chiamò il re avendo scorto il figlio con la coda dell'unico occhio sano.

Si voltò trovandoselo di fronte e Loki che lo seguiva a poca distanza.

“Loki...” disse stupito.

Il moro inchinò il capo.

“Sorpreso "padre" pensavo che vostro figlio vi avesse avvertito...”

“Se lo fai per irritarmi non è questo il momento "figlio mio"...” disse sussurrando le ultime parole.

"Loki...lascia perdere..." disse Thor mettendosi di fronte al fratellastro.

"Solo per questa volta..." ribattè Loki.

“Cosa senti?” disse il biondo notando l'espressione del dio degli inganni.

“Usano la magia, stanno arrivando...”

“Quanti sono?”

“Non molti, ma sono potenti...”

“Heimdall!!!” urlò Thor “Di ai soldati di tenersi pronti...”

“Hanno cambiato i loro piani...” sussurrò Loki con una mano alla tempia.

“Come? Come fai a saperlo???” chiesi Thor frastornato.

“Non lo so!!! E' una magia a me sconosciuta. Non attaccheranno il Bifrost...”

“Perchè?”

“Non lo so! Io sento solo la loro energia, non posso vederli!”

“Padre degi Dei!!!” urlò Heimdall “A ovest, oltre le cascate dorate!!!”

“No!” sussurrò Loki sgranando gli occhi.

“Cosa? Loki?” disse Thor inseguendo il fratello che aveva iniziato a correre verso il punto indicato dal guardiano.

“Ho capito il loro piano, seguimi...”

“Loki!! Aspetta!!!”

“Non c'è tempo! Vogliono forzare le difese segrete di Asgard!”

“Lo...” si immobilizzò Thor arrivando alle spalle del giovane.

“Seguimi, il tuo esercito non servirà a nulla in questa situazione...”

“Gradirei qualche spiegazione.”

“Shhhh...”

Le cascate d'oro si stagliavano all'orizzonte di fronte a loro.

Il Bosco che circondava le immense colline era fitto e buio, Loki amava quel posto dove si sentiva sempre in pace con se stesso, nessuno era mai andato a cercarlo li.

“Ti sei mai chiesto come i giganti di ghiaccio abbiano fatto entrare?”

“Sei stato tu...”

“Mi dispiace deluderti, ma non sono stato io...anche se mi sono presto il merito, questo te lo concedo.”

“Allora...”

“Poco importa, Thor. Il problema è che altri abbiano scoperto gli ingressi segreti che circondano Asgard!” disse continuando a scendere verso la valle.

“Tu...”

“Se li conosco? Si, alcuni. Diverso tempo fa ero riuscito a mettere le mani su alcuni documenti di Padre, credimi Thor solo un esperto di arti magiche poteva aprire il sigillo di quei documenti. Ovviamente tutto è vano se non si trovano i documenti...”

“Madre?”

“No!” Loki schioccò un'occhiata colma d'ira al dio. “Non è stata lei. Non la devi neanche nominare in tutto questo...”

Loki respirò cercando di mantenere la calma.

“Ogni volta che il documento viene aperto un simbolo, incancellabile, compare ai piedi della firma...”

“Ma...”

“Si, Thor. Qualcuno passa informazioni ai nostri nemici, come se questo fosse una novità.”

“Quindi padre sa che tu conosci ogni via d'accesso e uscita per Asgard...” constatò Thor.

“Perspicace. Qualcosa li dentro allora funziona. Si, lo sa da anni ormai, ero poco più che un ragazzino quando li ho trovati...”

“Non me ne hai mai parlato!”

“Lo avresti detto anche al primo pentapalmo che avessi incontrato per strada e sinceramente non mi esaltava così tanto l'idea di venire punito da Odino una seconda volta...”

Giunsero di fretta in fondo alla valle.

“Ora non mi seguire, aspettami qui...”

“Loki è un suicidio procedere senza guardie ne protezione...”

“Thor, se non vuoi scoprire sulla tua stessa pelle per quale motivo i tuoi soldati muoiono senza neanche combattere, rimani qui...” disse il minore voltandosi.

“Fermo!” urlò Thor prendendolo per un braccio “Non ti lascerò andare da solo...”

“Non posso permettermi che ti succeda qualcosa, figlio di Odino, e non ho abbastanza magia per difendere tutti e due. Tra poco Asgard sarà invasa e se non bloccheremo questo passaggio potremmo non arrivare al tramonto. Lasciami Thor!”

“Cosa vuoi fare? Sei impazzito?”

“Lo vedrai...”

 

**

 

Le cascate si stagliavano alte e imponenti di fronte ai suoi occhi, il sole, che le colpiva di lato, conferiva all'acqua quel colore dorato da cui prendevano il nome.

Quello che i cittadini di Asgard non sapevano era che, nella profondità di quell'acqua così preziosa e candida alla vista, si nascondeva uno dei più terribili misteri del regno: la via d'accesso e d'uscita per i nove regni, una via impervia e pericolosa, ma accessibile a chiunque, anche al peggior nemico.

“Loki!!!”

Il moro non lo ascoltò e continuò a procedere, Thor lo raggiunse e lo arpionò di nuovo per il braccio.

Loki si voltò e lo fissò per alcuni secondi prima di rispondergli.

“Thor, non rendere le cose ancora più complicate di quelle che sono, lasciami andare, non credo che tu tenga molto alla vita di un traditore...”

“Di un traditore no, ma del padre di mia figlia si...”

Loki si liberò dalla presa con uno strattone.

“Prenditi cura di lei se non dovessi tornare...” lo avrebbe fatto, ne era certo.

“Loki...” sussurrò lasciandolo andare.

 

**

 

Scese nel profondo della gola dove lo scrosciare dell'acqua si faceva così assordante da essere quasi fastidioso.

Raggirò l'acqua, alzò una mano e con la magia si creò un varco attraverso essa.

Il portale si ergeva poco lontano, nell'antro della grotta. Il fluido color grigiastro che si contorceva nel cerchio di luce.

Loki trattenne il fiato, aveva paura. Anche il più gelido dei cuori può provare paura.

Sua madre aveva ragione, non era pronto, la sua magia era ancora debole. Ma era troppo superbo per ammetterlo, troppo per confessare la sua debolezza.

I mesi rinchiuso in quella cella, la gravidanza e il parto l'avevano indebolito più di quando lui stesso ammetteva. Senza contare i primi tempi della sua reclusione quando veniva torturato per delle informazioni che non aveva.

Ma anche lui, se si fosse trovato nella posizione dei suoi carcerieri, probabilmente avrebbe agito in quel modo.

Alzò il volto, fissò minaccioso il varco che ogni secondo mutava forma, sperò di aver compreso i piani di quei maledetti.

Si posizionò di fronte al portale, alzò le mani e reclinò la testa, aveva un solo obiettivo:farcela. Bloccare gli invasori, far finire quei bastardi nell'antro più remoto e oscuro dell'universo; no, per loro la morte era troppo poco, aveva provato sulla sua pelle la prigionia per ben due volte e sapeva di cosa stava parlando.

La magia, verde e luminosa, scaturì dalle sue mani, prima flebile poi sempre più vivace e forte. Digrignò i denti, chiuse gli occhi, sentiva i nervi delle braccia irrigidirsi come catene di ferro. Un dolore sordo gli invase la testa.

Forse era troppo tardi, qualcuno era quasi riuscito a forzare il portale dall'esterno. Stavano entrando ad Asgard.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


- CAPITOLO 10 -

Frigga correva con la piccola fra le braccia, il pianto incessante della bambina non faceva che spezzarle il cuore.

Salì nelle camere del suo primogenito cercando la migdariana avendo promesso a Thor di portarla con se in salvo.

“Jane!!!” urlò aprendo la porta.

“Cosa sta succedendo...” disse la giovane, voltata di schiena, che osservava Asgard dell'imponente finestra.

“Oh...no...” Frigga si immobilizzò, il cielo si era oscurato e una miriade di scie nere ne decoravano il manto.

“Dobbiamo andare, seguimi!”

“Che sta accadendo? Dov'è Thor?”

“Siamo sotto attacco...”

“Dov'è Thor?”

“A te non importa di nessun altro vero? Tutta Asgard sta per essere spazzata via, compresi noi e tu sei così egoista di pensare solo a Thor....” ruggì la regina.

Jane si zittì.

“Scusami...” si fermò Frigga “Io...”

“No, capisco...” disse la giovane.

“Thor è la fuori con Loki, stanno cercando di fermarli. Sono i miei figli, non credere che in questo momento non mi senta male..”

“Loki?” disse Jane con un ghigno.

“Non una parola...” disse la regina continuando a scendere diretta ai sotterranei del palazzo.

 

**
 

Loki! Esci da li!” urlò il fratellastro ben sapendo di non poter essere udito dallo Jotun.

Si sentiva inutile il dio del tuono, per la prima volta nella vita la sua forza o il suo martello non avrebbero fatto la differenza. Aveva sempre denigrato i subdoli metodi di Loki in battaglia, ma questa volta era la sua guerra. Una guerra di magia.

Un rombo fece voltare Thor, il cielo si stava facendo nero e dei fasci scuri raggiungevano terra.

Che fare? Aiutare gli altri o aspettare Loki? Sacrificare la vita di molti o quella di uno? In che modo poi? Come poteva aiutarli, non c'era nulla di materiale con cui combattere, almeno non ancora.

Una vampata verde illuminò il retro dell'acqua scrosciante e la grotta oltre al muro trasparente.

 

**

 

“Fandrall!!!” urlò Sif.

“Sono qui!”

“Questa volta non ce la faremo...”

“Non è mai detta l'ultima parola, mia cara...”

“Attento!”

Uno dei raggi neri colpì terra, a pochi passi dallo spadaccino, sbalzandolo, con altri soldati che erano schierati nelle vicinanze, di fronte al palazzo dorato.

Dalla nube emersero delle figure minacciose, con mani ad artigli e pelle nera.

“Maledizione!” disse Sif prima di sguainare la spada.

 

**

 

Gli occhi di Loki, sgranati, quasi spiritati, erano incatenati, senza sbattere mai le ciglia, alla massa argentea del portale.

Doveva colpire ora o sarebbe stato troppo tardi.

Raccolse tutto il potere di cui disponeva nelle vene, non era sicuro di potercela fare, questa sensazione non gli era mai piaciuta. Era sempre convinto delle sue azioni, per quanto nocive potessero essere, non ne aveva mai dubitato. In ogni caso aveva deciso di tentare, Asgard non aveva molte alternative, anzi non ne aveva altre, e quella poteva essere l'unica soluzione, l'esercito dorato non avrebbe mai battuto quelle bestie protette dalla magia. Asgard sarebbe caduta.

Ad un tratto, nell'ammasso argentino, che una volta era l'antico portale, una voce spettrale si palesò.

“Loki...”

Il dio degli inganni si bloccò. Non era la voce di un elfo oscuro ed era più che certo di averla già udita.

“Ci rincontriamo...sai speravo che gli asgardiani ti avessero ucciso, a quanto pare mi sbagliavo...”

Loki terrorizzato dalla voce sgranò gli occhi.

Si aspettava di vederlo comparire da un momento all'altro. Il dio scavò nella sua memoria e improvvisamente si ricordò di una formula, tutti gli accessi di asgard sarebbero stati chiusi. Ogni portale, ogni via, ogni cosa. Sarebbero stati isolati dai nove regni.

Questa magia era nettamente superiore a quella che al momento sopportava, avrebbe potuto ucciderlo.

 

**

 

Lampi verdi sovrastarono le scie nere. Questa era l'unica cosa che poteva vedere Thor dal fondo della valle. Il verde avvolse il nero mescolandosi su di esso, circondandolo, inghiottendolo fino a farlo sparire. Un fragore sordo si propagò nel cielo sopra Asgard quando gli invasori scomparvero e i buchi neri creati nel cielo azzurro si richiuse lasciando dietro di se il nulla. Come se nulla fosse accaduto.

Thor attese qualche attimo prima di muoversi.

“Forza Loki, esci di li....” sussurrava a labbra strette. “....esci...ti prego...”

Un'ombra comparve sotto l'acqua della cascata, Thor stava per gioire quando questa si accasciò sulle ginocchia.

“Loki!!!” urlò.

Corse da lui, il moro stava cadendo a terra e nell'attimo in cui il biondo si accasciò di fianco Loki stava per svenire.

“Hey, hey...guardami...”

“Lui..il portale...”

“Lui chi?”

Loki chiuse gli occhi.

“Loki! Continua a guardari...lui chi?”

“Magia...dovevo ucciderlo...”

Loki svenne e non riprese conoscenza.

“No...” sussurrò Thor “No...non provare a lasciarmi ora.”

Una lacrima gli bagnò il viso.

Lo prese tra le braccia cercando di non fargli del male e corse verso il palazzo.

 

**

 

“Thor!” Jane si lanciò fra le sue braccia.

Il biondo la strinse forte a se.

“Stai bene?” Chiese il dio del tuono.

Jane annui guardandolo negli occhi.

Poi il ragazzo scorse la madre, circondata da un decina di ancelle, nel fondo della sala. Si avvicinò e senza una parola prese Leda fra le braccia stringendola a se.

“Dov'è Loki?” chiese Frigga con tono freddo.

Thor continuò a cullare la bambina che sembrava così piccola fra le sue braccia, le baciò la piccola testa corvina accarezzandole una guancia.

“Thor...” sussurrò la madre alzandosi in piedi andando verso il figlio.

Thor non aveva il coraggio di guardarla in volto.

“Avevate ragione voi madre...”

“Dimmi che non...”

“No...”

Frigga si sentì raggelare il sangue.

“E' nella camera della guarigione, le guaritrici non mi hanno fatto entrare...non so altro...”

“Oh no...” disse la regina adagiandosi una mano sul cuore e risedendosi per evitare un mancamento.

Jane si avvicinò a Thor accarezzandogli un braccio. Thor si voltò verso di lei. La ragazza non sapeva cosa dire, forse il silenzio era meglio di mille parole.

La bambina chiuse gli occhi, adagiandosi al petto del padre, stremata dal pianto delle ultime ore.

Thor la fissava, i lineamenti dolci e perfetti, la forma degli occhi, delle labbra, del nasino all'insù. Quel piccolo scricciolo era suo, era loro.

Gli si appannarono gli occhi.

 

**

 

“Devo vederlo...” disse Thor.

“Mi dispiace figlio di Odino, non potete entrare...”

“Perchè???” urlò.

“Non è ancora fuori pericolo e non sappiamo quando questo genere di magia abbia aggredito il suo corpo e se mai si riprenderà, non è la nostra arte è magia oscura. Non posso negarvi che potrebbe non farcela, ma abbiamo speranza...mi dispiace, vorrei potervi dare delle certezze, vorrei potervi dire che si risveglierà, come ho sempre fatto fino ad oggi, ma non posso.” disse la guaritrice rientrando nella stanza per ritornare al capezzale di Loki.

“Thor...” lo chiamò la regina.

“Madre, vi prego non state qui, tornate nelle vostre stanze, riposatevi...”

“Come potrei riposare con mio figlio appeso tra le vita e la morte?”

Thor abbassò il capo.

“E' colpa mia...”

“Perchè siete così inclini a prendervi colpe che non avete? Vi ho forse allevato con questo obiettivo?...” disse ironica Frigga “Perdonami...” disse sospirando “Sono solo spaventata...”

Thor prese la delicata mano della madre fra le sue.

“Lo so...”

“Non voglio che ti senti in colpa, è stata una sua scelta.”

“Si, ma ora è li dentro e sta morendo e ce l'ho condotto io...”

“No, Thor...non è colpa tua...”

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


- CAPITOLO 11 -

Un giorno e Loki non accennava a dare segno di svegliarsi.

Thor e Frigga erano seduti su una sottile panca dorata appena fuori dalla stanza della guarigione, le guaritrici che uscivano una alla volta e rientravano senza dire un parola, portavano in mano boccette di ogni colore, catini d'acqua limpida e alcuni stracci.

All'ennesima donna che gli sfilò di fronte Thor si alzò per bloccarle il passaggio.

“Fatemi entrare vi prego...”

“Non possiamo, figlio di Odino. Se potessimo non vi avremmo trattenuto qui, sappiamo che state soffrendo, stiamo facendo di tutto per vostro fratello.” sospirò la guaritrice “Il suo Seiðr è come se fosse esploso in minuscole briciole di cristallo, questo può ucciderlo come delle lame affilate o rinsaldarsi e rinascere più forte...”

“Quanto dovrò aspettare?”

“Solo il tempo può dirlo...”

Thor guardò il pavimento di fronte a lui, le spalle basse, rimaneva ben poco del soldato che soltanto il giorno prima era corso fuori dal palazzo con il dio degli inganni pronto a sfidare ogni pericolo per difendere Asgard.

“Thor...” disse la guaritrice, capelli ricci e argentei e una pelle leggermente segnata dal tempo, anche se il dio del tuono sapeva che la sua età era molto avanzata “Sono stata io a farti nascere e a metterti fra le braccia di tua madre, ti ho accudito come il figlio che non ho mai avuto per tutti gli anni per cui mi sei stato affidato e mi hai dato un'incredibile felicità quando, dopo che i miei servigi furono terminati, tu ti ricordavi di me e mi venivi a cercare anche solo per un saluto. Farò qualsiasi cosa per salvare Loki, qualsiasi....” gli accarezzò una guancia prima di riaprire la porta della camera della guarigione e sparire nel suo interno buio.

 

**

 

“Thor...” disse Jane, tra le braccia stringeva la piccola Leda.

Il biondo si avvicinò e le avvolse entrambe stringendole a se. Vedere la bambina lo rendeva orgoglioso, ma allo stesso tempo gli faceva male, più il tempo passava più la somiglianza con Loki era evidente: i lineamenti, i capelli scuri...solo il taglio degli occhi era il suo.

“Mi dispiace di aver detto quelle cose alcuni giorni fa...” stava sussurrando Jane.

“Non fa nulla...non fa nulla...” disse Thor, gli occhi arrossati.

“No, invece. Perchè ora stiamo tutti male e io mi sento in colpa...”

“Si riprenderà...” disse, anche se le sue parole caddero nel vuoto.

“Ci sono novità?”

Thor scosse la testa in segno negativo.

“Devi riposare...”

“Non posso...” disse avvicinandosi al letto e sedendosi sul bordo.

Leda era agitata e non pareva intenzionata a dormire, proprio come il padre.

“Sente che c'è qualcosa che non va...” disse Thor prendendola fra le braccia.

“Sulla terra...su Migdar, questa situazione la chiamiamo coma, può durare giorni, mesi, anni...non si può sapere...” disse Jane.

“C'è una cura?”

“No, solo il tempo. Non ci sono cure...”

“Devo parlare con mio padre...”

 

**

 

Odino, seduto sul trono, ascoltava in silenzio.

Alcuni consiglieri erano intenti a spiegare al padre degli dei i danni subiti da Asgard nell'attacco del giorno prima, Odino sembrava non ascoltarli.

Thor entrò nella sala del trono fino ad accostarsi alle imponenti scale.

“Dovrei conferire con mio padre...in privato” aggiunse qualche secondo poco, come se la richiesta fosse stata poco chiara.

Il padre degli dei fece gesto ai consiglieri di congedarsi e questi, lentamente, sparirono oltre le imponenti porte.

“Cosa ti porta qui, figlio mio?”

“Loki ha fatto il suo dovere, voglio che gli venga revocata ogni pena, ha già pagato...”

“Perchè così tanta fretta?”

Thor distolse lo sguardo dal padre, la sicurezza che venne meno.

“Se non dovesse farcela non voglio che muoia da traditore...”

“Pensi che il popolo di Asgard approverebbe questa decisione?” disse astioso il padre degli dei.

“Siamo noi a decidere cosa il popolo deve approvare o denigrare...” disse Thor in tono di sfida.

“Valuterò la tua richiesta...” concluse il padre degli dei “Puoi andare...”

Thor si voltò, ma dopo pochi passi si fermò nel bel mezzo della sala.

“Hai intenzione di far visita a Loki?” chiese.

Odino si mosse sul trono, ma non accennò risposta.

 

**

 

Un'ancella era fuori dalla camera della guarigione, dal modo di muoversi e dell'enfasi con cui l'accolse appena lo vide salire le scale significavano che lo stava aspettando. La donna di chiamava Jana, era al servizio della madre da parecchio tempo e Thor la conosceva molto bene.

“Jana, dov'è mia madre?”

“Proprio di questo vi devo parlare, potete entrare figlio di Odino, le guaritrici hanno dato il permesso. Vostra madre è già dentro. Io resterò qui, se avete bisogno non dovete far altro che chiamarvi e io sarò da voi...”

“E' sveglio?”

“Purtroppo no...” disse la donna con un tono referenziale guardando il pavimento.

Thor le fece cenno di congedarsi e lentamente si avvicinò alla porta, si bloccò qualche istante prima di aprirla e sparire nell'oscurità al suo interno.

La stanza era completamente al buio, solo delle flebili luci, poste ai lati del letto, rischiaravano il capezzale del giovane. Frigga era seduta al suo fianco e stringeva un'esile mano diafana fra le sue.

Thor restò immobile sulla soglia, Loki era più pallido del solito e, se non avesse notato quel lieve abbassarsi e alzarsi del torace, l'avrebbe dato per morto.

“Avvicinati...” disse Frigga sussurrando voltandosi appena verso il figlio, tanto da scorgerlo impalato alle sue spalle.

Thor si avvicinò lentamente al lato del letto rimasto libero, Loki era avvolto in una spessa coperta di pelliccia bianca con striature argentate, Thor la riconobbe immediatamente, era sempre stata la preferita del minore, non aveva mai voluto separarsene.

“L'ho fatta portare qui, pensavo che gli avrebbe fatto piacere...” disse Frigga.

“Lo penso anch'io...” disse Thor sedendosi sulla sponda libera.

“Non faccio altro che chiedermi che cosa può averlo spinto ad usare tutto quel potere...”

“Era terrorizzato da qualcuno...”

Frigga si accostò ancora di più al dio degli inganni accarezzandogli i folti capelli scuri, Thor la scrutava in viso e notò qualche lacrima silenziosa bagnargli le guance che la regina provvedeva immediatamente ad asciugare con il dorso della mano libera.

“Mi serve un pettine...ha sempre odiato i capelli in disordine” disse Frigga prima di scoppiare a piangere.

Thor si alzò avvicinandosi alla madre per poterla abbracciare.

Sapeva quello che stava pensando, anche lui era immerso in quei pensieri.

**

 

“Heimdall, novità?”

“Nessuna, purtroppo...”

Thor sospirò sedendosi sconfortato sulle scale che conducevano al palazzo dorato, una mano a sistemare i capelli che gli erano ricaduti sul viso.

“Sei sicuro delle sue parole?”

“Mi stai chiedendo se mi fido di Loki?...No, in altre circostanze no. Ma questa volta non dubito della sua parola...”

“Continuerò a cercare...”

“Grazie, Heymdall...”

Erano trascorsi nove giorni dall'attacco, ma le condizioni di Loki non accennavano a migliorare e gettavano Thor in una nube di sconforto, Frigga non abbandonava mai il capezzale del figlio.

Ogni volta che Thor entrava in quella maledetta stanza si illudeva di trovarlo sveglio, ma ogni volta quell'illusione veniva affogata nelle lacrime che sua madre si costringeva a non versare.

Rimase a fissare il tramonto su Asgard, ma quando i ricordi diventarono troppo dolorosi si costrinse ad alzarsi per far visita a Loki, per l'ennesima volta quel giorno.

Quando entrò nella camera lasciò la porta accostata, non intendeva trattenersi, aveva solo il bisogno di vederlo per sincerarsi che fosse ancora con loro.

Frigga si voltò, ma non proferì parola. Ancora seduta sul bordo del letto, la mano del minore stretta nelle sue, Thor aveva l'impressione che la madre non intendesse muoversi di un solo passo, come se quella separazione avrebbe significato la vita o la morte.

Il dio del tuono si avvicinò alla madre accarezzandole le spalle incurvate dal dolore.

“Sono stata io ad introdurlo alla magia...non...”

“No...vi prego, madre.” disse aumentando leggermente la presa sulle sue spalle “Siete stata voi a dirmi che non dovevo sentirmi in colpa...”

“La piccola?” chiese per cambiare discorso.

“E' con Jane...”

Frigga sospirò.

“Thor, siediti accanto a me, figlio mio...”

“Madre..”

“Devo parlarti...”

Thor accostò una sedia al letto.

“Non ti ho mai chiesto nulla di questo, è la tua vita, ma ora ho bisogno di sapere...”

“Che cosa madre?”

“Che cosa provi per Loki?”

“Madre...”

“Sii sincero, la menzogna non è la tua arte...” sorrise flebilmente.

“Non lo so...”

“Thor, dubito fortemente che tu non lo sappia, in cuor tuo sai la verità, ma ti è ancora difficile ammetterla di fronte ad altri, anche di fronte alla tua stessa madre. Sappi che un giorno, non troppo lontano, dovrai affrontarla...” disse Frigga “Avete una figlia, e dubito, anzi lo so con certezza, che Loki avrebbe acconsentito a questo se non avesse provato per te un amore inestimabile...”

“Anche dopo tutto quello che è accaduto?”

“Soprattutto dopo tutto quello che è accaduto...”

Frigga guardò il minore e subito dopo i suoi occhi incrociarono quelli di Thor.

“Devi fare luce nel tuo cuore, scoprire quello che vuoi veramente, se è Jane il tuo futuro così sarà, ma se Loki...”

“Sono due sentimenti differenti...” disse Thor come per bloccare il discorso della madre.

“...capisco...posso farti una domanda?”

“Non dovete neanche chiederlo...”

“Quale dei due è più forte?”

Thor soppesò per un po' la risposta, aveva timore a rispondere, ma sapeva che sua madre non avrebbe mai tradito lui e il suo segreto. Si schiarì la voce.

“L...Loki...” sussurrò.

 

**

 

Jane si aggirava per i corridoi del palazzo con la bambina stretta fra le braccia, salì le scale che conducevano alla camera della guarigione. Non provava particolare simpatia per quel fratellastro disgraziato che aveva causato più problemi che altro, ma non fargli visita almeno una volta ogni due o tre giorni era per lei un senso di colpa troppo grande, soprattutto verso Thor. Tutto questo era probabilmente dovuto agli insegnamenti della religione, anche se una scienziata, non aveva mai smesso di credere.

La porta era leggermente aperta, si avvicinò con l'intento di bussare, ma delle voci giunsero dall'interno. Thor e Frigga stavano discutendo, parlavano di Loki, in un primo momento non comprese il senso del discorso, ma poco dopo capì che Frigga stava cercando di estorcere a Thor quello che provava per Loki. Thor aveva preferito Loki a lei.

Si voltò stringendo fra le braccia la bambina e corse via.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


- CAPITOLO 12 -


“Madre andate a riposare, resterò io...”

“No...”

“Insisto, è giorni che non abbandonate il suo capezzale...”

La regina abbassò la testa verso il volto del minore, Thor era in piedi al suo fianco, una mano appoggiata sull'esile spalla.

“Va bene...” sospirò “Ma voglio essere avvertita anche per il minimo battito di ciglia...” concluse Frigga.

Thor annuì senza proferire parola prendendo il posto della madre che si era alzata diretta alla porta. Frigga si voltò un instante verso i figli prima di uscire e dirigersi nelle proprie camere.

Thor strinse la mano di Loki nelle proprie.

“Sono uno stupido, non avrei dovuto lasciarti andare...” sussurrò.

“Thor...sono qui, maledizione...”

“E' colpa mia se ora sei in questo stato...”

“Perchè non riesco ad aprire gli occhi? Che cosa stai dicendo inutile asgardiano?...”

“Non so neanche se mai ti risveglierai...”

“Cosa? Thor, sono qui!!!”

Il biondo sospirò.

“Non avrei mai dovuto chiedere il tuo aiuto...”

“Certo, bravissimo Thor. Così ora sarei ancora a marcire in quella putrida prigione ed Asgard distrutta, molto astuto. Gli occhi, devo aprire gli occhi...”

“Di chi avevi paura? Perchè non mi hai detto il suo nome?”

“Per proteggerti, stupido idiota! Thor, aiutami!!!”

Thor strinse più forte la mano del dio degli inganni nelle sue e Loki sentì il calore propagarsi dalle dita ghiacciate al braccio.

“Perchè non mi senti?...”

“So che non puoi sentirmi...”

“E invece ti sento eccome!”

“Quante volte devo vederti morire, Loki? Quante?...”

“Che...ho sonno, ho troppo sonno...Thor, continua a parlare ti prego...”

“Sarò per te quello che tu vuoi che sia, ma alzati da questo maledetto letto alla svelta...”

“Ti sento lontano, non voglio riperdere conoscenza...se fosse così facile sarei già in piedi, stolto...”

“Ho bisogno di te...abbiamo bisogno di te.”

“Cosa hai detto?...”

“Se potessi sentirmi mi avresti già deriso...” disse Thor con un accenno di sorriso triste sulle labbra.

“Io. Sono. Qui...”

 

**

 

“Calma piccolina, adesso ti porto a fare un bel giro. Che ne dici?”

Leda piangeva, un pianto forte e isterico di una piccola bambina spaventata.

Era convinta che Thor l'amasse, era tornato sulla terra per lei, le aveva detto che aveva combattuto per lei, credeva alle sue parole. Stolta. Solo pochi attimi prima l'aveva sentito confessare a Frigga che preferiva Loki a lei. Loki. Bhe certo, avevano una bambina, cosa poteva aspettarsi, perchè si era illusa fino a quel punto? Aveva accettato la storia della gravidanza, anche se in un primo momento si era trovata alquanto scossa, aveva accudito quella bambina per quasi quattro mesi per cosa poi? Scoprire che Thor le stava mentendo?

No, non le aveva mentito, solo non riusciva a far pace col proprio cuore.

“Piccola, mi spieghi perchè mi innamoro sempre delle persone sbagliate?”

La bambina continuò a piangere.

“Come sospettavo...”

Scese le lunghe scale dorate che conducevano all'esterno diretta ai giardini reali. Era ormai buio, quasi ogni cittadino di Asgard era rientrato nelle proprie dimore e l'unico barlume di vita sembrava arrivare da alcune locande in lontananza.

“Fammi pensare...fammi pensare...fammi pensare...dubito che Heimdall ci permetterà di passare vero?” disse rivolgendosi alla bambina.

Jane non destava sospetto fra il popolo di Asgard in quanto considerata la madre della piccola.

“Ma che bel regalo, credo che il mio padrone sarà molto contento quando riuscirò a portarvi da lui...”

Jane si spaventò, voltandosi verso la voce, a pochi metri di distanza un uomo, capelli scuri coperti da un cappuccio che dava al volto un'ombra sinistra, alto, abbastanza muscoloso, si stava avvicinando a loro.

“Non ti avvicinare...” disse la ragazza stringendo di più la piccola.

“Due al posto di una, non poteva concludersi meglio questa giornata...”

“Chi sei?”

“Qualcuno che non ci terresti a conoscere, credimi...”

Jane, immobile fino a un attimo prima, scattò di corsa lungo la via deserta. L'uomo le si parò di fronte costringendola a fermarsi bruscamente rischiando di cadere.

“Oh mia cara, credevi che fosse così semplice?” rise l'uomo.

“Cosa vuoi?”

“Voi due! Che domande. Non sarei qui se no...”

Arpionò la bambina.

“No!!!”

“Tranquilla non le farò del male, il mio padrone mi ucciderebbe e non è quello che voglio...” disse strappandogliela dalle braccia.

“Chi è il tuo padrone?”

L'uomo sorrise, un ghignò sinistro che gli deturpò il viso. Era abbastanza vicina da poter notare una profonda cicatrice sull'occhio sinistro, sembrava recente e appena rimarginata.

Prese Jane per un braccio, ma questa cercò di divincolarsi cadendo a terra.

“Non sei molto collaborativa...”

Fu le ultime parole che sentì prima che un dolore sordo alla nuca le oscurasse la vista e perdesse conoscenza.

 

**

 

Thor vegliava il fratellastro nascosto nell'oscurità della camera.

Il sonno stava prendendo il sopravvento quando sentì dei passi concitati in corridoio.

“Thor!” chiamò la madre con voce spaventata.

“Madre, è successo qualcosa?”

“Leda e Jane non ci sono...”

“Ne siete certa? Saranno qui in giro, tutti i passaggi sono chiusi...”

“E' notte fonda, Thor!” disse quasi urlando la madre.

“Non spaventatevi...” disse il biondo appoggiando le mani sulle braccia della madre.

In quel momento, un respiro strozzato, inondò la stanza, Loki, seduto sul letto, gli occhi sgranati, cercava di parlare senza riuscirci, l'aria che gli attraversava i polmoni dolorosa come lame roventi.

“Loki...” dissero all'unisono madre e figlio prima di corrergli accanto e sostenergli la schiena.

“L...Le...Leda...” riuscì a dire.

“Cosa?...Come?” disse Thor.

“E' la bambina, è in pericolo” concluse la madre.

“Come fai a esserne così certa...”

Frigga lo fulminò con gli occhi prima di rivolgersi a Loki.

“Stai calmo. Dov'è?”

“....Ai...Ai cancelli...” disse stringendo gli occhi.

“Thor, vai...” lo esortò la madre.

 

**

 

L'uomo stringeva la bambina in braccio e, camminando nell'ombra, trascinò Jane fino ai cancelli della città dorata. Al limitare del confine abbandonò Jane, ancora svenuta, a terra estraendo dalla tasca un piccolo marchingegno.

Lo attivò. Una flebile luce blu si diffuse nell'oscurità della notte asgardiana.

“Fra pochi attimi conoscerai tuo zio, carina...”

La bambina pianse più forte, ma ad un tratto successe qualcosa che l'uomo non aveva messo in conto. La bambina emanò una luce verde, forte e potente lasciando l'aggressore totalmente disarmato di fronte a quel raggio di energia.

 

**

 

Heimdall controllava, come di consueto, il Bifrost. Anche se il passaggio era chiuso intendeva rispettare il suo compito di guardiano.

All'improvviso un'energia che mai aveva conosciuto prima attirò la sua attenzione, in lontananza non scorgeva nulla, era qualcosa che proveniva dall'interno delle mura di Asgard. Abbandonò il Bifrost e corse per il lungo ponte fino all'ingresso della città.

 

**

 

La luce blu si stava espandendo, ma l'energia emanata dalla bambina non accennava a diminuire.

“Credi di poterti salvare, ormai è troppo tardi...” disse l'uomo alla bambina, troppo piccola ancora per poter capire.

Quest'ultimo azionò un altro tasto del piccolo marchingegno che si aprì come in petali di un fiore.

“Mio signore, ho la ragazza e la bambina...”

“Eccellente...” disse una voce metallica “Sai cosa fare per tornare...”

“Certo...”

Mentre l'uomo si accingeva ad azionare il terzo e ultimo tasto, quello che l'avrebbe riportato a casa insieme alle prigioniere, un fulmine lo colpì in volto costretto così a lasciare la presa sulla bambina.

Thor la prese un attimo prima che questa cadesse a terra e l'energia verde subito si dissolse.

“No!!!” urlò l'uomo che, prima che si scagliasse sul dio del tuono, venne trafitto dalla lama del guardiano.

Il corpo cadde a terra con un tonto sordo.

“Ci rivedremo asgardiani...” disse la voce metallica proveniente dal piccolo marchingegno prima che Thor lo distruggesse con i piedi.

“Grazie Heimdall...”

“Che sta succedendo?” chiese il guardiano.

“Vorrei saperlo pure io...” disse inginocchiandosi vicino a Jane che non accennava a riprendere conoscenza.

“Vai, la porto io nella camera della guarigione. Torna da Loki e riportagli sua figlia...”

“Va bene...aspetta, come hai fatto a sapere che era sua figlia?”

“Figlio di Odino, dimentichi che sono qui da molti più anni di te...e ho visto solo uno fare quello che questa bambina ha fatto questa notte...”

Thor guardò la bambina.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


- CAPITOLO 13 -


Thor strinse la bambina fra le braccia rientrando a palazzo il più velocemente possibile avendo lasciato Loki con la madre pochi secondi dopo il suo brusco risveglio e provando una certa ansia.

Heimdall era poco dietro di lui e portava Jane, ancora svenuta, fra le braccia. Thor aveva notato che era solo un brutto colpo alla testa, ma nulla di che, si sarebbe svegliata fra poco con un tremendo mal di testa, ne aveva viste parecchi colpi simili in battaglia, ma aveva preferito farla portare comunque nella camera della guarigione. Ringraziava che ci fossero diverse camere in quel piano, così Loki e Jane non si sarebbero incontrati per il momento, aveva decisamente paura delle reazioni dei due, di certo non scorreva buon sangue fra di loro. Avrebbe pensato anche a quel piccolo particolare fra poco, per ora il suo obiettivo era portare Leda da Loki e assicurarsi che quest'ultimo stesse bene.

Salì le scale e si ritrovò di fronte alla porta di Loki. Heimdall che si avvicinava e lo superava diretto alla successiva.

“Verrò fra poco...” disse al guardiano che mosse la testa in segno di aver capito.

Sospirò ed entrò nella camera.

Loki era adagiato a dei cuscini, lo sguardo perso, ma sveglio.

“Loki...” sussurrò il dio del tuono.

Il minore ruotò il viso verso di lui, pallido e tirato, le occhiaie scure che gli facevano risaltare gli occhi verdi.

“Dammela...” disse flebilmente alzando le braccia.

Thor si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto e allungandogli delicatamente la piccola fino ad appoggiargliela sulle braccia. Appena Leda fu tra le braccia di Loki si calmò quasi all'istante stringendo nel pugnetto il lembo della maglia verde del dio degli inganni.

Loki la fissò alcuni istanti prima di toglierle la copertina in cui era avvolta, quasi che avesse avvertito delle mani estranee su di essa, scostò la sua coperta preferita di pelliccia bianca e coprì la piccola.

Frigga era seduta vicino a lui, prese la coperta della bambina e con un semplice incantesimo la bruciò, questa si dissolse nel nulla non lasciando traccia.

Notando l'espressione di Thor intuì che aveva qualcosa da dire, ma non l'avrebbe mai fatto con lei presente, anche solo per non preoccuparla. Colse l'occasione per allontanarsi qualche istante.

“Vado a prendere un coperta per la piccola...” disse, alzandosi e abbandonando la stanza.

Thor si avvicinò di più al moro toccandogli una guancia con la mano ruvida da guerriero.

“Come stai?”

Loki non accennava a voler alzare gli occhi dalla piccola.

“Come se mi avessero buttato nell' Hel..”

“Loki, non ti voglio sforzare, ma ho bisogno di risposte...”

“Lo so...”

Leda aveva chiuso gli occhi e ora stava dormendo tranquilla.

“Era con lei, vero? E' colpa sua...” disse Loki.

“Loki, ti prego...”

“L'ho vista...” disse alzando la voce, ma assicurandosi che la bimba continuasse a dormire.

“Come l'hai vista?” chiese Thor.

“E' la magia...” disse Frigga che silenziosa era rientrata nella camera “Anch'io potevo sentirvi quando eravate nei guai o stavate male...”

“Come mai ora no?” chiese Thor.

“Questa magia può essere perpetrata nel tempo, fino a quando si vuole, ma è uso che venga dissolta una volta che il bambino passi all'età adulta...”

Thor guardò Loki negli occhi, gli sistemò una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio, baciò la piccola sulla fronte e si alzò.

“Riposati, tornerò più tardi...”

 

**

 

Heimdall stava percorrendo il corridoio quando Thor uscì dalla stanza di Loki.

“Si sta svegliando...” disse.

“Grazie Heimdall...non so proprio come ringraziarti...”

“Non mi devi ringraziare...” disse dandogli una pacca sulla spalla prima di allontanarsi.

Thor entrò nella camera di Jane, a differenza di quella di Loki le finestre erano aperte e le stelle brillavano al di la delle immense vetrate.

Thor si avvicinò alla ragazza accarezzandole i capelli fino a quando Jane non aprì gli occhi.

“Hey...” disse baciandola sulle labbra.

“Thor...” si ridestò la giovane portandosi una mano alla testa.

“Hai preso una brutta botta, ma te la caverai...” le sorrise.

“Mi fa male la testa.”

“Lo sospettavo...” disse posandogli del ghiaccio, che si trovava in un recipiente vicino al letto probabilmente lasciato da qualche guaritrice, nel punto in cui la ragazza lamentava dolore.

“Dovrai pazientare qualche giorno...”

Jane emise un piccolo lamento prima di serrare di nuovo gli occhi.

“Cosa ci facevi la fuori?”

“Stavo facendo una passeggiata, non avevo sonno e la piccola non aveva intenzione di addormentarsi...” mentì.

“Ora è tutto passato...”

“Thor, che sta succedendo...”

“Non lo so, credimi se lo sapessi te lo direi, ma Loki ha bisogno di rimettersi in forze prima di parlarmi, non vorrei che ci fossero complicazioni...”

“Loki è sveglio?”

“Si...si è svegliato quando ha sentito la bambina in pericolo.”

“Chi era quell'uomo?”

“Non lo so, Jane. Ora riposa, domani starai meglio...”

“Posso tornare nella nostra camera, sto meglio...davvero...” disse in tono di supplica.

“Jane, preferisco che tu stia qui almeno questa notte. Solo per essere tranquillo..”

“Essere una migdariana non vuol dire essere debole...”

“Anche se fossi un'asgardiana non ti lascerei uscire di qua dopo quella botta...” sorrise Thor cercando di tranquillizzarla.

“Ok, ok. Ho capito...” tirò le labbra in un piccolo sorriso.

“Più resto qui più tu non avrai intenzione di dormire, vero?”

“Non è vero...”

La baciò teneramente sulle labbra.

“Dormi, verrò domani mattina, ok?”

“Va bene” disse stanca Jane prima di cadere in un sonno profondo.

 

**

 

Quella notte Thor non dormì, tornò subito da Loki trovandolo addormentato, disteso di lato con la bambina vicino a lui. Frigga gli accarezzava teneramente le spalle.

Alzò il volto verso il maggiore.

“Si assomigliano non è vero?”

“Sono identici” sussurrò con un leggero sorriso sulle labbra.

“Thor...”

“Si, madre...”

“Tieni la migdariana lontano da loro.”

“Non credo di aver compreso...” disse Thor.

“Non so cosa ti abbia raccontato lei, non lo voglio sapere, ma so cosa ha visto Loki mentre tu andavi a salvarle....”

“Come sta?”disse Thor per cambiare argomento, sapeva che Loki, appena le forze gli fossero tornate, avrebbe intrapreso quell'argomento e non intendeva arrivarci prima del tempo.

“Debole...” disse sospirando la madre “Ringrazio che si sia svegliato, ma ci sarà molta strada da fare, l'energia che ha utilizzato è stata troppa...”

“Si riprenderà...”

“Si, col tempo...” concluse Frigga.

“Padre sa che ha ripreso conoscenza?” chiese dopo qualche minuto Thor.

“Sinceramente, non l'ho informato...”

Thor la guardò con un'espressione interrogativa.

“Thor, ho dovuto mentire a Loki sulle intenzioni di Odino...”

“Madre, lo scoprirà e quando lo farà odierà anche voi, dubito che non si sia accorto di niente per i pochi attimi in cui l'ha veduto...”

“Cosa avrei dovuto fare? Dirgli che l'uomo che ha sempre creduto essere suo padre ora, probabilmente, lo vuole morto? Che ha accettato sua figlia solo perchè è anche figlia tua o l'avrebbe uccisa?...Odino ha istituito un tribunale reale solo per condannarlo a morte certa, non ha avuto il coraggio di macchiarsi del suo sangue...” sussurrò fissando il figlio negli occhi.

“Siamo riusciti ad evitarlo, fin'ora...e continueremo a farlo, per il momento non lo toccherà. Ha bisogno di Loki per salvare Asgard...”

“Lo so...” disse sospirando “Avremo un po' di tempo per pensarci, per ora dobbiamo solo assicurarci che loro stiano bene...” disse accarezzando la testolina scura della bambina e lasciando un tenero bacio sulla tempia di Loki.

“Andate, resterò io questa notte...” disse Thor rivolto alla madre.

Frigga si avvicinò a Thor abbracciandolo e baciandogli una guancia.

“A domani...”

“Buonanotte madre...”

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


- CAPITOLO 14 -

Alcuni rumori in lontananza erano attutiti dal sonno che ancora l'avvolgeva, una flebile luce lo colpì in volto e fu costretto così ad aprire gli occhi.

“Non ho fatto aprire le finestre per veder piovere...” sussurrò Loki.

Thor si guardò in giro per la stanza, poi fuori dalla finestra fino a quando la pioggia non cessò e il sole tornò a splendere.

“Così va decisamente meglio” sorrise flebilmente Loki sistemandosi meglio la bimba fra le braccia.

“Quanto ho dormito?” chiese, ancora assonnato, Thor.

“Non lo so, quando mi sono svegliato dormivi già...”

“Come stai?” chiese Thor alzandosi dalla poltrona per andarsi a sedere sul letto vicino a loro.

“Meglio...”

“Ma....” Loki non l'avrebbe mai ammesso apertamente.

“Non so quando potrò ricominciare ad usare i miei poteri...” disse tristemente.

“Non fa nulla” disse Thor toccandogli una guancia e alzandogli il volto che incrociare il suo sguardo “Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno...”

Loki lo guardò negli occhi per alcuni attimi prima di proferire parola.

“Perchè mi fai questo?”

“Cosa?” chiese allibito.

“Prima non vieni neanche a farmi visita, mi odi, mi porti via nostra figlia, ora non fai altro che preoccuparti ed essere al mio fianco, perchè prima non meritavo nulla e ora si?” disse velenoso a denti stretti.

“Loki...”

“No! Voglio una spiegazione...” alzò la voce, ma Leda iniziò ad agitarsi fra le sue braccia e subito si volto verso di lei “Hey, va tutto bene piccola...” le sussurrava con le labbra appoggiate alla sua piccola fronte.

“Loki...ascoltami” disse il biondo “Loki...” solo dopo alcune volte che sentì ripetere il proprio nome il moro alzò gli occhi “Vorrei farlo, vorrei dirti tutto quello che è successo in questi mesi, ma non posso, non ora...sappi che l'ho fatto per proteggervi, tutti e due...”

“Non è vero...” disse Loki con gli occhi lucidi stringendo la figlia a se.

Thor si avvicinò ancora di più, abbracciandoli entrambi.

“Si invece...è la verità. Proprio tu non riconosci la verità dalla menzogna?” scherzò.

“Loki...” il moro mosse appena la testa nascosta nella curva del collo del maggiore “Ho bisogno di sapere che sta succedendo, non voglio obbligarti a parlare, so che non sei pronto per questo, voglio solo sapere cosa devo fare e contro chi stiamo combattendo questa volta...”

Loki lasciò andare il fratellastro e si appoggiò ai numerosi cuscini che gli sorreggevano la schiena.

“Mio fratello...”

“Scusa?” chiese Thor.

“Hai capito bene...a quanto pare non sono stato l'unico figlio di Laufey a essere nato con questa disgrazia, solo che il caro papino blu ha deciso che lui doveva essere allevato fra di loro e io abbandonato...” sospirò.

“Va bene, cosa c'entra lui adesso...”

“Thanos non era l'unico ad avere le redini della situazione...”

“New York?”

Loki annui...

“Thor, ti prego. Non ne voglio parlare ora, non voglio parlare di quello che è successo in quell'anno. Ti basta sapere che ho conosciuto la sua esistenza in quell'occasione e che ora è deciso a conquistare Asgard, ma non glie lo permetteremo...” disse risoluto.

“No, non glie lo permetteremo.” sorrise flebilmente Thor guardandolo in volto e poi abbassando lo sguardo sulla bambina che si era riaddormentata, pacifica, fra le braccia del moro.

“Come si chiama?”

“Byleistr”

“Cosa puoi dirmi su di lui?”

“Pratica la magia, la conosce forse ancora più in profondità di me, è dedito all'arte oscura...” sospirò chiudendo gli occhi.

“Va bene così, basta...ora riposati, vado a prenderti qualcosa per colazione.”

“Non ho fame...”

“Niente storie.” sorrise Thor alzandosi raggiungendo la porta.

“Hey Loki...”

Il morò lo fissò.

“Quando sarai pronto, se vorrai parlare...si bhe, ecco...io sarò qui...”

“Grazie...” disse il moro.

 

**

 

Thor uscì dalla camera di Loki nello stesso momento in cui una guaritrice usciva dalla camera di Jane.

“Come sta?” chiese Thor.

“Dorme ancora, sta bene...”

Thor sospirò “Grazie” disse infine prima di allontanarsi verso le cucine.

Ci impiegò qualche minuto a raggiungerle, era l'alba, ma all'interno, la sala già pullulava di vita. Donne e uomini intenti a cucinare la colazione e il pranzo per la famiglia reale e la corte, pentole e calderoni sul fuoco, profumi invitanti che misero di buon umore il dio del tuono.

“Thor” Frigga era seduta a tavolo, stava sorseggiando una tisana da una piccola tazza riccamente decorata e intarsiata bianca e d'oro.

“Madre, cosa fate già sveglia?”

Frigga sorrise.

“Stavo facendo preparare qualcosa per Loki e la piccola”

“Sono venuto per lo stesso motivo...”

Frigga rise.

“Saresti capace di portargli un pezzo di cinghiale...”

“Io, non...si” ammise alla fine il dio del tuono.

“Cosa faresti senza di me?”

“Gli avrei portato quello, mi avrebbe invitato a uscire dalla stanza tirandomi contro il cibo perchè non mi ero ricordato che non era di suo gradimento...”

“Esattamente...” sorrise la regina “E' sveglio?”

“Si” disse Thor senza sapere cosa aggiungere.

Non sapeva cosa dire, non voleva turbare la madre con le poche informazioni che per ora gli aveva rivelato il fratellastro, ma aveva bisogno di altre risposte e non se la sentiva di forzare Loki più del dovuto, soprattutto in quello stato.

“Madre, ho bisogno di parlarvi...”

“Non qui, porta questo a Loki e assicurati che il latte per Leda rimanga ben caldo, vieni nelle mie stanze dopo, parleremo...” disse posandogli fra le mani un vassoio d'argento che una cuoca aveva appena posato sul tavolo di fronte a loro.

“A me non avete mai fatto preparare tanti dolci...” disse Thor fingendosi triste.

“Mi risulta che tu non sia mai morto di fame lo stesso...” ribatté ironica Frigga. “Credi che non sappia che saccheggiavi le cucine quasi ogni sera?”

“Madre...”

“Vai...” disse prendendogli le spalle con le mani per farlo voltare, un gesto semi inutile visto la stazza del biondo contro l'esile corporatura della regina, ma Thor iniziò a camminare e si diresse ai piani superiori.

 

**

 

“Spero che col tempo che ci hai impiegato almeno abbia cucinato tu, anzi meglio di no, dopo tutte le volte che sono scampato alla morte non vorrei morire per avvelenamento da parte tua...” disse Loki non perdendo mai il suo lato ironico.

“No, mi dispiace deluderti, devi parlare con madre, ha fatto preparare tutto questo per te...” sorrise Thor portando un raggio di sole in quella stanza.

Posò il vassoio su un porta vassoio e lo mise sulle gambe di Loki.

“Su, dammi la piccola, avrà fame...”

“La affogheresti nel latte...”

“Loki...”

“Oooh va bene, fai qualcosa di sbagliato e giuro che trovo la forza di alzarmi di qui e ti strangolo...”

“Noto che stai molto meglio...” sorrise Thor prendendo la bambina fra le braccia.

 

**

Capelli neri, carnagione blu, occhi rossi, un vestito lungo di pelle nera a cingergli il corpo.

Byleistr era in piedi, alle sue spalle la nuda roccia ghiacciata che un tempo era stato il trono di suo padre, Laufey re dei giganti di ghiaccio. Ora quel trono era passato a lui. Il suo fedele servitore era appena morto, trafitto dalla spada del guardiano di Asgard eppure era così vicino, mancava così poco.

Sbattè lo scettro a terra talmente forte da mandare in frantumi una parte dell'ultimo gradino.

Un elfo entrò nella sala inginocchiandosi di fronte al re.

“Mio signore...”

“Zitto!” gli urlò contro il re Byleistr.

L'elfo si ritirò nell'ombra, le pareti di un blu denso come le profondità dell'oceano ricoperte di ghiaccio.

“Voglio vedere Asgard cadere in rovina, bruciare sotto i miei occhi e voglio che Loki implori pietà di fronte a me...”

“Mio signore, Asgard è isolata al momento...” disse l'elfo.

“Credi che non lo sappia, inutile creatura?” Gli urlò.

Ma poi rise, un riso isterico e venefico, come venefiche erano le sue parole.

“Crede di sfuggirmi? Di riuscire a scapparmi di nuovo?... oh no, caro fratello, nelle nostre vene scorre lo stesso sangue, ma chi dei due è veramente un re?...”

Si sedette sul trono accavallando le gambe.

“Voglio che Asgard sia sempre sotto controllo, qualsiasi minimo cambiamento mi deve essere comunicato, intesi?” alzò la voce.

“Certo, mio signore.”

“Vai...” congedò l'elfo che abbandono il re nella lugubre sala del trono.

“Caro fratello, prima non avevi nulla per cui combattere, ma ora hai decisamente molto da perdere...” un sorriso malvagio gli comparve sulle labbra.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


- CAPITOLO 15 -


“Madre...”

“Entra, Thor...”

Frigga, seduta dietro una ricca scrivania finemente intarsiata, era intenta a leggere alcune lettere.

Thor si avvicinò sedendosi di fronte a lei.

“Come sta? Ha mangiato?”

“Poco...”

“Definisci poco?”

“Qualche boccone di torta e un sorso di tisana...”

“Va bene così, non ha mai avuto grande appetito...” disse posando le lettere e adagiandosi allo schienale della sedia.

“Thor...” lo chiamò la madre vedendo lo sguardo perso del figlio.

“Chi è Byleistr?” si precipitò a dire.

La madre sospirò.

“Speravo non fosse vero. Evidentemente ho sperato così tanto in questa cosa da chiudermi nella cecità della mia stessa mente...”

“Lo conoscete?”

“So chi è, ma no, non lo conosco...”

“Parlate...”

“Sapevo che Loki era speciale, quando tuo padre lo portò qui non potevo credere avesse sangue di gigante nelle vene, era così...”

“Perfetto?”

La madre annuì.

“Negli anni ho cercato di saperne di più, era unico, non potevo essere impreparata a qualsiasi cosa avesse dovuto affrontare. Evidentemente non sono stata alla sua altezza...”

“Madre, non è vero quello che dite, ve ne rendete conto? Gli siete sempre stata vicino...”

“Non è bastato...” sospirò di nuovo.

“Poco tempo dopo, Loki aveva pochi anni, scoprì che Laufey aveva avuto altri figli come lui. Non seppi mai la loro sorte. Speravo che, come Loki, li avesse abbandonati...Lo so, non avrei dovuto sperare una fine simile per dei poverini bambini, ma non osavo immaginare che vita avrebbero potuto affrontare nella mani del re dei ghiacci...”

“A quanto pare non è andata così...”

“No. A quanto pare no.”

Thor appoggiò i gomiti alle ginocchia passandosi le mani nei lunghi capelli biondi.

“Loki mi ha detto che l'ha conosciuto quando è caduto dal bifrost, su Jotunheim...”

“Thor, non illuderti anche tu, ammetti che ha tentato il suicidio quella volta, non è caduto. Dobbiamo farcene una ragione sul gesto che ha compiuto. Sappiamo fino a dove può arrivare ora...”

“Byleistr è potente, Loki ne è terrorizzato, ho visto il suo sguardo alle cascate...”

“Non penso che immaginasse che dietro tutto questo ci fosse lui...”

“E se comanda gli elfi oscuri...”

“Vuol dire che usa una magia superiore alla nostra...”

“Mi ha anche detto che era alleato di Thanos quando ha attaccato Migdar...”

“Byleistr ha in mano tutto, controlla ogni cosa. E posso solo immaginare la magia oscura che pullola nella sue vene...”

“Cosa faremo?”

“Al momento? Assicurarci che Loki e la piccola siano al sicuro e stiano bene. Se arrivassero a Leda la userebbero, sappiamo benissimo che con lei avrebbero sotto ricatto l'intera famiglia reale. Non oseremmo mai lasciarla in mano loro e così con Loki...”

“Padre ci sosterrà?”

“Non chiedermi una cosa a cui non posso rispondere. Proteggerà Asgard con la sua vita...”

“Ma Loki?”

 

**

 

“Tesoro mio, cosa ci fai alzato? Dovresti riposare...” disse la madre entrando nella camera del figlio.

Loki era seduto su una poltrona, vicino all'immensa finestra da cui poteva scorgere tutta Asgard. Leda fra le sue braccia non accennava a volersi addormentare, alzava le piccole braccia e afferrava qualsiasi cosa le capitasse sotto tiro, spesso Loki si sporgeva per permetterle di chiudere nel suo pugnetto una ciocca dei suoi capelli corvini, a quel punto un sorriso compariva sulle sue labbra e su quelle di Loki e questo liberava i capelli permettendogli di stringere un suo dito.

“Non sopportavo più quel letto. E neanche Leda, vero piccolina?” disse sorridendogli.

Frigga avvicinò una sedia al figlio e si sedette accanto a lui.

“C'è qualcosa di cui vuoi parlare?” le chiese infinitamente calma.

“Penso che Thor vi abbia già comunicato tutto...”

“So benissimo che a Thor hai detto lo stretto indispensabile...”

Loki alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi con quelli della madre.

“Non mi va di parlarne...” sussurrò dopo un po' guardando altrove.

“Non puoi tenerti tutto dentro per sempre...”

“Lo so” sospirò “Solo che...non ci riesco. Non oggi almeno...”

“Va bene...” disse accarezzandogli una guancia con un flebile sorriso sulle labbra.

“Madre...”

“Dimmi, figlio mio.”

“Promettetemi che se dovesse succedermi qualcosa voi allevereste Leda come la figlia che non avete mai avuto...”

“No...”

“Come?” chiese allibito il dio degli inganni.

“Non lo farò. Perchè ci sarai tu a prenderti cura di lei...”

 

**

 

“Jane...”

La ragazza, ancora intontita dal sonno, aprì gli occhi trovandosi davanti il mare azzurro delle iridi del dio del tuono.

“Thor...” disse biascicando.

“Buongiorno dormigliona. E' tardi...la testa come va?”

“Penso bene...”

“Male?”

“Un poco...” disse mugugnando.

“Ti farò portare qualcosa per il dolore...” disse alzandosi, ma venne fermato dalla presa della ragazza sul suo polso.

“Vieni qui...” disse lei.

Thor si chinò su di lei e iniziò a baciarla. Prima dei soffici baci a fior di labbra che via via si fecero sempre più intensi.

“Meglio?”

“Decisamente” disse sorridendo la ragazza che stringeva il viso di Thor fra le mani.

Fu lei questa volta a ribaciarlo fino a quando non ebbe più fiato.

“Posso andare nelle nostre stanze?”

“Scordatelo...” sorrise il biondo “Oggi rimani qui, riposi e poi sentiremo le guaritrici...”

“Thor è solo un colpo in testa e non sono una bambola di cristallo...sto bene, lo giuro” disse imbronciata.

“La prudenza non è mai troppa...”

“Ma, mi annoio!”

“Vuol dire che ti porterò qualcosa con cui passare il tempo...” le sorrise.

“Oooh va bene. Non c'è verso di farti cambiare idea vero?”

“Assolutamente no” disse baciandola di nuovo.

 

**

 

Odino stava tenendo la prima riunione della giornata con i suoi fedeli consiglieri quando Frigga entrò nella sala del trono.

I consiglieri si congedarono, quando la regina conferiva col re nessuno poteva restare in ascolto se non espressamente invitato. Frigga salì i pochi scalini che la dividevano dal marito, si fermò al suo fianco appoggiandogli le mani sulle spalle.

“Byleistr...”

“E' lui il colpevole di tutto ciò?”

Frigga annuì.

“Ti fidi delle parole di Loki?” chiese Odino con una calma quasi surreale.

“Ti fideresti di informazioni fornite da una persona che ha rischiato la morte?” ribatté Frigga.

“Si...”

“Lo stesso vale per Loki...” concluse.

“Avrei dovuto sterminare l'intera popolazione di Jotunheim quando ne ho avuto la possibilità, secoli fa...”

“E' inutile rimuginarci su ora...” disse Frigga “So quanto ti costi chiederlo, fallo...”

“Come sta?” disse alla fine.

“E' sveglio, sta meglio, ma non potrà usare la magia per un po' di tempo...dovresti fargli visita, sai che anche se non lo da a vedere, anche se dice che non sei suo padre...”

“No, è odio. Non dopo che ha scoperto la sua vera natura...”

“Parlaci, capirà...”

“Non posso”

“Perché sei sempre così testardo?”

“E' libero, comunicalo a chi di dovere. Ha protetto Asgard...”

“Perchè non glie lo dici tu in persona?”

 

**

 

Passarono due settimane, quando finalmente Loki poté rimettere piede nelle sue stanze, anche senza l'approvazione della madre.

“Avresti potuto rimanere ancora qualche giorno nella camera della guarigione...”

“Madre è quasi un mese che sono confinato li dentro, sto bene...”

La madre sbuffò, sapeva quanto poteva essere testardo.

Loki, che aveva notato l'espressione contrariata della madre, le si avvicinò posandole le mani sulle spalle.

“Sto bene, ho solo bisogno di qualcosa di famigliare e poi qui mi sento molto meglio. Le guaritrici verranno comunque a visitarmi...”

“Va bene, va bene.” sorrise la regina. “E' quasi ora di cena, ti faccio portare qualcosa, preferenze?”

“Non avevate detto che ero “libero”?”

Frigga lo squadrò prima di parlare.

“So cosa hai in mente e la risposta è no!” disse.

“Verrò a cena come fanno tutti gli altri...”

Frigga iniziò a massaggiarsi la fronte con una mano.

“Ti prego, ci sono già abbastanza problemi, non crearne altri...”

“Farò la persona civile e responsabile, a meno che qualcuno non ne crei.” un leggero sorriso gli lambì le labbra.

“Ecco appunto...” sospirò la regina.

 

**

 

Thor, sconsolato si aggirava per il palazzo, Jane era appena rientrata quando la incontrò per il lungo corridoio che portava alle loro stanze.

“Hey, che cos'hai?” disse avvicinandosi a lui mentre quest'ultimo apriva la porta della camera.

“Nulla...su dai entra, dobbiamo essere giù fra poco...”

“Nulla? Con quella faccia?”

Thor si sedette sul letto, slacciandosi l'armatura.

“E' che...mi sento inutile. Cosa stiamo facendo? Nulla! Siamo qui ad aspettare che il nostro destino venga svelato, ma non facciamo nulla per poterlo volgere a nostro favore...”

Jane si sedette al suo fianco.

“Thor, io non sono un'esperta di tecniche militari, ma non mi sembra che ci sia molto da fare in questo momento...”

“Ma non possiamo neanche andare avanti facendo finta che non sia successo nulla, in questo momento il nostro nemico potrebbe già aver formato un nuovo esercito...”

“Non so che dirti...”

“Lo so, scusami. Non dovrei angustiarti con questi argomenti...”

“Sta tranquillo” disse baciandogli una tempia.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


- CAPITOLO 16 -


Il sole era appena tramontato quando Thor e Jane raggiunsero la sala da pranzo.

Odino, come di consueto, sedeva a capotavola intento a sorseggiare del vino da un boccale ornato di grosse gemme rosse e incastonate nell'oro.

“Figlio mio!” disse, sorridendo, rivolto al dio del tuono.

Era ormai consuetudine del padre degli dei ignorare la presenza della migdariana e così, a sua volta, Jane ignorava Odino.

“Ci sono novità padre?” chiese Thor, come ogni giorno a quella parte dopo l'attacco.

“Nessuna e temo che se ce ne fossero non avremmo il tempo di annunciarle, le vedremmo coi nostri occhi.” Concluse Odino, sorseggiando l'ultimo goccio del liquido rossastro, prima di indicare alla giovane ancella dietro di lui di riempirlo di nuovo.

La ragazza riempì poi i calici di Thor e Jane e tornò al suo posto.

“Frigga?” chiese Odino.

“Non l'ho vista, penso abbia fatto visita a Loki.” disse Thor, fissando il boccale, bhe sapendo l'espressione sul volto del padre ogni volta che nominava il minore.

Proprio in quel momento la regina varcò la soglia della sala portando in braccio la piccola Leda. Poco dietro di lei, Loki la seguiva.

Thor lo fissò per alcuni attimi prima di sospirare. Odino sganò gli occhi.

Giunto vicino al tavolo, Loki, si inchinò eccessivamente di fronte al Padre degli Dei intendendo innervosirlo.

“Buonasera, Padre...” trascinò e accentuò l'ultima parola “Sorpreso di vedermi?”

A Odino per poco non andò di traverso il vino, ma cercò di mantenere la calma, era pur sempre in pubblico e la servitù di cerco non avrebbe esitato a parlare, una volta congedata.

“Loki...” lo chiamò la madre che nel frattempo aveva posato la bambina in una piccola culla che veniva tenuta appositamente nella sala da pranzo.

“No, Frigga, lascialo parlare. Meglio fermare i rancori sul nascere, no?” sorrise Odino “Si, molto sorpreso, pensavo fossi ancora nella camera della guarigione.”

“Pensavate male a quanto pare, come intendete controllarmi se non sapete neanche che sono tornato nelle mie camere?”

Odino non risposte.

“Loki, siedi, ti prego...” disse Frigga prendendolo per un braccio per farlo ruotare e scrutarlo negli occhi da cui ricevette solo un'alzata di sopracciglia.

La regina si sedette alla destra di Odino, Loki di fianco a lei, fra loro Leda. Di fronte a Loki si trovava Jane, tutti e due erano intenti ad ignorarsi e, alla sinistra di Odino, Thor soppesava la situazione trovandosi leggermente a disagio.

Vennero servite le prime pietanze prima che Odino ricominciasse a parlare.

“Cosa hai intenzione di fare ora, Loki?”

“Assolutamente nulla e quando dico nulla, intendo...letteralmente”

“Scusa?” domandò il Padre degli Dei.

“Se c'è qualcosa che io posso fare sarò ben felice di farlo, ma al momento non vedo la mia utilità nei vostri insulsi piani e visto che devo a voi, caro padre, la mia libertà e che dipendo dai vostri ordini, al momento non ne ho ricevuti, per cui...”

“Basta!” Alzò la voce Odino “So che stai cercando di irritarmi, credi che non lo sappia viscida serpe?”

“Odino!!!” urlò, allibita, Frigga.

Jane scrutava la, poco allegra, scena famigliare e Thor avrebbe preferito sprofondare sotto terra che assistere.

“Oh, finalmente Padre tutto mi degna di qualche considerazione, anche se in ritardo, come si dice... “meglio tardi che mai”...” ribattè Loki.

“Basta!” alzò la voce Frigga “Siamo a cena, la prima cena tutti insieme, per favore...” disse con fare quasi implorante guardando prima Odino e poi Loki al suo fianco.

Loki sospirò infilzando con la posata un pezzo di carne.

“Vi ringrazio...” disse Frigga riprendendo a mangiare.

Thor, ammutolito fino a quel momento, tentò d'intavolare una conversazione sentendosi opprimere dal silenzio e dal solo rumore di posate contro la candida porcellana dei piatti.

“Padre, che ne pensate se Loki si allenasse nei vecchi campi di prova? Li rimetterei in sesto io stesso se acconsentiste alla richiesta...” chiese il biondo.

“Grazie, Thor. Ma si da il caso che sia un uomo libero e che possa fare le richieste da me...” rispose, inacidito, Loki.

“Era solo una proposta, Loki...e poi mi allenerei anch'io...” concluse.

“Va bene, sempre se Loki ti darà una mano a sistemarli...” disse Odino.

Frigga lo fissò serrando leggermente gli occhi, Odino era a conoscenza dello stato di salute di Loki, glie lo riferiva lei stessa ogni giorno.

“Odino, Loki non può fare sforzi in questo momento...” concluse la regina tenendo il tono più calmo e pacato che le era possibile.

“Bhe, quando potrà...” disse Odino sorseggiando il vino dal boccale.

Loki guardò la madre negli occhi, stava per rispondere ad Odino quando Frigga gli fece capire di non dire una parola. A quel punto Loki la fissò come a chiedere “perchè?” ma alla fine sospirò e continuò a mangiare.

Leda, che nel frattempo si era addormentata, si svegliò iniziando a muoversi nella culla, non ci volle molto perchè cominciasse a piangere.

Loki lasciò subito le posate, ma venne fermato dallo sguardo di Odino.

“Non prendere in braccio la bambina...” disse, quasi sussurrando, il re.

“Vi prego...” lo supplicò Loki.

“No...”

“Odino!...La corte lo saprà comunque prima o poi...” concluse Frigga.

Intanto la bambina continuava a piangere sempre più forte.

“Padre...” stava prendendo la parola Thor.

“No...Jane, prendi la bambina.” era la prima volta dopo mesi che Odino si rivolgeva alla ragazza.

“Ma io...” cercò di ribattere lei.

“Fallo!” disse Odino alzando la voce.

Loki che la guardava in cagnesco. Se fosse stato per lui avrebbe preso subito la bambina fra le sue braccia, non gli interessa di Odino, ma gli dispiaceva per Thor. Maledetto dio del tuono.

Jane si alzò, fece il giro del tavolo e si abbassò sulla culla alzando la bambina, nello stesso momento in cui la prese fra le braccia Leda iniziò a piangere sempre più forte fin quasi ad urlare.

“Piccola...” stava per dire qualcosa quando le mani le si fecero bianche e rigide, fredde come se le avesse immerse nella neve, Leda stava per cadere quando Loki glie la strappò dalle braccia.

“Sssshhhh sono qui piccola, non succerà mai più...” la tranquillizzò Loki cullandola fra le sue braccia.

Le guardie e la servitù ai lati della stanza che fissavano la scena con occhi sgranati, come poteva essere possibile che Leda, figlia di Thor e della migdariana, fosse fra le braccia di un cinico traditore e assassino? Soprattutto se quel mostro sembrava avere talmente tanta confidenza con la piccina. Come mai il re non reagiva?

Leda smise immediatamente di piangere stretta fra le braccia del dio dell'inganno.

Odino, rosso in viso, furente di rabbia, scrutava il ragazzo in piedi come se si aspettasse di incenerirlo con il solo sguardo.

Frigga scuoteva la testa ormai consapevole che la verità sarebbe venuta a galla.

Jane stendeva le mani, che si stavano facendo rosse e coperte di piaghe, di fronte a lei, per poi portarsele al petto e chiudendo gli occhi trattenendo un lamento di dolore.

“Thor, porta Loki e Leda nelle sue stanze. Penserò io a Jane...” disse la madre alzandosi, appoggiando una mano sulla spalla della ragazza, per portarla dalle guaritrici. Frigga sapeva che in quel momento era Loki ad aver più bisogno di qualcuno al suo fianco.

Thor si avvicinò al fratello, gli fece gesto di porgergli la piccola, ma ottenne solo l'effetto immediato che questo la stringesse di più a se coprendogli la testolina con una mano e appoggiandosela sulla spalla. A quel punto il dio del tuono poté solo passargli un braccio sulle spalle e accompagnarlo nelle sue camere, sotto uno sguardo incredulo dei presenti.

Solo una volta che si furono chiusi la porta alle loro spalle, e la bambina si fu riaddormentata nella sua culla, il biondo riuscì a proferire parola, potendo solo immaginare che cosa passasse per la mente del minore.

“So a cosa stai pensando, non mi credere sempre uno stolto incapace...”

Loki guardava la bambina dormire, le mani appoggiare al bordo del lettino.

“Ha i poteri dei giganti di ghiaccio...” disse in tono lugubre.

“E allora??? Dimmi cosa c'è di male? Che cosa Loki...”

“Non volevo che fosse come me, non volevo che si sentisse diversa, ma non sarà mai come tutti gli altri..” proferì prossimo alle lacrime “Avevo immaginato un futuro diverso per lei...”

“Loki...” lo chiamò Thor, non ricevendo risposta. A quel punto si avvicinò passandogli le mani sotto le braccia per poterlo stringere a se e facendo aderire la schiena del moro al suo petto.

“Lei non è diversa, ok? Lei è...speciale. E' nostra...”

“E trasforma la gente in ghiaccioli...” disse sarcastico.

“L'ha fatto solo per difendersi e perché voleva te, probabilmente si è spaventata ricordando quando è stata rapita da quell'uomo ed era con Jane. Quando crescerà imparerà a controllarli...” disse Thor cercando di farlo ragionare.

“Sempre che prima non mandi qualcuno all'altro mondo in un cubo di ghiaccio.” concluse Loki.

Thor sospirò appoggiando il mento sulla spalla del dio degli inganni ed intrecciando poi le sue mani con quelle bianche e lisce di Loki.

“Non lo farà...” cercò di sorridere sussurrandogli all'orecchio.

“Vai da Jane, starà allagando la camera della guarigione e furia di piangere...” disse Loki cercando di scrollarselo di dosso senza riuscirci.

“Jane starà bene, era solo qualche bruciatura e poi c'è madre con lei...sei tu che hai più bisogno di aiuto...”

“Thor, sto bene...” disse Loki.

“Lo vedo che è tutto una copertura, puoi smetterla di fingere...” lo stinse di più a se “Non voglio che tu faccia qualcosa di avventato in questo momento...”

Loki, che stava trattenendo le lacrime, alla fine lasciò che le calde gocce salate gli bagnassero il viso. Thor lo trascinò sul bordo del letto, dove si sedette, e attese che Loki si appoggiasse a lui, nascondendo il viso sulla sua spalla.

“Ti rovinerai gli occhi...” disse Thor sorridendo “Ce lo diceva sempre madre quando, da piccoli, piangevamo, te lo ricordi?”

Loki inclinò le labbra in un leggero sorriso.

“Così va molto meglio” disse Thor.

“Che cosa faremo adesso? La servitù non impiegherà più di qualche ora a riferirlo a tutta Asgard..." disse Loki.

“...E padre non acconsentirà mai che questa notizia venga resa pubblica.” constatò Thor.

“Non ha molta scelta, penso che sia palese che Leda non è figlia di Jane, la vostra insulsa scusa non regge più...”

“Nostra? Loro! Io non l'ho mai appoggiata...” esclamò Thor.

“O certo, come no. Perché tu dov'eri quando l'hanno pensata? Per fortuna che sei il padre della...”

Le sue labbra vennero azzittite da quelle di Thor che si posarono sulle sue in un bacio prima dolce e a fior di labbra diventando sempre più appassionato.

“Sta zitto...” sussurrò Thor staccandosi appena con un piccolo sorriso sulle labbra.

Loki lo trascinò verso di se prima di lasciarsi cadere di schiena sul morbido materasso su cui era stesa una coperta lucida di color verde smeraldo ricamata in oro.

“C'è la bambina...” disse Thor, quasi timoroso.

Loki alzò un sopracciglio.

“Dorme...” si costrinse a dire alla fine, come se il biondo non avesse compreso il suo gesto, continuando a baciarlo.

Il mantello di Thor aveva presto abbandonato le sue spalle, così come l'armatura che ricopriva le sue braccia, che presto vennero graffiate dalle unghie del moro.

Si stavano ancora baciando quando Loki lo spinse via con una forza che, in quel momento, Thor credeva non possedesse.

“Che c'è?” chiese, pensando di esserne lui la causa.

“Lui è qui!” disse terrorizzato.

“Cosa? Chi?”

“Byleistr...” sussurrò.

 

**
 

“come fai a saperlo?” chiese arpionandolo per le spalle “Loki?”

“Abbiamo lo stesso sangue, Thor...”

Thor si rivestì, agganciò il mantello.

“Vai nei sotterranei...”

“Non ci penso neanche!” ribattè Loki.

“Loki!!! Non puoi seguirmi! Ti farai uccidere!” disse quasi urlando mentre la bambina, ormai sveglia, ricominciava a piangere.

“E tu no???” urlò il moro.

Nello stesso attimo in cui concluse la domanda una sirena d'allarme iniziò a suonare. Heimdall doveva aver notato qualcosa anche se agli occhi di Thor, che era corso alla finestra, nulla si palesava.

Frigga entrò nelle camere del minore.

“Che sta succedendo?”

“Byleistr è qui...” disse Thor “Andate nei sotterranei, rifugiatevi li fino al mio ritorno...”

“Voglio venire con te!” disse Loki.

“No!” ribatté Thor, prossimo a sferrargli un pugno in pieno volto se questa volta non lo avesse ascoltato.

“Loki, vieni con me!” disse Frigga prendendo Leda fra le braccia.

“Madre...”

“Non puoi usare la tua magia, non avresti speranza...” disse allontanandosi varcando la porta e fermandosi nell'anticamera.

Loki passò accanto a Thor, era quasi sulla porta quando si fermò e si voltò verso il maggiore.

“Non farti uccidere...”

Thor annuì col capo vedendo il minore seguire la madre verso i sotterranei.

 

**

 

“Sapete cosa è accaduto poco fa nella sala da pranzo?” disse una giovane ancella entrando nell'enorme cucina rivolgendosi ad altre ragazze.

“Non fare la pettegola, il tuo compito qui è di servire in tavola...” ribatté una vecchia cuoca con i capelli bianchi nascosti sotto a una pesante cuffia rossa.

“Oh, su via Trine, lo so che anche tu sei curiosa!” disse la ragazza.

“Sigrid, al contrario tuo, io mi occupo di servire bene i miei sovrani e i loro figli.” ribatté stizzita la cuoca.

“Che è successo?” chiesero le altre ragazze intente a sistemare dei piatti.

“La bambina si è messa a piangere, lady Jane l'ha presa in braccio quando le si sono ghiacciate le mani e il principe Loki l'ha presa...”

“Chi?” chiesero le ragazze.

“La bambina!”

“Ma che stai dicendo Sigrid?”

“L'ho visto coi miei occhi, Trine!”

“Avrai visto male!” disse l'anziana cuoca.

“Allora ho visto male anche quando il principe Thor ha accompagnato il principe Loki nelle sue camere, con la bambina fra le braccia?” ribatté.

“Cosa?” chiesero in coro le ragazze.

“Pura verità...” disse Sigrid socchiudendo gli occhi.

“Sei sicura di star bene?” le chiese Trine, sedendosi al lungo tavolo della cucina avendo ormai finito di cucinare.

“Mai stata meglio...” ribatté la giovane.

“Quella bambina è figlia del principe Thor e di lady Jane...” la cuoca ormai esausta si liberò la testa dalla pesante cuffia.

“E ha il potere del ghiaccio. Quante persone conosci con questo potere?” chiese la giovane inginocchiandosi sulla sedia di fronte all'anziana e appoggiando i gomiti sul tavolo.

Una sirena iniziò a suonare proprio nel momento in cui l'anziata stava aprendo bocca.

“Che cos'è?” chiese la giovane spaventata.

“Presto, scendiamo di sotto!” disse la cuoca.

 

**

 

“Mio signore...”

Byleistr lo fermò con un gesto secco della mano.

L'elfo oscuro non parlò più aspettando che il il re si rivolgesse a lui.

“Avevo detto di non voler essere disturbato...”

“Mio signore, mi dispiace interrompervi. Ma da Asgard giungono notizie, pare che non sia possibile oltrepassare i suoi confini...”

“Credi che non lo sappia, ottusa creatura? Chi sta comandando il falso attacco?” disse alzando la voce.

“Mi dispiace...”

“Vattene!” gli disse fra i denti quasi in un ringhio.

Byleistr, il mago più potente dell'intero universo non era riuscito a scoprire neanche una minima imperfezione, uno spiraglio, un errore, nella protezione della città dorata.

“Hai fatto un bel lavoro fratello, te lo concedo...” disse sussurrando al vuoto “Ma dubito che ora tu sia nella condizione di sfuggirci di nuovo.” Un ghignò malefico comparve sulle sue labbra.

“Quello che voi credete un attacco non è nient'altro che una perlustrazione, riprendetevi, giocare con un animale morto non è mai divertente...” disse socchiudendo gli occhi, i gomito appoggiati ai braccioli di ghiaccio del trono e i dorsi della mani a sorreggere il mento.

“Non è ancora il momento...” sorrise.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


- CAPITOLO 17 -
 

“Non è qui...” sussurrò Loki.

“Cosa hai detto?” chiese Frigga.

“Byleistr! Non è qui...” disse alzando la voce “E' tutta una finzione, non ci stanno attaccando...”

Loki, disteso sul letto, si era alzato improvvisamente. Da quasi mezz'ora erano rinchiusi nei sotterranei che, senza ombra di dubbio, erano l'esatta replica del palazzo in superficie.

“Ti avevo detto di riposare, non di usare la magia...” disse Frigga, leggermente scontrosa, mentre adagiava la piccola nella culla e si sedeva di fianco a lei.

“Sto bene...” ribatté il moro avvicinandosi alla madre e appoggiandogli le mani sulle sue esili spalle “Non dovete preoccuparvi...”

“E invece si...” sospirò “Ovviamente ora andrai da Thor e non ci sarà verso di fermarti, vero?...”

“Giusto...” confermò Loki.

“Dimmi almeno che è la verità e che non stai cercando un modo per uscire di qui...” disse Frigga guardandolo negli occhi.

“Sarò il dio degli inganni, ma non mentirei mai a voi, madre lo sapete...” disse inginocchiandosi e adagiando la testa sulle gambe di lei che subito gli accarezzò i capelli neri.

In quel momento la testa iniziò a dolergli, strizzò gli occhi, ma un flebile lamento uscì dalle sue labbra.

“Cos'hai?” chiese preoccupata Frigga mentre il figlio, adagiatosi al bordo del letto, si stringeva il capo fra le mani.

“Buonasera, fratello...”

Loki urlò nascondendo il viso sul bordo del letto.

“Su, non fare così. Hai sopportato di peggio l'ultima volta che sei stato qui, che vuoi che sia un po' di mal di testa...”

“Loki!!! Loki, guardami...” diceva Frigga cercando di bloccare il figlio.

“Non ti preoccupare, non attaccherò la tua adorata Asgard, non ancora almeno...”

“VATTENE!!!” urlò il dio degli inganni con ormai le lacrime agli occhi per il dolore lancinante.

Frigga adagiò le sue mani su quelle del moro, aveva compreso quello che stava accadendo.

“No. Devo conoscere mio fratello, siamo stati separati per così tanti anni, pensa a quest'ora saresti dovuto essere morto...”

Loki ringhiò non avendo modo di lenire il dolore.

“Sfortunatamente non posso ucciderti da questa distanza, ma non preoccuparti, mi farò viv...”

Il dolore improvvisamente sparì e Loki ricominciò a respirare ad occhi chiusi fino a quando una mano gentile non lo trascinò verso di se.

“Siete stata voi?” chiese esausto.

“Si...” disse Frigga “E' un semplice incantesimo di protezione, non so fino a che punto lo potrà tenere lontano...”

“Grazie...” sussurrò.

Leda, nella sua culla, stava piangendo avendo udito il trambusto di poco prima, Frigga si alzò per cullarla.

“Datela a me...” disse Loki, che nel frattempo si era riseduto a terra, appoggiando la testa sul bordo del letto, allungando le braccia verso la madre che gli porgeva la bambina “E tutto finito...” disse baciandogli la testolina. Leda, fra le sue braccia smise immediatamente di piangere.

In quel momento la porta si aprì rivelando un Thor abbastanza perplesso, ma poi la sua espressione mutò andando di fretta vicino al giovane.

“Che è successo???” chiese.

“Byleistr...era nella mia mente...” disse Loki sempre più esausto stringendo a se la piccola.

“Ho usato un piccolo incantesimo di protezione, ma dobbiamo andarci cauti...” disse Frigga rivolta a Thor.

“Come stai ora?” chiese accarezzando una guancia al moro.

Loki aprì gli occhi puntandoli su quelli azzurri del fratellastro, Thor vi lesse paura, disperazione e stanchezza, la vivacità che una volta avvolgeva quelle iridi verdi era sparita, dispersa nel buio della caduta dal Bifrost.

“Vado a cercare Odino...” disse Frigga lasciando sola i due ragazzi.

Thor fece scivolare la piccola fra le sue braccia, cullandola alcuni minuti prima di posarla nella culla.

“Vieni, ti aiuto...” disse porgendo una mano al minore, ma questo la ignorò.

“Ce la faccio...” rispose tentando di mettersi in piedi, ma un violento capogiro lo fece quasi cadere, Thor lo bloccò nella sua ferrea presa.

“No, non ce la fai...su stenditi.” Lo aiutò a coricarsi e lo avvolse nelle coperte.

“Stai tremando...” disse coprendogli un braccio con la sua mano da guerriero.

“Sto bene...” sibilò Loki, non ammettendo il contrario.

Thor, non volendo lasciare solo il minore, girò attorno al letto fino a raggiungere l'altra sponda dove , in un balzo, si stese al suo fianco.

“Cosa fai?” disse Loki.

“Resto con te!”

“Non ci pensare neanche, vai nelle tue camere...” ringhiò scomparendo del tutto nella coperta.

“Non ti lascio solo questa notte e in più stai tremando...” disse trascinandoselo addosso.

Loki oppose resistenza all'inizio, ma poco dopo si abbandonò contro Thor che lo avvolse fra le sue braccia.

Thor sorrise.

“Non farci l'abitudine...” concluse il minore prima di addormentarsi.

 

**

 

“Odino...” lo chiamò Frigga varcando la soglia delle camere reali dei sotterranei. Il padre degli dei era in piedi, di fianco al letto, intento a slacciarsi l'armatura.

“Lascia fare a me...” disse Frigga avvicinandosi e iniziando ad allentare le prime fibbie.

“Sono troppo vecchio per queste cose...”

“Non dire sciocchezze...” sorrise Frigga.

“Sono stanco di combattere, vorrei solo finire i miei giorni in pace...invece ora...”

“La supereremo, anche questa volta...”

“Ne sembri convinta..” disse Odino voltandosi per guardarla in viso.

“Lo sono” sorrise.

“Se solo Thor fosse pronto a regnare...” sospirò.

“Al momento meglio di no...” sussurrò la regina mentre gli sfilava l'armatura della braccia “Non riesce a prendere una decisione fra Loki e quell'insulsa migdariana, anche se non dovrebbe neanche decidere a mio avviso, non può sobbarcarsi il peso di un regno, non ancora...”

“Non so se ho più paura delle tue parole sul regno o su quello che alludi con la sua decisione...”

“Odino...” si sedette sul bordo del letto e sorrise “Ormai è un po' tardi non credi?...”

Il padre degli dei si sedette sul letto, di fianco alla moglie.

“Se questa sarà la sua decisione non la rifiuterò, qualunque essa sia...ma prima abbiamo problemi ben più gravi che vanno risolti, per questa notte ho ordinato di restare nei sotterranei, a quanto pare non era un vero attacco...”

“Lo so...”

“Scusa?” chiese Odino “Sai cosa?”

“Loki...”

“Continua...”

“A quanto pare non condivide soltanto lo stesso sangue con Byleistr, lo percepisce, sa dove si trova...” rispose Frigga.

“Non è sempre stato così...”

“Non sappiamo cosa abbia passato su Jotunheim e cosa possano avergli fatto...”

“Per quanto mi dispiaccia, non merita la nostra compassione dopo i...”

“Ma è nostro figlio!!!” lo bloccò Frigga prima che potesse concludere la frase.

“No! E' soltanto un cinico egoista con la smania per il potere e guarda dove ci ha condotti!” Disse alzando la voce.

“Non ti permetto di parlare così di lui, lo rinneghi? Benissimo, non chiedere a me di farlo, non lo farò mai e sappi che se mi obbligherai mi perderai...” disse la regina alzandosi avvicinandosi poi alla porta e uscendo nei corridoio dei sotterranei.

 

**

 

Era ormai mattina quando Loki si svegliò ancora avvolto fra le braccia di Thor che dormiva beatamente. Cercò di divincolarsi, ma il maggiore non ne voleva sapere di lasciare la presa.

“oh stupido pentapalmo, lasciami!!!!”

Thor mugugnava qualcosa e tornava a dormire. Pochi attimi dopo una gomitata raggiunse il suo stomaco.

“Hey...” disse aprendo gli occhi accigliato.

“Oh era ora...se volevi uccidermi avresti potuto farlo in un altro modo, non soffocandomi!” disse il moro.

“Ma io non volevo ucciderti...” disse confuso il dio del tuono.

“Era una battuta, Thor...” sospirò Loki alzandosi per andare dalla piccola Leda che, da alcuni minuti, sentiva muoversi nella culla.

“Che ore sono?” chiese Thor coprendosi gli occhi con un braccio.

“Siamo sotto terra, Thor...alzati e vai a vedere!” disse sbuffando prendendo in braccio la piccola che agitava i pugnetti verso di lui “Vero piccolina?” a quella domanda seguì un vagito “Hai fame?” rispose ancora.

 

**

 

“Dove sei stato???” disse Jane irritata “E' tutta la notte che ti aspetto, ho visto i soldati tornare, tuo padre entrare nelle sue stanze e tu non c'eri! Pensavo che mi nascondessero qualcosa e che, per farmi dormire questa notte, aspettassero la mattina per dirmi che ti era successo qualcosa!!!” disse alzando la voce.

“Perdonami. Non era mia intenzione farti preoccupare...”

“Preoccupare???” gli rubò la parola “Mi hai spaventata a morte!”

“Scusami, ero andato da Loki, non stava bene, ormai era tardi e mi sono fermato...”

“Ti sei fermato da Loki? Penso di non aver capito bene...poche ore prima pure io ero ferita e non ti sei degnato di venirmi a chiedere come stavo...”

“Lo so, ti ho detto che mi dispiace, va bene? Era tardi ormai, Loki non stava bene e non potevo lasciarlo solo...”

“E' una scusa ridicola lo sai?”

“Come?” chiese Thor allibito.

“Se non ti interesso più penso che dovresti semplicemente lasciarmi andare, rimandami sulla Terra...su Migdar...o...”

“Cosa stai dicendo? Io...ti amo...” sussurrò il dio del tuono.

“Per favore, evita di ferirmi di nuovo, ok?” disse Jane al limite delle lacrime “Se non mi ami non ha senso che io rimanga qui...”

“Ma io voglio stare con te...”

“E passi la notte con Loki...”

“Credimi, non era nelle condizioni di essere lasciato solo...” disse sinceramente Thor.

Jane lo guardò un po' negli occhi prima di rispondere.

“Mi dispiace, scusami...” sospirò avvicinandosi a lui “Non volevo aggredirti in questo modo...”

Thor l'abbracciò posandole un bacio sulla fronte.

“Non fa nulla, mi dispiace per averti fatto preoccupare, ma sapevo che saresti stata al sicuro e che le guaritrici avrebbero fatto un ottimo lavoro” sorrise.

“Per questa volta ti perdono...” disse indirizzando un pugno leggero sul torace del dio del tuono.

“Ahia...” disse Thor scherzando.

Jane rise, sapeva che Thor non avrebbe neanche avvertito il colpo.

 

**

 

Hogun passeggiava di fronte ai campi di allenamento, sembrava agitato, anche se cercava di non darlo a vedere, come sempre, rimanendo impassibile.

“Hogun, qualcosa ti turba amico mio?” chiese Thor posandogli una mano sulla spalla.

“Nulla d'importante Thor...” cercò di sorridere.

“Non mi inganni, ti vedo e questo non è il solito Hogun...”

Il ragazzo sospirò.

“Mi hanno appena comunicato che sto per diventare padre..” disse.

Thor l'abbracciò sorridendo.

“Devi andare a casa!” disse Thor.

“Ma come? Thor siamo isolati e Vanahem è a mondi da qui. Non lascerò che le difese di Asgard vengano meno solo per permettere a me di raggiungere le mie terre, aspetterò un momento migliore...” disse Hogun abbassando lo sguardo.

“No!...” disse Thor trascinandolo verso il palazzo “Vieni con me..”

“Thor, perchè sei sempre così testardo...” lo fermò appoggiandogli una mano sulla spalla “Amico mio, ti ringrazio, ma io sono qui come soldato e difendo Asgard, non posso permettere che succeda qualcosa...”

“Hogun, apriremo un passaggio solo per te, non per un esercito...vai a casa, vai da tua moglie” disse Thor con il solito tono convincente “Tuo figlio ti aspetta...”

“Non cambierai idea vero?” disse Hogun sfoderando uno dei rari sorrisi.

“Assolutamente no!” sorrise Thor “Vieni...”

Raggiunsero gli appartamenti reali in pochi istanti, attraversando il lungo corridoio fino alle camere di Loki.

“Loki?”chiese Hogun abbastanza incerto.

“Devo chiederti una cosa prima di entrare...”

“Certo...” risposte Hogun.

“Sei la prima persona che lo viene a sapere ufficialmente al di fuori della mia famiglia e qualsiasi cosa vedrai, ti prego, per il momento, di non farne parola con nessuno. Una volta finito tutto daremo l'annuncio ufficiale, sempre che accetti una certa persona...” disse Thor agitato.

“Mi stai preoccupando, stai bene?” chiese Hogun.

“Mai stato meglio. Hogun sei uno dei pochi di cui mi fido sinceramente, so che non mi tradirai mai...”

“Va bene, lo prometto. Anche se non so cosa aspettarmi...”

“Ti avviso, potrebbe prenderla male, lascia fare a me...” disse Thor in un piccolo sorriso.

“Chi, Thor?..”

“Spero solo che non giudicherai nessuno...”

Hogun lo guardava con uno sguardo interrogativo.

Thor bussò, annunciandosi, ricevendo il permesso di entrare.

Oltre la soglia la camera era illuminata dalla imponenti finestre.

“Che ci fa qui?” saltò in piedi Loki cercando di nascondere la bambina girandosi di spalle.

Hogun rimase immobile sulla porta.

“Loki, tranquillo. Ci possiamo fidare di Hogun...” disse Thor.

“Tu sei pazzo!” concluse Loki.

“Si, forse...” disse Thor cercando di avvicinarsi senza allarmare ulteriormente il moro “Hogun entra e chiudi la porta...”

“Penso di non aver compreso qualcosa...” disse Hogun.

“Oh, invece penso che tu abbia capito tutto, se non ricordo male sei quello che ha più cervello fra tutti i suoi amici...” ribattè il dio degli inganni.

“Loki!” lo richiamò Thor.

“Quindi è vero...” disse, quasi sussurrando, Hogun.

“Vedo che le voci girano in fretta.” Concluse Loki voltandosi stringendo ancora fra le braccia la piccola Leda.

“Non è...”

“Figlia della migdariana?” concluse Loki “No...” sorrise.

“Ecco quello che intendevo...” disse Thor spostando lo sguardo fra Loki, la piccola e Hogun.

“Spero che manterrai la promessa...” disse Loki.

“Ovviamente!...” concluse l'amico ancora stordito dalla rivelazione.

“Loki, Hogun sta per diventare padre, ha ricevuto un messaggio questa mattina stessa, c'è un modo per poter raggiungere Vanahem?”

“Perchè non ho bloccato anche quelle stupide macchine...” sussurrò il moro.

“Hai detto qualcosa?” chiese Thor.

“No, stavo solo pensando...” disse Loki inarcando le labbra in uno dei soliti sorrisi che non promettevano nulla di buono.

Al palazzo erano presenti dei meccanismi che, per mezzo di forti energie incanalate dall'universo, permettevano la trasmissione di messaggi fra i diversi mondi sotto forma di ologrammi.

Loki posò la bambina nella culla, azionando un piccolo gioco in modo che le occupasse il tempo.

“Un modo ci sarebbe, ma io non posso farlo. Non al momento almeno...” disse infine.

“E consiste?” chiese Thor per avere spiegazioni.

“Creare...” poi rielaborò che Thor non avrebbe capito neanche metà del discorso che stava per propinargli e semplificò le parole “Una specie di falla nella protezione, un varco, permettendo al Bifrost ci avere un collegamento con Vanahem di pochi secondi...”

Thor annuì.

“E' magia Thor, è come creare una ferita nella sfera di protezione che ci circonda.” concluse Loki.

“Ma tu non puoi usare la magia adesso...”

“Perspicace...” sogghignò Loki “Forse madre potrebbe, è difficile come procedura, ma di per se è una magia abbastanza leggera, potrebbe farlo lei...”

“Grazie.” Disse Thor.

“Hogun, sappi che lo faccio perchè infondo mi stai simpatico...o almeno parli poco” disse Loki.

Thor lo guardò male.

Bussarono di nuovo alla porta.

“Loki, com...” la regina si bloccò sulla soglia.

“E' tutto a posto madre...” si affrettò a chiarire Thor vedendo l'espressione della madre diretta a Hogun.

“Mia regina...” Hogun abbassò il capo.

“Lo spero, Thor. Alzati Hogun.” disse Frigga riprendendo il suo tono regale.

“Madre, hanno bisogno del vostro aiuto...” disse Loki.

“Mio? E ditemi che cosa potrei fare per voi?”

“Hogun sta per diventare padre, deve raggiungere Vanahem...”

“A questo punto penso sia già nato...” sussurrò Loki, Frigga sentì le sue parole e gli scoccò un'occhiata a cui il moro rispose con un'alzata di spalle.

“Madre, io non posso usare la magia. Però potreste farlo voi al mio posto...” disse Loki.

Frigga sospirò, pensò tutte le possibili conseguenze, ma alla fine giunse alla conclusione che non poteva lasciare quel ragazzo lontano dalla sua famiglia in un momento così importante della sua vita.

“Va bene...Loki, spiegami...”

Madre e figlio iniziarono a confabulare di magie, incantesimi e protezioni.

Thor si avvicinò a Hogun.

“Visto? Tra poco sarai a casa...ti conviene andare a prendere la tua roba..” disse sorridendo.

“Grazie...” disse Hogun.

Thor gli diede una pacca sulla spalla.

“Quindi è vostra figlia...” disse alla fine.

“Aspettavo questa domanda.” sorrise Thor “Si, è nostra.”

“Non so per quale motivo, ma da un pezzo avevo capito che non era figlia di Lady Jane...”

“E' così evidente?” chiese Thor.

“Giusto un poco...” sorrise “Non preoccuparti, non dirò nulla...”

Frigga si voltò verso i due amici.

“Quando sei pronto andiamo al Bifrost.” sorrise la regina.

“Grazie, mia signora, non so come potervi ricompensare, tutti voi...” disse Hogun.

“Non devi fare nulla, hai sempre difeso valorosamente Asgard, questo è il nostro ringraziamento per te...” disse Thor, Frigga e Loki, anche se non molto propenso, annuirono.

“Vado a prendere le mie cose...” disse Hogun uscendo dalla porta.

Quando i tre furono soli Loki si scagliò contro il maggiore.

“Sappi che se dovesse accadere qualcosa ti riterrò responsabile di tutto...”

“Ma hai detto che...”

“Cosa dovevo dire? Che non poteva andare? Hai visto la sua espressione?” domandò Loki.

“Da quando sei così toccato da quello che provano gli altri?” gli rinfacciò Thor.

“Da quando ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire essere divisi dal proprio figlio!!!” gli urlò contro.

“Basta!” li fermò Frigga “Ve lo siete già detti una miriade di volte, manderemo Hogun a Vanahem e tutto andrà bene..smettetela di litigare!”

Meno di un'ora dopo si trovarono all'ingresso del Bifrost.

“Fa buon ritorno amico mio...” disse Thor abbracciandolo.

“Il bambino ormai avrà la barba...” disse Loki sottovoce. Alla regina scappò un sorriso che subito cercò di soffocare. Leda dormiva fra le sue braccia quando avanzarono verso il guardiano.

“Mia regina...” disse Heimdall. “Cosa posso fare per voi?”

“Il tuo lavoro, aprire il Bifrost, al resto penserò io...” disse fiera “Hogun deve tornare immediatamente a Vanahem.”

“Solo se questo non creerà problemi ad Asgard...” disse il guardiano.

“Nessun problema per questo viaggio, te lo assicuro...” disse Frigga.

“Come desiderate..” disse Heimdall alzando la spada e azionando il Bifrost.

“Vai...” disse la regina rivolta a Hogun “Tra poco sarai a casa. Loki...” chiamò il figlio per porgergli la piccola.

Loki si bloccò qualche istante e la prese fra le braccia.

“Loki...” disse Thor avvolgendogli le spalle “Heimdall lo sa...”

“Ora non ne dubito, anche un cieco potrebbe accorgersene...”

“No, lo sa da...un po'...” si corresse Thor.

“Oh perfetto, vuoi farmi una lista di quante persone sono informate della cosa o preferisci lasciarmi all'oscuro? Tanto per sapere...”

“Solo loro, te lo giuro...”

“I tuoi giuramenti non valgono molto. Non perchè non li mantieni, ma perchè non li ricordi...”

Thor sorrise.

Frigga, intenta ad eseguire esattamente il rituale riferitole dal figlio, teneva gli occhi fissi sull'apertura che si stava formando di fronte al giovane guerriero. Tracciò alcune rune nell'aria, invisibile agli occhi dei non conoscitori di quell'arte.

“Arrivederci Hogun..” disse infine.

“Arrivederci mia regina.” disse il giovane voltandosi poi a salutare Thor, Loki e infine Heimdall che azionò definitivamente il Bifrost facendo sparire il giovane.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


- CAPITOLO 18 -
 

“Mio signore...” chiese udienza un elfo oscuro “Su Asgard sta accadendo qualcosa...”

“Lo vedo...” rispose il sovrano di Jotunheim fissando, senza mai distogliere lo sguardo, quello che all'apparenza poteva sembrare uno specchio, posato su una solida colonna di pietra, ma che in realtà era una fine lastra di ghiaccio, pura e lucida.

Byleistr sedeva sul trono, le gambe accavallate e un lungo mantello di pelle nera ad avvolgergli le spalle. Era diventato re di Jotunheim, aveva soggiogato gli elfi oscuri piegandoli al suo potere, quasi tutte le creature dell'universo provavano terrore anche solo a pronunciare il suo nome, tranne quegli insulsi asgardiani che difendevano la loro terra, beffandosi di lui.

Ma il giorno della loro resa sarebbe stato vicino, finalmente avrebbe ottenuto il trono che suo padre anelava da secoli, la reggenza che di diritto gli aspettava; avrebbe rivendicato il suo nome e vendicato la morte del padre.

Un ragazzo attraversò il fasciò di energia, troppo veloce per poterlo riconoscere.

“Trovatelo, portatemi il ragazzo.” ordinò con voce fredda “Vivo!” aggiunge poi alzando tono.

“Sarà fatto mio signore...”

 

**

 

Loki era seduto, la schiena appoggiata alla parete, sotto ad un'imponente finestra della sala di lettura.

“Non abbiamo più ricevuto notizie di Hogun...” rimuginò Thor ciondolando per la biblioteca.

“Sarà impegnato col matrimonio...” rispose Loki non alzando lo sguardo dal libro.

“Quale matrimonio?” chiese Thor stranito.

“Di suo figlio!” concluse Loki come se la risposta fosse stata la più normale dell'universo.

“Oh, ma piantala...” disse sorridendo Thor “Non ci abbiamo messo così tanto tempo a rimandarlo a casa...che stai leggendo?” chiese incuriosito cercando di sporgersi sul libro che il moro teneva tra le mani.

“Qualcosa di troppo complicato per il tuo intelletto...” disse Loki voltando pagina.

“Sono rune?” un dito del maggiore finì in mezzo alla pagina, stampandosi su di essa.

Loki alzò lo sguardo, fulminandolo, se c'era una cosa che non sopportava più di ogni altra nell'universo era essere disturbato durante la lettera e per di più interrotto dalle dita del maggiore sulla pagina, che si frapponevano fra lui e il libro.

“Si...” disse quasi sibilando cercando di mantenere la calma “Leva quella lurida mano dalla pagina!” concluse quasi ringhiando.

“Scusa...” Thor sapeva che questi gesti infastidivano non poco il fratellastro.

“E quel simbolo, cosa significa?” chiese curioso il dio del tuono.

“Non devi andare dalla migdariana? Potreste fare un bagno nel lago Mjkar...” *

“Ma è dove dorme l'Hafgufa!” **

“Appunto! Nel caso si risvegliasse e avesse fame...”

“Simpatico. Vedo che stai meglio...”

“No...” rispose assorto nella lettura, semplicemente per dare fastidio a Thor.

Il dio del tuono rivoltò gli occhi sospirando, se Loki non era nelle intenzioni di collaborare non l'avrebbe mai convinto.

“Mi urti! Smettila di camminare!!!” gli urlò contro il dio degli inganni.

Thor si imbambolò nel bel mezzo dello stanzone per alcuni minuti poi iniziò a muoversi lentamente verso Loki e gli si sedette accanto.

“Cosa c'è?” chiese Loki sbuffando alzando lo sguardo.

“Hai una ciglia, qui...” disse puntando un dito pericolosamente troppo vicino all'occhio sinistro del moro.

“Fermo!” gli bloccò la mano “Questo è il vero motivo per cui tuo padre ha perso un occhio!”

“Ma non è vero!” disse Thor offeso.

“Guarda un po' chi c'è qui!” in quel momento la porta si aprì permettendo alla regina di entrare con in braccio Leda “Abbiamo fatto il bagno, abbiamo mangiato, non è vero piccola? E ora cercava i suoi papà...”

Frigga porse la bimba a Loki che la fece sedere in grembo. Leda aveva ormai cinque mesi, stava iniziando a scoprire il mondo che la circondava, voltava la testa a ogni minimo rumore e cercava con gli occhi i genitori.

Thor giocava con la piccola, stretta fra le braccia di Loki che le passava una mano sulla pancina, nascondendosi gli occhi con le mani e ricevendo dalla piccola gorgheggi e versi di gioia.

“Sta crescendo in fretta...” disse Frigga che si era seduta di fronte a loro.

“Troppo in fretta...” disse Loki con un leggero sorriso sulle labbra.

 

**

 

Appena la bambina aveva dato segni di stanchezza Loki si era ritirato nelle sue camere accompagnato dalla madre. Thor avrebbe voluto seguirli, ma mancava poco all'ora di pranzo e quando aveva abbonato le sue stanze, la mattina presto, Jane ancora dormiva.

Thor varcò la soglia della camera da letto trovando Jane intenta ad allacciarsi gli ultimi abiti.

“Ma buongiorno, svegliato presto questa mattina?” disse Jane avvicinandosi baciandolo sulla bocca delicatamente.

“Non ho molto sonno in questo periodo...” ribattè allontanandosi da lei e buttandosi di schiena sul letto.

In pochi passi Jane fu al suo fianco riprendo a baciarlo, prima delicatamente poi, via via, i baci si fecero sempre più infuocati fino a quando la ragazza non si trovò a cavalcioni su di lui.

“Jane aspetta...” disse Thor posandogli le mani sulle spalle.

“Thor...” lo chiamò sconsolata.

“Lo so, perdonami...ma Asgard, Loki, la bambina...” sbuffò il dio del tuono accarezzando la schiena della ragazza che era ancora sopra di lui “Ho troppi pensieri per la mente. Passerà..” disse inclinando gli angoli della bocca in un sorriso.

“Va bene...” disse Jane cercando di rialzarsi.

“Dove credi di andare?” rise Thor trascinandola su di se.

La girò sotto di se riprendendo a baciala.

“Thor, ci stanno aspettando per pranzo...” disse Jane bloccandogli il viso con le mani.

“Ancora un attimo...” sorrise il dio del tuono.

 

**

 

“Maledizione!!!” urlò il ragazzo.

“Stai calmo...” disse Frigga.

“Calmo? Non riesco ad eseguire neanche gli esercizi più semplici, come potrei stare calmo?” ribatté Loki.

Frigga sospirò, erano giorni che seguiva il figlio negli allenamenti, era giorni che lo sentiva stramaledire ogni cosa.

“Leda dorme, vado a prendere una boccata d'aria...” disse la regina alzandosi “Non fare nulla di avventato.” lo redarguì.

“Stanne cerca, tanto non ci riuscirei...” ribatté il moro.

Quando la madre uscì dal giardino privato, Loki entrò nella camera che dava su di esso, controllò la piccola per alcuni attimi e tornò ad allenarsi.

La magia stava lentamente tornando a scorrere nelle sue vene, troppo lentamente a detta del ragazzo.

Passò una buona mezz'ora prima che sentisse di nuovo dei passi dietro di se.

“Thor che viene a farmi visita, quale onore...” disse Loki senza voltarsi.

“Ma come...”

“Cammini come un pentapalmo, anzi penso che ti abbiano sentito fin su Midgar.” ribatté ironico.

Thor sorrise, sapeva che il fratellastro era nervoso.

“Non azzardarti a chiedere come va!” lo zittì subito il minore.

“Allora non lo chiederò...” disse Thor appoggiandosi a una colonna e incrociando le braccia “La piccola?”

“Nella camera di madre, sta dormendo, non la svegliare...” disse, di nuovo, senza voltarsi.

Thor entrò a vedere la bambina mentre Loki continuava ad allenarsi.

“Puoi toglierti quello sguardo ebete dal viso?” disse Loki a bassa voce.

“Da quanto sei li?” rispose Thor distogliendo lo sguardo dalla culla per dirigerlo sul moro.

“Alcuni minuti...” disse andando a poi a sedersi, sprofondando su una poltrona “Comunque è una catastrofe se ti interessa sapere come va...”

“Loki, ci vuole solo del tempo...” si avvicinò a lui.

“Bravo! Vuoi un applauso? Io non ne ho di tempo!” gli rispose.

“Vuol dire che, se la magia sta tornando lentamente, avrai tempo per allenarti in altro...forza in piedi...” disse Thor uscendo dalla camera.

“Cosa? No, scordatelo, non combatterò mai come un comune soldato...” disse fermandosi sulla porta e incrociando le braccia.

“Ma tu non sei un comune soldato...” gli sorrise Thor.

“Smettila di sorridermi o ti caverò i denti uno alla volta...” lo minacciò Loki.

“Anche in quel caso sorriderei, magari un po' da vecchio...” gli rispose.

A Loki scappò una risata.

“Ti ho fatto ridere...” disse compiaciuto.

“Non ti aspettare che lo rifaccia...” disse cercando di tornare serio.

“Su, colpiscimi....”

“Cosa?” disse Loki alzando le sopracciglia.

“Dai...”

“Non ci penso neanche...vai a rotolarti nel fango con i tuoi amici!” disse allontanandosi.

Thor lo bloccò per un braccio.

“Hey...va bene, cambiamo piano...” disse recuperando da una cassa poco distante due spade.

“Ti ho detto che...”

“Voglio che, qualsiasi cosa accada tu sia in grado di difenderti...” disse zittendolo.

“Cosa stai insinuando che non sia in grado di farlo?” rispose leggermente alterato.

“No, so che ne sei in grado, ci allenavamo assieme. Ma da quanto non tieni in mano un'arma?” disse lanciandogli la spada che il moro impugnò al volo “Bei riflessi...”

“Se proprio ci tieni ad essere sconfitto...” disse Loki inclinando gli angoli della bocca in un sorriso meschino.

“Non cantare vittoria troppo presto...” disse Thor alzando la spada ed attaccando per primo.

Passarono alcuni minuti ad attaccarsi prima che Loki riuscisse a placare Thor, inginocchiato a terra, portandogli la spada alla gola.

“Cosa avevi detto?” disse Loki con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

“Nulla...”

Il moro mosse velocemente la spada lasciando un piccolo taglio sull'avambraccio.

“Hey!” si lamentò Thor.

“Cosa avevi detto?” ridomandò Loki.

“Nulla...No, no, no fermo!” alzò le braccia avendo visto Loki ribrandire con decisione la spada “Di non cantare vittoria...”

“E...”

“E cosa?” chiese Thor.

“Cosa è successo?”
“Ho perso, va bene? Posso alzarmi ora?” sorrise.

Loki gli tese una mano aiutandolo a rimettersi in piedi.

“Lo so che mi hai lasciato vincere...” disse Loki posando l'arma.

“Non è vero...”

“Era palese, Thor...la smetti di trattarmi come se dovessi sbriciolarmi da un momento all'altro?”

“Non ti tratto in nessun modo, non stavo fingendo...” disse Thor.

“Certo...”

Loki venne sbattuto contro una colonna dove fu bloccato da Thor che teneva una mano appoggiata sulla pietra appena di fianco alla sua testa.

“E neanche adesso sto fingendo...” pochi centimetri lo separavano dal volto del moro.

“Non hai le idee molto chiare, Dio del tuono...” sussurrò lascivo Loki guardandolo negli occhi prima di strappargli un piccolo orecchino d'oro incastrato in una maglia dell'armatura del biondo.

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* Mjkar: Il nome del lago è di pura invenzione.
** Hafgufa: un mostro marino, di origine norrena, simile al Kraken.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


- CAPITOLO 19 -
 

“Finalmente ti hanno trovato, sai stavo per perdere le speranze. Sei talmente banale che abbiamo avuto non pochi problemi a sapere chi fossi...”

Hogun era a terra, inginocchiato su una spessa lastra di ghiaccio, il sangue che gli colava dal naso e dal labbro spaccato si disperdeva in piccole goccioline scarlatte sul pavimento.

“Non pensavo che Loki potesse essere così poco accorto...”

“Chi sei?” chiese, con non poca fatica, il ragazzo.

“Alza la testa...”

Hogun non accennava a muoversi.

“Alzala!” urlò Byleistr che, in piedi, si trovava di fronte a lui.

Hogun alzò lo sguardo solo quando le due guardie, che lo tenevano per le braccia, gli strattonarono i lunghi capelli. Un espressione di sgomento e terrore gli si dipinse in volto, sgranò gli occhi aprendo leggermente la bocca.

“Loki?”

Byleistr dondolò la testa contento.

“Quasi...” sussurrò “Sono Byleistr. Suo fratello di sangue...”

“Non è possibile...” disse con voce atona.

“Oh credimi. E' possibile, solo per il fatto che sono qui di fronte a te non dovrebbe crearti altri dubbi. Pensi che Loki sia stato l'unico figlio di Laufey a nascere così?”

Hogun riabbassò il capo appena il carceriere mollò la presa su di lui, i capelli gli ricaddero sulla fronte ricoprendo la vista, non voleva vedere, voleva solo che lo uccidessero e nel minor tempo possibile, anche se intuiva che la loro intenzione non doveva essere quella. Se avessero voluto la sua morte l'avrebbero ucciso su Vanahem.

“Ho bisogno di tempo per prepararmi, portatelo nelle prigioni! Che sia nutrito e tenuto al caldo, controllatelo, non vorrei che cercasse di uccidersi...ci rivedremo presto, soldato...”

Ordinò Byleistr rivolgendosi ai due elfi oscuri che sorreggevano il ragazzo.

“Se dovesse accadergli qualcosa, sappiate che le vostre teste verranno viste da tutti appese a delle picche ed esposte fuori dalle porte del palazzo. Andate...” li ammonì accompagnando queste parole a un gesto di congedo.

 

**

 

Thor stava giocando con la piccola Leda alzandola ogni tanto e facendole appoggiare i piedini a terra.

“Guarda Loki!” lo chiamava con un sorriso sulle labbra.

Loki, fingendo disinteresse, solo per non dare soddisfazione al fratellastro, continuava a leggere il libro che teneva fra le mani, ma di sottecchi guardava la figlia ridere sorretta dalle forti mani di Thor. Un sorriso nascosto lambiva le labbra del dio degli inganni, che poco alla volta tornava serio pensando a quanto sarebbe durata quella tranquillità.

“Loki!!! Guarda!!!” disse Thor con il sorriso sulle labbra che si faceva sempre più ampio.

Loki sbuffò.

“Thor, ti prego...” disse chiudendo il libro.

“Guarda!!!”

Thor teneva la bimba sotto le braccia facendogli strusciare i piedi a terra, Leda a quel contatto muoveva i piedini simulando un passo.

Loki non riuscì a trattenere il sorriso.

“E' troppo piccola ancora, Thor...” disse alzandosi e prendendo la bimba fra le braccia. “Tuo padre non capisce niente, vero?”

“Ma...” cercò di ribattere Thor.

Venne interrotto da un leggero bussare.

“Posso?” Frigga si ritrovò sulla porta della camera del suo secondogenito.

“Certamente!” disse Loki.

“Mi hanno appena comunicato che Hogun ha mandato un messaggio, chiede se potrà rientrare ad Asgard tra qualche giorno...”

“Forse non è saggio dargli il permesso di tornare.” disse Loki.

“Non ci tradirebbe mai, Hogun è un amico leale!” Thor guardò il fratello negli occhi.

“Credimi, non è la sua mancanza di lealtà che mi preoccupa...” disse Loki “Possiamo fare a meno di lui? Come soldato, intendo.”

“E' uno dei migliori...”

“Thor, farlo rientrare, riaprire il bifrost, permettere un passaggio a tutti i nove mondi è da pazzi! Farlo partire è stata un'azione improvvisa, non prevedibile...chi ti dice che ora lui sia al sicuro?”

“Sei sempre stato diffidente, ma non posso lasciare Hogun fuori da questo...”

Loki sbuffò, abbassando il volto verso la bambina e risistemandola fra le braccia in modo che stesse più comoda.

“Fai quello che vuoi, tanto l'hai sempre fatto...” disse a bassa voce incamminandosi verso la camera da letto.

“Dove vai?” chiese Thor.

“A riposare...”

Il dio del tuono stava per seguirlo, ma la madre si avvicinò a lui toccandogli una spalla.

“Lascialo andare, Thor.” disse Frigga.

“Madre...” sospirò “Non posso lasciare Hogun nel suo mondo, non quando lui si sente pronto a tornare e, non so quando, ma una guerra ci sarà e avrò bisogno del suo aiuto.”

“Comprendi che quest'azione è pericolosa, vero?” disse Frigga.

“Si, lo comprendo.” rispose alla fine dopo un lungo silenzio.

“Mi metterò in comunicazione con Vanahem, disporremo il ritorno fra qualche giorno...”

“Grazie, madre...”

“Non ringraziarmi, non so se sto facendo la cosa giusta. Non l'ho ancora fatta, posso ancora cambiare idea...”

 

**

 

Loki si era ritirato nelle sue stanze, così come la madre, lasciando Thor da solo. Non aveva molto da fare in quel periodo, gli allenamenti sembravano inutili contro un nemico invisibile che non accennava a farsi vivo. Thor avrebbe voluto che attaccasse subito, in modo da togliersi ogni pensiero, non era capace ad aspettare, non aveva pazienza e che fosse vittoria o sconfitta voleva solo che tutto fosse finito. Non gli piaceva l'incertezza, non gli piaceva non sapere neanche vagamente quello che lo aspettava, ma sempre meglio di prorogare all'infinito quell'attesa opprimente.

Trovandosi senza nulla da fare, visitò il padre che sedeva, annoiato, sul trono. Alcuni consiglieri stavano parlando di questioni minori riguardanti Asgard, ma questo non sembrava interessare al sovrano.

Uscì dalla sala del trono, dirigendosi verso i giardini reali.

“Thor...” lo chiamò Jane.

“Jane, credevo fossi in camera...”

“Posso parlarti?”

“Cosa c'è?...” chiese preoccupato.

“Vieni, sediamoci...”

Thor seguì Jane fino a una panca in marmo bianco nascosta sotto un albero di salice piangente.

“Jane, non so che..”

“Perchè mi eviti?”

Thor restò allibito dalla domanda.

“Come?”

“Thor, non far finta di nulla. Credi che non me ne accorga? La mattina sparisci all'alba e fino all'ora di pranzo non ti presenti, poi sparisci di nuovo e torni solo a cena. Non abbiamo passato più neanche un'ora assieme, se non durante i pasti. So che non vai ad allenarti, sono scesa in questi giorni fino al campo.”

“Non ti sto evitando...” sussurrò Thor con voce roca.

“Mi stai prendendo in giro? Credi che non sappia che trascorri tutto il tempo col Loki? Ho accettato tutto quello che è successo, non ho idea come, ha ho accettato che tu abbia avuto una figlia da Loki, ok? Per quanto sia una cosa assurda e fuori da ogni mia comprensione, l'ho accettato pur di stare con te. Mi sembravi sincero, eri vero!”

“Lo sono anche ora!” esclamò Thor.

“No, ora non lo sei...” sospirò “Non lo sei più da quando hai tirato fuori Loki da quella maledetta prigione!”

“Loki è l'unico che conosce cosa stiamo affrontando, senza il suo aiuto saremmo spacciati!” si alzò in piedi fissandola dall'alto al basso.

“Sicuro? Forse una parte o forse è perchè infondo non ti sei ancora reso conto di quanto tu sia legato a lui! E penso che Loki se ne sia reso conto da molto tempo...” gli ringhiò fra i denti.

“Di cosa stai parlando?”

“O ti prego! Thor, non lo capisci?”

“No! Se sei così gentile da spiegarmelo forse capirò!”

“Pensi che Loki non sapesse di poter avere dei figli? E che Leda sia solo un caso? Di certo questo gli avrebbe evitato di essere appeso per il collo e chi meglio di te? Il futuro re? Senza contare che eri l'unico assieme a tua madre a visitarlo...e sappiamo che Loki è ambiguo quando vuole!”

“Se stai alludendo a qualche magia o sortilegio ti sbagli!”

“Vedi? Lo stai difendendo!”

“Cosa dovrei fare??? Siamo cresciuti assieme, che non condivida il mio sangue non mi interessa!...Non ho più voglia di parlare!” disse arrabbiato allontanandosi dalla giovane.

 

**

 

Thor vagò incerto per il palazzo soppesando le parole di Jane. Qualcosa lo aveva colpito, in tutto il discorso, anche se si illudeva di non darci peso e fingeva che nulla l'avesse scalfito. In fondo conosceva già, nel suo inconscio, certe affermazioni, ma non se la sentiva ancora di farsene una ragione.

All'improvvisò si ritrovò di fronte agli appartamenti del fratellastro, esitò qualche secondo prima di entarre e bussare alla porta della camera da letto. Pochi attimi dopo il minore risposte, Thor aprì la porta.

“Potresti uscire un attimo?” chiese Thor.

“E' successo qualcosa?” chiese Loki sedendosi sul letto, di fianco a lui Leda dormiva tranquilla avvolta nelle coperte.

“Nulla, puoi uscire?”

Loki annuì, prese la piccola e l'adagiò nella culla.

Pochi secondi dopo Loki uscì nell'anticamera chiudendo la porta alle sue spalle.

“Che succede?” chiese frastornato, poche volte aveva visto Thor con quell'espressione dipinta in volto.

“Loki, tu sapevi di poter avere figli?”

“Chi è che ti mette in testa questi dubbi? La midgariana?”

“Come è potuto succedere? Tu lo sapevi, mi hai fatto qualche incantesimo, hai usato la magia!” urlò Thor rivolto al fratellastro.

“Pensi che se lo avessi saputo avrei permesso a un essere innocente di poter nascere? Avrei permesso a una bambina di venire al mondo e di soffrire?...perchè è questo che sta succedendo...” sussurrò il moro.

“Non mentirmi! Lo so che mi stai mentendo di nuovo!!!”

“Credimi, non lo sto facendo. E' l'unica volta che vorrei farti capire che non ti sto mentendo.” disse Loki con gli occhi appannati dalle lacrime “Ma sei giustificato figlio di Odino, ti ho sempre mentito, ti ho sempre illuso, è vero...ma non per lei.”

“La useresti, come un oggetto, solo per arrivare al tuo scopo...” chiarì Thor.

“No. Mia figlia no...”

“E' nostra figlia Loki...” puntualizzò subito il dio dei fulmini.

“Nostra? Certo”

Loki si alzò avvicinandosi al vetrata che si apriva sull'immenso balcone da cui si poteva scorgere tutta Asgard.

“L'hai data alle cure di quella sgualdrina...”

“Non insultarla...”

“Oh, non la sto insultando, dico soltanto quello che lei è...” puntualizzò con fare ironico.

“Devi riposare, non sei ancora in forze, stai straparlando Loki...”

“Io...non voglio che ti odi, Thor. Ho provato sulla mia stessa pelle cos'è l'odio di un padre, io non voglio che nostra figlia sopporti quello che ho sopportato io. Forse tu non te ne rendi conto, forse tu eri troppo impegnato a bearti dell'approvazione di Padre Tutto, a combattere, ad allenarti, a bere e festeggiare con i tuoi insulsi amici senza renderti conto di quello che stava passando tuo fratello, forse non ti rendevi conto di tutte le punizioni che Odino mi ha inflitto, di tutte le volte che l'ho odiato. Voler restare in camera a leggere invece di allenarmi, bhe quello era un buon momento per punirmi, forse pensava che mi avrebbe fatto cambiare idea, forse pensava di potermi cambiare, ma ogni volta io ripetevo lo stesso identico rituale, non glie l'ho mai data per vinta. Non mi importava se ogni volta il numero delle frustate cresceva o se Odino escogitava altri modi per punirmi, non gli avrei mai dato la soddisfazione di cambiarmi.”

Thor abbassò il capo.

“Mi dispiace, non lo sapevo. Mi veniva detto che eri indisposto e venivo portato via, ero poco più di un bambino...”

“Sai le prime volte pensavo tra me e dicevo “mio fratello lo scoprirà e verrà a fermarlo”...ero un illuso a pensare che tu avresti usato più cervello di quello che in realtà possiedi...”

“Dovevi parlarmene...”

“Certo, così la punizione sarebbe stata doppia. Ero un bambino Thor e di certo non avevo la tua forza...” respirò profondamente cercando di trattenere le lacrime “L'ho voluto morto. Anzi avrei anche potuto ucciderlo, non sarebbe stata cosa più facile. Ma non l'ho fatto, non l'ho ucciso della camera delle armi, quando è praticamente caduto nel sonno di Odino ai miei piedi, non ho permesso che Laufey lo uccidesse. L'ho salvato e probabilmente lo salverei ancora, non so per quale motivo. Non lo so...”

“Loki. Io...”

“Forse tu non sai quello che “Tuo Padre” mi ha detto il giorno che mi ha incarcerato, tu non eri li.” disse con fare ironico cercano di dissimulare il disagio che in realtà provava “Vuoi le sue testuali parole? Anche perchè avrai solo quelle...” sospirò “Mi ha detto: “Tu, dovevi morire su quella nuda roccia”....”

Loki si voltò per poterlo vedere in viso, gli occhi arrossati dalle lacrime trattenute.

“Quale padre direbbe mai al proprio figlio, anche se se adottato, che avrebbe dovuto morire? Quale Thor? Dimmi quale? Perchè io non ne conosco nessuno...” disse con la voce alterata e incrinata dal pianto.

“Il tuo vero padre ti ha abbandonato...”

“Il mio vero padre mi ha abbandonato, ha pagato con la morte per questo, se non ricordo male. Ma non mi ha ucciso. Mi ha dato in pasto al fato. Odino mi ha ucciso, è diverso...” si avvicinò al piccolo tavolo “Il mio vero padre non mi voleva, per lui ero uno schifoso aborto, almeno è stato sincero. Odino invece, oltre a nascondermi le mie origini per anni, mi ha anche usato, come se fossi un misero oggetto da offrire in dono. Per cosa? Per poi dirmi che meritavo la morte? Non avrebbe mai dovuto portarmi ad Asgard...”

“Ascoltami, Loki. Non è questo il momento...”

“Fammi finire. Io so che ami tuo padre e so che per quanto ti possa far soffrire non lo tradirai mai. Anche se pensi che certe cose non siano giuste tu gli darai sempre ragione, lo servirai sempre e, infondo, che cosa si potrebbe pretendere dal futuro re. Sangue dello stesso sangue.”

“Loki, stai delirando...”

Loki si sedette alla poltrona decorata posta di fronte a tavolo e rise guardando in volto Thor.

“Sai solo darmi del pazzo? Fai pure. Sai che sto dicendo la verità, anche se cerchi di negarlo a te stesso. Per una volta, una sola volta nella mia vita sto dicendo la verità e tu mi dai del pazzo.”

“Stavamo parlando della bambina, non stavamo parlando ne di noi, ne di te.”

“E' quello il problema, Thor. Non lo capisci? Viene da noi il problema, siamo noi a crearli...non sarebbe neanche dovuta nascere. Che cosa racconteremo quando tutta questa storia non potrà più essere nascosta? Quando sarà palese che Leda non è figlia della midgariana? Perchè è questo che crede tutta Asgard vero? Scusami, ma neanche il dio degli inganni può raccontare bugie su questo...”

Loki si alzò diretto alla porta.

“Dove vai?”

“Nelle mie stanze se permetti, non penso ci sia altro da dire.”

“No, invece c'è altro!”

“Hum, che cosa?” Disse Loki in tono di sfida. “Se hai un'idea dilla, da quando ti permetti di pensare sembra che le tue malsane idee spuntino come funghi.”

“Hai finito di insultarmi?”

“Non ho neanche iniziato...”

“Perchè mi odi, Loki?”

“Toglimi una curiosità, non mi hai mai detto la verità e visto che siamo in vena di confidenze...perchè, quando è venuta alla luce, me l'hai portata via?...” attese qualche secondo senza che Thor proferisse parola “Rispondimi, questo me lo devi!”

“Credevo che la odiassi...” sussurrò in tono talmente flebile da essere a mala pena udito “Che...”

“Che? Continua...”

“Pensavo che senza la mia protezione Padre l'avrebbe uccisa e pensavo che, tu stesso, le potessi far del male.”

“Hum...allora qualcosa pensi. E' vero, non te lo posso negare. E' vero, ci ho pensato. Ci ho pensato a sbarazzarmene per sempre...”

“Non puoi dirmi questo...”

“Non ne ho avuto il coraggio....” un lungo silenzio avvolse le ultime parole di Loki.

Thor si avvicinò appoggiando le sue mani sulle esili braccia del dio degli inganni.

“Stammi lontano, non merito la tua compassione. Non mi toccare!!!” alzò la voce “Perchè quando ti imploravo di portarmela, non l'hai mai fatto. Perchè alle richieste di madre di farci incontrare ai sempre negato questa possibilità...perchè?”

“Perchè a quel punto è mancato a me il coraggio di mostrartela, ogni giorno che passava più assomigliava a te e più il tempo passa più odi te stesso per quello che sei...”

Loki rimase a bocca aperta guardando Thor proferire quelle parole.

“Sai qual è stato l'unico momento felice che ho passato li dentro? In cella? La prima volta che l'ho sentita muovere dentro di me...” Loki sorrise “Lo so, è ridicolo che io dica una cosa simile, vero? Non sei abituato a questo, Thor? Eppure è vero. E' l'unica volta che ho sentito che poteva esserci ancora una speranza...”

“Loki, mi dispiace...”

“Io non accetto le tue scuse.”

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


- CAPITOLO 20 -
 

Frigga, insospettita dal comportamento del figlio, gli fece visita. Era solito presentarsi nel suo giardino privato per allenarsi, era così determinato a riavere la sua magia che spesso si era reso necessario un fermo ordine della regina per interrompere gli allenamenti, ma quel giorno non si era fatto vivo.

Provò nella biblioteca, ma non lo trovò, entrò nelle sue camere notando la porta chiusa della camera da letto. Bussò non ricevendo risposta.

Lentamente l'aprì, Leda dormiva nella culla e Loki era raggomitolato sul letto, una mano a coprire il volto.

“Loki...” lo chiamò avvicinandosi “Cosa c'è?” andò, con un po' d'ansia, a sedersi sul bordo del letto.

“Madre...” disse cercando di cancellare le lacrime con la mano.

“Perchè piangi?”

“Nulla...” disse atono.

“Da quando si piange per nulla?” gli accarezzò i lunghi capelli corvini “Cosa è successo?”

“Thor....non...non posso perdere anche lui...” disse Loki con gli occhi ancora lucidi.

“Non capisco...”

“Mi ha...io...” le parole gli tremavano sulle labbra.

“Ssssh stai calmo...” disse accarezzandolo “Respira...”

“E' venuto a chiedermi se Leda fosse un piano per salvarmi, no...no...”

“Non piangere. Ti prego. Thor non merita le tue lacrime, è mio figlio, gli voglio bene, ma quando è troppo testardo, quando non vuol vedere diventa cieco di fronte a qualsiasi cosa...”

Loki si voltò di lato, Frigga lo coprì con una coperta baciandogli una tempia.

“La midgariana lo sta plagiando...”

“Gli parlerò io, va bene? Parlerò io con Thor...tu riposa.”

Loki alzò lo sguardo verso gli azzurri occhi della madre.

“Grazie...” disse sottovoce.

Un flebile sorriso comparì sulle labbra della regina.

“Vieni qua, piccolo mio...” disse abbracciandolo.

 

**

 

Frigga, che aveva mantenuto la calma in presenza di Loki, ora cercava Thor per il palazzo dorato. A differenza di moro, Thor non aveva dei luoghi in cui rifugiarsi, lui vagava per il palazzo, quindi la regina si preparò a doverlo incontrare anche nei posti più inaspettati.

Finalmente lo scorse al limitare del giardino reale. Gli si avvicinò parandosi davanti.

“Posso parlarti, Thor?”

“Certo madre...” disse Thor. “Di cosa volete parlare?”

“Non far finta di nulla, non ti viene bene. Cosa hai fatto a Loki? Cosa gli hai detto?” alzò leggermente la voce.

“Mi dispiace, madre. Lo sapevo che sareste venuta a cercarmi...”

“Le tue parole. Ti sembra un argomento da discutere adesso? In questo momento? A Loki non rimane più nessuno, se non noi due, non ha più nessuno e non possiamo permetterci che subisca altri abbandoni. Penso che questo ti sia chiaro. Come...come hai solo potuto pensare di dirgli una cosa simile? E' ancora debole, pensavamo che non si sarebbe neanche più svegliato. Ora è qui, ma non sta bene, lo vedi Thor??? Cosa vedono i tuoi occhi? Sta fingendo in ogni modo per motrarsi forte, ma non sta bene. Ha bisogno di tempo e di certo le tue geniali affermazioni non lo aiuteranno...”

“Mi dispiace va bene? Mi sono lasciato prendere dalla rabbia, non avrei dovuto...ma..” disse Thor mortificato fissando il vuoto dietro la madre e dirigendo alla fine lo sguardo a terra.

“Ma, che cosa? Non hai capito che la mortale sta cercando di dividerti da Loki? Sta cercando di riprendere il tuo amore. Non mi interessa chi sceglierai Thor, la vita sarà tua, sei tu quello che deve decidere, non mi interessa.” Scandì lentamente le ultime parole “Mi interessa solo che Loki non soffra, che tu non lo farai soffrire. Mi interessa che lui e la bambina stiano bene. Tu decidi per la tua vita, non sarò di certo io a prendere delle decisioni per te. L'importante è che Loki e Leda stiano bene...”

 

**

 

Era ormai tarda sera quando Thor si avvicinò agitato alle camere di Loki. Il minore non era sceso a cena e neanche la madre si era fatta vedere comunicando un'indisposizione. Thor sapeva che si trovava da Loki.

Da diversi minuti era in piedi di fronte alla porta della camera da letto del minore.

Alla fine si decise ad appoggiare la mano sulla maniglia ed aprirla.

“Loki...” lo chiamò nel tono più pacato che potesse avere.

“Vattene!” ringhiò il moro.

“Ti prego, Loki! Devo parlarti...”

“Ti ho detto di andartene!”

“Loki...mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace..” sussurrava il dio del tuono che lentamente si era andato a sedere sul bordo del letto.

“Smettila!!!” disse Loki raggomitolandosi ancora di più su se stesso.

“Ti prego, girati, guardami...” disse il biondo “Loki, guardami in faccia, ti prego!”

Loki si voltò, un'espressione di sfida negli occhi.

“Sei contento ora? Vattene!!!” ringhiò.

“No, non me ne vado! Questa volta no...”

“La smetti di prenderti gioco di me?” disse Loki con le lacrime che premevano negli occhi e che si rifiutava di versare “La smetti? Prima mi schernisci, poi come se nulla fosse torni da me, poi vieni ad insinuare azioni che non ho commesso e ora torni e pretendi che io ti abbracci? No...ti prego, vattene...”

“Loki...ascoltami...non posso stare senza di te...”

“Cosa hai detto???”

“Hai capito benissimo...” gli sorrise il biondo.

Un'espressione stupita si dipinse sul volto del moro.

“Ridimmelo ti prego...” sussurrò infine.

“Non posso stare senza di te.” disse con fierezza Thor.

“E questo cosa significa?” chiese Loki.

“Ho capito che solo tu riesci a rendermi felice, mi fai soffrire, lo hai sempre fatto e lo farai sempre, ma io non posso pensare di continuare la mia vita senza di te...”

“Hai bevuto?”

“Fammi finire!” sorrise Thor “Mi dispiace per quello che ti ho detto oggi, avrei dovuto comprendere le intenzioni di Jane, ma sai che a me non sono chiari questi bassi sotterfugi, spero solo che tu riesca a perdonarmi...”

“Ma c'è un però...non è così?”

Thor abbassò lo sguardo analizzando nei minimi dettagli l'intricata trama della coperta che copriva Loki pur di schiarirsi le idee.

“Io non so cosa provo per lei...”

Loki sospirò.

“Non posso dire di non provare più nulla, sarebbe una menzogna...”

“Come se fosse la prima...” sussurrò appena udibile.

“Non ho capito...”

“Niente...”

“So che da un po' la vedo solo come un'amica...”

“Bell'amica...posso scendere a colazione domani o devo temere di trovarmi le bevande avvelenate?”

“Loki! Non lo farebbe mai...”

“Ne sei sicuro? Oggi non c'è andata molto lontano!”

“Dammi solo il tempo di pensarci fino a quando questa storia non sarà conclusa. Ti chiedo solo questo, poi sarebbe avventato rimandarla su Midgar...potrebbero trovarla...”

“Si ho capito! Non sono uno stolto come te...limita le parole, ne hai già usate troppe per oggi, non vorrei ti sentissi male!”

Thor sorrise.
“Sei sempre il solito!” disse trascinandolo a se per abbracciarlo.

Loki rimase immobile per alcuni secondi prima di decidersi ad alzare le braccia per cingere le possenti spalle del dio del tuono.

Thor iniziò a baciargli i lunghi capelli neri scendendo lentamente sul collo.

“Che stai facendo?”

“A te cosa sembra?”

“Scordatelo! Non bastano due scuse per farmi passare la rabbia...”

Thor era intento a torturare la sottile pelle diafana appena dietro l'orecchio.

“E che ne dici di questo? Ancora arrabbiato?”

“Si...” disse Loki poco convinto “Decisamente si...” ribadì con voce più ferma.

Thor scese lentamente sulla piega del mento impossessandosi poi delle sue labbra. Loki non lo respinse ma pochi attimi dopo si staccò.

“Pensi che sia così facile?” disse Loki.

“No...” Thor lo prese fra le braccia fino ad obbligarlo a sdraiarsi con la schiena contro il materasso “Ma a me piacciono le sfide!” disse ridendo a pochi centimetri dalle sue labbra.

Il moro lo guardò fra le ciglia scure che gli schermavano lo sguardo.

“C'è la bambina...” disse Loki sottovoce.

“Dorme...” Thor ormai si era impossessato del suo collo che il moro esponeva sempre di più spostando la testa indietro.

“L'altra volta non eri della stessa idea...” disse con un flebile sorriso sulle labbra.

Le mani di Loki si mossero velocemente sulla maglia metallica che ricopriva le braccia e il torace del dio del tuono eliminando l'armatura che si frapponeva fra di loro. Fece scorrere le sue mani sul petto del biondo.

“Hey...” disse Thor sorridendo “Hai le mani fredde...”

“Sai com'è, sono un mezzo gigante di ghiaccio...”

Fu così che ricevette un piccolo morso sul collo adamantino a cui subito rispose graffiando la schiena del dio del tuono con le sottili mani che continuarono a scorrere fra i muscoli del biondo quando ogni tanto si fermavano premendo la pelle, arrossandola fin quasi a lasciare dei lividi su quella carnagione ambrata.

Thor cercò di liberare Loki dalla guaina di pelle in cui si era avvolto non facendo altro che tirare l'abito e avvolgere ancora di più il dio degli inganni.

Loki sorrise.

“Maledizione a te e a i tuoi vestiti...”

Loki rise di nuovo schioccando le dita e facendo sparire il vestito

“Allora ti è tornata la magia...” disse lascivo Thor.

“Sta zitto...” rispose il dio degli inganni trascinandolo su di se per appropiarsi delle sue labbra, così vicini da poter sentire i proprio respiri mischiarsi in un unico solo soffio di vita.

Thor si libero della cintura che ancora teneva i pantaloni ben fissanti ai fianchi.

“Sei sicuro?” chiese ansimando.

Loki annui senza proferire parola aiutando Thor a liberarsi dagli ultimi indumenti.

In quel momento non erano più i principi di Asgard, non erano più il dio degli inganni ne il dio del tuono, ma semplicemente due persone che si amavano.

Il biondo passò una mano sul petto del più giovane che inarcò la schiena e lasciò la testa cadere sui cuscini contornata da un'aureola di capelli neri come la notte.

Un gemito roco scaturì dalla bocca del dio del tuono quando si intrecciarono, abbracciandosi. Lenti movimenti, assaporando ogni attimo di quella lunga notte che li aspettava, carezze leggere, tocchi appena accennati fino a quando Loki non ne fu esasperato prendendo in pungo la situazione.

Thor si ritrovò con la schiena contro il materasso, il moro che lo fissava dall'alto, i lunghi capelli neri che gli accarezzavano il petto.

“Hai paura figlio di Odino?” lo schernì il moro con un sorriso sulle labbra, alzando leggermente il volto per poter vedere la sua espressione.

A quelle parole Thor si destò, mani più sicure e gesti più forti accolsero il dio degli inganni, le sottili labbra rosee che si aprirono in un sussurro non udibile.

“No...” disse ansimando “E tu?” ribatté ottenendo soltanto una leggera risata.

Thor si alzò fino a costringere il minore a cingergli la vita con le gambe.

“Non avresti dovuto provocarmi...” disse.

Loki lo guardò in volto prima di sorridere.

 

**

 

Loki dormiva adagiato al petto del dio del tuono, una mano posata esattamente sopra al cuore di Thor. Il moro sbatté le palpebre prima di svegliarsi del tutto e riuscire a mettere a fuoco le figure di fronte ai suoi occhi.

“Me ne devo andare?” chiese Thor.

“Prova ad allontanarti e non avrai più le gambe per camminare...”

Thor sorrise baciandogli la fronte.

“Non me ne vado...”

Erano avvolti in una spessa coperta verde, la stessa con cui prima Frigga aveva avvolto un Loki piangente, molte cose poteva cambiare in poche ore.

“Finiremo nell'Hel per questo...” sussurrò Loki.

“Se questo basta per finire dannato per l'eternità, ci andrò più che volentieri...” disse sorridendo stringendolo di più a se.

Loki chiuse leggermente le palpebre, ancora pesanti per via del sonno, facendosi cullare dal ritmo del cuore del dio del tuono.

“Stai dormendo?” chiese Thor.

“Ormai non più, qualcuno mi ha disturbato...” disse alzando gli occhi verdi verso il fratellastro.

“A che pensi?”

Loki sospirò riadagiandosi sul petto del dio del tuono.

“Non lo so...”

Thor sorrise.

“Che hai?”

“Ammettilo che ti ho lasciato senza parole.”

“Ci vuole ben altro per lasciarmi senza parole, dio del tuono...” disse in modo sensuale facendogli scorrere la mano sul petto.

“Non dovresti dormire?” rispose Thor deglutendo visibilmente.

“Il dio del tuono è caduto ai miei piedi?” disse ridendo.

“Sei proprio sicuro che sia io quello ad essere caduto...” lasciò intendere il biondo.

“Vedremo...” ribattè Loki voltandosi di lato e cercando di avvolgersi nella coperta che Thor aveva trascinato via “Dammi la mia coperta, pentapalmo!”

Thor lo avvolse completamente nella coperta circondandolo poi con un braccio, il suo petto contro la schiena del minore.

“Così va bene?” chiese Thor sprofondando il viso nei capelli corvini di Loki.

Loki annuì accoccolandosi ancora di più contro di lui cercando il calore del dio del tuono.

Il sonno stava per avvolgerli quando dei vagiti si levarono dalla culla.

Loki aprì lentamente gli occhi tirandosi a sedere.

Thor si alzò prima di lui, notando la stanchezza sul volto del minore.

“Lascia, la prendo io...” disse dirigendosi alla culla prima che Loki potesse anche solo scostare la coperta.

“Come mai tutta questa apprensione? Lei non era solo un piano?...” disse acido Loki.

Thor lo guardò.

“Mi dispiace, va bene? Non dovevo dirti quelle cose...”

“Meglio tardi che mai...”

Thor si abbassò per prenderla fra le braccia e cullarla.

“Ha fame...” disse Loki.

Il biondo si girò a guardarlo, Loki sbuffò.

“Là Thor, sopra quel mobile...”

Sul mobile si trovava il biberon pronto.

“Come si scalda questa cosa?” disse con ancora in braccio la piccola.

“Portala qui e dammi il latte...” disse Loki sedendosi più comodamente.

Thor gli porse la bambina che adagiò ancora piangente fra le sue braccia, gli porse poi il biberon di vetro che, con della semplice magia, si scaldò nella sua mano.

Thor si accoccolò al suo fianco guardando la bambina, che aveva smesso di piangere, mangiare di gusto. Loki la fissava con la testa leggermente inclinata, la bimba faceva roteare gli occhi azzurri sui due genitori. Thor sorrideva.

Passò poco prima che la bimba chiudesse di nuovo gli occhi.

Thor si intrufolò dietro la schiena del moro e coricandolo lentamente sopra di se, gli circondandò poi il torace con le sue braccia, avvolgendo anche la piccola Leda che dormiva adagiata al petto del moro.

L'espressione di Loki era trasognata, dava l'idea che nulla e nessuno l'avrebbe distolto il suo sguardo della figlia.

“Loki...non è che...si insomma...” il dio del tuono ebbe un dubbio improvviso, la piccola era nata dopo una sola notte d'amore.

“Cosa vuoi, Thor? Riesci a formulare una frase si senso compiuto?”

“Non è che anche questa volta...”

Loki chiuse gli occhi sospirando.

“No, credi che non mi sia informato stupido di un pentapalmo!”

“Ne sei sicuro?” chiese Thor.

“Hai paura? Ormai dopo una...”

Thor sospirò.

“No. Puoi dormire tranquillo. Ci manca solo un altro bambino in questo periodo...”
“Ma come...”

“Thor, vorrei evitare quest'argomento ora!”

“Va bene, va bene...” disse scoccandogli un bacio sulla tempia mentre il moro stava già chiudendo gli occhi.

 

**

 

Era l'alba quando un messaggero bussò alla porta di Frigga comunicandole un messaggio per lei.

Frigga, ormai già sveglia da qualche tempo, uscì diretta alla sala delle riunioni.

Hogun si stagliava nell'ologramma.

“Mia signora...” disse il ragazzo inchinandosi.

“Hogun...” lo salutò la regina.

“Mi dispiace per averla disturbata così presto.”

“Ero già sveglia, non mi hai disturbato.” disse con un leggero sorriso sulle labbra.

“Volevo chiederle se era possibile il mio rientro entro oggi?”

“Ne parlerò con i miei figli e sistemeremo la questione, ti comunicherò fra poco le novità...”

“Grazie mia signora...”

Frigga salutò con con il capo e si allontanò diretta alla camera di Loki, come lei, il moro probabilmente era già sveglio a quell'ora. Bussò non ricevendo risposta, entrò allora nell'anticamera trovandola deserta con la porta della camera da letto ancora chiusa.

Bussò di nuovo, leggermente.

Si stupì quando non ricevette di nuovo risposta, inarcò le sopracciglia e ruoto la maniglia.

Le si illuminarono gli occhi di fronte alla visione che si palesò ai suoi occhi.

Loki, Thor e la piccola che dormivano abbracciati avvolti in una spessa coperta verde.

Sorrise flebilmente prima di chiudere silenziosamente la porta e allontanarsi. Hogun poteva aspettare, avrebbe atteso il loro risveglio assicurandosi che nessuno li disturbasse rimanendo su una poltrona dell'anticamera a leggere un libro.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


- CAPITOLO 21 -
 

Thor stava uscendo dalle camere di Loki, ormai il sole era sorto da un pezzo, era sveglio da più di un'ora, ma aveva avuto difficoltà a staccarsi dalla piccola e dal dio degli inganni, ma proprio quest'ultimo l'aveva obbligato ad alzarsi per farsi portare qualcosa da mangiare.

“Buongiorno...”

Thor s'immobilizzò girandosi poi lentamente verso una poltrona. Non si era accorto della presenza della madre.

“Buongiorno, madre.” disse “Da quanto siete qui?”

“Da parecchio, ma nessun problema, fortunatamente tuo fratello ha una buona libreria. E tu stai andando nelle cucine...” disse infine prendendolo alla sprovvista.

“Io come...cosa...non ho fatto una parola!”

Frigga rise.

“Puoi tranquillizzarti, Thor. E poi conosco bene Loki...”

“Perchè siete qui?” chiese sorridendo.

“Hogun. Ha richiesto di poter rientrare oggi...vorrei prima parlarne con Loki...”

“Per me...”

“La tua versione la conosco già...”

“Già.” ribattè Thor “Forse è meglio che vada a prendere qualcosa prima che si arrabbi...”

Frigga sorrise.

“Vai, sarò qui al tuo ritorno...”

 

**

 

“Loki...” lo chiamò Frigga aprendo la porta.

“Vi ho sentita parlare con, Thor...” disse facendo sedere la bambina di fianco a lui, sul letto, e sorreggendola con una mano sulla schiena.

“Si, ero qui fuori da un po'...” disse.

“E' successo qualcosa?”

“Nulla, non ti agitare. Hogun vuole tornare ad Asgard...”

Loki rivoltò la testa indietro e sprofondò fra i cuscini.

“Loki...lo so, ma...”

“Ma si tratta di riaprire il Bifrost, creare un portale accessibile a chiunque...sinceramente è proprio necessario? Potremmo fare a meno di Hogun, che se ne stia con la sua famiglia.”

Frigga si avvicinò a letto sedendosi poi sul bordo e giocando con la piccola che gli porgeva le manine.

“Dobbiamo decidere se farlo tornare o no, Loki...”

Loki sospirò.

“Se fosse per me, ovviamente, rimarrebbe su Vanahem...ma a quanto pare Thor non è dell'idea.” disse alzando la voce vedendo il biondo rientrare in camera con un paio di vassoi in bilico fra le sue mani e ben poca finezza.

Loki alzò un sopracciglio.

“E' rimasto qualcosa nelle cucine?”

“Non mi va di essere rimandato nelle cucine, fra le urla, la mattina presto, va bene?” sorrise in direzione del minore.

Frigga soffocò una risata.

Gli posò i vassoi di fianco al letto scoprendoli entrambi.

“Che ne pensi?”

“Che bastava un pezzo di questa...” disse prendendo un piattino “Bene ora puoi riportare tutto giù...”

“Ma io...”

“Siediti, stupido...” disse sorridendo il minore.

“Allora, stavate parlando di Hogun, che avete deciso?”

“Non fare finta di nulla, lo sai...” disse Frigga.

“Hogun non ci tradirebbe mai, madre.”

“Non è la sua lealtà che ci preoccupa, questo è un dato di fatto...”

“Bene quindi è deciso, Hogun rientrerà oggi!” disse Thor alzandosi “Lui si fida di noi e noi ci fideremo di lui...”

“Sinceramente non mi fido neanche me stesso...” disse Loki sottovoce mordendo un pezzo del dolce che aveva scelto.

Thor lo squadrò.

“Forza, alzati. Madre avvisate i messaggeri di Vanahem...”

 

**

 

“Mio signore, tutto procede secondo i piani.”

“Perfetto, aspettiamo una loro risposta...non pensavo mi sarei piegato a un piano così squallido per impossessarmi di Asgard...” disse, sospirando, Byleistr “Ma a quanto pare Loki è più forte di quel che credessi, anche se il suo Seiðr ha subito conseguenze dopo l'ultimo attacco, chiudere tutti gli accessi ad Asgard...deve essere proprio affezionato a quel posto per rischiarne la vita...”

“O affezionato a qualcuno...” fece notare l'elfo.

Byleistr alzò un sopracciglio nero, in direzione dell'elfo oscuro. Al contrario degli altri, quest'elfo era riuscito a prendere la fiducia del re di Jotunhem, entrando nelle sue grazie.

“Thor...” sussurrò infine Byleistr “Quel viscido Aesir...”

“Prendiamo il principe dorato e avremo la volontà di Loki piegata a noi...”

“Voglio Loki vivo, tornerà su Jotunheim una volta che Asgard sarà distrutta, alla bambina non deve succedere nulla, ho visto il suo potere, voglio anche lei. Thor deve morire.”

“Sarà fatto, mio signore.”

“Anzi no, lasciate a me l'onore di uccidere il figlio di Odino. Il padre degli dei deve vedere e sapere cosa si prova a perdere qualcuno, come lui fece alla mia famiglia...”

“Si, mio signore.”

“Andate! Avvisatemi solo quando ci saranno novità...”

 

**

 

“Perchè continui a tenermi quella faccia?”

“Perchè non sono d'accordo con le tue scelte, ma fai pure, a cosa serve la mia idea?”

“Loki!” disse fermandosi nel bel mezzo del ponte del Bifrost proprio di fronte al dio degli inganni “Lo so che ci possono essere dei rischi, va bene?”

“Dei rischi? Thor, sinceramente sono tutti rischi, non abbiamo nulla di sicuro.”

“E cosa vorresti fare? Non provarci? Restare ad aspettare?...”

Loki sospirò abbassando lo sguardo.

“Siamo al sicuro, non possono entrare, stiamo bene, perchè vuoi che tutto questo finisca...”

“Non voglio che finisca! Voglio solo non essere più prigioniero nella mia stessa casa...” Thor avvicinò una mano al mento del minore e lo costrinse ad alzare lo sguardo “Tu hai paura...”

Loki scosse la testa immediatamente per liberarsi dalla presa del biondo e ricominciò a camminare in direzione del Bifrost.

“Loki...” lo chiamò Thor, ma il moro non si fermò “Loki!” ancora nessuna risposta, fino a quando non si decise a corrergli dietro e ad arpionarlo per una spalla obbligandolo a fermarsi. Quando il dio degli inganni si voltò una lacrima solitaria gli bagnava la guancia.

“Una volta ti avrei detto di si, ti avrei detto di fare quello che volevi, anzi se fossi stato nel dubbio avrei anche cercato di convincerti, io probabilmente sarei scomparso e vi avrei lasciato ai vostri problemi...”

“Ma non sei più quella persona...”

“Oh no, lo sono ancora...”

L'espressione di Thor si oscurò, non aveva mai compreso fino in fondo il fratellastro.

“C'è qualcosa che non va, vero?”

“Sto bene...” liquidò la domanda il dio degli inganni, cercando di voltarsi, ma venendo bloccato di nuovo dal dio del tuono.

“Loki, non c'è cosa più bella che dia soddisfazione nel voler entrare a tutti i costi oltre le barriere di una persona, aiutarla, spronarla, distruggere ogni cosa e ricostruirla, togliere vecchi rancori e ricordi pieni di rabbia anche in modo schietto e senza pietà. Più una persona fugge e si chiude in se stessa, più aumenta il mio carattere testardo.” Thor sorrise “L'amico si vede soprattutto in questo, un amico non si ferma al primo intoppo, un amico non si accontenta di un semplice “sto bene” perchè sa che non è vero. Non mi arrendo Loki, mi odierai per questo, mi offenderai, ma accetterò tutto ben volentieri, meglio questo che i silenzi...”

“Amico o qualcosa di più?” chiese Loki.

“Mi stavi ascoltando?”

“Certo...” sorrise all'espressione avvilita di Thor “Thor...” disse prendendogli le mani fra le sue “Potrebbe andare bene, come potrebbe andare male, questo non posso prevederlo. Ma promettimi una cosa, se dovesse andar male combatterò anch'io al tuo fianco...”

“Scordatelo! Tu te ne andrai in un posto dove so che sarai al sicuro...”

“Questo lo vedremo...” disse con un sorriso sulle labbra prima di baciarlo.

“Non riuscirai a convincermi in questo modo...”

“E chi stava cercando di convincerti?” sorrise di nuovo.

Thor sorrise baciandolo di nuovo.

“Forse...forse dovremmo andare...” disse Thor staccandosi.

“Io non ho fretta...” ribattè Loki.

“Questo lo avevo capito...” sorrise “Vieni, prima facciamo questa cosa, prima torniamo a palazzo...”

 

**

 

Jane si aggirava per le sue camere private quando si sedette sul bordo di una finestra ammirando il paesaggio a cui ancora non si era abituata, anche dopo mesi di permanenza su Asgard ancora non riusciva a considerare quel luogo come una casa.

Ad un tratto un piccolo particolare colse la sua attenzione, sul ponte del Bifrost, ben visibile dalle sue camere, c'erano due persone che camminavano.

S'incuriosì, il Bifrost era chiuso, così come tutti gli accessi alla città.

Capì solo dopo qualche momento che le due figure erano Thor e Loki, non poteva essersi sbagliata, il mantello rosso del dio del tuono era in contrasto con il mantello verde del dio degli inganni, i due si erano fermati, stavano probabilmente parlando, da quella distanza non riusciva scorgere bene quello che stava succedendo. Stava ormai per alzarsi, era alcuni minuti che li fissava, talmente piccoli visti da lontano che la vista stava iniziando ad offuscarsi, quando il suo cuore si divise in tantissimi frantumi, si stavano baciando.

Jane chiuse la finestra con un tonfo secco e lasciò le camere.

 

**

 

Ci misero qualche minuto a raggiungere il Bifrost, Frigga era già al suo interno ad attenderli.

“Se volete vi aspettiamo ancora un po', vero piccolina?”

“Scusaci madre...” sorrise Thor, avvicinandosi a lei e prendendo la figlia fra le braccia.

“Madre...” si avvicinò Loki “Posso aiutarvi questa volta...”

“Ti senti pronto?”

Il moro annuì. La madre gli tese una mano che il dio degli inganni prese subito fra le sue.

“Al primo problema voglio che mi avvisi...” disse la madre, conoscendo la testardaggine del figlio.

“Certo madre...” sorrise Loki.

“Perchè questa cosa non mi conforta?”

Loki strinse di più la mano della madre, sorridendo.

“Heimdall...procedi.”

“Si, mia signora.”

Quando il Bifrost iniziò a muoversi Frigga e Loki si posizionarono.

“Il padre degli dei non sa nulla di tutto questo, vero?” chiese Heimdall.

“Per quanto ne so, no...” disse Thor.

Madre e figlio erano intenti a tracciare, con mano esperta, le stesse rune del viaggio d'andata e a riproporre il rituale. Pochi attimini e un varco si aprì facendo comparire la figura del soldato che si materializzò, in piedi, in mezzo a loro.

Il varco si richiuse immediatamente riportando Asgard al sicuro.

“Hogun!!!” lo salutò Thor che andò incontro all'amico.

Loki lo guardava.

“Tutto bene?” chiese la madre.

“Si...si, tutto bene...” disse non distogliendo lo sguardo. Restò in quella posizione alcuni attimi prima di avvicinarsi a Thor e appoggiarsi ad una sua spalla passando una mano sulla schiena della piccola ancora fra le braccia del dio del tuono.

“Bentornato, Hogun...” disse il giovane.

“Grazie, Loki...” sorrise il soldato.

Parlarono ancora per qualche minuto prima che Hogun si congedasse. Lo accompagnarono fino ai suoi appartamenti prima di ritirarsi.

“Madre, devo parlare con Thor, potete portare Leda a letto?” disse porgendogliela.

“Che c'è Loki? Ti vedo, c'è qualcosa che non va...”

“Hogun non mi convince...” sussurrò.

Frigga si limitò ad alzare le sopracciglia mentre sistemava la bimba fra le sue braccia in modo che stesse comoda.

“Andate, vi raggiungeremo fra poco...” la congedò Loki.

Guardò la madre allontanarsi prima di raggiungere Thor nel giardino reale.

“C'è qualcosa che non va...” disse Loki rivolto a Thor.

“Loki, l'hai visto, è Hogun!”

“Sei uno stolto, come al solito...” una luce verde l'avvolse e di fronte a se ricomparve con le fattezze del soldato “Questo chi è? All'apparenza non è Hogun?”

“Si, bhe, ecco...”

Tornò ad essere se stesso.

“Dobbiamo tenerlo d'occhio....”

“Cos'hai visto che ti ha agitato così tanto..”

“Uno non sono agitato, due non lo so, non è lo stesso Hogun...”

“Posso dissentire su tutti e due i punti?”

“No!” ringhiò Loki.

“Più sul primo punto o sul secondo?”

“Hai deciso che farai da bersaglio per i miei allenamenti?” disse scagliandogli una leggera magia che lo colpì al fianco.

“Hey, ahia!”

“Oh non era niente, posso fare di peggio, tranquillo, non ci sei lontano dal provarlo” sorrise Loki.

“Fermo!” disse posandogli le mani sui polsi sorridendo a sua volta “Dimmi cosa ti turba...” sussurrò cambiando espressione e avvicinandosi al moro.

“Hai notato quel gesto che fa con le mani?”

“Non ci ho fatto caso...”

“Hogun non l'ha mai fatto.”

“Basta questo per giudicare la gente?...”

“No, però è un buon punto di partenza..”

Thor l'abbracciò trascinandolo verso di se.

“Lo terrò d'occhio, non permetterò che accada nulla...lo prometto.”

“Non fare promesse che non potrai mantenere, dio del tuono...” disse alzando lo sguardo sui suoi occhi azzurri.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


- CAPITOLO 22 -


Thor stava riposando quando Jane rientrò in camera.

“Dove sei stata?”

“A fare una passeggiata...” disse la giovane togliendosi lo scialle che le copriva le spalle.

“Da questa mattina? Non sei neanche rientrata a pranzo...”

“Problemi, Thor? Non avevo fame...” rispose stizzita “Non devi andare da Loki? Perchè sei ancora qui a tormentarmi?”

“Jane...” la chiamò alzandosi dal letto e raggiungendola.

“No, niente Jane. Credi che non lo sappia? Che non mi sia resa conto di quello che sta succedendo?”

Arrabbiata si voltò appoggiando le mani sul davanzale della finestra.

“Vi ho visti questa mattina, sul Bifrost...” disse atona.

Thor, che stava per ribattere, chiuse la bocca.

“Mi dispiace che tu lo abbia saputo così...”

“Come se non me lo immaginassi...”

“Però non voglio litigare con te, ti prego...”

“Mi stai chiedendo di rimanere amici? Scherzi vero?” Disse arrabbiata voltandosi per guardarlo negli occhi.

“Mi hai ferita, mi hai umiliata e adesso vuoi che andiamo di nuovo d'amore e d'accordo?”

“Jane ho sbagliato, mi ero illuso che tu fossi quella adatta per me, mi sbagliavo. Ma questo non può compromettere quello che abbiamo vissuto insieme...” disse Thor.

“Vissuto insieme? Thor tu sei sempre stato di Loki, sempre! Non c'è mai stato un “noi”, c'è stato un “qualche volta”, ma ormai è tutto finito...”

Thor abbassò il capo cercando le parole, ma la mente era vuota.

“Voglio tornare a casa, adesso!” disse Jane.

“Non è possibile e anche se lo fosse non ti lascerei andare, ti troverebbero e ti userebbero come ricatto...”

“Tanto per te non sono niente, non sarei un grande ricatto...”

“Non dire così...”

“Perchè cosa dovrei dire?...vattene...” concluse Jane.

“Jane...”

“Ti ho detto di andartene, non sopporto la tua vista. O esci da questa stanza o me ne vado io...” lo minacciò.

Thor raccolse il mantello che aveva abbandonato sul letto ed uscì dalla camera.

 

**

 

Loki stava ridendo cercando di trattenersi.

“La potresti smettere di deridermi?”

A quel punto scoppio a ridere non nascondendosi più.

“Un semi dio, il futuro re di Asgard, il dio del tuono, semi immortale è stato sbattuto fuori dalle proprie camere da un midgariana, umana, senza poteri e dalla dubbia aspettativa di vita. Scusa, ma è troppo divertente...” disse asciugandosi le lacrime per il troppo ridere.

“Si. Continua pure...” disse Thor leggermente offeso.

“Ammettilo che la vicenda ha un che di ironico...”

Thor lo guardò, socchiudendo leggermente gli occhi, mentre si sedeva ad una delle sedie che facevano parte del corredo della scrivania sulla quale stava consultando dei libri il minore, prima di essere interrotto dall'arrivo di Thor.

“Cosa stavi facendo?”

“Nulla...” disse chiudendo il libro.

“Stai perdendo il tuo tocco, Loki?”

Loki alzò la testa inclinandola di lato.

“Se avessi seriamente in mente qualcosa non ti direi “nulla”, ma ti depisterei semplicemente....”

“Allora non hai in mente nulla, seriamente?”

Loki sospirò.

“Sfortunatamente no...” disse adagiandosi allo schienale dalla sedia “E Hogun non mi convince...”

“Potresti smetterla con questa storia? Sarà con noi a cena, evita di fare scenate...”

“Scenate? Quando ti avrei fatto sfigurare in pubblico? Sei tu quello che sinceramente avrei preferito non conoscere, diciamo che il tuo comportamento non è sempre stato impeccabile...”

“Cambiamo argomento?” chiese Thor, capendo di essersi inoltrato in un argomento spinoso.

Loki sorrise.

“Di cosa vorresti parlare mio caro dio del tuono?”

“Niente, me ne vado a fare una passeggiata...” disse alzandosi.

“Torna qui...” sussurrò Loki.

Thor si girò verso il dio dell'inganno che, ancora seduto sulla poltrona, lo fissava con gli occhi semi aperti.

Thor si avvicinò a Loki appoggiandosi al retro della sedia e passando le mani sulle spalle del moro che rivoltò la testa indietro per fissarlo in viso.

“Leda?”

“Dorme...” disse lascivo il moro.

Non fece in tempo a finire la frase che un pianto appena accennato arrivò dalla camera attigua.

Loki sogghignò, Thor si dipinse in volto un' espressione afflitta.

“Dormiva...” ribatté il moro alzandosi lasciando un gentile bacio sulle labbra del biondo prima di sparire nella camera da letto.

 

**

 

“Madre dov'è Loki?” notando l'assenza del moro a cena.

“Non ne ho idea...” sussurrò Frigga seduta davanti a lui.

Nello stesso momento Loki comparve nella sala e con passo lento, ma deciso raggiunse il suo posto al fianco della madre.

“Grazie Thor, senza il tuo aiuto non so come avrei fatto...” gli rinfacciò assicurandosi da non essere udito da altri “Scusate il ritardo, Leda aveva fame...” disse rivolto a Odino che socchiuse gli occhi cercando di nascondere la rabbia che gli stava attanagliando le vene per l'arroganza di quel figlio che lui stesso aveva cresciuto.

“Loki...” lo chiamò Thor stampandosi in volto un'espressione di dissenso che Loki liquidò con un alzata di spalle.

Jane sedeva ancora al fianco di Thor di fronte a Frigga. Purtroppo la ragazza sarebbe stata presente ancora per parecchio tempo fino a quando la situazione non sarebbe cambiata.

Hogun sedeva a capotavola di fronte a Odino.

“Quindi sei diventato padre...” intavolò Odino rivolto al soldato.

“Si, mio signore...” disse inchinando il capo “Un maschio...”

“Sono contento per te, seguirà le tue orme immagino...”

“Lo spero, mio signore.” sorrise Hogun.

Al sorriso del soldato Loki cercò lo sguardo di Thor.

“Che mi dici di Vanahem?...”

“Tutto tranquillo, mio signore...”

“Bene...” concluse Odino prima di mettersi a mangiare.

Il silenzio stava diventando opprimente quando Frigga iniziò a rivolgere domande a soldato.

“Come l'avete chiamato?”

Hogun alzò lo sguardo verso la regina e un flebile bagliore rossastro balenò negli occhi del ragazzo, ma subito scomparve. Loki lo fissò per alcuni secondi prima di essere colpito, poco finemente, da un piede di Thor, sotto al tavolo.

Loki lo fulminò con lo sguardo rimettendosi a mangiare.

“Amos, mia signora...” rispose il soldato.

Frigga sorrise continuando a mangiare.

La cena si stava concludendo, nessuno sembrava in vena di parole, stavano servendo l'ultima portata quando Hogun propose un brindisi.

“Se per voi non è un problema, vorrei dedicare questo vino ai miei amici che mi hanno permesso di raggiungere il mio mondo e a voi mia regina che avete reso possibile tutto questo...” disse alzando il calice.

Proprio in quell'attimo una traccia scura comparve sul polso del soldato, tenuta, fino a quel momento, nascosta dal polsino della veste. Hogun lo coprì immediatamente continuando come se nulla fosse.

Loki sgranò gli occhi allontanando la sedia dal tavolo.

“Vogliate scusarmi, non mi sento molto bene...” disse alzandosi prendendo la piccola fra le braccia. “Che cos'hai?” chiese Frigga preoccupata.

“Non è nulla, state tranquilla...ho solo bisogno di un po' d'aria..” le sorrise più pallido del solito.

“Vuoi...”

“No...” la bloccò “No, restate qui, non sentitevi in pena..." disse allontanandosi.

“Scusate...” si alzò Thor ricevendo un cenno d'assenso dalla madre.

 

**

 

“Che cos'hai?” chiese Thor, raggiungendolo, trovandolo appoggiato ad una colonna, che decorava il giardino reale, intento ad accarezzare la testolina della piccola che giocava con i lunghi capelli scuri del padre. “Hai intenzione di spiegarmi?”

“Non provare a dirmi che quello è Hogun o giuro che ti ucciderò con le mie mani...”

“Che cosa avresti visto sentiamo?”

“Lascia perdere...” sospirò allontanandosi.

“Loki!” respirò rumorosamente cercando di calmarsi.

Loki si sedette su una panca poco distante, la piccola che ogni tanto mandava qualche verso cercando di richiamare l'attenzione del padre.

Thor si avvicinò inginocchiandosi di fronte al minore.

“Va bene.” disse appoggiando una mano suo ginocchio del moro “Cosa hai visto? Se devo preoccuparmi per qualcosa vorrei delle spiegazioni...”

Loki coprì con la sua mano quella del biondo.

“Quando si è voltato a parlare con madre un luce rossa si è manifestata nei suoi occhi...”

“Dici bene, luce, potrebbe essere solo un riflesso...”

“No, non era un semplice riflesso...” disse stringendo la mano “Guardagli il polso...”

Thor lo guardò interrogativo.

“Ha una runa disegnata sul polso destro, non ho capito che runa sia, era coperta per metà, ma ti assicuro che era una runa e Hogun non conosce questa materia...”

“Ne sei certo?”

Loki annuì.

“E se fosse semplicemente Hogun e tu ti stessi immaginando tutto?”

Loki si alzò di colpo stringendo la bambina a se, stava rientrando a palazzo quando si voltò di colpo.

“Non sono paranoico!” urlò in direzione del dio del tuono “So quello che ho visto...”

Leda, disturbata dalle grida iniziò a piangere spaventata.

Loki abbassò subito il tono accarezzando la testolina della piccola appoggiandola alla sua spalla.

“Sei libero di non credermi, ma non venirmi a cercare quando succederà l'inevitabile...” disse voltandosi e scomparendo nel palazzo.

Thor lo seguì fino alle sue camere. Ma Loki entrò chiudendosi la porta alla spalle.

Thor girò la maniglia, ma la porta non si aprì.

“Loki...apri, per favore...”

“Vai dal tuo amico, ti fidi così tanto...” la voce arrivò ovattata dall'interno della camera.

“Loki! Aprì questa porta o giuro che la sfonderò...” disse alzando la voce.

La porta scattò aprendosi di qualche centimetro.

Thor trovò Loki seduto ad una poltrona.

“Come se fosse la prima volta che sfondi una porta...”

“Mi daresti qualche giorno prima di attaccare una persona? Un amico...?”

Loki lo fissò alcuni secondi non battendo ciglio.

In quel momento le sirene di Asgard suonarono.

“Penso che sia lui a non darti qualche giorno...” ribattè con un tonò cupo, troppo inquietante e tranquillo.

Thor si avvicinò alla finestra scostando le pesanti tende.

“Vai nei sotterranei...sbrigati...”

“Thor...” lo chiamò Loki.

“Vai!!!” urlò il dio del tuono correndo fuori.

“Scordatelo...” fu l'unica parola che proferì il dio degli inganni, ma Thor era ormai troppo lontano per poter sentire.

 

**

 

Thor stava correndo per i corridoio diretto alla sala del trono, trovò Frigga corrergli incontro.

“Thor!!!” urlò la madre.

“Che succede? Dov'è padre?”

“Thor, Loki lo sapeva...” disse la madre stringendogli le braccia in una forte presa.

“Andate da Loki, assicuratevi che stia al sicuro, dubito che mi ascolterà...”

Frigga annuì e si allontanò.

La sala del trono era deserta, i suoi passi rimbombavano fra le alte colonne.

“Padre!!!” urlò il dio del tuono. Fuori la sirena aveva ripreso a suonare diffondendo il panico fra gli abitanti di Asgard.

“Buonasera figlio di Odino...” una figura blu, capelli lunghi neri, strane decorazioni tribali che gli attraversavano in sottile linee scure tutto il corpo, sparendo sotto gli abiti.

Odino era stretto nella sua morsa, bloccato dalla magia e una sottile lama puntata alla gola.

“Cos'è, ti hanno tagliato la lingua?” lo sbeffeggiò il gigante.

“Byleistr...” sussurrò Thor.

Il figlio di Laufey sorrise.

“Non avrai mai Asagrd, mostro!” ringhiò Odino.

“Ma io non voglio il vostro insulso regno...” sorride Byleistr strattonando il padre degli dei.

“Lascialo andare Byleistr!!!” un urlò arrivò da dietro le spalle di Thor.

“No...” sussurrò il biondo riconoscendo immediatamente la voce di Loki.

Loki arrivò al suo fianco continuando a fissare, sicuro, di fronte a se.

“Ma guarda un po' chi si è presentato al mio cospetto...” sogghignò il fratello “Sai, penavo di doverti venire a cercare nei tuoi nascondigli, mi hai decisamente facilitato il compito...”

“E' me che vuoi! Facciamola finita...”

“Loki, no!” disse Thor.

Loki alzò un mano posandola sul braccio del maggiore.

“Oh non voglio più solo te, Loki...voglio Asgard rasa al suolo, voglio che da questa terra non nasca più neanche un filo d'erba o che una goccia d'acqua non renda più fertile questo luogo, voglio vederlo cenere. E voglio tua figlia, ha un grande potere...”

“Mai!” urlò Loki lanciando un fascio di magia in direzione del fratello.

Byleistr si scostò, evitando l'attacco, trascinando con se Odino, schioccò la lingua qualche volta prima di parlare. “Non si fa, decisamente non si fa...”

“Loki...vattene...” sussurrò Odino, la lama che gli aveva inciso leggermente la pelle della gola, cercò di liberarsi, ma la magia lo paralizzava impedendo qualsiasi movimento.

“Lascialo, cosa vuoi da un povero vecchio?” chiese Loki “Non ha il nostro potere, non è nulla contro di noi...”

“Che sicurezza. Non eri così fermo quando eri prigioniero su Jotunheim e io mi divertivo a torturarti...”

Loki sgranò gli occhi.

Thor si voltò verso il moro preoccupato.

“Oh...” sorrise il mostro “Il tuo amante non lo sapeva?”

“Bastardo...” sussurrò Thor in direzione del sovrano del ghiaccio. Ma il dio del tuono non si accorse di avere al suo fianco solo un'illusione, il vero Loki stava comparendo alle spalle del fratello con una lama stretta nella mano destra e puntata esattamente all'altezza del collo.

Byleistr, voltandosi fulmineo, strappo il coltello dalle mani del moro infilzandolo nel corpo di Odino, vicino al cuore.

“No!!!” urlarono all'unisono Thor e Loki.

Byleistr lasciò cadere Odino, che si accasciò al suolo, voltandosi verso Loki.

“Non credere che sarà così facile uccidermi, mi voglio divertire...” disse scomparendo prima che il dio degli inganni potese reagire.

Loki si lanciò sul padre.

“Mi dispiace...” sussurrò Odino.

Gli occhi di Loki si velarono di lacrime.

“Non ho saputo prendermi cura di te...”

“Non è vero...” sussurrò Loki “Mi avete salvato da quel mondo...”

“Ho cercato di renderti più forte e lo sei diventato...” sorrise il padre degli dei, Thor si era avvicinato e inginocchiato al suo fianco.

“Lo so che non sono tuo padre, ma... mi hai reso orgoglioso di te...figlio mio” sorrise di nuovo respirando a fatica.

“Vi salverete...” disse Loki.

“No...” sussurrò Odino fermando la mano del minore che si stava avvicinando alla ferita “Non usare la tua magia per me, non me lo merito...”

“Padre...” sussurrò Thor.

“Mi dispiace, figli miei...” disse coprendo con le proprie mani quelle dei figli, il respiro che si era ormai fatto sempre più corto, un rivolo di sangue macchiava la candida barba bianca al lato della bocca “Loki...” disse guardandolo negli occhi verdi.

“Lo so......padre...” disse infine trattenendo le lacrime e sfilando delicatamente la lama dal petto di Odino cercando poi di fermare il sangue premendo con le mani.

“Salvate vostra figlia e state vicini a vostra madre...diventate re di Asgard...” disse prima di chiudere il suo unico occhio sano per sempre.

Loki, inginocchiato al suo fianco, scoppiò a piangere appoggiando la fronte al suo petto come faceva da bambino. Thor con gli occhi umidi gli posò una mano sulle spalle.

Il moro alzò lo sguardo guardandolo in volto.

“Era mio padre...” disse trattenendo un singhiozzo “Non l'ho mai capito. Lo faceva per me, ma non l'ho mai capito...” fissava le sue mani grondanti del sangue del padre.

“Loki...” gli strinse una spalla “Dobbiamo andare...” disse Thor asciugandosi le lacrime.

Loki si alzò strappando un lungo telo rosso che decorava la sala andando poi a coprire il corpo del re.

Delle lacrime ancora gli scorrevano sulle guance, Thor lo abbracciò costringendolo a reagire.

“Andiamo...” disse trascinandolo verso l'uscita.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


- CAPITOLO 23 -
 

“Loki!!!” Thor lo chiamò senza ricevere risposta “Maledizione Loki, voltati!” disse riuscendo a raggiungerlo e arpionandolo per una spalla.

“Lasciami!” urlò il moro “Io lo ucciderò! Fosse anche l'ultima cosa che questa vita mi riserverà, ma giuro che io lo ucciderò!”

“Non da solo...”

“Ti sbagli! Solo io posso scontrarmi con lui...neanche tu, dio del tuono, avresti probabilità contro Byleistr...” disse abbassando il tono venendo ogni tanto sovrastato dal richiamo della sirena d'allarme di Asgard.

“Lo...” Thor stava per ribattere quando venne interrotto da un forte boato. Lo scuro cielo della notte si squarciò, una scia di luce accecante colpì il suolo, al suo interno strane navicelle che non appartenevano né agli elfi oscuri, né a Jotunheim.

“Vai!!!” urlò Loki cercando di sovrastare il frastuono, cogliendolo alla sprovvista per liberarsi dalla presa del fratellastro.

“Dove stai andando?”

Ma Loki ormai era lontano e non rispose alla domanda, Thor sapeva non ci sarebbe stato nulla che avrebbe potuto fermare il dio degli inganni: aveva meditato la sua vendetta e questa doveva essere compiuta.

“Cerca di non farti uccidere...” sussurrò con una flebile preghiera Thor prima di voltarsi raggiungendo l'esercito.

 

**

 

Loki sapeva che Byleistr non si sarebbe mai scontrato in prima persona, almeno non all'inizio. Aveva decisamente altri assi nella manica da sfoderare prima d'agire e Loki doveva fermarlo, ormai era il suo unico obiettivo.

Loki si bloccò nascondendosi nel buio, contro una parete del palazzo dorato. Byleistr era su Asgard, non c'erano dubbi, doveva solo capire dove poteva nascondersi. Dove si sarebbe nascosto un gigante di ghiaccio come lui? Cosa c'era su Asgard da poterlo attirare e farlo sentire al sicuro?

All'improvviso sgranò gli occhi fissando il vuoto di fronte a se.

“Lo scrigno...” sussurrò appena udibile alle proprie orecchie.

Respirò, un respiro profondo, prima di correre nei sotterranei di Asgard diretto alla sala delle armi.

Non percepiva quello che gli stava accadendo attorno, sentiva rumori di battaglia, lame che cozzavano contro altre lame, urla di dolore miste a urla dovute allo sforzo, parti di armature che intralciavano la sua corsa, spade abbandonate a terra, elmi insanguinati, elmi dorati, gli elmi dell'esercito ci Asgard. Attraversò la sala del trono come un fantasma, la sala deserta, solo il telo rosso a coprire il corpo ormai esanime del padre. Loki rallentò fermandosi qualche istante per poi riprendere a correre verso le scale che portavano ai sotterranei.

Sentiva i suoi passi rimbombare fra le alte pareti, ogni respiro amplificato, l'aria sempre più calda e asciutta che l'avvolgeva ad ogni gradino che scendeva.

Solo quando posò i piedi sull'ultimo gradino percepì una forte energia provenire da oltre le immense porte della sala delle armi.

“Tutto finirà da dove è iniziato...” sussurrò con un ghigno sulle labbra e un'ombra scusa che gli invase le iridi smeraldine.

Il dio degli inganni posò le mani sui battenti aprendo l'immenso portale.

Scese lentamente le scale, solo Odino e i suoi figli erano ammessi in quella sale e sembrava non essere stata visitata da parecchio tempo. Solo quando giunse ai piedi della scala scorse un'ombra nel fondo della sala, adagiata ad una colonna.

“Troppo gracile secondo nostro padre per poter sopravvivere su Jotunheim, anche se sinceramente non credo che avesse ben compreso le tue potenzialità...”

Loki alzò il viso, ignorando completamente Byleistr.

“Però purtroppo sei sopravvissuto e Asgard non ti ha giovato devo dire. Penso che...”

“Pensi? Wow, su Jotunheim avete fatto progressi...”

Byleistr rise, una risata malsana.

“Stesso sangue, ricordi?”

“No, credo di essermelo scordato...” disse Loki, ironizzando, inclinando le labbra in un sorriso.

“Comunque...” sospirò Byleistr spostandosi verso il centro della sala, mostrando finalmente il suo volto “Non ho intenzione di rimanere qui più del previsto, quindi se devi cercare di uccidermi, ti esorto a farlo. Così potremmo passare alla fase successiva dove io ti ucciderò, mi riprenderò lo scrigno, raserò al suolo Asgard, ovviamente avendo cura che il tuo fratellastro sia morto e sparso come cenere su tutto il suo regno e a quel punto, bhe...si potrei andarmene soddisfatto...”

Loki scoppiò a ridere.

“Che hai da ridere?” disse alzando la voce, quasi ringhiando.

“Oh...nulla. Assolutamente nulla, solo che, vedi...sarò io a ucciderti.”

“Bhe, se ne sei così sicuro...” disse Byleistr voltandosi verso il cubo “Su, colpiscimi. Ti faciliterò il lavoro. Almeno il primo attacco...”

“Non ho bisogno di colpirti alle spalle per ucciderti, Byleistr...” disse Loki facendo qualche passo in avanti.

“Su Jotunhein non ne eri così certo...” si voltò con un ghigno inquietante il fratello.

“E di certo tu non sei stato clemente, sangue dello stesso sangue...” lo canzonò di nuovo “Trovo che la pelle chiara ti doni...”

Byleistr alzò le mani di fronte a se notando il colore bianco che aveva preso la sua palle, pallido, quasi come latte.

Solo in quel momento, notando l'incertezza negli occhi del fratello, Loki attaccò scagliandolo contro una colonna.

“Sai Byleistr, ho riflettuto in questi mesi...” disse fra i denti colpendolo di nuovo con un fascio di magia “Tu non sei più forte di me..” disse scagliandolo di nuovo contro un'altra colonna, così forte che questa s'incrinò nello schianto “Sono solo io che non avevo ancora scoperto del tutto la mia magia...” lo immobilizzò, come legato da corde invisibili “Per questo ti devo ringraziare. Senza di te non l'avrei mai scoperta...”

Byleistr rise, la voce che riecheggiò nell'intera sala.

“Credevi che non lo sapessi, Loki? Non potevi essere meno di me...” sussurrò il fratello con uno strano sorriso sulle labbra, così uguale a quello di Loki.

“Era ovvio. Ma c'è una cosa che tu non hai mai considerato...”

“E sarebbe?” lo sfidò Byleistr.

Loki socchiuse gli occhi fino a che non si assottigliarono a due sottili fessure.

“Byleistr, non ti facevo così sbadato...”

Un forte getto di vapore, così bollente da ustionare gravemente la pelle di Byleistr, scese dal soffitto.

“Vedi Byleistr...se c'è una cosa che non hai considerato è che io ho vissuto al sole, nel calore...” disse riaprendo di nuovo il getto di vapore.

“Perchè sprecare la mia magia quando posso ripagarti con lo stesso dolore che mi hai inferto tu? Lo trovo decisamente più appagante...”

“Maledetto!!!” urlò Byleistr.

“Oh no. Quello maledetto sei tu...” sorrise Loki.

Byleistr, con non poco sforzò, riuscì a liberarsi dalla stretta morsa che lo teneva inchiodato alla colonna. La pelle ustionata, bruciata in alcuni punti, in altre le ossa leggermente a vista, il viso tumefatto di chiazze rosse pelle scorticata.

“Non sottovalutarmi, fratello...” proferì Byleistr con voce tetra guardando il pavimento, le mani, nere e sanguinanti, strette a pugno.

“Non sono tuo fratello!” urlò il dio degli inganni.

Byleistr rise attaccando poi fulmineo Loki, che, con un balzo, riuscì a schivare il colpo, in quel momento iniziò il vero scontro.

“Quando dicevo che ti ucciderò...ovviamente non sarà né qui, né ora!” rimarcò Byleistr.

“Se credi di riuscire a farmi prigioniero hai sbagliato, Byleistr!” ma in quel momento Loki venne scaraventato al lato opposto della sala, contro la sottile colonna che sorreggeva l'antico scrigno, reprimendo un lamento.

“Chi sta sbagliano?” lo sfidò il giovane re di Jotunheim.

“Mi ucciderò, ucciderò tutti quelli di cui potresti approfittarti e solo allora mi toglierò la vita!” ringhiò.

“Uccideresti anche tua figlia?” disse avvicinandosi a pochi passi dal dio degli inganni.

Gli occhi di Loki si fecero di un rosso scarlatto, mostrando i denti bianchissimi.

“Non osare nominarla!” urlò scagliando l'ennesimo fascio di magia colpendolo in pieno petto.

Byleistr fu sbalzato sulle lunghe scale della sala delle armi, colto alla sprovvista dalla reazione del dio degli inganni. Un flebile sorriso malsano gli comparì sulle labbra.

“Sarà mia...” sussurrò “Un potere come il suo deve essere addestrato...”

Loki si avvicinò arrivando a un passo dal fratello immobilizzandolo di nuovo con la magia.

“Fa piacere scoprire che anche il più gelido dei cuori nasconde un punto debole...” lo redarguì Byleistr con voce strozzata, la mano del dio degli inganni che gli premeva sulla gola.

“Non sarà tua, perchè io ti trafiggerò il cuore prima che tu possa anche solo pensare di sfiorarla...” un pugnale luccicò nella mano sinistra di Loki, affilato e letale come il suo possessore.

 

**

 

“Buona piccola...” sussurrava Frigga alla piccola Leda che, stretta fra le sue braccia, continuava a piangere disperata.

Stava raggiungendo i sotterranei scortata da alcune guardie, l'esterno del palazzo era invaso da creature che non aveva saputo riconoscere. Frigga nascose il volto della bambina alzandole il leggero cappuccio del piccolo mantello, che aveva trovato all'ultimo secondo fra i suoi abiti, per non permetterle di vedere neanche in minima parte l'orrore che si stava consumando.

“Mia signora, quest'ingresso è bloccato, dovremo usare quello della sala del trono...”

Frigga annuì. Avrebbe potuto muoversi senza guardie , sapeva come arrivare agli appartamenti nascosti, ma aveva la responsabilità di Leda e ogni minimo aiuto era ben accetto.

Avanzarono per i corridoi interni fino a raggiungere la sala in cui lo Hliðskjálf svettava imponente al centro di essa.

Un telo rosso colpì subito il suo sguardo.

“No...” sussurrò la regina notando alcune maglie dell'armatura, del marito, cadute a terra.

Frigga si avvicinò, quasi correndo, inginocchiandosi al suo fianco.

“Mia signora...” cercò di fermarla una guardia, senza però avere risultato.

La piccola Leda, come se avesse capito il dolore di Frigga, smise di piangere, stretta ancora fra le sue braccia.

“No...” sussurrò di nuovo con le lacrime che le bagnavano le guance in un pianto silenzioso.

Abbassò il telo rosso guardando il volto dell'amato scoppiando in un flebile singhiozzò.

“Non meritavi questo...” disse accarezzandogli il volto per poi ricoprirlo e alzarsi in piedi sistemando la bambina fra le braccia.

“Mia signora, lo portiamo...” la guardia non fece in tempo a finire la frase che venne interrotta dalla regina.

“No!” disse alzando la voce per farsi coraggio “Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ha solo rimandato il momento fino alla vecchiaia. Non perdiamo altro tempo, se sopravviveremo ne avremo molto per piangerlo come è consono a un re...” disse, aspettando un segno d'assenso, allontanandosi poi verso l'ingresso dei sotterranei.

“Andate!” ordinò alle guardie “Da qui posso procedere da sola, proteggete Asgard...” disse la regina prima di voltarsi ed entrare nei sotterranei.

 

**

 

“Thor!!!” urlò Sif tra la ressa abbattendo l'ennesimo nemico “Chi sono?” chiese.

“Non lo so!” Urlò Thor “Sono sotto al comando di Byleistr!”

“Di chi?” chiese Fandral.

“Il nuovo re di Jotunheim, il vero fratello di sangue di Loki...” disse scagliando il martello ad un nemico poco lontano da loro “Non c'è tempo per spiegare...”

“Dove vai?” urlò Volstag

“Non è qui che si sta combattendo la vera battaglia...” urlò il dio del tuono.

“Dov'è Hogun?” chiese Volstag

“Non l'ho visto...” disse Fandral guardando negli occhi i due amici.

“E ora che facciamo?” chiese Sif.

“Ne uccidiamo quanti possiamo e cerchiamo di rimanere vivi per poterlo raccontare!” urlò Fandral attaccando il primo nemico a sua disposizione seguito a ruota dagli altri.

 

**

 

“Scommetto che ora non ti diverti più, vero Loki?”

Byleistr sovrastava il fratello tenendolo a terra con un piede appoggiato al petto.

Con un colpo violento scagliò Byleistr di nuovo contro una colonna.

“Gli allenamenti sono serviti in questi mesi...” constatò Byleistr.

“Mai quanto la mia determinazione a vederti morto!” ringhiò Loki, un rivolo sottile di sangue che gli scendeva dalla fronte.

“Oh per quello penso che aspetterai ancora un po'. Indendo...in eterno” rise Byleistr.

L'intera sala fu invasa da un'accecante luce verde e un urlo vibro fra le sue pareti.

“Ne sei certo, fratello?” lo canzonò Loki.

Negli occhi di Byleistr comparve la sua vera ira, la sua vera indole, fino ad allora celata dietro a frasi taglienti e sorrisi falsi.

“Sappi che quando avrò finito con te sarà felice di mandarti ad Hel...”

“La cosa è reciproca...” rispose il dio degli inganni sfoderando un sorriso.

“Loki!” si sentì chiamare il dio degli inganni. Conosceva benissimo quella voce e non avrebbe mai voluto sentirla in quel posto, ne in quel determinato momento.

“Stupido di un Asgardiano, vattene, sei ancora in tempo...” pensò nella sua mente senza proferire parola.

Thor stava scendendo le scale della sala del trono tenendo il martello pronto a un eventuale attacco Byleistr.

“Abbassa il martello, re di Asgard, non ti salverà dalla mia magia. Posso chiamarti re da questo momento no? Bhe, non male, un uccisione di un re vale molto di più dell' omicidio di un principe...” disse Byleistr.

“Thor vattene!” urlò Loki a dio del tuono senza voltarsi tenendo il contatto visivo con Byleistr.

“Ho giurato che ti avrei protetto...”

“Ma che tenera scenetta, volete darvi un bacio d'addio? Prego, fate pure. Se questo è il vostro ultimo desiderio...”

Loki inchiodò con lo sguardo Byleistr, ma questo non sembrò dar molto peso.

Pochi attimi e Thor venne sbalzato contro le scale da cui era appena sceso, accompagnato da un sottile rumore di ossa spezzate.

“Thor!!!” urlò Loki voltando poi di colpo ad attaccare Byleistr che non esitò un istante a rispondere.

Il dio degli inganni riuscì a soggiogare Byleistr, costringendolo in una morsa fatta di pura magia.

Loki corse da Thor per aiutarlo a rialzarsi.

“Vai via, maledizione! Devi andartene...”

“No!”

Loki urlò rimettendolo poi in piedi e sbattendolo contro una colonna, questa volta senza l'aiuto della magia, arpionandolo per l'armatura. Thor strinse gli occhi quando il suo corpo colpì la dura roccia dietro di se.

“Vattene!!! Non è aiuto quello che mi stai offrendo...” disse sincero.

Thor non sapeva cosa rispondere, ancora stordito dal colpo.

Loki lo lasciò andare, voltandosi e brandendo di nuovo il suo pugnale, ma Byleistr si liberò in quel momento trovandolo del tutto impreparato.

Byleistr attaccò non lasciando il tempo al moro di reagire, stava per essere attaccato quando Thor lo spintonò di lato, sentì solo il lungo mantello rosso sfioragli le braccia durante la caduta.

Loki ebbe appena il tempo di vedere Thor cadere a terra, non si muoveva, da quella distanza non riusciva a vedere il suo respiro, né i suoi occhi, né le ferite che probabilmente aveva ricevuto. Pochi attimi e la sua pelle divenne blu, come in precedenza quella del fratello, gli occhi rossi fissavano Byleistr pieni di vendetta.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


- CAPITOLO 24 -

Jane era rientrata nelle stanze, che una volta erano sue e del dio del tuono, appena dopo che Loki e Thor ebbero abbandonato la sala da pranzo.

Si era seduta, esausta, sulla piccola panca incassata nella rientranza della finestra, stava per addormentarsi appoggiata alla fresca parete, quando un forte boato la fece trasalire.

Sentiva il cuore pulsarle nelle orecchie per via dello spavento, ci mise qualche secondo prima di rendersi conto di cosa stava effettivamente succedendo e correre così alla porta.

Ricordava vagamente la strada per i sotterranei e sapeva che quello era l'unico posto sicuro in cui si sarebbe potuta rifugiare: non sarebbe mai stata in grado di sopravvivere in un mondo alieno in guerra.

Scendendo le ampie scale si ritrovò nella sala del trono e vide Frigga era accovacciata di fianco a un corpo coperto da un telo rosso.

“Thor...” sussurrò nascondendosi dietro a una colonna, portando una mano a stringere la veste sopra al cuore.

Il respiro corto e gli occhi sgranati fissi nel vuoto.

Solo quando sentì dei passi allontanarsi uscì dal suo nascondiglio improvvisato guardando le guardie uscire dalla sala del trono e con passo malfermo raggiunse il corpo steso a terra, inginocchiandosi al suo fianco, le mani, esitanti, scostarono molto lentamente il pesante telo che lo copriva.

Odino giaceva immobile steso sulla fredda e nuda pietra della sala, l'occhio sano chiuso e un'espressione tranquilla sul viso. Non sembrava aver sofferto. Jane si soffermò a guardare la macchia di sangue che si allargava sulla stoffa usata come tele funebre.

Sospirò riabbassando il telo sul volto del sovrano lasciando poi la sala.

 

**

 

Il dio degli inganni, fulmineo, si rialzò attaccando il fratello.

Byleistr, veloce, schivò il colpo, ma venne colpito alla schiena cadendo a terra. Lo scontro si era appena trasformato in un duello all'ultimo sangue: solo uno dei due sarebbe sopravvissuto e Loki non aveva di certo intenzione di lasciare il dono della vita al fratello.

Byleistr si voltò con un ghigno sul viso e a quell'immagine l'ira di Loki aumentò non lasciando scampo al re di Jotunheim. Una forte onda d'energia colpì Byleistr che, prevedendo l'ennesimo attacco, si riparò avvolgendosi nella propria magia.

“Io ti ucciderò, Byleistr!” urlò Loki scagliando un altro incantesimo e intaccando così l'ormai sottile protezione del fratello.

Byleistr l'aveva sottovalutato, solo in quel momento se ne stava rendendo conto, non era in grado di poter respingere ancora a lungo Loki, non era in grado di combattere contro la sua nuova forza. Non avrebbe mai potuto combatterlo, neanche addestrandosi nella più oscura delle arti magiche, neanche conoscendola come nessun altro nell'universo. Loki combatteva per un sentimento che Byleistr non avrebbe mai conosciuto: amore.

Non passò molto prima che il nuovo re di Jotunheim si arrendesse al suo destino.

“Potevamo essere fratelli!” urlò con la poca voce che gli era rimasta in corpo.

“Non saremo mai fratelli. Proprio come non lo siamo mai stati!” ringhiò Loki prima di sferrare il colpo di grazia.

All'improvviso un silenzio quasi irreale si propagò nella sala delle armi.

Byleistr, riverso a terra esanime, stava riprendendo lentamente il colore blu dei giganti di ghiaccio e dove la pelle era stata ustionata macchie nere ne deturpavano la superficie.

Loki lo fissò per alcuni secondi aspettandosi di vederlo rialzarsi in piedi, ma questo non avvenne. Lentamente si avvicinò al corpo, scrutandolo come se stesse ammirando una carcassa in decomposizione, con un colpo secco posò il piede sul collo di Byleistr fino a quando non sentì le ossa cedere con il tipico schiocco.

In pochi attimi attraversò l'intera sala cadendo in ginocchio vicino a Thor.

Posò le mani sulle spalle del biondo voltandolo per poterlo vedere in viso.

Una lunga ferita gli squarciava il petto, Loki si stava illudendo che quella ferita non fosse profonda, ma il lago di sangue che continuava ad allargarsi vicino a loro testimoniava il contrario.

“Non farlo...” sussurrò trattenendo a stento le lacrime “Non anche tu...”

Il dio degli inganni recuperò le ultime forze d'energia, chiuse gli occhi e un sottile rivolò di magia andò a posarsi sul petto di Thor.

Loki si abbassò alzando la testa del biondo per appoggiarsela in grembo.

“Stupido beota, perchè ti sei messo in mezzo?”

Loki era stremato, la magia non sarebbe bastata a curare il dio del tuono, ma avrebbe potuto almeno mantenerlo in vita.

“Tu!!!” un urlo, proveniente dal portale della sala, fece alzare lo sguardo del moro “L'hai ucciso! Hai ucciso tuo padre, hai ucciso lui...non volevi nient'altro che il potere!!!” continuò ad urlargli contro Jane scendendo le scale.

“Vattene!” ringhiò Loki cercando di mantenere la concentrazione sulla magia curativa.

“Sei stato tu!!!”

Loki scattò arpionando la ragazza al collo schiacciandola contro ad una colonna.

“Ucciderò anche te, se è questo che vuoi!” sibilò fissandola negli occhi.

La ragazza venne scagliata contro un'altra colonna e non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi che venne afferrata dalle mani di Loki strette sulla sua gola.

“Non ho bisogno della magia per ucciderti, insulsa midgariana!” ringhiò.

Jane si dibatteva stretta nella sua morsa, non toccava terra e l'aria stava finendo, alzò le mani cercando di afferrare il volto del dio degli inganni, ma la mano del giovane fu più rapida, arpionò il suo braccio e lo torse fino a romperglielo.

Jane cercò di urlare, ma le uscì solo un soffio lamentoso dalla gola stretta nella morsa del gigante di ghiaccio. La pelle stava iniziando a bruciarle lentamente sotto le fredde mani del moro.

“L...Loki...” un flebile richiamo fece subito lasciare la presa al moro.

Prima che Jane si accorgesse di aver toccato terra Loki stava già inginocchiandosi al fianco del dio del tuono.

“Non ti alzare...” sussurrò fermando il maggiore.

Thor chiuse gli occhi tossendo, alcune macchie di sangue gli macchiarono le labbra diventate esangui.

“Hai bisogno della camera della guarigione...” disse Loki, più per farsi forza, per dirsi che c'era ancora speranza. Con mani malferme gli staccò il mantello dell'armatura, usandolo come coperta, avvolgendo il biondo: Loki sapeva quanto Thor odiasse il freddo.

Thor alzò una mano, con non poca fatica, sfiorando il volto del moro, ancora blu. Un flebile sorriso gli si dipinse in volto.

“Lo...Loki...se...”

“No!” urlò “Non provarci neanche...” disse posandogli le mani sulle spalle e stringendole “Ce la farai...”

Quella fu l'ultima frase che sentì prima che la sua vista si offuscasse di nuovo.

 

**

 

Fuori dalle mura la battaglia stava infuriando.

“Volstagg! Dietro di te!” Urlò lo spadaccino avvisando l'amico.

Fandrall stava cercando di aprirsi un varco trovandosi accerchiato, lasciò qualche stoccata, colpendo i nemici al petto, ma altri continuavano a sopraggiungere.

In quel momento Sif comparve al suo fianco abbattendo i restanti.

“Ti ho salvato di nuovo!”

“Avrei potuto fare da solo!” le urlò colpito nel vivo.

“Allora dovevi farlo!” disse facendo una smorfia prima di colpire un nuovo mostro.

“Stanno entrando nei giardini reali!” urlò Volstagg poco lontano da loro.

Sif e Fandrall si liberarono, facendosi strada verso il palazzo.

“Maledizione chi sono?” chiese Fandrall.

“Chiedilo un'altra volta e farai parte di quelli che butteremo nella fossa!” gli urlò Sif.

Fandrall le lanciò un'occhiata attaccando un nemico dietro di lei.

“Ora siamo a pari...”

La guerriera sbuffò allontanandosi.

“Ragazzi!!! Venite qui!” urlò Volstagg.

Sif e Fandral si avvicinarono.

“Hogun!” urlò Sif avvicinandosi “Respira...”

Volstagg e Fandrall continuarono a combattere per permettere alla ragazza di controllare il soldato.

“Non è ferito...”

“Portalo dentro!” urlò Fandral calciando un nemico per liberare la spada.

I due amici coprirono la guerriera fino a quando non la videro sparire all'interno del palazzo sorreggendo il soldato.

 

**

 

Frigga, al sicuro con la piccola Leda, nei sotterranei del palazzo, ascoltava i rumori della battaglia che rimbombavano fin nelle profondità della terra.

Con lei alcune ancelle di fiducia che da anni le facevano compagnia esaudendo ogni suo desiderio.

La piccola non aveva mai smesso di piangere dall'inizio dell'attacco, stretta fra le braccia della regina.

All'improvviso il silenzio, nessun colpo, nessun rumore di spade.

Frigga spostava lo sguardo dalle pareti alla porta chiusa di fronte a lei. Solo il pianto della piccola rompeva quel silenzio opprimente.

“Haldora, prendi la piccola. Non uscite da qui per nessun motivo.” disse la regina porgendole la bambina.

“Ma, mia signora...” cercò di replicare la giovane.

“Restate qui!” le ancelle annuirono non avendo il coraggio di contraddire un ordine della regina.

Frigga, in pochi secondi, si armò recuperando una sottile spada che teneva nascosta nella sua stanza dei sotterranei.

“Haldora. Qualsiasi cosa succeda proteggi la bambina...”

La ragazza annui guardando la regina allontanarsi.

 

**

 

“No...no...no...” sussurrava Loki inginocchiato a testa china di fianco al fratellastro, una mano del dio del tuono stretta fra le sue.

“Avevi promesso che mi avresti protetto...non avevi detto che saresti morto...” disse abbassando ancora di più il capo, le lacrime che gli bagnarono il viso caddero silenziose sull'armatura del biondo.

“Sei tu che semini morte, è inutile che piangi!” sibilò Jane tenendosi il braccio rotto e cercando di alzarsi in piedi “...e forse è quello che meriti...” disse con un ghignò sul volto.

Loki aprì gli occhi, improvvisamente asciutti, voltandosi verso la ragazza.

“Perchè non aggiungere un'altra vittima allora?...” sussurrò alzando una mano incatenando Jane in una magia invisibile alzandola poi da terra.

La ragazza si dimenava, cercando l'aria che di nuovo le era stata negata.

“Loki! Non lo fare!” una voce famigliare giunse alle sue orecchie.

“Madre...” sussurrò abbassando lo sguardo e facendo cadere Jane a terra.

“Non aggiungere del sangue sulle tue mani...” disse Frigga scendendo le scale velocemente “Thor...” corse subito dal figlio.

“Ho provato a curarlo, ma la mia magia...” Loki scosse la testa non finendo la frase.

“Respira ancora...” disse la madre mantenendo la calma “Guardie!” urlò chiamando i soldati che la regina aveva recuperato dopo la battaglia.

Gli uomini arrivarono subito, si affiancarono alla sovrana attendendo ordini.

“Portate mio figlio nella sala della guarigione, immediatamente!... e voi assicuratevi che lady Jane venga curata e chiusa nelle sue camere.”

I soldati agirono senza ribattere, solo in quel momento Frigga si strinse a Loki, pochi attimi, prima di scappare dal figlio ferito. Non una parola per il dio degli inganni che viveva in una specie di limbo.

Lentamente, come se il tempo si fosse dilatato, seguì il gruppo fino alla camera della guarigione, dandosi il tempo di cogliere ogni minimo particolare, ogni orrore, ogni macchia di sangue che aveva macchiato il prezioso palazzo dorato.

La distruzione che poteva scorgere dalle ampie vetrate e dalle aperture che sorpassava: Asgard era messa a ferro e fuoco, ma sembrava aver vinto la battaglia. La morte di Byleistr doveva essere collegata alla morte di migliaia di soldati nemici che affollavano i giardini del palazzo, le vie della città e tutto il territorio che la circondava.

Pensieri su pensieri si affollavano nella mente del moro, incapace di concentrarsi, anche solo per un istante, su Thor in bilico fra la vita e la morte.

Cercò d'ignorare ogni pensiero, ma sulle scale che portavano all'esterno, crollò a terra, sulle ginocchia, le mani a coprire il viso, non seppe dire quanto tempo passò in quella posizione, minuti, forse ore. Riprendendo coraggio, o semplicemente la voglia di non lasciarsi morire, si alzò avanzando per i lunghi corridoi fino alla camera della guarigione.

Si sedette per terra, appoggiando la schiena al muro e attese. Aveva sempre avuto una pazienza infinita, ma quella volta l'attesa era estenuante, gli occhi verdi che si muovevano agitati ad ogni minimo rumore, fissavano ogni punto, ogni spigolo, ogni angolo di quel corridoio, la porta che ogni tanto si apriva lasciava passare una curatrice che poco dopo rientrava senza dire una parola.

Loki non chiedeva informazioni, non chiedeva come stesse Thor, sapeva che probabilmente non gli avrebbero mai risposto e poi gli bastavano le donne continuavano ad uscire per sapere che il fratellastro era ancora vivo; non avrebbe avuto senso affannasi così tanto attorno ad un cadavere.

Voleva vedere sua figlia, sapeva che la piccola era certamente al sicuro, ma non aveva il coraggio di abbondare quel corridoio.

La notte lasciò lentamente spazio alla luce calda dell'alba, il sole che iniziava a riflettere i suoi raggi all'interno del palazzo.

 

**

Era mattina inoltrata quando la madre uscì dalla camera della guarigione.

“Sei libero...” cercò di confortarlo abbracciandolo.

“Thor...?” domandò spaventato, sentendo il tono della voce Frigga lo strinse di più a sé.

“Si riprenderà...” disse Frigga allontanandosi per vederlo in viso “E' solo grazie a te. Se non avessi usato quel poco di magia probabilmente non avremmo potuto fare niente...”

Loki sospirò abbassando il capo.

“E' sveglio?”

“No...” sussurrò la regina “So che vuoi parlargli. Ma ora vai da Leda, non ha mai smesso di piangere dall'inizio dell'attacco. E' nei sotterranei con le mie ancelle. Riposate, quando tornerai gli parlerai...” gli disse sorridendo la madre accarezzandogli una guancia.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


--- CAPITOLO 25 ---

Thor scosse lentamente la testa, gli occhi ancora chiusi.

“Sei un idiota...” sussurrò una voce vicino a lui.

“Loki?” chiese con la voce ancora piena di sonno.

Il moro non rispose, alle sue orecchie giunse solo un piccolo vagito che lo convinse ad aprire gli occhi.

“Ciao, piccola...” sussurrò flebile alzando un braccio per sfiorarle la guancia paffuta.

Loki sedeva di fianco al letto, in grembo teneva la bambina che arzilla cercava di afferrare alcune farfalle che Loki faceva comparire con la magia.

“Da quanto sono qui?”

“Due giorni...” rispose Loki alzando lo sguardo.

“Devo....” disse cercando d'alzarsi con una smorfia di dolore dipinta in volto.

“No! Fermo! La magia sta curando la ferita, non è molto grave, ma potrebbe riaprirsi...”

Thor si stese di nuovo sul letto.

“Tu come stai?” disse accarezzandogli un braccio per poi prendere la piccola Leda e portarsela in braccio.

Loki si limitò ad alzare le spalle senza dare una risposta.

“Comunque sei un idiota...”

“Ti ho salvato la vita...” disse Thor non alzando lo sguardo dalla bambina, seduta vicino a lui, che si stava divertendo a tirargli i capelli.

“O si certo. Sei un genio. Ti sei quasi fatto uccidere quando ti avevo chiesto di non metterti in mezzo! Non sei morto solo perchè sei stato fortunato che avessi ancora un briciolo di magia...”

“Grazie...” sussurrò puntando i suoi occhi azzurri in quelli verdi del moro.

“Non ringraziare me, se non fosse arrivata madre saresti morto poco dopo...”

“Lui è morto?”

“ Byleistr? Si...” disse Loki.

“Ce l'hai fatta...” sorrise Thor.

“Non cantare vittoria...” scherzò Loki, Thor lo guardò male “No, non c'è nessuno che al momento credo voglia vendicarsi di me...almeno spero...” disse Loki con un flebile sorriso.

“Vieni qui, muoviti!” disse Thor allargando le braccia lasciando spazio a Loki per stendersi vicino a lui.

“Mi hai spaventato...” confessò in fine il moro lasciandosi avvolgere dal muscoloso braccio, accarezzando la testolina della bambina che era seduta dall'altra parte del letto.

“Non l'hai uccisa vero?”

Ma Loki si era accoccolato alla sua spalla socchiudendo gli occhi.

“Loki...?”

“No...”

“No, non l'hai uccisa o no, non mi vuoi rispondere?”

“Per quanto mi piaccia la seconda opzione, no, non l'ho uccisa...per poco...”

Thor sospirò.

“Pensavi che l'avessi fatto?”

“Devo dirti la verità? Si, pensavo l'avessi uccisa...quando mi sono svegliato tu la stavi strangolando...”

“Stavi morendo e l'unica cosa che ricordi sono io mentre cercavo di uccidere quell'insulsa midgariana? Piuttosto potresti chiedere come sta nostra madre...” disse alzandosi e portarsi a distanza in modo che il biondo non potesse trascinarlo vicino a se “Oppure in che stato versa Asgard, se ci sono stati molti morti...” disse muovendosi per la stanza alzando la voce “Oppure quello che farebbe un vero re...” sussurrò infine abbassando bruscamente il tono.

“Loki...” disse Thor rasentando l'esasperazione passandosi una mano sul viso.

“E lei viene con me!” disse prendendo la bambina fra le sue braccia.

“Hey...” disse riuscendo ad afferrare un lembo del suo vestito “Loki, calmati...”

Loki sospirò, fermandosi qualche attimo, prima di sedersi accanto a Thor sistemandosi la bimba fra le braccia.

“Loki, guardami...” disse toccandogli il mento per fargli alzare il volto “So che avrò dei doveri da dover affrontare e spero che tu sarai per sempre al mio fianco...”

“Thor...”

“Lasciami finire...” sorrise il biondo “Non pensavo di dirtelo così, decisamente non in questo stato, ma visto che è andata così...”

“Non provare a dire quello che sto pensando, non ci provare!”

“Perchè non dovrei farlo?” sorrise Thor.

“Perchè no!”

“Ammettilo che lo vuoi anche tu...” disse accarezzandogli una mano.

“Facendo in questo modo non otterrai nulla...”

“Lo sai che dovrà succedere...” scherzò Thor.

“Penso che le cure ti diano alla testa. Meglio limitare la magia su di te...”

“Sono lucido!” chiarì Thor.

“Non lo sei quando sei in salute!” sorrise Loki.

“Non deridermi!” scherzò a sua volta Thor.

“Sono serio!”

“Allora?” chiese Thor.

“Allora cosa?”

“Come cosa? Hai capito che intendo...”

“Thor, penso che prima avremo problemi ben più importanti a cui pensare. Madre sta organizzando il funerale di Padre e...”

Un'ombra scura passò sugli occhi di Thor.

“Aspetteranno che tu ti sia rimesso.” chiarì Loki “E poi ci sarà la tua incoronazione...” concluse alla fine.

“Come mai non hai preso il mio posto?” chiese Thor.

“Ho già fatto questo sbaglio una volta, credo che basti...” sorrise leggermente alzando il volto cercando gli occhi di Thor.

Una piccola farfallina azzurra attraversò la stanza scomparendo a qualche metro dalla porta.

“Hey!” sorrise Loki solleticando la piccola che rispose con una risata.

“E' stata lei?” chiese Thor.

“Hum hum...” confermò Loki sistemando i capelli scompigliati della bimba “Impara in fretta...” alzò lo sguardo guardando Thor disteso sul letto “Riposa ora, torneremo da te tra poco...”

 

**

 

Alcuni tocchi alla porta fecero aprire gli occhi a Thor che cercò di mettersi a sedere contro la testiera del letto limitandosi poi ad appoggiarsi ad alcuni cuscini.

“Avanti!” disse rivolto alla porta ancora chiusa.

“Thor...sono io...” disse Jane aprendo di qualche centimetro la porta permettendogli di sbirciare nella stanza.

“Entra, Jane...” disse indicandogli poi una sedia “Siediti, prendi la sedia...” disse.

“Mi hai fatto chiamare?” chiese la ragazza sedendosi accanto al letto del dio del tuono.

“Si...” disse Thor “Volevo parlarti...”

Jane attese in silenzio aspettando che il biondo ricominciasse a parlare.

“E' tutto finito, ora puoi tornare su Midgar. Non c'è più nulla che ti trattenga qui, solo...vorrei che fossi presente all'incoronazione. Se non vorrai lo capirò, non ti tratterrò ulteriormente, ma mi farebbe veramente piacere che tu ci fossi...”

“Se a te fa piacere che resti, non vorrei essere di peso per nessuno.”

“Nessun peso e si mi faresti felice se restassi...” sorrise Thor.

“Va bene...” sorrise Jane a sua volta.

“Ti andrebbe di portare il calice durante la cerimonia?”

“Quale calice?” chiese Jane aggrottando la fronte.

“Non è nulla di speciale, ma è abitudine scegliere una persona non appartenente alla famiglia reale che porti un calice colmo d'acqua della cascata dorata come simbolo di forza, durante la cerimonia. Dovrai solo attraversare la sala e porgermi il calice che io poserò accanto al trono...”

“Io...Io dovrei passare in mezzo a migliaia di abitanti di...va bene.” disse visibilmente agitata.

“Potrei scegliere qualcun altro se non te la senti, non sentirti obbligata, io..”

“No, no! Va bene. Lo farò.” sorrise.

“Grazie...” disse Thor.

“Saranno presenti tutti vero? Cioè...”

“Intendi Loki, vero? Si, sarà presente...” disse Thor “Credo che dovrei porgerti delle scuse per il suo comportamento...”

“No, nessuna scusa. Io non avrei dovuto rivolgermi a lui in quel modo, ero spaventata e ho travisato tutto, l'ho pure offeso e ...”

“Non ha ucciso mio padre e non è stato lui a ferirmi.” disse Thor chiarendo.

“Lo so. Mi dispiace per aver frainteso...”

“Non è colpa tua. Purtroppo non hai avuto modo di conoscere il vero Loki, non è quello di New York, Jane...lui non è così...”

“Thor, se avessi conosciuto il vero Loki non sarebbe il dio degli inganni...” sorrise Jane a cui si unì poco dopo il sorriso di Thor.

“Quindi il mio compito sarà quello della damigella, invece degli anelli porterò un calice...”

“Penso di non aver capito...”

“Lascia perdere...” sorrise.

Thor si sistemò meglio sui cuscini.

“Come stai?”

“Se penso che sono quasi morto, bene...”

“A parte gli scherzi?”

“A parte quello...questa ferita fa male e non mi lascia quasi muovere...”

“Bhe sono passati solo due giorni e non avevi una bella cera quando ti ho visto nella sala delle armi. Sarai in piedi tra qualche giorno...” disse.

“Si e purtroppo non dovrò esserlo per una bella cosa...” disse con un velo di tristezza.

“Mi dispiace per tuo padre...” disse Jane.

“Grazie...” sussurrò Thor “Loki ha provato a salvarlo, ma quel bastardo...”

“Ora non ci pensare più, ormai ha pagato con la morte...”

“Si, ha pagato. Anche se non mi dispiacerebbe poterlo risvegliare e ucciderlo un'altra volta...”

“Temo che ti dovrai accontentare di saperlo morto...”

Thor fissò per un po' la ragazza passandosi poi le mani sul viso.

“Dovrò trovare un modo, una volta re, di comunicare a tutto il popolo che Loki non è un asgardiano...” sospirò “Fosse per lui continuerebbe a vivere così, ma...” sbuffò guardando poi la ragazza “Scusa, ti sto annoiando...”

“No, non mi stai annoiando. Anzi quello è seriamente un bel problema...”

“Siamo sempre stati cresciuti nell'odio verso i giganti di ghiaccio, posso solo immaginare come la prenderebbero. Oltretutto la fama di Loki...”

“Decisamente non aiuta...”

Thor alzò lo sguardo confermando l'affermazione di Jane.

“Dovremo trovare un modo, soprattutto per la bambina, più cresce più i suoi poteri si rafforzano quindi è meglio che sappiano...”

“Sono d'accordo con te...” disse Jane sporgendosi sul letto prendendo una mano del dio del tuono fra le proprie “Ora andrò, ci sono un paio di guardie che mi stanno aspettando qui fuori per scortarmi nelle mie stanze...”

“No. Sei libera di andare e venire come meglio preferisci, non sei prigioniera dentro a questo palazzo.”

“Grazie!” sorrise Jane.

Thor chiamò subito le guardie dando disposizione che Jane non fosse seguita, né controllata a vista, né tanto meno rinchiusa nelle sue stanze.

Jane attese la risposta della guardia prima di congedarsi e far ritorno alle sue stanze.

“Non ti preoccupare Thor, ci penserò io a Loki...” disse con un ghignò sulle labbra.

 

**

 

“No, io non approvo quello che hai deciso, ma sei tu che diventerai re. Fai tu, tuo il regno, tue le decisioni...”

“Madre, Jane è una midgariana, non ha poteri, non è che possa molto su Asgard...”

“Ne sei proprio certo?” chiese la madre, ma la risposta non fece in tempo a raggiungere le sue orecchie che Loki entrò in camera sbattendo la porta.

“Se vuoi che la uccida dillo!” disse arrabbiato “Non doveva andarsene? Che ci fa ancora qui?”

Thor, ancora a letto, non poté far altro che portarsi le mani al viso.

“Resterà qui fino all'incoronazione, poi se ne andrà...” disse biascicando dietro ai palmi delle mani.

“Quando avevi intenzione d'informarmi?” chiese Loki abbassando il tono e sistemandosi Leda fra le braccia che, ormai abituata agli scatti d'ira del padre, non si preoccupò più di tanto.

“Te l'avrei detto appena fossi tornato e poi invece tu ti sei rinchiuso in biblioteca e...”

“Non accampare scuse, non ne sei capace!”

“Loki!” lo richiamò la madre.

Il moro sospirò sedendosi accanto alla madre tenendo però uno sguardo truce su Thor.

“Puoi non guardarmi così?” chiese Loki.

“Così come stai facendo...”

“Non ti guardo in nessuno modo “così”...”

“O vi prego...” disse la madre prendendo la piccola per poi alzarsi diretta alla porta “Noi andiamo a fare una passeggiata...”

Solo quando la porta si chiuse alle spalle delle regina Thor tornò a guardare Loki.

“Che c'è?” chiese scontroso il moro.

“Nulla...”

“Che ti è venuto in mente?” chiese socchiudendo gli occhi.

“Loki, appena dopo l'incoronazione tornerà su Midgar...”

“Non ne comprendo il motivo o quello che il tuo stupido cervello da pentapalmo ha in mente...”

“E' solo cortesia Loki...”

“Cortesia?” chiese incredulo.

“Si, bhe...era qui solo perchè avevano minacciato di usare lei per arrivare a me...”

“Io avrei lasciato le cose così...”

“Loki!!!”

“Bastava non cadere nel loro ricatto...” disse muovendo le mani in un elegante gesto.

Thor socchiuse gli occhi guardandolo di traverso.

“Non l'avrei mai fatto...” disse con tono calmo.

“Ho notato!” ribatté Loki con con un sorriso forzato sulle labbra.

Thor rise portandosi poco dopo una mano a coprire la ferita che, per via del riso, faceva ancora male.

Loki scosse la testa, sconsolato, vedendo il biondo non accennare a smettere di ridere.

“Si chiama masochismo in caso tu non lo sappia...”

“Sta....sta zitto!” continuò a ridere.

Loki aggrottò le sopracciglia.

“Io vado da madre. Tu fatti male fin quando vuoi...” disse ironico alzandosi e dirigendosi alla porta.

 

**

 

“Aceto...aceto...aceto...ma dove diavolo lo tengono?”

Era notte fonda quando Jane scese nelle cucine, ormai deserte, di Asgard stando ben attenta a non essere vista dalle guardie che, come sempre, erano di ronda all'interno del palazzo.

Alzò la fiamma della candela verso alcune mensole controllando ogni bottiglia posta sopra. Controllò alcuni armadi e credenze fino a quando non riuscì a trovare alcune bottiglie d'aceto e della polvere di bicarbonato.

“Perfetto...” disse lasciando la candela appoggiata sul tavolo per avvicinarsi a una fiaccola più grande che prese, incendiò e posò al centro del tavolo, su un supporto usato dalle cuoche quando, ormai finito il loro turno, si fermavano in cucina a mangiare e chiacchierare.

Prese una ciotola in cui mischiò i due ingredienti appena trovati producendo una densa schiuma bianca.

“Come lo accendo un fuoco ora?” chiese dubbiosa guardando la rudimentale cucina a legna “Avete qualsiasi tecnologia e cucinate ancora sulle braci?” disse sconsolata, parlando tra se, prendendo qualche pezzo di legno non sapendo bene che fare, forse sotto le ceneri il fuoco era ancora acceso e sarebbe bastato alimentarlo, ma Jane viveva nel nuovo millennio, non aveva mai acceso il fuoco di un camino.

Dopo alcuni tentativi riuscì nell'impresa e vi posò sopra un piccolo paiolo dove aveva versato il liquido di poco prima.

“Quanto vorrei un microonde ora...” disse sconsolata controllando il liquido chiaro che bolliva sulla fiamma viva.

Era quasi l'alba quando Jane rientrò in camera.

 

**

 

I giorni trascorsero velocemente, appena Thor si sentì abbastanza in forze da poter stare in piedi fece disporre immediatamente che il funerale del Padre degli Dei non venisse più rimandato. Ci volle un po' di tempo per organizzare gli ultimi preparativi, ma ogni cittadino di Asgard fu presente a quella triste veglia. La regina Frigga teneva in braccio la piccola Leda ed, in testa al gruppo, avanzava vicino al corpo del marito, uno spesso telo a coprirlo.

Loki e Thor al suo fianco si scambiavano ogni tanto lunghe occhiate per poi tornare a fissare davanti a loro.

Attesero fino all'imbrunire prima di lasciar andare per sempre il Padre dei Dei, una freccia incendiaria a dar fuoco all'imbarcazione scelta come ultimo viaggio.

Lentamente la gente cominciò a scemare, diretta alle proprie case, quella sera tutte le taverne sarebbe state chiuse per onorare Odino.

Volstagg, Sif, Fandrall e Hogun, ormai ripresosi dopo aver spiegato l'accaduto, si avvicinarono a Thor non dicendo nulla, solo con cenni del capo o stringendogli la spalla in una forte morsa d'incoraggiamento.

Salutarono, anche se più freddamente, Loki, a pochi passi da Thor, e la regina Frigga prima di congedarsi e tornare verso il palazzo dove da tempo si eran stabiliti a vivere nella zona militare.

Solo Thor, Loki, Frigga e Leda, che ormai dormiva in braccio alla regina, rimasero a fissare l'orizzonte.

Frigga porse la piccola a Loki che l'avvolse nel suo mantello temendo che avesse freddo.

“Heimdall ha già chiuso l'ingresso al palazzo, non vi vedranno tornare...”

La regina abbracciò i due figli prima rientrare a palazzo, da sola.

Thor guardò Loki rincorrendo poi la madre fermandola, raggiunto poco dopo dal moro e si diressero verso il palazzo assieme.

 

**

 

“Loki!!!” chiamò Thor dietro la porta delle stanze del moro sbattendo poi la mano sulla pesante porta di legno.

Passò qualche secondo prima che Loki aprisse la porta.

“Si può sapere che hai? E' l'alba!”

“Non riesco a dormire...” disse a bassa voce.

“Bhe io si, ma qualcuno me lo impedisce!” gli urlò contro.

“Sssssssshhhh Leda si sveglierà...” disse Thor.

Un vagito divertito da dentro la camera raggiunse le loro orecchie e sorrisero.

“Dicevi?” chiese Loki.

Thor sorrise, Loki si scostò per lasciarlo passare.

“Perchè non siete rimasti a dormire da me?”

“Perchè io posso sopravvivere a una notte in bianco, ma Leda deve dormire e non ha bisogno di sentire suo padre distruggere la stanza...hai trovato il mantello?”

“No...” disse abbassando il tono.

Loki sbuffò abbandonando la camera per raggiungere quella del fratello, che di solito occupavano insieme.

Ne ritornò una decina di minuti dopo con il mantello piegato sulle braccia.

“Ma dove...?”

“Sai quella cosa in legno, alta, con delle ante? Ecco, si chiama armadio Thor. Di solito gli abiti si mettono li dentro...”

“So che cos'è un armadio!” disse stizzito.

Loki sorrise.

“Avresti potuto usare un tuo mantello...” disse Loki appoggiando le mani sulle spalle del dio del tuono che era seduto vicino a Leda che ormai si reggeva in piedi da sola aggrappandosi alle fini asticelle di legno del lettino.

“Era di Padre...” disse in un sussurrò “Me lo diede quando tornai su Asgard...”

“Dopo che mi credevate morto?”

Thor annuì.

“Non avrei potuto sostituirlo...”
“Va bene, va bene. Non ho voglia di sentire storie tristi e strappalacrime e poi dovresti andarti a cambiare...”

“Diventerò re, aspetteranno!” sorrise inclinando la testa in dietro sperando in un bacio che però venne soffocato da una mano del moro che gli coprì la bocca.

“Dillo a madre e poi torna a dirmi se è della tua stessa idea.” sorrise Loki.

“mhudw muhsbqwu mipowp...”

“Non capisco, dispiace.” sorrise Loki.

Solo allora Thor si liberò dalla presa di Loki.

“Posso restare qui?”

“No!” disse risoluto Loki prendendo la bambina e tornando a letto avvolgendo entrami nella coperta.

La cerimonia d'incoronazione si sarebbe tenuta solo in tarda mattinata e il sole non era ancora sorto, solo un lieve baluginio all'orizzonte a significare che era ancora troppo presto.

“Non darò fastidio....” ma alzandosi urtò contro ad una sedia che per poco non si rovesciò presa al volo dal dio del tuono.

Thor sorrise guardando l'espressione di Loki che stava assottigliando gli occhi quasi a volerlo fulminare.

“Vai. Fuori. Di. Qui!” disse scandendo lentamente ogni singola parola.

“Ma...”

“Fuori!!!” urlò contro seguito da una risata della piccola.

“Non sono ancora re e state già congiurando contro di me...” disse a bassissima voce, borbottando.

“Cosa hai detto?” chiese Loki.

“Nulla!” si voltò con un sorriso tirato sulle labbra.

Loki sbuffò girandogli la schiena nascondendosi con la bambina sotto le coperte.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


--- CAPITOLO 26 ---
 

“Thor, è ora...” disse Frigga entrando nella camera del figlio che stava allacciandosi il mantello sulle spalle
“Dov'è Loki?” chiese aspettandosi di trovarlo in camera, ma non vedendolo.

“In ritardo! Probabilmente i suoi vestiti non si abbineranno con quelli della bambina...” disse alzando le spalle.

“Molto divertente. Non ti sforzare a fare battute, non ti vengono bene...” disse Loki varcando la soglia con in braccio la piccola Leda.

Thor sorrise inclinando le labbra fino a mostrare tutti i denti, Loki rispose alzando gli occhi al cielo.

“Hai intenzione di scendere così?” chiese sedendosi su una poltrona, sistemandosi la bambina sulle gambe intenta a cercare di slacciare un piccolo fiocco che teneva chiuso il polsino del vestitino che indossava.

“Perchè? C'è qualcosa che non va?” chiese Thor.

“Assolutamente, sei tu il re...” ghignò “Che immagine intendi dare? I miei sarti erano indisposti oppure...”

“Loki!” lo richiamò Frigga, anche se poi sorrise “In effetti forse qualcosa va modificata...” disse avvicinandosi e sistemandogli il mantello, cambiando, con la magia, la sua armatura con una dorata e sistemandogli le maglie sulle braccia “Ora è decisamente meglio...” sorrise.

“Grazie madre...” disse.

“Adesso è meglio andare...” sorrise “Vieni qui piccolina...” si avvicinò a Loki prendendo in braccio la bambina.

“Madre, Jane ha già ricevuto istruzioni?” chiese Thor.

“Si, non ti devi preoccupare...cinque minuti...” disse uscendo dalle stanze con la bambina in braccio.

“Ancora non capisco perchè tu le abbia chiesto di fare una cosa simile, comunque non cercherò di contraddirti all'ultimo momento...” disse Loki alzandosi per avvicinarsi a Thor.

“Sai che non ascolterei in ogni caso...”

“Su questo non avevo dubbi!” sorrise Loki “Quindi ci siamo...” disse incrociando lo sguardo di Thor.

“A quanto pare...” sospirò Thor.

“Piantala di fare scenate, l'hai già fatto una volta!” ghignò Loki.

“A me non sembra sia andata così bene quella volta infatti!”

“Dettagli...” sussurrò Loki.

“Dettagli?” chiese stupito Thor “Vieni qui...” disse stringendolo a sé.

“Stai cercando di soffocarmi?”

Thor rise.

“Al contrario...” disse baciandolo.

Passarono alcuni istanti prima che si scostassero.

“Quindi questa è l'ultima volta che ti bacio, principe...” sorrise Loki.

“Come sarebbe a dire?” chiese non capendo preoccupato che Loki avesse in mente qualcosa.

“La prossima volta sarai re no?” spiego Loki “Non avrai mica pensato che...?”

“No... Certo che non pensavo... Scusa se penso a cose simili!” disse “Diciamo che non mi hai risparmiato certo sorprese...” sorrise.

“Scendiamo prima che quest'ultima volta diventi l'ultima seriamente...” disse socchiudendo gli occhi provocando una risata del biondo.

“Stavo scherzando!” cercò di scusarsi.

“Non ci credo!”

“Loki...”

“No, non ci provare mi hai appena detto che credevi ti uccidessi!” disse alzando leggermente la voce.

“Non ho mai detto una cosa simile! E poi pensavo a qualcosa di meno definitivo in ogni caso!”

“Oh, beh grazie per la spiegazione! Ora si che è tutto più chiaro!” disse allontanandosi, ma Thor lo rincorse afferrandolo per un braccio.

“Loki...dai...non intendevo veramente quello che... Aspetta: stai per caso ridendo?” chiese stupito.

“Scusami...” disse riprendendo fiato cercando di smettere di ridere “Ma tu ci credi sempre...Ahahahah!”

“Ma...maledizione a te!” disse sorridendo baciandolo di nuovo “Non ci provare più...”

“Questo non posso garantirtelo!” disse unendo le labbra in un sorriso “Forza, dobbiamo scendere.” disse scostandosi, ma poi si ricordò di una cosa “Thor...”

“Si...” rispose il biondo cercando il suo sguardo.

“C'è una cosa che...” sospirò “Senti questo è tuo...” disse facendogli comparire fra le mani una spilla. Due smeraldi verdi incastonati in un intreccio di fine fili d'oro.

“Originariamente gli smeraldi erano molto più grandi, ma avrebbero dato nell'occhio.” puntualizzò Loki.

“E' perfetta...” sorrise Thor “Qualcosa mi dice che dovrò indossarla oggi, vero?” disse alzando lo sguardo.

“Beh... Diciamo che ci rimarrei molto male se non lo facessi, ecco.” disse Loki facendo scomparire il sorriso che però tornò a dar luce alle sue labbra pochi attimi dopo “Thor non sei obbligato, è un mio regalo, non pretendo che tu...”

“La metterò subito!” disse zittendolo. La nuova armatura permetteva al colletto della maglia sottostante di salire fin a coprire il collo “E poi mi serviva...” disse una volta che l'ebbe allacciata.

Loki sorrise scuotendo la testa.

 

**

 

Thor si trovava inginocchiato di fronte al trono, alle sue spalle quasi tutto il popolo di Asgard. La cerimonia era iniziata da pochi minuti, ma il tempo sembrava non scorrere mai.

La regina, che aveva preso il posto di Odino, fece il discorso iniziale, lo stesso, che quasi due anni prima, aveva fatto suo padre.

Thor non aveva sentito quasi la metà dell'orazione, intento a sorridere a Loki, che faceva finta di non vederlo, e a controllare la piccola che dormiva beata fra le braccia di un'ancella da quando la regina l'aveva lasciata poco prima per iniziare la cerimonia.

Quella sarebbe stata una delle ultime volte che la piccola sarebbe stata allontanata da Loki, presto anche il popolo avrebbe saputo la verità. Era una delle prime cose che intendeva fare appena diventato re.

“Alzati figlio di Odino...” disse leggermente commossa Frigga.

Thor ringraziò di aver prestato attenzione almeno a quella frase.

“Questo è il tuo regno adesso, spero che tu possa governarlo da re giusto e saggio.” disse la regina mantenendo un certo contegno.

“Lo farò.” rispose Thor prendendo il lungo scettro che la regina aveva fra le mani. Riconobbe lo scettro del padre a cui erano state apportate leggere modifiche, si voltò a guardare Loki che sorrise, evidentemente era opera sua.

S'inchinò alla madre e raggiunse le scale che conducevano allo scranno, quando si fermò in attesa della seconda parte dell'incoronazione.

Jane, nascosta da alcuni drappi sul fondo della sala, ricevette istruzione d'entrare. La ragazza avanzò lentamente in mezzo all'immensa sala del trono, fra due file di persone con gli occhi puntati su di lei. In mano teneva il calice ricolmo d'acqua.

Loki aveva il compito di scendere ed accompagnarla all'altare. In quel momento Thor pensò di aver esagerato dandogli quel compito, non voleva che per la seconda volta l'incoronazione fosse interrotta e questa volta per un assassinio.

Respirò e cercò di mantenere la calma fissando la ragazza raggiungere il trono.

Ancora pochi passi e Loki si mosse avvicinandosi a lei, le offrì la mano, ma Jane inciampò e il chiaro liquido si riversò quasi interamente a terra.

Loki ritrasse la mano di scatto.

“Va tutto bene...” si intromise Frigga vedendo i figli in difficoltà “Capita...” disse ad alta voce, sorridendo alla giovane “Non è questo che non ci permetterà d'incoronare il principe di Asgard. Che venga portata altra acqua!” disse alla servitù che stava seguendo l'incoronazione.

Solo allora Thor notò Loki allontanarsi dalla sala.

“Vogliate scusarmi alcuni attimi...”

“Thor!” lo chiamò la madre esterrefatta dal suo comportamento.

“La cerimonia riprenderà fra pochi minuti, non preoccupatevi...” disse abbandonando il trono e seguendo Loki che si era defilato pochi istanti prima.

Lo raggiunse in una stanza, attigua alla sala del trono, usata in quell'occasione per conservare le decorazioni per le cerimonie e al momento semi vuota.

“Loki...” lo chiamò Thor.

“Vai di là, Thor...” disse con voce bassissima.
Non lo poteva scorgere in viso, gli voltava la schiena e si nascondeva nel lungo mantello verde che gli cingeva le spalle e che lui teneva, al momento, tirato di lato.

“Cosa c'è?” aveva visto la sua espressione quando era uscito dalla sala e sapeva che nascondeva qualcosa.
“Loki, dimmi che ti prende, non è successo nulla...”

“Questo è nulla, Thor?” disse voltandosi, la sua mano aveva preso una chiara sfumatura blu che stava risalendo per la pelle del collo e gli occhi di un intenso colore rosso.

“Come....” disse senza parole Thor.

“Vattene!” urlò Loki.

“No!” Thor avanzò stringendolo a se, ma il moro cercò di liberarsi, senza successo.

“Sono un mostro...” disse quasi biascicando al limite delle lacrime.

“Non voglio più sentirti dire una cosa simile.” lo redarguì subito Thor “Loki... Mi ascolti?”

Il moro annuì.

“Non sei un mostro, hai capito?” disse passandogli le mani sulla schiena.

Loki annuì di nuovo.

“Che è successo?”

“Jane!” disse fra i denti “Quella sgualdrina!” ringhiò.

“Come è possibile? Era di fronte agli occhi di tutti!”

“Come è possibile? Chiedilo a lei visto che è una tua amica!” disse alzando la voce “Quella non era acqua, ma ghiaccio!” ringhiò di nuovo, “E lei sapeva! Lei sapeva che effetto avrebbe fatto su di me, come sapeva che sarei stato io ad accompagnarla al trono!”

“Calmati...” disse Thor cercando di trattenerlo fra le sue braccia ma questa volta il moro riuscì a liberarsi iniziando a muoversi all'interno dalla stanza, agitato.

“Lei sapeva che mi sarei trasformato ed era a conoscenza che il popolo ne è ancora all'oscuro! Glielo hai detto tu!” disse puntando a Thor un dito “Tu gli hai dato quest'idea!”

“Loki! Io non ho detto nulla!”

“Certo che no. Sei idiota, ma non penso fino a questo punto!”

“Loki! Ora basta! Cerca di calmarti!”

“Calmarmi? Io la voglio vedere in fondo ad un lago, appesa per il collo a un dirupo, io...”

“Loki! Guardami!” disse avvicinandosi e facendo alzare lo sguardo al modo “Ti prometto che verrà punita. La rimanderò immediatamente su Midgard! Non può pensare di farti una cosa simile e passarla liscia...” disse cercando di calmarlo accarezzandogli una guancia, lentamente la sua pelle tornò del suo classico colorito pallido e gli occhi tornarono di un bel verde brillante.

Sentirono alcuni passi in lontananza e si separarono.

“Mio signore...” disse una guardia scorgendo i due.

“Ditemi...” disse Thor.

“La regina chiede di voi. L'incoronazione deve continuare...”

“Portatemi Jane, dite alla regina che mi servono ancora alcuni minuti e poi la cerimonia continuerà senza ulteriori interruzioni.”

La guardia annuì ritornando pochi attimi dopo con l'umana.

“Thor mi dispiace, sono inciampata e...”

“Risparmiati questa messa in scena.” disse atono.

“Come?”

“Perchè, Jane? Io mi fidavo di te...”

“Scusa... Io non capisco...” disse la giovane.

“Cosa non capisci? Come non sei riuscita a vuotarmi tutto il calice addosso? Mi dispiace per te, non hai una buona mira!” disse Loki redarguendola.

“Loki!” lo fermò Thor “Perchè Jane? Permettimi di capire. Perchè? Il tuo obiettivo era rivelare la vera identità di Loki? Bhe, di certo avresti animato la cerimonia se il tuo piano fosse riuscito, ma per tua informazione questa sarà la prima cosa che farò da re. Non saresti riuscita a dividerci in ogni caso.” disse secco.

Jane si immobilizzò di fronte a loro, la testa bassa, i lunghi capelli sciolti a coprirle il viso. Dopo poco alzò lo sguardo sorridendo, uno sorriso cattivo, quasi malefico.

“D'accordo.. Bravi! Mi avete scoperta. Quell'acqua era in realtà ghiaccio istantaneo, acqua in apparenza, ma appena toccata si trasformava in ghiaccio. Thor io ti ho sempre amato, lo sai! Non posso permettere che...”

“Che cosa?” chiese alzando la voce “Che non abbia scelto te? E' tutto qui? Sai benissimo cosa abbiamo dovuto passare, sai benissimo che se tu non avessi sbagliato avresti rovinato per l'ennesima volta la sua esistenza!” disse alzando la voce indicando Loki “Pensi che avresti risolto qualcosa? Pensi che non avrei cercato di salvarlo di fronte a tutta Asgard?”

“Ho accettato che tu avessi una bambina con quest'essere. L'ho accudita per mesi pur sapendo di chi fosse figlia!”

“Non nominare Leda insulsa cagna!” ringhiò Loki avvicinandosi, venendo poi trattenuto da Thor.

“Non voglio vederti con lui!” urlò la ragazza.

“Tornerai su Midgard, subito...” disse in un flebile sussurro Thor.

“Come?”

“Guardia!” chiamò il dio del tuono.

La guardia comparve subito.

“Porta lady Jane al Bifrost, assicurati che lasci Asgard e non vi faccia più ritorno.”

“Si, mio signore.” rispose la guardia prendendo Jane per un braccio.

“Thor non puoi farmi questo...” disse mentre veniva trascinata via.

“Certo che posso, sono quasi re e ogni mio ordine è legge.”

“L'ho fatto per te!”

“No, non l'hai fatto per me...” disse atono “L'hai fatto per te stessa e per il tuo orgoglio...”

“Non puoi lasciarmi andare così...”

“Guardia, portatela via! Subito, non voglio più sentirla parlare...”

Sentì alcune imprecazioni, la giovane che faceva resistenza e poi la calma.

“Stai bene?” chiese Thor voltandosi verso Loki che si era appoggiato alla parete più vicina tenendosi la mano, prima blu ora di un chiaro colorito pallido, vicino al petto.

Loki annuì.

“Si....si sto bene...” disse guardando giù “E' vero che è la prima cosa che farai da re?” chiese preoccupato.

Thor annuì.

“E' la prima cosa che farò. Non dovrai più nasconderti, tenerti a distanza dal trono o doverti separare da nostra figlia ogni volta che ti trovi in pubblico...” disse scostandogli i capelli che gli erano caduti sul volto sistemandoglieli dietro le orecchie.

“Ti voglio al mio fianco e con nostra figlia. Non mi interessa cosa il popolo dirà...”

“Non sottovalutarlo Thor...”

“Non lo sottovaluto, semplicemente dirò quello che sarà giusto dire...”

“Questo non vuol dire che ti dovrò sposare...” disse sorridendo.

“Mmm... Suppongo che prima o poi ti convincerò!” rise .

“Dovremmo tornare...si chiederanno che fine abbiamo fatto...” disse Loki.

“Dovrò trovare qualcuno che porti il calice.” sorrise.

“Assicurati che ci sia dell'acqua vera questa volta...”

 

**

 

“Dov'è la ragazza?” chiese Frigga accostandosi a Loki appena Thor fu di nuovo in piedi di fronte al trono “Che è successo?” chiese notando l'espressione del moro.

“Ce ne siamo liberati...” sorrise ghignando “E' una lunga storia da raccontare proprio in questo momento. Madre scusatemi ora devo preoccuparmi di una cosa...” disse allontanandosi verso il fondo della sala fermandosi solo quando scorse il gruppetto di amici di Thor.

Fermò il valletto con il calice, nuovamente pieno d'acqua, e si avvicinò a loro.

“C'è stato... Un piccolo disguido, ecco...” disse a loro “Hogun penso che questo tocchi a te, se te la senti ovviamente...” disse porgendogli il calice.

“Non me lo stai chiedendo per quello che è successo con tuo fratello, vero?”

“Anche...” rispose sinceramente, una delle poche volte che avrebbe ammesso la verità.

Hogun afferrò il calice inchinando il capo.

“Grazie.” disse il soldato avanzando nel bel mezzo della sala.

La cerimonia procedette senza intoppi.

“Inchinatevi ora davanti al nuovo re di Asgard!” disse sorridente la regina concludendo la cerimonia.

Tutti si inchinarono a Thor.

“Alzatevi, vi prego...” disse Thor mettendosi in piedi di fronte al trono “Asgardiani, avevo promesso che questa sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto una volta diventato re, ora mi accingo a mantenere la mia promessa. Loki...sali...”

Il popolo si ammutolì voltandosi lentamente verso il moro che si trovava vicino alle scale.

Loki si guardò intorno per poi farsi coraggio e salire per raggiungere Thor.

“Cosa stai facendo? Poprio adesso? ” sussurrò quando gli fu abbastanza vicino.

“Fidati di me....” gli sorrise.

Il moro si voltò di fronte alla sala stupefatta.

“Non so che voci siano giunte alle vostre orecchie, di certo questa è l'unica verità e spero che vogliate credermi. Dovete solo al principe Loki se Asgard oggi è qui a festeggiare quest'evento, senza la sua prontezza e la sua magia oggi saremmo nelle mani di Byleistr... o sareste nelle sue mani, perchè posso dire che quasi certamente noi non saremmo più stati qui...”

Loki abbassò lo sguardo prevedendo una catastrofe.

“Avete sempre conosciuto il principe Loki come mio fratello...bhe non lo è...”

Loki al momento avrebbe voluto sprofondare, ma non trovò la forza di muoversi.

“Sapete benissimo che da qualche mese sono diventato padre, quello di cui siete all'oscuro è che Leda è nostra figlia...”

Un mormorio si alzò dalla folla.

“Silenzio!” urlò Thor senza alcuna nota di rimprovero “Loki prendi la bambina...” disse lentamente voltandosi verso di lui “Vi state chiedendo come sia possibile?” sorrise “Loki è figlio di Laufey...ma ha rinnegato il suo stesso padre per restare con noi. Volevo che tutti ne foste a conoscenza...” disse scorgendolo tornare con la bambina fra le braccia “E da oggi voglio che lo consideriate il futuro principe consorte e non tollererò nessuna mancanza di rispetto nei suoi confronti. A chi non rispetterà questa cosa si apriranno le porte delle prigioni... O peggio. Chiaramente non vorrei mai arrivare ad attuare una cosa simile per cui spero che voi possiate capire. Per il bene di tutti.” finì Thor.

Il popolo sembrò gelarsi a quelle rivelazioni ma lentamente iniziarono a risuonare scrosci di applausi che in poco tempo assordarono la sala.

Thor alzò le mani facendo calmare l'applauso. La piccola in lacrime per il forte rumore era stretta fra le braccia del moro.

“Eravate qui per conoscere una persona no?” sorrise Thor “Lei è la principessa Leda...” un nuovo scroscio di applausi arrivò dalla folla, Thor lasciò che lentamente si calmassero prima di terminare di parlare.

“Bene, penso di aver detto tutto per oggi. Vi invito a prendere parte alla festa che si terrà fra poco...” disse sorridendo voltandosi verso Loki aspettando che la folla scemasse verso il palazzo.

“No dico... Ma sei impazzito?” chiese Loki.

“Meglio così no? Ora sanno tutto, niente più segreti, non c'è più bisogno che tu ti nasconda...”

“Non mi riferivo a questo! Che cos'è la storia del ?”

“Loki...”

“Non crederai di convincermi a una cosa simile?” chiese il moro.

“Thor!” lo chiamò la madre appena riuscì ad avvicinarsi.

“Di chi è stata questa brillante idea?” chiese guardandoli entrambi.

“Vi pare che sia mia?” chiese Loki sistemandosi la bambina fra le braccia.

“Thor...” sussurrò la regina scuotendo la testa.

“A me sembra che sia andata bene.” sorrise il biondo.

Frigga scosse la testa sorridendo.

“Dovremmo insegnarti un po' di cose... Ad esempio come parlare da re!”

“Credo di essere stato abbastanza chiaro...” sorrise Thor.

“Già! Fin troppo!” rise la regina “Volevo chiedervi....” ma si fermò a guardarli entrami “Allora avete deciso?”

“Che cosa?” chiese Loki.

“Principe consorte?” chiese.

“Lui ha deciso, io non ho avuto voce in capitolo!” chiarì Loki.

“Ci penseremo poi...” disse la regina voltandosi sorridendo a Thor, non vista da Loki che si era voltato “Ti aiuterò io...” sussurrò appena udibile al nuovo sovrano.

“Grazie madre!” le rispose Thor.

 

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