The strange side of the Beatles

di StreetsOfLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- La brutta nottata di Paul ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4-La brutta nottata di George ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Che nottataccia anche per John! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- La magica notte di Ringo ! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Siamo nella Londra degli anni sessanta.

È una serata piovigginosa - d’altronde siamo in autunno e in una delle città abbonate alla pioggia- e quattro figure apparentemente simili si stanno dirigendo in un ristorante cinese dopo una giornata pesante di lavoro.

“Quanto dista ancora questo cavolo di ristorante Paul? Sto morendo di fame!”

“Non molto George”

“Ma come fai ad avere fame se fino a due minuti fa ti sei ingozzato di merendine !” chiese allibito Ringo.

“Stai zitto tu!” disse George mettendo su un broncio.

Dovete sapere, cari lettori che non bisogna mai parlare con George del suo squilibrio alimentare, è un tasto dolente quello!
George ha un rapporto speciale con il cibo, a lui piace assaggiare diversi sapori nell’arco di una giornata e più ne sono meglio è; poi non è colpa sua se ha un metabolismo così veloce che ha fame anche dopo un abbondante pasto!

Ma ora ritorniamo alla storia.

Dove sono finiti? Ah, eccoli, sono appena arrivati al ristorante.
Il morale di George sembra risollevato; è sempre così, ogni volta che mette piede in un ristorante, e ogni volta che fiuta odore di cibo !

“Salve, io sono Ping e salò la vostla cameliela pel stasela” si presentò la cameriera accompagnandoli al loro tavolo.

“Cosa è successo alla sua erre?” chiese preoccupato George.

“George, non è educato chiedere certe cose! E a una signorina poi !” lo rimproverò bonario John.

“Ah no?” chiese sorpreso il ragazzo.

“No, no” gli fece eco John.

“Allora mi scusi molto” George piegò la testa in direzione di Ping.

“Sa, lui è un gentiluomo” disse John con un sorriso sadico.

Ping, sebbene spaventata da quei strani individui, con sangue freddo e determinazione prese l’ordinazione.

“Il piatto del giorno per quattro anzi per cinque, George è molto affamato stasera” disse cordiale Paul alla cameriera.

Ping urlò qualcosa in una lingua strana a un suo collega che a sua volta urlò la stessa cosa a un altro cameriera che a sua volta urlò l’ordinazione al cuoco.

Ringo si spaventò di quella strana lingua e si guardò intorno dubbioso.

“Paul? Sei sicuro che sia buono questo ristorante?”

“Si, si, me l’ha consigliato un amico della cugina della zia della portiera di casa di mio fratello”

Rimasero un po’ allibiti dalla risposta di Paul tanto che Ringo ancora cercava di capire chi fosse stato a consigliare il ristorante.
Dopo un quarto d’ora di attesa arrivò la cena con evidente gioia di George.

I ragazzi passarono una bella serata fino a quando non arrivò il momento in cui Ping non gli fece quella proposta che è alla base della storia.


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Ehm, si, non so come me ne esco con simili cagate, però dovete scusarmi!
L'unica cosa che dirò è che tenterò di pubblicare una volta alla settimana e
che il titolo fa alquanto schifo ma è più complicato scegliere il titolo che scrivere
l'intera storia xD
l'allusione all'album dei Pink Floyd non è casuale però trovo che ci stia bene con
la trama della "storia" :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


25 ottobre


La cena è stata di vostlo gladimento signoli? Volete qualcos’altlo?”

“Tutto molto buono, fate i complimenti allo chef” rispose Paul sorridendole.

“Credo che siamo pronti per il conto” aggiunse John.

“Celtamente, ma plima volevo sapele se gladi leste un bicchiele di una nostla bevanda segleta… è magica!”

“Magica, eh? Uhm, perché no, io la prendo !” disse George.

“Dai proviamola tutti! Ce ne porti quattro!” disse John.

“Subito signoli” Ping fece un cenno con la testa e si diresse in cucina.

Ringo era il meno convinto di tutti, non si fidava molto.

“Ragazzi siete sicuri che sia una buona idea? Chissà che cosa ci metterà dentro!”

“Suvvia Ringo, non essere sempre il solito fifone! Bisogna provare nella vita!” lo apostrofò Paul.

“Sai, hai ragione! Me la berrò tutta fino all’ultimo sorso!”

“Sì, questo è lo spirito giusto!” John diede una pacca sulla spalla dell’ora valoroso Ringo.

Ping attraversò il locale diretta verso i suoi strambi clienti con in mano un vassoio con sopra quattro calici dalla forma strana.

“Ecco a voi” li servì Ping posando ciascun bicchiere di fronte ognuno di loro.

“Ha un colorito strano” disse Ringo non appena la cameriera si allontanò.

“Chi assaggia per primo?” chiese George.

“Io no!” risposero simultaneamente gli altri tre.

“Al mio tre tutti insieme!” propose Paul.

“Uuuno…duuuue…tre!”
Prendendo coraggio alzarono i bicchieri insieme e mandarono giù tutto d’un sorso il loro contenuto.

“Bleaaah!” disse George sputacchiando con faccia disgustata.

“è nauseante” disse John con una smorfia.

Paul fece un cenno alla cameriera di portare subito il conto.

“Piaciuta la bevanda?”

“Yum, deliziosa” disse poco convinto John.

“Ha un sapole molto palticolale! È una bevanda che viene plodotta solo in questo ristolante” disse con fiero patriottismo Ping.

“Davvero interessante … tenga – disse Paul dandole i soldi- il resto lo può tenere” le fece un occhiolino.

“Paul, non ci starai mica provando?” sussurrò John all’amico.

“Bhè, è carina” fece alzando le spalle.

“Glazie mille signoli” Ping fece un inchino profondo e poi li accompagnò alla porta ignorando le avance del povero Paul.

Fuori tirava un brutto vento seppure aveva smesso di piovere.

“Facciamo un giro?” propose Ringo.

“No, fa troppo freddo e poi, non so come spiegarlo, ma mi sento strano … forse abbiamo mangiato tanto” John si massaggiò la pancia.

“Già anch’io … Meglio andare a dormire” gli fece eco George.
I nostri cari ragazzi non sapevano che cosa gli sarebbe successo di lì a poco, che avrebbero passato una notte insonne, turbolenta e piena di misteri.



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Lo so, questo capitolo è abbastanza noioso, 
e aggiungerei pure inutile, però ormai c'è, e non
lo posso togliere dalla storia, anche perché
ho già scritto gli altri (un paio..)
Cooomunque, l'unica cosa che magari è importante
è che siccome ho già pensato a come deve finire 
a questo capitolo ho messo il giorno in cui si è svolta 
la cena (il giorno è lo stesso del primo capitolo ovviamente) :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- La brutta nottata di Paul ***


Paul, dopo aver salutato i suoi amici si incamminò velocemente verso casa sua.
Aveva una strana sensazione allo stomaco, forse era solo un po’ di nausea dovuta al cibo cinese, pensò. Più i minuti passavano e più il dolore aumentava.
Maledetto cibo cinese !
Finalmente arrivò a casa. Era una bella villetta, situata in un quartiere abbastanza tranquillo e poi, era vicina agli studi di Abbey Road e al centro della città.
Cercando di fare il più piano possibile, girò la chiave nella toppa, si tolse scarpe e giubbotto e richiuse la porta dietro di se. In punta di piedi  salì al piano superiore.
Tutto quel silenzio improvviso gli fece ronzare le orecchie; era molto stanco e non vedeva l’ora di stravaccarsi sul letto. Aprì cautamente la porta della camera da letto per
non svegliare Jane, la sua fidanzata.  Si chino su di lei a lasciarle un lieve bacio sulla fronte poi si diresse verso il bagno.
Sentì ritornargli su la cena, un sapore acidulo gli invase la gola e sentì aumentare la salivazione; si buttò sul water giusto in tempo per svuotare il suo stomaco lì dentro e
nonsul pavimento piastrellato. La fronte gli si imperlò di sudore e un caldo cominciò a pervaderlo tutto, la vista si annebbiò … l’ultima cosa che vide fu Jane spaventata che
entrava nel bagno.
 
Ah, povero il nostro Paul, che nottataccia !
Però lui non sa che anche i suoi amici non hanno avuto una serata tranquilla !

La mattina seguente, Paul non si ricordava nulla, o quasi.
Si svegliò sotto un mucchio di coperte e cuscini.
“Ma cosa..? Jane, dove sei?” disse disorientato alzando i cuscini.
In quel momento la ragazza entrò nella stanza con un vassoio stracolmo in mano.  Era pieno di biscotti, fette di pane e marmellata e traballante al centro faceva la sua figura una bella tazza di tè fumante.
“Paul! Ti sei svegliato finalmente! Oh tesoro stai bene ? Come ti senti?” gli si buttò addosso-dopo aver posato il vassoio sulla scrivania adiacente il letto.
“Che è successo?”
“Non te lo ricordi? Eppure non sembravi ubriaco” chiese perplessa.
“Mi ricordo solo che siamo-io e i ragazzi- andati a cena fuori e che mi stavo sentendo male … poi ho ricordi confusi” si massaggiò la testa.
“Quello che posso dirti è che ho sentito dei rumori provenire dal bagno,  ho pensato ‘si sarà preso una delle solite sbronze con i ragazzi’ poi ho sentito un tonfo e mi sono preoccupata e ti ho trovato steso sul pavimento in bagno! Mio dio, non sai che spavento, per un momento ho pensato fossi morti !”
“Ah, si si, ora ricordo! Il cibo di ieri deve avermi fatto male allo stomaco e quando sono tornato a casa mi è venuto da vomitare e poi -puf-  sono svenuto. Bah, sarà stato anche il freddo, forse non avevo digerito bene…”
“Forse” ripetè lei, carezzandogli la guancia.
“Bene, niente di cui preoccuparsi, ora mi sento benissimo ! Che ore sono? … le dieci?! È tardissimo !”Si alzò di scatto dal letto, si mise addosso le prime cose che trovò
sparse per la stanza, poi, dandole un veloce bacio, salutò Jane e corse agli studi di registrazione.

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ehm, sì sono io che spunto come i funghi dopo settimane!
Scusatemi veramente tanto ma sia per la scuola che per la mia pigrizia
non avevo mai tempo per pubblicare D:
Se oggi aggiorno dovete tutti ringraziare Martamydear che con la sua
recensione mi ha fatto venir voglia di aggiornare xD
E sì, il capitolo è una bella schifezza, scusate anche per questo D:

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Capitolo 4
*** Capitolo 4-La brutta nottata di George ***


George si risciacquò per l'ennesima volta la bocca.
"Bleah, che schifo il sapore del vomito ! " grugnì.
Era già la terza volta che andava al bagno a rigettare, ora basta !
“Non dovevo mangiare quei biscotti!” pensò.
Dovete sapere, cari lettori, che la notte precedente quando era ritornato a casa aveva accusato lievi fitte allo stomaco.
Pensando che fossero per la fame si era andato a strafogare di biscotti in cucina.
Brutta scelta!
Ciò non fece altro che acuire le fitte e stette tutta la notte ripiegato su se stesso per il forte dolore.
Pattie, preoccupata e anche terrorizzata,!, non sapeva proprio cosa fare!
“George, vogliamo andare in ospedale? Non è normale che non ti passi” aveva così proposto.
“Non si va all’ospedale per un mal di stomaco ! Vedrai che domani starò meglio! È colpa del cibo cinese, tutto qui” disse tra un lamento e un altro il caro George.
Ritornando a stamattina …
 
"Geo tutto bene?" chiese Pattie, facendo spuntare il viso dalla porta, con voce preoccupata.
“Si si, credo di sentirmi meglio ora” prese lo spazzolino e si lavò i denti cercando di far sparire quel saporaccio dalla bocca.
“Giuro che se rivedo Paul lo ammazzo! Mannaggia a lui e al suo stupido ristorante !” disse sbattendo lo spazzolino nel bicchiere.
“Scommetto che è voluto andare lì solo per provarci con la cinesina …” borbottò tra i denti
“Dai, su, non esagerare ora! È anche vero che tu esageri nel mangiare” lo rimbeccò Pattie poggiando una mano sul suo viso.
George mugugnò qualcosa di incomprensibile, irritato, e poi volgendo lo sguardo al suo orologio da polso esclamò:
“Cavolo è tardissimo! Devo andare agli studi!”
“Ma George, stanotte non hai dormito per niente e sei pallido come un lenzuolo! Non puoi prenderti un giorno di riposo?”
“Mi sento meglio ora, non sono stanco, non ti preoccupare”.
“Uhm, se lo dici tu..! Vado in cucina e ti preparo qualcosa da mangiare”. Scese al piano inferiore senza nemmeno aspettare la risposta del marito.
“Non ho fame”. Si, questa frase è uscita dalle labbra di George Harrison, nato a Liverpool il 25 febbraio del 1943, proprio da lui in persona!
Si diresse direttamente verso il bagno a lavarsi e vestirsi mentre un’ignara Pattie preparava tutta contenta una ricca colazione.
“Amore io vado ci vediamo stasera” George sbucò alle spalle di lei le lasciò un bacio sulla guancia e così come era apparso improvvisamente, sparì.
“La colazione” sussurrò Pattie alla stanza vuota.
“George, non stai affatto bene, non hai mangiato nulla!” Pattie si diresse alla porta urlando queste parole alla macchina di George che si allontanava sul vialetto.
 
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Zam-zam!
Sono ritornata, inaspettatamente anche per me!
Stavolta sono state le recensioni di Blue Jay Way a farmi venire la voglia di pubblicare questo capitolo xD
Non che voi altri che recensite non siete di mia “ispirazione”, anzi vi ringrazio molto a tutti voi che non si sa
perché continuate a leggere le mie divagazioni mentali xD
Spero vi sia piaciuto il capitolo :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5-Che nottataccia anche per John! ***


“Presto datemi subito un estintore!” urlò John entrando come un indemoniato in casa sua.
Cyn, al piano superiore, si svegliò bruscamente.
Controllò il piccolo Julian nella culla poi scese di corsa le scale.
Le urla erano più forti e riconobbe la voce del marito.
“John! Che stai facendo, perché urli?” Cyn entrò in cucina e vide John che correva come un matto da una parte all’altra della stanza.
“Cyn la mia gola! Sta andando a fuoco, mi brucia da matti!” disse fermandosi davanti alla donna.
“Certo se poi ti metti a urlare come un deficiente non è che aiuti la situazione” disse sarcastica.
“Oh” John sembrò calmarsi; si portò le mani alla gola lamentandosi del bruciore.
“Vieni, prendi un po’ di sciroppo. Avrai preso freddo, sei uscito con una giacca leggera poi!” disse lei scrutandolo da capo a piedi.
John come un cagnolino seguì la moglie, fece quello che gli disse e poi si addormentò sperando che il giorno
dopo sarebbe stato meglio.
 
“cip cip”
Ma perché non si stanno mai zitti ‘sti cazzo di uccelli?
Si, ragazzi, non fate caso ai modi bruschi di John, in fondo non è famoso per il suo candore e la sua finezza !
John ebbe un bel risveglio canoro ignaro della pena che lo aspettava.
Il ragazzo si portò una mano alla gola notando con gioia che il bruciore era sparito.
<<  Ah, che bello!  >>  pensò.
Sentì dei passi avvicinarsi alla porta e qualcuno aprirla lentamente. La testa di Cyn spuntò dallo stipite.
“Oh, ti sei svegliato. Come va la gola? Brucia ancora?”
“No, va tutto be-“ John si interruppe bruscamente notando che la sua voce era flebile e roca.
“Oh cavolo, la mia voce!” gracchiò allarmato, mettendosi a sedere sul letto.
Cyn si sedette vicino a lui cercando di tranquillizzarlo.
“John calmati penso sia normale! Non ti preoccupare, sono sicura che tra qualche giorno ritornerà normale” gli lasciò un bacio sulla
guancia e continuò: “Sai che facciamo? Oggi stiamo tutto il giorno qui, tu non esci così non prendi freddo. Avverto gli studi che tu non vai, ok?
Tu intanto fai colazione”.
Stava per alzarsi ma John la fermò.
“Rimani un altro po’ qui” disse baciandola, “con me, nel letto. Sai per certe cose non c’è bisogno della voce” disse sorridendole maliziosamente.
“Ma John, il bambino?”
“Shh, starà ancora dormendo” e si avvolse intorno s Cyn portandola con lui sotto un mare di coperte alla ricerca del piacere. 

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Ehm... salve!
Il capitolo...bene, che dire?
lo so, non è un granchè però l'avevo già scritto da mesi (e lo posto solo ora, si, sono proprio pessima .-.) e non sapevo
come cambiarlo, perciò vi tocca questa.. cosa, chiamiamolo così per non essere volgari !
Vabbè, non vi scoccio con le mie chiacchiere! ringrazio tutti quelli che recensiscono e che leggono questa storia :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- La magica notte di Ringo ! ***


“Aah, devo ammettere che è stata proprio una bella serata” disse fra se Ringo carezzandosi  la pancia “e ho anche mangiato bene”.

Tirava un venticello piacevole e, nel parco in cui si era seduto, un buon odore aleggiava nell’aria.

Si potevano scorgere tra i cespugli e le aiuole dietro le panchine, alcune lucciole, che sembravano dei frutti dorati.

Una farfalla bianca svolazzò vicino al viso del giovane uomo, posandosi sul suo naso.

“Hey piccolina” la salutò divertito. Il lampione vicino a lui si spense rendendo l’aria più magica.

Ringo si voltò per ammirare lo spettacolo delle lucciole che danzavano per tutto il parco, facendo svolazzare via la farfalla.

Cominciò a canticchiare un motivetto a lui sconosciuto; poi, traendo ispirazione dall’idilliaco spettacolo davanti ai suoi occhi, aggiunse parole nuove a quel motivetto.

Stupito, Ringo corse verso la sua macchina e frettolosamente cercò carta e penna, mettendo sottosopra i divanetti della macchina, e prima di scordarsele, riportò su uno scontrino quelle parole per non scordarsele.

Euforico partì in quarta il più veloce possibile verso casa sua.

“Maureen! Maureen !”urlò euforico entrando in casa.

Salì a due a due gli scalini ed entrò in camera da letto.

“Mo!”chiamò la moglie.

“Ringo che c’è? Perché urli?” la voce impastata dal sonno.

“Una canzone! Ho scritto una canzone! IO!!”disse più euforico che mai.

Maureen si drizzò a sedere e puntò gli occhi addosso al marito.

“Sei serio? Cioè, voglio dire, davvero??!”

“Sì!”

Maureen si buttò addosso a Ringo e cominciò a urlare di gioia anche lei.

Il sonno ormai aveva abbandonato il suo corpo tanto era felice dalla notizia! Aveva voglia di ballare addirittura!!

La coppia passò metà della sera così, a urlare e ad abbracciarsi, a fare brindisi a piangere per la gioia; poi, verso le quattro del mattino, crollarono entrambi spossati sul divano.

 


Angolo della “”””””autrice”””””
Ehm…ma sssalve!
Guardate un po’ chi risorge dal mondo dei morti, yeeee !
probabilmente non interesserà a nessuno questo capitolo (neanche a me LoL) perché è veramente.. meglio non essere volgari !
Ma cooooonque, se siete qui a leggere ancora questa storiaccia, grazie mille <3
E spero, ma non prometto nulla, non sono un tipo affidabile, che magari il prossimo capitolo non lo posterò dopo mesi!
Scusatemi a lot per il ritardo, mi prostro ai vostri piedi umilmente c.c

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sono le undici di mattina.

Paul e George sono davanti agli studi di registrazione e aspettano gli altri due componenti del gruppo.

Paul si sente intimidito dallo sguardo di George che lo scruta.

<<  Tutto bene George? >> chiese con voce timida un Paul spaurito.

Di risposta, George, lo fulminò con lo sguardo.

Passarono un paio di minuti, poi, il considerato quiet Beatle, aggredì furibondo con le parole il nostro caro Paul.

<< Tutto bene? Mi stai chiedendo se va tutto bene? Tutto bene un corno ! Per colpa di quel dannatissimo ristorante cinese non ho chiuso occhio stanotte (!!) e ho vomitato peggio di una donna incinta ! >>

<< E che è colpa mia?! >>

<< Sì, perché tu hai scelto quel dannato ristorante solo per farti la cinesina che poi nemmeno te l’ha data, quindi è stato pure inutile ! >>

George ora si sentiva più libero e leggero.

Parve come se dopo aver detto ciò gli stesse spuntando un sorriso sulle labbra.
La fronte corrucciata si distese, gli occhi si addolcirono e, dopo aver emesso aria con uno sbuffo, anche il suo corpo abbandonò quella posa rigida.

<< George, ma che dici? Guarda che io non lo conoscevo quel ristorante e non sapevo avesse una cameriera carina! E poi mi sono sentito male anch’io … se questo può farti felice >>.

Il corpo di Paul, al contrario di George, reagì in modo opposto.

Il viso assunse un’espressione stizzita, il labbro inferiore si fece più sporgente e le sue sopracciglia si misero sopra gli occhi adombrandoli.

<< Bhè, comunque è colpa tua ! >> rispose George che odiava avere torto e dare ragione agli altri.

<< Vabbè, io entro, fa un freddo cane e quei due ancora non si vedono! >>.

Paul si diresse all’interno degli studi verso il loro adorato studio 2. George lo seguì a ruota.

<< Buongiorno George >> salutarono all’unisono i due ragazzi.

<< Salve ragazzi, dove avete lasciato il resto della ciurma? >. George Martin era il loro fedele e paziente produttore che li aiutava con le canzoni e cercava
di “esaudire” ogni loro richiesta, anche quelle più strambe!

Paul alzò le spalle come a dire “non lo so”, si tolse la giacca e prestò tutta la sua attenzione al suo amato Hofner.

George si andò a mettere dalla parte opposta a dove era seduto Paul, ad accordare le sue chitarre.

Dovete sapere che Georgie caro ogni mattina, anche se magari non ce n’era bisogno, accordava tutte le sue chitarre, poi, a malincuore, ne doveva scegliere solo una con la quale suonare e passava dieci minuti in solitudine con la chitarra scelta prima di iniziare a registrare.

Veniva sempre preso in giro dagli per questa sua routine, soprattutto da John, ma lui se ne infischiava e a bassa voce, senza farsi sentire dagli altri, consolava la chitarra per le risa ricevute.


Era passata mezz’ora da quando i ragazzi erano arrivati agli studi.

George (Martin) stava cominciando ad innervosirsi per l’assenza di Ringo e John. Camminava avanti e indietro per la sala.

<< Avete fatto qualcosa ieri sera? Vi siete ubriacati ? >> chiese fermandosi.

<< No, siamo solo andati a mangiare in un ristorante >>

Riprese il suo passeggio per la stanza cercando di farsi passare la voglia di fumarsi una sigaretta.

George e Paul continuavano ad ignorarsi come dei bambini.

Paul era arrabbiato con George perché lo riteneva responsabile del suo malore e George era arrabbiato con Paul…beh, lo sappiamo il perché !
No, in realtà non lo sappiamo, ma da persone educate quale siamo ci facciamo gli affari nostri e non indaghiamo oltre.

Ciò che nessuno sapeva era che un movimento maldestro di Paul avrebbe fatto cadere una delle chitarre di George, facendo quasi venire un infarto a quest’ultimo.

<< Cosa. Hai. Fatto ? >> George vedeva rosso dalla rabbia, gli prudevano le mani per la voglia di voler uccidere Paul McCartney.

Paul indietreggiò balbettando delle scuse. Si sentiva come una preda che sta per essere uccisa.
Benché George non fosse molto robusto, sapeva essere molto pericoloso quando si trattava delle sue chitarre (e del cibo).

<< Di le tue ultime parole perché ora sei un uomo morto >>. George pronunciò queste parole con una calma e una freddezza nella voce da far accapponare la pelle.

Paul raggelò all’istante, l’unico rumore era il rumore del respiro di Paul che aumentava per la paura; deglutì rumorosamente, poi quando vide George scattare verso di lui, cominciò a correre per la stanza.

<< Ragazzi non fate troppi casini, io vado a fumare >> il buon George..Martin.. non riuscì a non cedere al suo vizio e si diresse verso la terrazza degli studi.

<< George non te ne andare, salvami! >> implorò Paul disperato.

<< Sei mio ora, non ci sarà nessuno a salvare te o il tuo bel faccino >> esclamò George con un ghigno in faccia e buttandosi a peso morto sulla sua preda e sedendosi sopra di essa.

<< Georgie, lo sai che ti voglio bene, ti prego liberami, non volevo fare del male a Betsy >> piagnucolò.

<< Non era Betsy, era Joy >>

Sì, le chitarre di George hanno tutte un nome … femminile ovviamente.

E Bet… ehm.. volevo dire Joy era una delle privilegiate. George l’adorava. Le cambiava le corde ogni due settimane e la tirava sempre a lucido.
Il suo ultimo regalo per lei era stata una nuova tracolla color rosso fiammeggiante.

George stava per assaporare la sue preda quando qualcuno lo interruppe.

<< Heilà ragazzi? Che combinate ? >>

<< Ringo ! amico mio! Lo sai che ti voglio tantissimo bene, perché non vieni qui e mi aiuti a togliere questo facocero da dosso? >>

George si alzò di malavoglia e andò a consolare Bet.. Joy.

<< Uhm.. sapete la novità!? >> esclamò di colpo Ringo.

<< No, quale? >> chiese con noia Paul.

<< Ho scritto una canzone ! >> disse tutto sorridendo Ringo.

<< COSAA? >> Paul e George rimasero a bocca aperta per molti secondi tanto che George tornò dalla terrazza spargendo odore di tabacco per la sala.

<< Oh, Ringo! Manca solo quel fannullone di John! >> disse scherzando.

Poi notò le espressioni degli altri due ragazzi. << Che succede? >>

<< Niente. Ringo ha scritto una canzone >>.





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Angolo autrice:
Oh-oh, eccomi di nuovo ! e stavolta non dopo mesi (certo sempre tardi aggiorno però meglio dell'altra volta v.v )
Che dire? niente in realtà, volevo solo ringranziare tutti i matti (scherzo eh!) che leggono e addirittura fanno complimenti alla mia storia!
Ma grazie veramente tanto, siete tutti veramente gentili C:

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


<< Ringo ha scritto una canzone >>

Il cervello del produttore ci mise un po’ prima di comprendere appieno il significato della frase. 

<< Oh. Oh-oh ! Davvero? >> stupore. << Ringo, bene, finalmente, è un ottima notizia ! >>.

Il volto di Mr Martin si illuminò di un sorriso.

<< Dai, fammi vedere il testo ! >> poi aggiunse << Paul, ne hai uno anche te per caso da mostrarmi ? >>.

<< Certo >> disse un po’ nervoso.
Cercò nella tasca del giaccone e prese un foglio che in realtà giaceva lì da settimane perché quel testo non lo convinceva affatto, ma, punto sul vivo e per non essere da meno a Ringo –aaah, l’orgoglio maschile!! – lo consegnò a George Martin.

Bene ragazzi, è giunto il momento dell’inizio del declino mentale di Paul, quindi, cari lettori, vi prego di non avere giudizi troppo malevoli nei suoi confronti; tutto le sue prossime azioni saranno dettate da una mente fuorviata, povero Paul!

Ci sono giovani e belle fan disposte a consolarlo per caso?

Erano  passati alcuni minuti e George ancora stava valutando i due testi.
Paul era tutto teso, anche se cercava di non darlo a vedere, mentre Ringo era apparentemente tranquillo mentre dentro di se scoppiava di gioia per il fatto di aver scritto una canzone!
E non gli importava se fosse stata bella o brutta, l’importante era che fosse riuscito  a scriverne almeno una di canzone!

<< Bhè, Ringo, come prima canzone non è male. Certo non è la più bella canzone mai scritta però come prima bozza.. e magari potresti farti aiutare da Paul e John per migliorarla >> disse guardando ancora il foglio.

Poi rivolgendosi a Paul continuò: << Paul, che dire, il testo è molto buono, anzi, anche di più, mi piace molto, penso che se riesci a costruirci sopra una buona melodia sarà il vostro
prossimo numero uno >>.

Riconsegnò i testi ai loro rispettivi autori.

Non appena Paul prese il foglio in mano, raggelò.

<< George ? >>

<< Sì, Paul ? >>

<< Q-questo non è il mio testo, è quello di Ringo >> Paul sperava che si fosse solo sbagliato a consegnare i fogli e non a fare i giudizi.

<< Oh, davvero? Questo è il testo di Ringo? >>. George era un po’ in imbarazzo e cercò di riparare la situazione:
<< Oh, bhè, Paul il tuo testo comunque è chiaro che lo devi finire … ehm.. insomma non è brutto, può certamente migliorare e diventare un buon singolo… E Ringo! >> disse dando le spalle a Paul << che dire, gran bella canzone, hai già in mente una melodia ? >>.

George sapeva di aver colpito Paul nel suo orgoglio ma per il momento voleva non pensarci.

<< Bhè, veramente qual cosina in mente ce l’avrei… avevo pensato… >>.

I due si misero a discutere animatamente di archi e archetti, trombe e tamburi, una chitarra qua e un suono più  dolce là.

Paul intanto era rimasto immobile, come raggelato sul posto, stringendo compulsivamente in mano il testo di Ringo senza avere il coraggio di leggerlo.

George, il nostro Georgie, era rimasto offeso dal comportamento di Ringo che non si era neanche informato sulle condizioni di Betsy, ehm, volevo dire, Joy, e se ne stava col broncio nel
suo angolino con le sue chitarre.

In momenti del genere, solitamente George avrebbe cominciato a mangiare, ma non aveva fame e non sentiva neanche l’impulso di andare a mettersi qualcosa in bocca.

Cose strane stanno succedendo !

Non c’è proprio un bel clima quest’oggi ad Abbey Road, meglio ritornare tra qualche giorno, magari le acque si saranno calmate… o almeno lo speriamo!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


<< Un giro, un giro ancora, un altro giro … et voilà, fatto! >> gracchiò John sistemandosi la sciarpa al collo.

<< John, è solo un mal di gola, non c’è bisogno di avvolgersi in questa maniera! >> disse Cynthia ridacchiando allentandogli di poco la sciarpa.

<< Solo un mal di gola? Cyn sono un cantante, senza la voce non posso fare nulla, è come se un giocoliere si presentasse senza un braccio ! >> esalò frustrato.

<< Ma lo so amore, devi solo stare calmo e non agitarti, un paio di giorni e starai come prima. Per ora puoi solo dare un aiuto strumentale, ma vedrai che presto ritornerai
ad avere la tua magnifica voce >>. Appoggiò la testa sulla spalla di lui, abbracciandolo da dietro.

<< Ti amo >> e la baciò.

*


Avviciniamoci di più alla città, nel quartiere dove sono anche  gli studi di Abbey Road, in particolare nella zona di St John’s Wood, dove un noto musicista abita.
Andiamo a vedere cosa combina!

<< No, no, no , no ! >>.

Paul stava stracciando l’ennesimo foglio di carta sul quale era stilato l’ennesimo tentativo di scrivere una canzone.

<< Porca puttana che schifo! >> disse battendosi le mani sulla testa.

Si accese nervoso una sigaretta …. L’ennesima anche questa!

Non poteva sopportare il fatto che Ringo avesse scritto una canzone e che George Martin l’avesse ritenuta così buona addirittura da proporla come nuovo singolo!

Paul era avvelenato dalla rabbia; il suo orgoglio era stato ferito e cosa ancora peggiore, ora come ora, non riusciva a scrivere un altro testo decente.

“ Forse mi devo calmare “ pensò.

Potente deduzione Paul! Comunque, purtroppo, credo che ci vorrà più di questo per ritornare a riscrivere canzoni, caro Paul … !

Il ragazzo prese un respiro profondo, poi, guardando l’orologio, decise che era giunto il momento di andare agli studi.
E John avrebbe fatto meglio a venire questa volta .. !

*


“Perché proviene della musica dalla nostra sala?” si chiese Paul, avvertendo come un sesto senso che non c’era nulla di buono in questo.

“Uhm, il motivetto è abbastanza carino, ma chi è che suona? Non possono di certo essere gli altri, non possono aver iniziato senza di me.. “

Oh - oh, Paul, non credo che tu lo voglia scoprire davvero, ti direi di ritornare a casa, ma non posso fare nulla per fermarti, sono solo una voce fuori campo … !

Paul posò la mano sulla maniglia.
Paul mosse la mano verso il basso per aprire la porta.
Paul si bloccò sulla soglia della porta attonito dal tremendo spettacolo che si presentava ai suoi occhi.

Ringo davanti al microfono. Il suo microfono, quello che in genere usava lui !
Ringo alla sua (di Paul) postazione  che- e qui Paul non ci vide più- teneva in mano uno strumento a corde;
uno strumento a quattro corde, per essere precisi; uno strumento che aveva l’aspetto di un violino;
lo strumento di Paul.

Paul, bocca serrata, inspirò ed espirò rabbioso dalle narici prima di avventarsi contro il batterista …

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Jane Asher era un’attrice molto nota in quel periodo. Era anche una bella ragazza.

Ma, più di tutto, era nota per essere la fidanzata di una delle quattro persone più adorate degli anni sessanta.

Era una ragazza molto riservata e composta, elegante e raffinata.

Si trovava agli studi televisivi per le riprese di un nuovo film. Era uno di quei soliti giorni calmi e noiosi in cui non accade niente di speciale, bisognava studiare la parte del copione e fare conoscenza con il nuovo regista e il cast con cui avrebbe lavorato. Ma quello che Jane non sapeva era che di lì a pochi minuti avrebbe ricevuto una strana chiamata che l’avrebbe allarmata.

<< Signorina Asher c’è una chiamata per lei >>

<< Uh ? >> la ragazza alzò distratta la testa dal suo copione che stava studiando da quella mattina. << E da chi? >>.

<< Un certo George Martin >> disse l’assistente.

George Martin ? Che cosa voleva mai da lei il produttore di Paul e dei ragazzi ? pensò preoccupata la ragazza.

Si diresse verso il telefono stupefatta e perplessa mise il ricevitore all’orecchio:
<< P-pronto? >>

<< Signorina Asher? Sono George Martin, il pr- >>. Jane lo interruppe.

<< So chi è lei. Come posso esserle utile ? >> cercò di risultare il più gentile possibile ma era veramente stranita dalla situazione.
Nervosa, cominciò ad attorcigliarsi una ciocca di capelli tra le dita.

<< Ehm.. riguarda Paul. Ha avuto ecco… una specie di attacco di.. di… >> Jane percepiva la voce tremolante e insicura del produttore e venne presa
ancora di più dall’ansia.

<< Che è successo ? Sta male? Gli è stato fatto del male? >>

<< Non proprio.. diciamo che ha aggredito Ringo in un attacco di gelosia >>

Jane rimase a bocca aperta. Paul ha attaccato un suo amico? Paul ha attaccato Ringo? Paul ha attaccato Ringo in un attacco di gelosia ??

<< Signorina? Signorina si sente bene? È ancora lì ? >>.

Ci volle un altro minuto buono prima che Jane si riprendesse e riuscisse a produrre dei suoni che assomigliassero a delle parole.

<< Ehm.. io, sì, cioè.. sì, ci sono >> prese un respiro profondo. << Che è successo a Paul, mi scusi? >>.
Sicuramente aveva capito male. No, ti pare che Paul, Paul McCartney, la dolcezza fatta a persona avesse potuto attaccare Ringo ?

<< La pregherei di venire subito qui agli studi, Paul non è ancora calmo, e sta urlando una serie di cose e speriamo che lei possa calmarlo >>.

<< V-va bene, faccio il più in fretta possibile >>. Jane riattaccò il ricevitore e rimase immobile prima di realizzare appieno quello che le era stato chiesto e di correre fuori dagli studi.

Povera Jane, è stra-preoccupata e non sa che cosa pensare. Che cosa è successo al suo Paul ? Povera, povera Jane, saranno settimane di inferno per lei le prossime !


Andiamo a vedere come sta Paul! Verso gli Abbey Road studios a tutta birra !!
 

<< Paul ? che cazzo di problemi c’hai? Mi hai quasi spaccato un braccio ! >>. Ringo era furioso per essere stato braccato come un animale dall’amico e si massaggiava la parte lesa.

George teneva Paul da dietro per le spalle e non era un compito semplice. George era più mingherlino dell’amico e stava facendo una grande fatica a trattenerlo.

<< George lasciami che lo devo uccidere! >>. Paul sbraitava come un dannato, aveva gli occhi fuori dalle orbite, il colletto della camicia lo stringeva alla gola e una vena gli pulsava sulla fronte.

<< AHIA! >> George mollò la presa e guardò il punto in cui Paul aveva lasciato un morso sul suo avambraccio.

<< Mi ha morso! Mi ha morso >> ripeteva incredulo il chitarrista. << Paul, ma sei scemo? Ma che cazzo di problemi c’hai!?? >>.
Sbraitò George ripetendo le parole del batterista.

Paul, lasciato libero dalla morsa delle braccia di George si aggirò quatto per la stanza per una seconda imboscata a Ringo.

<< Dov’è finito? Ragazzi, dov’è Paul? >> gracchiò John al meglio che potè.

<< Eccolo, è la vicino al pianoforte! Ringo attento! >>. George si precipitò verso l’amico e lo buttò a terra atterrandolo come una bestia imbizzarrita.

<< Presto qualcuno mi aiuti a tenerlo! No, te no Ringo! >>.

George Martin, che aveva appena concluso una telefonata si precipitò nella stanza con una corda.

Il motivo per cui avesse una corda in ufficio non ci è dato saperlo ed è irrilevante al fine della storia.

Dopo parecchi sforzi e tentativi riuscirono a legare Paul ad una sedia.

In quell’esatto istante entrò nella stanza una Jane tutta trafelata e ansante per la corsa che rimase sbigottita dalla scena che le si presentava agli occhi.

<< Paul.. >> sussurrò prima di svenire dalla sconcertamento.


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Ehm.. okkei, questo capitolo è pessimo, ma è il meglio che riesco a fare in questo momento.
Ringrazio Go_always_ahead  che ha insistito perché continuassi a scirvere questa storia :)
e anche le persone che leggono e hanno anche recensito ^-^

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