Il ragazzo del vagano accanto

di Agapi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ragazzo del vagano accanto ***
Capitolo 2: *** Pre-appuntamento, una parola piena di tensione ***



Capitolo 1
*** Il ragazzo del vagano accanto ***


Annalisa Sala, sedici anni, studentessa.
Niente di più, niente di meno, questa sono io... Nessun segno particolare che mi possa rendere unica ma semplicemente una normalissima ragazza tra le tante, una di quelle che si lamentano della loro vita monotona ma che non fanno nulla per renderla più interessante e che aspettano...
Che cosa?
Una qualunque che possa rendere la loro vita più avvincente
“Sala interrogata” 
Ecco, non stavo esattamente pensando a una cosa del genere
 
“Finalmente per oggi abbiamo finito” dice Giorgia con un sorriso ammagliante e pieno di allegria
“Già, per oggi è andata ma domani.. Abbiamo la verifica di diritto” rispondo apatica sotterrando nei meandri più profondi della Terra non solo l’allegria della mia cara amica ma anche quella di tutti gli altri miei compagni che mi circondano quasi come un amuleto assorbi felicità. 
“Perché me l’hai ricordato?”
Faccio spallucce prima di salutare debolmente i miei amici e di salire sul pullman diretto alla stazione. Appena sul veicolo costato che, come ogni santo giorno, questo è affollatissimo nemmeno si trattasse di un grande magazzino la settimana prima di Natale. 
“Che palle” è il mio commento mentre certo di trovare una posizione confortevole in mezzo alla massa di gente. Alla fine, il risultato è che mi ritrovo tra un’ascella pezzata, una madre demoralizzata dal pianto incessante del figlio e una disperata ricerca di pace dentro al mio troppo scarico Ipod. 
Quindici fermate e tre canzoni dopo scendo da quell’inferno e riacquisto con molta gioia il amato spazio vitale. Entro in stazione togliendomi le cuffie e in un secondo arrivo al mio binario, ripensando a quando per me quel luogo era sconosciuto mi viene da sorridere, la mia prima volta in stazione mi ero persa e avevo mancato quattro treni e ora, invece, mi comportavo come se fossi a casa, avrei potuto andare ovunque ad occhi chiusi. 
“Nali!” Sento chiamarmi da dietro e ancora prima di girarmi restituisco il saluto a Federico, il mio compagno di viaggi.
“Come va?” Mi chiede con tranquillità e leggerezza. 
“Bene, come mai quest’aurea rilassata?”
“Mi hanno restituito la verifica di matematica” Non gli chiedo nemmeno il voto e mi limito a tirargli un occhiataccia al sapore d’invidia,disgusto e fierezza. 
E’ da ormai cinque anni conosco Fede e, nonostante, i nostri caratteri siano non esattamente simili siamo andati sempre molto d’accordo e da quando, un bel annetto fa, dalla piccola e sconosciuta scuola media di provincia siamo passati alle superiori di città siamo diventati ciò che noi chiamiamo MAT, Migliori Amici di Treno.
“Ho conosciuto un ragazzo simpaticissimo, si è trasferito da poco della mia scuola e da oggi prenderà il treno con noi.. Vieni, te lo voglio troppo presentare!”
Annuisco con un sorriso e seguo il mio amico che dopo qualche passo si ferma davanti ad un ragazzo alto e piuttosto attraente. 
“Annalisa, lui è Stefano”
Spalanco gli occhi sorpresa analizzando il nuovo ragazzo incredula, e quello sarebbe il nuovo studente della scuola per secchioni di Federico? 
“Ciao..” Dico un po’ imbarazzata senza sapere se porgergli o meno la mano e quindi muovendo il braccio avanti e indietro come una deficiente totale. 
“Piacere, puoi chiamarmi Ste” Risponde sorridente prendendo la mia(accidenti, perché sei sudata?)mano.
“Piacere mio..” E cavolo se è un piacere! Pensare che da oggi mi siederò accanto ad un ragazzo così carino per... Non so a che fermata scende quindi non so per quanto tempo, mi entusiasta! 
“Questo fortunato vive ad appena cinque fermate da qui ed ha pure il coraggio di lamentarsi!” Mi spiega Fede ridendo 
“Cinque fermate?” Ripeto un po’ delusa mentre gli altri due annuiscono. 
“Ah, quindi è meglio che ti diciamo dove ci sediamo solitamente la mattina così quando sali, ti puoi benissimo sedere con noi!” 
“No, guarda in realtà mi sono messo d’accordo con dei miei amici..”
“Fa niente, possiamo stare tutti insieme!” Insisto io
“Fede mi ha spiegato che i miei amici, beh, non ti stanno esattamente simpatici...”Risponde un po’ a disagio mentre inarco le sopraciglia “Ma no, figuriamoci! E di chi si tratterebbe?” 
“Emm, Matteo e company..” Risponde Fede come se stesse ammettendo una colpa, al ché io, probabilmente con una faccia da maniaca, rispondo con una risata “Ah.. Il gruppetto del mio ex” 
“Già” E’ tutto ciò che riesce a commentare Stefano con un debole sorriso “Comunque oggi non c’è nessuno dei miei amici e mi stavo chiedendo se posso stare con voi”
“Certo, non è un problema” Afferma Federico mentre io continuo ad avere lo stesso sguardo satanico che appare sul mio viso ogni volta che viene nominato il mio odiato Teo. 
Salgo sul treno pensando a quanto la sfiga adori stare in mia compagnia e sia gelosa dei ragazzi fighi, ma davvero tanto fighi, che si avvicinano a me e del modo in cui li scaccia per non perdermi. 
“Nali, ripigliati!” Mi dice il mio MAT una volta seduti e allora cerco di iniziare una conversazione normale con il risultato di farmi apprezzare ancora di più il nuovo arrivato 
“Non ci credo! Pensavo di essere l’unico ad amare quella canzone”
“Stessa cosa per me!“ Rispondo quasi a fatica e sicuramente con il viso in fiamme.
Dopo quelle quattro parole in croce scambiate con Stefano non riuscì più a dirgli nulla per il resto del viaggio, e per i seguenti due mesi a parte qualche saluto veloce o sorriso non riuscì ad ottenere altro... Grazie Teo e grazie sfiga.
“Ma se ti piace vai lì e dirglielo, no?!” Federico è sempre così ottimista
“E se poi mi dice che non gli piaccio?”
“Va beh, tanto nemmeno vi parlate quindi non rischi di rovinare nessun rapporto” Ed è così sfacciato!
Lo fulmino con lo sguardo cerco di cambiare discorso in vano.
“Nali, davvero, diglielo e basta”
“E quando? E’ sempre con quelli là!” Affermo dando uno sguardo veloce al gruppetto odioso “E poi non è che mi piace, dico solo che è carino”
“Sono il tuo MAT, se menti me ne accorgo” Alzo gli occhi al cielo e faccio un mezzo sorriso
“Ok, forse un po’ mi piace” Ammetto alzandomi dalla panchina vedendo il treno in lontananza 
“Il problema è che non so come avvicinarmi a lui, anche a dire che mi piace è assurdo, gli ho parlato solo una volta e non lo conosco minimamente” Dico incrociando per un secondo il suo sguardo prima di salire sul treno, come sempre lui è un vagone dietro al mio, per assurdo mi vengono in mente Piramo e Tisbe, due innamorati di cui si parla nel “Sogno d’una notte di mezz’estate”, altra adorabile coppietta a cui Shakespeare a dedicato una gioiosa fine, praticamente Romeo e Giulietta ma meno famosi. Dopo una fermata vedo la porta che divide la mia carrozza da quella seguente aprirsi e uscirne fuori un adorabile ragazzo, miracolosamente solo
“Ragazzi, tra un mese finisce la scuola e noi abbiamo parlato.. Quanto? Una volta?! Assurdo! Se non vi da fastidio oggi sto un po’ qui con voi” Annuncia con un sorriso che mi fa sciogliere il cuore e sorridere a mia volta. Dopo essersi seduto iniziamo una conversazione nella quale sorprendentemente io partecipo pienamente dimostrando più simpatica di quanto credevo di essere e anche più affascinante! Cavolo, se fossi un maschio uscirei con la me stessa femmina!
“Non ci credo, sono già alla mia fermata! Devo andare,però...Senti, Nali mi dai il tuo numero?” Cerco di rispondere ma riesco ad emettere solo versi incomprensibili e piuttosto imbarazzanti
“Scusa, non ho capito bene” Scherza lui
“Ci penso io!” Risponde Fede facendomi l’occhiolino e scrivendo su un foglio il mio numero “E cerca di chiederle di uscire! Secondo me c’è un certo feeling” 
“Lo farò” Risponde l’altro salutandoci con la mano prima di scendere dal mezzo mentre io rimango fissa a guardare un punto indefinito fuori dal finestrino.
“Gli piaaaaci!” Praticamente strilla il MAT. 
“Non dire cavolate!Mi ha solo chiesto il mio numero... E’ una cosa normale tra amici” Dico prima di essere distratta dalla suoneria del mio cellulare. Un numero che non conosco appare sul display e pregando che sia lui rispondo. 
“Pronto?”
“Allora è davvero il tuo numero? Bene! Per un attimo ho pensato che Fede mi avesse dato un numero finto”
“E perché?”
“E’ che state sempre insieme, pensavo avesse una cotta per te”
“No, è solo il mio MAT!”
“Il tuo cosa? Va beh, comunque sono felice che non gli piaci, in effetti ero un po’ geloso”Ride
“Cosa? E perché?” Chiedo cercando di non svenire
“Perché mi piaci e vorrei essere io quello che ti sta sempre vicino”E a quel punto è inutile cercare di non svenire.
“Eh? Sono collassata?” 
“Già” Scoppia a ridere il mio MAT seduto a fianco a me in quella deprimente stanza d’ospedale”Hai pestato la testa.. E’ ormai tre giorni che sei qui”
“Oh porca..!”
“Comunque questi sono per te”Dice porgendomi un mazzo di fiori
“Ma non dovevi!”
“Non farti illusioni, non sono miei”Risponde sorridendo e indicandomi il bigliettino in mezzo ai fiori
“Ciao Nali, spero che tu stia meglio...Non ho ben capito cos’è successo ma mi hai davvero fatto preoccupare! Cerca di riprenderti presto, so che è un po’ da egoista ma vorrei uscire con te al più presto! AH AH non sono bravo con le parole, mi sa che l’hai capito! Appena esci dall’ospedale ti chiamo. Non vedo l’ora di vederti
-Stefano”.





Zalve(?)
Chiunque tu sia, se sei arrivato fin qui ti ringrazio!
E' la mia prima storia quindi forse non è esattamente bella ma se mi lasciassi una piccola recensione, positiva o negativa che sia, ne sarei davvero contenta! Grazie mille di aver sprecato tempo prezioso della tua vita con questa robaccia :) -Giulia

P.s. Se mai a qualcuno dovvesse piacere e volesse un continuo,basta scrivermelo e sarò disponibile, a vostro rischio e pericolo, di continuare questa storia

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Capitolo 2
*** Pre-appuntamento, una parola piena di tensione ***


Dopo aver perso i sensi per una chiamata cos’altro ci si può aspettare da me?
Lo dovevo ammettere, forse non ero una ragazza normalissima, avevo un problema e questo si chiamava “Stefano”. Sì,era vero, ero sempre stata una di quelle ragazze che vanno nel pallone e si agitano per nulla ma questo... Era decisamente troppo. Il dottore aveva spiegato che avevo accumulato troppo stress, magari a causa della scuola, e che combinato con il caldo afoso che si percepiva in quei giorni avevo avuto un cedimento ma io lo sapevo benissimo.. La colpa era della telefonata del bel ragazzo. Che poi “colpa”, quella più che altro era mia e della mia stupida ansia, a lui si poteva solo attribuire la dolcezza.
 
“Nalì che fai pomeriggio?” La voce allegra di Giorgia mi riportò alla realtà “Mi hanno detto che non vieni al parco, perché?” Disse con una smorfia che le dava un’aria ancora più carina del solito. Finalmente era arrivato l’ultimo giorno di scuola e come di “tradizione” i miei compagni avrebbero organizzato il solito amorevole pic-nic al parco ma io avevo altri piani e per la prima volta avrei passato.
“Vado al cinema con un..Amico”
“Fede?” Chiese lei un po’ distratta come se già sapesse la risposta
“...No”
Alla mia risposta la ragazza spalancò gli occhi e mi guardò con un insolito sorriso piuttosto inquitante “Perché non ne so niente?”
Risi imbarazzata notando che altri miei compagni si erano interessati al discorso ”Mah, non c’è nulla da sapere..”
“Cos’hai in mano?” Domandò dopo un attimo di silenzio prendendo il bigliettino con cui stavo giocherellando, era quello che avevo trovato nascosto nei fiori di Stefano e ancora prima che la mia amica commentasse,arrossì “COSA? HAI IL RAGAZZO!?”
“Non è il mio ragazzo!” Affermai, ma la ragazza sembrò non sentire.
“Annalisa e Stefano, Stefano e Annalisa.. Mmm, non suonano male insieme! Di che segno è?”
“Ecco..No-non lo so”
“Cavolo! Se no potevo leggere i vostri oroscopi e capire se la Dea Afrodite vi dà la sua benedizione..Va beh, posso calcolare, usando i vostri nomi, quante possibilità avete che il vostro rapporto funzioni”
Sorrisi, scuotendo la testa. Giorgia era decisamente TROPPO superstiziosa e credeva TROPPO al destino, al karma e alle mitologie, cose a cui io non facevo nemmeno caso “OK, love calculator”
Continuando a non prendere in considerazione le mie parole prese carta e penna e cominciò a scarabocchiare ”Ci sono!Il risultato è 54%” Disse un po’ turbata “Beh, è più del 50..E poi, per Zeus! Nemmeno Giulietta e Romeo sono nati per stare insieme, vai e dacci dentro.. Ecco,non vero senso della parola”
Scoppiai a ridere”Non stiamo insieme, è solo un’uscita” Questo non era del tutto vero ma calmò Giorgia e quindi me lo feci bastare.
 
“Nemmeno Giulietta e Romeo sono nati per stare insieme?..Infatti a loro è finita male” Commentai tra me e me seduta sulla solita panchina in stazione
“Sì, ma di certo si amavano”
Mi girai di scatto imbarazzata “Ti dispiace? Sono discorsi personali”
Il mio MAT rise porgendomi una lattina di Coca-Cola “Dillo! Pensavi fossi Ste”
“No, ovviamente.. Lui non ha la voce da bambina” lo provocai scherzosamente
“Per quanto c’hai parlato, potrebbe anche averla senza che tu lo sapessi”
Aprì la bocca fingendo di essere offesa sbattendo le mani lentamente in modo sarcastico”Bravo,eh.. Anzi che sostenermi,cosa fai?”
Rise“Ok, hai vinto..Sarò il tuo psicologo pre-appuntamente, come si sente, signorina?”
“In ansia” risposi seriamente, facendo morire sulle labbra di Fede un sorriso “Forse non ci dovrei uscire, lo conosco davvero troppo poco”
“Calma,ok? E’ prorpio perché non lo conosci bene che devi uscirci. Lui ti piace, tu gli piaci...E’ solo un appuntamento, non dovete sposarvi”
“Secondo te gli piaccio sul serio? Cioè abbiamo parlato così poco”
“Lo stesso vale per te,no? Anche a te piace eppure... Ti ricordi cosa ti ha detto quando ti ha chiamata?”
“Sì” Me lo ricordavo eccome, quella chiamata mi aveva rinfrancata e dato talmente tanta gioia che solo a ripensarci sentivo il cuore scoppiarmi
 
---QUALCHE GIORNO PRIMA---
“Ciao Nalì, scusa se magari ti do fastidio ma ti ho vista in stazione e quindi ho pensato che finalmente sei uscita dall’ospedale, come stai?” Mi sentii un’attimo smarrita, mi aveva davvero chiamata? Stavamo parlando al telefono come mi aveva detto?  Era assolutamente fantastico, altro che fastidio!
“Sì,grazie Sfefano.. Ora sto meglio, molto meglio”
“Bene, ne sono davvero felice...Ascolta, vorrei chiederti una cosa?”
“Certo, dimmi” Il mio cuore iniziò a battere forte, fin troppo forte e ogni istante in più in cui lui esitava mi sentivo sempre più in agitazione e in un certo senso anche felice, perché ogni secondo di quella chiamata era un nostro secondo, un piccolo attimo della nostra “storia”.
“Ricordi che ti ho detto che mi piaci...”
“Mh-mh”
“Ecco, mi sono chiesto se magari ti andasse di uscire con me?”
Coprì con una mano la cornetta e iniziai a saltare in giro per la stanza esultando tenendo il livello di voce più basso che mi riusciva
“Scusa, forse sono un po’ troppo diretto e non dovrei chiedertelo così”
“No,cioè.. Certo, voglio assolutamente uscire con te”
‘’Assolutamente? Allora, ti piaccio!?”
“NO! Cioè.. Io no-non è che.. Ecco-”
Lo sentii ridere dall’altra parte della cornetta”Speravo che mi dicessi di sì, visto che mi piaci così tanto... Comunque che ne dici del nove? Potremmo andare al cinema..”
“Per me... Per me è ok” dissi cercando di non metterci troppa enfasi
“Non ti va bene? Non sembri molto entusiasta”
“No,ecco.. Mi piace andare al cinema, mi piacciono i film! Davvero, passerei giornate intere a guardare film”sostenni con decisione provocando nuovamente una risata da parte del ragazzo “Ecco, ora riconosco la mia ragazza”
A quella affermazione arrossii e anche se non potevo esserne certa, ero quasi sicura che anche lui era in imbarazzo
“Bene” Tossii “Quindi il nove va bene?”
“Ben-Benissimo”
Un altro momento di silenzio. Stava esitando di nuovo e questo premetteva qualcosa che mi avrebbe sconvolto, positivamente o negativamente questa volta?
“Nali?” Mi richiamò
“Cosa?”
“Voglio esserne sicuro:sai che questo è un appuntamento, vero?”
Sospirai cercando di allontanare tensione cercando,almeno per una volta, di sembrare tranquilla e sicura “Sì e... Mi fa davvero piacere”
Sorrise, o almeno questo è quello che immaginai fece”Dio, mi piaci da impazzire”
Se avesse ripetuto una cosa del genere ancora una volta quella ad impazzire sarei stata io.
“Scusa,di nuovo troppo diretto!?”
“Forse un po’..”
“Ok, allora meglio che ci salutiamo..Se no continuerò a creare situazioni imbarazzanti e mi darai buca”
“Non ti darei mai buca” Dissi con un’insolita voce ferma e convinta
“Allora ci vediamo il nove?” Con una voce che mi sembrò sorpresa
“Certo” Risposi con il sorriso più felice del mondo stampato in faccia
“Non vedo l’ora” Fu il suo commento prima di riattaccare.
 
Quella chiamata non spiegava il perché proprio io piacessi ad un ragazzo perfetto come lui ma mi chiariva le idee: poteva essere l’attore più bravo che ci fosse in circolazione ma di certo quella non era una recita, per qualche assurdo motivo mi piaceva ed anch’io ero presissima da lui e quindi sì, aveva ragione Federico, quel appuntamento si doveva fare e doveva andare bene perché volevo il mio lieto fine, avevo bisogno di una lieto fine con Stefano.

Ehi,geeente
Grazie per aver aspettato tutto questo tempo per il nuovo capitolo, prometto che per il prossimo ci metterò 
molto meno... E bene sì, mi precipito in un terzo e ultimo(maybe)capitolo.
Coomunque, spero che questo capitolo vi piaccia e please recensite! :) -Giulia

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