I finally find you

di _Ryuzaki_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** 6. Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 Prologo 

La bambina, con i suoi grandi occhi color del rubino guardava assonnata la donna che la portava in braccio, correvano nella grande macchina dei genitori, dove non sapeva. Vicino a loro c'era il padre con in braccio il suo fratellino addormentato. D'un tratto la macchina si fermò e l'uomo scese portando con sé il bambino. -No, aspetta papà! voglio venire anche io! fratellino!- ma l'uomo non l'ascoltò e richiuse la portiera dietro di sé. La macchina ripartì mentre lei gridava il nome di suo fratello tra le lacrime. La mamma, che la stringeva forte tra le braccia le accarezzò i capelli -Ssh... tranquilla... adesso ti porto in un posto dove tutti ti vorranno bene e ti cresceranno...- la bamibina spalancò i grandi occhi rubino verso quelli della madre -E tu? e papà e il fratellino? non venite con me?- lei scosse il capo -No, ma non ti preoccupare.. andrà tutto bene...- detto ciò la macchina frenò di nuovo. La donna scese con ancora in braccio la bambina che osservava tutti gli alberi attorno con fare curioso e spaventato allo stesso tempo. C'erano tanti uomini vestiti di nero, la mamma la consegnò a loro che la infilarono in una grande macchina nera mentre lei tendeva le mani gridando verso la donna che oramai era già risalita in auto e si allontanava. Quella fu l'ultima volta che la bimba vide la sua famiglia, un tempo felice.


Spazio per i tipi cool (?)
Allora che vene pare del prologo? può andare?
E' la mia prima fan fiction.... xD
fatemi sapere ;)
Baci Aly xx

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

-No mamma! non lasciarmi!- la ragazza si svegliò di soprassalto ansimando e guardandosi attorno. Si trovava nella solita stanza cupa e grigia del colleggio in cui era cresciuta. Portò le mani al viso e si lasciò cadere di nuovo sul materasso che, dalla prima volta che lo aveva provato, aveva trovato scomodo oltremodo. Oramai però era riuscita quasi ad abituarsi, dopotutto, erano passati dodici anni da quando era entrata per la prima volta in quell'inferno. Erano passati dodici anni da quando la avevano separata dalla sua famiglia. Dodici lunghi anni passati a sopportare quello stile di vita, sveglia sempre alle 4.00 del mattino, corsa, poi pesi e allenamenti mattutini con le altre armi presenti nel colleggio. Erano dodici anni che ogni notte ricordava il fatto che dodici anni prima aveva cambiato totalmente la sua vita. Dopo aver sospirato a fondo si alzò dal letto e mise i piedi a terra. La superficie fredda toccò le sue piante e la fece rabbrividire; si alzò e si diresse all'armadio, lo aprì e ne tirò fuori un abbigliamento comodo così da poter moversi più liberamente. Tutti in quella "scuola" credevano che lei non se ne fosse accorta, ma si sbagliavano, aveva perfettamente capito che li stavano addestrando per fare di loro dei killer, non si spiegava altrimenti perchè gli insegnavano a non avere pietà per gli altri e a fare di tutto per raggiungere il proprio obiettivo, includendo anche l'omicidio a sangue freddo. Ma lei non avrebbe sopportato oltre quella vita, no, lei voleva essere libera. Erano settimane ormai che studiava quel luogo in ogni dettaglio per poter organizzare un piano di fuga, e in quel momento doveva soltanto perfezionarlo. Con l'addestramento che le avevano impartito non ci sarebbero stati problemi di alcun tipo. Entrò in bagno e si infilò sotto la doccia, alzò la testa e appoggiò la schiena al muro, stare sotto la doccia la rilassava e per un attimo le faceva dimenticare tutto ciò che la preoccupava e pensare solo a sé stessa. Dopo un quarto d'ora uscì dalla cabina e si vestì, poi si fissò nello specchio. Il viso era non eccessivamente scarno, la pelle chiara; si passò una mano tra i capelli bianchi come la neve per ravvivarli un po' prima di legarli in una lunga treccia che le ricadeva sulla spalla destra lasciando libera qualche ciocca ai lati del viso. Poi fissò i suoi occhi, la cosa che, insieme ai suoi capelli lisci, amava di più in tutto il suo corpo, anche perchè quei due rubini le ricordavano infinitamente suo fratello. Aveva passato i primi mesi in quel posto malissimo per quanto il suo gemello le mancasse. Non mangiava, non dormiva e non si muoveva da quell'orribile camera spoglia, poi con il tempo era riuscita a superare quella crisi, anche se non aveva mai smesso di pensare a suo fratello e a quanto le mancasse. Spesso si ritrovava a chiedersi che fine avesse fatto, cosa facesse nella vita, se avesse trovato una maestra d'armi e magari se fosse diventato una falce della morte come lei. No, magari non come lei, o almeno lo sperava. Chiusa in quel postaccio addestravano tutte le armi fino allo stremo pur di farle diventare forti, quasi imbattibili, per i loro scopi. Sperava con tutto il cuore che suo fratello avesse trovato delle persone che gli stessero affianco e che gli volessero bene. Avrebbe cercato in tutti i modo di ritrovarlo. In quanto ai loro genitori, almeno a quanto le avevano detto un giorno, non doveva più avere speranzi di rivederli, le avevano comunicato che avevano perso la vita in un presunto incidente stradale. Nonostante questa notizia lei era rimasta scettica sulla motivazione della loro morte. Aveva spesso pensato al motivo per cui i genitori avrebbero dovuto allontanarli, dalla loro casa, dalla loro vita, ma soprattutto separarli pur sapendo che erano indispensabile all'altro. Ed era giuta alla conclusione che doveva essere successo qualcosa che li aveva costretti a commettere quell'atrocità, o almeno lo sperava, non poteva neanche immaginare che dei genitori potessero anche solo pensare di allontanare i propri figli senza un motivo più che valido. Comunque ormai pensava più a ritrovare suo fratello, era stato un trauma per lei esserne allontanata e avrebbe fatto di tutto pur di riabbracciarlo. Osservò il suo corpo, era magra e, grazie ad anni di allenamento poteva dire che il suo corpo fosse abbastanza muscoloso, non oltre la norma chiaramente, anche se non lo dimorstrava al primo impatto aveva molta forza, durante una lezione era addirittura riuscita a mettere al tappeto un suo compagno, parecchio più piazzato di lei fisicamente. Le gambe lunghe e dritte, la pancia piatta sulla quale si riusciva ad intradevere una leggera tartaruga all'altezza degli addominali; un seno prosperoso ma proporzionato al resto del corpo. Era inoltre abbastanza alta e aveva lunghe dita affusolate, nonostante la modestia che ormai risiedeva in lei, doveva ammettere di essere una bella ragazza, tesi confermata da parecchi ragazzi che le avevano proposto un "uscita" se così si può chiamare una passeggiata per il campo che accerchiava il colleggio. Vivendo in quel postaccio aveva imparato a non badare troppo all'aspetto esteriore, motivo per cui non indossava mai trucco e non passava ore a sistemare i capelli, anche se avrebbe tanto voluto essere una di quelle ragazze che andavano in una normale scuola, con normali lezioni e normali compagni di classe, che potesse fare normali uscite con i ragazzi ed altre cosa normali che però per lei erano un miraggio, anche per questo aveva deciso di fuggire di lì e di vivere la sua vita come voleva lei finalmente. E ci sarebbe riuscita, lo sapeva.

Tadaaaaaaan!! (?)
Ed ecco il primo capitoloooo!! xD
Allora??che ne pensateeeee??
So che non è il massimo D: comunque spero vi piaccia
lo stesso ;) fatemi sapere 
Baci Aly xx 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Uscì da quella stanza cupa e incontrò uno degli insegnanti, che lei più che altro vedeva come carcerieri, chinò il capo in segno di rispetto e lo superò dirigendosi a passo spedito verso l'area mensa. Lì incontrò delle armi che come lei avevano intensione di scappare, era insieme a loro che avevano organizzato questa fuga. Sedette accanto a loro -Buongiorno..- disse rivolgendosi alla frusta, un ragazzo alto e snello, un po' troppo secondo il suo parere, aveva occhi e capelli scuri -Hey Diane, oggi come ti senti?- lei annuì lasciandogli capire che andava meglio, il giorno prima aveva avuto uno dei suoi attacchi. Si trattava di tachicardia, in quei momenti, tutto diventava rosso ai suoi occhi, come se le avessero steso davanti agli occhi un telo carminio attraverso il quale vedere, e accadevano cose strane in quegli attimi, più di qualche volta qualcosa si era distrutto o aveva preso fuoco. Neanche gli "insegnanti" fino a quel momento avevano capito bene di che si trattasse, o almeno così davano a vedere. Una ragazza dagli occhi di ghiaccio prese la parola, era una pistola -Allora oggi è il grande giorno... avete tutti in mente il nostro piano?- tutti annuirono, erano in cinque in tutto, Diane, la frusta, la pistola, una lancia, e una falce come Diane, anche se ancora non era diventata una Death Schyte. Durante tutto il giorno avrebbero svolto le loro solite commissioni, il piano si sarebbe svolto dopo il coprifuoco, quando il campo era più o meno deserto, in più avrebbero approfittato del cambio di guardia, avevano dieci minuti in cui la sorveglienza era minore, allora sarebbero scappati. Dopo aver mangiato ognuno si dileguò per portare a termine le missioni assegnategli, si sarebbero rivisti quella sera per attuare il piano. nel tardo pomeriggio Diane riuscì a tornare in camera, preparò uno zaino con tutto l'occorrente, qualche vestito, delle provviste. Si vestì di nero per destare meno attenzioni. Prese lo zaino e si diresse alla porta, poi lanciò un ultimo sguardo alla stanza, la stanza che aveva rappresentato la sua unica casa negli ultimi dodici anni, e provò una leggera malinconia, ma poi pensando al suo gemello annuì decisa e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Guardò per il corridoio, c'era solo qualche sorvegliante che sarebbe riuscita a superare facilmente, arrivata nel corridoio al buio dietro ai dormitori, dove si erano dati appuntamento, vide la frusta seguita da tutti gli altri amici arrivare. -Bene, allora siete pronti, noi distraiamo le guardie. Hey tu, pronta con i colpi..- la pistola avrebbe distratto i sorveglianti mentre loro fuggivano, la frusta, nonché un genio nella tecnologia, in qualche modo era riuscito a mettere fuori uso le varie telecamere che circondavano il campo. Il piano ebbe inizio, la pistola sparò e alcune guardie si diressero in direzione dello sparo, noi altri quattro scappammo fino ad arrivare a qualche metro dalla recinsione che aveva contornato la nostra vita nell'ultimo decennio. Diane fece un cenno agli altri e subito corsero verso di essa e insieme, non senza difficoltà riuscirono a mettere fuori gioco i sorveglianti, la pistola li raggiunse. La parte difficile doveva ancora arrivare però, mettere fuori uso l'allarme e la scossa sulla recinsione, provarono tutti. Avevano saputo che già qualcun altro nel passato ci aveva provato, ma senza riuscirci, e che la frequenza era stata aumentata. Fu più complicato del previsto, furono circondati dalle guardie, mentre gli altri combattevano Diane cercava in tutti i modo di disattivarlo. Poi gli altri, grazie a dei rinforzi furono catturati e lei fu presa dal panico, si guardò attorno, trovandosi circondata da guardie, in quel momento vide solo rosso. Un altro attacco, sentiva il battito cardiaco nelle orecchie, tutto si era oscurato, vedeva a rallentatore, portò le mani alla testa che aveva cominciato a pulsarle come mai. D'un tratto ci fu un esplosione, si scatenò un'aura dal corpo della ragazza che allontanò le guardie, lei si fissava attorno spaventata, ma gli amici le dicevano di scappare, si voltò, anche la recinsione era distrutta in un pezzo quindi scusandosi con gli altri si allontanò di corsa, nel bosco, al buio, con il suo addestramento non l'avrebbero mai trovata.


Heilààààà
Allora bella gente..
che ne dite??
I primi capitoli sono un po' come
un'introduzione a quello che accadrà dopo,
se vi chiedete perchè Diane fosse lì dentro, non
vi preoccupate, presto si saprà ;)
Scusate se la scena della fuga non è molto specificata
ma non è una parte inportante nella storia,


comunque grazie per le visite e le recensioni :)
Baci Aly xx


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Oramai erano giorni che era scappata dal campo, e nessuno la aveva seguita. Si ritrovava a camminare per il bosco senza una meta ben precisa. Dentro di sé un mare di emozioni si contrastavano, la gioia per essere scappata da quell'incubo, l'incredulità per quello che era successo, il dolore e la vergogna di aver lasciato i suoi amici e compagni di avventure tra le grinfie di quegli aguzzini, ma anche speranza di poter rincontrare il suo gemello. Lo ricordava bene, passavano la maggior parte del loro tempo insieme, avevano imparato a suonare qualche nota al pianoforte, ma giusto per divertimento, in fondo avevano soltanto sei anni. I capelli bianco neve e gli occhi rubino proprio come i suoi, capitava molto spesso che parlassero contemporaneamente o che con un semplice sguardo potessero intendersi a meraviglia. Quando non volevano stare soli la notte c'era sempre l'altro per la compagnia, quando erano insicuri o avevano paura si rassicuravano l'un l'altra. A volte si chiedeva se suo fratello si ricordasse di lei. A quel pensiero smise di camminare per un attimo. E se non si fosse ricordato? e se non la avesse riconosciuta? e se non avesse sentito la sua mancanza? erano tutte domande che affollavano la sua mente in quel momento. Se così fosse stato le sarebbe caduto il mondo addosso, il suo fratellino era l'unica cosa che le restava, non poteva perdere anche lui. Sedette sotto un albero, al riparo dal sole. Rovesciò la testa all'indietro e chiuse gli occhi con un sospiro. In quel momento si chiese il perchè i genitori avessero diviso i due gemelli. In un flash nella sua mente rivide il momento della sua fuga. Forse quei suoi strani poteri ne erano la causa.. forse per il fatto che lei fosse "speciale" erano stati costretti ad allontanarli. Magari qualcuno aveva attentato alla loro vita per via di quei poteri. Portò la testa tra le mani, chissà se suo fratello aveva gli stessi poteri. Vide un movimento tra gli alberi e scattò in piedi guardandosi attorno, tutto ciò che vedeva erano alberi con le chiome mosse dal vento. Vide un'ombra scattare di lato quando girò lo sguardo e in un attimo la raggiunse. Era un uomo incappucciato, la guardava quasi ridendo -Come mai una bella signorina come te è sola soletta in un bosco?- si avvicinò a lei ammiccante, lei rimase immobile incrociando le braccia al petto e squadrandolo con occhio attento. Sicuramente un pervertito che credeva di metterle paura, ma non la conosceva minimamente, l'unico a dover avere paura era proprio lui, non sapeva chi aveva davanti. Lo guardò divertita mentre lui continuava ad avvicinarsi, quando furono a venti centimetri di distanza lui allungò il braccio per afferrarla, ma lei, con uno scatto fulmineo scartò di lato facendolo andare a vuoto. L'uomo piccato si voltò verso di lei -Vuoi giocare? e va bene, giochiamo...- sorrise strafottente, ma lei non fece una piega, il suo volto non si espresse. Lui non dovette accorgersene perchè continuò a tentare di prenderla ma lei si allontanava facendolo sempre fallire in quei tentativi. Ormai lui era rosso di rabbia e quando provò a tirarle un pugno, lei gli fermò il bracciò stringendo il suo polso con la mano, lui distorse il viso in un'espressione infuriata -Brutta mocciosa...- cercò di ritirare il braccio ma la stretta di lei era ferrea, il viso inespressivo. Fu in quel momento che lesse negli occhi dell'uomo un barlume di panico. Ma tentò di non darlo a vedere continuando a strattonare la mano nel tentativo di liberarla -Non ti conviene continuare così... o la tua mano farà una brutta fine...- le sue parole erano di ghiaccio e il viso sempre neutro, come se avesse appena detto qualcosa di assolutamente naturale. Lui la osservò -Chi sei tu?- lei fece un sorriso sghembo e strinse di più la presa -Non ti interessa... dimmi più che altro tu cosa pensavi di fare?- lui sorrise a sua volta ma con meno strafottenza -Voglio solo divertirmi un po' con te....- tentò di afferrarla con l'altra mano, ma lei bloccò anche quest'ultima -E dimmi, è la prima volta che lo fai? che ti diverti con le ragazzine?- lui sputò a terra -Io mi diverto con chi voglio...- lei lo guardò disgustata, per poi tirargli una ginocchiata nello stomaco. Lui si inginocchiò a terra tenendo le mani sul vetre; lei si chinò e lo prese per i capelli costringendolo a guardarla -Sei un verme, non meriti neanche di vivere... ma ho deciso di essere clemente oggi, mi sento particolarmente gentile, quindi cerca di non farmi arrabbiare, altrimenti potresti farti male. Bene, adesso dimmi se conosci una scuola per armi da queste parti...- sicuramente suo fratello aveva studiato o ancora studiava in una scuola per armi, per diventare una Death Schyte, e per togliersi tutti i suoi dubbi doveva assolutamente incontrarlo -Allora?- lui si limitò a sputarle sul viso con una risata, lei gli assestò un'altra ginocchiata, questa volta diretta al volto e lui cominciò a gridare quando il naso iniziò a grondare di sangue -Vedo di non essere stata chiara...- tirò di più i suoi capelli fissando i suoi rubini sul volto sanguinante dell'uomo -Ti ho chiesto dove si trova una scuola per armi...- lui iniziò a maledirla. Non era mai stata un tipo tranquillo, no, e neanche paziente, quindi lo fece alzare in piedi e lo attaccò ad un albero tenendogli il braccio dietro la schiena -Dimmelo adesso o ti spezzo il braccio oltre al naso...- lui topo qualche colpo di tosse le rivelò -E va bene, la più vicina è in una città.... Death City.... devi continuare verso nord, arrivi lì in un giorno....- lei avvicinò la bocca all'orecchio di lui -Bene....- poi lo lasciò andare e disse -Togliti il mantello...- lui la guardò. Lei tese un braccio verso di lui e una lama le uscì dall'avambraccio andando a posarsi sulla gola dell'uomo -Devo essere più esplicita o con quel cervello da gallina che ti ritrovi sei riuscito a capire che la mia non è una richiesta?- lui sbiancò ed annuì, poi si sfilò il mantello e glielo lanciò. Lei lo prese al volo e lo osservò -Direi che per ora può andare bene...- lo indossò e poi guardò l'uomo, gli si avvicinò e lui retrocesse fino a trovarsi con le spalle contro un albero, lei gli strinse una mano attorno al collo e si avvicinò al suo viso, poi alzò un ginocchio e lo colpì tra le gambe -Prova di nuovo a toccare una ragazzina e ti giuro che torno a cercarti... e a quel punto non sarò così magnanima, sono stata abbastanza chiara?- lui annuì senza fiato. Quindi lei lo lasciò cadere a terra e, alzandosi il cappuccio nero si allontanò. Direzione: Death City.


Sbadabaaaam!! (?)
Ecco il terzo capitoloooo!! ;)
spero vi piaccia :)
In questo momento provo profonda
stima per Diane... si.... :)
cooomunque fatemi sapere che ne pensate
Baci Aly xx

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***



Capitolo 4

In tre ore di cammino era arrivata in una cittadina, decise di fermarsi un attimo e magari chiedere indicazioni per questa Death City. Tirò giù il cappuccio e si guardò attorno, c'erano parecchi negozi, quindi decise di farsi un giro. Cominciò a vagare per negozi osservando i vari capi esposti, alla fine si fermò a mangiare qualcosa e decise che era ora di ripartire. Dalle informazioni che aveva ricevuto in quella città, Death City distava parecchio, ma di questo non si preoccupava tanto, nell'addestramento le avevano insegnato a saper resistere a lungo alla stanchezza. Una volta li avevano lasciati in una foresta per una settimana da soli senza mezzi di comunicazione con il mondo esterno, qualcuno aveva perso la vita. Altri come lei, avevano aiutato gli altri gruppi presenti. Lei si era sempre trovata a suo agio nell'oscurità, forse perchè non aveva conosciuto altro nella sua vita. Aveva fatto provviste di cibo, necessarie solo per il viaggio fino a Death City, saper resistere alla fame è un'altra cosa che le avevano insegnato al campo. Quindi dopotutto forse un po' di riconoscenza la doveva a quegli uomini che le avevano rovinato la vita. Si fermò e si guardò un istante dietro pensando a quello che stessero passando tutti i suoi compagni, magari li avevano puniti, o forse era tornato tutto come prima, ma ne dubitava fortemente, lì le punizioni erano parecchio severe. Si voltò di nuovo in avanti sospirando e annuendo decisa per poi riprendere il cammino, doveva arrivare a destinazione così che il loro sacrificio non fosse stato vano. Il suo abbigliamento poteva sembrare non adatto alla situazione, soprattutto le scarpe col tacco che portava, ma ormai quella era un'abitudine, e poi era l'unica cosa che le ricordava di essere una donna a tutti gli effetti. In quel campo dimenticavi tutto, anche quello, in effetti non era proprio un tipo femminile, contando anche come picchiava la gente, tra cui anche uomini, anzi, per la maggior parte uomini. Quello ormai era un suo simbolo, era diversa da chiunque altro. Indossava sotto il mantello dello sconosciuto un paio di pantaloni aderenti neri, una maglietta senza spalline altrettando aderente rossa con sopra una giacca di pelle nera. Oltre alle alte scarpe col tacco chiuse nere. I capelli davanti erano tirati indietro legati con una mezza treccia, mente gli altri lasciati sciolti, che ricadevano lunghi sulla schiena. Mentre camminava si ritrovò a pensare a come l'avrebbe presa suo fratello a vederla apparire così, dal nulla dodici anni dopo, forse era arrabbiato con lei per non essere andata a cercarlo, dopotutto quella notte lui dormiva, quindi probabilmente non ricordava niente. Effettivamente si sentiva un po' in colpa, da quando aveva capito che li tenevano rinchiusi per cattivi propositi aveva spesso pensato a fuggire, ma non ne aveva mai trovato il coraggio, anche perchè sinceramente da sola non avrebbe potuto fare molto. Poi sorrise oensando a come sarebbe potuto diventare, magari era un bel ragazzo con tutte le ragazze che gli cadevano ai piedi, come poteva essere, magari un secchione con gli occhiali e grassottello. Si ritrovò a fantasticare su suo fratello, in fondo era l'unica cosa che poteva fare prima di incontrarlo, non sapeva che cosa aspettarsi. Dopo qualche ora di viaggio, aveva velocizzato il passo, non vedeva l'ora di incontrare il suo gemello, era arrivata finalmente a Death City. Era una grande città con al centro un enorme palazzo che si vedeva fin da fuori, era.... simmetrico?! Mise un piede nella città e fu investita dalla felicità di quel luogo, c'erano persone che passeggiavano, bambini che giocavano... era tutto così bello in quella città, anche lei avrebbe tanto voluto far parte di quella tranquillità. Era ciò che aveva sempre sognato, una vita normale... sorrise triste e si incamminò per le vie di quella città. Si guardava attorno con il sorriso sulle labbra, passò del tempo seduta su una panchina ad osservare dei bambini giocare, quando due bimbi presero la bambolina di una bambina che cominciò a rincorrerli per poterla riavere indietro, lei si abbassò il cappuccio, poi si diresse dai bambini e riprese la bambola riconsegnandola alla bambina che adesso le sorrideva, era il più bel sorriso che avesse mai visto in tutta la sua vita, così vero e sincero. Sorrise dolcemente mentre la bambina la ringraziava, lei le accarezzò i capelli rossi con una mano -Di niente, anche a me facevano i dispetti...- in quel momento la bambina si avvicinò e la abbracciò, lei rimase per un attimo immobile, nessuno la aveva mai abbracciata così. Quindi poi avvolse la bambina tra le braccia e ricambiò l'abbraccio, poi la bambina si staccò e le sorrise -Grazie, adesso devo andare dalla mamma...- lei sorrise e disse -Certo, vai... ciao..- la bambina le fece ciao con la manina per poi andare dalla mamma, lei sorrise e tirò di nuovo su il cappuccio continuando a camminare in direzione del grande edificio al centro della città. Arrivata sotto l'imponente edificio alzò il capo e lo scrutò a fondo, sentiva che lui era lì dentro, se lo sentiva. Si avvicinò, ma non entrò all'interno, si appoggiò con la schiena ad una parete e aspettò che lui uscisse. Non era nella pelle, fece dei respiri profondi per calmarsi. Circa un'ora dopo vide delle persone uscire dall'edificio, era un gruppo di ragazzi, ma nessuno era il suo gemello. Chiuse gli occhi un attimo per poi riaprirli, ecco un altro gruppo. Erano parecchio rumorosi, chissà di cosa stavano discutendo. Appena uscirono lei trattenne il respiro, tra di loro c'era un ragazzo alto quanto lei con i capelli bianchi come la neve che teneva entrambe le mani dietro la nuca passeggiando allegramente insieme ad una biondina con i capelli legati in due ciuffetti, un tizio con i capelli azzurri e una stella tatuata sulla spalla affiancato da un'alta ragazza dai capelli corvini tirati in una coda; poi c'erano altre tre persone, un ragazzo moro e vestito di nero con tre strisce bianche sui capelli e due ragazze bionde, probabilmente sorelle, una più alta e una più bassa. Con lo sguardò tornò al ragazzo dai capelli come i suoi e disse ad alta voce -Soul...- lui si fermò con tutti gli altri e piano si voltarono per vedere chi avesse proferito parola, non appena la vide lui rimase perplesso -Si?- la ragazza si staccò dal muro e lo guardò -Dopo tanto tempo che non ci vediamo è così che mi saluti...- si tirò giù il cappuccio e lo guardò spalancare i grandi occhi rubino -....fratellino?- tutti rimasero immobili a quella parola -F...fratellino?- chiese la biondina coi codini, lui però continuava a fissare la ragazza -Ti ricordi di me vero?- lui annuì -D...Diane...- lei sorrise -Si...è da tanto che non ci si vede... eh Soul?- lui non si muoveva così lei gli corse incontro e lo strinse in un abbraccio che lui subito ricambiò -Mi sei mancato fratellino...- lui le accarezzò i capelli -Anche tu...- rimasero abbracciati qualche istante prima di essere interrotti dal ragazzo coi capelli azzurri -Aspetta, aspetta.... chi è questa ragazza che si permette di attirare tutta questa attenzione?- lei si voltò e lo fulminò con lo sguardo, poi sciolse l'abbraccio da Soul ma gli tenne stretta la mano -Piacere, io sono Diane... la sorella gemella di Soul..-


Ta ta ta taaaaaan (?)
Ed ecco il capitolo!!!
che ne pensate?? finalmente si
sono rincontratiiii!! fuck yeah! xD
comunque, fatemi sapere che ne pensate ;)
Baci Aly xx

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Tutti li guardavano con la bocca spalancata -G.....gemella?? Soul, perchè non ci hai mai detto di avere una sorella?- Diane lo guardò e lui fece spallucce -E' una lunga storia...- lei sorrise e si rivolse di nuovo agli altri -Voi siete gli amici di Soul?- tutti annuirono e si presentarono, prima il ragazzo con i capelli scuri e le tre strisce bianche -Io sono Death the Kid, per gli amici Kid, e sono un maestro d'armi, loro sono le mie due pistole, Liz e Patty...- le indicò e loro la salutarono con un cenno della mano. Lei sorrise mentre il ragazzo dai capelli azzurri si presentava -Io sono Black Star, e sono più grande di un dio! yhuppy! (?)- poi la ragazza che gli era accanto le porse la mano -Io sono Tsubaki, l'arma di Black Star...- Diane le sorrise, quella ragazza sembrava proprio dolce.... infine si presentò la biondina -Ciao, io sono Maka, la maestra d'armi di tuo fratello...- lei la squadrò, poi guardò Soul e inarcò un sopracciglio -Hai una maestra d'armi?- lui annuì -Certo, perchè tu no?- lei scosse il capo -Non ne ho bisogno... combatto da sola... da sempre..- Soul la guardò -E' per caso successo qualcosa?- lei fece spallucce -Niente di particolare... comunque tu sei una Death Schyte?- lui scosse il capo -No, almeno non ancora, è successo un casino in una missione e quindi dobbiamo raccogliere di nuovo tutte e 99 le uova di kishin e l'anima di una strega... tu?- lei sorrise -Io è già da un po' che sono una Death Schyte...- lui sorrise -Davvero?? e come è?- lei fece spallucce -Non cambia molto a dire la verità, si ti senti più forte, molto più forte, ma non è niente di spettacolare...- Maka prese la parola -Brutto zuccone è tutta colpa tua... ti sei fatto abbindolare da quella gatta....- prese un libro, sbucato da chissà dove e disse -Maka.....cho....- non fece in tempo a sbatterlo sulla testa di Soul che Diane si era parata davanti a lui e le aveva femato il braccio stringendole una mano attorno al polso e incenerendola con lo sguardo -Non provare a toccarlo...- lei sbatté più volte le palpebre, per poi fare una smorfia di dolore, Soul mise una mano sulla spalla della sorella -Lasciala...- lei lo guardò perplessa per poi lasciare la presa. Lei portò la mano al polso -Non c'era bisogno di farmi male...- lei incrociò le braccia sul petto e puntò il suo sguardo fiammeggiante nei due smeraldi che erano gli occhi della ragazza che le stava di fronte -Stavi per colpirlo...- lei fece spallucce -Non sarebbe stata certo la prima volta...- l'arma socchiuse gli occhi -Ah si?- le si avvicinò minacciosa e lei indietreggiò, ma Soul si piazzò tra di loro -Basta... è solo un gioco Diane, rilassati, e poi non sono più un bambino... non è necessario che tu mi protegga...- lei lo guardò, poi sorrise e si rilassò -Scusa....- si rivolse alla ragazza -Ma sono dodici anni che non lo vedo... e per me è rimasto il mio fratellino...- lo strinse in un abbraccio che lui ricambiò per poi scostarla -Sono troppo figo per tutte queste smancerie....- lei inarcò un sapracciglio -Ma davvero...?- rivolse uno sguardo interrogativo agli altri che fecero spallucce, così si arrese -Ok...- lui annuì -Bene.... ma dimmi dove sei stata per tutti questi anni?- lei portò una mano alla testa e si ravvivò i capelli -E' una lunga, lunga storia.... comunque l'importante è che sono riuscita a trovarti....- Kid si mise in mezzo alla conversazione -Scusate se interrompo, ma io non ci sto capendo molto.... perchè non vi vedete da dodici anni?- lei sedette su un muretto e sospirò -Sarebbe bello saperlo.... l'unica cosa che so per certo è che dodici anni fa... i nostri genitori ci hanno allontanato l'uni dall'altra e da allora non ho più visto nessun membro della mia famiglia...- loro si guardarono perplessi, e lei riprese a parlare -Ah, Soul, tu sai che fine hanno fatto mamma e papà?- lui fece spallucce -Non lo so, credo stiano a casa.... perchè?- e lei seria -Quando è stata l'ultima volta che li hai visti?- lui ci pensò un attimo -Forse due o tre mesi fa e allora?- lei strinse un pugno -Bastardi...- sussurrò tra i denti, il fratello le si avvicinò -Che cosa sta succedendo?- lei lo guardò -Dove stavo io, mi hanno comunicato che erano morti in un incidente stradale qualche anno fa....- lui la osservò e poi la strinse in un abbraccio -Non è vero, loro stanno bene...- lei sospirò -Meno male....- poi sciolsero l'abbraccio e lei guardò gli amici del fratello -E' possibile parlare con qualche adulto?- Kid sorrise -Certo, vieni ti porto da mio padre...- lei annuì e con tutti i ragazzi entrò nell'edificio -Che posto è questo?- Soul le rispose -Una scuola per armi e maestri d'armi.... si chiama Shibusen... ho sempre studiato qui....- lei annuì -Capito... e chi è il padre di Kid?- a rispondere fu il diretto interessato -E' il direttore della scuola... nonché uno Shinigami...- lei sorrise -Capito, quindi anche tu sei uno Shinigami.. giusto?- lui annuì -Anche se non ancora del tutto...- lei sorrise. Passeggiando per i corridoi della Shibusen incontrarono qualche ragazzo che squadrava la sconosciuta per poi fare spallucce e tornare sulla propria via. Arrivarono di fronte ad una porta -Questa è l'aula della Morte, mio padre è qui dentro...- aprì la porta e fece il suo ingresso nella stanza -Padre...- lo Shinigami si voltò -Ohh.. Kid, ciao... hey ragazzi...- poi guardò l'altra figura che li accompagnava -E lei chi è?- la ragazza si fece avanti e chinò il capo in segno di rispetto -Mi chiamo Diane, Signore, sono la sorella gemella di Soul....- lui la guardò -Oh... davvero? Soul, non pensavo avessi una sorella...- lei sorrise -Potrei.... potrei parlarle un attimo in privato Signore?- lui annuì -Certo... ragazzi vorreste scusarci..?- Soul guardò la sorella -Ti aspettiamo fuori da scuola...- lei annuì -Ok, ci vediamo dopo...- la porta si richiuse alle spalle del ragazzo e lei si rivolse allo Shinigami -Sommo Shinigami, intanto vorrei ringraziarla per essersi preso cura di mio fratello per tutti questi anni... - lui fece un gesto con la mano -DI che ti preoccupi? è stato un piacere....- lei annuì e lui continuò -Ma come mai non ho mai saputo di te?- e lei -I nostri genitori ci hanno separati dodici anni fa.... lui è stato portato qui, mentre io.... ecco....- lui le mise una mano sulla spalla -Non devi preoccuparti... qui sei al sicuro....- lei lo guardò e sorrise -Sono stata rinchiusa in un campo di addestramento per armi... lì, era un po' come un colleggio, però ci costringevano a lavori pesanti e addestramenti quasi impossibili, motivo per cui è già da un po' di tempo che sono diventata una Death Schyte... ma... lì dentro stavo impazzendo, mi chiedevo sempre che fine avesse fatto mio fratello.... e così sono fuggita, con l'aiuto di altri miei compagni che poi percò sono stati ricatturati per lasciare a me il tempo di scappare nel bosco....- lo Shinigami la guardò -Mi dispiace... così sei arrivata fin qui per rivedere tuo fratello giusto?- lei annuì -Si, ma non solo per questo.... dentro quel colleggio ci istruivano per diventare delle macchine da guerra, una cosa che non ho mai accettato, è un altro dei motivi per cui sono fuggita... sono qui anche per poter fare qualcosa di utile per gli altri...- lui la guardò -Vorresti entrare a far parte del nostro gruppo?- e lei -Sarebbe un onore per me signore...- fece un piccolo inchino e lui -Prima però devi darmi prova della tua forza, ti farò provare contro mio figlio... hai bisogno di un maestro d'armi?- lei scosse il capo facendo ondeggiare i lunghi capelli chiari -No, combatto da sola signore...- lui annuì -Bene... allora preparati a combattere...- lei annuì e indietreggiò. Dalla porta entrarono i ragazzi contattati dal Sommo Shinigami e Kid si piazzò con le sue pistole in mano davanti a Diane che sorrise -Grazie per darmi una possibilità...- lui ricambiò il sorriso -Ok, pronta?- lei annuì. Lui partì all'attacco per primo, lei scartò di lato facendolo andare a vuoto. Lui si voltò e sparò dei colpi con le sue pistole, che però Diane schivò abilmente, per poi riavvicinarsi di soppiatto e assestare un calcio nello stomaco di Kid che fu preso alla sprovvista e scaraventato qualche metro più indietro, riatterrò in piedi riprendendo il controllo del proprio corpo. Ripartì all'attacco, questa volta lei, invece di schivare i colpi, li parava e rispondeva all'attacco, a volta mancandolo e a volta prendendolo. Fu un combattimento più che altro corpo a corpo, poi, quando Kid sparò una delle sue tante pallottole, che la ragazza non riuscì a schivare e che quindi si vide costretta a far uscire dall'avanbraccio una lama per deviare il colpo. Poi fu lei a partire all'attacco, da entrambe le braccia spuntavano delle lame con le quali colpiva il ragazzo che a volta schivava i colpi e a volte era costretto a pararli, lei gli assestò una ginocchiata nello stomaco, e quando si piegò in avanti per il dolore una gomitata dietro alla nuca atterrandolo. Tutti la guardavano, Kid si mise in ginocchio e fece per riattaccare, ma lei non glien diede in tempo puntandogli una lama al collo e immobilizzandolo col resto del corpo. Il Sommo Shinigami interruppe il combattimento, così lei si alzò tirando in piedi anche il giovane Dio della Morte che le rivolse un sorriso. Il padre di Kid le diede una pacca sulla spalla -Benvenuta alla Shibusen...-

 

Ed eccoci qua!!!!!!! xD
Ecco il nuovo capitoloooo!!!
wow siamo già al quintoooo!!
D: come passa il tempo.... o.O
coooomunque finalmente Diane
entra a far parte della Shibusen,
ha ritrovato suo fratello....
Che bello *-*
Fatemi sapere che ne pensate. ;)
Baci Aly xx

 

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Capitolo 7
*** 6. Capitolo 6 ***



                                                                                                                                 Capitolo 6

Dopo aver parlato con il Sommo Shinigami tutti i ragazzi, compresa Diane si diressero insieme a casa di Soul e Maka, la quale non sembrava andare molto d'accordo con la sorella della propria arma. Stavano camminando per strada e Diane disse -Comunque, parlatemi di voi, nessuno di voi è una Death Schyte?- loro tutti scossero il capo -E come siete messi?- Tsubaki rispose -Beh, ecco, io e Black Star non abbiamo ancora raccolto alcun uovo di kishin... però in compenso possiamo utilizzare la modalità Spada Incantata.... è un bel passo avanti no?- lei sorrise -Certo, se può esservi utile certo... comunque se può esservi d'aiuto possiamo allenarci insieme... che ne dite?- Black Star si mise in mezzo prima che la sua arma potesse proferire parola -Io, Black Star, non ho bisogno di alcun aiuto ciccia... hai capito o no che sono più grande di un dio?- la ragazza si fermò proprio davanti a lui e gli si avvicinò accostando il viso a quello del ragazzo, fino a quando i loro nasi non si sfiorarono. Tutti ammutolirono e trattennero il fiato -Ma che...?!- Diane alzò una mano per zittire il fratello, per poi avvicinare a sé Black Star tirandolo per la maglietta -Prendila....- gli mise un braccio attorno al collo -Prendila come una sfida.... io contro voi... allora che ne dici?- fece un sorriso. Lui la guardò per un attimo e sorrise a sua volta -Certo, io accetto sempre le sfide... e vincerò..- lei si allontanò -Perfetto direi, ci divertiremo molto..- gli fece l'occhiolino e tornò a camminare sotto lo sguardo attonito di tutti i ragazzi. Arrivarono a casa di Maka e Soul, e, quando Diane entrò sorrise notando quanto quella casa riuscisse a farla sentire a proprio agio. Quando tutti furono entrati Black Star si gettò sul divano occupandolo tutto, i ragazzi si lamentarono -E che cavolo, sposta quei piedacci dai cuscini Star!- lui non si mosse, Diane sorrise e andò in cucina. Preparò la cena e tornò in salotto -Ragazzi, scusate, ma mi sono permessa di prepararvi la cena...- tutti si voltarono a guardarla -Ma.. non... c'era bisogno..- lei fece spallucce -Non vi preoccupate.... cucinavo sempre io dove vivevo...- servì direttamente i piatti ai ragazzi che erano seduti in salotto, mentre lei mangiava qualche boccone appoggiata al mobile. Poi riportò i piatti sporchi in cucina e li lavò, Maka la raggiunse e la aiutò, lei le sorrise. Poi tornarono in salotto dove stavano tutti a guardare la televisione, Diane ne approfittò per sussurrare all'orecchio del fratello -Quel tuo amico egocentrico... lui... è impegnato?- lui la guardò negli occhi inarcando un sopracciglio -Black Star... mh.. no, non credo, però Tsubaki gli pende dalle labbra...- lei arricciò il naso -Peccato.... è un bel bocconcino....- lui la guardò quasi schifato -Ma sei sicura che stiamo parlando della stessa persona?- lei annuì mordendosi il labbro -Certamente... comunque per la cronaca anche l'altro non è male...- lui la fissò -Se vuoi posso aiutarti a...- fece un gesto con la mano, ma lei rise mettendogli la mano sulla spalla -Fratello, in queste cose non ho bisogno di aiuto, me la cavo più che bene....- lui incrociò le braccia al petto -Ma davvero?!- Diane annuì -Non sei l'unico ad essere figo, ricorda che sono la tua gemella....- lui sorrise -Hai ragione...- le diede una pacca sulla spalla, poi chiese -Tu...?? cioè....- si schiarì la voce -Ehm... tu hai mai.... avuto un fidanzato serio... diciamo...?- chiese ammiccante, lei rise tenendosi la pancia con la mano per i crampi -Soul, ho diaciannove anni!... è chiaro che ho avuto un fidanzato serio... anche più di uno...- mise un dito al mento ragionandoci -Si, in effetti, sono stati più di qualcuno...- Maka le lanciò un'occhiata eloquente -Già hai proprio l'aria di una che passa da un fidanzato all'altro....- Diane si immobilizzò e si voltò piano verso di lei con uno sguardo fiammeggiante -Scusa, mi hai appena dato della sgualdrina per caso?- lei inarcò il sopracciglio -Non con queste parole....ma il significato era quello...- l'arma stava per saltare addosso alla ragazza, infatti le fu davanti in un attimo quasi non si notò lo spostamento bloccò il suo polso addosso al muro e la fissò negli occhi -Non permetterti di giudicarmi senza neanche conoscermi....- strinse di più il suo polso, poi però si scostò e disse seria -Prima di giudicare la mia vita, il mio carattere metti le mie scarpe e percorri il cammino che ho percorso io, vivi i miei dolori, i miei dubbi e le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io, cadi dove sono caduta io, ma soprattutto prova a rialzarti dove mi sono rialzata io. Solo allora potrai giudicarmi...- il silenzio era calato nella stanza. Diane si allontanò voltandole le spalle, poi cominciò a vedere rosso e portò le mani alla testa cadendo in ginocchio. Tutti subito le si avvicinarono -Diane! che cosa hai? stai male?- lei li allontanò con la mano -Non avvicinatevi... è pericoloso...- si alzò a fatica in piedi, e, con la testa che le pulsava salì sulla ringhiera del balcone e saltò sull'altro tetto. Tutti si precipitarono fuori dalla finestra -Diane!- gridò Soul tentando di saltare a sua volta, ma Black Star lo fermò -Vado io..- lui annuì e lo lasciò andare. Intanto Diane era arrivata alla foresta ed era inginocchiata a terra con la testa tra le mani. Quella volta il dolore era allucinante, non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti. Qualcuno le toccò la spalle e lei reagì d'istinto prendendogli la mano e torcendogliela dietro alla schiena; quello disse -Diane!, Diane, sono Black Star...- lei allora lo lasciò -Non avresti dovuto seguirmi.... non è prudente...- lui le strinse le spalle con le mani -Che cosa ti succede?- lei lanciò un acuto di dolore cadendo di nuovo in ginocchio -Allontanati!- Lui fece un passo indietro e un albero prese fuoco, poi un altro e dopo un altro ancora. Lui la raggiunse e la prese in braccio -Devo portarti via! sta scoppiando un incendio!- lei si dibatté -E' colpa mia! devi starmi lontano!- lui però non desistette e la strinse a sé -Adesso, respira.... e calmati...- lei sospirò stringendosi al collo di lui e rilassandosi, la testa smise di dolerle e la vista tornò normale. Rimase però attaccata al collo del ragazzo e non lo lasciò andare neanche quando si sentì meglio, voleva godersi quegli unici istanti sola con lui. Poi però l'incendio cominciò a allargarsi, lei così tornò a terra e guardò gli alberi bruciare, poi si osservò attorno e, vide, sul tetto di una casa, un serbatoio d'acqua. Così con uno scatto alzò la mano verso di esso, e quello si levò in aria. Lo svuotò sulla foresta in fiamme finché quest'ultime non si furono spente. Poi sedette a terra e si mise la testa tra le mani, poggiandola sulle ginocchia. Il ragazzo le sedette accanto e guardò il fumo che ancora usciva dalla foresta senza pronunciare parola. Lei si avvicinò e poggiò la testa sulla sua spalla -Mi dispiace...- sussurrò, lui non rispose e non si mosse. Lei si allontanò, si alzò -Torniamo dagli altri...- lui si alzò e la raggiunse, poi bloccò il suo polso -E' successo qualcosa..? nella tua vita intendo.... ho visto come hai reagito...con Maka..- lei scosse il capo -Non importa...- ma lui la attirò a sé -Non sono un genio, lo so, ma quando qualcosa non va me ne accorgo...- lei tirò su col naso e lo guardò negli occhi, quelli di lei erano lucidi ma non cadevano lacrime -E' successo qualche anno fa... avevo, più o meno dieci anni... io... stavo in un colleggio e... uno degli insegnanti... con la scusa di una visita medica... ecco.. mi ha..- abbassò lo sguardo -Mi ha violentata...- lo guardò negli occhi, poi si sciolse dal suo abbraccio -Penso che dopo questo io abbia il diritto di giocare con i ragazzi come loro sono abituati a fare con me..- incrociò le braccia al petto, poi si asciugò il viso -Adesso andiamo dagli altri, si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto..- fece un sorriso tirato -Ah, per favore... non... dirlo...agli altri ok?- lui annuì e alzò il pollice -Ovvio!- lei sorrise, sinceramente questa volta, e disse -Grazie..- gli diede un bacino sulla guancia. Poi uno accanto all'altra, arrampicandosi sui tetti tornarono a casa.

Heyy bei bimbi!!!
*si nasconde sotto il letto* mi dispiace
non mi uccidete.... ho avuto problemi col computer...
e poi non sapevo proprio che scrivere, questo capitolo
non mi convinceva così l'ho riscritto...
ditemi che ve ne pare....
cercherò di aggiornare prima però non ve lo posso
assicurare... perchè non so come andare avanti :\
va bene... se avete delle richieste per il continuo fatevi avanti
e io vi ringrazierò alla fine dei capitoli okay?? ;)
Baci Aly xx

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 

Arrivarono in breve tempo, rientrarono allo stesso modo per il quale erano usciti e Soul corse subito ad abbracciare la sorella, poi la guardò bene -Stai bene? che ti è successo? ti fa male qualcosa? hai bisogno di qualche medicina?- continuava a sparare domande a raffica, così Diane lo fermò -Hey, Hey calmati e respira...- ridacchiò leggermente, nessuno da quando erano stati allontanati dalla propria famiglia era mai stato tanto preoccupato per lei e questa era una nuova e stupenda sensazione, che avrebbe voluto continuare a provare ancora. Poi disse -Non devi preoccuparti hai capito? non è la prima volta che accade, sono soltanto dei giramenti di testa e quando li ho perdo il controllo dei miei poteri ed è meglio starmi lontano, non so se mi spiego....- gli accarezzò la schiena ancora stretta nel suo abbraccio protettivo che si godette fino all'ultimo istante. Poi si scostò leggermente e lo guardò -Okay?- lui annuì -Scusa.... ma ti ho vista così e io...- lo abbracciò ancora -Non dire niente, ho capito tutto.... sono la tua gemella o no?- lui si zittì e sorrise allontanandosi e tornando alla sua solita aria da duro -Basta con tutti questi abbracci, sono troppo figo per certe cose...- le fece l'occhiolino e lei sorrise. Maka le si avvicinò -Io... ehm....- lei la bloccò con uno sguardo glaciale che la fece rabbrividire, quello sguardo ti scrutava l'anima e ti congelava dall'interno, ti sentivi impotente, sentì un improvviso freddo -Non c'è bisogno che ti scusi se non è vero che sei dispiaciuta, e non negare, te lo leggo negli occhi... è inutile che tu lo faccia solo per fare piacere a qualcuno....- restò a fissare la maestra d'armi che era senza parole, aveva pensato che avrebbe almeno accettato le sue scuse, per quanto false potessero essere. Invece non l'era neanhe stata a sentire, che razza di maleducata, ecco da chi aveva preso Soul.... la giovane dai capelli color neve si scusò con gli altri -E' stato un attimo di debolezza, perdonate la mia maleducazione...comunque raccontatemi un po' di voi...- i ragazzi dopo un primo attimo di incertezza cominciarono a sciogliersi e a raccontarle degli episodi divertenti della loro vita alla Shibusen, delle loro missioni e del loro andamento scolastico -E quindi il vostro professore vi costringe ad assistere al dissezionamento di animali in via di estinzione?- chiese divertita, al contrario della maggior parte delle ragazze, lei non si spaventava facilmente, aveva una soglia del dolore molto più alta, ma soprattutto non si schifava di cose che a chiunque sarebbero risultate addirittura impensabili da fare, come, appunto il dissezionamento di povere bestiole innocenti. Continuarono nel loro racconto fino a tarda notte quando tutti se ne andarono salutando gli abitanti della casa. -Ci vediamo domani mattina fuori scuola allora?- i tre annuirono per poi chiudere la porta. Soul si gettò letteralmente sul divano -Mamma mia che stanchezza.....- sbuffò e chiuse gli occhi -Vuoi andare a letto?- gli chiese la sorella sedendosi accanto a lui e accarezzandogli i capelli lisci. Lui la guardò un po' infastidito, lei smise subito guardandolo sorridente -Non c'è bisogno che tu lo dica, anche io ho difficoltà a farmi toccare dagli altri, non do molta confidenza....- lui la guardò grato per avergli evitato la figuraccia, lei gli fece l'occhiolino, e alzandosi disse -Dove posso appoggiarmi per questa notte? poi troverò un altro posto, questa è casa vostra, non voglio essere invadente...- lui si alzò di scatto a sedere, ma che disturbo... figurati a me fa piacere che resti con noi....- e Maka si intromise -Si... che bello...- disse sarcasticamente, l'arma la fulminò mentre la sorella faceva spallucce indifferente al commento poco carino della ragazza. -No dico sul serio, approfitterò della vostra ospitalità solo per queste poche ore, poi me ne andrò...- Soul sbuffò irritato dal comportamento che aveva assunto la sua maestra d'armi da quando sua sorella era arrivata a Death City, non riusciva proprio a capire il motivo di quel suo improvviso cambiamento, da dolce e delicata a arrogante e cattiva. I due partner si diedero la buona notte, mentre le due ragazze non si guardarono neanche negli occhi, si diressero solamente, una alla propria stanza e l'altra alla stanza del fratello che la seguì all'interno e sirichiuse la porta alle spalle. Una volta dentro la camera Soul si tolse la maglietta e rimase in pantaloncini per la notte, mentre Diane si sfilò i vestiti, lui si voltò -Oh scusa...- lei lo guardò stranita -Perchè ti stai scusando?- il ragazzo era un po' in imbarazzo -Ti... ti stai spogliando...- lei sorrise sorpresa -E ti vergogni a guardarmi in biancheria? Soul, sveglia, sono tua sorella... pf...- lui si voltò di nuovo e notò le cicatrici che segnavano alcuni punti della sua pelle chiara. Si ritrovò a pensare a quanto fosse un peccato che una ragazza talmente bella e con una raffinatezza del genere fosse costretta a diventare una macchina per la guerra. Perchè ragionandoci anche loro lo erano, erano utilizzati a fin di bene, ma erano pur sempre addestrati a lottare contro chiunque si fosse schierato dalla parte del nemico. La ragazza lo raggiunse sotto le coperte e si voltò a guardarlo, sorrise e lui ricambiò il sorriso -E' bello riaverti vicino Soul....- sussurrò lei -Ho avuto incubi su incubi in questi anni, non puoi neanche immaginare, ho passato quasi tutto il mio tempo libero, non impegnato dagli allenamenti ad escogitare un piano per uscire da quel posto e venire a cercarti.... mi sono angosciata talemente tanto al solo pensiero che potesse esserti accaduto qualcosa e che io invece di esserti vicino ero lì, rinchiusa ed impossibilitata a venire ad aiutarti....- gli accarezzò il viso con le dita e lui la strinse nell'ennesimo abbraccio in quella giornata -Anche io sono stato in pena Diane, non immagini quanto.... avevo paura di non rivederti più.... non so cosa avrei fatto senza di te...- rimasero così, abbracciati stretti l'uno all'altro come quando erano bambini e uno dei due aveva paura oppure aveva solamente bisogno di coccole che l'altro non gli negava mai. Avevano bisogno l'uno dell'altra, si completavano. Erano come il sole e la pioggia, il giorno e la notte, il sole e la luna. Non potevano, per quanto fossero diversi, stare l'uno senza l'altra e viceversa, si sarebbe rotto un equilibrio esistenziale nelle loro vite che li avrebbe portati a non essere mai più loro stessi, cosa che non avrebbero mai permesso. Ed ora che si erano rincontrati nulla avrebbe potuto dividerli, almeno lo speravano.









Allora..... scusate tantissimissimissimissimo per il ritardo assurdo!!!
Non sapevo che scrivere, per fortuna che mi è arrivata l'ispirazione... ç.ç
comunque parlando della storia, l'astio tra le due ragazze continua e anche
Soul pare esserne irritato.... poverino si trova in uno scontro tra titani xD
E la trama va avanti, come andrà a finire....??

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

La mattina seguente, quando Soul si svegliò il letto era vuoto; si era immaginato tutto? Eppure gli era parso tutto così reale…. Si alzò dal letto e aprì la porta della camera da letto. Si affacciò nel corridoio e da subito sentì un buon profumo, allora sorrise. Seguì la scia e giunse in cucina, dove trovò la colazione sul tavolo con sopra un biglietto. Lo prese in mano “Buongiorno ragazzi, sono uscita per una corsa mattutina, spero che la colazione vi piaccia, ci vediamo dopo..   Diane” sedette al tavolo e prese a mangiare. Nel frattempo nella sua mente riviveva ogni singolo secondo del suo incontro con la sorella il giorno prima; gli sembrava tutto così fantastico. Da quando lo avevano lasciato nelle mani del Sommo Shinigami più di una volta aveva pensato a che fine avesse fatto Diane senza arrivare mai ad una conclusione; con il passare degli anni aveva persino pensato che fosse morta per poi dirsi che se fosse stato realmente così lo avrebbe percepito. Sentiva la sua presenza anche senza avere la certezza che fosse salva. Adesso che la aveva rivista si era subito sentito in colpa per non essere andato a cercarla lui stesso mentre lei aveva passato un’infanzia terribile in quel collegio per armi. Sentì un rumore provenire dal corridoio, probabilmente Maka si era svegliata. Dopo qualche minuto la vide apparire in cucina, già pronta per andare a scuola. Le biascicò un buongiorno come tutte le mattine e le disse –Mia sorella ha preparato la colazione…- lei annuì indifferente e guardò il suo piatto pieno di cibo. Poi lo prese aprì il secchio e vi gettò tutto il contenuto commentando –Non ho fame…- il ragazzo la guardò stralunato –Perché ti comporti così male con lei? Che cosa ti ha fatto?- e lei –Ho una certa repulsione per chi entra nelle vite degli altri senza chiedere il permesso e si prende la libertà di invadere la privacy delle persone….- Soul allora la riprese –Ma che stai dicendo Maka… è mia sorella, non la vedo da dodici anni, te ne rendi conto? È un miracolo che sia ancora viva dopo quello che ha passato, anzi ha anche lasciato indietro i suoi compagni per venire a cercare me… cosa che avrei dovuto fare anche io nei suoi confronti…. Non ti permettere assolutamente di insultarla..- la maestra d’armi lo guardò con sufficienza per poi lavare i piatti –E’ lei che ha iniziato, altrimenti non le avrei detto assolutamente niente…- Soul scosse il capo scettico –Non è vero… lei ha cercato di avvicinarsi ma tu l’hai respinta, neanche avesse qualche malattia grave e non provare a negarlo…- in quel momento dal corridoio entrò la diretta interessata con in volto un’espressione seria –Non c’è bisogno che discutiate per me, anzi, ho intenzione di trovare una sistemazione, quindi non dovrete preoccuparvi più della mia presenza qui… avete fatto fin troppo da quando sono arrivata, quindi, Maka… non preoccuparti non occuperò più parte del vostro spazio vitale…- uscì dalla cucina per poi riaffacciarsi –Ah e per la cronaca, la colazione non era avvelenata, tranquilla…- si rivoltò e disse uscendo dalla casa –Ci vediamo alla Shibusen..- poi richiuse la porta alle sue spalle. Il ragazzo sospirò per poi andare a vestirsi per la scuola e insieme alla sua Meister uscì.

Diane era sulla strada per scuola, incontrò Black Star e Tsubaki durante la camminata. –Hey!- il ragazzo la raggiunse insieme alla sua maestra d’armi –Buongiorno…- fece quest’ultima educatamente. –Ciao ragazzi..- rispose lei –Pronta per il tuo primo giorno di scuola?- le chiese la ragazza e lei alzando le spalle –Si, non mi preoccupa particolarmente, dopotutto sono già una falce della morte, quindi non seguirò le lezioni come voi, vedremo cosa mi faranno fare…- Black Star le diede una pacca sulla spalla –Non preoccuparti, poche lezioni e ti raggiungerò, così vedremo chi è più forte e avrai un bel po’ da fare per battermi…- lei scosse il capo con un mezzo sorriso, come suo solito –Certo… vedremo, non sottovalutarmi così…. Ieri non ho fatto un gran ché contro Kid… vedrai di che cosa sono capace, scommetto che ti batterei con una mano legata dietro alla schiena…- ridacchiò nel vedere la faccia del ragazzo –Ma davvero?! Ma chi ti credi di essere? Io sono Black Star e sono più potente di tutti gli dei. Adesso ti faccio vedere io…- caricò un pugno che lei guardò con un sopracciglio inarcato per poi spostare minimamente la testa per evitarlo –Tutto qui? Piuttosto lento amico…..- lui ringhiò e ne tirò un altro che lei schivò sbadigliando –Troppo lento…- nonostante tutti i colpi che il maestro d’armi tentava lei non si scompose minimamente, cosa che fece inferocire il ragazzo che fu costretto da Tsubaki a fermarsi –Dobbiamo andare alla Shibusen, potete riprendere dopo le lezioni che ne dite? Adesso andiamo..- Diane ridacchiò ancora e diede una spintarella a Black Star che mise un broncio lungo fino a terra. –Ti ha salvato, altrimenti, altri due colpi e saresti stesa per terra…- fece una grossa risata delle sue mentre le due ragazze scuotevano il capo –Vedremo piccoletto, vedremo…- Tsubaki sospirò quando il ragazzo prese a rincorrerla e lei rise scappando velocemente nonostante i tacchi che facevano attrito al suolo. Arrivarono a scuola pochi minuti dopo ed entrarono nell’edificio dove incontrarono Kid che gli sorrise –Buongiorno… è la tua prima volta alla Shibusen Diane, dovresti andare da mio padre, ti stava cercando…- lei annuì e li salutò dirigendosi all’aula della morte; Black Star ancora la sfidava dal corridoio quando lei varco le porte. –Buongiorno Sommo Shinigami, mi stava cercando?- lui annuì dondolando la testa a destra e a sinistra –Ben trovata Diane… oggi è il tuo primo giorno, volevo presentarti alcuni degli insegnanti…. Lui è il dottor Franken Stein, ti aiuterà ad ambientarti qui a scuola anche se non dovresti avere grossi problemi… per oggi assisterai alla sua lezione, poi troveremo qualcosa da farti fare…- lei annuì –Piacere…- strinse la mano all’uomo –Sono Diane Evans…- lui sorrise –La sorella gemella di Soul, piacere mio, mi piacerebbe vivisezionarti…- lei sorrise –Davvero…? Beh, mi piacerebbe vederne il risultato…- il professore parve sorpreso della sua risposta; nessuno era così calmo di fronte alle sue voglie di vivisezionamento improvvise –Troveremo una soluzione… senz’altro..- la ragazza fece un piccolo inchino di fronte al Sommo Shinigami in segno di saluto per poi seguire l’uomo fuori dalla stanza in direzione dell’aula per la lezione. –Allora… so che non hai mai assistito a delle lezioni scolastiche per armi e maestri d’armi, non cambia molto dalle normali lezioni che si potrebbero avere in una scuola per esseri umani, quindi non preoccuparti..- lei annuì e continuò a camminare al suo fianco mentre lui spiegava le varie materie e le lezioni che avrebbe svolto in quel giorno. –Stain, amico mio! Chi è questa bellezza della natura qui accanto a te??- un uomo dai capelli rossicci si presentò davanti ai loro occhi –Spirit, lei è Diane…. Assisterà alle nostre lezioni oggi…- lei gli porse la mano –Piacere…- lui aveva gli occhi che luccicavano –La tua bellezza risplende di una luce meravigliosa mia cara…- prese a baciarle la mano con fare galante. Lei alzò uno sguardo perplesso sul professore che si batté una mano sulla fronte –E’ senza speranza.... non dargli peso…- lei annuì incerta –Ehm… grazie Spirit… lei invece è?- lui si ritirò su –Io sono la falce della morte del Sommo Shinigami, lo accompagno nelle sue missioni più importanti… e tu cara? Sei un’arma o una maestra d’armi?- lei sorrise ritirando la mano elegantemente –Sono anche io una falce della morte ma non ho bisogno di alcun Meister.. lieta di conoscerla…- lui la scrutò –Mi ricordi qualcuno…- lei sorrise ampiamente –Forse conosce mio fratello… Soul..- lui spalancò gli occhi –Sei la sorella di quel broccolo che fa da arma a mia figlia?- lei annuì –Si sono la sua gemella… lei è il padre di Maka?- l’uomo aveva due brillanti al posto degli occhi –Mia figlia, la mia bellissima figlia accoppiata con quel troglodita…- lei assottigliò gli occhi guardandolo da sotto le palpebre –Le ricordo che sta parlando di mio fratello… moderi i termini…- lui si tirò leggermente indietro nel vedere il suo sguardo e disse cercando di cambiare argomento –Comunque… come mani non ho mai saputo di te?- lei tornò con lo sguardo sul professore che studiava le sue mosse –Io e mio fratello siamo stati separati dodici anni, lui  stato portato qui, mentre io in un collegio per armi a qualche giorno da qui… quando ne ho avuto la possibilità sono fuggita e sono venuta a cercarlo…- Spirit annuì –Ma che ragazza coraggiosa e intraprendente… mi piacciono le ragazze intraprendenti…- riprese a baciarle la mano e lei si tirò leggermente indietro a disagio cercando aiuto nello sguardo di Stein che alzò le spalle impotente. Da lontano si sentì la voce di Maka –Papà! Che diavolo stai facendo?- lui si voltò –Oh Maka tesoro di papà…- cercò di abbracciarla ma lei gli sbatté un librone uscito da non si sa dove sulla testa e lui cadde a terra, mentre lei la guardava di sottecchi –Vedo che hai conosciuto mio padre…- la ragazza annuì seria –Già…- il professore notando gli sguardi che le ragazzi si lanciavano disse –Beh, credo sia ora di raggiungere la nostra aula… vieni..- Diane si voltò e annuì –Certo… ciao Maka…. A rivederla Spirit…- lui in un attimo fu in piedi –Puoi darmi del tu… Diane, ci vediamo dopo….- lei sorrise chinando il capo e seguendo l’altro uomo per il corridoio facendo volteggiare i capelli chiari. Si scontrò con suo fratello, gli sorrise raggiante –Ciao..- lui restituì il sorriso –Scusa Maka… non è abituata ad avere qualcuno di estraneo nella sua casa…- lei annuì indifferente –Non preoccuparti, ci vediamo dopo?- lui annuì facendo un cenno con la mano a mo’ di saluto e raggiunse la sua maestra d’armi ancora impegnata a sgridare suo padre.

Lo so, lo so, vorreste uccidermi e avreste totalmente ragione.... 

Chiedo umilmente scusa; sono imperdonabile.... ma non sapevo proprio che cosa scrivere, avevo tipo il blocco dello scrittore (se scrittrice mi posso chiamare)

Comunque, ecco l'ottavo capitolo... finalmente.... 

Il primo giorno di scuola della nostra protagonista e altri scontri con Maka, l'entrata in scena del professore e di Spirit...

Chissà che accadrà...

Baci Aly xx

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


                   Capitolo 9

Il professore la accompagnò fino all’aula dove avrebbe tenuto la prima lezione. –Aspetta un attimo qui fuori per favore, così ti annuncio alla classe okay?- lei annuì fermandosi pochi passi fuori dalla porta. Lui entrò e disse qualcosa per poi chiamarla all’interno della stanza. La ragazza tirò un sospiro per poi raggiungerlo. Tutti i ragazzi cominciarono a sussurrare apprezzamenti su di lei mentre le ragazze si chiedevano chi mai potesse essere. A quanto pare Stein non aveva spiegato agli alunni chi fosse e come mai fosse lì. Avrebbe dovuto presentarsi da sola, sbuffò mentalmente per questo e prese la parola –Piacere, io sono Diane Evans, sono arrivata ieri… sono una falce della morte e per ora assisterò alle vostre lezioni…- il professore allora disse affiancandola –Qualche domanda?- due o tre mani si alzarono e uno alla volta fecero la loro domanda, uno di essi disse –Dove eri prima di venire qui?- lei guardò l’unico adulto nella stanza e rispose –Ero in un collegio per armi dove sono cresciuta…- lui allora –E come mai adesso sei qui?- la ragazza cominciava ad innervosirsi, non le piaceva quando le facevano domande personali senza neanche conoscerla –Sono venuta alla Shibusen per rivedere il mio gemello, forse lo conoscete, è Soul Evans…- si alzò un brusio dalla classe e il professore fu costretto a richiedere l’ordine sbattendo la mano sulla cattedra –Silenzio!- un’altra mano alzata, un’altra domanda –Come mai sei venuta da sola? Dove è il tuo maestro d’armi?- lei fece spallucce –Io combatto da sola, non ho bisogno di alcun Meister..- le domande finirono lì e poterono finalmente iniziare la lezione. A metà dell’ora fece il suo ingresso Spirit che subito la raggiunse –Bellezza della natura spero che la lezione sia di tuo gradimento…- lei sorrise educatamente e rispose –Certamente Spirit, è interessante assistere alle vostre ore di lezione, fate cose che noi non abbiamo mai fatto in dodici anni, è molto educativo…- lui le prese la mano –Sono lieto di saperlo, ma dimmi, ti andrebbe di pranzare con me oggi?- fece gli occhi dolci e lei si trovò intrappolata tra lui e lo schienale della sedia con tutti gli occhi addosso in attesa di una sua risposta. Anche il professore ora si era girato verso di lei con uno sguardo perplesso. La mano ancora chiuse tra quelle di lui, quindi disse –Vorrei davvero, ma devo proprio fare un giro in città al più presto per trovare un posto in cui stare… sarà per un’altra volta, mi dispiace..- era davvero dispiaciuta, ma non le pareva il caso di uscire con un uomo che aveva quasi il doppio dei suoi anni e che, tra l’altro era il padre della Meister di suo fratello. Lui parve pensarci un po’, poi disse sorridente –Posso accompagnarti in città e darti una mano a cercare una casa… che ne dici? Non è una buona idea?- lei si guardò attorno in cerca di aiuto, ma poi disse –Certo, perché no…- fece un sorrisetto e lui saltò in piedi –Fantastico allora ti aspetto fuori scuola dopo le lezioni..- le baciò la mano con fare galante e uscì dalla classe lasciando tutti in silenzio. Fu allora che lei tornò a respirare e sospirò abbassando il capo rassegnata –Non riuscirò mai a trovare casa con lui alle calcagna… me lo sento…- la classe scoppiò a ridere e il professore la guardò compassionevole per il pomeriggio che sarebbe stata costretta a passare con la falce della morte. Tornarono alla lezione, lei prendeva diligentemente appunti su un block-notes di cui la scuola l’aveva fornita precedentemente. Il modo in cui Stein spiegava le tecniche di combattimento era molto semplice ed efficace allo stesso tempo, trovava tutto ciò veramente interessante. Alla fine dell’ora Stein le si avvicinò e le disse –Ti è piaciuta la lezione?- lei annuì –Immensamente professore, devo complimentarmi con lei, il suo metodo di spiegazione è qualcosa di incredibile e mi farebbe piacere assistere a tutte le sue lezioni se non le sono di disturbo…- lui sbatté più volte le palpebre –No, certo che no, figurati, sono contento che almeno qualcuno mi stia a sentire…- fece un sorriso che lei ricambiò –Non capisco come i suoi alunni possano non prestare attenzione, trovo che se fossero attenti almeno a metà delle cose che dice avrebbero il doppio delle capacità che posseggono ora….- non voleva assolutamente passare per una leccapiedi, anzi, trovava veramente le lezioni molto interessanti e si stupiva di come, avendo una fortuna del genere gli alunni fossero annoiati dalle spiegazioni. Se fosse stata anche lei un’alunna non si sarebbe persa neanche una parola che il professore pronunciava. Intanto erano usciti dalla classe ancora parlando –Che cosa hai scritto su quel quaderno? Ho visto che hai continuato a scrivere per tutta l’ora…- lei gli porse il block-notes che teneva ancora in mano –Scusi se è un po’ disordinato, lo ricopierò e lo sistemerò meglio per domani…- lui rimase molto sorpreso da come quella ragazza fosse attenta durante tutta la lezione, in alcuni tratti aveva persino riportato le sue parole per rendere meglio l’idea e aveva fatto qualche schizzo. Lui annuì –Sono piacevolmente sorpreso della tua capacità di comprensione e riporto dei particolari… sei la studentessa dei miei sogni…- lei ridacchiò –Grazie..- l’uomo le restituì il quaderno e tornarono a parlare –Mi dispiace per l’insistenza di Spirit nel voler uscire con te, ma è proprio senza speranza, da quando sua moglie l’ha lasciato non c’è donna che lui non provi a corteggiare, a volte non si rende conto di essere morboso…- la ragazza fece spallucce –Non si preoccupi, mi fa piacere che qualcuno abbia piacere di passare il suo tempo con me….- Stein sorrise e disse –Mi piacerebbe approfondire con te l’argomento della lezione di oggi… che ne dici se la prossima volta facessimo una lezione pratica?- lei annuì sorridendo –Assolutamente si… ne sarei felice, di queste cose mi intendo meglio che in teoria…-si strinse nelle spalle. –Non hai proprio idea di chi potessero essere gli uomini che ti hanno rinchiusa lì?- Diane scosse il capo con lo sguardo basso –Si presentavano come professori o dottori che ci avrebbero aiutato ad arrivare al massimo dei nostri poteri, ma non ci spiegavano mai a che cosa servisse tutto ciò…- la sua voce era improvvisamente diventata più seria ed il professore se ne accorse –Se vuoi parlarne con qualcuno puoi venire tranquillamente da me, cercherò di aiutarti come meglio posso okay?- le mise una mano sulla spalla e lei gli sorrise riconoscente –Grazie davvero professore, è molto gentile da parte sua…- passeggiarono per il corridoio fino ad arrivare all’aula della prossima lezione. Tutto si ripeté da quel momento in poi per le cinque ore successive: il professore la presentava, lei rispondeva a qualche domanda degli alunni, iniziava la spiegazione a cui lei assisteva e prendeva militarmente appunti scrivendo nei minimi dettagli tutto quello che veniva detto dal professore che con soddisfazione la guardava comportarsi come una responsabilissima alunna, anzi, era fin troppo responsabile per essere considerata un’alunna a tutti gli effetti, non ne aveva conosciuti di simili da quando era arrivato alla Shibusen, di certo quello era un ottimo acquisto per la scuola. La ragazza avrebbe rappresentato un importante aiuto per la realizzazione del loro progetto di pace contro il Kishin.

Quando le ore scolastiche passarono il professore la accompagnò in una stanza –Qui è dove ci riuniamo noi professori per discutere dell’andamento scolastico degli alunni e per decidere le missioni a cui farli partecipare… una sorta di sala professori, diciamo… potrai assistere anche tu alle nostre riunioni. Farò richiesta di farti assistere ad ogni mia lezione…- lei annuì –La ringrazio molto…- lui assentì col capo e disse –E’ giunto il fatidico momento dunque…. Ti auguro buona fortuna…. Ci vediamo domani mattina per le lezioni…- lei annuì e fece un piccolo inchino –Grazie, arrivederci a domani professore….- uscì dalla stanza e, in mezzo ai corridoi sentiva gli occhi di tutti puntati addosso fin quando finalmente mise un piede fuori da quell’edificio –Allora come è andato il tuo primo giorno?- la voce del fratello la distolse dai suoi pensieri e la spinse a girarsi nella sua direzione –Più che bene direi, tu?- lui fece spallucce –Come al solito non ho seguito neanche un minuto di lezione…- fece un sorriso sghembo e lei aggrottò la fronte –Dovresti seguire invece per diventare una falce della morte a tutti gli effetti hai bisogno non soltanto della pratica ma anche della conoscenza teorica… è una cosa che io non ho mai conosciuto e adesso mi sto rendendo conto di quanto mi avrebbe fatto comodo a suo tempo… dovresti essere grato per avere la possibilità di studiare con un professore così colto e ben aggiornato….- lui fece una smorfia –Si okay…. Mi impegnerò di più…. Contenta?- lei annuì –Certo… lo dico per il tuo bene fratellino, ricordalo…- lui le mise un braccio attorno alle spalle –Che ti ha detto Spirit stamattina?- lei fece spallucce –Che sono una bellezza della natura e che gli piacerebbe pranzare con me…- il ragazzo inarcò un sopracciglio –Hai rifiutato, vero?- Diane annuì e aggiunse –Si, gli ho detto che devo trovare al più presto un posto in cui stare e che devo fare un giro in città…ma lui si è proposto per farmi compagnia e non ho potuto rifiutare….- sospirò –Quindi oggi pomeriggio mi accompagnerà..- Soul si fermò di colpo –Vuoi dire che uscirai con il padre di Maka!?!?- lei lo corresse –Non è proprio un’uscita… insomma vuole solo accompagnarmi in centro…- lo sguardo di lui fu eloquente e lei sospirò ancora –Speriamo in bene….-

E' arrivato finalmente il nono capitolo!!

Diane ha iniziato a frequentare le lezioni alla Shibusen 

e ha dovuto accettare un'uscita con Spirit...

Chissà come andrà a finire...

Baci Aly xx

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


                                                                                                    Capitolo 10
Prima di arrivare a casa i ragazzi si fermarono in un negozio di abbigliamento per comprare qualcosa da indossare per Diane che poteva esserle utile in vista della sua uscita con il padre di Maka. Scelsero un paio di jeans scuri in abinamento ad una maglia leggera bianca ad ali di pipistrello e le scarpe con il tacco dello stesso colore. Per quanto riguarda la borsa la decisione fu per una piccolaborsa in tessuto nero. Giunti all'appartamento di Soul e Maka la ragazza non perse tempo e lavò immediatamente i nuovi abiti per poi preparare il pranzo. Al solito Maka non fu contenta della sua presenza e non le risparmiò neanche una battutina sarcastica asciando il suo partner molto irritato. Non appena i vestiti si asciugarono li stirò velocemente e li indossò pettinandosi e sistemandosi bene i boccoli. Si guardò allo specchio e si piacqu, quindi sorrise e si diresse fuori dal bagno. Passando per i salone fece una giravolta davavnti al fratello -Allora? Come sto?- lui annuì e alzò un pollice -Molto bene! - la ragazza bionda la guardò con sufficienza e con un leggero disprezzo -Niente male... per una che esce con un uomo che ha il doppio dei suoi anni.- l'arma fece finta di non averla sentita e salutò il fratello con un bacio sulla guancia.
Spirit la aspettava fuori dall'edificio e quando la vide sorrise ampiamente -Sei bellissima...- le baciò la mano e lei -Grazie...- era leggermente in imbarazzo -Vogliamo andare?- lui annuì -Ovviamente...- 
Si incamminarono e, durante la passeggiata parlarono del più e del meno volgendo la discussione su svariati argomenti quali la scuola, la bella giornata; per poi arrivare alla fatidica domanda -Sei fidanzata?- chiese molto schiettamente l'uomo. Lei lo guardò e scosse il capo -No, per ora no.- Spirit sorrise -Un vero peccato, una signorina così carina e gentile tutta sola....- Diane guardò a terra a disagio -Dove dici sarebbe il caso di controllare per una casa qui in città?- chiese con l'intento di cambiare argomento. Lui ci pensò, poi disse -C'è un palazzo a poca distanza da qui, è stato costruito da poco e che sappia io ci sono uno o due appartamenti ancora liberi, vuoi dare un'occhiata?- lei annuì -D'accordo allora, andiamo.- lui la prese a braccetto e la condusse lungo la strada. La gente li guardava curiosa di sapere con chi questa volta Spirit stesse uscendo ma l'uomo parve non farci caso continuando a camminare imperterrito e a parlare velocemente mentre la ragazza faceva fatica a seguire il su discorso, troppo disturbata dalle occhiate dei passanti. Avrebbe voluto fermarsi e chiedere -Volete un autografo, per caso?- ma sicuramente così avrebbe attirato ancora di più l'attenzione ottenendo il contrario del su obiettivo originale; quindi fece finta di niente e continuò a camminare. Arrivarono a destinazione in pochi minuti. Era un edificio di quattro o cinue piani, ben curato, con tanto di giardino. Lui le aprì il cancelletto che dava su un vialetto. La ragazza lo ringraziò ed entrò prima di lui. Mentre attraversavano il giardino l'uomo non faceva altro che elencarle tutti i pregi ed i difetti della vita a Death City, sicuramente era una fortuna avere la scuola a pochi chilometri di distanza -Senza contare che io abito proprio nell'appartamento accanto a questo...- disse poi con un enorme sorriso. Lei si fermò ualche istante a ragionare su quale fosse la strategia migliore per fuggire di lì in poco tempo. Le stava riempendo la testa di parole e discorsi senza un apparente filo logico. E soltanto pensare di dorverlo incontrare tutti i giorni fuori casa le faceva veire un mal di testa infernale; vista la sua abitudine ad isolarsi dalle tante persone e al piacere che le recava stare in religioso silenzio. Le fece visitare lo stabile per poi dirle -Allora? Cosa ne pensi? Non sarebbe una bella idea venire ad abitare qui? Avresti tutto a portata di mano, visto che il supermercat è a due passi e che la scuola è facilmente raggiungibile a piedi...- lei annuì sovrapensiero -Sarebbe una bella idea, ma io preferirei qualcosa di più intimo. Piú silenzioso che rispecchi un minimo le mie abitudini; credi si posso trovare un post così a Death City?- lui parve esserci rimasto un po' male per quella sua richiesta, ma poi gli tornò il sorriso -Potremmo provare un po' piú avanti. C'è una villetta niente male; è un po' grande per una persona sola. Che ne dici se ti aiuto con l'affitto, potrei darti una mano e in cambio passare più tempo con te.- lei spalancò gli occhi rubino e disse alzando le mani davanti al viso -È molto gentile da parte tua farmi questa offerta, ma ho bisogno della mia privacy; e poi potremmo passare tempo insieme già a scuola e secondo me ti stancheresti ad avermi sempre in mezzo ai piedi....- fece una risatina nervosa indietreggiando di qualche passo. Lui allo stesso tempo si avvicinava -Non vedo proprio cosa ci sia di male....- la ragazza si ritrovò con le spalle al muro -Spirit davvero non credo sia una buona idea; non sono abituata ad abitare con qualcuno, non sarei a mio agio e ti disturberei con la mia continua presenza. Non preoccuparti, posso sicuramente trovare un'altra sistemazione..- cercò di convincerlo, ma lui si avvicinò di più al su viso -Non mi disturberesti affatto...- doveva assolutamente trovare una via di fuga da quella situazione che avrebbe avuto un seguito molto ma molto preoccupante. -Io..... io... SOFFRO DI SONNABULISMO!- disse la prima cosa che le passò per la mente e lui si allontanò -Davvero?- lei annuì grave -Si... ehm... io la notte non riesco a tenere sotto controllo i miei poteri e divento un'arma; ma non sono in grad di trattenermi dal distruggere tutto quello che mi capita sotto mano... non credo sarebbe una buona idea vivere con qualcuno disturberei il sonno tuo e dei miei ipotetici vicini se vivesi in un condominio; per questo cercavo un posto un po' più isolato ecco....- 
L'uomo scosse il capo e si allontanò permettendo alla ragazza di tornare a respirare normalmente. -Oh mi dispiace di questo tuo disturbo... Hai ragione, meglio non rischiare...- ridacchiò e si grattò la testa imbarazzato -Ma c'è una sorta di cura per questo no?- lei annuì -Si, sto prendendo dei farmaci e sicuramente si risolverà.... ma per il momento preferisco un po' di solitudine..- la falce della morte la accompagnò fuori dall'edificio -Magari potremmo rimandare l'idea di andare a vivere insieme a quando il problema sarà risolto... Ma per quanto riguarda il giorno potremmo ancora uscire insieme giusto? andare a fare una passeggiata o andare al cinema...- lei annuì -Già perché no?- lui guardò l'ora -Oh guarda come è tardi... Perché non andiamo a mangiare qualcosa? Conosco un ristorante niente male...- lei acconsentì sentendosi già molto meglio per aver evitato la catastrofe per pochi secondi che si sarebbero rivelati letali. Non sapeva se sarebbe stato letale per lei o per lui vista la sua eventuale reazione al suo bacio. Non era abituata ad avere un rapporto di pace con gli uomini e un pugno non glielo avrebbe tolto nessuno. Sospirò e si avviò al suo seguito nel ristorante consigliatole. Passarono il resto della serata a parlare e camminare per il centro.
Si fece tardi e lui la riaccompagnò a casa di Soul e le disse -Allora ci vediamo domani a scuola...- Si avvicinò e fece per baciarla ma lei voltò il capo e le labbra di lui finirono contro la sua guancia -Sono stata bene stasera, grazie....- entrò nell'edificio salutandolo con la mano e guardandolo allontanarsi a piedi. 
Quando lo vide sparire dietro l'angolo si rilassò e si lasciò scivolare a terra sospirando -E adesso che faccio?- non poteva certo disturbare ulteriormente suo fratello e la sua Meister, visto il rapporto che aveva con la ragazza. Allora uscì di nuovo guardandosi attorno per essere sicura che Spirit se ne fosse andato e riprese a camminare nella direzione opposta a quella presa dalla falce.
Camminò a lungo fino a ritrovarsi in un quartiere molto tranquillo che per alcuni versi sarebbe risultato alquanto cupo e spaventoso; ma era proprio quello che lei cercava, un posto dove nessuno sarebbe andato a cercarla. Si inoltrò in quel territorio fino a ritrovarsi davanti a quello che sembrava un laboratorio. Si avvicinò, c'era una luce accesa. Si arrampicò fino al primo piano e sbirciò nella stanza illuminata per vedere chi mai potesse abitarci e quello che vide non la sorprese più di tanto. Stein era intento a leggere qualcosa sul computer; sorrise e riscese a terra per poi suonare il campanello come avrebbero fatto tutti i comuni mortali. Dopo pochi secodi la porta si aprì lasciando intravedere un viso conosciuto -Diane? Che ci fai qui?- lei sorrise -Salve professore....-



Ecco il decimo capitolooooo :)
Chiedo umilmente scusa per il mio clamoroso ritardo *si mette in ginocchio ed implora perdono* ma sono partita il 2 agosto per la Finlandia e starò qui 3 mesi e con la scuola poi è un po' incasinato, spero riuscirete ad essere clementi...
Comunque, l'uscita di Diane con Spirit sembra essere andata piuttosto bene, non contando la possibilità della ragazza di lasciare un bel pugno sul musetto della falce della morte per averla quasi baciata.... Niente casa per la nostra protagonista che prende a passeggiare e arriva ¨casualmente¨ in prossimità del laboratorio del professore.... mhmm... come andrà a finire? Lo vedrete nella prossima puntata! :) No scherzo, ci vediamo al prossimo capitolo :)
Baci Aly xx

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Dal precedente capitolo:
Camminò a lungo fino a ritrovarsi in un quartiere molto tranquillo che per alcuni versi sarebbe risultato alquanto cupo e spaventoso; ma era proprio quello che lei cercava, un posto dove nessuno sarebbe andato a cercarla. Si inoltrò in quel territorio fino a ritrovarsi davanti a quello che sembrava un laboratorio. Si avvicinò, c'era una luce accesa. Si arrampicò fino al primo piano e sbirciò nella stanza illuminata per vedere chi mai potesse abitarci e quello che vide non la sorprese più di tanto. Stein era intento a leggere qualcosa sul computer; sorrise e riscese a terra per poi suonare il campanello come avrebbero fatto tutti i comuni mortali. Dopo pochi secodi la porta si aprì lasciando intravedere un viso conosciuto -Diane? Che ci fai qui?- lei sorrise -Salve professore....-


Capitolo 11

L'uomo la guardava incuriosito e sconcertato -Scusi se sono invadente, ma potrei entrare?- si guardava ancora circospetta attorno come se Spirit avesse potuto seguirla fin lì. A quell'idea le corse un brivido per la schiena. -Ma certo, vieni entra, deve fare freddo fuori..- si scostò da davanti alla porta per farla entrare nel laboratorio. La ragazza fece un paio di passi all'interno e un piacevole calore la avvolse. -Da questa parte, prego... vuoi qualcosa di cald da bere? penso di non poterti offrire niente di più di una tazza di caffè...- lei sorrise -Va bene un semplice bicchiere d'acqua, grazie...- rispose gentile -Scusi se mi sono presentata da lei ma in quel momento non sapevo proprio dove andare...- il professore le mise in mano il bicchiere con l'acqua che aveva chiesto. -Ma figurati... come mai ti sei trovata in questa situazione? Non mi dirai che Maka ti ha cacciata di casa...- Diane scoppiò a ridere -No, no, si figuri... ma visto che non scorre buoi sangue tra me e la Meister di mio fratello non volevo dare ancora disturbo...- lui annuì sollevato -Capisco... Sbaglio o oggi saresti uscita con Spirit? Come è andata?- lei scosse le spalle -Diciamo piuttosto bene....- l'immagine di loro due lontani un soffio le tornò alla mente, ma poi scosse il capo -Ma purtroppo non ha portato i risultati sperati, non ho trovato nessun posto dove stare...- sospirò "Tutta quella fatica per niente, sopportare le sue chiacchiere è stato infernale..." pensò.
-Oh, mi dispiace.... quindi per questa sera non hai un posto dove andare?- le chiese e lei
-No, effettivamente no...- rispose con il viso nascosto dal bicchiere -Se vuoi puoi rimanere qui, cioè, se per te non è un problema, la maggior parte delle persone hanno paura che le vivisezioni se rimanessero sole con me per più di dieci minuti...- si grattò la testa imbarazzato. Lei lo fissò a bocca aperta per qualche secondo, poi però si riprese -Non ce ne è il bisogno professore, lei è molto gentile, ma non vorrei disturbare. Per stanotte potrei accamparmi nel bosco.... non è un problema, davvero...- l'uomo però scosse il capo -No, non posso permettere che tu dorma nel bosco quando ho tanto spazio inutilizato qui...- allora lei sorrise -Va bene allora... grazie...- un po' ci aveva sperato a dir la verità, ma non si aspettava che accadesse sul serio, dopotutto era una completa estranea. Ma le faceva piacere che si preoccupasse per lei. -Allora vieni, ti mostro dove puoi accomodarti per la notte...- si alzò invitando anche lei a farlo per poi precederla nel corridoio. 
Mentre camminava per la casa Diane osservava nei minimi particolari ogni piccolo spazio per non perdere neanche un dettaglio di quel posto nuovo. Era più forte di lei, non poteva resistere alla tentazione di osservare bene e di progettare in caso di emergenza le migliori scorciatoie per arrivare all'esterno. Il suo addestramento lo esigeva, ed era cresciuta con queste direttive; le abitudini erano dure a morire, soprattutto se così rigide; e se chi te le inculca ha in mano una frusta. Le venne la pelle d'oca a quel pensiero, poi però la voce dell'uomo la riportò alla realtà -Eccoci arrivati... non è molto lussuosa, ma per una notte può andare..-
La ragazza fece capolino nella stanza e accese la luce al neon che illuminò l'ambiente dandogli un aspetto alquanto inquietante ma che non era diverso o peggio di quello in cui aveva vissuto per dodici anni. Sorrise al professore dicendo -È perfetta, grazie per la sua ospitalità, non so davvero come ringraziarla per il suo aiuto...- fece un piccolo inchino col capo e Stein indietreggiò. -Vuoi qualcosa da mangiare? Non ho molto in casa, ma posso arrangiare una cena per due...- era parecchio imbarazzato, a quanto pare non gli capitava spesso di trovarsi in situazioni del genere. -È gentile da parte sua davvero, ma ho già mangiato. Se vuole però posso farle compagnia...- lui annuì e uscì dalla stanza con lei al seguito. È da tanto che vive qui?- gli chiese ad un certo punto durante il tragitto -Si, parecchio, ma devo dire che Death City mi piace e poi il mio mestiere non è affatto male....- lei annuì -Anche lei è un maestro d'armi?- lui annuì -Si, ho sentito dire che la gente vocifera che io sia il più forte maestro d'armi a Death City...- la ragazza lo squadrò -Ma davvero? perché uno di questi giorni non ci sfidiamo? solo per vedere chi è più forte.... che ne dice?- lui fece spallucce -Perché no?!- arrivarono in cucina ed il professore preparò qualcosa di veloca da mangiare. Diane era seduta al tavolo e lo osservava muoversi al bancone. -Qualche volta voglio assistere alle sue lezioni di vivisezione, non ne ho mai vista fare una dal vivo... Deve essere interessante..- disse sovrappensiero. Lui si voltò lentamente e quando potè vederlo negli occhi la ragazza vi notò uno strano scintillio al sentir nominare la sua materia preferita in campo scientifico -Molto volentieri...- lei annuì per poi continuare -Non ci insegnavano cose di questo tipo nel colleggio, potrebbe piacermi....- allora il professore le sedette di fronte per poi prendere a parlare -La vivisezione è molto interessante ed utile, ci permette di scoprire segreti sui corpi di esseri viventi che noi reputiamo "normali" che poi,come possiamo distinguere cosa è "normale" da cosa che invece non lo è... Dopotutto facciamo parte anche noi di questo mondo, ci sono un'infinità di cose che non conosciamo...- lei si sporse appoggiando i gomiti sul tavolo -È quello che mi chiedo anche io... gli umani allontanano e disprezzano quello che non capiscono.. se solo si applicassero nel conoscere di più quello che li circonda non sorgerebbero questi problemi...- lui si ritrovò ad annuire concorde e sorpreso di aver trovato qualcuno del suo stesso parere. Mentre l'uomo mangiava si ritrovarono a parlare del più e del meno, ma volsero i loro discorsi sulle loro idee riguardo la mente umana e tutti gli schemi evolutivi degli esseri viventi -Credo che la mente umana sia un mestero che nessuno riuscirà a comprendere fino in fondo, è un discorso soggettivo... si possono studiare le cellule che compongono il cervello, ma la mente rimarrà un'incognita...- lui annuì serio -Domani ho intenzione di catturare qualche animale per i miei studi, vorrei che assistessi...- disse a bruciapelo per vedere la sua reazione; che fu tutto il contrario di ciò che si aspettava -Certo, ne sarei onorata.. Quando iniziamo?- chiese con un sorrisone stampato sul viso. Stein doveva ammettere che fosse la prima reagire così ad una simle proposta da parte sua. Non che avesse chiesto spesso a qualcuno di assistere senza prendere parte in prima persona all'esperimento. Ma poteva ritenersi soddisfatto -Per domani sera andrebbe bene per te?- lei annuì -Ovviamente professore, mi dica soltanto l'ora e mi troverà qui. - rispose lei con decisione. I due si spostarono a parlare in salotto -Quindi tu sei la gemella di Soul... in effetti vi assomigliate tanto..... deve essere stata dura stare lontani per tutti quegli anni non è vero?- lei annuì grave -Si, in effetti si... sapere che lui era da qualche parte lì fuori, da solo mi dava il tormento. I primi anni sono stati i peggiori... Mi tornava sempre alla mente la notte in cui ci separarono. Ancora non mi spiego il motivo di tale gesto, ma credo fosse qualcosa di realmente importante, o almeno lo spero... Dopo cinque o sei anni lì dentro ho fatto delle ipotesi a riguardo.... forse c'era un pericolo icombente che li ha costretti, o forse è tutta colpa mia....- l'uomo le si fece più vicino -Che cosa dici? come può essere stata colpa tua? avevi soltanto sei anni...- lei annuì -Quando i miei poteri si svilupparono del tutto capii di non essere un'arma come le altre.... io.... sono.... diversa da tutti quelli che conosco.... riesco a fare cose fuori dal comune e non mi spiego il motivo di tali poteri.... forse è per questo che ci hanno separati, per proteggere Soul... da me..- abbassò il capo. Il solo pensiero le lacerava l'anima, solo ipotizzare di poter far del male all'adorato gemello la faceva stare male; ma non riusciva a farne a meno. Quell'idea la tormentava, era ogni secondo nella sua testa e non poteva evitarlo. Dopotutto DOVEVA esserci un motivo se i loro genitori avevano deciso di dividerli e per ora era l'ipotesi più quotata di quelle che aveva formulato. Poi le venne un'idea e strinse la mano del professore -Lei potrebbe scoprire che cosa c'è che non va in me... faccia delle analisi, mi controlli.... se scoprissimo perché sono.... così... forse arriveremo alla soluzione del quesito.... per favore...- lui la osservò. Sembrava disperata, avrebbe fatto di tutto per capire il perché della sua diversità dalle altre armi. Non poteva fare altro se non aiutarla, quello sguard implorante non gli dava via di fuga. Quegli occhi ipnotici lo chiedevano e lui non poteva più tirarsi indietro. -Va bene, ti aiuterò...-




Ed eccoci con l'undicesimo capitoloooo :)
Il professore si rivela un vero padrone di casa ed offre un alloggio alla nostra Diane che vuole ad ogni costo scoprire cosa la sua anima le sta nascondendo...
La risposta a questa domanda potrebbe aiutarla a capire il perché i genitori li divisero anni prima.... Il professore sembra rapito dal suo sguardo implorante e non può rifiutarsi di darle il suo aiuto....
Come andrà a finire??
Ci vediamo nel prossimo capitolo... :)
Baci Aly xx

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