Ocean eyes.

di Daphne007
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to Marymount High School! ***
Capitolo 2: *** Coincidence ***



Capitolo 1
*** Welcome to Marymount High School! ***


Ocean eyes.




 
Welcome to Marymount High School!

Non era cambiato niente.

La Marymount High School era la scuola privata più stimata di Los Angeles e ovunque voltavi lo sguardo, l'unico essere maschile in cui potevi imbatterti era il bidello Frank o il giardiniere Rick.

Del resto la città dove vivevo non era piccola e tranquilla e i miei genitori facevano di tutto per tenermi sotto controllo e cos'è meglio di una scuola privata e unicamente femminile?

Probabilmente era l'unico punto su cui si erano trovati d'accordo.

Un mese dopo che mi avevano iscritta alla Marymount, avevano deciso di divorziare.

Diedi un'occhiata all'edificio numero 5 dove avevo la prima ora di chimica e mi misi ad aspettare Ashley, la mia migliore amica.

'Ciao Hele!' disse una del secondo anno di cui non ricordavo nemmeno il nome. Feci un cenno con la testa per ricambiare e mi sedetti su un gradino.

Era difficile frequentare una scuola femminile, le ragazze erano competitive, io ero competitiva e dopo aver passato tranquillamente il primo anno, senza dar importanza alla gerarchia che si era creata da molto tempo prima, al secondo cambiai idea.

Volevo essere qualcuno, volevo ricevere attenzioni e volevo essere rispettata da tutte.

Ed era esattamente tutto come desideravo. Nel giro di pochi mesi avevo acquistato il rispetto e la fiducia delle persone. Facevo parte del consiglio studentesco ed ero un punto di riferimento, in poche osavano contraddirmi, molte cercavano di essermi amiche.

Ashley mi aveva seguito in tutto e per tutto, eravamo amiche fin da piccolissime e su poche cose non eravamo d'accordo.

'Le odio!' disse la mia migliore amica arrivando col fiatone e sedendosi un attimo vicino a me per riprendere fiato.

'Buongiorno a te!' le risposi sorridendo. Aveva i capelli biondi legati in una treccia e la matita nera leggermente sbavata. Allungai un dito per sistemargliela e ascoltai il suo sclero.

Non aveva trovato parcheggio e quindi era stata costretta a lasciare l'auto vicino alla palestra.

Il suo odio era rivolto ad un gruppo di primine che le avevano rubato i posti migliori.

'Mi ha scritto Alex, la loro palestra è in ristrutturazione! Devono allenarsi perchè il prossimo mese inizia il campionato, quindi il preside ha aderito a lasciargliela tre pomeriggi a settimana!'

Alex era una specie di fidanzato, non stavano insieme ma c'erano quasi.

Giocava nella squadra di football di un liceo maschile poco distante dal nostro e dalle voci che giravano, sembrava che la nostra vicepreside avesse una sorta di relazione col preside della loro.

Guardai Ashley ancora eletrizzata per questa notizia, mentre digitava sulla tastiera del suo cellulare un messaggio.

'Dai entriamo, siamo super in ritardo!' dissi alzandomi e mettendomi la borsa sulla spalla.

'Ferma un attimo! Perchè non stai gioendo o urlando? Non so se hai collegato...Alex, migliore amico e compagno di squadra di Lucas, tuo attuale ragazzo!' mi fermò trattenendomi per il polso.

Sospirai e annuii mettendo tutto il mio peso per aprire la porta dell'edificio.

La porta dell'aula di chimica era già chiusa.

'Non è un buon momento...' accennai, bussando un paio di volte ed entrando in classe.

La signorina Murphy ci rimproverò e minacciò di mandarci in detenzione al prossimo ritardo.

Noi non l'ascoltammo nemmeno e ci dirigemmo direttamente agli ultimi due banchi in fondo alla classe, lasciati liberi per noi.

Questo era il rispetto di cui parlavo prima.

Ash non si arrese e mi scrisse su un foglietto chiedendomi cosa non andasse tra me e Lucas.

Sbuffai e scrissi velocemente:

Ne parliamo dopo, giuro.

In realtà non avevo niente da dire.

Lucas mi piaceva; era bello, muscoloso ed era il capitano della squadra di football.

Non potevo desiderare di meglio, ma mancava qualcosa nel nostro rapporto.

Dovevo ancora capire bene cosa.

 

Erano trascorse solo due ore e avevo estremamente bisogno di un caffè.

'Signorina Carter, non mi ha ancora portato il voto dell'ultimo compito di matematica firmato, ho urgenza di parlare con i suoi genitori. Se non si presenteranno al prossimo ricevimento, sarò costretta a riferire tutto al preside.' la mia insegnante di matematica aspettò una risposta da parte mia che non tardò ad arrivare.

'Mia madre si è trasferita a Palm Springs e la vedo solo il sabato e mio padre è un uomo impegnato. Dica tutto al preside, a me non cambia niente,' risposi con un tono di sfida.

Durante l'ultimo mese ero stata dal preside ben tredici volte, ero stata richiamata per bullismo, maleducazione nei confronti della cuoca della mensa, eccessivi ritardi alle lezioni e altre mille stronzate.

Professori e alunne cercavano ostentatamente un modo per infamarmi, ma avevo una media impeccabile. Matematica era l'unica dove non eccellevo, ma nessuno poteva lamentarsi dei miei voti.

Guardai la mia insegnante che aveva ripreso a spiegare la lezione e mandai un messaggio a Lucas.

Forse Ashley aveva ragione, dovevo sistemare il mio rapporto con lui.

Ero invidiata dalle ragazze di tutta la scuola, ognuna di loro avrebbe voluto essere al mio posto ed io mi stavo già stancando di lui.

Lessi la sua risposta, voleva incontrarmi oggi pomeriggio a casa mia.

Diceva che gli mancavo. Probabilmente l'aveva scritto senza nemmeno pensarci.

Ci eravamo visti solo la sera prima, come potevo già mancargli?

Lui non mi mancava, ma ripensai alle parole di Ashley e risposi semplicemente:

Anche tu, a dopo.

La mia insegnante passò vicino al mio banco e ritirò il compito andato male.

'Cos'ha alla prossima ora?' mi chiese mettendo in ordine le verifiche.

'Educazione fisica.' dissi senza aggiungere che in realtà pensavo di saltarla.

'Bene. Le firmerò la giustificazione per il ritardo, prima deve andare nell'ufficio del preside.'

Le lanciai uno sguardo pieno d'odio e annuii.

Avevo solo bisogno di un caffè, possibilmente lungo e con un po' di cannella.

Chissà, forse potevo chiederne uno in presidenza?

La campanella suonò, misi i libri dentro la borsa e mi alzai.

Amber, la mia vicina di banco solo durante matematica, mi bloccò passandomi dei fogli pieni di appunti.

'Se hai bisogno di una mano, possiamo vederci prima del prossimo compito e ripassare insieme. Sanno tutti che la signorina Black è una stronza, soprattutto con te.' le sorrisi sinceramente e annuii.

Sapevo che il suo aiuto era sincero e anche se non eravamo migliori amiche, frequentavamo il corso insieme dal primo anno.

La salutai e uscii dall'aula. Provai un paio di volte a chiamare Ash, ma aveva il cellulare spento.

Sbuffai e mi incamminai verso l'ufficio del preside.

Conoscevo molto bene la strada ed ero anche in grado di dire l'ordine in cui erano posizionati i vari trofei vinti dalla squadra di decathlon, quella di musical e quella di pallavolo.

La porta era socchiusa, potevo sentire le voci. Il preside stava urlando contro qualcun altro, dalla voce direi quella di un ragazzo.

Non riuscivo a capire di cosa stessero parlando, quindi mi sedetti sulle sedie nel corridoio, aspettando.

Cinque minuti dopo un ragazzo alto, muscoloso, ma non troppo, uscì dall'ufficio.

Sbattè la porta, facendo tremare tutto.

'Posso entrare?' gli chiesi indicando la porta.

'Certo, è tutto tuo!' disse scontroso.

Non seppi capire, se ci fosse più rabbia nei suoi occhi blu oceano o nel modo in cui aveva pronunciato quelle quattro parole.

Tre secondi dopo se ne era già andato.

Non mi aveva lasciato nemmeno il tempo per metabolizzare il suo sguardo.

Mi alzai da quella poltroncina fin troppo comoda e bussai un paio di volte, prima di entrare nell'ufficio del preside senza sapere bene cosa aspettarmi dopo quella scenata.





 

 

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Capitolo 2
*** Coincidence ***


Coincidence.
 


Aprii molto lentamente la porta di legno scuro e mi guardai intorno, ritrovando mi in un luogo ormai familiare.

Il preside Warren era seduto su una poltrona nera imbottita ed stava scrivendo qualcosa su un foglio sopra la sua scrivania nera.

Nel suo ufficio era tutto molto elegante e maschile.

I quadri, i mobili, l'orologio a muro, il fermacarte e il portamatite.

Era anche un tifoso di football, c'erano due magliette dell'UCLA appese alle due pareti frontali.

Passarono una decina di secondi, poi il suo sguardo si posò su di me.

Mi guardò assumendo un'espressione buffa, poi tornò serio e fece segno di sedermi.

Seguii le sue indicazioni e presi posto nella poltroncina destra.

'Signorina Carter, cos'ha combinato questa volta?' arrivò dritto al punto, mentre girava tra le dita una penna stilografica.

'Ho preso un brutto voto in matematica, i miei non sono a casa quindi non l'hanno potuto firmare e la signorina Black mi ha mandata qui. Non è felice di rivedermi, preside Warren?' dissi ironica accavallando le gambe e mettendomi comoda.

'Voglio una mail o un fax dai suoi genitori, voglio che mi diano la conferma di essere a conoscenza di questo suo peggioramento in matematica. Entro domani mattina.' concluse frettoloso come non mai.

Era strano. Probabilmente la discussione che aveva avuto col ragazzo di prima, l'aveva lasciato abbastanza scosso.

'Altrimenti?' ribattei seria e fredda.

In cambio ricevetti uno sguardo severo e molto incazzato.

Forse non dovevo osare così tanto. Alla fine non ci mettevo niente a falsificare un'email o un fax.

Decisi di graziare la pazienza dell'uomo seduto di fronte a me.

'Okay, domani riceverà il fax.' conclusi alzandomi in piedi e sentendolo sospirare.

Mi misi la borsa a tracolla sulla spalla e raggiunsi la porta.

Uscii senza nemmeno salutare, i primi trenta minuti di educazione fisica erano andati.

Avevo bisogno di un caffè e di una sigaretta.

Avevo abbastanza tempo per entrambi.

Mi diressi verso l'edificio 1, il mio armadietto era uno dei primi.

Inserii la combinazione e infilai tutti i libri e i quaderni dentro.

Lo chiusi con una botta e camminai verso la caffetteria poco lontana.

Il cellulare nella tasca dei jeans vibrò, era Ash.

Le scrissi di raggiungermi in caffetteria senza farsi vedere e nel frattempo ordinai due caffè alla cannella.

Passai la carta e firmai velocemente.

Scelsi il caffè più lungo e ci aggiunsi un goccio di latte.

'Ti prego, nel mio voglio un quintale di zucchero. Tra poco svengo.' mormorò Ashley senza fiato, accasciandosi sulla sedia.

Le allungai il caffè zuccherato e mi sedetti vicino a lei.

'Com'è andata dal preside?'

'Al solito. Oggi pomeriggio vengo a casa tua, devo falsificare un fax.' le comunicai controllando le mail nel cellulare.

'Mi è arrivata una mail da tuo fratello, stasera un suo amico dà una festa. Sarà pieno di universitari. Dobbiamo andarci. Controlla, ti sarà arrivata di certo.' concluse senza lasciarmi alcune possibiltà di replica.

 

Festa a villa Jackson, stasera alle nove.

Porta delle amiche a Matt non dispiacerà!

Mark.

 

Mark Carter, ventidue anni appena compiuti, bello, intelligente, laureato da poco e imprenditore affermato da ancora meno tempo.

Non era un annuncio sulla sezione 'dolci incontri' del Los Angeles Times, ma solo la presentazione di quello stronzo di mio fratello.

Il nostro rapporto non era ben definito. Cinque anni di differenza erano pochi, ma a volte sembravano troppi.

O forse eravamo tutti e due talmente impegnati a piacere ai nostri genitori, che ci eravamo dimenticati l'uno dell'altra.

Solo nell'ultimo periodo il nostro rapporto si era un po' rafforzato. Mamma e papà erano sempre fuori per lavoro e lui più spesso a casa. Aveva il controllo dell'azienda di papà mentre era via.

'Ok, ci andremo. Vengo da te alle sei per il fax e ci prepariamo insieme, ok?' proposi digitando una risposta frettolosa a Mark.

'No Hel, devo dormire da te. Sai che i miei fanno storie se faccio tardi la sera e il giorno dopo c'è scuola!' annuii pensando a come organizzarmi.

'Allora vengo da te alle sei, spedisco il fax, poi andiamo da me.'

 

'Ash sbrigati! Non credo di resistere ancora un secondo chiusa in casa..' dissi, urlando dal salotto di quella che io amavo definire la reggia dei Robins. Eravamo tutti benestanti, è vero, ma la casa della mia migliore amica superava ogni aspettativa! Era in stile barocco, curata in ogni minimo dettaglio, con ornamenti degni di un museo.

'Sì!! Sono pronta, sai che mi piace essere perfetta in queste occasioni! Allora, sto tanto male?' mi chiese scendendo le scale. Ai piedi portava le Louboutin laccate beige, il mio regalo per il suo ultimo compleanno, accompagnate da un vestito rosa antico, che le arrivava fin sopra al ginocchio. Molto semplice nel complesso, ma che addosso a lei aveva il suo fascino.

Aveva piastrato completamente i suoi capelli mossi e aveva applicato sulle palpebre un semplice ombretto salmone.

'Sei stupenda Ash, mi fai sfigurare!' dissi abbassando lo sguardo.

Esaminai il mio abbigliamento. Indossavo un tubino nero con scollatura a cuore e con qualche ricamo sulla gonna, che era decisamente più corta di quella di Ashley.

Avevo abbinato il tutto con le mie appariscenti decoltè di ben 12 cm.

I nostri stili erano molto diversi, il mio era sicuramente più aggressivo e anche se non rispecchiava pienamente la mia personalità, mi faceva sentire più sicura di me, più intraprendente.

'Hel non dire sciocchezze! Sono certa che alla festa farai innamorare tutti di te, anche se vorrei ricordarti che hai già un ragazzo!' esclamò la bionda con ammiccamenti alquanto espliciti che mi fecero pensare a Lucas.

'Non c'è bisogno che me lo ricordi! Prometto che farò la brava!'

'Vedremo.. Su andiamo! Ci aspetta una gran serata!'

 

'Dovrebbe essere questa, l'indirizzo è giusto e sento della musica provenire da dentro' disse Ash, mentre io parcheggiavo dietro un'infinita fila di macchine.

Tutta Los Angeles sembrava essere lì.

D'altronde bisognava aspettarselo, mio fratello e i suoi amici erano soliti organizzare i party più esclusivi della città.

'Pronta per entrare femme fatale?' disse la mia amica con fare scherzoso. Le feci la linguaccia e mi misi un velo di rossetto bordeaux sulle labbra.

'Si comincia!' le urlai divertita.

Appena entrate ci ritrovammo in mezzo ad un vortice inarrestabile, ragazze che ballavano con addosso solo la biancheria intima, ragazzi che facevano fatica a restare in piedi, ma continuavano ostinati a giocare a birra-pong ed altre coppie impegnate a flirtare senza sosta incuranti di essere osservati da decine di occhi indiscreti.

'Non sembra male!' urlò eccitata Ashley, cominciando a muovere i fianchi a ritmo della musica.

Una coppia di universitari ci raggiunse. Dissero di chiamarsi Joe e Ethan, ci chiesero in quale facoltà studiavamo e senza darci la possibilità di rispondere alla domanda precedente, ci dissero che loro erano studenti di medicina.

'I soliti narcisisti' pensai tra me e me, ma proprio quando stavo progettando un modo per scappare da quei due sfigati, una voce interruppe i miei pensieri.

'Hastings, Stark.. Lasciate in pace le due signorine, non sono pane per i vostri denti!'

Riconobbi la voce di mio fratello Mark alle mie spalle, mentre i due bestioni se ne andavano lanciando uno sguardo sprezzante verso mio fratello. Era vero, eravamo diversi per molto aspetti, ma per quanto riguardava il riconoscere i coglioni, avevamo una dote incredibile entrambi.

'Ciao Mark!!' disse la bionda di fianco a me, con tanto di occhioni e sorriso ammaliante.

'Ehi, ciao bellissima' rispose mio fratello con altrettanto fascino.

Se non li avessi conosciuti bene, avrei sicuramente pensato che ci fosse qualcosa tra loro. Fortunatamente si trattava di semplice cortesia.. O almeno speravo fosse così!

'Sì, salve..Ci sarei anche io! Non so se hai presente, tua sorella? Quella che dorme nella camera di fianco alla tua?' dissi con tono sarcastico, lanciando frecciatine a mio fratello.

'Come non notarti Hel, questo vestito non è un po' troppo corto? Perchè non prendi esempio da Ashley, lei è molto più fine..'' aggiunse Mark scoccando un altro sguardo fulminante alla mia amica.

'Sisi, bene, ho capito.. Sentite vado a prendere qualcosa da bere, Ash vuoi qualcosa?'

'Un Gin Lemon sarebbe perfetto!'

'E al tuo fratellino non lo chiedi?' disse Mark facendo finta di asciugarsi una lacrima immaginaria dall'occhio destro.

Lo ignorai e mi avviai al bancone. C'era una fila assurda, quindi nell'attesa decisi di fumarmi una sigaretta.

Tirai fuori dalla pochette il mio pacchetto di Marlboro, ma mi accorsi che avevo dimenticato l'accendino in camera di Ashley.

Mi girai intorno per individuare qualcuno che stesse fumando e dopo qualche secondo, individuai un gruppetto di ragazzi riuniti in gruppo che ridevano e scherzavano.

Mi avvicinai alle loro spalle e senza volerlo, ascoltai la loro conversazione.

'Dai Warren, hai scelto il lavoro sbagliato! A differenza di quel genio di tuo padre, che è libero di farsi tutte quelle fighe della Marymount High School!'

Nella mia mente si materializzò l'immagine del preside Warren e d'impulso feci una faccia disgustata.

Non andavo d'amore e d'accordo con quell'uomo, ma dire che se la faceva con le studentesse, era veramente esagerato.

Poi due ragazzi, notando la mia presenza alle loro spalle, mi indicarono.

'Ti serve aiuto, dolcezza?' chiese un biondo ammiccando.

Alzai un sopracciglio, sfidandolo con lo sguardo e in quel preciso istante mi accorsi della presenza di un viso conosciuto.

Il ragazzo dagli occhi blu, che avevo visto litigare col preside nel suo ufficio.

Allora capii, era suo figlio ed era a pochi metri da me.

Mi guardò restando in silenzio e aspettando che rispondessi al suo amico.

Mi diedi un paio di secondi per squadrarlo meglio.

Era alto, aveva le spalle larghe come un giocatore di football, indossava una camicia azzurrina che metteva in evidenza i suoi addominali e un paio di jeans che gli fasciavano le gambe muscolose.

Una ragazza mi passò accanto, mentre cercava di accendersi una sigaretta.

Le chiesi l'accedino, accesi la mia e mi voltai per dar loro la risposta tanto attesa.

'Non più di quanto ne serva a te!' risposi secca, facendo poi un tiro.

'Ci conosciamo?' ribattè il biondo dando una gomitato al figlio di Warren.

'Sì, da quello che dici, dovrei essere una di quelle che si sbatte il preside sulla sua scrivania!' sbottai, fulminandolo con lo sguardo più cattivo che fossi in grado di fare.

Alzai lo sguardo in cerca di Ash e non trovandola, me ne andai.

 

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