I will ALWAYS love you.

di Caskett_Always
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come up to meet you, tell you I’m sorry. ***
Capitolo 2: *** Just give me one more chance to make it right. ***
Capitolo 3: *** Somewhere in her smile she knows that I don't need no other lover. ***



Capitolo 1
*** Come up to meet you, tell you I’m sorry. ***


KATE, WASHINGTON.

E’ impressionante quanto le persone si leghino a degli oggetti, a quanto sia difficile staccarsi da questi poiché legati a particolari ricordi della propria vita. Una collana, una sciarpa, un libro o persino un cd.

La collana che le aveva regalato lui, la sua sciarpa, che quando annusava poteva ancora sentire il suo profumo, il suo libro, quello dedicato a lei e quel cd che conteneva tutte le loro canzoni.

Era passato un anno da quando Rick le aveva fatto la proposta di matrimonio e un anno da quando lei aveva rifiutato; ancora non riusciva spiegarsi il perché, in fondo le era stato più facile scappare piuttosto che affrontare le difficoltà a cui sarebbero andati incontro.

Lei ormai era determinata ad andare a Washington e lui era a New York, sarebbe stato tutto troppo complicato. Ma ora stava dannatamente male, gli mancava, e lei ormai era tornata la solita Kate, quella che si concentrava solamente sul lavoro, ma non ne poteva più, voleva tornare alla sua vecchia vita, al distretto con Ryan e Espo, le mancavano le chiacchierate con Lanie, le mancava suo padre e soprattutto le mancava Castle; il suo esserle sempre attorno, quando la aiutava nei casi inventandosi assurde teorie che la facevano divertire, ma soprattutto le mancava il modo in cui la amava.

Era ora di tornare, certo avrebbe perso la sua occasione lavorativa più importante ma avrebbe ritrovato l’amore e l’amicizia.

Ormai aveva deciso, avrebbe dato le dimissioni e sarebbe tornata nella Grande Mela la settimana seguente.

Era determinata, più che mai.

 

RICHARD, NYC.

Era passato molto tempo ma le cicatrici dello scrittore erano ancora ferite aperte molto dorose.

Ancora non era riuscito a superare il rifiuto di Kate, l’aveva amata così tanto in quegli anni e con una proposta aveva rovinato tutto, non si dava pace.

“In fondo non è colpa tua” si ripeteva, ma nemmeno lui ci credeva davvero.

Avrebbe voluto fargli vedere quanto soffriva, sbatterle in faccia tutto il dolore che stava provando e non faceva altro che chiedersi se anche lei soffriva. Magari sì o magari l’aveva già dimenticato trovandosi un altro.

Non poteva saperlo.

O forse nemmeno lo voleva. La verità fa male.

Se l’avesse rivista nemmeno sapeva se sarebbe riuscito a perdonarla.

 

 

 

 

KATE, NYC.

Era da poco atterrata al JFK e già era molto agitata; innanzitutto sarebbe andata nella sua vecchia casa, che non aveva dato in affitto per i possibili ritorni.

Dopo un’ora arrivò al suo vecchio appartamento, ancora là come l’aveva lasciato; lo stesso odore, i soliti vecchi mobili, la solita cucina, il solito divano e il solito letto.

Le ricordava tutto Castle. Ogni singola parte; vedendo quei luoghi così famigliari riaffiorarono ricordi che ormai cercava di dimenticare, alle cene con Rick, ai film che avevano visto su quel divano e a tutto volte in cui avevano fatto l’amore in quel letto.

Decise di uscire subito per schiarirsi le idee e fare ordine mentale, così andò a casa del padre.

“Ciao papà” esclamò quando Jim le aprì la porta.

“Katie! Cosa ci fai qui? Sono così felice di vederti!” le disse abbracciandola forte.

“Vorrei vedere Rick, non appena troverò il coraggio. E mi sono dimessa, voglio ricominciare al distretto” rispose la donna.

Il padre quindi la fece entrare in casa e passarono un pomeriggio insieme, cosa che ormai  non facevano da tempo; parlarono del più e del meno, di Rick e ancora del più e del meno.

Prima di commettere errori con lo scrittore voleva parlare con la sua fidata amica Lanie, così decise di chiamarla.

“Ehi tesoro! Come va in quel di Washington?” rispose lei felice.

“Va tutto bene Lanie ma.. Non sono a Washington!” disse.

“Come no?”.

“Sono a NY”

“Oh mio dio! Cosa aspettavi a dirmelo! Devo assolutamente dirlo a Javi, sarà così felice!”

“Frena, frena! Non dirlo a nessuno, ti spiegherò bene a voce, ti va di venire da me stasera?”

“Certo tesoro!”

“Bene a dopo” e così dicendo la detective concluse la telefonata.

 

 

Alle otto in punto Lanie suonò alla porta di Kate felicissima di vederla; la accolse con un grosso abbraccio e un bacio sulla guancia.

“Mi sembra di non vederti da un secolo tesoro” disse l’anatomopatologa.

“Anche a me! Come stai, tutto bene con Espo?” chiese lei.

“Tutto splendidamente, finalmente stiamo bene”

“Sono molto felice! Ora tonerò al distretto a lavorare, non vedo l’ora di dirlo agli altri”.

“Saranno felicissimi! E lo sono anche io!”

“Grazie” rispose Kate con un sorriso raggiante.

“Ora Kate, tasto dolente.. Rick sa che sei qui?” chiese lei con sguardo interrogativo.

“No. Ma io sono tornata solo per lui, sento troppo la sua mancanza” rispose.

“Innanzitutto mi ritengo molto offesa – disse l’amica ridacchiando – solo per lui eh? Questa me la segno detective! Comunque, scherzi a parte, cosa pensi di fare?”

“Vorrei andare da lui domani, ma non so come potrebbe prenderla”.

“Fai bene, è l’unica soluzione. Ti perdonerà vedrai, ci vorrà del tempo, ma lo farà. Ti ama ancora”.

“Anche io Lanie, anche io lo amo ancora”.

“Allora va’ e riprenditelo”.

 

 

 


Il giorno seguente era il gran giorno. Sarebbe andata da Castle verso le undici.

L’ansia, come previsto, era molta e le domande erano altrettante; come avrebbe reagito? L’avrebbe perdonata? L’avrebbe respinta per sempre?

Lo avrebbe scoperto fra poco visto che ormai si trovava davanti al suo palazzo, prese l’ascensore, salì e bussò alla porta.

Come aveva previsto arrivò lui ad aprire. L’espressione che aveva in volto appena la vide era un misto tra il confuso, l’arrabbiato, il felice e il sorpreso, ma non ci fece più di tanto caso, si era già persa nei suoi bellissimi occhi blu.

“Beckett?” esclamò.

Canzone: The scientist - Coldplay;  http://www.youtube.com/watch?v=RB-RcX5DS5A

ANGOLINO AUTRICE.

Ovviamente spero non sia questa la risposta, ma boh mi andava di essere tragica hahaha.

Vi avviso che (a meno che non sia colpita da una grande ispirazione) ci saranno ancora 2 o tre capitoli e basta.

Ah per ogni capitolo abbinerò una canzone:)

Detto ciò spero vi piaccia, recensite se vi va!

Baci, al porossimo capitolo:) xx

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Capitolo 2
*** Just give me one more chance to make it right. ***


KATE.

“Castle!” rispose.

“Che cosa ci fai qui? Dopo tutto questo tempo.” le disse l’uomo.

“Mi manchi – disse –  solo con la lontananza ho davvero capito quanto ti amo. Ti prego, perdonami”.

“Non posso”. L’uomo pronunciò quelle due parole con molta freddezza chiudendole la porta in faccia.

Kate voleva solo piangere, si era esposta e ora stava soffrendo; ammetteva che fosse colpa sua, dopo tutto lo aveva abbandonato sulle altalene e senza farsi più sentire si era trasferita, però ora gli aveva chiesto scusa, con il cuore in mano. E  non era servito.

Rimase per qualche minuto a fissare la porta del loft di Rick con gli occhi lucidi, speranzosa che potesse cambiare idea e tornare indietro, ma non lo fece.

 

RICK.

Come si era permessa? Quanto era stata sfacciata a presentarsi a casa sua, dopo tutto quel tempo. Dopo tutto quello che gli aveva fatto.

Non ne aveva il diritto di irrompere così nella sua vita.

Le mancava dannatamente, la amava ancora, ma i ricordi di quel momento in cui lo aveva rifiutato erano ancora troppo vivi. Facevano troppo male.

Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, evitare di fare la proposta, forse sarebbe stato meglio se l’avesse semplicemente seguita a Washington e poi eventualmente con calma le avesse chiesto di sposarla.

Il suo orgoglio era ferito e per questo non voleva farla rientrare nella sua vita, ma non sapeva se ci sarebbe riuscito.

In quei pochi istanti in cui l’aveva vista si era sentito meglio, si era sentito l’uomo di una volta, quello scherzoso, quello che si perdeva nei suoi occhi e nel suo sorriso e quello che era drogato del suo profumo, uno di quelli che non si possono comprare ma che sono propri di una persona.

Di scatto prese in mano ‘Deadly Heat’ l’ultimo romanzo su Nikki Heat, in realtà l’ultimo che aveva scritto, infatti dopo la partenza della sua musa smise di scrivere.

 “To KB: May the dance never end and the music never stop”.

Al diavolo. Avrebbe voluto cambiare quella dedica, ma ormai, quando si lasciarono, non gli permettevano più di farlo.

La loro danza si era conclusa e la musica era spenta da un pezzo.
Non lo credeva davvero, pensava che fra di loro ci sarebbe stato sempre qualcosa, dovevano solo ritrovarlo. Prima o poi.

D’istinto gettò  il libro a terra, cercando si liberarsi da tutta la rabbia che aveva in corpo.

 

 

 

KATE.

Kate si era immersa nella sua vasca da bagno, che ormai da anni la sopportava dopo ogni difficoltà; si rilassava, così ogni volta che aveva un problema la riempiva di acqua bollente, metteva un cd nello stereo, possibilmente di Coltrane, e leggeva un buon libro.

Giusto per deprimersi meglio scelse QUEL libro.

“To KB: May the dance never end and the music never stop.”
Quella dedica. Quelle parole.
Scoppiò in un fiume di lacrime ed il silenzio che echeggiava nella casa era rotto solo dal suono del suo pianto sofferto.
Pianse per ore, nella vasca, sul suo divano e infine nel suo letto, dove sfinita prese sonno.

Won't go home without you - Maroon 5:  https://www.youtube.com/watch?v=E4jFVPsTEfM

ANGOLINO AUTRICE.
Ecco il nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Ascoltate la canzone e soprattutto leggete il testo, calza a pennello con il capitolo e poi a mio parere è molto bella :)
Baci a presto! xx

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Capitolo 3
*** Somewhere in her smile she knows that I don't need no other lover. ***


CAPITOLO 3.

 

Kate decise di smettere di piangersi addosso e di recarsi al distretto per riprendersi il suo vecchio lavoro.

Appena le porte dell’ascensore del dodicesimo si aprirono Beckett fu accolta da applausi e saluti da parte di tutti e, per ultimi, i suoi vecchi partners la abbracciarono forte.

“Ci sei mancata! Come mai da queste parti?” le dissero in coro.

“Voglio riprendermi il posto” disse lei determinata.

“La Gates ne sarà felice! Non riesce a trovare un sostituto degno di te. Ma soprattutto noi ne siamo felici ” disse Espo.

“Grazie Javi” rispose sorridendo calorosamente.

Detto ciò la donna si diresse a passo veloce verso l’ufficio della Gates e, dopo averle parlato un po’, fu riassunta come capo della squadra.

Kate si sentiva a casa; si sedette un attimo sulla sedia della sua scrivania e ripensò a quanto le era mancato quel posto, quella lavagna davanti alla quale passava ore e soprattutto a quanto le erano mancati i suoi bro.

Era tutto come prima.

Quasi.

 

 

Dopo aver dato a tutti la notizia la detective ritornò a casa felice di aver ottenuto il suo vecchio lavoro; lo stesso posto, la stessa scrivania e gli stessi compagni, mancava solo una persona.

Il suo partner.

Il suo amico che formulava strampalate teorie.

Il suo fidanzato.

La presenza di Castle al distretto aveva reso il suo lavoro più divertente, una giornata passata con lui risultava meno pensante anche se il caso a cui lavoravano era particolarmente complesso, perché lui, con le sue teorie e le sue battutine spiritose, la riusciva sempre a far sorridere un po’.

Ora però con Richard non sapeva più come comportarsi, il suo orgoglio era stato ferito, aveva abbassato la guardia ed era stata colpita dritta al cuore.

L’improvviso suono del suo campanello la fece distogliere dai suoi pensieri.

“Chi sarà a quest’ora? Magari Lanie” pensò.

Quando aprì la porta davanti a lei si ritrovò due pezzi di cielo che la fissavano. Gli occhi di Rick.

“C-che cosa ci fai qui?” chiese lei titubante.

“Emh io, io vorrei scusarmi” rispose lui.

“Va bene, entra pure” disse imbarazzata, accompagnando la frase con un cenno della mano.

Castle avanzò nella casa giungendo al divano. Non ricordava quanto gli fosse mancato quel posto.

Kate si sedette di fianco a lui.

“Senti io..” dissero contemporaneamente; il tempo era passato ma la loro sintonia no.

“Prima tu” disse Beckett.

“Va bene. Mi spiace di averti sbattuto la porta in faccia, non volevo. Mi manchi Kate, ho provato a negarlo, ma mentivo e basta, non ti ho dimenticato. Mi manca ogni singolo aspetto di te, mi manca portarti il caffè ogni mattino, mi manca il tuo profumo, mi mancano le tue labbra e mi manca ogni centimetro della tua pelle, perché sei la persona più incredibile, esasperante, intrigante e snervante che io conosca e ti amo Kate” disse l’uomo con gli occhi ormai lucidi.

Dopo alcuni secondi di silenzio lo scrittore disse: “Tocca a te Kate”.

“Sono senza parole Rick. Io volevo solo dirti che mi dispiace davvero di averti trattato così male e di essere sparita, ma ho capito troppo tardi quanto tenevo a te.

Ma ora sono qui e non me ne andrò mai più, perché ti amo Rick” concluse la donna.

Beckett riprese a guardarlo negli occhi e giurò a se stessa che mai avrebbe smesso di farlo.

Pian piano si avvicinarono sempre di più, rimasero per qualche secondo a contemplare l’uno il viso dell’altro e poi annullarono le distanze con un bacio molto passionale; entrambi desideravano quel momento da molto tempo, si erano mancati così tanto.

Quando si allontanarono Kate sfoggiò un bellissimo sorriso, pieno di felicità e di consapevolezza del fatto che Rick non aveva bisogno di nessun altra, gli bastava lei per stare bene.

Castle poi le fece posare il suo volto nell’incavo del suo collo e la coccolò; le passò le mani nei capelli massaggiandole il capo per poi scendere sul retro del collo; sapeva che la donna amava quando lo faceva.

La magia di quel momento fu però rotta dai singhiozzi del pianto di Kate.

“Ehi tesoro, che cosa succede?” chiese lui preoccupato passandole una mano sulla guancia.

“E’ solo che ho avuto davvero paura, pensavo di averti perso per sempre” rispose a fatica.

“Ehi io sono qui, non ti preoccupare. Entrambi abbiamo fatto degli errori, lasciamoceli alle spalle Kate! Pensiamo solo al nostro futuro insieme, senza ricordare di continuo il passato” disse lui.

La donna non proferì parola, solo si allungò verso di lui stampandogli un bacio sulle labbra.

“Rick cosa ne dici se andassimo a dormire?” propose lei.

“Va bene” rispose lui con un sorriso compiaciuto.

“No caro, con dormire, intendo proprio dormire! Sono davvero stanca” rispose lei con tono risoluto.

“Tranquilla stavo solo scherzando! Anche se..  Non mi sarebbe dispiaciuto” disse ridacchiando.

La detective lo prese per mano e lo condusse quindi nella camera da letto; lei si spogliò subito  e rimase in intimo, poi, mentre l’uomo si stava svestendo, si avvicinò a lui ed iniziò a stampagli baci partendo dal retro del collo fino ad arrivare alla spalla.

“Tu detective mi vuoi proprio fare impazzire eh!” disse lui ridacchiando.

“E’ proprio quello il mio tentativo” rispose lei maliziosa infilandosi sotto il letto.

Rick quindi la raggiunse e si stese di fianco a lei invitandola a posare la  testa sul suo braccio; Kate accolse l’invito e si accoccolò a lui.

Quel profumo, quel calore sulla sua pelle e quel corpo le erano dannatamente mancati.

“Buonanotte. Ti amo” sussurrò la donna.

“Notte amore, anche io” rispose lui.

 


Something - Beatles: http://www.youtube.com/watch?v=IrW7dlDHH28&feature=youtube_gdata&fs=1&autoplay=1&hd=1

 

ANGOLINO AUTRICE.

Oh si questo capitolo è davvero da diabete lo so, ma scusate è questo l'effetto della 6x01 awww.
Spero che vi piaccia! Baci a presto:) xx

P.S. Ascoltate la canzone è un ordine LOL.
 E' un capolavoro :)

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