Le due metà di Sali_17 (/viewuser.php?uid=411382)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Annunci (parte prima) ***
Capitolo 2: *** Annunci (parte seconda) ***
Capitolo 3: *** Annunci (parte terza) ***
Capitolo 4: *** I Cullen ***
Capitolo 1 *** Annunci (parte prima) ***
Buongiorno a tutti, io sono Sali, spero che la storia(per il momento il capitolo) vi piaccia.
Però per piacervi dovete leggerlo quindi vi lascio al capitolo e continuo in fondo.
Buona lettura.
Annunci (parte prima)
Negli ultimi decenni finalmente la mia famiglia ha potuto vivere tranquilla senza il timore che i Aro tornasse con una scusa per cercare di separarci e ottenere nuovi talenti per la sua Guardia; i Volturi erano morti un gruppo di creature che nessuno aveva mai visto prima li aveva sterminati, all’inizio fu il panico tra i vampiri perché tutti temevano che dopo i Volturi sarebbe toccato a loro, ma fortunatamente Carlisle e alcuni suoi amici che conoscevano le vere identità di quei guerrieri avevano garantito a tutti che non sarebbero tornati e che soprattutto non avrebbero fatto del male a nessuno.
Per sostituire i Volturi si creò il Consiglio dei Saggi, e per evitare ingiustizie si decise che i Saggi sarebbero stati scelti tramite votazione; immaginatevi tutti i vampiri di questo mondo riuniti in una sola a stanza a votare per eleggere chi doveva giudicarli, ci furono un po’ di problemi per i doni come quelli di zia Alice e di papà che ovviamente sapevano chi avrebbe vinto e chi avrebbe votato per chi, io è Nessie ci divertimmo un mondo a vedere alcuni vampiri cercare di non pensare e non decidere chi avrebbero votato per non farlo sapere ai vampiri con poteri come il prevedere il futuro, leggere nel pensiero.
Sono cinque i membri del consiglio ma sono ottant’anni che esiste e si sono riuniti una sola volta, per stringere una specie di alleanza con i Guerrieri e Carlisle è stato indispensabile in quel frangente, a quanto pare lui e il capo dei Guerrieri erano amici di vecchia data; loro hanno dovuto giustiziare i Volturi ma non volevano entrare in conflitto con i vampiri quindi ci volle poco per mettere tutti d’accordo; da allora i vampiri vivono in pace tra di loro tranne per qualche piccola scaramuccia per il controllo del territorio al Sud che però non è mai abbastanza rilevante da richiedere il loro intervento.
Con il passare del tempo ci eravamo divisi, ognuno aveva preso a sua strada: zia Rose e zio Emmet avevano visitato l’Asia; zia Alice si è lasciata stregare dalle città europee e dall’aria di moda che si respirava e a zio Jasper non è rimasto altro che accontentarla e visitare con lei Parigi, Milano e portare una marea di buste, non lo invidiavo per niente; nonno Carlisle e nonna Esme invece si erano dedicati al volontariato in Africa anche se non sono ancora riuscito a capire come abbiano fatto a risolvere il piccolo problemino con il sole; mentre io, papà mamma, Nessie e Jake abbiamo girato un po’ tutta l’America, ma nell’ultimo periodo siamo tornati a Forks perché il lupacchiotto doveva sistemare delle faccende con il branco.
Potete immaginare la nostra sorpresa quando una volta arrivati abbiamo trovato la casa completamente sconvolta, nonna aveva deciso di ampliarla; tutto sommato non ci era sembrato poi così strano all’inizio, alla nonna piaceva ristrutturare casa ogni tanto ma era il fatto che ultimamente si era data alla traduzione delle canzoni dei Beatles in aramaico che non quadrava; poi quando il nonno ha convocato tutti per un’assemblea di famiglia la situazione si fece davvero strana, non c’erano problemi,o almeno così pensavamo e non sapevamo se era il caso di preoccuparci o meno.
Eravamo tutti seduti attorno al tavolo nella sala da pranzo della casa di Forks e avvertivo dalle menti di tutti un senso di dejavu e tutti gli sguardi si posarono su mia madre che dal canto suo credo che se avesse potuto sarebbe arrossita fino alla punta dei capelli; non riuscivo a capire tutta questa attenzione da parte di tutti nei suoi confronti, finché papà non ci spiegò la votazione per decidere la sua trasformazione, durante la spiegazione notai però che continuava a spostare lo sguardo su zia Alice che, sembrava persa in chi sa quale ragionamento,avrei potuto facilmente dare una sbirciatina nei loro pensieri per capire quale fosse il problema, ma non mi piaceva invadere la mente dei miei familiari e conoscevo zia Alice e non volendo rischiare di vedere aspetti di zio Jasper che non avrei dovuto conoscere, mi guardai bene dal farlo.
Qualcos’altro attirò la mia attenzione, mio cognato era seduto di fronte a me e non faceva altro che dondolarsi sulla sedia producendo dei fastidiosissimi cigolii, collegai la mia mente a quella di mia sorella “Cerca di calmare tuo marito Nessi,e se ci tieni alla sua vita” mi dispiaceva parlarle così e tutto sommato Jake mi stava simpatico ma quel suono iniziava a darmi sui nervi e non o solo a me, in parecchi stavano iniziando a irritarsi in quella stanza,per fortuna Nessie capì e fece calmare Jake che era così agitato perché non si aspettava di essere invitato ad una riunione di famiglia.
Dei colpi di tosse di Carlisle richiamarono l’attenzione di tutti,«Vi ho fatti venire tutti qui perché a me e vostra madre piacerebbe molto che tornassimo a vivere tutti insieme» ci guardammo tutti in faccia, non c’era bisogno di avere il dono di papà per capire che eravamo tutti d’accordo, si era stato bello girare il mondo ma ci mancava passare il tempo tutti assieme, quindi acconsentimmo tutti e giuro che nonna Esme in quel momento se avesse potuto sarebbe scoppiata in lacrime dalla felicità di riavere di nuovo la famiglia riunita, sapevamo tutti quanto era importante per lei la famiglia; mi alzai dalla mia sedia e la raggiunsi lei mi abbracciò e mi scompigliò i capelli come faceva quando ero bambino e mi sussurrò all’orecchio «Quanto mi sei mancato Ej, domani ti preparo la torta al cioccolato che ti piace tanto va bene? » adoravo nonna Esme.
Carlisle richiamò nuovamente l’attenzione di tutti.
«C’è un’altra cosa di cui volevo parlarvi»notai zia Alice girarsi verso di lui con espressione sorpresa, e questo naturalmente stupii tutti lei era quella che sapeva tutto in famiglia, quindi cosa stava succedendo?
«Qualche settimana fa un mio caro amico mi ha chiesto aiuto e naturalmente io ho accettato, spero che sarete d’accordo con me» e dicendo questo il suo sguardo si posò per un paio di decimi di secondo su zia Rose .
Il mio cervello da vampiro stava analizzando tutti i piccoli dettagli che avevo notato: la ristrutturazione, lo sguardo confuso di zia Alice e quello preoccupato di papà, la riunione di famiglia anche se non c’era nessun problema e la torta al cioccolato che nonna Esme quando ero bambino usava per convincermi a comportarmi bene; mi girai verso di lei e notai un’espressione colpevole, per quale motivo la nonna stava cercando di comprarmi? Decisi di mettere da parte almeno per il momento i miei principi sulla privacy e diedi una sbirciatina alla mente di papà e mi resi conto che nelle menti di tutti c’erano le stesse domande. Chi era questo amico? E cosa gli aveva chiesto?
ANGOLO AUTRICE
Sono contenta che siate arrivati fino alla fine, fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni, non vedo l’ora di leggere le vostre opinioni, positive o negative che siano, in modo da migliorare la storia e renderla più piacevole da leggere.
Grazie ancora per aver aperto questa storia.
Al prossimo capitolo, baci Sali. |
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Capitolo 2 *** Annunci (parte seconda) ***
Matt
si stava allenando con papà, io ero seduta sul dondolo in
giardino e facevo finta di leggere un libro mentre aspettavo che
finissero per fare merenda insieme, adoravo la mia famiglia e i
pomeriggi passati insieme in giardini, adoravo che malgrado i numerosi
e importanti impegni di lavoro nostro padre trovasse sempre del tempo
da dedicarci.
Quando avevamo
otto anni in Matt iniziarono a risvegliarsi le prime caratteristiche
demoniache ed essendo gemelli pensai che sarebbe successo presto anche
a me, e iniziai ad aspettare quei piccoli cambiamenti con ansia; quello
fu il periodo peggiore della mia infanzia, con il passare dei mesi Matt
era divento la copia in miniatura di mio padre, fatta esclusione per
gli occhi, al contrario io ero rimasta uguale, mi sentivo diversa,
sola, come se no facessi realmente parte della famiglia,
perché io non ero cambiata, io non stavo diventando un
demone; decisi di scappare, preparai uno zaino con qualche biscotto,
qualche bibita e i soldi della paghetta che avevo messo da parte e me
ne andai.
Ripensandoci
quella non fu una delle mie migliori idee, ho passato tre settimane in
punizione, ma ancora non capivo quella differenza e tuttora a volte il
pensiero di non far parte della famiglia attraversa la mia mente,
papà quel giorno mi ha spiegò che
questa differenza è dovuta al fatto che mia madre non era un
demone e mentre in Matt la parte demoniaca aveva avuto la meglio e lui
aveva ereditato solo i suoi occhi azzurro cielo mantenendo i poteri
demoniaci in me la parte demoniaca aveva avuto la peggio.
Infatti, anche se
erano passati molti anni dal giorno in cui scappai di casa a parte
l’essere più alta non sono cambiata poi molto, i
miei denti anche se bianchi come quelli dei demoni non erano affilati
come i loro, le mie unghie non potevano diventare degli artigli
talmente affilati da tagliare il diamante e non erano neanche velenose;
erano poche le differenze rispetto a quel giorno, i miei sensi si erano
affinati, le mie orecchie già leggermente appuntite per loro
natura erano diventate ancora più appuntite, ero diventata
più veloce, più forte e immortale.
Non sarei mai
potuta passare per un demone, già a prima vista si notava la
differenza, ero più esile delle altre ragazze demone, i miei
lineamenti più delicati, la carnagione più chiara
con qualche lentiggine spruzzata sul mio nasino a patata, labbra
più carnose ma meno rosse e un’eleganza naturale
invidiabile anche per un demone; queste caratteristiche mi rendevano la
ragazza più invidiata e desiderata a corte dopo la
principessa Sofia, ma di quei ragazzi per quanto fossero belli e
simpatici, non me ne piaceva nessuno, perché sapevo che
quello che li attirava era la mia differenza rispetto al resto delle
ragazze, differenza che io detestavo.
Con il passare
degli anni però notai alcuni particolari strani: i miei
girasoli fiorivano in pieno inverno, gli uccellini venivano a mangiare
dalle mie mani come nella “Bella e la Bestia”, il
tempo rispecchiava il mio umore; all’inizio pensai che
fossero degli strani poteri demoniaci che si stava risvegliando in me e
ne fui felice, ma quando durante un litigio con Matt ci fu
un’eclissi solare non prevista e un fulmine colpì
un albero al limitare del giardino, inizia ad avere paura di questi
poteri.
Da quel giorno
papà e Matt mi hanno aiutato molto a controllare questi
nuovi poteri, mi insegnarono soprattutto a mantenere la calma,
perché finché rimanevo calma i poteri erano sotto
controllo; da allora non ci furono problemi, fino a qualche settimana
fa, quando ho fatto esplodere una vetrata adosso a un demone .
Ora Matt e
papà mi tengono in casa per proteggermi dai familiari del
ragazzo, i Johnson sono molto importanti a corte, non quanto noi, ma se
dovessero chiedere al re una punizione nei miei confronti, sicuramente
troverebbero dalla loro parte il gruppo di demoni vecchi quanto il
mondo che non possono vedermi perché non sono un demone
completo e non aspettano altro che una scusa per liberarsi di me; e con
la maggioranza del consiglio neanche Sophie potrebbe convincere il re a
graziarmi.
All’improvviso
mi sentii sollevare da terra e girare in tondo, persa com’ero
nei miei pensieri non mi ero resa conto che avevano finito di allenarsi
e mi stavano chiamando da cinque minuti, riuscii a liberarmi dalla
morsa in cui mi stava stritolando Matt e una volta libera festeggiai la
mia vittoria con una linguaccia verso il perdente, lui ghigna
«Ah è così allora, vuoi la guerra, e
guerra avrai piccoletta» e con queste parole mi si butta
addosso e inizia a farmi il solletico «Ti prego, ti prego
basta…ti giu-ro che non lo fa-rò mai
più, ti pre-go…»
«non
è così facile, devi ammettere la mia
superiorità»
«ok,ok
tu sei il mi-glio-re… ti prego basta, non ce la fac-cio
più», finalmente mi lascia e posso respirare
normalmente.
«Vedi
cosa succede a mettersi contro il migliore…» dice
lui con un’espressione come a dire “te
l’avevo detto io…”, stavo per
rispondergli a tono quando con la coda dell’occhio noto mio
padre che è rimasto i disparte a guardarci ma senza ridere o
lamentarsi giocosamente per il nostro comportamento infantile per poi
unirsi a mio fratello come al solito; ci guarda con sguardo triste, non
l’ho mai visto così… mio fratello si
accorge che non lo sto ascoltando e si gira per capire cosa gli sta
rubando la mia attenzione e quando vede lo sguardo di papà
si blocca anche lui a guardarlo.
Nello sguardo di
Matt noto qualcosa di diverso, lui sembra sapere la causa di quello
sguardo e ne sembra altrettanto rattristato; quando papà si
accorge del mio sguardo su di lui cambia espressione e torna ad essere
lo stesso papà di sempre, non prima di aver lanciato a mio
fratello un’occhiata ammonitrice in risposta alla sua
supplichevole.
«Ehi
voi due cosa mi state nascondendo?».
«Niente
tesoro non ti preoccupare, adesso perché non facciamo
colazione, che ne dici?».
Matt lo
guarda con rimprovero ma mio padre fa finta di niente,«Ok, ma
sta sicuro che scoprirò qual è il vostro
segreto» mio padre fa finta di non aver sentito
l’ultima parte della risposta e si siede al tavolo pieno di
manicaretti preparati da Clara.
Per tutto il
resto della giornata cercai di capire di cosa mi tenevano
all’oscuro, ma niente, non ne avevano voluto parlare, ogni
volta che cercavo di fargli una domanda al riguardo o cambiavano
argomento o facevano finta che non avessi parlato.
Matt è
sempre stato quello più facile da convincere e dai suoi
occhi vedevo chiaramente che non trovava giusto nascondermelo, ma anche
mio padre conosceva Matt e sapeva che mi sarebbero bastati due minuti
per convincerlo a cantare come un uccellino e quindi non lo mollo due
secondi per tutto il giorno.
Mi ero rassegnata
quando passando davanti allo studio di papà sentii che stava
discutendo con qualcuno, probabilmente Matt e anche se non è
molto educato, si sa la curiosità e donna e io dovevo
assolutamente sapere cosa mi nascondevano, odiavo i segreti mi
mettevano ansia e loro lo sapevano, così appoggiai
l’orecchio con il mio finissimo udito alla porta
perché stavano parlando a voce talmente bassa che altrimenti
non sarei riuscita a sentire la conversazione.
«Ssssh
vuoi che ti senta».
«Si, lo
preferirei al tenerglielo nascosto» si era proprio Matt e non
mi sbagliavo su come la pensava.
«Pensavo
avessi cambiato idea».
«No,
anzi sono sempre più convinto che sia la cosa
migliore».
«Non
sono d’accordo ma non posso farti cambiare idea,quando
sarà?»
«Domani»
non capivo, cosa sarebbe successo domani?
«Domani,
e quando pensavi di dirmelo e soprattutto di dirglielo, pensavi di
preparare tutto e dirglielo domani mattina, così non avrebbe
cercato di fermarti?» mio padre non rispose.
«Stai
scherzando vero?Non accetterà mai e soprattutto non ti
perdonerà tanto facilmente, fidati di me rimanda tutto di
qualche settimana, parlagliene e magari accetterà di sua
spontanea volontà» ero stufa, non riuscivo a
capire di cosa stessero parlando, cosa avrei dovuto accettare? cosa non
gli avrei perdonato? Volevo quelle risposte e c’era un solo
modo per ottenerle; spalancai la porta e loro si girarono di scatto,
non pensavano che stessi origliando.
«Cosa
non ti perdonerò, di cosa devi parlarmi e cosa devo
accettare?Non me ne vado da qui finché non mi risponderete,
non vi preoccupate, ho tutto il tempo di questo mondo.»
Una brezza
innaturale fece muovere le tende delle finestre chiuse…
ANGOLO AUTRICE:
In questo
capitolo fa la sua prima apparizione il nuovo personaggio, quello
ideato dalla mia mente malata.
È una
ragazza, il nome non mi ricordo se l’ho scritto; mi sembra di
no, comunque ve lo anticipo io lei è Kathleen e
sarà la nostra protagonista femminile.
Ringrazio le
sette anime buone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite; vi
adoro *.*
Fatemi sapere
cosa ne pensate, baci Sali
|
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Capitolo 3 *** Annunci (parte terza) ***
c3
Annunci (parte terza)
Pov
Kathleen
Una
brezza innaturale fece muovere le tende delle finestre
chiuse…
Mio padre
iniziò «Tesoro, sappiamo tutti che
nell’ultimo periodo hai avuto qualche problema nel gestire i
tuoi poteri, quindi forse è il caso che ti calmi
così possiamo parlare tranquillamente»
La brezza
sparì.
«Sono
calmissima, allora? Cosa mi devi dire?»
«Io ho
deciso di concederti quella vacanza tra gli umani che mi hai sempre
chiesto»
Ero entusiasta
avevo sempre voluto fare quella vacanza, ma c’era qualcosa
che non quadrava, mio fratello aveva parlato di perdonarlo,
perché avrei dovuto perdonargli un regalo simile…
«Papà!»
urlo Matt scandalizzato, scosse il capo e si rivolse a me.
«Vuole
mandarti via, i Jhonson si stanno impegnando molto perché tu
venga punita per quello che è successo con Henry; stanno
dicendo che tu sei instabile e pericolosa. Papà ha deciso di
mandarti tra gli umani da un suo amico finché non
sarà riuscito a calmare le acque.»
Si
voltò verso mio padre«Mi dispiace ma doveva
saperlo».
«Davvero
dicono questo di me? Ok, riconosco di avere leggermente esagerato
quando ho fatto esplodere la vetrata; ma non ho mai fatto del male a
nessuno»
«Tesoro
lo sappiamo ma hai avuto diversi incidenti simili prima d’ora
è la gente se li ricorda»
«Ma
l’ultima volta è stato più di
cinquant’anni fa e stavo ancora imparando a
controllarmi!»
«I
demoni non dimenticano, dovresti saperlo, e quegli incidenti durante
gli allenamenti costituiscono un precedente; e questo è
riuscito a convincere qualcuno che forse sei troppo pericolosa per
essere libera»
«La
situazione è davvero così grave? E il re cosa ne
pensa, è d’accordo con loro?»
«Per il
momento è ha conoscenza di tutto, ma non hanno ancora
chiesto udienza ufficialmente , vogliono essere sicuri di avere la
maggioranza del consiglio dalla loro parte»
«E non
possiamo trovare un modo per risolvere tutto senza dover interpellare
la corte e senza che io me ne debba andare?».
«No,
ormai hanno deciso, ma se tu sparissi per un po’ di tempo,
così che loro non possano farti perdere il controllo in
pubblico, e io riuscissi a far calmare le acque potresti tornare senza
problemi.» disse mio padre cercando di convincermi.
«Ma io
non voglio andarmene!» provai a oppormi anche se sapevo che
alla fine avrei perso.
Mio padre,
infatti, mi rivolse uno sguardo severo«Ormai è
deciso, domani mattina ti accompagnerò da un mio amico e
vivrai con la sua famiglia fino a quando non potrai tornare, ora vai a
fare i bagagli, e fatti trovare pronta per le nove domani
mattina». Guardai mio fratello in cerca di aiuto, ma lui
abbasso la testa.
«Agli
ordini generale»dissi.
«Kat…»
mi chiamò Matt. Ma non mi voltai a guardarlo,uscì
dalla stanza senza voltarmi indietro e facendo sbattere la porta dietro
di me.
Feci come mi era
stato detto, andai in camera e preparai i bagagli, mio fratello
passò ore davanti alla porta chiusa cercando di convincermi
che era la cosa migliore, non gli risposi e alla fine si arrese e se ne
andò. La mattina dopo alle nove meno venti ero pronta
davanti alla porta di casa con i miei bagagli.
Dopo aver passato
un quarto d’ora ad aspettare sotto lo sguardo curioso di
tutte le cameriere di casa, mi decisi ad andare a chiamare
l’autista , perché a quanto pare si era
dimenticato di me; lo trovai in cucina, a fare colazione che parlava
con Clara.
«Ciao
Alfonso, io sono pronta quando vuoi possiamo partire»lui mi
guardò confuso.
«Veramente
signorina, il signore ha detto che l’avrebbe accompagnata
lui, non sapevo avesse cambiato idea , vado subito a
prepararmi» mi disse alzandosi dal tavolo.
«No
scusa, non ti preoccupare, mi ero dimenticata che mi avrebbe
accompagnata lui scusami per aver interrotto la tua
colazione» disse uscendo dalla cucina.
Quindi mi avrebbe
accompagnata lui, avrei di gran lunga preferito andare da sola, ma per
raggiungere il mondo degli umani bisognava scender di un piano e io non
ne ero in grado, quindi mio padre doveva per forza accompagnarmi.
Pov Ej
Chi
era questo amico? e cosa glia aveva chiesto?
Carlisle riprese
la parola.
«Il mio
amico Vic mi ha chiesto di ospitare sua figlia Kathleen per un
po’ di tempo e io naturalmente ho
accettato.»
«Cosa
non ci stai dicendo Carlisle?» tutti ci voltammo stupiti
prima verso mio padre e poi di nuovo verso Carlisle.
«Perché
questa ragazza deve venire qui proprio ora?» chiese
nuovamente mio padre, e notammo tutti una certa difficoltà
in Carlisle a rispondere.
«Verrà
qui perché … ecco,lei ha avuto…un
piccolo problema e Vic, suo padre, ha pensato che qui con noi sarebbe
stata tranquilla per un po’…»
«Che
genere di problema?» chiese zia Rose.
«Vic
non mi ha riferito i dettegli, l'unica cosa che so è che lei
ha...ehm, fatto esplodere una vetrata addosso ad un ragazzo»
Wow, forte la ragazza!
«Scusate,
in che senso fatto esplodere la vetrata, è
pericolosa?»si intromise Jake
«E
quando arriverà?»chiese mia madre ignorando Jake.
«Domani
mattina, ha dei poteri, per questo motivo è stata in grado
di far esplodere la vetrata,e ora vorrei sapere se siete
d'accordo»il suo sguardo si spostò da mia madre, a
Jake e infine fece il giro di tutto il tavolo
Esme sorrise e
annui, non mi sorprese, la nonna era troppo buona e probabilmente
quella ragazza, anche se non l'aveva mai vista,le piaceva di
già.
Mio padre
guardò Carlisle e scosse la testa,stessa cosa mia madre.
Era il mio
turno«Certo che sono d'accordo», potei notare lo
sguardo del nonno riaccendersi leggermente, ogni no era un'ombra sui
suoi occhi, lui sperava veramente che fossero d'accordo con lui.
Fu il turno di
Emmet un'altro no, dopo di lui zia Rose dai sui occhi si poteva vedere
una sorta di battaglia interiore, alla fine mosse la testa e
annuì.
Jake aveva
già espresso la sua opinione, dopo di lui fu il turno di
Nessie che annui sorridente sotto lo sguardo sbalordito del marito.
Dopo di lei zio
Jas scosse la testa e a quel punto tutti gli sguardi si concentrarono
su zia Alice; eravamo cinque a cinque e tutti sapevamo che lei avrebbe
accettato era nel suo carattere essere aperta nei confronti di tutti,
quindi restammo tutti di sasso quando scosse la testa.
A quel punto ci
fu una sorta di panico generale,anche per Carlisle, perché
Alice aveva detto di no? Cosa aveva visto?
Mio padre stava
per aprire la bocca, quando zia Alice lo fermò.
«Non
preoccupatevi, non ho detto di no perché ho visto qualcosa,
ma perché non sono riuscita a vedere niente»
Quindi la ragazza
del mistero non era un vampiro ma neanche un'umana.
«Mi
dispiace che non siate d'accordo con me, in questa casa abbiamo sempre
preso le decisioni insieme, ma ormai ho dato la mia parola e mi aspetto
che domani mattina quando lei arriverà sarete tutti
gentili»
«Questo
non cambia i miei piani per domani vero? ti ricordi? La festa?avevi
detto che potevo tornare dopodomani notte»chiesi a mio padre.
Lui si
voltò verso Carlisle e lui annuì.
«Si non
ti preoccupare puoi andare alla festa e tornare quando avevamo deciso,
vuol dire che la conoscerai dopo...»
ANGOLO
AUTRICE:
Eccomi
di nuovo qui, con l'ennesimo noiso capitolo, lo so ma è
necessario per iniziare la storia.
In questo capitolo si concludono gli annunci, quindi Kathleen
è pronta per partire e andare a vivere con i Cullen anche se
controvoglia.
Vi rinnovo ancora una volta l'invito a recensire cari lettori a dirmi
cosa ne pensate in una recensione anche se piccolina davvero, vi
capisco anche io non sono una che recensisce tanto spesso,
però adesso che sono dall'altro lato mi rendo conto di
quanto sia snervante non sapere cosa la gente pensa della tua storia,
quindi io inizierò a recensire e spero lo faciate anche voi.
Ringrazio
Chiara0 che ha recensito, e le sette persone che hano aggiunto la mia
storia tra le
preferite, grazie^.^
Ciao, al prossimo capitolo Sali
|
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Capitolo 4 *** I Cullen ***
I Cullen
Quando
Victor raggiunse la figlia alla porta d’ingresso, la ragazza
era già venuta meno alla sua decisione di non salutare
nessuno neanche il fratello, infatti eccoli lì abbracciati.
Victor sorrise.
Era fortunato, aveva due figli meravigliosi e gli dispiaceva
infinitamente lasciare partire Kathleen, la sua bambina…
Quando i due
fratelli si accorsero della presenza del padre si staccarono.
Padre e figlia
erano pronti per il viaggio, quando Vic si voltò per
afferrare i bagagli della figlia, e si rese conto che erano cinque
enormi valige che sembravano scoppiare dalla quantità di
oggetti che ci era stata forzata all’interno; si
voltò verso la figlia con un sopracciglio alzato indicando
con lo sguardo le valige.
«Non
sapevo cosa portarmi, noi e gli umani abbiamo abitudini diverse, lo sai
meglio di me. Vuoi forse farmi pagare il sovrapprezzo? Pensavo che
viaggiare con il proprio papà avesse dei
vantaggi…».
Lui la
guardò contento, quella battuta gli fece capire che
nonostante la figlia non fosse d’accordo con la sua
decisione, aveva capito che al momento quella era la decisione migliore.
Prese per mano la
figlia e si smaterializzò per poi riapparire nella foresta
di Forks, lontano da occhi indiscreti, ma abbastanza vicino a casa
Cullen.
Carlisle gli
aveva tolto un peso quando aveva accettato di ospitare Kath; quel
vampiro era uno delle persone più buone che aveva conosciuto
in più di sette secoli.
«Wow,
in mezzo alla foresta» disse Kathleen guardandosi intorno.
«Spero
di non dover vivere in una casa sull’albero,
perché sai, credo ci sarebbero un po’ di problemi
primo tra tutti l’acqua corrente» aggiunse poi la
ragazza.
Vic scosse la
testa, era tornata la solita Kath.
«Potresti
sempre usare il fiume» concluse lui stando al gioco.
La ragazza
sorrise.
«A
essere sincera, questo posto mi piace assomiglia molto a casa, anche se
è decisamente più freddo» disse Kath
passandosi le mani sulle braccia scoperte dall’abito lungo e
senza maniche che indossava e alzando gli occhi verso il cielo per
spostare le nuvole che coprivano il sole.
Il padre la
fermò e le pose la propria giacca sulle spalle.
«Non
credo che i tuoi ospiti gradirebbero».
«Perché,
sono forse dei vampiri?» disse la ragazza scherzando, ma
notando che il padre non rispondeva, si rese conto di averci azzeccato
in pieno.
«Papà,
vampiri? Allora, ricapitoliamo le cose che avrei dovuto sapere e non mi
hai detto: il posto è venti gradi più freddo di
casa, quindi i miei vestiti non sono adatti»
«Sono
sicuro che potrai risolvere questo problema» le disse il
padre mentre tirava fuori dal portafoglio la carta di credito umana che
aveva fatto fare due giorni prima per la figlia che la guardava confusa
non capendone l’utilità.
«Non mi
hai detto niente delle persone con cui dovrò convivere e io
non so niente di vampiri, non ho la minima idea di come devo
comportarmi, devo girare con il collo coperto? Ieri hai detto che mi
avrebbe ospitato un tuo amico, ma non hai specificato se questo amico
avesse una famiglia e inoltre cosa farò durante il giorno
finirò per annoiarmi a morte, forse è il caso di
tornare indietro non pensi? Non sono preparata a tutto
questo…»
«Calma
una cosa alla volta: devi comportarti normalmente, non preoccuparti per
il collo, la famiglia di Carlisle, sì ha una famiglia, non
si nutre di sangue umano e se vorrai potrai frequentare la scuola di
Forks dove vanno anche i figli di Carlisle.»
«Quanti
sono?» chiese la ragazza incuriosita.
«Undici»
rispose Victor e prima che lei potesse chiedere altro aggiunse.
«Il
resto potrai chiederlo a loro, siamo arrivati» disse il padre
girandosi verso una casa a quattro piani al centro di una immensa
radura.
«Forse
e meglio se le valige le poggi a terra» disse il padre
guardando le valige levitare a pochi centimetri dal terreno.
«È
meglio se iniziamo per gradi con le stranezze, non credi?»
La ragazza
annuì e le valigie si posarono a terra.
«Però
le porti tu dentro» disse la ragazza in modo ovvio mentre
saliva i gradini fino ad arrivare davanti alla porta.
Mentre la ragazza
stava alzando il braccio per bussare, la porta si aprì
rivelando dieci figure che la guardavano.
I Cullen stavano
osservando la ragazza e l’uomo che l’aveva appena
raggiunta sulla soglia di casa loro.
Avevano percepito
il loro arrivo nell’esatto istante in cui avevano posato i
piedi a terra e avevano ascoltato la loro conversazione.
L’uomo
era alto e muscoloso, con occhi e capelli scuri; mentre la ragazza era
alta meno di un metro e settanta con lunghi capelli mossi castano
chiaro, pieni di riflessi ramati; aveva la pelle chiara, e i suoi occhi
erano verdi come un prato estivo.
Indossava una
giacca maschile sopra un lungo abito rinascimentale che
lasciò tutti un ppo’ interdetti a parte Carlisle
che rimase tranquillo e sorridente.
I Cullen, quando
la videro, pensarono che quella ragazza fosse la copia esatta copia di
Ej.
La ragazza, non
capendo per quale motivo la fissassero così intensamente si
voltò verso il padre; e mentre lui fece un passo avanti per
iniziare a parlare, Carlisle si riprese.
«Tu
devi essere Kathleen, benvenuta a Forks, io sono Carlisle e loro sono
la mia famiglia.».
«Lei
è mia moglie Esme e loro sono i miei figli»
continuò l’uomo indicando ognuno dei presenti e
dicendole i loro nomi.
«Tesoro,
io ora devo andare, ci sentiamo poi ok?» disse Vic alla
figlia.
La ragazza lo
guardò dubbiosa ma annuii.
L’uomo,
dopo aver salutato Carlisle e tutti i Cullen se ne andarono.
«Rosalie,
perché non la accompagni nella sua stanza così
può mettersi a suo agio, e Jasper e Emmet ti aiuteranno con
le valige, vero ragazzi?»Kat vide annuire la ragazza bionda
con un fisico perfetto, il ragazzo biondo e il ragazzo armadio, e non
essendo molto brava con i nomi, si chiese chi dei due ragazzi fosse
Emmet e chi Jasper.
Rosalie le
sorrise e l’accompagnò verso le scale mentre i due
ragazzi si caricavano le valige borbottando qualcosa su
un’altra maniaca dello shopping e pensando che tutto sommato
non avrebbe messo quei vestiti, ad un certo punto, prese coraggio e si
girò verso i due ragazzi.
«Non
c’è bisogno che le portiate voi le
valige»
«Non ti
preoccupare, per me ed Emmet non son pesanti»le
rispose il ragazzo biondo, quindi Jasper
«E poi
senza offesa ma mi sembri un po’ gracilina per portarle tutte
tu» aggiunse Emmet.
«Se
faccio una cosa strana, vi spaventate?» gli chiese la ragazza.
«Siamo
vampiri, qualunque cosa tu faccia, non credo che tu possa spaventarci o
stupirci» le rispose Jasper ovvio.
A quel punto la
ragazza sorrise, alzò la mano sinistra verso le valige e
mosse le dita, a quel movimento le valige si staccarono dalle mani dei
due vampiri e volarono fino alle ragazze che erano sette gradini sopra
di loro, tutti la guardarono sconvolti e lei si pentì di
averlo fatto, era lì da neanche dieci minuti e
già li aveva sconvolti.
Ma
cambiò idea quando Emmet si mise a ridere e si rivolse a
Jasper.
«A
quanto pare ti sbagliavi Jaz» e voltandosi verso di me
aggiunse.
«Sei
forte piccoletta» e dopo avermi scompigliato i capelli scese
giù ridendo dando delle sonore pacche sule spalle ad un
Jasper ancora sconvolto.
Con Rosalie
arrivarono al quarto piano.
«Esme
ha progettato questo piano per te, quella è la tua camera,
il bagno è comunicante con la stanza, quello è il
tuo salottino e vabbè tutte le stanze di questo piano sono
per te, sistema pure le tue cose e guarda le stanze con calma, quando
hai finito o ti viene fame, noi siamo giù» le
disse sorridendo prima di scendere le sale.
Kat si diresse
con le valige verso quella che sarebbe stata la sua camera per i
prossimi mesi.
Aprì
la porta e si trovò in una stanza luminosa con una parete
interamente di vetro che dava sulla foresta, lungo questa per te
c’era una sporgenza con un mobile di legno basso, di quelli
che facevano da cassetto, ma se ricoperto di cuscini,
sembrava un divano.
Le pareti erano
color panna un’enorme tappeto color sabbia ricopriva buona
parte del pavimento e di fronte a lei c’era un enorme letto a
baldacchino bianco.
Di fronte al
quale vi era un enorme scatola che suo suo padre le aveva spiegato, gli
umani chiamavano “televisore” collegato a diverse
scatolone piu piccole e piatte con molti pulsanti; ai lati della
scatola vi erano due porte: una portava alla cabina armadio e
l’altra al bagno che erano poi comunicanti tra loro.
Sulla parete
opposta, di fianco al letto c’era invece un’altra
porta.
Quando Kathleen
aprì la porta rimase abbagliata, la stanza aveva anche lei
una parete di vetro, ma non fu quello che la sconvolse, ma il
cavalletto con le tele e tutto l’occorrente per dipingere;
quelle persone sapevano che amava dipingere e le avevano dato una
stanza solo per quello.
Tornò
in camera e indossò la giacca più pesane che
aveva e si preparò a scendere per pranzare.
Stava per
scendere le scale quando si ricordò che Rosalie le aveva
indicato l’altra porta che c’era affacciata al
corridoio come quella del suo salottino, incuriosita
l’aprì e si trovò in un salotto dai
toni chiari,con grandi finestre, un divano ad elle , due poltrone , un
televisore, una libreria con dei libri di scuola e uno strano
strumento che non aveva mai visto.
Quelle persone no
la conoscevano eppure avevano pensato a darle una stanza dove poter
dipingere e un intero piano di casa loro per lasciarle i suoi spazi,
quando invece ero lei che aveva invaso i loro spazi e casa loro.
Scese le scale
fino al piano terra dove notò che la casa si era svuotata,
erano rimasti solo Emmet, Jasper, Rosalie, Esme e la ragazza
bassina che se non si sbagliava doveva chiamarsi Alice.
I ragazzi stavano
giocando a scacchi, mentre le ragazze sfogliano delle riviste, Esme
invece era in cucina, e a giudicare dal profumo che ne arrivava aveva
cucinato.
Quando
passò Rosalie e i ragazzi ai fermarono e la salutarono, solo
Alice le dedicò un rapido sorriso per poi ritornare subito
con lo sguardo sulla rivista,a quanto pare non le sto per niente
simpatica si disse Kat raggiungendo Esme in cucina dove fu obbligata a
mangiare per tre, una volta finito, cercò di aiutare
Esme ma non volle sentire ragioni.
«Non ci
pensare neanche, ai piatti ci penso io e non sii discute,
perché non vai dai ragazzi in salotto a
divertirti?»
«Ok, ah
Esme grazie per le stanze, non ce n’era bisogno, Rosalie mi
ha detto che ci hai pensato tu»
«Non tI
preoccupare cara, mi sono divertita a ristrutturare casa, ma se vuoi
proprio ringraziarmi, puoi farlo con un bel quadro,
c’è una parete in salotto che ha proprio bisogno
di un quadro»rispose sorridendole materna e dandole una
leggera spinta verso il salotto occupato dai ragazzi.
Una volta entrata
Rosalie la fece sedere vicino a lei sul divano con Alice.
«Ti
è piaciuta la stanza?» le chiese la bionda.
«Sì,
è molto bella…»
«Qualcosa
non va?» le chiese Rosalie
Kathleen era
indecisa se rispondere o meno, alla fine si limitò a dirle
che ero solo più tecnologico rispetto a quello a cui era
abituata.
«Ciottolina!Ecco
chi mi ricordi…»urlò Emmet che fino a
quel momento stava guardando la scatola dove però ora
c’erano dei disegni che si muovevano e c’era la
scritta Flinstone in un angolo.
Rosalie lo
colpì alla nuca, e mentre il ragazzo cercava di scusarsi
Jasper lo guardava e rideva sotto i baffi.
Anche Rosalie
però sorrideva, l’unica che non si stava
divertendo era Alice.
Passarono tutto
il pomeriggio scherzando.
«Io non
ti sto simpatica vero?» si azzardò a chiedere
Kathleen a Alice.
«No,cosa
te lo fa pensare?»rispose la vampira
«Quando
ero di sopra ti ho sentito ridere ma da quando sono scesa non hai mai
sorriso…»
«È
che io ho vedo il futuro, ma non riesco a vedere te e tutto quello che
ti riguarda è annebbiato, quindi ho un po’ di mal
di testa»
«Forse
posso rimediare» disse la ragazza alzando la mano in
direzione del volto della vampira in attesa della sua autorizzazione.
Alice annuì e Kathleen posò le punte
delle dita sulla fronte della vampira, chiuse gli occhi e attorno alle
dita si formò un bagliore bianco, la ragazza
riaprì gli occhi e guardo Alice che le sorrise.
«Non ti
preoccupare, andremo domani»le disse abbracciandola euforica
e tutti.
«Ho
bisogno di abiti nuovi e più adatti»
disse Kath guardando l’abito che indossava e rassicurando i
tre vampiri che le guardavano preoccupati.
«E
verrete anche voi» aggiunse Alice rivolta a Emmet e Jasper
che fecero una faccia sofferente ma non si opposero.
«Dovremo
portare anche Bella e Nessie?» chiese poi alla bionda e
continuarono a parlare tra loro organizzando la giornata di domani.
Nel frattempo
Carlisle tornò dall’ospedale, Bella e Edward dalla
loro casetta nel bosco(così le era stato detto) e Nessie e
Jake da La Push; tutti quelli che la sera prima non volevano che la
ragazza vivesse con loro durante la serata iniziarono a ricredersi,
l’unico che ancora non voleva concedere alla ragazza il
beneficio del dubbio era il licantropo che vedendo come la
ragazza scherzasse e ridesse con la moglie si rese conto che quella
ragazzina che sembrava un pesce fuor d’acqua e non aveva idea
di come funzionassero cosa semplici come un televisore, non aveva
niente di cattivo ma i poteri che poteva avere lo rendevano nervoso.
«Ho
preparato la cena» disse Esme, Kathleen andò
allora in cucina e mangiò insieme a Jake, sotto lo sguardo
disgustato di Emmet e Jasper che si sfidavano ad assaggiare i vari
piatti; e con le risate di tutta la famiglia quando Esme li sgridava.
Alice contenta di
poter vedere tutto quello che prima le era celato guardava il futuro
dei licantropi di La Push,dei suoi nipoti e di Kathleen; la ragazza
girandosi trovò infatti la vampira che la osservava
sorridente.
«Kathleen,
mi sono appena ricordata di avere un impegno domani, ti va bene se
spostiamo l’uscita di un giorno?»le disse la vampira
«Certo,
non ti preoccupare» rispose la ragazza tornando a mangiare
Da quando tu
rimandi lo shop- ahi!Perché mi hai pest- ahi Alice!
» disse Emmet mentre la vampira lo guardava male per poi
andarsene in camera sua, seguita dal marito.
«Perché
hai pestato il piede a Emmet, tesoro?» le chiese Jasper
«Perché
stava rovinando il mio piano» rispose la vampira come se
fosse ovvio.
«Che
piano?»chiese il biondo confuso, ma si rese conto che non
avrebbe mai ottenuto una risposta.
«Mi sta
simpatica quella ragazza, a dire la verità sta simpatica a
tutti, peccato che rimarrà qui solo per qualche
mese» aggiunse poi il vampiro
«Non ti
preoccupare Jaz penso che rimarrà con noi per parecchio
tempo»lo rassicurò la moglie sorridendo furba
prima di interrompere il flusso di domande che stava per uscire dalla
bocca del marito con un bacio.
ANGOLO AUTRICE:
Si lo so questo
capitolo lo avevate già letto e volevate leggere il prossimo
dopo mesi che non pubblico niente.
Dovete scusarmi
ma tra vacanze, computer rotto, non ho potuto proprio aggiornare.
Ma parliamo delle
modifiche( per chi aveva letto la versione precedente)che poi in
realtà sarebbe una sola, Kathleen non sa niente di
tecnologia, argomento su cui avrete maggiori informazioni nel prossimo
capitolo e ho corretto qualche errore e sicuramente ne ho
aggiunti altri perché è impensabile che sia tutto
corretto.
Non mi sembra ci
sia altro da dire, quindi vi saluto e vi prometto ancora che
pubblicherò il prossimo capitolo tra massimo due settimane,
scusatemi ancora.
Sali_17
P.S. Ah
dimenticavo, grazie mille a Nicole_James
che aveva recensito la versione precedente, a chi
ha riletto il capitolo e non ha cancellato la mia storia dalle
preferite. Grazie, grazie, grazie :)
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