Ti odio...quando non sei accanto a me.

di Obseession
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuove tensioni in casa. ***
Capitolo 3: *** Tengo, butto, nascondo. ***
Capitolo 4: *** Nuona stagione, nuove avventure (Part.1) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
«Rudi, spegni la luce!» le urlò la moglie dal letto.
Il marito spuntò dalla porta, e cercando di acquisire uno sguardo malizioso sul viso -con scarso risultato- iniziò ad esibirsi in uno divertente strip-tease, lei cominciò a ridere.

«Spegnere la luce? Ma così ti perdi tutto lo spettacolo!» commentò Rudi togliendosi la maglietta con fare sexy. La ragazza scuoteva la testa divertita.

«Tananà, nanà, nanana» canticchiò,  muovendo i fianchi e facendo per sbottonarsi i pantaloni. Li abbassò, e quando fece per sfilarseli alzò una gamba, ma perse l’equilibrio e cadde per terra.
La moglie si tuffò sul letto ridendo a crepapelle, e Rudi, all’inizio imbarazzato, quando la vide ridere in quel modo finì per ridere anche lui.

Rudi era un marito dolce e premuroso. Ogni volta che la vedeva di cattivo umore, lui riusciva sempre a farla ridere e la riempiva di coccole.
Ma questo non significa che non litigavano mai, anzi: litigavano spesso, in continuazione e per ogni singola cosa, ma finivano sempre per riderci e scherzarci su.

Rudi si rialzò e completò la sua opera: si tolse finalmente i pantaloni e li lanciò alla moglie sul letto.
Lei urlando, si coprì il viso con le mani e iniziò a scalpitare.
Finito lo strip-tease, Rudi entrò dentro le lenzuola e si mise seduto vicino alla ragazza.

«Non sono male come ballerino vero tesoro?» chiese lui, piegando le labbra in un bacio come per chiedergliene uno.

«Sì amore, sei pessimo. Ma ti amo lo stesso» affermò lei come per consolarlo, avvicinandosi a lui e schioccandogli un bacio, per poi sdraiarsi. Lui rise, e si rannicchiò vicino alla moglie, chiudendo gli occhi.

Lei lo guardò perplessa «Rudi!» lo chiamò in tono ammonitore, scuotendolo e rimettendosi di nuovo seduta.

«(nome sconosciuto)..» le fece il verso, riaprendo gli occhi e guardandola.

«Non hai scordato qualcosa?»

Rudi fece come se ci stesse pensando su «no, non mi sembra» rispose alla fine.

«E la luce?»

«Ah, già, la luce» ricordò, per poi fingere di russare.

«Rudi!» lo rimproverò.

«Mi è già toccato ieri sera!»

«Si, ma poco fa eri ad un centimetro dall’interruttore!»

«Si, poco fa..» ribatté Rudi.

La ragazza sospirò. Si alzò, pur odiando alzarsi dal letto quando era già rannicchiata al calduccio. Rabbrividì al contatto dei suoi piedi con il pavimento gelato.

«Non posso essere sempre io a spegnere, (nome sconosciuto). Un giorno potrei non essere qui, e allora come faresti?»

«Manderei il mio nuovo marito» disse scherzando.

«Ah!»

«Oppure mi ricorderei di farlo io prima di mettermi a letto.»

«Si, come no! Mi toccherà lasciarti un biglietto attaccato all’interruttore.»

«Molto carino da parte tua!» replicò, facendo la finta offesa.

«E un biglietto sullo scaldabagno»

«Rudi.. » lo richiamò sorridendo. Era incredibile come riusciva a farle passare tutto in un attimo.

«E alcuni sulle finestre, così ti ricorderai di chiuderle»

«Se credi che senza di te sarei così persa, lasciami una lista di cose da fare!»

«Mmh, non è una cattiva idea»

La ragazza spense finalmente la luce e ritornando a letto, al buio, si fece male con il piedino del letto «Ahia, ahia!» gridò, tenendosi il piede tra le mani e tuffandosi sul letto.  

Rudi rideva «Numero quattro della lista: attenzione al piedino del letto!»

«Oh, stai zitto, per favore!» chiese lei, mentre si soffiava sulla parte lesa.
 
Rudi smise di ridere, e sorridendo, si avvicinò alla moglie, le prese il piede e glielo baciò  «Ora va meglio?» le chiese, e anche se era al buio, riuscì ad intravedere il sorriso che si era dipinto sul volto di lei. 
Si avvicinò per baciarla, ma qualcosa, o in questo caso qualcuno, li interruppe. 



Angolo dell'autrice. 
Ho letto una vecchia fanfiction sempre dei Cesaroni, con questa carinissima parte su Rudi e la ragazza sconosciuta (ahah), e visto che non è stata continuata, mi è sembrato un vero peccato sprecarla così, quindi ho deciso di modificarla un pò e scriverla qui.
Ovviamente ringrazio l'autrice (che non ricordo come si chiamava xD).
Per il resto, cercherò di aggiornare tutti i giorni, ma se dovrò sgarrare, aimè, capitemi. E' il mese di settembre (il mese che odio sicuramente più di tutti) e dovrò dedicarmi anche ai libri -_-
Recensite, mi raccomando, a presto il primo capitolo. 
Baci, Remember. 

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Capitolo 2
*** Nuove tensioni in casa. ***


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                                                     PRIMO CAPITOLO – “NUOVE TENSIONI IN CASA” 

Erano le 9:30 del mattino, del giorno 01-09-13.
Mimmo era partito con Matilde, Cesare e Pamela a Santa Marinella, Marco era partito in Inghilterra da Maya, Eva era ripartita insieme a Marta a Parigi, Rudi aveva deciso di fare un altro tour in America, mentre Alice era partita con Francesco in Grecia.

Casa Cesaroni era quasi deserta, in casa c’erano solo Giulio e Lucia, che non erano partiti per approfittare della mancanza dei figli e degli amici e restare un po’ da soli. Peccato, che quella pace non sarebbe durata ancora molto, perché oggi sarebbero tornati entrambi i secondogeniti.

«Spero che a Rudi abbia fatto bene questo en terrain, quando era partito aveva una faccia» disse Lucia sollevando le sopracciglia come per dire “chissà cos’aveva” mentre beveva la sua tazza di caffè mattutina.

«Chissà cos’ha quel ragazzo in quella capoccia» rispose Giulio, mentre teneva la gazzetta dello sport tra le mani e la leggeva.

«Ma ci hai parlato prima che partisse? Magari aveva qualche problema con i ragazzi, o forse era solo preoccupato perché non sapeva cosa fare dopo aver passato la maturità» aggiunse Lucia, poco convinta su questa sua ultima affermazione tirata in ballo.

«Lucì, ma tu c’ho vedi Rudi stare na pezza solo per questo?» Giulio guardò la moglie come per dire “mi sembra difficile pensarlo”.

 In effetti, anche a Lucia sembrava impossibile pensare ciò, sapeva benissimo di aver detto una grande bestialità.  Fece una sorta di smorfia e alzò leggermente le spalle in segno di arresa «no» rispose alla fine.

«Appunto» aggiunse Giulio, mentre prendeva la caffettiera sul tavolo e si versava il caffè in una tazzina.

«Allora ci sarà lo zampino di qualche ragazza» disse Lucia, stavolta sicura di ciò che diceva, mentre continuava a bere il suo caffè.

«Dici? Ma no, da quando Miriam s’è messa insieme a Diego, Rudi se l’è dimenticata» 

Lucia piegò leggermente le labbra e alzò leggermente le sopracciglia, acquisendo un’espressione come per dire “boh, non sono nella testa di quel ragazzo”, guardò il marito, che sembrava essere concentrato a guardare il cucchiaino che girava nel caffè, per poi vederlo prendere la tazza in mano e prima ancora che bevesse il contenuto che c’era dentro, la riposò di nuovo sul tavolo e la riguardò.
«Ma non è che, zitto zitto, niente niente, mio figlio s’è innamorato di.. »

«Spostati, sono arrivato prima io!» disse Rudi ad alta voce, incastrato sulla porta d’ingresso con la sorellastra mentre cercava di entrare per primo, interrompendo così il discorso che si stava per fare interessante tra suo padre e Lucia, facendoli correre subito in soggiorno.

 «Arrivato? ti sei messo a correre per entrare prima! e poi che razza di uomo sei, non sai che alle donne si da sempre la precedenza?» rispose Alice, mentre cercava di spingerlo all’esterno.

«Ma tu non sei una donna, sei un acciuga!» le soffiò a un centimetro lontano dalla bocca di lei. Alice stava per controbattere, ma un finto colpo di tosse di Giulio, fece ricordare ai ragazzi dei genitori.

«Ragazzi, ma che è, sto viaggio v’ha fatto male?» domandò Giulio piuttosto confuso dell’atteggiamento dei figli, mentre guardava Alice spintonare il fratellastro ed entrare per prima dentro casa.

«Eh! Sembrate di nuovo dei bambini..» aggiunse Lucia, accorgendosi degli sguardi fulminanti che si scagliavano addosso i figli «Allora, cosa avete fatto quest’estate? Vi siete divertiti?» continuò,  mentre faceva la stessa cosa del marito: li abbracciava e li salutava. 

Cosa poteva saperne Lucia? Poteva sapere, che anche se erano stati in posti meravigliosi non riuscirono a godersi la vacanza come avrebbero dovuto fare, a causa dei loro pensieri?  No, che non poteva saperlo.

«Certo» risposero secchi e quasi all’unisono i due ragazzi, cercando di liquidare Lucia per non continuare a parlare delle loro “non vacanze”.

«Alice, ma Francesco dov’è?» domandò Giulio.
Rudi, sentendo il nome di Francesco, si era irrigidito all’istante e sentiva il sangue cominciare a bollire. 

«E’ andato a sistemare le ultime cose alla casa, sapete com’è Francesco, quando mi deve fare una sorpresa vuole tutto alla perfezione. »

«Già..» le sorrise il patrigno.

«Quale casa?» domandò Lucia visibilmente preoccupata.

«Pronto mamma? La casa, la convivenza.. ti ricordi si? O hai cambiato idea, e non vuoi più lasciarmi andare?» più che un rimprovero, sembrava che Alice stesse chiedendo alla madre di fare esattamente quello.

Lucia, cercò lo sguardo di Rudi per un sostegno, ma che non fu dato, visto che il suo era già impegnato a squadrare la sorellastra.
Allora le bastò ricordare il discorso che il figliastro le aveva fatto 3 mesi fa.
«Nono..» sussurrò alla fine.

«Bene, perché andremo a convivere questo fine settimana»

«In fine settimana? Tesoro, ma non è troppo presto ancora? Lo sai che potete restare qui fin che volete..» si scaldò la madre. 

«Lucia smettila dai, Alice è una ragazza matura e sa che la convivenza è una cosa seria..» s’intromise Giulio, guardando Alice come per dire “non mi deludere” e ottenendo l’arresa di Lucia.

«Grazie Giulio..» rispose sospirando, come se avrebbe davvero voluto che la madre non le permettesse di andarsene «vado a preparare gli altri bagagli..» continuò, per poi iniziare a salire le scale per andare al piano di sopra.

«Alice di là ci sono i cornetti, non sono come quelli che porta zio Cesare però so boni lo stesso» disse Giulio sorridendo, facendo fermare e voltare Alice che stava salendo «ne vuoi uno?»

«No Giulio, grazie. Ho già fatto colazione» rispose Alice, sorridendo lievemente, per poi continuare a salire le scale e ad arrivare al piano di sopra.

Lucia che aveva guardato la figlia andare su, sospirò, e sul viso le restò quell’espressione di preoccupazione che aveva acquisito a causa del ricordo di dover vedere presto la sua bambina andare a convivere in un’altra casa, con qualcun altro.

«Che c’è?» chiese Giulio, vedendo lo sguardo della moglie «Alice sa quello che fa, fidati di lei» continuò, capendo perché Lucia avesse la preoccupazione dipinta in faccia, e cercò di tranquillizzarla poiché non nascondeva la sua agitazione.

«Lo so, lo so.. è che lei è la mia bambina, e mi sembra che stia crescendo troppo in fretta, sta diventando una donna. Sarà anche quel nuovo taglio di capelli, boh!»

«Ho capito, però non è più una bambina e bisogna capirlo» aggiunse il Cesaroni «ma a proposito di capelli nuovi, finalmente te sei tagliato quel cespuglio! bravo, te stanno proprio bene i capelli così.. sai a chi somigli? Quel giocatore del Napoli, com’è che si chiama?» continuò, riferendosi stavolta a Rudi, e schioccando le dita per cercare di ricordare il nome del “sosia” del figlio.

«Ma chi, Hamsik? Ma sai che è vero? Preciso, spiccicato oh!» s’intromise Lucia, ammirando e guardando fissi i capelli del figliastro.

«Sono contento di somigliare ad un calciatore famoso, ma adesso vado su, devo ancora sistemare la mia roba, fare una doccia.. e poi sono anche stanco. » rispose il secondogenito, che proprio in quel momento non aveva nessuna voglia di ascoltare complimenti, rimproveri o qualsiasi altra cosa che i genitori avrebbero potuto dire o fare, voleva solamente dirigersi anche lui al piano di sopra il più velocemente possibile.
Salì le scale, e anche lui fu chiamato e fermato da Giulio.

«Rudi, un cornetto?»

«No, non mi va» rispose per poi continuare a salire anche lui.

Lucia guardò il marito come per dire “mah”, per poi ricordargli il chiodo e chiedergli «Ma che stavi dicendo prima? zitto zitto, niente niente che?»

Giulio che aveva quasi dato per ipotesi che Rudi si fosse forse innamorato di sua sorella, dopo aver visto i figli insultarsi e litigare nuovamente, si ricredette subito «Ma che, andrebbero troppo d’accordo, quindi è na cosa impossibile anche da immaginare» rispose Giulio spazientito, per poi rientrare in cucina lasciando la moglie in soggiorno più confusa che mai, dopo le sue parole.

«Giulio!» lo chiamò lei col solito tono di chi vuole saperne di più, raggiungendolo in cucina.

Alice, nel frattempo, stava sistemando degli altri vestiti nelle valigie, convincendosi che andare a convivere con Francesco fosse la cosa migliore, l’unica cosa che avrebbe voluto adesso era solo andare via da quella casa il più presto possibile.

Apre il comodino, per prendere dell’altra biancheria intima, e trova anche qualcos’altro: un post-it verde.
Non un semplice o qualunque post-it verde, ma quel post-it. Quello stesso post-it che causò tutti quei dubbi che presero sopravvento nella sua testa per 3 mesi.

Lo prese, si sedette sul letto e lo rilesse più volte, per poi stringerlo tra le mani e ricordarsi il vero motivo per la quale adesso stava preparando le valigie e non disporle.

Flashback (POV. Alice)
Ero al porto, indecisa se afferrare la mano di Francesco e salire su quella barca con lui, o lasciare tutto e correre per tornare a casa. Il mio fidanzato mi chiedeva ancora di salire lì insieme a lui, ma non potevo salire lì e partire, io dovevo aspettarlo, “magari si sarebbe presentato e mi avrebbe portata via con lui” pensai.

Cercavo ogni scusa plausibile per acquistare più tempo, guardavo verso l’entrata del porto ma ancora non vedevo nessuno. Non c’era più tempo, Francesco mi chiedeva di afferrare la sua mano e salire insieme a lui, e lo stavo facendo, ma il mio istinto mi chiese di rivolgere un ultimo sguardo a quell'entrata, lo feci.. e lo vidi! Lui era lì! 

Sorrisi, guardai Francesco come per condividere la mia gioia con lui, ma di tutta risposta ottenei solo uno sguardo confuso. Lasciai perdere, e guardai di nuovo verso la direzione del mio fratellastro, ma stavolta il mio sorriso si spense. Era in compagnia, o meglio dire, era abbracciato ad una ragazza piuttosto alta e bionda.

Capì subito dopo che quella ragazza non era una semplice ragazza, ma era Lisa, e allora tutto mi passe chiaro: era venuto per rivedere Lisa, non era venuto per prendere me.

Strizzai gli occhi per impedire che le lacrime scappassero da quest’ultimi e mi scendessero sulle guance, guardai Francesco fingendo un sorriso per poi afferrare svelta la sua mano che stava ancora attendendo la mia, gli afferrai il viso e lo baciai, mentre lo facevo guardai un ultima volta in direzione di Rudi, e lo vedo seguire Lisa tenendola per mano. Fu allora, che io stessa, mi staccai dal bacio e slacciai la corda che permetté alla barca di partire.
Fine flashback. (Fine POV. Alice)

Strinse più forte quel post-it tra le mani, per poi buttarsi sdraiata sul letto.

Rudi invece, dopo essere entrato in camera e avere buttato per terra la sua valigia, si appoggiò alla scrivania fissando il cassetto del suo comodino, tirò un sospiro e si avvicinò al cassetto, lo aprì ed estrasse una busta gialla.
La stessa busta gialla, dove Alice aveva sistemato dentro la sua lettera. La prese tra le mani senza aprirla e si sedette sul letto, ripensando anche lui all’inizio di quest’estate.

Flashback (POV. Rudi)
Avevo letto la lettera ed ero corso al porto sperando di essere ancora in tempo, arrivato, mi guardai attorno ma non riuscivo a trovare il punto dove stesse galleggiando la barca di Francesco.
Mi avvicinai alle altre barche vicine, e nessuna delle loro era la barca di quel gamberone.

Mi girai dall’altra parte del molo, dove notai un’unica barca ancora a terra, non riuscivo a focalizzarla bene, ma subito dopo capì che era quella giusta, anche perché riconobbi Alice che stava ancora sul ponte.
Stavo per correre da lei, ma..

«Rudi..» mi chiamò una voce femminile abbastanza familiare, mi girai e vidi Lisa «che ci fai qui?» mi chiese, e prima ancora che io potessi aprire bocca, lei si buttò tra le mie braccia e mi abbracciò.
«Come sapevi che oggi sarei tornata a Roma?» continuò, staccandosi dall’abbraccio e guardandomi sorridendo.

«Veramente io..» stavo per spiegarle la situazione ma lei mi interruppe ancora.

«Vieni andiamo!» mi disse afferrandomi la mano, mentre mi tirava per seguirla.

Feci qualche passo insieme a lei, ma poi mi fermai e le lasciai la mano «Lisa, io non sapevo che saresti tornata» chiarì tutto d’un fiato.

«E allora che ci fai qui?» mi chiese confusa «non vedo borsoni o valigie, quindi non penso che stai partendo»

«Sono venuto a prendere qualcun altro» dissi sorridendo, girandomi verso Alice, ma un sorriso che subito si spense: la vidi sulla barca che baciava Francesco.

Lisa seguì il mio sguardo e vide anche lei la scena, aveva capito la situazione.
Aveva capito che la mia sofferenza di cui le aveva parlato Diego, era dovuta proprio per la mia sorellastra, mi incitò di non preoccuparmi per lei e andare da Alice, la ringraziai, lei sforzò un sorriso e andò via.

Tornai a sorridere, e stavo per correre da lei, ma qualcosa mi fece fermare di nuovo. Stavolta nessuna voce, ma fu proprio Alice che sciolse la corda e fece partire la barca.
Fine flashback (Fine POV. Rudi)

Strinse quella busta, a cui pensò che dentro c’era una lettera dove c’erano scritte solo stronzate, aprì il comodino e la gettò violentemente di nuovo infondo al cassetto.



Angolo dell'autrice.
Alleluiaa, alleluia! Finalmente sono riuscita a pubblicare il primo capitolo, avrei dovuto pubblicarlo già ieri, ma purtroppo non ho avuto tempo per farlo é.é comunque sia, spero sia di vostro gradimento :
Grazie a quelli che hanno recensito il prologo e a chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite e le seguite!
mi raccomando, lasciate un commentino, fatemi sapere cosa ne pensate o sottolineate i miei errori, accetto qualsiasi tipo di consiglio o critica.
Un bacio, Remember.

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Capitolo 3
*** Tengo, butto, nascondo. ***


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                                                          SECONDO CAPITOLO - “TENGO, BUTTO, NASCONDO”

Alice era rimasta davanti l’armadio spalancato, guardandolo fisso. C’era qualcosa che non andava.
Che cosa ci facevano ancora tutti quei vestiti da ragazzina nel suo armadio?
Era arrivato decisamente il momento di fare un po’ di spazio.
La prima cosa che le era capitata tra le mani, fu una tuta da ginnastica.

Tuta da ginnastica -  TENGO
- L’anno scorso, giocando (disastrosamente) a calcio si era accorta cos’è
che le piaceva della corsa mattutina con Rudi: sentirsi coi polmoni
talmente doloranti da non aver spazio per nessun altro pensiero. -

La piegò, e la mise di lato dalla parte di cose da mettere nella valigia.
Capisce che è da un bel po’ che non rinnovava il suo guardaroba o che non faceva un po’ di pulizia, quando nota una parrucca bianca da pin-up in fondo all’armadio.
La prese, la osservò bene per un pò, e sorrise. Ricordava perfettamente le poche volte che l’aveva indossata, bei momenti.

Parrucca bianca da pin-up – BUTTO (Causa inutilizzo)
- Aveva passato gloriosi e divertenti momenti le poche volte che l’aveva indossata, ma adesso era arrivato il momento di buttarla. Insomma, quella parrucca sarebbe servita ad Alice del 2008, Alice del 2013 non l’avrebbe mai più utilizzata.
Fin da bambina è sempre stata abbastanza determinata, e con gli anni lo è diventata ancora di più, quindi che bisogno avrebbe di tenerla ancora? Se adesso avrebbe avuto qualche problema, avrebbe usato la sua faccia, non si sarebbe mai più nascosta dietro maschera, trucco e parrucca. Quindi meglio buttarla e lasciare solo i bei ricordi che quella parrucca le aveva conservato -

La guardò un’ultima volta, per poi metterla dentro la busta delle cose da buttare.
Uscì un paio di vestiti fuori dall’armadio, lasciandone alcuni per terra e altri sul letto.
Hey, ma che cosa ci fa questo qui dentro?
Alice adesso aveva in mano un completino intimo molto familiare, se lo lasciò a lungo tra le mani, non sapeva assolutamente che fare: buttarlo o tenerlo? Alla fine optò per una via di mezzo.

Completo intimo usato per la notte alle terme passata con Rudi – NASCONDO
- Anche se l’aveva indossato per la serata del concerto dei Senza Nome, per poi l’indomani mostrarlo al fratellastro e averlo addosso mentre facevano l’amore, non significa che era brutto o portava sfortuna. Era stata bene, quindi perché buttare qualcosa che era stato complice di una delle notti più belle che aveva passato? -

Anche questo rimase, ma non fu messo da parte delle cose da mettere nella valigia, ma dalla parte di lasciare nel cassetto.
Non era il caso di portarlo con sé in casa con Francesco, avrebbe potuto (anche casualmente) indossarlo in una notte d’amore con lui, e invece voleva che fosse rimasto condiviso solo col suo fratellastro.

All’improvviso qualcuno bussò alla porta: era Lucia, che era già entrata prima ancora che Alice dicesse “avanti”.

«Oh! Ma cos’è, una bomba nell’armadio o l’effetto della pre-convivenza?» disse Lucia vedendo il mucchio di vestiti sparsi qua e là nella stanza, restando inizialmente sulla soglia della porta per poi entrare e avvicinarsi al lettino dove c’era su la valigia della figlia.

«La seconda» rispose lei esausta, sedendosi sul letto «E’ che non so che portare, ho certi vestiti che non sono adatti a questo tipo di passo» continuò, guardando e mescolando i vestiti che stavano sul letto.

«Sono i vestiti a non essere adatti, o sei tu a non essere pronta?» le rispose Lucia, guardandola come per dire “dimmi la verità” mentre si sedeva accanto a lei sul lettino.

«Mamma ne abbiamo già parlato, non iniziare» rispose Alice, continuando a guardare i vestiti, cercando qualcosa di adatto da portare.

«Ma siete ancora..» Lucia stava iniziando una nuova predica, ma che non fu continuata, perché Alice la interruppe.

«Senti mamma, se sei venuta qui per ripetermi la solita storiella, che siamo ancora troppo giovani e che potremmo pentircene tempo dopo, tutto questo per farmi capire che sono ancora una ragazzina che non capisce cos’è la convivenza e che non sono ancora pronta per un passo così importante, puoi anche tornartene da dove sei venuta perché oggi non ho proprio voglia di starti a sentire» rispose Alice ad alta voce, così ad alta voce, da farsi sentire pure fuori dal fratellastro che stava passando di là nel corridoio.

Rudi stava uscendo dal bagno quando sentì la voce della sorellastra parlare ad alta voce.
Sentì tutto quello che, probabilmente, stava dicendo a Lucia.
Restò deluso e amareggiato dalle parole che le aveva sentito pronunciare, ma decise comunque di restare lì, sulla soglia della porta del bagno, ad ascoltare il resto della conversazione tra madre e figlia.

«Tesoro ma io lo dico per te, andare a vivere con il proprio fidanzato così giovani, la cosa non è mai andata a buon fine per nessuno» rispose Lucia, guardando Alice che si era alzata dal letto e che adesso si trovava di fronte all’armadio.

«Ti ricordi tua sorella Eva si? Quanti anni aveva quando è andata a vivere con Alex a New York? E come è andata a finire?» ricordò, guardando la figlia che sembrava non ascoltarla, ma che piuttosto era concentrata a guardare un paio di scarpe da ginnastica arancioni che teneva tra le mani.
«Alice? Mi ascolti?» la chiamò.

«Si, si. Senti mamma, io amo Francesco e voglio passare il resto della mia vita con lui, e sono sicura che per lui è lo stesso»

Qualcosa dentro Rudi, si era spezzato, lacerato come una freccia che manca il bersaglio e si adagia rotta per terra, sull'erba.
Qualcosa in lui era ferito, distrutto, quasi dolorante: il suo orgoglio, ma soprattutto e decisamente non da meno, il suo cuore.
Dicono che quando il cuore si spezza faccia un rumore assordante peggio del decollo di un aereo, peggio di un temporale estivo, peggio di uno stereo ad alto volume alle 3 del mattino, ed avevano ragione.
Forse nessuno altro poteva sentire quel rumore, ma la persona alla quale appartiene il cuore, lo sente, lo sente eccome.
Rudi l'ha sentito.
Ha sentito uno scoppio quasi come i fuochi d'artificio a Capodanno, quasi come un fulmine che colpisce la sabbia, ma molto più pesante, molto più forte, molto più doloroso.
Sente un fastidioso problemino agli occhi e capisce che vorrebbe piangere, ma stavolta invece non si lasciò più andare, gettò fuori un lungo sospiro e rientrò in camera prima che Alice continuasse a parlare e continuasse a fargli del male.

«Se andrà male, se sbaglio, sarò pronta a pagarne le conseguenze. E poi, che c’entra l’esempio con Eva? Eva è rimasta incinta, ed era ancora innamorata di Marco, per questo è andata male.. non è il mio caso questo» continuò, abbassando un po’ il tono di voce su quest’ultima frase.

Lucia non sapeva più che dire, aveva mostrato la sua arresa con un’alzata di spalle e un sospiro «Vabbè, fatti aiutare a sistemare la valigia almeno» aggiunse, raggiungendola vicino all’armadio e aiutandola a scegliere cosa portare.

Rudi, amareggiato, si era rinchiuso in camera e si era trovato un passatempo.
Se ne stava lì, seduto sulla sedia della scrivania, appoggiato con i piedi su quest’ultima, a cercare di centrare il canestro con delle palline di carta.

Era così nervoso, che non riusciva a centrarne una, e il non centrarne nemmeno una, finì per farlo innervosire ancora di più. Lanciò, furioso, le palline di carta restanti dove capitava, per poi alzarsi dalla sedia e decidere di scendere di sotto.

Scese le scale e trovò Giulio seduto sul divano, applicato a guardare il suo cellulare.
Sinceramente non gli interessava quello che il padre stesse facendo, così lo ignorò e cercò di entrare in cucina, ma fu fermato da lui.

«Ohi Rudi, proprio tu mi servivi, vieni mpò qua!» lo chiamò, restando a guardare lo schermo del cellulare.

Il figlio sbuffò e, abbastanza scocciato, si avvicinò  «Che c’è?» chiese, appoggiandosi sul bracciolo del divano.

«Praticamente, ieri in bottiglieria è arrivato Ezio con un mini televisore, con cui può messaggiare e chiamare come nel telefono»

«Papà, quello è un telefono. Si chiama iPad» chiarì Rudi.

“Vabbé, è arrivato Ezio tutto sbruffone con questo iTod, e comincia a dire: Voi siete arretrati, non state al passo col tempo come me, non sapete neanche perché il telefono ha i tasti, e queste cose così»

«Perché non è vero?» chiese Rudi, alzando un sopracciglio poiché la pensava anche lui come Ezio.

Il padre lo guardò di storto per poi dire «La vuoi la doppia paghetta? E allora vedi di stare zitto e insegnami a messaggiare»
Alla parola “doppia paghetta” a Rudi brillarono gli occhi, e stette zitto iniziando subito il suo lavoro.

 «Allora, guarda: questi “misteriosi” tasti che hai sul cellulare, servono per scrivere delle parole che vuoi mandare al destinatario»

«Vabbé, fin qui c’ero arrivato»

«E guarda, se scrivi due punti, trattino e parentesi chiusa, ti spunta una faccina sorridente vedi?» aggiunse Rudi.

«Ma che è sta cosa?»

«Papà te l’ho appena detto, è una faccina sorridente!»

«Ah.. e na faccina che prende a calci in culo Ezio non c’è?»

Rudi era esausto, può essere che suo padre credeva davvero che esisteva, su tutti i cellulari, una faccina dove prendeva EZIO a calci in culo? Lo faceva più intelligente.
All’improvviso, suonò il campanello.

«Deve essere Francesco» disse Alice alla madre mentre chiudeva un borsone, per poi scendere di corsa al piano di sotto.

«Rudi, vedi mpò chi è» chiese Giulio, visto che lui era troppo impegnato a cercare quella faccina.
Il secondogenito contento che almeno adesso con la scusa che c’era un ospite in casa, suo padre lo avrebbe lasciato in pace, si diresse subito verso la porta e la aprì.

Si ritrovò abbastanza schifato, irritato, infastidito, quando si ritrova davanti l’ultima persona che non avrebbe mai voluto vedere: Francesco.

Quest’ultimo gli accenna un sorriso da ebete, per poi cercare di scherzare un po’ con lui
«Ehi cognat-» stava per soprannominarlo nel modo peggiore di tutti, ma non fece in tempo a completarlo, poiché fece irritare Rudi ancora di più, tanto che, dopo aver capito l’antifona, sbatté la porta in faccia a Francesco senza pensarci due volte.

«Ma che fai?» lo rimproverò Alice, che aveva visto tutta la scena mentre scendeva le scale, spingendo lievemente il fratellastro che stava per cambiare stanza tranquillo come se non fosse accaduto nulla, per poi aprire immediatamente al fidanzato.

Rudi nel frattempo, si era guadagnato uno scappellotto dal padre che si era alzato.
«Ma che modi so questi?» lo rimproverò a bassa voce Giulio.
Rudi stette zitto, e quando vide Alice aprire la porta a quel gamberone per poi baciarlo, diventò più nero di quanto non lo fosse già.

«Io vado su» aggiunse, e fece per andarsene, ma Giulio lo prese per un braccio.

«Buongiorno signor Cesaroni» salutò Francesco, entrando dentro casa.

«Ancora co sto signor Cesaroni? Me fai sentì vecchio così, me devi chiamà Giulio capito?» disse sorridendo, e Rudi non capiva perché il padre fosse tanto disponibile e gentile con lui, al suo posto l’avrebbe preso a calci in culo anche se non ne avrebbe avuto motivo.

«Ok, Giulio» rise Francesco.

 «Come procede la casa? È pronta?»

«Quasi, e stia tranquillo per sua figlia è in buone mani» rispose Francesco, cingendo le spalle di Alice -che stava accanto a lui- con le braccia.

Rudi si girò con lo sguardo verso le scale e lo scimmiottò silenziosamente, convinto che nessuno se ne accorgesse dato che stavano parlando, ma fu lui a non accorgersi che era diventato il protagonista di quel momento, ci mancavano solo le luci di un riflettore ad illuminarlo.. e avrebbe continuato senza accorgersene, se il padre non gli avesse dato un pizzicotto sul braccio che lo fece saltare in aria.

«Non è con me che devi parlarne per questo» continuò Giulio, facendo segno al piano di sopra, facendo capire che era lì la persona con cui doveva parlare.

«Tranquillo Giulio, le ho già parlato e adesso è d’accordo anche lei» disse Alice, rispondendo lei al posto di Francesco.

«Oh, perfetto! Allora benvenuto in famiglia, Francesco» rise Giulio, stringendogli la mano scherzosamente per poi continuare «Ti metterai subito a tuo agio qui. Ti faremo ridere, ti faremo assaggiare i famosi cornetti di zio Cesare..»

«E se c’è tempo ti porteremo pure a fare la pipì al parco» continuò Rudi, interrompendo il padre e acquisendo quella faccia da schiaffi che ultimamente sembrava essere sparita.
Subito dopo cambiò espressione a seria e arrabbiata, per poi salire su per le scale sbattendo contro Lucia che stava scendendo, e continuare a salire senza preoccuparsene.

Lasciò tutti spiazzati, compresa Lucia che anche se non aveva assistito alle altre scene si accorse che c’era qualcosa che non andava. Si erano così abituati a quel Rudi maturo e responsabile che si erano quasi dimenticati di quell’ immaturo e rompiscatole che era qualche anno prima, e faceva anche uno strano effetto vederlo comportarsi di nuovo in quel modo.

«Ma che problemi ha?» disse Francesco ad Alice sottovoce, guardandola quasi sconvolto.

«Lo fa per fare un dispetto a me. Sicuro!» rispose Alice senza guardarlo, ma che invece sembrava stesse analizzando con solo lo sguardo quelle scale dove pochi secondi prima era corso il fratellastro.


Angolo dell'autrice.
Ehilàà! Dopo finalmente, uhm.. 3 giorni (?) sono riuscita a pubblicare anche il secondo capitolo. Yuppi!
Ringrazio immensamente chi ha recensito i capitoli precedenti, e chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite e seguite.
Continuate a seguirmi, e mi raccomando, lasciate un commentino! Kiiss. 

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Capitolo 4
*** Nuona stagione, nuove avventure (Part.1) ***


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                                                   TERZO CAPITOLO – “Nuova stagione, nuove avventure (Part. 1)”

Erano passati alcuni giorni, tutti erano rientrati dalle vacanze, e oggi ci sarebbe stato il tradizionale barbecue di fine estate in casa Cesaroni, organizzato anche per festeggiare la convivenza di Alice e Francesco che sarebbe stata domani. Come al solito avrebbero partecipato tutti, ma quest’anno mancavano due persone all’appello: Marco ed Eva. 

Non si sapeva se sarebbero tornati a Roma a fine estate o sarebbero rimasti lì, e visto che non erano ancora rientrati si pensa proprio che avevano deciso di rimanere dove stavano.

«Tesoro, ci aiuti ad apparecchiare la tavola fuori?» chiese Lucia riferendosi ad Alice, mentre passava in soggiorno.

Casa Cesaroni era già piena: Cesare si trovava già sul barbecue, Ezio stava accanto a lui con il piatto in mano, Giulio che rideva nel vedere Cesare far cadere le mani ad Ezio mentre cercava di rubare una salsiccia sul focolare, Mimmo e Matilde stavano sul dondolo con il computer, Lucia, Pamela, Stefania e Alice apparecchiavano la tavola fuori, mentre Rudi e Francesco stavano dentro casa a sfidarsi con la Wii.

«Dammi la rivincita» esclamò Rudi che aveva perso per l’ennesima volta consecutiva, non si voleva rassegnare finché non lo avrebbe battuto e poter considerarsi migliore di Francesco.
Quest’ultimo aveva accettato, lo divertiva vedere Rudi così accanito mentre giocava e disperarsi come se avesse perso milioni di euro quando perdeva.

«Ho dimenticato i tovaglioli di carta, tesoro puoi prenderli te? Stanno in cucina» disse Lucia riferita alla figlia, mentre continuava a sistemare le altre cose con Stefania e Pamela sul tavolo.
Alice annuisce ed entrando dentro casa, nota subito il fidanzato e il fratellastro giocare con la Wii accanitissimi, come se vincessero chissà che cosa. Si appoggia al muro vicino le scale e guarda la partita, finché in una delle due parti di gioco spunta Game over.

«Ma che palle! Un’altra dai» dice Rudi che aveva perso nuovamente, mentre stava facendo partire un’altra partita.

Francesco si gira verso Alice, guardandola come se le stesse lanciando una richiesta d’aiuto con gli occhi, e quest’ultima, capendo l’antifona, corre subito in soccorso al fidanzato.

«Amore è pronta la carne, vieni andiamo» dice Alice, prendendolo per mano e cercando con questa scusa di riuscire a portarlo fuori in giardino.

«No, lui deve giocare!» aggiunse Rudi, prendendo Francesco per l’altro braccio e tirandolo verso di sé.

«Aia, mi serve quel braccio» si lamentò quest’ultimo.

«No, lui deve venire fuori con me» rispose Alice al fratellastro, tirando nuovamente il fidanzato dall’altro braccio.

«Deve giocare» sentenziò Rudi, tirandolo.

«Deve uscire» incalzò Alice, tirandolo a sua volta verso di sé.

Lo sbattevano di qua e di là gridando ciò che lui doveva fare, come se fosse un burattino.

«Ragazzi..» cercò di calmarli Francesco.

«ZITTO TU!» gridarono entrambi i fratellastri.

«Lui non va da nessuna parte finché io non avrò vinto» affermò Rudi deciso e ad alta voce.

«Ma perché vuoi vincere a tutti i costi? È solo uno stupido gioco!» esclamò la sorellastra, ricambiando il tono di voce.

Alice non sapeva perché il fratellastro era ossessionato nel voler vincere, non sapeva che lo voleva fare solo per lei. Rudi stette in silenzio, ma per fortuna non si notò perché qualcun altro parlò al suo posto.

«Adesso basta! Io non sono un burattino che potete sbattere di qua e di là, prima fate pace con il cervello e poi se volete mi venite a cercare» gridò Francesco furioso, per poi andarsene fuori in giardino, arrabbiato con tutti e due.

Entrambi si fulminarono con lo sguardo, poi Alice uscì fuori anche lei e Rudi, invece, si sedette sul divano. Almeno finché non entrò il padre in casa per posare il contenitore con l’olio in cucina, lo vide e fece uscire fuori anche lui.

La cena fu accompagnata dalle battute di Ezio e dalle risate irrecuperabili di Giulio e Cesare, e per Rudi ogni occasione era una buona scusa per mettersi in competizione con Francesco.

«Adoro questa carne, potrei mangiarne a bizzeffe» commentò quest’ultimo, dando spunto al Cesaroni di iniziare di nuovo.

«Se puoi mangiarne a bizzeffe tu, io posso mangiarne il doppio, guarda!» detto questo, Rudi prese due/tre fette di carne dal suo piatto e se le mise in bocca tutte in una volta, cominciò a tossire e riuscì quasi a soffocare se non avrebbe sputato sul piatto il resto di carne che gli era rimasto in bocca.

Alice roteò gli occhi e scosse la testa come per dire “è sempre il solito”.

«Ma che schifo Rudi» si lamentò Giulio, disgustato come tutti gli altri che avevano visto la scena.
Il secondogenito si era reso conto di aver esagerato così si pulì la bocca con un tovagliolo di carta e stette zitto.

La serata continuava una meraviglia, c’è chi giocava a carte, c’è chi cazzeggiava davanti al computer, c’è chi stava col proprio fidanzato a dondolarsi sul dondolo e c’è chi, come Rudi, stava seduto su uno sgabello pianificando la rottura “accidentalmente” di quel dondolo.

Alice stava sdraiata sul dondolo, con la testa appoggiata sulle gambe di Francesco ed entrambi parlavano della loro convivenza.

«Come pensi sarà vivere insieme?» chiese la Cudicini, mentre si torturava le mani.

«Io penso che la convivenza è il passo più importante che servirà a costruire la nostra famiglia» rispose Francesco mentre accarezzava i capelli alla fidanzata « pian piano ci sposeremo e avremo tanti tanti bambini che correranno per casa» continuò sorridendo.

Alice era tranquilla prima che Francesco le nominasse la parola “tanti bambini”, cominciò a farsi mille pallini in testa, così iniziò ad immaginare la svolta che avrebbe preso la sua vita da domani in poi.

Flashback
Grida, urla, pianti, pappa, cacca, pipì, ovunque.
C’erano bambini che correvano di qua e di là urlando, bambini che piangevano rumorosamente, bambini che lanciavano ciotole di pappa dappertutto, bambini che andavano cambiati.. e poi c’era anche Alice, con una bandana in testa e un mandale addosso, assalita da bambini: alcuni le tiravano i capelli, alcuni le stavano aggrovigliati alle caviglie e altri le saltavano addosso.

“Francesco, mi aiuti?” implorò Alice disperata, girandosi verso il divano dove stava il marito.

“Ho da fare tesoro” rispose quest’ultimo sdraiato sul divano davanti la tv, mentre beveva una lattina di birra, accompagnata successivamente da un rutto.
Fine flashback


Alice era confusa, era davvero questo quello che voleva? Andare a convivere avrebbe significato rinunciare all’adolescenza e prendere un binario che l’avrebbe portata dritta dritta a una vita da adulti.
Insomma, non era questo che la preoccupava: aveva già 18 anni, la maggior parte della sua adolescenza l’aveva già vissuta, ma le preoccupava con chi avrebbe dovuto condividere il resto della sua vita, era davvero sicura di volere Francesco al suo fianco per sempre?

«Non ti piacerebbe l’idea?» chiese quest’ultimo, mentre continuava ad accarezzarle i capelli.

La Cudicini si mise seduta «Beh, c’è tempo per pensarci» rispose titubante fingendo un sorriso, per poi dargli un bacio e alzarsi insieme a lui.

Lui gli avvolse le spalle con un braccio e camminavano per entrare dentro casa, sotto lo sguardo misto di fastidio e disgusto di Rudi.
Stavano per entrare dentro, quando Alice, con la coda dell’occhio vide una sagoma camminare all’entrata del cancello silenziosamente.

Si girò verso essa, e vide.. Eva?!?!

«Eva!» gridò Alice, sciogliendosi dall’abbraccio del suo fidanzato, andando all’incontro della sorella maggiore e abbracciandola fortissimo.

Tutti a sentire il nome della ragazza smisero di fare quello che stavano facendo e si precipitarono verso di lei.

«Piano, così mi soffochi» commentò Eva ridendo, riferendosi all’abbraccio appena ricevuto dalla sorella. Alice rise e lo sciolse.

«Scusami, ma sono troppo contenta di vederti..» esclamò entusiasta «avevo proprio bisogno di te» disse sottovoce. Francesco che si stava avvicinando a lei per abbracciarla da dietro, sentì.

«Cosa hai bisogno di Eva, che non puoi avere da me?» chiese, scherzandoci su e dandogli un bacio sulla guancia per poi girarsi verso la sorella maggiore «Ciao Eva!» la salutò ridendo.

«Non cercare di prendere il mio posto, non lo fare» precisò Eva ridendo, per poi salutarlo con i tipici due baci sulla guancia.

Tutti salutarono la ragazza con baci e abbracci, e ovviamente non mancavano le attenzioni e coccole anche sulla piccola Marta.

La serata si stava già concludendo, e Giulio prese una bottiglia di champagne per brindare alle eventualità che si sarebbero svolte.
Stappò la bottiglia e riempì bicchieri per tutti, ognuno afferrò il suo.

«A cosa brindiamo?» chiese Eva curiosa.

Giulio alzò il suo bicchiere in aria «per prima cosa direi di brindare al ritorno di Eva e Marta» sorrise, guardando le due «e per seconda cosa, ultima, ma non meno importante, brindiamo alla convivenza di Alice e Francesco che avverrà domani, auguri ragazzi!» finì di dire sorridendo,  puntando il bicchiere verso di loro, per poi bere il contenuto dentro.

Tutti erano entusiasti, o almeno quasi tutti..

Quando Giulio annunciò quella notizia, Eva restò sorpresa e sorridendo e arricciando il naso, si girò verso la sorella, la quale non sembrava trasparire quella felicità che Eva si aspettava avesse.
Era avvolta tra le braccia di Francesco, e guardava sorridendo quelli che gli facevano gli auguri o che le parlavano.. o almeno, fingeva di sorridere, si vedeva.. o forse solo Eva lo vedeva, perché lei la conosceva troppo bene.

Si girò poi verso la madre, la quale anche lei sorrideva ai complimenti del marito che le diceva di essere stata comprensibile ad aver dato il permesso di andare a convivere ad Alice. Però, anche lei aveva qualcosa che non andava.. aveva lo stesso sorriso di Alice, e in faccia si vedeva che era preoccupata.
Inutile dire, madre e sorella le conosceva bene come i suoi calzini, e presto avrebbe parlato con loro per sapere cosa passava nella testa a quelle due.

Sospirò, e guardando il suo bicchiere di champagne, si avvicinò al terrazzino dove trovò anche Rudi.

«Ohi» lo chiamò.

«Ciao Eva» rispose lui.

«Domani finalmente ti togli Alice dai piedi, sei contento?» rise Eva, guardandolo.

Lui abbassò lo sguardo e si girò verso la parte della strada, appoggiandosi sul davanzale del muretto.
«Si, certo..» rispose, mandando giù un boccone amaro.

Eva smise di ridere e lo guardò seria «dai, non mentire.. lo so che ti mancherà, voi avete uno splendido rapporto, sarebbe strano il contrario»

Lui alzò lo sguardo, e cercando di sorridere, si girò verso di lei «è vero, ma come si suol dire, se vuoi veramente bene a qualcuno, lascialo libero..»

Eva annuì sorridendo «Il detto è se ami veramente qualcuno, non se vuoi bene..» rise.

Lui invece diventò serio, cosa che faceva preoccupare la sorellastra, visto che non era abituata a vederlo così.
«Lo so» rispose Rudi guardandola per poi allontanarsi da lì.

“ma che ci’avranno tutti quanti oggi?” pensò Eva, guardando ancora confusa il fratellastro mentre camminava.

All’improvviso il campanello d’ingresso suonò, ad aprire il portone fu Rudi.
Restò piacevolmente sorpreso per chi si era ritrovato davanti.  

«Sorpresa!»




Angolo dell'autrice.
Vi prego, niente pomodori XD è un capitolo di passaggio, e non succede niente di che tra i due fratellastri. 
Ho fatto ritornare Eva, perchè sarà essenziale a parlare e a far ragionare la sorella, e ci sarà pure una sorpresina che riguarda lei, ma che non vi dirò, ma sicuramente avete già capito di che cosa si tratta. 
Comunque, ho già in mente come dovrebbe andare il seguito, quindi sto cominciando a scriverne già un pezzo.. perfavore, pazientate! Oltre ad essere impegnata a stare sui libri, in questo periodo non ho per niente fantasia e scrivo cose a casaccio. 

Mi scuso per l'attesa di questo capitolo e mi anticipo anche per l'attesa del prossimo. 
Un grazie infinito a chi segue la mia storia e a chi la recensisce. 
Kisss. 

 

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