Il fantasma del mio nemico

di HoneyFLW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** Come Cane e Gatto ***



Capitolo 1
*** INTRODUZIONE ***


Note dell’autrice: l’idea di questa fan fiction appartiene a Perez4ever. Questa storia, che non è scritta a scopo di lucro ma soltanto per il puro gusto di scriverla, nasce da una discussione aperta su Fanfiction on demand. Controllare per credere.

 

 

 

 

-INTRODUZIONE

 

Ok, lo ammetto: sono in ansia.

E non è neppure un bel tipo d’ansia.

Voglio dire, oggi è il Gran Giorno, quello che vale la pena di segnare sul calendario con un cerchietto rosso, quello che aspetti da una vita e, nonostante tutto, non puoi fare a meno di avere le farfalle nello stomaco.

Mi sudano le mani e so per certo che andrò in iperventilazione.

 Neanche ti dovessi sposare, Kate! Mi ripeto attraversando l’atrio della Kasheryn Co. a passo svelto e incerto. Hai fatto un’ottima presentazione e apprezzeranno il tuo lavoro, continuo, prenderanno te Katie, la promozione sarà tua!

Pensieri felici. Non mi serve altro.

Nonostante sia ancora Gennaio e New York sia fredda come solo lei sa essere, sino a poco fa mi sentivo accaldata e soffocata da un’afa immaginaria. Almeno qui al chiuso ci sono i ventilatori, altrimenti morirei annegata dal mio stesso  sudore.

Mi dirigo sparata agli ascensori; se riuscissi a trovare qualche minuto per passare in ufficio a ripassare ciò che dovrò dire..

Appena le porte si aprono, corro verso il primo ascensore libero, ma.. oh, cazzo..

Ma proprio lui mi doveva capitare stamattina??

Potrei prendere l’ascensore ed ignorarlo, ma oggi sono troppo stressata per reggere anche solo la sua presenza. Meglio girare i tacchi e aspettare un altro ascens..

SBONG! SPLASH!

“Oddio..” impreco sotto voce appena un bicchiere medio di caffè freddo si riversa sulla mia camicetta. “Santo cielo! Sono davvero costernato! Io.. voglio dire, si è girata di colpo e non ho potuto prevedere che.. le assicuro che mi dispiace!” si scusa confusamente il fattorino che ho appena scontrato “Non ti preoccupare, ora però potresti..!” troppo tardi.

Ormai le porte si sono chiuse.

“Se posso fare qualcosa per lei, io..”

“Davvero, non preoccuparti!” continuo io. Sento la sua voce che ride si sottofondo; giuro che appena avrò ottenuto quella maledetta promozione, la prima cosa che farò sarà licenziare questo lurido verme che mi sta accanto!

 

Io. Sono. Calmo.

Io. Devo. Restare. Calmo.

Io..

Oh, al diavolo tutti quegli schifosi esercizi di yoga! Sono andato al corso solo per far contenta Penelope, non devo usarli per davvero nella vita reale!

Certo, se almeno oggi riuscissi a rilassare i nervi.. ma di cosa mi preoccupo? D’altronde il mio progetto è fantastico e lascerò tutti a bocca aperta. Sono pur sempre un genio, no?

Uhm.. ok, sono preoccupato per l’idea che presenterà Lei. È un’inetta, certo, però è un’inetta furba e scaltra: una volpe inetta, di quelle che vanno tenute d’occhio minuto per minuto.

Se solo penso che potrebbe diventare il mio Capo, mi vengono i brivido dappertutto!

“Siamo arrivati, Signorino!” mi avvisa Alonso. Mi scoccia essere chiamato ‘Signorino’ a trentacinque anni suonati, ma è una clausola che sono disposto a sopportare per ottenere il patrimonio di papà, una volta che Jacob Kennor Senior sarà passato a miglior vita.

“Grazie Alonso! Ci vediamo..” saluto “.. questa sera! Se otterrà il posto il signor Kennor sarà felice di festeggiare assieme a lei, Signorino!”

“Allora corri a stappare lo spumante, Alonso!”.

Chiudo la portiera della limousine ed entro a passo sicuro nella sede della Kasheryn Co.

Potrei usare le scale principali per ‘salutare’ quello schianto di Lisa Qualcosa (non ricordo mai i cognomi), ma preferisco non avere distrazioni per oggi, così punto un ascensore che è appena arrivato.

Non c’è nessuno, perfetto..

Ecco, lo sapevo! Ho parlato troppo presto!

Camicia a maniche corte di seta color pastello, decolté coordinate alla borsa bianca.. devo concederle di avere un certo buon gusto nel vestire. Se non fosse per i jeans, che la rendono troppo casual.

Perfetto, mi ha visto.. non lo senti anche tu, Katie? Il sangue che lento ti ribolle nelle vene appena i nostri sguardi si incontrano? Non senti il livello del cattivo umore aumentare a livelli impensabili, quando scorgi il mio ghigno malefico? Non provi in bocca il sapore amaro dell’inimicizia che ci lega?

Credo di sì, altrimenti non cercheresti di scappare da questo ascensore e.. non ci credo! Allora Dio esiste!

L’Altissimo si è appena espresso sotto forma di fattorino imbranato, macchiando in modo irreversibile la mia arcinemica di caffè e rendendola prigioniera di queste quattro pareti di compensato, vecchie quasi quanto l’Empire State Building!

“Se posso fare qualcosa per lei, io..”

“Davvero, non preoccuparti!” impreca Lei. E lo fa con un tono così buffo che non posso fare a meno di ridere sotto i baffi che, tra parentesi, non ho. È solo un modo di dire. I baffi sono ormai un accessorio fuori catalogo per ogni uomo con un briciolo di stile.

Ed io, signori miei, sono un’icona, in quanto a stile.

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Capitolo 2
*** Come Cane e Gatto ***


-CAP. 1: COME CANE E GATTO

 

Se prima avevo caldo, ora sto letteralmente gelando.

Cazzo di un caffè freddo e cazzo di un fattorino imbranato.. credo che dovrò passare a forza dal mio ufficio, forse Lucy avrà qualcosa da imprestarmi, oppure potrei mettermi quella giacchetta che ho lasciato qui ieri sera.. uffa, ma proprio oggi mi doveva capitare una cosa simile?!

Il fattorino scende al suo piano, scusandosi nuovamente per l’accaduto e lasciando me e Lui da soli; avrebbe combinato un massacro minore lasciando chiusi in un sacco un pitbull e un gatto randagio.

E intanto lui continua a ridere.

“Stai bene?” chiedo falsamente preoccupata.

“Uhm.. oh, certo! Perché?” perfetto, ha abboccato.

“Sai, hai una strana espressione.. sembra quasi una paresi!”.

1 a 0 per Kate Green!

“Ah.. no. non preoccuparti troppo, sto benissimo!”

“A parte la schizofrenia.. ” tossicchio, in modo che mi senta.

“Sai, a dire il vero stavo ridendo” confessa dopo qualche minuto.

“Davvero? E di cosa?”

“Di te. Pensavo all’espressione che apparirà sul tuo, di volto, quando oggi sceglieranno il mio progetto e non il tuo!” afferma. Giochiamo subito pesante, eh?

 “Uhm.. cos’è, papino ha intenzione di rilevare l’azienda per suo piccolo Jacob?”

“Sono solo superiore a te, cocca! E poi.. mamma mia come sei originale! Ogni volta tiri fuori la mia famiglia! Non hai altri colpi bassi da sfoderare?”

“Mi stai chiedendo se sono cinica e bastarda come te?”

“Sì. Io però avrei detto anche ‘volgare’. Quante parolacce spari al minuto? Un centinaio?”

“Senti, un po’, piantala di sfottermi u giuro che ti do un calcio nel..”

 

SDLENG!

 

Buio totale.

“Che è successo?”

“Non lo so.. credo si sia bloccato l’ascensore..” cerco di raggiungere a tastoni il quadro di controllo. Ma qualcosa mi blocca. Ed è qualcosa di muscoloso e con dei buoni bicipiti.

“HEY! Ma che fai!” mi grida contro Jacob.

“Che ci fai tu davanti ai tasti!” ribatto. Se ci fosse luce, vedrebbe che il mio volto è più che paonazzo.

“Non ti sarai appoggiato sul bottone per le emergenze, vero?!”

“Ecco, brava! Da sempre la colpa a me!”

“Non è colpa mia se sei nato sotto forma di uomo ma hai la tendenza a comportanti come un uragano!”

“Grazie a Dio che tu sei perfetta, vero Katie?”

“Non chiamarmi ‘Katie!’ Non ne hai il permesso!”

“Oh, adesso ho bisogno anche di un permesso scritto per sbeffeggiarti?”

“Potresti non sbeffeggiarmi, ecco!”

“Hai iniziato tu!”

“No tu!”

“Tu!”

“No tu!”

“Tu!”

 

**immaginatevi chi, passando accanto alle porte dell’ascensore sui due piani in cui Kate e Jacob sono bloccati, sente questa insopportabile tiritera degna di due bambini dell’asilo(ndA)**

 

“Hey.. è tornata la luce..” constato appena le la lampadina torna a brillare. Purtroppo l’ascensore non si è mosso di un millimetro.

“Uhm.. peccato, così sarò costretto a vedere quella tua faccia da topo..” riprende Jacob.

“Ok, OK! Tregua!”

“T-tregua?”

“Si Jacob, ecco una nuova parola da imparare: ‘t-r-e-g-u-a’. Almeno sino a che non ci avranno tirati fuori di qui!” propongo, tirando indietro i capelli e sospirando afflitta; mi appoggio ad una delle quattro pareti. Nonostante l’azienda per cui lavoriamo sia una tra le migliori in quanto a design, gli ascensori del palazzo fanno veramente pena; mi chiedo quand’è che li manderanno in pensione, questi catorci.

 

Una tregua. Ah!

Ma davvero crede che io sia un tipo da tregua?

Sospira e si sorregge al muro.

Bloccato in ascensore con quella pazza svitata di Kathleen Green: è un incubo che si manifesta!

È stata sempre scontrosa nei miei confronti, sin dal primo momento che i nostri sguardi si sono incrociati.

Me lo ricordo bene, quel pomeriggio..

Era il party organizzato dalla Kasheryn Co. per il recente successo conseguito dal lancio di Kaleidos, la nuova linea di vestiti ideata dal reparto moda. Era caldo e soleggiato, una splendida giornata passata sotto il di Central Park.

Io ci tenevo davvero a congratularmi con l’ideatore di quegli abiti, lo giuro sulla cosa più preziosa che ho!

Peccato che, appena il mio collega Jason mi ha presentato Kathleen Green, questa mi abbia prima schiaffeggiato e poi infradiciato con lo champagne che reggeva in mano. Senza alcun valido motivo!

E non mi è mai importato del fatto che lei sia una signorina e che non andrebbe toccata neanche con un fiore: ha incominciato lei questa guerra e, non mi spiace affatto per lei, sarò io a vincerla! Rimpiangerà il giorno in cui si è messa contro Jack Kennor, poco ma sicuro.

Dopo una buona mezz’ora di silenzio, in modo alquanto innocente, l’occhio mi cade sulla sua scollatura bagnata e lei se ne accorge.

“Oh, ma che fai?!” esclama, andandosi a riparare con le mani “Come se avessi qualcosa da nascondere, lì sotto..” mento io. Piuttosto che farle credere di essere una persona.. bè.. una donna.. insomma! Non è messa male quanto a fisico, ma mica glielo vado a dire!

“Sei un pervertito, ecco cosa!”

“Uh, uh!” sorrido.

“Cos’è, ti è tornata la paresi?”

“Nell’ultima ora, oltre che a dire parolacce a raffica, avrai detto la parola ‘ecco’ un miliardo di volte..”

“Piccolo Jack.. basta così poco per intrattenere il tuo unico neurone!” mi sorride beffarda.

“Ah, no! Per te io sono solo Jacob.. e poi non eravamo in tregua?”

“Appunto.. ‘eravamo’ non è un imperfetto? E l’imperfetto non è un tempo storico, ossia un tempo passato?” ghigna, infliggendo un duro colpo alla mia padronanza della lingua.

“Uhm.. e poi mi annoio.. da quant’è che siamo fermi?” chiede, accucciandosi a terra sulla moquette.

“Ormai quasi un ora.. il tuo cellulare non funziona?” le domando speranzoso.

Armeggia con le unghie smaltate e fresche di manicure nella sua borsa, prima di estrarne un Nokia davvero consumato “Sapevo che il tuo stipendio non era il massimo Kate, ma se non riesci neanche a permetterti un telefonino nuovo..” la schernisco, nonostante l’aria condizionata abbia smesso di funzionare da un pezzo e il caldo metta a dura prova le mie energie. “Ha un valore affettivo, cretino.. ma tu non lo sai cosa sono i sentimenti, vero?” si alza e cerca di accendere quel quadrato di plastica e circuiti che si ritrova. “Wah! È scarico! Porca pu..zzola!” grugnisce Kate, tornando alla sua comoda posizione rasoterra.

“Lo sai che ci sono donne che farebbero follie per restare chiuse in ascensore con me con questo caldo?”

“Già: credo che la gente le chiami ninfomani!”

“Adesso basta con quella boccaccia!”

“Hey, guarda che sei tu che provochi..” ride la mia avversaria. Prima o poi la smetterai di ridere, Katie Green.

È una promessa.

 

Tra le tipiche scaramucce che contraddistinguono il mio ‘rapporto’ con Jacob Kennor sono volate via due ore.

“Possibile che nessuno si sia accorto che questo ascensore ha un problema?” sbuffo, sollevandomi dalla fronte un ciuffo ribelle.

“Questo palazzo ha almeno sei ascensori. Se uno non funziona la gente non ne sente la mancanza..”

“E di noi? Nessuno sente la nostra mancanza?” chiedo ironica.

“Di te? Uhm.. ho qualche perplessità..”

“Questo è mancare di rispetto ad una persona, Jacob.. potrei iniziare a deprimermi e tentare il suicidio..”

“Davvero? Potevi dirlo prima, allora!” sghignazza.

Che faccia da pesce lesso che fa, quando ride! penso, e proprio in quel momento un fascio di luce mi arriva dritto agli occhi. Ma che..

“Hey, voi due! State bene?” ci chiede un pompiere da una micro fessura sopra le nostre teste.

“Che è successo?” si informa Jacob.

“C’è stato un cortocircuito. Poi una signorina ha sentito delle rida e ci hanno chiamato!” ci risponde il pompiere. Dio, che imbarazzo! Eravamo così presi a litigare da non esserci accorti di nulla!

“State bene, vero?” ci chiede nuovamente.

Annuisco e mi preparo ad essere tirata fuori da lì.

“Serve una mano?” si offre Jacob, malizioso.

“Tieni le tue sudice manazze lontano da me, chiaro?” rispondo secca e acida.

“Che caratterino!” commenta “Ti conviene conservare il temperamento per la presentazione, Kate!”.

“Puoi star certo che ti annienterò Jacob. Poco, ma sicuro!” gli sibilo in faccia, prima di sgusciare fuori da quelle quattro pareti.

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