Total Eclipse of the Heart

di Martaxoxo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My World, Our World ***
Capitolo 2: *** Party Time ***
Capitolo 3: *** You Drive Me Crazy ***
Capitolo 4: *** Not a Normal Date ***
Capitolo 5: *** It's Not a Fantasy ***
Capitolo 6: *** Cadendo Dal Settimo Cielo ***
Capitolo 7: *** You Are The Rock ***
Capitolo 8: *** The Best Choice ***
Capitolo 9: *** Now And Forever ***
Capitolo 10: *** In the Habitual Place, At the Habitual Time ***
Capitolo 11: *** Running Back ***
Capitolo 12: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** My World, Our World ***


MY WORLD, OUR WORLD


"Se sai sempre cosa fare
ad un certo punto smetti di pensarci 
e lì inizi a fare errori"



Welco m  e      t o      m  y         l    i     f      e .   .   .   .   .     .      .      .


Quando ero piccola tenevo un diario nel quale scrivevo le cose che mi sarebbe piaciuto fare, ma amai quello che realmente facevo. Devo ammetterlo, ero un po' viziata, ma l'ultima figli lo è sempre no?
Il mio colore preferito è il rosso Ferrari,
La mia autrice preferita è la Rowling,
Il mio animale preferito il coccodrillo,
La mia griff preferita Gucci.
Bel modo per presentarsi direte. Bhè, questa è la mia storia, decido io come iniziarla. 
Vi sembrerà una cosa stupida ma odio il mio nome. Non rispecchia nessuna delle mie cose preferite.
"Marta"... Mi sembra il nome di una di quelle caramelle preconfezionate super zuccherose, e magari rosa.
Vorrei che i miei mi avessero chiamata con un nome orientale, per farmi sembrere più misteriosa, o con un nome difficile e lungo, così tutti mi avrebbero chiamata con un abbreviazione carina.
Sarebbe stato forte, ma non ci hanno pensato probabilmente che sarei nata come sono.
Miranda Coleman, modella di fama internazionale chiaccheratissima su tutti i giornali più stupidi, e Carl Willson, multimigliardario di successo, probabilmente, si aspettavano che nascessi come le altre. Bionda, con la pelle chiara, magari puntellata sul viso da piccole lentiggini, di un altezza nella media, un corpo da sballo e una passione irrefrenabile per tutto quello che si avvicina soltanto al rosa.
Probabilmente volevano una principessina tutta sbrilluccicante alla quale piacessero le serate di beneficenza e le amicizie tra ragazze proprio come lei, tutte rosa e sbrilluccicanti.
Invece hanno avuto in "dono" una ragazza dai capelli mori, alta più della media con gli occhi castani e la pelle che si abbronza facilmente. 
Mamma quando ero piccola, e mi vedeva piangere perchè credevo di essere brutta o non avevo i capelli biondi marchio Willson e la pelle chiara mi consolava dicendo che avevo preso dal "papi", consolava è una parola grossa, per una bambina di cinque anni è brutto non sentirsi accettata neanche in famiglia.
Sono sempre stata una di quelle ragazzine che, però, non si piangono più addosso come quando erano piccole.
Una ragazza alla quale piace alzarsi presto per prepararsi meglio per andare a scuola.
Una ragazza alla quale piace contare quante volte le sue sorelle pronunciano il nome di "Louis Tommilson", denominato da me "fighetto da squadra di football", nell'arco delle poche ore che passiamo insieme.
Sì, mi sono dimenticata di dire che quello che i miei genitori non hanno avuto da me, l'hanno invece avuto in abbondanza in tutte e quattro le mie sorelle.
Sì, quattro, avete letto giusto. 
Melanie Claire Sharon Willson,
Un concentrato di purezza e freschezza che ti avvolgono solo sfiorandola. Ripieno di sciroppo rosa brillantinato con in testa una massa di capelli biondi. Hiipy al punto giusto e con un cervello da bruco.
Cassandra Elettra Nicole Willson,
Un metro e ottanta di capelli perfetti e trucco sempre perfetto che colpirebbe persino una ragazza. Anti-sportiva proprio come le altre tre, solo che non lo vuole ammettere e si ostina a partecipare a diverse gare sportive ogni anno. Gemella di Melanie. Le due sono uguali solo di aspetto ma di carattere del tutto diverse. 
Jasmine Chanel Sarah Willson
Un concentrato di energia festaiola e di rosa accecante. Bionda ovviamente. Icona di stile del college e presidentessa del club della castità, anche se a me sembra una barzelletta vederla riunirsi con le altre ochette che di casto non hanno un bel niente.
Sylvia Corinne Dianna Willson
Un altro dolcetto delizioso ripieno di superiorità, spirito di squadra, mielosa gentilezza e carinerie varie. Esperta in lingue, la ragazza, sa parlare cinese, giapponese, arabo e spagnolo. Può sembrarti una barbie come le altre, ma ha un cervello.
Mi sono sempre chiesta come mai loro hanno tre nomi così perfetti e io ne ho uno, schifoso. Probabilmente i miei genitori avevano già consumato tutti i nomi carini quando sono arrivata io, la loro ultima figlia.
Vi chiederete cosa ci può mai essere di male a convivere con quattro ragazze più grandi di me, tute bionde e avvenenti.
Mi trattano come un’aliena.
Solo perché non mi interessa Louis Tommilson o uno dei suoi tre amici fighetti non vuol dire che io sia lesbica!
Semplicemente in questo momento della mia vita non me la sento di avere una storia con nessun ragazzo.
I ragazzi li prendo come delle cose da evitare, quasi fossero funghi velenosi.
Tutti tranne Zayn ovviamente, lui è il mio migliore amico, e so che restarà sempre il cretino di sempre.
Me lo sta confermando proprio ora, mentre si è attaccato al citofono del mio bungalow nel college di Princeton, il mio college, il nostro college.
 


"Sei uno stronzo!" dico al ragazzo dalla pelle ambrata con un berretto rosso da football calato in testa che mi sorride compiaciuto.
"Non ti saresti mai alzata... Lo sappiamo entrambi" Mi dice mentre ancora sorride. 
Mi accorgo solo in quel momento che sono ancora in pigiama e che sono fuori dal cancellino del mio piccolo bungalow dell'università. Sono praticamente in strada, in pigiama.
"Entra" Dico poi sbuffando a Zayn mentre chiudo il cancellino di ferro battuto alle nostre spalle e entro in casa dalla porta ancora aperta.
Salgo le scale che mi portano in camera per andarmi a cambiare mentre Zayn si siede sul divano rosso del salotto e accende la televisione.
Dieci minuti dopo mi chiudo la porta della mia stanza alle spalle con la solita divisa da cheerleader addosso.
Bhè, scommetto che non ci crederete ma faccio parte della grandiosa squadra cheer di Princeton. 
Vi informo che le cheerleader non sono delle stronze superpopolari come le si vede nei film e nelle fiction, siamo quasi tutte ragazze normali. 
Almeno a Princeton. 
Qui le stronze le trovi ovunque tranne in squadra, ve lo assicuro.
Scendendo la scala a chiocciola sento delle risatine stridule e Zayn che sta parlando a vanvera.
Questo è quello che succede ai maschi quando entrano in casa mia.
Mi avvicino alla "deliziosa" scenetta e prendo per il braccio Zayn trascinandolo, mentre, ovviamente, lo insulto, verso la porta.
"Buona giornata" diciamo in coro mentre ce la chiudiamo alle spalle.


"Sei ancora arrabbiata?" dice Zayn mentre stiamo camminando verso il centro sportivo del college ognuno con la rispettiva borsa.
"No..." dico io non troppo convinta
"Scusa" dice facendo gli occhi dolci quello.
"Ppffff.... Sei sempre il solito" dico io alzando gli occhi al cielo.
"Per fortuna no? Lo prendo come un complimento sappilo. Se sono sempre il solito vuol dire che sono ancora il solito amico per te. Sappi che anche tu sei sempre la solita comunque" dice lui mentre si porta una mano alla cresta per sistemarsela.
"Grazie" dico io sorridendo senza neanche accorgermi che abbiamo fatto pace.
"C'è un party stasera" dice lui cambiando argomento e prendendomi la mano.
"Sai cosa penso dei party" dico io rabbuiandomi e tirando via la mano dalla sua presa.
"Dai! Cosa ti costa! Per arrivare a Manhattan ci vuole solo un oretta, neanche... Ti accompagno io in macchina e poi... scommetto che le tue sorelle non ci vanno neanche!"
"Le mie sorelle CI VANNO, lo sai benissimo, stai solo ceracando di convincermi, aggiungerei, inutilmente, non mi piacciono queste cose lo sai... E poi non avrei neache il vestito giusto da mettermi. E neanche le scarpe."
"A questo ci penso io" dice lui con un sorriso sghembo.
"Zayn... Se sei diventato gay puoi dirmelo, lo sai che non ho nulla contro l'omosessualità, ho tanti amici gay" dico seriamante preoccupata.
"Cretina! Mi piacciono le ragazze ok! E aggiungerei che io piaccio a loro! Hai visto le tue sorellone come mi guardano?" dice ridacchiando.
"Potevi anche non ricordarmelo!" dico io lievemente turbata "Abbiamo appena discusso su questo"
"E tu allora potresti venire al party!"
"ok" dico io senza pensarci
"ok?"
"Sfida accettata" dico io seria guradandolo come in uno di quei telefilm western mentre entriamo nella Hall del centro sportivo.
Già.... Sfida accettata.






Angolo Autrice
Bhè, questo è il mio primo "angolo autrice". Anzi, non proprio. Fino a qualche mesetto fa avevo in ballo una bellissima storia che, però, non ero più in grado di portare avanti. Il mio account, un bel giorno, però, si è bloccato, e tutte le storie cancellate. Così ho pensato di cancellarlo del tutto e di concentrarmi così su una nuova storia, magari più interessante, su un altro account. Così ho iniziato questa.
Che dire... Bhè, Marta è fantastica come personaggio, un uragano di speranze, sogni, paure, e sicurezza in lei stessa mixato con un po' di autoironia e ironia verso tutti gli altri. Avete conosciuto anche un altro personaggio. Zayn, che è anche il mio preferito tra tutti quelli maschili che arriveranno. Lui e Marta sono migliori amici e, stranamente, Marta ha accettato con finto disinteresse la storia del party... Vedremo un po'.
Altri personaggi esenziali e assolutamente fanatstici sono le sorelle di Marta. Le bionde Willson, non solo avrenno ruoli principali all'interno della storia, ma si riveleranno in tutte le loro sfaccettature. Sono tutte diverse. Ma nche tutte un po' uguali fra  loro.
Poi c'è la bellissima città di Princeton,  che è anche la mia città preferita. Ci sono stata due anni fa per una vacanza studio e mi è piaciuta tantissimo, tanto che quest'estate ci tornerò. Non vedo l'ora.
E' vicina a Ny, città stupenda, ma ha un aria da cittadina campagnola dell'alta società americana.
L'università è una delle più famose al mondo e la mia storia si ambientarà quasi interamente lì.
Spero che commentiate in molte. Vado avanti solo se ho almeno sei commenti. Se avete voglia fate pubblicità please!!

Scena da film
Questo piccolo angolo sarà quello nel quale metterò sempre la mia frase/dialogo/scena preferita di ogni capitolo. Nel capitolo successivo metterò anche una frase proposta da voi del capitolo precedente. Dovete solo dirmelo nei commenti.
Quella di oggi è:
                                                         
"Zayn... Se sei diventato gay puoi dirmelo, lo sai che non ho nulla contro l'omosessualità, ho tanti amici gay" 

"Cretina! Mi piacciono le ragazze ok! E aggiungerei che io piaccio a loro! Hai visto le tue sorellone come mi guardano?"
 
E per oggi ho concluso ragazze!
Martaxoxo

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Capitolo 2
*** Party Time ***


 PARTY TIME

“Se ti fai uno stereotipo su una persona
e poi la stessa lo capovolge
vuole dire che ti sei innamorato,
o sei uno stupido con i paraocchi”
 
 
We l  c   o    m     e                i      n                   m             y                      l         i         f              e  .         .           .                .                 .               
 
 
 
“Stai scherzando spero” dico ancora chiusa nel camerino mentre mi guardavo allo specchio
“No Marta, forse non lo sai, ma è quello che si indossa per andare ad un party” dice la voce del mio migliore amico appoggiato alla porta del camerino con la schiena.
“Io non sono TUTTE” aggiungo io cantilenante con il viso corrucciato
“Lo so, lo so… Ma non crederai di andarci in jeans!?”
“No, ovviamente…- dissi mentre mi giravo da una parte all’altra per vedere meglio la mia immagine riflessa sullo specchio lungo e stretto che mi trovavo davanti, non sembravo neanche io - lo compro, tanto lo userò una volta nella vita probabilmente” concludo alla fine parlando più a e stessa che al ragazzo che mi aspettava al di là della porta.
Uscita dal camerino con il vestito in mano e la borsa di jeans a tracolla lo andai a pagare.
“Ora mancano le scarpe” dico poi sospirando, ci avevo messo ben quattro ore per trovare il vestito giusto,e, già lo sapevo, avrei fatto una simile fine con le scarpe.
“Ci ho pensato io mentre cercavi di allacciarti il terzo vestito che hai provato, quello azzurro orribile.” Dice soccorrendomi Zayn
“Mi inizi seriamente a preoccupare caro” dico io scherzando
“Intanto mi sono salvato da altre quattro ore di shopping” dice lui ridacchiando.
“Ricorda che mi hai obbligata tu” Dico mentre usciamo dal grande magazzino nel quale abbiamo trascorso il pomeriggio.


“Sono ridicola, te lo assicuro!” dico mentre mi guardo allo specchio schifata, sembro una delle mie sorelle, in versione più…. Marta.
“Se non apri la porta ora la sfondo!” urla minacciandomi Zayn per la sesta volta in cinque minuti circa.
Apro la porta di colpo, con viso imbarazzato e mi guardo le gambe nude. Non mi sento me stessa.
“Wow, chi è questa ragazza?” dice lui prendendomi in giro.
Alzo il viso e lo guardo negli occhi arrabbiata, è tutta colpa sua.
Sua l’idea.
Sua la scelta del vestito.
Sua la scelta delle scarpe.
“Sei un deficiente” dico con la stessa espressione.
“Mi ringrazierai un giorno” dice lui prendendomi a braccetto e conducendomi giù dalle scale sotto le occhiate delle mie sorelle, probabilmente sembro meno aliena del solito.
 


Entriamo nell’attico illuminato da luci colorate e pieno zeppo di gente. Sono imbarazzata ma, ovviamente, non lo sto dando a vedere, sembro sicura di me stessa, quasi.
Il rumore della musica è assordante e Zayn mi porge una bibita, probabilmente è alcolica, ma la bevo lo stesso, mi fido di lui, e inoltre serve un po’ di alcol in corpo per sostenere tutto questo.
Vedo Zayn che mima con le labbra un “Ti dispiace se ti lascio da sola mentre vado a fare un giro?”
Ovviamente mi dispiace moltissimo, è la mia prima vera festa, ma me la caverò, inoltre so che per “fare un giro” intende rimorchiare e non voglio intralciarlo.
Se ne va a passo deciso verso l’altro lato della pista da ballo popolata da tantissima gente. Qua e la vedo delle mie vecchie conoscenze, o meglio, conoscenze delle mie sorelle, e li saluto con un cenno. Ad un certo punto vedo un ragazzo riccio che mi viene incontro. Credo di sapere chi è per un attimo, ma non riesco ad associare il suo viso ad un nome.
“Ciao!” mi sorride.
“Ciao!” rispondo io stranamente a mio agio mentre penso alla sua identità.
“devi essere Marta Willson giusto?” in compenso lui sa chi sono io.
“Già!” Rispondo mentre mi sistemo i capelli , poi aggiungo “e tu sei?”
“Harry Styles” dice ridacchiando “davvero non ti ricordi di me?” siamo andati a mangiare una pizza insieme una volta.
A quel punto ricordo tutto “Tu sei l’ex di Melanie! Mi sembrava di averti già visto da qualche parte!” Se devo dire la verità sono rimasta un po’ delusa, ora lui è semplicemente l’”ex di Melanie”
“Già, storia vecchia”
Storia vecchia? Mi metto a pensare, è così che ragionano i maschi?
“Balliamo” Mi viene fuori dopo tre secondi di un silenzio quasi imbarazzante. Mi rendo conto solo quando lui annuisce e mi guida verso la pista della stupidata che ho appena detto. A ballare me la cavo comunque, essendo nelle cheerleader, ma con un ragazzo così, è tutto diverso.
Le mie convinzioni si traforano nella realtà quando io e Harry, vicini, e stretti tra la massa iniziamo a muoverci e a sorridere. E’ un ragazzo divertente in fin dei conti. Mi mette una mano dietro la schiena e mi dice “Sei brava Marta” con voce roca in un orecchio. A quel punto non capisco più niente.
Lui.
Io.
Sei brava.
Tutte parole che si mescolano nella mia testa mentre sorrido maliziosa e continuo a ballare vicina al suo petto. Siamo alti uguali, anzi, io un po’ di più con i tacchi. Ci muoviamo praticamente sincronizzati e questo mi piace molto, davvero troppo.
I suoi occhi verdi mi fanno sorridere a ogni passo.
Mi sorride malizioso avvicinandosi al mio orecchio per sussurrare “Vieni a casa con me?”
“Troppo semplice Styles, non si fa così, non sono mica una ragazza facile io” dico sussurrando al suo orecchio e sorridendo maliziosa.
A dire il vero la mia bocca ha appena detto ciò che il mio cervello avrebbe negato, infatti mi sta urlando “Ma sei scema! Accetta!” ma io non sono una ragazza facile. Così lo lascio con una giravolta tornando al lato della pista sotto il suo sguardo.
Poco dopo vedo Zayn che balla con un'altra ragazza e che, vedendomi appoggiata al muro, mi prende per un braccio e mi dice
“Andiamo?”
“ok! Sai, mi sono divertita!”
“Te l’avevo detto!” urla lui mentre ridendo giungiamo in qualche minuto alla sua macchina per tornare a casa.
 


“Che ci faccio qui” dico rigirandomi in un piumone bianco mentre guardo il soffitto della stanza di Zayn.
“Ti sei addormentata in macchina e non volevo svegliarti, avresti fatto una scena da isterica” risponde lui ridacchiando.
E’ senza maglietta, con addosso i pantaloni del pigiama.
Io invece ho ancora addosso il vestito della sera precedente.
“Svegliati che devi andarti a cambiare, fai tardi a lezione poi…” Dice poi guardandomi e uscendo dalla stanza.
 


“Allora mi vuoi dire che hai fatto ieri sera?” mi chiede per la terza volta il mio migliore amico sbuffando
Ad un tratto vedo la sua espressione guardare qualcuno alle mie spalle. Sento due braccia muscolose che mi abbracciano da dietro e mi giro dicendo “Styles!” e sorridendo al mio nuovo conoscente
“Willson, passavo da queste parti e ti ho vista così…”
“Vi conoscete?” Interrompe Zayn
“Già, ci siamo conosciuti ieri sera!” dico io guardandolo negli occhi.
“Ora devo andare agli allenamenti, quest’anno sono nella squadra di football e se faccio tardi mi ammazzano” dice Harry togliendomi le braccia dai fianchi e sistemandomi la maglietta. Poi mi saluta con la mano e se ne va verso il centro sportivo.
Mi giro verso il mio migliore amico che mi guarda confuso
“Ti piace” dice, non è una domanda è un’affermazione.
“No!” rispondo guardandolo, no credo di provare più che amicizia per Styles
“Sì” risponde lui sorridendo
“No” dico io “Vogliamo continuare con queste assurdità per molto o andare a lezione?” aggiungo poi
“Hai appena cambiato argomento per depistarmi o distrarmi!” e poi aggiunge “E’ sleale!”
“Decido io cosa è sleale” rispondo poi sorridendo.
 


“La, la , la , la , laaaaaaaa a a a a a     a….” Jasmine sta cantando davanti al suo iphone
“Che stai facendo?” chiedo io mezza schifata
”Sono stra felice!!! Styles mi ha invitata ad uscire!”
Aspetta che ha detto? Styles…. Uscire!?
”No! Ti prego! Styles!? Ma non ha messo ‘situazione complicata’ su twitter? Non puoi uscire con uno così!” interviene Cassandra con voce da oca.
“E poi è il mio ex ex … ex… ex ex!” interviene a sua volta Melanie contando gli “ex” sulle dita della mano destra
Io sono confusa, per un attimo avevo pensato che tra me e lui ci fosse qualcosa. Ma mi sbagliavo ovviamente.
“Sono sicura che vi divertirete! Dicono che è bravo con il salta salta!” conclude Sylvia strizzando un occhiolino a Jasmine e suscitando una risata collettiva.
Tutti si mettono a ridere, tranne me.
Non fa ridere, è disgustoso.
E io che pensavo che…. Vabbè… Lasciamo perdere, non importa.
 


Angolo autrice
E come promesso ecco qui il secondo capitolo. L'avevo già scritto ed aspettavo le sei recensioni tanto attese ma poi, entro in EFP e mi ritrovo 11 recensioni! 11!! Grazie ragazze!! Siete state fantastiche! Un grazie grande grande anche a Marta Willson, il mio ego interiore che mi ha dato l'idea per la storia con un bel sogno. Senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile.
Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto, a me non tantissimo ma si sa, siamo solo all'inizio della storia e il tutto deve ancora ingranare. Spero di aver eluso almeno la metà degli errori di grammatica che c'erano nell'altro, spero...
Fatemi sapere con recensioni se vi è piaciuta e, soprattutto, cosa ne pensate di Hazza. E' già, perchè il secondo personaggio maschile è antreto nella storia gente!! Sexi come al solito ma meno bad boy, anche perchè il tutto è visto dal pov di Marta, che è una very bad girl!! Ahahah!!!

Scena da film
E siamo giunti alla seconda edizione della tanto attesa rubrica: "Scena da Film". Oggi ho deciso che la scena da ricordare sarà... *rullo di tamburi*
 
“Vieni a casa con me?”

“Troppo semplice Styles, non si fa così, non sono mica una ragazza facile io”
 
Per oggi è tutto ragazze!!! 
12 recensioni e continuo la storia!!
Martaxoxo

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Capitolo 3
*** You Drive Me Crazy ***


YOU DRIVE ME CRAZY
“Il tuo cure
pensa sempre meglio
della tua testa”



W e l c o m e i n m y h e a r t . . . .


“Quella è un emerita deficiente… come si fa a voler male a quel povero ragazzo” dico con la vaschetta del gelato mezza vuota nel bel mezzo del film che stiamo vedendo insieme io e Zayn.
“Lo dici solo perché non ti trovi nella sua stessa situazione” mi risponde Zayn indicandomi con il cucchiaino che poco prima ha usato per rubare un po’ di gelato dalla mia vaschetta.
“E’ solo andato a letto con un'altra! Ed era ubriaco!” dico io mentre estraggo un po’ di gelato e me lo infilo in bocca.
“Ma lei non lo sa! O almeno, non ci crede…” dice a sua volta Zayn mentre si sistema la cresta leggermente afflosciata per poi continuare con una luce di curiosità negli occhi “E… a proposito di sapere e credere… Io non ci credo che non ti piace.”
“Sì, mi piace, te l’ho detto. Ha un gusto così… strano…” Dico io fissandolo sognante
“L’hai baciato e non me l’hai detto!” si alza in piedi Zayn sconvolto.
“Ma stiamo parlando del gelato vero?” dico io perfettamente calma mentre mi riinfilo in bocca il cucchiaino di metallo.
“MA CI SEI O CI FAI! STIAMO PARLANDO DI HARRY STYLES!” dice lui urlandomelo in faccia e facendomi trasalire.
“Ahmm” Dico io con voce spezzata dalla pallina di gelato ancora in bocca, che mando giù poco dopo.
“Ma che ho fatto di male nella vita per ritrovarmi a vedere film da ragazze con la persona più malata di mente al mondo!”
“Ehii… non sono malata!” dico io cercando di cambiare argomento
“Stai cercando di cambiare argomento o sbaglio?!” dice lui quasi leggendomi nel pensiero.
“La risposta è no… non mi piace…” dico sbuffando finalmente
“Neanche poco pochino?” dice lui guardandomi con un sorriso da deficiente
“Neanche poco pochino…” dico io lasciandomi scappare un sospiro alla fine.
“Hai sospirato! Lo dicevo io! Ahahha!! Invitami al matrimonio ti prego!!” urla lui mentre si rialza in piedi per poi sedersi.
“Tra di noi tanto non potrà mai funzionare, stasera lui e Jasmine escono insieme… Devi vedere come è agitata lei. Conoscendola tirerà fuori le armi pesanti e non se lo lascerà scappare” dico io lasciandomi scappare l’ennesimo sospiro.
Zayn si appoggia di nuovo al divano con la schiena guardando il soffitto e dicendo
“Allora niente più matrimonio?” e guadagnandosi una cucinata in testa da parte mia.


“Che stai facendo?” chiedo a Zayn mentre mi sveglio e lo trovo dall’altra parte del letto girato di schiena
“Ah, ti sei svegliata! Ti sto controllando il cellulare comunque” dice lui calmo girandosi verso di me. Ha i capelli appiattiti sulla testa, e fa veramente ridere. La sera prima sono stata a dormire da lui alla fine, ero troppo stanca per tornare a casa mia e così ho deciso saggiamente di accamparmi da Zayn
“CHE COSA!?” dico saltandogli addosso e prendendo il mio cellulare
“Ehi… Calmati!! Ho trovato un messaggino che ti piacerà molto!” dice poi con un sorriso sghembo.
Torno con lo sguardo rivolto al cellulare e balzo in piedi sul materasso appena vedo il messaggio citato dal mio migliore amico.


“Sei sicura di quello che stai per fare?” mi dice Zayn stringendomi la mano destra mentre io fisso lo schermo touch del mio i-phone.
“Sì Zayn, probabilmente se accettassi usciremmo una volta e poi non ci parleremmo più, fanno così i tipi come lui. Sai anche tu che non è il ragazzo che fa per me!” dico spostando lo sguardo su Zayn e lasciandomi scappare un sbuffo mentre invio il messaggio.
“Ma è Harry Styles! Il ragazzo che ti ha rubato il cuore solo una settimana fa! E tu gli hai appena risposto con un “Non ho tempo” dannazione! Marta! Lui E’ il ragazzo che fa per te!” dice lui gesticolando e stringendomi ancora di più la mano.
“Lo so Zayn, ma non c’è altro da fare che dimenticarlo, e uscire con lui non è il modo migliore per farlo:” dico decisa sperando che Zayn capisca cosa sento.
“Se va bene per te… Sai come la penso…”


Cammino per i corridoi dell’ala F del college, quella dedicata alla fisica e all’astronomia. Tutto è vuoto e silenzioso e, come tutti i giovedì pomeriggio, sono qui per studiare lontano dal chiacchiericcio costante delle mi sorelle. Mi addentro nell’aula di astronomia, già con la porta aperta ma con le luci spente. E’ lì che di solito trovo la pace necessaria per i pomeriggi di studio.
Entro nell’aula ancora con le luci spente, come al solito e mi giro per accendere l’interruttore delle luci al neon che illuminerebbero la stanza.
Ma improvvisamente sento un rumorino sordo e mi accorgo che, senza aver toccato l’interruttore, le luci si sono appena accese.
Subito mi volto e mi trovo davanti un Harry Styles con una chitarra in mano e con un sorriso a metà disegnato in viso.
“Che ci fai qui?” dico confusa mentre mi avvicino a lui a piccoli passi.
“Il tuo amico mi ha detto che ci vieni il giovedì pomeriggio e così… eccomi qua” dice ancora sorridendomi
“Harry… io.. io… ho detto che…” dico io
“Lo so cosa mi hai detto, che non vuoi uscire con me. E penso anche di sapere il perché, mi trovi come tutti gli latri vero? O hai paura che io ti piaccia troppo… Hai paura Marta, sei una ragazza forte ma hai paura… è questa la verità. Ma lasciami dire che anche io un po’ di paura ce l’ho, perché non riesco a trattarti come tratto le altre. Ho cercato di uscire con un'altra ragazza ma… non ha funzionato. Ti prego, proviamoci.” Dice lui facendomi sorridere ma anche morire dentro. Jasmine, allora loro due, cioè… lui. Ora capisco. E lui mi ha capita ancora prima che io mi capissi. Che stupida che sono.
“Dimmi che stasera hai tempo per uscire con me…” dice lui con occhi speranzosi
“H-H-Harry…” sussurro io mentre mi guardo le punte dei piedi.
Improvvisamente sento una chitarra che inizia a suonare e alzo lo sguardo. So la canzone, è una delle mie canzoni preferite. Inizio subito a cantarla mentre Harry mi guarda sorridendo e continuando a suonare, probabilmente contava di cantarla lui, ma io vado avanti comunque:
Baby, I'm so into you
You got that somethin', what can I do?
Baby, you spin me around
The earth is movin', but I can't feel the ground
” Alzo lo sguardo di nuovo per vedere Harry che si avvicina a me, ci separa la distanza di quattro o cinque passi, inizia poi a cantare:
Every time you look at me
My heart is jumpin', it's easy to see

Ha una voce veramente fantastica. E’ l’ora del ritornello e ci viene spontaneo cantarlo insieme:
You drive me crazy, I just can't sleep
I'm so excited, I'm in too deep

Io continuo poi a canatre la mia parte preferita della canzone:
Whoa, crazy, but it feels alright
Baby, thinkin' of you keeps me up all night

E Harry continua avvicinandosi fino a starmi vicino:
Tell me, you're so into me
That I'm the only one you will see
Tell me, I'm not in the blue, oh
That I'm not wastin' my feelings on you

Mi fa sorridere mentre mi guarda negli occhi, ed è in quell momento che mi rendo conto che vale la pena di provarci.
Every time I look at you, my heart is jumpin'
What can I do?

Canto io, la canzone è del tutto coerente a quello che sto provando.
You drive me crazy, I just can't sleep
I'm so excited, I'm in too deep
Whoa, crazy, but it feels alright
Baby, thinkin' of you keeps me up all night
” Cantiamo subito dopo insieme mentre Harry mi gira intorno facendomi ridacchiare.
You drive me crazy, baby
Excited, I'm in too deep
Whoa, oh, but it feels alright
Baby, thinkin' of you keeps me up all night
” Canto poi io sorridendogli e avvicinandomi fino a far sì che tra noi due ci sia posto solo per la chiatarra.
You drive me crazy, I just can't sleep
I'm so excited, I'm in too deep
Whoa, crazy, but it feels alright
Baby, thinkin' of you keeps me up all night
” Ripete lui mentre mi guarda pensieroso.
Crazy
Crazy
You drive me crazy, but it feels alright
Baby, thinkin' of you keeps me up all night
” Cantiamo insieme per finire mentre le nostre voci si fanno più sottili e la chitarra suona sempre più piano.
Harry improvvisamente si toglie la chiatarra senza smettere di guardarmi intensamente per poi appoggiarla su uno dei banchi e avvicinarsi a me fino a toccarmi.
Petto contro petto, spalla contro spalla.
Mi porta una mano sul viso e, nell’assoluto silenzio della stanza mi bacia con passione.
E’ un bacio dolce ma anche forte, un po’ come me. Forte e dolce all’interno, Zayn me lo dice sempre.


My heart is jumping what can I do…” Canticchio a bassa voce mentre entro in casa mia non accorgendomi che ho davanti Zayn. Sono così tra le nuvole che mi sono dimenticata del mio pomeriggio con Zayn e casa libera dalle mie sorelle.
Lui mi guarda squadrandomi mentre io gli sorrido
“La vita è bella Zayn” gli dico mentre mi tolgo di dosso la borsa.
“Che hai?” mi chiede lui veramente scioccato.
“Ti sei fatta una canna?” mi chiede lui continuando a squadrarmi.
“Ha un così buon sapore!!” sbotto io felicissima.
“O mio Dio!! Sìì!!! Allora è successo!!” Urla lui mentre si avvicina a me.
“Sì!!” urlo io super eccitata.
“Aspetta… Non stiamo parlando di una coppetta di gelato questa volta vero?” dice lui ricordandosi l’ultima conversazione sull’argomento e guardandomi seria.
“Nooo!!” urlo io.

Angolo autrice
Bhè, siamo giunti al mio capitolo preferito della storia, lo amo tanto tanto!!
Innanzitutto voglio ringraziarvi per le 14 magnifiche recensioni che mi avete gentilemente lasciato...
Siete fantastiche!! Poi volevo invitarvi tutte a recensire anche questo capitolo... E' importante per me...
Passando alla storia. Non credo che ci sia bisogno di dire niente se non che la canzone cantata dai due è "You Drive Me Crazy" della mitica Britney. La versione che cantano loro è però quella tratta da glee, che mipiace tanto tanto tanto. Se volete sentirla cliccate QUI e la sentirete... La amo questa canzone.

Scena da film
E la scena di oggi è...
"Baby, I'm so into you
You got that somethin', what can I do?
Baby, you spin me around
The earth is movin', but I can't feel the ground"

“Every time you look at me
My heart is jumpin', it's easy to see”
Angolino pubblicità
Se avete voglia di leggere una bella storia passate da qui! E' di una lettrice della mia fanfiction e credo che meriti!


Per oggi è tutto!
Martaxoxo

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Capitolo 4
*** Not a Normal Date ***


NOT A NORMAL DATE
"Puoi disegnare cuori sul vetro appannato della tua finestra
 puoi scrivere su un diario quello che provi per lui
 puoi dirlo alle tue amiche
 e ti puoi piangere addosso.
 Prima di farlo, però, fallo capire a lui."



W    h   a     t             a                      c   o   n     f   i    u    s    i     o     n      .               .                    .

“Cazzo…. Sono in ritardo” urlo mentre scivolo sul tappeto mettendomi il secondo tacco intanto che il campanello suona dandomi sui nervi.
“ARRIVOO!” urlo catapultandomi letteralmente verso la porta sotto gli sguardi delle mie sorelle.
Apro la porta di colpo e vedo spuntare la figura di un Harry in jeans e camicia che mi sorride. Perché è così dannatamente perfetto? Mi chiedo mentalmente mentre ricambio il sorriso.
Indosso tacchi alti neri con un top rosa chiaro e verde e un paio di jeans stretti. Sopra il top per coprirmi dall’arietta di ottobre indosso un giubbetto di pelle scura. I miei capelli sono tirati indietro da un cerchietto rosa con un fiocco applicato che non mi dona molto ma, una certa persona (Zayn), mi ha detto che ai maschi piacciono le ragazze fini, e un cerchietto mi fa sembrare più fine del solito, almeno penso…
“Sei bellissima.” Afferma Harry guardandomi negli occhi e colpendomi con i suoi verde speranza.
“Grazie!” dico io con un movimento della testa.
“A questo punto dovresti dire anche tu, lo sai vero?” mi guarda storto lui, divertito.
“E io non te lo dico.” affermo io sorridente
“Perché?” chiede lui ridacchiando
“Perché non sono una ragazza modello, voglio che tu lo sappia subito Styles” rispondo io seriamente.
“E al diavolo questo stupido cerchietto…” dico poi togliendemolo, scuotendomi i capelli per poi aprire di nuovo la porta e buttarlo poco finemente dentro.
“Non ti si addiceva” dice Harry dopo quella scena guardandomi sorridendo lievemente e prendendomi la mano destra per condurmi in macchina.
 

“Giochiamo a obbligo o verità!” disse Harry ad un certo punto del nostro discorso post-cenetta.
“Non mi piacciono quei giochetti…” dico io mentre osservo i mocassini di Harry.
“Dai! Ti prego!” dice prendendomi la mano tra le sue e facendomi alzare lo sguardo.
“Ok.” Cedo io non molto incoraggiante.
Una luce brilla negli occhi del ragazzo “Inizio io allora, visto che ho scelto io il gioco…”
“Basta che non mi fai domande troppo…” dico io improvvisamente attenta.
“Di che colore sono le tue mutandine in questo momento?” dice lui mentre sorride sghembo
“Allora…” dico io indecisa se rispondere o meno poi decido di dire la verità, non si sa mai che lo sappia misteriosamente “Rosse di pizzo a fiori” dico mentre la mia faccia diventa dello stesso colore dei miei slip.
“Uhuh! Ragazza aggressiva!” dice lui facendo lo scemo come, del resto, durante tutta la serata.
“Ora tocca a me” dico riprendendomi dal rossore anomalo e decisa a fare una domanda che lo possa mettere in imbarazzo.
“Ok… allora, hai fatto sesso con qualcuna delle mie sorelle?” dico io sorridendo meliziosamente mentre vedo il viso di Harry cambiare espressione.
“No” dice lui guardandomi negli occhi e avvicinandosi a me pericolosamente.
Fronte contro fronte.
Naso contro naso.
Occhi dentro occhi.
Respiri che aumentano.
Mette le sue mani sui miei fianchi e stringe con forza alzandomi di peso dalla panchina e mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe.
Io leggermente confusa arrossisco violentemente per la seconda volta nella serata, e probabilmente nella mia vita.
“L’unica con che voglio sei tu Marta, ora e per sempre” dice serio mentre mi bacia la fronte.
“Ora e sempre Harry?” dico io spaventata da quelle parole troppo serie per me.
“Ora e sempre, ti voglio e ti vorrò in ogni modo possibile” dice lui sorridendo lievemente mentre io mi calmo un po’.
“In ogni modo? Ora? Ma che stai dicendo Harry?!” dico io leggermente divertita sperando di non offenderlo.
“Che c’è?” dice lui guardandomi confuso.
Io mi lazo dalle sue gambe dicendo.
“S.. s..scusami Harry ma ora devo proprio andare” e mi volto verso il vialetto che conduce verso casa mia.
Poi mi rendo conto che sono solo le dieci e mezza e che ho bisogno del mio migliore amico e svolto a destra correndo e piangendo lacrime confuse quanto me, sono spaventata, pensavo in qualcosa di diverso, ma non so neanche io diverso come.
 

“Shhh… stai calma okey” dice lui mentre mi sfogo in un pianto liberatorio su una sua spalla
“Ma… ma… ma Zay… y…n” dico io singhiozzando e guardandolo negli occhi castani.
“Andrà tutto bene” dice lui fermamente mentre mi guarda serio e io continuo a piangere, calmandomi a poco a poco.
“Hai solo tanta paura… La mia cuccioletta…” Dice lui facendomi sorridere.
“Hai solo paura di soffrire, e ti capisco sai… L’hai appena conosciuto!” dice lui seri mentre a me scendono ancora grandi lacrime dagli occhi. Già, appena conosciuto… Forse però dovevo dargli fiducia, forse… se la meritava.
“M… ma… io Zay..n… Non credo di amarlo! Dico io scoppiando a piangere a testa bassa.
A quel punto Zayn mi alza il mento con una mano e solo allora noto che ha anche lui gli occhi gonfi, sta soffrendo anche lui.
Per me.
Per me che ora gli passo una mano tra i capelli scuri.
E ora gliela poso sulla guancia destra.
I nostri respiri di fanno più calmi e silenziosi, quasi senza lacrime.
Già, senza singhiozzi, senza lacrime pesanti.
E solo in quel momento mi accorgo che sto baciandolo.
Che ci stiamo baciando.
Che io, Marta Willson, e lui, il mio migliore amico, Zayn Malik, ci stiamo baciando.
E mi accorgo solo quando lo guardo negli occhi prima di un altro dei mille lunghi baci che mi aspettano quella sera che tutto questo mi piace.
Che lui mi piace.
Mi sento amata.
Senza pretese.
Senza condizioni e senza regole di comportamento.
Mi sento amata da Zayn.
“Ma che stiamo facendo…” dice lui mentre mi toglie la maglietta e mi bacia con passione.
“E’ sbagliato Zayn” dico io mentre gli tiro giù la zip dei pantaloni.
“E perché stiamo continuando sapendolo?” dice lui tra un bacio e l’altro
“Perché ci piace Zayn” dico io col fiatone prima di finire sul letto con il mio migliore amico da una vita.
E non per dormire questa volta.

“Ciao bella addormentata…” sento una voce che mi sveglia la mattina dopo.
Apro gli occhi e mi ritrovo seduto sopra di me, con indosso solo un paio di boxer Zayn. Con i capelli arruffati e senza un orecchino, ma perfetto come al solito.
“Ciao…” sussurro io ancora mezza addormentata coprendomi con le lenzuola.
“Oh… Non dovresti più aver vergogna” dice lui sorridendo e ridacchiando.
“Approposito di ieri sera Zayn io…” dico venendo interrotta.
“Lo so, nessuno dei due voleva ma è successo perciò non roviniamo la nostra amicizia solo per una svista lungo il percorso” dice lui cantilenando e leggendomi quasi nella mente, come al solito.
Si butta poi sopra di me, come se le sue parole di prima non fossero valse ad un bel niente e avvicina la sua fronte alla mia fino a farle toccare.
“Lo so… Ma è così divertente Marta” dice prima di baciarmi con passione.
“Lo so Zayn, è bellissimo” dico io sospirando.
“La vita troppo corta per aspettare Marta” dice seri per poi baciarmi sul collo.
“Già… Sfruttiamola allora” dico ribaltando le posizioni e sfilandogli l’unico indumento superstite.

“E’ malsano sai?!” dico esausta ricadendo su un lato del letto.
“L’hai ribadito anche prima, prima che lo rifacessimo un’ altra volta” dice lui col fiatone e leggermente sudato.
“Potrebbe essere una buona idea, magari ho solo bisogno di schiarirmi le idee…” dico io ridacchiando e voltandomi verso di lui
“Sei insaziabile”
“Insaziabile di te Zayn” dico mordendomi il labbro.

 
 Angolo aurtice
Innanzitutto grazie mille a tutte voi fantastiche ragazze che avete recensito i capitoli, mi ha fatto veramente piacere leggere così tante recensioni!
Parlando invece della storia...
Alloraaaa... Ora mi odierete tutte quante vero!? Ma è così che ha deciso intanto il cuore di Marta.
Partiamo da Marta. Allora, prima di tutto è una scema ad aver lasciato Hazzetto tutto solo su quelle santa panchina solo per le sue stupide paure, poi, è così scema che si è andata a ficcare in un enorme pasticcio, ma davvero enorme andando a letto per tre volte, e anche di più... chissà, con il suo MIGLIORE AMICO.ù
Io mi vergognerei essendo in lei.
E visto che teoricamente lei è in me... mi vergogno da parte sua... ç_ç
Poi, passando a Zayn.
Lui si è lasciato trasportare un po' diciamo, o, d'altra parte, ha trasportato Marta verso la via sbagliata, ho su quella giusta. Questo nessuno lo sa ancora.
Le fan del mio riccio preferito scommetto che non leggeranno più la storia dopo questa.
Ma vi aspettavate tutto rose e fiori?!
Nha... Non è da Marta...
Se avete un po' di tempo libero andate a visitare un po' il mio profilo... Ci sono due OS appena sfornate delle quali vado pazza... pazza del tutto...
Ahhh... mi ero dimenticata di dirvi di commentare per favore!!! 

Scena da film
Ed ecco a voi la scena da film di oggi: dan dan dan!!!
 
"Potrebbe essere una buona idea, magari ho solo bisogno di schiarirmi le idee…"

"Sei insazziabile"
Dopo questa vi saluto!!!
Martaxoxo

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Capitolo 5
*** It's Not a Fantasy ***


IT'S NOT A FANTASY
"Ci vediamo
stanotte
nel mio prossimo sogno
sono sicura che tu ci sarai come sempre." 



T h  i   s      i   s      t   h   e      r     e     a       l                    m              e             .     .           .             .       .

“Buono questo biscotto” dico con la bocca ancora piena mentre io e Zayn, ancora in intimo, facciamo colazione alle quattro del pomeriggio. Già, alle quattro, tanto ormai le stranezze fanno per noi no!?
“Già!” dice lui prendendone un altro dalla busta mezza vuota.
Sale un silenzio tra noi, dovuto al cibo che ci infiliamo in bocca affamati, biscotto dopo biscotto.
“Zayn…” lo chiamo quando sono finalmente sazia e ho la bocca pulita.
“Sì?” dice lui che non sembra avere ancora raggiunto la sazietà e che continua a mangiare biscotti.
“Cosa siamo noi?” dovrei essere imbarazzata a fare questa domanda, ma non lo sono. Lui è Zayn, non mi imbarazzerà mai.
“Zayn” dice indicandosi con una mano “e Marta” dice indicandomi con un dito sfiorandomi il mento.
“Sai quello che intendo” dico poi sorridendo.
“C’è bisogno di un etichetta per essere felici?” mi chiede lui sorridendo lievemente mentre chiude, finalmente, i biscotti.
“Non è per avere un etichetta, è che non so sinceramente cosa provo per te” dico io sorridendogli pensosa.
“Neanche io sai, e mi fa impressione parlare di sentimenti così liberamente” dice lui un po’ turbato.
“Ma Zayn! Non dirmi che non hai mai parlato di sentimenti con una ragazza!?” chiedo io stupita ridacchiando e prendendolo un po’ in giro.
“No, c’è… sì…” dice finendo con sbuffare e continuando poi “E’ che tu sei così…” dice lui mordendosi un labbro in quel modo che lo fa sembrare più sexi del solito.
“Sexi?” finisco io la frase indovinando e ridacchiando.
“Modesta la ragazza. Io comunque intendevo dire –diversa-“ mi corregge lui ridacchiando.
“Ma anche sexi va bene” Aggiunge poi mentre si alza dalla sedia e si inginocchi dietro la mia mettendo la testa sulla mia spalla.
“Sei cucciolosissimo!” dico io dandogli un bacio sulla fronte.
“Anche tu…” risponde lui facendomi una boccaccia e baciandomi con passione poi.
Ci alziamo dalla sedia, e lui dal pavimento per trovarci seduti sulla poltroncina verde del salotto uno sopra l’atro. Io a cavalcioni su di lui.
“Sai vero che se ricominciamo non usciremo mai più da qui?” chiedo io interrompendo i baci e ridacchiando.
“Uffi… “ dice lui mentre mi rialzo da lui per andare a farmi una meritata doccia.
“E non farai come nei film in cui lui entra nella doccia con lei.” Dico io facendo una faccia seria mentre mi giro un ultima volta verso Zayn.
“Ho troppo sonno per farlo, sverrei a metà. Giuro. Lo facciamo da ieri sera ti rendi conto?!” dice lui ridendo.
“Oh mio Dio! E’ vero!” dico io portandomi una mano alla bocca.
 

“O… MIO… DIO!” dico, per la seconda, oppure millesima, volta in questa settimana mentre guardo il volantino che mi hanno recapitato per posta.
“Guarda!” dico saltellando con una vocina acutissima che mi esce per l’esaltazione.
“Non crederai di partecipare vero?” mi chiede lui con fare di sufficienza.
“Ehi Jawad! Non insultare il music club!” dico io infastidita a Zayn
“Non c’è bisogno di insultarlo, è un club per ragazzi e ragazze che credono di essere i più fighi della scuola e che si mettono a cantare e a ballare.” Dice lui ridacchiando
“Se sono stata invitata al provino vuol dire che posso entrare e perciò sono una delle ragazze più fighe della scuola!” dico io ignorandolo.
“Fooorza Marta!! Uhhh!” cantilena lui imitando le cheerleader.
“Già! Forza Marta!” dico io abbracciandolo di impulso.
“Farai il provino allora? Hai una voce pazzesca DEVI farlo” dice lui serio stringendo l’abbraccio.
“No… Odio la gente del club, e preferisco dedicare le mie vacanze estive che sono finalmente arrivate a…” vengo interrotta bruscamente.
“A studiare per diventare una brava dottoressa…” dice lui imitando la mia voce.
“Veramente…” dico io guardandolo sorridente “Al mare con te!” sbraito io nel giardinetto del bungalow facendo così controllare da dietro una tenda la scena alle mie sorelle.
“Stai scherzando?” dice lui ridacchiando.
“NO!” dico io abbastanza offesa dalla sua reazione.
“Ma non ti sembra tutto un po’ troppo veloce?” chiede lui retoricamente con una faccia confusa. “A me sì, insomma, vorrebbe dire rendere tutto ufficiale Marta…” continua poi guardandomi.
“Che c’è di male se voglio passare le mie vacanze al mare con il mio migliore amico” dico annaspando sulle ultime due parole, ma impercettibilmente.
“C’è  che questa storia sembra irreale Marta! Io non mi sento pronto per passare le vacanze al mare con te…” dice lui turbato e confuso contemporaneamente.
“Ma che c’è di male!?” dico io quasi trascinando le parole.
“C’è che sta andando tutto troppo in fretta tra di noi… E ora scusa… Ma devo andare…” dice lui per poi aprire il cancellino di ferro e uscire senza neanche salutarmi con un bacio e lasciando cadere dal mio viso un grande lacrimone, pieno di tutto quello che provo ora.
 

“Che stai facendo?” chiede Sylvia mentre mi guarda buttare cose a caso dentro il grande trolley Louis Vuitton marrone.
“Sto preparandomi per una vacanza” dico io decisa mentre prendo con rabbia un vestitino rosso e lo butto dentro la valigia.
“Dove!?” urla eccitata lei. Devo ammetterlo, è la sorella più normale.
“A Miami.” Dico io girandomi finalmente verso di lei. “Da sola” aggiungo poi con rabbia.
“Che è successo ieri mattina con Zayn?” dice lei ignorando la mia risposta precedente.
“Niente!” urlo io stizzita “Assolutamente niente!” aggiungo poi a voce più bassa.
“Ehy… stai calma!” dice lei con voce da ochetta.
“No!” dico io decisa “Non starò calma! Sto partendo per Miami e non tornerò indietro fino a settembre. Non lo chiamerò e non risponderò ai suoi messaggi neanche se… se…” e poi, non trovando nessun se la guardo e chiudo la valigia.
Prendo i biglietti sul comodino e, lasciando dentro la stanza un’attonita Sylvia spengo l’interruttore incurante di tutto.
Una vacanza! Dovrebbe essere una cosa piacevole!
E io la sto prendendo male!
Solo una volta uscita dalla porta senza salutare ricomincio a piangere e chiamo un taxi.
E pensare che nel mio sogno a questo punto ci sarebbe stato Zayn che mi aspettava fuori casa con la sua Lexus nuova.
Ma vaffanculo ai sogni… La realtà e molto più dura.
 

L’aria calda di Miami Beach, Florida, mi culla ormai da una settimana e mezzo. Mi trovo sull’ampia terrazza vista oceano di uno degli alberghi più “in” di Miami, il Fontainebleau, conosciuto in tutto il mondo. Mio padre mi porta qui in vacanza da ormai sedici anni. Devo dire che è uno dei pochi posti nel mondo in cui, anche in un momento del genere, mi sento felice.
Meglio del Ritz e dell’Hilton messi insieme è una delle cose che si possono permettere solo gli altoborghesi di ogni dove.
Ma anche tra tanti conoscenti e vecchi amici mi sento sola.
Mi sento vuota a volte, per questo non mi lascio nemmeno un secondo libero per pensare a Zayn e cerco di fare qualcosa tutto il giorno.
Ora sono sdraiata sul grande lettino ad una piazza e mezza dotato di frigobar e baldacchino intenta nella lettura della quotidiana rivista di moda e gossip. Non sono mai stata una di quelle che si interessano a queste cose, come potrete ben immaginare ma… Dovrò pur essere interessata a qualcosa no?
“Marta?” chiede qualcuno dietro la mia rivista, qualcuno con una voce leggermente roca, che mi ricorda quella di Zayn. Subito abbasso la rivista e, dietro i miei occhiali da sole vedo un ragazzo che non avrei mai voluto vedere, almeno non nelle future quattro o cinque settimane.
“Harry!” dico io lievemente stupita ma non lasciandolo vedere.
“Che ci fai qui?” chide lui quasi spaventato dalla mia presenza.
Io inarco un sopracciglio e rispondo con un:”Quello che ho fatto negli ultimi dieci anni Harry, ci vengo in vacanza” dico io con una finta calma e un filo di ironia che non so proprio da dove abbia estratto.
Lui sembra quasi sollevato, ma è sempre abbastanza impaurito da me. Eppure non ho neanche tirato fuori il massimo della stronzaggine!
Passano circa quaranta secondi durante i quali ci guardaimo negli occhi, io leggermente stizzita dalla sua faccia e lui tra lo stupido e l’impaurito.
“Hai intenzione di restare lì in piedi ancora per molto?” chiedo io lasciando cadere la rivista nella mia borsa.
“E’ che non me l’aspettavo!” dice lui per scusarsi.
“Oh scusa se non ti ho mandato una e-mail con le ragioni per cui avresti potuto incontrarmi!” dico io ancora più stizzita.
“No… Intendevo che sembro più imbarazzato io di te capisci?” dice lui avvicinandosi al lettino.
“No, non capisco” dico io calma.
“E’ che… Bhè… Sai cosa intendo… L’ultima volta… C’è… Bhoo” dice lui venendo interrotto da me.
“Oh! Ora capisco tutto Styles!” dico io abbastanza stufa di quella situazione.
“Mi hai dato buca l’ultima volta!” esplode lui stizzito quanto me.
“Tecnicamente non ti ho dato buca… Ti ho lasciato da solo” per poi andare a letto con il mio migliore amico, aggiungo dentro la mia testa.
“Solo perché hai paura dei tuoi sentimenti!” dice lui guardandomi negli occhi.
Solo ora mi rendo conto che ci troviamo nella stessa situazione.
Lui è stato abbandonato da una fredda me.
E io sono stata abbandonata da un freddo Zayn.
E capisco anche che io e Zayn siamo esattamente uguali.
I sensi di colpa mi invadono e…
“Non mi sei mai piaciuto veramente.” Dico seria guardandolo negli occhi verdi.
“Ah…” dice lui sistemandosi i capelli ricci e mori.
“E ora ci troviamo nello stesso Resort ma anche nella stessa barca” dico io seria come prima.
“Veramente solo nello stesso Hotel!” dice lui non capendo.
“E’ un modo di dire che siamo nella –stessa barca-, ma quanto sei scemo?” dico io stizzita.
“Oh…” dice lui capendo
“Ora ti racconto tutto Styles… Ma ci servirà un po’ di tempo” dico poi prendendo borsa e cellulare e mettendomi le ciabatte.
“Ho tutto il tempo che vuoi” dice lui sorridendomi felicemente.
“Allora iniziamo dal principio Styles” dico io.
Intanto, mano nella mano saliamo il sentiero di mattoncini ordinati che porta alla sala Hobby, il grande salone dove gli racconterò tutto, almeno, tutto quello che so fino ad ora.
 

“Aspetta un attimo” esclama Harry guardandomi con i suoi occhi verde smeraldo con fare confuso. Poi continua abbassando di poco il tono di voce “Si è lasciato scappare una supervacanza a Miami solo con la sua ragazza?” aggiungendo un sospiro sorpreso alla fine della frase e inarcando il sopracciglio destro.
“Già…” dico io e, mentre sospiro mi lascio scappare un sorrisetto per l’affermazione di Harry.
“Quel ragazzo è pazzo…” afferma lui tutto di un colpo.
“Hai qualche idea per farmelo dimenticare?” chiesi io guardandolo negli occhi per niente sorridente.
“Qui ti proporrei una storia felice con me ma…” dice lui abbassando lo sguardo di poco “So che non ti farebbe bene..” afferma poi sistemandosi i ricci.
“Ma siamo a Miami baby!” esclama poi sorridendo e ridacchiando poi.
Già, sono a Miami, da sola.
O meglio, con Harry.
“Possiamo iniziare con un bel giro della città no!?” chiese poi vedendomi muta.
“Vengo qui in vacanza da tutta la vita… La conosco come le mie tasche!” dico io un po’ confusa.
“Ah… Allora fammi fare un tour!” dice poi lui sorridendo.
Tanto non ho niente da fare…
E non ho voglia di pensare a Z… Non diciamo quel nome dai…
 

“Oh mio dio!” urlo mentre rincorro un riccio che tiene in mano il mio gelato.
“Ridammelo subito!” aggiungo poi senza riuscire a raggiungerlo.
“Sei lenta!” mi urla lui mentre svolta l’angolo.
Io traballo sulle Jimmy Choo fucsia metallizzate per un secondo rendendomi conto dell’instabilità me ne sfilo una e poi l’altra per rimanere a piedi nudi sul marciapiede pulito.
“Ma ci sei?” spunta dall’altra parte dell’angolo Harry.
“Sì… aspetta un attimino è…” dico io mentre, prendendo le scarpe con la destra inciampo nei miei stessi piedi e cado per terra in avanti.
“Auu… che male!” urlo stringendomi la caviglia che mi pulsa dal dolore.
“Oh mamma…” dice qualcuno mentre si avvicina.
“Sanguini… aspetta che ti aiuto…” dice quel qualcuno mentre alzo lo sguardo e mi trovo davanti un Harry paralizzato a tre metri di distanza ma, girandomi sulla destra, posso intravedere un ragazzo biondo con due occhi azzurri chiarissimi che mi sta aiutando ad alzarmi dal marciapiede duro e freddo.
Mi alzo guardandolo e cercando di tenere più strette possibile nella mano sinistra le scarpe.
“Grazie..” sussurro mentre gemo per il dolore alla caviglia.
“Prego… Ti fa molto male?” chiede lui guardandomi serio.
“Già… Un po’” dico cercando di tenere il dolore per me e di fare la dura.
“La riaccompagno all’hotel io…” afferma Harry intervenendo per la prima volta.
Niall mi guarda mentre io guardo Harry e annuisco alla sua affermazione. Ho bisogno di tornare in camera.
“Okay… allora ti lascio nelle mani del tua amico” dice lui sorridendomi e aiutandomi ad avvicinarmi a Harry. Appena mi avvicino abbastanza a lui Harry mi prende in braccio velocemente. Io, non aspettandomelo, emetto un piccolo urletto ma subito dopo mi rendo conto della necessarietà della sua azione e mi rassegno a sembrare una scema che si fa portare in braccio con un paio di Jimmy Choo in mano e i piedi scalzi.
Mi giro verso il biondo che mi sta guardando sorridendo un po’ divertito e dico secca:”Che ti ridi tu?” rendendomi conto solo dopo che quello che ho appena detto potrebbe sembrare un po’ maleducato dato che mi ha appena salvata, o, per lo meno, aiutata.
“Niente è che sei strana!” dice lui ridacchiando.
“Strana è? Me l’hanno detto in tanti…” dico io sorridendo divertita. Strana, già, forse è per questo che non piaccio più a Zayn.
“Comunque Niall Horan… Piacere!” dice lui mentre tenta di stringermi la mano ma poi si rende conto che sono in braccio ad Harry, e che non posso stringere nessuna mano. La ritira perciò un po’ imbarazzato e si limita a sorridermi sinceramente.
“Marta Willson! Piacere!” dico io sorridendo mentre lo osservo meglio dalle braccia di Harry.
“Ehmm… pesi… senza offesa…” sussurra al mio orecchio un Harry un po’ imbarazzato.
“Oh… scusa…!” dico io altrettanto imbarazzata. Averi ucciso chiunque mi avesse presa in giro per il mio peso, ma lui aveva ragione del resto.
“Allora ciao Niall” diciamo quasi sincronizzati io e il riccio mentre si gira dall’atra parte facendo girare anche me e si incammina verso la porche rossa parcheggiata in doppia fila sulla strada vuota.
 

“Piaciuta la giornata allora?” chiede Harry mentre mi riaccompagna in camera dopo la serata in discoteca.
“Sì, tranne la mattinata durante la quale ho raccontato a te tutta la storia di Zayn e il pomeriggio nel quale mentre ti rincorrevo mi sono quasi uccisa. Ah! E dimenticavo stasera, quando mi hai scaricata in mezzo alla pista da ballo per andare a rimorchiare.” Dico io abbastanza seria lasciandomi scappare un sorriso alla fine.
“Ti sei dimenticata anche la parte in cui mi hai mostrato con felicità e gentilezza che non ti apparterranno mai, la città. O quando mi hai sporcato la camicia di granita. O quando hai urlato che ero gay nel bel mezzo del bar. O quando mi hai fatto cambiare d’abito tre volte solo perché non si abbinava al tuo. O…” e viene interrotto da me in quel discorso ironico come il mio.
“Okay okay… è stata una giornata difficile per entrambi… ma è piaciuto.” Affermo io sorridendogli e prendendo dalla pochette nera la carta per aprire la porta.
“Quale parte ti è piaciuta di più… aspetta indovino. Quando quel biondo ti ha salvata da un difficile minuto su un marciapiede di Miami?” dice lui ironicamente sorridendo.
“Se non mi avesse raccolta lui tu saresti restato lì come uno stoccafisso per almeno venti minuti.
“Eri in una posizione veramente imbarazzante… Eri praticamente a gambe aperte con una gonnellina verde fucsia che lasciava vedere tutto… Qualunque ragazzo sarebbe restato lì così…” dice lui arrossendo leggermente. Ecco una cosa che non avrebbe mai fatto Zayn, non è da lui arrossire.
“Ops…” dico io a mezza voce.
“Già… Ops…” dice lui facendomi il verso.
 


Angolo autrice
Ed eccomi di nuovo qui guys! Scusate per la poca presenza ma ho avuto un piccolo problema con lo staff di efp, e... diciamo che non trovavo più la mia password... vergognoso vero? Comunque mi siete mancate così tanto che ogni notte mi venivano nuove ideee per questo capitolo, capitolo che ho cambiato almeno un sette o otto volte di seguito. In più ho anche una nuova sorpresa per voi in costruzione! Una nuovissima long che sto scrivendo! La pubblicherò quando sarò almeno a metà di questa, perchè sono così diverse che la mia Marta e la mia Ariel interiore potrebbero litigare tra loro e picchiarsi fino alla morte della sottoscritta o, peggio, alla perdita della mia cartella celebrale già molto instabile di Latino. Ho prego 4.25 settimana scorsa e proprio non riuscirei a sopportare se il mio mega ripasso di questa settimana venisse perso nei memadri della mia mente malata.
Comunque spero in molte recensioni e in mosltissimissimi consigli per migliorare i personaggi.

Scena da Film
Ed ecco la riedizione di questa mia rubrica che probabilmente leggerete a malavoglia per poi commentarla malissimo e semplicemente ignorandola... no dai scherzo. Ho visto che a molte di voi piace un sacco! Perciò continuo!
​ 
"Che c’è di male se voglio passare le mie vacanze al mare con il mio migliore amico"

“C’è  che questa storia sembra irreale Marta! Io non mi sento pronto per passare le vacanze al mare con te…”
E anche per oggi è tutto! Commentate e commentate!!
Martaxoxo

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Capitolo 6
*** Cadendo Dal Settimo Cielo ***


CADENDO DAL SETTIMO CIELO
"I'm letting go tonight,
I'm falling from cloud nine,
crashing from the high"
Wide Awake (Katy Perry)

 
I' m           s    o            c   o   m   p   l    i      c        a        t          e        d .       .              .              .

“Stai pensando a quello a cui penso io?” chiede tutto d’un tratto Harry alla mora in bikini della quale poteva, al momento, vedere solo un’ombra scura proiettata per metà davanti a lui. Se si fosse girato in quel momento avrebbe potuto vedere l’amica sdraiata sul lettino comodissimo a bordo piscina, liberato appena prima che lei si sedesse da una bambina di circa cinque anni che aveva lasciato un po’ di briciole di pane bianco sotto la seduta. I capelli di lei, castano scuro e lisci sono sparsi sulla spalla destra e tirati indietro da un paio di occhiali da sole, i soliti, che tiene a mo’ di cerchietto, senza appoggiarli sul naso. Le labbra ricoperte da uno strato di gloss rosato sono leggermente aperte in una espressione di agitazione mista a sorpresa, sorpresa con la S maiuscola.
Uno stato di sorpresa che ha avvolto anche Harry per un istante quando, qualche secondo prima, si è trovato ad alzare lo sguardo dal New York Times che legge abitualmente da quando si trova a Miami solo per sembrare ancora più newyorkese di quelo che già è.
Appena gli occhi verde speranza si sono spostati, forse per  trovare qualcosa di migliore da guardare che i dati di borsa, dal grigiore delle colonne del quotidiano, si è trovato, a circa venti metri di distanza, la figura di un moro dall’alta cresta in maglietta e jeans scuri che attraversa con noncuranza la spiaggia dell’hotel con una valigia Samsonite in mano.
Una noncuranza che non dovrebbe avere, o almeno non dovrebbe mostrare.
Harry sta ancora aspettando una risposta dalla ragazza quando sente un rumorino alle sue spalle e si ritrova il suo lato B davanti agli occhi. Un lato B che quella ondeggia deliberatamente mentre con la stessa noncuranza del moro si dirige, con addosso il suo costume a nero e con la sua Celine da spiaggia nera al gomito verso lo stesso sentierino che pochi secondi, o meglio istanti, prima, entrambi stavano fissando sconcertati.
Harry in quel momento si sente uno spettatore. Così, visto che se deve essere qualcosa deve esserlo sempre nel modo migliore, piega il giornale e lo appoggia vicino alla bibita sul tavolino cristallo, bibita che afferra con l’atra mano mentre si abbassa gli occhiali da sole indicando il suo volere di essere, e rimanere, solo spettatore.
Intanto Marta è arrivata al suo obbiettivo. Probabilmente, gli spettatori della scena, vedendola di spalle, si stanno immaginando un sorriso tenero e pieno di perdono stampato sul suo viso. Ma uno spettatore più attento, come Harry, può scommettere un patrimonio sull’espressione di sfida e di disprezzo che ella ha assunto per l’occasione e che significa una sola cosa: vendetta. E si sa, Marta può essere in tutto e per tutto molto diversa dalle sorelle ma una cosa ha preso dalla mamma, e di sicuro non sono i capelli biondi. Lei ha ereditato un fattore veramente vantaggioso, la “stronzaggine Willson”.
Mille pensieri vorticano nel cervello inizia a pensare a come chiamare l’ambulanza per il povero ragazzo, ragazzo che Marta farà certamente fuori in poco tempo.
Marta invece pensa ai modi più atroci con cui uccidere il ragazzo che ora si trova davanti.
“M… M… Marta!” esce in un sussulto dalle labbra del ragazzo.
“Già, proprio io…” dice lei con la stessa espressione di sfida rabbiosa ancora sul viso.
“Speravo di trovarti qui… Sono venuto apposta!” dice lui come se questo possa scusare tutto.
“Potevi risparmiare il biglietto per la prima classe caro… Potevi rimanertene a casa.” Dice lei rabbiosa e al limite della pazienza.
“Oh ma… Tu mi avevi detto che…” dice lui venendo interrotto da Marta.
“Parli al passato, quello è il passato Zayn, mi dispiace. Se sei venuto per fare la pace puoi scordartelo.” Dice lei assolutamente arrabbiata, anzi, nera.
“Ah, scusami se mi sono fatto tre ore di aereo e un’ora di taxi per venire qui, e scusa tanto se ho disturbato la tua luna di miele con Styles!” dice lui tirando fuori improvvisamente la sua rabbia e pronunciando il nome del riccio mentre guarda il ragazzo dietro le spalle della mora.
“Oh! Scusa se io sono stata male tutti i giorni fino ad oggi! Fino alla metà di luglio! E solo per te. Per te!” alza la voce lei ghiacciandolo con uno sguardo.
“Pensi che il mondo giri intorno a te?! Non è così Willson! Anche io sono stato male. Se non non sarei venuto qui per una stronzetta del genere!” alza anche lui la voce mentre cerca di combattere quella furia omicida della sua ex ragazza o ex migliore amica che sia, sono si è ancora capito.
“Non resterò qui a farmi insultare da uno con una Samsonite…” dice lei acida spostando l’argomento sulla sua di rabbia.
“E io non mi lascerò insultare da te per una valigia…” aggiunge lui ribattendo acidamente.
“Se sei venuto qui per far pace scordatelo completamente!” ribatte anche lei per terminare il tutto.
“Sai… Eri venuto qui per questo ma… Non so se hai ancora capito che io… a differenza tua so divertirmi! Non starò con le mani in mano mentre aspetto l’assunzione da peccati che non ho commesso!” dice lui mentre la guarda con un misto di sfida, desiderio e rabbia.
“Oh, lo so che ti sai divertire! Guarda che le ho viste le foto che hai messo su Twitter!” le sbraita lei in faccia.
“E io ho visto le tue con Styles! Ora è lui il tuo migliore amico?” chiede poi ribattendo con rabbia.
“Tu non sei mai stato il mio migliore amico, tu non sei niente per me… assolutamente niente” Questa frase colpisce ne profondo tutti e due, anche la ragazza che l’ha pronunciata. “Menzogna” urlerebbero le sirene di avviso indicando con grosse frecce la mora.
“Forse era solo una semplice attrazione tra di noi.” Conclude Zayn riabbassando la voce ad un tono di voce normale dopo aver subito il colpo.
“Già. Probabilmente!” dice quella mentre gira la schiena al ragazzo e si costringe a non ripensare a come avrebbe potuto sistemare tutto con una sola frase, mentre si siede sul lettino leggermente scossa sotto gli occhi di Styles.
“L’hai fatto davvero…” dice lui, e non è una domanda, è solo un’affermazione colpita.
“Già…” risponde lei senza neanche girarsi verso il ragazzo mentre si abbassa gli occhiali da sole e tira dentro le lacrime.

“Cerca di stare calma ok?!” dice un Harry che sembra tutto tranne che calmo.
“SONO calma Styles!” rispondo io cercando di convincere più me stessa che il riccio che guarda il mio riflesso allo specchio, da dietro di me.
“Lo so… Lo so…” dice lui quasi annoiato dalla stessa risposta che riceve ogni volta che prova a ripetermi di tenere i pensieri cattivi fuori dalla mia testa, cosa che non riesco a fare. Solo il pensare che Zayn è in una delle quattrocento camere del Resort in cui dormo e vivo mi da sui nervi. Se poi penso anche che ho un’infinità di possibilità di incontrarlo in discoteca stasera…
“E’ che se lo incontro stasera che devo fare?” chiedo girandomi e guardandolo negli occhi preoccupati.
“Ignoralo, fai finta che non esita.” Mi consiglia lui genuinamente sorridendomi.
Dopo uno sbuffo dall’alto dei miei tacchi lui capisce tutto, tutto quello che non riesco a esprimere.
“O… Rimaniamo in camera e vediamo Nemo alla tv, è su stasera!”  subito i miei pensieri si scostano verso la seconda possibilità, che sembra molto più allettante. Vedere un film, proprio come facevamo io e… vabbè, lo sappiamo.
 

L’aria calda della mattinata tipo a Miami mi tocca il viso come qualcosa di bagnato, troppo umido per i miei gusti da ragazza del New Jersey. Un po’ annoiata lo sono, ma non fraintendetemi, non mi sto lamentando di Harry, lui fa di tutto per farmi divertire, o, per lo meno, farmi divertire un pochino. I miei pantaloncini di tuta verdi sono praticamente appiccicati alla mia pelle ormai abbronzata. L’estate è solo a metà ma io ho già raggiunto il livello massimo di abbronzatura, come al solito. Ho nella mano destra una cartolina leggermente insabbiata con i saluti calorosi delle mie sorelline, in vacanza tutte insieme in Australia. La cartolina raffigura il paesaggio tipico del posto con, al centro, un canguro che sembra emanare lo spirito tipico del posto: “festa, party, disco”. Spirito che le mie sorelle non hanno di certo bisogno di acquisire con una vacanza sul posto dato il loro tipico entusiasmo quando nell’aria c’è una festa… o qualcosa che anche minimamente le si avvicina. Sono seduta sulla sedia pieghevole davanti alla spiaggia, come al solito Harry cerca di fare colpo sulle ragazze che g,i passano davanti solo con l’uso del suo sguardo, e con l’ausilio dei suoi addominali… ovviamente. Dopo aver capito benissimo di essere considerato un amico da me ha iniziato a dedicarsi a vari hobby tipici di luoghi come la spiaggia, tra cui spicca il “fare colpo” che io chiamerei il “fare quasi svenire le ragazze che gli passano davanti con una serie di sguardi molto… focosi”.
“O mio Dio…”
“Già… Perché tu non fai così quando ti guardo?”
“Perché… Lo sai…”
“Zayn…”
“Già…” Rispondo io sospirando pesantemente.
E’ passata ormai una settimana e mezza dall’arrivo del moro al resort e io non mi sono ancora abituata del tutto, anzi, per niente, nemmeno alla sua presenza a cena, a cinque tavoli distante dal mio. Figurarsi l’abitarsi alla sua presenza costante sia in discoteca che in spiaggia, accompagnata a quella delle solite “amichette”, diverse ogni santo giorno, ovviamente.
“Tu devi scuoterti.” Afferma Harry tutto d’un tratto alzandosi dalla sedia pieghevole e mettendosi davanti a me, in piedi.
“Ma Harry!” dico io cercando intanto qualche scusa che non ho ancora usato per convincerlo di stare veramente bene.
“Niente ma.” Afferma lui deciso, molto deciso.
“Lo faremo ingelosire.” Aggiunge poi con altrettanta decisione.
“Non userò questo stupido trucchetto da romanzo rosa o da film.” Affermo io sicura delle mie parole.
“Noi useremo la sua stessa arma. Capisci?!” chiede lui, anche se, più di una domanda sembra un ordine.
“Veramente no…” dico io abbastanza confusa e anche un po’ pensosa. Insomma… non è mica cosa da tutti i giorni trovarsi un Harry Styles davanti a te in costume!
“Lui fa ingelosire te… tu fai ingelosire lui. Lui cade ai tuoi piedi e fate del buon sesso riappacificatore.” Dice lui come se fosse una cosa semplicissima.
“Mhh… Mhhh…” Annuisco io sempre un po’ dubbiosa e ancora molto pensosa.
“Aspetta… Stai guardando i miei addominali!!” Urla lui sorpreso e felice come un bambino.
“Non è vero!” smentisco io all’istante… anche se è proprio vero.
“Sii fedele! Lo so che è difficile visto chi hai davanti!” dice lui ridacchiando ad una seccatissima me.
“Si… Io fedele… Gliela faccio vedere io a quello lì… quelle tipette… che pena… Costumi orribili” inizio a biascicare io rabbiosa, sia contro Zayn che contro tutto quello che mi sta facendo passare, un po’ anche contro me stessa, che me la prendo troppo.
“Scherzavo dai… Stasera ci divertiremo. Dammi fiducia…” dice lui sorridendo e facendo comparire quelle  adorabili fossette.
Per fortuna che c’è il mio Harry.
 

“Forza!” dice per l’ennesima volta Harry davanti alla porta del bagno chiusa.
Io da dentro mi fermo per un attimo nell’operazione di lisciamento dei capelli. Questa scena l’ho già vista, anzi… Già vissuta.
Flashback
“Sono ridicola, te lo assicuro!” dico mentre mi guardo allo specchio schifata, sembro una delle mie sorelle, in versione più…. Marta.
“Se non apri la porta ora la sfondo!” urla minacciandomi Zayn per la sesta volta in cinque minuti circa.
Apro la porta di colpo, con viso imbarazzato e mi guardo le gambe nude. Non mi sento me stessa.
“Wow, chi è questa ragazza?” dice lui prendendomi in giro.
Alzo il viso e lo guardo negli occhi arrabbiata, è tutta colpa sua.
Sua l’idea.
Sua la scelta del vestito.
Sua la scelta delle scarpe.
“Sei un deficiente” dico con la stessa espressione.
“Mi ringrazierai un giorno” dice lui prendendomi a braccetto e conducendomi giù dalle scale sotto le occhiate delle mie sorelle, probabilmente sembro meno aliena del solito.
Fine flashback
“Ce la devo fare” affermo con forza e coraggio mentre apro di colpa la porta del bagno e sento un rumore sordo di qualcosa che viene colpito dalla superficie di legno.
“Cazzo Marta! Va bene l’entusiasmo! Ma mi hai sbattuto la porta in faccia!” Dice Harry mentre si tocca la fronte sbattuta.
Io non posso fare a meno di ridacchiare sommessamente mentre cerco di chiedergli scusa nel modo più decente.
 

La discoteca è stracolma di gente, ma la sua cresta folta si vedrebbe lontano un chilometro. Soprattutto il mio sguardo si sofferma sulla mano di una bionda che gli passa le dita tra i capelli mentre si struscia sul suo bacino. Il mio sorriso diventa tuttavia più tirato del solito quando vedo chiaramente lui tirarle via la mano con noncuranza. Non farebbe toccare la sua cresta a nessuno, tranne me ovviamente.
Scendo dalla scaletta verso la pista da ballo mano nella mano con Harry. Decisa, più del solito. E detto da una che non esita a fare sesso con il suo migliore amico, o almeno ex-migliore amico, dice tutto. Il vestito blu elettrico tende ad alzarsi ad ogni passo e, con mano sicura, Harry lo abbassa guardandomi negli occhi serio. Sa benissimo che per me tutto questo non è uno scherzo, io tengo a quello scemo, anche se in un momento del genere non lo ammetterei mai. Il mio cuore batte forte quando vedo Zayn che balla con la bionda, sempre attaccata a lui come una cozza. I miei occhi tristi non riescono proprio a mimetizzarsi tra quella moltitudine di occhi felici che guardano altri occhi, felici anch’essi. E’ come se stessi cadendo dal settimo cielo, che era Zayn. Quando finiamo per arrivare sulla pista da ballo ci facciamo spazio tra la gente per raggiungere il centro. Harry mi rende per i fianchi facendomi l’occhiolino e mi fa sorridere.
“Prendila con filosofia! Se tutto va bene Zayn tra una settimana o meno non ti farà neanche avvicinare al sottoscritto.” Dice poi ridacchiando e facendomi ridere mentre iniziamo a ballare a tempo di “22” di Taylor Swift, una delle mie canzoni preferite.
“Non sono una di quelle che si fa comandare. Soprattutto dai ragazzi” affermo io sempre ridacchiando.
“Di solito no sono uno che fa da ragazzo-copertura, ma tutto può succedere no?!” dice lui mentre vedo dietro di lui Zayn con u espressione seccata rivolta verso di lui.
“Già, anche che Marta Willson e Harry Styles ballino un’altra volta insieme” dico io abbassando lo sguardo verso Harry.
“Un ultimo ballo del principe con la principessa” dice lui abbassando lo sguardo mentre la musica si fa più lenta.
“Già, un ultimo ballo prima che l’altro principe la incenerisca con lo sguardo.” Dico io ridacchiando e facendo ridere a sua volta anche il riccio.
“Ora ci giriamo dall’altra parte perché lo devo vedere!” dice lui ridendo ancora e facendomi voltare con una piroetta degna di un tango.
“O mio dio!” mi sussurra lui all’orecchio mentre lo sguardo di Zayn si fa ancora più glaciale al contatto delle sue labbra sui miei capelli.
“Lo so!” dico io felicissima con un sorriso stampato in volto.
“Tra una settimana farete tanto di quel sesso riappacificatore che non uscirete dalla suite per tre settimane.” Dice lui ridendo a crepapelle.
“Dovrò puntare una sveglia o qualcosa del genere. Comunque sei sempre il solito pervertito” dico io unendomi alla risata del mio amico.
Ora che so che anche Zayn prova gelosia nei miei confronti mi sento veramente bene. Quasi rinvigorita.
Volteggio un'altra volta per poterlo vedere meglio mentre Harry mi fa la linguaccia.

Angolo autrice
Ed ecco a voi il nuovo capitolo! E siamo al sesto belle! Devo dire che questo capitolo mi ci è voluto un po' per pensarlo ma solo tre orette per metterlo giu. All'inizio la pagina World era bianca di fronte a me e non ce la facevo proprio a pensare un modo per tirar fuori Marta da questa situazione. Poi ho ascoltato Wide Awake di Katy perry (dalla quale ho anche tratto la frasetta dell'inizio) e mi sono emozionata così tanto che, dopo aver letto e recensito "Why you can't look in my eyes" e aver letto di un Harry dolcissimo mi è venuto fuori un Harry un po' troppo Zayn forse... Ma è il MIO Harry. E non ce la faccio a immaginarmelo a dare consigli troppo seri o, peggio, a non fare il cascamorto ogni due per tre. Sappiate che la fanfiction che sto scrivendo in contemporanea a questa ho deciso di pubblicarla dopo aver scritto e pubblicato l'ulitimo capitolo di questa. 
Lasciate recensioni se vi è piaciuta! Ringrazio per il sostegno tutte quelle sante ragazze che mi sostengono recensendo sempre! Vi amo ragazze!!

Scena da Film
Non c'è niente da dire su questa scena. La mia preferita.
 
"Mhh...Mhhh..."

"Aspetta… Stai guardando i miei addominali!!”
[Immaginatevelo in costume please!]
Ciao ciao e alla prossima!
Ricordatevi il commentino!
Martaxoxo

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Capitolo 7
*** You Are The Rock ***


YOU ARE THE ROCK
"My silence is just
another word
for
my paine"
 
I            a   m               t     h      e         s        t          r        o         n         g       e        r  .     .      .          .
In teoria dovrei fare i compiti per tutto il giorno, del resto, vado a Princeton. Ma in pratica, il mio pensiero principale di questa settimana è la mia festa di compleanno imminente. Del resto si sa, vent’anni non si compiono spesso. Non ne sono neanche accorta, il mio primo anno di college è appena terminato. E anche altre milioni di cose sono ufficialmente terminate, o solo uscite dalla mia vita a tempo indeterminato. Per esempio non ho più paura dei ragni, da quando Zayn mi ha regalato per lo scorso Natale un ragno gigante del Venezuela che ora si chiama Kiki e vive in una boccia di vetro sigillata accanto al lavandino della cucina.
Già… Zayn, anche lui è uscito dalla mia vita, ma forse non a tempo indeterminato. Lo spero, ho bisogno di lui. E so che lo sto dicendo nella mia mente e non a lui, come dovrei fare in teoria. Ma già ammetterlo a me stessa dopo due settimane di sguardi di gelosia e altro, è un passo, il primo passo. Verso dove, non si sa. Probabilmente Harry non si è neanche accorto che da più di qualche secondo non sto minimamente ascoltando quello che lui sta farneticando sul locale dove si svolgerà il mio party, o sulla torta, o sugli invitati, non ho capito, o meglio, sentito.
“E poi ci sarebbe anche questo fatto degli invitati… E di noi due.” Capto le ultime parole del discorso ritornando alla realtà.
“Noi due?” chiedo io non capendo a cosa si sta riferendo.
“Marta!” mi richiama lui cantilenando il mio nome.
“Da due settimane ci lanciamo occhiate, dolci bacini e abbracci in pubblico. Tutti si aspetteranno che io ti accompagni” aggiunge poi dopo avermi richiamata.
“Vero” affermo io dandogli ragione.
“Io ti accompagnerei anche, se non fosse che, così facendo, renderei la tua festa di compleanno un completo disastro. Dobbiamo fare scoppiare Zayn.” Dice lui deciso e quasi… calcolatore.
“Come?” chiedo io che vado avanti a monosillabi intervenendo tra i suoi discorsi.
“Questa sera, mancano tre giorni alla festa, è l’ora di sbrigarsi” dice lui agitando la mano destra gesticolando.
“Sbaglio o stai diventando intelligente Styles?” chiedo io ridacchiando al suo atteggiamento pieno di pensieri contorti.
“Lo sono sempre stato cara…” dice lui facendo il broncio.
 

“Hai finito di prepararti il discorso?” mi chiede Harry mentre si sistema i capelli uscendo dall’acqua. Molto sexi.
“No… E non mi aiuti se ti atteggi da figo.” Dico io con fare sincero.
“Scusa se SONO figo.” Dice lui ridacchiando mentre io mi sbatto una mano sugli occhi. Meglio non vedere la scemenza in persona.
“Che c’è ora?” dice lui vedendo il mio gesto.
Io apro gli occhi rivolgendomi un’espressione vaqua e mi trovo davanti, o almeno, dietro Harry, Zayn.
“Niente amore… E’ che mi sento un po’ stanca” dico con una voce che non mi appartiene mentre mi soffermo sulla parola “amore”.
Lui per un attimo mi rivolge uno sguardo strano, ma poi capisce che è tutto per “quella cosa” e va avanti con il teatrino.
“Mi dispiace, deve essere stato tutto… bhe… ieri notte.” Dice lui trattenendo le risate.
Io per poco non scoppio a ridere fragorosamente. Ma poi vedo con la coda dell’occhio Zayn che, mentre mi guarda, prende per i fianchi una ragazza, che sembra, dal canto suo, aver capito tutto e lo guarda stranita.
Alla vista di lui che tira indietro i capelli a lei con un gesto flessuoso mi scappa una battuta di troppo.
“Fare l’amore con te non mi stancherà mai… Lo sai Haz” dico guardando più Zayn che Harry per aspettare la sua reazione.
Reazione che non tarda a mancare. I suoi occhi si infiammano di colpo e il suo sguardo si annebbia tanto da fare paura.
Lascia la ragazza e, con un gesto soltanto si gira verso il vialetto per poi percorrerlo a passo veloce, quasi di corsa.
Ho esagerato davvero tanto stavolta.
“Dobbiamo smetterla Harry” dico quasi senza voce.
“Sì, subito.” Dice lui guardando lo stesso punto che sto guardando io, Zayn.
 

“Respira Marta… Dovrebbe essere un gesto facile da fare” dice Harry guardandomi con la serietà che dedica ai momenti importanti.
Eppure a me non sembra facile respirare.
Non mi sembra facile nemmeno muovermi da quel punto della discoteca, da qual dannato divanetto.
Zayn non c’è da nessuna parte, e lo sto aspettando da circa tutta la serata.
Ormai dovrei essermi arresa, ma Harry di induce ad aspettare ancora dieci minuti, e poi altri dieci.
“Ti assicuro che non è facile come sembra” dico io fredda, quella freddezza che attribuisco a momenti del genere.
Il vestitino rosso che ho indossato perché piace a lui, lui non lo vedrà questa sera.
Mi alzo finalmente dal divanetto e, lanciando un’occhiata vuota al riccio gli faccio capire che stasera non ho voglia di restare ad aspettare qualcuno che non arriverà mai, mai più.
Perché è questa la verità che mi sono sempre negata.
Zayn Malik e io, ormai, siamo due persone diverse, lontane, troppo distanti.
Come quelle collanine a forma di cuore che ci si scambiano con il fidanzatino delle medie, quelle che dopo un po’ si perdono, o si arrugginiscono a forza di restare unite.
E si sa che anche il ferro si rovina più facilmente d’estate, soprattutto al mare.
 

Corro a più non posso con i tacchi in mano da ormai un’ora.
Corro sulla spiaggia, cercando di non pensare.
Ma l’unica cosa che ottengo sono le lacrime pesanti che mi rigano il viso, inattese.
Inattese perché, io, Marta Willson, quasi vent’anni, ho ancora paura di piangere.
Ho sempre avuto paura di piangere come facevano le mie sorelle, ma ormai ho capito che non serve a niente negare.
Ringrazio mentalmente Harry per avermi fatto nascere un po’ di vana speranza.
Mentre entro con i piedi nell’acqua mi sento bruciare, bruciare dentro.
Bruciare il cuore e l’anima.
Mi sento come una di quelle grosse stelle che diventano gigantesche prima di esplodere e diventare nane bianche.
Devono sentirsi così.
Esplodere… anzi, implodere.
Guardando la baia di Miami dall’alto in questo momento si dovrebbero poter vedere i miei mille pezzi che cadono lontano dall’ultimo pezzo della mia anima, prima di finire negli abissi del mare.
E, vi sembrerà abbastanza stupido, ma l’ultimo pezzo della mia anima è proprio lui.
Ancora lui.
Zayn.
Forse è questo che mi induce a scoppiare in un pianto a dirotto mentre cerco di guardarmi dentro, guardare quello che è rimasto di me.
Non è speranza, già lo so prima di andare a controllare.
 

Mi sveglio bruscamente dal dormiveglia nel quale sono caduta da circa un’oretta.
Il cuscino e il letto ancora intatti e, appoggiata sopra, una me molto diversa dalla solita me.
Una Marta distrutta, stanca, bagnata.
Con i piedi sporchi di sabbia della baia.
Con gli occhi rossi e stanchissimi.
Mi sveglio sentendo urlare fuori dalla porta “Servizio in camera!” da una voce troppo conosciuta per trattarsi solo si un servizio in camera.
Solo in quel momento, nel momento in cui cerco di alzare la schiena dal letto, mi accorgo che ho ancora indosso il vestito rosso.
Non è più quello che era prima, è a pezzi, con molti strappi e bagnato e insabbiato, come me, e come la mia anima.
Me lo strappo via velocemente prima di tuffarmi nel primo accappatoio bianco e pulito.
Mi avvicino alla porta e la apro, ritrovandomi davanti un vassoio bianco ricolmo di cibo e bevande varie, e un ragazzo riccio con gli occhi verde smeraldo che lo tiene in mano.
Sorridendo.
“Sei distrutta” il sorriso scompare. Io non posso fare a meno di rivolgergliene uno pieno di scuse lasciate a metà.
“Entra” dico invece semplicemente aprendo un po’ di più la porta e ponendomi all’angolo.
Lui entra nella stanza e il suo sguardo si posa sul letto ancora fatto leggermente sporco di sabbia e sullo straccio rosso per terra, a brandelli.
“Me ne comprerò uno nuovo” dico io cercando di minimizzare l’accaduto sedendomi sull’angolo del letto e invitandolo a fare altrettanto con un gesto della mano.
La mia anima sfortunatamente non aveva prezzo.
E non lo ha tutt’ora, ma probabilmente quello che mi rimane ora non ne ha perché non è rimasto quasi niente.
Lui sbuffa mentre si side sul letto e appoggia il vassoio dietro le nostre schiene.
Io sbuffo poco dopo, nel silenzio della stanza.
“Mi dispiace” dice lui guardandomi negli occhi.
“Non devi dispiacerti, hai fatto tutto il possibile” dico io cercando di non guardarlo negli occhi.
“Mi dispiace per te. Non per te e Zayn” dice lui prendendo il mio sguardo.
Il nome del ragazzo mi fa ancora male, molto male.
“Lo so” dico io guardandolo negli occhi. “Lo so che hai fatto tutto per me… Non per me e Zayn” dico io sorridendo solo con le labbra.
“Vieni qui” dice lui aprendo le braccia invitandomi ad un abbraccio.
Io mi avvicino a lui lievemente e mi faccio stringere forte dalle sue braccia muscolose. Vorrei che quell’abbraccio così confortante non finisse mai. Poggio la mia testa alla sua spalla destra e le lacrime sgorgano dai miei occhi.
Singhiozzo, tremo tra le sue braccia mentre cerco di articolare parole, o almeno pensieri.
“Ho trovato un amico” affermo singhiozzando ancora. Più che un’affermazione sembra una richiesta.
“Si. Hai trovato un amico Marta.” Dice lui sicuro mentre i capelli ricci di avvicinano ai miei ancora appoggiati alla sua spalla.
Così vicini sembriamo due pinguini che si scaldano tra loro, o due amici fidati.
Mi lascio andare in un pianto liberatorio.
Forse la mia anima e il mio cuore non si riprenderanno mai, ma posso almeno dire che Harry ci sarà sempre.
“Sei una roccia ragazza…” mi dice lui accarezzandomi i capelli mentre piango.
“Non… Non è vero. Sto… Sto piangendo” dico con voce tiepida interrotta dai singhiozzi.
“Non hai paura delle lacrime, per questo sei una roccia” dice lui continuando a far passare le sue mani tra i miei capelli scuri.
E’ proprio quella frase che mi fa accorgere che è passato davvero un anno.
E oltre a non avere più paura dei ragni non ho più paura delle lacrime, di piangere, della tristezza.
E mi accorgo di essere cambiata del tutto.
Completamente, e in pochi mesi.
Lui mi ha cambiata.
Lui che è l’unica parte dell’anima che è rimasta.
Lui che mi ha distrutta.
E’ grazie a lui che sono cresciuta.
Sembra assurdo anche per me, ma è semplice e chiaro.
Non commetterò più errori, mai più.
“Sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto. Sei una vera roccia” dice Harry riportandomi alle mie lacrime che scendono ancora facendomi rabbrividire.
Mi accarezza la schiena da sopra l’accappatoio.
“Un diamante. Non una roccia.” Dico io puntualizzando.
“Già, un diamante” dice lui mentre avvicina la sua testa ai miei capelli.
“Stringimi forte Harry. Ne ho bisogno.” Dico allora aspettando solo che lui mi stringa con più decisione in un abbraccio che vorrei non finisse mai.
E lui fa quello che gli dico, senza più parlare.
Dice solo:”Ora e sempre”
E mi ricordo di quando usò quelle parole per dirmi che mi amava, che mi voleva bene.
“Mi ami ancora Harry?” chiedo io quasi senza voce mentre mi stringe forte.
“Sì” dice lui sicuro di quello che sta dicendo.
Ed è in quel momento che capisco che la roccia tra di noi è lui, è proprio lui il diamante.
“Sei tu il diamante Harry” dico io mentre le lacrime continuano imperterrite a rigarmi il viso distrutto.
 

Angolo autrice
Piaciuto il capitolo? A me piace. Mi è uscito così e resterà così. Rappresenta un po' il lato debole di tutti in questa storia. Marta che è distrutta da Zayn che viene ditrutto da Marta.
E poi c'è Harry, lui è davvero una roccia. Fate le vostre riflessioni ma io penso proprio che una parsona che ama un'altra ma non glielo fa pesare sia davvero una persona forte.
Una persona che ha molto da dare e non pretende niente.
Una persona altruista.
Non che Marta e Zayn non lo siano. E' che loro sono uguali. Insomma, si autodistruggono tra di loro ma sono perfetti insieme e hanno tutti e due paura di loro stessi, dei loro sentimenti. Penso che sia anche quasta una delle più grandi paure che tutte noi abbiamo.
Questo capitolo mostra anche come Marta, nel suo piccolo, riesce un  po' a superare tutto questo.
E penso che lei sia fantastica.
E sì, mi sto anche facendo i complimenti da sola! ahahahaha!
Commentate con le vostre opinioni ragazze!

Scena Da Film
Non c'è bisogno di aggiungere altro.

“Mi ami ancora Harry?”
"Si."
E con questa scena tristissima vi saluto!
Martaxoxo

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Capitolo 8
*** The Best Choice ***


THE BEST CHOICE
"A volte una regina deve fare la sua scelta
un castello con il Cavaliere Bianco,
o un'avventura con il Principe Nero,
tocca solo a lei la scelta..."
(cit-Gossip Girl)
H e   y        M   o  n   t    e         c      a         r         l         o     .            .            .          .
“Hey! E’ il tuo compleanno!” dice Harry mentre guarda la sveglia elettronica che segna l’una e quarantacinque.
Io, sdraiata di fianco a lui in camicia da notte sono troppo impegnata a vedere il filma d’azione trasmesso alla tv per badare troppo alle sue parole.
“Già…” dico tristemente.
E’ passato un anno. Ufficialmente.
“La festa si fa o non si fa?” chiede lui sdraiandosi più vicino a me e distogliendomi dal film.
“Sono passati solo due giorni Harry” dico io cercando di non piangere, di nuovo.
Ormai le lacrime sono parte di me.
Parte di tutto quello che sto passando.
Riesco a distogliere i miei pensieri per non meno di due minuti dal mio pensiero principale.
Zayn.
Harry con sguardo rassegnato mi guarda negli occhi profondamente, lo fa spesso ora.
Lo sento più vicino a me ogni volta.
E’ come se mi vedesse dentro, nell’anima.
E’ come se cercasse inutilmente i brandelli nel mare.
Ogni volta che lo fa ricordo a me stessa che lui potrebbe essere un angelo.
Ma so che non lo è. Harry Styles non è un angelo ricciolino.
E’ un diamante. Il mio diamante personale.
“Se sapessi cosa fare lo farei Marta” dice mentre mi scruta dentro abbassando lo sguardo.
Gli alzo il viso con la mano destra sorridendo con gli occhi, lievemente.
“Quando lo saprò lo faremo, insieme” dico io tranquillizzando le tenebre nei suoi occhi.
Il suo sguardo cambia, tutto d’un tratto si alza dal letto di scatto.
“Cosa c’è?” chiedo pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato e ripassando la scena a mente per trovarlo.
“So cosa fare” dice lui mentre, senza neanche salutarmi con uno sguardo, apre la porta e se la chiude alle spalle lasciandomi interdetta e in attesa.
Un’attesa snervante.
E nella solitudine ricado nell’ombra, come al solito.
Riiniziano a rigarmi il viso le lacrime amare.
E mi chiedo per quanto tempo continuerà a succedere.
E, improvvisamente, mi accorgo di sapere cosa è andato a fare Harry.
Mi alzo di scatto dal letto con la schiena e mi inizio a vestire velocemente.
So già che cosa devo fare, e che cosa devo dire.
Non ho bisogno di un discorso.
Ma ho bisogno di essere me stessa.
E una ragazza in pigiama con le pecorelle e con il viso bagnato dalle lacrime non sono io.
Decisamente.
A lui sono sempre piaciuta forte e sfavillante. Un diamante.
 


“Ha appena lasciato la stanza dell’hotel Marta!” dice Harry tutto agitato e accaldato per l’evidente corsa su per le scale.
E io so già chi. So chi ha lasciato la stanza dell’hotel.
Ma tutte le mie certezze svaniscono.
“So cosa fare” dico io cercando il più possibile forte e stupendo Harry.
“Vengo con te” dice lui prendendo il telefono appoggiato al comodino e cercando qualcosa dentro la sua tasca dei pantaloni.
Fermo la sua mano con un gesto e gli faccio alzare lo sguardo.
“Lo devo fare da sola” dico decisa facendo un gran respiro.
Lui annuisce guardandomi negli occhi e sorridendo. Sembra quasi… compiaciuto.
“Ce l’hai fatta” dice sorridendo e prendendomi la mano.
“Ce l’ho fatta” ripeto io sorridendo lievemente solo con gli occhi.
“Lo ami davvero” aggiunge poi sorridendo solo con lo sguardo.
“Lo amo Harry, lo amo davvero” dico poi cercando di convincere una già convinta me stessa.
“E io?” chiede lui con l’innocenza di un bambino.
Già, e Harry. Harry è il mio angelo.
Harry è il mio diamante e la mia roccia.
Harry è la mia ancora di salvezza.
Lui è un insieme di sentimenti ancora indefiniti, ma cari.
“Tu sei il mio angelo” dico io innocentemente mentre mi avvicino al suo viso.
“E tu sei il mio” dice sorridendomi e avvolgendomi in un abbraccio caldo e forte.
“Mi ami ancora?” chiedo a questo punto per la seconda volta pochi giorni.
“Si” dice lui per la seconda volta. Questa volta sorridendo.
Mi provoca una scossa elettrica, un balzo, un tremito dentro.
Questo sì mi provoca qualcosa di strano.
“E tu. Mi ami ancora?” chiede lui dando per scontato il fatto che io lo avessi amato.
E ora mi accorgo che è vero, l’ho amato.
“Non lo so” dico io stupendomi con le mie stesse parole.
“Mi basta per non sentirti troppo lontana” dice lui annuendo alle mie parole e sorridendomi.
“Io… Io…” cerco di articolare una frase decente, ma non so neanche cosa dire.
“Shh…” mi poggia un dito sulle labbra lui.
“Non mi devi nessuna spiegazione” dice lui sorridendomi ancora.
E se prima ero piena di certezze, un minuto dopo sono piena di domande.
Molte domande.
 


La gente ruota intorno a me come su una giostra quando, nel bel mezzo dell’aereoporto, mi metto a guardare in giro. Sono mezza sicura, ormai, che Zayn abbia intenzione di imbarcarsi per New York, ma voglio essere sicura, vederlo. Non so neanche perché me ne sto così stupidamente con lo sguardo che si ferma su tutti i capelli neri, magari pettinati in una cresta. Non lo so proprio.
E’ che forse voglio semplicemente vederlo, forse per dimostrare a me stessa che mi fa provare reazioni più forti di quelle che mi provoca Harry.
Forse sono così confusa che non voglio neppure partire.
Metto una mano nella tasca destra dei jeans bianchi e mi sistemo per un ultima volta la camicetta, prima di partire con la valigia dietro.
Partire.
Da Harry.
Qualcosa mi dice che mi mancherà.
Mi avvicino al banco del check barcollando sulle scarpe alte.
“Un biglietto per il prossimo volo per New York” dico all’assistente di volo che mi sta davanti.
Mi volto per un attimo mentre la ragazza sorridendo inizia a scartabellare tra costi e biglietti ammucchiati.
“Prima classe” aggiungo poi, ricordandomi di tirare fuori la carta di credito, che pongo all’assistente.
Mi volto verso destra solo per un attimo.
Un attimo.
Forse sono stata semplicemente destinata a tutto questo.
Destinata ad una storia così.
Destinata ad essere Marta Willson.
Vedo una Samsonite scura che riconoscerei tra un milione di valigie.
E vedo una cresta alta e mora.
Camicia a quadri blu e jeans a vita alta.
Può essere una sola persona.
“Zayn…” mormoro a voce bassissima prima di leggere sopra di lui la scritta del volo aereo che sta per prendere.
“Cambio di destinazione. Scusi tanto. Montecarlo. Europa. Prima classe.” Dico decisa e con un po’ di fretta.
La ragazza mi guarda con una vena di dubbiosità per poi tornare a scartabellare. Prendere la mia carta di credito e riconsegnarmela poco dopo, insieme ad un biglietto aereo.
Monaco… Non ci sono mai stata.
 


Mi siedo, dopo una corsa tremenda tra controlli e procedure, sul comodo sedile di pelle bianca della prima classe.
Non faccio neanche in tempo a tirare fuori dalla tasca il cellulare per avvisare Harry che una voce mi fa voltare verso la mia destra.
“Allora è vero che il mondo è piccolo!” sento poco prima di girarmi e di trovarmi, seduto al mio fianco il biondo che mi aveva “raccolta” dalla strada.
“Tu devi essere Niall! Ciao!” dico io cercando di sembrare cordiale, anche se non ho molta voglia di parlare con qualcuno.
“E tu sei Marta!” dice lui mentre mi stringe la mano.
“Grazie ancora di avermi aiutata quella volta” dico io sorridendogli.
“Parli come se fosse passato molto tempo, solo una settimana fa. Forse una e mezza” dice lui sorridendo.
“Sono succese così tante cose che mi sembra un’eternità” dico io diventando triste di nuovo.
Tante cose.
“Oh… Qualcosa di brutto?” mi chiede lui vedendo la mia espressione.
“Oh… Già… Hai indovinato” dico io cercando di sorridere lievemente.
“Allora non parliamone. Perché Monaco?” chiede lui con curiosità.
“Devo dimostrare qualcosa ad una persona” dico io facendo un po’ la misteriosa.
Ma a chi devo dimostrare?
A me.
O a Zayn.
O ancora a Harry, che probabilmente si aspetta che io ce la farò.
O semplicemente devo provare a tutti quanti la mia forza, per la centesima volta.
“E tu?” chiedo per rompere il ghiaccio.
“Stessa cosa” dice lui sorridendo lievemente.
Io lo guardo meglio prima di chiedermi cosa debba dimostrare un ragazzo che sembra così felice.
“Non ho rincorso la mia ex una volta, pensando che lei non lo volesse. E ora che l’ho incontrata di nuovo ed è scappata ancora ho dciso che è il momento di rincorrerla.” Dice lui pensoso.
“Io invece sto rincorrendo il mio ex, lui aveva fatto la stessa cosa per me. Devo sdebitarmi” dico io con  la stessa aria pensierosa.
“E’ solo una questione di debiti morali dunque?” mi chiede.
A questo, in realtà non ci aveva mai pensato.
“Non lo so. Penso di amarlo.” Dico mentre mi pettino i capelli con una mano.
“Anche io amo lei.” Dice lui sorridendo lievemente.
“Cosa si prova?” chiedo io.
Forse è l’occasione giusta per provare il mio amore a me stessa prima di provarlo a Zayn.
“Non lo so. E’ una cosa bellissima” dice lui sognante.
Io che mi aspettavo una risposta gli rivolgo un sorriso prima di iniziare a leggere Vogue mentre penso a tutt’altro che a vestiti.
 


Mi sveglio tutto d’un colpo dopo solo un’ora di viaggio in dormi-veglia.
Per lui.
“O mio dio ma se non è qui…” penso allrmata tra me e me.
Effettivamente nell’ala della prima classe dovremmo esserci solo io Niall e un signore di mezza età che sembra molto interessato alla lettura del suo New York Times… Niente ragazzi mori.
O più semplicemente niente Zayn.
Non faccio neanche in tempo a rendermi conto di questo che Niall sembra essere scosso dalla sua lettura, probabilmente per il commento di prima, che, oltre ad aver pensato ho anche detto ad alta voce.
“Che succede?” chiede leggermente preoccupato abbassando il libro.
“Succede che lui non c’è! Probabilmente sono sul volo sbagliato e lui è già a New York solo soletto a piangersi addosso… E io sono su un aereo per Montecarlo! Penserà ovviamente che sono un’irresponsabile festaiola… Ovvio… Penserà che sono andata a Montecarlo a farmi un giretto senza di lui… ovvio!” inizio a farfugliare piuttosto agitata.
La faccia di Niall diventa preoccupata e confusa allo stesso tempo.
“Mi stai dicendo che tu non sapevi che volo lui avesse preso?” mi chiede facendo una strana smorfia di disapprovazione che non fa altro che agitarmi ancora di più.
“No… C’è  sì! E’ che io… Io volevo fare la cosa giusta. E poi ho visto… Ho visto uno con la samsonite e i capelli uguali ai suoi e ho solo preso il suo volo.” Dico io mentre arriva una fitta di mal di pancia. Il solito mal di pancia pre esame o pre casino.
“Sei proprio innamorata bella…” sospira Niall invece di consolarmi o consigliarmi in qualche modo.
“Che cavolo c’entra ora! Sono su un aereo per Montecarlo senza di lui! E sono sicuramente senza di lui! Zayn Malik non viaggerebbe mai e poi mai in seconda classe.” Dico io mentre lo sguardo di Niall si sposta verso le mie spalle.
“Ehi!” dice qualcuno dietro di me mentre io cerco di capire chi sia girandomi velocemente cerco l’altro lato.
“Che ci fai qui!” i miei occhi sbarrati laciano intendere a tutti che non me la sarei mai aspettata.
“Quando lo sapremo lo faremo insieme. Ricordi?” dice il ragazzo che ho davanti ai miei occhi.
“Non è il volo giusto. Probabilmente non servirà a niente.” Dico io mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.
“Lo troveremo. Te lo prometto.” Dice lui mentre si avvicina a me e mi accarezza la guancia con una mano, chinandosi all’altezza del mio sedile.
“E’ atterrato a Montecarlo quattro ore fa” dice lui quasi silenziosamente.
“Grazie Dio! Che tu benedica quel ragazzo con la Samsonite!” dico io giungendo le mani al petto.
“E grazie a te Harry! Sei sempre il migliore!” dico io sorridendo felice.
“Mi piace che tu lo dica” sussurra lui mentre si siede accanto a me al posto libero.
Io sto in silenzio solo per un attimo mentre lui si avvicina pericolosamente a me per sussurrarmi nell’orecchio con voce roca:”Anche se so che non è vero…”
Questo mi spezza il cuore, lo giuro.
E in quel momento mi sento sola, anche se sono su un aereo con Harry.
Non nel senso stretto del termine.
Lontana, lontana da Zayn, ma anche troppo lontana da Harry per i miei gusti.
E così lo faccio.
Commetto il mio errore fatale.
Lo bacio sulle labbra appassionatemente.
E lui ricambia, altrettanto appassionatemente.
“Vorrei che tutto questo fosse vero” sussurra poco dopo.
“E’ vero Harry” dico io mentre gli accarezzo la guancia gelata.
“No, quelo che è successo non è vero Marta. Tu sei Marta Willson, studentessa universitaria che vuole laurerasi in medicina a Princeton, e ci riuscirà. Sei nella squadra delle cheerleader e l’unica cosa che notano tutti mentre piroetti e salti nel campo di Football sono le tue splendide gambe, e i tuoi capelli. Hai una passione per il ballo e hai fatto danza classica per tutta la vita, anche se non lo dici mai a nessuno. Sei forte, forse troppo. Hai paura di te stessa e dei tuoi stessi sentimenti. Ora sei confusa, ma quando c’è in ballo Zayn lo sei sempre. Forse però è solo colpa di quello scemo di Harry Styles che crede troppo nei sogni, e che crede troppo nel suo sogno del tenerti tra le braccia guardando un bel tramonto. Lui è uno scemo, ma tu no. Non credere nell’impossibile” disse come per sputare tutto fuori, invece di raccontare la mia storia in poche frasi.
“Queste sono solo pochi aspetti della mia vita Harry, solo pochi e irrimediabilmente diversi dalla verità. Ma tu lo sai vero? Tu lo sai. E’ questo che ti rende Harry, quel ragazzo a cui sono riuscita a raccontare tutta la mia vita, quella vera.” Dico io sputando fuori l’unico dei mille commenti che ho pensato.
“Lo so Marta. Lo so… Ma prova ad accettare che non siamo in un film in cui c’è una ragazza che deve per forza scegliere tra due ragazzi perché è innamorata di entrambi.” Dice lui cercando di spiegare.
“Lo so Harry. Non so neanche se sono innamorata di qualcuno…” dico io.
Quella è la verità.
Io non sono una specie di Bella Swan che se di per certo di essere innamorata di due ragazzi e che deve solo scegliere.
Io non so neanche se lo sono, innamorata.
Che poi amore è una parola così grande e impegnativa per i miei gusti.
La mia mente scatta tra i ricordi più felici vissuti con ognuno dei due.
Ce ne sono un’infinità.
E poi passa a quella notte.
Quando tutto in me ha capito e ha urlato che io lo amavo.
Zayn.
Per poi passare ai fatti di quella mattina, in cui avevo capito che lo aveva amato, e forse lo avrei amato ancora.
O magari già lo amavo… Non lo so.
Harry.
“Lo so Marta.” Dice lui abbracciandomi.
Non devi fare una scelta per me, o per Zayn” dice pronunciando il nome del ragazzo con una scialbezza che non gli apparteneva.
“Devi farlo per te!” dice poi indicandomi con una mano.
“Per me… Già” dico io annuendo ancora stretta a lui.
“Posso non farlo?” chiedo io aspettandomi già la risposta che mi arriverà.
“Puoi. Ma quello si chiama rimandare. E tu sei una ragazza forte, non hai bisogno di rimandare.” Dice lui sorridendo.
Ragazza forte.
Forse era questa l’unica cosa che mi piaceva di me.
Non avevo nulla di speciale.
Ma il carattere.
Lo odiavo e lo amavo al tempo stesso.
Ero forte.
E fu quella notte, abbracciata ad Harry per tutte le otto ore che seguirono, che capii tre cose finalmente.
La prima era che i due ragazzi più importanti della mia vita erano Harry e Zayn, ed erano tutti e due innamorati della sottoscritta. Perché potevo dire tutto su Zayn, ma non che non mi amasse.
La seconda era che amavo Zayn, più di tutta me stessa, anche se era stato proprio lui a bruciarmi l’anima.
La terza era che amavo anche Harry, nel profondo, da ogni parte arrivavano segni del mio amore.
Avevo capito anche un’ultima cosa.
Era tutto irrimediabilmente nelle mie mani.
 


Io e Harry siamo intorpiditi dal viaggio, ma ancora riusciamo a reggerci in piedi con l’aiuto delle valigie trolley e di quattro caffè.
Della notte non mi ricordo niente di niente.
Ma Niall dice che continuavo a borbottare due nomi. Non ha neanche detto quali, ma io lo so.
Non c’è la tensione che mi sarei immaginata tra me e Harry, sembra il solito.
Ma in realtà so che anche lui sta pensando a me, come io sto pensando a lui… e a Zayn.
Niall cammina davanti a me mentre stiamo per prendere il taxi che ci condurrà all’hotel che ha prenotato il biondo.
Anche lui mi sta aiutando, è un ragazzo simpatico.
Non ci conosciamo molto ma posso affermare con gioia di non provare attrazione per lui, almeno.
So che lo posso mettere nella lista “amici” e non in una di quelle liste strane in cui ci sono Harry e Zayn.
Montecarlo ci passa davanti agli occhi con i suoi edifici da favola e i suoi locali alla moda.
Dopo circa dieci minuti soltanto arriviamo in una via molto larga, dove il taxi ci fa scendere.
“Hotel de Paris” sussurra Harry girandosi verso una scalinata enorme.
“Avevo detto qualcosa di tranquillo” dico io fulminando Niall.
“Stiamo parlando di Montecarlo bellezza!” dice lui sorridendo e prendendo la mia valigia.
“Questo è l’hotel più famoso di tutta l’Europa praticamente!” dico io protestando mentre li seguo.
“Se avessi conosciuto qualche reale avremmo alloggiato a palazzo” dice Niall ridacchiando ancora.
 


Pov Harry
E’ affacciata alla finestra, anche di spalle, con quel vestitino rosso è bellissima. Raggiungo il finestrone della suite Napoleone dove alloggio con lei, in camere da letto separate, ovviamente.
Non so cosa pagherei per vedere il suo sguardo cambiare quando la abbraccio da dietro.
Sono sicuro che qualcosa si è mosso in lei, sono sicuro che mi ama.
E io sono sicuro di amare lei.
Forse troppo per i miei gusti.
Il paesagio è stupendo, direttamente sul mare.
La spiaggia di Montecarlo leggermente popolata.
Il mare azzurro, azzurrissimo.
“Quando se n'è andato hai sprecato tutte le tue energie per non dimenticarlo. Potresti essere felice se lasciassi perdere. Potresti essere felice con me” dico vicino al suo orecchio mentre guardo il paesaggio che si distende verso l’infinito del mare.
“E’ che…” dice lei farfugliando qualcosa.
So che non sceglierà me, nel profondo lo so già.
Lo sento dentro.
Lo sento che sta pensando a lui e non a me guardando l’infinito.
E lo dico, forse per dimostrare qualcosa a me e lei, forse per entrambi.
“Marta, sono innamorato di te, Marta, ti amo. E voglio che tu scelga me invece che lui” dico liberandomi da quel frammento della mia anima così pesante per essere sopportato a lungo.
Lei si gira di lato, verso di me e mi guarda negli occhi.
Con forza, non con gentilezza.
Come per chidermi cosa dovrebbe fare, cosa dovrebbe scegliere.
Chi dovrebbe scegliere e chi dovrebbe amare.
“Le cause perse sono la mia passione” dico mentre lei distoglie lo sguardo per mettersi a fissare il paesaggio di nuovo.
“Ti odio Harry, prima di te la mia vita era così semplice. Così giusta! Ed ero dannatamente innamorata di Zayn. Poi sei arrivato come una cometa nel mio cielo scuro, e mi hai illuminato così tanto che, quando te ne sei andato dal mio cuore non riuscivo a vedere più le stelle, quelle stelle che mi erano sempre parse luminose. E non riuscirei mai a vivere senza di te.” Dice lei mentre delle lacrime le rigano il viso.
“Mi piace, l’odio è una passione così forte, passionale” dico io mordendomi il labbro.
Potrei giurare di vedere un piccolo sorriso, velato.
“E’ come una droga per te. Ormai entrambi abbiamo capito che senza di lui non puoi vivere, è troppo tardi.” Dico io sconsolato guardandola negli occhi. “Ma sappiamo anche che io sarei una soluzione più sana, non una droga, io sarei l’aria, il Sole”. Aggiungo poi sorridendo.
“Sei il mio rimedio contro le nuvole Harry” dice lei sorridendo dietro le lacrime che le scendono a fiotti.
Vorrei asciugarle, ma non posso.
“Se pensi che Zayn sia solo un mucchio di nuvole ti sbaglia, Marta. Lui è un’eclissi. E io non posso fare niente per le eclissi.”


Angolo Autrice
Ed ecco il capitolo di questa settimana! Lo so che è leggermente palloso, ne avevo già preparato un altro ma poi mi è venuta in mente una cosa e così sono andata a rifarlo del tutto lasciando solo le frasi che mi piacevano tanto, anzi, troppo. E' superomantico in alcuni punti... Forse è questo che mi piace! E poi si cambia aria gente!! Siamo all'ottavo capitolo e siamo già state a New York Miami e Montecarlo. Ho scelto proprio questa città perchè ci vado ogni anno con mio papà a vedere il torneo di tennis famoso, il Rolex Master Tennis, non so se lo conoscete... Comunque fatemi sapere.
Ho messo anche un bel pov Harry perchè mi serviva.

Scana da Film
No comment.

"Sei il mio rimedio contro le nuvole Harry"

“Se pensi che Zayn sia solo un mucchio di nuvole ti sbaglia, Marta. Lui è un’eclissi. E io non posso fare niente per le eclissi.”
 
Commentate mi raccomando!
Martaxoxo

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Capitolo 9
*** Now And Forever ***


NOW AND FOREVER
"And I think
I'm gonna love you for
a long long long long time.
Like forever"

Forse era semplicemente uno scherzo del detino, ma quei tre si trovavano nella stessa città.
Lei che cercava di legare tutto insieme con pezzi di corda troppo corti.
Il riccio che cercava di farla sorridere almeno un po' nell'impresa.
E il nostro ragazzo solitario che si nascondeva da tutto e da tutti, soprattutto da lei, ma non aveva ancora capito che agire sarebbe stata la cosa migliore, probabilmente.
Si stava nascondendo da se stesso, dalle sue emozioni, e non lo aveva ancora capito.
Se fossi stata in Marta sarei scappata da quel grande casino che avevo fatto, me la serei data a gambe.
Ma visto che sono solo la narratrice, vi racconterò cosa successe quel giorno.


Forse la mia testa aveva ragione, dovevo tornarmene a casa, prima di diventare troppo depresso.
Ma il mio cuore diceva che era lì che dovevo stare, in Europa, e per molto tempo.
Del resto, anche per la mia testa, New York significava Marta, e non aveva bisogno di vedere i due piccioncini neanche per un secondo. O un attimo.
Stavo pensando, addirittura, di restarmene lì anche per tutto il primo semestre di college, magari potevo fare richiesta di trasferimento da qualche parte in Francia, sarei restato vicino a mia zia, e così alla mia ansiosa famiglia.
Charlotte avrebbe sicuramente acconsentito, e così mamma.
E il palazzo era così accogliente, e mi piaceva trascorrere le mie giornate a rinfrescare il mio francese e a comportarmi da nobile.
“Nobile”, in teoria lo ero, ma ero americano, e gli americani non possono essere anche nobili.
Ma dovevo anche dire che non c’era gente interessante a palazzo.
Mio cugino Liam era l’unico della mia età, oltre a qualche parente lontana troppo frivola per i miei gusti.
E Liam era troppo snob, probabilmente credeva che mio padre fosse nato in una grotta o qualcosa del genere, perché non faceva altro che cercare di alludere alla sua presenza nel mio, ormai macchiato, pedigree.
Questo lo faceva quando poteva sprecare il suo preziosissimo tempo nel parlare con me, tempo che, fortunatamente per me, era limitato dalle sue continue partite di tennis con Louis.
Louis, già, Louis Tommilson, ogni volta che lo vedevo c’era anche Cassandra, e questo non mi faceva bene.
Per niente bene.
E so cosa starete pensando.
Impossibile.
Sì, Cassandra Elettra Nicole Willson, la sorella di Marta.
Non faceva altro che scorrazzare per palazzo con Louis, il quale scorrazzava dietro a Liam.
Erano una specie di trenino della discordia, e per me era meglio evitarli.
Soprattutto la mielosissima ragazza che cercava in tutti i modi di pilotare le sue conversazioni sull’argomento “Marta”, cosa che non mi faceva per niente piacere.
Del resto le mie ferite erano così giovani che bruciavano al minimo movimento del mio cuore.
Cercavo perciò di impegnarmi nella lettura più di quanto avessi mai fatto.
Andavo in spiaggia due volte al giorno, portandomi dietro un libro.
Montecarlo era una città stupenda, ma per me non era nuova, preferivo leggere che farne il millesimo giro turistico.
Ho appena passato Place du Casino quando, svoltando a destra dell’Hotel de Paris, vedo Cassandra corrermi incontro eccitata.
“Zayn!” dice con un urletto mentre cerca di saltare su i tacchi.
“Ti stavamo cercando sai? Intendo io Lou-Lou e Li…” parte sorridente senza lasciarmi un secondo per salutarla.
Odio chi dà nomi scemi agli amici, e poi quelli che ha dato lei a loro sono davvero imbarazzanti…
A qual punto, sempre con il solito supersorriso, mi consegna una busta in carta dorata con un timbro in cera lacca rosso, recante lo stemma di palazzo.
“Cosa è’?” chiedo io cercando di indovinare nella mia testa.
Deve essere qualche comunicato stampa, o qualche lettera da casa forse…
“E’ l’invito per il ballo di fine estate!” dice lei con una risata stridula che fa veramente paura.
Intanto a si sono avvicinati anche un Liam in polo bianca e un Louis con la camicia aperta.
“Verrai cugino?” mi chiede Liam alzando le sopracciglia come se si aspettasse già una risposta precisa.
“Non lo so… Ho molto da fare…” e soprattutto non ho voglia di una festa, è troppo presto, è passato poco tempo…
E poi l’estate non è ancora finita per me.
“Dai amico! L’estate è agli sgoccioli! Sappiamo entrambi che mancano solo due settimane e mezzo all’inizio del semestre, goditi con noi l’ultima festa!” mi dice cordiale Louis.
“E’ che…” cerco di dire io mentre penso ad una scusa decente.
“E’ il ballo più ‘in’ di tutta l’estate a palazzo!” dice Cassandra con la solita aria da ‘ti prego ti prego’.
“Parliamo di Elle, Vogue che vengono a fare foto caro…” aggiunge Liam che sembra intendersene.
“Non sto bene in smoking” dico io trovando una scusa che fa ridere anche me.
“Lo smoking sta bene a tutti caro… Fidati” dice Cassandra mentre fissa Louis sognante, come a vederlo già agghindato per il ballo.
“E non ho un’accompagnatrice” aggiungo poi ovvio.
Accompagnatrice.
Una parola e mille ricordi.
Una persona sola potrebbe.
Blocco i miei pensieri prima di rabbuiarmi ancora di più.
Non devo pensarci.
Lei è felice.
Non importa con chi e come.
Ma so che mi importa, e molto.
“Non serve un’accompagnatrice! E poi il ragazzo solitario è sempre quello che fa  più scalpore.” Dice altrettanto ovvia Cassandra, riportandomi alla realtà.
“Verrò…” dico sospirando e dandogliela vinta.
Del resto non ce la faccio più di leggere.
E magari mi distrarrò da lei.


 
 
Camminando sul marciapiede a bordo spiaggia mi sento terribilmente sola.
Harry e Niall si sono dati ad un’intramontabile giro turistico della città, con tanto di cuffiette e di guida.
Io sono rimasta da sola in stanza, e ho deciso di andare a fare una passeggiata, ormai quei due dovrebbero essere già all’hotel a prepararsi per la serata, ma io ho ancora addosso il mio prendisole giallo, un po’ scolorito, che è il mio preferito.
Il sole sta ormai tramontando.
Guardando la palla luminescente che si tuffa nel mare iridescente mi viene in mente la tumultuosa mattinata dopo il viaggio in aereo, sei giorni fa.
Sospiro leggermente al ricordo delle parole di Harry, che hanno anch’esse a che fare con il Sole.
E con un’eclissi, e qui i miei pensieri si spostano sull’altro lato della mia testa.
Zayn, nessuna traccia di lui.
Deve essersi nascosto molto bene per non essere stato trovato neanche dalle nostre continue ricerche, e con nostre intendo mie e di Harry.
Niall sta cercando un’altra persona in questa città stupefacente, deve essere davvero importante per lui.
Zayn non si vuole far trovare, è chiaro, e mi manca, terribilmente, anche questo mi è chiaro.
Mi manca il tocco della sua pelle sulla mia, mi mancano le sue carezze così fredde, così…. Zayn.
Non c’è modo per descrivere quello che sento, o almeno che sentivo.
Mio chiedo se, dopo aver provato una sola volta il sapore di Harry, quello di Zayn mi parrà ancora così affascinante.
Ma la risposta è sì, lo so.
Il problema vero è che quando avrò Zayn perderò Harry, a poco a poco magari.
Oppure con un distacco netto, doloroso.
Ma lo perderò, lo sappiamo tutti e due.
Ho un’altra scelta ovviamente, il contrario.
Il mio sguardo si rabbuia come il cielo, che a poco a poco sta diventando stellato e blu.
“Marta! Che ci fai qui?” una voce cristallina e ridacchiante, ma anche un po’ sorpresa mi risveglia bruscamente.
“O mio Dio! Che ci fai qui tu” dico io con un urletto spaesato sottolineando l’ultima parola.
“Sono qui con Louis, e tu?” dice lei completamente fiera di se stessa, del resto è sempre stata così… stupida.
“Louis Tommilson? Il fighetto della scuola?” chiedo io alzando le sopracciglia.
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda” dice lei canticchiando una delle frasi che mi ripete da quando siamo bambine.
“Ma insomma Cassandra! Non credo debbano essere affari tuoi!” dico io accigliata, non voglio che si sappia in giro di me ed Harry, e Cassandra non terrebbe mai un segreto, nemmeno per sua sorella.
“Oh Emme…. Sei così… Sola… E cupa!” risponde lei come per sottolineare ancora una volta la sua apparente relazione con il moretto.
“Non chiamarmi Emme” dico io non dandole ascolto ancora una volta.
“Devi assolutamente sorridere, mi preoccupo.” Dice lei avvicinandosi stranamente preoccupata, infondo un cuore ce l’hanno le mie sorelline, anche se a volte non lo usano nei miei confronti.
“E’ successo un casino quest’estate Cass!” dico io sospirando e cercando di aprirmi.
“Oh… Mi dispiace.” Dice lei abbracciandomi.
Io sono davvero stupita, probabilmente nessuna delle mie sorelle ha mai compiuto un gesto del genere, se non nelle fotografie di famiglia, o cose del genere.
“Devi venire al ballo di fine estate Marta, con chiunque tu voglia, o da sola, se preferisci” dice lei staccandosi dall’abbraccio.
“Che?” dico io non capendo.
“Alloggio a palazzo Marta, e sono invitata al ballo dei reali, ci saranno tutti quanti, devi venire” dice sorridendomi cordialmente.
“Mi devo vestitre…?” diico io venendo subito interrotta da mia sorella.
“Elegante, abito da sera” dice lei sorridendo compiaciuta.
“Oh… odio gli abiti da sera…” dico io sbuffando anche se l’idea del ballo mi piace.
“Starai da Dio…” dice lei unendo le mani in segno di preghiera e trattenendo il fiato.
“Sì, verrò! Posso portarmi una persona?”
“Ma certo!” dice lei ammiccandomi.
“Lascia perdere Cass…” le rispondo io sbuffando.

 
 
 


La cena era stata servita nella solita stanza con le pareti rosse e arancioni, su vassoi di cristallo e piatti di ceramica colorata.
Charlotte aveva dovuto presenziare ad una cena con Alberto, e così quella sera erano rimasti solo i quattro ragazzi.
Zayn aveva pensato più volte di saltare la cena, ma alla fine la fame aveva avuto la meglio su di lui, e si era vestito velocemente per non ritardare a quell’appuntamento fisso.
Louis sedeva vicino a Liam e Zayn, a capo tavola, cercava di non ascoltare le scemate che si dicevano quei due.
Cassandra fece la sua entrata in scena scusandosi per il ritardo ben un quarto d’ora dopo l’orario prefissato.
Zayn non la degnò di uno sguardo mentre si scusava con tutti e tre.
“Non immaginate nemmeno perché sono così in ritardo…” disse la ragazza sospirando vistosamente.
Louis e Liam ebbero un unico pensiero, e riguardava una certa vetrina di Prada.
Nella testa di Zayn, il motivo era semplicemente ipotizzato come “una delle sue scemate”, non ci pensava neanche ad un’ipotesi sensata.
“Ho incontrato Marta!” dice lei con un urletto e sorridendo di gusto.
Al suono di quel nome la testa del morosi alza dal piatto per sentire e guardare meglio.
“Stai scherzando? Quel bocconcino di tua sorella è qui a Montecarlo e tu non lo sapevi neanche?!”  esclama Louis, che non è totalmente indifferente alla cheerleader.
Zayn vorrebbe uccidere il moretto proprio in quell’istante, se non fosse che non vuole assolutamente rendere partecipi quei tre della sua vita privata, già abbastanza incasinata.
“Oh… davvero?”  dice perciò con l’aria di uno che non sa niente mentre pensa ad un possibile omicidio del Tommilson durante la notte.
“Tu sei il suo migliore amico e non lo sai?!” esclama ancora una volta, dubbioso, Louis.
“E’ una ragazza…. Misteriosa. Vero Zayn?” dice Cassandra, come per nascondere qualcosa che sa, ma che non dovrebbe sapere.
Lei sa, sa tutto. Può sembrarvi stupida, ma nessuno, neanche lei, si lascerebbe scappare le occhiate proibite che si lanciavano quei due nei dintorni di casa.
“Già…” dice Zayn accorgendosi di quello che sta cercando di fare Cass.
All’improvviso le sta simpatica, stima reciproca più che simpatia.
O forse è solo un altro modo per dire che è in debito con la bionda.
“E che mi dici… E’ carina?” interviene Liam finendo il piatto di pasta.
“E’ fantastica, dovresti vederla Liam, è una bomba sexi…” dice Louis ammiccando all’amico.
In quel momento Zayn stringe il coltello d’argento nella mano sinistra e pensa veramente di fargli male, molto male.
“Cambiamo argomento?” dice all’improvviso Cassandra, e Zayn gliene è eternamente grato.
Nessuno si accorge che, dopo cena, quando Liam e Louis sono usciti dalla stanza Zayn e Cassandra li seguono leggermente distaccati.
“So tutto” dice lei a lui seria, serissima.
Zayn inghiottisce un po’ di saliva, ma il nodo in gola è ancora lì.
A ricordarle lei, perfetta, assolutamente… Marta.
Non ci sono parole per descrivere la mora nella testa del ragazzo.
“E lei ha bisogno di te.” Sussurra Cassandra dura, dura come le parole che pronuncia.
“Ha Harry” dice Zayn bruscamente alla ragazza.
“Ti ripeto, ha bisogno di te.” Dice ancora la ragazza, scandendo le parole.
“Ha solo bisogno di scegliere” dice lui cercando di rimanere calmo, sangue freddo come al solito.
“Ha già scelto te.” Lo rassicura lei, cercando di rassicurare mentalmente anche se stessa.
“Risposta sbagliata Cassandra…. Risposta sbagliata” sussurra Zayn, a bassissima voce prima di velocizzare il passo e chiudersi in camera sua.
Da solo.

 
 

 
“Ti assicuro che sarà una cosa tranquilla Harry, è solo un ballo di gente snob… Non si mettono mica a ballare sui tavoli!” dice Marta cercando di convincere Harry per la millesima volta.
Al suo ennesimo no le viene in mente la frase vincente.
“Ok… Allora ci andrò con Louis Tommilson, si è già offerto, e gli sono sempre piaciuta. E’ qui anche lui.”
Il viso di Harry cambia sfumatura.
“Scordatelo, non ci vai con quel pervertito, non ti immagini nemmeno quello che ha detto che ti vorrebbe fare, una volta in spogliatoio a football. E’ fuori di testa…” dice Harry seriamente preoccupato.
“Se tu vieni, e accetti la mia proposta di farmi da accompagnatore non ufficiale io non vado con Tommilson” dice Marta ricattandolo come aveva previsto in precedenza.
“O ufficiale o niente” la ricatta Harry a sua volta avvicinandosi al letto sul quale è seduta e sedendosi vicino a lei.
“Non ufficiale o Tommilson” ripete Marta nascondendo male un sorrisetto.
“Ok… Sorridi sorridi…” dice lui vedendo l’espressione della ragazza.
La trova assolutamente perfetta, in ogni suo lato, da ogni punto di vista.
“ahahah… vinco sempre!” escalma quella ridendo.
“Ti meriti un premio, sei una manipolatrice nata.” Dice Harry con voce roca prendendo il viso della ragazza e accarezzandolo con il sorso della sua mano.
“Un premio… Voglio un premio” lo prega sussurrando queste parole all’orecchio del riccio, del tutto avventata.
Nella sua testa in quel momento c’è solo lui, e l’idea di lui su di lei, o lei su di lui.
Ne ha bisogno, lo ama, lo sa, e si sente davvero completa in quel momento.
Lui si avvicina al suo viso lentamente, troppo lentamente.
E la bacia, con molta, molta, passione.
Per poi passare a mordicchiarle il lobo dell’orecchio suscitando in lei un gemito che non reprime, si sente libera, così sbagliata.
Dannatamente sbagliata.
E in un attimo lei sta già sbottonando la camicia a quadri di lui mentre il suo prendisole è già per terra, sul pavimento.
Si baciano con foga, passione, affetto.
E quella notte continuano così, e a tutti e due sembrano momenti infiniti.
“Cazzo, quanto è sbagliato” dice Harry distrutto dopo l’ennesimo round.
“E come è giusto, troppo giusto. Sei l’aria e il sole Harry, l’avevi detto no?” e così con carezze e tocchi dolci continuano fino all’alba.
“Ci siamo dimenticati il preservativo Marta!” esclama Harry ad un certo punto.
“Shhh… prendo la pillola Harry…” lo rassicura lei dolcemente per passare un’altra volta la mano nei suoi ricci perfetti.
“Ti amo” dice Harry guardandola negli occhi intensamente.
“Anche io” dice Marta, e sa che sia la sua testa, che il suo cuore, lo stanno urlando da tutta la notte.
“E vissero per sempre felici e contenti?” chiede Harry sorridendo e ridacchiando tra se e se.
“Vorrei fosse così semplice” dice Marta sorridendo.
Cala il silenzio, ma non è un silenzio teso.
Sa di amarlo, è una certezza che ormai fa parte di lei.
E proprio quando la sua testa inizia a pensare all'altro ragazzo, Marta guarda Harry sorridendo e sussurra:
"Ti amo Harry Styles, ti amo davvero. Lo so."
"Sempre saputo" aggiunge Harry sorridendole.
"Comunque ti amo anche io Marta Willson, ora e sempre"
E per la prima volta Marta non si sente accapponare la pelle a quelle parole, anzi, sorride.
Sorride perchè sa che, qualunque cosa succeda dopo una notte del genere, lei amerà 'ora e sempre' Harry Styles. 
E in quel momento il pensiero di Zayn è così lontano dalla sua testa che si sente strana.
"Ora e sempre, anche io Haz" dice sorridendogli e accarezzandogli il viso.


Angolo Aurtice
Aloooraaaa.... Questo capitolo mi piace abbastanza... diciamo che è di transizione, serviva. Ho usato un nuovo metodo per suddividere le parti questa volta, ditemi se i è piaciuto.
Comunque penso che lo userò solo per questo capitolo, o forse anche nei prossimi due o tre, mi serve per dividere i punti di vista senza scrivere, per sempio, Zayn pov. Approposito di Zayn, è tornato, mi era mancato tanto! E anche a Marta, anzi a lei manca ancora. Ma adopotutto si sta divertendo lei...
L'ultima parte del capitolo è abbastanza imbarazzante ma ci voleva assolutamente.
Non ditemi che davanti a Harry Styles e ad un letto morbido e vaporoso non pensate a quello! Marta è come noi, e perciò pensa a quello, anche.
E finalenete l'ha detto sul serio... Ma vorrei precisare che i suoi sentimenti per Zayn non si sono affievoliti nenache minimamente... anche se lei forse pensa un po' il contrario... Che stupidina.

Scena da Film

“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda”

“Ma insomma Cassandra! Non credo debbano essere affari tuoi!”
 
Commentate commentate e commentate!
Martaxoxo

 

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Capitolo 10
*** In the Habitual Place, At the Habitual Time ***


IN THE HABITUAL PLACE, AT THE HABITUAL TIME
"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano
Si buttano nel mare e si tuffano nel cuore
E poi cosa succede... No si sa"

 

 
“Ti rendi conto che tutto questo non ha alcun senso Marta?” mi chiede Harry per la millesima volta nel tardo pomeriggio.
Discutere è davvero snervante e io non ho voglia di cambiare d’umore per un semplice incomprensione.
Prendo un marron glace dal vassoio d’argento sul tavolino.
Montecarlo, seppur città bellissima, a dire il vero mi ha un po’ stancata.
Manca qualcosa forse, o qualcuno.
Scaccio via i pensieri e lancio uno sguardo scocciato al riccio di fronte a me.
“Sei solo nervoso Harry, è uno stupido ballo…” dico scostante mentre metto in bocca il dolcetto.
“No! Sono solo razionale! A che ti serve una stupidissima festa quando possiamo starcene tranquilli in Hotel!” chiede esasperato, forse proprio dalla mia troppa calma, stringendomi una mano.
“Harry… “ grugnisco io altrettanto stanca della discussione. “Mi chiedo dove sia andata la tua voglia di divertirti! Sei sempre stato un tipo da feste ricordi?!” dico io cercando di fargli ricordare il divertimento delle feste del college.
“Non è detto che non ci si possa divertire in hotel…” dice lui in risposta sorridendo sghembo.
Che pervertito. Accolgo la sua allusione alla notte precedente cercando di rimanere calma e di non arrossire.
E’ sì, perché anche io, Marta Willson, arrossisco. Credo che Harry sia l’unico ragazzo al mondo capace di farlo.
Neanche Zayn ne è mai stato capace, ma con lui è tutto diverso.
D’altronde come potrei arrossire davanti ad un ragazzo che conosco da tanto, tantissimo tempo.
Ci ho fatto le cose più imbarazzanti.
Harry è del tutto diverso, con lui anche una stretta di mano veloce e calda può essere causa di un arrossamento imbarazzato delle mie gote.
Zayn invece ha un tocco diverso, più passionale, freddo, ma freddo solo nel senso letterale.
Lui ha la pelle fresca al tatto, così dura.
“Quello che è successo ieri non succederà di nuovo, neanche se stessimo in hotel per il resto dei nostri giorni” dico sincera cercando di non ferirlo.
“Ok, ci andremo. E io mi cercherò una ragazza che sappia darmi certe soddisfazioni corporee che tu non mi vuoi dare…” dice lui prendendo l’occasione per farmi una linguaccia scherzosa.
“Non lo faresti mai Harry…” dico io cercando più di convincere me stessa che il riccio.
“Vero” afferma lui avvicinando le sue mani ai miei fianchi e spingendomi sul tavolino.
“E tu lo sai” mi sussurra sensualmente all’orecchio destro causando in me una serie di brividi.
Mentre le sue labbra si avvicinano alla mia scollatura io infilo una mano nei suoi capelli.
Lo amo così tanto da farmi male.
“Spero che questa storia finisca presto perché ho voglia di vivere la mia vita, senza dover scegliere.” Dico io a me stessa.
“E io invece spero solo il contrario” dice lui guardandomi negli occhi con i suoi verde prato.
“Ma questa situazione fa schifo!” protesto io mentre lui stringe le mani sui miei fianchi.
E’ così sexi che… allontano i pensieri dalla mia testa.
“Mi piace farti cadere in tentazione” sussurra sulle mie labbra per poi premerle contro le sue per un bacio passionale.
Rimasti senza fiato dopo un bacio del genere ci guardiamo negli occhi.
Mi alzo dalla mia seduta temporanea e me ne vado dalla stanza.
“Non cadrò tra le tue braccia così, troppo facile Styles” dico sorridendogli prima di sbattere la porta e lasciare un Harry Styles insoddisfatto ma adorante rivolto verso il tavolino vuoto sul quale i marron glaces sono rovesciati.
 

Mi sistemo il farfallino per l’ultima volta davanti allo specchio prima di lanciarlo con un gesto rabbioso sul letto vuoto.
“Odio questa situazione!” sussurro con rabbia guardando il mio riflesso e rinunciando del tutto ad indossare il farfallino.
“E io odio il modo in cui ti stai comportando!” dice Cassandra perfettamente vestita e truccata.
“E’ tardi vero?” dico io guardandola e cercando di sembrare più serio possibile mentre osservo il suo abito nero abbinato a quello del suo cane orripilante.
“No, siamo in perfetto orario, ora, se ti svegli, possiamo andare.” Dice lei accarezzando il cane e sistemandosi la coroncina argentata.
“Ok, sei proprio sicura che lei…” cerco di dire io venendo interrotto dalla sua vocina acuta.
“Ma allora sei proprio scemo! Sì! Sono arcisicura che lei verrà! E sono anche supersicura che sarà favolosa!” dice scocciata dalle mie continue domande.
Sia avvicina a me con in mano il farfallino e me lo mette intorno al collo slacciato.
“Sei troppo bad-boy Malik” sospira davanti alla mia figura in smoking mentre io mi guardo dubbioso allo specchio.
“A me sembra di essere travestito da pinguino…” sussurro mentre vengo trasportato di peso dalla furia della bionda che mi conduce fin giù dalle scale.
Il red crapet non è come me lo sono sempre immaginato.
Bastano pochi scatti solitari per giungere alla porta d’entrata del salone di marmo del palazzo.
La gente vortica intorno chiacchierando, tutti agghindati, tutti così impettiti.
Eppure mi sento quasi nel mio ambiente, quasi.
Chiacchiero con qualche amico di Cass e incontro qualche ministro francese che mi rivolge stupide domande sulle mie proprietà all’estero… o qualcosa del genere.
^Questa festa è una palla…^ penso mentre mi concedo un calice di champagne e guardo alcune coppie che volteggiano sulla musica di un valzer.
Mentre cerco un posto appartato la cerco.
Ma non la trovo, le mie mani si congiungono dietro la schiena mentre cerca qualcosa da fare.
“Jawaad!” sento qualcuno che mi chiama.
Mi giro trovandomi di fronte mia zia Charlotte.
“Quale piacere zia!” esclamo mentre le sorrido dolcemente.
“Trovi la festa di tuo gradimento?” chiede vedendomi piuttosto impacciato e annoiato tra la folla.
“Sì, stavo solo cercando una persona… ma credo che stasera non la vedrò” mi lascio scappare mentre il mio sguardo si incupisce leggermente alla dura realtà.
“Oh Zayn, vedrai che arriverà! Posso chiedere di chi si tratta?” chiede curiosa Charlotte mentre cerca di rincuorarmi.
“E’ una ragazza, la mia ragazza… o meglio… ex-ragazza” dico confessandomi alla zia.
“Oh, dolori di cuore. Stai a sentire, se non arriva vai tu a cercarla! Credo che sarebbe opportuno date le circostanze.” Dice lei consigliandomi.
Forse zia ha ragione, dovrei solo svegliarmi un po’, darmi una mossa.
La amo! Non posso aspettare ancora!
“Vado a cercarla allora. Grazie!” dico io mentre qualcosa in me si smuove.
Sono stato un emerito cretino, mi sono rinchiuso in me stesso e in un palazzo per nulla! Avrei potuto fare di più.
Lei mi ama, forse.
E il forse mi basta così tanto che, mentre mi giro verso il portone principale e vedo una chioma scura entrare sola nella grande sala non ho nessun dubbio.
La amo.
Io amo Marta Willson.
E mentre lei tira un apparente sospiro rivolto verso di me e mi sorride mordendosi il labbro mi rendo conto che mi ama.
Lei ama me.
Marta Willson ama indubbiamente me, Zayn Jawaad Malik.
E non mi importa niente di Styles.
O di lei e Styles.
O di quello che lui ha detto o ha fatto a lei.
Mi avvicino lentamente a Marta.
“Ciao” dico una volta vicino.
“Ciao” dice lei abbassando lo sguardo.
“Scusami Marta, è tutta colpa mia.” Dico cercando di vedere la sua reazione e trovandola sorpresa, sorpresa dalle mie parole.
“La metà della colpa è mia Zayn.” Dice lei sincera.
Colpa.
Come può una ragazza del genere avere colpa di qualcosa.
“Effettivamente non è stata carina neanche la tua reazione” dico io ridacchiando e cercando di sdrammatizzare.
“Già…” dice lei riabbassando lo sguardo.
Alzo il suo mento con una mano e per un attimo la guardo negli occhi.
Poi prendo la sua mano e la stringo con la mia, facendola sorridere e abbassare la testa verso destra.
“Vieni con me” le dico sperando che si fidi.
E lei si fida.
“Ovunque Zayn” mi dice guardandomi negli occhi.
 

Le luci sfavillanti di Montecarlo sono davanti a noi come a ricordarci qualcosa, incessantemente.
Sembrano quasi stelle.
Grandi stelle luminose che si muovono, o stanno immobili nel buio.
Un buio rischiarato solo dalle stelle, quelle vere e quelle finte, e dalla luna.
Forse, pensa ad un tratto, forse è proprio al buio che la  mia anima avrà il coraggio di ricomporsi.
Al buio si è fatta a pezzi da sola, d'altronde.
Guardo Zayn che sta al mio fianco, in smoking e guarda l’orizzonte.
Sembra agitato, e Zayn non l’ho quasi mai visto agitato.
“Mi sei mancata” dice senza guardarmi negli occhi.
Io rivolgo lo sguardo verso di lui per poi tornare all’orizzonte buio e forse sconfinato.
“Ti sono venuta a cercare Zayn… Non sono qui per caso.” Dico cercando di non interrompere la mia voce con uno dei singhiozzi piangenti che potrebbero comparire da un momento all’altro, insieme alle lacrime.
“Tu… Tu… Come hai fatto a…” cerca di domandare lui continuando a non guardarmi negli occhi, come del resto faccio io.
“Il destino” mi esce dalla bocca sicura.
Già, solo il destino poteva farci rincontrare.
“Il destino non esiste Marta… E’ solo una stupida parola per giustificare scelte mancate, o scelte sbagliate. Se reputi la tua scelta sbagliata dillo subito.” Dice lui cercando il mio sguardo e voltandosi verso di me.
Io gli prendo una mano, quasi a fermare i suoi stupidi pensieri.
E mi rendo conto che è stata solo una mia scelta.
Il destino non ha fatto un bel niente.
Ho scelto io di prendere quel volo, ho scelto io di rischiare tutto per il mio tutto.
Zayn, il mio tutto.
“Hai ragione Zayn… Ho fatto la scelta giusta. Forse una delle poche scelte giuste negli ultimi tempi” dico pensando a tutte le cose sbagliate, alle azioni avventate, ai gesti stupidi e affrettati, alle parole sbagliate e negate ingiustamente.
“L’importante è che tu sia qui. Ora” dice lui sincero mentre mi guarda con quegli occhi perfetti, quegli occhi nocciola che potrebbero essere il mio nascondiglio segreto, il mio posto sicuro.
“Sono stata davvero una pessima ragazza” dico io sospirando davanti alla visione di quel ragazzo perfetto.
“Io sono stato un pessimo ragazzo Marta, avrei voluto con tutto il cuore venire a Miami con te, ma ero impaurito dai miei sentimenti Marta…” dice lui sistemandosi il ciuffo nervosamente.
“E io avrei dovuto perdonarti subito quel giorno, ma ero altrettanto spaventata, forse da me stessa, o da i tuoi sentimenti. Non lo so.” Dico io cercando di non piangere, sarebbe da stupida.
“Non avrei dovuto rinunciare così presto a parlarti seriamente, tanto per finirla qui.” Dice leui ridacchiando davanti a tutti quegli sbagli, compiuti da entrambi.
“La cosa più stupida è stata quella di farsi ingelosire con quella stupida tattica da film” dico io riferendomi a Harry.
Harry solo una tattica.
Bhe, lo era all’inizio, solo un amico, neanche il migliore.
“Già, stupide tattiche amorose…” dice lui ridacchiando e facendo ridere anche me.
“Io ti devo dire una cosa, prima che tutto questo momento delle confessioni si concluda” confesso io, è ora di parlare.
Del resto tutti, una volta nella vita abbiamo mentito.
E per un attimo sono sul punto di farlo ma non sarebbe giusto, per niente.
“Dimmi” dice lui serio.
Le parole mi si mescolano in testa.
Non so che dire.
“Ti amo Zayn ma…” dico venendo interrotta da lui che, turbato cerca di dire qualcosa
“C’è sempre un dannatissimo ma…” dice passandosi una mano tra i capelli folti e scuri.
Già, forse sono io che aggiungo tutti questi ma, che poi sono così inutili…
Forse dovrei semplicemente godermela e fare quello che mi dice il cuore.
Ma il cuore mi dice anche di non fare del male alle persone che amo, e io amo Harry e Zayn.
“Ma amo anche Harry” dico senza dubbi e senza sfumature nella voce.
E sembrarà strano, ma, è più difficile dirlo.
Rispetto a quando ho detto a Harry di amare anche Zayn, intendo
E’ più difficile.
Mi sento quasi mancare quando sento quelle parole, le mie stesse parole.
E non so neanche perché.
Forse è perché le pronuncio per la prima volta, ma le ho sempre pensate, le ho sempre conosciute.
Ed è come se volessi imprimere quella sensazione nel mio cuore, oppure è semplicemente il mio cuore che lo fa per me.
Come a ricordarmi qualcosa.
Scaccio via i pensieri che mi annebbiano la testa.
Zayn è distrutto, completamente, lo vedo da come guarda l’orizzonte, non lo guarda nell’insieme, lo guarda luce per luce.
Cerca qualcosa.
E ad un certo punto si ferma, si ferma con lo sguardo, come se si fosse accorto che sono ancora lì, che non deve cercarmi.
“Sai Marta, fin dall’inizio, quando ci siamo conosciuti, ho sempre saputo che saresti diventata speciale” parla con chiarezza, dolcezza e calma. Posa lo sguardo su di me spostandolo dall’orizzonte. “Fin da quel giorno, penso che fossimo nei primi di settembre, all’inizio del semestre. Forse due o tre giorni dopo l’inizio dei corsi. Mi ricordo ancora quando ti vidi entrare nel caffè, avevi addosso un paio di occhiali da sole veramente giganteschi, ed erano rosa.” E qui ridacchia, facendo ridere anche me. Anche in un momento del genere.
“Li avevo rubati a Sylvia, li misi perché avevo appena pianto, non mi ricordo neanche perché, ora che mi ci fai pensare” dico io ridacchiando ancora. Mi sento così calma, forse è per via dei ricordi.
“E presi una di quelle enormi ciambelle al cioccolato. Non c’erano posti liberi e ti sedetti davanti a me dopo una richiesta che sembrava più un grugno. Eri veramente incavolata nera. Incominciammo a parlare e il tempo passava così velocemente che ti dovetti togliere gli occhialini perché fuori era quasi calato il sole.” Semra che anche lui sia calmo, ridente.
Eppure gli ho appena detto..
“Non ti scordai mai più” dice poi prendendomi una mano e stringendola forte.
“E quando venimmo ammessi entrambi a Princeton, eravamo così felici!” dice poi sorridendo.
“Ti ricordi quando organizzai una festa in piscina e ci scordammo di invitare la gente? Mangiammo tutte le patatine e ci annegammo in fiumi di birra.” Dico io ridendo a crepapelle.
“E quando andammo a fare shopping da Victoria Secret?! Io facevo finta di essere il tuo Gay-Shopassistant! Ahahah!” mi ricorda lui ridendo.
“Ma il ricordo più bello fu quella notte, il ricordo più bello di tutti Marta…” conclude lui ancora sorridendo.
“Quando mi corsi tra le braccia piangendo, fu la notte più bella della mia vita. Te lo giuro” continua lui.
“E anche la più sbagliata, e anche il giorno dopo fu dannatamente bellissimo e sbagliato allo stesso tempo.” Dico io sorridendo e avvicinandomi a lui.
“Direi che la nostra relazione era molto fisica.” Dice lui ridacchiando e facendomi ridere.
“Se… Se dovesse succedere un’altra volta. Intendo… Io e te.” Inizia poi un po’ imbarazzato continuando “voglio portarti fuori a cena, portarti al luna park e a fare un picnic. Cose così. Come quelli veri.” Conclude sorridendo.
Sembra uno di quegli innocenti bambini che ti fanno promesse carine, carinissime.
“Ma dai, te li vedi Marta e Zayn che si tengono per mano? Ce li vedi Marta e Zayn scambiarsi effusioni al parco?” dico io sincera.
“Già…” sospira lui.
“Ci si può amare comunque, Zayn. Ci si può amare anche senza quelle cose stupide e da film. Ci si può amare anche se il sole non splende sempre!” dico io con forza mentre stringo la sua mano.
“Ci si può amare anche sotto un temporale, anche senza ombrello. Perché le persone migliori, Zayn, sono quelle che ballano sotto la pioggia. Non quelle che stanno in casa aspettando che tutto finisca.” Dico emozionata.
“E se anche per noi fosse così? E se anche noi fossimo in un temporale? Se tu ti stessi solo riparando sotto Styles e io dentro me stesso?” chiede lui egualmente emozionato. Parliamo con passione, parliamo come abbiamo sempre agito.
“Fai in modo di far cadere a terra quell’ombrello, ma prima esci da quel nascondigli segreto che ti sei costruito da solo.” Dico io mentre gli tengo ormai strette entrambe le mani. Sembro implorarlo.
“Lo sto cercando di fare Marta!” esclama lui stringendomi le mani.
“Ma devi fare qualcosa anche tu! Una relazione non è basata su una sola persona.” Dice lui prima di abbracciarmi, abbracciarmi forte e incastrare la sua testa tra la mia spalla e il mio collo.
Forse ha ragione.
Non posso dare retta a tutti i miei impulsi emotivi, devo stare in me.
“Marta? Ah, sei qui.” Sento una voce che mi chiama alle mie spalle.
“Te la restituisco subito” dice calmo Zayn mentre si snoda dall’abbraccio e si volta dall’altra parte, sorpassando Harry, andandosene.
Si volta un’ultima volta, sorridendomi, sembra che, in quel momento, esistiamo solo lui e me, me e lui.
“So che hai viaggiato molto, ma fallo per me. Ci vediamo al solito posto, alla solita ora. Venerdì.” Dice prima di voltarsi di spalle ed andarsene.
“Che vuol dire?” urlo io dal balcone.
Ma lui non mi sente, o meglio, non ha tempo di rispondermi, o forse semplicemente sa che mi risponderò da sola.
“Al solito posto, alla solita ora. Venerdì.” Ripeto a bassa voce tra me e me.
“Andiamo?” chiede Styles rivolto verso di me.
“Che vuol dire?” chiedo rivolta verso di lui.
“Non so cosa vuol dire Marta. Ma prima di provare a capire il codice segreto di Malik prova a capire se vale la pena rituffarsi dentro una dannatissima eclissi.” Dice lui con rabbia.
Non l’ho mai visto arrabbiato.
I suoi occhi sono verde scuro, non il solito verde smeraldo.
E è meno caldo quando avverto il suo tocco sulla mia spalla mentesi appoggia, quasi a riprendere fiato.
E invece alza il viso verso di me e mi guarda, mi guarda come non mi aveva mai guardata.
Sembra che tutto il dolore del mondo sia nei suoi occhi, sembra che tutto quello che ha passato sia concentrato nei suoi occhi verdi.
“Non ti sei mai accorta, non ti sei mai scusata. Non hai mai pensato a come ci si sentisse essendo dall’altra parte?” dice con rabbia, pieno di tristezza annebbiante.
Ed ha ragione, ma tutte quelle emozioni, insieme.
Zayn.
Harry.
Zayn e Harry.
“Scusa” dico prima di voltarmi dall’altra parte e di correre via, via da tutti un’altra volta.
Forse sto diventando un po’ patetica.
E’ la terza volta che abbandono Harry senza parole.
Prima a Princeton, poi a Miami e adesso qui, a Montecarlo.
Sempre più triste.
E ora mi sento in colpa, con lui, con Zayn, con tutti quanti.
Persino con le mie sorelle che non c’entrano niente, le ho sempre disprezzate.
Forse mi merito tutto quello che mi sta succedendo.
Mi merito tutto questo dolore.
E non mi merito Harry, e neanche Zayn.
Mi merito solo le mie urla, le mie lacrime, il mio dolore.
Quando mi rendo conto di non sapere dove sto andando ormai mi sono persa, e sono persino un po’ felice.
Se mi sono persa magari anche il dolore non mi troverà.
E poi capisco che il dolore è parte di me.
E’ in me.
Il dolore sono io.
E mentre attraverso la strada non mi rendo neanche conto della macchina che mi viene addosso, mi coglie di sorpresa.
E chiudo gli occhi quasi felice.
Quasi sorridente.
Con il viso rigato di lacrime, ma sorridente.
E anche se mi fa male dappertutto e sento le voci che si allontanano sempre di più, l’ultima cosa che penso, non è il dolore.
“Al solito posto, alla solita ora” sussurro sentendo le sirene dell’ambulanza che si avvicinano in fretta.



Angolo Autrice
Dire che ho scritto il capitolo piangendo è un eufemismo. Mi communove ogni volta che lo rileggo, e mi faccio i complimenti da sola, lo dico quando mi piace qualcosa che scrivo. Odio le persone che non apprezzano mai nenache uno dei loro scritti. Ammetto che anche io a volte, come per la precedente os, mi deludo rileggendo, ma solo qualche volta.
Ora mi starete prendendo a fucilate dall'atra parte del computer scommetto.
Ma è uno dei capitoli più tristri della storia, perciò ve lo lascierò fare.
Marta mezza morta, alla fine, spero che non vi faccia pensare che la storia è terminata.
E' sul punto di fine, ma mancano ancora un po' di capitoli.
Come vedete, in questo, ho messo la solita divisione in sequesnze alla quale ormai mi sono abituata.
Commentate commentate e commentate!
 
Scena da Film
 
 

"Al solito posto, alla solita ora"
                  
Vi lascio ora... Commentate e commentate!
Martaxoxo

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Capitolo 11
*** Running Back ***


RUNNING BACK
Been a lot of places
I’ve been all around the world
Seen a lot of faces
Never knowing where I was
On the horizon
But I know, I know, I know, I know
The sun will be rising back home



 
Ci troviamo ad un punto fatidico della storia, le vacanze estive sono praticamente concluse e si sa, con le vacanze estive finiscono anche molte storie. Ma questa non ha intenzione di finire, almeno non ancora. Marta (sì, quella pazza scatenata che è innamorata di due ragazzi allo stesso tempo) è ancora in ospedale, addormentata. I medici dicono che si risveglierà presto, ma forse è lei che vuole restare addormentata, restare nei suoi sogni, nei sogni nei quali non è obbligata a prendere decisioni, o fare la ragazza matura. Harry è lì, come al solito, al suo fianco, come sempre. La aspetta, come ha sempre fatto. Zayn ha preso il primo aereo per New York, e sa che Marta non ha bisogno di un secondo ragazzo che le respiri sul collo, ha già alcune ossa rotte, non vuole che le si rompa anche il cuore, o forse il cervello. Perché voi cosa fareste in una situazione del genere? Non so voi, ma io cercherei di utilizzare il cervello, visto che il cuore non ha aiutato molto.
 
 
 
I passi ticchettanti di un paio di scarpe col tacco a spillo sul marmo.
Il ticchettare dell’orologio appeso davanti al letto.
L’odore di ospedale, disinfettanti e naftalina.
E ad un tratto i colori, soffusi, bianchicci. Quasi delle macchie davanti alla visuale.
E le parole lontane, o forse troppo vicine.
“Si è svegliata! Cassy… Vieni qui. Si è svegliata” un paio di sussurri e ancora rumore di tacchi.
E una montagna di pensieri che si affollano nella mente.
Che cosa sta succedendo.
“Marta, Marta. Ci vedi? Stai bene?”
Ed è come se tutte quelle parole mi risveglino.
Un paio di ticchettii dell’orologio.
E tutto mi sembra più chiaro.
Una chioma bionda davanti a me che mi osserva, dubbiosa e leggermente spaventata.
Cassidy.
Ne riconosco gli occhi,le guance rosse, i pendenti d’argento a forma di nota musicale.
Vedo per un attimo l’orologio che segna i secondi che passano lentamente e sposto lo sguardo sulla finestra socchiusa.
Lo sposto poi, velocemente, in un attimo, verso qualcosa.
Qualcosa che lo attira, qualcosa che lo vuole lì su di lui.
Harry.
“Ti prego parla Marta, dicci che stai bene” mi implora il ragazzo che ormai vedo nitidamente.
“Non sto bene Styles, sono in un sfottuto letto di ospedale e voi due parlate come se fossi una scema” rispondo io con le labbra secche e sbattendo un paio di volte le palpebre.
Sul viso di Harry si forma un sorriso, poi sospira un volta e guarda mia sorella, come se volesse dirle qualcosa con gli occhi.
“E’ acida come al solito, direi che è tutto apposto” dice lei alzando la schiena che aveva sporto verso il letto e sistemandosi i capelli.
E ad un tratto mi ricordo, e mi rendo conto, in quel momento, che avrei fatto meglio a stare in coma per almeno u altro po’.
 
 
 
 
Alla radio parte una di quelle squallide canzoni un po’ metal un po’ rock che mi fanno veramente deprimere.
Sbuffo guardando Harry che si avvicina a me con un frappe in mano.
“Mi sto annoiando” dico senza mezzi termini sistemandomi il vestito rosso.
“Non posso far arrivare l’aereo in due minuti solo perché tu i stai annoiando.” Dice abbastanza scocciato. Effettivamente non l’ho ancora ringraziato, o perdonato. Forse è questo che vuole.
E’ troppo accondiscendente per i miei gusti.
“Tu ti aspetti che io ti scusi solo perché mi compri un frullato in aeroporto dopo aver flirtato con l’infermiera per farmi scagionare?” dico sospirando e capendo tutto.
“Veramente sì… E poi quello è un frappe” dice lui ridacchiando.
“Perché forse non hai ancora capito, Harry, che sono quasi morta per te, o per Zayn… Non mi ricordo” dico ricordandomi ancora una volta di essere troppo confusa, su tutto.
“Lo so Marta” dice sedendomi sulla poltroncina vicina alla mia “E mi dispiace, totalmente” dice poi guardandomi negli occhi.
“Per tutto capisci?” dice poi sbuffando vistosamente mentre io accavallo le gambe nervosamente.
Il mio autocontrollo coperto dalla acidità della quale solo una Willson originale è capace, sta crollando dietro i miei occhiali da sole, o forse semplicemente nella mia testa. O nel mio cuore.
“Per cosa Harry?” dico io cercando di riprendere il controllo.
“Per essere stato sempre un amico fantastico, per avermi aiutata a venire fuori da un’estate orribile o per avermi fatto innamorare di te? O magari intendi per essere stato sincero e avermi detto come ti sei sentito tu, che in questa storia sei dentro fino al collo proprio come me? Sei solo stato sincero Harry” dico cercando di non sembrare stupida, o troppo… “non acida”.
Fino a quel momento proprio non ci avevo pensato.
Sono proprio egoista.
Harry e Zayn sono stati coinvolti nella storia quanto me, scappare da tutti come una bambina è stata la mossa più scema che avrei potuto fare.
E il pensare che, Harry o Zayn, non lo avrebbero mai fatto, non mi aiuta.
Per un attimo i miei pensieri mi ricordano della fuga di Zayn da Miami, ma poi mi rendo conto che è tutta un’altra cosa.
Lui era scappato per me, non da me.
Io avevo recentemente cercato di scappare da loro, scappare.
E’ che questa storia forse la sto prendendo troppo sul serio, ma del resto non giocherei mai e poi mai con il cuore di uno dei due.
E’ inutile scappare, sia io che Harry, sappiamo alla perfezione a cosa porterà questo viaggio, l’ultimo dell’estate.
Sappiamo che sarà l’ultima pausa prima della… non ci voglio nemmeno pensare.
La mia mente rimbalza da un pensiero all’altro mentre bevo il frappe, silenzio, troppo silenzio.
Non alzo lo sguardo verso di lui, ho paura di averlo colpito, o forse colpirlo era proprio quello che stavo cercando di fare.
Continua a meditare sui fatti, invece, la fuga.
Sono scappata altre volte a dire il vero.
Sono scappata da Harry quella notte a Miami, ma anche molte fughe meno fisiche.
Come quando sono andata a letto con Harry.
“Mossa sbagliata” diceva a chiare lettere il mio cervello.
O quando sono andata a letto con Zayn, tutte le volte è stata una fuga, dalla realtà.
Tendo a fuggire dalla realtà, ora che ci penso.
Sono fuggita troppe volte, e ppure a tutti sembro una ragazza forte.
Sylvia lo ha sempre pensato, lo ha sempre detto che ero di “ferro e pelle”, anche se nell’ultimo periodo non l’ha più detto.
La mia mente arriva fino alla mia famiglia, sparsa per il mondo.
E a Sylvia, questo sarà il suo ultimo anno di College.
Sarà strano non averla più tra i piedi.
Ritorno alla realtà quando mi accorgo di pensare a cose troppo lontane da me, o dalla mia situazione attuale.
Harry mi guarda da dietro gli occhiali come se non avesse capito qualcosa ma poi sorride per una attimo, prima che chiamino il nostro volo.
 
 
 
 
Il bungalow deserto lascia a desiderare sull’aspetto dell’ordine. Ma non sono mai stato un tipo ordinato.
Come Marta.
I pacchetti di biscotto vuoti però potevo anche raccattarli prima di andare a dormire, ieri sera.
Ma mi è venuto una specie di attacco di panico, non saprei se lo era davvero, ma non saprei neanche come chiamarlo altrimenti.
E mi sono messo a mangiare tutti i biscotti della scatola mezza aperta che avevo ancora lì, da quella mattina di inizio Giugno.
Probabilmente erano anche scaduti, per questo ora ho un grande mal di pancia, ma erano i nostri.
I nostri biscotti.
Esco dalla porta d’entrata senza neanche raccogliere un pezzetto di tutto quel casino che ho lasciato in cucina, ho bisogno di respirare.
Non sono neanche riuscito a dormire nel letto, ho dovuto addormentarmi sul divano.
Il suo profumo è dappertutto.
E l’armadio, l’armadio pieno di canotte e pantaloni che possono appartenere solo ad una ragazza.
Mentre percorro il brevissimo vialetto di pietra che mi porta al cancellino di ferro battuto una aiuola di girasoli appassiti mi ricorda ancora lei.
Le erano sempre piaciuti i girasoli.
E sono proprio quegli stessi fiori a ricordarmi ancora lei.
E il tempo, il tempo che scorre.
Metto per una attimo la mano sulla tasca dei pantaloni, in cerca del cellulare.
Lo sfioro con l’indice ma non lo estraggo, non ha bisogno di me ora.
Non ha bisogno di un peso sullo stomaco.
“C’è Harry, sta bene, si è svegliata, è tutto apposto.” Ripeto come una mantra nella mia testa da questa mattina, dalla chiamata euforica di Cassy.
Ma non è tutto apposto, oggi è venerdì, e se lei non verrà?
Se lei si fosse dimenticata?
Se lei avesse deciso di andare con il riccio?
E se avesse deciso che non la merito? Che è tutta colpa mia.
E’ colpa mia in realtà, probabilmente stava correndo via da me, da me che l’avevo appena abbandonata su quel dannato balcone.
Mi fermo per un attimo davanti al pub e mi giro per vedere meglio qualcosa che sta passando alle mie spalle.
I miei occhi mettono a fuoco Sylvia che sta correndo sul vialetto.
La capostipite Willson, l’originale bionda.
Le faccio un cenno sorridendo mentre lei continua a correre non prima di avermi salutato con una mano come fa di solito.
Ripenso alle parole di Marta “Non le importa di nessuno, ma sembra che a tutti importi di lei.” Diceva quando la bionda cercava di giudicarla come al solito.
Un pensiero mi balena per la testa.
E’ solo una ragazza sola, è una di quelle ragazze che ha fatto troppi sgambetti al karma.
E visto che il karma è uno stronzo e che anche io ho fatto veramente moltissimi sbagli, non trovo niente di meglio da fare che chiederle “Come va?” correndole a fianco.
Il karma ripaga, in teoria.
Perciò da quello che ho sentito, un azione buona dà buoni risultati.
E a me serve una gran fortuna per oggi.
“Che c’è Malik, ora che mia sorella ti ha piantato la vuoi fare ingelosire con me?” risponde lei.
Acidità firmata Willson.
Il karma non funziona, ok.
Dovrò proprio cavarmela da solo oggi.
Le rivolgo uno sguardo perplesso prima di andare nel posto nel quale avrei dovuto dirigermi molto prima.
“Al solito posto alla solita ora” mi dico mentre svolto alla curva a destra e maledico un’ultima volta il karma.
 
 
 

Cammino strettamente attaccato alla spalliera di legno chiaro della palestra.
Il sudore che mi gocciola giù per le guance mi dà fastidio, ma non lo caccio via.
In questo momento voglio solo distrarmi, e per distrarmi mi serve la fatica, come sempre.
La fatica fisica è quella che mi distrae di meno, di solito un libro è la cosa più efficace.
Ma proprio non riesco a leggere un libro, o a concentrai su qualcosa che non sia lei.
Lei che, proprio i questo momento, probabilmente, sta prendendo la sua decisione.
Quella finale, sembra quasi una gara. “Decisione finale”.
Una dannata gara persa in partenza.
Ma come si fa a vincere davanti ad un amore così…
Così stabile da resistere dopo mille tempeste, Zayn ha vinto in partenza.
Fletto il muscolo della gamba destra vedendolo gonfiarsi, sono stanco morto.
Ma casa mi mancava, il campus è casa per me.
Mi volto verso la porta d’entrata della palestra, entra un ragazzo, Louis Tommilson.
Mi volto di nuovo verso i miei attrezzi scocciato dalla presenza del ragazzo.
E’ in squadra con me, lo conosco abbastanza bene, è il capitano.
Mi volto di nuovo e lo saluto con un cenno mentre si avvicina al tappetino vicino alla mia postazione.
Sbuffa sedendosi sulla superficie gommosa e si tira indietro i capelli mori.
“Ti vedo scosso Styles” afferma dubbioso poi, mentre si toglie la maglietta e inizia a fare una serie di piegamenti.
“Problemi” dico mentre alzo un peso e emetto un grugnito “Di cuore” aggiungo poi mentre lo alzo di nuovo.
“Capisco” dice lui con estrema lentezza mentre continua con le flessioni costanti.
“La Willson giusto?” aggiunge poi senza un minimo di fatica.
“E’ di dominio pubblico?” chiedo piuttosto scocciato mentre continuo con l’esercizio.
“Già… Ne parla più o meno tutto il campus.” Dice lui ridacchiando come se fosse la cosa più divertente del mondo.
“Lo trovano tutti piuttosto folle sai. Lei che va a Montecarlo e viene tirata sotto da una macchina…” dice lui cercando di spiegare perché tutti trovino quell’insieme di vicende piuttosto “interessante” e perciò adatto al gossip.
“Capisco” lo interrompo prima che continui.
“Ha scelto? Io sono team Harry” dice poi ridendo a crepapelle facendomi innervosire.
“Come puoi prenderla con tale leggerezza?” chiedo al culmine io.
“Forse perché non sono coinvolto, fortunatamente…” dice lui neanche minimamente turbato dalla mia reazione.
“Forse dovrei farlo anche io…” affermo dalla postazione.
“Forse ti stai lasciando mettere un po’ sotto da una ragazza.” Dice lui pensieroso.
“E’ come chiedere ad un bambino di abbandonare la sua caramella preferita solo perché gli fa venire le carie ai denti” dico io mentre mi asciugo con un asciugamano.
“Passa Harry…” afferma lui con leggerezza.
“Dubito Louis” rispondo io schietto prima di andarmi a fare una doccia.
“Passerà” ripeto nella mia mente sotto il getto caldo.
Deve passare, ormai è un imperativo.
 
 
 
 
Se il caldo umido non mi avesse fatta sudare più del previsto forse avrei percorso l’intero parco.
Ma mi ero limitata, almeno finora, a lasciarmi penzolare giù dal ramo dell’albero.
Quel parco era stato sempre un posto speciale, uno di quei “posti segreti” dove andare a piangere per una litigata tra sorelle, o per l’inizio traumatico del corso di scienze della terra.
La cosa strana, però, era che non era il “mio posto segreto”, ma lo era eccome, allo stesso tempo.
Probabilmente era stata la mia immensa mancanza di senso dell’orientamento in ogni posto sulla faccia della terra, o forse ero stata io a pensare, inizialmente, che avere un posto tutto per se fosse una cosa che si poteva fare solo in due.
Il fatto era che non ne avevo trovato uno.
Non ero neanche affezionata al mio bungalow, ero una che non si affezionava troppo alle cose.
Disordinata, incredibilmente, ma non affezionata.
Ma Zayn lo era, sia disordinato che affezionato.
Era stato lui a portarmi lì, ogni venerdì sera, giusto prima che il sole tramontasse, a guardare il tramonto.
Lì per lì poteva sembrare una di quelle cose romantiche e da film, ma non lo era mai stato.
Era stata solo un’abitudine. Qualcosa che si fa giusto perché la fai con affetto.
Lui era riuscito a farmi affezionare a qualcosa
Era riuscito a farmi affezionare al pacchetto di Haribo alla liquirizia e allo stagno pieno di zanzare.
Era riuscito a farmi capire, volta dopo volta, venerdì dopo venerdì, come spalmare la crema anti-zanzare senza rovinare l’abbronzatura.
Era riuscito a farmi capire che le cose belle durano.
Sembrerà strano, ma non ci avevo mai pensato fino da un attimo fa.
E forse è per questo che dovrei scegliere proprio Zayn, le cose belle durano.
E dureranno per sempre.
La costanza è quello che fa sì che una relazione sia perfetta, o forse no.
Perché perfetta per noi equivalrebbe a noiosa, ma tra me e Zayn non c’è nulla di noioso.
E quando lo vedo apparire proprio mentre cerco una posizione più comoda in modo goffo, ne sono sicura.
Noi saremmo proprio quello che mi servirebbe, saremmo imperfetti.
Saremmo avventurosi e scomodi l’uno per l’altro.
E siamo così simili che, ci capiremmo alla perfezione.
E mi accorgo che c’è solo una posizione comoda in quel momento.
Mi lascia cadere dal ramo con un balzo e corro verso di lui come una bambina, fortunatamente ho solo qualche livido che mi preme sotto la maglietta nello sforzo, niente fratture.
Ma in quel momento sento una sensazione, mentre corro, mentre quel momento mi sembra infinito.
Mi sento viva, viva come non lo sono mai stata, bollente da tutte le parti.
Mi sento staccata da tutto il mondo.
Gli salto in braccio mentre lui si mette a ridere felicemente e gli strappo un bacio sulla guancia.
Come si fa ad essere imbarazzati quando si sta parlando di noi?
E me ne rendo conto, i quel momento, mentre lui alza lo sguardo verso il tramonto e io giro la testa verso il cielo.
M rendo conto solo in quel dannato momento che è ora di scegliere.
E un secondo dopo le mie lebbra sono attaccate alle sue, premute come ad imprimere quel momento nella testa di entrambi.
E non c’è bisogno di dire neanche una parola, ci sono state solo le risate vivaci di Zayn a spaccare quel silenzio.
E quando riapro gli occhi e lo guardo fissa sorrido.
“Ciao” mi dice lui con un sorriso.
“Ciao” dico io sorridendo e mettendo a terra i piedi.
“Sono Zayn Malik, piacere di conoscerti” dice lui tendendomi una mano da stringere.
“Marta Willson, piacere di conoscerti.” Dico io dopo aver passato un momento di lieve sorpresa.
Lui mi guarda negli occhi sorridente, non con le labbra, proprio con gli occhi.
“Come hai passato l’estate Marta?” mi chiede con lo stesso sguardo.
“Ho fatto un giro a Miami e poi ho preso un aereo per Montecarlo, mi sono fatta investire da una macchina e poi sono ritornata qui, giusto per l’inizio del semestre.” Rispondo io ridacchiando.
Fa ridere detta così, ma è la versione ufficiale dei fatti, dopotutto.
“Ah, e ho incontrato il ragazzo della mia vita giusto prima di fare tutto questo” dico poi toccando i suoi capelli.
Dio quanto mi sono mancati i suoi capelli.
“Ah, sei una ragazza impegnata, me ne vado allora” dice lui ridacchiando e voltandosi dall’altra parte quasi per andarsene.
Gli metto una mano sulla spalla e lui si volta, con il solito sorriso.
“Ti amo” mi dice per la prima volta.
Mi sento scossa da tremiti che vanno su e giù dalla colonna vertebrale.
Mi sento come, come una ragazza dovrebbe sentirsi.
“Ti amo” ripeto io guardandolo seria negli occhi per poi aggiungere “Ti amo anche io, Zayn Malik”
E mi sento come se la terra stesse franando sotto i nostri piedi, come se un terremoto partisse da noi, come se un uragano fosse arrivato a distruggere tutto.
Le incomprensioni distrutte.
Il passato distrutto.
La sofferenza distrutta.
Il dolore della negazione distrutto.
E ci baciamo, appassionatamente, e io non mi ricordo neanche più come si faccia a tenersi i piedi.
“Ti amo, Marta Willson” dice lui guardandomi negli occhi poi.
“Dillo ancora , ti prego” dico io soffocando una risatina.
E le mie labbra ancora sulle sue mi danno solo il tempo di dire:” Ora me lo dovrai dire tutte le volte che vorrò” soffocando una risatina istintiva.
“Tutte le volte che vorrai”
Dice lui in tono ovvio
 

 
 
 
“Me ne devo andare” ripeto nella mia testa da una ventina di secondi ormai, chissà perché la mia testa non la ascolto mai.
Mi volto con amarezza e dolore, ma senza lacrime, non sono capace di piangere.
E poi i maschi non piangono, come mi avrebbe detto mio padre.
Nella mia testa non c’è, inaspettatamente, nessun pensiero.
Solo la parola “te l’avevo detto” ripetuta a mille da ogni parte del mio cervello.
Dannato cuore, o forse dannato amore.
Sì, dannato amore che ti illude e poi ti distrugge.
“E poi in Malik cosa ci avrà mai trovato” penso per una attimo mentre il mio sguardo si infiamma di rabbia e sbatto un piede contro un cassonetto della spazzatura.
Brutta mossa, ora il piede mi fa un male cane.
“E’ successo vero?” per un attimo penso che la voce venga dalla mia testa, ma poi esco improvvisamente da un strano torpore per concentrarmi sulla provenienza.
Sylvia Willson mi guarda quasi disinteressata dal marciapiede che mi sta accanto.
Ha addosso un reggiseno sportivo viola e dei pantaloncini neri aderenti, deve fare jogging.
Non so perché ma mi riesco a concentrare su i suoi capelli per un istante, prima di rispondere.
“Già” dico abbassando lo sguardo verso l’erba del parco.
“Mi dispiace” dice lei, e so che lo sta dicendo sul serio, le dispiace.
“Marta è mia sorella” aggiunge poi ancora ferma sul marciapiede.
“Ah” rispondo io lasciando che il silenzio teso scorra tra di noi.
Sembra che i suoi capelli stiano luccicando quando alzo il viso verso di lei.
“Ti va di aspettarmi mentre mi faccio una doccia e mi vesto? Andiamo a prenderci uno di qui gelati giganteschi” propone lei.
Io la guardo giusto per un attimo stupito.
Non ho mai visto una ragazza così diretta.
Insomma, sua sorella mi ha appena rifiutato brutalmente e lei mi invita ad uscire?
Ma poi capisco che è proprio quello che mi ci vuole.
Un bel gelato con una mezza sconosciuta.
“Se non sei troppo distrutto.” Aggiunge poi, sembra quasi sfidarmi, anzi, lo sta facendo.
E la cosa mi sorprende ancora una volta.
E la terza cosa che mi sorprende in pochi secondi è la mia reazione.
“Sì” dico io guardandola negli occhi “Mi va” aggiungo dopo una breve pausa.
E sorrido, le sorrido mentre lei sorride e si morde un labbro in modo dannatamente sexi.

Angolo Autrice
Ed eccomi qua! Sono tornata! Ci ho impiegato tanto, lo so, ma solo per un unico motivo: mi sono impegnata moltissimo per il capitolo.
Spero che vi sia piaciuto. Non c'è molto da dire, non mi dilungo.
Il personaggio di Sylvia non l'ho ancora approfondito molto, ma mi piace già.
Ho pensato ad un ultimo capitolo e poi ad un epilogo finale, insomma, non manca molto alla fine.
Commentate mi raccomando!

Martaxoxo

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Capitolo 12
*** Epilogue ***


EPILOGUE
We're drivin' down the road 
I wonder if you know 
I'm tryin' so hard 
not to get caught up now 
But you're just so cool 
Run your hands through your hair 
Absent mindedly makin' me want you

 

 
Se sei arrivato fino a qui vuole dire che la storia di questa pazza estate non ti ha ancora stancato. In un certo senso ti capisco, vuoi vedere se alla fine la metterò questa scritta è? Intendo il lieto fine, un bel "E vissero tutti felici e contenti", non è quello che si aspettano tutti da Marta Willson? Lei vi risponderebbe facendovi la linguaggia, io vi rispondo così. Un ultimo c'era una volta, un'ultima volta, per un'ultima pagina di un libro chiamato anche vita e che, almeno per loro, non è che un inizio. Di che cosa non lo so dire nenache io. Forse, della felicità.
Facciamo un piccolo salto temporale, piccolo per modo di dire. Ci vediamo tra cinque anni ragazzi...





5 anni dopo
 
Marta si guardava allo specchio senza muovere un muscolo. Guardava la sua immagine negli occhi, non senza mille pensieri per la testa.
Spostò poi lo sguardo sulla camicetta bianca leggermente trasparente che lasciava intravedere il reggiseno di pizzo bianco e l’ombelico insieme all’addome abbronzato come al solito.
Settembre era quasi del tutto passato, eppure l’abbronzatura non l’aveva ancora abbandonata.
Prese i capelli scuri e se li tirò a mo’ di crocchia disordinata, sulla testa, tenendoli con una mano.
Il broncio visibilmente infastidito dalla sua mancanza di fantasia per una stupidissima pettinatura si fece ancora più evidente all’entrata di Zayn nella camera da letto.
“Sei ancora in boxer Zayn!” disse visibilmente intollerante verso il ragazzo.
“E tu sei vestita in modo troppo sexi” disse lui girandole intorno. Dopo tutto questo tempo riusciva ancora a farla arrossire.
Lei ridacchiò cercando di minimizzare.
“Se non ti svegli il taxi non starà ad aspettarci. Dobbiamo assolutamente presenziare a questi eventi.” Disse poi insofferente lanciando una camicia bianchissima al ragazzo.
“Non iniziare a blaterare, ti prego. Tra poco inizia il discorsetto sull’alta società di Manhattan vero?” disse lui prendendo la camicia e infilandosela addosso.
“Evitiamo il discorso, tanto lo sai.” Disse la ragazza mentre continuava a guardarsi alo specchio.
Zayn passò dietro di lei e le prese le spalle con le mani morbide.
“Su o giù?” chiese quella riferendosi ai capelli.
“Giu” disse lui appoggiando la sua testa nell’incavo tra la spalla della ragazza e il suo collo.
Lei sbuffò per un attivo guardando la sua figura per qualche secondo prima di prendere con decisione la molletta e farsi una crocchia perfetta.
Sorrise poi soddisfatta mentre Zayn sbuffava.
“Psicologia inversa, ormai ti conosco…” disse quella guardandolo e ridacchiando
Effettivamente si conoscevano da tantissimo ormai. E ne avevano passate talmente tante che si potevano proprio dire una coppia. Anche se una parola normale come “coppia” non era proprio per loro. Si erano lasciati e rimessi insieme talmente tante volte che, alla fine, avevano capito che non potevano continuare in quel modo e avevano deciso di farsi delle promesse serie che avrebbero rispettato. Una coppia seria. Litigavano ancora 25 ore su 24 ma, almeno secondo Zayn, la loro relazione a lungo termine funzionava per questo. Zayn aveva chiaramente detto a Harry, ormai amico di vecchia data, che il loro segreto era il “sesso riappacificatore” probabilmente non stava neanche scherzando. Secondo Marta, invece, il segreto di un rapporto come il loro era la passione. Lo sapevano tutti, persino il “New York Magazine” che li citava come la coppia “Più burrascosa di sempre”. Per il resto erano sempre li stessi. Marta che faceva danza classica alla Juliard come esterna il sabato pomeriggio e che teneva ancora la sua divisa da cheerleader ben piegata nell’armadio dell’appartamento in Greenwitch Village. Direttrice di Vogue.com e ambasciatrice del WWF, aveva l’agenda piena e il cervello sempre occupato. Il cuore, invece, rimaneva dedicato a Zayn. Uno Zayn che, giudizioso più di prima, aveva capito di dover stare al passo con la sua ragazza se voleva essere veramente realizzato. Dopo che Marta aveva rinunciato al suo intendo di diventare medico per dedicarsi al giornalismo, aveva traballato non poco prima di capire che, lui, aveva scelto la strada giusta laureandosi in Architettura. Era entrato a New York e, sotto raccomandazioni, era diventato il “fidanzato più hot d’America” secondo Mary Claire.
Insomma avevano quello che si poteva desiderare. Magari non avevano ancora quella felicità piena e genuina che i protagonisti raggiungevano alla fine di un film, ma avevano l’amore, e quello, avevano deciso, sarebbe bastato.
 
 
Proprio in quel momento, ad un paio di chilometri di distanza dall’appartamento di Greenwitch Village, in Fifth Avenue, Harry Styles teneva sotto braccio Sylvia Willson la quale impartiva ordini alla ragazza bionda che aveva alla sua sinistra.
“Cassy, lo sai che Louis è così… Lo sappiamo tutti. Vero Harry?” diceva la prima bionda.
A Harry non interessava molto la conversazione, stava ascoltando per rispetto alla povera Cassidy. Louis e lei non erano certamente una coppia modello. O forse erano semplicemente troppo immaturi. Si erano traditi ormai più e più volte. Certo, anche Marta e Zayn lo avevano fatto per un certo periodo di tempo, ma loro erano loro. Harry si rese conto del suo ragionamento insensato solo quando Sylvia lo scosse per farlo rispondere.
“Certo!” disse forse con troppa enfasi lasciando le due battibeccare su Louis.
Era diventato quello che voleva diventare, o almeno lo credeva. Alla fine aveva tutto quello che avrebbe potuto desiderare. Il suo programma televisivo alla tv nazionale, una moglie davvero perfetta e degli amici fantastici. Forse la privacy non era proprio il forte nella sua vita, ma non si poteva avere tutto. “La vita è un compromesso” avrebbe detto la sua migliore amica, Marta. Alla fine era ancora lo stesso Harry abbastanza insicuro e abbastanza sognatore da evr già fatto progetti immensi sul futuro. Sylvia, dal canto suo. Era rimasta piuttosto uguale alla solita Sylvia. Quella leggermente cattiva, un po’ maliziosa e molto bionda. Aveva raggiunto l’apice del successo con la sfilata di Victoria’s Secret dell’anno scorso lo aveva mantenuto. Amava Harry, lo amava davvero. Non era certo una da manifestazioni d’amore, ma Harry lo capiva.
Immersi in quel trambusto infernale che è la città di New York, tutti quanti avevano raggiunto i loror scopi, avevano trovato quello che cercavano e avevano finalmente iniziato ad assaporare quell’inizio di felicità.
Non dirò di certo un “E vissero tutti felici e contenti” perché negherei il vero, cioè Marta e Zayn che litigano ancora quasi tutti i giorni e che fanno sempre la pace, o ancora Harry e Sylvia che, a volte, sembrano troppo presi dagli impegni di lavoro per farsi le coccole sul divano come piace a loro. Sì, anche questa è felicità. “Perché vivere è un compromesso” direbbe Marta con fare filosofico.
E quando si ritroveranno ad una festa di inaugurazione per l’alta società si saluteranno con fare dolce, come a ricordarsi di quell’estate di cinque anni fa nella quale dei ragazzi normali come loro hanno deciso di iniziare con i compromessi.
Si ricorderanno di aver bevuto granite alla menta davanti al mare con gli amici, di aver pianto per ore o forse per giorni e di aver fatto tanti di quegli errori da riempirci la testa.
Probabilmente resteranno impressi i momenti, una abbraccio, un bacio davanti ad un balcone, una notte infuocata e le parole non dette. Ma senza rimpianti, lo hanno deciso e giurato de tempo, in un tacito accordo, il primo compromesso verso la felicità.

Angolo Autrice
Non uccidetemi vi prego. Lo so che ci ho messo una vita a partorire questo capitolo e che ho messo finalmente un punto a questa storia. Ho avuto un blocco che non mi permetteva di scrivere, una vero e proprio "blocco dello scrittore". Oggi ho parlato con un mio amico e, non so perchè, mi è venuto in mente tutto quello che avrei voluto dire. Marta Willson sono io, lei è me. La mia prima long, mi viene un po' da piangere. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione. Intanto vi ringrazio tutte, senza di voi, questo non sarebbe stato lo stesso. Sono feluce di dirvi che Marta Willson e Zayn Malik hanno finito di essere sballottati da una parte all'altra del mondo e che anche io, insieme a loro ho raggiunto questa idea finale di "compromesso per la felicità".
Grazie ragazze.
Siete davvero le migliori...

Martaxoxo
 

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