Naquadah

di gateship
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Impacchi ***
Capitolo 3: *** Un colpo di freddo ***
Capitolo 4: *** La notte prima... ***
Capitolo 5: *** Al Comando ***
Capitolo 6: *** In coma, Doc? ***
Capitolo 7: *** Ti amo, lo sai? ***
Capitolo 8: *** Addii ***
Capitolo 9: *** Un guasto fatale ***
Capitolo 10: *** Illuminazione ***
Capitolo 11: *** Ritornerà? ***
Capitolo 12: *** Chi, scusi? ***
Capitolo 13: *** I goaul'd sono dei ***
Capitolo 14: *** I ricordi non si dimenticano ***
Capitolo 15: *** Ricordaci ***
Capitolo 16: *** In sospeso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


O'Neill sentì lo Stargate chiudersi alle proprie spalle e sospirò. Un'altra noiosissima missione di ricognizione di 10 giorni.Ma non se ne potevano occupare le altre squadre SG? Con un altro sospiro si rivolse alla squadra: “Bene campeggiatori! Siamo arrivati. Carter, tu fai quei rilevamenti. Teal'c, controlla il perimetro, Daniel tu guarda pure le tue rocce. Io... beh... io... troverò qualcosa!”

O'Neill si allontanò: perfetto un'altra noiosa, barbosa e insignificante missione di ricognizione!


 

Diverse ore più tardi i due soli di P3W-693 stavano ormai tramontando, la squadra aveva percorso diverse miglia e ora stava facendo gli ultimi preparativi per la notte.

Quando le ultime luci si spensero l'SG1 si ritrovò attorno al fuoco acceso dal Colonnello.

Jack, seduto vicino a Teal'c, guardando il fuoco, si ritrovò a pensare a Charlie. Come gli piacevano i suoi falò... Gli erano sempre piaciuti fin da quando aveva due anni, guardava le fiamme come ipnotizzato e poi chiedeva: “ Papà perché non posso toccarlo? Papà, un giorno mi insegnerai a farlo vero?” Lui rispondeva sempre: “Si Charlie, quando sarai più grande ti insegnerò e il tuo falò verrà anche meglio del mio!” “Dici davvero?!” “Certo Charlie!” Alla fine, però, non glielo aveva mai insegnato...


 

Sam? Ehi Sam tutto okay?”

O'Neill fu riportato bruscamente alla realtà dal tono preoccupato di Daniel.

“Maggiore Carter sta bene?” O'Neill, Daniel e Teal'c osservarono Sam; era rannicchiata contro un albero, lo sguardo fisso sulle fiamme e il viso bianco. Tremava.

“ Carter? Ehi stai bene?” Chiese Jack toccandole leggermente la mano.

Sam rabbrividì più forte, togliendo di scatto il braccio,

“Carter? Carter? Terra chiama– okay beh... P3W qualcosaqualcosaqualcosa chiama Carter!! Ehi Sam tutto bene?”

O'Neill la prese per le spalle e la voltò, scottava.

“Sign...Signore!! Io... mi scusi, devo essermi appisolata. Ha detto qualcosa?”

“Si Carter, ti ho chiesto se stai bene, stai tremando!.”

“Sto bene signore, grazie.” Jack la guardò; non avrebbe mai ammesso di non stare bene neanche se fosse stata in punto di morte..

“Davvero.” Aggiunse lei con tono di sfida.

“Va beeene. - Era chiaro che non avrebbe detto altro, volontariamente- Allora ragazzi io faccio il primo turno di guardia. Teal'c, tu il secondo e Daniel il terzo, sei l'unico che sa fare un caffè decente sai Danny?”

“Signore...?”

“Carter tu vai a letto, ora. Non ti voglio rivedere fino a domani mattina!”

“Signore con tutto il rispetto sto bene, non c'è nessun motivo per cui non possa-”

“Tu non stai bene Carter. Non siamo ciechi noi, lo sai? Lo vediamo che stai male. Vai a letto, è un ordine.”

“... Sissignore.” Sam si alzò e, barcollando leggermente, entrò nella tenda che condivideva con il Colonnello.

 

Per un attimo regnò il silenzio più assoluto fin quando Jack, insolitamente dolce, parlò: “Cosa credete che abbia Carter? Non la ho mai vista così pallida”

“Non lo so, O'Neill.”

“Danny?”

“Non lo so. Jack?”

“Non lo so ma spero che stia bene.”

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Capitolo 2
*** Impacchi ***


Jack entrò nella tenda tre ore più tardi e cercò con gli occhi Carter: La trovò a contorcersi nel sacco a pelo, mentre borbottava qualcosa su del sangue che non aveva potuto mai analizzare “Ehi Carter?! Carter svegliati!” Quando O'Neill la voltò verso di sé non fu sorpreso di constatare che scottava e che era scossa da brividi. Stava male e probabilmente non si sarebbe svegliata, ma svegliarla e calmarla erano due cose totalmente diverse.

“Cart- Sam... shh, va tutto bene, ora ci sono io qui con te. Mi senti?” Sam non si svegliò ma si rilassò.

“Ok, brava, così, stai andando benissimo Sam!” Jack le prese la testa e se la posò in grembo, come faceva con Charlie quando stava male.

“Teal'c!” chiamò poi.

“Eccomi O'Neill - sussurrò l'immensa figura del Jaffa – cosa posso fare per te?”

“T Carter non sta bene. Scotta e ha la febbre alta, vedi se riesci a darmi qualcosa per abbassarle la temperatura?”

“Vedo cosa posso fare O'Neill”.

Rimasto solo il Colonnello si voltò nuovamente verso Sam, scoprendo solo allora che dei velati occhi azzurri lo guardavano.

“Ja- Jack” sussurrò con voce rotta. Jack?! Accipicchia sta proprio male!

“Va tutto bene Sam, tutto bene. Hai soltanto una brutta influenza. Domani starai già meglio.”

“Jack, mi fa male.” O'Neill sussultò sentendo nuovamente il suo nome ma subito si riprese e disse:

“Dove Sam?”

“Io... ti prego aiutami!” Fa male? Aiutami? Oddio... ma che le succede?

“Sam, Teal'c sta arrivando. Ti faremo degli impacchi freschi, domani starai alla grande – spero – ora cerca di riposare ok?”

Gli occhi di Sam cominciarono nuovamente a chiudersi e lei strinse forte la mano di Jack, non voleva ritornare di nuovo incosciente, non voleva rivivere di nuovo quello che era successo su Netu. Stava per controbattere quando l'oscurità l'avvolse nuovamente e dalla sua bocca uscì soltanto un gemito.

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

Quando Sam si riaddormentò Jack iniziò ad accarezzarle la fronte e a sussurrarle parole dolci. Poco dopo il Colonnello udì la voce di Daniel gridare “Teal'c! Jack! Sam! Dove siete?!?” O'Neill appoggiò delicatamente la testa di Carter sul cuscino e uscì fuori dalla tenda. “Jaaaaack!! Saaaaam!! Tea-” “Daniel per l'amor del cielo abbassa quella voce!” disse in un sussurro agitato Jack.

“Oh eccoti! Mi sono svegliato e non ho trovato nessuno a fare la guardia poi non vi ho visti da nessuna parte e...”

“Potevi guardare nella tenda Danny sai?”

“Già...sì...scusa... immagino di essermi fatto prendere un po' dal panico sai... Comunque dove è Teal'c? Dovrebbe esserci lui di guardia, il mio turno inizia tra 45 minuti!” disse guardando l'orologio.

“Ecco... abbiamo avuto un piccolo imprevisto, Carter non si sente bene. Teal'c è andato a prendere qualcosa per farle gli impacchi. Dovrebbe tornare a momenti, è via già da... wow, otto minuti.”

Jack aveva appena finito di parlare quando una persona alle sue spalle disse: “Eccomi O'Neill, ho tutto il necessario per aiutare il Maggiore Carter.”

“Ehi T! Cominciavo a preoccuparmi! Danny, vuoi venire anche tu?” Aggiunse incamminandosi verso la tenda.

“Eh? Si, si certo!”

Quando Jack rientrò vide Sam nella stessa posizione di prima. Ora si potevano vedere meglio il sudore e i brividi involontari. Il Maggiore parlava ancora tra sé e sé dicendo cose apparentemente senza senso.

“Ok, bene iniziamo, scotta davvero tanto. Teal'c l'hai un trovato un termometro vero?”

“Si O'Neill.” Rispose il Jaffa porgendoglielo.

“Ok allora, Danny tu misurale la febbre io Teal'c iniziamo con gli impacchi. Bene okay, allora Teal'c tu li fai alla testa e io al... emh... l'inguine. Daniel qual è la temperatura?”

“Emh Jack...” Prima che Daniel potesse aggiungere altro su si udì uno scoppio.

“Non è quello che penso, vero Daniel?”

“Nom umh, sì... è scoppiato il termometro.”

“Ok, direi che qui si mette male. Danny... aspira il mercurio con una siringa e togli i cocci di vetro. Attenzione che è tossico. Teal'c tu ed io iniziamo, prima che la situazione peggiori!”

O'Neill le slacciò il primo bottone dei pantaloni e con delicatezza le alzò di qualche centimetro la maglietta. Con cura le appoggiò le garze bagnate sull'inguine.

Teal'c iniziò a bagnarle, con delicatezza, la fronte, cercando di abbassarle la temperatura.

Dopo qualche minuto Sam smise di tremare e di agitarsi e si tranquillizzò.

“Fiuu, bene ragazzi buon lavoro! Chissà che le è successo... qualcuno di voi ha notato qualcosa di strano in lei negli ultimi giorni?” Jack era insolitamente preoccupato.

“Io no Jack.”

“In effetti O'Neill, negli ultimi giorni ho visto il Maggiore Carter un po' pallida e durante i pasti ha mangiato poco.Io le ho chiesto se stesse bene e lei mi ha dato una risposta positiva, ora però credo che abbia potuto mentirmi.

Il Colonnello era esasperato “Teal'c lei dice sempre di stare bene, in Antartide stava bene anche se era in ipotermia, nelle miniere di Naquadah stava bene anche se aveva i ricordi di Jolinar che non la lasciavano in pace neanche un secondo... Lei sta sempre bene!”

“Mi dispiace di non aver capito la verità O'Neill, ti prego di perdonarmi.”

Visto che O'Neill rimaneva in silenzio toccò a Daniel prendere la parola: “Teal'c tu non hai fatto niente di male.”

“Okay, Teal'c, Daniel, andate a dormire, resto io con Carter - poi, visto che nessuno si muoveva aggiunse - è un ordine.”

 

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Capitolo 3
*** Un colpo di freddo ***


Capitolo 2

La prima cosa che Sam avvertì quando si svegliò fu dolore: aveva i brividi, si sentiva sudata e un forte dolore al petto la faceva respirare a fatica. Provò ad alzare una mano per asciugarsi il sudore dalla fronte ma non ci riuscì, provò a mettersi seduta ma i suoi muscoli non risposero. Non riusciva ad aprire gli occhi, non capiva cosa stesse succedendo, probabilmente c'era qualcuno vicino a lei. Jack pensò. Ad un tratto provò un forte senso di panico, provò a gridare, ma non ci riuscì. In breve tempo sprofondò di nuovo nel buio.

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

Quando Sam rinvenne per la seconda volta si sentì decisamente meglio, riuscì ad alzarsi, seppur con fatica, e ad uscire dalla tenda.

“Ehi ragazzi.” disse con voce abbastanza normale sedendosi vicino ai due amici.

“Sam!”

“Carter.”

“Sam ci hai fatto prendere uno spavento! Come va? Stai meglio?”

“Si Daniel e stavolta dico davvero.” Si sentiva male e la sola idea di alzarsi le faceva venire la nausea ma non aveva intenzione di essere d'intralcio più di quanto lo fosse già stata.

“Già, sisi certo. Senti Carter... se fosse una missione pesante non te lo avrei ma chiesto ma... Dobbiamo raggiungere il posto indicato dall'UAV, dobbiamo fare solo 8 miglia oggi, te la senti?”

Otto?!? Dannazione ma sei pazzo o cosa Colonnello? Io non riesco a muovermi e il dolore al petto sta peggiorando, non certo migliorando.

“Certo Signore nessuno problema.” Disse con un sorriso.

“Bene allora partiamo tra 20:00 minuti. Lì se vuoi c'è del caffè.”

O'Neill si allontanò mentre Sam si avvicinava con lentezza a un termos.

“Ehi Jack ne sei sicuro? A me non sembra che stia bene!” Daniel era visibilmente preoccupato.

“Daniel è adulta e responsabile se stesse male ce lo direbbe, sta tranquillo.”

“Sì? Allora perché hai passato la notte sveglio a cercare di abbassarle la temperatura?”

“Daniel era diverso... la febbre si alza la sera, lo sai e probabilmente è stato solo un colpo di freddo quindi...”

“E se stanotte stesse uguale o peggiorasse? Per quanto potremmo continuare a usare le scorte? Abbiamo già consumato un terzo delle garze e un quinto dell'acqua ieri. Inoltre non possiamo allontanarci dallo Stargate se avesse bisogno di cure mediche? E per finire che diavolo ti prende? L'hai detto tu stesso che non possiamo fidarci quando si tratta della sua salute!” Daniel aveva il volto leggermente arrossato e lo sguardo esasperato, sapeva dei sentimenti di Jack per Sam ma fino ad allora lo avevano portato ad essere leggermente più protettivo, non di certo il contrario!

“Daniel sta bene, o per lo meno sta meglio. È una persona responsabile, se stesse realmente male ce lo direbbe e poi te l'ho già detto è stato solo un colpo di freddo.”

“Jack! Un colpo di freddo non ti fa venire i brividi! Un colpo di freddo non ti fa avere una temperatura così alta da far esplodere un termometro al mercurio! Un colpo di freddo non fa stare così! Almeno non fa sentire così Sam! Deve stare malissimo altrimenti non avrebbe accettato le nostre cure durante la notte, la conosciamo entrambi! Lo sai quanto cerca di essere indipendente!”

“Daniel, il discorso finisce qui. Aiutami a piegare la tenda e andiamo.” Intimò O'Neill con freddezza.

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

Dopo dieci ore di marcia Sam era esausta. Ogni muscolo del corpo doleva e il dolore al petto era più forte che mai. La testa girava e si sentiva svenire.

“Camminerò vicino a lei Maggiore Carter.” Disse Teal'c accorgendosi che l'amica faticava a stare dietro di loro.

Sam si sforzò di fare un sorriso: “Grazie Teal'c”.

Camminarono per un altra mezzora, quando il Colonnello O'Neill disse: “Bene ragazzi – e ragazza – pausa di mezzora, dopo faremo l'ultimo miglio ”

Sam tirò un sospiro di sollievo e si sedette pesantemente a terra, accanto a Daniel.

“Come ti senti?” Daniel era visibilmente preoccupato.

La testa le girava, le membra erano affaticate, il petto le bruciava e la vista era leggermente offuscata. Voleva solo dormire, fare sì che il dolore sparisse e rilassarsi. “Sto bene”. Sussurrò. Era il massimo che potesse fare, il dolore era lanciante. Chiuse gli occhi e, prima che Daniel avesse il tempo di replicare, si addormentò.

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

“Allora, che ne dite, la svegliamo?”

“No, abbiamo camminato molto. Ci meritiamo un po' di riposo, sia lei che noi.”

“Sono d'accordo Danny.”

“E io con voi.”

“Bene, grazie Teal'c. La sveglieremo per la cena. Danny, la prepari tu

“Ma Jack...”

“Ack! Non voglio sentire niente. T, aiutami a montare le tende.”

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

La sera arrivò presto e la squadra era in procinto di finire i preparativi per la cena.

Teal'c era seduto accanto ad O'Neill, il fuoco si rifletteva nei suoi occhi e lui ne sembrava ipnotizzato. Le mani intrecciate tra loro, le gambe leggermente divaricate, la franto aggrottata.

Jack, vicino a lui, giocherellava con il suo amato yo-yo, facendo attenzione a non buttarlo nel fuoco. Gli occhi, che avevano perso la loro solita vivacità, guizzavano dal suo giocattolo alla figura ancora addormentata di Sam.

Daniel cuoceva la pasta al formaggio. I dolci occhi azzurri parevano preoccupati e andavano anch'essi a posarsi spesso su Sam. Le gambe erano rigide, intorpidite dalla lunga camminata e le braccia, che mescolavano la cena, erano indolenzite, stanche di portare il P90.

Sam era ancora addormentata. Il fuoco rendeva più dettagliata la sua figura: i lineamenti dolci e leggermente contratti, la pelle più bianca del solido, le labbra chiare. La testa le era stata adagiata contro un albero e sotto il corpo era stato posto un sacco a pelo. La ragazza sbatté lentamente le palpebre, risvegliandosi.

“Salve Dorothy! Dormito bene?” L'immagine sfocata del Colonnello O'Neill comparve davanti a lei. “Signore!” Sam cercò di sorridere, il sonno non la aveva aiutata come sperava. “Signore è buio... Non dovevamo...?”

“No Carter, abbiamo deciso di riposarci. Il posto che indicava l'UAV dista ancora 9 miglia, le faremo domani.”

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Capitolo 4
*** La notte prima... ***


Capitolo 3

Teal'c era andato a fare Kelno'reem, Daniel a scribacchiare qualcosa sul suo diario, Sam si era appisolata vicino al fuoco e Jack faceva il primo turno di guardia

O'Neill le si avvicinò. Poteva sentire il suo respiro, leggermente irregolare. Poteva sentire l'odore di fiori d'arancio lasciatole dallo shampoo, l'odore dalla sua pelle. Con un sospiro Jack si sedette, se solo avesse potuto coccolarla, accarezzarle i capelli, baciarla. Sorrise. L'aveva già baciata. Beh, la prima volta era stata un aggressione, la seconda non aveva baciato lei, ma una lei di una realtà alternativa e la terza... Era stato sensazionale! Lui l'aveva baciata e lei aveva ricambiato poi... Stop. Tutto finito, nuovo anello temporale.

“Un penny per i suoi pensieri, signore.”

“Eh? Oh Carter, sei sveglia!”

“Già.” Sam si mise seduta, reprimendo a malapena una smorfia di dolore, stava diventando più forte della sera prima.

“Allora?”

“Allora cosa?”

“A che stava pensando?”

“Oh, io... niente.” Rispose Jack un po' troppo in fretta.

“Ok.”

“Allora, Carter – disse Jack dopo qualche minuto – come ti senti?”

“Bene signore, grazie. Senta – Sam esitò – mi dispiace per ieri sera... Io non so cosa mi sia accaduto...” Carter arrossì lievemente.

“Ti ricordi cosa è successo?” Oh cavolo, di di no, l'ultima cosa che voglio è che il nostro rapporto si complichi... Non mi ero mai comportato così qualcuno dopo Charlie...

“Si signore. E, Colonnello? Grazie.” Disse con un sorriso genuino.

“Niente.” Col cavolo 'niente'! Sono pazzo! Perché mi comporto così? Perché lasciò che i miei sentimenti mi influenzino?!

“Beh Carter, vai a letto ai il secondo turno di guardia tu. Ti verrò a chiamare tra quasi un'ora, quindi...”

“Si Signore, grazie.” Sam si alzò e lentamente andò verso la tenda.

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

e questo per quanto concerne ciò che ho scoperto sulle iscrizioni vicino alla Stargate. Domani ne raggiungeremo altre.

Per quanto riguarda la squadra...

Sam non sta bene, ha la febbre alta, non la ho mai vista così pallida. La scorsa notte abbiamo dovuto farle degli impacchi per abbassarle la temperatura... Il termometro al mercurio è persino esploso!

Fortunatamente dopo circa mezz'ora siamo riuscita a calmarla. Jack è restato con lei e ha ordinato a me e a Teal'c di andare a dormire. Devo ammettere che non l'ho fatto. Ero preoccupato per Sam, dannazione! Comunque, ho visto Jack accarezzarle con dolcezza la fronte e sussurrarle paroline dolci. Tenerissimo. Poi Sam si ha cominciato ad agitarsi nel sonno e dopo poco si è svegliata. Era quasi isterica. Blaterava cose senza senso e piangeva. Jack l'ha consolata, dicendole che andava tutto bene, che era al sicuro. Ad un certo punto Sam ha urlato di dolore. Un urlo straziante, che faceva drizzare i capelli. Non so se Teal'c abbia sentito, ma ha deciso di non intervenire. Jack ha ricominciato a farle immediatamente gli impacchi e lei si è leggermente rilassata. Gemeva ad alta voce e ogni tanto singhiozzava. Jack è stato sempre lì a consolarla, non l'ha lasciata un minuto. Verso le quattro, cinque ore più tardi Jack è uscito dalla tenda e mi ha chiesto se potevo fare la guardia per le rimanenti 3 ore. Non sapeva che non avevo dormito e che ero stato lì. Comunque, sono andato dentro la tenda e lei era calma e tranquilla. Perfettamente normale. Alle sei mi sono alzato e ho iniziato ha fare i bagagli e a preparare il caffè, di nuovo. Tocca sempre a me... Vabbè. Sveglio i ragazzi verso le sette e smontiamo la tenda mia e di Teal'c, facendo attenzione a non svegliare Sam. Non abbiamo fatto un ottimo lavoro. Cinque minuti dopo stava già dicendo a Jack che stava bene e che poteva continuare. Ho immaginato che Jack ci riportasse tutti all'SGC, ma lui l'ha appoggiata!! È completamente pazzo?!!? Insomma, ha passato tutta la notte a tenerla calma, ha passato tutta la notte aiutandola a superare qualcosa che neanche sappiamo cosa sia! Lui dice 'È solo un colpo di freddo', è ovvio che non è un colpo di freddo! (Teal'c dice che non sta bene da alcuni giorni quindi probabilmente è un virus. Ma quale virus ti fa passare una notte come questa?) Non sappiamo neanche cosa le stia succedendo e lui la fa restare su un altro pianeta! Ma che diavolo gli prende? Sam la capisco, non direbbe a nessuno di non stare bene, probabilmente neanche se ne valesse della sua vita (e spero proprio che non sia questo il caso!), ma Jack... Conoscevo i suoi sentimenti per Sam ma avevo visto anche che questi lo avevano portato ad essere più protettivo, non certo più sconsiderato! Inoltre è stato freddo e distante per tutto il giorno. L'avevo visto una sola volta così, quando era in missione sotto copertura per dimostrare ai nostri alleati che non li stavamo derubando... Non mi piace vederlo così e francamente sono preoccupato per Sam...


 

Diario di Daniel Jackson, P3W-693.

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

Jack si alzò e, con tranquillità, raggiunse la tenda di Carter. La trovò raggomitolata nel sacco a pelo, sudata e con gli occhi spalancati.

“Ehi Carter, tutto bene?” Sam si riscosse immediatamente.

“Signore! Non l'avevo sentita entrare, mi dispiace. Le do il cambio?”

“Si... sicura di stare bene?” Dai, ma è ovvio che sta bene! Non impicciarti e lasciala andare!

“Si Signore, grazie Colonnello!” Wow, dai Sam un altro po' di 'signore' e 'colonnello'! Dannazione, mi comporto come una scolaretta con lui!

Sam uscì dalla tenda e si diresse dove si trovavano i resti del falò. Si guardò in torno per assicurarsi di essere sola. Trasse un profondo respiro. Non si sentiva affatto bene. Il dolore al petto le impediva quasi di respirare, i muscoli bruciavano, la testa girava e tutto pareva sfocato. I brividi che fino ad allora aveva represso, la fecero tremare. D'un tratto la vista le si appannò ancor di più, sentì alla testa un dolore lancinante e svenne.

 

Si!!! La mia prima recensione!! Grazie MUMMA!

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Capitolo 5
*** Al Comando ***


Capitolo 4

“Jack! Jack?! Jack svegliati!”

O'Neill aprì di contro voglia gli occhi e con la vista ancora appannata si rivolse a Daniel: “Ehi Danny! Ti serve qualcosa?” “Jack vieni, è Sam!” Il Colonnello si sentì d'un tratto sveglio è saltò in piedi: “Cosa le è successo?”

“Non lo so, Teal'c non è stato chiamato per fare la guardia e ha meditato per tutta la notte. Mi sono svegliato con la luce dei soli e sono subito uscito per vedere perché Teal'c non mi aveva avvisato del cambio turno. Sono andato verso...” Daniel si interruppe quando vide la figura ancora inerte di Sam. Accanto a lei, Teal'c stava cercando di svegliarla.

“Bene, Daniel, Teal'c, togliamo le tende. Torniamo allo Stargate.

E ci pensi solo ora Jack? Se avessi seguito il consiglio di Daniel ora Carter sarebbe in infermeria e non ad anni luce da Casa. Dio... speriamo che rinvenga, saremo più lenti se dovremo portarla su una barella.

Il tragitto si rivelò lungo e difficile: una tempesta infuriava, il vento faceva ondeggiare gli alberi come ramoscelli, la pioggia cadeva. Sam restò immobile per tutto il viaggio, adagiata tra le braccia di Teal'c, che si era offerto di portarla. Arrivarono allo Stargate zuppi e stremati, alle prime luci dell'alba del giorno seguente. Daniel compose la Terra e il Jaffa inviò il codice dal GDO.


 

Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å Å

 

ATTIVAZIONE EXTRATERRESTRE NON PROGRAMMATA!

ATTIVAZIONE EXTRATERRESTRE NON PROGRAMMATA!

“Cosa succede Sergente?” Chiese Hammond entrando.

“Stargate attivato Generale”

“Riceviamo un codice?”

“Sissignore, è l'SG1”

“L'SG1? Doveva rientrare tra una settimana! Apra l'iride Sergente" – ordinò poi a Walter.

SQUADRA MEDICA ALLA SALA DI CONTROLLO

SQUADRA MEDICA ALLA SALA DI CONTROLLO

L'SG1 attraversò lo Stargate proprio mentre Hammond entrava nella Sala d'Imbarco, “Bentornata SG1. Cosa succede?” Chiese il Generale guardando Sam. Prima che il Colonnello o chiunque altro potesse rispondere, Janet entrò. “Dammela qui Teal'c. Piano. Ok.” Fraiser, messa Carter su una barella, la portò in infermeria. “Generale chiedo il permesso di...” “Accordato Colonnello. Briefing tra un'ora. Potete andare SG1.”


 

Jack, Daniel e Teal'c si precipitarono in infermeria, senza neanche cambiarsi o riporre le armi in armeria. Si diressero verso Janet che era appunto china su Sam.

“Doc, ci dica che sta bene!”

Il Colonnello era evidentemente preoccupato

“Colonnello io... Signore, sto ancora aspettando i risultati degli esami, ma... quelli preliminari indicano che lei... lei è in coma, Signore.”


 

Uhuh, breve ma abbastanza allarmante, povera Sam... Il prossimo è lungo un intero foglio protocollo, aggiorno presto, domenica se va tutto bene.


 

MUMMA: (posso chiamarti Maty? Pleeeasee!!) My name is Bianca. Allora: Samantha non sta proprio benissimo, ma alla fine credo starà bene...

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Capitolo 6
*** In coma, Doc? ***


“In coma?! Doc ma che dice? Che è successo?”Jack stava quasi urlando.

“Devo aspettare gli esiti degli esami per saperlo con certezza. Colonnello, mi dica cosa è accaduto su P3W-693.”

“Non è stata bene dalla prima notte. Aveva la febbre, era come isterica. Abbiamo cercato di abbassarle la temperatura e alla fine ce l'abbiamo fatta. Il giorno dopo abbiamo continuato a camminare, diceva di sentirsi bene. La sera siamo andati a dormire e il mattino seguente l'abbiamo ritrovata priva di sensi. Non si è svegliata da allora.”

“Dottoressa Fraiser? Sono gli esami.”

“Grazie Jannifer.” Stava leggendo il referto quando improvvisamente sbiancò.

“Janet cosa...?”

“Oddio Daniel... Il naquadah presente nel suo sangue è aumentato di 18 volte... Di questo passo morirà...”

 

Jack, Daniel e Teal'c erano impalliditi. Lei non poteva morire, non lei. O'Neill, con gli occhi vitrei e leggermente appannati, ruppe il silenzio. “Fai tutto quello che puoi Janet” Fraiser annuì, stravolta, incapace di parlare.

 

L'SG1 si diresse verso gli spogliatoi, sconvolta. “Dannazione”, sussurrò Jack appena entrato.

“Sei contento Jack? Se mi avessi ascoltato ora lei probabilmente starebbe bene. Non sarebbe su quel letto. Lei non starebbe rischiando di...” La voce di Daniel si spense.

“Non hai motivo di prendertela con O'Neill, DanielJackson.”

Jack aveva gli occhi lucidi e lo sguardo triste. Era tutta colpa sua. “Daniel ha ragione Teal'c.” Senza aggiungere altro uscì. Chiusa la porta guardò l'orologio: aveva ancora mezz'ora prima del briefing. Si diresse meccanicamente verso l'infermeria per vedere Sam e forse – solo forse – per fare il controllo medico.

“Allora Janet, come sta?” Se Fraiser notò che il Colonnello l'aveva nuovamente chiamata per nome, non lo diede a notare.

“Non bene Signore, il naquadah aumenta sempre di più, e noi non possiamo fare assolutamente niente.”

“Doc, quand'è che la dose diventerà...” ...fatale pensò O'Neill, oddio sta succedendo davvero, lei sta morendo.

“Non possiamo saperlo Colonnello, non sappiamo quando Sam ha iniziato a sentirsi male, né come questo aumento sia possibile. Solo lei lo può sapere, dobbiamo aspettare che si svegli.”

“Ammesso che lei lo sappia, Janet”

“Ammesso che lei lo sappia.” Sospirò Janet con un filo di voce. “Colonnello, dovremmo andare al briefing ora.” Disse guardando l'orologio.

 

Il percorso verso la Sala Briefing non era mai stato così lungo e silenzioso.

Improvvisamente Jack si fermò.

“Sta bene Colonnello?”

“Io non... diavolo Doc... È tutta colpa mia!”

Janet sospirò, non sapeva cosa fosse successo su quel pianeta, ma sapeva per certo quanto Sam e Jack tendessero a darsi la colpa per le sventure dell'altro. “Colonnello, non avrebbe potuto farci niente. Non avremmo potuto fare niente neanche se fosse rimasta qui. Non è colpa sua.”

“Questo non lo puoi sapere, Janet.”

“Colonnello...”

“Andiamo, se no faremo tardi.”

Stettero in silenzio per il resto del percorso. Una volta dal Generale, ci fu il resoconto dell'SG1 su quello che era successo sul pianeta, seguito naturalmente da quello di Janet.

“Suggerirei inoltre di chiamare i Tok'ra Generale."

“Dottoressa?”

Janet diede una scrollata di spalle: “Qualunque cosa sia riguarda il naquadah, Signore, il naquadah di Jolinar. I Tok'ra potrebbero saperne qualcosa in più”

“Capisco Dottoressa Fraiser, potete procedere.”

 

 

Tre ore dopo Jacob entrò in infermeria. Dopo una veloce rapporto da parte di Janet toccò a Selmak parlare:

“Credo di sapere cos'abbia il Maggiore Carter. È venuta per caso a contatto con del naquadah liquido?”

“No, Selmak.”

“Non che io sappia.”

“Si” gemette Sam. Aveva gli occhi aperti e leggermente offuscati. La pelle e le labbra erano più bianche di quando l'ashra'k aveva provato ad ucciderla.

“Carter!”

“Sam!!”

“Janet?! Che succede?!? Io... oddio Janet, fa male!”

“Dove Sam?” Fraiser passò velocemente dal ruolo di amica a quello di dottoressa.

“Dappertutto...!! Janet ti prego, fallo smettere! JANET!”

“Ok calma Sam, ti inietto altri antidolorifici, Sono felice che tu ti sia svegliata!”

“Perché? Ero solo incosciente” Poi, vedendo gli sguardi degli amici disse: “Oddio non ero...?”

“Si Carter eri in coma. Sam, cos'è questa storia? Non puoi essere venuta a contatto con del naquadah liquido!”

Sam trasse un paio di respiri per calmarsi e cominciò: “Signore io... mi dispiace! Sono...stata... colpita da... una lancia Jaffa... ODDIO!” Si portò una mano al petto, cercando disperatamente di respirare.

“Tranquilla Sam, tranquilla. I medicinali dovrebbero fare effetto tra poco. Sam mi dispiace ma devi continuare. Ce la fai?”

“Io... Ok. Signore, Colonnello, mi dispiace! Pensavo che non fosse niente, non era niente. Un Jaffa mi aveva colpito di striscio, tutto qui. Giuro, non era niente! Ma il naquadah presente nella lancia deve essere entrato in circolo e...” Smise di parlare, respirando affannosamente

“Jan, non credo che i farmaci stiano facendo effetto... È il naquadah, blocca gli effetti degli...” La voce di Sam si spense e lei si accasciò nuovamente sul letto.

“Janet sta...?!”

“Sta bene Daniel. È solo incosciente. Almeno adesso abbiamo qualcosa su qui lavorare.”

“Cioè?”

“Colonnello, nella vostra ultima mission3 siete caduti in una imboscata Jaffa. Dev'essere stato allora. È stato 6 giorni fa. Signore il naquadah si alza di 3 livelli al giorno. Abbiamo due giorni prima che la dose divenga impossibile da gestire per il suo organismo, e poi... Poi morirà Colonnello.”

“E se le impiantassimo un simbionte Tok'ra?”

“Non si può Teal'c, è proprio il fatto di essere stata ospite Tok'ra che la rende così delicata al naquadah. Quello che le sta succedendo potrebbe uccidere anche il simbionte. Non possiamo correre il rischio.”

Jacob parlò con la profonda voce di Selmak, il viso sconvolto dal non poter aiutare la figlia.

“Mi dispiace Jack, non possiamo fare altro.”

Era il padre di Sam a parlare e aveva gli occhi lucidi di lacrime non versate.

“Ma il dispositivo di guarigione? Il sarcofago?”

“La ucciderebbero entrambi più infetta Jack. Sono costruiti con il naquadah.” Sussurrò Daniel.

“E allora? Non possiamo lasciarla! Non lei! Dobbiamo fare qualcosa!” Janet piangeva.

“Non la abbandoneremo Janet! Chiederemo agli Asgard, ai Tollan, ai Nox dannazione! Lei non morirà!” Jack era sconvolto quanto determinato.

Lei non morirà” ripetè.

N/A: Hola! O forse buenas noche! So che quando uno esce dal coma di solito non si metta a parlare, ma Sam ha il naquadah nel sangue e per lei è tutto diverso...

Fifth: Grazie Grazie Grazie!!! Bellissimo nickname e soprattuto bell'avatar!

 

 

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Capitolo 7
*** Ti amo, lo sai? ***


Spoiler: 4x05, Divide and Conquer, minori per 1x16, Solitudes



I Nox non avevano risposto. I Tollan, nonostante le suppliche di Narim, avevano rifiutato di aiutare una razza più primitiva. Gli Asgard, invece, erano stati più che felici di aiutarli, ma sarebbero arrivati in orbita terrestre solo dopo due giorni. O'Neill era preoccupato: se non fossero arrivati in tempo o se non avessero potuto aiutare Sam, lei sarebbe morta.

 

“Uh” Sam gemette risvegliandosi.

“Ehi Lucy!”

“Ehi Sam, come stai?”

“Ja-Janet?” Sam era così sollevata di vedere il medico che non aveva neppure notato la presenza del Colonnello.

“Fa male Jan!”

“Dove Sam?” Janet era preoccupatissima

“Dappertutto... Morfi...Morfina, ti prego.” Carter ansimava, contorcendosi.

“Certo” Fraiser stava per iniettare la droga nella flebo quando Sam le fermò il braccio.

“Janet io credo...sto per...” Non riuscì a finire la frase che fu scossa da conati di vomito. Janet fece appena in tempo a metterle una bacinella davanti che il poco cibo che le avevano dato quando si era svegliata la seconda volta si svuotò nel recipiente.

“Scusate...” Disse con filo di voce, accorgendosi solo allora della presenza del Colonnello.

“Signore! Mi dispiace, non l'avevo vista...”

“Nessun problema Dorothy. Allora come va?” Chiese porgendole un fazzoletto.

Sam lo fissò un attimo: non aveva la forza di mentire. “Non sto bene Signore. Ho una terribile emicrania e a quanto pare... il mio stomaco e il petto sono in fiamme...” La sua onestà preoccupò immediatamente Jack, la conosceva e sapeva che normalmente avrebbe fatto di tutto per non far dìsapere le sue condizioni. Improvvisamente Sam smise di parlare e iniziò a respirare affannosamente.

“Janet!!”

“Tranquilla Sam, va tutto bene, è Sufentanil, più potente degli altri farmaci che ti ho dato, farà effetto tra poco.” Sam infatti poco dopo si calmò e chiuse gli occhi, stremata.

Riposati Sam, saremo qui vicino a te, andrà tutto bene.” Sentì prima di sprofondare in un caldo tepore.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

L'infermeria era buia e silenziosa, l'unico letto occupato era quello più lontano dalla porta e più vicino all'ufficio del medico. Gli unici suoni erano il continuo 'bip-bip' dei macchinari e il soffice respiro dell'occupante del letto.

“Dio Sam, mi dispiace tanto, è tutta colpa mia! Se solo avessi ascoltato Daniel! Se solo non avessi fatto quello che volevi quando era ovvio quanto stessi male! Diavolo Sam, mi dispiace. Non volevo che i miei sentimenti ci intralciassero, non volevo che gli altri se ne accorgessero, nemmeno Daniel e Teal'c! Mi dipiace, ho finito con l'allontanarti di più di quando avrei voluto. Non ti ho nemmeno trattata come una membro della mia squadra! Perdonami se puoi Sam.” Jack sospirò. Era tutta colpa sua, Carter sarebbe morta per colpa sua.

 

“Signore, la prego non si dia la colpa, per favore!” Sam gemette accanto a lui.

“Carter... tu, tu hai sentito?” Di di no, almeno questa volta di di no!

“Già. Signore, dobbiamo parlare. Ora.”

“ Sam ora devi solo riposarti, dormi.” Testardo.

“No. Mi ascolti: nonè colpa sua. Non avremmo potuto fare niente e sono sicura che neanche se fossi rimasta in infermeria dal primo giorno non avrebbe cambiato nulla. Jack... Forse abbiamo, ho, sfidato il destino troppo volte. Non ce la farò, non stavolta. E tu devi accettarlo. Devi promettermi una cosa Jack, non piangermi per il resto dei tuoi giorni, non sentirti in colpa per il resto della tua vita. Non devi. Sfogati, parlane con qualcuno, con Daniel, Teal'c, Janet, Cassie... Ma ti prego non deprimerti ancora, non fare come hai fatto con Charlie. Ti prego, promettimelo.” Sam era pallida ma più determinata che mai.

“Sam, tu non morirai, gli Asgard ti aiuteranno, capito? E poi ora stai meglio no?”

“La proverbiale calma prima della tempesta. Jack, se gli Asgard non arrivassero in tempo o sei io non ce la facessi...”

“Sam devi riposarti ora, dormi. Domani starai meglio.” Non posso sentirlo, non puoi dirmi che stai morendo, non puoi dirmi che non mi devo deprimere, non puoi pretendere che non ti pianga per il resto dei miei giorni!

“No Jack, non starò bene. Starò solo peggio, lo sappiamo entrambi, forse non sarò nemmeno in grado di parlare. Dovevamo tenerlo in quella stanza, ma io non ci riesco, non ora. Sappi che io ti amo Jack, ti ho amato e ti amerò per sempre.” Sussurrò Sam piangendo.

“Sam..”

“Promettimelo.” Ti supplico Jack, per favore!

“Sai che non posso farlo, Sam. Io ti amo.”

“Lo so e io amo te, ma tu me lo devi promettere, fallo per me.”

“Sam...”

“Jack, ti supplico, fammi morire in pace.” Era una preghiera, sapeva di stare morendo e voleva solo che l'uomo che amava stesse bene.

“Te lo prometto. Ma ti prometto anche che tu non morirai.” Jack la guardò negli occhi.

“Tu non puoi saperlo, nessuno può.” Sam lo guardò con occhi tristi, il suo destino era segnato.

“Sam, ti ricordi in Antartide? Ti ricordi? - ad un cenno affermativo mescolato a un singhiozzo sfocato Jack continuò – Ti ho promesso che ne saremmo usciti vivi e ora siamo qui. Puoi fidarti di me. Ce la faremo, insieme, come l'ultima volta.”

Stettero in silenzio un attimo.

“Signore, Jack... io non voglio morire!” Singhiozzò sommessamente Sam.

“Ehi, vieni qui.” Jack allargò le braccia per permettere a Sam di abbracciarlo.

Sam si avvicinò tremando al suo CO e si avvinghiò a lui. Era il loro rituale - pensò la ragazza - e quella sarebbe stata l'ultima volta.

“Tu non morira, Sam, tu non morirai. È una promessa.” Jack le accarezzò la schiena fino a quando i singhiozzi non si calmarono e lei non si addormentò.

Stava per andarsene quando Janet entrò per controllare l'amica.

“Colonnello! Non sapevo fosse qui! Si è svegliata? Ha fatto qualcosa?”

“Sì, abbiamo parlato un po' e si è addormentata di nuovo. Qualche notizia doc?”

“Già, ma nessuna buona Signore, il livello continua ad aumentare. Quando dovrebbero arrivare gli Asgard?”

“Domenica, alle 12, dice Thor.”

“Signore ma è tra due giorni! È al limite massimo!”

“Lo so, ma le loro navi sono in una qualche galassia, Alcmena credo.”

“Ah. Colonnello, dovrebbe andare a riposarsi.”

“Resto qui Janet.”

“Colonnello, non lo faccia diventare un ordine.”

“Janet ti prego, devo stare con lei.”

“Vada a letto. Signore, non è un ordine, è solo... Nei prossimi giorni Sam starà peggio, molto. Avrà bisogno di tutti noi qui. Specialmente lei.”

“...Va bene... E doc? Si riposi anche lei.” E senza aspettare una risposta uscì dalla stanza.

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Capitolo 8
*** Addii ***


Spoiler per: 1x12 Fire and Water - 1x17 Solitudes - 2x02, In the line of Duty.

Quando Sam aprì nuovamente gli occhi vide degli occhiali. Occhiali? Ci doveva essere qualcosa di sbagliato. Li richiuse. Quando li aprì nuovamente vide Daniel, chino su di lei.

“Ehi Sam, come stai?” Chiese a bassa voce l'amico.

“Daniel. Peggio dell'ultima volta, ma era prevedibile.” Danny annuì, demoralizzato, se solo gli Asgard fossero stati già lì!

“Posso fare qualcosa?”

“Stai qui con me?” Sam improvvisamente gli occhi pieni di lacrime, stava per morire.

“Si, certo, tutto il tempo che vuoi!” Sorrise cercando di sembrare convincente.

“Daniel, ti devo dire una cosa: mi dispiace, davvero. Quando fui posseduta da Jolinar, lei usò i miei ricordi di Shau'ri contro di te. Mi dispiace averle dato accesso alla mia mente, ma devi credermi, non potevo fare nulla per impedirlo. Scusami!”

Danny scosse leggermente il capo: era stato un po' distante da Sam in quel periodo, ma l'aveva perdonata già da molto tempo, non era di certo stata colpa sua! “Sam, non ti preoccupare, non ci potevi fare niente! In più se qualcuno deve scusarsi quello sono io! Quando tu e Jack eravate bloccati in Antartide... io ho avuto la soluzione sotto gli occhi per tutto il tempo, eppure non l'ho trovata! Siete quasi morti per colpa mia! Poi c'è stata quella volta del sarcofago e tutte le volte che vi ho messo nei pasticci per colpa della mia curiosità...”

Sam tossì. “ Hai agito in buona fede, non potevi saperlo. Riguardo all'Antartide, siamo vivi grazie a te. Il Colonnello vivrà grazie a te! Quanto a me... beh, non ci potevi fare niente.” terminò Sam con un filo di voce.

“Sam...”

“Hai ragione, non discutiamone ora. Daniel, probabilmente questa è l'ultima volta che parleremo. Quindi, grazie Danny. Grazie per essere stato mio amico, per essermi stato accanto in ogni momento, grazie per avermi aiutato con Cassie, grazie di tutto. Sei il mio miglior amico. Il migliore che potessi desiderare. Quando pensavamo che fossi morto, quando Nem ti aveva catturato e non lo sapevamo, mi sono sentita come... Ti voglio bene.” Sussurrò mentre le lacrime cominciavano a cadere.

“Sam, starai bene, capito?”

“No, se gli Asgard non arrivano, o se non ce la faccio, o se non possono aiutarmi.” Ci fu un attimo di silenzio poi Sam parlò:

“Prenditi cura di lui d'accordo?”

“Lui?”

“Sai di chi parlo.”

“Direi di sì. Sam non ti devi preoccupare...”

Ho capito Daniel, ho capito. Ma nel caso non ce la facessi per un qualsiasi motivo, occupati di lui. D'accordo?”

Daniel sospirò, spero che non sia mai necessario Sam, spero tanto che tu ce la faccia. “D'accordo.”

“Grazie.”

“Ehi T.” Disse in un sussurro appena udibile Sam quando vide Teal'c entrare in infermeria.

“Maggiore Carter! Non sapevo fossi sveglia.”

“Già beh... Teal'c, l'ho già detto a Daniel, sto sempre peggio, neanche il Sufentanil sta facendo più molto effetto... Se questa è l'ultima volta che ci dobbiamo parlare ho un paio di cose da dirti.” Sam cerco di mettersi seduta ma, con una smorfia di dolore, ci rinunciò.

“Grazie di tutto. Sei stato grande, come amico e come combattente. Grazie per essermi stato vicino.”

“Non mi terranno mai lontano dai cavalli di razza come lei.” Replicò Teal'c con un confortante sorriso. Sam lo ringraziò con uno sguardo insolitamente luminoso.

“È stato un'onore servire la Terra con te Maggiore. Ma non ti devi preoccupare, Samantha, troveremo una soluzione. Te lo prometto.” Finì Teal'c chinando il capo.

“Grazie Teal'c. Lo è stato anche per me. Ora se vuoi scusarmi – disse con uno sbadiglio – sono stanca. Credo che li famaci di Janet stia facendendo finalmente effetto.”

E in men che non si dica, si addormentò.

“'Giorno Sam.” Disse Janet all'amica con finta allegria. “Teal'c mi ha detto che l'analgesico non stanno più facendo effetto. Stavo pensando i passare al Lofentanil, d'accordo?”

“Janet, quello si usa con gli elefanti.”

“Lo so. Tu stai bene?”

“Sì” Come se ti credesse... Andiamo, riesci a mala pena a parlare Sam!

“Davvero?”

Sotto lo sguardo acuto del dottore Sam non poté fare a meno di dire la verità: “No, peggiora sempre di più. Non riesco a stare seduta e parlare e respirare mi fanno venire un forte dolore al petto. Contenta ora?”

“No, ma almeno adesso posso essere sicura di doverti dare quel farmaco.” Replicò Fraiser. Sam era un paziente quasi peggiore di O'Neill quando si metteva di impegno.

“So anche che stai dicendo 'addio' a tutti.” Disse Janet con finta leggerezza mentre iniettava il Lofentanil nella flebo.

“Già” Sam abbassò lo sguardo.

“Gli Asgard saranno qui tra poco più di ventiquattro ore, Sam tu non morirai. Capito?” Janet smise di fare quello che stava facendo e si sedette vicino all'amica.

“Non lo puoi sapere.”

“Sam...”

“Devo parlare anche con te. Di Cassie e di qualcos'altro.”

“Non devi perdere la speranza.”

“Mi ascolti o vuoi continuare a cercare di consolarmi? Prenditi cura di Cassie d'accordo? Dille che sono felice che voglia studiare chimica.”

“Sam...”

“Janet, ascolta e stai zitta. Prenditi cura di lei. Prenditi cura di te. Prenditi cura dei ragazzi, temo che saranno un po' giù. Salutami Cassie e papà.”

“Mi dispiace che non sia qui.”

“Non è colpa tua se è dovuto andare in missione. Ringrazialo per quello che ha fatto per me da quando sono nata e digli... Digli che non lo incolpo per la morte di mamma. Lo pensa da sempre, non ostante tutte le volte che gliel'ho detto...”

“Potrai ridirglielo tu stessa quando starai meglio.”

Sam proseguì come se Jan non avesse parlato: “Puoi chiedere a Hammond di venire?”

“Sì. Non sforzarti troppo, d'accordo?”

“Già. Janet, dimmi la verità, come sto?”

“Credo che tu lo sappia meglio di me.” Sussurrò evitando di guardarla.

"Dimmelo lo stesso. Quanto mi rimane?”

Il volto di Janet si scurì ancor di più. “Le analisi non sono buone. Il livello del naquadah aumenta. Hai meno di due giorni...”

Sam gemette. “Capito.”

“Vado da Hammond.”

“Janet? Grazie.”

“Ti voglio bene, Sam.” Quella affermazione valeva più di mille parole

“Lo so, sei la mia migliore amica, sei come una sorella per me.”

Con un piccolo, confortante, sorriso Janet chiuse la porta dietro di sè, chiedendosi per quanto Sam sarebbe riuscita a rimanere cosciente.

“Avanti” disse tetro Hammond posando la cornetta del telefono

“Buongiorno Generale. Sam mi ha chiesto di...” Janet si fermò quando vide la faccia avvilita del Generale

“Signore, cosa succede?” chiese preoccupata.

“Harriman me lo ha appena comunicato: abbiamo ricevuto un messaggio dalla nave di Thor, hanno avuto un guasto.”

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Capitolo 9
*** Un guasto fatale ***


“Un guasto?! Come la nave di Thor ha avuto un guasto? Le navi asgard non hanno mai avuto un guasto!” urlò O'Neill.

“È a causa della battaglia contro i replicatori che stavano affrontando. Cercaranno di ripararlo, ma non faranno mai in tempo.” George abbassò il capo.

“E le altre navi, Generale Hammond?” chiese con voce preoccupata il Jaffa.

“Sono ancora impegnate nella battaglia Teal'c.”

“E quindi? Cosa? La lasciamo al suo destino e le teniamo compagnia mentre muore lentamente e dolorosamente?”

Si guardò nella stanza cercando di una risposta, ma l'unica cosa che vide furono le facce sconvolte degli amici.

“Possiamo fare qualcosa Dottoressa Fraiser?”

“No Generale, ho provato di tutto, ma niente.”

Il silenzio più assoluto si impadronì dei presenti.

“Glielo diciamo?” Chiese Jack con un filo di voce. “Che sta per morire?”

“Certo. Perchè no?”

“Siamo i suoi amici. Dovremmo proteggerla. Se non possiamo fare altro, non facciamola soffrire ancora. Diciamole che gli Asgard stanno arrivando come previsto.”

“Jack, lei deve sapere la verità!”

“Andiamo Danny! Se tu fossi al suo posto, vorresti sapere che stai morendo e che le uniche persone di cui ti fidi, i tuoi amici più cari, non possono fare niente? Io no di certo.”

“Il colonnello ha ragione Daniel, io non vorrei.” Sussurò Janet.

“Lei non vorrebbe Jack.”

“Lei non è qui ora.”

“Non è questo il punto: non ci perdonerà mai di non averglielo detto!”

“Non ce lo potrà perdonare perchè sarà morta Daniel!” scattò O'Neill.

“...Bene. Okay, facciamolo per Sam allora.” Daniel cedette e si accasciò sulla sedia.

 

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“Signore...” sussurò Sam vedendo entrare O'Neill.

Un sorriso tirato, non sarebbe stata sveglia ancora a lungo.

“Puoi chiamarmi Jack, lo sai Carter.”

“Lo so.”

Si sedette accanto a lei e le accarezzò la mano, scompigliandole con l'altra i capelli biondi.

“So che gli Asgard non arriveranno.” Disse di punto in bianco guardandolo negli occhi.

“Certo che arriveranno.” Come tutti non voleva mentirle, ma se questo avesse potuto farla stare meglio...

“Ho sentito Janet che ne parlava con un'infermiera.”

“Ah” Maledizione Doc!

“Non le dare la colpa. Pensava che stessi dormendo.” Sospirò “Che ne dici se parliamo?”

“Devi riposarti Sam.”

“Direi che arrivati a questo punto si può dire che riposerò da morta.”

“... Sam...”

“Jack sto morendo.”

“...Che ti serve?”

“Che ascolti. Ti amo. Dannazione, ti amo più di qualunque altra cosa nell'universo! Sai, non chiedo a tutti di... JACK!” Impallidì di colpo e si portò una mano al petto. Prima che qualcuno dei due potesse fare qualcosa il 'bip bip' che indicava il battito cardiaco di Sam impazzì.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

"Sam? Sam? Sam mi senti?"

“Janet?”

“Ehi! Come stai? Hai avuto un arresto cardiaco. Pensavamo di averti perso...”

“Non ti preoccupare. Sto bene, relativamente parlando.”

“... Capisco. Ora vado. Ah... il Colonnello, Daniel e Teal'c stanno arrivando. ”

“No aspetta.” Sam chiuse gli occhi cercando disperatamente di rimanere cosciente, il dolore era immenso. “Portami carta e penna.”

“Non so se sia il caso...”

“Zitta Janet! Ti prego non ho più tanto tempo. Riesco a malapena a rimanere lucida. Per favore.”

“...Vado.”

Pochi secondi dopo un archeologo con gli occhi rossi e iniettati di sangue, un jaffa preoccupato e un militare tetro come non mai, varcarono la soglia.

“Ehi ragazzi.” sussurò non avendo la forza di parlare più forte.

“Ehi Sam.”

“Sam.”

“Maggiore Carter, Samantha.”

Le si avvicinarono e Jack, infischiandose dei ranghi, le prese la mano. Stettero in silenzio fino a quando Janet non tornò, cercando di trovare le parole, parole che in realtà non c'erano.

“Tieni. Non sforzarti troppo okay? Chiamami se senti qualcosa che non va, va bene?” Dopo un cenno affermativo di Sam, sussurrò un 'vi lascio soli' e si diresse verso il suo ufficio.

Scrisse qualcosa sul blocchetto che l'amica le avea lasciato e lo girò verso i compagni. 'Grazie di essere qui ragazzi' l'inchiostro lasciato dalla penna era leggerissimo, appena visibile. Daniel sorrise a nome di tutti.

Sam prese il foglio e ricominciò a scrivere.

Un quarto d'ora dopo lasciò cadere la penna sfinita e appoggiò la testa sul cuscino. Porse il foglio a Jack e quando lui fece per iniziare a leggerlo Carter gli sussurrò: “Non adesso.” Lui annuì, iniziando a capire quello che probabilmente aveva scritto. Piegò il foglio e lo ripose in tasca.

La testa le fece ancora più male e Sam capì che le rimaneva poco tempo e che, probabilmente, non si sarebbe più svegliata.

“Ricordati, lo hai promesso.” disse, prima che il buio la inghiottisse nuovamente.

 

-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

“Jack? Dovresti riposarti un po' sai? Resteremo io e Teal'c qui. Hai bisogno di dormire.” disse Danny entrando in infermeria.

“Devo stare qui con lei, Daniel.” Jack lo guardò con gli occhi arrossati.

“Jack...”

“Potrebbe succedere da un momento all'altro. Devo essere con lei quando accadrà. Devo aiutarla.”

Improvvisamente si udì di nuovo il bipbip critico dei macchinari. Pochi secondi dopo Janet e il suo team erano già all'opera per cercare di rianimare Sam, ma le letture confermarono quello Fraiser aveva già detto: non c'era più niente da fare.






La fine? Comunque, che ne pensate?

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Capitolo 10
*** Illuminazione ***


Spoiler per: Grandi, enormi, per Meridian. Piccolissimi per: Emancipation, The Devil you know, Between two Fires, 2001, Ascension, Divide and Conquer, First Commandment, In The Line of Duty.

Pochi secondi dopo...

Tutti si ammutolirono, la loro amica era andata via, per sempre.

Improvvisamente il corpo di Sam si trasformò in un intreccio di candida energia che salì verso l'alto, con gli sguardi di Jack, Daniel, Janet e Teal'c che lo seguivano.

 

Poche ore prima

Ricordati, lo hai promesso.”

Quando si svegliò, si ritrovò in uno scenario completamente diverso da quello che aveva immaginato. La Sala Stargate, totalmente deserta a parte... Oma Desala? Prima che Sam avesse il tempo di parlare Oma la guardò: “Il tuo destino è nelle tue mani.” Che hai detto?

Oma? Oma Desala?” Wow... non immaginava che questa stanza fosse così grande! Già, passava decisamente troppo tempo con O'Neill. Si riscosse dai suoi pensieri quando la donna, circondata da un'aurea bianca, fece un piccolo sorriso.

Sono io Samantha, il tuo destino è nelle tue mani.” ripeté con grazia.

In che senso?”

Quando la mente è illuminata lo spirito è libero e il corpo non ha importanza” spiegò avvicinandosi sempre con un dolce sorriso sulle labbra.

Sam rifletté un attimo. “Stai parlando dell'ascensione, vero?”. La bruna si fece d'un tratto seria. “La salita ad un diverso...piano di esistenza? Stai dicendo che io se volessi riuscirei... A diventare come te?” Sarebbe un'esperienza bellissima, ma non li posso abbandonare, hanno ancora bisogno di me.

“Prima devi iniziare un viaggio, lo stesso che iniziò il Dr. Jackson a Kebh, il cammino che hai quasi intrapreso quando apristi la tua mente ad Orlin. Solo allora riuscirai a trovare la tua strada per il grande sentiero.” concluse sedendosi con aria leggermente soddisfatta.

“Cosa devo fare?”

Oma annuì nuovamente, sorridendo di nuovo: “Liberati del fardello.”

Eh? “D'accordo, me ne sono liberata. Qual è il secondo passo?”

“Un uomo alto non può nascondersi nell'erba bassa.”

“Sai, non ho tempo per questo genere di conversazione adesso.”

“Non puoi raggiungere l'illuminazione scappando dalla morte.”

“Dimmi che cosa devo fare.”

“Molte vie conducono al grande sentiero, solo chi vuole troverà la sua strada.”

“D'accordo io lo voglio. Quindi andiamo, fai quello che devi: illuminami.” Chiuse gli occhi.

“Il fiume non dice bugie. Però stando sulla riva, l'uomo malvagio le sente ugualmente.”

“Certo. Sapevo che non sarebbe stato facile.”

Oma sorrise. “Devi liberarti dal tua fardello.”

Si sedette vicino a lei. “Potrebbe morire tanta gente e io non sarei qui ad impedirlo.”

“Il futuro non è mai certo.”

Se non lo facessi, se non ascendessi, cosa succederebbe?” Chiese avvicinandosi all'ascesa.

Ti rimanderei indietro.”

E morirei, giusto?”

Non ritorneresti, no.”

Ascendendo potrò comunque stare con loro? Aiutarli a sconfiggere i goaul'd, i replicatori?”

Abbiamo delle regole. Regole di non interferenza, tu lo sai.”

Lo so. Ma...potrò... 'discendere'?”

“Dipende.”

Alzò un sopracciglio. “Dipende da cosa?”

Se vorrai oppure non vorrai tornare.”

Certo che voglio tornare.”

“Ascendere è un esperienza che tu non puoi neanche immaginare, che va al disopra della comprensione dell'universo che ha la tua razza. Ascendendo entrerai in un sommo piano di esistenza, pieno di conoscenza e potere. È l'illuminazione mentale e spirituale. Se discenderai, come dici tu, perderai la conoscenza e i ricordi del periodo di ascensione, essi non sono permessi ai mortali.” Fece una pausa. “Tu pensi che il tuo viaggio non sia ancora finito.” Era un'affermazione, non una domanda.

“Io veramente... non so quale sia stato lo scopo del mio viaggio finora, ma se è proteggere le persone direi che ho fallito.”

“Non portai mai raggiungere l'illuminazione se non credi a quello che vali.”

“Allora potremmo avere un problema.” affermò chiudendo gli occhi.

 

Quando li riapri si trovò nel suo laboratorio.

“Perché pensi di aver fallito il tuo viaggio? Hai fatto si che il tuo mondo sapesse usare lo Stargate. Senza di te si sarebbero limatati a viaggiare ad Abydos e ora i goaul'd starebbero marciando sulla Terra.”

“Ho creato il programma, dato un contributo a scoprire come funzionava. Ci sarebbero arrivati anche senza di me. Se qualcuno deve avere il merito è Daniel, è stato lui a decifrare il sistema non io.”

Oma proseguì come Sam non avesse parlato:“In seguito hai liberato delle donne dalla schiavitù, hai sventato più invasioni aliene, hai salvato la vita a tuo padre, più volte alla tua squadra e al tuo comandante, Jack O'Neill. Era andato in depressione prima del progetto Stargate. Si è innamorato di te. Sei tu la persona che l'ha fatto andare avanti.”

Sam senti una fitta al cuore e gli occhi pizzicare quando sentì il suo nome, Jack: non lo avrebbe mai più rivisto.

“Non lo ho salvato. Che io muoia o ascenda lui non mi rivedrà. Starà peggio dell'ultima volta, forse peggio di Charlie. Non gli ho salvato la vita, gliel'ho tolta. Non ho salvato Jonas, non ho salvato mia madre e soprattutto non ho salvato Jack. Forse qualcosa di buono a volte lo avrò anche fatto, ma non sono riuscita a cambiare niente: per ogni goaul'd che distruggevo ne saliva al potere uno più forte. I sentimenti che io e Jack provavamo l'uno per l'altro alla fine ci hanno distrutti, soprattutto lui. Devo tornare, devo aiutarli. Devo tornare ad aiutarlo.”

“Se ascenderai non potrai mai interferire.” Ripeté con pazienza.

“Ma potrò discendere.”

“Se vorrai. Ora però lascia che ti ponga una domanda: Vuoi continuare il tuo viaggio per espiare i tuoi fallimenti o per aiutarli?”

“Entrambi. Ma non avrà più importanza, non se sono morta.”

Oma le si avvicinò e la guardò: “Assolutamente vero.”

“Quindi ascendere è l'unica strada per aiutarli, in tutti e due i casi?”

“Esatto.” Oma annuì.

“ Anche volendo rimane un problema, vero? Devo perdonarmi? Devo perdonarmi per aver fatto salire al potere goaul'd ancora più pericolosi di quelli che c'erano all'inizio? Devo perdonarmi quello che farò a Jack, quello che farò a Daniel, quello che farò a tutti? Devo perdonare i miei fallimenti? Aver fatto morire Joe? Jonas? Orlin? Marouf? Jolinar? Mia madre?”

“Tutte le cose che elenchi erano impossibili da evitare. Hai fatto la scelta giusta, ogni volta.”

“Hai detto che ero l'unica in grado di giudicare me stessa, quindi anche se io voglio raggiungere l'illuminazione, come la chiami tu... Che succede se guardo la mia vita e credo onestamente di non meritarla?”

“Il successo o il fallimento delle tue azioni non si aggiungono alla somma della tua vita. Il tuo spirito non può esserne appesantito. Giudica te stessa secondo le tue azioni e secondo la forza con cui hai affrontato le sfide che hanno ostacolato il tuo cammino.”

“E se non ci riesco?”

“Hai fatto grandi cose.”

“Non abbastanza a quanto pare.” Disse appoggiando con forza il libro di fisica che stava guardando.

“L'universo è vasto e noi siamo così piccoli, c'è solo una cosa che noi siamo veramente in grado di controllare.”

“Che cosa?” Disse Sam senza alzare la testa.

“Se siamo buoni o malvagi.”

Sam si voltò verso di lei e la fissò: per la prima volta da quando era stata sul quel pianeta nel suo sguardo era riflessa la speranza.

Chiuse un attimo gli occhi, sentendo le lacrime scenderle silenziose sulle guance e quando lì riaprì nuovamente si ritrovò nella Sala d'Imbarco.

“Ehi ehi aspetta!” Esclamò quando vide Oma allontanarsi verso lo Stargate “Non puoi andare via!”

Desala agitò le mani in segno di impotenza e le disse: “Il resto dipende da te.” Sam alzò la testa, in mode che neanche Oma potesse vedere le lacrime scendere sul suo viso.

“Aspetta!” Quando Oma si voltò lei riprese: “Perché? Perché io? Perché dare a me questa opportunità? Io sono una scienziata, non una archeologo, non un Jaffa. Io sono dedita alla scienza. Non allo spirito, non alla storia!”

“Chiunque può insegnare l'illuminazione, chiunque sappia aprire la tua mente come tu hai fatto con Orlin.”

Sam chiuse gli occhi e rabbrividì. “Mi stanno perdendo, io... io lo sento...”

“È il momento di scegliere Samantha.”

“Mi prometti che tornerò?”

“Per percorre il cammino non puoi avere paura, non puoi esitare nel prendere una decisione.”

Abbassò nuovamente lo sguardo “Capisco. Ma io...”

“Tornerai se vorrai, ma ci vorrà del tempo.”

“Quanto?”

“Questo non posso dirtelo.”

“Mi rendo conto. Sono pronta a seguirti. Fammi solo dire loro addio.”

“Hai poco tempo.”

 

La scena cambiò e Sam si ritrovò in Infermeria. Vide Janet piangere, mentre posizionava il defibrillatore sul suo petto. Vide Daniel, Teal'c e Jack guardare l'amica pietrificati. Si avvicinò a quest'ultimo e posandogli un dolce bacio sulla guancia gli sussurrò “Tornerò, te lo prometto.”

 

 

 

N/A: Ehi, no aspetta!... déjà vu! I dialoghi tra Sam e Oma mi sembrano un po' familiari...

Emh... si beh... molte battute sono prese da 'Meridian, altre sono state aggiunte, altre tolte e la maggior parte modificate.

Allora... con l'ascensione mi sono inguaiata ancor di più! Non ne so praticamente niente. Ma non vedevo altri modi per salvare Sam! Comunque, se non sbaglio una volta ascesi si può anche 'discendere' (chissà se si dice...!). Merlino l'ha fatto per costruire la sua arma, credo...

Vabbè... allora che ne pensate?

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Capitolo 11
*** Ritornerà? ***


Si aggirava nel cimitero in cerca di quella lapide. Alzò gli occhi al cielo e vide soltanto delle montagne, avvolte da una fitta nebbia. Si accorse che pioveva, anche il firmamento stava piangendo per lei. Quando trovò la pietra tombale la terra ancora smossa, sul marmo bianco era scritto in un corsivo stranamente familiare: Maggiore Samantha Carter, grande figlia, amica e amore, ci è stata tolta troppo presto.'

 

Si ritrovò nella sala dello Stargate e sentì Janet dire: “Il Maggiore Samantha Carter è stata una grande guerriera, ha combattuto fino alla fine e, anche se non è morta in servizio, sono sicura che lo avrebbe fatto. È stata importante, fondamentale, per questo progetto, che, senza di lei non esisterebbe. Sam era la mia migliore amica, le cose che potrei dire sul suo conto sono infinite, tutte buone, perché in realtà non ho mai conosciuto una persona più gentile, disponibile, allegra e solare di lei.” Janet scese la rampa, mentre le lacrime le scorrevano silenziose sul viso. Jack sentì i suoi piedi muoversi e la sua bocca aprirsi per dire: “Dannazione, io ti amavo Carter!”

 

O'Neill si svegliò di soprassalto, udendo la voce di Daniel chiamarlo. Si guardò intorno e non lo vide, solo qualche secondo più tardi si accorse che l'amico stava gridando dal corridoio. Quando si alzò per aprire la porta senti un'improvvisa ondata di vertigini. Improvvisamente si ricordò che quella mattina era andato a un bar e aveva bevuto più di due... non forse erano cinque, birre.

Si sedette e, con più calma, si alzò.

“Che diavolo vuoi Daniel?” La voce gli uscì roca e brusca.

“Uh io...” Danny guardò Jack: aveva urgente bisogno di un cambio e di una doccia. Lo guardò in faccia e vide che aveva gli occhi rossi e gonfi.

“Hammond mi ha detto di informarti che abbiamo un briefing alle 0700 di domani. Ha detto di venire, è un ordine.” Jack alzò un sopracciglio.

“Parole sue, non mie.”

“Vorrei scommetterci.” O'Neill fece per chiudere la porta ma Daniel lo fermò.

“Che ti serve?”

“Posso entrare?”

“Se proprio devi...” Jack lo fece entrare e sbatte la porta dietro di sé. La stanza era disordinata, in condizioni pietose, le coperte erano tutte ammucchiate da un lato, una foto dell'SG1 era appoggiata sul letto. L'occhio di Daniel cadde su un foglio piegato sul comodino, lo scritto di Sam. Si chiese se Jack lo avesse già letto.

“Allora?”

“Devi andare avanti Jack.”

O'Neill scosse la testa. “Andare avanti? Daniel è morta! Lei è morta e tu mi dici di andare avanti?”

“Non è morta Jack, è ascesa. C'è differenza.”

“Non vedo come.”

“Jack, la rivedrai!”

“No. È morta, è andata. Io sono rimasto.”

“Jack, per favore...”

“Vattene Danny.”

“Jack la rivedrai, lei ritornerà!.”

“ Sono passati due maledettissimi mesi!! Mi spieghi perchè non è già qui?”

“Probabilmente ci vuole del tempo Jack.”

“Tempo... sai, forse non è facile come dici tu.”

“Jack io vorrei...”

“Per favore Daniel, vattene.” Danny si arrese e uscì dalla stanza con le lacrime agli occhi. Non stava riuscendo in ciò che Sam gli aveva chiesto.

 

Jack, rimasto solo, prese il foglio che Daniel aveva prima adocchiato e, per l'ennesima volta lo aprì. Per la prima però gli occhi gli caddero sulla scrittura disordinata di Sam e lesse ciò che gli aveva scritto:

'Ehi Jack. Non ho tempo per dirti tutto quello che vorrei... Ti amo. Ti amo da quando ti ho proposto di fare braccio di ferro. Non lo chiedo a tutti, sai? Mi dispiace anche non essere venuta a pesca con te, sarebbe stato bellissimo! In Antartide abbiamo detto niente rimpianti, eppure io uno ne ho, non averti potuto dire questo di persona!

Ricorda la promessa che mi hai fatto,

Samantha.'

 

Tirò su con il naso, asciugandosi il viso. Nonostante glielo avasse promesso era così dannatamente difficile non farlo, così difficile non chiudersi in una stanza e restare lì per l'eternità... Prese la foto dell'SG1 dal comodino, si ricordava quando l'avevano scattata: erano appena tornati da P3X595 e Sam era rossa come un pomodoro per l'imbarazzo. Un piccolo sorriso comparve tra le lacrime e le accarezzò la faccia con il pollice, quanto gli mancava...

 

Il giorno dopo...

 

“Non c'è stata neanche una cerimonia funebre Teal'c!” Sbottò Danny sbattendo il cucchiaio sul tavolo e facendo volare dappertutto spruzzi di latte.

“Come dici tu, DanielJackson, non è morta è ascesa. Molti Jaffa hanno dedicato la loro vita a raggiungere tale stato di esistenza.”

“E allora?! Credi che mi interessi!? Anche se fosse diventata un angelo la preferirei qui che da qualche altra parte!! E sinceramente non me ne frega niente di che cosa abbia raggiunto!” Teal'c, in tutta risposta alzò un sopracciglio. “Mi dispiace Teal'c... è solo... mi manca.”

“Anche a me, Daniel.” Danny si accigliò un poco, era molto raro che Teal'c lo chiamasse per nome. Il resto della colazione passò in silenzio fino a quando Jackson non parlò:

“Sai qual è la cosa più brutta? Che checché dica a Jack non so se Sam ritornerà mai, non convinco neanche me stesso quando lo dico!”

“Lo stai facendo per il suo bene, DanielJackson.”

“Lo so, è solo...Dovremmo andare al briefing.” Disse alzandosi.

 

 

“P3X 575 è popolato dai Palladei, molto probabilmente discendenti dagli antichi greci. Furono portati su 'Anteo', il loro attuale pianeta, da una goaul'd, Atena, morta secoli fa in un attacco di Ra. Essi però la venerano ancora, credendo che sia da qualche parte ad osservarli. Pensano che sia una dea buona.”

“Una Tok'ra??”

“No Generale. Una goaul'd. Stranamente però non li ha mai presi come ospiti. Forse non ha mai avuto il tempo di farlo. Crediamo sia morta poco tempo dopo.

Comunque: la loro cultura è molto simile a quella greca, ma l'architettura è più elaborata. Il capo del villaggio, non è attualmente disponibile. Hanno detto all'SG4 di andare a parlare con la nuova sacerdotessa Chaména, dal greco chaménos, perduta. Non so perché si chiami così, forse glielo chiederò. Vi ricordo inoltre che stabilire buoni rapporti con questo popolo è molto importante. Non ne sono a conoscenza, ma poco distante dal loro villaggio si trova una grossa vena di Tejo. Un minerale addirittura più duro del naquadah e molto meno instabile. Pensate all'uso che potremmo farne! Potrebbe servire per gli...”

“Dr Jackson.” Lo fermò Hammond prima che il giovane archeologo iniziasse ad elencare le possibilità per l'utilizzo di quel metallo. “C'è altro?”

“Oh sì; Chamèna ci aspetta alle 1815, ora terrestre.” Daniel, finito il suo discorso, sospirò interiormente, l'assenza delle solite battute di Jack si era fatta sentire più di quanto avesse immaginato.

 

–.-.-.-.-.

 

“Déjà vu,alberi.” Disse sommessamente Jack. “Bene, sbrighiamoci. Fai strada Daniel.” O'Neill scese dalla piattaforma che sorreggeva lo Stargate e seguì Jackson e Teal'c nel bosco. Il viaggio fu lento e tranquillo: niente battutine di Jack, niente battibecchi tra lui e Daniel, niente discorsi simpatici di parte di Teal'c, niente Sam.

Verso sera si accamparono a sole tre miglia dal villaggio. Teal'c controllo il perimetro, Daniel preparò la cena e Jack, per la prima volta, montò da solo le tende.

 

O'Neill si svegliò nel cuore della notte sudato, con il fiatone. L'aveva sognata di nuovo, aveva sognato Carter. Incapace di riaddormentarsi si diresse verso il falò, dicendo a Daniel di voler finire il suo turno.

 

6 ore, 2 tazze di caffè e 2 miglia dopo un Daniel euforico entrò nel villaggio che ricordava una polis. I palazzi erano di marmo bianco, le piazze grandi e circondate da mercati. I vari templi avevano le colonne in stile ionico, i capitelli, più elaborati di quelli terrestri, avevano rifiniture di bronzo. Il teatro, nel centro della città, era dedicato ad Apollo: era grande e spazioso e nell'ampia orchestra attori con i volti coperti di maschere stavano provando quella che probabilmente era la prima di una commedia. Su una collina, poco lontana dalla polis ma molto imponente, si ergeva il maestoso Tempio di Atena. Era molto probabilmente il corrispondente del Partenone ad Atene, ma almeno 3 volte più grande.

La rampa era così linda che sembrava che nessuno ci avesse mai messo piede, il crepidoma era intarsiato da piccoli rubini. Le colonne erano in stile corinzio e le foglie di acanto sui capitelli erano dorate, le venature tendenti all'argento. L'architrave era semplice, di un bianco avorio. Il fregio aveva raffigurati fiori astratti di tutti i colori, azzurro, rosa, verde... Sul frontone erano dipinti una civetta e un ulivo. Il tetto era a falde inclinate.

 

Entrarono in silenzio nel tempio. L'interno era ancora più bello dell'esterno: era risplendente della gloria di Atena, avevano detto i Palladei. Le colonne erano decorate da zirconi e lapislazzuli. L'altare era intarsiato da zaffiri (come gli occhi di Sam, pensò tristemente Jack). Si diressero verso la stanza dove avrebbero trovato la Sacerdotessa del Tempio.

Era seduta su una specie di letto, voltata di schiena, sussurrando preghiere:
"Pallade ... Dea bea...che governi ... le anime dei mortali, ...hai ucciso la Gorgone, che fuggi i talami ...struttrice dei Giganti Flegrei ... guidatrice di cavalli ...inventrice delle arti, regina molto pregata." [Tradotto dal greco]

Jack sentì una stretta al cuore nel sentire la voce melodiosa della donna, gli sembrava così tanto quella di Sam... “Ehi ma che fa?”

“Sta pregando. È una preghiera greca in nome di Atena.

“Emh... mi scusi?”

Chaména si voltò. Carnagione chiara, un ciuffo di capelli biondi che spuntava dal candido velo, gli occhi del medesimo colore dell'oceano...

"Sam?"



 

N/A: Beh, se l'ascensione era prevedibile questo era ovvio!!! :) Piccole note:

-'Chaménos' è la pronuncia della parole greca 'χαμένος', che significa appunto 'perduta' (almeno così dice il traduttore!)
- L'ulivo e la civetta sono due simboli di Atena. Con l'ulivo si dice che sia diventata la dea protettrice di Atene e la civetta è il suo animale sacro.
-'Palladei' viene da Pallade, uno dei tantissimi nomi di Atena.

Allora, che ne pensate?

 

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Capitolo 12
*** Chi, scusi? ***


“Sam?”

“Prego?” La giovane donna sollevò il capo.

“Samantha, ommioddio, è così bello rivederti!!” Daniel le si avvicinò per abbracciarla ma lei si tirò prontamente indietro.

“Il mio nome è Chemèna, non Samantha. Mi dispiace. Possiamo cominciare con il colloquio?”

Jack che era rimasto silenzioso fino ad allora chiuse gli occhi e Teal'c alzò un sopracciglio.

“Maggiore Carter, non ci riconosce?”

“So che siete l'SG1, dei Tau'ri. Il Dr Jackson, Teal'c e il Colonnello O'Neill.”Affermò Samantha accennando ad ognuno di loro con un galante gesto della mano

“Sam, ma cosa succede perchè non ti ricordi di noi? Siamo i tuoi migliori amici!” escalmò Daniel.

“Dr Jackson, mi dispiace, non so di cosa voi stiate parlando. Io non vi ho mai visto prima.”

Teal'c provò con un approccio diverso: “Ne è sicura, Sacerdotessa?”

“Io...io non mi ricordo niente fino a un mese e mezzo fa, ma... ma so che non siete miei amici.”

“Come è arrivata qui?”

“Sono stata trovata vicino al chapa'ai.” Disse distogliendo lo sguardo.

“Ecco, vedi? Noi siamo...”

“Quando sarete pronti per parlare vi ascolterò. Ma fino a quando vorrete parlare del mio passato... Sono sicura che il Dr Jackson saprà dove trovarmi.” Disse correndo fuori dalla stanza.

“Oddio” Jack si lasciò cadere per terra.

“Non ricorda niente... Gli ascesi devono averle fatto qualcosa...” Daniel si passò una mano sulla fronte “Jack, si ricorderà tutto. Ora l'abbiamo trovata. Il peggio è passato. È qui.”

“E se non riuscisse a ricordarlo? Diavolo Daniel io la... io la amo.” Come l'lo disse sentì il cuore farsi più leggero.

“Lo so Jack e se ci fosse qualcosa che poss-”

“Vado a parlarle.” O'Neill si alzò con risolutezza.

“No.”

“Daniel tu non sai cos-”

“Non dico che tu non debba parlarle. Dico non ora: l'ultima cosa che le serve è un uomo sconvolto.” E senza aggiungere altro uscì a passo svelto. Sam – Chemèna – aveva detto che avrebbe saputo dove trovarla quindi... ma certo! Si mise a correre e poco dopo la raggiunse. Era inginocchiata difronte all'altare con le mani giunte e il capo chino.

“Samant- Sacerdotessa...”

La sentì tirare su con il naso. “Mi conoscevate davvero?”

“Si, tu eri, tu sei, tu sei Samantha Carter, un membro dell'SG1. Una nostra compagna.”

“Ah... Noi- noi non eravamo amici quindi?” Daniel si inginocchiò a fianco a lei.

“Sei la nostra migliore amica Sam. Sei la persona più buona e generosa che io conosca. Sei speciale, allegra, divertente, simpatica, intelligente, brillante, spiritosa...”

“Perchè sono qui? Se sono vostra amica perchè mi avete abbandonato? Perchè mi avete tolto i ricordi?”

Daniel la guardò e le prese il viso tra le mani: “Sam non li abbiamo ti abbiamo privato noi della memoria. Tu sei- tu ti sei ammalata, sei morta.” Sam sgranò gli occhi . “Non in quel senso!! Mentre stavi morendo sei ascesa, sei salita a un piano superiore dell'esistenza e poi... poi se arrivata qui.”

Sam stava aprendo la boca per rispondere, quando si sentirono delle grida. Pochi secondi dopo, un uomo con indosso la classica armatura greca entrò. “ Chemèna, Sacerdotessa, ci hanno appena avvisato, il chapa'ai è stato attivato. Sono i goaul'd.” Daniel impallidì come poteva essere possibile? La loro dea era morta da millenni a meno che... un altro goual'd fossse venito a reclamarli come ospiti, o peggio, a reclamare il Tejo!!

“È la nostra dea, Adone?”

“No Chemèna, sono... devono essere suoi nemici, ci hanno sparato, stanno vendendo qui.”

“Miei dei... Raduna l'esercito, fa che siano pronti a comabattere per salvare la terra di Atena. Che le donne, i bambini e gli anziani siano pronti a correre verso il chapa'ai per ogni evenienza. Hai capito?”

“Si Sacerdotessa.” con un leggero inchino Adone si eclissò.

Rimasti soli Chemèna si rivolse a Daniel: “Credo che il nostro incontro sarà rimandato Dr Jackson.”

“Sam...”
“È la mia gente e francamente non posso essere sicura che iò he dite corrisponda a realtà. Vorrei che lei e gli altri della sua squdra andaste insieme a quelli che non combatteranno.”

Sam si voltò per andarsene ma Daniel la trattene per un braccio: “Aspetta, forse ti possiamo aiutare...”

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Capitolo 13
*** I goaul'd sono dei ***


“No.”

“Prego?”

“No.

“Perchè?”

“Forse vi conoscevo ma non posso fidarmi di voi, non quando c'è in gioco tutta la mia gente. Mi dispiace, ma voglio che lei, il Colonnello O'Neill e Teal'c andiate con quelli che non combatteranno. Cercheremo di farvi tornare sul vostro pianeta appena la minaccia sarà debellata.”

“Se succederà.”

“Le assicuro che sarà questo il caso.”

“E se non ce la faceste? Non avete mai combattuto un gaul'd, non sapete se potete farcela o meno.”

“E se non ce la facessimo? E se foste stati davvero i miei migliori amici nel passato? E se morissimo tutti? Non si può basare tutta la nostra vita sui se.”

“Lasciaci aiutarti!! Sarai tu al comando della squadra e noi ti seguiremo, fatti aiutare da noi Sam!”

“Non. Mi. Chiamo. Samantha. Mi. Chiamo. Chamèna.” disse a denti stretti.

“Lasciati aiutare Chamèna. Non hai niente da perdere!”

“Ma voi potreste morire.”

“Per te lo faremmo.” Sam lo guardò ed evidentemente colpita da quell'affermazione acconsentì all'aiuto della squadra.

 

Un'ora dopo...

 

“Bene. Ecco il piano. Noi entriamo, facciamo secco il goual'd, Teal'c comunica ai Jaffà che è morto, che non è un dio e ce la filiamo. Certo, se a te va bene Car- Chamèna.”

“Atena è una dea, così come il dio che ci sta attaccando, sta venendo a reclamare il terreno della nostra dea, noi lo impediremo e voi ci darete una mano.”

“Chamèna, so che per te sarà difficile capirlo ma Atena e colui che vi sta attaccando non sono dei, sono una razza aliena che via ha rapiti millenni fa e via ha portati su questo pianeta. La tua dea è morta.” disse la voce profonda di Teal'c.

“No. Non ci credo. La nostra dea faceva si parte di una razza antica, i goaul'd, ma è sempre stata buona con noi e soprattutto è una dea. Non è morta. Noi dovremo solo sconfiggere i sudditi di questo suo nemico...”

“Questa nemica ha un nome. È Medusa.”.

“Ehehi Danny aspetta un minuto. In epica non sono mai andato benissimo ma Medusa è morta, uccisa de Perseo. Testa tagliata, hai presente, no?”

“Può essere una semplice leggenda, ma per quanto mi ha detto un guerriero, questi Jaffà hanno un simbolo che assomiglia alla testa di Medusa...”

“No.”

“E perché no?”

“Perché la nostra Dea uccise quell'ignobile creatura.”

“Permetti di provartelo.”

“No, dobbiamo uccidere i Jaffà, non un goaul'd, i goual'd sono immortali, sono dei. Medusa non era uno di loro.”

“Ma noi...”

“Andatevene e non profanate mai più questo tempio.”

“No.”

“Guardie!!” Come la donna chiamò tre uomini in armatura si presentarono: le armi puntate verso i nuovi arrivati.

“Mi dispiace Carter, non mi lasci altra scelta.” Sam sentì una scarica d'energia attraversarla e cadde, come corpo morto cade.

 

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Capitolo 14
*** I ricordi non si dimenticano ***


N/A: Quelle frasi all'inizio sono dei flashback; scusate se le battute non sono riportate alla lettera, purtroppo mi si è rotto il computer e ho perso la maggior parte degli episodi di Stargate quindi non ho potuto controllare citazioni!


Colonnello, deve andarsene da qui!

Niente risatine, Capitano...

È da quando ti conosco che mi comporto in modo insolito...

Lei non ha mai conosciuto il vero amore, vero?

Mi ricordo dei sentimenti...

È così buio...

È la mia arma da fianco, giuro!

Jack! Non lasciarmi! JACK!

Perché tengo a lei, molto più di quanto abbia mai pensato...

 

“NO!” Sam, con un grido, si mise seduta

“Sam?”. Daniel si sporse in avanti verso l'amica e fece un sorriso imbarazzato. “Intendevo Chamèna, scusa...”

“Daniel... sei Daniel, vero?”

Daniel sgranò gli occhi. “Sì!! È stupendo! Stai iniziando a ricordare! Come ti senti?”

“Ho un gran mal di testa... Sono in infermeria, vero? All'SGC?”

“Sì, ci sei mancata tantissimo, sai? Non ce la facevamo più!...”

“Danny abbassa il volume, non riesco a pensare se parli così forte...” disse con la testa tra le mani mentre le gote iniziavano a tingersi di rosso.

“Sì, giusto, scusa... dovevo immaginarmelo.”

Sam sorrise: “Cos'è successo?”

Un'ombra passò sul volto di Daniel “Veramente non so se sia il caso...”

“Sto bene, per favore, voglio sapere cos'è successo... l'ultima cosa che mi ricordo è che... che... ommiodio sono morta!!” I suoi occhi sgranati e impauriti.

“Non proprio”. Sam lo guardò interrogativa. “Sei ascesa, hai presente Orlin?”.

Carter scosse il capo, i ricordi ancora confusi, ricordava solo spezzoni della sua vita... l'entrata nel Programma Stargate, la morte della madre, i sentimenti per... “Jack!”

“Cosa?” Daniel si stupì. Sam non usava quasi mai il nome del Colonnello O'Neill.

“Si... si chiama Jack, vero? Sta bene? È vivo? Cosa gli è successo? Dio, Daniel è tutto così confuso...”.

Ributtò la testa sul cuscino e Daniel le si sedette accanto. “Ricorderai tutto Sam, tutto, ora devi solo dormire...” le disse prendendole la mano.

 

Jack si avvicinò a Daniel e Janet, intenti a parlottare sotto voce: “Sta bene?”.

Janet si mise sull'attenti, poi cominciò il rapporto: “Fisicamente Signore è a posto, il livello del naquadah è regolare, è in salute perfetta. Mentalmente posso dirle che i suoi ricordi sono ancora molto confusi. Si è svegliata con un forte mal di testa, probabilmente a causa dello zat.” proseguì abbassando lo sguardo. “Emotivamente Colonnello è una persona distrutta. Non sa chi è, non ricorda che piccoli frammenti del suo passato, è a pezzi. In più, mi dispiace dirglielo, ma credo che alla fine dovrà parlargliene.”

“Janet ha ragione, Jack. Hai fatto la scelta giusta, nessuno lo discute, ma quello che potrebbe significare per Sam, specialmente se ridotta in quello stato...” continuò l'amico accennando al letto di Sam.

“L'ho tradita, ecco quello che ho fatto.”

“Sarebbe morta!!”

“Signori, credo che dovremmo abbassare la voce, si sta svegliando...” disse Fraiser avvicinandosi a Sam.

“Ehi, come ti senti?” le chiese mettendosi di fianco al letto.

“Chi sei?”. Gli occhi di Samantha erano pieni di paura: per quanto ne sapeva poteva benissimo essere in mano a qualche nemico, però Daniel, Jack... Era tutto così strano!

“Sono Janet, una tua amica, come ti sen-?”

“Dov'è Jack?” Non sapeva chi fosse, voleva solo vederlo.

“Jack? Intendi il Colonnello O'Neill?”

“No, intendo Jack.”

“Credo di capire...” La guardò con aria pensosa per un attimo. Fece per alzarsi quando Sam le parlò di nuovo, chiedendole di Daniel. “Sono tutti e due qui, li chiamo.”


“Ehi Carter”.

“Jack?”

“Carter.”

“Sei Jack, vero?”

“Si.” rispose annuendo.

“... Io... tu sai cosa mi è successo? Voglio dire... è tutto così confuso... mi ricordo solo poche cose: tu, Daniel e dei sentimenti per...”

Il dialogo era stranamente familiare, pensò Sam, ricordava solo freddo, fuoco, paura, amore... “per te.”

“Io...” Per la prima volta nella sua vita il Colonnello Jack O'Neill era senza parole. Sapeva dei sentimenti di Sam per lui, ma nessuno dei due era mai stato così esplicito, mai.

Rendendosi conto di aver messo l'amico in imbarazzo, Sam s'affrettò a cambiare discorso.

“Cos'è successo?”

“... Da dove comincio? Non so quanto ti ricordi o...”

“Dall'inizio. Inizia dall'inizio di questa faccenda.”

“Va bene, facevamo parte di uno squadra, tu, io, Teal'c e Daniel, il ragazzo ci guarda dalla soglia della porta. Andavamo su altri pianeti e combattevamo i cattivi per così dire, abbiamo vissuto tantissime avventure. Tu eri la mente del gruppo, quella che sapeva sempre cosa fare, la persona più geniale che... Comunque, ti sei ammalata e sei morta. Beh, non proprio morta, diciamo... ascesa, sì, ascesa ad un piano superiore dell'esistenza, pieno, sai... di potere e tutte quelle robe lì... Sei scomparsa, non sapevamo come trovarti, è stato orribile, noi... noi pensavamo di averti perso... comunque ti abbiamo ritrovata e sei qui. Con il tempo ricorderai tutto...”
 

“Jack!” Daniel raggiunse correndo l'amico. “So che per te è difficile, ma...”

“Daniel, quando Carter ricorderà...”

“Credi che la memoria le tornerà? Non pensi che... non so... avrà solo dei flashback per tutta la vita?”

“I ricordi non si dimenticano, sono solo difficili da ricordare.”

“Prego?”

“È solo la frase di un film... Sai, mi preoccupa il fatto che quando ricorderà tutto si pentirà di quello che ha detto e che...”

“Che sarà arrabbiata con te per quello che hai fatto?”

“... nessuna riposta vero?”

Daniel scosse la testa desolato: “No, lo Stargate non si attiva neanche, a quanto pare avevi ragione... Jack, devi capirlo, se non lo avessi fatto ora lei sarebbe morta, tutti noi lo saremmo.”

“Ma se l'avessi convinta o se fossi rimasto, invece che pensare solo a lei... Ora tutti loro, tutti, sarebbero vivi. E poi il modo in cui l'ho... Non me lo perdonerò mai e neanche lei.”

N/A: Me ne sono accorta solo ora: grazie alle 3 che hanno messo questa ff tra le preferite e le seguite!!! Buon Natale a tutti! :D

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Capitolo 15
*** Ricordaci ***


N/A: Potrei inventarne tante, ma in realtà è che di scusa non ne ho nessuna: ma il tempo, e soprattutto la voglia di scrivere, negli ultimi mesi sono stati decisamente carenti: mi sono capitate tante, troppe cose... Ho scritto altre ff, sì, e forse qualcuno le avrà anche lette, ma per questa... non lo so! Ho avuto un blocco in più, fissavo il foglio bianco e, o continuavo a guardarlo incantata per un po', o mi veniva da scrivere tutt'altro... non posso fare altro che chiedervi perdono!!

Però eccomi qui, pronta per uno degli ultimi capitoli (è cortino, fa soprattutto da collegamento tra il capitolo prima e il capitolo dopo, spiegando qualcosa su cosa sia capitato a Sam e per dirvi che non sono ancora del tutto morta!)

Ancora tantissime, ma tantissime scuse per un'attesa di otto mesi e passa, non so proprio come scusarmi... davvero ci manca poco che mi prenda a bastonate!! Grazie a tutte quelle che hanno continuato a seguire e che mi hanno fatto tanti complimenti del tutto immeritati!

Un ultima cosa, ho provato ad essere il più chiara possibile con il rapporto del Dr. Fraiser, ma non sono mai stata particolarmente brava con i termini medici.

 

Una settimana prima...

 

“Rapporto, Dottore.” Janet si alzò in piedi, dirigendosi a fianco dello schermo proiettore. Pochi istanti dopo sulla parete della Sala Briefing dell'SGC apparvero le immagini della parte corpuscolata¹ del sangue di Sam.

“Come voi tutti sapete, circa tre mesi fa il Maggiore Carter è stata colpita di striscio da una lancia goa'uld. Benchè la lesione non fosse affatto grave, nei giorni successivi il livello di naqudah presente in Sam è aumentato a dismisura, reagendo con quello presente nei proiettili dell'arma.
Ora, la pressione arteriosa massima in adulto è compresa tra i 110 e i 150 millimetri di mercurio.

Quando il naquadah è salito, la pressione è aumentata sempre di più, causando un'insufficienza cardiaca nell'atrio e nel ventricolo sinistro, in altre parole impedendo al sangue di arrivare nella parte sinistra del cuore. Il ritorno del sangue arterioso tramite le vene è quindi stato ostacolato, portando ad un edema polmonare. Anche se le reazioni di Carter sono state differenti proprio a causa del naquadah, il risultato è stato lo stesso. Poco dopo è morta per fibrillazione cardiocircolat-”

“Doc, ci risparmi i dettagli, l'abbiamo sentito così tante volte che ormai ho afferrato il senso del suo rapporto anche io.” Janet fulminò con lo sguardo il Colonnello di fronte a lei, ma passò velocemente alle ultime novità sul caso dell'amica.

“I motivi per cui si possono perdere la memoria sono molteplici: un ictus, un arresto cardiaco, un trauma cranico. Le cause non sono però soltanto fisiche: la perdita della memoria può essere aggravata, e in alcuni casi originata, da condizioni psicologiche, come nel caso di un profondo trauma. In questo specifico caso però non ne sappiamo la causa. C'è stato un arresto cardiaco, c'è stata addirittura una morte, una ascensione e in seguito una “discensione”, per così dire. Ma a quanto ci risulta niente di tutto questo ha influito sulla memoria di Sam. È probabile che siano stati gli ascesi a toglierle i ricordi.”

“No, è impossibile, Oma non lo avrebbe mai permesso.”

“Daniel, i ricordi, anche se lentamente, le stanno tornando. Avrebbero potuto toglierglieli del tutto, non lo hanno fatto. - il medico sorrise conciliante – forse è stata proprio Oma a fare in modo che in seguito recuperasse la memoria.”

“Ma Janet, queste sono solo speculazioni! Non sappiamo cosa è successo a Sam mentre era ascesa, potrebbe essere accaduta qualsiasi cosa! E inoltre non sappiamo neanche se la memoria le tornerà del tutto!”

“Lo so Daniel, ma per ora speculare è tutto ciò che possiamo fare. La perdita della memoria, ad ogni modo e per quanto possa sembrare strano, è un fenomeno reversibile. Sam non ricorda quello che è successo, questo è vero, ma i ricordi sono ancora lì. Dobbiamo fare in modo che riescano a riaffiorare”

“In altre parole: 'I ricordi non si dimenticano, sono solo difficili da ricordare.'” disse Jackson sporgendosi dal tavolo.

“È un po' poetizzata, ma sì, hai ragione Daniel, il senso è quello.”

“Emh... in verità l'ha detto Jack...” la fine della frase dell'archeologo si perse nel vuoto, mentre tutti gli sguardi dei presenti si spostavano su O'Neill.

“Beh, ehi! Anche io posso dispensare cose intelligenti a volte! E poi non è neanche una mia frase.”
“Cioè?”

“È un... un lungo cartone animato giapponese.”

“Un film di animazione, O'Neill. La Città incantata. ” Jack, Daniel e Janet si voltarono sorpresi verso Teal'c.

“E tu come lo sai?” Il Jaffà in tutta risposta alzò un sopracciglio con fare misterioso.

“Lui ama tutto ciò che viene trasmesso in TV, Jack.”

O'Neill fece per ribattere all'affermazione di Daniel, quando la voce profonda del Generale Hammond richiamò la sua attenzione.

“Signori...” Geroge si schiarì leggermente la gola. Era felice, naturalmente, che finalmente gli uomini dell'SG1 fossero ritornati almeno un po' loro stessi, ma c'erano cose più impellenti da fare e lui, come tutti, voleva sapere come aiutare il Maggiore Carter. D'altra parte, oltre che un fidato membro del suo staff, Sam era anche una sua cara amica, nonché sua figlioccia: conosceva la famiglia Carter da più di trent'anni, e vedere la figlia del suo migliore amico ridotta in quello stato...

 

Presente...

 

Quando Daniel gli appoggiò la mano sulla spalla, Jack sobbalzò: non si aspettava che l'archeologo fosse sveglio. Non si aspettava che nessuno fosse sveglio, per la verità.

“È bellissima”

Daniel si aggiustò gli occhiali, guardando interrogativo l'amico e sedendosi di fianco a lui in sala osservazioni. Non che ci fosse un reale bisogno di mantenere le funzioni vitali di Carter sotto controllo, fisicamente era in condizioni perfette, ma Jane aveva voluto essere cauta.

“Prego?”

“Lei. Non è bellissima?”

Jackson sorrise leggermente, guardando il volto addormentato e leggermente corrucciato di Carter. “Sì.” fece una pausa. “È come una sorella per me.”

Lo sguardo di Jack si allontanò per la prima volta dalla figura di Samantha. “Oggi è successo qualcosa.”

“Cioè?”

“Credo che presto si ricorderà di più.”

“Del suo periodo da ascesa?”

“No.” Lo sguardo del militare ritorno all'amica, sdraiata sul letto oltre il vetro.

“Ah. Cosa allora?”

“Non lo so, ma lei... credo che inizi a ricordare dell'SG1. Mi ha guardato in modo più familiare.” Lo sguardo di Daniel si illuminò e un enorme sorriso gli spuntò sulle labbra: “Jack, ma questo è... questo è meraviglioso! Dobbiamo assolutamente dirlo a Janet!!” l'archeologo strattonò entusiasta l'amico che, incomprensibilmente, assomigliava a qualcuno che aveva appena saputo di una terribile tragedia.

“Jack?”

“Daniel?”

“Jack? Che c'è che non va?”

“Il nostro rapporto non sarà più lo stesso.” E Daniel capì. Chiaro come il sole. Da quando, circa una settimana prima, Samantha era ritornata al Comando Stargate, lei e Jack non si erano separati un attimo. Sam lo vedeva come la sua ancora, la sua salvezza, l'unica persona con cui avesse un qualche tipo di legame. Insieme a Daniel ovviamente. Ma per loro era diverso, erano sempre stati ottimi amici, ma lui... lui non era Jack, non lo era mai stato. Quando Sam avrebbe riacquistato i ricordi della sua vita tutto sarebbe cambiato, lui e O'Neill ne erano entrambi consapevoli. E ora quel momento era arrivato, forse troppo presto, forse troppo tardi. E se lei aveva iniziato a ricordare l'SG1 non come la vita di qualcun'altro, ma come la sua vita, presto avrebbe ricordato tutto: i ranghi, i regolamenti, tutto quello che aveva tenuto lei e il Colonnello Jack O'Neill lontani. Per Jack sarebbe stato difficile, d'accordo. Ma Sam avrebbe avuto più problemi, con ogni probabilità si sarebbe ricordata di quello che era successo su P3X 575, avrebbe chiesto notizie sul suo pianeta e poi... l'amicizia, o per meglio dire la relazione, perchè Daniel non riuciva ancora a capire quello che c'era tra di loro, sarebbe crollata. Forse. La Samantha Carter che conosceva non sarebbe riuscita a restare arrabbiata con Jack O'Neill, ma le circostanze erano differenti e lei, almeno psicologicamente, era diversa.

“Potrebbe anche non essere così. Non sai come reagirà. Non sai neanche se ricorderà quello che è accaduto su Anteo.”

“Oh, lo ricorderà Daniel, Questo più di tutti lo ricorderà. E a quel punto cosa dovrò dirle? Mi dispiace, ero ansioso di portare te e noi via da quel pianeta e ho lasciato morire le persone che ti avevano accolta come una sorella, dandoti le chiavi del loro tempio.”

“Jack, non è...”

“Si che è colpa mia. La sua morte, il fatto che lei sarà arrabbiata con me. Ho plasmato io tutto questo, l'ho fatto per entrambi.”

“Forse dovresti...”

“Non mi riposerò, se questo che intendi.”

“Jack, se domani Sam riuscirà a ricordarsi qualcosa in più avrà bisogno di te...”

“Ci sarete voi, e poi non vorrà vedermi.”

“Jack...”

“Daniel, per favore.”

“Non hai il primato sulle perdite, lo sai?” Daniel abbassò lo sguardo, le parole gli erano scappate prima che potesse fermarsi. Non voleva dirlo. O almeno non voleva dirlo a Jack. Aveva sentito la mancanza di Sam più di chiunque altro. Ma anche Teal'c, Janet, il Generale Hammond... tutti l'avevano amata, perchè conoscerla, in un certo senso, significava proprio questo. Anche Daniel. E, non sapeva perchè, ma improvvisamente aveva avuto il bisogno di dirlo, bisogno di dire a Jack che anche lui era stato male, stava male, per Sam. Doveva dirglielo. Ma sin da quando le parole gli erano uscite di bocca le aveva maledette, sapendo che Jack era sull'orlo di una depressione che lo avrebbe lentamente trascinato nel baratro, la stessa. identica e feroce, di quella a cui lo aveva condotto la morte di Charlie.

“È un colpo basso.” O'Neill sorrise amaramente,

“Jack...”

“Ma hai ragione, non sono di certo l'unico che non è esattamente felice al momento. Vi lascio soli.” Jack si alzò dalla sedia, dirigendosi velocemente verso l'uscita della sala.

“Jack...” Ma il Colonnello O'Neill non rispose.

 

¹: in altre parole la parte del sangue che comprende principalmente piastrine globuli rossi e globuli bianchi.

 

N/A2: Lo so, lo so... Jack così aperto? È strano. Ma io vedo Jack come un uomo tenerissimo, sensibile e... che si sente profondamente in colpa per lo stato della sua amica, sia della sua perdita di memoria, sia della sua morte, sia di quello che è successo ad Anteo, che, se vi ricordate, nel capitolo precedente non “rispondeva”, sia di come quest'ultimo avvenimento plasmerà la loro futura relazione.

Passiamo a Teal'c... che io in un modo o nell'altro metto sempre da parte. Non che non mi piaccia il personaggio, ovvio! Ma non riesco ad immedesimarmici. Ho problemi a mettergli in bocca dialoghi e pensieri proprio come in Star Trek ho problemi con Worf... Non riesco ad usare il Jaffa nelle scene!

Ah... il fatto che Hammond sia il padrino di Sam me lo sono inventato di sana pianta!

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Capitolo 16
*** In sospeso ***


N/A: Vi dico subito che anche questo capitolo è corto. Dopodichè ci sarà solo l'epilogo (dai, non esultate così tanto!). Che dire? Spero che vi piaccia!

 

L'infermeria era ancora una volta silenziosa e Daniel poté udire i costanti battiti del cuore di Sam. Quell'incessante suono gli ricordava, ancora una volta, quanto fosse miracoloso il suo ritorno. Con una mano sfiorò i capelli biondi dell'amica, cresciuti rispetto a tre mesi prima. Al tocco dell'amico, la ragazza si mosse dolcemente, “Daniel?”

“Ehi, Sam. Come va?” l'archeologo ritrasse leggermente la mano, sorridendole.

Velocemente, gli occhi azzurri di Sam misero a fuoco il compagno, diventando improvvisamente seri. “Perchè?” I loro sguardi si incontrarono.

“Perchè li avete abbandonati Daniel?” Ah. Forse Jack aveva ragione, si disse Jackson.

“Quanto ricordi?”

“Ho ancora molti buchi, ma credo che la memoria stia tornando. L'SG1, Teal'c, Janet, Cassie, sì, ora li ricordo meglio.”

“Bene!” Daniel sorrise.

“Non evitare la domanda, perché li avete abbandonati?” Lui sospirò.

“Andiamo Daniel, sai quanto me che ho il diritto di sapere cosa è successo su Tejo. E per favore non mi dire di stare tranquilla o di non pensarci, perché non lo farò. Perchè il Colonnello li ha abbandonati?”

“No, Sam, ascolta, Jack non c'entra niente, va bene? Non è stata colpa di nessuno.” rispose Daniel.

“L'ultima cosa che mi ricordo è che lui mi ha sparato, Daniel. E, se non ricordo male, è lui a capo della squadra.” il sorriso di Sam fu amaro.

“Sam, ascoltami... siamo usciti dal tempio, Jack ti portava, io ero in retroguardia e Teal'c era davanti a tutti. Abbiamo cercato di convincere i palladei a seguirci, ma erano convinti che Atena li avrebbe guidati. Jack ci ha ordinato di restare ad aiutarli, ma è arrivata la nave madre di Medusa. Non avremmo potuto farci niente Sam, se fossimo rimasti saremmo morti anche noi.”

Carter annuì, non era stata una loro scelta, né tanto meno una scelta di Jack. Forse era più semplice dare la colpa agli altri che darla alla casualità, tuttavia in seguito non avevano provato ad aiutarli, avrebbero potuto inviare almeno un MALP, vedere se...

“Abbiamo provato a digitare l'indirizzo, ma lo Stargate non si è attivato.” alla parole di Daniel, Sam sentì una stretta al cuore. Erano tutti morti, erano tutti morti oppure Medusa ora li aveva sotto il suo controllo, sotterrando lo Stargate. In ogni caso ora non c'era più niente da fare, ad ogni modo non con lo Stargate bloccato.

“Non è colpa tua.” Non per la prima volta Sam sospettò che l'amico le leggesse nel pensiero. “Non c'era niente che potessi fare. Indipendentemente dal fatto che tu fossi lì o meno Medusa sarebbe arrivata.”

Annuì. “Se vuoi scusarmi, Daniel, sono un po' stanca ora.” Jackson le sorrise, la capiva. A situazioni invertite, anche lui si sarebbe sentito... così.

“Vado.” Sam non rispose, limitandosi a girarsi su un fianco, mentre poche, silenziose lacrime le inumidivano il viso.

 

O.O.O.O.O.O.O.O.O.O.O.

 

“Dico solo che le dovresti parlare!” Daniel si pose davanti a Jack, impedendogli la strada agli spogliatoi.

“Non abbiamo niente da dirci Daniel, niente!” O'Neill enfatizzò la frase con le mani, oltrepassando l'archeologo.

“Io credo di sì!” Daniel lo seguì con passo veloce.

“Io ho sbagliato, lei mi incolpa. Questo è tutto.” Jack aprì la porta, ma Daniel gli sbarrò ancora una volta la strada.

“Andiamo Jack, dovrete parlarvi prima o poi!”

“In verità no Daniel, è da alcuni mesi che ci sto pensando... voglio dare le dimissioni.”

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