Sbagliando si impara..

di EDVIGE86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Devi capire ***
Capitolo 2: *** Ho capito...... ***



Capitolo 1
*** Devi capire ***


Neville Paciock se ne stava seduto alla scrivania del suo ufficio ad Hogwarts

Neville Paciock se ne stava seduto alla scrivania del suo ufficio ad Hogwarts.

Erano trascorsi già diversi anni da quando, un bel giorno, la professoressa Sprite gli fece i complimenti per la sua naturale predisposizione per Erbologia, grazie alla quale aveva ottenuto la cattedra di professore nella sua vecchia scuola.

Quante cose erano successe in quegli anni.

La guerra ora, grazie al suo caro amico Harry, era finita e Neville si sentiva un uomo nuovo.

Ricordate la storia “il brutto anatroccolo”?Ecco, Neville ai tempi della scuola si sentiva proprio come quel povero e triste anatroccolo.

Non era uno studente brillante, era timido, impacciato e il bersaglio preferito degli scherzi dei Serpeverde.

Sorrise ricordando quando al primo anno Ron gli consigliò di iniziare a puntare i piedi con le persone e quando, per la prima volta l’aveva fatto, Hermione era stata costretta a pietrificarlo.

Sorrise nuovamente mentre il suo sguardo si posava sulla foto posta alla destra della scrivania; raffigurava la sua amata Hannah.

Lui e Hannah si erano rincontrati qualche anno dopo la fine della guerra e si erano innamorati; era stata una cosa inaspettata per Neville e del tutto imprevedibile, pensare che una ragazza graziosa e dolce come Hannah potesse interessarsi a lui.

Forse allora era vero quello che i suoi amici Harry, Ron ed Hermione gli dicevano: ”tu hai qualche cosa di speciale Neville Paciock….e un giorno tutti se ne accorgeranno”.

In quel momento non gli importava di “tutti” ma solo della sua Hannah.

Si sentiva per la prima volta nella sua vita completamente felice e appagato, con una donna fantastica al suo fianco, amici che gli volevano bene e un lavoro che amava…..anche se qualche volta gli costava molto……come quel giorno.

A distoglierlo dai suoi pensieri fu deciso picchiettare sulla porta.

“Si avanti”

Davanti ai suoi occhi comparvero il signor Robin, nuovo guardiano della scuola al posto di Gazza, e due ragazzini di 13 anni che si stavano ancora guardando in cagnesco.

“Eccoli qui professore….ve li ho portati” disse gentilmente il guardiano facendo segno ai due di entrare.

“Grazie mille Robin, ora faccio da me”gli sorrise amichevolmente Neville.

“Prego ragazzi…accomodatevi” li invitò il professore facendogli segno con la mano di sedersi di fronte alla sua scrivania.

Con passo lento i due razzi presero posto dinnanzi a lui tenendo lo sguardo basso, al quanto mortificato.

Neville era un professore che tutti amavano, sempre gentile e disponibile con i suoi alunni e che difficilmente si arrabbiava.

Ad una punizione preferiva un confronto con i ragazzi, per tentare di fargli capire cosa o dove avesse sbagliato.

Questa volta però la faccenda era un po’ complicata.

Un Serpeverde e un Grifondoro nel suo ufficio per essere venuti alle mani.

Se c’era una cosa che Neville non tollerava era la violenza gratuita……ne aveva vista troppa durante la sua infanzia e non la poteva concepire in alcun modo fra ragazzi così giovani.

Inoltre questa volta non si trattava di due ragazzi qualsiasi…..ma di un Serpeverde e di un Grifondoro…..e precisamente di Leo Gordon e di……

 

“Allora signor Potter…vuole dirmi lei quello che è successo?”

James Potter, capelli castani, occhi scuri e lentiggini sul viso, alzò lo sguardo sul professore.

Quel ragazzo aveva qualche cosa di speciale secondo Nevil; non solo era il primo figlio di Harry Potter e di Ginny Weasley, ma era un ragazzo estremamente intelligente, sempre allegro e vitale, disponibile con tutti i suoi compagni e un ottimo giocatore di Quidditch.

Fin dal suo primo anno si era rivelato un degno successore di suo padre, mettendosi in tutti i tipi di pasticci, ma mai al mondo avrebbe pensato che James Sirius  Potter potesse alzare le mani su un altro studente.

“Allora signor Potter….gradirei sapere come si sono svolti i fatti.”Disse con tono severo.

James incorciò lo sguardo per professore,duro e severo come la sua voce…..mai gli era capitato di vedere Neville così, e forse fu proprio questo che lo convinse a parlare per primo.

“Ci siamo azzuffati nel cortile,signore.” Rispose con tono mortificato.

James non era uno stupido, sapeva bene che ne avrebbe pagate le conseguenze ma non era pentito di quello che aveva fatto.

Chiunque si sarebbe comportato così al posto suo.

Gli era capitato spesso di sentire storie su suo padre e su suo zio da ragazzi e di quanto non gli fosse facile tenere a bada i nervi davanti a cose ingiuste…..soprattutto a suo zio.

No,non era mortificato per le sue azioni, ma per doverne dare ragione a Neville….si sentiva imbarazzato davanti a lui perché prima che un professore era un grande amico di famiglia.

Di fronte a un altro non avrebbe avuto alcun problema a spiegare come quel cretino di Gordon avesse offeso quella ragazza perché babbana e di come lui queste cose le odiasse….ma con Neville era tutto troppo strano e complicato.

“E per quale motivo?”

“Potter ha iniziato signore!!” si mise in mezzo Leo Gordon senza dare a James la possibilità di rispondere alla domanda.

“Non stavo parlando con lei signor Gordon” Lo mise subito a tacere Neville. “Sentirò certamente anche la sua versione dei fatti….ma lei parlerà solo e quando la interpellerò io….è chiaro?”

Anche il Serpeverde rimase pietrificato dalla risolutezza del professore, che fino a qualche secondo prima riteneva solo un grande rammollito, e così tacque mentre Neville riposava il suo sguardo su James.

“Gordon stava insultando Clara Troy,signore…..e io sono intervenuto per impedirlo”

“Quindi hai iniziato tu?”

“Non sono stato io a dare della viscida mezzosangue a Clara!”

“Sei stato tu il primo a mettere le mani addosso a Leo Gordon?!”

James abbassò lo sguardo prima di rispondere. “si”.

Neville che stava per rivolgersi a Leo fu però interrotto dalla risolutezza di James.

“Ma l’ho fatto solo per difendere Clara!!Non è giusto che lui la offenda così!!!”Disse sbattendo le mani sulla scrivania del professore che ora lo guardava incredulo.

“Non si può dare a una persona della viscida mezzosangue solo perché è nata babbana!!!Anche mia zia è una babbana ma questo non ha impedito a mio zio,che è un purosangue, di amarla e sposarla!!Inoltre è una delle persone più rispettate al ministero!!!”

“Tuo zio l’ha sposata solo perché è un traditore di sangue!!!”

A quella affermazione James non ci vide più.

Scattò in piedi e afferrò rudemente Gordon per la cravatta della divisa. “Prova a offendere ancora mio zio!!!!”

“DIVIDENDO!!!!”Veloce Neville separò con un incantesimo i due ragazzi facendo volare Jemes nuovamente sulla sedia.

“ORA BASTA!!Dovreste solo vergognarvi!!!!Tutti e due!!”

“ma….”

“Non una parla signor Potter!….Per quanto possa essere nobile il gesto di difendere un amico nei guai è altrettanto orribile reagire usando la violenza! E io questo non posso tollerarlo!!”

Leo Gordon pensando che ormai James si fosse condannato con le sue mani ghignò sotto i baffi.

“E’ inutile che sorrida tanto signor Gordon….perché quando parlo di violenza non mi riferisco solo a mettere le mani addosso.Anche la sua è stata una violenza nei confronti di una ragazza della suola.

Lei voleva umiliare e mortificare Clara Troy solo perché nata babbana vero?….Per lei era solo una manifestazione di potere, giusto?….Bene…io invece le dico che è stata solo manifestazione di debolezza e stupidità la sua.

È lei che ne esce umiliato signor Gordon!”

Entrambi i ragazzi rimasero in silenzio travolti dalle parole di Neville che si sedette nuovamente alla scrivania.

“Ora signor Gordon esca dal mio ufficio e mi aspetti quì fuori il suo turno….ora voglio parlare con Potter e poi toccherà a lei”

Leo si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.

“Nel frattempo sappia che manderò una lettere ai suoi genitori per invitarli a un colloquio qui da me”

Leo infuriato potè solo annuire in silenzio e uscire lasciano James e Neville da soli.

 

 

Neville prese un foglio e una penna e iniziò a scrivere una lettera mentre James lo seguiva in silenzio.

“Tuo padre riceve le lettere direttamente al mistero vero?”

“Si, ma mio padre oggi non è al lavoro”

Neville alzò la testa per guardarlo.

“Gli è stato chiesto di partecipare a un incontro fuori Londra con altri giovani Auror per parlargli della sua esperienza e così lui e mamma sono partiti ieri”

Neville annuì e ritornò a scrivere.

“Vorrà dire che chiamerò tuo zio”

“mio…mio zio?Perché?”

“Non hai appena detto che tuo padre non è al ministero?”

“Si”

“Bene, quindi faccio chiamare tuo zio che di sicuro non tarderà a riferire il tutto a Harry”

In un certo senso James si sentì sollevato nel sapere che di li a poco avrebbe dovuto spiegare la faccenda a Ron e non a Harry.

Suo zio poteva di certo capire perché aveva reagito così, e inoltre era veramente raro vedere suo zio arrabbiato con lui…anzi, era proprio da lui che di solito si rifugiava quando discuteva con mamma e papà o che da sempre lo viziava.

Aveva addirittura anticipato suo padre nel regalargli una nuova scopa dopo che era entrato nella squadra dei Grifondoro.

Eh si, poteva andare peggio penso James sorridendo lievemente.

Anche Neville sorrise divertito notando la sicurezza del giovane Potter; se pensava che avrebbe avuto vita facile con Ron si sbagliava di grosso e di questo Neville era assolutamente sicuro.

 

 

 

Ron si trovava nel suo ufficio, stranamente tranquillo.

 Si stava godendo quel magnifico giorno di calma senza il suo agitatissimo capo.

Qualche giorno prima ad Harry gli era stata fatta la proposta di partecipare a questo raduno per giovani matricole Auror per parlare con loro, per divulgare la sua esperienza e spiegare cosa e quali responsabilità comporta scegliere quello come mestiere.

Harry aveva accettato e secondo Ron poteva essere anche una buona occasione per l’amico di “liberarsi”per un po’ del ministero….ma a quanto pare per Harry non era stato affatto così.

Per giorni non aveva fatto che correre a destra e a sinistra per preparare tutto, manco avesse dovuto incontrare una schiera di divinità…..erano solo delle matricole.

Dei ragazzetti di 18 anni appena usciti da scuola e con una gran voglia di assaporare il gusto di andare in giro con una divisa.

Col tempo avrebbero imparato, e chi non fosse stato in grado di reggere alla fatica di quella vita avrebbe tagliato la corda da solo, di questo Ron era certo.

Harry era letteralmente impazzito e aveva esaurito lui e la metà degli organizzatori di quel evento.

Tutto doveva essere perfetto e rendere l’idea dell’importanza della cosa.

Ora che il “capo” aveva gentilmente portato il suo sederone lontano da lui, Ron si stava rilassando di brutto e aveva perfino pensato di regalare a Ginny un bel completino per dare modo al suo adorato maritino di  sfogare le sue frustrazioni all’interno delle pareti domestiche e non in ufficio con il rischio di provocarsi e provocare infarti a gente innocente.

“ah che bella giornata!!”disse Ron stiracchiandosi sulla poltrona del suo ufficio….ma il sorriso che aveva stampato in faccia era destinato ad avere vita breve.

In quel momento un gufo, entrato dalla finestra aperta, planò sulla sua scrivania con una lettera.

Ron osservò l’animale e poi la busta bianca con sospetto, incerto se aprirla o no.

“Pazzo come sei Harry saresti capace di rompere anche da lontano!” disse continuando a guardare il gufo con un sopracciglio inarcato.

“Giuro che se sei tu…..vengo dove sei…e ti butto dalla finestra!!!”

Riluttante allungò una mano e prese la lettera, vedendo con solievo che non proveniva da Harry…..ma da Hogwarts.

Pensado si trattasse di Rose aprì velocente.

 

“Caro Ron,

sono veramente dispiaciuto di doverti scrivere questa lettera ma so che Harry non si trova in città.

James ha fatto a botte con un ragazzo Serpeverde per difendere Clara Troy,una ragazzina babbana di Grifondoro.

Come capirai la cosa è grave.

Ho deciso di fare intervenire le famiglie perché ritengo che sia loro compito parlare con i figli e spiegargli ciò che è giusto e ciò che non lo è.

So bene che con te James è in buone mani e che saprai parlargli come un padre in assenza di Harry.

Ti prego dunque di venire da me al più presto.

Un abbraccio anche a Hermione.

                                                           Neville.

 

Ron non perse tempo,prese il mantello e si smaterializzò fuori dal ministero.

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Capitolo 2
*** Ho capito...... ***


Erano quasi le tre del pomeriggio “incriminato” e due giovani Grifoni stavano camminando a passo spedito verso l’ufficio del

Erano quasi le tre  del pomeriggio “incriminato” e due giovani Grifoni stavano camminando a passo spedito verso l’ufficio del professor Paciock.

“Tuo fratello non la smetterà mai di stupirmi!!!….Come si fa a essere così irresponsabili!!” Tuonò la prima, una ragazza di 12 anni con lunghi capelli ricci e due occhi azzurro mare.

“Ti ricordo che è anche tuo cugino…..” Le rispose il secondo, un giovanotto dagli occhi verdi smeraldo.

“E comunque non chiedermelo…..sono anni che dico a mamma e papà che James è un caso grave,  ma non mi danno retta!”

“Forse perché poi iniziate a litigare Al” Lo ripresa immediatamente la brunetta.

Albus Potter si fermò mettendo le mani sui fianchi, tipico comportamento adottato anche da sua madre quando era il momento di una ramanzina.

“Tanto per cominciare Rosi, è sempre quel cretino a iniziare! Solo perché è più grande si crede di poter comandare sulla mia vita per qualunque cosa! Ma si sbaglia di grosso!!!”

“Lo sai com’è fatto James, Al……te lo dico sempre di non dargli corda.”Gli sorrise la cugina affettuosamente. “James è fatto così, ma lo sai che ti vuole un gran bene….se ti succedesse qualche cosa farebbe il diavolo a quattro contro tutto e tutti pur di difenderti.”

Al guardò Rose Weasley in maniera molto scettica  arrossendo sulle gote “Non ne sono così sicuro Rose”

Il sorriso di Rosi si ingrandì ancora di più vedendo Albus così imbarazzato. “Tutti i fratelli litigano Al…..guarda me e Hugo. Ci sono volte che, sono certa, mi vorrebbe strozzare e…”

“E grazie Rose! Hugo fa sempre comunella con James, lo credo bene!!!”

“Mamma mia Al, quando fai così mi pari proprio zio Harry!!” Disse con tono deciso Rose ponendo anche lei le mani sui fianchi, somigliando in maniera incredibile a sua madre.

“Avete il brutto vizio di non fare mai parlare nessuno quando partite in quarta!” Respirò profondamente. “Volevo dire…che si, certe volte litighiamo ma altre….si comporta come se fosse papà….è molto protettivo e geloso di me….mi vuole bene. Così come James ne vuole a te.”

Al sorrise lievemente e ricominciò a camminare verso lo studio di Neville.

“Resta il fatto che questa volta ha veramente esagerato!”Riprese  Rose con tono severo. “Fare a botte a scuola, poteva farsi male…..o peggio, essere espulso!”

Al non osò contraddire la cugina su questa ultima affermazione e continuò a seguirla; si limitò a sorridere fra se e se.

 

Giunti davanti all’ufficio di Neville bussarono alla porta ed aspettarono il consenso del professore per entrare, il quale non tardò ad arrivare.

“Avanti”

Rose entrò per prima seguita da Al.

“Ci scusi professore….” Disse timidamente la ragazza.

“Prego ragazzi…..posso aiutarvi?”

“Ecco…” I due avanzarono verso la scrivania “Siamo qui per James, signore” continuò Rosi.

“Sappiamo che ha sbagliato ma, l’ha fatto solo per aiutare Clara…..è una cosa orribile venire alle mani lo so  però…..James è sicuramente pentito e non lo rifarà più ne sono certa”

Neville osservava divertito Rose prendere le difese del cugino in maniera così convinta; quando si comportava in quel modo gli pareva di trovarsi di fronte sua madre, Hermione Granger.

“La prego professore,  faccia in modo che non lo espellino! James vuole fare l’Auror da grande e un espulsione sarebbe…..”

“Rose!” la interruppe Neville. “Stai tranquilla…..nessuno verrà espulso” Disse con un sorriso.

“Veramente?” Disserò in coro i due ragazzi.

“Veramente” confermò Neville. “Però…..ovviamente occorre prendere dei provvedimenti perché, non posso tollerare episodi di violenza e di discriminazioni nella scuola.”

Rose e Albus annuirono col capo.

“ Ho mandato a chiamare tuo padre Rose….fra poco sarà qui.”

“Mio padre?…..Signore…non capisco”

“Harry è fuori città, e per questo ho pensato che Ron fosse la persona più indicata per parlare con James.”

“E’ vero, mio padre si trova fuori Londra per una conferenza oggi.”Confermò Albus.

Neville annuì. “Comunque se ti fa piacere Rosi, puoi aspettare tuo padre qui con me.

Gli ho scritto diverse ore fa…..quindi presumo sia questione di poco ormai.

Ovviamente puoi restare anche tu Albus”

Albus e Rose si accomodarono davanti a Neville.

“Intanto che aspettiamo potreste tenermi informato di come stà andando il campionato….è un sacco che non lo vedo!”.

Neville fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta.

“Ecco, mi sa che è arrivato tuo padre” disse sorridente. “Prego, avanti”

Dalla porta fece capolino una testa bionda.

“Signor Malfoy! Che ci fa qui?”

Sotto lo sguardo incredulo di Rose e Al, Scorpius Malfoy entrò nel ufficio chiudendosi la porta alla spalle.

“Mi scusi se la disturbo signore ma….le volevo dire che questa mattina c’ero anche io in giardino quando Potter e Gordon hanno fatto a botte e ci tenevo a dirle che Potter ha agito solo per difendere la signorina Troy.”

Albus strabuzzò gli occhi mentre Rose sorrideva felice in direzione del giovane Malfoy.

Anche Neville pareva sorpreso.

“Ah…..bene….bè la ringrazio signor Malfoy….comunque non si preoccupi per il signor Potter, credo di sapere  come comportarmi”

“Non ero propriamente preoccupato per Potter, signore” disse freddo il giovane.

“Ma conoscendo Gordon immaginavo potesse mentirle in merito all’accaduto…..e questo non è giusto”

Neville annuì compiaciuto. “Vuole rimanere qui  con noi Malfoy?” Lo invitò.

Scorpius scambiò un veloce sguardo a Rose e Albus per poi ritornare su Neville.

“No la ringrazio professore…..buona sera”

Prima che il ragazzo uscisse, Al potè  distinguere chiaramente un sorriso affettuoso fra sua cugina e il giovane Serpeverde.

“La tua vicinanza lo stà contagiando Rosi.” Le disse piano,in modo che solo lei potesse sentirlo.

 

 

Ron era appena giunto a Hogwarts quando immediatamente Robin, lo aveva accolto davanti al grande portone principale e ora gli stava facendo strada verso l’ufficio di Neville.

“E’ stato il professor Paciock a mandarmi ad attenderla signor Weasley” Si sbrigò a spiegare Robin. “Non capita tutti i giorni di avere un Auror qui a scuola…..gli studenti potevano infastidirla”

“Lei è stato molto gentile” Riuscì finalmente a rispondere Ron che, da quando era stato accolto da quel uomo, era stato sommerso da una miriade di parole.

“Comunque ci avevo pensato ed è per questo che sono venuto in borghese” disse facendo notare a Robin che in quel momento portava un paio di jeans, una maglietta e il giubbotto sopra.

“ahahahah!!…..Già, che stupido che sono” Rise l’uomo in imbarazzo; era stato così attento a cercare di eseguire al meglio il suo compito, per accontentare Neville, che non si era neppure accorto che Ron non era in divisa.

Mentre camminavano, Ron non poteva fare a meno di guardarsi attorno.

Non era certamente la prima volta che tornava a Hogwarts dopo la battaglia, ma ogni angolo di quella scuola rimandava la sua mente a spasso nel tempo  fra i ricordi.

Dopo la morte di Fred era trascorso diverso tempo prima che Ron trovasse la forza di rimetterci piede.

 Vi era stato però costretto da Hermione che, a differenza di lui e Harry, aveva deciso di frequentare l’ultimo anno e di diplomarsi; per questo, appena gli era possibile, andava a trovarla.

Camminarono ancora per un po’ in silenzio, fino a quando non giunsero davanti a quello che Ron ricordava essere l’ufficio della professoressa Sprite.

Robin stava per bussare alla porta.

“No, lasci stare….”lo fermò Ron che riteneva esagerato essere anche annunciato come se stesse per entrare il re d’Inghilterra.

“Lei è stato anche troppo gentile…ora posso fare da me”

“Ne è sicuro?..Perché se preferisce io potrei…”

“No, no grazie….”

Con un sorriso Robin tornò sui suoi passi e Ron, dopo aver tirato un sospiro si solievo, bussò alla porta.

 

Quando entrò nell’ufficio ci trovò Neville e, con sua grande sorpresa, anche Rose e Albus.

“Ciao Neville…..”Lo salutò subito. “Ragazzi, e voi che ci fate qui?….Non avrete picchiato qualcuno anche voi spero?…”

“Ma che dici papà!” Rispose indignata Rosi.

Ron le sorrise e andò ad abbracciare la figlia e il nipote.

“Non l’ha fatto apposta zio” Disse Albus. “Si è vero papà…..ha difeso una nostra compagna” Lo sostenne Rose.

“Adesso ragazzi fatemi parlare con Neville e voi aspettate fuori….poi vediamo eh…”Rispose Ron facendo una carezza alla figlia e dando un buffetto al nipote.

 

“Scusa il ritardo Neville, sono passato  da casa per  portare Hugo da mia madre perché Hermione lavora fino a tardi stà sera.”

Iniziò il rosso non appena i due ragazzi furono usciti lasciandolo solo con il moro.

“Non ti preoccupate Ron….anzi dispiace a me averti chiamato ma, come ti ho scritto nella lettera, ho ritenuto fosse la soluzione migliore.”

“Certo, hai fatto benissimo….ma ti prego…fammi un quadro della situazione.”

“Questa mattina James e una ragazzo di Serpeverde sono venuti alle mani perché,Leo Gordnon, ha insultato una ragazza babbana….e James ha reagito”

Ron annuì con la testa. “Ho capito…..posso parlaci?”

Neville si alzò dalla sedia. “Certo…..te lo mando subito….io devo andare ad aspettare i signori Gordon, ammesso che vengano.”

“Ah Neville…” Ron fermo l’amico prima che uscisse. “grazie per avermi chiamato”

“l’ho ritenuto un dovere…” gli rispose facendogli l’occhiolino.

 

Dopo pochi minuti Neville ritornò portando James e ora lui e  zio si trovavano soli faccia a faccia.

“Ciao Zi..”

“Siediti James” lo interruppe Ron con tono molto serio; il ragazzo non fece storie e si sedette.

“Dimmi se questo è vero” proseguì Ron estraendo dalla tasca dei jeans la lettere di Neville.

“Mi trovavo al lavoro quando mi arriva una lettere nella quale un tuo professore mi informa…..che avevi fatto a botte con un ragazzo” Marcò bene la parola “botte”.

“E mi prega di venire qui….”Così dicendo sbattè la lettera sulla scrivania e mise le mani suoi fianchi osservando il nipote con aria truce, e essere guardati male da un uomo alto quanto Ron metteva un certo timore.

“Allora James…..è la verità?…..hai fatto a botte?”

“Sai già che è così…perché me lo chiedi?” Rispose James con un finto tono di sfida,  tradito però dai suoi occhi  tenuti bassi.

“Innanzi tutto evita questo tono perché ti assicuro che non c’è nulla di cui essere fieri nel tuo comportamento…..e punto secondo, te lo chiedo perché mi rifiuto di pensare che mio nipote abbia messo le mani addosso a un’altra persona”

“Ma se non sai perché l’ho fatto come fai a sapere che ho sbagliato!” disse il ragazzo, questa volta però guardando lo zio negli occhi.

“ Partendo dal presupposto che la violenza è sbagliata a priori, James……spiegami….sono qui

per questo”

James prese un bel respiro e poi iniziò il suo racconto.

“Leo Gordon è vero idiota, zio….sempre pronto a umiliare le persone” disse incrociando lo sguardo serio di Ron.

“Oggi però ha esagerato…..l’ha chiamata viscida mezzosangue capisci?….viscida!!”

Mentre parlava Ron potè  distinguere nitidamente la rabbia farsi strada dentro il nipote.

“Non si può offendere così una persona solo perché nata babbana!!Quei tempi sono finiti!!”

“Continua….”lo incitò Ron.

“Non ci ho visto più…..l’ho colpito” ammise.

“E ti senti fiero di quello che hai fatto?”

“Senti zio, so quello che pensate…..” affermò con tono canzonatorio.

“E cioè? Illuminami”

“Che picchiare un’altra persona è sbagliato ecc ecc….lo so ok?….Ma qui è diverso! Nemmeno tu saresti stato fermo a guardare!”

“No,forse non lo avrei fatto…..e avrei sbagliato pure io”

“Gordon non poteva passarla liscia!! I Serpeverde pensano di poter fare e dire tutto quello che vogliono solo perché la maggior parte di loro è purosangue ma quel periodo è finito da un pezzo!!”

“Si….è vero…ma ciò che avete fatto mostra il contrario James” Disse Ron calmo ma deciso.

“Cosa vuoi dire?”

“Che se usi la violenza per punire un comportamento sbagliato, come quello di Gordon, non sei diverso da lui…..”

“Ma io volevo solo difenderla”

“Si certo….non dubito che il tuo fine fosse buono ma hai usato i metodo sbagliati. Quando io,tua zia e i tuoi genitori eravamo ragazzi, episodi come quelli di Gordon e Clara erano all’ordine del giorno.

C’erano famiglie di maghi che si credevano superiori ad altri…tanto da volerli sottometterli al loro potere…..fino a sterminarli.

C’è stata una guerra James, per fermare tutto questo….una guerra che abbiamo combattuto proprio per dare a te, ai tuoi fratelli e amici un mondo diverso…migliore…..e se ora voi fate questo, vanificate tutti i nostri sforzi.”

“Non esagerare zio….è stata solo una rissa”

Ron si sedette davanti al nipote per poterlo guardare negli occhi.

“Si, oggi è stata solo una rissa….domani cosa sarà?…..Un’altra rissa?…E poi un’altra e un’altra ancora….la violenza genera altra violenza ragazzo mio.

Purtroppo è un circolo vizioso dal quale è molto difficile uscire una volta dentro….e tu non vuoi essere così vero?”

“No….ma sinceramente non trovo quello che è accaduto questa mattina una cosa così grave….può succedere”

“Sono certo anche io che una rissa non sia una cosa così catastrofica, fra ragazzi della tua età…..quello che mi preoccupa è il perché è successa.

Se fosse stata a causa di una ragazza o di una partita andata male, non penso che Neville mi avrebbe fatto venire qui….ti avrebbe punito e avrebbe avvertito i tuoi.

Quello che invece preme a noi è farti capire”

“Guarda che ho capito benissimo, non sono stupido!” s’infervorò il ragazzo che, per quanto potesse comprendere di aver fatto una cosa sbagliata, non riusciva a sentirsi colpevole.

Gordon meritava quel trattamento…..era certo che chiunque l’avrebbe fatto al suo posto, e lui aveva agito a fin di bene.

“Non sei stato proprio tu poco fa ad ammettere che avresti fatto lo stesso zio?” Continuò il ragazzo. “Perché se l’avessi fatto tu andava bene mentre per me no!! O meglio ancora….se l’avesse fatto mio padre, tutti l’avrebbero acclamato da eroe  per aver difeso Clara, mentre io sono quello che sbaglia!!”

“L’hai fatto per questo James?…Per essere considerato un eroe come tuo padre?”

“No…..Non sono così scemo…non sono come i Serpeverde che si credono superiori solo per il loro nome!!”

“Questo già mi consola” Rispose Ron, continuando a osservare attentamente il ragazzino.

“Comunque, mi dispiace dirtelo, ma nelle tue convinzioni ci sono delle pecche.

Tanto per cominciare se io o tuo padre avessimo fatto una cosa del genere saremmo stati puniti esattamente come te o come chiunque altro….se un’azione è sbagliata lo è PUNTO!….Non è che diventa “buona” solo perché viene fatta da me o da tuo padre”

Ron capiva benissimo dove stava il problema: James era un ragazzino molto caparbio, intelligente ed estremamente sensibile, anche se a volte giocava a fare il duro, che mai e poi mai avrebbe potuto tollerare un comportamento come quello di Leo.

Fin da piccolo era stato circondato di storie sulla guerra, su Harry , sulle sue imprese e chiaramente ne era stato contagiato.

Vedeva, giustamente, suo padre come un eroe…..ma purtroppo era ancora troppo giovane per capire cosa aveva comportato quella guerra per tutti loro; di come suo padre aveva vissuto la sua adolescenza, di tutto quello che la guerra aveva cambiato  e distrutto.

Loro stessi erano cambiati, dopo aver affrontato prove troppo dure per dei ragazzi.

Forse James, nella sua giovane età e nella sua poca esperienza, aveva un po’ idealizzato  il tutto…..del resto chi non aveva vissuto quel terribili incubo, non poteva sapere cosa realmente fosse.

Ron sorrise tristemente fra se e se per poi alzarsi dalla sedia e prendere il giubbotto.

“Andiamo” disse al nipote che ora lo guardava con sguardo interrogativo.

“Dove?”

“Ti porto a casa….c’è una cosa che voglio che tu veda” Gli rispose dolcemente.

“Come a casa?”Ora James lo fissava come se fosse impazzito. “Zio, va bene che da piccolo non eri un esempio di studente perfetto ma….ti ricorderai vero che io non posso andarmene così da Hogwarts”

Ron gli fece una smorfia prima di rispondere. “Intanto, senti chi parla…..e poi….si certo che lo so….ma oggi è Venerdì e domani tu non hai lezione. Ti faremo rientrare prima di Lunedì….non credo che Neville avrà dei problemi a parlare con il preside per spiegargli la situazione”

Ron fece cenno a James di avviarsi verso la porta.

“Va a prendere il mantello….io ti aspetto fuori”

“Quindi andiamo a casa mia?”

“No….a casa mia”.

 

 

Una volta giunti a casa Weasley, Ron si incamminò su per la scala seguito da James, che ancora non riusciva a capire la situazione.

“Hugo non c’è?” domandò.

“No, è dai nonni…..”

Giunti in camera da letto Ron fece cenno a James di togliersi il mantello e di sedersi sul letto, mentre lui stava trafficando dentro un comò di legno accanto proprio li accanto.

“Cosa cerchi zio?”

“Tua zia, James, ha quelle che io chiamo “tantissime manie”. Disse facendo sorridere il ragazzo che non potè che essere d’accordo con lui….sua zia Hermione era veramente fissata per certe cose.

“Alcune di queste mi fanno letteralmente diventare matto”Continuò Ron. “Ma invece ce ne è una che mi piace molto”

Dicendo così prese in mano quello che pareva essere un grande libro e lo porse al nipote.

“Che cos’è?”

“Aprilo”

James aprì quello che si rivelò essere un grande album di foto.

“Che bello…..”sorrise contemplando le prime foto. “Questi siete voi vero?….”

“Si, era il primo anno a Hogwarts….tua zia ci faceva sempre tante foto,quando poteva, e poi le metteva tutte in album come questo…..a Rosi e Hugo piace molto guardarli”

“Hai ragione zio…questa “mania” della zia, piace anche a  me” sorrise nuovamente continuando a sfogliarlo.

Mano a mano che sfogliava le pagine, James poneva a Ron un sacco di domande, alle quali il rosso fu ben felice di rispondere  fino a quando, voltando l’ennesima pagina, non furono di fronte a una pagina vuota.

Il sorriso scomparve sulle labbra di James e Ron gli mise una mano sulla spalla.

“Questo è il nostro settimo anno….” Disse con molta amarezza.

“ Come vedi è vuoto….”

James alzò lo sguardo su suo zio e vi lesse tanta tristezza.

“Hermione tiene un altro album con dentro le foto del suo settimo anno….questo ha deciso di concluderlo così”

“Perché?”

“Perché effettivamente è così che si è concluso…..il nostro periodo a Hogwarts tutti insieme.”

Ron sfogliò l’album per tornare a qualche pagina precedente.

“Li vedi tutti questi ragazzi James?….erano nostri amici…molto di loro oggi non ci sono più.

La pagina che doveva contenere le loro foto, è una foglio bianco.”

Gli occhi di James si inumidirono.

“La vedi questa ragazza qui” Disse segnando con il dito una biondina. “Questa è Lavanda….è stata la mia ragazza prima che mi mettessi con la zia.”

“Che le è successo?”

“E’ stata aggredita da un lupo mannaro…..”

James fu percorso da un brivido lungo la schiena, mentre Ron proseguiva nello sfogliare l’album soffermandosi su certe foto.

“Colin…Cedric….il padre di Teddy, Remus….ce ne sono tantissimi che hanno perso la vita”

Sfogliò l’ennesima pagina. “Tuo zio Fred….”

“Sono tutti morti durante la guerra vero?”

“Si….quello che volevo farti capire James è che ci sono state tante persone che hanno lottato e che non sono mai ricordate, ad esempio dai giornali, ma ci sono state.

Sono tutte vittime della guerra….una guerra nata per il potere e che ha trovato le sue radici più forti nelle discriminazioni di sangue. Io lo so che tu hai agito per difendere la tua amica….e so che non centri nulla con queste persone, ma voglio che tu capisca che se si continua a usare la violenza per placare certe idee sbagliate il risultato, prima o poi, sarà molto grave.

E’ così che tutto è iniziato……prima i maghi erano perseguitati perché ritenuti dei mostri e così per difendersi hanno iniziato a uccidere e perseguitare a loro volta i babbani….e alla fine Voldemort ne ha approfittato per tentare di distruggere tutto ciò che di bello c’èra nel nostro mondo.”

Dentro di se James iniziava a capire cosa suo zio gli stesse dicendo.

“Ora tuo padre,tua madre,zia  e io stiamo cercando di fare del nostro meglio per far si che si possa vivere tutti insieme  senza distinzioni di nessun tipo…e siete anche voi a doverci aiutare.”

“Capendo profondamente quello che è stato e impedire che succeda ancora vero?”

“Si……ora sei giovane James ma sono certo che un domani capirai bene tutto e sarei un ottimo Auror.”

“Lo pensi veramente?” Chiese sorridendo.

“Si…..” Gli sorrise a sua volta Ron, scompigliandogli i capelli.

“Ora ti lascio solo” Disse il rosso alzandosi dal letto. “Rifletti un po’ su quello che ci siamo detti e quando vorrai dimmi se sei ancora convinto di quello che hai fatto”

“No zio!!Io veramente lo so già…..”

“Non importa…..non voglio che le mie parole a caldo ti condizionino…..devi essere convinto di quello che mi dirai….io ho molta fiducia in te”.

Con un ultimo sorriso Ron lasciò la camera, mentre James rimase ancora li a sfogliare l’album.

Sceso al piano di sotto, Ron andò verso il divano dove aveva abbandonato la sua giacca, ed estrasse dalla tasca una specie di pietra colorata.

Con il pollice ci premette sopra facendola illuminare e poi se la portò vicino alla bocca.

“Harry?…..Harry mi senti?”

“Si Ron……dimmi è successo qualche cosa?”

“Tranquillo, nulla di serio……ora ti spiego. Dovresti raggiungermi a casa mia perché……………”

 

 

 

Quando James aprì gli occhi si stupì d’intravedere, dai vetri della finestra, la luna splendere nel cielo.

Scattò a sedere sul letto e guardò la sveglia posta sul comodino, le otto……cavoli! Doveva essersi addormentato.

Aveva fatto aspettare suo zio di sotto, in attesa di una risposta sincera da parte sua, per troppo tempo.

Sapeva benissimo cosa doveva dirgli e mai come in quel momento si sentì convinto di ciò che pensava.

 

 

Ron si trovava in cucina con Hermione, tornata da poco dal lavoro, e con Harry, appena giunto anche lui.

Non appena saputo quello che era successo e i provvedimenti che Neville aveva pensato di adottare, Harry aveva mollato tutto ed era corso subito a casa di Ron.

La conferenza era importante certo, e Harry ci aveva speso molto tempo per prepararla…..ma nulla era importante come suo figlio per cui, il capo del dipartimento Auror, aveva mandato tutti a quel paese e si era catapultato a Londra.

“Hai fatto bene a chiamarmi subito” Disse il moro, una volta che Ron ebbe finito di raccontare l’accaduto.

“Neville ha dovuto chiamare me….ma era chiaro che appena possibile ti avrei avvertito.

Solo una cosa Harry….non essere troppo duro con lui, ha sbagliato lo so e sicuramente farai bene a parlarci ecc ecc…però…..sono certo che adesso ha capito pure lui il suo errore”.

Harry sorrise all’amico. “Sono contento che mia assenza, Neville abbia chiamato te…..sono certo che James abbia capito perfettamente…..ti ringrazio Ron”

“E di che?….Dopo tutto è mio nipote e diciamocelo amico…..pure noi gli avremmo rotto il naso”

“Ron!!” Lo riprese indignata Hermione, mentre Harry se la rideva sotto i baffi. “Non hai appena finito di dire che è una cosa sbagliata!”

“A quell’età lo avrei steso, tesoro…..” Gli rispose il marito con un sorriso. “E comunque…..mia cara” Proseguì guardando Hermione con un sopracciglio inarcato. “Non sono stato io, al terzo anno, a dare un pugno a Malfoy”

Hermione diventò paonazza. “Bè….mi dovevo sfogare….” Aggiunse dando poi le spalle a Ron e Harry che se la stavano ridendo della grossa.

“Ginny?…” Chiese poi la bruna per distogliere i due dall’argomento.

“Ha portato Lily a casa…..era molto stanca.”

“Bene, uno di meno da affrontare……”.

James entrò in quel momento nella cucina.

“Ciao papa”. Disse timidamente.

“Coraggio James, prendi il mantello e andiamo a casa….così parliamo un attimo”.Gli rispose il padre con tono fermo ma non troppo severo.

Harry si rendeva conto che la situazione era grave ma non voleva essere troppo duro con il figlio.

Aveva già avuto una ramanzina, e inoltre era certo che Ron avesse fatto un ottimo lavoro con lui.

Gli avrebbe parlato da padre a figlio, avrebbe risposto alle sue domande se ne avesse avute e colmato i suoi dubbi.

James si infilò il mantello e seguì il padre verso l’ingresso della casa.

“Grazie di tutto Ron.” Disse Harry. “Ci vediamo domani in ufficio….ciao Hermione”

“Ciao Harry…”Lo salutò Hermione mente Ron fece il saluto militare sorridendo.

“Ah zio….” Lo chiamò James prima di uscire.

“Volevo dirti delle cose…..”

Ron si abbassò verso il nipote e gli mise una mano sulla spalla.

“Dille a papà…..sono certo che gli farà piacere”.

James sorrise. “Ok…..comunque ti volevo dire che….ho capito”

Soddisfatto di avere un nipote così in gamba, Ron con un ultimo sorriso vide scomparire dal vialetto di casa, Harry e James.

“Andiamo a prendere Hugo?….Vorrei stare un po’ con voi” Gli chiese Hermione dandogli un bacio sulla guancia.

“Si….ottima idea amore”.

 

 

 

 

Fine…….so che non è nulla di speciale,e nemmeno penso di poter scrivere una ff che lo sia…..però vorrei ringraziare tutti quelli che leggeranno questo mio piccolo scritto e tutti quelli che recensiranno.

Lo vorrei dedicare a tutta la mia magica famiglia Drunk e ad Alessandra, per essere sempre tanto gentile con me!!

Grazie mille!!!!!!!!!!!!!!!!Sei veramente speciale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Un bacio a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

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