AL CUORE NON SI COMANDA

di Eaimy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un gesto improvviso ***
Capitolo 2: *** Capire sè stessi ***



Capitolo 1
*** Un gesto improvviso ***


-AL CUORE NON SI COMANDA-
CAPITOLO 1

Un raggio di sole entra dalla finestra.
E’ già l’alba.
Non ho assolutamente voglia di alzarmi, vorrei rimanere a letto.
Ma ovviamente questo non è assolutamente da prendere in considerazione. Devo vestirmi e andare, Morgana ha bisogno di me.
Il nostro rapporto migliora ogni giorno che passa. Ormai non sono più la sua serva e basta: siamo amiche, scherziamo e parliamo molto. Quasi come due sorelle. E ci vogliamo un gran bene.
Quindi dover andare al castello dovrebbe farmi piacere…ma c’era lui.
Sarebbe difficile non incontrarlo.
Diamine lui ci vive, sarebbe impossibile che non succedesse.
Non sarei riuscita a guardarlo in faccia…non dopo quello che è successo…

^^

Ieri mattina era passato da casa mia, con un messaggio da Lady Morgana.
Era diverso rispetto al solito, non so come spiegarmi, ma non sembrava più il Principe Artù, ma solo un semplice ragazzo che andava da un’amica.
Ero molto imbarazzata, la mia casa è molto semplice, e messa a confronto con il castello è una vera schifezza.
Poi vedere entrare lui…mi sentivo molto a disagio. Lui così bello e forte, e io con un vecchio grembiule sporco di terra e tutta spettinata.

Si comportò anche diversamente dal  solito. Era gentile e come dire...attento. Non lo avevo mai visto sotto questa luce. Beh tranne quando partiva per le missioni che gli venivano affidate, ma ho sempre creduto che lui accettasse solo per farsi notare.

Credo di averlo giudicato male.

Anche lui sembrava a disagio, e questo mi faceva ridere, ma cercavo di trattenermi.
Girava per la stanza.
Avanti e indietro. Avanti e indietro. Avanti e indietro.

A volte si fermava, mi guardava, tentava di parlare, ma non riuscendoci riprendeva a camminare.

Dopo un tempo di silenzio interminabile, mi ricordai che dovevo andare a fare delle compere per Gaius, così mi alzai di scatto:” Ora dovrete scusarmi Sire, ma devo uscire e non posso restare, se avete qualcosa da dirmi mi troverete al castello più tardi”
Vidi nei suoi occhi come una luce che si spegneva, sembrava deluso e triste.
 Sì ne sono certa, non lo avevo mai visto così.


Successe tutto velocemente. Troppo.


Feci per andare verso la porta quando Artù si avvicinò fulmineo  a me.
Sentii le sue forti braccia che mi stringevano verso di lui. E fu allora che le nostre labbra si sfiorarono.
Leggere,  senza alcuna foga.
 

Il tempo sembrò bloccarsi.
 

Mi sentivo libera, il disagio di prima era sparito. Sentivo che tra quelle braccia non mi sarebbe mai successo nulla di male.

Dopo molto tempo, (o erano solo alcuni attimi?), i nostri volti si allontanarono l’uno dall’altro. I miei occhi si persero nei suoi. Non li avevo mai guardati così da vicino. Sono blu come il mare, sono così espressivi sembra che un vortice di emozioni li attraversi.
Nessuno dei due sapeva cosa dire, così continuammo a mangiarci gli occhi a vicenda.
Le sue possenti braccia mi stringevano ancora, ma la cosa non mi dava alcun fastidio.
Ero felice. Non mi sentivo così felice da tempo.
E’ folle, ma ora sono quasi sicura che non mi sentirò mai così felice se non tra le quelle braccia.

A un certo punto Artù mollò la sua stretta e io indietreggiai di poco.

Cosa era successo?
In quell’attimo infinito avevo smesso di pensare.

Artù mi guardò come se mi avesse fatto un torto, si diresse verso la porta guardando sempre il pavimento, ma prima di uscire mi rivolse un ultimo sguardo :”Scusa.”

E la porta si chiuse dietro di lui.

Stavo ancora cercando di realizzare.
Quello che era appena accaduto era totalmente sbagliato.
Artù non aveva mai mostrato nessun interesse per me, e lo stesso vale per me:
E poi io sono una serva, che cosa ho da offrirgli? Nulla,  e allora perché comportarsi così?

^^

Beh dopo quello che è successo di certo non posso trovarmelo davanti e salutarlo come gli altri giorni, morirei dalla vergogna.
Dovrei chiedergli spiegazioni…ma con quale coraggio…
Non mi importa se diventerò rossa come un pomodoro, esigo un chiarimento.
Ma devo pensare un po’ a cosa dirgli…
Devo supporre che qualcosa lo abbia portato a compiere quel gesto, non è stata una cosa successa per caso, probabilmente ci stava pensando mentre era  impegnato a camminare per la stanza…
Quindi…lui potrebbe provare davvero qualcosa per me…
Ma che idee mi sto facendo?!  
Non è possibile,  sarà tutto un equivoco. Gli chiederò di darmi una spiegazione, di sicuro sarà una stupidaggine, fingeremo che non sia successo niente e torneremo a essere come prima.

Inizio a prepararmi per andare al castello, quando le voci dei pensieri nella mia testa iniziano a farsi troppo forti per non essere ascoltate.

-…E tu? Tu provi qualcosa per lui?

Io?! Ma no, non sarebbe una cosa possibile.

-Questa è solo una scusa, se fosse una cosa possibile?

Beh non credo insomma…Artù è un bel ragazzo lo ammetto…e sa essere  gentile e premuroso quando ne  ha voglia… ma…
NO, no non devo perdermi in queste idee stupide. Lui è il Principe! Io invece non sono niente!  Non dovrei neanche pensare a cose del genere.
E’ sbagliato. Terribilmente sbagliato.
 Non devo più pensare a lui, non in questo modo.


Ma evidentemente ho perso il controllo della mia mente, perché per tutta la strada che porta al palazzo non faccio altro che pensare ai due occhi in cui mi ero persa il giorno prima.







Angolo autore:
Questa è la mia prima storia quindi diciamo che sono ancora inesperta.
E in più non sono abituata a scrivere racconti su tematiche del genere, in parole povere non sono una persona amante del romanticismo, quindi è un controsenso visto la storia che ho iniziato. Ma volevo buttarmi con qualcosa di nuovo per me e devo dire che mi è piaciuto.
Fatemi sapere cosa ne pensate, per me è importante sentire la vostra opinione per poter migliorare.



 

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Capitolo 2
*** Capire sè stessi ***


-AL CUORE NON SI COMANDA- 

-CAPITOLO 2
-Capire sè stessi


Dopo poca strada arrivo all’entrata del castello.
Preferirei arrivare nelle stanze di Morgana senza essere notata. E per fortuna così è.
Nessuno sembra avermi vista. Meglio.
Ora posso concentrarmi sul lavoro e dopo mi preoccuperò di cosa dire ad Artù…ammesso che io riesca  a parlargli.
Morgana non si è ancora alzata, e in realtà ne sono abbastanza felice: ormai ci conosciamo bene entrambe e riusciamo a vedere quando una di noi due è turbata. Ho paura di non riuscire a nascondere le mie preoccupazioni. Non potrei mai rivelarle quello che è successo. Vorrei farlo, davvero, vorrei ricevere un consiglio su come comportarmi e su cosa dire, ma non so se sopporterei l’imbarazzo…

Più ci penso e più credo che dovrei dirglielo…sì ma come?

Passano i minuti, e io cerco di fare tutto il possibile per tenere la mente occupata…ma invano.
Sento che devo parlare con lui, voglio sapere, voglio capire…
Le voci nella mia testa riprendono a tarmi il tormento.

-Continui a dire che vuoi capire…ma perché non provi prima a capire te stessa e poi pensare a quello che è successo?
Non pensi che forse potresti provare qualcosa per lui?

…No impossibile! Io e Artù siamo diventati buoni amici, non mi interessa minimamente, è solo che quello che è successo mi ha colto alla sprovvista.

-Vuoi dire che non ti ha fatto piacere? Che non ci avevi mai pensato?

No mai! Non ho mai visto Artù in questo modo…e perché avrei dovuto farlo? Io non sono niente, non sono niente per lui, che senso ha? Pensare a cose impossibili?



“Sei già al lavoro?”
La voce di Morgana mi allontana dalla  conversazione con me stessa.
“Sì…sono arrivata presto e non volendo svegliarvi ho cominciato subito”
“Beh che c’è di nuovo? Ieri non ci siamo viste”- “Niente di che,  solite cose”- “Beh dai dimmi, mi annoio talmente tanto…A proposito Artù è passato a dirti dov’ero? O ha fatto come suo solito e a passato il compito a qualcun’altro?” – “Nono, lui è venuto… e mi ha passato il vostro messaggio…”-“…Gwen tutto bene?”-  oh no… devo cercare di essere più passiva quando parlo con lei -“ Certo certo, va tutto a meraviglia. Preferite andare a fare colazione o volete che ve la porti qui?”- sento gli occhi di Morgana che mi scrutano sospettosi-“ Lascia stare, preferisco scendere, puoi passarmi l’abito viola?”-“Ma certo”

Oh bene, se andiamo al piano di sotto vedrò di sicuro Artù…
Che faccio?

Credo che l’unica soluzione sia fare finta di niente e con una scusa andare a parlargli.

Io e Morgana scendiamo le scale parlando del più e del meno.
Vorrei non arrivare mai, ma dopo pochi passi ecco le porte della sala che si aprono davanti a noi.

E’ come se non potessi più pensare, la mia mente è vuota.
Sotto quello sguardo.
Quegli occhi che ieri avevano incontrato i miei in quel momento magico che sembrava non finire mai.

Sì stavo decisamente pensando a lui. 

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