La Via per la Vittoria

di Andy Black
(/viewuser.php?uid=400099)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Veglia ***
Capitolo 2: *** Mister Fred ***
Capitolo 3: *** Miss Ginger ***
Capitolo 4: *** Mister Kendrick ***
Capitolo 5: *** Miss Isabella ***
Capitolo 6: *** Il Campione ***



Capitolo 1
*** Veglia ***


Veglia


Zack aprì gli occhi, incollati di mastice e sonno, mentre il cellulare faceva un rumore assurdo per quell’ora. La luce dello schermo non gli permetteva di avere un’ottima visuale del nome che stesse chiamando, ma chiunque fosse stato, alle 4 e 47 del mattino non riusciva ad immaginarsi nulla.
“Pr... nt...”
“Zack!” la voce interlocutrice era colma d’ansia.
“Chi... è...?”
“Zack, sono mamma”
Quello fece un lamento simile al cigolio di una porta, e sospirò. “Che...” senza nemmeno finire la frase.
“Zack...” nell’ansia della voce della donna era trapelato un momento di ilarità, con un sorriso.
“Mamma... che c’è? È notte”
“Voglio sapere come va. Non ti fai sentire da due settimane”
“Come dovrebbe andare? Sto dormendo per terra, in una tenda e fuori si gela”
“Non dirmi queste cose...” la voce si faceva più piccola, mutandosi in un lamento.
“Scherzo, mamma... sono in un centro Pokémon”
Quella fece un sospiro profondo, cacciando tutta l’ansia che aveva dentro. “Non farmi più questi scherzi, maledetto... come stai?”
“Sto bene. Ho sonno”
“So che hai sonno. Ma sto vivendo con il pensiero da tempo immemorabile. Sono più di dieci anni che sei lontano, e non ti vedo da cinque anni. Quando pensi di tornare a casa?”
“Mamma, tornerò sicuramente per le feste dell’anno prossimo”
“Pasqua?”
“Natale”
“Tra praticamente un anno e più di due mesi!” si irritò quella.
“Mamma, io non sto facendo il pettina bambole. Domani sfiderò i Superquattro di Adamanta. E se li sconfiggerò combatterò contro il campione”
Sentì la madre sorridere. “Sono fiera di te”
“Mi manchi, mà”
“Anche tu, Zack. Come sta Growlithe?”
“Bene, stasera gli ho spazzolato il pelo”
“Lo hai fatto...”
“...sì, l’ho fatto seguendo il verso del pelo, non contropelo”
“Bravo, come ti ho insegnato io”
“Lo so. A casa come va?”
“Ho affittato la tua stanza ad un paio di studenti che vengono da Unima. Ho aperto una sorta di Bed & Breakfast”
“E gli affari come vanno?”
“Molto bene. Siamo anche nella lista dei migliori B&B di Kanto”
“Non mi potevo aspettare altro”
“Qua la vita va avanti lentamente senza di te”
“Me lo dici ogni volta che ci sentiamo”
“Torna da me”
Il tono della voce era languido.
“Mamma... io... io verrò a trovarti, ma ho ancora tanto da fare qui. Voglio prima realizzare i miei sogni”
“Ah... certo, mi pare giusto... l’altro giorno è passato Green”
“Davvero?”
“Sì, voleva sapere di te”
“E che gli hai detto?”
“Che ti avrei chiamato. Dovresti fargliela una telefonata”
“Hai ragione. Ultimamente però è tutto un po’ troppo frenetico”
“Che ti sta capitando?”
“Già ti ho detto tutto... i Superquattro, e le sfide”
“E se ti raggiungessi ad Adamanta per le feste di Pasqua?”
“Mi farebbe piacere. Ad Aranciopoli dovrebbe esserci una compagnia navale che segue questo percorso. Certo, sono parecchi giorni di navigazione, però almeno vieni un po’ qui”
“Hai una casa?”
“No, sono stato gentilmente ospitato da una professoressa dell’università di Edesea”
“Sei stato ad Edesea?”
“Sì”
“E che persona è?”
“Si chiama Alma. È una bellissima donna, che vive da sola”
“Quanti anni ha?”
“Una trentina, o giù di lì”
“Non è che per caso...”
“No mamma, anzi sarebbe davvero bello” sorrise il ragazzo. “No, lei è legata ad un uomo”
“E vive da sola?”
“È una lunga storia che ti spiegherò quando mi verrai a trovare”
“Domani manderò qualcuno a prendere il biglietto”
“Se incontri Green digli di telefonarmi”
“Chiamalo tu! Con tutte le ricerche che sta conducendo non mi pare il caso di domandargli una cosa del genere!”
“Ricerche?”
“Sì, ultimamente sta aiutando Margi ed il Professor Oak”
“Che ne sai?”
“Ogni tanto scambio qualche chiacchiera con Misty”
“Buon per te... come sta?”
“Soffre”
“Ancora per la situazione...?”
“Sì, Red. Quel ragazzo ha fatto scalpore... davvero”
“Beh, tutto sommato solo Misty e Yellow si sono mostrate un po’ più interessate a lui”
“Oh, perché tu non sai quello che è successo, giustamente!”
“No, mamma, non ho intenzione di sparlare di Red a quest’ora”
La donna sorrise, e guardò l’orologio, dipingendosi in volto un bellissimo sorriso. “C’entra Blue, ho detto tutto”
“E Green non ha detto niente?!”
“Ora vuoi parlarne?”
“No...  lasciami stare” sorrise.
“Non lo farò mai. Ti amo, sono tua madre e non finirò mai di farlo”
“La cosa è reciproca”
“Domani metterò a cucinare un po’ di manicaretti e te li invierò ad Edesea...”
“Grazie, mamma. Alma apprezzerà sicuramente”
“Fai mangiare qualcosa anche a lei”
Zack sorrise.
“Ok, mamma. Va bene”
“Ok... allora finisco di romperti le scatole. Torna a dormire e domani straccia tutti”
“Spero di riuscirci”
“Ciao, tesoro”
“Ciao mà”
“Chiamami”
“Lo farò”
E poi la linea cadde. Il telefono si illuminò per poco, inondando di luce la tenda in cui stava dormendo, al freddo e sui sassi del Monte Trave, proprio fuori la Via Vittoria.
Aveva mentito a sua madre, non era in un centro Pokémon, ma lo aveva fatto a fin di bene.
Se la immaginava ora, più serena e tranquilla, a rigirarsi nel letto, stringendo il cuscino di suo padre.
Un pensiero al grande uomo che avrebbe voluto diventare, e che ora era lassù. Inutile pensarci oltremodo, non voleva rintristirsi. Tuttavia sperava che la forza di quelle persone potessero infondergli fiducia nei propri mezzi.
Avere dei genitori accanto è meraviglioso, per certi versi. Si, naturalmente molte cose non vanno a vantaggio dei figli, c’è meno libertà, e bisogna sottostare a condizioni che per evidenti motivi di rispetto e di età non creano loro, ma ci sono altri, tantissimi lati positivi.
Figlio di sua madre, di suo padre, del loro amore.
Figlio di un desiderio, era cresciuto ed aveva fatto come figlio un desiderio: l’indomani avrebbe voluto battere chiunque avesse incontrato davanti la sua strada.
Con il pensiero che andava lontano, oltre le onde, tanti chilometri più in là, proprio accanto al cuscino di suo padre.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mister Fred ***


Mister Fred


Spingeva forte, nell’esofago, e sembrava volesse aprirsi un varco con le mani per uscire fuori, ed urlare. L’ansia lo stava distruggendo.
Aprì semplicemente gli occhi, senza muovere un muscolo, facendo accarezzare la sua pelle dal freddo di quell’Ottobre avvelenato dal gelo.
Sbatté le palpebre, chiedendosi per quale motivo ogni volta che si svegliava aveva le labbra gonfie. Come se stesse aspettando il bacio di qualcuno.
“Spero una donna” pensò, poi sorrise, sbadigliando. Aveva ancora sonno, la chiamata di sua madre, quella notte, non era stata molto opportuna.
In effetti sua madre non era mai stata opportuna.
Aveva sempre rovinato tutti i momenti importanti con domande sciocche e spesso futili.
Ma guai a metterla da parte. Sua madre era essenziale per lui.
Portò una mano alla testa, levandosi i capelli da faccia. Una volta conclusa quella durissima sfida alla Lega Pokémon di Adamanta, Zack , avrebbe pensato al resto.
Il sacco a pelo che stava usando era tutto consumato. Non era più buono.
Passò da steso a seduto, godendo della mancanza, finalmente, di un fastidioso e tenace sassolino, che appuntito gli aveva reso la notte decisamente complicata.
E scomoda.
La sua mano si mosse verso le sue scarpe. Si, c’erano. Si girò per guardarle. Accanto c’erano anche le Poké Ball.
Tranne la telefonata inopportuna, quella notte non era successo niente.
Si alzò, ed uscì fuori dalla tenda. Indossava un’aderentissima maglietta a maniche lunghe, di quelle che trattengono il calore, molto simili a quelle per i sub, di un grigio molto chiaro.
Mettevano in risalto i muscoli delle braccia, e quelli del petto.
Non si era reso conto di essere diventato così prestante fino a quel momento.
Vivendo da nomade, viaggiando, il suo fisico si era adattato.
Le poche monete che aveva in tasca gli sarebbero servite per fare una telefonata, una volta entrato nella Lega Pokémon.
Il freddo fuori era davvero pungente. Un ruscello passava da quelle parti, lui vi si diresse immediatamente, levandosi la maglietta e lavandosi. Bevve anche, senza esagerare, e poi si asciugò.
Pensava che in quel modo avrebbe sentito più freddo di prima, ma non aveva messo in conto che l’adrenalina facesse scorrere nel sangue qualcosa di diverso.
La guerra, la forza e l’onore.
La convinzione.
Si fidava di sé stesso, quella mattina ancor di più. Cambiò maglietta, ne infilò una nera, mise il suo gilet, e si sistemò la bandana tra i capelli, controllando di non aver perso l’orecchino.
C’era tutto.
Poteva partire.
Chiuse la tenda, mise le Poké Ball nel cinturone e si diresse verso l’enorme edificio, protagonista in quello scorcio di natura.
I suoi passi parevano ardere sotto i suoi piedi, tanto che aumentò la camminata, ed arrivò prima di subito lì.
Davanti quel portone.
Mise la mano sulla maniglia, sospirando, e fermandosi.
L’ansia stava per uscire del tutto, e quindi la lasciò fare; non aveva bisogno di distrazioni.
In quel momento pensò a tutto. A sua madre, a Green, ad Alma, ad Emily.
“Vai”
Aprì la porta ed entrò.
La sua avventura alla Lega Pokémon stava per cominciare.
L’atrio di quella struttura era fatiscente.
Nel senso che sarebbe potuto essere un po’ più sfarzoso, mentre in realtà qua è là cascavano fili, e non tutti i neon funzionavano. Sulla sinistra, poggiata ad un bancone polveroso, c’era una vecchia donna, bionda. Pareva portasse la parrucca.
“Salve” fece Zack, cercando di far sembrare la sua voce più rude di quanto non fosse in realtà.
“...’giorno...”
“Lei è l’infermiera?”
Quella alzò il sopracciglio. Aveva in testa un cappello con una croce rossa.
Quindi sbuffò. “Che dici? Sono l’infermiera?”
“Voglio iscrivermi alla Lega. Voglio battere il Campione”
Quella masticava rumorosamente il suo chewing-gum, guardandolo fisso per tre secondi circa, poi, tenendo i gomiti poggiati al bancone, guardò in basso.
Zack la guardò meglio. Sembrava non avesse più di quaranta, al massimo quarantacinque anni, anche se ne dimostrava davvero molti di più. Sul cartellino presente sulla divisa, sformata dai suoi seni larghi, c’era scritto Lois. Il volto era rugoso, tirato, e due labbra sottili erano patinate di rossetto rosso, stesso colore dello smalto sulle unghie delle mani venose. I capelli sembravano posticci, finti, acconciati in una pettinatura vintage.
Zack pensò che probabilmente quello fosse tutto uno scherzo. Quella donna non poteva davvero accogliere i probabili futuri campioni della Lega Pokémon. E quella struttura non poteva essere così fatiscente. Cioè... c’era sicuramente un organo competente che si doveva occupare di quelle cose. Insomma, qualcuno che pagasse i dipendenti e ridipingessero le mura di quella topaia.
“Perché è tutto così squallido?” domandò Zack.
L’infermiera alzò la testa poggiando un foglio sul bancone. “Perché nessuno se ne occupa”
“Non ci dovrebbe essere qualcuno che se ne occupi?”
“Se qualcuno lo pagasse, ci sarebbe pure”
“Lei non viene pagata?”
“Quando esci dalla scuola per infermiere Pokémon giuri di aiutare chi è in difficoltà. E nonostante tutto io sono stipendiata”
“E... come mai non ci sono soldi? Insomma, le palestre sono bellissime. Non sono gestite dallo stesso organo di competenza?”
“Si. Ma qui comanda il Campione, e vuole che tutto sia così”
“Un motivo in più per rompergli il culo”
L’infermiera ebbe un primo ed orgasmico accenno di sorriso, quel giorno. “Compila e firma”
Zack eseguì, quindi sospirò. Fece curare la sua squadra e si avvicinò all’ingresso.
Il buco nero, lo chiamavano. Sì, perché da lì si entra e non ci si esce più.
“Vai”
Fece quel passo, aprì la porta e si buttò a capofitto in quel corridoio buio.
La porta alle sue spalle si chiuse da sola, mentre l’adrenalina riprese a pompare nel suo sangue come spinta da una turbina.
Camminava su quella passerella lucida, nera, in cui poteva specchiarsi, e vedere un giovane uomo sfidare il suo destino. Poké Ball alla mano, aprì una seconda porta, dove tutto era buio.
Tutto.
Fece un passo dentro, e dei riflettori illuminarono solamente la sua figura.
Zack non vedeva assolutamente niente, con quegli enormi fari che puntavano il suo volto.
Poi si spensero.
“Dove sei?” chiese, a bassa voce.
“Sono qui” rispose il primo dei Superquattro, con voce cavernosa. Zack rabbrividì.
I riflettori lentamente si spostarono  e si ampliarono, in modo da illuminare tutta la sala.
Ora Zack era in grado di vedere tutto.
Era in uno stanzone piuttosto ampio, e delle linee bianche erano disegnate sullo stesso pavimento lucido nero dell’antisala, andando a formare il campo di combattimento.
In quella stanza nient’altro se non le luci abbaglianti dei riflettori ed il suo avversario.
Era strano.
Aveva indosso un elegantissimo completo Armani, con cravatta nera chiusa nella giacca.
Indossava, inoltre, una maschera totalmente bianca, come quella di Slenderman.
Zack era inquieto.
“Ciao” disse quello, sentendo la voce arrivargli debolmente dalle spalle. Si voltò in fretta, ma dietro c’era solo la sua porta. No, non potevano essere degli altoparlanti, quella voce era come un sussulto di una persona che ti parlava alle spalle.
Era tutta un’illusione, Zack si convinse di questo, quando però andò a girarsi, l’avversario non c’era più.
I brividi gli salirono lentamente dalle gambe fino alle spalle, e lui scosse la testa, per allontanarli.
“Credo che se qualcuno ti saluti tu debba essere educato” ancora la voce alle sue spalle.
Fece un passo avanti, nel campo, sospirando.
“Basta giochetti. Lottiamo”
“Perfetto”
Le luci si spensero per un momento, giusto un secondo, poi si riaccesero, mostrando l’avversario di Zack al suo posto originario.
Erano l’uno di fronte all’altro.
“Il mio nome è Mister Fred. E sono il primo dei Superquattro. E tu? Tu come ti chiami?” la voce di quello era di una calma snervante, soprattutto nei panni di Zack, che stava fremendo, tra l’inquietudine e l’adrenalina.
“Io mi chiamo Zackary Recket, e sono venuto qui per sconfiggere il campione”
“Probabilmente tu non ci arriverai dal campione”
“Beh... chi lo sa?” sorrise Zack.
“Lo so io. E ti dirò anche perché...”
“Scommetto perché mi batterai tu...” fece stufo l’altro, che aveva avuto un’ampia esperienza con i videogame.
“Arguto... bene. Le regole del campo sono semplici. Una volta che i Pokémon sono dentro, non vi possono uscire. Questo significa che se mandi un Pokémon in campo, esso potrà rientrare nella sfera solo se esausto. Inoltre significa che chi supera le linee del campo è automaticamente fuori dalla sfida. Tutto chiaro?”
“Si, Mister Fred. Cominciamo”
“Benissimo”
Un fascio di luce verde si alzò ai lati del campo. Probabilmente chiunque avesse superato, anche se di poco le luci di contenimento era fuori dal gioco.
Gli altoparlanti in realtà c’erano, ma probabilmente Mister Fred non li utilizzò nella sua opera di confusione dell’avversario. Cominciarono a trasmettere un brano di musica classica.
Zack si irrigidì non appena le corde di violino furono suonate da qualcuno di grande abilità.
I brividi continuavano la loro scalata.
“Bene. Io scelgo Ursaring!”
 Un enorme Ursaring ruggì feroce, serrando le fauci e fissando con rabbia Zack.
“Ursaring... benissimo. Vai Torterra!”
Torterra si manifestò in campo, pesante e calmo come sempre.
Mister Fred sorrise.
“Ottimo. Cominciamo”
E al “cominciamo” la musica di violino prese a  intensificarsi.
Il concetto che aveva usato Zack era semplice. Il Pokémon più difficile da spostare, nella sua squadra era probabilmente Torterra. Un tartarugone di terra pesante qualche quintale.
D’altro canto il pavimento non permetteva di poter usare mosse come Radicamento.
“Ursaring, Boato” disse con calma quasi irreale.
Ursaring allargò la braccia e cominciò a ruggire in maniera aggressiva.
“Torterra, non muoverti! Usa la Ritirata!”
Torterra entrò nel guscio, ricadendo pesante sul pavimento.
“Ursaring, ora vagli vicino ed utilizza Martelpugno!”
Zack guardava attentamente. L’attacco ritirata aumentava la difesa di Torterra, già notevolmente alta. L’allenamento che i due avevano fatto sulla resistenza, inoltre, lo rassicuravano molto.
Ursaring si avvicinò furioso e sferrò un violento pugno sulla corazza del Pokémon.
Mister Fred era immobile.
“Resisti, Torterra, ed usa Salvaguardia!”
Fu allora che l’uomo mascherato sorrise. “Hai fermato una delle mie strategie. Ursaring era pronto ad utilizzare un attacco Tossina, in modo da rompere questo immobilismo. Ma a quanto pare il tuo Torterra ha bisogno di essere scosso un po’. Benissimo, Ursaring, vai con l’attacco Martelpugno a ripetizione. Vediamo quanto è duro il carapace di Torterra”
Più furibondo di prima, Ursaring saltò in groppa a Torterra e prese a colpirlo con moltissima forza.
Un pugno con la destra ed uno con la sinistra. Torterra non cedeva, però, e stava nel suo guscio, cercando di limitare al massimo i danni.
Zack non sapeva quanto ancora il suo Torterra potesse subire quei fortissimi colpi. Doveva mischiare le carte in tavola.
“Torterra, usa le spore paralizzanti!”
“Veloce, via di li!” fece Mister Fred, stavolta un po’ meno rilassato.
Ursaring saltò all’indietro, lasciando libero lo spazio sul guscio di Torterra, che dalle apertura di esso cominciò a spargere miriadi di spore.
“Iper Raggio durante il salto!”
E prima ancora di atterrare un fortissimo fascio di energia partì dalla bocca di Ursaring, finendo dritto contro il punto martoriato dai pugni dati precedentemente.
Torterra uscì dal guscio, ruggendo e lamentandosi.
Il colpo lo aveva subito.
“Torterra! Dannazione, usa Ripresa!”
Zack approfittò di quel momento in cui Ursaring, sfatto per il forte attacco effettuato, cercava di recuperare, quindi fece altrettanto.
Torterra si illuminò leggermente, ed i suoi punti salute aumentarono.
“Bene, passiamo all’attacco! Torterra, vai con l’attacco Mazzuolegno!”
“Ursaring, attento!”
Ma probabilmente la fatica dell’orso non gli consentì di sentire le parole del suo allenatore, e quindi fu colpito da una dozzina di tocchi di legno, pesanti e duri, che lo fecero cadere per terra.
“Ottimo, Torterra! Vai con Rocciotomba!”
Torterra fece apparire quattro enormi massi su Ursaring.
“Schivali!” urlò Mister Fred.
I massi presero a cadere, a formare una tomba, ma Ursaring rotolò velocemente sul fianco alla sua destra, evitando l’attacco e rimanendo sulle quattro zampe.
“Vai con l’Aeroassalto!” urlò poi colui che giocava in casa.
Ursaring balzò con le quattro zampe in volo, attaccando poi la testa di Torterra, che dopo aver subito il colpo si rintanò nel guscio.
“Sali sull’albero di Torterra, Ursaring, e dopo attacca con un altro Iper Raggio”
Mister Fred sembrò essere tornato calmo.
Zack non si aspettava l’attacco Aeroassalto, e rimase immobile. Non sapeva cosa fare, e per la prima volta stette a guardare come Ursaring, seguendo gli ordini, balzo sull’albero e lo strinse forte, per evitare sballottamenti, ed attaccò il punto sensibile del carapace di Torterra con l’ennesimo Iper Raggio.
“Torterra! No!”
“Invece è così! Prepara il prossimo Pokémon”
“La battaglia non è ancora finita!”
Lui lo sapeva. Zack non era uno stupido, era benissimo in grado di ragionare. E di ricordare.
Sì, ricordare. Ricordava le parole di Green.
 
“Gli incontri non li vincono solo i Pokémon forti. Li vincono anche gli allenatori intelligenti”
 
Fu come un’illuminazione.
“Torterra, stringi con le liane Ursaring ed assicurati che sia stretto all’albero”
Torterra rimase nel carapace mentre le liane presero a legare braccia e gambe, e successivamente anche il busto.
“Stringi!” urlò Zack.
Faceva male, difatti Ursaring urlò, ruggendo, sparando ancora un Iper Raggio, stavolta verso l’alto.
“Bene Torterra... ora stenditi su di un fianco”
Mister Fred rimase sgomento quando vide l’enormità di Torterra girarsi e rotolare sul fianco.
Ursaring, legato ed immobile, nel movimento, si ritrovò fuori dal campo.
“Ho vinto!”
“Il livello è davvero buono. Non me lo aspettavo... hai sconfitto Ursaring in un modo inaspettato”
“Ho semplicemente ragionato... bravissimo Torterra, rientra”
Una volta finita quella battaglia avrebbe usato qualche strumento per rimetterlo in sesto.
“Io ho ancora quattro Pokémon. Tu chi vuoi utilizzare?”
“Metterò in campo Lucario”
Mister Fred rimase immobile. “Io metterò Stoutland!”
I due Pokémon entrarono in campo. Lucario guardò Zack, serio.
“Dobbiamo vincere, Lucario”
Quello fece un cenno di assenso.
“Stoutland, cominciamo!”
Quello prese ad abbaiare, in modo poco guerresco, cosa che fece sorridere Zack.
“Stoutland usa Tuono”
Quello abbaiò, poi ululò, ed un Tuono si scagliò forte su Lucario, che lo subì in toto, senza muovere nemmeno un muscolo.
“Stai bene, Lucario?”
Quello annuì.
“Vai con Attacco Rapido!”
Lucario partì velocemente, e colpi inaspettatamente Stoutland, che indietreggiò di qualche passo.
“È un Pokémon molto stabile”
“Ed anche vendicativo. Rivincita”
Il cane balzò velocemente verso Lucario.
“Schivalo!”
Lucario si appiattì per terra, e Stoutland lo sorpassò di pochi centimetri.
“Bene, Lucario, colpiscilo con Megapugno!”
 Lucario era steso a pancia in giù, ed una volta sentito l’ordine, si voltò caricando in contemporanea un pugno micidiale, che colpì dritto sul torace l’avversario.
Il colpo fu terribile. Stoutland fu sbattuto al pavimento con forza immane, rimanendo immobile.
“Lucario, prendilo e lancialo fuori dall’arena”
“Stoutland!”
Ma quello non rispondeva.
Lucario lo lanciò fuori e vinse l’incontro.
Stoutland era stato battuto con molta velocità.
“I tuoi Pokémon sono stati allenati davvero bene”
“Ti ringrazio. Lucario, te la senti di rimanere in campo?”
Quello annuì ancora.
“Bene. Vai Vigoroth!”
Un Vigoroth dall’aspetto folle apparve sul campo. Senza nemmeno aspettare gli ordini del suo allenatore si gettò su Lucario, che non si fece trovare spiazzato, e prese a parare tutti i colpi.
Fendenti appuntiti venivano ammortizzati da Lucario in modo incredibile.
Lucario sapeva già dove ogni colpo sarebbe andato a finire.
“Bravissimo Lucario! Continua a difenderti!”
“Se pensi che Vigoroth si stancherà ti sbagli. L’abilità Spiritovivo lo farà continuare su questa linea finché non avrà fame” sorrise Mister Fred.
“Lucario, Individua! E poi usa Palmoforza!”
Lucario cominciò a preparare Palmoforza, con la zampa anteriore sinistra, quindi utilizzò Individua.
Vigoroth cercò di colpirlo sul collo, e Lucario parò il colpo.
“Ora!”
Palmoforza partì, e colpì il Vigoroth giusto al centro del petto, bloccandolo.
“L’hai paralizzato... che fortuna. Vigoroth, riesci a muoverti?”
Quello urlava, ruggiva, rabbioso, e più si rendeva conto che il suo corpo non rispondeva alle azioni che voleva fargli compiere, più si arrabbiava.
“Finiamola, qui. Lucario. Palmoforza”
Ancora un altro Palmoforza, che spinse lontano Vigoroth. La mossa era superefficace, quindi non fu una sorpresa per Mister Fred dover far rientrare nella sfera un Vigoroth esausto.
“Mi stai mettendo in difficoltà, devo ammetterlo”
Zack annuì leggermente.
“Lucario?” chiese, come se la domanda fosse implicita. Quello annuì ancora.
“Vai Togekiss”
 
Lucario lo guardò, mentre questo prese a volare in circolo sulla sua testa.
“Sembra un avvoltoio...” sospirò Zack.
“Non ha tutti i torti a volare in tondo. Togekiss, usa Doppioteam!”
Almeno dodici Togekiss presero a girare attorno alla testa di Lucario.
“Mantieni la concentrazione!” gli urlò Zack, ma quello si guardava minacciosamente in torno, cercando di individuare il vero fautore di quell’attacco.
“Togekiss, usa Aerocolpo”
Togekiss fece un ulteriore giro attorno a Lucario, quando poi si abbatté in picchiata, colpendo Lucario e facendolo rotolare per terra.
“Lucario! Alzati!”
Quello eseguì celermente, quindi si preparò.
“Togekiss, stai in alto!”
“Lucario, vai con Forzasfera!”
“Schivala”
La sfera di energia si abbatté contro il soffitto, mentre Togekiss continuava a volare.
“Ancora Togekiss, vai con Doppioteam!”
Togekiss creò altre copie di sé, stavolta erano più di venti, che presero a girare in sensi diversi tutti sulla testa di Lucario.
Zack digrignò i denti. Non voleva che Lucario fosse colpito ancora.
“Devo pensare... e in fretta”
“Vai, Togekiss, Aerocolpo”
“Aspetta Lucario, e tieniti pronto!”
Lucario si abbassò leggermente, mentre vedeva una miriade di avversari venirgli incontro.
“Lucario, leggi l’aura di Togekiss!”
Lucario si fermò, immobile, e come se nulla si muovesse attorno a lui quello riuscì a trovare la calma necessaria per fare ciò.
“Ora!” urlò Zack, che vide Lucario saltare in alto. Fece una capriola all’indietro, finendo su Togekiss, quello giusto, che intanto stava riprendendo quota.
“Bravissimo Lucario! Ora colpiscilo con Palmoforza!”
Lucario caricò il colpo, che finì giusto tra le ali di Togekiss. Quello si lamentò del dolore, e prese a muoversi in maniera casuale, cercando di liberarsi dell’intruso sulla sua schiena.
“Togekiss, Acrobazia”
“Lucario, reggiti!”
Quello si aggrappò al collo dell’avversario, mentre Togekiss prese ad accelerare vorticosamente per poi avvitarsi due volte su se stesso, avvicinandosi vertiginosamente al pavimento.
“Lucario, resisti! Cerca di salire sopra di lui!”
E quello fece. Cercò di passare dalla schiena alla pancia di Togekiss, dato che era a testa in giù, ma sentì Mister Fred ridere di gusto.
“Sei caduto in trappola. Togekiss, afferralo”
Le zampe di Togekiss lo assicurarono, e a nulla valsero gli sforzi di Lucario per liberarsi.
“Vai, Togekiss. Movimento Sismico”
Il Pokémon alato volò verso l’alto.
“Liberati, Lucario!”
Inutile. Non ci riusciva in alcun modo.
Togekiss fece una piroetta in aria, finendo in picchiata verso il pavimento nero della sala.
“Lucario! No!”
Togekiss lasciò andare Lucario, che si schianto ad alta velocità sul pavimento. Quello urlò dal dolore, il colpo fu davvero tremendo.
Lucario era fuori combattimento.
“No! Dannazione, Lucario!” Zack corse verso di lui, rimasto incosciente sul pavimento.
“Benissimo...” Mister Fred gongolava, mentre Togekiss si librava in aria.
“Sei stato perfetto. Ora riposati”. Lucario rientrò nella sfera, quindi Zack tornò in postazione. “Ora voglio divertirmi... vai Braviary!”
Braviary entrò in campo già in volo, e la sua sola presenza bastò a turbare Togekiss.
“Ok Braviary, usa Attacco Rapido!”
L’aquila si mosse velocemente, prendendo in contropiede l’avversario. Fu un brutto colpo.
“Sei veloce. Ma il mio Pokémon è più veloce. Togekiss, Extrarapido”
Quello scattò velocemente verso di lui, mentre Braviary sostava fermo.
“Ancora... ancora un po’... Ora Braviary!”
A Braviary basto chiudere le ali per pochi secondi, per perdere quota, in modo da evitare l’attacco di Togekiss, che non colpendo il bersaglio, non riuscì a frenarsi in tempo, ed uscì fuori dal campo.
“Non ci è voluto molto” sorrise Zack.
“Sei davvero furbo. Ed anche forte. Questo è il mio ultimo Pokémon. Vai Tauros”
Un toro cominciò furioso a muggire, e a caricare il passo. Era enorme, ed il pelo che aveva attorno alla testa era più folto di un normale Tauros.
“Direi che questo è l’avversario perfetto per te, Growlithe!”
Il Pokémon cane entrò in campo, scodinzolando verso Zack. Poi il suo sguardo si abbatté su Tauros, e prese un assetto offensivo, basso sulle quattro zampe, mentre ringhiava.
“Non farti intimorire!”
Invece quell’enorme Tauros pareva così aggressivo che Growlithe un po’ ne risentì nella sua autostima. Non pensava di riuscire a sconfiggere quell’enorme toro.
Poi si voltò verso Zack, e lo guardò. Avevano passato insieme milioni di avventure, e lui aveva sempre cercato di fare il meglio.
Di lui si fidava. E se lui aveva deciso di mandarlo in campo era perché era sicuro che potesse sconfiggerlo.
“Tauros, usa Gigaimpatto e facciamola finita”
Il toro soffiò aria dal naso, e si scagliò con potenza immane sul povero Growlithe, saltando poco prima di impattarvi contro.
“Growlithe, rotola a sinistra!”
Agile, il cane eseguì l’ordine, e si ritrovò davanti a Zack, illeso, mentre Tauros cercava di recuperare energia.
“Vai, Growlithe, usa Fuocofatuo!”
Una fiammella blu, debole, colpì la zampa dell’enorme toro, che dopo un po’ accusò il colpo. Growlithe lo aveva scottato.
“Tauros, forza. Utilizza Battiterra”
“Attento, Growlithe!”
Nonostante la scottatura, Tauros si alzò sulle due zampe posteriori, per poi ricadere pesantemente su quelle davanti, smuovendo il pavimento e creando una sorta di terremoto. Growlithe si spaventò, e rimase guardingo.
“Stai bene?”
Growlithe abbaiò.
“Bene! Usa il Lanciafiamme!”
“Tauros, schivalo, ed usa Riduttore”
Growlithe accese la fiamma, ma il grosso Tauros la schivò agilmente, nonostante la grossa stazza, dopodiché corse velocemente verso il cane, e lo caricò, facendolo ruzzolare parecchi metri indietro. Growlithe latrò, ricadendo a meno di un metro dal limite del campo.
“Pressalo, Tauros. Fallo uscire”
“No! Growlithe! Schiva i suoi attacchi!”
Tauros muggì, scottato alla zampa, mentre correva verso Growlithe, prontamente messosi in piedi ai comandi del suo allenatore. Si allontanò dal limite del campo, quindi prese a schivare le molteplici incornate che il toro provava ad inferirgli. Muoveva la testa come una sciabola, le sue corna era davvero appuntite.
“Schiva Growlithe! Schiva!”
E mentre l’ira di Tauros aumentava gradualmente alla sua frustrazione per non riuscire a colpire l’agile cagnolino, la stanchezza ed il bruciore si sentivano forti.
“Dai, Growlithe, sfianchiamolo!”
“Non penso... Tauros, usa Frana”
Una miriade di pietre si materializzarono sulla testa del cane, e presero a cadere.
“No! Cazzo, Growlithe, no!”
Lo presero in pieno.
Tauros indietreggiò, continuando a muggire per il dolore, e si fermò.
“Growlithe! Se ci sei ancora batti un colpo!”
Quello era disteso, sotto un enorme sasso, la coda distesa, tisica, senza alcun movimento. Un po’ di sangue fuoriusciva da un’apertura nel pelo, probabilmente avrebbe avuto bisogno di punti, alla fine di tutto.
Ma qualcosa stava succedendo. Lui si muoveva, la sua coda si stava muovendo.
“Growlithe!” esclamò Zack, felice.
“Che Pokémon straordinario...” ammise Mister Fred.
Growlithe lentamente si rimise in piedi, barcollante. Era davvero malconcio, la Frana di Tauros era davvero molto efficace.
“Non voglio che tu stia peggio di adesso, Growlithe, rientra... mi arrendo”
Mister Fred già si fregava le mani, mentre Zack prendeva la Poké Ball, quando sentirono entrambi il cane abbaiare.
Equivaleva a dire “No! Stai fermo! Devo farcela”
Zack rimase shoccato da quella cosa. Alla fin fine lottare per diventare il Campione della Lega Pokémon era un capriccio. Una sorta di sfizio che voleva levarsi.
Ed i suoi Pokémon assecondavano quella sua ambizione malsana, lottando e dando tutti il massimo. Ma Growlithe era diverso. Zack li amava tutti e tanto, però non Growlithe. Lui era speciale. Lui era il suo amico, l’unico, il solo.
Il primo.
Assieme avevano vissuto enormi avventure, battaglie senza fine e senza tempo, che avrebbe visto solo nei libri di storia.
Eppure, nonostante non fosse l’ultimo tra i Pokémon di Zack, e che quindi con la sua sconfitta avrebbe segnato la dipartita in quel primo approccio alla Lega, Growlithe viveva con orgoglio.
Doveva battere il suo avversario.
Doveva riuscirci. E venire sostituito, per dare gloria ad uno dei suoi compagni nelle sfere, dopo aver fatto così tanto non era giusto.
Zack lo ricevette.
“Growlithe. Mi raccomando”
“Tauros, usa incornata” disse calmo come sempre Mister Fred.
Growlithe ringhiava, con gli occhi semichiusi, ed un po’ di sangue che gli usciva dalla bocca, mentre vedeva quell’enorme montagna di pelo e muscoli con due corna affilatissime dimezzare velocemente la loro distanza.
Stava per colpirlo.
Growlithe abbaiò, come per urlare a Zack di ordinargli qualcosa. E presto fatto.
“Growlithe! Contropiede!”
Quello prese a correre incontro a Tauros, folle, e poco prima di impattare con le sue corna balzò velocemente di lato, per poi lanciarsi con veemenza nel fianco del toro.
Fu davvero uno scontro violento, che vide Tauros ruzzolare con forza di lato. Forse fu quello, e sicuramente si aggiunse la sfibrante scottatura sulla coscia, fatto stava che Tauros era K.O.
Il tempo di accorgersene, e Zack corse in campo ad abbracciare Growlithe, mentre Mister Fred faceva rientrare uno stremato Tauros nella sfera.
“Bravissimo, cucciolone! Rientra” lo accarezzò, poi lo consegnò al suo meritato riposo.
Mister Fred applaudì un paio di volte, poi si avvicinò al ragazzo e gli strinse la mano.
“Complimenti. Era uno sfida dura, per niente semplice, e mi hai messo molto in difficoltà... ma sappi che la Lega Pokémon non è solamente sconfiggere un allenatore. Devi entrare nell’ordine di idee che il sacrificio è qualcosa di essenziale. Ne sa qualcosa il tuo Torterra. Ed anche il tuo Growlithe. Che Pokémon straordinario. Ora vai, il prossimo avversario ti aspetta”
Zack sorrise ed annuì, per poi inoltrarsi nel corridoio successivo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Miss Ginger ***


Miss Ginger


Zack era un po’ nervoso. Aveva appena finito di curare i suoi Pokémon, e dopo aver sconfitto il primo dei superquattro, quando la carica di adrenalina era scemata, cominciava a sentire un po’ d’ansia.
Oltre la porta che aveva davanti c’era il suo prossimo avversario.
Prese il coraggio con tutte le mani che aveva, guardando in cielo, immaginandoselo, più che altro, perchè era in un corridoio, per poi aprire la porta.
Ancora buio.
Zack sospirò, stringendo prontamente la Pokéball di Lucario. Ma più il tempo passava, e più non succedeva nulla.
“Hey... sono qui. Ti sto sfidando”
Un profumo lieve, ma dolce cominciò ad invadere le sinapsi di Zack. “Lo so...” una donna gli sussurrò nell’orecchio.
Zack si irrigidì. La sentiva, sentiva il suo vestito strascicare per terra tutto intorno a lui, mentre veniva accarezzato dal suo respiro.
“Fatti vedere”
“Hai una voce davvero bella”
Zack non accennava a perdere la concentrazione, mentre qualcosa gli stritolava le budella. Cacciò fuori un sospiro.
“Ho fretta”
“Io no. E comando io...”
Zack allora acuì l’udito, sentendo ancora lo strascico del vestito, stavolta proprio davanti a lui, ed allungò una mano, toccando un tessuto, ed al di sotto un corpo. Riuscì a capire di aver toccato un fianco.
“Hey, ci conosciamo da così poco...” sorrise quella, abbracciando Zack. Lui automaticamente tirò indietro il capo. L’odore diventava sempre più forte, e a mano a mano che lui cercava di allontanarsi lei lo stringeva sempre più forte.
“Che braccia forti che hai...” sorrideva. Quella sembrava avesse mille mani.
“Ti prego, lasciami stare!”
Silenzio. Quella rimase ferma, avvinghiata a lui. Ancora un fruscio, stavolta erano i capelli di quella.
“Asseconda le passioni. Asseconda quello che vorresti in realtà...” la voce era sensuale, ed il cuore del ragazzo prese a battere come un martello pneumatico.
“Dai... fallo... fallo per te”
Zack era immobile, bloccato, e sentiva il respiro di quella salire lungo il suo collo, mentre la mano destra di quella gli abbassava la testa.
Le labbra della donna toccarono il mento, per poi avvicinarsi alle labbra.
Zack stava per scoppiare. Fu il tempo di sentire quelle labbra percorrere l’esiguo tratto che andava dal mento al labbro inferiore, e sentirsele posare leggermente, prima che il bacio fosse scoccato, lui stava per morire.
Proprio quando Zack si era lasciato sedurre dalle labbra, dal profumo e dalla voce di quella, i riflettori si accesero.
Lui era fermo, immobile, solo, davanti l’ingresso dell’arena, mentre dall’altra parte del campo di battaglia c’era una sorridente e bellissima donna dal vestito rosso, lungo.
“Ciao” sorrise lei, divertita e superba.
Zack era diventato paonazzo nel tempo di un respiro, senza nemmeno rendersene conto.
“Ciao...”. Si asciugò il sudore dalla fronte con la manica della maglietta, quindi guardò meglio la donna che aveva di fronte.
Capelli rossi, lunghi, mossi, belli. Gli occhi di un verde accesissimo erano l’unico elemento visibile del suo volto. Indossava una maschera che le copriva naso e bocca, di quelle bianche, belle ed impreziosite di ghirigori rossi e dorati.
Una vestito rosso si adattava perfettamente al suo corpo, e alle sue curve. Una scollatura bella abbondante catturava gli sguardi del ragazzo e li liberava con difficoltà.
Mano a mano che scendeva, il vestito si gonfiava, fino a toccare per terra.
Sembrava una dama ottocentesca. Bellissima.
“Io sono Miss Ginger, ed è un vero piacere incontrarti”
“Zackary Recket”
“Piacere. Sei un bel ragazzo. Non sembravi così giovane, dalla voce”
“Tante cose ingannano”
Ginger sorrise.
“Hai battuto Fred”
“Arguta...”
“Per quel che mi riguarda, il mio compito e vedere se sei degno di passare la porta alle mie spalle. Combattiamo?”
Zack annuì.
“Scegli tu?” chiese quella. Detto da lei, anche la parola “lavandino” sembrava un invito per qualcosa di peccaminoso.
“Prima le donne”
“Benissimo. Credo che il mio Espeon sarà felice di scendere in campo”
Una Loveball volteggiò in aria fino a toccare per terra, e ne uscì un esemplare di Espeon, bellissimo.
Come la padrona, del resto.
“Vai Absol!”
Miss Ginger inclinò la testa e sorrise. “Wow... è un Pokémon rarissimo. Molto bello. Non ne avevo mai visto uno. Peccato che tra poco lo ferirò brutalmente. Espeon, vai con Attrazione” sorrise quella.
Espeon guardò fisso Absol, che ricambiò lo sguardo.
“Dannazione! No! Absol, calmati, e ascoltami! Usa Danzaspada!”
Absol guardava fisso Espeon, che controllava con lo sguardo ogni movimento dell’avversario.
Non rispondeva agli ordini di Zack.
“Absol!”
“Espeon! Usa Attacco Rapido!”
L’evoluzione di quello che un tempo era un Eevee colpì forte Absol, che snobbava totalmente Zack, intento ad urlargli di schivare il colpo. Nonostante ciò Absol arretrò soltanto di pochi passi.
“No! Absol, cazzo! Apri gli occhi!”
“Inutile fare così! Espeon, colpiscilo con Comete!”
Gli occhi di Espeon si illuminarono, e delle stelle di energia volarono velocemente verso di lui, fino a colpirlo ancora. Stavolta il colpo fu molto più forte, e fece ruzzolare per terra Absol, che si rialzò, ancora adorante del sinuoso Pokémon Sole.
“Absol! Usa Ventagliente!”
Absol inclinava la testa, seduto comodamente, come se fosse nel pieno di un film coinvolgente.
Non voleva essere disturbato.
“Non funzionerà. Stavolta cerchiamo di essere più incisivi, Espeon. Vai con Segnoraggio!”
“No!” fu allora che Zack cacciò dallo zaino un piccolo flauto rosso, suonando scordinatamente una melodia dolce.
Miss Ginger sorrise. “Un flauto rosso... affascinante”
Absol spalancò gli occhi all’improvviso, ed abbaiò, giusto in tempo per rotolare verso destra e scampare all’attacco del suo avversario.
“Ben tornato amico” sorrise Zack. Absol abbaiò, e poi ringhiò verso Espeon.
“Espeon, usa Attrazione!”
“Absol! Usa Doppioteam e guarda me!”. All’ordine Ginger alzò un sopracciglio, sorpresa. Vide il Pokémon Catastrofe moltiplicarsi e muoversi velocemente, per poi sedersi e guardare Zack.
“È solo una femme fatale, Absol... proprio come l’allenatrice” sorrise Zack, divertito.
Miss Ginger sorrise, come se le fosse stato fatto un complimento.
“Espeon, Fossa!” Quello prese a scavare nel campo, e scomparve. “Vai con il piano di azione A!”
“Eh?!” Zack sembrava spaesato.
“Prima di diventare un membro dei Superquattro, io ed Espeon, che prima era un esemplare graziosissimo di Eevee, abbiamo girato per Adamanta in lungo ed in largo. A dispetto del nostro aspetto, sappiamo fare quello che facciamo, ed adoro definirmi un’ottima stratega. Indi per cui abbiamo varato delle alternative nei momenti di difficoltà, chiamate Piani di azione. Ce ne sono vari. E quello che abbiamo utilizzato per te è...”
D’improvviso la terra sotto i piedi di Absol, di tutti gli Absol, crollò, e quello cadde all’interno di un grande fosso assieme a tutte le sue copie. Absol rotolò violentemente fino a fermarsi.
“Per te è questo. Sei in trappola”
Espeon aveva scavato un fosso circolare attorno al centro del campo, lungo il perimetro del cerchio che formavano tutte le copie di Absol poste in superficie. Il Pokémon di Ginger aveva scavato sotto di loro, per, al momento giusto, levare l’appoggio sotto i piedi dell’avversario.
Espeon quindi saltò fuori, al centro del campo.
“Finiamolo! Segnoraggio!”
L’energia di Absol era praticamente finita. Come sempre, Zack doveva pensare bene ed in fretta.
“Absol, Contropiede!”
Prima che Espeon caricasse l’attacco di tipo Coleottero, che su Absol sarebbe stato devastante, quello si alzò, e scattò velocemente verso l’avversario, colpendolo con forza sul testa. Espeon cadde qualche metro dietro a lui, davvero vicino al ciglio del fosso che aveva creato.
“Absol, ottimo! Ora Ventagliente!”
“Non finisce così!” urlò Miss Ginger, mentre Absol voltava la testa e faceva partire fendenti d’aria tagliente.
“Espeon, vai con Fossa!”
Espeon scavo velocemente e si rintanò sotto terra.
“Absol! Usa la tua capacità di premonizione per individuarlo!”
Absol si sedette, concentrandosi. Zack lo guardava, mentre la tensione gli tamburellava le dita sul naso, dandogli un fastidio tremendo. Guardava in volto Miss Ginger, poi le guardava i seni e si ripeteva mentalmente di stare concentrato. Doveva trovare il modo per riuscire a sferrare un attacco fisico.
“Espeon! Attacca!”
“Absol! Salta!”
Quello eseguì e vide poco dopo la terra sotto i suoi piedi collassare per poi espellere Espeon, che saltava in direzione di Absol.
“Ora, Absol! Sgranocchio!”
Absol si abbassò velocemente, andando incontro ad Espeon, che veniva proprio nella sua direzione.
“Segnoraggio!”
Espeon fece partire un attacco Segnoraggio, che colpì in pieno Absol, prima che l’attacco Sgranocchio potesse andare a segno.
Absol ricadde molti metri più lontano, quasi davanti a Miss Ginger, esausto.
“Dannazione! Per poco! Absol, ritorna!” sospirò Zack. Vedeva la donna ridere sornione, mentre ragionava sul fatto che quell’Espeon avesse battuto un Pokémon forte, qual era Absol, essendo anche in svantaggio con i tipi.
Zack doveva entrare nell’ordine di idee che quella era la Lega Pokémon.
Non poteva più scherzare.
Strinse bene i guanti al polso, e prese la Pokéball.
“Vai, Gyarados!”
Miss Ginger spalancò gli occhi.
“Oh...”
Zack annuì. “Proprio così. Oh. Gyarados, vai con Idropompa!”
“Espeon, Tuono!”
E nonostante l’enorme differenza di dimensioni tra i due, il primo ad attaccare fu proprio Gyarados, che lasciò partire dalla bocca un getto d’acqua di rara potenza, che assalì con brutalità Espeon.
Era fuori combattimento.
“Vai Gyarados!”
Quello ruggì spaventosamente.
“Bene... questo Gyarados è molto ben allenato”
“Non hai ancora visto niente, Miss Labbramorbide”
Quella sorrise. “Vai Nidoking!”
Quello apparve nel campo, serio e calmo, come se non si fosse reso conto di avere davanti un palazzo che ruggiva.
“Nidoking, Geloraggio!”
“Gyarados, usa Lanciafiamme!”
“Lanciacosa?!” Miss Ginger pareva davvero disorientata. Fatto stava che il Geloraggio di Nidoking venne assorbito dalle fiamme dell’attacco di Gyarados, che poi colpirono l’avversario, senza fare grossi danni.
“Gyarados, riempi il fosso fatto di Espeon con l’acqua!”
Un attacco Idropompa aiutò nello scopo nel modo più veloce possibile. Miss Ginger cercava di capire quale strategia volesse adottare il suo avversario.
“Usa Tossina!”
Nidoking ruggì, lanciando dalla bocca un liquido viola. Quella poltiglia non era molto bella da vedere, ed aveva un odore sgradevole.
“Gyarados, evitalo!”
Il Pokémon Atroce, si contorceva su se stesso, nel tentativo vincente di schivare l’attacco di Nidoking.
“Continua! Vai Nidoking, avveleniamolo!”
“Usa Splash!”
E fu allora che Miss Ginger rise di gusto. “Che cosa vorresti fare?! È la mossa dei Magikarp. Quella più inutile in assoluto!”
“Se a farla è un Gyarados secondo me il risultato non è lo stesso”
E bastarono queste parole a far avvilire la donna.
Era spettacolare. Gyarados volava, pareva un ferma immagine, e si tuffava in quell’acquitrino che aveva creato con l’attacco idropompa di prima.
Una quantità enorme d’acqua si alzò, ricadendo tutta su Nidoking.
E si sa che l’acqua non è propriamente il suo elemento.
“Nidoking! No!”
Gyarados sbucò fuori dall’acqua, ruggendo.
“Vai con Fulmine!” urlò Miss Ginger. Fu il tempo di riprendersi, e fu così che Nidoking lasciò partire un attacco elettrico che colpì in pieno Gyarados.
Quello ruggì, arrabbiandosi, e prendendo ad urlargli contro. Non era esausto, ma l’energia che gli era stata levata non era poca. Anzi.
“Gyarados, dobbiamo chiudere! Usa l’attacco Cascata!”
“Nidoking!”
Una massa d’acqua grandiosa si schiantò sul Pokémon di Miss Ginger, mettendolo K.O. Nonostante ciò, però, Gyarados era molto stanco.
“Bravissimo, Gyarados”
Miss Ginger sorrideva.
“Devo dire che sei davvero bravo. Ma ancora un po’ troppo acerbo per diventare campione. C’è bisogno della giusta mentalità”
“Tu stai tranquilla... vedrai che adesso ti farò rimangiare tutto”
“Vai Milotic. Vediamo chi è il più forte Pokémon d’acqua”
Un leggiadro esemplare di Milotic fece il suo ingresso nel campo, nuotando nella pozza creata da Gyarados. L’acqua in eccesso cadeva dai lati del campo.
“Cominciamo! Gyarados, vai con Colpo!”
Gyarados ruggì, furibondo, e prese a colpire la pozza, nel tentativo di prendere Milotic. Una volta, due volte, tre volte, senza mai riuscire a farlo davvero. In quella piccola piscina di acqua e terra, Milotic nuotava velocemente.
“Milotic, esci ed usa Tornado!”
“Questo gioco possiamo farlo insieme! Vai Gyarados!”
Due tornado si cominciarono a danzare l’uno accanto all’altro, fino a colpirsi, quasi esplodendo. Nessuno dei due Pokémon aveva riportato danni.
“Dobbiamo riuscirci Gyarados! Vagli vicino e stritolalo!”
“È una lei”
“Tra un po’ non sarà più niente”
I due altissimi Pokémon si intrecciarono, prendendo a colpirsi con violenza a vicenda. Era una prova di forza, dove il primo che cadeva sarebbe sicuramente finito preda di un attacco colmo di cattiveria.
“Dobbiamo vincere Gyarados! Usa il tuo orgoglio! Non farti battere! Vai con Sgranocchio!”
Gyarados ruggì con forza e morse a ripetizione il collo di Milotic. Il suo urlo si espanse per l’arena, facendo gelare il sangue degli allenatori.
“Milotic! Acquanello!” fece Miss Ginger, preoccupata.
“Sapevo che l’avresti fatto!” sorrise Zack. La bellissima donna spalancò gli occhi. “Vai, Gyarados, utilizza Iper Raggio!”
“No!”
“Sul pavimento sotto i tuoi piedi!”
“Eh?!”
Gyarados obbedì, e sparò un’enorme quantità di energia dalla sua bocca, che lo fece sollevare dal suolo di parecchi metri.
“Milotic!” urlò Miss Ginger, ma il colpo non lo coinvolse.
“Vai adesso! So che sei stanco, ma usa l’attacco Fulmine!”
Gyarados volava oltre la pozza d’acqua, e lasciò partire un fulmine, ruggendo, quasi aggredendo verbalmente Milotic. L’espressione di Gyarados non cambiava mai, ma Zack riusciva a capire quanto quello fosse stanco.
“Milotic evitalo!”
Quello, con le sue linee aggraziate e sinuose si erse come una torre ed evitò l’attacco. Quasi contemporaneamente Miss Ginger urlò dalla felicità.
“Il tuo Pokémon ha speso così tanta energia per attaccare Milotic e lo ha anche...”. La sua espressione mutò incredibilmente in volto quando vide Milotic, alto come una torre, abbattersi lentamente e schiantarsi al suolo rumorosamente. Poco dopo Gyarados atterrò sul terreno, senza non pochi danni. Era ormai stanchissimo.
Milotic era però fuori combattimento. E questo segnava la vittoria di Gyarados.
“Ma... come?!”
“E secondo te perché ho fatto volare in alto Gyarados con l’Iper Raggio? Mi sono dovuto allontanare da quella pozza d’acqua, altrimenti si sarebbe colpito da solo...anche se Milotic ha schivato l’attacco, il fulmine ha colpito la pozza in cui si trovava ed ha trasmesso la scossa attraverso l’acqua...”
“...che è un conduttore elettrico...” lo sguardo di Miss Ginger era maledettamente serio. Poi una fiammella le si accese negli occhi, lo sguardo si rianimò. “Complimenti per la tua strategia... me l’hai fatta”
La donna fece rientrare Milotic nella sfera e sospirò.
“Ora voglio portarmi un po’ in vantaggio... vai Cherrim!”
Un esemplare carinissimo di Cherrim era ben incappottato con i suoi petali. Miss Ginger alzò le mani e mosse lentamente gli indici verso il basso, quindi i riflettori aumentarono il loro raggio d’azione, e l’attenzione si focalizzò sul piccolo Pokémon d’erba.
Uno dopo l’altro i petali di Cherrim cominciarono ad aprirsi, e lentamente apparve il volto addormentato di Cherrim. La luce lo destò dal suo sonno, regalandogli un sorriso.
Stesso sorriso che apparve, dolcemente, sul volto di Miss Ginger.
Zack guardò Gyarados, che sì, era stanco, ma comunque era fisicamente più grosso e forte del piccolo Pokémon d’erba.
“Preparati, Cherrim, sai cosa dobbiamo fare!” urlò la donna, gioiosa.
Cherrim saltellò qua e là.
Zack sorrise. Come sperava quel puffo saltellante di battere il suo enorme Gyarados.
“Gyarados, vai con...”
“Ora!”
Zack non finì di chiamare la mossa, distratto e sorpreso dallo scatto di Miss Ginger, e poi si voltò verso Cherrim.
Quello illuminò tempestivamente la corona di petali che aveva attorno alla testa.
“Non...”
“Solarraggio!”
Cherrim lasciò partire un raggio di dimensioni e forza devastante, che non poteva mancare Gyarados. Di fatti lo colpì in pieno, lasciandolo barcollante. E vedere una torre di muscoli ed ossa barcollare davanti a te, senza la matematica certezza di dove cadrà, non è una cosa piacevole.
“Si!” urlò Miss Ginger, vedendo poi volteggiare felice Cherrim.
Zack vedeva Gyarados. Era fuori combattimento, quel round lo aveva perso. Ma ciò che era peggio e che gli stava per cadere addosso.
“La Pokéball...” disse tra sé e sé velocemente, ma le mani, per la paura, non riuscivano ad agguantare la sfera giusta.
“Cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!” il panico lo aveva stretto tra le sue braccia forti, fino a quando un attimo di lucidità gli consentì di abbassare la testa e prendere la sfera. Gyarados stava proprio sulla sua testa, e Zack si lasciò cadere per terra, steso a pancia all’aria, prima di veder scomparire il Pokémon Atroce in un fascio di luce rosso.
Zack stava iperventilando, respirava più del necessario, ed i polmoni era troppo sotto sforzo.
“Hey, giovane...” Zack vedeva solo la punta del suo naso. Miss Ginger era diventata una macchia rossa sullo sfondo.
D’improvviso le luci si spensero, e quando si riaccesero, due secondi dopo, Miss Ginger era accanto a lui, inginocchiata.
Cherrim aveva rapidamente chiuso e riaperto i petali.
“Zackary, ti chiami... è così?”
Quello non rispondeva. Rimaneva solo con gli occhi spalancati, ed il fiatone.
La donna gli prese la mano. Il suo profumo invadeva le sue narici.
“Zack...”
Come se il cuore avesse saltato i battiti per venti secondi, all’improvviso riempì i polmoni di nuovo, per gemere, e lasciarsi andare lentamente verso il pavimento.
Gli occhi tornarono a muoversi ad una velocità ragionevole.
“Signorina... mi scusi...”
“Vogliamo fermarci?”
“No... no, non è il caso. La sto battendo”
“Che è successo?”
“Ho avuto un attacco di panico... almeno credo”
“Se vuoi arrenderti, io non posso dirti nulla. Ma perderai la tua sfida alla Lega Pokémon. E dovrai ricominciare tutto daccapo”
“Lo so... no, non si preoccupi signorina, continuiamo...”
Le luci si spensero e si riaccesero in un battito di ciglio, e Miss Ginger era di nuovo dall’altro lato del campo.
“Poi mi spiega come fa... vabbè... ora vai tu, Braviary!”
L’aquila emise il suo urlo poco prima di apparire davanti agli occhi dei due contendenti.
Vide Cherrim non turbarsi di un briciolo. L’apertura alare di Braviary era così ampia da oscurare i riflettori, quando ci passava davanti.
Zack sorrideva, fiero del suo Pokémon. Lo aveva catturato che era un piccolo Rufflet, cresciuto con amore. Ed ora lui stava per ripagare tanti sforzi.
“Vai!”. Ed in quella piccola parola
Braviary si gettò in picchiata sul Pokémon Bocciolo.
“Sostituto!” urlò Miss Ginger. “E lascia delle Spore Paralizzanti lì”
Cherrim era velocissimo, e riuscì a fare tutto quello che doveva fare prima che Braviary si abbattesse sul suo sostituto.
Appena lo toccò, le spore lo attaccarono, e non riuscì a rimettersi in volo, schiantandosi al suolo.
“Benissimo, Cherrim! Ora bloccalo con le tue liane!”
Cherrim saltellò, sempre felice, mentre Braviary lanciava grida d rabbia, mentre il suo orgoglio si feriva sempre di più mano a mano che le liane lo avvolgevano e lo stringevano.
Non era confortevole. Nemmeno per Zack, che soffriva nel vedere quella scena.
“Dai, Braviary! Liberati!”
“L’acqua di quel pantano è ancora ricca di elettricità, Cherrim... che ne dici di arrostire il nostro pollo?” sorrise poi lei, fiera per quella battuta.
“No! Braviary! No!”
Cherrim si avvicinava alla pozza molto lentamente. Quell’acqua sporca ristagnava di chissà cosa, e l’elettricità, su Braviary, non era proprio la cosa migliore come abbinamento, ed intanto la tensione saliva.
Era tutta una questione psicofisica. Braviary doveva solo riprendere il controllo del suo corpo. Le liane di Cherrim non sarebbero mai state così forti da bloccare le forti ali del suo amico.
“Si tratta di te! È solo tua la decisione, tu puoi decidere di stare fermo, di lasciarti sopraffare dalla cosa. Stai sicuro che non permetterò che quell’acqua avvelenata tocchi nemmeno una tue ali, ma sarò costretto a ritirarmi dal combattimento, e tu sarai fuori gioco. Ed io non voglio che tu ti senta come un perdente! Perché io ti conosco. Io ti ho cresciuto, con te ho riso ed ho pianto! Con te ho passato tante avventure, Braviary! Ora è il momento! È il momento del tuo orgoglio! Orgoglio!”
L’ultima parola riecheggiò nell’arena di combattimento, penetrando a fondo nella testa di Braviary.
Orgoglio.
L’orgoglio per un’aquila è semplicemente volare in alto, lungo le valli di montagne altissime.
Orgoglio.
Le ali non si muovevano, la testa non riusciva ad inviare messaggi al corpo, e Cherrim si avvicinava sempre di più alla pozza. Braviary gridò ancora, e vide Zack, più serio che mai, con la Poké Ball in mano.
Sarebbe stata la fine?
Orgoglio.
Doveva farcela. E fu così.
Aprì le ali, spezzando le liane dell’avversario, e gridò ancora.
“Si! Vai così, vecchio mio! Ora vai con l’attacco Raffica!”
“Cherrim! Radicamento!”
In questo modo le radici, bloccate per terra, evitavano che il vento lo portasse via. Nonostante questo, però, si dovette sorbire tutto l’attacco di Braviary.
“Ottimo! Continua così Braviary! E poi vai con Doppioteam!”
Lo fece, ed altri sette finti Braviary accerchiarono Cherrim.
“Orgoglio, Braviary! Vai con Baldeali!”
Braviary spinse ancora di più con l’attacco raffica, quindi si tuffò in picchiata, mentre le sue ali cominciarono a scintillare.
“Ora!”
Braviary virò, colpendo con forza Cherrim. Le sue radici si strapparono, e quello volò fino a schiantarsi per terra, pochi metri davanti i piedi di Miss Ginger.
Braviary continuava a lanciare gridi, come per incitarsi da solo.
“Bravissimo, Braviary! Ottimo!”
Miss Ginger aveva il volto cereo. Preferì non fare commenti, e mandò in campo il suo Scolipede.
“Distruggiamolo, Braviary! Vai con l’attacco volo!”
“Usa Protezione!”
Miss Ginger era in alta difficoltà. Stringeva i denti, ma sapeva che quella sfida non sarebbe durata molto. Non poteva colpire in alcun modo Braviary, specialmente se si spingeva a volare così in alto.
Non le restava che difendersi ed aspettare il momento propizio.
Dal canto suo, Zack voleva chiudere quella faccenda, ed in fretta.
Voleva passare all’avversario successivo. Naturalmente dopo aver curato i suoi Pokémon.
Braviary attaccò d’improvviso, scendendo in picchiata, e cercando di arpionare con gli artigli Scolipede, che era protetto da una patina luminosa.
“Scolipede! Vai con Fangobomba!”
“Non puoi colpirci! Braviary, utilizza l’attacco Raffica!”
“Proteggiti!”
Scolipede si trovò un po’ in difficoltà, per via dei due ordini dati velocemente. Lanciò un attacco Fangobomba blando, che venne rispedito al mittente dall’attacco raffica. Prima che il suo Fangobomba lo colpisse, però, lui si era appallottolato.
Zack capì che doveva mettersi in gioco.
“Braviary, posati ed usa Trespolo”
L’aquila si poggiò per terra, le zampe rugose e gli artigli affilati affondarono per poco nella sabbia dell’arena, mentre Scolipede era ancora appallottolato.
Miss Ginger, alla visuale di Braviary in riposo, si illuminò.
“Vai con Rulloduro!” urlò.
Zack sorrise. “Stai calmo”
Miss Ginger allora si chiese il motivo di tale calma. Zack aveva un piano. Si sporse leggermente, per guardare oltre i due Pokémon.
Poi capì.
“La fossa! No, Scolipede, fermati!”
Quello si aprì, e frenò.
“Ora, Braviary, vai con Aeroassalto!”
Braviary si fiondo su Scolipede, cominciando a dilaniarlo con becco ed artigli. Era più che efficace, e portò incredibilmente K.O. il suo avversario.
“Ho vinto!”
Miss Ginger rideva, felice. Poi le luci si spensero e si riaccesero, come di rito, con pochi secondi di distacco, e quella era accanto a Zack.
“Bravissimo, Zack. Ti sei ripreso alla grande. Il legame che hai con i tuoi Pokémon è fenomenale. Ti stimo molto come persona e come allenatore...” poi sorrise e si avvicinò all’orecchio. “E non ti nascondo che se io avessi avuto qualche anno in meno, prima ti avrei baciato”
La cosa fece arrossire Zack.
“La ringrazio”
“Bene... Mister Kendrick è il prossimo tuo avversario. Ha qualcosa di... particolare. Mi raccomando, e buona fortuna”
Zack sorrise e salutò Miss Ginger, chiedendosi curioso di cosa parlasse la donna. Curò i Pokémon e varcò la porta della terza stanza.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mister Kendrick ***


Mister Kendrick


Zack percorse il piccolo corridoio che c’era tra una sala ed un’altra in meno di quindici secondi, ma nel mentre i pensieri lo assalirono, quindi gli parve di camminare per due minuti abbondanti.
Pensava a ciò che era successo, al fatto che adesso si sarebbe trovato davanti il terzo dei Superquattro ed anche che ne aveva sconfitti già due.
Rianalizzò in un attimo i due avversari precedenti.
Il primo era Mister Fred. Quello era sicuro di sé, ed educato fino ai massimi livelli. Non lo aveva mai sentito urlare, praticamente. I suoi Pokémon erano forti, ma erano tutti di tipo Normale. Vulnerabili.
Di altra china era fatta Miss Ginger. Quella procace e misteriosa donna che gli aveva fatto perdere la testa in meno di cinque secondi da quando era entrato nella sua sala. Ricordava alla perfezione il suo profumo, ce lo aveva ancora sotto il naso. E ricordava le labbra morbide, poggiatesi sulle sue per quell’attimo che gli aveva fatto scoppiare il cuore. Era bellissima, quasi magica, quando spegneva le luci e compariva dove le pareva. Lo aveva colpito davvero tanto.
In quel piccolo istante, però, Zack stava pensando alla sua ultima frase.
 
Bene... Mister Kendrick è il prossimo tuo avversario. Ha qualcosa di... particolare. Mi raccomando, e buona fortuna
 
Aveva qualcosa di particolare... Miss Ginger l’aveva detto come se gli altri non fossero così strani.
Quegli intensissimi quindici secondi passarono in meno di niente, e si ritrovò ad afferrar la maniglia della porta che aveva di fronte, con la mano foderata dal guanto.
La aprì ed entrò.
Prima differenza con le altre stanze: non era buia.
Seconda differenza con le altre stanze: non c’erano le pareti né il soffitto.
Terza differenza con le altre stanze: il campo era una sottile lastra di cristallo.
Zack si guardò attorno, con la bocca aperta. Quell’arena era fantastica.
Non avendo le pareti laterali, era in grado di vedere in lontananza da una parte Miracielo e dall’altra Timea.
Il vento passava che era una bellezza. Nemmeno il soffitto sulle loro teste, solo le nuvole sonnacchiose e qualche Pokémon starnazzante.
La superficie del campo brillava. Al di sotto vi era un piccolo torrente che scendeva lungo il fianco del Monte Trave, seguendo un piccolo percorso scavato nella roccia.
“Cazzo...”
Alzò poi la testa. Mister Kendrick era di fronte a lui. Lo vedeva con difficoltà, il vento che soffiava era forte e non gli consentiva di tenere aperti gli occhi.
Mise poi una mano accanto al volto, il tempo necessario per guardare il suo avversario.
Indossava una maschera totalmente nera. Se Zack l’avesse avuta in volto gli avrebbe levato il respiro. Continuò a guardarlo, aveva i capelli alzati sulla testa, ed anche lui indossava un elegantissimo completo Armani. Le mani foderate con guanti di velluto bianchi tenevano in mano una Ultraball.
“Ciao” urlò Zack, per farsi sentire. Il vento spingeva forte, e lui aveva timore di andare troppo avanti, di entrare sul campo di cristallo. Non voleva cadere giù, non era in programma per quel giorno.
Aspettava una risposta, ma niente.
“Hey! Ti ho salutato!”
Mister Kendrick abbassò la testa, quindi guardò la sfera che aveva tra le mani.
“Perché non parli?!”
Zack allora ripensò alle parole di Miss Ginger. Non era un po’ particolare. Era muto.
Zack lo studiava attentamente, quando quello poi alzò una mano e con l’altra lanciò la ball in campo.
“È un Tropius...” osservò Zack, parlando tra sé e sé. Sicuramente non poteva parlare con Mister Kendrick.
Tropius non toccò nemmeno per un secondo l’arena di cristallo, che subito si alzò in volo.
Un rapido ragionamento lo costrinse ad escludere Pokémon pesanti come Torterra e Gyarados. Non volavano ed avrebbe causato la rottura del vetro sotto le loro zampe, o qualunque cosa usasse Gyarados per tenersi in equilibrio.
Growlithe non era pesantissimo, Lucario non avrebbe avuto problemi ed Absol era agilissimo. Poi, vabbè, Braviary il campo non l’avrebbe proprio toccato.
Ad ogni modo partiva svantaggiato in quella sfida. Aveva solo quattro Pokémon.
“Vai, Growlithe!”
Paragonato a Tropius, Growlithe era davvero minuscolo. Zack contava sulla sua agilità, con la quale avrebbe messo in sicura difficoltà il suo avversario, più lento ed impacciato.
Quel Tropius, poi, sembrava davvero forte.
Le foglie che aveva lungo il dorso erano allungate, arricciolate verso la fine, e salivano verso il collo, mentre le enormi ali a forma di foglie di banano muovevano cubiti enormi d’aria.
Growlithe abbassò la testa, per non essere investito sul viso dai tanti piccoli pezzi di foglie secche che venivano mossi dalle sue ali.
Zack lo guardava, poi guardava Mister Kendrick. Quello era dritto in piedi e teneva il volto dritto. La maschera non era forata, non aveva buchi né per il naso né per la bocca, era semplicemente una maschera nera e lucida.
Non parlava, ed intanto Tropius volava su di loro, minaccioso. Il vento soffiava e produceva un sibilo oscuro e timoroso, quasi fosse un lamento.
Zack doveva ragionare per bene. Doveva riuscire a sfruttare il vantaggio riguardo la combinazione dei tipi. Sì, perché Tropius era un Pokémon d’erba.
Dopo essersi accorto che Mister Kendrick non era per niente un maestro di cerimonia, decise di aprire lui quell’incontro.
“Growlithe, usa Doppioteam!” urlò Zack. La difesa era il miglior attacco, ed aumentare l’elusione di Growlithe gli sarebbe valso una qualche sorta di vantaggio.
Mister Kendrick lanciò una Baccastagna a Tropius, che la afferrò con la bocca, e si illuminò. Come d’improvviso una grande quantità d’acqua cadde dal cielo e si riverso pesante sull’arena di cristallo. Fortunatamente il peso dell’acqua non superò il punto di rottura, ma ebbe l’effetto di annullare le copie fittizie di Growlithe e di colpirlo.
“Ma che?!” e prima di capire che Tropius aveva usato Dononaturale, quello si era fiondato su di un Growlithe zuppo.
Probabilmente puzzava anche di cane bagnato.
“Growlithe, non facciamoci intimorire! Anche se so che me ne pentirò usa Urlorabbia!”
Zack fece il possibile per tapparsi le orecchie, ma non poté evitare che l’enorme urlo di Growlithe non avesse effetti su di lui.
Anche Tropius ne risentì, infatti perse un po’ di stabilità di volo, per poi riprendersi.
Mister Kendrick, invece, rimase impassibile, e Zack si chiese il motivo. Quell’urlò avrebbe come minimo dovuto rompergli i timpani.
Tropius prese a volare in tondo, fino a quando non trovò Growlithe in un’angolazione in cui era un po’ più vulnerabile. Zack vide Mister Kendrick alzare la mano destra, e contemporaneamente Tropius si spinse in picchiata, verso il basso, e questa cosa fece rabbrividire lo sfidante.
Il grande dinosauro di tipo erba era molto più alto di un normale esemplare della sua specie. Era enorme.
E vedere quel colosso piombare velocemente sul suo Growlithe non era per niente una cosa rilassante, in modo particolare quando non sapeva cosa quello stesse per fare.
“...Growlithe! Usa...” ma poi non sapeva cosa dire. Era spiazzato.
Tropius si abbatte velocemente sul cagnolino ed utilizzò l’attacco Taglio. Growlithe mugolò, e cadde alcuni metri indietro. Quando fece per rialzarsi, il suo allenatore si rese conto che zoppicasse su di una zampa.
“Dannato...”
Ora Growlithe non poteva neanche muoversi. Zack rivalutò le sue strategie. Era sempre stato un tipo di allenatore particolare. Giocava spesso d’attacco, ma quando doveva difendersi, basava le sue mosse sugli attacchi dell’avversario. Ed ora che non sapeva come quello agisse, dato che sembrava che Mister Kendrick non comunicasse nessun ordine ai suoi Pokémon, si trovava in difficoltà.
Tropius tornò in aria, invocando la luce del sole.
“Quello... quello è Solarraggio!”
Nonostante il tipo erba fosse poco efficace rispetto a quello fuoco, un Solarraggio era sempre un attacco potente. Senza contare che Growlithe, dopo i primi due attacchi incassati non sembrava in formissima.
Doveva agire. Subito.
“Growlithe! Vai con Lanciafiamme su Tropius!”
Tropius si deconcentrò per un momento, e non fu in grado di focalizzarsi sull’assorbimento della luce solare. Doveva evitare l’attacco del suo avversario.
Attacco che passò poco al di sotto delle sue zampe.
Zack aveva finalmente capito. Contro quel Pokémon, la miglior difesa era l’attacco.
“Growlithe, stai pronto!”
Tropius si alzo di molto in volo, in modo da ottenere una perfetta visuale dell’arena di cristallo. Poi spiegò le ali, prendendo a soffiare su di quella.
Zack spalancò gli occhi. Una marea di detriti, e pezzetti di foglie volavano ad altissima velocità verso Growlithe. Erano lame.
“...Verdebufera...” ragionò Zack. “Growlithe. Bruciatutto!”
Zack sperava che il vento non spegnesse sul nascere le fiamme. Ed in effetti non fu così.
L’attacco di Growlithe fu di una potenza assurda, e sembrava contrastare l’attacco d’aria di Tropius magistralmente. I tanti detriti vennero bruciati dalle fiamme, e dall’alto, Tropius vide arrivarsi addosso un’enorme massa di fuoco.
Si svincolò dall’attacco, volando verso destra.
“Growlithe! Sfoderiamo al massimo la nostra potenza di fuoco! Usa Turbofuoco!”
Quello lanciò un turbine di fuoco che sembrava stesse inseguendo il Tropius avversario. L’aria bruciava in fretta, e quel calore rendeva difficile respirare. Tropius perdeva quota mano a mano che cercava di evitare le fiamme, e quando fu a portata di colpo, Zack seppe cosa fare.
“Ora! Usa Fuocobomba!”
Growlithe lasciò esplodere dalle sue fauci un attacco potentissimo, che prese in pieno il Pokémon Frutto, finito fuori combattimento quasi immediatamente.
Zack fu felice per un attimo. Il suo Pokémon, nonostante fosse zoppo, aveva battuto un fortissimo Tropius.
Tutto merito della strategia, pensò. Poi vide una cosa che lo scioccò.
Tropius stava cadendo esanime sull’arena di cristallo.
“Growlithe! Rientra!” urlò, giusto un attimo prima che Tropius infrangesse gran parte del campo. Tantissimi frammenti di cristallo caddero in basso, verso il fianco della montagna, e si riversarono sul resto dell’arena rimasta intonsa, nonostante enormi crepe si fossero diffuse quasi ovunque.
“Mamma santa...qui ci vuole agilità. Vai Lucario!”
Non fu proprio la scelta più felice. Mister Kendrick mise in campo uno Yanmega. Era un esemplare fantastico. Il ronzio delle ali era davvero rumoroso.
Era avvantaggiato. Il tipo Coleottero su di lui non faceva molta presa, ma restava pur sempre un Pokémon di un Superquattro.
Il più ostico, fino a quel momento.
Yanmega prese a ronzare nervosamente qui e lì, mentre Lucario analizzava la situazione. Conosceva le peculiarità di quel Pokémon, aveva allenato uno Yanma nel suo viaggio a Jotho, e sapeva quanto veloce potesse essere e quanto potente fosse il suo ronzio.
Yanmega volteggiava per aria, rumorosamente, fin quando Lucario non alzò lo sguardo.
“Cominciamo noi?! Bene! Lucario, Forzasfera!”
Lucario partì accelerato, e lanciò la sfera d’energia contro l’avversario, che velocemente riuscì schivarla. Non sembrava aver avuto alcun problema nel farlo.
“Dovevo aspettarmelo”
Mister Kendrick schioccò le dita, e fu quello il momento in cui Yanmega prese a sbattere le ali così forte da peggiorare la situazione delle crepe nel cristallo dell’arena.
“È ronzio!”
Lucario abbassò la testa per un momento, ma nulla sembrava schernire la sua calma.
“Bravo, rimani concentrato! Anzi, attacca con Dragopulsar!”
Lucario aprì braccia e gambe ad X, chiudendo gli occhi. Dopodiché una forte onda d’energia si propagò tutt’attorno a lui, seguita da un’altra onda, e poi un’altra ancora.
Il campo continuava a cadere in pezzi, mentre lui rimaneva fermo, e vedere la frequenza dei battiti d’ali di Yanmega diminuire a mano a mano. A quella mossa era difficile scampare, perché le onde si propagano per l’intera ampiezza dell’ambiente in cui si trovavano, e ad una distanza così fievole non pareva esserci proprio alcuno scampo per la libellula.
L’attacco andò a segno, sì, ma non indebolì moltissimo Yanmega.
Mister Kendrick alzò un braccio, e Yanmega prese a volare velocissimo, attorno alla testa di Lucario. Mano a meno che Lucario sbatteva le palpebre, la velocità di Yanmega aumentava, fino a che un vortice verde lo aveva avvolto.
“Tornado!?”
Il vento attorno a Lucario era davvero forte, ed intanto lui cercava di mantenersi ben piantato per terra. Non si aspettava, però, che quello attaccasse d’improvviso con Supersuono.
Lucario strinse i denti, e portò le zampe anteriori alle orecchie, emulato da Zack.
Mister Kendrick batté le mani, producendo un debole schiocco, e fu allora che il vortice attorno a Lucario cominciò a stringersi, fino a che quello non fu colpito in diversi punti, fino a ruzzolare per terra.
“Lucario! Vai con...”
Yanmega però non gli diede scampo, e si gettò su di lui con un Attacco Rapido, che lo colpì sul muso proprio mentre stava cercando di rialzarsi da terra, facendolo atterrare poco lontano dal baratro formato dalla caduta scenica di Tropius. Tutto attorno a lui cocci di vetro e speranze di Zack.
Ma il Supersuono era davvero forte, si vedeva dal volto che Lucario ancora doveva riprendersi.
Mister Kendrick abbassò il volto, poi tese la mano ed alzò il pollice.
Dopodiché il pollice andò giù. Pollice verso.
Il gesto era più che chiaro. Annientamento totale.
Il Superquattro voleva che Yanmega terminasse Lucario.
“Cosa... Lucario! Usa...”
Ma a nulla valse lo sforzo di Zack di trovare un modo per scampare alla quasi sicura fine di Lucario. Yanmega era troppo veloce, e non poteva trovare una strategia vincente in così poco tempo.
Anche i più forti a volte si arrendono.
Yanmega si gettava a capofitto su di lui.
“Questo... questo è Gigaimpatto...”
Lucario era ancora confuso, mentre cercava, senza alcun successo, di rialzarsi da terra.
Yanmega era un missile, e nonostante avesse impiegato meno di un secondo per avvicinarsi a lui, a Zack era sembrata un’eternità.
Era il momento. Zack aveva preso la Poké Ball di Lucario. Non avrebbe mai voluto vederlo soffrire, meno ancora cadere giù nel baratro.
Ma poi successe qualcosa che lo scioccò letteralmente.
Il Gigaimpatto stava per avvenire, quando Lucario afferrò un pezzo di cristallo appuntito e lo infilzò con forza al lato della testa di Yanmega.
Fu un attimo di lucidità, che fece sussultare Zack ed anche Mister Kendrick, mentre il povero Yanmega non poté far altro che accasciarsi al suolo.
“Cazzo...”
Mister Kendrick fece rientrare prontamente Yanmega nella sfera, quindi dopo un sospiro mandò in campo un Crobat.
“Absol...sostituisci Lucario, che sembra ancora spaesato”
Absol toccò delicatamente il pavimento di cristallo, tastò le crepe sotto le sue zampe, ed abbassò il volto. Crobat era di fronte, e sbatteva le ali come un bagnante che stava affogando, come se fosse troppo pesante e sbattesse le ali per non cadere giù.
Zack sapeva che in realtà per essere nel team di Mister Kendrick, quel Crobat doveva necessariamente essere forte.
Puntava sulla voglia di rivalsa di Absol, aveva perso davvero malamente contro l’Espeon di Miss Ginger, e conoscendo l’orgoglio del suo Pokémon quella volta avrebbe dato più del massimo.
E questo bastò a Zack per capire quanto quella causa, la Lega Pokémon, non era solo importante per lui, per misurarsi contro gli allenatori più forte di Adamanta, ma lo era anche per i suoi Pokémon. Anche loro avevano una loro personalità: Lucario era serio, Absol anche, Torterra era un esemplare femmina molto dolce, Braviary molto sicuro e Gyarados, come normale, un po’ irritabile. E poi c’era Growlithe, che da buon cane era amichevole e giocoso.
Insieme erano la perfetta macchina da guerra.
Crobat doveva aver avuto probabilmente l’ordine d’attacco via radio, perché Zack, come sempre, non era riuscito a sentirlo. Prese a spingersi con forza contro Absol.
“Attacco Rapido... Absol, aspettiamolo, quindi schiviamolo”
Absol annuì, e si abbassò sulle zampe davanti. Crobat era velocissimo, ed in poco tempo bruciò la distanza tra lui ed il suo avversario, per poi sferrare un attacco veloce su Absol, che dal canto suo, aveva capito l’ordine di Zack, e a pochi centimetri di distanza gli bastò fare un saltello a sinistra, mentre Crobat andò a sfondare la già poco intonsa lastra di cristallo, aumentando ulteriormente le crepe.
Absol abbaiò. Voleva dire a Zack come quello fosse il momento in cui Crobat fosse più vulnerabile.
“Absol, vai con Finta!”
Finta a destra e colpo a sinistra, Crobat indietreggiò per poi attaccare iracondo con uno Stordiraggio.
“Evitalo assolutamente!”
Absol si guardò attorno, analizzando la situazione. Aveva pochi passi a disposizione per non cadere nel baratro o mettersi in condizioni di rompere definitivamente le crepe sul campo di battaglia, e quei pochi movimenti consentiti non gli permettevano di schivare lo Stordiraggio.
Ma assolutamente significava che non poteva essere colpito. Zack non voleva che Absol potesse fare la fine di Lucario, confuso, e specialmente, non voleva vedere Crobat accoltellato da altri pezzi di cristallo.
Non nascose che un po’ gli dispiacque. Ma le macchine del centro Pokémon servono a questo ed altro. Se non era ancora morto...
Absol continuava vedere la sfera avvicinarsi, e capì che l’unica cosa da fare, in quel momento, era rischiare.
Effettuò un salto, atterrando sulla crepa più grande, per poi balzare ancora.
Neanche a dirlo, pochi secondi dopo, la crepa si irradiò maggiormente, fino a che Zack non fu in grado di vedere gli ultimi pezzi di vetro di quel campo crollare giù.
Absol atterrò sull’acciaio del telaio  dell’arena, una sottile barra di ferro, dieci centimetri, millimetro più, millimetro meno.
“Ottimo Absol, chiudiamo questa sfida!”
Absol corse lungo la barra del telaio, inseguito da Crobat, alle sue spalle, che espelleva dalla bocca rigurgiti viola maleodoranti.
“È Fangobomba, Absol, continua tranquillo”
Zack sapeva che se l’attacco fosse stato vicino ad andare a segno, Absol lo avrebbe saputo, ed avrebbe fatto il massimo per schivarlo.
Absol era un Pokémon speciale.
Intanto, però, Zack doveva trovare un modo per smettere di scappare dagli attacchi di Crobat, e costringerlo a difendersi, se non a soccombere.
“Absol! Invertiamo la situazione!”
Absol frenò, proprio sull’angolo del telaio, alzò le zampe anteriori fino ad alzarsi in piedi e con quelle inferiori diede una forte spinta, in modo da fare una capriola.
Capriola che superò nettamente Crobat. Quello cercò di frenare, ma niente poté evitargli l’attacco di Absol.
“Ora! Ventagliente!”
Absol lasciò partire una folata eterea e sottile, che colpì tra le ali l’avversario.
Crobat svolazzò qua e là, prima di stabilizzarsi.
“Absol. Psicotaglio”
Gli occhi di Absol diventarono uno specchio luminoso, di vari colori. Quello balzò, ed attaccò Crobat, con la falce che aveva accanto alla testa, da cui partì un fendente di energia psichica, che colpì in pieno l’avversario. Le grida di Crobat erano strazianti.
Troppo, per Mister Kendrick, che prese la sua sfera e lo fece rientrare.
“Ottimo, Absol”
Mister Kendrick si fregò le mani, per poi lanciare una sfera in aria.
“Ma quello è Tornadus!”
Già. Un Tornadus in forma Totem prese a volare nell’arena. Anche Absol pareva interdetto.
Allargò le ali e prese a sbatterle velocemente.
“Raffica!”
Absol si abbassò, tenendo la coda ritta. Ma quello non era un attacco raffica. Non avrebbe mai avuto quella potenza crescente, no. Prima o poi si sarebbe fermato.
Poi capì.
“Absol, non è raffica! Questo è l’attacco Tifone! Stai basso!”
Ed una cosa lo fece impallidire. Anche lui fu costretto dal vento a fare un passo indietro.
Absol aveva solamente dieci centimetri di larghezza per tenere quattro zampe, e cercava di mantenere la stabilità. Il tifone aveva convogliato, oltre al terreno ed alle foglie della montagna alle loro spalle, anche i pezzi di cristallo rimasti sul telaio e sulle piattaforme degli allenatori. Questi rotavano, nel turbinio dell’attacco di Tornadus, e colpivano qua e là Absol, che intanto resisteva stoico.
Ancora, come prima, Zack aveva la Poké Ball tra le mani. Non avrebbe mai potuto veder cadere uno dei suoi Pokémon.
Intanto, Tornadus lanciò delle forti grida. Era l’attacco Baraonda.
Absol mal sopportava i rumori forti, e si assopì leggermente, stringendo gli occhi e perdendo la concentrazione.
“Absol! Divinazione!” Zack cercava di preservare i suoi timpani, e teneva le mani alle orecchie. Era sorprendente come Mister Kendrick non sentisse alcun fastidio.
Absol lanciò un urlo, per poi espandere una luce fievole attorno a sé, che svanì poco dopo.  
Si trattava di resistere un minuto, prima che Divinazione avesse effetto. Intanto Tornadus faceva vento e rumore, e non accennava a diminuire il ritmo con cui cercava di indebolire Absol.
“Dobbiamo uscire da questa situazione, cazzo... resisti, Absol! Resisti!”
Absol era ancora basso, la pelliccia che aveva attorno al collo, più lunga del resto del corpo, era proiettata alle spalle.
Poi capitò che Absol perse un po’ di concentrazione, e la zampa posteriore sinistra scivolo e perse la presa dal telaio, scivolando.
“No!”
Quello si manteneva forte, con le zampe anteriori, mentre il tifone non si disperdeva.
I timpani erano quasi andati, ormai non sentiva più nulla di quello che Zack dicesse o urlasse.
Tornadus sogghignava, poi si avvicinò ad Absol. Il vento aumentò ancora di più.
Fu in quel momento che Zack si ricordò di pregare. Pregò Arceus, per fare in modo che le cose andassero bene.
D’improvviso una patina rosa avvolse Tornadus. Finì di utilizzare Baraonda, e prese a gridare.
Divinazione stava facendo effetto.
“Rimettiti in piedi, Absol!”
Anche il tifone smise. In quel momento, l’unica cosa che Tornadus riuscì a fare, fu rimanere immobile, sorretto da quella strana energia distruttiva, che poco a poco gli stava levando gran parte della sua energia.
“Absol! Dobbiamo attaccarlo ora! Nottesferza!”
D’improvviso lo sguardo di Tornadus si rabbuiò, e sentì un forte dolore al petto, mentre Divinazione gli sfibrava i muscoli sulle ali.
“Chiudiamo! Palla Ombra!”
Absol con un balzo tornò sul telaio, quindi saltò verso l’avversario, con sotto il vuoto e dalla sua fronte partì un attacco Palla Ombra. La sfera oscura si piantò nel petto di Tornadus, che stremato fu richiamato nella sfera.
Absol atterrò inerme, ma neanche tanto, dall’altra parte del campo, sul telaio di ferro.
“Absol! Ce l’abbiamo fatta! Ce l’hai fatta!” l’entusiasmo di Zack era alle stelle.
Mister Kendrick batté le mani, forse compiaciuto da quella battaglia, e mandò in campo il suo ultimo Pokémon.
Pidgeot.
“No...” Zack sorrise. L’esemplare di Pidgeot era enorme, con lunghissime piuma gialle ed artigli alle zampe aguzzi.
“Absol ritorna... sei stato bravissimo. Malgrado tutto questa non potrà essere la tua battaglia” poi alzò lo sguardo verso l’avversario.
“Mister Kendrick... ho deciso di abbandonare il campo, o il telaio, che è quello che ne è rimasto. Infatti voglio seguirti in cielo. Non ti nascondo che quella che stiamo per accingerci a combattere è una lotta che ho sempre desiderato tenere. Vai, Braviary!”
Ed ora era Braviary contro Pidgeot.
Due Pokémon uccello maestosi, enormi, forti. Zack ricordava l’esemplare di Pidgeot che aveva lui. Certo, non era così grande, ma gli levò grosse soddisfazioni lo stesso.
Braviary sbatté le ali, forte, seguito poi da Pidgeot. Diventò subito una gara a chi ce lo avesse più lungo tra i due.
“Vai!” urlò Zack, e senza nemmeno dare un nome all’attacco, Braviary si gettò a capofitto in una lotta corpo a corpo contro Pidgeot. Dovevano stabilire chi fosse il migliore tra i due.
Diventarono una palla di piume, i due si beccavano e stringevano con gli artigli in continuazione, e diventò quasi difficile vederli.
Poi si separarono, volando lontani, per riattaccarsi ancora.
Zack non dava ordini. Quello era un regolamento di conti tra lui ed un suo nemico naturale, questioni tra maschi alfa del branco.
Si sentivano solo urla provenire da una massa informe che perdeva ali qua e là.
“Serve un aiuto, Braviary?” sorrise Zack.
Quello si allontanò da Pidgeot, che prese ad inseguirlo.
“Se permetti voglio divertirmi anche io. Dirigiti verso la parete della montagna, e poi spostati velocemente. Cerchiamo di farlo schiantare”
Beh... non fu furbo rivelare la propria strategia d’azione. Infatti, quando fu il momento, Braviary si spostò velocemente, e Pidgeot non ebbe problemi a seguirlo.
“Dobbiamo cercare di andargli alle spalle!”
Braviary alzò la manovra di viro fino a volare in cerchio, per passare alla spalle dell’inseguitore, ma stessa cosa fece Pidgeot, ed insieme presero a girare l’uno attorno all’altro.
La cosa doveva essere davvero tosta per i due pennuti.
“Vai con attacco rapido!” urlò Zack.
Nel suo roteare, Braviary riuscì ad ascoltare la voce di Zack, e capì che doveva ascoltarlo. Sprintò verso l’avversario, e colpì tra le ali.
Pidgeot perse quota, lanciando un grido.
“Braviary, devi afferrarlo per le ali!”
Si fiondò ancora sull’avversario, e lo prese. Agganciò, con le zampe, quindi Zack sorrise nel vedere l’epilogo di quella battaglia. Braviary fece schiantare con forza Pidgeot sulla parete di roccia.
Dopodiché vinsero l’incontro. Braviary si poggiò accanto a Zack, che gli carezzò le piume, tutte lacerate dalla lotta contro gli artigli ed il becco di Pidgeot.
Zack sapeva che Mister Kendrick lo stava guardando, con tutta la maschera davanti al volto. Lo guardò poi, e vide il Superquattro fargli un inchino.
La prossima porta lo aspettava.

 

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Miss Isabella ***


Miss Isabella


Stavolta era stato decisamente più difficile. Zack uscì dalla stanza di Mister Kendrick con molti dei suoi Pokémon da curare. Beh... ovviamente non tutti. Le regole del campo non avrebbero mai permesso a Gyarados e Torterra di combattere. Avrebbero distrutto tutto solo stando lì, e sarebbero caduti nel baratro.
E non era il caso.
Usò le iperpozioni su tutti, e poi si decise a varcare la nuova porta.
Un nuovo avversario, stavolta più loquace sperava, lo stava aspettando.
A differenza dei primi due, la stanza era illuminata.
A differenza di Mister Kendrick, la stanza c’era.
Ed il Superquattro era già lì, di fronte a lui.
“Ciao” fece Zack, sentendo di nuovo un picco d’ansia crescergli e fargli tremare le gambe.
“Ciao, Zack”
“Mi conosci?”
“Diciamo che conosco un po’ tutti, io...”
“Eh?!”
“Salutami Green, quando lo vedi”
“Come fai a sapere di Green?!”
“Non farti troppe domande” sorrise quella, e poi d’improvviso si mosse. Fece due passi avanti, ma Zack ora vedeva due persone.
Nel senso che vedeva il Superquattro nella prima posizione e poi anche nella seconda.
Sobbalzò quando si rese conto di ciò che stava succedendo.
“Zackary Recket...allora. Secondo le regole della Lega Pokémon, il tuo Lucario è squalificato per questo incontro”
“Cosa?!”
“Ha sconfitto Yanmega in modo poco ortodosso, direi. Siamo alla Lega Pokémon, non in Mortal Kombat...”
“Ma io non gli ho ordinato di fare nulla! È stato spontaneo per lui difendersi in quel modo”
“Ci sono tante mosse che il tuo Lucario può usare. Accoltellare un avversario è un messaggio di violenza che la Lega Pokémon non lascerà passare. Avevi sei Pokémon, compreso lui?”
“...si” fece lui, scuro in volto.
“Allora vuol dire che ne userai cinque. Siamo già alla pari” sorrise entusiasta quella. Zack la guardò meglio.
“Beh, mi presento. Io sono Miss Isabella. E sono l’ultima tra i Superquattro. Che io sia qui può significare tante cose”
“Ad esempio?” chiese Zack, con fare poco interessato.
“Che sia più forte dei miei predecessori. Che io abbia qualcosa in più”
“Sei molto ambiziosa, mia cara. Come mai non sei la campionessa?”
“Se siamo Superquattro da tanto tempo, io, con Fred, Ginger e Kendrick, un motivo c’è”
“E sarebbe?”
“Ce lo siamo meritato. Altrimenti tu ora non avresti mai varcato quella soglia, e probabilmente non saresti mai riuscito a raggiungere il monte Trave”
“Come dici tu...”
“Il tuo fare non mi piace, ragazzino”
Quella mise le mani ai fianchi. Ciò che prima cosa riuscivi a notare in quella ragazza, era il fatto che i capelli le toccassero quasi le ginocchia. Uno stretto vestitino nero metteva in risalto i suoi bei fianchi.
Ed aveva il volto libero. Nessuna maschera. Gli occhi azzurri, il naso piccolo, le labbra sorridenti.
Era un viso buono e poco puntuto.
“Mi spiace. L’ansia...”
“Allora ti levo dai carboni ardenti... cominciamo a combattere”
Il campo di battaglia sembrava quello regolamentare. E questa cosa sconvolse mentalmente Zack, che da quando era entrato stava cercando la peculiarità di quel posto.
Era semplice legno, parquet, con su disegnate le strisce del campo, in vernice bianca.
“Vai, Onix!”
L’enorme Pokémon roccia comparve sul campo, ruggendo.
Zack lo guardò. Era davvero mastodontico.
“È un palazzo” sussurrò il ragazzo, portando le mani alla Poké Ball. Aveva il vantaggio della seconda mossa, e non l’avrebbe perso per via della forte fisicità del Pokémon Serpesasso.
“Vai, Gyarados!”
Il drago azzurro ruggì prima ancora di vedere chi avesse di fronte. Poi inquadrò Onix, e deformò il suo poco viso, già poco armonioso, diventando atrocemente spaventoso.
“Onix, non facciamoci spaventare e partiamo subito col botto! Dragospiro!”
Poi la luce si spense.
Zack stava preparando la contromossa, quando la sua attenzione fu catturata da un particolare decisamente rilevante.
La luce si era spenta.
“Cosa...?!”
Sentì Miss Isabella sorridere. “Ah...non ti avevo detto niente riguardo a questo... ogni dieci secondi, ad intermittenza, la luce si accenderà e si spegnerà. Vediamo chi vincerà, in questo scontro”
Zack sentiva solo il suo respiro, forte, quasi eccessivamente, poi un tonfo.
Le luci si accesero, e quando i suoi occhi si adattarono a quella luminosità, si accorse immediatamente di Gyarados, piegato per terra dopo aver probabilmente subito il colpo, e l’enorme ombra di Onix a coprirlo.
“Gyarados, usa Idrondata!”
“Onix, usa Rocciotomba!”
E nonostante la sua enorme stazza, il serpente di pietra lasciò cadere una quantità assurda di rocce attorno al corpo di Gyarados, che riuscirono ad ammortizzare l’attacco di Zack.
Gyarados urlò e ruggì con forza, l’attacco doveva essere probabilmente molto forte.
Un po’ d’acqua si stava spargendo lungo il pavimento.
“Ora usa Frana, Onix!”
Le luci si spensero di nuovo, e le urla di Gyarados testimoniarono la realtà dei fatti: era stato colto alla sprovvista.
Doveva pensare, ed intanto il tempo passava.
“Zack... non fai nulla?”
Quello strinse i denti.
“Beh, vuol dire che mi porterò davanti con il lavoro. Onix, usa ancora Frana”
“Gyarados, no!”
La forza di quel Pokémon era la grande velocità, oltre al fatto che attaccasse i suoi avversari sempre a debita distanza e con mosse con alta probabilità di riuscita. Infatti, anche se era al buio, la casualità dell’attacco Frana, nel quale Onix creava massi e detriti sparsi omogeneamente, gli dava l’opportunità di attaccare una vasta porzione del campo avversario.
Stessa cosa per Rocciotomba.
La luce si riaccese proprio mentre uno degli enormi sassi creati da Onix si schiantava su Gyarados, che poi ricadde fuori combattimento, producendo un enorme tonfo, ed ammaccando il parquet.
“Evvai! Forza, Onix!”
“Bravo Gyarados... rientra... ora voglio divertirmi anche io. Vai Torterra!”
L’enorme Pokémon uscì dalla sfera, placidamente, come suo solito, e guardo Zack. Quindi fissò per poco Onix, e si fermò, attendendo ordini.
“Non penso servirà a molto. Onix, vai con Cannonflash!”
“Torterra, usa Ritirata!”
Quello rientrò nel guscio, aspettandosi il forte attacco di Onix.
Luci spente, ancora, quindi un’enorme bagliore, che permise a Zack di guardare meglio il volto di Miss Isabella.
Sembrava spettrale. Pareva avesse lunghi denti aguzzi, occhi rossi e lingua biforcuta.
Demoniaca.
La luce si spostò, poi, mano a mano che il Cannonflash si avvicinò a Torterra. L’attacco si schiantò sul guscio del Pokémon di Zack, facendolo uscire senza troppi danni.
“Torterra, dobbiamo attaccare! Vai con Radicalbero!”
Il fatto che la luce non fosse ancora stata accesa dava un piccolo vantaggio a Torterra. Avrebbe avuto più tempo per indirizzare l’attacco, che non era di facile riuscita.
“Onix, guarda...”
La luce si riaccese, e fu quello il momento che le radici di Torterra cominciarono a distruggere velocemente il parquet, per poi avvinghiarsi alla base di Onix, che fu sbilanciato e cadde, producendo un rumore enorme. Le radici continuavano ad avvinghiarlo, mentre Torterra appariva impassibile.
Miss Isabella guardava attonita la scena, mentre Zack sorrideva, come quando una delle sue strategie malefiche riesce ad andare in porto.
“Onix! Riesci a liberarti?”
“Torterra, senza pietà! Ora vai con Ventagliente!”
“No! Onix, rientra!”
Torterra ritirò le radici nel suo guscio. La cosa fece un po’ d’impressione a Miss Isabella, che intanto ripose la sfera di Onix.
Le luci si spensero ancora.
“Vai!”
Un Pokémon enorme entrò in campo. Lo si sentiva dai suoi passi, dal suo ruggito.
Zack poi sentì qualcosa toccargli il naso. E la bocca. Poi il viso in generale.
“Che cosa...?” portò le mani al volto, cercando di analizzare la natura di quel materiale. “È sabbia...”
Sabbia? Cosa c’entrava la sabbia?
E cosa più importante. Come poteva vedere al buio?
Il suo cervello prese a far girare le idee, quando all’improvviso gli si accese una lampadina, permettendogli di vedere il suo naso.
“Rocco! Rocco Petri! Grazie!”
Aprì lo zaino, ed indossò una particolare maschera.
“Cosa c’entra Rocco Petri, ora?!” urlò dall’altra parte Miss Isabella.
Zack indossò una sorta di maschera da sub. Senza boccaglio, naturalmente.
Era una versione modificate dal Devonscopio. Gli permetteva di captare le variazioni di temperatura, e riportarle davanti agli occhi del ragazzo.
Zack ora era in grado di vedere tutto. Miss Isabella era sullo sfondo. La riconosceva, per via dei fianchi, e del fisico asciutto.
Non indugiò oltre sui fianchi di Miss Isabella, e puntò la figura che aveva di fronte. Torterra.
Bene. Era ancora in salute, e stava combattendo contro...
Il Pokémon avversario era davvero molto alto. Aveva piccola braccia, e delle creste sulla schiena.
Zack spalancò gli occhi.
Creste sulla schiena e sabbia sul viso volevano dire solo una cosa: Tyranitar.
E quel Tyranitar in particolare pareva avere un’ottima esperienza a lottare al buio.
“Vai ora! Usa Gelodenti!”
Zack alzò un sopracciglio, ma Miss Isabella non fu in grado di vederlo fino a quando la luce non si accese.
Poi lo vide, con quella specie di maschera da sub, e sobbalzò.
Tyranitar si mosse rapidamente, almeno per quelli che erano gli standard di un Pokémon di oltre quattrocento chili.
I denti cominciarono a brillare, e a colorarsi d’azzurro. Dalla bocca fuoriusciva del fumo bianco, molto denso, tipico dell’azoto liquido.
Zack pensò, in meno di un istante, che fosse il primo attacco fisico che usasse la forte Superquattro. In effetti Tyranitar non era la scelta più felice, per quanto riguarda un possibile avversario di Torterra, e la mossa Gelodenti
Doveva approfittarne.
“Torterra, legalo con le tua liane!”
Torterra eseguì, cominciando a bloccargli le braccia. Tyranitar urlava e si agitava, mentre si avvicinava più lentamente all’avversario. Torterra passò poi alle gambe, ma con molte difficoltà, Tyranitar riusciva a spingersi avanti.
“È la coda che lo aiuta...” strinse i denti Zack. “La coda, Torterra! La coda!”
Torterra, lasciò partire una quinta liana, che strinse la coda alla schiena. La liana, poi, si avviluppò attorno al torace di Tyranitar, e Torterra prese a stringere, mentre i denti dell’altro erano sempre pronti ad azzannare e a congelare l’avversario.
I due erano a pochi centimetri.
“Spingi, Tyranitar! Mettiamolo K.O.!”
“Non credo proprio, Miss Isabella... Torterra! Mazzuolegno sul volto!”
La mossa andò a segnò, superefficace. Fu spettacolare veder cadere per terra esanime un Pokémon tanto pesante.
“Bravissimo Torterra!” sorrise entusiasta Zack.
“Si. È davvero un Pokémon davvero ben allenato. Ma non credo che avrà scampo contro il mio Mamoswine!”
Zack strinse i denti. Mamoswine era un Pokémon di tipo ghiaccio. E l’erba, col ghiaccio, non fa una bella fine.
“Mi spiace, per lei, bellissima Superquattro, ma questa è la battaglia del mio Growlithe!”
“Mi aspettavo che tu facessi una mossa del genere” sorrise quella. Torterra uscì dal campo, e Growlithe vi entrò. Le luci si spensero.
“Mamoswine, Terremoto!”
Zack spalancò gli occhi. Temeva di dover affrontare una sfida come quella che aveva messo Gyarados fuori combattimento.
Zack però aveva il Devonscopio, e quindi riusciva a vedere benissimo al buio. L’enorme Mamoswine aveva lasciato partire un forte attacco Terremoto, e varie crepe nel capo si erano cominciate a formare. Due, in particolare, venivano nella direzione di Growlithe. Pochi metri prima di lui, quelle due crepe crearono il collasso di una porzione del campo.
Ergo, Growlithe rischiava di cadere in una voragine e subire tutti gli attacchi di Mamoswine senza riuscire a contrattaccare.
“Growlithe! So che non vedi, ma io sì. Fidati delle mie parole! Corri verso destra, fai cinque passi, ma velocemente!”
L’udito sviluppatissimo di Growlithe ebbe un ruolo fondamentale in quello che successe. Saltò la voragine che lo stava per investire, e si sistemò sul lato.
“Ora! Davanti a te! Il Lanciafiamme!”
“No, Mamoswine! Usa Geloraggio!”
“Geloraggio?!”
Zack si domandava il motivo di tale attacco. Le luci si riaccesero, e vide Mamoswine impegnato a congelare, inutilmente, le fiamme di Growlithe. L’attacco del mammut, con l’alta temperatura, divento acqua. Tanta acqua.
“Ma come faceva Mamoswine a sapere dove il Lanciafiamme lo avrebbe colpito?”
“Io ed i miei Pokémon abbiamo maturato tante esperienze insieme. Ci siamo allenati ovunque, specialmente qui. Anche un solo piccolo passo, per Mamoswine rappresenta un segnale. Ed il fuoco poi emana luce propria. Quindi non vedo come tu non possa capire questa cosa”
“Growlithe, più forte!”
“Anche tu Mamoswine!”
L’enorme Pokémon Mantelneve aumentò di molto l’attacco, mentre l’acqua cominciava ad arrivare alle caviglie di Growlithe.
“Oddio...” Zack stava capendo. Facendo salire il livello dell’acqua, Miss Isabella voleva mettere in difficoltà Growlithe.
“Mamoswine! Slavina!”
“Growlithe, fermo! Corri via di lì!”
La luce si spense ancora, ma un tonfo esagerato fu prodotto dalla quantità enorme di neve nascosta nell’acqua.
“Terremoto, Mamoswine!”
“Growlithe, usa Agilità! E muoviti ora! A destra! Di meno!”
Zack vide che con grande lentezza Mamoswine si girava, nel tentativo di prendere frontalmente qualsiasi attacco di Growlithe. Intanto una montagnola di neve bagnata si era formata al centro del campo.
“Growlithe, usa ancora l’agilità”
Growlithe si mosse rapidamente alle spalle del Mammut che lentamente prese a girarsi. I passi del cagnolino producevano rumore nell’acqua presente sul campo.
“Ora! Davanti a te! Bruciatutto!”
Le luci si riaccesero e tutti i presenti furono in grado di vedere l’enorme fiammata di Growlithe, una fiammata sregolata, che si propagò per tutto il campo visivo del cagnolino.
E Mamoswine ne fu investito in pieno.
“No! Mamoswine!” urlò Miss Isabella, sorpresa.
Mamoswine si accasciò lentamente sul fianco, finendo per schiantarsi sul cumulo di neve.
La vittoria andava a Growlithe.
Zack sorrise, e corse ad abbracciare il suo Pokémon. Poi si alzò e guardò la padrona di casa.
“Guarda cos’ha combinato il suo Pokémon...ha rotto il parquet, ha bagnato per terra...”
“Senza problemi...”
Miss Isabella alzò una mano e schioccò le dita. Un rumore meccanico riempì le orecchie dei due.
“Ti consiglio di far rientrare Growlithe nella sfera” sorrise lei. Zack ascoltò confuso il suo consiglio.
D’improvviso il campo si aprì a metà, e lentamente si ritirò ai lati. Davanti avevano un vuoto.
Zack prima abbassò il capo, cercando di capire. Non contento, dato che non aveva capito nulla, alzò il capo e chiese con lo sguardo spiegazioni a Miss Isabella.
Quella inclinò la testa, sorridendo. A Zack piaceva molto lo sguardo di quella.
Ad interrompere il loro sguardo malizioso fu l’acuirsi del rumore metallico. Sembrava stesse girando una catena.
“Che succede?”
“Aspetta un po’... raccontami qualcosa di te, piuttosto”
“Hai detto che sai tutto, quando sono entrato...”
Lei sorrise, ed abbassò il volto. “Touché...”
Il campo d’improvviso apparve, sollevandosi lentamente. Era dal vuoto che provenivano quei rumori.
“Un sistema di carrucole sta tirando sopra il campo. Eccolo qui, nuovo nuovo, pronto per me e per te”
E mentre Zack pensava che le Superquattro della regione di Adamanta fossero dannatamente maliziose vide la sua avversaria mentre prendeva l’ennesima Poké Ball in mano.
“Vai, Druddigon!”
“Oh...”
Druddigon non era un Pokémon semplice, né da trovare né da catturare. Zack aveva passato circa due mesi ad Unima alla ricerca di quel drago. Storie di Pokédex e cose così.
“...Growlithe, rimani ad asciugarti... Absol, scelgo te”
Il re di spade scese in campo, e subito si guardò intorno. Davanti aveva un degno avversario. Quel Druddigon sarà stato alto più di due metri, e le ali sembravano più grosse di quelle di un normale esemplare della sua specie.
Le luci si spensero.
“Druddigon, riscaldiamo l’ambiente! Vai con Lanciafiamme!”
Quello allargò velocemente le braccia, ruggì forte, e poi esplose in una fiammata potentissima.
“Evitalo, Absol!”
Quello balzò velocemente in avanti, dribblando il fuoco, unico faro nel buio.
“Ora, Absol! Attacco Rapido!”
Fu allora che le luci si riaccesero.
Miss Isabella sorrise quando vide la quasi non efficacia dell’attacco dell’avversario, schiantatosi sulla pancia dura del suo drago. Sostava ora a pochi centimetri da lui, confuso per la botta presa.
“Druddigon, vai con Vendetta!”
E siccome Druddigon aveva subito un attacco in quel turno, la sua potenza raddoppiò. Colpì con foga il suo avversario, che ruzzolò metri e metri addietro, fermandosi davanti a Zack.
“Absol!”
Le luci si spensero di nuovo. Zack spinse al volto il Devonscopio.
“Druddigon, usa Codadrago per metterlo definitivamente K.O.”
“Absol! Cerca di schivarlo!”
Druddigon si girò velocemente, trascinando dietro la pesante coda. Quella, come un’arma, fu scagliata contro Absol, che confuso non riuscì a schivare completamente l’attacco, venendo colpito ad una zampa.
Miss Isabella rideva, ed intanto Absol si rimetteva a fatica all’in piedi.
“Absol! Non cedere!”
Absol strinse i denti, ma poi si rialzò. Zack aveva capito che le energia a sua disposizione erano troppo poche, ed in ogni caso non sarebbero bastate per mandare fuori combattimento il suo forte avversario.
“Druddigon, proviamo a rinfiammare la scena! Lanciafiamme!”
“Absol! Ultimocanto!”
Fu un secondo. Le luci si accesero ed Absol si produsse in uno struggente canto melodioso. Fece rabbrividire Zack, come ogni volta che usava quella mossa.
“Druddigon! No!”
Zack sospirò. In un modo o nell’altro il suo Absol sarebbe dovuto finire fuori combattimento.
L’ondata fiammante lo travolse letteralmente, e quando passò, Zack vide il suo Pokémon per terra, privo di ogni energia.
“Bravo, campione... Torterra, vai!”
“Non hai appena visto come ho sconfitto il tuo Absol?”
“Si. E quindi?”
Le luci si spensero, lasciando i due nel buio più che totale.
“Ho usato il fuoco”
“Vuol dire che spegnerò questo fuoco”
Torterra tornò in campo, pesante e lento come sempre, ma serio e concentrato.
“Torterra, usa Energipalla!”
L’enorme tartarugone si produsse in un attacco di potenza portentosa, che colse impreparato il suo avversario.
“Druddigon, no!”
Quello cadde per terra, ma dopo qualche secondo ed un colpo di coda, si rimise in piedi. Le luci si riaccesero.
“Vai con il Lanciafiamme!” urlò Miss Isabella.
“Torterra! Usa l’attacco Ritirata! E poi vai con Frana!”
Il Pokémon continente rientrò in casa, quindi fece cadere enormi pezzi di roccia e macerie davanti a sé, proteggendosi in parte dalle fiamme.
“Ancora, Druddigon! Quelle rocce non lo salveranno per sempre!”
“Torterra! Usa Terrempesta!”
Dal guscio di Torterra partì un’improvvisa tempesta di sabbia, che costrinse Zack e Miss Isabella a coprirsi il volto col braccio. Le poche fiamme che avevano oltrepassato il muro mobile, furono spente dalla sabbia.
Poi accadde.
Druddigon spense la fiamma, e si poggiò su di un ginocchio.
Quindi si accasciò rumorosamente, esanime.
Absol se l’era portato via.
“Vai così...” sussurrò a se stesso Zack.
La tempesta di sabbia continuava ad imperversare, mentre Torterra fermò le rocce ed uscì dal guscio.
“Perbacco!” sorrise Miss Isabella, senza scoprirsi il volto. “Che battaglia emozionante!”
“Già, è divertente” rispose Zack con noncuranza.
“Ok. Beh, è il momento del mio ultimo Pokémon. Vai, Aggron!”
Ed uscì in campo. Aggron era mastodontico. Enorme. Un grattacielo pieno di placche d’acciaio, corni ed un’aggressività fuori dal comune.
Ma Zack era fiducioso. Torterra era in vantaggio rispetto ai tipi.
Aggron si mosse verso il centro dell’arena, come per detenere il possesso di quel campo di battaglia. Come se stesse dicendo al suo avversario: “Amico, qui è tutto mio, quindi meglio che non ti fai venire strane idee in testa”
“È davvero un bel Pokémon” riconobbe Zack.
Le luci si spensero.
“Grazie. Aggron era solo un Aron quando lo catturai”
“Mi fa piacere. Cominciamo! Torterra, mettiamolo velocemente K.O.! Usa Terremoto!”
“Aggron, Protezione!”
Nel buio dell’arena si intravide una patina azzurrognola, che andò a coprire interamente Aggron. Zack vedeva le crepe sul pavimento aprirsi e raggiungere l’avversario, ma l’attacco sembrava non colpirlo.
“Si è protetto...” strinse i denti il ragazzo, e non appena vide la luce accendersi, guardò Miss Isabella. Si era levata il braccio dal volto, in quanto la tempesta di sabbia era finita.
“Torterra! Usa Giornodisole!”
D’improvviso, dal nulla, una luce fortissima cominciò ad illuminare l’ambiente. Zack levò il Devonscopio, capendo che quella mossa avrebbe fatto splendere la luce per qualche turno almeno.
“Aggron, attacchiamo! Vai con Bruciatutto!”
“Eh?!” Zack fu colto davvero di sorpresa, ma stavolta nulla poté fermare la mossa di Aggron. Diede fuoco a tutto ciò che aveva di fronte, ed il pavimento prese fuoco quasi immediatamente.
Torterra era circondato dal fuoco.
“Torterra!”
“Aggron! Torterra è stanco, concludiamo! Usa Fuocobomba!”
Aggron inspirò, allargò le braccia e caricò l’attacco.
“No! Torterra! Dobbiamo contrastare l’attacco! Usa Solarraggio!”
I due attacchi partirono contemporaneamente. L’attacco di Torterra era molto più veloce, però, e sconvolse il Fuocobomba in essere, disperdendolo.
Solarraggio colpì Aggron sul petto, ma non sembrava essere molto efficace. La corazza di questo sembrava solo leggermente ammaccata.
“Non funziona. Aggron! Fuocobomba!”
“No! Torterra!”
L’attacco stavolta andò a segno, e mentre la luce splendeva per via di Giornodisole, l’albero di Torterra stava per essere sconvolto da un incendio.
“Torterra! No! Rientra!”
Il campo bruciava, ed Aggron ruggiva. Festeggiava, aveva vinto quella sfida.
“Ed ora?” chiese Miss Isabella, mani ai fianchi e sorriso splendente.
“Ed ora mi rimani solo tu, Growlithe!”
Lanciò in aria la sfera, ed il cane comparve in campo. Si guardò attorno, le fiamme lo facevano sentire a proprio agio.
“Forse non è stata una buona idea bruciare tutto, carissimo Superquattro” sorrise Zack.
Miss Isabella pensò che il ragazzo avesse ragione.
“Ora vediamo di finirla! Growlithe! Usa Bruciatutto!”
“Eh?!”
Growlithe espanse le fiamme sul campo, creando un vero e proprio rogo. In quel momento Giornodisole finì, e le luci si spensero, ma le fiamme sul campo illuminavano il tutto. Il calore era alto, e Zack si levò la bandana. Una gocciolina di sudore scivolò sul suo naso e finì sulle sue labbra.
La lingua la catturò. Salata.
“Aggron! Usa...” Miss Isabella sembrava spaventata.
“Growlithe! Fuocobomba!”
“Ferroscudo, Aggron! Ferroscudo!”
Ma non servì a niente. La corazza di Aggron cominciò ad illuminarsi, il ferro si stava compattando, si stava rinforzando, ma il Fuocobomba attraversò il campo in fiamme, e si infranse sul corpo di Aggron.
L’urlo di dolore di quello fu straziante.
Per Zack fu uno spettacolo vederlo cadere tra le fiamme, rompendo il campo.
Poi si aprirono le bocchette dell’acqua. L’antincendio entrò in funzione e raffreddarono il corpo esanime di Aggron, spegnendo lentamente le fiamme. Zack alzò il volto verso il soffitto, godendosi quella strana sensazione.
Aveva battuto i Superquattro. E gli rimaneva una sola battaglia.
Gli rimaneva soltanto il campione.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il Campione ***


Il Campione


Ok. L’ultima porta era stata chiusa. Ora l’unica cosa da fare era calmarsi un attimo e rilassarsi.
Quella giornata aveva regalato fin troppe emozioni.
Una piccola anticamera buia, poco illuminata, precedeva un lungo corridoio, che si concludeva con un’enorme porta dorata.
Zack decise di tirar fuori tutti i suoi Pokémon.
Gyarados, Torterra, Lucario, Braviary ed Absol. E Growlithe, naturalmente.
Tutti lì, tutti fermi, tutti in  ansia, tutti in attesa che qualcosa fosse accaduto. Aspettavano che le parole uscissero dalla bocca di Zack, perché sapevano che quelle parole sarebbero uscite; provavano la stessa sensazione che si prova ascoltando un rubinetto che perde. Ad un certo punto ci si abitua al rumore di quella goccia che cade, che poco a poco ti sfonda i timpani.
Il punto, però, non è questo. Il punto era che caduta una goccia, ti aspetti che cada l’altra.
Sistematico.
Zack sospirò, mentre l’ansia si introduceva dentro di lui, martoriava quel poco che era rimasto della sua autostima, e poi si annidava dietro i suoi occhi, stravolgendo tutto ciò che vedeva.
Troppo alto, troppo difficile, troppo veloce, troppo forte. Non è così. È solo la vista, che è annebbiata.
Il giovane allenatore si levò per un attimo la bandana, stringendola tra le mani, quindi si lasciò cadere per terra, stremato dalle lotte. I suoi Pokèmon si trovavano nella stessa e identica situazione, quindi stettero fermi, ricaricando le batterie psicofisiche necessarie all’ultimo scontro.
Quello decisivo.
Il campione era oltre quella porta dorata.
E niente poteva ostacolare il loro cammino.
“Gente...complimenti. Questi quattro allenatori sono considerati tra i più forti di Adamanta. Possiedono abilità, intelligenza, tecnica e quella dose di fortuna necessaria a far sì che siano dei grandi allenatori. Ed io, assieme a voi, sono riuscito a batterli. Ora, però, vi chiedo un ultimo grande sforzo. Sconfiggiamo anche il Campione. Sconfiggiamo questo Signor Sconosciuto e facciamo parlare di noi. Siamo noi i più forti, perché nonostante tutte le difficoltà siamo ancora qui. Perché ci vogliamo bene, e come voi credete in me, io credo in voi, e vi giuro che sarà sempre così. Ora vorrei solo dirvi che andrà tutto bene, che sarà semplice, e che alla fine ci faremo una gran bella risata, ma so che non è così. Sarà più difficile di qualunque battaglia abbiamo mai combattuto, e sarà bello perché io mi impegnerò per vincere”
Era così.
Una volta tanto, Zack voleva salire sul tetto del mondo, e guardare dall’alto verso il basso qualcuno.
Si levò lo zaino dalle spalle, spostandosi un ciuffo dal viso, che senza bandana non riusciva più a trovare la via di casa, e lo mise tra le gambe. Rimase circa un minuto a cercare, quindi trovò pozioni e simili, per rimettere in sesto la sua squadra.
Somministrò Iperpozioni a tutti quanti, ad alcuni anche più di una, tanto per essere sicuri, quindi Rimise lo zaino in spalla. La bandana ancora stropicciata tra le mani.
“E se...e se perdessimo?” si chiese lui, con gli occhi aperti come fanali ad illuminare l’orizzonte sul mare di notte.
Non era semplice quello che stavano per fare. Una sconfitta era da mettere in considerazione.
A quelle parole Growlithe abbaiò. Zack rinsavì, e sorrise, lasciando cadere tra le gambe la bandana e carezzando il cane. Absol si avvicinò, cercando una carezza, e la stessa cosa fece Braviary. Torterra non era il tipo da richiedere attenzioni, ed anche Lucario se ne stava sulle sue. Gyarados, invece, se ne stava semplicemente immobile, per paura di provocare danni.
“Io credo in voi, ragazzi. Ed anche se non andrà bene, io crederò sempre in voi”
Growlithe abbaiò ancora, quindi prese a ringhiare.
“Che c’è?!”
Poi capì. Negli occhi di Growlithe c’era il fiume delle emozioni che fluiva. Passava lì, dallo sguardo, ed aveva inviato con gli occhi un messaggio a Zack.
“Noi vinceremo!” era la missiva.
E vincere era la missione.
Un altro risultato non doveva essere annoverato.
I pensieri di Zack stavano lentamente scemando, come un lavandino che si svuota dall’acqua dopo aver levato il tappo. Aveva finalmente levato il tappo alla mente, e fatto uscire le cose brutte fuori.
“Hai ragione Growlithe! Noi vinceremo!”
Growlithe abbaiò ancora, scodinzolando.
“Andiamo!”
 
Zack arrivò a spalancare la pesante porta dorata. Era in legno massiccio, ma sembrava fatta di metallo. Credeva fosse oro vero, ma poi ritrattò, analizzando la quantità d’oro che sarebbe dovuta essere stata utilizzata per crearla.
Lasciava il buio alle spalle, mentre la luce inondava forte il suo volto. Dopodichè il rumore fece altrettanto per le sue orecchie.
Non appena i suoi occhi si abituarono alla forte luminosità dei riflettori, capì ciò che stava succedendo.
Era in un’arena.
La gente attorno strideva e urlava, inneggiava al Campione, alla sua vittoria, alla sua dipartita, ad un grande spettacolo, al sangue e alla bellezza delle lotte dei Pokémon.
Zack dapprima avanzò lentamente, spaventato dalla gente, quindi ritrattò nella sua testa, pensando che non doveva deconcentrarsi.
Non avrebbe dovuto lasciare cadere la sua attenzione, non avrebbe dovuto permettere che si frantumasse come un pezzo i cristallo caduto per terra.
Sospirò, riacquistò le virtù mentali e decise di andare avanti.
Davanti aveva solo una grande scalinata di metallo.
Ovviamente la salì. E passo dopo passo stava creando attorno a sé un’armatura degna del miglior cavaliere.
Arrivò all’ultimo scalino. Ora riusciva a vedere tutto.
I riflettori, puntati tutti sull’arena, erano più di cento. Anche se davano leggermente fastidio alla vista, riusciva a guardare oltre le pareti di luce, e a rendersi conto del numero spropositato di persone presenti lì. Sembrava la finale di Champions League, ogni posto occupato, tutti gli spalti pieni, l’arena gremita di persone.
Il campo di battaglia non sembrava essere molto particolare, rispetto a quelli su cui aveva sconfitto i Superquattro.
Una semplice arena di terra battuta. Le linee dipinte per terra, bianche come un campo da calcio. O da tennis.
Al centro c’era una piscina. Probabilmente per battaglie acquatiche. Di fronte aveva una piattaforma con scale di metallo, proprio come quella in cui si trovava sopra.
E lì...
Lì non vi era nessuno.
Soffiò fuori l’ansia, che ancora attanagliava il suo spirito, quando sentì all’improvviso la folla perdere i sensi a furia di urlare.
Lentamente, dalla piattaforma, cominciava ad apparire la figura di qualcuno.
Era il Campione.
Dei Magneton si avvicinavano a lui, portando delle telecamere. Non se n’era accorto, Zack, ma due grandi schermi erano ai lati dell’arena.
Si concentrò su di quelli. Le riprese dei Magneton apparivano lì sopra, e doveva sforzare di meno la vista per capire contro chi avrebbe dovuto lottare.
E poi lo vide.
Era un ragazzo, non molto più grande di lui. Anzi, pareva avessero la stessa età.
Era vestito in modo trasandato. Non che lo fosse, ma aveva vestiti troppo larghi per il suo fisico asciutto.
Davvero troppo asciutto.
La telecamera inquadrò il suo volto. Aveva gli occhi neri, come due olive. Totalmente inespressivi.
Il viso era, come del resto il fisico, pallido e smagrito, mentre un ciuffo di capelli neri fuoriuscivano dal berretto nero, stretto al limite del possibile, quasi il sangue chiedesse il permesso per arrivare al cervello.
L’allenatore misterioso si girò, e finalmente Zack poté dipingergli un volto. Occhi neri, inespressivi, viso smagrito, pallido, capelli neri, molto corti, e naso grande.
Indossava una felpa nera e dei jeans, ma anche sotto alla felpa voluminosa sembrava fosse molto magro.
Il cappuccio alzato sulla testa malcelava il suo volto ossuto.
Era proprio brutto.
E guardava la folla sorridente. Più che sorridere ghignava, rideva solo con mezza bocca, come se l’altra metà fosse paralizzata.
“Ciao!” urlò alle telecamere, e la folla esplose. Fu incredibile. Zack non aveva mai visto nessuno sembrare così pieno di sé.
Gli altoparlanti fischiarono, prima che una musichetta epica cominciasse a diffondersi.
Zack si era appena reso conto che la Lega Pokémon era quella grande cosa, strumentalizzata dalle televisioni, in cui la gente pagava per vedere degli scontri. Un po’ come il calcio...o come i giochi degli antichi romani, nel Colosseo.
Un telecronista, appostato da qualche parte, prese ad urlare.
“Beeeeeeeenvenutiiiii alla giornata Pokémoooon!”
Zack sobbalzò, provocando il riso in qualcuno. Si riprese, avendo capito quello che succedeva, e tese ancora l’orecchio.
“Salve a tutti! Oggi una nuova sfida! Alla destra...” e poi si sentì il rumore di una campanella, come quelle della boxe. “...abbiamo il Campione! Hugh Patterson, l’imbattuto! Con i suoi Pokémon è pronto a rimandare a casa l’offensiva portata daaaaa...” altra campanella “...angolo sinistro! Lo sfidante! Zackary Recket!”
Intanto in diffusione venivano date le immagini delle sue lotte contro i Superquattro. Si sentì un boato quando in diretta fu data la “pugnalata” a Yanmega da parte di Lucario.
“Assassino!” urlò qualcuno sugli spalti in modo concitato.
Zack toccò la ball di Lucario come per accarezzargli la testa, per tranquillizzarlo.
Il telecronista riprese a parlare.
“Vediamo alcune scene delle sue lotte precedenti! Un allenatore valoroso! Ma ora veniamo alla lotta vera e propria! Hugh sarà il primo a mettere in campo! Le regole sono semplici. Chi lascia il campo di gioco non può più rientrarvi. Quindi se un Pokémon viene sostituito viene contato come fosse stato messo fuori combattimento”
Hugh sorrise e mise mano alla cintura.
“Vai!” urlò, e lanciò la Pokéball in aria.
Questa si aprì all’improvviso, con il suo solito bagliore, che anticipava la sorpresa di vedere quale fosse il Pokémon avversario.
“Ottimo! Hugh ha iniziato con Crawdaunt! Vediamo la risposta di Zackary!”
Crawdaunt era decisamente un Pokémon che aveva sempre desiderato avere nel suo roaster.
Di dimensioni non particolarmente rilevanti, possedeva due enormi tenaglie. Ed una stella marina giusto al centro della fronte. Batteva il pavimento con la coda.
Dal canto suo, Zack trovava quel campo il più difficile. Sì, perché era a più di dieci metri dal campo di combattimento, e lui era abituato a starvi dentro, con i suoi Pokémon.
“Crawdant...combinazione tra tipi...”. L’esperienza gli aveva insegnato che i Pokémon d’acqua avevano sempre una mossa di ghiaccio. E quindi non conveniva mettere Torterra. Dal canto suo, però non aveva nemmeno un Pokèmon di tipo elettrico. Avrebbe dovuto allenare il suo Shinx in maniera migliore, assolutamente, e invece nisba. Con un Luxray tutto sarebbe stato più facile.
Ma si doveva accontentare di quello che aveva.
“Torterra!” urlò, facendolo uscire fuori.
“E così la contromossa dello sfidante è un Torterra! Vediamo come andrà a finire!”
L’enorme tartaruga si dispose come sempre lenta e placida al centro del campo. Riusciva a percepire la voce del suo allenatore nonostante la distanza ed il gran vociare.
“Cominciamo!” urlò il telecronista, e subito Zack si avvicinò alle ringhiere di protezione della sua piattaforma.
“Torterra, cominciamo con un sobrio e semplice Foglielama!”
“Non sarà così semplice” rispose Hugh. “Usa Protezione ed avvicinati!”
“Incredibile!” urlava invece il telecronista. “Mentre Torterra lancia centinaia, ma che dico centinaia, MIGLIAIA, di foglie affilate come rasoi, Crawdaunt usa Protezione, e si avvicina all’obiettivo”
La patina azzurra che ricopriva il Pokémon avversario era scintillante.
“Teniamolo lontano! Mazzuolegno, Torterra!”
“Lo sta attaccando di nuovo! Stavolta usa Mazzuolegno! E Crawdaunt cerca di proteggersi utilizzando le enormi tenaglie”
“Usa ancora Protezione!” urlò Hugh, vedendolo in difficoltà.
La difficoltà di usare una mossa come Protezione è che a lungo andare non è più infallibile.
“Mazzuolegno batte ancora sullo scudo azzurro! Ma Crawdaunt sembra non curante, e continua la sua manovra di avvicinamento verso l’avversario!”
Zack sapeva che lasciar avvicinare un avversario del genere significava subire attacchi potenti, come Martellata o peggio ancora Ghigliottina. E non poteva accadere una cosa del genere.
“Torterra! Vai con Terremoto!”
Gli occhi di Torterra si illuminarono, ed un suo forte ruggito provocò tutto. La terra prese a tremare, ma nessuno degli spettatori sembrava preoccuparsene.
“Attacchi come Terremoto e Magnitudo non preoccupano il pubblico del nostro stadio! Eggià! Perché l’arena è stata costruita con l’ausilio delle tecnologie dell’Omega Group, che cerca di creare strumenti per vivere meglio!” urlò il telecronista, noncurante del fatto che si fossero aperti vari squarci nell’arena, una di cui assai profonda davanti Crawdaunt. Quello perse l’equilibrio e cadde, ma aiutandosi con la coda si rimise all’in piedi.
“Crawdaunt, tutto bene?”
Quello alzò una chela. “Ottimo! Direi che è il momento di utilizzare l’attacco Presa! Salta ed afferralo!”
“Crawdaunt si è dato un forte slancio con le zampe inferiori, per poi saltare oltre la crepa nel pavimento! Ora si trova davanti a Torterra!”
“No! Torterra, preso Ritirata!” urlò lo sfidante, afferrando le sbarre delle barriere che aveva davanti e scuotendole, quasi per romperle.
Torterra recepì il messaggio.
“Incredibile! Proprio mentre le forti tenaglie stavano per afferrare una zampa di Torterra, quello è rientrato nel guscio!”
“Crawdaunt! Usa l’attacco Martellata a ripetizione!” urlò poi Hugh.
“Torterra!”
Il Pokèmon era passato da attivo a passivo, ed ora subiva i colpi dell’avversario.
“Che incontro straordinario! Pare strano come pochi secondi fa fosse Torterra in vantaggio! Ora Crawdaunt sta scagliando forti colpi con le chele ossute e coriacee! Torterra se ne sta rintanato nel suo guscio, invece...chissà Zackary come riuscirà ad uscirne!”
E quasi gli suonava come una sfida. Torterra era lì, e subiva, colpo su colpo.
Doveva cambiare l’ordine.
“Vai con l’attacco Frustata!”
“Protezione!” urlò Hugh.
“Sembra allarmato, il nostro Campione. Di sicuro il fatto di scegliere per primo non è stato molto produttivo per la sua battaglia, mentre sembra che Zackary non riesca a mettere fine a questo incontro”
“Odio questa dannata mossa! Torterra, vai con Sintesi, mentre si protegge!”
“Mossa astuta!” urlò il telecronista.
“Ora usa ancora Martellata!”
“No! Improvviso cambio di direzione! Crawdaunt passa al contrattacco, schiva le liane, e mentre Torterra cerca di riprendere qualche energia, lui ne approfitta”
Il forte attacco del crostaceo si frantumò sul capo di Torterra, ma non sembrò essere molto efficace.
“Torterra! No! Ancora Frustata!”
“Protezione!”
“Non stavolta! Più veloce!”
La folla rimase incredula e a bocca aperta.
“Le liane lo hanno afferrato! Ora Torterra lo stringe con veemenza e...e lo sta alzando da terra!”
Torterra lo sollevò davvero. Poi lo lasciò cadere, prendendo a frustate, ripetutamente.
“Un attimo! Crawdaunt si alza con la coda! E sferra nuovamente un attacco Presa, ma stavolta...stavolta funziona!”
La zampa stavolta era nelle sue tenaglie.
“No! Torterra, liberati! Cerca di entrare nel guscio con Ritirata!”
Ma tutto riusciva a fare tranne liberare la zampa dalla morsa della chela di Crawdaunt.
“Ottimo Crawdaunt! Stringilo sempre di più...e vai ora!”
Parve incredibile ma...
“...ma ora...Crawdaunt ha alzato Torterra!”
Il crostaceo aveva davvero sollevato il tartarugone e lo aveva scaraventato ad un paio di metri di distanza. Danni consistenti.
E la chela pinzava ancora la zampa.
“Liberati! Sgranocchio!” urlò Zack.
“Amici, stiamo assistendo ad un incontro spettacolare! Si! Torterra si è liberato mordendo la tenaglia di Crawdaunt!”
“Ed ora chiudiamola! Energipalla!”
Torterra caricò mentre Crawdaunt si muoveva in modo casuale.
“Colpiscilo! Vai!”
La sfera verde colpì in pieno il nemico, che ruzzolò per terra, fuori combattimento.
La folla era in delirio.
Il primo dei cinque Pokémon era esausto.
“Incredibile! Abbiamo il nostro primo vincitore! Torterra!”
“Crawdaunt, dannazione!” urlava rabbioso Hugh.
“Si! Ora prendiamo coscienza del fatto che il secondo sfidante possa essere un tipo fuoco!” urlò a Torterra.
“Probabilmente Hugh userà Houndoom” fece il telecronista.
Houndoom. Beh, pensò Zack, con un simile Pokémon posso cavarmela. Conosciamo della mosse di terra.
Pochi secondi dopo, e Zack rimase spiazzato. Un Drifblim prese a svolazzare nell’aria.
“Ha scelto Drifblim! Probabilmente attuerà delle mosse di tipo volante!”
Ma anche per quello Zack era preparato. Forse non sarebbe durato molto, pensava. Gli attacchi di tipo roccia, come ad esempio Frana, Torterra li sapeva utilizzare davvero molto bene.
Intanto quella mongolfiera di tipo Spettro e Volante fluttuava lenta fino a stabilizzarsi in un punto indefinito, lì nel cielo dell’arena.
“Drifblim, usa Volo!”
“Benissimo! Frana!”
Drifblim fece per planare in picchiata, quando delle rocce lo investirono velocemente.
“Ottimo! Forza!” urlò Zack.
Il vociare era come una coperta sulle loro teste, mentre il ronzio fastidioso degli altoparlanti la faceva da padrone.
“Drifblim è stato colpito dalle rocce! Frana è andato a segno”
La mongolfiera precipitava, ormai sgonfia, fino a che con un tonfo sordo non si adagiò per terra.
Fuori combattimento.
“Una mossa sola! Incredibile! Torterra vince un altro incontro!”
“Grandissimo Torterra!” saltò Zack, stringendo sempre le sbarre davanti.
Hugh friggeva nella sua stessa rabbia. “Dannazione! Ci vuole più velocità! Houndoom!”
E fu così che il Campione mise in campo un cane con le corna.
“Houndoom! Ora la vedo dura! E la vedo dura per entrambi! Torterra con le sue mosse di terra è molto avvantaggiato, ma su di lui pende il tipo erba, che il fuoco di Houndoom può abbattere facilmente”
Zack strinse i denti. Doveva continuare. Poteva davvero vincere, il tipo terra gli dava un piccolo slancio per tornare alla pari con Houndoom.
“Houndoom, avviciniamoci! Veloce!”
Houndoom recepì, e scattò velocemente, spostandosi verso il lato dell’arena e cercando di evitare le crepe pericolanti.
“Houndoom è veloce, Torterra! Vai con Terremoto!”
Torterra ruggì ancora, di nuovo i suoi occhi rossi, e la terra tremò ancora.
“Houndoom, devi saltare! Assaliamolo!”
Zack spalancò gli occhi, spingendosi contro le barriere che aveva davanti sempre di più, fino a comprimersi il petto contro l’acciaio.
“Houndoom è saltato! L’attacco Terremoto ha fallito! Ed Houndoom lo sta attaccando! Ha fatto un salto enorme! Più di sette metri tra i due, ma lo slancio è stato...è stato incredibile!”
Houndoom planava in aria, fino ad atterrare sul guscio di Torterra.
“No! Torterra!”
Houndoom afferrò con le zampe la superficie del guscio di Torterra, quindi un ghigno apparve sul volto di Hugh.
“Vai con Fuocobomba!”
“No! Torterra! Ritorna!”
E proprio mentre una palla di fuoco si stava per abbattere sul suo Pokémon, Zack decise che aveva fatto abbastanza già. Fuori combattimento.
“Braviary! Scelgo te!”
L’aquila spiegò le ali, regale come sempre, e lanciò un grido.
“Zack cerca di riportarsi in vantaggio, spostando il baricentro della lotta. Per Houndoom sarà più difficile colpire un avversario in volo”
Hugh attendeva. Braviary anche. Zack guardava Hugh.
E Hugh sorrideva, sornione.
“Attesa. I due si studiano” fece la fastidiosa e metallica voce del telecronista.
Braviary prese a volare in cerchio attorno all’avversario.
“Houndoom, Lanciafiamme!”
Svelto come Braviary non si aspettava, una massa incandescente si avvicinava a velocità supersonica. Braviary virò verso sinistra, ma non potè evitare che alcune delle sue piume venissero bruciate dall’alto calore.
Quello lanciò un urlo.
“Braviary! Dannazione queste sbarre!” Zack si voltò velocemente, e corse giù alle scale di metallo su cui era salito in precedenza.
“Ma...cosa sta succedendo?! Sembra che lo sfidante stia lasciando il campo!”
“No! Non sto lasciando il campo, brutta cornacchia!”
Saltò infine le barriere, ed entrò in campo.
“Non ce la faccio a stare così lontano dai miei Pokémon!”
La folla era in delirio, mentre i Magneton puntavano la sua faccia con le telecamere, che apparivano sugli schermi ai lati dell’arena.
“Basta con queste stronzate! Vai con Lanciafiamme di nuovo! Dobbiamo prenderlo!”
Ancora.
“Houndoom attacca a ripetizione con lunghe lingue di fuoco!” urlò il telecronista.
“Braviary, devi evitarle! Usa l’attacco raffica per alzare un po’ di polvere!”
“Attento, Houndoom!”
E mentre le fiamme si levavano verso il cielo, e Braviary le schivava, la folla si esaltava in strilli ed urla.
Un vero e proprio spettacolo.
“Vediamo Braviary! Schiva l’ennesima lingua di fuoco! E poi...e poi attacca con Raffica! Un forte vento si è alzato!”
Dalle macerie del terremoto di Torterra, si alzò una grande quantità di polvere.
Le telecamere e gli schermi non riuscivano a trasmettere altro che polvere marrone.
“Continua ad attaccare, Houndoom! Attacca alla rinfusa!”
Questo poteva essere un po’ pericoloso.
“Subito, Braviary, scendi con Baldeali!”
“Attento Houndoom! Attento!”
La polvere ostacolava la visuale, ma il silenzio era sceso a coprire tutti come un padre amorevole fa col figlio che dorme. E fu un guaito quello che si sentì.
“È il caso di attivare le ventole” annunciò il commentatore.
Quattro ventole cominciarono a soffiare via la polvere. Houndoom era in piedi, ferito al capo e ad una zampa, mentre mordeva un’ala di Braviary.
“Bravo Houndoom! Usa Tossina!”
“No!”
“Lo sta avvelenando, gente!”
“No Braviary! Alacciaio!”
E d’improvviso le ali di Braviary divennero più dure del diamante. Ma ciò non bastò, perché Braviary era già stato avvelenato. I denti di Houndoom avevano lasciato dei solchi profondi nell’ala dell’aquila, da cui sgorgava un mix di sangue e veleno.
“No! Cazzo, no!” urlava Zack.
Hugh sorrideva ed intanto la folla lo incitava.
Partire come Underdog non è mai stato semplice, ma mai difficile come stavolta. Si sentiva tutti contro.
Solo i suoi Pokémon erano con lui.
“Zackary a questo punto dovrà curare il suo Braviary. O tra pochi turni sarà K.O.”
E Zack strinse i denti. Guardò Hugh, alzando la testa perché era nell’arena, e lo vide sorridere sornione.
Il problema che tanto temeva era sorto.
Non aveva strumenti.
“Braviary! Tranquillo! Attacca con Lacerazione!”
Si alzò presto in volo, almeno di un metro e cinquanta da terra.
“Sbatte le ali velocemente, gente, e alza ancora polvere! E poi ecco che attacca, con gli artigli delle zampe!”
Il volto di Houndoom fu ancora colpito. Stavolta in maniera meno massiva, ma il sangue continuava a sgorgare da tre grossi squarci sul viso.
“Houndoom! Continua! Usa Lanciafiamme!”
“No! Braviary usa Volo!”
Le ali dell’aquila lasciarono dietro di loro qualche piuma bruciacchiata e superflua prima di liberare il campo. L’attacco di Houndoom non andò a segno stavolta, ma intanto il cane ebbe tempo di riprendersi dagli attacchi dell’avversario.
“Perché non applaudiamo i due sfidanti che ci stanno offrendo una grande lotta?”
Zack fissava negli occhi spavaldi Hugh.
Odio puro. Aveva avvelenato il suo Pokémon, e si vedeva. I movimenti non erano più fluidi, anzi, erano un tantino meccanici.
Stava per abbandonare il campo di combattimento.
“Braviary...” disse lui, dispiaciuto.
“Usa Lanciafiamme!”
“No! Braviary!”
L’attacco partì. E colpì.
“Houndoom ha colto nel segno! Il suo Lanciafiamme ha colpito in pieno Braviary, che sembra vacillare, ed ora sta cadendo esanime!”
Zack lo guardava, affranto. Aveva pensato di poter vincere davvero.
Del resto Houndoom non aveva ancora molte energie, non ci sarebbero volute tante altre mosse per sconfiggerlo.
Braviary alla fine crollò, e si schiantò, alzando meno polvere di quello che si credeva.
La folla silenziosa, e Hugh che festeggiava. Houndoom che si accucciava e Zack a capo chino.
Ma qualcosa gli intimò di alzare la testa.
“Santo...santo cielo...” il telecronista pareva stupito.
Tutto il pubblico pure.
Ed anche gli allenatori.
L’arena stava crollando.
Ed Houndoom cercava di salvarsi dalla fine. Alla fine quella frana lo colpì in maniera massiva.
E lui si ritrovò fuori combattimento, sotto un cumulo di terreno.
“...il...il pavimento è crollato. Probabilmente gli effetti del Terremoto di Torterra non si erano del tutto verificati nella loro totalità” fece il telecronista, stavolta serio.
Braviary giaceva ancora con gli occhi chiusi.
“Hai fatto più di quello che dovevi...sei grande” sorrise Zack, facendolo rientrare nella sua sfera.
La gente adesso si era infuocata di nuovo.
“Che turno incredibile!”
Il campo presentava quindi una grossa depressione in un punto, un grande fosso.
“Vai, Exeggutor!”
“Absol, è il tuo turno!”
Ancora silenzio, momento di studio.
“Anche stavolta la combinazione tra tipi da ragione a Zackary. Come andrà a finire?!”
Exeggutor, vai con Mazzuolegno!”
“Absol, schivalo!”
Niente da fare, però. Absol, fu colpito da mazzate sul volto e sulle zampe anteriori. Ruzzolò poco lontano, ma si rialzò in fretta.
“Absol, usa Doppioteam!”
“Ora Absol ha creato tante copie di sé stesso. Come andrà a finire?”
“Exeggutor...usa Verdebufera per colpirlo!”
Ed in effetti fu una mossa intelligente. Verdebufera colpiva tutti gli avversari in campo.
Ed anche stavolta Absol si trovò a dover fronteggiare l’attacco dell’avversario.
“Testa bassa! Usa Fossa!”
“Exeggutor! Attento!”
Absol sparì, mentre una bufera di foglie e terreno imperversava sul campo.
“Ora!” urlò Zack.
“Absol! Eccolo! È appena sbucato alle sue spalle!”
“Usa Ventagliente!”
La lama che aveva accanto alla testa si illuminò d’azzurrò, e dei fendenti d’aria colpirono la schiena dell’avversario. Alcune sue foglie si tagliarono e caddero.
“Exeggutor, usa Pestone!”
Absol vide quell’enorme palma arrivare verso di lui minacciosa, quindi, mentre il suo avversario calava il colpo, lui rotolò sulla destra, rimanendo basso.
“Bottintesta!” urlò Zack.
“Absol lo ha colpito ancora! Exeggutor è a terra!”
“Ottimo Absol! Terminiamolo con Sgranocchio!”
Absol si mosse velocemente, per finire quella lotta.
“Ora! Uovobomba!” urlò Hugh.
“Absol si sta avventando su di Exeggutor, con le fauci spalancate, pronto per azzannarlo...e...e...un momento! Exeggutor ha attaccato con Uovobomba! Absol è stato colpito in pieno volto!”
E parve quasi eroico il gesto del Pokémon buio di rialzarsi, cercando di rimettersi in piedi per fronteggiare ancora il suo avversario.
Ma poi la realtà dei fatti lo schiacciò con tutta la sua brutalità. Le energie non c’erano più.
Ed Exeggutor aveva vinto.
Absol giaceva esanime per terra.
“Bravo Absol, ritorna...vai Growlithe!”
Il cane apparve sul campo, e Zack vide Hugh avere l’accenno di una risata.
“C’è...c’è un Growlithe adesso, per Zackary Recket...” fece un po’ disorientato il telecronista.
Nessuno si aspettava un Pokémon che non avesse raggiunto la sua evoluzione finale, la sua massima forza.
E invece lo sfidante aveva messo in campo un Growlithe.
“Bene! Exeggutor, vai con l’Attacco Pioggia!” urlò Hugh.
Tante piccole uova presero a piovere dal cielo, e Growlithe, dapprima spaesato, ebbe la fortuna di vedere cosa succedeva quando queste colpivano qualcosa.
Esplodevano.
Quello fu quasi un campanello di allarme nella sua testa, e prese a correre all’impazzata.
“Growlithe, calmati e schiva le bombe!”
E quasi fosse uno slalom, Growlithe, correva dapprima in diagonale e poi in orizzontale.
“Growlithe, vai con Fossa!”
“Anche lui?!” chiese sgomento Hugh.
“Ecco che anche Growlithe scava una fossa e ci entra dentro! Incredibile!”
In realtà non era così incredibile.
“Exeggutor, attenzione! Sbucherà alle tue spalle!”
Zack sorrise, e mise le mani in tasca. Tra lui e Growlithe c’era come una connessione astrale. Non c’era bisogno di comunicare per percepire ciò che l’altro voleva esprimere.
“Growlithe è sbucato nell’enorme fossato creatosi prima per via del terremoto di Torterra! Ha scavato un tunnel fino a lì!”
Exeggutor, poi, all’improvviso, si sentì mancare la terra sotto i piedi, e crollò.
“Il tunnel! Exeggutor è caduto nel tunnel che ha scavato Growlithe!”
“Vai ora con Lanciafiamme!” urlò Zack.
Il cane prese a soffiare fuoco nel tunnel che aveva scavato, e che vedeva al suo interno anche un confuso Exeggutor.
Un Exeggutor che, investito dalle fiamme aveva costretto Hugh a cambiare Pokémon.
“Vai Growlithe! Ottimo!”
“Fantastico! La strategia di Growlithe è stata incredibile! Hanno sfruttato l’intelligenza, e molto spesso non serve evolversi per avere più intelligenza degli altri”
Una delle poche cose esatte dette da quel telecronista quel giorno, pensò Zack.
“Dannazione! Latios, vai!”
“Latios?!” esclamò Zack. Era incredulo. Era un Pokémon rarissimo, che non si trovava così comunemente. Quando era stato ad Hoenn, con Emily non aveva avuto la fortuna di incontrarlo.
“Effettivamente ora l’incontro è parecchio squilibrato...” disse il telecronista.
“Latios, parti!”
Quello scattò, come un jet, seguito da un rumore assordante. Le ali si tesero lunghe.
“Plana velocemente verso Growlithe!” urlò il commentatore.
“Growlithe, vai con Fossa! Stiamogli lontani!”
Zack strinse i denti, ragionando. Quante possibilità aveva di sconfiggere un Pokémon dalla forza incredibile come Latios? Era troppo complicato.
Doveva ragionare.
“Latios, usa Psichico!” urlò Hugh.
Zack rimase spiazzato. D’improvviso il terreno battuto cominciò a sfaldarsi e si aprirono dei varchi, quasi fossero delle linee di faglia, non molto doppi né profondi, tanto che Growlithe si ritrovò di nuovo alla luce del sole.
“Growlithe, usa Lanciafiamme!”
“Usa Abbagliante, Latios!”
Una luce incredibile si espanse prima che Growlithe potesse rilasciare le fiamme dalla sua bocca, e dei colpi lo fecero ruzzolare per terra. Lui si rialzò, con le zampe tese e la testa bassa, quindi ringhiò, con gli occhi ancora appannati dalla luce.
“Growlithe! Vai con...”
“Dragopulsar!”
Ancora luce, ma stavolta durò poco. Una forte energia si sprigionò dal corpo fluttuante di Latios, e si espanse come un’onda, colpendo Growlithe.
“Lo ha messo K.O.!”
Zack spalancò occhi e bocca, e corse in campo, verso il suo amico.
“Growlithe! Growlithe come stai?!”
Quello sorrise leggermente, prima di accasciarsi, esausto. Zack lo fece rientrare nella sfera.
Era in mezzo al campo, ed era praticamente a meno di tre metri da Latios.
“Zackary Recket deve uscire dal campo di combattimento” disse il cronista. Hugh lo derise con lo sguardo.
E questo caricò ancora di più Zack.
“Vai Gyarados!”
L’enorme drago azzurro si presentò in campo, iracondo come sempre, ruggente come sempre.
Enorme come sempre.
“Gyarados! Dobbiamo farlo fuori! Dobbiamo farlo fuori!” urlava Zack.
“Latios, veloce! Dragodanza!”
“Vediamo che il Pokémon Eone, così come definito dal Pokédex, prende a danzare e a volteggiare velocemente. Aumenterà le sue statistiche in questo modo!”
“Gyarados, usa l’attacco Ira!”
In effetti era una mossa intelligente. La grande velocità di Latios gli consentiva di attaccare spesso e con facilità nel colpire il bersaglio. Ira avrebbe permesso a Gyarados di aumentare il proprio attacco.
“Gyarados urla, ruggisce atrocemente contro il suo avversario e colpisce Latios con un colpo della coda. Non sembra essere molto efficace”
“Latios! Usa Cozzata Zen!”
Latios si alzò in volo, dove gli attacchi fisici di Gyarados non avrebbero potuto colpirlo, e si illuminò, mentre incanalava l’energia presente nel suo corpo fino alla testa.
“Si è caricato! E poi è partito alla massima velocità fino ad arrivare contro Gyarados, e colpendolo con il capo, sprigionando una grande energia!”
Gyarados cadde per terra, alzando miliardi di minuscolo pulviscolo. E nonostante questa coprisse la visuale, tutti riuscivano a sentire il ruggito di Gyarados.
La sua ira aumentava.
“Vai Gyarados!” urlò Zack, e dalla polvere uscì all’improvviso il drago d’acqua, pronto a colpire ancora, lanciato e furioso.
“Lo ha colpito in contropiede! Stavolta l’attacco è più consistente!”
Latios indietreggiò di un metro, sempre in volo.
“Non demordiamo, Latios! Usa Subito Psichico!”
“Gyarados!”
L’attacco ebbe l’effetto di mille mani che costringevano il corpo di Gyarados in tutti i punti. Ma un Pokémon così forte poteva tranquillamente spezzare mille mani.
I ruggiti aumentavano, anche la sua ira, e le nuvole si erano formate al di sopra delle loro teste.
Nuvole nere, colme di rabbia.
“Attacca!” urlò Zack.
Gyarados ruggì e si gettò a capofitto su Latios, stavolta abbattendolo. Dopo un primo colpo, assai forte, Gyarados gli ruggì in volto, quindi cominciò a piovere.
“Gyarados! Terminiamolo! Usa Colpo!”
La pioggia batteva radente sul campo, e la polvere pareva volesse scappare ad ogni goccia che cadeva. Hugh era protetto, mentre Zack si stava bagnando, ma a lui non importava.
Gli interessava soltanto che Gyarados polverizzasse Latios, che era un cliente particolarmente scomodo.
Gyarados si gettava a capofitto sull’avversario, mordendolo, colpendolo, attaccandolo, si sollevava e poi si gettava ancora su di lui.
“Ottimo Gyarados!”
Quello si rialzò, un po’ confuso. Ma non ci fu bisogno di preoccuparsi di Latios.
Latios era fuori combattimento.
“Si! Ottimo Gyarados!” urlò Zack, correndo vicino a lui, e stringendolo, mentre la pioggia continuava a cadere.
“Zackary Recket è di nuovo pregato di uscire dal campo di combattimento”
“Evvai, Gyarados! Ottimo!”
La folla era praticamente in delirio.
“Latios...ritorna...sei l’ultimo. Vediamo di non fare una figura di merda contro un pivello. Vai Hydreigon!”
I riflettori si accesero, mentre la pioggia cadeva come proiettili sull’asfalto.
“No...basta...Gyarados, ritorna”
Un urlo di sgomento si levò dagli spalti.
“Sembra che Zackary abbia deciso che per il suo Gyarados fosse abbastanza. Ma ciò non gli permetterà di raggiungere facilmente la vetta del monte che sta scalando”
In effetti non sembrava tanto furba come cosa. Avrebbe benissimo potuto indebolire Hydreigon con Gyarados. Possedeva qualche mossa di tipo Drago, avrebbe potuto anche metterlo fuori combattimento.
Ed invece no.
Aveva deciso che Gyarados doveva uscire.
E questo perché lui parlava con i suoi compagni, e leggeva le sofferenze che erano disposti a subire ogni volta che a lui veniva saltava il capriccio di farli combattere.
In effetti tenere rinchiuso in una Pokéball un Pokémon alto quanto Gyarados era da persone maligne. Anche Sapphire la pensava così, il suo Walo, un Wailord enorme, girava per Hoenn libero e tranquillo negli oceani attorno alla regione.
Sensibilità di allenatore. Di amico, chiamiamola anche così.
Gyarados stava soffrendo, e chi, vedendo una persona cara sofferente, non avrebbe fatto di tutto per alleviarne le pene?
Gyarados doveva, poteva riposarsi, aveva già fatto tanto.
“Ora tocca a Lucario” disse Zack, calmo.
Lo sciacallo entrò in campo, con la pioggia che gli sfondava il cranio tanto era forte e la visione di un enorme Hydreigon davanti, che gli ruggiva e cercava di intimorirlo.
Gli occhi di Lucario si chiusero un momento.
Ragionava Zack. Il suo tipo era in vantaggio.
“Hydreigon! Vai con Dragofuria!”. La voce di Hugh suonava rabbiosa, quasi in maniera esagerata nei confronti del Pokémon avversario.
Avesse potuto ammazzarlo lo avrebbe fatto.
“Hydreigon si è spostato con enorme velocità! Sta schiantando le zampe su di lui!”
Lucario era immobile, gli occhi appena aperti e qualche gocciolina d’acqua che ragionevolmente, per via della pioggia, gli cadeva dal naso allungato.
Non appena le due zampe encefaliche si stavano per avventare su di lui, quello spiccò un grosso saltò.
“Lucario! Forzasfera!”
Dai palmi delle mani dello sciacallo una luce intensa azzurra nasceva, come la scintilla che appicca l’incendio.
L’aura si concentrava lì, lentamente, e quasi bruciava le zampe di Lucario, che intanto continuava a sollevarsi in volo.
Sarebbe stata epica, questa scena al rallentatore: Lucario che saltava, Hydreigon che schiantava i polsi\colli tra di loro, mancando il bersaglio, mentre l’avversario preparava il contrattacco.
“Dobbiamo farcela! Ora!”
“No!”
“Lo sta facendo, signore e signori!”
La sfera di energia lasciò i palmi di Lucario, e si abbatterono facendo un rumore tremendo su di Hydreigon.
Mossa più che efficace, di una potenza inaudita.
Lucario aveva vinto.
Zack aveva vinto, e la visione di quell’Hydreigon che stramazzava per terra non poteva far altro che farlo sorridere.
Ma non gioiva troppo.
Si guardò attorno. Come se la scena fosse rimasta al rallentatore ponderava ogni cosa sulla quale il suo sguardo si appoggiava. Vedeva la folla urlante, festante, rabbiosa, annoiata ed entusiasta come sfondo, mentre Lucario scendeva lentamente, per toccare ancora il terreno. Hydreigon cadeva sul suolo polveroso, in cui le chiazze d’acqua stavano prendendo il controllo, mentre la pioggia scintillava durante la discesa.
Hugh incredulo, con quegli occhi spanati e incavati aperti al massimo, e la bocca semischiusa.
Il terrore sul suo volto.
 
E poi tutto tornò a velocità normale.
Le urla e la musica si unirono in un trionfante coro di benvenuto lì, nell’olimpo dei Campioni.
“Zackary Recket ha vinto! È lui il nuovo Campione!” urlava il telecronista.
Un Magneton si avvicinava a lui, con quella fastidiosa telecamera, ed un microfono.
Zack lo staccò dalle calamitiche appendici.
La pioggia non accennava a calmarsi, ed il ragazzo temeva che il microfono non funzionasse proprio per via dell’acqua.
Invece funzionava, il suo respiro pesante si diffuse in lungo ed in largo nell’arena, e zittì tutti i presenti come la sirena antitornado.
Tutti pendevano dalle sue labbra.
Il ragazzo allora sorrise, facendo rientrare Lucario nella sfera e baciandola. Lo schiocco delle labbra si sentì forte, trasmesso dagli altoparlanti.
“Grazie Lucario...ho vinto. Ho vinto e sono qui, in veste di Campione. Ora probabilmente mi aspetta una premiazione, o cose così. Cose pompose, cose che magari mi meriterei anche. Ma la verità è che stiamo perdendo tempo. Stiamo perdendo tempo in cose frivole, che non ci danno null’altro che un piacere temporaneo e neanche tanto esaltante. Quando ho aperto quella porta...” disse lui, voltandosi per un attimo, tutto bagnato, “...mi aspettavo di trovare una sola persona. Invece siete migliaia, in quest’arena, ed ho dovuto combattere contro dei Pokémon che, allenati da un bravo allenatore, mi avrebbero sicuramente sconfitto. Hugh” disse ancora, voltandosi verso l’avversario sconfitto, che sostava inerme sulla sua balconata.
“Hugh, tu sei un pessimo allenatore. Puoi avere i Pokémon più forti dell’universo, ma non li ascolti, non li capisci. La forza non è l’unica cosa che conta. Delle volte il saper ascoltare, il saper interpretare è più forte di qualsiasi mossa d’attacco. Dovresti liberare i tuoi Pokémon. Lasciarli godere la loro esistenza, perché tu li ammazzeresti. Per quanto riguarda tutto l’aspetto scenografico...bello. Ma inutile. Un Campione non deve essere oggetto per i mass-media. Il Campione deve essere d’esempio a chiunque voglia intraprendere la strada di allenatore, deve mediare tra l’associazione Pokémon ed i capipalestra. E deve aiutare le persone. E per quanto mi riguarda, questo sarà l’ultimo match trasmesso in televisione, costi quel che costi”
Zack lanciò il microfono per terra, si voltò ed uscì dalla porta attraverso cui era entrato.
La folla fu ammutolita dalle sue parole.
Da quelle parole di sagacia e verità.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2189524