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Era una
notte fredda e nera tanto che neanche la luce argentea della luna
riusciva ad illuminare il buio come suo solito. Tutto era confuso e
sfumato come se stesse scivolando lentamente nel nulla, mentre
qualcosa si agitava nel suo animo. Non riusciva a dormire, c'era un
pensiero che lo faceva preoccupare e che lo spingeva a sorvegliare
tutte le strade del Villaggio della Foglia.
«Sasuke...»
sussurrò pianissimo, ricordando lo sguardo carico... Non
sapeva neanche di cosa. Il moro aveva quello sguardo indecifrabile
che lo preoccupava, perchè era diverso. Per quanto Sasuke
fosse freddo e distaccato, non aveva mai avuto quello sguardo...
Era... Era diverso, terribilmente diverso dal ragazzo che conosceva
ed un'ansia sempre maggiore era cresciuta nella sua anima. Quando si
erano scontrati sul tetto dell'ospedale, Sasuke aveva avuto
l'intenzione di ucciderlo.
Un
brivido gli percorse la schiena. Come era possibile? Non gli aveva
mai visto né quella durezza, né quella vena di follia
nei suoi occhi... E c'era anche un puro desiderio di vendetta... Ma
anche una terribile solitudine, la stessa che il biondo aveva
vissuto. In quello sguardo erano emerse così tante cose che
Naruto non sapeva come qualcuno potesse resistere. Non sapeva nemmeno
perchè fosse stato l'unico in grado di vederle... Forse perchè
gli voleva bene, forse perchè era il suo miglior amico ed il
suo rivale... No, non riusciva a capire ma sapeva solamente che a
Sasuke teneva moltissimo in un modo diverso da cui teneva a Sakura.
Ora che sapeva del Sigillo Maledetto, non avrebbe mai permesso al
moro di andarsene da Konoha! E non avrebbe mai permesso a quello
stupido ninja dalla lingua di serpente di strappare il moro dal suo
villaggio! Strinse i pugni.
Improvvisamente
sentì un rumore provenire poco distante e subito il cuore gli
salì in gola. Si mise a correre raggiungendo velocemente
quella zona illuminata a malapena da un solo lampione. Sasuke se ne
stava andando ed era proprio sul bordo di quella zona di luce,
esattamente fra luce ed ombra. Sakura, invece, era stesa priva di
sensi su di una panchina.
«Sakura!
Cos'è successo, Sasuke?» domandò preoccupato il
biondo, andando a controllare le condizioni della ragazza. Il suo
sguardo scorreva continuamente da lei al moro. Non gli ci volle molto
per capire: lui se ne stava andando da Orochimaru.
«Addio.»
si limitò a dire con la sua voce glaciale Sasuke. Naruto sentì
il suo cuore mancare di due o tre battiti. Abbandonò di scatto
la ragazza, afferrando il braccio dell'altro ormai quasi
completamente immerso nella notte. Voleva così disperatamente
che rimanesse...
«Sasuke...
Perchè? Perchè vuoi andartene?» domandò
tristemente Naruto, con i suoi occhi piegati verso la strada. Non
riusciva ad alzarsi.
«Le
nostre strade si dividono qua. Io non sono come voi e stare qua mi ha
distratto da ciò che voglio.» rispose gelido, quasi con
una nota di cattiveria nella voce. La mano di Naruto si strinse
ancora di più attorno al polso del moro.
«Così
perderai tutto! Ed io lo so che anche tu soffri la solitudine più
di ogni altra cosa! Ti prego Sasuke, non puoi abbandonarci così...
Hai visto Orochimaru, il suo desiderio di potere! Ti prego, ti prego
non andartene... Perchè vuoi tornare ad essere solo?! Non lo
capisci che anche qua con noi puoi diventare...» tentò
Naruto, ma l'altro scosse con forza il braccio liberandosi della
presa. Non si voltò nemmeno.
«Lasciamo
subito!» gli ordinò cattivo, pronto ad andarsene ma il
biondino non gli avrebbe mai permesso di abbandonare Konoha... Di
abbandonarlo... Allargò le braccia e le strinse intorno alla
vita del moro.
Non
voleva usare la forza.
Non
voleva che l'altro pensasse che stesse venendo trattenuto contro la
sua volontà.
Voleva
solo fargli sentire che gli era vicino e che stava facendo un
errore...
«Il
Terzo Hokage è morto per salvare anche te...! Sasuke, sei il ninja
più forte che io conosca! Tu non hai bisogno di Orochimaru per
diventare forte! Sei il più forte di tutti noi ed il maestro
Kakashi ha ancora un sacco di cose sullo Sharingan, ne sono più
che convinto! Sasuke... Non andartene... Sei il mio miglior amico ed
il miglior rivale che si possa avere...» singhiozzò il
ragazzo, sentendosi scivolare nella disperazione: perchè quel
testone di Uchiha non capiva che gli voleva bene? Che non c'erano
solo nemici da abbattere al mondo?!
«Ho
detto di lasciarmi, Naruto! - ringhiò il moro che fu costretto
a colpire l'altro con una potente gomitata. Il biondo rotolò
indietro da quanto era stato forte il colpo. - Non m'importa niente
dei vostri discorsi! Lo vuoi capire?!? Devo vendicare
la mia famiglia, devo uccidere
mio fratello! - aggiunse furioso ed i suoi occhi erano carichi di
follia. - E qua non sto diventando forte... Qua non posso posso più
imparare nulla!»
«Sasuke,
che stai dicendo?! Tu sei il ninja più promettente di tutta
Konoha... Io... Io ho sempre ammirato e desiderato essere forte come
te!» esclamò disperato il biondino, mentre un paio di
lacrime iniziarono a solcare i suoi occhi... Però in quel
momento sembrava che Sasuke fosse tornato...
«Basta.»
concluse duramente il moro, pronto a sparire nella notte.
Fu
in quel momento che Naruto seppe che c'era solo una cosa da fare pur
di farlo rimanere al Villaggio della Foglia. Non poteva permettere
che Sasuke lo abbandonasse, né tanto meno voleva che la sua
vita fosse marchiata con il simbolo del traditore... Era disposto a
tutto, purchè lui non abbandonasse quella vita... Se solo
fosse stato in gradi di combattare e dare una mano... Se solo fosse
stato forte in quel momento, avrebbe sicuramente evitato che
Orochimaru lasciasse il Sigillo Maledetto al moro...
«A-aspetta...
- tossì allora, rialzandosi. - Se tu diventassi più
forte... Rimarresti qua al Villaggio della Foglia? Resteresti con
Kakashi-sensei, Sakura e tutti gli altri?» domandò
risoluto. Poteva fare solo una cosa...
«Probabilmente...
Sì» ammise Sasuke, socchiudendo gli occhi come per
studiarlo. Passò un attimo di pesante silenzio in cui Naruto
stava raccogliendo tutto il suo coraggio.
«Ricordi
cosa disse Kakashi-sensei? Il corpo di un ninja ne contiene la forza
e tutti i segreti...» mormorò il biondo con lo sguardo
fisso per terra.
«Dove
vuoi arrivare?» volle sapere Sasuke assottigliando ancora di
più gli occhi neri.
«...
Uccidimi.» rispose improvvisamente Naruto.
Note:
Buh!
Rieccomi! :D Allora cosa ne dite di questo inizio ffic? :DDD Qui si
va un po' più sul pesante rispetto a “Fratelli”!
Mi raccomando recensite.
Tutti
i diritti di Naruto sono dell'autore, io scrivo questa ffic solo per
diletto e non ci guadagno nulla.
Quello era un ninja potente. Poteva
percepire il suo chakra vigoroso aleggiare sulla sua pelle... Oh,
sì... E quella sua strana tecnica sembrava ancora più
potente del chidori... Oh, sì tutta quella forza sarebbe stata
sua.
«D'accordo...» sibiliò
il moro completamente folle e pieno di desiderio. Voleva il potere e
lì ce n'era un calice pronto da cui attingere... Quanto ancora
ci sarebbe voluto.
«Va bene... - sospirò il
biondo, con l'angolo destro della bocca tirato in una specie di
triste sorriso. - Dammi solo il tempo per lasciare un messaggio...»
mormorò quasi impercettibilmente tramante.
Lo vide evocare un rospo petulante e
Sasuke si leccò le labbra perchè anche quella tecnica
sarebbe diventata sua! Aveva ancora negli occhi le immagini di Naruto
che combatteva contro Gaara sulla testa di quel rospo gigantesco.
Stava già pregustando la forza che avrebbe rubato a quel
tipo... Tipo? No, un momento... Quello era Naruto!
«Allora? Sei pronto?!»
sibilò troppo ansioso di mettere la mani su quel potere.
Quegli occhi azzurri si alzarono ricolmi di tristezza, ma senza un
traccia di paura o rimorso...
Solo una profonda tristezza... Gli
ricordavano qualcosa quegli occhi... Qualcosa si mosse nel suo animo,
ma scosse la testa. Ora doveva uccidere il contenitore del potere che
cercava: sarebbe diventato ancora più forte, Itachi non lo
avrebbe fermato mai più. Doveva ucciderlo, a qualsiasi costo.
Il sangue dei suoi genitori reclamava vendetta...
Ma quegli occhi... Erano i suoi.
Rispecchiavano la sua tristezza... Quei capelli dorati e sempre
arruffati... Scosse la testa per cacciare indietro quella specie di
vocina che si era improvvisamente svegliata ed iniziò ad
accumulare tutto il suo chakra nella mano. Lo stridio del Chidori
riempì le sue orecchie. Per quel nemico serviva una tecnica
appropriata.
No... Un attimo... Nemico?
«Fa presto...» mormorò
piano il biondo, quasi con un mezzo sorriso di costrizione. Il moro
flesse le ginocchia in avanti e scattò verso di lui, la mano
pervasa di chakra. Doveva uccidere quel tipo per appropriarsi di
quella forza esplosiva che gli scorreva dentro... Doveva avere la
forza, doveva diventare sempre più potente!
Improvvisamente sembrò che il
tempo avesse preso a fluire lentissimamente. Che cosa stava facendo?
Perchè era lì? Più rientrava sotto la luce, una
parte di lui si risvegliava sempre di più: il suo spirito che
il Sigillo Maledetto tentava di cancellare...
Di colpo si rese conto di chi aveva
davanti: Naruto.
“No!
Fermati! Quello è Naruto!”
gridò al suo corpo fuori controllo. No, non poteva ucciderlo!
Non poteva uccidere l'unica persona al mondo in grado di far vibrare
ogni suo senso. Non c'era nessuno al mondo che... Che lo faceva
sentire vivo...
Le sue risate... La sua goffaggine...
Ma soprattutto la sua testardaggine e la sua inesauribile fede nel
suo sogno, la sua risolutezza... E la sua forza incrollabile. Sì,
dentro di sé lo sapeva che in tutto il Villaggio della Foglia
solamente Naruto poteva competere con lui! Solo il biondo lo scuoteva
dalla solitudine che gli attanagliava il cuore... Non l'ammetteva
neanche a se stesso, ma per quanto si sentisse in competizione con
lui in fondo gli voleva bene. Forse era l'unico che in qualche era
riuscito ad arrivare alla soglia del suo spirito...
No, non poteva fargli del male. Non
poteva ucciderlo! Lui era Naruto!
Se avesse potuto, avrebbe pianto. Da
quanti anni celava un oceano di lacrime dentro di sé? Non
aveva più pianto da quando suo fratello aveva sterminato la
famiglia. Non voleva piangere, doveva trovare un modo di fermarsi.
Più andava avanti, più
rientrava nella luce gli sembrava di ritornare se stesso. Il marchio
di Orochimaru bruciava come fuoco sulla sua pelle, ma stava
rapidamente perdendo la sua forza e Sasuke riprendeva il comando del
proprio corpo. Doveva farcela! Non poteva, non voleva far del
male al biondo... Perchè solo ora si accorgeva di quanto le
loro sfide lo stimolassero ben più della vendetta che parte
della sua anima reclamava...
“Fermati,
fermati, fermati!” gridò
la sua mente sempre più disperata.
Fu troppo tardi: lo schizzo di sangue
gli macchiò il viso, mentre il suo braccio si apriva una
strada all'interno del corpo di Naruto.
Sentì il rantolo di dolore del
biondo, che si accasciò sul suo petto.
«Sa-Sasuke... Prendi tutta la
mia forza...» sussurrò e balbettò pianissimo il
biondino.
Note:
Eh,
lo so. Ci ho messo un po', ma ho diversi impegni all'università.
Sorry! È un po' corto, ma spero che vi piaccia questo capitolo
:) ! Che cosa succederà ora?! Sapete che ancora non lo so bene
nemmeno io?!? O.o
X
starfish: Ehm... devo darmi alla fuga? XD
X
LadyKokatorimon: spero che questo secondo capitolo sia ben scritto :)
X
Riashi: ehehe, lo so manco io. Il bello di Naruto è che ha
abbastanza vuoti narrativi adattissimi per le “what if”
^__^
X
Lupus: Eh, beh lo so... Ma purtroppo un po' Ooc di tanto in tanto
bisogna andarci. Piaicuto questo Sasuke?!? :)))
X
kuroihikaru: che ne dici di questo secondo capitolo? :D
«Signorina Tsunade! Signorina
Tsunade!» la chiamò e la scosse Shizune in evidente
stato di agitazione. Il Quinto Hokage biascicò qualcosa,
mentre si rialzava dal suo letto.
«Che c'è Shizune? Non si
può più dormire in pace?» borbottò
assonnata la donna, stropicciandosi gli occhi.
«Signorina Tsunade... È
arrivato questo...» mormorò la giovane ninja, porgendole
uno dei rospi parlanti figli di Gamabunta. Tsunade si svegliò
completamente appena vide che quella creatura portava una pergamena
attorno alla quale era avvolto il suo ciondolo. Ebbe un sobbalzo al
cuore: cosa stava succedendo? Perchè Naruto si era separato da
quell'antico cimelio?
Strappò dalle mani della sua
assistenza il rospo, che non sembrò tanto gradire quel
trattamento e si sbrigò a prendere quel messaggio.
«Ehi, che modi!» brontolò
scocciato l'animale, ma la donna non aveva tempo da perdere. Lei
sapeva che Naruto non si sarebbe mai separato da quel ciondolo. Anche
se lo conosceva da poco tempo, riusciva a comprenderlo forse perchè
somigliava molto a Dan ed al suo fratellino... Sapeva che per
rinunciare al ciondolo, al sogno di diventare Hokage, Naruto doveva
essere successo qualcosa di molto grave e lei in cuor suo sapeva:
aveva visto negli occhi di cobalto del ragazzo quel sentimento che
lui probabilmente ancora non capiva. Tsunade era rimasta accecata
dalla felicità che aveva pervaso quegli occhi appena aveva
curato il giovane Uchiha. In quel momento aveva capito che per
Naruto, forse, c'era qualcosa di ancora più importante che
diventare Hokage. Aprì il messaggio.
“Quinto
Hokage,
ho
trovato Sasuke che tentava di lasciare il villaggio. Io ho provato a
fermarlo, ma con quel segno è impossibile: non è lui,
lo so! La prego, la prego di non perseguitarlo per quello che farà.
Non so perchè, ma non voglio che Sasuke commetta questo
errore. Io lo conosco, so che è profondamente legato a Konoha,
ma è quel segno che gli annebbia la mente... E non so perchè
lo voglio così tanto che non se ne vada, ma gli darò
tutta la mia forza per convincerlo a rimanere.
Naruto”
Per un attimo l'Hokage rimase
sorpresa, quello dopo era già scattata in piedi. C'era solo un
significato per quelle parole. Si voltò verso la sua
assistente, quando di colpo il rospo svanì di copo in una
nuvoletta di fumo. Sentì il suo cuore perdere un battito.
«Shizune, svelta! Prendi
Kakashi ed altri Jonin. Voglio che il Villaggio della Foglia venga
sigillato. Nessuno deve entrare od uscire e lo voglio subito!»
ordinò senza dare tempo alla giovane ninja di replicare,
perchè poi la donna si sbrigò a scendere in strada.
Aveva sentito che qualcuno aveva avvistato delle figure sospette la
notte, ma non c'erano abbastanza uomini per sorvegliare le strade...
Ma ora... Sicuramente c'era qualche uomo di Orochimaru che era venuto
per sedurre l'Uchiha con la promessa di potere che l'altro Sennin gli
aveva garantito. Non poteva permettere quel sacrificio, ma sapeva che
era già troppo tardi... Troppo era stato chiesto a quei due
ragazzi e troppo gli era stato portato via in quegli anni.
«Naruto!» lo chiamò
ansiosa l'Hokage, notando con la coda dell'occhio l'arte magica dello
schema dei quattro fuochi stava sigillando tutta Konoha. Nessuno
sarebbe potuto entrare od uscire. Se qualche ninja del suono si fosse
nascosto nel villaggio Shizune ed i Jonin lo avrebbero trovato, ma
ora non era quello il suo compito. Doveva trovare i due ragazzi.
Corse attraverso le strade buie, fino
a quando non notò due figure sotto la luce di un lampione.
Vide immediatamente che era arrivata troppo tardi per fermare
l'Uchiha.
«Cos'ho fatto?! Cos'ho fatto?!»
lo sentì piangere, mentre con delicatezza faceva scivolare a
terra il corpo del compagno.
«Togliti di mezzo.»
ringhiò il Quinti Hokage concentrando tutta la sua attenzione
su Naruto.
Non riusciva a crederci. Appena aveva
raggiunto Tsunade aveva visto il sangue macchiare la strada, la mano
ed il volto di Sasuke. Era accaduto... Di nuovo. Nel suo passato il
suo miglior amico si era sacrificato per salvarlo... E così
Naruto aveva dato la sua vita per salvare Sasuke... Perchè
anche loro? Quei due avrebbero dovuto meritarsi ben altro dalla vita!
Il moro ora era completamente sotto shock.
«Cos'ho fatto...? Na-Naruto...»
continuava a balbettare.
«Sasuke...» provò
a chiamarlo tristemente Kakashi, ma all'altro sembrò non
notarlo. L'uomo sospirò: possibile che la vita di un ninja
dovesse sempre essere piena di dolore? Scosse la testa, quindi fece
scendere sul moro un'arte illusoria che lo fece addormentare. Se lo
caricò sulla schiena e lo riportò a casa.
Note:
Altro
aggiornamento! :D Ma ditemi... Secondo voi cosa accadrà? Son
curioso di vedere se le vostre idee sono simili alle mie :->
X
pum: Fatto :D
X
Lupus: Lo sai vero, che le tue recensioni mi piacciono molto? ^_^
Spero di aver esposto bene la situazione, perchè volevo
intendere proprio ciò che tu hai detto... Forse non si coglie
tanto il fatto che Sasuke all'inizio è quasi completamente
avvolte dalle tenebre e pian piano rientra nella luce, accorgendosi
di Naruto... Vabbè! No, non volevo assolutamente che
lottassero perchè credo che effettivamente Naruto si sarebbe
fatto veramente colpire in una situazione del genere.
X
wenty: Ghghghg, contenta? :P
X
Lan: eh, l'ha detto Naruto: non è colpa di Sasuke, ma del
sigillo e lui che lo controlla...
X
Mirai: è morto? Non è morto? Non solo manco io ^_^#
X
Serenity93: Noooooooo, povero Naru! Se Sasu non ci fosse, gli
andrebbe via una grande fetta di volontà!!!
X
Mlle Nihal: l'aggiornamento c'è... ma ancora non si sa
che succederà... ):>
X
sessho: sì, ci avevo pensato... E sarebbe stato ancora più
bello effettivamente, però a quel punto della storia (se non
ho letto male) ancora nessuno sa che per ottenere quel tipo di
sharingan (attenzion spoiler!) bisogna uccidere il proprio miglior
amico!
Poiché gli era stata negata la
possibilità di vedere il corpo di Naruto, Sasuke era
sprofondato ancor più nella follia tanto che aveva tentato più
di una volta di sfondare la barriera magica che sigillava Konoha.
Alcuni ninja fra i più forti del villaggio avevano potuto
constatare la terribile forza che scorreva nel sangue degli Uchiha.
Quando Kurenai era stata ferita piuttosto gravemente, Kakashi aveva
colpito il ragazzo facendogli perdere i sensi. L'aveva riportato alla
dimora ancestrale del clan Uchiha e per sicurezza l'aveva fatta
sigillare con un'altra barriera magica: era l'unico modo per essere
sicuri che Sasuke non facesse qualche sciocchezza. Fortunatamente
all'interno del Villaggio della Foglia non c'era traccia dei ninja
del suono, forse aspettavano il moro da qualche parte fuori delle
mura. Tsunade aveva già provveduto a far pattugliare la
foresta a Gai e ad un gruppo della squadra speciale. Al ninja
mascherato aveva solamente chiesto di controllare il moro.
Kakashi aveva un'idea su come si
sentisse carico di rimorso Sasuke, in fondo erano uguali... O meglio
era stato uguale al moro, ma dopo quel fatto... Era cambiato. Obito
aveva sacrificato la sua vita per la sua e per la loro vecchia
campagna. Certo, non era stata sua la mano che aveva ucciso l'amico,
però era stato il suo comportamento freddo e distaccato che
aveva portato Obito ad agire. In fondo, era colpa sua. Sospirò.
«Ehi...» lo chiamò
una voce alle sue spalle.
«Gai... Trovato nessuno?»
domandò senza una particolare emozione nella voce il Jonin
mascherato.
«C'era un gruppetto di ninja
del suono non lontano da qui, ma li abbiamo sistemati.» rispose
lui, mettendosi in una delle sue stavaganti pose da supereroe.
«Smettila, non sono dell'umore
giusto.»
«Kakashi... - sussurrò
l'altro avvicinandosi al rivale. - Non è colpa tua ciò
che è successo.»
«Non sono riuscito a far capire
loro l'importanza di essere una squadra, non hanno mai lavorato come
una squadra. Non doveva accadere! Non doveva ripetersi...»
sbottò il ninja dai capelli grigi, rievocando i suoi terribili
ricordi. Gai rimase in silenzio, andando a sedersi accanto al rivale.
«Lo
so... Ma io non credo che tu abbia fallito. Loro sono rivali come noi
due, non nemici.
C'è
una grande differenza. Se non fossero amici, grandi amici Naruto non
avrebbe fatto ciò che ha fatto. Io credo di capirlo.»
ammise il più strano fra i Jonin della Foglia.
Kakashi rimase in silenzio a pensare.
Quei due ragazzi sembravano detestarsi a vicenda, ma lui ricordava
bene quei piccoli e grandi particolari che li smentivano. La
preoccupazione di Sasuke quando il biondino non era rientrato a casa
al tempo della missione nel Paese delle Onde, il suo sacrificio per
salvarlo... E Naruto per quanto fosse chiassone, cercava sempre
l'attenzione del moro e la forza che aveva dimostrato contro Gaara
era stata incredibile. No, decisamente quei due erano molto diversi
da lui ed Obito.
«Forse hai ragione... Ma avrei
comunque voluto che fossero felici.» sospirò tristemente
Kakashi, passandosi una mano fra i capelli.
«Tutti noi vorremmo che i
nostri ragazzi fossero felici.» aggiunse Gai un po'
malinconico.
«Anche il Quarto Hokage avrebbe
voluto così... Se fosse ancora vivo, Orochimaru non sarebbe un
pericolo da un pezzo...» mormorò pianissimo l'uomo
mascherato.
«Pensi ancora lui?»
chiese dopo un attimo d'intenso silenzio Gai, quasi nervosamente.
«Qualche volta...» fu
costretto ad ammettere. Ci fu un lunghissimo attimo di silenzio fra i
due Jonin, carico di tristezza e cose non dette.
«Kakashi, certe volte non so
proprio cosa fare con te... - sbuffò Gai, scuotendo la testa.
- Però sono contento che quei due ragazzi abbiano potuto
scaldarti un po' il cuore. Non è colpa tua ciò che è
successo. Hai fatto da padre a Sasuke e a Naruto, ma neanche un padre
può fare tutto...» disse saggiamente l'uomo alzandosi in
piedi.
«Forse hai ragione...»
borbottò Kakashi, scrollando le spalle ed alzandosi a sua
volta.
«E basta con tutti questi
forse! Deciditi una buona volta! - sbuffò contrariato il moro.
- Senti, ho letto i rapporti della vostra missione al Paese delle
Onde. Secondo te, se non facessero lavoro di squadra sarebbero
riusciti a lottare contro Zabusa ed il suo allievo?! Avanti Kakashi,
non puoi incolparti sempre!» aggiunse infervorandosi ancora di
più e strappando una risata al Jonin mascherato.
Intanto, dalla residenza Uchiha non
si sentiva neanche più un suono. Nelle prime ore in cui era
stato confinato, Sasuke non era riuscito a spezzare la barriera
magica e ad aveva sfogato tutta la sua pazzia sulla casa stessa che
aveva tremato violentemente per ben tre ore mentre il rumore di muri
ed altro che cadeva in frantumi aveva riempito tutta la zona, fin
quando tutto era sfumato nel silenzio. Nessuno si era azzardato ad
entrare: certamente non volevano avere a che fare con un Uchiha
impazzito. Ora, però, sembrava che si fosse calmato: non si
sentiva più niente.
«Assassino... Sono un
assassino...» continuava a ripetersi Sasuke, scivolato a sedere
in un angolo sgombro di macerie. Certo, voleva vendicarsi di suo
fratello... Ma Naruto? Naruto non aveva colpe, anzi... Il biondino
era l'unica persona del Villaggio della Foglia con cui aveva stretto
un qualche legame.
Le loro sfide, la loro rivalità
lo pizzicava fin dentro l'anima andando a farne vibrare le più
nascoste corde. Non sopportava tutto il chiasso che faceva, ma i suoi
sorrisi ed i suoi occhi sembravano accogliere il moro come un ragazzo
qualunque, non come l'ultimo sopravvissuto o come il dotatissimo
ninja Uchiha!
Ed ora... Non poteva fare a meno di
continuare a sentire il sangue del biondo macchiare le sue mani ed il
suo viso, nonostante avesse tentato più volte di ripulirsi. Si
sentiva sporco sulla pelle, dentro di sé e sapeva che non se
ne sarebbe mai liberato: era colpa sua e soltanto sua! Non era
riuscito a resistere al Sigillo Maledetto, non aveva seguito il suo
maestro... Era uno stupido, solamente un emerito stupido!
Ora capiva che c'era qualcosa d'altro
oltre la vendetta, lo capiva solamente ora che aveva ucciso il suo
miglior amico... Fiumi di lacrime continuavano a scendere dalle sue
guance, ma non riuscivano a portava via tutta la sofferenza che aveva
nel cuore.
Perchè era stato così
stupido da cedere e permettere al Sigillo di guidare le sue azioni?
Che senso aveva se non avesse avuto qualcuno da cui ritornare? Che
senso avrebbe avuto senza Naruto che avrebbe fatto di tutto per
un'ennesima sfida? Che significato aveva diventare il più
forte se non c'era più nessuno per lui?
Note:
Scusate
il ritardo :P Sotto con i commenti, per chi vuol farli :)
Era tutto nero intorno a lui, quasi galleggiasse. Non
sentiva altro, non c'era altro attorno a sé. Era quasi in pace con tutto,
lasciandosi galleggiare in quel mare nero di nulla... Pian piano, però tornò a sentire
qualcosa, come se uno dei suoi sensi perduti rifluisse in lui.
Percepì del calore attorno a lui e che non stava più
galleggiando. Era sempre in quel mare buio, solo che ora era come se fosse
fermo. Sotto di lui c'era qualcosa che lo sosteneva, ma non capiva bene che
cosa fosse. Stava così bene prima, perché tutto doveva venire rovinato da
qualcosa?
«Stupido ragazzino. - ringhiò improvvisamente una
voce, mentre nove fruste di calore solcavano con forza selvaggia in quel luogo.
- Cosa pensavi di ottenere facendoti uccidere?! Ionon ho intenzione di morire per quello
stupido Uchiha!»
«Stai zitta! Cosa ne vuoi capire tu, stupido demone?!
- gridò Naruto con tutte le sue forze. - Cosa ne sai tu? Cosa ne sai
sull'affetto e sull'amicizia? Cosa ne sai, quando vedi la persona per te più
importante voltarti le spalle?!» ringhiò ancora, fino a sentirsi esausto. In
quel buio, sentì una rabbia ribollente che avrebbe voluto gettare su quel
maledetto spirito imprigionato dentro di lui?
Come si permetteva di giudicare? Cosa ne sapeva un
Demone sull'amicizia, sull'affetto... Sull'amore? Perchè
ora il biondino si rendeva conto che non poteva rinunciare al moretto. Non lo
sopportava, odiava la sua testardaggine... Ma amava essere in competizione con
lui, amava o forse era l'amore quello strano legame che lo univa ben stretto
all'ultimo degli Uchiha… Anzi, ancora non capiva… Sapeva solo che la sua determinazione a non
lasciarlo andare era ancora più forte.
Sasuke era la prima
persona a non averlo trattato dall’alto in basso, uno dei primi con cui aveva
stretto un rapporto. A stento riusciva ad ammetterlo, ma fra Sasuke e Sakura sapeva benissimo chi avrebbe scelto: l’Uchiha sopra ogni altra cosa. Non aveva dubbi su questo…
Un attimo! Ma se lui era lì…
Che fine aveva fatto Sasuke? Non aveva preso la sua
forza? Orochimaru era riuscito a prenderlo alla fine?
No, non poteva, non doveva essere successo! No, no, no!
Doveva assolutamente svegliarsi ed accertarsi di
persona che cosa fosse successo.
«Come sta?» domandò improvvisamente una voce, quasi
assordandolo in quel profondo silenzio. Era la voce di Kakashi-sensei.
Non sembrava molto allegra.
«Non si è ancora svegliato. Il colpo che lo ha
trapassato ha mancato il cuore di un soffio. - fu la risposta di Tsunade-sama. – Credo che
il Kyuubi debba aver usato davvero gran parte del
proprio chakra per rigenerare una ferita del genere.»
«La colpa è mia… Non sono
riuscito a far capire a Sasuke quanto sono importanti
i propri compagni…» sospirò Kakashi.
A Naruto non importava, voleva sapere cosa fosse
accaduto al suo amico! Aveva sempre sbandierato ai quattro venti il suo sogno
di diventare Hokage, ma ora nel buio in cui era
rinchiuso capiva che c’erano molti altri desideri ed il più forte ed intenso
era quello che voleva proteggere Sasuke da Orochimaru… Perché non c’era niente di più importante di
avere l’Uchiha accanto a sé. Forse era un’egoista, ma
come poteva rinunciare a quello strano rapporto che aveva con lui.
Erano rivali accaniti, sempre pronti a sfidarsi, a
sbeffeggiarsi, ad insultarsi fin quasi a non potersi sopportare…. Entrambi sapevano
anticipare le mosse dell’altro, erano in grado di costruire una strategia d’attacco
solo con un’occhiata e lo scatto di un muscolo. Tutto questo nascondeva la
potenza del legame di affetto ed amicizia che li univa, il più forte che
avessero con qualcuno. Sasuke aveva risvegliato lo Sharingan e quasi sacrificato la vita per salvare la sua…
«Non ho potuto fare niente.» aggiunse con la voce
sconfitta il suo maestro.
L’aria rifluì nei suoi polmoni con prepotenza,
tagliando ed aggredendo i suoi polmoni come se fosse la prima volta che
respirava. Una scossa d’energia attraversò ogni suo muscolo, ogni sua fibra. Inarcò
con forza la schiena, riappropriandosi del proprio corpo quasi fosse stato
sbattuto nuovamente al suo interno. Perché lui non poteva essersene andato, non
poteva rimanere lì mentre il moro lo abbandonava.
La luce improvvisa gli ferì gli occhi, l’aria ghiacciò
ancora i suoi polmoni, i suoi muscoli si liberavano dall’impaccio di quelle
lenzuola bianche. Individuò immediatamente dei vestiti e li afferrò.
«Naruto!» esclamarono sorpresi il Quinto Hokage e Kakashi. Subito capirono
che cosa il biondo avesse in mente di fare. Schizzarono davanti alla porta
della camera per impedirgli di uscire, ma Naruto non poteva rimanere lì.
Nessuno
lo avrebbe fermato ora. Non avrebbe permesso a nessuno d’intralciare la sua strada… E né
la forza dei Tsunade, né i jutsu
di Kakashi gli impedirono di aprirsi la strada verso
la porta della stanza. Naruto voleva sola una cosa: ritrovare Sasuke e niente altro. Si liberò di quei due ostacoli con
una sferzata di chakra, li scaraventò a terra e
scappò via dalla stanza d’ospedale.
«Dove diavolo avrà preso della forza?! Dobbiamo
fermarlo, forse il sigillo si è spezzato…» ansimò la
donna rialzandosi da terra, ma Kakashi le afferrò il
braccio.
«No, non era il chakra della
Volpe…» sussurrò l’uomo dal volto mascherato. Lui
aveva sentito e visto la forza di quel demone, ma non era quello che aveva
visto ora. Il suo Sharingang aveva visto che quello
era il chakra di Naruto, imbevuto e rilucente di quel
sentimento che lo aveva legato al Quarto Hokage.
NOTE:
Eh, lo so è passato parecchio da
quando ho aggiornato questa ffic… Mi spiace, ma spero
che possiate apprezzare questo nuovo capitolo ^^