No matter what they say, we know the truth.

di larrysbraverj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


LOUIS

In ventuno anni di vita non sono ancora riuscito a trovare una motivazione credibile per il fatto che sia sempre, costantemente e perennemente in ritardo. 
Non lo faccio apposta, è più forte di me a quanto sembra e non ci posso fare niente. 
E indovinate un po’?
Sono in ritardo anche questa mattina. 
Ormai ho smesso da un po’ di incolpare la mia sveglia, dato che ciò non ha prodotto risultati. 
Mi sono rassegnato al fatto di dover correre come un disperato ogni mattina per andare al lavoro e sembrare uno che ha appena corso una maratona di 40km, ad agosto, nel deserto del Sahara. 
Sono costretto ad alzarmi –se pur svogliatamente- dal letto e a trascinarmi fino in bagno, dove una fredda manciata d’acqua mi sveglia completamente. 
Dopo essermi sistemato, esco velocemente di casa e inforco lo skate, pronto ad affrontare il traffico di Londra. 
In questa giornata di primavera, il sole cerca di farsi spazio tra la brezza mattutina, regalando un flebile tepore. 
Amo sentire il vento tra i capelli mentre tutti i profumi della città mi accarezzano il volto.
 
 
 
Arrivo all’incrocio e svolto a destra, percorro duecento metri e mi fermo, tenendo un piede a terra e uno sullo skate. 
Con un movimento abile e veloce del piede, mi porto lo skate in mano ed entro nell’edificio di fronte a me, attraverso una porta a vetri che conosco fin troppo bene. 
Quello è, infatti, il mio posto di lavoro da ben tre anni: faccio il modello e questa è l’agenzia di moda per cui lavoro. 
Saluto la segretaria con un gesto delle dita e lei ricambia sfoderando un sorriso bianchissimo a trentadue denti: le faccio l’occhiolino e lei arrossisce un poco, facendo un sorriso più timido rispetto al precedente. 
Ha un bel culo e delle belle tette, penso che presto me la porterò a letto, e lei non mi dirà certo di no dato il modo in cui mi guarda mentre mi scattano le foto. 
Passo davanti all’ufficio del Grande Capo (così chiamiamo qui il signor Jane, il proprietario dell’agenzia. 
È un tipo simpatico, sulla quarantina, che ancora si ostina a fare il ragazzino, e noi glielo lasciamo fare.) e, alzando il braccio per salutarlo, noto un mucchio di ricci seduto di fronte a lui.
 
-Sarà il fattorino della posta- penso subito.
 
Non ci faccio troppo caso e mi dirigo verso gli spogliatoi: come sospettavo, Niall, Liam e Zayn non ci sono perché hanno già cominciato a lavorare da un pezzo. 
Trovo davanti al mio armadietto degli indumenti da indossare per il servizio e mi vesto velocemente, raggiungendo poi i miei amici sul set. 
Appena Zayn mi vede arrivare fa un cenno al fotografo che smette di inquadrarlo, e il ragazzo dalla pelle ambrata si dirige verso di me, dandomi una pacca sulla spalla.
 
-Non ti smentisci mai eh, amico? Oggi ti sei impegnato per arrivare un’ora in ritardo?- dice, sorridendo divertito.
 
Gli faccio un cenno di intesa e saluto Liam e Niall. 
Il fotografo, allora ci invita a tornare sul set e a finire il lavoro.
 
 
 
Sinceramente, non so neanche io come sia finito a fare il modello. 
A dire la verità, non mi sento così particolarmente bello e interessante e ho fatto fatica ad abituarmi a questo mondo e a questo tipo di vita. 
Ho iniziato tre anni fa, per gioco, insieme a Zayn. 
Siamo venuti in questa agenzia per cercare un lavoro estivo come modelli, e alla fine questo è diventato il nostro mestiere. 
A Zayn è piaciuto da subito e non ha fatto fatica ad ambientarsi (lui è di gran lunga più bello di me, e si sa, quando si è belli è tutto più facile), ma se adesso sono arrivato a questo punto vuol dire che neanche io sono proprio da buttare. 
Niall e Liam sono arrivati dopo, ma abbiamo legato subito dato che sono due tipi simpatici e socievoli. 
La mia vita mi piace, non è niente male: la cosa che preferisco in assoluto è fare i servizi con le ragazze, perché, nella maggior parte dei casi, io e i ragazzi le invitiamo ad uscire dopo i servizi e ce le portiamo a letto, e la cosa è piuttosto piacevole. 
Chi non vorrebbe farsi le modelle più famose del mondo? 
Adesso questo è il mio ambiente, un ambiente nel quale vengo rispettato e stimato, e questo mi dà sicurezza. 
Ora come ora, non potrei immaginare la mia vita in un altro modo.
 
 
 
-Ho deciso di provarci con Susy, non riesco a resistere a un culo del genere!- confesso ai ragazzi durante la pausa.
 
-Fai bene amico, anche io ci avevo fatto un pensierino- esclama euforico Zayn, sgranocchiando la sua barretta energetica.
 
-Ragazzi… possibile che abbiate solo quello in testa? – dice Niall con tono in stile rimprovero.
 
-Ma stai zitto che tu sei quello messo peggio!- interviene Liam, lanciando tra le risate una maglietta in faccia al biondo.
 
-Ragazzi, ci sono novità- la voce del Grande Capo interrompe i nostri discorsi intellettuali.
 
-Da oggi avremo una nuova recluta nella nostra compagnia- continua –si chiama Harry e ha diciannove anni. Viene da Holmes Chapel ed è venuto qui da noi per fare carriera: è un tipo simpatico, vi piacerà.-
 
E in quel momento, il mucchio di ricci che poco prima avevo visto nell’ufficio di Jane, fa capolino dalla porta, quasi nascondendo il volto di un ragazzino alto sull’uno e ottanta, occhi incredibilmente verdi, labbra carnose e rosee che abbozzano un sorriso imbarazzato, dando vita a due fossette scolpite sulle guance. 
Harry tiene lo sguardo basso, si sente davvero in soggezione. 
È un novellino, tutti ci siamo passati, così decido di mettere fine a quel momento di imbarazzo e gli porgo la mano, presentandomi.
 
-Hey ciao! Io sono Louis, Louis Tomlinson. Tu sei Harry, giusto? Benvenuto a bordo-
 
-C-ciao, sono H-Harry, piacere m-mio. So chi sei, eri sulla copertina di Vanity Fair la scorsa settimana- sussurra lui.
 
La sua voce roca e timida mi colpisce subito, ha un non so che di particolare, molto gradevole. 
Mi ha riconosciuto dalla copertina di Vanity Fair? 
È informato il ragazzo, mi piace. 
Sorrido divertito e mentre Zayn, Liam e Niall si presentano al nuovo arrivato io non riesco a togliergli gli occhi di dosso dalla curiosità. 
Quel ragazzino mi ispira fiducia e mi piacerebbe conoscerlo meglio e dargli qualche consiglio. 
 
 
Il Grande Capo consegna le chiavi dell'armadietto a Harry e lo invita a prepararsi per il primo servizio. 
 
-È il tuo primo servizio, Harry?- comincia Niall, guidando il riccio attraverso le porte dell'agenzia, per poi dirigersi nella stanza delle foto.
 
-No, ho giá fatto qualcosa negli ultimi mesi e alla fine ho conosciuto il Signor Jane per caso in un bar, che mi ha invitato a lavorare per lui, così ho accettato. Penso che mi troverò bene qui.- risponde Harry, facendo spuntare sulle sue guance due fossette simmetriche.
 
-Cosa dobbiamo fare esattamente adesso?-
 
-Beh oggi ci tocca l'intimo... Con le ragazze- risponde Zayn, tutto contento, lanciandoci un sorrisino malizioso.
 
-La fate spesso questa....cosa con le ragazze...?- domanda Harry
 
-Si, e ci piace molto!- conclude Liam, battendomi il cinque.
 
-Bene, siamo pronti per cominciare ragazzi!- la voce del fotografo ci distoglie dalla nostra conversazione.
 
Scosto la tenda tra noi e il set e vedo che le ragazze sono giá arrivate e stanno giá indossando i loro completini intimi. 
Janet, una di loro che aveva giá lavorato con noi, mi saluta timidamente con la mano. Ricambio il saluto con un sorriso. 
Janet é davvero bella: i capelli lunghi e biondi le coprono appena un occhio, lasciando intravedere un'iride color ghiaccio. 
Niall mi dá una gomitata e alza le sopracciglia, mentre si sfila la maglietta. 
Zayn e Liam fanno lo stesso, e Harry li imita un po' impacciato. 
Mi spoglio anche io e iniziamo con le foto. 
Mentre posiamo, noto il comportamento e le movenze di Harry, tipiche di un ragazzetto alle prime armi.
Decido di tenermi un po' a distanza, per lasciargli il suo spazio e vedere come se la cava.
E, per essere un novellino, ci sa davvero fare: il suo corpo scolpito decorato da una miriade di tatuaggi distoglie l'attenzione dal suo viso, accentuandola alla zona V (gran vantaggio in questo momento dato che stiamo posando in intimo). 
Harry, posa come se avesse anni di esperienza alle spalle, con sguardo sicuro che gli dá un'aria spavalda e mascolina. 
 
 
Durante la pausa pranzo, decidiamo di andare tutti insieme a mangiare un'insalata.
 
-Harry, sei dei nostri per pranzo?- domando al riccio, intento a rivestirsi.
 
-Ehm...O-okay...Grazie L-Louis- mi risponde, sistemandosi la maglietta e infilandosi una mano nei folti ricci. 
 
-Benissimo. Gli altri ci aspettano qua fuori.- concludo, indicando l'uscita dello spogliatoio.
 
Mi é sembrato di sentirlo balbettare, ma solo quando parla con me. 
Sará una mia impressione, niente di particolare.
Mentre stiamo varcando l'uscita dell'agenzia, una voce squillante dietro di me mi costringe a girarmi di scatto.
 
-Ciao Louis, a dopo- squittisce Susy, sfoderando un enorme e bianchissimo sorriso.
 
-A dopo piccola- le rispondo, facendole l'occhiolino.
 
-Lei è...è...la tua...ecco...é la tua ragazza?- mi domanda Harry, senza pensarci troppo su.
 
Questa domanda mi lascia perplesso un attimo: insomma, Harry mi sembrava così timido e riservato, e non mi sarei mai aspettato una domanda del genere da lui. 
 
-Naaah, non sono fatto per le relazioni, preferisco cose più rapide, mi capisci?- rispondo divertito.
 
-Si...Ehm...Scusami se sono stato un po'...Ecco...Un po' indiscreto
 
-Ma va, figurati bello.- lo rassicuro. 
 
Mentre sposto lo sguardo su Niall, Liam e Zayn che ci aspettano sul marciapiede, noto di sfuggita un rossore sulle guance di Harry. 
Un rossore che prima che mi facesse quella domanda non c'era. 
 
-Avrá freddo- penso subito.
 

 


SPAZIO AUTRICE
eccomi qui lol 
inizio dicendo che questa è la prima FanFiction che scrivo, quindi mi scuso in anticipo se non sarà il massimo.
Cercherò di aggiornarla costantemente, ma con i vari impegni non vi prometto nulla lol
Mi farebbe mooooolto piacere se lasciaste una recensione qua sotto :) accetto qualunque consiglio e spero che mi aiuterete a migliorare :)
Beeeeene, that's all. Ora continuo a guardare NCIS e a morire dietro a Tony Dinozzo ( Dio mio quanto è bello lol )


Ale 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


HARRY


Mentre cammino per le strade della cittá che si prepara ad accogliere il traffico dell'ora di punta della sera, ripenso a quegli occhi blu oceano che mi hanno accolto appena sono arrivato: gli occhi di Louis.
Louis William Tomlinson, nato a Doncaster il 24 dicembre 1991, modello di successo su tutte le copertine delle riviste di moda, occhi azzurri come zaffiri, capelli castani chiari e un sorriso che fa invidia alle stelle più brillanti del firmamento. 
Ed é bello. 
Fottutamente e incredibilmente bello.
Quando decisi di provare a buttarmi nel campo della moda, per poter aiutare economicamente la mia famiglia, non avrei mai pensato di poterlo incontrare. 
E per giunta così presto!





Come dicevo, ho deciso di lasciare la scuola e di provare a entrare nel campo della moda per dare sostegno alla mia famiglia: dopo il divorzio dei miei, quando io ancora ero piccolo, mia madre ha avuto una fortissima crisi di nervi dovuta ai debiti che mio padre le aveva lasciato sulle spalle e ha dovuto lasciare il lavoro, ma ha cercato di andare avanti, avendo due figli piccoli da mantenere, mia sorella Gemma e me.
Gemma é stata più come una seconda mamma per me, che una sorella: qualche anno fa si é laureata con il massimo dei voti ed é partita per un Master per l'America, e lì ha conosciuto suo marito.
Durante la loro prima visita a mia madre e a me, Gemma ci ha annunciato di essere incinta, e a mia mamma la notizia non é piaciuta per niente, dato che considera John- il marito di Gemma- un poco di buono.
Da quel giorno di due anni fa, mia sorella e mia madre non si parlano più: Gemma le invia tutti i mesi dei soldi, ma mia mamma glieli rispedisce puntualmente indietro.
Io, invece, ho ancora contatti con lei, anche se nell'ultimo periodo si sono ridotti a causa del lavoro, che le ruba molto tempo. 
Mentre io mi sono traferito in un appartamento a Londra, mia mamma, invece, é rimasta nella nostra vecchia casa a Holmes Chapel, nel Cheshire, e mia zia é andata ad abitare con lei per non lasciarla sola: prima, c'ero io a farle compagnia, ma ora devo andare per la mia strada e diventare qualcuno.




Dopo essere usciti dall'agenzia, questa mattina, siamo andati a pranzo nel locale di fronte all'agenzia.
Avevo una fame nervosa dovuta all'agitazione e avrei mangiato anche una mucca intera, ma Louis e gli altri hanno ordinato una insalata mista e così mi sono adeguato.
Per tutto il pranzo, non ho fatto altro che fissare timidamente Louis e rispondere distrattamente alle domande che Liam e Niall non avevano smesso un attimo di pormi, riguardo ai miei interessi e ai miei hobby.
Ma il mio pensiero principale era un altro.
Il mio pensiero era Louis.
Quella figura angelica seduta dall'altra parte del tavolo, che con un sorriso riusciva ad abbattere ogni mia barriera, ogni mio muro, ogni mia resistenza.
Un sorriso, ecco cosa bastava.
Lo osservavo mentre discuteva animatamente con Liam riguardo una partita di calcio, scordandomi pure di mangiare: i capelli leggermente spettinati incorniciavano il suo volto asciutto, con un inizio di barba sul mento e sulle guance.
I tatuaggi che gli spuntavano dai contorni della t-shirt accentuavano i suoi bicipiti scolpiti e la scollatura della maglietta lasciava intravedere il tatuaggio sul petto 'It Is What It Is'. 
Fu proprio una sua domanda a riportarmi alla realtá.

-Harry, non hai fame? Non hai quasi toccato la tua insalata!

Amo la sua voce: é una di quelle voci che non vorrei mai smettere di ascoltare, una di quelle voci che non ti dimentichi facilmente, una di quelle voci particolari, che ti lasciano un'impronta dentro. 
É la voce di Louis.

-Ecco...Si...Cioé....No...- mi uscì dalla bocca tremante.


Questo é l'effetto che mi faceva Louis. 
Mi mandava completamente in crisi.
In una crisi dolce, una crisi piacevole.
Mi persi nei suoi occhi, di nuovo. 


Pagammo il conto e tornammo all'agenzia, dove il Signor Jane mi congedò dicendomi che per oggi avevo finito.


-Allora a domani novellino- mi salutò Zayn alzando il braccio e seguendo Liam e Niall nell'ufficio del Signor Jane.

-Ci si vede bello- disse Louis, dirigendosi verso la scrivania della segretaria. 

Esitai un attimo prima di lasciare l'agenzia: ero curioso di cercare di ascoltare la conversazione tra Louis e Susy, la segretaria.
Una volta raggiunta la scrivania, Louis ci si appoggiò sopra con il braccio: lo potevo vedere solo di spalle, ma ero sicuro al 100% che non stessero parlando di lavoro, ma di ben altre cose.


E io ero geloso.
Terribilmente geloso.
Louis mi apparteneva.
Louis era legato a me in qualche modo.
Louis ancora non lo sapeva cosa provavo per lui.



Decisi allora di smetterla di fare il masochista rimanendo a guardarlo mentre rimorchiava quella bionda ossigenata con i tacchi a spillo e mi uscii attraverso la porta a vetri, con nelle orecchie le risatine stridule di Susy.
Avevo bisogno di prendere un po' d'aria per smaltire tutte le novitá della giornata e mi diressi  a St. James Park. 
Avevo in programma di stare lì un paio d'ore per poi tornare a casa, ma ho perso la cognizione del tempo e così adesso, alle sei, sono ancora in giro.
Amo Londra a quest'ora della giornata: la frenesia della gente si contrappone alla brezza fresca delle prime giornate di primavera, creando un mix perfetto di profumi e sensazioni.
Chissá se anche Louis ha mai provato queste sensazioni durante una giornata come questa.
Dopo qualche fermata di metropolitana, mi ritrovo davanti alla porta di casa.
Vivo in un appartamento in un quartiere tranquillo, non distante dal centro: la casa é piccola, ma a mio avviso ospitale. 
Salgo le scale e apro la porta di casa: lascio cadere la giacca sulla sedia e mi sdraio sul divano, senza neanche accendere la luce.


Ripenso a Louis e al nostro incontro.
Ripenso a mentre l'ho visto posare per il servizio.
Ripenso al sogno che mi accompagna ogni notte da quando ho visto Louis per la prima volta, mentre posava per una rivista: ripenso a quegli occhi blu che subito si sono impossessati del mio cuore, avvolgendolo in una nuvola sublime, un pensiero dolce che mi riporta sempre e comunque a lui.
Non mi é mai capitato di provare qualcosa del genere per qualcuno.
Sono stato con delle ragazze prima di capire di essere omosessuale, ma mai nessuna ha saputo darmi in mesi di relazioni ciò che Louis mi regala -involontariamente- con un sorriso o con una parola. 


É stato amore al primo sguardo.
Un colpo di fulmine.
Un arcobaleno che squarcia una tempesta.
Pioggia nel fuoco.


Louis mi ha completamente scombussolato l'esistenza.
Mi ha reso vulnerabile, senza difese.
Quelle sensazioni che solitamente vengono descritte così bene nei libri e che possono sembrare irreali, ecco, quelle sensaziono io le provo quando sto a contatto con Louis, quando gli sto accanto, quando gli parlo balbettando e sembrando un completo idiota -spero non se ne sia accorto, altrimenti mi conviene scavarmi la fossa-. 
Ogni suo movimento naturale, ogni suo sguardo, ogni sua particolaritá, per me é come un libro aperto dal quale si sprigionano storie meravigliose e irraggiungibili.


Louis, per me, é irraggiungibile.



Tralasciando le nostre tendenze sessuali, sono sicuro che anche se lui fosse gay, sarebbe comunque fuori dai miei limiti.
Occhi meravigliosamente blu.
Capelli fini e profumati alla mela.
Dita sottili e affusolate.
Labbra sottili e invitanti.
Risata angelica.
Fisico scolpito.



Louis é decisamente troppo per me.



-Rassegnati Harry, non lo avrai mai- continua a ripetermi una vocina nella mia mente.


Cerco di scacciare questo terribile pensiero dalla mia testa, lasciando che una lacrima si faccia strada fra le le dune delle mie guance.
So che Louis non ricambia ciò che provo per lui, ma amo immaginare come sarebbe la nostra vita insieme. 









LOUIS



La giornata di oggi é stata, tutto sommato, divertente.
Dopo la pausa pranzo, sono andato da Susy e ho fatto un po' di scena, fingendomi timido nel chiederle di uscire con me.
Lei, come avevo previsto, non ha resistito e mia ha detto subito di si.
É fatta.
Mentre faccio zapping tra i canali per trovare qualcosa di decente da guardare in televisione, mi sobbalza in mente la figura di Harry, e un sorriso sincero si stampa sulla mia faccia, quasi in maniera automatica.
Il ragazzo è forte e se la cava, sembra nato per questo lavoro.
Il suo fisico, poi, é davvero formato per un ragazzo della sua etá.
I tatuaggi che ricoprono il suo addome e le sue braccia lo completano, e lo fanno sembrare più grande.
É simpatico, e se continueremo a lavorare insieme, penso che diventeremo amici. 


Il sorriso mi rimane stampato sul viso mentre ripenso a Harry.
Quel ragazzo ha qualcosa di particolare, di veramente particolare, che riesce a portarmi sensazioni dolci e piacevoli.


Sensazioni che non avevo mai provato pensando a un ragazzo.


Cerco di spostare i pensieri su Susy, o meglio, sulle tette di Susy, e scoppio in una sonora risata, accompagnata da un movimento ammonitore del capo.

-Sei sempre il solito, vero Lou? E avanti, sii originale!

La vocina nella mia testa cerca di riportarmi sulla retta via, ma invano.
Sono fatto così. 
Faccio spallucce e, in quel momento, la mia attenzione é richiamata dal rumore della vibrazione del telefono, appoggiato sul piano in cristallo della cucina.


-Non devo più lasciarlo lá sopra, fa un rumore allucinante quando vibra- penso.


Raggiungo la cucina e ipugno il cellulare: digito il pin per sbloccarlo e, sullo schermo, appare la schermata dei messaggi di Whatsapp con Zayn.

"AL POSTO CHE STARE SDRAIATO SUL DIVANO A MASTURBARTI MENTRE PENSI ALLE TETTE DI SUSY, MUOVI QUEL CULO PERFETTO CHE TI RITROVI E RAGGIUNGIMI AL MIO APPARTAMENTO. TI ASPETTO BELLO."

Tipico messaggio delle 00.35 di Zayn. 
Mi scrive sempre messaggi del genere e, la maggior parte delle volte, lo fa quando é ubriaco, o quasi.

"NON FARTI PREGARE, DAI, MUOVI IL CULO."

"CI SONO ANCHE LIAM E NIALL, DAI BELLO CHE CI DIVERTIAMO!"

Deve aver organizzato qualche festino nel suo appartamento, come suo solito.
Ci ero sempre andato, e mi ero anche parecchio divertito, ma stasera non ho proprio voglia di "muovere il culo fino al suo appartamento".


"NO GRAZIE, STASERA PREFERISCO STARE SUL DIVANO A PENSARE ALLE TETTE DI SUSY. NON TI SBALLARE TROPPO STASERA. A DOMANI BELLO."


Il cellulare finalmente ha smesso di vibrare. 
Lo lascio sul divano e vado in camera da letto.
Cerco di chiudere gli occhi e di pensare a qualcosa di piacevole che mi faccia addormentare.
Provo con il culo di Susy, ma niente.
Tento anche con le tette, ma invano.
Provo allora con qualche ricordo delle feste da paura di Zayn, ma poi mi viene in mente di quando Liam, ubriaco, si é messo a bere dal cesso, e rinuncio.
Solo a una cosa, o meglio, a una persona non avevo ancora pensato.
A Harry.



E senza accorgermene, mi addormento con il pensiero di lui nella mente e con un sorriso dolce sulle labbra e sul cuore.



 


SPAZIO AUTRICE

Eeeeccomi, I'm back lol
Sono stata brava ad aggiornare in fretta, ammettetelooooo uu
Coooomunque, mi scuso se il capitolo non è molto lungo, ma mi andava di farlo così c:
Ringrazio le 6 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, le 2 persone che hanno aggiunto la storia alle ricordate e le 3 che la hanno aggiunta alle seguite :)
Aggiornerò presto (scuola permettendo) 

Vado a vedermi quei fighi dei Velini, byeeee

ALE





 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


HARRY






Il giorno seguente, mi sveglio con una terribile emicrania: quella notte avevo sognato troppo.
Mi alzo lentamente e mi metto a sedere a gambe incrociate sul letto, tenedomi la testra tra le braccia nel tentativo di fermare il dolore.
Avevo sognato Louis, in tutta la sua perfezione.
E mi aveva fatto male, sognarlo.
La mia attenzione viene catturata dal trillo del cellulare che mi informa dell'arrivo di un nuovo messaggio.
Mi giro verso il comodino e prendo distrattamente il cellulare: é Gemma.

'CIAO FRATELLINO, COME STAI? SPERO DI NON AVERTI SVEGLIATO. OGGI É IL PRIMO GIORNO DI ASILO DELLA PICCOLA ANNE, TI ALLEGO UNA FOTO. MI MANCHI TANTO.
P.S. LA MAMMA COME STA?
'

Clicco sull'icona della foto allegata al messaggio e compare sullo schermo l'immagine di una bambina  bellissima e sorridente, dai capelli biondi tendenti al rosso, pelle chiara e lentiggini e occhioni azzurri: é Anne, mia nipote, e assomiglia moltissimo a Gemma.
Indossa un grembiulino rosa, ha un piccolo zainetto sulle spalle e un sorriso sgargiante.
Mi piacerebbe davvero molto, un giorno, poterla vedere.
Un sorriso malinconico compare sul mio viso mentre digito il messaggio di risposta a mia sorella.

'QUI TUTTO BENE, HO COMINCIATO A STUDIARE PER L'UNIVERSITÁ. ANNE É BELLISSIMA, DALLE UN BACIONE DA PARTE MIA :) LA MAMMA STA BENE...... MI MANCHI ANCHE TU.'



Appena finito di scrivere il messaggio, un enorme senso di colpa mi percorre: avevo mentito a mia sorella.
Infatti, lei non sa di questa mia decisione di lasciare gli studi, e io non voglio dirglielo, per ora, perché ho paura di deluderla.
E la mamma non sta bene, purtroppo.
Peggiora di settimana in settimana e la depressione la sta assalendo.


Giro la testa verso il grande orologio appeso alla parete della camera e mi rendo conto di essere in enorme ritardo: sono le 8:30 e tra mezz'ora esatta dovrei essere al lavoro.
Merda.
Mi precipito in bagno e mi sistemo in un secondo, mi vesto di fretta, prendo il borsone ed esco di casa, correndo come un disperato verso la fermata della metropolitana.
Di solito sono un tipo preciso e sempre in anticipo, non mi é mai capitato di svegliarmi tardi.


Tutta colpa di Louis, mi ha trattenuto troppo nei sogni.


Mi infilo al volo nel vagone della metro e mi sento tutti gli occhi addosso.
Devo avere un aspetto orribile: capelli spettinati, occhiaie marcate, vestiti trasandati.
Ma poco importa.
Sto cercando di ricordare cosa ho sognato stanotte.
So che c'era Louis, questo é certo, ma non mi ricordo cosa é accaduto.
Provo a immaginarmi lui che mi chiede di uscire, dopo il lavoro, e una sensazione nuova mi percorre: una sensazione piacevole, una sensazione che sa di amore.
A riportarmi alla realtá é un tizio dietro di me che mi chiede con voce arrogante se devo scendere, facendomi ricordare che quella é la mia fermata.
Esco dalla metropolitana e percorro la via dell'agenzia correndo, facendomi spazio tra la gente.
Mentre sto per varcare la porta a vetri automatica, il mio borsone rimane incastrato e, quando vado per disincagliarlo abbassando lo sguardo, una mano affusolata sfiora la mia, facendomi salire un brivido lungo la spina dorsale.
Alzo la testa e mi trovo davanti quegli occhi che avrei riconosciuto tra mille, quegli occhi così poco conosciuti ma giá famigliari, quegli occhi troppo belli per essere dimenticati.
Gli occhi di Louis.
Ci guardiamo per qualche istante come rapiti l'uno dall'altro, mentre le nostre dita sono ancora in contatto.
Louis abbassa lo sguardo per primo, ridendo.

'Sembra che abbiamo un problema' dice, indicando i nostri borsoni incastrati.

'Erm...si...' rispondo timidamente.

'Se continuerete ad arrivare in ritardo qualcosa mi dice che avrete un sacco di problemi!' tuona il Signor Jane, facendo capolino dal corridoio.

Guardo l'orologio: le 9:20.
Bene.
Sono in ritardo il mio secondo giorno di lavoro, é un buon inizio direi.

'Mi scusi per il ritardo Signor Jane, non accadrá più' mi scuso.

'Lo spero bene Styles! E con te Tomlinson faccio i conti dopo.. Bhe? Volete stare incastrati nella porta tutto il giorno? Al lavoro, al lavoro!' ci ammonisce Jane prima di sparire nel suo ufficio.

'Anche tu un ritardatario?' mi chiede Louis, accennando un sorriso ed entrando nell'atrio.

'Erm...veramente no....non sono mai...in ritardo...oggi...' dico balbettando e raggiungendolo.

'Non ti preoccupare, c'é sempre tempo per diventarlo, ho bisogno di qualcuno che passi al lato oscuro' scherza, facendomi l'occhiolino e mettendomi amichevolmente una mano sulla spalla.


In quel preciso momento, uno sciame di api assassine si impossessa del mio stomaco e inizia a fare un gran casino.
Altro che farfalle, Louis!
Mi aveva toccato la spalla.
La sua mano era sulla mia spalla.
Le sue dita stavano toccando il mio corpo.

É bastato quel piccolo gesto per farmi arrossire terribilmente.
Louis deve averlo notato perché toglie velocemente la mano e si dirige verso lo spogliatoio.

'É meglio andare, Harry'

'E-eccomi'






LOUIS







Appoggio il borsone sulla panca e apro il mio armadietto: dentro trovo gli abiti da indossare per il servizio.
Intanto, Harry mi ha raggiunto nello spogliatoio.
Prima, mi é parso di vederlo arrossire quando gli ho messo la mano sulla spalla, ma di sicuro mi sarò sbagliato.
Non mi sembra proprio il tipo che.. ecco... dell'altra sponda, diciamo.
Ma non ne sono pienamente convinto.
Mentre mi infilo i pantaloni del completo Dior che devo indossare per il servizio, Harry poggia il suo borsone sulla panca dall'altra parte della stanza e silenziosamente, quasi come se non volesse darmi fastidio con la sua presenza, inizia a cambiarsi.
Ma a me piace la sua presenza, cioé, mi piace parlare con lui, ha una bella... voce.


'Così ti chiami Styles... Interessante...' cerco di inizare una conversazione per cercare di dare una risposta ad alcune domande che mi frullavano in testa giá da un po'.

'Si' mi risponde quasi freddamente il riccio, dandomi le spalle.

'E così ti credi più furbo di me, non é vero riccio? Vedremo adesso chi é il più furbo..' penso, abbozzando un sorrisetto malizioso.


Voglio capire che cosa ha quel ragazzo che mi provoca un effetto strano, che mi fa sentire diverso.
Diverso, ecco, é così che mi sento quando parlo con lui.
Mi sento completamente messo a nudo, indifeso.
Sará la sua voce roca, forse, a farmi questo effetto?
Tutto ciò é strano, parecchio strano.
Non avevo mai sentito niente di simile prima d'ora, ma questa cosa mi piace, mi fa sentire vivo.


'Harry, potresti aiutarmi a sistemare le bretelle, per favore?' dico avvicinandomi al riccio che indossa ora solo i boxer.


Ovviamente, so benissimo sistermarmi le bretelle da me, ma voglio vedere che effetto faccio a Harry... insomma... cosa succede quando gli sto vicino.


Harry si gira velocemente verso di me e leggo sul suo viso un'espressione quasi di esitazione.
Ora posso notarlo bene: sta arrossendo, e anche parecchio.
Involontariamente, con i suoi gesti, sta rispondendo a molte domande nella mia testa.


'C-certo L-Louis, ti aiuto.'

Do' le spalle a Harry in modo che possa appoggiare le mani sui miei fianchi per allacciare le bretelle.
Quando le mani del riccio si posano delicatamente sui miei pantaloni, un brivido che conosco bene mi percorre la schiena.
Un brivido di piacere.
Come é possibile?
Anche se non posso vedere l'espressione di Harry, sono sicuro che in questo momento sia diventato più rosso di un pomodoro.


'F-fatto'

La vocina flebile e roca di Harry mi distoglie dai miei pensieri.
Mi giro lentamente, in modo da poter vedere il suo viso.
Il corpo di questo ragazzo emana un calore potentissimo, nonostante lui stia indossando solo dei boxer.
Alzo un poco la testa per guardare Harry negli occhi e rimango come ipnotizzato.
Non mi ero mai accorto di quanto fossero meravigliosi i suoi occhi!
Verdi, intensi, provocanti, timidi.
In quel momento, una strana sensazione mi attraversa il corpo, culminando nello stomaco e facendomelo ritorcere su se stesso.


'G-grazie Harry' dico con un filo di voce, balbettando.


Ho paura.
Cosa cazzo mi sta succedendo?
Perché Harry mi provoca queste sensazioni?
Perché cazzo sto balbettando?



Mi allontano velocemente rompendo bruscamente quell'atmosfera fantastica e torno davanti al mio armadietto a prendere la giacca e volo sul set, senza neanche guardarmi intorno.


Volevo capire delle cose su Harry, ma a quanto pare ho capito delle cose su di me.
Una volta superata la porta dello spogliatoio percorro il corridoio e mi rifugio in bagno.
Faccio scorrere l'acqua fredda e infilo completamente la testa sotto il getto, infischiandomene di bagnarmi i capelli.
Mi fermo un attimo e un pensiero che mai aveva invaso la mia mente fa capolino da un angolo remoto della mia testa.


E se Harry mi piacesse?

Cerco di raccogliere le idee e di ragionare con un filo logico, come faccio sempre, ma il pensiero degli occhi di Harry mi riporta alle sensazioni più meravigliose che abbia mai provato e mi impedisce di ragionare.
Il mio stomaco é ancora in subbuglio e il cuore mi batte come un tamburo nel petto.

'Mi...piace....Harry' penso, cercando di farlo sembrare qualcosa di naturale.


E, infatti, questo pensiero non mi infastidisce affatto, anzi.


Sento la porta dello spogliatoio chiudersi e vedo una sagoma passare per il corridoio: é sicuramente Harry.
D'istinto, mi catapulto fuori dal bagno facendo un rumore terribile e attirando la sua attenzione.
Il riccio si gira di scatto e scoppia in una sonora risata, probabilmente per l'aspefto terrificante della mia faccia tutta bagnata e dei miei capelli spettinati da scienzato pazzo.
Sicuramente ha capito il mio piano, e ha fatto in modo di ritorcermelo contro.


'Quanto sei bello, Harry. Quanto sei bello quando ridi' mi viene spontaneo pensare.


Tutto ciò che volevo fare era capirlo, scoprirlo, abbattere la sua timidezza, ma tutto questo é ciò che lui ha fatto a me.

 


SPAZIO AUTRICE

 

I'm baaaaack :)
DAN DAN DAAAAN il nostro Louis a quanto pare prova qualcosa di nuovo, uh uh.
Ma accetterà queste nuove sensazioni?
Intanto, ringrazio tutte quelle che hanno recensito lo scorso capitolo e che hanno aggiunto la storia alle ricordate/seguite :)
Questo capitolo è leggermente più corto dei precedenti ma spero che vi piaccia comunque lol
Accetto molto volentieri consigli e opinioni, per aiutare a migliorarmi c:
Ricordatevi che vi amux e vi aspetto al prossimo capitolooooooo :)

Ale

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