Let go

di Watashiwa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Are you aware of what you make me feel, baby? – (Sakura/Sasuke) ***
Capitolo 2: *** When you say that it's gonna be It always turns out to be a different way - (Lee/Tenten + Team 9) ***
Capitolo 3: *** Home is where your heart is - (Naruto/Hinata + Jiraiya) ***
Capitolo 4: *** You make me so hot, you're so good to me - (Karin/Sasuke) ***
Capitolo 5: *** Take this life, empty inside - (Kakashi/Obito) ***
Capitolo 6: *** I could follow you to the beginning and just relive the start - (Kiba/Hinata) ***
Capitolo 7: *** I've tried so hard to understand but I can't - (Naruto/Sakura) ***
Capitolo 8: *** You look so beautiful today - (Neji/Hinata/Naruto) ***
Capitolo 9: *** Tired of the freaks and the colored lights - (Sasuke + Team 7) ***
Capitolo 10: *** Someone who doesn’t even know my secret love - (Tsunade + Shizune/Tsunade) ***
Capitolo 11: *** It's a damn cold night but I'm with you - (Naruto/Sasuke + Team Yamato + Kakashi + Team 8) ***
Capitolo 12: *** Where have you been? - (Lee/Sakura) ***



Capitolo 1
*** Are you aware of what you make me feel, baby? – (Sakura/Sasuke) ***


Are you aware of what you make me feel, baby? (Sakura/Sasuke)

Mentre Sakura rimetteva a posto alcune cartelle mediche nella tenda d'accampamento, la guerra incombeva sulla sua testa, con la sua vita appesa ad un filo sottile e sempre più fragile.
I suoi amici combattevano per il bene della pace e della giustizia mentre lei era confinata a lottare contro veleni, ferite altrui e scartoffie varie, quasi tutte simili tra di loro.
Quando finiva ogni sera i lavori burocratici e tutto il resto si lasciava cadere giù, quasi come se una forza di matrice superiore la trascinasse pesantemente sul pavimento, freddo e che non le dava affatto conforto.
Con gli occhi bassi e privi di forza, pensò a quanto fosse ironico quel momento che passava: solitamente il medico ninja era spesso attorniato da pazienti, collaboratori, sempai e sensei.
Sakura era nuovamente sola con il suo lancinante egoismo ed il cuore tramortito dagli eventi e dal pessimismo che spesso percepiva dentro di sé, nel suo cuore: la sua vita diveniva sempre più un contorcimento di dolore e sofferenza, procurata per via dell'amore.
Sasuke Uchiha era un criminale internazionale per ogni guerriero del mondo ma, sebbene Sakura lo avesse apostrofato in quel modo nel Paese del ferro, si definiva stupida in quel momento per averlo per un attimo pensato e per altre motivazioni.
Aveva lasciato ancora che Naruto si portasse un altro fardello sulle spalle affinché Sasuke cambiasse idea e come sempre il suo valore e la sua dignità di kunoichi erano stati messi da parte perché lei non era mai stata abbastanza.
La sua mente gridava un soffocante bisogno di cambiare ancora e di compiere qualcosa di nuovo e sorprendente per se stessa, per Naruto e per il Sasuke che conosceva e sapeva che non era mai morto nel profondo.
Rialzò lo sguardo mentre un frastuono dall'esterno si faceva sempre più forte ed insistente, trovando una lampante sicurezza nella sua mente, sebbene il suo cuore non fosse dello stesso preavviso.
Qualunque fosse stato il suo ruolo in guerra lei avrebbe fatto il possibile in ogni circostanza, specialmente per i suoi amici ma ancora di più per il Team 7: Sasuke non era mai uscito da quel cuore impazzito e Sakura conosceva tutti i rischi del mestiere.
"Buffo" disse con apparente tranquillità, abbozzando un sorriso amaro.
Non esisteva nessuna medicina in grado di curare ferite, veleni e scartoffie fastidiose.
Sakura non aveva però nessuna intenzione di avere una grande cicatrice ed affogare così i ricordi più stretti e fantastici per il suo animo.
In quel momento non era più importante che vincesse la sua battaglia personale; la cosa che desiderava era che Sasuke
qualunque strada avesse voluto percorrere fosse consapevole di ciò che Sakura sentiva e pensava ormai da tanto tempo nei suoi confronti.

Qualche nota random...
Questa raccolta di flashfic è un progetto che avevo in mente da tempo ma che per un motivo o per l'altro non ho mai pubblicato ed organizzato al meglio.
Credo che non aggiornerò spesso essendo tempestato di impegni e responsabilità ma è pur sempre un piccolo inizio, dai.
La raccolta non ha continuità di racconto (nel senso che ogni fanfic ha la sua 'storia' a sé) e per questo avrà una varietà di storie, anche se tratterrà specialmente il genere introspettivo.
Spero che il progetto sia di vostro gradimento.

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Capitolo 2
*** When you say that it's gonna be It always turns out to be a different way - (Lee/Tenten + Team 9) ***


When you say that it's gonna be It always turns out to be a different way (Lee/Tenten + Team 9)

Rock Lee è un’anima guerriera in pieno fermento, che desidera solo difendere i suoi ideali, i suoi compagni e la sua dignità da giovane uomo.
Crescendo, ha intensificato moltissimo i suoi rapporti umani, tanto da avere più a che fare con la sua compagna di squadra Tenten che lo osserva, lo accompagna negli allenamenti assurdi che il giovane compie per diventare più forte, utile al suo villaggio.
Il loro rapporto, fatto di sorrisi e stima reciproca, prendeva ogni giorno di più delle tinte variopinte di positività e bellezza da fare invidia a chiunque.
Certe volte Lee si deprimeva senza un apparente motivo ma per Tenten era chiaro che il suo amico e nakama aveva a cuore tutto quanto gli era attorno ed era intenzionato a dimostrarlo appena possibile.
“Tenten, la guerra sta arrivando inesorabile” disse un giorno con un filo di tristezza nella sua voce limpida “ce la farò a fare del mio meglio?”
Il giovane era seduto nell’erba e la accarezzava così delicatamente ed energicamente che Tenten rimase colpita per una manciata di secondi, notando un migliore autocontrollo della sua persona ed intenzionata a fare qualcosa di significativo per lui, per infondergli una fiducia perenne.
Come se fosse guidata da una forza magnetica, Tenten gli si avvicinò e presa da un momento di enorme empatia gli diede un bacio sulla guancia, causando al ragazzo un spontaneo arrossamento delle guance.
“Andrà tutto bene, Lee” fece poi la giovane con una espressione tranquilla sul volto “saprai fare egregiamente il tuo dovere”.
Rock Lee non dimenticò mai quel momento e continuò a seguire coerentemente la sua via, pensando a Tenten come quel punto di riferimento da tenere in considerazione sempre, perché lei credeva in lui e nessuna altra ragazza l’aveva portato a sentirsi così bene anche quando c’era qualcosa che non andava.

Qualche tempo dopo a quel piacevole momento, una folata di vento portò la guerra mondiale ed essa mieté le prime vittime, tra cui Neji.
Lee lo stringeva a sé debole e tremendamente triste, seduto nel freddo terreno: non era riuscito a proteggere la vita del suo migliore amico e del suo più grande rivale che per lui significa molto.
 Neji era sempre stato una fonte di ispirazione per lui e, nonostante tutti i suoi modi di essere era importante per la sua esistenza, tanto da essere parte di lui.
Mentre Lee si disperava e se la prendeva unicamente con se stesso non ascoltando neanche le parole per metà confortanti di Gai, Tenten rimaneva lì immobile a fissare il volto di Lee e la vita di Neji volare sopra ogni cosa.
Si sentiva colpevole quasi quanto Lee: aveva lasciato Neji da solo ma ciò che le faceva più male che aveva illuso Lee con le sue parole e gli aveva procurato sofferenza.
Aveva detto che tutto sarebbe andato per il meglio ed invece le cose avevano preso una piega diversa: Tenten abbassò gli occhi lucidi e pianse in silenzio, sentendosi responsabile di tutto quanto.

Qualche nota random...
Ci sono rimasto male per il capitolo 614, capitolo che ha visto la morte di Neji. Il team 9 penso sia stato trascurato nella seconda serie, così come altre cose del manga: secondo me infatti non hanno la stessa magia del team 10, cresciuto un botto dopo gli eventi spiacevoli su Asuma.
Ma bando a questi discorsi, sebbene abbia trattato più di Lee e Tenten in un ipotetico momento ed abbia messo in secondo piano la morte di Neji, questo è il mio personale tributo al ricordo del jonin e di questo team, sottovalutato al massimo da Kishimoto.
Spero possiate apprezzare questo e lo scritto in generale.

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Capitolo 3
*** Home is where your heart is - (Naruto/Hinata + Jiraiya) ***


Home is where your heart is (Naruto/Hinata + Jiraiya)

Conoscere le emozioni ed i sentimenti di Naruto sembrava agli occhi dei suoi amici una cosa da niente, una cantilena monotona e banale che a lungo andare stufava ed annoiava le orecchie e le menti altrui.
Il ninja più imprevedibile di Konoha si presentava spesso e volentieri come un testardo sognatore con una forza di volontà sempre più incrollabile, capace di compiere sacrifici disumani pur di realizzare i suoi sogni più nascosti e reconditi.
Tuttavia, gli occhi che giudicavano questa componente del suo portamento non avevano mai osato ed avuto la faccia tosta di andare oltre quel sorriso, che crescendo spesso si colorava di poca vera allegria ed a volte di rassegnazione percettibile.
Spesso Naruto non vedeva l’ora di tornare a casa e di crollare sul letto della sua stanza per riflettere solo con e per se stesso, chiedendosi se tutto quel dolore che sentiva da anni servisse effettivamente a qualcosa e se mai l’avesse soppresso con ferocia e con rapidità.
Sasuke era lontano da lui e nonostante la promessa fatta per salvare l’amico dal baratro dell’oscura morte, Naruto temeva di fallire nel momento in cui se lo sarebbe trovato di fronte.
Jiraiya era deceduto da troppo poco tempo e gli aveva lasciato un incarico forse troppo grande per essere adempito a dovere: ma se c’era qualcosa che gli attanagliava la mente in quei momenti era una frase dell’Ero-sennin, che aveva pronunciato un giorno di Settembre qualunque alla fine di un allenamento, colpendo fin da subito Naruto per la sua profondità.
“La casa di un uomo é il cuore palpitante di una persona che ti ama”.
Ogni pensiero martellante che Naruto rivolgeva al Sannin era una coltellata di indecisione pura che lo lasciava con la testa dolorante e le lacrime che scendevano silenziosamente, nascoste e protette da quel cuscino che mille volte aveva custodito gelosamente il suo perpetuo dolore.
Esisteva ancora qualcuno capace di donargli il cuore come aveva fatto spontaneamente Jiraiya?

Durante la guerra Naruto non avrebbe mai pensato di riflettere su ciò, anche perché la sua priorità era semplicemente quella di addossarsi il dolore di chiunque e risolvere la guerra proteggendo tutto e tutti.
La morte di Neji era stata per lui una doccia gelida e un’ulteriore coltellata di incertezza al cuore, con i suoi ideali più profondi che in quell’istante crollavano inesorabilmente a terra, senza pietà.
Ma era stata Hinata a stupirlo nuovamente: le sue lacrime scese dagli occhi perlacei, la sua straordinaria empatia, le sue parole e il suo incondizionato amore erano qualcosa che raggiungevano l’indescrivibile e la novità.
Quando Hinata gli toccò affettuosamente la guancia, Naruto sapeva che era giusta per uno come lui perché lo faceva sentire a casa, come Jiraiya gli aveva detto tempo prima.
Il suo cuore aveva trovato una sistemazione così genuinamente magnifica che sorrise di cuore mentre guardava la sua compagna, ringraziandola quasi automaticamente di non aver mai mollato e di aver aspettato: Hinata era il suo inizio e sarebbe rimasta prima di tutto nel suo cuore, a casa.

Qualche nota random...
Naruto é una persona che avrebbe bisogno di essere capita seriamente, se lo merita. Ha passato un'intera vita a capire gli altri ma nessuno (sebbene con qualche eccezione) si é mai fermato davvero.
Su Hinata potete dire quello che desiderate ma effettivamente lei é pronta per comprenderlo e sembra che Naruto se ne stia accorgendo: se son rose fioriranno, insomma.
E... nulla, mi mancava Jiraiya e la sua personalità e dato che comunque era saggio ho pensato bene di ricordarlo un po' così.
Spero la terza parte sia di gradimento. :)

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Capitolo 4
*** You make me so hot, you're so good to me - (Karin/Sasuke) ***


You make me so hot, you're so good to me - (Karin/Sasuke)

Da quando l’aveva incontrato nella Foresta della Morte, Karin non poteva smettere di pensare a Sasuke Uchiha – il ragazzo che l’aveva salvata – al suo sorriso di probabile cortesia stampato sul volto e al suo sguardo, che Karin riteneva magnetico, tenebroso e misterioso.
Allora la giovane kunoichi era solo una bambina e con lei lo erano le sue emozioni, costruite sulla base di un affetto che cresceva e non accennava a sentire rimorsi o rimpianti vari.
Sasuke poi era tornato da lei, senza nemmeno nascondere che aveva bisogno delle sue abilità per realizzare i suoi obiettivi di vitale importanza.
Tuttavia, nel momento in cui loro erano seduti insieme, a Karin non importava niente di niente: la cosa più importante era forse iniziare a costruire e dare forza al loro legame, una nuova forza che forse li avrebbe uniti per tanto tempo.
Col passare dei giorni, la rossa si scoprì maturata nei sentimenti così come notò che una parte del suo instabile carattere si sentiva spesso in estasi, scopriva un piacere nuovo che la portava ad avere pensieri strani e del tutto nuovi che a dodici anni non le appartenevano.
Durante la notte Karin e Sasuke riposavano con gli altri membri del Team Hebi ma la rossa faticava fortemente a riposare: il suo cuore palpitava e provava malinconia per parole ancora non dette, per gesti non compiuti per avvicinarsi di più al suo compagno ed azioni immaginate che - secondo Karin - avrebbero unito fortemente i loro sensi.
I sogni proibiti e personali che ronzavano nella sua testa si facevano ogni sera sempre più fitti e profondi, dove lei era al centro di ogni movimento con lui, nelle situazioni e nelle posizioni più assurde ed improponibili con un’atmosfera che risultava passionale e fortemente empatica.
Certe volte, quando Karin si ridestava da ogni sogno che lentamente diventavano sempre più la forma di ardenti desideri, percepiva raramente quella pace  totale nel suo corpo e nel suo animo ma il più delle volte sentiva un forte senso di mancanza che le distruggeva la testa, facendole capire di essere incompleta, senza che nessuno la capisse e la salvasse da un baratro di indecisione.
Nei momenti in cui Karin era separata da lui e stava sola con se stessa e la sua parte maliziosa, desiderava ormai dare femminilità alla sua persona, conoscere e scoprire nuovi profumi e odori che davano come l’impressione di voler ottenere una conquista più fisica e carnale piuttosto che spirituale.
Poi lo ritrovava come l’aveva lasciato, con la solita espressione seria in volto ma con quello sguardo che le causava sempre tanta instabilità e curiosità: non riusciva a smetterla di guardarlo e sentiva l’amore pulsare in ogni sua vena, credendo ciecamente che Sasuke Uchiha era l’uomo giusto per lei, che la rendeva eccitata in ogni senso possibile, come piaceva a lei.


Qualche nota random...
Avevo bisogno di pubblicare nuovamente qualcosa ma l'ispirazione è arrivata solo oggi e ho partorito questa flashfic.
Sinceramente sono sempre molto scettico quando parlo di attrazione fisica e piacere (qui velatamente) sessuale, non tanto perché mi imbarazza ma perché mi sembra di gestirlo in una maniera un po' strana e quindi penso di non riuscire a fare qualcosa che va al massimo della mia forma, se così possiamo dire.
Sono in periodo esami ed i miei aggiornamenti vanno a rilento anche per questo, mi sto impegnando per essere ammesso e per scrivere una tesina decente per stupire la schiera di docenti che mi esamineranno.
In breve, non ho molto da dire: sulla flash, dico che Karin rimane sempre molto attratta da Sasuke e da quello che ho sempre visto in manga ed anime lei all'inizio ne è fissata: memorabile la scena di quando lei compra il profumo perché sarebbe entrata nel letto dell'Uchiha.
Quindi la componente fisica c'è ma anche una dose di sentimento serio è presente, non sottovalutate Karin.
Bon, credo per ora sia tutto: ditemi cosa ne pensate, qualunque cosa vi passi per la testa.
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Take this life, empty inside - (Kakashi/Obito) ***


Take this life, empty inside - (Kakashi/Obito)
Attenzione: contiene spoiler relativi al manga: se non leggete le scan, la lettura è sconsigliata.

Obito guardava Kakashi con un'indifferenza quasi totale e con una vitalità pressoché effimera, senza alcun briciolo di stima e vitalità, caratteristiche che trasmetteva esplicitamente quando erano semplici compagni di squadra.
Il suo cuore non esisteva più e sotto quella corazza così dura e sfregiata da mille dolori era morto ogni sogno ed anche ogni motivazione per vivere e lottare a fianco del bene.
La sua vita era diventata particolarmente vuota e sebbene non lo dimostrasse con i fatti avrebbe voluto che qualcuno gliela prendesse e gliela rendesse migliore rispetto a quel presente così duro e pieno di violenza.
Si era semplicemente arreso all'idea che nessuno si sarebbe scomodato per aiutarlo a realizzare la sua filosofia, quindi aveva scelto ed era determinato a mantenere anche quella posizione davanti al suo migliore amico, Kakashi.
"Ed è proprio comprendendo i sentimenti di Naruto che ho deciso di affrontarlo ed eliminarlo..."
gli aveva detto con fermezza Obito  "...e non rimpiango assolutamente nulla, sappilo".
Kakashi opinava – dal canto suo – di avere fallito come persona, come ninja e come amico ma era intenzionato a lottare fino a che ogni particella del suo essere non sia fosse annullata o distrutta.
"Credo di avere tante colpe da espiare"
fece il ninja copiatore con tono rassegnato ma con uno sguardo vivo come forse mai aveva lanciato a qualcuno "Ma certamente non ho nessuna intenzione che i miei compagni vengano attirati dalla tua spirale maledetta di finta perfezione".
Improvvisamente Obito rise, senza nessun motivo apparente: ogni corda vocale che vibrava era come impastata da un suono così vuoto e vagamente meccanico che Kakashi rabbrividì per un istante, capendo che non aveva più speranza per salvare Obito da quell'oblio che inghiottiva la sua vera identità, annaspata in ridicole manie di grandezza.
"Jiraiya-sama, proprio lei con Orochimaru..."
fu questo il pensiero che Kakashi proferì dalla sua mente pesante e confusa "...e Naruto... il tuo rapporto con Sasuke!".

Il Jonin di Konoha non si espresse più, mettendosi in posizione da combattimento per farsi valere con i pugni ed i jutsu mentre Obito storceva gli occhi in segno di sdegno e quasi odio per lui e per il mondo che gli aveva voltato le spalle cicatrizzate e spappolate dalla malvagità.
Poi si mossero nello stesso momento, l'uno contro l'altro: Kakashi chiamò a gran voce il Raikiri, Obito scelse di farlo fuori con uno shuriken avvelenato per perforargli l’anima e il suo nindo.
I gesti di entrambi furono fulminei e andarono a segno senza nemmeno troppi complimenti: nel momento in cui capirono che era arrivata la fine della loro insulsa esistenza, desiderarono per un mondo prendersi e dare spessore e vigore alle loro vite, separate da troppo tempo, dalle ingiustizie degli eventi e dagli equivoci.
Caddero, stanchi di quella vita che aveva privato loro della felicità e della loro amicizia.


Qualche nota random...
La prima flash in chiave d'amicizia che scrivo per la raccolta ed è spoiler, come potete vedere dal sottotitolo.
Due amici che si combattono: non è una novità e l'ho fatto intendere quando Kakashi pensa a Jiraiya ed a Naruto. Kishimoto ha però bellamente sorvolato sull'argomento, in quanto probabilmente lo ritiene troppo cliché o poco importante rispetto a ciò che succede all'esterno della dimensione.
Il manga è... incostante, sul serio e certi capitoli sono mostruosi in positivo ed altri in negativi, Kishimoto dovrebbe rifletterci su, credo. La guerra è un po' deludente e nonostante il grande interesse di Kishimoto nel mostrarcela a me sta un po' stufando e procede troppo velocemente o comunque senza andare a fondo su certi argomenti.
Ma comunque, spero gradiate e mi diciate la vostra sul manga ma sopratutto sulla storia che ho scritto, ci tengo.
Alla prossima!
 

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Capitolo 6
*** I could follow you to the beginning and just relive the start - (Kiba/Hinata) ***


I could follow you to the beginning and just relive the start (Kiba/Hinata)


Kiba ricordava con un certo rimpianto tutto quello che aveva vissuto con i suoi compagni prima del conflitto mondiale che imperava in ogni Stato del mondo ninja.
La guerra lo lasciava stranito ed inquieto ma non aveva mai pensato di condividere con gli altri – né tanto meno con Shino, che probabilmente l'avrebbe sfottuto con commenti saccenti e poco carini – la sua frustrazione e la sua preoccupazione che il cuore martellante lo attanagliava mattina e sera.
Osservò con la coda dell'occhio Akamaru, il suo grande e vero amico, godersi un riposo leggermente disturbato da suoni frastornanti che si percepivano dall'esterno della tenda, nella quale il team 8 si radunava verso il tramontare del sole dopo una giornata stremante di guerra.
Abbassò la testa in cerca di un attimo di sollievo, cercando di scacciare ogni preoccupazione che riguardava tutto quello che gli ronzava nella sua mente ma non ci riuscì: essendo stato sempre molto testardo, riflettere dieci secondi era come dire a Kiba di tradire la sua natura estroversa ed iraconda.
“Questa guerra é per tutti una sfida contro se stessi”.
La voce cristallina e pacata di Hinata fu per lui una pacca di incoraggiamento arrivata al momento giusto: non si aspettava affatto che lei fosse sveglia e l'avesse guardato per tutto quel tempo in cui soffriva in silenzio.
Si girò verso di lei senza fiatare e si limitò a sorriderle per averlo leggermente aiutato a rilassarsi quel tanto che gli bastava.
Nel mentre che Hinata cercava di dirgli qualcosa sulla guerra e tutto il resto, Kiba – ora molto più calmo – ricordava piacevoli momenti del passato trascorsi con lei, l'unica ragazza con la quale aveva stretto un legame di affetto, quasi unico ben volendo.
Kiba non aveva idea di cosa fosse l’amore, quello che tanto decantavano – ad esempio – Ino e Sakura quando vedevano Sasuke anni prima o anche quello di cui parlava sua sorella, famosa veterinaria che aveva decine di ragazzi che le correvano dietro e del quale costantemente si lamentava in maniera aspra e lagnosa.
Tutto ciò che però sapeva era che Hinata lo faceva sentire bene e capito nonostante dicesse e facesse cose senza un particolare senso e di questo lui gliene era tanto riconoscente.
La sua gentilezza indiscussa, il suo sorriso angelico e la sua premura lo colpivano sempre con una forza davvero incredibile ed era in momenti come questi che Kiba forse avrebbe voluto capire cosa era l’amore e tutte le sue varie sfaccettature.
Si sarebbe limitato a...
“…ed è proprio per questo che ho intenzione di combattere, per custodire anche i nostri momenti” fece infine Hinata con determinazione e ritrovata sicurezza.
Osservò Kiba con la sua espressione completamente spaesata e completamente assorta nei suoi pensieri che rise forte, stupita da uno spettacolo così inedito.
“Scusa Hinata, potresti ripetere?” disse innocentemente l’Inuzuka un filo divertito.
L’erede degli Hyuuga ridacchiò e poi lo fece con la stessa naturalezza di prima: fu allora che Kiba capì che avrebbe fortemente fatto lo stesso per il loro rapporto: proteggere i ricordi del passato.

Qualche nota random...
Ho finito la maturità da diversi giorni (finalmente) e le vacanze sono arrivate. Quindi ecco qua il sesto capitolo su questi due buoni personaggi che a me piacciono molto.
A voi la parola, non ho nient'altro da dire.

 

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Capitolo 7
*** I've tried so hard to understand but I can't - (Naruto/Sakura) ***


I've tried so hard to understand but I can't (Naruto/Sakura)

Naruto si svegliò nel cuore della notte, aprendo lentamente gli occhi azzurri che stavano perdendo quella grinta di libertà che li avevano sempre caratterizzati.
Condivideva il letto con Sakura ormai da tempo - così come la casa e un sentimento apparentemente ricambiato - e la osservò quasi meccanicamente: la sua pelle chiara era illuminata dalla quasi eterea luce della luna, che la scaldava da tutto il male che era presente fuori da quella casa.
Naruto sorrise quasi istantaneamente in maniera amara: la guerra - ormai terminata da tempo - lo aveva proclamato eroe vivente e Sakura, che non voleva più avere a che fare con la tristezza ed il masochismo, lo aveva raggiunto, baciato e si era concessa a lui senza più nessuna difesa, senza spiegargli niente di particolare.
Il biondo si era lasciato andare per godersi quel piccolo paradiso che la vita gli stava lentamente costruendo e fece esattamente lo stesso per il suo bene: ma solo in quel momento si rese definitivamente conto di aver completamente sbagliato tutto.
Il paradiso che tanto decantava da bambino e che avrebbe avuto non c'era affatto e nel fiore dei suoi 21 anni capì che non era felice.
Sakura non era quella persona che si aspettava di conoscere: dal giorno del primo bacio si era mostrata sempre così distante e lontana da lui in ogni loro momento quotidiano, intimo ed anche quando stavano insieme con i loro cari amici.
Naruto cercava di non pensarci e di non fare caso a tutte quelle emozioni che lei nascondeva dietro un sorriso ma il limite di sopportazione era arrivato al limite e l’egoismo circondava il suo cuore in una morsa sempre più stretta e mortale.
La stanza era in disordine e rappresentava alla perfezione la confusione che era presente nella mente di Naruto, che sentiva una pressione non indifferente colpirgli lentamente le viscere, come se qualcuno richiedesse di vivere più liberamente.
I loro vestiti a terra, i fiori rinsecchiti che morivano nel vaso di terracotta e l'arredamento rovinato dell'abitazione erano quel sinonimo di logorio che aveva invaso lentamente la loro relazione sentimentale, ormai vuota ed incompleta: non essere riuscito a comprendere pienamente Sakura lo rattristava ma in quel momento capiva di essere umano, di non avere avuto mai fin troppe colpe.
Si alzò senza fare rumore, affacciandosi sull’unico balcone che era presente nella casa: il cielo, oscuro e limpido come le notti d’estate, donò al ragazzo una sensazione di pace e di spensieratezza unica e rara allo stesso tempo, che gli permise finalmente di capire, comprendere come doveva vivere il suo futuro e la sua vita da lì fino all’eternità.
Uscì alla ricerca della felicità, proprio quando il sole iniziava a sorgere nella sua luce abbagliante e calorosa.
Sakura si svegliò e notò subito che Naruto non era lì presente: adagiò le mani tra i suoi capelli rosa e sorrise più serena.
 Per la prima volta aveva capito Naruto e le sue folli ma coraggiose decisioni.

Qualche nota random...
Ispirazione piuttosto frettolosa? Probabile.
I personaggi (bene o male) mi piacciono ma come coppia (mi dispiace) non riesco proprio a vederli e non mi comunicano granché. Penso che una loro possibile relazione sentimentale non potrebbe che avere un epilogo non tanto buono.
Sakura non penso sia innamorata di Naruto e non credo lo sarà mai e da parte di Naruto non ci vedo poi tutto questo grande coinvolgimento ma ovviamente sono miei pareri che non condizionano nessuno.
Preferisco che abbiano questo rapporto che hanno in questo momento, stanno dieci volte meglio così.
Comunque, ho scritto questa settima parte pensando un po' agli addii che viviamo nella nostra vita: sono sempre dolorosi ma alcuni fanno bene, basta solo capire quali.
Alla prossima e...recensite se vi va.

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Capitolo 8
*** You look so beautiful today - (Neji/Hinata/Naruto) ***


You look so beautiful today (Neji/Hinata/Naruto)

'Padre, Hinata-sama non è veramente carina?' fece quasi spavaldo Neji al padre la prima volta che vide sua cugina nella sua innocenza più palpabile.
Neji, l'algido genio della casata cadetta Hyuuga, non si era mai realmente interessato all'universo femminile e mai lasciava commenti di apprezzamento alle ragazze che vedeva quotidianamente al villaggio.
Fin dal primo incontro con la cugina, Neji si rese irrimediabilmente conto dell'enorme potere che quella ragazza le donava con la sua personalità apparentemente scialba, con le sue premure, le sue parole pronunciate sempre a bassa voce per evitare di ferire l'interlocutore.
Dapprima odiata per ciò che il destino le aveva riservato e la sua inettitudine, poi lentamente conosciuta con i suoi pregi e i suoi difetti, il loro rapporto non era diventato mai qualcosa di fortemente intimo, di invidiabile agli occhi altrui.
Tuttavia, la percezione dei loro pensieri e delle loro volontà quasi unanimi in battaglia e nella vita di tutti i giorni aveva fatto sì che il bellissimo fiore del loro rapporto sbocciasse lentamente, lontano da ogni occhio indiscreto.
Parlavano di tutto con i giusti intervalli, sorridevano l'uno l'altra e Neji iniziava a credere che Hinata era proprio quella ragazza 'bella' che più si avvicinava alla sua concezione di donna ideale.
Egli sapeva di non provare amore per nessuna persona ma stare con la cugina era un'esperienza sempre differente e piena di colori distinti, che mai sbiadivano nelle situazioni più critiche e disparate che affrontavano separati o anche insieme.
L'affetto che lei diceva di provare per lui lo scaldava e lo coccolava quando nella sua testa si insediava qualche pensiero negativo che vagava in attesa di colpirlo alle spalle, per riportarlo sul sentiero sbagliato.
In nome di quell'affetto Neji decise – quasi egoisticamente – di morire per salvare la sensibilità, il coraggio e l'amore che Hinata nutriva nel suo cuore per il mondo e per l'universo parallelo di Naruto, che tanto aveva fatto per lui e per fargli conoscere le vere emozioni di pace.
--

In quella giornata così importante per Hinata, il cielo risplendeva di una sfumatura glauca che affascinava la sua vista e la fece sorridere così spontaneamente.
Attraversò il lungo tappeto con fare elegante, portando il suo lungo e sontuoso vestito bianco con una grazia femminile invidiabile, causando serenità negli sguardi che la scrutavano.
In quella giornata d'estate leggermente ventilata, gli sposi tenevano saldi tra le mani dei gigli, che poi lentamente posarono nel terreno in onore di un guerriero ed amico valoroso come Neji: quel giorno era il 3 Luglio*.
Naruto, innamoratosi di lei gradualmente, la osservò con fare leggermente ammaliante: sorrise, pensando che la sua donna era veramente bellissima.
Improvvisamente si levò una brezza più fresca e più forte che circondò con fare geloso i due amanti, specialmente Hinata: Neji non poteva che concordare da lassù, Hinata era veramente bellissima quel giorno.

* Il 3 Luglio é il compleanno di Neji.

Qualche nota random...
Non vorrei peccare di modestia ma questa idea che ho sviluppato mi piace e spero che voi la reputiate all'altezza con la mia rappresentazione.
Non penso effettivamente che Neji fosse innamorato di Hinata, però è chiaro che per lei provasse un affetto molto forte e particolare che mi ha incuriosito e in qualche filler ho riscontrato un approfondimento non male.
Sono sicuro che un futuro matrimonio tra Naruto e Hinata sarebbe sicuramente ben visto e Neji sarebbe davvero il primo a sorridere nel vederli felici.
E questo head-canon che ho sviluppato non mi sembra così tanto lontano dalla realtà dei fatti!
Ok, sta a voi con i vostri pareri.
Alla prossima,

Watashiwa

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Capitolo 9
*** Tired of the freaks and the colored lights - (Sasuke + Team 7) ***


Tired of the freaks and the colored lights  (Sasuke + Team 7)

Da tempo Sasuke non riusciva a più a comprendere se stesso, né come persona né come genin di Konoha.
Dopo quella chiacchierata seria con il suo sensei, era rimasto spiazzato per le risposte ricevute e rimaneva ancora pieno di interrogativi che lo lasciavano destabilizzato, incapace di compiere quel piccolo passo che lo avrebbe finalmente portato sulla retta via.
Il giovane della casata Uchiha era ormai debole ed abbandonato a se stesso, frastornato da un mare di parole e da innumerevoli fatti che in breve tempo erano accaduti proprio a lui, a spese del suo gracile fisico e della sua debole e manipolabile mente.
Arrivato lentamente nella sua abitazione ormai silenziosa da tempo, lo specchio della sua camera rifletté subito la sua figura esigua, che aveva ormai perso quel vigore e quell'orgoglio di cui tanto andava fiera ogni giorno, quasi come si fosse lasciata andare, abbandonando momentaneamente la sua filosofia di vita per la quale lui lottava.
Sasuke - quasi come se in preda ad un'agonizzante allucinazione - scorse nello specchio Orochimaru ed Itachi, che da tempo gli causavano dubbi insormontabili e non gli davano pace: le loro parole ed i loro eloquenti gesti gli avevano come consigliato dei nuovi progetti, delle idee che doveva seguire per poter adempire facilmente ai suoi scopi.
Ruppe lo specchio con fare violento, frantumandolo come stava iniziando a fare con la speranza di risolvere tutto ciò che desiderava stando a Konoha: improvvisamente sentì che i suoi occhi riacquistavano quel determinato vigore che l'avevano sempre caratterizzato e distinto da qualsiasi altro ninja del mondo.
Il suo sguardo rinvigorito diede un'occhiata furtiva al comodino vicino al futon: la foto del suo team era lì sopra, delimitata da una cornice di legno, una delle cose che Sasuke considerava più speciali al mondo.
Pensò improvvisamente ad ogni momento passato con la squadra: le missioni, le consegne e le faccende richieste dall'Hokage che li avevano fatti crescere come gruppo, tre amici per i quali sarebbe stato pronto anche al sacrificio estremo.
Ciò nonostante Sasuke si rese conto che doveva lasciare da parte tutto ciò che erano stati nel tempo: i saggi ideali di Kakashi, il grande sogno di Naruto e la disponibilità di Sakura non gli avrebbero permesso di seguire la sua via, quella che il ragazzo aveva sempre decantato nei momenti più ardui delle battaglie.
Abbassò lentamente e con enorme dispiacere la foto che lo legava al passato e diede uno sguardo alla fulgida atmosfera che regnava quella sera a Konoha: i suoi occhi neri, assetati dalla guerra e dalla vendetta, iniziavano ad essere tremendamente stanchi di persone assuefatte di labili sogni e di luci colorate che accompagnavano effimeri momenti di pace.

Qualche nota random...
Questa é la prima flashfic che non ricorda le coppie, finalmente ne ho scritta una!
Sasuke é un personaggio complicato (ed ora ormai sta diventando sempre meno comprensibile con le sue parole) e il combattimento interiore che ha avuto nei capitoli relativi alla sua partenza é stato certamente forte e difficile da reggere, tanto che la sua debolezza ha prevalso.
Il suo attaccamento al team che stava sviluppando non é riuscito a salvarlo da quello che Orochimaru ed Itachi gli hanno detto e fatto in diverse occasioni.
Tant'é che ho scritto questa fic per mostrare un po' la lotta interiore avuta da Sasuke e i suoi pensieri contrastanti avuti (molto probabilmente) in quella circostanza.
Spero di poter aggiornare presto, comunque.
Alla prossima, ragazzi, recensite se vi va.

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Capitolo 10
*** Someone who doesn’t even know my secret love - (Tsunade + Shizune/Tsunade) ***


Someone who doesn’t even know my secret love (Tsunade + Shizune/Tsunade)

Non sapeva spiegarsi affatto perché si trovava sola in quella foresta, illuminata fiocamente dalla luce del sole e piena di alberi di varia grandezza e forma.
Restava lì ferma ed immobile, come se fosse intrappolata in una prigione di metallo che nessuno poteva scalfire per salvarla da un male sconosciuto ed incomprensibile per chiunque.
L'aria che si respirava in quell'inconsueto spettacolo della natura - tutto immerso in un verde quasi anormale - dapprima leggera e fresca, si trasformò improvvisamente in un vento più freddo e pungente, che la scosse e la riportò a prendere controllo della sua mente, dopo quella specie di stato comatoso che aveva da un tempo indeterminato.
Sebbene lei fosse una donna intelligente, consapevole di tante cose ed allo stesso tempo forte, non poteva sapere che probabilmente era troppo tardi per agire e salvarsi.
Dietro di lei, un gruppo di presenze estranee e sconosciute erano pronte ad abbatterla e a rendere più vulnerabile di quanto non fosse già.
Cominciò a scappare lontano da quel punto in cui si trovava, percorrendo una strada piena di ostacoli vari ed improponibili, senza però rendersi effettivamente conto di tutto quello che le stava intorno, chi la inseguiva e cosa le faceva tanto paura da farle avere il cuore in gola.
D'improvviso le gambe non ressero più la fatica, cedendo alla stanchezza e facendola precipitare duramente nel terreno: lacrime argentee scendono quasi spontanee mentre la testa della donna si chiede da quando sia diventata così debole.
Lei, che non aveva bisogno di un uomo nonostante la vita gliene avesse sottratti tre importanti per la sua esistenza, si trovava ridotta in quella situazione così strana e difficoltosa che…
Shizune piangeva in silenzio, ancora scioccata nel vedere Tsunade in quelle condizioni.
Vegliava su di loro ogni giorno ed ogni notte, occupandosi del suo corpo esanime da diversi giorni a quell'incidente che era avvenuto al villaggio.
Non sopportava l’idea di vederla in quelle condizioni, non lei che le aveva insegnato le arti mediche, a superare il dolore a causa della morte dello zio, non lei che le aveva implicitamente detto di essere forte per tutto il resto della sua vita se fosse voluta sopravvivere.
Che sfida stava affrontando Tsunade in quel momento, ora che doveva uscire dal buio in cui era immersa, fatto di incomprensione, difficoltà e odio pronta ad invaderla?
Shizune non era brava ad immaginare cose di quel genere, nemmeno poteva dire di averle vissuto quando Pain l’aveva uccisa lentamente: quello che le sue lacrime dicevano è che volevano indietro quella donna che lei tanto rispettava, amava in silenzio.
Come la pioggia che cadeva quel pomeriggio, come le sue lacrime che picchiettavano sul volto giovane dell’Hokage.


Qualche nota random...
Avevo scritto una flash diversa per questo decimo aggiornamento ma - ahimé - ho dimenticato il foglietto dove avevo segnato appunti e circostanze varie, quindi son tornato all'opera con questa.
È una flash un po' strana, lo ammetto io stesso: ma avete mai pensato quanto Shizune tenga a Tsunade? E ho pensato, se fosse in quel determinato senso?
Ho ripreso il momento in cui quest'ultima era in coma, la prima parte si riferisce agli incubi che avvengono nella sua testa, con tutte le debolezze e cose di questo tipo.
Il resto è venuto da sé, ecco tutto.
A presto e fatemi sapere che ne pensate,mi raccomando! ^^

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Capitolo 11
*** It's a damn cold night but I'm with you - (Naruto/Sasuke + Team Yamato + Kakashi + Team 8) ***


It's a damn cold night but I'm with you (Naruto/Sasuke + Team Yamato + Kakashi + Team 8)

Quello che si era prefissato Naruto ormai da tempo era il recupero di Sasuke: qualunque cosa gli fosse successa o accaduta, la priorità era riportare a casa l'amico, salvandolo dal male che aveva deciso di seguire volontariamente anni prima.
Ogni volta che guardava il cielo - dipinto quotidianamente di diverse ed affascinanti tonalità cromatiche - sapeva che la speranza brillava attraverso i raggi di quel sole lunatico: che si mostrasse timido o radioso sulla scena, l'eterno Genin della Foglia sapeva trarne sempre forza, diventando pian piano un suo fedele compagno di avventura, coraggioso ma silenzioso come pochi.
Spesso la stella si assentava, lasciando Naruto in un marea di guai e solo a se stesso, nelle gelide notti dove il ragazzo nascondeva la malinconia in un sorriso beffardo, la tristezza nel cuore e il dolore nella sua anima viva e pulsante.
In quell'occasione - però - non poteva permettersi il lusso di darla vinta alle emozioni e ai sentimentalismi: la vecchia Tsunade aveva assegnato una missione importantissima per il ritrovo del suo migliore amico, per cui doveva dare del suo meglio fin da subito.
Itachi Uchiha era senza dubbio un bersaglio troppo grosso da abbattere, però Naruto non era solo.
Sotto una pioggia battente, mentre quella notte di Settembre si faceva sempre più fredda e pungente, Naruto gridava fiero e determinato, chiedendo ai suoi compagni di squadra e di missione di incamminarsi verso l'obiettivo.
L'aspirante Hokage non sopportava la pioggia ed il gelo, ma in quel preciso istante c'era qualcosa che ognuno dei suoi compagni sapeva donargli solo con lo sguardo: il calore.
Poteva crearsi qualunque tempesta durante quella notte gelata, ma Naruto, semplicemente guardandoli con attenzione, non aveva neppure bisogno di ribadirlo a voce alta.
Il sole radioso e Sasuke avrebbero avuto i loro tempi migliori, forse in un futuro prossimo: ora come ora, quel calore cullato e presente fin da sempre era quello che serviva a Naruto per sopravvivere, almeno per qualche tempo, almeno per un attimo.


Qualche nota random...
Questo componimento é il più breve degli undici scritti per questa raccolta: il momento analizzato é sicuramente quando Naruto va a cercare Itachi, dopo che scopre che Sasuke ha 'ucciso' Orochimaru.
Insomma, questa flash è una 'Naruto/Sasuke' (che io vedo semplicemente in chiave amichevole, anche se riconosco che il loro legame è forte) ma la presenza di Sakura, Yamato, Kakashi, Kiba, Hinata e Shino dà a Naruto la forza necessaria per essere più forte quando il sole non è dietro di lui per supportarlo.
Gli amici servono a questo, no?
Spero vi piaccia e se volete fatemi sapere cosa ne pensate. :)

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Capitolo 12
*** Where have you been? - (Lee/Sakura) ***


Where have you been? - (Lee/Sakura)

Percorreva i corridoi della modesta casetta con un po' di stanchezza, provata sia per le ossa indebolite e sia per quella notte che sarebbe stata simile a quelle precedenti, ormai da qualche mese.
Sposarsi era stato il realizzamento di uno dei sogni che aveva fin da adolescente e con quella fede al dito sperava di aver dato pace interiore al suo cuore e di aver donato sicurezza e coinvolgimento spirituale alla propria amata.
Tuttavia, era da un determinato periodo che si era reso conto che niente era stato effettivamente ottenuto e donato a sufficienza.
Con il lavoro che Sakura svolgeva da Naruto - ormai diventato un rispettabilissimo Hokage - aveva una mezza scusa per tornare tardi la notte senza ricevere aggressioni verbali di alcun tipo, in quanto giustificata.
La chuunin abusava ormai da tempo delle scuse per preferire la solitudine, per cominciare a prediligere l'abbandono più completto e frustrante, lasciandosi trasportare dalla malinconia e dalla più assoluta debolezza, che prima era solo parziale.
Il silenzio logorava fortemente il loro rapporto che alla luce del giorno appariva perfetto ed invidiato da tutti quanti e Lee, ormai quasi provato dalla relazione ormai a senso unico, attendeva l'ennesimo ritardatario arrivo della compagna, avvolta nel suo spettacolo vergognoso ed assolutamente raccapricciante.
I capelli corti e scompigliati, l'aria di fasulla nonchalance che la sua faccia tentava di assumere prepotentemente e quel camminare lento e barcollante non potevano che confermare che Sakura...
"Dove sei stata? - sussurrò Lee incredulo e scioccamente consapevole che la sua domanda era effettivamente idiota".
L'unico tradimento che era avvenuto era quello tra Sakura e il suo presente: la bottiglia e l'alcool erano un ottimo modo per affondare i ricordi e i dolori del passato che si ostinavano a sopravvivere e a non morire, le ferite che nessuno - nemmeno Naruto o lo stesso Rock Lee - riuscivano a farle dimenticare.
La verità è che Sakura era stata sempre in un paradiso tinto di colori infernali e psichedelici.


Qualche nota random...
Questo é il lavoro che ho ritrovato, che avevo momentaneamente perso e mentre ho scritto durante Agosto, un mese davvero bello per me.
Comunque sia, con questa ultima flash concludo qui questa raccolta, in quanto penso di aver scritto tutto ciò che dovevo mettere per iscritto e sostanzialmente la raccolta mi è garbata un sacco scriverla.
Grazie mille a tutte le persone che hanno commentato, che commenteranno e che l'hanno messa tra le ricordate e i preferiti, per me è un grande traguardo già avere il coraggio di scrivere per voi e condividere con voi ciò che ho da dire.
State bene e buon tutto!

Un abbraccio,

Watashiwa

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