Remember The Smell Of The Rain

di Think positive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trama ***
Capitolo 2: *** Remember me ***
Capitolo 3: *** Hello ***
Capitolo 4: *** It's raining man ***
Capitolo 5: *** I'm happy. ***



Capitolo 1
*** Trama ***


Il mio sogno era quello di sfondare,che male avrebbe fatto? Forse solo la fama,avere il potere su delle persone ma niente mi avrebbe tolto la felicitá. Sono già abituata ad avere delle attenzioni,ma non positive,attenzioni negative e questo mi toglie la voglia di andare avanti. Niente peró mi toglierà il ricordo di quell'odore,quell'odore forte che io amavo,quell'odore che mi ricordava lui,così lontano,così inafferrabile ormai. Se ne era andato lasciandomi sola. "Ritorneró" mi aveva detto ma quella parola nella mia mente ormai risuonava più che falsa. Sono passati ormai tre anni e adesso sono ancora più decisa a raggiungerlo,sì a raggiungerlo nel suo stesso campo,quello della musica.

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Capitolo 2
*** Remember me ***


Pelle chiara,occhi verdi,capelli castani e il solito mare. Il vento fa svolazzare leggeri i miei capelli e il freddo entra dentro il mio maglione.
Non ero più abituata a quella brezza, in quei miei mesi di assenza mi ero dimenticata delle mie abitudini, e mi ero dimenticata di quella spiaggetta. Forse era lei che mi dava la voglia di provarci, quella voglia che nessuno aveva..."Ritornerò Alice, te lo prometto" mi aveva detto, ma con le stesse parole era sparito dalla mia vita. Aveva lasciato un varco, incolmabile alle sue ultime parole e io ero stata sciocca a crederci. Nessuno torna più indietro dopo aver sfonato nel mondo della musica, nessuno che io conosca.
Mi chiamo Alice McFlower e sono irlandese, vivo in una piccola cittadina sul mare e non ho molti amici, anzi l'unico che avevo è partito tre anni fa e non è più tornato. Eravamo molto amici, ci conoscevamo da quando avevamo tre anni e lui era tutto per me, il mio mondo. Non ho sopportato e non sopporto ancora il fatto che lui è partito e mi ha lasciata da sola.
A scuola mi conoscono tutti perchè tutti mi prendono in giro, e il motivo è il mio sogno. Il mio sogno è sempre stato quello di sfondare nel mondo della musica e lui mi aveva sempre appoggiata in questo, anche lui aveva questo sogno. La piccola differenza tra me e lui, ora, è che lui ce l'ha fatta e io no.
Come ogni giorno ero seduta sullo scoglio di quella piccola spiaggetta, dove c'eravamo visti per l'ultima volta, dove mi aveva abbracciata e dove nel mentre la pioggia aveva deciso di cadere, bagnandoci compltamente.
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"Non mi lasciare, non farlo, te ne pentirai"
"Quello che sto per andare a fare lo faccio anche per te, non ci lasceremo mai ricordatelo"
"Non è vero, smettila di mentirmi, smettila di dire tutte queste fesserie..."
La mia frase non era finita ma si interruppe perchè le sue mani presero la mia faccia, pian piano la mia bocca si avvicinava alla sua e cosi velocemente eravamo uno attaccato all'altro. Le mie guancie si rigarono di lacrime e vidi che nei suoi occhi c'era un'ombra di paura...come nei miei.
"Promettimi che ritornerai, promettimelo...Oh Niall..."
"Ritornerò"
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Ma cosi non fu,sospirai.

"Can you be my Nightingale, sing to me I know you're there"

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Capitolo 3
*** Hello ***


Gennaio, il mese più freddo dell’anno. Eppure mi piaceva sentire il freddo che trapassava il mio maglione e toccava la mia pelle.
Quando mi sedevo su quello scoglio era come se ogni altra cosa su questo mondo scomparisse, non riuscivo a vedere e a sentire nessuno.
“Alice, ehi mi senti?” qualcuno mi aveva chiamata.
Mentre mi stavo girando per vedere chi fosse, dei capelli rossi mi comparvero davanti alla faccia. “Flo quante volte ti ho detto che non devi fare cosi?” “Tante Alice, forse troppe.”
Flo (Florence) era la mia amica, l’unica. Ci eravamo conosciute qualche anno fa, dopo la partenza di Niall.
“Allora stasera cosa vuoi fare?” “Niente Flo, lo sai.” “Avanti la devi smettere di scrivere quelle pagine e pagine su di lui, ormai è finita…”.
Una lacrima stava scendendo sulla mia bianca pelle quando delle esili braccia avvolgerono il mio corpo. “Scusa Alice, scusa.” Mi disse Flo.
Rimanemmo su quello scoglio, probabilmente per tutto il pomeriggio.
Continuavo a guardare quelle onde con una vita cosi breve, si formavano e dopo qualche metro si infrangevano, proprio come aveva fatto il mio cuore.
Decisi che era venuto troppo freddo e cosi ci avviammo verso casa. Salii in camera e chiusi la porta. Presi quel diario e iniziai a scrivere:
Caro Niall,
Quanto posso essere stupida? Forse lo sono diventata ancora di più da quando te ne sei andato. Ogni giorno che passa io non smetto di pensare a te, a tu dove possa essere in questo momento. Sono finiti i tempi in cui facevamo le idiozie.
Ora sono più decisa che mai a raggiungerti, nel tuo stesso campo, quello della musica.
Aspettami, non sono cosi lontana.’
Ero stanca di aspettare che tornasse lui, volevo agire e fare qualcosa.
Scesi a cena. Trovai mia mamma che mi aspettava, la Tv accesa e lei con un sorriso che pareva far voglia al mondo. “Che è successo mamma?” le chiesi, “Niente, ho appena visto la figlia più bella al mondo.”
“Smettila mamma.” le dissi, poi la abbracciai. Ci sedemmo e cenammo.
Quella sera avevo intenzione di andare al pub. Da sola.
Salutai mia mamma e poi uscii. L’aria fredda e frizzantina mi faceva venire i brividi. Una sera più fredda non l’avevo mai incontrata.
Andavo di fretta e non badavo a dove mettevo i piedi. Prendevo tutte le pozzanghere e gli schizzi arrivavano fino ai pantaloni.
Sbattei contro qualcuno, ma tirai dritto. Pensavo ai miei casi, a quello che sarebbe potuto succedere se avessi sfondato. Chissà magari ce l’avrei fatta veramente.
Entrai e mi sedetti. Ascoltavo tutti i ragazzi che si esibivano ma nessuno di loro mi entusiasmava, se ci fosse stata Flo con me, anche io quella sera mi sarei esibita. Ma non lo feci.
La porta del pub si aprì violentemente e un ragazzo incappucciato entrò.
Frettolosamente si appoggiò al bancone e ordinò una birra media. Mi sarebbe piaciuto vedere in faccia quel ragazzo, magari era uno di quei teppistelli della scuola che io odiavo. Probabilmente era cosi.
Velocemente mi girai, avevo notato che mi stava fissando. Avevo incrociato due occhi azzurri color cielo, dove in quella terra tutti li avevano, a parte me. Io avevo dei grandi occhi verdi, color smeraldo.
Mi divertivo ad ascoltare quei ragazzi che pensavano di essere bravi a cantare, si divertivano a prendere in giro le star.
Pensavo a quando, un giorno magari, sarei stata su un palco. Magari più grande di quello che avevo davanti in quel momento. Con un mio pubblico anche, che gridava il mio nome. Ma dovevo smetterla di costruirmi castelli d’aria, dovevo smetterla. L’ultima volta che l’avevo fatto non mi avevano portato tanta felicità, anzi non l’avevo proprio più rivista. È stato come se fosse arrivato un uragano e avesse spazzato via tutta la felicità che avevo dentro, per poi darla a lui.
Quando pensavo a lui, sentivo il suo nome, lo pronunciavo mi ricordavo di quel giorno. Di quel mare. Di quella sabbia. Di quelle onde. Di noi due ancora ingenui. Di quel bacio cosi lungo. E della pioggia, quell’inconfondibile odore. L’odore della pioggia cosi forte e intenso che non lo scorderei neanche se fossi in cielo.
Ma tornai al presente, il locale era quasi vuoto e anche il ragazzo era sparito. Decisi di tornare a casa.
Girai la chiave e la porta si aprii. Sentivo la voce di mamma che sovrastava ogni altro rumore o suono, proveniva dal salotto.
“Mamma?” chiesi a voce alta. Silenzio.
Niente, non ottenni risposta. Continuai a percorrere il corridoio, che in quel momento sembrava più lungo del solito.
Varcai la soglia del salotto. “Mamma perché prima non mi hai risposto?”, mi guardò e poi vede un luccichio nei suoi occhi. Spostai lo sguardo, e una voce disse “Ciao Alice, sono Niall Horan ti ricordi di me?”
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“Ciao sono Niall Horan, tu come ti chiami?”
“Sono Alice M-McFlower, ho quattro anni.”
“Anche io,vuoi essere mia amica?”
“Sì”
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Che cosa ci faceva qua? Era veramente lui? Non capivo bene.
Ecco l’odore di quella pioggia, lo scroscio delle onde infrante. Ricordavo tutto. Perché era tornato a casa? Perché ora?
Mi mancava l’aria, la testa mi pesava, il cuore non reggeva.
Svenni.


Ehilà, scusate se ho cambiato tempo verbale ma o se no non riuscivo a scrivere ahaha
spero vi piaccia, in ogni caso qui c'è il link per il trailer
http://www.youtube.com/watch?v=sGHiZFMsgOI
 

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Capitolo 4
*** It's raining man ***


Silenzio. Cosi doveva essere dentro la mia testa ma in quel momento proprio no.
Era un ronzio continuo, come se infinite api fossero state rinchiuse dentro la mia testa e stessero cercando di uscire.
Battevano forti da tutte le parti e io avevo quel senso di vuoto incolmabile dentro me.
Aprii gli occhi.
Una luce abbagliante affiorò alle mie pupille. Ero sdraiata sul mio letto inconscia di quello che era successo prima. O forse no.
Mi ricordavo vagamente di mia mamma e poi una frase, una frase che aveva cambiato tutto.
“Ciao Alice sono Niall Horan, ti ricordi di me?”
Mi alzai dal letto e scesi giù in cucina decisa a capire e vedere se era tutto vero.
“Mamma per quanto ho dormito?” chiesi nel corridoio con la speranza che mi avesse sentita. “Tua mamma non c’è Alice” disse una voce mascolina, “è andata a lavoro.”
Entrai in cucina, scarpe da ginnastica, pantaloni di tuta grigi, t-shirt blu e il suo volto.
Lui c’era veramente e non era un sogno.
“Scusa ma non mi va di stare qua.” Dissi con voce tremante. “Dove credi di andare?” mi chiese, prendendomi per un braccio.
“Perché sei tornato? Perché proprio ora? Pensi che sia stata qua a girarmi i pollici per tre anni?”  “Scusa Alice, non ho mai avuto tanto tempo, dovresti capirmi.”
“No non ti capisco Niall” dissi.
Tornai in camera, mi sdraiai e caddi in un sonno profondo. Ancora. Sentivo ancora le api, la loro fastidiosa presenza.
Le ore passavano e io rimanevo li, sapevo che mia mamma sarebbe tornata tardi.
Erano le cinque del pomeriggio e avevo un certo languorino. Decisi di scendere, a mio rischio e pericolo.
Non lo vidi. Presi dei biscotti e andai in salotto, accesi la tv e mi misi comoda. Le braccia di Morfeo mi catturarono ancora un’altra volta.
Lo sognai.
Lo sognai come non avevo mai fatto in quei tre anni, lo sognai da una realtà diversa.
Da quella realtà che a me sembrava cosi innaturale, mi parlava, spiegava perché non era potuto tornare a casa prima.
Ma io facevo ancora fatica a credergli.
Ma perché? Perché non credergli, lui mi diceva sempre la verità e d’altronde riaverlo con me era la cosa che avevo desiderato di più, in quei tre anni.
Mi svegliai di soprassalto.
Una porta aveva sbattuto, era la porta di casa mia.
Mi alzai velocemente dal divano e uscii in strada. Era voltato di spalle e camminava sconsolato con le mani in tasca.
Pioveva, ancora.
“Niall” urlai con tutta la mia voce. Niente, lui continuava ad andare avanti.
“Niall” urlai di nuovo. Quella volta si girò.
Incrociai i suoi occhi azzurri pieni di lacrime. ‘No’ dissi nella mia mente. Incominciai a camminare verso di lui, sempre più veloce, finchè non partii in una corsa sfrenata verso il tempo.
“Niall” dissi. “Scusa, non è stato facile un incontro cosi dopo tre anni”  “Immaginavo Alice”.
Come se qualcuno mi avesse spinta, mi attaccai a lui in un abbraccio.
Ecco l’odore della pioggia, eccolo di nuovo quell’odore.
“Allora Alice dove c’eravamo interrotti?” mi chiese con voce calda sotto quell’acquazzone intenso di emozioni.
 
 
 
 
Take me away cos I just don’t want to stay.
And the lies you make me say are getting deeper every day
These are crazy days but they make me shine
Time keeps rolling by.”


Ciao a tutte, spero che questo capitolo vi piaccia e mi scuso per il ritardo.
Avanti recensite <3

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Capitolo 5
*** I'm happy. ***


Non mi ricordo cosa successe dopo quella frase. Mi ricordo solo il rumore della pioggia che cadeva e il suo profumo che mi circondava.
La mattina seguente mi svegliai allegra e stranamente mia mamma mi chiese “Alice sei felice?”, e io risposi “Si,sono felice.”
Ero felice.
Per la prima volta dopo tre anni ero felice.
Ero veramente felice. Cosi felice che per spostarmi da una stanza all’altra saltellavo e canticchiavo.
Ero felice.
 
Nel pomeriggio arrivò a casa anche mia sorella. Mia sorella si chiamava Elsa e raramente tornava a casa perché ora abitava in Australia.
Era più grande di me ma eravamo sempre state molto legate una all’altra.
“Elsa sei tornata!” urlai correndole in contro. La travolsi e nello stesso tempo cademmo nel giardino, “Si Alice sono a casa, mi sei mancata.”
Ma forse non sapeva quanto lei era mancata a me in quei nove mesi.
Elsa era alta e magra, aveva un’imponente chioma di capelli biondi. Quasi sempre li teneva legati in una treccia perché diceva che sciolti non li sopportava. Il suo meraviglioso viso era accompagnato da due grandi occhi blu, come quelli di mia mamma.
Elsa non sapeva che Niall era tornato ma non avevo intenzione di dirglielo subito, anche perché a lei non sarebbe interessato più di tanto.
Elsa aveva un’adorabile famiglia ed era venuta insieme a lei. Suo marito si chiamava Mark, ed era australiano. L’aveva conosciuto la quando si era appena trasferita e in poco tempo è nato un grande amore. In fin dei conti io ero zia di un’adorabile bambina di nome Anna.
 
 
Qualcuno bussò alla mia porta. La aprì con cautela e mi ritrovai davanti Niall.
“Alice” “Dimmi Niall..” “Io devo..”, a fatica respiravo. Pensavo che mi avrebbe lasciata li un’altra volta da sola, “Alice io devo partire.” Ecco lo sapevo che me l’avrebbe detto. Incominciai a distaccare gli occhi da lui, mi sentivo già così lontana da lui. “Alice fermati..io devo andare ma non voglio lasciarti qua!Vuoi venire con me?”, fermai i miei pensieri in quell’istante, non credevo alle parole che aveva detto. Lo guardai e poi a gran voce dissi “Sarebbe un onore venire via con te” “Lo prendo come un si Alice?” “Si Niall.”





Salve a tutte! Mi scuso per l'iimenso di ritardo ma con la scuola nuova ho avuto veramente da fare. prometto che sarò molto più presente con la storia.
nonostante tutto spero che il nuovo capitolo vi piaccia, anche se lo trovo un po' di passaggio.
Mi fareste un grande piacere se scriveste alcune recensioni solo per sapere se la storia vi piace.
Su youtube potete trovare anche il trailer.
Io vi mando un bacio e alla prossima.

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