Non innamorarti di me

di bellavitaheart10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mi innamoro oppure no? ***
Capitolo 3: *** Non sono geloso... ***
Capitolo 4: *** Un aspettato incidente... ***
Capitolo 5: *** Sto male a causa tua ***
Capitolo 6: *** Perchè a me? ***
Capitolo 7: *** Forza e coraggio ***
Capitolo 8: *** Il tempo passa, le ferite rimangono ***
Capitolo 9: *** Nella vita c'è di peggio ***
Capitolo 10: *** Dalle stalle alle stelle ***
Capitolo 11: *** Addio angelo ***
Capitolo 12: *** Non posso accettarlo ***
Capitolo 13: *** Di nuovo? ***
Capitolo 14: *** Non dovevi saperlo così... ***
Capitolo 15: *** Dammi solo un segno... ***
Capitolo 16: *** Sei un ragazzo forte ***
Capitolo 17: *** Miglioramenti ***
Capitolo 18: *** MI DISPIACE, LEGGETE :( ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

                                NON INNAMORARTI DI ME

1° Capitolo

Pologo


Ciao a tutti, mi chiamo Justin. Justin Bieber. Il mio sogno più grande è fare il calciatore. Mia madre e mio padre sono divorziati, pertanto vivo con mia madre e l'aiuto economicamente. Io e mio padre non ci parliamo da troppi anni ormai, mia madre mi ha cresciuto da sola e per questo le devo la mia vita. Ho una sorellina di 14 anni si chiama Jazmine. La sua età mi implica al fatto che devo sempre preoccuparmi di lei e di quello che combina. Fortunatamente non sono solo, la mia migliore amica Taylor mi segue durante le missioni d spionaggio e quando ci accorgiamo che va tutto bene andiamo a prenderci una cioccolata. Lei è molto importante per me... forse fin troppo. Eh già sono innamorato di lei da 6 mesi, non le ho mai detto nulla per non rovinare la nostra amicizia. SO che secondo voi queste storia vanno a finire che ci mettiamo insieme e viviamo felici e contenti, ma quello che non sapete è che il più delle volte ci si lascia e poi i rapporti vengono rovinati e cosa più importante, lei ODIA il possibile amore tra mogliori amici. Quindi finco che vada tutto bene. Quando mi chiede se mi piace una ragazza mento sempre e cerco di essere convincente, ma a volte le cose si mettono male. Non ci crede e così inizia a farmi il quarto grado e ad organizzare appuntamenti al buio... PAZZESCO! 

Lei è la classica ragazza con i capelli castano scuro, ma i suoi occhi... beh i suoi occhi sono la meraviglia in persona. Sono azzurri come il ghiaccio e profondi come l'oceano. Sono sicuri come una cassaforte, tutte le sue emozioni sono racchiuse nei suoi occhi, ma nessuno ha la combinazione per leggerle. Nemmeno io. Ci riesco solo quando piange perchè in quel momento non esiste nessuna combinazione. Ma lei non piange quasi mai, almeno non in mia presenza perchè sa che odio vederla soffrire.

Ci conosciamo benissimo. Io so tutto di lei e lei quasi tutto di me. Dico quasi perchè non sa che sono innamorato di lei. Fino ad ora fortunatamente riesco a trattenere la gelosia, quando non ci riesco inizio a parlare con alcune ragazza che vogliono solo divertimento e così arriviamo o al bacio o a qualcosa oltre. Non voglio farle soffrire, ma in fondo è quello che vogliono loro quindi io le accontento. 

Nessuno sa cosa provo. Nessuno può leggermi il cuore perchè Taylor me lo ha spezzato. Il mio cuore è già andato a puttane (scusate la volgarità).  Non potrò mai avere un occasione con lei! Mi tocca dimenticarla e in questi mesi ci sono riuscito dell' 6% quindi nel giro di 8 anni dovrei riuscirci. 

Io ne ho 19. Lei 17... cosa volete che siano 8 anni per dimenticarla? Ahahaah nulla. 

In questa storia ne accadranno di tutti i colori. Gelosia, tradimenti, passioni, triangoli amorosi, dolore, sofferenza, amore e gioia. Voglio dirvi che non è la classica storia dove il finale è scontato, bensì ogni capitolo vi farà venire dei dubbi. Questo è solo il prologo... se continuerete a leggere vi trovereti immersi in una nuova storia. Diversa dalle altre.

SPAZIO AUTRICE

Volevo avvisare che ho scritto solo il prologo perchè voglio essere sicura che qualcuno legga la storia. Se nessuno lo farà è inutile continuare no? Beh spero che vi abbia intrigato e spero anche che recensirete per farmi sapere se vale la pena continuare. Non ignorate la recensione, per noi autori è molto importante. Vi ringranzio in anticipo. Non deludedemi e io non vi deluderò. Bacii <3

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Capitolo 2
*** Mi innamoro oppure no? ***


1- Mi innamoro oppure no?

1° Capitolo

Mi innamoro oppure no?

- Ciao piccola - andai verso Taylor e le baciai la guancia.

- Non farlo più - mi rispose secca. E stavolta che avevo fatto?

- Fare cosa? -

- Non chiamarmi più piccola, sai che odio questi nomignoli tra migliori amici... - bene... come potevo avere una possibilità con lei se non voleva nemmeno che la chiamassi piccola?

- Dai... che sei drammatica -

Mi guarda con degli occhi da omicida.

- Tu... JUSTIN DREW BIEBER.. quante volte ti devo dire che odio le smancerie? E quante volte devo dirti che le odio tra migliori amici? - ero riuscita a farla arrabbiare...

- Scusa... - Feci una faccia da cucciolo, ma non sembrò funzionare.

- Dai, ti ho chiesto scusa. E' venuto spontaneo... -

- Non lo fare mai più o la prossima volta ti sputo in un occhio! - scoppiai a ridere rumorosamente.

- Ah ah ah, ma che paura tremenda che mi fai Tay - Feci ridere anche lei e così soddisfatti continuai la conversazione. Eravamo seduti al parco. Quella mattina lei non aveva scuola e io nemmeno.

- Anche oggi missione di spionaggio? - dice indicando una coppietta alla mia destra. Quella ragazza mi era famigliare... JAZMINE! Che ci faceva con quello? Non lo avevo mai visto prima... Afferrai Taylor per un braccio e la trascinai via dal parco.

- Si... non dobbiamo perderli di vista... -

- Sei troppo geloso Juss... Lascia che viva la sua vita! E' giovane e ha tutto il diritto di conoscere nuovi ragazzi! - Mi fermai di botto e mi girai verso di lei. Che aveva detto? Era normale? Ne aveva il diritto? La guardai confuso e non la feci continuare a parlare che feci per girarmi.

- Atten... - Non arrivai a capire chi avesse parlato che mi scontrai di botto con qualcuno. Riuscii a mantenermi in piedi, ma la ragazza era caduta a terra. 

- Scusa non ti avevo vista - Le porsi la mano e lei sembrò entrare in trans per qualche minuto prima di afferrarla.

- Piacere, mi chiamo Sophie -

- Piacere mio, Justin -

- Il piacere è anche mio, sono un'amica di Juss, Taylor - Si scambiarono la mano e poi tornò seria.

- Stai bene? -

- Mi fa male la testa - Ammise. E ora che facevo? 

- Emh... vieni siediti... - la feci sedere... troppo scontato? 

- Grazie... La prossima volta attento a quando ti giri... sembravi così di fretta! Sei uno stolker? - disse con una risatina di sottofondo. IO UNO STOLKER? Stolker... stolker... inseguimenti... Merda! Mia sorella... dov'era? 

- Ahah no non sono uno stolker. Cercavo mia sorella -

- Fratello protettivo? - non feci in tempo a rispondere che Taylor, che era seduta alla mia destra, mi anticipò.

- Troppo... -

- Grazie - dissi lanciandogli una strana occhiata. Volevo fare una buona figura e non una figura da deficiente iperprotettivo...

- Tranquillo, ti capisco. Ho un fratello maggiore e fa lo stesso con me. Possibilmente adesso mi sta spiando dietro qualche albero... Ah eccolo lì! - mi giro e guardo dove aveva indicato col dito. C'era un ragazzo nascosto dietro a un albero... ahah patetico...

- Chaz! TORNA SUBITO A CASA O CHIAMO LA MAMMA! - Urla Sopihe. Non riesco a trattenere una risata. Quella ragazza era davvero simpatica. Sembrava dolce, ma divertente, era socievole e soprattutto non era la mia migiore amica. Dovevo innamorarmi di lei oppure no? Ammetto che mi piaceva ancora molto Taylor, ma forse quello era il momento migliore per dimenicarla...

- Ti senti meglio? - dissi. Cercai di non pensare molto o il cervello sarebbe andato in tilt.

- Si, grazie. E' meglio se vado o mio fratello vi farà il quarto grado ahah è stato davvero un piacere Justin. Tieni questo è il mio numero, chiamami quando vuoi - afferrai il bigliettino e la salutai con due baci sulle guancia. Taylor fece lo stesso e poi mi guardò stupita.

- E ora che c'è? -

- A breve gli cadi ai piedi! Ti piace? -

- L'ho appena conosciuta Tay! - ecco che iniziava il quarto grado!

- Che ne pensi dei suoi occhi verdi? - FANTASTICI. LI AMAVO!

- Emh... sono molto belli... - 

- Le sue labbra carose? - LE AVREI BACIATE! 

- Andiamooo! Prossima domanda? - 

- I suoi lunghi capelli rossi? - MI ASSOMIGLIAVANO A UNA TEMPESTA DI SABBIA... SEMBRAVA CHE OGNI GRANELLO DI SABBIA AMASSE PERCORRERLE OGNI CIOCCA ROSSA. ROSSI COME IL TRAMONTO... Perchè ero così sdolcinato?

- Le stanno bene... -

- Avanti Juss... Lo noterebbe chiunque che ti piace! Ti conosco bene e so tutto di te... - Quasi.... Non sai che sono innamorato di te da 6 mesi. Da quella fottuta volta che mi hai baciato durante il gioco della bottiglia. Da quel dannato secondo mi hai catturato il cuore e ne hai fatto un prigioniero. Poi, quano non ti serviva più, lo hai spremuto per bene e lo hai buttato nel primo cassonetto che hai trovato. E io come un idiota ho lasciato che tutto accadesse, senza nemmeno evitarlo.

- Si, ok mi piace. La trovo carina, ma non facciamone un dramma... Mia sorella! Abbiamo perso di vista mia sorella! - cercai di deviare il discorso.

- Hai visto il fratello di quella ragazza? Sembri un deficente come lui ogni volta che la segui in giro... -

- Per oggi lascerò perdere. Devo andare a casa. La troverò lì. Bhe Tay io devo andare, facciamo un pò di strada insieme? -

- Ovvio! -

Camminammo un pò mantenendo un silenzio straziante. Non facevo altro che pensare a quella ragazza che con tutto il suo profumo mi aveva conquistato il cuore. Lo potevo riciclare.... I suoi capelli mi davano un senso di tranquillità. I suoi occhi verdi come la speranza, mi riempivano il cuore di gioia. Quelle labbra aspettavano solo di essere baciate e ogni singola parte del suo corpo doveva essere mia...

- La chiamerai? - interruppe i miei pensieri.

- A chi? -

- A lei! Stupido ahah... -

- Credo di si... Tu e Josh? Tutto apposto? - odiavo chiederglielo, ma non volevo parlare di Sophie.

- Si... ieri ci siamo baciati - disse euforica. SBUM! iL CUORE MI SI E' SCHIANTATO!

- Ti è piaciuto? - perchè continuavo a farle domande? 

- Tantissimo... Mi ha anche chiesto di essere la sua ragazza. Ovviamente ho accettatoooo! Gli sono saltata addosso! ahah - Feci una risata isterica e quando mi accorsi che ci aveva fatto caso, fortunatamente eravamo arrivati a casa. Feci per salutarla, ma una macchina si fermò alla nostra destra. 

- Amoree! - si buttò su Josh e lo baciò... che schifo! Quel ragazzo era troppo antipatico... ero geloso? FORSE...

- Mioo! - menomale che non era sdolcinata...

Si baciarono un bel pò di volte e io restai lì come uno stupido a guardare quella scena e a lasciare che il mio cuore se ne andasse a puttane...

- Ci vediamo dopo Taylor! Ciao Josh - Li saluai senza degnarli di uno sguardo ed entrai dentro. Presi il telefono e mi diressi in camera. Composi un numero e aspettai una risposta.

- Pronto? -

- Ehi Sophie. Sono Justin, che fai questo pomeriggio? -

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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI.

UN RINGRAZIAMENTO VA ALLA PRIMA PERSONA CHE HA RECENSITO QUESTA STORIA. GRAZIE A LEI HO CONTINUATO A SCRIVERE! GRAZIE
- MIMI_98_SWAG.... GRAZIE MILLEEE! <3

VOLEVO AVVISARE CHE OVVIAMENTE ASPETTO QUALCHE VOSTRO COMMENTO, IN MODO DA SAPERE SE ANDARE AVANTI OPPURE NO. SE TUTTO VA BENE DOMANI POTREI METTERE L'ALTRO CAPITOLO. ASPETTO VOI.

SE QUALCUNO SA COME SI METTONO LE FOTO PER FAVORE DITEMELO, ANCHE IN UN MESSAGGIO PRIVATO, PERCHE' CI TENGO MOLTO.

ADESSO VI LASCIO. BUON PROSEGUIMENTOOO. BACIII <3

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Capitolo 3
*** Non sono geloso... ***


2- Non sono geloso..

2° Capitolo

Non sono geloso...

- Ehi Justin, mi fa piacere che tu abbia chiamato! Comunque non ho niente da fare... a cosa pensavi? - mi rispose Sophie.

- Pensavo che magari potessimo andare insieme al parco... una passeggiata, una cioccolata calda, qualsiasi cosa tu voglia... - ero abbasta dolce? Credo di si...

- Va bene per la passeggiata, in caso dopo ci andiamo a prendere qualcosa da bere. A che ora? -

- Alle 6 va bene? -

- Benissimo... Allora ci vediamo dopo... ciaoo -

- Ciaoo -

Chiusi la chiamata e mi lanciai sul letto. Dovevo riuscire a dimenticare Taylor, mi faceva così male vederla con quel Josh e solo il pensiero che lui poteva baciarla e io no mi faceva diventare una furia... Ero geloso? Forse un pò troppo... I mie pensieri furono interrotti da una chiamata..

- Pronto? -

- Ehi Juss, perchè prima sei andato via? - quella voce... l'avrei riconosciuta ovunque...

- Taylor... beh avevo una cosa importante da fare e così ho preferito lasciarvi soli... - ma che cavolo mi stavo inventando?

- Cosa avevi da fare? -

- Ho chiamato Sophie, le ho chiesto di uscire.. -

- FINALMENTE TI SEI DECISOOO! - urlò e mi stonò l'orecchio...

- Non urlare. Si mi sono deciso. Alla fine è meglio così? -

- Cosa intendi? - cosa intendo? Ma che cazzo ho detto? E' meglio così? Deficiente...

- Allora? Cosa intendi con " è meglio così? " -

- Beh... che... ecco, che... insomma che è meglio provarci no? Magari ho una possibilità... - salvato per un pelo...

- Ovvio... cadeva ai tuoi piedi. Senti una cosa che ne dici se stasera facciamo un'uscita a quattro? -

- A quattro? -

- Si... io, tu, Josh e Sophie -

- Non so l'ho appena conosciuta e già dovremmo fare un'uscita come coppia? -

- Lo prendo come un si. Fatevi trovare pronti alle 21.00 , vi porterò in un bel pub... -

- Okay... a stasera -

Fantastico ero riuscito a farle venire in mente un appuntamento a quattro. 

Dopo pranzo giocai un pò alla playstation e poi verso le 5 mi andai a preparare. 

Sophie era puntualissima.

- Ciao Justin!- 

- Ehi - le baciai una guancia e la vidi arrossire. Perfetto, le piacevo.

- Passeggiata? -

- Si, certo. Sai oggi pomeriggio non ci sarà mio fratello a spiarci ahah -

- Ahah bene - 

- Allora? Cosa mi racconti di te? -

- Niente di particolare. Sono come mi vedi ahah tu piuttosto? -

- Io sono l'esatto opposto di come mi vedi ahah sembro timida, ma non lo sono per niente, sembro casa e chiesa, ma amo andare nei pub... ascolto musica, non amo molto la scuola e ho 17 anni - 

- Dove vai a scuola? -

- Alla High School... tu? -

- Ultimo anno nella tua stessa scuola - sorrisi.

- Fantastico! Non ti avevo ma visto sai? -

- Nemmeno io - ammisi. Era vero non l'avevo mai vista in giro.

- Sei fidanzato? - domandò con un sorriso malizioso.

- Nah... tu? -

- No... diciamo che aspetto il ragazzo giusto, quello dolce, apprensivo, romantico, fedele, coraggioso e soprattutto che mi ami davvero -

- Beh credo che ci sia qualcuno che potrei presentarti -

- A si? E chi sarebbe? Non lo vedo in giro... - fece una finta faccia alla ricerca di qualcosa.

- Ah ah spiritosa! Guardati bene intorno! - si girò dietro di se e non appena fece per girarsi verso di me, le bloccai vita e avvicinai le nostre labbra. Forse era troppo presto, ma avevo troppa voglia di baciarle. Mi avvicianai sempre di più sperando che non mi fermasse. Quando le nostre labbra si toccarono, fui sicuro che non si sarebbe staccata e così la baciai. Un bacio vero, pieno di passione, uno di quei baci che se non li controlli finisci a fare l'amore. 

- E'... stato... il... miglior... bacio... di... sempre - ammise mentre cercava di riprendere fiato.

- Anche per me. So che può sembrarti presto ma vorrei chiederti di uscire con me e i miei amici questa sera... ti va? -

Mi afferrò la mano, iniziò a camminare lasciandomi sulle spine e poi rispose - Non potrei mai rifiutare - si fermò e mi baciò di nuovo. Ci sapeva fare... Verso le 19:00 andammo a prendere una cioccolata e parlavamo del più e del meno, poi l'accompagnai a casa e io tornai alla mia per prepararmi. 

Alle 21:00 la passammo a prendere ed era davvero bellissima. Vestitino nero che arrivava a metà coscia, decoltè nero, ma particolare. Era ricco di strassini e luccicava ovunque. I suoi capelli rossi erano a boccoli e il suo trucco era leggero, ma perfetto. La feci entrare in macchina e non potei non baciarla. Vidi che Taylor era sorpresa. Verooo! Non sapeva ancora nulla....

Arrivammo in un pub che era abbastanza grande. C'era molta gente ubriaca e altra che ballava. 

- Fermo! Devi raccontarmi un pò di cose... - 

- Taylor stiamo insieme! Almeno credo... insomma ci siamo baciati... - i miei occhi brillarono al ricordo di quel bellissimo bacio.

- Ma che dolciii! Godetevi la serata... Ah, al piano di sopra ci sono delle stanze in caso dovessero servirvi - mi fece l'occhiolino e  io non potei trattenere una risata. Andai verso Sophie e iniziammo a ballare, era davvero sexy quando si muoveva e mi sfiorava in alcuni punti. Girando lo sguardo trovai Taylor e Josh che ballavano e soprattutto si baciavano. Non ce la facevo a vederli, anche se davanti a me c'era un ragazza bellissima, non riuscivo a non pensare a lei. Trascinai Sophie al bancone e ordinai qualcosa da bere. Un bicchiere di vodka per me e uno alla fragola per lei. 

- Vacci piano! - dissi mentre sorseggiavo il mio cocktail.

- Ehi rossa! - un deficiente le si avvicinò e le toccò il culo. Mi alzai di scatto e gli tirai un pugno sul viso, poi qualcuno lo tirò a me! Ma da dove era venuto?... Sophie si mise nel mezzo e fece per trascinarmi, ma io mi fermai di botto e urlai - Sei uno stronzo o cosa? Lei è la mia ragazza! Sfiorala di nuovo e ti spacco un'altra cosa! -

- Sei geloso della tua ragazza? Potremmo usarla entrambi -

- Che cazzo dici? - mi avvinghiai a lui e inizia a prenderlo a pugni. Josh mi afferrò dalle spalle e mi portò via. Perchè non si faceva gli affari suoi? Mi portarono in una stanza libera e mi fecero sedere sul letto per calmarmi. Sophie era accanto a me e mi prendeva la mano, mentre Taylor mi puliva un pò di sangue dal viso. 

- Ahi! Fa piano - dissi mentre passava il fazzoletto sul naso. Poi uscì dalla stanza e Josh dietro di lei...

- Mi dispiace... forse era meglio se non venivo - disse Sophie.

- No, cosa c'entra... Era quello stronzo che non ti si doveva avvicinare! - sbottai furioso.

- Sei geloso? - mi fece gli occhi dolci e io scoppiai a ridere.

- Non solo geloso, ma tu sei solo mia... - le lasciai un bacio per poi alzarmi dal letto, ma mi fermò per il braccio e mi fece sedere accanto a lei. 

- Sai... tu conosci persone da presentarmi, ma io conosco rimedi per farti passare il dolore al naso - disse con aria sexy. Mi voleva morto?

- Tipo? - la sfidai e lei non rispose ma si buttò su di me facendomi sdraiare sul letto. Iniziò a baciarmi il collo, poi le labbra, poi la guancia e ogni bacio per me era un momento di goduria. Ci sapeva davvero fare anche con i baci... quella sera non mi sarei fermato solo lì...

- Sicura di non volerti fermare? - dissi mentre le sbottonavo il vestitino. Lei si mise a cavalcioni su di me e fece di no con la testa. Io sorrisi compiaciuto.

- Ti avevo detto che non ero timida e che non ero casa e chiesa - detto questo mi sfilò la maglietta e io le tolsi completamente il vestitino. 

All'improvviso Taylor entrò nella stanza e si fermò di botto! Cazzo dovevo chiuderla a chiave. Si scusò mille volte e poi uscì. Perchè rovinava sempre tutto? Perchè si faceva vedere proprio quando non stavo pensando a lei?

Sophie si alzò imbarazzata e poi andò a chiudere la porta a chiave. Pensai che non volesse continuare, ma subito dopo cominciò da dove avevamo lasciato. 

Adesso una cosa era cambiata. Ogni volta che la baciavo pensavo di baciare Taylor. Quando mi tolse i pantaloni e i boxer pensavo fosse Taylor. Quando facemmo l'amore pensavo di averlo fatto con Taylor. Sapevo che era Sophie, ma la mia migliore amica era entrata nel mio cuore e adesso, a poco a poco, dovevo farla uscire e ci sarei riuscito solo grazie a Sophie.

- Anche questo è stato fantastico! - amisse riprendendo il respiro. Anche il mio era ancora affannato.

- Già... ma credo sia meglio continuare a casa mia, e restare lì per tutta la notte - dissi facendole l'occhiolino. Mi sarei aspettato uno NO come risposta e invece annuii lasciandomi di soppiatto... ci rivestimmo e scendemmo sotto. 

- Ehi noi andiamo! - dissi a Taylor, lei mi guardò e mi biascicò un " SCUSA " io le fece un occhiolino e me ne andai via. Se vi chiedete se amo fare gli occhiolini la risposta è SI! Ti rendono più sexy..

Arrivati a casa mia, fortunatamente vuota, iniziai a baciarla per poi arrivare in camera mia. CHIUSI LA PORTA A CHIAVE, in modo da evitare eventuali complicazioni e poi ripresi a baciarla.

- Non sei stanca? - chiesi confuso. Solitamente una persona dopo averlo fatto era stanca, ma lei sembrava piena di energie.

- No tu? - rispose continuando a baciarmi. Feci di no con la testa e poi l'adagiai sul mio letto matrimoniale. Le ritolsi il vestitino, lasciandola in intimo. Lei fece lo stesso con me. La portai sotto di me e iniziai a baciarla dal collo fino alla pancia. Le tolsi il reggiseno e poi le mutandine. Tolsi i miei boxer e per evitare di farle del male, dopo aver inserito il preservativo, la baciai e allo stesso tempo entrai in lei. Soffocò un urlo nel bacio, un urlo che subito dopo diventò piacere per entrambi. La mia stanchezza si notava, ma feci finta di nulla. Arrivati all'apice del piacere diedi una spinta finale... Mi accasciai alla sua destra e poi ci addormentammo senza dire una parole. Quella seconda volta non avevo visto Taylor, ma solo ed esclusivamente SOPHIE, con la sua bellezza.

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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI.

AMMETTO CHE QUESTA ERA LA PRIMA VOLTA CHE RACCONTAVO UNA COSA DEL GENERE... AHAH BHE SPERO SIA RISULTATA POCO VOLGARE AHAH COMUNQUE VOLEVO RINGRAZIARE TUTTi COLORO CHE HANNO MESSO QUESTO RACCONTO TRA I PREFERITI, SEGUITI O RICORDATI... POI UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE VA ANCHE A COLORO CHE HANNO RECENSITO E HANNO FATTO ILLUMINARE IL MIO SORRISO PER 3 VOLTE...

GRAZIE A:

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- CARMEN_BELIEBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

GRAZIE DI CUORE E SPERO CHE CONTINUATE A LEGGERE E RECENSIRE. GRAZIE ANCHE A COLORO CHE LEGGONO, PUR SE NON LASCIANO RECENSIONI <3

A PRESTO CON IL PROSSIMO CAPITOLO. FATEMI SAPERE SE VI PIACE E SE DEVO CONTINUARE. GRAZIEE <3

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Capitolo 4
*** Un aspettato incidente... ***


3- Un aspettato incidente...

3° Capitolo

Un aspettato incidente...

- Juss! Ei Juss svegliati dobbiamo andare a scuola... - mi svegliai di controvoglia e mi alzai. Notai che Sophie era nervosa.

- Perchè sei nervosa? -

- Perchè non so cosa mettermi? Indosso il vestitino di ieri? - disse con un'aria ovvia.

- Aspetta qui. Una volta Taylor ha lasciato dei vestiti, dovrebbero starti bene. - Andai nella camera degli ospiti e trovai un paio di Jeans e una maglietta.

- Dovrai mettere i tacchi -

- Fa niente... A scuola ho delle scarpe da ricambio -

Andai in bagno e mi preparai in circa 10 minuti. Poi aspettai a lei e andammo a scuola. Eravamo in ritardo di 15 minuti... CAZZO!

- Prof posso entrare? - dissi alla professoressa di filosofia, sicuramente non avrebbe accettato...

- Non tollero 15 minuti di ritardo. Entrerai alla prossima ora. E adesso esci e non interrompere la lezione - roteai gli occhi al cielo e poi decisi di andare in palestra. C'era la classe di Sophie, così ne approfittai per stare lì a guardarla.

- Prof non voglio fare la ruota. Non c'è la faccio e soffro di vertigini... - disse la mia ragazza.

- Non m'importa. Falla o ti metto 21! - ma chi si credeva di essere per obbligarla?

- Prof io mi rifiuto... -

- Ho detto di farla! - alzò il tono e così decisi di intervenire.

- Prof non la vuole fare. Non può costringere le persone -

- Bieber tu stanne fuori se non vuoi che ti spospenda! -

- Non me ne sto fuori! Non è una cosa giusta! -

Il professore mi ignorò e obbligò Sophie a fare la ruota. La vidi barcollare incerta, per poi finire con il culo a terra e tenersi la cavaglia urlando. Si era fatta male.

- Le avevo detto di non obbligarla. Ma lei che cazzo di professore è? - dissi aiutando Sophie ad alzarsi. Alcune sue amiche l'aiutarono mentre io parlavo con il professore.

- Bieber non rivolgermi questo tono -

- Lei non può obbligare uno studente a fare qualcosa contro la sua volontà! -

- Un'altra parola e ti spedisco dal preside! -

- Non m'interessa un cazzo! -

- DAL PRESIDE! SUBITO! - mi strattonò per il braccio.

- Dovrebbero farle perdere il lavoro. Non ha nessun diritto di toccarmi. E poi non ne avrebbe nemmeno il coraggio - mi arrivò un pugno in faccia. LO AVEVA DAVVERO FATTO?

- Ma che cazzo fa? E' impazzito? - Alcuni ragazzi mi aiutarono ad alzarmi perchè il pugno del professore mi aveva fatto perfere l'equilibrio e avevo sbattuto la testa contro il muro. Faceva un male cane...

- ADESSO DAL PRESIDE SIGNOR BIEBER! -

- CON PIACERE! - ricambiai il pugno che mi aveva dato e me ne andai dal preside. Sicuro che mi avrebbe dato ragione. Parlammo per circa 30 minuti e poi la colpa indovinate a chi venne data? A ME... Non dovevo alzare le mani a un professore, perchè lui che cazzo aveva fatto?

- E' stato lui il primo ad iniziare! -

- Bieber non m'importa. Sei sospeso per una settimana! -

- Cosa? Ma sono a rischio bocciatura così... -

- Dovevi sapere coma andava a finire. Adesso torna pure a casa.... -
Mi alzai sbattendo violentemente la porta alle mie spalle. Lanciai un'occhiata al professore di Educazione fisica e poi me ne andai in cortile. Subito dopo suonò la pausa pranzo e così aspettai Taylor.

- Che cazzo hai fatto al viso? - non avevo nemmeno notato che avevo il labbro spaccato.

- Il professor Edmond... -

- Ti ha alzato le mani? - chiese stupita.

- Si...  e indovina chi ha la colpa? -

- Tu? -

- Esatto! Sospeso per una settimana! -

- Cosa? Una settimana? Rischi la bocciaturaa! -

- Lo so... -

- Perchè ti ha alzato le mani? -

- Perchè ho difeso Sophie. La voleva obbligre a fare la ruota, ma lei non poteva perchè soffre di vertigini. Lui l'ha obbligata e lei si è fatta male. Così sono intervenuto e l'ho provocato. Lui mi ha dimostrato di avere più potere di me ed ora sono stato sospeso - dissi tutto d'un fiato.

- Sophie? Quella ragazza ti dà solo problemi... -

- Che c'entra lei? Sarebbe successo con chiunque -

- Non sarebbe successo con chiunque. L'hai difesa solo perchè te la sei portata a letto -

- Cosa vorresti dire? -

- Vorrei dire che t'importa solo perchè te la porti a letto! Tu ami usare le persone e lo sai perchè? Perchè non sei mai stato innamorato e non sai nemmeno che significa soffrire per amore o amare una persona. Non sai nulla del vero amore... ti piace fare soffrire solo la gente! -

- Cosa? Io non saprei nulla dell'amore? - alzai il tono della voce e continuai dicendo - TU NON SAI UN CAZZO DELL'AMORE! Pensi di amare Josh e bla bla bla, ma non sai quanto cazzo io amo te. Sei solo concentrata sul tuo odio per l'amore tra migliori amici che non ti sei nemmeno accorta di quanto cazzo ti amo! Sono geloso di te, se vado a letto con una persona penso a te. Ho sofferto 6 fottuti mesi dietro a te e tu adesso mi dici che non sono mai stato innamorato? Ti sbagli sono stato innamorato di te! Non ho sofferto per amore? Ho solo sofferto per amore. Non so che significa amare? E allora che cazzo sono le farfalle nello stomaco che sento ogni volta che sto con te? Quando ti accarezzo il viso e mi mandi in tilt il cervello eh? Sarei io l'egoista? - ero così furioso da non essermi subito accorto di averle detto tutto quello che pensavo. Il suo sguardo era sconvolto, il mio era distrutto. Senti gli occhi pieni di lacrime e così andai verso l'uscita. Sentivo i suoi passi seguirmi.

- Sai che non ci potrà mai essere nulla tra di noi vero? -
Ero davanti al cancello e così mi fermai di botto. Venne verso di me con aria di sfida.
- Ti piace? - gli dissi.
- Cosa? -
- Vedermi stare male! Vedermi soffrire! Sapevo già che non potrebbe esserci mai nulla tra noi, ma sentirlo dire da te mi ha distrutto quel piccolo pezzo di cuore che Sophie aveva ricostruito. GRAZIE TAYLOR. GRAZIE PER RENDERE OGNI ATTIMO DELLA MIA VITA UN INFERMO. GRAZIE PERCHE' MI DISTRUGGI OGNI SINGOLO MOMENTO DI FELICITA'. OGGI ERO FELICE. OGGI LO ERO, MA TU COME SEMPRE HAI ROVINATO TUTTO! - Mi girai e avanzai velocemente per attraversare. Non mi resi conto che una macchina mi stava venendo addosso. Sentii solo: SBUM! E stavolta non era il mio cuore che andava a sbattere contro un palo, ma era davvero la mia fine...



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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI


ECCOMI QUI CON UN NUOVO CAPITOLO <3 MI DISPIACE LASCIARVI CON QUESTO DUBBIO, MA DOVEVA ANDARE COSI'....
VORREI NUOVAMENTE RINGRAZIARE DELLE PERSONE PER AVER RECENSITO E ALTRE PER AVER CONTINUATO A RECENSIRE, TRA CUI

- CARMEN_BELIBER <3 GRAZIE DI CUORE <3

- MIMI_98_SWAG <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3

POI VORREI RINGRAZIARE ANCHE COLORO CHE LEGGONO LA STORIA, CHE LA METTONO TRA I PREFERITI, SEGUITI E RICORDATI.

CONTNUATE A RECENSIRE E FATEMI SAPERE SE VI PIACE. A PRESTOOO. BACIII <3

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Capitolo 5
*** Sto male a causa tua ***


4- Sto male a causa tua

4° Capitolo

Sto male a causa tua

Mi svegliai in una stanza bianca. Ero pieno di dolori e non riuscivo a muovermi. Accanto a me vidi una figura. Cercai di mettere a fuoco per vedere meglio. Era Taylor e stava dormendo rannicchiata sulla poltroncina. Cercai di avvicinarmi a lei per muoverla, ma qualcosa fece troppo male.

-Ahiii... -
si svegliò di soprassalto e venne verso di me.

- Juss, ehi Juss che hai? -

- Mi fa male... la schiena... -

- Vado a chiamare un dottore - disse per poi uscire dalla stanza. Non mi ero nemmeno accorto di avere il braccio destro fasciato. Le gambe facevano male e non riuscivo a muoverle. Perchè?

- Che succede? - disse uno dei medici.

- Mi f-fa male la s-schiena... - dissi ancora dolorante.

- NO, NO, NO - Contnuava a scuotere la testa... ma che cosa stava succedendo? Perchè era più preoccupato di me?

- Mettiti di fianco -

- Non ci riesco. Fa troppo male - Mi aiutò a mettermi di fianco e poi mi infilò un ago. Porco cane che male che faceva..

- Ahhh... fa malee... - avevo le lacrime agli occhi a causa del troppo dolore. Sentii che Taylor stava singhiozzando.

- Fate subito uscire la ragazza! - disse un infermiere.

- Ahi... f-fa  a-ncora  m-m-male... - dissi singhiozzando.

- Lo so... lo so.. cerca di resistere un altro pò - sentii che il liquido all'interno dell'ago stava fuoriuscendo per entrare nella mia pelle..

- Bruciaa... bruciaa ...- dissi cacciando via altre lacrime. Bruciava troppo quel maledetto liquido...

- So anche questo... fra 10 minuti non brucierà più - uscì l'ago e io non ci stavo capendo niente.

- Perchè mi fa male la schiena e non posso muovermi? - dissi ancora dolorante

- Sto cercando di capirlo - ammise confuso.

- Che vuol dire che sta cercando di capirlo? Non lo sa nemmeno lei? -

- E' complicato... Fa ancora male la schiena? -

- Troppo... quel liquido bruciava e ancora brucia... -

- Serve per calmare il dolore -

- Me lo ha fatto aumentaree -

- Ahah è solo l'impressione principale. Vedrai che tra un pò passa... -

- Lo sta dicendo da cinque minuti, ma ancora non è passato -

- Ce la fai a metterti in posizione retta? -

- No... - Risposi sconfitto. Mi aiutò lui. Perchè non riuscivo a muovermi?

- Cosa è successo? -

- Sei stato investito. Una macchina ti è venuta addosso e sei vivo per miracolo. -

- I-io p-potrò c-camminare v-vero? -

- Non lo so... sto proprio controllando questo -

- Quindi potrei non camminare? -

- Non arriviamo a conclusioni affrettate va bene? -

- Okay... Ahiiiiiiiiiiiiiii - lanciai un urlo straziante perchè proprio in quel momento una dolorosa fitta alla schiena ebbe la meglio su di me.

- Cosa ti fa male? -

- L-la  s-sc-hie-na -

- Cavolo non ci voleva... Se tocco qui fa male? -

- Lì dove? - non capivo dove mi stesse toccando.

- Sto premendo forte... non lo senti? -

- N-no... -

- Okay aspetta che ti giro come prima... qui senti qualcosa? -

- Non capisco dove... -

- O mio dio... CHIAMATE SUBITO IL DOTTOR FRANK! E' UN'EMERGENZA CHIAMATELO SUBITOO! -

- Che succede? - domando preoccupato.

- Cerca di restare sveglio okay? -

- Perchè dovrei dormire? Ahiii... fa male, fa male perchè sta premendo lì? Fa malee... -

- Lo so, lo so che fa male, ma cerca di non svenire o comprometterai il tutto.... -

- Non ce la faccio, fa troppo malee.... -stavo perdendo i sensi. Non riuscivo a vedere bene le figure. Erano tutte sfocate

- Guardami Justin! Guardami! -

- I-io... - Non riuscivo a parlare.

- Puoi farcela. Sto finendo... sto finendo... -

- N-o.... -

- Qual'è il tuo sogno Justin? -

- F-are  i-il  c-ca-lc-ia-tore... - dissi con un filo di voce.

- Merda... -

- Ahiii Basta per favore.. -

- Ho finito... ho finito... -

- No-n ce la fac-cio più... -

- Fatto... -

- Ma che m-mi sta fac-cendo? - sentivo ancora troppo dolore.

- Poi ti spiego, fa ancora male? -

- Trop-po -

- Dottor Evan che succede? - disse uno dei medici. Sicuramente era il dottor Frank

- Il ragazzo rischi...... - non riuscivo più a sentire nulla. Non sentivo niente. Sentivo scuotermi leggermente per la spalla, che faceva male, ma non sentivo.

- Ti prego resisti ragazzo! - ora ci risentivo.

- Ti pr..... - ora non sentivo. Ma era un gioco?

- Mi senti? Ehi mi senti? -

- A v-volte... - risposi confuso.

- Questa è l'ultima volta che sentirai dolore okay? - disse per poi premere in un indefinito punto.

- Ahiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii - perchè mi faceva così male? Perchè?

- Abbiamo finito. Stavolta abbiamo finito... -
Non respiravo bene. Avevo il fiato affannoso...

- STA AVENDO UNA CRISI RESPIRATORIA! PRESTO PASSATEMI IL MACCHINARIO! -
Misero un tubo nel mio naso e man mano il dolore stava sparendo. Faceva ancora un male cane, ma era quasi sopportabile. Mi grarono in posizione retta per respirare meglio.

- Ragazzo... stai bene? -

- N-no... - come potevano dirmi se stavo bene? Mi avevano torturato da impazzire.

- Noi pensiamo di aver capito cos'hai... -

- Cosa ho? -

- Hai presente il tuo sogno? -

- Si - avevo le lacrime agli occhi e sospettavo qualcosa...

In quel momento entrò Taylor. Era troppo preoccupata, ma io lo ero di più per le parole che il dottore stava per pronunciare.

- Non so se potrai più realizzarlo... -

Sentii il mondo crollarmi addosso... - E' colpa tua! Sto male a causa tua! Vai viaa! - urlai a Taylor. La fecero uscire subito prima che mi venisse un altro attacco respiratorio.

- Passatemi l'ossigeno.. Resisti Justin... -



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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI.

SPERO DI NON ESSERE STATA TROPPO DURA CON IL POVERO JUSTIN... CHE PENA CHE PROVO PER LUI...

VOLEVO RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO:

- CARMEN_BELIEBER <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- MIMI_98_SWAG <3

VOLEVO RINGRAZIARE ANCHE COLORO CHE HANNO MESSO TRA I PREFERITI, SEGUITI O RICORDATI.
SPERO CHE CONTINUATE A RECENSIRE E A LEGGERE QUESTA STORIA. BUONA LETTURA.

SPERO DI RICEVERE ANCHE MOLTE RECENSIONI <3 A PRESTO. FATEMI SAPERE SE POSSO CONTINUARE <3

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Capitolo 6
*** Perchè a me? ***


5- Perchè a me?

5° Capitolo

Perchè a me?

Punto di vista del dottore:

- Passatemi l'ossigeno.. Resisti Justin... - Presi il tubicino dell'ossigeno e lo adagiai al naso di quel ragazzo. Aveva sofferto così tanto che non mi andava di dirgli la verità. Se poteva camminare? Quel dolore alla schiena mi dava solo risposte negative. Poi quando mi aveva detto che il suo sogno era fare il calciatore ho capito che il suo futuro si stava per sgretolare. Povero... tanto dolore in un giorno solo.

- Si è stabilizzato! - finalmente il suo respiro tornava normale.

- Mi può spiegare meglio la situazione? -

- Certo dottor Frank, venga con me - andammo fuori mentre lasciammo Justin riposare un pò.

- Ha avuto un incidente e fin qua credo che abbia capito. Secondo la riconstruzione dei fatti ha attraversato la strada senza neanche guardare e una macchina lo ha colpito in pieno alla schiena. In altre circostanze sarebbe potuto morire sul colpo, ma si è salvato per miracolo. Mentre ero in stanza da lui ha avvertito uno strano dolore alla schiena, io pensavo non potesse avere danni, ma il dolore non calmava neanche con i calmanti e con l'iniezione diretta e così, come può dedurre anche lei, questo sta a significare che c'è la possibilità che non cammini più. Possibilmente tramite varie terapie si riprenderà, ma la vedo brutta per quel ragazzo -

- Ha provato con la nuove dose di iniezione? -

- Si. Ne ho provate due, ma entrambe hanno dato un esito negativo -

- Dovremmo avvisare la sua famiglia -

- Non è ancora stata avvisata? -

- No. Abbiamo operato d'urgenza -

- Bene. Avviserò l'infermiera. Mi faccia sapere se ci sono novità -

- Certo -



Punto di vista di Justin

Mi svegliai a causa di un terribile mal di testa. Vedevo sfocato... Girai lo sguardo per tutta la stanza notando di essere solo. Non riuscivo ancora a credere che non avrei camminato, che non avrei corso dietro a un pallone, che era pure il mio sogno. Perchè a me? Avevo sempre cercato di fare di tutto per realizzarlo e poi nel giro di pochi istanti è andato tutto all'aria. Il mio sogno, le mie gambe, la mia vita, la mia migliore amica e i miei sentimenti per lei. Come potevo amare una ragazza che mi aveva indirettamente distrutto il sogno? 

- Justin, come ti senti? - cercai di mettere a fuoco chi fosse e all'impatto pernsai a un'infermiera, ma poi mi accorsi che era Taylor.

- Cosa vuoi? - dissi con un voce ripugnante e distrutta dal pianto.

- Volevo sapere come stavi... -

- A meraviglia! Non si vede? -

- Non abbatterti, puoi ancora farcela! -

- Dovrei farcela per cosa Taylor? Non potrò più camminare e realizzare il mio sogno e tu mi dici che potrei farcela? -

- La speranza è l'ultima a morire -

- Tu l'hai uccisa. Hai ucciso la mia speranza e tutti quei sentimeni che pensavo di provare per te. Vaffanculo Taylor... -

- Io ti ho sempre detto che odiavo l'amore tra migliori amici! - disse con aria ovvia.

- E infatti io fino a quel momento non ti avevo detto nulla! Avrei preferito un "MI DISPIACE" ma non un " lo sapevi" -

- Beh... mi dispiace se lo sapevi già... -

- Per favore non voglio arrabbiarmi... esci da questa stanza okay? -

- Non voglio lasciarti -

- Lo hai già fatto no? -

- Non l'ho mai fatto! Sono sempre stata qui accanto a te -

- Si e ti sei liberata subito con la scusa che ODI l'amore tra migliori amici e mi hai lanciato nelle braccia della morte -

- Juss... -

- Esci per favore... -

- AMORE MIO COSA TI E' SUCCESSO? - Mia madre entrò spalancando la porta e venendomi incontro come un toro che vede il rosso (anche se dicono che vedono in bianco e nero)

- Bhe ecco... - come facevo a spiegarle che non potevo più camminare?

- Signora... venga che le spiego tutto io - disse il dottore che era appena entrato. Mia madre annuii ed uscì dalla stanza. Taylor mi guardò per poi andare via. Ero di nuovo solo.

Aspettai circa 10 minuti prima di vedere mia madre entrare in lacrime.

- NO NON PUO' ESSERE! TU PUOI CAMMINARE! TU DEVI! PUOI FARCELA PICCOLO MIO! -

- Non posso farcela mamma... i dottori dicono che ci sono poche probabilità -

- E tu sei tra quelle positive -

- Perchè a me mamma? Eh? Perchè a me? Non lo auguro a nessuno... -

- Lo so piccolo mio, ma nella vita si superano tanti ostacoli e tu devi superare anche questo per poter andare avanti -
Venne verso di me e mi abbracciò. Lasciai che le lacrime si impossessassero del mio viso, tanto era una guerra persa, avrebbero comunque vinto loro.

- Non piangere tesoro mio. Sii forte e io lo sarò con te -

- Ho bisogno di te... ho sempre bisogno di te... -

- E io ci sarò sempre okay? S-e-m-p-r-e - scandii l'ultima parola per poi riabbracciarmi.

- Quando potrò tornare a casa? -

- Resterai qui per qualche giorno. Vogliono tenerti d'occhio e ti faranno fare qualche terapia... Te la senti? -

- Si... ci devo provare no? -

- Vedrai che sarai il miglior giocatore del mondo... Il più forte, il più veloce, il più bello... - La interruppi - Mamma... non illudermi okay? -

- No.. non voglio illuderti, voglio farti capire che sei aggrappato al tuo sogno e niente ti butterà giù... -

- Qualcosa ci sta riuscendo - dissi guardando le mie gambe.

- Nemmeno questo ci riuscirà -

- Certo... - lascia che il mio sguardo si perdesse nel vuoto e pensai a tutto quello che avrei fatto da quel momento in poi. Pensai a come fare senza poter camminare. Pensai a come poter correre se non riuscivo nemmeno a stare in piedi... Era un situazione troppo difficile per me, troppo difficile per chiunque...


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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI.

SO CHE IN QUESTO CAPITOLO NON SUCCEDE NULLA DI CHE, MA VOLEVO FARE ALMENO UN CAPITOLO CALMO O LO AVREI SERIAMENTE UCCISO QUEL POVERO RAGAZZO AHAH BENE VOLEVO NUOVAMENTE RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE RECENSISCONO E OGNI VOLTA SONO FELICISSIMA CHE AUMENTINO <3 RINGRANZIO ANCHE COLORO CHE MI SEGUONO E METTONO TRA PREFERITI ECC ECC... STANNO AUMENTANDO ANCHE LORO <3

GRAZIE A:

- CARMEN_BELIBER <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- MIMI_98_SWAG <3

GRAZIE ANCHE AI 145 LETTORI SILENZIOSI <3
INSOMMA GRAZIE A TUTTI PERCHE' MI FATE FELICEEE <3
SPERO DI APPASSIONARVI IN OGNI CAPITOLO E CHE LE RECENSIONI AUMENTINO. FATEMI SAPERE LE VOSTRE OPINIONI SU QUESTO CAPITOLO <3 AGGIORNERO' IL PRIMA POSSIBILE <3 BACIII

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Capitolo 7
*** Forza e coraggio ***


6- Forza e coraggio

6° Capitolo

Forza e coraggio.

Mi svegliai a causa del mal di schiena. Sospiarai profondamente e chiusi gli occhi. Dovevo andare avanti con questa nuova vita. Dovevo farmi forza e coraggio. D'ora in poi sarebbe stato il mio motto. Dovevo seguire le giuste terapie e provare a camminare. Il mio sogno era ancora lì, il mio sogno si era solo nascosto, ma non era andato via per sempre. Erano già passati 2 giorni dall'incidente e niente sembrava migliorare. I dottori avevano confermato che non potevo camminare, potevo sempre affidarmi alle terapie, ma non sarebbe stato per niente facile. Però avevo tutte le intenzioni per riprovarci, per camminare e per correre. Taylor veniva ogni santissimo giorno a farmi visita, ma io la respingevo. Ero troppo arrabbiato con lei, in qualche modo era colpa dei suoi stupidi sentimenti. Sophie mi aveva chiesto se poteva venire e ogni pomeriggio lo passavamo a ridere e scherzare. Grazie a lei il mio sorriso non era scomparso.

- Ei Justin... Questa è la tua prima terapia, te la senti di iniziare adesso? -

- Si, è solo che mi fa male la schiena in questo momento... è normale? -

- Beh per un pò farà male... ma con la terapia dovrebbe calmare -

- D'accordo allora andiamo -

- Ovviamente sentirai tutto il corpo pesante, come se fosse incastrato sotto una lastra di marmo, ma ti sentirai più leggero in seguito, okay? -

- Si -

Mi sollevò la schiena e sentii il dolore aumentare di botto. Serrai la mascella per evitare di lasciare fuggire qualche urlo. Mi fece aggrappare a lui mentre mi faceva sedere su una sedia a rotelle. Una volta ero io a guardarli dall'alto verso il basso, mentre adesso tutto si era capovolto. 

- Vieni, ti facciamo sdraiare su questo lettino - Fecero come era stato detto e qualcuno iniziò a sollevare una delle gambe, poi la stessa cosa fecere con l'altra. La cosa continuò per circa 10 minuti e sentivo che il dolore alla schiena si faceva insopportabile.

- Emh... la schiena inizia a fare troppo male... -

- Devi resistere solo per altri 5 minuti -

- Okay - forza e coraggio. Vi state chiedendo perchè ho usato questi due colori? Bene, il significato è semplice. La forza è rossa come l'amore. La forza è qualcosa di indescrivile, è quella cosa che ti fa andare avanti. E' un sentimento forte e unico e il rosso le dà più armonia. Il coraggio è blu, perchè il blu è un colore che dà tranquillità e da quel coraggio necessario per andare avanti. Il coraggio che serviva a me per continuare quella terapia. Forza e coraggio potrebbero essere di un qualsiasi colore, ma la potenza che esprimono da sola ti dà già la voglia necessaria per andare avanti. La forza aiuta nei problemi e il coraggio ti dà quello che serve per affrontare i problemi tramite la forza. Sono un collegamento perfetto. Forza e coraggio adesso non sono più colorati, perchè la paura spiazza qualsiasi cosa. La paura di non riuscire ad avere la forza necessaria e la paura di non avere il coraggio per attuare la forza. Forza e coraggio adesso sono verdi, perchè adesso c'è anche la speranza. La speranza che tutto possa cambiare, la speranza che possa tornare a camminare e la speranza in un futuro limpido e migliore. Forza e coraggio sono il mio motto per affrontare questo e tutti gli altri problemi che mi metterenno il bastone tra le ruote.

- Abbiamo finito per oggi - disse il dottore svegliandomi dai pensieri. Se pensate che quello che ho detto sulla forza e il coraggio non abbia senso, sappiate solo che per ognuno è una cosa diversa. 

- Posso tornare in stanza? - chiesi con quella speranza nascosta, con quella forza indescrivibile e quel coraggio immancabile.

- Si, ma fai attenzione a quando cerchi di alzare la schiena e a quando l'appoggi -

- D'accordo -

Tornai in camera e nel pomeriggio aspettai Sophie per passare un pò di tempo insieme. Lei iniziava a piacermi. Mi stavo innamorando di lei. Taylor, la mia Taylor, non era più mia. Adesso era solo una migliore amica. Non potevo amare qualcuno che odiava il mio amore. 

Andai a letto pensando a tutti i bei momenti passati con lei. A quando correvamo per la spiaggia e io l'afferravo per poi buttarla in acqua, lei si alzava e si vendicava buttandomi la sabbia. Ripensai a quando da bambina mi buttò il frullato addosso e io gli appiccicai il mio gelato sulla sua guancia. Si arrabbiò e mi ignorò per qualche giorno, poi andai da lei e mi scusai e sembrò tornare tutto come prima. Ricordai di quella volta che ci baciammo per provare. Eravamo entrambi inesperti e così ci baciammo per evitare di fare brutte figure. Poi ripensai a quel bacio che mi aveva stravolto la vita. Eravamo a una festa sulla spiaggia e stavamo facendo il gioco della bottiglia. La punizione fu afflitta da lei, mi disse che mi toccava un bacio passionale, poi la bottiglia andò da lei e così la dovetti baciare. Lei era normale, come se stesse baciando chiunque, invece dentro il mio stomaco c'era un grande party. Il cuore si era ubriacato con la morbidezza delle sue labbra, i miei polmoni avevano chiuso per ferie a causa del suo dolce profumo, il mio intestino si contorse a causa di tutto quello che stavo provando. I globuli rossi si uniro a una danza sfrenata con i gobuli bianchi, gli occhi avevano paura a riaprirsi per non svegliarsi da quel sogno. Le mie orecchie non ascoltavano altro che i suoi respiri profondi e sicuri. Le mie mani non ascoltavano più gli stimoli, accarezzavano la sua schiena come se fosse l'unico stimolo da rispettare. Le gambe cedevano come se si stessero sciogliendo e per finire il mio cervello, captava così tante emozioni che alcuni neuroni tentarono il suicidio per non sopportare quella lenta danza dell'amore. Poi le nostre labbra si staccarono e ogni particella del mio corpo mi urlava di riprendermi ciò che era mio, ma quando il cervello captò il segnale madre " lei odia l'amore tra fratelli " allora ecco che il cuore si ruppe a metà, che i polmoni smisero di catturare ossigeno, che gli occhi si riempirono di lacrime e che le mie mani erano immobili come il resto del mio corpo. Non capii subito di essermi innamorato di lei, ma qualcosa me lo faceva intuire. Mi alzai di scatto e andai via da quella festa. Non potevo guardarla negli occhi senza perdermi nelle sue iridi. Non potevo guardare le sue labbra senza perdere il controllo e fiondarmi a baciarle. Non potevo fare niente... ero condizionato da lei.  

Quei ricordi mi stavano uccidendo. Alcune lacrime uscirono via dai miei occhi. Li chiusi per evitare di vedere appannato. Mi abbandonai alla nostalgia di un amore mai esistito, mai ricambiato, ma profondamente unico. Perchè lei non poteva amarmi? Perchè doveva odiare proprio quel genere di amore? Niente era semplice, niente era realizzabile se nel mezzo c'era il suo odio e il mio amore. 

Mi addormentai inghiottendo le ultime lacrime salate rimaste e quella notte non feci nessun sogno. Tutto era morto, anche la mia immaginazione. Forza e coraggio, dovevo dimenticarla, dovevo riuscire a camminare, dovevo raggiungere il mio sogno e realizzarlo, dovevo amare davvero Sophie e vivere con lei altrettanti momenti felici. Qualcunque cosa avrei fatto non comprendeva amare Taylor, mi avrebbe solo fatto soffrire di più.

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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI.

CIAO A TUTTI, OGGI IL COLORE DI QUESTA PARTE DEL TESTO E' ROSSO, PERCHE' MI SONO FATTA CATTURARE DALLA FORZA E DAL CORAGGIO. PRENDETEMI PURE PER PAZZA AHAH <3  CERTO CHE TAYLOR HA PROPRIO CORAGGIO A NON AMARE JUSTIN VERO? IO UN TIPO DEL GENERE ME LO SPOSEREI U.U E VABBE' SONO GUSTI, OPINIONI E SENTIMENTI. LA FINISCO QUI CON IL MIO MONOLOGO INTERIORE AHAH VOLEVO NUOVAMENTE RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO RECENSITO E CHE MI REGALANO OGNI GIORNO UN SORRISO IN PIU'.

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- CARMEN_BELIBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

GRAZIE ANCHE A CHI HA LASCIATO MESSAGGI PERSONALI, A CHI HA MESSO TRA PREFERITI O SEGUITI E GRAZIE AL RESTO DEL LETTORI SILENZIOSI CHE HANNO RAGGIUNTO LA SOGLIA DEI 180 NON RIESCO ANCORA A CREDERCI *O* AHAH GRAZIE MILLE DI CUORE. 

SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI ABBIA TRASMESSO MILLE EMOZIONI. SPERO VI SIA PIACIUTO E CHE RECENSIRETE. ASPETTO ALCUNI VOSTRI GIUDIZI, A PRESTOO <3

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Capitolo 8
*** Il tempo passa, le ferite rimangono ***


7- Il tempo passa le ferite rimangono

7° Capitolo

Il tempo passa, le ferite rimangono

Era passata una settimana da quando avevo iniziato le terapie. Io non notavo grandi miglioramenti. Certo riuscivo a reggermi in piedi e con questo gesto avevo fatto piangere mia madre, ma ancora riuscivo a fare solo piccoli passetti. Approfittai della situazione per dire a mia mamma che mi avevano sospeso per una settimana e domani sarei dovuto andare a scuola, ma non avevo intenzione di andarci su un sedie a rotelle. Convinsi mia madre a parlare con il preside e per 1 mese sarei rimasto a casa a studiare. Una notizia che mi aveva stravolto la vita era che i medici avevano visto dei miglioramenti alla colonna vertebrale e che nel giro di 1 o 2 mesi avrei potuto riprendere a camminare. La cosa era molto strana perchè si pensava che non avessi più potuto farlo e invece avrei potuto continuare a sperare di realizzare il mio sogno. Per tutta la settimana il mio motto era sempre quello: forza e coraggio. Mi stava aiutando davvero molto. Sophie non smetteva di starmi vicino e qualcosa mi diceva che mi ero seriamente innamorato di lei. Taylor non l'amavo più.

In quella settimana erano cambiate davvero molte cose. Una speranza aveva illuminato la mia vita. Un amore era stato cancellato e una era appena nato. Insomma, 7 giorni hanno creato più eventi che in un anno intero!

- Allora Justin... pronto per provare qualche passetto lungo? -

- Si... Oggi sono di ottimo umore -

- Benissimo. Vedrai che sarà più facile -

- Lo so... -

Mi fecero alzare e iniziare a muovere le gambe. La sensazione era stranza. Come quando vedi un bambino muovere i primi passetti. Ogni tanto lo vedi barcollare, a volte fermarsi incerto, per poi continuare ad avanzare lentamente, scoprendo ogni centimetro in più.

- Crollo... crollo - stavo per cadere ma uno dei medici mi afferra. Beh il lato positito è che avevo fatto tanti passetti, quello negativo è che non avevo ancora molta resistenza.

- Andiamo molto bene Justin. Io direi che potrai farcela! -

- Grazie mille dottore. Grazie davvero molto per il supporto, non sa quanto sia bello poter contare su qualcuno e ricevere allo stesso tempo forza e fiducia. -

- Vieni Justin, siediti qui - come un imbecille arrivai fino al letto e mi sedetti. Lui si appoggiò alla sedia di fronte.

- Sai... so che non è facile quando un problema ti mette un ostacolo. So che tutto può sembrarti irrisolvibile, ma ogni problema ha la sua soluzione. Sei stato un ragazzo molto fortunato. Tantissimi ragazzi come te sono ancora su una sedia a rotelle e non cammineranno ma più. Alcuni dopo vent'anni provano con le terapie sperando di camminare, ma i muscoli non reagiscono. E' vero che ci vuole tanta forza e tante speranza, ma ci vuole anche fortuna. La tua schiena era in pessimi risultati, nessuno pensava che potessi tornare a camminare. E invece eccoti qui, a fare dei passi incerti, ma allo stesso tempo sicuri. Non abbandonare la forza che c'è in te. Qualcunque cosa ti butta giù pensa a queste parole:" Barcollo, ma non mollo! " ho vinto una finale di calcio con queste parole -

- Lei giocava a calcio? -

- Era il mio sport preferito -

- Perchè ha scelto medicina? -

- Perchè ho pensato che salvare la gente fosse più importante di correre dietro a un pallone. Ho scoperto che con un bisturi e altri attrezzi avrei salvato molte persone che pensavano di non vivere più, mentre con un pallone avrei solo centrato una porta. So che ognuno ha i prorpi sogni, ma ci sono sogni che possono aiutare il mondo -

- Sa queste parole mi hanno fatto capire una cosa... -

- Cosa? -

- Beh, il mio vero sogno era fare il cantante. Si, lo so che può sembrare una cosa stupida, ma quando ero piccolo è sempre stato il mio sogno, poi a causa di alcuni bulli l'ho abbandonato, ma dentro di me so che esiste ancora -

- E non pensi che questo problema ti abbia fatto capire che correre dietro a un pallone non è il tuo vero sogno? -

- Si lo penso davvero -

- Bene, allora riflettci su. Pensa a cosa sia meglio e a cosa no -

- Penso che proverò a inviare alcune mie canzoni a una casa discografica e se questo non dovrebbe andare bene allora tornerò al sogno di correre dietro a un pallone -

- Credo che sia abbastanza ragionevole -

- Lei aveva un sogno? -

- Oh si... ho sempre voluto fare lo scrittore -

- E perche non l'ha fatto? -

- Perchè ho fatto come te. Non sono entrato nel campo della scrittura e così ho provato in quello della medicina. Ed eccomi qui... a salvare vite ogni giorno e a vederne altre morire -

- E' dura quando un paziente muore? -

- Si... è una ferita che resta sempre. Ti perseguita a vita e non va mai via. Vedi, il tempo passa, ma le ferite rimangono -

- Lei... è... sposato? -

- Si ed ho anche una bellissima figlia.. Tu sei innamorato? Non ti ho mai sentito parlare dell'amore, ma quella ragazza, Sophie, deve averti catturato molto -

- Beh ammetto di si... il fatto è che essere rifiutati è una cosa brutta... prima o poi ti abiuti, ma nel frattempo non riesci a fartene una ragione -

- Parli di quella ragazza? Taylor? -

- Ma lei è un medico o uno psicologo? -

- Ammetto che avrei voluto fare anche lo psicologo, ma alla fine ho scelto questa professione ahah -

- Lei mi sorprende ogni secondo! -

- Ascoltami ragazzi. Nella vita non importano le cosa secondarie. L'importante è credere in qualcosa e averla. Ottenerla e non lasciarla scappare. Niente è per sempre, ma tutto può avere una lunga durata -

- Si riferisce a qualcosa di particolare? -

- Si... pensa all'amore. La morte separa due persone, ma durante quel viaggio erano sempre mano nella mano -

- Sua moglie è molto fortunata e anche sua figlia -

- Ogni madre lo è dei propri figli. La tua ti ammira con lo sguardo. Ha solo bisogno di sapere che stai bene e che non mollerai mai -

- Io BARCOLLO MA NON MOLLO! - iniziammo a ridere e poi lasciai che il dottore uscisse dalla stanza per andare a controllare alcuni pazienti. Io mi feci un giro nei corridoi, sulla mia sedia a rotelle. In una stanza c'era una bambina che aveva catturato la mia attenzione. Sembrava triste e sola. So che ero uno sconosciuto, ma farla felice era importante per me, in quel momento.

- Ciao piccola -

- Ciao... -

- Quanti anni hai? -

- 7... tu sei un angelo? - sentii una lacrima scorrere per il mio viso.

- No, non solo un angelo, ma tu sei il più bello che abbia mai visto -

- Perchè sei sulla terra? Vuoi portarmi in cielo con te? -

- Non è il momento. Sei ancora troppo piccola per andare via. Io sono qui per farti giocare e divertire -

- Perchè tu sei qui e la mia mamma no? - ecco che un'altra lacrima mi scivola sul viso. Quella bambina mi fece rattristare il cuore. Come poteva essere sola? Quegli occhietti marroni e indifesi erano così puri. Quelle treccine castane le ricadevano sulle spalle e la facevano apparire ancora più dolce.

- Perchè mamma lavora, io no -

- Perchè sei seduto? -

- Beh... io non sono ancora bravo a camminare - iniziò a ridere a crepapelle e mi ringraziai mentalmente per aver illuminato il suo sorriso.

- Sai angelo, non ho mai riso così tanto -

- Sa piccola, vorrei che tu mi imparassi a camminare, ce la fai? -

- Si, ma non posso uscire dal letto -

- Perchè? - notai un tubicino collegato al suo piccolo polso.

- Ho capito... Allora ti va se mi siedo accanto a te? -

- Si... Vieni qui vicino a me - mi fece un pò di spazio e a fatica raggiunsi il letto.

- Tu sai cantare? - mi chiese dolcemente.

- Un pò.. ti va di farlo con me? - sembrava una frase pervertita, ma non potevo pensarlo in quel momento.

- Si... io amo sentire cantare -

- Questa l'ho dedicata a mia mamma: So when you're lost and you're tired, when you're broken in two. Let my love take you higher. Cause I, I, I, I, I still turn to you - Non appena smisi di cantare la vidi piangere.

- Ehi che succede? -

- La tua voce è la cosa più bella che abbia mai sentito. Puoi cantare di nuovo per me? - Le asciugai le lacrime e contnuai a cantare.
Sapevo cosa fare. Il dottore aveva ragione: Il tempo passa, le ferite rimangono, ma se cantare poteva aiutare una bambina allora poteva aiutare tante altre persone no? Bene piccola, da quel momento in poi io sare stato la tua speranza.


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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI

SCUSATE SO CHE E' CORTO, MA STASERA HO AVUTO POCHISSIMO TEMPO. SPERO VI PIACCIA. RINGRAZIO TUTTI E IN PARTICOLAR MODO COLORE CHE HANNO RECENSITO:

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- CARMEN_BELIBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

POI RINGRAZIO ANCHE AI 220 LETTORI E TUTTI GLI ALTRI. GRAZIE DI CUORE. RECENSITE PER FARMI SAPERE COSA NE PENSATE. A PRESTOOO <3

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Capitolo 9
*** Nella vita c'è di peggio ***


8- Nella vita c'è di peggio

8° Capitolo

Nella vita c'è di peggio

- Justin dovresti tornare in camera. E' l'ora di cena - mi annunnciò un'infermiera. Ero rimasto tutto il pomeriggio a cantare e giocare con quella dolce bambina. Non sapevo nemmeno il suo nome, ma qualcosa mi diceva che era molto importante e meritava di vivere.

- NO... IL MIO ANGELO NON PUO' VOLARE VIA.. - disse la piccolina con le lacrime agli occhi.

- Piccola Denise, ognuno deve andare nella sua stanza. Justin, il tuo angelo, verrà domani -

- No... io so che lui non viene più, proprio come la mia mamma - scoppiò in un pianto fin troppo coinvolgente. Una lacrime mi rigò il viso.

- E così il tuo nome è Denise? - cambiai il discorso.

- Si -

- Ascoltami Denise... Gli angeli non ti abbandonano mai, lo sai? -

- Quindi tu non mi abbandoni? -

- No... Io sono sempre qui, sempre qui con te -

- G-grazie.. - mi abbracciò forte e poi le lasciai un bacetto sulla fronte e prima di uscire le lasciai come ricordo di buona notte uno dei miei splendidi sorriso.

- Cos'è successo a quella bambina? - chisi all'infermiera che mi portava in stanza.

- Sua madre aveva il cancro prima di metterla al mondo e così... -

- Adesso anche lei ce l'ha - completai la frase al posto suo. La vidi annuire per poi continuare dicendo - Non appena sua mamma ha scoperto di averglielo trasmesso si è uccisa. Si sentiva troppo in colpa. La bambina è stata trovata due giorni dopo, a casa, da sola... -

- E il padre? -

- Non sa nemmeno chi sia... Non ha mai avuto un padre -

- Capisco cosa si prova. - mio padre ci aveva abbandonato quando io ero ancora troppo piccolo per capire ciò che stava succedendo. L'ho sempre odiato da quel momento e non gli ho mai più parlato.

- Justin... non ti affezzionare troppo a quella bambina -

- Perchè? -

- Perchè non ci sono molte speranze per lei -
Il cuore cadde in un precipizio. Come poteva una bambina ancora piccola essere sul punto di morire? Capii che il mio problema era meno peggiore del suo. Nella vita c'è di peggio. C'è gente che muore senza nemmeno vedere le persone che ama per l'ultima volta... e io mi lamentavo se non camminavo bene? Se non potevo correre dietro un pallone? E allora quella bambina, che non aveva nemmeno più la madre e poteva morire? Mi ero comportato da egoista a pensare solo a me e al mio sogno, da non capire che ogni giorno certa gente supera di peggio.

- Anche per me non ce n'erano... ma eccomi qui, sul punto di ritornare a camminare -

- E' diverso Justin... Lei.. rischia la vita... -

- Non può restare da sola.. Io le starò vicino... -

- Io posso solo consigliarti -

- Lo so... ma lei merita qualcuno con cui parlare -

- Siamo arrivati. Domani ti sveglio presto così puoi darle il buon risveglio okay? -

- Grazie -

Andai a letto pensando ai problemi che ci sono nel mondo. Pensai ai bambini che morivano ogni giorno, ogni ora, ogni minuto... Pensai alle loro famiglie distrutte, ai loro sogni inesistenti... Era tutto così brutto.

- Buon giorno - l'infermiera di ieri mi aveva appena svegliato e così mi preparai per la solita terapia. Questa volta riuscii a fare passi più lunghi. Ero più deciso, più forte e non mi sarei fatto abbattere da niente questa volta.

- Adesso posso andare da lei? - domandai dopo la mezz'ora di terapia.

- Si -
Saltai sulla sedia a rotelle pronto a partire, poi mi fermai. Chiamai a mia mamma e gli chiesi di portarmi la chitarra. Presi un foglio e una penna e poi mi alzai dalla sedia. Dovevo camminare da solo. Arrivai nella stanza di Denise a fatica, ma l'importante è che ci arrivai.

- Mi sbaglio o qui c'è un angelo che ancora dorme? - vidi che apriva lentamente gli occhi, all'improvviso li sgrana e mi salta addosso, facendomi perdere l'equilibrio e facendomi cadere all'indietro. Fortunatamente non mi feci male. Iniziai a ridere per farle capire che era tutto apposto.

- Stai imparando a camminare angioletto? Sei venuto? Sei venuto davvero? Io pensavo che tu non saresti venuto più - all'ultima frase si rattristò e così cercai di alzare prima lei e poi me.

- Una volta avevo promesso che sarei tornato e che gli angeli lo fanno sempre e così sono qui... sono e sarò qui piccola... E vedi? Sto imparando a camminare per te, così ti porterò in giro -

- Non esco da qui da un pò... com'è fatto il sole? - davvero non lo sapeva?

- Hai presente il giallo? -

- Si -

- E una palla? -

- Si -

- Beh è sempre una palla gialla in alto nel cielo -

- Il cielo è sempre azzurro?  Con le nuvole? -

- Si. La notte invece diventa buio, perchè il sole va a dormire - stavo davvero facendo lezioni a una bambina? Si... perchè era quella bambina.

- A me fa paura il buio. Quando dormo sogno delle cose rosse... si chiamano... fiatte.. -

- Fiatte? O fiamme? -

- Fiamme, fiamme - poverina...

- Sai cos'è il rosso? -

- Cosa? -

- E' l'amore... E' il bene profondo -

- E le fiamme rosse sono il bene profondo? -

- Non esattamente... ma per adesso vedile come qualcosa di... di non toccabile -
Sorrise e io non potei non abbracciarla.

- Tu hai visto la mia mamma? -

- Beh... tu sai che esistono gli angeli no? Quelle persone vestite in bianco che stanno in cielo e proteggono chi amano? -

- Si -

- La tua mamma è il più bell'angelo tra tutti - era davvero necessario dirglielo?

- Almeno so perchè non la vedo... ma allora perchè vedo te? -

- Perchè io non sono un angelo vero e proprio -

- Però sei il MIO angelo vero? -

- Sempre.. - che parola difficile. Sempre... le sarei sempre stato vicino?

- Cos'è quel foglio? - chiese indicato il pezzo bianco tra le mie mani.

- Oh... volevo scrivere una canzone con te... ti va? -

- SI, SI, SI, SI, SI - Saltellava sul letto come un pazza.

- La inventiamo tutta noi -

- Siiii... possiamo parlare degli angeli? -

- Si... la intitoliamo: Angel okay? -

- Si... ma io non sono brava, scrivila tu e poi io l'ascolto -

- Fammi pensare... - inizia a scrivere tutto velocemente. Mi ispirai a quel bel visetto e fu la cosa più facile che avessi sempre fatto -

- Vedo qualcosa che solo in pochi possono vedere.
 Vedo l'angelo più bello che possa esistere.
 Lo guardo sorridere, lo guardo piangere,
lo guardo mentre lotta tra la vita e la morte.
Le stringo la mano, con la speranza che non
la potesse lasciare mai. La stringo forte.
So che potrebbe lasciare, ma lei è forte,
Lei è la persona più forte che abbia mai
visto, mai consociuto in vita mia.
Le sue guanciotte rosse ti danno vitalità,
I suoi occhi ti rendono i problemi semplici,
le sue labbra, così piccole, così rosse,
racchiudono tutti i colori forti, proprio come lei.
Non si fa abbattere dalla realtà, vive il suo sogno,
vive la sua vita, combattendo ogni giorno.
Angelo... mi chiama così, ma la verità è che il vero
angelo è proprio lei. Lei che illumina le miei giornate,
lei che ha illuminato il mio sorriso spento, le mie
giornate tristi. Può fare tutto questo?
Si, lei mi ha dato la forza di andare avanti,
mi ha fatto capire che non devo arrendermi,
che devo lottare per i miei sogni.
E adesso, io e lei, lotteremo insieme e per sempre. -

Finii di cantare e la vidi piangere. Piangere tanto...
- Ehii, io l'ho cantata per vederti sorridere no? -

- Promettimi una cosa angelo.. -

- Cosa? -

- Promettimi che la canterai sempre quando penserai a me - tante lacrime amare scesero dai miei occhi.

- Prometto che un giorno la canterò davanti tutto il mondo. Lo prometto -

- E io sarò con te? -

- Si, tu sarai lì con me -

- Angelo... m-mi hai fatto ridere e continuare a vivere -

- E tu mi hai fatto capire che il tuo sorriso è la cosa più bella che abbia mai visto -

- Sono scema -

- Perchè? -

- Ti chiamo angelo, ma il tuo nome è Justin -

- Puoi chiamarmi come vuoi sciocchina... vieni qui - un altro caloroso abbraccio. Uno di quelli che non ti stritola, ma ti conforta. Quell'abbraccio le avrebbe dato tutta la forza per andare avanti.

- Piccola, adesso dobbiamo andare a fare quella cosa - disse un'infermiera.

- Quella cosa brutta e dolorosa? -

- Si -

- Ho paura -

- Denise, ascoltami, tu andrai a farla e farai la brava e io ti prometto che quando tornerai mi troverai qui okay? - dissi con un barlume di speranza. Sperai che tutto andasse bene per quel piccolo angelo.

- Lo faccio solo per te, Justin - Sorrisi e la vidi allontanarsi, con in mano un orsacchiotto di peluche. Era bianco e al polso aveva un braccialetto rosso, proprio come lei. Chissà perchè...

Aspettai mia madre per prendermi la chitarra.

- Ehi Justin, tutto okay? -

- Si, ho conosciuto una bambina -

- Eh? -

- E... potrebbe morire, ha il cancro -

- Oh... Beh nella vita ci sono tanti problemi Justin -

- Lo so, ma non posso credere che mentre io piangevo per non poter camminare, lei sorride senza sapere che potrebbe morire -

- Sua madre le darà la forza per andare avanti -

- Sua madre è morta, si è uccisa perchè gli ha trasmesso il cancro e suo padre non lo ha mai conosciuto -

- Beh... parlando di padri... il tuo è venuto qui in città non appena ha saputo che stavi male -

- Chi gliel'ha detto? - mi innervosivo quando parlavano di mio padre. Odiavo il fatto che ci avesse abbandonato.

- Io... E' pur sempre tuo padre e merita di sapere quando ti succede qualcosa -

- Non si è mai interessato in tutti questi anni e dovrebbe farlo solo adesso? Sai che non voglio vederlo, quindi evita di farlo venire qui -

- Mi hai detto tu stesso quanto fosse triste quella bambina senza la sua famiglia, perchè non gli dai una possibiltà? -

- Perchè ci ha abbandonato. Perchè ti picchiava e perchè se n'è andato senza lasciare che mi ricordassi il suo visto! - sbottai furioso.

- Sai che mi picchiava solo perchè era ubriaco -

- Non lo avrebbe dovuto fare lo stesso e non avrebbe dovuto ubriacarsi. Non capisco perchè lo difendi -

- Perchè è tuo padre -

- Lo era fino a quando era con me, dopo di che è andato via portandosi dietro il suo ruolo di padre! -

- Amore so che sei arrabbiato con lui, ma ti vuole davvero bene. E' pentito -

- Mamma per favore... non voglio parlare di lui... -

- Tu dici che nella vita ci sono problemi peggiori e poi ti soffermi su questi? Stai vedendo che una bambina sta morendo e tu ti soffermi su questo? -

- Quella bambina NON sta morendo e NON deve morire... Non voglio parlare con lui, non ora, nè mai... e adesso me ne vado perchè non ce la faccio a parlare di questo argomento e tu lo sai benissimo. Come se fosse facile superare tutto questo in un attimo no? -

- Bhe lui verrà a stare un pò da noi. Vuole passare del tempo con te -

- E allora io non tornerò a casa perchè non voglio passare del tempo con lui -

- Aspetta justin -

- No - uscii dalla stanza e andai dal mio angelo. L'unico che mi regalava momenti felici...


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SPAZIO AUTRICE E RECENSIONI.

QUESTO CAPITO E' ABBASTANZA LUNGO? AHAH SPERO VI PIACCIA. VOLEVO AVVISARE CHE LA CANZONE ANGEL E' STATA INVENTATA DA ME, NON LA CANTA LUI NE' NESSUNO. POI VOLEVO RINGRAZIARE TUTTI E SOPRATTUTTO CHI HA RECENSITO:

-

 DOLCESOGNOREAL10 <3

- CARMEN_BELIBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

A PRESTOOOOO. SPERO DI TROVARE ALTRE RECENSIONI E CHE QUESTO CAPITO, COME TUTI GLI ALTRI, VI PIACCIA. FATEMI SAPERE, BACII <3

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Capitolo 10
*** Dalle stalle alle stelle ***


9- Dalle stalle alle stelle

9° Capitolo

Dalle stalle alle stelle.

Passò quasi un mese e i miglioramenti si notavano. Ogni volta che Denise finiva la chemio le stavo sempre vicino. A volte sgattaiolavo di nascosto nella sua stanza e dormivamo insieme, la mattina poi tornavo nella mia. Ogni pomeriggio lo passavamo cantando e scherzando. Riuscivo a camminare e correre come una volta. Come se non avessi mai avuto quell'incidente. Ma i dolori li portavo sempre nei miei ricordi.

Mi ero deciso a inviare il disco che avevo fatto di nascosto 2 anni fa e lo avevo inviato a una casa discografica. Mi avrebbero dato un risposta a giorni o a momenti. Ero teso, ma Denise mi dava una grande speranza. La cosa che mi faceva stale male era che non sembrava stare molto bene, ultimamente il mio piccolo angelo stava soffrendo e si sentiva male. Avevo la puara che scorreva nelle mie vene. Paura che me la portassero via, paura che la morte non avesse pietà di lei. 

- Angelo ti è arrivata una lettera, me l'ha data tua mamma -

- Una lettera? Piccola sai che vuol dire? -

- E' la risposta a quel coso? -

- Si, si, si, si... La apri tu? -

- Si, ma promettimi una cosa prima! -

- Qualisiasi cosa - non stavo esagerando troppo con le promesse?

- Se la risposta è "si" tu canterai la nostra canzone a tutto il mondo vero? -

- Certo... tutto il mondo -

- Anche senza me? -

- Che vuol dire senza te? -

- Mi ha detto la persona con la giacca bianca che fra qualche giorno mi fanno una cosa che si chiama... operazione -

- La persona con la giacca bianca è il dottore? -

- Si... mi ha detto che devo stare buona... ma io ho paura di non sentirti cantare -

- TU MI SENTIRAI CANTARE OKAY? - 

- Ho paura angioletto -

- Non devi averne... io sarò lì con te -

- Davvero? -

- Si -

- Allora apri la busta, daiii -

Le mani mi tremavano. Ero nervoso, ma la paura di quell'operazione cresceva sempre di più. Era l'operazione che decideva il suo destino. O LA VITA O LA MORTE.

- Gentile signor Bieber, la risposta alla sua richiesta è... SI... piccola hanno detto di siiiiiiiiii! - l'abbracciai forte e insieme urlammo e saltellammo per la stanza. Leggevo gioia nei suoi occhi e questo mi aveva dato speranza. Molta speranza che tutto un giorno venisse ricompensato.

- Il nostro primo incontro sarà proprio oggi pomeriggio, alla casa discografica... ODDIO PICCOLA E' OGGI POMERIGGIO! -

- Devi assolutamente prepararti. Dai andiamo nella tua stanza... -

- Non ci sono molti vestiti... io oggi devo lasciare l'ospedale... -

- Vero... prometti che verrai sempre a trovarmi? -

- Si... Ogni mattina, ogni pomeriggio e ogni sera prima di andare a letto -

- Non mi abbandoni vero? -

- Mai -

- Allora vai a casa che devi farti bello. Mi raccomando devi impressionare TUTTO IL MONDO! Devi sempre ricordarti di me... SEMPRE - aveva le lacrime agli occhi mentre le mie erano già uscite fuori.

- SEMPRE! E' UNA PROMESSA PICCOLA... MI RICORDERO' SEMPRE DI TE! -

- Angelo... devo dirti una cosa... -

- Cosa? -

- Fra qualche giorno potrei diventare un angelo anche io.. -

- NO, NO, NO.... Chi te lo ha detto? -

- La dottoressa. Mi ha detto che potrei diventare un bellissimo angelo bianco e che potrei riabbracciare la mia mamma... magari ti verrò a trovare -

- Non devi diventarlo così presto! - iniziai a prendere a calci e pugni qualunque cosa avessi davanti. Non poteva diventarlo.... non senza aver cantato con me. Non senza aver vissuto. Non senza realizzare i suoi sogni...

- Piccola... tu hai un sogno? -

- Si... Voglio poter riabbracciare la mia mamma, cantare con te e ascoltarti insieme al mondo. Voglio essere grande. Voglio fare la mamma e diventare la più bella e brava del mondo. Voglio andare a mare. Voglio imparare ad andare sulla bici e voglio poter conoscere il mio papà... ho tanti sogni vero Justin? -

- Si... ne hai tanti e io ti aiuterò a realizzarli tutti. Vestiti che ti porto in un bellissimo posto - ero deciso a farle realizzare quei sogni... anche se alcuni erano impossibili.

- Cosa metto? -

- So io cosa... vai in camera e aspettami lì che fra qualche ora vengo okay? -

- Certo -

Uscii dalla sua stanza e andai a farmi dare il permesso per portarla fuori. Dopo un miliardo di sacrifici c'ero riuscito. Dopo l'appuntamento con la casa discografica l'avrei portata in un bel posto e avrei realizzato uno o più sogni. Presi il mio borsone e andai in macchina. Prima di andare a casa passai in un negozio per bambini e comprai un costume. Poi passai in un negozio di giocattoli e presi una bici in prestito. Andai a casa, ignorando mio padre che era ancora lì e dopo aver dato la buona notizia a mia madre andai a cambiarmi e poi, all'ora prestabilita, andai alla casa discografica.

- Piacere sono Camilla... tu devi essere Justin Bieber giusto? -

- Si, sono io - la voce tremava un pò per l'imbarazzo.

- Cosa ci fai sentire? - disse un ragazzo che era appena entrato.

- Piacere sono Usher - si presentò.

- Piacere Justin... avevo portato alcune canzoni. La prima è As long as you love me, poi Turn to yo e Boyfriend -

- Perfetto... voglio ascoltarle tutte! Vedo un bellissimo futuro da cantante per te -

- D-davvero? - risposi incredulo.

- Eh si... avanti! Non vedo l'ora di sentirtiii! -

Cantai tutte le canzoni e poi aspettai un giudizio.

- Il 17 ci sarà uno spettacolo... è il protagonista sei proprio tu! Faremo un successone con te. Ci sei? -

- C-certo che ci sono! -

- Ti manderò tutte le indicazioni per e-mail. Firma qui, questo è il tuo contratto ragazzo. Se avrai successo il 17, lo avrai per tutta la vita -

- Non ci posso credere... è stato così facile? -

- Beh di certo non è un sogno! Diciamo che ti sei trovato al posto giusto, nel momento giusto -

- Dalle stalle alle stelle no? -

- Appunto - confermò Usher. Salutai tutti con una stretta di mano e avvisai mia madre dell'accaduto. Mi disse che stava andando a fare shopping e mi avrebbe comprato qualcosa. Poi tornai in macchina e andai dalla piccola Denise.

- Ei piccola, indovina un pò? - dissi sprizzante di gioia.

- Ti hanno preso? -

- SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII - urlammo dalla felicità e dopo esserci calmati le passai una busta.

- Indossa questo e poi metti un bel vestitino va bene? -

- Ma è bellissimo... - disse shoccata.

- Dai fai in fretta -
Aspettai che l'infermiera l'aiutasse a cambiarsi e poi la vidi uscire con un bel completino blu e sotto il costumino rosa. Delle ciabattine dello stesso colore del vestitino e poi un cappellino in testa che faceva contrasto con i suoi capelli.

- Sono prontissima - disse eccitata. La presi in braccio e la portai in macchina. Nel giro di 30 minuti arrivammo a mare. Vedevo che gli occhi le brillavano.

- Ti piace? -

- E'... e'...è il mare? -

- Si... questo il mare... vieni togliti il vestitino e le ciabattine. - tolsi anche il cappellino e poi le presi la mano.

- Vedi questa? - presi un pugno di sabbia in mano.

- Si -

- Questa è la sabbia. Con questa ci si può giocare... -

- C-come? -

- Garda... prendiamo la sabbia bagnata... - mi tolsi i vestiti e restai con il costume. Ci avvicinnammo alla riva. L'acqua era un pò freddina.

- E' un pò fredda... - ammise Denise, io sorrisi.

- Beh è quasi inverno... vieni in braccio a me -

Ci sedemmo sulla sabbia, la feci sedere vicino a me e notavo che le piaceva l'acqua che le sfiorava i piedini. Con le mani giocava con la sabbia. Facevamo diversi cumuli di sabbia e poi ci saltava su distruggendo tutto.

- Sei pronta per il bagnetto? -

- TU sei davvero il mio angelo... è tutto bello qui. L'acqua, la sabbia, il sole, è tutto bellooo - saltellò per la felicità e poi si lasciò prendere in braccio per entrare poco a poco in acqua.

- Vedi questa cosa bianca? Si chiama schiuma -

- Schiuma... che bel nome...-

- Si... Al mio tre entriamo completamente in acqua... pronta? -

- Si... -

- 1... 2.... 3... - la feci immergere in acqua e notai che non sapeva nuotare e così le insegnai lo stile a cagnolino. Era molto felice e non smetteva di ridere e sorridere. Quel sorriso era la mia ragione di vita. Mi sentivo così bene per essere la sua ragione di felicità.

- Sei il migliore Justin... grazie, grazie. Questo era un mio sogno e tu lo hai realizzatooo! -

- Ti avevo detto che li avremmo realizzati tutto no? -

- Si! Tu sei meglio del mio papà...- quelle parole furono una pugnalata al mio cuore... come facevo a ritrovare suo papà?

- Grazie... ti va di uscire? Devo insegnarti un'altra cosa... -

- Cosa? Cosa? - urlò eccitata e io la vestii di nuovo prima di farle vedere la bici. Vidi che sgranò gli occhi e iniziò a piangere.

- Che succede? -

- S-s-sei la c-cosa più bella e buona del mondo Justin... Non lasciarmi mai, capito? MAI - Lasciai che altre lacrime amare uscissero dai miei occhi e poi l'abbracciai forte. Non l'avrei mai lasciata, ma forse lei avrebbe lasciato me...

- Allora... tu sali e io ti spingo un pò. Metti i piedini qui. Le manine qui. Il caschetto va bene? -

- Si... sono pronta -

Iniziò a pedalare contenta e arrivò di nuovo alla mia macchina. Era super felice, peccato che avremmo dovuto andare in ospedale... Non era molto triste all'idea di ritornarci, era più triste a sapere che io non ci sarei stato.

- Piccola, il 17 ci sarà lo spettacolo... canterai con me? - dissi mentre le rimboccavo le coperte.

- SIIIIIIIIIIIII! La canzone nostra? -

- Si, la sai già quindi non sarà difficile. -

- Grazie Justin - Un ultimo abbraccio prima di darle la buona notte e andare via... Un ultimo abbraccio prima di andare dal suo dottore.

- D-denise potrebbe morire? -

- Si... è un'operazione troppo pericolosa per lei, ma se non la fa morirà sicuro -

- Per quando è stata programmata? -

- Per il 20. Di pomeriggio -

- Potrò assistere? -

- No... non potrai nemmeno vederla dopo perchè non deve venire a contatto con batteri dall'esterno. Ti chiamerò io per farti sapere com'è andata -

- Okay, la ringrazio e per favore la salvi. E' troppo piccola per morire -

- Sono padre e farò tutto quello che avrei fatto con mia figlia -

- Grazie -

Andai a casa e aspettai le novità di Usher. Il 17 era il giorno dopo, quindi avrei dovuto avere tutto pronto. La mattina dello stesso giorno dello spettacolo andai a fare le prove al grande teatro e poi raggiunsi Denise per cantare insieme la nostre canzone. Fortunatamente Usher mi aveva dato il consenso per cantare con la piccolina.

Poche ore prima dello spettacolo era troppo nervoso. Se non ci fosse stata Denise a distrarmi non so cos'avrei fatto. Indossavo un pantalone nero, delle supra e una maglietta bianca. Fisicamente ero pronto per salire su quel palco e cantare tutte le mie canzoni, ma mentalmente non lo ero affatto. La canzone con Denise era l'ultima che avrei cantato. Avevano organizzato molte sorpese per lei. Avevo chiesto ad Usher se poteva aiutarmi con la ricerca del padre della piccola, ma mi aveva detto che non era molto facile. Avevo 3 giorni a disposizione e poche possibilità.

- Justin sei pronto? -

- Si - diedi un bacio sulla guancia a mia madre e a Denise. Poi salii sul palco e un'accoglienza enorme proveniva dal pubblico. Avevano già ascoltato alcune canzoni del mio disco ed erano lì solo per me. Ondate di persone si alzavano da ogni parte. Quando iniziai a cantare notai che cantavano con me. Era un'esperienza nuova, fantastica. Era così bello essere qualcuno d'importante per il mondo.
Cantai tutte le mie canzoni e poi arrivò l'ultma.
Presi Denise e la portai in braccio fino al centro del palco.

- Salve a tutti. Lei è un piccolo angelo, si chiama Denise e questa sera mi aiuterà a cantare una canzone scritta da noi... vero piccola? - Dalla folla c'era gente che urlava e piangeva, anche io avevo le lacrime agli occhi, mentre Denise già piangeva. Sussultò un "si" e poi iniziammo a cantare. Miliardi di nostre foto venivamo proiettate nello schermo alle nostre spalle, miliardi di luci rendevano l'atmosfera calda e speciale. Durante la canzone mi emozionai molto, non riuscivo a non piangere sapendo di avere un angelo tra le mie mani che avrebbe potuto prendere il volo tra qualche giorno.

Quando la canzone finì al cielo comparvero mille fuochi d'artificio. Gli occhi di Denise erano felici, erano commossi, erano puri.
Pianse e mi strinse forte. Diedi la buona notte a tutto il pubblico e poi lasciai che le lacrime mi inondassero il viso. Ringraziai Usher per aver reso l'ultima canzone la più bella. Accompagnai Denise in camera sua, in quella camera dell'ospedale che sembrava piccola e inutile.
Tornai a casa sperando di ricevere buone notizie sul padre di Denise, ma ancora non si sapeva nulla. Una buona notizia era che ci sarebbe stato un altro spettacolo il 20... soltanto che quel giorno ci sarebbe stata anche un'operazione.

Giorno 18 lo dovetti passare a fare le prove con gli altri ragazzi e non potei andare da Denise, ma la chiamai e parlammo per un pò al telefono.
Giorno 19 invece non vidi l'ora di andare a trovare il mio angelo. Era triste e preoccupato.

- Angioletto mio... felice di aver realizzato molti tuoi sogni? -

- Si... è stata la cosa più bella del mondo. Quando realizzerò quello di diventare grande? -

- Beh non posso aiutarti a crescere, dovrai crescere da sola -

- E quando abbraccerò la mia mamma? -

- Non lo so... -

- E il mio papà... chi è? -

- Lo sto cercando... - avevamo trovato un indizio e nel pomeriggio Usher sarebbe andato a vedere se fosse il vero padre, ma non potevo illudere quella bambina dandole false speranze.

- Ho paura per domani - ammise tra le lacrime.

- Ei piccolina... io domani ti penserò durante il mio spettacolo. Ormai mi conosce tutto il mondo e tutto il mondo sa di te... La tua operazione andrà bene. Devi avere fede okay piccolina? -

- Grazie angioletto - mi abbracciò forte. Per tutto il giorno restai con lei e anche per tutta la notte. Mi rattristai sapendo che quella potesse essere stata l'ultima notte che avrei passato con lei. Usher mi disse che non aveva ancora trovato suo padre. Non avevo più tempo per cercarlo... non avrei realizzato quel suo sogno se fosse morta.

L'indomani era il 20 e c'era il mio spettacolo. Ero meno agitato dell'altra volta, ma quell'operazione mi faceva paura.
Denise si stava preparando per l'operazione. Notai che non aveva più il braccialetto rosso.

- Piccola perchè non hai il braccialetto rosso? -

- Io e il mio orsacchiotto lo mettiamo solo quando siamo insieme... adesso io e lui non lo siamo. Justin mettilo tu.... metti il braccialetto rosso e porta sul palco anche il mio orsacchiotto va bene? Ti porterà tanta fortuna... e ti ricorderai di me -

- Andrà tutto bene - l'abbracciai forte e indossai il suo braccialetto. Presi il suo orsacchiotto e la vidi entrare nella sala operatoria. Piansi per la puara di perderla e quando decisi di andarmene dovetti andare a esibirmi.

Salii sul palco e vidi che c'era molta più confusione dell'ultima volta, così ne approfittai per dire una cosa a tutti.

- Questa sera un angelo sta combattendo tra la vita e la morte. Io vorrei cantare una canzone per lei. L'ho scritta da poco e vorrei dedicarla a tutti quegli angeli che ci lasciano troppo presto. DENISE... BUONA FORTUNA - strinsi il peluche e iniziai a cantare tutte le mie canzoni, lasciando la sua per ultima. Prima di poterla cantare ecco la chiamata. Era il dottore. Persi automaticamente un battito cardiaco. Scesi dal palco e andai dietro le quinte.

- P-pronto? - la voce tramava e il cuore batteva troppo veloce per restare dentro il mio petto.

- Justin... Ho una brutta notizia... -

- NO... NON PUO' ESSERE NOOO! - Urlai a sguarcia gola...

- Mi dispiace... il cancro era troppo esteso e non c'era nulla da fare... è volata via prima della fine dell'operazione.. -

- NOOOOOO! - chiusi la chiamata e un attimo prima di cadere all'indietro vidi mia madre venire verso di me...


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SPAZIO AUTRICE E RECENSIONI.

QUESTO CAPITOLO MI HA FATTO PERDERE UN BATTITO... MI DISPIACE PER LA PICCOLA DENISE, MA IN QUALCHE MODO HO CERCATO DI RICORDARE AVALANNA... RESTERA' NEI CUORI DI TUTTI NOI... SPERO DI EMOZIONARVI CON QUESTO CAPITOLO. GRAZIE DI CUORE A CHI HA RECENSITO:

- CARMEN_BELIBER <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- MIMI_98_SWAG <3


GRAZIE DAVVERO DI VUORE PER AVER RECENSITO. SPERO DI NON AVERVI DELUSO CON QUESTO CAPITOLO. ANCORA MILLE GRAZIE. PER FAVORE LASCIATE DELLE RECENSIONI, A PRESTOOO <3

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Capitolo 11
*** Addio angelo ***


10- Addio angelo

10° Capitolo

Addio angelo.

- Juss! ei Juss riprenditi. Bevi un pò di questo.. - fu questa la voce che mi svegliò. Era mia madre. Aprii gli occhi e all'impatto ci vidi appannato, poi iniziai a bere ciò che mi sembrava acqua zuccherata e iniziai a stare un pò meglio.

- Cos'è successo? - chiesi ancora disorientato.

- Sei svenuto -

- Perchè? -

- Per D-denise... -

SBUM! Il mio cuore aveva appena fatto parapendio senza un paracadute. Adesso ricordavo... il mio piccolo angelo mi aveva appena detto addio.

- Lo spettacolo? -

- C'è Usher che sta improvvisando qualcosa per chiudere tutto -

- No... devo cantare una canzone per Denise, ti prego mamma glielo avevo promesso! -

- Justin, sei debole... non puoi cantare adesso.. -

- Non m'importa... era una promessa e intendo mantenerla - mi alzai a fatica e raggiunsi il palcoscenico. Un urlo si alzò dal pubblico e Usher mi sorrise quando si accorse che avevo intenzione di cantare e che non mi sarei fatto abbattere.

- Scusate per la piccola pausa - annunciai. Chissà se era stata davvero piccola.

- Sono qui perchè volevo chiudere con una canzone improvvisata al momento... insomma ho appena scoperto che un angelo ha preso il volo per il cielo e una delle mie promesse era quella di cantarle una canzone, quindi sono qui per questo! Vi pregherei di fare tutti un applauso per quest'angelo di nome Denise.. - le lacrime iniziarono a uscire fuori dal mio viso e un enorme e caloroso applauso emerse dal pubblico. Molti piangevano come me, altri erano semplicemente tristi. La cosa sicura è che nessuno stava soffrendo come me.

Iniziai a cantare senza una base... poi man mano la band mi accompagnò 

- Angelo... stasera eri in una stanza, da sola... L'ultima cosa che ho visto è stato il tuo sorriso. 

Ho pianto per te e lo sto ancora facendo. Speravo che non mi lasciassi perchè io avevo, avevo un estremo bisogno di te. 

Ti guardavo e pensavo che tutto potesse avere una fine, ma che la tua vita non avrebbe dovuto. Volevo che tu combattessi, combattessi per la tua vita. So che hai dato il meglio di te. So che eri sicura, che cercavi di essere forte davanti a me. Che non piangevi per non farmi crollare il mondo addosso, ma dalle tue innocenti iridi vedevo che avevi paura. Avevi paura di lasciare quest'angelo che avevi trovato sulla terra.

Piccola mia, so che avevi tanti sogni e me li hai detti tutti. Sono arrabbiato con me stesso per non essere riuscito a realizzarli. Hai esaudito quello di vedere il mare e quello di andare in bici, ma non sono riuscito a trovare il tuo papà. Lo sarei stato io... ti avrei voluto bene come un qualsiasi papà se solo adesso il tuo cuore battesse ancora. Sorrido quando penso alle tue manine che giocano con la sabbia e piango quando invece penso che hai lottato contro qualcosa più grande di te. Il tuo cuore era troppo piccolo per lottare contro la morte, ma te la sei cavata bene. Hai combattuto da eroe. Tu non sei piccola, tu sei una guerriera, sei un angelo infinitamente buono e bello.  Il mio cuore ha perso un battito quando mi dissero che avevi ceduto. Non riuscivo a crederci. 

Tu mi avevi detto di non lasciarti mai e io ti avevo promesso che avresti vissuto. Abbiamo promesso entrambi per una cosa che non si è avverata. Io ti ho perso, non posso più abbracciarti e non posso aiutarti a trovare il tuo papà. Volevi crescere e diventare una bella e brava mamma, ma adesso non potrai più. L'unico tuo desiderio che speravo venisse rimandato si è appena avverato: Sei andata nelle braccia della tua mamma. 

Grazie a te ho imparato a rivivere e mi hai dato la forza necessaria per alzarmi da quella sedia e camminare. Ricordo quel tubicino che avevi al braccio. Mi faceva rabbia sapere che una giovane vita come la tua doveva finire. 

Ti prometto che sarò sempre il tuo angelo. Prometto di non dimenticarmi mai del tuo sorriso e di te. Prometto di volerti sempre bene e di tenerti tra i miei ricordi più importanti. Queste promesse le manterrò, ma quello che non riesco a mantenere è il fatto di essere forte.

Angelo mio, vola nel luogo dove non ci sono sofferenze e ricorda che io sarò sempre qui ad amarti. 

Grazie per essermi stata accanto.....

Addio....

Finita la canzone scoppiai in un pianto troppo lungo per essere reale. Ricordo che la gente si alzava e applaudiva. Ricordo che nel cielo comparve il nome di Denise, fatto con i fuochi d'artificio. Poi non ricordo più nulla. Mi svegliai nella mia stanza, nella mia casa, senza sapere nemmeno come e quando c'ero arrivato. 

Mi alzai dal letto. Le gambe tremavano ancora per la nottata che avevo trascorso. Il giorno dopo ci sarebbero stati i funerali e avrei tanto voluto andarci. 

Andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua fresco. Avevo i brividi di freddo al pensiero di quello che era successo. Mi sembrava di vivere un incubo. Uno di quegl'incubi senza una fine. Quando desideri davvero svegliarti, ma non ci riesci. 

Lei mi aveva dato una ragione per vivere. Grazie a lei ero riuscito a realizzare il mio sogno e renderlo importante, ma adesso nulla aveva un senso. Erano le cinque del mattino e io mi trovavo sul divano a pensare a quei ricordi che dannavano l'anima. 

Avrei dovuto smettere. Avrei dovuto non pensarci più. Ma quel mese non avevo fatto altro che passarlo con lei. Poteva sembrare poco, ma in realtà era un tempo infinito.

Andai a letto sperando di addormentarmi e non so come ci riuscii. Forse ero semplicemente stanco di pensare troppo. Quando mi svegliai trovai mia madre in cucina. Stava preparando una torta al cioccolato. Solitamente mi rendevano felici, ma in quel momento ero totalmente depresso.

- Dov'è Jazmine? -

- Ti ricordo che è andata dai tuoi zii per un mese -

- Vero... per questo non veniva in ospedale -

- Appunto -

Vidi una figura che usciva da una stanza.... mio padre. Mi ero dimenticato di lui.

- Buongiorno Justin! Fino ad ora non ti avevo visto... come va? Tutto bene? -

- Vedi! Non sai niente della mia vita... non sai nemmeno che ieri è morta una bambina a cui tenevo molto. VUOI SAPERE COME STO? Sto una merda... Ma tu sei sempre stato impegnato a fare ciò che volevi da non preoccuparti di me. Ti conoscevo per foto... l'unico ricordo di te è quello di quando picchiavi la mamma. Certo che ho bei ricordi di mio padre eh? Fammi il favore.. se vuoi restare in questa casa fai pure come vuoi, ma almeno evita di fare il finto padre buono e responsabile. Non m'importa se sei cambiato. Non m'importa di te e basta. Scordati di avere un figlio e scordati del fatto che quel figlio sono io! - sbottai dalla rabbia. Aveva uno sguardo che avrebbe fatto paura a chiunque. Poi all'improvviso mi ritrovai con lo sguardo fisso nel pavimento e con il corpo attaccato a terra.

- Ma cosa hai fatto? - disse mia mamma in piena rabbia. Mi toccai la guancia e solo in quel momento riuscii a capire che mi aveva tirato uno schiaffo.

- Questo è un motivo in più per scordarti di me! - guardai mia madre come per metterla in guardia e poi salii in camera mia a cambiarmi. Indossai dei vestiti a caso e uscii. Andai da alcuni amici che avevo incontrato sul palco. Erano i miei ballerini. Jason, Chaz, Rayan e tanti altri. L'unico loro difetto era che si drogavano, ma non aveva senso per me.

- Ei ragazzi! - salutai tutti con un "pugno contro pugno" e poi mi sedetti su una panchina.

- Che hai fatto alla faccia? -

- Niente di che.. - risposi cercando di essere credibile.

- Ei Juss... vuoi provare? - mi passò una canna e io per iniziare l'afferrai. Pensai se ne valesse la pena oppure no.

- Amico ti assicuro che con questa dimentichi tutti i tuoi problemi e ti senti leggero - confermò Rayan.

- Potrei rovinarmi la voce... - risposi amareggiato.

- Ma no! Una sola non ti fa nulla -

Mi lasciai trasportare e decisi di provare. All'impatto, quando il fumo mi arrivò in gola, sentii un bruciore alle corde vocali, la testa iniziò a girare e mi venne lo stimolo del vomito. Buttai fuori il fumo e sentii come se fosse ancora nel naso. Non era un effetto piacevole, ma i ragazzi avevano ragione. Mi sentivo più leggero.

- Allora? -

- Ne avete un'altra? Voglio fumarla stasera - dissi mezzo fatto.

- Oh si! Ora riconosco un 18enne. Tieni... non voglio niente in cambio -

- Grazie -

Decisi di restare con loro e poi andai al funerale. Non parlerò di come è stato perchè è tutto fin troppo triste. L'unica cosa che vi dico è che gli ho detto Addio per l'ultima volta su quella tomba bianca. Sarei andato a trovare quel piccolo angelo ogni volta che ne avessi avuto il coraggio. Quando tornai a casa ignorai lo sguardo afflitto di mia madre e me ne andai direttamente in camera. Presi il cellulare e chiamai Sophie, ultimamente l'avevo trascurata.

- Pronto?-

- Ei sono Justin -

- Amore, ciao. E da un pò che non ti sento eh? -

- Si, scusa è successo di tutto e ieri è morta.. - mi interruppe. Fortunatamente. Amavo quando mi capiva al volo.

- Lo so... Non voglio che ne parli se ti fa male. Facciamo così, oggi ho da fare, ma domani se vuoi usciamo okay? -

- Certo... adesso vado a riposare un pò, notte. -

- Notte amore - 

Attaccai e andai alla finestra. Iniziai a fumare e tranquillizzare i miei pensieri. Avevo dimenticato qualcosa.. ma non ricordavo cosa... 

All'improvviso la porta si spalancò e vidi mio padre. Ecco cos'avevo dimenticato: Chiudere la porta! Buttai la canna dalla finestra e cercai di far usscire il fumo dalla bocca nel modo più misterioso possibile.

- STAI FUMANDO UNA CANNA? -

- No... - avevo una voce di merda in quel momento, così mi schiarii la gola.

- Fammi sentire un pò. Questa è puzza di canna - Affermò sicuro dopo avermi annusato.

- Te ne intendi vero? - sbottai ironizzando la situazione. Ne ricavai un pugno in piena faccia. Sapevo che mio padre era un tipo violento, ma speravo che non lo fosse con me.

Atterrai sul pavimento e notai del sangue che usciva dal labbro. E ora che avrebbe fatto?

- Non devi mancarmi di rispetto chiaro? -

- Non te ne meriti nemmeno un pò - risposi. Mi arrivarono tremendi calci allo stomaco. Pensai che stessi per vomitare l'anima oppure ogni altro organo fosse nelle vicinanze. Riceveno calci e pugni da ogni parte e non avevo nemmeno la forza di reagire. Mio padre... era mio padre... come poteva fare una cosa del genere?

- B-basta... - supplicai con un filo di voce. Lacrime di dolore uscirono dai miei occhi.

- Mi porterai rispetto? - disse dandomi un calcio allo stomaco.

- Si... - sussurrai.

- NON HO SENTITO! - mi lanciò un altro calcio.

- Sii... cazzo ho detto si... - lo vidi allontanarsi e allora pensai che forse aveva finito di picchiarmi...

Restai a terra a causa del forte dolore allo stomaco. Non riuscivo proprio a muovermi. Presi un cuscino e lo buttai sotto di me. Dopodichè mi addormentai steso sul pavimento.

- Cosa ti è successo Justin? - un urletto mi svegliò di soprassalto.

- Ahi.. mamma che c'è? -

- Che c'è? Che c'è? Cosa ti hanno fatto? -

Mi ricordai di essere stato picchiato da mio padre, ma non le dissi niente per non farla preoccupare.

- Una rissa... in un locale -

- Chi ti ha portato qui? -

- Emh.. Chaz -

- Fammi vedere questi lividi -

- Ahi fai piano - dissi quando toccò il labbro. A quanto pare mio padre picchiava abbastanza bene. Mi aveva causato un dolore terribile in tutto il corpo.

- Come ti sei fatto questi lividi alla pancia? -

- Te l'ho detto... una rissa... -

- Oddio ma sono neri e profondi. Ti hanno preso a calci? Dovremmo denunciarli.. -

- No mamma non possiamo denunciarli perchè non li ho visti in faccia e poi non ricordo bene cos'è successo -

- Tuo padre è venuto qui ieri? Vi ho solo sentiti parlare a voce alta -

- Si abbiamo discusso. Non lo voglio qui -

- Beh tesoro, ha bisogno di una casa in cui stare per qualche settimana e io ho il diritto di ospitarlo qui -

- Non hai il diritto... vuoi solo cercare di far attaccare i nostri rapporti -

- E se anche fosse? E' tuo padre e deve stare con te -

- Se sapessi altro lo avresti cacciato fuori - lo ssussurai così piano da non poterglielo fare sentire.

- Vado a prendere una crema per i lividi. Puoi muoverti? -

Tentai di alzarmi ma avevo un forte dolore allo stomaco - No - risposi con un filo di voce.

- Resta qui. Arrivo subito! - 

- E chi si muove... -

Tornò con 300 tipi di creme e le sparse ovunque. Poi tolse un pò di sangue dalla mia faccia e infine mi fece apparire presentabile.

- Scendi che la colazione è pronta -

Scesi e trovai mio padre seduto a capotavola. Mi uccisi mentalmente poichè mi sedetti a tavola con loro.

- Tesoro hai visto cos'hanno fatto a Justin ieri sera? Dovremmo trovare i responsabili - lo aveva chiamato tesoro?

- Perchè lo hai chiamato tesoro? - domandai impaurito dalla risposta.

- Beh... ecco.. dovremmo dirglielo no? -

-  Penso di si -

- Vedi io e tuo padre stiamo riprovando a stare insieme! - mi schiantai mentalmente contro un muro. Non riuscivo a crederci.

- Cosaaa? Ma voi siete pazzi? - urlai furioso. Feci per alzarmi, ma un braccio mi bloccò forte il polso lasciandomi sfuggire un lamento.

- Tesoro gli fai male! - 

- Lasciami il polso! Vaffanculo - mi liberai dalla presa e tornai in camera mia. Mi sdraiai, dato che camminare mi veniva male, e misi le cuffiette con la musica. All'improvviso la porta si spalancò e mio padre entrò furioso.

- Tua madre è uscita e ora noi faremo i conti... - oh cazzo. Mi avrebbe picchiato di nuovo?

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STO CERCANDO DI AGGIORNARE OGNI GIORNO. VI ASSICURO CHE E' DIFFICILE, MA GRAZIE AI LETTORI E A CHI RECENSISCE CERCO TI TROVARE UN PO' DI TEMPO. GRAZIE ANCHE A CHI METTE TRA I SEGUITI E PREFERITI <3 

VORREI RINGRAZIARE:

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- CARMEN_BELIBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

GRAZIE DI CUORE PER AVER RECENSITO E UN IMMENSO GRAZIE VA AI 340 LETTORI <3 GRAZIE DAVVERO TANTO. FATEMI SAPERE SE QUESTO CAPITOLO VI PIACE. ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI. BACIII <3

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Capitolo 12
*** Non posso accettarlo ***


11- Non posso accettarlo

11° Capitolo.

Non posso accettarlo.

- Devi accettare la mia relazione con tua madre hai capito? - disse mio padre mentre mi tirava un altro calcio allo stomaco.

- Ahii... n-no.. Ahiiiiiii - Un altro calcio. E un altro ancora. E ancora un altro. E un altro. Sentivo lo stomaco in fiamme.

- B-basta - sussurrai con un filo di voce.

- Accetterai la relazione con tua madre? -

- N-non p-posso.. -

- Cos'hai detto? - Sbum! Un pugno in pieno viso. Sdam! Un calcio in piena pancia. Tum! La schiena contro il muro. Splash! la gamba contro il letto. Sbuf! La testa che sbatte involontariamente contro il comodino. Ci vedevo doppio. Vedevo due padri che mi picchiavano. Come poteva, il sangue del tuo sangue, picchiarti così?

- J-jeremy... - Non avrei mai potuto chiamarlo padre.

- Allora? Accetterai la nostra relazione? -

- N-no.. - Con una stretta lancinante mi tiene fermo il polso mentre un pugno arrivava in pieno viso. 

- Saranno gli anni peggiori della tua vita! - mi urlò in faccia per poi lasciare la presa del mio polso e afferrarmi per le spalle, tirarmi un pugno sullo stomaco facendomi piegare in due e uscire dalla stanza come se non fosse successo nulla! Iniziai a tossire violentemente con la sensazione che stessi per vomitare l'anima. SANGUE! Sangue usciva dalla bocca, dal naso e da un piccolo taglio sulla fronte. Il polso che mi aveva afferrato si stava colorando di viola. Lo stomaco sembrava uscire dal frullatore. La schiena sembrava rotta in mille pezzi. Cerai di alzarmi, ma un dolore allucinante proveniva dalla caviglia. Pensai fosse slogata. Restai a terra per qualche minuto, poi appena sentii che mia madre era rientrata mi diressi in bagno, zoppicante e dolorante.

Il mio viso era in pessime condizioni. Avevo un occhio contornato di nero. Il naso pieno di sangue. Una guancia Rosso- Bordeux. Il labbro spaccato. Un taglio sulle fronte e ciocche di capelli fatte di sangue. Alzai la maglietta e notai tantissimi lividi neri e viola sparsi ovunque. Avevo dei graffi sulla spalla, provocati quando mi aveva afferrato, e altri graffi sul polso. La caviglia faceva fin troppo male così decisi di non camminare e, dopo aver tolto i vestiti macchiati dal sangue, e dopo aver vomitato,  andai a letto con la speranza di non farmi vedere da mia madre. Non potevo lasciarle sposare un marito del genere. E' sempre stato violento e dai suoi racconti non avrei mai immaginato che ci stesse riprovando con lui. 

- Justin dormi? - mia madre era entrata nella mia stanza e così feci finta di dormire sperando che uscisse. Fortunatamente non insistette molto e lasciò la mia stanza. Pensai di chiudermi a chiave, ma non aveva importanza, mio padre poteva buttare giù la porta e picchiarmi lo stesso. Avevo avuto un passato difficile. Non era facile diventare l'uomo di casa e aiutare sempre la tua famiglia. Menomale che Jazmine era dai nostri zii, ma tra qualche giorno sarebbe tornata e io non volevo che venisse picchiata come era successo a me. Forse avrei dovuto dire a mio padre che mi andava bene il loro rapporto, ma ci tengo troppo al bene di mia madre e non potevo permettere che anche lei venisse picchiata. Preferivo soffrire io piuttosto che far soffrire mia madre o mia sorella. Le mie ragioni di vita.

Cercai di addormentarmi, ma avevo troppi dolori per tutto il corpo e la cosa non era per niente facile. Passai non so quante ore a cercare di addormentarmi senza nessun risultato.

- Justin, svegliati! La cena è pronta! - annunciò mia madre. Come prima, feci finta di dormire, ma stavolta non mollò e si avvicinò a me. Cercai di nascondere la testa tra le lenzuola.

- Ei Justin... Su dormiglionee! - Mi afferrò per le spalle e mi scosse dolcemente, ma non abbastanza da non farmi provare dolore alla spalla. Soffocai un lamento per poi inoltrarmi sempre di più tra le lenzuola.

- N-on ho fame - dissi balbettando per il dolore.

- Perchè? Non ti fa bene saltare i pasti. Dai scendi sotto e mangia -

- No, mamma non ho fame. Per stasera salto -

- Vuoi toglierti queste coperte di dosso? - mi tolse le lenzuola e non potei più nascondermi.

- Ma cosa diamine ti è successo? - chiese evidentemente spaventata.

- Nulla... -

- Nulla un corno! Dimmi chi ti ha ridotto così! -

- Nessuno... sono gli stessi lividi di ieri, solo che adesso si vedono di più -

- Ieri non avevi il polso nero e non avevi nemmeno un taglio sulla fronte. E... E... E n-non a-avevi n-nemmeno t-tutti q-questi l-lividi - balbettò notando alcuni lividi che si intravedevano dalla maglietta. Si era sollevata mentre mi nascondevo sotto le lenzuola. L'abbassai rapidamente soffocando un dolore per il movimento brusco.

- Adesso basta Justin! Voglio subito sapere chi è stato -

- Sono gli stessi lividi di ieri... tranquilla mamma... piuttosto dimmi una cosa: Perchè stai di nuovo con Jeremy? -

- Perchè è cambiato! E' una persona diversa adesso e ha bisogno di una seconda possibilità -

- E se ti dicessi che non è cambiato mi crederesti? -

- No - rispose sicura facendomi spezzare il cuore a metà. Non mi avrebbe creduto?

- Nemmeno se avessi le prove? - 

- Non ci crederei alle tue stupide prove! Tu vuoi solo cercare di buttarlo fuori da questa casa, ma adesso lui vivrà qui. Punto e basta Justin! Non dirmi cavolate e non mettermi stupidaggini in testa! Sei troppo grande per comportarti da bambino! Cerca di risolvere le cose con lui piuttosto di complicarle -

- Adesso sarei io a complicare le cose? - Lui mi picchiava e la colpa era la mia? Avrei tanto voluto dirle il male che mi faceva, ma se non mi avrebbe nemmeno creduto a che serviva sforzarmi?

- Si! Sei tu che lo fai agitare Justin. Cerchi sempre di istigarlo! -

- Perfetto... d'ora in poi gli starò lontano così non lo istigherò più okay? - sbuffai nervoso. Mi accorsi che mio padre era appena entrato nella mia stanza.

- Che succede qui? - chiese con un tono da innocente.

- Niente.. Parlavo con Justin del più e del meno - mia madre stava mentendo e questo significava chiaramente che aveva paura di complicare le cose. Lei mentiva a se stessa, cercando di convincersi che Jeremy fosse cambiato, ma in realtà sapevamo entrambi che non era così.

- Okay... Ho fame andiamo a cenare! Justin scendi da quel letto e vieni a cenare come tutti noi! - urlò fuorioso. Mi metteva paura.

- Non ho fame, l'ho già detto alla mamma. Voglio dormire un pò -

Mia madre lasciò la camera e lui si avvicnò a me brutalmente. Mi afferrò per il polso e mi scaraventò dal letto facendomi gemere dal dolore per aver sbattuto la schiena contro lo spignolo del comodino.

- TU. SCENDI. A. CENARE. OKAY? - Sbottò furioso. Annuii debolmente e aspettai che uscisse dalla stanza per poi alzarmi piano piano. Mi aveva in pugno.

Zoppicando e soffocando dolori scesi fino in cucina e mi sedetti a tavola. Notavo lo sguardo sorpreso di mia madre e quello furioso di Jeremy.

- Wow tesoro, sei abbastanza convincente credo - disse mia madre ingnara della situazione. 

- Certo... due chiacchere da padre a figlio e cambi subito idea - Certo due pugni da padre a figlio ed è ovvio che cambi idea.

- Capisco... beh Justin vuoi pollo e patate o insalata? - chiese dolcemente mia madre.

- No-n.. - stavo per rifiutare quando mi arrivò un calcio alla caviglia slogata. Sgranai gli occhi per il dolore e soffocai un doloroso lamente per poi dire - I-insalata.. -

- Tutto bene? -

- Si, mamma... tutto bene... -
Mangiai solo due forchettate di insalata e poi mi alzai salendo le scale. Anzi, zoppicando per le scale.

- Come ti sei fatto male alla caviglia? - chiese mia madre.

- Sono scivolato dalla doccia... -

- Perchè non ci metti sù del ghiaccio... -

- Okay -

- Fra 5 minuti te lo porto io -

Continuai a salire le scale per poi fermarmi davanti alla porta a causa di una fitta allo stomaco. Tossii e ne venne fuori un pò di sangue. Feci finta di niente e mi misi a letto.
Aspettai mia madre per poi mettere il ghiaccio sulla caviglia. Mi arrivò un messaggio e così lo lessi:

Da Taylor:
Ciao Justin, so che non ci crederai mai che ti ho appena inviato un messaggio, ma è proprio così. Non ci parliamo da quasi un mese e ci sto letterarlmente male. Ho visto che adesso sei famoso in tutto il mondo e ho notato anche che hai sofferto molto. Da poco ho visto un video in cui sei svenuto sul palco e non posso farmene una ragione. Stai bene? Cos'è successo? So che non potremmo recuperare i rapporti da un momento all'altro, ma io ho bisogno della tua amicizia. Scusa per l'incidente. Scusa per le brutte parole che ti ho detto. Ho capito che ho sbagliato e adesso sono pentita. Non vado a scuola da una settimana perchè non faccio altro che piangere. Perdonami Juss... perdonami...

Una lacrime scivolò dal mio viso... aveva pianto una settimana per me? In effetti non era sua la colpa dell'incidente perchè ho attraversato io senza guardare. Riguardo ai suoi sentimenti non era colpa sua quello che non provava per me. E poi adesso stavo con Sophie e non mi importava molto di Taylor, così decisi di perdonarla, anche perchè ultimamente avevo perso troppe persone.

A Taylor:
Si... mi hai un pò sorpreso, ma mi ha fatto piacere. Io non avrei avuto il coraggio. Scusami per averti fatto soffrire e scusa per averti dato la colpa di tutto. Voglio che ritorniamo migliori amici come una volta. Non m'importa del passato da ora conta solo il presente. Sto bene, è stato solo un abbassamento di pressione. Ti ho perdonata... tu perdona me.

Da Taylor:
Ovvio che ti perdono.. grazie... anche io voglio essere la tua migliore amica... tutto come prima?

A Taylor:
Si.. tutto come prima <3

Da Taylor:
Ti voglio bene <3

A Taylor:
Te ne voglio anche io <3

Da Taylor:
Posso venire a trovarti? Adesso..

A Taylor:
Ho proprio bisogno di un'amica adesso...

Da Taylor:
Arrivo subito.

Feci un sorrisetto e poi pensai che nel pomeriggio avevo un appuntamento con Sophie... cazzo...

A Sophie:
Amore scusa se oggi pomeriggio non mi sono presentato, ma non sto molto bene. Scusa <3

Da Sophie:
Cos'hai? Tranquillo ho incontrato una mia amica e siamo uscite insieme <3

A Sophie:
Raffreddore e febbre

Da Sophie:
Rimettiti presto <3 Ti amo

A Sophie:
Anche io <3

L'amavo seriamente? Non lo so, ma era così forte ciò che provavo per lei...

Sentii bussare alla porta e poi vidi entrare Taylor correndo e abbracciandomi facendomi rabbrividire per il dolore.
- Ahii... - tossii.

- Scus....... MA CHE CAZZO HAI FATTO? - spalancò gli occhi e scrutò ogni livido sul mio corpo.

- M-mio padre... - balbettai. Lei sapeva tutto di lui.

- Ti ha picchiato? E tua madre lo sa? Aspetta... ma che ci fa qui tuo padre? -
Le raccontai tutta la storia dall'inizio alla fine.

- Non avrebbe dovuto picchiarti. Devi dirlo a tua madre... devi denuniarlo... -

- Non posso mettere a richio la mia famiglia... Potrebbe picchiare anche mia madre e mia sorella e non voglio... -

- Non sei un Santo Justin! Non puoi soffrire e basta! Devi fare qualcosa... -

- Per adesso mi tiene in pugno... non appena potrò farò qualcosa -

- Come potrebbe non crederti tua mamma? Lo ama così tanto? -

- A quanto pare si... -

- Mi dispiace... -

- Non è mica colpa tua... -

- Jazmine? Lo sa? -

- Non sa ancora nulla -

- Quando torna? -

- Mia madre mi ha detto che sarebbe tornata domani... -

- Stai attento Juss... io adesso devo andare, ma se succede qualcosa, qualsiasi cosa, mandami un messaggio okay? -

- Grazie -
Mi baciò la guancia per poi uscire dalla stanza.
Dopo un pò vidi mio padre entrare.

- Tua madre è uscita ad accompagnare Taylor... siamo di nuovo soli -

- C-cosa v-vuoi? - balbettai spaventato.

- Farti capire chi comanda...  Mi buttò giù dal letto e continuò a prendermi a calci e pugni... quando sentimmo mio madre entrare lui uscì di corsa. Io mi feci forza e andai in bagno per togliere nuovamente il sangue dal labbro e dal naso.
Mi rimisi a letto e inviai un messaggio:

A Taylor:
Picchiato nuovamente.... Ho paura per mia sorella...

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SPAZIO AUTRICE E RINRAZIAMENTI

VORREI RINGRAZIARE I 410 LETTORI *-* AUMENTANO OGNI GIORNOOOO.... GRAZIE MILLE <3
POI VORREI RINGRAZIARE TUTTE LE PERSONE CHE METTONO TRA I SEGUITI E I PREFERITI E SONO TANTE <3
GRAZIE ANCHE A CHI RECENSISCE:

- CARMEN_BELIEBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3

- ANNALISINA ( PER AVER LASCIATO BREVI RECENSIONI) <3


VOLEVO AVVISARE CHE PER PROBLEMI ALLA RETE NON SONO PIU' SICURA DI POTER AGGIORNARE TUTTE LE SERE. PROBABILMENTE ALCUNI GIORNI NON POTRO'.  

SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA E SPERO CHE LE RECENSIONI AUMENTINO. GRAZIE MILLE <3 ASPETTO IL VOSTRO PARERE, BACIII :*


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Capitolo 13
*** Di nuovo? ***


12° Capitolo

12° Capitolo

Di nuovo?

Da Taylor:

Cosa? Lo ha fatto di nuovo?

A Taylor:

Già... ormai non mi meraviglio più... lo fa quasi due volte al giorno...

Da Taylor:

O mio dio Justin... non puoi continuare così... è solo passato un giorno e già sei distrutto... cosa diranno le tue fan?


A Taylor:
Non sanno niente ovviamente. Sanno che per adesso non posso fare concerti perchè ho la febbre e sto molto male...

Da Taylor:
Quando arriva tua sorella?

A Taylor:
Domani dopo pranzo...


Da Taylor:
Se hai bisogno di me arrivo subito

A Taylor:
No, tranquilla. E' tardi e non voglio che vieni fino a qui. Proverò a dormire, notte <3

Da Taylor:
Notte <3

Bloccai lo schermo del cellulare e poi andai fino al mio letto. Cercai di addormentarmi, ma un forte mal di testa piombava in ogni parte del mio cervello. Fui costretto ad alzarmi e ad andare in bagno per cercare una bustina. Ce n'erano così tante che stavo per confondermi, poi trovai quella giusta e andai in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e berla. Sentii dei passi e mi voltai spaventato, pensando che fosse mio padre. Infatti non mi sbagliai.

- Che cazzo ci fai sveglio a quest'ora? -

- Ho mal di testa e ho preso una bustina - perchè gli davo così tante spiegazione? Ah vero... sennò mi avrebbe picchiato. Dovevo cercare di restare calmo.

- Cerca di andare subito a letto che non voglio sentire altro rumore chiaro? -

- Si -

- Vacci subito cazzo! Che ci fai ancora qui? -

- Sto finendo di bere - ammisi scocciato... brutta mossa. Con una botta alla mano mi fece cadere il bicchiere a terra. Fortunatamente era di plastica e non fece rumore. Mi spinse con la schiena a terra e mi provocò un enorme dolore in tutti i lividi.

- Pulisci e poi vai a letto.... Il tuo incubo sta solo iniziando - Mi lanciò un calcio alla pancia e poi andò via. Fottuta vita di merda...

Restai qualche minuto a terra, inerme, poi mi alzai e presi un tovagliolo per togliere l'acqua dal pavimento e quando ebbi finito andai a letto. Mi trascinai come uno zombie.
Appoggiai le spalle al letto e sentii una fitta percorrermi ogni centimetro di pelle. La bustina non aveva ancora fatto effetto e il mal di testa peggiorava la situazione.


Mi svegliai a causa del sole che filtrava dalla finestra. Aprii gli occhi a fatica e cercai di alzarmi, ma ogni muscolo faceva resistenza. Alla fine riuscii a mettermi in piedi, ma un girone di testa mi fece crollare a terra perdendo l'equilibrio. Restai un pò con le spalle all'armadio e sdraiato sul pavimento. Appena il girone di testa finì mi alzai, o almeno cercai di farlo, e andai a chiudere le tende. Poi ritornai sul mio comodissimo letto e un attimo prima di riaddormentarmi squillò il telefono. Lo afferrai e capii che era un messaggio di Taylor. Lo aprii e diceva che stava arrivando e che sarebbe salita dalla finestra. Mi rialzai e andai ad aprirla, poi ritornai a letto e chiusi gli occhi.

Mi risvegliai a causa di un frastuono enorme. Aprii gli occhi di botto credendo fosse mio padre e sospirai quando capii che era Taylor e che era appena inciampata nella base della finestra. Scoppiai automaticamente in una risata silenziosa.

- Ma che ci ridi? Mi sono appena rotta la noce del collo... - rise anche lei.

- Mi hai fatto venire un infarto Taylor... stai più attenta ahahah -

- E tu cerca di alzarla un pò di più -

- Era al massimo -

- Certo ahaha come ti senti? -

- Pessima domanda Tay... -

- Scusa... però rispondi lo stesso -

- Di merda... -

- Sei ridotto peggio di ieri... -

- Ma davvero? Io che pensavo che altre botte mi avevano fatto rivivere - sbottai sarcastico.

- Okay okya era una cosa ovvia lo so... Tua madre? -

- Che ore sono? -

- Le 9 passate -

- E' già a lavoro -

- Tuo padre? -

- Non è mio padre... e non so nemmeno dove sia... -

- Scusa ancora... Hai sentito tua sorella? -

- Ancora no... ma sarà qui tra qualche ora... -

- Hai paura? -

- Troppa... Ho paura che possa fare del male anche a lei... -

- Vedrai che non sarà lo stesso. Tu cerca di evitare di rispondere male -

- Taylor s'incazza anche se gli dico che sto bevendo... come cazzo faccio? -

- Questa non la sapevo... -

- Già... è successo ieri notte... -

- Dopo che sei andato a letto? -

- Si... sono andato in cucina a prendere una bustina per il mal di testa e me lo sono ritrovato davanti, piuttosto arrabbiato e indovina con chi se l'è presa? Con me -

- Ti va di scendere giù e mangiare qualcosa? Ti vedo pallido e non voglio continuare il discorso di prima... mi fa male sapere che vieni trattato così male e che io non posso farci niente -

- Si certo andiamo - Mi alzai velocemente e una conata di vomito risalì dal mio stomaco. Fui costretto ad andare in bagno a rimettere. Quando tornai in camera vidi che Taylor era shockata.

- Stai bene? -

- Si.. credo che sia tipo un virus o influenza... -

- Non pensi che possano essere stati i calci allo stomaco? -

- Nahh... - oppure si? Beh non volevo farla preoccupare.

- A questo punto penso che non hai fame vero? -

- Esatto... -

- Va bene però scendiamo lo stesso.. -

Andai verso di lei e un altro girone di testa, come quello di stamattina, mi mandò in tilt il cervello e l'equilibrio.

- Ehi ehi ehi, ma che ti succede? - chiese Taylor afferrandomi in tempo.

- Giramento di testa... Possiamo rimanere in camera mia? -

- Forse è meglio...  andiamo ti aiuto io -

Mi aiutò ad arrivare al mio letto e mi sdraiare, facendo attenzione a ogni livido presente sul mio corpo.
Passammo non so quante ore a parlare del più e del meno che già era l'ora di pranzo. I miei (mia madre e quello sconosciuto di Jeremy) erano appena rientrati così Taylor scappò via dalla finestra e io feci finta di svegliarmi non appena mia madre entrò in camera.

- Buon giorno piccolo... come hai dormito? Vedo che hai ancora quei lividi... -

- Giorno mamma... ho dormito bene... si ora i lividi passeranno -

- Ieri notte sei andato in cucina? -

- Si avevo sete -

- Hai fatto cadere qualcosa? -

- Solo un bicchiere di plastica tranquilla -

- Okay... scendi per pranzo? -

- Non ho molta fame mamma... -

- Stai bene? Ti vedo un pò pallido... -

- E' tutto apposto, solo che non ho fame... - ero stato abbastanza convincente.

- D'accordo, ma sappi che tra un'ora arriva Jazmine. -

- Okay... chiamami appena arriva -

- Va bene, ci vediamo dopo - mi lasciò un bacio sulla fronte e poi andò fuori dalla mia stanza. Ringraziai chiunque abbia fatto in modo che mio padre non entrasse e non mi tirasse giù dal letto.

- Ehi Juss scendi.. è appena arrivata tua sorella - mi feci forza e scesi dalle scale dove trovai la mia bellissima sorellina ad aspettarmi.
All'impatto sembrò felicissima, poi si rabbuiò.

- Cosa hai fatto al viso? Perchè sei pieno di lividi? -

- Ben tornata sorellina... ho fatto a botte in un pub ahha - feci una risata isterica.

- Ciao papà - lo salutò. Come poteva salutarlo?

- Mi hanno detto che qui c'è una star... E tutto in breve tempo... -

- Eccomi qui... in carne e ossa - aggiungerei anche lividi.

- A parte questi brutti lividi, sei sempre il mio bellissimo fratellino - mi schioccò un bacio sulla guancia, fortunatamente quella intatta.

- Vai a disfare le valigie che fra un pò usciamo - disse mia mamma, poi continuò dicendo - Tu resti a casa Juss? -

- Si... Non posso uscire così - le feci notare lo stato in cui ero.

- Emh.. veero.... okay fammi sapere come stai ogni tanto. -

- Okay... - mi andai a sedere in salotto e guardai un pò di tv. Ero rimasto solo. Erano usciti tutti.

Dopo delle orette mia madre e Jazmine rientrarono.

- Ciao fratelloneeee... ho comprato una cosa per te - Mi girai e notai che era una maglietta bianca con una scritta viola al centro: "Beliber is a promise " quanto potevano essere meravigliose e dolci le mie Belibers? Troppo...

- Andiamo in camera tua... mi devi raccontare un pò di cose...-

Mi sdraiai sul mio letto e inzia a raccontare tutto dall'incidente fino all'attimo prima che mio padre mi picchiasse per la prima volta.

- Quindi hai fatto a botte in una discoteca? -

- Esatto... -

- Mmm capito.. stasera esco ahah finalmente... mi mancava troppo questo posto -

- Lo immaginavo -

- Tu che farai? -

- Resterò a casa -

- Capito... beh vado a prepararmi.. mamma stasera è fuori città per lavoro e possibilmente torna domani pomeriggio. Papà esce con alcuni suoi amici, ma torna verso sera tardi -

- Okay, ci vediamo stasera. -



Erano le 2 di notte. Jazmine era tornata a casa da un bel pò, mentre mio padre ancora no. Ne approfittai e scesi in cucina per prendere un bicchiere d'acqua. Non appena finni di bere la porta d'ingresso si aprii e vidi mio padre comparire sulla soglia. Una sensazione di paura di impossessò del mio corpo.

- Cosa fai a quest'ora sveglio? E' tardi per te... dovresti essere a letto! - iniziò a urlare e così gli dissi di stare zitto perchè Jazmine dormiva, ma iniziò a picchiarmi. Calci allo stomaco, come sempre, e ogni tanto qualche pugno sul viso. Ero inerme e dolorante, ancora a terra davanti alla porta.

- B-basta... J-ja-zm-in-e d-dorme... - sussurrai con un filo di voce ricco di dolore.

- Non m'importaa! - urlò e mi lanciò un calcio allo stomaco. Sgranai gli occhi per il troppo dolore.

- Papà... m-ma cosa s-stai facendo? - sentii una voce proverine dalle scale... JAZMINE.

- J-jaz... t-torna a l-etto... Ahiii - fui interrotto da un altro calcio allo stomaco.

- Lascialo, così gli fai maleee! - ulrò mia sorella cercando di staccare mio padre da me. Mossa inutile.

- Vai via stupida ragazzina - la afferrò per un braccio e la allontanò da me.

- L-asciala stare... - cercai di obiettare, ma non risolvetti nulla.

- Pugno di ragazzini... Non sapete ancora cosa vi aspetta -

- Ahii - mi lanciò l'ultimo calcio e poi salii per le scale tornando in camera sua. Io restai a terra, mentre Jazmine di avvicinò a me.

- J-juss... p-puoi camminare? - domandò scoppiando a piangere.

- Shh tesoro va tutto bene... t-tranquilla... - cercai di regolarizzare il respiro.

- Perchè non mi hai detto niente? E lui che ti picchia? -

- A-adesso andiamo a dormire eh? - cercai di alzarmi, ma caddi a terra privo di forze.

- Prima dimmi se è stato lui a picchiarti fino ad ora... -

- Si è stato lui - ammisi con un filo di voce. Mi prese un braccio e se lo passò intorno alle spalle e poi mi aiutò a raggiungere la mia stanzetta e a pulirmi un pò di sangue dal viso. Fu inevitabile rimettere per non so quante volte. Poi alla fine mi addormentai; spaventato, dolorante, preoccupato, con un gran mal di testa, ma mi addormentai.

__________________________________________________________________________________________________________________________________

SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI.

VORREI RINGRAZIARE I 510 LETTORI.

POI VORREI RINGRAZIARE ANCHE COLORE CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA I PREFERITI:
- ELIFAB94

- JUSTINSECSI

- JUST_IN_LOVE

- ROSY1234567890

- WYKKIE

- _SABRINA_

TRA I SEGUITI:
- BELIECTIONER_FE_LOVE_FE

- CARMEN_BELIBER

- CHIARA939

- DREWMYIDOL

- HUG_ME_DREW

- IVY18

- MARTYSWAGGYY

- MUJMAO

- RAUHLBIEBER

- SEXYHORAN_

- TOMMO01

TRA I RICORDATI:
-
CARLYANGELJB

-
BELIEVE22

- IOLOL

E INFINE VORREI MANDARE UN GRAZIE ENORME A COLORO CHE HANNO RECENSITO:
- WYKKIE <3

- CARMEN_BELIBER <3

- MIMI_98_SWAG <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3


GRAZIE DI CUORE <3 FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE. A PRESTO E SCUSATE IL RITARDO <3

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Capitolo 14
*** Non dovevi saperlo così... ***


13° Capitolo


13°Capitolo


Non dovevi saperlo così...

- Non toccarlaaaa... - urlai privo di forze. Jeremy l'aveva rifatto, mi aveva picchiato di nuovo e stavolta stava facendo del male anche alla mia piccola sorellina..

- Dovete pagare entrambi il fatto che non accettate la mia relazione con vostra madre! - sbottò furioso. Mi lanciò un altro doloroso calcio allo stomaco e poi andò verso mia sorella. Il terrore si diffondeva nelle mie vene.

- Mi fai male... ahia... basta... - urlò la mia piccolina. Mi alzai e andai verso Jeremy. Staccai la sua forte presa dal polso di Jazzy e poi gli scaraventai un pugno sul viso. Ero stanco di essere maltrattato senza muovere un passo contro di lui. Poteva picchiarmi a sangue se voleva, ma non doveva osare toccare le mie ragioni di vita, mia madre e mia sorella. Per quanto potessi essere protettivo o geloso loro sono la mia vita... solo questo.. la mia vita.

- Smettila di fare del male a lei! Non dovresti alzare le mani a nessuno... specialmente a una donna! - stavo per trargli un altro pugno, ma ero talmente debole che fu più veloce di me e mi afferrò per il polso scaraventandomi contro la parete. Non riuscii a trattenere un gemito per il forte dolore che mi aveva provocato.

- La vuoi smettere? -urlò a un centimetrò dal viso, sbattendo nuovamente la mia povera schiena contro quel muro freddo e duro.

- Ti ho fatto una domandaaa! - un altro urlo e un'altra botta alla schiena.. faceva male tanto quanto quel giorno in cui il dottore cercava di capire perchè non potessi muovermi. Mi avevano detto di stare attendo... ma non lo ero per niente.

- Allora? Smetterai di intrometterti tra me e tua madre? -

- No.. - soffiai una semplice parola, perchè il dolore che si era concentrato in ogni parte del mio corpo era superiore a qualsiasi cosa.

- Sarebbe troppo facile prendermela con te, ma sarebbe più dolore se facessi del male alla tua sorellina no? -

- Non osare toccarla.. - quella voce che credevo di aver perso era appena riapparsa, ma per quanto volessi riavere le forze per contrattaccare ero stato messo alle strette.

- Vedremo! - mi afferrò per le spalle e mi buttò nuovamente a terra. Andai a sbattere contro un mobiletto in basso vicino al divano. La testa era finita a stretto contatto con il pavimento e la schiena contro lo spigolo. Era doloroso... non riuscivo a muovermi... non poteva succedere di nuovo. Non potevo aver perso di nuovo la capacità di camminare. Provai ad alzarmi, ma niente. Provai a muovere le gambe, ma niente. Provai a fiatare, ma avevo perso anche l'ossigeno dai polmoni. Potevo solo vedere, vedere mio padre avvicinarsi a Jazzy. Prenderla per un polso e scaraventarla a terra, tirare uno schiaffo sul suo piccolo e indifeso faccino. Non riuscivo a fare niente. Mi sentivo distrutto per non poterla difendere. Io ero il suo fratellone e dovevo occuparmi di lei. Proteggerla... perchè proprio ora? Perchè la mia vita doveva cedere così?

- H-ho pauraa... - la voce spezzata della mia Jazzy rimbombò nel mio cuore. Nei miei polmoni. Nel mio cervello. In ogni parte di me. Ma non riuscivo lo stesso a muovermi e salvarla.
Una luce interruppe mio padre. Mia madre era lì e lo stava guardando, più spaventata che mai. Lui non perse un attimo e andò da lei, tirandola per i capelli e scaraventandola al suolo, vicino a mia sorella. Tirò uno schiaffo anche a lei. Il suo viso era ricoperto di lacrime, ma diventò subito sconvolto non appena si accorse di me... sicuramente non avrò avuto un aspetto decente, ma cosa importava adesso?

- M-mamma... - riuscii a parlare e lentamene mi feci forza. Stavo tornando all'impiedi... stavo tornando a camminare. Certo mi muovevo lentamente, ma ci stavo riuscendo. Non vidi più Jeremy, era scomparso... All'improvviso un calcio in piena schiena mi fece ricadere al suolo. Gli ultimi suoni prima di perdere i sensi furono gli urli disperati di mia mamma e mia sorella e poi un doloroso scricchiolio alla schiena...


- Juss... svegliati è ora di pranzo - qualcuno mi svegliò da quell'incubo. Mi alzai di soprassalto. Il cuore batteva a mille, ero sudato e avevo paura... "era solo un incubo" continuavo a dirmi. Già, un incubo fottutamente realistico. Non doveva osare toccare mia sorella... lei e mia madre erano le miei ragioni di vita...

- Stai bene? - mi chiese Jazzy. Lei era lì. Il suo viso continuava a essere perfetto. I suoi capelli biondo scuro e i suoi occhioni marroni erano come sempre perfetti. Il suo sguardo sconvolto mi fece ritornare alla realtà. Cercai di regolarizzare il respiro, che era veloce e irregolare, per poi rispondere - Si... mi hai solo spaventato... -

- Come vanno i lividi? - abbassò lo sguardo. Aveva paura di guardarmi negli occhi, era troppo preuccupata per me.

- Andrà tutto bene Jazzy... io vi proteggerò, a costo della mia v... -

- VITA? VUOI DAVVERO METTERE IN PERICOLO LA TUA VITA? GUARDA COME SEI RIDOTTO! NON RIESCI A STARE IN PIEDI, SEI DEBOLE, DISTRUTTO E NON HAI NEMMENO UN PO' DI FORZA PER PARLARE E PENSI CHE QUESTO SCHIFO VALE PIU' DELLA TUA VITA? IO TI VOGLIO TROPPO BENE PER LASCIARTI ANDARE... DOVREMMO CHIARIRE TUTTO CON MAMMA, NON PUO' ANDARE AVANTI COSI' -

- Non mi crede... ho provato a dirglielo, ma mi ha detto che nessuna notizia le farebbe lasciare papà.. -

- NEMMENO IL FATTO CHE TI RIDUCE COSI'? -

- No.. - risposi deluso... Era solo la pura verità. Mi avrebbe ascoltato invece di negare la realtà. Lei mi aveva sempre scoperto e non credevo proprio al fatto che avesse bevuto con così tanta facilità la scusa della rissa. I lividi non sparivano ma aumentavano.. e lei lo sapeva bene. "Che la costringesse a stare con lui?" pensai. Jeremy era capace di tutto e non mi sorprenderebbe se fosse stato così.

- A cosa stai pensando? -

- E se Jeremy costringesse mamma? - le dissi la verità.

- Ma certoo! - sembrò arrivare anche lei alla mia stessa conclusione - Mamma non è mai stata fuori casa per così tanto tempo e non ha mai voluto ritornare con papà.. quindi deve esserci per forza qualcosa sotto... -

- Lo so, Jazzy... ma secondo te come faremo a farli lasciare se non possiamo nemmeno parlarle? -

- Non lo so... I-io h-ho p-paura Justin... - Stava per piangere e non volevo... non doveva piangere, non doveva soffrire.

- Piccola ci sono io qui con te okay? Io sarò sempre qui... solo per te.. Riusciremo ad allontanare papà una volta per tutte... nessuno ti toccherà... -

- N-no, ma toccheranno te... mi fa male vederti pieno di lividi e soffocare sempre lamenti poichè non puoi fare nemmeno un passo senza sentire dolori. La mia super-star, non è più una star perchè non può nemmeno uscire di casa in questo stato. Da quanto non pensi a scrivere nuove canzoni? Da quanto non esci con qualcuna? Da quanto non smetti di soffrire? Da troppo tempo.. ti ho lasciato sofferente e ti ho ritrovato nello stesso modo, dopo un mese. Un mese vuol dire 30 giorni... hai sofferto e continui a soffrire da 30 fottuti giorni e io non riesco a stare tranquilla perchè so che non finirà bene. Questa vita è troppo dura per una ragazza come me e un ragazzo come te, ma con tutto stiamo cercando di affrontarla. Lo so Justin, lo so che tu ci sarai sempre per me, lo vedo che mi difendi, ma non voglio che tu ci rimetta la vita... Dobbiamo fare qualcosa... magari potremmo denunciarlo.. -

- Mi dispiace... Jazzy lo sai pure tu che ci vorrebbe troppo tempo affinchè la procedura scatti e sai benissimo che in quell'arco di tempo lui ci ucciderebbe... -

- Io... H-hai ragione... -  scoppiò di nuovo a piangere. Come potevo rassicurarla se nemmeno io ero sicuro?

- Shh... basta piangere... se ci vede deboli ci avrà in pugno... dov'è adesso? -

- A-al piano di sotto... è in cucina... vuole che prepari da mangiare, ma lo sai anche tu che non so fare tante cose buone e ho paura che mi possa fare male se non lo ubbidisco -

- Adesso scendiamo insieme okay? -

- Va bene -

Scesi lentamente e dolorosamente dal letto e andai in bagno. La testa iniziò a girare e dovetti aggrapparmi al lavabo per non finire a terra. Subito dopo fui percorso da una conata di vomito e non riuscii a non rigurgitare il tutto. Solo liquidi... era questo ciò che il mio corpo espelleva, solo liquidi e sangue. Non toccavo cibo da un pò ormai... mi si era pure chiuso lo stomaco.

- Juss, va tutto bene? -

- Emh... si Jazzy tranquilla.. - lavai velocemente la faccia e mi guardai allo specchio. Occhio nero... occhiaie... lividi alla guancia destra... labbro spaccato... ero davvero orribile in quel momento...
Feci una doccia veloce e indossai una maglia pulita e un sotto di una tuta che non sia stato ricoperto di sangue.

- Allora, andiamo? - domandai insicuro e spaventato.

- Si.. -

Le afferrai la mano e ignorando il dolore a ogni passo e il mal di testa arrivai in cucina. Lui era li che ci guardava. Ci guardava con disprezzo e rabbia.

- Cosa vuoi cucinare? - domandai a Jazzy cercando di sciogliere il gelo che si era creato.

- Preparo degli Hamburger okay? -

- Perfetto... -

- Falli bene! - disse Jeremy.

- C-ce la metterò tutta - balbettò Jazzy prima di uscire in giardino per accendere la griglia.

Andai a sedermi sul divano, sperando che non mi raggiungesse. Inutili pensieri... arrivò e si sedette quasi sopra di me.

- Ahia... - biascicai togliendomi da sotto di lui e sedendomi nella parte più lontana possibile.

- Come ti senti? - domandò con un sorriso beffardo stampato sul volto. Lo volevo prendere a pugni... Avrei dovuto rispondere bene o male? Cioè se dicevo che stavo bene mi avrebbe potuto picchiare, ma se dicevo che stavo male avrei potuto farlo arrabbiare. Ci stavo mettendo troppo tempo per rispondere.

- Ti ho fatto una cazzo di domanda vuoi rispondermi? - sbottò furioso, afferrandomi per il colletto della maglia e tirandomi all'impiedi.

- Ahh.. ovviamente non sto bene... - cercai di non essere scontroso.

- Ti avevo detto o no che la tua vita si sarebbe trasformata in un incubo? -

- Si.. -

- Beh questo è solo l'inizio... -

- Uno è pronto... - Era Jazzy. Era appena entrata e si era fermata. Notò me e Jeremy e notai quando si fosse spaventata.

- Dammi qua.. - Disse lui afferrandole un polso e sbattendola al ripiano della cucina.

- Non toccarlaa... - urlai spaventato. La cosa che mi spaventava di più? E' che mi sembrava di rivivere il mio incubo... ma stavolta era tutto fottutamente reale.

- Non ti conviene di metterti contro di me, ragazzino! - lasciò Jazzy e tornò verso di me.. Cazzo..

- V-voglio solo che non le fai del male... prenditela con me, ma non con lei... - balbettai un pò.

- NO.. JUSTIN NOOO! - urlò Jazzy, ormai in lacrime.

- Inceve si! Non fare del male a lei, p-per favore... - Mi afferrò nuovamente per le spalle e mi incollò al muro... sussultai per il dolore e per lo spavento.

- Devo prendermela con te? Non hai paura? - disse sorridendo.

- Lascia stare lei.. - cercai di deviare il discorso per non rispondergli.

- Non cambiare risposta... Hai paura? -

Stavo rispondendo quando qualcuno entrò dalla porta, proprio come nel mio sogno. Era lei. Era mamma.

- Sono tornataa! M-ma che succede qui? Jeremy lascia stare Justin! - urlò spaventata. Cercai di staccarmi dall sua presa, ma fu tutto inutile.

- Deve capire chi comanda! - urlò e mi sbattè più violentemente al muro. Non doveva saperlo così... Uno scriocchiolio si fece largo nella mia schiena. Sgranai gli occhi per il dolore immenso che mi aveva provocato.

-A-ahi... - gemetti dal dolore un attimo prima di cadere a terra. Era proprio come nel sogno... tutto quello a cui ero aggrappato stava cedendo... e ogni filo che mi teneva collegato alla vita si stava spezzando. Un urlo. Due urla. Un dolore atroce. Un buio totale. Ricordo solo questo... poi ecco che anche l'ultimo filo venne spezzato..

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SPAZIO AUTRICE E RINGRAZIAMENTI:
MI DISPIACE UN PO' LASCIARVI CON L'ANGOSCIA DI COSA SUCCEDERA', MA PURTROPPO DEVO.
DATO CHE NON SONO CATTIVA VI LASCIO UN PICCOLO SPOILER:

- JUSTINNNNN! -
- SIGNORA E' SUCCESSO DI NUOVO! -
- SUCCESSO COSA? -
- QUELLO CHE TEMEVAMO -
- P-POTRA' CAMMINARE? -
-.....-
-POTRA' CAMMINARE? -
- E' IN PERICOLO DI VITA... -

SONO FELICISSIMA PERCHE' CI SONO 607 LETTORIII *-* ODDIO A OGNI CAPITOLO
CE NE SONO SEMPRE DI PIU' <3

INIZIO CON I RINGRAZIAMENTIII:
GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA TRA I PREFERITI:

- DEMI_LOVATO <3
- ELIFAB94 <3
- JUSTINSECSI <3
- ROSY1234567890 <3
- WYKKIE <3
- _SABRINA_ <3

SEGUITI:
- BELIECTIONER_FE_LOVE <3
- CARMEN_BELIBER <3
- CHIARA939 <3
- DREWMYIDOL <3
- HUG_ME_DREW <3
- IVY18 <3
- JBDESY <3
- MARTYSWAGGYY <3
- MUJMAO <3
- SEXYHORAN_ <3
- TOMMO01 <3

RICORDATI:
- BELIEVE22 <3
- CARLYANGELJB <3
- IOLOL <3

GRAZIE DAVVERO DI CUORE A CHI HA RECENSITO:

- WYKKIE <3 GRAZIE DI CUORE PERCHE' HAI E CONTINUI A SEGUIRE LA MIA STORIA, DAVVERO GRAZIE
PER LE BELLISSIME RECENSIONI CHE MI LASCI *-*

- CARMEN_BELIBER <3 GRAZIE PERCHE' ANCHE TU CONTINUI A SEGUIRE E RECENSIRE LA MIA STORIA, FACENDOMI
SORRIDERE <3

- MIMI_98_SWAG <3 NONOSTANTE NON HAI ANCORA RECENSITO, E SINCERAMENTE NON E' IMPORTANTE,
TI RINGRAZIO PER AVERLO FATTO E SPERO CHE STAI SEGUENDO ANCORA LA STORIA <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3 GRAZIE PER LE RECENSIONI CHE HAI LASCIATO E MI DISPIACE
SE IN ALCUNE TI VENIVA QUALCHE INFARTO AHAH *-*


GRAZIE INFINITE VOLTE ANCHE A SARA_SCRIVE PER AVER CREATO IL BANNER E PER AVERMI AIUTATO SU COME METTERE LE FOTO <3

RINGRAZIO, OVVIAMENTE, ANCHE I LETTORI SILENZIOSI CHE NON SONO MENO DI 100 PER OGNI CAPITLO.

A QUESTO PUNTO, DATO CHE NON SO PIU' COSA DIRE, ASPETTO IL PARERE DI CHI VUOLE DIRMI QUALCOSA,
NESSUNO E' OBBLIGATO.
A PRESTOOO <3


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Capitolo 15
*** Dammi solo un segno... ***


14-Dammi solo un segno

14° Capitolo


Dammi solo un segno...

*Nessun punto di vista*

Cari lettori,
in questo momento la persona che vi ha sempre raccontato la storia, che può anche essere definito il protagnista, sta lottando tra la vita e la morte. Io, che sono fuori dal suo corpo e vedo tutto ciò che accade, vi racconterò cosa sta succedendo.
Ricordate tutti quel preciso momento in cui Justin sapeva che l'ultimo filo era stato spezzato? Bene, da quel momento il terrore si è diffuso in casa Bieber.
Pattie, totalmente sconvolta nel vedere suo figlio svenirle davanti agli occhi urlando, si diede la colpa di tutto. Lei non amava Jeremy, lei non l'aveva mai amato, lo faceva solo perchè il sottoscritto l'aveva più volte minacciata di fare del male ai loro figli. Lei sapeva quello che succedava a Justin. sapeva che quei lividi non erano stati causati da una rissa in discoteca, ma cosa poteva fare una donna indifesa se non il possibile per difendere i propri figli? Ma questa volta era davvero la fine. Prima di andare in ospedale, a vedere in che condizioni era suo figlio, si era diretta in commissariato per denunciare il tutto. Forse è proprio vero che apri gli occhi solo davanti al pericolo, prima di allora ogni cosa sembra nascondersi nelle piccolezze. La denuncia, nonostante la molta complessità, era stata fatta. Jeremy adesso era un ricercato e ben presto sarebbe diventato per tutti solo un terribile ricordo. Era stato arrestato con accusa di violenza su donne e tentato omicio colposo. Si, perchè quello che lui faceva a Justin era indirettamente un tentato omicio e adesso che lui era in ospedale le accuse venivano aggravate. Era molto probabile che gli avessero dato l'ergastolo, ma questo poteva essere confermato solo da un buon avvocato.

Uscita dal commissariato, Pattie, andò di fretta all'ospedale. anche Jazzy si trovava lì e sapeva quanto potesse farle male vedere il proprio padre picchiare così tante volte in un modo così brutto il figlio. Non appena arrivò, la mamma del protagonista, chiese informazioni al dottore... voleva solo sentire buone notizie, ma avete mai sentito parlare di qualcosa tipo: Non puoi mai decidere come fare andare le cose?. Bene, perchè in quel momento era tutto nelle mani di chi se ne intendeva.

- JUSTINNNNN! - urlò disperata. Le lacrime le rigavano il volto. Era già successo un episodio del genere. Era successo quando le avevano detto che suo figlio non avrebbe più camminato, ma con tutta la forza di volontà esistente, Justin si era rimesso in piedi e aveva lottato per arrivare a dove era arrivato adesso. La cosa che le dava più fastidio sapete qual'era? Il fatto che la stampa e i paparazzi le girassero attorno alla ricerca di indizi. Ma come potevano essere così insenbibili di fronte a un orrore del genere? Avrebbero dovuto chiedere "scusa" e non un "Cosa è successo tra lei e il padre?". Questa era la cosa che la faceva arrabbiare più di tutto.

- SIGNORA E' SUCCESSO DI NUOVO! - annunciò il medico, poco distante dalla donna.

- SUCCESSO COSA? - chiese lei, tenendosi aggrappata alla figlia, per paura di sentire ciò che le proprie orecchie avevano strettamente rinunciato di captare.

- QUELLO CHE TEMEVAMO -

- P-POTRA' CAMMINARE? - domandò scoppiando in un terribile pianto

-.....- Il dottore non rispose... abbassò leggermente lo sguardo e questo fece salire in Pattie molta più paura.

-POTRA' CAMMINARE? - chiese di nuovo, con più insistenza e più paura di quanto se ne potesse avere restando a un centimentro da un precipizio.

- E' IN PERICOLO DI VITA... - Ed ecco che in questo preciso istante, la giovane donna, era caduta dal suo precipizio. Era svenuta sotto gli occhi di molta gente, sotto lo presa ferma della figlia e lo sguardo dispiaciuto del medico! Ma questo come poteva essere valutato importante di fronte al fatto che suo figlio era in fin di vita?

- Mamma.. - Jazzy, che fino a quel momento si era limitata a non parlare e a soffrire in silenzio, cercò di sollevare la madre e fece di tutto per svegliarla, ma fortunatamente accanto c'era il dottore e così la portarono in una stanza per farla riprendere dallo shock.

L'unico problema è che Jazzy era la più sconvolta di tutti. Alla sua giovane età aveva visto il padre picchiare il fratello, quest'ultimo essere in fin di vita e per finire la madre svenirgli davanti agli occhi. Era stremata, confusa, spaventata. Nessuno aggettivo avrebbe potuto rappresentare o far capire cosa provasse in quel momento, forse un uragano di emozioni oppure un uragano di sola sofferenza con sfumature di paura, ma niente poteva essere approvato scientificamente. Si sentiva sola e per la seconda volta aveva paura di perdere Justin.

Non abbiamo detto molto di come stasse quest'ultimo, quindi lo farò adesso. Era in pericolo di vita e fin qui ci sarete arrivati, il motivo era il fatto che era troppo debole e a causa di quella botta la colonna vertrebrale si era inclinata pericolosamente. Non saprei dirvi con esattezza in che modo o i precisi danni che avrebbe causato, ma posso dirvi che tutto questo lo aveva portato a 1 passo dalla morte e a 99 dalla vita. Cosa stesse provando in quel momento era una cosa impossibile da sapere, si poteva sapere il suo battito, i suoi valori, ma non si poteva sapere in quanto tempo si fosse svegliato o in quanto avesse perso la vita. 

La madre subito dopo aver ripreso conoscenza era crollata in un disperato pianto. Uno di quei pianti che avrebbe sconvolto qualsiasi essere vivente. Uno di quei pianti che avrebbe fatto salire la pelle d'oca, uno di quelli che avrebbero avuto la forza di far svegliare un morto, un morto qualunque, ma non avrebbe avuto la forza di far reagire suo figlio. Disperazione... Orrore... Terrore... Paura... Che senso avrebbe aggiungere altri aggettivi? Forse solo quello di farvi capire i sentimenti di quella povera donna. Non dategli una colpa di quello che è successo... non pensate che sia stata colpa sua e che se lei avesse reagito avrebbe cambiato le cose, perchè nessuno può sfuggire al destino e se non credete in esso allora pensate che ci sono cose che non si possono evitare e non perchè sono scritte, ma perchè sono palesi che accadano. Se Pattie avrebbe osato muovere un dito contro l'ex marito, avrebbe sicuramente rischiato grosso, sia lei che i suoi figli. La legge? Sarebbe arrivata troppo tardi...

La donna, barcollando, arrivò nella stanza di suo figlio. Lo vide e il cuore le si restrinse talmente tanto da essere visibile solo a un microscopio. Perse non so quanti battiti. Il viso del ragazzo era pieno di lividi, lividi che avrebbe sperato non rivedere più su quel volto angelico. Le braccia erano fuori dalle lenzuola e il polso nero che gli aveva causato sempre il padre, non poteva di certo passare in osservato. I capelli non erano più di quel biondo grano, ma erano spenti, come il corpicino della fatina Trilli che si spegenva alla sua morte. Gli occhi? Quegli amati occhi color nocciola che facevano cadere chiunque dentro, erano impossibili da vedere, ma sicuramente erano spenti, come il resto della sua anima. Chissò se almeno una piccola fiammella era accesa un lui... chissà se poteva sentire quel pianto logoro della madre e chissà se questo l'avrebbe fatto reagire, ma Pattie doveva provarci... doveva farlo... e così, tra un singhiozzo e un'altro iniziò a dire tutto quello che nessuno, oltre le 4 mura della sua stanza, era arrivato a capire.

- Piccolo mio - disse soffermandosi per trovare le parole adatte e per evitare che il pianto avesse annegato quel filo di voce che le restava - So che potrai avercela con me... ma io ti ho sempre amato... lo farò sempre... aspettavo il momento migliore per cacciarlo via, sapevo il male che ti faceva, ma dovevo essere cauta e protettiva e invece ho fallito in entrambi i casi. Non ti ho protetto come dovevo. Ho pensato che il tempo avesse migliorato le cose e adesso ti trovo qui, in fin di vita e non sai quanto mi faccia star male. So che hai bisogno di tempo per guarire. So che hai bisogno di tempo per reagire, ma ti chiedo una cosa solo piccolo mio, una cosa sola per essere sicura che tu mi stia ascoltando. Stringimi la mano... respira più forte... sbatti le palpebre... dammi solo un segno... -
I secondi passarono e nessun segnale era stato messo in atto. Pattie ci riprovò.

- Dammi solo un segno... - ancora niente.

- D-dammi solo un s-egno... - disse esausta. Ecco che il segnale arrivò. Ecco che come l'arrivo di qualcosa tanto atteso avesse fatto la sua entrata. Una mano che vibra, segno che vuole spostarla. Un respiro accellerato... Le palpebre che provano a schiudersi. LUI ERA VIVO! Il cuore di Pattie iniziò a battere talmente veloce che nemmeno il fascio di una luce nel buio avrebbe superato tale velocità. Fuoco, fiamme ecco i sentimenti che riscaldavo quel corpo che sembrava morto, e per finire FORZA E CORAGGIO... quel motto ci sarebbe sempre stato!

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LA STORIA NON E' ANCORA FINITA!

Volevo chiarire questo piccolo particolare, perchè non volevo fare intendere una cosa sbagliata ahah
comunque, adesso passo ai ringraziamenti.

GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA TRA PREFERITI:
- 
DEMI_LOVATO <3
- ELIFAB94 <3
- JUSTINSECSI <3
- WYKKIE <3
- CANADIAN <3
- COMEUNACONCHIGLIA <3
- _PERILLO_ <3

SEGUITI:
- BELIECTIONER_FE_LOVE <3
- CARMEN_BELIBER <3
- CHIARA939 <3
- DREWMYIDOL <3
- HUG_ME_DREW <3
- IVY18 <3
- JBDESY <3
- MARTYSWAGGYY <3
- MUJMAO <3
- SEXYHORAN_ <3
- TOMMO01 <3

RICORDATI:
- BELIEVE22 <3
- CARLYANGELJB <3
- IOLOL <3


Ringrazio di cuore soprattutto chi ha recensito: (mi dispiace se non scrivo una parolina a testa, ma non ho tempo, sappiate
che vi amo lo stesso un mondo <3 )

-  WYKKIE  <3 <3

- DEMI_LOVATO  <3

-  CARMEN_BELIEBER  <3

- MIMI_98_SWAG <3

- DOLCESOGNOREAL10 <3



Ringrazio anche chi ha mandato un messaggio breve, mi ha fatto comunque piacere <3

Vorrei ringraziare anche SARA_SCRIVE per il bellissimo banner *-* per finire ringrazio anche i 710 lettoriiiii, oddio siete tantissimiii <3


spero che questa storia continui a piacervi e spero che qualcuno di voi lasci una recensione *-*

|a prestooooo|


 

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Capitolo 16
*** Sei un ragazzo forte ***


15- Sei un ragazzo forte

15° Capitolo

Sei un ragazzo forte

*Punto di vista di Justin*


Un pianto... ecco cosa riuscivo a sentire. Nonostante tutto intorno a me fosse nero e spaventoso c'era un pianto che arrivava dritto al mio cuore. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare, io volevo gridare a mamma che ero vivo, io volevo gridarle che doveva restare tranquilla, ma riuscivo solo a piangere, piangere lacrime che non bagnavano le mie guance. Perchè? Perchè non riuscivo a sentire nulla? Perchè il mio corpo era debole e immobile?

- D-dammi solo un s-egno... - quella voce, quella voce l'avrei riconosciuta ovunque. Mamma. Da Justin, reagisci per lei!

Ci stavo provando, sentivo le dita della mano sotto il mio controllo e vibravano irrefrenabilmente, lottando contro quella parte di me che non voleva svegliarsi. Gli occhi che erano rimasti sigillati ora volevano aprirsi di nuovo, per guardare il dolce viso di mia madre e per lottare contro tutto quello che stava succedendo. Dovevo farcela...

- O m-mio Dio... Justin sono qui con te tesoro! CHIAMATE UN MEDICO! Justin respira, apri gli occhi, ci sono io qui con te, ci sono e ci sarà sempre io. Perdonami per quello che è successo! Io non volevo - ed ecco che la sua candida voce fu nuovamente spezzata dalle lacrime. Lei non doveva prendersi le colpe, ha cercato di difenderci, ma non tutto può essere tenuto sotto controllo.

- Cosa sta succedendo? - chiese qualcuno entrando velocemente nella stanza. "Chiunque sia mi deve aiutare a uscire dal mio corpo!" pensai.

- Lui si è mosso, la mano... gli occhi... lui vuole svegliarsi -

- Che sia ringraziato il cielo. Figliolo ascoltami, sono un medico, ascolta la mia voce, seguila e cerca di aprire gli occhi - ci volevo provare. Volevo inseguire la sua voce, ma come potevo farlo? Non era la stessa cosa di inseguire un pallone. Già quel sogno che non si è rivelato tale. E le mie beliebers? Le mie fan? Loro cosa avrebbero pensato di un Justin pieno di graffi, lividi e sul punto di morte? Cosa avrebbero pensato? Quanta confusione.

C'ero... c'ero quasi... vedevo una piccolissima e fragilissima fessura bianca. Il cuore batteva a mille, io ci stavo riuscendo! Aprii ancora di più gli occhi fino a quando due immagini sfocate mi si pararono davanti, incitandomi di continuare a muovermi. E se fossi rimasto su una sedia a rotelle? Non di nuovo per favore... provai a muovere le gambe ma non reagivano, neanche la schiena sembrava volermi ascoltare. La mano faceva fatica a seguire i miei comandi...

- Bentornato Justin... io l'ho sempre detto, tu sei un ragazzo forte. Riesci a parlare? - avrei voluto farlo, caro medico. Avrei voluto raccontare tutto quello che era successo, ma non riuscivo ad aprire bocca, respiravo flebilmente. Scossi la testa, tanto quanto bastasse per far capire che non ci riuscivo, ma che avevo sentito ciò che mi aveva chiesto.

- Non ti preoccupare, è normale. Adesso a poco a poco tornerà tutto come prima - annunciò avvicinandomi un bicchiere d'acqua. Avevo tanta sete, non lo avevo chiesto ma l'aveva capito. Avevo troppa voglia di bere acqua. Subito dopo riprovai a parlare, facendo uscire fuori dei versi strozzati prima che le parole prendessero il sopravvento e conquistassero lo spazio circostante.

- I-io... C-credo... D-di... S-stare... B-bene... - ammisi dopo non so quanti minuti e quanti sforzi.

- Perfetto continua così, stai facendo passi da gigante... - passi? Potevo camminare? Avrei continuato a farlo? Volevo davvero sapere quella risposta.

- So cosa ti stai chiedendo e non è ancora sicuro. Non appena sarai in forze tornerai a fare un pò di fisioterapia e vedrai che riusciremo a farti camminare. Forza e coraggio no? - esatto caro medico, io avevo la forza e il coraggio necessaria per andare avanti. Potevo farcela.

- S-si.. - aggiunsi. Subito dopo mi voltai verso mia madre e osservai i suoi occhi colmi di lacrime, rossi e gonfi. Non doveva stare così male, io stavo bene. Forse...

- M-mamma.. -

- Mi dispiace tesoro, mi dispiace davvero tanto. Avrei dovuto fare qualcosa prima, ma non avevo prove, non avevo coraggio e non sapevo cosa fare, perdonami per favore, te lo chiedo davvero per favore. Ho denunciato Jeremy e presto sarà in carcera per il resto della sua vita, non dovremmo più preoccuparci di lui. Fuori c'è Jazz e vuole parlarti. E' arrivata anche Taylor, sono tutti qui per te. Solo per te. Solo per vederti di nuovo forte come un tempo - una lacrima lasciò il mio viso e percorse tutta la guancia, ignorando gli ostacoli del cammino e arrivando fino alle labbra, facendomi assaporare il salato di quel dolore immenso che provavo. Non sarei tornato facilmente ad essere forte, io non lo ero più da un pezzo. Mio padre aveva spezzato tutte le mie difese, tutti i mie muri, tutte le mie speranze.

- N-non sono arrabbiato con te - dissi non appena la voce iniziò a stabilizzarsi. Mamma annuì comprensiva e andò a chiamare il resto della mia famiglia. Flash... qualcosa come flash iniziò ad abbagliarmi la vista. Non ci capivo più nulla, sentivo solo delle urla.

- Chi li ha fatti entrare? - disse il medico che mi aveva aiutato.

- Non lo so, ho già chimato la sicurezza - rispose un infermiere.

- Voi! Siete voi coloro che rovinate la vita delle persone? Perchè non ve ne andate eh? Perchè non andate via da un luogo come questo? Qui la gente ci muore, ci vive, ci spera. Spera in una vita senza dolore e malattie e invece voi, pugno di ingrati, state fuori come deficienti e cercate novità su un ragazza che sta male? Volete sapere se è finito su quel letto per droga? No, vi sbagliate. Non ha mai fumato e non è mai stato cattivo, al contrario di voi che per vivere fate i parassiti sulla vita degli altri. Cosa ci ricavate a disturbare un luogo pieno di dolore come questo eh? Cosa ci ricavate a disturbare la tranquillità di una persona su un letto che sta male? Oltre il vostro lavoro c'è gente che nel mondo ha bisogno di un operazione e non di una news in tv. Preferiscono sapere chi vive e chi muore, piuttosto che bugia su persone. Avete finito il vostro lavoro? Ne siete fieri? Bene, perchè adesso la sicurezza vi porterà fuori. Sperate solo che non accada niente di tutto questo ai vostri figli, perchè anche voi avreste odiato questa privazione di libertà! - Taylor era arrabbiata. Taylor aveva urlato col tutto il fiato che aveva in gola. Taylor, la mia Taylor, era dalla mia parte, per difendermi, per aiutarmi, per sorreggermi e per farmi forza. Riecco la ragazza di cui mi ero innamorato. Non riuscivo proprio a dimenticarla... più dicevo che non era vero e più mi innamoravo. Il mio cuore era contro il mio cervello. Non si sarebbero mai sopportati riguardo all'amore.

I paparazzi furono portati fuori e i miei familiari, compresa la mia Taylor, fecero interruzione in stanza. La mia vista era di nuovo libera e il mio corpo era nuovamente lontano da quei flash.

- S-sei stata fantastica - mi rivolsi alla mia migliore amica e lei corse verso di me, abbracciandomi e sussurrandomi che mmeritavano un discorso del genere, così ci avrebbero pensato due volte prima di fare un'altra cosa del genere.

- Mi sei mancato troppo fratellone. Io ti avevo messo in guardia ma sei il solito ragazzo dalla testa dura! - borbottò Jazzy abbracciandomi. Avevo proprio bisogno del suo sostegno. Mi avevano dato la forza di mettermi in piedi.

- Potete chiamare il dottore? Voglio chiedergli quando posso iniziare fisioterapia - mamma annuì ed uscì dalla stanza, lasciandomi con mia sorella e la ragazza che mi aveva catturato il cuore, per non dire che ci aveva giocato un pò.

- Non ti riesci a muovere? Tornerai a camminare? Mi sono persa un momento importante della tua vita e non voglio perdermene un altro. Non sarei dovuta partire un mese, non avrei dovuto lasciarti in quelle condizioni - Jazzy scoppiò in un pianto incontrollabile. Mi sentivo in colpa, non doveva piangere per me.

- Hai fatto bene a non restare. Avevo bisogno di stare da solo e di rimettermi in forza, le cose non sarebbero cambiate e tu avresti sofferto inutilmente -

- Ho sofferto lo stesso. Chiamavo mamma tutti i giorni per sapere quanti passi faceva e lei me li raccontava tutti. Prima cinque, poi dieci, poi venti e poi piccole camminate. Ricordo ogni attimo come se fossi stata lì con te -

- Per questo motivo non ti dò colpe. Non hai bisogno di starci male, te lo stesso preoccupata di me -

- Promettimi una cosa -

- Cosa? -

- Che questa lezione ti farà capire che non devi essere troppo protettivo, ti metterai nei guai se dovrai proteggere ogni persona che ti sta accanto -

- Le do pienamente ragione - aggiunse Taylor che fino a quel momento era rimasta in silenzio -

- Non prometto nulla, ma mi impegnerò per non essere così protettivo -

- Niente più missioni di spionaggio? -

- No, Taylor, quelle ci saranno sempre - ammisi scherzoso.

- Quali missioni? -

- Emh... niente Jazzy, cosa tra me e Tay -

- Voi due non me la raccontate giusta -

- Eccomi - annunciò mamma, apparendo col medico e interrompendo quel discorso.

- Allora, vuoi provare a camminare? - mi chiese quest'ultimo. Io annuii e così sotto lo sguardo della mia famiglia fui sceso dal letto e provai a camminare e sempre sotto il loro stesso sguardo caddi a terra, non potendo muovere neanche un misero metro. Perchè?

__________________________________________________________________________________________________________________________________

MI SCUSO INFINITAMENTE PER L'IMMENSO RITARDO! SCUSATE DI CUORE!

VI ASSICURO CHE NON ERA MIA INTENZIONE MA GLI IMPEGNI MI UCCIDONO.

MI SCUSO SE NON HO POTUTO CORREGGERE IL CAPITOLO, SPERO CHE NON CI SIANO ERRORI.
NON POSSO RINGRAZIARE OGNUNO DI VOI PERSONALMENTE QUINDI RINGRAZIO A GRUPPI.

ALLORA, PER INIZIARE RINGRAZIO DI CUORE LE 23 PERSONE CHE HANNO RECENSITO.

POI RINGRAZIO LE 8 PERSONE CHE HANNO MESSO TRA I PREFERITI

RINGRAZIO LE 3 PERSONE CHE HANNO MESSO TRA I RICORDATI

RINGRAZIO LE 12 PERSONE CHE HANNO MESSO TRA I SEGUITI

PER FINIRE RINGRAZIO GLI 850 LETTORI. WOW SIETE DAVVERO MOLTISSIMI! *-*

SPERO CHE LA STORIA VI PIACCIA E CHE RECENSIRETE..

GRAZIE ANCORA DI CUORE A TUTTI VOI, VI AMOOO <3

|A PRESTOOO|

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Capitolo 17
*** Miglioramenti ***


16-


16° Capitolo

Miglioramenti


- Justin, va tutto bene. Non preoccuparti. E' normale che ancora non ci riesci. Hai subito un duro colpo okay? - mi rassicurò il dottore. Dopo quell'incidente mi avevano rimesso a letto e mi avevano rassicurato dicendo che fortunatamente il piccolo problema alla colonna vertebrale era stato risolto e che con un pò di riposo poi sarai tornato a camminare. Mamma mi aveva felicemente annunciato che mio padre era stato portato in carcere e che ci sarebbe rimasto per un bel pò. Le cose sembravano migliorare.

- Quindi è normale che mio figlio per ora non cammini giusto? - domandò mamma.

- Certo. Il colpo è stato talmente forte da aver leggermente spostato una vertebra. L'abbiamo subito rimessa a posto e quindi adesso non ci sono problemi. Si calmi e calmati anche tu Justin. Terremo i giornalisti fuori da queste mura e deciderai tu cosa raccontargli -

- La ringrazio dottore -  Quest'utlimo uscì dalla stanza e mi lasciò da solo con la mia famiglia.

- Cosa devo dire ai miei fan? " Salve mio padre mi ha quasi ucciso, tutto apposto, ci rivediamo?" - borbottai sarcastico.

- Sarebbe una bella soluzione - mormorò Taylor. Mi girai verso di lei e scoppiai a ridere per la sua faccia buffa. Jazzy e mamma fecero la stessa cosa.

- Okay, il sarcasmo ci sta. Ma voglio seriamente sapere cosa devo fare -

- Beh mentre tu ci pensi io vado a prendermi un'altra caraffa di caffè -

- Mamma dovresti andare a casa a riposare. Fra un pò le visite terminano. Vai a casa, ci vediamo domani - la rassicurai. Nel frattempo Taylor si avvicinò a me e mi cinsi il braccio.

- Resto io questa notte. Mia mamma e mio padre sono fuori e voglio passare un po' di tempo con Justin - esclamò la mia migliore amica. Le fui grata di tutto.

- E va bene, mi avete convinto, ma per qualsiasi cosa vi obbligo a chiamarmi, okay? -

- Vado pure io Juss, ci vediamo domani e state attenti voi due  - Jazzy lanciò un occhiolino nella mia direzione e così ricambiai con un sorriso rassicurante, in realtà morivo dentro. Riecco che la storia tra me e Taylor era uscita fuori, ma stavolta non avrei rovinato tutto scappando, anche perchè ero inchiodato al letto.

- Allora, a parte il fatto di camminare e fare fisioterapia, come ti senti? - mi chiese Taylor, rompendo il silenzio e sdraiandosi accanto a me. Le feci un pò di spazio.

- Come se un camion si fosse divertito a mettermi sotto un pugno di volte - mi scostai un altro po' ma una dolorosa fitta alla schiena mi fece immobilizzare subito.

- Ehi il medico ha detto di non fare movimenti troppo bruschi perciò fai piano e poi io sto bene così. Posso abbracciarti vero? - annuii impercettibilmente e avvinghiò le braccia attorno al mio corpo. In altre circostanze sarei impazzito, mi stava provocando. Beh anche in quelle circostanze mi stava facendo diventare matto... cercai di controllare l'amichetto ai piani bassi e di concentrarmi su altro. Inalai parecchie ondate del suo profumo. Dolce, sensuale, alle rose e un pizzico di vaniglia. Con la mano in superficie tracciava linee immaginare sul mio stomaco. Ecco, tutto stava diventando incontrollabile.

- Emh emh... Taylor potresti... emh come dire... evitare di provocarmi? Sono immobilizzato in un letto, ma non è detto che non posso reagire... - credo di essere diventato leggermente rosso sulle guancie. Lei diventò un peperoncino.

- Si... emh... scusa - ridacchiò nervosa e spostò la sua mano verso il basso, solo che fece male i calcoli e si fermò proprio sul mio amichetto.

- T-taylor così peggiori la situazione.. - ammisi imbarazzante. Inutile dire che il mio amichetto si stesse svegliando...

- O-oddio non me n'ero accorta... scusa. Forse è meglio se mi siedo.. - borbottò nervosa. Mi lasciai sfuggire una risata mentre lei si alzava e si sedeva.

- Allora... cancelliamo questo imbarazzante momento chiaro? - annuendo risi di nuovo e lei mi seguì a ruota. Quando ci fermammo continuammo a restare in silenzio, fino a quando un mio gemito strozzato attirò la sua attenzione.

- Ahi... - fu colpa di un'altra dolorosa fitta alla schiena. Lei si alzò di corsa e venne verso di me.

- Tutto apposto? Che ti fa male? -

- Niente, solo una fitta alla schiena -

- Oh... il medico ha detto che è normale. Vuoi riposare un pò? -

- No, voglio restare sveglio con te - parlando non mi ero nemmeno accorto di quanto fossimo vicini. Potevo sentire il suo respiro caldo scontrarsi con il mio. Fissai i suoi occhi che mi attiravano come una calamita, mentre i nostri visi si avvicinavano. Quando i nostri nasi si scontrarono lievemente pensai che si staccasse da me, ma sussurrò un - Non ce la faccio più - e appoggiò le sue labbra sulle mie. Continuarono a muoversi in una sintonia troppo assurda per essere vera. Sembravano fatte per stare insieme. Mi aiutai con le braccia per farla sedere sul lettino, mentre le nostre labbra non volevano saperne nulla di staccarsi. Ripensai a tutti i momenti che avevano vissuto, sia quelli belli che quelli brutti. Nessun ripensamento.

Capii dove stavamo andando a finire solo quando arrivò a mettersi a cavalcioni su di me. Questo non aiutò affatto la situazione ai piani bassi. Poco m'importava. Avevo solo paura che non fosse sicura di quello che stava facendo.

Mise le mani al bordo della sua maglietta e fece per tirarla su, ma le bloccai le braccia e la guardai intensamente negli occhi. Dovevo farlo, anche se mi costava troppo.

- Sei sicura? - lei non rispose. Mi fissò in silenzio e solo allora capii che era guidata dalla lussuria, ma non dai sentimenti. Ci restai parecchio male, ma non volevo che se ne pentisse e che me lo rinfacciasse per sempre.

- Forse è meglio smetterla... - abbassò lo sguardo e scese lentamente dal lettino.

- Grazie... non so cosa mi sia presa. Sicuramente ero stata trascinata dal momento... -

- Certo... sicuramente... Emh, io provo a dormire un pò... ti lascio un po' di spazio in caso avessi sonno okay? - annuì e così mi abbassai sotto le coperte e repressi l'istinto di urlare e di lanciare tutto in aria. Un altro sbaglio. Una cosa trascinata dal momento. Ecco cosa era per lei. Era meglio che mi ero fermato o questa volta mi avrebbe seriamente recluso della sua vita. Chiusi gli occhi e girai la testa dal lato opposto dove fosse lei, prima mi spostai abbastanza per farle spazio, poi cercai di addormentarmi il prima possibile, ma i pensieri mi distruggevano. Ogni volta che tra noi c'erano miglioramenti, qualcosa rovinava sempre tutto. Ero stanco delle volte che dovevo andargli dietro per farmi sbattere la porta in faccia. Non poteva dire di essere sicura per una volta sola?

- Ho tradito il mio ragazzo... porco cane ho tradito il mio ragazzo... - la sentii sussurrare. Possibilmente pensava che mi fossi addormentato. Ecco un altro motivo per cui non dovevo andare avanti. Lei era ancora fidanzata e non voleva tradirlo, anche se per sbaglio lo aveva fatto.

La cosa che mi distrusse maggiormente fu sentirla piangere. Quello fu un vero colpo al cuore.

Poi non ricordo più nulla quindi sicuramente mi addormentai. Al mattino seguente non era con me e  non aveva nemmeno dormito al mio fianco. In compenso non venne per una settimana intera. Io mi ero quasi ripreso, per lo meno avevo ripreso a camminare e avevo detto ai fan che era stato un incidente, poi la verità venne a galla dato che si scoprì l'arresto di mio padre e così riuscii a dire tutta la verità. Speravo solo che non mi trattassero con compassione.

Le cose non so se migliorarono o peggiorarono un pomeriggio. Ero solo a casa e stavo guardando la TV sul divano. Suonarono alla porta e così andai ad aprire. Taylor mi si piazzò davanti, entrò chiudendosi la porta alle spalle.

Mi disse - Scusa. Ora sono sicura - e prima che potessi anche solo immaginare di cosa stesse parlando la trovai avvinghiata al mio corpo e alle mie labbra. Quella volta non mi tirai indietro. Lei era sicura e io lo ero sempre stato.

Salimmo fino in camera mia e a poco a poco i vestiti furono sparpargliati al pavimento e noi eravamo sotto le coperte. Anima e corpo si unirono in una cosa sola e per la prima volta mi sentii completo, come se stessi cercando da troppo tempo quella metà che non riuscivo a rintracciare. Poi eccola lì, accucciata al mio petto, nuda e col respiro ancora affannato. Fu troppo assurdo pensare che dopo tanto tempo che lo avevo desiderato finalemente avevamo fatto l'amore. Non riuscivo ancora a capacitarmi di quel pensiero.

- Ti sei pentita? - chiesi, con la paura di una risposta positiva.

- No. L'ho voluto io. Volevo solo capire se fosse attrazione fisica oppure no -

- E cosa hai capito? -

- Che lo rifarei altre volte, ma non voglio innamorarmi di te Justin - per la prima parte della frase avrei fatto i salti di gioia, ma la seconda mi distrusse nuovamente.

- In che senso non vuoi innamorarti di me? -

- Mi ero promessa di non innamorarmi di un migliore amico e non voglio rompere la promessa -

- E se dovesse succedere? -

- Lo eviterò. I-io... mi dispiace Justin. Non volevo illuderti, ma per me è stato solo sesso - ecco, ecco che una parte di me si buttò da qualche parte. Ecco che un'altra paura uscì allo scoperto. Per me era amore, per lei sesso. Complimenti cuore, complimenti per esserti fidato e per esserti fatto distruggere nuovamente.

- Okay - fu questa solo la mia unica risposta. La osservai mentre si vestiva. Prima l'intimo, poi i jeans e la maglietta, in fine le scarpe. Svolazzò i capelli prima di legarli in una treccia disordinata, poi mi fece una domanda che mi lasciò di stucco. Fortunatamente mi ero rivestito, così se fossi svenuto non ero totalmente nudo.

- P-posso chiederti una cosa? -

- Si -

- Se volessi rifarlo... tu ti tireresti indietro? -

- No - era la verità. Se lei voleva solo sesso io glielo avrei dato. Avrei cercato di farla innamorare di me e ci sarei riuscito. Costi quel che costi. Forza e coraggio.



__________________________________________________________________________________________________________________________________

* COMPARE IN SILENZIO E CON LA PAURA CHE QUALCUNO LE POSSA TIRARE QUALCOSA ADDOSSO*

CIAO A TUTTI. PRIMA CHE POSSIATE UCCIDERMI PER L'ASSURDO E IMMENSO RITARDO, MI GIUSTIFICO DICENDO CHE NON HO TROVATO IL TEMPO, MA CHE HO MESSO UN PIZZICO DI BRIO IN QUESTO CAPITOLO :D

MI DISPIACE PER COME SIANO ANDATE LE COSE, MA ADESSO SONO QUI <3

VOGLIO RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE HANNO MESSO LA STORIA TRA SEGUITI, PREFERITI E RICORDATI.

UN GRAZIE SPECIALE VA ANCHE A CHI HA RECENSITO E MI HA REGALATO TANTA GIOIA :D

NON AVENDO MOLTO TEMPO PER QUESTO SPAZIO AUTRICE, MI AUGURO SEMPLICEMENTE CHE LA STORIA VI PIACCIA E SPERO ANCHE CHE QUALCUNO DI VOI RECENSISCA.

UN ULTIMO GRANDE BACIO VA AI  1015 LETTORI CHE MI HANNO SCONVOLTO ( IN MEGLIO) LA GIORNATA. SIETE DAVVERO TANTISSIMI E LA COSA MI FA SALTARE FINO ALLE STELLE. GRAZIE DI TUTTO, UN BACIO E A PRESTOOO <3

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Capitolo 18
*** MI DISPIACE, LEGGETE :( ***


NON INNAMORARTI DI ME

NON INNAMORARTI DI ME


E' IMPORTANTE PER IL FUTURO DI QUESTA STORIA. LEGGETE!

CIAO A TUTTI, SO CHE VI ASPETTAVATE UN CAPITOLO DATO CHE NON AGGIORNO DA SECOLI MA CI TENEVO A DIRVI UNA COSA MOLTO IMPORTATE. 

ULTIMAMENTE SONO PIENA DI IMPEGNI E NON HO NEMMENO IL TEMPO PER SCRIVERE, MA HO NOTATO CHE SONO DIMINUITE LE RECENSIONI. NON SONO UNA DI QUELLE CHE SE NON NE HA ALMENO 100 NON VA AVANTI, MA SE C'E' UN CALO VADO A PENSARE CHE MAGARI I MIEI RITARDI VI STANCANO E CHE NON LA SEGUIATE PIU'.

STO METTENDO QUESTO ANNUNCIO IN OGNI MIA STORIA PERCHE' HO IN MENTE DI CANCELLARLE TUTTO E DI CANCELLARE ANCHE IL MIO ACCOUNT, PER IL SEMPLICE FATTO CHE NON VOGLIO SCRIVERE UNA STORIA CHE NON VI PIACCIA PIU' DATO CHE LA MANCANZA DI RECENSIONI MI FA CAPIRE QUESTO.

VI CHIEDO UNA COSA. IO HO PRESO LA MIA DECISIONE, MA VOGLIO SAPERE IL VOSTRO PARERE.

SE VOLETE CHE LA CANCELLI DITEMELO E LO FACCIO SUBITO.

SE NON VOLETE SIETE COSTRETTI A SUBIRE QUESTI MIEI RITARDI.

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