I have always been in the dark.

di LarryHug
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




I have always been in the dark
 
Cos’è quel sentimento che ti fa nascere le cosiddette ‘farfalle nello stomaco ’?
Cos’è quel sentimento che ti fa sudare le mani, che ti fa piangere la notte?
Cos’è quel sentimento che ti costringe ad esserci costantemente ,che ti costringe a guardare il telefono in continuazione, che ti fa rimanere male se non c’è un suo messaggio?
Cos’è quel sentimento che ti fa sussultare solo pensando a lui o semplicemente quando lo si chiama?
Cos’è? Amore.
Ma noi sappiamo veramente la definizione esatta di questa semplice parola?
Amore.
Cos’è l’amore?
L’ amore non è amarsi solamente, amore significa esserci, viversi, ma soprattutto esserci, se non si è presenti cos’è un amore? Niente.
Amore non significa solo mandarsi bigliettini romantici e poi andarsene dagli amici o familiari, significa esserci, costantemente.
Tutti si innamorano prima o poi. Tutti inizieranno a piangere sul cuscino, scrivere il nome dell’amato sui fogli, banchi o tutto quello che gli viene a tiro, tutti prima o poi manderanno occhiate fugaci a lui o lei.
Ma lei non è ancora pronta per amare, non perché è piccola, perché ha sofferto troppo nella vita, non è pronta a vivere questo  sentimento a lei sconosciuto .
Lei non ha amato, non ci ha mai provato.
Per rimarginare le sue ferite usa la boxe, strano per un ragazza, ma il punto è che lei è strana a partire dall’aspetto esteriore a quello interiore.
Lei è la predatrice, la ragazza temuta da tutti, tutti.
E’ aggressiva, ai ragazzi da un lato potrebbe piacere, ma no sono troppo occupati a non farsi fare del male. Lei si sfogava su di loro, su tutti nessuna eccezione, non dovevano esserci eccezioni.
Nessuno aveva mai osato contraddirla, parlarle, nessuno ha sopportato quello sguardo glaciale, quegli iceberg che vorrebbero sciogliersi, ma non possono, non c’è ancora sole o qualsiasi fonte di luce dentro di lei.
Un sorriso sempre stampato in faccia, un sorriso non dolce, non spontaneo, ma un sorriso strafottente, a volte è un ghigno, a volte è vittorioso, altre volte non c’è. Nessuno è capace di farla sorridere e non deve esserci.
Lei, Summer Smith, non fatevi ingannare dal nome lei è tutt’altro come l’estate, gli si addice più l’inverno, freddo, impassibile.
Summer.
La ragazza temuta da tutti.
Ricordate quando vi ho detto che è strana anche esteriormente?oh si non vi avevo detto una cazzata è vero: i capelli sono di un  biondo platino molto simile alle tedesche ma il suo è molto più strano, sulle punte il colore cambia passa dal viola all’azzurro,  gli occhi sono marroni, il colore esatto non si sa, si sa solo che quando si arrabbia diventano neri, cosa dire del fisico…E’ nella norma, non eccessivamente magra, ma lo è, odia la sua statura non è una giraffa, ma non è neanche quanto i puffi, è anch’essa nella media, ma lei la odia.
Il carattere? Qui c’è da dire non molto, ma neanche molto poco.
E’ impulsiva, molto, forse anche troppo, acida quanto un limone, ironica, arrabbiata sempre e ovunque, falsa, manipolatrice, maliziosa, indisponente…Si potrebbe continuare, ma tagliamo corto: non ha un bel carattere.
In questi anni si è creata una maschera, dura, fredda, impassibile, indistruttibile.
Le mura intorno al suo cuore sono indistruttibili, nessuno è mai riuscita a sciogliere quel cuore di pietra, di ghiaccio, nessuno deve riuscirci.
Questa è la vita di Summer.
Le dai fastidio? Oh, tesoro preparati all’inferno. 
 
LEGGIMI SONO INDISPENSABILE,pft
Hello Pipol, sono ritornata con una nuova storia, qui c'è una ragazza bella tosta, e a mio malincuore non è Larry. 
Volevo cambiare. 
Bò.
RECENSITE E NON VE NE PENTIRETE.
OH, UNA DOMANDA, VI PIACE IL BANNER? 
Comunque ecco i nostri personaggi:
Summer (non è carinissima?) 
   
Louis ( non mi svenite eh!) *^*


-LarryHug

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



I have always been
 in the dark
Capitolo 2
 
*Driiiin driin*
Stupida sveglia che non fa una brutta fine sotto un camion.
Ecco, come sempre i miei primi pensieri amorevoli contro la sveglia.
Vivo da sola.
Sola.
Che brutta parola, nessuno dovrebbe essere solo, ma io lo sono e beh, quel che fatto è fatto. Io e la solitudine siamo una sola cosa. Sono abituataa a tutto, a tutti.
Mentre mi trascino fuori dal letto, mi dirigo a passo lento verso l’armadio, apro un’anta e inizio a frugare dentro.
Poco m’importa dell’abbigliamento, ma devo essere presentabile.
Frugando trovo un maglioncino verde, fa abbastanza freddo, ,un jeans scuro, le converse verdi e  ho fatto.
Vado in bagno, mi lavo i denti, mi lavo la faccia con l’acqua congelata per svegliarmi, mi trucco, mi vesto e sono pronta.
Sempre da sola, mi dirigo verso l’enorme carcere che comunemente viene chiamato ‘scuola’, London High School, ecco il suo nome. Che fantasia.
Come le acque di Mosè ,quando arrivo davanti il cancello si dividono le acque, mi è sempre piaciuto l’effetto di sentirmi superiore.
Perché loro non sanno niente di me e di certo non saranno loro a parlare, almeno che non vogliano un occhio nero.
Faccio boxe ormai da 4 anni, la insegno, per una ragazza è strano, ma io sono strana.
Mentre mi dirigo a testa alta nei corridoi vado a sbattere contro qualcuno. Ah, il capitano della scuola di football, ma mi colpì quel che disse.
-E’ sta più attento coglione!- gridò ad alta voce, facendo girare i presenti che guardarono il capitano on faccia sconvolta, nessuno  ripeto nessuno deve rivolgersi così a me. Il tempo di fargli alzare la testa per vedere chi è il soggetto che ha chiamato ‘coglione’ gli arriva dritto un pugno, da parte mia, su quel bel faccino, cadde a terra rovinosamente.
-Nessuno e tanto meno tu, può parlarmi così! Chiaro?- il ragazzo di fronte a me annuì impaurito, si rialzò e se ne andò, mentre tutti se ne tornarono per i fatti loro in classe, ancora con una faccia sconvolta. Tutti avevano paura di me, come li guardavo negli occhi  distoglievano lo sguardo. Nessuno è mai riuscito a farmi sciogliere il cuore, dentro di me c’è buio non luce
.
Entro in classe, vado all’ultimo banco, strettamente mio, mi siedo dritta e composta pronta per iniziare queste ore! Cazzate, metto la testa sul banco rivolta alla finestra, sospiro.
Perché? Stress, sono stufa, di tutto e di tutti. Nessuno sa la mia storia. Io in questo posto sono una sorta di bulletto. Loro non devono e possono saperle le ferite che ho cercato di rimarginare.
Una, due, tre goccioline cadono sulla finestra, piove, come sempre del tutto. Qui a Londra è ormai una cosa abituale, quasi come respirare.
Mai capito il tempo di Londra sempre grigio e cupo. Ed è per questo che vivo qui. Qui mi adeguo all’ambiente naturale, si okkei anch’io sono allegra, ma si è visto raramente il sorriso, ma uno di quelli sinceri, spontanei, sul mio viso, quasi come il sole a Londra, mai.
Non capisco come le persone riescano ad essere felici fuori quando dentro hanno uragani, loro non lo sanno ,sarò anche un’asociale, scontrosa, scorbutica, acida, ironica e tutt’altro, ma ho imparato a capire le persone dentro e non solo fuori.
Facciamo i forti fuori, ma abbiamo uragani devastanti dentro.
In questa vita, che comunemente mi appartiene, molte cose non mi sono mai state chiare, si dice che prima o poi impariamo tutto, perché non si nasce imparati, ma una cosa che so che non capirò mai è l’amore.
Come fa questa semplice reazione chimica a far ‘unire’ due persone?
Non ho mai capito come facciano le persone ad innamorarsi… io non lo so e non sono intenzionata a saperlo. So solo che si sentono amati.
Io non mi sono mai sentita amata, al di fuori dei miei genitori, ah i miei genitori, quanto mi mancano, vivono in Germania.
Anche se non ho nessuno qui, sono voluta rimanere. Sono voluta rimanere per giustizia? No, di più per ricrearmi una vita dove IO sono la predatrice e non più la preda.
Senza accorgermene è passata già la prima ora.
Esco fuori, non curante che possa fare tardi per la prossima lezione, non m’importa, in questo momento ho solo bisogno di una sigaretta.
Fumo, mi aiuta a calmarmi, mi rilassa, ‘devo smetterla’ mi ripeto, ma è quasi come la droga, quando sei dentro non puoi più farne a meno.
 Mi avvicino al muretto e mi accendo una cicca.
Ci sono alcuni ragazzi che ,come me, sono scappati dalla lezione e si calmano fumando.
Ragazzi, uhm…Di loro non mi è mai importato niente. Forse perché ho imparato che loro da te vogliono una cosa solo, non so se ci intendiamo.
Manipolatori ecco cosa sono, oh non sanno chi hanno davanti.
Ho una maschera tutta mia, non siamo al ballo di Carnevale, questa dura, per sempre.
Anch’io ho un lato sensibile, da ragazza ,quale sono, ma ho segretamente e strettamente nascosto, non mi è mai piaciuto mostrarmi debole davanti alla gente, tutti sfrutteranno quest’opportunità  per rinfarciattela  un giorno.
Oh, merda è suonata anche la terza. E che cazz…e vabe me ne andrò in giro. Mi annoio qui…
Mentre cammino senza meta pe le vie di Londra decido di svoltare in un parco, carino.
Mi siedo sull’erba fresca, ah, ho sempre amato l’erba fresca appena tagliata, mi ricorda tanto mia madre, botanica, che ogni giorno cura le piante come esseri umani e anche meglio, mi insegnava tutto. Mi voleva e vuole tutt’ora un gran bene. La mia famiglia è l’unica che ha il mio amore, a cui ho aperto il mio cuore, loro sono tutto.
Dopo un’oretta buona vado a casa.
Apro la porta e mi ritrovo sola, come sempre.
Meglio conviverci che avere paura della solitudine.
Butto lo zaino in un punto indefinito della casa, mi tolgo le scarpe e vado di sopra nella mia camera.
Accendo il Pc e cazzeggio un po’ su facebook, non mi è mai piaciuto questa sottospecie di sito per ‘’incontri’’, insomma, lui la vede da dentro la foto ,dove l’unica cosa inquadrata sono le tette, e magicamente s’innamora, seh vabe…
Poco dopo spengo il pc, mi sdraio sul letto e cerco di addormentarmi con  la speranza che Morfeo mi accolga fra le sue braccia. 

 
LEGGIMI SONO INDISPENSABILE,pft.
Hi! 
Eccomi con un nuovo capitolo.
Questa è Summer. 
A me piace tantissimo.
Oh, una cosa volevo dirvi, questa non è la solita tiritera dove trova l'amore della sua vita e tutto cambia.
Oh no, altrimenti non l'avrei pubblicata.
Usciamo npò fuori dagli schemi. 
Ah per la felicità 
Hika Uchiha dopo aggiornerò anche la fan fiction Larry, *clap clap*.

Con questo ho finito ricardate:
RECENSITE E NON VE NE PENTIRETE PAROLA DI SCOUT,che non sono pft.



 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Capitolo 3
 
*la mattina seguente* 
Oh è mattina, bene, sono spettinata, con i vestiti di ieri e sono in ritardo, ma bene un cazzo.
Mi alzo velocemente dal letto, mi metto le prime cose che mi capitano: maglietta tricolore e jeans azzurrino, le converse e via.
Mi lavo, vesto, mi trucco , non faccio colazione, sembro anoressica, ma il mio peso mi va più che bene.
Mi dirigo verso il ‘’carcere’’ , non c’è nessuno, sono in ritardo.
Percorro i corridoi isolati e entro in classe. Mabbene c’è la cornacchia della Stevenson.
-E’ l’ora di entrare signorina?-
-Ringrazia Dio che sono venuta!-
sbotto già annoiata da quella conversazione.
-Come dice?- oh mio caro amplifon..
-Ringrazia Dio che sono venuta, che avete avuto l’onore di ricevermi qui in classe, le è chiaro ora?!-
-Dal preside, ora!-
non aspettavo altro.
-Non aspettavo altro.-
Di certo non andrò dal preside, seh come no.
Ho un’ora libera, che bello.
Mentre vago per i corridoi dell’ immenso istituto mi sento prendere da dietro e trascinare nel retro della scuola, durante il tragitto mi dimeno, ma sono più forti, e sono tre…Poco dopo mi sbattono  contro il muro, colta alla sprovvista gemo di dolore, mi riprendo e vedo che è il capitano della squadra di football, quello a cui ho dato il pugno ieri.
-Bene , bene, bene guarda chi abbiamo qua..-
-Cosa volete, lasciatemi se volete tornare sani a casa!- urlo, mi sto arrabbiando, brutto segno.
Non accennano a muoversi così con uno strattone riesco a liberarmi e dare un calcio nella pancia al primo, l’altro come risposta mi da’ un pugno che mi fa cadere a terra, sangue.
Sangue, mi ha fatto sanguinare il labbro.
Non ci vidi più e mi catapultai sui presenti.
*Pov narratore*
Summer accecata dalla rabbia si catapultò sui presenti, ma prima si concentrò su quello che le aveva sferrato il pugno.
Un pugno ben assestato colpì il povero nella pancia, un altro in faccia e questo cadde a terra dolorante.
Gli altri due cercavano di fermarla mantenendole i polsi , ma la ragazza si liberò diede una gomitata nelle costole all’altro ragazzo, che le diede uno schiaffo così forte da farle girare la testa.
Summer stava per scoppiare, se lo sentiva, le mani si strinsero a pugno fino a far diventare le nocche bianche, e con una carica disumana diede un pugno in faccia al ragazzo che cadde a terra tastandosi il naso, probabilmente rotto.
Mancava solo il capitano, Summer era stanca, aveva il fiatone, le gambe stavano per cedere, ma ce la doveva fare, nessuno doveva toccarla.
Con un ultimo sforzo si catapultò sul capitano facendolo cadere, si ritrovò a cavalcioni su di lui e cominciò a sferrargli pugni al viso.
Il ragazzo per un po’ non reagì, colto a sorpresa, ma poi diede un pugno nelle costole di Summer facendola piegare in due dal dolore.
Sputava sangue, stava per cedere, stava per far suonare il countdown del ring, non ce la faceva più.
Dolorante si alzò da terra e approfittando del ragazzo ancora a terra dolorante, gli diede un calcio nella pancia, uno, due, tre, non riusciva a fermarsi , era accecata dalla rabbia, ma poi dopo aver scaricato tutta l’energia lo lasciò lì, a terra, da solo dolorante.
Summer andò a casa ancora piena di lividi e sangue.
Aprì la porta e corse su per il bagno.
Si guardò allo specchio: un labbro gonfio e spaccato, un naso sanguinante, le nocche delle mani rosse e anch’esse sporcate di quel sangue che non era suo.
Quella vista la faceva vomitare. Certo, si lei picchiava e picchia tutt’ora la gente, ma non era abituata ad essere picchiata lei stessa.
Lei si era ripromessa di essere la predatrice e non la preda.
Si era promessa di non combinarsi più in questo modo se non per incontri clandestini che l’aiutavano a guadagnare giusto il minimo indispensabile.
Ha mandato ,ancora una volta, tutte queste promesse a farsi fottere.
Una fitta allo stomaco la fece gemere dal dolore, per poi costringerla a scoprire il fianco che era ricoperto di un ematoma violastro, lo sfiorò con un dito che subito ritrasse per il dolore.
Si guardò un‘ultima volta allo specchio, aveva il trucco sbavato, ma non dalle lacrime, ma dal sudore che cadeva in piccole goccioline sulla sua fronte.
Tutte le sue lacrime si erano consumate, i suoi occhi hanno pianto così tanto da far consumare tutte le acque  presente nel suo corpo.
A lei piaceva questa cosa, strano si, ma a lei piaceva perché questo dimostrava che lo ‘’scudo’’ che si era creata in questo periodo buio della sua vita era servito, piaceva perché così era immune da tutto e tutti, piaceva perché non correva il rischio di essere giudicata dagli altri.
Giudicare.
Che brutta cosa, oggi la gente ti giudica per tutto: peso, colore, altezza, scarpe, vestiti…Lei sapeva che la gente giudica perché anche loro sono stati giudicati.
Lei sapeva che un giorno avrebbe fatto la differenza. Nessuno dovrebbe essere giudicato.
A partire dal colore della pelle alla musica che ascolta.
E parlando di musica, la giovane andò nella sua camera prese il suo semplice Mp3 e mise la riproduzione casuale: Paradise –Coldplay.
Adorava quella canzone.
Ancora con le cuffiette sparate nelle orecchie si diresse in cucina, rovistò nel frigo e si preparò un panino.
Andò su in camera, divorò il panino, non mangiava da un giorno e ora aveva fame, logicamente.
Mangiò, si mise il pigiama, si legò i lunghi capelli biondo platino in una crocchia disordinata e si mise a gambe incrociate sul letto alla ricerca di qualcosa di interessante da fare, ma probabilmente la cosa più interessante in quel momento era l’armadio.
La ragazza guardava l’armadio come se si stesse ricordando di una cosa importante, infatti meccanicamente si diresse verso la scrivania.
 
Mi sento come una virgola.
A volte qualcuno mi dimentica, a volte sono di troppo, mentre a volte non servo a nulla.

SONO UN PANDA SPACCIA ABBRACCI *^*
Hello bella gente, come vanno le cose? 
MI SCUSO UMILMENTE PER L'ENORME RITARDO. 
Con la scuola, i compiti, le prof mestruate e tutto non avevo tempo per nulla. 
Comunque, vi piace il capitolo? 
Cosa si sarà ricordata Summer?
Quei poveri ragazzi sono morti sul posto oppure Summer non gli ha fatto niente? 
Si faranno rivedere?
Vi è piaciuta la parte violenta?
Devo smetterla?
Okkei mi dileguo, alla prossima.
SCUSATE PER EVENTUALI ERRORI GRAMMATICALI, non ho voglio di rileggerlo, lol.
Alla prossima e ricordate:

RECENSITE E NON VE NE PENTIRETE PAROLA DI SCOUT,che non sono, pft. 


 

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