Il mio migliore amico fantasma

di Photonic_Dany99
(/viewuser.php?uid=309090)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La morte è una cosa difficile da superare... ***
Capitolo 2: *** La nuova arrivata. ***
Capitolo 3: *** La ferita Rossa. ***
Capitolo 4: *** Il segreto di Rio... ***
Capitolo 5: *** Il laboratorio segreto. ***
Capitolo 6: *** La spazzola. ***
Capitolo 7: *** Risveglio. ***
Capitolo 8: *** Sul letto dell'ospedale. ***



Capitolo 1
*** La morte è una cosa difficile da superare... ***


Non è facile superare la morte di una persona cara. E già... il mio migliore è morto. Ormai sono passati due mesi ma ancora non voglio accettare la sua morte. Aveva 15 anni come me, un ragazzo giovanissimo. Aveva ancora tutta la vita davanti. Da quando è morto sento un vuoto dentro. Era un ragazzo simpaticissimo, pieno di allegria e di voglia di vivere. Piango ogni sera, lo penso sempre e lo sogno pure. Sogno di giocare con lui, di aiutarci in un compito in classe, di fare le miglior cazzate ma poi mi sveglio. Non penso che supererò questa cosa. Diventerò asociale o depresso? Spero di no, ma mi manca tantissimo... Se sto io cosi, figuriamoci i suoi genitori. Eravamo compagni di banco.Ogni giorno quando sono a scuola, gli parlo come se fosse ancora lì. I miei compagni di classe mi guardano strano e mi prendono in giro, ma cerco di evitarli. Non capiscono cosa vuol dire perdere una persona cara. Forse ero l'unico a cui gli stavo simpatico in tutta la classe. Ci vedevamo ogni singolo giorno. La mattina a scuola e il pomeriggio a fare i compiti. Eravamo anche vicini di casa. La sua morte è dovuta a un incidente stradale, era in macchina e suo padre guidava. Si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Subito dopo l'incidente un passante chiamò l'ambulanza. Suo padre perse la memoria e  si ruppe il braccio e la gamba ma sarebbe guarito, per Marco, suo figlio e mio migliore amico, non ci fu niente da fare.  Appena arrivò l'ambulanza lui era in fin di vita. Arrivò in ospedale morto. La colpa era  della strada bagnata, suo padre sbandò e andò a finire contro un albero, la macchina si capovolse e tutti e due svennero.  Il mio nome è Stefano. Sono un ragazzo come tutti gli altri. Cerco di essere simpatico con tutti anche se la persona mi fa antipatia. Spero di voltare pagina e andare avanti come qualunque persona farebbe. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La nuova arrivata. ***


Un altro giorno senza lui...Lo avevo sognato dinuovo. Aprii gli occhi, mi alzai dal letto e andai ad aprire le finestre. Quella mattina il cielo era nuvoloso.Diedi il buongiorno ai miei genitori. Dopo essermi lavato e cambiato andai a scuola. Tra la confusione e la gente che parlava, tutti gli alunni entrarono nelle loro rispettive aule. Quando entrò la professoressa,ci alzammo. Con lei c'era anche una ragazza della mia età. La professoressa disse:" Buongiorno ragazzi, questa bellissima ragazza si chiama Rio ed è una nuova alunna della nostra classe, mi raccomando fatela sentire a suo agio. Ti puoi sedere vicino a Stefano, visto che è solo nel banco, almeno non parlerà più da solo come fa sempre".Ci fu un momento di risata. Lo trovavo molto fastidioso. Ma non dissi nulla, mi limitai solo ad abbassare lo sguardo. Poi riprese a parlare "Studia sempre e dai del tuo meglio Rio".La ragazza si sedette accanto a me. Aveva i capelli lunghi e bianchi, degli occhi color ghiaccio, la sua pelle era molto chiara. Ma non era mio intento farmela come amica. Non mi importava niente di lei, ne di tutti quelli presenti in quell'aula. Provavo odio per tutti loro. Pure per la ragazza nuova. Anche se non sono un tipo che giudica a prima vista ma non volevo nessun rapporto con lei. Disse :" Ciao, mi chiamo Rio, spero che diventeremo buoni amici." Fece un sorriso. Io risposi:" Ciao". Con una faccia abbastanza seria. La professoressa chiese a Rio di raccontare la sua storia. Lei si alzo e iniziò a parlare. Vengo da una città qui vicino. Mi sono trasferita per..." Fece una breve pausa abbassando lo sguardo per terra, poi lo risollevò e continuò a parlare :" per motivi di famiglia, spero che mi troverò bene qui". Fece un sorriso e si sedette. Dopo di che iniziammo le lezioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La ferita Rossa. ***


Finì l'ora. Era giunta la ricreazione. Mentre ero seduto Rio mi chiamò :" Stefano" Mi girai. Gli chiesi :" Che vuoi?" E lei rispose "Ti ho fatto qualcosa? Perchè sei cosi scontroso con me?" Risposi :" Non sono scontroso con te. Lo sono con tutti, ora lasciami stare". Finii di mangiare e suonò la campanella. Alla fine della giornata scolastica, Rio andò da un compagno di classe e gli chiese :" Ehy, sai perche Stefano e così scontroso con tutti?" Lui le rispose :" Circa due mesi fa è morto il suo migliore amico, era seduto dove sei seduta tu ora. E ora è scontroso con tutti. Non ci fare caso e evitalo". Lei ringraziò e uscì dalla scuola diretta a casa. Un altro giorno senza lui...Lo avevo sognato di nuovo. Aprii gli occhi, mi alzai dal letto e andai ad aprire le finestre. Diedi il buongiorno ai miei genitori. Dopo essermi lavato e cambiato andai a scuola. Appena mi sedetti Rio mi parlò :" Senti ho capito perchè sei cosi scontroso con me e con tutti, mi dispiace per il tuo migl..." la interruppi :" Non lo nominare neanche". Lei continuò :" Senti io posso aiutarti." io risposi :" Non ho bisogno del tuo aiuto. "Posso farti rivedere il tuo migliore amico Marco". Attimo di silenzio. Mi girai verso di lei. Sgranai gli occhi. Non ci volevo credere. Era una cavolata grandissima. Si stava prendendo gioco di me. Ne ero sicuro. Non poteva essere. Lui non c'era più. Sudavo freddo. Poi dissi :" Come? Se è uno scherzo puoi risparmiartelo perchè non sono in vena." Te lo posso dimostrare. Fece una cosa che non mi sarei mai immaginato. Prese il taglierino. Lo aprii e.. se lo conficcò sulla mano, trapassandola. Stavo per svenire. Urlando dissi :" Sei pazza??!!!?? Come ti è venuto in mente?!" rispose:" Non urlare qualcuno ti potrebbe sentire. In effetti tutti stavano parlando non notando cosa stesse facendo Rio. Quando lo tolse i suoi occhi si illuminarono di un rosso fuoco anche la ferita emanava una luce rossa. E in pochi secondi scomparve. Come se non ci fosse mai stata. Come per magia. Mi chiedevo come fosse successo. Aggiunse :" Giura che non lo dirai a nessuno" E risposi :"Giuro ma dobbiamo parlare". Poi entrò la professoressa e iniziammo la lezione. Guardavo ogni minuto la sua mano.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il segreto di Rio... ***


Alla fine della lezione. Parlai con Rio che mi spierò tutto. :" Allora, Stefano io non sono umana". Aggiunsi :" Mi sorprendevo se dicevi il contrario..." Lei rise, poi continuò :" Io sono mezza umana e mezza fata. E grazie a i miei poteri curativi, la mia ferita è scomparsa in un batter d'occhio. Promettimi di non dire niente a nessuno." Io promisi. :" Come sei diventata una fata?" :" Io non sono diventata fata, io sono una fata. Sono nata già così. Anche i miei genitori sono delle creature magiche. Io non vengo da una città qui vicino. Vengo da molto lontano. Ci siamo trasferiti perchè un uomo ha scoperto la nostra identità e lo abbiamo congelato. Ora si trova nel laboratorio di mio padre. Ma non è morto tranquillo. E comunque no, non congeleremo anche te. Credo. Io sgranai gli occhi :" Cosa??! Stai scherzando vero?!" Lei rise di nuovo. Di solito me ne frego delle persone che ridono. Ma in questo caso i suoi occhi, quando lei ride, si illuminano di felicità. :" E quindi ti puoi trasformare e diventare come superman o Batman?" " No niente del genere. Però posso volare e ho anche dei poteri". "Figo" pensai. :" Ci sono altre creature come voi da qualche parte? O siete solo voi" :" Noi siamo ovunque. In ogni Stato, Regione, Città. Chiunque può essere una creatura magica. Solo che mantiene la sua identità. :" Che tipo di creature esistono?" :"Allora... mhh... Fate, orchi, vampiri, giganti, elfi, gnomi, streghe, stregoni, folletti e molti altri". :" Wow che figo. Parlando di cose serie... Come puoi aiutarmi a farmi vedere il mio migliore amico?" :" Devi venire nel laboratorio di mio padre. Lì ti spiegherò tutto. Vuoi venire ora? :" Volentieri. Non vedo l'ora di rivederlo!" :" Va bene. Avverti i tuoi che mangi da una amica, ok?" Io chiamai subito mia mamma :" Pronto mamma, vedi che pranzo da una mia amica, ti faccio sapere quando torno ok? Ci vediamo dopo ciao ti voglio bene". Ecco fatto. Aspettai con Rio i suoi genitori. Appena vennero salimmo in macchina e mi presentai:" Salve, sono un amico di Rio". Rispose una voce forte :" Il piacere è tutto nostro!" Rio li avvertì :" Mamma ho invitato Stefano a pranzare da noi, può vero? " :" Certo che può pranzare da noi!" Rio aggiunse :" Mamma,papà lui sa tutto su di noi. Lo devo aiutare a fargli rivedere il suo amico defunto. Suo padre rispose : Bene!! Posso aiutarti in qualche modo. Però non devi dire niente a nessuno o se nò..." Io lo precedetti:" Mi congelerà per sempre?" :" Bravo come hai fatto?!" I genitori di Rio risero. Io ero preoccupato!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il laboratorio segreto. ***


Il viaggio non fu lungo. Abitava in una villa enorme, aveva anche una grande piscina e un cane bellissimo. Il pranzo era ottimo. Speravo solo che quel cibo era "normale". Appena finito di mangiare andai con Rio nel laboratorio di suo padre. Per andare nel laboratorio prima dovevamo passare per la camera dei suoi genitori. Dentro la stanza da letto c'era un enorme libreria impolverata e piena di ragnatele. Il padre di Rio tolse un libro dalla libreria si aprii una porta segreta. Avevo la pelle d'oca. Davanti a noi c'era solo un enorme scala che portava in basso . Era tutto buio. Alla fine di questa scala c'era una porta appena suo padre la aprì restai senza fiato. Ci mancava poco che non urlavo. C'erano creature magiche dentro dei enormi contenitori trasparenti con dei fili attaccati a i contenitori. Sembrava un film di fantascienza. Appena entrati suo padre disse:" Benvenutooo nel mio laboratoriooooo. Intanto chiamami per cognome e non padre di Rio". Io risposi :" Ok signor Dian". :" Ecco bravo ragazzo. Alloraaaa che ti serve, Stefano, questo il tuo nome giusto?" :" S-si.. Signor Dian. Vorrei parlare per un'ultima volta il mio migliore amico Marco se-e è possibile..." Fece una risata e poi disse :" Ovviamente ragazzo! Non è una cosa tanto difficile per me!" :"Ok! Meglio così..." :" Però mi serve un suo capello! Dove c'è il suo D.N.A.! Pensi che lo puoi trovare?" :" Penso di s-si. Andrò a casa sua e cercherò. Farò di tutto per rivederlo! Rio andiamo ora?!" Lei rispose :" Devo venire anche io? Ok andiamo ora. Prendiamo la bici" Io dopo la sua affermazione mi rivolsi a suo padre :" Ok. Signor Dian saremo di ritorno appena avremo un suo capello!" Così io e Rio uscimmo dal laboratorio e andammo a prendere la bici. Il tragitto su pensate perchè la strada era tutta in salita. Io manovravo la bici e lei stava dietro di me. Non era un bello spettacolo vedere me pedalare in una bici color rosa. La gente che passava si metteva a ridere. Volevo arrivare il più presto possibile!!! Dieci minuti dopo arrivammo a casa di Marco. Suonai alla porta. Aprì sua mamma e disse :" Oh.. Ciao Stefano, tutto apposto? Chi è questa giovane ragazza? E la tua fidanzatina? :" Cosa?? Fidanzata?? Nono è solo una amica!" Lei rise :" Emm.. Senta posso entrare in camera di suo figlio? Devo prendere una cosa importante.." La sua faccia cambiò di botto. Da felice diventò seria. Sicuramente sapeva che dovevo dirgli una cosa che riguardava Marco.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La spazzola. ***


Sua madre mi diede il permesso così entrai con Rio. Salimmo le scale e andammo in camera sua. Vedendo la stanza mi riaffiorarono nella mente dei ricordi incancellabili con Marco. Mi scese una lacrima. Mi asciugai con la manica della giacca. Ancora non mi ero abituato che lui non ci fosse più. Volevo che tutto ciò fosse solamente un incubo, uno stupidissimo incubo. Di quelli che quando ti svegli vai subito ad abbracciare la persona sognata. Ma non era così. Rio mi guardo e mi chiese :" Stai bene?" Io annuii e cercai un suo capello. Cercai sotto il letto, sotto la scrivania, nel comò e nelle zone più trascurate... ma niente. Non trovai nemmeno un piccolissimo pelo. Mi sedetti nel letto. Sentivo ancora il suo odore. Sopra il mobile c'era la nostra foto che risaliva a un anno fa. La vidi da vicino.. dietro di noi c'era un oggetto, non riuscivo bene a capire cos'era. Finalmente capii e capii anche dove trovare un suo capello. Quell'oggetto era una.. una spazzola! :" Certo! Come ho fatto a non pensarci!" Rio mi chiese :" Pensare a cosa?" Non le detti nessuna risposta. Corsi nel bagno di Marco aprii il mobile ed eccola lì,la sua spazzola personale. Era piena di capelli. Mi portai direttamente tutta la spazzola. Dissi a Rio di aver trovato un capello. Lei mi chiese dove lo avevo trovato cosi gli risposi :" La sua spazzola! è piena dei suoi capelli!" Rio sorrise :" Ma certo! La spazzola, che stupidi, era così ovvio" Cosi scendemmo le scale, salutammo la mamma di Marco che subito dopo ci chiese :" Avete trovato quello che vi serviva?" Noi annuimmo e in fretta e furia ce ne andammo. Prendemmo la bici e ritornammo a casa di Rio. Mentre pedalavo era felice! Potevo rivedere il mio migliore amico finalmente! Pedalavo a gran felicità, sentivo la adrenalina nelle vene! Rio mi pregava di rallentare, ma io non la ascoltai. Ero il ragazzo più felice al mondo. Peccato che, pedalando, presi una pozzanghera, così la bici sbandò ad alta velocità e io e Rio cademmo dalla bici, diventò tutto buio...

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Risveglio. ***


Appena aprii gli occhi vidi lui,Marco, che mi disse :" Buongiorno dormiglione!" Chiesi :" Sono morto?!?" Lui disse no. Era tutto bianco, forse ero in paradiso? Gli chiesi :" Se non sono morto, sto sognando?" :" No, sei in coma" Subito dopo aver finito la frase, sorrise. Ero confuso! :" L'ultima cosa che ricordo è che soo caduto con la bici, ma Rio come sta!?" :" Tranquillo non ti preoccupare di lei, sta bene". Era come me lo ricordavo. I suoi occhi brillavano di una luce accesa. :" Mi manchi tanto". Abbassai la testa. Mi diede uno schiaffo. :" Perchè lo hai fatto?!" :" Come ti è venuto in mente di farmi rianimare? Sei scemo? I morti non si disturbano, se hanno attraversato la luce allora non sono più considerati di questo mondo, perchè mi volevi rianimare?" :" Perchè mi manchi! Come faccio senza te? Eri il mio unico vero amico" Fece un sorriso :" Ricorda che io ci sarò sempre, anche se non mi vedi. Quando dormi, io sarò li a guardarti; quando mangerai, io sarò lì a guardati; quando sei a scuola, io sarò lì. Non ti abbandonerò mai. Sarò sempre al tuo fianco". Mi scese una lacrima, feci un sorriso e lo abbracciai. Era lì davanti a me, ero il ragazzo più felice al mondo. Potevo rivedere una persona che non c'era più!. :" Prometto che non cercherò di rianimarti." Lui rise. Mi mancava tanto la sua risata. :" Marco mi devi fare un favore." la sua faccia diventò seria. :"Dimmi" :" Devi andare da mio padre. E digli che mi dispiace. Quando ero in macchina con lui, il giorno dell'incidente, avevamo litigato e lui nel discutere, perse il controllo della macchiana, cosi ci scontrammo. Non ricordo neanche il motivo della lite, spero che si trattasse di una questione seria. Devi andare da lui e dirgli che mi dispiace tantissimo, se non crede che ci siamo incontrati devi dirgli la parola "Daoxi" lui capirà. Non ti dimenticare di me. Alla prossima". Lui sorrise. Dopo fui risucchiato da una forza esterna. Aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza di ospedale, ai lati del letto c'erano le persone a me più care: mamma, papà e i miei zii. C'erano anche i genitori di Marco.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sul letto dell'ospedale. ***


:"Mamma, papà! Che è successo? Come sta Rio?!"
Mio padre rispose:" Dovrebbe svegliarsi a momenti."
 Mia mamma corse ad abbracciarmi con le lacrime agli occhi. :" Cosa è successo?"
 :" Io e Rio eravamo con la bici in velocità ma siamo caduti. Chi è quella persona?" 
C'era una persona che non conoscevo.
 :" è la persona che ti ha salvato la vita! Dopo che sei caduto ha chiamato l'ambulanza!"
 :" Grazie mille! Papà, mamma posso parlare un secondo con i genitori di Marco in privato?"
 I miei genitori fecero una faccia strana, ma poi dissero di si. Uscirono tutti tranne i genitori di Marco.
 :"Allora da dove incomincio? Quando sono caduto con la bici, ho rivisto Marco..."
 Il padre di Marco fece un passo indietro e diventò rosso. :" Non può essere! Lui non c'è più!"
 :" Sono sicuro che era lui! Mi ha detto anche una parola nel caso non mi credeste, la parola è daoxi, non so cosa significa ma mi ha detto di dirvela".
  A suo padre scese una lacrima.
 :" Ora ti credo. Solo io e lui conoscevamo quella parola. Era la nostra parola d'ordine.. che ti ha detto?"
 :" Mi ha detto che quando vi siete investiti avete litigato.. lui voleva scusarsi con te.."
 Lui disse:" Certo che lo perdono, anzi la colpa è tutta mia! Non dovevamo litigare! è colpa mia se è morto!"
 Il padre di Marco piangeva. Ad un tratto, entrò una luce dalla finestra, sembrava un angelo. Eccolo era lui, Marco.
 :" Marco!?" :" Papà, non è colpa tua se sono morto, tranquillo. Sappi che vi voglio bene! Mi mancherete, ora devo finalmente passare oltre, ti ringrazio Stefano. Addio. Vi voglio bene"
 Quella luce scomparve. Mi sentii la schiena libera, come se mi fossi tolto un peso. :" Il mio compito è finito". Dopo di chè si sveglio anche Rio. Gli spiegai cosa era successo..

                                                                                10 anni dopo:
:"Stefano! Stefano! è nato, è nato! è nato Marco! Ti amo tanto Stefano!"
 :" Anche io ti amo tanto Rio! è bellissimo! Ti assomiglia un sacco! Spero che diventerà  grande e forte come Marco".
 Marco ho dato il tuo nome  a mio figlio spero che ne sarai fiero.Ti voglio tanto bene Marco, lo so che mi guardi da là sù. Veglia su mio figlio. Non ti dimenticherò mai.
                                                                                     fine.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2199440