Vizi di famiglia

di Rock_In_Progress
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


 

 

 

 

Non c’era cosa più bella- e rilassante – di un sano e divertente pomeriggio di shopping. Pensare che all’inizio aveva anche deciso di non uscire! Fortunatamente Jolanda alla fine era riuscita a convincerla con una semplice parolina di cinque lettere SALDI.  

Così avevano passato tutto il pomeriggio in giro per negozi – addio paghetta, ma almeno è per una buona, anzi buonissima causa- pensò Alice aprendo il cancello di casa, ma non fece nemmeno in tempo a poggiare il piede sul gradino che un gavettone la colpì in testa bagnandola tutta e facendole rovesciare le borse a terra.

 

- Ah ah sardina, cos’è preferisci l’acqua invece dell’olio?- sghignazzò Rudy

 

- Centro perfetto Rudy – commentò, ridendo, accanto a lui un ragazzo dai capelli biondi –magnifico eh eh eh-

 

Calma Alice, stai calma, non ti arrabbiare, infondo è solo acqua, solo acqua si disse cercando di non perdere il controllo, ma non appena aprì gli occhi e vide tutti i vestiti nuovi  sull’erba bagnati, sporchi tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire.

 

-Rudy!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo – guarda che hai fatto ai miei vestiti! Razza di idiota se ti prendo ti uccido!- continuò iniziando a correre verso il fratellastro.

 

-oh oh…ci vediamo dopo Barilon affari più importanti mi aspettano – disse scappando dentro casa per non farsi prendere.

 

Dio iniziava davvero a non sopportarlo più, poi da quando era diventato amico di Barilon Jr era ancora peggio, non c’era stato un solo giorno in tutta l’estate in cui quei due –cretini, idioti, stupidi- l’avevano lasciata in pace!

Corse velocemente su per le scale ignorando sua madre che le chiedeva cosa avesse tanto da gridare “cos’ho da gridare? Ho che quel…quel…quel cretino mi ha rovinato tutti i vestiti! Posso buttarli adesso! Questa è la volta buona che ci sarà un Cesaroni in meno a tavola stasera!” , e una volta giunta davanti alla stanza del fratellastro iniziò a battere coi pugni sulla porta

 

-Esci fuori codardo! Cos’è hai paura di una donna? Che pena!-

 

-Donna quale donna? Io vedo solo una sardina tutta bagnata!- disse di rimando il ragazzo da dietro la porta

 

-Grr…Sei morto! Appena esci fuori ti uccido! –

 

-Prima bisogna vedere se riesci a prendermi!- la sorprese il ragazzo aprendo velocemente la porta e correndo giù per le scale.

 

Odiava questo su e giù –giornaliero- per casa, ma non riusciva a stare calma, e poi se lo inseguiva era per una giusta causa, le aveva rovinato tutti i vestiti! Fu così che senza attendere oltre corse anch’essa giù per le scale, entrando in cucina.

 

-è qui vero? La sua puzza si sente a distanza!- disse ghignando

 

-ehi sardina! Se qui c’è qualcuno che puzza quella sei tu! Anzi dovresti ringraziarmi per averti aiutato a farti una doccia! A questa ora se non fosse stato per me sai che infestazione? Chanel di sardine a tutto spiano!- replicò sbucando da sotto il tavolo

 

-ragazzi…-iniziò Lucia

-zitta stupida puzzola ambulante!- rispose Alice alle provocazioni

 

-ragazzi…-

 

-zitta tu stupida…-

 

-RAGAZZI!- urlò questa volta Lucia, "possibile che dovesse sempre urlare per farsi ascoltare da quei due?" Si chiese toccandosi la fronte per ritrovare il tono calmo di prima – si può sapere che succede ancora?-

 

-è colpa sua mamma! Colpa sua e del suo stupido amico Barilon Jr, mi ha sporcato tutti i vestiti nuovi! Come faccio ora io? Ho usato tutta la mia paghetta per comprarli!- si discolpò la ragazza

 

-Rudi possibile che…COME HAI SPESO TUTTA LA PAGHETTA!?-chiese voltandosi verso la figlia –quella ti sarebbe dovuta durare tutto il mese! Come al solito, ogni volta che tu e Jolanda uscite non sei mai felice se non spendi tutti i soldi, dovresti iniziare a crescere Alice!- la rimproverò la donna

 

-ma mamma io…-

 

-niente ma Alice, e adesso andate a lavarvi le mani che è pronto- disse tornando ai fornelli.

 

- Ben ti sta sardina!- disse Rudy appena usciti dalla cucina ghignando.

-ti odio!-

-la cosa è reciproca sardina!- finì il ragazzo salendo le scale per dirigersi verso il bagno e lavarsi le mani.

 

Ora ne era sicura al cento per cento, lei ODIAVA i Cesaroni, o perlomeno uno in particolare! Ma prima o poi si sarebbe vendicata, non sapeva né come né quando, ma l’avrebbe sicuramente fatto!

 

 

 

Ciao a tutti! Come ho già detto questa è la mia prima fanfic, fatemi sapere che ne pensate! Grazie in anticipo!

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Quella sera non riusciva proprio a prendere sonno per colpa del caldo che ancora, nonostante fossero già al dieci di settembre imperversava.

Doveva ammettere di non esserci proprio abituata, ma d’altronde era ovvio che cambiando città tutto sarebbe cambiato, anche le cose a cui non aveva mai fatto caso prima, come il clima!

 

Basta non voleva pensarci, non l’aveva mai ammesso davanti a sua madre ma Milano, suo padre, la sua vecchia vita le mancavano, eccome se le mancavano, era stata costretta da un giorno all’altro a lasciare città, amiche, il suo ragazzo –Christian- e tutto per trasferirsi in un posto completamente sconosciuto in casa di sconosciuti. Certo oramai ci aveva fatto l’abitudine, si era anche affezionata a loro – Rudi escluso- ,ma alle volte, soprattutto la sera le prendeva una voglia irrefrenabile di prendere tutto e scappare, tornare a Milano da suo padre,dalle sue amiche,da Christian –aveva pianto moltissimo quando alla fine si erano lasciati perché, è duro ammetterlo, ma le storie a distanza non possono funzionare-…già peccato che lei non era Eva e non poteva permettersi tutti i lussi come quello di andare a passare l’estate con il padre, no lei era Alice, la figlia più piccola che per far contenta la madre doveva restare.

 Stop! Si disse se continuo così va a finire che mi metto a piangere!.

Decise quindi di scendere sotto –per fortuna ancora la scuola non era iniziata e così non si sarebbe dovuta alzare presto l’indomani!-, se non altro avrebbe potuto vedere un po’ di tv e accendere il condizionatore! – ecco un’altra cosa che le mancava, la sua vecchia camera con condizionatore e tutti i comfort possibili!-.

Scese quindi in cucina a bere un bicchiere d’acqua e una volta finito si diresse in salotto. Si sdraiò sul divano accendendo la televisione, fortunatamente avevano sky – soprattutto perché i Cesaroni erano tutti fissati con il calcio, guai a togliergli quello!- e poteva benissimo vedersi tutte le repliche dei suoi telefilm preferiti – effettivamente non sembrava, ma lei era un vera fanatica di telefilm, li conosceva a memoria quasi tutti!-.

Girò distrattamente per un po’ i vari canali fino a quando, stanca, non chiuse gli occhi addormentandosi sul divano.

 

 

                                                      *

Si svegliò che erano le nove passate a giudicare dall’orologio del videoregistratore, grazie alle grida di Mimmo provenienti dall’altra stanza che giocava con i suoi pupazzi preferiti – i gormiti –mimandone anche i suoni.

Strano che Rudi ancora non fosse andato a romperle le scatole, ma per una mattina era meglio così. Entrata in cucina- tra l’altro vuota se si escludeva il piccolo Mimmo- aprì un armadietto e prese una merendina.

-Alice perché hai dormito sul divano?- chiese il piccolo di casa interrompendo per un po’ il momento di svago.

- mi sono addormentata guardando la tv- rispose con la voce ancora impastata dal sonno

-uffa… per colpa tua non mi sono potuto vedere i cartoni stamattina!- affermò Mimmo con un tono un po’ piccato

-scusa, ma ora la tv è libera…perché non vai? E comunque sono usciti tutti?- chiese mangiando l’ultimo boccone della merendina.

-no Rudi è in bagno, mentre Eva si sta vestendo perché tra un po’ andiamo al parco-

-e come mai ci andate?- chiese al vuoto visto che Mimmo aveva già lasciato la cucina con la prospettiva di vedersi i cartoni nel frattempo che la maggiore delle sorelle finiva di prepararsi.

Salì le scale per andare in bagno ma evidentemente la puzzola di casa ancora non aveva finito. Bussò quindi alla porta più volte urlando:

- Rudi ti muovi? Non sei l’unico a dover utilizzare il bagno sai?-stava per iniziare la solita lista d’insulti quando la porta si aprì improvvisamente.

-tutto tuo sardina- disse Rudi uscendo dal bagno, e attento che la ragazza riuscisse a non sentirlo sussurrò –sempre che riesci ad entrare…-.

 

Wow doveva ammettere che la cosa era davvero strana, Rudi che la faceva entrare subito senza farla aspettare i soliti venti minuti? Forse era la sua giornata fortunata, forse avrebbe potuto passare un po’ di tempo senza litigare con il fratellastro. Fiera della piega che stavano prendendo le cose entrò in bagno e si richiuse la porta alle spalle, non fece nemmeno in tempo a chiudere per bene l’uscio che uno strano odore la colpì costringendola a correre di nuovo nel corridoio per prendere aria pulita.

- o mio dio che puzza! Ma che ti sei mangiato? Che schifo che schifo!- urlò sventolandosi una mano davanti alla faccia sperando che questo migliorasse la situazione non molto gradevole.

 

Ancora occupata a sventolarsi, sperando in un po’ di aria fresca non si accorse del fratellastro che da dietro la porta della propria camera se la rideva di gusto pensando già a un nuovo modo per poterle dare fastidio. Doveva ammettere che quella era la parte più bella della convivenza forzata con le due Milanesi, ancora meglio di quando si divertiva ad appendere Mimmo per i piedi per l’appendino della porta di camera.  bei tempi- si disse mentalmente mimando l’atto di aciugarsi una lacrima immaginaria. Basta non era tempo per perdersi in stupidi sentimentalismi degni di Alice – eh si..lo sapeva il suo nome, l’aveva dovuto imparare più che altro per evitare per un po’ il suo adorato scopino del water- aveva di meglio da fare, cosa? Andare con Andrea alla sala giochi, c’era un record alle moto che l’aspettava, e se andava bene, anche prendere un gelato non sarebbe stata una brutta idea.

Si avvicinò all’armadio e l’aprì. Incredibile quanto fossero diversi lui e i suoi due fratelli, lo si poteva notare semplicemente guardando i loro armadi, così ordinato quello di Marco, con un po’ di giocattoli e figurine sparse quello di Mimmo e il suo…un caos assurdo,ma infondo non gli dispiaceva poi tanto, ci stava bene lui nel suo disordine, anzi riusciva a trovare subito le cose a differenza di quando Lucia ci metteva mano per ordinarlo. 

Individuati subito –l’aveva detto!- i suoi pantoloncini portafortuna li indossò, prese una maglia a caso – quella che puzzava meno per intenderci- e uscì di casa diretto al campo di calcio vicino al parco.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 
 

Era stata una stupida a pensare –veramente- che quello fosse il suo giorno fortunato, d’altronde con un fratellastro come Rudi dei giorni fortunati non potevano esistere.

Finito di fare la doccia si chiuse in camera sua, certo era inutile dato che era sola in casa, ma quella di chiudersi era sempre stata una sua piccola fissazione.

Tamponò i capelli con l’asciugamano osservandosi allo specchio. Non era brutta, o almeno non si sentiva tale, ma anche se non l’aveva mai ammesso se non con se stessa avrebbe voluto assomigliare un po’ di più alla sorella maggiore. Quella che quando camminava per strada, non mancava mai di far girare qualche bel ragazzo. Intendiamoci, non intenzionalmente, ma questo non cambiava i fatti. Eva la ragazza che tutte le madri avrebbero voluto per i propri figli, bella intelligente educata e cordiale. Invece lei era Alice, la più piccola, quella carina, intelligente al punto giusto, ma niente di più.

 

Uno squillo improvviso del cellulare la costrinse ad abbandonare i suoi pensieri  e per questo fu molto grata a chiunque stesse chiamando.

Con ancora l’accappatoio e i capelli gocciolanti si precipitò sul letto buttandocisi sopra e rispondendo al cellulare.

-Pronto?- disse. Era Jolanda –ehi Jo, che c’è?-chiese. A quanto pareva la sua amica le stava proponendo di andare al campetto per vedere la partita di calcio in cui c’era anche Umberto –fonti sicure le avevano assicurato la presenza di quest’ultimo-.

-non so... va beh fammi fare una telefonata e ci vediamo tra mezzora al parco- disse alla fine. Chiusa la telefonata digitò velocemente il numero di cellulare della madre e aspettò che questa rispondesse.

-Pronto? Mamminaaaaa!- disse con voce – forse un po’ troppo- mielosa, ed infatti dall’altra parte della cornetta si sentì rispondere con un – dimmi cosa vuoi e fai in fretta che sono alla cassa del supermercato-.

Ottimo pensò, così non avrebbe nemmeno avuto il tempo di dirle di no! –Mammina vedi che sto andando al parco con Jo ok? Torno per pranzo, ciao ti voglio bene!- disse tutto d’un fiato chiudendo subito la conversazione mentre in sottofondo udì un piccolo – ma … -.

Corse all’armadio per scegliere qualcosa di decente da mettere –dopotutto doveva andare a vedere il suo futuro ragazzo!  Sì ci sperava davvero!- e dopo dieci minuti buoni di indecisione optò per una magliettina semplice rosa e un paio di shorts bianchi. Calzò le sue converse e dopo essersi truccata leggermente –con il caldo che c’era i capelli si sarebbero asciugati velocemente e fortunatamente per lei, essendo sempre stata liscio spaghetto,  non avrebbe nemmeno avuto bisogno della piastra- uscì svelta da casa.

 

Erano le undici meno un quarto e di Jo nemmeno l’ombra, eppure era stata lei a voler uscire, chissà che fine aveva fatto.

Si sedette su una panchina iniziando chiamare la sua amica, quando la vide arrivare dall’altra parte della strada, ma non era sola, accanto a lei c’era un ragazzo  e a ben guardare non era niente male! La vide dargli un leggero bacio sulla guancia e scappare dall’altro lato della strada verso di lei.

-Scusascusascusa!-iniziò – ma mentre scendevo dall’autobus  sono caduta- e detto ciò indicò la leggera sbucciatura che aveva sul ginocchio destro – e se non fosse stato per Lorenzo sarei ancora lì a terra! Scusa ancora! So che sono stata io a dire di uscire e…-

-ferma ferma- la interruppe Alice – hai detto Lorenzo? Ma stiamo parlando del tuo vicino di casa che fino all’anno scorso era un cesso basso pieno di brufoli?- chiese sbalordita

-si..-

-wow, sono impressionata! Certo che il tempo fa miracoli..-  disse – e a quanto vedo anche tu te ne sei accorta eh?- rise maliziosamente guardandola.

-ma che dici, io.. non è vero, mi sono comportata normalmente! – affermò convinta girandosi di spalle per nascondere l’evidente rossore. Certo che si era accorta di quando fosse diventato bello, ma sapeva di non poter avere possibilità con un ragazzo di quel calibro.

-certo certo, se lo dici tu! Comunque muoviamoci o il mio futuro ragazzo starà molto male se non mi vedrà a fare il tifo per lui!-

-sei sicura che sappia di essere il tuo futuro ragazzo ?- rise Jolanda prendendo sottobraccio l’amica e incamminandosi assieme a lei.

-beh se non lo sa lo scoprirà molto presto!- concluse Alice ridendo anche’essa.

 

                                                     *

Non poteva crederci! Non solo era andata lì per dare il suo sostegno alla squadra di Umberto, ma alla fine ne era uscita con la testa dolorante – tutta colpa del suo adorato vicino di casa che accidentalmente gli aveva lanciato una pallonata addosso durante il riscaldamento- e con la colpa di aver fatto perdere la squadra a causa del suo tifo troppo esaltato come l’avevano definito i compagni di squadra del suo quasi-futuro-fidanzato –le piaceva pensarlo in questi termini, anche se rischiava di sembrare un po’ ossessiva…- che li aveva distratti troppo.

Che vergogna, con che faccia avrebbe potuto guardare Umberto dopo che anche lui era stato preso in giro a causa sua? Maledizione, tutte a lei capitavano!

Sconsolata stava tornando verso casa con Jo che gentilmente si era offerta di passare un pomeriggio assieme per farle dimenticare la brutta esperienza della mattina e che ora accanto a lei parlava di tutto e di più pur di distrarla.

-e poi, giuro una noia! Fortuna che ora che Marissa è morta Ryan può..- ecco stava parlando di oc, mossa studiata perché sapeva della fissazione di Alice per questo telefilm.

-a me piaceva Marissa- rispose questa mogia

-si ma era diventata una rottura alla fine, non credi?-

-no, poverina aveva dovuto affrontare un sacco di cose, dovresti compatirla, era una povara sfigata…proprio come me…uff…- disse cercando le chiavi in tasca per aprire il cancelletto di casa.

-spostati scema!- sentì prima che qualcosa o meglio quacuno la spingesse per poter passare prima  e poterle chiudere il portoncino in faccia. Chi poteva essere se non il suo fratellino che tanto odiava?

–Rudi sei un idiota!- disse riaprendo il cancelletto pronta a corrergli dietro se non chè si ricordò della figura alle sue spalle che a quanto pareva era rimasta incantata a fissare il punto in cui Rudi era passato. –lasciamo perdere – pensò, la prospettiva di inseguirlo ad un tratto perse tutto il suo valore quando si ricordò della mattinata appena passata –Marissa non sai quanto ti capisco…-

-Jo ci sei? Ohi ma che hai? Jolanda!-disse sventolando una mano davanti alla faccia della sua amica ancora incantata.

- ti sei mai accorta del fatto che Rudi non è poi tanto brutto come ragazzo?- esclamò d’un tratto quella sbalordita.

-oh mio dio! Jo sei tu vero? Sei la mia amica, si?- chiese Alice spaventata. Come poteva la sua migliore amica, quella che l’aveva sempre aiutata a vendicarsi di qualche scherzo subito da Rudi dire che “Non era poi tanto brutto come ragazzo”?!?.  Il panico iniziò ad assalirla,  che la caduta di stamattina le avesse provocato un’emorraggia celebrale con effetti ritardati? Che fare? Portarla all’ospedale? In quel momento sembrava l’unica soluzione plausibile, perché la sua amica non avrebbe MAI detto una cosa del genere!  –oddio, ora mi sentirò male, lo so, sto per svenire oddio! Che fine ha fatto la mia amica?- chiese al vento.

-ma smettila cretina! Dai entriamo che sto morendo di fame!- rispose Jolanda strattonandola per farle entrare dentro.

-aspetta, siamo sicuri che sei tu?- chiese Alice non molto convinta.

-mamma che scema che sei! Certo che sono io! Chi dovrei essere altrimenti?- sbuffò quella

-non lo so, dimmelo tu chi dovresti essere! Sei tu quella che se ne esce con sparate strane!-

-lasciamo perdere va…-

-si meglio, farò finta di non aver sentito nulla!-affermò convinta quella per poi aprire la porta di casa, affacciarsi alla cucina e dire –ma’ siamo arrivate, c’è pure Jo, andiamo a lavarci le mani e scendiamo! Vieni Jo- disse poi rivolgendosi  nuovamente all’amica.

-Ciao Lucia!-disse quella prima di salire anch’essa le scale dietro ad Alice.

-Ciao, muovetevi ragazze che è pronto!- disse una Lucia indaffarata a condire la pasta –alla carbonara, la sua specialità- al vuoto.

 

                                                   *

-Non so se te l’ho mai detto, ma se non l’ho mai fatto sappi che io adoro come cucina tua madre!- disse Jolanda buttandosi a pancia su sul letto guardando la proprietaria della camera che si sedeva al pc aprendo msn.

-si Jo lo so…me lo sarei goduta anche io il pranzo se non fosse stato per Rudi- disse Alice memore dei dispetti del fratello.

-dai, figurati,  poi è stato simpatico quando ha raccontato quella barzelletta!-ridacchiò

Alice si voltò scioccata guardando l’amica con gli occhi sbarrati –Jo ma che hai oggi? Ti rendi conto che stai parlando bene di Rudi?-chiese avvicinandosi e tastando la fronte all’amica per accettarsi che non avesse un qualche tipo di febbre esotica che porta alla perdita della ragione.

-mamma mia Al sei proprio antipatica quando fai così! Non sono pazza e non ho nessun tipo di malattia stramba, sono solo cresciuta!- disse quella alzandosi e uscendo dalla camera.

 

Perfetto! Ora aveva anche litigato con la sua migliore amica che giornata del cavolo!.

 

Si stese sul letto iniziando a pensare a tutto quello che era successo durante la giornata, facendo una scaletta mentale di tutti gli eventi e concludendo che  sì, era proprio sfigata.

 Non c’era una sola cosa che andasse per il verso giusto, soprattutto da quando era andata ad abitare in quella casa.

 Eccolo lì, il fattore Cesaroni che gli rovinava sempre tutto.

 Comprendiamoci non aveva nulla contro la famiglia Cesaroni, aveva qualcosa –e che cosa!-  contro una sola di queste persone, e precisamente Rudi.

Era incredibile come in così poco tempo era riuscito a rovinare quasi tutto quello che era già deciso e sicuro nella sua vita. Non poteva continuare in quel modo, doveva escogitare qualcosa per fargliela pagare e fargli capire una volta per tutte che Alice Cudicini non era una che poteva essere presa in giro così facilmente. Ma cosa avrebbe potuto fare? Qui non si trattava di vendicarsi con uno scherzo stupido, no, questa era la guerra vera e propria, e lei avrebbe dovuto vincerla ad ogni costo, non poteva permettere ad una stupida puzzola di batterla. Ma come tutti sanno la guerra non si fa solo in due quindi qui c’era bisogno dell’aiuto di qualcuno e non era il momento di fare l’arrabbiata.

Prese il cellulare e compose velocemente il numero di Jo.

-che vuoi?- si sentì rispondere dall’altra parte della cornetta da una voce chiaramente infuriata.

-Jo scusa, lo so mi sono comportata da bambina- disse realmente dispiaciuta

-lo pensi davvero?- chiese, e quando si sentì rispondere con un flebile si riacquistò tutta l’allegria appena persa. –ok! Fortuna che alla fine hai rimesso in moto il cervello!-

-gia Jo scusa davvero, non mi va di litigare per cavolate del genere!-

-ok ok scuse accettate! Allora che fai?-

-emh…veramente è proprio per questo che ti ho chiamato, avrei bisogno del tuo aiuto per una cosuccia…-

-di che si tratta, anzi conoscendoti, di chi si tratta?- chiese, la conosceva troppo bene, decisamente troppo.

-…-

-Al se non parli non ti aiuto, almeno voglio sapere per chi mi caccierò in qualche guaio- affermò decisa.

- Ru…di…- disse flebilmente Alice

-Rudi? Ma ancora? Non avevi detto che avevi capito? Uffa … e va bé, quale sarebbe il piano?- chiese alla fine sconfitta, non poteva certo abbandonare la sua amica del cuore nel momento del bisogno.

-Grazie Jo ti amo! Vieni a casa mia così ti spiego tutto- disse alla fine Alice chiudendo la conversazione mentre dall’altro capo del telefono una sconsolata   Jolanda pensava “che dio ce la mandi buona”.

 

 

 

 

Ciao a tutti!Allora, che ne pensate? Dovrei toglierla?  Ho pensato di postare subito l'altro capitolo perchè è da questo in poi che si entra nel vivo della storia. Che ne pensate? Vorrei avere dei consigli per regolarmi un pò, essendo questa la mia prima fanfic.

Intanto ringrazio chi ha commentato i primi due capitoli, ovvero "PikkolaGrandefan", "bra94" e "Alethea", grazie mille spero che continuiate a leggere! Un grazie anche a chi ha aggiunto la storia nei preferiti!Comunque per precisare, questa è una Rudi/Alice.

Bene, ora che ho smesso di rompere, ciao a tutti! Fatemi sapere!

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Capitolo 4
*** 4 ***


 

 

 

Bè che dire...è passato un pò dall'ultimo aggiornamento no? a dire il vero questo capitolo era già scritto da un bel pò però ho preferito non pubblicare sia perchè non ero -e non sono tutt'ora-convinta del capitolo sia perchè non credevo che la storia potesse interessare...

Che dire allora...questo è per chi ha commentato e per quelli che hanno messo la storia fra i preferiti =) (e mi vergogno un pò dirlo ma solo oggi ho visto che non siete pochi xD). Spero che anche questo capitolo vi piaccia e...grazie. Qualsiasi recensione è ben accetta =)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Mi spieghi a che serve tutto ciò?- chiese Jolanda cercando di accovacciarsi ancora di più per non farsi vedere.

-Prima mossa: spiare il nemico! Così una volta conosciute tutte le sue abitudini e  i suoi punti deboli potremo passare al piano B- rispose Alice aggiustando per bene il binocolo.

-ah quindi hai anche un piano B?-

-…no, che c’entra, quello verrà da sé dopo il piano A- rispose tranquilla Alice

-cioè dopo che spiamo Rudi possiamo passare al piano B anche se non sappiamo in che consiste? Bella strategia, davvero vincente…- .

Era incredibile, che fine aveva fatto il cervello della sua amica? Non era normale che due ragazze di quattordici anni che potevano spassarsela in giro, stavano al parco accovacciate dietro un cespuglio a spiare le mosse di Rudi che in questo momento era intento a…grattarsi le chiappe.  “sarà la ventesima volte nell’arco di tre ore che lo fa” pensò Jolanda memore delle varie “grattate” di Rudi che aveva potuto ammirare a casa mentre usciva, alla fermata dell’auto, al bar e in mille altri posti, assieme ad Alice che commentava ogni mossa del fratello con frasi del tipo – la puzzola ha lasciato la tana e si dirige a ore dieci- o –puzzola in zona protetta (alias bagno)-, e pensare che non gli erano mai piaciuti i film di spionaggio.

-ah la puzzola ha lasciato il posto- ecco per l’appunto.

-Al io ho fame, dobbiamo stare ancora molto qui?- chiese spazientita rialzandosi da terra.

-fino a  che non scopriremo qualcosa di utile!- rispose quella strattonandola per un braccio e trascinandola verso i bagni pubblici situati all’interno del parco. Arrivate a dieci metri dall’ingresso di questi si appostarono dietro ad un albero e ripresero con lo spionaggio. Continuarono per circa dieci minuti buoni a guardare nel binocolo in attesa che il ragazzo uscisse.

-Ma che diavolo sta combinando?- disse ad un tratto Alice

-Forse ha trovato un’uscita secondaria ed è andato a mangiare? Sai anche le puzzole hanno bisogno di nutrimento, e nel caso te lo fossi dimenticata anche le persone…come me…-

-giusto hai ragione…!- esclamò Alice schioccando le dita

-quindi andiamo a casa a mangiare?- chiese Jolanda speranzosa

-no ma che hai capito! Ora che me l’hai ricordato, c’è un’altra uscita dai bagni- disse girandosi a guardare l’amica che in quel momento aveva una faccia tutt’altro che felice - facciamo così, tu rimani qui e controlli questa uscita, che io vado dall’altra parte. Tieni, fortuna che ho pensato a portare i walkie tolkie di Mimmo, teniamoci in contatto con questi!-

La povera ragazza non fece nemmeno in tempo a ribattere alle idee strampalate dell’amica che una mano si poggiò sulla sua spalla e un –emh emh – interruppe i suoi pensieri. Spaventate di essere state scoperte le due si girarono contemporaneamente.

-Signorine potreste spiegarmi cosa state facendo appostate dietro un albero con un binocolo in mano?-

- m..ma…niente agente, assolutamente nulla!-disse immediatamente Alice impaurita.

-alcuni passanti mi hanno chiamato perché due ragazze non identificate stavano guardando con un binocolo dentro dei bagni pubblici. Ragazze questo non è uno scherzo, potreste essere denunciate per violazione della privacy- disse l’uomo

-ma no…mica guardavamo nei bagni agente, non siamo maniache, noi…noi stavamo facendo un po’ di birdwatching…-     

-birdwatching?ma davvero? E, per curiosità, che specie si possono trovare all’interno di bagni pubblici?- chiese scetticamente il poliziotto.

-oh..svariate agente-disse Alice con un sorrisino per nulla convincente.

-va bene ragazze, io non so cosa stavate facendo e tanto meno voglio saperlo, ma se vi ribecco con un binocolo in mano nei pressi dei bagni chiamerò immediatamente i vostri genitori…intesi?-

-si agente- rispose immediatamente Jolanda mollando poi una gomitata all’amica che aveva nuovamente intravisto “la preda” dirigersi verso l’uscita del parco.

-oh si si agente…i nostri genitori…capito, arrivederci!-esclamò tutto d’un fiato Alice trascinando la povera “complice” fuori dal parco –veloce Jo o lo perdiamo nuovamente di vista!-

-Al ci sei? Ma ti rendi conto che per poco non ci stavamo mettendo in un bel guaio? Forse per oggi dovremmo smetterla…infondo è anche quasi ora di cena!-

-cosa? Ma che dici! Sta per fare una mossa falsa…me lo sento!- affermò convinta

-si e io mi sento che se non torno subito a casa mia madre mi uccide! E’ tutto il giorno che sono fuori! Dai Al..non te la prendere – disse vedendo la faccia sconsolata dell’altra – ti ho promesso che ti avrei aiutata e – ahimè –lo farò…ma per oggi basta ok?- finì poggiando una mano sulla spalla della ragazza

- uff…ok…grazie Jo- si arrese alla fine

-di niente…dai ci vediamo domani così continuiamo questa cosa alla James Bond- ridacchiò

-mh..va bene…ciao- concluse Alice facendo un debole sorriso

-ciao 007- disse l’altra mentre correva dall’altro lato della strada per non perdere l’autobus che stava arrivando.

-agente 007 del cavolo….non sono riuscita a scoprire niente di compromettente e in più l’ho pure perso di vista…uff sarà meglio che me ne torni a casa-  sospirò rimettendo in borsa i due walkie tolkie e il binocolo –uno a zero per te Cesaroni ma non dimenticare…avrai vinto una battaglia ma la guerra è lunga!- esclamò felice come se un nuovo vigore le avesse fatto improvvisamente dimenticare il buco nell’acqua fatto quel pomeriggio. Cominciò quindi a incamminarsi verso casa, ma non sapeva che dall’altro lato della strada nascosto dietro un albero qualcuno aveva seguito tutte le sue mosse.

- e così è la guerra che vuoi sardina…bene e guerra sia…ma attenta potresti farti davvero molto male-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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