When The Sky Turns Into Grey di Giuggia89 (/viewuser.php?uid=49)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When The Sky Turns Into Grey ***
Capitolo 2: *** They Won't leave Me Alone ***
Capitolo 3: *** If I Don't make it Someone else will ***
Capitolo 4: *** Shadows from the past ***
Capitolo 5: *** Too Hard to Break, too Hard to Hold ***
Capitolo 6: *** There's only one way home ***
Capitolo 7: *** Stand and Fight ***
Capitolo 1 *** When The Sky Turns Into Grey ***
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01-
When The Sky Turns Into Grey
Faceva freddo. Molto freddo. Il
gelo gli entrava nelle ossa ma non voleva, non poteva smettere di camminare.
Insonnia? Era quella la
malattia di cui soffriva? Probabilmente così i medici l’avrebbero
definita.
Lui preferiva chiamarla con il
suo vero nome: sete di vendetta.
Tirò un calcio ad un sassolino
che ingombrava il passaggio, e si strinse ancora più forte nell’impermeabile,
evidentemente troppo leggero per quella nottata di fine ottobre.
Aveva fatto male i calcoli:
faceva più freddo di quanto avesse pensato.
In quel momento sarebbe potuto
essere disteso nel suo letto, nella stanza che condivideva con Harry e Blaise a
Grimmauld Place, al calduccio, sotto le coperte, a sognare qualcosa che la
mattina dopo non si sarebbe ricordato ma che sicuramente gli avrebbe lasciato
una sensazione di benessere e felicità…
…
Ma che diavolo stava dicendo?!
Erano mesi che, quando si addormentava, faceva di tutto fuorché sogni dolci e
rilassanti.
Incubi. Di questo si trattava.
Solamente incubi pieni di sangue e massacri.
E la stessa scena che si
ripeteva centinaia di volte, la stessa scena che lo tormentava di giorno, ad
ogni ora del giorno, di notte si insinuava anche nei suoi sogni, trasformandoli
in incubi spaventosi che non gli permettevano di
dormire.
...c’era Lui che compariva in
mezzo alla folla.
Vivo di colore, spiccava accanto alle masse informi di corpi che
si muovevano, totalmente sbiaditi e privi di importanza…e uccideva…uccideva i
suoi genitori senza pietà…e i suoi fratelli…e non risparmiava
nessuno.
…
Erano in guerra, chi non lo
sapeva?! E lui, facendo parte di una squadra speciale di Auror, ne era ancora
più consapevole.
Ma da quel giorno, tutto era
cambiato…
Quanto tempo era passato? Non
lo sapeva neanche più…
E anche la guerra, quand’è che
era iniziata? Perché era iniziata? Perchè era convinto che non sarebbe mai
finita?
Domande…senza risposta. Era
inutile porsele. A cosa serviva se non a buttare ancora di più il morale a
terra? No, no, non pensarci…
…
Facile a
dirsi…
…
Scrollò la testa per scacciare
via quegli orribili pensieri, e alzò lo sguardo sulla via che stava percorrendo
da ormai dieci minuti, deserta.
Saranno state più o meno le tre
e mezza di notte e si trovava in un quartiere residenziale babbano vicino alla
stazione di King’s Cross.
O meglio: di quel poco che
rimaneva della stazione di King’s Cross.
E del poco che rimaneva anche
del quartiere residenziale, un tempo neanche tanto lontano uno fra i più
rinomati quartieri della città, ridotto a un cumulo di macerie da un gruppo di
Mangiamorte.
E tutto per colpa di
quell’idiota di Rufus Scrimgeour, quell’incompetente senza cervello del loro
attuale Ministro della Magia.
Mandare venti matricole senza
nessuna esperienza in un covo di Mangiamorte…da
pazzi!
Ovvio che quelli si sarebbero
vendicati.
Scosse nuovamente la testa, non
trattenendo una risata sommessa, tutto fuorché divertita.
…
Un rapido incedere di passi
alle sue spalle.
Non ebbe il tempo di estrarre
la bacchetta che gli furono addosso.
Due lo presero per le braccia,
un altro gli sferrò un pugno in pancia, un terzo un calcio agli
stinchi.
Colto alla sprovvista cadde
sulle ginocchia, accasciandosi al suolo quando il sostegno dei due che lo
immobilizzavano venne meno.
Con un braccio si strinse lo
stomaco, e sollevò con fatica lo sguardo, cercando di capire cosa stesse
accadendo.
C’erano quattro ragazzi che
avranno avuto si e no la sua età, forse meno, espressioni strafottenti dipinte
sui volti.
Quello che sembrava il capo lo
fissava dall’alto in basso con sguardo arrogante.
Era un ragazzotto alto, sui
vent’anni, robusto, e lo aveva dimostrato con il pungo che aveva gli aveva
sferrato allo stomaco. Sembrava sicuro ma il suo sguardo color del mare tradiva
ansia. Sicuramente non era un delinquente di professione.
Ma si sa, la guerra spesso
trasforma molti in quello che non avrebbero mai pensato di dover
diventare.
“Sembri messo bene mio
caro…sgancia tutto quello che hai e ti prometto che ti lasceremo andare senza
farti del male…!” Lo minacciò, puntandogli un coltello alla gola, dopo averlo
afferrato per i capelli.
Del tutto inaspettatamente, Ron
rise, lasciando interdetti tutti i
ragazzi.
“Cosa cazzo hai da ridere,
piccolo bastardo? Hai capito quello che ti ho detto?! Non costringermi a fare
qualcosa che non vorrei fare.” Disse colui che si spacciava per il capo di quei
quattro banditelli improvvisati, tirandogli nuovamente una ginocchiata dritta
sul naso.
Sembrava un ragazzo di buona
famiglia. Probabilmente un tempo abitava in una di quelle case ora ridotte in
macerie con i suoi due genitori, magari qualche fratello o sorella, una
domestica, e perché no, magari un cane, un gatto…
E, magari, aveva perso tutto a
causa dei Mangiamorte…
…Mangiamorte…una parola di cui
probabilmente non conosceva neppure il significato, ma che aveva ormai
cominciato a temere: vittima di una guerra che non lo riguardava, che non
riguardava il suo mondo.
Dopottutto, nelle guerre, le
vite innocenti sono spesso quelle più facili da prendere come bersaglio.
…
Lui non aveva mai creduto una
sola volta, in vent’anni di vita, che la vera ragione della guerra di Voldemort
contro i babbani potesse essere veramente considerata tale. Tutti potevano dirgli che non era vero,
che Voldemort era un pazzo omicida, razzista, che aveva fatto suo il malcontento
delle classi nobili di tutti i tempi….ma lui non ci aveva mai
creduto.
La vera ragione della guerra,
secondo lui, andava cercata dentro l’uomo che bramava potere, seguaci, qualcuno
da comandare…e le ragioni di quest’uomo andavano cercate dentro un bambino
vissuto in un orfanotrofio, sempre alla ricerca di attenzioni, sempre alla
ricerca di affetto, che aveva visto nelle proprie origini famigliari un qualcosa
da cui poter trarre tutto questo, mettendosi a capo di una rivolta, mettendosi a
capo di un movimento che aveva radici antiche…idee troppo remote per poter
essere ancora valide…
Era vero, anche i babbani a
loro modo in tempi antichi avevano tentato di ‘bruciare le streghe’. Ridicola
come scusa!
Quante volte aveva sentito
questa frase uscire dalle labbra convinte di Draco Malfoy, ai tempi della
scuola? Con quella smorfia austera e decisa.
E tutte le volte rideva,
chiedendogli quante ‘streghe’ i babbani erano veramente riusciti a uccidere in
quel modo “Ma non li leggi i libri di storia, Malfoy?!”
ridacchiava.
E Draco, offeso e imbronciato
rispondeva che si, li leggeva e che forse, e diceva forse, era probabile che non
fosse veramente morta nessuna strega vera e propria. Ma era il fatto che quei
luridi esseri inferiori avessero anche solo pensato di poterli sfidare ad essere
grave di per sé. Non avrebbero mai dovuto provarci, e nessuno di loro avrebbe
mai pensato di abbassarsi a combatterli per
sterminarli.
E, quando Ron provava solo a
ribattere che non erano assolutamente esseri inferiori, allora era il turno di
Malfoy di ridere. Era convinto che non ci fosse neanche da discutere: loro
potevano con un solo gesto della mano ucciderne cinque insieme, e loro sarebbero
dovuti essere almeno in dieci per avere speranze di uccidere uno di loro. Questo
li rendeva inferiori “…e anche uno stupido Weasley incapace e ignorante, nonché
un po’ ritardato come te fin qui ci dovrebbe arrivare!”
E a quella frase Ron scoppiava
nuovamente a ridere, e lasciava cadere il discorso.
Ripensandoci a distanza di
tempo, non poteva negare che Malfoy avesse ragione: se avesse voluto avrebbe
potuto uccidere quei quattro ragazzi in un nanosecondo senza dar loro il tempo
di battere ciglio.
Questo scatenò nuovamente la
sua ilarità, e che gli costò nuovamente una
ginocchiata in mezzo alle costole .
La cosa aveva del ridicolo.
Perché stava li a prenderle allora?
Probabilmente per nessun motivo
in particolare…semplicemente era tropo stanco, troppo arrabbiato, troppo…troppo
stufo di tutto quello…di quella guerra inutile e senza
motivo.
Perché lui combatteva?
Per vendicare la sua famiglia,
i suoi fratelli, ok…ma questo valeva ora. Prima che loro venissero uccisi,
perché aveva deciso di combattere?
…vallo a sapere cosa la sua
testa bacata si era messa in testa di poter fare!
Il grande eroe? Ridicolo…quella
era la parte di Harry!
Forse era quello intelligente
che risolveva sempre le situazioni?!
Ridicolo pure quello. Non c’era
neanche bisogno di dirlo, quella era la parte di Hermione. E lui chi era? Il
povero sfigato che segue i due migliori amici e si trova invischiato in qualcosa
di più grande di lui.
…e si ritrova a dover vedere i
suoi genitori uccisi al matrimonio di suo fratello Bill…e uccisi anche
Charlie….e Fred….e George…tutti…non era rimasto più nessuno.
A parte Ginny…lei era
sopravissuta per una dannatissima e fottutissima influenza…che l’aveva costretta
a restare a casa.
Per questo lei era accanto a
lui, sempre, tutti i giorni, ora. Per questo, ogni volta che la vedeva andare in
giro con la loro squadra, si mordeva la lingua, la ingoiava e la digeriva per
evitare di prenderla in braccio e trascinarla a forza in una stanza, chiudercela
dentro e buttare via la chiave.
Si, perché voleva salvare
l’unica cosa che gli era rimasta, l’unica parte della sua famiglia che non se
n’era andata quel giorno…si, perché l’unico altro componente della famiglia che
non era morto fisicamente quel giorno era colui per cui continuava a lottare,
era colui che voleva ad ogni costo uccidere, per
vendicarsi.
E Ginny voleva la stessa
identica cosa…ed era con questa scusa che l’aveva convinto…o meglio, costretto a
permetterle di entrare a far parte anche lei del corpo speciale degli Auror. E
lui, dopo mille discussioni, litigi, pianti, urla, aveva dovuto cedere. Ormai
non era più una bambina…
E neanche lui; erano cresciuti,
forse anche troppo presto. E avevano cominciato a
lottare.
Lottare per una causa che non
sembrava più così chiara…
Sconfiggere il Male? Ma chi era
il Male? Tutti in quella guerra stavano uccidendo, chi più, chi
meno.
Forse loro, che si presumeva
fossero i buoni, non andavano in giro a distruggere interi quartieri
residenziali abitati da ignari babbani innocenti. Ma facevano ben altro, come
entrare nelle case di presunti seguaci del Signore Oscuro e uccidere
tutti…uomini, donne, bambini, vecchi…persino cani, gatti e Elfi
Domestici…qualsiasi tipo di creatura vivente.
Tutti.
Quindi sicuramente non potevano
considerarsi migliori…anzi…
Ma chi poteva dirlo? Ognuno
combatteva per i propri ideali e per portare avanti la proprie convinzioni…o
almeno questo sperava, perché altrimenti cosa stavano
facendo?
…
Tutta quella situazione era
ridicola…
“Frocetto, non so come cazzo
fartelo capire! Smettila di ridacchiare e dammi tutto quello che hai, o finisce
che con questo coltello di squarto la gola e la facciamo finita!” Era nervoso,
si vedeva: la mano tremava e lo sguardo era spaventato, anche se cercava di
nasconderlo con voce spavalda e maniere forti.
Ron alzò le mani, continuando a
sorridere sotto i baffi.
Povero illuso. Cosa sperava di
fare?
“…Calma, calma! Ti do tutto
quello che vuoi!” Tenendo lo sguardo sfottente negli occhi azzurri del ragazzo
di fronte a lui, Ron cominciò a frugare nelle tasche, facendo finta di cercare
il portafoglio o simili. Estrasse invece la bacchetta e con tre mosse fece
cadere a terra i quattro ragazzi e poi, con un ultimo tocco, li legò insieme
come salami.
Allora cominciò a ridere forte.
Sembrava veramente pazzo…lo ammetteva…in quel momento di testa ne aveva
poca.
“…Non te l’ha mai detto la
mamma che non dovresti prendertela con quelli più grandi di te?” Esclamò Ron, la
cui risata si era spenta e ora fissava con sguardo serio e calmo gli occhi del
ragazzo.
“Gradissimo figlio di puttana!
Sei uno di loro! Sei un lurido bastardo, ecco cosa sei! Tu e tutti voi, tutta la
vostra razza! Vigliacchi, ecco cosa siete! Facile parlare quando sventolando un
affare di legno puoi mettere al muro quattro ragazzi! Facile…siete dei figli di
puttana vigliacchi! Avete attaccato le nostre famiglie di notte, mentre
dormivamo tutti…neanche il coraggio di attaccarci frontalmente avete!!!” Urlò il
ragazzo, quasi in lacrime, contro Ron.
Era furioso. Qualcosa dentro di
lui stava per scoppiare. Non doveva farlo…non doveva! Ma…ma…quel lurido figlio
di puttana! Lo stava insultando senza neanche conoscere i fatti! Lo stava
insultando senza neanche sapere chi era! Lui sarà anche stato un mago, questo
glielo lasciava passare, ma lui con i Mangiamorte non aveva nulla a che fare!!
Come volevasi dimostrare, la paura dei babbani verso i maghi si sarebbe sempre
tramutata in odio e vendetta…E pensare che lui era uno di quelli che la notte
dell’attacco era corso per primo sul posto, uccidendo tanti di quei Mangiamorte
da aver perso il conto.
Era lui uno di quelli che aveva
permesso a quei ragazzi di sopravvivere…o anche loro sarebbero già cadaveri
mezzi decomposti sotterrati fra le macerie.
Non
resistette……
“SECTUMSEMPRA!!!” Il petto del
ragazzo si squarciò, facendo schizzare fuori un denso fiotto di sangue; parte di
questo coprì gli amici del moro, ancora schiacciati contro il suo corpo ormai
praticamente morto, a causa del forte impeto e desiderio che Ron aveva messo nel
pronunciare l’incantesimo.
Parte invece schizzò proprio su
di lui, su quel cappotto aperto, che aveva giudicato un po’ di tempo prima
troppo leggero per la stagione. Rimase per un attimo impassibile.
Ma leggendo gli sguardi
terrorizzati che aleggiavano sui visi dei ragazzi, pietrificati dalla paura,
shockati…realizzò quello che aveva appena fatto: spalancò gli occhi, cadde in
ginocchio.
Passò molto tempo prima che le
urla atterrite dei ragazzi lo risvegliassero dallo stato di trance in cui era
caduto.
In lontananza, tre ombre nere
si avvicinavano, volteggiando nell’aria come senza
peso.
E con loro si avvicinava anche
il senso di oppressione, con loro si allontanava anche la luce della luna, delle
stelle, dei pochi lampioni rimasti accesi.
Era probabile che i ragazzi
avessero già avuto a che fare con i Dissennatori, per questo ne erano così
spaventati. Con tutti i cadaveri che c’erano li intorno, quello probabilmente
era stato per parecchio tempo il loro luogo dei
divertimenti!
Ron decise che non doveva, non
in quel momento, lasciarsi prendere dallo sconforto, ma più si avvicinavano, più
era difficile tener fede alla decisione presa.
Immagini orribili si
affollarono nella sua mente...cadaveri su cadaveri…dei suoi genitori, dei suoi
fratelli…funerali…
E il cadavere del ragazzo li
davanti che aveva appena ucciso, senza neanche sapere
perché.
Era pazzo! Che i Dissennatori
facessero pure quello che volevano di lui…non aveva assolutamente più voglia di
vivere, non voleva più fare niente…
…
Ma una piccola luce si accese
nella sua testa…un immagine di Ginny, sorridente…delle cene con tutta la
famiglia la vigilia di Natale, i maglioni che sua madre faceva sempre per tutti
loro, che ogni anno erano certi di trovare sotto l’albero. E poi vide Hermione…e
Harry…e Blaise…e tutti i suoi amici…e sapeva che non poteva
lasciarli.
Non poteva lasciare Hermione,
che tanto si preoccupava per lui; non poteva lasciare Harry, che aveva già perso
troppi amici e troppo persone care; non poteva lasciare Blaise, per cui era
stato una giuda ma prima di tutto un amico.
E non poteva assolutamente
lasciare Ginny.
E non poteva assolutamente
morire lasciando vivere al posto suo quel lurido bastardo che aveva distrutto la
sua felicità e la sua famiglia…non poteva…Percy Weasley non poteva sopravvivere
dopo aver fatto quello che aveva fatto…
E Ron Weasley non aveva
intenzione di lasciare che questo accadesse.
E con le immagini felici della
famiglia riunita sotto l’albero di Natale, di Ginny che cammina per casa
mostrando a tutti la nuova bambola che Percy le ha regalato, Ron si alzò in
piedi ed evocò il più potente e rabbioso Patronus che qualsiasi mago ancora in
vita avesse mai evocato, per poi svenire accanto al corpo del ragazzo che aveva,
in un momento di debolezza, di pazzia, chiamiamola anche indecisione…un attimo
in cui si era dimenticato tutto, si era dimenticato quello per cui lottava e per
chi e con chi lottava…ucciso.
Un'altra vittima di quella
guerra tanto ingiusta e insensata, quanto
inevitabile.
**************
Buonasera. Vi presento la mia
storia.
In realtà, vorrei che mi
diceste qualcosa voi, non vorrei parlare io, visto che tengo molto a questo mio
lavoro che ho cominciato parecchio tempo fa, e mi farebbe piacere sapere cosa ne
pensate.
Però vi devo qualche
chiarificazione, credo: in primis, la storia è ambientata, come avete potuto
notare, in un futuro ipotetico, ovviamente non post-settimo libro…al massimo
sesto, ma gli eventi dei libri non sono per forza essenziali.
La storia sarà principalmente
una Draco/Harry…ho sempre trovato questa coppia molto stimolante perché credo
abbiano un po’ quel carattere di amore/odio che è ciò che ci vuole in una bella
storia d’amore tormentata! ^-^ Comunque al momento non vi rivelo nulla sulla
trama, lo scoprirete solo se vorrete leggerla.
Non sono escluse scene di sesso
più o meno esplicite, quindi…io ho avvisato tutti.
Infine…per ora non ho
nient’altro da dire.
Solo un enorme ringraziamento a
colei che per un lungo periodo mi ha aiutato a creare questa storia, la mia
Beta-reader Ichigo! ^-^
Se leggerai, ti ringrazio
tantissimo!
A
presto
Giuggia
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Capitolo 2 *** They Won't leave Me Alone ***
Page
02- They won’t leave me alone
Erano le tre e mezza di notte e non c’era
verso che Harry riuscisse a prendere sonno. Se ne stava disteso sul suo letto
nella stanza di Grimmauld Place che condivideva con Ron e Blaise a fissare il
soffitto illuminato dalla luce lunare che filtrava dalla
finestra.
Nel letto accanto a lui Blaise dormiva
profondamente, immerso in chissà quali sogni.
Harry sorrise spontaneamente: se pensava a
come lo avevano conosciuto, a come lui aveva trasformato il loro trio in un
quintetto…contando anche Ginny ovviamente.
Erano passati poco più di due anni dal loro
primo giorno di scuola del settimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts. Quante cose erano successe da allora…tante…troppe…quasi da non
riuscire a ricordare.
Harry scosse la testa, cercando di scacciare
quei pensieri dolorosi dalla mente.
Si voltò verso il letto alla sua destra, che
sarebbe dovuto essere occupato dalla sagoma addormentata di Ron, il suo migliore
amico di sempre. Ma, come al solito, era inevitabilmente
vuoto.
Harry sospirò, pensando a quante volte
aveva, negli ultimi mesi, fatto a pugni con Ron, per costringerlo a smettere di
rovinarsi la vita, di sporcarsi le mani, ma non c’era stato
verso.
Da quando i suoi genitori, Fred e George
insieme a Bill, Charlie, le loro mogli…erano stati tutti uccisi da Percy al
matrimonio di Bill l’anno prima, Ron era cambiato. Aveva deciso che avrebbe
fatto il possibile per ucciderlo, avrebbe venduto persino l’anima al diavolo se
fosse servito.
E ogni stramaledettissimo giorno si malediva
per essere sopravvissuto, per essere rimasto a piangere le loro morti. E perché
anche lui ed Hermione erano scampati alla morte insieme a Ron?! Perché avevano
attaccato, perché erano Auror professionisti…addestrati ad uccidere. E Ron si
malediva ogni dannatissimo giorno per non aver fatto in modo di usare queste sue
‘capacità’ anche per salvare loro.
Ma era stato un attimo, non avrebbe potuto
fare niente comunque: avevano ucciso ed erano scappati. Nient’altro. Erano
venuti a disseminare dolore, era venuto a spargere dolore…e poi erano scappati
via.
Uccidere. Questo era l’unico pensiero che
Ron aveva in testa da quel giorno.
Certo, ognuno di loro voleva vendicarsi,
voleva uccidere i Mangiamorte, voleva uccidere Voldemort…chi più di lui poteva
capire quello che provava Ron? Ma non era questo. Lo preoccupava perché da quel
giorno era totalmente impazzito, aveva cominciato a mettere in discussione
tutto. Anche tutti i loro ideali, tutto quello per cui avevano sempre lottato, a
mettere in discussione la realtà del Bene e del Male. A porsi domande che Harry
aveva sempre pensato potesse porsi solo Malfoy…
E ultimamente aveva cominciato a non
distinguere più il bene e il male: l’unica cosa a cui pensava era la vendetta.
Contro tutti, contro il mondo…la morte era la sua compagna…la compagna di quelle
notti solitarie in cerca di qualche Mangiamorte da
uccidere.
E se non uccideva, se non trovava nessuno da
uccidere…beh, ripiegava passando il resto della nottata nel letto di qualche
sconosciuta, di qualche prostituta…o in qualche bar in compagnia di una
bottiglia di Whisky Incendiario.
…
Non c’era verso di fermarlo. Era
ossessionato…
Ed era ossessionato dal proteggere Ginny da
qualunque cosa potesse essere pericolosa per lei…anzi, da qualunque cosa in
generale.
Ancora Harry si chiedeva come la ragazza
avesse fatto a convincerlo a farla diventare un Auror come tutti loro, ma non
aveva ancora trovato una risposta. Forse lo aveva convinto che imparando a
difendersi sarebbe stata più al sicuro. Non lo sapeva, poteva solo fare
congetture. Nessuno dei due ne parlava mai, e quando si toccava l’argomento,
tutti e due lo evitavano o uscivano dalla stanza con una scusa.
Ma di sicuro c’era che Ginny avesse dovuto
lottare, e anche molto duramente contro suo fratello. Un pomeriggio erano
spariti per delle ore, mettendo tutti in allarme; quando erano ricomparsi
l’unica cosa che erano riusciti a capire era che Ron dava il permesso a Ginny di
tentare l’ammissione per il corpo speciale degli Auror, quello di cui loro
quattro facevano già parte da un anno circa.
D’altronde, Ron non le staccava mai gli
occhi di dosso e aveva insistito che la mettessero in squadra con loro. Anche se
la cosa non era del tutto fattibile, essendo lei una matricola, avevano chiuso
tutti un occhio, perché dovevano ammettere che Ron era il miglior Auror di tutto
il mondo magico attualmente in circolazione, e acconsentire a quella richiesta
era sembrato persino doveroso. Anche se, bisogna aggiungere per dover di
cronaca, non è che il ragazzo se ne fosse stato zitto zitto e buono buono ad
aspettare…aveva sicuramente smosso le acque in modo non proprio civile,
minacciando non poca gente. Ma anche questo glielo avevano lasciato
passare.
Cosa si poteva raccontare ancora del loro
passato? Tante cose…tutti loro erano cambiati, chi più o chi meno. Dopo che
Voldemort era risorto, tante cose erano cambiate.
C’era stato lo scoppio violento, le prime
incursioni di Mangiamorte contro i loro nemici, contro paesi babbani, distrutti,
popolazione sterminata.
E cosa poteva fare Harry Potter? Intanto
doveva finire la scuola.
Durante il sesto anno tutto era filato più o
meno liscio…se non si contavano gli attacchi dei Mangiamorte che avevano fatto
non poche vittime. Ma era ancora in corso
l’organizzazione dei piani di attacco, delle strategie, della ricerca di nuovi
seguaci…era stato un anno piuttosto tranquillo.
Si era divertito, nonostante tutto: il peso
del Mondo continuava a gravare su di lui, ma prima doveva finire la scuola, no?
Imparare il più possibile…
…e poi era stato tentato l’attacco a
Hogwarts…qualcuno era morto, qualcheduno ferito…ma si erano ritirati in
piedi.
Silente aveva voluto che la scuola rimanesse
aperta sotto la sua protezione.
E poi c’erano i sospetti, le paure, ma la
scuola aveva riaperto. E il trio non aveva abbandonato il
preside.
E neanche molti altri studenti l’avevano
fatto: erano tornati a scuola. Meno numerosi, ma uniti da qualcosa di più forte
come la consapevolezza di essere lì, di essere accanto a Silente e di voler
imparare per poi lottare, non chiudersi in casa come conigli fino a guerra
finita. Non potevano farlo.
I genitori di Hermione si erano fortemente
opposti al suo ritorno a scuola, ma la ragazza aveva tenuto fede alle sue idee,
aveva motivato le sue scelte, la sua voglia di stare vicino agli amici di sempre
e di crescere, di lottare con loro, non di scappare.
E la scuola era cominciata nuovamente.
Cosa era successo poi?
…
Chi può dirlo? All’inizio sembrava quasi un
miracolo, un segno di una fine vicina.
Fforse il fallimento dell’attacco a Hogwarts
aveva scoraggiato il Signore Oscuro e i suoi seguaci: questo era quello che si
pensava.
Gli attacchi erano
cessati.
Che stupidi, a ripensarci ora a due anni di
distanza, che erano stati. Come avevano potuto non capire che quella temporanea
calma era solo quella che si può percepire nell’aria prima della tempesta?
Illusi, ingenui.
E Silente…Silente era morto. Per colpa sua,
come al solito. Stupido, troppo stupido. Perché, perché si fidava così tanto
delle persone?!
L’amore l’aveva reso
cieco.
Basta….faceva male pensarci. Non doveva più
pensarci. Lo stomaco gli bruciava, la gola gli pareva aver preso fuoco, gli
occhi cominciavano a pizzicargli. Dolore. Rimorso. Ma anche rabbia, delusione.
Tutti sentimenti che si mischiavano al
rimpianto.
Ma era stato un anno sereno, la minaccia di
Voldemort era sembrata sempre più lontana, gli attacchi erano rari e
scoordinati: sembrava che l’organizzazione fosse caduta…ma che idioti!
Voldemort non era rinato per essere
sconfitto alla prima battaglia!
Ma, come avrebbe dovuto immaginare, stava
lavorando sotto terra, stava strisciando come sono soliti fare i serpenti, stava
cercando di creare attorno a Harry un vuoto. Stava facendo in modo che si
scavasse la fossa con le proprie mani.
Furbo…qualcuno l’avrebbe mai potuto negare?!
Era un abile ammaliatore, un abile attore: fingere la sconfitta, per poi
attaccare alle spalle.
Eccome se gliel’aveva fatta. Eccome. E, come
al solito, lui era stato l’ultimo ad accorgersene.
Tutti lo sapevano, tutti glielo dicevano…ma
quando mai lui ascoltava gli altri?! E, come spesso era accaduto anche in
passato, qualcuno ci aveva rimesso la vita a causa della sua stupidità, del suo
rifiuto di ascoltare.
E poi…Avevano finito la scuola. Giusto in
tempo, perché l’anno dopo non avrebbe più riaperto. Tuttora rimaneva chiusa.
Morto Silente, morto tutto…la sicurezza della scuola non era più considerata
adeguata per poter ospitare dei ragazzi in un periodo pericoloso come
quello.
…
E si erano arruolati nel corpo speciale
degli Auror, avevano imparato a lottare, ad uccidere.
Lui e Ron non avrebbero voluto che anche
Hermione si unisse a loro, ma chi riusciva a convincerla quella testa dura?! Non
li aveva ascoltati neanche per un istante. Come poteva biasimarla? D’altronde
era quello che aveva sempre fatto lui.
…
E la guerra continuava. Morti ovunque. Ma
quello era normale: la guerra è la guerra.
Il problema era che anche loro erano
diventati degli assassini. Lui lo era diventato. Lui che non era riuscito ad
uccidere Bellatrix perché il suo animo da Boy Scout del cazzo glielo aveva
impedito quella notte, al Ministero della Magia, durante il suo quinto
anno.
...non che sarebbe cambiato nulla...stava il
fatto che ora uccidere non gli faceva praticamente più effetto. Anzi…godeva ogni
volta che riusciva a fare fuori un Mangiamorte. Non era ai livelli di Ron, ma
continuando così ci sarebbe arrivato neanche tanto tardi.
E così, fra imboscate, soffiate, attacchi,
la vita di tutti i giorni andava avanti…con Ron ed Hermione che battibeccavano
sempre, Ron che rimproverava Ginny e non la mollava un attimo, Blaise che
passava le giornate a struggersi d’amore per la rossa, che sembrava vivere su un
altro pianeta e non accorgersene.
E lui…lui che sperava che quel calvario
finisse presto…sperava di poter svolgere il suo compito nel minor tempo
possibile: uccidere Voldemort.
E poi la pace sarebbe tornata nella sua
anima e avrebbe finalmente potuto cominciare una nuova vita con i suoi amici di
sempre. Tornare a essere tranquillo come era sempre stato prima di tutto quello.
Ma lo era mai stato, in realtà? Non ci credeva realmente, si prendeva solo gioco
di se stesso.
Ma avrebbe dovuto trovare qualcos’altro per
cui vivere, diverso dal costante pensiero che un pazzo omicida là fuori stava
mettendo sottosopra tutto il mondo, magico e
non, seminando terrore e distruzione solo per colpa sua, al solo scopo di
cercare lui, di avere lui…unicamente per uccidere lui. Non riusciva a vivere con
questo pensiero.
Ma sapeva che l’avrebbe preceduto. Doveva
anticiparlo: compiere il suo dovere e restituire a tutti una vita tranquilla,
restituire ai babbani la loro vita al di fuori di tutte quelle stranezze e
quelle morti, quella guerra di cui non conoscevano nemmeno le origini e le
motivazioni, né il perché li coinvolgeva. Lo doveva loro,
punto.
Questo era quello per cui
lottava…
Ognuno di loro aveva qualcosa per cui
lottare.
Ron e Ginny per la loro
famiglia…
Hermione per Ron…
E Blaise…Blaise per riscattarsi…per
dimostrare che un cognome non sempre fa di una persona quello che è. Che non per
forza uno Zabini deve essere un Mangiamorte.
…
E Draco? per cosa
lottava?!
…
Se l’era sempre
chiesto.
Non poteva fare a meno di chiederselo tutti
i giorni, quando era in giro in pattuglia, quando uccideva qualche Mangiamorte
si chiedeva sempre dove fosse lui, che fine avesse fatto.
E si chiedeva perché avesse fatto tutto
quello. In cosa credeva? Per cosa lottava?
Per la sua famiglia?
…non poteva biasimarlo certo…al posto suo,
Harry non poteva essere sicuro che non si sarebbe comportato nello stesso
modo.
…
Poteva solo sperare in una cosa: che stesse
bene. Per il resto, non voleva più avere niente a che fare con lui. Lo odiava,
quello era il sentimento che provava. Non c’era altro, non c’era mai stato
altro. Non avrebbe mai ammesso che ci fosse stato
dell’altro
Tutti combattevano per qualcosa, giusto o
sbagliato che fosse.
Ma come tutto nella vita, quelli erano sono
punti di vista.
***********************
Secondo Capitolo. Per molto tempo sono stata
indecisa se questo capitolo dovesse esistere o essere integrato alla storia
perché, sostanzialmente inutile. Diciamo che, in realtà, potrebbe fare ancora
parte del primo, potrebbe essere ancora una introduzione. L’ho voluto comunque
pubblicare perché in fondo può essere utile per concludere la “presentazione”
più o meno. Per dare un quadro un po’ più ampio.
In ogni caso è corto.
Quindi…
Nel prossimo capitolo comincerà la storia
vera e propria. Basta monologhi interiori e riflessioni!^-^ Spero vi piaccia
comunque anche questo piccolo intermezzo…!^-^
Mi farebbe molto piacere mi faceste sapere
cosa ne pensate! ^-^
Grazie mille
Alla prossima!
Ringraziamenti:
_Light_: Ti ringrazio immensamente, davvero.
Il tuo commento così approfondito mi ha veramente molto aiutato, mi ha tirato su
il morale e mi ha dato nuova ispirazione! ^-^Sono molto molto contenta che ti
piaccia come scrivo…e soprattutto che il lavoro risulti fluido, perché è proprio
su ciò che ho lavorato per parecchio tempo…^-^ Comunque…Per il personaggio di
Ginny…mi fa piacere. Io sostanzialmente non sopporto il personaggio di Ginny,
nelle fic ancor meno. E quindi mi sono creata una mia Ginny…^_^ E, dopo averla
creata e fatta maturare in un altro mio scritto, ho sfruttato tutto il lavoro
per riportarla qui. La considero in molti modi il mio alter ego! XD Quindi mi ha
fatto piacere tu l’abbia notata subito, nonostante non compaia quasi per nulla!
XD Per la caratterizzazione…è una delle cose a cui tengo di più, in un racconto.
Mi piace esplorare la psiche dei personaggi e descrivere come determinate cose o
determinate azioni hanno influito su di loro…in ogni caso, credo tu sia stata
troppo buona, ma l’ho veramente apprezzato! XD Questo capitolo è un po’ così,
per lo più inutile, a mi andava comunque di pubblicarlo…nel prossimo comincerà a
svilupparsi la trama e compariranno anche tutti gli altri personaggi…XD Ancora
grazie mille…spero di risentirti presto! Bacioni….Ps: mi sono dilungata
enormemente…….ahah scusa!
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Capitolo 3 *** If I Don't make it Someone else will ***
Page
03- If I don’t make it, someone else
will
Notte. L’allarme li aveva colti preparati,
come sempre, e li aveva costretti ad abbandonare i loro sogni, i loro incubi o
la loro veglia per chiamarli a svolgere il proprio lavoro.
In un tempo calcolato di non più di dieci
minuti (un solo minuto di ritardo sarebbe potuto essere, in alcuni casi, fatale)
si erano ritrovati tutti e quattro nella Sala Comune del Nuovo Quartier Generale
per l’addestramento del copro speciale degli Auror, al quale
appartenevano.
Erano svegli, pronti, divisa indossata e
occhi vigili e attenti a tutto.
Nella Sala li attendeva il Generale Lew
Nixon e gli altri loro cinque compagni, Luna Lovegood, Neville Paciock, Vanilla
Sky, Lucilla Saint James, Rodolphus McLiar e il loro Caposquadra Marius
Fletcher, tutti pronti ad intervenire.
Quando furono tutti riuniti, Nixon parlò, la
voce nervosa e severa rimbombò nel vuoto della Sala.
“Ci è
giunta notizia di un attacco di Dissennatori in Swinton Street ai danni di
quattro ragazzi presumibilmente babbani e un mago, non ancora identificato, che
pare possa essere un Auror.” E lanciò un occhiata a Harry, facendo intendere che
la mancanza di Ron nel loro quartetto non faceva presagire nulla di
buono.
Delle ‘scappatelle’ notturne di Ron, così le
chiamavano, ne erano tutti a conoscenza. Ed era capitato già molte volte che si
fosse cacciato in qualche guaio. E quando c’era di mezzo lui c’era da aspettarsi
poco di buono.
“Voglio che vi rechiate immediatamente nel
luogo dell’attacco. E voglio immediatamente un resoconto da parte tua, Vanilla:
nel caso ci fossero problemi, contatterò immediatamente il Signor Rubens e vi
manderemo in soccorso quante più squadre di Auror possibile. Capito, signor
Fletcher?” Scoccò un occhiata di rimprovero a Marius, il loro Caposquadra, che
annuì abbassando lo sguardo. “Non cerchiamo di fare gli eroi come al solito.”
Marius Fletcher era un tipo in gamba, lo
ammiravano tutti all’interno della squadra, e anche al di fuori. Bello, con il
corpo statuario sempre abbronzato, anche a Gennaio, i lunghi riccioli biondi che
cadevano a stuzzicare la punta del naso, che spesso si contorceva in quella
smorfia buffa che lo caratterizzava, con quegli occhi di un blu tanto scuro da
poter sembrare nero. Aveva quasi raggiunto la soglia dei quaranta, ma sembrava
essere ancora un bambino un po’ troppo impulsivo. Tutto d’un pezzo e convinto di
quello che faceva, sosteneva le sue idee sempre con determinazione e a volte,
forse, con fin troppo furore…e spesso il suo orgoglio lo metteva in seri guai.
Non a caso andava perfettamente d’accordo con Ron.
“Non si preoccupi! Ragazzi, al mio tre
bacchette pronte e ci smaterializziamo in Swinton Street!” Tutti annuirono,
estraendo le bacchette.
Con ancora l’eco del ‘tre’ nelle orecchie, i
dieci compagni si ritrovarono a destinazione, nella via deserta e fredda,
circondati da macerie e cadaveri sepolti sotto di esse.
Poco lontano, riuscirono ad intravedere le
sagome di alcune figure stese a terra.
Avvicinandosi, si trovarono davanti una
scena decisamente macabra: quello che riconobbero essere Ron era disteso per
terra, rannicchiato su se stesso e coperto di sangue. Poco distante da lui solo
alcuni passi, giacevano quattro ragazzi legati da un incantesimo con una stretta
corda. Uno di questi giaceva riverso su se stesso, con il petto squarciato, il
sangue ancora caldo che si era riversato sui
suoi compagni di prigionia impregnava l’aria con l’odore della
morte.
Harry rabbrividì e, seppur con riluttanza,
si avvicinò ai tre ragazzi, semi incoscienti.
Neville lo seguì, e cominciò ad esaminare il
cadavere: il suo ruolo, come per tacito accordo, era solitamente quello di
‘medico legale’, o qualcosa del genere. Ma non si lamentava, l’aveva scelto lui:
meglio studiare i cadaveri altrui che rischiare di diventarlo lui stesso. Non
che non combattesse, anzi…ma gli piaceva pensarla in questo
modo.
“Sono svenuti.” Appurò Harry, che si alzò, e
si guardò intorno, notando che Ginny, Blaise e Marius avevano appena concluso il
giro di ricognizione, decretando che nei dintorni non c’era alcun tipo di essere
che avesse una parvenza di vita, se non si contavano gli animali che
girovagavano a far banchetto.
Hermione, che si era subito buttata per
terra accanto a Ron, annuì, accarezzando la testa del ragazzo, che aiutò ad
alzarsi.
“Non ti preoccupare, piccola! Ce la faccio
da solo.” Dichiarò Ron, con voce roca.
Vanilla, che volteggiava a qualche metro da
terra, con le gambe incrociate, chiuse gli occhi ed inviò un messaggio mentale a
Nixon, come aveva richiesto.
Lucilla e Marius invece avevano
semplicemente fatto da pali, e ora aspettavano che Neville dicesse qualcosa,
prima di poter tornare al quartier generale.
“Morto. Sectumsempra. Uno dei tuoi
incantesimi preferiti, se non sbaglio…?” Neville si rialzò, e sibilò quelle
parole con amarezza, mentre si spolverava i pantaloni della divisa, per poi
incontrare gli occhi di Ron, con sguardo furioso.
Che si odiassero, era noto a tutti: Neville
non sopportava come si comportava Ron, quello che faceva. Non tollerava che
fosse permesso ad un assassino del genere di continuare a far parte di una
squadra.
Ron era un vendicatore
solitario.
I membri di una squadra agiscono sempre
cercando di non fare nulla che possa mettere in pericolo il resto del gruppo;
ognuno dei componenti sa bene che un errore potrebbe essere fatale per tutti gli
altri.
Ron invece faceva l’esatto contrario: ogni
stramaledettisima volta metteva in pericolo le vite di tutto il suo gruppo.
Questo era intollerabile! E Neville non lo sopportava. Non sopportava quel suo
atteggiamento da grand’uomo, non tollerava quel suo menefreghismo nei confronti
degli altri, non sopportava che tutte le volte gliela facessero passare liscia
perché si presumeva che fosse il miglior Auror dai tempi di Saltrix Monster
Lucillanimus, non lo sopportava: gli dava sui nervi.
E lo avrebbe volentieri preso a pungi, se
gliene fosse mai stata offerta l’occasione.
Ma si tratteneva.
Ron scoppiò a ridere, una risata nervosa e
isterica, di quelle che sapeva Neville non sopportava.
“Ma bravo Dottor Paciock! Che intuito!”
“Hai una gran bella faccia tosta! Hai ucciso
un babbano indifeso senza alcuna pietà e senza alcun motivo, e hai il coraggio
anche di ridere in faccia a me?!” Rispose, adirato.
“Si, giudice caro. Chiamasi ‘legittima
difesa’: mi ha aggredito, io ho risposto al fuoco!”Rispose, acido e
ironico.
“Con cosa ti ha aggredito, con questo
forse?!” Mostrò il coltello dal manico insanguinato che il ragazzo teneva in
mano fino a qualche istante prima. “Non farmi ridere! Cosa mai ti avrebbe potuto
fare?! Sei un lurido, vigliacco assassino e…”
“Basta ragazzi, ne discuterete più tardi.
Non è né il momento, né il luogo: è rischioso rimanere qui. Al mio tre, tutti al
Quartier Generale.” Sentenziò Marius, dando un taglio a una delle ormai
quotidiane litigate fra i due ragazzi. E poi aveva un brutto presentimento. Quel
posto non gli piaceva per niente, gli faceva venire i
brividi.
Neville e Ron, pur continuando a squadrarsi
poco simpaticamente, per usare un eufemismo, annuirono, e dopo pochi istanti si
ritrovarono nella Sala Comune del Quartier Generale da dove si erano
smaterializzati pochi attimi prima.
Era ridicolo ritrovare, ogni volta che
tornavano da una ‘missione improvvisa’ dopo un allarme, tutto l’intero Ministero
della Magia riunito in quella sala, che spesso era adibita anche a palestra nei
grandi tornei interni.
Fosse morto un gatto o ci fosse stata la
catastrofe più disastrosa di tutte, ogni volta erano tutti lì , con le stesse espressioni fintamente
preoccupate, con la stessa aria impettita
…ma come facevano a farsi comandare da tali incapaci? I loro modi
facevano rimpiangere la mancata tempestività di Caramell, che, sebbene inutile e
scarsamente produttiva, si rivelava più efficace degli ordini impartiti da
Scrimgeour, emanati al solo scopo di dimostrare all’opinione pubblica quanto il
Ministero fosse puntuale e rigoroso, ma spesso totalmente inutili e persino
contro produttivi.
Neville lasciò che gli ‘ostaggi’ venissero
posati inavvertitamente proprio sotto
il naso di costui dal suo incantesimo di Levitazione…ma guarda che
disdetta!
Il Ministro arricciò il
naso, nauseato, ma li sorpassò con un lungo passo, seguito dal Direttore
dell’ufficio perla Difesa Magica nonché capo Supremo del Corpo degli Auror il signor Rolf
Rubens, e qualche tirapiedi di poco conto.
Impeccabile come al solito, il Primo
Ministro esternava la sua solita aria onnisciente. Seguivano poi i vari
Generali, compreso Nixon, e qualche Auror accorso lì alla notizia.
“Ehm, ehm…ecco! Bentornati! Fletcher,
potrebbe per favore renderci partecipi di quanto accaduto? C’era qualche ferito?
Mi sono giunte notizie di un morto…c’era qualche Dissennatore o Mangiamorte
nelle vicinanze?!” Chiese Rubens, avvicinandosi ai ragazzi, che sbuffarono,
mentre Marius faceva un passo avanti.
“Nessun ferito, Signore. Abbiamo un morto
però. Le modalità della vicenda sono ancora tutte da chiarire, ma sulla scena
del crimine era presente uno di noi, l’Auror Weasley, che credo potrà fare luce
sulla faccenda. Per quanto riguarda il secondo punto: non c’era anima viva nelle
vicinanze. E neanche qualche anima non-morta, a dirla tutta. Era deserto.”
Rispose, trattenendosi dal mandare a quel paese il Ministro della Magia, che in
quel momento stava girando attorno ai tre ragazzi che giacevano ancora legati
per terra, che cominciavano a svegliarsi.
“Bene, molte grazie. Allora, Weasley, ci
vuole illuminare lei sull’accaduto?!” Chiese il Ministro, con un tono di voce
cha lasciava trasparire della chiara ironia, come se già fosse a conoscenza
dell’ovvia risposta, fermandosi un secondo e volgendo altrove l’attenzione
concentrata fino a poco prima sui ragazzi ai suoi piedi, che seguivano la scena
totalmente basiti.
Ron ridacchiò: il solito tono che tutti
usavano con lui. Patetico.
A che pro domandare, quando già tutti
sapevano la risposta?
Tanto valeva evitargli quell’inutile spreco
di fiato.
Sbuffando impercettibilmente e scostando una
ciocca ribelle dal viso, fece un passo avanti e prese il posto di
Marius.
“Cosa vuole che le dica Ministro? Ho ucciso
quel ragazzo perché mi stava antipatico! Parlava troppo e si atteggiava da
grand’uomo. Cosa mi farà ora? Mi sculaccerà?!” Sorrise,
sfidandolo.
“Il suo solito senso dell’umorismo, Signor
Weasley!” Ridacchiò nervosamente l’uomo, fissandolo con sguardo truce. “Ci
racconti esattamente quello che è successo, battute a parte!” Lo
intimò.
“E va bene, se proprio insiste. Anche se non
so se riuscirò a fare a meno delle battute.” Quanto gli dava sui nervi
quell’uomo! Ostentava onniscienza artificiosa, per mascherare la propria
inettitudine. Era un essere inutile; l’unica cosa che sapeva fare era parlare
tanto e fare errori strategici uno di fila all’altro, dando la colpa a loro.
“Vede, facevo la mia solita passeggiatina notturna, quando mi ritrovo questi
quattro ragazzi addosso che mi vogliono derubare. Ora, capisce, mi sono dovuto
difendere! E poi, sa come vanno queste cose. Quello ha cominciato ad insultare
un po’ troppo e io mi sono lasciato prendere la mano. E poi sono arrivati i
Dissennatori, che ho cacciato via a suon di pedate. Questo è quanto!” Fece un
passo indietro con un inchino, seppur non molto fermo, visto lo stato di
precarietà fisica in cui si trovava.
Per lui il discorso era chiuso.
Ma per Scrimgeour evidentemente
No.
“Weasley, mi fa veramente morire dalle
risate a volte! Mi vuol far credere che un Auror del suo livello ha ucciso un
ragazzo babbano solo perché l’ha provocata?’” La risata echeggiò in tutta la
sala, ma non fu seguita da altro.
Solo il silenzio e lo sguardo a dir poco
furioso del Ministro quando si accorse che, a quanto pareva, Weasley non
sembrava stare scherzando.
“Bene. Molto bene. Voi tre? Chi siete?
Confermate quello che ha detto?” Di chi fossero in realtà non gli importava
granché: la cosa che più gli premeva in quel momento era salvarsi il culo.
Perché se non fosse riuscito a dimostrare il contrario, ci sarebbe finito lui
nella merda con la stampa, ci avrebbe rimesso lui. Non Weasley.
O meglio, Weasley ci avrebbe rimesso, certo,
ma era lui che avrebbe dovuto vedersela con la gente che gli avrebbe chiesto
cosa ci facesse un pazzo assassino fra le file dei suoi migliori uomini. No, non
poteva permetterlo.
I ragazzi però, con suo enorme disappunto,
annuirono, non riuscendo a proferire una parola.
Silenzio. Durante il quale il Ministro
continuò a tormentarsi le mani mentre Ron fissava il suo volto con
soddisfazione: era nei guai, ma cosa gliene importava? Se poteva portare con se
anche quel figlio di puttana di Scrimgeour, il gioco valeva la
candela.
“Bene. Molto bene.” Non sapeva più che
inventarsi. “Credo che questa sarà una cosa da mettere ben in chiaro. Nel
frattempo: Signor Paciock, cosa ci dice del ragazzo morto?”
Chiese.
Ovviamente, con l’espressione ‘una cosa da
mettere ben in chiaro’ intendeva ‘una cosa da seppellire al più presto e senza
scandali’.
Neville fece un passo avanti, orgoglioso.
Non che Scrimgeour gli stesse simpatico, anzi, lo odiava più di ogni cosa al
mondo. Ma odiava moltissimo anche Ron: due piccioni con una fava
insomma!
“Signor Ministro, il ragazzo, da quello che
ho potuto appurare ad un primo esame, sembra essere stato sventrato da un
incantesimo ‘Sectumsempra’. Tipico, direi…” Aggiunse, per punzecchiare Ron. “A
parte questo, niente di particolare.”
“Dove si trova ora il cadavere?” Chiese
Rubens.
“Dove è stato trovato,
Signore.”
Il Ministro lanciò un occhiataccia a Rubens,
facendogli capire che non aveva gradito l’interruzione.
“Dicevamo: aveva armi addosso? Qualche segno
di colluttazione, qualcosa di simile? Era ubriaco, drogato?!” Si stava
arrampicando sui vetri cercando di trovare un appiglio, prima o
poi.
“Si signore: un coltello. Altro non ho
trovato. Non posso dire se potesse ubriaco o drogato o quant’altro: ci vorrebbe
un esame più accurato. Credo comunque di no, Signore.” Si che li odiava tutti e
due, ma detestava anche dover mentire. E
comunque non gli sarebbe piaciuto, nonostante tutto, vedere Ron finire ad
Azkaban…
…a dir la verità non ne era proprio
sicuro.
“Perfetto: questo dimostra la teoria di
autodifesa del signor Weasley. E anche i tre ragazzi qui presenti hanno
confermato quello che ha detto il signor Weasley, cioè che lo hanno attaccato.
Quindi, tutto a posto. Credo che ci siano prove sufficienti per scagionarla.
Solo uno spiacevole incidente!”
“A dir la verità noi non abbiamo mai detto
niente del genere! Abbiamo solo annuito quando ci ha chiesto se l’ha ucciso solo
perché l’aveva provocato!” Ribatte uno dei ragazzi, facendosi coraggio, con
rabbia.
“Sorvolando sul fatto che avreste dovuto
ascoltare con più attenzione il discorso, che si riferiva proprio a quello. Ma
anche se fosse rivolto solo a quella frase, non avete comunque negato che il
signor Weasley è stato provocato, quindi…” Rispose sventolando una mano
ostentando un cipiglio annoiato.
“Ma…!?” Provò un
secondo.
“Niente ‘ma’! Non vi preoccupate di niente.
Giustizia è stata fatta. Qualcuno dia loro un pasto caldo, dei vestiti e poi
riportateli da dove sono venuti. Se fanno troppa opposizione, vi autorizzo ad
usare l’Oblivium. Detto questo, se volete scusarmi, mi congedo e torno alle mie
faccende.”
“Si, dormire!” Sibilò fra i denti
Ron.
“Diceva qualcosa, signor Weasley?!” Chiese
il Ministro, che in realtà aveva sentito benissimo.
“No, signore, niente…le auguro una buona
giornata!” Sorrise, con una tipica espressione falsa.
Ma il Ministro ci era abituato. Sorrise
anche lui con espressione di finta cordialità, e uscì dalla stanza, seguito da
alcuni dei suoi tirapiedi e dal signor Rubens. Poco dopo, anche gli Auror che
erano rimasti ad osservare la scena, uscirono lentamente dalla stanza, portando
con loro i tre ragazzi, decisamente scossi dall’accaduto.
Seguirono i Generali, Nixon compreso, che
lanciò un occhiata di rammarico a Ron prima di chiudersi la porta alle spalle,
lasciando la sua squadra migliore alle prese con se
stessa.
“Che essere immondo che è quel figlio di
buona donna di Scrimgeour.” Sibilò Rodolphus fra i denti.
Ginny lo fissò per un istante e ridacchiò:
era strano sentire Rodolphus parlare male di qualcuno. Era un tipo calmo,
imperscrutabile, che non lasciava mai trasparire niente. Il tipico ragazzo
pacato e studioso, nonché pieno di mistero e di fascino, con quei suoi sorrisi
enigmatici che era raro riuscire a comprendere. E quegli occhi color giada che
contrastavano vistosamente con i capelli amaranto, un colore decisamente poco
consono…occhi profondi e cupi, pieni di dolcezza ma che sapevano trasformarsi
anche in dardi di fuoco al momento
giusto.
Era stato, per un periodo neanche tanto
breve, quasi sette o otto mesi, il ragazzo di Harry.
Quando lo aveva scoperto Ginny era rimasta a
bocca aperta e non aveva potuto fare a meno di ridere per ore. Erano così
simili, infondo. Sembravano portare la maschera degli eroi buoni, ma quando la
toglievano, si stentava a capire chi erano veramente.
Ma se ripensava a Malfoy…quello era stato il
culmine del paradossale!
Scosse la testa, continuando a
sorridere.
“A chi lo dici? Per salvarsi la pelle ha
deciso di non mandare il nostro assassino di professione in prigione. Cavolo
Weasley, anche questa volta l’hai fatta franca!” Vanilla gli tirò un pugnetto sulla
spalla.
“Eh già! Tutto merito del nostro Paciock,
qui, che ha deciso che un po’ gli spiaceva di vedermi finire ad Azkaban così
presto! Non ti sforzare così tanto la prossima volta, eh?” Lo prese in giro
Ron.
“Sei un lurido verme assassino, punto. L’ho
fatto solo perché io sono onesto e non dico cazzate se non ho le prove che siano
vere. E fino a prova contraria quello che ha detto Scrimgeour può anche essere
la verità. Nonostante, conoscendoti, ne dubito
fortemente.”
“Bene, perfetto, allora Peace and Love!” Ron
sorrise e fece il verso a Neville, prima di essere interrotto da
Harry.
“Come siamo passati dai Mangiamorte ai
babbani, Ron?” Chiese, duro, piazzandoglisi davanti con le mani ai
fianchi.
“Capita, sai: nella foga del momento.”
Rispose Ron, mantenendo il sorrisino di sfida.
“Ron, non sto scherzando…” Lo
ammonì.
Un attimo di silenzio.
“Che cazzo vuoi che ti dica, eh?! San
Potter, lo so anche io che ho fatto una cretinata! E credi che non mi senta in
colpa? Ma quello mi ha paragonato a Loro! Capisci? Ha detto che ero un lurido
pezzo di merda come quelli che avevano ucciso tutti i suoi genitori e la sua
famiglia attaccando in piena notte il loro quartiere! Come credi che mi sia
sentito?! Lo so, non ci sono scuse, mi sento male di mio: non avrei dovuto
farlo. Ma che ci posso fare? E’ successo. Come vedi non ho neanche cercato di
discolparmi: è stato Scrimgeour, ha fatto tutto da solo. Chiuso l’argomento,
ora, per favore, non parliamone più. Buona notte!”
E senza lasciare a nessuno il tempo di
ribattere, uscì dalla Sala sbattendo la porta.
**************
Finalmente sono riuscita a presentarvi i
personaggi! ^-^ Più o meno…al momento mi sembra di parlare da sola in realtà,
visto che c’è solo un'unica anima buona che è stata così gentile da commentare i
miei capitoli…XD Che però ringrazio vivamente, ma ci penserò dopo…! Allora…non
c’è molto da dire, finché non mi dite qualcosa voi lettori (e lo so che qualcuno
c’è! Ahah)…quindi…
Come avete potuto notare gli avvenimenti dei
libri sono un po’ modificati.
Scrimgeour non ci fa una bella figura, ma
voglio rappresentarlo proprio come l’idiota che secondo me
è…
Infine….il rapporto contrastato tra Neville
e Ron mi piace molto perchè mi da la possibilità di mettere a confronto due
stili di vita completamente diversi.
Per Vanilla che ‘galleggia’ a mezz’aria non
vi preoccupate, non sono impazzita, ho delle spiegazioni!
XD
Spero di sentire altri pareri…Grazie
comunque a chi legge!
Giuggia
Ringraziamenti:
_Light_: al momento sto pubblicando
praticamente solo per te, visto che sei l’unica anima buona che è stata così
gentile da dirmi cosa ne pensa del mio lavoro…XD Comunque…figurati, io AMO le
recensioni lunghe, piene di domande, apprezzamenti, critiche e ipotesi! XDXD
Sisi! Comunque…tornando a noi. Come bene avevi supposto, non ti posso dire
proprio nulla sul passato di Harry e Draco, anche perché è una delle parti
fondamentali su cui si basa la trama! Cioè…si scoprirà poco a poco quello che è
successo fra di loro nel passato. Però ti posso tranquillamente dire che Si,
sono stati insieme, se così si può dire. Ma non è così semplice….XD Alcuni
indizi di quello che è successo realmente ci sono già, e anche abbastanza
espliciti, anche se non nei particolari.
Comunque nel prossimo capitolo comparirà già
Draco, quindi qualche informazione in più (???) si potrà estrapolare! XD Ok,
basta dire stupidate…XD Sto divagando! Fammi sapere cosa ne pensi anche di
questo capitolo!! ^-^ Grazie mille millissime per i complimenti! Alla prossima!!
^_-
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Capitolo 4 *** Shadows from the past ***
Page
04- Shadows from the past
“Perché lo hai aggredito
così?!” Lo rimproverò Hermione, voltandosi di scatto. “Peggiori solo le cose.”
“E cosa dovrei fare, Herm?
Vedere il mio migliore amico che si rovina la vita?” Rispose a tono lui,
scocciato.
“La vita di tutti noi è già
rovinata. Sarebbe meglio evitare di soffiare su un fuoco già fin troppo acceso.
Il senso di colpa lo starà già attanagliando, anche se non fossi
intervenuto.”
“Herm, mi spieghi perché stai
dalla sua parte? Cavolo, come diavolo fai a non capire che si sta scavando la
fossa da solo?!” Sbottò, mentre camminava avanti e
indietro davanti alla ragazza, nervoso.
“Basta ragazzi, lo sappiamo
com’è Ron.” Si intromise pacatamente
Marius.
“Si, lo sappiamo! E’ un
assassino e non va assecondato!” Rispose duro Paciock, che non sopportava che
tutti la dessero sempre vinta al rosso.
“Nev, siamo tutti assassini,
qui.” Luna cercò il suo sguardo, ma non lo trovò.
“Si, ma non andiamo in giro la
notte ad uccidere babbani per divertimento!”
“Non credo l’abbia fatto ‘per
divertimento’, come dici tu ma per rabbia.
Lui è semplicemente meno forte di noi: quante volte mi è capitato di voler
uccidere qualcuno? Ma la mia forza di volontà insieme alla mia morale me lo ha
impedito. Ma Ron la capacità di distinguere il bene dal male l’ha persa molto
tempo fa. Non bisogna per questo scusare il suo comportamento, ma non si può
neanche condannare. Bisogna solo cercare di aiutarlo a ritrovare l’anima buona,
l’anima che è stata sepolta dentro di lui ma che può essere risvegliata.” Spiegò
calmo Rodolphus, che si era accomodato su una panca poco
distante.
“Esattamente quello che
intendevo io!” Annuì Hermione vigorosamente.
“L’omicidio di persone
innocenti, o comunque disarmate e indifese non dovrebbe essere tollerato in
nessun caso! E ancor meno da un Auror. Una persona del genere dovrebbe essere
rinchiusa ad Azkaban insieme a quelli del suo livello: i Mangiamorte.” Sbottò
Neville, che stava diventando paonazzo, come spesso succedeva quando discuteva
di un argomento che gli stava molto a cuore.
“Neville!!” Lo fulminò Luna,
scandalizzata. “Tieni presente che spesso quello che ci è ordinato di fare non
si discosta molto da questo genere di cose! Non siamo noi che abbiamo dovuto
uccidere intere famiglie di PRESUNTI servitori dell’Oscuro, compresi donne e
bambini innegabilmente innocenti?! Non mi sembra che tu abbia mai avuto qualcosa
in contrario! Ma magari era solo una mia impressione…?”
Neville abbassò lo sguardo e
non rispose.
“Visto che sei tanto
determinato a spedire Ron ad Azkaban, perché non hai testimoniato contro di
lui?” Chiese Lucilla, tagliente e diretta come al suo
solito.
Una ragazza magra, quasi
scheletrica, pallida e dai tratti felini, era solita muoversi a scatti nervosi,
come se avesse sempre qualcuno alle spalle, come se si sentisse sempre in
pericolo.
“Avrei potuto, ma non l’ho
fatto: come ho detto a Ron, io non sono il tipo che mente perchè può trarne
profitto. Mi sono limitato ad esporre i fatti, e ‘i giudici’ hanno deciso di
conseguenza. Tutto qui.” Rispose, convinto, senza lasciarsi intimidire. La
conosceva troppo bene per cascare nei suoi tranelli, che ricorrevano spesso
nelle cosiddette ‘frecciatine’. E le sue capacità le consentivano sempre di
colpire nel punto giusto.
Per parecchi minuti, nessuno
parlò. Nessuno aveva più niente da dire.
“Io direi che torno volentieri
a casa a dormire. Voi?” Ginny fu la prima a parlare, volgendo uno sguardo verso
Blaise, seduto sulla panca di fronte a lei, accanto a
Rodolphus.
“Io vengo con te. Queste
sveglie in piena notte mi scombussolano…” Blaise sorrise e si alzò. Anche
Hermione e Harry si unirono, legati fra loro da un sottile filo di
tensione.
“Io penso resterò qui ad
allenarmi un po’…” Lucilla scosse la testa e
lanciò un occhiata a Marius che annuì.
Lucilla non si poteva definire
una ragazza bella: era un tipo normale, né più né meno. Ma aveva carattere,
questo si. E i suoi occhi erano gli occhi più vivi, più attenti e più scaltri,
che Marius potesse dire di aver mai visto in vita sua: il colore blu, profondo e
immenso, rispecchiava il colore del cielo notturno.
Il viso dai tratti sfuggenti
aveva per cornice una massa sbarazzina di capelli neri e ricci particolarmente
lunghi: aveva sempre pensato che la ragazza semplicemente si dimenticasse di
tagliarli, e non che volesse realmente portarli
così.
E se c’era una cosa che non le
mancava, erano i muscoli: era più forte di molti di loro, uomini compresi. E
pensare che a vederla si sarebbe detto l’esatto contrario, considerata la scarsa
massa corporea. Faceva paura, a volte, pensare a quanti uomini mediamente
addestrati ci volessero per poter sperare di batterla in un corpo a
corpo.
Ma questo era dovuto al fatto
che si allenava anche il doppio di tutti loro messi insieme, in
effetti.
“Bene.”
Marius e Lucilla uscirono dalla
stanza e Rodolphus, Luna e Neville fecero lo
stesso.
Vanilla, invece, salì le scale
che occupavano la parete a Nord dell’edificio, per salire ai
dormitori.
“Di tornare a casa ora non ho
per niente voglia!” Strizzò l’occhio e, con un incantesimo e una parola
d’ordine, sparì dietro la porta.
I quattro ragazzi rimasti,
invece, tornarono a casa.
Nel suo letto, che faceva finta
di dormire, trovarono Ron.
Harry non aveva né la voglia ne
la forza di discutere con lui, quindi fece finta di essersi bevuto la balla che
il ragazzo stesse dormendo.
All’alba delle cinque di
mattina, ora cui di solito si svegliavano, scivolò sotto le coperte, alla
ricerca di un po’ di riposo che, puntualmente, non riuscì a
trovare.
***************
“Cavolo com’è tardi!” Ginny
saltò su dal letto. Il sole tiepido invernale che entrava dalle finestre
lasciava presagire che non fosse molto presto.
Hermione, nel letto accanto al
suo, era sveglia e fissava il soffitto.
“Da quanto sei sveglia? Perché
non hai svegliato anche me? E’ tardi!” Mugugnò, mettendosi a sedere e infilando
i piedi nelle pantofole rosa, strofinando gli occhi
addormentati.
“Non è tanto tardi, sono le
nove e mezza e ci hanno dato la mattinata libera. Quindi dobbiamo semplicemente
presentarci in palestra alle dieci e mezza. È ancora presto…” Rispose, con voce
stanca, riprendendosi dalla trance in cui sembrava caduta e sorridendo
all’amica.
“Non sono abituata a svegliarmi
con tutta questa luce…” Afferrò la bacchetta e fece in modo che le tende si
chiudessero con un incantesimo. “Mi da fastidio!”
“In effetti la pigrona di
famiglia sono io!” Sorrise Hermione, alzandosi e aprendo nuovamente le tende,
che si affacciavano su una via babbana semi deserta, eccezion fatta per qualche
mamma con i figli e qualche macchina di passaggio. Le foglie secche cominciavano
a ingombrare i lati della strada, gli alberi avevano quei bei colori, forse un
po’ cupi, ma tanto nostalgici dell’autunno, e una leggera pioggerellina bagnava
con dolcezza il terreno ormai sterile, che sarebbe rifiorito a primavera in
tutto il suo splendore.
Hermione sospirò: sarebbe stato
bello se, con l’arrivo della nuova stagione, fosse giunta anche per loro una
nuova vita. Ma ormai era tanto che non ci sperava più. Erano già passate due
primavere, e nulla era cambiato…perché sarebbe dovuto cambiare proprio durante
quella?
Cinismo. Era una caratteristica
che aveva acquisito, e che aveva soppiantato la sua normale fiducia nelle sue
capacità e in quelle degli altri. Non le piaceva, ma non riusciva a farne a
meno.
Si voltò, scrollando la testa
per scacciare quei pensieri inutili e distruttivi.
Ginny era già corsa in bagno:
era la prima cosa che faceva appena si alzava, tutte le
mattine.
Abilità acquisita durante i
lunghi anni in casa Weasley, dove le lotte per il bagno mattutine erano qualcosa
di ordinario. E Ginny non riusciva a togliersi quell’abitudine di correre per
arrivare prima, nonostante fosse inutile, visto che erano in cinque in una casa
con tre bagni.
A dir la verità c’erano anche
parecchie stanze da letto vuote nel resto della casa, ma loro avevano optato per
dormire insieme: era triste e un po’ spaventoso dormire da soli in una stanza
così grande in una casa dove ti perdevi se giravi l’angolo
sbagliato.
Hermione sorrise, e afferrò
dalla sedia la divisa da Auror e si diresse con calma verso un altro bagno
libero.
Dopo una mezz’ora erano tutti e
cinque in cucina, a fare colazione, immersi in un silenzio rilassato, e ancora
un po’ addormentato: ma la tensione ormai era
passata.
Blaise, il cuoco di casa, servì
le uova con la pancetta a chi le accettò, mentre Ginny afferrò la scatola di
cereali, che aggiunse al latte che fumava nella sua
tazza.
“Se non ho capito male, abbiamo
il turno ad Hogsmeade oggi pomeriggio dalle due alle sei, giusto?” Domandò
Harry, per chiedere conferma, ma soprattutto perché il silenzio, la mattina, gli
dava sui nervi.
“Si.” Hermione parlava a
monosillabi. Nonostante non ce l’avesse più con lui, tenere il broncio a Harry
era una delle sue attività preferite.
“Smettila: non ci casco più. Lo
so che non sei arrabbiata con me!” Harry le fece l’occhiolino, Hermione fece una
smorfia e il resto dei presenti scoppiò a ridere.
Tutti abbastanza rilassati, si
presentarono in palestra con un leggero anticipo, ma vi trovarono già Vanilla e
Luna, che chiacchieravano amabilmente facendo un po’ di
riscaldamento.
“Come va, mie care?” Ron, che
era considerato il Latin Lover più quotato del mondo magico, non risparmiò alle
compagne uno dei suoi sorrisi ormai famosi, per cui molte ragazze avrebbero
pagato a suon di galeoni.
Si accomodò con loro, mentre
Ginny, Blaise e Hermione optarono per una corsa all’esterno e Harry per un tuffo
nella piscina, deserta, al piano inferiore, e Luna decise di
seguirlo.
“Io bene…tu cosa mi racconti,
caro rubacuori?” Sorrise Vanilla mentre, sempre a mezz’aria, faceva esercizi di
stretching per i muscoli del torace e dell’addome.
“Tu con i piedi per terra mai,
eh?” Ron, prendendola in giro, cominciò a fare esercizi in piedi, in modo da
poter mantenere il viso all’altezza di quello della
ragazza.
Vanilla rise e distese le
gambe, poggiandosi a terra e andando ad afferrare la bottiglietta d’acqua sulla
panca lì a fianco.
“In effetti non mi piace più di
tanto. Mi trovo più a mio agio sospesa in aria.” Sorrise, sorseggiando dalla
bottiglia.
“E’ strano, hai moltissimi
poteri paranormali, se così vogliamo chiamarli, ma questo è l’unico che esterni.
Mi chiedevo come mai.” Scosse le spalle, continuando ad esercitarsi mentre
Vanilla si sedeva sulla panca ad osservarlo.
“Non saprei risponderti: non
c’è un motivo particolare. Se devo muovere gli oggetti, lo faccio normalmente,
se invio un messaggio mentale non si può vedere. Per il resto: odio leggere i
pensieri della gente, lo trovo sleale. E l’idea di cambiare il mio corpo non mi
ha mai attirato granché: io sono così e così voglio
restare.”
“Forse perché sei già bella al
naturale.” Sorrise Ron.
“Smettila di fare il galante,
con me non attacca!” Gli fece una linguaccia.
“Non facevo il galante! Era una
considerazione oggettiva! Comunque…”
“Comunque cosa? Sappi che non
ho mai avuto intenzione di venire a letto con te e mai ci verrò!” Alzò un
sopracciglio, in segno di sfida.
“Ah, la metti così! Guarda che
io non volevo mica dire questo! Sempre a leggere significati maliziosi o
proposte indecenti in mezzo a mie semplici considerazioni gentili.” Mise le mani
sui fianchi, voltandosi verso di lei.
“Weasley, la smetta di provarci
con me e si impegni invece con gli esercizi.” Lo rimproverò, alzandosi
nuovamente a mezz’aria e, posizionandosi a gambe incrociate proprio sopra la sua
testa, gli tirò uno scappellotto dietro al collo. Subito si alzò di qualche
metro, in modo che il ragazzo non potesse raggiungerla per fargliela
pagare.
“Così non vale! Non puoi
scappare dove non ti posso prendere!” Sbuffò. “Sei sleale…”
“Smettila e lavora,
scansafatiche!”
Ron rise, e ricominciò gli
esercizi. Con Vanilla non c’era niente da fare, l’aveva sempre vinta
lei.
Era una ragazza carina, una
delle poche con cui non era stato a letto e una delle pochissime che erano
capaci di farlo ridere e divertire genuinamente, in modo
semplice.
Era solare, simpatica,
estroversa e molto intuitiva.
Aveva doti decisamente poco
consone come, per l’appunto, la levitazione, la capacità di leggere nel pensiero
-in modo molto più profondo e difficile da eludere di come ci riusciva un
normale Legimens-, poi varie capacità telepatiche e telecinetiche di cui sapeva
poco anche lui, ma una fra queste era il potere di muovere gli oggetti con il
pensiero. Tutte queste doti le aveva ereditate dal padre, mentre il fatto di
essere una Metamorphomago da sua madre, entrambi morti durante un attacco a
Diagon Alley due anni prima.
Aveva una sorella, una Maganò,
che viveva in sud Africa e faceva la missionaria.
Ogni tanto, passava a
trovarli.
Ron si era domandato
spesso come facevano ad essere sorelle: una
era bassa, un po’ tozza forse, con i corti capelli castani ricci, e un carattere
chiuso e poco socievole; l’altra era bella, non si poteva negare, i lunghi
capelli lisci e biondi le arrivavano fino al fondoschiena, una pelle liscia e
bianca, il fisico affusolato e sensuale. L’unica cosa che le accomunava erano
gli intensi occhi viola.
Era un colore semplicemente
molto raro, eppure tutte e due avevano gli occhi di quel colore, che però
spiccavano molto di più sul visino magro e allegro di
Vanilla.
Quel colore così lucente le
brillava negli occhi vivi, dalle espressioni spesso ancora infantili, e mai si
spegneva.
Ron aveva una forte dedizione
per la ragazza: erano molto amici, questo non lo poteva negare. Ma nulla di più
erano, e nulla di più mai sarebbero potuti diventare. Tanto più che la ragazza
era già da un bel po’ di tempo innamorata persa di Rodolphus, e che Ron non
aveva il tempo, la forza e la voglia di cominciare un qualsiasi tipo di rapporto
con nessuno.
Ma si volevano molto bene, si
conoscevano molto bene, si trovavano bene assieme, si
divertivano.
E lui stava bene con lei perché
non faceva mai domande, non pretendeva mai risposte: non voleva mai niente di
cambio se non un sorriso sincero e felice. Era generosa…lo era eccome. E
compensava bene il suo egoismo. Ma quando era con lei, era diverso anche lui:
lei lo cambiava, lo rendeva più generoso, più buono. Era una gran bella medicina
per la sua anima distrutta, persa. Lei sapeva come riportalo sulla retta via,
senza mai essere insistente, parlando dolcemente e non credendosi autorizzata a
rimproverarlo perché si supponeva fossero amici, come di solito tutti facevano
con lui. Tutti si sentivano autorizzati a dargli
contro.
E parlavano di tutto, e stavano
bene: nessuno pretendeva nulla. Era bello, era rilassante, era naturale, era…una
vera amicizia.
******************
Due in punto. L’intera squadra
si materializzò nella piazza centrale di Hogsmeade.
“Ben arrivati, sfaticati! Noi
siamo qui da stamattina alle sei! Era l’ora che qualcuno venisse a darci un
cambio!” Con le mani in tasca e l’aria furba il capo della squadra C degli Auror
Speciali si avvicinò a Marius, battendogli una pacca sulla
spalla.
Lucilla lo incenerì con lo
sguardo “Taci.” Sbottò.
“La Signorina Saint
James sembra di cattivo umore stamani! È meglio se noi sloggiamo.” Fece un
inchino e con un sonoro ‘poff’ scomparve nel nulla, seguito dai suoi compagni di
squadra.
“Io odio quei grandissimi
stronzi raccomandati!” Sibilò Lucilla fra i denti.
“Non ce n’eravamo accorti.” La
prese in giro Harry, dandole una pacca sulla spalla e
superandola.
“Cosa si fa?” Sbuffò Vanilla,
cominciando a svolazzare a mezz’aria sopra la testa di Ron, con fare
annoiato.
“Io direi che dovremmo
lavorare…” Marius le scoccò un occhiata sbieca.
Vanilla si riappoggiò a terra
sbuffando “E va bene! Allora io vado a lavorare ai ‘Tre Manici di Scopa’!” E
cominciò a correre in quella direzione.
“Uffa! Ma perché i posti più
belli se li becca sempre lei?!” Sbuffò Ginny. “Io mi rifiuto di passare le prossime due ore
alla Testa di Porco!!”
“Non ti preoccupare, ci andiamo
io e Lucilla lì. Tu puoi andare da Madama Piediburro con Blaise.” Marius le fece
l’occhiolino e, mentre Blaise diventava rosso porpora, Ginny gli faceva una
linguaccia.
“Noi andiamo a fare un giro nei
dintorni di Mielandia.” Affermò Rodolphus accennando a se stesso, a Neville e a
Luna, che annuirono.
“Io ed Hermione andiamo verso
la Stamberga
Strillante.” Harry scosse le spalle, rivolgendosi all’amica con
fare interrogativo e ricevendo consenso.
“Beh, mi toccherà andare a
ripescare Vanilla prima che mi affoghi nella burrobirra!” Ron si mise le mani
dietro alla nuca e si incamminò con passo strascicato verso il
locale.
Il gruppo si divise, non senza
aver prima concordato che, in caso di bisogno - quindi che nessuno cercasse di
fare l’eroe -, avrebbero contattato Vanilla.
“Allora Harry, come te la
passi?” Hermione lo prese a braccetto, aggrappandosi a lui anche per cercare un
po’ di calore: faceva veramente freddo, e lei aveva ancora la divisa estiva con
sopra un leggero cappotto nero.
Harry gli scoccò un occhiata
interrogativa: che diavolo gli andava a chiedere?!
“E dai! Certo che sei proprio
un vecchio orso. Si fa per parlare! Le solite cose: ‘Come va?’ ‘Bene grazie.’
‘Cosa fai di bello?’ ‘Il solito: sai, ho una vita un po’ monotona!’ Insomma! Se
no qui il tempo non passa più!!” Sbuffò,
rimproverandolo.
Harry ridacchiò. “Io sto bene.
Sai, la mia vita è un po’ monotona: vivo con quattro rompipalle nella casa del
mio padrino, ho un lavoro stressante che mi costringe ad andare in giro e
fermare ogni persona che incontro per controllare che non sia sotto Imperius,
ecc, ecc…ma per il resto, fra una carneficina e l’altra, trovo persino lo spazio
per giocare a scacchi col mio migliore amico. Insomma, una bella vita. Non mi
lamento.”
“Smettila di prendermi in
giro.” Gli pizzicò il braccio.
Harry scoppiò a ridere. “E
smettila, cosa vuoi che ti dica? Parliamo di te invece! Sono sicuro che hai un
bel po’ di cose da raccontarmi…” Le lanciò uno sguardo complice. “…riguardo ad
un rosso di nostra conoscenza!”
Hermione arrossì e abbassò lo
sguardo “Smettila! Ti diverte rigirare il dito nella piaga?” Si
imbronciò.
“Dai! Lo conosci da 10 anni e più, dovresti aver capito che è
una testa di cavolo. E dovresti anche aver imparato come prenderlo! Se le cose
non gliele metti davanti al naso, lui non ci arriva! Devi arrivare a conclusioni
drastiche: tendergli un agguato in corridoio e baciarlo in modo appassionato -e
qui lascio a tua discrezione quanto
appassionato- o non capirà mai. Neanche se glielo scrivi a caratteri cubitali su
una pergamena che gli piazzi sul cuscino! I rimedi estremi, sono l’unica
soluzione. Quel ragazzo è troppo ritardato!”
“Ma Harry non è poi così
facile!” Piagnucolò “E poi, lui è innamorato di un’altra! Ricambiato, per
giunta. E sorvoliamo su quanto mi fa soffrire quando parla delle mille ragazze
che si è portato a letto la sera precedente.”
“Ancora con la storia di
Vanilla! Quando lo capirai che fra loro non c’è niente?! Tanto più che se c’è un
amore impossibile è proprio quello di quella poveretta per Rodolphus!”
“Smettila, non riesci a
convincermi comunque!” Incrociò le braccia al
petto.
“Ma certo che sei proprio
testarda. Ron in fondo ti ama! E te lo dice uno che ha passato sei anni in
camera con lui che lo teneva sveglio tutte le notti a parlargli di ‘ma quanto
amo Hermione’ ‘ma quanto è bella quella ragazza’!! una vera noia.”
Sbuffò.
“Certo, forse un tempo, ma
oram…HARRY!!!” Non riuscì a finire la frase.
Davanti a loro una nera figura
incappucciata si era appena materializzata. La gente intorno a loro cominciò ad
urlare.
Volarono incantesimi dalla
bacchetta della figura appena comparsa, che cercava di aprirsi un varco tra la
folla che aveva scelto quel sabato pomeriggio per fare alcune compere. Harry
estrasse la bacchetta, mentre inviava un messaggio mentale a
Vanilla.
Hermione aveva fatto lo stesso,
e stava cercando di individuare la posizione della figura per poterla
colpire.
Ce l’aveva sotto tiro quando
questa sparì all’improvviso, cogliendola
impreparata.
Sia lei che Harry si guardarono
intorno, spaesati, mentre la folla si diradava, i corpi svenuti a terra erano
stati o abbandonati o erano attorniati da qualche amico o parente che cercava di
rianimarli o comunque portarli via in qualche modo da quell’orribile e
pericoloso scenario.
A Harry gelò il sangue nelle
vene quando si sentì afferrare la gola da dietro, la bacchetta puntata nel
fianco.
Hermione tentò un salvataggio
improvvisato, ma la voce della figura la bloccò sul posto,
pietrificandola.
“Non fare un passo Granger o il
tuo amichetto finisce dritto dritto all’altro mondo…” Roca, stanca, ma sicura.
Acida e strascicata. Troppo famigliare.
Harry sgranò gli occhi,
incapace di reagire.
In quel momento dietro di loro
apparvero anche i loro compagni che, visualizzata la situazione, tentarono di
fare qualcosa, ma furono fermati da un cenno di Hermione e dalla minaccia della
figura contro Harry.
“Malfoy?” Sibilò,
incredula.
Non avevano più sue notizie
da…due, tre anni. Non sapevano se era vivo o se era morto, non ne sapevano più
niente. E ora, si presentava li, così, da solo, apparentemente non molto in
salute. Era…strano.
“Ma brava Granger! Vedo che non
dimentichi i vecchi amici. …Non fate un passo o il vostro Bambino Sopravvissuto
non sopravvivrà ancora a lungo.” Si rivolse
con tono duro e minaccioso a Marius e Lucilla, che stavano avanzando verso di
lui cercando di non farsi notare, mentre Neville e Ginny soccorrevano i, per
fortuna pochi, feriti.
Ron e Vanilla controllavano la
situazione intorno: era da solo?
Non era possibile: era una
trappola!
“Cosa ci fai qui…da solo?”
Chiese Hermione, scettica, avvicinandosi di poco.
“Molla la bacchetta Granger e
sarò lietissimo di informarti dei miei piani!” Strinse ancora di più il braccio
attorno al collo di Harry, che già respirava a
fatica.
Hermione, seppur riluttante, lo
fece.
“Anche voi!” Si rivolse agli
altri ragazzi.
Non mossero un
muscolo.
“Volete proprio vederlo morire,
eh?!” Sbottò, aumentando la pressione della bacchetta contro il fianco del
ragazzo, che emise un gemito soffocato e si contorse
convulsamente.
Tentennando, obbedirono, con
gli occhi sempre puntati sulla figura dal lungo mantello nero, il cui cappuccio
era stato scostato per farsi riconoscere.
Gli occhi erano stanchi,
l’espressione rassegnata, ma lo sguardo rimaneva di ghiaccio, pieno di
cattiveria.
“Bene, bravi, vedo che non
siete poi così ritardati come mi ricordavo. In particolare Lenticchia. Ti sei
fatto una ragazza? Finalmente hai rinunciato a correre dietro a
castoro-Granger?! Devo ammettere che la nuova è molto più carina!” Ron non si
scompose, mentre Hermione strinse i pungi, trattenendosi dal saltargli addosso e
prenderlo a schiaffi. Lo aveva sempre voluto fare.
Malfoy ridacchiò “Poverina, non
l’hai ancora digerita, neh?! Lenticchia ti ha tradito: mi dispiace!”
“Taci Malfoy! Dicci perché sei
qui, oppure lasciaci in pace! Porca puttana, non è una divertente rimpatriata
fra vecchi alunni! Cosa vuoi?!” Sbottò Neville, facendo un passo
avanti.
“Paciock, mi sorprende questo
tono da un rammollito rimbecillito come te!”
Silenzio. Solo sguardi truci
fendevano l’aria.
“E va bene, vi dirò perché sono
qui.” Ci fu una lunga pausa, durante la quale Draco deglutì più volte a
vuoto.
“Voglio il vostro aiuto.”
Terminò la frase con un enorme sforzo.
Ci furono parecchi minuti di
silenzio: tutti dovevano assimilare il significato della frase.
Ron poi scoppiò a ridere.
“Vieni qui, ci insulti, ci minacci, tieni in ostaggio un nostro amico e
compagno, e poi pretendi il nostro aiuto?!? Sei veramente ridicolo Malfoy.
Speravo che col tempo il tuo unico neurone cominciasse a funzionare meglio, ma
evidentemente si è proprio fuso e non ti è rimasto neppure quello!” Scosse la
testa.
“Fottiti Weasley: nessuno ti ha
chiesto un parere!” Ribatté.
“Tanto per cominciare, vedi di moderare
il tono! Qui sei tu quello che chiede, non noi.”
“Si, ma sono io quello che ha
l’ostaggio!” Reagì, minacciandolo acidamente.
Ron strinse i pugni. “Feccia
eri, feccia rimani. Noi non aiutiamo proprio nessuno!” Sputò a pochi millimetri
dall’orlo della sua tunica nera.
“Come non detto. Io ci ho
provato.” Cercò di incamminarsi all’indietro, verso la Stamberga
Strillante, ma barcollava e riusciva a reggere poco il peso
oltre che suo anche di Harry, che ovviamente non faceva niente per rendergli più
facile il compito.
Lo fissavano con sguardi
straniti, non sapendo bene cosa dovevano fare.
Un piede messo male e cadde
rovinosamente a terra, trascinando Harry con lui.
Gli Auror non si fecero
pregare: avevano implorato perché succedesse qualcosa del genere, ed era
successo. Quella era la loro giornata fortunata.
Si fiondarono sulle bacchette e cominciarono a
lanciargli incantesimi tutto intorno, cercando di non colpire
Harry.
“Porca…!” Imprecò fra
sé.
Si alzò sulle ginocchia. Un
incantesimo ustionante lanciato da Lucilla lo sfiorò sulla spalla, un
Sectumsempra di Ron gli passò a un millimetro dalla gamba destra, non
lasciandolo del tutto illeso.
Arrancò di pochi passi, e
afferrò la mano di Harry, ancora disteso a terra.
E sparirono con un forte
‘poff’.
“MERDA!” Ron si buttò a terra,
con un tonfo.
Erano stati pochi secondi: e in
quei pochi secondi era successo il finimondo. E non era riuscito, nuovamente, a
salvare chi amava. Harry era stato portato via da Malfoy. Chissà dove e chissà
per quale motivazione.
Ma non fecero neanche a tempo a
realizzare quello che era successo che un secondo dopo si scatenò un inferno
ancora peggiore: una massa informe di mantelli neri si materializzò nella via,
scatenando un vero e proprio putiferio: urla, pianti, grida di aiuto,
incantesimi.
In disparte, due figure
assistevano alla scena, parlottando fra loro
concitatamente.
“Non c’è! Dove diavolo è
finito?! Deve essersi smaterializzato di nuovo! Ma lo troveremo! Dio se lo
troveremo!! E gliela farò pagare per aver osato sfidare la mia autorità e avermi
disonorato davanti al nostro Signore!!” Strinse in pungi in un gesto
convulso.
“Lo troveremo, Lucius, lo
troveremo: e gliela faremo pagare.” Negli occhi di Bellatrix fece capolino un
brillio insano, pericolosamente spaventoso.
***************
Ed ecco che ha fatto la sua
comparsa Draco…^-^ Siamo tutti molto felici, vero? ^-^ Finalmente stiamo
entrando nel vivo della storia…Spero questo capitolo vi sia piaciuto… Volevo
comunque specificare una cosa: i protagonisti sono Draco e Harry….gli altri sono
comunque abbastanza secondari…compreso Ron. So che ho iniziato la storia proprio
con lui, e non dico che non sia importante…ma rimane il fatto che comunque né
lui né nessuno degli altri sono i protagonisti veri e
propri.
Fine parentesi.
Spero comunque che la piccola
presentazione che ho fatto di alcuni dei nuovi personaggi possa essere stata
utile e piacevole…tengo molto ad ognuno di loro.
Fatemi
sapere…^-^
Bacioni a tutti e alla
prossima
Giuggia
Ringraziamenti:
Fanny80: in
realtà lo immaginavo che i primi capitoli fossero un po’ troppo introduttivi per
venire commentati…^-^ Comunque…in primis, grazie mille per i complimenti e per
il sostegno! ^^ Secondo…Io sto dalla parte di Ron, perché mi ci sono affezionata
mentre lo ‘creavo’, ma ho ‘creato’ anche Neville, così ognun può avere il
proprio punto di vista! ^-^ E comunque l’idea di un Neville un po’ più…come
dire…forte, mi è sempre piaciuta. Mi fa sempre pena poverino, che fa sempre la
parte dello sfigato quando invece è un ragazzo molto intelligente! Draco e
Harry…come vedi è comparso anche Dracuccio in questo capitolo! XD Spero ti
piaccia….fammi sapere! ^_- Bacioni alla prossima
Emanuela_smile: non lo fai praticamente mai?? Oddio, mi
sento profondamente onorata!!! ^//^ Non sai mai cosa dire? Mi hai detto un sacco
di cose carine! Cioè…per me una recensione è utile quando fa capire allo
scrittore/scrittrice che chi legge ha percepito o meno quello che voleva
comunicare…ed è esattamente quello che hai fatto tu! Infatti era proprio quello
che hai descritto il contrasto che volevo che apparisse fra Ron e Neville! Anche
perché volevo che chiunque leggesse potesse ‘immedesimarsi’ nella visione di uno
o dell’altro, senza dover per forza dare io un punto di vista solo da seguire.
Gli altri personaggi…in questo capitolo appaiono un po’ di più. Non sono certo i
protagonisti, ma spero di riuscire a crearne dei bei personaggi. Amo cercare di
rendere ‘realisitici’ al massimo i sentimenti e i caratteri dei miei personaggi,
sperando che traspariscano…^-^
Infine per Draco e Harry…ecco
che è comparso il nostro Dracuccio! Insieme ad un bel po’ di mistero! XD Ora
però sto zitta…scusa, ho il difetto di parlare troppo!Ma più che altro è che mi
sono sentita molto onorata, visto che dici che non commenti quasi mai…^-^ Spero
di risentirmi! Comunque sarò contenta di sapere che continui a leggere la
storia! Grazie ancora…alla prossima
_Light_:
…tanto mi sa che riguardo a Draco e a Harry mi chiederai in questo capitolo…XD
In primis di risponderò alle cose che riguardano Harry…vedi, io non sopporto il
ruolo di perenne eroe che il povero Harry deve trovarsi a ricoprire. Cioè…lui è
già il Bambino Sopravvissuto, colui che dovrà affrontare Voldemort, è uno dei
maghi più famosi della storia. Perché bisogna continuare a ricoprirlo di altre
cariche? Comunque…Quella di Ron non è proprio un usurpazione…non ho mai detto
che sia più bravo in senso stretto, in senso, diciamo, ‘tecnico’…ma quello che
ha passato l’ha fatto diventare molto vendicativo, molto preciso, a volte un po’
avventato, ma pur sempre molto acuto e pronto a rischiare la sua vita. Harry è
più prudente, ha un altro compito da svolgere, non è il fatto di essere un
Auror, la sua priorità…Comunque questa è la mia visione delle cose, non sto
cercando di convincerti ma solo spiegarti come ho impostato questa cosa nella
storia! ^-^ Inoltre, piccolo appunto, Harry non può essere i capo della squadra
degli Auror perché ci vuole una persona più esperta e più vecchia, del mestiere
insomma…e qui entra in gioco il bel Marius…^-^ Che coordina un po’
tutto…Comunque anche Harry ha un bel caratterino, e uscirà fuori…ma è un po’ più
chiuso e un po’ più buono come personaggio! Ron…sono molto molto contenta che
abbia suscitato molte reazioni, positive e non…e anche per Neville. La squadra
degli Auror…beh, esatto, sono e devono essere dei professionisti! ^-^ Quindi…gli
altri personaggi li ho un po’ presentati qui…forse ho anche un po’ esagerato
nella dovizia di particolari, ma ci tenevo…XD Infine…mi dispiace che la fine
dello scorso capitolo non ti sia piaciuto. Si, effettivamente poteva risultare
un po’ troppo ‘teatrale’ però…non lo so, mi piace lasciare una frase in sospeso
alla fine di un capitolo per poi lasciare che le conseguenze e le reazioni,
nonché i commenti si sviluppino in quello dopo. Però starò più attenta a rendere
le cose un po’ meno teatrali e melodrammatiche…^-^ anche se non sono sicura di
riuscirci, ci proverò! Grazie grazie per il
consiglio…^-^
Infine, dopo tutto questo
discorso chilometrico (a volte risulto veramente molto molto logorroica, ma mi
piace molto rispondere ai commenti e interagire…!XD)…beh…oddio, mi sento onorata
di essere l’unica ragione per cui accendi il pc! XDXD ahah…Così però mi fai
sentire importante!!! ^//^ grazie mille, spero di non deluderti…! Bacioni alla
prossima! ^-^
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Capitolo 5 *** Too Hard to Break, too Hard to Hold ***
Page
05-
Too Hard to Break, too Hard Hold
Si trovò disteso a terra con un
gran male al sedere a causa della rovinosa caduta.
Si guardò intorno ancora un po’
intontito, massaggiandosi il fondoschiena con aria
spaesata.
Era al centro di una piccola
radura in mezzo ad un folto bosco, di cui non si vedeva la
fine.
La cosa certa era che faceva
molto ma molto freddo, e che intorno si potevano osservare le cime di montagne
innevate.
Harry realizzò finalmente in
che situazione di merda si trovava: in mezzo a delle montagne di chissà quale
luogo del mondo -per quel che ne sapeva potevano essere finiti anche in Canada-
rapito da Malfoy per non si sa bene quale motivo, e non si poteva sperare di
incontrare qualcuno nel raggio di chilometri.
Sgranò gli occhi, analizzando
più approfonditamente, con una smorfia, la situazione a dir poco incasinata in
cui si trovava. Un gemito dietro di lui però lo riscosse dai suoi
pensieri.
Realizzò che, effettivamente,
Malfoy era lì con lui.
Scattò in piedi, afferrando la
bacchetta…che però si accorse di non avere.
Draco, steso a terra a pancia
in su a pochi metri da lui scoppiò a ridere osservando l’espressione affranta e
contrariata, nonché immensamente stupefatta di Harry, che osservava la propria
mano destra con sguardo corrucciato.
“Stupido si, ma rincretinito
del tutto no.” Ridacchiò, alzandosi in piedi a fatica e mostrando a Harry la sua
bacchetta.
Harry rivolse un’occhiata truce al biondino, mentre il suo
cervello elaborava un modo per riprendersi la bacchetta e
scappare.
“Accio Bacchetta!!”
Sbottò.
Ma Draco la trattenne
saldamente, ridacchiando.
“Ritenta Potter, magari sarai
più fortunato!” Lo schernì, mettendosi a giocherellare con la bacchetta del
ragazzo mentre teneva la sua puntata sul suo
ostaggio.
‘E ora cosa faccio?’
Poi gli venne un idea. Come se
fosse stato ovvio…
Pensò intensamente a Hogsmeade,
tentando di smaterializzarsi.
Ma non ci riuscì: era come se
qualcosa glielo impedisse.
Spalancò gli occhi, fissando
inorridito il suo carceriere a pochi passi di distanza, che ridacchiava
divertito.
“Ripeto Potter: stupido si, ma
rincretinito del tutto no! Qual è la prima cosa che si fa ad un ostaggio? Gli si
fa un incantesimo per impedirgli di Smaterializzarsi! Se no che ostaggio
sarebbe?” Lo prese in giro.
Harry era irritato, molto
irritato.
Con un balzo felino gli fu
addosso, ma Draco fu più veloce di lui, e lo respinse con uno scudo difensivo.
Harry venne scagliato qualche metro più in là, dove atterrò con un tonfo, a
pochissimi benedetti centimetri dal tronco di un albero bello grosso che non
appariva molto soffice.
“Come ho già detto Potter, è
inutile metterti contro di me. Tanto più senza
bacchetta.”
Sembrò essere però distratto
improvvisamente da qualcosa, e osservò con sguardo preoccupato il cielo, che si
stava già oscurando.
Harry non sapeva cosa fare, era
nel panico più totale. Ogni tentativo era fallito, e lui aveva esaurito le
idee.
Draco fece una smorfia. “Alzati
Potter, non possiamo stare qui.” Zoppicò verso il folto del bosco, ma Harry non
si mosse.
“Potter, ti prego. Non ho
energie per mettermi pure a trascinarti!” Sbottò.
“E allora lasciami qui! Col
cazzo che collaboro con te!” Rispose a tono, alzandosi in piedi a fatica e
appoggiandosi al tronco con le braccia incrociate.
“Non fare il bambino! Da un
momento all’altro potemmo ritrovarci circondati da una decina di Mangiamorte. E
ti ricordo che sei anche disarmato.”
“Ma guarda! Malfoy che scappa
dai mangiamorte. Questa è bella! Da prima pagina.” Scoppiò a
ridere.
Draco lo trapassò con lo
sguardo, senza ribattere.
Quando Harry esaurì il momento
di ilarità, andò a incrociare lo sguardo con quello del
nemico.
“Dove diavolo vuoi andare
conciato così?”
“Non sono affari suoi! Tu
seguimi e basta!”
“E perché dovrei
scusa!?”
Draco si trattenne a stento
dall’urlargli contro che era un inetto, un cretino, un rimbambito, e invece
mormorò. “Wingardium Leviosa!”
E Harry si ritrovò, senza
volerlo, a svolazzare impaurito e sconcertato a circa due metri
d’altezza.
“Contento Potter? Per colpa
tua, la nostra situazione peggiora di minuto in minuto! Più uso la magia, più è
facile che ci rintraccino! Sei una testa di cazzo senza speranza.” Sbuffò, e
cominciò ad inoltrarsi nel bosco, trascinandosi dietro un Harry svolazzate, non
curandosi di fare in modo che il ragazzo non prendesse i rami in piena
faccia.
“BASTARDO! Mettimi giù!!!
Subi…ahia!! …anf…ahsubiahia!!” Aveva già preso in pieno due o tre rami e, oltre
ai lividi che sicuramente sarebbero comparsi su tutto il suo corpo di li a
qualche ora, era anche pieno graffi e graffietti di ogni tipo che non gli
facevano certo piacere.
All’improvviso Draco si bloccò,
prima che Harry, a pochi pericolosi centimetri dall’ennesimo ramo di quercia,
potesse ricominciare a urlare.
“TACI! Io ti faccio scendere se
mi prometti che la smetti di lagnarti e mi segui senza fare storie!”
Sbottò.
Harry annuì: tutto, pur di
rimettere i piedi a terra!
Draco spezzò il filo
dell’incantesimo, e Harry cadde rovinosamente.
Sputacchiando si rialzò in
piedi, scrollandosi di dosso il terriccio bagnato.
Però rimase in silenzio e
cominciò a seguire Draco: non aveva molte altre opzioni in
fondo.
Un secondo dopo aver iniziato a
camminare dietro di lui, si ritrovò
le mani legate da due corde ben strette.
“Cosa significa?!” Chiese,
scocciato.
“Non mi fido certo di te. Oltre
a scappare, potresti benissimo decidere di aggredirmi nuovamente, e non aspiro
ad altri imprevisti, quindi mi metto ai ripari. Senza poter usare le mani potrai
fare molti meno guai.” Sbuffò, scostando un ramo che ostruiva il passaggio, per
poi lasciarlo andare in modo che andasse a colpire Harry, che passava dietro di
lui.
“AHIA! Ma la smetti? E’ così
divertente?!” Inciampando senza però cadere, e arrancando dietro di lui
-camminare con le mani legate era molto più difficile di quanto avrebbe mai
immaginato- , notò che il ragazzo biondo sembrava estremamente
preoccupato.
“Ora taci Potter, la tua voce
mi irrita. E devo concentrarmi su dove stiamo andando. Non voglio né perdermi,
ne tanto meno venire catturato per colpa tua, e quindi stai zitto.” Lo mise a
tacere con un gesto della mano, mentre tendeva l’orecchio verso la direzione da
cui erano venuti.
In lontananza, si sentirono dei
sonori colpi secchi consecutivi e poi delle voci.
“Maledizione!” Sibilò fra i
denti, afferrando Harry per l’impermeabile della divisa e trascinandolo con sé
poco più in là, un po’ fuori dal sentiero principale, e gli tappò la bocca con
la mano.
“Non fiatare! Se ci scoprono
per colpa tua, ti faccio fuori io con le mie stesse mani prima che abbiamo
l’onore quei figli di puttana!”
Harry non ribatté: era confuso.
A chi si riferiva?! Ai Mangiamorte?
Ma non poteva parlare
seriamente! Era a dir poco ridicolo. E poi…non ci capiva niente! Ma, per ora,
era meglio fare come diceva lui.
Si accucciarono dietro ad una
grande roccia ricoperta di muschio.
“Per di qui! E’ stato fatto un
incantesimo da poco: sento l’energia…qui è caduto qualcuno. Walden, cosa ne
pensi? Sembra quasi che il nostro caro Draco non sia da solo!” Una voce
conosciuta giunse sino alle orecchie dei ragazzi.
Erano lontani, ma non
abbastanza per non capire quello che qualche decina di metri più in la stava
accadendo.
“Si, Lucius, sembrano le
impronte di due persone. Però finiscono qui. Portano all’interno del bosco.”
McNair, interpellato da Lucius, cominciò ad addentrarsi nella direzione dove le
impronte sembravano continuare, dirigendosi esattamente verso il punto in cui
erano nascosti i due ragazzi.
“Merda merda merda!” Imprecò in
un sussurrò Draco, afferrando nuovamente Harry per attirarlo più vicino a sé e
quindi schiacciarlo più verso il masso, per impedirgli di
muoversi.
Walden e Lucius, seguiti da
altri cinque o sei Mangiamorte, si avvicinarono alla roccia dietro la quale i
due ragazzi si erano nascosti.
“Devono essere qui, da qualche
parte…” Asserì Walden, annusando l’aria.
“Dracoooo! Vieni fuoriiii! Il
tuo papà vorrebbe farti un bel discorsetto!” Lucius si guardava intorno con
sospetto e con aria cattiva sul volto. “Quello che hai fatto è stato a dir poco
deplorevole, lo sai. Ma ti posso perdonare. Sono sempre stato indulgente con te,
forse fin troppo. E anche questa volta te la caverai con poco. Però se scappi
peggiori la tua situazione. Smettila di nasconderti come un cane e vieni ad
affrontare tuo padre come un vero uomo!” Annunciò, sprezzante e adirato.
Era in piedi davanti al masso
dietro il quale si nascondevano i due ragazzi.
Harry non riusciva neanche più
a respirare.
Perché Draco non si muoveva?
Perché non faceva qualcosa? Qualunque cosa!
No, aspetta: forse era meglio
che non facesse niente, perché effettivamente la sua mente malata avrebbe potuto
elaborare come ‘brillante idea’ quella di consegnarlo come preda al padre in
segno del pentimento per qualunque cosa avesse fatto, per ricevere un
qualsivoglia tipo di sconto della qualsivoglia pena. No, No, No. Era meglio che
non facesse niente.
Sentiva il suo fiato corto sul
collo: erano appiccicati, incollati al masso dietro il quale Lucius Malfoy si
stagliava, quasi parte di esso da quanto vi erano schiacciati
contro.
Harry chiuse gli occhi e pregò
che quel cretino di Malfoy Junior si decidesse a fare qualcosa. Era una tortura
per il suo povero cuore tutta quell’orribile ansia: non era abituato a
nascondersi, e la cosa era seriamente spiacevole.
Ma poi finalmente le preghiere
di Harry furono esaudite.
E nell’esatto istante in cui la
testa di Lucius Malfoy si sporse oltre il bordo del
masso…
…Draco decise di
smaterializzarsi con un sonoro ‘poff’.
“MALEDIZIONE!! Ce l’avevamo a
portata di mano! C’eravamo quasi! Odio quel ragazzo! Se lo prendo…! Se lo prendo
giuro che lo scortico vivo e con la pelle mi ci faccio un paio di scarpe!” Era
veramente furioso.
“Calmo Lucius. Lo prenderemo,
te lo prometto!” Bellatrix gli arrivò alle spalle. “Non può scappare per sempre.
E’ giovane e inesperto. Farà di sicuro qualche passo falso.” Lo
rassicurò.
E con un sonoro ‘poff’ anche la
squadra di Mangiamorte di smaterializzò.
**************
La caduta, seppur migliore
della precedente, non fu del tutto confortevole.
“Ahia! Malfoy, non pesi poco.
Spostati immediatamente dalla mia gamba!” Grugnì Harry, che non riusciva a
muoversi anche a causa delle mani ancora legate.
“Non mi dare ordini.” Draco si
alzò con calma, guardandosi attorno furtivo.
Erano in un vicolo cieco e
decisamente poco lindo, di un qualche paesino di montagna, a giudicare dalla
fattezza delle case che li circondavano. E dal gelo che ancora gli stringeva le
ossa in una morsa.
E non sembrava per niente una
cittadella magica.
“Dove siamo?” Chiese Harry,
dopo essersi finalmente riuscito ad alzarsi.
“In Svizzera.” Rispose solo,
continuando a scrutare l’entrata del vicolo con nervosismo, come se aspettasse
qualcosa.
“SVIZZERA?”
Stava scherzando. Non lo aveva
portato in Svizzera veramente. Si divertiva a metterlo a disagio, a farlo
arrabbiare.
Vero?
“Si, Svizzera.
Problemi?”
“Ma cosa ti salta in mente?”
Non ci voleva credere.
“Di cosa ti lamenti? Avrei anche potuto portarti in
Canada, se avessi voluto. Siamo in Svizzera perché in mezzo a queste montagne ho
un nascondiglio. E anche perché ci vuole più tempo per rintracciare la scia
magica di un viaggio più lontano. E noi abbiamo bisogno di
vantaggio.”
“Tu hai bisogno di vantaggio!
Io ho solo bisogno di una cioccolata calda e di un maglione! Sto congelando!”
Sbottò Harry, dicendo le prime cose che gli passavano per la testa. Tanto per
lamentarsi.
“Piantala di fare il bambino.
Ora taci.”
Due figure erano appena entrate
nel vicolo, e si stavano dirigendo, parlando fra loro concitatamente, verso
l’ingresso di quello che sembrava un bar come molti altri, dove la gente si
riuniva la sera per fare quattro chiacchiere davanti ad una birra o ad un
caffé.
“Stupeficium!”
I due si ritrovarono schiantati
a terra, a pochi metri di distanza.
“Posso chiederti perché li hai
schiantati, se è lecito? Cosa ti hanno fatto?” Inveì contro di lui Harry,
sconcertato.
“Niente di particolare, ma
abbiamo bisogno di soldi se vogliamo sopravvivere.”
Li raggiunse e li spogliò dei
loro averi: portafoglio, orologio, e tutto ciò che trovò nelle tasche delle loro
pesanti giacche.
Harry lo guardava
sconcertato.
Draco lanciò ai suoi piedi la
giacca di uno dei due uomini, e l’altra la prese per
se.
“Ecco la tua giacca, così la
pianti di piagnucolare. Ora seguimi.”
Harry rimase fermo immobile.
“Scusa, ma come diavolo me la metto?!” Sbottò, allungando le mani per far notare
al ragazzo che erano ancora legate.
Il biondo lo squadrò da capo a
piedi con aria annoiata, lasciando che Harry cocesse ancora per qualche minuto
nel proprio brodo, poi si avvicinò e cominciò a slegargli le
mani.
“Grazie....gentile da parte tua
cercare di mantenere vivo il tuo ostaggio ancora per qualche ora.” Esclamò
ostile, storcendo il naso.
“Lo so, sono un anima molto
caritatevole. Però prova solo a tentare di scappare o fare qualunque altra cosa
che io non vorrei che tu facessi e che quella tua mente malata ti suggerisce, e
non esiterò un secondo a rilegarti e a farti congelare lentamente. E ora
muoviti, dobbiamo allontanarci da qui.” Disse,
rapido.
Harry, nonostante non volesse,
si ritrovò ad ubbidire: infondo, non aveva molte possibilità. E non voleva
congelare.
“Scusa, ma non pensi che girare
con una persona legata in mezzo alla gente desterebbe qualche sospetto?” Affermò
Harry, dal momento che Draco stava cominciando a rilegare i suoi
polsi.
Ci pensò su un attimo, e poi
sbuffò, contrariato.
“Prova a fare una mossa falsa,
e saprai cosa significa fare arrabbiare un Mangiamorte.” Lo
minacciò.
“Ho capito, non c’è bisogno
che tu me lo ripeta ogni cinque secondi! Non
sono mica deficiente!”
“Ah
no?”
Harry lo fulminò, ma Draco non
ci fece caso, e riprese a camminare verso l’uscita del
vicolo.
Harry, non potendo fare molto
altro, decise che per il momento, finché per lo meno non gli veniva un idea, era
meglio seguirlo.
****************
Nulla di che. Speravate di
scoprire qualcosa, vero? XD Ihih! Invece no…XD A parte le stupidate…Come vedete,
il nostro Draco sa il fatto suo! ^_- Al momento non ho nulla da
specificare…credo sia tutto abbastanza chiaro, visto che le cose che accadono in
questo capitolo sono abbastanza lineari…i commenti sui due fuggiaschi li voglio
da voi! ^-^ A me piacciono un sacco, ma sono di parte! ^^” Comunque…la mia
beta-reader, nonostante siano passati quasi due anni, non mi h abbandonato, il
che significa che presto potrò cominciare a scrivere anche i nuovi capitoli che
non ho ancora scritto…^-^ Yuppi! Da sola non ce l’avrei mai
fatta…U.U
Ah, volevo precisare che ho
cambiato il raiting della storia perché mi sembrava più adatto il rosso,
contando che ho in programma qualche lemon…spero a nessuno dia fastidio…Però
meglio avvertire prima!
Salutoni, alla
prossima!!
Giuggia!!
Ringraziamenti:
_Light_: ahah questi capitoli sono già scritti da
quasi due anni, quindi…non inizio proprio nulla! XD Comunque…beh…mettiamola
così…come vedi ho postato veramente presto (uhm…solo perché te lo meriti, visti
i lunghissimi commenti che mi lasci!!!), ma potrebbe non continuare a essere
così perché se esaurisco i capitoli già scritti, non sarò mai così veloce a
postare, contando che devono sicuramente passare prima dalla supervisione della
mia amata beta-reader! ^-^ Ma per ora mi sento brava…^-^ Comunque…Torniamo a
noi! Vanilla non è perfetta. E’ solo quella ‘buona’ e ‘tranquilla’ del gruppo.
Quella razionale, in un certo senso. Potrebbe sembrarlo Hermione, di
prim’occhio, ma non è così…In ogni caso, avrai modo di conoscere anche lei.
Spero per lo meno…XD Dipende da cosa avrà voglia di fare…mica dipende da me! XD
Ok, a parte le stupidate. Sono molto contenta di tutta la tua ammirazione per i
miei personaggi…saltellavo mentre leggevo! XD Rodolphus…beh…diciamo che quello
che hai percepito è giusto. Però per ora non ho avuto né la voglia, né il tempo,
né l’occasione per parlare di lui. Tutto a tempo debito! Non potevo dilungarmi
su tutti i nuovi personaggi in un capitolo! XD E anche su Marius ci hai
azzeccato! Ha molto di James…anche se forse più di Sirius. Tranquilla comunque,
mica scompariranno! Anzi…marginali si, ma sempre tra virgolette! Sono comunque
protagonisti anche loro! ^-^ in questo capitolo non sono comparsi, ma nel
prossimo già tornano e poi cominceranno ad avere un ruolo più importante più
avanti (tra loro però continuerà a spiccare Ron –ed Hermione con lui- e
probabilmente anche Ginny). Passiamo ai due cucciolini dolci (?????)…ehm…^//^ Tu
mi stai facendo arrossire! Cioè…in realtà mi preso un attacco di cuore quando ho
letto “che Draco è il
più perfetto Draco che io abbia mai letto e che mi sono emozionata al solo
sentirlo parlare” ….cioè…dopo questo, penso che chiunque sverrebbe! XD Tutte le
sensazioni che tu ti sei chiesta Harry (e anche Draco) provasse…beh…mi sembrava
prematuro descriverle. Come anche in questo capitolo. Diciamo che, per spiegarti
un po’ la situazione, Draco al momento ha altro a cui pensare e Harry…beh…non sa
ancora cosa pensare. Quindi…cerca di non pensarci. In fondo, non sono in una
situazione in cui hanno molto tempo per pensare! Sono comunque in fuga! XD …Sono
sorpresa che ti sorprenda il fatto che fuggano anche dai Mangiamorte! Boh…a me
piaceva l’idea di tutto questo giro di inseguimenti! Contando che comunque…va
beh sto zitta…XD Aspetterò un altro tuo spero chilometrico commento!!! Si,
effettivamente non ho mai ricevuto recensioni così lunghe, e la cosa mi lusinga
alquanto! Eheh…U.U Bacissimi e alla prossima!! …e ancora grazie grazie grazie!!!
^-^
Emanuela_smile: Draco
realistico? Che bello! Cioè…è bello sentirsi dire che i tuoi personaggi sono ben
riusciti e che sono usciti come volevo…beh…I love it! ^-^ Harry effettivamente
non si è ancora visto molto ma tranquilla, avremo un sacco di opportunità di
analizzarlo a fondo, d’ora in avanti! I miei nuovi personaggi sembrano piacere,
il che mi mette di buon umore! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo un
po’ così…contenta di vedere il nostro Harry in balia di Malfoy? ^_- Grazie
mille, alla prossima!!
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Capitolo 6 *** There's only one way home ***
Page
06-There’s
only one way home
“Non è possibile che Vanilla
non riesca a contattarlo. Non ci credo! Perché?” Ron camminava avanti e indietro
per la stanza senza fermarsi, cercando di farsi venire un
idea.
“Non sappiamo cosa fare. E’
molto probabile che non riesca a contattarlo perché si sono smaterializzati
fuori dal possibile raggio d’azione di Vanilla. O almeno questo è quello che
dice lei, non so.” Hermione posò una mano sulla spalla del ragazzo per
calmarlo.
“Perché siete tutti così calmi?
Il mio migliore amico è stato rapito! Il vostro amico, il nostro compagno è
stato rapito! Da un Mangiamorte, da Malfoy. Se non riesce a contattarlo è perché
l’hanno già fatto fuori, ecco perché!” Sbottò, scostando Hermione
violentemente.
“Non essere tragico. Harry si
sa difendere, non può essere stato
ucciso in meno di ventiquattro ore contando che prima avrebbero comunque dovuto
portarlo da Voldemort”. Affermò Marius.
“E poi ci sarebbero i
Mangiamorte a festeggiare per le strade se realmente fosse morto.” Specificò
Neville con il solito tono sarcastico che lo
contraddistingueva.
“Non sei spiritoso. Dov’è
finita Lucilla? Non doveva tornare appena aveva
notizie?”
“Evidentemente non ha ancora
raccolto informazioni sufficienti.”
Neville era preoccupato tanto
quanto Ron, ma in quel momento non sopportava il comportamento infantile ed
esagitato di Ron, che non migliorava certo la situazione ma contribuiva solo a
creare più ansia.
Calò il silenzio per alcuni
minuti.
Solo i passi di Ron, che
continuava a ripercorrere il perimetro della stanza, rimbombavano in modo
angoscioso.
La porta venne sbattuta
improvvisamente, e tutti volsero in quella direzione la propria attenzione, compreso Ron, che si fermò di scatto.
Lucilla, Luna e Ginny entrarono
con espressioni preoccupate ed ansiose nella
stanza.
La prima a parlare fu Ginny:
“Siamo state all’ufficio di Regolamentazione della
Smaterializzazione.”
“E allora?” Ron non riusciva
più a sopportare tutta quell’ansia.
“Non hanno identificato nessuna
Smaterializzazione di Harry.” Asserì Lucilla, asciutta come al suo
solito.
Tutti attendevano che venisse detto
qualcos’altro.
“Ma ci sono state parecchie
Smaterializzazioni di persone non identificate, quasi sicuramente Mangiamorte.
Sono pochi quelli non registrati, e comunque non si muovono in massa verso uno
stesso luogo.” Continuò Ginny.
“Nessuno qui sta arrivando al
punto: dove è finito Harry?” Si spazientì Marius, facendo un passo avanti verso
le ragazze.
Le tre ragazze si scambiarono
uno sguardo titubante fra di loro.
“In Svizzera. Secondo le nostre
fonti è molto probabile che sia in Svizzera.” Concluse
Luna.
Calò il
silenzio.
“In Svizzera?” Chiese Hermione,
leggermente sorpresa.
“Beh…se fosse finito in Canada
sarebbe stato peggio, no?” Sorrise Lucilla, che a causa di ciò si beccò
un’occhiata poco amichevole da parte di Ron.
“Cosa stiamo aspettando?
Andiamo in Svizzera!” Proruppe il rosso, che aveva poca voglia di stare ancora
lì ad aspettare.
Marius gli rivolse uno sguardo
compassionevole.
“Non possiamo, Ron.”
Asserì.
“Cosa significa che non
possiamo?” Si unì Hermione.
“Che siamo in guerra, e per
questo genere di spostamenti inter-stato ci vuole l’approvazione del Ministero
della Magia. E, per quanto potremmo essere convincenti, non avendo alcuna prova
che Harry si trovi lì, non ce lo daranno mai.” Spiegò Vanilla, appena entrata
nella Sala per unirsi al resto del suo gruppo.
Marius annuì, supportando la
sua tesi.
“Questo non è possibile. Scusa,
ma loro ci sono andati!” Ron stava assumendo un atteggiamento
infantile.
“Loro non fanno parte di un
corpo speciale di Auror che è al servizio dello Stato e che deve curarsi di
combattere i Mangiamorte e di mantenere l’ordine.” Rispose secco
Neville.
“Questa volta, sono d’accordo
con Ron. Harry Potter è stato rapito e non ci danno il permesso di cercarlo?
Scusa Marius, ma è ridicolo. Andiamo a parlare con il Ministro!” Si intromise
Hermione.
“E’ quello che ho appena fatto.
E quello che vi ho riferito, è quello che mi ha risposto. Non abbiamo in mano
prove sufficienti per dimostrare che si trova lì. E noi attualmente serviamo in
patria. Scrimgeour si rifiuta di mandarci a cercarlo.” Spiegò Vanilla, che
fissava la faccia sconvolta di Ron con espressione comprensiva e
compassionevole.
Gli voleva troppo bene, per
vederlo soffrire così.
Capiva benissimo i suoi
sentimenti: il suo migliore amico era stato rapito. Da un Mangiamorte. In
particolare da Malfoy. Non poteva non essere in pena.
Soprattutto visto che era da
quasi dodici ore che non avevano nessun tipo di notizia. E, come tutti loro,
temeva che potesse accadere il peggio. D’altronde, si trattava di Harry
Potter.
“Non riesco a capire: cosa
dovremmo fare secondo lui?” Ron era quasi
disperato.
“Aspettare, credo.” Luna scosse
le spalle.
“Non ha senso. Io me ne frego!
Non resterò qui ad aspettare che lo uccidano! O meglio, non starò qui ad
aspettare che quello stronzo di Malfoy lo inganni di nuovo.” Ron si avviò a
grandi passi fuori dalla stanza.
Ma Vanilla lo raggiunse prima
che potesse uscirne.
“Ron, non è il caso. Odio
ammetterlo, ma il Ministro a ragione. Noi serviamo qui. Non ha senso inseguire
il nulla. Non sappiamo dove sia! In Svizzera, va bene, ma dove? Da quando è
stata registratala Smaterializzazione, sono
passate più di nove ore. Non servirebbe a niente. Dobbiamo solo sperare che
succeda qualcos’altro. Che Harry trovi il modo di contattarci, di farci sapere
dove si trova. Allora, al diavolo il Ministro, avrebbe un senso cercarlo.” Con
una mano sulla spalla del ragazzo, Vanilla aveva cercato di spiegargli come
stavano realmente le cose, di farlo ragionare. Non voleva che si mettesse
nuovamente nei guai con il Ministero. Non di nuovo. Non avrebbe sempre potuto
andargli bene.
Ron cercò il suo sguardo, e
capì che, in fondo, aveva ragione.
Le sorrise, e sospirò: “Non c’è
molto da fare, lo so, ma non riesco a stare qui con le mani in mano. Devo fare
qualcosa!”
“Per questo ho io la soluzione:
c’è appena stato un attacco a Diagon Alley. Dobbiamo
andare.”
Rodolphus entrò correndo nella
stanza, con il fiato corto.
Marius lo fissò per un attimo,
e poi afferrò la Passaporta che il ragazzo gli tendeva.
Dopo pochi istanti, furono
tutti troppo impegnati nella battaglia per pensare a
Harry.
*********
“Mi spieghi dove stiamo
andando? Sono ORE che camminiamo!” Si lagnò Harry per la millesima volta da
quando avevano lasciato il paesino di montagna, dopo essersi ben riforniti di
provviste.
“Potter, la vuoi smettere di
rompere? La tua voce mi irrita profondamente.” Draco sbuffò, scostando
l’ennesimo ramo che ostacolava loro il cammino.
“Vorrei solo sapere dove mi
stai portando!”
“Sei un ostaggio, devi solo
tacere e seguirmi.”
“Sono stanco, ho fame, è
buio!”
“Sei proprio una
femminuccia!”
“Sarà, ma non ti dispiaceva, un
tempo, la mia compagnia…” Lo punzecchiò Harry, senza pensarci. Ma le parole gli
morirono in gola, al ricordo.
Draco si fermò di scatto, e il
moro andò a sbattergli contro.
“Forse un tempo non mi dispiaceva. Al momento
però, ne farei volentieri a meno.” Rispose, acido e decisamente
scocciato.
Poi riprese il cammino, e Harry
lo seguì.
Per parecchio tempo, nessuno
dei due parlò più. Harry era perso nei suoi pensieri, e aveva smesso di
lamentarsi. Il che aveva reso particolarmente felice il compagno di
viaggio.
Finalmente, quando oramai era
notte inoltrata, arrivarono in una radura.
Nascosta dagli alberi, celata
tra di essi, Harry poté notare una piccola casupola di legno e pietre
all’apparenza abbandonata.
Draco si fermò. “Siamo
arrivati. Felice?”
“Era l’ora!” Si avvicinarono
alla casetta.
Arrivati davanti alla piccola
porta in legno, Draco la aprì: l’interno era quasi più piccolo di come appariva
da fuori.
Un letto con qualche coperta
dall’aria poco sana, un divano che aveva visto tempi migliori e una piccola
stufa, erano l’unico arredamento della stanza.
Il restante spazio al centro della stanza era occupato da
un tavolino e qualche sedia, tanto che non sembrava esserci molto posto per
qualcuno che avesse voluto alloggiarci.
“Accogliente.” Ironizzò Harry,
avanzando qualche passo dalla soglia.
“Il signor Potter non gradisce?
Se preferisce dormire fra gli alberi, faccia pure. Questo è il massimo che la
casa può offrire. Siamo spiacenti, ma di camere in Hotel da cinque stelle non ne
erano rimaste.” Rispose Draco con tono scocciato.
“Mi dispiace, ma quello che è
abituato a quel genere di cose non sono io, ma tu.”
Draco fece una smorfia, mentre
Harry si buttava disteso sul divano.
“Ci vuole del legno per la
stufa, se vogliamo accenderla per non morire congelati.” Affermò,
pratico.
“E come diavolo facciamo a
prenderla?!” Draco sembrava spaesato.
“Siamo in un bosco. Ci sono
degli alberi. Secondo te?” Rispose con tono
derisorio.
“Vai a prenderla, allora, visto
che sembri tanto esperto!”
“Non hai paura che io possa
scappare?” Lo provocò. Era troppo stanco, e l’idea di far lavorare Malfoy gli
sembrava ottima.
Draco ci pensò un po’ su e appurò che, effettivamente, era meglio che
andasse lui.
“Non ti muovere, o ti uccido.”
Aggiunto questo, uscì.
Harry, rimasto da solo, si
lasciò andare sul divano, chiudendo gli occhi e accucciandosi in cerca di
calore. Di toccare le coperte che erano sul letto ammuffito, non se la sentiva
proprio.
Grazie al cielo, avevano preso
le giacche di quegli uomini, o a quest’ora sarebbe già morto per
assideramento.
Era stanchissimo.
I pensieri nella sua mente
divennero confusi, e il sonno prese il sopravvento.
***********
-Ma chi me lo ha fatto fare di
ribellarmi?- pensò Draco, ma subito si maledì per quel
pensiero.
No, non poteva dire una cosa
del genere. Sua madre…no, non doveva pensarci. Faceva troppo male il
ricordo.
E, al momento, non solo quello
faceva male.
Aveva finto che non fosse nulla
per tutto il giorno. Non poteva fermarsi, doveva scappare.
Ma la sua gamba non era certo
nelle migliori condizioni. E la sua spalla forse era messa anche peggio. Ma cosa
poteva fare? Non poteva usare la magia, altrimenti un giorno intero di cammino
si sarebbe rivelato completamente inutile. E poi non avrebbe risolto granché.
Gli incantesimi curativi non erano mai stati il suo forte, avrebbe combinato un
disastro. Se solo avesse avuto qualche ingrediente per preparare una
pozione…
“Argh!” Inciampò in un sasso,
che non aveva visto a causa del buio.
Lo maledisse per parecchio tempo, prima di
riprendersi e ricominciare a raccogliere i rami secchi che trovava.
Che cosa gli toccava fare. A
lui. Non avrebbe mai pensato che sarebbe potuta accadere una cosa
simile.
Grazie al cielo comunque,
avevano trovato un posto dove rifugiarsi.
Non voleva dirlo ad Harry, ma
lui non sapeva proprio dove stavano andando, ma gli aveva fatto credere il
contrario. Mica poteva ammettere di non avere idea di dove
rifugiarsi!
Ma, per fortuna, da qualche
parte erano arrivati, anche se non avrebbero potuto rimanervi per molto. Questo
però era un altro problema, e ci avrebbe pensato l’indomani.
Al momento, l’unica cosa che
doveva fare, era raccogliere della legna, trovare il modo di accedere un fuoco
senza la magia –cosa particolarmente ardua, dal suo punto di vista-, riscaldare
la casa in modo da non congelare nel sonno, trovare qualcosa con cui fasciarsi
la gamba e la spalla e magari, se proprio non dispiaceva, anche un qualcosa che
potesse servire ad attenuare il dolore. Ed evitare una emorragia. E un
infezione.
Forse, pretendeva un po’
troppo. Forse.
Era meglio pensare ad una cosa
alla volta.
Ad esempio: da dove diavolo gli
era venuta quella stupida idea di trascinarsi dietro Potter?
Come sperava che gli Auror lo
avrebbero aiutato, non si sa.
Oramai però era fatta. E si
ritrovava in mezzo alle montagne Svizzere con alle calcagna Mangiamorte e Auror
e in compagnia di Potter.
Doveva ammetterlo, gli aveva
fatto male, rivederlo, dopo tutti quegli anni.
Era stata tutta colpa sua,
certo. Avrebbe dovuto scegliere prima: o Potter, o
Voldemort.
E invece, aveva tenuto un piede
in due scarpe, e alla fine, aveva perso Potter e aveva guadagnato un Marchio. E
nessuna delle due cose era ciò che voleva veramente.
Al tempo, la causa di
Voldemort, di suo padre, era la sua vita. E lo era stata in tutti quegli anni.
Alla fine, non si poteva dire
che si fosse del tutto pentito delle scelte che aveva fatto. Solo, forse avrebbe
dovuto scegliere prima che fossero gli eventi a decidere per lui. Questo solo,
si rimproverava. Si era rimproverato, per lo meno, in quegli
anni.
Al momento, se avesse potuto
tornare indietro, avrebbe fatto una scelta diversa, totalmente diversa, da
quella che invece avrebbe forse fatto allora. Ora, aveva capito. Aveva capito
che tutta la storia di Voldemort, di suo padre, di tutte le famiglie devote al
Signore Oscuro, erano tutte balle.
Inseguivano un ideale
così…effimero, privo di radici, privo di senso reale.
Era solo un modo per, in un
certo senso, dimostrare che valevano qualcosa, dimostrare di avere
potere.
Ma alla fine, erano dei
burattini in mano ad un pazzo.
Ed erano diventati, con lui,
tutti pazzi.
Come aveva potuto? Come aveva
potuto suo padre fare una cosa del genere?
No, non ci voleva
pensare…
“Argh!”
Si accasciò a terra, i rami
secchi che aveva in grembo caddero sparpagliati
attorno.
La mano si chiuse
sull’avambraccio.
Bruciava.
La pelle
bruciava.
Il suo corpo
bruciava.
Doveva andare. Lo stava
chiamando. Doveva andare e tutto ciò sarebbe
finito.
Ma non poteva. Stava scappando.
Doveva scappare.
Doveva scappare da quel mondo,
da quell’orrore. Da suo padre.
Dal ricordo di sua madre. Che
veniva uccisa. Davanti ai suoi occhi.
Senza che lui potesse fare
nulla.
**************
Sono rimasta un po’ delusa
perché sembra che lo scorso capitolo non sia piaciuto a nessuno! ç_ç Uff…cioè…in
realtà non è che io voglia per forza che sia piaciuto, anzi, non mi
dispiacerebbe per nulla sapere, nel caso contrario, i difetti che ha la mia
storia…in tutto! Trama, modo di scrivere, tipologia…non lo so. Qualcosa! Dico,
nessuno la leggesse…e va beh…però non è vero che nessuno la legge!! E allora mi
deprimo perché penso “è così banale o mediocre da non suscitare nessuna
reazione?”…non lo so, può essere! …Sarebbe comunque carino saperlo! Uff…ok,
forse una persona non dovrebbe reagire così male alla mancanza di commenti…anche
perché ci sono stati periodi in cui pubblicavo in cui c’ero più che abituata…ma
me la prendo così a cuore perché ci tengo così tanto…! E’ la prima storia
realmente seria che provo a scrivere…mah…va beh…la pianto, promesso. Tanto,
finché ho i capitoli già scritti, non mi costa nulla pubblicare…boh…prima o poi
finiranno! ç_ç Uff…ora la pianto…
Non ho la necessità di dire
nulla sul capitolo al momento perché sono troppo
depressa…
Alla
prossima
Giuggia
Ps: per ora ho preso la decisione di rimettere e lasciare
il raiting arancione perchè il rosso mi è sembrato eccessivo, anche se per ora
in vista del futuro non so, ma ci penserò....
|
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Capitolo 7 *** Stand and Fight ***
Page
07- Stand and Fight
Fu svegliato dalla luce
che proveniva dalla finestrella malmessa e dal rumore di stoviglie che cozzavano
tra loro.
“Finalmente il principino
si degna di svegliarsi. Era anche l’ora! Se non gli dispiace, pretenderei anche
che mi venisse a dare una mano, se non vuole morire di fame.” Il ragazzo non
fece in tempo a risvegliarsi completamente, che la voce del suo attuale
coinquilino nonché rapitore gli ferì le orecchie. Se un buon giorno si vedeva
dal mattino, quella si prospettava essere una pessima
giornata.
“Non sei proprio in grado
di fare niente da solo, eh?” Si alzò sbuffando, e si avvicinò alla stufa. Sopra
di essa il ragazzo aveva posato un pentolino, colmo di latte da scaldare, ma non
sembrava convinto di quello che stava facendo.
“Taci e dimmi: secondo te
quanto ci deve stare per scaldarsi?” Chiese,
irritato.
Harry alzò un
sopracciglio. “Mi prendi in giro?”
L’occhiataccia di Malfoy
gli fece capire che non era proprio in vena di
scherzare.
“Io direi che è caldo quando è caldo!”
Draco storse il
naso.
Harry sbuffò e infilò un
dito nel pentolino.
“AHI! E’ bollente!”
Cominciò a sventolare la mano, il dito dolente.
“Ottimo metodo.” Draco
tolse il pentolino dalla stufa e versò il latte dentro due tazze dall’aria poco
sana che aveva trovato sulla piccola mensola sopra la
stufa.
Harry lo fulminò con lo
sguardo e Draco ridacchiò.
Si tolse la giacca. “Fa
caldo. Sei riuscito ad accendere la stufa, alla fine. Per fortuna. Avevo già
preparato il testamento nel caso fossi morto
assiderato.”
“Smettila di sfottere
Potter e pensa a mangiare. Poi ci dovremo rimettere in
cammino.”
“Cosa? E perché?” Era
sorpreso.
“Ma ci sei o ci fai? Ci
stanno rincorrendo una decina e più di Mangiamorte che mi vogliono morto e che,
a pensarci, vogliono morto pure te! Secondo te perché dobbiamo rimetterci in
cammino?!” La stupidità di Potter lo irritava. Poteva essere veramente ingenuo,
quando ci si metteva. Lo aveva dimostrato spesso.
“Ma scusa, come diavolo
faranno a trovarci? Non hai più fatto incantesimi, da quando abbiamo lasciato il
villaggio.”
“E per fortuna, o
sarebbero già qui! Ci sono altri tipi di tracce, mio caro. Come credi che i
babbani facciano a trovare i loro fuggitivi? Mica fanno magie,
quelli…”
Harry pareva ancora
perplesso.
“E in più, loro hanno anche l’aiuto della magia.” Concluse
Draco. “Ci vuole molto più tempo, rispetto a rintracciare un incantesimo, o a
seguire una scia magica, ma è comunque possibile.”
“Scusa, ma questo
significa che dovrai…dovremo, scappare per sempre?” Era terrorizzato
all’idea.
“Non so…forse si, forse
No. Le tracce si possono far perdere. Anche con l’aiuto di pozioni. Non so. Al
momento però, al di là di non aver quel genere di pozioni a portata di mano, non
servirebbero comunque. Siamo particolarmente rintracciabili, ci sono troppi
pochi chilometri di distanza tra noi e l’ultima magia che ho
fatto.”
Harry ci rifletté un
attimo.
“Ok, ho capito.” Si
rassegnò, e cominciò a bere il suo latte, mentre rosicchiava qualche dolcetto,
tipico svizzero probabilmente, di dubbia provenienza, ma comunque piacevoli.
Draco, che nel frattempo
aveva finito, cominciò a spegnere la stufa,
non senza bruciacchiarsi un poco.
Harry intanto rimuginava
sulla sua situazione.
Doveva riuscire a
scappare in qualche modo! Ci doveva pur essere una soluzione. Non poteva
smaterializzarsi, non poteva contattare Vanilla perché era troppo lontano dal
raggio d’azione dei suoi poteri, non poteva usare la magia, perché Draco aveva
la sua bacchetta.
E non poteva neanche
sperare di usare la magia senza la bacchetta, perché era sempre stato una vera
frana in quel tipo di incantesimi. E poi, era certo che Draco avesse già pensato
anche a questo tipo di eventualità.
E quindi…cosa poteva
fare?
Quella situazione lo
metteva a disagio. All’inizio aveva cercato di non farci caso, di non dargli
peso, convinto che tutto sarebbe finito al più presto e che tutto sarebbe
tornato come
prima.
Ma la presenza di Malfoy,
di Draco, lo faceva stare male. Brutti ricordi tornavano a
galla.
E, con essi, anche
sentimenti. Sentimenti che credeva di non poter più provare, dopo quello che era
successo, dopo quello che lui gli aveva fatto, dopo che gli aveva mentito, lo
aveva usato, lo aveva tradito.
Ma, suo malgrado, dopo
l’odio, il rimorso, la rabbia, il dolore che aveva provato in tutti quegli anni,
appena lo aveva rivisto, tutto era tornato come niente fosse successo. Come
all’inizio di tutta quella storia. Quando c’erano solo loro due e nient’altro.
“Potter, ti muovi? Cosa
devo fare perché tu la smetta di stare lì seduto a fissare il vuoto, prenda quel
tuo bel culetto e lo convinca ad uscire di qui?!” Draco, fermo davanti alla
porta, era nervoso. E pallido. E zoppicava ancora. Non aveva per niente una
bella cera, in effetti.
Harry era un po’
preoccupato, ma non lo diede comunque a vedere.
Si alzò, prese la giacca
e raggiunse il ragazzo sulla soglia.
“Ehi, dove credi di
andare?” Sventolò davanti al viso del moro una piccola
cordicella.
Sbuffando, Harry tese i
polsi, che vennero saldamente legati dal suo rapitore, che subito dopo lo spinse
fuori.
Con un sospiro, Draco si
fece forza, cercando di non pensare alle fitte angoscianti che la gamba e la
spalla gli procuravano. E riprese il cammino dentro la foresta. E Harry non poté
fare altro che seguirlo.
****************
“Sono passati di qui, ne
sono sicuro. E credo fermamente che siano diretti verso sud, verso l’Italia.”
McNair era accucciato a terra, ad esaminare le
tracce.
“Chi credi che possa
essere il suo accompagnatore, Walden?” Chiese Lucius, scrutando la foresta di
fronte a loro.
“Non ne ho idea. E’
sicuramente un maschio: le impronte sono profonde e grandi. Ma non posso dirti
di più. Non riesco a capire neanche se è un mago o un babbano.” Rispose,
alzandosi.
“Si è trovato un
compagno, ma che bravo il mio figlioletto. Certe abitudini non le ha proprio
perse.” Esclamò amaramente, storcendo la bocca in una smorfia di
disapprovazione.
“Comunque credo che sia
ferito. Alla gamba. Ci sono alcune tracce di sangue un
giro.”
“Questa notizia mi
allieta. Significa che il mio colpo è andato a segno. Comunque, miei fidati, è
meglio se ci muoviamo. Non vorrei che guadagnassero troppo
vantaggio.”
“Non vorrei intromettermi
signore, ma credo che la cosa migliore sia evitare di usare troppi incantesimi.
Non credo che una smaterializzazione di massa come la nostra possa essere
passata inosservata al Ministero. E’ probabile che ci siano degli Auror al
nostro inseguimento, signore.”
“Weasley, non ti intromettere! Nessuno
ti ha interpellato.” Ripose acida e secca Bellatrix.
“No, Bellatrix, ha
ragione. O meglio, avrebbe ragione. Ma al momento credo che il nostro Ministro
sia troppo impegnato in affari burocratici e in conferenze stampa in riguardo
all’ultimo attacco a Hogsmeade. Sono sicuro che non abbia proprio tempo per
occuparsi di noi.” Ridacchiò sotto i baffi Lucius.
Bellatrix scoppiò a
ridere, così come gli altri presenti.
“Bene, ora basta parlare.
Dobbiamo trovare mio figlio al più presto.”
*******************
“Non possiamo permettere
che si diffonda la notizia. Si creerebbe il panico. No, niente da fare.” Affermò
il Primo Ministro.
“Siamo d’accordo con lei,
onorevole. Ma se non ci permette di cercarlo, e la cosa dovesse finire male, la comunità Magica cosa potrebbe
pensare di lei? Che, solo perché le sembrava troppo rischioso, non ha permesso
ad una sua squadra di Auror volenterosi di mettersi sulle tracce di Harry
Potter. Che, le ricordo, è l’unico
che potrebbe salvarci. Che ci deve salvare. Veda un po’ lei, se non le sembra
quantomeno controproduttivo non andare a cercare colui che è l’unica nostra
possibilità di vittoria e di salvezza, senza il quale la nostra comunità è
persa, distrutta.” Ron, colpì la scrivania del Ministro con forza e rabbia. Ma
rimase per lo più calmo. Cercava di mantenere il controllo. Doveva mantenerlo. E
doveva convincere il Primo Ministro.
Scrimgeour ci pensò un
po’. Rimase in silenzio, valutando le varie opzioni con i loro pro e i loro
contro. Non che Weasley non avesse ragione, ma, semplicemente, aveva paura a
lasciare che i migliori Auror del paese si perdessero chissà dove alla ricerca
di qualcosa di cui non si conosceva l’esatta ubicazione. Anzi, di probabilmente
introvabile. Però, era anche vero che Harry Potter era Harry Potter, e che senza
di lui, c’era veramente poco da fare. Se in più la gente fosse venuta a
saperlo si sarebbe scatenato
l’inferno.
Non c’era niente da fare.
Doveva per forza dare loro il permesso. Almeno, nessuno avrebbe potuto
rinfacciargli in futuro di non averci almeno
provato.
“E va bene, signor
Weasley, mi ha convinto.”
Tutti i presenti
esultarono.
Hermione saltò al collo
dell’amico, che sfoggiò un sorriso a trentadue
denti.
“Ha fatto la scelta
giusta, Ministro.” Sentenziò Marius.
“Non la deluderemo.”
Aggiunse Lucilla.
“Lo spero. Ecco i vostri
permessi. Dovete andare all’ufficio per la regolamentazione della
Smaterializzazione e mostrare questi. Così vi sarà permesso di Smaterializzarvi
ovunque crediate opportuno. Ma mi raccomando, fate attenzione. E contattatami
spesso. Voglio notizie, aggiornamenti. Qualsiasi cosa succeda, voglio esserne
informato. Ora, andate.”
Vanilla afferrò i
documenti, e la squadra uscì dalla stanza.
“Allora?” Chiese Rubens,
il Capo del Corpo speciale degli Auror, appena la porta fu richiusa alle loro
spalle.
“Abbiamo ottenuto il
permesso!” Esultò Hermione.
“Ben fatto. Perfetto.
Allora, voi non vi preoccupate, datemi i documenti, vado io per voi all’Ufficio
per la regolamentazione della Smaterializzazione. Voi andate pure a cambiarvi e
a preparare uno zaino per il viaggio. Vi aspetta una lunga camminata, credo. Le
ultime notizie che mi sono arrivate parlano di un avvistamento di Mangiamorte
sulle Alpi al confine con l’Italia, vicino ad un paesino chiamato Maigiaive. E
li c’è da camminare. E fa freddo. Quindi portatevi qualcosa di
pesate.”
“Grazie mille Rubens.
Allora noi partiamo subito. Ragazzi, vi voglio tutti tra mezz’ora in Sala
Grande. Non un minuto in ritardo. Hanno già troppo vantaggio. Muoversi!” Marius
diede l’ordine, nessuno si fece pregare per
obbedire.
*****************
L’aria cominciava a farsi
più fredda, e il sole iniziava a tramontare, in
lontananza.
Camminavano da anni,
secoli, millenni. Non ne poteva veramente più. Avevano percorso chilometri. E
per di più, del tutto in silenzio. Niente da ridire, gli andava più che bene, ma
l’atmosfera era inquietante.
Dopo più di mezza
giornata passata in mezzo a boschi fitti e bui, erano arrivati in una vasta
radura che cominciava a salire dolcemente verso la vetta innevata di un monte
particolarmente alto.
Harry sperava proprio di
non dover arrivare fino alla cima. Già aveva freddo, la neve proprio non faceva
per lui.
Inoltre, aveva una gran
fame. Avevano mangiato una porzione a testa di carne in scatola, dopo vari
sforzi per aprirla. Ma non è che lo avesse sfamato più di tanto. Stava spendendo
troppo energie con quel cammino. Non ce la faceva
più.
Se poi si doveva parlare
di Draco: il ragazzo stava sempre peggio. Era sempre più pallido, sempre più
stanco, sempre più lento nel camminare, sempre più zoppicante. Ma continuava a
camminare. Non si sarebbe fermato neppure a
pagarlo.
E nel momento in cui
Harry gli aveva domandato cosa avesse, se stesse male o se avesse bisogno
d’aiuto, l’unica cosa che si era sentito rispondere con tono scontroso era un
“Fatti i cazzi tuoi e continua a camminare.”
“Malfoy…non è che
potremmo fermaci un po’?” Lui ci provava. Non si sa mai che prima o poi
cedesse.
“Taci e continua a
camminare, femminuccia.”
Cominciava a stufarsi di
questo comportamento dispotico.
“Ho
fame.”
“Tira la coda al
cane!”
“La smetti di fare lo
scontroso incazzato con il mondo? Non ti ho fatto niente. Fino a prova contraria
al massimo potrei essere io quello incazzato. E comunque, ho solo detto che sono
stanco. E anche tu non mi sembri così in piena forma! Sembri un cadavere
ambulante.” Sbottò.
“Senti, se veramente
noioso lo sai? Appena troviamo un rifugio o qualcosa del genere, ci fermiamo.
Fino ad allora, continuiamo a camminare.”
“E se non ne
troviamo?”
“Continuiamo a
camminare.”
“Fino alla morte?”
Chiese, con tono ironico e derisorio.
“Esatto, fino alla
morte.” Ripose con il tono di chi vuole che si chiuda il
discorso.
E Harry non se lo fece
ripetere due volte.
Camminarono ancora per un
po’, in silenzio.
Ad un certo punto poi,
quando il sole era già calato da un bel po’ e solo la luna illuminava il loro
sentiero, Harry notò in lontananza una grotta, o qualcosa che gli sembrava
tale.
“Draco! C’è una grotta!
Ci possiamo fermare?” Il suo tono era quasi implorante. Oramai, era veramente
allo stremo delle forze.
“Va bene.” Rispose
solamente.
Era un piccola insenatura
nella roccia, alta poco più di loro, stretta e
lunga.
Era buia e non se ne vedeva la fine.
Draco fece per togliersi
lo zaino con le provviste, ma cadde rovinosamente a terra insieme ad
esso.
“Che succede?” Harry si
accucciò velocemente accanto a lui, preoccupato.
Con le mani ancora legate
gli sfiorò la fronte, imperlata di sudore freddo.
Il ragazzo tremava, e la
sua pelle era bollente.
“Hai la febbre.”
“Non l’avrei mai…mai
detto.” Cercò di mettersi a sedere, ma le forze gli
mancarono.
“Slegami, che ti
aiuto.”
“Non ci penso neanche. Tu
vuoi solo fregarmi la bacchetta, uccidermi e scappare! Per il cavolo che ti
slego! Aiutami ad alzarmi.”
“Ma non ci riesco, con le
mani legate!”
“Piantala di inventare
scuse. Aiutami!” Sbottò, in preda alla febbre, che lo stava facendo
impazzire.
Harry non poté fare a
meno di aiutarlo.
Draco prese dallo zaino
una torcia e con essa illuminò la caverna.
Era vuota. Si abbassava
sempre di più verso il fondo, dove si trovavano delle pietre ammassate, e niente
più. Nessun animale, nessun segno di vita.
“Bene, è perfetta.
Potter, vai a prendere della legna.”
Harry lo guardò
male.
“Come credi che ci possa
riuscire?”
“Ci sono degli arbusti
secchi qui fuori. Non lamentarti e vai a
prenderli.”
Draco si diresse
barcollando verso il fondo della caverna, e si buttò per terra, privo di
forze.
Harry provò troppa pena
per pensare di ribattere e fece quello che gli era stato
ordinato.
Tornato nella caverna,
accese come meglio poteva un fuocherello con i fiammiferi che trovò dentro lo
zaino e, prese le coperte, creò una specie di giaciglio vicino al fuoco dove far
distendere il ragazzo.
Draco non si fece pregare
e si accucciò volentieri fra le coperte.
“Ora, mi vuoi dire che
cos’hai? Fammi vedere la gamba.”
“Non provare a toccarmi o
ti uccido.” Ringhiò.
“Sei mezzo morto e hai
ancora il coraggio di minacciare?” Harry non gli diede retta, prese la gamba,
scoprì la ferita.
Quello che si vide
comparire davanti non fu certo un bello spettacolo: avvolta in un panno grezzo
intriso di sangue stava una ferita particolarmente profonda, il cui colore
giallo bluastro lasciava intendere che fosse
infettata.
“Lasciami stare ti ho
detto!” Tirò via la gamba il ragazzo.
“Sei proprio una testa
dura! Se non facciamo qualcosa, potrebbe peggiorare e incancrenirsi e potresti
perdere la gamba.”
“Che esagerato! E’ una
ferita da nulla. Lascia stare.”
“Mi hai rotto veramente!
Fai come vuoi, muori pure, ma poi non venire a dare la colpa a me!” Si alzò di
scatto e uscì fuori dalla grotta a lunghi passi.
“Ecco! Vattene! Lasciami
morire in pace.” Rispose con astio.
E mentre Harry, poco
lontano, stava seduto su una roccia a pensare al da farsi, il Marchio Nero di
Draco cominciò nuovamente a bruciare. E il dolore, troppo da sopportare oramai,
gli fece perdere i sensi.
**********************
Scusate il ritardo nella
pubblicazione, ma questo è l’ultimo capitolo già scritto, e visto che sto
scrivendo a rilento causa maturità incombente, simulazione di terza prova ancora
più incombente, e beta reader rintracciata dopo due anni che, pur essendo
disposta a perdonarmi per la mia assenza, ha dei problemi pure lei…beh…risolto
il mistero! XD In più c’è anche il fatto che sto portando avanti la mia vecchia
storia…E una relazione amorosa disastrata e a distanza…indi per cui…diciamo che
penso possiate perdonarmi…vero?? ^-^ Comunque…questo capitolo mi piace
particolarmente…e preannuncio già che il prossimo sarà totalmente incentrato su
Draco e Harry e si scoprirà qualcosa di più del loro passato…diciamo gran
parte…! E poi…ci sarà sicuramente una lemon…anche se devo decidere quanto lemon
sarà…probabilmente non in modo così eccessivo da costringermi a mettere il
raiting rosso…fondamentalmente, non mi reputo una scrittrice di quel genere di
lemon! ^-^ Non lo so…mi concentro più sui sentimenti che sulle azioni…^-^
Comunque…uhm…sto divagando.
Ringrazio veramente
coloro che hanno risposto così gentilmente al mio appello disperato…e spero che
chiunque legga abbia voglia di darmi il proprio parere, che è per me così
importante…soprattutto in questa fase in cui devo ricominciare a prendere in
mano la storia…^_- Ok…finito lo sproloquio! Fatemi
sapere….
Grazie
mille
Giuggia
Ringraziamenti:
_Light_: primo…il quinto capitolo te l’ho
mandato per e-mail, ma non so se l’hai ricevuto!! Se no lasciamo pure un e-mail
o qualcosa del genere, che te lo mando volentieri perché sinceramente non so
come mai sia rimasto il raiting rosso solo sul quinto capitolo…è strano! O.o
Comunque non avrei mai detto avessi solo 17! Ti facevo molto più grande! Forse
per la tua formalità…XD Boh…comunque…passando alla storia…che bello! Mi fa così
piacere quello che mi dici…ç_ç Piango! Comunque, riguardo a Ron…per quanto sia
impulsivo ecc, non può partire a caso per un luogo che non sa perdendo il lavoro
e abbandonando gli amici, ecc…comunque come vedi si è subito fatto valere in
questo capitolo! In modo più redditizio…Beh…lui non tratta male Herm. Le vuole
bene, come le ha sempre voluto, ma è vero che non la considera tanto. Non la
‘vede’ se non come una figura sempre presente di amica. Semplicemente. Riguardo
al senso d’orientamento di Draco…beh…diciamo che aveva una vaga idea che da
quelle parti ci fosse una casetta ma non sapeva di preciso dove fosse…^-^ Draco
non si è fatto male nel quinto capitolo, ma all’inizio…si è ferito durate lo
scontro con gli Auror, che lo hanno attaccato…^-^ In ogni caso la tua visione
sdolcinata non è proprio lontana dal reale di quello che in un certo senso
succederà nel prossimo capitolo! XD ….hihi….Riguardo a Narcissa…tranquilla,
comparirà poco e niente. Anzi, probabilmente non comparirà proprio! ^-^
Bacionissimi e grazie mille…alla prossima!! ^-^
Misha: grazie mille, mi ha fatto molto
piacere!!! Per la lemon, come già scritto sopra, ci si dovrebbe arrivare al
prossimo capitolo…^-^ Comunque…grazie per
complimenti per tutto…^-^ Seguirò i tuoi consigli…^-^ Fammi
sapere…bacissimi alla prossima!^-^
Paddy82: grazie mille, mi ha fatto piacere il
tuo commento e le tue impressioni…^-^ Allora…riguardo ai primi capitoli…si lo
so, erano un po’ pesanti, ma volevo dare una piccola introduzione alla
storia…non mi piace l’idea di iniziare in ‘media-res’…per usare termini aulici!
XD Sono contenta che ora la cosa sia migliorata e sia più fluida…riguardo invece
al ‘panegirico’ di Ron…non so, in realtà non volevo dare questa
impressione…vedi, il fatto è che Ron è un personaggio che nei miei scritti ho
sempre messo da parte, non l’ho mai considerato e mai analizzato, mentre suo
Draco ho scritto fior e fior di pagine! XD per me è più facile delineare Draco,
perché l’ho già ‘disintegrato’ nella sua interiorità in molti dei miei altri
lavori, e ho la possibilità di sfruttare tutto quel lavoro che ha portato ha
costruire il mio Draco nella mia testa per riuscire a descriverlo più
facilmente. Così come per Harry, anche se il lavoro per lui è un po’ più
complicato e non del tutto finito…XD Per Ron invece, non avendo ancora un idea
ben precisa, ho dovuto fare un lavoro più ‘costruttivo’…^^” Mi dispiace se è
risultato pesante, ma credo servirà nel futuro della storia…^-^ Anche perché non
mi andava di relegare i personaggi secondari solo a personaggi secondari…volevo
approfondirli un po’ di più…e Ron era quello che più mi dava l’opportunità di
analizzare tutta la situazione anche della guerra più da vicino…^-^
Comunque…beh…spero chela storia ti piaccia e continui a piacerti, anche perché
credo che d’ora in poi sarà facilmente più scorrevole!! Sarò comunque molto
lieta di ricevere qualsivoglia commento/critica o consiglio su qualunque cosa e
di cercare di modificare il mio lavoro o spiegare le mie motivazioni! ^-^ grazie
mille ancora…anche per le gocciole…XD Smack smack, alla prossima!!
^_-
Emanuela_smile: grazie mille mille per la tua
gentilezza nel mandarmi il commento via mail! E’ stato molto apprezzato…e sono
veramente contenta che la mia storia ti piaccia così tanto!!! Fammi sapere cosa
ne pensi anche di questo nuovo capitolo se ti va…^-^ grazie grazie mille alla
prossima!! ^-^
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