♦Questo
capitolo lo voglio dedicare a una persona: la mia Gaia che, una volta
rivelatole (?!) i miei poteri da cantastorie ha cominciato a fare di
questa storia una specie di dipendenza e la ringrazio davvero davvero
davvero tanto.
La conosco da poco tempo, forse troppo poco per giustificare tutto il
bene che le voglio. Lei è una di quelle poche persone a cui
vado bene per quello che sono e che riescono a farmi sentire
intelligente anche quando sparo boiate a raffica... ovviamente
ciò accade nella minor parte del tempo dato che di solito mi
diletto nel raccontare poesie ♦
Fatta
questa piccola dedica vi lascio al capitolo... ci si vede sotto ^-^
CAPITOLO 6
Il sabato della prima
è passato, è
andato tutto bene. È anche arrivata una proposta da un
preside di
una scuola media, ci vuole nella sua scuola per fare uno spettacolo e
parlare alle classi di noi, di raccontare la storia, della nostra
amicizia e del nostro gruppo. Ovviamente abbiamo accettato l'unico
problema è che tutto questo si svolgerà in orario
scolastico e
potrebbe causarci dei problemi. È una cosa che non ci
saremmo mai
aspettati: noi che siamo nati così tanto per divertire e per
divertirci stiamo diventando sempre più dei qualcuno per la
gente
che ci segue.
Siamo stati chiamati in una
scuola per
"insegnare" ai ragazzi come essere quello che si è senza
farsi problemi, per raccontare di noi e della nostra amicizia.
***
#Domenica
pomeriggio in
oratorio#
-Vi va se buttiamo un
pallone al
campetto?- propone Davide tutto allegro.
Sì, non abbiamo
ancora smaltito
l'entusiasmo della sera prima quindi potremmo sembrare un po'
più
iperattivi del solito.
-Certo! Andiamo?- esordisce
Bea
alzandosi.
-Io, Davide, Miky e Fiore
contro Fede,
Niky, Mattia e Bea- squadre approvate e si comincia a giocare
facendoci tante di quelle risate che la metà bastava e
avanzava.
Stremati per la partita
durata sei
secoli e due vite, fermiamo il pallone e apriamo i nostri mitici
quadernetti neri per mettere nero su bianco qualche idea per una
rappresentazione futura.
Escono molti temi, ma un
idea di Niky
ci lascia senza parole: raccontare la nostra vita uno a uno tramite
video, foto e racconti. Tutti convinti e con l'entusiasmo di un
bambino davanti a un ovetto kinder prendiamo carta e penna cominciamo
a scrivere di noi, in questa "rappresentazione" c'è una
sola regola: l'introduzione dovrà essere uguale per tutti
ovvero
dobbiamo iniziare con una serie di frasi e la prima parola di queste
frasi è "Amo".
***
#Lunedì
a scuola:
intervallo#
-Ciao Fiore- ormai questa
voce mi è
familiare: Kevin.
-Kevin-
-Allora... come va?-
-Benissimo direi tu?-
sorrido
cordialmente, l'occhio mi sfugge e cade su una ragazza che mi fissa
in cagnesco -C'è una ragazza che credo sia la tua fidanzata
che mi
sta praticamente uccidendo con gli occhi... è inquietante-
-We we weeeee piano con i
termini eh,
io non ho una fidanzata! Fammi vedere chi è- e con tutta la
naturalezza e la spontaneità di questo mondo si volta per
vedere chi
fosse questa tipa -ah quella, è una delle mie... ecco...-
balbetta
imbarazzato e non posso fare a meno di sorridergli
-Scopamiche?- gli
suggerisco.
-Esattissimo! Da circa un
anno e mezzo,
adesso non ci faccio più niente eh solo che non so come
farglielo
capire-
-Afferrato però
adesso va da lei
perchè se no va a finire che mi ammazza- ridiamo entrambi.
-Nahh io da quella li non
ci vado, tu
sei meglio-
-Eheh già si
sapeva... modestia
modalità on- ricominciamo a ridere e la ragazza si avvicina.
-E tu saresti?- mi chiede
arrogante,
mamma mia se non le sopporto queste persone.
-Fiore- scoppia in una
grassa e
fragorosa risata -cos'hai da ridere?!- ok che il mio non si sente
tutti i giorni però certe reazioni sono esagerate, Kevin
alla
reazione della ragazza sembra del tutto indifferente.
-Fai il filo a una che si
chiama
Fiore?- si rivolge a Kevin rimasto ad assistere.
-No non ci sto provando,
lei è una
ragazza per bene. Lasciala stare Cristina intesi? Lasciala. Stare.-
vi ho detto che sembrava indifferente? Ecco dimenticatevelo,
è un
pochino alterato.
-Allora scordati di me
caro! E tu
Albero attenta!-
-Sarebbe Fiore ma anche
Albero non mi
dispiace- rispondo ironica e mentre lei si allontana ancheggiando
-era una minaccia?- mi rivolgo a Kevin ironicamente stranita ma la
sua risposta è tutt' altro che ironica... -Attenta Fiore
quella è
capace di qualsiasi cosa promettimi che le girerai alla larga-
è
serio, fin troppo.
-Guarda che io scherzavo,
non ho paura
e se proprio ci tieni te lo prometto-
Suona la campanella che
segna la fine
dell'intervallo e ognuno torna nella propria classe.
#In
classe#
-E così la
nostra bimba ha conquistato
il “bello e impossibile” della situazione... eh
brava brava-
scherza Leus.
-Siamo solo amici ci
conosciamo da
pochissimo Leo, non farti strane idee-
-Per te sarà anche un
amico ma ti
stava mangiando con gli occhi quel Kevin- interviene
Piso.
-Io dico di no- ribatto io.
*KEVIN*
Cristina è
capace di qualsiasi cosa,
se farà qualcosa a Fiore me la pagherà cara. Lei
è così innocente
e... bella. Sì, ho detto bella e non figa: avete letto
benissimo.
Le voglio bene ed
è un ottima amica,
la voglio per me: solo per me.
La lezione di chimica
comincia ma dopo
mezz'ora e inizio a disegnare quello che mi passa per la testa.
L'ora finalmente finisce e
posso andare
a casa, vedo Fiore in lontananza e mi fermo ad aspettarla. Sta
ridendo con due ragazzi di cui ignoro il nome e non riesco a
scacciare dalla testa quel chiodo fisso che mi perseguita: "cazzo
quanto è bella".
Eccola qua, accanto a me
-Ciao Fiore-
-Ehi!- risponde al saluto
come al
solito solare e con un sorriso da mozzare il fiato.
Devo trovare il modo di
passare un po
di tempo con lei -Ti va di venire a casa mia oggi così, se
ti va mi
dai una mano in fisica? Sai il mio profe di fisica parla sempre di
una certa Fiore della 5B che in fisica è una paladina-
-Eh adesso, si me la cavo
ma non sono
poi cosi brava comunque si volentieri ma prima devo sentire i miei-
la osservo speranzoso mentre compone il numero, si porta il cellulare
all'orecchio e dopo poco tempo la sua bocca si inarca in uno stupendo
sorriso: qualcuno deve aver risposto.
-Ciao Mamma! Tutto bene?
[...] Io? si
si appostissimo oggi. Ti ricordi di Kevin? [...] Si ecco lui mi ha
chiesto se potevo andare a casa sua per dargli una mano in fisica
posso? [...] Ok ciao mamma, grazie ti voglio bene a sta sera salutami
il mio papi eh- attacca felice a sua madre, devono avere uno
splendido rapporto. -Posso venire!- esclama illuminando quei due
bellissimi occhi.
-Perfetto, ho la macchina
vieni- le
faccio strada e le apro una portiera -Madame!-
-Merci Garçon!-
rido -adesso basta
francese perchè non so altro, molto probabilmente non ci
saranno i
miei a casa è un problema?- ma che cazzo di domanda ho
appena
fatto?!
-Ma no non abbiamo bisogno
della
baby-sitter... o forse si?- finge di essere dubbiosa è
troppo forte.
-Sei forte sai?-
-Eh lo sapevo
già!- risponde sicura di
se e trattenendo una risata -no non è vero faccio schifo-
questa
volta non la trattiene ma, appena su Radio
Italia
passa "Volume" degli Articolo 31 si blocca -posso?-
chiede mettendo una mano sulla manopola del volume.
Annuisco, alza il volume e
comincia a
cantarla. Non sbaglia una parola o un intonazione è
bravissima, le
brillano gli occhi. Questo si chiama amare un Idolo, è
innamorata
degli Articolo si vede lontano un miglio. La osservo con la coda
dell'occhio, i suoi occhi i ancora brillano.
-Un giorno andrò
a fare quel tatuaggio
che sogno da quando ho 12 anni sul costato e capirai tutto- -E se ti
ci portassi io a farlo quel tatuaggio?- chiedo.
-Nah spiacente
c'è già Ale pronto ad
accompagnarmi e ne farà uno anche lui anche se non vuole
dirmi cosa-
mi sorride.
-Ok mi arrendo. Io ne ho
quattro e sto
già pensando al quinto-
-Bello, me li mostrerai un
giorno?- si
nota un po' di imbarazzo in lei ma la curiosità è
di gran lunga
maggiore.
-Certo-
Restiamo in silenzio fino a
quando non
arriviamo a casa mia e con mio grande stupore le auto dei miei
genitori sono parcheggiate nel vialetto.
-Ci sono i miei ma non ci
daranno
fastidio...- mormoro.
*FIORE*
-Ci
sono i miei ma non ci daranno fastidio...- queste furono le sue
ultime parole famose.
Scendiamo
dalla macchina e mi faccio guidare da lui fino alla porta.
-Sono
a casa!-
Suo
padre spunta dalla cucina, era un uomo alto e magro, brizzolato sulla
cinquantina.
-Kevin
la nonna è stata poco bene e adesso è in
ospedale- la cosa che mi
stupisce è la tranquillità e la fermezza in cui
pronuncia quella
frase, ci osserva senza nemmeno fiatare ed esce di casa senza
salutare.
Sua
madre scende le scale mentre borbotta al telefono qualcosa a
proposito di soldi e di terreni
-Ciao
Kevin io vado al centro commerciale con Miriam ricordi?-
-Ma
che cazzo hai al posto del cervello?! La nonna sta male e tu te ne
vai a fare compere e papà dove mai sarà andato se
non in ufficio?!
Non ve ne frega mai un cazzo di niente e di nessuno figuriamoci di
quello che è successo alla nonna... non ve ne
fregherà mai un
cazzo-
Dopo
questa reazione che mi lascia senza parole, sua madre se ne va
tranquilla.
Mi
guarda -voglio andare da lei. Vieni con me.- annuisco. Saliamo in
macchina ingrana la marcia e se ne va via veloce, troppo veloce.
Mi
fa paura -Kevin ti prego rallenta- lo supplico -mi fai paura... ti
prego...-
Poco
a poco rallenta -si, scusami non so che mi è preso- mi
appoggia una
mano sulla coscia mi guarda negli occhi.
#nella
stanza d'ospedale#
-Ciao
nonna- Kevin saluta la nonna con un leggero bacio in fronte, io sono
rimasta un po in penombra e ciò che posso vedere
è un anziana
signora con lucenti capelli bianchi, anche se in ospedale dava l'idea
di essere una donna di classe. A fatica apre gli occhi, sono come
quelli di Kevin belli da mozzare il fiato.
-Kevin...stai
bene?- ha una voce bassa, quasi un sussurro, non mi stupisco di
notare che la parlata del tutto differente a quella che hanno i suoi
coetanei in valle. Da me c'è un accento simpatico e il
dialetto è
per loro un po' come una lingua madre,
-Sto
benissimo nonna, come al solito tu? Come ti senti?-
-Sto
bene prima che me ne vada un po ce ne vorrà- sorride
debolmente -mi
hai portato una fidanzata finalmente-
-Oh
no signora... io sono una sua amica, ci conosciamo da poco- mi
avvicino a Kevin e quindi anche a lei.
Dopo
qualche minuto di conversazione mista a presentazioni
-Che
brava ragazza, proprio come quelle di una volta- sentenzia la
signora.
-G-grazie
mille signora è davvero moto gentile- arrosisco.
-Chiamami
Betti signorina-
-E
lei mi chiami pure Fiore- le porgo la mano e nonostante la vedessi
debole la strinse fortemente. Rimaniamo a chiaccherare con Betti fino
a quando un infermiera non ci comunica che l orario delle visite
è
finito e siamo costretti ad andarcene.
***
-Le
piaci sai?- Kevin interrompe il silenzio calato da quando siamo
usciti dall'ospedale, arrossisco imbarazzata e non sapendo cosa
rispondere.
-Ti
va una pizza?-
-Scusa
Kevin ma no, non posso è già molto tardi- in
effetti sono le 18.40
e ora che arrivo a casa passa molto tempo.
-Non
ho voglia di rientrare a casa- si lamenta scocciato. -Accompagnami a
casa fermati un po da me.. cosi il tempo passa- propongo.
-No
non vorrei creare disturbo ai tuoi-
-No
dai... forse ti posso far conoscere il mio papà- gli
sorrido.
-No
no, dai chiama casa e chiedi se puoi rimanere da me o con me, dopo
quello che è successo non voglio rimanere a casa con quei
due
semi-genitori.-
-Numero
uno non parlare così di loro: ti hanno pur sempre messo al
mondo e
numero due sta sera io ho casa libera quindi puoi venire
tranquillamente e poi per i miei non sei un fastidio-
-Ok
dai ci sto, direzione valle allora?- saliamo in macchina
-E
che valle sia- sorrido.
*angolo
autrice*
mi
aspetto una lapidazione o come minimo un ergastolo... sono passati
mesi, decenni, secoli dall'ultima volta ma perdonatemi...
è sempre la solita scusa: la scuola.
Grazie
di cuore per quei quattro gatti che leggono la mia storia.
A
presto spero
Vi
voglio bene ♥
Articolo31dipendente
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