I love you...again

di la_ragazza_bassa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** no, mi spiace, non so chi tu sia... ***
Capitolo 2: *** SCUSA CHE HAI DETTO?! ***



Capitolo 1
*** no, mi spiace, non so chi tu sia... ***


NO, MI SPIACE, NON TI CONOSCO...
< Angelica! Svegliati, è tardi! >. La voce forte e potente aveva interrotto il sonno di Angelica che, piano piano, si stava risvegliando. Erano le 7.20 di un giovedì mattina come tutti gli altri e la ragazza stava ancora aprendo gli occhi. Il cielo fuori non invogliava di certo ad alzarsi, faceva freddo e lei non aveva  intenzione di scendere da quel suo paradiso che dopotutto la confortava di più delle persone che le stavano accanto. < Angelica muoviti! >. La ragazza si decise ad alzarsi. Scese dal letto ed un brivido di freddo le percorse la schiena. Si avvicinò alla finestra stiracchiandosi e stroppicciando gli occhi ancora parzialmente chiusi. Si affacciò, e come tutte le altre mattine di quell’ ottobre infernale, notò che le foglie a terra erano aumentate rispetto al giorno precedente. Diede un’ occhiata veloce al cielo grigio e poi si diresse verso l’ armadio di pino che aveva in fondo alla stanza. Lo aprì e prese, ancora con gli occhi chiusi, una felpa color latte, un paio di jeans a vita bassa, una t-shirt nera e l’ unico paio di Vans che aveva. Entrò in bagno e si chiuse a chiave. Si diede una lavata veloce e , dopo essersi leggermente truccata, uscì. Si fisso allo spechio per almeno 2 minuti. Non si era mai apprezzata. Tutti i giorni riusciva a trovare in se stessa almeno 2 diffetti impossibili da non notare. Angelica aveva 13 anni, capelli neri, occhi azzuri, corpo perfetto, mani morbide e dita lunghe, insomma era la perfezione fatta ragazza, ma nonostante ciò lei non si considerava mai all’ altezza delle altre. Scacciò via per l’ ennesima volta quei pensieri e, dopo aver preso la cartella, scese le scale. < Eccomi papà >. Il padre si girò e la guardò con occhi dolci e pieni di stanchezza, un lieve sorriso si disegnò sul suo viso. < Finalmente Angelica! Ora muoviamoci, siamo già in ritardo. >. La ragazza sbuffò e uscì di casa senza degnare il padre di uno sguardo. Entrarono entrambi nell’ auto del padre e dopo circa 20 minuti furono a scuola. La ragazza salutò il padre dandogli un bacio sulla guancia e poi si allontanò dall’ auto a passi decisi. La macchina si allontanò e Angelica era quasi dall’ altra parte del marciapiede quando un sorriso le si disegnò in viso vedendo la sua migliore amica, Sara, correre verso di lei. Sara, anche lei, aveva 13 anni ed era di poco più bassa di Angelica. Aveva i capelli marroni e gli occhi verdi. Era un po’ più robusta rispetto ad Angelica ma anche lei era di una bellezza unica. < Angelica! Finalmente, ti aspetto da più di mezz’ ora!>. Angelica ridacchiò, <  ahaha. Sara, ormai dovresti saperlo che io ho i miei tempi. >. Sara era ormai arrivata davanti a lei e appena le fu vicina le si buttò al collo abbracciandola. < Ok, ok. Anche io ti voglio bene, ma, non vorrei dirtelo, dovremmo entrare. >. Sara si staccò di colpo e sgranò gli occhi, poi prese la mano di Angelica e la trascinò davanti scuola e subito dopo entrarono. < Angelica certo che potevi dirmelo anche prima. Sono praticamente tutti entrati!>. le due ragazze si fermarono, ancora con il fiatone per la corsa fatta, davanti allo spettacolo che si trovavano appena entrate. Una folla di ragazze urlanti e impazzite, si accalcava tutta in un punto. Angelica non capiva, e per quanto fu sorpresa da tutto ciò, si  meravigliò ancora di più quando vide Sara andare ad aggiungersi alla massa. Angelica scosse la testa e cercò di passare da un lato della folla per arrivare al suo armadietto. Nel mentre, riuscì a scorgere la causa di quel trambusto: cinque ragazzi di almeno 16 anni, muscolosi e attraenti, si trovavano al centro di tutta quella mischia, tutti con atteggiamenti abbastanza fastidiosi per i gusti della ragazza. Angelica si accorse che nessuno la degnò di uno sguardo e ne fu anche molto felice. Arrivata al suo armadietto cercava di mettere in ordine nella sua mente quello che stava accadendo. Non riusciva ancora a capire il motivo percui quei cinque ragazzi si trovasserò lì e perché tutte quelle ragazze gli stavano accalcate, compresa la sua migliore amica.  La campanella della prima ora suonò.                      
 

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Capitolo 2
*** SCUSA CHE HAI DETTO?! ***


SCUSA COSA HAI DETTO?! Finalmente la campanella era suonata. Tutto quel trambusto iniziava ad infastidirla. Dopo una ventina di minuti tutta la folla si sparse nelle varie classi e Sara tornò da Angelica. < Angy come mai quella faccia? >. Angelica aveva provato in tutti i modi a nascondere quello che pensava ma non era molto brava in questo tipo di cose. < mi ha dato fastidio tutto quel trambusto. E poi per cosa? Per cinque nuovi ragazzi? Ma per favore. >. Sara la guardò con tanto di occhi sgranati. < beh che c’è Sara? >. < Angy tu, tu vorresti dirmi che non sai chi sono quei pezzi di ragazzi?! >. Angelica la fissò. < no, e non mi interessa nemmeno saperlo. Ora andiamo in classe, non ho voglia di prendermi una nota per essere rimasta a parlare di cinque ragazzi invece di seguire le lezioni. >. Sara non riusciva ancora a credere a quello che aveva sentito, ma evitò di discutere. Sapeva che quando Angelica diceva “ no “ era no e basta. Entrarono in classe e fortunatamente non c’ era ancora molta gente. Angelica e Sara si andarono a sedere ai rispettivi posti e , dopo una decina di minuti, le lezioni in cominciarono. Il professore continuava a parlare quando ad un certo punto qualcuno bussò alla porta interrompendo la lezione. < avanti. >. Un ragazzo alto, biondo, dagli occhi azzurro cielo e muscoloso entrò in classe con un’ aria spaesata. < mi scusi prof. Ho avuto un contrattempo. >. Il professore lo squadrò dalla testa ai piedi poi lo mandò al suo nuovo posto, dietro ad Angelica, che non si era accorta di nulla poiché era troppo impegnata a prendere appunti. Le lezioni ripresero come se niente fosse. Il nuovo arrivvato veniva interrottamente fissato da tutte le ragazze della classe. Angelica alzò gli occhi dal foglio per poco ma abbastanza da vedere che tutte le sue compagne fissavano il banco da lei considerato vuoto, dietro di lei. Non ci fece caso e riprese a scrivere. < hey tu. Cosa qui davanti. Come ti chiami? >. Angelica non riuscì a capire chi stesse bisbigliando dietro di lei ma fu molto seccata dal suo intervento. < che te frega. > rispose secca. < dai non fare la difficile. Dimmi come ti chiami. >. < finiscila! >. Il tono della sua voce era un po’ più alto e il professore se ne accorse e la riprese. < Angelica la vogliamo finire?! >. < mi scusi prof. >. < bel nome! > bisbigliò il nuovo arrivato. Angelica si morse il labbro, sperava non fosse riuscito a sentire. La campanella suonò e tutti uscirono. Angelica si diresse verso il suo armadietto. Sentiva qualcuno camminare dietro di lei ma pensava fosse Sara così non ci fece caso e continuò a camminare indefferente. Arrivò al suo armadietto e lo aprì. Dopo aver riposto con cura i suoi libri e i quaderni lo richiuse facendo un salto dallo spavento. < chi si rivede! >. < e tu chi saresti? >. Il ragazzo lo guardò stupito. Un sorrisetto si disegnò sulla sua faccia. < il ragazzo con cui hai conversato tutta la lezione. >. Angelica roteò gli occhi infastidita. < scusami devo andare. Ciao >. Il ragazzo rimase lì impalato vedendo la ragazza allontanarsi da lui. < ma scusa non ti interessa sapere come mi chiamo? >. Angelica sbuffò. < no, almeno che tu poi te ne vada >. Il ragazzo le si piantò di fronte. < piacere Niall Horan. >. Angelica lo fissò negli occhi solo pochi secondi, ma in quel poco tempo si era già persa in quella massa di blu. < piacere di conoscerti ciao >. Angelica se ne andò e il ragazzo fu sommerso da un gruppetto di ragazze e da dov’ era non riusciva a vedere dove fosse diretta la ragazza. Angelica tirò un sospiro, finalmente era riuscita a disfarsi di quel ragazzo. Nonostante le desse tanto fastidio, non riusciva a togliersi dalla mente quei meravigliosi pezzi di cielo che quel ragazzo si trovava come occhi. Era persa nei suoi pensieri quando un’ ltra distrazione la riportò al presente. < stare attenti a dove si va è un’ optional in questa scuola? >. < guardare dove si mette i piedi lo è per te? >. < come siamo simpatici e accoglienti. >. un ragazzo alto, magro, con ricci perfetti e due smeraldi al posto degli occhi incombeva sulla ragazza. Angelica si alzò dopo aver raccoltò tutti i libri che le rano caduti. Il ragazzo la fissava. < e tu cos’ hai da fissare? Ahh fa niente. Ciao >. Se ne andò. Il ragazzo si girò, sbuffò e poi continuo per la sua strada. Angelica andò in bagno e la seconda campanella suonò.

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