I wish...

di calliope_the_writer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** 1.Prologo ***


Milano, 20/02/2013
 
Cari one direction,
come state?
Mi chiamo Emily, ho diciassette anni e non sono una directioner, anche se la vostra musica mi piace molto..
 
Oggi ho deciso di scrivere una lettera per raccontarvi cosa succede nella mia vita: prendetelo come uno sfogo personale...
 
Circa otto mesi fa, la mia migliore amica Diana, diciottenne, scopriva di avere il cancro.
 
Da quel momento la nostra vita è completamente cambiata...
 
Personalmente, trascorro almeno un'ora al giorno in ospedale o a casa della mia amica, aiutandola ad affrontare la chemioterapia e tutti gli esami a cui viene sottoposta per cercare di curare disperatamente il suo male.
 
Quando sta abbastanza "bene", usciamo a fare una passeggiata nel parco oppure cantiamo tante belle canzoni.
 
E qui entrate in gioco voi...
Voi che siete diventati ormai, con la vostra musica, la sua unica ragione di vita.
Quando sente la vostra voce, anche per strada, sul suo viso compare un sorriso stupendo, difficile da descrivere.
 
E ogni volta, nel vederla sorridere, mi sento felice anche io, quel poco che basta per continuare a sperare che possa esserci un lito fine anche per la sua vita...
Ho imparato, ormai, a memoria tutte le vostre canzoni, "Little things" prima tra tutte, poichè ogni volta che vado da lei, la dobbiamo cantare.
 
Tra un paio i mesi circa sarete in Italia per due tappe del vostro stupendo tour e noi non potremo venire.
Non ci saremo perchè ultimamente Diana è molto debole e i medici le sconsigliano tutte quelle attività che richiedono molta energia, e un concerto è sicuramente tra queste!
 
Ho pensato che sarebbe stato carino regalare i nostri biglietti a due ragazze che non avevano potuto comprarli e così sono riuscita a convincere anche la mia amica.
Ma lei ora non sorride più, neanche ascoltandomi cantare...
Al contrario, molto spesso sua madre mi racconta che appena vado via e tutto torna silenzioso, le lacrime iniziano a rigarle le guance, e questa cosa mi fa tremendamente male.
È stata una scelta difficile, ma obbligata!
Forse Diana non riuscirà mai a conoscervi, ma magari avrà una speranza in più di sopravvivere, ed è questa la cosa importante, no?
 
Prima di ammalarsi, la mia migliore amica era l'unica persona che riusciva a infondermi la forza per andare avanti e superare tutto, proprio come farebbe una mamma: ora io devo essere in grado di sostenere lei, ridonandole tutta quella forza che mi aveva prestato.
Spero un giorno di diventare una mamma come lei, che mi ha sempre sostenuto, qualunque cosa volessi fare..
 
Ora, riesco a trovare pochi motivi validi per cui questa lettera possa arrivare fino a Londra, e ancora di meno per cui voi dobbiate dedicare una minima parte del vostro tempo a leggerla, ma spero tanto che lo facciate...
 
Con grande affetto,
un grosso bacio da due grandi fan,
 
Emily e Diana
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutte ragazze,
prima di tutto, voglio ringraziarvi anche solo se passerete a leggere questo prologo...
Ad essere sincera, è la mia prima storia e mi piacerebbe che qualcuno si affezionasse ad essa, come io mi sono innamorata di alcune storie che mi è capitato di leggere!
Questo è solo il prologo di una storia già ben costruita nella mia testa ma che purtroppo non è ancora stata trascritta su un foglio di carta...
Voglio inoltre dire che non sono una directioner, ma apprezzo molto la musica dei One Direction grazie a due persone fantastiche che me li hanno fatti "conoscere"; trovo inoltre che i questi ragazzi sono perfetti come protagonisti di una storia quindi mi sono chiesta: perchè non provarci? :P
Ultimissima cosa prima di andare: non ho moltissimo tempo da dedicare alla scrittura ma spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile! ;)
Grazie a tutte le ragazze che leggeranno e magari lasceranno anche una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensano..
A presto,
Cally

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 

POV Harry


Londra, 3 aprile 2013


Lettere di ogni colore, forma, dimensione e contenuto affollano questo piccolo tavolo intorno al quale siamo seduti.
Ognuno di noi nel suo mondo privato, intento a fantasticare.
Ogni tanto, tra un concerto e l'altro, abbiamo deciso di chiuderci in questa piccola sala di registrazione, dove tutto è iniziato, e dedicarci interamente ai pensieri delle fan senza che la frenesia esterna possa travolgerci.
Oggi tutte queste lettere arrivano dall'Italia e siamo felicissimi di questo: le ragazze italiane sono le migliori, sotto ogni punto di vista!
L'unica cosa abbastanza triste in tutto questo passatempo è il fatto che, uscendo da questa stanza, dovremo lasciare qui tutte le nostre emozioni...
Liam, qualche volta, porta via con sè qualche busta che leggerà sicuramente prima di addormentarsi, ma io, Louis, Niall e Zayn NO, noi preferiamo lasciare tutto in questa stanza e riprendere la volta successiva da dove ci eravamo interrotti.
Alzando lo sguardo, osservo i miei amici, intenti a leggere...
Niall scoppia a piangere ogni volta che inizia a leggere un nuovo foglio, anche se le uniche parole scritte in un inglese comprensibile sono:
 
"Ciao vita mia, ti amo alla follia"
 
Ognuno ha il proprio modo ha il proprio modo di sfogare la tensione accumulata durante la settimana e questo è semplicemente il metodo del nostro biondo irlandese, anche se ultimamente inonda sempre la stanza e dobbiamo ricorrere alla carta igienica per asciugare tutte le sue lacrime.
Seduto sulla sua poltrona preferita, Zayn Malik osserva il suo riflesso nell'ampia vetrata, forse cercando conferma di ciò che ha appena letto su un foglio,...
Quando decidiamo di riunirci qui, per dedicarci alle nostre Fan, tutti sanno che non devono disturbarci, neanche le ragazze, e molto probabilmente una parte dei pensieri del mio amico sono rivolti proprio a Perry, rinchiusa chissà dove in qualche sala di registrazione con le Little Mix.
Louis Tomlinson sta leggendo a bassa voce per me l'ennesima lettera sdolcinata rivolta a entrambi: molte delle nostre fan sospettano che ci sia o comunque che ci sia stata una relazione segreta tra me e Boo Bear ma no, noi siamo solo grandi amici, migliori amici.
E poi lui ha Eleanor...
Una piccola busta bianca è appena caduta sul tappeto, nel preciso istante in cui Liam si è sporto per passare un fazzoletto di carta a Niall.
<< Hey Louis, leggiamo questa?>> dissi sovrappensiero, non accorgendomi neanche di averlo interrotto.
E lui inizia a guardarmi con aria truce, forse proprio perché ho interrotto il filo dei suoi pensieri.
<< Hazza, ti giuro che se mi interrompi un'altra volta... E che cavolo, tua mamma gli occhi te li ha fatti! E che occhi... >> esclamò, avvicinandosi al mio viso per vederli meglio.
<< Ok, scusa se ti ho disturbato!>> mi scusai, facendogli l'occhiolino.
<< Il mio cuore ti ha già...>> PERDONATO, così stava per dire Louis prima di essere interrotto dallo sguardo severo di Liam, abbastanza per zittirlo all'istante.
Un rumore ci distolse da ciò che stavamo facendo: qualcuno bussava alla porta.
<< Avanti!>> disse Zayn, svegliandosi dallo stato comatoso in cui era sprofondato 2 ore prima, nello stesso momento in cui si era seduto.
<< Ciao ragazzi, come state? Posso disturbarvi?>> e chi poteva essere se non il nostro caro "organizzatore di eventi"?
Mark Stevenson è preziosissimo e accudisce tutti noi come una mamma, organizzando tutti i nostri impegni per lasciarci comunque alcuni momenti come questo o per stare con la nostra famiglia e le persone a noi care.
<< Vieni pure Mark!>> disse Liam, cercando di riottenere un'espressione calma, tipica del suo stile.
<< Grazie! Allora ragazzi, mi dispiace disturbarvi ma è arrivata quella giornalista dei "The Sun" di cui vi avevo parlato. 
Se siete pronti, possiamo andare di là a fare qualche scatto prima dell'intervista>> disse Mark indicando allusivo la porta alle sue spalle.
<< Forza ragazzi, andiamo!>> aggiunse Louis in un impeto di gioia, trovata chissà dove.
E così, ci alzammo, recuperammo le giacche e andammo verso l'uscita.
E io, senza pensarci su troppo, mi infilai in tasca la busta bianca che aveva attirato la mia attenzione: la leggerò con calma più tardi, forse proprio prima di addormentarmi...
 
 
POV Emily
 

Era stata un giornata lunga, stancante sotto ogni punto di vista.
Mi ero alzata presto per ripassare economia, ero andata a scuola per 5 ore e, dopo una difficile verifica, ero corsa in ospedale a trovare Diana.
Oggi iniziava il nuovo ciclo di chemioterapia e volevo assicurarmi che stesse bene, che la affrontasse positivamente: era l'unica strada possibile per uscire dal "tunnel del cancro", che ce la stava gradualmente portando via.
Prima di entrare nella struttura centrale, mi ero fermata 5 minuti alla solita panchina sulla quale mi sedevo da un anno per concedermi un attimo di tregua dalla scuola e avevo letto un capitolo del libro che Diana adorava e che mi aveva chiesto di portarle oggi.

"In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura..."


Una lacrima non poté che rigare la mia guancia, era inevitabile...
E un pensiero dovette per forza andare anche a quella lettera, inviata qualche settimana fa, fogli carichi di aspettative che sicuramente non sarebbero state ascoltate da nessuno.
Ma io ci avevo provato, per me, per tutti, per Diana...
Il campanile batteva le ore quando decisi di alzarmi e di avviarmi verso l'ingresso.
Il reparto oncologico dove si trovava la mia migliore amica era molto curato, con infermiere premurose pronte a soccorrere i malati in ogni momento.
Tante erano state le volte che avevo aiutato una di loro ad accudire e confortare Diana mentre cercava di rimettere il suo male.
Inutilmente. Quel mostro non voleva andare via.
La mia amica stava dormendo e accanto la madre vegliava su di lei, proprio come un angelo custode.
<< Ciao tesoro, vieni qui>> disse lei, guardandomi con un velo di tristezza negli occhi.
<< Ciao Monica, come stai?>> sussurrai, per non disturbare il sonno di Diana.
<< Io bene, ti va di andare a prendere un caffè mentre aspettiamo che si svegli? Così facciamo una chiacchierata...>> 
Qualcosa non andava.
 

Non c'era coda al bar dell'ospedale.
Prendemmo il nostro caffè e ci sedemmo su uno di quei tavolini asettici che di certo non contribuivano a donare all'ambiente un'aria più allegra.
Il caffè era bollente, ci sarebbe voluto un bel po' prima di berlo.
Monica guardava incessantemente verso di me, mi sentivo osservata: i suoi occhi, così simili a quelli della figlia, esprimevano tristezza, chiedevano comprensione.
E io ero lì per quel motivo: confortare una donna sola, il cui unico punto di forza si trovava in un letto d'ospedale tre piani sopra di noi, stremato da una terapia troppo aggressiva per un corpo troppo esile.
<< Allora tesoro, come va a scuola?>> chiese la mamma di Diana, cercando di dare inizio a una conversazione straziante.
<< Monica cosa c'è che non va?>> risposi io con un'altra domanda, prendendola completamente alla sprovvista.
Ma non mi accorsi che, così facendo, provocai in lei una voragine che mi inondò di lacrime.
<< C'entra Diana, vero?>> 
<< Si tesoro.. Stamattina, dopo aver iniziato la terapia on Diana, il medico è venuto da me per aggiornarmi sulle sue condizioni di salute...>> disse lei, cercando di frenare le lacrime.
<< E...>> sussurrai sorpresa.
<< Beh, ha semplicemente detto che Diana non riuscirà a festeggiare il suo compleanno>>.
Un singhiozzo diede inizio allo sfogo di quella mamma, accecata dal dolore.
Il mio mondo crollò nello stesso istante in cui udii quelle parole.
Il 26 maggio?
La mia migliore amica non avrebbe compiuto i suoi 18 anni?
<< Lo hai già detto a Diana?>> sussurrai, con la poca forza che mi era rimasta.
<< No, e non sono sicura di volerglielo dire. Conoscendola, rimarrebbe a letto fino a quel momento, e perderebbe tutta la voglia di provare a guarire! E io non voglio questo, voglio che la mia coraggiosa bambina lotti fino alla fine!>> .
Cosa avrei potuto dire in quel momento?
Tutto sarebbe stato inopportuno, tranne forse una cosa.
Mi feci forza e andai ad abbracciare quella mamma che stava lentamente perdendo la su bimba.

 
Quando tornammo nella stanza di Diana, la trovammo immersa nella lettura del libro che avevo posato sul suo comodino prima di andare al bar.
<< Ciao straniera!>> la salutai, cercando di sembrare allegra.
<< Hey, grazie per il libro, non mi stancherò mai di rileggerlo! Dove sei sparita?>> il sorriso della mia amica era tirato, ma sincero.
<< Dovevo assolutamente andare in bagno quando sono arrivata e tu dormivi, quindi...>> dissi facendo la più buffa della espressioni.
E fu così che scoppiammo a ridere insieme, come succedeva sempre, da quando ci conoscevamo.

 
Passammo un pomeriggio spensierato, nonostante tutto.
Le raccontai le ultime novità, cercando di trasportarla in un altro mondo, il nostro mondo.
E quando le cinque arrivarono puntuali, dovetti salutarla, pur sapendo che questo avrebbe potuto essere l'ultimo mese per stare insieme a lei...
Trovai la mia mamma in piedi davanti all'ingresso e la salutai come se niente fosse successo ma, appena salimmo in macchina,le lacrime cominciarono a scendere.
Mi ero trattenuta per due lunghissime ore, ma in quel momento, davanti all'unica donna che davvero mi conosceva, buttai fuori tutto.
Lei mi consolò e mi dedicò uno dei suoi migliori abbracci, come faceva sempre.
Tornammo a casa in silenzio, consapevoli di conoscere un segreto difficile da accettare.
La serata passò allegramente, tutto sommato, e questo in un certo senso mi aiutò ad ignorare, almeno in parte, quel peso che si era formato sulla mia coscienza.
E ora, andando a letto e ripensando a questa giornata, comprendo perché rimarrà per sempre impressa nella mia memoria: oggi ho capito che sono impotente davanti alla malattia della mia migliore amica.
Oggi ho capito che ho l'arduo compito di farle vivere un mese stupendo, anche se forse sarà l'ultimo.
Oggi ho capito che voi, One Direction, dovete leggere la mia lettera.
Per me, per tutti, per Diana...
 
 
POV Harry
 
 
L’intervista era durata più del previsto: siamo tutti stravolti.
Quella giornalista era proprio un osso duro!
Indagare nella nostra vita privata sembra quasi un hobby per loro, sempre pronti a cogliere quel luccichio improvviso negli occhi o quell’attimo di smarrimento.
Tornando a casa con la mia Range Rover, osservo le luci di Londra sfilare velocemente davanti ai miei occhi.
Quando finalmente intravedo Hyde Park, nella zona nord della città, mi rilasso: sono quasi arrivato.
Tra poco questa lunga giornata finirà...
Due innamorati camminano mano nella mano lungo  la via centrale del quartiere, osservando le vetrine illuminate.
Un po’ li invidio: da quando la mia storia con Taylor è finita, qualche mese fa, mi sono gettato a capofitto sulla band e sul tour senza che nessun’altra ragazza potesse entrare nella mia vita e ferirmi di nuovo.
Fino ad ora, non ero riuscito a trovare l’amore vero, quello per cui faresti qualunque cosa, quella ragazza con cui decidi di voler passare tutta la tua vita nello stesso istante in cui la vedi per la prima volta.
Ma, in fin dei conti, sono giovane, ho solo 19 anni e sono certo che la ragazza adatta a me è da qualche parte nel mondo, inconsapevole del fatto che in futuro diventerà la signora Styles.
 

Rimuginando sui miei pensieri, non mi sono neanche accorto di essere arrivato a casa, la villa antica che ho acquistato circa un anno fa e che ora funge da punto di ritrovo per la band ogni volta che vogliamo concentrarci o anche solo divertirci insieme.
Tre bagni, cinque camere da letto, una cucina enorme e una sala altrettanto grande sembrano vuoti quando ci sono solamente io; forse è proprio per questo motivo che invito sempre i ragazzi...
Sono talmente stanco che, dopo essere entrato, non considero neanche l’idea di cucinarmi qualcosa di veloce ma vado direttamente sotto la doccia: devo cancellare dalla mia mente questa giornata snervante.
Un urlo liberatorio esce dalla mia bocca, mi DEVO calmare!
Tornando in camera, mi fermo ad osservare la vista su Hyde Park, illuminato dalle luci fioche dei lampioni.
E proprio in quel momento, mi accorgo di quella piccola busta bianca che aveva attirato la mia attenzione poche ore prima.
Sedendomi sul letto e aprendola, un profumo dolce mi solletica il naso, invogliandomi ad andare avanti.
La scrittura è sinuosa, curata, e il tratto molto delicato.
Facendomi coraggio, incomincio a leggere:
 
“Cari one direction,
 come state?
Mi chiamo Emily, ho diciassette anni e non sono una directioner, anche se la vostra musica mi piace molto...”.......


Una lacrima calda sta scendendo lungo la mia guancia, facendomi rabbrividire.
Il mio cuore aveva già deciso: sarei andato a trovare Diana, convincendo anche gli altri ragazzi.
E soprattutto, avrei conosciuto Emily, la ragazza che mi aveva appena rubato il cuore...
 
 



ANGOLO AUTRICE
Ciaoooooooo!
Lo so, sono pietosa, non pubblico da un secolo ma ho voluto curare moltissimo questo primo capitolo perché per me è davvero IMPORTANTE.
E ho deciso di pubblicare oggi perché è il mio compleanno e ho voluto farmi un regalo ahahaha 
Un grazie speciale lo devo alla persona che nell’ultimo mese mi ha sopportato più di tutte: Candy se leggerai l’ANGOLO AUTRICE, sappi che ti voglio davvero bene!!!!!
Un grazie anche a tutte le persone che leggeranno e perché no, magari lasceranno anche una piccola recensione per dirmi cosa ne pensano del primo capitolo...
A presto,
Cally
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


POV harry

Aeroporto di Monaco di Baviera, 18/5/2013

Avevo convinto i ragazzi, ma soprattutto Mark: avremmo aggiunto ai nostri impegni in Italia una piccola visita in ospedale per incontrare Diana.
Ed Emily...
Ora erano le 10.20 e ci trovavamo in aeroporto, pronti per prendere il volo che ci avrebbe portati a Milano per le prossime 2 tappe del Take Me Home tour.
Ieri sera, dopo l'ennesimo  emozionante concerto, eravamo tornati in hotel tardi, stanchi ma felici.
Si, felici, perchè ogni volta che vedevamo quella marea di persone venute da ogni dove per ascoltare la nostra voce, sapevamo di aver davvero trovato la nostra missione sulla terra.
Forse noi, One Direction, avevamo perso x-factor nel 2010, ma avevamo "vinto" il mondo successivamente.
E sentendo la voce felice e squillante di Emily, qualche giorno fa, me lo aveva ricordato...
 
POV Emily
 
Una settimana fa.
Era successo tutto...una settimana fa!
Una tentazione dell’ultimo minuto, poco prima di imbucare la lettera per i One Direction, era stata quella di inserire all’interno della busta un biglietto, sul quale avevo scritto il mio numero di cellulare: non so perché, ma speravo davvero che qualcuno mi richiamasse, se mai quei fogli carichi di speranza fossero giunti a destinazione.
E grazie a quel tentativo, qualcuno mi aveva chiamato, una settimana fa.
Harry...
 

§ INIZIO FLASHBACK §
 

Sto portando un nuovo libro a Diana: lei adora leggere.
Questa volta la storia parla di un amore, reso impossibile dalla distanza tra i due innamorati, lei in città per studio, lui all’estero per lavoro.
Un po’ come l’amore che sogno io, quello che nonostante sia impossibile da vivere, riesce a superare ogni difficoltà, SEMPRE.
Un suono molto familiare è appena riuscito a mettere fine a tutti i miei pensieri: il mio cellulare sta suonando le note iniziali di Little Things.
Osservando lo schermo, noto quasi subito che non è un numero che conosco e quindi, pensando sia un operatore che voglia solo aggiornarmi sulle ultime promozioni, che sinceramente non mi interessano, schiaccio il tasto rosso, rifiutando la chiamata.
Ma proprio nell’istante in cui stavo per riporre il telefono nella borsa, questo riprese a squillare, e fu in quel momento che decisi di rispondere, anche solo per non essere più tormentata nel corso della giornata, quando sarei stata con Diana.
<< Pronto? >> domandai poco convinta.
<< Ciao, sono Harry >> una voce maschile molto insicura del suo italiano mi rispose.
<< Harry? Ciao, mi dispiace ma credo tu abbia sbagliato numero!  >> e aggiunsi << Non conosco nessun... >> ma subito dopo mi fermai e il mio cuore, ragionando, perse un battito.
Oddio! Non era possibile, non poteva essere davvero lui.
<< Harry chi? >> chiesi, riprendendomi un poco.
<< Harry Styles from One Direction! >>
<< ... >> non ci potevo credere, doveva essere sicuramente uno scherzo di cattivo gusto.
Eppure... Le uniche persone che erano a conoscenza del mio tentativo erano i miei genitori.
<< Pronto? Ci sei ancora? >> mi sollecitò la voce dall’altra parte.
<< Oh, si si ci sono! Sei davvero tu, Harry Edward Styles? >>
<< Si, sono Harry.  Chiamo per dire a te che abbiamo ricevuto la lettera e vogliamo tutti conoscere Diana. Se mi scrivi in un messaggio l’indirizzo, veniamo il 20 Maggio pomeriggio. OK? >> disse tutto d’un fiato e questo mi fece pensare che si era preparato il discorso, forse con l’aiuto di Google traduttore.
E questo pensiero mi fece sorridere...
<< Ah ok, te lo mando subito!  Allora... Vi aspetto il 20 Maggio. >> esclamai tutta felice.
<< Ciao. >> sussurrò Harry.
<< Ciao >> sussurrai io, chiudendo la telefonata.
Già lo adoravo...
 

§ FINE FLASHBACK §
 

POV Harry
 
20/5/2013
 
Eravamo stanchi morti.
Ieri sera, dopo il concerto a Verona, eravamo dovuti tornare in hotel a Milano e ciò voleva dire affrontare almeno due ore di viaggio.
Arrivato in camera alle 3 del mattino, avrei dovuto dormire, ma non ci ero riuscito.
Le mie riflessioni erano tutte rivolte all’appuntamento che avevamo nel pomeriggio...
 
Ora mi pentivo di aver riflettuto cposì tanto e, mentre gli altri erano “abbastanza” svegli, io dormivo in piedi ed ero un po’ scontroso.
Mark era venuto a svegliarci alle 9 per darci il tempo di fare una doccia veloce e poi via, verso le prove ad Assago.
Dopo aver cantato canzoni senza sosta per quasi tre ore di fila, potevo affermare che l’acustica era perfetta: anche il rumore emesso dalla mia pancia affamata veniva amplificato!
Louis se ne accorse subito e ridendo come un matto, mi lanciò al volo uno dei tramezzini che ci avevano preparato.
E dopo aver pranzato, salimmo sui due SUV neri che ci dovevano scortare in quei tre giorni.
 
Dirigendoci verso la periferia della città, dove l’ospedale si trovava, attraversammo numerosi quartieri, alcuni lussuosi, altri nel degrado più totale.
<< Dovremmo comprarle un mazzo di fiori, non pensate? >> Liam era sempre stato il più sensibile, insieme a Niall.
<< Hai ragione amico! E potremmo portarci la chitarra che abbiamo nel baule, per cantare qualcosa insieme a lei... >> propose Zayn.
<< Siamo tutti d’accordo, ragazzi? >> chiese Louis, serio.
Uno sguardo bastò...
 
L’ospedale era situato ai margini di Milano, e per questo ci mettemmo una buona mezz’ora per raggiungerlo, considerando anche la sosta per comprare il mazzo di margherite gialle, che era stato affidato a Niall.
Era una struttura moderna, circondata da un ampio giardino curato, nel quale i malati meno gravi passeggiavano all’aria aperta.
<< Dunque ragazzi, possiamo fermarci per un’oretta abbondante. >> questo fu ciò che ci disse Mark,una volta scesi dalle auto.
Entrammo dall’ingresso principale, dove un’infermiera, non appena ci vide, ci venne incontro.
<< Buon pomeriggio, Vi aspettavamo! Io sono Silvia e vi accompagnerò dalla nostra paziente. >> disse avviandosi verso gli ascensori.
<< Diana si trova al 3° piano, camera 309. Vi prego, regalatele un sorriso, ne ha davvero bisogno... >> aggiunse guardandoci.
 
POV Emily
 
I medici, purtroppo, avevano avuto ragione: nell’ultimo periodo, Diana era peggiorata molto.
La mia amica non si alzava più dal letto, neanche per andare in bagno, non ne aveva più le forze; una macchina la aiutava a respirare perché non riusciva più a farlo autonomamente.
Venerdì era stata l’ultima volta che avevamo chiacchierato: nei giorni successivi era sempre stordita dalla morfina che i medici le somministravano per sopportare il dolore.
Oggi era lunedì stavano per arrivare i One Direction e quella stanza, dove avevo passato quasi tutti i pomeriggi degli ultimi due mesi, era diventata troppo stretta.
Mi sentivo rinchiusa in una gabbia, soffocavo nella mia tristezza...
L’unica cosa che quella mattina mi aveva fatto alzare dal letto era stata la consapevolezza di poter far felice, almeno ancora una volta, Diana.
Faceva caldo quel giorno e così infilai al volo le prime cose che trovai per andare in ospedale.
Monica aveva chiesto il permesso, di far entrare i ragazzi, allo staff medico e loro avevano acconsentito, mettendo a disposizione un’infermiera per accogliere gli ospiti e controllare che Diana stesse “bene” durante l’incontro.
Ora, seduta fuori dalla stanza della mia amica, la tensione accumulata nell’ultimo periodo voleva uscire e così scoppiai in lacrime, come ormai succedeva quasi ogni giorno.
Mentre piangevo, il mio cuore si svuotava di emozioni represse ed i miei occhi si appannavano sempre più, e per questo motivo non mi accorsi nemmeno che l’infermiera tanto attesa era finalmente arrivata.
Sentii, invece, due braccia calde stringermi forte e parole sussurrate dolcemente nel mio orecchio: << Sono qui, non piangere... >>.
Sollevando lo sguardo, mi accorsi che quell’estraneo tanto gentile che stava cercando di consolarmi era Harry Styles.
E mi accorsi persino di aver bagnato tutta la sua T-shirt.
<< Scusa, non volevo! >> sussurrai, cercando di asciugarla un po’ con il fazzoletto che mi aveva appena offerto Niall...
<< Oh, non importa, ne ho tante altre in valigia! >> disse lui, facendomi l’occhiolino.
Un’altra mano iniziò ad accarezzarmi i capelli e alzando lo sguardo, incontrai gli occhi azzurri di Louis che mi guardavano con dolcezza.
<< Non devi piangere, vedrai che tutto si risolverà! >> esclamò sorridendomi.
<< Che ci fai qui seduta tutta sola? >> domandò Liam.
<< Diana sta riposando e avevo pensato di andare a prendere una bottiglietta d’acqua alle macchinette qui dietro... >> mentii.
<< Vado io a prendertela, se vuoi! >> annunciò un ragazzo che, sinceramente, non conoscevo.
<< Ah, scusa! Loro li conosci già, mentre io mi devo presentare. Mark Stevenson, organizzatore di eventi. >> aggiunse quest’ultimo e, dandoci le spalle, si avviò lungo la corsia, tornando da dove era venuto.
Ed io ero rimasta con 5 “quasi perfetti sconosciuti”...
 
Non passò molto tempo che già Mark era di ritorno con la bottiglietta d’acqua.
<< E a me non hai portato niente? >> chiese Louis, fingendosi offeso.
<< Tu non ne hai bisogno, lei si! >> lo contraddì Zayn, che fino a quel momento era stato silenzioso in disparte.
<< Grazie, ma sto bene, avevo solo sete... >> dissi, fingendo ancora.
<< Se volete, possiamo andare da Diana ma vi avverto che la mia amica è stata sedata per evitarle troppo dolore... >> aggiunsi subito dopo.
Loro mi fissarono, con compassione credo, e annuirono silenziosamente.
 
La visita fu breve ma, la cosa che più sarebbe rimasta nella mia memoria, sarebbe stato il debole sorriso che Diana mi rivolse dopo aver saputo come ero riuscita a trascinare fin lì i One direction...
I ragazzi avevano portato una chitarra con loro e dopo aver suonato Little Things e aver chiacchierato un po’ con noi, furono avvertiti da Mark che dovevano tornare in hotel per prepararsi al concerto che ci sarebbe stato in serata.
Mi offrii di accompagnarli all’uscita e prima di salire sui loro Suv, Harry si fermò e tornò indietro, verso di me.
<< Senti, ti va di venire al concerto stasera? So che senza Diana non sarà la stessa cosa ma ci terrei davvero tanto! Sarai il mio portafortuna... >> disse tutto d’un fiato.
<< Oh, non so! Io... Ok! >> ero confusa, ma in fin dei conti Harry aveva ragione: non potevo fare niente per la mia migliore amica, se non continuare a sperare.
<< Se mi dai il tuo indirizzo, chiederò a Mark di mandare un SUV a prenderti... >> sussurrò, avvicinandosi.
<< Grazie... >> sorrisi.
Era stata una bella giornata, dopotutto.
E non era ancora finita...
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Wow, questa volta ho impiegato meno tempo a pubblicare il nuovo capitolo: sto migliorando?
Vi lascio qui sotto le foto di Emily, Mark e dell’outfit di Emily il giorno dell’incontro ( naturalmente da immaginare senza tacchi ma con le scarpe da tennis).
Detto questo, ringrazio tutte le persone che passeranno a leggere e magari, perché no, lasceranno anche una piccola recensione..
A presto,
Calliope ;)


Mark
Mark...










Outfit Emily


Emily

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