The Secret of the Grand Line

di Strawberry Milkshake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


THE SECRET OF THE GRAN LINE
 
CHAPTER 1
 
 
 
La bimba cominciò a correre frettolosamente per la stradina che si snodava in mezzo al mercato, gremito di gente. Cercò più volte di non inciampare, mancando sempre di un soffio la caduta. Si faceva strada spingendo, incurante delle signore stizzite che le urlavano dietro e a cui rispondeva con un –mi scusi!- biascicato frettolosamente.

Finalmente intravide alla fine della strada una piccola costruzione in legno, accelerò il passo, mordendosi la guancia cercando di non pensare all’intenso bruciore dei suoi piccoli muscoli. Si fermò esausta davanti a una piccola porticina di legno sul retro della struttura.

Dopo qualche minuto si fece forza, mettendosi in punta di dita riuscì a raggiungere la maniglia, e si precipitò dentro animata da nuova energia.

Salì a due a due le scale in legno, raggiungendo la sua stanza. Lanciò l’impermeabile, di un rosa scolorito, sulla sedia della scrivania, si tolse gli stivaletti rossi e si cambiò velocissima.

Corse giù dalle scale, facendo un gran rumore, saltò agilmente le casse di rum addossate alla parete e raggiunse l’immenso bancone, della locanda.

-Ehi Akiko, già di ritorno? Pensavo fossi andata a giocare in spiaggia!-

Akiko si voltò verso la ragazza che le aveva parlato, era alta e slanciata, coi capelli castani legati in una treccia e gli occhi ambrati.

-Si sorellona Kikyo, ma poi ho visto delle navi nuove ormeggiate al molo, e così sono corsa qui!-

-Capisco…- disse Kikyo, chinandosi e accarezzando i capelli corti di Akiko  -Allora, mi dai una mano? Questi pirati sono molto affamati!-

-Sì!- esclamò la bimba piena di entusiasmo, dirigendosi ai tavoli con due enormi calici di birra.

-Guarda guarda chi c’è qui, la mia piccola preferita!- esclamò l’uomo a cui Akiko aveva porso il boccale. Indossava un mantello nero col cappuccio, lacerato in diversi punti.
Si tolse il capello, rivelando la chioma bionda.

-Jake! Sei tornato!- urlò la piccola, abbracciandogli la gamba, l’unica cosa che fosse alla sua altezza, e attirando l’attenzione degli altri clienti.

-Bentornato Jake!- salutò Kikyo, mentre strofinava la superficie del bancone con una pezza.

Subito dopo apparvero anche gli altri membri dell’equipaggio, che si accomodarono vicino al loro capitano.

-Il solito Kikyo!- urlarono, prima di mettersi a ridere senza un motivo particolare.

Jake prese in braccio Akiko, facendola sedere sulle sue ginocchia.

-Ehi microbo, ancora qui?- chiese scherzosamente Bill, un uomo basso, tozzo e con due braccia enormi, specializzato nell’uso di armi da fuoco.  –Ogni volta che ti vedo mi sembri sempre un po’ più piccola!-

-Non è vero! Sono cresciuta di ben cinque centimetri quest’anno!-

-Oh, allora adesso sei un gigante!-

-Basta, smettila di prendermi in giro!- disse la piccola, corrucciando le sopracciglia e storcendo le labbra, in una smorfia che aveva del comico.

-Ecco ragazzi, a voi! E vedete di pagare!-

-Ahahaha, ma per chi ci hai preso, siamo gente onesta noi!- disse Jake, scambiando uno sguardo complice con la barista, che si limitò a sorridere.

-Sai Jake, la sorellona non vedeva l’ora che tornassi, pensa che tutte le sere non faceva che ripetere…-

-Akiko!- urlò la ragazza, rossa fino alla punta dei capelli.

I  ragazzi si limitarono a ridere  -Sapessi noi microbo! Il capitano non faceva che sospirare sul ponte e…-

-Bill! Quante volte te lo devo dire? Lo sai che quando bevi troppo inizi a delirare!- disse Jake, tappando la bocca al suo vice, che non la smetteva di ridere.

Akiko sorrise, si vedeva lontano un miglio che Jake e la sorellona si volevano bene, e sarebbe stata felice se si fossero sposati, ma erano troppo timidi per dichiararsi.

Valli a capire questi grandi!

-Senti Jake…- disse la bimba, tirando il colletto della maglia al pirata  -Raccontami della tua ultima avventura!-

Il pirata finì di bere dal boccale, si asciugò un angolo della bocca e cominciò a parlare, sotto lo sguardo attento di tutti i presenti, che si apprestavano ad ascoltare il racconto.

-Beh…siamo appena tornati da Water7, la metropoli dell’acqua!- dichiarò fiero il pirata, con uno scintillio negli occhi  -È una città grandissima, attraversa letteralmente dal mare, non ci sono strade, ma solo canali d’acqua di tutte le dimensioni, grandi piccoli, enormi! I ponti sono sospesi sopra i canali, c’è ne sono alcuni lunghissimi! E poi c’è anche l’ascensore d’acqua, ma la vera ragione per cui è così famosa sono i cantieri navali! A Water7 costruiscono le migliori navi di tutto il mondo, i cantieri sono vastissimi, pieni di gente! Ci sono navi di tutti i tipi, adatti a tutti. Noi siamo andati dal migliore per farci costruire la nostra, si chiama Tom, un genio! In meno i due giorni ha costruito la nave, è perfetta, non c’è un minimo dettaglio fuori posto.-

Akiko provò a immaginarsi la città, le sarebbe piaciuto andarci un giorno, così magari avrebbe potuto surfare per le vie allagate. E forse avrebbe conosciuto anche questo fantomatico Tom! Chissà che tipo era, grande e grosso come Bill? Probabile, per fare un lavoro come il suo bisognava essere forti e avere tanti muscoli.

-Che bello, anch’io voglio andare a Water7!-

-Penso che tu sia ancora un po’ troppo piccola e gracile per andarci! Sai quanti nemici e mostri devi affrontare per raggiungere la città?-

-Non preoccuparti, quando sarò grande  diventerò fortissima, e sconfiggerò tutti quelli che avranno la malsana idea di mettersi contro di me!-

-Oh, ma come siamo determinati qui!- disse Jake, rovistando nella tasca del mantello  -Ecco, questo è per te!- disse, porgendo alla bambina un libro con la copertina rilegata in blu. Il titolo, scritto in corsivo dorato, recitava “The Secret of the Gran Line”.

Akiko lo aprì, sfogliando una a una le pagine ingiallite, che raffiguravano città, isole, mostri marini di tutti i tipi. Ammirò estasiata le foto dei frutti del mare  -Guarda Jake!- disse, indicando un frutto verdognolo simile a un’anguria  -Questo è quello che hai mangiato!-

-E come fai ad esserne così sicura?-

-Qui dice che conferisce una velocità sovraumana, quindi è quello che ha mangiato tu!-

-Sai leggere Akiko? Ma hai solo quattro anni!-

-E allora? Ho imparato da sola, sai, non potevo mica permettere che tutti i libri della sorellona finissero impolverati!-

-Capisco- disse l’uomo, scompigliandole i capelli corvini  -Beh, adesso dobbiamo ripartire, penso che torneremo fra un paio di mesi, se tutto va bene-

-Possiamo accompagnarti al molo?- chiese speranzosa Akiko.

Jake sorrise  -Ma certo-


 
 
 
-Allora fai buon viaggio, in bocca al lupo-

-Tornerò presto, abbi cura di te e della peste-

-Akiko? Non ti preoccupare, andrà tutto bene-

Kikyo baciò Jake, prima di salutarlo, inconsapevole che la piccola Akiko aveva osservato tutta la scena del parapetto della nave.

-Bleah, che schifo, ma allora è vero che i grandi si baciano in bocca!- disse la piccola, facendo una smorfia disgustata.

-Adesso dici così, aspetta di screscere e cambierai idea! Allora, ti piace la nave, microbo?-

-Si, è grandissima, questo Tom è stato davvero molto bravo! La prossima volta però voglio anche farci un giro!-

-Umm, si puo’ fare, però devi promettermi che farei la brava per i prossimi mesi!-

-Si zio Bill!- disse Akiko, stringendo il mignolo al pirata.

Scese dalla nave e corse verso sua sorella. Una piccola folla di gente si era radunata, alcuni sventolavano fazzoletti, altri agitavano le mani, alcuni urlavano con le mani attorno alla bocca per farsi sentire.

-CIAO JAKE! ATTENTO A NON FARTI CATTURARE DALLA MARINA!-

-NON PREOCCUPARTI! TORNERÒ PRESTO! VEDI DI CRESCERE NEL FRATTEMPO!-

-CONTACI!-

Passarono alcuni minuti, la nave diventava sempre più piccola, finchè non fu più visibile all’orizzonte.

Akiko rimase a guardare il mare che si tingeva di rosa alla luce del tramonto.

-Allora, vogliamo andare?-

La bimba afferrò la mano della sorella diciassettenne, facendo scintillare gli occhi ametista.

-Sì!-

E si avviarono verso la locanda.   

 
 
 
*Angolino dell’autrice*
Salve a tutti!
Spero che la mia storia vi abbia incuriosito, sapete è una cosa che ho in mente da tempo, e finalmente sono riuscita a pubblicarla.
Come spero avrete capito, gli eventi si svolgono prima della morte di Gold Roger, per essere precisi in realtà la sua ciurma non esiste ancora.
So che molti di voi magari saranno un po’ confusi, ma non preoccupatevi, vedrete che col tempo si chiarirà tutto!
Che altro dirvi, aspetto i vostri gentili commenti!
Un bacione
Strawberry Milkshake.
 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


THE SECRET OF THE GRAND LINE

CHAPTER 2
 
 
Il Giovedì era sicuramente il giorno preferito di Akiko.

Per le piccole viuzze del  villaggio di Kaan, sorto sull’omonima isola del mare meridionale, appena i raggi del sole iniziavano a fendere l’aria, mille bancarelle dai colori sgargianti spuntavano come funghi dopo un giorno di pioggia.

La piccola Akiko adorava il mercato di Giovedì mattina, l’unico giorno in cui le bancarelle sfoggiavano i migliori dolci dell’intera settimana. Si diresse verso un bancone sconosciuto. Osservò deliziata l’enorme assortimento di cioccolata, indecisa se spendere o no le sue due monetine d’argento.

-Mi scusi signore!- disse la piccola, attirando l’attenzione del proprietario.

-Dimmi tutto piccolina!-

-Cosa sono queste?- chiese, poggiando il ditino sul vetro e indicando uno dei tanti dolci.

-Quella? È una frittella con sciroppo di cioccolato appena sfornata. Che dici, te la incarto?-

Akiko ci pensò un po’ su, quella frittella era davvero invitante, non c’era dubbio, ma sicuramente le ciambelle di Greta erano molto più buone.

-No grazie, sarà per la prossima volta. Ciao!-

L’uomo non ebbe neanche il tempo di rispondere, che la bambina era scomparsa nella folla.

La bancarella di Greta, una giovane ragazza, nonché migliore amica di Kikyo, si trovava in fondo alla strada principale, addossata su un muretto di pietra liscia. Da lì in poi si potevano prendere due strade: quella di pietra, che portava al vecchio faro, oppure la stradina che portava alla spiaggia.

Akiko trotterellò felice davanti alla bancarella, mettendosi in coda dietro a una vecchietta intenta a scegliere tra uno spumone alla fragola o una fetta di torta ai mirtilli. Vedendo che la donna non riusciva proprio a decidersi, Akiko le tirò gentilmente la gonna del lungo vestito bordò.

-In confidenza, la torta ai mirtilli è una vera rarità! Dia retta a me, scelga quella!- le disse, strizzandole l’occhiolino.

La donna le sorrise ringraziandola e poco dopo se ne andò via con il suo acquisto.

Con un piccolo balzo, Akiko poggiò le mani sulla vetrina, mentre in punta di piedi cercava le sue agognate ciambelle.

-Ehi Akiko, buongiorno!-

-Ciao Greta!-

-Cerchi le ciambelle? Adesso arrivano, sono quasi pronte, sai, oggi abbiamo anche la glassa ai frutti di bosco.-

Un sorriso enorme si fece strada sul volto della bimba, che già pregustava il dolce sapore delle more. Poco dopo, Greta spuntò con un vassoio carico di ciambelle coloratissime. Prese un sacchetto e cominciò a infilarcene un paio.

-Allora, prima mettiamo quelle con i canditi, poi una al cioccolato, una con la marmellata di fragole…- recitò a memoria la bionda, mentre Akiko annuiva entusiasta  -…Poi ne mettiamo una alla crema, una alla vaniglia e una ai frutti di bosco.-

-Ma…aspetta un momento…- disse la bimba, cercando di far quadrare i conti con le dita delle mani  -Io non ho tutti questi soldi! Hai messo troppe ciambelle!-

-Ops, che sbadata, vuol dire che per questa volta offre la casa, va bene?-

-Ah, per me va benissimo! Se vuoi anche la prossima settimana possiamo fare così!-

Greta si limitò a sorridere socchiudendo gli occhi ambrati.

-Adesso vado, ci vediamo domani, ah, e ti saluta la sorellona!-

-Salutala anche tu da parte mia piccola!-

Ma Akiko era già corsa giù per il sentiero che portava in spiaggia.

Si fermo col fiatone, pescando una ciambella a caso e addentandola. Il sapore del cioccolato le scivolò dolce in gola. Si fermò un momento per togliersi le scarpe, affondando i piedi nella sabbia e correndo verso la battigia.

Le piaceva molto la spiaggia, come del resto la sua isola. Kaan era una piccola isola al centro degli scambi commerciali, quindi era frequentata abitualmente sia da pirati che da Marine, che sembravano vivere in tacito accordo gli uni con gli altri. Jake le aveva raccontato che questo però succedeva solo quando erano sull’isola, appena salpavano, infatti, tornavano a darsi la caccia a vicenda.

Akiko non sapeva chi erano i buoni e chi erano i cattivi. Certo, verrebbe da pensare che i buoni fossero i Marine e i cattivi invece i pirati, però Jake era un pirata buono, ed era sicura che esistessero Marine cattivi, quindi la faccenda si faceva sempre più complicata.

Mentre rimuginava su questo dilemma, un colpo di vento decisamente dispettoso, le fece volare via il cappello. Prese ad inseguirlo, ma proprio non riusciva ad acchiapparlo.

La sua corsa si arrestò di colpo quando batté contro qualcosa di non identificato.

Si massaggiò il naso dolorante, alzando poi lo sguardo in alto. Durante i suo tentativo di recupero, era andata a sbattere contro la gamba di un ragazzo.

Akiko lo guardò per un po’, era alto e muscoloso, portava un paio di pantaloni neri e al collo una sciarpa del medesimo colore. Nonostante facesse freddo, girava a torso nudo.

Il ragazzo si chinò, in modo da raggiungere la stessa altezza della bambina. Le sorrise gentilmente.

Akiko si perse a contemplare gli occhi del giovane, erano stani, ma anche affascinanti. Completamente bianchi, a prima vista, ma uno sguardo più attento rivelava la presenza di venature bluastre.

-Penso che questo ti appartenga- le disse, porgendole il cappello.

Akiko lo prese tra le mani, regalando un grande sorriso al suo interlocutore. Il ragazzo sorrise a sua volta, rialzandosi e dirigendosi verso la nave che stava per partire. Akiko gli tirò un lembo della sciarpa  -Aspetta! La vuoi una ciambella?- chiese, porgendogli quella alla marmellata di fragola.

Il ragazzo ci pensò su, alla fine accettò, sorridendo ancora.

-Grazie, sai, la fragola è il mio frutto preferito…-

-Wow, sono diventata veggente! Allora, mi dici come ti chiami?-

-Kage. Fujisaki Kage.-

-Fujisaki…è molto principesco! Sei un principe?-

-No, sono un pirata-

-Anche tu! Il ragazzo di mia sorella è un pirata, e anch’io lo diventerò da grande!-

-Allora ci rincontreremo di sicuro…Però se non mi dici il tuo nome sarà un po’ difficile, non credi?-

-Mi chiamo Akiko!-

-Bene, Akiko….Tieni, questo è per te! Sono sicuro che ne farai buon uso.-

Kage la salutò con un cenno della mano, mentre si avviava verso la nave. Akiko restò a guardare finchè l’imbarcazione non divenne un punto indistinto all’orizzonte.

Osservò il sacchetto di stoffa decorato che le aveva dato Kage. Che strano ragazzo, così misterioso!

Senza darci troppo peso tornò alla locanda, salutò Kikyo con un bacio veloce, mise le ciambelle nella credenza e si avviò al piano di sopra, salendo le scale a due a due.

Si lanciò sul letto nel vero senso della parola. Recuperato il libro di Jake dal comodino, iniziò a giocare un po’ con il sacchetto misterioso.

-Chissà che cosa c’è qui dentro…magari una pietra preziosa, oppure un loge pose, forse qualche conchiglia strana…Tu che dici Jake?- chiese, rivolta al libro  -Ormai sono passati tre mesi da quando sei partito, quindi dovresti ritornare tra poco!-

La piccola smise di torturare il piccolo sacchetto di stoffa e decise di aprirlo. Infilò la manina nell’apertura e la ritrasse con la curiosità alle stelle.

Sul palmo della piccola manina svettava una mela rossa dall’aspetto succoso. Akiko sgranò gli occhi, passando un ditino sulle venature concentriche della buccia.

-Un…Un frutto del mare!!!-
 

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


THE SECRET OF THE GRAND LINE
 
CHAPTER 3
 
 
 
Akiko non riusciva a crederci, quello era un frutto del mare, uno vero!

Se lo rigirò tra le mani estasiata, con gli occhi che le brillavano dalla troppa felicità.

Velocemente aprì il libro che teneva in grembo, sfogliando rapidamente le pagine che conosceva a memoria. Si fermò alla sezione “Frutti del mare”.

Iniziò la sua meticolosa ricerca ammirando le foto dei frutti, finchè, dopo un po’, riconobbe la mela incriminata. Iniziò a leggere aiutandosi col ditino per tenere il segno, non era molto veloce e spesso le si stancavano gli occhi, ma comunque continuò.

-Categoria, Rogia, nome, frutto Chi Chi…-

Un Rogia addirittura! Se l’avesse mangiato sarebbe diventata fortissima! Però che nome buffo, assomigliava a quello delle galline del vecchio Mike!

Continuando la lettura, scoprì che l’ultimo pirata che aveva ricevuto i suoi poteri era stato un tale di nome Rob. La piccola aveva anche scoperto che, quando muore qualcuno che ha mangiato un frutto del mare, i suoi poteri non vanno perduti, ma nasce un altro frutto uguale. Akiko rimase letteralmente a bocca aperta appena scorse la foto del pirata a fondo pagina.

Aveva un tatuaggio tribale sull’occhio destro semplicemente favoloso, le piacque fin da subito. Era di un verde scuro, ed attraversava verticalmente l’occhio, scendendo sul collo e finendo a metà spalla.

Rimase in muta contemplazione per un tempo interminabile, finchè, spinta dalla curiosità, si rimise a leggere da dove aveva interrotto.

-…Chiunque possieda i poteri del frutto Chi Chi, sarà in grado di man…mani…manipolare, che parola difficile, il sangue in tutte le sue forme.- La piccola corrucciò le sopracciglia  -Ma come? Il sangue non è solo liquido?-

Continuando, il testo diceva che il sangue può presentarsi in diverse forme, liquido o cristallizzato.

I poteri del frutto Chi Chi permettono la manipolazione del sangue in tutte le sue forme, e il controllo del passaggio da liquido a cristallizzato, (o viceversa). Inoltre permette di controllare la velocità della circolazione in qualunque essere vivente.

Akiko chiuse il libro, non riuscendoci ancora a credere.

Abbandonò la testa sul cuscino, poi, quasi d’istinto, si portò il frutto alla bocca e lo addentò.

Faceva assolutamente schifo, era amaro, ma così amaro, che i toast al formaggio mezzi abbrustoliti dello zio Bill al confronto erano sublimi!

-Schifooooo, bleah!-

L’amaro in bocca passò presto, e Akiko era super eccitata. Adesso che aveva mangiato un frutto del mare, aveva acquisito dei poteri sovrannaturali! Però era anche vero che adesso non avrebbe più potuto nuotare…

-Beh, nuotare, nessuno ha mai parlato di surfare! Al massimo se cado dalla tavola mi vengono a ripescare!-

La bimba si alzò, decisa a raccontare tutto alla sorellona. Solo allora si accorse del piccolo foglietto che sporgeva dal sacchetto che le aveva dato Kage. Lo tirò fuori, spiegandolo con attenzione. In bella grafia c’era scritto:

Consigli per imparare ad utilizzare i poteri del frutto del mare Chi Chi:

1) Per imparare a sfruttare al meglio i poteri del frutto bisogna fare molto esercizio. Cominciate con la percezione della vostra circolazione e del battito cardiaco.

2) Quando sarete divenuti abili, provate a percepire la circolazione delle persone che vi stanno accanto e confrontatela con la vostra. È bene saper svolgere questo esercizio alla perfezione, in base al battito cardiaco infatti, si può capire se una persona e sincera o meno.

3) Il prossimo passo consiste nella manipolazione del sangue superficiale, ad esempio quello procurato da una ferita. Concentratevi sul liquido, dopodiché cominciate a dargli una forma muovendo le mani.

4) Dopo aver imparato a manipolare il sangue superficialmente, fatelo passare dalla forma liquida alla forma cristallizzata. Non è complicato, basta comprimere il sangue in una superficie molto ridotta.

5) Infine, dopo essersi accertati di riuscire a svolgere i seguenti esercizi in maniera perfetta, si può passare all’ultima fase: il controllo della circolazione. Iniziate prima con la vostra, rallentando il flusso di sangue in alcune zone o accelerandolo. Fate sempre attenzione a non prolungare questo esercizio per troppo tempo, i tessuti muoiono se non ricevono la giusta quantità di ossigeno!

Quando sarete in grado di controllare la circolazione altrui allora potrete essere soddisfatti. A quel punto, comparirà il tipico tatuaggio tribale. Ognuno ne ha uno proprio, e non sarà mai uguale a quello di un altro!

 
13 Giugno, cabina 18 della Saint Onorè, Fujisaki Kage.
 
-Che bello, avrò anch’io un tatuaggio!!!- esclamò Akiko entusiasta.  –Però questo deve rimanere un segreto, se la sorellona sa di questa cosa mi metterà, come minimo, in punizione a vita!-

-Akikoooo! Vieni, è pronto!-

-Arrivo!-

Prima di scendere, infilò il fogliettino in mezzo alla pagina del libro, che richiuse e sistemò sul comodino.

Mangiò il più velocemente possibile, chiedendo “solo” tre porzioni di riso sotto lo sguardo allibito di Kikyo.

-Bene, ho finito, adesso vado in spiaggia a giocare, ciao!- e corse via col libro stretto in petto.

Arrivata, si sedette alla base della scogliera. Era il suo posto preferito. Tirò fuori gli esercizi, chiamiamoli così, che Kage aveva scritto e, dopo aver studiato attentamente il primo punto, chiuse gli occhi e appoggiò una mano sul cuore, per concentrarsi meglio.

Caspita se era difficile!



 
 
La nave aveva lasciato il molo da un paio d’ore.

Kage si abbondonò lungo il parapetto, non smettendo però di guardare il cielo. Abbozzò un sorriso, alla fine l’aveva trovata, dopo mesi di ricerca.

Si, non c’era dubbio, quella ragazzina era la prescelta.

Akiko poi, mai nome fu così appropriato!

-Come siamo silenziosi oggi! Che c’è, ti hanno rubato la lingua?-

La ragazza scese dalla prua con passo felpato, e si avvicinò al ragazzo.

Aveva capelli biondi lunghi poco più delle spalle, alcune ciocche erano di un azzurro splendente. Portava un semplice top azzurro, pantaloni aderenti neri, lunghi fino al ginocchio e scarpe alla schiava blu, rigorosamente col tacco. Sul braccio destro faceva la sua bella figura un tatuaggio tribale, che passava dai toni del blu a quelli più chiari dell’azzurro.

Kage allargò il braccio, in modo da far sedere la ragazza accanto a lui.

-No, almeno non ancora-

-Allora…Non dirmi che stai pensando a un’altra! Si, magari a quella bambina dell’isola!- disse ridendo, dandogli un buffetto sulla guancia.

-Purtroppo è così Lexi, mi dispiace ma mi ha rapito il cuore!-

-No, non puoi farmi questo, come farò senza di te? Ahahah! E comunque Akiko è la mia bambina pucciosa, non tua!-

-Ma se nemmeno la conosci.-

-Non importa, tu non ci sai fare coi bambini, li traumatizzi, è un dato di fatto!-

-Io? Oh, andiamo, i bimbi mi adorano! Solo loro che fuggono terrorizzati appena ti vedono! Hai decisamente troppi orecchini mia cara…- disse, sfiorando l’orecchino a forma di ancora della ragazza  -…Non credi anche tu?- le sussurrò nell’orecchio.

-…Non vale, smettila di fare quella voce roca! E comunque, no, io sono più brava coi bambini!- e gli fece una linguaccia.

Kage si limitò a ridere –Oh, dai, posso farmi perdonare!-

-Quel tono non mi piace…-

-Andiamo, non farti pregare Lexi!-

Alla fine, dopo aver valutato accuratamente la situazione, Lexi decise che si poteva anche avvicinare. Ma solo un po’.

 Neanche il tempo di pensarlo che Kage l’attirò a se, baciandola.

La ragazza ricambiò, era sempre il solito.

-E comunque…sapevo che morivi dalla voglia di saltarmi addosso…-

Lexi socchiuse gli occhi ametista –Ceeeerto, si vede cosi tanto? Idiota!-

-Piccioncini! Se avete finito di sbaciucchiarvi o a fare solo dio sa cosa, venite, è pronto a tavola!- urlò una voce dalla stiva.

Kage aiutò Lexi ad alzarsi, aprendole la porta come da vero cavaliere, e entrambi scomparvero nella stiva.

 
 
 
Dopo un intero pomeriggio passato seduta, le gambe di Akiko erano tutte intorpidite. La piccola era molto stanca, e alla fine era riuscita solo a percepire qualcosa d’indistinto che scorreva. Ma era già qualcosa!

Cenò velocemente e corse subito a letto. L’indomani avrebbe dovuto di nuovo allenarsi.
 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


THE SECRET OF THE GRAND LINE
CHAPTER 4


 
Da quel primo allenamento erano passati anni. Dodici, per essere precisi.

In quell’asso di tempo, Akiko, da piccola bambina, era diventata ormai una ragazza, conservando però la sua tipica ingenuità.

Aveva passato tutti quegli anni a migliorare i suoi poteri, ormai riusciva perfettamente a manipolare il sangue. Dodici anni di segreti, perché nessuno era a conoscenza di quello che era successo  quel pomeriggio d’autunno.

Tornando alla nostra storia, a Kaan era da poco iniziata l’estate, le giornate andavano ad allungarsi e i timidi raggi primaverili lasciavano posto all’afa tipicamente estiva.

Akiko ovviamente non poteva farsi sfuggire una giornata perfetta come questa!

Seguì l’onda con lo sguardo, cominciò a remare e lesta scattò in piedi. Assecondò il movimento col bacino e puntò bene i piedi sulla tavola assumendo una posizione aereodinamica.

Iniziò a cavalcare la cresta dell’onda, il vento in faccia e l’odore del mare.

Semplicemente perfetto.

Si mise in posizione, aspettando il momento giusto.

Sorrise e si diede la spinta.

Era come volare, osservò la tavola farsi sempre più piccola sotto di lei. Fece una capriola, atterrando sulle punte con grazia.

-Yeah, un’altra esibizione perfetta!-

E dire che la prima volta che aveva provato quella acrobazia, era caduta…cinque? Dieci volte? E l’avevano dovuta ripescare…

Decise di ritornare al più presto sull’isola, aveva fame, e le priorità sono priorità!

Con la crescita l’appetito di Akiko era raddoppiato, così, invece che delle cinque misere porzioni di riso, si riteneva soddisfatta alla decima. E quasi sempre aveva ancora fame. Ma la cosa assurda, che suscitava l’invidia delle altre ragazze del villaggio, era che nonostante tutto il cibo che ingurgitava, il suo peso non variava. E quindi non si poneva certo problemi di linea, anzi, mai toglierle il cibo di bocca! Chiedete a Bill, che una volta, per gioco, aveva cercato di rubarle l’ultima mozzarellina dal piatto. Akiko gli aveva ringhiato contro, infilzandogli un dito con la forchetta.

La ragazza stava allegramente remando verso la riva quando, qualcosa di non meglio specificato, le passò così vicino, che a momenti non si rovesciò.

Alzò lo sguardo con le imprecazioni già pronte, ma rimase senza parole. Una nave.

UNA NAVE!

Ok che eravamo abbastanza lontani dalla costa, ma, una nave non dovrebbe viaggiare a quella velocita!

Dal parapetto si affacciò un uomo, aveva dei capelli lunghi e biondi, con una barba nera.   Indossava dei simpatici occhiali del medesimo colore, con le lenti tonde.

Akiko rimase a guardarlo, in piedi sulla tavola.

-Scusa, sai per caso da che parte è l’isola di Kaan?- le chiese l’uomo, sporgendosi per farsi sentire

-Si, visto che anch’io devo andare fin là, mi potete dare uno strappo?-

Sicuramente non era normale chiedere certe cose a gente che non si conosce nemmeno, ma la ragazza aveva così tanta fame che non ci pensò su due volte.

L’uomo parve rifletterci un po’ sopra, scomparve della visuale di Akiko e poco dopo lanciò una scaletta.

Akiko, tutta contenta, si avvicinò, tenendo la tavola sotto braccio e cominciò a salire.

-Hop!-

Con un’agile balzo atterrò sul ponte dell’imbarcazione. Poso la tavola da surf per terra e si sedette sul parapetto, tenendosi con le mani.

Davanti a lei si radunarono quelli che dovevano essere i membri dell’equipaggio.

Un ragazzo, dai capelli neri come onice, si fece avanti, alzando il buffo cappello di paglia e scoprendo gli occhi color pece.

Era un pirata, sicuramente, anche perché i membri della Marina non se ne andavano in giro in casacca arancione e bermuda.

Alzò velocemente lo sguardo e intravide la bandiera col teschio sventolare felice.

Tornò a concentrarsi sul ragazzo, che le sorrise.

-Allora, piacere, sono il capitano di questa nave. Il mio nome è Roger, Gol D. Roger. Stiamo cercando di raggiungere l’isola di Kaan, ma non abbiamo la più pallide idea di dove si trovi il porto!- disse, grattandosi la testa con una mano e ridendo per sdrammatizzare.

Quello era veramente un buffone.

Akiko si lasciò sfuggire un sorriso, mentre il ragazzo continuò con le presentazioni –Lui è il mio vice, si chiama Rayleigh.- disse raggiante, mentre indicava l’uomo che si era affacciato poco prima. Rayleigh accennò un saluto con la mano, e Akiko notò la cicatrice sull’occhio destro.  –Lui invece è Scopper Gabin, ma puoi chiamarlo Gab!- Akiko vide Rayleigh dare una gomitata mentre Gabin lo guardava di sottecchi. Era un uomo imponente e anche muscoloso, con i capelli neri legati in una coda e gli occhiali da sole sul naso. Sulle spalle si intravedevano dei tatuaggi blu asimmetrici. –E infine lui è Seagull, è la nostra vedetta.- indicò un uomo robusto, pelato come una palla da bowling e così pallido che Akiko pensò di trovarsi davanti a un vampiro. Inoltre il naso largo gli conferiva un aria buffa.

Il moro, finito di presentarle la sua ciurma, le sorrise, sistemandosi il cappello di paglia e aspettando che parlasse.

La ragazza si schiarì la voce –Mi chiamo Akiko, è provengo dall’isola di Kaan, grazie per la vostra ospitalità. E per la cronaca, il porto è verso nord, non sud.-

-Ah, te lo avevo detto io che la cartina la stavi leggendo al contrario, Gab!-

-Ah, si, stai insinuando che adesso è colpa mia? E non chiamarmi Gab, è osceno come nome!-

Rayleigh alzò gli occhi al cielo esasperato, mentre Roger, sempre ridendo, andò a separare i due.

Gabin prese in mano il timone, invertendo la rotta.

-Allora, a quando vedo siete dei pirati.-

-Si, questa sarà la ciurma che navigherà l’intera Grand Line, arriveremo fino alla fine degli oceani conquistando il mondo! E naturalmente troveremo anche il più grande tesoro, altrimenti non avrebbe senso, ahahah!-

-Beh, è un sogno ambizioso, ma anche molto bello. Cosa vi spinge a Kaan?-

-Stiamo reclutando uomini. Sai, la vita è un po’ difficile in quattro.-

Roger indicò Gabin e Seagull intenti ad uccidersi mentre Rayleigh cercava di tenerli a bada.

-Eccoci, siamo arrivati!- disse Akiko, indicando un piccoli porto di legno. –Potete ormeggiare la nave lì senza problemi, la Marina di solito lascia stare i pirati, a meno che non radiate mezzo villaggio al suolo! Avevate un’idea del genere in mente?-

-No, almeno, dovrò cambiare i miei piani adesso che mi dici così, ahahah!-

Ma bene, il pirata era anche spiritoso. Che tipo strano.  

Sbarcarono una decina di minuti dopo, Akiko constatò con grande gioia che Jake era tornato, veloce, ripose la sua tavola nel magazzino del porto e tornò da Roger a la sua ciurma.

-Bene, grazie mille Akiko, ora….dovremo cercare un locanda…..Umm….-

Roger si grattò la testa pensieroso. Akiko continuava a ridere, erano troppo esilaranti.

Il moro alzò la testa di scatto, mentre continuava a grattarsi la testa nervosamente –Akiko-chan, non è che per caso sapresti indicarci una locanda?-

Appena finita la frase si sentì un borbottio sommesso e Roger, più imbarazzato che mai, continuò a ridere.

Akiko rise, mentre con un cenno della mano li intimava a seguirla.

-Ma mi spieghi che razza di capitano sei?-

-Un deficiente!- dissero all’unisono Gabin e Seagull, tra le risa generali.

-Eccoci, siamo arrivati.- disse Akiko, fermandosi alla ‘Perla Nera’, la locanda che gestiva Kikyo.

-Mi raccomando capitano, non spaccare altre sedie!- raccomandò Rayleigh, mentre Roger si limitò a ridere rumorosamente.

Akiko si precipitò dentro, il locale era gremito di gente. Subito corse verso la chioma bionda di Jake, e gli oscurò la visuale con le mani. Salutò Bill con un occhiolino, mentre gli altri della ciurma ridacchiavano.

-Umm, c’è una pulce qui…- disse il biondo, mentre Akiko, sciolta la presa, lo abbracciò.

-Akiko, alla buon’ora, pensavo che la corrente ti avesse trascinato via!- disse sarcasticamente Kikyo, mentre recuperava una maglietta da sotto il bancone e la porgeva alla sorella.

-E da un po’ che non ci si vede Jake! E si può sapere che cosa hai fatto al viso? Non pensavo che seguissi anche tu la moda delle cicatrici- disse la mora, indossando una maglietta bianca a righe azzurre sopra il bikini umido e sedendosi a gambe incrociate sul bancone.

-No, ho avuto uno scontro con un altro pirata…- disse vago, facendo roteare il liquido dorato del bicchiere.

Roger e la sua ciurma intanto, si erano seduti al bancone, vicino ad Akiko. La ragazza vide confabulare Gabin e Seagull, ma non ci diede troppo peso.

-Ma dai, ti sei fatto fregare da un altro! E caro, l’età avanza per tutti!-

-Ehi, guarda che non sono così vecchio! Ma certo non è stato uno scontro equo, i giovani hanno più energia di noi…- disse sarcasticamente.

Ma come, prima dice di non essere vecchio e poi rinnega? Ma è scemo?

-Ma in teoria tu dovresti avere più esperienza…-

-La fortuna del principiante- ribatté, ma si vedeva che non gli dava particolarmente fastidio.

-E dimmi, chi è questo fantomatico pirata che ti ha battuto, vecchietto?-

-Il tuo amico li seduto!- Disse Jake, indicando Roger con il calice di birra vuoto. Il moro si limitò a sorride.

La mascella di Akiko, ma anche degli altri clienti, toccò letteralmente terra.

-M…ma…. Mi stai dicendo che questo tipo qui….ti….ti ha bat…battut….o..?-

-È molto forte, sai?-

Ma andiamo, non era possibile! Quel tipo non sapeva nemmeno leggere una cartina! Però effettivamente sembrava capace di grandi cose.

  I pensieri della mora furono interrotti da un rumore improvviso.

Nel locale erano appena arrivati dei pirati, quello che doveva essere il loro capitano era grasso, un uomo disgustoso, seguito dalla sua ciurma, di cui i componenti erano uno più orribile dell’altro.

Non aveva buone intenzioni, Akiko glielo leggeva in faccia, anche la circolazione era dannatamente veloce, e non prometteva niente di buono.

Ci sono solo tre motivi quando il cuore pompa più velocemente. Durante uno sforzo fisico, quando si ha paura di essere scoperti o di morire e quando si è eccitati. L’ultima prospettiva non era rassicurante, ma il ghigno stampato sulla faccia di quell’uomo, che continuava a fissare insistentemente il decolté di Kikyo, fece rizzare all’erta Akiko.

Roger intanto si era abbassato il cappello di paglia sugli occhi, assumendo di punto in bianco un’espressione seria, che stonava troppo con la sua personalità. Anche Jake non gli toglieva gli occhi di dosso, pronto ad intervenire in qualsiasi momento.

Il pirata si sedette con ‘grazia’ su uno sgabello, mentre i suoi compari sghignazzavano.

Kikyo, con la sua solita fermezza, prese le loro ordinazioni, ma il tipo, che la stava divorando con gli occhi, provò a prenderla per un braccio, ma la ragazza si rifiutò.

Ok, da qui iniziarono i casini.

All’inizio il pirata non sembrò darci troppo peso, ma poi, quando tornò coi piatti stracolmi di cibo, strattonò Kikyo verso di lui, mentre stringeva la presa.

-Ma come facciamo le preziose qui…- disse con una voce vomitevole. Fece per abbassare il grembiule alla ragazza, ma il suo braccio si fermò a metà.

Jake, che stava per alzarsi, si girò verso Akiko, così come Roger e gli altri clienti, trovando la ragazza con braccio destro teso verso il pirata.

-Perdonami, ma non ho mai controllato il sangue altrui! Sai, i più impreparati potrebbero fare gesti tipo questo- mosse velocemente la mano verso l’alto, seguita poco dopo dal pirata, che cominciava a urlare di dolore -Oppure potrebbe accidentalmente fare così- diede uno strattone verso l’esterno e il sangue del pirata obbedì al silenzioso richiamo, mentre quest’ultimo urlava di dolore.

-Ah, giusto mi sono dimenticata di dirti che se il sangue si ferma, i tessuti muoiono…-

Akiko fermò il sangue a metà spalla, ad ogni battito del cuore la mora faceva fermare la circolazione sempre un po’ più vicina al cuore. L’arto divenne in poco tempo nero, finchè, con un ultimo strattone, cadde a terra sotto lo sguardo terrorizzato del pirata.

Akiko assottigliò lo sguardo mentre un ghigno sadico le affiorò sul volto –Ops, forse non dovevo fare così, ti pare?-

Alzò l’altro braccio, decisa a uccidere quello schifoso essere che aveva provato a violentare Kikyo, fece aumentare ancora di più la circolazione del tipo, lasciando che il sangue uscisse a fiotti dalla ferita.

Sarebbe morto dissanguato nel giro di qualche minuto, ma così dopo avrebbe passato tutto il pomeriggio a pulire il pavimento, e non ne aveva assolutamente voglia.

Fermò nuovamente il sangue, che smise di uscire, e lo convogliò vicino al cuore, che ormai stava battendo all’impazzata.

Al pirata cedettero le gambe, andate in cancrena, e mentre il poveretto urlava di dolore e si divincolava, il suo piccolo muscolo cardiaco, troppo provato, non poté far altro che scoppiare.

Un ultimò grido, la canotta che indossava si macchiò del liquido rosso all’altezza del petto.

Akiko ritrasse la mano, lanciando uno sguardo a quella ciurmaglia di uomini rivoltanti.

Si girò, e senti solo un leggero soffio di vento e poi delle urla. I corpi dei pirati rimanenti caddero a terra, Roger  se li caricò in spalla aiutato da Gabin e uscirono.

Tornarono poco dopo, il moro con un sorriso enorme sulle labbra.

-Ah, ma guarda che casino per terra…mi dispiace ahahah!!!- disse a Kikyo, grattandosi la nuca.

La barista lo stava ancora guardando come se fosse un alieno, velocissimo, era stato anche più veloce di Jake che aveva mangiato un frutto del mare!

-Non preoccuparti, è solo sangue, si pulisce in fretta, sta a guardare!-

Con un gesto della mano Akiko, cominciò a riunire il sangue sparso sul pavimento, modellò una piccola sfera cremisi che poi si sfracellò nel lavabo.

-Ta-daaaaan!- disse la mora, per niente turbata dall’accaduto.

-A-Akiko…- balbettò Kikyo, mentre la minore si voltava verso di lei.

-L’…l’occhio…- disse, gesticolando con mano tremante.

-L’occhio? Cos’ha il mio occhio?-

Sussultò quando le dita toccarono la pelle in rilievo. Seguì, per quando possibile, il disegno impresso sul viso.

Scese dal bancone e corse verso la parete, dove c’era un piccolo specchio.

Non riuscì a proferire parola, continuava a guardare il suo riflesso

-… … …MA VIENI! È comparso il tatuaggio, è comparso il tatuaggio! Si!!! Visto Kage? Ma quanto sono brava, eh!? EH!? Evvai, I’m a fucking genius, people!- urlò, mettendosi a fare un balletto molto discutibile.

-Akiko, spiegami perché adesso hai quel…coso sull’occhio!-

-Ehi, non è un coso, è un ta-tu-ag-gio. Tatuaggio! Ed è comparso perché ho imparato ad usare i poteri del mio frutto del mare!

-Hai mangiato un frutto del mare!?- chiese la maggiore sconvolta.

-Ehm…si? Direi circa…dodici anni fa?...Anno più, anno meno…-

Jake scoppiò a ridere di punto in bianco. Rideva così forte che il visò diventò paonazzo.

-Ahahah….Ma dai….Non ci credo, ahahah! Sei riuscita a mantenere nascosto qualcosa per più di due minuti! INCREDIBILE! Presto Bill, segnati l’ora e il giorno, ahahah!!!-

-Ehi, frena un po’ vecchietto, non vorrai per caso assaggiare la mia ira?- ribatté la mora in modo teatrale, gesticolando con le mani.

Pochi minuti dopo, raccontato l’incontro con Kage, tutti stavano allegramente bevendo e mangiando.

-Bene allora, un brindisi in onore di Aki…-

Roger non riuscì a finire la frase che crollò di colpo. Esattamente. Aveva la testa abbassata, ma il braccio era ancora levato al cielo.

Forse era in arresto cardiaco, ma la circolazione era…rilassata.

-Sta…dormendo?- chiese Akiko, indicando il deficiente accanto a lei. Come a dare conferma della sua domanda, il moro cominciò a russare.

Akiko si voltò verso la ciurma di quello scimunito, trovandosi un Gabin morente, un Seagull paonazzo e un Rayleigh ridente.

-Ah, un altro dei suoi attacchi di narcolessia, presto ragazzi, mangiate tutto quello che potete adesso che è k.o.-

Akiko vide i pirati abbuffarsi a più non posso, mentre Roger continuava a dormire in piedi.

-…Ko! Urlò tutto d’un tratto il moro, finendo di alzare il calice e scolando l’intero contenuto in un sorso.

-Ehi ma…che fine ha fatto il mio cibo!?-

-Capitano, mi dispiace, ma se lei si mette a dormire, non è mica colpa nostra…- rispose il vice, addentando un pezzo di carne.

-Ma come…? Bah, stupida narcolessia, ma guarda tu, ti addormenti un attimo e ti rubano il cib…- e crollò di nuovo.

-Non è possibile, questo è un cretino, altro che Grand Line! Altro che tesori, un deficiente, ecco cosa!- sbottò la mora, cercando di stimolare Roger ma con scarso successo.

 
 
 
Roger si fermò per i tre giorni successivi, e attacchi di narcolessia a parte, tutto filò liscio. Akiko si era affezionata, e un po’ le dispiaceva che quel capitano pazzo se ne andasse.

-Allora, partite fra qualche ora?- chiese la mora, seduta sul bancone del locale.

-Penso di si, ci siamo anche fermati più tempo del previsto.-

-Avete trovato qualcuno disposto a imbarcarsi?-

-Purtroppo no, la gente qui non ha molte ambizioni…abbiamo solo sprecato tempo…-

-Beh, potreste sempre chiedere a qualche Marine, no? Magari se insisti riesci pure a convincerli-

-Ahahah! No, i Marine sono tutti uguali, oppressi da regole stupide e costretti a ubbidire a qualsiasi capriccio dei loro superiori. Un pirata invece è libero, può fare quello che gli pare quando gli pare! E poi l’uniforme della marina fa schifo.- sentenzio, scolandosi l’ennesima birra.

-Ma sentitelo, uno che gira con un ridicolo cappello di paglia poi…-

-Capitano, abbiamo preparato la nave, siamo pronti per partire- annunciò Seagull, varcando la soglia del locale seguito dal resto della ciurma.

-Bene.- rispose, poggiando il calice vuoto e allungando un sacchetto di monete d’oro a Kikyo.

-Grazie di tutto, penso che ritorneremo, avete una birra buonissima qui.-

Roger si alzo dalla sgabello affiancando i suoi uomini.

-Ah, giusto, prima che mi dimentichi…- si volse verso Akiko con le gambe penzoloni sul bancone  -Akiko-chan, unisciti alla mia ciurma!-

-No-

-Eh? Ma dai, non ci hai neanche pensato, così diretta…-

-No, assolutamente no, con un capitano scimunito come te poi! Non voglio finire in pasto agli squali perché ‘qualcuno’ si addormenta sul timone, sai! Mica sono scema!-

Il moro, non sapendo come argomentare le sue tesi, scelse la soluzione migliore.

-Va bene, se la metti su questo piano rimane una sola cosa da fare…-


 
 
 
 
 
 
Kage guardò distrattamente le due figure scontrarsi.

Chiuse gli occhi cercando di riposare, ma l’insistente clangore metallico e il cozzare delle lame era fastidioso.

Dopo svariati tentativi riuscì finalmente ad ignorarlo, ma a quel punto si aggiunsero anche della urla, e il moro dovette ricominciare daccapo il suo esercizio di yoga.

Lexi parò un fendente abbastanza potente, bloccando con la lama color pece il suo avversario.

-Devi essere più veloce Mihawk! In battaglia ti avrebbero già fatto fuori!-

Il ragazzino indietreggiò per riprendere fiato, i capelli incollati sulle tempie per via del sudore. La bionda lo attaccò di nuovo, una, due, cinque, dieci volte, finchè il moro non cadde a terra sfinito.

-Lexi piantala, di questo passo lo ucciderai-

-Stai zitto, tu non lo conosci il mio falchetto, sta un po’ a guardare-

Mihawk si rialzò, recuperò la spada, molto più alta di lui, e ricominciò ad attaccare senza sosta, finchè, dopo un numero svariato di tentativi, riuscì a disarmare la bionda.

Un sorriso trionfante si fece strada sul volto del ragazzino.

-Bene, stiamo migliorando…- disse, recuperando la spada –Ma non bisogna mai abbassare la guardia!- urlò, scattando in avanti e stringendo l’elsa a forma di drago.

Mihawk esitò un attimo.

-Ehi…schema 442/7…- gli sussurrò Kage, evitandogli così una bella ramanzina da parte di Lexi.

Il moro eseguì la manovra in maniera perfetta, come da manuale.

-Ok, per oggi abbiamo finito falchetto, vai a farti la doccia. E io che pensavo che durante teoria stessi dormendo, bah, tu non me la racconti giusta…-

Il ragazzino recuperò la maglia e si diresse verso il castello.

-Guarda che mica sono scema, ho visto che suggerivi!-

-Ops, le parole mi sono uscite da sole, chiedo perdono…-

-Idiota, muoviti!- disse, tirandogli un pugno non troppo forte sul braccio  -Oggi tocca a te preparare il pranzo, Kage…-


 
 
 
 
 
-NON VALE, BRUTTI DEFICIENTI, LASCIATEMI ANDARE, LASCIATEMI ANDARE! NO, VOGLIO IL MIO AVVOCATO, QUESTO È SEQUESTRO DI PERSONA!!!-

-Ehi, piano Akiko, non mi distruggere la schiena, mi serve sai?-

-Non me ne può fregare un cazzo! MOLLAMI!-

-Oh, una signorina non dovrebbe parlare in questo modo, modera il linguaggio-

-Ah, è un ragazza? Pensavo fosse un ragazzo, sai, i pugni che molla non sono poi tanto ‘deboli’-

-GAB! Brutto deficiente, appena posso giuro che ti spezzo gli occhiali da sole in due!-

-Ahahaha, tutto bene laggiù, ragazzi?- chiese Roger, mentre si dirigeva verso la sua imbarcazione.

-Una favola capitano-

-COL CAVOLO!- protestò Akiko, tirando un pugno più forte degli altri sulla schiena di Seagull.

-Fate buon viaggio!- salutò Kikyo, mentre mezzo villaggio si era radunato per assistere alla partenza.

-KIKYO, SORELLA DEGENERE, GIURO CHE QUESTA ME LA PAGHI! TRADITRICE! E IO CHE TI VOLEVO COSÌ BENE! E ZIO BILL, FINISCILA DI RIDERMI IN FACCIA!-

Seagull continuò a ridere, mentre la mora si dibatteva cercando di sfuggire alla sua presa.

Akiko era furibonda. Al suo rifiuto, quel capitano deficiente aveva ordinato a Seagull di portarla a peso sulla nave, e adesso eccola lì, trasportata come un sacco di patate su una nave di cui non sapeva niente.

-Non preoccuparti Kikyo, te la riportiamo viva…forse!- urlò Roger, mentre salutava con un gesto della mano gli abitanti. Rayleigh spiegò le vele, e Seagull raggiunse la sua postazione.

Akiko vide la costa di Kaan farsi sempre più piccola, fino a quando non divenne un’insignificante puntino all’orizzonte.


*Angolino dell'autrice*

Ciao Mondo ^ ^!

Udite udite, la sottoscritta ha preso 9 in FISICA!!!
Ok, lasciando perdere, questo chappy è giusto un po' lunghino...si, giusto un po'...ma del resto 21 pagine di World non sono molte, no?
Bom, non penso che qualcuno verrà a lamentarsi!

Che dire, mi sono divertita un mondo a scrivere sta roba, è poi Roger, futuro re dei Pirati paragonato a un deficiente, ahahah XD Lui e i suoi metodi persuasivi, doppia Ahahah!
Ma poi la parte del piccolo Mihawk, oddio, ho superato me stessa!
Falchetto XD (Se mi sente mi uccide, ma vabbè...u.u)
Che dire, vi lascio con un'immy della mia Akiko *.* Ditemi che cosa ne pensate ;)
Scusate se la foto non è il massimo, prendetevela col mio cellulare -.-"
Bacioni!
Strawberry Milkshake



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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


CHAPTER 5

 

No.

Questo era anche troppo.

Akiko strinse di più i pugni, facendo sbiancare le nocche in maniera preoccupante, mentre il suo sguardo si concentrava sulle venature delle assi del ponte.

La nave era molto piccola. E fragile. E probabilmente non sarebbe durata neanche al primo accenno di tempesta.

Ecco quale destino le si prospettava davanti: morire annegata durante una tempesta.

Il sogno di tutti!

-Andiamo, Akiko-chan! Non puoi tenermi il muso per tutta la vita…- pigolò Roger, abbassandosi al livello della ragazza che abbassò ancora di più la testa.

Sul ponte della nave, immobile, stava Akiko più incazzata che mai.

-E invece…- borbottò, ma il ragazzo non la sentì, e riprese a scusarsi in tutte le maniere possibili.

-…Dai! Non avevo altra scelta, non saresti mai venuta da sola! Insomma, Akiko-chan, mi dispiace, ma…-

La mora, sull’orlo di una crisi di nervi, pensò seriamente di commettere un Rogericidio.

Perché, si chiedeva, perché la narcolessia non lo colpiva in momenti come quello? Cos’era, programmata?

-BASTA!- urlò, tirando un pugno in pieno volto al moro e sfondandogli il setto nasale.

Roger rotolò sul ponte, rialzandosi con il naso gocciolante e un sorriso enorme sul volto.

-MI STAI PRENDENDO IN GIRO, DIMMI LA VERITÀ!!! SE CI TENEVI TANTO AD AVERMI NELLA TUA CIURMA, AVRESTI ANCHE POTUTO USARE MEZZI MENO BARBARICI!!! E ADESSO SONO BLOCCATA QUI, NON MI HAI DATO NEMMENO IL TEMPO DI PRENDERE LE MIE COSE!!!- sbottò, strattonando il bavero della casacca sotto lo sguardo della ciurma.

-Io l’ho sempre detto che le donne portano sfortuna a bordo…- sussurrò Gab a Seagull, che annuì impercettibilmente.

-NON SONO SORDA!- urlò la mora, lasciando la presa e dirigendosi verso i due.

-Andiamo ragazzi, è tutto ok! Capitano, la prossima isola è a meno di mezz’ora di viaggio.-

-Perfetto Raleigh! Gab, al timone, Seagull, in vedetta! Io vado a dormire…-

Akiko seguì con gli occhi socchiusi i tre, che presero le loro postazioni. Poi si voltò verso il biondo.

-Vieni, penso che ci sia qualcosa che ti appartenga…-

La ragazza alzò scetticamente un sopracciglio mentre seguiva Raleigh nella stiva. Percorsero un breve corridoi, entrando in una stanzetta.

-Me l’ha dato tua sorella.-

Akiko sgranò gli occhi alla vista della sua sacca. L’afferrò, dando un’occhiata abbastanza veloce.

-Questa sarà la tua camera. E non prendertela col capitano.-

-Sembra tutto tranne quello che è.-

-Si, in effetti non hai tutti torti, ma è un uomo in gamba. Non avrei potuto chiedere un capitano migliore.-

-Dimmi un po’, Raleigh…Anche tu a volte hai l’impressione di essere salito sulla nave sbagliata?-

-…Si, e anche molto spesso. Avrei fatto meglio a finire la scuola, piuttosto che fare di testa mia- sorrise –Ma il destino ha deciso diversamente.-

Le sorrise, mentre si allontanava nel corridoio.

Akiko si guardò attorno.

La sua nuova camera assomigliava un po’ a quella di casa sua. Prese i vestiti che Kikyo le aveva messo nella sacca, cominciando a sistemarli nell’armadio in legno d’acero che copriva un quarto della parete sinistra. Quella destra invece era occupata dal letto, anch’esso in legno, con le lenzuola leggermente sgualcite sui bordi. Con gioia notò l’oblò da cui filtrava il sole e l’odore salmastro dell’acqua. Completava la stanza il piccolo scrittoio completamente addossato sulla parete destra, proprio di fianco al letto.

Insomma, a conti fatti quel piccolo mondo le piaceva. Aveva qualcosa di magico…

Continuò a sistemare le sue cose, sullo scaffale sopra il letto mise la foto con i pirati di Jake e Kikyo, il libro sulla Grand Line e una conchiglia che era stata abilmente trasformata in un portagioie da Greta. Con sorpresa trovò anche il sacchetto che le aveva regalato anni prima Kage con foglietto annesso.

Lo rilesse, notando la scritta in fondo alla pagina.
 

13 Giugno, cabina 18 della Saint Onorè, Fujisaki Kage.

Le venne in mente un’idea geniale, si sedette sullo sgabello, e preso un foglio con una penna iniziò a scrivere.

Caro Kage,

È da un po’ di tempo che non ci si sente, eh!

Tranquillo, dodici anni non sono niente, anzi, sono passati così in fretta! Adesso non sono più una bambina e, detto tra noi, la mia ‘pupy face’ non mi riesce più così facile! Però in un modo o nell’altro si tira avanti. Pensa, adesso faccio pure parte di una ciurma di pirati!

Il punto è che sono salita contro la mia volontà, e quello che adesso sarebbe il mio ‘capitano’ è solo un buffone che soffre di narcolessia ed è un pozzo senza fondo! Riesco a malapena a tenergli testa!

E da adesso in poi dovrò sempre aspettare uno dei suoi attacchi narcolettici, prima di mettere qualcosa sotto i denti. Inaudito.


Uffa, mi mancano le ciambelle di Greta e il curry della sorellona…sigh, sob, come farò senza?


Comunque, tornando a noi, sarai felice di sapere che giusto qualche giorno fa mi è comparso il TATUAGGIO!!!


Oh, sono così contenta, mi sento imbattibile!

Naturalmente lo so che ci sono persone molto più forti, ma per il momento mi ritengo soddisfatta. Chissà, magari ci incontreremo presto. Sarebbe magnifico, adesso sono diventata molto più alta, quindi posso guardarti nelle palle degli occhi senza rischiare di avere il torcicollo, ahahah!

Sono in vena di battute oggi.

Bene, penso che ora terminerò qui. Non ho molte cose da raccontarti, il mio viaggio e appena iniziato…

Baci! Akiko

P.S. In realtà, lo dirò solo a te, stare qui non mi dispiace affatto, ma questo non lo sapranno mai, è un segreto che mi porterò dentro la tomba!

P.P.S. Spero che tu abbia capito almeno un po’ la mia scrittura…Bah, stupide onde!

24 Giugno, cabina 3 della Cherie, Mashiro Akiko.
 

Soddisfatta, la ragazza rilesse in cerca di errori, scancellando con evidente imbarazzo uno strafalcione assurdo. Se l’avesse letto la cara Miss. Rose! L’avrebbe fatta a pezzi di sicuro.

Sorrise a quel pensiero, mentre ripiegava con cura i fogli e chiudeva la busta con la cera bollente.
 

 

Arrivarono sulla costa verso il tardo pomeriggio. L’isola, Capital City, era un’enorme distesa di roccia su cui sorgeva, al centro, un’enorme città. Ormeggiata la nave in un’insenatura nascosta da occhi indiscreti, la ciurma scese a terra.

-Bene, ragazzi! Siamo arrivati, penso che ci fermeremo tre giorni, salvo imprevisti. Domande?-

-Si, Rayleigh posso andare a mangiare adesso?-

Il biondo guardò Roger con gli occhi ridotti a due fessure.

-Capitano…non serve che me lo chiedi, ti pare…?-

-Ah, è vero! Ahahahah! Ok, ci vediamo tra cinque ore alla nave, adesso vado, ho fame!-

Akiko scosse la testa rassegnata non perdendo di vista il cappello di paglia che a velocità supersonica si era diretto verso la città seguito da Gab e Seagull.

-Vado anch’io Rayleigh, devo assolutamente comprare una felpa decente.- disse la mora, tirando fuori dalla tasca un sacchetto di monete d’oro. –Ci vediamo dopo!-

-Va bene! Mi raccomando, niente casini, dobbiamo dare nell’occhio il meno possibile-

La ragazza annuì velocemente e corse verso il centro abitato.
 


La strada principale era gremita di gente attaccata alle vetrine degli svariati negozi. Non ne aveva mai visti così tanti, e questo complicava ancora di più la situazione, Akiko non aveva la più pallida idea di dove iniziare.

Continuò a camminare con la testa fra le nuvole quando, improvvisamente, non si ritrovò per terra.

-Oddio scusami, mi dispiace tanto signorina! Non volevo!-

Akiko ci mise un po’ a metabolizzare la notizia. Capì di essere stata travolta da una ragazzina spuntata di colpo dal vicolo.

-Non preoccuparti, non mi sono fatta niente. Tu piuttosto, si può sapere perché correvi così veloce?-

-Ecco…io…- Gli occhi della piccola divennero lucidi in un battibaleno –Sono stati i Marine! Quelli cattivi! Adesso ci inseguono per tutta la città!-

-Inseguono…?-

Akiko la guardò perplessa, prima di accorgersi delle divise bianche che stavano correndo nella loro direzione.

-Di qua!- Le disse la piccola, strattonandola per un braccio e guidandola nel labirinto di viuzze. Si fermarono dopo una buona decina di minuti davanti a una porta di legno.

-Vieni, entra-

Akiko non se lo fece ripetere due volte e la segui nella stanza.

-Kanae, dov’eri finita?-

-Eigo! Stavo andando al mercato, ma poi sono arrivati i Marine, per fortuna siamo riuscite a scappare!-

Il ragazzo alzò lo sguardo, notando Akiko, che per sdrammatizzare lo salutò con la mano.

-…E lei?-

-Oh, è una ragazza buona che mi ha aiutato!-

La mora scosse la testa, una volta anche lei era così brava a fare la faccia da cucciolo bastonato, ahahah!

Si concentrò sul ragazzo, era alto e portava una camicia bianca sbottonata per metà, e jeans acquamarina. Capelli verde brillante e occhi…Trasalì. Ne era sicura, erano gli stessi occhi di Kage.

Assottigliò lo sguardo, no, erano venati di un verde scuro, ma per il resto erano uguali.

-Allora tu saresti?- le chiese il ragazzo, prendendo in braccio la piccolina.

-Akiko. Ora spiegami che cosa è successo.-

-Non preoccuparti, è una cosa da poco.- risposte con nonchalance il verde.

-…MA COL CAVOLO!- urlò la mora, avvicinandosi -Senti, oggi non è giornata, sono stata portata a forza su una nave di pirati a cui manca qualche rotella, quindi adesso dimmi perché sono qui e che cosa cavolo volevano quei stramaledetti Marine!!!-

Eigo esitò un po’, prima di risponderle.

-Che cosa vuoi sapere, sai chi sono i nobili mondiali, no? Ecco, i genitori di Kanae sono stati fatti schiavi da uno di loro qualche mese fa. Fine della storia.-

-Mi prendi per scema? La Marina a questo punto non avrebbe alcun motivo di cercarti, ti pare?- Incrociò le braccia e spostò il peso su una gamba –Tu hai la faccia di uno che ha combinato un bel casino…-

-Beccato!-disse il verde, alzando le mani sorridendo –Ho ucciso quel verme…-

Akiko spalancò gli occhi. –TU HAI FATTO COSA?-

-Io ho ucciso un nobile mondiale!-

-Si, l’avevo capito, non sono scema, ma…TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO?-

-Si…Forse…Insomma, era solo uno schifosissimo verme, adesso il mondo è più pulito!-

-Sei un’incosciente! Non ti rendi conto che così hai messo a repentaglio la tua di vita, ma anche quella della piccola? E dove sono adesso i suoi genitori!?-

-Sono stati trasferiti in un altro palazzo a due isole di distanza.-

Il verde assottigliò lo sguardo, e Akiko glielo leggeva in faccia, avrebbe ucciso ancora.

-Non ci pensare nemmeno.- sibilò, avvicinandosi e squadrando il verde –Lo so che è ingiusto, ma il tuo gesto porterà ancora più vittime innocenti. Tu sei pazzo-

-Chissà, può essere!- Eigo si alzò, portando a letto la piccolina che si era addormentata sulle sue ginocchia  -Comunque sono affari che non ti riguardano, in fondo sei soltanto una ragazzina qualunque. E poi è troppo tardi, ho già stretto un’alleanza con un altro pirata che dovrebbe arrivare a giorni.-

-E sentiamo, ormai mi hai detto tutta la storia, quindi tanto vale che mi dici il nome di questo deficiente con idee assurde-

-Se proprio ci tieni! Si chiama Roger.-

-COSAAAAAAAA!!!!!????- 

Con la mascella che toccava terra, Akiko riuscì solo a prendere a testate il muro con una certa intensità lacerandosi metà fronte.

-NON. È. UMANAMENTE. POSSIBILE. NO! MA PERCHÉ? LO SAPEVO IO CHE ERA SOLO UN CRETINO, BRUTTO DEFICIENTE, UN CAPITANO DEPRAVATO, ECCO COSAAAAAA!!!!!!!-

Eigo la guardò strano –Fai parte della ciurma di Roger?-

La mora smise di prendere a testate il muro, fissando il sangue che gocciolava sul pavimento. Annuì alzando gli occhi vacua.

-E va bene. Lo farò, ma solo questa volta. Infondo era prevedibile, no?- fissò Eigo –È per una buona causa, ma lo faccio solo per questo. Ah, ma guarda, se mi vedesse Kage…-

-Conosci mio fratello?!-

-COSA?!-

-Ho detto…-

-Si, ho capito, non serve che mi ripeti! Ma come è tuo fratello? Non è possibile, secondo me non stiamo parlando della stessa persona. Descrivimelo.-

-Ok, alto, capelli neri, occhi bianchi venati di blu, gira a torso nudo con una sciarpa nera e pantaloni dello stesso colore, come gli stivali…-

-No, ma che cos’ho fatto di maleeeee…- pigolò Akiko, ricominciando a prendere a testate il muro.
 

 

-Sei un grandissimo deficiente! BAKA!-

-Ahi, Akiko-chan non maltrattarmi, sono sempre il tuo capitano…-

-Ma col cavolo! Sei un pazzo!-

Roger si limitò a sorriderle, sistemandosi il cappello di paglia sulla testa. Erano partiti da qualche ora, lasciando Capital City in anticipo. Sulla nave era salito anche Eigo, mentre Kanae era rimasta in città da un’amica.

Sorseggiando il the caldo sul ripiano di marmo, Akiko capì che la sua esistenza sarebbe stata un casino, e che quello era solo l’inizio. Sospirò, concedendosi un’occhiata verso il tavolo, dove gli altri stavano cercando di mettere in piedi una strategia.

-Ok, quindi se ho capito, andiamo, sfondiamo il muro, prendiamo a sberle il tipo, salviamo i prigionieri e ce ne andiamo!-

-No capitano! Ci beccheranno subito, ci sono Marine dappertutto!-

-Si, Gab ha ragione! Potremmo provare a entrare dal lato sud…-

-Ma per favore!- replicò la mora, abbassando la tazza –Cosa credi, la Marina non ha tutti questi soldi da spendere! Il lato Ovest sarà sicuramente il meno sorvegliato, ed è anche il più vicino a noi, basterà scavalcarlo e introdursi nella struttura dopo sarà un gioco da ragazzi!-

Momenti di silenzio passati a guardare la mora e la cartina.

-Grande idea Akiko-chan! Non ci avevo pensato!- esclamò di colpo Roger alzando la testa dal foglio di carta.

-Perché, tu pensi capitano? Ahahah!-
 

 

La notte passò serena. Akiko rimase in piedi tutta la notte, senza riuscire a prendere sonno.

-Ma che cavolo…stupida testa, smettila di pensare, la notte vorrei dormire, eh!- sussurrò la ragazza, scolandosi l’intera tazza di caffè bollente in un sol colpo e cambiando pagina del libro.

Lesse le prime righe, ma subito le parole divennero solo un susseguirsi di lettere senza alcun legame.

Eigo il fratello di Kage, chi l’avrebbe mai detto! A prima vista sembravano completamente differenti, Kage le aveva dato subito l’idea di un tipo con parecchio sangue freddo, con una strategia sempre a portata di mano. Eigo invece era più confusionario, non pensava troppo alle sue azioni, agiva semplicemente guidato dall’istinto.

Esattamente come il capitano.

Oh, ecco, che bel paragone! Il capitano Roger e Raleigh come Eigo e Kage.

Soffocò una risata ed evitò un infarto a base di caffè.
 

 

-Oh, Akiko-chan, si puo’ sapere che cos’è successo? Era Gab quello che aveva i turni di vedetta sta notte.-

-Capitano. Stai. Zitto.-

La mora barcollò verso il tavolo, lasciandosi cadere sulla sedia. Con gli occhi ridotti a due fessure, e due occhiaie da far concorrenza ad uno zombie, allungò pesantemente la mano verso la tazza che le stava davanti.

-Raleigh, versa tutto il caffè che c’è. Niente zucchero.-

Il biondo, con la caffettiera in mano, sorrise, versando metà del contenuto nella tazza.

-Ehi! Non finirlo mica tutto!-

-Tranquillo Gab, c’è ne è rimasto ancora un po’.-

-Eigo, passami le ciambelle!- esclamò Roger al ragazzo.

-Quale vuoi?-

Il moro lo guardò con un’espressione accigliata.

-Tutte. Mi pare logico.-

Ma fece in tempo ad addentarne solo una, che crollò sul tavolo in seguito alla visita della sua cara amica narcolessia.

-M-ma quelle sono le ciambelle di Greta!- esclamò Akiko, riconoscendo la glassa rossa. –Quelle al cioccolato sono mie!- urlò, lanciandosi verso il bottino.

-No, molla, io voglio quelle alla marmellata, Seagull-

-Bah, quelle alla crema sono meglio! Non capisci niente, come al solito!-

Eigo ne pescò una a caso dal vassoio, che si era quasi svuotato in due decimi di secondo, e l’addentò.

-Marmellata di pere- l’anticipò Akiko, mentre inzuppava una bella ciambella glassata rosa nel caffè –La marmellata è quella della sorellona.-

-NO!-

Si levò l’urlo disperato del povero Roger, che appena svegliato si era ritrovato il vassoio completamente pulito, senza nemmeno un briciola.

-Capitano, non disperarti, queste sono le ultime- disse Raleigh, porgendo al moro tre ciambelle, che divorò in pochissimo tempo.

-Raleigh, non pensavo che fossi così…- disse Gab, fissando il vicecapitano con sguardo distante.

-Già, non me lo sarei mai aspettato…- si unì anche Seagull.

-Mi hai profondamente deluso…- concluse Akiko.

 Eigo passava con lo sguardo da uno all’altro non capendo.

-Pensavamo che fossi una persona equa! E invece guarda qui, dobbiamo anche assistere a puri favoritismi da parte tua!- dissero all’unisono i tre.

-Uomini, non starete per caso insultando il vostro capitano?-

-Nooooo, ma che cosa te lo fa pensare?-

-È solo una tua impressione, capitano!-

-Non potremmo mai!-

-Ah, basta parlare, prendete i vostri posti, stasera ragazzi.- Roger fece scrocchiare le dita delle mani –Ci sarà da divertirsi.-
 

 

*Angolino dell’autrice*

Ma bene, eccomi di nuovo qui! È passato un po’ di tempo dall’ultima volta, ma non importa! Ahahah, ho fatto pure la rima!
Questo capitolo è…strano. Si, forse perché il dialogo tra Eigo e Akiko è stato molto spontaneo da scrivere, non ci ho nemmeno pensato su troppo.
Comunque, ringrazio di cuore, come sempre, le mie quattro amate ragazze e le loro recensioni. E quindi sono arrivata a una conclusione! Ogni cinque capitoli farò un regalo a tutti quelli che hanno recensito almeno una volta (Modalità ‘corrompiamo i lettori’ attiva)!
Quindi iniziamo!


Per LexiBlacklee:

Amoreeeeeeeeee!!!! *.* Ma quanto ti lovvo? Ahahaha!
Le tue recensioni sono sempre le più belle da leggere, anche se, per pignoleria, quelle che scrivi sono solo un ammasso di frasi senza alcun senso logico XD XD!
Per te ecco il disegno del tuo amore Kage, che ti ho già mandato via whatsapp, ma non importa XD!
Ci sentiamo dopo, ahahah!


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Per AxelKyo:

Ma ciau :3
Cara, grazie per aver deciso di recensire la storia, da quanto ho saputo, sei un tipo che segue le storie fino in fondo! Che bello, così almeno quando questa storia diventerà troppo assurda avrò almeno una recensione assicurata XD!
 A te dedico Eigo, che all’inizio non doveva esserci nella storia, ma poi qualcuno mi ha detto che era veramente un peccato che Kage fosse fidanzato, così…
Bom, spero ti piaccia ;)


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Per Miss Panda 310 e Ram92:
Ehmmm…non arrabbiatevi se ho scritto male i vostri nomi, chiedo umilmente venia…
Voi due mi date l’idea di… boh, non lo so, qualcosa di dolce e buono. Quindi in vostro onore ho messo l’episodio delle ciambelle. Che dire, continuate a seguirmi, ci conto!
A voi due dedico la mia Akiko! E le ciambelle di Greta!
Ahahahaha, mi sta venendo fame! XD

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Che dire, se avete richieste particolari, ossia volete un disegno o qualsiasi altra cosa, chiedete pure, sia per messaggio che tramite recensione. Adesso che ho imparato a mettere le immy non mi ferma più nessuno!
Mi raccomando, recensite e ditemi che cosa ne pensate dei miei ‘capolavori’!
Bacioni, Strawberry Milkshake
P.S. questo chappy è lungo ben 20 pagine ;)
  
 

 

 

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