The 24 year-old Virgin.

di HeavenMayBurn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove. ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci. ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undici. ***
Capitolo 12: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno. ***


The 24 Years-old Virgin

The 24 Year-old Virgin.

By Niamh

 

(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e non mi appartengono, gli eventi non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di lucro")

 

CAPITOLO UNO.

 

Patrick si alzò dal letto.

La sveglia segnava le sette e mezza, doveva prepararsi per andare al lavoro.

Odiava i lunedì.

Nutriva per loro un odio così profondo e radicato che se mai avesse avuto una rock band l’avrebbe chiamata IHateMonday!

Ok, no, questo era esagerato.

 Ma comunque non gli stava sicuramente simpatico.

Pete non era in casa, ma la cosa non lo stupiva più di tanto. Il giorno prima era uscito con il suo amico Travis, quindi non lo sorprendeva trovare il suo letto ancora fatto.

L’avrebbe incontrato al lavoro.

Si lavò i denti, si preparò, fece colazione (perché, davvero, come si può affrontare una dure giornata senza frittelle?!) e uscì di casa, dirigendosi dove lavorava.

Uno stupido negozio di hobbistica, bricolage e oggetti per la casa.

House of Birch.

Era nato a Chicago. A diciotto anni si era trasferito a Los Angels, perché a chi non attira la vita che fanno vedere su E! entertainment ?!

Voleva fare qualcosa di grande e Los Angeles era il posto adatto.

E’ solo che aveva imparato presto che la vita non è affatto come la fanno vedere sulla tv satellitare.

Si era dovuto trovare un lavoro come commesso. E la cosa in se non era male se non fosse stato per i suoi colleghi psicotici, per il suo capo vittima di un esaurimento nervoso perenne e una macchinetta del caffè che serviva una sostanza non identificata ma dal sapore simile a quello dell’acqua e del detersivo che si usano per pulire le piastrelle del pavimento.

Pete era il suo migliore amico, nonché collega, nonché coinquilino.

Forte, ne?

Praticamente erano come Cip e Ciop.

Parcheggiò, mise l’antifurto alla macchina (ok, avrebbe anche potuto risparmiarselo, a dir la verità. Quella macchina ormai era diventata un cimelio da passare alle generazioni future per quanto era vecchia) e entrò nel magazzino.

Appoggiò la giacca sul tavolino in plastica del retro e vide Bert seduto sui gradini del piazzale dove scaricavano le merci. 

Esatto, Bert McCracken era uno dei suoi colleghi psicotici.

E ora se ne stava seduto fuori con una lattina di Red Bull vicino e quella che aveva tutto l’aspetto di una canna in mano.

Patrick sperò, pregò, implorò che non l’avesse visto.

-Ehi, Trick!- esclamò l’amico. –Come va?-

Le sue preghiere non erano state ascoltate.

Ecco perché era così restio ad andare in chiesa la domenica.

-Ehi, Berty! Bene, grazie. E tu?-

L’altro annuì. –Non c’è male. Sai che cosa ho fatto nel weekend?-

-No- scosse la testa Patrick. –Non eravamo insieme… Vuoi raccontarmelo comunque?-

Bert sorrise aspirando un altro tiro. –Ok, se insisti. Allora… Sabato pomeriggio io e Quinn abbiamo preso la macchina e siamo andati a Las Vegas. Avevamo una camera e tipo 40 $ di erba. Ok, non la suite all’Hard Rock, ma l’importante non era quello… l’importante è che lui aveva due biglietti per David Copperfield! Ce ne siamo fumati più della metà e siamo andati allo show. Dio, non mi sono mai sentito così… Ci crederesti che quelli stupidi giochetti mi facevano salire la botta vertiginosamente?! Tutte quelle luci e quell’atmosfera… Dio! E tu, invece? Che hai fatto?-

Patrick alzò le spalle. –Io e Pete abbiamo affittato SuperBad… E’ divertente, sai?-

Bert rise. –Dio, quand’è che vi sposerete voi due?-

Patrick scosse la testa. –Credo non molto presto, magari nel prossimo millennio. Comunque, dopo lui è uscito con un suo amico e io sono andato a dormire…-

-Oh..- sussurò Bert aspirando un ultimo tiro e spegnendola sotto la suola delle scarpe. –Oh.. bhe, divertente-

-Ma che cazzo!- esclamò Jared Leto, il padrone del negozio, uscendo fuori. –Perché ogni santa volta che vi cerco siete in pausa? Chi pensate che farà il vostro lavoro? Eh? I nani da giardino esposti nel reparto sei?!-

Patrick abbassò lo sguardo mormorando uno –Scusa- al suo capo.

Anche Jared abbassò gli occhi e vide la canna appena spenta da Bert. –E quella cos’è?! Una canna?! Oh mio dio! State fumando erba nel mio negozio?!-

-Dio, Jared, ma sei stato assegnato a me?!- urlò Bert alzandosi in piedi. –Ogni santa volta che mi rilasso giro lo sguardo e… sorpresa.. chi c’è? Ci sei tu! Non salti fuori quando Adam ruba i sottovasi  dal magazzino, o quando Brian porta la tequila e la versa nel boccione dell’acqua per farti ubriacare. No, e sai perché?! Perché sei impegnato a stressare me!-

Jared strinse gli occhi. –Andate. A. Lavorare. Subito.-

Bert alzò le mani in segno di resa e tornò dentro.

-Alla buon’ora- mormorò Adam spostando una trave di legno e cercando di metterla sul ripiano senza cadere. –Si può sapere dove eravate finiti? Io sono qui da solo mentre Pete è sparito, Gerard sta flirtando con Frank e Brian dorme sul divano! Ho dovuto mandare Jared a cercarvi!-

Patrick spostò lo sguardo attraverso la porta vetri fino a vedere un ragazzo dai capelli neri, seduto davanti al tavolo di plastica rossa della stanza che usavano quando erano in pausa, dove lui aveva appoggiato la giacca qualche minuto prima, sorridere ad uno più giovane e Brian dormire a bocca aperta, probabilmente alle prese con i postumi della sbornia del weekend.

Patrick c’era abituato visto che lo stesso spettacolo si ripeteva più o meno tutte le settimane.

-Che cosa? L’hai mandato tu? E dove è finita la solidarietà tra colleghi?- urlò Bert alzando le braccia.

Adam strinse gli occhi. –Se ne è andata nel momento in cui mi è arrivato il mal di schiena cronico. Sei tu il magazziniere, dovresti spostarla tu questa merda!-

-Ah!- esclamò l’altro avvicinandosi. –Ora facciamo anche gli spocchiosi?! Bene, bene signor Lazzara-

In quel momento Brian si svegliò per colpa del baccano prodotto dai due, si guardò in torno e capì di essere di troppo, così si stropicciò gli occhi e si avviò verso gli altri.

-Dio, potete fare meno casino? La gente vuole dormire qui dentro!-

Adam e Bert si girarono, fulminandolo letteralmente con lo sguardo. –Vaffanculo, Haner!- esclamarono insieme.

Lui alzò le spalle e prese un caffè dalla macchinetta.

-Che diavolo ci trova secondo voi a venire tutti i pomeriggi, le pause pranzo e le sere prima della chiusura?- chiese Adam accendendosi una sigaretta e sedendosi su una sedia.

Lanciò il pacchetto a Bert, che ne tirò fuori una per se e una per Brian e poi domandò a Patrick se ne voleva. Lui scosse la testa e Bert alzò le spalle, rilanciando il pacchetto al suo proprietario.

-Chi? Frank?- domandò dopo, aspirando un tiro. –E’ innamorato-

-Si, ma dico… tutti i giorni, prima di andare a lezione al college, passa di qui. Io pagherei per non passarci le mie giornate!-

Brian alzò le spalle buttando la cenere nel posacenere. –Almeno lui scopa-

-Perché?- chiese Adam avvicinando la sedia. –Tu e Zack? Nisbe?- 

-No, è che… ultimamente è tutto più strano… anche il sesso non è come prima… è più.. lento e più strano…-

-Sai, certe volte è un bene non comportarsi come due animali in calore, sapete io e… - cominciò Adam.

Bert grugnì. –Non ricominciare con le storie tue e di John! Non eravate perfetti, lui ti ha messo le corna, era un vero stronzo!-

-Come ti pare- mormorò Adam aspirando un altro tiro.

Patrick rimase zitto, perché, davvero, che cosa poteva dire?!

Tutto quello scopare, fottere e roba varia non era il suo argomento forte.

Non era mai riuscito a, come dire.. consumare.

Solita vecchia storia.

Interessava solo a persone che non gli interessavano e quelli che gli interessavano non erano interessati a lui.

E nel frattempo il tempo era passato e ormai lui aveva paura di avere perso il treno. 

-Buon giorno, colleghi. Il sole ci sorride, non ci sono nuvole in cielo ed è un buon giorno per lavorare!- disse Pete buttando la felpa sulla sedia vicino a Adam.

-Ma ti sei fatto di funghetti, Wentz?- chiese Bert socchiudendo gli occhi. –Stronzo, avresti potuto dirmelo, così me li portavo a Las Vegas! Sai che spettacolo sarebbe stato!?-

Pete sospirò. –No, Bert, non mi sono fatto di funghi. Sono solo di buon umore-

-Interessante- mormorò Brian prendendo il cellulare. –Chiamo il bar all’angolo, ho bisogno di un caffè decente. Voi prendete il solito? Così dico a Ryan di portarcelo..-      

Tutti annuirono.

Brian si voltò verso la stanza sul retro.

Gerard e Frank ormai avevano smesso di parlare e sorridere e si stavano baciando. –Secondo voi devo ordinare qualcosa per quei due?-

Pete alzò le spalle. –Non credo che vogliano un caffè visto che Gerard sta praticamente controllando le tonsille di Frank con la propria lingua-

Ryan arrivò qualche minuto dopo, con un vassoio e cinque caffè dentro.

-Ciao Ry, come va?- chiese Pete.

Ryan sorrise appoggiando le tazzine sul tavolo. –Ciao ragazzi. Pete. Tutto bene, grazie.-

-Allora- Pete gli si avvicinò con un sorriso che cresceva a vista d’occhio. –Che fai sta sera?-

Ryan prese i soldi che gli stava dando Adam e li appoggiò sul vassoio. –Esco con Brendon, come al solito. Stiamo insieme-

-Già- mormorò Pete perdendo improvvisamente il suo buon umore. –E lui è al bar?-

Ryan annuì. –Sì. Lavoriamo insieme.-

-Già- disse di nuovo.

Ryan salutò e se ne andò.

-E’ brutto quando ti respingono- sussurrò bevendo il caffè tutto d’un fiato.

-Forse dovresti smetterla di fare la puttana in giro e cercare seriamente qualcuno.- intervenne Adam.

-Perché averne accontentarsi di uno quando puoi averli tutti?- chiese Bert battendo il cinque a Pete.

-Certo- annuì Adam poco convinto. –Perché tutta la popolazione maschile di Los Angels sta aspettando voi…-

Gerard e Frank nel frattempo erano usciti dalla saletta, e il più grande stava accompagnando il suo ragazzo all’uscita.

-Allora, ragazzi…- cominciò Gerard tornando con i colleghi. –Avete impegni per domani sera?-

Spostò lo sguardo su ogni persona presente nella camera, guardando se qualcuno aveva il coraggi di parlare.

Nessuno lo fece.

-Bene, perché Frank ha organizzato una festa per il suo compleanno e, indovinate, siamo tutti invitati!- disse euforico.

Nessuno ebbe il tempo di rispondere che furono interrotti da Jared.

-Dio, avete fatto una società?! Avete intenzione di giocare a strip-poker?! Io ho il negozio scoperto, razza di protozoi informi! Che senso ha per me aprire un negozio se i miei commessi si ammutinano, eh? A lavoro!-   

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

[NdA: Eccomi qui ^^

Allora, la storia è sempre la stessa. “30 Giorni” sta finendo ed io ho bisogno di una storia demenziale a capitoli che mi tenga su di morale. Quindi ho pensato a questa xD

E’ una specie di rivisitazione di “40 anni vergine” (amo quel film, è uno dei miei preferiti xDD Mi fa morire dal ridere ogni volta. L’ho visto ancora ieri sera, la mia mente ha cominciato a cosare, e allora eccoci qui xDD).

Neppure io però ne sono convintissima (addirittura meno delle altre volte -.-“ ) quindi ditemi se pensate che io debba continuarla o no…

Comunque questo è solo il primo capitolo, i prossimi saranno migliori, giurin-giuretta ^^

Ricordo che questi fatti non sono mai accaduti e non accadranno mai, io non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere delle persone citate qui dentro (che appartengono a loro stessi e non a me).

Neppure il film The 40 year-old virgin è mio, ma è di proprietà dell’Universal e di chiunque l'ha scritto/prodotto.

Ho scritto un’ipotetica trama, e i capitoli, salvo cambiamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere 12.

Ditemi tutto quello che pensate =)

Un ringraziamento speciale va a mia sorella perché se non ci fosse lei che mi asseconda nei miei deliri, nulla di quello che scrivo probabilmente ci sarebbe. 

Un bacio a chi ha letto e commenterà e anche ha chi ha letto solamente =* ]

Kisses.

Fede.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due. ***


CAPITOLO DUE

CAPITOLO DUE.

 

Brian prese due birre dal tavolo degli alcolici e fece segno a Patrick di seguirlo fuori.

Si sedette su una sedia davanti ad un ragazzo e una ragazza che si baciavano, mentre Patrick rimase in piedi.

Aprì le bottiglie passandogliene una e poi si accese una sigaretta.

-Che festa di merda. Dove sono gli altri?-

Patrick bevve un sorso di birra. –Ho visto Gee salire in camera di Frank mezz’ora fa…-

Brian rise. –Avrà voluto dargli il suo regalo di persona. E gli altri?-

-L’ultima volta che ho sentito Pete stava cominciando a preparasi, quindi ci vorrà un po’ prima che arrivi. E poi ho sentito Adam. Ha detto che la sua macchina è dal meccanico e che gli avrebbe dato un passaggio Bert, quindi non so se e quando arriveranno…-

Brian sbuffò indicando con un gesto della testa i due ragazzi davanti a lui. –Li odio. Sono li con il loro bel faccino e i loro soldi del cazzo, passano la loro settimana a fare feste e poi quando il college finisce hanno il lavoro pronto nello studio di papà-

-Allora perché non sei rimasto a casa?- domandò l’altro bevendo un sorso dalla bottiglia. –Potevi dire a Gee che eri malato…-

-No, è che… ho litigato con Zack questo pomeriggio e avevo bisogno di uscire di casa-

-Oh- sussurrò l’amico. –Come mai?-

-Non lo so- sussurrò Brian alzando le braccia –Davvero… Dice che non stiamo mai insieme e che quando lo siamo sono sempre ubriaco. Il che è ridicolo perché usciamo con le stesse persone e quando sono ubriaco c’è anche lui, quindi tecnicamente siamo insieme anche in quel momento…-

Patrick annuì anche se decisamente poco convinto dal discorso dell’amico.

-Eccoci qui- sentirono esclamare alle loro spalle. Bert si avvicinò rubando la birra a Brian, che grugnì. –La festa può cominciare-

Adam arrivò dopo pochi secondi, bevendo la birra rimasta. –Che schifo! Non andrò mai in macchina con questo pazzo, mi sta venendo da vomitare-

Patrick alzò un sopracciglio. –Ma allora non bere…-

Adam alzò le spalle. –Almeno vomiterò per un buon motivo-

Brian si alzò in piedi accendendosi un’altra sigaretta.

-Allora… io direi di passare dalla cucina, prendere una bottiglia di Jack, qualche birra, magari cercare un po’ di fumo, e poi starcene per i cazzi nostri-

-Io ci sto!- disse Adam. Bert e Patrick annuirono.

-Ok, dividiamoci i compiti. Bert..- cominciò tirando fuori 10$ dalla tasca e invitando gli altri a fare lo stesso. Patrick esitò un attimo, poi ricevette un calcio negli stinchi da  Bert e decise di dare la propria parte. -…Tu e Adam andate a cercare del fumo. In quattro abbiamo 40$; quando arrivano anche Gee e Pete saremo in sei, fateli bastare e non comprate una merda totale. Siamo ad una festa di ragazzi del college, troverete qualcosa-     

Bert annuì mettendosi i soldi in tasca. –Signorsì, signore-

-Ok, ci vediamo tra un quarto d’ora nella cantina…- continuò Brian –Trick, tu vieni con me. Siamo in missione-

Patrick annuì calandosi il più possibile il cappello sulla testa e seguendo Brian in cucina.

-Che figata!- esclamò l’altro guardandosi in giro. –C’è più alcol qui che a casa di Jimmy, il che è tutto dire!-

Aprì il frigorifero tirando fuori tutto quello che riusciva a tenere in mano, comprese due bottiglie di te freddo, di cui uno con un contenuto che aveva un colore verde/marrone.

Poi entrambi andarono verso la cantina.  

Adam e Bert li raggiunsero poco dopo.

Il primo si fece cadere su un divanetto prendendo una bottiglia da terra, mentre l’altro si sedette davanti al tavolino, tirando fuori l’accendino, una sigaretta e il pezzo di fumo e cominciando a far su la canna.

Il cellulare di Patrick vibrò nella sua tasca.

From: Pete

Dude, where the fuck are you?

Vi sto cercando da tipo tre minuti e ho trovato solo ragazzi ubriachi che ballano con ragazze ubriache o ragazzi ubriachi che ballano con ragazzi ubriachi o ragazze ubriache che ballano con ragazze ubriache.. Insomma, dove siete?

Patrick rispose e bevve un sorso di vodka alla frutta.  

Brian prese la bottiglia di te freddo.-Ok, giochiamo a fare i sommelier. Secondo voi che c’è qui dentro? Per me è vodka..-

Adam gli prese la bottiglia dalle mani. –E’ un succhino, mi sembra pera. Secondo me hanno provato a fare della vodka alla frutta fatta in casa-

Bert smise un attimo di gremare per assaggiare il te freddo. –Vodka e succo, assolutamente. Però c’è qualcos’altro.. devo assaggiare meglio!- decretò prima di bere una lunga sorsata.

-Ehi!- esclamò Brian rubandogli la bottiglia dalle mani. –La vodka fatta in casa è di tutti noi, non provarci più!-   

Dopo pochi secondi anche Pete scese in cantina.

-Giorno, ragazzi- disse sedendosi accanto a Patrick e bevendo un sorso della sua vodka.

Quando Bert ebbe finito prese il primo tiro e poi passò la canna agli altri, cominciando a preparare la seconda.

Nel frattempo Brian e Pete avevano cominciato una delle loro discussioni.

Patrick decise di bere ancora, la serata di prospettava lunga.

-…Insomma, tutto sommato preferisco i lavori attuali di Justin Timberlake rispetto a quelli con gli Nsync, erano più commerciali- disse finendo la propria bottiglia di birra.

Brian aspirò un tiro dalla canna per passarla a Adam, e poi alzò un sopracciglio. –Si ok. Anche mia nonna era commerciale, poi è inciampata su un gatto morto e adesso rockeggia. Cioè, anche no.-

Pete scosse la testa bevendo il te freddo non meglio identificato. –Detto da uno che nell’intimità con il suo ragazzo si fa chiamare Synyster Gates…-

Bert, Adam e Patrick scoppiarono a ridere, mentre le guancie di Brian divennero color rosso semaforo. –Oh, ma vai a scoparti un albero!-

Bert alzò lo sguardo su di lui. –Perché, ci sono davvero personaggi così?-

Brian annuì solenne. –Sì. Mia madre una volta mi ha raccontato che il suo ufficio, quando era giovane, dava proprio sul parco, e ogni santo giorno arriva un tizio che cominciava a darci dentro con la betulla vicino al parcheggio-

Adam squittì sorpreso. –E.. come funziona?-

Brian alzò le spalle. –Bhe, non è che io me ne intenda di queste cose, ma suppongo che tu debba.. strusciarti  sulla corteccia, e.. poi, sai no, i buchi che ci sono negli alberi..?!-

-Tipo quelli che fa Picchio Picchiarello?- domandò Pete.

-Sì, quelli… Bhe, li… sfrutti per fare quello, ecco.-

-Tutto ciò è molto interessante. Cioè, no, ma fa lo stesso- disse Patrick finendo l’ultimo tiro della canna e spegnendola nel posacenere.

Aveva optato di seguire l’esempio dei suoi amici e non restare sobrio, perché, davvero, era l’unico modo per sostenere una conversazione decente con loro.

Non proprio decente, ai loro livelli, ecco.

-Finalmente vi ho trovato…- disse Gerard entrando in cantina e interrompendoli. Si sedette accanto a Adam e diede un’occhiata in giro, fissando le bottiglie vuote sul pavimento. -…Ma vedo che avete trovato il modo di divertirvi lo stesso…-

Brian annuì passandogli la bottiglia di te freddo non meglio identificato. –Bhe, è il giorno di Halloween, dobbiamo pur divertirci.-

Gerard diede un’occhiata alla bottiglia che gli avevano passato. –Che cos’è? E’ davvero te freddo?-

Bert alzò le spalle accendendo l’ennesima canna e dandola a Patrick, che cominciò a ridere. –Non ne siamo sicuri. Abbiamo riconosciuto vodka e succo di pera. C’è anche qualcos’altro, però non abbiamo ancora capito che cos’è.-

-E quello?- chiese indicando l’altra bottiglia di plastica sul pavimento.

-Oh, quello è davvero te freddo- disse Brian versandosi del Martini in un bicchiere di plastica. –E’ al limone. E’ dissetante-  

Gerard annuì bevendo un sorso di vodka fatta in casa e appoggiando la bottiglia sulle piastrelle di marmo.

Adam gli diede la canna e Gee fece un tiro. –Comunque a me sembra canella-

Pete alzò un sopracciglio. –Bleah. Cannela, vodka e pera. Chiunque l’ha preparato è un barista fallito!-

Adam si girò verso di lui. –Allora… hai fatto gli auguri a Frank anche da parte nostra?-

-Per ora non ho finito di farglieli neanche da parte mia!- disse battendo il cinque a Bert.

-Ma non dovresti prendergli, che ne so, un vero regalo?- domandò Brian. –L’hanno scorso avevo regalato a Zack una barretta di cioccolato al latte e le chiavi di un motel. Non mi ha parlato per una settimana e l’ho dovuto portare a San Francisco per il weekend per farmi perdonare…-

-L’altra sera ero in un locale..- cominciò Pete. –E ho incontrato questo ragazzo carino. Bassino, occhi scuri, capelli lunghi. Viene fuori che si chiama Sonny e che è di LA. Finiamo a letto. Il giorno dopo mi sveglio e trovo un biglietto con scritto “Grazie per la scopata. Stammi bene e sempre in gamba. S.” Cioè, mi aveva scaricato!- esclamò sconvolto.    

Tutti risero.

–Quando stavo con John, per il mio compleanno mi ha portato a Salt Lake City...-

-Ma che romanticone.- mormorò Gee. –Nello Utah, tra mormoni e caproni-

-Ehi!- intervenne Bert colto sul vivo. –Io vengo da Orem!-

-Infatti tu fai parte di entrambe le categorie!-

-…E non abbiamo mai lasciato l’albergo.- continuò Adam facendo finta di non averli sentiti. -Siamo rimasti tutto il tempo a fare l’amore. E era come se il tempo non passasse, come essere sospesi nel tempo, come se le nostre anime si fondessero….-

-Ma che palle!- esclamò Bert. –Sempre con queste storie spacca coglioni! Sembri… una copia sfigata dei Backstreet boys”Il mio amore riflette la luce porpora dei tuoi occhi che è profonda come il mare dove si riflettono le stelle in cielo”… Ma che cazzo è? Smettila con queste stronzate stile “Un cuore in due”! Trick, a te la parola, raccontaci una vera storia di sesso-       

Pete cercò di cambiare argomento per togliere Patrick dall’imbarazzo, mentre le sue guancie si imporporavano. –E vi ho mai raccontato di quando sono uscito con  Bill e Gabe e qualcuno ci ha provato con Bill e Gabe ha fatto rissa…?! E’ stato.. strano-

Bert sbuffò. –Ma che palle con le tue storie, io voglio parlare con Trick-

Patrick si calò ancora di più il cappellino sulla fronte. –Ecco… io non ho mai… sì, insomma… non l’ho mai fatto-

Adam squittì mentre Brian si accese una sigaretta.

–Ma.. prendi per il culo?- chiese incazzato.

-Io… io non.. non ti prendo per il culo, Bri…- rispose sempre più imbarazzato.

-Oh- sussurrò Gerard.

-Oh- ripeterono in coro Adam e Bert.

-Bhe- cominciò Gerard bevendo un sorso di birra. –Bisognerà fare qualcosa-

-Decisamente- concordò Bert mentre Adam annuiva.

-Non preoccuparti. Ora ci siamo noi-

Brian sorrise. –Certo, fidati. Ci pensiamo noi d’ora in poi. Adesso il tuo uccello è il mio uccello. Ti procuro il cazzo.-

Ma, dopo questa frase, la preoccupazione di Patrick aumentò, fino a raggiungere livelli vertiginosi pochi minuti dopo.

 

TO BE CONTINUED...

 

[NdA: Eccomi qui ^^

Ammetto che scrivere questa ff mi diverte più del previsto xDD

Naturalmente adesso siamo entrati nel pieno della storia =)

Allora, vediamo di chiarire i personaggi… I protagonisti sono:

-Patrick Stump (cantante/chitarrista dei Fall Out Boy)

-Pete Wentz (bassista dei Fall Out Boy)

-Brian Haner Jr aka Syn Gates (chitarrista degli Avenged Sevenfold)

-Adam Lazzara (cantante dei Taking Back Sunday)

-Gerard Way (cantante dei My Chemical Romance )

-Bert McCracken (cantante dei The Used).

-Jared Leto (cantante dei 30 Seconds To Mars)

Nello scorso capitolo hanno avuto un ruolo minore o sono stati nominati anche:

-Ryan Ross (chitarrista dei Panic! At the Disco)

-Brendon Urie (cantante dei Panic! At the Disco)

-Quinn Allman (chitarrista dei The Used)

-Zack Baker aka Zacky Vengeance (chitarrista degli Avenged Sevenfold)

-John Nolan (cantante/chitarrista degli Straylight Run e ex chitarrista e cantante dei Taking Back Sunday)

-un certo amico di Pete, ovvero Travis McCoy (cantante dei Gym Class Heroes).

In questo capitolo invece sono comparsi:

-Sonny Moore (ex cantante/chitarrista dei From First to Last. Non che abbia un’amicizia particolare con Pete per quanto ne sappia, ma mentre scrivevo stavo ascoltando “Secret don’t make friends” e allora ho tirato in mezzo anche lui xDD)

-Gabe Saporta (Cantante dei Cobra Starship <3 e ex cantante e bassista dei Midtown)  

-William Beckett (cantante dei The Academy Is…)

Ok, ora il lungo elenco di personaggi per ora è finito xDD

Naturalmente in ogni capitolo si aggiungeranno nuovi personaggi xD

Thanks to:

-Chrystal: Muahah non pensavo che Trick si desse al demenziale spinto xDD Muahah bravo, concordo con lui xDD Bacio =*

-BlueAndYellow: Ecco fatto! (e per me aggiornare con questo tempo è quasi un record xDD) Bacio =*

-Isult: Sicuro, lavorare con quelli sarebbe l’invito totale al cazzeggio xDD Muahah, naturalmente si scoprirà fra un po’ chi sarà il fortunato, anche se si può immaginare =) Bacio =*

E grazie anche chi commenterà e leggerà questo capitolo]

Kisses

Fede.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre. ***


CAPITOLO TRE.

-Ora ho una domanda… perché tra tutti i posti che ci sono a Los Angeles dovevamo andare proprio in quello dove c’è più gente?!- chiese Bert spegnendo la sigaretta sotto un piede mentre si metteva in fila davanti ad un locale la cui insegna diceva Memories of Absinthe.

-Non è colpa mia se passi le tue serate in una bettola- gli rispose secco Brian mentre faceva segno agli latri di avvicinarsi all’ingresso.

-Ehi! Casa di Jeph non è una bettola- rispose piccato. –O forse sì… In effetti, da quando Quinn era ubriaco e ha vomitato in un posto non meglio identificato della casa e poi si è dimenticato di pulire, non alleggia un aria proprio.. primaverile..-

-Se ti piace a te…- gli disse passando davanti a due ragazzi che, appena videro lo sguardo che aveva sul viso, rinunciarono ad insultarlo e si rassegnarono a rimanere indietro. –E poi non dobbiamo fare la fila; conosco il proprietario, è andato a scuola con Jimmy, Matt e Zack. Ci faranno entrare subito.- concluse avvicinandosi al buttafuori; un ragazzo alto, coni capelli molto corti e un numero considerevole di tatuaggi.

-Brian!- lo salutò.

Brian lo abbracciò. –Ciao, Brandan-

-Come va?- gli domandò Brandan –Come stanno tutti? Jimmy e Jhonny sono venuti qui circa due settimane fa…-

-Si sopravvive. Zack è a casa di Jimmy e Jhonny. Matt si è preso gli orecchioni e ora è bloccato in casa, ma a parte questo, tutto ok. Sta sera sono uscito con i miei colleghi.- Si voltò per presentarli a Brandan. –Allora.. il cadavere è Gerard- disse indicandolo. –Lo scimpanzè è Pete… L’uomo-scimmia è Bert… Lo spaventapasseri è Adam e… Quello con il cappellino è Patrick… però per lui non ho ancora trovato un corrispondente nel mondo zoologico-

Brandan scoppiò a ridere mentre tutti gli altri lo fulminavano con  lo sguardo. –Immaginavo che per uscire con Brian dovevate essere dei soggettoni!-

-Ah. Ah. Ah. La simpatia regna sovrana sta sera- commentò Gerard ironico nell’orecchio di Adam che annuì.

-James è dentro?- domandò Brian riferendosi al proprietario.

Brandan annuì. –Certo, passate pure- concluse facendoli entrare.

Brian attraversò il cortile e arrivò alla cassa.

–Ciao Alex!- salutò il ragazzo dietro al banco.

-Ehilà, Bri! James mi ha detto che sta sera passavi. Hai una lista?-

Brian annuì. –Sì, siamo in sei. Ho prenotato il tavolo. Mi avete riservato il solito, vero?-

Alex annuì prendendo i soldi che Brian gli porgeva.

-Sentì…- cominciò Brian avvicinandosi al banco. –Non è che sta sera c’è una serata particolare? C’è gente interessante? Dobbiamo trovare l’anima gemella al nostro amico- concluse dando botta alla spalla di Patrick che arrossì violentemente.

Alex ci pensò un attimo su. –Bhe, oggi c’è la serata anni ottanta… Ci sarà un sacco di musica di David Bowie e Depeche Mode… Ah, una delle salette private è stata prenotata per un compleanno, quindi magari potete trovare qualcosa…- disse facendo l’occhiolino a Patrick che si tirò il cappellino il più possibile sulla fronte e  desiderò sprofondare.

Brian lo ringraziò sorridendo e entrò nel locale.

-Ok,- disse lasciando il giubbotto al guardaroba. –Vado a salutare James. Il mio tavolo è quello vicino alla consolle del dj. Ci vediamo tra poco, ok?-

Gli altri annuirono poco convinti e lui se ne andò.

–Io devo andare in bagno….-  mormorò Adam scomparendo anch’esso tra la folla danzante.

Bert prese Patrick sottobraccio.

–Andiamo a prendere da bere- esclamò. –Cazzo, Brian è tanto amico di tutti, ma loro non ci hanno neanche dato un buono per i drink-

Si avvicinarono al bancone dove un ragazzo dai capelli corti marroni che gli ricadevano sulla fronte, gli occhi scuri e con dei tatuaggi sulle braccia e un piercing al labbro, stava preparano i cocktail. Il cartellino sulla sua camicia diceva ‘Mick’.

-Ciao- sorrise –Che cosa vi faccio?-

Bert si tolse il portafoglio dalla tasca dei jeans e rifletté un attimo. –Considerando che dopo ieri sera non riuscirò a bere Jack per un po’…  direi un Cuba Libre-

Mick annuì, girandosi per cercare il rum tra gli scaffali. Lo versò in un bicchiere insieme alla Coca-cola e lo porse a Bert. Poi si girò verso Patrick. –E a te?-

Patrick scosse la testa per dirgli che non prendeva nulla ma Bert gli diede una botta nello stomaco, cominciando a parlare con Mick. –Lui prende una Vodka Red Bull.-

-Ma Bert…- si lamentò Patrick.

-Prima regola per rimorchiare: se qualcuno ti offre da bere, è una cosa buona, accettala. Ora ti sto offrendo da bere anch’io, è una cosa buona lo stesso, accettala.-

Mick diede il cocktail a Patrick. –Sono 15 $-

Bert allargò gli occhi trattenendo a stento un’imprecazione e pagò, sedendosi su una della sedie poste accanto al banco.      

-Bert…- cominciò Patrick tentennando. –Io non sono sicuro che questa cosa funzioni…-

-Patrick, devi capire che queste cose sono come la pesca miracolosa delle sale giochi…- spiegò bevendo un sorso dal bicchiere. –Vedi… ogni mattina, quando il sole sorge nella Savana, la gazzella si sveglia e sa che deve correre più veloce del leone se non vuole essere mangiata; e ogni mattina, quando il sole sorge nella Savana, il leone sa che deve correre più veloce della gazzella se vuole mangiare… Ora, quando il sole sorge nella Savana, non importa se sei un leone o una gazzella, perché mangiare è sempre un gran casino… Soprattutto se sei l’unico che sa cucinare e due dei tuoi migliori amici sono vegani o vegetariani… Ed è ancora peggio se magari tu, la sera prima, eri in fame chimica per colpa dei 30$ di fumo che hai fumato, e hai svuotato la dispensa… E a quel punto hai solo due opzioni: o ti metti a piangere, o cucini Dan… In entrambi i casi non sarà un bello spettacolo. Insomma, la vita è difficile. Ma dopotutto è la vita che mi sono scelto e quindi pace e Amen. La morale della storia è che è sempre meglio ricorrere al take-away. Spero che tu abbia capito quello che intendevo dire…-

Patrick annuì un po’ spaesato, non sapendo affatto che cosa avesse detto l’amico.

-Eccovi qui!- esclamò Brian avvicinandosi con un ragazzo dai capelli neri ed un ciuffo rosa. La sua targhetta diceva ‘James’.  –Vi cerco da tipo… 3 minuti. Bert, Patrick, lui è James. James, loro sono Bert e Patrick.-

James sorrise stringendo le mani ad entrambi.

-E così… tutto questo posto è tuo- cominciò Bert finendo il suo cocktail.

L’altro ragazzo annuì. –Mio  e del mio ragazzo, Mick- disse indicando il barista che gli soffiò un baciò.

-Ah, ecco- borbottò Bert. –Quindi è per questo che i prezzi degli alcolici sono così alti… tanto voi bevete gratis-

James scosse la testa, -No, noi non beviamo. Nessuna delle persone che lavora qui in realtà beve-

-Già- esclamò Brian. –Sono quasi tutti straight edge. Sai, no.. come i Minor Threat-

-Oh- sussurrò Bert. –Non pensavo che persone così esistessero davvero-

James rise. –Sai che mi stai simpatico? Mi ricordi in qualche modo Homer J Simpson… Mick, se gli amici di Bri ordinano qualcos’altro è gratis, ok?-

-Signorsì, signore!- esclamò Mick sporgendosi dal bancone e dandogli un bacio sulla guancia.

-Noi dobbiamo recuperare gli altri- disse Brian a James. –Ci si vede dopo, ok?-

James annuì salutando l’amico e raggiungendo il proprio fidanzato dietro al bancone.

-Allora- cominciò Pete riconoscendo gli amici. –Dove cazzo eravate? Vi stiamo cercando da tipo… 4 minuti, e non vi abbiamo trovato-

-Abbiamo conosciuto il famoso James!- esclamò Bert con il sorriso. –E ora abbiamo i drink gratis-

-E noi abbiamo trovato la festa di compleanno.- disse Gerard -Ho parlato con un ragazzo paffutello con il piercing al labbro, Nick, e ha detto che sono tutti nella saletta sul retro, e che il festeggiato è triste ed ubriaco-

Gli occhi di Brian si illuminarono. –Ma questa è una cosa fantastica! Trick, tu ti rendi conto di quello che significa?!-

-Che quel povero ragazzo avrà un compleanno di merda?- chiese Patrick incerto.

-Significa che sta sera amico, con tutta probabilità, scopi!- esclamò Bert allegro.

-Ma io non credo che funzioni così…- cercò di obbiettare Patrick ma Gerard lo prese per un braccio trascinandolo verso la saletta.

-Oh, sì che funziona così. Se la persona con cui ci provi è ubriaca hai il 70% delle chance in più che ci stia. Sono statistiche, non puoi controbattere con  le statistiche.-

Adam annuì. -Non sarà molto romantico ma di solito funziona…-

Pete non disse nulla e li seguì con lo sguardo piantato a terra.

-Chi è il festeggiato?- domandò Bert.

Adam indicò un ragazzo con i capelli corti neri, gli occhi scuri ed un cappellino sulla testa con il pon-pon in cima, seduto sul divano. –E’ quello. Si chiama William-

-Bhe- disse Bert guardandolo dall’alto in basso. –Wow-

Gerard gli diede un calcio negli stinchi. –Non pensarci neanche, è di Trick. Tu torna a scoparti Quinn!-

-Ehi!- esclamò Bert piccato. –E’ successo una volta, non rinfacciarmelo più!-

Gerard scosse la testa mormorando un -Come ti pare- per poi riportare la sua attenzione sulla festa -Ehi, Nick!-lo salutò.

Nick si staccò dal gruppo e si avvicinò a loro. –Ciao a tutti- sorrise stringendo la mano ai presenti. Poi si voltò verso Gerard mormorando tra i denti. –Spero che siano tutti simpatici come mi hai detto perché questa festa sta toccando i massimi storici della tristezza-

-Si, non preoccuparti. Patrick è una sagoma, vedrai che ci divertiremo-

-Ok. Allora loro sono i miei amici. Angel, William… e loro due sono Jake-

-Ma come? Hanno un nome in due?- chiese Pete non capendo. –Nel senso che uno si chiama Ja, l’altro è Ke, e quando vanno in giro insieme sono Jake?-

Adam si passò una mano sulla tempia, afflitto. –No, razza di imbecille con la sindrome del ‘IoDevoFareNotarePerForzaATuttiQuantoSiaStupido’. Nel senso che ognuno di loro si chiama Jake-

-Grazie per l’aiuto…- gli disse Nick non ricordandosi, anzi non sapendo ,il suo nome.

-…Adam- lo aiutò quest’ultimo. –E loro sono Patrick, Bert e Brian. Mentre l’ imbecille con la sindrome del ‘IoDevoFareNotarePerForzaATuttiQuantoSiaStupido’ è Pete-

Nick ridacchiò. –Dai, sedetevi-

Bert sorrise e fece l’occhiolino a William che tirò su con il naso. Brian lo notò e gli diede un pugno nello stomaco, incoraggiando Patrick a sedersi accanto al festeggiato.

Patrick sorrise incerto facendo quello che l’amico gli aveva consigliato. –Ciao… Io sono Patrick-

William bevve un sorso di champagne e lo fisso con gli occhi leggermente lucidi. –Io sono William- rimase un attimo in silenzio e poi sbattè i piedi sul pavimento. –Ecco, perfino il mio nome fa schifo. William… Ma che noma è? Chi sono io, un fottuto arciere svizzero?! Sono Gugliemo Tell?! Odio la mia vita, odio il mio nome e odio invecchiare così velocemente… cazzo, ho 26 anni e sono solo come un cane-

Bert sorrise. –Questo qui è completamente pazzo! Mi piace!-

Adam scosse la testa.

-Allora- cominciò Patrick per cercare di iniziare una conversazione. –Che fai nella vita?-

Nick si schiaffò una mano sulla fronte mentre William si appoggiava alla spalla di Patrick, piagnucolando ancora più forte. –Lavoro in un negozio d’abbigliamento vicino al centro commerciale, ma io odio il mio lavoro! Ian, il mio capo, è uno stronzo e non riconosce le mie capacità! Questa fottuta vita di merda fa schifo!-

-Che bello- disse Adam per cercare di smorzare la tensione. –E’ proprio vicino al negozio di Jared. Magari potete uscire uno di questi giorni-

Pete rimase nuovamente in silenzio.

-Ah- esclamò Angel. –Ecco dove vi ho già visti! Lavorate nel negozio di bricolage all’angolo della strada.-

Gerard sorrise. –Gìà. Sei un nostro cliente?-

Angel annuì. - Una volta sono venuto da voi per comprare un sottovaso per una pianta da regalare a mia nonna. Erano tipo le sei e mezza e voi volevate chiudere, credo. Infatti mi avete consigliato quello più merdoso che avevate in magazzino; e così il sottovaso si è rotto, la pianta è seccata e mia nonna si è messa a piangere!-

-Porca puttana! Allora siete voi quei maledetti! Per consolare quella donna ho dovuto fargli massaggi ai piedi per una settimana di fila. Grazie tante!-  disse uno dei Jake, quello con i capelli lunghi.

Brian deglutì. –Trick… perché tu e William non andate a fare un giro da un’altra parte… come ad esempio a casa sua..?!-

William sorrise prendendo Patrick per mano e trascinandolo fuori senza che lui potesse obbiettare mentre Bert fulminava con lo sguardo Brian.

-Prendiamo la mia macchina!- esclamò William una volta che furono nel parcheggio.

Patrick scosse la testa. –No, sei ubriaco. Senti, io sono venuto in macchina con Pete e Brian, però posso chiamare un taxi-

William ricominciò a piagnucolare sbattendo i piedi per terra. –Ecco, neanche tu ti fidi di me! Ma che cos’ho che non va?! E’ perché puzzo?! Ho l’alito pesante?! I piedi grossi?!-

-D’accordo, prendiamo la tua macchina.- disse Patrick sconsolato, stanco delle scene di William, sedendosi nell’auto.

-Patrick…- cominciò William appoggiando la testa sul sedile dopo aver impiegato qualche minuto per infilare la chiave ed accenderla. –E’ un bel nome. Mi piace. Mi ricorda la festa di San Patrizio, e la festa di San Patrizio è bella perché io bevo la birra verde!-

-Già… E’ per questo che i miei l’hanno scelto, per San Patrizio e la birra verde-

-Davvero?- chiese entusiasta William.

-No.-

-Ma perché non posso avere un nome bello come il tuo? Magari così avrei anche io un ragazzo carino e sexy che mi ami… MA PERCHE’ IN QUESTO MONDO NESSUNO MI AMA?!- gridò mettendo di colpo la retro e finendo diritto nella fiancata di una macchina rossa che stava facendo manovra.

-Ops- ridacchiò William guardando fuori dal finestrino. –Forse ho fatto un piccolo casino-

Patrick si fece piccolo-piccolo contro il sedile.

Sapeva che i suoi sospetti erano fondati.

Questa cosa della ricerca del fidanzato  era stata una pessima idea fin dall’inizio, e più il tempo passava, più le cose stavano peggiorando.

 

TO BE CONTINUED...

 

[NdA: Eccomi qui ^^

Sono rimasta circa due settimane senza computer (non so ancora come ho fatto) quindi scusate per tutti ritardi ^//^

Da adesso, grazie anche alle vacanze, mi impegnerò ad aggiornare tutto quello che ho in sospeso =)

I personaggi di questo capitolo sono:

-Brandan Schieppati (cantante dei Bleeding Through)

-Alex Varkatzas (cantante degli Atreyu)

-Mick Morris aka Mickdeth (ex bassista degli Eighteen Visions

-James Hart (ex cantante degli Eighteen Visions e ora cantante dei Burn Halo e futuro marito dell’autrice)

-Nick Wiggins (bassista degli Aiden ed ennesima futura fiamma dell’autrice xDD)

-Angel Ibarra (chitarrista degli Aiden)

-William Francis aka wiL (cantante degli Aiden)

-Jake Wambold aka Jake W (chitarrista degli Aiden)

-Jake Davison aka Jake D (batterista degli Aiden)

Brandan, Mick e James sono davvero straight edge. Non so se Alex lo sia però fa un sacco di sport, non mangia schifezze e, dopo un periodo in cui ha davvero esagerato, ha smesso di bere. Gli Aiden invece non lo sono e dubito che lo diventeranno in futuro, a giudicare dalla quantità di sigarette che fuma wiL xDD

La storia della gazzella è un rifacimento di quello che dicevano Aldo, Giovanni e Giacomo xDD

Thanks to:

-BlueAndYellow: Grazie =) Bhe, anch’io mi preoccuperei se persone come loro volessero cercarmi il fidanzato xDD Bacio =*

-Isult: Lol… non posso dirti con chi finiranno Patrick e Pete alla fine (anche se conoscendomi è piuttosto ovvio xDD) Bacio =*

-Chrystal: Sì, il Patrick della ff è intraprendente, più o meno xD Bleah, latte scaduto! Io non bevo neanche quello normale xD Baci =*

-Fallen: E pensa che siamo solo all’inizio della ff xD Bacio =*

E Grazie a chi leggerà e commenterà questo capitolo]

Kisses

Fede.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro. ***


CAPITOLO QUATTRO.

 

-Torni a trovarci presto- disse Gerard facendo lo scontrino e mettendo i vasetti di colla in un sacchetto, per porgerli alla signora di mezza età che li prese e se ne andò, troppo di fretta per ricambiare il saluto.

Lui sospirò e guardò l’ora.

Erano quasi le undici e faceva davvero troppo caldo per essere in Gennaio.

In più quei coglioni dei suoi amici sembravano essere spariti. C’era solo Patrick che, in una delle lunghe corsie, stava cercando di fare l’inventario dei barattoli di vernice.

-Trick!- dichiarò alzandosi dallo sgabello sul quale era stato seduto per quasi un ora e mezza, e stiracchiandosi leggermente. –Ho il bisogno fisiologico di una sigaretta, andiamo fuori!-

Patrick alzò le spalle e lo seguì perché, davvero, avrebbe fatto qualsiasi cosa per smettere di contare quegli stupidi barattoli.

Vide Bert, Adam, Pete, Brian e perfino Jared, seduti in cerchio sui gradini del cortile sul retro.

-Avete lasciato il negozio scoperto?- squitti Jared alzandosi in piedi. Orrore!-

-Rilassati, Jaja- mormorò Gerard accendendo la sigaretta che Bert gli porgeva. –Se qualcuno ha bisogno ci viene a cercare-

 -E non pensi ai ladri?- ribattè stizzito il proprietario.

-Cazzo- rispose Brian ironico tirando fuori dalla tasca dei jenas il suo pacchetto di Malboro. –Sottovasi, lastre di compensato e vernice per legno, questo negozio è come Disneyland per i ladri-

Jared sussurrò qualcosa seccato e poi si rimise seduto.

-Allora, Tricky…- cominciò Adam dando una gomitata in pancia al ragazzo biondo. –Oggi sei arrivato in ritardo.. è successo qualcosa che noi non sappiamo?-

Brian sorrise. –Il nostro piano ha fatto effetto, ne? Pensa che io, una volta, ero con Zack nel cesso di quel bar e-

Gerard scosse la testa interrompendolo, -Non vogliamo sentire i tuoi racconti porno, vogliamo quelli di Trick-

Patrick arrossì e si sedette accanto a Pete. –Bhe, non credo che William faccia per me, ecco…-

Bert sorrise senza farsi vedere dagli altri. –Non te l’ha dato, vero?-

-Devi proprio essere così volgare?- domandò seccato Jared, poi si voltò verso Patrick. –Ma… non te l’ha dato davvero?-

Conosceva abbastanza i suoi colleghi per sapere che non si sarebbero arresi a un semplice ‘Non sono cazzi vostri’ , ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare quel discorso.

-No… - mormorò  abbassando la testa. –Lui… lui ha vomitato. Era ubriaco fradicio e non siamo nemmeno riusciti a uscire dal parcheggio-

-Oh- mormorò Pete.

Un leggero sorriso solcò l sue labbra, ma lui cercò di coprirlo in fretta mettendosi una mano davanti alla bocca per non farsi vedere dal suo migliore amico.

Non sapeva perché gli desse così fastidio quello che stavano cercando di fare i suoi amici. Dopotutto, visto che Trick era suo amico, se lui era felice Pete avrebbe dovuto esserlo di rimando.

Invece non era così.

Aveva sempre pensato di essere il primo sulla sua lista, come Patrick lo era in quella di Pete perché, non importava con quante persone Pete potesse stare, alla fine tornava sempre a casa da lui.

Ma ora non era più così, e questo gli faceva paura.

La faccenda con Patrick era troppo strana.

Era geloso di Trick, come amico.

Supponeva.

Però  quando Andy gli raccontava i suoi trascorsi amorosi lui non si sentiva mai così. E Andy era suo amico quasi quanto lo era Patrick.

Cazzo, aveva davvero bisogno di una bella scopata.

Adam fece pat-pat sulle spalle di Patrick. –Vorrà dire che non era destino, ma non preoccuparti, noi non ci arrendiamo-

-C’è nessuno?- domandarono da dentro.

Gerard sorrise spegnendo la sigaretta e mettendosi in piedi. –Mikey! Vieni, siamo qui fuori!-

Michael era il fratello di Gerard.

Non si assomigliavano quasi per nulla, anzi se qualcuno gli avesse visti vicini avrebbe sicuramente pensato che uno dei due era il figlio dell’idraulico.

Eppure Gerard era davvero molto legato a lui, anche perché tutto il resto della sua famiglia era dall’altra parte del continente.

Appena finito le scuole superiori si era trasferito a LA per frequentare la scuola d’arte, ma le rette erano troppo alte, e lui non voleva pesare troppo sulla sua famiglia, che di sicuro non era milionaria.  Così si era trovato un lavoro.

Ma frequentare i corsi e lavorare da Jared era davvero troppo impegnativo, e così si era ritrovato ad lasciare la scuola.

Continuava a dire che appena avrebbe trovato i soldi sufficienti avrebbe ricominciato a disegnare, ma lo stipendio che riceveva alla House of Brich non era quello di una rockstar, e dopo avere pagato l’affitto dell’appartamento, le bollette, il cibo e lo stretto necessario per vivere dignitosamente, non gli rimaneva poi molto.

Così erano passati quasi cinque anni ma non era cambiato nulla.

Gli sarebbe piaciuto riuscire a vivere con i suoi disegni, anche perché Frank gli ripeteva sempre che era davvero bravo.

Mikey si era laureato l’anno prima in Architettura a New York, e da qualche mese si era trasferito a Los Angeles, vivendo nell’appartamento del fratello.

Non aveva ancora trovato un vero e proprio lavoro in un vero e proprio studio, per ora stava facendo uno stage, per giunta non retribuito benissimo.

E così si era messo in testa di cercarsi un lavoro part-time, nonostante le proteste di Gerard, per aiutarlo con i conti e lasciare a Gee un po’ più di tempo per dedicarsi ai suoi fumetti.

-Ciao Gee!- sorrise abbracciandolo. –Berty, Laz, Pete, Trick, Jary, buongiorno!-

-Ehy, Mikes, come va?- lo salutò Bert. Mikey sorrise.

-Ciao Mickey, come stai? Sei raggiante oggi..- gli fece l’occhiolino Pete.

Mikey lo fulminò con lo sguardo. –Ma che, ci stai a provare, fratello?-

Pete deglutì e fece no con la testa.

-Ok, allora. Comunque hai ragione. E’ una giornata stupenda.- il suo sorriso si ingrandì sempre di più mentre si girava verso suo fratello.-Gee, non indovinerai mai. Ho trovato un lavoro! In una cartoleria che aprirà settimana prossima! Ed è proprio dietro l’angolo-

Gerard sorrise. –Sono felice per te, anche se sai che non è necessario-

-Ah, balle! Trick, come va? Gee mi ha detto della vostra ricerca…-  

-Nisbe- rispose Brian alzando le braccia. –La missione non è ancora compiuta-

-Cazzo, ma c’è qualcuno in questo dannato posto?- sentirono urlare dall’ingresso.

Jared sospirò alzandosi in piedi. –Sul retro!-

-Salve, posso disturbarvi qualche secondo?- chiese entrando un ragazzo dai capelli lunghi e neri, con dei pantaloni larghi e una maglia scura che lasciava intravedere un grosso tatuaggio tribale sul braccio.

-Che vuoi Tuck?- domandò Jared avvicinandosi.

Matt Tuck gestiva la libreria posizionata davanti al loro negozio.

E, nonostante lui fosse già di per se un soggetto patricolare, lo erano alquanto anche i commessi che lo aiutavano.

Un ragazzo mingherlino con davvero troppi tatuaggi, di nome Oli Skies, uno con i capelli più lunghi che gli ricadevano diritti sulle spalle, tale Max Green e Quinn Allman, un ragazzo biondo-castano, stempiato-con la frangia che gli ricadeva sulla fronte. Dipendeva dal periodo in cui lo conoscevi.

Sì, lo stesso Quinn Allman che vomitava nei racconti di Bert.

Chi andrebbe a farsi vendere un libro da persone così?

Patrick  si chiese se fosse il quartiere, qualcosa che c’era nell’aria, magari qualche fumo di scarico radioattivo, che attirava questo tipo di personaggi, perché dal ristorante all’angolo, passando per il negozio di abbigliamento, il salone di bellezza, il night club accanto al loro negozio, la pizzeria con consegna a domicilio arrivando all’agenzia di viaggi, non ce ne era uno che si salvasse.

Era convinto di essere incluso anche lui nel gruppo dei soggetti strani. Solo così si spiegava come avesse fatto ad assecondare i suoi amici in quell’assurdo piano.

-Dovete firmare questa petizione. Fallo  anche tu, Lil’ Way- cominciò Matt porgendogli un foglio. –E’ per il bene comune-

-Di che si tratta?- domandò Bert fingendo di essere interessato e ricevendo in cambio una gomitata in pancia da Brian per avergli dato corda.

-Watkins- disse solamente.

-Che c’è questa volta?- chiese Adam scocciato.

-Quel maledetto vuole ampliare il suo dominio! Lo sapevate che da una settimana ha un commesso nuovo? E’ tutto un suo piano per ampliare il suo negozio e controllarci tutti. Va finire che domani me lo trovo dietro al reparto di cucina che mi ride in faccia perché ha un negozio più bello del mio-

-Dio, ma quando finirà questa faida tra di voi?- domandò Jared seccato. –Lui non è la Francia, non vuole ampliare il suo dominio. E chissene se assume un nuovo commesso. Fatti suoi.-

-Già!- esclamò Adam alzando le braccia. –Perché devo firmare? Io vado d’accordo con Ian-

-Berty!- esclamò Matt disperato. –Almeno tu mi capisci? Tu vuoi combatterlo, non è vero?-

Bert alzò le braccia. –A dire il vero a me di Ian non me ne frega un cazzo, con sincerità-

Matt fissò il cemento per terra demoralizzato. –Nessuno mi ama… nessuno mi appoggia…-

-Sorry, dude.- cominciò Mikey cercando di consolarlo. –In un'altra occasione ti avrei appoggiato, ma inizio a lavorare in questo posto anch’io, non mi va di farmi nemici.-

Matt gli puntò un dito contro. –Guardati da Watkins!-

Mikey degluti e annuì lentamente, un po’ spaventato.

-Come si chiama questo nuovo?- cominciò Brian mentre dava un’occhiata al foglio. Per adesso erano presenti solo le firme dei tre commessi di Matt, forse estorte con la forza, chissà. –Devo dargli il benvenuto all’inferno-

-William- rispose Matt riprendendosi il foglio.  

-Francis?- chiese con un sorriso Bert alzando la testa.

-Bhe, credo di si. Ho mandato Quinn in perlustrazione, comunque. Scoprirà i punti deboli del nemico- dichiarò

Bert prese la felpa e uscì.

Jared scattò in piedi. –Dove vai, McCracken?-

Lui fece il sorriso più innocentemente che gli riuscì.

Purtroppo per lui non era bravo nei sorrisi, soprattutto in quelli innocenti, e quello che ne uscì fu solo una smorfia simile a quelle che fanno le persone stitiche.

Mikey si spaventò un pochino nel vederla.

-Vado ad accoglierlo in questo posto e magari gli chiedo se sta meglio dopo ieri sera..-

-E il tuo lavoro?- domandò Jared sconcertato dall’ammutinamento del suo dipendete.

-Bhe, lo può fare benissimo Haner, tanto sta tutto il giorno a far ballare la scimmia-

Brian gli fece vedere il dito medio. –Ma vai a scoparti un albero!-

-Allora- cominciò Matt avvicinandosi in modo furtivo a Patrick. –Come sta andando la tua ricerca, eh, Mr Stranamore? Bri mi ha raccontato della tua piccola, come dire, inesperienza, e del fatto che adesso si sono messi tutti d’impegno per fartela, come dire , superare…-

Patrick scosse la testa con orrore.

Avevano coinvolto anche quel pazzo?

-Dio, non ci credo, lo sa anche questo psicotico sociopatico?-si girò velocemente cominciando a camminare verso l’uscita. –Merda, un po’ di cazzi vostri no, ne?!-

Pete provò a seguirlo, ma Adam fu più veloce

-Vado a parlargli- dichiarò correndogli dietro.

Jared cominciò a scuotere la testa disperato. Perché tutti se ne stavano andando senza il suo permesso.

Si sentiva come il Capitano Jack Sparrow, abbandonato dai suoi sull’Isola de Muerta.

-Cazzo- esclamò spingendo tutti dentro. –Tuck, vai fuori dalle balle- Matt deglutì ma fece quello che Jared gli aveva detto. Poi il proprietario del negozio si voltò verso verso Pete, Brian e Gerard. –Way, saluta tuo fratello. Tre dei vostri compari fanno quello che gli pare? Pazienza, pagherete voi al loro posto-

Adam seguì Patrick sul marciapiede.

-Trick, fermati- esclamò tendendo una mano nella sua direzione. –Maledette sigrette, ho la tachicardia!-

Patrick sospirò e si fermò. –Dio, perché non mi lasciate semplicemente in pace?!-

Adam cercò di riprendere fiato. –Senti… Lo so… lo so che Brian ha esagerato… Dirlo a Tuck non è stata una mossa troppo furba.. Ma non voleva farti incazzare, davvero… perché non andiamo a prendere un caffè.. Così… così magari parliamo in santa pace e io… io riprendo fiato-

Entrarono nel bar-ristorante. Un locale carino arredato come un pub inglese.

Ma il padrone non aveva ben nulla di inglese, visto che era di origine uruguaiana.

Era di proprietà di Gabe Saporta.

Un amico di Pete, il che era tutto dire.

In effetti però lo gestivano Brendon e Ryan, due ragazzi di Las Vegas, perché Gabe non c’era mai, e quando c’era era nel retro a scopare con William Beckett, il suo ragazzo.

Si sedettero ad un tavolo e Brendon si avvicinò con il taccuino in mano per le ordinazioni.-Ehi, ragazzi. Come va? Cosa vi porto?-

Patrick sorrise e Adam lo salutò con un gesto del capo. –Ehi, Bren. Noi stiamo bene. Tu?-

-Anche io. Tutto come al solito. Di giorno lavoro in una caffetteria e di notte salvo il mondo.- ridacchiò alla propria battuta. –No, scherzo. Sta sera porto semplicemente Ry a cena fuori-

Adam sorrise. –Sono contento per voi. Ci porti un caffè freddo e…?- chiese girandosi verso Patrick.

-..Del caffè con la panna- concluse l’amico.

Brendon annuì segnando tutto sul block notes. –Ok, arrivano- si voltò verso il bancone e esclamò. –Ry, fai un caffè freddo e uno con panna?-

Ryan sbuffò prendendo due tazzine dallo scaffale. –Ecco, ci risiamo… Lui fa tutto il simpatico e a chi tocca sgobbare? Al sottoscritto, ecco a chi!-

Brendon gli lanciò un bacio con la mano e girò una sedia al contrario, sedendosi sopra. –Allora… di che si parla?-

Adam girò lo sguardo verso l'amico, non sapendo se dirlo a Brendon e Patrick sospirò. Tanto se conosceva i suoi amici, entro 24 comuqnue lo avrebbero saputo anche a Providence, nel Rhode Island. –Lui e gli altri vogliono trovarmi un ragazzo-

Brendon sorrise dando all’amico una sonora pacca sulla spalla. –Che figata! Sarebbe anche l’ora, Trick! Sei la persona più adorabile che conosco, mi meraviglio che tu non ne abbia ancora uno!-

Ryan lo fulminò con lo sguardo portando le due tazzine sul tavolo.

-Ok, la seconda persona- si corresse Bren alzandosi e baciando il suo ragazzo, che sorrise.

-‘Dam, io…- cominciò Patrick girando la panna con il cucchiaino. –Io, davvero, vorrei darci un taglio con questa cazzata-

Adam scosse la testa sorseggiando il caffè. –Senti, tu non puoi rinunciare adesso. Prendi me: io sono stato con John per due anni… quattro anni fa.-

Brendon squittì mentre lasciava un po’ di spazio sulla sedia per far sedere Ryan e gli circondava la schiena con un braccio. –Io quattro anni fa non ero neanche maggiorenne-

-Neanche io- dichiarò Patrick annuendo.

-Idem- concordò Ryan.

Adam continuò facendo finita di non sentire. Dio, questi commenti lo facevano sentire anziano. –Io lo amavo e lui che ha fatto? Tre settimane prima di San Valentino mi ha scaricato per… per il suo migliore amico, Jesse. Cazzo, che rabbia. Ma gliene ho tirate addosso così tante che, per quanto ne so, si sono mollati anche loro-

-Caspita, Laz- commentò Ryan. –Questi si che sono davvero ottimi argomenti per convincere qualcuno a iniziare una storia-

-E poi questo che c’entra con me?- chiese Patrick finendo il suo caffè.

-C’entra perché hai 24 anni- spiegò Adam guardandolo negli occhi. –Non è solo questione di sesso, qui parliamo di amore. Non vorrai mica perderti tutto quello che io ho avuto? Gli appuntamenti, i suoi regali (che solo a vederli facevano vomitare, ma di fronte ai quali tu dovevi sorridere comunque), i baci, i suoi ritardi e le sue spiegazioni confuse, le notte passate al telefono a piangere con il mio amico Matt, il mio amico Matt che comincia a non rispondere più, e allora tu sei costretto a chiamare Gerard, ma neanche Gerard ti risponde, cerchi di contattare la persona che ami ma ti risponde il suo cazzo di nuovo fidanzatino (dannato Lacey) e così tu affoghi in un mare di tristezza, e perdi peso, e poi lo riacquisti, e poi soffri di insonnia..-

-Non vedo l’ora- mormorò Patrick con una vena di ironia che Adam non colse.

-Perfetto, perché dobbiamo parlare con Gerard per attuare un nuovo piano!-

***

-Ppsss- Adam chiamò Brian cercando di non farsi vedere da Jared che stava bevendo una lattina di RedBull seduto sul divano della stanza sul retro. –Ppssss, Bri!-

-Laz- gli rispose l’amico piano. –Che fine avete fatto?-

–Io e Trick abbiamo parlato, ora è tutto a posto… Dove sono tutti?-

-Bert non si è ancora visto e Gee è riuscito a scappare da Jared dicendo che doveva aiutare suo fratello nel nuovo negozio. Wentz è andato a consegnare un vaso di circa 60 kg a casa della vicina di Leto. – Brian si aggrappò al collo della camicia di Adam con fantasia a quadri, che a Patrick ricordava quella di un boscaiolo, ma che tutto sommato era in sintonia con l’atmosfera del negozio, e lo guardò con lo sguardo più spaventato che gli riuscì. –Salvatevi almeno voi! Andate e non pensate a me. Vivete felici e ricordatemi come chi sono ora: un gran figo-

-Ok- rispose Adam alzando le spalle e dirigendosi verso la cartoleria che avrebbe dovuto aprire tra una settimana, afferrano per un braccio Patrick e trascinandolo con se.

Seduto per terra c’era un ragazzo con i capelli letteralmente maculati e il piercing al labbro che stava fumando una sigaretta. –Ehi!- li salutò alzandosi in piedi.

-Ehi- Adam ricambiò il saluto. –Stiamo cercando Gerard Way, il fratello di Micheal-

Il ragazzo annuì. –Oh, certo, entrate.-

Adam entrò e quando alzò la testa rimase senza parole. Dietro il bancone c’era lo stesso ragazzo che stava fumando fuori, solo con i capelli monocromatici e senza piercing sul labbro.

Ma chi era? Flash Gordon?

-Come diavolo hai fatto?- domandò.

Il ragazzo alzò lo sguardo dalla sua copia di Orgoglio e Pregiudizio che stava cercando di finire da settimane, e fissò Adam sbalordito. Sorry?-

-Prima eri fuori, come diavolo hai fatto a rientrare prima di noi? C’è una porta sul retro? Sei Wonder Woman?-

In quel momento il ragazzo dai capelli maculati aprì il portone sorridendo. –Allora, avete trovato Way Senior?-

Adam saltò in aria vedendolo. -Oh my God! Ma che cos’è, la moltiplicazione dei pani e dei pesci? Un trucco in stile Naruto?-

 –Chi è Naruto?- Il ragazzo che avevano incontrato fuori strinse gli occhi mentre l’altro sospirò mettendosi una mano sul petto e raggiungendo Adam e Patrick, che guardava la scena sconcertato.

–Io essere Joel- spostò il braccio in direzione di quello uguale a lui. –Lui essere Benji. Noi essere gemelli, you know? Tu parlare la mia lingua? Capire quello che dico?-

-Sì, noi… noi parliamo la tua lingua- disse Patrick intromettendosi perché la scenetta stava diventando patetica. –Sai dov’è Gerard?-

 In quel momento Gerard e Mikey uscirono dalla piccola stanzetta addetta al relax e alle sigarette e li raggiunsero.

-Ragazzi, che ci fate qui?- domandò Gerard.

Mikey sorrise felicemente battendo le mani. –Che bello, così vi posso presentare il mio capo. Persino Gerard non l’ha ancora conosciuto-

-Ma quanti caffè ha bevuto oggi?- chiese Benji rivolto a Joel, che alzò le spalle.

-e chi lo sa?! Io ho smesso di contare dopo la sesta tazza-

-Ho pensato a quello che dovremmo fare con Trick: un blind date!- esclamò Adam.

Gerard sorrise. –Ma è una genialata!-

-Eccoci qui!- disse Mikey tornando nella stanza seguito da un ragazzo alto, sui 30 anni, con gli occhi azzurri e i capelli neri corti. –Loro sono mio fratello Gerard, e i suoi amici Petrick e Adam, mentre lui è Jesse La-

-Brutto schifoso ruba-ragazzi!- esclamò Adam interrompendo Mikey.

Jesse sorrise. –Piacere di rivederti, Lazzara-

Mikey sorrise sempre di più. –A quanto pare vi conoscete già, come è piccolo il mondo!-

 

TO BE CONTINUED...

 

[NdA: *Me è super eccitata perché i the Used hanno risposto a un suo commento di Myspace, banale, ma hanno risposto <3*

Here I am. Che posso dire?

Ho deciso di apportare qualche cambiamento a questa ff. All’inizio erano non era previsti così tanti personaggi, ma poi mi sono chiesta: perché non mettere musicisti che ammiro, stimo, rispetto e che mi fanno pisciare dalle risate?

Quindi la ff si allungherà ancora un po’, anche perché non dimentichiamo che devo sistemare tutti xDD. (P.s. Qualcuno ha suggerimenti per Jared? Perché io non so proprio con chi accoppiarlo =/ )

Nel prossimo capitolo probabilmente compariranno Davey Havok, Jade Puget, Jeffree Star e Jepha Howard, siete avvisati xDD e se riuscirò anche qualcun altro ^^

Chissà se indovinate chi lavora nei negozi che ho elencato? (non è molto difficile, quando ho deciso dove avrebbero lavorato i personaggi non avevo molta fantasia =/)

Ah, ecco, un gossip: da quel che so non corre buon sangue tra Ian e Matt Tuck. Ian in un intervista ha detto qualcosa del tipo che i Bullet for my Valentine lo fanno solamente ridere (e dubito che intendesse che sono dei buontemponi), e i BFMV non l'hanno presa tanto bene…

Personaggi di cui ho parlato in questo capitolo (molti però avranno una parte più corposa in seguito ):

-Michael Way aka Mikey: bassista dei My Chemical Romance

-Matt Tuck: cantante dei Bullet for My Valentine

-Ian Watkins: cantante dei Lostprophets

-Oli Skyes: cantante dei Bring me the Horizon

-Max Green: bassista degli Escape the Fate

-Quinn Allman: chitarrista dei The Used

-Brendon Urie: cantante dei Panic at the Disco

-Ryan Ross: chitarrista dei Panic at the Disco

-Joel Madden: cantante dei Good Charlotte

-Benji Madden: chitarrista dei Good Charlotte

-Jesse Lacey: cantante e chitarrista dei Brand New e sposatissimo con l’autrice (mon amour <3)

Thanks to:

-Isult:Oh sì xDD Pete un mi sa di uno che spara cazzate in continuazione xDD Ebbene sì, i pazzi si sono aggiunti xD Bacio =*

-Chemical Lady: Grazie, mi fa davvero piacere che quello che scrivo ti piaccia ^//^ *imbarazzo* Bacio =*

-BlueAndYellow: Bhe, gli Aiden non potevano stare a casa e risparmiarsi di comparire in sta storia, nonostante al concerto siano stati simpatici e abbiano fatto le foto con me e suonato davvero bene (Bliss *______*) la loro presenza era ovvia xDD Bacio =*

-Re i: Scusa se non compaio quasi mai su msn ma tra il computer che funziona quando vuole lui e il fatto che mi dimentico di andarci (sì, mi dimentico -.- che tristezza che mi faccio ç_ç) quando finalmente riesco a connettermi non c’è in linea praticamente nessuno (sigh ç_ç) Bacio =*

-Fallen: Nah, era tutta una burla xDD Ebbene no, l’anima gemella di Trick non sarà wiL ma.. *rullo di tamburi* Ah, non posso svelare la sorpresa xDD Bacio =*

-Crystal: Asd, lo rammenterò a Trick xDD Mi fa piacere che ti piaccia =] Bacio =*

-The Fantasy: Muaha, è vero, anche perché ho la ferma convinzione che ormai i generi di prima necessità per wiL siano caffè e sigarette e non acqua e cibo xD Bacio =*

Grazie a chi leggerà e commenterà questo capitolo =******]

Cheers.

Fede.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque. ***


CAPITOLO CINQUE.

 

Patrick percorse a grandi passi il negozio, arrivando nella saletta dedicata al relax, dove Brian stava giocando a Grand Theft Auto.

-Wow! MUORI BASTARDO!- urlò colpendo violentemente il controller.

-Bri..- lo chiamò incerto il ragazzo biondo.

-Ohi, Trick… E’ arrivato Jared?! No, perché lui non vuole che giochiamo alla play e se mi vede comincia a cristarmi dietro… -

Patrick scosse la testa. –No, ha detto che andava che pranza con Shan e quindi credo che rimarrà da lui fino all’ora di chiusura.-

Shannon Leto era il fratello di Jared.

Gestiva l’agenzia di viaggi accanto al ristorante, alle cui dipendenze lavoravano il ragazzo di Brian, Zack, e Matt, il migliore amico di quest’ultimo.

Patrick aveva il sospetto che Bri fosse stato assunto al negozio perché Zack aveva fatto pressioni psicologiche a Shan, e Shan le aveva fatte a Jared finchè lui non aveva perso la pazienza.

 E Jared ci metteva davvero poco a perdere la pazienza.

-Bri.. posso farti una domanda?-

-Certo… MUORI FOTTUTO IMBECILLE!-  gridò il ragazzo dai capelli neri, facendo capire a Patrick che non lo stava affatto ascoltando.

-Ok, lascia perdere…-

-No- esclamò Brian allungando il braccio in direzione di Patrick ma non staccando gli occhi dallo schermo. Patrick lo fissò e Brian, sospirando, mise il gioco in pausa. –No.. siediti, ti ascolto-

-Ok…- cominciò Patrick esitante. –Secondo te… io sono una persona… come dire.. attraente?-

Brian lo fissò. –Eh?-

Patrick abbassò lo sguardo. –Hai capito, non farmelo ripetere-

-Sì,- disse Brain deciso. –Certo che lo sei, perchè?-

Patrick si torse le mani l’una dentro l’altra. –Bhe, perché… il fatto è che voi vi siete messi in testa di portarmi a quel fottuto blind date domani… e io…-

Brian si accese una sigaretta. –Ok, ora ascoltami: tu sei un bel ragazzo, è solo che non hai ancora trovato.. il tuo giusto look… Prendi quella- disse indicando la maglietta di David Bowie che Patrick indossava.

-Che ha David che non va?-

-Bhe, tanto per cominciare è… gialla. Non puoi vestirti di giallo a meno che non sei un pollo gigante. E poi… le scarpe verdi?! Ma chi ti credi di essere?! Un leprecauno?-

-A me piacciono le mie scarpe- mormorò Patrick.

-Ok- esclamò Brian sospirando. –Ami vestirti come un folletto irlandese, ne prendo atto. Ma ora prendi me- con un gesto della mano Brian fece segno a Patrick di guardargli il corpo. –Pensi che tutto questo sia casuale?!-

Patrick rimase in silenzio.

-No, era una domanda, rispondi- gli intimò Brian appoggiando una gamba sul tavolino.

-…No?-

-Esatto, non lo è!- esclamò agitando le braccia. –Io curo ogni minimo particolare! Abbino la bandana al cappellino, i boxer ai calzini. E sai una cosa? Tutte le sere (ok, ormai non più proprio tutte.. ) vado a letto con un ragazzo davvero sexy!-

-E quindi io che devo fare?-

-Tu? Nulla.- sorrise Bri. Un sorriso che a Patrick non piacque affatto. –Tieniti libero dopo la chiusura. Adesso prendo un appuntamento con Davey-

***

-E’ permesso?- domandò Bert entrando nel negozio d’abiti firmati.

Intercettò Ian Watkins, il proprietario, che veniva verso di lui e sospirò rassegnato.

-McCracken- cominciò Ian. –Non dirmi che sei ancora qui per quelle dannate magliette! Io non le venderò mai nel mio negozio! Nessuno comprerebbe una maglietta con scritto “Fuck me I’m famous”, soprattutto se le firmi tu. Perché tu non sei famoso!-

-Si vede che non hai il fiuto per gli affari- sbuffò Bert.

-Oh, io c’è l’ho e come. E infatti so che la Bert McCracken Spa. non andrà da nessuna parte!-

-Dov’è quello nuovo? William?- domandò Bert cambiando argomento.

Odiava quando gli altri non capivano il suo genio.

Si sentiva come la tipa che aveva scritto Harry Potter. All’inizio nessuno voleva pubblicarlo.

-Oh, mio Dio! Non dirmi che è tuo amico?-

-No, ma mi piacerebbe che lo diventassimo, insomma…- bloccò la frase appena vide l’espressione di Ian.

-Vai via- gli rispose il ragazzo gallese tra i denti. –Non voglio che tu me lo contamini-

-Ma chi sono?- chiese indignato Bert. –Una centrale nucleare?!-

-No, - rispose Ian guardandolo male. -Almeno con quelle puoi sperare che non esplodano-

Bert sbuffò facendogli vedere il medio.

-Watkins,- disse, stanco di parlargli. –Ma tu lo sapevi che Tuck ha fatto una petizione contro di te?-

-Cosa?- domandò Ian uscendo dal locale velocemente. –Ma io lo smonto quel mentecatto-

Bert sorrise avvicnandosi ai due ragazzi che stavano ripiegando le magliette.

Uno era abbastanza alto, biondo, con gli occhi castani e un ciuffo rosa che gli ricadeva sulla fronte. Si chiamava Sean.

Appena vide Bert gli sorrise gentilmente.

Lui aveva il sospetto che fosse cotto di Ian, ma non gliel’aveva mai chiesto. 

Dall’alta parte Bert riconobbe William, intento a guardare sconsolato gli scaffali.

-Ehi, festeggiato, come va?- gli disse andandogli incontro.

William sbuffò sconsolato. –Non sono più il festeggiato. La mia festa è stata una merda. E poi… noi due ci conosciamo?-

Bert annuì. –Sono un amico di Patrick, il ragazzo con cui ci provavi ieri sera-

-Oh, quello con il nome carino. Devo scusarmi con lui. Ho vomitato anche addosso a te, a proposito?-

-Nah- Bert scosse la testa sorridendo. –Almeno quello te lo sei risparmiato-

William fece una smorfia con la testa. –Non deve essere stato un bello spettacolo…?-Esitò perché non si ricordava il suo nome.

In effetti erano ben poche le cose che ricordava della sera precendente.

-Bert- lo aiutò lui, stringendogli la mano.

L’altro sorrise. –Wlliam, piacere. Che cosa fai di bello nella vita?-

-Bhe, nei giorni normali lavoro da Jared, anche se spero di sfondare nell’industria della moda..- spiegò Bert non troppo convinto. Non voleva essere preso per coglione fin dall’inizio.

-Davvero?- domandò William eccitato.

-Sì, disegno magliette. Quelle con le scritte divertenti, ad esempio…-

-Wow!- disse William battendo le mani. –Ma è una cosa fighissima. E perché non provi a venderle qui?-

-Ian non apprezza la mia arte- mormorò Bert incupendosi.

-Ian non apprezza nulla- lo corresse William.

Entrambi scoppiarono a ridere.

In quel momento il cellulare di Bert vibrò nella sua tasca.

From: Brian

 ‘Nuovo piano.

Si porta Patrick da Davey. Deve farsi bello.

Ci vediamo là.

B.’

-Io.. – cominciò  Brian maledendo l’amico per il pessimo tempismo. –Devo andare… Senti, ti va di cenare insieme sta sera?-

William annuì. –Certo. Passo a casa tua alle otto?-

Bert grugni. –Ecco, qui sorgerebbe un problema… Vedi, io abito con un mio amico, Quinn, non so se lo conosci…-

William alzò le spalle. –Ok, fa nulla. Possiamo andare a cenare al ristorante qui all’angolo..-

Bert grugnì di nuovo. –Altro problema.. E’ che in questo periodo sono un po’ a corto di spicci e…-

 –Allora facciamo che passi a prendere una bottiglia di vino e vieni a casa mia?- domandò l’altro rassegnato.

Bert sorrise.

Bingo.

***

Davey Havok gestiva un salone di bellezza. The America’s Next Top Shiny Thing .

Nonostante lì dentro ci lavorasse Jeph, uno dei suoi migliori amici, Bert c’era entrato davvero pochissime volte.

Punto primo perché Davey si metteva più make-up persino di Pete, il che era tutto dire.

Poi perché Jade, l’altro ragazzo che  lavorava con loro, lo inquietava alquanto, e infine perché non era ancora certo sul sesso Jeffree, l’ultimo dell’allegra combriccola. Era come giocare alla roulette russa, si ha il 50% di possibilità di sbagliare.

C’erano troppi profumi e troppi trucchi in quel posto.

Una volta Jepha ‘voleva convincerlo a decolorare i suoi capelli per tingerli di un colore che sia almeno presente nella scala cromatica’, aveva detto.

Decolorare

Solo dal suono si capisce che è una cosa orribile. Troppo orribile da fare ad un essere umano.

Da quel momento non ci aveva più messo piede.

Raggiunse i suoi amici, tenendo con una mano gli hamburger che si era fatto preparare da Ryan per pranzo ma che non aveva ancora mangiato.

Brian appena li vide sbiancò.

-Che cosa ti dice il cervello? Portare quelli.. qui?-

Bert non fece in tempo a mandare giù il boccone e rispondere che Jeffree gli aprì la porta.

Capelli lunghi e rosa, trucco curato, mini gonna e unghie laccate con il french.

-Benvenuti- poi notò il panino di Bert e alzò un sopraciglio. –Quella è carne?-

Bert annuì leggermente preoccupato. –Sì… Almeno Ryan e Brendon me l’hanno spacciata per tale…-

Vide dentro Jeph e Davey allargare gli occhi. –Orrore! Orrore!- continuavano a ripetere.

Invece Jade si limitava a scuotere la testa, come se fosse deluso o avesse perso le speranze.

-Ma bravo- disse Adam schiaffandosi una mano sulla fronte. –Adesso parte la manfrina..-

-Voi pensate di entrate nel mio negozio con quelli?- domandò sconvolto Davey avvicinandosi. -No, ma fate con comodo.. anzi, già che ci siete perché non vi portate anche le sigarette, così ci prendiamo un cancro tutti insieme in allegria- Brian, Bert, Adam e Gerard misero una mano in tasca, schiacciando i loro pacchetti il più possibile e sperando che lui non li vedesse. –Oppure perché non ci mettiamo tutti insieme seduti per terra a suonare una chitarra, facciamo un falò  e a tracanniamo Jack Daniels, tanto ormai…-

-Messaggio ricevuto- mormorò tristemente Bert. –Ok, Dav, li butto. Tanto mi hai fatto passare la fame-

Davey sorrise raggiante.

–Perfetto!- Poi si voltò verso Patrick. –Tricky, tesoro, come stai? Come ti vanno le cose? Jade caro, porta un po’ d’acqua a Patrick per favore-

Jade annuì scomparendo nel retro e tornando pochi secondi dopo con un bicchiere con acqua e limone.

Patrick lo ringraziò e ne bevve un sorso.

-Allora?- chiese Jepha sgranocchiando un cracker. –Che ci fate qui?-

Davey lo guardò disgustato. –Jeph, per favore, un po’ di educazione. Non si mangia con la bocca piena-

Jepha gli fece pollice in alto e si girò verso Bert, continuando a parlare come se niente fosse. –Non dirmi che  hai rimediato i 40$ che mi devi?- esclamò felice.

Ma Bert interruppe subito il suo momento di gioia. –No, siamo qui per Trick-

Brain annuì. –Sì. Davey, domani ha un appuntamento, deve essere perfetto. E voi siete i migliori.-

Davey sorrise. –Oh, sì. Ho parlato con Matt, che ha parlato con Zack, a cui tu hai raccontato del blind date. Tranquillo, so già tutto.-

Patrick fulminò Brian con lo sguardo e lui deglutì.

-D’accordo. Trick, via giaccotto, capello e occhiali. Vediamo da dove partire.-

Patrick fece riluttante quello che il padrone del negozio gli aveva detto.

Jeffree prese un paio di occhiali e con una spinta costrinse Patrick a sedersi sulla sedia accanto alla scrivania.

-Davey- cominciò Jaffree osservando il ragazzo. –Che ne dici?-

Davey osservò Patrick con lo stesso sguardo indagatore e lui deglutì un po’ impaurito. –Mnh… Brufoli, punti neri, capelli sfibrati, neanche un po’ di colorito. Trick ma qui bisogna correre ai ripari!-

Patrick continuava a fissarlo, chiedendosi se con uno scatto fulmineo avrebbe potuto riuscire a seminarli tutti e scappare in Canada.

 Ma lui non era stato mai un gran che per quanto riguardava gli scatti fulminei.

-Jeph, prepara i macchinari per la lampada; Jeffree, tu occupati della sua pelle; Jade, a te i capelli. Tutto chiaro?- i tre annuirono.

-Io non mi farei toccare i capelli da uno che ha una ciocca scolorita sulla fronte- mormorò Bert a Pete.

Era inutile, non riusciva a fidarsi delle persone che volevano mettergli le mani nei capelli.

Purtroppo per lui, Jade e Davey lo sentirono.

Il primo si limitò a incenerirlo con lo sguardo e tornare nel retro, mentre Davey scosse la testa indignato. –Non sono scoloriti, sono decolorati!-

Eccola, pensò Bert, quella maledetta parola.  

-E che differenza c’è?-

-La stessa che c’è tra il tuo cervello e quello di una scimmia…- gli spiegò il proprietario continuando a scrutare la cute di Patrick. –Non si nota, ma c’è-

-Ma, Davey,- azzardo Jeph trattenendo una risata. –Non credi che anche gli altri abbiano bisogno di un intervento spaciale?- “Così impari a non rispettare le scadenze di un debito”, pensò rivolto a Bert.

Lo sguardo di Davey si illuminò ancora una volta. –Ma.. ma… hai ragione! Cancella tutti gli appuntamenti fissati per dopo-

Gli occhi di Gerard si allargarono, Adam rischiò di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo e Bert cominciò a sudare freddo.

-No…- mormorò avviandosi all’uscita. –Io me ne voglio andare.. non posso rimanere, stasera ho un appuntamento..-

Sentendo quest’affermazione Adam scoppiò a ridere, e Bert gli fece vedere il dito medio.

Davey schioccò le dita e in un secondo Jade era davanti a lui con le braccia conserte, intimandogli di tornare al centro della sala.

Bert fece come gli era stato consigliato.

-Bhe, amico- cominciò Brian guardandolo dall’alto in basso. –Una risistemata non ti farebbe male, sembri scappato dallo zoo. Ma, Dav, non capisco, perché io? Io sono… bello-

-Sé,- commentò Adam scocciato. –E’ fantastico crederci. Infatti l’amore della tua vita non è mai nella stessa stanza insieme a te. A meno che non stiate scopando, si intende..-

-Io, almeno, l’amore della mia vita non me lo sono fatto soffiare dal primo edicolante di passaggio- gli rispose Brian alzando un sopracciglio.

-Uh, cattiva questa- commentò Pete, mentre Bert ridacchiava.

-Calmi, calmi. Time out- esclamò Gerard mettendosi di mezzo.

Brian borbottò qualcosa mentre usciva a fumare una sigaretta, seguito da Bert.

-Ma che diavolo hai oggi, si può sapere?- chiese Gerard ad Adam, mentre Pete stava osservando interessato tutti i tagli della collezione primavera/estate chiedendosi quale di quelli lo rappresentasse come persona.

-Non lo so. Non volevo fare lo stronzo prima, è solo che non sono riuscito ad evitarlo.-

-Bhe, dovresti farlo. Anche perché Brian ti mette ko con una gomitata- commentò Gerard lasciandosi cadere su una delle poltroncine imbottite.

-Lo so, ma tu come ti sentiresti se Frankie ti mollasse per mettersi con il suo migliore amico e poi quello stronzetto viene a lavorare davanti al nostro negozio?-

Gerard ci pensò un attimo. –Bhe, di merda. Anche perché da quanto ne so il migliore amico di Frankie è mio fratello-

-Appunto- disse Adam sospirando. Si passò una mano tra i capelli pensieroso. –Mal che vada seguirò l’esempio di Jared-

Entrambi scoppiarono a ridere.

Il ragazzo di Jared era un po’ come la moglie del tenente Colombo.

Era da più di sei mesi che Jared parlava di un suo fantomatico splendido fidanzato; però nessuno di loro l’aveva mai visto.

Neanche una volta.

Zero totale.

Aveva sempre qualche impegno che gli impediva di andarlo a trovare in negozio.

E Fight Club gli aveva insegnato che le parole non sono sufficienti, perché  anche il protagonista parlava di Tyler Durden, ma di fatto Tyler non esisteva davvero, era il lui che era uscito pazzo.

Adam sbuffò battendo i piedi per terra. –Odio quel maledetto, brutto, schifoso ruba-ragazzi!-

Nel frattempo Patrick era immobile su una delle poltrone zebrate davanti all’enorme specchio, domandandosi se  il mondo si fosse dimenticato di lui.

Dopo qualche minuto Jeffree gli tolse la crema e gli disse di andare nell’altra sala, dove Jade si sarebbe occupato dei suoi capelli.

Patrick si sedette davanti a lui e notò che Jade lo stava letteralmente fissando.

-Devi dirgli quanto li vuoi lunghi- gli spiegò Jeffree allontanandosi.

-Non troppo corti- cominciò Patrick –Magari un po’ più lunghi sul davanti e più corti vicino al collo. Però attento alle basette perché quelle mi piacciono e non vorrei..-

Jade, con lo sguardo impassibile e un gesto della mano, lo fermò, facendogli intendere che aveva capito.

-Ah, ok…- mormorò Patrick facendosi piccolo nella sedia.

Ma quel ragazzo non parlava mai?

-Nooo! Lasciatemi!!- sentì Bert gridare dietro di lui. –Non voglio! Sono troppo giovane e carino per fare questa fine!-

-E smettila!- lo intimò Jepha trasciandolo per un braccio verso la specchiera.

-Non mi avrai mai vivo!- urlò dandogli una gomitata in pancia e scappando via.

-Perdonami amico, ma se io devo sopportare tutto questo non sarò solo- disse Adam tra i denti facendogli lo sgambetto.

 -Vedi la mia pelle?- domandò Jeeffree spalmandosi una strana sostanza azzurra sulla punta delle mani e mettendola sulla fronte di Bert, una volte che quest’ultimo aveva rinunciato al suo proposito di scappare. –Sai perché è così bella?-

-No..-

-Perché mi faccio una volta ogni due giorni lo scrub; ed è quello che sto per fare a te-

Le pupille di Bert si fecero piccolissime mentre si agitava sulla poltrona, avendo una gran voglia di piangere. –Noooo! Lo scrub, nooo!-

-Oh sì, e quando avrai finito di fare la lampada ti faccio pure il french!-

Bert sbiancò. –No, per favore, pietà! Non ti faccio tenerezza?-

Il ragazzo dai capelli rosa scosse la testa.

-Compassione?- domandò leggermente speranzoso.

-No, mi dispiace-

-Pena?- chiese Bert come ultimo appiglio.

-Nah. Cioè un pochino, ma sono generoso e ti aiuterò a migliorare, anziché lasciarti sprofondare nel baratro in cui cadono le persone sciatte, che tu lo voglia o no-

Bert cominciò a sbattere la testa sul marmo del tavolo davanti allo specchio mentre Jeffree gli osservava sconvolto i capelli. –Oddio. Ma stai cercando di farti crescere i dred? Non sarebbe meglio andare da un professionista?-

Bert scosse la testa. –Non l’ho fatto apposta. E’ solo che non mi sono pettinato i capelli per un po’ di tempo, e ora se ci provo non riesco più-

-Santa merda- mormorò lui dandogli una pacca sulla spalla. –E’ una storia terribile, ora si che provo pena per te-

Dopo qualche minuto Patrick si alzò dalla sedia, e con sua sorpresa il nuovo taglio… gli piaceva.

Non era ne troppo lungo ne troppo corto, le sue basette erano ancora al suo posto e.. si sentiva persino carino.

Sorrise guardandosi allo specchio e facendo pollice in alto a Jade, che annuì con un mezzo sorriso.

Tornò dove lo aspettavano gli altri e vide Brian con la testa sotto il casco, mentre leggeva tranquillamente una copia di Vanity Fair; Gerard che, con gli occhi chiusi, si faceva massaggiare i capelli da Jepha; Pete che osservava divertito Jeffree fargli il french; Adam che sfogliava interessato i cataloghi con tutti i tagli all’utlima moda e Bert letteralmente trascinato da Davey nella postazione in cui era seduto precedentemente Patrick.

-Jade, caro, che ne dici di decolorarli? Questi capelli biondi/castani chiari/ramati/mogano/con ricrescita nera non sono il massimo-

Bert sentì i suoi occhi farsi umidi. –No, dai. Decolorarli, no!-

Ma Jade annuì, considerandola una buona idea.

-E poi possiamo tingerli, magari di un nero vero; e applicargli delle estention colorate-

-CHE COSA?- domandò Bert terrorizzato.

-Io vado, ciao a tutti!- esclamò Patrick, contento che quel pomeriggio fosse finito e che per circa otto ore non avrebbe più rivisto quel branco di pazzoidi.

Eppure un ricordo tornò a ronzargli nella testa, come una mosca che, nonostante fai di tutto per scacciarla, continua a volarti intorno.

La sera dopo avrebbe dovuto partecipare a quello stupido blind-date.

Merda!

 

TO BE CONTINUED...

[NdA: Eccomi qui ^^

I capitoli di questa storia stanno diventando sempre più lunghi… devo cominciare tre giorni prima a scriverli se voglio finire in giornata xDD

La storia dei dred è vera; ad un mio amico (lo stesso delle sigarette collose, per chi ha seguito 30 giorni) è successo esattamente così. adesso li ha tagliati, ma quando li aveva e mi ha raccontato quella storia sono rimasta sconvolta xDD

Devo ancora trovare il ragazzo per Jared, sigh ç_ç

I personaggi che ho nominato in questo capitolo sono:

-Ian Watkins: cantante dei Lostprophets

-Sean Smith: cantante dei the Blackout! (e, insieme a Mat Devine, è il musicista più tenero che abbia mai incontrato… ok, non ne ho incontrati tantissimi, però…  xDD)

-Jeffree Star: cantante e scene queen

-Jade Puget: chitarrista degli AFI

-Davey Havok: cantante degli AFI

Non annuncio i personaggi del prossimo capitolo perché deve essere una sorpresa xDD

Se tutto va come previsto (e cioè a meno che non decida di anticipare il loro ingresso xD) gli Avenged Sevenfold avranno una parte abbastanza corposa nel settimo capitolo, mentre Frank ci sarà nel capitolo otto ^^

Thanks to:

-BlueAndYellow: Awwh, ho amato tutta la scaletta (anche se io volevo Fifteen [♥♥], ma ho paura che non la sentirò mai live ç__ç) grazie sei troppo gentile. Bacio =*

-Chrystal: Le persone sane di mente lo farebbero xDD però sì, Pete è un babbo. Chissà se entro la fine della storia si deciderà?! Chissà ¬.¬ … Bacio =*

-Fallen: Sì, bhe entro la fine Ryan tornerà (anche se non per tantissimo tempo ç_ç) grazie per la recensione e un bacio =*

-The Fantasy: Stavo pensando di fare fare una comparsata a Matt Heafy (ho un amico che è un suo grande fan e ne abbiamo parlato per un bel po’ di tempo xDD) Grazie e un bacio =*

-Chemical_Lady: Grazie mille, sei gentilissima *____* Un bacio =*

-Isult: Ebbene, ci hai visto giusto, qualcuno glielo potrebbe fregare, povero Pete xDD Muahaha come sono cattiva x°°°DD Bacio =*

Grazie a chi  leggerà e commenterà anche questo capitolo =***]

Cheers

Fede

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei. ***


CAPITOLO SEI.

 

Patrick attraversò a grandi passi il viale di ciottoli che separava il cancelletto di legno dal portone di casa di Gerard.

Era una casa inquietante. La casa dove avrebbe potuto nascondersi il figlio di Dracula o in cui si sarebbe potuto fabbricare un altro Frankenstein.

La parete esterna era ricoperta da dei grandi sassi grigi e la porta era quasi in stile barocco.

Puzzava di muffa e di chiuso; e, prima di conoscere Gerard, Patrick pensava che quella fosse una casa diroccata.

Suonò al citofono, e gli rispose una voce gracchiante, che riconobbe come quella di Frank, il ragazzo di Gerard.

“Sono Patrick” disse. “Gerard mi ha detto di passare a casa sua… Poi ci dobbiamo con gli altri insieme al bar”

“Certo, tesoro. Sali. E’ al sesto piano, l’ultimo. ”

E, come se non bastasse, c’erano come minimo mille gradini piccolissimi, naturalmente di marmo scuro,  e la scala era la più ripida che Patrick avesse mai visto. L’ascensore non esisteva.

Arrivò in cima con il fiatone e suonò il campanello.

Mikey, il fratello di Gerard, gli aprì con un enorme sorriso sulle labbra.

-Ciao, Mikes-

-Ciao, Triky! Vuoi un caffè?! Tanto lo sto preparando per tutti-

Patrick annuì. –Bhe, se faccio in tempo, ok-

Frank, seduto sul divano con il rivestimento scozzese, annuì. –Certo che fai in tempo. Gee è una vera dive per queste cose… Ci metterà ancora un quarto d’ora per preparasi-

-Non è vero!- sentirono Gridare Gerard da dentro la camera da letto. –Cinque minuti e sono pronto. Trick, tracanna il caffè tutto d’un sorso perché dobbiamo passare a prendere anche Bert-

Frank alzò un sopracciglio. –Fidati, ancora un quarto d’ora buono…-

Il ragazzo fece segno a Patrick di sedersi accanto a lui e Patrick annuì leggermente esitante. Non è che non gli piacessero ma sia Frank, che Mikey, che Gerard, a volte, come dire… lo inquietavano un pochino.

-Allora… sta sera andate in quel locale, vero?-

–A quanto pare…- rispose Patrick non molto sicuro.

-Sono contento per te, Trick. Almeno conoscerai gente nuova. Gerard mi ha parlato di quella.. cosa. No, in realtà me ne ha parlato Adam prima di andarsene dalla mia festa, ma è uguale. Solo una cosa..- cominciò Frank stringendo gli occhi.

-Dimmi- rispose patrick facendosi serio.

-Tieni i tuoi occhioni su Gerard. Lo so che si iscriverà anche lui. Lo trova “divertente”. Puah! Tu stagli addosso, la prima occhiata sospetta, il primo contatto fisico, tu corri a dirmelo… E io gli faccio lo scalpo! Tanto, con i pochi capelli che si ritrova addosso ormai non sarà una gran perdita.. –

Patrick deglutì e, per sua fortuna, proprio in quel momento, Gerard uscì dal bagno canticchiando. -I feel pretty, oh so pretty, I feel pretty, and witty and… gay!*- smise immediatamente quando vide che tutte le persone presenti lo stavano guardando. –Ehm- si schiarì la voce passandosi una mano sui capelli. –Trick, andiamo?!-

Patrick annuì alzandosi immediatamente in piedi e salutando gli altri due.

Gerard si avvicinò dando un bacio a fior di labbra a Frank e scompigliando i capelli a Mikey.

-Allora prendo la macchina- si voltò verso il suo ragazzo. –Tanto tu ti fermi qui a dormire sta notte, vero?- 

Frank annuì sorridendo. –Non tornare tanto tardi però-

Gerard scosse la testa con il medesimo sorriso.

-Ma…- piagnucolò suo fratello. –E il caffè?-

-Non c’è tempo!- lo liquidò in fretta Gerard. –Bevilo tu, tanto lo apprezzi-

Prima di seguire Gerard fuori dall’appartamento, Patrick vide Frank passarsi un dito sulla gola e fare segno a Patrick di tenere il suo fidanzato d’occhio.

-Ma…- cominciò Patrick una volta che Gerard ebbe messo in moto e stava per lasciare il vialetto. –Sbaglio o Frank è un tantino geloso?-

Gerard annuì raggiante. –Oh, sì. Non è adorabile? Mi ha detto che mi strappa le palle con una mazza chiodata se scopre che sta sera guardo qualcun’altro-

-Se lo dici tu..-

-Pensa che quest’anno finisce il college. L’anno prossimo andiamo a convivere. Stiamo già cercando casa!- esclamò il ragazzo moro. 

-Sono contento per voi.- gli disse Patrick sorridendo.

-Già, anch’io sono contento per noi!-

Gerard inchiodò di colpo. –E ora, tu sai dov’è la St. James Avenue?-

-Credo sia vicino al parco, perché?- domandò Patrick.

-Ah, non lo so. Bert mi ha detto di passare a prenderlo li..- rispose Gerard rimettendo in moto.

Frenò di nuovo dieci minuti più tardi, davanti a un palazzo alto circa dodici piani e completamente bianco.

“Sì…?” rispose al citofono una voce gracchiante che di sicuro non era quella di Bert, ma che, ad entrambi, sembrava conosciuta.

“Ehm…”cominciò Gerard “Siamo Gerard e Patrick, degli amici di Bert. E’ qui? Magari abbiamo sbagliato…”

Ci fu un momento di pausa in cui entrambi furono certi di sentire la voce di Bert in sottofondo.

“No, salite. E’ al nono piano”

-Sto pregando che ci sia l’ascensore- mormorò Patrick.

E la fortuna lo accontentò, almeno questa volta.

Gli aprì un ragazzo che effettivamente conoscevano.

Era il tipo della festa di compleanno.

William.

-Ehi!- li salutò sorridendo. –Voi siete i tipi della festa! Tu sei Patrick, quello con il nome carino…-

-Eh, già. E tu sei quello che vomitava come la bambina dell’esorcista. Come è piccolo il mondo, eh?-

William ridacchiò imbarazzato. –Eh già… Mentre di te proprio non mi ricordo-

Gee gli porse la mano. –Ciao, sono Geard. Ma davvero Bert è qui?-

William annuì. –L’ho obbligato a farsi una doccia. Adesso arriverà-

-E che ci fa a casa tua, scusa?- gli domandò.

William alzò le spalle. –Giocavamo a.. scacchi.-

Gerad alzò le sopracciglia. –Davvero? Ma che palle.-

-No, è logico che non l’abbiamo fatto!- esclamò Bert arrivando da dietro Gerard e dando un bacio sulla guancia a William.

-Hai fatto la doccia?- gli chiese.

-Sissignore- gli rispose Bert.

-E hai usato il balsamo?-

Bert sospirò –Sì, l’ho fatto.-

-E la crema idratante dopo-bagno che ti ho messo sul lavandino?-

-Wil!- esclamò Bert. –Non ora e non con loro davanti! E poi adesso devo andare, ti ricordi, no? Il blind-date per Trick-

William annuì. –Ok. Ma ricordati di non bere tanto e se sei ubriaco ti fai portare a casa da…- spostò lo sguardo da Gerard a Patrick e scosse la testa. –No, rimani lì. Mi chiami e ti riporto a casa io-

-Ok, mamma.- esclamò Bert uscendo dalla porta e soffiando un bacio a Wil. -Ci vediamo dopo, allora?-

William sospirò. –Suppongo di si, so che berrai tanto e sarai ubriaco-

-Scopi con lui adesso?- domandò Gerard mentre apriva le portiere dell’auto.

-No, questo è amore!- esclamò Bert agitando le braccia.

-Bhe, è un colpo di fulmine in piena regola! Lo conosci da quanto?! Tre giorni?!-

-Bhe, è sufficiente. Cos’è? Sei geloso che ora io abbia trovato qualcuno che mi ami davvero e che sia tantooo sexy!?-

Gerard annuì schiaffandosi una mano sulla fronte. –Eh, certo. La mia anima piange… Trick, chiama Adam, è lui che ha organizzato tutto, e chiedigli dove sono-

Trick fece quello che Gerard gli aveva detto e dopo pochi secondi l’altro ragazzo gli rispose. “Ti sento forte e chiaro Miss Moneypenny. Che c’è? Qualche falla nel nostro piano?”

“Laz?!” chiese lui non capendo. “Ma mi ha riconosciuto? Sono io, Patrick.”

Patrick non lo vide, ma dall’altra parte del telefono Adam, seduto sul sedile della macchina di Matt, un amico di Brian, strinse gli occhi in maniera sospettosa. “Lo so che sei tu, lo so! Ma devi usare il mio nome in codice. Non vorrai che qualcuno ci senta e mandi a monte la nostra missione?! Qualcuno come… Lacey

“Ma non c’è nessuna missione da mandare a monte!” ribatté Patrick incredulo. “Stiamo solo uscendo… Poi, chi saresti tu? James Bond?!”

“Mi sembra ovvio”

“Ehi!” esclamò Patrick “Perchè Miss Moneypenny devo farla io?!” poi scosse la testa. “E soprattutto perché ti do ancora retta?”

Adam sorrise guardandosi le unghie della mani soddisfatto. “Forse perchè sono un’adorabile canaglia?”

“Nah, ne dubito” rispose Trick scuotendo la testa. “Comunque ti ho chiamato per chiederti dove siete, perché noi siamo quasi arrivati.”

“Oh” sussurrò Adam sorridendo. “Anche noi, Matt sta parcheggiando”

“Perfetto!” decretò Patrick volendo chiudere la più presto quella telefonata. “Ci vediamo dentro!”

“Trick… Non dimentichi nulla?”

Patrick sospirò rassegnato. “Passo e chiudo, James.”

La macchina di Gerard si fermò davanti ad un disco-pub, che a Patrick ricordava leggermente un peep show,  con un insegna viola che diceva The Kiss of Dawn.

Il tipo che lo gestiva, Ville, era finlandese, ed era magrissimo e pallido quasi come Gerard.

In effetti li vedeva bene insieme, magari rinchiusi in una cripta, a bere sangue umano.

Per lui lavoravano due ragazzi. Uno era mingherlino, magro e con i capelli ricci e neri, Mat, e serviva ai tavoli; l’altro era un amico di Gerard, aveva i capelli biondi e la barba e faceva il barista, Bob.

Patrick li ammirava; pensava che quei due avessero realmente sangue freddo perché quando vedeva Ville da fuori gli metteva non poca soggezione. Ma la metà della gente che incontrava si congratulava con lui per non prendere Jared a testate, quindi immaginò fosse la stessa cosa.

Bastava farci l’abitudine.

Bert e Patrick scesero e raggiunsero Adam, Brian e il suo amico, in piedi davanti al locale.

-Ehi, Matt!- esclamò Bert andandogli incontro e cercando di fare un saluto tipico del ghetto. –Bella, Bro! Come ti butta, fratello?-

Matt, si tolse gli occhiali (ebbene si, aveva i Ray Ban nonostante fossero le dieci di sera. Che volete farci? Picchiarlo? Bhe, lui è sicuramente più grosso di voi e si ribellerebbe, non vi conviene.) e lo guardò con un misto di pietà e rassegnazione, per poi dargli due piccole pacche amichevoli sulla fronte come se fosse un cagnolino.

Patrick lo salutò con un gesto del capo.

-Ciao, Matt!- disse Gerard avvicinandosi al gruppo e abbraciandolo. –Che ci fai qui? Non pensavo che alla fine saresti venuto davvero..-

-Già- borbottò Matt. –Nemmeno io. Ma quando lui e Zack hanno cominciato a litigare come una coppia sposata da cinquant’anni ho ceduto… Ne andava della mia salute mentale-

-Ehi!- esclamò Brian punto sul vivo.

-“Ehi” nulla!- gli rispose l’amico. –Quando lui gli ha detto che sarebbe venuto qui, Zack ha cominciato a fare “Ecco! Tu preferisci andare in quello stupido locale piuttosto che passare del tempo con me”- disse Matt alzando la tonalità della voce per imitare quella di Zacky. –E allora l’altro fa: “Io passerei del tempo con te se non fosse che ogni dieci secondi mi ritrovo tua madre a casa”- continuò interpretando Bri. – e allora Zack ha cominciato a urlare “Non mettere in mezzo mia mamma! Non osare nemmeno!” “Io non la nomino, ma quella c’è! C’è sempre! E’ come lo Spirito Santo!”.. Vi giuro, ho ceduto e ho detto a Zack che l’avrei tenuto d’occhio io perché mi dispiaceva perdere due amici nella stessa giornata, sarebbe stato pesante da vedere, ma altrimenti avrei messo fine io al loro litigio.. con il sangue!-

-Non facevamo così- borbottò Brian facendogli una pernacchia.

-Ah, è vero!- si corresse Matt. –Manca anche quando Zack ha cominciato a fare la tua imitazione “Oh, guardatemi, sono Brian Haner... Mi credo un figo ma in realtà piango quando guardo Grey’s Anatomy” e allora tu hai cominciato a saltellare e a urlare “Questo non lo dovevi dire! Avevi promesso che non l’avresti detto!”-

-Dov’è Wentz?- domandò Brian cercando di cambiare argomento.

-Ha detto che ci raggiunge più tardi- spiegò Patrick.

-Ok…- disse Adam. –Entriamo!-

All’interno il locale aveva delle poltroncine viola,  le pareti erano senza intonaco e lasciavano vedere le pietre del muro. Sulla parete c’era uno striscione che annunciava l’evento e una decina di tavolini posizionati in cerchio per l’occasione.

Entrarono e si avvicinarono al tavolo delle iscrizioni.

Un ragazzo riccio e magro era seduto con una pila di fogli davanti.

-Giorno Mat!- esclamò Adam avvicinandosi.

-Sera, ‘Dam, è sera- lo corresse non alzando gli occhi dal foglio.

-Noi ci vogliamo iscrivere- spiegò Gerard abbassandosi verso di lui.

-Tutti?- chiese Mat.

-Bhe, veramente io..- cominciò Matt, ma un calcio negli stinchi da parte di Brian lo zittì.

-Certo!- esclamò quest’ultimo. –Tutti! Anzi, deve arrivare un altro nostro amico-

-Ok- sorrise Mat. –Scrivete i vostri nomi su questo foglio. Costa 10$ e  avete una consumazione gratis. Prendete anche la scheda delle preferenze da compilare.-

-Grazie- sorrise Patrick prendendo tutti i fogli.

-Senti, ma dici che facciamo in tempo a parlare con Ville prima che inizi?- domandò Gerard.

Mat sorrise ancora. –Certo! Credo che lo trovate in prossimità del bancone degli alcolici. E’ sempre in prossimità del bancone degli alcolici.- 

-Ok- rispose Adam. -Vieni a salutare Ville- esclamò poi rivolto a Patrick mentre Gerard e Bert l’avevano quasi sollevato di peso trascinandolo con loro.

-Cazzo!- disse Gerard guardandosi in giro e indicando un ragazzo da una folta, ma proprio folta, chioma riccia e rossa. –Quello io lo conosco! Quello è Toro, andavamo a scuola insieme-

-Cazzo, che fortuna- mormorò ironico Bert. –No… non dirmi più cose del genere che poi ci rimango male e sono geloso-

-Ma era simpatico- spiegò Gerard. –Un po’ strano, forse, ma simpatico.-

-Se lo dice lui poi deve essere davvero strano forte- sussurrò Adam all’orecchio di Patrick, che annuì.

-Ciao, Ville!- esclamò Bert correndo incontro al proprietario e cercando di riproporre lo stesso saluto che aveva offerto poco prima a Matt. –Yo, fratello!-

Ville lo guardò un attimo incerto e poi scosse la testa. –Mi dispiace, io non faccio certe cose-

Salutò anche gli altri e poi fece segno a Bob di portare una bottiglia di vino. –Ok, questa la tenevo per una grande occasione, e cioè per il giorno in cui voi vi sareste finalmente decisi a passare. A proposito, come mai?-

Gerard sorrise. –E’ per gli appuntamenti al buoi. Abbiamo iscritto Patrick-

Ville rise. –Il bello è che quando l’ho organizzato non pensavo che qualcuno si iscrivesse davvero. State attenti però, c’è un po’ di gente strana in giro. A cominciare da voi-

-Ah, che simpatico- commentò Adam bevendo un sorso di vino. –Ma questo lo dobbiamo pagare?-

-Che marcione che sei!- esclamò Ville. –No, questo ve lo offro, signor Marcione.- 

-Ok- disse Mat al microfono. –Gli appuntamenti stanno per cominciare. Dieci appuntamenti, uno ogni cinque minuti. Appena suona la campana cambierete di tavolo-

Patrick, Gerard, Adam e Bert tornarono al centro del locale dove gli altri li aspettavano.

Nel frattempo era arrivato anche Pete.

Appena lo vide, sorrise a Patrick mettendogli una mano sulla spalla. –Non avrai mica pensato che ti avrei lasciato solo proprio adesso? Gli amici si vedono nel momento del bisogno-

Patrick rise. –Non l’ho mai dubitato-

Si sedettero.

Il primo che si presentò davanti a Patrick fu proprio l’amico di Gerard.

-Ciao, io sono Ray. Vengo dal Jersey. Tu ci sei mai stato in Jersey? E’ un bel posto il Jersey. Tu da dove vieni? Sei di Los Angeles?-

-No, sono di Chicago- rispose Patrick leggermente frastornato.

Ma quanto parlava?

-Bella Chicago! Fa un po’ freddo però. Sai in quale altro posto fa freddo?! In Islanda. Li fa un maledetto freddo cane. E sai chi viene dall’Islanda? Bjork. E’ una musicista. A me piace la musica. Suono la chitarra, sai?! Tu suoni qualcosa? Da piccolo ho suonato anche il flauto dolce ma non ero un gran che. Poi mi dimenticavo il flauto a casa e il mio maestro mi prestava il suo. Che schifo, ci sputava dentro e me lo dava. Hai mai suonato il flauto dolce? Io sapevo fare l’Inno alla Gioia…-

-Non vorrei sembrarti antipatico- cominciò incerto Patrick. –Ma… nessuno ti ha mai detto che parli tantissimo?-

-Sono in imbarazzo- mormorò Ray rimanendo zitto.

Suonò la campana.

Quando Adam vide chi era la persona che si era appena seduta quasi si strozzò con il vino.

-John?!-

Il ragazzo si passò una mano sulla fronte. –Adam?! Che ci fai qui?-

-Per la stessa ragione per cui sei qui tu- gli rispose acido.

-Come te la passi?- chiese John.

-Alla grande. Meravigliosamente. Da dio. Come non mai.-

-Bhe, sono felice per te-

-BRUTTO STRONZO! COME HAI OSATO LASCIARMI?!- urlò ad un certo punto Adam. –IO TI AMAVO..-

-Mi dispiace- mormorò John bevendo un sorso di birra.

-CHE C’E’? NON TI SODDISFAVO PIU’?- continuava ad urlare. –HAI TROVATO QUALCUNO CHE TE LO SUCCHIA MEGLIO?!-

-Dio, - disse John massaggiandosi la tempia. –Non parliamo delle nostre scopate. Ti prego, è una cosa che voglio dimenticare-

-PUTTANA!-

John scosse la testa. –Mi dispiace se non ero più innamorato-

-Andiamo a Venezia. Solo io e te. Faremo l’amore tutto il giorno- sussurrò Adam con gli occhi che gli brillavano, cambiando totalmente espressione.

John ridacchiò. –Tu sei pazzo-

-E TU UNA PUTTANA!-

La campana suonò di nuovo.

Patrick alzò lo sguardo. –Ehi, ma tu non sei Matt, l’amico di Adam?-

-Ciao, Trick, come va?-

-Bene. Scusa la domanda, ma che ci fai qui?- chiese Patrick leggermente curioso.

-Mi sento solo- sussurrò Matt stringendo il labbro tra i denti. –Voglio un ragazzo, qualcuno che mi ami..-

-Benvenuto nel club, fratello- disse Patrick finendo il vino in un solo sorso.

La campana suonò, ancora.

-TU DEVI SMETTERLA DI ILLUDERE IL MIO AMICO!- urlò Bert contro John, che se ne stava seduto comodamente sulla sedia. –E’ GIA’ DIVENTATO MEZZO PAZZO PER COLPA TUA, VUOI CHE SI RINCITRULLISCA DEL TUTTO?!-

-Allora…- sospirò John. –Ho cambiato indirizzo, cellulare, e-mail, numero di casa e posto di lavoro. Il prossimo passo sarà espatriare in Messico. Lui praticamente mi perseguita. Un maniaco sarebbe meno asfissiante-

-BHE, NON LO SAPEVO QUESTO!- continuò Bert nel medesimo tono di voce di prima. –QUINDI TI CHIEDO SCUSA!-

La campana fece un nuovo trillo.

-In realtà…- cominciò Brian sorridendo al ragazzo che aveva davanti. –Non mi piace vantarmi, ma ho fatto nascere due gemellini in un ascensore di un grattacielo durante un blackout, lo sai?! Però sono un ragazzo come tutti gli altri. Non sono speciale, non voglio che gli altri mi ammirino per questo. La gioia più grande è stata vedere la luce brillare negli occhi di quei giovani marmocchi- sorrise prima di sentire qualcosa di duro e doloroso, qualcosa che riconobbe come un cubetto di ghiaccio dei drink, colpirlo sulle spalle. –Ehi!- esclamò girandosi.

In quel momento incontro lo sguardo di Matt che lo fissava minaccioso.

Deglutì.

-E la madre che cosa ha fatto? Ha chiamato uno dei bambini come te?- domandò il ragazzo rapito dalla storia.

-Ehm, no- mormorò Brian. –Anzi, non sono sicuro neanche che fosse incinta, sai? Magari era solo esageratamente… grassa-

-Ok, signori- esclamò Mat nel microfono. –Facciamo dieci minuti di pausa-

Patrick sospirò e decise di usare il suo buono drink.

Ne aveva realmente bisogno.

-Mi dai una birra?- chiese a Bob, che annuì.

-Hai incontrato qualcuno di interessante?- gli domandò.

-Nah, solo potenziali maniaci-

-Non preoccuparti- lo rassicurò Bob versando la bevanda nel bicchiere. –Troverai anche tu quello giusto-

E, fatalità del destino, proprio in quel momento, qualcuno inciampò contrò la schiena di Patrick facendogli rovesciare la birra a terra.

-Merda!- esclamò lui.

Il ragazzo che gliel’aveva fatta cadere si passò una mano tra i capelli. –Oh, cazzo. Mi dispiace. Te ne offro un’altra- propose sorridendo. –Io sono Joe, comunque.

Patrick ricambiò il sorriso stringendogli la mano. Quel ragazzo era tenero. -Patrick-

-Ehi, Trick!- lo chiamò Gerard. –Noi dobbiamo andare perché Adam si è ubriacato e sta cercando di morsicare John. Tu che fai?-

-Bhe, ecco… veramente, io…- cominciò Patrick

-Gli stavo offrendo da bere- spiegò Joe.

-Oh- sussurrò Gerard con un sorriso a 64 denti. –Bhe, fate con comodo allora. Puoi riportarlo a casa tu, o non riportarlo affatto per tutta la notte. Insomma, organizzatevi voi come siete più comodi-

Gerard se ne andò facendo pollice in alto all’amico e Patrick ridacchiò imbarazzato, scusandosi del suo comportamento con Joe.

Ma non tutti furono soddisfatti della fine della serata.

Naturalmente non lo era Adam, che ora stava cercando di prendere a gomitate Brian che lo stava trascinando di peso in macchina; non lo era Matt, che si chiedeva come mai aveva accettato di uscire con quei pazzi; e non lo era Pete, che sentiva crescere una fastidiosa sensazione alla base del suo stomaco.

 

TO BE CONTINUED...

 

[*West Side Story.]

 

[NdA: Eccomi di nuovo qui =)

Ci sto mettendo una vita a scrivere i capitoli, ma nello stesso tempo aggiorno questa ff molto più in fretta delle altre xDD sarà perché mi diverto come un babbuino a scriverla xDD

I personaggi di questo capitolo (devo smetterla di anticipare i personaggi xDD ogni volta che li annuncio cambio idea xD ):

-Frank Iero: chitarrista dei My Chemical Romance

-Matthew Sanders aka Matt Shadows: cantante degli Avenged Sevenfold

-Mat Devine: cantante dei Kill Hannah (lui doveva entrarci per forza nell ff.. L’ho incontrato al concerto degli Aiden e mi ha parlato per qualcosa come mezzora di quando lui provava a fare sci nautico da ubriaco <3 è adorabile!)

 

-Ville Valo: Cantante degli HIM                                                                  

-Ray Toro: chitarrista dei My Chemical Romance

-John Nolan: ex cantante-chitarrista dei Taking Back Sunday, attuale cantante-chitarrista degli Straylight Run

-Matt Rubano: bassista dei Taking Back Sunday

-Bob Bryar: batterista dei My Chemical Romance

-Joe Trohman: chitarrista dei Fall Out Boy

Io avrei trovato un ragazzo per Jared in teoria (è l’unico libero della ff se non si considera che forse ho nominato la sua  ragazza una volta… ma facciamo finta che io non l’abbia fatto xDD) ma viene fuori davvero una coppia stranissima xDDD

E poi sono felicissima *_* a scuola stavo guardando il myspace dei Blackout (ormai l’ora di architettura serve solo a questo xDD) e ho scoperto che verranno in Italia il 16 e il 18 giugno.. finalmente ho trovato un concerto estivo!

Thanks to:

-The Fantasy: Jepha è finito a lavorare nel salone di bellezza un po’ perché non sapevo dove farlo lavorare e un po’ perché.. non lo so, mi ispirano i suoi capelli xD Bacio =*

-Chemical_Lady: Grazie mille *_* Mi fa piacere che mi piaccia =] in effetti tradire il proprio ragazzo con suo fratello è da merdacce xD capisco il povero Gerard xD Bacio =*

-BluAndYellow: Mi fa piacere che ti abbia fatto ridere xD Quello e questo qui fino ad ora sono stati i capitoli in cui mi sono divertita di più xD Bacio =*

-Fallen: Bert mi da l’idea di uno che ha paura di andare dal parrucchiere xD un po’ come la strega del mago di Oz ha paura dell’acqua xD Nah, scherzo xD Bacio =*

-Chrystal:Ok, ammetto che la stupidità tiene impegnato Pete per la maggior parte del suo tempo in questa ff xDD No, poverino… il cancro agli occhi no.. che crudele che è Pete! xDD Bacio =*

-Isult:Anche io sono vegetariana.. e bhe, mi unisco al club xDD Bacio =*

In teoria nel prossimo capitolo vedremo gli avenged, ma è possibile anche che cambi idea, quindi aspettatevi di tutto xDD

E grazie a quelli che leggeranno e commenteranno questo capitolo ^^ ]

Un bacio.

Fede.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette. ***


CAPITOLO SETTE.

 

-Quindi si è trovato il ragazzo?- chiese Jared ordinando i vasetti di vernice l’uno dietro l’altro.

Bert alzò le spalle aspirando un tiro della sigaretta. –Bho, Gerard dice di sì, o almeno qualcuno gli ha offerto da bere…-

-E non si sa se è ancora.. illibato?!-

-No.. ma Bri ha un piano per questo..-

-Per cosa?- chiese Jared prendendogli la sigaretta dalle mani e leccandosi due dita. Poi la spense e tranquillamente la rimise nella tasca della sua felpa.

Bert grugnì.

 -Ehi!- esclamò quest’ultimo, accendendosene un’altra. –Intendevo.. per scoprire se ieri sera ha.. consumato. Lo porta fuori sta sera.-

-Con i suoi amici?-

-Già.-

-Poverino- mormorò Jared avendo pietà di lui. –Mi fa pena, ma alla fine è per il suo bene. E’ una cosa che ti forma il carattere.-

-Ma stavo pensando.. ma se ci stesse prendendo tutti per il culo? Se in realtà lui trovasse così palloso lavorare per te (e in effetti lo è, Jary) da aver trovato questo passatempo?-

Jared alzò un sopracciglio. –Nah. Cioè, ammettiamo che a qualcuno venisse in mente questa idea malsana.. Quel qualcuno non sarebbe Patrick.. non è il tipo. E’ più qualcosa che farebbe qualcuno come.. me stesso. Però..-

-Però?- gli domandò Bert curioso.

-E’ molto carino.- disse il proprietario annuendo.

-Te lo faresti?- chiese Bert.

Jared annuì. –Certamente.-

-Te lo faresti- concluse Bert.

-Non sapete che a parlare alle spalle degli altri si diventa ciechi?- domandò Adam arrivando dietro di loro con uno scatolone in mano.

-Ma non si diventava ciechi quando ci si fa le seghe?- chiese Bert dubbioso.

-Bhe, è lo stesso. Allora diventate muti e senza udito! Ti piace di più?!-

Jared si allontanò da loro raggiungendo Patrick e Bert diede una gomitata ad Adam facendogli segno di non perdersi la scena.

-Ehi, Trick!- esclamò il padrone del negozio.

-Ehm.. Ehi, Jared- gli rispose poco convinto Patrick attaccando il cartellino con il prezzo a un porta vaso.

-Allora.. Stavo riflettendo sul tuo problema e mi stavo chiedendo se.. fossi ancora vergine..-

Patrick arrossì. –Bhe, vedi.. io non amo parlare della mia vita privata, perché mi piace che rimanga tale..-

Jared sospirò. –Lo sei, vero?-

-Sì. Sì lo sono.- annuì Patrick.

-Bene..- commentò Jared sorridendo.

Patrick alzò un sopracciglio. –Se lo dici tu..-

-No- si corresse Jared. –Non intendevo dire che il fatto che tu sia ancora vergine sia una bella cosa, ma… tu sai cos’è un sess-amico?-

-Un.. che?-

-E’ un amico…- spiegò Jared. –Con cui puoi fare sesso-

-Oh. Ma al tuo “ragazzo” non darebbe fastidio?-

Jared scosse la testa. –Nah, lui è un tipo di mente mooolto aperta-

-No!- gli rispose deciso Patrick. -Ti ringrazio per la proposta, è davvero molto carino che tu abbia pensato a me, ma no.-

-Non sei convinto, eh?!- esclamò Jared -Vedi, Trick, devi sapere che quando ero adolescente… e  bhe, lo so che la cosa ti sconvolgerà, ma ormai è passato un po’ di tempo.. C’era un ragazzo biondo, Matt.. E, insieme conoscemmo le gioie del sesso tantrico (e puoi immaginare quanta gioia porti, il sesso tantrico)…-

Patrick si passò una mano sulla tempia, massaggiandosela. –Sì, ma non voglio-

-Comunque, dopo circa un anno che stavamo insieme, mi ha scaricato senza neanche darmi una cazzo spiegazione.. E così gli ho dedicato una canzone che faceva pressappoco così “Come, break me down.. Bury me, bury me..I am finished with you! Look in my eyes, you're killing me, killing me..All I wanted was you!”(*)- canto Jared cominciando ad agitarsi e a battere i piedi per terra.

-Wow..- disse Patrick trattenendo le risate. –Che carino.-

-Ti piace?- gli occhi di Jared si illuminarono. –Shan mi ha sempre detto che sono bravo.. Me la cavo anche a suonare la chitarra, sai? Vuoi sentire?-

-No!- rispose Patrick, forse un po’ troppo brusco. –Cioè, voglio dire, no perché io non sono in pausa, sto lavorando. Perché non vai da Brian e Gee? Frank mi ha detto che Gerard se la cava piuttosto bene a cantare e Bri suona la chitarra da secoli ormai. Potete fare una gara, tu contro loro due!-

Jared sorrise all’idea di battere Gerard e Brian e umiliarli terribilmente. –Sai che è una buona idea?!- domandò a Patrick avviandosi verso il retro. –Però tu pensa alla mia proposta, mi raccomando-

-Ok..- gli mormorò Patrick poco convinto.

***

-E così…- mormorò Bert mentre accendeva la playstation. –Stai ritrovando la tua fede..-

Adam chiuse la porta a chiave e scosse la testa. –No-

-Bhe- esclamò Bert avviando Gran Turismo 4. –Ma non vuoi fare sesso!-

In quella saletta c’erano più videogiochi che nella camera di un teenager giapponese.

Era un fondo comune. Quando a fine mese arrivava lo stipendio a tutti gli impiegati, tutti mettevano 20 $ per comprare nuovi giochi così da non annoiarsi durante il mese successivo.

Per la gioia di Jared, che amava tanto quando loro cazzeggiavano.

No, in realtà no.

Li avrebbe bruciati tutti quei dischetti se avesse potuto.

-Si chiama castità! Come quella di Britney Spears prima del matrimonio- esclamò Adam scegliendo la macchina che avrebbe usato.

-Britney è casta quanto lo sono io, e l’ultima volta che io ho fatto sesso è stata ieri sera!- rispose Bert. –Gli unici che non fanno sesso sono i preti, a quel che ne so-

-Sì, bhe, allora da oggi quelli che non fanno sesso saranno i preti e Adam Lazzara, che non è come loro però ne condivide alcune scelte- disse Adam parlando in terza persona.

-O-ok. Sai che dovrai anche smettere di fumare?-

Adam alzò un sopracciglio. –E perché?-

-E’ peccato! Come lo sono le magliette in poliestere e radersi la barba! Io lo so, i miei sono mormoni… Non ti dico che palle!-

-Bert…-

-Sì, e lo è anche la masturbazione! L’unico piacere lo puoi trovare con Dio, e non dico in senso fisico-

-Bert…- lo richiamò di nuovo Adam.

-Oh, e dovrai andare a messa tutte le domeniche mattine.. Però qui sei nei guai, perché dubito che Jared te lo lascerà fare, castità o no..-

-BERT!- urlò Adam.

Bert finalmente smise di parlare, però riuscì a doppiare la macchina di Adam, che imprecò.

-Ah-ah. Attento, cominci proprio con il piede sbagliato questo tuo cammino- lo sgridò Bert.

 -Per l’ultima volta: io non voglio farmi prete!-

-E allora perché me l’hai detto?- gli domandò l’amico.

-Ma io non te l’ho detto! E’ tutto un film che hai visto nella tua testa!- disse Adam esasperato. –Io ho solamente deciso di smetterla con il sesso per un pò-

Bert alzò un sopracciglio. –E visto che è una scelta pesante pensi di trovare conforto nella fede?-

-Ehm… No!-

-Comunque è una scelta che fa schifo! E’ terribile volersi fare del male così!- borbottò Bert. –Rinunciare a tutto il sesso orale, il sesso anale, la masturbazione, il rimming, e tantissime altre cose divertenti.. Mi dispiace, ma non posso appoggiarlo-

-Ma scusa, pensa a Patrick.. Lui non si preoccupa di trovare un ragazzo, non deve spendere soldi per pagare cene nei locali costosi, niente liti e di conseguenza niente notti passate a dormire sul divano di Gerard.. Una vita tranquilla, insomma.. –

-Sì, ma.. Anche mio cugino diceva così, sai? Gli dicevo “Andy, rubiamo il wishey che il nonno tiene nel cassetto della scrivania!” e lui “No, Robert. E’ peccato.”. Gli dicevo “Andy, dammi 100 dollari così compro delle carte d’identità false e andiamo nei night club!” e lui “No, Robert. E’ peccato”. Poi, una volta.. sai, era il periodo in cui io uscivo con Quinn, gli ho chiesto  Andy, che ne dici se ti presento un mio amico, Branden, per uscire in quattro?” e lui “Ah, no, Robert. Mi dispiace ma mi faccio prete”. E’ così che va il mondo-

-Il tuo semmai! Nel mio, di mondo, quando uno è casto non si fa prete, è semplicemente… casto-

-Sai invece quello che penso io che cos’è? Penso che o finirai davvero come mio cugino Andrew o non durerai neanche una settimana-

***

-Che vuoi?- domandò Patrick mettendosi la giacca.

Brian sbuffò mettendosi in tasca le sigarette e cercando le chiavi della macchina. –Perché hai mandato Jared da me e Gee? E’ arrivato li con la chitarra dicendo che dovevamo fare una gara.. Mi ha detto di suonare, ma io avevo paura che se avessi suonato meglio di lui avrebbe cominciato a lagnarsi, così ho fatto schifo.. Ora mi chiama Schifezzino! E, cazzo, essere chiamato Schifezzino quando si tratta di chitarra, bhe.. è pesante.-

-Mi dispiace- mormorò Brian realmente dispiaciuto. –Ma meglio te che io..-

-Allora hai impegni per sta sera?- chiese Brian. –Devi vedere Joe?-

Patrick scosse la testa. –No.. andiamo a cena insieme domani… Sta sera credo che collasserò sul divano guardando American Idol..-

-Eh, no- esclamò Brian scuotendo la testa. –Tu vieni a cena a casa mia, Zack preparerà le fettuccine con la panna e il prosciutto. Sta sera poi si va a casa di Jimmy e Johnny.. E poi ci sarà anche Matt, che è un uomo solo e triste come te, quindi insieme vi divertirete!-

-Non mi va!- esclamò Patrick sincero, immaginandosi un’ennesima serata con loro.

No, era decisamente meglio la tv.

Brian strinse gli occhi. –Non è questione che tu lo voglia o no, perché io ti metto ko con una testata se tu ti opponi a passare la serata con me. La questione è che… Che non c’è nessuna questione!- concluse il ragazzo dai capelli neri. –Tu vieni e basta!-

Patrick cominciò a lamentarsi e piagnucolare, ma infondo sapeva che era inutile.

-E così..- cominciò Pete avvicinandosi a Patrick. –Domani esci con Joe?-

Patrick annuì.

Pete sorrise. –Che ne dici se usciamo in quattro, allora? Tu e Joe, io, e poi anche Andy, magari.. Infondo io non lo conosco ancora-

-Bhe, ma forse prima di farlo conoscere ai miei amici dovrei uscire qualche volta da solo con lui…-

Nel frattempo Brian stava parlando al cellulare. “Ma che cazzo, Zack! ..Ma proprio oggi dovevi portarla dal meccanico?! ..Sì, bhe, ma Matt esiste apposta! ..Non sono pigro, è solo che non mi va di passare a prenderti.. No, non è per quello, è logico che voglio vederti! ..Ok, senti..ok arrivo ..Dammi dieci minuti e sono lì ..Anchio ti amo”

Chiuse il cellulare e si voltò, afferrando Patrick per un braccio. –Ok, Biancaneve, ti metti d’accordo dopo con Brontolo per organizzare la tua notte di sesso sfrenato, adesso dobbiamo andare a prendere Zacky-

Pete gli fece vedere il dito medio.

Solo perché non era molto alto, questo non dava il diritto a Brian di dargli del nano.

Infondo quando veniva al lavoro senza essersi fatto la doccia Pete non lo chiamava di certo Fogna a Cielo Aperto.

Perché infondo era questo che gli dava fastidio dell’affermazione di Brian.

Solo questo.

-Ricordati di chiamarmi sul cellulare per le novità!- esclamò Gerard a Brian che gli fece pollice in alto.

Brian aprì la macchina e Patrick si sedette accanto a lui.

Appena mise in moto si accese lo stereo e partì “Welcome to the jungle” a tutto volume.

-Allora…- cominciò Brian mentre Patrick fissava gli enormi dadi rossi di peluche appesi sopra lo specchietto girare su se stessi. –Il programma della serata è questo: adesso andiamo a prendere il mio uomo in negozio perché la sua macchina ha fuso il motore, mangiamo e poi andiamo da Jimmy.. Dopo non so se decidiamo di andare da James o meno.. ma tanto lì dentro di solito noi entriamo gratis, quindi non devi preoccuparti.. Ah, non so quando torneremo.. può anche essere che torniamo in tempo per prendere un caffè e una brioche da Bren e andare da Jared..-

-Che cosa? Pensi di rimanere in piedi tutta la notte?- chiese Patrick.

-Nah, non proprio. Tu hai mai.. bevuto così tanto da collassare?-

-No- disse Patrick leggermente sconvolto. –E’ questo il programma della serata? Andare in coma etilico?-

-Bhe, ma tu non sei obbligato!- esclamò Brian chiudendo la macchina. –E’ solo che immagino è quello che faranno tutti, quindi, sai.. per non sentirti escluso..-

Patrick scese dall’auto. –No, grazie. Non ci tengo.-

-Tuo fratello è un rompiballe incrdibile!- esclamò Brian entrando nell’agenzia.

Shannon alzò gli occhi dal suo computer dove stava giocando a solitario. –Benvenuto nel mio mondo-

-Oggi è venuto da me con una chitarra e mi ha sfidato!- esclamò Brian togliendosi il giubbotto e buttandolo su una sedia. –Voglio dire, ha sfidato ME, Brian Elwin Haner Jr, con la chitarra! E’ un pazzo!-

-Ciao Trick!- lo salutò Shan sorridendo e cercando di non parlare più di Jared.

-Ciao- Patrick si guardò intorno.

Matt stava finendo di parlare con una vecchia coppia di cinquantenni, consigliandoli una tranquilla crociera in Europa, mentre di Zack non c’era nessuna traccia.

-Dov’è il mio uomo?- domandò Brian sedendosi scompostamente.

-La tua donna, vorrai dire- ridacchiò Matt mentre accompagnava la coppia fuori.

-Fanculo, Shads!- esclamò Zacky uscendo dal retro.

Si avvicinò a Brian mettendogli le braccia al collo e dandogli un bacio sulle labbra. –Ero uscito a fumare una sigaretta.. Come mai ci hai messo tanto?- poi si accorse di Patrick. –Oh, ciao Trick!-

-Ciao Zacky-

-Ci abbiamo messo tanto perché Pete e Patrick avevano intenzione copulare per la prima volta, ma io gli ho fermati perché se no arrivavamo in ritardo- spiegò Bri.

-Ehi, questo non è assolutamente vero!- esclamò Patrick.

Perché, no.

Nonostante quello che poteva pensare, volere o sperare, loro non stavano insieme.

-Già- rimarcò Zack –Bri mi ha detto di questo.. Joe, ma me ne puoi parlare sta sera. A, a proposito di questo. Bri.. posso parlarti?-

Brain annuì e lo seguì sul retro.

-CHE DIAVOLO, BRI!?- urlò Zack –CHE CAZZO.. DOVEVI DIRMI CHE VENIVA A CENA! ED ADESSO CHE COSA GLI DO DA MANGIARE?! LE CROCCHETTE DI ICKY E DI PINKLY!-

-Ma, Zacky-bello, io e i ragazzi l’abbiamo deciso solo oggi..-

-Ah, fantastico! E chi ci va di mezzo?! Io e la mia cena! Ma tanto non sarà un problema mio!- continuò ad esclamare Zack. –Guarda che se non c’è abbastanza prosciuttino per fare il sugo sei tu quello che mangia la cena di Ichabod!-

-AH, PERFETTO- ricominciò ad urlare Brian. –E COSI’ SONO IO QUELLO CHE NE FA LE SPESE!-

-E CERTO! CHI LE DEVE FARE?! IO?! TRICKY?! MATT?!- gridò Zack sconvolto.

-Bhe..- cominciò Brian dubbioso. –Forse..-

-Oh, non preoccuparti..- cominciò Shannon spegnendo il computer. –Fanno così più o meno ogni volta che Brian lo viene a trovare-

-Ok, andiamo- esclamò Brian sorridendo come se la litigata di prima non fosse avvenuta.

Zack annuì e saluto Shannon, e così fecero anche gli altri.

Poi il fidanzato di Brian si voltò verso Matt. -Senti, facciamo che ci vediamo da Jimmy verso le nove e mezza..-

Matt alzò le mani in segno di resa. –Come se avessi altra scelta..-

-Già, non c’è l’hai- sorrise Zack afferrando la sua giacca e andando nel parcheggio.

Salirono in macchina e Patrick si sedette dietro, fissando la strada.

Non aveva voglia di stare lì.

Voleva chiamare Joe.

Mettersi d’accordo con lui per passare una splendida serata il giorno dopo e fare vedere a Pete che anche lui poteva passare dei momenti fantastici con un ragazzo fantastico.

Voleva fargli vedere che anche lui poteva essere felice.. senza Pete.

Perché Pete sembrava esserlo da un sacco di tempo senza Patrick.

-Chiudi il cancello che scappano i cani!- disse Brian a Patrick mentre con un calcio apriva il portone.

Zack si fermò ad accarezzare la testa di un cagnolino bianco e con il pelo riccio  e di un cane un po’ più grande e con il pelo nero. –Loro sono Pinkly e Ichabod.. Non hai paura dei cani, vero?-

Patrick scosse la testa. –No, mi piacciono gli animali. Pete a casa ha un bulldog, si chiama Hemingway.. sono abituato ai cani-

Brian sorrise mentre accendeva la tv e si stravaccava sul divano. –Ah, allora non ti spaventerà Mr. Bungle, l’essere di Jimmy… Che animale è quell’ essere, amore?-

-E’ un iguana!- esclamò Zack dalla cucina.

-Sì, ecco. Solo lui può tenersi una specie di ramarro a casa..- dichiarò togliendosi le scarpe e buttandole sul tappeto. –Tesorino, vado a farmi una doccia, ok?-

 Patrick si voltò verso la cucinala soglia della cucina dove Zack apparve con un mestolo in mano e un grembiule rosa con una stampa che diceva “Kiss the cook”, leggermente alterato. –Certo che no! Questa casa non è mica un albergo! Chi apparecchierà?! Credi di potere invitare i tuoi amici a casa e poi fare i tuoi porci comodi?! Eh, c’erto che lo credi! Tanto c’è quell’idiota di Zack a fare da cameriere!-

-Trick.. –bisbigliò Brian. –Lo puoi aiutare tu? Se no non la smette più..-

Patrick annuì mentre Brian saliva le scale.

-Ti ho sentito!- gli urlò contro il suo ragazzo.

-Ti amo!- gridò Brian dalla porta chiusa.

Patrick lo seguì in cucina dove bollivano in due pentoloni sostanze non meglio identificate.

A Patrick non risultava che la pasta panna e prosciutto si cucinasse.. così.

–E’ una ricetta di tua invenzione?- domandò incerto.

Zack sorrise. –No, appartiene alla mia famiglia da generazioni! Il ricettario me l’ha dato la mia mamma-

-Oh.. ok. Dove trovo le posate?-

-Terzo cassette a sinistra- gli rispose continuando a mescolare la pietanza. –Solo perché tu lo sappia.. Tutti i ragazzi sanno.. di te, ecco. Bri non l’ha fatto per fare lo stronzo, ecco..-

-Ah, certo..- mormorò Patrick tra se e se. –Quando mai..-

-L’ha tirato fuori solo come.. argomento di conversazione. Quindi non stupirti se Jimmy ti proporrà di scopare con ogni cosa che si muove (o anche con oggetti inanimati).. Non è cattivo, è solo… un tantino pervertito-

-Questo mi dovrebbe rassicurare?- chiese Patrick perplesso.

-Bhe, no.. Jimmy non rassicura nessuno! Al massimo inquieta le persone.. Ah, e se a volte non trovi più in giro Jimmy e Johnny, non andarli a cercare, è un consiglio d’amico. Una volta Mick è andato a cercarli e, bhe, non si è ancora ripreso.- Prese il mestolo e versò tre porzioni nei piatti, poi si affacciò dalla porta. –BRIAN ELWIN HANER JUNIOR! E’ PRONTO! SE NON SE QUI TRA CINQUE MINUTI SCATENO L’INFERNO! –

Patrick vide Brian precipitarsi giù dalle scale mentre si allacciava la camicia. –Eccomi qui, signor Massimo Decimo Meridio!- disse dandogli un bacio sulla guancia.

Dopotutto la cena non fu così male, pensò Patrick.

Certo, non aveva nulla a che vedere con la pasta con la panna e il prosciutto, ma almeno era mangiabile.

Dopo circa mezzora uscirono da casa per raggiungere la villa che James Owen Sullivan divideva con Jonathan Lewis Seward.

Avete presente quelle dei film horror con il prato secco e brullo, le persiane instabili e la spazzatura che trabocca dai cestini?

Ecco, quella casa era qualcosa di simile..

Naturalmente non era la prima volta che incontrava quei due.

Lavoravano in una pizzeria take-away all’inizio del corso dove c’era anche il negozio di Jared.

Non che ne avessero bisogno, certo.

Una volta, quando era piccolo, Jimmy aveva trovato in una scatola di cereali un pezzo di metallo. Naturalmente l’aveva mangiato pensando fosse una cosa divertente, ed aveva rischiato il soffocamento.

Ora, grazie i soldi dell’assicurazione, sarebbe potuto andare avanti per altri cinque anni, come minimo.

-Buongiorno!- Jimmy urlò in faccia a Patrick appena ebbe varcato l’uscio di casa sua.

-Ehi, Jimmy…- sorrise Patrick abbracciandolo. –Come stai?-

-Tiro avanti!- gli alitò in faccia lui.

Patrick sospirò . –Sei ubriaco, vero?-

Jimmy sorrise. –Certo, avevi dubbi?!-

-No.. a dire il vero, no-

-E perché voi non lo siete?- si intromise Johnny, ubriaco quanto il suo ragazzo. –Orrore!-

-Si può rimediare!- esclamò allegro Brian togliendo dal sacchetto la bottiglia di JD e di vodka liscia che si era portato da casa.

-Ragazzi, buongiorno- disse Matt mentre con una mano giocava con la playstation al videogioco del wrestling, venendo vergognosamente battuto.

-Johnny, Matt, sono lieto di comunicarvi Bri e Zee hanno portato il rifornimento di alcol! Ringraziamoli perché eravamo quasi rimasti a secco.-

Johnny e Matt sospirarono e dissero in coro. –Grazie.-

Si sedettero tutti sul tappeto e Jimmy andò a prendere dei bicchieri dalla credenza, dandone uno a tutti i presenti e versandoci il Jake Daniels dentro.

-Ok, ora giochiamo a “Non ho mai..”- spiegò Jimmy. –Comincio io, dico qualcosa che non ho mai fatto e se, al contrario, voi l’avete fatta, bevete tutto d’un fiato.. tutto chiaro?-

Tutti annuirono, perché non c’era un granché da capire.

-Mhn.. vediamo.. Non ho mai.. Fatto sesso in ascensore (non sono mica scemo, soffro di claustofobia)-

Johnny e Patrick rimasero immobili, mentre Brian e Zack brindarono e tracannarono il whiskey in un'unica sorsata, e così fece Matt.

-Non ho mai… fatto sesso in un autolavaggio- disse Matt. Ancora una volta Patrick rimase immobile, Zack e Brian finirono il secondo bicchiere e Jimmy e Johnny il loro primo.

-Non ho mai… - cominciò Johnny. –Fatto sesso con più di una persona contemporaneamente-

Ancora una volta Patrick e Matt rimasero immobili, mentre Zack e Brian finirono anche il terzo.

-Che cosa?!- squittì Jimmy. –Tu hai avuto una threesome prima.. di me?!-

-Bhe.. – spiegò Brian sorridendo. –Ti ricordi quando c’era quel periodo in cui io e Zack continuavamo ad uscire con Mick e James?-

-Non ci credo!- disse Jimmy sconvolto bevendo lo stesso il suo whiskey. –Basta, ho deciso! Da domani si va in cerca di una persona con cui rendere più interessante la nostra relazione- Johnny sputò metà del suo drink. –Matt, ci stai?!-

Questa volta fu il turno di Matt di sputare il drink. –No, grazie. Mi lusinga la proposta, ma questa volta passo-

Zack decise che era il momento di ricominciare il gioco. -Non ho mai.. fatto sesso prima dei diciassette anni-

Bevvero tutti tranne lui e Patrick.

Brian fissò il suo ragazzo.

-Che c’è?- domandò lui. –Aspettavo.. la persona giusta-

Brian gli stampò un bacio sulla bocca. –Sei tenerissimo- Zack arrossì. –Ti amo!-

Jimmy interruppe il gioco. –No, no. Così non va! Di questo passo Trick non si ubriacherà mai! Facciamo un break e pensiamo ad un gioco nuovo!-

Johnny con un cenno del capo attirò l’attenzione di Patrick. –Ti va di aiutarmi con il ghiaccio?-

Patrick annuì e lo raggiunse in cucina.

-Sai,- cominciò Johnny mentre tirava fuori il ghiaccio dal freezer. –Lo so che io non sono la persona adatta a darti consigli..Voglio dire, so che consideri me e Jimmy un tantino.. strani-

Patrick cercò di replicare, anche se un pochino quell’affermazione era vera, ma Johnny non lo fece parlare. –Eh, eh, eh.. non ho ancora finito. Dicevo… Che dicevo?-

-Che tu e Jim siete strani- lo aiutò Patrick.

Johnny annuì. –Oh, sì, giusto. Stavo dicendo che anche se noi due siamo strani, volevo provare a darti quello che ne penso di tutta questa faccenda..-

Patrick chiuse gli occhi aspettandosi l’ennesima presa per il culo.

-Penso che tu abbia fatto bene! Voglio dire, tutti noi abbiamo avuto la nostra prima volta con persone di cui.. bhe, parlo per me, ma.. Non è che mi importasse molto di lei.. Insomma, per me fai bene ad aspettare..-

Patrick non seppe che rispondere, perchè non si aspettava un discorso così, soprattutto da lui.

-E non preoccuparti, prima o poi troverai anche tu, come si dice.. l’altra metà della mela. Insomma, c’è l’hanno fatta Jimmy e Brian..-

Patrick sorrise.

Già, prima o poi l’avrebbe trovata anche lui.

Sperava solo di non dovere aspettare troppo.

  

 

 

TO BE CONTINUED...

(*) The Kill by 30 Seconds To Mars

[NdA: Hola! =]

Chiedo scusa per il ritardo, ma nell’ultima settimana di scuola ho dovuto studiare un pò, e le ff aveveano un pò il tempo che trovavano, quindi non ho scritto molto..

Ma Sabato sarà l’ultimo giorno di scuola, poi comincerà la fase cazzeggio, quindi avrò molto più tempo =)

Personaggi:

-Shannon Leto: batterista dei 30 Seconds To Mars

-Zachary Baker  aka Zacky Vengeance: chitarrista degli Avenged Sevemfold

-Jimmy Sullivan aka The Rev: batterista degli Avenged Sevenfold

-Johnny Seward aka Johnny Christ: bassista degli Avenged Sevenfold

Thanks to:

-Isult: Uh, sì xD Credo che lui e i RayBan vivano in simbiosi xD Comunico che Frank comparirà di nuovo nel prossimo capitolo =] Eh.. Bhe, vedrai quello che succederà a Adam =] Bacio =*

-Chemical Lady: Eccoti accontentata, sono comparsi entrambi xDD Spero ti abbia divertito =) Un bacio =*

-Fallen: Eh, bhe sì xD Pete è geloso, ma è un babbo, e quindi se lo merita xDD Bacio =*

-BlueAndYellow: Awwwhh!! Sei troppo buona! *_* Bhe.. si.. pete non è d’accordo.. vediamo se nel prossimo capitolo si deciderà a parlare con Patrick ^.- Bacio =*

-The Fantasy: Sì, bhe.. Frank e wiL hanno lo spirito da mamma/mogliettina xDD Bhe, per Jared si saprà solo alla fine xDD Ma ti avviso che è una coppia strana persino per me xDD Bacio =*

-Chrystal:  Sì, povero Pete.. poi si deprime xDD Scusa se alla fine ho aggiornato più tardi persino rispetto al solito ç__ç Spero ti sia piaciuto questo capitolo.. Bacio =*

Nel prossimo capitol ritornerà Frank, appunto.. E poi tornerà Joe e apparirà Andy Hurley!]

 

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto. ***


CAPITOLO OTTO.

 

Patrick si mise a sedere sulle piastrelle di casa di Jimmy e si massaggiò la testa.

Dio, ma quanto aveva dormito?

E, soprattutto, quando si era addormentato?

Ricordava solo che Jimmy aveva tirato fuori un vecchio cartellone con un asino disegnato e una bottiglia di vodka alla fragola, l’aveva obbligato a berla con l’inganno (glielo aveva versato nella Coca-Cola che Patrick aveva in mano, lo aveva spacciato per un nuovo gusto della Dr. Pepper, aveva detto che era una nuova versione di vodka analcolica, e quando mai un essere umano aveva prodotto una vodka senza alcol?! Sospettava che, se Patrick gli avesse dato il tempo, sarebbe andato in cucina con Brian a preparare dei biscotti e mettere il liquore nell’impasto), e poi gli aveva dato in mano la coda di stoffa, sfidandolo ad attaccarla all’animaletto.

Alzò immediatamente la mano dal pavimento, scoprendo che era appiccicaticcio, e nella testa gli arrivò un flesh di quando stavano giocando a Twister e Matt era crollato addosso a Johnny. Probabilmente gli aveva compresso lo stomaco, perché il poveraccio aveva cominciato a vomitare come la bambina dell’esorcista o come i tizi di Jackass..

Nonostante il mal di testa si alzò.

Brian dormiva a bocca aperta sul divano, sporco del suo vomito e di forse quello di qualcun altro. Sul suo petto era attaccato un biglietto (scritto probabilmente da Jimmy) che diceva “Puzzo. Qualcuno mi pulisca, per favore”.

Patrick decise che non sarebbe stato lui quel qualcuno.

Si avviò verso il bagno, lavandosi la faccia con l’acqua fredda, nella speranza di riprendersi un minimo e poi tornò in soggiorno.

Zack era sdraiato sul pavimento accanto al camino, avvolto in quella che sembrava una vecchia coperta di un cane, Matt era seduto su una sedia davanti al tavolo con la testa che penzolava pericolosamente verso il pavimento, Jimmy era per terra con il viso sotto la sedia dell’amico e dalla finestra riconobbe Johnny, che dormiva sull’amaca in veranda.

-Bri..- cominciò a chiamarlo Patrick.

-Mamma.. – mormorò l’amico. –Non voglio andare a scuola.. Voglio rimanere a casa con te a fare i biscotti-

Patrick sospirò.  –Bri.. Sono le sei.. io devo come minimo cambiarmi e farmi una doccia prima di andare da Jared..-

Brian si girò sulla schiena, cominciando a mormorare cose senza senso.

Patrick scosse la testa e si avvicinò a Zack.

 –Zacky..- lo chiamò. –Zacky, che ne dici di svegliare Brian? Ormai è tardi, io devo andare in negozio (e anche voi, a dire il vero)-

-Uh- rispose lui leggermente schifato nel sonno. –Che schifo il lardo e le cozze nere!-

-No- Patrick scosse la testa. –E’ tardi. Lavoro.-

Zack si stropicciò gli occhi. –Cosa? Trick, che ci fai a casa mia?-

-Ti sembra casa tua? Ti sembra di stare dormendo nel tuo letto?-

Zack alzò un sopracciglio. –Non è così?- si guardò in giro e poi annuì. –No, è vero. Non è così.-

-Già.- concordò Patrick. –Come si fa a svegliare tutti?-

Zack annuì pensando ad un piano.

–E’ impossibile.- scosse la testa alla fine.  -Anzi, forse no. Matt è la soluzione. Sveglia lui e si sveglieranno tutti.-

-Sembra facile- mormorò Patrick avvicinandosi al ragazzo addormentato sul tavolino. –‘Sveglia Matt’, questo dice. La fa semplice, lui. Ma se poi si incazza, Matt si incazza con me!-

-Matt…- provò. –Mattie… svegliati…- dopo qualche secondo scosse la testa. –No, io ci rinuncio-

Zack sorrise e si schiarì la voce. –MATT SVEGLIATI! CI SONO I TOPI!-

Matt, quasi come se fosse stato telecomandato, aprì gli occhi e si mise in piedi. –COSA? DOVE? QUANDO? OH MIO DIO, ODIO QUEGLI ANIMALI SCHIFOSI!-

Si guardò in giro e, appena vide che di ratti non c’era neanche l’ombra (probabilmente avevano traslocato in un posto più pulito) grugnì e si mise in piedi.

-Che diavolo volete?- domandò.

Anche Zack si alzò, cercando di pulire i jeans. –Sveglia tutti, è mattina-

Matt annuì, si schiarì la voce e cominciò ad urlare. –FORZA, FIGLI DI PUTTANA! GIU’ DAL LETTO, FOTTUTE PRINCIPESSINE!-

Il primo a svegliarsi fu Jimmy, che spaventato per il baccano si alzò di colpo picchiando la testa contro il tavolino.

Poi, fu il turno di Johnny, che appena si accorse di non essere in casa spalancò gli occhi e corse dentro, sbattendo la porta e cercando una maglione per proteggersi dal freddo. E grazie al rumore si svegliò anche Brian, che saltò in piedi spaventato. –OH, MIO DIO! GLI ALIENI CI ATTACCANO!! ZACKY, NON PREOCCUPARTI, TI DIFENDO IO. LI DISTRUGGGO, QUEI FIGLI DI PUTTANA!-

Zack si schiaffò una mano sulla fronte e scosse la testa. –Bri, non ci sono alieni. Devi svegliarti, è mattina-

-Oh..- sussurrò lui un po’ deluso.

-Allora, andiamo?- domandò Patrick, mentre una fitta di emicrania gli colpiva la fronte.

-Perché?- domandò Jimmy.

-Tra tre ore dobbiamo essere da Jared..-

-Tre ore sono un sacco di tempo.. E’ avanzata quasi mezza bottiglia di rum, è un peccato lasciarla lì- spiegò Jimmy convinto.

-Io devo cambiarmi, devo farmi una doccia..- protestò Patrick.

Jimmy sorrise. –Puoi usare la nostra doccia e Johnny farà il bucato. In tre ore ce la facciamo a prepararci-

-Chi fa cosa?- chiese il suo ragazzo seccato.

Anche Patrick non era convinto. –E scusa, nel frattempo che i vestiti si lavano, noi cosa dovremmo fare? Girovagare nudi?-

-No.. Johnny, che ne dici di tirare fuori quelle tuniche che ci ha dato la mamma di Zack?-

Zack alzò lo sguardo colpito in pieno. –Ehi! Quelle in teoria dovevano essere un vostro futuro corredo per un vostro futuro matrimonio!-

-Sì.. O per quello o per giocare a fare gli antichi romani! - mormorò Jimmy convinto andando in cucina e infine voltandosi di nuovo verso  Zack. –Non credi, Ispanico?!-

-Ispanico! Ispanico! Ispanico!- cominciò ad urlare Brian.

Zack sbuffò girando la testa e fulminando Brian con lo sguardo mentre Johnny andava in cerca dei vestiti.

-Chi fa la doccia per primo?- chiese Zack, dicendo implicitamente che sarebbe stato lui quel qualcuno, pena una terribile sfuriata.

-Tu?- chiese Jimmy incerto mentre l’altro annuiva.-Trick è il secondo, è un ospite- continuò poi.

-Ehi, anche io sono ospite- protestò Brian, ma l’amico scosse la testa.

-Potrei farti pagare l’affitto per tutte le volte che sei rimasto qui a dormire-

-Comunque- continuò Brian ignorando l’ultima affermazione. –Credo che sarebbe meglio che io fossi il terzo, così poi noi possiamo andare-

Matt annuì. –Fate pure, tanto io prima ho bisogno di un caffè. E poi voglio i biscotti con le gocce di cioccolato. Jim, c’è gli hai, vero?- 

-Sì, non preoccuparti- sorrise lui vittorioso.

Zack scomparve nel bagno mentre Johnny tornava con quelle che effettivamente sembravano tuniche.

-Allora.. Sta sera è il gran giorno, esci con Joe..- cominciò Brian bevendo il caffè che gli porgeva Jimmy . –E con Pete, ma va bhe..-

-Secondo me dovresti dire a Joe che non ti interessa.. Voglio dire, è stupido uscire con qualcuno quando in realtà sei innamorato di qualcun altro, o sono l’unico a pensarla così?- domandò Jimmy con un tono di ovvietà nella voce.

-Ma io non sono innamorato di Pete.. credo..- sussurrò Patrick.

-Già, certo. Come se quel tipo d’amicizia esiste davvero..-

-Quale tipo di amicizia?- chiese Patrick.

-Tu e Pete. Vivete insieme, uscite insieme, fate tutto insieme. Facevano così anche Bri e Zack all’inizio, poi grazie al cielo, Brian si è svegliato e si sono messi insieme-

-E’ vero- disse Brian con la bocca piena. –Te lo dice un esperto. L’amore platonico non è più di moda, amico-

In quel momento Zacky tornò in sala con la sua tunica addosso e cominciò a sgranocchiare i biscotti. –Trick, vai a lavarti. Johnny dice che tra venti minuti circa i vestiti dovrebbero essere asciutti. Di che parlavate?-

-Del fatto che Trick non conclude nulla…- rispose Matt finendo i biscotti.

Patrick salì al piano di sopra aprendo l’acqua della doccia, e dieci minuti dopo era di nuovo al piano inferiore.

-Corro a lavarmi!- urlò Brian appena lo vide scendere le scale.

-E’ rimasto del caffè?- chiese

Johnny annuì. –Certo, non se ne ha mai abbastanza-

-Come posso fare per il mal di testa? Dio, mi sta uccidendo- domandò ritenendo gli altri molto più esperti di lui in questo genere di cose.

-In questo momento abbiamo finito le pastiglie per il mal di testa, ma sai che cosa aiuterebbe? La pancetta fritta perché asciuga lo stomaco.  Te ne preparo un po’?- domandò Jimmy.

Matt sbiancò. –Oh, Madre de Dios, la pancetta no!- esclamò correndo verso la toilette e rigettando tutti i biscotti.

 Brian tornò al piano di sotto dopo una decina di minuti e Johnny gli prese i vestiti dall’asciugatrice.

-Ci vediamo dopo.. Magari se riuscite a passare per pranzo possiamo andare da qualche parte..- disse Brian.

Jimmy alzò lo sguardo. –Pagheresti tu?-

-Certo che no!- rispose.

-Eh, infatti, mi pareva strano..- mormorò Jim sconsolato.

-Ci si vede gentaglia- salutò Brian prendendo sotto braccio Zack e avviandosi verso la macchina.

-Accendi la radio?- domandò Zack sbadigliando.

Brian ci provò ma quell’aggeggio non sembrava funzionare.

Zack sbuffò annoiato.

–Senti, sai che faccio, Zacky-bello? Canto io, che ne dici? Quindici uomini sulla cassa del morto,oh-yo! E una bottiglia di rum per conforto-

Zacky scosse la testa. –Nah, apprezzo il tentativo ma lascia stare-

Quando stavano per girare in direzione del negozio Zack guardò l’orologio e si rese conto che era terribilmente presto. –Andiamo a fare colazione- disse a Brian che con una velocissima inversione a U si diresse verso il bar di Brendon.

-Gesù Cristo!- esclamò Patrick terrorizzato.

Brian lo guardò attraverso lo specchietto retrovisore. –Ehi, siamo amici. Chiamami Brian- esclamò.

Appena vide la faccia di Patrick, Brian scoppiò a ridere e non smise finchè Zacky non gli diede una gomitata nello stomaco. –Basta, Bri. Non è così divertente-

Brian sorrise. –E’ così bello ridere di cuore-

Entrarono nel bar.

Appena li vide Ryan, mezzo addormentato sul bancone, si ricompose, mentre Brendon buffò. –Ma voi non dormite di notte? Caspita, il sole sarà sorto si e no da mezzora!-

Patrick scosse la testa sedendosi ad un tavolino. –No. Ed è tutta colpa loro-

Zacky e Brian ridacchiarono.

-Che vi porto?- domandò Ryan cercano il taccuino.

-Tre brioche imbottite e tre caffè- disse Zack sorridendo.

Patrick scosse la testa. –No.. io passo la brioche questa volta, penso che la vomiterei-

Brian annuì –Idem-

Ryan alzò un sopracciglio. –Quindi ne porto solo una. Ok, Zacky?-

-Ma io ne volevo tre..- mormorò mordendosi il labbro inferiore.

-Ok- rispose Ryan tornando dietro il bancone.

-Ma poi diventi tutto ciccia e brufoli- rise Brian.

Zack mise il broncio. –Questo vuol dire che se fossi un pochino più grasso non ti piacerei?-

Brian scosse la testa infilandogli visibilmente la lingua in bocca, e Patrick, imbarazzato voltò la testa

-Ok, Giulietta e Romeo,- disse Brendon facendo staccare i due e portando sul tavolino i piattini con le brioche e i caffè. –Il vostro Mercuzio vi ha portato il cibo-

-Grazie capo- rispose Brian zuccherando il caffè.

Brendon si sedette al tavolo con loro con un mezzo sorriso. –Allora.. Pete mi ha chiamato ieri sera (a casa, sottolineo. Quel ragazzo dovrebbe imparare un po’ dio educazione) prenotando un tavolo per sta sera. Cena a quattro, eh? E perché io e Ry non siamo stati inviatati?-

-Perché vi odiano- rise Zack mentre Brian gli metteva un braccio intorno al collo.

-E’ un’idea di Pete- spiegò Patrick. –Vuole cenare con me, Andy e Joe-

-E chi è Joe?-

-E’ il suo nuovo fidanzatino- spiegò Zack. –O almeno una specie..-

Brendon scosse la testa. –No, dai. La tecnica di fare ingelosire il ragazzo che ti piace è vecchissima e non funziona!-

-Io non faccio ingelosire nessuno, vivo la mia vita! E sarebbe il caso che anche voi cominciaste a viverla (la vostra vita, intendo, non la mia) senza stressarmi-

-Bah, bubbole!- disse Brendon prendendo i soldi che Brian gli porgeva.

A quel punto Zacky e Brian si alzarono sorridendo. –Ehi, amico- disse il secondo rivolto verso Patrick. –Ti andrebbe di farti una passeggiata? Io devo accompagnare Zee al lavoro, se sai cosa intendo..-

Zacky ridacchiò dandogli un bacio sulla bocca.

Patrick alzò le spalle. –Come vi pare..-

Uscì dalla caffetteria e cominciò ad incamminarsi verso il negozio di Jared.

Vide il proprietario aprire le serrande. Ma era davvero così dannatamente presto?

-Trick! Eccolo il mio uomo di fiducia! Quei vermi dei tuoi compari non si presentano mai prima delle nove- esclamò Jared scuotendo la testa.

-Bhe, di solito si apre alle nove..-

-Appunto, i clienti arrivano a quell’ora.. in teoria voi dovreste arrivare un po’ prima..-

Patrick scosse la testa e lo seguì dentro. –Come ti pare..-

-Già, come mi pare. Io sono il capo-

-Bhe, Brian sarà qui a minuti.. ha accompagnato Zacky e..- Patrick si bloccò. –In effetti è probabile che non arrivi poi così tanto presto-

-Come se questa mi giungesse nuova- commentò Jared.

-Ciao a tutti!- esclamò Gerard entrando con Frank sotto braccio.

-Way, vieni ad aiutarmi a spostare questo espositore fuori!- gli gridò Jared dall’altra stanza.

-No!- esclamò Gerard. –Io prima delle nove non comincio a lavorare! Frankie mi ha anche accompagnato!-

-Way!- urlò di nuovo Jared. –O se qui tra meno di un nanosecondo o ti licenzio-

Gerard si alzò dal divanetto sul quale si era appena seduto e andò da Jared. –Sono troppo carino per essere licenziato-

-Sai cosa mi sembra?- chiese Frank prendendo un caffè dalla macchinetta.

-Chi? Jared?-

Frank annuì girando il caffè con un bastoncino. –Un Pokemon. Sai, no, quel topo giallo che spara scintille?-

Patrick scoppiò a ridere. –Speriamo allora che non si evolva. Manda in corto tutta la città altrimenti-

-Gerard mi ha raccontato cosa è successo al blind date..- disse ad un certo punto Frank accendendosi una sigaretta. –Come ha reagito Pete?-

Patrick si mise a sedere. –Ma perché diavolo paralate tutti di Pete?!-

-Perché è innamorato di te, è chiaro-

-Oh, andiamo. Questa è una stronzata.-

Frank prese un’altra boccata di fumo scocciato. –Senti, non è che io lo conosca come le mie tasche. Lo vedo si e no una volta alla settimana per mezzora. Se l’ho capito io..-

-Oppure- azzardò Patrick. –Puoi esserti sbagliato-

-Impossibile- rispose l’altro. –Io non sbaglio mai.-

-Ah, già, scusa. L’avevo dimenticato-

-Vuoi un consiglio d’amico?- chiese Frank.

Patrick alzò un sopracciglio. –Ho la faccia di uno che lo vuole?-

-Hai la faccia di uno che ne ha bisogno, però.- disse Frank. –Stasera parla con Joe, e poi parla con Pete. Vedrai, andrà tutto bene-

-Sai che ti dico?- chiese Patrick alzandosi arrabbiato. –Bah, Bubbole!-

***

Patrick e Pete entrarono nel locale e diedero i cappotti a Brendon che gli stava aspettando in piedi.

-Do il benvenuto a lor signori nel nostro umile locale.-

-Vedi?- cominciò Pete. –Il tuo fidanzatino non ti è neanche venuto a prendere. Bel comportamento.-

Patrick arricciò il naso. –Per forza, l’appunto è ad un orario così impossibile che persino noi siamo dovuti uscire un po’ prima dal negozio di Jared-

Si mise la mano in tasca e tirò fuori una scatola di preservativi.

Si ricordava il sorriso idiota di Bert e Gerard quando gliel’avevano dato. –Non importa con chi, ma usali. Non c’è nulla di più fastidioso che prendere la clamidia la prima volta che ci si diverte-

Arrossì rimettendola velocemente nella tasca. –La mamma dei cretini è sempre incinta- borbottò. –Ed ha spesso parti gemellari-

-Eh?- chiese Pete. –Di che parli?-

-Dei tuoi fratellini- rispose.

Pete gli fece la linguaccia e gli diede una sberla sul coppino. Entrambi scoppiarono a ridere.  

-Allora, signori- disse un ragazzo davvero alto con una felpa viola e un anello a forma di serpente (un pochetto pacchiano, forse) al dito.  Aveva per mano un ragazzo leggermente femminile, con i capelli lunghi, mossi e castani. Era magrissimo e alto quasi quanto lui. –Sarete a conoscenza che le cucine non apriranno che tra un ora-

-Da leggersi che il sottoscritto non alzerà il culo dalla sedia per prepararvi da mangiare finchè non finisce la puntata di oggi di Kim Possible- disse Ryan da dietro il bancone fissando la tv.

Pete annuì. –Già, bhe.. si potrebbe fare un po’ di conversazione-

-Oppure- cominciò il ragazzo dalla felpa viola. –Patrick potrebbe dire qualcosa allo zio Gabe su questo nuovo ragazzo, così lo zio Gabe potrebbe decidere se approvare-

-Sì, bhe.. ma io non mi fiderei del giudizio dello zio Gabe- rispose il ragazzo che gli teneva la mano.

-Taci, Will- ribattè Gabe piccato.

-Facevamo prima a ordinare una pizza da Jimmy- borbottò Pete.

Patrick scosse la testa. –Nah, grazie. Ne ho avuto abbastanza di quei due per oggi-

-Sì, appunto..non andate dalla concorrenza. Se non fosse che il mio cuoco è pigro come un bradipo spaccheremmo il culo ad ogni  ristorante di Los Angels, ma che dico?! Di tutta la California!-

-Ma perché non di tutta l’America?- domandò Brendon orgoglioso.

-Non essere troppo superbo, Bren-

Brendon annuì. –Hai ragione, mi dispiace-

In quel momento Joe entrò nel locale, si tolse la giacca e diede un bacio sulla guancia a Patrick, mentre Gabe, William e Brendon gli facevano pollice in alto.

Pete sbuffò scocciato distogliendo lo sguardo.

-Scusa, ma ho fatto una corsa dall’ufficio a qui per arrivare in tempo.. Se prendevo la macchina a quest’ora ero fottuto-

Joe si sedette e prese in mano il menù, guardandosi intorno.

Da quando erano arrivati, Patrick e Pete non avevano fatto altro che scrutarsi. Si sentiva il terzo incomodo della situazione e questo non era un bene perché teoricamente era Pete quello che doveva reggere il moccolo, non lui.

Perché si andava sempre a cacciare in mezzo a queste situazioni di cacca?

Pete si schiarì la voce.-Allora, Joe, raccontaci un po’ di te.. che fai per vivere?-

Joe sorrise. –Lavoro in una casa editrice; mi occupo di fumetti-

‘Altro che negozio di bricolage’ pensò soddisfatto. ‘Joe: 1. Pete: 0. Palla al centro’ 

-Oh, che cosa carina. Sai, io stavo pensando di scrivere un libro di poesie-

-E’ davvero bravo a scriverle- esclamò Patrick ricevendo un’occhiata dubbiosa da parte di Joe. Ma lui da che parte stava? –Cioè ma… Anche tu sarai davvero bravo a pubblicare fumetti, immagino-

-Già, beh.. faccio del mio meglio-

-Scusate il ritardo- disse Andy entrando nel locale. Appoggiò la giacca alla sedia e  guardò per qualche secondo Joe.

Poi si voltò verso Pete. –Mi accompagni a fumare una sigaretta?-

Pete e Patrick quasi si strozzarono con il vino che stavano bevendo.

–Oh, mio Dio!- urlò Pete facendo voltare tutti i presenti. –Uno dei segni dell’apocalisse, Andy che fuma. Salvate prima le donne e i bambini! Brendon, vai anche tu con loro mentre penseremo in quale delle due categorie posizionarti!-   

Andy gli diede una forte sberla sul coppino. –Se non la smetti e non mi segui fuori mi fumerò una sigaretta fatta con le tue ceneri!-

-Che schifo- mormorò Pete alzandosi.

-Ma perché devi sempre farmi saltare il gioco?- chiese. –Era solo una cazzo di scusa che tu hai fatto saltare!-

-Già, bhe, mi dispiace. Che mi vuoi dire?-

-Che ci sto!- affermò sicuro Andy.

-A fare che? Se è per i soldi del premio del Bingo, ormai ho già risolto-

-Tua nonna gioca a Bingo, non io! Io parlo di cose serie. Ci sto a sabotarli-

-Eh?-

-Joe e Patrick. Ti aiuterò nel tuo perverso, malato e contorto piano per avere Patrick.- spiegò l’amico. –All’inizio, quando mi hai telefonato per invitarmi a questa cena, non volevo accettare perché era davvero troppo perverso, malato e contorto, e allora mi sono detto ‘non precludiamoci nulla.. magari è carino’, e ti è andata bene, è carino-

-Ma io non.. Aspetta. Tu pensi davvero che io li voglia sabotare?-

-Certo- rispose Andy. –Se non perché mi avresti trascinato qui in questa assurda uscita a quattro a guardare mentre loro due facevano i piccioncini?! Per convincerli a mettere soldi per il Bingo?!-

-Ma ti ho già detto che per i soldi del Bingo ho risolto- Pete si bloccò ritornando all’argomento principale del discorso. –E.. mettiamo anche il caso che sia così (cosa che naturalmente non è vera), che cosa avresti in mente?-

Andy sorrise. –Tu pensa a Trick e non preoccuparti per Joe, al resto penso a tutto io-

Tornarono dentro e si sedettero.

-Ok.. che vi porto?- disse Ryan spegnendo scocciato la tv e annotando tutto su un taccuino.

Andy aveva ragione, Pete non si preoccupò più di Joe perché l’amico lo stava ‘tenendo occupato’ davvero. Per tutta la cena non fecero altro che parlare delle sciocchezze più stupide che Pete avesse mai sentito, e la cosa strana era che entrambi sembravano divertirsi un mondo.

Pete e Patrick, al contrario, non avevano nemmeno spiccicato parola, avevano passato la cena a fissarsi e a mangiare in silenzio.

Quando fu il momento di alzarsi Andy si voltò verso Joe.

-Allora.. ti riaccompagno a casa?-Joe si voltò incerto verso Patrick ma Andy scosse la testa. –Andiamo, tanto per andare a casa devo passare per forza dalle tua parti-

Joe alzò un sopracciglio. –Ma se non ti ho ancora detto dove abito..-

Andy sorrise. –Sì, ma se ti riaccompagno ci passo di sicuro. Trick, a te non da fastidio, vero?-

-E perché dovrebbe?- domandò lui sarcastico.

-Perfetto allora. Andiamo ti faccio strada- disse Andy accompagnandolo verso la sua macchina.

Pete mise una mano sulla spalla a Patrick. –Forza, andiamo a casa-

 

     TO BE CONTINUED...

 

[NdA: Eccomi qui.. Uff.. è stato un delirio scrivere questo capitolo..

L’avevo cominciato in maniera diversa ma naturalmente non avevo salvato nulla, so.. ho dovuto ricominciare da capo ç__ç

Che dire? Nel mio progetto originale il capitolo non doveva interrompersi qui ma far vedere quello che succede anche a casa, ma visto che sono venute fuori 5 pagine di word già così ho deciso di lasciare la faccenda in sospeso e farlo vedere nel prossimo capitolo xDD

Da domani poi comincio a lavorare tutti i pomeriggi [yeaya! Soldi *__*]quindi il tempo a mia disposizione diminuirà.. anche se conto di finirla al più presto perché ho in mente un sacco di storie da scrivere..

In teoria mancano solo 4 capitoli alla fine *__*

I personaggi di oggi:

-Gabe Saporta: ex cantante e bassista dei Midtown e ora cantante dei Cobra Starship

-William Beckett: cantante dei The Academy Is..

-Andy Hurley: batterista dei Fall Out Boy

Nel prossimo capitolo non compariranno nuovi personaggi, ma ci saranno un sacco di sviluppi xDD

Thanks to:

-BlueandYellow: muahaha.. ho in mente di fare la sadica con Zacky e Brian xDD Bacio =*

-The Fantasy: Sì, bhe.. Johnny è quello sano xD (mah, non ci scommetterei xDD) Bacio =*

-Fallen: sì, bhe.. nessuno nella ff si fa i cazzi propri xDD Bacio =*

-Chemical Lady: Sì.. anche se avrei voluto far fare a Frank una parta più corposa, ma tanto tornerà xDD Bacio =*

-Isult: Muahah.. io penso che se uscissi con persone così morirei dal ridere in ogni momento xDD Bacio =*

-SweetPandemonium: Bhe.. ormai è chiaro con chi sarà, ma non voglio rovinare la sorpresa xDD Bacio =*

Ok, per ora ho finito.. ci vediamo la prossima volta =**

Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno anche questo =******]

See ya on the next chapter ^_^

Fede.

 

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove. ***


CAPITOLO NOVE.

 

Appena Patrick entrò nel loro appartamento e appoggiò le chiavi sul tavolino, successe una cosa che non si sarebbe mai aspettato. Pete si attaccò letteralmente alle sue labbra.

Lo baciò, e non fu uno di quei baci da ‘ehi, fratello, ti bacio per dimostrarti che voglio bene in modo fraterno’ ma piuttosto uno in stile ‘ti bacio finchè non ti viene un principio di soffocamento’.

Insomma, uno di quelli veri, alla francese con lingua, palpatina al sedere e tutto il resto.

Patrick cercò di spostarlo, dirgli che ormai era lui quello che aveva perso il treno, ma il suo corpo non voleva collaborare. Anzi, sembrava che stesse apprezzando il lavoro che le mani di Pete stavano facendo attraverso la stoffa dei jeans sul suo basso ventre.

-Questi sono di troppo- commentò Pete slacciandogli la cintura.

Lo prese per mano e lo trascinò nella propria camera da letto.

Accade davvero quello che Patrick non si sarebbe mai aspettato che accadesse.

Fecero l’amore, e anche per un paio di volte. E non aveva nulla a che vedere con i racconti mezzi pornografici di Brian, quelli in stile romanzo rosa di Adam o quelli sconnessi di Bert.

Fu speciale, era l’unica cosa che a Patrick venisse in mente.

Ma, quando arrivò la mattina, ci fu l’amaro risveglio.

Patrick si era semplicemente addormentato, non aveva pensato ad un dopo, a cosa sarebbero stati loro dopo. E quando si era svegliato, si era trovato faccia a faccia con Pete che fissava il soffitto. Probabilmente non aveva dormito.

-Abbiamo fatto una cazzata, Trick- sussurrò Pete. Patrick non rispose. –Non.. dovevamo.. Noi non.. Io non posso..- chiuse gli occhi massaggiandosi la tempia e poi continuò. –Non puoi innamorarti di me, non sono la persona adatta-

Patrick annuì mentre sentiva la parte sopra lo stomaco fargli male. Si chiese se è quello il dolore che si prova quando uno ha il cuore spezzato.  –Pensavo che tu ci tenessi a me.. – disse solo.

Pete annuì. –E’ per questo che non posso coinvolgerti, sono stato uno stupido a pensare di poterlo fare.. Noi non possiamo stare insieme.. Tu meriti qualcuno di meglio, meno incasinato. Se noi usciamo e ci lasciamo poi.. Non potrei sopportare che tu ti stanchi di me.. non potrei sopportare di farti soffrire. Noi non possiamo stare insieme.- ripetè. Poi gli diede un bacio sulla fronte e si alzò.

-Dove vai?- chiese Patrick maledicendosi perché, davvero, dalla sua voce usciva tutto quello che stava provando nel suo cuore.

-Vado a portare fuori Hemmy, ci vediamo più tardi- rispose Pete mettendosi dei jeans e una felpa.

Patrick si girò su un fianco, stringendo forte il cuscino a se, immaginando che fosse Pete e che lo stava strozzando, e poi si riaddormentò.

Si svegliò circa un’ora più tardi e guardò l’orologio. Erano le otto di mattina ed era domenica mattina, quindi non sarebbe dovuto andare a lavorare.

Cercò di rimettersi in piedi e di andare a farsi un caffè, senza pensare a quello che era successo la sera prima, anzi avviando un  semplice processo di rimozione. Appena varcò il salotto vide una figura nera accucciata sul divano, deglutì. Ma perché diavolo gli stava capitando tutto oggi?

Andò verso la cucina per prendere una padella, ma nell’esatto momento in stava per colpire lo sconosciuto quello che all’inizio gli era sembrato un cuscino peloso si rivelò essere un cagnolino bianco non più alto di 20 cm, che cominciò a ringhiare e a saltare intorno a Patrick.

Ma quello era il topastro di Brian… Che diavolo ci faceva a casa sua?

In quel momento la losca figura si mise a sedere svegliata dal rumore.

-AHHHHHHH!!!- urlò Patrick appena realizzò chi si trattava.

-AHHHHHHHH!!!- rispose l’altro di rimando.

-BRIAN!- esclamò Patrick ancora scosso. –CHE CAZZO CI FAI A CASA MIA?!-

Brian si mise seduto. –Mi ha aperto Pete.. Posso restare, vero?- domandò. Solo allora vide che i suoi occhi erano rossi e cerchiati da profonde occhiaie.

-Ma non hai una casa dove andare?-

Brian tirò su con il naso. –Zacky mi ha lasciato..-

Patrick gli diede una sonora pacca sulla spalla. –Ti capsico, amico.. Lo vuoi del gelato?-

Brian annuì pulendosi il naso con la manica della felpa. –C’è al cioccolato?-

Patrick annuì tornando dopo qualche minuto con due cucchiai ed un barattolo da un chilo, sedendosi accanto a lui.

-Mi ha detto che sto diventando troppo per lui.. Che se andiamo avanti rischiamo di rovinare anche le cose belle che ci sono rimaste- disse Brian riempiendosi la bocca. –Ma io lo amo, voglio stare con lui.. Voglio andare avanti..-

Patrick inghiotti un pezzo di cioccolato e si decise a confessarsi. –Sono stato con Pete ieri sera.. Fisicamente, intendo-

Brian rischiò di strozzarsi. –Porca puttana! Io lo sapevo! Tutti noi lo sapevamo!- esclamò felice alzando il braccio per farsi dare un cinque.

-Già.. Bhe, ma non ti ho raccontato il meglio.. Sta mattina ha detto che noi non possiamo stare insieme, che è stato tutto un errore e che non vuole coinvolgermi.. Non lo so, continuava a ripetere un mare di cazzate-

-Oh, fanculo Pete!- Brian rimase un attimo in silenzio. –Credo che io e gli altri abbiamo fatto una stronzata. Fanculo, quello di cui avevi bisogno non era una fottuta relazione perché l’amore fa schifo, e tu eri avanti, l’avevi capito prima!-

-Nessun rancore- rispose Patrick. –Mi ci sono cacciato da solo in questo mare di merda-

-All’amore e a quanto faccia schifo!- dichiarò Brian alzando il cucchiaio come se fosse un brindisi.

-Giusto! All’amore e a quanto faccia schifo!- confermò Trick facendoli coincidere.

-Tanto io non ho bisogno di lui..- sussurrò Brian. Ma non riuscì a finire la frase che accadde nuovamente qualcosa che Patrick non aveva mai pensato che accadesse. Brian scoppiò a piangere gettando le braccia al collo di Patrick, che ricambiò la stretta incerto.

-Mi manca, Trick..- sussurrò Brian tirando su con il naso. –Voglio tornare a casa..-

Patrick annuì non sapendo come rispondere.

***

Adam trascinò il grande vaso della pianta grassa per la strada, stando attento a non farsi ammazzare.

-Fanculo!- urlò rivoltò più a se stesso che a altri. –Fanculo a Leto che mi fa lavorare di domenica, fanculo a Lacey che ha pagato il doppio affinché fossi io a consegnargliela (quel ragazzo mi deve proprio odiare; ma non è giusto, sono io che dovrei odiare lui) e fanculo a questa pianta, peserà 30 chili! Voglio infilare ogni spina nel sedere flaccido di quei due vermoni!-

Appena arrivò Jesse Lacey, il titolare del negozio lo accolse sorridendo.

-Laz- lo salutò

-Per te sono il signor Laz, protozoo- esclamò guardandolo male.

-Allora, visto che ho appena finito di ristrutturare l’ufficio al piano di sopra pensavo di metterla lì..-

Adam allargò gli occhi. –Cioè, fammi capire, tu vuoi che io trascini sto coso che pensa mezza tonnellata per le scale fino al piano di sopra?! Tu sei tutto matto.-

-C’è l’ascensore- sorrise Jesse facendogli strada mentre Adam sbuffava trascinandosi dietro il vaso.

Entrarono e Jesse fece per schiacciare il tasto del piano superiore, ma in quella frazione di secondo ci fu un sonoro rumore e la luce saltò. Pochi minuti dopo videro le luci di emergenza accendersi e un’inquietante illuminazione rossa distribuirsi per il piccolo ascensore.

-Che cazzo succede?!- esclamò Adam.

-Deve essersi bloccato, il vecchio proprietario diceva che succedeva presto-

-Col cazzo che io rimango qui!- urlò Adam. –Chiama qualcuno, chiama l’assistenza, chiama quei tipi strani che lavorano con te-

Jesse sospirò. –Non gridarmi nelle orecchie. Ti ricordo che siamo in un ascensore, non c’è campo. E anche se ci fosse, i Madden mi manderebbero affanculo, e l’assistenza non c’è fino a domani- Adam sbuffò e Jesse fece altrettanto. –Senti, ti capisco, neanche la mia massima aspirazione è quella di rimanere in questo ascensore con te e quella pianta grassa..-

-E’ succulenta- mormorò Adam     

-Eh?-

-La pianta.. è succulenta-

-Senti..- cominciò Jesse. –Guarda, se è perché hai fame, io non penso che sia una buona idea mangiarla..-

Adam scosse la testa. –E’ sbagliato dire che le piante grasse sono.. grasse. In realtà sono succulente. Il loro nome è succulente. E questa per la precisione è un Agave a foglie grandi-

-Ah..- disse Jesse. –E’ molto interessante passare il tempo così.-

-Fanculo, io ti odio- mormorò Adam.

-Senti, se è ancora per la storia di John, devi sapere che anche io sono incazzato quanto lo sei tu.. Mi ha lasciato ed è scappato con una fotografa-

Adam sorrise. –Ma allora il karma esiste-

-Senti, mi dispiace che tu ci sia rimasto così male, quando abbiamo iniziato ad uscire non sapevo che stesse già con te..-

-Perché dovrei crederti?- domandò Adam sospettoso.

-Perché non dovresti? Perché dovei mentirti?- Jesse si avvicinò pericolosamente alle sue labbra, soffiandoci sopra. –Senti, possiamo continuare a giocare a questo gioco se ti va, oppure possiamo finalmente ammettere che tu mi vuoi quanto io voglio te e sfruttare il tempo che abbiamo in modo costruttivo.-

Lo baciò, in pochi secondi le labbra di Jesse erano su quelle di Adam.

La reazione di Adam sorprese anche se stesso, perché anziché prenderlo a schiaffi come si era ripromesso di fare, gli buttò le braccia al collo e approfondì il bacio.

E in un ascensore illuminato da un’inquietante luce rossa, con una pianta succulenta vicino e tra le braccia di Jesse Lacey, la castità di Adam Lazzara, dopo meno di tre giorni, finì.

 

 

TO BE CONTINUED...

 

[NdA: Capitolo cortissimo oggi.. ma avviso che mi rifarò con il prossimo xD

E, come vedete, in questo capitolo i nostri eroi fanno un po’ gli emo (spero non troppo), Trick ormai non è più vergine, Brian è di nuovo single, mentre ciò non si può dire di Adam xD Sta diventando peggio di Beautiful questa storia xD

Finalmente è tornato Jesse ♥♥♥♥♥♥ *l’aurice non aspettava che questo momento xD*

Bhe, vi lascio.. devo correre al lavoro =]

-SweetPandemonium: Ebbene, no.. Pete è un babbo xD ma se li facevo mettere insieme subito la storia finiva xDD Bacione =*

-Fallen: Sì, poverino.. gliene sto facendo passare di tutti i colori xD Bacio =*

-Chemical Lady: Awh, grazie *__* Credo sia per colpa di tutti i film demenziali che guardo, dopo un po’ mi contagiano xD Bacio =*

-The Fantasy: Muahah, dopo che ti risvegli a casa di Jimmy sei un’altra persona xD

-Isult: Nah, per sta volta Pete non si è fatto perdonare, ma poi riguadagnerà punti, giurin-giuretta Bcaio =*

Grazie a tutti quelli che leggeranno/commenteranno ^^ ]

Luv ya

Fede

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci. ***


CAPITOLO DIECI.

 

-Quando comincia il periodo dei saldi?- disse una signora sui cinquantenni entrando nel negozio.

Brian si alzò dal divano su cui era rimasto seduto in silenzio per quasi tutto il pomeriggio e la fulminò con lo sguardo. Bella, ancora un po’ le cose te le tiriamo addosso, che cazzo di saldi vuoi?-

Gerard e Adam guardarono l’amico con la bocca aperta e Bert trattenne una risata.

La donna aprì la bocca sconvolta. –Ma lei come si permette?! La politica del negozio è essere così maleducati con i clienti?!-

-No,- rispose Bri piccato. –Non è la politica del negozio, ma è la mia politica se qualcuno mi rompe i coglioni, quindi gira a largo sorella-

-Io esigo di parlare con un suo superiore! Lei non può permettersi di parlarmi in questo modo-

-Bhe, allora perché non va affanculo? Magari lo incontra!-

-Oh mio Dio, ma come hanno fatto ad assumerla? Lei è la persona peggiore che io abbia mai incontrato-

Brian scoppio a ridere. –Allora devi farti un giro nel mondo reale, bellezza, perché la gente è stronza. Accettalo.-

Jared, scese in quel momento dal suo ufficio al piano superiore e si avvicinò ai due. –Che sta succedendo?

 -E’ lei il capo?-

Jared sorrise pieno di orgoglio. –Si, come posso esserle utile?-

-Questo ragazzo non mi porta nessun rispetto, è scandaloso- esclamò la donna offesa.

-Oh- disse Jared socchiudendo gli occhi e fulminando Brian con lo sguardo. –E’ che.. è un ragazzo ritardato, ha molti problemi. E’ stata l’assistenza sociale ad consigliarci di assumerlo, ma.. – fece uno sguardo assassino in direzione del suo dipendente. -..Potrebbe anche essere che io decida di sostituirlo con qualcuno che mi potrebbe essere più utile, qualcuno come una scimmia tailandese cieca. Mi dispiace se le ha dato fastidio, posso aiutarla io?-

La donna annuì e gli spiegò il problema.

-Ma che diavolo hai nel cervello?- urlò il proprietario quando lei se ne fu andata.

Brian sentì gli occhi inumidirsi, e prima di scoppiare a piangere corse nella sala relax, in una scena degna di un film.

-Ma che ha?- ripetè Jared verso Gerard che si accese una sigaretta fregandosene delle leggi antifumo imposte dal padrone.

-Zacky l’ha mollato- rispose quest’ultimo.

-Oddio, speravo che questo giorno non arrivasse mai.. E ora come si fa a sopportarlo?-

Bert alzò le spalle. –Gli do una settimana.-

-Eh?- chiese Jared.

-Sette giorni. Dopo o si suicida o Zacky se lo riprende con se. E io certe cose le capisco al volo!-

-Ok..- continuò Jared. –Qualcuno mi sa dire come mai Patrick è uno zombie e Pete non si è presentato qui oggi? Non che mi manchi, intendiamoci, ma sapete, no? Io lo pago in realtà-

-Fai due più due, fratello- disse Adam scuotendo la testa.

-Oh. Quindi niente più verginità, eh?-

-Eh, già- rispose Gerard. –Solo che Pete è un rimbambito e se lo è lasciato scappare-

Tutti i presenti cominciarono a scuotere la testa insieme, contrariati. 

In quel momento Brian tornò nella sala principale esattamente quando un nuovo cliente faceva il suo ingresso.

-Lasciate stare, me ne occupo io- disse sicuro avvicinandosi a lui.

Jared grugnì tornandosene di sopra. –Tenetelo d’occhio, ok?-

-Ah, non pensate anche voi che sia una stupenda giornata?- chiese Adam sorridendo.

-Ma se Mikey ti ha tirato fuori dall’ascensore questa mattina- replicò scettico Bert.

-Sì, ma a te non ha detto lo spettacolo che si è travato davanti, a me si, e ti giuro che non voglio sentirmelo ripetere- esclamò Gerard scuotendo la testa. –Ma poi tu non odiavi Lacey?-

-Che ti posso dire, le persone cambiano- decretò Adam.

Bert sorrise. –Mi devi una birra-

-Eh?- chiese Adam.

-Avevamo scommesso che  se avresti aperto i rubinetti prima di una settimana mi avresti pagato da bere-

Adam sbuffò ma diede comunque a Bert 5 dollari.

-Evvai!- esclamò l’amico mettendosi i soldi in tasca.

L’attenzione di tutti quanti fu però distratta da Brian.

-Guardi, quest’asse di compensato è utilissima.. la si può mettere in giardino, ci si può scrivere dei messaggi con la vernice tipo “Zacky me la passo da Dio da quando mi hai lasciato! La vita è fantastica!”, la puoi usare per picchiartela in testa finchè non muori dissanguato.. HAI VISTO COME MI SONO RIDOTTO, ZACK?! BRUTTO STRONZO- esclamò cominciando a battersela sulla fronte.

L’uomo che stava servendo, un quarantenne in giacca e cravatta si grattò la testa.-Sì, ma io cercavo un tubo in vetroresina..-

-Sì, certo, ma guardi, il compensato è così malleabile che lo puoi tagliare per creare una spada e uccidere sia te stesso che quello stronzo del tuo ex ragazzo-

-Vieni Bri, ti offro un caffè- disse Adam correndo verso di loro e prendendolo per un braccio mentre Brian scoppiava a piangere di nuovo sulla sua spalla.

-Posso darle una mano io?- chiese Bert allontanando l’uomo da Brian. –Che cosa stava cercando?-

-Dio, se la passa da cani da quando Zack l’ha mollato- disse Gerard finendo il caffè e girandosi verso Patrick.

-Eh?- chiese quest’ultimo assente.

 -Non pensare a quello stronzo di Pete!- esclamò Gerardsbuffando. –Non siate così depressivi. Sapete che facciamo? Tanto oggi saranno arrivate si e no tre persone, chiediamo a Jared di chiudere un po’ prima e andiamo a fare shopping!-

Bert tornò verso di loro mentre l’uomo si allontanava con il suo tubo in vetroresina. –Secondo voi devo dividere la commissione con Bri? Perché per me se me la intasco tutta non se ne accorge nemmeno..-

-Usciamo questo pomeriggio?- chiese Gerard rivolto verso Bert.

Lui arricciò il naso. –Sì, bhe, io dovevo andare a fare l’aperitivo con Will. –

-Portalo dietro- concluse Gerard. –Io mi porterò dietro Frankie e Adam può portarsi dietro il suo nuovo ragazzo. Vedrai ci divertiremo e Trick e Bri si tireranno su di morale!-

Bert alzò un sopracciglio scettico. –Io non sono un genio ma..  così saremo tutti accoppiati tranne loro.. Non si sentiranno tristi e a disagio?- sussurrò senza farsi sentire da Trick che comunque era completamente immerso nei suoi pensieri per ascoltare.

-Nah, vai a chiedere a Jared se possiamo chiudere.-

Bert prese un gran respiro e si accese una sigaretta fumandosela velocemente per farsi coraggio.

Quando Jared lo vide si alzò dalla scrivania. Bert prese la rincorsa e si buttò ai suoi piedi, afferrandogli le caviglie. –Jared, è successa una cosa brutta, anzi tremenda-

Jared cercò di staccarselo di dosso. –Di che diavolo stai parlando?-

-Bri..- cominciò a biascicare Bert non sapendo cosa dire. –Lui sta.. Sta minacciando di uccidersi nel reparto tre..-

Jared allargò gli occhi. –Cazzo, fermatelo.. non deve suicidarsi nel mio negozio! E’ una cosa pesante da vedere per i clienti-

Bert strinse con più forza la presa intorno alla sua gamba. –Dice che l’unica cosa che può convincerlo ad andare avanti e superare anche questo è uscire per andare a fare shopping..-

-COSA?!- esclamò Jared. –Non se ne parla-

-Ti preeego!- implorò Bert stringendo la presa e cominciando a sbavare sui nuovi jeans bianchi di Jared. Jeans firmati. Jeans da molte centinaia di dollari. –TiPrego!TiPrego!TiPrego!-

-Ok- esclamò Jared esasperato mentre Bert lasciava la presa e lui si puliva i pantaloni. –D’accordo, hai vinto. Ma vi voglio qui domenica pomeriggio.-

-Signorsì, signore- sorrise Bert vittorioso.

-Missione compiuta- sorrise Bert tornando indietro.

-Che bello!- commentò Patrick senza entusiasmo.

-Senti, sai qual è il tuo problema?- domandò Gerard mentre Bert chiamava William. –Tu ci vivi con Pete, non puoi togliertelo dalla testa se stai sotto il suo stesso tetto.-

-E come posso fare? Scappare in Messico?-

-Bhe, sì, questa non è una cattiva idea, ma io pensavo ad altro..- disse Gerard. –Puoi andare da Bert, lui e Quinn hanno un intero appartamento per loro..  Vedrete, vi divertirete a vivere insieme- Patrick sospirò perché, davvero, le cose non stavano andando troppo bene. –E Bri può andare a stare da Adam.. ora si è trovato un nuovo ragazzo e non c’è neanche più il rischio che lo porti al suicidio con le sue storie del cazzo-

Bert tornò verso di loro. –Qual è l’argomento del giorno?-

-Abbiamo appena deciso che Trick verrà a vivere da te per un po’- gli spiegò Gerard.

Bert sorrise. –Che figata, dai che ci divertiamo!-      

Adam tornò verso di loro con Brian al seguito che continuava a tirare su con il naso e a mormorare frasi sconnesse e senza senso.

-Di che si parla?- chiese il primo.

-Di Bri che traslocherà da te.-

E, mentre Brian aveva ancora lo sguardo basso, Adam scosse la testa e Gerard alzò le spalle e indicò Brian.

Bri alzò lo sguardo. –Mi ospiteresti davvero?- chiese.

–Ma certo, siamo amici, no? Gli amici si aiutano a vicenda.- sorrise Adam deglutendo. Poi, appena l’amico abbassò nuovamente gli occhi, Adam fulminò con lo sguardo Gerard, lo indicò con il dito e poi se lo portò sotto la gola, mimando di tagliarla.

-Posso portare anche Pinkly?- domandò a quel punto tornando a fissare Adam.

-Che cos’è un Pinkly?-

-E’ la sua cagnetta- spiegò Gerard.

Adam annuì. –Certo, sai che io amo gli animali-

-Gli manca Icky- cominciò Brian. –Ichabod è un brutto topo con il pelo a batuffoli, ma lei lo amava lo stesso perché l’amore è cieco e non conosce barriere. E non si devono separare le persone, o i barboncini, che si amano- mormorò gettando le braccia intorno a Bert e ricominciando a piangere. L’amico ricambiò goffamente l’abbraccio e altrettanto goffamente prese a dargli altre goffe pacche sulle spalle.

-Allora, come siamo organizzati?- chiese Gerard mentre Bert supplicava loro di slegarlo da quell’abbraccio imbarazzante, ma la sua richiesta non veniva recepita da nessuno.

-Ho appena chiamato Jesse, ci vediamo in centro-

-Ok, anche Frankie ci raggiunge più tardi- affermò Gerard.-Berty?-

-William è di turno, ha detto di raggiungerlo al negozio- rispose Bert trascinandosi con se anche Brian che continuava a parlare di cose senza senso.

Adam fu colto da un atroce dubbio. –Piuttosto.. ma chi pagherà le cose che compreremo?-

-Pensate anche voi quello che penso io?- chiese Gerard sorridendo.

-Cosa?- chiese Bert. –Oddio, no..-

-No, dai, Gee..- biascicò Adam pallido. –Non puoi pensare di farlo..-

-E che problema c’è? Sai che si diverte un mondo quando si parla di shopping.. Magari si sente buono e non ci scala i vestiti dallo stipendio-

Bert deglutì mentre Adam invece annuiva. –A pensarci bene un po’ di shopping terapeutico servirebbe anche a lui-

Gerard sorrise prendendo il cellulare. “Jary? Ciao.. ..Senti,noi stiamo chiudendo..ti va di venire a fare shopping?.. ..Certo che ci fa piacere, se no non te lo chiedevamo.. ..Ok, ti aspettiamo.. …A dopo..” –Ha detto che ci raggiunge. Andiamo!- proclamò guidando la compagnia.

La prima meta fu il negozio di vestiti, ItsHighTideBaby.

Aveva due piani con praticamente tutti i capi di vestiario che si potrebbero desiderare, un insegna luminosa, ed tutte le persone del quartiere, almeno una volta nella vita, avevano desiderato che arrivasse presto il periodo dei saldi per andare a fare shopping lì dentro.

Esatto, era il negozio in cui Bert aveva provato a vendere le magliette con scritte divertenti qualche tempo prima.

Jared arrivò quando il gruppo stava per fare il proprio ingresso nel locale.

-Che mi sono perso?- domandò

Bert alzò le spalle. –Nulla, di interessante.. forse solo qualche abbraccio spacca ossa di Brian in lacrime.-

-Oh, bhe.. allora niente di irripetibile- rispose dando un occhiata all’amico che era praticamente appeso al braccio di Gerard.

Una macchina scassata inchiodò davanti a loro e ne uscì un ragazzo con uno scorpione tatuato sul collo e un paio di occhiali da sole calati sul viso.

Gerard ne approfittò per scaricarsi l’amico di dosso e andare dal proprio ragazzo.

-Ciao- gli sorrise.

Frank arrossì. –Ciao-

Jared scosse la testa.

Nonostante stessero insieme da anni ormai, si comportavano come due cazzo di sedicenni. Che schifo.

Ok, forse era un po’ geloso. Era geloso di loro due che stavano felicemente insieme da tutta la vita, di Bert che in due settimane si era dichiarato innamorato pazzo di uno conosciuto in un club, di Adam che era riuscito a mettersi con l’ex ragazzo del suo fidanzato, e persino di Brian, di Patrick e di Pete, perché nonostante adesso stessero male, anzi da schifo, almeno loro qualcuno lo avevano avuto.

Ma infondo perché preoccuparsi, lui aveva sempre il suo ragazzo..

Ian, il proprietario, appena li vide entrare, si avvicinò a loro.

-Oh. Siete solo voi..- disse sconsolato.

-Già- sorrise Adam. –Il mio ragazzo si è fatto vivo?-

Ian alzò un sopracciglio. –Ma non era scappato con il suo migliore amico?!-

Adam sbuffò al ricordo di quella storiaccia. –Non parlo di John..-

-Si è messo con il tizio per il quale John lo aveva lasciato- spiegò Gerard mentre Frank sorrideva.

-Davvero?- domandò dandogli un cinque. -Complimenti!-

-Eccolo- lo indicò Bert, che ne frattempo continuava a scrutare tra gli scaffali.

-Torno subito.- sorrise allora andando da Jesse e stampandogli un sonoro bacio sulle labbra.

-Allora, che siete venuti a fare?-

-Shopping terapeutico- spiegò Gerard ad Ian che annuì. –Concentrati soprattutto su Trick e Bri, ne hanno davvero bisogno-

-Perché? Che è successo?-

Bert scosse la testa. –Pete è un coglione e Zacky ha mollato Brian-

-Oh cazzo, mi dispiace-

Brian alzò lo sguardo verso di lui, tirò sul con il naso e lo abbracciò. Esatto, abbracciò anche lui. –Grazie, Watk. Lo so che noi due non abbiamo mai avuto un.. un gran rapporto.. Anzi, è.. è già tanto che io ti salutassi quando ti vedevo per strada e non mi girassi dall’altra parte.. Ma apprezzo tanto questo tuo gesto-

Ian, colto alla sprovvista, cercò di staccarsi, ma senza risultati.

Bert ridacchiò. –Non preoccuparti e non sentirti speciale. Oggi lo fa con tutti-

Da lontano Bert vide William sorridergli ed entrare in un camerino. Deglutì e afferrò la prima cosa che trovò sugli scaffali. –Vado a provarmi questa- disse cominciando a velocizzare il passo.

-Ma è una camicetta da donna!- esclamò Ian.

Bert alzò le spalle. –Non importa, vorrà dire che dopo lo regalerò a Gee così si potrà divertire-

-Oh, fanculo McCracken!-

-E così ne abbiamo persi due- mormorò Jared a Gerard che annuì lanciando un’occhiata a Adam che stava esplorando la cavità orale di Jesse, e non per controllare che non ci fossero carie.

-Allora che stavate cercando?-

Brian ci pensò su qualche minuto e poi rispose. –Qualcosa di viola. Zacky.. Zacky non mi faceva vestire di viola perché diceva che è un colore fuori moda, ma.. ma adesso.. ma adesso che mi ha scaricato nessuno mi vieta di andare in giro come una melazana..- appena alzò le barccia e Ian capì quello che stava per fare si scostò velocemente.

-Ok, calmati. Ora ti porto tutte le maglie viola che abbiamo.- si voltò dalla parte di Trick. –Hai in mente qualcosa?-

Patrick scosse la testa ricominciando a guardare in giro senza in realtà vedere nulla.  –Portami quello che ti pare-

Ian annuì e tornò qualche minuto più tardi con in mano una decina di abiti.

Li fece vedere a Brian che scosse la testa. –Non sono abbastanza.. viola! Voglio comprare qualcosa che se avessi avuto quando stavo ancora con Zacky lui mi avrebbe presto a pugni-

-Ci sarebbero maglie più viola ma hanno un sacco di paillettes!-

Brian sorrise. –Vanno benissimo!-

Ian scosse la testa. –Io non so che portarti, Trick..-

Patrick alzò le spalle. –Allora non portarmi nulla-

Ian si girò verso Gerard. –Cazzolina, come sono depressivi..-

-Già- concordò lui. –Dopo li portiamo a fare l’aperitivo così se ci va bene si ubriacano-

Uscirono dal negozio mezzora più tardi.

William aveva finito il turno e li aveva seguiti, e lo stesso valeva per Jesse.

Erano tutti felici tranne Patrick e Jared che aveva dovuto pagare la maglietta con i lustrini viola che adesso Brian indossava con orgoglio. Certo, dopo il suo nuovo acquisto sorrideva, ma neanche lui si poteva definire una persona.. felice.

Si fermarono davanti alla libreria. Matt Tuck, il proprietario, stava fumando una sigaretta davanti al locale.

Appena vide l’allegra compagnia avvicinarsi gli venne un attacco di ridarola.

-Ed ecco che arrivano i musicanti di Brema! Chi di voi fa l’asino?!-

Bert gli ringhiò contro. –Oh, fottiti, Tuck!-

-Scusate. Non pensavo che vi incazzavate così tanto se vi prendevo per il culo, lo faccio sempre-

-C’è Quinn?- domandò lui.

Matt annuì. –Certo, è dentro-

Appena li vide entrare Quinn smise di togliere i libri dagli scatoloni e scosse la testa. –Che c’è Berty? Hai di nuovo dimenticato i soldi per le sigarette? Perché devo mantenere io la tua vita dissoluta e piena di vizi?!-

-Perché vivi in casa mia- disse semplicemente l’amico, William che gli teneva la mano annuì.

-La casa l’ho comprata io, coglione!- diede una rapida occhiata a tutti i presenti. –Come mai quelle faccie? Qualcuno ha sputato nel vostro piatto di fagioli?-

-Storia lunga e molto, molto triste- disse solamente Gerard.

In quel momento Brian si mise nuovamente a piangere aggrappandosi a Frank.

Gerard si voltò per cercare di capire che cosa aveva provocato quella crisi e vide un sacco di libri che non erano l’ideale per qualcuno nelle sue condizioni. Twinlight, il libro di Brokeback Mountain, Romeo e Giulietta, Le avventure di Pippo e Paperino Erano circondati da libri di romantiche storie d’amore!  

-Sarà meglio che andiamo, se no va a finire che Bri si impicca con il nastro imballante!- disse trascinando il proprio ragazzo e di conseguenza anche Brian.

Arrivarono al bar, dove come al solito, Brendon gli accolse con il sorriso.

-Che faccia!- esclamò il cameriere deluso. –Qualcuno vi ha sputato nel piatto di fagioli?-

Adam alzò un sopracciglio. –Ma è la frase del giorno?-

Brendon si avvicinò a Jesse. –E tu chi sei?-

-Jesse, sto con Adam..- rispose stringendogli la mano.

-Ma è.. quel Jesse?-

Adam scosse la testa. –Nah, è Jesse McCrartney.. Sai, no.. Mi attizzano le star di Hollywood- scosse la testa. –Sì, è quel Jesse-

-Porca merda, non sai quante volte mi ha rotto le palle con te!- disse Brendon agitando le braccia. –Dovevi proprio avergli rovinato la vita, eh?-

Adam arrossì allontanando Jesse da Brendon. –Non dargli retta, soffre di una forma di demenza!-

-Ci porti un aperitivo? Martini e vino bianco per tutti?- domandò Gerard sedendosi al tavolo.

Brian scosse la testa. –Io voglio del Jack Daniels. Portami tutta la bottiglia se ce l’hai-

-Wow..- sussurrò William. –Hai intenzione di darci dentro pesante oggi, eh?-

Bert si schiarì la voce. –Un po’ di attenzione.- disse picchiettando sul suo bicchiere. –Devo ringraziare Bri, perché dopo che siamo andati in quel locale qualche settimana fa sono riuscito a mantenere i contatti con James-

Brian appoggiò sul tavolo la bottiglia di wishkey che stava bevendo a canna e alzo il braccio. –Nessun problema, amico-

-Comunque lui aveva detto che mi faceva un buon prezzo se decidevo di tornare, e siccome fra pochi giorni è il mio compleanno, sto invitando tutte le presone che conosco, e naturalmente nella lista ci siete anche voi.. Insomma  siete invitati sabato prossimo al party per il mio compleanno! Ricordatevi i regali, mi raccomando..-

Patrick scosse la testa bevendo il suo vino tutto d’un fiato. Se stava davvero invitando tutte le persone che conosceva questo voleva dire solo una cosa..

Sarebbe stato un gran casino.

 

TO BE CONTINUED...

 

[NdA: Ehilà!

Mancano solo due capitoli alla fine! Yayyy!

Argh! Non ho immaginazione e persino per i nomi dei negozi uso i titoli delle canzoni xD

Bhe, Brian ringrazia delle numerose offerte che ha ricevuto per essere consolato e risponde che se entro la fine della storia Zack non ci ripensa sarà ben lieto di essere consolato da tutte perché ha molto dolore nel cuore xDD

Probabilmente nel prossimo capitolo si scoprirà chi è il ragazzo di Jared, se le cose tra Bri e Zack si rimetteranno a posto e, naturalmente, ci saranno degli sviluppi anche riguardo a Patrick ^^

E poi arriverà l’epilogo =]

Thanks to:

-Isult: Bhe, non posso dire nulla =X Sono tornati anche Frankie e Bert.. Nel prossimo capitolo probabilmente ci sarà di nuovo un’altra rimpatriata del cast xD Bacio =*

-Chemical Lady: Muahah, no.. Frank e Gee rimangono insieme xD Non volevo farli mollare, ma le tue minacce mi hanno convinto di più xD Awwwh, grazie mille *__* Bacio =*

-SweetPandemonium: Anche a me piace tanto quella coppia (mi sono un po’ auto flagellata quando ho scritto quel capitolo =/) ma era necessario se volevo fare l’epilogo in un certo modo =] Bacio =*

-Fallen: Sì, bhe.. se non fossi l’autrice mi proporrei anche io di consolarli (NdBrian: Ma non cercare scuse, lo fai lo stesso >.<) (NdA: Argh!) Bacio =*

Grazie a chi leggerà e commenterà anche questo  capitolo, o leggerà soltanto, o perché no, commenterà senza leggere xD (nah, questo non fatelo xD)]

Dasvidanya

Fede.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo Undici. ***


CAPITOLO UNDICI.

 

-Arghhhhhh!- urlò Bert infilandosi una scarpa da tennis. –Siamo in ritardo!!-

-Perchè non ti calmi?- chiese William arrivandogli vicino.

-Già, perché non ti calmi?- rimarcò Quinn allacciandosi la camicia. –Mi stai irritando-

-Perché siamo in ritardo!- rispose Bert allargando gli occhi. Ma lo stavano ascoltando?

-Tu sei sempre in ritardo- osservò Quinn scuotendo la testa.

Con una mossa veloce Bert afferrò il braccio di Quinn, di William e anche di Patrick, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, e li trascinò fuori dalla porta. –Sbrighiamoci, dobbiamo recuperare Bri e Adam!-

Arrivò alla macchina e giudò velocemente verso l’appartamento dell’amico e, una volta arrivato, si attaccò al campanello.

Adam non rispose.

Quinn si grattò la testa. –E adesso come si fa? Se ne sono andati al locale senza di noi?! Ma non vi eravate messi d’accordo che li portavamo noi?-

Bert scosse la testa. –Non se ne sono andati.. La macchina di Adam è di nuovo dal meccanico e anche Bri è a piedi..  Zack si è tenuto la loro unica auto funzionante..-

Decise di mandare un messaggio ad Adam.

To: Adam

‘Dove cazzo siete? Arriveremo in ritardo alla mia festa, e questa è una cosa che fa schifo!

Apriteci, cazzo!’

Ancora, nessuna risposta.

-Ho un idea!- esclamò William.

Fece scorrere velocemente il dito sul citofono, e si fermò davanti al campanello di una certa Rosalie Johnson.

Si schiarì la voce e con un grande acuto, mentre la donna rispondeva, lui disse veloce. –NonnaSonoIo..SonoRimastoChiusoFuori, MiApri?!-

La donna, come era naturale, non capì a chi apparteneva la voce e aprì lo stesso, e William si guadagnò un cinque da Quinn e un bacio sulla labbra da Bert.

Una volta arrivati davanti alla porta fu facile ricordarsi che Adam teneva una copia delle chiavi sotto i tappetino.

Entrarono e videro Adam e Brian seduti sul divano, abbracciati ed in lacrime.

-..E così io mi sono impegnato per fargli una torta di compleanno.. Ma si è tutta bruciata e nessuno l’ha mangiata..- disse Brian tirando su con il naso. –Però.. però Zack ha apprezzato lo stesso.. E.. e quella sera abbiamo scopato come.. come dei ricci..-

Adam appoggiò la propria testa sulla sua spalla. –Ma è una storia commuovente, amico..-

Bert si schiarì la voce. –Ma dove siamo finiti?! In una puntata di Sentieri?! Muovete il culo e andiamo al locale!-

Adam cercò di ricomporsi. –Mio Dio, ma tu avresti mai detto che anche Bri ha un cuore? Io no-

L’amico scosse la testa. –No, in realtà. Ma la vita ci riserva un sacco di sorprese-

Aiutati da Quinn e William, entrambi fecero alzare Brian e lo trascinarono in macchina.

-Ci troviamo davanti all’entrata con Frankie, Gerard e Jared.. Gli altri arriveranno quando arriveranno..- spiegò Bert.

-Anche Jesse mi aspetta lì..- disse sicuro Adam mentre Brian tirò di nuovo su con il naso.

-Zacky non verrà, vero?-

Bert alzò le spalle. –Non lo so.. io sono passato da Shan e ho invitato tutti.. Ho persino invitato Jimmy e Johnny..-

Brian non seppe se essere felice o preoccupato di un possibile arrivo del suo ex ragazzo, e si così si limitò a tirare su con il naso.

Parcheggiarono e scesero dalla macchina, trovando gli altri nel parcheggio.

-Buon compleanno!- esclamò Jared.

Bert sorrise. –C’è speranza che mi lasci a casa domani pomeriggio, così, per festeggiare?-

Jared sorrise. –Certo che no!-

-Immaginavo-

-Andiamo!- esclamò Quinn avviandosi verso l’entrata.

-Ancora voi?- rise Brandan quando vide i ragazzi in fila.

Bert, tendendo la mano di William, rise. –Ebbene sì, perché mi sono innamorato di te e faccio di tutto per vederti più spesso!-

-Come?- William allargò gli occhi e si portò una mano alla bocca con fare molto teatrale. –Ami lui e non me?!-

Brendan scosse la testa. –Che cos’è, Robert, non gliel’hai ancora detto? Avanti diglielo che ci vediamo tutti i weekend, tigre del materasso!-

Bert annuì solenne. –E’ come dice lui, ma è solo sesso. E’ che mi eccitano i tipi muscolosi-

-Mi sento così poco amato!- esclamò William facendo finta di togliersi una lacrima dagli occhi.

-Dai, passate- rise Brandan facendoli entrare. –Alex vi ha riservato una saletta, ma chiedete a lui, è lui che fa tutto-

Mentre stavano entrando, Adam diede un’occhiata a Brian che camminava con la testa abbassata e si girò verso Brandan. –Zacky è già arrivato?- chiese sussurrando a  Brandan scosse la testa. –Ok, bhe amico, ci vediamo dopo..-

-Signor Alex, sono venuto a reclamare quello che è mio. Date a Bert quello che è di Bert!- disse andando alla cassa.

-Parli del conto?- chiese il ragazzo biondo trattenendo una

-Ma perché è il mio compleanno e nessuno mi ama?!- mormorò Bert triste aprendo il portafoglio.

Alex sorrise prendendo i soldi. –Vi ho riservato la saletta più grande. Vedete di non spaventare gli altri clienti-

-Stia tranquillo, sir- rispose Gerard con un pessimo accento inglese.

-Allora, novità per Trick?-

Jared, Adam, Gerard e Bert scossero la testa tristemente.

–No- spiegò il festeggiato. –E noi non parleremo di questo sta sera. Ne di questo ne dell’argomento proibito Zachary Baker. Perché se ne parliamo loro si deprimono e mi rovinano la festa. E se loro mi rovinano la testa io gli spacco il culo.-

-Ah, ok. Ci vediamo dopo, lasciatemi un pezzo di torta..- sorrise Alex salutandoli.

-Hai la torta?- chiese sorpreso William.

-Sì. Con le candeline-

-E ci sono state tutte?- chiese Gerard dando un bacio sulla guancia a Frank.

-Ahah- Bert finse una risata. –Guarda che le mie sono solo 26.. E le tue quante sono? 254?-

-Eh sì,- annuì Gerard morsicando il labbro di Frank ridendo. –Perché io sono immortale-

Frank rise e lo baciò.

Adam scosse la testa. –Dio, non ho davvero lo stomaco per vederli adesso-

-Ok, chi vuole un drink?- chiese Jesse prendendo Adam per mano.

Brian annuì. –Io ne ho bisogno..-

-Hai l’aria di aver bisogno di una distilleria- commentò Gerard. –Bhe, io credo che offrirò al festeggiato una sigaretta-

-E io credo che il festeggiato accetterà- rispose Bert annuendo.

-Dio.- commentò Gerard. –Come odio chi parla in terza persona. Ma hai una doppia personalità?-

-Non che io sappia. Se c’è l’ho è una doppia personalità molto maleducata perché non si è mai fatta sentire. Neanche per gli auguri di Natale-

-Ok..- sussurrò Adam cominciando a camminare all’indietro e trascinando con se anche l’amico e il proprio fidanzato. –Noi andiamo..-

Si sedettero davanti al bancone.

Adam fece per tirare fuori il portafoglio e Jesse lo bloccò. –Lascia stare Laz, pago io..-

Brian alzò gli occhi tirando su con il naso. –Paghi anche per me?-

Jesse sospirò. –Ok, amico. Ma solo un giro, d’accordo?-

Mick si avvicinò a loro. –Allora, ragazzi. Come sta andando il compleanno?-

-Una merda, per fortuna siamo solo all’inzio- rispose Brian poco entusiasta.

-Che vi porto?-

-Tre JD- quando Mick stava girandosi Brian ricominciò a parlare.-Però non so cosa vogliono loro..-

-Ah!- esclamò Jesse. –Non avevo inteso che per te un giro equivalesse a tre bicchieri di whiskey…-

-Altri due per noi- disse Adam a Mick che annuì.

-Ecco a voi- Mick piegò le labbra in una smorfia. –Oh, Zacky a ore 12-

Tutti e tre si voltarono e incontrarono lo sguardo dell’ex ragazzo di Brian che lo abbassò velocemente gli occhi.

Brian finì il suo primo bicchiere tutto d’un fiato.

-Ma perché ti ha mollato alla fine?- azzardò Jesse.

Brian scosse la testa. –Non lo so..-

-Bri..- mormorò Adam.

Ok, forse un’idea se l’era fatta..

Brian non era la persona più fedele del mondo.

Semplicemente per lui non era naturale andare a letto con una sola persona.

Aveva conosciuto Zacky quando aveva quattordici anni, stavano insieme da quando ne avevano diciassette. Sapeva che lui era la persona della sua vita, la sua anima gemella e merdate varie, ma dieci anni sono lunghi da far passare..

E così era capitato che, qualche volta..

Merda!

-E’ possibile che abbia scoperto che.. io..- Brian bevve un sorso di whiskey. –Bhe, ‘Dam, hai capito, no?-

Adam scosse la testa. –Che ti ha detto?-

-Bhe, che.. sono un bambino, che non facciamo altro che litigare.. che.. Non lo so che mi ha detto, mi ha lasciato, è questo quello che conta, vero?-

Adam allargò gli occhi. –Quindi non ti ha detto che non ti ama più?-  

Brian alzò le spalle.

-Sai come si dice dalle mie parti, a New York?- chiese Jesse a quel punto. Brian scosse la testa e l’amico continuò. –Non l’hai messo dentro finchè non l’hai messo dentro!- Brian alzò un sopracciglio e Jesse scosse la testa. –Devo prenderti a calci in culo per fartelo capire?! Vai a parlare con lui!- esclamò baciando Adam.

Brian finì i due bicchieri in pochi sorsi e annuì. Ordinò un altro drink e si diresse in direzione di Zack.

A questo punto o la va o la spacca.

-Ehi..- cercò di sorridere Brian.

Zack abbassò lo sguardo. –Ehi.. E’ da tanto che non ci sentiamo..-

-Eh già. – concordò Brian. –Come volta il tempo quando si sta in compagnia e ci si diverte- si maledì mentalmente. –Senti, voglio solo chiederti una cosa, poi ti lascio in pace.. Mi ami ancora?-

Zack spalancò gli occhi. –Cosa?-

-Mi ami?- domandò di nuovo Brian. –Perché io so che ti amo ancora..-

Zack si morse le labbra. –Non è solo questione di amarti.. è questione di.. Merda!- esclamò non riuscendo a spiegarsi.

-C i possono essere tutte le questioni del mondo, ma possiamo trovare una soluzione.. si possono risolvere finchè tu mi ami e vuoi stare con me- Zack si morse un labbro incerto e Brian continuò. –Zachary Baker, ricorda, non l’hai messo dentro finchè non l’hai messo dentro!-

Zack sorrise ma poi riprese un espressione incerta. –Il fatto è che sono stanco. Mji sento come se la nostra storia non stesse portando da nessuna parte…-

Brian rimase in silenzio a pensare per qualche secondo. –Sposami, ci stai? Sarebbe una svolta abbastanza grande, non ti pare?-

Zack si portò una mano davanti alla bocca emettendo una specie di squittio. –Dici sul serio?-

Brian annuì. –Certamente. Parola di lupetto-

Zacky gli buttò le braccia al collo baciandolo sulle labbra. –Oh mio Dio, certo che ci sto!-

Brian, con un sorriso a trentadue denti, salì su uno dei tavolini di vetro dando una mano a Zacky in modo che si mise accanto a lui. –Ragazzi, ho un annuncio da fare.. Ci sposiamo!-

Tre quarti dei clienti del locale, che erano a conoscenza della vita sentimentali di Bri, esplosero in un boato di grida e applausi.

Brian baciò Zacky.

-Sembra che tutti abbiano trovato il loro happy ending tranne me..- mormorò Patrick bevendo l’ennesimo bicchierino di vodka.

-Ehi, ci si rivede- disse una voce alle sue spalle. Patrick si voltò. Joe. –Non mi hai più richiamato.. dopo quella nostra uscita con Pete e Andy.. Lo so che non è stata il massimo, ma…-

Patrick scosse la testa. –No, è che.. ho avuto un po’ di casini per la testa..-

Joe sospirò. –Già, bhe.. non li abbiamo un po’ tutti?!-

Patrick si morse un labbro. –Questa festa fa schifo. Che ne dici se andiamo a casa tua?-

Joe esitò un attimo. Ma poi si rese conto che Patrick era probabilmente ubriaco, e portarlo a casa sarebbe stata la soluzione migliore..

Bert e William videro Patrick e si avvicinarono a loro.

–Bri dovrebbe ringraziarmi- esclamò l’amico. –Se non avessi invitato mezza città al mio compleanno lui non starebbe per convolare a giuste nozze, non credi?-

Patrick non sembrava averlo ascoltato però, perse Joe per mano e si diresse verso l’uscita.

-A quanto pare non lo crede..-

***

-Grazie per aver parlato con James- disse Bert bevendo il suo drink. –Adesso tutti noi abbiamo i drink a metà prezzo..-

Brian annuì buttando giù il suo tutto di un colpo e dando un bacio sulla guancia a Zacky che ridacchiò. –Già.. E’ grazie a Matt che lo conosco.. Vedi tutti i muscoli che lo circondano?-

Bert annuì finendo anch’esso il proprio e annuì.

-Sono merito di James.. Matty mi ha raccontato che quando andava a scuola c’era un coglione che gli rompeva le balle.. Un giorno James gli ha dato un pugno e ha detto che era venuta l’ora che Matt si sapesse difendere da solo, e così lo ha invitato in palestra con lui.. Il resto è storia..-

Bert indicò l’amico di Bri e Zacky. –A proposito, eccolo che esce da uno dei privè..- allargò gli occhi. –Con Jared!-

Brian rischiò di strozzarsi con la propria saliva. –Porca merda! Ma.. ma.. Non può essere!-

Zack non disse nulla, limitandosi a fissare il proprio migliore amico con gli occhi spalancati.

-E invece è così, amico!-

Scoppiarono tutti a ridere.

–Oh, mio Dio! Allora esiste!-

Bert cercò di riprendersi dalle risate. –Santa merda! Ora tutto torna.. Il fatto che ha trovato subito un lavoro da Shan, che l’ipotetico ragazzo non si faceva vedere mai..-

Brian scosse la testa girandosi verso Mick. –Ho bisogno di un altro JD!-

Mick alzò un sopracciglio. –Perché?-

-Matty se la fa con il mio capo e me l’ha tenuto nascosto!-

-Questa si che è cattiveria!- disse ridendo. –Seriamente, Bri, capisco perché non te lo ha detto..-

Bert ordinò a sua volta dell’altro whiskey. –Sì, ma tu non è solo quello.. Fino ad ora noi pensavamo che Jared non stesse uscendo con nessuno.. che il suo ragazzo fosse immaginario..- 

-Parlate di Jary?- domandò Gerard arrivandogli alle spalle.

-A quanto pare sono sconvolti perché il ragazzo di Jared è reale ed è Matt…- spiegò Mick.

Anche Gerard rischiò di strozzarsi con il drink. –No, ma.. state prendendo per il culo?!- Ci fu una nuova risata generale. –Vaffanculo quello stronzo! E a me che faceva quasi pena! Devo dirlo ad Adam, gli rallegrerà la giornata!-

-A proposito..- cominciò Zacky. –Notizie di Pete e Patrick?-

Bert finì anche quel bicchiere di whiskey. –Mnh.. Mi sembra che Pete lo stava cercando.. ma l’ho visto scappare con Joe circa un quarto d’ora fa e sembrava davvero ubriaco!-

Gerard, Zacky e Bri si fissarono sbalorditi.

-E tu non l’hai fermato?!- chiese Gee.

-Nah, perché avrei dovuto? Stavo andando a farmi una sveltina con William-

-Sei senza speranza!- decretò Brian alzandosi e prendendo il proprio futuro marito per mano. –Gee.. tu recupera Adam e Jary.. Bert vai a cercare Andy, ci servirà tutto l’aiuto possibile, e noi pensiamo a Pete..-

Cercarono circa dieci minuti, poi si arresero e decisero di chiedere a James.

-Ehi, fatevi abbracciare, non ne ho avuto ancora il tempo!- esclamò James buttando le braccia al collo.

-Grazie, amico- disse Brian. –Ma noi stiamo cercano Pete.. Sai, no.. Basso, anzi molto basso, capelli neri, tanti tatuaggi..-

-Wow.. capelli neri e tatuaggi..- commentò il gestore. –Mi stai descrivendo il novantacinque percento delle persone che conosco!-

-Ma sì..- continuò Bri. –Quello che guardava sempre Patrick.. se lo scopava con gli occhi..-

-Ah, ho capito!- rispose finalmente James dopo averci pensato su. –L’ho visto seduto sui divanetti circa cinque minuti fa.. Perché?-

-Ti spieghiamo dopo..-tagliò corto Zacky prendendo per mano Bri e andando a cercare Pete.

-Tu sei un brutto pezzo di idiota!- esclamò Brian sedendosi accanto all’amico.

-Eh?- chiese Pete alzando gli occhi dal suo drink. –Oh, Bri.. sei tu.. Adam mi ha detto della cosa del matrimonio, sono contento per voi..-

-Allora sei un pezzo di idiota contento!- gridò Brian muovendo le braccia. –Ti piace di più come descrizione di te stesso?-

-Bri..- cominciò Zack prendendogli le mani. –Lascia fare a me..- Brian borbottò qualcosa ma poi annuì. –Pete.. è per Patrick che stai da cani in questo modo, vero?- Pete annuì senza staccare lo sguardo dal proprio drink. –Tu lo ami, vero?- Pete annuì di nuovo. –Vuoi riprendertelo?!- ci fu un altro assenso da parte di Pete e Zacky scosse la testa. –Non vedo la grinta, fratello! Forza urla! Che aspetti?! Non ti vedo convinto!- Brian ridacchiò, sembrava che stesse incitando un puglie. –Dov’è la tua grinta?! L’hai lasciata a casa da mammina!?-

-Io voglio riprendermi Trick!- disse piano Pete.

-No, no, no! Non ci siamo! Mi sembra di stare parlando con una femminuccia! Fuori la voce, amico!-

-IO AMO PATRICK E ME LO RIPRENDERO’!-

-E così che ti voglio- sorrise Zacky. –E ora vieni con noi!-

Corsero nel parcheggio dove stavano tutti aspettando loro.

-Ok..- cominciò Adam accendendosi una sigaretta. –Spero che sia importante, perché ero nel bel mezzo di una sveltina nei privè!-

Brian, Bert e Jared sorrisero. –Vero che è una figata farlo lì?!- dissero praticamente tutti insieme.

Adam annuì con un sorriso a trenta due denti.

-Signori, per favore!- esclamò Gerard. –Abbiamo uno scopo! Dobbiamo impedire a Trick di fare una cazzata!- teste il braccio in mezzo a loro e si formò un cerchio. –Chi è con me?-

-Siamo tutti con te!- rispose serio Jared.

-Uno per tutti..- cominciò Bert.

-..Tutti per uno!- gridarono in coro alzando contemporaneamente le braccia.

-E ora andiamo- disse Zacky. –Pete e Andy vengono in macchina con noi.. Voi andate con Gee.. Ci vediamo a casa di Joe!-

Il viaggio verso casa di Trick fu moderatamente silenzioso.

Bri guidava tenendo lo sguardo sulla strada e la mano di Zacky, Pete fissava fuori dal finestrino assente e Andy tamburellava con le dita sul sedile.

Un atmosfera davvero rilassata.

-FERMA LA MACCHINA!!- urlò ad un certo punto Pete.

-AHHHH!! PERCHE’?? CHE C’E’???- gridò Brian inchiodando.

-Che cosa gli dico quando lo vedo?- domandò Pete a quel punto.

- Amico, te lo dico con il cuore in mano,- cominciò Bri cercando di riprendere una normale respirazione. –Ma vaffanculo!-

-No.. io non scherzo.. Che diavolo dovrei fare?-

-Seguire il tuo cuore- ribattè acido l’amico. –E ora possiamo andare?-

-No!- esclamò Pete sconvolto.

-Senti,- ringhiò Brian. –Noi ci siamo sbattuti per trovare un ragazzo a Trick, noi. Noi l’abbiamo fatto uscire e gli abbiamo presentato gente nuova. Poi è saltato fuori che lui era innamorato di te, avete scopato e tu che hai fatto?! Te lo sei lasciato scappare! E adesso siamo noi che ci stiamo sbattendo per non far fare una gran cazzata a Trick, noi. Non credi che sia l’ora  di tirare fuori le palle?!-

Pete questa volta rimase in silenzio.

***

Joe aiutò Patrick a togliersi la giacca e le scarpe e lo fece sedere sul divano.

Patrick sorrise. –Vuoi la verità? Non ti ho chiamato perché la sera dell’appuntamento io e Pete abbiamo scopato (esatto, ho perso la verginità con lui..) e ho pensato ‘cazzo io sono innamorato di lui da una vita, magari anche lui si è accorto di me, finalmente’ ma non è accaduto e mi ha scaricato. E così pensavo che magari potevamo fare adesso quello che abbiamo rimandato l’altra sera.. almeno tu ci tieni a me..-

Joe scosse la testa. –Nah, Trick. Tu sei innamorato di un altro ragazzo, sei ubriaco, e l’ultima cosa di cui hai bisogno è venire a letto con me..-

 Patrick scosse la testa. –Ma io ti voglio bene!-

-Sì, anche io.. – mormorò Joe. –E’ per questo che non possiamo farlo..-

In quel momento la porta suonò e Joe andò ad aprire.

-Non farlo!!- gridarono tutti e otto i ragazzi buttandosi addosso a Joe e facendolo cadere.

Joe cominciò a dimenarsi sentendosi come un giocatore di football marcato da duecento energumeni quando non aveva neanche toccato il pallone. –Non.. non avevo intenzione di fare nulla-

-Cosa?- domandò Adam smettendo di bloccare le braccia di Joe al pavimento.

-Non ho intenzione di fare sesso con lui, soprattutto ora che ha ammesso di essere innamorato di Pete..-

Pete alzò la testa –Ha.. ha davvero detto così?-

-Sì, coglione..- disse Joe scuotendo il capo. –Che ti aspettavi?-

-Vai, tigre!- lo incoraggiò Gee dandogli una spinta e facendolo entrare nella sala.

Pete si schiarì la voce. –Trick.. trick sono io..-

Patrick lo guardò per poi girarsi dall’altra parte. –Vattene..-

-Ehi.. sono qui solo per parlare..- sorrise incerto sedendosi acanto a lui e accarezzandogli una guancia. –Mi dispiace tanto..-

Patrick sorrise, e per un momento Pete pensò che tutto si fosse sistemato, poi prese la mano di Pete tra le sue e.. la morsicò.

-Ahia!- esclamò Pete massagiandosela. –Ok, forse me lo sono meritato-

-Cazzo se te lo sei meritato- esclamò Patrick sputandogli addosso.

-Ok, basta adesso.. –mormorò Pete asciugandosi la saliva con la manica della felpa.

-Lo decido io quando smettere..- disse Patrick. –Abbiamo fatto sesso, e non l’ho deciso io perché mi sei saltato addosso. La mattina mi hai scaricato e, ancora, non è stata una mia decisione. Sono stato un male cane, pensi che lo abbia voluto intenzionalmente? Bhe, no. Ora è il mio turno di decidere- esclamò muovendo le braccia. –E io ho deciso che non me ne frega un cazzo dei tuoi complessi, perché mi hanno rotto le palle. Se non volessi stare con te non avremmo fatto sesso, non sarebbe stato così speciale. Quindi ora fammi un piacere: vai affanculo!-

-Hai finito?- domandò Pete con un sorriso.

-No.-

E questa volta fu Patrick ad attaccarsi letteralmente alle labbra di Pete. E per entrambi fu come vivere un dejavù.

-Ora ho finito.-

-Ok, è il mio turno- sorrise Pete baciandolo a sua volta.

Patrick gli mise le braccia al collo e si appoggiò al suo petto. –Dio, ho 24 anni, sono in grado di decidere con chi stare-

-E sceglieresti me?- chiese Pete. –Sai che è una scelta rischiosa, potresti pentirtene-

-Lo so. Ma che ci vuoi fare, mi piacciono le cose difficili-

-Ti amo, Trick- sussurrò Pete baciandogli la fronte.

-Ok, secondo voi questo silenzio è una cosa positiva?- chiese Bert nell’altra stanza.

-Oh, sì- annuì Gerard fissando la porta.

-Decisamente- concordò Adam.

-Porca merda, ce l’abbiamo fatta!- esclamò Brian battando il cinque a tutti i presenti. –Abbiamo trovato un ragazzo a Trick!-

-Siamo dei geni!- rise Jared.

Tutti i presenti cominciarono a festeggiare, applaudire e anche a fare strane danze della felicità.

 –E ora torniamo al locale, devo ancora offrire da bere a tutti!- esclamò Bri prendendo Zacky per mano.

-Che fai adesso?- propose Andy.

Joe alzò le spalle. –Volevo andare a letto, ma penso che loro mi hanno monopolizzato la casa-

-Vieni con noi, ti offro un caffè- sorrise Andy mentre gli altri si avviavano verso la porta con un sorriso a trentadue denti.

Joe sorrise. –Certo, bisogna festeggiare!-

 

TO BE CONTINUED...

 

[Nda: Ma ero così prevedibile?! xD

Ebbene sì.. Zacky e Bri sono tornati insieme xD Ed il ragazzo di Jared  esiste davvero ed è Matt xDD Lo so che è una coppia un po’ sciagurata ma erano gli unici che mi rimanevano da soli xD bhe, per lo meno sono sexy insieme  xD

Happy ending per tutti alla fine  =] (anche per me perché in questo capitolo sono comparsi sia James che Jesse xDD

Il prossimo capitolo vedrà l’epilogo. Ma esso non vedrà la luce per un po’ di tempo, perché domani parto per Parigi e sto via tutta la settimana prossima.

Thanks to:

-Chemical Lady: Muahaha, no xDD Per Jared ho puntato sul colpo di scena. Bacio  =**

-The Fantasy: Sì, non so resistere agli happy ending xDD Bacio =**

-Fallen: Sì, bhe, la fine si avvicina xDD Ma tanto troverò altri sfoghi per la mia demenzialità xDD Bacio =**

-Isult: Muahah, Scemo e + Scemo è bellissima xDD Bacio =**

-BlueAndYellow: Interessante la Cina *__* Awwh, poi divento rossa.. Grazie <3 Bacio =*

Grazie a tutti. Spero che vi piaccia anche questo capitolo ]

See ya.

Fede.

 

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Capitolo 12
*** Epilogo. ***


EPILOGO.

 

-Dio, dovresti ballare, Trick. E’ questo che si fa durante la cena di un matrimonio- esclamò Pete toccandogli il culo mentre lo trascinava in pista.

-Lascia perdere, non sono capace- brontolò Patrick, mettendogli comunque le braccia intorno al collo e cominciando a muoversi.

-Oh, nessuno di noi lo è in realtà, è per questo che è divertente- rise Pete,mentre guardava i loro amici ballare .

Bert aveva improvvisato una specie di tarantella con William, Brendon cercava di fare la lap dance con la ringhiera delle scale di casa di Jimmy, Adam cercava di imitare i passi di Michael Jackson (con tanto di capello rubato a Bri), Gerard sembrava davvero la rincarnazione di un manico di scopa mentre veniva sballottato da tutte le parti da Frank, mentre i due sposini si limitavano a baciarsi da circa un quarto d’ora, ogni tanto scendendo a tempo di musica o muovendo le braccia.

Si erano sposati quel pomeriggio, un mese dopo la proposta nel night club e per risparmiare avevano invaso casa di Jimmy per la cena e la festa che ne sarebbe seguita. Ognuno di loro aveva messo i soldi del regalo in un fondo comune che era servito per comprare il biglietto d’aereo e il soggiorno in un Bed and Breakfast a Tijuana, in Messico (sì, bhe, non è che avessero a disposizione un capitale), ma dopotutto dubitava che a quei due la destinazione facesse differenza.

Per quanto riguardava Patrick, lui e Pete ormai stavano ufficialmente insieme; il che voleva dire che la loro vita, a parte per il sesso che ormai era un’abitudine, non era cambiata molto da quando quella strana storia era iniziata.

Gerard, avendo scoperto la professione di Joe, aveva cominciato a perseguitarlo finchè lui non gli aveva procurato un colloquio  con il suo capo e, nonostante non avesse ancora avuto una risposta ufficiale, a quanto diceva Joe non era andato affatto male.

Aveva anche cominciato a convivere con Frank, come era nei suoi progetti. Solamente che non se l’era sentito di lasciare Mikey da solo (l’ultima volta che l’aveva fatto, suo fratello aveva quasi fatto scappare il gatto con la sua folle idea di fargli il bagno) e così la storia era finita con Frank che si era trasferito nella sua vecchia villa vivendo insieme ai due fratelli Way.

Nemmeno le cose tra Zacky e Brian erano cambiate poi tanto; litigavano, si lasciavano, e due ore dopo Jared li trovava a pomiciare nel retro del negozio.  Trick era sicuro che se avevano resistito 10 anni, il matrimonio non li avrebbe divisi di certo.

Adam continuava ad uscire con Jesse, nonostante erano più le volte che dichiarava di volergli spaccare la faccia che quelle dove diceva di amarlo. Ma infondo Adam era così, e quindi Pete e Patrick non si stupivano se una volta ogni tre settimane lui gli chiedeva di dormire sul loro divano.

E, stranamente, anche la strana love story di Bert aveva resistito, a dispetto di tutto quello che gli altri pensavano. Forse era perché quei due erano così strani che erano perfetti l’uno per l’altro.

Andy aveva colto la sua occasione e da due settimane lui e Joe uscivano praticamente tutte le sere.

Per quanto riguarda Jared, Matt continuava ad essere un ragazzo misterioso. Non si faceva mai vedere in negozio, anzi quei due non si facevamo mai vedere insieme.

Ma, ehi, se andava bene a Jary, andava bene anche a lui.

-Oh, mio Dio, amo questa canzone!- urlò Jimmy lasciando la sua provvista di whiskey in cucina e, una volta afferrato il braccio di Johnny, cominciando a correre in mezzo alla pista.

Mentre Rihanna continuava a cantare Please, don’t stop the Music, e tutti continuavano a muoversi, Patrick decise che ne aveva abbastanza di ballare, così fece segno a Pete di volersi sedere, il quale annuì e continuò a muoversi, immerso nella musica.

 Si avviò vicino al buffett, dove fu raggiunto qualche secondo dopo da Bert con il fiatone.

-C’è qualcosa di commestibile?- domandò sospettoso scrutando le tartine.

-Hanno cucinato Ryan e Brendon, quindi.. non lo so- rispose scuotendo la testa.

-Ah, bhe- Bert alzò le spalle afferrandone quante più poteva. Fece segno a Trick di prendere il vino e entrambi si sedettero sul divano.

-Allora, novità?- chiese Bert con la bocca piena.

-Nulla di che..- rispose Trick. –Il sole splende in cielo, gli uccellini cinguettano felici ogni mattina.. No, direi che la vita continua come al solito-

-Che bello- rispose Bert guardando fisso il culo di William mentre quest’ultimo stava ancora ballando. Patrick capì che come al solito non lo stava affatto ascoltando.

-Non so se parli della mia vita o del fondoschiena del tuo ragazzo, e non sono sicuro di volerlo sapere- decretò bevendo un sorso di spumante.

-Hanno fatto le cose in grande per il matrimonio- commentò Bert accendendosi una sigaretta. –Per quel che mi riguarda, quando toccherà a me, mi basterà andare a Las Vegas e farmi sposare da Elvis..-

-Chi si fa sposare da Elvis?- chiese William comparendo alle sue spalle.

Bert rischiò  di strozzarsi con il fumo.

-Il tuo ragazzo- rispose Patrick alzando le spalle.

William allargò gli occhi. –E il vestito bianco? Io lo voglio!-

-Ma, Wllino-bello, Elvis si veste di bianco..-

William scosse la testa e scappò via.

-Grazie tante, amico- sibilò Bert prima di corrergli dietro.

Patrick ridacchiò.

-Allora, questa è la nostra giornata- esclamò Brian mentre si avvicinava tenendo per mano Zacky. –Come mai tutti gli occhi non sono puntati su di noi?!-

-Bert vuole farsi sposare a Vegas da Elvis-

Gli occhi di Brian si illuminarono. –Ma è un’idea fighissima!- frenò il suo entusiasmo appena ricevette una gomitata in pancia da Zacky. –Per uno come Bert, è chiaro-

Patrick ridacchiò mangiando una delle poche tartine avanzate da Bert. –Allora, quando partite?- domandò.

Brian alzò le spalle. –Probabilmente nel fine settimana. O anche dopo, dipende quando avremmo voglia di lasciare la camera da letto-

In quel momento furono raggiunti da Pete, che si sedette accanto a Patrick, mettendogli un braccio intorno al collo e baciandogli la fronte.

-E allora, di che si parla qui?-

-Del fatto che Bri e Zack lo fanno come dei ricci- rispose il suo ragazzo.

Zack arrossì leggermente mentre Bri e Pete si scambiarono un cinque.-E a voi come va, Wentz?- chiese poi Bri.

-Oh, non ci lamentiamo.. vero, Trick?-

Questa volta fu il turno di Patrick di arrossire. –Dio, non ho nessuna intenzione di parlarne adesso-

Furono raggiunti anche da Adam e Gerard, che dopo aver fatto rifornimento di cibo e drink, si sedettero con loro.

-Ah, non ho mai ballato così tanto- commentò Gerard buttandosi sul divano e accendendosi una sigaretta.

-Tu non hai mai ballato, è diverso- lo corresse l’amico facendo altrettanto.  –Dove sono finiti gli altri?-

-Bert è corso via perché Will aveva le sue cose- spiegò Brian. –E Jared è sparito da un pezzo-

Tutti i presenti si guardarono di sottecchi pensando esattamente la stessa cosa.

In quel momento ritornarono William e Bert; si tenevano per mano, quindi tutti supponevano che avessero fatto pace. E, dopo qualche minuto, anche Jared ritornò.

-Ah, sono così felice che ora stiate insieme, tu e Trick- dichiarò Adam verso Pete.

Gerard annuì. –..E siate così innamorati-

–Innamoratissimi- sorrise Pete prendendolo per mano.

-E tutto sia tornato tranquillo..- aggiunse Bert con un sorriso.

-Ma che bello- conculse Jared dando una pacca sulla spalla a Trick.

-Manca anche a voi, vero?- esclamò Brian tutto d’un fiato.

-Oddio sì.. Quando giocavamo a fare Dio cercando di farlo accoppiare con tutti- rispose Jared bevendo un sorso di vino.

-..E le notti in cui siamo stati in piedi a tramare strani piani per presentare a Trick gente strana..- aggiunse Adam con gli occhi che gli si illuminavano.

-..E le uscite insieme per farlo ubriacare e perdere la verginità- continuò Bert.

-Qualcuno di voi ha amici single?- chiese Brian implorante.

Bert sorrise malvagiamente. –Bhe, Quinn attualmente non sta uscendo con nessuno..-

Patrick sorrise stringendo la mano di Pete tra le sue. –E allora che stiamo aspettando?!-

 

 

 

The 24 year-old Virigin

THE END

[NdA: Oddei, non ci credo, ho finite anche questa *___*

Un po’ mi dispiace, perché mi divertivo come una larva a scrivere questa storia, ma va bhe xDD

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato i capitoli precedenti, li hanno solo letti e tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti.. davvero mi fa un piacere enorme che vi sia piaciuta, vi abbia fatto sorridere e divertire.. insomma, grazie mille =**

E ora passiamo ai commenti dello scorso capitolo.

Thanks to:

-BlueAndYellow:  Sì, bhe.. Brian rischiava di portare tutti ad una depressione collettiva xDD Awwwwh, io ti adoro!! Un bacione =**

-SweetPandemonium:Muahah ebbene sì, anche se la ragione principale è che mi dispiaceva che quei due rimassero da soli =] Awh, grazie mille. Bacione =**

-The Fantasy: Ahshs xD Bhe, sì.. sono una coppia un bel pò strana xDD Pensa che nel film la ragazza del personaggio a cui mi sono ispirata per Bri rimaneva davvero incinta.. però questa mi sembrava una cosa un po’ troppo strana xDD Bacione =**

-Chemical Lady:  Awwwh, grazie *__* Bhe, sì.. io non resisto agli happy ending <33 Bacione =**

-Fallen: Muahah, sì.. non si vede che io sono un pò fissata con i matrimony, vero?! xDD li trovo divertenti xD Bacione =**

-Blaise_Sl_Tr07: Che bello trovarti anche qui, tesora *__* Sì, ammetto che con questa ff mi sono sbizzarrita xDD Bacione =**

-Isult: Awwh, *sbavata a parte, che è stata fatta xDD* grazie mille, lo so che sono ripetitiva, ma non so che altro dire.. E poi, sì.. Matt deve avere una mega pazienza per sopportare Jared xDD

Grazie ancora a tutti, davvero. Grazie a chi commenterà questo capitolo e chi lo leggerà soltanto =** ]

Luv ya.

Fede.

 

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