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(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono
maggiorenni e non mi appartengono, gli eventi non sono accaduti realmente e
questa storia non è scritta a scopo di lucro")
CAPITOLO UNO.
Patrick si alzò
dal letto.
La sveglia
segnava le sette e mezza, doveva prepararsi per andare
al lavoro.
Odiava i
lunedì.
Nutriva per
loro un odio così profondo e radicato che se mai avesse avuto una rock band l’avrebbe chiamata IHateMonday!
Ok, no,
questo era esagerato.
Ma comunque non gli
stava sicuramente simpatico.
Pete non
era in casa, ma la cosa non lo stupiva più di tanto. Il giorno prima era uscito
con il suo amico Travis, quindi non lo sorprendeva
trovare il suo letto ancora fatto.
L’avrebbe
incontrato al lavoro.
Si lavò i denti, si preparò, fece colazione (perché, davvero,
come si può affrontare una dure giornata senza frittelle?!) e uscì di casa,
dirigendosi dove lavorava.
Uno stupido
negozio di hobbistica, bricolage e oggetti per la casa.
House ofBirch.
Era nato a
Chicago. A diciotto anni si era trasferito a Los Angels,
perché a chi non attira la vita che fanno vedere su E! entertainment?!
Voleva fare
qualcosa di grande e Los Angeles era il posto adatto.
E’ solo che
aveva imparato presto che la vita non è affatto come
la fanno vedere sulla tv satellitare.
Si era
dovuto trovare un lavoro come commesso. E la cosa in se non era male se non
fosse stato per i suoi colleghi psicotici, per il suo capo vittima di un
esaurimento nervoso perenne e una macchinetta del caffè che serviva una
sostanza non identificata ma dal sapore simile a quello dell’acqua e del
detersivo che si usano per pulire le piastrelle del pavimento.
Pete era
il suo migliore amico, nonché collega, nonché
coinquilino.
Forte, ne?
Praticamente
erano come Cip e Ciop.
Parcheggiò,
mise l’antifurto alla macchina (ok, avrebbe anche potuto risparmiarselo, a dir la verità. Quella macchina ormai era diventata un
cimelio da passare alle generazioni future per quanto era vecchia) e entrò nel magazzino.
Appoggiò la
giacca sul tavolino in plastica del retro e vide Bert seduto sui gradini del piazzale dove scaricavano le
merci.
Esatto, BertMcCracken era uno dei suoi
colleghi psicotici.
E ora se ne
stava seduto fuori con una lattina di Red Bull vicino e quella che aveva tutto
l’aspetto di una canna in mano.
Patrick
sperò, pregò, implorò che non
l’avesse visto.
-Ehi, Trick!- esclamò l’amico. –Come va?-
Le sue
preghiere non erano state ascoltate.
Ecco perché
era così restio ad andare in chiesa la domenica.
-Ehi, Berty! Bene, grazie. E tu?-
L’altro
annuì. –Non c’è male. Sai che cosa ho fatto nel weekend?-
Bert
sorrise aspirando un altro tiro. –Ok, se insisti. Allora… Sabato pomeriggio io
e Quinn abbiamo preso la macchina e siamo andati a Las Vegas. Avevamo una
camera e tipo 40 $ di erba. Ok, non la suite all’Hard Rock, ma l’importante non
era quello… l’importante è che lui aveva due biglietti
per David Copperfield! Ce ne siamo fumati più della metà e siamo andati allo
show. Dio, non mi sono mai sentito così… Ci crederesti che quelli stupidi
giochetti mi facevano salire la botta
vertiginosamente?! Tutte quelle luci e quell’atmosfera… Dio! E tu, invece? Che
hai fatto?-
Patrick alzò
le spalle. –Io e Pete abbiamo affittato SuperBad… E’ divertente, sai?-
Bert rise.
–Dio, quand’è che vi sposerete voi due?-
Patrick
scosse la testa. –Credo non molto presto, magari nel prossimo millennio.
Comunque, dopo lui è uscito con un suo amico e io sono
andato a dormire…-
-Oh..- sussuròBert
aspirando un ultimo tiro e spegnendola sotto la suola delle scarpe. –Oh..bhe, divertente-
-Ma che
cazzo!- esclamò JaredLeto,
il padrone del negozio, uscendo fuori. –Perché ogni
santa volta che vi cerco siete in pausa? Chi pensate
che farà il vostro lavoro? Eh? I nani da giardino esposti nel reparto sei?!-
Patrick
abbassò lo sguardo mormorando uno –Scusa- al suo capo.
Anche Jared abbassò gli occhi e vide la canna appena spenta da Bert. –E
quella cos’è?! Una canna?! Oh mio dio! State fumando erba nel mio negozio?!-
-Dio, Jared, ma sei stato assegnato a me?!-
urlò Bert alzandosi in piedi. –Ogni santa volta che
mi rilasso giro lo sguardo e… sorpresa.. chi c’è? Ci
sei tu! Non salti fuori quando Adam ruba i sottovasidal magazzino, o
quando Brian porta la tequila e la versa nel boccione dell’acqua per farti
ubriacare. No, e sai perché?! Perché sei impegnato a
stressare me!-
Jared
strinse gli occhi. –Andate. A. Lavorare. Subito.-
Bert alzò
le mani in segno di resa e tornò dentro.
-Alla
buon’ora- mormorò Adam spostando una trave di legno e
cercando di metterla sul ripiano senza cadere. –Si può sapere
dove eravate finiti? Io sono qui da solo mentre Pete
è sparito, Gerard sta flirtando con Frank e Brian
dorme sul divano! Ho dovuto mandare Jared a cercarvi!-
Patrick
spostò lo sguardo attraverso la porta vetri fino a vedere un ragazzo dai
capelli neri, seduto davanti al tavolo di plastica rossa della stanza che
usavano quando erano in pausa, dove lui aveva appoggiato la giacca qualche
minuto prima, sorridere ad uno più giovane e Brian
dormire a bocca aperta, probabilmente alle prese con i postumi della sbornia
del weekend.
Patrick
c’era abituato visto che lo stesso spettacolo si
ripeteva più o meno tutte le settimane.
-Che cosa?
L’hai mandato tu? E dove è finita la solidarietà tra colleghi?- urlò Bert alzando le braccia.
Adam
strinse gli occhi. –Se ne è andata nel momento in cui
mi è arrivato il mal di schiena cronico. Sei tu il magazziniere, dovresti
spostarla tu questa merda!-
-Ah!-
esclamò l’altro avvicinandosi. –Ora facciamo anche gli spocchiosi?! Bene, bene signor Lazzara-
In quel
momento Brian si svegliò per colpa del baccano prodotto dai due, si guardò in
torno e capì di essere di troppo, così si stropicciò
gli occhi e si avviò verso gli altri.
-Dio, potete
fare meno casino? La gente vuole dormire qui dentro!-
Adam e Bert si girarono, fulminandolo letteralmente con lo
sguardo. –Vaffanculo, Haner!-
esclamarono insieme.
Lui alzò le
spalle e prese un caffè dalla macchinetta.
-Che diavolo
ci trova secondo voi a venire tutti i pomeriggi, le pause pranzo e le sere
prima della chiusura?- chiese Adam accendendosi una
sigaretta e sedendosi su una sedia.
Lanciò il
pacchetto a Bert, che ne tirò fuori una per se e una
per Brian e poi domandò a Patrick se ne voleva. Lui
scosse la testa e Bert alzò le spalle, rilanciando il
pacchetto al suo proprietario.
-Chi?
Frank?- domandò dopo, aspirando un tiro. –E’ innamorato-
-Si, ma dico…
tutti i giorni, prima di andare a lezione al college, passa di qui. Io pagherei
per non passarci le mie giornate!-
Brian alzò
le spalle buttando la cenere nel posacenere. –Almeno lui scopa-
-Perché?-
chiese Adam avvicinando la sedia. –Tu e Zack? Nisbe?-
-No, è che…
ultimamente è tutto più strano… anche il sesso non è come prima… è più.. lento e più strano…-
-Sai, certe
volte è un bene non comportarsi come due animali in
calore, sapete io e… - cominciò Adam.
Bert
grugnì. –Non ricominciare con le storie tue e di John! Non eravate perfetti,
lui ti ha messo le corna, era un vero stronzo!-
-Come ti
pare- mormorò Adam aspirando un altro tiro.
Patrick
rimase zitto, perché, davvero, che cosa poteva dire?!
Tutto quello
scopare, fottere e roba varia non era il suo argomento
forte.
Non era mai
riuscito a, come dire.. consumare.
Solita
vecchia storia.
Interessava
solo a persone che non gli interessavano e quelli che gli interessavano
non erano interessati a lui.
E nel
frattempo il tempo era passato e ormai lui aveva paura di avere perso il
treno.
-Buon
giorno, colleghi. Il sole ci sorride, non ci sono nuvole in cielo ed è un buon
giorno per lavorare!- disse Pete buttando la felpa
sulla sedia vicino aAdam.
-Ma ti sei fatto
di funghetti, Wentz?- chiese Bert
socchiudendo gli occhi. –Stronzo, avresti potuto dirmelo, così me li portavo a
Las Vegas! Sai che spettacolo sarebbe stato!?-
Pete
sospirò. –No, Bert, non mi sono fatto di funghi. Sono
solo di buon umore-
-Interessante- mormorò Brian prendendo il cellulare. –Chiamo il bar all’angolo, ho
bisogno di un caffè decente. Voi prendete il solito? Così dico a Ryan di
portarcelo..-
Tutti
annuirono.
Brian si
voltò verso la stanza sul retro.
Gerard e
Frank ormai avevano smesso di parlare e sorridere e si stavano baciando.
–Secondo voi devo ordinare qualcosa per quei due?-
Pete alzò
le spalle. –Non credo che vogliano un caffè visto che
Gerard sta praticamente controllando le tonsille di Frank con la propria
lingua-
Ryan arrivò
qualche minuto dopo, con un vassoio e cinque caffè dentro.
-Ciao Ry, come va?- chiese Pete.
Ryan sorrise
appoggiando le tazzine sul tavolo. –Ciao ragazzi. Pete.
Tutto bene, grazie.-
-Allora-Pete gli si avvicinò con un sorriso che cresceva a vista
d’occhio. –Che fai sta sera?-
Ryan prese i soldi che gli stava dando Adam
e li appoggiò sul vassoio. –Esco con Brendon, come al solito. Stiamo insieme-
-Già-
mormorò Pete perdendo improvvisamente il suo buon
umore. –E lui è al bar?-
Ryan annuì.
–Sì. Lavoriamo insieme.-
-Già-
disse di nuovo.
Ryan salutò
e se ne andò.
-E’ brutto
quando ti respingono- sussurrò bevendo il caffè tutto d’un
fiato.
-Forse
dovresti smetterla di fare la puttana in giro e cercare seriamente qualcuno.-
intervenne Adam.
-Perché
averne accontentarsi di uno quando puoi averli tutti?- chiese Bert battendo il cinque a Pete.
-Certo-
annuì Adam poco convinto. –Perché tutta la
popolazione maschile di Los Angels sta aspettando
voi…-
Gerard e
Frank nel frattempo erano usciti dalla saletta, e il più grande stava
accompagnando il suo ragazzo all’uscita.
-Allora,
ragazzi…- cominciò Gerard tornando con i colleghi. –Avete impegni per domani
sera?-
Spostò lo
sguardo su ogni persona presente nella camera, guardando se qualcuno aveva il coraggi di parlare.
Nessuno lo
fece.
-Bene,
perché Frank ha organizzato una festa per il suo compleanno e, indovinate,
siamo tutti invitati!- disse euforico.
Nessuno ebbe
il tempo di rispondere che furono interrotti da Jared.
-Dio, avete fatto una società?! Avete intenzione di giocare a
strip-poker?! Io ho il negozio scoperto, razza di
protozoi informi! Che senso ha per me aprire un negozio se i miei commessi si
ammutinano, eh? A lavoro!-
TO BE CONTINUED...
[NdA: Eccomi qui ^^
Allora, la
storia è sempre la stessa. “30 Giorni” sta finendo ed
io ho bisogno di una storia demenziale a capitoli che mi tenga su di morale. Quindi ho pensato a questa xD
E’ una
specie di rivisitazione di “40 anni vergine”
(amo quel film, è uno dei miei preferiti xDD Mi fa
morire dal ridere ogni volta. L’ho visto ancora ieri sera, la mia mente ha
cominciato a cosare, e allora eccoci
qui xDD).
Neppure io
però ne sono convintissima (addirittura meno delle
altre volte -.-“ ) quindi ditemi se pensate che io
debba continuarla o no…
Comunque
questo è solo il primo capitolo, i prossimi saranno migliori, giurin-giuretta^^
Ricordo che
questi fatti non sono mai accaduti e
nonaccadranno
mai, io non intendo dare una
rappresentazione veritiera del carattere delle persone citate qui dentro (che
appartengono a loro stessi e non a me).
Neppure il
film The 40year-oldvirgin è mio, ma è di
proprietà dell’Universal e di chiunque l'ha scritto/prodotto.
Ho scritto
un’ipotetica trama, e i capitoli, salvo cambiamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere 12.
Ditemi tutto
quello che pensate =)
Un
ringraziamento speciale va a mia sorella perché
se non ci fosse lei che mi asseconda nei miei deliri, nulla di quello che scrivo probabilmente ci sarebbe.
Un bacio a
chi ha letto e commenterà e anche ha chi ha letto solamente =* ]
Brian prese
due birre dal tavolo degli alcolici e fece segno a Patrick di seguirlo fuori.
Si sedette
su una sedia davanti ad un ragazzo e una ragazza che si baciavano, mentre
Patrick rimase in piedi.
Aprì le
bottiglie passandogliene una e poi si accese una sigaretta.
-Che festa
di merda. Dove sono gli altri?-
Patrick
bevve un sorso di birra. –Ho visto Gee salire in
camera di Frank mezz’ora fa…-
Brian rise.
–Avrà voluto dargli il suo regalo di persona. E gli altri?-
-L’ultima
volta che ho sentito Pete stava cominciando a preparasi, quindi ci vorrà un po’ prima che arrivi. E poi
ho sentito Adam. Ha detto che la sua macchina è dal meccanico e che gli
avrebbe dato un passaggio Bert, quindi non so se e
quando arriveranno…-
Brian sbuffò
indicando con un gesto della testa i due ragazzi davanti a lui. –Li odio. Sono li con il loro bel faccino e i loro soldi del cazzo, passano
la loro settimana a fare feste e poi quando il college finisce hanno il lavoro
pronto nello studio di papà-
-Allora
perché non sei rimasto a casa?- domandò l’altro bevendo un sorso dalla
bottiglia. –Potevi dire a Gee che eri malato…-
-No, è che…
ho litigato con Zack questo pomeriggio e avevo
bisogno di uscire di casa-
-Oh-
sussurrò l’amico. –Come mai?-
-Non lo so-
sussurrò Brian alzando le braccia –Davvero… Dice che non stiamo mai insieme e
che quando lo siamo sono sempre ubriaco. Il che è
ridicolo perché usciamo con le stesse persone e quando sono ubriaco
c’è anche lui, quindi tecnicamente siamo insieme anche in quel momento…-
Patrick
annuì anche se decisamente poco convinto dal discorso
dell’amico.
-Eccoci qui-
sentirono esclamare alle loro spalle. Bert si
avvicinò rubando la birra a Brian, che grugnì. –La festa può cominciare-
Adam
arrivò dopo pochi secondi, bevendo la birra rimasta. –Che schifo! Non andrò mai
in macchina con questo pazzo, mi sta venendo da vomitare-
Patrick alzò
un sopracciglio. –Ma allora non bere…-
Adam alzò
le spalle. –Almeno vomiterò per un buon motivo-
Brian si
alzò in piedi accendendosi un’altra sigaretta.
-Allora… io
direi di passare dalla cucina, prendere una bottiglia di Jack, qualche birra,
magari cercare un po’ di fumo, e poi starcene per i cazzi nostri-
-Io ci sto!-
disse Adam.Bert e Patrick annuirono.
-Ok,
dividiamoci i compiti. Bert..-
cominciò tirando fuori 10$ dalla tasca e invitando gli altri a fare lo stesso.
Patrick esitò un attimo, poi ricevette un calcio negli stinchi daBert
e decise di dare la propria parte. -…Tu e Adam andate
a cercare del fumo. In quattro abbiamo 40$; quando arrivano
anche Gee e Pete saremo in
sei, fateli bastare e non comprate una merda totale. Siamo ad
una festa di ragazzi del college, troverete qualcosa-
Bert annuì
mettendosi i soldi in tasca. –Signorsì, signore-
-Ok, ci
vediamo tra un quarto d’ora nella cantina…- continuò Brian –Trick,
tu vieni con me. Siamo in missione-
Patrick
annuì calandosi il più possibile il cappello sulla testa e seguendo Brian in
cucina.
-Che figata!- esclamò l’altro guardandosi in giro. –C’è più
alcol qui che a casa di Jimmy, il che è tutto dire!-
Aprì il
frigorifero tirando fuori tutto quello che riusciva a tenere in mano, comprese
due bottiglie di te freddo, di cui uno con un contenuto che aveva un colore
verde/marrone.
Poi entrambi
andarono verso la cantina.
Adam e Bert li raggiunsero poco dopo.
Il primo si fece
cadere su un divanetto prendendo una bottiglia da terra, mentre l’altro si sedette
davanti al tavolino, tirando fuori l’accendino, una sigaretta e il pezzo di
fumo e cominciando a far su la canna.
Il cellulare
di Patrick vibrò nella sua tasca.
From:
Pete
Dude, where
the fuck are you?
Vi sto cercando da tipo tre minuti e
ho trovato solo ragazzi ubriachi che ballano con ragazze ubriache o ragazzi
ubriachi che ballano con ragazzi ubriachi o ragazze ubriache che ballano con
ragazze ubriache.. Insomma, dove siete?
Patrick
rispose e bevve un sorso di vodka alla frutta.
Brian prese
la bottiglia di te freddo.-Ok, giochiamo a fare i sommelier. Secondo voi che
c’è qui dentro? Per me è vodka..-
Adam gli
prese la bottiglia dalle mani. –E’ un succhino, mi
sembra pera. Secondo me hanno provato a fare della vodka alla frutta fatta in casa-
Bert smise
un attimo di gremare per assaggiare il te freddo. –Vodka e succo, assolutamente. Però c’è
qualcos’altro.. devo assaggiare meglio!- decretò prima
di bere una lunga sorsata.
-Ehi!-
esclamò Brian rubandogli la bottiglia dalle mani. –La vodka fatta in casa è di
tutti noi, non provarci più!-
Dopo pochi
secondi anche Pete scese in cantina.
-Giorno,
ragazzi- disse sedendosi accanto a Patrick e bevendo
un sorso della sua vodka.
Quando Bert ebbe finito prese il primo tiro e poi passò la canna
agli altri, cominciando a preparare la seconda.
Nel
frattempo Brian e Pete avevano cominciato una delle
loro discussioni.
Patrick
decise di bere ancora, la serata di prospettava lunga.
-…Insomma,
tutto sommato preferisco i lavori attuali di Justin Timberlake rispetto a
quelli con gliNsync, erano
più commerciali- disse finendo la propria bottiglia di birra.
Brian aspirò
un tiro dalla canna per passarla aAdam,
e poi alzò un sopracciglio. –Si ok. Anche mia nonna
era commerciale, poi è inciampata su un gatto morto e adesso rockeggia. Cioè, anche no.-
Pete
scosse la testa bevendo il te freddo non meglio
identificato. –Detto da uno che nell’intimità con il suo ragazzo si fa chiamare
Synyster Gates…-
Bert, Adam e Patrick scoppiarono a ridere, mentre le guancie di
Brian divennero color rosso semaforo. –Oh, ma vai a scoparti un albero!-
Bert alzò
lo sguardo su di lui. –Perché, ci sono davvero personaggi così?-
Brian annuì
solenne. –Sì. Mia madre una volta mi ha raccontato che il suo ufficio, quando
era giovane, dava proprio sul parco, e ogni santo
giorno arriva un tizio che cominciava a darci dentro con la betulla vicino al
parcheggio-
Adam
squittì sorpreso. –E.. come funziona?-
Brian alzò
le spalle. –Bhe, non è che io me ne intenda di queste
cose, ma suppongo che tu debba..strusciartisulla corteccia,
e.. poi, sai no, i buchi che ci sono negli alberi..?!-
-Tipo quelli
che fa Picchio Picchiarello?- domandò Pete.
-Sì, quelli…
Bhe, li… sfrutti
per fare quello, ecco.-
-Tutto ciò è
molto interessante. Cioè, no, ma fa lo stesso- disse Patrick finendo l’ultimo
tiro della canna e spegnendola nel posacenere.
Aveva optato
di seguire l’esempio dei suoi amici e non restare sobrio, perché, davvero, era
l’unico modo per sostenere una conversazione decente con loro.
Non proprio
decente, ai loro livelli, ecco.
-Finalmente
vi ho trovato…- disse Gerard entrando in cantina e interrompendoli. Si sedette
accanto a Adam e diede un’occhiata in giro, fissando
le bottiglie vuote sul pavimento. -…Ma vedo che avete
trovato il modo di divertirvi lo stesso…-
Brian annuì
passandogli la bottiglia di te freddo non meglio
identificato. –Bhe, è il giorno di Halloween, dobbiamo pur divertirci.-
Gerard diede un’occhiata alla bottiglia che gli avevano passato.
–Che cos’è? E’ davvero te freddo?-
Bert alzò
le spalle accendendo l’ennesima canna e dandola a Patrick, che cominciò a
ridere. –Non ne siamo sicuri. Abbiamo riconosciuto vodka e succo di pera. C’è
anche qualcos’altro, però non abbiamo ancora capito che cos’è.-
-E quello?-
chiese indicando l’altra bottiglia di plastica sul pavimento.
-Oh, quello
è davvero te freddo- disse Brian versandosi del
Martini in un bicchiere di plastica. –E’ al limone. E’ dissetante-
Gerard annuì
bevendo un sorso di vodka fatta in casa e appoggiando la bottiglia sulle
piastrelle di marmo.
Adam gli
diede la canna e Gee fece un tiro. –Comunque a me
sembra canella-
Pete alzò
un sopracciglio. –Bleah. Cannela,
vodka e pera. Chiunque l’ha preparato è un barista fallito!-
Adam si
girò verso di lui. –Allora… hai fatto gli auguri a Frank anche da parte nostra?-
-Per ora non
ho finito di farglieli neanche da parte mia!- disse battendo il cinque a Bert.
-Ma non
dovresti prendergli, che ne so, un vero regalo?- domandò Brian. –L’hanno scorso
avevo regalato a Zack una barretta di cioccolato al
latte e le chiavi di un motel. Non mi ha parlato per
una settimana e l’ho dovuto portare a San Francisco per il weekend per farmi
perdonare…-
-L’altra sera
ero in un locale..- cominciò Pete.
–E ho incontrato questo ragazzo carino. Bassino,
occhi scuri, capelli lunghi. Viene fuori che si chiama Sonny
e che è di LA. Finiamo a letto. Il giorno dopo mi sveglio e
trovo un biglietto con scritto “Grazie per la scopata. Stammi bene e sempre
in gamba. S.” Cioè, mi aveva scaricato!- esclamò sconvolto.
Tutti
risero.
–Quando
stavo con John, per il mio compleanno mi ha portato a Salt Lake City...-
-Ma che romanticone.- mormorò Gee. –Nello Utah, tra mormoni e caproni-
-Ehi!-
intervenne Bert colto sul vivo. –Io vengo da Orem!-
-Infatti
tu fai parte di entrambe le categorie!-
-…E non
abbiamo mai lasciato l’albergo.- continuò Adam
facendo finta di non averli sentiti. -Siamo rimasti tutto il tempo a fare
l’amore. E era come se il tempo non passasse, come
essere sospesi nel tempo, come se le nostre anime si fondessero….-
-Ma che
palle!- esclamò Bert. –Sempre con queste storie spacca coglioni! Sembri… una
copia sfigata dei Backstreetboys…”Il mio
amore riflette la luce porpora dei tuoi occhi che è profonda come il mare dove
si riflettono le stelle in cielo”… Ma che cazzo è? Smettila con queste
stronzate stile “Un cuore in due”! Trick, a te la parola, raccontaci una vera storia di
sesso-
Pete cercò
di cambiare argomento per togliere Patrick dall’imbarazzo, mentre le sue guancie
si imporporavano. –E vi ho mai raccontato di quando
sono uscito conBill
e Gabe e qualcuno ci ha provato con Bill e Gabe ha fatto rissa…?! E’ stato..
strano-
Bert
sbuffò. –Ma che palle con le tue storie, io voglio parlare con Trick-
Patrick si
calò ancora di più il cappellino sulla fronte. –Ecco… io non ho mai… sì,
insomma… non l’ho mai fatto-
Adam
squittì mentre Brian si accese una sigaretta.
–Ma.. prendi per il culo?- chiese incazzato.
-Io… io non.. non ti prendo per il culo, Bri…-
rispose sempre più imbarazzato.
-Oh-
sussurrò Gerard.
-Oh-
ripeterono in coro Adam e Bert.
-Bhe- cominciò Gerard bevendo un sorso di birra. –Bisognerà fare
qualcosa-
-Decisamente- concordò Bert mentre Adam
annuiva.
-Non
preoccuparti. Ora ci siamo noi-
Brian
sorrise. –Certo, fidati. Ci pensiamo noi d’ora in poi. Adesso il tuo uccello è
il mio uccello. Ti procuro il cazzo.-
Ma, dopo
questa frase, la preoccupazione di Patrick aumentò, fino a raggiungere livelli
vertiginosi pochi minuti dopo.
TO BE CONTINUED...
[NdA: Eccomi qui ^^
Ammetto che
scrivere questa ff mi diverte più del previsto xDD
Naturalmente
adesso siamo entrati nel pieno della storia =)
Allora,
vediamo di chiarire i personaggi… I protagonisti sono:
-Patrick Stump (cantante/chitarristadei Fall Out Boy)
-JohnNolan (cantante/chitarrista degli StraylightRune ex chitarrista e
cantante dei Taking Back Sunday)
-un certo
amico di Pete, ovvero Travis
McCoy (cantante dei GymClassHeroes).
In questo
capitolo invece sono comparsi:
-Sonny Moore(ex cantante/chitarrista dei From
First to Last. Non che abbia un’amicizia particolare
con Pete per quanto ne sappia, ma mentre scrivevo stavo ascoltando “Secret don’t makefriends” e allora ho tirato in mezzo anche lui xDD)
-GabeSaporta (Cantante dei Cobra Starship
<3 e ex cantante e bassista dei Midtown)
-William Beckett (cantantedei The Academy Is…)
Ok, ora il
lungo elenco di personaggi per ora è finito xDD
Naturalmente
in ogni capitolo si aggiungeranno nuovi personaggi xD
Thanksto:
-Chrystal:
Muahah non pensavo che Trick
si desse al demenziale spinto xDDMuahah
bravo, concordo con lui xDD Bacio =*
-BlueAndYellow: Ecco fatto! (e per me aggiornare con questo tempo è quasi un record xDD) Bacio =*
-Isult:
Sicuro, lavorare con quelli sarebbe l’invito totale al cazzeggioxDDMuahah, naturalmente si
scoprirà fra un po’ chi sarà il fortunato, anche se si può immaginare =) Bacio
=*
E grazie
anche chi commenterà e leggerà questo capitolo]
-Ora ho una domanda… perché
tra tutti i posti che ci sono a Los Angeles dovevamo andare proprio in quello
dove c’è più gente?!- chiese Bert spegnendo la sigaretta sotto un piede mentre
si metteva in fila davanti ad un locale la cui insegna diceva Memories of Absinthe.
-Non è colpa mia se passi
le tue serate in una bettola- gli rispose secco Brian mentre faceva segno agli
latri di avvicinarsi all’ingresso.
-Ehi! Casa di Jeph non è
una bettola- rispose piccato. –O forse sì… In effetti, da quando Quinn era ubriaco
e ha vomitato in un posto non meglio identificato della casa e poi si è
dimenticato di pulire, non alleggia un aria proprio.. primaverile..-
-Se ti piace a te…- gli
disse passando davanti a due ragazzi che, appena videro lo sguardo che aveva
sul viso, rinunciarono ad insultarlo e si rassegnarono a rimanere indietro. –E poi
non dobbiamo fare la fila; conosco il proprietario, è andato a scuola con
Jimmy, Matt e Zack. Ci faranno entrare subito.- concluse avvicinandosi al
buttafuori; un ragazzo alto, coni capelli molto corti e un numero considerevole
di tatuaggi.
-Brian!- lo salutò.
Brian lo abbracciò. –Ciao,
Brandan-
-Come va?- gli domandò
Brandan –Come stanno tutti? Jimmy e Jhonny sono venuti qui circa due settimane fa…-
-Si sopravvive. Zack è a
casa di Jimmy e Jhonny. Matt si è preso gli orecchioni e ora è bloccato in
casa, ma a parte questo, tutto ok. Sta sera sono uscito con i miei colleghi.-
Si voltò per presentarli a Brandan. –Allora.. il cadavere è Gerard- disse
indicandolo. –Lo scimpanzè è Pete… L’uomo-scimmia è Bert… Lo spaventapasseri è
Adam e… Quello con il cappellino è Patrick… però per lui non ho ancora trovato
un corrispondente nel mondo zoologico-
Brandan scoppiò a ridere
mentre tutti gli altri lo fulminavano conlo sguardo. –Immaginavo che per uscire con Brian dovevate essere dei
soggettoni!-
-Ah. Ah. Ah. La simpatia
regna sovrana sta sera- commentò Gerard ironico nell’orecchio di Adam che
annuì.
-James è dentro?- domandò
Brian riferendosi al proprietario.
-Ehilà, Bri! James mi ha
detto che sta sera passavi. Hai una lista?-
Brian annuì. –Sì, siamo in
sei. Ho prenotato il tavolo. Mi avete riservato il solito, vero?-
Alex annuì prendendo i
soldi che Brian gli porgeva.
-Sentì…- cominciò Brian
avvicinandosi al banco. –Non è che sta sera c’è una serata particolare? C’è
gente interessante? Dobbiamo trovare l’anima gemella al nostro amico- concluse
dando botta alla spalla di Patrick che arrossì violentemente.
Alex ci pensò un attimo su.
–Bhe, oggi c’è la serata anni ottanta… Ci sarà un sacco di musica di David
Bowie e Depeche Mode… Ah, una delle salette private è stata prenotata per un
compleanno, quindi magari potete trovare qualcosa…- disse facendo l’occhiolino
a Patrick che si tirò il cappellino il più possibile sulla fronte edesiderò sprofondare.
Brian lo ringraziò
sorridendo e entrò nel locale.
-Ok,- disse lasciando il
giubbotto al guardaroba. –Vado a salutare James. Il mio tavolo è quello vicino
alla consolle del dj. Ci vediamo tra poco, ok?-
Gli altri annuirono poco
convinti e lui se ne andò.
–Io devo andare in bagno….-mormorò Adam scomparendo anch’esso tra la
folla danzante.
Bert prese Patrick
sottobraccio.
–Andiamo a prendere da
bere- esclamò. –Cazzo, Brian è tanto amico di tutti, ma loro non ci hanno
neanche dato un buono per i drink-
Si avvicinarono al bancone
dove un ragazzo dai capelli corti marroni che gli ricadevano sulla fronte, gli
occhi scuri e con dei tatuaggi sulle braccia e un piercing al labbro, stava
preparano i cocktail. Il cartellino sulla sua camicia diceva ‘Mick’.
-Ciao- sorrise –Che cosa vi
faccio?-
Bert si tolse il
portafoglio dalla tasca dei jeans e rifletté un attimo. –Considerando che dopo
ieri sera non riuscirò a bere Jack per un po’… direi un Cuba Libre-
Mick annuì, girandosi per
cercare il rum tra gli scaffali. Lo versò in un bicchiere insieme alla
Coca-cola e lo porse a Bert. Poi si girò verso Patrick. –E a te?-
Patrick scosse la testa per
dirgli che non prendeva nulla ma Bert gli diede una botta nello stomaco,
cominciando a parlare con Mick. –Lui prende una Vodka Red Bull.-
-Ma Bert…- si lamentò
Patrick.
-Prima regola per
rimorchiare: se qualcuno ti offre da bere, è una cosa buona, accettala. Ora ti
sto offrendo da bere anch’io, è una cosa buona lo stesso, accettala.-
Mick diede il cocktail a
Patrick. –Sono 15 $-
Bert allargò gli occhi
trattenendo a stento un’imprecazione e pagò, sedendosi su una della sedie poste
accanto al banco.
-Bert…- cominciò Patrick
tentennando. –Io non sono sicuro che questa cosa funzioni…-
-Patrick, devi capire che
queste cose sono come la pesca miracolosa delle sale giochi…- spiegò bevendo un
sorso dal bicchiere. –Vedi… ogni mattina, quando il sole sorge nella Savana, la
gazzella si sveglia e sa che deve correre più veloce del leone se non vuole
essere mangiata; e ogni mattina, quando il sole sorge nella Savana, il leone sa
che deve correre più veloce della gazzella se vuole mangiare… Ora, quando il
sole sorge nella Savana, non importa se sei un leone o una gazzella, perché
mangiare è sempre un gran casino… Soprattutto se sei l’unico che sa cucinare e
due dei tuoi migliori amici sono vegani o vegetariani… Ed è ancora peggio se
magari tu, la sera prima, eri in fame chimica per colpa dei 30$ di fumo che hai
fumato, e hai svuotato la dispensa… E a quel punto hai solo due opzioni: o ti
metti a piangere, o cucini Dan… In entrambi i casi non sarà un bello
spettacolo. Insomma, la vita è difficile. Ma dopotutto è la vita che mi sono
scelto e quindi pace e Amen. La morale della storia è che è sempre meglio
ricorrere al take-away. Spero che tu abbia capito quello che intendevo dire…-
Patrick annuì un po’
spaesato, non sapendo affatto che cosa avesse detto l’amico.
-Eccovi qui!- esclamò Brian
avvicinandosi con un ragazzo dai capelli neri ed un ciuffo rosa. La sua
targhetta diceva ‘James’.–Vi cerco da tipo… 3 minuti. Bert, Patrick,
lui è James. James, loro sono Bert e Patrick.-
James sorrise stringendo le
mani ad entrambi.
-E così… tutto questo posto
è tuo- cominciò Bert finendo il suo cocktail.
L’altro ragazzo annuì.
–Mioe del mio ragazzo, Mick- disse
indicando il barista che gli soffiò un baciò.
-Ah, ecco- borbottò Bert. –Quindi
è per questo che i prezzi degli alcolici sono così alti… tanto voi bevete
gratis-
James scosse la testa, -No,
noi non beviamo. Nessuna delle persone che lavora qui in realtà beve-
-Già- esclamò Brian. –Sono
quasi tutti straight edge. Sai, no.. come i Minor Threat-
-Oh- sussurrò Bert. –Non
pensavo che persone così esistessero davvero-
James rise. –Sai che mi
stai simpatico? Mi ricordi in qualche modo Homer J Simpson… Mick, se gli amici
di Bri ordinano qualcos’altro è gratis, ok?-
-Signorsì, signore!-
esclamò Mick sporgendosi dal bancone e dandogli un bacio sulla guancia.
-Noi dobbiamo recuperare
gli altri- disse Brian a James. –Ci si vede dopo, ok?-
James annuì salutando
l’amico e raggiungendo il proprio fidanzato dietro al bancone.
-Allora- cominciò Pete riconoscendo
gli amici. –Dove cazzo eravate? Vi stiamo cercando da tipo… 4 minuti, e non vi
abbiamo trovato-
-Abbiamo conosciuto il
famoso James!- esclamò Bert con il sorriso. –E ora abbiamo i drink gratis-
-E noi abbiamo trovato la
festa di compleanno.- disse Gerard -Ho parlato con un ragazzo paffutello con il
piercing al labbro, Nick, e ha detto che sono tutti nella saletta sul retro, e
che il festeggiato è triste ed ubriaco-
Gli occhi di Brian si
illuminarono. –Ma questa è una cosa fantastica! Trick, tu ti rendi conto di quello
che significa?!-
-Che quel povero ragazzo
avrà un compleanno di merda?- chiese Patrick incerto.
-Significa che sta sera
amico, con tutta probabilità, scopi!- esclamò Bert allegro.
-Ma io non credo che
funzioni così…- cercò di obbiettare Patrick ma Gerard lo prese per un braccio
trascinandolo verso la saletta.
-Oh, sì che funziona così.
Se la persona con cui ci provi è ubriaca hai il 70% delle chance in più che ci
stia. Sono statistiche, non puoi controbattere conle statistiche.-
Adam annuì. -Non sarà molto
romantico ma di solito funziona…-
Pete non disse nulla e li
seguì con lo sguardo piantato a terra.
-Chi è il festeggiato?-
domandò Bert.
Adam indicò un ragazzo con
i capelli corti neri, gli occhi scuri ed un cappellino sulla testa con il
pon-pon in cima, seduto sul divano. –E’ quello. Si chiama William-
-Bhe- disse Bert
guardandolo dall’alto in basso. –Wow-
Gerard gli diede un calcio
negli stinchi. –Non pensarci neanche, è di Trick. Tu torna a scoparti Quinn!-
-Ehi!- esclamò Bert
piccato. –E’ successo una volta, non rinfacciarmelo più!-
Gerard scosse la testa
mormorando un -Come ti pare- per poi riportare la sua attenzione sulla festa
-Ehi, Nick!-lo salutò.
Nick si staccò dal gruppo e
si avvicinò a loro. –Ciao a tutti- sorrise stringendo la mano ai presenti. Poi
si voltò verso Gerard mormorando tra i denti. –Spero che siano tutti simpatici
come mi hai detto perché questa festa sta toccando i massimi storici della
tristezza-
-Si, non preoccuparti.
Patrick è una sagoma, vedrai che ci divertiremo-
-Ok. Allora loro sono i
miei amici. Angel, William… e loro due sono Jake-
-Ma come? Hanno un nome in
due?- chiese Pete non capendo. –Nel senso che uno si chiama Ja, l’altro è Ke, e
quando vanno in giro insieme sono Jake?-
Adam si passò una mano
sulla tempia, afflitto. –No, razza di imbecille con la sindrome del ‘IoDevoFareNotarePerForzaATuttiQuantoSiaStupido’.
Nel senso che ognuno di loro si chiama Jake-
-Grazie per l’aiuto…- gli
disse Nick non ricordandosi, anzi non sapendo ,il suo nome.
-…Adam- lo aiutò
quest’ultimo. –E loro sono Patrick, Bert e Brian. Mentre l’ imbecille con la
sindrome del ‘IoDevoFareNotarePerForzaATuttiQuantoSiaStupido’
è Pete-
Nick ridacchiò. –Dai,
sedetevi-
Bert sorrise e fece
l’occhiolino a William che tirò su con il naso. Brian lo notò e gli diede un
pugno nello stomaco, incoraggiando Patrick a sedersi accanto al festeggiato.
Patrick sorrise incerto
facendo quello che l’amico gli aveva consigliato. –Ciao… Io sono Patrick-
William bevve un sorso di
champagne e lo fisso con gli occhi leggermente lucidi. –Io sono William- rimase
un attimo in silenzio e poi sbattè i piedi sul pavimento. –Ecco, perfino il mio
nome fa schifo. William… Ma che noma è? Chi sono io, un fottuto arciere
svizzero?! Sono Gugliemo Tell?! Odio la mia vita, odio il mio nome e odio
invecchiare così velocemente… cazzo, ho 26 anni e sono solo come un cane-
Bert sorrise. –Questo qui è
completamente pazzo! Mi piace!-
Adam scosse la testa.
-Allora- cominciò Patrick
per cercare di iniziare una conversazione. –Che fai nella vita?-
Nick si schiaffò una mano
sulla fronte mentre William si appoggiava alla spalla di Patrick, piagnucolando
ancora più forte. –Lavoro in un negozio d’abbigliamento vicino al centro commerciale,
ma io odio il mio lavoro! Ian, il mio capo, è uno stronzo e non riconosce le
mie capacità! Questa fottuta vita di merda fa schifo!-
-Che bello- disse Adam per
cercare di smorzare la tensione. –E’ proprio vicino al negozio di Jared. Magari
potete uscire uno di questi giorni-
Pete rimase nuovamente in
silenzio.
-Ah- esclamò Angel. –Ecco
dove vi ho già visti! Lavorate nel negozio di bricolage all’angolo della
strada.-
Gerard sorrise. –Gìà. Sei
un nostro cliente?-
Angel annuì. - Una volta
sono venuto da voi per comprare un sottovaso per una pianta da regalare a mia
nonna. Erano tipo le sei e mezza e voi volevate chiudere, credo. Infatti mi
avete consigliato quello più merdoso che avevate in magazzino; e così il
sottovaso si è rotto, la pianta è seccata e mia nonna si è messa a piangere!-
-Porca puttana! Allora
siete voi quei maledetti! Per consolare quella donna ho dovuto fargli massaggi
ai piedi per una settimana di fila. Grazie tante!-disse uno dei Jake, quello con i capelli
lunghi.
Brian deglutì. –Trick…
perché tu e William non andate a fare un giro da un’altra parte… come ad
esempio a casa sua..?!-
William sorrise prendendo
Patrick per mano e trascinandolo fuori senza che lui potesse obbiettare mentre
Bert fulminava con lo sguardo Brian.
-Prendiamo la mia
macchina!- esclamò William una volta che furono nel parcheggio.
Patrick scosse la testa.
–No, sei ubriaco. Senti, io sono venuto in macchina con Pete e Brian, però
posso chiamare un taxi-
William ricominciò a
piagnucolare sbattendo i piedi per terra. –Ecco, neanche tu ti fidi di me! Ma
che cos’ho che non va?! E’ perché puzzo?! Ho l’alito pesante?! I piedi
grossi?!-
-D’accordo, prendiamo la
tua macchina.- disse Patrick sconsolato, stanco delle scene di William,
sedendosi nell’auto.
-Patrick…- cominciò William
appoggiando la testa sul sedile dopo aver impiegato qualche minuto per infilare
la chiave ed accenderla. –E’ un bel nome. Mi piace. Mi ricorda la festa di San
Patrizio, e la festa di San Patrizio è bella perché io bevo la birra verde!-
-Già… E’ per questo che i
miei l’hanno scelto, per San Patrizio e la birra verde-
-Davvero?- chiese
entusiasta William.
-No.-
-Ma perché non posso avere
un nome bello come il tuo? Magari così avrei anche io un ragazzo carino e sexy
che mi ami… MA PERCHE’ IN QUESTO MONDO NESSUNO MI AMA?!- gridò mettendo di
colpo la retro e finendo diritto nella fiancata di una macchina rossa che stava
facendo manovra.
-Ops- ridacchiò William
guardando fuori dal finestrino. –Forse ho fatto un piccolo casino-
Patrick si fece piccolo-piccolo
contro il sedile.
Sapeva che i suoi sospetti
erano fondati.
Questa cosa della ricerca
del fidanzatoera stata una pessima idea
fin dall’inizio, e più il tempo passava, più le cose stavano peggiorando.
TO
BE CONTINUED...
[NdA: Eccomi qui ^^
Sono rimasta circa due
settimane senza computer (non so ancora come ho fatto) quindi scusate per tutti
ritardi ^//^
Da adesso, grazie anche
alle vacanze, mi impegnerò ad aggiornare tutto quello che ho in sospeso =)
I personaggi di questo
capitolo sono:
-Brandan Schieppati
(cantante dei Bleeding Through)
-Alex Varkatzas
(cantante degli Atreyu)
-Mick Morris aka Mickdeth
(ex bassista degli Eighteen Visions 3)
-James Hart (ex
cantante degli Eighteen Visions e ora cantante dei Burn Halo e futuro marito
dell’autrice)
-Jake Wambold aka Jake
W (chitarrista degli Aiden)
-Jake Davison aka Jake
D (batterista degli Aiden)
Brandan, Mick e James sono
davvero straight edge. Non so se Alex lo sia però fa un sacco di sport, non
mangia schifezze e, dopo un periodo in cui ha davvero esagerato, ha smesso di
bere. Gli Aiden invece non lo sono e dubito che lo diventeranno in futuro, a
giudicare dalla quantità di sigarette che fuma wiL xDD
La storia della gazzella è
un rifacimento di quello che dicevano Aldo, Giovanni e Giacomo xDD
Thanks to:
-BlueAndYellow: Grazie =)
Bhe, anch’io mi preoccuperei se persone come loro volessero cercarmi il
fidanzato xDD Bacio =*
-Isult: Lol… non posso
dirti con chi finiranno Patrick e Pete alla fine (anche se conoscendomi è
piuttosto ovvio xDD) Bacio =*
-Chrystal: Sì, il Patrick
della ff è intraprendente, più o meno xD Bleah, latte scaduto! Io non bevo
neanche quello normale xD Baci =*
-Fallen: E pensa che siamo
solo all’inizio della ff xD Bacio =*
E Grazie a chi leggerà e
commenterà questo capitolo]
-Torni
a trovarci presto- disse Gerard facendo lo scontrino e mettendo i vasetti di
colla in un sacchetto, per porgerli alla signora di mezza età che li prese e se
ne andò, troppo di fretta per ricambiare il saluto.
Lui
sospirò e guardò l’ora.
Erano
quasi le undici e faceva davvero troppo caldo per essere in Gennaio.
In
più quei coglioni dei suoi amici sembravano essere spariti. C’era solo Patrick
che, in una delle lunghe corsie, stava cercando di fare l’inventario dei
barattoli di vernice.
-Trick!- dichiarò alzandosi dallo sgabello sul quale era
stato seduto per quasi un ora e mezza, e stiracchiandosi leggermente. –Ho il bisogno fisiologico di una sigaretta, andiamo
fuori!-
Patrick
alzò le spalle e lo seguì perché, davvero, avrebbe fatto qualsiasi cosa per
smettere di contare quegli stupidi barattoli.
Vide
Bert, Adam, Pete, Brian e perfino Jared,
seduti in cerchio sui gradini del cortile sul retro.
-Avete
lasciato il negozio scoperto?- squittiJared alzandosi in piedi. –Orrore!-
-Rilassati,
Jaja- mormorò Gerard accendendo la sigaretta che Bert gli porgeva. –Se qualcuno ha
bisogno ci viene a cercare-
-E non pensi ai ladri?- ribattè
stizzito il proprietario.
-Cazzo-
rispose Brian ironico tirando fuori dalla tasca dei jenas
il suo pacchetto di Malboro. –Sottovasi,
lastre di compensato e vernice per legno, questo negozio è come Disneyland per
i ladri-
Jared sussurrò qualcosa seccato e poi si rimise seduto.
-Allora,
Tricky…- cominciò Adam
dando una gomitata in pancia al ragazzo biondo. –Oggi
sei arrivato in ritardo.. è successo qualcosa che noi non sappiamo?-
Brian
sorrise. –Il nostro piano ha fatto effetto, ne? Pensa
che io, una volta, ero con Zack nel cesso di quel bar
e-
Gerard
scosse la testa interrompendolo, -Non vogliamo sentire i tuoi racconti porno, vogliamo quelli
di Trick-
Patrick
arrossì e si sedette accanto a Pete. –Bhe, non credo che William faccia per me, ecco…-
Bert sorrise senza farsi vedere dagli altri. –Non te l’ha dato, vero?-
-Devi
proprio essere così volgare?- domandò seccato Jared,
poi si voltò verso Patrick. –Ma…non te l’ha dato davvero?-
Conosceva
abbastanza i suoi colleghi per sapere che non si sarebbero arresi a un semplice
‘Non sono cazzi vostri’ , ma avrebbe
fatto qualsiasi cosa per evitare quel discorso.
-No… - mormoròabbassando la testa. –Lui… lui ha vomitato.
Era ubriaco fradicio e non siamo nemmeno riusciti a uscire dal parcheggio-
-Oh-
mormorò Pete.
Un
leggero sorriso solcò l sue labbra, ma lui cercò di coprirlo in fretta
mettendosi una mano davanti alla bocca per non farsi vedere dal suo migliore
amico.
Non
sapeva perché gli desse così fastidio quello che stavano cercando di fare i
suoi amici. Dopotutto, visto che Trick era suo amico,
se lui era felice Pete avrebbe dovuto esserlo di
rimando.
Invece
non era così.
Aveva
sempre pensato di essere il primo sulla sua lista, come Patrick lo era in
quella di Pete perché, non importava con quante
persone Pete potesse stare, alla fine tornava sempre
a casa da lui.
Ma
ora non era più così, e questo gli faceva paura.
La
faccenda con Patrick era troppo strana.
Era
geloso di Trick, come amico.
Supponeva.
Però
quando Andy gli raccontava i suoi
trascorsi amorosi lui non si sentiva mai così. E Andy era suo amico quasi
quanto lo era Patrick.
Cazzo,
aveva davvero bisogno di una bella scopata.
Adam fece pat-patsulle
spalle di Patrick. –Vorrà dire che non era destino,
ma non preoccuparti, noi non ci arrendiamo-
-C’è
nessuno?- domandarono da dentro.
Gerard
sorrise spegnendo la sigaretta e mettendosi in piedi. –Mikey!
Vieni, siamo qui fuori!-
Michael
era il fratello di Gerard.
Non
si assomigliavano quasi per nulla, anzi se qualcuno gli avesse visti vicini
avrebbe sicuramente pensato che uno dei due era il figlio dell’idraulico.
Eppure
Gerard era davvero molto legato a lui, anche perché tutto il resto della sua
famiglia era dall’altra parte del continente.
Appena
finito le scuole superiori si era trasferito a LA per frequentare la scuola
d’arte, ma le rette erano troppo alte, e lui non voleva pesare troppo sulla sua
famiglia, che di sicuro non era milionaria. Così si era trovato un lavoro.
Ma
frequentare i corsi e lavorare da Jared era davvero
troppo impegnativo, e così si era ritrovato ad lasciare la scuola.
Continuava
a dire che appena avrebbe trovato i soldi sufficienti avrebbe ricominciato a
disegnare, ma lo stipendio che riceveva alla House ofBrich
non era quello di una rockstar, e dopo avere pagato l’affitto
dell’appartamento, le bollette, il cibo e lo stretto necessario per vivere
dignitosamente, non gli rimaneva poi molto.
Così
erano passati quasi cinque anni ma non era cambiato nulla.
Gli
sarebbe piaciuto riuscire a vivere con i suoi disegni, anche perché Frank gli
ripeteva sempre che era davvero bravo.
Mikey si era laureato l’anno prima in Architettura a New
York, e da qualche mese si era trasferito a Los Angeles, vivendo
nell’appartamento del fratello.
Non
aveva ancora trovato un vero e proprio lavoro in un vero e proprio studio, per
ora stava facendo uno stage, per giunta non retribuito benissimo.
E
così si era messo in testa di cercarsi un lavoro part-time, nonostante le
proteste di Gerard, per aiutarlo con i conti e lasciare a Gee
un po’ più di tempo per dedicarsi ai suoi fumetti.
-Ehy, Mikes, come va?- lo salutò
Bert. Mikeysorrise.
-Ciao Mickey, come stai?
Sei raggiante
oggi..- gli fece l’occhiolino Pete.
Mikey lo fulminò con lo sguardo. –Ma
che, ci stai a provare, fratello?-
Pete deglutì e fece no con la testa.
-Ok,
allora. Comunque hai ragione. E’ una giornata stupenda.- il suo sorriso si
ingrandì sempre di più mentre si girava verso suo fratello.-Gee,
non indovinerai mai. Ho trovato un lavoro! In una cartoleria che aprirà settimana
prossima! Ed è proprio dietro l’angolo-
Gerard
sorrise. –Sono felice per te, anche se sai che non è
necessario-
-Ah,
balle! Trick, come va? Gee
mi ha detto della vostra ricerca…-
-Nisbe- rispose Brian alzando le
braccia. –La missione non è ancora compiuta-
-Cazzo,
ma c’è qualcuno in questo dannato posto?- sentirono urlare dall’ingresso.
Jared sospirò alzandosi in piedi. –Sul
retro!-
-Salve,
posso disturbarvi qualche secondo?- chiese entrando un ragazzo dai capelli
lunghi e neri, con dei pantaloni larghi e una maglia scura che lasciava intravedere
un grosso tatuaggio tribale sul braccio.
-Che
vuoi Tuck?- domandò Jared
avvicinandosi.
Matt
Tuck gestiva la libreria posizionata davanti al loro
negozio.
E,
nonostante lui fosse già di per se un soggetto patricolare,
lo erano alquanto anche i commessi che lo aiutavano.
Un
ragazzo mingherlino con davvero troppi tatuaggi, di nome Oli Skies, uno con i capelli più lunghi che gli ricadevano
diritti sulle spalle, tale Max Green e Quinn Allman,
un ragazzo biondo-castano, stempiato-con la frangia
che gli ricadeva sulla fronte. Dipendeva dal periodo in cui lo conoscevi.
Sì,
lo stesso Quinn Allman che vomitava nei racconti di Bert.
Chi
andrebbe a farsi vendere un libro da persone così?
Patricksi chiese se fosse il quartiere, qualcosa che
c’era nell’aria, magari qualche fumo di scarico radioattivo, che attirava
questo tipo di personaggi, perché dal ristorante all’angolo, passando per il
negozio di abbigliamento, il salone di bellezza, il night club accanto al loro
negozio, la pizzeria con consegna a domicilio arrivando all’agenzia di viaggi,
non ce ne era uno che si salvasse.
Era
convinto di essere incluso anche lui nel gruppo dei soggetti strani. Solo così si spiegava come avesse fatto ad
assecondare i suoi amici in quell’assurdo piano.
-Dovete
firmare questa petizione. Fallo anche
tu, Lil’ Way- cominciò Matt porgendogli un
foglio. –E’ per il bene comune-
-Di
che si tratta?- domandò Bert fingendo di essere
interessato e ricevendo in cambio una gomitata in pancia da Brian per avergli
dato corda.
-Watkins- disse solamente.
-Che
c’è questa volta?- chiese Adam scocciato.
-Quel
maledetto vuole ampliare il suo dominio! Lo sapevate che da una settimana ha un
commesso nuovo? E’ tutto un suo piano per ampliare il suo negozio e
controllarci tutti. Va finire che domani me lo trovo dietro al reparto di
cucina che mi ride in faccia perché ha un negozio più bello del mio-
-Dio,
ma quando finirà questa faida tra di voi?- domandò Jared
seccato. –Lui non è la Francia, non vuole ampliare il suo dominio. E chissene se assume un nuovo commesso. Fatti suoi.-
-Già!-
esclamò Adam alzando le braccia. –Perché
devo firmare? Io vado d’accordo con Ian-
-Berty!- esclamò Matt disperato. –Almeno
tu mi capisci? Tu vuoi combatterlo, non è vero?-
Bert alzò le braccia. –A dire il
vero a me di Ian non me ne frega un cazzo, con
sincerità-
Matt
fissò il cemento per terra demoralizzato. –Nessuno mi
ama… nessuno mi appoggia…-
-Sorry, dude.- cominciò Mikey
cercando di consolarlo. –In un'altra occasione ti
avrei appoggiato, ma inizio a lavorare in questo posto anch’io, non mi va di
farmi nemici.-
Matt
gli puntò un dito contro. –Guardati da Watkins!-
Mikeydegluti e annuì lentamente,
un po’ spaventato.
-Come
si chiama questo nuovo?- cominciò Brian mentre dava un’occhiata al foglio. Per
adesso erano presenti solo le firme dei tre commessi di Matt, forse estorte con
la forza, chissà. –Devo
dargli il benvenuto all’inferno-
-William- rispose Matt riprendendosi il foglio.
-Francis?- chiese con un sorriso Bert
alzando la testa.
-Bhe, credo di si. Ho mandato Quinn in perlustrazione,
comunque. Scoprirà i punti deboli del nemico- dichiarò
Bert prese la felpa e uscì.
Jared scattò in piedi. –Dove vai,
McCracken?-
Lui
fece il sorriso più innocentemente che gli riuscì.
Purtroppo
per lui non era bravo nei sorrisi, soprattutto in quelli innocenti, e quello che
ne uscì fu solo una smorfia simile a quelle che fanno le persone stitiche.
Mikey si spaventò un pochino nel vederla.
-Vado
ad accoglierlo in questo posto e magari gli chiedo se sta meglio dopo ieri
sera..-
-E il
tuo lavoro?- domandò Jared sconcertato dall’ammutinamento
del suo dipendete.
-Bhe, lo può fare benissimo Haner,
tanto sta tutto il giorno a far ballare la scimmia-
Brian
gli fece vedere il dito medio. –Ma vai a scoparti un
albero!-
-Allora-
cominciò Matt avvicinandosi in modo furtivo a Patrick. –Come
sta andando la tua ricerca, eh, MrStranamore? Bri mi ha raccontato
della tua piccola, come dire,
inesperienza, e del fatto che adesso si sono messi tutti d’impegno per fartela,
come dire , superare…-
Patrick
scosse la testa con orrore.
Avevano
coinvolto anche quel pazzo?
-Dio,
non ci credo, lo sa anche questo psicotico sociopatico?-si girò velocemente
cominciando a camminare verso l’uscita. –Merda, un
po’ di cazzi vostri no, ne?!-
Pete provò a seguirlo, ma Adam
fu più veloce
-Vado
a parlargli- dichiarò correndogli dietro.
Jared cominciò a scuotere la testa disperato. Perché tutti
se ne stavano andando senza il suo permesso.
Si
sentiva come il Capitano Jack Sparrow, abbandonato
dai suoi sull’Isola de Muerta.
-Cazzo-
esclamò spingendo tutti dentro. –Tuck, vai fuori
dalle balle- Matt deglutì ma fece quello che Jared
gli aveva detto. Poi il proprietario del negozio si voltò verso versoPete, Brian e Gerard. –Way, saluta tuo fratello. Tre dei vostri compari fanno
quello che gli pare? Pazienza, pagherete voi al loro posto-
Adam seguì Patrick sul marciapiede.
-Trick, fermati- esclamò tendendo una mano nella sua
direzione. –Maledettesigrette,
ho la tachicardia!-
Patrick
sospirò e si fermò. –Dio, perché non mi lasciate
semplicemente in pace?!-
Adam cercò di riprendere fiato. –Senti…
Lo so… lo so che Brian ha esagerato…
Dirlo a Tuck non è stata una mossa troppo furba.. Ma
non voleva farti incazzare, davvero… perché non
andiamo a prendere un caffè.. Così… così magari
parliamo in santa pace e io… io riprendo fiato-
Entrarono
nel bar-ristorante. Un locale carino arredato come un pub inglese.
Ma il
padrone non aveva ben nulla di inglese, visto che era di origine uruguaiana.
Era
di proprietà di GabeSaporta.
Un
amico di Pete, il che era tutto dire.
In
effetti però lo gestivano Brendon e Ryan, due ragazzi
di Las Vegas, perché Gabe non c’era mai, e quando
c’era era nel retro a scopare con William Beckett, il suo ragazzo.
Si
sedettero ad un tavolo e Brendon si avvicinò con il
taccuino in mano per le ordinazioni.-Ehi, ragazzi. Come va? Cosa vi porto?-
Patrick
sorrise e Adam lo salutò con un gesto del capo. –Ehi, Bren. Noi stiamo bene. Tu?-
-Anche
io. Tutto come al solito. Di giorno lavoro in una caffetteria e di notte salvo
il mondo.- ridacchiò alla propria battuta. –No,
scherzo. Sta sera porto semplicemente Ry a cena
fuori-
Adam sorrise. –Sono contento per
voi. Ci porti un caffè freddo e…?- chiese girandosi
verso Patrick.
-..Del
caffè con la panna- concluse l’amico.
Brendon annuì segnando tutto sul block notes. –Ok, arrivano- si voltò verso il bancone e esclamò. –Ry, fai un caffè freddo e uno con panna?-
Ryan
sbuffò prendendo due tazzine dallo scaffale. –Ecco,
ci risiamo… Lui fa tutto il simpatico e a chi tocca
sgobbare? Al sottoscritto, ecco a chi!-
Brendon gli lanciò un bacio con la mano e girò una sedia al
contrario, sedendosi sopra. –Allora… di che si
parla?-
Adam girò lo sguardo verso l'amico, non sapendo se dirlo a
Brendon e Patrick sospirò. Tanto se conosceva i suoi
amici, entro 24 comuqnue lo avrebbero saputo anche a
Providence, nel Rhode Island. –Lui
e gli altri vogliono trovarmi un ragazzo-
Brendon sorrise dando all’amico una sonora pacca sulla
spalla. –Chefigata! Sarebbe
anche l’ora, Trick! Sei la persona più adorabile che
conosco, mi meraviglio che tu non ne abbia ancora uno!-
Ryan
lo fulminò con lo sguardo portando le due tazzine sul tavolo.
-Ok,
la seconda persona- si corresse Bren alzandosi e
baciando il suo ragazzo, che sorrise.
-‘Dam, io…- cominciò Patrick
girando la panna con il cucchiaino. –Io, davvero,
vorrei darci un taglio con questa cazzata-
Adam scosse la testa sorseggiando il caffè. –Senti, tu non puoi rinunciare adesso. Prendi me: io sono
stato con John per due anni…
quattro anni fa.-
Brendon squittì mentre lasciava un po’ di spazio sulla sedia
per far sedere Ryan e gli circondava la schiena con un braccio. –Io quattro anni fa non ero neanche maggiorenne-
-Neanche
io- dichiarò Patrick annuendo.
-Idem-
concordò Ryan.
Adam continuò facendo finita di non sentire. Dio, questi
commenti lo facevano sentire anziano.
–Io lo amavo e lui che ha fatto? Tre settimane prima
di San Valentino mi ha scaricato per… per il suo
migliore amico, Jesse. Cazzo, che rabbia. Ma gliene
ho tirate addosso così tante che, per quanto ne so, si sono mollati anche loro-
-Caspita,
Laz- commentò Ryan. –Questi
si che sono davvero ottimi argomenti per convincere qualcuno a iniziare una
storia-
-E
poi questo che c’entra con me?- chiese Patrick finendo il suo caffè.
-C’entra
perché hai 24 anni- spiegò Adam guardandolo negli
occhi. –Non è solo questione di sesso, qui parliamo
di amore. Non vorrai mica perderti tutto quello che io ho avuto? Gli appuntamenti,
i suoi regali (che solo a vederli facevano vomitare, ma di fronte ai quali tu
dovevi sorridere comunque), i baci, i suoi ritardi e le sue spiegazioni
confuse, le notte passate al telefono a piangere con il mio amico Matt, il mio
amico Matt che comincia a non rispondere più, e allora tu sei costretto a
chiamare Gerard, ma neanche Gerard ti risponde, cerchi di contattare la persona
che ami ma ti risponde il suo cazzo di nuovo fidanzatino (dannato Lacey) e così tu affoghi in un mare di tristezza, e perdi
peso, e poi lo riacquisti, e poi soffri di insonnia..-
-Non
vedo l’ora- mormorò Patrick con una vena di ironia che Adam
non colse.
-Perfetto,
perché dobbiamo parlare con Gerard per attuare un nuovo piano!-
***
-Ppsss-Adam chiamò Brian cercando
di non farsi vedere da Jared che stava bevendo una
lattina di RedBull seduto sul divano della stanza sul
retro. –Ppssss, Bri!-
-Laz- gli rispose l’amico piano. –Che
fine avete fatto?-
–Io e Trick abbiamo parlato,
ora è tutto a posto… Dove sono tutti?-
-Bert non si è ancora visto e Gee
è riuscito a scappare da Jared dicendo che doveva
aiutare suo fratello nel nuovo negozio. Wentz è
andato a consegnare un vaso di circa 60 kg a casa della vicina di Leto. – Brian si aggrappò al collo della camicia di Adam con fantasia a quadri, che a Patrick ricordava quella
di un boscaiolo, ma che tutto sommato era in sintonia con l’atmosfera del
negozio, e lo guardò con lo sguardo più spaventato che gli riuscì. –Salvatevi almeno voi! Andate e non pensate a me. Vivete felici
e ricordatemi come chi sono ora: un gran figo-
-Ok-
rispose Adam alzando le spalle e dirigendosi verso la
cartoleria che avrebbe dovuto aprire tra una settimana, afferrano per un
braccio Patrick e trascinandolo con se.
Seduto
per terra c’era un ragazzo con i capelli letteralmente maculati e il piercing
al labbro che stava fumando una sigaretta. –Ehi!- li
salutò alzandosi in piedi.
-Ehi-
Adam ricambiò il saluto. –Stiamo
cercando Gerard Way, il fratello di Micheal-
Il ragazzo
annuì. –Oh, certo, entrate.-
Adam entrò e quando alzò la testa rimase senza parole. Dietro
il bancone c’era lo stesso ragazzo che stava fumando fuori, solo con i capelli
monocromatici e senza piercing sul labbro.
Ma chi
era? Flash Gordon?
-Come
diavolo hai fatto?- domandò.
Il ragazzo
alzò lo sguardo dalla sua copia di Orgoglio
e Pregiudizio che stava cercando di finire da settimane, e fissò Adam sbalordito. –Sorry?-
-Prima
eri fuori, come diavolo hai fatto a rientrare prima di noi? C’è una porta sul
retro? Sei Wonder Woman?-
In quel
momento il ragazzo dai capelli maculati aprì il portone sorridendo. –Allora, avete trovato Way Senior?-
Adam saltò in aria vedendolo. -Oh myGod! Ma che
cos’è, la moltiplicazione dei pani e dei pesci? Un trucco in stile Naruto?-
–Chi è Naruto?- Il ragazzo che avevano incontrato fuori strinse
gli occhi mentre l’altro sospirò mettendosi una mano sul petto e raggiungendo Adam e Patrick, che guardava la scena sconcertato.
–Io essere Joel- spostò il
braccio in direzione di quello uguale a lui. –Lui essere
Benji. Noi essere gemelli, youknow? Tu parlare la mia lingua? Capire
quello che dico?-
-Sì,
noi… noi parliamo la tua lingua- disse Patrick
intromettendosi perché la scenetta stava diventando patetica. –Sai dov’è Gerard?-
In quel momento Gerard e Mikey
uscirono dalla piccola stanzetta addetta al relax e alle sigarette e li
raggiunsero.
-Ragazzi,
che ci fate qui?- domandò Gerard.
Mikey sorrise felicemente battendo le mani. –Che bello, così vi posso presentare il mio capo. Persino Gerard
non l’ha ancora conosciuto-
-Ma
quanti caffè ha bevuto oggi?- chiese Benji rivolto a
Joel, che alzò le spalle.
-e
chi lo sa?! Io ho smesso di contare dopo la sesta tazza-
-Ho
pensato a quello che dovremmo fare con Trick: un blind date!- esclamò Adam.
Gerard
sorrise. –Ma è una genialata!-
-Eccoci
qui!- disse Mikey tornando nella stanza seguito da un
ragazzo alto, sui 30 anni, con gli occhi azzurri e i capelli neri corti. –Loro sono mio fratello Gerard, e i suoi amici Petrick e Adam, mentre lui è Jesse La-
-Brutto
schifoso ruba-ragazzi!- esclamò Adam interrompendo Mikey.
Jesse sorrise. –Piacere di
rivederti, Lazzara-
Mikey sorrise sempre di più. –A quanto
pare vi conoscete già, come è piccolo il mondo!-
TO
BE CONTINUED...
[NdA:
*Me è super eccitata perché i the Used
hanno risposto a un suo commento di Myspace, banale,
ma hanno risposto <3*
Here I am. Che posso dire?
Ho deciso di apportare qualche
cambiamento a questa ff. All’inizio erano non era previsti così tanti
personaggi, ma poi mi sono chiesta: perché non mettere musicisti che ammiro, stimo,
rispetto e che mi fanno pisciare dalle risate?
Quindi
la ff si allungherà ancora un po’, anche perché non
dimentichiamo che devo sistemare tutti xDD. (P.s. Qualcuno ha suggerimenti per Jared?
Perché io non so proprio con chi accoppiarlo =/ )
Nel
prossimo capitolo probabilmente compariranno DaveyHavok, JadePuget,
Jeffree Star e Jepha
Howard, siete avvisati xDD e se riuscirò anche qualcun
altro ^^
Chissà
se indovinate chi lavora nei negozi che ho elencato? (non è molto difficile,
quando ho deciso dove avrebbero lavorato i personaggi non avevo molta fantasia
=/)
Ah,
ecco, un gossip: da quel che so non corre buon sangue tra Ian e Matt Tuck. Ian in un intervista ha detto qualcosa del tipo che i BulletformyValentine lo fanno solamente ridere (e dubito che intendesse
che sono dei buontemponi), e i BFMV non l'hanno presa tanto bene…
Personaggi
di cui ho parlato in questo capitolo (molti però avranno una parte più corposa in seguito ):
-Michael Way aka Mikey:
bassistadei My Chemical
Romance
-Matt Tuck: cantantedei Bullet for My Valentine
-Ian Watkins: cantantedeiLostprophets
-OliSkyes: cantantedei Bring me the Horizon
-Max Green: bassista degli Escape the Fate
-QuinnAllman: chitarrista dei The Used
-Brendon Urie: cantante dei Panic at the Disco
-Ryan Ross: chitarrista dei Panic at
the Disco
-JoelMadden: cantante dei Good Charlotte
-BenjiMadden: chitarrista dei Good Charlotte
-JesseLacey: cantante e chitarrista dei Brand New e sposatissimo
con l’autrice (monamour <3)
Thanksto:
-Isult:Oh sì xDDPete un pò mi sa di uno che spara
cazzate in continuazione xDD Ebbene sì, i pazzi si
sono aggiunti xD Bacio =*
-Chemical Lady: Grazie, mi fa davvero piacere che quello che
scrivo ti piaccia ^//^ *imbarazzo* Bacio =*
-BlueAndYellow: Bhe, gli Aiden non potevano stare a casa e risparmiarsi di comparire
in sta storia, nonostante al concerto siano stati simpatici e abbiano fatto le
foto con me e suonato davvero bene (Bliss *______*) la
loro presenza era ovvia xDD Bacio =*
-Re i: Scusa se non
compaio quasi mai su msn ma tra il computer che
funziona quando vuole lui e il fatto che mi dimentico di andarci (sì, mi
dimentico -.- che tristezza che mi faccio ç_ç) quando
finalmente riesco a connettermi non c’è in linea praticamente nessuno (sighç_ç) Bacio =*
-Fallen: Nah, era tutta una burla xDD Ebbene no, l’anima gemella di Trick
non sarà wiL ma.. *rullo di
tamburi* Ah, non posso svelare la sorpresa xDD Bacio =*
-Crystal: Asd, lo rammenterò a TrickxDD Mi fa piacere che ti
piaccia =] Bacio =*
-The Fantasy: Muaha, è vero, anche perché ho la ferma convinzione che
ormai i generi di prima necessità per wiL siano caffè
e sigarette e non acqua e cibo xD Bacio =*
Grazie a chi leggerà e
commenterà questo capitolo =******]
Patrick percorse a grandi
passi il negozio, arrivando nella saletta dedicata al relax, dove Brian stava
giocando a Grand Theft Auto.
-Wow! MUORI BASTARDO!- urlò
colpendo violentemente il controller.
-Bri..- lo chiamò incerto
il ragazzo biondo.
-Ohi, Trick… E’ arrivato
Jared?! No, perché lui non vuole che giochiamo alla play e se mi vede comincia
a cristarmi dietro… -
Patrick scosse la testa.
–No, ha detto che andava che pranza con Shan e quindi credo che rimarrà da lui
fino all’ora di chiusura.-
Shannon Leto era il
fratello di Jared.
Gestiva l’agenzia di viaggi
accanto al ristorante, alle cui dipendenze lavoravano il ragazzo di Brian,
Zack, e Matt, il migliore amico di quest’ultimo.
Patrick aveva il sospetto
che Bri fosse stato assunto al negozio perché Zack aveva fatto pressioni
psicologiche a Shan, e Shan le aveva fatte a Jared finchè lui non aveva perso
la pazienza.
E Jared ci metteva davvero poco a perdere la
pazienza.
-Bri.. posso farti una
domanda?-
-Certo… MUORI FOTTUTO
IMBECILLE!-gridò il ragazzo dai capelli
neri, facendo capire a Patrick che non lo stava affatto ascoltando.
-Ok, lascia perdere…-
-No- esclamò Brian
allungando il braccio in direzione di Patrick ma non staccando gli occhi dallo
schermo. Patrick lo fissò e Brian, sospirando, mise il gioco in pausa. –No..
siediti, ti ascolto-
-Ok…- cominciò Patrick
esitante. –Secondo te… io sono una persona… come dire.. attraente?-
Brian lo fissò. –Eh?-
Patrick abbassò lo sguardo.
–Hai capito, non farmelo ripetere-
-Sì,- disse Brain deciso.
–Certo che lo sei, perchè?-
Patrick si torse le mani
l’una dentro l’altra. –Bhe, perché… il fatto è che voi vi siete messi in testa
di portarmi a quel fottuto blind date domani… e io…-
Brian si accese una
sigaretta. –Ok, ora ascoltami: tu sei un bel ragazzo, è solo che non hai ancora
trovato.. il tuo giusto look… Prendi quella- disse indicando la maglietta di
David Bowie che Patrick indossava.
-Che ha David che non va?-
-Bhe, tanto per cominciare
è… gialla. Non puoi vestirti di giallo a meno che non sei un pollo gigante. E
poi… le scarpe verdi?! Ma chi ti credi di essere?! Un leprecauno?-
-A me piacciono le mie
scarpe- mormorò Patrick.
-Ok- esclamò Brian
sospirando. –Ami vestirti come un folletto irlandese, ne prendo atto. Ma ora
prendi me- con un gesto della mano Brian fece segno a Patrick di guardargli il
corpo. –Pensi che tutto questo sia casuale?!-
Patrick rimase in silenzio.
-No, era una domanda,
rispondi- gli intimò Brian appoggiando una gamba sul tavolino.
-…No?-
-Esatto, non lo è!- esclamò
agitando le braccia. –Io curo ogni minimo particolare! Abbino la bandana al
cappellino, i boxer ai calzini. E sai una cosa? Tutte le sere (ok, ormai non
più proprio tutte.. ) vado a letto con un ragazzo davvero sexy!-
-E quindi io che devo
fare?-
-Tu? Nulla.- sorrise Bri.
Un sorriso che a Patrick non piacque affatto. –Tieniti libero dopo la chiusura.
Adesso prendo un appuntamento con Davey-
***
-E’ permesso?- domandò Bert
entrando nel negozio d’abiti firmati.
Intercettò Ian Watkins, il
proprietario, che veniva verso di lui e sospirò rassegnato.
-McCracken- cominciò Ian. –Non
dirmi che sei ancora qui per quelle dannate magliette! Io non le venderò mai nel
mio negozio! Nessuno comprerebbe una maglietta con scritto “Fuck me I’m famous”, soprattutto se le
firmi tu. Perché tu non sei famoso!-
-Si vede che non hai il
fiuto per gli affari- sbuffò Bert.
-Oh, io c’è l’ho e come. E
infatti so che la Bert McCracken Spa. non andrà da nessuna parte!-
-Dov’è quello nuovo?
William?- domandò Bert cambiando argomento.
Odiava quando gli altri non
capivano il suo genio.
Si sentiva come la tipa che
aveva scritto Harry Potter. All’inizio nessuno voleva pubblicarlo.
-Oh, mio Dio! Non dirmi che
è tuo amico?-
-No, ma mi piacerebbe che
lo diventassimo, insomma…- bloccò la frase appena vide l’espressione di Ian.
-Vai via- gli rispose il
ragazzo gallese tra i denti. –Non voglio che tu me lo contamini-
-Ma chi sono?- chiese
indignato Bert. –Una centrale nucleare?!-
-No, - rispose Ian guardandolo
male. -Almeno con quelle puoi sperare che non esplodano-
Bert sbuffò facendogli
vedere il medio.
-Watkins,- disse, stanco di
parlargli. –Ma tu lo sapevi che Tuck ha fatto una petizione contro di te?-
-Cosa?- domandò Ian uscendo
dal locale velocemente. –Ma io lo smonto quel mentecatto-
Bert sorrise avvicnandosi
ai due ragazzi che stavano ripiegando le magliette.
Uno era abbastanza alto,
biondo, con gli occhi castani e un ciuffo rosa che gli ricadeva sulla fronte.
Si chiamava Sean.
Appena vide Bert gli
sorrise gentilmente.
Lui aveva il sospetto che
fosse cotto di Ian, ma non gliel’aveva mai chiesto.
Dall’alta parte Bert
riconobbe William, intento a guardare sconsolato gli scaffali.
-Ehi, festeggiato, come
va?- gli disse andandogli incontro.
William sbuffò sconsolato.
–Non sono più il festeggiato. La mia festa è stata una merda. E poi… noi due ci
conosciamo?-
Bert annuì. –Sono un amico
di Patrick, il ragazzo con cui ci provavi ieri sera-
-Oh, quello con il nome carino. Devo scusarmi con lui. Ho
vomitato anche addosso a te, a proposito?-
-Nah- Bert scosse la testa
sorridendo. –Almeno quello te lo sei risparmiato-
William fece una smorfia
con la testa. –Non deve essere stato un bello spettacolo…?-Esitò perché non si
ricordava il suo nome.
In effetti erano ben poche
le cose che ricordava della sera precendente.
-Bert- lo aiutò lui,
stringendogli la mano.
L’altro sorrise. –Wlliam,
piacere. Che cosa fai di bello nella vita?-
-Bhe, nei giorni normali
lavoro da Jared, anche se spero di sfondare nell’industria della moda..- spiegò
Bert non troppo convinto. Non voleva essere preso per coglione fin dall’inizio.
-Davvero?- domandò William
eccitato.
-Sì, disegno magliette.
Quelle con le scritte divertenti, ad esempio…-
-Wow!- disse William
battendo le mani. –Ma è una cosa fighissima. E perché non provi a venderle
qui?-
-Ian non apprezza la mia
arte- mormorò Bert incupendosi.
-Ian non apprezza nulla- lo
corresse William.
Entrambi scoppiarono a
ridere.
In quel momento il
cellulare di Bert vibrò nella sua tasca.
From: Brian
‘Nuovo piano.
Si porta Patrick da Davey. Deve farsi bello.
Ci vediamo là.
B.’
-Io.. – cominciòBrian maledendo l’amico per il pessimo
tempismo. –Devo andare… Senti, ti va di cenare insieme sta sera?-
William annuì. –Certo. Passo a casa tua alle otto?-
Bert grugni. –Ecco, qui sorgerebbe un problema… Vedi,
io abito con un mio amico, Quinn, non so se lo conosci…-
William alzò le spalle. –Ok, fa nulla. Possiamo andare
a cenare al ristorante qui all’angolo..-
Bert grugnì di nuovo. –Altro problema.. E’ che in
questo periodo sono un po’ a corto di spicci e…-
–Allora facciamo
che passi a prendere una bottiglia di vino e vieni a casa mia?- domandò l’altro
rassegnato.
Bert sorrise.
Bingo.
***
Davey Havok gestiva un salone di bellezza. The America’s Next Top Shiny Thing .
Nonostante lì dentro ci
lavorasse Jeph, uno dei suoi migliori amici, Bert c’era entrato davvero
pochissime volte.
Punto primo perché Davey si
metteva più make-up persino di Pete, il che era tutto dire.
Poi perché Jade, l’altro
ragazzo chelavorava con loro, lo
inquietava alquanto, e infine perché non era ancora certo sul sesso Jeffree, l’ultimo
dell’allegra combriccola. Era come giocare alla roulette russa, si ha il 50% di
possibilità di sbagliare.
C’erano troppi profumi e
troppi trucchi in quel posto.
Una volta Jepha ‘voleva
convincerlo a decolorare i suoi capelli per tingerli di un colore che sia
almeno presente nella scala cromatica’,
aveva detto.
Decolorare…
Solo dal suono si capisce
che è una cosa orribile. Troppo orribile da fare ad un essere umano.
Da quel momento non ci
aveva più messo piede.
Raggiunse i suoi amici,
tenendo con una mano gli hamburger che si era fatto preparare da Ryan per
pranzo ma che non aveva ancora mangiato.
Brian appena li vide
sbiancò.
-Che cosa ti dice il
cervello? Portare quelli.. qui?-
Bert non fece in tempo a
mandare giù il boccone e rispondere che Jeffree gli aprì la porta.
Capelli lunghi e rosa,
trucco curato, mini gonna e unghie laccate con il french.
-Benvenuti- poi notò il
panino di Bert e alzò un sopraciglio. –Quella è carne?-
Bert annuì leggermente
preoccupato. –Sì… Almeno Ryan e Brendon me l’hanno spacciata per tale…-
Vide dentro Jeph e Davey
allargare gli occhi. –Orrore! Orrore!- continuavano a ripetere.
Invece Jade si limitava a
scuotere la testa, come se fosse deluso o avesse perso le speranze.
-Ma bravo- disse Adam
schiaffandosi una mano sulla fronte. –Adesso parte la manfrina..-
-Voi pensate di entrate nel
mio negozio con quelli?- domandò sconvolto Davey avvicinandosi. -No, ma fate
con comodo.. anzi, già che ci siete perché non vi portate anche le sigarette,
così ci prendiamo un cancro tutti insieme in allegria- Brian, Bert, Adam e
Gerard misero una mano in tasca, schiacciando i loro pacchetti il più possibile
e sperando che lui non li vedesse. –Oppure perché non ci mettiamo tutti insieme
seduti per terra a suonare una chitarra, facciamo un falò e a tracanniamo Jack Daniels, tanto ormai…-
-Messaggio ricevuto-
mormorò tristemente Bert. –Ok, Dav, li butto. Tanto mi hai fatto passare la
fame-
Davey sorrise raggiante.
–Perfetto!- Poi si voltò
verso Patrick. –Tricky, tesoro, come stai? Come ti vanno le cose? Jade caro,
porta un po’ d’acqua a Patrick per favore-
Jade annuì scomparendo nel
retro e tornando pochi secondi dopo con un bicchiere con acqua e limone.
Patrick lo ringraziò e ne
bevve un sorso.
-Allora?- chiese Jepha
sgranocchiando un cracker. –Che ci fate qui?-
Davey lo guardò disgustato.
–Jeph, per favore, un po’ di educazione. Non si mangia con la bocca piena-
Jepha gli fece pollice in
alto e si girò verso Bert, continuando a parlare come se niente fosse. –Non
dirmi chehai rimediato i 40$ che mi
devi?- esclamò felice.
Ma Bert interruppe subito
il suo momento di gioia. –No, siamo qui per Trick-
Brain annuì. –Sì. Davey, domani
ha un appuntamento, deve essere perfetto. E voi siete i migliori.-
Davey sorrise. –Oh, sì. Ho
parlato con Matt, che ha parlato con Zack, a cui tu hai raccontato del blind
date. Tranquillo, so già tutto.-
Patrick fulminò Brian con
lo sguardo e lui deglutì.
-D’accordo. Trick, via
giaccotto, capello e occhiali. Vediamo da dove partire.-
Patrick fece riluttante
quello che il padrone del negozio gli aveva detto.
Jeffree prese un paio di occhiali
e con una spinta costrinse Patrick a sedersi sulla sedia accanto alla
scrivania.
-Davey- cominciò Jaffree
osservando il ragazzo. –Che ne dici?-
Davey osservò Patrick con
lo stesso sguardo indagatore e lui deglutì un po’ impaurito. –Mnh… Brufoli,
punti neri, capelli sfibrati, neanche un po’ di colorito. Trick ma qui bisogna
correre ai ripari!-
Patrick continuava a
fissarlo, chiedendosi se con uno scatto fulmineo avrebbe potuto riuscire a seminarli
tutti e scappare in Canada.
Ma lui non era stato mai un gran che per
quanto riguardava gli scatti fulminei.
-Jeph, prepara i macchinari
per la lampada; Jeffree, tu occupati della sua pelle; Jade, a te i capelli.
Tutto chiaro?- i tre annuirono.
-Io non mi farei toccare i
capelli da uno che ha una ciocca scolorita sulla fronte- mormorò Bert a Pete.
Era inutile, non riusciva a
fidarsi delle persone che volevano mettergli le mani nei capelli.
Purtroppo per lui, Jade e
Davey lo sentirono.
Il primo si limitò a
incenerirlo con lo sguardo e tornare nel retro, mentre Davey scosse la testa
indignato. –Non sono scoloriti, sono decolorati!-
Eccola, pensò Bert, quella
maledetta parola.
-E che differenza c’è?-
-La stessa che c’è tra il
tuo cervello e quello di una scimmia…- gli spiegò il proprietario continuando a
scrutare la cute di Patrick. –Non si nota, ma c’è-
-Ma, Davey,- azzardo Jeph
trattenendo una risata. –Non credi che anche gli altri abbiano bisogno di un
intervento spaciale?- “Così impari a non
rispettare le scadenze di un debito”, pensò rivolto a Bert.
Lo sguardo di Davey si illuminò
ancora una volta. –Ma.. ma… hai ragione! Cancella tutti gli appuntamenti
fissati per dopo-
Gli occhi di Gerard si
allargarono, Adam rischiò di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo e Bert
cominciò a sudare freddo.
-No…- mormorò avviandosi
all’uscita. –Io me ne voglio andare.. non posso rimanere, stasera ho un
appuntamento..-
Sentendo quest’affermazione
Adam scoppiò a ridere, e Bert gli fece vedere il dito medio.
Davey schioccò le dita e in
un secondo Jade era davanti a lui con le braccia conserte, intimandogli di
tornare al centro della sala.
Bert fece come gli era
stato consigliato.
-Bhe, amico- cominciò Brian
guardandolo dall’alto in basso. –Una risistemata non ti farebbe male, sembri
scappato dallo zoo. Ma, Dav, non capisco, perché io? Io sono… bello-
-Sé,- commentò Adam
scocciato. –E’ fantastico crederci. Infatti l’amore della tua vita non è mai
nella stessa stanza insieme a te. A meno che non stiate scopando, si intende..-
-Io, almeno, l’amore della
mia vita non me lo sono fatto soffiare dal primo edicolante di passaggio- gli
rispose Brian alzando un sopracciglio.
-Uh, cattiva questa-
commentò Pete, mentre Bert ridacchiava.
-Calmi, calmi. Time out-
esclamò Gerard mettendosi di mezzo.
Brian borbottò qualcosa
mentre usciva a fumare una sigaretta, seguito da Bert.
-Ma che diavolo hai oggi,
si può sapere?- chiese Gerard ad Adam, mentre Pete stava osservando interessato
tutti i tagli della collezione primavera/estate chiedendosi quale di quelli lo
rappresentasse come persona.
-Non lo so. Non volevo fare
lo stronzo prima, è solo che non sono riuscito ad evitarlo.-
-Bhe, dovresti farlo. Anche
perché Brian ti mette ko con una gomitata- commentò Gerard lasciandosi cadere
su una delle poltroncine imbottite.
-Lo so, ma tu come ti
sentiresti se Frankie ti mollasse per mettersi con il suo migliore amico e poi
quello stronzetto viene a lavorare davanti al nostro negozio?-
Gerard ci pensò un attimo.
–Bhe, di merda. Anche perché da quanto ne so il migliore amico di Frankie è mio
fratello-
-Appunto- disse Adam
sospirando. Si passò una mano tra i capelli pensieroso. –Mal che vada seguirò
l’esempio di Jared-
Entrambi scoppiarono a
ridere.
Il ragazzo di Jared era un po’ come la moglie del tenente Colombo.
Era da più di sei mesi che
Jared parlava di un suo fantomatico splendido
fidanzato; però nessuno di loro l’aveva mai visto.
Neanche una volta.
Zero totale.
Aveva sempre qualche
impegno che gli impediva di andarlo a trovare in negozio.
E Fight Club gli aveva
insegnato che le parole non sono sufficienti, perché anche il protagonista parlava di Tyler Durden, ma di
fatto Tyler non esisteva davvero, era il lui che era uscito pazzo.
Adam sbuffò battendo i piedi per terra. –Odio quel maledetto, brutto,
schifoso ruba-ragazzi!-
Nel frattempo Patrick era immobile su una delle poltrone zebrate davanti
all’enorme specchio, domandandosi seil
mondo si fosse dimenticato di lui.
Dopo qualche minuto Jeffree gli tolse la crema e gli disse di andare
nell’altra sala, dove Jade si sarebbe occupato dei suoi capelli.
Patrick si sedette davanti a lui e notò che Jade lo stava letteralmente
fissando.
-Devi dirgli quanto li vuoi lunghi- gli spiegò Jeffree allontanandosi.
-Non troppo corti- cominciò Patrick –Magari un po’ più lunghi sul davanti e
più corti vicino al collo. Però attento alle basette perché quelle mi piacciono
e non vorrei..-
Jade, con lo sguardo impassibile e un gesto della mano, lo fermò,
facendogli intendere che aveva capito.
-Ah, ok…- mormorò Patrick facendosi piccolo nella sedia.
Ma quel ragazzo non parlava mai?
-Nooo! Lasciatemi!!- sentì Bert gridare dietro di lui. –Non voglio! Sono
troppo giovane e carino per fare questa fine!-
-E smettila!- lo intimò Jepha trasciandolo per un braccio verso la
specchiera.
-Non mi avrai mai vivo!- urlò dandogli una gomitata in pancia e scappando
via.
-Perdonami amico, ma se io devo sopportare tutto questo non sarò solo-
disse Adam tra i denti facendogli lo sgambetto.
-Vedi la mia pelle?- domandò
Jeeffree spalmandosi una strana sostanza azzurra sulla punta delle mani e mettendola
sulla fronte di Bert, una volte che quest’ultimo aveva rinunciato al suo
proposito di scappare. –Sai perché è così bella?-
-No..-
-Perché mi faccio una volta ogni due giorni lo scrub; ed è quello che sto
per fare a te-
Le pupille di Bert si fecero piccolissime mentre si agitava sulla poltrona,
avendo una gran voglia di piangere. –Noooo! Lo scrub, nooo!-
-Oh sì, e quando avrai finito di fare la lampada ti faccio pure il french!-
Bert sbiancò. –No, per favore, pietà! Non ti faccio tenerezza?-
Il ragazzo dai capelli rosa scosse la testa.
-Compassione?- domandò leggermente speranzoso.
-No, mi dispiace-
-Pena?- chiese Bert come ultimo appiglio.
-Nah. Cioè un pochino, ma sono generoso e ti aiuterò a migliorare, anziché
lasciarti sprofondare nel baratro in cui cadono le persone sciatte, che tu lo voglia o no-
Bert cominciò a sbattere la testa sul marmo del tavolo davanti allo
specchio mentre Jeffree gli osservava sconvolto i capelli. –Oddio. Ma stai
cercando di farti crescere i dred? Non sarebbe meglio andare da un professionista?-
Bert scosse la testa. –Non l’ho fatto apposta. E’ solo che non mi sono
pettinato i capelli per un po’ di tempo, e ora se ci provo non riesco più-
-Santa merda- mormorò lui dandogli una pacca sulla spalla. –E’ una storia
terribile, ora si che provo pena per
te-
Dopo qualche minuto Patrick si alzò dalla sedia, e con sua sorpresa il
nuovo taglio… gli piaceva.
Non era ne troppo lungo ne troppo corto, le sue basette erano ancora al suo
posto e.. si sentiva persino carino.
Sorrise guardandosi allo specchio e facendo pollice in alto a Jade, che
annuì con un mezzo sorriso.
Tornò dove lo aspettavano gli altri e vide Brian con la testa sotto il
casco, mentre leggeva tranquillamente una copia di Vanity Fair; Gerard che, con
gli occhi chiusi, si faceva massaggiare i capelli da Jepha; Pete che osservava
divertito Jeffree fargli il french; Adam che sfogliava interessato i cataloghi
con tutti i tagli all’utlima moda e Bert letteralmente trascinato da Davey
nella postazione in cui era seduto precedentemente Patrick.
-Jade, caro, che ne dici di decolorarli?
Questi capelli biondi/castani chiari/ramati/mogano/con ricrescita nera non sono
il massimo-
Bert sentì i suoi occhi farsi umidi. –No, dai. Decolorarli, no!-
Ma Jade annuì, considerandola una buona idea.
-E poi possiamo tingerli, magari di un nero vero; e applicargli delle
estention colorate-
-CHE COSA?- domandò Bert terrorizzato.
-Io vado, ciao a tutti!- esclamò Patrick, contento che quel pomeriggio
fosse finito e che per circa otto ore non avrebbe più rivisto quel branco di
pazzoidi.
Eppure un ricordo tornò a ronzargli nella
testa, come una mosca che, nonostante fai di tutto per scacciarla, continua a volarti
intorno.
La sera dopo avrebbe dovuto partecipare a
quello stupido blind-date.
Merda!
TO BE CONTINUED...
[NdA: Eccomi qui ^^
I capitoli di questa storia
stanno diventando sempre più lunghi… devo cominciare tre giorni prima a
scriverli se voglio finire in giornata xDD
La storia dei dred è vera;
ad un mio amico (lo stesso delle sigarette
collose, per chi ha seguito 30 giorni) è successo esattamente così. adesso
li ha tagliati, ma quando li aveva e mi ha raccontato quella storia sono
rimasta sconvolta xDD
Devo ancora trovare il
ragazzo per Jared, sigh ç_ç
I personaggi che ho
nominato in questo capitolo sono:
-Ian Watkins: cantante dei Lostprophets
-Sean Smith: cantante dei the Blackout! (e, insieme a Mat Devine, è il musicista più tenero che
abbia mai incontrato… ok, non ne ho incontrati tantissimi, però…xDD)
-Jeffree Star:
cantante e scene queen
-Jade Puget:
chitarrista degli AFI
-Davey Havok:
cantante degli AFI
Non annuncio i personaggi
del prossimo capitolo perché deve essere una sorpresa xDD
Se tutto va come previsto
(e cioè a meno che non decida di anticipare il loro ingresso xD) gli Avenged
Sevenfold avranno una parte abbastanza corposa nel settimo capitolo, mentre
Frank ci sarà nel capitolo otto ^^
Thanks to:
-BlueAndYellow: Awwh, ho
amato tutta la scaletta (anche se io volevo Fifteen
[♥♥], ma ho paura che non la sentirò mai live ç__ç) grazie
sei troppo gentile. Bacio =*
-Chrystal: Le persone sane
di mente lo farebbero xDD però sì, Pete è un babbo. Chissà se entro la fine
della storia si deciderà?! Chissà ¬.¬ … Bacio =*
-Fallen: Sì, bhe entro la
fine Ryan tornerà (anche se non per tantissimo tempo ç_ç) grazie per la
recensione e un bacio =*
-The Fantasy: Stavo
pensando di fare fare una comparsata a Matt Heafy (ho un amico che è un suo
grande fan e ne abbiamo parlato per un bel po’ di tempo xDD) Grazie e un bacio
=*
-Chemical_Lady: Grazie
mille, sei gentilissima *____* Un bacio =*
-Isult: Ebbene, ci hai
visto giusto, qualcuno glielo potrebbe fregare, povero Pete xDD Muahaha come
sono cattiva x°°°DD Bacio =*
Grazie a chileggerà e commenterà anche questo capitolo
=***]
Patrick attraversò a
grandi passi il viale di ciottoli che separava il cancelletto di legno dal
portone di casa di Gerard.
Era una casa inquietante.
La casa dove avrebbe potuto nascondersi il figlio di Dracula o in cui si sarebbe
potuto fabbricare un altro Frankenstein.
La parete esterna era
ricoperta da dei grandi sassi grigi e la porta era quasi in stile barocco.
Puzzava di muffa e di
chiuso; e, prima di conoscere Gerard, Patrick pensava che quella fosse una casa
diroccata.
Suonò al citofono, e gli
rispose una voce gracchiante, che riconobbe come quella di Frank, il ragazzo di
Gerard.
“Sono Patrick” disse.
“Gerard mi ha detto di passare a casa sua… Poi ci dobbiamo con gli altri
insieme al bar”
“Certo, tesoro. Sali. E’
al sesto piano, l’ultimo. ”
E, come se non bastasse,
c’erano come minimo mille gradini piccolissimi, naturalmente di marmo
scuro,e la scala era la più ripida che
Patrick avesse mai visto. L’ascensore non esisteva.
Arrivò in cima con il
fiatone e suonò il campanello.
Mikey, il fratello di
Gerard, gli aprì con un enorme sorriso sulle labbra.
-Ciao, Mikes-
-Ciao, Triky! Vuoi un
caffè?! Tanto lo sto preparando per tutti-
Patrick annuì. –Bhe, se
faccio in tempo, ok-
Frank, seduto sul divano
con il rivestimento scozzese, annuì. –Certo che fai in tempo. Gee è una vera
dive per queste cose… Ci metterà ancora un quarto d’ora per preparasi-
-Non è vero!- sentirono
Gridare Gerard da dentro la camera da letto. –Cinque minuti e sono pronto.
Trick, tracanna il caffè tutto d’un sorso perché dobbiamo passare a prendere
anche Bert-
Frank alzò un
sopracciglio. –Fidati, ancora un quarto d’ora buono…-
Il ragazzo fece segno a
Patrick di sedersi accanto a lui e Patrick annuì leggermente esitante. Non è
che non gli piacessero ma sia Frank, che Mikey, che Gerard, a volte, come dire…
lo inquietavano un pochino.
-Allora… sta sera andate
in quel locale, vero?-
–A quanto pare…- rispose
Patrick non molto sicuro.
-Sono contento per te,
Trick. Almeno conoscerai gente nuova. Gerard mi ha parlato di quella.. cosa. No, in realtà me ne ha parlato
Adam prima di andarsene dalla mia festa, ma è uguale. Solo una cosa..- cominciò
Frank stringendo gli occhi.
-Dimmi- rispose patrick
facendosi serio.
-Tieni i tuoi occhioni su
Gerard. Lo so che si iscriverà anche lui. Lo trova “divertente”. Puah! Tu stagli addosso, la prima occhiata sospetta,
il primo contatto fisico, tu corri a dirmelo… E io gli faccio lo scalpo! Tanto,
con i pochi capelli che si ritrova addosso ormai non sarà una gran perdita.. –
Patrick deglutì e, per sua
fortuna, proprio in quel momento, Gerard uscì dal bagno canticchiando. -I feel pretty, oh so pretty, I feel pretty,
and witty and… gay!*- smise immediatamente quando vide che tutte le persone
presenti lo stavano guardando. –Ehm- si schiarì la voce passandosi una mano sui
capelli. –Trick, andiamo?!-
Patrick annuì alzandosi
immediatamente in piedi e salutando gli altri due.
Gerard si avvicinò dando
un bacio a fior di labbra a Frank e scompigliando i capelli a Mikey.
-Allora prendo la macchina-
si voltò verso il suo ragazzo. –Tanto tu ti fermi qui a dormire sta notte,
vero?-
Frank annuì sorridendo.
–Non tornare tanto tardi però-
Gerard scosse la testa con
il medesimo sorriso.
-Ma…- piagnucolò suo
fratello. –E il caffè?-
-Non c’è tempo!- lo
liquidò in fretta Gerard. –Bevilo tu, tanto lo apprezzi-
Prima di seguire Gerard
fuori dall’appartamento, Patrick vide Frank passarsi un dito sulla gola e fare
segno a Patrick di tenere il suo fidanzato d’occhio.
-Ma…- cominciò Patrick una
volta che Gerard ebbe messo in moto e stava per lasciare il vialetto. –Sbaglio
o Frank è un tantino geloso?-
Gerard annuì raggiante.
–Oh, sì. Non è adorabile? Mi ha detto che mi strappa le palle con una mazza
chiodata se scopre che sta sera guardo qualcun’altro-
-Se lo dici tu..-
-Pensa che quest’anno
finisce il college. L’anno prossimo andiamo a convivere. Stiamo già cercando
casa!- esclamò il ragazzo moro.
-Sono contento per voi.-
gli disse Patrick sorridendo.
-Già, anch’io sono
contento per noi!-
Gerard inchiodò di colpo.
–E ora, tu sai dov’è la St. James Avenue?-
-Credo sia vicino al
parco, perché?- domandò Patrick.
-Ah, non lo so. Bert mi ha
detto di passare a prenderlo li..- rispose Gerard rimettendo in moto.
Frenò di nuovo dieci
minuti più tardi, davanti a un palazzo alto circa dodici piani e completamente
bianco.
“Sì…?” rispose al citofono
una voce gracchiante che di sicuro non era quella di Bert, ma che, ad entrambi,
sembrava conosciuta.
“Ehm…”cominciò Gerard
“Siamo Gerard e Patrick, degli amici di Bert. E’ qui? Magari abbiamo
sbagliato…”
Ci fu un momento di pausa
in cui entrambi furono certi di sentire la voce di Bert in sottofondo.
“No, salite. E’ al nono
piano”
-Sto pregando che ci sia
l’ascensore- mormorò Patrick.
E la fortuna lo
accontentò, almeno questa volta.
Gli aprì un ragazzo che
effettivamente conoscevano.
Era il tipo della festa di
compleanno.
William.
-Ehi!- li salutò
sorridendo. –Voi siete i tipi della festa! Tu sei Patrick, quello con il nome carino…-
-Eh, già. E tu sei quello
che vomitava come la bambina dell’esorcista. Come è piccolo il mondo, eh?-
William ridacchiò
imbarazzato. –Eh già… Mentre di te proprio non mi ricordo-
Gee gli porse la mano.
–Ciao, sono Geard. Ma davvero Bert è qui?-
William annuì. –L’ho
obbligato a farsi una doccia. Adesso arriverà-
-E che ci fa a casa tua,
scusa?- gli domandò.
William alzò le spalle.
–Giocavamo a.. scacchi.-
Gerad alzò le
sopracciglia. –Davvero? Ma che palle.-
-No, è logico che non
l’abbiamo fatto!- esclamò Bert arrivando da dietro Gerard e dando un bacio sulla
guancia a William.
-Hai fatto la doccia?- gli
chiese.
-Sissignore- gli rispose
Bert.
-E hai usato il balsamo?-
Bert sospirò –Sì, l’ho
fatto.-
-E la crema idratante
dopo-bagno che ti ho messo sul lavandino?-
-Wil!- esclamò Bert. –Non
ora e non con loro davanti! E poi adesso devo andare, ti ricordi, no? Il
blind-date per Trick-
William annuì. –Ok. Ma
ricordati di non bere tanto e se sei ubriaco ti fai portare a casa da…- spostò
lo sguardo da Gerard a Patrick e scosse la testa. –No, rimani lì. Mi chiami e
ti riporto a casa io-
-Ok, mamma.- esclamò Bert
uscendo dalla porta e soffiando un bacio a Wil. -Ci vediamo dopo, allora?-
William sospirò. –Suppongo
di si, so che berrai tanto e sarai ubriaco-
-Scopi con lui adesso?-
domandò Gerard mentre apriva le portiere dell’auto.
-No, questo è amore!-
esclamò Bert agitando le braccia.
-Bhe, è un colpo di
fulmine in piena regola! Lo conosci da quanto?! Tre giorni?!-
-Bhe, è sufficiente.
Cos’è? Sei geloso che ora io abbia trovato qualcuno che mi ami davvero e che sia
tantooo sexy!?-
Gerard annuì schiaffandosi
una mano sulla fronte. –Eh, certo. La mia anima piange… Trick, chiama Adam, è
lui che ha organizzato tutto, e chiedigli dove sono-
Trick fece quello che
Gerard gli aveva detto e dopo pochi secondi l’altro ragazzo gli rispose. “Ti
sento forte e chiaro Miss Moneypenny. Che c’è? Qualche falla nel nostro piano?”
“Laz?!” chiese lui non
capendo. “Ma mi ha riconosciuto? Sono io, Patrick.”
Patrick non lo vide, ma
dall’altra parte del telefono Adam, seduto sul sedile della macchina di Matt,
un amico di Brian, strinse gli occhi in maniera sospettosa. “Lo so che sei tu,
lo so! Ma devi usare il mio nome in codice. Non vorrai che qualcuno ci senta e
mandi a monte la nostra missione?! Qualcuno come… Lacey”
“Ma non c’è nessuna missione
da mandare a monte!” ribatté Patrick incredulo. “Stiamo solo uscendo… Poi, chi
saresti tu? James Bond?!”
“Mi sembra ovvio”
“Ehi!” esclamò Patrick
“Perchè Miss Moneypenny devo farla io?!” poi scosse la testa. “E soprattutto
perché ti do ancora retta?”
Adam sorrise guardandosi
le unghie della mani soddisfatto. “Forse perchè sono un’adorabile canaglia?”
“Nah, ne dubito” rispose
Trick scuotendo la testa. “Comunque ti ho chiamato per chiederti dove siete,
perché noi siamo quasi arrivati.”
“Oh” sussurrò Adam
sorridendo. “Anche noi, Matt sta parcheggiando”
“Perfetto!” decretò
Patrick volendo chiudere la più presto quella telefonata. “Ci vediamo dentro!”
“Trick… Non dimentichi
nulla?”
Patrick sospirò
rassegnato. “Passo e chiudo, James.”
La macchina di Gerard si
fermò davanti ad un disco-pub, che a Patrick ricordava leggermente un peep show,con un insegna viola che diceva The Kiss of Dawn.
Il tipo che lo gestiva,
Ville, era finlandese, ed era magrissimo e pallido quasi come Gerard.
In effetti li vedeva bene
insieme, magari rinchiusi in una cripta, a bere sangue umano.
Per lui lavoravano due
ragazzi. Uno era mingherlino, magro e con i capelli ricci e neri, Mat, e
serviva ai tavoli; l’altro era un amico di Gerard, aveva i capelli biondi e la
barba e faceva il barista, Bob.
Patrick li ammirava;
pensava che quei due avessero realmente sangue freddo perché quando vedeva
Ville da fuori gli metteva non poca soggezione. Ma la metà della gente che
incontrava si congratulava con lui per non prendere Jared a testate, quindi
immaginò fosse la stessa cosa.
Bastava farci l’abitudine.
Bert e Patrick scesero e
raggiunsero Adam, Brian e il suo amico, in piedi davanti al locale.
-Ehi, Matt!- esclamò Bert
andandogli incontro e cercando di fare un saluto tipico del ghetto. –Bella,
Bro! Come ti butta, fratello?-
Matt, si tolse gli
occhiali (ebbene si, aveva i Ray Ban nonostante fossero le dieci di sera. Che
volete farci? Picchiarlo? Bhe, lui è sicuramente più grosso di voi e si
ribellerebbe, non vi conviene.) e lo guardò con un misto di pietà e
rassegnazione, per poi dargli due piccole pacche amichevoli sulla fronte come
se fosse un cagnolino.
Patrick lo salutò con un
gesto del capo.
-Ciao, Matt!- disse Gerard
avvicinandosi al gruppo e abbraciandolo. –Che ci fai qui? Non pensavo che alla
fine saresti venuto davvero..-
-Già- borbottò Matt.
–Nemmeno io. Ma quando lui e Zack hanno cominciato a litigare come una coppia
sposata da cinquant’anni ho ceduto… Ne andava della mia salute mentale-
-Ehi!- esclamò Brian punto
sul vivo.
-“Ehi” nulla!- gli rispose l’amico. –Quando lui gli ha detto che
sarebbe venuto qui, Zack ha cominciato a fare “Ecco! Tu preferisci andare in quello stupido locale piuttosto che
passare del tempo con me”- disse Matt alzando la tonalità della voce per
imitare quella di Zacky. –E allora l’altro fa: “Io passerei del tempo con te se non fosse che ogni dieci secondi mi
ritrovo tua madre a casa”- continuò interpretando Bri. – e allora Zack ha
cominciato a urlare “Non mettere in mezzo
mia mamma! Non osare nemmeno!”“Io
non la nomino, ma quella c’è! C’è sempre! E’ come lo Spirito Santo!”.. Vi
giuro, ho ceduto e ho detto a Zack che l’avrei tenuto d’occhio io perché mi
dispiaceva perdere due amici nella stessa giornata, sarebbe stato pesante da
vedere, ma altrimenti avrei messo fine io al loro litigio.. con il sangue!-
-Non facevamo così-
borbottò Brian facendogli una pernacchia.
-Ah, è vero!- si corresse
Matt. –Manca anche quando Zack ha cominciato a fare la tua imitazione “Oh, guardatemi, sono Brian Haner... Mi credo
un figo ma in realtà piango quando guardo Grey’s Anatomy” e allora tu hai
cominciato a saltellare e a urlare “Questo
non lo dovevi dire! Avevi promesso che non l’avresti detto!”-
-Dov’è Wentz?- domandò
Brian cercando di cambiare argomento.
-Ha detto che ci raggiunge
più tardi- spiegò Patrick.
-Ok…- disse Adam.
–Entriamo!-
All’interno il locale
aveva delle poltroncine viola,le pareti
erano senza intonaco e lasciavano vedere le pietre del muro. Sulla parete c’era
uno striscione che annunciava l’evento e una decina di tavolini posizionati in
cerchio per l’occasione.
Entrarono e si
avvicinarono al tavolo delle iscrizioni.
Un ragazzo riccio e magro
era seduto con una pila di fogli davanti.
-Giorno Mat!- esclamò Adam
avvicinandosi.
-Sera, ‘Dam, è sera- lo
corresse non alzando gli occhi dal foglio.
-Noi ci vogliamo
iscrivere- spiegò Gerard abbassandosi verso di lui.
-Tutti?- chiese Mat.
-Bhe, veramente io..-
cominciò Matt, ma un calcio negli stinchi da parte di Brian lo zittì.
-Certo!- esclamò quest’ultimo.
–Tutti! Anzi, deve arrivare un altro nostro amico-
-Ok- sorrise Mat.
–Scrivete i vostri nomi su questo foglio. Costa 10$ eavete una consumazione gratis. Prendete anche
la scheda delle preferenze da compilare.-
-Grazie- sorrise Patrick prendendo
tutti i fogli.
-Senti, ma dici che
facciamo in tempo a parlare con Ville prima che inizi?- domandò Gerard.
Mat sorrise ancora.
–Certo! Credo che lo trovate in prossimità del bancone degli alcolici. E’
sempre in prossimità del bancone degli alcolici.-
-Ok- rispose Adam. -Vieni
a salutare Ville- esclamò poi rivolto a Patrick mentre Gerard e Bert l’avevano
quasi sollevato di peso trascinandolo con loro.
-Cazzo!- disse Gerard
guardandosi in giro e indicando un ragazzo da una folta, ma proprio folta, chioma riccia e rossa.
–Quello io lo conosco! Quello è Toro, andavamo a scuola insieme-
-Cazzo, che fortuna-
mormorò ironico Bert. –No… non dirmi più cose del genere che poi ci rimango
male e sono geloso-
-Ma era simpatico- spiegò
Gerard. –Un po’ strano, forse, ma simpatico.-
-Se lo dice lui poi deve
essere davvero strano forte- sussurrò Adam all’orecchio di Patrick, che annuì.
-Ciao, Ville!- esclamò
Bert correndo incontro al proprietario e cercando di riproporre lo stesso
saluto che aveva offerto poco prima a Matt. –Yo, fratello!-
Ville lo guardò un attimo
incerto e poi scosse la testa. –Mi dispiace, io non faccio certe cose-
Salutò anche gli altri e
poi fece segno a Bob di portare una bottiglia di vino. –Ok, questa la tenevo
per una grande occasione, e cioè per il giorno in cui voi vi sareste finalmente
decisi a passare. A proposito, come mai?-
Gerard sorrise. –E’ per
gli appuntamenti al buoi. Abbiamo iscritto Patrick-
Ville rise. –Il bello è
che quando l’ho organizzato non pensavo che qualcuno si iscrivesse davvero.
State attenti però, c’è un po’ di gente strana in giro. A cominciare da voi-
-Ah, che simpatico-
commentò Adam bevendo un sorso di vino. –Ma questo lo dobbiamo pagare?-
-Che marcione che sei!-
esclamò Ville. –No, questo ve lo offro, signor Marcione.-
-Ok- disse Mat al
microfono. –Gli appuntamenti stanno per cominciare. Dieci appuntamenti, uno
ogni cinque minuti. Appena suona la campana cambierete di tavolo-
Patrick, Gerard, Adam e
Bert tornarono al centro del locale dove gli altri li aspettavano.
Nel frattempo era arrivato
anche Pete.
Appena lo vide, sorrise a
Patrick mettendogli una mano sulla spalla. –Non avrai mica pensato che ti avrei
lasciato solo proprio adesso? Gli amici si vedono nel momento del bisogno-
Patrick rise. –Non l’ho
mai dubitato-
Si sedettero.
Il primo che si presentò
davanti a Patrick fu proprio l’amico di Gerard.
-Ciao, io sono Ray. Vengo
dal Jersey. Tu ci sei mai stato in Jersey? E’ un bel posto il Jersey. Tu da
dove vieni? Sei di Los Angeles?-
-No, sono di Chicago- rispose
Patrick leggermente frastornato.
Ma quanto parlava?
-Bella Chicago! Fa un po’
freddo però. Sai in quale altro posto fa freddo?! In Islanda. Li fa un
maledetto freddo cane. E sai chi viene dall’Islanda? Bjork. E’ una musicista. A
me piace la musica. Suono la chitarra, sai?! Tu suoni qualcosa? Da piccolo ho
suonato anche il flauto dolce ma non ero un gran che. Poi mi dimenticavo il
flauto a casa e il mio maestro mi prestava il suo. Che schifo, ci sputava
dentro e me lo dava. Hai mai suonato il flauto dolce? Io sapevo fare l’Inno
alla Gioia…-
-Non vorrei sembrarti
antipatico- cominciò incerto Patrick. –Ma… nessuno ti ha mai detto che parli
tantissimo?-
-Sono in imbarazzo-
mormorò Ray rimanendo zitto.
Suonò la campana.
Quando Adam vide chi era la
persona che si era appena seduta quasi si strozzò con il vino.
-John?!-
Il ragazzo si passò una
mano sulla fronte. –Adam?! Che ci fai qui?-
-Per la stessa ragione per
cui sei qui tu- gli rispose acido.
-Come te la passi?- chiese
John.
-Alla grande. Meravigliosamente.
Da dio. Come non mai.-
-Bhe, sono felice per te-
-BRUTTO STRONZO! COME HAI
OSATO LASCIARMI?!- urlò ad un certo punto Adam. –IO TI AMAVO..-
-Mi dispiace- mormorò John
bevendo un sorso di birra.
-CHE C’E’? NON TI
SODDISFAVO PIU’?- continuava ad urlare. –HAI TROVATO QUALCUNO CHE TE LO SUCCHIA
MEGLIO?!-
-Dio, - disse John
massaggiandosi la tempia. –Non parliamo delle nostre scopate. Ti prego, è una
cosa che voglio dimenticare-
-PUTTANA!-
John scosse la testa. –Mi
dispiace se non ero più innamorato-
-Andiamo a Venezia. Solo
io e te. Faremo l’amore tutto il giorno- sussurrò Adam con gli occhi che gli
brillavano, cambiando totalmente espressione.
John ridacchiò. –Tu sei
pazzo-
-E TU UNA PUTTANA!-
La campana suonò di nuovo.
Patrick alzò lo sguardo.
–Ehi, ma tu non sei Matt, l’amico di Adam?-
-Ciao, Trick, come va?-
-Bene. Scusa la domanda,
ma che ci fai qui?- chiese Patrick leggermente curioso.
-Mi sento solo- sussurrò
Matt stringendo il labbro tra i denti. –Voglio un ragazzo, qualcuno che mi ami..-
-Benvenuto nel club,
fratello- disse Patrick finendo il vino in un solo sorso.
La campana suonò, ancora.
-TU DEVI SMETTERLA DI
ILLUDERE IL MIO AMICO!- urlò Bert contro John, che se ne stava seduto
comodamente sulla sedia. –E’ GIA’ DIVENTATO MEZZO PAZZO PER COLPA TUA, VUOI CHE
SI RINCITRULLISCA DEL TUTTO?!-
-Allora…- sospirò John.
–Ho cambiato indirizzo, cellulare, e-mail, numero di casa e posto di lavoro. Il
prossimo passo sarà espatriare in Messico. Lui praticamente mi perseguita. Un
maniaco sarebbe meno asfissiante-
-BHE, NON LO SAPEVO
QUESTO!- continuò Bert nel medesimo tono di voce di prima. –QUINDI TI CHIEDO
SCUSA!-
La campana fece un nuovo
trillo.
-In realtà…- cominciò
Brian sorridendo al ragazzo che aveva davanti. –Non mi piace vantarmi, ma ho
fatto nascere due gemellini in un ascensore di un grattacielo durante un
blackout, lo sai?! Però sono un ragazzo come tutti gli altri. Non sono
speciale, non voglio che gli altri mi ammirino per questo. La gioia più grande
è stata vedere la luce brillare negli occhi di quei giovani marmocchi- sorrise
prima di sentire qualcosa di duro e doloroso, qualcosa che riconobbe come un
cubetto di ghiaccio dei drink, colpirlo sulle spalle. –Ehi!- esclamò girandosi.
In quel momento incontro lo
sguardo di Matt che lo fissava minaccioso.
Deglutì.
-E la madre che cosa ha
fatto? Ha chiamato uno dei bambini come te?- domandò il ragazzo rapito dalla
storia.
-Ehm, no- mormorò Brian.
–Anzi, non sono sicuro neanche che fosse incinta, sai? Magari era solo
esageratamente… grassa-
-Ok, signori- esclamò Mat
nel microfono. –Facciamo dieci minuti di pausa-
Patrick sospirò e decise
di usare il suo buono drink.
Ne aveva realmente
bisogno.
-Mi dai una birra?- chiese
a Bob, che annuì.
-Hai incontrato qualcuno di
interessante?- gli domandò.
-Nah, solo potenziali
maniaci-
-Non preoccuparti- lo
rassicurò Bob versando la bevanda nel bicchiere. –Troverai anche tu quello
giusto-
E, fatalità del destino,
proprio in quel momento, qualcuno inciampò contrò la schiena di Patrick
facendogli rovesciare la birra a terra.
-Merda!- esclamò lui.
Il ragazzo che gliel’aveva
fatta cadere si passò una mano tra i capelli. –Oh, cazzo. Mi dispiace. Te ne
offro un’altra- propose sorridendo. –Io sono Joe, comunque.
Patrick ricambiò il sorriso
stringendogli la mano. Quel ragazzo era tenero. -Patrick-
-Ehi, Trick!- lo chiamò
Gerard. –Noi dobbiamo andare perché Adam si è ubriacato e sta cercando di
morsicare John. Tu che fai?-
-Bhe, ecco… veramente,
io…- cominciò Patrick
-Gli stavo offrendo da
bere- spiegò Joe.
-Oh- sussurrò Gerard con
un sorriso a 64 denti. –Bhe, fate con comodo allora. Puoi riportarlo a casa tu,
o non riportarlo affatto per tutta la notte. Insomma, organizzatevi voi come
siete più comodi-
Gerard se ne andò facendo
pollice in alto all’amico e Patrick ridacchiò imbarazzato, scusandosi del suo
comportamento con Joe.
Ma non tutti furono
soddisfatti della fine della serata.
Naturalmente non lo era
Adam, che ora stava cercando di prendere a gomitate Brian che lo stava
trascinando di peso in macchina; non lo era Matt, che si chiedeva come mai
aveva accettato di uscire con quei pazzi; e non lo era Pete, che sentiva
crescere una fastidiosa sensazione alla base del suo stomaco.
TO BE
CONTINUED...
[*West Side Story.]
[NdA: Eccomi di nuovo qui =)
Ci sto mettendo una vita a scrivere i capitoli, ma nello stesso tempo
aggiorno questa ff molto più in fretta delle altre xDD sarà perché mi diverto
come un babbuino a scriverla xDD
I personaggi di questo capitolo (devo smetterla di anticipare i
personaggi xDD ogni volta che li annuncio cambio idea xD ):
-Frank Iero: chitarrista dei My Chemical Romance
-Matthew Sanders aka Matt
Shadows: cantante degli Avenged Sevenfold
-Mat Devine: cantante dei Kill Hannah (lui doveva entrarci per
forza nell ff.. L’ho incontrato al concerto degli Aiden e mi ha parlato per
qualcosa come mezzora di quando lui provava a fare sci nautico da ubriaco <3
è adorabile!)
-Ville Valo: Cantante degli HIM
-Ray Toro: chitarrista dei My Chemical Romance
-John Nolan: ex cantante-chitarrista dei Taking Back Sunday,
attuale cantante-chitarrista degli Straylight Run
-Matt Rubano: bassista dei
Taking Back Sunday
-Bob Bryar: batterista dei
My Chemical Romance
-Joe Trohman: chitarrista
dei Fall Out Boy
Io avrei trovato un ragazzo per Jared in teoria (è l’unico libero della
ff se non si considera che forse ho nominato la suaragazza una volta… ma facciamo finta che io
non l’abbia fatto xDD) ma viene fuori davvero una coppia stranissima xDDD
E poi sono felicissima *_* a scuola stavo guardando il myspace dei
Blackout (ormai l’ora di architettura serve solo a questo xDD) e ho scoperto
che verranno in Italia il 16 e il 18 giugno.. finalmente ho trovato un concerto
estivo!
Thanks to:
-The Fantasy: Jepha è finito a lavorare nel salone di bellezza un po’
perché non sapevo dove farlo lavorare e un po’ perché.. non lo so, mi ispirano
i suoi capelli xD Bacio =*
-Chemical_Lady: Grazie mille *_* Mi fa piacere che mi piaccia =] in effetti
tradire il proprio ragazzo con suo fratello è da merdacce xD capisco il povero
Gerard xD Bacio =*
-BluAndYellow: Mi fa piacere che ti abbia fatto ridere xD Quello e
questo qui fino ad ora sono stati i capitoli in cui mi sono divertita di più xD
Bacio =*
-Fallen: Bert mi da l’idea di uno che ha paura di andare dal
parrucchiere xD un po’ come la strega del mago di Oz ha paura dell’acqua xD
Nah, scherzo xD Bacio =*
-Chrystal:Ok, ammetto che la stupidità tiene impegnato Pete per la
maggior parte del suo tempo in questa ff xDD No, poverino… il cancro agli occhi
no.. che crudele che è Pete! xDD Bacio =*
-Isult:Anche io sono vegetariana.. e bhe, mi unisco al club xDD Bacio =*
In teoria nel prossimo capitolo vedremo gli avenged, ma è possibile
anche che cambi idea, quindi aspettatevi di tutto xDD
E grazie a quelli che leggeranno e commenteranno questo capitolo ^^ ]
-Quindi
si è trovato il ragazzo?- chiese Jared ordinando i vasetti di vernice l’uno
dietro l’altro.
Bert
alzò le spalle aspirando un tiro della sigaretta. –Bho, Gerard dice di sì, o
almeno qualcuno gli ha offerto da bere…-
-E
non si sa se è ancora.. illibato?!-
-No..
ma Bri ha un piano per questo..-
-Per
cosa?- chiese Jared prendendogli la sigaretta dalle mani e leccandosi due dita.
Poi la spense e tranquillamente la rimise nella tasca della sua felpa.
Bert
grugnì.
-Ehi!- esclamò quest’ultimo, accendendosene
un’altra. –Intendevo.. per scoprire se ieri sera ha.. consumato. Lo porta fuori sta sera.-
-Con
i suoi amici?-
-Già.-
-Poverino-
mormorò Jared avendo pietà di lui. –Mi fa pena, ma alla fine è per il suo bene.
E’ una cosa che ti forma il carattere.-
-Ma
stavo pensando.. ma se ci stesse prendendo tutti per il culo? Se in realtà lui
trovasse così palloso lavorare per te (e in effetti lo è, Jary) da aver trovato
questo passatempo?-
Jared
alzò un sopracciglio. –Nah. Cioè, ammettiamo che a qualcuno venisse in mente
questa idea malsana.. Quel qualcuno non sarebbe Patrick.. non è il tipo. E’ più
qualcosa che farebbe qualcuno come.. me stesso. Però..-
-Però?-
gli domandò Bert curioso.
-E’
molto carino.- disse il proprietario annuendo.
-Te
lo faresti?- chiese Bert.
Jared
annuì. –Certamente.-
-Te
lo faresti- concluse Bert.
-Non
sapete che a parlare alle spalle degli altri si diventa ciechi?- domandò Adam
arrivando dietro di loro con uno scatolone in mano.
-Ma
non si diventava ciechi quando ci si fa le seghe?- chiese Bert dubbioso.
-Bhe,
è lo stesso. Allora diventate muti e senza udito! Ti piace di più?!-
Jared
si allontanò da loro raggiungendo Patrick e Bert diede una gomitata ad Adam
facendogli segno di non perdersi la scena.
-Ehi,
Trick!- esclamò il padrone del negozio.
-Ehm..
Ehi, Jared- gli rispose poco convinto Patrick attaccando il cartellino con il
prezzo a un porta vaso.
-Allora..
Stavo riflettendo sul tuo problema e mi stavo chiedendo se.. fossi ancora vergine..-
Patrick
arrossì. –Bhe, vedi.. io non amo parlare della mia vita privata, perché mi
piace che rimanga tale..-
Jared
sospirò. –Lo sei, vero?-
-Sì.
Sì lo sono.- annuì Patrick.
-Bene..-
commentò Jared sorridendo.
Patrick
alzò un sopracciglio. –Se lo dici tu..-
-No-
si corresse Jared. –Non intendevo dire che il fatto che tu sia ancora vergine
sia una bella cosa, ma… tu sai cos’è un sess-amico?-
-Un..
che?-
-E’
un amico…- spiegò Jared. –Con cui puoi fare sesso-
-Oh.
Ma al tuo “ragazzo” non darebbe
fastidio?-
Jared
scosse la testa. –Nah, lui è un tipo di mente mooolto aperta-
-No!-
gli rispose deciso Patrick. -Ti ringrazio per la proposta, è davvero molto
carino che tu abbia pensato a me, ma no.-
-Non
sei convinto, eh?!- esclamò Jared -Vedi, Trick, devi sapere che quando ero
adolescente… ebhe, lo so che la cosa ti
sconvolgerà, ma ormai è passato un po’ di tempo.. C’era un ragazzo biondo,
Matt.. E, insieme conoscemmo le gioie del sesso tantrico (e puoi immaginare
quanta gioia porti, il sesso
tantrico)…-
Patrick
si passò una mano sulla tempia, massaggiandosela. –Sì, ma non voglio-
-Comunque,
dopo circa un anno che stavamo insieme, mi ha scaricato senza neanche darmi una
cazzo spiegazione.. E così gli ho dedicato una canzone che faceva pressappoco
così “Come,
break me down.. Bury me, bury me..I
am finished with you! Look in my eyes, you're killing me, killing me..All I
wanted was you!”(*)- canto Jared cominciando ad agitarsie a battere i piedi per terra.
-Wow..-
disse Patrick trattenendo le risate. –Che carino.-
-Ti
piace?- gli occhi di Jared si illuminarono. –Shan mi ha sempre detto che sono
bravo.. Me la cavo anche a suonare la chitarra, sai? Vuoi sentire?-
-No!-
rispose Patrick, forse un po’ troppo brusco. –Cioè, voglio dire, no perché io
non sono in pausa, sto lavorando. Perché non vai da Brian e Gee? Frank mi ha
detto che Gerard se la cava piuttosto bene a cantare e Bri suona la chitarra da
secoli ormai. Potete fare una gara, tu contro loro due!-
Jared
sorrise all’idea di battere Gerard e Brian e umiliarli terribilmente. –Sai che
è una buona idea?!- domandò a Patrick avviandosi verso il retro. –Però tu pensa
alla mia proposta, mi raccomando-
-Ok..-
gli mormorò Patrick poco convinto.
***
-E
così…- mormorò Bert mentre accendeva la playstation. –Stai ritrovando la tua
fede..-
Adam
chiuse la porta a chiave e scosse la testa. –No-
-Bhe-
esclamò Bert avviando Gran Turismo 4. –Ma non vuoi fare sesso!-
In
quella saletta c’erano più videogiochi che nella camera di un teenager
giapponese.
Era
un fondo comune. Quando a fine mese arrivava lo stipendio a tutti gli impiegati,
tutti mettevano 20 $ per comprare nuovi giochi così da non annoiarsi durante il
mese successivo.
Per
la gioia di Jared, che amava tanto quando loro cazzeggiavano.
No,
in realtà no.
Li
avrebbe bruciati tutti quei dischetti se avesse potuto.
-Si
chiama castità! Come quella di Britney Spears prima del matrimonio- esclamò
Adam scegliendo la macchina che avrebbe usato.
-Britney
è casta quanto lo sono io, e l’ultima volta che io ho fatto sesso è stata ieri
sera!- rispose Bert. –Gli unici che non fanno sesso sono i preti, a quel che ne
so-
-Sì,
bhe, allora da oggi quelli che non fanno sesso saranno i preti e Adam Lazzara, che non è come loro
però ne condivide alcune scelte- disse Adam parlando in terza persona.
-O-ok.
Sai che dovrai anche smettere di fumare?-
Adam
alzò un sopracciglio. –E perché?-
-E’
peccato! Come lo sono le magliette in poliestere e radersi la barba! Io lo so,
i miei sono mormoni… Non ti dico che palle!-
-Bert…-
-Sì,
e lo è anche la masturbazione! L’unico piacere lo puoi trovare con Dio, e non
dico in senso fisico-
-Bert…-
lo richiamò di nuovo Adam.
-Oh,
e dovrai andare a messa tutte le domeniche mattine.. Però qui sei nei guai,
perché dubito che Jared te lo lascerà fare, castità o no..-
-BERT!-
urlò Adam.
Bert
finalmente smise di parlare, però riuscì a doppiare la macchina di Adam, che
imprecò.
-Ah-ah.
Attento, cominci proprio con il piede sbagliato questo tuo cammino- lo sgridò
Bert.
-Per l’ultima volta: io non voglio farmi
prete!-
-E
allora perché me l’hai detto?- gli domandò l’amico.
-Ma
io non te l’ho detto! E’ tutto un film che hai visto nella tua testa!- disse
Adam esasperato. –Io ho solamente deciso di smetterla con il sesso per un pò-
Bert
alzò un sopracciglio. –E visto che è una scelta pesante pensi di trovare
conforto nella fede?-
-Ehm…
No!-
-Comunque
è una scelta che fa schifo! E’ terribile volersi fare del male così!- borbottò
Bert. –Rinunciare a tutto il sesso orale, il sesso anale, la masturbazione, il
rimming, e tantissime altre cose divertenti.. Mi dispiace, ma non posso
appoggiarlo-
-Ma
scusa, pensa a Patrick.. Lui non si preoccupa di trovare un ragazzo, non deve
spendere soldi per pagare cene nei locali costosi, niente liti e di conseguenza
niente notti passate a dormire sul divano di Gerard.. Una vita tranquilla,
insomma.. –
-Sì,
ma.. Anche mio cugino diceva così, sai? Gli dicevo “Andy, rubiamo il wishey che il nonno tiene nel cassetto della scrivania!”
e lui “No, Robert. E’ peccato.”. Gli
dicevo “Andy, dammi 100 dollari così
compro delle carte d’identità false e andiamo nei night club!” e lui “No, Robert. E’ peccato”. Poi, una volta..
sai, era il periodo in cui io uscivo con Quinn, gli ho chiesto”Andy,
che ne dici se ti presento un mio amico, Branden, per uscire in quattro?” e
lui “Ah, no, Robert. Mi dispiace ma mi
faccio prete”. E’ così che va il mondo-
-Il
tuo semmai! Nel mio, di mondo, quando uno è casto non si fa prete, è
semplicemente… casto-
-Sai
invece quello che penso io che cos’è? Penso che o finirai davvero come mio
cugino Andrew o non durerai neanche una settimana-
***
-Che
vuoi?- domandò Patrick mettendosi la giacca.
Brian
sbuffò mettendosi in tasca le sigarette e cercando le chiavi della macchina.
–Perché hai mandato Jared da me e Gee? E’ arrivato li con la chitarra dicendo
che dovevamo fare una gara.. Mi ha detto di suonare, ma io avevo paura che se
avessi suonato meglio di lui avrebbe cominciato a lagnarsi, così ho fatto
schifo.. Ora mi chiama Schifezzino!
E, cazzo, essere chiamato Schifezzino
quando si tratta di chitarra, bhe.. è pesante.-
-Mi
dispiace- mormorò Brian realmente dispiaciuto. –Ma meglio te che io..-
-Allora
hai impegni per sta sera?- chiese Brian. –Devi vedere Joe?-
Patrick
scosse la testa. –No.. andiamo a cena insieme domani… Sta sera credo che
collasserò sul divano guardando American Idol..-
-Eh,
no- esclamò Brian scuotendo la testa. –Tu vieni a cena a casa mia, Zack
preparerà le fettuccine con la panna e il prosciutto. Sta sera poi si va a casa
di Jimmy e Johnny.. E poi ci sarà anche Matt, che è un uomo solo e triste come
te, quindi insieme vi divertirete!-
-Non
mi va!- esclamò Patrick sincero, immaginandosi un’ennesima serata con loro.
No,
era decisamente meglio la tv.
Brian
strinse gli occhi. –Non è questione che tu lo voglia o no, perché io ti metto
ko con una testata se tu ti opponi a passare la serata con me. La questione è
che… Che non c’è nessuna questione!- concluse il ragazzo dai capelli neri. –Tu
vieni e basta!-
Patrick
cominciò a lamentarsi e piagnucolare, ma infondo sapeva che era inutile.
-E
così..- cominciò Pete avvicinandosi a Patrick. –Domani esci con Joe?-
Patrick
annuì.
Pete
sorrise. –Che ne dici se usciamo in quattro, allora? Tu e Joe, io, e poi anche
Andy, magari.. Infondo io non lo conosco ancora-
-Bhe,
ma forse prima di farlo conoscere ai miei amici dovrei uscire qualche volta da
solo con lui…-
Nel
frattempo Brian stava parlando al cellulare. “Ma che cazzo, Zack! ..Ma proprio
oggi dovevi portarla dal meccanico?! ..Sì, bhe, ma Matt esiste apposta! ..Non
sono pigro, è solo che non mi va di passare a prenderti.. No, non è per quello,
è logico che voglio vederti! ..Ok, senti..ok arrivo ..Dammi dieci minuti e sono
lì ..Anchio ti amo”
Chiuse
il cellulare e si voltò, afferrando Patrick per un braccio. –Ok, Biancaneve, ti
metti d’accordo dopo con Brontolo per organizzare la tua notte di sesso
sfrenato, adesso dobbiamo andare a prendere Zacky-
Pete
gli fece vedere il dito medio.
Solo
perché non era molto alto, questo non dava il diritto a Brian di dargli del
nano.
Infondo
quando veniva al lavoro senza essersi fatto la doccia Pete non lo chiamava di
certo Fogna a Cielo Aperto.
Perché
infondo era questo che gli dava fastidio dell’affermazione di Brian.
Solo
questo.
-Ricordati
di chiamarmi sul cellulare per le novità!- esclamò Gerard a Brian che gli fece
pollice in alto.
Brian
aprì la macchina e Patrick si sedette accanto a lui.
Appena
mise in moto si accese lo stereo e partì “Welcome
to the jungle” a tutto volume.
-Allora…-
cominciò Brian mentre Patrick fissava gli enormi dadi rossi di peluche appesi
sopra lo specchietto girare su se stessi. –Il programma della serata è questo:
adesso andiamo a prendere il mio uomo in negozio perché la sua macchina ha fuso
il motore, mangiamo e poi andiamo da Jimmy.. Dopo non so se decidiamo di andare
da James o meno.. ma tanto lì dentro di solito noi entriamo gratis, quindi non
devi preoccuparti.. Ah, non so quando torneremo.. può anche essere che torniamo
in tempo per prendere un caffè e una brioche da Bren e andare da Jared..-
-Che
cosa? Pensi di rimanere in piedi tutta la notte?- chiese Patrick.
-Nah,
non proprio. Tu hai mai.. bevuto così tanto da collassare?-
-No-
disse Patrick leggermente sconvolto. –E’ questo il programma della serata?
Andare in coma etilico?-
-Bhe,
ma tu non sei obbligato!- esclamò Brian chiudendo la macchina. –E’ solo che
immagino è quello che faranno tutti, quindi, sai.. per non sentirti escluso..-
Patrick
scese dall’auto. –No, grazie. Non ci tengo.-
-Tuo
fratello è un rompiballe incrdibile!- esclamò Brian entrando nell’agenzia.
Shannon
alzò gli occhi dal suo computer dove stava giocando a solitario. –Benvenuto nel
mio mondo-
-Oggi
è venuto da me con una chitarra e mi ha sfidato!- esclamò Brian togliendosi il
giubbotto e buttandolo su una sedia. –Voglio dire, ha sfidato ME, Brian Elwin
Haner Jr, con la chitarra! E’ un pazzo!-
-Ciao
Trick!- lo salutò Shan sorridendo e cercando di non parlare più di Jared.
-Ciao-
Patrick si guardò intorno.
Matt
stava finendo di parlare con una vecchia coppia di cinquantenni, consigliandoli
una tranquilla crociera in Europa, mentre di Zack non c’era nessuna traccia.
-Dov’è
il mio uomo?- domandò Brian sedendosi scompostamente.
-La
tua donna, vorrai dire- ridacchiò Matt mentre accompagnava la coppia fuori.
-Fanculo,
Shads!- esclamò Zacky uscendo dal retro.
Si
avvicinò a Brian mettendogli le braccia al collo e dandogli un bacio sulle
labbra. –Ero uscito a fumare una sigaretta.. Come mai ci hai messo tanto?- poi
si accorse di Patrick. –Oh, ciao Trick!-
-Ciao
Zacky-
-Ci
abbiamo messo tanto perché Pete e Patrick avevano intenzione copulare per la prima volta, ma io gli
ho fermati perché se no arrivavamo in ritardo- spiegò Bri.
-Ehi,
questo non è assolutamente vero!- esclamò Patrick.
Perché,
no.
Nonostante
quello che poteva pensare, volere o sperare, loro non stavano insieme.
-Già-
rimarcò Zack –Bri mi ha detto di questo.. Joe, ma me ne puoi parlare sta sera. A,
a proposito di questo. Bri.. posso parlarti?-
Brain
annuì e lo seguì sul retro.
-CHE
DIAVOLO, BRI!?- urlò Zack –CHE CAZZO.. DOVEVI DIRMI CHE VENIVA A CENA! ED
ADESSO CHE COSA GLI DO DA MANGIARE?! LE CROCCHETTE DI ICKY E DI PINKLY!-
-Ma,
Zacky-bello, io e i ragazzi l’abbiamo
deciso solo oggi..-
-Ah,
fantastico! E chi ci va di mezzo?! Io e la mia cena! Ma tanto non sarà un
problema mio!- continuò ad esclamare Zack. –Guarda che se non c’è abbastanza
prosciuttino per fare il sugo sei tu quello che mangia la cena di
Ichabod!-
-AH,
PERFETTO- ricominciò ad urlare Brian. –E COSI’ SONO IO QUELLO CHE NE FA LE
SPESE!-
-E
CERTO! CHI LE DEVE FARE?! IO?! TRICKY?! MATT?!- gridò Zack sconvolto.
-Bhe..-
cominciò Brian dubbioso. –Forse..-
-Oh,
non preoccuparti..- cominciò Shannon spegnendo il computer. –Fanno così più o
meno ogni volta che Brian lo viene a trovare-
-Ok,
andiamo- esclamò Brian sorridendo come se la litigata di prima non fosse
avvenuta.
Zack
annuì e saluto Shannon, e così fecero anche gli altri.
Poi
il fidanzato di Brian si voltò verso Matt. -Senti, facciamo che ci vediamo da
Jimmy verso le nove e mezza..-
Matt
alzò le mani in segno di resa. –Come se avessi altra scelta..-
-Già,
non c’è l’hai- sorrise Zack afferrando la sua giacca e andando nel parcheggio.
Salirono
in macchina e Patrick si sedette dietro, fissando la strada.
Non
aveva voglia di stare lì.
Voleva
chiamare Joe.
Mettersi
d’accordo con lui per passare una splendida serata il giorno dopo e fare vedere
a Pete che anche lui poteva passare dei momenti fantastici con un ragazzo
fantastico.
Voleva
fargli vedere che anche lui poteva essere felice.. senza Pete.
Perché
Pete sembrava esserlo da un sacco di tempo senza Patrick.
-Chiudi
il cancello che scappano i cani!- disse Brian a Patrick mentre con un calcio
apriva il portone.
Zack
si fermò ad accarezzare la testa di un cagnolino bianco e con il pelo
riccioe di un cane un po’ più grande e
con il pelo nero. –Loro sono Pinkly e Ichabod.. Non hai paura dei cani, vero?-
Patrick
scosse la testa. –No, mi piacciono gli animali. Pete a casa ha un bulldog, si
chiama Hemingway.. sono abituato ai cani-
Brian
sorrise mentre accendeva la tv e si stravaccava sul divano. –Ah, allora non ti
spaventerà Mr. Bungle, l’essere di
Jimmy… Che animale è quell’ essere, amore?-
-E’
un iguana!- esclamò Zack dalla cucina.
-Sì,
ecco. Solo lui può tenersi una specie di ramarro a casa..- dichiarò togliendosi
le scarpe e buttandole sul tappeto. –Tesorino, vado a farmi una doccia, ok?-
Patrick si voltò verso la cucinala soglia
della cucina dove Zack apparve con un mestolo in mano e un grembiule rosa con
una stampa che diceva “Kiss the cook”,
leggermente alterato. –Certo che no! Questa casa non è mica un albergo! Chi
apparecchierà?! Credi di potere invitare i tuoi amici a casa e poi fare i tuoi
porci comodi?! Eh, c’erto che lo credi! Tanto c’è quell’idiota di Zack a fare
da cameriere!-
-Trick..
–bisbigliò Brian. –Lo puoi aiutare tu? Se no non la smette più..-
Patrick
annuì mentre Brian saliva le scale.
-Ti
ho sentito!- gli urlò contro il suo ragazzo.
-Ti
amo!- gridò Brian dalla porta chiusa.
Patrick
lo seguì in cucina dove bollivano in due pentoloni sostanze non meglio
identificate.
A Patrick
non risultava che la pasta panna e prosciutto si cucinasse.. così.
–E’
una ricetta di tua invenzione?- domandò incerto.
Zack
sorrise. –No, appartiene alla mia famiglia da generazioni! Il ricettario me l’ha
dato la mia mamma-
-Oh..
ok. Dove trovo le posate?-
-Terzo
cassette a sinistra- gli rispose continuando a mescolare la pietanza. –Solo perché
tu lo sappia.. Tutti i ragazzi sanno.. di
te, ecco. Bri non l’ha fatto per fare lo stronzo, ecco..-
-Ah, certo..- mormorò Patrick tra se e se. –Quando mai..-
-L’ha
tirato fuori solo come.. argomento di conversazione. Quindi non stupirti se Jimmy ti
proporrà di scopare con ogni cosa che si muove (o anche con oggetti inanimati)..
Non è cattivo, è solo… un tantino pervertito-
-Questo
mi dovrebbe rassicurare?- chiese Patrick perplesso.
-Bhe,
no.. Jimmy non rassicura nessuno! Al massimo inquieta le persone.. Ah, e se a
volte non trovi più in giro Jimmy e Johnny, non andarli a cercare, è un
consiglio d’amico. Una volta Mick è andato a cercarli e, bhe, non si è ancora
ripreso.- Prese il mestolo e versò tre porzioni nei piatti, poi si affacciò
dalla porta. –BRIAN ELWIN HANER JUNIOR! E’ PRONTO! SE NON SE QUI TRA CINQUE
MINUTI SCATENO L’INFERNO! –
Patrick
vide Brian precipitarsi giù dalle scale mentre si allacciava la camicia. –Eccomi
qui, signor Massimo Decimo Meridio!- disse dandogli un bacio sulla guancia.
Dopotutto
la cena non fu così male, pensò Patrick.
Certo,
non aveva nulla a che vedere con la pasta con la panna e il prosciutto, ma almeno
era mangiabile.
Dopo
circa mezzora uscirono da casa per raggiungere la villa che James Owen Sullivan
divideva con Jonathan Lewis Seward.
Avete
presente quelle dei film horror con il prato secco e brullo, le persiane instabili
e la spazzatura che trabocca dai cestini?
Ecco,
quella casa era qualcosa di simile..
Naturalmente
non era la prima volta che incontrava quei due.
Lavoravano
in una pizzeria take-away all’inizio del corso dove c’era anche il negozio di
Jared.
Non
che ne avessero bisogno, certo.
Una
volta, quando era piccolo, Jimmy aveva trovato in una scatola di cereali un
pezzo di metallo. Naturalmente l’aveva mangiato pensando fosse una cosa
divertente, ed aveva rischiato il soffocamento.
Ora,
grazie i soldi dell’assicurazione, sarebbe potuto andare avanti per altri
cinque anni, come minimo.
-Buongiorno!-
Jimmy urlò in faccia a Patrick appena ebbe varcato l’uscio di casa sua.
-Ehi,
Jimmy…- sorrise Patrick abbracciandolo. –Come stai?-
-Tiro
avanti!- gli alitò in faccia lui.
Patrick
sospirò . –Sei ubriaco, vero?-
Jimmy
sorrise. –Certo, avevi dubbi?!-
-No..
a dire il vero, no-
-E perché
voi non lo siete?- si intromise Johnny, ubriaco quanto il suo ragazzo. –Orrore!-
-Si
può rimediare!- esclamò allegro Brian togliendo dal sacchetto la bottiglia di
JD e di vodka liscia che si era portato da casa.
-Ragazzi,
buongiorno- disse Matt mentre con una mano giocava con la playstation al
videogioco del wrestling, venendo vergognosamente battuto.
-Johnny,
Matt, sono lieto di comunicarvi Bri e Zee hanno portato il rifornimento di
alcol! Ringraziamoli perché eravamo quasi rimasti a secco.-
Johnny
e Matt sospirarono e dissero in coro. –Grazie.-
Si sedettero
tutti sul tappeto e Jimmy andò a prendere dei bicchieri dalla credenza, dandone
uno a tutti i presenti e versandoci il Jake Daniels dentro.
-Ok,
ora giochiamo a “Non ho mai..”-
spiegò Jimmy. –Comincio io, dico qualcosa che non ho mai fatto e se, al
contrario, voi l’avete fatta, bevete tutto d’un fiato.. tutto chiaro?-
Tutti
annuirono, perché non c’era un granché da capire.
-Mhn.. vediamo.. Non ho mai.. Fatto sesso in ascensore (non
sono mica scemo, soffro di claustofobia)-
Johnny
e Patrick rimasero immobili, mentre Brian e Zack brindarono e tracannarono il whiskey
in un'unica sorsata, e così fece Matt.
-Non ho mai… fatto sesso in un autolavaggio-
disse Matt. Ancora una volta Patrick rimase immobile, Zack e Brian finirono il
secondo bicchiere e Jimmy e Johnny il loro primo.
-Non ho mai… - cominciò Johnny. –Fatto sesso
con più di una persona contemporaneamente-
Ancora
una volta Patrick e Matt rimasero immobili, mentre Zack e Brian finirono anche
il terzo.
-Che cosa?!- squittì Jimmy. –Tu hai avuto una threesome prima.. di me?!-
-Bhe..
– spiegò Brian sorridendo. –Ti ricordi quando c’era quel periodo in cui io e
Zack continuavamo ad uscire con Mick e James?-
-Non
ci credo!- disse Jimmy sconvolto bevendo lo stesso il suo whiskey. –Basta, ho
deciso! Da domani si va in cerca di una persona con cui rendere più interessante la nostra relazione- Johnny
sputò metà del suo drink. –Matt, ci stai?!-
Questa
volta fu il turno di Matt di sputare il drink. –No, grazie. Mi lusinga la
proposta, ma questa volta passo-
Zack
decise che era il momento di ricominciare il gioco. -Non ho mai.. fatto sesso prima dei diciassette anni-
Bevvero
tutti tranne lui e Patrick.
Brian
fissò il suo ragazzo.
-Che
c’è?- domandò lui. –Aspettavo.. la persona giusta-
Brian
gli stampò un bacio sulla bocca. –Sei tenerissimo- Zack arrossì. –Ti amo!-
Jimmy
interruppe il gioco. –No, no. Così non va! Di questo passo Trick non si
ubriacherà mai! Facciamo un break e pensiamo ad un gioco nuovo!-
Johnny
con un cenno del capo attirò l’attenzione di Patrick. –Ti va di aiutarmi con il
ghiaccio?-
Patrick
annuì e lo raggiunse in cucina.
-Sai,-
cominciò Johnny mentre tirava fuori il ghiaccio dal freezer. –Lo so che io non
sono la persona adatta a darti consigli..Voglio dire, so che consideri me e
Jimmy un tantino.. strani-
Patrick
cercò di replicare, anche se un pochino quell’affermazione era vera, ma Johnny
non lo fece parlare. –Eh, eh, eh.. non ho ancora finito. Dicevo…
Che dicevo?-
-Che
tu e Jim siete strani- lo aiutò Patrick.
Johnny
annuì. –Oh, sì, giusto. Stavo dicendo che anche se noi due siamo strani, volevo
provare a darti quello che ne penso di tutta questa faccenda..-
Patrick
chiuse gli occhi aspettandosi l’ennesima presa per il culo.
-Penso
che tu abbia fatto bene! Voglio dire, tutti noi abbiamo avuto la nostra prima
volta con persone di cui.. bhe, parlo per me, ma.. Non è che mi importasse
molto di lei.. Insomma, per me fai bene ad aspettare..-
Patrick
non seppe che rispondere, perchè non si aspettava un discorso così, soprattutto
da lui.
-E
non preoccuparti, prima o poi troverai anche tu, come si dice.. l’altra metà della mela. Insomma, c’è l’hanno
fatta Jimmy e Brian..-
Patrick
sorrise.
Già,
prima o poi l’avrebbe trovata anche lui.
Sperava
solo di non dovere aspettare troppo.
TO BE
CONTINUED...
(*) The Kill by 30 Seconds To Mars
[NdA: Hola! =]
Chiedo scusa per il
ritardo, ma nell’ultima settimana di scuola ho dovuto studiare un pò, e le ff
aveveano un pò il tempo che trovavano, quindi non ho scritto molto..
Ma Sabato sarà l’ultimo giorno
di scuola, poi comincerà la fase cazzeggio, quindi avrò molto più tempo =)
Personaggi:
-Shannon Leto:
batterista dei 30 Seconds To Mars
-Zachary Baker aka Zacky
Vengeance: chitarrista degli Avenged Sevemfold
-Jimmy Sullivan aka The Rev: batterista degli Avenged
Sevenfold
-Johnny Seward aka Johnny Christ: bassista degli Avenged
Sevenfold
Thanks to:
-Isult: Uh, sì xD Credo che
lui e i RayBan vivano in simbiosi xD Comunico che Frank comparirà di nuovo nel
prossimo capitolo =] Eh.. Bhe, vedrai quello che succederà a Adam =] Bacio =*
-Chemical Lady: Eccoti
accontentata, sono comparsi entrambi xDD Spero ti abbia divertito =) Un bacio
=*
-Fallen: Eh, bhe sì xD Pete
è geloso, ma è un babbo, e quindi se lo merita xDD Bacio =*
-BlueAndYellow: Awwwhh!!
Sei troppo buona! *_* Bhe.. si.. pete non è d’accordo.. vediamo se nel prossimo
capitolo si deciderà a parlare con Patrick ^.- Bacio =*
-The Fantasy: Sì, bhe..
Frank e wiL hanno lo spirito da mamma/mogliettina xDD Bhe, per Jared si saprà
solo alla fine xDD Ma ti avviso che è una coppia strana persino per me xDD
Bacio =*
-Chrystal: Sì, povero Pete.. poi si deprime xDD Scusa se
alla fine ho aggiornato più tardi persino rispetto al solito ç__ç Spero ti sia
piaciuto questo capitolo.. Bacio =*
Nel prossimo capitol ritornerà
Frank, appunto.. E poi tornerà Joe e apparirà Andy Hurley!]
Patrick si mise a sedere
sulle piastrelle di casa di Jimmy e si massaggiò la testa.
Dio, ma quanto aveva
dormito?
E, soprattutto, quando si
era addormentato?
Ricordava solo che Jimmy
aveva tirato fuori un vecchio cartellone con un asino disegnato e una bottiglia
di vodka alla fragola, l’aveva obbligato a berla con l’inganno (glielo aveva
versato nella Coca-Cola che Patrick aveva in mano, lo aveva spacciato per un
nuovo gusto della Dr. Pepper, aveva detto che era una nuova versione di vodka
analcolica, e quando mai un essere umano aveva prodotto una vodka senza alcol?!
Sospettava che, se Patrick gli avesse dato il tempo, sarebbe andato in cucina
con Brian a preparare dei biscotti e mettere il liquore nell’impasto), e poi
gli aveva dato in mano la coda di stoffa, sfidandolo ad attaccarla
all’animaletto.
Alzò immediatamente la mano
dal pavimento, scoprendo che era appiccicaticcio, e nella testa gli arrivò un
flesh di quando stavano giocando a Twister e Matt era crollato addosso a
Johnny. Probabilmente gli aveva compresso lo stomaco, perché il poveraccio
aveva cominciato a vomitare come la bambina dell’esorcista o come i tizi di
Jackass..
Nonostante il mal di testa
si alzò.
Brian dormiva a bocca
aperta sul divano, sporco del suo vomito e di forse quello di qualcun altro. Sul
suo petto era attaccato un biglietto (scritto probabilmente da Jimmy) che
diceva “Puzzo. Qualcuno mi pulisca, per
favore”.
Patrick decise che non sarebbe
stato lui quel qualcuno.
Si avviò verso il bagno,
lavandosi la faccia con l’acqua fredda, nella speranza di riprendersi un minimo
e poi tornò in soggiorno.
Zack era sdraiato sul
pavimento accanto al camino, avvolto in quella che sembrava una vecchia coperta
di un cane, Matt era seduto su una sedia davanti al tavolo con la testa che penzolava
pericolosamente verso il pavimento, Jimmy era per terra con il viso sotto la
sedia dell’amico e dalla finestra riconobbe Johnny, che dormiva sull’amaca in
veranda.
-Bri..- cominciò a
chiamarlo Patrick.
-Mamma.. – mormorò l’amico.
–Non voglio andare a scuola.. Voglio rimanere a casa con te a fare i biscotti-
Patrick sospirò.–Bri.. Sono le sei.. io devo come minimo
cambiarmi e farmi una doccia prima di andare da Jared..-
Brian si girò sulla
schiena, cominciando a mormorare cose senza senso.
Patrick scosse la testa e
si avvicinò a Zack.
–Zacky..- lo chiamò. –Zacky, che ne dici di
svegliare Brian? Ormai è tardi, io devo andare in negozio (e anche voi, a dire
il vero)-
-Uh- rispose lui
leggermente schifato nel sonno. –Che schifo il lardo e le cozze nere!-
-No- Patrick scosse la
testa. –E’ tardi. Lavoro.-
Zack si stropicciò gli
occhi. –Cosa? Trick, che ci fai a casa mia?-
-Ti sembra casa tua? Ti
sembra di stare dormendo nel tuo letto?-
Zack alzò un sopracciglio.
–Non è così?- si guardò in giro e poi annuì. –No, è vero. Non è così.-
-Già.- concordò Patrick.
–Come si fa a svegliare tutti?-
Zack annuì pensando ad un
piano.
–E’ impossibile.- scosse la
testa alla fine. -Anzi, forse no. Matt è
la soluzione. Sveglia lui e si sveglieranno tutti.-
-Sembra facile- mormorò
Patrick avvicinandosi al ragazzo addormentato sul tavolino. –‘Sveglia Matt’, questo dice. La fa semplice, lui.
Ma se poi si incazza, Matt si incazza con me!-
-Matt…- provò. –Mattie…
svegliati…- dopo qualche secondo scosse la testa. –No, io ci rinuncio-
Zack sorrise e si schiarì
la voce. –MATT SVEGLIATI! CI SONO I TOPI!-
Matt, quasi come se fosse
stato telecomandato, aprì gli occhi e si mise in piedi. –COSA? DOVE? QUANDO? OH
MIO DIO, ODIO QUEGLI ANIMALI SCHIFOSI!-
Si guardò in giro e, appena
vide che di ratti non c’era neanche l’ombra (probabilmente avevano traslocato
in un posto più pulito) grugnì e si mise
in piedi.
-Che diavolo volete?-
domandò.
Anche Zack si alzò, cercando
di pulire i jeans. –Sveglia tutti, è mattina-
Matt annuì, si schiarì la
voce e cominciò ad urlare. –FORZA, FIGLI DI PUTTANA! GIU’ DAL LETTO, FOTTUTE
PRINCIPESSINE!-
Il primo a svegliarsi fu
Jimmy, che spaventato per il baccano si alzò di colpo picchiando la testa
contro il tavolino.
Poi, fu il turno di Johnny,
che appena si accorse di non essere in casa spalancò gli occhi e corse dentro,
sbattendo la porta e cercando una maglione per proteggersi dal freddo. E grazie
al rumore si svegliò anche Brian, che saltò in piedi spaventato. –OH, MIO DIO!
GLI ALIENI CI ATTACCANO!! ZACKY, NON PREOCCUPARTI, TI DIFENDO IO. LI
DISTRUGGGO, QUEI FIGLI DI PUTTANA!-
Zack si schiaffò una mano
sulla fronte e scosse la testa. –Bri, non ci sono alieni. Devi svegliarti, è mattina-
-Oh..- sussurrò lui un po’
deluso.
-Allora, andiamo?- domandò
Patrick, mentre una fitta di emicrania gli colpiva la fronte.
-Perché?- domandò Jimmy.
-Tra tre ore dobbiamo
essere da Jared..-
-Tre ore sono un sacco di
tempo.. E’ avanzata quasi mezza bottiglia di rum, è un peccato lasciarla lì-
spiegò Jimmy convinto.
-Io devo cambiarmi, devo
farmi una doccia..- protestò Patrick.
Jimmy sorrise. –Puoi usare
la nostra doccia e Johnny farà il bucato. In tre ore ce la facciamo a
prepararci-
-Chi fa cosa?- chiese il
suo ragazzo seccato.
Anche Patrick non era
convinto. –E scusa, nel frattempo che i vestiti si lavano, noi cosa dovremmo
fare? Girovagare nudi?-
-No.. Johnny, che ne dici
di tirare fuori quelle tuniche che ci ha dato la mamma di Zack?-
Zack alzò lo sguardo
colpito in pieno. –Ehi! Quelle in teoria dovevano essere un vostro futuro
corredo per un vostro futuro matrimonio!-
-Sì.. O per quello o per giocare
a fare gli antichi romani! - mormorò Jimmy convinto andando in cucina e infine
voltandosi di nuovo versoZack. –Non
credi, Ispanico?!-
-Ispanico! Ispanico! Ispanico!- cominciò ad urlare Brian.
Zack sbuffò girando la
testa e fulminando Brian con lo sguardo mentre Johnny andava in cerca dei
vestiti.
-Chi fa la doccia per
primo?- chiese Zack, dicendo implicitamente che sarebbe stato lui quel qualcuno, pena una terribile sfuriata.
-Tu?- chiese Jimmy incerto
mentre l’altro annuiva.-Trick è il secondo, è un ospite- continuò poi.
-Ehi, anche io sono ospite-
protestò Brian, ma l’amico scosse la testa.
-Potrei farti pagare
l’affitto per tutte le volte che sei rimasto qui a dormire-
-Comunque- continuò Brian
ignorando l’ultima affermazione. –Credo che sarebbe meglio che io fossi il
terzo, così poi noi possiamo andare-
Matt annuì. –Fate pure,
tanto io prima ho bisogno di un caffè. E poi voglio i biscotti con le gocce di
cioccolato. Jim, c’è gli hai, vero?-
-Sì, non preoccuparti-
sorrise lui vittorioso.
Zack scomparve nel bagno
mentre Johnny tornava con quelle che effettivamente sembravano tuniche.
-Allora.. Sta sera è il
gran giorno, esci con Joe..- cominciò Brian bevendo il caffè che gli porgeva
Jimmy . –E con Pete, ma va bhe..-
-Secondo me dovresti dire a
Joe che non ti interessa.. Voglio dire, è stupido uscire con qualcuno quando in
realtà sei innamorato di qualcun altro, o sono l’unico a pensarla così?-
domandò Jimmy con un tono di ovvietà nella voce.
-Ma io non sono innamorato
di Pete.. credo..- sussurrò Patrick.
-Già, certo. Come se quel
tipo d’amicizia esiste davvero..-
-Quale tipo di amicizia?-
chiese Patrick.
-Tu e Pete. Vivete insieme,
uscite insieme, fate tutto insieme. Facevano così anche Bri e Zack all’inizio,
poi grazie al cielo, Brian si è svegliato e si sono messi insieme-
-E’ vero- disse Brian con
la bocca piena. –Te lo dice un esperto. L’amore platonico non è più di moda,
amico-
In quel momento Zacky tornò
in sala con la sua tunica addosso e cominciò a sgranocchiare i biscotti. –Trick,
vai a lavarti. Johnny dice che tra venti minuti circa i vestiti dovrebbero
essere asciutti. Di che parlavate?-
-Del fatto che Trick non
conclude nulla…- rispose Matt finendo i biscotti.
Patrick salì al piano di
sopra aprendo l’acqua della doccia, e dieci minuti dopo era di nuovo al piano
inferiore.
-Corro a lavarmi!- urlò
Brian appena lo vide scendere le scale.
-E’ rimasto del caffè?-
chiese
Johnny annuì. –Certo, non
se ne ha mai abbastanza-
-Come posso fare per il mal
di testa? Dio, mi sta uccidendo- domandò ritenendo gli altri molto più esperti
di lui in questo genere di cose.
-In questo momento abbiamo
finito le pastiglie per il mal di testa, ma sai che cosa aiuterebbe? La
pancetta fritta perché asciuga lo
stomaco.Te ne preparo un po’?- domandò
Jimmy.
Matt sbiancò. –Oh, Madre de Dios, la pancetta no!- esclamò
correndo verso la toilette e rigettando tutti i biscotti.
Brian tornò al piano di sotto dopo una decina
di minuti e Johnny gli prese i vestiti dall’asciugatrice.
-Ci vediamo dopo.. Magari
se riuscite a passare per pranzo possiamo andare da qualche parte..- disse
Brian.
Jimmy alzò lo sguardo.
–Pagheresti tu?-
-Certo che no!- rispose.
-Eh, infatti, mi pareva
strano..- mormorò Jim sconsolato.
-Ci si vede gentaglia-
salutò Brian prendendo sotto braccio Zack e avviandosi verso la macchina.
-Accendi la radio?- domandò
Zack sbadigliando.
Brian ci provò ma
quell’aggeggio non sembrava funzionare.
Zack sbuffò annoiato.
–Senti, sai che faccio, Zacky-bello? Canto io, che ne dici? Quindici uomini sulla cassa del morto,oh-yo!
E una bottiglia di rum per conforto-
Zacky scosse la testa.
–Nah, apprezzo il tentativo ma lascia stare-
Quando stavano per girare
in direzione del negozio Zack guardò l’orologio e si rese conto che era
terribilmente presto. –Andiamo a fare colazione- disse a Brian che con una
velocissima inversione a U si diresse verso il bar di Brendon.
-Gesù Cristo!- esclamò
Patrick terrorizzato.
Brian lo guardò attraverso
lo specchietto retrovisore. –Ehi, siamo amici. Chiamami Brian- esclamò.
Appena vide la faccia di
Patrick, Brian scoppiò a ridere e non smise finchè Zacky non gli diede una
gomitata nello stomaco. –Basta, Bri. Non è così divertente-
Brian sorrise. –E’ così
bello ridere di cuore-
Entrarono nel bar.
Appena li vide Ryan, mezzo
addormentato sul bancone, si ricompose, mentre Brendon buffò. –Ma voi non
dormite di notte? Caspita, il sole sarà sorto si e no da mezzora!-
Patrick scosse la testa
sedendosi ad un tavolino. –No. Ed è tutta colpa loro-
Zacky e Brian
ridacchiarono.
-Che vi porto?- domandò
Ryan cercano il taccuino.
-Tre brioche imbottite e
tre caffè- disse Zack sorridendo.
Patrick scosse la testa.
–No.. io passo la brioche questa volta, penso che la vomiterei-
Brian annuì –Idem-
Ryan alzò un sopracciglio.
–Quindi ne porto solo una. Ok, Zacky?-
-Ma io ne volevo tre..-
mormorò mordendosi il labbro inferiore.
-Ok- rispose Ryan tornando
dietro il bancone.
-Ma poi diventi tutto
ciccia e brufoli- rise Brian.
Zack mise il broncio.
–Questo vuol dire che se fossi un pochino più grasso non ti piacerei?-
Brian scosse la testa
infilandogli visibilmente la lingua in bocca, e Patrick, imbarazzato voltò la
testa
-Ok, Giulietta e Romeo,-
disse Brendon facendo staccare i due e portando sul tavolino i piattini con le
brioche e i caffè. –Il vostro Mercuzio vi ha portato il cibo-
-Grazie capo- rispose Brian
zuccherando il caffè.
Brendon si sedette al
tavolo con loro con un mezzo sorriso. –Allora.. Pete mi ha chiamato ieri sera
(a casa, sottolineo. Quel ragazzo dovrebbe imparare un po’ dio educazione)
prenotando un tavolo per sta sera. Cena a quattro, eh? E perché io e Ry non
siamo stati inviatati?-
-Perché vi odiano- rise
Zack mentre Brian gli metteva un braccio intorno al collo.
-E’ un’idea di Pete- spiegò
Patrick. –Vuole cenare con me, Andy e Joe-
-E chi è Joe?-
-E’ il suo nuovo
fidanzatino- spiegò Zack. –O almeno una specie..-
Brendon scosse la testa.
–No, dai. La tecnica di fare ingelosire il ragazzo che ti piace è vecchissima e
non funziona!-
-Io non faccio ingelosire
nessuno, vivo la mia vita! E sarebbe il caso che anche voi cominciaste a
viverla (la vostra vita, intendo, non la mia) senza stressarmi-
-Bah, bubbole!- disse
Brendon prendendo i soldi che Brian gli porgeva.
A quel punto Zacky e Brian
si alzarono sorridendo. –Ehi, amico- disse il secondo rivolto verso Patrick.
–Ti andrebbe di farti una passeggiata? Io devo accompagnare Zee al lavoro, se
sai cosa intendo..-
Zacky ridacchiò dandogli un
bacio sulla bocca.
Patrick alzò le spalle.
–Come vi pare..-
Uscì dalla caffetteria e cominciò
ad incamminarsi verso il negozio di Jared.
Vide il proprietario aprire
le serrande. Ma era davvero così dannatamente presto?
-Trick! Eccolo il mio uomo
di fiducia! Quei vermi dei tuoi compari non si presentano mai prima delle nove-
esclamò Jared scuotendo la testa.
-Bhe, di solito si apre
alle nove..-
-Appunto, i clienti
arrivano a quell’ora.. in teoria voi dovreste arrivare un po’ prima..-
Patrick scosse la testa e
lo seguì dentro. –Come ti pare..-
-Già, come mi pare. Io sono
il capo-
-Bhe, Brian sarà qui a
minuti.. ha accompagnato Zacky e..- Patrick si bloccò. –In effetti è probabile
che non arrivi poi così tanto presto-
-Come se questa mi
giungesse nuova- commentò Jared.
-Ciao a tutti!- esclamò
Gerard entrando con Frank sotto braccio.
-Way, vieni ad aiutarmi a
spostare questo espositore fuori!- gli gridò Jared dall’altra stanza.
-No!- esclamò Gerard. –Io
prima delle nove non comincio a lavorare! Frankie mi ha anche accompagnato!-
-Way!- urlò di nuovo Jared.
–O se qui tra meno di un nanosecondo o ti licenzio-
Gerard si alzò dal
divanetto sul quale si era appena seduto e andò da Jared. –Sono troppo carino
per essere licenziato-
-Sai cosa mi sembra?-
chiese Frank prendendo un caffè dalla macchinetta.
-Chi? Jared?-
Frank annuì girando il
caffè con un bastoncino. –Un Pokemon. Sai, no, quel topo giallo che spara
scintille?-
Patrick scoppiò a ridere.
–Speriamo allora che non si evolva. Manda in corto tutta la città altrimenti-
-Gerard mi ha raccontato
cosa è successo al blind date..- disse ad un certo punto Frank accendendosi una
sigaretta. –Come ha reagito Pete?-
Patrick si mise a sedere.
–Ma perché diavolo paralate tutti di Pete?!-
-Perché è innamorato di te,
è chiaro-
-Oh, andiamo. Questa è una
stronzata.-
Frank prese un’altra
boccata di fumo scocciato. –Senti, non è che io lo conosca come le mie tasche.
Lo vedo si e no una volta alla settimana per mezzora. Se l’ho capito io..-
-Impossibile- rispose
l’altro. –Io non sbaglio mai.-
-Ah, già, scusa. L’avevo
dimenticato-
-Vuoi un consiglio
d’amico?- chiese Frank.
Patrick alzò un
sopracciglio. –Ho la faccia di uno che lo vuole?-
-Hai la faccia di uno che
ne ha bisogno, però.- disse Frank. –Stasera parla con Joe, e poi parla con
Pete. Vedrai, andrà tutto bene-
-Sai che ti dico?- chiese
Patrick alzandosi arrabbiato. –Bah, Bubbole!-
***
Patrick e Pete entrarono
nel locale e diedero i cappotti a Brendon che gli stava aspettando in piedi.
-Do il benvenuto a lor signori
nel nostro umile locale.-
-Vedi?- cominciò Pete. –Il tuo
fidanzatino non ti è neanche venuto a prendere. Bel comportamento.-
Patrick arricciò il naso. –Per
forza, l’appunto è ad un orario così impossibile che persino noi siamo dovuti
uscire un po’ prima dal negozio di Jared-
Si mise la mano in tasca e
tirò fuori una scatola di preservativi.
Si ricordava il sorriso
idiota di Bert e Gerard quando gliel’avevano dato. –Non importa con chi, ma usali. Non c’è nulla di più fastidioso che
prendere la clamidia la prima volta che ci si diverte-
Arrossì rimettendola
velocemente nella tasca. –La mamma dei cretini è sempre incinta- borbottò. –Ed ha
spesso parti gemellari-
-Eh?- chiese Pete. –Di che
parli?-
-Dei tuoi fratellini-
rispose.
Pete gli fece la linguaccia
e gli diede una sberla sul coppino. Entrambi scoppiarono a ridere.
-Allora, signori- disse un
ragazzo davvero alto con una felpa viola e un anello a forma di serpente (un
pochetto pacchiano, forse) al dito. Aveva
per mano un ragazzo leggermente femminile, con i capelli lunghi, mossi e
castani. Era magrissimo e alto quasi quanto lui. –Sarete a conoscenza che le
cucine non apriranno che tra un ora-
-Da leggersi che il
sottoscritto non alzerà il culo dalla sedia per prepararvi da mangiare finchè
non finisce la puntata di oggi di Kim Possible- disse Ryan da dietro il bancone
fissando la tv.
Pete annuì. –Già, bhe.. si
potrebbe fare un po’ di conversazione-
-Oppure- cominciò il
ragazzo dalla felpa viola. –Patrick potrebbe dire qualcosa allo zio Gabe su
questo nuovo ragazzo, così lo zio Gabe potrebbe decidere se approvare-
-Sì, bhe.. ma io non mi
fiderei del giudizio dello zio Gabe- rispose il ragazzo che gli teneva la mano.
-Taci, Will- ribattè Gabe
piccato.
-Facevamo prima a ordinare
una pizza da Jimmy- borbottò Pete.
Patrick scosse la testa. –Nah,
grazie. Ne ho avuto abbastanza di quei due per oggi-
-Sì, appunto..non andate dalla
concorrenza. Se non fosse che il mio cuoco è pigro come un bradipo spaccheremmo
il culo ad ogni ristorante di Los
Angels, ma che dico?! Di tutta la California!-
-Ma perché non di tutta l’America?-
domandò Brendon orgoglioso.
-Non essere troppo superbo,
Bren-
Brendon annuì. –Hai ragione,
mi dispiace-
In quel momento Joe entrò
nel locale, si tolse la giacca e diede un bacio sulla guancia a Patrick, mentre
Gabe, William e Brendon gli facevano pollice in alto.
Pete sbuffò scocciato
distogliendo lo sguardo.
-Scusa, ma ho fatto una
corsa dall’ufficio a qui per arrivare in tempo.. Se prendevo la macchina a
quest’ora ero fottuto-
Joe si sedette e prese in
mano il menù, guardandosi intorno.
Da quando erano arrivati,
Patrick e Pete non avevano fatto altro che scrutarsi. Si sentiva il terzo
incomodo della situazione e questo non era un bene perché teoricamente era Pete quello che doveva reggere il moccolo, non
lui.
Perché si andava sempre a
cacciare in mezzo a queste situazioni di cacca?
Pete si schiarì la
voce.-Allora, Joe, raccontaci un po’ di te.. che fai per vivere?-
Joe sorrise. –Lavoro in una
casa editrice; mi occupo di fumetti-
‘Altro che negozio di bricolage’ pensò soddisfatto. ‘Joe:
1. Pete: 0. Palla al centro’
-Oh, che cosa carina. Sai,
io stavo pensando di scrivere un libro di poesie-
-E’ davvero bravo a
scriverle- esclamò Patrick ricevendo un’occhiata dubbiosa da parte di Joe. Ma
lui da che parte stava? –Cioè ma… Anche tu sarai davvero bravo a pubblicare
fumetti, immagino-
-Già, beh.. faccio del mio
meglio-
-Scusate il ritardo- disse
Andy entrando nel locale. Appoggiò la giacca alla sedia e guardò per qualche secondo Joe.
Poi si voltò verso Pete.
–Mi accompagni a fumare una sigaretta?-
Pete e Patrick quasi si strozzarono
con il vino che stavano bevendo.
–Oh, mio Dio!- urlò Pete
facendo voltare tutti i presenti. –Uno dei segni dell’apocalisse, Andy che
fuma. Salvate prima le donne e i bambini! Brendon, vai anche tu con loro mentre
penseremo in quale delle due categorie posizionarti!-
Andy gli diede una forte
sberla sul coppino. –Se non la smetti e non mi segui fuori mi fumerò una
sigaretta fatta con le tue ceneri!-
-Che schifo- mormorò Pete
alzandosi.
-Ma perché devi sempre
farmi saltare il gioco?- chiese. –Era solo una cazzo di scusa che tu hai fatto
saltare!-
-Già, bhe, mi dispiace. Che
mi vuoi dire?-
-Che ci sto!- affermò
sicuro Andy.
-A fare che? Se è per i
soldi del premio del Bingo, ormai ho già risolto-
-Tua nonna gioca a Bingo,
non io! Io parlo di cose serie. Ci sto a sabotarli-
-Eh?-
-Joe e Patrick. Ti aiuterò
nel tuo perverso, malato e contorto piano per avere Patrick.- spiegò l’amico.
–All’inizio, quando mi hai telefonato per invitarmi a questa cena, non volevo
accettare perché era davvero troppo perverso, malato e contorto, e allora mi
sono detto ‘non precludiamoci nulla..
magari è carino’, e ti è andata bene, è carino-
-Ma io non.. Aspetta. Tu
pensi davvero che io li voglia sabotare?-
-Certo- rispose Andy. –Se
non perché mi avresti trascinato qui in questa assurda uscita a quattro a
guardare mentre loro due facevano i piccioncini?! Per convincerli a mettere
soldi per il Bingo?!-
-Ma ti ho già detto che per
i soldi del Bingo ho risolto- Pete si bloccò ritornando all’argomento
principale del discorso. –E.. mettiamo anche il caso che sia così (cosa che
naturalmente non è vera), che cosa avresti in mente?-
Andy sorrise. –Tu pensa a
Trick e non preoccuparti per Joe, al resto penso a tutto io-
Tornarono dentro e si
sedettero.
-Ok.. che vi porto?- disse
Ryan spegnendo scocciato la tv e annotando tutto su un taccuino.
Andy aveva ragione, Pete
non si preoccupò più di Joe perché l’amico lo stava ‘tenendo occupato’ davvero. Per tutta la cena non fecero altro che
parlare delle sciocchezze più stupide che Pete avesse mai sentito, e la cosa
strana era che entrambi sembravano divertirsi un mondo.
Pete e Patrick, al
contrario, non avevano nemmeno spiccicato parola, avevano passato la cena a
fissarsi e a mangiare in silenzio.
Quando fu il momento di
alzarsi Andy si voltò verso Joe.
-Allora.. ti riaccompagno a
casa?-Joe si voltò incerto verso Patrick ma Andy scosse la testa. –Andiamo,
tanto per andare a casa devo passare per forza dalle tua parti-
Joe alzò un sopracciglio. –Ma
se non ti ho ancora detto dove abito..-
Andy sorrise. –Sì, ma se ti
riaccompagno ci passo di sicuro. Trick, a te non da fastidio, vero?-
-E perché dovrebbe?-
domandò lui sarcastico.
-Perfetto allora. Andiamo ti
faccio strada- disse Andy accompagnandolo verso la sua macchina.
Pete mise una mano sulla
spalla a Patrick. –Forza, andiamo a casa-
TO BE CONTINUED...
[NdA: Eccomi qui.. Uff.. è
stato un delirio scrivere questo capitolo..
L’avevo cominciato in
maniera diversa ma naturalmente non avevo salvato nulla, so.. ho dovuto
ricominciare da capo ç__ç
Che dire? Nel mio progetto
originale il capitolo non doveva interrompersi qui ma far vedere quello che
succede anche a casa, ma visto che sono venute fuori 5 pagine di word già così
ho deciso di lasciare la faccenda in sospeso e farlo vedere nel prossimo
capitolo xDD
Da domani poi comincio a
lavorare tutti i pomeriggi [yeaya! Soldi *__*]quindi il tempo a mia
disposizione diminuirà.. anche se conto di finirla al più presto perché ho in
mente un sacco di storie da scrivere..
In teoria mancano solo 4
capitoli alla fine *__*
I personaggi di oggi:
-Gabe Saporta: ex
cantante e bassista dei Midtown e ora cantante dei Cobra Starship
-William Beckett: cantante dei The Academy Is..
-Andy Hurley: batterista dei Fall Out Boy
Nel prossimo capitolo non
compariranno nuovi personaggi, ma ci saranno un sacco di sviluppi xDD
Thanks to:
-BlueandYellow: muahaha..
ho in mente di fare la sadica con Zacky e Brian xDD Bacio =*
-The Fantasy: Sì, bhe..
Johnny è quello sano xD (mah, non ci scommetterei xDD) Bacio =*
-Fallen: sì, bhe.. nessuno
nella ff si fa i cazzi propri xDD Bacio =*
-Chemical Lady: Sì.. anche
se avrei voluto far fare a Frank una parta più corposa, ma tanto tornerà xDD
Bacio =*
-Isult: Muahah.. io penso
che se uscissi con persone così morirei dal ridere in ogni momento xDD Bacio =*
-SweetPandemonium: Bhe..
ormai è chiaro con chi sarà, ma non voglio rovinare la sorpresa xDD Bacio =*
Ok, per ora ho finito.. ci
vediamo la prossima volta =**
Grazie a tutti quelli che
leggeranno e commenteranno anche questo =******]
Appena Patrick entrò nel
loro appartamento e appoggiò le chiavi sul tavolino, successe una cosa che non
si sarebbe mai aspettato. Pete si attaccò letteralmente alle sue labbra.
Lo baciò, e non fu uno di
quei baci da ‘ehi, fratello, ti bacio per
dimostrarti che voglio bene in modo fraterno’ ma piuttosto uno in
stile ‘ti bacio finchè non ti viene un
principio di soffocamento’.
Insomma, uno di quelli
veri, alla francese con lingua, palpatina al sedere e tutto il resto.
Patrick cercò di spostarlo,
dirgli che ormai era lui quello che aveva
perso il treno, ma il suo corpo non voleva collaborare. Anzi, sembrava che
stesse apprezzando il lavoro che le mani di Pete stavano facendo attraverso la
stoffa dei jeans sul suo basso ventre.
-Questi sono di troppo-
commentò Pete slacciandogli la cintura.
Lo prese per mano e lo
trascinò nella propria camera da letto.
Accade davvero quello che
Patrick non si sarebbe mai aspettato che accadesse.
Fecero l’amore, e anche per
un paio di volte. E non aveva nulla a che vedere con i racconti mezzi
pornografici di Brian, quelli in stile romanzo rosa di Adam o quelli sconnessi
di Bert.
Fu speciale, era l’unica
cosa che a Patrick venisse in mente.
Ma, quando arrivò la
mattina, ci fu l’amaro risveglio.
Patrick si era
semplicemente addormentato, non aveva pensato ad un dopo, a cosa sarebbero stati loro dopo. E quando
si era svegliato, si era trovato faccia a faccia con Pete che fissava il
soffitto. Probabilmente non aveva dormito.
-Abbiamo fatto una cazzata,
Trick- sussurrò Pete. Patrick non rispose. –Non.. dovevamo.. Noi non.. Io non
posso..- chiuse gli occhi massaggiandosi la tempia e poi continuò. –Non puoi
innamorarti di me, non sono la persona adatta-
Patrick annuì mentre
sentiva la parte sopra lo stomaco fargli male. Si chiese se è quello il dolore
che si prova quando uno ha il cuore spezzato. –Pensavo che tu ci tenessi a me.. – disse
solo.
Pete annuì. –E’ per questo
che non posso coinvolgerti, sono stato uno stupido a pensare di poterlo fare..
Noi non possiamo stare insieme.. Tu meriti qualcuno di meglio, meno incasinato.
Se noi usciamo e ci lasciamo poi.. Non potrei sopportare che tu ti stanchi di
me.. non potrei sopportare di farti soffrire. Noi non possiamo stare insieme.-
ripetè. Poi gli diede un bacio sulla fronte e si alzò.
-Dove vai?- chiese Patrick
maledicendosi perché, davvero, dalla sua voce usciva tutto quello che stava
provando nel suo cuore.
-Vado a portare fuori
Hemmy, ci vediamo più tardi- rispose Pete mettendosi dei jeans e una felpa.
Patrick si girò su un
fianco, stringendo forte il cuscino a se, immaginando che fosse Pete e che lo
stava strozzando, e poi si riaddormentò.
Si svegliò circa un’ora più
tardi e guardò l’orologio. Erano le otto di mattina ed era domenica mattina,
quindi non sarebbe dovuto andare a lavorare.
Cercò di rimettersi in
piedi e di andare a farsi un caffè, senza pensare a quello che era successo la
sera prima, anzi avviando un semplice
processo di rimozione. Appena varcò il salotto vide una figura nera accucciata
sul divano, deglutì. Ma perché diavolo gli stava capitando tutto oggi?
Andò verso la cucina per
prendere una padella, ma nell’esatto momento in stava per colpire lo
sconosciuto quello che all’inizio gli era sembrato un cuscino peloso si rivelò
essere un cagnolino bianco non più alto di 20 cm, che cominciò a ringhiare e a
saltare intorno a Patrick.
Ma quello era il topastro
di Brian… Che diavolo ci faceva a casa sua?
In quel momento la losca
figura si mise a sedere svegliata dal rumore.
-AHHHHHHH!!!- urlò Patrick
appena realizzò chi si trattava.
-AHHHHHHHH!!!- rispose l’altro
di rimando.
-BRIAN!- esclamò Patrick
ancora scosso. –CHE CAZZO CI FAI A CASA MIA?!-
Brian si mise seduto. –Mi ha
aperto Pete.. Posso restare, vero?- domandò. Solo allora vide che i suoi occhi
erano rossi e cerchiati da profonde occhiaie.
-Ma non hai una casa dove
andare?-
Brian tirò su con il naso. –Zacky
mi ha lasciato..-
Patrick gli diede una
sonora pacca sulla spalla. –Ti capsico, amico.. Lo vuoi del gelato?-
Brian annuì pulendosi il
naso con la manica della felpa. –C’è al cioccolato?-
Patrick annuì tornando dopo
qualche minuto con due cucchiai ed un barattolo da un chilo, sedendosi accanto
a lui.
-Mi ha detto che sto
diventando troppo per lui.. Che se andiamo avanti rischiamo di rovinare anche le
cose belle che ci sono rimaste- disse Brian riempiendosi la bocca. –Ma io lo amo,
voglio stare con lui.. Voglio andare avanti..-
Patrick inghiotti un pezzo
di cioccolato e si decise a confessarsi. –Sono stato con Pete ieri sera.. Fisicamente, intendo-
Brian rischiò di
strozzarsi. –Porca puttana! Io lo sapevo! Tutti noi lo sapevamo!- esclamò
felice alzando il braccio per farsi dare un cinque.
-Già.. Bhe, ma non ti ho
raccontato il meglio.. Sta mattina ha detto che noi non possiamo stare insieme,
che è stato tutto un errore e che non vuole coinvolgermi.. Non lo so, continuava
a ripetere un mare di cazzate-
-Oh, fanculo Pete!- Brian rimase
un attimo in silenzio. –Credo che io e gli altri abbiamo fatto una stronzata. Fanculo,
quello di cui avevi bisogno non era una fottuta relazione perché l’amore fa
schifo, e tu eri avanti, l’avevi capito prima!-
-Nessun rancore- rispose
Patrick. –Mi ci sono cacciato da solo in questo mare di merda-
-All’amore e a quanto
faccia schifo!- dichiarò Brian alzando il cucchiaio come se fosse un brindisi.
-Giusto! All’amore e a
quanto faccia schifo!- confermò Trick facendoli coincidere.
-Tanto io non ho bisogno di
lui..- sussurrò Brian. Ma non riuscì a finire la frase che accadde nuovamente
qualcosa che Patrick non aveva mai pensato che accadesse. Brian scoppiò a
piangere gettando le braccia al collo di Patrick, che ricambiò la stretta
incerto.
-Mi manca, Trick..-
sussurrò Brian tirando su con il naso. –Voglio tornare a casa..-
Patrick annuì non sapendo
come rispondere.
***
Adam trascinò il grande
vaso della pianta grassa per la strada, stando attento a non farsi ammazzare.
-Fanculo!- urlò rivoltò più
a se stesso che a altri. –Fanculo a Leto che mi fa lavorare di domenica,
fanculo a Lacey che ha pagato il doppio affinché fossi io a
consegnargliela (quel ragazzo mi deve proprio odiare; ma non è giusto, sono io
che dovrei odiare lui) e fanculo a questa pianta, peserà 30 chili! Voglio infilare
ogni spina nel sedere flaccido di quei due vermoni!-
Appena arrivò Jesse Lacey,
il titolare del negozio lo accolse sorridendo.
-Laz- lo salutò
-Per te sono il signor Laz,
protozoo- esclamò guardandolo male.
-Allora, visto che ho
appena finito di ristrutturare l’ufficio al piano di sopra pensavo di metterla
lì..-
Adam allargò gli occhi. –Cioè,
fammi capire, tu vuoi che io trascini sto coso che pensa mezza tonnellata per
le scale fino al piano di sopra?! Tu sei tutto matto.-
-C’è l’ascensore- sorrise
Jesse facendogli strada mentre Adam sbuffava trascinandosi dietro il vaso.
Entrarono e Jesse fece per schiacciare
il tasto del piano superiore, ma in quella frazione di secondo ci fu un sonoro
rumore e la luce saltò. Pochi minuti dopo videro le luci di emergenza
accendersi e un’inquietante illuminazione rossa distribuirsi per il piccolo
ascensore.
-Che cazzo succede?!-
esclamò Adam.
-Deve essersi bloccato, il
vecchio proprietario diceva che succedeva presto-
-Col cazzo che io rimango
qui!- urlò Adam. –Chiama qualcuno, chiama l’assistenza, chiama quei tipi strani
che lavorano con te-
Jesse sospirò. –Non gridarmi
nelle orecchie. Ti ricordo che siamo in un ascensore, non c’è campo. E anche se
ci fosse, i Madden mi manderebbero affanculo, e l’assistenza non c’è fino a
domani- Adam sbuffò e Jesse fece altrettanto. –Senti, ti capisco, neanche la
mia massima aspirazione è quella di rimanere in questo ascensore con te e
quella pianta grassa..-
-E’ succulenta- mormorò
Adam
-Eh?-
-La pianta.. è succulenta-
-Senti..- cominciò Jesse. –Guarda,
se è perché hai fame, io non penso che sia una buona idea mangiarla..-
Adam scosse la testa. –E’
sbagliato dire che le piante grasse sono.. grasse. In realtà sono succulente. Il
loro nome è succulente. E questa per la precisione è un Agave a foglie grandi-
-Ah..- disse Jesse. –E’
molto interessante passare il tempo così.-
-Fanculo, io ti odio-
mormorò Adam.
-Senti, se è ancora per la
storia di John, devi sapere che anche io sono incazzato quanto lo sei tu.. Mi
ha lasciato ed è scappato con una fotografa-
Adam sorrise. –Ma allora il
karma esiste-
-Senti, mi dispiace che tu
ci sia rimasto così male, quando abbiamo iniziato ad uscire non sapevo che
stesse già con te..-
-Perché dovrei crederti?-
domandò Adam sospettoso.
-Perché non dovresti? Perché
dovei mentirti?- Jesse si avvicinò pericolosamente alle sue labbra, soffiandoci
sopra. –Senti, possiamo continuare a giocare a questo gioco se ti va, oppure
possiamo finalmente ammettere che tu mi vuoi quanto io voglio te e sfruttare il
tempo che abbiamo in modo costruttivo.-
Lo baciò, in pochi secondi
le labbra di Jesse erano su quelle di Adam.
La reazione di Adam
sorprese anche se stesso, perché anziché prenderlo a schiaffi come si era
ripromesso di fare, gli buttò le braccia al collo e approfondì il bacio.
E in un ascensore
illuminato da un’inquietante luce rossa, con una pianta succulenta vicino e tra
le braccia di Jesse Lacey, la castità di Adam Lazzara, dopo meno di tre giorni,
finì.
TO BE CONTINUED...
[NdA: Capitolo cortissimo
oggi.. ma avviso che mi rifarò con il prossimo xD
E, come vedete, in questo
capitolo i nostri eroi fanno un po’ gli emo (spero non troppo), Trick ormai non
è più vergine, Brian è di nuovo single, mentre ciò non si può dire di Adam xD
Sta diventando peggio di Beautiful questa storia xD
Finalmente è tornato Jesse ♥♥♥♥♥♥ *l’aurice non
aspettava che questo momento xD*
Bhe, vi lascio.. devo
correre al lavoro =]
-SweetPandemonium: Ebbene,
no.. Pete è un babbo xD ma se li facevo mettere insieme subito la storia finiva
xDD Bacione =*
-Fallen: Sì, poverino..
gliene sto facendo passare di tutti i colori xD Bacio =*
-Chemical Lady: Awh, grazie
*__* Credo sia per colpa di tutti i film demenziali che guardo, dopo un po’ mi
contagiano xD Bacio =*
-The Fantasy: Muahah, dopo
che ti risvegli a casa di Jimmy sei un’altra persona xD
-Isult: Nah, per sta volta
Pete non si è fatto perdonare, ma poi riguadagnerà punti, giurin-giuretta Bcaio
=*
Grazie a tutti quelli che
leggeranno/commenteranno ^^ ]
-Quando
comincia il periodo dei saldi?- disse una signora sui cinquantenni entrando nel
negozio.
Brian
si alzò dal divano su cui era rimasto seduto in silenzio per quasi tutto il
pomeriggio e la fulminò con lo sguardo. –Bella, ancora un po’ le cose te
le tiriamo addosso, che cazzo di saldi vuoi?-
Gerard
e Adam guardarono l’amico con la bocca aperta e Bert trattenne una risata.
La
donna aprì la bocca sconvolta. –Ma lei come si
permette?! La politica del negozio è essere così maleducati con i clienti?!-
-No,-
rispose Bri piccato. –Non è
la politica del negozio, ma è la mia
politica se qualcuno mi rompe i coglioni, quindi gira a largo sorella-
-Io
esigo di parlare con un suo superiore! Lei non può permettersi di parlarmi in
questo modo-
-Bhe, allora perché
non va affanculo? Magari lo incontra!-
-Oh
mio Dio, ma come hanno fatto ad assumerla? Lei è la persona peggiore che io
abbia mai incontrato-
Brian
scoppio a ridere. –Allora devi farti un giro nel
mondo reale, bellezza, perché la
gente è stronza. Accettalo.-
Jared, scese in quel
momento dal suo ufficio al piano superiore e si avvicinò ai due. –Che sta succedendo?
-E’ lei il capo?-
Jared sorrise pieno
di orgoglio. –Si, come posso esserle utile?-
-Questo
ragazzo non mi porta nessun rispetto, è scandaloso- esclamò la donna offesa.
-Oh-
disse Jared socchiudendo gli occhi e fulminando Brian
con lo sguardo. –E’ che.. è un ragazzo ritardato, ha
molti problemi. E’ stata l’assistenza sociale ad consigliarci di assumerlo,
ma.. – fece uno sguardo assassino in direzione del suo dipendente. -..Potrebbe
anche essere che io decida di sostituirlo con qualcuno che mi potrebbe essere
più utile, qualcuno come una scimmia tailandese cieca. Mi dispiace se le ha dato
fastidio, posso aiutarla io?-
La
donna annuì e gli spiegò il problema.
-Ma
che diavolo hai nel cervello?- urlò il proprietario quando lei se ne fu andata.
Brian
sentì gli occhi inumidirsi, e prima di scoppiare a piangere corse nella sala
relax, in una scena degna di un film.
-Ma
che ha?- ripetèJared verso
Gerard che si accese una sigaretta fregandosene delle leggi antifumo imposte
dal padrone.
-Zacky l’ha mollato-
rispose quest’ultimo.
-Oddio,
speravo che questo giorno non arrivasse mai.. E ora come si fa a sopportarlo?-
Bert alzò le spalle.
–Gli do una settimana.-
-Eh?-
chiese Jared.
-Sette
giorni. Dopo o si suicida o Zacky se lo riprende con
se. E io certe cose le capisco al volo!-
-Ok..-
continuò Jared. –Qualcuno
mi sa dire come mai Patrick è uno zombie e Pete non
si è presentato qui oggi? Non che mi manchi, intendiamoci, ma sapete, no? Io lo
pago in realtà-
-Fai
due più due, fratello- disse Adam scuotendo la testa.
-Oh. Quindi niente
più verginità, eh?-
-Eh,
già- rispose Gerard. –Solo che Pete
è un rimbambito e se lo è lasciato scappare-
Tutti
i presenti cominciarono a scuotere la testa insieme, contrariati.
In
quel momento Brian tornò nella sala principale esattamente quando un nuovo
cliente faceva il suo ingresso.
-Lasciate
stare, me ne occupo io- disse sicuro avvicinandosi a lui.
Jared grugnì
tornandosene di sopra. –Tenetelo d’occhio, ok?-
-Ah,
non pensate anche voi che sia una stupenda giornata?- chiese Adam sorridendo.
-Ma
se Mikey ti ha tirato fuori dall’ascensore questa
mattina- replicò scettico Bert.
-Sì,
ma a te non ha detto lo spettacolo che si è travato davanti, a me si, e ti
giuro che non voglio sentirmelo ripetere- esclamò Gerard scuotendo la testa. –Ma poi tu non odiavi Lacey?-
-Che
ti posso dire, le persone cambiano- decretò Adam.
Bert sorrise. –Mi devi una birra-
-Eh?-
chiese Adam.
-Avevamo
scommesso chese avresti aperto i rubinetti
prima di una settimana mi avresti pagato da bere-
Adam sbuffò ma diede
comunque a Bert 5 dollari.
-Evvai!- esclamò
l’amico mettendosi i soldi in tasca.
L’attenzione
di tutti quanti fu però distratta da Brian.
-Guardi,
quest’asse di compensato è utilissima.. la si può mettere in giardino, ci si
può scrivere dei messaggi con la vernice tipo “Zacky me la passo da Dio da quando mi hai lasciato! La vita è fantastica!”,
la puoi usare per picchiartela in testa finchè non
muori dissanguato.. HAI VISTO COME MI SONO RIDOTTO,
ZACK?! BRUTTO STRONZO- esclamò cominciando a battersela sulla fronte.
L’uomo
che stava servendo, un quarantenne in giacca e cravatta si grattò la testa.-Sì,
ma io cercavo un tubo in vetroresina..-
-Sì,
certo, ma guardi, il compensato è così malleabile che lo puoi tagliare per
creare una spada e uccidere sia te stesso che quello stronzo del tuo ex
ragazzo-
-Vieni
Bri, ti offro un caffè-
disse Adam correndo verso di loro e prendendolo per
un braccio mentre Brian scoppiava a piangere di nuovo sulla sua spalla.
-Posso
darle una mano io?- chiese Bert allontanando l’uomo
da Brian. –Che cosa stava cercando?-
-Dio,
se la passa da cani da quando Zack l’ha mollato-
disse Gerard finendo il caffè e girandosi verso Patrick.
-Eh?-
chiese quest’ultimo assente.
-Non pensare a quello stronzo di Pete!- esclamò Gerardsbuffando. –Non siate così depressivi. Sapete che facciamo? Tanto oggi
saranno arrivate si e no tre persone, chiediamo a Jared
di chiudere un po’ prima e andiamo a fare shopping!-
Bert tornò verso di
loro mentre l’uomo si allontanava con il suo tubo in vetroresina. –Secondo voi devo dividere la commissione con Bri? Perché per me se me la intasco tutta non se ne accorge
nemmeno..-
-Usciamo
questo pomeriggio?- chiese Gerard rivolto verso Bert.
Lui
arricciò il naso. –Sì, bhe,
io dovevo andare a fare l’aperitivo con Will. –
-Portalo
dietro- concluse Gerard. –Io mi porterò dietro
Frankie e Adam può portarsi dietro il suo nuovo
ragazzo. Vedrai ci divertiremo e Trick e Bri si tireranno su di morale!-
Bert alzò un
sopracciglio scettico. –Io non sono un genio ma..così saremo tutti accoppiati tranne loro.. Non
si sentiranno tristi e a disagio?- sussurrò senza farsi sentire da Trick che comunque era completamente immerso nei suoi
pensieri per ascoltare.
-Nah, vai a chiedere
a Jared se possiamo chiudere.-
Bert prese un gran
respiro e si accese una sigaretta fumandosela velocemente per farsi coraggio.
Quando
Jared lo vide si alzò dalla scrivania. Bert prese la rincorsa e si buttò ai suoi piedi,
afferrandogli le caviglie. –Jared, è successa una
cosa brutta, anzi tremenda-
Jared cercò di
staccarselo di dosso. –Di che diavolo stai parlando?-
-Bri..- cominciò a
biascicare Bert non sapendo cosa dire. –Lui sta.. Sta minacciando di uccidersi nel reparto tre..-
Jared allargò gli
occhi. –Cazzo, fermatelo.. non deve suicidarsi nel
mio negozio! E’ una cosa pesante da vedere per i clienti-
Bert strinse con più
forza la presa intorno alla sua gamba. –Dice che
l’unica cosa che può convincerlo ad andare avanti e superare anche questo è
uscire per andare a fare shopping..-
-COSA?!-
esclamò Jared. –Non se ne
parla-
-Ti
preeego!- implorò Bert
stringendo la presa e cominciando a sbavare sui nuovi jeans bianchi di Jared. Jeans firmati. Jeans da molte centinaia di dollari. –TiPrego!TiPrego!TiPrego!-
-Ok-
esclamò Jared esasperato mentre Bert
lasciava la presa e lui si puliva i pantaloni. –D’accordo,
hai vinto. Ma vi voglio qui domenica pomeriggio.-
-Senti,
sai qual è il tuo problema?- domandò Gerard mentre Bert
chiamava William. –Tu ci vivi con Pete,
non puoi togliertelo dalla testa se stai sotto il suo stesso tetto.-
-E
come posso fare? Scappare in Messico?-
-Bhe, sì, questa non
è una cattiva idea, ma io pensavo ad altro..- disse Gerard. –Puoi
andare da Bert, lui e Quinn hanno un intero
appartamento per loro..Vedrete, vi
divertirete a vivere insieme- Patrick sospirò perché, davvero, le cose non
stavano andando troppo bene. –EBri
può andare a stare da Adam.. ora si è trovato un
nuovo ragazzo e non c’è neanche più il rischio che lo porti al suicidio con le
sue storie del cazzo-
Bert tornò verso di
loro. –Qual è l’argomento del giorno?-
-Abbiamo
appena deciso che Trick verrà a vivere da te per un
po’- gli spiegò Gerard.
Bert sorrise. –Chefigata, dai che ci
divertiamo!-
Adam tornò verso di
loro con Brian al seguito che continuava a tirare su con il naso e a mormorare
frasi sconnesse e senza senso.
-Di
che si parla?- chiese il primo.
-Di
Bri che traslocherà da te.-
E,
mentre Brian aveva ancora lo sguardo basso, Adam
scosse la testa e Gerard alzò le spalle e indicò Brian.
Bri alzò lo
sguardo. –Mi ospiteresti davvero?- chiese.
–Ma certo, siamo
amici, no? Gli amici si aiutano a vicenda.- sorrise Adam
deglutendo. Poi, appena l’amico abbassò nuovamente gli occhi, Adam fulminò con lo sguardo Gerard, lo indicò con il dito e
poi se lo portò sotto la gola, mimando di tagliarla.
-Posso
portare anche Pinkly?- domandò a quel punto tornando
a fissare Adam.
-Che cos’è un Pinkly?-
-E’
la sua cagnetta- spiegò Gerard.
Adam annuì. –Certo, sai che io amo gli animali-
-Gli
manca Icky- cominciò Brian. –Ichabod
è un brutto topo con il pelo a batuffoli, ma lei lo amava lo stesso perché
l’amore è cieco e non conosce barriere. E non si devono separare le persone, o
i barboncini, che si amano- mormorò gettando le braccia intorno a Bert e ricominciando a piangere. L’amico ricambiò
goffamente l’abbraccio e altrettanto goffamente prese a dargli altre goffe
pacche sulle spalle.
-Allora,
come siamo organizzati?- chiese Gerard mentre Bert
supplicava loro di slegarlo da quell’abbraccio imbarazzante, ma la sua
richiesta non veniva recepita da nessuno.
-Ho
appena chiamato Jesse, ci vediamo in centro-
-Ok,
anche Frankie ci raggiunge più tardi- affermò Gerard.-Berty?-
-William è di turno, ha
detto di raggiungerlo al negozio- rispose Bert
trascinandosi con se anche Brian che continuava a parlare di cose senza senso.
Adam fu colto da un
atroce dubbio. –Piuttosto.. ma chi pagherà le cose
che compreremo?-
-Pensate
anche voi quello che penso io?- chiese Gerard sorridendo.
-Cosa?-
chiese Bert. –Oddio, no..-
-No,
dai, Gee..- biascicò Adam
pallido. –Non puoi pensare di farlo..-
-E
che problema c’è? Sai che si diverte un mondo quando si parla di shopping..
Magari si sente buono e non ci scala i vestiti dallo stipendio-
Bert deglutì mentre Adam invece annuiva. –A pensarci
bene un po’ di shopping terapeutico servirebbe anche a lui-
Gerard
sorrise prendendo il cellulare. “Jary? Ciao.. ..Senti,noi
stiamo chiudendo..ti va di venire a fare shopping?.. ..Certo che ci fa piacere,
se no non te lo chiedevamo.. ..Ok, ti aspettiamo.. …A
dopo..” –Ha detto che ci raggiunge. Andiamo!-
proclamò guidando la compagnia.
La
prima meta fu il negozio di vestiti, It’sHighTideBaby.
Aveva
due piani con praticamente tutti i capi di vestiario che si potrebbero
desiderare, un insegna luminosa, ed tutte le persone del quartiere, almeno una
volta nella vita, avevano desiderato che arrivasse presto il periodo dei saldi per
andare a fare shopping lì dentro.
Esatto,
era il negozio in cui Bert aveva provato a vendere le
magliette con scritte divertenti qualche tempo prima.
Jared arrivò quando
il gruppo stava per fare il proprio ingresso nel locale.
-Che
mi sono perso?- domandò
Bert alzò le spalle.
–Nulla, di interessante.. forse solo qualche
abbraccio spacca ossa di Brian in lacrime.-
-Oh,
bhe.. allora niente di irripetibile- rispose dando un
occhiata all’amico che era praticamente appeso al braccio di Gerard.
Una
macchina scassata inchiodò davanti a loro e ne uscì un ragazzo con uno
scorpione tatuato sul collo e un paio di occhiali da sole calati sul viso.
Gerard
ne approfittò per scaricarsi l’amico di dosso e andare dal proprio ragazzo.
-Ciao-
gli sorrise.
Frank
arrossì. –Ciao-
Jared scosse la
testa.
Nonostante
stessero insieme da anni ormai, si comportavano come due cazzo di sedicenni. Che schifo.
Ok,
forse era un po’ geloso. Era geloso di loro due che stavano felicemente insieme
da tutta la vita, di Bert che in due settimane si era
dichiarato innamorato pazzo di uno conosciuto in un club, di Adam che era riuscito a mettersi con l’ex ragazzo del suo
fidanzato, e persino di Brian, di Patrick e di Pete,
perché nonostante adesso stessero male, anzi da schifo, almeno loro qualcuno lo avevano avuto.
Ma
infondo perché preoccuparsi, lui aveva sempre il suo ragazzo..
Ian, il
proprietario, appena li vide entrare, si avvicinò a loro.
-Oh. Siete solo
voi..- disse sconsolato.
-Già-
sorrise Adam. –Il mio
ragazzo si è fatto vivo?-
Ian alzò un
sopracciglio. –Ma non era scappato con il suo
migliore amico?!-
Adam sbuffò al
ricordo di quella storiaccia. –Non parlo di John..-
-Si
è messo con il tizio per il quale John lo aveva lasciato- spiegò Gerard mentre
Frank sorrideva.
-Davvero?-
domandò dandogli un cinque. -Complimenti!-
-Eccolo-
lo indicò Bert, che ne frattempo continuava a
scrutare tra gli scaffali.
-Torno
subito.- sorrise allora andando da Jesse e
stampandogli un sonoro bacio sulle labbra.
-Allora,
che siete venuti a fare?-
-Shopping
terapeutico- spiegò Gerard ad Ian che annuì. –Concentrati soprattutto su Trick
e Bri, ne hanno davvero bisogno-
-Perché?
Che è successo?-
Bert scosse la
testa. –Pete è un coglione e Zacky
ha mollato Brian-
-Oh
cazzo, mi dispiace-
Brian
alzò lo sguardo verso di lui, tirò sul con il naso e lo abbracciò. Esatto, abbracciò
anche lui. –Grazie,
Watk. Lo so che noi due non abbiamo mai avuto un.. un
gran rapporto.. Anzi, è.. è già tanto che io ti salutassi quando ti vedevo per
strada e non mi girassi dall’altra parte.. Ma apprezzo tanto questo tuo gesto-
Ian, colto alla
sprovvista, cercò di staccarsi, ma senza risultati.
Bert ridacchiò. –Non preoccuparti e non sentirti speciale. Oggi lo fa con
tutti-
Da
lontano Bert vide William sorridergli ed entrare in
un camerino. Deglutì e afferrò la prima cosa che trovò sugli scaffali. –Vado a provarmi questa- disse cominciando a velocizzare il
passo.
-Ma
è una camicetta da donna!- esclamò Ian.
Bert alzò le spalle.
–Non importa, vorrà dire che dopo lo regalerò a Gee così si potrà divertire-
-Oh,
fanculoMcCracken!-
-E
così ne abbiamo persi due- mormorò Jared a Gerard che
annuì lanciando un’occhiata a Adam che stava
esplorando la cavità orale di Jesse, e non per
controllare che non ci fossero carie.
-Allora
che stavate cercando?-
Brian
ci pensò su qualche minuto e poi rispose. –Qualcosa
di viola. Zacky.. Zacky non
mi faceva vestire di viola perché diceva che è un colore fuori moda, ma.. ma
adesso.. ma adesso che mi ha scaricato nessuno mi vieta di andare in giro come
una melazana..- appena alzò le barccia
e Ian capì quello che stava per fare si scostò
velocemente.
-Ok,
calmati. Ora ti porto tutte le maglie viola che abbiamo.- si voltò dalla parte
di Trick. –Hai in mente
qualcosa?-
Patrick
scosse la testa ricominciando a guardare in giro senza in realtà vedere nulla.–Portami quello che
ti pare-
Ian annuì e tornò
qualche minuto più tardi con in mano una decina di abiti.
Li
fece vedere a Brian che scosse la testa. –Non sono
abbastanza.. viola! Voglio comprare qualcosa che se avessi avuto quando stavo
ancora con Zacky lui mi avrebbe presto a pugni-
-Ci
sarebbero maglie più viola ma hanno
un sacco di paillettes!-
Brian
sorrise. –Vanno benissimo!-
Ian scosse la
testa. –Io non so che portarti, Trick..-
Patrick
alzò le spalle. –Allora non portarmi nulla-
Ian si girò verso
Gerard. –Cazzolina, come sono depressivi..-
-Già-
concordò lui. –Dopo li portiamo a fare l’aperitivo
così se ci va bene si ubriacano-
Uscirono
dal negozio mezzora più tardi.
William
aveva finito il turno e li aveva seguiti, e lo stesso valeva per Jesse.
Erano
tutti felici tranne Patrick e Jared che aveva dovuto
pagare la maglietta con i lustrini viola che adesso Brian indossava con
orgoglio. Certo, dopo il suo nuovo acquisto sorrideva, ma neanche lui si poteva
definire una persona.. felice.
Si
fermarono davanti alla libreria. Matt Tuck, il proprietario,
stava fumando una sigaretta davanti al locale.
Appena
vide l’allegra compagnia avvicinarsi gli venne un attacco di ridarola.
-Ed
ecco che arrivano i musicanti di Brema! Chi di voi fa l’asino?!-
Bert gli ringhiò
contro. –Oh, fottiti, Tuck!-
-Scusate.
Non pensavo che vi incazzavate così tanto se vi prendevo per il culo, lo faccio
sempre-
-C’è
Quinn?- domandò lui.
Matt
annuì. –Certo, è dentro-
Appena
li vide entrare Quinn smise di togliere i libri dagli scatoloni e scosse la
testa. –Che c’è Berty? Hai di
nuovo dimenticato i soldi per le sigarette? Perché devo mantenere io la tua
vita dissoluta e piena di vizi?!-
-Perché
vivi in casa mia- disse semplicemente l’amico, William che gli teneva la mano
annuì.
-La
casa l’ho comprata io, coglione!- diede una rapida occhiata a tutti i presenti.
–Come mai quelle faccie? Qualcuno
ha sputato nel vostro piatto di fagioli?-
-Storia
lunga e molto, molto triste- disse solamente Gerard.
In
quel momento Brian si mise nuovamente a piangere aggrappandosi a Frank.
Gerard
si voltò per cercare di capire che cosa aveva provocato quella crisi e vide un
sacco di libri che non erano l’ideale per qualcuno nelle sue condizioni. Twinlight, il
libro di Brokeback Mountain, Romeo e Giulietta, Le
avventure di Pippo e Paperino…
Erano circondati da libri di romantiche storie d’amore!
-Sarà
meglio che andiamo, se no va a finire che Bri si impicca
con il nastro imballante!- disse trascinando il proprio ragazzo e di
conseguenza anche Brian.
Arrivarono
al bar, dove come al solito, Brendon gli accolse con
il sorriso.
-Che
faccia!- esclamò il cameriere deluso. –Qualcuno vi ha
sputato nel piatto di fagioli?-
Adam alzò un
sopracciglio. –Ma è la frase del giorno?-
Brendon si avvicinò a Jesse. –E tu chi sei?-
-Jesse, sto con Adam..- rispose stringendogli la mano.
-Ma
è.. quelJesse?-
Adam scosse la
testa. –Nah, è JesseMcCrartney.. Sai, no.. Mi attizzano le star di Hollywood- scosse la testa. –Sì,
è quelJesse-
-Porca
merda, non sai quante volte mi ha rotto le palle con te!- disse Brendon agitando le braccia. –Dovevi
proprio avergli rovinato la vita, eh?-
Adam arrossì
allontanando Jesse da Brendon.
–Non dargli retta, soffre di una forma di demenza!-
-Ci
porti un aperitivo? Martini e vino bianco per tutti?- domandò Gerard sedendosi
al tavolo.
Brian
scosse la testa. –Io voglio del Jack Daniels. Portami tutta la bottiglia se ce l’hai-
-Wow..-
sussurrò William. –Hai intenzione di darci dentro
pesante oggi, eh?-
Bert si schiarì la
voce. –Un po’ di attenzione.- disse picchiettando sul
suo bicchiere. –Devo ringraziare Bri,
perché dopo che siamo andati in quel locale qualche settimana fa sono riuscito a
mantenere i contatti con James-
Brian
appoggiò sul tavolo la bottiglia di wishkey che stava
bevendo a canna e alzo il braccio. –Nessun problema,
amico-
-Comunque
lui aveva detto che mi faceva un buon prezzo se decidevo di tornare, e siccome
fra pochi giorni è il mio compleanno, sto invitando tutte le presone che
conosco, e naturalmente nella lista ci siete anche voi.. Insomma siete invitati sabato prossimo al party per il
mio compleanno! Ricordatevi i regali, mi raccomando..-
Patrick
scosse la testa bevendo il suo vino tutto d’un fiato. Se stava davvero invitando
tutte le persone che conosceva questo voleva dire solo una cosa..
Sarebbe
stato un gran casino.
TO BE CONTINUED...
[NdA: Ehilà!
Mancano solo due capitoli
alla fine! Yayyy!
Argh! Non ho immaginazione e persino per i nomi dei negozi
uso i titoli delle canzoni xD
Bhe, Brian ringrazia delle numerose offerte che ha
ricevuto per essere consolato e risponde che se entro la fine della storia Zack non ci ripensa sarà ben lieto di essere consolato da
tutte perché ha molto dolore nel cuore xDD
Probabilmente nel prossimo
capitolo si scoprirà chi è il ragazzo
di Jared, se le cose tra Bri
e Zack si rimetteranno a posto e, naturalmente, ci
saranno degli sviluppi anche riguardo a Patrick ^^
E poi arriverà l’epilogo =]
Thanksto:
-Isult: Bhe, non posso dire nulla =X Sono tornati anche Frankie e Bert..
Nel prossimo capitolo probabilmente ci sarà di nuovo un’altra rimpatriata del cast
xD Bacio =*
-Chemical Lady: Muahah, no.. Frank e Gee rimangono insieme xD Non
volevo farli mollare, ma le tue minacce mi hanno convinto di più xDAwwwh, grazie mille *__* Bacio
=*
-SweetPandemonium: Anche a me piace tanto quella coppia (mi sono un po’ auto
flagellata quando ho scritto quel capitolo =/) ma era necessario se volevo fare
l’epilogo in un certo modo =] Bacio =*
-Fallen: Sì, bhe.. se non fossi l’autrice
mi proporrei anche io di consolarli (NdBrian: Ma non
cercare scuse, lo fai lo stesso >.<) (NdA: Argh!) Bacio =*
Grazie a chi leggerà e
commenterà anche questo capitolo, o
leggerà soltanto, o perché no, commenterà senza leggere xD
(nah, questo non fatelo xD)]
-Arghhhhhh!- urlò Bert infilandosi una scarpa da tennis. –Siamo in
ritardo!!-
-Perchè non ti calmi?- chiese William arrivandogli vicino.
-Già, perché non ti calmi?- rimarcò Quinn allacciandosi la camicia. –Mi
stai irritando-
-Perché siamo in ritardo!- rispose Bert allargando gli occhi. Ma lo
stavano ascoltando?
-Tu sei sempre in ritardo- osservò Quinn scuotendo la testa.
Con una mossa veloce Bert afferrò il braccio di Quinn, di William e
anche di Patrick, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, e li
trascinò fuori dalla porta. –Sbrighiamoci, dobbiamo recuperare Bri e Adam!-
Arrivò alla macchina e giudò velocemente verso l’appartamento dell’amico
e, una volta arrivato, si attaccò al campanello.
Adam non rispose.
Quinn si grattò la testa. –E adesso come si fa? Se ne sono andati al
locale senza di noi?! Ma non vi eravate messi d’accordo che li portavamo noi?-
Bert scosse la testa. –Non se ne sono andati.. La macchina di Adam è di
nuovo dal meccanico e anche Bri è a piedi..Zack si è tenuto la loro unica auto funzionante..-
Decise di mandare un messaggio ad Adam.
To: Adam
‘Dove cazzo siete?
Arriveremo in ritardo alla mia festa, e questa è una cosa che fa schifo!
Apriteci, cazzo!’
Ancora, nessuna risposta.
-Ho un idea!- esclamò William.
Fece scorrere velocemente il dito sul citofono, e si fermò davanti al
campanello di una certa Rosalie Johnson.
Si schiarì la voce e con un grande acuto, mentre la donna rispondeva,
lui disse veloce. –NonnaSonoIo..SonoRimastoChiusoFuori, MiApri?!-
La donna, come era naturale, non capì a chi apparteneva la voce e aprì
lo stesso, e William si guadagnò un cinque da Quinn e un bacio sulla labbra da
Bert.
Una volta arrivati davanti alla porta fu facile ricordarsi che Adam
teneva una copia delle chiavi sotto i tappetino.
Entrarono e videro Adam e Brian seduti sul divano, abbracciati ed in
lacrime.
-..E così io mi sono impegnato per fargli una torta di compleanno.. Ma
si è tutta bruciata e nessuno l’ha mangiata..- disse Brian tirando su con il naso.
–Però.. però Zack ha apprezzato lo stesso.. E.. e quella sera abbiamo scopato
come.. come dei ricci..-
Adam appoggiò la propria testa sulla sua spalla. –Ma è una storia
commuovente, amico..-
Bert si schiarì la voce. –Ma dove siamo finiti?! In una puntata di
Sentieri?! Muovete il culo e andiamo al locale!-
Adam cercò di ricomporsi. –Mio Dio, ma tu avresti mai detto che anche
Bri ha un cuore? Io no-
L’amico scosse la testa. –No, in realtà. Ma la vita ci riserva un sacco
di sorprese-
Aiutati da Quinn e William, entrambi fecero alzare Brian e lo
trascinarono in macchina.
-Ci troviamo davanti all’entrata con Frankie, Gerard e Jared.. Gli altri
arriveranno quando arriveranno..- spiegò Bert.
-Anche Jesse mi aspetta lì..- disse sicuro Adam mentre Brian tirò di
nuovo su con il naso.
-Zacky non verrà, vero?-
Bert alzò le spalle. –Non lo so.. io sono passato da Shan e ho invitato
tutti.. Ho persino invitato Jimmy e Johnny..-
Brian non seppe se essere felice o preoccupato di un possibile arrivo
del suo ex ragazzo, e si così si limitò a tirare su con il naso.
Parcheggiarono e scesero dalla macchina, trovando gli altri nel
parcheggio.
-Buon compleanno!- esclamò Jared.
Bert sorrise. –C’è speranza che mi lasci a casa domani pomeriggio, così,
per festeggiare?-
Jared sorrise. –Certo che no!-
-Immaginavo-
-Andiamo!- esclamò Quinn avviandosi verso l’entrata.
-Ancora voi?- rise Brandan
quando vide i ragazzi in fila.
Bert, tendendo la mano di
William, rise. –Ebbene sì, perché mi sono innamorato di te e faccio di tutto
per vederti più spesso!-
-Come?- William allargò gli
occhi e si portò una mano alla bocca con fare molto teatrale. –Ami lui e non
me?!-
Brendan scosse la testa.
–Che cos’è, Robert, non gliel’hai ancora detto? Avanti diglielo che ci vediamo
tutti i weekend, tigre del materasso!-
Bert annuì solenne. –E’
come dice lui, ma è solo sesso. E’ che mi eccitano i tipi muscolosi-
-Mi sento così poco amato!-
esclamò William facendo finta di togliersi una lacrima dagli occhi.
-Dai, passate- rise Brandan
facendoli entrare. –Alex vi ha riservato una saletta, ma chiedete a lui, è lui
che fa tutto-
Mentre stavano entrando,
Adam diede un’occhiata a Brian che camminava con la testa abbassata e si girò
verso Brandan. –Zacky è già arrivato?- chiese sussurrando a Brandan scosse la testa. –Ok, bhe amico, ci
vediamo dopo..-
-Signor Alex, sono venuto a
reclamare quello che è mio. Date a Bert quello che è di Bert!- disse andando
alla cassa.
-Parli del conto?- chiese
il ragazzo biondo trattenendo una
-Ma perché è il mio
compleanno e nessuno mi ama?!- mormorò Bert triste aprendo il portafoglio.
Alex sorrise prendendo i
soldi. –Vi ho riservato la saletta più grande. Vedete di non spaventare gli
altri clienti-
-Stia tranquillo, sir-
rispose Gerard con un pessimo accento inglese.
-Allora, novità per Trick?-
Jared, Adam, Gerard e Bert
scossero la testa tristemente.
–No- spiegò il festeggiato.
–E noi non parleremo di questo sta sera. Ne di questo ne dell’argomento
proibito Zachary Baker. Perché se ne parliamo loro si deprimono e mi rovinano
la festa. E se loro mi rovinano la testa io gli spacco il culo.-
-Ah, ok. Ci vediamo dopo,
lasciatemi un pezzo di torta..- sorrise Alex salutandoli.
-Hai la torta?- chiese
sorpreso William.
-Sì. Con le candeline-
-E ci sono state tutte?-
chiese Gerard dando un bacio sulla guancia a Frank.
-Ahah- Bert finse una
risata. –Guarda che le mie sono solo 26.. E le tue quante sono? 254?-
-Eh sì,- annuì Gerard
morsicando il labbro di Frank ridendo. –Perché io sono immortale-
Frank rise e lo baciò.
Adam scosse la testa. –Dio,
non ho davvero lo stomaco per vederli adesso-
-Ok, chi vuole un drink?-
chiese Jesse prendendo Adam per mano.
Brian annuì. –Io ne ho
bisogno..-
-Hai l’aria di aver bisogno
di una distilleria- commentò Gerard. –Bhe, io credo che offrirò al festeggiato
una sigaretta-
-E io credo che il
festeggiato accetterà- rispose Bert annuendo.
-Dio.- commentò Gerard. –Come
odio chi parla in terza persona. Ma hai una doppia personalità?-
-Non che io sappia. Se c’è
l’ho è una doppia personalità molto maleducata perché non si è mai fatta
sentire. Neanche per gli auguri di Natale-
-Ok..- sussurrò Adam
cominciando a camminare all’indietro e trascinando con se anche l’amico e il
proprio fidanzato. –Noi andiamo..-
Si sedettero davanti al bancone.
Adam fece per tirare fuori
il portafoglio e Jesse lo bloccò. –Lascia stare Laz, pago io..-
Brian alzò gli occhi
tirando su con il naso. –Paghi anche per me?-
Jesse sospirò. –Ok, amico.
Ma solo un giro, d’accordo?-
Mick si avvicinò a loro.
–Allora, ragazzi. Come sta andando il compleanno?-
-Una merda, per fortuna
siamo solo all’inzio- rispose Brian poco entusiasta.
-Che vi porto?-
-Tre JD- quando Mick stava
girandosi Brian ricominciò a parlare.-Però non so cosa vogliono loro..-
-Ah!- esclamò Jesse. –Non
avevo inteso che per te un giro equivalesse a tre bicchieri di whiskey…-
-Altri due per noi- disse
Adam a Mick che annuì.
-Ecco a voi- Mick piegò le
labbra in una smorfia. –Oh, Zacky a ore 12-
Tutti e tre si voltarono e
incontrarono lo sguardo dell’ex ragazzo di Brian che lo abbassò velocemente gli
occhi.
Brian finì il suo primo
bicchiere tutto d’un fiato.
-Ma perché ti ha mollato
alla fine?- azzardò Jesse.
Brian scosse la testa. –Non
lo so..-
-Bri..- mormorò Adam.
Ok, forse un’idea se l’era
fatta..
Brian non era la persona
più fedele del mondo.
Semplicemente per lui non
era naturale andare a letto con una sola persona.
Aveva conosciuto Zacky
quando aveva quattordici anni, stavano insieme da quando ne avevano
diciassette. Sapeva che lui era la persona della sua vita, la sua anima gemella
e merdate varie, ma dieci anni sono lunghi da far passare..
E così era capitato che,
qualche volta..
Merda!
-E’ possibile che abbia
scoperto che.. io..- Brian bevve un sorso di whiskey. –Bhe, ‘Dam, hai capito,
no?-
Adam scosse la testa. –Che
ti ha detto?-
-Bhe, che.. sono un
bambino, che non facciamo altro che litigare.. che.. Non lo so che mi ha detto,
mi ha lasciato, è questo quello che conta, vero?-
Adam allargò gli occhi. –Quindi
non ti ha detto che non ti ama più?-
Brian alzò le spalle.
-Sai come si dice dalle mie
parti, a New York?- chiese Jesse a quel punto. Brian scosse la testa e l’amico
continuò. –Non l’hai messo dentro finchè non l’hai messo dentro!- Brian alzò un
sopracciglio e Jesse scosse la testa. –Devo prenderti a calci in culo per
fartelo capire?! Vai a parlare con lui!- esclamò baciando Adam.
Brian finì i due bicchieri
in pochi sorsi e annuì. Ordinò un altro drink e si diresse in direzione di Zack.
A questo punto o la va o la
spacca.
-Ehi..- cercò di sorridere
Brian.
Zack abbassò lo sguardo.
–Ehi.. E’ da tanto che non ci sentiamo..-
-Eh già. – concordò Brian.
–Come volta il tempo quando si sta in compagnia e ci si diverte- si maledì
mentalmente. –Senti, voglio solo chiederti una cosa, poi ti lascio in pace.. Mi
ami ancora?-
Zack spalancò gli occhi.
–Cosa?-
-Mi ami?- domandò di nuovo
Brian. –Perché io so che ti amo ancora..-
Zack si morse le labbra.
–Non è solo questione di amarti.. è questione di.. Merda!- esclamò non
riuscendo a spiegarsi.
-C i possono essere tutte
le questioni del mondo, ma possiamo trovare una soluzione.. si possono
risolvere finchè tu mi ami e vuoi stare con me- Zack si morse un labbro incerto
e Brian continuò. –Zachary Baker, ricorda, non l’hai messo dentro finchè non
l’hai messo dentro!-
Zack sorrise ma poi riprese
un espressione incerta. –Il fatto è che sono stanco. Mji sento come se la
nostra storia non stesse portando da nessuna parte…-
Brian rimase in silenzio a
pensare per qualche secondo. –Sposami, ci stai? Sarebbe una svolta abbastanza
grande, non ti pare?-
Zack si portò una mano
davanti alla bocca emettendo una specie di squittio. –Dici sul serio?-
Brian annuì. –Certamente.
Parola di lupetto-
Zacky gli buttò le braccia
al collo baciandolo sulle labbra. –Oh mio Dio, certo che ci sto!-
Brian, con un sorriso a
trentadue denti, salì su uno dei tavolini di vetro dando una mano a Zacky in
modo che si mise accanto a lui. –Ragazzi, ho un annuncio da fare.. Ci
sposiamo!-
Tre quarti dei clienti del
locale, che erano a conoscenza della vita sentimentali di Bri, esplosero in un
boato di grida e applausi.
Brian baciò Zacky.
-Sembra che tutti abbiano
trovato il loro happy ending tranne me..- mormorò Patrick bevendo l’ennesimo
bicchierino di vodka.
-Ehi, ci si rivede- disse
una voce alle sue spalle. Patrick si voltò. Joe. –Non mi hai più richiamato..
dopo quella nostra uscita con Pete e Andy.. Lo so che non è stata il massimo,
ma…-
Patrick scosse la testa.
–No, è che.. ho avuto un po’ di casini per la testa..-
Joe sospirò. –Già, bhe..
non li abbiamo un po’ tutti?!-
Patrick si morse un labbro.
–Questa festa fa schifo. Che ne dici se andiamo a casa tua?-
Joe esitò un attimo. Ma poi
si rese conto che Patrick era probabilmente ubriaco, e portarlo a casa sarebbe
stata la soluzione migliore..
Bert e William videro
Patrick e si avvicinarono a loro.
–Bri dovrebbe ringraziarmi-
esclamò l’amico. –Se non avessi invitato mezza città al mio compleanno lui non
starebbe per convolare a giuste nozze, non credi?-
Patrick non sembrava averlo
ascoltato però, perse Joe per mano e si diresse verso l’uscita.
-A quanto pare non lo
crede..-
***
-Grazie per aver parlato
con James- disse Bert bevendo il suo drink. –Adesso tutti noi abbiamo i drink a
metà prezzo..-
Brian annuì buttando giù il
suo tutto di un colpo e dando un bacio sulla guancia a Zacky che ridacchiò.
–Già.. E’ grazie a Matt che lo conosco.. Vedi tutti i muscoli che lo
circondano?-
Bert annuì finendo
anch’esso il proprio e annuì.
-Sono merito di James..
Matty mi ha raccontato che quando andava a scuola c’era un coglione che gli
rompeva le balle.. Un giorno James gli ha dato un pugno e ha detto che era
venuta l’ora che Matt si sapesse difendere da solo, e così lo ha invitato in
palestra con lui.. Il resto è storia..-
Bert indicò l’amico di Bri
e Zacky. –A proposito, eccolo che esce da uno dei privè..- allargò gli occhi.
–Con Jared!-
Brian rischiò di strozzarsi
con la propria saliva. –Porca merda! Ma.. ma.. Non può essere!-
Zack non disse nulla,
limitandosi a fissare il proprio migliore amico con gli occhi spalancati.
-E invece è così, amico!-
Scoppiarono tutti a ridere.
–Oh, mio Dio! Allora
esiste!-
Bert cercò di riprendersi dalle
risate. –Santa merda! Ora tutto torna.. Il fatto che ha trovato subito un
lavoro da Shan, che l’ipotetico ragazzo non si faceva vedere mai..-
Brian scosse la testa
girandosi verso Mick. –Ho bisogno di un altro JD!-
Mick alzò un sopracciglio.
–Perché?-
-Matty se la fa con il mio
capo e me l’ha tenuto nascosto!-
-Questa si che è cattiveria!-
disse ridendo. –Seriamente, Bri, capisco perché non te lo ha detto..-
Bert ordinò a sua volta
dell’altro whiskey. –Sì, ma tu non è solo quello.. Fino ad ora noi pensavamo
che Jared non stesse uscendo con nessuno.. che il suo ragazzo fosse immaginario..-
-Parlate di Jary?- domandò
Gerard arrivandogli alle spalle.
-A quanto pare sono
sconvolti perché il ragazzo di Jared è reale ed è Matt…- spiegò Mick.
Anche Gerard rischiò di
strozzarsi con il drink. –No, ma.. state prendendo per il culo?!- Ci fu una
nuova risata generale. –Vaffanculo quello stronzo! E a me che faceva quasi
pena! Devo dirlo ad Adam, gli rallegrerà la giornata!-
-A proposito..- cominciò Zacky.
–Notizie di Pete e Patrick?-
Bert finì anche quel
bicchiere di whiskey. –Mnh.. Mi sembra che Pete lo stava cercando.. ma l’ho
visto scappare con Joe circa un quarto d’ora fa e sembrava davvero ubriaco!-
Gerard, Zacky e Bri si
fissarono sbalorditi.
-E tu non l’hai fermato?!-
chiese Gee.
-Nah, perché avrei dovuto?
Stavo andando a farmi una sveltina con William-
-Sei senza speranza!-
decretò Brian alzandosi e prendendo il proprio futuro marito per mano. –Gee..
tu recupera Adam e Jary.. Bert vai a cercare Andy, ci servirà tutto l’aiuto
possibile, e noi pensiamo a Pete..-
Cercarono circa dieci
minuti, poi si arresero e decisero di chiedere a James.
-Ehi, fatevi abbracciare,
non ne ho avuto ancora il tempo!- esclamò James buttando le braccia al collo.
-Grazie, amico- disse
Brian. –Ma noi stiamo cercano Pete.. Sai, no.. Basso, anzi molto basso, capelli
neri, tanti tatuaggi..-
-Wow.. capelli neri e
tatuaggi..- commentò il gestore. –Mi stai descrivendo il novantacinque percento
delle persone che conosco!-
-Ma sì..- continuò Bri.
–Quello che guardava sempre Patrick.. se lo scopava con gli occhi..-
-Ah, ho capito!- rispose
finalmente James dopo averci pensato su. –L’ho visto seduto sui divanetti circa
cinque minuti fa.. Perché?-
-Ti spieghiamo
dopo..-tagliò corto Zacky prendendo per mano Bri e andando a cercare Pete.
-Tu sei un brutto pezzo di
idiota!- esclamò Brian sedendosi accanto all’amico.
-Eh?- chiese Pete alzando
gli occhi dal suo drink. –Oh, Bri.. sei tu.. Adam mi ha detto della cosa del
matrimonio, sono contento per voi..-
-Allora sei un pezzo di
idiota contento!- gridò Brian muovendo le braccia. –Ti piace di più come
descrizione di te stesso?-
-Bri..- cominciò Zack
prendendogli le mani. –Lascia fare a me..- Brian borbottò qualcosa ma poi
annuì. –Pete.. è per Patrick che stai da cani in questo modo, vero?- Pete annuì
senza staccare lo sguardo dal proprio drink. –Tu lo ami, vero?- Pete annuì di
nuovo. –Vuoi riprendertelo?!- ci fu un altro assenso da parte di Pete e Zacky
scosse la testa. –Non vedo la grinta, fratello!
Forza urla! Che aspetti?! Non ti vedo convinto!- Brian ridacchiò, sembrava che
stesse incitando un puglie. –Dov’è la tua grinta?! L’hai lasciata a casa da
mammina!?-
-Io voglio riprendermi
Trick!- disse piano Pete.
-No, no, no! Non ci siamo!
Mi sembra di stare parlando con una femminuccia! Fuori la voce, amico!-
-IO AMO PATRICK E ME LO
RIPRENDERO’!-
-E così che ti voglio-
sorrise Zacky. –E ora vieni con noi!-
Corsero nel parcheggio dove
stavano tutti aspettando loro.
-Ok..- cominciò Adam
accendendosi una sigaretta. –Spero che sia importante, perché ero nel bel mezzo
di una sveltina nei privè!-
Brian, Bert e Jared
sorrisero. –Vero che è una figata farlo lì?!- dissero praticamente tutti
insieme.
Adam annuì con un sorriso a
trenta due denti.
-Signori, per favore!-
esclamò Gerard. –Abbiamo uno scopo! Dobbiamo impedire a Trick di fare una
cazzata!- teste il braccio in mezzo a loro e si formò un cerchio. –Chi è con
me?-
-Siamo tutti con te!-
rispose serio Jared.
-Uno per tutti..- cominciò
Bert.
-..Tutti per uno!-
gridarono in coro alzando
contemporaneamente le braccia.
-E ora andiamo- disse
Zacky. –Pete e Andy vengono in macchina con noi.. Voi andate con Gee.. Ci
vediamo a casa di Joe!-
Il viaggio verso casa di
Trick fu moderatamente silenzioso.
Bri guidava tenendo lo
sguardo sulla strada e la mano di Zacky, Pete fissava fuori dal finestrino
assente e Andy tamburellava con le dita sul sedile.
Un atmosfera davvero
rilassata.
-FERMA LA MACCHINA!!- urlò
ad un certo punto Pete.
-AHHHH!! PERCHE’?? CHE
C’E’???- gridò Brian inchiodando.
-Che cosa gli dico quando
lo vedo?- domandò Pete a quel punto.
- Amico, te lo dico con il
cuore in mano,- cominciò Bri cercando di riprendere una normale respirazione.
–Ma vaffanculo!-
-No.. io non scherzo.. Che
diavolo dovrei fare?-
-Seguire il tuo cuore-
ribattè acido l’amico. –E ora possiamo andare?-
-No!- esclamò Pete
sconvolto.
-Senti,- ringhiò Brian. –Noi
ci siamo sbattuti per trovare un ragazzo a Trick, noi. Noi l’abbiamo fatto uscire e gli abbiamo presentato
gente nuova. Poi è saltato fuori che lui era innamorato di te, avete
scopato e tu che hai fatto?! Te lo sei lasciato scappare! E adesso siamo
noi che ci stiamo sbattendo per non far fare una gran cazzata a Trick, noi. Non credi che sia l’oradi tirare fuori le palle?!-
Pete questa volta rimase in
silenzio.
***
Joe aiutò Patrick a
togliersi la giacca e le scarpe e lo fece sedere sul divano.
Patrick sorrise. –Vuoi la
verità? Non ti ho chiamato perché la sera dell’appuntamento io e Pete abbiamo
scopato (esatto, ho perso la verginità
con lui..) e ho pensato ‘cazzo io
sono innamorato di lui da una vita, magari anche lui si è accorto di me,
finalmente’ ma non è accaduto e mi ha scaricato. E così pensavo che magari
potevamo fare adesso quello che abbiamo rimandato l’altra sera.. almeno tu ci
tieni a me..-
Joe scosse la testa. –Nah,
Trick. Tu sei innamorato di un altro ragazzo, sei ubriaco, e l’ultima cosa di
cui hai bisogno è venire a letto con me..-
Patrick scosse la testa. –Ma io ti voglio bene!-
-Sì, anche io.. – mormorò
Joe. –E’ per questo che non possiamo farlo..-
In quel momento la porta
suonò e Joe andò ad aprire.
-Non farlo!!- gridarono
tutti e otto i ragazzi buttandosi addosso a Joe e facendolo cadere.
Joe cominciò a dimenarsi
sentendosi come un giocatore di football marcato da
duecento energumeni quando non aveva neanche toccato il pallone. –Non.. non avevo intenzione di fare nulla-
-Cosa?- domandò Adam
smettendo di bloccare le braccia di Joe al pavimento.
-Non ho intenzione di fare
sesso con lui, soprattutto ora che ha ammesso di essere innamorato di Pete..-
Pete alzò la testa –Ha.. ha
davvero detto così?-
-Sì, coglione..- disse Joe scuotendo
il capo. –Che ti aspettavi?-
-Vai, tigre!- lo incoraggiò
Gee dandogli una spinta e facendolo entrare nella sala.
Pete si schiarì la voce. –Trick..
trick sono io..-
Patrick lo guardò per poi
girarsi dall’altra parte. –Vattene..-
-Ehi.. sono qui solo per
parlare..- sorrise incerto sedendosi acanto a lui e accarezzandogli una guancia.
–Mi dispiace tanto..-
Patrick sorrise, e per un
momento Pete pensò che tutto si fosse sistemato, poi prese la mano di Pete tra
le sue e.. la morsicò.
-Ahia!- esclamò Pete
massagiandosela. –Ok, forse me lo sono meritato-
-Cazzo se te lo sei
meritato- esclamò Patrick sputandogli addosso.
-Ok, basta adesso.. –mormorò
Pete asciugandosi la saliva con la manica della felpa.
-Lo decido io quando
smettere..- disse Patrick. –Abbiamo fatto sesso, e non l’ho deciso io perché mi
sei saltato addosso. La mattina mi hai scaricato e, ancora, non è stata una mia
decisione. Sono stato un male cane, pensi che lo abbia voluto intenzionalmente?
Bhe, no. Ora è il mio turno di decidere- esclamò muovendo le braccia. –E io ho
deciso che non me ne frega un cazzo dei tuoi complessi, perché mi hanno rotto
le palle. Se non volessi stare con te non avremmo fatto sesso, non sarebbe
stato così speciale. Quindi ora fammi un piacere: vai affanculo!-
-Hai finito?- domandò Pete
con un sorriso.
-No.-
E questa volta fu Patrick
ad attaccarsi letteralmente alle labbra di Pete. E per entrambi fu come vivere
un dejavù.
-Ora ho finito.-
-Ok, è il mio turno-
sorrise Pete baciandolo a sua volta.
Patrick gli mise le braccia
al collo e si appoggiò al suo petto. –Dio, ho 24 anni, sono in grado di
decidere con chi stare-
-E sceglieresti me?- chiese
Pete. –Sai che è una scelta rischiosa, potresti pentirtene-
-Lo so. Ma che ci vuoi
fare, mi piacciono le cose difficili-
-Ti amo, Trick- sussurrò
Pete baciandogli la fronte.
-Ok, secondo voi questo
silenzio è una cosa positiva?- chiese Bert nell’altra stanza.
-Oh, sì- annuì Gerard
fissando la porta.
-Decisamente- concordò
Adam.
-Porca merda, ce l’abbiamo
fatta!- esclamò Brian battando il cinque a tutti i presenti. –Abbiamo trovato
un ragazzo a Trick!-
-Siamo dei geni!- rise
Jared.
Tutti i presenti cominciarono
a festeggiare, applaudire e anche a fare strane danze della felicità.
–E ora torniamo al locale, devo ancora offrire
da bere a tutti!- esclamò Bri prendendo Zacky per mano.
-Che fai adesso?- propose
Andy.
Joe alzò le spalle. –Volevo
andare a letto, ma penso che loro mi hanno monopolizzato la casa-
-Vieni con noi, ti offro un
caffè- sorrise Andy mentre gli altri si avviavano verso la porta con un sorriso
a trentadue denti.
Joe sorrise. –Certo,
bisogna festeggiare!-
TO
BE CONTINUED...
[Nda: Ma ero così
prevedibile?! xD
Ebbene sì.. Zacky e Bri
sono tornati insieme xD Ed il ragazzo di Jaredesiste davvero ed è Matt xDD Lo so che è una coppia un po’ sciagurata ma
erano gli unici che mi rimanevano da soli xD bhe, per lo meno sono sexy
insiemexD
Happy ending per tutti alla
fine =] (anche per me perché in questo
capitolo sono comparsi sia James che Jesse xDD
Il prossimo capitolo vedrà
l’epilogo. Ma esso non vedrà la luce per un po’ di tempo, perché domani parto
per Parigi e sto via tutta la settimana prossima.
Thanks to:
-Chemical Lady: Muahaha, no
xDD Per Jared ho puntato sul colpo di scena. Bacio =**
-The Fantasy: Sì, non so
resistere agli happy ending xDD Bacio =**
-Fallen: Sì, bhe, la fine
si avvicina xDD Ma tanto troverò altri sfoghi per la mia demenzialità xDD Bacio
=**
-Isult: Muahah, Scemo e +
Scemo è bellissima xDD Bacio =**
-BlueAndYellow: Interessante
la Cina *__* Awwh, poi divento rossa.. Grazie <3 Bacio =*
Grazie a tutti. Spero che
vi piaccia anche questo capitolo ]
-Dio, dovresti ballare,
Trick. E’ questo che si fa durante la cena di un matrimonio- esclamò Pete toccandogli
il culo mentre lo trascinava in pista.
-Lascia perdere, non sono
capace- brontolò Patrick, mettendogli comunque le braccia intorno al collo e
cominciando a muoversi.
-Oh, nessuno di noi lo è in
realtà, è per questo che è divertente- rise Pete,mentre guardava i loro amici ballare
.
Bert aveva improvvisato una
specie di tarantella con William, Brendon cercava di fare la lap dance con la
ringhiera delle scale di casa di Jimmy, Adam cercava di imitare i passi di
Michael Jackson (con tanto di capello rubato a Bri), Gerard sembrava davvero la
rincarnazione di un manico di scopa mentre veniva sballottato da tutte le parti
da Frank, mentre i due sposini si limitavano a baciarsi da circa un quarto d’ora,
ogni tanto scendendo a tempo di musica o muovendo le braccia.
Si erano sposati quel
pomeriggio, un mese dopo la proposta nel night club e per risparmiare avevano
invaso casa di Jimmy per la cena e la festa che ne sarebbe seguita. Ognuno di
loro aveva messo i soldi del regalo in un fondo comune che era servito per
comprare il biglietto d’aereo e il soggiorno in un Bed and Breakfast a Tijuana, in Messico (sì, bhe, non è che
avessero a disposizione un capitale), ma dopotutto dubitava che a quei due la destinazione
facesse differenza.
Per quanto riguardava Patrick,
lui e Pete ormai stavano ufficialmente insieme; il che voleva dire che la loro
vita, a parte per il sesso che ormai era un’abitudine, non era cambiata molto
da quando quella strana storia era iniziata.
Gerard, avendo scoperto la
professione di Joe, aveva cominciato a perseguitarlo finchè lui non gli aveva
procurato un colloquio con il suo capo e,
nonostante non avesse ancora avuto una risposta ufficiale, a quanto diceva Joe
non era andato affatto male.
Aveva anche cominciato a
convivere con Frank, come era nei suoi progetti. Solamente che non se l’era
sentito di lasciare Mikey da solo (l’ultima volta che l’aveva fatto, suo
fratello aveva quasi fatto scappare il gatto con la sua folle idea di fargli il
bagno) e così la storia era finita con Frank che si era trasferito nella sua
vecchia villa vivendo insieme ai due fratelli Way.
Nemmeno le cose tra Zacky e
Brian erano cambiate poi tanto; litigavano, si lasciavano, e due ore dopo Jared
li trovava a pomiciare nel retro del negozio. Trick era sicuro che se avevano resistito 10
anni, il matrimonio non li avrebbe divisi di certo.
Adam continuava ad uscire
con Jesse, nonostante erano più le volte che dichiarava di volergli spaccare la
faccia che quelle dove diceva di amarlo. Ma infondo Adam era così, e quindi Pete
e Patrick non si stupivano se una volta ogni tre settimane lui gli chiedeva di
dormire sul loro divano.
E, stranamente, anche la
strana love story di Bert aveva resistito, a dispetto di tutto quello che gli
altri pensavano. Forse era perché quei due erano così strani che erano perfetti
l’uno per l’altro.
Andy aveva colto la sua
occasione e da due settimane lui e Joe uscivano praticamente tutte le sere.
Per quanto riguarda Jared,
Matt continuava ad essere un ragazzo misterioso.
Non si faceva mai vedere in negozio, anzi quei due non si facevamo mai vedere
insieme.
Ma, ehi, se andava bene a
Jary, andava bene anche a lui.
-Oh, mio Dio, amo questa
canzone!- urlò Jimmy lasciando la sua provvista di whiskey in cucina e, una volta
afferrato il braccio di Johnny, cominciando a correre in mezzo alla pista.
Mentre Rihanna continuava a
cantare Please, don’t stop the Music,
e tutti continuavano a muoversi, Patrick decise che ne aveva abbastanza di
ballare, così fece segno a Pete di volersi sedere, il quale annuì e continuò a muoversi,
immerso nella musica.
Si avviò vicino al buffett, dove fu raggiunto
qualche secondo dopo da Bert con il fiatone.
-C’è qualcosa di
commestibile?- domandò sospettoso scrutando le tartine.
-Hanno cucinato Ryan e
Brendon, quindi.. non lo so- rispose scuotendo la testa.
-Ah, bhe- Bert alzò le
spalle afferrandone quante più poteva. Fece segno a Trick di prendere il vino e
entrambi si sedettero sul divano.
-Allora, novità?- chiese
Bert con la bocca piena.
-Nulla di che..- rispose
Trick. –Il sole splende in cielo, gli uccellini cinguettano felici ogni mattina..
No, direi che la vita continua come al solito-
-Che bello- rispose Bert
guardando fisso il culo di William mentre quest’ultimo stava ancora ballando. Patrick
capì che come al solito non lo stava affatto ascoltando.
-Non so se parli della mia
vita o del fondoschiena del tuo ragazzo, e non sono sicuro di volerlo sapere-
decretò bevendo un sorso di spumante.
-Hanno fatto le cose in
grande per il matrimonio- commentò Bert accendendosi una sigaretta. –Per quel
che mi riguarda, quando toccherà a me, mi basterà andare a Las Vegas e farmi
sposare da Elvis..-
-Chi si fa sposare da Elvis?-
chiese William comparendo alle sue spalle.
Bert rischiò di strozzarsi con il fumo.
-Il tuo ragazzo- rispose
Patrick alzando le spalle.
William allargò gli occhi. –E
il vestito bianco? Io lo voglio!-
-Ma, Wllino-bello, Elvis si veste di bianco..-
William scosse la testa e
scappò via.
-Grazie tante, amico-
sibilò Bert prima di corrergli dietro.
Patrick ridacchiò.
-Allora, questa è la nostra
giornata- esclamò Brian mentre si avvicinava tenendo per mano Zacky. –Come mai
tutti gli occhi non sono puntati su di noi?!-
-Bert vuole farsi sposare a
Vegas da Elvis-
Gli occhi di Brian si
illuminarono. –Ma è un’idea fighissima!- frenò il suo entusiasmo appena
ricevette una gomitata in pancia da Zacky. –Per uno come Bert, è chiaro-
Patrick ridacchiò mangiando
una delle poche tartine avanzate da Bert. –Allora, quando partite?- domandò.
Brian alzò le spalle. –Probabilmente
nel fine settimana. O anche dopo, dipende quando avremmo voglia di lasciare la
camera da letto-
In quel momento furono
raggiunti da Pete, che si sedette accanto a Patrick, mettendogli un braccio
intorno al collo e baciandogli la fronte.
-E allora, di che si parla
qui?-
-Del fatto che Bri e Zack
lo fanno come dei ricci- rispose il suo ragazzo.
Zack arrossì leggermente
mentre Bri e Pete si scambiarono un cinque.-E a voi come va, Wentz?- chiese poi
Bri.
-Oh, non ci lamentiamo.. vero,
Trick?-
Questa volta fu il turno di
Patrick di arrossire. –Dio, non ho nessuna intenzione di parlarne adesso-
Furono raggiunti anche da
Adam e Gerard, che dopo aver fatto rifornimento di cibo e drink, si sedettero
con loro.
-Ah, non ho mai ballato
così tanto- commentò Gerard buttandosi sul divano e accendendosi una sigaretta.
-Tu non hai mai
ballato, è diverso- lo corresse l’amico facendo altrettanto. –Dove sono finiti gli altri?-
-Bert è corso via perché Will
aveva le sue cose- spiegò Brian. –E Jared è sparito da un pezzo-
Tutti i presenti si
guardarono di sottecchi pensando esattamente la stessa cosa.
In quel momento ritornarono
William e Bert; si tenevano per mano, quindi tutti supponevano che avessero
fatto pace. E, dopo qualche minuto, anche Jared ritornò.
-Ah, sono così felice che
ora stiate insieme, tu e Trick- dichiarò Adam verso Pete.
Gerard annuì. –..E siate
così innamorati-
–Innamoratissimi- sorrise
Pete prendendolo per mano.
-E tutto sia tornato tranquillo..-
aggiunse Bert con un sorriso.
-Ma che bello- conculse Jared
dando una pacca sulla spalla a Trick.
-Manca anche a voi, vero?- esclamò
Brian tutto d’un fiato.
-Oddio sì.. Quando
giocavamo a fare Dio cercando di farlo accoppiare con tutti- rispose Jared
bevendo un sorso di vino.
-..E le notti in cui siamo
stati in piedi a tramare strani piani per presentare a Trick gente strana..-
aggiunse Adam con gli occhi che gli si illuminavano.
-..E le uscite insieme per farlo
ubriacare e perdere la verginità- continuò Bert.
-Qualcuno di voi ha amici
single?- chiese Brian implorante.
Bert sorrise malvagiamente.
–Bhe, Quinn attualmente non sta uscendo con nessuno..-
Patrick sorrise stringendo
la mano di Pete tra le sue. –E allora che stiamo aspettando?!-
The 24 year-old Virigin
THE END
[NdA:
Oddei, non ci credo, ho finite anche questa *___*
Un po’
mi dispiace, perché mi divertivo come una larva a scrivere questa storia, ma va
bhe xDD
Ringrazio
tutti quelli che hanno commentato i capitoli precedenti, li hanno solo letti e
tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti.. davvero mi fa un piacere
enorme che vi sia piaciuta, vi abbia fatto sorridere e divertire.. insomma,
grazie mille =**
E ora
passiamo ai commenti dello scorso capitolo.
Thanks to:
-BlueAndYellow:Sì, bhe.. Brian
rischiava di portare tutti ad una depressione collettiva xDD Awwwwh, io ti
adoro!! Un bacione =**
-SweetPandemonium:Muahah
ebbene sì, anche se la ragione principale è che mi dispiaceva che quei due
rimassero da soli =] Awh, grazie mille. Bacione =**
-The
Fantasy: Ahshs xD Bhe, sì.. sono una coppia un bel pò strana xDD Pensa che nel
film la ragazza del personaggio a cui mi sono ispirata per Bri rimaneva davvero
incinta.. però questa mi sembrava una cosa un po’ troppo strana xDD Bacione =**
-Chemical
Lady: Awwwh, grazie *__* Bhe, sì.. io
non resisto agli happy ending <33 Bacione =**
-Fallen:
Muahah, sì.. non si vede che io sono un pò fissata con i matrimony, vero?! xDD
li trovo divertenti xD Bacione =**
-Blaise_Sl_Tr07:
Che bello trovarti anche qui, tesora *__* Sì, ammetto che con questa ff mi sono
sbizzarrita xDD Bacione =**
-Isult:
Awwh, *sbavata a parte, che è stata fatta xDD* grazie mille, lo so che sono
ripetitiva, ma non so che altro dire.. E poi, sì.. Matt deve avere una mega
pazienza per sopportare Jared xDD
Grazie
ancora a tutti, davvero. Grazie a chi commenterà questo capitolo e chi lo
leggerà soltanto =** ]