Di lacrime e anime e favole e fiabe.

di Fragile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ....... ***
Capitolo 2: *** . ***



Capitolo 1
*** ....... ***


-Buongiorno-

-Non lo è.- Come ogni altro giorno-


-Forse lo sarebbe se assaggiasse una di quelle bambinette dai capelli fini, Dama Grigia, dea della Tristezza.-


-Fai bene a parlare, tu, Cinismo, che non conosci le lacrime-

Cinismo si ritrasse un poco. In fondo era abituato agli animi più nobili e aveva acquisito un certo orgoglio personale che gli faceva preferire che gli dessero del lei.


Si avvicinò, barcollando, la Solitudine, ma nessuno si accorse di lei.


-Lady Ansia l'è caduta la maschera...-

E la losca figura iridescente svanì dall'angoscia di essere scoperta.

A raccogliere le sue ceneri venne baldanzoso Fratello Amore, che dal suo carro di cuori sanguinanti portava sorrisi marci sui volti.


-Fratello Amore, oh Fratello Amore, ci salverai tutti-

Un guizzo di argentea falce. Bambina Speranza fu soppressa al principio, perchè queste frasi non erano viste di buon occhio ne da Ira, che poi di occhi non ne aveva, ne da Gelosia la Strega, che aveva un conto in sospeso col rosso giovanotto.


Entrò di soppiatto Bugia e urlò:

-Io non sono entrata!- così, nessuno se ne accorse.



-Buongiorno-


-Ma chi è che continua a dire buongiorno?-

-Non lo è affatto, caro amico Dubbio, è un giorno lacrimoso-

La Dama Grigia, dea della tristezza, stava coi polsi scorticati a guardare da una finestra. Guardava tristemente Ira scaricare la sua rabbia contro la povera Tranquillità, che in fondo non aveva fatto nulla di male; guardava tristemente Dubbio che, a braccetto con Gelosia la Strega, la lusingava e cercava la sua approvazione.


-Buongiorno-


...


-Buongiorno...-


-?-

La Contessa Superbia voltò sdegnata il viso, spiegò il lungo vestito di pizzo e se ne andò, lasciando Cortesia con il suo sorriso stampato e salutare le anime sporche.

Nella corsa la incrociò Fanciulla Invidia che le tese lo sgambetto e si sentì più bella.


-Chi è quell’ anima perlata adagiata il quel canto?-

-Dubbio è continuamente dubbioso. Non trovate sia terribilmente irritante?-

Discordia si faceva largo tra la gente, cercando acclamazione a gran voce.

-Orsù, cerchiamo di intergare la povera anima..-

Fratello Amore si diresse baldanzoso nell’angolo buio, ma quando si accorse che l’anima perlata non era altro che Nonna Accidia la lasciò a putrefare nel suo cantuccio, senza imporsi troppo.



-Buongiorno-

-Buongiorno-

Cortesia continuava la sua disperata lotta nel regalare affetto.


-Buongiorno-

Davvero? Non so.


Sicuramente l’ultimo.


Madre Morte arrivò, inesorabile. E l’unica che sopravvisse al massacro fu la Dama Grigia, Dea della Tristezza, triste di per se e triste per la morte degli altri.

Si dice che Fratello Amore, che si predicava invincibile, fu il primo a morire sotto la grande maledizione.


Madre Morte arrivò, inesorabile.

Gelosia la Strega, Discordia e Nonna Accidia capirono di essere inutili e morirono svanendo in bollicine di Valium.

Bugia non morì affatto. O almeno così disse.

Per quanto riguarda Solitudine, morì in una prigione isolata, Lady Ansia in un labirinto senza uscita.


Madre morte arrivò.

Forse, Cortesia la salutò con il suo -Buongiorno-. Forse Dubbio le chiese che mai ci facesse alla corte dei miracoli la Madre Nera. Nessuno lo scoprì mai, si dissolsero dolorosamente.

Nessuno lo scoprì mai.


Madre Morte arrivò. E tutti fecero silenzio.

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Capitolo 2
*** . ***


Da sotto le macerie un grido.

-Dunque?-

La Dea della Gloria guardava sinistra davanti a se, pavoneggiandosi nella sua aurea dorata.

-Una fine così miserabile non si addice a me, giammai-


Poi, il tempo cambiò e dalla fanciulla graziosa fuoriuscì una vecchia macilenta, che vergognandosi di se, preferì fingere d'esser morta.

-La gloria cambia, quindi, di tempo in tempo-

constatò tra se e se la Solitudine, apparsa d'improvviso al repentino cambiamento.



Non erano tutti periti all' arrivo della Madre Nera, dopotutto.

Si scrollò le macerie di dosso anche la Dea della Tristezza.

-Che giorno doloroso, questo tra cenere e morti e nebbia-

Guardava dalla polvere grigia delle anime morte, sospirando tra le lacrime dense.



Anche Amico Dubbio era ritornato a passo frettoloso.

-Come hai potuto sconfiggere la morte, O cangiante Dea della Gloria?-

-La gloria, anche se sopravvive alla morte, non vince la morte.-

rispose saccente Fanciulla invidia, che a braccia conserte guardava la vecchia tremante.
Ella, fattasi così umile, perì definitivamente dissolvendosi in un'aurea indistinta.



In un angolo, agonizzava svanendo anche Bambina Memoria, che lasciava il posto, vanamente speranzosa, a Bugia, che prontamente negò di lei qualunque pregio.


Poi, da sotto le macerie un grido.


Dubbio si sarà chiesto se fosse lecito gridare alla corte dei miracoli.

Forse la Dea della tristezza trovò insopportabile una lamentela di quel tipo.

Sicuramente Fanciulla invidia avrebbe voluto essere al posto di quello sconosciuto, riempito di tante attenzioni.




Ma allora arrivò, sulla sua caravella, Sire Destino, e la corte dei miracoli si rischiarò.
Si guardò intorno nella piazza dove le anime sporche spiegavano alla bell'e meglio le tonache incenerite.

-Dunque, solo voi siete sopravvissuti?-

I teatrali gesti della mano incorniciavano il patetico quadretto.

-Nessun Fratello Amore. Nessuna Cortesia. Solo dolori e bugie... -

-Vi erano Gloria, e memorie ma non sopravvivono se nessuno ricorda.-

Informava flebilmente più se stessa che gli altri, la Dea della tristezza.


D'improvviso Bambina memoria riapparve, dapprima debole e macilenta, e col passare dei minuti sempre più grassoccia.

-Qualcuno mi ha evocata?-

Con fare mieloso, da sotto i boccoli biondi la ragazzina guardava sognante la bella nave dorata.


Amico Dubbio guardò dubbioso la dubbia apparizione. E indubbiamente anche Bugia consigliò a tutti di dubitare. Dubbia condotta, quella di Bugia.

Sire Destino fece qualche passo verso lo sfarzoso ponte della sua caravella, strascicando il mantello reale più teatralmente che potè.


-Dunque, mia cara fanciulla, Signora della Memoria, potrebbe accompagnarmi nel mio viaggio, d'ora innanzi?-

Gli occhi voraci di Sire Destino erano fissi sulla pingue bambinetta.


Questa, cautamente si guardò intorno per poi aggrappare le sudicie mani cicciottelle al ponte della caravella.


-Che ne sarà di noi, nostro Sire?-


Amico Dubbio avanzava timorosamente.

Sire Destino si rivolse dall'alto alle anime sporche, che lo fissavano dalle loro vesti sgualcite.

Fanciulla invidia, presagendo l'imminente rifiuto, cercò di impiccarsi nella sua larga gonna ottocentesca all'albero maestro.


-Fanciulla Invidia, madama, voi non potete morire-

L'informazione di Sire Destino mentre la aiutava a scendere dall'imponente trave di legno, giunse più come uno scherno.
Lei, in tutta risposta, incrociò le braccia macilente e incenerì con lo sguardo tutti i presenti.


-Che ne sarà di noi, nostro Sire?-

Continuava Amico Dubbio avvicinandosi sempre più alla caravella.



La Solitudine fece per parlare, ma appena provo a interagire si dissolse in un boato doloroso.
La Dea della tristezza iniziò il suo lacrimoso canto, dondolandosi vicina alla sua finestra come presa da un'improvvisa pazzia.



-Che ne sarà di noi?-



Il sussurrio flebile di Amico Dubbio fu sovrastato dall'imponente caravella che riprendeva il suo viaggio, lasciando di nuovo sole le anime sporche.


-Che ne..-



-Ricordatevi di ricordare.-



Sire Destino prese per mano Bambina Memoria, più pingue che mai, e insieme salparono verso il nulla.

Poi, da sotto le macerie un grido.



E una neonata avvolta in un mantello nero e logoro emerse dai cumoli grigi affamata di vita, e la corte dei miracoli si illuminò.


Con i suoi enormi occhi verdi, si guardava intorno, stremata dall' appena terminata lotta. Liberava luce.

Fanciulla Invidia, magicamente distolta da se stessa, si avvicinava attenta alla neonata tremolante.

Dubbio, per un attimo ammutolito, iniziava a chiedersi che cosa significasse.

Persino la Dea della tristezza, seduta alla sua finestra con i polsi scorticati, sembrava sorridere.



Insanguinata e debole, Piccina Speranza portava con se il vessillo della sua vittoria: un'argentea falce luccicante.


-Chissà se la morte può davvero morire?!-


Un ultimo grido.

E il silenzio, denso, calò di nuovo sulla Corte dei miracoli.

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