A little Yandere's Story

di RaVenXIX
(/viewuser.php?uid=551133)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alpha: L'inizio ***
Capitolo 2: *** Beta, il continuum ***



Capitolo 1
*** Alpha: L'inizio ***


                                Capitolo 1: Alpha, L’inizio

Era una tranquilla mattinata, un po’ nuvolosa forse ma del resto a Giugno era difficile piovesse.
“Se è per questo, a Giugno è difficile anche che vengano le nuvole…” pensò fra sé e sé Oz.
Oz Bezarius era un ragazzo chiaro di pelle (quasi a rasentare la morte) dai capelli bianchi e gli occhi rossi; un albino. Era tranquillo e silenzioso, e non gli piaceva molto socializzare: preferiva leggere in pace sdraiato sull’amaca di casa sua oppure stare davanti al PC a programmare o leggere altre storie pubblicate online da scrittori esordienti su un qualche sito di fanfiction.
Non ricordava poi molto di sé stesso. Dopo la morte dei genitori, ebbe un’amnesia che svuotò completamente la sua mente. Non ricordava nulla della sua infanzia, ma la cosa non lo infastidiva: il passato era dietro, e ciò che conta ora è il presente.
Nonostante la apparentemente onnipresente tranquillità Oz era un ragazzo abbastanza nervoso; non sopportava molte frivolezze proprie della sua età (15 anni) nonché giochi o battute stupide. Si, era una persona piuttosto seria.  Cercava di trattenersi ma a volte il cinismo ed il sarcasmo erano troppo forti e diventava intrattabile per qualunque essere “immaturo” che cercasse di avvicinarlo. Ciò accadeva molto raramente, dato che quasi nessuno gli si avvicinava; era quasi del tutto sconosciuto persino ai suoi stessi compagni di classe che nemmeno più provavano ad avvicinarlo se non per obbligo o per utilità. Ma a lui andava bene così. Anzi, non chiedeva di meglio.
Le cose poi erano addirittura peggiorate da quando i suoi genitori erano morti: già molto schivo, Oz divenne quasi intoccabile se non invisibile. Non proferiva parola con nessuno e, se invitato, se ne andava senza rispondere. Ogni volta che aveva tempo libero, metteva le cuffie e non le toglieva per nessun motivo. Tornato a casa (nel frattempo abitava dal nonno) si chiudeva in camera a studiare o scrivere e non usciva mai se non per mangiare o andare in bagno. A discapito della situazione, però, i suoi voti erano i più alti dell’intera scuola- forse anche della nazione.
Camminando sulla via di scuola Oz vide alcuni ragazzi che parlavano fra loro:
“Ehi, non so se a voi sia ma capitato, ma io quando vedo quell’Oz rabbrividisco e mi si gela il sangue nelle vene!”
“Hai ragione! E’ troppo inquietante!”
“Dicono sia un pazzo assassino!”
“Davvero?!”
“Dicono sia stato lui ad uccidere i suoi stessi genitori ed a ridurli in quello stato…”
“E’ terrificante! Perché fare una cosa del genere?”
“Chi li capisce i pazzi come lui -io no di certo. Nel frattempo io mi tengo il più lontano possibile da lui!”
“Hai ragione: meglio così!”
Oz trattenne a stenti una risata 
“E’ questa l’ultima voce su di me?”
Scoppiò a ridere sguiatamente
“Che branco di idioti con cui mi tocca lavorare! Per fortuna tra poco sarà finita finalmente…”
Eh già, quello era l’ultimo giorno di scuola ormai, passato però come tutti gli altri: cuffie nelle orecchie, libro nelle mani e bocca chiusa, aspettando pazientemente di poter finalmente dire addio a quel gruppo di pazzoidi.
E, credetemi, se c’era qualcosa che sapeva fare bene, era aspettare in silenzio. 
///Spazio commenti/// Ehilà! Come vi è sembrato come primo capitolo? E' la mia prima fanfiction quindi non siate troppo severi plz ;D Comunque, ho deciso di aspettare un pò prima di far entrare le cose nel vivo. E sia. Recensite, mi raccomando:D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Beta, il continuum ***


                                        Capitolo 2: Beta, il continuum
 

“Cosa diavolo…?”
Sangue.
Dappertutto, sangue e ancora sangue.
“Cosà è successo qui…?”
Per terra, un corpo.
Lo alza. Ha la faccia di suo nonno.
“Nonno!!”
Chiama i soccorsi. Inutile. 
LUI è già MORTO.
 
Suo nonno è morto. Stentava a crederci- le stesse modalità dell’assassino dei suoi genitori.
Stessa arma- il coltello da cucina.
Stessi tagli raccapriccianti…
Oz si sorprese di sé stesso. Nonostante ciò, l’unica cosa a cui potesse pensare era chi si sarebbe preso cura di lui d’ora innanzi.
Era solo. TOTALMENTE SOLO. TREMENDAMENTE SOLO.
Oz rise nella penombra del corridoio della centrale.
“Buffo! Ora non ho nessuno, mio nonno è appena morto ed io sono ancora capace di ridere!”
Rise ancora più forte, ma nessuno lo notò. Era solo anche lì.
-
-
-
-
-
“Tu sei…?”
“Oz”
“Anni?”
“15”
“Nato a…”
“Non è necessario.”
“Ok”
Continuavano a ripetergli sempre le stesse domande in quell’istituto. Cercavano informazioni su di lui. Informazioni che sconvolsero Oz.
“Figlio unico?”
“Si”
“Strano…”
“Cosa?”
“Qui dice che tu hai una sorella...”
“Si sbagliano”
“Tu dici?”
“Si”
Questa gli era nuova. All’inizio non ci credette, ma alla fine dovette ricredersi: non tanto perché la trovarono, quanto perché fu lui ad essere trovato da lei.
Sissignore. Lo venne a prendere.
Si chiamava Vanessa. Era albina come lui. Persino gli occhi erano uguali. Già questo di per sé bastava.
Fece richiesta per l’adozione. Aveva all’incirca la stessa età del fratello, ma viveva con un’altra famiglia.
La stessa che, presto, si sarebbe presa cura anche di lui.
“Tsk. Che rottura.”
Iniziò a fissarla, per capire che tipo di persona poteva essere.
Lei si girò e lo fissò a sua volta. Sorrise. La vide da lontano con la sua famiglia. Se non sapesse della sua esistenza, probabilmente si sarebbe convinto di guardarsi davanti ad uno specchio.
Oz non cambiò espressione. Continuò semplicemente a fissarla con uno sguardo vuoto sino a che il suo sorriso non gli iniziò a dare sui nervi.
Si girò e si mise a dormire.
Poco dopo lo vennero a svegliare.
“Ehi ragazzino!”
“…”
“EHI!”
“… che vuoi?”
“Hai visite. Vorrebbero adottarti.”
“Al diavolo”
“Invece ora ti alzi ti vesti e mi segui senza fare storie, chiaro?!”
“Umpf. Afferrato.”
Si mise i primi vestiti che aveva sottomano e seguì la guardia sino ad una piccola sala chiusa da una porta di legno abbastanza pesante.
La guardia la aprì e Oz entrò.
Eccoli, i due che (forse) sarebbero diventati i suoi nuovi tutori. Vicino a loro c’era anche sua sorella, che alla sua vista si rimise a sorridergli.
“Dio, che nervi. Finiamola in fretta, così che questi se ne vanno ed io possa tornare a dormire.”
Non appena la guardia uscì, Vanessa si alzò e iniziò a correre verso il fratello catapultandosi verso di lui- lancio peraltro da lui elegantemente schivato.
“Che diavolo fai?!”
“Ohi…”
“Rispondi.”
“Volevo solo abbracciarti, fratello. Mi sei mancato così tanto... ti ho cercato spesso ma non sono mai riuscita a trovarti… ma d’ora in avanti staremo di nuovo assieme, vero, fratello?”
“NO”
“Eh...?”
La risposta repentina atterrì anche i tutori di lei.
“Ho detto di no.”
Ma fratello…
“NON CHIAMARMI COSI!”
“Ma…”
“Io non ti conosco, so a malapena il tuo nome e dovrei vivere da te basandomi sulla supposizione del fatto che tu dovresti essere mia sorella? No grazie. E comunque il mio nome è Oz. Non . Cerca di ricordarlo.”
Si rivolse ai tutori
“Mi spiace per il tempo che avete perso venendo fin qui solo per me. Vi chiedo scusa. Purtroppo è questo ciò che penso, e non credo sia piacevole da sentire. Perciò, dimentichiamoci l’intera faccenda e torniamo alle nostre occupazioni abituali. Con permesso”
“Fratello!”
Piangeva.
“FRATELLO!”
Oz si fermò davanti alla porta, si girò e disse
“Mi chiamo Oz. E NON SONO TUO FRATELLO.”
Fatto ciò si voltò e se ne andò via.
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2203675